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Dettaglio seduta n.158 del 28/10/77 - Legislatura n. II - Sedute dal 16 giugno 1975 al 8 giugno 1980

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SANLORENZO


Argomento: Edilizia scolastica

Legge 5 agosto 1975 n. 412. Secondo programma triennale di interventi di edilizia scolastica per gli anni 1978 - '79 - '80


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Signori Consiglieri, propongo di passare subito all'esame del progetto di deliberazione per gli interventi di edilizia scolastica relativa agli anni '78/79/80, già sottoposta all'attenzione della Commissione che l'ha approvata all'unanimità.
Chiede la parola l'Assessore Rivalta per una breve illustrazione. Ne ha facoltà.



RIVALTA Luigi, Assessore alla pianificazione territoriale

Desidero solo aggiungere qualche informazione circa la procedura seguita. L'elaborazione è stata svolta con i Comprensori. I lavori si sono protratti da marzo al 15 settembre, giorno di convocazione presso il Ministero.
Il Ministero ha accettato il programma della Regione e la settimana scorsa ha inviato telegraficamente la comunicazione della firma del Ministro Malfatti. Tutta la procedura per formalizzare l'intesa raggiunta nei colloqui di settembre è compiuta.
L'esigenza di votare al più presto questa deliberazione dipende dal fatto che le opere finanziate possono essere appaltate a partire dal 1 gennaio 1978 ed è necessario dare al più presto certezza e comunicazione formale agli Enti obbligati, Comuni e Province, perché possano predisporre gli atti relativi e mettere in moto la procedura di attuazione.



PRESIDENTE

La deliberazione recita: "Il Consiglio regionale Vista la relazione presentata dalla Giunta regionale, in conformità ai risultati raggiunti ed al parere espresso dalla V Commissione visti gli elaborati definitivi predisposti dall'Assessorato alla pianificazione del territorio e parchi naturali, nell'ambito del Dipartimento organizzazione del territorio, inoltrati al Ministero con lettera del 23 settembre 1977, che fanno parte integrante del presente provvedimento, e sui quali è stata raggiunta l'intesa con il Ministro della pubblica istruzione; preso atto della nota del Ministro della pubblica istruzione prot. n. 2825 Div. II datata 14/10/1977 ritenuti validi i criteri e le proposte contenute negli elaborati di cui sopra delibera di procedere all'approvazione dei criteri di formazione e del programma di localizzazione degli interventi per grado e per tipo di scuola nel triennio 1978 - 1979 - 1980, formulato ai sensi dell'articolo 3 della legge 5/8/1975, n. 412, quale risulta nel documento allegato.
Data l'urgenza dei conseguenti provvedimenti la presente deliberazione è dichiarata immediatamente esecutiva, ai sensi dell'art. 49 della legge 10/2/1953, n. 62".
Chi approva è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 37 Consiglieri presenti.


Argomento: Nomine

Nomine


PRESIDENTE

Possiamo passare alle nomine dei membri di vari organismi. Si distribuiscano le schede per la nomina di due membri del Consiglio di Amministrazione della Cooperativa artigiana di garanzia del Vercellese. I nomi proposti sono quelli di Braghin Bruno e Cattaneo Sandro.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico i risultati della votazione: presenti e votanti n. 31 hanno riportato voti: BRAGHIN Bruno n. 29 CATTANEO Sandro n. 29 Scheda nulla n. 1 Scheda bianca n. 1 I signori Braghin e Cattaneo sono pertanto eletti nel Consiglio di Amministrazione della Cooperativa artigiana di garanzia del Vercellese.
Passiamo alla Cooperativa artigiana di garanzia del Vercellese: nomina del Presidente del Collegio sindacale.
Il nome proposto è quello di Sala Vincenzo. Si distribuiscano le schede per la votazione segreta.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti n. 37 hanno riportato voti: SALA Vincenzo n. 15 CORTISSONE Carlo n. 8 Schede bianche n. 13 Scheda nulla n. 1 Il signor Sala Vincenzo è eletto Presidente del Collegio sindacale nella Cooperativa artigiana di garanzia del Vercellese s.r.l.
Passiamo alla nomina di due membri nel Consiglio di Amministrazione della Cooperativa artigiana di garanzia di Biella.
I nominativi proposti sono quelli dei signori: Lanza Renzo e De Battistini Giovanni. Si proceda alla votazione segreta.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico i risultati della votazione: presenti e votanti n. 37 hanno riportato voti: LANZA Renzo n. 35 DE BATTISTINI Giovanni n. 32 Schede bianche n. 2 Proclamo quindi eletti i signori Lanza Renzo e De Battistini Giovanni membri nel Consiglio di Amministrazione della Cooperativa artigiana di garanzia di Biella.
Cooperativa artigiana per il finanziamento agli artigiani del Biellese: nomina di due rappresentanti della Regione presso il Consiglio di Amministrazione. I nominativi proposti sono quelli dei signori Ghersi Aldo e Garbaccio Ermes. Si passi alla votazione segreta.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti n. 36 hanno riportato voti: GHERSI Aldo n. 34 GARBACCIO Ermes n. 34 Scheda nulla n. 1 Scheda bianca n. 1 I signori Ghersi Aldo e Garbaccio Ermes sono eletti rappresentanti della Regione presso il Consiglio di Amministrazione della Cooperativa artigiana per il finanziamento agli artigiani del Biellese.
Passiamo alla nomina del Presidente del Collegio, sindacale nella Cooperativa artigiana di garanzia - per il finanziamento agli artigiani del Biellese. Il nominativo proposto è quello di Salsa Bruno. Si proceda alla votazione segreta.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti n. 34 ha riportato voti: SALSA Bruno n. 29 Schede nulle n. 2 Schede bianche n. 3 Il signor Salsa Bruno è eletto Presidente del Collegio, sindacale nella Cooperativa artigiana di garanzia per il finanziamento agli artigiani del Biellese.
Nomina del Presidente del Collegio sindacale nella Cooperativa artigiana di garanzia di Biella. Il nominativo proposto è quello del signor Ugo Mosca. Si proceda alla votazione segreta.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti n. 41 ha riportato voti: MOSCA Ugo n. 38 Schede bianche n. 2 Scheda nulla n. 1 Il signor Ugo Mosca è eletto Presidente del Collegio sindacale nella Cooperativa artigiana di garanzia di Biella.
Passiamo ad eleggere il componente del CO.RE.CO. di Alessandria.
Comunico infatti che il signor Innocenzo Barberis è deceduto il 30 agosto 1977; occorre quindi procedere alla relativa sostituzione. Il nominativo proposto è quello del signor Pietro Emanuelli. Si passi alla votazione segreta.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti n. 43 ha riportato voti: EMANUELLI Pietro n. 40 Schede bianche n. 3 Il signor Emanuelli Pietro è pertanto eletto componente del CO.RE.CO. di Alessandria, in sostituzione del signor Barberis Innocenzo.
Propongo di votare la deliberazione della Giunta regionale con la quale si effettua la designazione di un rappresentante della Regione Piemonte nella Commissione, di cui all'art. 25, sesto comma, del DPR 24/7/77 n. 616.
La Giunta ha deliberato di designare, quale rappresentante della Regione Piemonte, il prof. Domenico Romita. La deliberazione deve essere dichiarata immediatamente esecutiva ai sensi dell'art. 49 della legge n. 62/1953.
Sull'argomento chiede la parola l'Assessore Vecchione. Ne ha facoltà.



VECCHIONE Mario, Assessore all'assistenza

L'art. 25 del D.P.R. n. 616 prevede l'istituzione di una Commissione che deve valutare i criteri e fare l'elenco delle Ipab aventi finalità educativa e religiosa. Tale Commissione è composta di 8 rappresentanti più la Presidenza del Consiglio dei Ministri, dei quali 4 sono di nomina regionale, 3 dell'Anci, 1 dell'Uneba e 3 dell'Anea. Tra le nomine fatte dalle 15 Regioni a Statuto ordinario, la Presidenza del Consiglio sceglierà 4 rappresentanti regionali. Per il Piemonte la nomina spetta al Gruppo del PSI e la Giunta regionale ha proposto il nome del prof. Domenico Romita.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta regionale.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Nella riunione dei Presidenti delle Regioni si è anche trattato di questo argomento. Vorrei soltanto chiarire che l'art. 25 stabilisce che il Presidente del Consiglio dei Ministri sceglie fra i rappresentanti delle Regioni, mentre l'art. 113 stabilisce che i rappresentanti siano designati dalle Regioni, ossia il 113 è vincolante attraverso la designazione delle Regioni, l'altro invece determina una indicazione di massima sulla quale il Consiglio dei Ministri sceglierà.
All'interno dei Gruppi politici è emerso un orientamento di ripartizione non soltanto fra i rappresentanti delle Regioni, ma anche tra quelli dell'Anci, dell'Uneba e dell'Anea. La nomina spetta al PSI, ecco perché diciamo che la Giunta "ha indicato" attraverso il confronto con le altre Regioni.



PRESIDENTE

Si distribuiscano le schede. Il nome proposto è quello del prof.
Domenico Romita.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 41 ha riportato voti: ROMITA Domenico n. 28 Schede bianche n. 13 Il signor Romita Domenico è pertanto designato quale rappresentante della Regione Piemonte nella Commissione di cui all'art. 25 del D.P.R. 24/7/1977 n. 616. La delibera pertanto suona: "Il Consiglio regionale Visto il DPR 24/7/77 n. 616 ed in particolare l'art. 25 del medesimo vista la proposta formulata dalla Giunta regionale al riguardo e ritenendola meritevole di approvazione delibera nelle forme previste dalla legge di designare al Presidente del Consiglio dei Ministri, quale rappresentante della Regione Piemonte nella Commissione di cui all'art. 25 del DPR 24/7/77 n. 616, il prof. Domenico Romita.
Stante l'urgenza relativa alla imminente scadenza del termine indicato dalla legge citata per l'entrata in attività della Commissione di cui trattasi, la presente deliberazione viene dichiarata immediatamente esecutiva ai sensi dell'art. 49 della legge 10/2/1953, n. 62".
Per rispettare i tempi che ci siamo dati, devo sospendere a questo punto le nomine, anche se ve ne sono ancora moltissime.
Chiede di parlare il Consigliere Bontempi. Ne ha facoltà.



BONTEMPI Rinaldo

L'impegno dei Capigruppo era che venissero fatte le nomine relative ai Consigli di Amministrazione dell'Opera Universitaria dell'Università e del Politecnico di Torino.



PRESIDENTE

D'accordo. Procediamo allora a tali nomine. Si distribuiscano le schede per la designazione dei rappresentanti della Regione nel Consiglio di Amministrazione delle Opere Universitarie del Politecnico di Torino (3 rappresentanti). I nominativi proposti sono quelli di Guerra Remo, Ramella Vincenzo e Comba Augusto.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti: n. 50 hanno ottenuto voti: GUERRA Remo n. 23 RAMELLA Vincenzo n. 20 COMBA Augusto n. 27 ALASIA n. 1 Schede bianche n. 2 Proclamo quindi eletti rappresentanti della Regione nel Consiglio di Amministrazione delle Opere Universitarie del Politecnico di Torino i signori: Guerra Remo, Ramella Vincenzo e Comba Augusto.
Passiamo alla designazione dei rappresentanti della Regione nel Consiglio di Amministrazione delle Opere Universitarie dell'Università (3 rappresentanti). I nominativi proposti sono quelli dei signori Venti Valerio, Vitelli Adriano e Girola Carlo.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: Presenti e votanti n. 46 hanno ottenuto voti: VENTI Valerio n. 22 VITELLI Adriano n. 24 GIROLA Carlo n. 21 TOSONI n. 1 PACE n. 1 Scheda bianca n. 1 Proclamo quindi eletti rappresentanti della Regione nel Consiglio di Amministrazione delle Opere Universitarie dell'Università i signori: Venti Valerio, Vitelli Adriano e Girola Carlo.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Ordine del giorno sulla situazione Montedison, Montefibre, Vallesusa e Mossi e Ghisolfi


PRESIDENTE

Signori Consiglieri, ho ricevuto il seguente ordine del giorno firmato dai Consiglieri Alberton, Castagnone Vaccarino, Bono, Rossotto e Bellomo: "Il Consiglio regionale del Piemonte ha preso in esame la situazione Montedison - Montefibre - Vallesusa e Mossi e Ghisolfi dopo le decisioni del gruppo comportanti il licenziamento di circa 5 mila dipendenti negli stabilimenti piemontesi. Ribadito il giudizio negativo sull'inadempienza del gruppo Montedison in relazione agli accordi sottoscritti negli anni precedenti, ciò che ha contribuito ad aggravare nel tempo la situazione economica ed occupazionale, esprime le più vive preoccupazioni per il deterioramento che verrebbe ad investire l'intero tessuto piemontese, e soprattutto molte aree periferiche già economicamente deboli.
Il Consiglio regionale, escluse logiche di generico generale salvataggio che, tenendo conto della situazione di crisi internazionale del mercato e di crisi finanziaria del gruppo, finirebbero per penalizzare gli stabilimenti del Mezzogiorno, ai quali vanno ancora una volta riconosciute le caratteristiche di assoluta priorità, ribadisce la necessità di procedere a profonde operazioni di ristrutturazione e riconversione ed alla messa in atto di valide attività sostitutive, verso le quali hanno più volte ribadito la loro disponibilità le organizzazioni sindacali dei lavoratori.
Preso atto del recente provvedimento governativo autorizzante l'aumento del capitale Montedison ed implicante l'obbligo per la società di varare entro due mesi un piano di ristrutturazione, il Consiglio regionale chiede che Montedison e Montefibre facciano rientrare i provvedimenti, non procedendo ai licenziamenti e proseguendo nelle anticipazioni del pagamento delle indennità ai lavoratori sospesi in cassa integrazione.
Ciò dovrà consentire in tempi brevi la verifica dei sopraccitati piani di ristrutturazione e la messa a punto degli interventi possibili previsti dalle leggi 675 per il coordinamento della politica industriale e 902 per il credito agevolato al settore industriale, coordinati per rispettare le finalità del Piano di sviluppo della Regione Piemonte.
Mentre chiede al Governo di intervenire in tal senso presso tutte le società del gruppo Montedison, accelerando contemporaneamente la definizione dei piani di settore e di tutte le procedure regolamentari delle leggi nazionali, il Consiglio regionale impegna la Giunta a varare tutte le iniziative di sua competenza previste dalle leggi nazionali sopra ricordate, in modo da rendere efficace un'azione coordinata tra associazioni imprenditoriali, istituti di credito operanti in Piemonte Regione e Ministero dell'industria, che garantisca, con valide iniziative industriali, il mantenimento dei livelli occupazionali complessivi".
La parola al Consigliere Alberton.



ALBERTON Ezio

Noi, sottoscrivendo quest'ordine del giorno, vogliamo sottolineare soprattutto l'ultima parte di esso. Le preoccupazioni che investono le forze politiche e le forze sociali per la situazione del gruppo Montedison in generale e per tutte le società ad esso connesse e i giudizi negativi che possono essere espressi e che esprimiamo nell'ordine del giorno verso il mancato rispetto degli accordi precedenti, non ci può esimere dal prendere realisticamente in considerazione tutte le iniziative che dovranno essere messe in atto per far sì che non si possa e non si debba proseguire con gli interventi finora realizzati. Quando nell'ordine del giorno chiediamo che vengano fatti rientrare i provvedimenti di licenziamento e le altre decisioni che peserebbero negativamente sui lavoratori dipendenti di questo gruppo e di queste società, da parte nostra ci rendiamo anche conto che è impossibile ed improponibile che si continui con il sistema del contributo a ripianare i debiti che questa società sta accumulando. Ci sono dei dati oggettivi, ed è quello che richiamiamo quando facciamo presente la crisi internazionale del mercato e la situazione finanziaria del gruppo che devono essere presi in giusta considerazione; né crediamo che si possano prospettare lunghe attese in vista delle quasi messianiche definizioni che dovranno venire dal complesso della legge di ristrutturazione industriale e dai piani di settore. Non crediamo cioè che per i meccanismi stessi della legge potrà essere la Montedison sola a farsi carico di tutti gli interventi che dovranno portare alle ristrutturazioni e alle riconversioni ed alla messa in opera di attività sostitutive.
In questo senso, nello stesso momento in cui chiediamo che tutte le procedure regolamentari delle leggi 675 e 902 siano definite nei dettagli operativi da parte del Governo, chiediamo anche che la Regione Piemonte allestisca in fretta le iniziative di propria competenza. Esse riguardano la messa in opera delle componenti della Commissione regionale della mobilità, esse significano la definizione delle aree insufficientemente sviluppate, così come definite dalla legge 902 per il credito agevolato.
Utilizzando nel complesso queste leggi e forzando la disponibilità di tutti i gruppi economici e finanziari della Regione, riteniamo che si riesca a costruire un meccanismo valido, anche se, sicuramente, non con garanzie assolute di successo: ci illuderemmo se dovessimo ritenere che queste operazioni, difficili e complesse da mettere in atto, dessero di per se stesse garanzia assoluta. Però crediamo che siano operazioni da intraprendere al fine di non continuare, giocando sulla pelle dei lavoratori nello stesso momento in cui crediamo di difenderli, a buttare denaro in operazioni che non ricostituiscono il tessuto produttivo.
Queste sono le dichiarazioni che ieri sera sono state fatte da parte nostra nell'incontro con le organizzazioni sindacali. Crediamo che si debba prendere atto di tutto il complesso della situazione, non solo dei primi tempi di essa. Nessuno può limitarsi a dire esclusivamente "no" ai licenziamenti senza porsi il problema di che cosa dovremmo o che cosa dovrebbero fare le parti responsabili quando i recenti provvedimenti governativi dovessero (e sarà cosa che dovrà capitare in poco tempo) perdere la loro efficacia.
Con queste considerazioni diamo la nostra approvazione all'ordine del giorno.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bellomo. Ne ha facoltà.



BELLOMO Emilio

Il documento che abbiamo sottoscritto si commenta da solo, non ha bisogno di ulteriori commenti. Una sola osservazione si deve fare per sottolineare il tono estremamente corretto con il quale si pone questo problema in una situazione che sta precipitando. Siamo d'accordo con quanto diceva il collega Alberton di smettere di dare soldi pubblici alla Montedison se da questa controparte non viene fuori l'osservanza scrupolosa del rispetto dei patti a suo tempo sottoscritti. Intanto incominciamo a dire "no" ai licenziamenti e non lo diciamo in forma astratta. Noi diciamo "no" ai licenziamenti e "sì" alle ristrutturazioni che comunque fanno parte dei patti che a suo tempo la Montedison e la Montefibre hanno sottoscritto con i sindacati.
In questa maniera procediamo a mantenere i livelli occupazionali ed è quello che ci interessa. Domani a Vercelli ci sarà l'ennesima manifestazione intorno alla quale ci saranno tutte le forze vive e sociali della città; verranno ribaditi questi punti che sono irremovibili. Basti pensare che nel giro di 4 anni, se dovesse passare l'ultima linea del gruppo Montedison, il personale dell'ex Chatillon di Vercelli si assottiglierebbe di ulteriori 600/700 persone. Questo significa che l'organico di quello stabilimento da 3018 unità passa a 1500 circa. Non occorre fare ulteriori commenti per dire che è una situazione che bisogna respingere, offrendo delle alternative, che sono quelle che abbiamo richiamato e sulle quali sono anche concordi i sindacati.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Carazzoni. Ne ha facoltà.



CARAZZONI Nino

Signor Presidente e colleghi, voterò contro questo ordine del giorno.
Desidero chiarire subito, a scanso di equivoci, la ragione di questo voto contrario. Il documento portato in esame all'assemblea se da un lato, molto opportunamente e giustamente, condanna il comportamento elusivo, deludente e mortificante della Montedison, dall'altro lato però non dice parola nei confronti delle inadempienze, le responsabilità, le colpe precise di parte governativa che pure hanno da essere denunciate e sottolineate. Se è vero che Montedison - Montefibre sinora ha giocato sulla pelle dei lavoratori, è altrettanto vero che il Governo da anni si è lasciato trascinare a rimorchio di questa industria, da anni ha ceduto ai ricatti costantemente portati avanti, da anni ha seguitato a sperperare denaro pubblico senza pretendere controllo alcuno, da anni ha elargito mezzi e disponibilità per opere di ristrutturazione che non sono state compiute e sono rimaste lettera morta.
Il voto contrario che il MSI dà in questa circostanza non vuole certo essere negazione o sottovalutazione di quello che è il dramma Montefibre oggi in Piemonte, non vuole certo essere negazione o sottovalutazione della lotta che deve trovare impegnati tutti i settori sociali ed economici per il mantenimento delle posizioni occupazionali, anche perché solo così potrà essere tenuta aperta la strada di una diversificazione produttiva nella nostra Regione che ricadrebbe invece fatalmente sotto l'imperio della monocultura, ma vuole soprattutto essere la denuncia nei confronti di un documento che riteniamo essere generico, elusivo, non centrato esattamente sul problema, un documento, signor Presidente e colleghi Consiglieri, come molti altri che abbiamo votato in passato e che fatalmente, se non si cambierà rotta governativa su questo piano, ci troveremo ancora in successive occasioni qui a votare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bono. Ne ha facoltà.



BONO Sereno

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, nella riunione di ieri pomeriggio con i rappresentanti delle fabbriche e con i rappresentanti sindacali ci è stato chiesto se, come Consiglio regionale, ci potevamo impegnare ad una presa di posizione politica contro i licenziamenti intimati dalla Montefibre e dalla Montedison e per garantire ai lavoratori in Cassa integrazione il completo pagamento della stessa. Il documento che oggi è stato presentato corrisponde a questa esigenza, a questa necessità.
Per poter discutere dei programmi di ristrutturazione, per poter discutere della riconversione industriale, per poter portare avanti un discorso complessivo circa le responsabilità e le prospettive, è necessario un punto fermo ed il punto fermo deve consistere nel mantenimento degli attuali livelli d'occupazione e nella garanzia per i lavoratori che avranno l'indennità della Cassa integrazione.
Nel documento si accenna, a mio parere, non in modo generico, ma in modo abbastanza esplicito, agli impegni che dovranno essere assunti dalla Regione, dagli Enti locali e dagli altri Enti pubblici. Noi diciamo che questi impegni ce li assumiamo come ce li siamo assunti in passato perch non abbiamo mai mancato di parola. Fissato il principio del blocco dei licenziamenti e della garanzia della Cassa integrazione, il discorso che deve essere portato avanti è che se un nuovo modo di agire deve venire fuori a tutti i livelli, deve venire fuori, in primo luogo, a livello della direzione Montedison. Un discorso generale su questo problema non pu essere fatto senza un esame attento di quella che è stata la conduzione avventuristica e fallimentare che ha coinvolto questo grosso complesso industriale, senza l'individuazione delle precise responsabilità gestionali e politiche che vi sono nei confronti della Montedison. Non dimentichiamo i piani di ristrutturazione, fatti 5/6 anni fa, e i piani di ristrutturazione presentati ed approvati dalla Giunta regionale di allora. Non dimentichiamo il piano realizzato anche con l'apporto della precedente Giunta regionale per un investimento alternativo a Mergozzo, che doveva prevedere la riconversione. Noi dobbiamo fare un discorso a fondo quando si affronterà il problema dell'impegno regionale e degli Enti locali che metta in chiaro fino in fondo queste precise responsabilità e che metta in chiaro qual è stato - permettetemi, colleghi della D.C., di dirlo con estrema franchezza il disprezzo che è stato manifestato nei confronti delle istituzioni democratiche da parte della direzione Montedison-Montefibre e anche da parte degli organi di governo che avevano appoggiato queste soluzioni.
Disprezzo per le istituzioni democratiche perché tutti i programmi che sono stati presentati, portati avanti e sottoscritti sono stati sistematicamente disattesi.
Quella esperienza deve essere utilizzata in modo positivo, perché in questa nuova fase, non dico gli errori commessi, ma le misure previdenziali che si riterranno necessarie per evitare il ripetersi di certe situazioni dovranno essere completamente assunte.
E' con questo spirito che abbiamo sottoscritto l'accordo, e con la ferma volontà di essere continuamente a fianco dei lavoratori in lotta, che noi porteremo avanti questa battaglia.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cardinali. Ne ha facoltà.



CARDINALI Giulio

Signor Presidente, due anni fa in un'altrettanto, o forse più drammatica, riunione in cui si dibatteva per la prima volta l'angosciante problema dei licenziamenti in corso o minacciati alla Montedison, questo gruppo ebbe a formulare una proposta che offriva all'attenzione dei sindacati e all'azione politica del governo regionale. Noi dicemmo allora: "nessun licenziamento a tutela dei livelli di occupazione, collocazione politica della produzione per due anni", tempo necessario per arrivare alla definizione di una ristrutturazione del gruppo, sulla quale gli organi democratici, a partire dal Governo, avrebbero dovuto interferire e valutare. L'ordine del giorno ripropone virtualmente oggi ciò che due anni fa a noi sembrava logico e implicito, in una realtà che si volesse affrontare senza lo scontro con il padronato a priori e soprattutto senza rifugiarsi nella fiducia verso un padronato che ha dimostrato, nel caso particolare della Montedison, di essere troppe volte insolvente, troppe volte non all'altezza della situazione.
La situazione si ripropone oggi e il collega Bono ci fa sapere che questo avviene in accordo con i sindacati. Noi votando quest'ordine del giorno dobbiamo esprimere il nostro rammarico che avvenga con due anni di ritardo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini. Ne ha facoltà.



MARCHINI Sergio

Ancora una volta nella mia non lunghissima esperienza politica, non dico di Consigliere regionale, ma di cittadino della Valle di Susa, mi trovo ad intervenire sulla tristezza degli occupati del settore tessile della Montedison. E' una pantomima che va avanti da molto tempo. Quanto meno, anni fa, quando c'era il "padrone brutto e cattivo" che nell'occasione, aveva anche il grosso difetto di essere bello e giovane e di avere una bella moglie, la pantomima era più interessante, c'era più colore, i settimanali scandalistici potevano dare il loro contributo.
Invece adesso abbiamo questi personaggi che non hanno più velleità di amichette più o meno prosperose e quindi non esiste neanche più questo tipo di interesse.
Ritornando al mio argomentare mi pare che, ancora una volta, si strumentalizzi la necessità dei nostri concittadini lavoratori per forzare la mano delle decisioni politiche della programmazione. Ovviamente, messi alle corde, non possiamo che ribadire la difesa ad oltranza dei posti di lavoro. La responsabilità della Regione non è poi così infima. Oltre quanto diceva il collega Alberton, dovremmo rispondere in modo preciso se nel nostro Piano di sviluppo esistono spazi, indicazioni e risorse per arrivare a questa benedetta ristrutturazione e al mutamento di attività delle aziende.
Diversamente continueremo a cullarci nell'illusione di recuperare la produttività in un settore che è destinato ad essere superato trattandosi di tecnologia intermedia (anzi, se potessimo fare una scala delle tecnologie, direi di fine serie), a basso tasso di efficienza con difficoltà di esportazione: tecnologie quindi che per prime sono recuperate nei Paesi in via di sviluppo e con manodopera a basso costo. E' un problema molto grosso. Siamo sempre uniti in termini di solidarietà nei confronti dei lavoratori, ricordiamoci però che abbiamo degli obblighi nei confronti di tutti i lavoratori, non solo nei confronti di quelli della Montedison.
Ritornando al discorso di stamattina e facendo un discorso più ampio sulla realtà economica del Paese, a questi lavoratori che apparentemente lavorano "uno", dovremo dire in realtà che cosa lavorano. Se non faremo fino in fondo il nostro dovere e se non faremo in modo che l'occupazione consista anche nel lavoro "uno", visto che questa è la dimensione ottimale indicata dalla Giunta, anche per chiedere agli altri partners sociali il rispetto di un certo sistema, dobbiamo fare in modo, come forze politiche che anche i lavoratori della Montedison lavorino uno percependo "uno" di stipendio (chiaramente non per colpa loro). Il ballottaggio di responsabilità politica su questo argomento è ampiamente fuori luogo. Il processo alla storia è sempre difficile da fare. Peraltro questo documento, pure condivisibile per la stizza o per la rabbia nei confronti di una certa realtà, è abbastanza insufficiente per ciò che significa l'assunzione di responsabilità al nostro livello. Ciononostante esprimerò voto favorevole.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Martini. Ne ha facoltà.



MARTINI Mario

Chiedo la parola non per complicare ulteriormente il problema, ma per confermare il voto favorevole all'ordine del giorno. Tuttavia, visto che come Consiglieri della Provincia di Cuneo ci troviamo schierati in questo banco, torna doveroso tener presente che un problema di questo genere ha un gravissima serietà intrinseca, per cui va affrontato con la dovuta fermezza e con senso di responsabilità da parte di ogni forza politica. Non possiamo dimenticare che accanto alla crisi della Montedison, c'è la crisi della Wild che occupa in Piemonte oltre 1000 dipendenti. Abbiamo presentato una interrogazione solo ieri in proposito, quindi non vogliamo con questo complicare ulteriormente il problema. Esprimiamo solo l'augurio che la nostra piena adesione a questo ordine del giorno voglia dire anche impegno da parte del Consiglio regionale ad avere una visione globale della situazione del settore tessile in Piemonte. Non possiamo dimenticare che i lavoratori della Wild rischiano di non aver nemmeno diritto alla Cassa integrazione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Alasia. Ne ha facoltà.



ALASIA Giovanni, Assessore ai problemi del lavoro

Poiché questa mattina si è detto che molte interrogazioni giacciono da tempo inevase, desidero precisare che l'unica interrogazione giacente presso il mio Assessorato è quella presentata lunedì, per la quale, se il Consiglio lo crede, ho la risposta pronta, già anticipata verbalmente al Consigliere Martini. Ieri sera, sino a tarda notte,ho partecipato ad un incontro con il Sottosegretario, on. Carta, presenti le organizzazioni sindacali per esaminare la questione della Wild. C'é un'azione giudiziale in corso, incontreremo domani il Commissario; dietro nostra iniziativa siamo riusciti a sbloccare una partita di balle di cotone che erano giacenti nei porti di Genova e di Venezia; questo consente il recupero di una settimana lavorativa che permetterà di avviare la procedura per ottenere la Cassa integrazione. Naturalmente questa non è la soluzione definitiva, ma è un ponte che dovrebbe consentire di andare al riassetto proprietario e produttivo dell'azienda. Venendo alla questione Montedison Montefibre, poiché la Giunta approva l'ordine del giorno presentato, mi rimangono pochissime considerazioni da fare. Quell'ordine del giorno è frutto dell'incontro di ieri, presieduto dal Presidente Viglione, al quale hanno partecipato i Capigruppo e le organizzazioni sindacali Cgil Cisl e Uil. Non ero presente appunto perché impegnato per la vertenza della Wild e della Singer con il Sottosegretario Carta. Se il Presidente lo crederà opportuno potrà integrare questa informazione. Le questioni che oggi si pongono sono due: il blocco dei provvedimenti, richiamato nell'ordine del giorno, per poter discutere del piano di ristrutturazione e l'anticipazione della Cassa integrazione. La Regione e i Sindaci dei Comuni interessati si sono incontrati con il Ministro Morlino nel mese di luglio e di quelle riunioni ho dato al Consiglio tempestiva informazione. Non posso ogni volta riprendere l'argomento, rifacendo la cronistoria da Adamo ed Eva, perché da un lato mi si rimprovera di portare via troppo tempo e dall'altro mi si chiede di fare il quadro organico. Nell'incontro con il Ministro Morlino si era acquisito che le Fibre del Tirso in Sardegna costituivano una costante e non una variabile di qualunque progetto della fibra. Desidero dire questo perché nell'ordine del giorno si richiama opportunamente l'esigenza di affrontare la questione delle fibre con una ottica nazionale. Si era acquisito inoltre che con questa premessa si sarebbe andati ad esaminare la situazione esistente in Piemonte, per altro procedendo al blocco di queste situazioni.
Purtroppo questo blocco non c'é stato perché a settembre, al rientro delle maestranze dopo le ferie, alla Mossi e Ghisolfi, nella quale era già stata avviata l'attività liquidatoria, abbiamo avuto 174 sospensioni e i noti provvedimenti, oltre all'annuncio della Montedison per ciò che riguarda i 5000 dipendenti in Piemonte. Esaminata la questione con Sindaci abbiamo chiesto un nuovo incontro con il Ministro. Condividendo i richiami fatti dal Consigliere Alberton, siamo convinti che siamo di fronte ad una crisi oggettiva della fibra che non riguarda solo l'Italia, ma interessa l'area comunitaria a causa di un'eccedenza di produzione del 35-40 rispetto all'assorbimento del mercato, per cui si dovrà necessariamente andare al ridimensionamento del settore fibra.
Noi chiediamo che, nell'ambito delle decisioni che prenderà la CEE, il nostro Paese non faccia la fine del parente povero e che si tenga conto della nostra potenzialità, considerando gli stabilimenti di Verbania, di Vercelli e di Ivrea sempre pronti a discutere i progetti di ristrutturazione, di riconversione e di mobilità. Noi stiamo facendo la nostra parte; però fare la nostra parte non significa dare alla situazione un'impostazione autarchica. Il Piemonte è pronto a fare la sua parte nell'ambito fissato dalla legge di riconversione: l'impegno delle Regioni in relazione al progetto di settore va assunto in rapporto con il CIPE e con il CIPI nell'ambito della Commissione interregionale, altrimenti il rapporto con il Mezzogiorno, con Ottana, con la dimensione nazionale della fibra non si realizzerà. Noi interverremo solo in questo ambito. Per ci che riguarda gli altri aspetti richiamati, ho preso contatti con la Federazione regionale degli imprenditori, affinché vengano esaminate provincia per provincia, le ipotesi di attività sostitutive in altre direzioni.
E' molto difficile in questo momento essere precisi e fare riferimenti nominativi. Il nostro impegno c'è e quando porteremo qualche cosa qui, lo porteremo sulla base di dati di fatto e di situazioni verificate. Il Consigliere Bianchi ed io ci siamo interessati alla questione della Mossi e Ghisolfi, purtroppo però in questi giorni un giornale alessandrino ha pubblicato che noi abbiamo un accordo con quell'azienda e chissà quale pateracchio abbiamo già combinato! Fosse vero! ma, purtroppo non è così; ci sono dei sondaggi in corso e, per il momento, si mantiene un minimo di discrezionalità. Al Consigliere Alberton, che ha richiamato l'impegno della Commissione della mobilità, devo ricordare che tale Commissione è uno strumento presieduto da un rappresentante del Ministero del lavoro e quindi non è uno strumento della Regione. Ho preso contatto con il rappresentante del Ministero e gli ho chiesto di mettere in piedi la Commissione della mobilità. Ho avuto assicurazione che, non appena l'Ufficio regionale del lavoro avrà le indicazioni da parte del Ministero, saremo immediatamente convocati. Un mese e mezzo fa, illustrando la legge di riconversione e di ristrutturazione, ho esposto le proposte della Giunta per la Commissione della mobilità.
Infine, per quanto riguarda la legge 902, lunedì abbiamo presentato alla Commissione interministeriale le proposte che la Regione Piemonte caldeggia. Torno a ripetere che l'ordine del giorno non fa, come dice il Consigliere Carazzoni "la cronistoria del passato".



CARAZZONI Nino

La denuncia va fatta al Governo. Il Partito comunista non ha neppure il coraggio di prendere posizione contro il Governo. Il responsabile è il Governo, non è la Montedison.



ALASIA Giovanni, Assessore ai problemi del lavoro

Se vogliamo aprire questo discorso retrospettivo sono pronto ad aprirlo. Le due questioni che in questo momento ci stanno a cuore sono: il blocco dei provvedimenti per discutere un piano a bocce ferme e corresponsione della Cassa integrazione guadagni da parte della Montedison.
Rispondendo al Consigliere Carazzoni, devo dire che la questione in questo momento non è così chiara, così limpida e non sono così facilmente delimitabili le responsabilità dell'impresa e dei poteri pubblici, per cui non si può liquidare questo discorso con una battuta. Una quindicina di documenti testimoniano il modo pressante con il quale la Regione è intervenuta sulla questione sin dal novembre scorso, per non andare ancora più in là nel tempo. Abbiamo avuto dal Ministro Morlino l'assicurazione di fare assieme la verifica, questo a noi oggi basta. Può darsi che non ci basterà domani dopo la verifica di merito, ma oggi a questa verifica vogliamo andare.



PRESIDENTE

Poiché nessuno più chiede di parlare pongo in votazione l'ordine del giorno.
L'ordine del giorno è approvato con 45 voti favorevoli e 1 voto contrario.


Argomento: Interventi per calamita' naturali - Calamità naturali

Sul programma dei lavori


PRESIDENTE

Signori Consiglieri, considerata l'ora suggerirei di dare la parola al Vicepresidente della Giunta Bajardi per la relazione sui danni causati dall'alluvione del 7 ottobre. Sarà difficile poter proseguire la discussione, tenendo conto dell'impegno del Gruppo della D.C., a meno che non sia possibile continuare la discussione con una parte soltanto del Gruppo D.C.
La parola al Consigliere Bianchi.



BIANCHI Adriano

Signor Presidente, il Gruppo è interessato ad intervenire pacatamente in una discussione di così importante rilievo per la comunità regionale. E' però impegnato, non per rappresentanza ma integralmente, a lasciare l'aula per le ore 17,30. Non vedo quindi altra soluzione, se non quella di svolgere la relazione oggi, anche per sottolineare che c'é continuità di interesse e d'impegno, e iscrivere al primo punto dell'ordine del giorno di giovedì prossimo il dibattito. Il Consiglio e la Giunta avranno ulteriori rilievi e dati per le conclusive valutazioni e le indicazioni operative sulla materia.



PRESIDENTE

Considero ragionevole il tutto e mi pare che anche la Giunta lo consideri tale. Vi sono obiezioni? Non ve ne sono.


Argomento: Interventi per calamita' naturali - Calamità naturali

Relazione del Vicepresidente della Giunta regionale sui danni causati in Piemonte dall'alluvione del 7 ottobre scorso


PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente della Giunta Bajardi per la relazione introduttiva sui danni causati dall'alluvione del 7 ottobre scorso.



BAJARDI Sante, Vicepresidente della Giunta regionale

I dati essenziali dei danni dell'ottobre sono in parte noti.
Innanzitutto quello più drammatico che ha colpito vite umane. Credo sia opportuno cogliere ancora questa occasione per esprimere la solidarietà del Consiglio regionale.
Rilevanti sono stati i danni alle opere pubbliche e all'economia delle zone interessate. Il quadro complessivo dei danni è stato presentato alla II Commissione mercoledì scorso e gli stessi dati sono stati presentati ieri nella loro interezza alla Presidenza del Consiglio dei Ministri affinché il provvedimento che auspichiamo venga assunto ed abbia un aggiornamento puntuale e rigoroso.
Il danno per il Piemonte si aggira attorno ai 155 miliardi; a questi vengono aggiunti 50 miliardi che il Magistrato del Po ha inteso individuare come somma aggiuntiva per opere di prevenzione. Prendo solo atto di questa ultima cifra e non faccio nessuna considerazione perché essa è priva di qualsiasi documentazione. Nel dettaglio si può dire: che i danni alle opere regionali, provinciali, comunali e alle abitazioni private sono circa 55 miliardi, di cui oltre 40 nella provincia di Alessandria il danno all'attività economica agricola è stato individuato in 34,5 miliardi di cui 22 miliardi in provincia di Alessandria.
Le esigenze finanziarie che conseguono all'applicazione della legge 364 sarebbero di 28,2 miliardi, pari a 17,1 miliardi per la provincia di Alessandria. Questi danni sono stati calcolati dalle strutture periferiche (e) regionali. I danni invece all'industria, all'artigianato e commercio complessivamente valutati in 18,5 miliardi, sono stati rilevati dalle segnalazioni pervenute alle Prefetture, alle Camere di Commercio e alle singole organizzazioni di categoria: Unione degli industriali, Associazione piccola e media industria, le varie associazioni dell'artigianato e del commercio. Complessivamente il danno all'economia piemontese e alle opere pubbliche, non di competenza statale, può essere quantificato attorno ai 100 miliardi. A questi vanno aggiunti 53,9 miliardi, di cui 4 per opere demaniali, opere pubbliche dei canali Cavour, 6 alle ferrovie dello Stato 15,3 all'Anas, 28,6 alle opere del Magistrato del Po, come ho detto per un totale di 53,9 miliardi, a cui vanno aggiunti 50,5 miliardi, nei tratti di competenza del Magistrato del Po per opere di prevenzione.
Alla luce di queste cifre e considerando tutte le situazioni precedenti che sono già state oggetto della nostra attenzione ed iniziativa, appare chiaramente evidente la necessità di un atto legislativo nazionale. Il lavoro svolto in comune con le altre Regioni ha portato ad individuare e a constatare la possibilità di un intervento di rifinanziamento della legge 639, quella a suo tempo adottata per i danni in Piemonte, nella forma di un decreto legge e non di proposta di legge.
Dagli accertamenti fatti ieri presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri possiamo dire che, per quanto riguarda il rifinanziamento e l'estensione alle altre Regioni, vi è piena disponibilità; c'é qualche riserva relativamente all'ipotesi avanzata dalle Regioni Piemonte e Liguria per il miglioramento delle procedure della legge 50 del 1952 per l'industria, l'artigianato ed il commercio. In merito invece ad alcune misure di ordine fiscale e di moratoria tributaria, è stato espresso parere sfavorevole, considerando la complessità della questione. Tutto però è ancora all'esame dei Ministeri interessati, tant'è vero che è iscritto come proposta di discussione all'ordine del giorno del Consiglio dei Ministri di oggi. Sentiremo dalle comunicazioni radio della tarda serata se il Consiglio dei Ministri è stato in grado di decidere.
Noi siamo sicuri dei dati che abbiamo trasmesso. Eravamo preoccupati che non vi fossero elementi sufficienti per assumere decisioni. Altrettanto sappiamo della Regione Liguria e della Regione Lombardia. Sappiamo che la Valle d'Aosta aveva assunto un atteggiamento diverso dalle altre Regioni richiedendo la definizione di "zona disastrata" in relazione a criteri diversi e considerando la condizione di Regione a Statuto speciale.
Mi pare sia quanto meno possibile esprimere l'augurio di sollecite decisioni, dato che l'inverno è incipiente e l'esigenza di porre rimedio a tutta una serie di opere è quanto mai sentita dalla popolazione. E' altrettanto evidente l'impossibilità di fronteggiare questa situazione con le sole risorse locali, il che vuol dire che dovremo farci carico dell'uso anche delle nostre risorse a fianco di quelle del Governo.
I fondi stanziati dalla Regione (due miliardi per pronto intervento) sono sfumati in un baleno e l'impegno va ben oltre. Si tratta di accelerare tutte le fasi istruttorie di progettazione in modo che il tempo morto sia ridotto al minimo e nel momento in cui sarà emersa la soluzione legislativa si possa riflettere sulla legge regionale n. 46 per un'eventuale correzione. La questione si riferisce in particolare ai danni alle abitazioni private che in certe zone sono molto rilevanti e molto gravi.
Forse sarà necessario riflettere su quella parte della legge n. 46.
E' stata necessaria una verifica della situazione che si era venuta a creare anche in relazione ai danni di maggio; essa, per quanto riguarda il Magistrato del Po, si è conclusa relativamente agli interventi idraulici. I Comprensori hanno espresso il loro parere favorevole con qualche correzione sulle misure da prendere e i dati sono stati trasmessi al Magistrato del Po e, quindi, si è autorizzato a procedere in tale direzione.
Si è fatto altrettanto in merito ai lavori di pronto intervento dell'Anas ed è in corso l'esame degli assestamenti definitivi. Abbiamo avuto tutte le risposte dai Comprensori per quanto riguarda le opere provinciali e comunali. Stiamo facendo ancora un'ultima verifica al fine di rimanere entro la somma complessiva dei 50 miliardi a nostra disposizione per verificare che non ci siano delle situazioni scoperte e che le opere siano giustamente divise nella quota in conto capitale e in conto interessi. E' un meccanismo complicato ma lo dobbiamo considerare e mettere a punto per non avere poi degli strascichi. Sorgeranno certamente dei problemi perché le difficoltà sono più che prevedibili. Crediamo indispensabile e urgente fare il punto della situazione dei danni del '76.
Nella riunione della II Commissione sono state approvate le deliberazioni inerenti ai 6 miliardi e 300 milioni dei pronti interventi per i danni del maggio e dei pronti interventi delle Amministrazioni provinciali.
Riteniamo che nella settimana entrante il quadro potrà essere completato. Ieri è stato preso un ultimo contatto, oltre che con la Cassa Depositi e Prestiti, anche con gli Istituti di previdenza, per risolvere il problema del limite (100 milioni) che la Cassa Depositi e Prestiti ha nell'erogazione di mutui per opere stradali e di ponti. Gli Istituti di previdenza hanno accettato la nostra impostazione di privilegiare le opere che non saranno finanziate dalla Cassa Depositi e Prestiti. La Regione si è presa l'impegno di segnalare queste opere massicce che riguardano soprattutto i ponti e alcune opere stradali, per un importo che pensiamo possa aggirarsi attorno ai 5 miliardi.
Credo che debba essere sottolineata l'esigenza di non derogare (nonostante siano pervenute alcune sollecitazioni) dalla scelta di fondo della delega di queste opere agli Enti locali. Abbiamo bisogno di tutto quanto il Consiglio nel sostenere questa tesi, perché in più di una occasione le Amministrazioni comunali hanno chiesto di non essere interessate a questo. Sono funzioni che dobbiamo in ogni caso far crescere a livello periferico. La disponibilità dell'Amministrazione provinciale di Cuneo di progettare 50 opere stradali di competenza dei Comuni è un esempio su cui si deve lavorare per superare certe riserve che esistono ancora in alcune Amministrazioni provinciali. Dovendo fronteggiare la progettazione di opere di competenza delle Amministrazioni provinciali, si finisce di fare una scala di valori su queste. Una discussione fraterna e di collaborazione fra i vari Enti deve creare una condizione di responsabilizzazione periferica perché la delega si traduca in un principio vincolante per l'Amministrazione regionale. Da questo si possono trarre tre conclusioni su alcuni aspetti organizzativi di ordine generale. La mobilitazione periferica degli Enti locali, degli organi periferici statali e regionali è stata positiva. Purtroppo il rodaggio causato dai danni di maggio e di agosto è servito per bruciare tempi farraginosi registrati nel periodo precedente. Questo non ci fa ignorare che abbiamo registrato lacune, difficoltà di coordinamento tra gli Enti statali e regionali, ma credo sia necessario migliorare l'efficienza e la tempestività dell'intervento della Regione stessa a livello centrale e a livello periferico. Per quanto si riferisce al servizio geologico, ritengo che la struttura regionale debba dotarsi di apparati specifici e la Giunta nella prossima settimana esaminerà una proposta concreta, tramite concorso pubblico per l'assunzione di un numero di geologi, ingegneri idraulici e di esperti in opere idrauliche. E' una procedura che non ci permetterà certo di disporre di questi apparati entro breve termine.
Vi è un altro aspetto di ordine politico programmatorio generale circa una accelerazione di una eventuale verifica di tutti i programmi di studio e di progettazione per quanto riguarda quanto è già stato avviato. L'ottica con cui affrontare tali questioni è essenzialmente di politica territoriale complessiva che non esclude però approfondimenti specifici nel campo dell'agricoltura, della gestione urbanistica, delle cave dell'idrogeologia; il tutto è da ricondurre in un disegno organico perch tali situazioni non possono essere affrontate in termini riduttivi. In ultimo vi è l'esigenza di avviare e di estendere oggi un processo di ricerca di base, premessa indispensabile per un intervento corretto nella gestione della politica territoriale. Ricordo a tale proposito la convenzione con l'Istituto Piante da legno circa l'elaborazione di carte della fertilità del terreno, questione che ha un significato prevalente per quanto riguarda la politica urbanistica e l'agricoltura, la legge della cartografia regionale già approvata dal Consiglio, gli incarichi affidati i finanziamenti al C.N.R. per le rilevazioni aerofotogrammetriche delle zone colpite. Ricordo ancora la convenzione con alcuni geologi dell'Università di Torino tramite i quali ci proponiamo di realizzare alcuni strumenti cartografici che vorrei ricordare: la carta sulla stabilità dei versanti la carta geolitologica la carta dell'assetto giaciturale la carta dell'acclività dei terreni la carta delle aree selezionate di rischio geologico la carta sulle caratteristiche del reticolato idrografico e dei problemi ad esso connessi un modello grafico dell'analisi geomorfologica quantitativa la carta idrometeorologica le carte della tendenza evolutiva dei fiumi e dei torrenti.
Giorni addietro si è svolta una riunione con i tecnici e si è avviata una riflessione generale sui primi risultati cartografici a cui essi sono pervenuti sulle metodologie adottate nel lavoro di ricerca. Vi è la necessità di raccordo tra questi momenti e gli altri citati prima. Pensiamo di promuovere un'iniziativa tecnico-culturale pubblica in cui Università Politecnico, Consiglio Nazionale delle Ricerche, Istituto delle Piante da legno, Ordine dei Geologi, Centro di Calcolo possano essere coinvolti raccogliendo anche le sollecitazioni espresse dall'Unione edilizia.
Riteniamo che su questa complessa materia vi possa essere, non dico l'interven to specifico, ma un arricchimento di conoscenze per l'elaborazione dei materiali di base utili per le fasi successive.
E' indispensabile un raccordo nuovo con gli Enti statali, in modo particolare con il Magistrato del Po e con l'Istituto Idrografico. Pensiamo di portare a sintesi ufficiale l'importante lavoro svolto in questi mesi a conclusione dell'indagine svolta in merito ai 100 ponti e alle 160 frane in movimento, punto di riferimento per decidere in seguito sull'utilizzo delle risorse della nostra Regione.



PRESIDENTE

A questo punto possiamo concludere i nostri lavori.
Li riprenderemo giovedì 3 novembre alle ore 9,30 con il dibattito sull'ultimo punto svolto, oltre alla variazione di bilancio e ad altre leggi urgenti.
La seduta è tolta



(La seduta ha termine alle ore 17,45)



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