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Dettaglio seduta n.130 del 21/07/77 - Legislatura n. II - Sedute dal 16 giugno 1975 al 8 giugno 1980

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SANLORENZO


Argomento:

Rinvio dell'approvazione verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
I processi verbali delle precedenti sedute, di cui al primo punto dell'o.d.g., verranno distribuiti ed approvati la prossima seduta.


Argomento: Spettacoli: teatro, musica, cinema, danza

Interrogazione dei Consiglieri Paganelli, Alberton e Petrini: "Motivi che hanno suggerito l'erogazione di una somma rilevante per la manifestazione jazz da tenersi in cinque località del Piemonte"


PRESIDENTE

Passiamo al punto seguente dell'o.d.g.: "Interrogazioni e interpellanze".
Interrogazione dei Consiglieri Paganelli, Alberton e Petrini: "Motivi che hanno suggerito l'erogazione di una somma rilevante per la manifestazione jazz da tenersi in cinque località del Piemonte".
Risponde l'Assessore Moretti.



MORETTI Michele, Assessore al tempo libero

Per quanto riguarda il contributo che la Regione ha concesso alla Cooperativa Contromusica per la rassegna del jazz, devo dire che, alla luce dei fatti, la manifestazione è risultata di interesse non solo regionale ma nazionale. Durante le cinque rappresentazioni si è registrata una numerosa partecipazione da parte dei giovani. Sono state effettuate delle riprese televisive che saranno messe in onda sulle reti 1 e 2. Il risultato è stato notevolissimo anche sotto il profilo culturale.
Queste sono state le motivazioni che hanno suggerito alla Giunta regionale di erogare il contributo alla Cooperativa Contromusica. La Regione non ha ancora pagato le somme poiché il contributo viene concesso con decreto dopo che la Cooperativa avrà presentato il consuntivo. Si chiede perché è stato concesso il contributo al Circolo Cencio. A questo proposito posso comunicare che la scelta è stata fatta dalla Cooperativa Contromusica. I Consiglieri interroganti hanno delle perplessità circa l'indirizzo politico del Circolo Cencio. Devo però precisare che all'interno di esso vi sono uomini di vari colori politici.
In occasione di prossimi interventi, la Regione controllerà anche gli Enti organizzatori delle manifestazioni al fine di non scivolare nell'errore di farle diventare questioni di parte. Data la rilevanza che ha avuto la manifestazione, che si ripete in questi giorni nella Regione Lombardia, pensiamo che sia stata comunque un'occasione d'incontro tra giovani di 16/17 anni e giovani di 25/26 anni e che sia stato anche un utile momento di attrazione che ha incanalato diversamente l'opinione della gioventù della nostra Regione, stando anche alla situazione politica del Paese. Sono comunque a disposizione dei colleghi Consiglieri per qualsiasi ulteriore precisazione.



PRESIDENTE

La parola all'interrogante, Consigliere Paganelli.



PAGANELLI Ettore

Apprendo con piacere dall'Assessore che la manifestazione ha suscitato un certo interesse ed ha avuto successo. L'Assessore ha comunque perfettamente capito lo spirito dell'interrogazione, che non riguardava il successo della manifestazione ma la sua gestione.
Vi è una deliberazione della Giunta regionale che eroga, o almeno s'impegna ad erogare, contributi per l'ammontare di 30 milioni all'Ente Provinciale per il Turismo. Su questo non c'é nulla da dire. Dall'articolo di un quotidiano apprendiamo che la gestione della manifestazione è della Cooperativa Contromusica di Torino e del Circolo Carlo Cencio di Alba. Non conosco la coloritura politica della Cooperativa Contromusica, conosco invece la coloritura politica del Circolo Carlo Cencio di Alba.
Il 14 luglio, giorno in cui si doveva svolgere la manifestazione ad Alba, ricevo, quale Consigliere comunale di quella città, questo invito su carta intestata del Circolo Culturale Carlo Cencio: "Egregio Consigliere il Circolo Culturale Carlo Cencio ha il piacere di invitarla allo spettacolo che si terrà...." E' il Circolo che ha il piacere di invitare, non la Regione che è l'Ente pagatore. La città nel frattempo si è riempita di cartelli dove la Regione non compare affatto, compare invece il Circolo che organizza la manifestazione. Riteniamo che il modo di gestire questo tipo di manifestazione non sia molto corretto, poiché non si debbono mai confondere le istituzioni con quelle che sono entità, in questo caso un circolo culturale, certamente apprezzabili, ma che rappresentano la parte.
L'Assessore ha dichiarato che la Regione pagherà a consuntivo. Ci riserviamo quindi di esaminarlo.
Pertanto ci dichiariamo insoddisfatti, non tanto per la risposta perch l'Assessore ha dichiarato come sostanzialmente stanno le cose, ma per il modo di procedere della Giunta regionale. Ci riserviamo comunque di chiedere alla cortesia dell'Assessore Moretti, in via breve o con successiva interrogazione, il rendiconto della gestione della manifestazione.



PRESIDENTE

L'interrogazione è svolta.


Argomento: Trasporti e comunicazioni: argomenti non sopra specificati

Interrogazione dei Consiglieri Soldano, Vietti, Cerchio, Beltrami, Menozzi: "Criteri che hanno determinato la scelta del materiale, contenuti e costi della campagna ecologica nelle scuole"


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione presentata dai Consiglieri Soldano, Vietti Cerchio, Beltrami e Menozzi: "Criteri che hanno determinato la scelta del materiale, contenuti e costi della campagna ecologica nelle scuole".
Risponde l'Assessore Fonio.



FONIO Mario, Assessore alla tutela dell'ambiente

Accanto a tutte le iniziative che abbiamo portato avanti nella precedente legislatura e che si sono tradotte nelle ben note leggi e nei piani per la tutela dell'ambiente, abbiamo sempre sentito la necessità di operare per il formarsi di una coscienza ecologica nella popolazione, senza la quale ogni iniziativa può essere vanificata, partendo soprattutto dalla formazione civica dei ragazzi e dalle insistenti richieste che ci pervenivano dal mondo stesso della scuola. Nella precedente Giunta presieduta dal collega Oberto, in data 24/12/74 con deliberazione n. 4 9202, veniva approvata l'elaborazione di materiali didattici scritti e figurati, da distribuire nelle scuole elementari e medie inferiori della Regione, avvalendosi di gruppi professionali specializzati e prevedendo una spesa complessiva per l'intera opera di 80 milioni. L'impostazione di tale lavoro andò per le lunghe poiché la nostra esigenza era di sapere offrire qualcosa di non puramente pubblicitario, ma di concretamente valido ed atto a coinvolgere i ragazzi in una operazione in cui la funzione degli insegnanti e delle autorità scolastiche fosse fondamentale, non avendo noi e non intendendo avere un'ideologia dell'ecologia da proporre, ma volendo offrire alla scuola solo degli spunti, dei dati, delle notizie, sulla gravità del problema della tutela dell'ambiente. Il nostro scopo è infatti quello di mettere a disposizione degli strumenti. Spetta poi alla scuola tradurre una proposta di ricerca di un progetto articolato di lavoro in base a concrete esigenze didattiche e in collegamento con le singole realtà locali.
Vogliamo anticipare subito che di una coerenza con questi precisi e ben dichiarati impegni ci è stato dato atto da parte dell'intero mondo della scuola, il quale, nelle numerose assemblee, ha dimostrato di accogliere anche con il massimo favore la realizzazione cui siamo pervenuti. Infatti dopo avere interpellato diverse società e gruppi professionali che operano nel settore, abbiamo optato per i programmi audiovisivi che la Giunta attuale ha affidato alla casa editrice Musolini, Mantenendo intatta la previsione di spesa della precedente deliberazione del 1974. A conforto di questa scelta deve essere ricordato che all'esposizione internazionale tecno-didattica svoltasi a Torino nel mese di giugno è stato dimostrato che tali strumenti sono fra i più diffusi e tra quelli che hanno dato i migliori risultati didattici in tutti i Paesi europei. L'audiovisivo inteso come diapositiva sonorizzata è considerato un mezzo didattico efficiente in quanto colpisce l'intera sfera di attenzione del ragazzo, coinvolgendo collettivamente anche l'intera classe, con una partecipazione al problema decisamente diversa da quella che può scaturire da un libro o dall'ascolto di un nastro.
Ad integrazione dell'audiovisivo si sono predisposte le schede di ricerca. Nella scheda il ragazzo può trovare i necessari supporti tecnici per continuare da sé la ricerca e l'analisi del problema. Successivamente l'allievo deve riportare in classe le proprie analisi e discuterle. Da questo nuovo momento collettivo si parte sotto la guida dell'insegnante in base alle indicazioni metodologiche contenute nel libro di accompagnamento per un secondo momento di riflessione individuale. A questo punto il lavoro non si conclude, ma la classe potrà tendere alla realizzazione di un secondo audiovisivo da riproporre all'inizio del ciclo successivo di studio del problema come elemento d'innesco. I contenuti del materiale fornito alle scuole, audiovisivi, schede e libri di testo, si basano in primo luogo sull'informazione scientifica Sotto il profilo della scientificità delle informazioni date, si garantisce, oltre che il rigore scientifico, la serietà e la non unilateralità, come ci hanno accusato gli interroganti della documentazione messa a disposizione dalle scuole.
I suddetti materiali didattici che compongono il programma, sia per i contenuti sia per il tipo di strumenti scelti, presuppongono l'intervento attivo degli insegnanti, per cui, come per altro viene indicato nel libro guida diretto agli insegnanti medesimi, si sottolinea con forza e si ribadisce continuamente il concetto fondamentale che il tipo e il contenuto dei materiali richiedono, come condizione necessaria per la loro utilizzazione, di essere manipolati dagli insegnanti che devono inserirli all'interno di un loro specifico progetto di lavoro. In questo modo si è voluta garantire la massima libertà d'insegnamento.
Sulla base di questa premessa, gli insegnanti sono esplicitamente invitati, a partire dalle caratteristiche stesse degli strumenti e dei materiali volutamente incompleti, a integrare il programma, a usare, se necessario, solo parte del materiale. Si è voluto in sostanza rispettare innanzitutto le scelte di ogni singolo insegnante e collettivo di insegnanti, i loro progetti di lavoro, la loro esperienza didattica.
Saranno poi gli insegnanti a decidere come utilizzare i materiali, come integrarli, quali ricerche produrre.
A questo punto non vorrei, malgrado tutti gli scrupoli per il rispetto del tempo, lasciare inevaso lo specifico riferimento degli interroganti ai contenuti dei tre programmi due per le scuole elementari, uno per la scuola media inferiore. Chiederei, in via eccezionale, ancora pochi minuti per illustrarli, sia pure nel modo più sintetico, possibile.
I contenuti dell'audiovisivo per il primo ciclo della scuola elementare, in cui il linguaggio si basa sulla ricerca d'ambiente, è cioè di stimolo a "guardare" il problema, sono questi: 1) La regione viene definita nei suoi aspetti naturalistici e nei confini naturali.
2) Gli ambienti della regione (vegetazionali e faunistici). La montagna alta (rocce e ghiacci). La montagna bassa (pascolo e bosco). La collina come inizio delle culture. La pianura nei suoi aspetti, agricolo ed urbano.
Fiumi e laghi.
3) La popolazione e la sua distribuzione riferita agli ambienti.
4) Effetti dell'intervento umano attraverso foto comparate ed esempi collocati. Per la montagna si vedrà: il disboscamento; l'edilizia e le strade; caccia e pesca; trasformazione delle economie; turismo distruttivo.
Per le colline e la pianura agricola: effetti sia dell'edilizia sia dell'agricoltura "deformata". Come esempi, la collina torinese e il problema delle culture risicole, del Vercellese contro le vigne del Monferrato. Per la pianura urbana si parla della città intesa come industria: inquinamento generico, rifiuti solidi; aria, e rumore. Per i fiumi, i laghi e le paludi: esempi del lago d'Orta, il Bormida, la palude Mareschi, presso Avigliana. L'uso delle acque.
5) Il bambino negli ambienti come vittima e inquinatore "non responsabile".
Le schede, o piste di ricerca guidate, per il primo ciclo trattano: 1) Osservazione e schedatura di ambienti naturali ed antropizzati.
2) Isolare i componenti base di un ambiente con accentuazione sulla flora e la fauna: gli animali domestici e da cortile, lo zoo; il giardino o l'orto di casa, il verde pubblico.
3) Schedatura delle attività produttive che circondano il bambino (lavoro dei parenti, visite a campi, fattorie o officine).
4) Schedatura delle forme di divertimento e di turismo. Uso del tempo libero all'aria aperta.
5) Schedatura degli sprechi del bambino e dei suoi familiari. Possibile uso dei rifiuti solidi, anche per attività scolastiche (cartoni, barattoli polietilene, ecc.).
6) L'aria e le acque: difficoltà di fruizione da parte del bambino.
Nell'audiovisivo per il ciclo della scuola elementare, l'attenzione è posta sull'analisi della validità dell'attività dell'uomo in rapporto con l'ambiente: 1) La regione e i suoi ambienti.
2) Ecosistema. Definizione e suoi elementi: elementi oro-idrografici clima, associazioni vegetali ed animali.
3) Concetto di equilibrio. Esempio di catena alimentare (ciclo dello stagno).
4) L'alterazione dell'equilibrio: l'uomo e le sue attività.
5) Popolazione e sua distribuzione: inurbamento, migrazione interna ed esterna. Boom demografico.
6) Attività produttive: agricoltura, zootecnia, industria e settori terziari: commercio, turismo ecc.
7) Effetti delle attività umane sull'ambiente. Come esempi: per l'agricoltura, le risaie del Vercellese; per la zootecnia, il pascolo e la zootecnia alpina nella Val Susa; per l'industria, le industrie galvaniche le concerie, la cattura delle acque per lavorazioni e per centrali elettriche; esempi a scegliere; per i settori terziari il turismo speculativo a Bardonecchia; il turismo distruttivo di ambiente: disboscamenti e strade, il turismo distruttivo di economie: contro terreni agricoli, i picnic, la raccolta di funghi e fiori, l'alterazione di modelli culturali e comportamentistici.
8) La città: inquinamento di aria, acqua, suolo (rifiuti), rumore.
Esempi collocati nelle varie città.
Il bambino, come vittima ed inquinatore. Il suo comportamento cosciente rispetto al problema. Analisi della legislazione e collegamento con le iniziative regionali.
Nelle schede per il secondo ciclo s'intende focalizzare l'attenzione del ragazzo su: 1) Approfondimento dell'ecosistema.
2) Schedatura degli elementi dell'ecosistema.
3) Collegamento tra gli elementi. Individuazione degli elementi "estranei" all'ecosistema.
4) Schedatura della provenienza geografica dei bambini.
5) La famiglia: numero dei componenti e analisi delle difficoltà dovute al numero nell'ambiente di vita. Inquinamento da affollamento (lo stadio il bar, la classe, la spiaggia) e suoi effetti.
6) Ricerca e schedatura delle attività produttive ed effetti evidenti.
7) Indagine sulle attività in favore dell'ecologia, in atto nella zona.
8) Modelli di comportamento alternativo per il bambino.
Nell'audiovisivo per la scuola media l'attenzione si sposta sull'equilibrio ecologico e sulle proposte attive del e per il ragazzo.
Vengono quindi sviluppati i seguenti argomenti: 1) La regione e i suoi ambienti.
2) Ecosistema: definizione.
3) Elementi dell'ecosistema: clima, temperatura, precipitazioni geologia, elementi oro-idrografici, associazioni vegetali e animali.
4) Aspetti funzionali: catena alimentarti, habitat e nicchia ecologica gli ambienti naturali (foresta, pascolo, stagno, corso d'acqua e sue rive) gli ambienti antropizzati (colture agrarie e centri abitati).
Esempi collocati.
5) Concetto di equilibrio ecologico.
6) Alterazioni dell'equilibrio: cause.
7) La città intesa come inquinamento culturale (modelli urbani esportati, abbandono delle tradizioni, frantumazione culturale).
8) Possibilità d'intervento: progetti esistenti, legislazione, organi competenti, Enti.
9) Analisi di una giornata qualunque di un ragazzo nei vari momenti in cui agisce da inquinatore o subisce gli effetti dell'inquinamento.
10) Soggettivazione del problema. Presa di coscienza.
11) Cosa propone il ragazzo per superare il problema; dall'azione personale al collegamento con la collettività (iniziative pubbliche, Enti competenti, ecc.).
Nelle schede per la scuola media si coinvolge il ragazzo sui seguenti argomenti: 1) Scelta e studio sul campo di un ambiente naturale o antropizzato inteso come ecosistema.
2) Analisi dell'ecosistema in cui vivono gli allievi.
3) Ricerca e schedatura di un ambiente ecologicamente in equilibrio.
4) Ricerca di elementi di alterazione dell'equilibrio del proprio ecosistema.
5) Variazioni culturali subite per migrazione o attraverso mutamenti di economia. Recupero del patrimonio culturale tradizionale.
Ricerca di esempi.
6) Analisi della giornata di ogni allievo.
7) Il riciclaggio dei rifiuti solidi (materiali da scegliere, usi possibili, ecc.).
8) Proposte di sensibilizzazione e comportamento nei confronti delle persone che circondano il ragazzo.
9) Collegamento tra la scuola, la comunità e l'Ente pubblico.
Il libro di accompagnamento per insegnanti infine è lo strumento indispensabile per l'uso corretto del materiale ed è parte integrante dell'audiovisivo. Comprende: 1) Introduzione di carattere generale.
2) Definizione del problema anche in senso didattico.
3) Concetti chiave dell'ecologia. Terminologia e definizioni esemplificative.
4) Trascrizione dell'audiovisivo con citazioni aggiuntive e indicazioni di lavoro: uso, tecnica, metodologia, didattica....
5) Supporti legislativi e proposte della Regione Piemonte.
6) Aggiornamento sulle iniziative regionali.
Si può quindi concludere che sono stati scelti certi strumenti anzich altri, l'audiovisivo e le schede e non il solito libro, proprio per evidenziare la non unilateralità della scelta effettuata, in modo da garantire la presenza attiva dell'insegnante e coinvolgere più direttamente gli studenti in una effettiva e concreta ricerca sull'ambiente nel quale vivono. Scopo non ultimo di questo programma di ecologia per le scuole è quello di un intervento più diretto dei giovani sull'ambiente, al punto che gli elaborati, gli studi e le analisi che verranno realizzate dalle classi potranno servire alle amministrazioni locali come elemento di conoscenza e come strumenti per un orientamento delle scelte per una corretta gestione del territorio.



PRESIDENTE

La parola alla professoressa Soldano. Ne ha facoltà.



SOLDANO Albertina

Ringrazio l'Assessore Fonio per l'ampia spiegazione, densa di particolari.
In realtà, da parte nostra esistevano preoccupazioni non tanto per quanto concerne l'uso del mezzo audiovisivo sonorizzato. Sappiamo che, da decenni ormai, tali strumenti sono ritenuti validi per l'attività didattica; perciò anche noi li riteniamo validi, come riteniamo validi i manifesti murali, distribuiti nei mesi scorsi nelle scuole, contenenti illustrazioni della flora del Piemonte. La nostra preoccupazione deriva piuttosto dalla formulazione delle schede illustrative. Tali schede, per quanto discutibili, potrebbero essere accettabili se fossero destinate soltanto agli insegnanti, invece, proprio perché destinate anche agli allievi, ci indurrebbero a fare un'ampia disquisizione di ordine pedagogico didattico. Alcune domande formulate in tali schede hanno decisamente il tono tendenzioso, unilaterale, per non dire provocatorio. E' vero che, dal punto di vista pedagogico-didattico, talvolta può essere opportuno provocare l'allievo con "domande-tipo" per provocare in lui la riflessione e il giudizio personale; però è altrettanto vero che bisogna saper graduare tali domande secondo l'età del soggetto. Abbiamo inoltre rilevato che si tratta degli stessi autori tanto per il primo e il secondo ciclo della scuola elementare, quanto per la scuola media. Orbene le schede, sulla base dell'esperienza acquisita, mancano, a nostro avviso di conoscenza dello sviluppo della personalità del ragazzo dai 6 ai 14 /15 anni. A questo riguardo piena responsabilità deve essere lasciata, nella scuola, agli insegnanti. A corredare convenientemente le diapositive, sarebbe bastato uno schema, una specie di indice, seguendo il quale ogni classe avrebbe potuto realizzare il proprio piano di lavoro sul problema. Invece dobbiamo ora rilevare che tali schede, al massimo, possono essere adeguate ad allievi che vivono in certi quartieri isolati di grandi città o nelle grandi periferie urbane, ma non possono essere utili per tutti gli allievi del Piemonte.
E' inoltre da evidenziare il problema della libertà didattica dell'insegnante, cui fa riscontro quello del rispetto dovuto allo sviluppo personale degli allievi stessi. Se poi pensiamo che il grosso nodo dell'individualizzazione dell'insegnamento continua ad essere uno dei nodi da sciogliere quotidianamente nel rapporto tra allievi e docenti in effetti, dobbiamo ripetere tutte le nostre riserve in proposito. Vorrei inoltre fare un richiamo particolare in merito alla scheda del secondo ciclo della scuola elementare. Dal punto di vista grafico c'è un errore madornale, poiché vi si legge: "Voglio anche dirvi qual'é (con l'apostrofo) il mondo in cui tutti noi vivremo". Conosciamo la fatica che compiono quotidianamente gli insegnanti, ivi compresi persino quelli dell'Università, a far capire agli alunni la distinzione tra elisione e troncamento. Non sottilizziamo ora nel fare disquisizioni teoriche; ma abbiamo il dovere di pretendere che i testi scritti consegnati agli allievi siano corretti anche dal punto di vista grafico.
Ringrazio l'Assessore per la sua diligenza e per la puntualizzazione della sua risposta. E' vero, sono stati stanziati 80 milioni al riguardo dalla Giunta precedente; potremmo dire che sono stati bene impiegati, per soltanto per quanto costituisce la parte informativa. Rispettiamo la libertà dell'insegnante, rispettiamo la libertà degli allievi, rispettiamo il lavoro libero di ricerca, di confronto, di verifica che, ogni giorno, si compie nella scuola.
In questo senso abbiamo parlato di unilateralità. Prendiamo ora atto di un certo mancato rispetto anche della libertà di scelta degli organi collegiali della scuola. Può essere infatti significativo tener presente che il materiale in discussione è stato distribuito ai Provveditorati agli Studi nel mese di giugno, verso la conclusione dell'attività scolastica quando sappiamo che, in base alla legge 27 sull'assistenza scolastica entro il 30 luglio tutti i Consigli di circolo e di istituto sono convocati per la scelta del materiale didattico, ivi compreso il materiale audiovisivo. Per quanto mi risulta, almeno nelle scuole della provincia di Cuneo, devo dire che questo materiale si aggiunge ad altro materiale similare già esistente nelle scuole: "Repetita iuvant": e certamente, in materia ecologica, c'è sempre bisogno di aggiornamento; quindi non facciamo altre discussioni. L'Assessore tuttavia vorrà comprendere che, in effetti questo criterio di distribuzione tramite i Provveditorati agli Studi......



FONIO Mario, Assessore alla tutela dell'ambiente

Questo programma lo hanno concordato i Provveditorati.



SOLDANO Albertina

Esatto, ma è arrivato agli uffici nel mese di giugno all'insaputa delle scuole; né sappiamo quando ad esse è stato effettivamente distribuito.
Comunque, soprattutto relativamente alle schede, devo esprimere una rinnovata insoddisfazione perché è evidente, in esse, il criterio unilaterale.



PRESIDENTE

L'interrogazione è discussa.


Argomento: Norme generali sull'agricoltura - Opere idrauliche ed acquedotti - Uso delle acque (regimazione, usi plurimi)

Interrogazione del Consigliere Franzi: "Iniziative urgenti per autorizzare il Consorzio di bonifica della Baraggia vercellese a realizzare i lavori di derivazione già finanziati ed appaltati dal 1974"


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione del Consigliere Franzi: "Iniziative urgenti per autorizzare il Consorzio di bonifica della Baraggia vercellese a realizzare i lavori di derivazione già finanziati ed appaltati dal 1974".
Risponde l'Assessore Ferraris.



FERRARIS Bruno, Assessore all'agricoltura e foreste

Con riferimento all'interrogazione urgente del collega Franzi, dir innanzitutto che sono venuto casualmente a conoscenza da qualche articolo di giornale dell'ordine del giorno di protesta, approvato all'unanimità il giorno 28 giugno '77 dal Consiglio dei delegati del Consorzio di bonifica della Baraggia vercellese, nel quale sarebbero appunto stati denunciati ritardi ingiustificati che ostacolerebbero l'utilizzazione delle acque del bacino sul torrente Ossola. Ho potuto prendere visione del testo di tale ordine del giorno e di una lettera contenente la richiesta di ricevere una delegazione appositamente designata dai delegati del Consorzio solo in data 15/7/'77. La delegazione è stata da me ricevuta ieri sera, ed ho potuto venire a conoscenza delle lagnanze del Consorzio di bonifica della Baraggia, lagnanze che, in verità, non sono dirette né alla Giunta n all'Assessorato all'agricoltura. I rappresentanti della delegazione hanno appunto sollecitato una decisione rapida e positiva in merito all'inizio dei lavori. Nel corso della riunione sono state sollevate delle obiezioni da parte di altri intervenuti su invito del Consorzio, i quali hanno espresso posizioni in certo qual modo differenti, intese cioè ad ottenere la garanzia del pieno rispetto del voto n. 9/5, emesso in data 7/12/'76 da parte del Comitato regionale per le opere pubbliche. Questo è noto al collega Franzi e a molti altri colleghi. Tralasciamo ora le ragioni per cui si è creata la singolare situazione, che vede già erogato, se non erro, un acconto di 200 milioni a titolo di anticipo a favore di una ditta privata (Ubertazzi di Casale) sulla base del decreto del Presidente della Regione in data 30/1/'74, per le opere iniziali previste nel primo progetto di questa opera. Tralasciamo anche qui le ragioni per cui quel decreto, a cui aveva già fatto seguito l'erogazione di un anticipo per l'inizio dei lavori, sia poi stato bloccato in seguito alle proteste espresse nei confronti della Giunta da alcuni diretti interessati e a seguito di un dibattito svoltosi nell'aula consiliare.
Dopo vari incontri e quando sembrò che fosse stata trovata una soluzione onorevole e dignitosa per la realizzazione di un sistema di adduzione capace di garantire sia l'irrigazione per scorrimento a servizio di circa 400 ettari (spesa di L. 554 milioni e più), sia l'irrigazione a pioggia a servizio di circa 800 ettari (spesa preventivata in L. 3 miliardi e 196 milioni), ho fatto inviare i nuovi progetti al Comitato regionale opere pubbliche per il parere di competenza, sulla base della legge n. 28.
Il Comitato regionale opere pubbliche ha emesso in data 7/12/'76 il proprio parere favorevole ad entrambi i progetti con alcune osservazioni: 1) che l'impianto di irrigazione a pioggia sia di tipo semifisso 2) che la realizzazione dell'opera avvenga per lotti, dando comunque la precedenza alla realizzazione della condotta forzata dei famosi 1000 millimetri e successivamente ad una quota percentuale dell'impianto di irrigazione a pioggia semifisso, sottolineando l'opportunità di un'ulteriore verifica delle tendenze locali in merito ai tipi di coltivazione.
Ricevuto questo parere del Comitato alle opere pubbliche, ho provveduto a trasmetterlo con lettera assessorile al Consorzio di bonifica della Baraggia, al Genio Civile di Vercelli e all'ESAP. In quella lettera si invitava il Consorzio della Baraggia a tenere contatti con l'ESAP per l'inquadramento di tali opere nel piano di sviluppo agricolo zonale, con riferimento in particolare all'ultima parte di tale parere, quello che approvava l'impianto irriguo a pioggia conché venisse fatto un certo riesame. Sempre nella stessa lettera si autorizzava il Consorzio della Baraggia, previa presa di contatti con l'ESAP, a dare inizio ai lavori già autorizzati con decreto n. 189 del 30/1/74 e quindi ad attivare i 200 milioni già in mano, da ben due o tre anni, all'impresa privata di cui ho prima accennato.
Nel corso dell'incontro di ieri ho appreso che l'ESAP, pur avendo già avuto più di un incontro e dopo aver nominato anche una Commissione, non è ancora giunto ad un giudizio definitivo sull'intera vicenda. Ho pure appreso che l'ESAP ha già fissato sull'argomento due riunioni, una per domani e l'altra per il 28 di questo mese. Da parte mia ho ritenuto di potere prendere l'impegno di riunire tutti i contendenti, dopo questi due incontri e comunque entro la fine di questo mese, per giungere ad una soluzione definitiva, nel rispetto appunto del parere del Comitato opere pubbliche e della lettera già inviata. Se tale decisione non fosse possibile allora riporterò la situazione in Giunta.
Devo però aggiungere - e non per fare delle polemiche, ma perché è emerso nella discussione e dai documenti inviati - che se è vero che la pratica è ferma da tanto tempo, è anche vero che la polemica sui giornali circa i ritardi sarebbe un po' forzata, in quanto l'invaso della diga sarebbe completamente disponibile ai fini irrigui solo da pochi mesi poiché il collaudo della diga stessa sarebbe stato completato (parlo al condizionale, perché non ho avuto il tempo di accertare l'attendibilità di queste notizie) nei primi mesi di quest'anno, così come la concessione ministeriale per l'uso dell'intero invaso sarebbe soltanto del dicembre 1976, il che non esclude che ci sia dell'acqua, che sia già stato fatto uno stanziamento e un'erogazione di fondi e che si tratti di procedere al più presto per dare una soluzione positiva a questa annosa questione.



PRESIDENTE

Risponde il Consigliere Franzi. Ne ha facoltà.



FRANZI Piero

L'Assessore Ferraris ha fatto la panoramica dei fatti avvenuti negli ultimi tre anni, però la realtà è che si continua ad invasare e a svasare 5 milioni di metri cubi di acqua che potrebbero, invece essere utilmente destinati all'agricoltura di quel vasto Comprensorio completamente sprovvisto di acque irrigue. Devo anche dire all'Assessore (mi dispiace che non sia presente il Presidente della Giunta) che le critiche che si muovono nella zona hanno un nome: la Giunta e il Presidente della Giunta. La persona che è nell'occhio del ciclone, che è criticata dalle popolazioni agricole, in particolare dai coltivatori diretti che sono i destinatari di queste acque, è il Presidente della Giunta. Mi spiace dire questo, perch in effetti se una critica si deve muovere questa, semmai, va nei confronti dell'Assessorato all'agricoltura perché, per motivi particolari che l'Assessore ben conosce, non si è mai avuto il coraggio di prendere una decisione a livello assessorile prima e a livello di Giunta poi. Prova di questa incertezza è che si è passata la patata bollente all'Ente di Sviluppo, il quale si trova a dover dipanare una matassa ingarbugliata per motivi che l'Assessore sa essere squisitamente politici, quando invece non c'era nessun motivo di creare difficoltà del genere.
Mi fa piacere sentire che ieri sera è stata ricevuta la delegazione nominata dal Consorzio di bonifica della Baraggia, composta da rappresentanti dell'Alleanza Contadini, da Sindaci comunisti e socialisti che è stata data assicurazione di portare avanti l'esecuzione dell'opera.
Da tre anni i lavori sono appaltati, da tre anni le acque potrebbero essere utilizzate per l'agricoltura, invece non vengono utilizzate. Non credo quindi di potermi dire soddisfatto, perché questi ritardi hanno già arrecato gravissimi danni non soltanto nella provincia di Vercelli, ma a tutta l'economia agricola regionale. Mi auguro che almeno entro il 1978 questi 5 milioni di metri cubi disponibili possano essere destinati all'agricoltura.



PRESIDENTE

L'interrogazione è stata svolta.


Argomento: Norme generali sui trasporti - Viabilità

Osservazioni del Governo alla legge regionale 9/6/1977 "Legge regionale sui trasporti e viabilità": provvedimenti conseguenti


PRESIDENTE

Prima di passare alle comunicazioni della Giunta regionale sulla legge per l'occupazione giovanile, suggerisco di svolgere il punto ottavo all'o.d.g. che reca: "Osservazioni del Governo alla legge regionale 9/6/77 'Legge generale sui trasporti e viabilita' : provvedimenti conseguenti".
C'é l'intesa generale di apportare le modifiche necessarie. E' indispensabile licenziare entro la giornata di oggi il provvedimento. La questione è stata accuratamente esaminata e approvata in Commissione. Non vi sono obiezioni a questa procedura. La parola al Vicepresidente della Giunta, Bajardi.



BAJARDI Sante, Assessore ai trasporti e viabilità

Sono stati consegnati gli emendamenti al testo a suo tempo approvati dal Consiglio. Dal loro contenuto emerge chiaramente la marginalità delle osservazioni avanzate, dettate, a nostro giudizio, unicamente dalla preoccupazione di evitare interferenze nei rapporti e nelle competenze specifiche dei vari Enti. Il documento ufficiale dei rilievi dice: "appare", però, dato che le cose, anche se poste in questi termini, possono continuare ad "apparire", riconfermando lo stesso testo, abbiamo ritenuto opportuno apportare quegli emendamenti al fine di eliminare ogni ipotesi di interferenza nostra nelle competenze statali. D'altro canto riguardo all' "apparire" e al "non apparire", visto che non abbiamo possibilità di decidere sulla viabilità statale, sulle ferrovie e sugli aeroporti possiamo benissimo scrivere ciò che vogliamo.
Lo spirito della legge invece era di subordinare le nostre competenze ad una visione complessiva: semmai l'osservazione era al rovescio; per stante la marginalità dell'osservazione e alcuni errori di interpretazione dovuti al modo di intendere certe parole, come, ad esempio, "le linee atipiche", oppure "tariffe a forcella", possiamo cancellarle e il senso risulta chiaro. Le tariffe a forcella possono essere intese per qualsiasi sistema, però, dato che nel linguaggio comune la tariffa a forcella si intende solo per il trasporto merci, troviamo una formulazione che tolga ogni ambiguità o ipotesi di sovrapposizione. Presenterò inoltre un emendamento all'art. 5. Si tratta soltanto di collocare una frase in modo più chiaro. Ieri abbiamo consultato gli uffici ministeriali e ci hanno confermato che queste nuove formulazioni corrispondono allo spirito dei loro rilievi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Carazzoni. Ne ha facoltà.



CARAZZONI Nino

Signor Presidente, colleghi, effettivamente va riconosciuta la marginalità delle osservazioni presentate dal Governo a questo disegno di legge anche se, per il vero, riteniamo più che legittima la preoccupazione che ha mosso il Commissario del Governo a richiedere talune più specifiche puntualizzazioni. Dobbiamo dare atto che nel merito è evidente la volontà di precisare il testo normativo in modo tale che non abbiano ad insorgere dubbi: non abbiamo quindi nessuna difficoltà ad accogliere gli emendamenti agli articoli 2, 5, 7 e 12. Perdura invece in noi qualche perplessità in ordine alla soluzione che si è ritenuta di dare alla composizione del Comitato regionale di coordinamento dei trasporti che ha le rappresentanze dei Ministeri, del Compartimento di Torino delle ferrovie e dell'ANAS. E' ben vero - come si dice nella parte finale della memoria dell'Assessore che la partecipazione di questi rappresentanti verrebbe a cautelare maggiormente il rispetto in sede operativa dei limiti di competenza, ma ci resta il dubbio, non sciolto, che non possa essere la Regione in modo autonomo ad includere in questo comitato rappresentanti degli Enti suddetti. Abbiamo inoltre qualche perplessità in ordine al rilievo sul finanziamento da darsi al Comitato regionale, di cui all'art. 6.
Quindi, per chiarimento, voteremo a favore di tutti gli emendamenti proposti astenendoci invece su quelli relativi all'art. 6 e all'art. 12 mentre nella votazione finale sul complesso della legge, che pensiamo debba essere ripetuta, rinnoveremo quel voto di astensione che già avevamo pronunciato in sede di dibattito, collegandolo ad una serie di osservazioni di fondo che riteniamo tutt'ora essere valide.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Oberto. Ne ha facoltà.



OBERTO Gianni

A nome del Gruppo democristiano, confermo l'adesione agli emendamenti così come sono stati formulati e che sono stati oggetto di ulteriore attenta disamina da parte della II Commissione ieri e successivamente dei colleghi del Gruppo della D.C. Permettetemi soltanto di sottolineare che la specificazione relativa all'art. 6, cioè la composizione del Comitato regionale previo assenso delle rispettive amministrazioni è un atto dovuto perché esiste una norma di carattere generale secondo la quale nessuno pu includere in un comitato rappresentanti di altri Enti se non vi è l'autorizzazione o il consenso da parte dell'Ente stesso.
Pertanto il Gruppo della D.C. aderisce agli emendamenti e li approva.



PRESIDENTE

Vi sono altre richieste di parola? La signora Graglia. Ha facoltà di parlare.



GRAGLIA Anna

Concordiamo con le proposte di emendamento, anche perché le osservazioni pervenute dal Governo sono marginali rispetto agli importanti contenuti di questa legge, che avevamo votato unitariamente. Con gli attuali emendamenti non facciamo che rendere più chiari alcuni termini senza intaccare i contenuti qualificanti della legge stessa. Il nostro quindi è un voto positivo, come d'altra parte è emerso anche dai lavori della Commissione, dove vi è stata espressione unanime su questi emendamenti.



PRESIDENTE

Non vi sono altre richieste di parola? Passiamo all'esame degli emendamenti da apportare al testo della legge.
Vi leggo il nuovo testo dell'art. 2.
Art. 2 - Scale funzionali di, comunicazione "I vari modi di trasporto individuale e collettivo, ricadenti nella competenza regionale, devono essere considerati come elementi di un sistema unitario, che tenga conto delle seguenti scale funzionali di comunicazione: a) internazionale e nazionale, comprendente le strutture aeroportuali le grandi direttrici ferroviarie e stradali di collegamento con i paesi confinanti e la restante parte del territorio nazionale contermine b) regionale, comprendente i collegamenti tra i Comprensori e tra i poli di sviluppo c) comprensoriale, comprendente i collegamenti interni al Comprensorio stesso e quelli che in parte ne fuoriescono d) locale, comprendente i collegamenti integrati ai precedenti".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 43 Consiglieri.
L'art 2 è approvato.
All'art. 5 il Vicepresidente Bajardi ha precisato che per questo articolo c'é una diversa sistemazione del testo per una più precisa interpretazione.
Titolo II - Pianificazione regionale Art. 5 - Compiti della Regione.
"Allo scopo di Perseguire le finalità di cui all'art. 1, la Regione: a) redige il Piano regionale dei trasporti e della viabilità in armonia con gli indirizzi di politica nazionale, secondo le indicazioni e quale specificazione settoriale del Piano regionale di sviluppo, in stretta integrazione con gli obiettivi della pianificazione territoriale, e come guida ed indirizzo per i singoli Piani di trasporto e di viabilità comprensoriali b) svolge azione di coordinamento e di vigilanza sulle attività di trasporto nell'ambito delle proprie competenze istituzionali e provvede all'approvazione dei Piani comprensoriali di trasporto e della viabilità e delle relative previsioni economico-finanziarie c) fornisce al Comitato comprensoriale informazioni e strumenti per l'elaborazione dei piani e per il controllo della loro attuazione".
Se non vi sono richieste di parola lo metto in votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti 44 hanno risposto SI 44 Consiglieri.
L'art. 5 è approvato.
Art. 6 - Comitato regionale di coordinamento dei trasporti e della viabilità.
"E' istituito il Comitato regionale di coordinamento dei trasporti e della viabilità quale organo consultivo della Regione.
Il Comitato è presieduto dal Presidente della Giunta regionale, o, per sua delega, dall'Assessore ai trasporti e alla viabilità, ed è composto dai seguenti membri effettivi con diritto di voto: 1) gli Assessori del Dipartimento per la gestione del territorio 2) un rappresentante per ciascun Comitato comprensoriale 3) un rappresentante per ciascuna Amministrazione provinciale 4) un rappresentante dell'UNCEM regionale 5) un rappresentante dell'ANCI regionale 6) tre rappresentanti designati dalle organizzazioni sindacali regionali maggiormente Rappresentative 7) tre rappresentanti delle organizzazioni professionali agricole maggiormente rappresentative 8) nove esperti di tecnica ed economia dei trasporti, designati dal Consiglio regionale con voto limitato a sei nominativi 9) un rappresentante degli Automobile Clubs del Piemonte 10) due rappresentanti degli operatori economici designati rispettivamente dall'Unione Industriale e dalla Confederazione Piccole e Medie Industrie - Sezioni Piemontesi 11) un rappresentante per ciascuna delle Associazioni Nazionali delle Aziende di trasporto 12) un rappresentante dell'Associazione Italiana gestione aeroporti e società aeroportuali 13) un rappresentante per ciascuna delle Organizzazioni dell'autotrasporto delle merci, maggiormente rappresentative a livello regionale; e, previo assenso delle rispettive Amministrazioni: 14) un rappresentante del Ministero dei Trasporti 15) il Direttore del Compartimento di Torino delle Ferrovie dello Stato 16) un rappresentante rispettivamente dell'ANAS, della Motorizzazione Civile e dell'Aviazione Civile.
Esercita le funzioni di Segretario un funzionario della carriera direttiva dell'Assessorato competente. Intervengono, senza diritto ili voto, funzionari regionali designati dagli Assessori di cui al numero 1).
Di volta in volta il Presidente potrà chiamare a partecipare ai lavori senza diritto di voto, altri esperti in materie specifiche.
Per la validità del voto in caso di parere per atti amministrativi occorre la presenza di almeno la metà dei membri oltre al Presidente il cui voto prevale in caso di parità.
Il Comitato è nominato con decreto del Presidente della Giunta regionale e dura in carica quanto il Consiglio regionale.
Ai membri del Comitato spetta il compenso di cui alla legge regionale 2/7/76, n. 33.
Il Comitato regionale di coordinamento dei trasporti e della viabilità ha il compito di: contribuire ad elaborare le linee del Piano regionale dei trasporti e della viabilità formulare pareri sui Piani e sui progetti elaborati dalla Giunta regionale, dagli Enti locali, dalle Aziende di Trasporto, dalle Ferrovie dello Stato, dall'ANAS e dall'Aviazione Civile e sulle proposte per una loro armonizzazione svolgere la funzione consultiva di cui all'art. 12 della Legge 14 giugno 1949, n. 410, all'art, 10 della Legge 2 agosto 1952, numero 1221 e all'art. 2 della Legge 29 dicembre 1969, n. 1042 e successive integrazioni nei confronti della Giunta regionale per le scelte amministrative che riguardano la rete dei servizi di interesse regionale formulare proposte da avanzare nelle sedi competenti per migliorare le condizioni d'integrazione e coordinamento tra i servizi di competenza regionale e i servizi che dipendono da Amministrazioni statali e da Enti locali formulare proposte e pareri, da avanzare nelle sedi competenti, nei riguardi di infrastrutture interessanti la viabilità e la circolazione regionale nonché il trasporto merci esprimere parere in merito alla classificazione e declassificazione di strade regionali e provinciali nonché di porti e vie navigabili.
Sono abrogate le Leggi regionali 30 dicembre 1974, n. 41, 3 giugno 1975, n. 38 e i numeri 5 e 6, primo comma, dell'art. 17 della Legge regionale 16 maggio 1975, n. 28".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti 46 hanno risposto SI 44 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'art. 6 è approvato.
Art. 7 - Piano regionale dei trasporti e della viabilità "Il Piano regionale dei trasporti e della viabilità è uno strumento dinamico di indicazione di sintesi della politica regionale nel settore secondo gli obiettivi del Piano di sviluppo e le indicazioni in proposito dei Piani comprensoriali.
In quanto tale contiene: 1) le linee generali per l'assetto della rete e servizi regionali dei trasporti ed i riferimenti alla rete delle comunicazioni internazionali e nazionali, in accordo con la programmazione nazionale, nonché le relative priorità di attuazione 2) i riferimenti, le indicazioni e gli strumenti per l'elaborazione dei Piani comprensoriali dei trasporti e della viabilità 3) i criteri per il coordinamento e la razionalizzazione degli interventi finanziari tra i vari soggetti erogatori di finanziamento per le infrastrutture e per i servizi di trasporto (Stato, Regione, Enti locali Aziende produttrici), considerando altresì i finanziamenti derivanti da contratti nazionali di categoria - contribuzioni sociali 4) gli indirizzi per il programma pluriennale d'investimento e i criteri di assegnazione dei contributi regionali, in stretta relazione con gli obiettivi del Piano di sviluppo regionale 5) gli indirizzi generali di politica tariffaria, i criteri per la determinazione del costo medio dei servizi, distintamente per zone a carattere socio-economico ed operativo diverso, ricercando una base tariffaria con carattere indicativo per la formulazione del relativo provvedimento riguardante i servizi regionali.
Tali criteri devono essere definiti previa verifica con le rappresentanze degli operatori economici e delle organizzazioni sindacali.
Il Piano regionale dei trasporti e della viabilità recepisce inoltre per la formazione degli aggiornamenti progressivi, le indicazioni dei piani comprensoriali secondo i tempi e le modalità previsti dalla Legge regionale sulle procedure di programmazione di cui all'art. 75 dello Statuto regionale".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti 48 hanno risposto SI 48 Consiglieri.
L'art. 7 è approvato.
Art. 12 - Classificazione dei servizi di linea "Si intendono per servizi automobilistici di linea, quelli disposti a favore del pubblico che si svolgono su itinerari e orari fissi, anche a carattere stagionale e a offerta indiscriminata.
Sotto il profilo funzionale sono così classificati: 1) servizi urbani, caratterizzati da: a) alte frequenze e brevi intervalli tra le fermate b) integrazione con i servizi di trasporto delle linee automobilistiche comprensoriali e con i servizi su rotaia c) prevalente funzione di servizio negli insediamenti continui, anche se in Comuni diversi e confinanti.
2) servizi suburbani, che si svolgono tra un centro ed altri minori ravvicinati tra loro, senza continuità di abitato, e per - i quali l'avvicendamento dei passeggeri porti questi ad una permanenza sul mezzo relativamente breve 3) servizi interurbani, i rimanenti 4) servizi di linea, riservati a determinate categorie di utenti 5) servizi di gran turismo, finalizzati alla valorizzazione turistica di determinanti luoghi.
Il costo dei servizi di cui ai numeri 4) e 5) deve essere a completo carico del committente e/o dell'utente".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti 48 hanno risposto SI 48 Consiglieri.
L'art. 12 è approvato.
Metto in votazione l'intero testo della legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti 48 hanno risposto SI 46 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri.
Il nuovo testo della legge regionale sui trasporti e viabilità è approvato.


Argomento: Occupazione giovanile - Apprendistato

Comunicazioni della Giunta regionale in merito al problema della legge sull'occupazione giovanile


PRESIDENTE

Il punto quarto all'o.d.g. reca: "Comunicazione della Giunta regionale in merito al problema della legge sull'occupazione giovanile". La parola all'Assessore Alasia.



ALASIA Giovanni, Assessore ai problemi del lavoro

Quando, nell'autunno scorso e all'inizio di quest'anno, la Giunta port il problema dell'occupazione giovanile in quest'aula e nei rapporti esterni con le organizzazioni sindacali e con i movimenti giovanili, noi rivendicavamo sostanzialmente che il Governo mantenesse uno dei suoi impegni programmatici esplicitati all'atto della costituzione del Governo stesso. Si trattava dell'impegno di varare un provvedimento legislativo allora si diceva entro l'autunno dell'anno scorso, a favore dell'occupazione giovanile. Non abbiamo mai nascosto che un fenomeno quale quello della disoccupazione e inoccupazione giovanile (mi riferisco alle nuove fasce di mai occupati, con livelli di media e alta scolarizzazione) che giudichiamo essere un fenomeno strutturale, non può essere risolto con un provvedimento legislativo, per buono che esso sia, ma che, per definizione, è limitato e settoriale. Non ripeterò adesso le analisi che altre volte la Giunta ha abbozzato al riguardo per sottolineare come questo problema si collega intimamente a quello della crisi della struttura produttiva del Paese e ai temi della ristrutturazione e riconversione anche se dobbiamo rilevare che il problema della disoccupazione ed inoccupazione giovanile ha delle particolarità e peculiarità che debbono essere colte.
Rilevo soltanto che questo senso della misura e quindi dei limiti dell'attuale provvedimento legislativo si ritrova puntualmente nelle relazioni che hanno accompagnato l'iter della legge in Parlamento. La Giunta conviene su questo modo e su questo metodo responsabile di presentare il problema.
Ho fatto questa premessa, signori Consiglieri, perché credo sia importante essere responsabili di ciò che ci prepariamo a gestirei valorizzando la positività di una legge voluta dalla Giunta, dal Consiglio dalle forze politiche parlamentari, dalle organizzazioni sindacali. Quindi si devono valorizzare gli aspetti positivi della legge e nello stesso tempo conoscerne i limiti e le difficoltà. Dovremo inoltre aver presente che questo non sarà il solo campo di applicazione e l'unico strumento d'intervento a favore dell'occupazione, anzi dovremo essere molto attenti alla dinamica produttiva così come ce lo proponiamo con il Piano di sviluppo, così come stiamo facendo purtroppo con le decine di vertenze occupazionali attualmente aperte; dovremo anche essere attenti alla dinamica sociale, ossia all'importanza della rivendicazione circa il ripristino del turn over formulata nei termini che sapete da parte delle organizzazioni sindacali. Sono situazioni che potranno integrarsi e potranno aprire altri spazi affinché anche un provvedimento straordinario e limitato quale quello della legge abbia un'efficacia durevole anche oltre i suoi limiti temporali. Abbiamo sempre affermato di voler affrontare il problema con il massimo senso di responsabilità senza indulgere a fughe in avanti e a tentazioni propagandistiche. Questa era una preoccupazione che giustamente era stata espressa nella riunione dei Capigruppo. Darete atto alla Giunta che è la prima volta che parliamo pubblicamente di questo problema dopo settimane di lavoro, senza però arrenderci alle difficoltà che ci saranno e alle contraddizioni che si apriranno, coscienti dei limiti e degli spazi della legge o, per dirla come il Ministro Tina Anselmi, degli "interstizi" che essa apre, intenzionati quindi a farla utilizzare nel modo più ampio possibile.
Credo che nell'affrontare questo problema non si può assolutamente prescindere da alcune considerazioni sulla condizione giovanile in generale. Viviamo un momento difficilissimo che solleva in ognuno di noi che sia pensoso non solo del presente ma anche del futuro, degli interrogativi a volte angosciosi, dove pare che vecchie "certezze", vecchi "valori" (o presunti tali ) che ognuno di noi aveva coltivato e si era costruito in decenni di esperienza, si trovano a fare i conti con una realtà improvvisa, nuova, sovente stimolante perché ci induce a ripensamenti, altre volte però è sconcertante perché è rassegnata, chiusa in se stessa e perché è rifiuto di tutti e di tutto. Non è possibile parlare di un disegno di legge prescindendo da questi dati di fondo.
Qualunque giudizio si voglia dare, credo che una classe politica, nel momento in cui parla di occupazione giovanile, non debba sfuggire ad alcune considerazioni più generali. La gioventù di oggi, e parlo anche della parte minoritaria della nostra società, non è un'altra cosa, come qualcuno vorrebbe sbrigativamente, elusivamente sentenziare non guardando le motivazioni di fondo. Nel bene e nel male, nel positivo e nel negativo fuori di ogni retorica, questi sono figli della nostra generazione e sono frutto di un complesso processo politico, sociale ed economico che noi tutti assieme, da posizioni diverse finché volete e con diverse responsabilità, abbiamo creato in questi decenni. C'è una realtà che è profondamente mutata e mutate sono le attese e le aspirazioni di chi oggi si affaccia alla vita. Sono fermamente convinto che oggi influiscono positivamente sull'atteggiamento di massa dei giovani quei contenuti più vivi, più stimolanti che le lotte e le tensioni degli anni '60 hanno aperto nelle fabbriche e nella società Parlo della contestazione di un lavoro ripetitivo e parcellizzato, di un lavoro dequalificante e dequalificato o per dirla in gergo operaio, del lavoro "cretino", parlo della messa in discussione di inquadramenti gerarchici non più rispondenti ai veri lavori contenuti nella prestazione lavorativa, parlo dei temi posti con forza ormai da un decennio, nei contratti, del restringimento del ventaglio delle qualifiche e dell'inquadramento unico, parlo della crisi della scuola e del momento formativo che è estraneo e ostile ai processi reali della produzione e della società, parlo dei temi della salute, della nocività dell'inquinamento e della nuova patologia umana legata ai processi produttivi, attorno ai quali vi è stata una protesta e una lotta di massa con la quale i cittadini, a Seveso o all'Ipca di Cirié, rifiutano di essere spettatori e cavie passive, tutt'al più monetizzati per la condizione di salute o in caso di morte. Tutti questi fermenti operano nella nostra società con un processo lungo e profondo ed in vari modi.
Allora arrivano nuovi segnali, nuovi richiami dai vari settori della società, incominciando dal mondo giovanile, ma arrivano anche con mediazioni varie e con gravi rischi di deformazione. E' vero, ci sono profondi punti di contatto con il mondo del lavoro e certamente il processo produttivo si riflette sull'intera società, ma ci sono anche differenze sostanziali fra chi è in fabbrica, chi personalmente è erogatore di forza di lavoro e chi è fuori dal processo produttivo. C'è una differenza fondamentale, che non può sfuggire a nessuno, fra la situazione di oggi e quella degli anni '50; in quegli anni si è registrato un ingresso di massa nella produzione, si è formata un'intera nuova generazione operaia, oggi non è più così: c'è un limite grave, sia pure non in assoluto, all'ingresso di nuove generazioni nell'industria e c'è per contro una dilatazione nel pubblico impiego che, sostanzialmente, non si è rinnovato, dove c'é il rischio che si determinino fasce di parassitismo, e c'è una più estesa scolarizzazione in una scuola sempre più dequalificata. Dobbiamo stare attenti perché questa differente collocazione nella società e nella produzione può portare a comportamenti e risposte diverse da parte di più o meno vasti strati di giovani. Così, a volte, partendo da una critica sostanzialmente valida e oggettiva, quella parte che viene esclusa dal processo produttivo può assumere atteggiamenti di estraneità, di fughe in avanti e cioè nel vuoto e nel disimpegno, mi riferisco al fenomeno del corporativismo, dell'autonomismo, al rifiuto cioè di sentirsi parte integrante di una realtà più generale, ancorché la si voglia modificare. Se voi osservate, signori Consiglieri, la critica del movimento operaio organizzato ai modi di produzione attuale punta anche a conquiste parziali perché queste forze si collocano in una prospettiva strategica di espansione complessiva della produzione contro i limiti attuali e le attuali strozzature che determinano il ristagno. Questa critica dunque non è mai un atteggiamento di estraneità ma è l'atteggiamento di chi vive nei processi per cambiare le cose sapendo di essere uomo libero proprio perch vuol cambiare il suo tempo vivendolo interamente, senza fughe, senza irrazionalità.
Di fronte ad alcuni atteggiamenti di estraneità di una parte dei giovani, dobbiamo cercarne il motivo, non per giustificare posizioni che critichiamo e condanniamo recisamente (parlo della Giunta e della mia parte), perché non facciamo della demagogia, non facciamo del giovanilismo di maniera come non facciamo la caccia alle streghe, ma per rimuovere le cause strutturali di fondo che sono alla base di questi comportamenti. Il discorso allora ritorna dai nodi della produzione e dell'occupazione al momento formativo, ad una scuola che non sia emarginata ed emarginante rispetto a questi processi produttivi, e ritorna anche ad una scala di valori che sin qui ha contrapposto manualità a cultura, pensiero a lavoro esecutivo e subordinato. Questi non sono problemi astratti, sono nodi compreso quello dell'iscrizione alle liste, che possiamo sciogliere se vogliamo, come vogliamo fare di un atto parziale, limitato e straordinario come la legge un punto d'appoggio, uno scalino magari modesto, ma concreto e stabile per modificare la realtà e per ottenere impieghi duraturi.
L'avvocato Agnelli parlando ai giovani nel mese di marzo ha affermato testualmente: "Nessuna società può garantire oggi un lavoro da impiegato per la crescente massa di diplomati e laureati" ed ha concluso dicendo: "Si rende quindi necessaria una rivalutazione del lavoro manuale". A me pare che l'avv. Agnelli intenda il lavoro manuale come lavoro di qualità inferiore, mentre quello impiegatizio richiederebbe cultura. Non c'é dubbio che oggi esista uno squilibrio e una certa tendenza ad assumere il traguardo del diploma come un traguardo qualificante, ma, signori Consiglieri, non si può prescindere dal contesto storico sociale nel quale vive la classe operaia, perché se la società è questa e se il modello che si vuole perpetuare dovesse rimanere - questo si spiega allora l'aspirazione della famiglia operaia a dare ai figli quel traguardo che li porterebbe ad uscire dalla condizione di inferiorità. E' la storia di parecchi di noi, qui e fuori di qui. Se la situazione è questa, allora la domanda che la gente si pone è, semplice: perché tu e non io? Chi lo decide? Non basta rispondere che non è possibile per tutti, perché questa è una risposta che considero classista. La verità è un'altra: in un processo complesso dove stanno cambiando i termini della situazione, la verità è che il lavoro manuale deve essere rivalutato non perché c'é bisogno di una massa oggetto ad un livello infimo di qualificazione, governata e guidata poi da un'elite più o meno estesa che sola possiede il sapere, perché il lavoro manuale incorpora già oggi, come del resto in tutte le società specie a certi livelli di prestazione, molta cultura e ad esso deve essere restituito il suo giusto posto. Diventa sempre più difficile stabilire rigide demarcazioni e confini, sempre meno reggono i vecchi inquadramenti contrattuali. Chi ci dice quale classificazione dare ad un operaio che sa di trigonometria o sa leggere un disegno complesso? Non mi convincono le affermazioni del senatore Agnelli e credo di interpretarle nel modo giusto credo perché sono qui per discutere. Al senatore Agnelli sono occorsi 5 mesi e oltre 90 ore di sciopero per fissare un accordo sindacale, l'impegno alla modifica del modo di lavorare, al rifacimento di impianti, alla possibilità di sbocchi professionali superiori a quelli attuali. E constatiamo che molti inquadramenti considerati scientifici, oggettivi inamovibili, oggettivi e inamovibili non sono perché quando si scontrano con una critica, un'azione, una protesta di massa, essi vengono modificati.
Tener conto di queste cose, tenerne conto almeno parzialmente, significa dare, anche in termini limitati, una ragione al lavoro, allo studio, alla lotta e alla fatica, perché è sempre fatica per chi vuole appropriarsi di conoscenze e andare avanti, è una fatica in cui viene esaltato l'uomo come singolo e come collettività; se non ci sarà questo noi ci troveremo di fronte ad un boomerang.
L o schema che proponiamo per gli interventi della Regione si fonda su due obiettivi che, secondo noi, costituiscono i presupposti sui quali orienteremo la nostra attività e la nostra iniziativa. In primo luogo riteniamo di avere l'obbligo di perseguire un progetto unitario, non limitato a quei campi collegati ai nostri compiti istituzionali, rapporto formazione lavoro - servizi sociali previsti all'art. 26 della legge.
Dobbiamo estendere il nostro sforzo anche al previsto rapporto a tempo indeterminato per il significato di stabilità produttiva e occupazionale che questo tipo di rapporto avrebbe.
In secondo luogo la Regione può e deve avere iniziative aggiuntive che concorrano, anche al di là della legge, ad aprire altri spazi per oggi e per il futuro. Come in parte ho già precisato nelle scorse settimane rispondendo ad una interrogazione di Alberton, abbiamo improntato questa fase preliminare del lavoro ad una metodologia che tiene conto delle difficoltà e delle obiezioni che sono state mosse dalle varie parti sociali interessate alla legge. Prima di compiere ogni atto formale esterno propagandistico, abbiamo preliminarmente sentito la Federazione degli industriali, la Confapi, la Federazione CGIL, CISL, UIL, gli artigiani, i contadini, i movimenti giovanili e i Comprensori. La Presidenza del Consiglio ha svolto il lavoro informativo, di divulgazione, senza cadere in banalità miracolistiche propagandistiche, ha distribuito 30 mila copie della legge e, l'opuscolo illustrativo. Infatti abbiamo bisogno che si sappia, che si conosca, che si utilizzi. Aveva ragione in questo senso l'avv. Oberto nei giorni scorsi quando la questione è venuta a conoscenza di straforo. Abbiamo cioè bisogno che si determini anche quella pressione di massa e quel primo momento di aggregazione organizzativa di disoccupati contro uno stato di polverizzazione per più versi preoccupante, ed oggi questo può essere costituito dall'iscrizione alle liste speciali. Abbiamo bisogno di fare tutto questo però senza seminare illusioni ma dando a tutti la coscienza che di qui incomincia un impegno non individuale e individualista, ma collettivo. L'avv. Oberto nella seduta di metà giugno aveva posto una domanda circa l'andamento delle iscrizioni alle liste speciali e aveva manifestato alcune preoccupazioni. Eravamo a pochi giorni dalla promulgazione della legge. Sono in grado di comunicare i dati aggiornati al 14 luglio, manca un mese ancora alla conclusione delle iscrizioni. Non scendo in dettagli, rilevo soltanto che gli iscritti complessivi sono 7.779, dei quali 3.078 nominativi sono uomini e 4.701 donne. Il 64% di questi, secondo l'aggiornamento fatto il 9 luglio indicava la preferenza per il contratto di formazione; infine su 7.779 5000 sono residenti in Torino e provincia. Gli altri dati relativamente alle iscrizioni alle liste normali e al collocamento registrano un certo calo nell'iscrizione. Ritorno a dirvi quanto dicevo a gennaio a proposito delle liste normali e cioè che i dati del collocamento sono parziali perch riflettono solo quella parte che va ad iscriversi. Per avere un quadro di riferimento più certo e più analitico noi presentiamo nel progetto che è a vostre mani la proposta di costituire l'osservatorio del mercato del lavoro secondo lo schema allegato ai documenti.
Infine nell'attività preparatoria ci siamo adoperati e ci stiamo adoperando, naturalmente nei limiti delle nostre possibilità che non sono molte e tutte indirette, ci siamo adoperati affinché si costituiscano nel modo più esteso possibile le Commissioni di collocamento che la legge prevede ma che oggi, purtroppo, sono praticamente inesistenti. La questione non è di poco conto ed è urgente perché in passato si è lamentata una gestione non democratica e unilaterale del collocamento e la situazione potrebbe ripetersi con conseguenze ancora più gravi in questa gestione speciale. Tale costituzione è urgente perché a termini di legge le graduatorie dovranno essere fatte entro l'11 agosto. In base alle valutazioni che siamo in grado di fare dopo queste prime settimane di attività e dopo i contatti avuti con le parti sociali, richiamiamo nel progetto le considerazioni essenziali e gli impegni necessari e doverosi della Regione. Attribuiamo molta importanza al rapporto di lavoro a tempo indeterminato perché avrebbe un valore di stabilità produttiva e occupazionale che darebbe efficacia strutturale ed effetti verso il futuro.
Di qui il nostro impegno perché questa voce venga utilizzata dagli imprenditori, ma, come ricordavano gli Assessori al lavoro di tutte le Regioni, riuniti a Torino dal collega Fiorini, si tratta di sapere se "il cavallo beve", in altre parole se gli sgravi tributari pari a L. 32.000 saranno sufficientemente stimolanti. Dai contatti avuti e dalle valutazioni che ne conseguono non mi sento di dare un giudizio definitivo, globale e sommario: è nota la critica dura della Federazione regionale degli Industriali. Il dott. Annibaldi della Confindustria ha recentemente criticato la legge dichiarando che per il rapporto a tempo indeterminato esiterebbe uno scarso interesse da parte degli imprenditori, mentre questi sarebbero interessati a un rapporto di lavoro più elastico.
E' anche vero che a lato di queste posizioni generali esistono situazioni aziendali e giudizi e atteggiamenti che lasciano prevedere possibilità di utilizzo. Un'ottica solamente aziendalistica non è sufficiente e non è accettabile di fronte ad un problema sociale che comunque si rifletterà sulle situazioni aziendali. Le dichiarazioni a livello nazionale della Confapi sono state più positive e più impegnate tanto che il dr. Bagni, Segretario nazionale della stessa, ha abbozzato alcune quantificazioni. L'Assessore Fiorini ed io siamo intervenuti agli incontri con l'API locale e abbiamo registrato un certo pessimismo: si è affermato che difficilmente si farà ricorso al rapporto a tempo indeterminato, ma che si sarebbe fatto comunque ricorso all'assunzione anche senza gli incentivi previsti dalla legge. Devo però sottolineare che questa non è stata, per fortuna, una affermazione unanime. L'API ha voluto sottolineare che le aziende hanno tenuto bene e che nel corso dell'anno hanno realizzato il turn over. Con decreto del Presidente della Giunta è stata costituita la Commissione formazione lavoro presieduta dall'Assessore Fiorini, il quale informerà diffusamente sulle proposte e sugli orientamenti in materia. In questo campo abbiamo trovato un atteggiamento più interessato da parte degli imprenditori; in sostanza l'APi e gli artigiani pongono problemi che concernono il momento formativo, le modalità e i contenuti. A queste esigenze la Regione risponde in modo interessante.
L'API ha sostanzialmente detto che "si configura la possibilità di un tirocinio ammodernato e corretto e che questo rapporto presenta vantaggi rispetto ai corsi normali perché meno avulso dalla produzione".
A pagina 8 e a pagina 9 del progetto precisiamo alcune linee di orientamento a questo riguardo, in sostanza, partendo dalla natura pubblica dei corsi, intendiamo stabilire un rapporto attivo con le aziende, che consenta all'azienda di essere direttamente presente con strutture produttive, con tecnici, con locali, con utilizzo di materie prime e la Regione è disponibile a contribuire per il rimborso spese per tecnici, per affitti, per ammortamenti, ecc. Credo che tutto questo debba essere inteso dal Consiglio come prova concreta e tangibile per assicurare una qualificazione reale, adeguata e per aprire anche possibilità di rapporti di lavoro stabili.
Nel corso delle consultazioni ha avuto luogo anche un incontro con le associazioni professionali degli agricoltori e con le organizzazioni della cooperazione. Abbiamo rilevato una scarsa attenzione ai problemi ed una limitata conoscenza della legge e delle possibilità che essa consente. In tema di costituzione di cooperative agricole si è sottolineata una difficoltà obiettiva derivante da due ordini di ragioni: la carenza in Piemonte di strutture consolidate di servizio per la cooperazione e la mancanza di un quadro conoscitivo delle terre incolte, demaniali patrimoniali, del catasto, dei rimboschimenti, delle sistemazioni idrauliche, ambiti entro i quali potrebbero operare i giovani associati in cooperative a termini della legge. La Regione intende provvedere con il suo progetto per servizi socialmente utili. In effetti sarà utile realizzare esperienze di tipo cooperativo tra i giovani praticamente in una seconda fase di applicazione della legge, cioè dopo la messa a punto di un quadro più esatto della situazione esistente. Ciò non toglie che sia già possibile realizzare qualche esperienza significativa in questo campo.
Per quanto riguarda le altre voci in materia agricola, significativa è quella prevista dalla legge che si riferisce alla possibilità di assunzione da parte delle imprese agricole di tecnici in materia agraria con un contributo di 100 mila lire mensili per un anno. Si deve aggiungere che il tecnico in questione può essere scelto direttamente dall'azienda senza alcun vincolo. Negli incontri che noi abbiamo avuto si è riscontrata un'insufficiente conoscenza della materia, c'è stato comunque l'impegno da parte delle associazioni a riconsiderare la legge anche in termini più dettagliati. Naturalmente il rapporto con gli altri per il lavoro a tempo indeterminato e per il rapporto formazione-lavoro non si fermerà qui; lo riprenderemo nei vari momenti di avanzamento dei lavoro (questo è un rilievo metodologico che reputo importante), se vogliamo avere sempre presente tutto il quadro complessivo, vogliamo evitare contemporaneamente la sterilità di approcci globalistici che non siano capaci di individuare spazi concreti anche se parziali, sui quali lavorare intensamente. Intanto non bisognerà abusare nell'estendere l'occupazione nei servizi, perché non vogliamo fare atti assistenziali, ma vogliamo promuovere quegli inserimenti socialmente utili con criteri e modalità produttive, il pubblico servizio in Italia non è tutto pletorico e inflazionato, ci sono situazioni diverse situazioni carenti, ruoli addirittura scoperti o da definire. E' su questo che noi intendiamo intervenire. L'art. 26 della legge fissa i possibili campi d'intervento negli allegati alla bozza di progetto. La Giunta presenta alcuni schemi per settori e per Assessorati che sono indicativi di talune esigenze serie già oggi presenti. Gli schemi che fondiamo, signori Consiglieri, non sono il piano da presentare al CIPE, quindi nessuno vada a sparare cifre da nessuna parte. Non lo sono perché per quantificare la richiesta occorrerà sapere qualcosa di più sulla ripartizione dei fondi fra le varie Regioni e poi perché dovremo vagliare e correlare fra di loro e a livello delle varie istituzioni le richieste che verranno dai vari Enti.
Pensiamo infine che sia possibile su questo terreno, come diciamo nello schema di progetto, avere come Regione delle iniziative aggiuntive rispetto agli interventi previsti dalla legge. Naturalmente sono ipotesi possibilità da verificare promuovendo incontri con altre istituzioni, con istituti di credito. Gli specchietti allegati costituiscono una base di un ragionamento e un quadro di riferimento per un lavoro complessivo che verrà quantificato in autunno all'atto della presentazione del progetto che invieremo al CIPE. Le tabelle allegate sono sufficientemente diffuse per un ragionamento complessivo e collettivo che non tocca solo la Regione ma investe anche tutti gli Enti periferici; esse sono dettagliate sulla descrizione del singolo progetto, sulla prevedibile stima di posti, sulle competenze necessarie, sulla descrizione delle mansioni sui problemi di formazione. Naturalmente i singoli Assessori sono disponibili a fornire i chiarimenti particolari che verranno richiesti.
Concludendo, signori Consiglieri, siamo consapevoli che si apre un terreno di lavoro non facile. La Regione farà quello che è nel suo dovere di fare: molto dipenderà da ciò che faranno le parti sociali interessate.
Stato e collettività offrono agli imprenditori non poco, considerando il momento di generale difficoltà, ossia sgravi mensili di L. 64.000 al Sud e di L. 32.000 al Nord. A nostro giudizio sarebbe miope e con le gambe corte non considerare che i problemi irrisolti l'impresa se li ritroverà di fronte in un domani ormai vicino, le situazioni sociali che si sono sviluppate in questi ultimi 15 anni influiscono e si riflettono comunque sull'impresa. Senza volere esprimere giudizi ottimistici o pessimistici sono convinto che, in fondo, i giovani coglieranno con fiducia questa iniziativa che oltretutto offre una occasione d'incontro con il mondo dei lavoratori nel vivo del processo produttivo, occasione tra l'altro non scolastica e non ideologizzante. Qualche settore giovanile ha rilevato nel corso dei numerosi contatti che si determineranno alcune differenze di normativa fra i giovani che entreranno nella produzione con questo meccanismo di legge e i lavoratori che già sono occupati. Certo contraddizioni sono sempre esistite, dipenderà dall'atteggiamento del singolo a far sì che si risolvano positivamente: ve ne furono di grandi e di grandissime anche nel passato quando vi fu l'ingresso nelle nostre fabbriche dell'ondata immigratoria degli anni '50, allora poteva esserci una lacerazione storica, ma non ci fu, perché la grande intelligenza politica e sociale della classe operaia ha saputo risolvere positivamente quelle contraddizioni. Non bendiamoci dunque la testa, non abbiamo di queste angosce paralizzanti. L'importante (paradossalmente, anche di fronte ad una legge peggiore) è che i giovani entrino nel lavoro, perché sappiamo che i lavoratori, per la loro stessa collocazione nel processo produttivo socializzano rapidamente i rapporti. Noi crediamo, signori Consiglieri, che le occasioni offerte dalla legge vadano utilizzate fino in fondo. In questo senso, ripeto, la Regione farà tutta la sua parte.



PRESIDENTE

Ringrazio l'Assessore Alasia per la sua dettagliata relazione. Darei subito la parola all'Assessore Fiorini per una brevissima comunicazione.



FIORINI Fausto, Assessore all'istruzione

Poiché la relazione dell'Assessore Alasia è stata ampia ed esauriente e poiché non ho nulla da aggiungere, se non alcuni particolari tecnici, sono disposto a fornire dei chiarimenti qualora i Consiglieri lo richiedano prima della chiusura della seduta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Oberto.



OBERTO Gianni

Signor Presidente, signori Consiglieri, stiamo discutendo dell'applicazione di una legge a carattere nazionale che demanda e attribuisce alla Regione dei compiti, delle competenze di alto rilievo e di grande importanza, senza che con questo acquisti un carattere miracolistico, di leggi che abbiano la capacità di fare dei miracoli non ce ne sono. E' una legge che ha un carattere temporaneo, ma che pu rappresentare un trampolino di lancio non indifferente per risolvere alcuni degli aspetti più angosciosi della nostra vita socio-economica, quali appunto la disoccupazione e, peggio ancora, l'inoccupazione degli elementi giovanili. E' stata fornita stamattina una nuova tabella aggiornata al 14 luglio che si rifà ai primitivi dati forniti; è assai probabile che alla fine di luglio o ai primissimi di agosto vi sia ancora un certo aumento, ma il dato conoscitivo che abbiamo questa mattina sostanzialmente è questo: ottomila giovani circa, di cui 3000 ragazzi e 4700 ragazze (questa differenziazione va sottolineata) hanno avuto conoscenza della legge e si sono iscritti agli uffici di collocamento per essere avviati al lavoro.
E' un dato assolutamente non confortante, se le statistiche che abbiamo avuto sottomano denunciano un dato esatto circa la disoccupazione e l'inoccupazione giovanile in Piemonte. E' certamente meno pessimistica la valutazione che può essere fatta oggi, ma importa un certo ragionamento e una certa disamina con indice rivelatore di una situazione che impedisce la strumentalizzazione astratta di un fenomeno che tuttavia lo evidenzia in tutta la sua complessa composizione, come l'Assessore Alasia ha rilevato.
Mi rifaccio anch'io ai dati emersi nella Conferenza regionale sui problemi dell'occupazione giovanile del gennaio '77 per alcune considerazioni di merito, I giovani disoccupati, fino ai 21 anni, erano in Piemonte 61.469 nel '75, 71.159 nel '76, sono i dati che emergono dalla tabella pubblicata nell'opuscolo che raccoglie i lavori di quella Conferenza. La disoccupazione giovanile superiore ai 21 anni era rispettivamente di 121.616 unità e di 152.148 rispettivamente nel '75 e nel '76, in totale 183.000 circa e 223.000 circa in ciascuno dei due anni. E' da quei dati e da quel riferimento che dobbiamo noi in questo momento muovere le considerazioni per stabilire in quale misura vi sia stata l'accettazione da parte degli inoccupati e dei disoccupati giovani della legge della quale ci occupiamo. I disoccupati del primo semestre del 1977, secondo informazioni fornite negli ambienti regionali, indicano una tendenza non certamente tesa al miglioramento perché il barometro non volge certamente al bello. In rapporto a questi dati, le domande presentate non sembrano ancora molte e questo a differenza di quanto accade in altre Regioni, esempio in Campania che solitamente prendiamo a raffronto per stabilire qualche momento di considerazione tra nord e sud e i problemi occupazionali, pertanto, del Piemonte non avrebbero avuto una sensibilizzazione acuta e attenta in questa direzione. Eppure i giovani disoccupati ci sono qui e ci sono là.
Perché sono ancora pochi gli iscritti giù, oggi, rispetto alle iscrizioni in altri luoghi? La legge non presume di essere il toccasana, è un passo avanti e forse non sarebbe disutile un accertamento approfondito e disaggregante dei numeri che si sono raccolti, disaggregante non soltanto per sesso, il che è stato fatto, ma in una direzione che stabilisca quanti sono i "nostri" giovani disoccupati che appartengono alla categoria degli sradicati dalle loro terre e quindi venuti ad insediarsi in territorio piemontese, quanti sono gli indigeni e quindi aventi alle spalle delle famiglie tradizionalmente piemontesi. Il recupero dei livelli di produzione del 1976 non ha consentito in Italia, come negli altri Paesi industriali, il riassorbimento della disoccupazione che in genere continua ad aumentare. Ma il problema è particolarmente acuto per quanto attiene ai disoccupati in cerca di prima occupazione. Non è inopportuno che i colleghi Consiglieri dovendo prendere delle decisioni e dovendo dire una parola di assenso alla prospettiva di azione che la Giunta ci ha indicato, conoscano i dati degli anni passati. Dal 1964 al 1976 il numero degli inoccupati in Italia si è quasi raddoppiato passando da 237.000 a 477.000 di cui 258.000 circa maschi e 219,000 femmine; nell'arco di questi 12 anni pertanto si è avuta una riduzione soltanto in un anno, nel 1974 (varrebbe la pena forse di cercare il perché di questa riduzione), anno in cui i giovani senza prima occupazione, erano 367.000; però subito dopo c'è stata l'impennata, la risalita e sono diventati 408.000 e 472.000. Il fenomeno preoccupa talmente tutti che nella recente riunione di Londra del 7/8 maggio del '77 tra i Capi del Governo dei più grandi Paesi industrializzati si è sottolineata la necessità di operare per contenere la disoccupazione giovanile. La presenza di questo fenomeno in tutti i Paesi, quale che sia la specifica condizione particolare e congiunturale , sta a segnalare la presenza ovunque di una disoccupazione strutturale che comporta interventi settoriali particolarmente accorti ed efficienti.
Per l'Italia, come ha rilevato il Ministro del lavoro, on. Tina Anselmi, vi è un aspetto che induce a particolari attente considerazioni.
Delle quarantamila ore settimanali pagate, quelle effettivamente lavorate sono 29 mila contro la media di 34 mila nel resto dell'Europa. Ora sembra a me personalmente, forse anche in considerazione della mia età e di una certa esperienza che mi sono venuto facendo in questo lungo periodo di milizia di partito e di amministratore pubblico, che a questi nostri giovani debba essere fatto un discorso molto serio e molto concreto e che questo faccia parte dei compiti che spettano alla Regione indipendentemente da quelle che sono le indicazioni specifiche dell'osservatorio come rilevatore di dati e della mappa predisposta per eventuali assunzioni in Regione, certo disposti a comprendere la loro rabbia, qualche volta stimolata ed eccitata, per indurli ad un ragionamento pacato e sereno, anche perché ne possono dedurre degli utili e dei vantaggi. Non è nemmeno possibile scrollarsi di dosso - e l'Assessore Alasia in realtà questa mattina non ha fatto questo tentativo, ma lo si nota frequentemente nei discorsi che si sentono e negli articoli che si leggono - il pesante mantello addebitando tutto, sempre e solo per quanto di non buono c'è al Governo e alla D.C. così come non sarebbe serio e corretto responsabilizzare soltanto chi nella nostra Regione ne regge da due anni ormai le sorti senza avere attinto particolari successi, se non di passaggio, mentre è giusto chiedere conto di quanto in due anni di governo si è fatto o non si è fatto ma, ancor di più, quanto si intende fare per risolvere in termini concreti i problemi.
Mi viene fatto di dire: "gioviamoci dell'esperienza". Dico un nome soltanto, colleghi Consiglieri, e gli Assessori della materia in modo particolare sentono in questo nome tutto il carico d'insegnamento: Emanuel.
Insegni l'Emanuel con le sue vicende. Noi abbiamo una ragione particolare per essere allarmati e preoccupati. Secondo talune fonti, sono 950 mila i giovani tra i 14 e 19 anni (Assessore Alasia, non so come riusciate a districarvi dalle indicazioni statistiche qualche volta difformi in questo censimento) in cerca di prima occupazione; 265 mila sono i diplomati e 54 mila i laureati, quindi oltre 300 mila. Non è una frangia, è una porzione cospicua e c'è da chiedersi seriamente se la liberalizzazione dell'accesso allo studio (e all'Università in specie, senza privilegiare la meritocrazia come momento premiante o riduttivo e come momento selezionante) e la carente preparazione professionale, carente soprattutto per la non scelta che di tale istruzione professionale si fa in Italia, non siano tra gli elementi base di questa crisi profonda che sembra senza via di uscita. Una recente ricerca pubblicata sul Quaderno della Regione Lombardia ha rilevato che nel '73 su 247 mila giovani diplomati in quell'anno ben 214 mila si sono iscritti alle Università. I diplomati sono in costante aumento: 258 mila nel '74, circa 270 mila nel '75/'76, 285 mila nel '77. La previsione è che nel '79 siano 315 mila La percentuale dei diplomati che si iscrivono all'Università è in costante ascesa, 76% nel '65, l'86% nel '70, quasi l'89% nel '75. La previsione per il '79 è che vi siano 100 mila dottori in più: un laureato su tre non troverà sicuramente lavoro. Una volta si diceva che la nostra era la patria di poeti, di santi, di navigatori, adesso la si può definire solo patria di dottori, ma il mito della laurea imperversa e continua.
A pagina 39 della relazione socio-economica e di indirizzo per il Piano di sviluppo regionale, del quale discuteremo nei prossimi giorni, si legge che un recente studio mette in evidenza la possibilità che nel 1980 si crei un eccesso di forza lavoro con diploma e laurea pari a circa 37.500 unità.
E' un segnale da valutare attentamente per comprendere la possibile evoluzione del mercato del lavoro piemontese. A pag. 46 aggiunge ancora: "in questo quadro un particolare rilievo assumerà il problema della forza lavoro giovanile, in particolare dei diplomati e dei laureati". Nessuno certamente ignora e tanto meno contesta che il problema dell'occupazione giovanile è legato in prospettiva, anche non remota, alla riforma di fondo della scuola secondaria che ponga termine ad una certa qual scolarità talvolta assai vasta, ma è altrettanto certo e vero che l'inserimento professionale dei diplomati e dei laureati non è specifico compito della scuola, ma della politica economica, e cioè di una programmazione economica che sappia creare sbocchi e prospettive.
Il finanziamento della legge sull'occupazione giovanile, che è di 1060 miliardi scaglionati in tranches diverse per tre anni, di cui 750 milioni vanno a vantaggio dell'industria privata per le assunzioni e di cui il 60 va al sud, non può essere che straordinario e la portata della legge è sicuramente temporanea, espressione di provvedimenti urgenti e parziali che tuttavia dovrebbero creare, come proposito e come presupposto, 350/400 mila occasioni di lavoro. Che cosa può fare la Regione in concreto per assecondare, al di là del limite contingente, il successo di questo piano occupazionale dei giovani? Non certamente un altro convegno, come quelli che ci sono stati fin qui, ma può agire - e mi rivolgo in modo del tutto particolare agli Assessori Alasia e Fiorini - per orientare seriamente e responsabilmente i giovani nelle loro scelte. Secondo me non si pu limitare a nessuno l'accesso allo studio, quando questo qualcuno abbia la capacità ed il merito per affrontare lo studio - è stato ricordato dall'Assessore Alasia - che molte volte è fatica fisica anche pari alla fatica del lavoro manuale. E' indubbio che l'orientamento per le scelte deve essere fatto anche dalla componente politica, se questa componente politica vuole veramente dare un volto alla Regione al cui servizio opera o lavora, soprattutto, chiarendo che l'Università non può diventare assolutamente un'area di parcheggio e che la laurea non può essere considerata un sicuro passaporto per un posto di lavoro.
Oggi tutti, o quasi tutti, possono arrivare alla laurea, pochissimi arrivano alla professione; è superfluo dire che l'accesso agli studi deve essere libero ed ampio il più possibile, favorito ed aiutato, sicché anche i non abbienti possano accedervi, inclusi (per ricordo delle fatiche e delle rinunce fatte da mio padre e da mia madre) quelli che, studiando e guadagnandosi le tasse scolastiche, possono raggiungere la laurea per quell'ambizione, a cui faceva riferimento l'Assessore Alasia, della gente semplice e modesta che vede nel pezzo di carta, nel titolo di studio una soddisfazione intima, come una crescita dell'ambiente familiare; ma è necessario stabilire che l'accesso deve ancorarsi al presupposto del merito, escludendo chi diventerà poi un peso per tutti (e sarà spesso quello che griderà più forte, come avviene anche in Paesi dove la democrazia ha un habitat assai diverso da quello che ha il nostro) ed è necessario ampliare la sfera di azione nel settore dell'istruzione professionale. E' il secondo punto che tocco per arrivare il più rapidamente possibile alla conclusione, è urgente promuovere quella riconversione industriale con ricerca d'investimenti produttivi sempre più avanzati, non senza perdere ovviamente d'occhio il settore occupazionale ed agricolo. La prima parte di questi schemi fa riferimento all'Assessorato agricoltura e foreste e, ahi noi!, vediamo 150 diplomati e laureati, 50 diplomati, 100 diplomati e laureati, 100 diplomati generici. 40 laureati o diplomati, ecc. il che per diventare realtà dovrà avere il conforto degli iscritti nelle liste di collocamento che abbiano queste qualifiche.
E' indispensabile indirizzare le scuole professionali per convincere attraverso l'azione pedagogica, i giovani del valore di dignità del lavoro di tutto il lavoro nei suoi diversi modi di essere, inteso come momento essenziale della vita della persona che, attraverso il lavoro, dà una creazione intima ed interiore di completa caratterizzazione della personalità, fattore non ultimo per ridurre l'essenza paurosa della delinquenza giovanile (ignoranza e delinquenza sono spesso buone compagne) per orientare, alla luce di quelle che sono in concreto ed in prospettiva le esigenze dei vari settori di lavoro, alla scelta, alla preparazione a lavori che siano effettivamente disponibili.
Ecco perché è opportuno quell'osservatorio che la Regione si prefigge di creare per conoscere e per potersene servire non tanto per collocare, ma per indicare ai giovani, nel momento della scelta, possibilità d'inserimento. Non si può più continuare a creare il doppio dei maestri e dei geometri di quanti sono i posti in realtà disponibili, mandando magari i fresatori, i tornitori, gli idraulici.
In una intervista il Ministro del lavoro, on. Tina Anselmi, ricordava che gli italiani diplomati che frequentano gli istituti professionali per imparare un mestiere o un'arte sono il 30%, mentre i danesi, i tedeschi e gli olandesi sono il 50%. L'avvocato, il geometra, il perito non possono fare un mestiere? Ecco l'interrogativo. L'idea che si possa fare un mestiere essendo "colti" e guadagnando più di un impiegato ci è del tutto estranea. Ciascuno quindi giochi il proprio ruolo e lo giochi responsabilmente. Per esempio, si dica che nei prossimi concorsi la pubblica amministrazione riserverà ai giovani il 25% dei posti, ma si dica anche che prima ci sono da assorbire circa 70 mila persone provenienti dagli Enti inutili (o che saranno dichiarati tali nella giornata di venerdì approvando la legge n. 382 nella sua formulazione definitiva) o dalle casse mutue. Il Ministro del lavoro, ancora nell'intervista alla quale mi sono riferito, ha affermato che c'é una fabbrica di Modena nella quale lavorano 192 turchi. Perché lavorano 192 turchi a Modena? Perché non si sono trovati degli italiani disponibili a fare lavori di fabbrica. Sono migliaia in tutta Italia le colf (io continuo a chiamarle domestiche perché aveva un sapore molto più familiare; stavano con il capofamiglia, con i figlioli stavano fra le mura delle case) africane ed etiopiche, lavoratrici domestiche che guadagnano più di una impiegata dello Stato. Le italiane senza offesa per le femministe che non dovrebbero conoscere barriere e confini, non vogliono più fare il lavoro servile. Dove è il nostro artigianato del ferro, del legno, del pizzo, delle ceramiche, sia maschile che femminile, che non ha più apprendisti e vede scomparire gli ultimi maestri? L'artigianato non può spalancare le porte ai giovani? L'Assessorato che presiede a questo settore vuole ascoltare l'interrogativo per dare nel tempo una risposta? La Regione non può agire concretamente anche in questa direzione? Il problema si avvierà a soluzione, sia pure con fatica, se tutti quanti collaboreranno, come l'Assessore Alasia ha invocato, e per la loro parte. Questo è detto, con tutto rispetto, anche ai sindacati, nell'interesse degli stessi lavoratori, ai politici, che si debbono assumere le loro responsabilità, ai datori di lavoro ricordando che siamo in periodo delle "vacche magre" e che vi è pure stato quello delle "vacche grasse" e quel latte allora munto è andato a loro profitto, ai giovani soprattutto, portandoli a credere e a convincersi che non vi è conquista senza fatica, spesso senza grande e dura fatica.
Il previsto inserimento dei giovani in servizi di pubblica utilità regionale, predisposto e illustrato stamattina a titolo indicativo, dovrà essere certamente verificato alla luce del numero delle richieste di impiego che saranno avanzate e congruamente vagliate. Si è spesso criticato il concetto paternalistico di assistenza e di beneficenza. Mi si lasci dire che sarebbe un guaio aprire le porte agli inetti: sono porte che si richiudono alle spalle e che difficilmente poi si riaprono. I corpi preparatori siano un setaccio intelligente, altrimenti ci si troverà onerati da pesi notevoli e senza soluzioni.
Anziché augurare buone vacanze agli Assessori Fiorini e Alasia, che sono particolarmente impegnati in questo settore di attività, auguro a loro un buon lavoro. Leggendo i giornali sapremo delle loro fatiche e a settembre, ritornando qui, ci daranno, spero e mi auguro, notizie confortevoli consolidando il principio costituzionale che l'Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro, sul lavoro come diritto e come dovere.


Argomento:

Sul programma dei lavori


PRESIDENTE

Avanzerei alcune proposte di lavoro in relazione a tre questioni diverse: c'è una delegazione di un centinaio di operai della Seimart che chiedono un incontro con l'Assessore al lavoro; c'é l'esigenza di tenere una riunione dei Capigruppo per conquistarci almeno 5 o 6 giorni di ferie nel mese di agosto, e c'è infine da stabilire come concludiamo la discussione in corso: infatti vi sono ancora 9 Consiglieri iscritti a parlare, ai quali se ne aggiungeranno certamente degli altri, mentre in precedenza si era deciso di concludere la seduta entro 25 minuti. Si potrebbe risolvere cosi: sospensione immediata della seduta dando la possibilità all'Assessore Alasia d'incontrarsi con la Seimart e convocazione dei Capigruppo per trovare una soluzione in relazione ai lavori.
Vi sono obiezioni? Non ve ne sono. La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 12,10, riprende alle ore 12,50)



PRESIDENTE

Comunico i risultati della conferenza dei Capigruppo. Prima di tutto desidero che i Consiglieri siano rassicurati sugli incidenti successi in aula, nel senso che la Presidenza del Consiglio interverrà presso il Comune e l'Autorità di Pubblica Sicurezza per risolvere in maniera definitiva e sistematica la questione dell'agibilità democratica della tribuna, che per sia compatibile con la sicurezza dell'assemblea e con la possibilità dello svolgimento corretto dei suoi lavori in ogni momento. Forse questo comporterà anche delle misure regolamentari interne; forse il diritto di accesso alla tribuna dovrà essere regolato con un sistema simile a quello del Parlamento. Ad ogni modo la questione sarà affrontata in tutti i suoi aspetti.
La seconda questione esaminata dalla conferenza dei Capigruppo è relativa all'andamento della discussione sull'occupazione giovanile. Dopo l'informazione dell'Assessore Alasia si è ritenuto opportuno arrivare ad un approfondimento del tema, non soltanto con un dibattito in aula, ma attraverso un confronto nella Commissione competente, a cui potranno partecipare i Consiglieri iscritti oggi a parlare, i membri della Commissione, la Giunta, e quanti altri Consiglieri desidereranno portare contributi di carattere generale o di carattere particolare.
Questo potrà avvenire prima della chiusura della sessione estiva.
C'é l'impegno di portare l'argomento, che nel frattempo sarà stato ulteriormente perfezionato con i dati delle iscrizioni di giovani alle liste di collocamento, alla prima seduta di settembre.
In secondo luogo si è preso in esame il calendario dei lavori per quanto concerne le sedute consiliari già fissate per lunedì, martedì e mercoledì prossimi in ordine ai problemi già maturi e a quelli che stanno maturando. La decisione è stata di iscrivere all'ordine del giorno della seduta di lunedì, con inizio alle ore 9,30, l'esame del Piano regionale di sviluppo e delle deliberazioni conseguenti, con il conseguente sviluppo della discussione per la quale non esistono più impedimenti di nessun tipo nel senso che la relazione della I Commissione è stata consegnata a tutti i Consiglieri, e quindi i documenti preparatori della discussione sono tutti quanti nelle mani dei singoli Consiglieri regionali. Dopo di che sarà iscritto all'o.d.g. l'esame del disegno di legge n. 117 per cui si prevede di iniziare l'esame mercoledì mattina. La quarta decisione presa è quella di fissare fin d'ora per i giorni di giovedì e venerdì prossimi, mattino e pomeriggio, sedute del Consiglio regionale per poter addivenire all'esame e al dibattito del disegno di legge n. 117. Vi sono osservazioni? La parola al Consigliere Cerchio.



CERCHIO Giuseppe

Oltre al collega Oberto, alcuni Consiglieri democristiani avevano rilevanti giudizi da fare soprattutto in ordine ai tempi tecnici, alla metodologia e ad alcune ipotesi d'intervento in merito alla legge dell'occupazione giovanile.
Essendo un problema di così vasta portata che deve essere gestito dalla Regione nel suo complesso e non dall'esecutivo, da parte del mio Gruppo chiedo che ci sia un allargamento a tutte le forze rappresentate nel Consiglio regionale e quindi che nella Commissione ci sia anche la presenza delle minoranze.
E' una richiesta che mi pare opportuno avanzare prima di chiudere questo dibattito.



PRESIDENTE

Ci sono altre richieste di parola? Il Consigliere Chiabrando. Ne ha facoltà.



CHIABRANDO Mauro

Presidente, lei non ha specificato quando verranno discussi gli altri progetti di legge urgenti relativi all'agricoltura.



PRESIDENTE

L'intesa è di iscrivere i provvedimenti ancora in attesa di esame dopo la discussione sul disegno di legge n. 117.
La parola all'Assessore Alasia.



ALASIA Giovanni, Assessore ai problemi del lavoro.

Al Consigliere Cerchio, in assenza del Presidente della Giunta, voglio dire che non c'é alcuna difficoltà ad accogliere la sua proposta. Del resto il Consigliere sa che una decina di giorni fa l'Assessore Fiorini ed io abbiamo partecipato alla riunione dei Capigruppo, abbiamo presentato tutte le ipotesi di lavoro e lo schema, dovevamo incontrarci con i Capigruppo per esaminare le questioni di carattere operativo, questa riunione non è stata possibile per varie ragioni non attribuibili alla Giunta.
Non vi è alcuna difficoltà ad accogliere questa richiesta e a formulare la Commissione, prevista dall'art. 3, in modo che sia rappresentativa del Consiglio e non solo della Giunta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cerchio. Ne ha facoltà.



CERCHIO Giuseppe

Ringrazio l'Assessore e chiedo che la Presidenza, del Consiglio demandi formalmente ai Capigruppo questa formalizzazione, poiché sul giornale di due giorni fa abbiamo letto che già esiste una dettagliata articolazione della Commissione.



PRESIDENTE

L'impegno è stato assunto dalla Giunta, la formalizzazione concreta la vedremo in termini tecnici e la garanzia che il Consigliere Cerchio ha chiesto mi pare esaudita.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13)



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