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Dettaglio seduta n.169 del 22/12/77 - Legislatura n. II - Sedute dal 16 giugno 1975 al 8 giugno 1980

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SANLORENZO


Argomento: Problemi energetici

Interrogazione del Consigliere Oberto "Opportunità di costituire un centro piemontese per lo studio e l'applicazione delle risorse energetiche"


PRESIDENTE

Signori Consiglieri, nel dare inizio ai nostri lavori, proporrei di svolgere alcune interrogazioni per le quali gli Assessori hanno le risposte pronte.
Interrogazione del Consigliere Oberto relativa all'opportunità di promuovere la costituzione di un centro piemontese per gli studi e le applicazioni delle risorse energetiche, lo sfruttamento e l'impiego dell'energia solare. La parola all'Assessore Fonio.



FONIO Mario, Assessore alla tutela dell'ambiente

Nel rispondere all'interrogazione del Consigliere Oberto, mi corre l'obbligo precisare che, data la rilevanza politica che esso presenta, il problema dell'energia è stato assunto collegialmente da un gruppo interassessorile, composto, oltre che dal sottoscritto, dall'Assessore alla programmazione, dall'Assessore ai piani territoriali e dall'Assessore all'industria e lavoro, coordinato dal Presidente della Giunta.
Va precisato poi che la Regione il 16 settembre u.s. ha stipulato una convenzione con il Politecnico e l'Università di Torino per effettuare ricerche qualificate sui problemi di interesse generale in modo da fondare la propria attività futura su conoscenze più precise della realtà complessiva su cui è chiamata ad operare.
E' nell'ambito di questa convenzione che, a nostro parere, la Regione deve promuovere le ricerche che tendono all'utilizzazione delle fonti energetiche alternative, quali l'energia solare, l'energia idrica, una più razionale utilizzazione dell'energia idroelettrica, il recupero di energia ecc.
In tal senso infatti si ritiene che possano essere impegnate le strutture già esistenti, quali i laboratori di ricerca del Politecnico e dell'Università le cui tradizioni scientifiche sono indi-scutibili.
Non ci sembra necessario quindi costituire un ente del tipo proposto dal Consigliere Oberto in quanto si creerebbe un doppione di quelli già esistenti che dispongono già di attrezzature atte a sviluppare le ricerche nel campo dell'energia.
Nelle strutture già esistenti del Politecnico e dell'Università possono trovare il loro spazio anche quelle industrie che operano nel settore, che possono dare certamente un contributo valido alla soluzione dei problemi energetici.
In modo specifico poi il problema relativo all'utilizzazione di fonti energetiche alternative a quelle tradizionali è attualmente all'esame dell'Assessorato alla tutela dell'ambiente che, nel quadro delle attività promosse dalla Comunità Economica Europea e dal Governo, sta redigendo un programma dettagliato di ricerche finalizzate ed attività volte al recupero di energia ed al reperimento di nuove fonti energetiche.
Inoltre l'Assessorato ha già avviato diverse iniziative nel settore.
La legge regionale n. 46/1975 sullo smaltimento dei rifiuti solidi urbani prevede infatti la realizzazione di impianti di riciclaggio dei rifiuti. L'obiettivo da raggiungere quindi con questa operazione è proprio quello del recupero di materie prime, dell'utilizzazione di fonti energetiche differenti da quelle tradizionali, ed infine del risparmio di energia impiegata fino ad oggi per la distruzione delle componenti energetiche contenute nei rifiuti.
Il progetto del piano regionale delle risorse idriche prevede, fra l'altro, lo studio dell'uso plurimo delle acque ed il reperimento di altre fonti di energia idroelettrica in coerenza anche con l'assetto idrogeologico del territorio. Il programma regionale di attività, ricerche e studi finalizzati per il recupero di nuove fonti energetiche che sollecita l'interrogante, è quindi già all'esame dell'Assessorato alla tutela dell'ambiente che si è fissato come obiettivi principali, da realizzare nel più breve tempo possibile, la ricerca finalizzata e la successiva realizzazione di nuove tecnologie per lo sfruttamento di fonti energetiche differenziate ed orientate ad un più ambizioso e generale programma inteso come interventi per il miglioramento della qualità della vita.
Ritengo pertanto che l'attuazione del programma proposto dall'interrogante possa inserirsi nel più ampio impegno che la Giunta regionale sta assumendo per l'organizzazione di una serie di convegni dibattiti, integrati da una mostra, patrocinata dalla Regione, sui problemi delle fonti energetiche, che si svolgeranno a Torino, ed eventualmente negli altri Capoluoghi di Provincia, nel prossimo mese di marzo.



PRESIDENTE

La parola all'interrogante, Consigliere Oberto.



OBERTO Gianni

Ho ascoltato con molto interesse la risposta ampia e soddisfacente che l'Assessore ha dato alla mia interrogazione, la quale certamente non si propone di creare un doppione. Per essere stato per tanto tempo amministratore so bene che cosa significano queste forme di discrasia, che diventano elementi negativi anziché positivi.
Lo spirito della mia interrogazione sta proprio nell'esigenza di realizzare un coordinamento. Apprendo che esiste un centro funzionante e mi rendo conto che è perfettamente inutile crearne un altro. E' per indispensabile che la Regione sia presente e che esprima il suo parere.
Siamo al centro di una polemica vivacissima attorno al problema termonucleare e ci avvediamo tutti i giorni che la pubblica opinione è molto disinformata sulla materia. Ci sono delle prese di posizione sentimentali che non trovano aderenza nella sostanza delle cose e vi sono delle supine accettazioni di prospettive e di soluzioni: l'una e l'altra cosa effettivamente non vanno. Il tempo di realizzazione delle centrali nucleari è estremamente lungo, probabilmente otto o dieci anni e altrettanti anni sono richiesti per la ricerca e l'applicazione pratica delle altre fonti di energia.
Sono soddisfatto di avere provocato questa risposta che peraltro mi soddisfa.



PRESIDENTE

L'interrogazione è discussa.


Argomento: Norme generali sull'agricoltura

Interrogazione del Consigliere Franzi "Situazione occupazionale della Cartiera CIR di Serravalle Sesia per la quale si minaccia la chiusura"


PRESIDENTE

Interrogazione del Consigliere Franzi "Situazione occupazionale della CIR di Serravalle Sesia per la quale si minaccia la chiusura". Risponde l'Assessore Alasia.



ALASIA Giovanni, Assessore ai problemi del lavoro

Questo Assessorato, da tempo, sta seguendo le vicende del gruppo CIR in Piemonte, soprattutto relativamente agli stabilimenti di Quarona (VC) e di Serravalle Sesia (VC).
Il problema è da inquadrarsi nella questione più generale del settore cartario italiano, settore che sta affrontando una crisi molto seria dalla quale sarà estremamente difficile uscire se a livello nazionale non verranno prese delle contromisure adeguate. I colleghi sanno che poco tempo fa abbiamo discusso della Cartiera di Ormea dove il problema è tuttora aperto.
Per ritornare al quesito pasto dall'interrogazione mi sembra indispensabile fare un quadro sommario delle aziende del gruppo esistenti in Piemonte.
L'Azienda Cartiere Italiane Riunite si configura a capitale pubblico nella misura dell'80 % e fa capo alla finanziaria SME (Partecipazioni Statali) che nel 1971 rilevò il pacchetto azionario del gruppo allora denominato "Cartiere Italiana e Sertorio Riunite" (comprendente gli stabilimenti di Serravalle Sesia, Quarona, Coazze) e lo fuse con la Celdit con stabilimenti a Chieti ed Airola (BN) dando origine all'attuale denominazione.
Questo stabilimento, che nel 1971 disponeva di 9 linee continue di produzione cartaria, di un articolato settore cartotecnico e di 1100 addetti circa, dopo 6 anni di gestione SME, caratterizzata in senso esclusivamente riduttivo di macchinari e personale, dispone attualmente di 680 addetti circa e di 5 linee di produzione carta, il cui rapporto di produttività annua la Direzione ha tuttavia mantenuto inalterato rispetto al passato, anzi addirittura aumentato in un primo tempo col ricorso: a) al ciclo continuo b) allo smantellamento di 4 linee di produzione cartaria e del reparto cartotecnica, ritenuti non competitivi c) alla diminuzione dei livelli occupazionali d) a ristrutturazioni tecniche con modifiche agli impianti finalizzate alla continua riduzione del personale e) ad una ristrutturazione produttiva nel senso di un'accentuata riduzione e standardizzazione dei tipi di carta prodotti, con la scelta deliberata di abbandonare i tipi di carta che qualitativamente avevano reso prestigioso il nome della ex Cartiera Italiana. La riduzione del personale ottenuta con metodo discreto ed occulto, cioè senza ricorso a massicci e brutali licenziamenti ma tramite la mancata sostituzione degli elementi dimessisi per pensionamento e volontariamente, non è stata, a causa di questa "discrezione", meno dolorosa. L'azienda ha fatto anche ricorso ripetutamente alla Cassa Integrazione; in effetti l'ultima richiesta è recentissima e copre il periodo ottobre/dicembre 1977.
La politica di interventi riduttivi di macchinari e personale perseguita dalla SME, le ristrutturazioni tecniche e produttive apportate se hanno in un primo tempo permesso un certo aumento della produttività non hanno tuttavia costituito a più lungo termine quella soluzione radicale indispensabile per evitare che lo stabilimento perdesse comunque gradualmente la sua capacità competitiva sul mercato della carta. Abbiamo fondati motivi per ritenere che, in assenza di adeguati investimenti che permettano la sostituzione degli impianti smantellati e di quelli in predicato per un ulteriore smantellamento che si prevede a breve scadenza e senza inoltre una profonda e competente ristrutturazione delle scelte produttive nell'ambito del mercato cartario, lo stabilimento di Serravalle dovrà fronteggiare a breve termine una situazione prevedibilmente drammatica Date le caratteristiche tecnico-produttive di questo stabilimento un'eventuale ulteriore diminuzione di manodopera potrebbe provocare una perdita di competitività sul mercato , che nessun successivo intervento sarebbe forse più in grado di frenare. Solo un intervento radicale potrebbe risolvere questa situazione. L'attuale precario equilibrio dello stabilimento è infatti mantenuto perché il mercato cartario, a causa della crisi generale è in una fase di ristagno di domanda che facilita la CIR di Serravalle rispetto ad altre cartiere con potenziale produttivo superiore le quali si trovano ora nelle condizioni di dover rifiutare, perch antieconomici, ordinativi troppo limitati per la loro potenzialità produttiva. Non appena il mercato cartario accennasse a rivitalizzarsi questi impianti si troverebbero immediatamente in una condizione di inferiorità che condannerebbe questa struttura ad un ruolo del tutto marginale nell'ambito del mercato cartario, se non ad una totale chiusura.
La negatività della situazione non deve tuttavia far ritenere che un investimento in questo stabilimento sarebbe a fondo perduto per la collettività. Infatti tra gli elementi che fanno credere ad una possibilità di ripresa della cartiera, se si fanno gli opportuni investimenti, vi sono: 1) l'alto grado di preparazione tecnica delle maestranze 2) la non sfavorevole collocazione geografica dello stabilimento 3) la quasi completa (e potenzialmente completa) autosufficienza nella produzione di energia elettrica 4) la collocazione dell'azienda nella zona tra quelle a produzione diversificata, fattore questo che non costituirebbe un elemento inflazionistico nei riguardi di altri settori industriali già saturi, quali quello tessile o quello metalmeccanico 5) la presenza nello stabilimento di un impianto per la produzione di pasta di legno di pioppo (di produzione nazionale) che permette una produzione cartaria basata per il 50-60 % circa su tale materiale e che, se adeguatamente aggiornato e potenziato, consentirebbe una notevole economicità produttiva, sia strettamente riferita a questo stabilimento sia riferita in campo nazionale al risparmio sul costo delle materie prime d'importazione 6) la presenza di macchinari che, con opportune modifiche, sarebbero ancora in grado di svolgere un ruolo proficuo nella globalità dell'organizzazione produttiva dell'azienda, impedendo un tracollo dei livelli occupazionali ed un certo grado di sicura produttività a completamento di quella data da un nuovo impianto.
Riteniamo di poter affermare che quest'azienda ha tuttora una forte possibilità di recupero Trascurarla significherebbe pregiudicare seriamente quella politica di "sana" amministrazione che un'azienda quale la SME è chiamata dalla collettività a svolgere.
E' questo il senso del discorso che è stato fatto ai responsabili della direzione aziendale assistiti da un funzionario della SME qualche mese fa e sarà ancora questo il senso del discorso che andremo a fare immediatamente dopo la pausa di fine anno Pensiamo in particolare di investire il Ministero delle Partecipazioni Statali di questa situazione nell'ambito dei provvedimenti di riconversione e ristrutturazione, ove un progetto di settore dovrebbe tendere ad orientare gli interventi sia per il gruppo CIR che per le altre situazioni aperte Presentata la relazione sullo stato dell'industria italiana, come prevede la legge, il Governo dovrebbe dar luogo, attraverso agli strumenti previsti, ai progetti di settore, per i quali dovrebbero essere consultate le Regioni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Franzi



FRANZI Piero

Ho ritenuto doveroso investire ufficialmente del problema la Giunta e l'Assessore al lavoro perché con i colleghi Bellomo e Besate siamo stati un mese fa a Serravalle ad un'assemblea dei lavoratori della CIR dove abbiamo sentito le vive preoccupazioni dei rappresentanti sindacali soprattutto per quanto rappresenta l'azienda nel territorio della Bassa Valsesia. Qualche anno fa gli addetti erano 1500, in quest'ultimo periodo sono 680 e vi è la preoccupazione di una ulteriore riduzione dei posti di lavoro. La crisi del settore tessile, già registrata in quella zona, e la crisi del settore cartario metterebbero in grossa difficoltà tutta la zona della Bassa Valsesia.
Quindi all'Assessore Alasia faccio la richiesta di seguire attentamente la situazione, augurandoci che la legge di ristrutturazione delle aziende possa dare una risposta soddisfacente alle attese dei lavoratori.



PRESIDENTE

L'interrogazione è così svolta.


Argomento: Controlli amministrativi: argomenti non sopra specificati

Interrogazione del Consigliere Calsolaro: "Opportunità di promuovere un'apposita iniziativa legislativa che regoli le procedure di nomina secondo i criteri di competenza e di professionalità"


PRESIDENTE

Interrogazione del Consigliere Calsolaro: "Opportunità di promuovere un'apposita iniziativa legislativa che regoli le procedure di nomina secondo i criteri di competenza e di professionalità".
Risponde il Presidente della Giunta.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

La questione è di grande interesse ed è dibattuta non soltanto nel nostro Consiglio, ma anche in Parlamento. Lo Statuto stesso indica competenza e capacità, non una procedura basata su lottizzazioni interne ai partiti, e ribadisce la necessità di utilizzare tutte le forze capaci esistenti nella comunità, e quindi facendo un richiamo non sempre ed esclusivamente ai Gruppi politici. La Giunta regionale ha messo allo studio un disegno di legge che entro la fine del mese di febbraio sarà presentato al Consiglio regionale e nel mese di marzo o aprile sarà votato.



PRESIDENTE

La parola all'avv. Calsolaro.



CALSOLARO Corrado

Mi dichiaro soddisfatto della risposta.


Argomento: Comitato regionale e sue sezioni

Interrogazione del Consigliere Calsolaro "Funzionamento dell'organo regionale di controllo: atteggiamento del Presidente della Giunta ed informazione sulla diffusione degli atti di un convegno sui controlli"


PRESIDENTE

Interrogazione del Consigliere Calsolaro: "Funzionamento dell'organo regionale di controllo: atteggiamento del Presidente della Giunta ed informazione sulla diffusione degli atti di un convegno sui controlli"..
Risponde il Presidente della Giunta.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Se non vado errato, in occasione di un convegno promosso dalla Giunta regionale unitamente ad una rivista giuridica, la diffusione degli atti non aveva riportato fedelmente alcune situazioni particolari che si erano determinate.
Dobbiamo dolerci che ciò sia accaduto, che non sia stata data puntuale informazione sulle relazioni, su chi aveva partecipato e su come vi aveva partecipato. Non possiamo che considerare ciò una sorta di errore che per l'avvenire non dovrà più succedere.



CALSOLARO Corrado

Ringrazio il Presidente della risposta, tuttavia sottolineo che l'interrogazione contiene altri punti che si riferiscono all'applicazione degli articoli 14 e 15 della legge regionale sul funzionamento dell'organo regionale di controllo. Poiché tali argomenti potranno essere sviluppati in occasione del dibattito sulla relazione che il Presidente della Giunta ha consegnato una settimana fa al Consiglio regionale e che sarà quanto prima messo all'ordine del giorno, ritengo inutile dibatterli ora.



PRESIDENTE

L'interrogazione è stata svolta.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione del Consigliere Calsolaro "Situazione di crisi alle PP.TT.: atteggiamenti della Giunta in merito ai diversi problemi Aperti"


PRESIDENTE

Interrogazione del Consigliere Calsolaro: "Situazione di crisi alle PP.TT.: atteggiamento della Giunta in merito ai diversi problemi aperti".
Risponde il Vice Presidente della Giunta, Bajardi.



BAJARDI Sante, Vice Presidente della Giunta regionale

Rispondiamo unitamente a due interrogazioni, l'una presentata dal Consigliere Calsolaro e l'altra dal Consigliere Carazzoni, con risposta scritta.
Settimane addietro abbiamo rappresentato la Regione Piemonte in un incontro che si è tenuto a Torino, alla presenza del Sottosegretario alle Poste e Telecomunicazioni, sen. Tiriolo, le forze politiche e le rappresentanze delle istituzioni interessate alla soluzione di questi problemi.
Questo incontro è servito per fare il punto sulla situazione del servizio (che potremo chiamare disservizio) postale nella Regione. Per quanto riguarda la situazione contingente ci è stata data assicurazione che essa è in via di normalizzazione: le giacenze di corrispondenza normale si sono esaurite e tra tredici giorni si smaltiranno le giacenze di stampati mentre lo smaltimento dei conti correnti postali si sarebbe esaurito prima ancora. Questo è stato possibile perché era stato raggiunto un accordo che consentiva l'estensione delle ore straordinarie, prima bloccate ad un tetto massimo di 35 ore mensili per lavoratore.
Ovviamente lo smaltimento delle giacenze non significa di per sé il ritorno alla normalità perché il traffico normale della corrispondenza è soggetto a variazioni che dipendono dalla presenza o meno di personale dalla regolarità dei treni, ecc, ecc.
Rispondere alla domanda: cosa la Regione intende fare su questi problemi, significa enucleare, sia pure fugacemente, quali siano le cause di questo ormai cronico disservizio.
Cause che sono di tipo strutturale e che si possono individuare sostanzialmente: 1) nei limiti della politica di assunzione del personale, la quale determina, dopo qualche anno di lavoro, una continua richiesta di trasferimento al luogo di origine, che è alla base della preesistente carenza di personale a Torino ed in Piemonte 2) un'organizzazione dell'azienda che è rimasta da moltissimi anni invariata e che non ha sufficientemente recepito, quindi, i cambiamenti avvenuti nella nostra Regione.
Per uscire da questa situazione sono state fornite alcune indicazioni da parte dell'amministrazione postale. Ci sarà in Piemonte un concorso delle P.T. con dimensioni regionali e sono in via di reperimento le aree per attuare il piano di investimenti delle P.T. per edilizia pubblica e residenziale.
La soluzione di questo problema è essenziale per la stabilità del personale.
Nello svolgimento di questa fase, la Regione è stata presente a Roma nella persona di un funzionario dell'Assessorato all'assetto territoriale ed è stato assicurato l'apporto della Regione Piemonte all'individuazione delle aree per dare rapido avvio alla costruzione e all'utilizzazione delle disponibilità esistenti da lungo tempo e mai utilizzate.
Ritengo inoltre, per i motivi che ho cercato brevemente di riassumere che si dovrà andare ad una riforma complessiva dell'amministrazione delle P.T. e che quindi anche in tale fase esprimeremo le nostre osservazioni e le nostre richieste sui materiali che ci saranno trasmessi dal compartimento Piemonte-Valle d'Aosta delle P.T. interessando la Commissione competente e se del caso lo stesso Consiglio regionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Calsolaro.



CALSOLARO Corrado

Ringrazio l'Assessore Bajardi e mi dichiaro soddisfatto della risposta che ritengo puntuale e chiara.



PRESIDENTE

L'interrogazione è svolta.


Argomento: Interventi per calamita' naturali - Opere pubbliche

Comunicazioni del Vice Presidente della Giunta regionale, Bajardi, sulle iniziative in merito ai danni alluvionali in Piemonte


PRESIDENTE

Il Vice Presidente della Giunta ha una breve comunicazione da svolgere che interessa tutti i Consiglieri.



BAJARDI Sante, Vice Presidente della Giunta regionale

Desidero informare il Consiglio regionale che il Parlamento, nelle sedi della Camera e del Senato, ha concluso ieri l'esame della legge sui danni alluvionali del mese di ottobre. Saranno messe a disposizione della Regione Piemonte risorse per 26 miliardi rispetto ad un danno di circa 50 miliardi.
La Giunta intende provvedere immediatamente all'elaborazione di un apposito provvedimento integrativo di queste risorse, proponendo anche misure di coordinamento.
Riterrei opportuno individuare un gruppo ristretto di membri della II Commissione perché compiano con la Giunta un primo esame delle questioni più urgenti che potrebbero essere sottoposte al giudizio del Consiglio regionale alla prima seduta del mese di gennaio.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Comunicazioni del Presidente


BAJARDI Sante, Vice Presidente della Giunta regionale

a) Nuovo Regolamento del Consiglio



PRESIDENTE

"Comunicazioni del Presidente" Su incarico dell'Ufficio di Presidenza, l'Ufficio legislativo ha predisposto una bozza del nuovo regolamento del Consiglio Si tratta di un testo che tiene conto dell'esperienza maturata nei primi anni di funzionamento del Consiglio regionale, dei regolamenti parlamentari e di quelli delle altre Regioni Ai primi di gennaio la Commissione si riunirà per iniziare l'esame della bozza con l'obiettivo di fornire in tempi brevi al Consiglio regionale il testo definitivo del regolamento.
Il lavoro compiuto è stato molto impegnativo e lungo e credo che i membri della Commissione avranno a disposizione un materiale già molto elaborato da discutere e eventualmente da modificare


Argomento:

Comunicazioni del Presidente

Argomento:

b) Presentazione disegni di legge


PRESIDENTE

Sono stati presentati i seguenti disegni di legge: N. 268: "Bilancio per l'esercizio finanziario 1978", presentato dalla Giunta regionale in data 15 dicembre 1977 N. 269: "Trasferimento all'esercizio finanziario 1978 della decorrenza di limiti di impegno autorizzati ai sensi di precedenti leggi regionali", presentato dalla Giunta regionale in data 19 dicembre 1977 N' 270: "Autorizzazione all'esercizio provvisorio del bilancio per l'anno finanziario 1978", presentato dalla Giunta regionale in data 19 dicembre 1977.


Argomento:

b) Presentazione disegni di legge

Argomento:

c) Apposizione visto Commissario del Governo


PRESIDENTE

Il Commissario del Governo ha apposto il visto alla legge regionale 23/11/1977: "Norme urgenti di attuazione della prevenzione e dell'intervento verso le tossico-dipendenze e l'alcolismo".
Le comunicazioni del Presidente sono concluse.


Argomento: Norme generali sull'agricoltura

lnformazione della Giunta regionale sulla situazione occupazionale della Venchi Unica


PRESIDENTE

Il punto undicesimo all'ordine del giorno reca: "Informazione della Giunta regionale sulla situazione occupazionale della Venchi Unica".
La parola all'Assessore Alasia.



ALASIA Giovanni, Assessore ai problemi del lavoro

Il 7.12 il Consiglio regionale dava mandato al sottoscritto e ai Capigruppo di intervenire in ordine alla situazione della Venchi Unica con l'impegno di richiedere al Governo il mantenimento degli impegni assunti (rifiutiamo il meccanico trasferimento della vicenda dal Ministero dell'industria al Ministero del bilancio) e di fissare l'incontro con l'Associazione degli imprenditori per la verifica delle loro concrete disponibilità.
La Giunta regionale, i Consiglieri incaricati e il Comune di Torino con la partecipazione in prima persona del Presidente della Giunta regionale e del Sindaco di Torino, sono intervenuti alle due riunioni del 13 e del 16 dicembre con l'Unione Industriale. Non credo di dover illustrare nei dettagli la situazione dato che delle alterne fasi della questione ho sempre dato notizia.
Venerdì 16 è comparsa sui giornali la conferenza stampa del dott.
Cellini, Commissario giudiziale, con la quale si fa giustizia di ogni equivoco e si mette ognuno di fronte alle proprie responsabilità, Il Consiglio regionale del Piemonte ha assunto le sue, poiché ha fatto tutto quanto era possibile fare, compresa la ricerca degli imprenditori. Analoghe responsabilità devono assumere gli imprenditori e il Governo. Il dott.
Cellini che ha retto la situazione aziendale in quest'ultimo difficilissimo anno, ha dichiarato nella conferenza stampa che è "un insulto alla logica lasciar chiudere la Venchi Unica azienda viva e vitale".
Conveniamo con questo drammatico appello, che suona nello stesso tempo come denuncia per non aver saputo trovare una soluzione nel corso dei 12 mesi. Un anno fa si rischiava di andare a picco, poi, con il concorso del Governo, dell'Unione Industriale e dei sindacati, si è avviata in un primo tempo la fase con il procuratore generale e poi la fase amministrativa controllata. Abbiamo sempre riconosciuto il concorso di ognuno e la validità della formula unitaria, tuttora valida e indispensabile. Non abbiamo mai giocato a scaricabarile, non abbiamo mai fatto il tiro al bersaglio. Ricordo i molti riconoscimenti espressi in aula al Governo, al Sottosegretario Carta, agli imprenditori per l'impegno che hanno dato nella fase di trapasso dalla gestione Cigalino a quella del procuratore generale.
Non abbiamo mai assunto atteggiamenti grotteschi di spartizione di meriti e di torti anche se nella vicenda vi sono responsabilità diverse.
E' per queste ragioni che oggi abbiamo il diritto di esigere che la formula unitaria che ci ha impegnati nei 12 mesi di gestione continui fino al risultato definitivo.
La Venchi Unica con l'impegno delle maestranze e dei dirigenti ha riattivato la produzione, ha garantito il lavoro a 1800 persone fra diretti ed indiretti, ha pagato i salari arretrati, ha riattivato la rete commerciale, ha lanciato alcuni prodotti nuovi e, a fine anno, avrà un fatturato di 40 miliardi circa contro i 36 del passato esercizio. Non solo per il progetto della gestione ha accantonato 13 miliardi 400 milioni di credito agevolato pubblico che lo Stato renderà immediatamente fruibili a fronte di un progetto di riassetto. L'11 gennaio scade l'amministrazione controllata, quindi si devono sin d'ora avere le idee chiare sulla strada da percorrere. Di qui la nostra richiesta agli imprenditori e alle associazioni industriali perché rapidamente dichiarino le loro disponibilità.
Il Commissario giudiziale ha già chiarito che vi è il consenso e il modo tecnico affinché la nuova gestione non venga coinvolta dalle vicende del passato e che, in vista di una proposta di assetto, ci sono le condizioni per un fallimento pilotato che garantisca la continuità del lavoro, i salari, i crediti chirografari. Ci sono anche le condizioni per creare una formula gestionale transitoria con una società di gestione in cui gli istituti di credito e gli imprenditori dovrebbero essere parte costituente. Abbiamo proposto una formula di questo genere che è stata felicemente sperimentata in passato nella vicenda dell'Eti, del C.V.S. dei tempi di Felicino Riva, della Seimart e della gestione ex Magnadyne ove subentrarono imprese di differenti settori merceologici. Va aggiunto che per contatti già avuti a fronte di una proposta industriale, le banche hanno lasciato intravedere una loro responsabilità. Non voglio per ora entrare nei dettagli dei rapporti avviati con l'Unione Industriale di Torino e con la Federazione regionale degli industriali. Fino a questo momento però non abbiamo avuto una proposta anche se si coltivano delle ipotesi.
Abbiamo fatto l'invito all'Associazione industriale sottoponendo alcune ipotesi e alcuni nomi. Non ritorno sull'atteggiamento del Ministro dell'industria che giudichiamo privo di fondamento, perché le motivazioni addotte non convincono.
Abbiamo chiesto alla Presidenza del Consiglio dei Ministri di comunicarci una sede di riferimento, sia essa il Ministero dell'industria o il Ministero del bilancio. Mi fa piacere di apprendere dalla Gazzetta del Popolo di questa mattina che il Ministro Morlino ci avrebbe convocati il 29.12.77. Potrei rilevare che è quanto meno singolare l'andazzo di questo Paese dove le istituzioni devono fare le ricerche archeologiche per arrivare ad avere un confronto serio e responsabile e dove si abbonda di notizie e di confidenze di cui non si conosce la provenienza. Mi far premura di contattare il Ministro, il quale ha il dovere di dire qualche cosa, non dico al sottoscritto, ma perlomeno alla Regione Piemonte.
Chiediamo quindi al Governo di fissare la riunione ufficialmente e non in modo interlocutorio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Benzi.



BENZI Germano

Tutti siamo consapevoli che con il 14 gennaio quest'azienda non è più in condizioni di essere gestita. Purtroppo in Italia nel periodo feriale e delle vacanze natalizie anche i Ministri spariscono e non sarà possibile avere degli interlocutori.
Il Presidente della Giunta dovrebbe fare un gesto di coraggio e cioè uscire sulla piazza e dire che fintantoché non sarà definita la vertenza la Regione garantirà il finanziamento alla Venchi Unica. Milleseicento persone in questo momento hanno paura di essere messe in cassa integrazione e di essere poi licenziate da un'azienda che può salvarsi ma che, per motivi burocratici, vediamo andare via, scomparire piano piano. Tocca alla Regione di affrontare la situazione in modo diverso, di assumersi la responsabilità della gestione. Se i Gruppi sono d'accordo su questa proposta si assumano la loro responsabilità e autorizzino il Presidente della Giunta a dire queste cose per salvare la Venchi Unica



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bellomo.



BELLOMO Emilio

Non so se il Presidente della Giunta è nella condizione di alzarsi raggiungere il balcone per dire le cose che ha proposto il Consigliere Benzi, non so se si tratta soltanto di assunzione di responsabilità politica o se invece si debba fare i conti con il bilancio provvisorio che fra poco affronteremo. E' chiaro che la Giunta deve riflettere sulle effettive possibilità.
La Giunta si è comportata linearmente, ha seguito passo passo la situazione, per molti versi strana, al punto che si apprende dai giornali che il Ministro Morlino avrebbe convocato le parti per il 27 o il 29 di questo mese. Concordo sui comportamenti della Giunta e la invito a stringere i tempi per arrivare a fare il punto della situazione. La gente che è nella piazza attende l'assunzione di una responsabilità definitiva della Regione che peraltro non spetta alla sola Regione prendere, ma spetta anche al potere centrale e all'assetto imprenditoriale torinese. L'H gennaio è vicino e sarebbe doloroso vedere chiudere una fabbrica anche se ha le condizioni per poter lavorare: chiude la Venchi Unica a Torino chiude la Cir a Serravalle Sesia, ci troviamo veramente in una situazione disastrata che bisogna affrontare con tutta la responsabilità che invocava anche il collega Benzi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossotto.



ROSSOTTO Carlo Felice

Come forza di maggioranza che non si è mai nascosta l'obiettivo di difendere i principi di economia di mercato dell'imprenditorialità, sento il dovere di esprimere la piena adesione e solidarietà all'azione che l'Assessore sta portando avanti. Il caso Venchi Unica acquista una rilevanza perché si colloca al di fuori del contesto generale della crisi: è un'attività sana, in espansione, nonostante le grandi crisi che hanno colpito il settore produttivo.
Come è stato detto con estrema chiarezza a livello comunale non ci si può illudere di innescare processi speculativi immobiliari; pertanto l'azienda deve rimanere nel contesto cittadino per tutti i problemi che abbiamo evidenziato nel Piano di sviluppo. Si tratta di un settore vitale nonostante le cattive condizioni in cui ha operato in un momento di dissesto della bilancia pubblica e di necessità di qualificare al massimo le possibilità di intervento. Tutte le forze sociali, sindacali e imprenditoriali sappiano che non si può ulteriormente giocare a nascondino.
Se esistono le intenzioni di fare della Venchi Unica un innesco di altri processi' di deterioramento del quadro economico nazionale, dobbiamo dire chiaramente che la situazione produttiva e occupazionale in Piemonte dei settori gravemente colpiti dalla crisi non può permettere che altri settori non colpiti abbiano lo stesso trattamento, perché significherebbe operare per favorire lo sfascio dell'economia generale del Paese, su cui tutti quanti concordemente abbiamo deciso interventi seri, anche impopolari. Alle associazioni imprenditoriali vanno dette parole ferme e precise perché si facciano carico di questo problema in termini espliciti con appuntamenti e con risposte.



PRESIDENTE

La parola alla dottoressa Castagnone Vaccarino.



CASTAGNONE VACCARINO Aurelia

Siamo rimasti senza parola di fronte alla situazione di scaricabarile che verifichiamo a livello nazionale e a livello imprenditoriale e siamo rimasti senza parole di fronte alla proposta fatta dal collega Benzi.
Ho preso la parola soltanto per ribadire che non rientra nei compiti della Regione, come d'altro capto non è detto nella Costituzione l'intervento nel campo dell'industria. Quand'anche fosse data questa possibilità alla Regione, il che sarebbe addirittura incostituzionale, non vorremmo ricominciare un'esperienza piemontese del tipo dell'IRI, dopo aver registrato i risultati ai quello nazionale.
Ci esprimiamo in modo chiaro contro ogni intervento di Questo genere non solo nei confronti della Venchi Unica, ma anche nei confronti di tutte le altre aziende che si trovassero in tali situazioni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Alberton.



ALBERTON Ezio

In quest'ultimo periodo per gli impegni presi di fronte ai lavoratori della Venchi Unica e per obbedire a quello che crediamo essere un nostro dovere istituzionale, abbiamo seguito direttamente la vicenda della fabbrica in questione. Siamo intervenuti direttamente presso le associazioni imprenditoriali torinesi e regionali così come abbiamo fatto doverosi interventi anche nei confronti del Governo. Ci auguriamo che la data dell'incontro che ricaviamo dar giornali sia reale e che il mancato avviso alla Regione dipenda soltanto da difficoltà di comunicazione e non da altro motivo.
Indubbiamente ci troviamo di fronte ad una situazione incomprensibile che richiede il massimo realismo possibile Ci troviamo di fronte alla situazione che da un lato vede l'attuale amministratore e i rappresentanti delle Associazioni industriali dichiarare che l'azienda è sana e vitale e dall'altro le stesse associazioni imprenditoriali non trovano chi accetti di subentrare nell'azienda; è una situazione illogica, Quindi crediamo sia utile muoverci con il dovuto realismo invitando tutte le parti interessate a presentare le proprie carte con la massima chiarezza.
Nell'incontro della settimana scorsa a cui hanno partecipato il dott.
Cellini e il Presidente dell'Associazione industriale di Torino è stato richiesto il quadro della situazione aziendale e delle prospettive future quadro che l'amministratore ha promesso. Di questo gli siamo grati e lo invitiamo a farlo con la massima celerità, così come invitiamo le associazioni imprenditoriali a portare non solo delle risposte negative, ma a proporre soluzioni ed eventuali condizioni.
E' una strana situazione che presenta prospettive quasi idilliache, ma che tali non possono essere per i pesi del passato e per le esigenze di investimenti indispensabili che qualcuno valuta attorno ai 15/20 miliardi.
Queste cifre sembrano essere industrialmente ricuperabili. Le organizzazioni imprenditoriali hanno dichiarato che non è compito loro fabbricare imprenditori, tuttavia, se non è compito loro, ancor meno è compito di altri, perciò il coinvolgerle e invitarle a farsi carico di raccogliere tutte le indicazioni in questo senso vuole anche essere un'esaltazione del loro compito. In questi mesi alcune soluzioni hanno tentato di proporre e nel prospettarle hanno dichiarato che erano valide e che su di esse non dovevano essere disturbate. Andrei cauto nel dire che si è perso del tempo: non portare dei risultati non vuol dire essersi disinteressati e nemmeno non aver vagliato fino in fondo le possibilità tanto più se risultano parecchi gli imprenditori interessati.



ALASIA Giovanni, Assessore ai problemi del lavoro

Era semplicemente assurda l'ultima proposta che hanno fatto.



ALBERTON Ezio

Sulla base della quale però mi sembra se non altro sia stata bloccata un'esplorazione di altre strade.
Nel momento in cui viene richiesto l'intervento dei poteri pubblici crediamo che debba essere data la possibilità di esercitarli: se non vengono fatte richieste e poste condizioni, l'Ente pubblico si trova persino nell'impossibilità di esercitare quegli scarsi o vasti poteri che possiede. La proposta del Consigliere Benzi sembra difficilmente gestibile perché rischia di deviarci dall'obiettivo reale, come non ci pare risolvibile questa vicenda da parte del governo con la creazione ad hoc di una sorta di finanziaria pubblica perché, a nostro avviso, rischiamo di creare degli alibi e di inventare una scappatoia che dal punto di vista giuridico è difficilmente percorribile e ci farebbe ritrovare presto con un pugno di mosche in mano.
Ci auguriamo che la sede governativa abbia la possibilità di verificare tutte le condizioni presenti in questa realtà e nel contempo invitiamo le forze politiche, e noi per primi ce ne facciamo carico, di continuare a mantenere tutti i collegamenti con le forze locali al fine di evitare possibilmente il trauma del fallimento. Non sono pastoie burocratiche, come dice il collega Benzi, ma sono procedure tipiche proprio per evitare questo trauma e per cercare di precostituire tutti i passi necessari con il dovuto realismo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

La situazione della Venchi Unica, anomala perché radicalmente diversa da quella di tante fabbriche colpite dalla crisi, stenta ad avere una soluzione e, malgrado l'impegno e la responsabilità della Giunta e del Consiglio regionale che l'Assessore Alasia ha ricordato, occorre sottolineare che con questa vicenda viene messa in gioco con vivissima preoccupazione la fiducia nelle istituzioni, fiducia che attraverso l'impegno legislativo ed amministrativo cerchiamo di ottenere dalle popolazioni e cerchiamo di porre alla base del nuovo modo di essere dello Stato e del nuovo rapporto tra Stato e collettività.
A chi devono essere attribuite le responsabilità? Dobbiamo ricordare alle forze imprenditoriali piemontesi che la complessa questione può anche mettere in gioco la loro credibilità, quindi il richiamo alla funzione delle forze imprenditoriali , non è volto soltanto allo scopo di creare nuovi imprenditori, ma deve anche assicurare condizioni sostanziali e dare e garantire soluzioni in un corretto rapporto imprenditoriale nei confronti di un'azienda che, per generale ammissione, ha una produttività positiva.
Ben vengano delle indicazioni più chiare, ma, al di là di queste, abbiamo già la possibilità di rispondere in maniera corretta e rapida alle esigenze che non sono solo rappresentate dalle manifestazioni in atto, ma sono rappresentate da un anno di trattative e di impegno da parte delle forze politiche regionali. Non si può dimenticare il concetto, rivendicato nella Costituzione, che la proprietà ha una funzione sociale (e in questo caso la funzione sociale e la funzione economica non sono termini antagonisti o antinomici) ed allora il compito e le responsabilità del Governo vanno assunti fino in fondo.
Come può essere compreso dai lavoratori e dall'opinione pubblica il fatto che un'azienda sana non debba trovare una soluzione nella non assunzione delle debite responsabilità? Il Governo ha i mezzi, la capacità e la forza per contribuire politicamente a sbloccare la vicenda in un rapporto con le forze imprenditoriali con le quali, d'altra parte intervengono rapporti per effetto della legge 464.
Che cosa si può dire di una classe imprenditoriale, e anche politica in questo caso, che lascia andare a picco un'azienda produttiva nel momento in cui tante altre non hanno le condizioni per una ripresa? Chiediamo al Governo che in questa fase finale della trattativa compia con l'incisività dovuta, le azioni che deve compiere, soprattutto verso il mondo imprenditoriale.
Allo Stato, attaccato dalle forze eversive e terroristiche rivendichiamo questo impegno, questa carta di fiducia verso la popolazione e vogliamo dire che gli atti concreti rendono fiducia. Questo è un atto concreto in cui non possono esserci timidezze o posizioni di "scaricabarili". Il Governo deve riprendere la trattativa con le forze politiche regionali perché entro l'11 gennaio ci sia uno sbocco corretto.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

La situazione Venchi Unica presenta dati negativi e dati positivi. I dati negativi consistono nella mancanza di una proprietà nell'impossibilità di aprire un dialogo e nella situazione di estrema pesantezza lasciata dalla precedente proprietà.
L'aspetto positivo invece è rappresentato dal fatto che nell'esercizio durato dal gennaio 1976 al gennaio 1978 la società, pur essendo latitante la proprietà, pur non avendo né aiuti né supporti, ha dato un risultato economico apprezzabile.
Apprezzo l'opinione espressa dal Consigliere Benzi, ma ritengo che ci sarebbe difficile comparire ad un tavolo per dire che siamo disponibili per la salvezza della Venchi Unica: non è nostro compito, la Regione è punto di riferimento di ogni situazione, di ogni domanda, ma non ha specifica competenza per operare in quel settore.
Tuttavia la Regione non è stata inerte! Con il Sindaco di Torino, con gli Assessori Alasia e Foppa, con la collegialità della Giunta e oggi con l'espressione venuta dal Consiglio, abbiamo assunto la conduzione della vicenda per dare un più ampio significato alla linea per salvaguardare la società.
Non è pensabile offrire proposte di conduzione contenute nel semplice concetto che sia lo Stato, con un decreto legge, a mettere a disposizione 10/15 miliardi per una fantomatica società. Se è vero che l'Associazione industriali non ha il compito di fabbricare degli industriali, ha però il compito non soltanto di trarre profitto dal lavoro degli operai, ma anche di garantire che traumi così gravi non accadano. Quindi all'Unione industriale rivolgiamo un richiamo non certo per salvare qualsiasi industria, ma per venire incontro ad industrie che hanno ragione di esistere, che corrispondono alle linee indicate nel nostro Piano di sviluppo.



PRESIDENTE

Nessuno domanda di intervenire? Passiamo ad esaminare un altro punto all'ordine del giorno.


Argomento:

Esame deliberazioni Giunta regionale

Argomento: Distributori carburante - Commercio ambulante

a) "Art. 54, lettera d) del D.P.R. 24.7.1977, n. 616 - Direttive in materia di orari negozi, pubblici esercizi e distributori di carburante (esclusi quelli autostradali)"

Argomento: Distributori carburante

b) "D.P.R. 24.7.1977, n. 616 - Artt. 52 e 54 - Determinazione in materia di autorizzazioni all'esercizio di distributori di carburante"

Argomento: Rivendite giornali e riviste

c) "D.P.R. 24.7.1977, n. 616 - Artt. 52 e 54 - Determinazioni in materia di rivendita di giornali e riviste"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame di alcune deliberazioni della Giunta regionale.
La prima concerne l'art. 54: lettera d) del D.P.R. 24 luglio 1977 n.
616 Direttive in materia di orari negozi, pubblici esercizi e distributori di carburante (esclusi quelli autostradali).



CASTAGNONE VACCARINO Aurelia

Non ci è stata nemmeno consegnata.



PRESIDENTE

E' sempre la solita questione. Su tali deliberazioni c'era l'intesa poiché sono state esaminate regolarmente in Commissione.
Chiede la parola il Consigliere Rossi



ROSSI Luciano

La IV Commissione ha esaminato un gruppo di deliberazioni presentate dall'Assessorato al commercio, le quali devono essere assunte a seguito del D.P.R. 616. In attesa delle leggi quadro relative, l'organo regionale pu operare ai sensi del dispositivo di delega del decreto 616.



PRESIDENTE

Chiede la parola l'Assessore Marchesotti. Ne ha facoltà.



MARCHESOTTI Domenico, Assessore al commercio

Le deliberazioni in discussione riguardano: Direttive in materia di orario di negozi, pubblici esercizi e distributori di carburanti. Gli orari dei negozi sono ora fissati da un decreto della Regione e dall'1.1.1978, saranno fissati dai Comuni. Con questa deliberazione si blocca la situazione per i prossimi sei mesi. I Comuni dovranno accordarsi per determinare degli orari che siano il più possibile omogenei. La nostra proposta è di avviare il discorso a livello comprensoriale. La legge stabilisce che questa omogeneità debba avvenire a livello provinciale, ma non è stato possibile raggiungere questo obiettivo data la varietà delle situazioni (pensiamo alle diversità esistenti tra Torino città e Torino provincia, tra Vercelli e Biella ecc.). Entro il 31.3.77 la Giunta si impegna ad emanare le direttive con una deliberazione che sarà proposta al Consiglio. Gli orari dei distributori di carburanti e dei pubblici esercizi venivano determinati dalla Prefettura, anche questa materia passa ai Comuni 'in base alle direttive che la Regione deve emanare. Per quanto riguarda i carburanti l'orario veniva determinato con un decreto ministeriale su proposta della Prefettura. Con la deliberazione si blocca questa situazione per la durata di sei mesi, nel frattempo si terranno le consultazioni, dopodiché si daranno le direttive ai sindaci perché siano in condizione di prendere i provvedimenti relativi.
Per quanto riguarda la deliberazione, in merito alla determinazione in materia di rivendita di giornali e riviste, la legge 382 e il D.P.R. 616 stabiliscono che la materia passa ai Comuni e saranno i sindaci ad autorizzare l'apertura delle rivendite. Questa materia sinora non era regolata da legge, ma esisteva soltanto un accordo tra gli editori e l'associazione dei rivenditori i quali, attraverso un meccanismo privato fissavano i luoghi in cui si doveva aprire la rivendita. Poiché al Parlamento è in discussione la legge editoria, la quale regolamenterà anche questo, per il momento non si dovranno prendere provvedimenti amministrativi, e la Giunta, quando saranno stabilite le disposizioni legislative, provvederà in merito.
La terza deliberazione riguarda la determinazione in materia di autorizzazione all'esercizio dei distributori di carburanti. La materia è molto complessa in quanto coesistono una legislazione, alcuni decreti e delle circolari in contraddizione tra di loro. Il D.P.R. 616 stabilisce che i Comuni danno l'autorizzazione per installazione dell'impianto dietro parere della Regione e le prescrizioni del CIPE, il che significa che il Governo attraverso il CIPE deve emanare un provvedimento quadro all'interno di esso le Regioni danno le direttive ai Comuni. Nell'attuale fase interlocutoria i sindaci devono mantenere la situazione immutata quindi non devono rilasciare autorizzazioni per l'apertura di distributori di carburante salvo alcune eccezioni, e cioè autorizzazioni al trasferimento di impianti all'interno di un Comune per urgenti esigenze del Comune stesso relative all'uso del suolo pubblico; autorizzazioni alla sostituzione di colonnine o serbatoi che risultino seriamente danneggiati a seguito di particolari calamità purché i nuovi elementi corrispondano esattamente a quelli danneggiati quanto a capacità e tipo di carburante erogato e contenuto; autorizzazioni alla sospensione dell'esercizio dell'impianto purché dovute a improrogabile necessità e contenute in un periodo di tempo ben determinato; autorizzazioni alla proroga dei termini fissati per modifiche, concentrazioni, trasferimenti già autorizzati purch lo stato dei lavori sia già iniziato. La Giunta intende avviare uno studio a tale riguardo al fine di riuscire a dare entro i prossimi 5/6 mesi le direttive e nello stesso tempo intende avviare un rapporto diretto con il Ministero.



PRESIDENTE

Chiede la parola il Consigliere Borando.



BORANDO Carlo

Ho ascoltato la relazione dell'Assessore sulle deliberazioni che sono in votazione e sono d'accordo di bloccare la situazione perché in effetti è materia che deve essere esaminata a fondo, Tuttavia per l'esperienza che ho maturato, ho dei dubbi sul fatto di delegare ai Comuni questa materia. Le 44 ore di apertura settimanale sono poche' L'omogeneità negli orari, anche se è auspicabile non potrà mai essere raggiunta completamente data la diversità esistente tra i Comuni anche se distanti di pochi chilometri l'uno dall'altro: un paese può essere tipicamente agricolo, un altro pu avere caratteristiche frontaliere (parlo dei Comuni dell'Alto Novarese) e così via. La stessa ragione vale per i distributori di benzina, per i quali già si prevede che ci saranno pareri diversi. Il viaggiatore che percorre le strade della Regione dovrebbe conoscere gli orari di chiusura dei distributori di benzina dei Comuni di Santhià, di Cavallermaggiore o di Bognanco o di altri Comuni, tanto per fare un esempio, è evidente che non si può avere in tasca un'agenda con tutti gli orari.
Concordo invece sul problema delle concessioni. Il Comune dovrà dare la concessione in base ai criteri tecnici che valuteranno l'idoneità della zona, le possibilità di accesso e di recesso degli automezzi senza che questi arrechino ostacoli al traffico normale, e così via.
La Regione stabilirà criteri generali ai quali i Comuni dovranno attenersi. Penso comunque che questa materia verrà trattata nell'ambito della Commissione competente prima della votazione in Consiglio.



PRESIDENTE

Vi do lettura della prima deliberazione.
"Art. 54 - lett. d) del D.P.R. 24/7/1977, n. 616 - Direttive in materia di orari negozi, pubblici esercizi e distributori di carburante (esclusi quelli autostradali)".
"Il Consiglio regionale visto l'art. 54, lett. d) del D.P.R. 24/7/1977, n. 616 vista la relazione della Giunta regionale in data 21/12/1977 delibera la direttiva provvisoria, cui i Comuni dovranno attenersi, ai sensi dell'art. 54, lett, d) del D.P.R. 24/7/1977 n. 616, per la fissazione degli orari dei negozi e delle altre attività esercenti la vendita al dettaglio del commercio ambulante, degli impianti stradali di distribuzione dei carburanti (esclusi gli impianti autostradali), nonché dei pubblici esercizi di vendita e consumo di alimenti e bevande è la seguente: Orario dei negozi: la determinazione degli orari dei negozi e delle altre attività esercenti la vendita al dettaglio e del commercio ambulante, per il periodo 1° gennaio - 30 giugno 1978, continuerà ad essere disciplinata dalle disposizioni in vigore contenute nei decreti del Presidente della Giunta regionale.
Distributori di carburante (esclusi quelli autostradali): la determinazione degli orari degli impianti stradali di distribuzione dei carburanti (esclusi quelli autostradali), fino a quando non saranno stabiliti i criteri regionali definitivi, continuerà ad essere disciplinata dalle disposizioni in vigore contenute nel D.M. 28/6/1974 e nei rispettivi provvedimenti prefettizi.
Pubblici esercizi: la determinazione degli orari dei pubblici esercizi di vendita e consumo di alimenti e bevande, fino a quando non saranno stabiliti i criteri regionali definitivi, continuerà ad essere disciplinata dalle disposizioni in vigore contenute nei provvedimenti dei Questori delle singole province valide per l'anno 1977.
Per facilitare ai Comuni l'espletamento delle loro funzioni, sarà emanata apposita circolare esplicativa in ordine al contenuto del presente provvedimento.
Stante l'urgenza di portare le direttive di cui sopra a conoscenza degli Enti ed organizzazioni destinatari entro il 31/12/1977, la presente deliberazione viene dichiarata immediatamente eseguibile, ai sensi dell'art. 49 della legge 10/2/1953, n. 62, sarà pubblicata sul B.U. della Regione ai sensi dell'art. 65 dello Statuto".
Chi è favorevole alzi la mano.
La delibera è approvata con 49 voti favorevoli e 1 astenuto.
La seconda delibera recita: "D.P.R. 24/7/1977 n. 616 - Artt. 52 e 54 - Determinazione in materia di autorizzazioni all'esercizio di distributori di carburanti" "Il Consiglio regionale visti gli artt. 52 e 54 del D.P.R. 24/7/1977 n. 616 vista la relazione della Giunta regionale in data 21/12/1977 delibera nell'attuale fase interlocutoria e nelle more dell'acquisizione degli elementi di presupposto previsti nella fattispecie del D.P.R. 24/7/1977, si palesa tutta la necessità che non vengano presi provvedimenti amministrativi di alcun genere né da parte della Regione ne da parte di ogni singolo Comune in materia di distributori di carburante al fine di evitare possibili contrasti con le emanande prescrizioni del CIPE e con i previsti indirizzi governativi. Ciò anche al fine di non alterare l'attuale situazione della rete. In particolare non debbono essere rilasciate concessioni per l'installazione di nuovi impianti, né autorizzazioni per trasferimenti, modifiche di alcun genere, concentrazioni, installazione di impianti cosiddetti ad uso privato, trasferimenti di concessioni in caso di trasferimento della proprietà dei relativi impianti.
In deroga a quanto precede ed unicamente al fine di far fronte a particolari necessità, potranno peraltro essere rilasciate, nell'osservanza delle norme contenute nell'art. 16 del D.L. 26/10/1970 n. 745 (convertito in legge 18/12/1970 n. 1034) e nel D.L. 27/10/1971, n. 1269: 1) autorizzazioni al trasferimento di impianti all'interno di un Comune per urgenti esigenze del Comune stesso relative all'uso del suolo pubblico 2) autorizzazioni alla sostituzione di colonnine e/o serbatoi, che risultino seriamente danneggiati a seguito di particolari calamità, purch i nuovi elementi corrispondano esattamente a quelli danneggiati quanto a capacità e tipo di carburante erogato e contenuto 3) autorizzazioni alla sospensione dell'esercizio degli impianti purché dovuta a improrogabili necessità e contenuta in un periodo di tempo ben determinato 4) autorizzazioni alla proroga dei termini fissati per modifiche concentrazioni, trasferimenti, già autorizzati, purché lo stato dei lavori sia palesemente avanzato.
Stante l'urgenza di portare a conoscenza dei Comuni quanto sopra, la presente deliberazione è dichiarata immediatamente eseguibile ai sensi dell'art. 49 della legge 10/2/1953 n. 62 e sarà pubblicata sul B.U. della Regione ai sensi dell'art. 65 dello Statuto".
Chi approva alzi la mano.
La delibera è approvata all'unanimità dei 50 Consiglieri presenti in aula.
Passiamo alla terza delibera: "D,P R. 24/7/1977 n. 616 - Artt. 52 e 54 - Determinazioni in materia di rivendita di giornali e riviste".
"Il Consiglio regionale visti gli artt. 52 e 54 del D.P.R. 24/7/1977 n. 616 vista la relazione della Giunta regionale in data 21/12/1977 delibera nelle more dell'individuazione della legislazione di presupposto e di idonei e concreti chiarimenti da parte dell'autorità competente, si palesa tutta la necessita che non vengano presi provvedimenti amministrativi di alcun genere né da parte della Regione né da parte di ogni singolo Comune per quanto concerne l'esercizio delle funzioni rispettivamente previste dall'art. 52 lett. a) e dall'art. 54 lett. g) del D.P.R. 24/7/1977 n. 616 in materia di rivendite di giornali e riviste.
Stante l'urgenza di portare a conoscenza dei Comuni quanto sopra, la presente deliberazione è dichiarata immediatamente eseguibile ai sensi dell'art. 49 della legge 10/2/1953 n. 62 e sarà pubblicata sul B.U. della Regione ai sensi dell'art, 65 dello Statuto".
Chi approva alzi la mano.
E' approvata all'unanimità dei 50 Consiglieri presenti in aula.


Argomento: Enti strumentali

Esame disegno di legge n. 257: "Sottoscrizione o acquisto di nuove azioni della Promark S.p.A. di Torino (già Samia S.p.A.)"


PRESIDENTE

Il punto sesto all'ordine del giorno reca: "Esame disegno di legge n.
257:'Sottoscrizione o acquisto di nuove azioni della Promark S.p.A. di Torino (già Samia S.p.A.)' ".
La parola al Consigliere Rossotto, relatore della legge.



ROSSOTTO Carlo Felice, relatore

La presente legge presuppone il richiamo agli indirizzi fondamentali della politica di piano che la Regione intende perseguire, nonché agii strumenti ed Enti strumentali che si è ritenuto realizzare per facilitare il raggiungimento dei relativi obiettivi programmatici.
Il sostegno della piccola e media industria, dell'artigianato e dell'agricoltura; la necessaria diversificazione produttiva, - per comune e concorde convinzione delle forze politiche e sociali, - presuppongono, tra l'altro, un'opportuna attività promozionale volta a favorire l'acquisizione di nuovi sbocchi commerciali ai prodotti dell'apparato produttivo piemontese. Non è infatti pensabile un'ipotesi di riqualificazione dell'apparato produttivo piemontese senza una più ampia prospettiva di sbocco sul mercato internazionale che superi le ristrettezze attuali derivanti dalla più agguerrita concorrenza dei paesi emergenti sui prodotti meno sofisticati.
L'attività promozionale deve quindi garantire, da un lato, il consolidamento delle quote di mercato già esistenti e, dall'altro l'apertura di nuovi spazi soprattutto per quei prodotti in cui il Piemonte possiede una solida tradizione ed un elevato livello di conoscenze.
In questo senso l'attività promozionale non dovrà essere riferita solo alla produzione artigianale ed industriale, ma anche a quella agricola, che nel Piemonte, specie nel settore vinicolo, possiede qualità e caratteristiche da sollecitare concrete azioni che facciano dell'esportazione un momento effettivo e quelle sostanziali modifiche strutturali che una moderna agricoltura presuppone.
Per queste ragioni, senza ignorare tutte le iniziative private e pubbliche, anche di carattere nazionale, esistenti nel settore, è pacifico che una presenza regionale, peraltro riconosciuta come materia di sua competenza dall'art. 117 della Costituzione e rafforzata dai decreti attuativi della 382, sia non solo opportuna, ma anche indispensabile.
Un'attività di promozione commerciale a livello regionale qualora non fosse opportunamente coordinata con le strutture che già operano in questo campo nazionalmente e localmente, potrebbe anche sortire effetti opposti a quelli desiderati.
Dovrà quindi essere cura di tutte le forze che hanno la responsabilità diretta di questa iniziativa prestare la massima attenzione al coordinamento con le strutture e gli Enti che già operano nel settore al fine di evitare la sovrapposizione di interventi, le duplicazioni, in definitiva lo spreco di risorse umane ed economiche che ne potrebbe derivare.
A queste condizioni, l'assunzione da parte della Regione di un'iniziativa nel campo promozionale non sarebbe esorbitante rispetto alle sue competenze in materia economica, né rappresenta un'illecita interferenza nel campo d'azione degli operatori di mercato; al contrario essa si configura come una scelta pienamente coerente con gli obiettivi programmatici definitivi nel Piano di sviluppo e con il ruolo di svincolo e di promozione della partecipazione nel campo civile, sociale ed economico.
E' in questo quadro e con queste finalità che va valutata la decisione assunta in passato di intervenire nella società Samia per utilizzarla, con idonea modificazione statutaria nei nuovi compiti, una volta che accertò il venire meno dell'interesse oggettivo nel settore dell'abbigliamento che era stato all'origine della costituzione della società.
La S.p.A. Samia provvedeva ad un aumento del capitale sociale con l'ingresso della Regione Piemonte che sottoscrisse nuove azioni per L.
170.000,000 su un capitale di L. 450.000.000, ampliando l'oggetto sociale di cui all'art. 5 dello statuto nell'assemblea straordinaria degli azionisti del 27/1/77.
Nel corso degli esercizi 76/77 la società Samia, svuotata delle vecchie funzioni, già motivo di analisi e di dibattito da parte del Consiglio regionale, e non ancora attivatasi nelle nuove, con un eccessivo carico di dipendenti inutilizzati (27 impiegati e 4 dirigenti), accumulava forti perdite si che l'assemblea degli azionisti riunitasi il 27/4/77, accertato un complesso di perdite di L. 289.386.162 poneva le stesse a carico del capitale sociale che veniva ridotto pertanto a sole L. 161.100,000.
Fu pure decisa in quell'occasione la reintegrazione del capitale e l'adozione della nuova ragione sociale "Promark S.p.A.".
A carico della Regione Piemonte, la quota azionaria offerta in opzione risultò pari a L. 109140.000; somma che con la presente legge si consente alla stessa di versare.
La Regione poi provvedeva alle nomine dei suoi rappresentanti nel Consiglio d'Amministrazione e nell'indagine effettuata dal nuovo Consiglio è emerso chiaramente che ai sensi degli artt. 2242 e 2243 C.C. il capitale sociale, per fare fronte alle nuove perdite, dovrà nuovamente abbattere il capitale sociale e poi reintegrarlo Anche per il compimento di tali operazioni si provvede, con la presente legge, di mettere a disposizione della Regione Piemonte, ulteriori Li 270.000.000; affinché possano essere non solo opzionate le quote sociali di sua spettanza, ma anche, se del caso, quelle di altri soci rimasti eventualmente inoptate, cosi da consentirle di partecipare al capitale sociale nella misura del 51%, come le impone lo Statuto regionale.
La I Commissione, sia per l'importanza degli obiettivi che la Promark intende perseguire, sia per l'entità degli investimenti che questa società richiede, sia per il ciclico ripetersi di posizioni fortemente deficitarie nella sua gestione a cui occorre fare fronte con reiterati apporti di capitale fresco, ha ritenuto opportuno consultare il nuovo presidente della S.p.A. Promark Geom. Gemma, alla presenza della Giunta.
La consultazione è stata ampiamente soddisfacente e ricca di informazioni di estremo interesse.
E' cosi emerso che le vecchie strutture Samia sono inadeguate, come qualità e specialmente come quantità fortemente in eccesso ai compiti promozionali che la società Promark intende perseguire con azione agile ed efficiente.
Il solo personale infatti incide sul totale esercizio con una spesa di oltre 600 milioni, mentre le prospettive di introiti nell'immediato 1978 con la più rosea delle previsioni non possono essere superiori a L 200.000.000! Per il Presidente Gemma, alla società e conseguentemente ai suoi azionisti, tra i quali la Regione, si pongono due differenti soluzioni: la prima, quella di porre in liquidazione la società ed affidare le funzioni che dovrebbe esercitare la Promark ad una nuova società, la seconda di ristrutturarla alleggerendo gli oneri del personale attraverso alcuni concreti interventi di mobilità degli stessi verso gli azionisti della Promark.
La Commissione ha lungamente dibattuto il problema e mentre i rappresentanti del Gruppo della Democrazia Cristiana e Partito Repubblicano Italiano si dichiarano favorevoli alla liquidazione quelli delle tre forze politiche di maggioranza hanno optato per la soluzione che deve tendere a mantenere in vita la società e con i suoi soci provvedere, tramite assunzioni di personale, a ridurre quello attualmente dipendente in modo eccessivo della Promark a un numero inferiore alla decina. E' stata anche contestata dall'opposizione l'utilità e la regolarità di una società a partecipazione regionale con obiettivi e compiti poco chiari e troppo nebulosi, in concorrenza non solo con istituzioni pubbliche nazionali, ICE Camera del Commercio etc. etc., ma perfino con altri Enti o società regionali, ciò con specifico riferimento all'ESAP e alla Finpiemonte.
Con precisi vincoli di operatività condizionati all'effettiva e non solo eventuale ristrutturazione aziendale, la Commissione ha deciso a maggioranza il passaggio al Consiglio del disegno di legge in oggetto ribadendo l'opportunità del mantenimento in vita della Promark, anche per non perdere ulteriore tempo nell'inizio concreto di una politica promozionale seria ed efficace delle attività produttive piemontesi, quale deriverebbe, con gli stessi oneri finanziari in oggi prevedibili; con la messa in liquidazione della Promark e la costituzione di unii nuova società.
Si è parlato di vincoli e questi vanno intesi nel senso che con la presente legge si intende porre la Regione, nei confronti degli altri soci.
(Provincia, Consiglio regionale di Torino, Istituto S.Paolo), nelle condizioni di adempiere ai propri, oneri a condizione irrinunciabile che concordemente e contestualmente al ripianamento delle perdite, si proceda al risanamento economico della gestione, sia attraverso la riduzione del personale e dei relativi carichi, sia con l'avvio di iniziative idonee e congrue agli obiettivi economici che la Regione stessa, con l'adozione del Piano, si è data, La contrapposizione sia sulle scelte immediate, che sugli obiettivi strategici che la Promark deve perseguire4 hanno consigliato di rassegnare alla piena dignità del Consiglio ogni ulteriore dibattito sull'argomento, sentendosi, da parte di tutte le forze politiche presenti in Commissione, la necessita di chiarimenti e specificazioni non solo sul ruolo che la Promark deve essere chiamata a svolgere, ma anche dei rapporti che essa deve tenere con altri Enti o organizzazioni regionali quali l'Esap e la Finpiemonte, nonché con ogni altro soggetto economico e parte sociale operante nella Regione Piemonte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Alberton.



ALBERTON Ezio

Il relatore Rossotto nell'introduzione faceva riferimento ai dibattiti avvenuti in Consiglio regionale due anni fa, infatti abbiamo affrontato per la prima volta questo argomento nel 1976 quando la Giunta regionale propose l'entrata della Regione nell'ex Samia.
Già allora furono sollevate parecchie obiezioni e perplessità che derivavano dalla convinzione che fosse stata compiuta una insufficiente analisi sulle strutture di promozione commerciale presenti nella Regione e sui dati di gestione economica della società in oggetto. Abbiamo ragione di ritenere che quelle perplessità erano valide e sono ancor più valide oggi.
Da parte del Vicepresidente della Giunta regionale di allora fu garantito che sarebbero state fornite quanto prima informazioni che avrebbero consentito l'esame specifico e analitico della situazione gestionale della società. In realtà, sono passati due anni e ci ritroviamo in questa fase ad esaminarla.
Affrontiamo prima di tutto l'aspetto gestionale e la situazione economica e finanziaria della società. Allora furono stanziati 170 milioni oggi con il presente disegno di legge si propone un investimento della Regione di altri 109 milioni come sottoscrizione del capitale svalutato e l'autorizzazione all'accensione di altri 270 milioni nel prossimo anno. Noi crediamo, in effetti queste cifre saranno ancora del tutto insufficienti e questo si evince dalla relazione del Consigliere Rossotto.
Quando in sede di Commissione abbiamo richiesto previsioni sul possibile andamento economico delle prossime gestioni, non ci siamo sentiti riferire altro se non quella previsione di entrate da parte della Società che il Consigliere Rossotto ricordava nella sua relazione, cioè 200/250 milioni per il 1978.
Le spese saranno certamente superiori. Nell'analizzare la situazione patrimoniale della Società non si potrebbe non rilevare una differenza tra passività ed attività della Società di più di 800 milioni. La previsione quindi, è che i fondi stanziati oggi siano ampiamente insufficienti a garantire una gestione economica della società stessa e che la Regione debba,in periodi successivi, affrontare nuovamente oneri di questo genere.
Questo è il primo motivo che ci fa ribadire la necessità di un'iniziativa di liquidazione dell'azienda. Questo è anche lo strumento più corretto per regolare i rapporti con la Regione, che è intervenuta nella società solamente due anni fa e che avrebbe dovuto verificare fin dall'inizio queste prospettive economiche. Non vediamo perché la Regione debba continuare a farsi carico di situazioni che rivelano la loro insufficienza.
Le prospettive future del personale sono, a nostro parere, più correttamente raggiungibili attraverso la chiarezza della risoluzione della questione così come impone una correttezza di gestione amministrativa.
A questi problemi di carattere strettamente economico abbiamo aggiunto altre considerazioni e non sappiamo se sono addirittura più importanti di quelle fatte finora a sostegno della tesi della liquidazione della società.
Condividiamo pienamente tutte le affermazioni relative alla debolezza dell'assetto espositivo e commerciale delle strutture esistenti nella nostra Regione. Siamo ampiamente convinti della necessità di promuovere azioni di sostegno e di promozione per l'esportazione. Crediamo per necessario che la Regione, in collaborazione con le forze economiche analizzi su tutto il fronte la situazione per individuare i terreni di specifico impegno e i terreni nei quali gli interventi non diano solo l'illusione di risolvere i problemi, ma incidano profondamente sulle strutture produttive della nostra Regione.
Crediamo che alla Regione spettino soprattutto compiti di coordinamento e di promozione e non di gestione diretta. Già siamo in presenza di iniziative promosse da altri Enti pubblici ed economici che ci sembra di dover valutare positivamente proprio perché tendono a creare premesse valide e a incidere a monte sulle situazioni: le operazioni per la formazione di quadri di funzionari, le attività di studi di mercato, di pubblicazioni che consentono la massima circolazione delle informazioni sullo stato dei Paesi esteri nei quali sono possibili le nostre esportazioni, le attività di promozione, le attività di copertura assicurativa dei rischi commerciali.
Ci sono altri momenti non sufficientemente analizzati, che ci auguriamo siano presto oggetto di esame da parte di quella struttura che in Piemonte abbiamo creato come emanazione diretta della Regione Piemonte, e che ci sembra che progressivamente andranno ad acquisire dei significati più consistenti. Vogliamo sottolineare la necessità che si studino e si realizzino iniziative che consentano soprattutto a favore delle piccole e medie industrie, la diffusione dei risultati delle ricerche e delle tecnologie, non solo intese come ricerca pura della fase di progettazione ma intese in tutte le accezioni dalla fase di ricerca e di progettazione fino alla fase di commercializzazione. Pensiamo e ricordiamo i momenti delle analisi delle acquisizioni di brevetti che tante volte mettono in difficoltà la bilancia commerciale italiana e le piccole aziende. Non abbiamo gli strumenti per esportare queste capacità inventive, che pure sono presenti.
A fronte di un quadro così ampio di interventi sui quali potrebbe operare la Regione, ci chiediamo se non sia necessario calibrare le poche risorse regionali che sono a disposizione, convinti oltre tutto che in settori come quello della penetrazione nei mercati stranieri, poca validità potranno avere quelle iniziative che non si supportino e che non stimolino innanzi tutto l'associazionismo tra i produttori, pena altrimenti di introdurre momenti di bu-rocratizzazione che non potranno non rivelarsi di fatto non coerenti e distaccati rispetto alle reali possibilità. Di fronte a un quadro come questo, andiamo ad analizzare la situazione nella quale ci siamo venuti progressivamente a trovare. La Regione ha sottoscritto una quota azionaria della Società Samia che aveva un determinato statuto e determinati obiettivi, ma di fatto questo statuto è stato nel tempo modificato senza che la Regione abbia dibattuto questo fatto. Oggi si propone la sottoscrizione di un capitale di una società diversa dalla precedente nello statuto, nell'oggetto sociale e soprattutto nelle finalità.
Tutti i Consiglieri che seguono direttamente questa materia devono riflettere su alcuni elementi citati nell'oggetto sociale, quando si dice che la Società può acquistare e vendere qualsiasi prodotto svolgendo eventualmente attività di intermediazione commerciale in genere: questa è una modificazione sostanziale.



MARCHESOTTI Domenico, Assessore al commercio

C'era nello Statuto del Samia.



ALBERTON Ezio

C'era in relazione alle sue possibilità di muoversi nel campo dell'abbigliamento. Di fatto lo stesso Presidente della Promark, consultato dalla Commissione, ha messo in evidenza, e non possiamo non essergliene grati, che l'obiettivo con il quale ci si vuole muovere è quello di trasferire le massime potenzialità della società verso le cosiddette compagnie di intermediazione commerciale.
Ho la netta sensazione che mentre si lascia scoperta tutta la fase che sta a monte dell'attività commerciale vera e propria, lasciandola ad altri si vada a impegnare Ente pubblico assistendo contemporaneamente al pericoloso disimpegno degli imprenditori, perché la già scarsa partecipazione azionaria che già avevano gli imprenditori nel settore dell'abbigliamento, con le successive svalutazioni di capitale, si è andata progressivamente riducendo e oggi assistiamo ad una presenza diretta che se non sbaglio, finirà per essere dell'ordine dei dieci milioni sui 450 del capitale complessivo.
Una struttura del tipo della trading company può essere valida, ma deve essere analizzata a fondo, perché ho forti dubbi che l'Ente pubblico debba impegnarsi direttamente su questo terreno abbandonando quegli altri settori prioritari che ho cercato di elencare in precedenza.
Rileggendo lo Statuto troviamo elementi che già precedentemente avevano sollevato delle perplessità, soprattutto per il fatto che dalle potenzialità offerte dallo Statuto si voglia trarre vantaggio. Ci chiediamo se può esistere compatibilità tra lo Statuto di questa società, alla quale la Regione finirà per partecipare con la maggioranza assoluta, e lo Statuto della Finpiemonte: abbiamo posto delle limitazioni all'attività della Finpiemonte perché la Finanziaria non può assumere partecipazioni in imprese industriali e commerciali in genere, mentre in questo caso sarà forse inevitabile dare origine ad attività strettamente industriali e commerciali. Non dimentichiamo che nello Statuto della società Promark non ci sono le stesse garanzie dello Statuto della Finpiemonte. Si tende a stimolare e a dare origine a strutture regionali per il commercio con l'estero. La nostra convinzione, che abbiamo già espresso al momento della discussione del Piano di sviluppo, è che occorre essere molto attenti a non confondere necessità di regionalizzare e assunzione di attività a carico dell'Ente Regione. Sono due cose estremamente diverse perché da un lato si richiamano e si sottolineano le esigenze del massimo coordinamento tra la Regione e gli altri dall'altro si introducono elementi di burocrazia sostenendo attività in forma sempre più esaltata e maggioritaria con il puro intervento pubblico, non riuscendo a coinvolgere gli imprenditori che pure sembrano interessati allo sviluppo di tali forme, i quali però di fatto non si fanno avanti con le proprie partecipazioni, ma si disimpegnano progressivamente.
Per queste motivazioni, di ordine gestionale ed economico da un lato e di ordine politico sul ruolo della Regione dall'altro, esprimiamo parere negativo nei confronti della legge. Chiediamo inoltre che si proceda su strade diverse perché prima di buttare la Regione Piemonte nelle attività indicate dal Presidente della Società Promark, si deve ridiscutere ampiamente lo Statuto della Società stessa, si deve ridisegnare l ruolo della Regione nei confronti degli altri Enti e delle altre società che ha contribuito a generare, altrimenti ci troveremo progressivamente a investire denaro in quella direzione senza che in questo momento ci sia data la possibilità di ravvisare prospettive di rientro rapido di questo denaro impegnato in direzioni che non crediamo positive per la Regione stessa.



PRESIDENTE

E' iscritto a parlare il Consigliere Benzi. Ne ha facoltà.



BENZI Germano

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, ho seguito con molta attenzione le argomentazioni del collega Alberton più ancora di quelle del Consigliere Rossotto. Alberton ha fatto la difesa della piccola e della media industria e ha detto molte cose vere. La Regione ha speso una certa cifra per il Samia, di cui oggi stiamo celebrando la messa di requiem o qualcosa del genere, perché creda che a Torino ci sia la possibilità di attirare la gente dall'Italia e dall'estero per incrementare le nostre industrie e il nostro commercio.
Non è sufficiente andare all'estero a visitare le mostre degli altri ma è necessario attirare la gente perché nasca qui il commercio, se non vogliamo fare di Torino una città morta. Questo è il motivo per il quale con tutte le riserve, abbiamo votato contro la legge per il Samia e oggi stiamo guardando con molta attenzione come si muove la Società Promark.
Non sono le cifre che ci preoccupano, ma è il titolo secondo dello Statuto in cui è detto che la società ha per oggetto molte iniziative e in cui si riconferma che l'oggetto particolare è l'abbigliamento. La Regione ha cancellato un nome molto conosciuto, Samia, per crearne uno nuovo "Promark". Non si uccide un nome come il Samia per farne uno che ha le stesse finalità del primo.
La seconda preoccupazione, a mio avviso, è che non sappiamo che cosa in realtà vuol fare quel gruppo di cervelli ammassato in una stanza, che rappresenta il fior fiore delle banche torinesi, della Regione, della Provincia e del Comune.
E' troppo generico dire che la Regione vuole aiutare questo e quell'altro: si deve sapere in quale forma e con quali attività si vuole intervenire. Non mi si venga a dire che la mostra dei vini tenuta a Torino sia stata di un livello accettabile per il pubblico: mostre del genere riescono meglio a Callianetto. Per Torino e per il Piemonte ci vuole un altro richiamo, un altro tono.
Sono convinto che in questo momento non è possibile chiudere i rubinetti della pallida idea che abbiamo di concorrere per fare di Torino una città che attiri visitatori e spettatori, perché vorrebbe dire rinunciare al ruolo che dovrebbe avere la Regione di ente di propulsione anziché un'anticamera della morte dove tutte le cose si affossano, muoiono e vengono seppellite.
A nome del Gruppo voto a favore dello stanziamento richiesto, Con questo voto non faccio un favore alla Giunta, ma la metto in difficoltà maggiori e se non riuscirà a realizzare gli obiettivi che si prefigge, sarà ancora una volta un esito negativo a suo carico che certamente le faremo pesare. In occasione del prossimo rendiconto, se le cose non saranno cambiate, faremo le nostre osservazioni in modo diverso.



PRESIDENTE

La parola alla dottoressa Castagnone Vaccarino.



CASTAGNONE VACCARINO Aurelia

Signor Presidente, signori Consiglieri, la storia dell'ex Samia, ora Promark, diventa sempre più ingarbugliata, ma anche sempre più difficile da sostenere da parte della Regione e della Giunta che peraltro non è stata molto attenta ai primi interventi. Tento di riassumere i dati che il collega Alberton ha già rilevato molto puntualmente. Con la legge 26.3.1976, la Regione si è impegnata a entrare nella società ex Samia con 170 milioni, con questa legge vengono impegnati altri 109 milioni e ne saranno richiesti per l'ulteriore azzeramento del capitale altri 270 per la cifra totale (e non è detto che si tratti di quella definitiva) di 550 milioni all'incirca.
Tra gli azionisti del Samia, oggi Promark, non vi è più la Provincia di Torino e abbiamo un'incertezza non ancora chiarita nella consultazione circa la presenza della Cassa di Risparmio di Torino e dell'Istituto San Paolo. Abbiamo invece la certezza che quella piccola partecipazione, 15 delle azioni, che andava sotto il nome di ICE e che rappresentava l'industria privata, non intende ulteriormente partecipare alla nuova società. Ci troviamo quindi nella curiosa posizione di essere entrati a far parte di una società che aveva il compito di promuovere determinate attività di commercializzazione soprattutto dei prodotti della piccola e media azienda piemontese laddove invece la piccola e media azienda comincia a non riconoscersi più e non solo non aumenta la sua partecipazione nella società, ma addirittura si sottrae completamente. Questo fatto pone interrogativi finanziari e soprattutto politici.
All'art. 3 della legge no 16 del 26.3.1976, si legge: "I Consiglieri di amministrazione, (quelli nominati dalla Regione) sono vincolati nell'esercizio del mandato all'osservanza degli indirizzi e delle direttive impartite dai competenti organi della Regione". Devo dire che sono sempre un poco scoraggiata quando in una legge regionale trovo scritto "i competenti organi della Regione". Chi sono i competenti organi della Regione in questo caso? Poniamo che sia il Consiglio, ma il Consiglio non è mai stato interpellato in merito né ha mai espresso opinioni al riguardo.
Allora, in questo caso, è la Giunta.
Signori Consiglieri, ci chiediamo quali sono stati gli indirizzi della Giunta. Su questo francamente abbiamo dei dubbi perche ci chiediamo se sia lecito alla Giunta prendere iniziative di questa portata, quanto meno sull'oggetto sociale della società, senza metterne al corrente il Consiglio, non solo in occasione di ripianamento di perdite, (chiamiamo le cose con il lo - ro nome) ma nel momento in cui la Società si propone di fare le sue scelte. Oltre ai vecchi compiti della Società Samia, che sono sviluppo, coordinamento delle iniziative commerciali soprattutto nei settori produttivi industriali, agricoli, artigianali, dobbiamo dire che questa Società finanziaria può fare qualsiasi cosa, ma non può certo diventare una banca e un'assicurazione: francamente queste possibilità per una finanziaria regionale mi paiono un po' eccessive.
Sulla Finpiemonte e sull'Esap sono state fatte tante questioni e tante discussioni, durate addirittura degli anni, per conoscerne compiti e limiti, mentre in questo caso, senza che sia stato dibattuto il problema ci troviamo di fronte ad una finanziaria con i più ampi poteri perché dal momento in cui approvassimo i 109 milioni richiesti oggi, i quali rendono inevitabili i 270 milioni successivi, sarebbe nelle condizioni di fare qualsiasi operazione. La Società Promark può figlie" una quantità infinita di partecipazioni in imprese italiane e straniere aventi oggetti simili complementari, accessori, connessi, ausiliari affini ed inoltre può essere presente in azioni mobiliari, immobiliari, industriali, commerciali e cosi via: questa catena potrebbe allargarsi all'infinito senza nessun controllo da parte della Regione.
Ci troviamo di fronte ad un bilancio che potremmo chiamare fallimentare che non si può risanare in poco tempo in quanto la Società ha personale non solo inadeguato ai compiti nuovi, ma eccessivo rispetto alle possibilità finanziarie. Questo dato sarebbe sufficiente per chiederne immediatamente la liquidazione, ma ci troviamo nella situazione di dover dare un giudizio politico sull'attività futura della Società Promark. Quindi la messa in liquidazione, a nostro avviso, ha proprio la funzione di chiudere questa partita è di riaprire 1a discussione su una società con la maggioranza della Regione a sostegno della piccola e media Industria e della commercializzazione del prodotto industriale in Italia e all'estero come sta a cuore a tutti i Consiglieri regionali.



PRESIDENTE

E' iscritto a parlare il Consigliere Bellomo. Ne ha facoltà.



BELLOMO Emilio

Indiscutibilmente la questione della Promark, già Samia, è complicata è materia vessata. Abbiamo ascoltato la collega Castagnone e il Consigliere Alberton nel fare un'analisi critica su questo progetto. Le critiche documentate, sostenute, apparentemente valide, espresse la settimana scorsa dal collega Alberton, erano riuscite a contagiarmi, erano diventate anche perplessità mie perché difettavo di informazione. Cosa deve fare un Consigliere regionale che voglia essere diligente? Deve informarsi, deve documentarsi alla fonte, in sede di Commissione.
C'é stata persino l'insinuazione sulla legitti-mità istituzionale della Regione a prendere queste iniziative che definiamo promozionali. Dopo le opportune informazioni, ho maturato la mia convinzione, non soltanto di allineamento politico, ma anche dal punto di vista della validità intrinseca dell'iniziativa. Ho capito che emergevano tre ipotesi: liquidare la Promark sic et simpliciter raccogliendo i cocci che sarebbero rimasti pagando di dovere e scrivendo la parola "fine" a questa avventura che negli annali della storia regionale poteva anche essere accompagnata da un altro termine, un'avventura finita ingloriosamente al di là delle buone intenzioni per le quali era stata promossa e decisa la presenza della Regione. Ma ho anche capito che i 109 milioni, che siamo chiamati a deliberare, avremmo dovuto pagarli ugualmente perché i cocci sono appunto da saldare liquidare questa società; sulle sue ceneri farne un'altra con un'impostazione perfetta e puntuale secondo i compiti e gli scopi che ci prefiggiamo, dimezzare il personale o licenziarlo per poi riassumerlo nella fase successiva. Ma anche quest'ipotesi, al di là delle posizioni dei Gruppi che la sostengono, pare che non incontri il consenso della maggioranza ristrutturare la Promark ripartendo da zero verso obiettivi ben definiti e ben chiari e già puntualizzati nella relazione del collega Rossotto.
I soci sono d'accordo sulla ristrutturazione. Gli orientamenti accettati erano di interessamento particolare nelle manifestazioni fieristiche del mercato locale, nazionale e internazionale, e di una presenza attiva nel mondo produttivo per la conquista di nuovi mercati anche internazionali. Su questo obiettivo i soci dovrebbero essere d'accordo. Sentiremo la replica dell'Assessore se avrà elementi di aggiornamento.
Se le cose stanno così, in coscienza mi sento di dare il mio consenso all'iniziativa della Giunta regionale, iniziativa che si inquadra nell'attività promozionale che è e deve essere peculiare per la Regione che abbraccia non soltanto il piccolo e medio industriale, ma si rivolge anche al piccolo produttore agricolo. Credo che siamo in linea con noi stessi, con le finalità che perseguiamo che sono iscritte nel Piano di sviluppo, Se non ci saranno elementi nuovi da indurci ad una nuova prudenza valutativa della proposta contenuta in questo disegno di legge, il nostro Gruppo è certamente d'accordo nel sostenere l'iniziativa della Giunta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossi.



ROSSI Luciano

Egregi colleghi, la relazione del collega Rossotto sul disegno di legge in esame è stata ampia e completa, rispetto a quanto la maggioranza sotto molteplici aspetti ha evidenziato in sede di Commissione.
Con questo intervento cercheremo di sottolineare alcuni aspetti della questione che si sta discutendo, aspetti che oltre ad essere per il nostro Gruppo significativi, tendono a sottolineare l'importanza della legge in esame. A questo fine, ricordiamo ancora che la partecipazione della Regione alla Società per azioni Samia, decisa con legge regionale il 19 febbraio 1976, è avvenuta dopo una lunga discussione da parte dell'allora VII Commissione, che licenziò con voto unanime il disegno di legge proposto dalla Giunta.
In quell'occasione furono esaminati con particolare approfondimento i compiti stabiliti nello Statuto della Società Samia, e fu discussa anche la necessità che tale Statuto fosse modificato, in modo che potesse dare facoltà di operare in altri settori oltre a quelli dell'abbigliamento e della cosmesi. Ho voluto ricordare quest'aspetto, per sottolineare con quale interesse e approfondimento fu allora affrontata la questione. Da tutto quel dibattito emerse chiaramente che la partecipazione della Regione al Samia non doveva e non poteva essere soltanto un'opera di "così detto salvataggio", data la situazione di grave crisi del momento, specie nel settore dell'abbigliamento, ma doveva contribuire ad allargare la propria sfera di attività ai vari settori produttivi dell'industria dell'agricoltura e dell'artigianato, oltre a quelli commerciali. Si trattava di avere presente compiutamente quanto diceva il Titolo II oggetto sociale dello Statuto stesso. Il collega Alberton lo ha ricordato.
Ora non vado a rileggerlo, ma voglio soltanto dire che lo Statuto è rimasto quello nella parte più importante. Questo fu l'aspetto essenziale per il quale giustamente la Regione decise di intervenire, al di là della situazione finanziaria dell'Ente, in quanto lo Statuto della Società permetteva di avere a disposizione uno strumento valido per sostenere la produzione della piccola e media industria, l'agricoltura, l'artigianato per sostenere quindi uno sviluppo diversificato, strumento che deve avere quale compito principale, quello di esperire molteplici iniziative di carattere promozionale a sostegno della produzione piemontese.
Per questi motivi, la modifica dello Statuto e la costituzione della nuova Società Promark, non ha alterato gli scopi sociali precedenti, ma ha opportunamente ampliato le possibilità di intervenire in vari settori produttivi, che non fossero soltanto l'abbigliamento e la cosmesi, come già abbiamo evidenziato. Anzi, mi sia permesso di ricordare ancora che proprio in sede di IV Commissione quando fu esaminato e discusso il motivo per cui gli industriali dell'abbigliamento non intendevano più valersi del Salone di Torino, al di là delle valutazioni fatte dai .colleghi dei vari Gruppi in ordine alla lettera degli industriali, fu rimarcata non solo la necessità di operare nel settore delle fiere in modo più vario e articolato, ma venne evidenziata la necessità di operare attraverso iniziative che aprissero nuovi canali in direzione di molteplici settori produttivi presenti nell'economia piemontese.
Per sviluppare una tale attività promozionale occorre non soltanto che la Promark esista, ma occorre che ristrutturi a questi fini, quindi tutti i soci devono impegnarsi in tal senso, non solo perché il numero dei dipendenti ereditato dal Samia è esagerato, ma proprio perché ogni mezzo messo a disposizione operi per utilizzare in modo adeguato lo strumento di cui la Regione dispone. In questo senso, perciò, va tenuto in considerazione il fatto che l'Unione regionale delle Camere di Commercio ha dichiarato la propria disponibilità ad entrare come socio azionista nella Promark, e così dicasi di Torino-Esposizioni. Queste nuove adesioni prefigurano la condizione per andare a costruire quel momento, tanto necessario, di coordinamento degli interventi a sostegno della produzione piemontese.
Perciò, se tale condizione si svilupperà, la Promark non soltanto non sarà in antitesi alla Finpiemonte, ma anzi essa stessa potrebbe probabilmente intervenire nel settore della proporzionalità sostenendo quei progetti che la Promark intende attuare, sempre che questi siano finalizzati alla politica indicata dal Piano di sviluppo regionale. Per tutti questi motivi riteniamo giusto il disegno di legge in esame che, con la sottoscrizione e l'acquisto di nuove azioni della Promark, mette in condizione la società attraverso una seria ristrutturazione e un adeguato piano operativo, e gli operatori economici dei vari settori prima ricordati, nella possibilità di estendere i loro interventi e, in pratica essere meno succubi dei Gruppi più potenti.
Alcuni colleghi hanno parlato della necessità, data la difficile situazione finanziaria di operare per la liquidazione della Soc. Promark. A noi non pare opportuna tale operazione in questo momento, non soltanto perché verrebbe a costare cara, ma perché si dovrebbe dare vita ad una nuova società per assolvere a quelle funzioni indicate prima, se veramente vogliamo operare per contribuire allo sviluppo economico del Piemonte.
Per quanto esposto, il voto del nostro Gruppo al disegno di legge in esame è perciò positivo, è un voto coerente che sottolinea ancora una volta il motivo del voto favorevole già espresso nel 1976 per aderire alla Soc.
Samia.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Marchesotti.



MARCHESOTTI Domenico, Assessore al commercio

Ogni volta che devo discutere di questo argomento provo, da un lato imbarazzo e, dall'altro, soddisfazione perché ho l'impressione che ci siano ancora delle lacune: questo mi imbarazza perché dimostra che non siamo riusciti a dare precise spiegazioni. Se penso invece che l'informazione c' stata, mi domando perché si continua a ritornare su questioni discusse e approfondite nelle varie sedi dicendo più o meno le stesse cose senza andare a fondo della questione. Quando nel 1976 abbiamo discusso la legge per consentire alla Regione di entrare nel Samia, il Consigliere Alberton osservava che era opportuno un confronto con le forze economiche.
Accettammo quell'osservazione, e procurammo il confronto con le forze economiche. Quando abbiamo nominato il Consiglio di amministrazione, i Capigruppo e i Consiglieri intervenuti sono stati informati del risultato del confronto, che non era avvenuto all'oscuro, ma era avvenuto informando la IV Commissione per tre volte. Nel mese di marzo 1977 discutemmo la questione del Samia in occasione di una mia lunga risposta ad un'interrogazione. In quel momento assumemmo l'impegno di organizzare la società dandole certi obiettivi, appunto nel confronto con le forze economiche.
Gli obiettivi erano, e per quanto riguarda la Giunta rimangono, di operare nella promozionalità per quanto concerne le Fiere in Piemonte e in Italia e la partecipazione alle fiere all'estero, perché dicemmo che l'entrata della Regione nella società aveva l'obiettivo di far conoscere e di potenziare il commercio nel nostro Paese e all'estero dei prodotti piemontesi. Abbiamo operato in questo senso registrando alcuni risultati positivi, ma riscontrando nello stesso tempo un largo spazio non occupato da iniziative piemontesi. In un incontro con i giornalisti a Milano lunedì scorso mi sono sentito dire che probabilmente c'é un problema di carattere culturale dei piemontesi rispetto a queste iniziative. Naturalmente ho respinto queste osservazioni, tuttavia ritengo che su questo tema dovremo fare una discussione con l'obiettivo di coordinare le iniziative già esistenti in Piemonte.
Abbiamo avuto diversi incontri con l'Unione Industriale, la Camera di Commercio, con Torino-Esposizioni, l'Esap, con gli artigiani, con L'api e con le associazioni dei contadini. Nessuna di queste organizzazioni ha respinto gli obiettivi da noi proposti perché in via pregiudiziale non possono essere respinti, ma possono essere discussi. Chi fa un esame delle possibilità di coprire con iniziative pubbliche il terreno lasciato largamente scoperto dagli enti economici in Piemonte e in Italia, dalle strutture governative come L'ice, oppure dalla iniziativa privata, non pu respingere le proposte che all'unanimità erano fatte dalla IV Commissione.
La discussione è durata dall'aprile al settembre 1977 e si è conclusa con l'entrata di Torino-Esposizione, dell'Unione delle Camere di Commercio e in particolare della Camera di Commercio di Torino e dell'Esap nella società Promark, con la trasformazione del Samia in Promark. I soci e gli azionisti hanno provveduto a nominare membri del Consiglio di amministrazione della Promark rappresentanti di Torino- Esposizione, della Camera di Commercio e dell'Esap. La Promark secondo gli accordi, opera nel campo delle fiere, dei mercati nazionali con prodotti dell'agricoltura, dell'artigianato e con quelli della piccola e media industria,. A mano a mano che la discussione si è sviluppata venne fatta una proposta da parte degli operatori economici industriali i quali avrebbero bisogno, per potenziare l'esportazione dei prodotti industriali della piccola e media industria per mezzo di una società di compensazione che chiamano trading company e hanno chiesto se eravamo disponibili ad organizzare la Promark in questa direzione. La risposta non poteva essere negativa perché riteniamo che sia compito dei poteri pubblici mettere a disposizione degli operatori economici una struttura sociale di servizio gestita in modo manageriale. Non ci interessa e non può interessarci la Fiat, perché la Fiat si muove per proprio conto.
Il Consigliere Alberton si chiedeva perché gli industriali non sono entrati a farne parte e credo di potergli dare una risposta: gli industriali non possono entrarci in quanto hanno problemi interni e pu essere comprensibile che possono esserci problemi concorrenziali. Gli industriali sono rappresentati da Torino-Esposizione e dalla Camera di Commercio. E' stata coordinata l'attività con Torino-Esposizione e con la Camera di Commercio, nel senso che Torino-Esposizione organizzerà tutte le manifestazioni a carattere regionale, nazionali e internazionali, la Camera di Commercio affronterà i problemi della formazione del personale, della informazione e degli studi eventuali e la società Promark assisterà tecnicamente le fiere del Piemonte in Italia e all'estero. Il Consiglio regionale non è stato informato tempestivamente perché abbiamo dovuto nominare il Consiglio di amministrazione a tamburo battente, ma in Commissione e ai Capigruppo è stata data regolare informazione. Al momento della nomina del Consiglio di Amministrazione ci siamo trovati di fronte ad una situazione più pesante di quanto si credeva, Se vogliamo una società efficiente dobbiamo assumere alcune decisioni. Ristrutturazione o liquidazione? La Giunta regionale ha proposto agli azionisti di operare una ristrutturazione che probabilmente costa meno. C'é chi sostiene invece la liquidazione, alla quale peraltro non siamo contrari. Però cosa vuol dire liquidazione? Vuol dire non fare più nulla e qui non siamo d'accordo, anzi vogliamo andare avanti, vogliamo mettere a disposizione degli operatori economici e dei produttori della piccola e media produzione agricola artigianale ed industriale del Piemonte una struttura. Siamo anche disponibili ad esaminare la possibilità della liquidazione di questa società per farne un'altra che si potrebbe chiamare Promark mantenendo fermi gli obiettivi, compresi i problemi del coordinamento già concordati della trading company, ancora da approfondire e valutare in termini concreti. Se i Gruppi del Consiglio ritengono opportuna la liquidazione siamo disponibili a condizione però che ci sia l'impegno a mettere a disposizione del mondo economico piemontese una società a partecipazione pubblica che operi in quella direzione. In questo senso non abbiamo alcuna preoccupazione a ridiscutere lo Statuto, facendo una comparazione tra quello del Samia e lo Statuto attuale: risulterà che le aggiunte concordate con gli azionisti vanno nella direzione di quegli obiettivi. Il resto lo abbiamo ereditato.
Ha ragione il Consigliere Alberton quando dice che la. Regione non è responsabile di ciò che è avvenuto. Teniamo presente che quello Statuto non è stato fatto da questa maggioranza e semmai qualche responsabilità va alla forza politica che Alberton qui rappresenta. Non siamo d'accordo con quanto diceva la dottoressa Castagnona Vaecarino perché vogliamo una società che operi con gli obiettivi che indichiamo da due anni.
A questo punto chiarezza vuole che si dica se questi obiettivi sono perseguibili. Se pero - e qui sta l'imbarazzo - si vuole mettere in discussione lo strumento perché non si ha la forza di dire politicamente che non si vuole una certa cosa, che si fa una critica al passato, allora si dica anche questo. Questo non lo credo perché le esigenze della Regione sono tali da indurci ad andare avanti. Mi viene il sospetto, non potendo negare la validità degli obiettivi, che si vadano a cercare tutte le questioni per farli saltare. Diciamo subito che non possiamo approvare quest'operazione, perché, per uscire dalla crisi che travaglia il Paese siamo convinti che debba esserci il massimo impegno a potenziare e a sviluppare il commercio con l'estero, soprattutto nella situazione attuale che vede la lira recuperare rispetto al dollaro e perdere rispetto alle monete dell'Europa. C'è quindi la possibilità di un commercio con l'estero migliore rispetto al passato.
Se gli imprenditori chiedono capitale pubblico per uno strumento che permetta la contrattazione con i Paesi dell'Est e con i Paesi emergenti uno sforzo in questa direzione credo si debba fare.
Non mi risulta che la Provincia di Torino abbia ritirato il suo pacchetto azionario. Non mi risulta che vi sia alcuna decisione in questo senso. In Commissione si è detto che la Provincia di Torino anzich opzionare tutto il capitale ha lasciato liberi 50 milioni. Mi risulta invece che l'Amministrazione provinciale stia discutendo per riconfermare la sua presenza. E' un problema che riguarda le sue capacità finanziarie.
Nel Consiglio di amministrazione dell'attuale Società sono rappresentati tutti i Gruppi politici.



CASTAGNONE VACCARINO Aurelia

Non quello repubblicano.



MARCHESOTTI Domenico, Assessore al commercio

Purtroppo la questione è andata cosi. Non dipende dal Consiglio regionale. Con l'approvazione della legge saranno disponibili 109 milioni per coprire le opzioni. La Giunta potrebbe proporre un emendamento in modo che i 270 milioni siano a disposizione dell'attuale società ma anche per la formazione di un'altra società con quegli obiettivi.
Il Consigliere Alberton ha parlato di compatibilità con la Finpiemonte.
A nostro modo di vedere la compatibilità deve essere intesa soltanto nel senso che la Finpiemonte può e deve finanziare i progetti della Promark o di un'altra società a condizione che quei progetti siano validi e finanziabili. Non ci deve essere nessun altro rapporto. Il mettere a disposizione delle forze economiche e produttive una società di questo genere non significa coprire tutto l'arco, ma significa incentivare i consorzi, l'associazionismo e andare nella direzione che indicava il Consigliere Alberton, sulla quale siamo perfettamente d'accordo.



PRESIDENTE

Chiede la parola il Consigliere Bianchi. Ne ha facoltà.



BIANCHI Adriano

L'Assessore ha fatto delle aperture che comportano una breve risposta.
Devo dire, facendo ammenda di eventuali vuoti di informazione e non caricandoli su altri, che l'esame attento di questa materia come deve essere fatto quando ci si accinge ad assumere delle responsabilità con un voto, mi ha fortemente preoccupato perché mi è sembrato che con le migliori intenzioni del mondo ci si accingesse ad introdurre una radicale contraddizione e smentita a tutta una linea seguita dalla Regione Piemonte attraverso qualificatissimi dibattiti, che rischiavano di essere anche aggirati, trascesi e travolti in ordine ai limiti da porre alle attività da compiersi da parte della Regio-ne Mi pare che attraverso questo Statuto che ha avuto la sua legittima elaborazione attraverso l'assunzione così qualificata e quantitativamente rilevante di un ruolo da parte della Regione, si aprono possibilità di interventi regionali in attività di rischio, in attività produttive commerciali, economiche, in forma diretta che è sempre stata esclusa dai compiti e dalle intenzioni del legislatore regionale. Il discorso di Alberton si colloca in questa logica, gli è sembrato che la formula della liquidazione potesse avere le caratteristiche di razionalità rispetto a certi risultati da raggiungere. Ma non è su questi termini e su queste formule che noi ci soffermiamo. A noi interessa una tempestiva, preventiva trasformazione di questa società affinch vengano definitivi' rigorosamente i compiti e non sì lascino aperte delle porte ad interpretazioni non contenibili in modo che sia preventivamente stabilito ciò che si può fare e ciò che non può essere fatto, quali sono le finalità della società ai fini della promozione, della difesa, della diffusione, del sostegno delle attività commerciali e produttive della Regione Piemonte e non altre.
Questo è il significato della nostra opposizione in questa sede, queste sono le motivazioni pregiudiziali, essenziali e fondamentali che vogliono evitare una così clamorosa e palese contraddizione - ricordiamo tutto il dibattito sulla legge della Finpiemonte. Con questa legge, in un colpo solo e per una disattenzione salta tutto un sistema.
Rigorosamente ci opponiamo, ma non chiediamo liquidazioni per dire annullamenti, neanche insistiamo su questa soluzione: a noi interessa che tutto questo quadro venga adeguato in modo rigoroso, riconoscibile preventivamente rispetto alle finalità che si vogliono perseguire.



PRESIDENTE

La parola alla dottoressa Castagnone Vaccarino.



CASTAGNONE VACCARINO Aurelia

Ha ragione l'Assessore Marchesotti nel dire che non è questione di formula, ma di sostanza. Su questo punto ci sono già state discussioni infinite. La Regione Piemonte non deve assumersi delle attività di rischio non deve fabbricare un'IRI piemontese.
Questa è la nostra dichiarazione estremamente chiara non solo nei confronti della Società Promark, ma anche nei confronti di qualsiasi futura società che ci venga proposta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossotto.



ROSSOTTO Carlo Felice

La partecipazione della Regione, insieme con altri azionisti, in una società di promozione non vuol dire assunzione di rischi ma vuol dire promozione e formazione di una trading company, correttissima formula che aiuta i piccoli e medi imprenditori ad esportare nei Paesi nei quali non esiste il pagamento con valuta soprattutto quando le dimensioni limitate delle loro industrie non hanno possibilità di sbocco. La Regione che si è data una politica di piano e di programmazione può in questo modo conoscere quanto interviene in compensazione delle esportazioni, poiché il controllo delle immissioni sul mercato è stato uno dei fenomeni più distorcenti verificatosi negli anni passati dove il potere pubblico e le forze politiche non avevano nessuna possibilità di controllo se, per esempio, in cambio di macchinari piemontesi, venivano importati suini nel momento in cui si andava a sostenere la suinicoltura locale.
Questo e l'elemento fondamentale se vogliamo avviare una politica di programmazione che abbia uno strumento idoneo non soltanto ad organizzare fiere, ma anche a creare quegli sbocchi necessari per dare respiro e riqualificazione alla piccola e media industria, all'artigianato e al settore agricolo.



PRESIDENTE

E' iscritto a parlare il Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

In sede di dichiarazione di voto credo sia opportuno, oltre che riaffermare la nostra posizione, rispondere alle richieste di un confronto con le forze politiche per dare assoluta chiarezza sui compiti di questa società che oggi ci apprestiamo a regolamentare con legge. Tutto questo è non solo accettabile ma è auspicabile.
Non abbiamo alcuna incertezza ad avviare questo confronto, vogliamo però anche affermare che lo scopo di quest'iniziativa, di cui siamo convinti, è di realizzare un'azione promozionale che dia sbocco commerciale ai prodotti dell'agricoltura e dell'artigianato piemontese. Questo è l'elemento che ci ha guidati nel proporre questa legge e ci guida ora nell'esprimere il voto positivo. Ritengo che siano accettabili le preoccupazioni perché non si vada al di là dei corretti rapporti tra Regione e mondo della produzione, però voglio anche dire che questo tentativo innovatore di portare ad un livello più alto, più approfondito e più decisivo l'opera di promozione e di coordinamento delle iniziative commerciali deve essere riaffermato con tranquillità, eventualmente rivedendo anche lo Statuto.
Se non vogliamo intendere questo, sarà difficile, lo diciamo a priori andare d'accordo.. Per noi andare d'accordo vuol dire chiarire, affinare e discutere gli aspetti specifici e singoli che contiene lo Statuto togliendo gli elementi di dubbio che possono sussistere, vuol dire anche credere a questa iniziativa richiamando tutti ad un impegno perché l'operazione sia produttiva di risultati.
Il terreno su cui essa si colloca è di grande importanza e lo abbiamo anche detto nel Piano di sviluppo.
Il nostro voto positivo infatti è senza incertezze.



PRESIDENTE

Passiamo all'esame degli articoli.
"Articolo 1 - Per gli effetti di cui all'art.
1 della legge regionale 26 marzo 1976, n. 16 la Giunta regionale è autorizzata a sottoscrivere 10914 nuove azioni, da nominali lire 10.000 ciascuna, emesse dalla Promark S.p.A. di Torino al fine di reintegrare il proprio capitale sociale da lire 161.100.000 a 450.000.000.
In caso di ulteriore variazione del capitale la Giunta regionale è autorizzata a compiere tutte le operazioni occorrenti per la sottoscrizione o l'acquisizione al patrimonio della Regione di nuove azioni, per un importo massimo di lire 270.000.000".
La Giunta presenta un emendamento: dopo il secondo comma viene proposto di aggiungere il seguente terzo comma: "La spesa autorizzata ai sensi del precedente comma potrà essere utilizzata, ove necessario, per l'acquisizione al patrimonio della Regione di azioni di altra società da costituirsi in sostituzione della Promark S.p.A., avente gli scopi e le finalità di cui all'art. 1 della legge regionale 23.6,76 n. 16".
L'Assessore Marchesotti chiede illustrare l'emendamento.



MARCHESOTTI Domenico, Assessore al commercio

Con questo emendamento vogliamo significare che la Giunta è disponibile nel caso in cui si giunga alla liquidazione, a discutere la formazione di una nuova società, lo Statuto e tutte le strumentazioni per raggiungere le finalità che abbiamo detto.



PRESIDENTE

Chi approva l'emendamento della Giunta regionale alzi la mano.
L'emendamento è approvato con 30 voti favorevoli e 20 contrari.
Passiamo alla votazione dell'art. 1.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 50 hanno risposto SI n. 30 Consiglieri hanno risposto NO n. 20 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
"Articolo 2 - Ai fini dell'attuazione della presente legge è autorizzata la spesa di lire 109.140.000 per l'anno finanziario 1977 e la spesa di lire 270.000.000 per l'anno finanziario 1978.
All'onere di lire 109.140.000 per l'anno finanziario 1977 si provvede mediante una riduzione di pari ammontare dello stanziamento di cui al cap.
n. 14040 del corrispondente stato di previsione della spesa e mediante l'iscrizione nello stato di previsione medesimo del capitolo n. 13920 con la denominazione "Oneri relativi alla sottoscrizione o all'acquisto di nuove azioni della Promark S.p.A. di Torino" e lo stanziamento di L.
109.140.000.
Al maggior onere di lire 160.860.000, ricadente nell'anno finanziario 1978, si farà fronte con una quota di pari ammontare della maggior somma che risulterà attribuita alla Regione, a partire dall'anno finanziario 1978, nel riparto del fondo di cui all'art. 8 della legge 16 maggio 1970 n. 281, e successive modificazioni ed integrazioni. "Nel bilancio per l'anno finanziario 1978, il capitolo 13920 sarà conseguentemente iscritto con la denominazione di cui al precedente comma e con lo stanziamento di 270.000.000".
A quest'articolo la Giunta regionale ha presentato un emendamento, che sostituisce l'ultimo periodo dell'articolo: "Nel bilancio per l'anno finanziario 1978 sarà conseguentemente iscritto apposito capitolo di spesa con lo stanziamento di 270.000.000".
Chi è favorevole alzi la mano. L'emendamento è accolto con 31 voti favorevoli e 18 contrari.
Si passi alla votazione dell'articolo 2.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 50 hanno risposto SI n. 31 Consiglieri hanno risposto NO n. 19 Consiglieri L'articolo 2 è approvato.
"Articolo 3 - La presente legge è dichiarata urgente ai sensi dell'art. 45 sesto comma, dello Statuto regionale ed entrerà in vigore il primo giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 50 hanno risposto SI n. 31 Consiglieri hanno risposto NO n. 19 Consiglieri L'articolo 3 è approvato.
Passiamo alla votazione dell'intero disegno di legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 49 hanno risposto SI n. 31 Consiglieri hanno risposto NO n. 18 Consiglieri Il disegno di legge è approvato.
I nostri lavori proseguono oggi pomeriggio alle ore 15,30.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13,25)



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