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Dettaglio seduta n.129 del 15/07/77 - Legislatura n. II - Sedute dal 16 giugno 1975 al 8 giugno 1980

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SANLORENZO


Argomento: Organi, strumenti e procedure della programmazione

Prosecuzione esame disegno di legge n. 207: "Le procedure della programmazione"


PRESIDENTE

La seduta aperta.
La discussione generale sul disegno di legge n. 207 "Le procedure della programmazione" è terminata.
Passiamo alla votazione dell'articolato.
Chiede la parola il Consigliere Alberton. Ne ha facoltà.



ALBERTON Ezio

Desidero dare un Indicazione che vale per molti emendamenti presentati.
Per agevolare il lavoro abbiamo cercato di riferirci alle proposte di emendamento della Giunta nei casi in cui, almeno da parte nostra ritenevamo che gli emendamenti fossero accettabili e integrabili.



PRESIDENTE

E' chiaro. All'art. 1 la Giunta presenta il seguente emendamento: "Aggiungere alla fine dell'ultimo comma: ' e all'art. 1 della legge n.
335 del 19/5/1976, e provvede, in conformità con il Piano regionale di sviluppo, attraverso gli organi comprensoriali alla formazione dei piani socio-economici territoriali dei Comprensori di cui all'art. 75 dello Statuto' ".
Chiede la parola il Consigliere Carazzoni. Ne ha facoltà.



CARAZZONI Nino

Stante il tipo di intervento pronunciato ieri durante il dibattito generale e data la posizione di opposizione motivata da parte nostra a questa legge, comunico che mi asterrò sui vari emendamenti presentati.
Questo vale per l'emendamento in corso di votazione e per i successivi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Oberto.



OBERTO Gianni

Anche se può sembrare incoerente, devo dire che, dopo che il Gruppo della Democrazia Cristiana ieri sera ha concordato gli emendamenti, io partecipo autonomamente alla votazione, sia in maniera positiva che negativa.



PRESIDENTE

Ringrazio i Consiglieri Carazzoni e Oberto per questa dichiarazione che facilita i lavori dell'assemblea e crea un clima utile al nostro lavoro.
Vi sono richieste di parola su questo emendamento? La parola al Consigliere Alberton.



ALBERTON Ezio

L'emendamento proposto dalla Giunta regionale per noi è accoglibile in quanto riprende una formulazione che avevamo espresso nel nostro testo di legge; lo riteniamo però insufficiente a chiarire il concetto globale di rapporto all'interno del processo di programmazione tra Piano regionale di sviluppo e piano socio-territoriale di Comprensorio. Riteniamo indispensabile l'integrazione con il nostro emendamento che sottolinea appunto come i piani socio-economici territoriali di Comprensorio, insieme al Piano regionale predisposto dalla Regione, costituiscono il complesso della programmazione regionale.
Possiamo anticipare che da parte nostra c'é l'accoglimento dell'emendamento della Giunta, nella misura in cui vi è l'accoglimento del nostro successivo emendamento; se invece la Giunta intende mantenere gli emendamenti all' art. 1 sulla base della sua proposta, noi la riteniamo insufficiente e quindi non l'accoglieremo.



PRESIDENTE

L'Assessore Simonelli chiede di parlare. Ne ha facoltà.



SIMONELLI Claudio, Assessore al bilancio e programmazione

Mi pare che il testo dell'emendamento della Giunta accetti nella sostanza quello che è accettabile della richiesta avanzata dal Gruppo democristiano, cioè nell'art. 1, dove si indicano le finalità della programmazione regionale, si dice che la Regione provvede alla formazione del Piano regionale di sviluppo e dei piani socio-economici territoriali dei Comprensori. Vale a dire che la programmazione comprende l'uno e gli altri in modo sintetico. Aggiungere l'emendamento del Gruppo della Democrazia Cristiana costituisce addirittura un pleonasmo, perché sembra fare intravedere l' esistenza di due programmazioni distinte: quella dei Comprensori e quella della Regione, mentre in realtà si tratta di una sola programmazione. Pertanto la Giunta non può essere d'accordo su questo emendamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bianchi.



BIANCHI Adriano

Desidero rilevare che la formulazione del nostro emendamento riprende esattamente una dichiarazione in tal senso fatta ieri dall'Assessore.



PRESIDENTE

Vi sono altre dichiarazioni in merito? La parola al Consigliere Genovese.



GENOVESE Piero Arturo

Da parte del nostro Gruppo non si vuole assolutamente evidenziare che esistono due soggetti differenti di programmazione, in quanto è chiaro che il Comitato comprensoriale ha compiti di programmazione. Il problema non è quindi sui soggetti, ma è di vedere quali sono i documenti che costituiscono il complesso della programmazione regionale. Essendo unificati i documenti che riguardano sia le indicazioni di carattere socio economico sia l'articolazione dell'unico piano territoriale previsto dalla legge n. 1150 del 1942, appare ovvio che i documenti della programmazione regionale siano quanto meno due: il Piano di sviluppo e il piano territoriale. Conseguentemente qui non si vuole introdurre una confusione per quanto riguarda i soggetti, ma si vuole semplicemente dire che il piano territoriale, insieme con il Piano di sviluppo, forma il complesso della programmazione regionale. Questo è il senso che noi attribuiamo all'emendamento presentato.



PRESIDENTE

Mi permetto di intervenire nella discussione solo per ricordare un dato da cui non dovremmo mai prescindere, e cioè un articolo dello Statuto regionale che, da questo punto di vista, fissa la questione in modo inequivocabile. Infatti l'art. 75 recita: "Il Piano regionale di sviluppo si articola nei piani comprensoriali, e per quanto riguarda l'agricoltura in piani zonali, alla cui formazione ed attuazione partecipano gli Enti locali nell'ambito delle competenze proprie e di quelle delegate dalla Regione, secondo i modi stabiliti dalla legge regionale".
Quindi la programmazione regionale non è la sommatoria dei piani dei Comprensori della Regione: il piano è uno solo.



GENOVESE Piero Arturo

Per chiarezza sottolineo che il piano territoriale non è il Piano di sviluppo regionale. A livello del Comprensorio noi prevediamo giustamente l'unificazione e il punto di incontro della programmazione socio-economica e della pianificazione territoriale, però il piano territoriale è altra cosa, ha altra natura giuridica, discende dalla legge del 1942. E' in questo senso che proponiamo di considerare come complesso della programmazione i due documenti: il piano territoriale e il Piano di sviluppo economico regionale.



PRESIDENTE

L'emendamento della Democrazia Cristiana recita: "Il Piano regionale di sviluppo predisposto dalla Regione e i piani socio-economici-territoriali di Comprensorio predisposti dai singoli Comprensori, costituiscono insieme il complesso della programmazione regionale". Ad ogni modo questa è una valutazione politica.
Vi sono altre richieste di parola sull'argomento? La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Cerco di cogliere il significato della proposta democristiana e le difficoltà della Giunta. In effetti la Democrazia Cristiana intende soltanto evidenziare l'importanza dell' attività dei Comprensori senza travalicare la gerarchia, suggerisco pertanto di eliminare l'avverbio "insieme". Se volesse essere soltanto un'enunciazione potrei concordare nella misura in cui però si togliesse quell' "insieme" che può creare problemi di gerarchia e di vincoli fra i piani stessi. Togliendo quella parola si tratterebbe semplicemente di una enunciazione; praticamente è una chiosa all'articolo dello Statuto letto dal Presidente del Consiglio.
In effetti, l'avverbio "insieme" potrebbe creare qualche problema nella misura in cui si ritenesse che la programmazione regionale si muove solo se tutti i documenti sono presenti contestualmente, in termini logici e in termini temporali. Lo spirito è quello di rappresentare in primo piano, in una parità di dignità, i diversi documenti della programmazione; se si intendono legare, invece, si crea un grossissimo problema di sistema.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Alberton.



ALBERTON Ezio

Vorrei spiegare il significato di questa parola. Non possiamo non ricordare l'art. 2 della legge che tanto nella nostra proposta, quanto in quella della Giunta, richiama come la programmazione regionale è esercitata, nell'ambito delle rispettive competenze, dal Consiglio, dalla Giunta e dai Comitati comprensoriali. In secondo luogo quando parla dell'iter di formazione ed approvazione del piano socio-economico territoriale di Comprensorio, la Giunta ha accolto di formalizzare il vincolo per l'approvazione del piano da parte della Regione quando riconosce che esso deve essere approvato nella misura in cui non sia in contrasto con il Piano regionale di sviluppo. Mi sembra che accettando questo vincolo, questa consapevole autolimitazione, implicitamente la Regione riconosca che la programmazione della Regione, nel suo complesso, è costituita dai suoi atti e da quelli del Comprensorio. E' la formalizzazione dello spirito che anima la legge, anche negli emendamenti che la Giunta ha proposto, che ribadisce la dignità di contributo alla programmazione regionale che i piani socio-economici- territoriali hanno richiamando nel testo della legge continuamente il giusto e corretto rapporto che deve esistere, di subordinazione dei piani socio-economici territoriali alla conformità con il Piano regionale di sviluppo.
Contemporaneamente non stravolgiamo un rapporto, di cui certamente anche noi intravediamo la pericolosità nel momento in cui si volesse vedere il Piano regionale come semplice collage dei piani socio-economici territoriali. Non dimentichiamo che tutto l'impianto della legge vale a regime e non è gestibile o pensabile come assetto della programmazione in questo momento. Ci troveremo in un momento in cui avremo il Piano regionale, i piani socio-economici-territoriali, e ci sarà un iter continuo di aggiornamento dei medesimi. La programmazione di Comprensorio pone essa stessa dei vincoli all'attività della Regione, perché nella formulazione dei programmi pluriennali la Regione deve tenere conto dei piani socio economici-territoriali. Non vediamo, obiettivamente, in che cosa questa nostra formulazione contrasti con lo spirito corretto di assegnare ad un organismo della Regione proprio la qualifica e la dignità di componente essenziale del complesso della programmazione regionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

A noi sembra che questo emendamento aggiuntivo da parte della Democrazia Cristiana da un lato dica le cose dette prima e dall'altro dica di meno, perché non so in quali termini intendiamo il complesso della programmazione regionale. Se l'intendiamo in termini di documenti puri e semplici, allora non sarei d'accordo. E' invece una serie di atti. Mi pare che il metodo della programmazione, così come appare dall'articolato, che impronta tutta l'attività della Regione, sia sufficientemente chiarificatore. In ogni caso, visto che il Gruppo democristiano sembra annettere grande importanza a una questione che ritengo piuttosto nominalistica, si potrebbe fare uno sforzo per accogliere lo spirito dell'emendamento con una proposta di questo tipo: "Il Piano regionale di sviluppo (mi pare del tutto pleonastico dire 'predisposto dalla Regione' quando già prima abbiamo detto come vengono predisposti questi atti) e le sue articolazioni in piani comprensoriali o in piani socio-economici territoriali di Comprensorio, costituiscono il complesso della programmazione regionale".
Riprendiamo così la dizione dell'art. 75 dello Statuto e accogliamo lo spirito dell'emendamento che vuole sancire la complessività della programmazione non solo limitata all'atto regionale.



PRESIDENTE

Caldeggio vivamente questa soluzione che, tra l'altro, ci riporta ad una discussione analoga che ci impegnò per una settimana. Non a caso, dopo il comma che ho citato dell'art. 75 dello Statuto, si legge: "Ai piani comprensoriali e ai piani zonali di sviluppo agricolo è assicurato l'autonomo apporto dei sindacati dei lavoratori,...".
Possiamo risolvere così la questione?



BIANCHI Adriano

Accogliamo il suggerimento con quella formulazione, fondendo insieme le proposte dei Consiglieri Marchini e Bontempi.



PRESIDENTE

L'emendamento della Democrazia Cristiana quindi suonerebbe: "Il Piano regionale di sviluppo e le sue articolazioni in piani socio-economici territoriali di Comprensorio costituiscono il complesso della programmazione regionale". L'emendamento segue quello della Giunta.
La discussione è conclusa.
Si vota per primo l'emendamento della Giunta. Chi è d'accordo è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è accolto con 40 voti favorevoli e 3 astenuti.
Metto in votazione l'emendamento della Democrazia Cristiana, nel testo modificato, che si colloca subito dopo l'emendamento della Giunta. Chi è favorevole, alzi la mano.
L'emendamento è approvato con 41 voti favorevoli e 2 astensioni.
Il testo dell'art. 1, come risulta dall'accoglimento dei due emendamenti, recita: "Articolo 1 - Finalità - La Regione Piemonte esercita la propria azione legislativa, regolamentare ed amministrativa con il metodo della programmazione, in base al disposto degli artt. 4 e 73 dello Statuto secondo le norme della presente legge che ne individua gli strumenti e ne definisce le relative procedure. L'azione della Regione è prioritariamente rivolta al superamento degli squilibri socio-economici e territoriali, sia a livello nazionale, sia nell'ambito regionale.
A tal fine la Regione predispone il Piano regionale di sviluppo di cui agli artt. 74, 75 dello Statuto e all'art. 1 della legge n. 335 del 19/5/1976, e provvede, in conformità con il Piano regionale di sviluppo attraverso gli organi comprensoriali alla formazione dei piani socio economici-territoriali dei Comprensori di cui all'art. 75 dello Statuto.
Il Piano regionale di sviluppo e le sue articolazioni in piani socio economici-territoriali di Comprensorio costituiscono il complesso della programmazione regionale".
Nessuno chiede di parlare? Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 43 hanno risposto SI n. 40 Consiglieri hanno risposto NO n. 2 Consiglieri si è astenuto n. 1 Consigliere L'articolo 1 è approvato.
All'art. 2 vi è un emendamento presentato dalla Giunta e un emendamento del Gruppo della Democrazia Cristiana. Vi sono richieste di parola? Il Consigliere Alberton, ne ha facoltà.



ALBERTON Ezio

Chiedo alla Giunta di dare qualche spiegazione circa la collocazione dell' emendamento.



PRESIDENTE

Risponde l'Assessore Simonelli.



SIMONELLI Claudio, Assessore al bilancio e programmazione

Va posto alla fine del terzo comma dell'art. 2 e suona: "La Regione garantisce il concorso.. delle scelte del Piano regionale di sviluppo dei piani socio-economici-territoriali dei Comprensori e dei loro documenti di attuazione". Questo emendamento si collega alla dizione introdotta dalla Giunta nel primo articolo, cioè considerando la programmazione regionale un tutto unico, si disciplina l'apporto degli altri soggetti non solo al Piano regionale ma anche ai piani comprensoriali.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Alberton.



ALBERTON Ezio

Illustriamo contemporaneamente il nostro emendamento. Questo emendamento, che si presenta più articolato, ha come obiettivo una certa formalizzazione dei vari soggetti che partecipano ai livelli di programmazione regionale e comprensoriale.
Riteniamo non accettabile la formulazione complessiva dell'art. 2 del disegno di legge della Giunta, perché, al di là dell'emendamento, viene scritto che: "Le Province, le Comunità montane e i Comuni, singoli o associati, partecipano alla programmazione regionale attraverso i Comitati comprensoriali". Facciamo fatica ad immaginarci che le Province esauriscano la loro funzione attraverso il Comitato comprensoriale. Pensiamo al Comprensorio di Torino: è difficile pensare che interlocutore non sia la Provincia in quanto tale, ma che essa parli solo attraverso il Comprensorio di Ivrea, di Pinerolo o di Torino. In secondo luogo, intendiamo esplicitare altri Enti od organismi che, o perché derivanti dalla legislazione nazionale, o perché derivanti da scelte politiche che intendiamo riaffermare in questa sede, devono vedersi riconosciuto formalmente il proprio ruolo: sono soprattutto i distretti scolastici e le Camere di Commercio. Non pretendiamo di esaurire in questo modo l'elencazione, tanto che lasciamo un margine di scelta da farsi valere, volta per volta, dalla Regione o dai Comitati comprensoriali, introducendo la formulazione "ogni altro soggetto che gli organi competenti intendano consultare".
Nell'articolato della Giunta regionale la formulazione del terzo comma per esempio, è ripresa sostanzialmente, se non letteralmente dall'articolato dello Statuto, ma ci sembra che in una legge sia opportuno giungere ad un livello di specificazione superiore della norma statutaria proprio per dare modo nella legge di specificare quello che lo Statuto in sintesi ha voluto dire, facendo perciò lo sforzo di esplicitare i soggetti verso i quali in questo preciso momento, stante le condizioni istituzionali e sociali complessive della nostra Regione, la Regione intende valorizzare come contributi ai propri atti programmatori.



PRESIDENTE

La Giunta desidera replicare? Assessore Simonelli, ne ha facoltà.



SIMONELLI Claudio, Assessore al bilancio e programmazione

La Giunta ritiene di non poter accogliere questo emendamento, perch viene ad alterare il Discorso che in Commissione abbiamo ampiamente svolto sui diversi ruoli che i soggetti della programmazione regionale vengono ad esercitare nel processo programmatorio, ossia ci sono la Giunta, il Consiglio e i Comitati comprensoriali che hanno l'esercizio diretto dell'attività di programmazione; le Province, le Comunità montane ed i Comuni che partecipano alla programmazione regionale come soggetti distinti, dotati di personalità e interpreti di funzioni e di esigenze precise di carattere istituzionale; c'é infine il concorso degli altri soggetti. Per gli altri soggetti nella dizione della Giunta si usa una formula sufficientemente ampia per comprenderli tutti, così come sono elencati nell'emendamento della Democrazia Cristiana, giacché nella categoria degli Enti locali sono comprese tanto le Camere di Commercio quanto i distretti scolastici che hanno natura di Enti, mentre tra il sindacato, le organizzazioni di categoria, gli organismi economici e le forze sociali sono compresi tutti gli altri eventuali soggetti. A parte il fatto dell'inopportunità di confondere un apporto che è diverso a seconda dei livelli istituzionali in cui si esercita, il fatto di elencare alcuni di questi soggetti, quando, nel funzionamento a regime della programmazione, altri potrebbero emergere con pari dignità e titolo a partecipare, ci pare che rischi di fare apparire come privilegiati soltanto alcuni Enti. Lasciando la formula ampia è possibile una maggior duttilità e quindi è possibile un miglior funzionamento a redine. Tra l'altro, nel momento in cui da parte delle Regioni è stato chiesto con il documento unitario votato a Milano, di avere l'attribuzione di determinati ruoli dalle Camere di Commercio, pur senza lasciare nulla di impregiudicato, nel senso che da parte nostra c'é la massima volontà di ricercarne la collaborazione e l'apporto, le Camere di Commercio sono state inserite appositamente tra gli Enti che partecipano alla Finanziaria piemontese. In un eventuale riassetto degli Enti può anche darsi che le Camere di Commercio abbiano sorti diverse: in questo caso che senso avrebbe inserirle? Pur ritenendo che oggi esse sono presenti a pieno titolo e che la loro partecipazione è sollecitata e richiesta dalla Regione, non ha poi senso la loro presenza, se altre istituzioni vengono nel frattempo a maturare nella legislazione. La dizione "Enti locali" comprende tutti quelli che ci sono, quelli che ci saranno e consente di escludere quelli che non ci fossero più.



OBERTO Gianni

I distretti scolastici come possono essere considerati Enti?



SIMONELLI Claudio, Assessore al bilancio e programmazione

La legge li classifica come Enti e lo sono certamente.



PRESIDENTE

Signori Consiglieri, vorrei che ci intendessimo sulla discussione.
L'art. 1 aveva una rilevanza; tutti gli articoli hanno una loro rilevanza però bisogna rispettare una prassi che consiste nell'illustrare gli emendamenti, sentire la replica della Giunta e non riprendere la discussione quando la replica è stata data sugli argomenti addotti. D'ora in avanti gli emendamenti siano illustrati da chi di dovere, si chieda la parola come si deve, quando la Giunta replica la discussione è chiusa e si vota. Abbiamo impiegato un'ora per esaminare due articoli. Poiché gli articoli della legge sono 28, se s'instaura questa prassi sarebbero necessarie 14 ore. Non intendo procedere in questa maniera; intendo procedere applicando il regolamento e nient'altro che il regolamento. Gli emendamenti sono stati illustrati. La parola al Consigliere Bianchi.



BIANCHI Adriano

Dichiaro che, stante la risposta della Giunta, il Gruppo della Democrazia Cristiana voterà contro per le ragioni già esposte e per il fatto che non è stata data risposta sul problema delle Province; è stata data una risposta poco convincente sui distretti scolastici, ancor meno sulle Camere di Commercio, perché anche la prevista regionalizzazione non comporta la loro soppressione, ed infine perché l'elencazione degli Enti che possono essere indicativamente identificati come elemento di partecipazione all'attività di programmazione, ha un suo significato politico e di indirizzo valido anche quando mutasse il quadro istituzionale per qualcuno di questi elementi.



PRESIDENTE

Prendiamo atto.
Si vota intanto l'emendamento aggiuntivo al terzo comma presentato dalla Giunta, in merito al quale abbiamo chiarito il punto in cui deve essere collocato.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è accolto con 44 voti favorevoli e 3 astenuti.
Passiamo alla votazione dell'emendamento presentato dal Gruppo della Democrazia Cristiana che recita: "I commi secondo, terzo e quarto dell'art.
2 sono soppressi e sostituiti con: 'Alle fasi di formazione, attuazione e controllo del Piano di sviluppo regionale concorrono, secondo le modalità previste negli articoli successivi: i Comitati comprensoriali i Comuni, singoli o associati, di norma attraverso i Comitati comprensoriali le Province le Comunità montane i distretti scolastici le Camere di Commercio le associazioni di categoria gli organismi economici le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative ogni altro soggetto che gli organi competenti intendano consultare.
Alle fasi di formazione, attuazione e controllo dei piani socio economici-territoriali di Comprensorio concorrono, secondo le modalità previste negli articoli successivi, i seguenti Enti ed organismi compresi nel territorio del Comprensorio: i Comuni le Province le Comunità montane i distretti scolastici le Camere di Commercio le associazioni di categoria gli organismi economici le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative ogni altro soggetto che i Comitati comprensoriali ritengano utile consultare'." Chi approva è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è respinto con 28 voti contrari, 16 favorevoli e 3 astenuti.
L'art. 2, nel testo emendato, recita: "Articolo 2 - Soggetti della programmazione regionale - La programmazione regionale è esercitata, nell'ambito delle rispettive competenze, dal Consiglio regionale, dalla Giunta e dai Comitati comprensoriali di cui alla legge regionale n. 41 del 4/6/1975.
Le Province, le Comunità montane ed i Comuni, singoli od associati partecipano alla programmazione regionale attraverso i Comitati comprensoriali.
La Regione garantisce il concorso degli Enti locali e l'autonomo apporto dei sindacati dei lavoratori, delle organizzazioni di categoria degli organismi economici e delle altre forze sociali alla definizione degli indirizzi e delle scelte del Piano regionale di sviluppo, dei Piani socio-economici-territoriali dei Comprensori e dei loro documenti di attuazione.
La partecipazione al processo di programmazione dei soggetti di cui al 2° e 3° comma, si attua nella fase di elaborazione delle proposte, nella loro formazione ed approvazione, e nella successiva gestione attraverso programmi di attuazione".
Si passi alla votazione dell'articolo per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 48 hanno risposto SI n. 29 Consiglieri hanno risposto NO n. 19 Consiglieri L'articolo 2 è approvato.
All'art. 3 sono stati presentati due emendamenti: uno dalla Giunta e l'altro dalla Democrazia Cristiana.
La parola al Consigliere Alberton.



ALBERTON Ezio

Anche questo articolo è stato esaminato in Commissione. A noi sembra che la Giunta, con il suo emendamento, intenda recepire l'opportunità di specificare nel contenuto del Piano regionale di sviluppo una delle parti che esplicitavamo nella nostra proposta di legge, cioè sottolineavamo come nel Piano dovesse esserci un'attenzione particolare alla definizione delle modalità attraverso le quali la Regione intende operare nelle materie di sua competenza o delegate, indicando esplicitamente quali compiti sono assegnati ad altri Enti. E' evidente e importante per la Regione stessa e per gli altri Enti questa esplicitazione, che consente a ciascuno di capire di quali funzioni sarà dotato, di provvedere alla propria organizzazione e di attrezzarsi per svolgere determinati compiti, esplicitando gli Enti ai quali la Regione può indirizzare l'assegnazione di compiti (gli organismi periferici, gli Enti territoriali e i distretti scolastici che, come abbiamo detto prima, non crediamo possano essere definiti Enti locali). La semplice aggiunta delle parole "modalità organizzativa" ci sembra ampiamente riduttiva, perché può far pensare che siano rivolte essenzialmente all'organizzazione interna della Regione. E' certamente importante che la Regione verifichi e ristrutturi i suoi uffici e la sua organizzazione interna per rispondere ai contenuti del Piano regionale di sviluppo, ma esso, al momento in cui si rivolge all'intera comunità regionale, deve pensare di dare anche ad altri le indicazioni corrette delle materie, dei compiti sui quali altri Enti dovranno lavorare. Questo lo richiamiamo anche per i documenti di Piano, nel senso che ci sia un documento specifico di guida per tutta la comunità su questa ripartizione distribuzione di competenze e di attribuzioni e crediamo quindi che sia più corretta, più esplicita e più chiara la nostra proposta.
Questo per quanto riguarda la correlazione tra la prima parte del nostro emendamento e l'emendamento proposto dalla Giunta regionale.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Simonelli.



SIMONELLI Claudio, Assessore al bilancio e programmazione

Proponendo "le modalità organizzative" si viene incontro alla richiesta che era stata presentata senza correre il rischio di andare ancora una volta ad una elencazione di soggetti destinatari delle deleghe regionali con il rischio di comprendere soggetti che non possono avere queste deleghe e di escludere altri che invece possono esserne destinatari.
Si potrebbero indicare i destinatari delle deleghe senza specificare mai in questa sede i soggetti, altrimenti diventerebbe un'elencazione confusa di soggetti diversi.
In Commissione abbiamo ridotto la legge all'essenziale rispetto al testo iniziale della Giunta, molto più ampio. Il testo ampio aveva una logica, perché andava a disciplinare nel dettaglio le procedure, i tempi e i meccanismi di funzionamento; ha una sua logica interna il testo breve non si può riportare al suo interno una serie di elementi tolti nell'altro ossia, o facciamo un testo molto analitico e diffuso (e in Commissione abbiamo deciso di non farlo), o facciamo un testo più breve, allora non possiamo caricarlo di specificazioni e di dettagli, altrimenti ne uscirebbe una legge squilibrata con articoli di indicazione di principi e articoli con larga diffusione sui tempi, modi e procedure.



PRESIDENTE

Posso solo aggiungere, come raccomandazione, che specie nelle leggi di principio ogni specificazione di carattere particolare rischia di escludere qualche cosa e di fissare giuridicamente ciò che invece l'esperienza pu consigliarci di mutare.
La discussione mi pare conclusa.
Possiamo passare alla votazione dell' emendamento presentato dalla Giunta: "Inserire al primo comma, dopo le parole '...i relativi tempi di attuazione', le parole: 'le modalità organizzative' ".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è accolto con 28 voti favorevoli, 19 contrari e 2 astenuti.
L'emendamento del Gruppo della Democrazia Cristiana suona: "Dopo il primo comma aggiungere: 'Stabilisce inoltre le modalità attraverso le quali intende operare nelle materie di sua competenza o delegate ad essa dallo Stato, indicando altresì quali compiti sono assegnati agli Enti strumentali della Regione, ovvero ai suoi organi periferici e quali agli Enti territoriali e ai distretti scolastici' ".
Chi è d'accordo alzi la mano.
L'emendamento è respinto con 18 voti favorevoli, 28 contrari e 2 astenuti.
Vi è un secondo emendamento del Gruppo della Democrazia Cristiana, da aggiungersi dopo il secondo comma: "Il Piano regionale di sviluppo stabilisce infine il termine entro il quale ciascun Comitato comprensoriale deve formare il piano socio.economico.territoriale ed indica i casi ed i settori per i quali si rende necessaria la formazione di un piano socio economico-territoriale esteso a più Comprensori".
La parola all'Assessore Simonelli.



SIMONELLI Claudio, Assessore al bilancio e programmazione

La Giunta ritiene di accogliere la prima parte dell'emendamento della Democrazia Cristiana, e cioè: "Il Piano regionale di sviluppo stabilisce infine il termine entro il quale ciascun Comitato comprensoriale deve formare il piano socio-economico territoriale" nel senso che questo termine può essere fissato dal Piano. La seconda parte, cioè l'eventualità di fare un piano esteso sui Comprensori è disciplinata dall'art. 14, in un testo nel quale si ritiene che sia la Giunta a dare indicazione su questo, perché può essere che emerga questa esigenza non necessariamente in sede di Piano.
La Giunta pertanto accoglie l'emendamento proposto dalla Democrazia Cristiana limitatamente alla prima parte che riguarda il termine di formulazione del Piano.



PRESIDENTE

Vi sono dichiarazioni di voto? La parola al Consigliere Alberton.



ALBERTON Ezio

La seconda parte dell'emendamento presuppone che la Regione nel suo complesso, Giunta e Consiglio, nel momento in cui fa il Piano regionale di sviluppo, abbia compiuto la doverosa verifica delle situazioni socio economiche-territoriali delle varie realtà regionali. Crediamo sia il Piano regionale di sviluppo la sede più opportuna per evidenziare la necessità di fondere in un unico momento programmatorio uno o più Comprensori.
Nell' articolato successivo del disegno di legge questo compito, come diceva l'Assessore Simonelli, viene attribuito alla Giunta.
Noi comprendiamo che, dopo la definizione nel Piano di sviluppo di questa necessità, possa essere la Giunta a promuovere tutte le iniziative perché questo sia da realizzarsi, nel senso che dovranno sicuramente essere approvate le modalità di formazione e di approvazione di questo piano esteso eventualmente a più Comprensori, ma ci sembra di caricare del giusto e doveroso significato il Piano di sviluppo proprio costringendo tutti noi a presupporre che nel Piano regionale sia fatta fino in fondo tutta la verifica necessaria per la conoscenza e l'esame della situazione regionale e che proprio dal Piano regionale e nel Piano regionale debba essere esplicitata questa necessità.
Non dimentichiamo che in tutto questo contesto della legge i piani socio-economici-territoriali di Comprensorio partono dopo che i Comprensori hanno ricevuto quest' indicazione dal Piano regionale.
Non riusciamo a capire perché debba essere creata quasi una frattura nel colloquio tra questi diversi soggetti nel senso di lasciare indeterminata questa cosa fino ad una iniziativa successiva della Giunta.



PRESIDENTE

La discussione è conclusa. Passiamo ora a votare l'accoglimento della prima parte dell'emendamento del Gruppo della Democrazia Cristiana su cui la Giunta è d'accordo, e cioè: "Dopo il secondo comma aggiungere: 'Il Piano regionale di sviluppo stabilisce infine il termine entro il quale ciascun Comitato comprensoriale deve formare il piano socio-economico territoriale' ".
Chi è d'accordo alzi la mano.
L'emendamento è approvato con 46 voti favorevoli e 2 astenuti.
Ora votiamo l'emendamento nel suo complesso, così com'era proposto dal Gruppo della Democrazia Cristiana.
Chi è favorevole alzi la mano.
L'emendamento è respinto con 18 voti favorevoli, 28 contrari e 2 astenuti.
L'art. 3, come risulta dagli emendamenti accolti, dice: "Articolo 3 - Contenuti del Piano regionale di sviluppo - Il Piano regionale di sviluppo definisce gli indirizzi generali di sviluppo economico e sociale, quelli concernenti l'assetto del territorio, le conseguenti scelte e priorità di intervento, i relativi tempi di attuazione, le modalità organizzative nonché le proposte per la programmazione nazionale.
Gli indirizzi, le scelte e le proposte di cui al comma precedente sono definiti per un periodo temporale non inferiore a tre anni sulla base di adeguate analisi socio-economiche e territoriali.
Il Piano regionale di sviluppo stabilisce infine il termine entro il quale ciascun Comitato comprensoriale deve formare il piano socio-economico territoriale".
Si proceda alla votazione per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 52 hanno risposto SI n. 30 Consiglieri hanno risposto NO n. 22 Consiglieri L'articolo 3 è approvato.
All'art. 4 sono stati presentati vari emendamenti. Il primo è del Gruppo della Democrazia Cristiana: "Al termine del punto a) del primo comma aggiungere le parole: 'considerata nelle linee generali e nelle articolazioni settoriali e territoriali' ".
La parola al Consigliere Alberton.



ALBERTON Ezio

Vi è la necessità di stimolare l'analisi, affinché oltre alle considerazioni generali, che pure devono essere fatte, la Regione non perda assolutamente di vista la necessità di scendere nelle specificazioni di carattere settoriale e territoriale.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Simonelli.



SIMONELLI Claudio, Assessore al bilancio e programmazione

La Giunta ritiene superflua questa dizione perché emerge dall'impostazione data agli articoli precedenti.



PRESIDENTE

Chi è d'accordo alzi la mano.
L'emendamento è respinto con 18 voti favorevoli, 28 contrari e 3 astenuti.
Passiamo all'emendamento presentato dalla Giunta: "aggiungere dopo la lettera e): 'f) documento contenente le priorità di intervento della Regione, i principi e i criteri generali di cui al primo comma del precedente art. 3"'.
Non vi sono richieste di parola? Chi è favorevole alzi la mano.
L'emendamento posto ai voti è approvato con 47 voti favorevoli e 2 astenuti.
Vi è ancora un emendamento presentato dal Gruppo della Democrazia Cristiana: "Aggiungere, dopo il punto e), il punto f): 'f) documento contenente l'indicazione riassuntiva delle priorità di intervento della Regione e dei compiti che si intendono assegnare agli Enti strumentali della Regione o ai suoi uffici periferici e delle competenze di settore che si intendono invece delegare agli Enti territoriali e ai distretti scolastici, ovvero che a questi siano già state delegate in ciascun settore di interesse del Piano di sviluppo regionale".
Chiede la parola il Consigliere Bianchi.
Ne ha facoltà.



BIANCHI Adriano

Il nostro emendamento è conseguente a quello proposto al precedente articolo e non accolto: quindi viene ritirato.



PRESIDENTE

L'art. 4, nel testo come sopra emendato, recita: "Articolo 4 - Documenti del Piano regionale di sviluppo - Il Piano regionale di sviluppo è costituito dai seguenti documenti: a) relazione sulla situazione socio-economica e territoriale della Regione e sui suoi prevedibili sviluppi per l'arco di riferimento adottato b) relazione sullo stato di attuazione dei piani precedenti c) indirizzi socio-economici ed amministrativi di riferimento, generali e settoriali e loro articolazioni territoriali e temporali, con specifico riferimento alle risorse finanziarie ed ai soggetti erogatori d) linee di assetto territoriale regionale e) piani settoriali f) le priorità di intervento della Regione, i principi e i criteri generali di cui al 1° comma del precedente art. 3".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti: n. 53 hanno risposto SI n. 31 Consiglieri.
hanno risposto NO n. 2 Consiglieri Si sono astenuti n. 20 Consiglieri L'art. 4 è approvato.
All'art. 5 non vi sono emendamenti.
"Articolo 5 - Iniziativa ed elaborazione della proposta di Piano regionale di sviluppo - Entro quattro mesi dalla data della propria elezione la Giunta regionale predispone, in concorso con i soggetti di cui ai capoversi dell'articolo 2 della presente legge, la proposta di Piano regionale di sviluppo.
A tal fine la Giunta regionale: a) acquisisce le proposte e le informazioni dei Comitati comprensoriali, dei soggetti di cui al 1° comma e delle altre pubbliche amministrazioni b) si avvale dell'attività di elaborazione, studio e ricerca delle strutture regionali e di quella degli Enti ed aziende direttamente od indirettamente dipendenti o collegati alla Regione c) si avvale in particolare dell'Istituto ricerche economico sociali del Piemonte, IRES, ai sensi della legge regionale 2/9/1974, n. 29 e successive modificazioni ed integrazioni, e dell' Ente di sviluppo agricolo del Piemonte, ESAP, ai sensi della legge regionale 24/4/1974, n. 12 e successive modificazioni ed integrazioni d) definisce, in collaborazione con il Consorzio per il trattamento automatico dell'informazione di cui alla legge regionale 4/9/1975, n. 48 le direttive per una sistematica raccolta delle informazioni necessarie alla propria attività di programmazione.
La raccolta e l'utilizzazione delle informazioni si svolge con le modalità e le garanzie previste dall'art. 19 del RDL n. 1285 del 27/5/1929.
La proposta di Piano regionale predisposta dalla Giunta è trasmessa al Consiglio ed è pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione.
Le proposte nelle materie di cui alla presente legge dei soggetti di cui all'art. 42 dello Statuto sono messe all'ordine del giorno del Consiglio contestualmente con la proposta della Giunta".
Si proceda alla votazione per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 51 hanno risposto SI n. 49 Consiglieri hanno risposto NO n. 2 Consiglieri L'art. 5 è approvato.
All'art. 6 vi è un emendamento presentato dal Gruppo della Democrazia Cristiana che propone di sostituire il terzo paragrafo del primo comma con il seguente testo: "A conclusione delle consultazioni, nel rispetto dell'art. 22 dello Statuto, la Commissione bilancio e programmazione raccoglie le conclusioni delle altre Commissioni consiliari interessate e trasmette al Presidente del Consiglio ed al Presidente della Giunta regionale le sue conclusioni in merito alla proposta di Piano, agli esiti delle consultazioni, alle conseguenti proposte di integrazione e modifica.
La Giunta regionale predispone quindi il Piano regionale di sviluppo tenendo conto delle proposte di integrazione e modifica di cui al comma precedente e, motivando le proprie scelte definitive, lo trasmette al Presidente del Consiglio regionale.
Il Piano così predisposto dalla Giunta è assegnato alla Commissione bilancio e programmazione per l'esame in sede referente ed è approvato dal Consiglio regionale con deliberazione".
La parola al Consigliere Alberton.



ALBERTON Ezio

Noi attribuiamo particolare importanza a questo emendamento. Non crediamo che la formulazione proposta dalla Giunta sia ben formalizzata.
Avendo voluto distinguere l'iter di approvazione del Piano regionale negli articoli 6 e 7, non risulta una chiara esposizione. Chiediamo pertanto alla Giunta se vuole trovare il modo di fondere i due articoli in uno solo. Ma a parte questo aspetto formale, la sostanza del nostro emendamento tende a rendere esplicito il fatto, che non ritroviamo nella generica dizione, di approvare il Piano regionale di sviluppo ai sensi dell'art. 16 dello Statuto.
Come abbiamo detto nella relazione illustrativa della legge, ci riferiamo al caso concreto che stiamo vivendo in questa fase del Piano di sviluppo e a quello che potrà essere l'iter a regime del processo di programmazione; avremo sicuramente una proposta iniziale della Giunta avremo, le consultazioni organizzate e gestite dal Consiglio attraverso la Commissione bilancio e programmazione.
A nostro parere è necessario che la Commissione bilancio e programmazione al termine delle consultazioni trasmetta le sue conclusioni e le proposte di integrazione e di modifica e che la Giunta, prima che la proposta vada in aula, predisponga l'atto definitivo di Piano di sviluppo regionale, tenendo conto di quelle proposte, motivando le proprie scelte definitive e trasmettendo questo atto conclusivo al Consiglio regionale.
Qualcuno nella discussione generale ha detto che con questo volevamo quasi stravolgere i rapporti tra Consiglio e Giunta e vincolare la Giunta.
Non è questo l'obiettivo dell'articolo, né nella sua interpretazione letterale, né nella sua interpretazione sostanziale. E' la formalizzazione delle responsabilità.
Al di là delle sottolineature delle responsabilità politiche che devono essere precisate, ai fini dell'efficienza del processo di programmazione, è ben difficile che in aula consiliare possa avvenire questa perfetta congruenza, si possa decidere per un indirizzo piuttosto che per un altro per un aspetto finanziario piuttosto che per un altro.
Proprio per salvaguardare la coerenza complessiva del documento di Piano, nella distinzione delle responsabilità dei vari organi che pure sono soggetti di programmazione regionale, riteniamo indispensabile esplicitare l'iter come l'abbiamo formulato nel nostro emendamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi. Ne ha facoltà.



BONTEMPI Rinaldo

Intervengo molto brevemente su questa questione per illustrare una struttura che un po' disinvoltamente è stata definita non chiara, perch renderebbe non chiare le reciproche responsabilità. A scanso di equivoci voglio dire che, riprendendo lo Statuto nei due articoli 6 e 7, si vengono ad identificare con estrema chiarezza, secondo il dettato statutario, le parti essenziali relative ai soggetti ed alle funzioni. L'esame in sede referente di una Commissione e in sede consultiva delle altre, in una legge che abbiamo volutamente e correttamente cercato di mantenere a livello di legge quadro, ci stava bene.
Quanto al problema delle responsabilità, a me sembra che il discorso sia inverso rispetto a quello che è stato fatto. Certamente all'interno di una formulazione del genere sta la prassi ordinaria, la prassi normale per cui oggi, ma forse anche in futuro, è pensabile che per l'80/90% dei casi sia la Giunta a fare la proposta definitiva di Piano.
Questa distinzione di organi potrebbe anche essere non positiva. In ogni caso negli articoli 6 e 7 c'era la preminenza del ruolo del Consiglio e si lasciavano aperte tutte le possibilità.
Riteniamo di avere compiuto un'operazione utile lasciando alla Giunta la decisione dell' accoglimento o meno dell'emendamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bianchi.



BIANCHI Adriano

Il punto centrale dell'emendamento, opinabile come ogni operazione che si compie, è costituito dalla preoccupazione di richiedere che la Giunta (e questo credo non possa turbare nessun processo politico) si responsabilizzi e consenta quindi anche l'esatto svolgimento della dialettica consiliare tra gli organi, nel momento in cui si consolida la fase di consultazione e di discussione in Commissione; altrimenti la Giunta finisce per avere il ruolo di ufficio tecnico che predispone degli atti che poi vanno avanti per loro conto attraverso i vari momenti. Questa esigenza credo non turbi l'elasticità necessaria nei rapporti politici e per affrontare le situazioni che la realtà può proporre.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Simonelli. Ne ha facoltà.



SIMONELLI Claudio, Assessore al bilancio e programmazione.

Le argomentazioni del Consigliere Bontempi sono logicamente ineccepibili, nel senso che con la dizione formulata all'art. 6 non solo non è preclusa la serie di passaggi che l'emendamento del Gruppo consiliare della Democrazia Cristiana indica, anzi, non è precluso quello che di fatto avviene oggi.
Questo tipo di rapporto Consiglio-Giunta è quello che nei fatti si è manifestato in occasione del primo Piano. Visto che il Gruppo della Democrazia Cristiana ritiene di puntualizzare quello che a nostro avviso è già in atto, cioè il rapporto Giunta-Consiglio, la Giunta ritiene di poter accogliere l'emendamento proposto dal Gruppo della Democrazia Cristiana con due emendamenti all'emendamento.
Il primo è di forma, e cioè propongo di sostituire "nel rispetto dell'art. 22" con: "ai sensi dell'art. 22"; il secondo: dopo le parole "di cui al comma precedente", togliere "motivando le proprie scelte definitive", sia perché il termine "definitivo" rischia di essere fuorviante sia perché le scelte definitive le fa il Consiglio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Paganelli.



PAGANELLI Ettore

Questo argomento è stato trattato nella consultazione sul Piano di sviluppo. Un'associazione consultata aveva esplicitamente chiesto che i soggetti che vengono consultati abbiano poi il diritto, se così si vuole chiamare, di verificare se le loro indicazioni vengono o non vengono accolte e per quali motivi non vengono accolte. Questo era sostanzialmente il motivo ispiratore dell'emendamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Mi pare valga la pena spendere due parole perché qui si è affrontato un problema di eccezionale importanza, nel senso che si è innovato profondamente anche lo Statuto. In altri termini, si deve conciliare l'esigenza della Democrazia Cristiana che correttamente chiede il rispetto del principio secondo il quale la proposizione al Consiglio del Piano è responsabilità politica della Giunta, senza possibilità di equivoco. Così facendo, si è profondamente innovato nel procedimento legislativo, poich la consultazione non è più un fatto dell'attività del Consiglio , ma è un fatto in un momento complesso e completamente anomalo che investe l'attività della Giunta, ossia il Consiglio e la Commissione indicono le consultazioni nell'interesse o in funzione della Giunta. Questo tipo di innovazione deve vedere sottolineata la sua eccezionalità. Ho inteso intervenire a giustificazione di un voto di astensione, nella misura in cui è comprensibile che l'eccezionalità di questo tipo di procedura è motivata dalla necessità di far arrivare in Consiglio una proposta della Giunta e non della Commissione. Per altro, mi pare che si debba sottolineare che questo deve essere un procedimento di tipo eccezionale, da utilizzarsi soltanto nell'attività di programmazione e non nelle altre attività del Consiglio regionale.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Simonelli.



SIMONELLI Claudio, Assessore al bilancio e programmazione

Dopo una più attenta rilettura, la Giunta ritiene che anche l'ultimo comma dell'emendamento debba essere stralciato, e non perché la Giunta ritenga che le cose non debbano andare così, ma perché temo sia in disarmonia con l'impostazione statutaria. Non è previsto in nessun caso che un documento della Giunta vada alla Commissione: il documento va sempre al Presidente del Consiglio, il quale poi provvede per conto suo a fargli seguire l'iter che ritiene.



PRESIDENTE

L'art. 22 dello Statuto fissa con precisione i compiti della Commissione programmazione e bilancio, e dice che il Piano va assegnato alle Commissioni che il Presidente ritiene. Potrebbe essere utile che il Piano fosse diramato a tutte le Commissioni del Consiglio, oltre che alla Commissione bilancio, oppure seguire altre procedure che si valuteranno.
Non è detto che si debba scrivere in una legge una tassativa disposizione di questa natura. E' del tutto evidente che il Piano sarà "anche" assegnato alla Commissione programmazione e bilancio, ma può essere anche opportuna una procedura diversa.
La parola al Consigliere Alberton.



ALBERTON Ezio

Dopo la precisazione dell'Assessore Simonelli, intendiamo chiarire il nostro pensiero perché è lungi da noi ogni intenzione di stravolgere le norme statutarie. Ritorniamo sul concetto che il Consiglio, nella fase di primo esame della proposta della Giunta, attua le consultazioni e quindi recepisce tutte le informazioni necessarie su una proposta; su questa proposta recepisce per sé fondamentalmente tutte le informazioni del caso.
Prevediamo che faccia una prima relazione, ma non crediamo che possa essere questa la relazione che è prevista dallo Statuto come sede referente sul Piano regionale, perché siamo in presenza di una proposta, come nel caso specifico che stiamo vivendo in questo momento, che non può essere considerata il Piano di sviluppo. Basterebbe pensare alla discrasia di natura finanziaria che accompagna esplicitamente la proposta attuale. Ci sembra necessario sottolineare che la proposta di Piano della Giunta su cui relazionare sia quella definitiva per la Giunta (non per il Consiglio, il quale in sede di dibattito consiliare potrebbe rivederla completamente).
Crediamo importante perciò che al Consiglio arrivi la relazione della Commissione su quello che è l'atto su cui il Consiglio discute veramente che è l'atto conclusivo delle scelte della Giunta.
Il Consiglio prima di portare in aula il Piano, consenta che la Commissione, secondo lo Statuto, lo esamini in sede referente. Prima non è un esame referente.



PRESIDENTE

Probabilmente la procedura finirà per essere questa, ma non è che si possa in una legge assegnare il Piano predisposto dalla Giunta alla Commissione bilancio. Potrebbe essere assegnato alla Commissione trasporti o alla Commissione urbanistica. Voglio dire che non occorre scriverlo qui.
Quindi raccomando vivamente di stralciare il capoverso, limitativo rispetto ad una prassi esistente.
Passo ora ai voti dell'emendamento della Democrazia Cristiana con i suggerimenti dell' Assessore Simonelli su cui mi pare siate d'accordo. Il testo del terzo paragrafo del primo comma viene soppresso ed è sostituito da: "A conclusione delle consultazioni, ai sensi dell'art. 22 dello Statuto, la Commissione bilancio e programmazione raccoglie le conclusioni delle altre Commissioni consiliari interessate e trasmette al Presidente del Consiglio ed al Presidente della Giunta regionale le sue conclusioni in merito alla proposta di Piano, agli esiti delle consultazioni, alle conseguenti proposte di integrazione e modifica.
La Giunta regionale predispone quindi il Piano regionale di sviluppo tenendo conto delle proposte di integrazione e modifica di cui al comma precedente e lo trasmette al Presidente del Consiglio regionale".
Chi approva è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato con 47 voti favorevoli e 3 astenuti.
L'art. 6, come risulta dall'approvazione dell'emendamento, recita: "Articolo 6 - Norme per l'approvazione del Piano regionale di sviluppo Sulla base della proposta della Giunta regionale, il Consiglio regionale realizza le consultazioni di cui al successivo art. 7.
A conclusione delle consultazioni, ai sensi dell'art. 22 dello Statuto la Commissione bilancio e programmazione raccoglie le conclusioni delle altre Commissioni consiliari interessate e trasmette al Presidente del Consiglio ed al Presidente della Giunta regionale le sue conclusioni in merito alla proposta di Piano, agli esiti delle consultazioni, alle conseguenti proposte di integrazione modifica.
La Giunta regionale predispone quindi il Piano regionale di sviluppo tenendo conto delle proposte di integrazione e modifica di cui al comma precedente, e lo trasmette al Presidente del Consiglio regionale.
Il Consiglio regionale approva il Piano regionale di sviluppo ai sensi dell'art. 16 dello Statuto.
Dopo la sua approvazione il Piano regionale di sviluppo è pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione e ne è data notizia sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 50 hanno risposto SI n. 48 Consiglieri hanno risposto NO n. 2 Consiglieri L'art. 6 è approvato.
"Articolo 7 - Consultazioni - Il Consiglio regionale provvede alla consultazione: a) dei Comitati comprensoriali b) delle rappresentanze degli Enti locali, dei sindacati dei lavoratori, delle organizzazioni di categoria, degli organismi economici e delle altre forze sociali.
Le consultazioni di cui al punto b), a livello sub-regionale, vengono effettuate attraverso i Comitati comprensoriali".
Non vi sono emendamenti, né richieste di parola. Si proceda alla votazione per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 47 hanno risposto SI n. 45 Consiglieri hanno risposto NO n. 2 Consiglieri L'art. 7 è approvato.
All'art. 8 c'é un solo emendamento presentato dalla Giunta:"Aggiungere al fondo '..e dell'apporto del Consorzio per il trattamento automatico dell'informazione' ".
La parola al Consigliere Alberton.



ALBERTON Ezio

Accogliamo l'emendamento perché è frutto del confronto avvenuto in Commissione. Avevamo inserito la possibilità di utilizzare da parte della Commissione l'apporto del Consorzio per il trattamento automatico dell'informazione.



PRESIDENTE

Chi è favorevole all'emendamento è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato con 43 voti favorevoli e 2 astenuti.
L'art. 8 nel testo emendato suona: "Articolo 8 - Strumenti tecnici - Per l'adempimento di quanto previsto ai precedenti articoli 6 e 7, il Consiglio regionale si avvale direttamente delle strutture e degli organismi di cui ai punti b) e c) del capoverso dell'art. 5 della presente legge e dell'apporto del Consorzio per il trattamento automatico dell'informazione".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 45 hanno risposto SI n. 43 Consiglieri hanno risposto NO n. 2 Consiglieri L'art. 8 è approvato.
All'art. 9 vi è un emendamento presentato dalla Giunta: "inserire al secondo comma, dopo le parole: cui al successivo art. 17', le parole: 'previo parere conforme della Commissione programmazione e bilancio' ".
La parola al Consigliere Alberton.



ALBERTON Ezio

Anche questo emendamento viene da noi accolto perché corrisponde a quella logica che abbiamo visto non sufficientemente esplicitata negli articoli precedenti, ma che ritroviamo qui approvata dalla stessa Giunta.
Viene assegnato un ruolo alla Commissione programmazione e bilancio per conto del Consiglio, che può pronunciare sulle modifiche che non vengono ritenute sostanziali sul Piano di sviluppo esprimendo parere di conformità su questa caratteristica.



PRESIDENTE

Metto ai voti l'emendamento per alzata di mano.
L'emendamento è approvato con 42 voti favorevoli e 2 astenuti.
L'art. 9 nel testo modificato suona: "Articolo 9 - Modifiche ed aggiornamento del Piano regionale di sviluppo - Alle modifiche ed all'aggiornamento del Piano regionale di sviluppo, prima della sua scadenza, si provvede secondo le procedure di cui ai precedenti art. 5, 6, 7 e 8.
Le modifiche che non incidono sugli indirizzi sostanziali e che si rendono necessarie in conseguenza dell'aggiornamento annuale del programma pluriennale di attività e di spesa, di cui al successivo art. 17, previo parere conforme della Commissione programmazione e bilancio, sono approvate con delibera del Consiglio regionale su proposta della Giunta".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 44 hanno risposto SI n. 42 Consiglieri hanno risposto NO n. 2 Consiglieri L'art. 9 è approvato.
Passiamo all'art. 10 in merito al quale è stato presentato un emendamento dalla Giunta.
"Inserire, prima del primo comma: 'Il Piano regionale di sviluppo ha efficacia di indirizzo, di prescrizione e di vincolo per le attività proprie della Regione, dei Comitati comprensoriali, degli Enti ed aziende direttamente o indirettamente dipendenti dalla Regione o ad essa collegati, degli Enti locali per le materie delegate dalla Regione, e di ogni altro soggetto operante nel territorio regionale, nei limiti in cui la legislazione statale e regionale lo consenta. Ad esso si può derogare solo sulla base di specifiche previsioni legislative'.
Inserire nel primo comma, che così diviene il secondo, dopo le parole 'Il Piano regionale di sviluppo', la parola: 'inoltre'.
Si abolisce l'attuale secondo comma".
La parola al Consigliere Alberton.



ALBERTON Ezio

Anche in questo emendamento ritroviamo parzialmente accolte alcune esplicitazioni della nostra proposta di legge, soprattutto dove si intende affermare che il Piano regionale di sviluppo ha efficacia non solo di indirizzo ma anche di prescrizione e di vincolo per le attività proprie della Regione o per gli Enti ad essa collegata.
Nella nostra proposta avevamo introdotto la specificazione che quel documento, che conteneva le modalità con le quali la Regione intendeva operare, avesse un significato di vincolo e potesse essere derogato solo su specifiche previsioni legislative.
Ci dispiace che questo non sia stato recepito nel senso che, nonostante l'emendamento della Giunta, rimane la dizione dell'articolo che il Piano regionale costituisce "il quadro di riferimento" per l'attività propria degli Enti locali e degli altri Enti pubblici.
Questa è un'affermazione sicuramente valida, però ancora molto generica, perché non costituisce di fatto indicazione delle prescrizioni e dei vincoli che essa contiene: è un quadro di riferimento, come tutti gli atti programmatori del Piano regionale o dei piani socio-comprensoriali, ma sarebbe stato ben diverso specificare che le modalità con le quali la Regione intende operare costituiscono dei vincoli per gli Enti ai quali vengono assegnati compiti o delegate materie. In questo senso ci asteniamo sull'emendamento della Giunta.



PRESIDENTE

Passiamo allora alla votazione dell'emendamento della Giunta.
L'emendamento è approvato con 43 voti favorevoli e 2 astenuti.
Il testo dell'art. 10, così modificato, recita: "Articolo 10 - Efficacia del Piano regionale di sviluppo - Il Piano regionale di sviluppo ha efficacia di indirizzo, di prescrizione e di vincolo per le attività proprie della Regione, dei Comitati comprensoriali degli Enti ed aziende direttamente o indirettamente dipendenti dalla Regione o ad essa collegati, degli Enti locali per le materie delegate dalla Regione, e di ogni altro soggetto operante nel territorio regionale nei limiti in cui la legislazione statale e regionale lo consenta. Ad esso si può derogare solo sulla base di specifiche previsioni legislative.
Il Piano regionale di sviluppo inoltre costituisce il quadro di riferimento per le attività proprie degli Enti locali, degli altri Enti pubblici, delle aziende a partecipazione pubblica e dei privati".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 43 hanno risposto SI n. 26 Consiglieri hanno risposto NO n. 2 Consiglieri si sono astenuti n. 15 Consiglieri L'art. 10 è approvato.
All'art. 11 è stato presentato un emendamento dalla Giunta: "L'attuale articolo 11 'Attuazione del Piano regionale di sviluppo' diviene art. 16 e in esso viene abolita la lettera b), per cui l'attuale lettera c) diviene lettera b).
Inoltre il titolo III 'Procedure di attuazione del Piano regionale di sviluppo', viene posposto e si apre con l'art. 16 anziché con l'art. 11".
Vi sono richieste di parola? Non ve ne sono.
Chi è d'accordo è pregato di alzare la mano.
L'emendamento posto in votazione è approvato con 43 voti favorevoli e 2 astenuti.
Si proceda allora alla votazione per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti n. 45 hanno risposto SI n. 43 Consiglieri hanno risposto NO n. 2 Consiglieri All'art. 12, che diventerà arti 11, sono stati presentati alcuni emendamenti.
Il primo è del Gruppo D.C.: "Il primo comma è soppresso ed è sostituito con: 'Il piano socio-economico-territoriale di Comprensorio, di cui all'art.
1 della presente legge, definisce, in conformità con il Piano regionale gli indirizzi di sviluppo economico e sociale, le strutture e l'organizzazione territoriale del Comprensorio attraverso prescrizioni normative e determinazioni di parametri che consentono il controllo delle funzioni e delle trasformazioni riguardanti il territorio' ".
La parola al Consigliere Alberton.



ALBERTON Ezio

Con questo emendamento spieghiamo anche il contenuto di un emendamento successivo. Il nostro emendamento propone che nell'art. 12 venga soppresso l'intero primo comma, modificandolo con il nostro articolo 12, integrandolo successivamente con un ulteriore articolo specifico.
Dopo le discussioni svolte, ci sembra improprio continuare a lasciare l'affermazione che "il piano socio-economico-territoriale di Comprensorio attua le previsioni del Piano regionale di sviluppo", tant'é vero che nell'articolo precedente, appena esaminato, la Giunta stessa ha proposto l'abolizione di quella definizione. Quindi crediamo che questo comma debba essere soppresso e introduciamo con il nostro emendamento una esplicitazione tesa anche a correlare immediatamente nella definizione dei contenuti del piano socio-economico-territoriale del Comprensorio gli aspetti socio-economici e gli aspetti territoriali, prevedendo anche un'indicazione delle caratteristiche fondamentali che deve avere il piano socio-economico territoriale di Comprensorio del quale esaltiamo non in termini esclusivi, ma in maniera particolare, l'esigenza che esso contenga prescrizioni normative e determinazioni di parametri che consentano il controllo delle funzioni e delle trasformazioni riguardanti il territorio.
Ci sembra cioè che lo sforzo massimo che debbono fare i Comprensori in quel livello in cui si fondono gli aspetti socio-economici e territoriali come tutti hanno convenuto, sia non tanto di riuscire a disegnare un piano regolatore quasi esteso a tutto il Comprensorio (gli elementi cartografici di processo saranno sicuramente regolamentati dalla legislazione urbanistica), quanto lo sforzo di determinare parametri e prescrizioni normative che debbano indirizzare e coordinare tra di loro gli interventi degli Enti locali. Potremmo pensare a molti esempi: la programmazione socio sanitaria, la programmazione degli interventi di edilizia abitativa nei rapporti tra edilizia privata, edilizia pubblica. Questo per quanto riguarda la prima parte del nostro emendamento, intendendo specificare successivamente il significato di efficacia e di effetti che il piano socio economico e territoriale deve avere. Lo farei adesso perché non potremo accettare un emendamento che eliminasse questa parte.
Invece che affermare che il piano socio-economico e territoriale di Comprensorio costituisce il quadro di riferimento di programmi di intervento della Regione e degli Enti locali (siamo ancora in una definizione di quadro di riferimento che non ha nessun significato di tipo operativo concreto), riteniamo più opportuno esplicitare, nel momento che il piano socio-economico territoriale è fatto dal Comprensorio, organismo della Regione, che questi indirizzi e prescrizioni abbiano carattere vincolativo per l'attività della Regione, per i suoi Enti strumentali, per gli organismi regionali decentrati, nonché, nei limiti in cui la legislazione statale o regionale lo consenta, per ogni altro soggetto operante sul territorio, esplicitando anche che a queste prescrizioni di indirizzi del piano di Comprensorio sempre conforme al Piano regionale di sviluppo debbono adeguarsi gli strumenti urbanistici locali, nonché tutti gli altri piani di settore assunti nell'ambito delle competenze proprie, o delegate dalla Regione agli altri Enti territoriali. E' anche una correttezza formale rispetto all'impianto della legge che per il Piano regionale di sviluppo ha previsto la definizione dei contenuti da una parte e gli effetti e l'efficacia da un'altra.
Nella sostanza della definizione dei contenuti da un lato, e degli effetti dall'altro, ci sembra che i nostri emendamenti abbiano significato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Per quanto riguarda l'emendamento relativo al primo comma mi sembra che se non siamo molto rigidi e attaccati in maniera formalistica ai verbi, è possibile intravedere una sostanziale differenza tra quello che è stato levato da parte della Giunta nel primo articolo quando si parlava "di Piano socio-economico e territoriale che attua il Piano di sviluppo" e la sostanza che viene qui mantenuta di "attuazione delle previsioni", la differenza è rilevante; nel momento in cui accogliamo una indicazione secondo cui il Piano socio-economico-territoriale determina gli indirizzi di sviluppo, c'é anche l'altro momento di coordinamento che è quello di "attuare le previsioni". Non vuol significare uno strumento meramente esecutivo o attuativo di prescrizione del Piano di sviluppo, anche perch dobbiamo intenderci sulla prescrittività relativa. E' chiaro che tutta una serie di previsioni contenute nel Piano di sviluppo riceveranno attuazione nel piano socio-economico e territoriale, il quale all'interno specifica degli indirizzi di sviluppo economico-sociale. Le due cose non sono in contraddizione, portano ad un livello di corretta interpretazione i due momenti dell'articolazione di un disegno generale della Regione e quello di un momento autonomo di proposta del Comprensorio, che però adesso devono collegarsi. Mantenere questa dizione, secondo me, non è contraddittorio.
Tra l'altro nel merito della formulazione, c'é un'aggiunta rispetto al punto a) dell'art. 12, mi sembra ritorni il discorso di una maggiore normatività regolamentare degli emendamenti della Democrazia Cristiana rispetto ai nostri, poiché nella formulazione data all'art. 12 si è tenuto conto dell'evoluzione dei due momenti socio-economici e territoriali disciplinando quello che in questa legge è possibile disciplinare e rimandando al piano territoriale il resto. Per quanto riguarda l'osservazione di tipo analogico rispetto all'operazione fatta per il Piano di sviluppo, mi sembra che non sia un aspetto centrale, anche perch l'approvazione del piano socio-economico-territoriale, i meccanismi giuridici che ne sanciscono l'entrata in vigore, e quindi l'efficacia determinano degli effetti di vincolo a cui si richiama l'articolo. E' opportuno, probabilmente, non fare un articolo apposito, perché, per quanto riguarda il piano territoriale, con una sua disciplina a livello di legislazione nazionale e con la sua disciplina regionale, i caratteri di prescrittività e di normatività rispetto alle linee socio-economiche possono essere non esattamente coincidenti. Richiamare il principio analitico, così com'é fatto, mi sembra che possa anche non essere opportuno tenendo conto che l'approvazione dello strumento socio-economico territoriale da parte della Regione sulla base della precisazione del Comprensorio lascia nella sostanza l'obiettivo a cui questo emendamento tende.



PRESIDENTE

Vi sono altre richieste di parola? La parola all'Assessore Simonelli.



SIMONELLI Claudio, Assessore al bilancio e programmazione

Il parere della Giunta è di non poter accogliere l'emendamento soppressivo al primo comma per le ragioni espresse dal Consigliere Bontempi. La determinazione dei parametri rappresenta un elemento più rigido rispetto al testo della Giunta. La Giunta invece accoglie l'emendamento aggiuntivo dei punti d) ed e).



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Volevo solo motivare l'adesione all'orientamento della Giunta in merito ai punti d) ed e) facendo rilevare che, nel corso delle consultazioni, una delle osservazioni avanzate era proprio sulla delimitazione delle aree sub comprensoriali.
Il disegno di legge n. 207, nella struttura originaria, la prevedeva e riteniamo che, nel quadro del piano socio-economico-territoriale, sia corretto prevedere con queste caratteristiche generali la delimitazione delle aree sub-comprensoriali.



PRESIDENTE

Passiamo alla votazione dell'emendamento della Democrazia Cristiana.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è respinto con 18 voti favorevoli, 28 contrari e 4 astenuti.
Passiamo all'emendamento presentato dalla Giunta regionale: "L'art. 12 cambia numerazione e diviene art. 11.
Il secondo comma e sostituito dal seguente: 'Il piano socio-economico territoriale del Comprensorio: a) definisce gli indirizzi di sviluppo economico e sociale del Comprensorio e l'organizzazione del territorio in conformità col Piano regionale di sviluppo b) definisce i conseguenti criteri e le relative priorità e localizzazioni per gli interventi della Regione e degli Enti ed aziende da essa direttamente o indirettamente dipendenti o ad essa collegati, e degli Enti locali per le materie delegate, nonché i relativi tempi di attuazione c) stabilisce, nel quadro della legislazione nazionale e regionale, i criteri e gli indirizzi che devono essere osservati nella formazione dei piani di sviluppo, dei piani urbanistici e dei piani di settore degli Enti locali, che interessano il territorio del Comprensorio, precisando le prescrizioni immediatamente prevalenti sulla disciplina locale vigente".
Chi è d'accordo alzi la mano.
L'emendamento è accolto con 46 voti favorevoli e 2 astenuti.
Esaminiamo ora un emendamento aggiuntivo presentato dal Gruppo D.C.: "Aggiungere nel punto c) dell'emendamento della Giunta, dopo le parole 'criteri ed indirizzi', le parole 'ed i parametri' ".
Su questa parte la Giunta regionale non si dichiara d'accordo, mentre è disposta ad accettare la seconda parte dell'emendamento e cioè: "Aggiungere come punti d) ed e): d) individua, in armonia con la legislazione regionale e tenendo conto delle attività delegate agli Enti territoriali o a loro consorzi, la delimitazione delle aree subcomprensoriali e) definisce ogni altro aspetto della programmazione regionale che il Piano regionale di sviluppo assegni esplicitamente ai piani socio-economici territoriali di Comprensorio".
La parola al Consigliere Alberton.



ALBERTON Ezio

Non comprendiamo il rifiuto di questa terminologia. E' un invito alla responsabilizzazione, alla maggiore chiarezza oltre ai criteri e agli indirizzi. Perché dobbiamo non sollecitare gli organismi programmatori ad individuare dei dati di riferimento più precisi, quali possono essere proprio l'estrinsecazione di parametri? Questo è l'invito a stabilire poi una correttezza di rapporti tra tutti i vari soggetti, Regione, Comprensori, Enti locali, i quali possono confrontarsi su dati resi più espliciti.
Crediamo sia per tutti necessario fare lo sforzo di individuare questi elementi di programmazione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore competente.



SIMONELLI Claudio, Assessore al bilancio e programmazione

Non è possibile introdurre dei criteri di parametri in una legge.



PRESIDENTE

Votiamo l'emendamento della Democrazia Cristiana per la parte che riguarda i punti d) ed e), per i quali c'è il consenso generale.
L'emendamento è accolto con 46 voti favorevoli e 2 astenuti.
Si voti ora la prima parte dell'emendamento.
L'emendamento è respinto con 18 voti favorevoli, 28 contrari e 2 astenuti.
Passiamo alla votazione dell'art. 12, che diventerà art. 11, e che recita: "Articolo 11 - Contenuti del piano socio-economico-territoriale del Comprensorio - Il piano socio-economico-territoriale del Comprensorio attua le previsioni del Piano regionale di sviluppo e si configura come Piano di sviluppo e piano territoriale in coerenza con l'articolo 5 della legge regionale n. 41 del 4/6/1975.
Esso costituisce il quadro di riferimento sul territorio dei programmi di intervento e di spesa della Regione e degli Enti locali, delle pubbliche amministrazioni, degli Enti pubblici, nonché delle aziende a partecipazione pubblica e dei programmi delle aziende private per il periodo di validità del Piano.
Il piano socio-economico-territoriale del Comprensorio: a) definisce gli indirizzi di sviluppo economico e sociale del Comprensorio e l'organizzazione del territorio in conformità col Piano regionale di sviluppo b) definisce i conseguenti criteri e le relative priorità e localizzazioni per gli interventi della Regione e degli Enti ed aziende da essa direttamente o indirettamente dipendenti o ad essa collegati, e degli Enti locali per le materie delegate, nonché i relativi tempi di attuazione c) stabilisce, nel quadro della legislazione nazionale e regionale, i criteri e gli indirizzi che devono essere osservati della formazione dei Piani di sviluppo, dei Piani urbanistici e dei Piani di settore degli Erti locali, che interessano il territorio del Comprensorio, precisando le prescrizioni immediatamente prevalenti sulla disciplina locale vigente d) individua, in armonia con la legislazione regionale e tenendo conto delle attività delegate agli Enti territoriali o a loro consorzi, la delimitazione delle aree subcomprensoriali e) definisce ogni altro aspetto della programmazione regionale che il Piano regionale di sviluppo assegni esplicitamente ai piani socio-economici territoriali di Comprensorio".
Si proceda alla votazione per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 51 hanno risposto SI n. 31 Consiglieri hanno risposto NO n. 20 Consiglieri L'art. 12 è approvato.
Nei confronti dell'art. 13 sono stati presentati due emendamenti, uno della Giunta e uno del Gruppo della Democrazia Cristiana.
L'emendamento della Giunta recita: "L'art. 13 cambia numerazione e diviene art. 12.
Si sostituisce la lettera b) con le seguenti: 'b) indirizzi programmatici socio-economici ed amministrativi c) piano territoriale, secondo quanto prescritto dalla normativa statale e regionale d) programmi pluriennali consolidati di intervento e di spesa della Regione e degli Enti locali'..
Si abolisce l'attuale lettera c)".
L'emendamento del Gruppo della Democrazia Cristiana suona: "Aggiungere come punto e): 'e) eventuali norme di attuazione del piano socio-economico territoriale del Comprensorio' ".
La parola al Consigliere Alberton.



ALBERTON Ezio

Noi desidereremmo accogliere l'emendamento della Giunta che nella sua formulazione garantisce la congruità e l'unicità dell'aspetto programmatorio nei suoi aspetti socio-economici e territoriali elencando come documento del piano socio-economico-territoriale il piano territoriale, che sarà poi regolamentato dall'opportuna legislazione in materia.
Non ci sembra opportuno però abolire la lettera c) dove si parla delle "norme di attuazione".
Nell'articolato precedente le norme di attuazione riguardavano anche l'insieme delle tavole di progetto e comprendiamo che queste debbano essere più specificatamente precisate nella legislazione urbanistica; però un documento che contenga genericamente le norme-di attuazione del piano socio economico-territoriale, intendendo con questo un documento in cui il Comprensorio precisa ancora una volta gli Enti che vuole utilizzare, le competenze che vuole vedere precisare, ci sembra importante per la comprensione del piano socio-economico sia da parte degli stessi organi che dovranno approvarlo, sia da parte degli organi che contribuiscono alla sua formazione e attuazione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Simonelli.



SIMONELLI Claudio, Assessore al bilancio e programmazione

La Giunta non ritiene indispensabile indicare le norme di attuazione.
In questa indeterminatezza si era tolto il comma c). Se riteniamo che possa avere un senso prevedere l'eventualità, si può anche accogliere l'emendamento, indicando però eventuali norme di attuazione, perché non è detto che necessariamente in ogni piano ci siano le norme di attuazione. In caso contrario si configura sempre necessario un documento che qualche volta può non esserlo.



PRESIDENTE

Passiamo alla votazione dell'emendamento presentato dalla Giunta.
L'emendamento è accolto con 49 voti favorevoli e 1 astenuto.
Votiamo l'emendamento presentato dal Gruppo della Democrazia Cristiana.
L'emendamento è accolto con 49 voti favorevoli e 1 astenuto.
L'art. 13, in seguito all'accoglimento degli emendamenti, suona: "Articolo 12 - Documenti del piano socio-economico-territoriale del Comprensorio - Il piano socio-economico-territoriale del Comprensorio è costituito dai seguenti documenti: a) relazione sulla situazione socio-economica e territoriale del Comprensorio e sui suoi prevedibili sviluppi per l'arco temporale di riferimento adottato, insieme con la rappresentazione cartografica dei fenomeni b) indirizzi programmatici socio-economici ed amministrativi c) piano territoriale, secondo quanto prescritto dalla normativa statale e regionale d) programmi pluriennali consolidati di intervento e di spesa della Regione e degli Enti locali e) eventuali norme di attuazione del piano socio-economico-territoriale del Comprensorio" Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 51 hanno risposto SI n. 49 Consiglieri hanno risposto NO n. 2 Consiglieri L'art. 13 è approvato.
L'art. 14 presenta alcuni emendamenti della Giunta e del Gruppo della Democrazia Cristiana.
Gli emendamenti del Gruppo della Democrazia Cristiana recitano: "Emendamento soppressivo: Il secondo comma è soppresso". "Emendamento modificativo: al quarto comma, dopo le parole la Giunta' aggiungere 'e il Consiglio' ". "Emendamento sostitutivo: Il quinto comma è così sostituito: 'Il Consiglio regionale approva il piano socio-economico-territoriale con propria deliberazione' ". "Emendamento aggiuntivo: 'Entro sessanta giorni dalla pubblicazione, chiunque ne abbia diritto ai sensi della legislazione vigente fa pervenire alla Giunta regionale e al Comitato di Comprensorio interessato le proprie osservazioni.
Il Comitato di Comprensorio, esaminate le osservazioni, provvede alle necessarie modificazioni e trasmette i documenti definitivi del Piano accompagnati da una relazione sulle modificazioni introdotte, alla Giunta regionale".
Chiede la parola il Consigliere Genovese.
Ne ha facoltà.



GENOVESE Piero Arturo

Ritiriamo l'emendamento soppressivo al secondo comma e proponiamo un emendamento modificativo. In sede di discussione sull'art. 3 avevamo proposto un emendamento aggiuntivo che è stato accolto solo in parte dalla Giunta, quando richiamavamo l'esigenza di indicare attraverso - il Piano regionale di sviluppo, i casi in cui si doveva procedere alla formazione di un piano socio-economico-territoriale esteso a più Comprensori.
Siccome è caduta questa nostra richiesta di emendamento, riteniamo che sarebbe opportuno semplicemente dire: "Qualora le indicazioni del Piano regionale di sviluppo o particolari esigenze di attuazione richiedano..." lasciando aperta la possibilità che, in sede di stesura e di approvazione del Piano regionale di sviluppo, possa essere prevista la formazione di un piano esteso a più Comprensori.
Per quanto riguarda l'emendamento modificativo al quarto comma chiediamo di aggiungere dopo "la Giunta": "sentito il Consiglio regionale" perché possa esprimere le proprie osservazioni nella fase di valutazione della proposta del piano e non solo in sede di approvazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Alberton.



ALBERTON Ezio

I successivi emendamenti tendono a prevedere la necessità di regolamentare in questa legge l'iter complessivo dell'insieme dei documenti che costituiscono il piano di Comprensorio.
Nel momento in cui abbiamo elencato tra i documenti costituenti il piano comprensoriale anche il piano territoriale e abbiamo ribadito insieme che questi devono essere giudicati e gestiti unitariamente, riteniamo necessario introdurre quelle norme che, per gli aspetti territoriali, sono previste anche dalla legislazione nazionale; e cioè che, dopo l'approvazione da parte del Consiglio regionale e dopo la pubblicazione sia fornita l'occasione a tutti i soggetti aventi diritto a norma della legislazione vigente, di far pervenire le proprie osservazioni perché la programmazione territoriale introduce aspetti vincolativi sui quali anche i terzi devono pronunciarsi.
Vogliamo affermare che sulle osservazioni degli aventi diritto si pronuncia il Comitato di Comprensorio, il quale, però, non avendo personalità giuridica (chiamiamola in questo senso), non può approvare definitivamente questo strumento e deve quindi rinviarlo al Consiglio regionale per la definitiva approvazione, accompagnando il documento con una relazione che espliciti le modificazioni eventualmente introdotte in conseguenza delle osservazioni dei terzi.



PRESIDENTE

Chiede di parlare il Consigliere Bontempi. Ne ha facoltà.



BONTEMPI Rinaldo

Siamo d'accordo sull'emendamento soppressivo e sull'emendamento modificativo: "Qualora le indicazioni del Piano regionale di sviluppo o particolari esigenze di attuazione richiedano..." Per quanto riguarda invece il quarto comma, noi riteniamo che non possa essere saltato il ruolo di coordinamento che deve avere la Giunta, anche se riteniamo di dover accogliere lo spirito che informa questo articolo quindi potrebbe essere aggiunto il seguente emendamento: "La Giunta regionale, previo parere della Commissione consiliare programmazione e bilancio..."



PRESIDENTE

La parola ancora al Consigliere Alberton.



ALBERTON Ezio

Chiedo di illustrare la motivazione del nostro emendamento. Vorrei che il Consiglio riflettesse sul fatto che se rimane il testo proposto dalla Giunta, e ci richiamiamo agli articoli 6, 7 e 8 dello stesso testo introduciamo il vincolo che su ogni singolo piano di Comprensorio debbano essere sentiti tutti gli altri Comprensori. Ciò sembra abbastanza pesante.
Sarebbe come dire che sul piano comprensoriale di Biella debba essere sentito il Comprensorio di Alessandria o quello di Cuneo, si moltiplicherebbe 15 per 15 e diventerebbero 225 pareri da raccogliere.



PRESIDENTE

Replica l'Assessore alla programmazione



SIMONELLI Claudio

Assessore al bilancio e programmazione. In realtà si riprende una disposizione contenuta nel primitivo testo della legge, che prevede un ulteriore iter di osservazioni per la parte territoriale del piano.



PRESIDENTE

Sospendiamo per qualche minuto la seduta per poter giungere ad una chiarificazione.



(La seduta, sospesa alle ore 12,20 riprende alle ore 12,40)



PRESIDENTE

Si è giunti ad un'intesa unitaria per un paio di emendamenti all'art.
14.
Metto in votazione l'emendamento della Democrazia Cristiana al secondo comma: "Qualora le indicazioni del Piano regionale di sviluppo o particolari esigenze di attuazione richiedano...".
L'emendamento è approvato con 48 voti favorevoli e 2 astenuti.
Metto in votazione l'emendamento della Democrazia Cristiana al quarto comma: "La Giunta regionale, previo parere della Commissione consiliare programmazione e bilancio...".
L'emendamento è approvato con 48 voti favorevoli e 2 astenuti.
Passiamo alla votazione dell'emendamento della Giunta al quarto comma: "Al quarto comma, dopo le parole '.., che provvede alla redazione', si inseriscono le parole 'ed approvazione della proposta di', abolendosi quindi la parola 'del', mentre i 'precedenti articoli 12 e 13' devono intendersi: 'precedenti articoli 11 e 12' ".
L'emendamento è approvato con 48 voti favorevoli e 2 astenuti.
Rimane ancora da votare l'emendamento della Giunta al quinto comma: "dopo le parole 'La Giunta regionale', si inseriscono le parole: 'qualora la proposta di piano non sia in contrasto con il Piano regionale di sviluppo e con le disposizioni della presente legge, la...' ".
Chi approva è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è accolto con 48 voti favorevoli e 2 astenuti.
Sull'emendamento aggiuntivo della Democrazia Cristiana chiede la parola il Consigliere Alberton.
Ne ha facoltà.



ALBERTON Ezio

Questo è un emendamento sul quale non c'é l'accordo della Giunta.
L'emendamento ha due obiettivi: uno di carattere procedurale e uno di contenuto.
Carattere procedurale: per garantire l'unicità dell'iter e del contenuto del piano socio-economico-territoriale ritenevamo necessario regolamentare la parte relativa alle osservazioni dei terzi relative alla programmazione territoriale. Questo nelle linee essenziali, che non esclude siano riprese in specificazioni nella legge sulla materia specifica, ha un contenuto sostanziale che differenzia la nostra posizione rispetto alla formulazione proposta nell'articolo ad hoc del disegno di legge n. 117, nel quale le osservazioni dei terzi aventi diritto vengono raccolte dalla Giunta, la quale le esamina e provvede alle opportune modificazioni del piano territoriale del Comprensorio. Noi introduciamo il principio invece che sulle osservazioni dei terzi sul piano socio-economico-territoriale di Comprensorio, si esprima il Comprensorio, provveda alle necessarie modificazioni, trasmetta alla Giunta regionale i documenti. La Giunta è sempre responsabilizzata nell'adozione e il Consiglio regionale è responsabilizzato nell'approvazione definitiva. Questa è la nostra posizione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Simonelli.



SIMONELLI Claudio, Assessore al bilancio e programmazione

La Giunta non può accogliere questo emendamento: infatti, mentre per tutte le procedure contenute nella legge occorre introdurre dei principi perché si innova in materia, per quanto riguarda invece le osservazioni alla parte territoriale del piano socio-economico-territoriale di Comprensorio ritiene vi sia già la previsione legislativa nella legge urbanistica e quindi la disciplina nel dettaglio può essere contenuta nella sua sede più consona, cioè il disegno di legge n. 117. L'esigenza sottolineata da questo emendamento è che non si spezzi l'unicità del piano e che le osservazioni al piano vadano formulate nel loro complesso, cioè che la parte territoriale sia accompagnata anche da quella socio-economica.
E' una indicazione corretta alla quale la Giunta si atterrà con il disegno di legge n. 117 restando aperto il problema su chi debba provvedere all'approvazione del testo del piano, dopo le osservazioni.



PRESIDENTE

Metto in votazione l'emendamento del Gruppo della Democrazia Cristiana.
L'emendamento è respinto con 19 voti favorevoli, 29 contrari e 2 astenuti.
L'art. 14, che in sede di coordinamento diverrà 13, così recita: "Articolo 13 - Formazione ed approvazione del piano socio-economico territoriale del Comprensorio - Il piano socio-economico-territoriale esteso al territorio di ciascun Comprensorio, è formato dal Comitato comprensoriale sulla base degli indirizzi del Piano regionale di sviluppo.
Qualora le indicazioni del Piano regionale di sviluppo, o particolari esigenze di attuazione richiedano la formazione unitaria di un piano socio economico-territoriale esteso a più aree comprensoriali, la Giunta regionale ne promuove la formazione da parte dei relativi Comitati comprensoriali e ne assicura il coordinamento.
Il Comitato comprensoriale predispone ed approva uno schema di piano socio-economico-territoriale, sottoponendolo alle consultazioni di cui all'art. 7 della legge regionale n. 41 del 4/6/1975, e lo trasmette alla Giunta regionale per l'adozione.
La Giunta regionale previo parere della Commissione programmazione e bilancio, esprime le proprie osservazioni con motivato parere e trasmette gli atti al Comitato comprensoriale, che provvede alla redazione ed approvazione della proposta di piano con i contenuti e gli elaborati di cui al precedenti articoli 11 e 12.
La Giunta regionale, qualora la proposta di piano non sia in contrasto con il Piano regionale di sviluppo e con le disposizioni della presente legge, adotta il piano socio-economico-territonale del Comprensorio, lo trasmette al Consiglio regionale, e dà notizia del provvedimento di adozione sul Bollettino Ufficiale della Regione, indicando le sedi ove chiunque può prendere visione dei relativi atti.
Il Consiglio regionale approva il piano socio-economico-territoriale con propria deliberazione.
Il piano approvato è pubblicato integralmente come supplemento del Bollettino Ufficiale della Regione e ne è data notizia sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica.
Gli elaborati del piano socio-economico-territoriale del Comprensorio sono esposti continuamente nelle sedi, della Regione e del Comprensorio interessato." Si proceda alla votazione per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 50 hanno risposto SI n. 29 Consiglieri hanno risposto NO n. 2 Consiglieri si sono astenuti n. 19 Consiglieri L'art. 14 è approvato.
"Articolo 15 - Variazione del piano socio-economico-territoriale del Comprensorio Il piano socio-economico-territoriale del Comprensorio può essere modificato con il procedimento di cui al precedente art. 14 nei seguenti casi: a) su iniziativa della Regione, nel caso di approvazione di nuovi indirizzi programmatici di sviluppo socio-economico e di assetto territoriale, anche in relazione alle scelte della programmazione nazionale, o per eventi naturali eccezionali b) su iniziativa dei Comitati comprensoriali .
Le modifiche che non incidono sugli indirizzi e indicazioni di cui allo schema previsto dal 3° comma del precedente articolo 13, o quelle che si rendono necessarie per adeguamento ad altri strumenti regionali di attuazione del Piano di sviluppo, sono proposte dalla Giunta sentiti i Comitati comprensoriali, ed approvate con deliberazione del Consiglio regionale secondo le procedure di cui al 5°, 6°, 7°e 8° comma del precedente articolo 13.
Le previsioni e le prescrizioni contenute nei piani socio-economici territoriali sono verificate almeno ogni dieci anni in rapporto al variare delle condizioni economiche e sociali".
Si proceda alla votazione per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 47 hanno risposto SI n. 45 Consiglieri hanno risposto NO n. 2 Consiglieri L'art. 15, che diverrà art. 14, è approvato.
All'art. 16 la Giunta ha presentato un emendamento: "L'art. 16 diviene art. 15.
Al termine della lettera b) si inserisce, di seguito: '...e nelle sue articolazioni annuali'.
La lettera c) è sostituita con la seguente: 'c) i piani ed i programmi di attuazione pluriennale ed annuale degli Enti territoriali nelle materie di competenza o delegate, ove la predisposizione di piani e la loro conformità alla programmazione regionale sia esplicitamente prevista dalle leggi regionali e statali, e comunque quando sia richiesto il finanziamento regionale' ".
Chi approva è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è accolto con 41 voti favorevoli e 2 astenuti.
L'art. 16 recita: "Articolo 15 - Attuazione del piano socio-economico-territoriale del Comprensorio - Il piano socio-economico-territoriale del Comprensorio si attua mediante: a) l'adeguamento dei piani regolatori generali b) gli interventi della Regione in applicazione di leggi statali e regionali, specificati nel programma pluriennale di attività di spesa e nelle sue articolazioni annuali c) i piani ed i programmi di attuazione pluriennale ed annuale degli Enti territoriali nelle materie di competenza o delegate, ove la predisposizione di piani e la loro conformità alla programmazione regionale sia esplicitamente prevista dalle leggi regionali e statali, e comunque quando sia richiesto il finanziamento regionale".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 43 hanno risposto SI n. 41 Consiglieri hanno risposto NO n. 2 Consiglieri L'art. 16, che diverrà poi art. 15, è approvato.
Ricordo ai colleghi Consiglieri che, in sede di coordinamento degli articoli, a questo punto verrà inserito l'arti 11 come art. 16.
"Titolo III - Procedure di attuazione del Piano regionale di sviluppo Art. 16 - Attuazione del Piano regionale di sviluppo - Il Piano regionale di sviluppo è attuato tramite: a) il programma pluriennale di attività e di spesa della Regione b) i piani ed i programmi pluriennali ed annuali degli Enti locali".
L'art. 17 presenta un emendamento della Giunta, su cui anche la Democrazia Cristiana è d'accordo: "Alla fine del primo comma aggiungere: '. nel rispetto delle reciproche competenze e comunque quando sia richiesto il finanziamento regionale".
Chi è d'accordo alzi la mano.
L'emendamento è accolto con 46 voti favorevoli e 2 astenuti.
L'art. 17 risulta in questi termini: "Articolo 17 - Contenuti del programma pluriennale di attività e di spesa - Il programma pluriennale di attività e di spesa di cui all'art. 74 dello Statuto regionale, specifica, in coerenza con le prescrizioni e gli indirizzi del Piano di sviluppo regionale, gli interventi di competenza regionale, coordinando l'attuazione dei programmi di settore redatti in applicazione di leggi regionali o statali e dei programmi autonomamente elaborati dagli Enti locali nel rispetto delle reciproche competenze e comunque quando sia richiesto il finanziamento regionale.
Il programma pluriennale di attività e di spesa è riferito ad un arco temporale non superiore a quello assunto per la formazione del Piano regionale di sviluppo".
Si proceda alla votazione per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 48 hanno risposto SI n. 46 Consiglieri hanno risposto NO n. 2 Consiglieri L'art. 17 è approvato.
"Articolo 18 - Documenti del programma pluriennale di attività e di spesa - Il programma pluriennale di attività e di spesa è costituito dai seguenti documenti: a) relazione sullo stato di attuazione del programma precedente b) interventi programmati della Regione, eventualmente aggregati in programmi di settore e specificati in progetti, con articolazione sul territorio e dettaglio annuale di attuazione, distinguendo tra: interventi predisposti dalla Regione mediante le proprie strutture, o avvalendosi di Enti ed organismi da essa direttamente o indirettamente dipendenti o collegati interventi predisposti autonomamente dagli Enti locali e coordinati dagli organismi comprensoriali, con indicazione della quota di finanziamento a carico della Regione interventi predisposti autonomamente dalle altre pubbliche amministrazioni e dagli Enti pubblici, dalle aziende a partecipazione statale o da soggetti privati, riconducibili agli indirizzi ed alle scelte del Piano regionale di sviluppo.
Tali interventi devono contenere l'indicazione delle risorse che la Regione intende impiegare sia in base alla legislazione statale e regionale già in vigore, sia in base ai previsti nuovi interventi legislativi".
Si passi alla votazione per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 48 hanno risposto SI n. 46 Consiglieri hanno risposto NO n. 2 Consiglieri L'art. 18 è approvato.
All'art. 19 vi sono due emendamenti: uno presentato dalla Giunta e uno dal Gruppo della Democrazia Cristiana.
L'emendamento del Gruppo della Democrazia Cristiana recita: "Il testo dell'articolo è così sostituito: 'Il programma pluriennale di attività e di spesa della Regione si articola, ai sensi dell'articolo precedente, in programmi di settore, ed in progetti.
I programmi di settore: raggruppano attività ed interventi omogenei quanto ad obiettivi anche con riferimento a differenti competenze amministrative regionali indicano gli obiettivi dell'attività regionale nei singoli settori ed i prevedibili effetti in termini di risultati quantitativi specificano i tempi di attuazione di tali attività ed interventi in conformità con le scelte di priorità contenute nel Piano regionale di sviluppo e, ove interessati, nei piani socio-economici-territoriali di Comprensorio le modalità attraverso le quali si intende raggiungere i risultati indicati, con particolare riferimento ai soggetti dell'attività amministrativa quali indicati nel Piano regionale di sviluppo.
I progetti indicano: l'obiettivo che intendono raggiungere con la specificazione degli elementi quantitativi atti ad individuarlo ed a controllarne il conseguimento le analisi sui benefici e sui costi delle diverse azioni programmatiche ipotizzabili, tenendo conto dei vincoli che discendono dal Piano regionale di sviluppo e, ove interessati, dai piani di Comprensorio per il conseguimento degli obiettivi stessi le scadenze temporali della loro azione e le modalità da seguire per il loro realizzarsi, con particolare attenzione ai soggetti cui, anche alla luce di quanto stabilito nel Piano regionale di sviluppo, compete operare la precisa individuazione dei loro riferimenti territoriali, con particolare riferimento alla loro compatibilità con il piano socio economico-territoriale di Comprensorio l'entità globale della spesa prevista a carico del bilancio regionale e di quello di altri Enti, qualora altri Enti abbiano deliberato di intervenire nel settore, le forme del finanziamento, le risorse materiali ed organizzative necessarie per la loro realizzazione".
La parola al Consigliere Alberton.



ALBERTON Ezio

Vorrei che la Giunta comprendesse lo spirito della riformulazione dell'articolo. Ci dobbiamo ricollegare all'iter seguito quando abbiamo discusso il complesso della legge. Da parte del nostro Gruppo ci fu lo sforzo di elencare in un documento le linee sostanziali, seppure sintetiche, dei nostri pensieri e suggeriamo di evidenziare per la Regione e per altri soggetti l'opportunità di esplicitare i contenuti del programma pluriennale, dei programmi di settore e dei progetti, mettendo in evidenza come essi dovessero comprendere gli obiettivi, i tempi, le modalità, le analisi sui benefici e sui costi, i risultati che si intendessero raggiungere, i riferimenti territoriali, l'entità della spesa. Crediamo che questo metodologicamente sia corretto nel senso di dare in una legge una indicazione operativa per tutti i nostri atti successivi. Questa formulazione fu accolta dalla Giunta nella sua traslazione da bozza a disegno di legge; nella successiva rielaborazione l'articolo è stato ridimensionato in termini molto più discorsivi che pur riprendendo i capitoli che in essa devono essere contenuti, non dà delle definizioni sufficientemente precise. Crediamo sia opportuno ritornare alla formulazione precedente, per dare in un testo legislativo l'indicazione più corretta a tutti i suddetti interessati.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Su questo tipo di emendamento siamo già ritornati altre volte per chiarire la nostra posizione. Mi sembra che avendo scelto consapevolmente la strada di dare a questa legge una struttura molto diversa dall'aspetto regolamentare, e regolamentabile in seguito, ne deriva una conseguenza sul piano del linguaggio e della struttura degli articoli, il che ci fa dire che nella sostanza dell'art. 19 si può anche essere d'accordo, ma avendo richiamato con precisione e puntualità i capitoli e i titoli dei contenuti o degli aspetti che devono essere presenti nei progetti e nei programmi, mi sembra che non corra il caso di modificare questa struttura; anche se su una serie di argomenti, probabilmente proprio su questi programmi di settore, sarà necessaria una più minuta regolamentazione. Però mi pare ampiamente giustificabile un mantenimento di una struttura che si è già manifestata in altri articoli e la cui scelta è derivata soprattutto dall'esigenza emersa nelle consultazioni di normare i principi, i riferimenti di massima, in modo che dessero con chiarezza gli indirizzi su cui si devono muovere i vari atti di programmazione e non invece una regolamentazione pur sostanzialmente giusta, ma troppo minuta. E' la spiegazione che abbiamo già dato in Commissione e che ritengo di dover ancora fornire.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Simonelli.



SIMONELLI Claudio, Assessore al bilancio e programmazione

La Giunta non ritiene di accogliere i contenuti dell'art. 19 così come proposti dal Gruppo della Democrazia Cristiana, nell'ottica, come diceva il Consigliere Bontempi, della stringatezza alla quale abbiamo condotto il testo della legge. Abbiamo proposto quell'emendamento che riguarda le modalità per tenere conto del rilievo ritornato in diversi articoli circa l'opportunità di individuare ruoli e modi di azione dei vari soggetti coinvolti. Ma quando noi diciamo che ove possibile si evidenziano: i costi i risultati in termini fisici e finanziari, i relativi tempi, le modalità di attuazione e i necessari riferimenti organizzativi, crediamo di aver detto tutto, mentre una specificazione di dettaglio appesantirebbe l'articolo rendendolo disomogeneo rispetto agli altri che compongono la legge.



PRESIDENTE

La discussione è conclusa. Poniamo prima in votazione il testo sostitutivo dell'articolo 19 così come proposto dal Gruppo della Democrazia Cristiana.
L'emendamento è respinto con 18 voti favorevoli, 28 contrari e 2 astenuti.
Mettiamo in votazione l'emendamento della Giunta: "Inserire, dopo le parole 'nonché i relativi tempi', le parole: 'e le modalità...'.
E' approvato con 46 voti favorevoli e 2 astenuti.
L'art. 19 risulta pertanto in questi termini: "Articolo 19 - Programmi di settore e progetti - I programmi di settore ed i progetti di cui al punto b) del precedente art. 18, individuano le attività e gli interventi previsti nel programma pluriennale di attività e di spesa per settori organici di materie, ed in relazione ad obiettivi specificatamente indicati e verificabili, evidenziandone, ove sia possibile, i costi ed i risultati in termini sia fisici sia finanziari nonché i relativi tempi e le modalità di attuazione ed i necessari riferimenti organizzativi" Passiamo alla votazione per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 43 hanno risposto SI n. 27 Consiglieri hanno risposto NO n. 2 Consiglieri si sono astenuti n. 14 Consiglieri L'articolo 19 è approvato.
All'art. 20 è stato presentato un emendamento da parte della Giunta: Aggiungere alla fine del primo comma: "...ed i bilanci consolidati di Comprensorio di cui al terzo comma dell'art. 75 dello Statuto". Chi è d'accordo è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato con 45 voti favorevoli e 2 astenuti.
L'art. 20 recita: "Articolo 20 - Attuazione del programma pluriennale di attività e di spesa - Il programma pluriennale di attività e di spesa è attuato attraverso il bilancio pluriennale e annuale di previsione della Regione ai sensi della legge n. 335 del 19/5/1976 e relative norme regionali di attuazione ed i bilanci consolidati di Comprensorio di cui al terzo comma dell'art. 75 dello Statuto.
La Giunta regionale presenta ogni anno la relazione sullo stato di attuazione del programma pluriennale di attività e di spesa unitamente al bilancio preventivo".
Si passi alla votazione per appello nominale



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 47 hanno risposto SI n. 45 Consiglieri.
si sono astenuti n. 2 Consiglieri .
L'art. 20 è approvato.
All'art. 21 sono stati presentati tre emendamenti dalla Giunta e uno dal Gruppo della Democrazia Cristiana.
Il primo emendamento presentato dalla Giunta suona: Alla fine del primo comma le parole "suoi aggiornamenti annuali" sono sostituite da: "suoi aggiornamenti ed articolazioni annuali".
Pongo ai voti l'emendamento per alzata di mano.
E' approvato con 46 voti favorevoli e 2 astenuti.
L'emendamento presentato dal Gruppo della Democrazia Cristiana recita: Alla fine della lettera b) aggiungere: "nei casi in cui sia richiesto il finanziamento regionale".
La parola al Consigliere Alberton.



ALBERTON Ezio

A noi sembra che la formulazione fosse meglio esplicitata nel nostro emendamento, perché la sostanza è se si tratta di raccogliere tutti i programmi dei Comuni o solo quelli sui quali essi richiedono un intervento finanziario da parte della Regione. Siccome la dizione: "quando sia richiesto il finanziamento regionale" è già stata introdotta negli articoli precedenti, non vediamo perché in questo caso si debba fare questa raccolta indiscriminata di tutti i programmi degli Enti locali e non limitarsi a quelli nei quali essi richiedono l'intervento finanziario della Regione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Simonelli.



SIMONELLI Claudio, Assessore al bilancio e programmazione

Se ci sono degli Enti locali che provvedono ai programmi con risorse proprie, mi pare sia utile acquisirlo, anche per poter coordinare le diverse parti della finanza pubblica a livello locale. Il "comunque" vuol dire che quando è richiesto il finanziamento regionale, è indispensabile che i programmi siano acquisiti; se i Comuni fanno anche altri programmi è opportuno acquisirli.



PRESIDENTE

La Giunta mantiene le sue posizioni, la Democrazia Cristiana mantiene l'emendamento, ragion per cui mettiamo in votazione l'emendamento democristiano.
L'emendamento è respinto con 18 voti favorevoli, 28 contrari e 2 astenuti.
Passiamo all'emendamento della Giunta sullo stesso argomento: "alla fine della lettera b) si aggiunge quanto segue: '...e comunque quando sia richiesto il finanziamento regionale' ".
L'emendamento è accolto con 28 voti favorevoli, 18 contrari e 2 astenuti.
Passiamo all'ultimo emendamento presentato dalla Giunta: "Dopo l'ultimo comma inserire il comma seguente: 'In particolare i Comitati comprensoriali trasmettono una propria relazione sullo stato di attuazione del piano socio-economico-territoriale di Comprensorio con le eventuali proposte di aggiornamento del Piano regionale di sviluppo, anche ai fini degli adempimenti di cui al secondo comma del successivo art. 22' ".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è accolto con 46 voti favorevoli e 2 astenuti.
L'art. 21, nel testo emendato, recita: "Articolo 21 - Formazione del programma pluriennale di attività e di spesa - La Giunta regionale predispone, avvalendosi delle proprie strutture ed in concorso con i soggetti di cui al capoversi dell'art. 2 della presente legge, il programma pluriennale di attività e di spesa ed i suoi aggiornamenti ed articolazioni annuali.
In particolare la Giunta acquisisce: a) i programmi pluriennali ed annuali degli Enti ed organismi da essa direttamente o indirettamente dipendenti o collegati, insieme con i relativi bilanci di previsione b) le informazioni e i programmi degli Enti locali e degli altri soggetti necessari per la definizione degli interventi di cui al punto b) del precedente articolo 18 e comunque quando sia richiesto il finanziamento regionale.
I Comitati comprensoriali coordinano i programmi e le informazioni di cui al comma precedente, in coerenza con gli indirizzi del Piano regionale di sviluppo e dei piani socio-economici-territoriali. In particolare i Comitati comprensoriali trasmettono una propria relazione sullo stato di attuazione del piano socio-economico-territoriale di Comprensorio con le eventuali proposte di aggiornamento del Piano regionale di sviluppo, anche ai fini degli adempimenti di cui al secondo comma del successivo art. 22' ".
Si passi alla votazione per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 46 hanno risposto SI n. 27 Consiglieri hanno risposto NO n. 2 Consiglieri si sono astenuti n. 17 Consiglieri.
L'art. 21 è approvato.
C'é un emendamento della Giunta all'art. 22: Il primo comma è sostituito dal seguente: "Il programma pluriennale di attività e di spesa è approvato ed aggiornato annualmente, insieme con le sue articolazioni annuali,...". Il resto invariato.
Chi approva è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è accolto con 45 voti favorevoli e 2 astenuti.
Il testo dell'art. 22 recita: "Articolo 22 - Approvazione e aggiornamento del programma pluriennale di attività e di spesa - Il programma pluriennale di attività e di spesa è approvato ed aggiornato annualmente, insieme con le sue articolazioni annuali con le modalità di cui agli articoli 6, 7, 8 della presente legge e con le scadenze previste per l'approvazione del bilancio annuale e pluriennale di previsione della Regione.
L'aggiornamento annuale è accompagnato dalla revisione della relazione di cui alla lettera a) dell'art. 4 della presente legge, secondo le procedure previste dai precedenti articoli 5, 6, 7, 8".
Passiamo alla votazione dell'articolo 22 per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 47 hanno risposto SI n. 45 Consiglieri hanno risposto NO n. 2 Consiglieri L'articolo 22 è approvato.
Per quanto riguarda l'art. 23 c'é la proposta della Giunta regionale di abolire l'ultimo comma.
La parola al Consigliere Alberton.



ALBERTON Ezio

Noi accogliamo questa proposta perché come da noi suggerito viene abolito l'intervento dei Comitati regionali di controllo sugli atti degli Enti locali.



PRESIDENTE

Chi è favorevole, alzi la mano.
L'emendamento è accolto con 42 voti favorevoli e 2 astenuti.
"Articolo 23 - Verifica e controlli - Ogni anno la Giunta presenta al Consiglio regionale per l'approvazione, insieme al conto consuntivo relativo all'esercizio precedente, una relazione illustrativa in cui vengono posti in evidenza i costi ed i risultati conseguiti per ciascun programma di settore e progetto in relazione alle previsioni di intervento del programma pluriennale di attività e di spesa.
Tale relazione viene pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione unitamente al conto consuntivo.
La Giunta regionale acquisisce tramite i Comitati comprensoriali le necessarie informazioni sullo stato di attuazione dei programmi di cui all'articolo 21 della presente legge".
Passiamo alla votazione per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 43 hanno risposto SI n. 42 Consiglieri si è astenuto n. 1 Consigliere L'articolo 23 è approvato.
All'art. 24 sono stati presentati un emendamento da parte della Giunta ed uno da parte del Gruppo della Democrazia Cristiana.
Il testo dell'emendamento democristiano è il seguente: Aggiungere alla fine del primo comma dell'art. 24, emendato dalla Giunta, le parole: "entro tre mesi dall'approvazione del Piano regionale di sviluppo".
La parola al Consigliere Alberton.



ALBERTON Ezio

L'emendamento della Giunta accoglie le sollecitazioni che fanno riferimento specifico alle strutture degli organismi comprensoriali da mettere quanto prima in attuazione. Nella nostra proposta esplicitavamo un termine di tempo entro il quale provvedere a questa regolamentazione per legge e chiediamo che questo termine di tempo sia specificato nelle norme transitorie. Proponiamo pertanto che sia definito un limite di 3 mesi entro il quale si debba provvedere con legge alla regolamentazione delle strutture proprie della Regione o degli organismi comprensoriali, per dare ad essi la possibilità di gestire la materia regolamentata da questa legge.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Simonelli.



SIMONELLI Claudio, Assessore al bilancio e programmazione

La Giunta ovviamente ravvisa l'opportunità che si faccia presto nel definire questa legge, ma non ritiene di potersi vincolare al termine di tre mesi, attesi anche i processi di trasferimento di funzioni e di personale in attuazione della legge 382, che potrebbero anche rallentare l'iter finale di approvazione della legge. D'altra parte la Giunta ha inserito un comma aggiuntivo all'art. 24 che consente di utilizzare il personale degli Enti locali in base al decreto Stammati e di fare così fronte alle prime necessità di funzionamento dei Comprensori. A questo proposito, rispetto all'emendamento presentato, la Giunta propone di aggiungere le parole "ai medesimi fini la Giunta è autorizzata a promuovere e definire apposite intese".



PRESIDENTE

Metto in votazione l'emendamento del Gruppo della Democrazia Cristiana.
L'emendamento è respinto con 18 voti favorevoli, 28 contrari e 2 astenuti.
Passiamo all'emendamento presentato dalla Giunta: "L'art. 24 si modifica come segue: 'Le strutture tecniche regionali e comprensoriali per la formazione, la verifica ed il controllo dei documenti del piano e le loro funzioni vengono definite con apposita legge regionale.
Ai medesimi fini la Giunta regionale è autorizzata a promuovere e definire apposite intese per l'utilizzazione degli uffici e del personale degli Enti locali, in particolare nel quadro di quanto previsto all'art. 9 bis del Decreto legge 17/1/1977, n. 2 e sua conversione in legge 17/3/1977 n. 62 ".
Chi approva è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato con 28 voti favorevoli e 20 astenuti.
L'art. 24, nel testo emendato, recita: "Titolo IV - Norme transitorie e finali Articolo 24 - Organi della programmazione - Le strutture tecniche regionali e comprensoriali per la formazione, la verifica ed il controllo dei documenti del piano e le loro funzioni vengono definite con apposita legge regionale.
Ai medesimi fini la Giunta regionale è autorizzata a promuovere e definire apposite intese per l'utilizzazione degli uffici e del personale degli Enti locali, in particolare nel quadro di quanto previsto all'art. 9 bis del Decreto legge 17/1/1977, n. 2, e sua conversione in legge 17/3/1977, n. 62".
Passiamo alla votazione per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 48 hanno risposto SI n. 29 Consiglieri hanno risposto NO n. 19 Consiglieri L'art. 24 è approvato.
"Articolo 25 - Modifica della legge regionale 11 agosto 1973 n. 17 sulla costituzione e funzionamento delle Comunità montane - Il 1° e 2 comma dell'art. 11 della legge regionale 11 agosto 1973 n. 17 si intendono così modificati: 'la Comunità montana entro un anno dall' entrata in vigore della presente legge appronta un piano pluriennale di sviluppo economico e sociale della propria zona ai sensi dell'art. 5 della legge n. 1102 3/12/1971, e lo trasmette al Comitato del Comprensorio o dei Comprensori nel cui territorio è situata.
Entro 60 giorni dalla trasmissione il Comitato comprensoriale esamina il piano e lo invia, insieme al proprio motivato parere, al Presidente della Giunta regionale.
Il piano di sviluppo economico-sociale della Comunità montana è approvato dalla Giunta regionale su conforme parere del Consiglio regionale, tenuto conto delle osservazioni espresse dal Comitato comprensoriale, entro 60 giorni dalla trasmissione da parte del Comitato comprensoriale.
Trascorso tale termine il piano si intende approvato' ".
Non ci sono emendamenti, si proceda alla votazione per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 43 hanno risposto SI n. 41 Consiglieri hanno risposto NO n. 2 Consiglieri L'art. 25 è approvato.
"Articolo 26 - Contenuti del Piano regionale di sviluppo e del programma pluriennale di attività e di spesa 1977-1980 - Il Piano regionale di sviluppo ed il programma pluriennale di attività e di spesa per il periodo 1977/1980 si articolano in: a) un documento in cui sono presenti i contenuti di massima di cui all'art. 4, lettera a), c), d) della presente legge b) un documento in cui sono contenute le specificazioni per programmi di settore e per progetti, con articolazione sul territorio e dettaglio annuale di attuazione, degli indirizzi di cui alla lettera a) del presente articolo".
Chiede la parola il Consigliere Paganelli per dichiarazione di voto.



PAGANELLI Ettore

Noi votiamo contro l'art. 26 dando un chiaro significato politico.
Avremmo certo modo, discutendo il Piano, di specificare ulteriormente la nostra posizione, ma rileviamo che la formulazione di questo articolo risente di tutta una situazione che è in atto e cioè la mancanza della legge sulla contabilità, che era la premessa indispensabile per una diversa articolazione del Piano di sviluppo.



PRESIDENTE

Non ci sono emendamenti, si proceda alla votazione per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n, 52 hanno risposto SI n. 31 Consiglieri hanno risposto NO n. 21 Consiglieri L'arti 26 è approvato.
"Articolo 27 - Approvazione del Piano regionale di sviluppo e del programma pluriennale di attività e di spesa 1977/1980 - In sede di prima applicazione della presente legge, il Consiglio regionale approva congiuntamente il primo Piano regionale di sviluppo ed il primo programma pluriennale di attività e di spesa per il periodo 1977/1980 entro il 31 luglio 1977".
Non vi sono emendamenti, si passi alla votazione per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 45 hanno risposto SI n. 41 Consiglieri hanno risposto NO n. 4 Consiglieri L'art. 27 è approvato.
"Articolo 28 - Moduli e metodologie - La Giunta regionale sentite le competenti Commissioni consiliari determina i modelli dei bilanci, dei piani, dei programmi di attuazione, dei progetti, delle relazioni previsti nella presente legge e le rispettive metodologie di formazione, in modo da rendere omogenei l'acquisizione ed il controllo dei dati e delle informazioni ai fini del processo di programmazione".
Non ci sono emendamenti, si proceda alla votazione per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 50 hanno risposto SI n. 48 Consiglieri si sono astenuti n. 2 Consiglieri L'art. 28 è approvato.
Prima di passare alla votazione finale, vi sono dichiarazioni di voto?



BIANCHI Adriano

Signor Presidente, malgrado l' ora tarda, la legge è importantissima sollecito alla cortesia sua e dei colleghi pochi minuti di sospensione



PRESIDENTE

La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 13,30 riprende alle ore 13,45)



PRESIDENTE

La seduta riprende. Chiede la parola il Consigliere Bianchi. Ne ha facoltà.



BIANCHI Adriano

Cercherò di guadagnare il tempo che ho fatto perdere prima, con la brevità della dichiarazione di voto.
E' stato riconosciuto che ci siamo impegnati a fondo, con tenacia, con totale applicazione nell'elaborazione di questa legge, in coerenza con atteggiamenti sempre affermati quando si tratti di strumenti che hanno un rilievo istituzionale, quasi costituente. Qualcuno ha ricordato i paragoni tra le norme processuali e le norme sostanziali. Indubbiamente questo paragone può avere qualche suggestione, ma è insufficiente, perché nelle norme sulle procedure della programmazione si concretizzano concetti che hanno valore sostanziale e fondamentale, perché significa configurare un modo di essere, un modo di operare della Regione, un suo modo di atteggiarsi nei confronti delle autonomie locali, dei cittadini, delle forze sociali, un modo di assumerli alla partecipazione di un processo che è politico. Quindi, questa legge è altamente politica proprio perché è fondamentalmente istituzionale.
Non dimenticando il ruolo e le distinzioni che l'essere all'opposizione comporta, abbiamo trascurato e superato certe collocazioni che potrebbero apparire più producenti sotto il profilo dell'interesse particolare di una forza politica, specie di fronte a un'opinione pubblica che sicuramente è difficilmente preparata ad affrontare questi temi. Abbiamo visto quanto la stampa, pur rappresentata da persone che ci seguono da vicino e che personalmente sono preparate e preoccupate di riflettere il meglio del Consiglio, quanto sia riluttante e quanta difficoltà abbia a tradurre in termini comprensibili, giornalisticamente validi, i concetti che stanno dietro a questi momenti così importanti della vita politica.
E' stato ricordato l'iter: una bozza sulla quale sono stati fatti rilievi, poi una legge che in sé aveva momenti di specificazione anche validi, ma complessivamente un disegno di legge che aveva dei momenti di contraddizione e di insufficienza abbastanza clamorose, tanto da non giustificare la richiesta di un esame così rapido, quasi a ritmo di cavalcata, per giungere alla conclusione entro luglio. Ciò nonostante ci si è applicati anche di fronte all'insufficiente preparazione che quel disegno di legge iniziale presentava. La Giunta ha poi meditato una serie di rilievi formulati per iscritto e ha riguadagnato tempo, perché il secondo testo era irriconoscibile rispetto al primo documento. Noi vi riconosciamo però, in grande evidenza, una serie di indicazioni che avevamo formulato non con presunzione, ma con applicazione e anche con riferimento all'attenzione dell'opinione pubblica qualificata, consultata e che si è interessata al tema. Rispetto a questa nuova situazione è proseguita la discussione in Commissione con una procedura corretta, si è ulteriormente recepita tutta la posizione assunta dalla Democrazia Cristiana che ha voluto concretizzare in una propria proposta di legge le posizioni che la interessavano e le preoccupazioni che la muovevano nel confrontarsi su questo tema.
Ci sono stati ventiquattro emendamenti della Giunta, volti ovviamente (non è stato indicato con chiarezza) non a captare benevolenze, ma, a dare concretezza di definizione a posizioni che erano maturate anche attraverso l'apporto in Commissione di altre forze politiche, che hanno potuto meno avvalersi di un quadro più ampio di supporti, che hanno, con le capacità italiane, sopperito anche alla mancanza a volte di strutture per reggere confronti su materie come queste.
Proposta di legge della Democrazia Cristiana, emendamenti della Giunta e contro emendamenti: il confronto è stato laborioso, quasi costituente quasi tipico del lavoro compiuto per lo Statuto. Non enfatizzo l'importanza di questa legge, la cui validità sarà poi da verificare, perch probabilmente imporrà delle modifiche anche a termini non lunghissimi, ma sicuramente vorrei che risultasse di fronte all' opinione pubblica oggi distratta, sempre portata a svalutare i momenti di attività politica questa profonda serietà. Consentitemi intanto di tributare un apprezzamento vivissimo ai colleghi del mio Gruppo che hanno seguito nella I Commissione questa vicenda con impegno, sacrificio, intelligenza e capacità, a partire dal Consigliere Alberton. Se riuscissimo a far conoscere queste cose all'opinione pubblica e meno gli aspetti trionfalistici che segnano il momento dell'uno o dell'altro Gruppo, credo che daremmo un contributo tutti insieme alla difesa e alla valorizzazione delle istituzioni.
Questo vivace confronto, a nostro avviso, non ha raggiunto alcune questioni che erano state evidenziate, il rifiuto, ad esempio, ad accogliere i punti sui soggetti. Magari analizzando la legge nella sua applicazione si potrà verificare che ugualmente si dà rilievo ai soggetti che lì venivano quasi didascalicamente elencati. La volontà, se bene indirizzata, può sempre correggere ed integrare questi momenti.
Sulle modalità delle deleghe, sulla precisione richiesta per i parametri, sul piano territoriale di coordinamento, sulla sua efficacia e la sua unità, sono rimaste delle ombre e delle incertezze. Poc'anzi il Consigliere Paganelli ha ricordato che il nostro atteggiamento di fronte a questa legge non significa coinvolgimento nella responsabilità di gestione e già anticipazione di atteggiamenti che riguardano i momenti dell'assunzione di responsabilità specifiche. La puntigliosità che abbiamo messo nel richiedere che ogni organo adempia alle sue funzioni, nel richiedere che la Giunta non sia soltanto una sede di elaborazione tecnica che poi si libera nei confronti del Consiglio, quasi acquisendo a merito il fatto di aprirsi ai contributi che possono venire dalle forze politiche fatto in sé possibile, questo però non deve sottrarla al momento delle responsabilità precise di fronte ai momenti conclusivi. In questa situazione, se volessimo con un po' di orgoglio fare un'analisi dei momenti di questa legge, nei quali ci riconosciamo, potremmo anche votare a favore facendo quasi un rovesciamento di posizioni e appropriandoci di uno strumento che abbiamo contribuito in maniera così larga e determinante a costruire.
Se volessimo trarre profitto politico-strumentale dei momenti di dissenso che riguardano punti sui quali l'opinione pubblica è attenta, e li esaltassimo, potremmo tranquillamente votare contro. Spero che questa sia una delle ultime volte perché mi sta diventando abbastanza fastidioso l'approccio all'astensione: preferisco la posizioni nette del voto a favore o del voto contro. Noi ci asterremo nel voto finale di questa legge ribadendo che in essa ci riconosciamo in larga parte; crediamo sia uno strumento perfettibile che chiede alle autonomie locali, ai Comprensori, un contributo per definire con concretezza il ruolo che questi momenti istituzionali hanno, perché si possa far compiere alla comunità regionale un passo avanti.



PRESIDENTE

Richiede la parola il Consigliere Bontempi. Ne ha facoltà.



BONTEMPI Rinaldo

Nel rendere la dichiarazione di voto su questa legge, che ha avuto così ampio rilievo in aula e così intensa delibazione nelle sedi precedenti credo sia giusto rimarcare l'importanza politica del provvedimento che ci accingiamo ad approvare. Con questo atto compiamo un primo, decisivo e importante adempimento sulla strada della concreta realizzazione della politica di programmazione. Esaminando le posizioni reciproche, l'iter della legge, il modo con cui si sono collocate le forze politiche, i risultati che ne sono emersi e la morale politica da trarre, occorre subordinare tutto questo all'importanza del provvedimento.
La Regione Piemonte, attraverso un'iniziativa portata avanti nelle difficoltà dei tempi e di fronte al pericolo delle critiche venute per l'accelerazione data, compie un atto concreto con un impegno programmatico conquistando posizioni culturali all'intera comunità piemontese. Al di là degli elementi di differenziazione e di valutazione, senz'altro legittimi dobbiamo essere consapevoli e anche contenti di aver compiuto questo atto.
Sarà compito nostro e dell'intera comunità di verificarne la validità; è una tappa cruciale, fondamentale e importante lungo un cammino che venne intrapreso nel corso dell'altra legislatura, e nel corso del primo scorcio di questa dalla maggioranza e anche dal Consiglio. Detto questo, vanno rilevati alcuni comportamenti coerenti con l'importanza politica di questo atto, comportamenti resi dalla maggioranza e dalla Giunta: un atteggiamento politico (che mi sembra debba riconoscere anche l'opposizione) che ormai sta caratterizzando in un impegno continuo gli atti della Giunta nel confronto portato fin dove può produrre possibilità di miglioramento, di arricchimento e anche di modificazioni e cambiamenti di orientamenti originari. Il fatto che la Giunta e la maggioranza abbiano ritenuto di portare alle estreme conseguenze questo atteggiamento, recependo molte posizioni e indicazioni venute anche dagli altri Gruppi, in particolar modo dal Gruppo della Democrazia Cristiana, è stato un atto giusto non solo in linea generale, ma perché motivato dalla sua importanza politica. Il lungo lavoro può aver avuto momenti di nervosismo e di incertezza, che hanno creato qualche travaglio nelle decisioni e nell'approdare ad atti definitivi, tutto ciò è largamente giustificabile alla luce dell'importanza politica di questo atto.
Il nostro giudizio sui contenuti di questa legge è di adesione alla legge stessa così com'é uscita oggi. Ci rendiamo conto che questo è interpretare correttamente il termine "confronto" come atteggiamento politico, ci rendiamo conto che precipuamente su questa legge gli apporti gli elementi migliorativi, le linee che sono state aggiunte alle proposte della Giunta e della maggioranza, sono stati apporti e idee che l'hanno migliorata. Nel complesso il confronto ha portato non a un accordo politico, inteso solo nel senso di arrivare a soluzioni politiche migliori che non significano contrapposizione o voto diverso. In realtà il confronto ci ha condotto ad una legge più buona di quanto poteva essere nell'originaria proposta della Giunta.
Questo valuta il ruolo del Consiglio, valuta il lavoro che si compie in aula, valuta anche i tempi e i modi che sono stati elementi ricorrenti nelle discussioni, anche nelle dichiarazioni del Capogruppo della Democrazia Cristiana. Vorrei che tutti i Consiglieri si pongano nella loro coscienza la domanda se l'aver dato dei tempi obiettivamente stretti, non abbia permesso di arrivare a risultati più positivi di quelli che abbiamo potuto raggiungere su leggi o provvedimenti lungamente stiracchiati nel tempo. La coscienza della necessità di arrivare alla definizione del provvedimento permette alle forze politiche di accelerare la discussione al loro interno e la chiarificazione delle posizioni. La legge ha anche dimostrato questo. Pur ammettendo che i tempi hanno avuto un'oggettiva ristrettezza, sotto certi profili questo modo di procedere dà un'indicazione su cui riflettere anche per il futuro. E' una considerazione di non poco conto, poiché vuol dire anche un diverso comportamento delle forze politiche. Condivido pienamente la parte dell'intervento del Consigliere Bianchi quando richiamava il rapporto tra comunità e ruolo delle forze politiche. E' anche una dimostrazione che di fronte a momenti di urgenza che rientrano nella ragion d'essere del vivere di oggi, di urgenza per la pubblica amministrazione nel rispondere ai problemi emergenti, di indirizzare, per esempio, la politica di programmazione su basi concrete, le forze politiche, approvando questo atto entro tempi brevi hanno segnato un punto a favore che non può non essere di interesse profondo per tutti.
Ritengo sia stato giusto richiamare gli elementi di differenziazione esistenti. Tutto sommato lo sforzo che è stato fatto da tutte le parti avrebbe forse potuto portare a mettere un pochino più in conto, per esempio, da parte del Gruppo della Democrazia Cristiana, le posizioni non convergenti o addirittura di dissenso rispetto a quello che è stato l'obiettivo risultato di una legge che ci ha visto tutti coinvolti, ed alcuni grandi punti qualificanti ci hanno anche trovato profondamente d'accordo. Mi rendo conto peraltro che i ruoli sotto questo profilo possono giocare un momento che può essere prevalente rispetto a quelle che sono le convinzioni sui contenuti. In questo senso rimando al momento della verifica, perché questa legge determina delle condizioni di azione e stabilisce con chiarezza una serie di principi e di ruoli da parte dei vari momenti istituzionali, organi od Enti che essi siano. Il problema è di realizzare la programmazione sostanziale e di fare in modo che anche i passaggi previsti nella legge siano condizioni positive per l'attuazione della programmazione e non inceppo, gabbia o penalizzazione per alcuni soggetti.
Non aver chiuso tutto è stato ed é, secondo me, una scelta positiva.
Sotto questo profilo quindi ritengo di dover segnare l'importanza di una conclusione che vede su questa legge un largo ed espresso consenso sui punti più qualificanti. Se questo largo ed espresso consenso sui punti nodali e qualificanti vorrà dire anche proiezione dell'impegno nella realizzazione corretta dell'attività di programmazione nella quale venga salvaguardato il disegno unitario regionale delle grandi linee di indirizzo della Regione, trovando una collocazione politica o dialettica dei momenti di autonomia e di privilegio, ritengo che non avremo fatto tutto, ma avremo posto delle condizioni positive per un lavoro molto grande e forse immane da compiere, ma che trova, oggi, in questo provvedimento, il segno culturale di un grande salto di qualità. In questo senso il nostro voto quindi non può che essere positivo e di completa adesione al provvedimento.



PRESIDENTE

E' iscritto a parlare il Consigliere Marchini. Ne ha facoltà.



MARCHINI Sergio

In sede di discussione generale avevo anticipato i motivi per i quali avevo ipotizzato un voto negativo. L'esame dell'articolato non mi induce a modificare quanto avevo anticipato. Indubbiamente il Consigliere Bianchi ha fatto un intervento a conclusione che, come al solito, gli fa onore; egli ha voluto polemizzare sul fatto che io abbia voluto ridurre questa legge a una norma procedurale. In effetti devo dargli atto che questa affermazione non va intesa nella sua accezione più ristretta, ma è chiaro che questa legge ha un grosso contenuto di natura istituzionale, cioè va a definire precise funzioni dei soggetti presenti sul territorio. Questo mi induce a ribadire il voto contrario.
In definitiva, andiamo a dare un taglio preciso a tutta l'attività programmatoria della Regione, nella misura in cui togliamo o comunque non creiamo quel margine di flessibilità che a nostro avviso è essenziale in questo tipo di materia. Si deve fare da parte nostra una professione di umiltà in questo senso. L'esperienza storica ha dimostrato che la programmazione funziona quando esiste un Ente di governo; Ente di governo non significa il governo, ma significa un tipo di potere che si articola in modo armonico ai diversi livelli. E' chiaro che se la Regione non vuole essere di natura totalitaria, inteso che non si prefigura come l'unico soggetto presente nel territorio e se non vuole cadere in una grossa contraddizione, non può non darsi un grossissimo margine di tolleranza, non solo nelle sue decisioni, ma nei modi che ha di comportarsi. L'aver messo in piedi questo tipo di programmazione pendolare che manda i documenti a destra e a sinistra e li fa ritornare in tempi stretti, anche se nel frattempo convoca, interpreta e consulta tutti, toglie completamente la possibilità di fare politica, di verificare l'impostazione degli obiettivi secondo le variabili che la vita economica del Paese ci può portare davanti.
L'esame dell'articolato non mi ha fatto superare le preoccupazioni. In effetti gli Enti locali, e soprattutto i protagonisti esterni della società piemontese, non hanno visto legittimato un sufficiente rilievo. Qui forse una piccola chiosa polemica ci starebbe. Noi vorremmo che i partners sociali, gli altri Enti presenti sul territorio, fossero trattati per quello che a loro spetta, ma, diciamolo molto chiaramente, fossero trattati ufficialmente. Non mi piace molto che con l'istituto della consultazione si vadano a creare certi tipi di canali e certi tipi di rapporti, non perch non li ritenga opportuni, ma perché ritengo che la Regione debba affrontare questi approcci quanto meno in un clima di parità. Come pensiamo noi di essere un organo di Governo tale da poter reggere un disegno programmatorio di questo tipo, quando ci vantiamo di non avere strutture? (Oltretutto questo è un vanto della Giunta). Con un Assessorato all'urbanistica dove l'Assessore si deve trasformare nella Trimurti, e con un Assessorato alla programmazione che si rivolge a dei giovani capaci, ma ahimè, di memoria corta, che si dimenticano di aver in passato professato idee liberali e proprio in questo documento fanno presente che non si tratta di tornare a un vero liberismo, non corriamo il rischio di fare una grossa opera di superbia anziché di modestia nel volere organizzare un tipo di governo perfettamente efficiente, tagliando fuori la tolleranza e la possibilità di decisione, tagliando fuori gli altri partners sociali che poi rientrano dalla finestra per le nostre manchevolezze? Peraltro con la legge in questione la maggioranza si è assunta la grossa responsabilità di dare quadri e strutture sufficienti a questo discorso programmatorie. Evidentemente ci dovremo esprimere su una legge che dovrà venire fuori quanto prima: la legge sulle strutture. Non vogliamo che l'Assessore ci dica che non è in grado di redigere le delibere e che i suoi uffici non sono in grado di fare delle circolari esplicative per i Comuni, perché questo non è tollerabile con l'opera di presunzione o di volontà politica (dipende da come la si vuole giudicare) espressa dalla Giunta in questo documento.
Il mio voto contrario è sul discorso di fondo, perché, in linea con l'ideologia politica che rappresento in questa sede, credo nella programmazione, evidentemente nella misura in cui il governo della cosa pubblica venga lasciato ai protagonisti della cosa pubblica, non soltanto ai protagonisti politici, a meno che questi con strutture, con volontà, con risorse e, diciamolo pure, con un tentativo di monopolizzazione, non diventino i sopraffattori di una realtà che si muove, che però, certamente è più forte di quanto non si vuol fare.
Come partito di opposizione non posso non capire e non apprezzare il comportamento della Democrazia Cristiana, la quale evidentemente ha ritenuto di dover dare atto alla maggioranza della sua disponibilità a verificare fino in fondo i margini di trattativa e le possibilità di migliorare una legge. Questo è il nostro dovere: fare soprattutto leggi buone nell'ambito delle scelte politiche che si portano avanti. Dico molto chiaramente però che se questo è comprensibile per la Democrazia Cristiana che ha la responsabilità di un grosso partito e che deve farsi carico di tutta una serie di preoccupazioni anche per il futuro, per cui non pu irrigidirsi in un tipo di discorso aprioristico e velleitario, come potrebbe fare un partito come il mio? Però, proprio nel tipo di responsabilità che ha la Democrazia Cristiana nell'elaborazione di leggi che non sono sue e che però in una certa misura la condizioneranno, nasce secondo me, l'impegno dei partiti laici ad essere presenti su questi temi per evidenziare giorno per giorno i grossissimi rischi politici che cogliamo da questa situazione, perché l'attività legislativa non finisca per essere soltanto la ricucitura di posizioni più o meno divergenti, ma acquisti ogni giorno la coscienza che, con questi atti, stiamo decidendo della vita di quattro milioni di cittadini che ci hanno dato i loro voti molti a voi e pochissimi a noi, che ci hanno affidato le loro aspettative e le loro risorse e quando li andiamo a mortificare con atti simili a quello sotto i nostri occhi (e non solo quello), che molte volte evidenziano la nostra impotenza a gestire queste cose, sono riflessioni che ci debbono far meditare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bellomo.



BELLOMO Emilio

Ho ascoltato attentamente il discorso chiaro e lineare del collega Bianchi e, a metà del discorso, giuravo a me stesso che il Gruppo della Democrazia Cristiana avrebbe votato positivamente questa legge. Era una mia impressione; del resto la Democrazia Cristiana ha rivendicato un grosso apporto all'ultima definizione di questa legge, apporto che il mio Gruppo ed io personalmente non neghiamo. Non ci sarebbe stato nulla di straordinario se il voto fosse stato positivo, ma poiché vi è il principio della distinzione dei ruoli e del rispetto della non interferenza negli affari di un altro partito io, ligio a questo rispetto, lascio l'affare al Gruppo della Democrazia Cristiana.
Dopo aver detto che questo lungo e impegnato dibattito, supportato da competenze specifiche di alcuni fra di noi che si sono dimostrati di autentica capacità culturale, vengono in luce due considerazioni: la prima è che malgrado questi due testi distinti, malgrado la costante verifica, il confronto e qualche nota acuta che abbiamo avuto occasione di registrare nel corso della discussione, sostanzialmente la convergenza su questa legge c'é, lo ha rilevato un attimo fa il collega Bontempi. La seconda considerazione è che, contrariamente a qualche critica epidermica che ci è stata fatta dal Gruppo della Democrazia Cristiana circa la nostra presunta fretta e furia di buttarci su questo rettilineo, non c'é stata la convergenza stessa che reiteratamente c'é qui dentro. Questa legge era matura perché è stata tenuta a battesimo in Commissione e nelle consultazioni, ha un nome, un numero per avere la sua legittimità. Ergo non abbiamo fatto i "micini ciechi", abbiamo usato e dosato una misura di prudenza che non è mai vigliaccheria, ma è virtù positiva. In tutta coscienza credo di dire, a nome del mio Gruppo, che oggi abbiamo fatto una buona legge.



PRESIDENTE

E' iscritto a parlare il Consigliere Rossotto.



ROSSOTTO Carlo Felice

Signor Presidente e, colleghi Consiglieri, il Capogruppo della Democrazia Cristiana Bianchi ha parlato di un riconoscimento verso le forze che non disponendo di apparati possono trovarsi in maggiore difficoltà quando si affrontano temi di importanza istituzionale come questa. Non credo. Credo che il problema di fondo sia quello di avere idee, le idee sono i frutti degli uomini, degli uomini che si impegnano.
Anche nel dibattito in Commissione è stato possibile verificare che non è tanto la funzione degli apparati, o l'apparato, che hanno consentito di creare e realizzare un disegno di legge che indubbiamente ottiene il pieno soddisfacimento dell'Unione Liberaldemocratica, ma in quanto si è continuamente risaliti ai principi fondamentali della programmazione democratica, la necessità cioè di intendere la democrazia, sia borghese che socialista, e di rendere possibile ai cittadini la partecipazione alle decisioni. Dalla consultazione, che ha portato alle successive modifiche derivano alcune considerazioni di carattere politico sul fatto che questa volta si è verificato, cioè il disegno iniziale è sorto dal basso e questo deve essere colto come momento positivo di crescita di qualche cosa che noi abbiamo tentato di realizzare. E' un apporto che è venuto dai Comprensori dagli Enti locali, dagli imprenditori, dagli altri soggetti che la legge riconosce, che hanno chiesto non soltanto di essere sentiti, ma di poter sentirsi dire anche "no" alle loro proposte. Credo che anche questo sia democrazia,Dicevo democrazia borghese e democrazia socialista: il problema è profondo. Si sta dibattendo all'est, come si deve dibattere all'ovest quanto il formalismo democratico in un certo momento deve essere riempito continuamente di contenuti.
Credo che con questo disegno di legge noi abbiamo dato, in termini precisi, dei contenuti effettivi di democrazia. Sono lieto che la Democrazia Cristiana abbia raggiunto dei risultati sul disegno di legge predisposto dalla maggioranza, recependo emendamenti e posizioni venute dal dibattito in Commissione (anche se qualche Consigliere del Gruppo democristiano ritiene che questi dibattiti sono avulsi dalla vita della Commissione, ma credo che la sua fosse una battuta più che altro).
Abbiamo fatto le nostre esperienze durante la prima fase della proposta di Piano di consultazione, farraginosa e difficile, che ha avuto momenti di difficoltà e questa mattina, mentre esaminavamo l'articolo 19, si è voluto ricordare il testo dell'articolo statutario, questi erano i termini, questa è stata la strada scelta dalla Giunta in termini molto precisi e molto analitici e questo ha consentito di semplificare, perché semplificare delle cose semplici porta alla conclusione, mentre semplificare delle cose estremamente difficili, invece, compiere l'opera di rifinitura che ci hanno insegnato sui banchi di scuola è cosa assai più laboriosa. Concludo collega Graglia. Abbiamo davanti un disegno di legge di una certa importanza, dirò allora che voto a favore così tagliamo decisamente corto.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Carazzoni.



CARAZZONI Nino

Signor Presidente e colleghi, opportunamente insieme alla sottolineatura dell'importanza di questo disegno di legge, è stato ricordato che la legge stessa configura un modo d'essere della Regione nei confronti dell' attività programmata e segna l'avvio della programmazione.
Ebbene, proprio partendo da questa premessa, noi in sede di intervento generale avevamo sostenuto la tesi della nostra opposizione globale alle sperimentazioni programmatorie messe in atto finora, individuandone ed elencandone le cause, quali la mancanza di una programmazione nazionale, la mancanza di un ruolo programmatico ben definito dalla Regione, la mancanza della possibilità per le parti sociali di partecipare con scelte motivate all'elaborazione dei programmi. Eravamo arrivati alla conclusione che respingevamo in linea di principio questo modello di programmazione che si vuole cominciare da oggi ad attuare, contrapponendo una nostra diversa e differente visione della programmazione stessa. Questo spiega a posteriori la ragione per cui siamo andati sistematicamente votando contro l'articolato che ci è stato presentato: ripeteremo anche nel finale il voto contrario del nostro Gruppo.
Ci sia consentita solo un'ultima considerazione, alla quale siamo stati un poco stimolati da osservazioni venute da più parti. Giustamente il Capogruppo democristiano ha parlato di ritmo incalzante e il Capogruppo comunista ha osservato, dal suo punto di vista, che ciò non di meno questo ha consentito di arrivare a risultati positivi. Noi siamo di tutt'altra opinione. Riteniamo che questo ritmo incalzante, come l'ha voluto chiamare il collega Bianchi, sia in realtà un modo per togliere la possibilità ai Gruppi minori di fare sentire meglio e più incisivamente la propria voce all'interno di questa assemblea. Noi puntigliosamente da più settimane ci sforziamo di essere presenti sui vari problemi con una nostra posizione che talvolta non riesce neppure ad andare al di fuori delle mura di quest'aula ma che un impegno per il quale pretendiamo almeno il rispetto dei colleghi.
Ma è evidente tuttavia sta a testimoniare che quando ci si mette di fronte a leggi di questa portata ci si costringe in pratica a costruire a braccio gli interventi, noi restiamo, al pari degli altri Gruppi minori, tagliati fuori da un dialogo che ormai, questo è il fatto politico da considerare, è intessuto tra Democrazia Cristiana e Partito comunista italiano.
Ecco perché diciamo che il ritmo incalzante non è una scelta causale tra il Partito della Democrazia Cristiana e il Partito comunista, poiché si attua nella realtà di fatto quel compromesso storico che poi a parole, con voti differenziati, magari, si dice di voler respingere o non ancora accettare.
Detto questo, anche per la possibilità che abbiamo di assumere sempre posizioni chiare e definite, noi dobbiamo ribadire il voto contrario alla legge in esame.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gastaldi.



GASTALDI Enrico

Il nostro Gruppo darà il giudizio ed il voto favorevole alla legge perché sono state mantenute nella sua stesura finale le impostazioni della legge primitiva che sono consone con le nostre visuali e particolarmente perché sono state riservate alla Regione le funzioni di programmazione e di stesura del Piano regionale, perché il Comprensorio assume i compiti di attuazione sul territorio delle previsioni del Piano regionale e determina con il piano socio-economico il punto di riferimento per i programmi di intervento e di spesa, perché evita le parcellizzazioni dei momenti programmatori, garantendo contemporaneamente le autonomie locali e precisandone i limiti.
Per questi motivi il giudizio del nostro Gruppo sarà favorevole.



PRESIDENTE

Vi sono altre richieste di parola? Non ve ne sono.
Prima di passare alla votazione finale, permettetemi di considerare questa legge come una legge costituente. Il Capogruppo della Democrazia Cristiana, Bianchi l'ha paragonata a quella fase; io direi che va paragonata alla legge dei Comprensori che è nata in altra legislatura e con altre maggioranze. In secondo luogo ne rilevo l'importanza di carattere nazionale. Esistono leggi di questo genere nelle Regioni Umbria e Puglia mentre è in corso di approvazione una legge similare in Lombardia, ma non possono essere paragonate a quella che il nostro Consiglio oggi ha approvato, legge esplicitamente collegata a ciò che abbiamo già messo all'ordine del giorno) e cioè il Piano di sviluppo regionale. Fa parte quindi di un edificio programmatorio che si sta costruendo.
Ho potuto constatare dai lavori dell'assemblea di oggi, che hanno per avuto inizio alcuni mesi or sono, che non è vero, Consigliere Carazzoni che questa legge nasce dall'apporto prevalente di due o tre Gruppi: è una legge in cui è difficile riconoscere quanti sono coloro che hanno avuto ruoli nello scriverla e nel portarla avanti. La procedura è nata da un documento preliminare (ecco una novità), da un progetto di legge della Giunta, da un arricchimento venuto dalle consultazioni, dalla presentazione di un altro progetto di legge. E' stato condotto in aula un lavoro senza precedenti nel nostro Consiglio; ci sono stati emendamenti della Giunta ed emendamenti del principale Gruppo di opposizione, c'é stato un libero dibattito al quale hanno partecipato, con dignità e parità di contributo tutte le forze del Consiglio. Queste procedure, che arricchiscono e valorizzano il ruolo del Consiglio regionale, debbono essere valutate da tutti i Consiglieri, indipendentemente dal voto finale che ciascun Gruppo deciderà di dare. Voglio dire con questo che abbiamo vissuto una stagione intensa che esalta il ruolo del Consiglio regionale del Piemonte.
Chiede la parola il Consigliere Rossotto. Ne ha facoltà.



ROSSOTTO Carlo Felice

Ieri abbiamo promesso alla Democrazia Cristiana di esaminare i regolamenti. Protesto per il tono con cui durante il dibattito, dopo cinque minuti, da parte di vari settori si invitavano forze che non contano nulla siano di maggioranza o siano di opposizione, ad accelerare i tempi. Credo che questo non sia un modo corretto di agire, specialmente da parte dei colleghi della Democrazia Cristiana ai quali nella giornata di ieri, qui come in Commissione, abbiamo consentito tutto il tempo necessario per esaminare i termini della questione. Questo fatto lo denuncio. Quando sono stato invita a togliere la parola, l'ho tolta e da parte di tutti c'è stato un sorriso.



PRESIDENTE

Va bene. Si proceda alla votazione sull'intero testo della legge per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico i risultati della votazione: presenti e votanti n. 47 hanno risposto SI n. 29 Consiglieri hanno risposto NO n. 3 Consiglieri si sono astenuti n. 15 Consiglieri L'intero testo della legge è approvato.
Il Consiglio regionale è aggiornato a giovedì prossimo con all'ordine del giorno l'informazione sul progetto della Giunta per la disoccupazione giovanile, la modifica della legge sui trasporti rinviata da parte del Governo e che verrà sottoposta all'attenzione della Commissione in settimana, oltre ad altri punti che potranno ancora essere iscritti su richiesta della Giunta o dei Gruppi.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 14,35)



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