Sei qui: Home > Leggi e banche dati > Resoconti consiliari > Archivio



Dettaglio seduta n.164 del 01/12/77 - Legislatura n. II - Sedute dal 16 giugno 1975 al 8 giugno 1980

Scarica PDF completo

Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SANLORENZO


Argomento:

Comunicazioni dal Presidente

Argomento: Commemorazioni

a) Funerali di Carlo Casalegno


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Signori Consiglieri, come voi sapete, con il consenso dei Capigruppo questa mattina non si è tenuta la seduta per dare la possibilità di onorare la memoria di Carlo Casalegno partecipando al suoi funerali. Così è avvenuto, con la presenza di tutti i Gruppi del Consiglio che hanno testimoniato la loro partecipazione a questo lutto che non è soltanto del Piemonte, ma è della democrazia.
I Gruppi consiliari hanno tradotto in pratica l'impegno che si erano assunti di diffondere manualmente l'appello del Consiglio regionale presso la Fiat Miratori, cosa che è avvenuta oggi dalle 13,30 alle 14,30. E' una iniziativa che credo giusta, che è stata accolta favorevolmente dai lavoratori, che ha consentito uno scambio di opinioni su questo argomento di fronte alla fabbrica.
Abbiamo ricevuto telegrammi sui fatti dolorosi che hanno contrassegnato quest'ultimo periodo della vita dei nostro Piemonte, tra quali quello dell'assemblea trentina che vi leggo: "Notizia dolorosa tragica scomparsa giornalista Carlo Casalegno ha profondamente offeso ideali e sentimenti umanità et civismo popolazione trentina. A nome del Consiglio provinciale autonomo di Trento, che ieri ha sospeso i lavori in segno di lutto, esprimo viva indignazione per continui delittuosi attacchi libertà e istituzioni democratiche e per inutile e sconcertante spargimento di sangue fraterno.
Pregoti porgere famiglia Casalegno sentimenti di profondo cordoglio e affettuosa solidarietà."


Argomento: Ordine pubblico e sicurezza - Commemorazioni

b) Cordoglio per l'efferato assassinio di Benedetto Petrone


PRESIDENTE

Come i Consiglieri sapranno, abbiamo anche inviato un telegramma al Presidente del Consiglio regionale della Puglia con il quale esprimiamo devoti sentimenti per l'efferato assassinio del giovane Benedetto Petrone ucciso dagli squadristi fascisti, e abbiamo rinnovato l'impegno di intensificare l'azione che d'altra parte è in corso in tutto il Piemonte per un'azione di orientamento, di mobilitazione, di vigilanza contro la violenza e il terrorismo.


Argomento: Ordine pubblico e sicurezza

c) Località ove si svolgeranno Consigli comunali aperti per la vigilanza dell'ordine pubblico


PRESIDENTE

A questo proposito comunico che si svolgono oggi Consigli comunali aperti nei seguenti Comuni: Cuneo, Tortona, Pinerolo, Candiolo, Trofarello Casale Monferrato, Rivoli, Venaria, Salusso; oggi ai riunisce a Chieri il Comitato unitario antifascista a cui parteciperà il Consigliere regionale Cerchio; nei prossimi giorni si terranno i Consigli comunali aperti nei Comuni di: Asti, Givoletto, Mondovì, Borgomanero, Galliate, Grugliasco Bussoleno, Caselle e l'assemblea della Comunità montana Val Ceronda e Csternone. Il Sindaco di Collegno ci ha comunicato che si sono tenuti tre Consigli comunali sul tema delle iniziative contro la violenza. Anche i Comuni di Orbassano, Brandizzo, Alpignano e Avigliana hanno tenuto Consigli su tale argomento. I Comprensori di Novara e Cuneo stanno organizzando le manifestazioni in questi Consigli comunali con un'azione concertata.


Argomento: Varie

d) Assemblee dei movimenti giovanili e dei partiti politici in riposta al terrorismo


PRESIDENTE

I movimenti giovanili dei Partiti democratici ai sono riuniti per decidere una serie di iniziative, hanno invitato gli studenti e le altre componenti della scuola a mettere al primo posto delle assemblee di lista per l'elezione degli organi collegiali la necessità di discutere e di dare una riposta democratica al terrorismo e al fascismo e propongono che nelle scuole di Torino e della Regione, nella settimana compresa tra il 12 e il 20 dicembre, si tengano assemblee aperte alle forze politiche e alle organizzazioni dei lavoratori. I movimenti giovanili dei partiti democratici si fanno promotori e chiedono alla Regione Piemonte l'adesione ad un'assemblea regionale degli studenti sul terrorismo da tenersi nel mese di gennaio. Credo che l'adesione non mancherà.
Frattanto è stata fissata un'assemblea nella mattinata del 2 dicembre nelle scuole medie superiori di Ciriè. Hanno inoltre indetto assemblee l'Istituto Magistrale Mazzarello e l'Istituto per Ragionieri Q. Sella di Torino.
I Comitati di Quartiere Crocetta e Basse Lingotto hanno indetto riunioni rispettivamente per il 9 e 2 dicembre. Prosegue intanto la raccolta di firme sull'appello degli intellettuali.


Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati

e) Convegno dei giovani europei a Torino


PRESIDENTE

Vorrei ancora ricordare che domani mattina si apre presso la sala della Camera di Commercio l'incontro dei giovani europei al quale i Consiglieri sono invitati, avendo già ricevuto il programma a suo tempo.


Argomento: Bilanci consuntivi (generale e del Consiglio Regionale) - Variazioni di bilancio - Bilancio - Finanze - Credito - Patrimonio: argomenti non sopra specificati

Prosecuzione esame disegno di legga n. 245: "Rifinanziamento delle leggi regionali 8/9175 n. 51 e 4/6/75 n. 45 con modificazioni ed integrazioni"


PRESIDENTE

Proseguiamo l'esame del disegno di legge n. 245: "Rifinanziamento delle leggi regionali 8/9/75 n. 51 e 4/6/75 n. 45 con modificazioni ed integrazioni".
La parola al Consigliere Franzi.



FRANZI Piero

Signor Presidente,-signor Assessore, la legge che il Consiglio si appresta ad esaminare merita certamente tutta la nostra attenzione perch viene ad interessare quel settore verso il quale si sono assunti innumerevoli impegni di sostegno per un rilancio capace di creare condizioni di più consistente validità economica. Mi riferisco al settore agricolo che, secondo le dichiarazioni di intenti della Giunta, dovrebbe acquisire il massimo carattere di centralità.
Da quanto ci è dato conoscere, gli impegni più volte assunti si dimostrano però soltanto dichiarazioni di buona volontà senza quella consequenzialità operativa che gli imprenditori si attendevano. Questa precisazione è stata chiaramente esplicitata dalle dichiarazioni dell'Assessore Simonelli che, in occasione del dibattito sul bilancio consuntivo 1976, precisò che su 57 miliardi disponibili risultavano spesi soltanto 2 miliardi. Un altro dato tecnico che merita di essere richiamato è quello sul quale mi sono già soffermato in occasione della seconda variazione di bilancio 1977, quando si è proceduto a ridurre gli impegni di spesa per 4.950 milioni. E' vero che tale riduzione riguardava quote di interessi per mutui non accesi, avendo la Giunta provveduto ad operare attraverso le disponibilità di cassa, tuttavia tale mancato finanziamento ha comportato minori investimenti per circa 40 miliardi. E' evidente che queste indicazioni, di carattere meramente amministrativo, dimostrano la pesantezza operativa nella quale opera la Giunta e nel medesimo tempo giustificano l'enorme volume dei residui passivi di oltre 421 miliardi alla data del 21 novembre 1977.
Questa situazione si ripercuote in modo estremamente negativo anche nel settore agricolo che alla data del 31 ottobre 1977 dimostrava una giacenza di 15804 domande di finanziamento per circa 327 miliardi di spesa, domande di finanziamenti risalenti al 1975 e al 1976. Se vi è quindi un settore che potrebbe spendere, sempreché vi siano adeguate disponibilità di fondi e procedure burocratiche più snelle, questo settore è proprio quello agricolo. La realtà dei numeri, che è la sola che conta, si dimostra completamente diversa dalle parole che la Giunta ha tante volte pronunciato e che certamente pronuncerà ancora.
In occasione della seconda variazione di bilancio 1977 e della discussione sul consuntivo 1976, abbiamo sentito il Presidente e l'Assessore al bilancio dichiarare che la maggior parte dei residui è collegata alla difficoltà di spesa in cui si trovano gli enti pubblici.
Tuttavia anche in agricoltura abbiamo due linee di sofferenza di spesa che è bene brevemente esaminare. La prima riguarda impegni di finanziamento assunti con leggi che non operano secondo le iniziali aspettative del momento in cui sono state approvate. La seconda riguarda impegni di spesa assunti e non ancora definiti.
Circa la prima situazione è giusto e indispensabile procedere a specifici storni legislativi, mentre per la seconda è urgente individuare le strozzature burocratiche per accelerare non solo i tempi di spesa, ma anche gli investimenti e quindi la realizzazione di quelle opere produttive capaci di aumentare la produttività del settore e nel contempo tutte quelle attività collaterali ed indotte.
Farò ancora una breve considerazione di carattere finanziario sulla legge in esame.
Il fabbisogno globale, ex legge 51, riguarda 15 mila 778 domande per complessivi 321 miliardi 835 milioni. Gli stanziamenti previsti sono di 2 miliardi 435 milioni per interventi in conto interesse e di lire 28 miliardi e 50 milioni per interventi in conto capitale. L'insieme di questi stanziamenti potrà sorreggere investimenti per circa 95 miliardi (35 miliardi in conto interessi e 60 miliardi in conto capitale), quindi meno di un terzo del fabbisogno.
Per quanto riguarda la legge ex 45, sulla cooperazione, le cose vanno meglio, perché risultano giacenti appena 26 domande per complessivi 5 miliardi e 90 milioni, che con il presente finanziamento potranno essere totalmente soddisfatte.
Complessivamente, quindi, si potrà disporre di 2 miliardi 925 milioni per interventi in conto interessi, che produrranno investimenti dell'ordine di 40/45 miliardi, e 38 miliardi e 882 milioni in conto capitale che produrranno interventi per circa 70/75 miliardi, complessivamente quindi 110/120 miliardi e non 200 come sono stati indicati dal collega relatore.
L'ordine degli stanziamenti complessivi risulta di 41 miliardi 877 milioni dei quali 24.537 in base alle disponibilità di cui alla legge 403 17.270 milioni con risorse regionali. Se consideriamo però che ben 12.270 milioni derivano da ristorni o soppressioni di autorizzazioni di spesa provenienti da altre leggi agricole, risulta che le reali risorse regionali ammontano soltanto a 5 miliardi, il che, per la verità, è eccessivamente modesto.
Il rincrescimento maggiore lo proviamo nel constatare che la voce più importante per creare condizioni di ambiente e di reddito più moderne e più avvantaggiate, cioè quella dei miglioramenti fondiari, sia la più penalizzata. Infatti, a fronte di un fabbisogno minimo di 11 miliardi per coprire la quota di interventi in conto interessi a carico della Regione ne rimarranno scoperti per 7.865 milioni e quindi minori investimenti per circa 100 miliardi.
In questo comparto non c'è da sperare di poter contare molto sulle disponibilità dei 2.777 milioni di cui alla legge n. 15 e ciò soprattutto per la rilevante difficoltà burocratica delle domande, prova ne sia che sino ad oggi ne sono state presentate appena una cinquantina. Per miglioramento fondiario si intende opere di sistemazione dei terreni, di fabbricati, case di abitazione, opere di irrigazione, ecc. cioè tutto l'insieme di opere che, a seconda delle esigenze singole, possono non solo migliorare l'ambiente della produzione, ma anche quello di lavoro e di vita capaci di favorire il permanere delle popolazioni nelle campagne.
Sono spiacente dell'assenza del Presidente della Giunta. A lui volevo porre una domanda, ossia se è ancora convinto che entro il mese di marzo 1978 tutte le domande giacenti presso gli uffici della Regione, in attesa di finanziamento, avrebbero ottenuto un riscontro positivo. Avrei voluto fare questa domanda alla luce di quanto ragionieristicamente ho indicato nel mio intervento perché è chiaro che 100 miliardi di investimenti rappresentano appena 1/3 delle domande presentate relative ai miglioramenti fondiari ed i restanti 2/3 certamente rimarranno scoperti. Nel prospetto fornitoci dall'Assessore le domande giacenti sono 10.576 e possiamo prevedere che almeno seimila resteranno inevase.
I tempi stringono e noi dobbiamo approvare la legge proprio per non vederci sfumare le disponibilità dei fondi.
Ancora una considerazione per quanto riguarda il credito di esercizio.
Mi risulta che sono state fatte delle assegnazioni in particolare a vantaggio di una certa azienda di credito del Piemonte e a scapito di altre. Se l'Assessore non ha nulla in contrario, faremo una verifica in sede di Commissione poiché non vorremmo che venissero avvantaggiate aziende che possiamo considerare private a scapito dell'Istituto specializzato per l'esercizio del credito agrario qual è l'Istituto del Credito Agrario che da sempre opera nell'interesse dell'agricoltura piemontese.



PRESIDENTE

E' iscritto a parlare il Consigliere Bellomo. Ne ha facoltà.



BELLOMO Emilio

Non occuperò molto tempo anche perché non conosco molto il problema nei suoi dettagli tecnici come abbiamo sentito dal collega Franzi.
Ovviamente siamo d'accordo su questo disegno di legge proposto dalla Giunta; eravamo d'accordo quando abbiamo approvato le leggi 51 e 45 che si sono dimostrate leggi valide per il mondo contadino e per l'economia agricola e si sono dimostrate anche leggi intelligenti sotto alcuni aspetti, quindi, coerentemente con le posizioni che abbiamo assunto allora oggi siamo d'accordo di rifinanziare queste due leggi regionali. Del resto il disegno di legge oggi in esame è stato lungamente meditato e raffrontato in sede di consultazione e penso che questo sia, in sostanza, il risultato di un discorso responsabile.
E' un peccato dover registrare la divergenza che, con toni appassionati, lascia intravedere il collega Lombardi nel suo intervento intervento tutto pieno di amore verso il mondo agricolo che sottoscrivo.
Sono del parere che se, a conclusione del nostro dibattito, risultasse un'approvazione unanime di questo disegno di legge l'immagine unitaria del Consiglio darebbe più forza al mondo contadino In definitiva, approvando questo provvedimento non è che noi siamo contrari alla sistemazione moderna della casa dei contadini, non è che noi tolleriamo quelle vecchie bicocche rurali con il verziere per gabinetto (anche se qualche igienista dice che la clorofilla è meglio della ceramica), con l'acqua corrente del solito fosso che attraversa obliquamente le aie o i cortili rurali, con i camini fumosi che nulla hanno da spartire con i camini di marmo delle case borghesi; in sostanza sappiamo che la casa e l'ambiente rappresentano un polo di attrazione importante per trattenere sul fondo la gente che lavora la terra, per trattenere i contadini nei campi a produrre, a migliorare e a progredire, ma sappiamo anche che se non c'é l'ambiente buono, se non c'è il reddito, le generazioni future non si fermeranno nei campi.
Con questo spirito noi vogliamo dare il nostro consenso a questa legge e con questo stesso spirito vorremmo fare un appello, per quanto pu valere, perché si sostenga questa legge fermo restando il diritto di intervenire ancora per qualche eventuale miglioramento. Auspico che a conclusione di questo dibattito venga espresso un voto unitario, che, di fronte al mondo contadino che è unitario nella sua funzione, rafforzerà il prestigio dell'istituzione regionale. Con questo spirito noi ci apprestiamo a sostenere il disegno di legge.



PRESIDENTE

E' iscritto a parlare il Consigliere Chiabrando. Ne ha facoltà.



CHIABRANDO Mauro

I colleghi comprendono il motivo per il quale a questa legge si dà una certa importanza, infatti sono molti i colleghi iscritti a parlare. Questa è la prima volta che si parla di agricoltura ed è superfluo rilevare come siamo in ritardo. Ci sono stati motivi tecnici, comunque la realtà è che siamo arrivati al mese di dicembre a stanziare i fondi necessari per l'agricoltura dell'anno 1977.
Sin dal mese di giugno ci eravamo fatti carico di questi problemi presentando due proposte di legge che distinguevano il problema del rifinanziamento delle domande giacenti e quello del rifinanziamento per gli interventi per il 1977 e gli anni successivi. Questa distinzione dovrebbe agevolare l'approvazione da parte delle autorità comunitarie. Era un modo chiaro per spiegare al Governo e alle autorità comunitarie i fini dei nostri stanziamenti, ciò che invece nel disegno di legge presentato dalla Giunta non emerge; pertanto potranno sorgere anche delle difficoltà sull'approvazione.
Il punto più dolente è l'esiguità degli stanziamenti a fronte delle domande giacenti. Facciamo inoltre notare la continua riduzione degli impegni regionali al di là degli impegni verbali e scritti assunti dai membri della Giunta.
Ho svolto una comparazione tra gli stanziamenti predisposti dal 1974 al 1977 in merito agli interventi di investimento escludendo quindi le spese correnti per il personale, per gli uffici e le spese ordinarie. Emergono i seguenti dati: nel 1974 le spese di investimento sono state di oltre 37 miliardi su 164 miliardi del bilancio regionale; la percentuale per l'agricoltura è stata del 22,5 nel 1975 sono stati stanziati 42 miliardi e mezzo con le leggi n. 45 e 51 su 284 miliardi del bilancio; percentuale del 15 nel 1976 sono rimasti 41 miliardi e 700 milioni pari al 12,8 nel 1977 - 41 miliardi e 807 milioni, su 321 del bilancio regionale percentuale del 13%.
Occorre aggiungere che sono stati continuamente ridotti gli interventi in conto interessi: gli 8 miliardi del '74 sono scesi ai 5 miliardi del '75, a 3.800 nel '76 e a 2 miliardi e 900 milioni nel '77. Questa somma essendo in "conto interessi", viene moltiplicata, ai fini degli investimenti, per 12 o 15.
Il contributo in conto capitale, invece, che era di 29 miliardi, poi di 37, 37 e 38 miliardi è una spesa che viene moltiplicata per due, ai fini degli investimenti. Sommando i due investimenti otteniamo che i 160 miliardi possibili del '74 sono scesi a 135, a 120 e a 110 nel 1977. Se a questi aggiungiamo gli aumenti dei costi, gli investimenti in agricoltura sono scesi a 80 miliardi.
Le risorse previste in questa legge non costituiscono ulteriori aiuti regionali per l'agricoltura in quanto 12 miliardi e 820 milioni sono frutto del riutilizzo di somme già impegnate nel bilancio 1977, mentre 24 miliardi provengono della legge statale 403: soltanto 4 miliardi e 440 milioni sono le somme stanziate a bilancio con risorse regionali.
Ci pare che la famosa centralità dei problemi agricoli venga realizzata in termini molto minori rispetto alle aspettative e alle promesse della Giunta.
Anche l'utilizzazione dei fondi disponibili va molto a rilento. Le ottimistiche e rassicuranti recenti affermazioni del Presidente della Giunta, quando aveva detto che entro pochi mesi sarebbero state evase tutte le domande, non sono confortate dai fatti, anzi sono contraddette. Molta gente sta aspettando i contributi dai mesi di novembre e dicembre del 1975 quindi stiamo camminando con un paio di anni di ritardo rispetto ai tempi proposti dagli operatori agricoli che hanno presentato domande, progetti e piani di investimento. Anche i premi per vitelli sono in ritardo di un anno e mezzo.
Con l'attuale proposta di rifinanziamento resteranno scoperti molti interventi, in particolare: - con oneri regionali in conto capitale miglioramenti fondiari per 7 miliardi e mezzo; pascoli montani per 4.250 milioni, acquisto macchine per 2.600 milioni - totale 14 miliardi e 350 milioni con oneri in conto interessi abbiamo opere in attesa: per miglioramenti fondiari per 100 miliardi con una necessità di oltre 7 miliardi.
Da questi dati emerge che nelle campagne piemontesi c'é un risveglio c'è una volontà, c'é una capacità di investimenti, di produzione e indirettamente una possibilità di aumentare l' occupazione. Sottolineiamo questo dato positivo e invitiamo la Giunta a fare uno sforzo a questo proposito.
Dobbiamo aggiungere che vengono definitivamente sospesi alcuni provvedimenti che facevano parte delle leggi regionali: prestiti per acquisti di bestiame da ingrasso, premi allevamento vitelli, contributi per allevamento in montagna, acquisto terreni, contributi per le coltivazioni provvedimenti che sono stati stralciati per precise disposizioni delle leggi comunitarie, comunque sono settori di intervento che verranno a mancare e che costituiscono un motivo in più per insistere ulteriormente sugli altri settori.
Abbiamo collaborato con intensità alla stesura della legge e dobbiamo fare notare che alcuni punti non ci soddisfano: l'adeguamento alle direttive comunitarie di alcuni aspetti della legge, i tassi di interesse maggiorati, il tetto massimo di spesa che viene ridotto per ogni unità lavorativa e, possiamo dire, l'esclusione delle case di abitazione. Se queste norme rientrano nelle direttive comunitarie e se siamo disponibili per inserirle nelle normative prossime, non possiamo però accettare che vengano applicate alle domande, ai piani e ai progetti giacenti da uno o due anni. In questi casi sono già in corso le pratiche, sono già pronti i contratti di appalto, quindi non possiamo oggi sconvolgere i piani che gli agricoltori hanno predisposto. Insistiamo su questo punto perché con questo provvedimento andremo ad inguaiare molte famiglie agricole, le quali, oltre alle beffe, avrebbero anche i danni, in quanto per aspettare il finanziamento si trovano i prezzi aumentati del 20/30%.
Insistiamo perché la Giunta non faccia questa distintone. 'Tra l'altro la casa di abitazione di un'azienda agricola è da considerarsi un'opera produttiva al pari della stalla, del pozzo di irrigazione o delle altre strutture.
Abbiamo presentato degli emendamenti perché la normativa delle leggi n.
51 e 45 sia fatta valere in via transitoria e, nello stesso tempo chiediamo anche l'aumento degli stanziamenti. La Giunta risponderà affermativamente reperendo le somme immediatamente oppure si impegnerà di reperirle comunque per i vari settori scoperti. In primo luogo insistiamo per quanto si riferisce alle case di abitazione. Per rendere più elastica l'utilizzazione dei fondi previsti nei vari capitoli proponiamo la possibilità di trasferire le domande di miglioramento fondiario da conto interessi a conto capitale e viceversa nell'intento di favorire le operazioni in conto capitale secondo le direttive governative recepite dalla Regione. In collegamento con la proposta di cui sopra, al fine di renderla operante, proponiamo la soppressione del tetto massimo di spesa dei 10 e dei 15 milioni per le opere in conto capitale,in modo da agevolare il trasferimento di cui abbiamo parlato.
Il Consigliere Besate ha detto che c'é stata un'ampia consultazione però dobbiamo rilevare che di tutte le richieste emerse dalla consultazione neanche una è stata recepita.
Noi riteniamo che elevare per ogni azienda da 10 a 13 milioni il tetto massimo per il prestito di conduzione sia una richiesta accoglibile.
Rileviamo ancora, senza insistere, e senza presentare degli emendamenti essendo un puro rilievo di carattere informativo, l'inopportunità di utilizzare fondi che sono dell'agricoltura per la formazione di piantagioni e di aree verdi nelle zone urbane. Sottolineiamo che sarebbe stato opportuno, insieme ai prestiti per l'invecchiamento dei vini, prevedere anche degli aiuti per la stagionatura dei formaggi, cosa pure richiesta dalle organizzazioni agricole.
Questa è l'unica occasione del 1977 che ci è stata data per valutare nell'insieme tutta la politica che viene fatta in favore dell'agricoltura.
Invito caldamente la Giunta e l'Assessore e siamo a disposizione in questo caso a voler rivedere l'atteggiamento assunto sull'esclusione delle case di abitazione. Per il resto siamo disponibili a discutere.



PRESIDENTE

E' iscritto a parlare il Consigliere Menozzi. Ne ha facoltà.



MENOZZI Stanislao

Signor Presidente e colleghi, sarò breve per non correre il rischio di intaccare quanto di apprezzabile hanno già esposto i colleghi che mi hanno preceduto. Premetto che il giudizio globale non può che essere negativo stante l'esiguità degli interventi in rapporto alle necessità, e ci soltanto come mera constatazione e non anche come giudizio di merito.
Intendo invece soffermarmi non tanto sulle considerazioni di ordine globale quanto sul pomo della discordia, e cioè sulla casa sì, casa no, priorità sì, priorità no. Associandomi ai colleghi che mi hanno preceduto ribadisco che collocare in posizione secondaria la casa è un fatto estremamente grave anche perché questa decisione fa emergere una certa qual deprecabile incoerenza della maggioranza. In passato tutti i Gruppi avevano concordato nel ritenere che tra le più gravi sperequazioni di cui soffre il mondo contadino si doveva collocare in primo piano la insufficienza delle abitazioni, poiché la casa va vista come un servizio essenziale per lo stesso svolgimento dell'attività agricola e poiché essa assume anche un aspetto di incentivazione produttivistica, se è vero che produttore e casa non vanno visti disgiuntamente. Il discorso della casa non può essere sottovalutato in quanto ricollegantesi con i discorsi della politica agricola generale, dell'ambiente e dell'assetto del territorio. Quante volte abbiamo evidenziato le dimensioni elefantiache raggiunte dai grossi e medi centri urbani, sviluppo abnorme al quale sono riconducibili tutte le insufficienze, le disfunzioni che si vanno registrando. Per contro è altrettanto pernicioso vedere intiere oasi desertiche nelle nostre campagne.
Senza scendere nei particolari, senza valutare ancora quel triste esodo patologico registratosi, dirò soltanto che quell'esodo è stato più che altro provocato prima ancora che dalle insufficienze produttive dell'azienda, proprio dalla insufficienza della casa, alla quale si sentono legati quei pochi giovani superstiti che continuano a svolgere l'attività agricola. Il non rendere prioritario questo intervento o anteporgli altri settori costituirebbe grave e profonda delusione per tutti gli operatori e principalmente per detti giovani.
Questa mattina ho ricevuto due coltivatori che in conseguenza dell'alluvione del 1972 si sono visti respinta la domanda per ricostruire la casa e sono stati assicurati che, presentando la domanda di prestito in base, alla legislazione regionale avrebbero dovuto aspettare la legge n. 51 per la quale oggi si discute il rifinanziamento e così sono trascorsi 5 anni. Uno di questi coltivatori ha dato inizio alla costruzione della casa e oggi dovrebbe sentirsi dire che "prima verranno soddisfatte le domande per lavori di miglioramento fondiario poi verranno i problemi per la casa" e così attendere ancora: questo significa non vedersi mai concessi i finanziamenti richiesti e promessi. In questo modo veniamo non solo per inficiare l'indirizzo politico e le scelte del passato, ma veniamo pure per provocare ribellioni in coloro che non potranno avere soddisfazione.
Gli stanziamenti disposti non sono sufficienti per far fronte alle richieste, allora andiamo alla ricerca di altre soluzioni: invece di star a discutere se in rapporto alle domande presentate entro il 9 giugno scorso si deve dare priorità ai lavori di miglioramento fondiario a quelli della casa, io direi di dare priorità alle domande presentate da coloro che non si trovano nelle condizioni di presentare con immediatezza o prossimamente un piano di sviluppo aziendale o interaziendale ed eventualmente posporre le domande di coloro che si trovano nelle condizioni di poter godere dei finanziamenti attraverso la presentazione dei detti piani, e ciò perch hanno strutture e caratteristiche di dimensioni aziendali idonee alla presentazione medesima.
Offro questa proposta come motivo di meditazione. Ciò detto, mi compiaccio che l'Assessore si sia dichiarato disponibile a riaprire i termini, sia pure brevemente, per raccogliere qualche altra domanda in merito alla meccanizzazione associata. A tal proposito mi sia per consentito di dire all'Assessore all' agricoltura che se fosse stato accolto l'invito del mio Gruppo ad una maggiore rigidezza nell'accogliere le domande per la meccanizzazione singola, al fine di dare maggiore impulso alla meccanizzazione associata, probabilmente non ci troveremmo oggi di fronte a questa gravissima sperequazione tra le domande in attesa di finanziamenti e i fondi a disposizione.
Sottolineo una volta ancora che la meccanizzazione nella nostra Regione deve conoscere sempre più la strada dell'associazionismo e deve conoscere sempre quella della meccanizzazione individuale. Nonostante tutti i giudizi del Parisi, (in treno mi sono letto i risultati del Convegno di Bologna) che è uno tra coloro che esaltano la meccanizzazione, ritengo che quando si registra nei primi mesi di quest'anno un incremento del 45% sulla meccanizzazione rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, mi domando per quanto tempo continueremo in questo modo senza porre alla base della nostra azione valutazioni di ordine produttivo anche per il conseguimento di traguardi di ordine economico.
Concludo, confidando che la Giunta e l'Assessore vogliano rivedere le loro posizioni in merito tenendo presente quanto da noi proposto e indicato in relazione alla casa, al fine di dare agli interessati la dimostrazione tangibile che la Regione intende coerentemente rimanere legata con quanto fatto in passato in tema di politica della casa in agricoltura.



PRESIDENTE

E' iscritto a parlare il Consigliere Rossi.
Ne ha facoltà.



ROSSI Luciano

A proposito di questa legge l'attenzione è volta sulla sua mole e sui limiti delle risorse. Vorrei invitare il Consiglio ad alcune riflessioni sul problema generale, Questa legge permette di riciclare in parte i fondi della legge del '74: l'esperienza ci dimostra che non sempre il problema è sulla quantità, ma è sul modo di trasformare la quantità in atti concreti.
Sarà opportuno approvare poche leggi omogenee che operino in modo coordinato e non avere decine di leggi che operano in modo scoordinato e che non offrono chiarezza ai contadini, per cui nella revisione delle leggi stesse non si dovranno soltanto recepire dei fondi, ma si dovranno individuare 4 o 5 leggi organiche, anche per facilitare gli uffici che devono gestirle.
Sono state citate molte cifre e su queste occorre una riflessione da parte del Consiglio regionale.
Nel bilancio del '77 ci sono 91 miliardi di entrata, compresi i fondi del Piano di sviluppo, su questi il 24%, pari a 2 miliardi, viene speso per leggi sull'agricoltura in conto interesse che, sino al 1982 aumenteranno sensibilmente: da 23 a 32 miliardi. P er quanto riguarda i contributi in conto capitale, i mutui per l'agricoltura ammontano a 70 miliardi e rappresentano il 36% dei 195 miliardi di mutui decisi, e già 30 miliardi dei 75 sono stati spesi.
Non dico che questi stanziamenti siano sufficienti per risolvere i problemi dell'agricoltura e nessuno della nostra parte pensa in questo modo, perché sappiamo quali sono i grossi problemi dell'agricoltura e cosa intendiamo per un suo rilancio, però sappiamo anche che il vestito è molto stretto e bisogna fare ormai i conti con questo vestito.
Se si fanno delle scelte precise, se non sono sufficienti questi fondi e si pensa di andare oltre bisogna decidere di eliminare le leggi dell'artigianato o quelle del settore lavori pubblici o di altri settori dobbiamo ad un certo momento decidere da quale parte vogliamo togliere per destinarli eventualmente all'agricoltura.
Il problema non è più settoriale, ma diventa di politica generale.
Bisogna tener anche conto che prima che sia erogato il contributo passano tre o quattro anni e la nuova legge di contabilità, stabilisce che bisogna annullare i residui ogni due anni, quindi c'é il pericolo che le domande siano accettate, ma le opere non siano compiute, perché il meccanismo stabilisce che dopo due anni si devono annullare quei residui passivi ossia quelle opere che non sono state compiute. Si deve allora studiare il marchingegno che permetta di riciclare quei residui.
E' un problema delicato che va approfondito perché potrebbe metterci di fronte ad amare esperienze. Non prenderanno la medaglia questo o quell'altro Consigliere regionale che più ha difeso i contadini, ma tutto il Consiglio prenderà una brutta medaglia dai contadini che non potranno realizzare le opere che le leggi avevano proposto.
Diverso è il discorso sui residui dello Stato che sono regolati da leggi statali.
Poiché il Consiglio regionale è alla vigilia di prendere altre misure e se vogliamo impegnare maggiori fondi in agricoltura dobbiamo collegialmente assumere la responsabilità di non approvare molte leggi in altri settori.



PRESIDENTE

E' iscritto a parlare il Consigliere Rossotto.
Ne ha facoltà.



ROSSOTTO Carlo Felice

Signor Presidente, signori Consiglieri, l'intervento molto serio fatto dal Consigliere Rossi mi consiglia di intervenire. Il discorso sulle scelte a favore dell'agricoltura, fatto a livello nazionale e ripreso con molta attenzione in occasione della discussione del Piano di sviluppo, è stato sempre ricordato come impegno prioritario; è un discorso prettamente economicistico per ciò che può rappresentare nel quadro generale del progresso del Paese.
Il collega Rossi ha ricordato che non si può soltanto chiedere un aumento di spesa quando abbiamo un ritardo che non è soltanto burocratico ma che è conseguenza della logica con cui noi interveniamo in agricoltura: logica che come presupposto aveva quello di far riferimento e leva su forze economiche o classiche che non avevano l'affanno dell'immediata disponibilità del denaro, ma che avevano a disposizione i capitali e l'aiuto dello Stato sopravveniva dopo che erano intervenuti i capitali.
Parlo della legge Samperi emanata nel 1933 che oggi può richiamare fantasmi del passato,, ma che era una legge seria, precisa, che ha determinato delle chiare modificazioni nel nostro assetto produttivo, delle bonifiche realizzate dall'anno 1930 al momento in cui tutto è stato distrutto dalla guerra folle. Indubbiamente andava collegata alla classe degli agrari che avevano disponibilità finanziarie che permettevano di iniziare le opere e di attendere il contributo dello Stato. Credo che sia arrivato il momento non soltanto di fare le scelte, ma di rendersi conto che ci sono i nuovi soggetti a cui le scelte si rivolgono. Il riferimento al "coltivatore diretto" tra virgolette ha un significato politico, senza virgolette ha il significato di colui che è operatore sulla terra. A monte c'è il discorso della politica del credito corretta o della politica del credito che ha funzioni politiche. Ricordo certi fatti nella discussione del 23 giugno con gli amici del Partito comunista in relazione al significato del tecnico bancario e del politico. La tecnica bancaria porta ad agire soltanto nei confronti di colui che dà certe garanzie. Concedere i finanziamenti a colui che in agricoltura ha la possibilità di fare certi tipi di interventi rientra nella logica della legge Samperi. Qui si apre il discorso dei percettori, se sono i contadini ricchi o se sono i contadini poveri che vogliamo far rimanere nei campi. Il contadino ricco esiste in alcune zone del Piemonte dove il reddito è alto, ma esiste anche il contadino delle zone di presidio economico. E' ovvio che tra l'agricoltura del Cuneese a quella del vercellese e a quella olandese bisognerà stabilire quale reddito si determinerà. Se vogliamo aiutare il coltivatore diretto se vogliamo aiutare il contadino perché rimanga nelle Langhe, nella mezza montagna nelle zone dove l'agricoltura deve essere incrementata a part-time o a piena capacità....



BERTORELLO Domenico

Ha la capacità se ha i soldi. Mi chiedo se il Partito comunista italiano è su questa linea.



ROSSOTTO Carlo Felice

Non lo so, non sono comunista, sono liberaldemocratico. E' stato chiarito perché non si sono fatte le scelte? Le scelte sono state fatte però andiamo ad analizzarle fino in fondo e allora vediamo ab4~44~ gli interventi in agricoltura si sono fatti in funzione della capacità di spendere.



BERTORELLO Domenico

In base alla forza lavoro.



ROSSOTTO Carlo Felice

Abbiamo delle situazioni di miseria nelle campagne, però i soldi non li abbiamo spesi. Allora ci sarà qualcosa che non funziona, può darsi che sia il Partito comunista che non li faccia spendere, ma questo avveniva anche prima, e allora vogliamo analizzare le responsabilità della gestione politica, delle forze politiche e io voglio essere in pieno responsabile e anche partecipe però di quelli che sono certi tipi di vantaggi. Se si riuniscono 15, - Bertorello, - quale capacità hanno di poter ottenere il mutuo? Nessuna. Questa è la realtà concreta. Noi dobbiamo esaminare proprio queste cose perché altrimenti rischieremmo di trattare nella stessa maniera il grande imprenditore agricolo del Cuneese o del Vercellese e quello della mezza montagna. Mi faccio carico di questi problemi. Dovremo modificare i meccanismi con cui si è fatto riferimento concreto non soltanto nei termini di soggetti, di legittimazione passiva del provvedimento per permettere che questa legittimazione passiva che ha chiamato in causa la cooperazione agricola, che ha chiamato in causa colui che direttamente ha la forza lavoro sia anche nelle condizioni di poter essere protagonista e di essere aiutato. La maggioranza su queste cose ha discusso in maniera chiara, seria e responsabile e io penso che sia arrivato, il momento di fare questo dibattito per sentire la volontà di affrontare certi tipi di problemi e non per giocare dietro alle parole. Andremo anche a vedere dove l'agricoltura è veramente povera e ha bisogno di assistenza, e dove l'agricoltura è molto più ricca di molti settori artigianali, commerciali o industriali. Questo non significa voler spaccare i fronti di classe, ma significa voler vedere realmente, come forza politica che vuole estrarre da quelle che sono le grandi sistemazioni in classi, i veri e oggettivi problemi. La bilancia dei pagamenti italiana si salva ancora in termini agricoli proprio grazie ai piccoli e miseri contadini che producono in difficoltà sociali e individuali prodotti magnifici non conosciuti. Dobbiamo intervenire a favore di questi contadini facendo anche delle distinzioni. Il discorso porta fermenti: vuol dire, come qualcuno ha già detto decenni fa, che la verità è rivoluzione e nei termini di questo tipo di rivoluzione noi liberali, o liberali democratici, non ci vogliamo assolutamente tirare indietro, perché non consideriamo la rivoluzione come un fatto di un solo momento, ma la consideriamo come fatto costante, come metodo e come progresso. Rivalutando le metodologie che erano collegate all'intervento agricolo che premiava il capitale e non la forza lavoro, noi potremmo uscire da certe impasse che oggi chiaramente stanno venendo fuori.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Signor Presidente, colleghi, se il dibattito fosse seguito con più spirito costruttivo non dico che sortirebbe, qualche risultato immediato perché questa non è la sede per sortire certi tipi di risultati, ma probabilmente potrebbe fare maturare tutti noi su questi problemi.
Esaminando il provvedimento che ci sottopone la Giunta ritengo che si debba innanzitutto fare una serie di considerazioni positive, la prima è indubbiamente quella già ricordata da Rossi, e cioè questa legge incomincia ad assumere un momento di razionalizzazione della disciplina dal punto di vista legislativo, e questa non può che essere una nota positiva. Un'altra annotazione di carattere positivo riguarda la dimensione delle domande e la sproporzione delle risorse che stanno a dimostrare quanto meno l'interesse dell'imprenditoria agricola. D'altra parte non possiamo contemporaneamente non rilevare come le risorse siano del tutto inadeguate alla domanda che viene dalla campagna; a questo punto - lo dico onestamente - mi è difficile stabilire se la responsabilità è delle scelte della Giunta o se la responsabilità è del sistema nel suo complesso. Non sono così profondo quindi sospendo l'assenso fino alla fine della discussione della legge.
Peraltro si sono introdotti degli elementi di discussione che sono al di fuori dell'oggetto che sta di fronte a noi, ma che, in qualche misura trovano già ospitalità oggi.
Mi è sembrato di capire che si vogliono introdurre dei criteri per valutare la procedibilità della domanda considerando da una parte la forza lavoro e dall'altra parte le garanzie bancarie in senso di "bassa cucina" senza sottolineare sufficientemente che le due eventuali componenti vanno verificate con il criterio rigoroso della produttività in agricoltura. Mi pare ormai acquisito che, soprattutto in Piemonte, abbiamo la necessità di recuperare in termini di produttività, mentre non abbiamo il problema di recuperare in termini di addetti all'agricoltura né in termini di quantità di prodotti. I problemi a volte vengono affrontati in modo anche un po' "mammesco", mentre il problema della casa va esaminato, a mio avviso specificatamente con gli strumenti a disposizione degli uffici. Nel momento in cui si tende a recuperare un tasso di produttività in agricoltura occorre verificare con assoluto rigore se l'investimento nella casa colonica risponde o non risponde a questa esigenza che è prioritaria e assoluta. Evidentemente non ci si può schierare tout court da una parte o dall'altra. C'é una scelta rigorosa da parte della Giunta che proprio perché è impopolare, in una certa misura la onora, e che noi, come opposizione, dobbiamo verificare se nel contesto la legge, oltre ad avere il pregio masochistico dell'impopolarità, abbia anche il pregio di premiare la produttività in agricoltura, produttività che può essere esercitata sia dal "coltivatore diretto" sia dall'impresa associata, sia dall'impresa senza virgolette e senza effettivi che, tutto sommato, è poi ancora il concetto fondamentale. La disputa che è nata sull'intervento del Consigliere Rossotto mi pare fuori luogo, perché egli si è limitato a dire che siamo di fronte ad una strozzatura, di cui il Consigliere Rossi ci ha dato la dimensione, e cioè che la verifica del finanziamento non deve avvenire sulle garanzie ma su qualcos'altro che evidentemente richiede del distinguo perché certamente non è la buona volontà né la forza lavoro bensì la dimostrazione preventiva della produttività dell'investimento.
L'intervento del Consigliere Rossotto è un fatto costruttivo, perché ci dice: anziché andare a finanziare un'opera in quanto esiste e in quanto è stata già soggetta di una tassazione o comunque di un peso rappresentato dall'anticipazione bancaria che sappiamo cosa significa o comunque con dei tempi che con l'inflazione determinano sempre dei carichi sull'investimento stesso, l'orientamento deve essere quello di indirizzare una riforma della materia che possa prevedere un finanziamento all'origine dell'investimento.
Chiaramente se all'origine dell'investimento viene meno una delle verifiche tradizionali, che è la garanzia, facciamo molta attenzione al tipo di obiettivo che vogliamo perseguire e che tipo di requisito andiamo a verificare al momento del finanziamento. Se il requisito, condizione prioritaria dell'investimento, è la produttività che è alla base della domanda che viene proposta alla Regione,certamente mi pare che sia un'ipotesi di lavoro che meriti tutto l'interesse. Come mi è sembrato di capire,gli argomenti che sono oggetto di discussione in via generale sono diversi ed esterni direi per qualche misura all'argomento che è di fronte agli occhi, in linea così di carattere generale risolvo il mio giudizio sulla legge al dibattito che seguirà sull'articolato.



PRESIDENTE

La replica all'Assessore Ferraris.



FERRARIS Bruno, Assessore all'agricoltura e foreste

Ho ascoltato con molto interesse i colleghi che hanno preso la parola.
Dai loro interventi sono emersi elementi per un dibattito generale, per una verifica della politica agricola della Regione, verifica che è stata sollecitata in un interessante intervento dal collega Lombardi, verifica che credevo avvenisse quando discutemmo il Piano regionale di sviluppo. I problemi dell'agricoltura erano ben collocati in quel piano, tanto ben collocati da rappresentare un'anticipazione di tutto il discorso che è andato avanti a livello nazionale: accordo tra i 6 partiti, legge "quadrifoglio", piano agricolo alimentare oggi in discussione nel Paese fra gli Assessori all'agricoltura delle Regioni e il Ministro, che ha avuto una prima tappa a Bologna, un'altra in questi giorni a Perugia, poi a Bari, e il 18, 19 e 20 a Roma. Le scelte compiute in quel piano non comportano per la Regione Piemonte mutazione, semmai incrementi negli obiettivi. Si tratterà di tornare alle prime ipotesi della Giunta, criticate da tutti anche dagli ambienti universitari, come è stato giudicato sovrastimato il discorso del Governo. Oggi invece saremo noi che dovremo adeguarci con gli obiettivi.
La scelta di fondo di cui il Paese ha bisogno e che il Paese chiede ai produttori agricoli, oggi è certamente quella di operare per realizzare il miglioramento delle condizioni ma è anche quello di investire in alcune scelte fondamentali. Questa non è l'occasione di discuterne, sia perché il Presidente mi ha chiesto di essere conciso e sia perché l'argomento andrebbe discusso molto più ampiamente.
L'occasione di riprendere questo discorso deve venire al più presto: sarà forse quella della discussione sul bilancio.
Il collega Lombardi ha ricordato che abbiamo il Piano di sviluppo approvato, abbiamo la legge 15, ha ricordato che ci sono i piani zonali che ci sono già alcuni piani delle Comunità montane e che ci si dovrebbe rapportare a queste realtà programmatorie. In un modo garbato e signorile ha praticamente fatto una critica alla Giunta per avere avuto così poco coraggio, a due anni dal suo insediamento, di adeguare le leggi n. 51 e 45 (la legge n. 45 non ha bisogno di molti adeguamenti) a queste realtà nuove che sono intervenute dopo il 1975.
Il collega Lombardi ha voluto, ha creduto, ha ritenuto o ha dovuto concludere il suo intervento in un modo piuttosto singolare: prima ci rimprovera che non abbiamo ancora sfornato una nuova legge organica che tenga anche conto delle critiche che a suo tempo la mia parte politica (e lui mi ha citato e io stesso da quei banchi avevo rivolto critiche alla legge n. 51) però poi ha concluso esprimendo rispetto, se non sbaglio, per le motivazioni che portano la Giunta ad introdurre nuovi meccanismi alla legge; ha poi concluso respingendo quel poco che la Giunta comunque propone.
Il dibattito successivo si è svolto su due questioni: la inadeguatezza dei finanziamenti con il discorso dei residui passivi e la insoddisfazione verso le modificazioni che la Giunta propone sulla legge n. 51.
Sono grato a quanti hanno voluto intervenire. Il collega Rossi ha portato un chiarimento per quanto riguarda il problema dei finanziamenti argomento che riprenderò successivamente. Le cifre complessive a disposizione della Regione, da quando è nata ad oggi, sono esattamente queste: 1972: 2 miliardi e 383 milioni 1973: 11 miliardi e 80 milioni 1974: 28 miliardi e 551 milioni 1975: 70 miliardi e 518 milioni 1976: 57 miliardi e 821 milioni 1977: 82 miliardi e 752 milioni, ai quali dobbiamo aggiungere alcuni miliardi impegnati con le variazioni di bilancio e ai quali bisogna pure aggiungere quella riserva di partita di giro che abbiamo messo a sostegno delle due leggi per l'anticipazione dei danni alluvionali, che in gran parte saranno a carico della Regione.
Le risorse sono quindi senza dubbio inadeguate se le raffrontiamo ad una indifferenziata domanda. Sono d'accordo con il mio collega e compagno Rossi che si tratta di operare delle scelte e soprattutto di avviare un confronto in relazione alle risorse complessive.
Vorrei dire inoltre che l'approvazione delle leggi in questo periodo o comunque uno o due mesi prima, nel settore dell'agricoltura comporterà sempre residui per 50 miliardi, così avvenne per la legge n. 51 nel 1975 così avvenne nel 1976; quest'anno avremmo anche potuto arrivare un mese o due prima ma il fatto non avrebbe modificato di molto la situazione. Questa somma rimane un residuo passivo e un altr'anno di questa somma non si saranno spesi nemmeno i due miliardi dell'anno scorso. C'è poi tutto il discorso che è stato fatto delle procedure ed ha colto nel segno il Consigliere Rossotto quando ha fatto riferimento ad una certa legislazione ad un metodo e sistema che ha portato a erogare i contributi quando l'opera è compiuta e quindi a privilegiare coloro che hanno maggiori mezzi.
Per quanto riguarda i contributi, con un apposito emendamento cerchiamo di sopperire consentendo acconti su tranches di lavori in modo da poter corrispondere più tempestivamente alle esigenze dei produttori.
Vorrei affrontare la questione di fondo che sta alla base di questa legge. A questa legge, come già illustrato dal collega Besate, apportiamo alcune modificazioni, introduciamo alcuni parametri di carattere selettivo e alcuni miglioramenti, per quanto si riferisce alla cooperazione agricola all'invecchiamento del prodotto, alla sua valorizzazione, al collegamento con la legge n. 285 sull'occupazione giovanile, predisponendoci a gestire il più rapidamente possibile, appena il Parlamento l'avrà approvata, la legge per il recupero delle terre incolte.
Gli altri adeguamenti che apportiamo alla legge n. 51 sono in parte di carattere vincolante e obbligatorio: rispondono all'esigenza di operare un adeguamento della legge n. 15 già in vigore, alle direttive comunitarie.
Non più tardi di ieri il Presidente della Giunta mi ha trasmesso una nuova lettera del Ministro degli Esteri che ci chiede questo adeguamento che incide sul processo di inflazione.
C'è in ballo questa grossa questione che, in ogni caso, può provocare il rinvio della legge. I primi adeguamenti quindi sono quelli di agire nel senso di adeguare il tasso di interesse a quello previsto dalla legge delle direttive e di introdurre anche per la legge n. 51 un tetto agli investimenti; ma, a mio avviso e qui concordo pienamente con il collega Gastaldi questo rappresenta anche un atto di equità e un anello di congiunzione, riprendo la sua frase, fra la legislazione attuale, leggi n.
51 e n. 45, ciò che ci sarà domani e la legge n. 15 di applicazione delle direttive.
Nell'intervento che ho svolto a nome della Regione Piemonte a Bologna ho dichiarato che il limite dei 40 milioni per unità attiva può essere negativo ai fini di una politica selettiva e di una politica tendente a risolvere in termini brevi determinati problemi. Nella situazione nostra di fronte alla legge n. 51 che è la figlia più o meno diretta del piano verde n. 1 e 2 e dove nonostante le integrazioni, i miglioramenti, gli interventi apportati sul piano di una maggiore selettività, la selezione rimane sempre assai difficile. A maggior ragione allora di fronte ad una legge così impostata, noi riteniamo utile applicare questo testo e soprattutto introdurre quell'altra scelta di cui all'art. 4 con la quale intenderemmo dare la priorità alle strutture produttive.
Quando parliamo di dare questa priorità, non dimentichiamo che la casa è un servizio e non dimentichiamo affatto il valore dell'abitazione l'esigenza del miglioramento delle abitazioni, ma riteniamo che di fronte ad una massa enorme di domande, nelle quali si equilibrano o quanto meno rappresentano il 40/45% per investimenti in case e abitazioni; contro il 60% o poco meno per strutture produttive, stalle, gli impianti irrigui, se vogliamo realizzare quell'anello di congiunzione, non solo con la legge n.
15 che potrebbe essere un fatto formale ma con le nostre scelte che sono: zootecnia, viticoltura, ortofrutticoltura, coltivazioni pregiate forestazione, assistenza tecnica, programma di ammodernamento aziendale. Si tratta di compiere una scelta necessaria, tale scelta è tanto più necessaria di fronte al complesso delle domande dove abbondano per esempio investimenti per 200/300 milioni e molti ammontano a 600/700 milioni, molte domande per costruzioni di fabbricati rurali ammontano a 100/120 milioni.
Allora non si tratta solo della casa del contadino della collina o della montagna, non è il recupero che invece deve essere perseguito attraverso questa legge e soprattutto attraverso la nuova legge che dovremo cercare di definire tutti assieme, che sostituisca la legge n. 51 e, se volete, anche la legge n. 45, che sia non soltanto coerente e finalizzata alla realizzazione del Piano, ma che sia coerente e soprattutto fatta per recepire gli interventi di carattere nazionale previsti dal "quadrifoglio" e quelli previsti dalla legislazione che il Parlamento in modo abbastanza alacre sta predisponendo.
Concordo quindi sul fatto che non si debbano fare differenze per quanto riguarda il recupero dei fabbricati rurali esistenti, il loro ammodernamento, la costruzione dei servizi e che questo scopo debba essere meglio e più efficacemente perseguito nella nuova legge che andremo a presentare dopo l'approvazione del bilancio.



MENOZZI Stanislao

Ti sei richiamato al Piano di sviluppo. Per il problema edilizio del nostro Paese, pur con tutte le altre scelte, puoi dirmi che è collocato in posizione secondaria?



FERRARIS Bruno, Assessore all'agricoltura foreste

Il problema dell'edilizia rurale nel nostro Paese è indubbiamente un problema di grande rilievo, tanto è vero che nel "quadrifoglio" inizialmente non c'era, a metà strada venne inserito ma come ho già illustrato più di una volta in Commissione e in Consiglio, quando questa legge dello Stato, che traduce la massa maggiore dei finanziamenti per l'agricoltura, è arrivata di fronte al Parlamento, lo stesso relatore della legge, l'on. Campagnoli del Gruppo, della D.C. e Assessore all'agricoltura della Lombardia, ha proposto ai colleghi dei Parlamento di cessare questo intervento su suggerimento della Commissione lavori pubblici, con l'impegno di inserire questo intervento nel piano decennale per l'edilizia.



LOMBARDI Emilio

Mi dispiace contraddire l'Assessore. La richiesta in Commissione venne da una precisa parte. Lo documenteremo.



FERRARIS Bruno, Assessore all'agricoltura e foreste

Vi leggo la relazione dell'on. Campagnoli che dice esattamente quello che ho detto io: "l'art. 19, di cui chiediamo la soppressione, dispone alcune provvidenze a favore dell'edilizia rurale; in accoglimento di una proposta della Commissione lavori pubblici, intendiamo invece proporre di inserire questi interventi nel piano decennale per l'edilizia. Devo comunicare a questo riguardo che il Ministro del Tesoro ha acconsentito che i mutui decennali per il miglioramento fondiario rientrano nel previsto stanziamento di 30 miliardi".
Questo non è un documento della Giunta, è il documento definitivo che ha preceduto la votazione della legge quadrifoglio. Comunque non ho che letto un testo che mi è pervenuto, con questo non voglio dire che voi siete contrari all'abitazione, voglio dite che è necessario un intervento anche per la casa che però sia inserito in un quadro diverso. In ogni caso il problema è che gli interventi devono essere finalizzati: chi gestisce una legge, deve sapere che ha un tanto per le strutture produttive ed un tanto per dare contributi ed incentivi per costruire case o un tanto per il recupero delle abitazioni rurali esistenti. Non c'è contrasto fra quanto ha detto il Consigliere Rossotto e quanto dice il Consigliere Menozzi.
Rossotto ha detto che con la vecchia legge si investiva tenendo conto della consistenza finanziaria e non della professionalità e del lavoro. La modifica che propone la Giunta vuole finalizzare gli investimenti, che sono inadeguati se confrontati con le richieste, ma che sono consistenti rispetto alle risorse che abbiamo. I parametri dovranno essere sulla domanda e sugli obiettivi che la Regione si è posta e, in quel quadro si commisureranno le priorità. Si valuterà se esiste davvero l'impegno per una nuova politica agraria o se invece questo impegno sarà soltanto nelle parole. Riteniamo tuttavia che non si possa dire che l'impegno della Giunta sia fatto soltanto di parole. Ritengo che non si possa presentare ora una serie di emendamenti finanziari che aumenterebbero la portata di questa legge, che è già di circa 42 miliardi, di altri 15 miliardi. Credo che siano la traduzione del fabbisogno che dovrebbe essere soddisfatto: non potremo accettarli con una votazione, potremmo invece dare qualche risposta.
Con il prossimo esercizio, considerando le risorse del bilancio, le leggi finalizzate dello Stato, le direttive, a mio avviso quelle domande selezionate (strutture produttive e zootecniche da una parte, opere irrigue dall'altra), in forza della legislazione regionale che andremo a darci, di quella esistente, di quella nazionale già vigente e di quella quasi approvata all'unanimità dal Parlamento, potranno avere abbastanza celermente un esito positivo.
Credo di potere concludere assumendo l' impegno a presentare quanto prima a nome della Giunta un provvedimento di legge organico ed innovatore attorno al quale aprire il dibattito in Commissione e in Consiglio con le forze sociali direttamente e indirettamente interessate per dare alla Regione Piemonte uno strumento legislativo adeguato a realizzare la politica che si è proposta con il proprio Piano regionale di sviluppo.


Argomento: Opere pubbliche - Opere pubbliche - Edilizia: argomenti non sopra specificati

Sull'apposizione del visto del Commissario del Governo alla legge regionale 28/10/1977: "Tutela ed uso del suolo"


PRESIDENTE

Prima di passare alle operazioni di voti dei 21 articoli con emendamenti della legge, desidero dare la comunicazione del visto apposto alla legge per la tutela ed uso del suolo con le seguenti motivazioni ed osservazioni.
"Nel restituire munita del visto, si comunica che il Governo non si oppone all'ulteriore corso della legge regionale concernente: 'Tutela ed uso del suolo pubblico' facendo presente: 'Tuttavia, at fine ulteriore intervento legislativo, si sottopone at esame organi regionali quanto segue: a) attività relative tutela patrimonio storico-artistico cui art. 5 lett. B, art. 11 lett. C, art. 12 n. 7 et art. 24, potranno essere esercitate da Regione soltanto dopo che relative funzioni regionali siano state stabilite con legge statale entro anno 1979 at sensi art. 48 D.P.R.
24.7.1977 n. 616 b) disposizione contenuta in sesto comma art. 16 che prevede consorzio obbligatorio tra Comuni et redazione piano intercomunale appare superare competenza regionale anche at stregua sentenza Corte Costituzionale n. 130 del 1976 c) previsione ricorso gerarchico improprio at Presidente Giunta cui art. 60 non risulta conforme at principio definitività atti organi locali espresso da art. 343 T.U.L.C.P. come modificato da art. 18 legge n. 530 del 1947 et prescinde da principio legislazione statale circa possesso requisito interesse personale et diretto per proposizione ricorsi amministrativi d) art. 68 estende fattispecie annullamento concessioni et autorizzazioni comunali oltre ipotesi nel cui ambito possono procedere organi regionali at sensi art. 7 legge 865 del 1971 in relazione art. 7 legge 765 del 1967 mentre annullamento ex art. 6 del già citato testo unico di cui art. 7 legge 765 est applicazione - est esercitabile da organi regionali nei limiti in cui sia deferito da legislazione statale e) art. 69 richiede norme integrative che indichino criteri per concreta determinazione importo sanzioni dato notevole divario tra minimi et massimi importo stesso.
Sembra poi opportuno sia precisato che disposizioni art. 16 comma 3 debent intendersi nel senso che fino ad approvazione piani territoriali comprensoriali et programmi zonali gestione servizi attività pianificatoria Comunità montane resta subordinata at previsione art. 5 legge 3.12.1971 n.
1102; inoltre, benché procedimento formazione strumenti urbanistici risultano ampiamente regolati da normativa in esame, rendesi necessaria proposizione limite durata massima misure salvaguardia cui art. 8 et 58 infine circa ultimo comma art. 34 raccomandasi, per quanto consentito rispetto proporzione tra edilizia pubblica e privata di cui art. 2 legge n.
10 del 1977 nei riguardi di singoli Comuni interessati da programmi intercomunali".
Non vorrei aprire una discussione su questo argomento perché ormai siamo in sede di votazione del disegno di legge n. 245. Ho voluto dare ora questa comunicazione perché non avrei potuto darla in chiusura di seduta.



PICCO Giovanni

Penso non si debba aprire una discussione, ma almeno una precisazione: credo sia legittimo che i Gruppi la richiedano.



PRESIDENTE

Certamente, ma non vorrei aprire subito la discussione.



PICCO Giovanni

Vorrei farla adesso perché questo concerne il discorso della pubblicazione e quindi vorrei che la risposta fosse data immediatamente.



PRESIDENTE

Sono d'accordo di discuterne questa sera, ma dopo la votazione della legge.


Argomento: Bilanci consuntivi (generale e del Consiglio Regionale) - Variazioni di bilancio

Prosecuzione esame disegno di legge n. 245: "Rifinanziamento delle leggi regionali 8.9.1975 n. 51 e 4.6.1975 n. 45 con modificazioni ed integrazioni"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dagli, articoli della legge sull'agricoltura.
"Art. 1 - Finalità. Con la presente legge la Regione Piemonte dispone il rifinanziamento per l'anno 1977 con modificazioni ed integrazioni della legge regionale 4 giugno 1975 n. 45 e successive modificazioni ed integrazioni e della legge regionale 8.9.1975 n. 51 e successive modificazioni ed integrazioni".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 42 hanno risposto SI n. 42 Consiglieri.
L'art. 1 è approvato.
"Art. 2 - Tassi di interesse. Per le operazioni creditizie di cui all'articolo 5 lettera a) della legge 8.9.1975 n. 51 e successive modificazioni ed integrazioni il tasso agevolato a carico dei beneficiari è calcolato secondo i criteri stabiliti dall'art. 18 della legge 153/75".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 47 hanno risposto SI n. 45 Consiglieri si sono astenuti n. 2 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
"Art. 3 - Spesa massima ammissibile. Per gli interventi di cui all'art. 5 lett. a) della legge regionale 51/75 l'importo massimo ammissibile a mutuo non può superare quello stabilito, in rapporto alle unità lavorative dall'art. 18 della legge 153/75 e successive modificazioni".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 46 hanno risposto SI n. 44 Consiglieri si sono astenuti n. 2 Consiglieri L'art. 3 è approvato.
"Art. 4 -. Criteri generali. In aggiunta dei criteri stabiliti dall'art. 2 della legge regionale 8.9.1975 n. 51 e successive modificazioni ed integrazioni valgono i seguenti: sono prioritarie le opere realizzate nelle zone delimitate ai sensi dell'art. 3 della legge regionale 4.6.1975, n. 43 deve essere comunque garantita la priorità alle strutture produttive: è possibile derogare nel caso in cui le case di abitazione rientrino nell'ipotesi prevista dall'articolo 5 della legge regionale 6.9.1977 n.
47." La Giunta regionale ha presentato due emendamenti. Il primo propone di sopprimere il testo della seconda lineetta e di sostituirlo con il testo seguente: "Il 70% del limite d'impegno di cui all'art. 18 della presente legge è riservato alle strutture produttive".
La parola all'Assessore Ferraris.



FERRARIS Bruno, Assessore all'agricoltura e foreste

Dall'illustrazione deriva la risposta negativa agli altri emendamenti.
Con questo emendamento abbiamo ritenuto di poter garantire una parte dei finanziamenti per le case di abitazione; in un primo tempo non si escludevano le case di abitazione, ma c'era la precedenza e veniva fatta una specifica riserva per le case da costruirsi in seguito a calamità atmosferiche.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Menozzi.



MENOZZI Stanislao

Vorrei chiedere all'Assessore se si conosce con precisione l'incidenza delle case nei confronti dei lavori di miglioramento fondiario, perché non vorrei che l'emendamento fosse peggiorativo. Ho il timore che l'incidenza della casa rappresenti più del 80%, riservato con questo emendamento.
Facciamo attenzione che i discorsi sulle indennità di insediamento e di permanenza e le stesse indennità compensative, che hanno proprio lo scopo di far fermare e tornare i contadini nelle zone più disagiate, non abbiano a rimanere senza risposta. Come si può far fermare l'uomo nelle zone svantaggiate se non ha la casa? Questi sono interventi che favoriranno la fuga anziché l'insediamento e la permanenza nelle campagne.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Franzi.



FRANZI Piero

Desidererei sapere se il 70% degli impegni viene destinato soltanto alle strutture produttive nel senso indicato dall'Assessore oppure se sono considerate strutture produttive anche le case, qualora vengano realizzate congiuntamente con la stalla. Quando si costruisce il complesso dei beni aziendali si dovrebbe comprendere anche l'abitazione: vorrei inoltre sapere se il restante 30% deve essere destinato solo e unicamente alle case singole.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiabrando.



CHIABRANDO Mauro

A questo punto vengono in ballo altri emendamenti che sono collegati con questo. Chiedo alla Giunta se con questo viene respinto a priori il nostro emendamento che tende ad accettare il principio degli articoli 2,. 3 e 4 di adeguamento e dare decorrenza dopo una certa data. Con il nostro emendamento si tende a salvaguardare le vecchie domande per le quali ci sono già le licenze edilizie ed i contratti di appalto. Se non si terrà conto di queste situazioni andremo a creare dei grossi guai ai contadini.
Se l'emendamento della Giunta significa non accoglimento dei successivi articoli, noi dichiariamo che non siamo d'accordo.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Per, raris.



FERRARIS Bruno, Assessore all'agricoltura e foreste

Con questo emendamento si intende respingere gli altri. E' convinzione comune che ogni legge destina la risorse e determina le regole come utilizzare quelle risorse, quindi le risorse che destiniamo con questa legge vengono poi gestite secondo i criteri previsti da questa legge, non ci può essere un'altra data. Non so quanti anni e quali risorse ci vorranno ancora per soddisfare quelle domande.
Per quanto riguarda la richiesta di chiarimenti devo precisare che lo stanziamento del 70% si riferisce alle strutture produttive, stalla magazzini, frigoriferi, impianti irrigui, mentre gli stanziamenti per la casa rientrano nel 30% previsto. Gli uffici hanno già elaborato i calcoli.
Quella di oggi è una prima misura che va in una direzione giusta e che non toglie, come qualcuno vorrebbe fare apparire, il bene-casa, il quale continua ad essere finanziato nella misura del 30% dello stanziamento contro una domanda che è del 40%.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Besate.



BESATE Piero

Il nostro Gruppo è d'accordo con l'emendamento proposto dalla Giunta la quale fa uno sforzo perché va al di là di ogni possibile ammissione anche per le case nuove. Abbiamo dichiarato, e lo confermiamo, che in primo luogo si devono finanziare le opere per riuso, recupero conservativo consolidamento, dotazione dei servizi igienici, piccoli ampliamenti ammodernamenti, i quali sono perfettamente previsti nel finanziamento generale. Per le nuove case si va molto al di là. I centri aziendali di nuovo impianto sono previsti; non dobbiamo dimenticare che esiste la legge 15, che ci sono i fondi non utilizzati, sempre che rientrino nell'ambito dei piani aziendali e interaziendali.
L'emendamento proposto dalla Giunta è molto comprensivo: più che una scelta propriamente detta tende ad attenuare gli inasprimenti che si sono avuti nella discussione.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento per alzata di mano.
L'emendamento è accolto con 30 voti favorevoli, 17 contrari e un'astensione.
I Consiglieri Chiabrando, Lombardi, Menozzi ed altri presentano un emendamento. Il terzo comma dell'art. 12 della legge regionale è così sostituito: "Agli imprenditori singoli, il contributo può essere concesso su un importo massimo di lire 13 milioni".
La parola al Consigliere Chiabrando.



CHIABRANDO Mauro

Faccio presente che questo è un articolo nuovo che viene proposto. C' poi un emendamento aggiuntivo all'art. 4 bis che recita: "il terzo comma dell'art. 12 della legge regionale...". Il Gruppo della Democrazia Cristiana propone che siano articoli diversi.



PRESIDENTE

La Giunta ha presentato un emendamento: "In aggiunta a quanto stabilito all'art. 3 della legge regionale 8.9.1975 n. 51 e successive modificazioni ed integrazioni valgono le seguenti norme: sui contributi in conto capitale previsti all'art. 5 lett. b) per opere al servizio di aziende agricole singole, all'art. 8, all'art. 14 lett. a) ed all'art. 15 e successive modificazioni ed integrazioni l'Amministrazione regionale può erogare acconti fino al 75% dell'importo del contributo concesso. I lavori già eseguiti e le opere già realizzate debbono comunque superare almeno il 25% dell'acconto richiesto. Gli uffici dovranno attenersi ai criteri, modalità e procedure impartite dalla Giunta regionale".
Chiede la parola il Consigliere Chiabrando. Ne ha facoltà.



CHIABRANDO Mauro

Accogliamo positivamente questo emendamento. L'Assessore dice che gli uffici dovranno attenersi a criteri e modalità. Il nostro Gruppo si raccomanda che in questi criteri e modalità possibilmente non venga richiesta la contabilità analitica dei lavori fatti, perché questo vuol dire fare due volte il lavoro mentre è sufficiente una dichiarazione del direttore dei lavori.



FERRARIS Bruno, Assessore all'agricoltura e foreste

D'accordo..



PRESIDENTE

Chi è favorevole all'emendamento della Giunta regionale alzi la mano.
E' approvato con 47 voti favorevoli e 1 contrario.
La parola al Consigliere Lombardi.



LOMBARDI Emilio

Ci dispiace che la Giunta non abbia accolto la nostra proposta. Non disconosciamo le ragioni che hanno portato a fare questa scelta, però ci sembra che essa non tenga conto di alcune questioni di carattere generale che invece in questo momento noi dovremmo valutare. E' stata approvata dalla Camera dei deputati la legge quadrifoglio che adesso è diventata eptafoglio, grazie alla quale verranno assegnati alla Regione dei fondi dallo Stato e quindi ci sarà un notevole rafforzamento dei finanziamenti per la zootecnia, la meccanizzazione, l'irrigazione. Il discorso del Consigliere Besate sulla legge n. 15, sulle direttive comunitarie è contraddittorio con la decisione presa dalla maggioranza, perché mentre è facile passare sulla legge n. 15, le domande giacenti per i miglioramenti fondiari, stalle, opere irrigue e qualsiasi altra iniziativa di carattere produttivo, è impossibile passare sulla stessa le richieste per il finanziamento delle abitazioni. Molto spesso sono richieste per riadattamenti dell'importo di 20/25/30 milioni. Si deve tener presente che la famiglia coltivatrice non è composta come la normale famiglia della città; molto spesso le nostre aziende agricole sono composte da più fratelli che abitano nella stessa casa e pertanto le richieste di finanziamento sono più alte della spesa normale per un alloggio in città.
Invece di parlare delle punte massime di 100/120 milioni avremmo preferito che si fosse parlato della spesa media prevista per abitazioni rurali.
Appunto per le domande di carattere produttivo c'é la possibilità di attingere finanziamenti che vengono dal livello centrale o di trasferirle.
Sulla legge 15 questa possibilità invece non esiste per le domande di finanziamento per abitazioni, per i riadattamenti, per i piccoli interventi di carattere essenziale. Non comprendiamo perché la Giunta voglia togliere questa possibilità per problemi che-esistono nelle zone più povere del Piemonte.
Al collega Rossotto vorrei dire che è molto facile, per il coltivatore del Vercellese e della pianura cuneese dove, per nostra fortuna, c'è un'agricoltura florida, ottenere i finanziamenti mentre le aziende vitivinicole dell'Alta Langa, le aziende vitivinicole con un'estensione di 3 o 4 ettari, non potranno ottenere i finanziamenti.



FERRARIS Bruno, Assessore all'agricoltura e foreste

I miglioramenti e i riattamenti a fondo perduto sono coperti.
Se vi è l'accordo le case singole sui 30/50 milioni sarebbero largamente coperte, entro il 30%.



PRESIDENTE

Passiamo alla votazione dell'art. 4.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico della votazione: presenti e votanti n. 50 hanno risposto SI n. 30 Consiglieri hanno risposto NO n. 17 Consiglieri si sono astenuti n. 3 Consiglieri L'art. 3 è approvato.
I Consiglieri Chiabrando, Lombardi, Menozzi ed altri presentano un art.
4 bis, aggiuntivo: il terzo comma dell'articolo 12 della legge regionale 8.9.1975 è così sostituito "Agli imprenditori singoli il contributo pu esigere concesso su un importo massimo di L. 13 milioni?" La parola al Consigliere Chiabrando.



CHIABRANDO Mauro

Questa è stata una richiesta unanime da parte di tutte le organizzazioni agricole. L'Assessore si era impegnato di prevedere il contributo con una prossima legge.
Noi l'abbiamo invece proposto adesso.



PRESIDENTE

La Giunta desidera aggiungere altro?



FERRARIS Bruno, Assessore all'agricoltura e foreste

Siamo perfettamente d'accordo di prendere in considerazione questa proposta nel prossimo futuro; in questo momento non sarebbe possibile.



CHIABRANDO Mauro

Prendiamo atto della comunicazione. Le domande del '77 sono esaurite per cui ritiriamo l'emendamento.



PRESIDENTE

Art. 4 ter presentato dai Consiglieri Chiabrando, Lombardi, Menozzi ed altri: Il punto 1) della lettera b) dell'articolo 5 della legge 8.9.1975 n.
51 è così sostituito: "1) per opere al servizio di aziende agricole: 50 in montagna 45 in collina e collina depressa 40 in pianura entro il limite di spesa fissato dalla Giunta regionale".
La parola al Consigliere Chiabrando.



CHIABRANDO Mauro

Questo articolo praticamente ripete quanto è stabilito nella legge 51 con l'omissione del testo massimo di spesa che c'era in quella legge.
Questo articolo ha lo scopo di agevolare il passaggio di domande dal conto interesse al conto capitale. Vorrei però proporre l'aggiunta seguente: "Con un massimale di spesa che è stabilito dalla Giunta regionale". La Giunta ha possibilità di valutare, volta per volta, se ammettere o meno dei massimali superiori.



FERRARIS Bruno, Assessore all'agricoltura e foreste

Detto così la Giunta non può accettarlo perché fa saltare il piano di finanziamento di queste pratiche. Dobbiamo tutti insieme perseguire il trasferimento di queste pratiche alla legge 15 e con questa legge invece dobbiamo risolvere i piccoli problemi. Inviterei il collega Chiabrando di ritirare questo emendamento.



CHIABRANDO Mauro

E' una possibilità che diamo alla Giunta di utilizzare o meno questo strumento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossi.



ROSSI Luciano

Il fatto di dare un potere così discrezionale alla Giunta non lo capisco.



CHIABRANDO Mauro

Faccio notare che l'articolo della legge n. 51 dice la stessa cosa: "... il limite di spesa di ogni opera collettiva sarà determinato dalla Giunta regionale". Questo principio verrebbe esteso alle opere singole.



PRESIDENTE

Chi è favorevole a tale emendamento alzi la mano.
E' approvato con 47 voti favorevoli e 2 astenuti.
Procediamo alla votazione per appello nominale di quest'articolo, che diverrà l'art. 5.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 49 hanno risposto SI n. 47 Consiglieri si sono astenuti n. 2 Consiglieri L'art. 4 ter è approvato.
Art. 4 quater, sempre presentato dai Consiglieri Chiabrando, Menozzi Lombardi ed altri: "Le domande di contributo presentate ai sensi dell'art.
5 lettera a) della legge regionale 8.9.1975 n. 51 possono essere trasferite sulla lettera b) dell'articolo stesso e viceversa, ferma restando, ai fini della priorità, la data di presentazione iniziale".
La parola al Consigliere Chiabrando.



CHIABRANDO Mauro

Questo è un articolo che potrebbe anche essere ritirato qualora l'Assessore dichiari che la Giunta con propria deliberazione provvede a queste cose.



PRESIDENTE

La Giunta accoglie il passaggio delle domande che, tra l'altro, è già una prassi adottata.
L'art. 4 quater è pertanto ritirato.
"Art. 5 - Prestiti per l'acquisto bestiame da ingrasso. Sono esclusi dalle agevolazioni previste dall'art. 4 lett. a) della legge regionale 8.9.1975, n. 51 gli acquisti di vitelli da destinare all'ingrasso.
Si può derogare solo nel caso che l'acquisto di vitelli sia destinato alla prima dotazione di bestiame di stalle sociali realizzate con il concorso pubblico".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 44 hanno risposto SI n. 31 Consiglieri si sono astenuti n. 13 Consiglieri L'art. 5 è approvato.
"Art. 6 - Rimboschimenti. L'art. 15 della legge regionale 8.9.1975, n. 51 è sostituito dal seguente: 'Allo scopo di valorizzare la funzione economica ed igienica del bosco e delle foreste, per recuperare zone abbandonate o irrazionalmente coltivate e per attuare urgenti interventi di bonifica, sistemazione e miglioramento di zone interessate da degradazione del bosco, del cotico erboso e delle aree verdi nelle zone urbane, l'Amministrazione regionale è autorizzata a predisporre i seguenti interventi 1) l'acquisizione dei terreni atti all'accorpamento ed all'organico accrescimento dei complessi boschivi e pascoli esistenti, alla costituzione di aziende pilota dimostrative e aziende produttive a prevalente indirizzo silvo-pastorale e atti alla costituzione e all'ampliamento di vivai forestali; l'Amministrazione regionale può inoltre assicurarsi la disponibilità dei terreni sopra indicati mediante affitto a lungo termine.
2) lo sviluppo della forestazione con la concessione ai Comuni, ad Enti, ad altri proprietari e ad affittuari a lungo termine di terreni, di contributi in conto capitale per il rimboschimento con specie forestali tradizionali ed a rapida crescita e per la ricostituzione ed il miglioramento dei boschi 3) la formazione e l'incremento di aree verdi in zone urbane mediante il collocamento a dimora di alberi idonei. Possono beneficiare del contributo i Comuni e gli Enti che intendono eseguire piantagioni con alberi di alto fusto 4) l'esecuzione in economia (amministrazione diretta o cottimo fiduciario) di interventi di rimboschimento, miglioramento di boschi deteriorati, manutenzione dei soprassuoli forestali e di opere accessorie su terreni di proprietà della Regione, di Enti e di privati.
Il contributo di cui ai punti 2 e 3 può essere concesso fino alla misura del 90% nelle zone montane ed in quelle vincolate ai sensi del R.D.
30/12/1923, n. 3267 e del 60% nelle altre zone. In queste ultime i contributi per l'impianto di pioppeti sono limitati alle zone golenali e nei terreni comunque non idonei alle colture agrarie più redditizie.
Non è prevista alcuna concessione di contributo per il reimpianto di pioppeti." Chiede la parola il Consigliere Marchini. Ne ha facoltà.



MARCHINI Sergio

I parchi sono abbastanza interessanti, ma che l'Assessorato all'agricoltura si preoccupi anche di mettere gli alberi al Valentino o nei giardini di paese, mi pare che vada oltre le sue funzioni. Questo pu competere agli Assessorati ai parchi o agli Assessorati LL.PP. dei Comuni.
Altra cosa sarebbe se li mettesse a disposizione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferraris.



FERRARIS Bruno, Assessore all'agricoltura e foreste

Le strutture e gli strumenti che svolgono questa operazione sono al servizio della Forestazione presso l'Assessorato all'agricoltura.
Evidentemente le segnalazioni passeranno all'Assessore dei parchi.
Credo che i Comuni siano d'accordo di avere un contributo. Le piante a disposizione vengono date gratuitamente a coloro che mettono a dimora e questo avviene attraverso l'Assessorato di cui personalmente sono per il momento responsabile.



MARCHINI Sergio

Ringrazio l'Assessore dei chiarimenti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiabrando.



CHIABRANDO Mauro

Per dichiarazione di voto. Votiamo a favore, sottolineando quanto ha detto Marchini. Le organizzazioni agricole sono stupite di vedere i giardini ed i parchi assieme con l'agricoltura, sarebbe come unire il sacro con il profano.



PRESIDENTE

Vi sono altre dichiarazioni di voto? Non ve ne sono.
Si passi alla votazione dell'art. 6.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 42 hanno risposto SI n. 35 Consiglieri si sono astenuti n. 7 Consiglieri L'art. 6 è approvato.
"Art. 7 - Attualizzazione concorso regionale sui prestiti di esercizio. Il contributo in conto interessi sui prestiti quinquennali di cui agli artt. 4 lettera a) e 7 lettera a) della legge regionale 8.9.1975 n. 51 e successive modificazioni ed integrazioni e di cui all'art. 5 lettera i) della legge regionale 30.8.1976 n. 48 viene corrisposto dalla Regione agli Istituti bancari in unica soluzione, scontando all'attualità le rate costanti posticipate di concorso regionale.
L'attualizzazione delle suddette rate va calcolata con riferimento al tasso globale al quale è stata perfezionata l'operazione di credito ed in base ad apposita convenzione da stipularsi tra la Regione e gli Istituti ed Enti esercenti il credito agrario".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 39 hanno risposto SI n. 37 Consiglieri si sono astenuti n. 2 Consiglieri L'art. 7 è approvato.
"Art. 8 Prestiti per l'invecchiamento dei vini. Alle cooperative agricole e loro consorzi, che gestiscono propri impianti per la conservazione trasformazione e vendita dei prodotti agricoli, può essere concesso un concorso negli interessi sui prestiti di esercizio contratti con gli Istituti ed Enti esercenti il credito agrario, per l'invecchiamento dei vini.
La durata del prestito sarà commisurata al periodo di invecchiamento previsto dai singoli disciplinari dei vini D.O.C.
Il concorso regionale è ragguagliato al 7° annuo dell'importo delle operazioni. Il relativo importo sarà versato direttamente dalla Regione in un'unica soluzione all'Istituto od Ente mutuante, che provvederà ad apportare le conseguenti riduzioni agli oneri di interessi gravanti su ciascuna operazione.
Ai prestiti, che sono privilegiati sul prodotto conservato, si applicano le norme vigenti in materia di credito agrario di cui alla legge 5/7/1928, n. 1760 e successive modificazioni ed integrazioni nonché le garanzie previste dall'art. 56 della legge 27/10/1966, n. 910".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 43 hanno risposto SI n. 40 Consiglieri si sono astenuti n. 3 Consiglieri L'art. 8 è approvato.
"Art. 9 - Contributi di avviamento. Sui contributi di avviamento previsti dall'art. 4 lett. e) della legge regionale 4/6/1975, n. 45 possono essere concessi anticipi fino al 50% anche per gli anni successivi al primo".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 43 hanno risposto SI n. 40 Consiglieri si sono astenuti n. 3 Consiglieri L'art. 9 è approvato.
"Art. 10 - Cooperative ex art. 8 legge 1.6.1977 n. 285. In attuazione dell'art. 8, 1° comma della legge 1.6.77 n. 285 in favore delle cooperative costituite ai sensi e per i fini previsti dall'articolo stesso, ed il cui progetto di sviluppo redatto ai termini del successivo art. 19 sia stato approvato dalla Giunta regionale, sono stabilite le seguenti provvidenze: l'estensione dei benefici previsti dalla vigente normativa regionale in favore delle cooperative agricole, per tutte le attività comprese nel progetto di sviluppo un contributo di avviamento per la messa a coltura di terre incolte da determinarsi sino a: L. 150.000 ad ettaro, per pascoli L. 300.000 ad ettaro, per seminativi e prati L. 900.000 ad ettaro, per colture di pregio Il contributo di avviamento sarà erogato per 1/3 all'atto della concessione, per 1/3 alla realizzazione di metà dei lavori progettati e per la parte residua dopo la sistemazione e messa a coltura dei terreni.
La Giunta regionale ha competenza per l'esame e l'approvazione dei progetti di sviluppo, sentito il Comprensorio ed eventualmente la Comunità montana competenti per territorio. Si prescinde da tali pareri quando essi non siano espressi entro il termine di 30 giorni dall'invio degli atti.
Alla concessione e liquidazione dei benefici previsti dal presente articolo provvede la Giunta regionale anche in deroga a quanto previsto dagli artt. 2 e 3 della legge regionale 3/76".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 43 hanno risposto SI n. 40 Consiglieri si sono astenuti n. 3 Consiglieri L'art. 10 è approvato.
"Art. 11 - Passività onerose. Alle cooperative fra produttori agricoli che gestiscono propri impianti di produzione, raccolta, conservazione lavorazione, trasformazione e vendita di prodotti agricoli e zootecnici sono concesse "una tantum", agevolazioni creditizie consistenti nel concorso nel pagamento degli interessi di mutui straordinari ventennali parificati al credito agrario di miglioramento, per la trasformazione di passività onerose esistenti al 31.12.1976 ed in essere alla data del 30.7.1977 su un importo non superiore al 70% del loro ammontare, e purch alla totale estinzione delle medesime, concorra, per la restante quota, la cooperativa anche con versamenti diretti dei soci.
Si considerano passività onerose quelle derivate da finanziamenti che non siano assistiti da pubbliche agevolazioni.
Le cooperative, per ottenere le agevolazioni di cui sopra, devono assolvere alle seguenti condizioni: 1) risultare costituite in società cooperative a responsabilità limitata, ovvero trasformate, se costituite in società a responsabilità illimitata, in società cooperative a responsabilità limitata ed essere iscritte nell'apposito registro prefettizio e nello schedario generale della cooperazione 2) avere, ovvero, adottare, uno statuto che comporti l'obbligo per ciascun socio, secondo la disciplina prevista in apposito regolamento, del totale conferimento del proprio prodotto e la previsione di adeguate penalità per le inadempienze 3) avere regolarmente tenuto, nell'ultimo anno, i libri sociali e le scritture contabili prescritte o, quanto meno, provvedere ad una regolarizzazione delle stesse 4) approntare un piano operativo di riassetto, realizzabile in non più di sei anni, assumendo, con deliberazione assembleare, l'impegno di attuarlo e di conformarsi alle richieste di varianti ed alle direttive dell'Amministrazione regionale".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 43 hanno risposto SI n. 40 Consiglieri si sono astenuti n. 3 Consiglieri L'art. 11 è approvato.
"Art. 12 - Soppressioni. Sono soppresse, come appresso indicato, le autorizzazioni di spesa previste dall'art. 22 della legge regionale 2.7.1974, n. 17, dall'art. 11 della legge regionale 11.9.1974, n. 31, dagli artt. 9 e 10 della legge regionale 30.8.1976, n. 47 e dall'art 9, secondo comma della legge regionale 30.8.1976, n. 48 per l'esercizio 1977: capitolo 12700 L. 1.000 milioni capitolo 12910 L. 250 milioni capitolo 12980 L 450 milioni capitolo 13000 L. 100 milioni capitolo 13020 L. 80 milioni capitolo 13040 L. 100 milioni capitolo 13060 L. 30 milioni capitolo 13080 L. 10 milioni capitolo 13160 L. 200 milioni capitolo 13240 L. 10100 milioni L'autorizzazione ad accendere mutui per l'anno finanziario 1977 per un ammontare complessivo di 10.100 milioni di cui all'art. 22 della legge regionale 2 luglio 1974, n. 17 è convertita alle finalità di cui alla legge regionale 8 settembre 1975, n. 51; il capitolo n. 1240 dello stato di previsione dell'entrata per l'anno finanziario 1977 è conseguentemente soppresso e sarà istituito, nello stato di previsione medesimo, apposito capitolo con la denominazione 'Provento dei mutui autorizzati a copertura di spese relative a contributi in capitale per lo sviluppo dell'agricoltura e delle foreste e con la dotazione di 10.100 milioni'.
L'autorizzazione ad accendere mutui per l'anno finanziario 1977 per un ammontare complessivo di 650 milioni di cui all'art. 12 della legge regionale 11 settembre 1974, n. 31, è convertita alle finalità di cui alla legge regionale 8 settembre 1975, n. 51; il capitolo n. 1260 dello stato di previsione dell'entrata per l'anno finanziario 1977 è conseguentemente soppresso e sarà istituito, nello stato di previsione medesimo, apposito capitolo con la denominazione 'Provento dei mutui autorizzati a copertura di spese relative a contributi in capi, tale per lo sviluppo dell'agricoltura e delle foreste e con la dotazione di 650 milioni'.
Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio." Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 43 hanno risposto SI n. 40 Consiglieri si sono astenuti n. 8 Consiglieri L'art. 12 è approvato.
"Art. 13 - Autorizzazione di spesa. Per la concessione dei contributi in capitale di cui all'art. 4 lettere a), b), e), nonché per le attività di cui all'art. 4 lettera f) della legge regionale 4.6.1975, n. 45 è autorizzata, per l'anno finanziario 1977, la spesa di L. 8.000 milioni.
Per la concessione dei contributi sugli interessi di cui all'art. 4 lettera a) della legge regionale 4.6.1975, n. 45 è autorizzato il limite di impegno di L. 490 milioni per l'anno finanziario 1977.
Per la concessione dei contributi di cui all'art. 4 lettera c) della legge regionale 4.6.1975, n. 45 è autorizzata, per l'anno finanziario 1977 la spesa di L. 1.182 milioni.
Per la concessione dei contributi sugli interessi di cui all'articolo 9 della presente legge, è autorizzata, per l'anno finanziario 1977, la spesa di L. 500 milioni.
Alla spesa di complessive L. 9.682 milioni, di cui al primo, terzo e quarto comma del presente articolo, si provvede mediante l'utilizzazione di una quota di pari ammontare della somma assegnata alla Regione ai sensi dell'art. 1 della legge 1.7.1977 n. 403 e mediante l'istituzione nello stato di previsione della spesa per l'anno medesimo in appositi capitoli con la denominazione e lo stanziamento seguenti: Interventi regionali per la cooperazione e l'associazionismo in agricoltura. Contributi per strutture associative, spese di gestione contributi di avviamento, e per azioni promozionali e con lo stanziamento di 8.000 milioni.
Interventi regionali per la cooperazione e l'associazionismo in agricoltura. Contributi negli interessi sui prestiti per le anticipazioni ai conferenti e con lo stanziamento di 1.182 milioni.
Interventi regionali per la cooperazione e l'associazionismo in agricoltura. Contributi negli interessi sui prestiti contratti con gli Istituti ed Enti esercenti il credito agrario per l'invecchiamento dei vini e con lo stanziamento di 500 milioni.
All'onere di 490 milioni per il limite di impegno di cui al precedente secondo comma, si provvede: quanto a L. 70 milioni mediante l'utilizzazione di una disponibilità di pari ammontare derivante dalla soppressione delle autorizzazioni di spesa disposta ai sensi del precedente articolo 12 e riferita ai capitoli n. 13020, 13060 e 13080 quanto a L. 420 milioni mediante l'utilizzazione di una quota di pari ammontare della somma assegnata alla Regione ai sensi dell'art. 2 della legge 1.7.1977, n. 403.
Nello stato di previsione della spesa sarà conseguentemente istituito apposito capitolo con la denominazione Interventi regionali per la cooperazione e l'associazionismo in agricoltura. Contributi negli interessi per mutui ventennali per strutture e con lo stanziamento di 490 milioni.
Il limite di impegno di lire 490 milioni, autorizzato per l'anno finanziario 1977, per contributi sugli interessi per mutui ventennali per strutture di cui al secondo comma del presente articolo, potrà essere utilizzato anche per la concessione di contributi sugli interessi per mutui straordinari ventennali, di cui al precedente articolo 12.
Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 48 hanno risposto SI n. 40 Consiglieri si sono astenuti n. 8 Consiglieri L'art. 13 è approvato.
"Art. 14 -Credito di conduzione. Per la concessione di contributi in conto interessi per favorire l'acceso al credito agrario di conduzione ai sensi delle leggi regionali 12 marzo 1974 n. 7 e 8 agosto 1075 n. 51 per l'anno finanziario 1977, è autorizzata la spesa di L. 3.500 milioni.
All'onere di cui al precedente comma provvede mediante l'utilizzazione di una somma di pari importo proveniente dalla quota assegnata alla Regione ai sensi della legge 1.7.1977 n. 403 e mediante l'istituzione di apposita capitolo con la denominazione 'Contributi negli interessi per favorire l'accesso al credito agrario di conduzione' e con lo stanziamento di 3.500 milioni.
Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione:.
presenti e votanti n. 43 hanno risposto SI n. 40 Consiglieri si sono astenuti n. 3 Consiglieri L'art. 14 è approvato.
"Art. 15 Contributi in capitale, sovvenzioni e spese previste dalla legge regionale 8.9.1975 n. 51 e successive modificazioni ed integrazioni. Per l'anno finanziario 1977, sono autorizzate le seguenti spese: L. 4.000 milioni per i contributi di cui all'art. 4, lettere b, d, e f, g, h, i, l, della legge regionale 8.8.1975 n. 51 e successive modificazioni ed integrazioni L. 8.000 milioni per i contributi di cui all'art. 5 lettere b) e c) della legge regionale 8.9.1975 n. 51 e successive modificazioni ed integrazioni L. 1.000 milioni per i contributi di cui all'art. 7 lettera b) della legge regionale 8.9.1975 n. 51 e successive modificazioni ed integrazioni L 200 milioni per gli oneri di cui all'art. 9 lettera b) della legge regionale 8.9.1975 n. 51 e successive modificazioni ed integrazioni L. 1.750 milioni per i contributi di cui all'art. 14 lettera a) della legge regionale 8.9.1973 n. 51 e successive modificazioni ed integrazioni L. 2.000 milioni per i contributi di cui all'art. 15 della legge regionale 8.9.1975 n. 51 e successive modificazioni ed integrazioni All'onere di cui ai precedenti commi, si provvede: quanto a L. 4.000 milioni per i contributi di cui all'art. 4 mediante l'utilizzazione di una somma di pari importo proveniente dalla quota assegnata alla Regione ai sensi dell'art. 1 della legge 1.7.1977, n. 403 quanto al rimanente onere, pari a complessive L. 12.950 milioni: per L. 10.100 milioni, mediante una quota di pari ammontare della disponibilità derivante dalla soppressione del capitolo n. 13240; per L. 1.000 milioni mediante una quota di pari ammontare della disponibilità derivante dalla riduzione del capitolo n. 12700 disposta con il precedente art. 13, per L.
650 milioni mediante una quota di pari ammontare della disponibilità derivante dalla soppressione delle autorizzazioni di spesa recate dalla L.R. 11.9.1974 n. 31 art. 11 nn. 1, 2 e 3 per l'esercizio 1977 di cui all'art. 13 della presente legge; per L. 200 milioni mediante l'utilizzazione della disponibilità derivante dalla soppressione delle autorizzazioni di spesa per l'esercizio 1977 per i prestiti annuali di cui all'art. 4 lettera a) dalla legge, Regionale 51/75; per L. 1.000 milioni mediante una riduzione di pari ammontare del fondo iscritto al capitolo n.
14050 del bilancio per l'anno finanziario 1977.
Nello stato di previsione della spesa per l'anno finanziario 1977 saranno conseguentemente istituiti appositi capitoli con la denominazione: 'Contributi in capitale per l'acquisto di riproduttori, alpeggio fecondazione artificiale, sostituzione bestiame infetto, centri di allevamento, allevamenti minori, attività selettiva, mostre e rassegne' e con lo stanziamento di L. 4.000 milioni "Contributi in capitale per miglioramenti fondiari e per la realizzazione di progetti irrigui" e con lo stanziamento di L. 8.000 milioni 'Contributi in capitale per la meccanizzazione agricola' e con lo stanziamento di L. 1.000 milioni "Contributi per la difesa passiva dalle avversità atmosferiche" e con lo stanziamento di L. 200 milioni "Contributi in capitale per il miglioramento dei pascoli montani', e con lo stanziamento di L. 1.750 milioni "Contributi in capitale per i rimboschimenti" e con lo stanziamento di L. 2.000 milioni.
Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio." Emendamento al primo comma "La cifra '8.000' è sostituita con '13.000' e la cifra '1.750' è sostituita con '5.000' " presentato dal Consigliere Chiabrando.
La parola al Consigliere Chiabrando.



CHIABRANDO Mauro

Gli emendamenti agli artt. 15, 16 e 17 sono ritirati prendendo atto dell' impegno che l'Assessore aveva assunto di utilizzare tutti gli strumenti nel più breve termine possibile per far fronte alle domande giacenti presso gli uffici.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferraris.



FERRARIS Bruno, Assessore all'agricoltura e foreste

Confermo nel tempo e con la giusta selettività.
Approfitto dell'occasione per dire al collega Menozzi che è già stata fatta la deliberazione per quanto riguarda la meccanizzazione associata e che oggi si riaprono i termini per l'intero mese di dicembre.



PRESIDENTE

Il testo rimane allora l'originario. Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 43 hanno risposto SI n. 40 Consiglieri si sono astenuti n. 3 Consiglieri L'art. 15 è approvato.
"Art. 16 - Agevolazioni per il credito di esercizio. Sono autorizzate per l'anno finanziario 1977: la spesa di L. 1.500 milioni per i contributi in conto interessi sui prestiti quinquennali per acquisto bestiame di cui all'art. 4 lett. a) legge 51/75 la spesa di L. 3.400 milioni per i contributi in conto interessi sui prestiti quinquennali per acquisto macchine di cui all'art. 7 lett. a) legge 51/75 la spesa di L. 600 milioni per i contributi in conto interesse sui prestiti quinquennali per l'acquisto di macchine di cui all'art. 5 lett. i) della legge 48/76 e successive modificazioni ed integrazioni.
I contributi di cui al comma precedente saranno versati in unica soluzione con le modalità previste dal precedente art. 8. All'onere di complessive L. 5.500 milioni di cui al presente articolo si provvede mediante l'utilizzazione di una somma di pari ammontare derivante dalla quota assegnata alla Regione ai sensi dell'art. 9 della legge 1/7/1977 n.
403.
Nello stato di previsione della spesa per l'anno finanziario 1977 saranno istituiti appositi capitoli con la denominazione: 'Contributi pari al valore attuale del contributo sugli interessi di prestiti quinquennali per l'acquisto di bestiame da riproduzione"'e con lo stanziamento di 1.500 milioni.
'Contributi pari al valore attuale del contributo sugli interessi di prestiti quinquennali per la meccanizzazione agricola' e con lo stanziamento di 3.400 milioni.
'Contributi pari al valore attuale del contributo sugli interessi di prestiti quinquennali per l'acquisto di macchine ed attrezzature per l'ammodernamento di impianti di produzione, raccolta, conservazione commercializzazione e trasformazione di prodotti agricoli e zootecnici' e con lo stanziamento di 600 milioni.
Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio".
Il Consigliere Chiabrando ritira il proprio emendamento: "al primo comma la cifra '3.400' è sostituita con la cifra '6.000".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 43 hanno risposto SI n. 40 Consiglieri si sono astenuti n. 3 Consiglieri L'art. 16 è approvato.
"Art. 17 - Agevolazioni creditizie previste dalla legge 8/9/75, n. 51 e successive modificazioni ed integrazioni art. 5 lett. a). E' autorizzato per l'anno finanziario 1977: il limite di impegno di L. 2.435 milioni per i contributi relativi ai mutui ventennali di cui all'art. 5 lett. a) della legge regionale 8.9.1975 n. 51 e successive modificazioni ed integrazioni.
All'onere di L. 2.435 milioni di cui al precedente comma si provvede: quanto a L 1.435 milioni mediante l'utilizzazione della residua disponibilità derivante dalla quota di limite di impegno assegnate alla Regione ai sensi dell'art. 2 della legge 1/7/77, n. 403 quanto a L. 1.000 milioni mediante una riduzione di pari ammontare del fondo iscritto al capitolo 14050 del bilancio per l'anno 1977.
Nello stato di previsione della spesa per l'anno finanziario 1977 sarà istituito un apposito capitolo con la denominazione: "Contributi sugli interessi di mutui ventennali per miglioramenti fondiari" e con lo stanziamento di 2.435 milioni.
Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio".
Il Consigliere Chiabrando ritira il proprio emendamento: "al primo comma la cifra '2.345' è sostituita con la cifra '6.000'." Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 43 hanno risposto SI n. 40 Consiglieri si sono astenuti n. 3 Consiglieri L'art. 17 è approvato.
"Art. 18 - Autorizzazione di spesa. Per l'erogazione dei contributi di avviamento previsti dal precedente art. 11 è autorizzata per l'esercizio finanziario 1977, la spesa di L. 250 milioni. All'onere si provvede mediante l'utilizzazione della disponibilità derivante dalla riduzione del capitolo 12910 disposta con il precedente art. 13.
Nello stato di previsione della spesa per l'anno finanziario 1977 sarà conseguentemente istituito apposito capitolo con la denominazione: "Contributi di avviamento per la messa a coltura di terre incolte effettuata da cooperative costituitesi ai sensi e per i fini previsti dalla legge 1.6.1977, n. 285" e con lo stanziamento di L. 250 milioni.
Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio.".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 43 hanno risposto SI n. 40 Consiglieri si sono astenuti n. 3 Consiglieri L'art. 18 è approvato.
"Art. 19 - Destinazione delle ulteriori eventuali assegnazioni ai sensi della legge 1/7/77, n. 403. La quota che sarà eventualmente assegnata alla Regione in sede di riparto della residua disponibilità recata dalla legge 1/7/77, n.403 per il 1977, sarà destinata in aumento dell'autorizzazione di spesa per il credito di conduzione recata dal precedente art. 15.
La quota che sarà assegnata alla Regione ai sensi dell'art. 5 penultimo comma della legge 1.7.77, n. 403, sarà destinata in aumento dell'autorizzazione di spesa recata dal precedente art. 16 per i contributi di cui all'art. 4 lettera i) della legge regionale 51/75.
Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare le occorrenti variazioni di bilancio." Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 43 hanno risposto SI n. 40 Consiglieri si sono astenuti n. 3 Consiglieri L'art. 19 è approvato.
"Art. 20 Disposizioni finali. Le spese autorizzate ai sensi della presente legge non impegnate nell'esercizio finanziario di competenza, possono essere impegnate negli esercizi finanziari successivi anche in corrispondenza di attività da effettuare negli esercizi medesimi".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 43 hanno risposto SI n. 40 Consiglieri si sono astenuti n. 3 Consiglieri L'art. 20 è approvato.
E' stato presentato dai Consiglieri Chiabrando, Lombardi, Menozzi ed altri un emendamento come disposizione transitoria: "Art. 20 bis: Le disposizioni di cui agli artt. 2, 3, 4, 4 bis, 4 ter, 4 quater della presente legge non si applicano alle domande presentate sulla legge regionale 8/9/1975, n. 51, prima della data di entrata in vigore della legge regionale 22.2.1977, n. 15 per l'attuazione delle direttive CEE per la riforma dell'agricoltura".
Ha la parola il Consigliere Chiabrando.



CHIABRANDO Mauro

Abbiamo già illustrato l' emendamento fondamentale che tendeva a dare decorrenza a queste nuove norme da una data successiva non da quella posta dalla Giunta; la Democrazia Cristiana insiste su questo emendamento che, in riferimento agli articoli 2, 3 e 4 tende ad operare da una data successiva con la retroattività prevista con tutte le conseguenze negative che abbiamo ampliamente illustrato.



FERRARIS Bruno, Assessore all'agricoltura e foreste

La Giunta è contraria.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento.
L'emendamento è respinto con 26 voti contrari e 17 favorevoli.
"Art. 21 - Urgenza. La presente legge è dichiarata urgente, a termine dell'art. 45, sesto comma dello Statuto regionale ed entrerà in vigore il primo giorno successivo a quello della sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 45 hanno risposto SI n. 39 Consiglieri ha risposto NO n. 1 Consigliere si sona astenuti n. 5 Consiglieri L'art. 21 è approvato.
Prima di procedere alla votazione dell'intero disegno di legge, vi sono delle dichiarazioni di voto? La parola al Consigliere Cardinali.



CARDINALI Giulio

Farò una dichiarazione di voto telegrafica che spiegherà il motivo per il quale ci siamo astenuti sulla votazione degli articoli e degli emendamenti proposti. Ci siamo comportati in questo modo non perch avessimo un giudizio negativo sul disegno di legge, ma perché ritenevamo di essere stati defraudati di quanto la Giunta aveva promesso, che era stato oggetto di discussione al momento della votazione del bilancio e ancora successivamente in sede di discussione del Piano di sviluppo, cioè il discorso globale sulla razionalizzazione degli interventi e sulla valutazione che desse le priorità di indirizzo e quindi la disponibilità delle risorse nelle direzioni concordate. Questa legge ha delle esigenze di "platea", anche se si tratta di una platea certamente meritoria di attenzioni, ma essa sfugge a questo tipo di valutazione e di razionalizzazione talché è diventata una legge di contrattazione anche in aula fino all'ultimo momento.
Per queste ragioni, proprio perché è mancato, e mi-auguro che non continui a mancare nel prosieguo di tempo, la possibilità di un dibattito generale, completo, organico e realmente serio, noi ci asteniamo dalla votazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bianchi.



BIANCHI Adriano

Questa legge è giunta forse in ritardo ed ha peraltro consentito una discussione incidentale e abbastanza interessante con rinvio e l'affidamento in relazione ad altri provvedimenti legislativi, sia di carattere nazionale, sia successivi di iniziativa regionale. I principi complessivamente adottati non sono da noi avversati ed in buona misura sono anche accolti. La discussione si è incentrata soprattutto sui termini di applicazione, sulle conseguenze che questi determinano e sulla quantificazione degli impegni e degli stanziamenti; sui secondi vi sono stati degli affidamenti che noi abbiamo attentamente registrato e che costituiranno un motivo e sede dell'ulteriore confronto e dibattito qui e fuori di qui, al cospetto degli interessati.
La questione della casa e della decorrenza delle nuove norme non era e non è di poco momento perché sollevava una grossa preoccupazione anche di principio, cioè quella di un rischio di un impatto grave in ordine alla credibilità dell'istituzione Regione che con una legge aveva creato degli affidamenti mettendo in moto una serie di iniziative e di meccanismi rischiando di lasciare gravemente scoperta una serie di situazioni. Con l'emendamento proposto dalla Giunta si è attenuato questo effetto e molto dipenderà dai modi di gestione di questo strumento. Quindi, pur tenendo ferme le riserve, le preoccupazioni, le sollecitazioni che abbiamo rivolto alla Giunta, meditando per un momento e contenendo ogni spinta emotiva razionalmente e costruttivamente noi dichiariamo di astenerci, proseguendo nel confronto per il seguito.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gastaldi.



GASTALDI Enrico

Il nostro Gruppo, come già avevo detto nella discussione iniziale sulla legge, darà voto favorevole, perché condivide le intenzioni di applicare a questa legge, che è di passaggio tra le leggi 45, 51 e la 15 sulle direttive CEE, il criterio di destinare l'intervento pubblico ad accrescere la produttività ed a garantire l'autosufficienza del reddito dell' azienda agricola. La disposizione dell'art. 4, che sottintende le case di abitazione, non nega infatti, per noi, che queste servano per la produttività, ma obbliga a considerarle come parte non precipua delle strutture produttive, implicitamente spinge al restauro delle abitazioni già esistenti, aiuta ad evitare gli abusi già verificatisi in passato di utilizzare denaro destinato all'agricoltura da parte di chi non si dedica alla stessa.
L'obiezione per cui in un piano aziendale previsto dalla legge n. 15 alla quale dovrebbero trasferirsi le richieste dei contributi per le costruzioni di case non sovvenzionate con questa legge, le spese per le case stesse potrebbero rendere difficile in qualche caso il raggiungimento del reddito comparabile, pare sia superabile con l'applicazione dell'art.
2, comma secondo della legge 15 che ammette a fruire degli aiuti anche quelle aziende che per il loro ammodernamento devono sopportare oneri particolarmente gravosi se non riescono a raggiungere il livello di reddito comparabile. Ciò a noi pare possibile senza neppure pensare agli interventi della legge del quadrifoglio, per la quale oltretutto sembra dubbio che esistano possibilità finanziarie.
Daremo voto favorevole anche perché è per noi logico che al coltivatore venga applicata la quota di interesse disposta dalla legge n. 15 che è anteriore a questa su tutti gli interventi possibili con questa legge perché la distribuzione dei fondi ha seguito una linea di priorità che si identifica con la linea di priorità per la realizzazione del miglioramento del reddito, cooperazione, meccanizzazione, struttura, zootecnia; pare poi motivo ancora di assenso alla legge - mi riferisco in parte a quanto spiegato dal collega Rosai - il fatto che questa legge prova la volontà di una revisione delle leggi passate non utilizzate riciclando e destinando diversamente e per scopi più idonei i relativi capitali, e con l'emendamento proposto dalla Giunta, all'art. 4, la volontà di accelerare in agricoltura la spesa regionale, condizione difficile ora da realizzare date le modalità con le quali ai applicano gli interventi in agricoltura ma che sarà indispensabile con la nuova legge sul bilancio.
Per questi motivi il nostro voto sarà favorevole.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bellomo.



BELLOMO Emilio

Signor Presidente, il discorso che abbiamo fatto questo pomeriggio ha consentito di fare alcune ricuciture nel tessuto del disegno di legge. Ne prendo atto e dò atto anche alle altre forze politiche che hanno concorso a fare queste ricuciture.
Era già emerso dalla relazione ed è riemerso poi nel dibattito odierno che l'attuale disegno di legge non si limitava a finanziare la legge n. 51 e la legge n. 45, ma introduceva alcune innovazioni ed alcune integrazioni che, senza stravolgere i contenuti, consentono di meglio finalizzare i vari interventi previsti nella cornice del Piano regionale di sviluppo. D'altra parte, come è stato dimostrato dalla relazione del collega Besate, alcune di queste innovazioni sono obbligatorie derivando dagli adempimenti previsti dalla CEE, che noi riteniamo non più procrastinabili anche per una ragione di equità nei confronti di quei produttori agricoli che si devono sobbarcare la più complessa procedura per la presentazione del piano aziendale previsto dalla legge regionale n. 15.
Questa legge apporta inoltre alcuni miglioramenti agli interventi a favore della cooperazione che, per scelta unanime, costituisce un obiettivo di fondo della politica agraria regionale e nazionale. Il Gruppo socialista apprezza la tempestività con la quale la Giunta ha provveduto ad attrezzare la Regione per l'attuazione della legge n. 285 e anche per l'attuazione della legge approvata dal Senato ed oggi in approvazione alla Camera per il recupero delle terre incolte.
Per quanto riguarda la legge n. 51, a parte le misure selettive soprattutto la priorità che si vuole riservare alle strutture produttive non si può che apprezzare l'apertura dimostrata con l'approvazione dell'emendamento all'art. 4 che consente anche di rivolgere i nostri interventi verso la casa, perché nessuno di noi vuole punire i contadini lasciandoli nelle case tipo quella del Ligabue zavattiniano.
I 42 miliardi rappresentano una cifra significativa anche se insufficiente, come è stato ripetutamente affermato, per fare una vera ed organica politica agraria. Pertanto sosteniamo la legge così come è risultata dal dibattito e la votiamo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Nelle dichiarazioni preliminari avevo sottolineato gli aspetti contraddittori e non compiuti dalla legge. L'esame dell'articolato non pu che confermare le riserve che avevamo inizialmente valutato.
Soprattutto rigettiamo sul rappresentante della maggioranza il rimprovero che ancora una volta la Giunta rinvia a tutti noi dicendo che tutti insieme in quest'aula dobbiamo fare delle scelte fondamentali su quanto trasferire all'agricoltura e all'artigianato: il governo è la Giunta, non è il Consiglio, quindi questo discorso sul "noi" che viene fuori quando fa comodo non ci piace molto.
Ribadisco il mio apprezzamento per il segno razionalizzatore che ha questa proposta, in quanto tende a non punire la produttività e la professionalità in agricoltura. Peraltro le carenze a monte di scelte politiche fondamentali mi inducono a confermare l'astensione.



PRESIDENTE

E' iscritto a parlare il Consigliere Besate. Ne ha facoltà.



BESATE Piero

Naturalmente votiamo a favore in quanto anche con gli emendamenti apportati, si mantengono gli scopi della legge. Soprattutto si deve tenere presente che per il dibattuto problema della casa rurale è sempre possibile il trasferimento alla legge 15, anche perché la direttiva 390 e gli orientamenti della CEE sono tali da consentire questa operazione. Inoltre gli articoli 25/27/52 della legge sulla tutela ed uso del suolo, per quanto si riferisce agli impianti produttivi ed il loro trasferimento, sono operanti; quindi bisognerà provvedere nell'ambito e negli scopi di quella legge.
Per queste ragioni noi votiamo a favore, perché questa legge, anche se è transitoria per il 1977 è importante poiché nella sua sintesi stanzia per l'agricoltura 42 miliardi per il solo '77 e mette in movimento 200 miliardi di lire di investimenti.



PRESIDENTE

Le dichiarazioni di voto sono concluse; non vedo altre richieste di parola. Si proceda quindi alla votazione per appello nominale dell'intero disegno di legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 47 hanno risposto SI n. 30 Consiglieri si sono astenuti n. 17 Consiglieri Il disegno di legge è approvato.


Argomento: Opere pubbliche - Edilizia: argomenti non sopra specificati

Esame deliberazione Giunta regionale: "Artt. 6 e 10 della legge regionale 28.1.1977 n. 10. Criteri per la determinazione delle aliquota relative al costo di costruzione"


PRESIDENTE

Signori Consiglieri, sarebbe opportuno passare all'esame della deliberazione della Giunta regionale, iscritta al punto quinto dell'ordine del giorno, se vi è l'intesa dei Gruppi, e alla votazione dell'ordine del giorno proposto da tutti i Gruppi. Dopodiché darei la parola ai Consiglieri che intendessero solo porre delle domande in merito alle comunicazioni del Presidente del Consiglio.
Vi sono obiezioni? Non ve ne sono.
Passiamo al punto quinto dell'ordine del giorno: Esame deliberazione Giunta regionale: "Artt. 6 e 10 della legge regionale 28.1.1977, n. 10.
Criteri per la determinazione delle aliquote relative al costo di costruzione". La parola al Consigliere Picco.



PICCO Giovanni

Non possiamo non dolerci del fatto che questo argomento venga trattato in un ritaglio di tempo. In realtà è un argomento che richiede un'approfondita disamina che purtroppo non è stata possibile in Commissione, anche perché vi sono state successive rielaborazioni del documento e della proposta della Giunta.
Dobbiamo rilevare come la proposta finale, pur contenendo una sostanziale semplificazione delle procedure di riferimento al disposto normativo emanato dal Governo, in applicazione della legge 10, presenti ancora alcuni inconvenienti che vorremmo potessero essere rettificati.
In particolare non potendoci soffermare specificatamente sui singoli punti della deliberazione, rileviamo come nella deliberazione della Giunta siano stati inseriti alcuni parametri maggiorativi soprattutto per quanto concerne la progressione dalla classe A/1 fino alla classe 4, progressione che riteniamo vertiginosa rispetto ai limiti che la legge stabilisce.
Sostanzialmente riteniamo che in un momento in cui l'edilizia stagna e ha obiettive difficoltà a ridecollare per una serie di ragioni che sono strutturali ed in particolare sono contingenti rispetto alla normativa urbanistica nella nostra Regione (e ritorneremo quanto prima su questo argomento dovendo trattare anche delle vicende applicative della legge testè vistata), finiremmo per penalizzare ulteriormente l'attività edilizia con criteri maggiorati che non trovano obiettive giustificazioni. Abbiamo quindi presentato una proposta, che formalmente consegno adesso con la firma dei rappresentanti del nostro Gruppo consiliare, con la quale proponiamo di correggere gli aspetti più sperequativi della deliberazione cercando di attestarci, per le classi che potremmo definire di edilizia economica popolare, alla aliquota minima del 5% e, cercando poi di ammettere in prima applicazione (tenendo conto che questi costi di costruzione sono validi fino alla primavera del '78, quando il Governo riemanerà un successivo provvedimento di riadeguamento dei costi, tenendo conto quindi di questa proiezione molto limitata) una progressione tale da non penalizzare e non discriminare ulteriormente sia le caratteristiche della costruzione sia questa tipologia residenziale che qui è stata, con un criterio molto discutibile, discriminata tra la residenza unifamiliare e la residenza condominiale.
La nostra proposta è di portare le classi dalla 6^ all'8^ al 5,5 anziché al 7, al 6% anziché al 10 e al 12% anziché al 20. Facciamo rilevare comunque che già il passaggio tra il 6% ed il 12% quindi un incremento del 100%, è tale da ricreare questa caratterizzazione di differenza politica, o di penalizzazione, se così la vogliamo intendere, sulle costruzioni di lusso.
Per quanto riguarda la tipologia residenziale,proponiamo, di correggere il parametro della condominiale da 1,20 a 1,05, ritenendo che nella condominiale rientrano le cooperative e moltissime costruzioni che non si vede perché debbano avere delle penalizzazioni rispetto alla già penalizzabile residenza di lusso o residenza unifamiliare. Lo stesso criterio riteniamo si debba invocare per l'ubicazione, correggendo il parametro esterno al perimetro abitato in 1 anziché in 1,10.
Per quanto invece riguarda gli altri parametri previsti al punto b) della deliberazione, proponiamo di correggere il parametro 7% previsto al punto B2 per edifici che non rientrano nei casi di cui al punto 1) per edifici di interesse turistico ricettivo non di lusso in comuni carenti di attrezzature ricettive.
Per il resto il nostro Gruppo ritiene che le proposte formulate dalla Giunta siano accettabili. Richiamo l'opportunità di un'applicazione graduale che ci consenta di verificare quali effetti produca questo ulteriore aggravamento dei costi di costruzione connessi agli altri costi di urbanizzazione che sono già stati deliberati dai Comuni, nella prima fase di applicazione della legge, prima fase che avrà una sua proiezione temporale molto precisa, nel marzo-aprile del 1978, quando verranno rivisti i costi di costruzione con il provvedimento del Ministero dei LL.PP.



PRESIDENTE

La parola alla dottoressa Castagnone Vaccarino.



CASTAGNONE Aurelia

Signor Presidente, colleghi, vorrei sottolineare che la deliberazione regionale sulle aliquote da applicare ai costi di costruzione per edifici residenziali non è un fatto tecnico ma è un fatto politico. Il Partito repubblicano non ha presenziato al dibattito in Commissione dove certamente si è approfondito questo problema. In modo sintetico quindi vogliamo far rilevare alcune nostre osservazioni.
Crediamo che nello spirito della legge 10 occorra esplicitare tali contenuti politici in termini generali e particolari: in termini generali si tratta di incentivare forme di edilizia convenzionata sui prezzi di vendita e sui canoni di locazione, di recuperare prima alla collettività il plus valore delle aree, quando l'origine del plus valore è indicazione collettivamente operata attraverso il piano regolatore generale, di rendere edificabile un'area urbana, di colpire quindi la speculazione fondiaria; in particolare questi obiettivi si possono concretare in: netta e prioritaria distinzione tra destinazioni residenziali apparentemente simili penalizzando relativamente gli interventi sulla seconda casa (consumo individuale), rapportando l'entità del contributo alla discussione ed alle caratteristiche qualitative delle abitazioni incentivando interventi adeguati alle risorse economiche del Paese incentivando forme convenzionate negli edifici condominiali, dove i fenomeni speculativi possono esprimersi penalizzando interventi liberi incentivando il recupero degli edifici esistenti nei Comuni piccoli e grandi con decremento di popolazione o meno ancora con forme convenzionate nei grossi centri dove la rendita è elevata specie nelle zone centrali rapportando e correggendo l'entità dell'onere alla dimensione del nucleo familiare del richiedente la concessione, soprattutto quando le caratteristiche quantitative dell'alloggio potrebbero porre a carico di famiglie numerose un onere iniquo.
Se la proposta regionale è aperta forse alcune delle nostre considerazioni potranno ancora essere tenute in conto.
Abbiamo presentato all'Assessore una serie di modifiche dei parametri in conseguenza di queste osservazioni, che sono più che altro di carattere politico, e gli saremo grati se vorrà tenerne conto nella risposta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Faccio miei i suggerimenti e le osservazioni tecniche fatte dal collega architetto Picco.
Mi limito semplicemente ad esprimere la mia valutazione estremamente critica, non tanto per il provvedimento in sé, per il quale confido che vengano accolti i suggerimenti dell'architetto Picco, quanto per l'opportunità che in questa sede si rifletta su quanto politicamente di fatto sta avvenendo "anche" con questa deliberazione, non dico soltanto attraverso questa deliberazione.
Certamente la riforma del regime dei suoli nel complesso rispondeva a una esigenza di ordine politico e culturale; vorrei però che si considerassero gli estremi a cui la stiamo portando anche in questo caso per esempio, se si conciliano con le finalità che si è posto l'accordo a sei in termini di rilancio dell'edilizia e soprattutto per quello che si osa chiamare la fiscalizzazione degli oneri sociali.
Si dice che dobbiamo puntare al rilancio dell'edilizia e che bisogna recuperare la produttività togliendo dalle industrie tutti gli oneri impropri che ci sono e adesso vediamo che bene o male sull'imprenditoria edilizia vanno a scaricarsi tutti i ritardi di servizi che il Paese ha accumulato in decine e decine di anni. Mi rendo conto che non è un discorso da farsi in questa sede; le forze politiche qui presenti hanno modo di leggere quantitativamente qual è il risultato della riforma urbanistica (che evidentemente non può non trovarci d'accordo) e che cosa comporta sul piano economico effettivo. Si dice che l'industria manifatturiera deve essere sgravata dagli oneri sociali impropri, l'imprenditoria in edilizia viene invece penalizzata e deve portare il peso di tutti i ritardi in servizi che si sono accumulati in questi anni. Faccio questa raccomandazione perché anche per gli oneri di urbanizzazione sarà opportuno quanto prima che la Regione svolga un'indagine (che io già sto facendo a titolo personale con l'associazione che mi segue) per controllare, per esempio, quale uso hanno fatto i Comuni del potere discrezionale che abbiamo dato loro e cercando di mantenere questo carico improprio in termini accettabili per l'imprenditoria edilizia.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Astengo.



ASTENGO Giovanni, Assessore all'urbanistica

La risposta, data l'ora, sarà telegrafica, non entrerà quindi nell'analisi delle premesse politiche.
Condividiamo pienamente la premessa presentata dal PRI. D'altra parte la legge è stata votata in Parlamento da una certa maggioranza e da un Ministro proponente di una certa parte. Dobbiamo tenere conto anche di questi aspetti. Noi stiamo semplicemente cercando di applicare la legge in modo preciso e nei limiti fissati dalla legge stessa.
Condividiamo lo spirito informatore della legge che è quello di incentivare l'edilizia convenzionata. Vediamo come possono essere accolti alcuni emendamenti. Innanzitutto i limiti del 5% e del 20% debbono essere nella tabella: non si può derogare. Il decreto ministeriale fissa già per le prime classi degli incrementi (il massimo è del 50% quando ricorre tutta una serie di parametri, fino all'ottava si arriva già al 40%). Le classi che abbiamo individuato dalla I alla V e dalla VI alla VIII comprendono la maggior parte delle costruzioni; dalla VIII classe in su sono compresi tipi edilizi in quantità esigua, in cui sono però evidenti alcune caratteristiche, come la superficie (che è superiore ai 160 mq), la piscina, la portineria speciale, che qualificano gli edifici su una classe assai elevata.
Non mi sento, a nome della Giunta, di modificare la prima parte delle classi con le relative aliquote. Ritengo invece che possano essere accolti alcuni suggerimenti circa la tipologia residenziale e l'ubicazione.
Concordo che ci sia un abbassamento per la classe B2, non arriverei però al 1,05, perché sarebbe un'aliquota insignificante, proporrei invece di attestarci sull'1,10, (il dieci per cento in più è unicamente per quelle classi che richiedono anche maggiori costi di insediamento).
Sono d'accordo che si abbassi il valore della classe C2 e accolgo la proposta del Gruppo della D.C. portando l'aliquota a 1 anziché a 1,10; così pure ritengo che possa essere accolta al punto B la modifica dell'aliquota dal 7 al 6%.
Con queste modificazioni penso che la Giunta possa accogliere una parte delle proposte di emendamento.



PRESIDENTE

Chiede ancora la parola il Consigliere Picco. Ne ha facoltà.



PICCO Giovanni

Ci rendiamo conto che ci possono essere delle ragioni politiche per un rispetto totale del disposto legislativo, cioè abbracciare nelle aliquote delle caratteristiche residenziali dal 5%al 10%. Non riteniamo rigorosamente necessario questo riferimento trattandosi di prima applicazione.
L'abbassamento che suggeriamo alle classi dalla VI alla VIII e alla IX e X va incontro a larghi strati di edilizia rivolta alla popolazione con bassi redditi e non a classi di residenze rivolte verso popolazioni ad alto reddito. Insistiamo su questa nostra proposta e, nel caso in cui la Giunta non la voglia accettare, riteniamo di dover richiedere la votazione della deliberazione per parti per consentirci di dare un voto di astensione sulle aliquote riferite alle caratteristiche delle costruzioni.
Prendiamo atto con piacere che sono accolte le proposte per quanto riguarda la tipologia residenziale, anche se parzialmente correttiva, per l'ubicazione e per quanto riguarda le costruzioni di interesse turistico commerciale previste al punto B della deliberazione.
Abbiamo presentato una proposta di modifica della deliberazione. Si tratta di mettere in votazione la proposta.



PRESIDENTE

Passiamo alla votazione degli emendamenti.
"Nella parte deliberativa al punto A) - tabella a) modificare le aliquote delle classi VI ./.. VIII da 7% a 5,5%; delle classi IX ./. X da 10% a 6 della classe XI da 20% a 12%".
Chi è favorevole alzi la mano.
L'emendamento è respinto.
"Modificare il parametro della tipologia residenziale condominiale B2 da 1,20 a 1,5" (l'Assessore Astengo propone invece da 1,20 a 1,10).
Chi è favorevole all'emendamento proposto dall'Assessore Astengo alzi la mano. E' approvato.
"Modificare il parametro dell'ubicazione per le costruzioni esterne al perimetro C2 da 1,10 a 1,00".
Chi è favorevole alzi la mano. L'emendamento è approvato.
"Al punto B) - 2) modificare l'aliquota 7% in 6 %".
Chi è favorevole alzi la mano. L'emendamento è approvato.
Il Consiglio deve ora approvare la seguente deliberazione: "Premesso che con D.M. n. 801 in data 10/5/1977 è stato determinato il costo di costruzione di cui all'art. 3 della legge 28/1/1977 n. 10 Considerato che gli artt. 6 e 10 della legge 28/1/1977 n. 10 demandano alla Regione la determinazione delle aliquote relative al suddetto costo di costruzione, facente parte del contributo afferente alle concessioni edificatorie Visto che: ai sensi del succitato art. 6 la quota del costo di costruzione da applicare al rilascio di concessioni edificatorie per edifici residenziali deve essere determinata in funzione delle caratteristiche e delle tipologie delle costruzioni e della loro destinazione e ubicazione, con possibilità di variazione tra il 5 ed il 20 ai sensi del succitato art. 10 per gli edifici non destinati alla residenza deve essere determinata l'aliquota non superiore al dieci per cento del costo documentato di costruzione da stabilirsi con deliberazione dei Consigli comunali Ritenuto opportuno fissare i criteri per la determinazione delle aliquote relative al costo di costruzione ai sensi degli artt. 6 e 10 della legge 28/1/1977 n. 10 da sottoporre all'approvazione del Consiglio regionale il Consiglio regionale visti: il D.M. n. 801 del 10/5/1977 l'art. 6 della legge 28/1/1977 n. 10 l'art. 10 della legge 28/1/1977 n. 10 Vista la deliberazione della Giunta regionale n. 148 del 4 luglio 1977 Sentita la II Commissione consiliare, delibera A) Visto l'art. 6 della legge 28/1/1977 n. 10, sono fissate le seguenti aliquote da applicare al costo di costruzione per edifici residenziali computato ai sensi del citato art. 6 e del D.M. 10/5/1977. Le aliquote sono riferite alle caratteristiche tipologiche (così come determinate all'art. 8 del citato D.M. 10/5/77), moltiplicate per i parametri individuati in funzione della tipologia residenziale, dell'ubicazione e della destinazione dell'immobile oggetto della concessione (Tabb. A e B), e comunque non inferiore al 5%, e non superiori al 20%.
B) Visto l'art. 10, secondo comma, della legge 28/1/77, n. 10, ai fini della deliberazione comunale in ordine all'individuazione dell'aliquota relativa al costo di costruzione per gli edifici destinati ad attività turistiche, commerciali e direzionali, sono proposti ai Comuni i seguenti criteri. Sono individuate le seguenti aliquote da applicarsi al costo documentato di costruzione: 1) il 5% per edifici di interesse turistico-ricettivo non di lusso in Comuni carenti di attrezzature ricettive 2) il 6% per edifici come al punto 1 in tutti gli altri casi 3) il 5%per edifici commerciali 4) dal 7% al 10% per edifici a carattere direzionale (uffici, banche sedi di rappresentanze, ecc.) a seconda della loro entità e della loro ubicazione in aree a destinazione mista o in aree a specifica destinazione di P.R.G.
C) Per interventi, residenziali e no, ricadenti in aree oggetto di piani esecutivi, in attuazione di convenzioni per la rilocalizzazione e ristrutturazione di attività produttive e per programmi di prioritario interesse individuato dal piano di sviluppo regionale e dalle sue articolazioni territoriali, l'aliquota sarà del 5%.
Considerata l'esigenza di provvedere ad una continua verifica dei dati di base e dei criteri che sono stati assunti per la determinazione dei parametri, il Consiglio regionale delibera di impegnare la Giunta regionale a predisporre e presentare al Consiglio regionale per l'approvazione, entro un anno, proposte di revisione della presente deliberazione.
Considerato che una quota del costo di costruzione ai sensi dell'art.
18 della legge 28/1/1977 n. 10 è dovuta per le istanze di concessione presentate dopo sei mesi dall'entrata in vigore della legge n. 10/77 e cioè dopo il 30 luglio 1977, al fine di evitare pregiudizievoli ritardi negli adempimenti di legge, la presente deliberazione è dichiarata immediatamente esecutiva ai sensi dell'art. 49 della legge 10/2/1953 n. 62 e sarà pubblicata sul B.U. della Regione a norma dell'art. 65 dello Statuto".
Chi approva è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 23 voti favorevoli e 9 astenuti.


Argomento: Pianificazione territoriale - Urbanistica: argomenti non sopra specificati - Opere pubbliche

Sull'apposizione del visto del Commissario del Governo alla legge regionale 28/10/1977: "'Tutela ed uso del suolo"


PRESIDENTE

La parola al Consigliere Picco.



PICCO Giovanni

Chiedo la parola in relazione al visto del Commissario del Governo posto al disegno di legge 117, anzi mi dolgo che questo argomento sia stato portato in conclusione di seduta in assenza del Presidente della Giunta ed in presenza di un numero insufficiente di Consiglieri per poter prendere congiuntamente degli impegni.
Dobbiamo dichiarare la nostra sorpresa per l'inusitata procedura seguita nella concessione di questo visto, alla quale sorpresa le varie componenti politiche potranno far seguire anche dei giudizi politici.
Già in sede di votazione avevamo espresso le nostre preoccupazioni in ordine alle conseguenze negative soprattutto di carattere procedurale ed operativo, che oggi si aggravano in presenza di un visto che, lascia pendenti alcuni giudizi e alcuni argomenti che pur essendo stati dibattuti ed evidenziati nel dibattito non sono stati sufficientemente accolti nella formulazione finale della legge. Queste conseguenze sono appesantite dall'ambiguità del visto per cui poniamo due richieste alla Giunta regionale: ritiene la Giunta di dover procedere ugualmente alla pubblicazione della legge nonostante le pesanti osservazioni e nonostante i palesi pericoli di incostituzionalità di alcuni articoli e di inapplicabilità sia temporale che operativa rispetto alle norme previste dalla legge stessa? Noi pensiamo che una responsabile conduzione politica della legge che non veda quanto prima delle interruzioni oppure delle modificazioni anche sostanziali, potrebbe indurre la Giunta regionale ad attendere una valutazione più serena e più approfondita delle questioni che sono state poste dal Governo come oggetto di ulteriori iter legislativi, di fatto quindi prefigurando l'opportunità e la necessita di un provvedimento legislativo che corregga quote distorsioni.
Non ritiene inoltre la Giunta di dover con la Presidenza del Consiglio prima della pubblicazione stabilire la data di un dibattito conciliare su questi argomenti, perché coscientemente tutti assieme possiamo prendere atto della possibilità o meno di pericoli nell'applicazione e nella esecutività della legge e dei risvolti che in termini applicativi ne possono derivare, soprattutto per quanto attiene ad alcuni termini e ad alcuni poteri che nella legge sono definiti come possibili e invece risultano chiaramente illegittimi dalle osservazioni che vengono formulate dal Commissario di Governo? In merito a queste due richieste, a nome del Gruppo della D.C. penso debba esserci immediatamente un pronunciamento della Giunta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Ringrazio l'architetto Picco per avere spogliato la vicenda nel suo aspetto politico che però andrebbe immediatamente rimarcato come fatto inqualificabile, non per il tipo di considerazioni che sono state formulate, ma per il rapporto di tipo ambiguo, una volta lo avrebbero chiamato "peloso", che si è instaurato. Questo Governo ci approva la legge andando ad avallare situazioni (faccio riferimento alla lettera B), quando si dice chiaramente che certe ipotesi di annullamento sono un eccesso di potere da parte dell'amministrazione pubblica. Il problema non investe soltanto la Regione, ma investe gli Amministratori locali. Si viene ad instaurare una situazione di assoluta insicurezza e una indeterminatezza di comportamento per gli organi regionali, ma soprattutto per gli Amministratori comunali. La Giunta ha necessità, nel modo e nei tempi che riterrà più opportuni, di superare questa situazione di incertezza con un dibattito per chiarire gli aspetti politici dei rapporti Regione-Governo e soprattutto per togliere ogni situazione di ambiguità che finirebbe per ritorcersi sugli Amministratori comunali che si troverebbero nella situazione di non applicare la legge e di considerarsi, come già si considerano attualmente, in condizione di "libertà provvisoria".



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Astengo.



ASTENGO Giovanni, Assessore all'urbanistica

In merito alle osservazioni del Commissario di Governo, peraltro già note perché per questa legge così complessa si è instaurato un positivo rapporto di consultazioni, vi sono dei dubbi, alcuni dei quali però possono essere fugati con estrema rapidità.
I funzionari delle Comunità montane non hanno tenuto presente che noi facciamo riferimento alla legge 43, che è stata approvata, e che nel periodo transitorio vigono le norme di quella legge.
In merito alle bellezze naturali il riferimento alla legge del '79 inerisce ai beni singoli della 1089 e non alla 1497. Quando adottiamo una terminologia generale di interesse storico e artistico ambientale comprendiamo tutto, ma, per quanto riguarda la parte urbanistica, c'è il riferimento alla legge 1497. E' evidente che la parola "restauro" non riguarda le competenze della Sovrintendenza perché si riferisce agli edifici di carattere storico ambientale che rientrano nella normativa dei piani regolatori. Per quanto si riferisce invece alle altre competenze è ovvio che scatterà la legge del '79.
Per quanto riguarda i consorzi desidero precisare che non abbiamo parlato di consorzi obbligatori, ma di consorzi volontari. L'imposizione della formazione del piano intercomunale era del Ministero dei LL.PP., con la delega è passata di competenza regionale, quindi, oggi, è una competenza che non ci può essere sottratta: i Comuni potranno consorziarsi o potranno agire singolarmente.
L'azione del ricorso si riferisce ad una materia nella quale il Presidente della Giunta rispetto al Sindaco ha una sovraordinazione, non è un legame gerarchico, ma è un legame di sovraordinazione, tant'è vero che c'é l'annullamento della concessione e ci sono i poteri sostitutivi previsti dalla legge 10.
Il riferimento all'art. 68, da me esaminato attentamente, riporta esattamente la dizione della legge 765; l'unico elemento della 865 riguardava i termini a partire dal '71; significava un allungamento dei dieci anni e non una riduzione.
La materia delle sanzioni richiederebbe un approfondimento. Da parte della Presidenza del Consiglio e dei Ministeri si è data una certa indicazione poiché esiste già il precedente della Regione Lombardia la quale, avendo introdotto sanzioni con le leggi sui parchi, sull'ecologia sull'urbanistica, ha predisposto una legge generale sui procedimenti sanzionatori dando particolari norme di comportamento per le varie applicazioni.
La Regione Piemonte potrebbe sin da adesso impegnarsi per questo ulteriore approfondimento. La Giunta predisporrà una documentata relazione su questi argomenti che si potrà discutere nella seduta del prossimo Consiglio.



PRESIDENTE

Signori Consiglieri, ritengo sia opportuno distribuire ai Consiglieri copia della proposta finale dell'Assessore Astengo, con le precisazioni sulle intenzioni della Giunta circa la risposta da dare ai quesiti posti dal Commissario del Governo. E' inoltre opportuna una riunione dei Capigruppo, prima di mercoledì, al fine di fissare un'ulteriore riunione del Consiglio regionale, essendo impossibile mantenere fede agli impegni già assunti sui nostri lavori. In quella sede si stabilirà di aprire o meno un dibattito su questo importante argomento in una delle prossime riunioni.
La parola al Consigliere Bianchi.



BIANCHI Adriano

Chiedo di presentare oralmente un'interrogazione all'Assessore Astengo in merito alle conseguenze che derivano dal visto posto dal Commissario del Governo.



PRESIDENTE

Si può senz'altro presentare prima della conclusione della seduta.


Argomento: Istruzione e Formazione Professionale: argomenti non sopra specificati

Ordine del giorno sulle consultazioni elettorali per l'elezione degli organismi scolastici


PRESIDENTE

Pongo ora in votazione un ordine del giorno, firmato dai Capigruppo inerente alle consultazioni elettorali dell'11 e 12 dicembre: "Nella consultazione elettorale dell'11 e 12 dicembre si voterà per rinnovare i Consigli di Circolo e di Istituto e per eleggere i Consigli scolastici distrettuali e il Consiglio scolastico provinciale.
Le elezioni interessano circa 700 mila persone in Piemonte: genitori docenti e non docenti, studenti delle scuole statali e non statali. Nei Consigli scolastici distrettuali e nel Consiglio scolastico provinciale verranno inoltre nominati i rappresentanti delle forze sindacali economiche e culturali e degli Enti locali.
E' questa un'occasione importante per il rinnovamento della scuola e per avviare un rapporto di fattiva collaborazione fra istituzioni scolastiche, Regione ed Enti locali, nella prospettiva della programmazione. Si possono delineare in tal modo le condizioni per le quali la scuola, i servizi socio-sanitari e assistenziali dell'ULS ed in genere tutta la rete dei servizi del territorio, si sviluppano secondo interventi coordinati di piano nel contesto delle autonomie e delle competenze specifiche.
Le elezioni scolastiche di dicembre sono anche una grande occasione di crescita per la democrazia. Milioni di cittadini e di giovani sono impegnati a discutere i contenuti delle riforme, a richiedere per queste il massimo impegno del Parlamento e del Governo; nel confronto civile delle idee si isolano l'intolleranza e la prevaricazione.
Nell'insieme delle iniziative che si stanno sviluppando nella Comunità regionale gli Enti locali possono e devono svolgere un ruolo importante di coordinamento per dare a tutti i cittadini le informazioni necessarie in ordine alla programmazione scolastica ed ai compiti che il Consiglio scolastico distrettuale e il Consiglio scolastico provinciale dovranno svolgere.
L'azione degli Enti locali potrà assumere pertanto un rilievo particolare ed essere di stimolo nei confronti dei cittadini per una partecipazione attiva e consapevole al voto." Chi approva è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato con 31 voti favorevoli ed un astenuto.


Argomento: Opere pubbliche

Interrogazione orale del Consigliere Genovese sull'applicazione della legge: "Tutela ed uso del suolo"


PRESIDENTE

La parola al Consigliere Genovese.



GENOVESE Piero Arturo

Non voglio infrangere le procedure; credo, però, che attorno al problema delicato che sorge in conseguenza dell'entrata in vigore della legge sulla tutela e l'uso del suolo e in relazione dell'approvazione della deliberazione sui costi di costruzione, si pone un problema serio per la maggior parte delle Amministrazioni comunali.
Sostanzialmente, fino ad oggi, i Comuni non hanno potuto dare le concessioni perché non era approvata la deliberazione che fissa le aliquote per i costi di costruzione. L'art. 87 della legge sulla tutela ed uso del suolo prevede limitazioni transitorie all'attività costruttiva e sancisce che, dal momento dell'entrata in vigore della legge, non possano essere concessi che alcuni interventi, il che significa che non può essere rilasciata la concessione se non per quegli interventi.
Di fronte alla massa delle domande di concessione giacenti presso i Comuni sorge un problema delicato: i Comuni possono o non possono procedere al rilascio delle concessioni la cui richiesta è stata presentata prima dell'entrata in vigore della legge sulla tutela ed uso del suolo? I Comuni che hanno operato scorrettamente, e non sono pochi rilasciando la concessione in attesa di procedere alla fissazione delle aliquote, hanno avuto la possibilità di dare una risposta ai richiedenti mentre i Comuni che hanno atteso le decisioni si troverebbero in situazione di grave difficoltà nei confronti dei richiedenti.



PRESIDENTE

Risponde l'Assessore Astengo.



ASTENGO Giovanni, Assessore all'urbanistica

Le domande sulle quali vi è la certezza della data di presentazione procedono, si applicano quindi le aliquote che abbiamo approvato questa sera e legittimamente si rilasciano le concessioni. Insisto sulla certezza della data di presentazione delle domande perché non vorrei che si ripetesse l'infausto precedente del 12 dicembre 19'73.



BIANCHI Adriano

Sarebbe opportuno un tempestivo fonogramma.



ASTENGO Giovanni, Assessore all'urbanistica.

Certamente.



PRESIDENTE

Signori Consiglieri, i nostri lavori terminano a questo punto e riprenderanno mercoledì 7 dicembre, alle ore 9,30.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19.00)



< torna indietro