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Dettaglio seduta n.123 del 16/06/77 - Legislatura n. II - Sedute dal 16 giugno 1975 al 8 giugno 1980

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SANLORENZO


Argomento:

Approvazione verbale precedente seduta


PRESIDENTE

La seduta e aperta.
E' stato distribuito il processo verbale relativo alla precedente seduta del 9 giugno 1977. Non ci sono osservazioni, è pertanto approvato


Argomento: Fiere, mostre e mercati

Interrogazione del Consigliere Marchini "Risultato del primo Vinincontri Ipotesi e prospettive per il futuro"


PRESIDENTE

Passiamo alle interpellanze e interrogazioni . Interrogazione del Consigliere Marchini: "Risultato del primo Vinincontri - Ipotesi e prospettive per il futuro". Risponde l'Assessore Marchesotti.



MARCHESOTTI Domenico, Assessore alle fiere e mercati

Signor Presidente, signori Consiglieri, è difficile rispondere in modo preciso ed esauriente all'interpellanza presentata dal collega Marchini l'11 maggio scorso, avente per oggetto la manifestazione "Vinincontri".
Come è noto questo Salone dei vini Doc piemontesi, patrocinato dalla Regione, organizzato dalla società ex-Samia, ora Promark, si è svolto dal 30 aprile all'8 maggio nei locali del Palazzo a Vela. Ognuno può dunque capire che, a così breve distanza dalla conclusione della manifestazione non è del tutto agevole produrre un bilancio completo e accurato. Essa è stata opportunamente e tempestivamente preceduta da un convegno sulla vitivinicultura e il piano regionale di sviluppo, durante il quale sono stati affrontati da specialisti della nostra regione, da operatori agricoli, commerciali, dirigenti CEE, regionali e da quanti sono interessati a questi problemi, le questioni complesse dello sviluppo e del ricambio delle culture viticole nonché della produzione e della prima fase di commercializzazione del vino piemontese.
"Vinincontri" inoltre si è collocato all'interno e, idealmente, alla conclusione di quella stagione di fiere promozionali tenutesi in tutto il Piemonte, nelle varie località, come ad Alba o ad Asti, Alessandria Tortona, ecc.
L'intento dell'iniziativa, come questo Consiglio sa per esserne stato informato qualche mese or sono, era ed è di concorrere a risanare valorizzare e promuovere un settore in cui la nostra regione ha un ruolo di primo piano e dove le sue potenzialità come produttori: e venditore sono grandi. E qui mi riferisco non solo ai vini Doc ma, anche a quel vino da tavola di qualità che (si spera) dovrà ricevere nuovo impulso dal suo prossimo riconoscimento nella normativa CEE. Fatta questa premessa, prima di entrare nel merito dell'interpellanza, vorrei ancora soffermarmi su un aspetto di questa, che potrebbe generare malintesi. In sostanza vorrei domandarmi qual è il suo significato, il suo taglio. Si tratta di opposizione di principio, puramente negativa? Penso si possa rispondere di no, anche se la scelta dei tempi di presentazione, in alcuni tratti, il tono potrebbero farlo pensare. In realtà credo sia da intendere, e in questo senso l'accettiamo come uno stimolo critico costruttivo, che, nei suoi limiti, cerca di darci indicazioni utili per andare sempre più avanti sulla strada dianzi indicata. Del resto, ci pare, non avrebbe senso una presa di posizione pregiudiziale e pregiudizievole rispetto a una iniziativa appena nata, che ha fatto registrare un buon esordio, ma che come ogni cosa al suo inizio, ha messo in evidenza anche le carenze, gli aspetti negativi. Certamente a questi bisogna porre rimedio per tempo e perciò sono ben accolte le indicazioni critiche che ci aiuteranno in questa direzione.
Direi di più: c'é bisogno che le forze politiche trovino un accordo programmatico e unitario, anche su questa materia, per intervenire con il loro ascendente e il loro peso, che è molto grande, sulle categorie sociali e produttive interessate, per fare in modo che la prossima edizione di "Vinincontri" sia preparata più adeguatamente e, di conseguenza, il risultato non sia inferiore alle attese. Resta a tutt'oggi la soddisfazione per aver potuto riunire in un'unica vetrina-mercato, per la prima volta insieme, produttori di varia grandezza di vini e derivati, delle diverse province (si pensi alle preoccupazioni dei produttori che sono convinti che effettivamente il loro vino è meglio di tutti gli altri o alle rivalità esistenti tra gli Enti delle varie province!) Comunque, prima di tirare le somme, vorrei entrare nel merito dell'interrogazione e fare alcune precisazioni. La stampa regionale e nazionale non è certo stata attentissima allo svolgersi della manifestazione, e dovrà essere nostra cura fare in modo da destare più interesse nell'opinione pubblica in vista del prossimo salone. Tuttavia i commenti e i servizi sono stati largamente positivi. L'unico accenno negativo è appunto quello riportato nell'interrogazione, estratto da un articolo comparso su un quotidiano cittadino del 9 maggio 1977 dove peraltro, accanto ad affermazioni del tipo "bilancio senza entusiasmi" si possono leggere espressioni di speranza "per le prossime edizioni della rassegna". Un altro quotidiano, a diffusione nazionale, il 17 maggio afferma che "un vero bilancio (attendibile) potrà essere fatto solo fra qualche mese" aggiungendo che quel che conta rilevare e che "un discorso è stato aperto e merita di essere continuato, intensificando anzi gli sforzi". Per finire questa carrellata di opinioni valga quanto riferisce la "Stampa" dell'8 maggio 1977: "l'affluenza del pubblico ha soddisfatto le duecento aziende presenti che sembrano intenzionate a ripetere la manifestazione il prossimo anno".
Questa edizione di "Vinincontri" ha visto infatti la partecipazione di 200 espositori, con una superficie coperta di 1500 mq. Hanno visitato la mostra circa 18.000 persone e sono state realizzate missioni dall'estero in particolare dalla Germania, Belgio, Gran Bretagna e altri paesi anche africani e asiatici, tra cui il Giappone. All'interno della rassegna ha funzionato un punto di vendita al pubblico dei prodotti esposti che ha realizzato un incasso di circa 21 milioni. Si tenga presente che si tratta qui solo della vendita della bottiglia o del cartone e non della vendita di grosse partite, per le quali però i dati non sono disponibili. E' chiaro che bisognerà aumentare gli sforzi per coprire una superficie espositiva maggiore, per coinvolgere capillarmente un numero più ampio e qualificato di espositori, per ottenere più risonanza nell'opinione pubblica all'interno e più promozionalità verso l'esterno. Occorre però anche saper distinguere le carenze del momento organizzativo e di lancio dal momento propositivo di una esperienza che, per consenso di molti, sa cogliere insieme ad altre consimili, l'esigenza di sviluppo che emerge dal settore vitivinicolo.
Valga, per la sua autorevolezza, non solo per la carica che detiene, ma anche per la preparazione specifica della persona, l'affermazione del Presidente dell'Unione delle Camere di Commercio del Piemonte che pur "fra le molte considerazioni positive e negative che sono affiorate in questo primo salone dei vini di origine e tipici del Piemonte, ritiene di poter affermare la validità dell'iniziativa". E' da tener presente inoltre l'incontro, avvenuto nella cornice della rassegna, tra i commercianti singoli e associati, la cooperazione di consumo e i produttori, anche al fine della ricerca e della lotta che stiamo conducendo per trovare la via dell'eliminazione di intermediazioni parassitarie, di una ristrutturazione della rete distributiva, per una difesa contro sofisticazioni e per la genuinità del vino. Ritengo utile terminare questa risposta, che spero soddisfacente per l'interpellante, con la riaffermazione critica dell'esperienza di questo primo "Vinincontri" e con l'augurio e l'impegno di fare meglio per il futuro sia in questo settore sia in altri in cui stiamo preparando nuove iniziative.
Vorrei ricordare a questo proposito quello delle tecniche di apprendimento e attrezzature scolastiche, la "Tecnodidattica", che ha aperto i battenti da qualche giorno. In tale manifestazione si sono associati gli sforzi e di Torino Esposizioni e della Promark, in collaborazione con il Bureau International du travail (BIT). Accanto agli strumenti elettronici più sofisticati, applicati all'insegnamento, ci sono convegni dove hanno parlato e parleranno studiosi e specialisti di fama mondiale. Su questa strada di collaborazione e di sviluppo delle attività socio-produttive noi riteniamo di potere e di dovere andare avanti.



PRESIDENTE

La parola all'interrogante, Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Mi dichiaro ampiamente soddisfatto per l'informazione dell'Assessore e in particolare lo ringrazio per aver voluto cogliere il senso della mia interrogazione, al di là delle intemperanze verbali e delle imprecisioni dei dati. Mi pare peraltro che l'Assessore prenda atto, e in questa misura penso debba prenderlo tutta la Giunta, di quante difficoltà comporti passare da un tipo di manifestazione e di struttura che aveva una sua tradizione, tipo il Samia, ad altri tipi di manifestazione e d'iniziative magari maggiormente radicate nella realtà economica del nostro territorio.
Non voglio certamente qui contestare il fatto che se riusciamo a creare a Torino un mercato o un momento di presentazione esterna sul piano economico, sociale e produttivo del vino, esso possa avere probabilmente un peso maggiore di quanto non avesse un altro tipo d'iniziativa.
Mi pare che la Giunta debba con tutto il Consiglio prendere atto di quanto sia difficile, nella realtà torinese, invertire un certo tipo di tendenza che dia la possibilità di essere presenti in una società economicamente più diversificata. Ringrazio ancora l'Assessore per la dovizia di comunicazioni e soprattutto per lo spirito con cui ha voluto cogliere la mia interrogazione.



PRESIDENTE

Mi permetto un commento. Anche a me pare molto utile questo tipo di rapporto, nel senso che attraverso questa comunicazione si sono venuti a conoscere una serie di dati e di fatti che diversamente non si conoscono.
Quindi consiglierei i colleghi di incrementare le interrogazioni anche di questo genere che permettono di informare l'opinione pubblica di un più vasto arco d'iniziative e attività che la Regione organizza in prima persona o a cui partecipa in linea generale. L'interrogazione è discussa.


Argomento: Viabilità

Interrogazione del Consigliere Cerchio: "Situazione di disagio che viene a determinarsi al casello di Trofarello per l'introduzione del pedaggio"


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione del Consigliere Cerchio: "Situazione di disagio che viene a determinarsi al casello di Trofarello per l'introduzione del pedaggio".
Risponde l'Assessore Bajardi.



BAJARDI Sante, Assessore ai trasporti.

Il sistema tangenziale è stato ideato per costituire un anello autostradale intorno alla città tale da distribuire nell'area urbana e ricevere la mobilità proveniente dal sistema delle autostrade convergenti su Torino.
Dovendo costituire un asse di transito veloce e privilegiato per le partenze e le provenienze sulle lunghe distanze per un'utenza capace di una contribuzione, in cambio di un risparmio rispetto ai tempi necessari per l'attraversamento della città, nei fatti si chiudeva all'uso degli automobilisti non interessati alle direttrici autostradali. Veniva cioè applicata una concezione opposta a quella conosciuta nei paesi anglosassoni, volta a penalizzare anche economicamente le aree congestionate e le infrastrutture di accesso e non quelle esterne alle aree urbane, delle quali viceversa andrebbe incentivato l'uso, ottenendo così effetti di crescita guidata dall'espansione urbana e di qualificazione funzionale delle aree disponibili. L'indirizzo ora assunto, volto ad un uso "aperto" del sistema tangenziale - ad attuazione progressiva - corrisponde all'obiettivo di realizzare un circuito di ricevimento e distribuzione delle mobilità che proviene da tutte le direzioni esterne ed interne all'area racchiusa dal sistema, per giungere al pieno utilizzo delle infrastrutture e del capitale investito e consentire una maggiore diffusione dell'accessibilità sull'intero territorio.
Il controllo dell'uso del suolo, da attuare parallelamente mediante gli strumenti urbanistici dei Comuni della cintura, secondo le linee del piano territoriale di coordinamento, consente il raggiungimento, nel tempo, di obiettivi di riqualificazione funzionale dell'area. Tale indirizzo, da realizzare nel tempo, va confrontato peraltro con alcuni vincoli oggettivi e sedimentati: il regime giuridico della concessione ed il piano finanziario che la realizza l'avvenuta attuazione dei caselli a barriera, in difformità dalla volontà degli azionisti, da parte degli amministratori precedenti dell'ATIVA l'incompleta realizzazione degli svincoli con la rete statale e provinciale gravitante su Torino.
Per l'ultimo vincolo non sembra difficile predisporre progetti di completamento degli accessi volti ad un uso più sicuro degli svincoli in ogni direzione, pur con l'attenzione necessaria alle implicazioni economico finanziarie che tale spesa induce sulla società concessionaria. La Regione ritiene che, pur dovendo proseguire verso la totale apertura al territorio (che è possibile ottenere eliminando totalmente i caselli di esazione intermedia e attuando l'esazione in concomitanza con i terminali di arrivo dalle autostrade), sia rilevante a tutt'oggi la situazione finanziaria dell'ATIVA e condizionante il piano finanziario, comunque da portare a termine per non gravarne i costi, oggi, a scelte avvenute, su tutti i cittadini. La difficoltà, non sempre comprensibile, ma concreta, di giungere a convenzioni uniformi con le società che gestiscono le autostrade Torino-Milano, Torino-Savona e SATAP ha impedito la soluzione sopra indicata e obbligato la prosecuzione dell'esazione nei caselli di Falchera e di Bruere per la Valsusa e l'avvio in quello di Trofarello per Piacenza.
La Regione peraltro, richiamando l'indicazione già fornita nel passato ritiene che tale soluzione possa e debba essere nel futuro perfezionata introducendo elementi nuovi di equità rispetto a zone esterne all'attuale cerchia dei caselli e che pur tuttavia gravitano su Torino, andando all'accorpamento dei punti di esazione in corrispondenza ai terminali autostradali. Peraltro la soluzione avviata dall'ATIVA è stata concordata con ANAS e ratificata dal Ministero dei Lavori pubblici con apposito decreto e non concede al momento, nella sua formulazione, deroghe o facilitazioni al pagamento del pedaggio per zone particolari di utenza che, comunque, vanno verificate con le previsioni di traffico negli anni a venire e raffrontate con i piani finanziari approvati dal Ministero in sede di concessione. La Giunta regionale ritiene pertanto di dover avviare con l'ATIVA un'attenta indagine volta a valutare le condizioni attuali e future dell'esercizio del sistema tangenziale per poter giungere in prospettiva ai ritocchi dianzi ricordati e ad avere quei contatti con le Amministrazioni comunali interessate che in queste settimane hanno espresso posizioni coincidenti con la linea che porta avanti la Regione.
Pare giusto sottolineare che il discorso in relazione all'uso della tangenziale torinese è parte di un discorso più generale teso ad un uso diverso più complessivo di tutto il sistema autostradale nei pressi delle grandi agglomerazioni. Valgono i discorsi in merito a una liberalizzazione dei pedaggi tra Asti est e Asti ovest, tra Alessandria est e Alessandria ovest e le altre agglomerazioni di Ivrea e Vercelli.



PRESIDENTE

La parola all'interrogante, Consigliere Cerchio.



CERCHIO Giuseppe

Ringrazio l'Assessore per la risposta. In effetti, c'è una mobilitazione soprattutto dei lavoratori pendolari che, con l'apertura a pedaggio del casello di Trofarello, si trovano in una situazione di estremo disagio- Apprezzo la disponibilità dell'Assessore a verificare la situazione concordando una data per un incontro con le Amministrazioni comunali che già hanno programmato alcune iniziative, affinché queste non diventino dispersive o lesive di determinate situazioni; mi auguro che si possa coralmente, tra i rappresentanti degli Enti locali, della Regione e dell'ATIVA verificare in termini ottimali la problematica che viene sentita in particolare nella zona dell'hinterland, intorno a Trofarello, e nelle comunità di Cambiano, di Chieri e di Riva di Chieri le quali sopportano una situazione ulteriormente negativa, quella cioè di non avere una rampa di accesso alla tangenziale. In altre occasioni abbiamo rilevato con l'Assessore che le centinaia di milioni utilizzati per costruire il casello di Trofarello avrebbero potuto molto più opportunamente servire per questo accesso poiché centinaia di pendolari che si immettono dal Chierese sono costretti a fare una manovra irregolare, e comunque pericolosissima.



PRESIDENTE

L'interrogazione è discussa.


Argomento: Boschi e foreste

Interrogazione urgente del Consigliere Marchini: "Lavori di disboscamento nella tenuta Pralungo nei Comuni di S.Gillio, La Cassa, Givoletto"


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione urgente del Consigliere Marchini: "Lavori di disboscamento nella tenuta Pralungo nei Comuni di S. Gillio, La Cassa Givoletto". Risponde l'Assessore Rivalta.



RIVALTA Luigi, Assessore alla pianificazione territoriale

Il Consigliere Marchini ha presentato un'interrogazione in merito ai disboscamenti effettuati nella tenuta Pralungo, nei Comuni di S. Gillio, La Cassa e in particolare di Givoletto, sottolineando come tali operazioni sono state giustificate dagli attuali proprietari come necessarie per rendere coltivabili una trentina di ettari boschivi; sussistono tuttavia forti perplessità che, dal punto di vista agronomico, questa operazione sia interessante e vi sono invece forti dubbi che si voglia aprire, attraverso questo di sboscamento, un'iniziativa di lottizzazione a scopo residenziale.
Le perplessità sottolineate dal Consigliere Marchini sono confermate dal fatto che nel mese di marzo, nei giorni 15 /17 /23/25, contemporaneamente all'avvio delle operazioni di disboscamento nella tenuta Pralungo, sono apparse sulla stampa annunci pubblicitari in cui si ripete sistematicamente "vendesi terreni lotti di qualunque misura zona tra Givoletto e La Cassa".
Non c'é un'identificazione precisa con l'operazione, ma ci sono in effetti dubbi che le due cose siano correlate. La Giunta è venuta al corrente dei lavori in corso in quel momento.
Il disboscamento ha comportato a tutt'oggi l'abbattimento di 150 quintali di robinia (quindi, sotto questo profilo, di bosco non pregiato) di tre frassini, di tre roveri e di un castagno, questi ultimi alberi di alto fusto e pregiati. La pianta avente maggiore dimensione risulta avere un diametro di 40 cm. Queste opere sono state eseguite su terreno soggetto a vincolo idrogeologico; pertanto l'Ispettorato dipartimentale delle foreste ha bloccato il taglio ed ha elevato verbale di contravvenzione nei confronti degli autori del taglio stesso. Sono stati anche abbattuti dei pioppi coltivati che comunque non ricadono sotto la tutela trattandosi di impianti di produzione. Noi avevamo preso contatto con l'Ispettorato per curare che ci fosse un'attenzione e una vigilanza, come d'altra parte autonomamente l'Ispettorato ha svolto.
In merito ai provvedimenti che s'intende assumere al fine di garantire una corretta e razionale gestione del territorio, va detto che essendo l'area vincolata, per procedere alla trasformazione dei boschi in altra qualità di coltura, e trasformare gli attuali terreni saldi e consolidati in terreni soggetti a periodica lavorazione, è necessaria l'autorizzazione della Camera di Commercio (qui c'é un residuo della vecchia struttura legislativa d'intervento nel nostro Stato), ai sensi dell'art. 7 del R.D.
n. 3267 del 1923 e del successivo regolamento del 1926. Tale permesso verrebbe rilasciato su parere dell'Ispettorato forestale, per cui, avendo l'Ispettorato bloccato questa iniziativa, il permesso della Camera di Commercio per la trasformazione d'uso dei terreni non dovrebbe essere data.
Sottolineo che da parte della Giunta non s'intende permettere abbattimenti di questa natura. Gli strumenti che abbiamo a disposizione sono quelli di operare in collaborazione con l'Ispettorato forestale. Oltre a ciò si potrà valutare se inserire la parte boschiva della zona di La Cassa e di Givoletto, tenuto conto che questa zona si trova a fianco dell'area della Mandria, nel piano regionale dei parchi e delle riserve naturali e si darebbe la possibilità di sottoporli direttamente al controllo della Regione per impedire gli abbattimenti. Tale intervento potrebbe essere giustificato sotto forma di creazione di una fascia preparco attorno all'area cintata della Mandria e potrebbe inglobare tutti i terreni che stanno tra il Ceronda e il muro della Mandria, forse anche fra la Stura e il muro della Mandria.
Possiamo valutare questa opportunità e darci in questo modo gli strumenti di controllo per questa area che ha molte pressioni residenziali.
Oggi la difesa della Mandria e la sua istituzione a parco sollecita appunto al suo intorno una attenzione particolare all'insediamento residenziale.
Possiamo valutare l'opportunità di far ricadere le aree di Pralungo nel regime dei parchi in sede di legge istitutiva del parco della Mandria che avrei intenzione al più presto di portare all'esame del Consiglio. Ho avuto contatti con il Consiglio di amministrazione e con il Comitato tecnico politico dell'Azienda regionale "La Mandria" per una prima consultazione sull'istituzione a parco della Mandria nel suo complesso; penso in sede di valutazione di questa legge istitutiva di valutare e di includere quella zona nel piano dei parchi.
C'é un dato confortante e cioè che di fronte all'abbattimento degli alberi ci sono state le rimostranze dei Comuni e delle Comunità montane interessate che hanno espresso parere contrario alle richieste di disboscamento con una propria deliberazione del 16.5.1977: c'é quindi una attenzione da parte degli Amministratori locali a difendere il patrimonio boschivo; c'è stata anche un'azione di sensibilizzazione e di informazione da parte delle organizzazioni dei contadini, in particolare dell'Unione degli agricoltori: tutto un tessuto amministrativo e sindacale quindi è contrario a questo abbattimento.
Il Comune di La Cassa, su cui ricadono gli interventi di abbattimento tuttavia è in una situazione di precarietà dal punto di vista urbanistico nel senso che avendo adottato un programma di fabbricazione il 18.1.1975 ed essendo passati i tre anni di salvaguardia senza che il programma stesso sia stato approvato, si trova ora a governare nel regime della perimentazione del centro abitato che, al di fuori di questa, consente insediamenti di 0,10 metri cubi per metro quadro: situazione che potrebbe creare insediamenti residenziali a villini. Il Comune sta studiando un piano regolatore col quale intenderebbe riconfermare la destinazione forestale e agricola del territorio considerato. Mi è stato assicurato da parte degli Amministratori che, nel caso in cui ci fossero operazioni e pressione per insediamenti residenziali, per intanto le respingerebbero, e considerate le limitate possibilità di appoggio giuridico che può dare il regime della perimentazione, essi sarebbero o orientati a procedere anche in caso di necessità, ad una riadozione del programma di fabbricazione, per far riscattare il regime di salvaguardia. Dal punto di vista politico c' quindi un'attenzione a difendere questi territori da compromissioni. Essa va ricondotta a norme di piani regolatori locali, e d'intervento regionale.
Vedo presente solo il giornalista dell'Unità; vorrei richiamare l'attenzione anche degli altri giornali e lo farò personalmente. Sarebbe opportuno riportare sulla stampa l'affermazione che il Consiglio regionale è contrario a iniziative di abbattimento di boschi di questo tipo, e la Regione si muoverà per impedirle. Parlo di intervento giornalistico proprio per evitare che questa iniziativa coinvolga altri, oltre i proprietari attuali: persone cioè che, leggendo sulla stampa gli annunci pubblicitari comprino pezzi di terreno e si trovino poi in situazioni di vincolo diverse da quelle che possono motivare un loro eventuale acquisto di terreni nella zona di Pralungo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere interrogante, Marchini.



MARCHINI Sergio

Mi dichiaro soddisfatto della risposta dell'Assessore e posso anche condividere l'annotazione positiva che ha fatto in merito alla presa d'atto della crescita nella coscienza civile dei cittadini per i problemi del territorio in generale. Lo abbiamo già detto in altra sede e lo ricordiamo ora che questi problemi sino a qualche anno fa erano riservati a delle elites culturali, ora invece diventano patrimonio di tutti quanti i cittadini ed è certamente un dato positivo che non potrà non dare i suoi frutti anche per altri tipi di problemi. In definitiva il nostro Paese e la nostra collettività crescono nonostante i fatti anche di ordine cruento che si presentano: questo ci rende fiduciosi per il futuro della comunità nazionale.
Desidero fare ancora una considerazione: trent'anni fa Al Capone è stato arrestato per violazioni fiscali; adesso, per tutelare il territorio le nostre guardie forestali contravvengono l'abbattimento di un tipo di albero: questo, mentre sta a dimostrare una novità sul piano normativo, ci fa essere più sensibili e più attenti a questo tipo di problemi perch nella misura in cui un problema viene evidenziato, alla "summa" del nostro corpo giuridico sarà certamente sempre possibile, conché ci sia il supporto delle popolazioni locali, di impedire questi tipi d'intervento. L'ipotesi che avanza l'Assessore, e che evidentemente andrà verificata, mi pare fondamentalmente non ingiustificata poiché quest'area, oltre ad essere un retroterra alla zona della Mandria, si pone anche in termini scenografici e sotto il profilo paesaggistico merita una particolare attenzione.



PRESIDENTE

L'interrogazione è discussa.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione - Formazione professionale

Interrogazione del Consigliere Alberton: "Iniziative che la Giunta regionale intende assumere in relazione ai provvedimenti per l'occupazione giovanile approvati dal Parlamento"


PRESIDENTE

Passiamo all'ultima interrogazione, presentata dal Consigliere Alberton: "Iniziative che la Giunta regionale intende assumere in relazione ai 'Provvedimenti per l'occupazione giovanile' approvati dal Parlamento" Risponde l'Assessore Alasia.
Mi pare che l'interrogazione sia molto opportuna, stante l'attualità e la rilevanza del tema. Prego, Assessore Alasia.



ALASIA Giovanni, Assessore ai problemi del lavoro

Il Consigliere interrogante conosce per avervi direttamente partecipato le iniziative che la Giunta ha sviluppato in relazione al progetto di legge per l'occupazione giovanile, dal novembre 1976 in poi. Questo progetto di legge ha avuto un iter piuttosto complesso: ci sono stati vari momenti di consultazione; è stato promosso dal Governo un convegno nazionale; infine è stato approvato dal Parlamento nella veste della legge n. 285 del 1/6/77 pubblicata nella Gazzetta Ufficiale sabato 11 giugno. L'art. 5 fissa lo specifico impegno per la Commissione di collocamento che deve provvedere alla formazione della graduatoria dei giovani sulla base delle domande presentate: tale Commissione deve formulare la prima graduatoria entro 60 giorni dall'entrata in vigore della legge, cioè entro l'11 agosto.
C'é qui un primo serio ordine di difficoltà tecnico-operative, almeno per il grosso centro di Torino, ma è anche problema di tutti gli altri grossi centri del Nord e del centro Italia. Gli organici e le strutture degli uffici di collocamento sono del tutto inadeguati a far fronte alle domande d'iscrizione nella lista speciale dei giovani. E' una cosa molto seria, dati i tempi stretti e le scadenze fissate. Ieri sera, durante un incontro, il Comune ai Torino ha offerto una soluzione tecnica in ordine ai locali. Rimane però aperto, e dobbiamo risolverlo entro oggi, il problema del personale. Presso l'ufficio di collocamento è aperta una vertenza sugli organici. Pensiamo che, impregiudicate le prospettive di questa vertenza si debba comunque trovare una soluzione d'emergenza per far fronte ad una situazione con scadenze precise. Stamani ci incontreremo con i sindacati per questo. La Giunta, non appena conosciuto il testo della legge, ha subito avviato una serie di iniziative per realizzare un utilizzo, il più ampio e razionale possibile, della legge stessa. Per dirla con le parole dell'interrogazione stessa, noi vogliamo esattamente un' "attuazione efficace" e una "gestione democratica" della legge. Non è certo in sede di interrogazione che posso dilungarmi sulla materia, cosa che la Giunta farà assieme alla Presidenza del Consiglio che aveva già convocato, prima di conoscere il testo della legge, una riunione dei Capigruppo. Cerco egualmente di dire le cose essenziali e di rispondere alle questioni particolari che l'interrogazione solleva.
Intanto va fatto un rilievo generale: il nostro impegno per l'utilizzo della legge deve essere pieno, totale e senza riserve. Non sono parole convenzionali. Credo anche di poter dire che per il modo stesso con il quale si è giunti in sede parlamentare all'approvazione della legge, questo impegno deve andare al di là dell'esecutivo, deve investire il Consiglio regionale e deve vedere uno sforzo complessivo anche delle forze sociali impegnate. Non abbiamo mai nascosto i limiti dell'efficacia di una qualunque legge in materia. Non abbiamo mai fatto del miracolismo, abbiamo sempre detto che volevamo una legge, l'abbiamo avuta e ora abbiamo il dovere di utilizzarla fino in fondo. Detto questo, dobbiamo aver presente le difficoltà oggettive e anche taluni atteggiamenti e critiche soggettive che si presenteranno per l'applicazione della legge stessa. I Consiglieri conoscono la critica di fondo alla legge, venuta dal mondo imprenditoriale: critica che non vorremmo si traducesse poi in sostanziale disimpegno.
In una riunione tenutasi il 10/6 degli Assessori alla formazione professionale di tutta Italia, promossa appositamente dall'Assessore Fiorini, unanimemente si rilevava la necessità di far sì che "il cavallo beva" e cioè che i previsti beneficiari dei provvedimenti di agevolazione (parlo in questo caso dell'impresa privata e pubblica) facciano effettivamente ricorso alla legge. In considerazione di queste difficoltà in considerazione della molteplicità degli interessi che sono coinvolti intorno a questa questione, in considerazione della complessità delle operazioni tecniche da attuarsi, la Giunta ha creduto di dover opportunamente sentire tutte le parti coinvolte attraverso un ampio preventivo confronto al fine della stesura del nostro piano d'intervento.
Abbiamo già sentito la Federazione regionale degli industriali, la Federazione CGIL - CISL - UIL l'Ufficio regionale del lavoro, abbiamo già fornito una prima informazione su questo alle Associazioni artigiane e oggi pomeriggio, in sede di consulta, daremo ulteriori informazioni.
La Commissione per i programmi annuali di formazione professionale richiamata dal Consigliere Alberton nella sua interrogazione, è quella prevista all'art. 3 della legge che così recita: "Per i fini di cui al precedente articolo è costituita presso la Regione per il periodo di applicazione della presente legge una Commissione regionale composta da rappresentanti della Regione nonché da rappresentanti delle organizzazioni sindacali, professionali, imprenditoriali maggiormente rappresentative e presenti nel CNEL: e da queste designati. La Commissione è nominata con decreto del Presidente della Giunta regionale, è presieduta da questi o da un suo delegato".
L'art. 2 così precisa: "Le Regioni secondo i propri indirizzi programmatici predispongono entro e non oltre il 30 settembre i programmi annuali regionali delle attività di formazione professionale articolandoli per settori produttivi e per livelli professionali. I programmi devono essere volti a orientare i giovani verso le attività che presentano concrete prospettive occupazionali e rispondono alle esigenze dei piani di sviluppo". Noi intendiamo costituire tempestivamente la Commissione. La Giunta se ne è preoccupata ed in particolare l'Assessore Fiorini sta impostando le questioni ad essa connesse. Ma poiché non vogliamo fare solo atti formali, bensì vogliamo compiere i necessari passi compresi quelli formali in modo tale che si fondino su un minimo di base programmatica che trovi una certa convergenza delle varie parti interessate, abbiamo preferito far precedere quest'atto dai contatti che prima ho enumerato.
Stiamo predisponendo l'invito alle parti previste dall'art. 3, perch designino i loro rappresentanti. Sulla base di queste indicazioni il Presidente della Giunta regionale nominerà con suo decreto la Commissione.



PRESIDENTE

La parola all'interrogante, Consigliere Alberton.



ALBERTON Ezio

Mi rendo conto perfettamente che lo strumento dell'interrogazione non è il più adatto per affrontare un problema di questo genere: ha semplicemente un significato un po' provocatorio di portare sui banchi del Consiglio il problema.
Prendo atto con soddisfazione delle dichiarazioni di voler utilizzare la legge pienamente e senza riserve. Il tempo non ci consente appunto di ripercorrere l'iter, le critiche, né gli aspetti positivi di questa legge: l'importante è che ci convinciamo che essa oggi c'è e che su di questa occorre lavorare. Ci sono molte difficoltà implicite e molte altre sono al contorno in relazione alla materia che la legge tratta, che richiama tutte le componenti del discorso sull'occupazione giovanile, sulla formazione professionale, sul mercato del lavoro e così via. La nostra richiesta è che la Commissione, al di là dei suoi aspetti formali, possa essere interpretata come canale di collegamento tra Giunta e Consiglio. Le leggi le assegnano una competenza specifica che è quella dei programmi della formazione professionale. Chiedo che la Commissione, a seconda dei campi in cui la legge prevede interventi, possa essere coinvolta utilizzando le diverse componenti: se si tratterà di occupazione industriale varrà nella sua composizione globale, se si tratterà di occupazione in agricoltura chiaramente dovrà essere integrata da altre espressioni, se si tratterà di competenze dirette delle Amministrazioni pubbliche ugualmente avrà bisogno di altre integrazioni. L'importante è che possa essere una Commissione permanente nella gestione della legge, poiché nelle Commissioni permanenti del Consiglio difficilmente si trova un organo che possa assolvere di per se stesso a questo compito. Non dimentichiamo che i terreni sui quali la Regione è obbligata dalla legge a muoversi sono plurimi: settore industriale, agricolo e degli Enti locali.
Quando il Presidente della Giunta rese una brevissima relazione al Consiglio su questo problema, ebbimo modo di precisare alcuni canoni fondamentali secondo i quali ci si doveva muovere. E' vero che ci mancano moltissimi dati. L'Assessore Alasia in una intervista rilasciata ieri a un giornale metteva in evidenza la difficoltà di quantificare questo fenomeno sia negli aspetti numerici come negli aspetti qualitativi. Sono discorsi che riprenderemo sicuramente quando parleremo del Piano di sviluppo e di tutte le problematiche ad esso connesse. Vogliamo ancora richiamare l'esigenza che si creino delle strutture ad hoc che coinvolgano la Regione e gli altri Enti presenti per addivenire ad una sempre più approfondita conoscenza del fenomeno.
Prendiamo anche atto di dichiarazioni che non tentano di presentare alcune soluzioni miracolistiche del problema. Potremmo ricordare come tre mesi fa il Presidente della Giunta ebbe a dichiarare che la Giunta stessa aveva già a disposizione progetti per 1560 posti di lavoro per i giovani in brevissimo tempo. Oggi sentiamo dire che questi progetti sono in discussione. Crediamo sia molto più valida l'affermazione fatta oggi che non quella di tre mesi fa, ma questo saprebbe soltanto di polemica.
L'importante è che garantiamo la gestione della legge, consapevoli delle difficoltà che essa incontrerà: può darsi che la gestione della legge nel suo primo anno suggerisca eventuali modifiche da apportare in sede nazionale perché essa abbia maggiore efficacia. Certe preoccupazioni sono anche legittime. Da parte nostra vuole essere un invito esplicito affinch le parti economiche e sociali in gioco sappiano muoversi nella consapevolezza che la legge rappresenta il punto massimo di equilibrio che oggi è possibile raggiungere. Non vorremmo che diventasse un equilibrio instabile e che la legge degenerasse rendendosi poi di fatto inapplicabile.
E' quindi un senso di responsabilità complessiva quello che richiamiamo, un invito alla Giunta, nel momento in cui desse origine a questa Commissione a interpretarla come una sede di collegamento permanente con il Consiglio non essendo possibile discutere del problema tutte le volte in aula, anche se è estremamente necessario, prima che la Commissione stessa prenda una serie d'iniziative, che ci sia un dibattito più completo sul problema.
Ringrazio l'Assessore per la risposta.



PRESIDENTE

Con questa interrogazione abbiamo esaurito il punto relativo alle interrogazioni e interpellanze. Credo sia opportuno, quando l'Assessore Alasia e i Capigruppo lo decideranno, un confronto politico su questo tema che permetta di dare una risposta anche alle proposte avanzate dal Consigliere Alberton circa la gestione complessiva della materia. Sarà opportuno che tale confronto si svolga prima della chiusura della sessione.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente


PRESIDENTE

Passiamo al punto terzo dell'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente"


Argomento:

Comunicazioni del Presidente

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri: Bono, Chiabrando, Fonio e Moretti.


Argomento:

a) Congedi

Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

Sono stati presentati i seguenti progetti di legge: Disegno di legge n. 207: "Le procedure della programmazione" presentato dalla Giunta regionale in data 25 maggio 1977 Disegno di legge n. 208: "Integrazione straordinaria del capitolo n.
5360 dello stato di previsione della spesa per l'anno finanziario 1977 per la realizzazione di interventi assistenziali", presentato dalla Giunta regionale in data 1 giugno 1977 Disegno di legge n. 209: "Provvedimenti a favore del movimento cooperativo", presentato dalla Giunta regionale in data 8 giugno 1977 Disegno di legge n. 210: "Norme per il conferimento di incarichi e consulenze nell'ambito dell'attività dell'Amministrazione regionale" presentato dalla Giunta regionale in data 8 giugno 1977 Disegno di legge n. 211: "Nuove norme provvisorie di salvaguardia relative all'apertura di istituti privati di diagnosi e cura", presentato dalla Giunta regionale in data 8 giugno 1977 Disegno di legge n. 212: "Interventi in materia di movimenti migratori" presentato dalla Giunta regionale in data 8 giugno 1977 Proposta di legge n. 213: "Ulteriore rifinanziamento della legge regionale 8/9/1975 n. 52", presentata dai Consiglieri regionali Bertorello Chiabrando, Franzi, Lombardi e Menozzi in data 9 giugno 1977 Proposta di legge n. 214: "Rifinanziamento della legge regionale 8/9/1975 n. 51 per le domande presentate entro il 9/6/1977", presentata dai Consiglieri regionali Bertorello, Chiabrando, Franzi, Lombardi e Menozzi in data 9 giugno 1977 Disegno di legge n. 215: "Provvedimenti straordinari in materia di contributi in conto interesse per l'esecuzione di opere pubbliche da parte di Enti locali", presentato dalla Giunta regionale in data 14 giugno 1977 Disegno di legge n. 216: "Integrazione di fondi per la sistemazione di locali destinati al servizio di Tesoreria", presentato dalla Giunta regionale in data 14 giugno 1977 Disegno di legge n. 217: "Ricerca e coltivazione delle cave e torbiere", presentato dalla Giunta regionale in data 14 giugno 1977.


Argomento: Comprensori

Esame Regolamenti comprensoriali


PRESIDENTE

Passiamo al punto quarto all'o.d.g. La parola al Presidente della I Commissione per la presentazione della relazione su "Esame Regolamenti comprensoriali".



ROSSOTTO Carlo Felice, relatore

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, la Commissione ha esaminato i 15 regolamenti dandosi come regola di lavoro il rispetto di tre punti fondamentali: il riconoscimento ai Comitati comprensoriali della massima autonomia a decidere le loro forme regolamentari, che questa autonomia non contrasti con elementi di legittimità delle leggi sull'istituzione dei Comprensori e di quelle regolanti gli organismi collegiali; infine l'integrazione, nata dall'esperienza dell'attività dei Comprensori, di eventuali carenze e l'adozione, d'accordo con la Giunta, di norme comuni a tutti i Comprensori per materie con carattere di generalità come la pubblicità degli atti e la forma del bilancio.
La Commissione, su mandato del Consiglio e con le indicazioni che l'Ufficio di Presidenza aveva dato in precedenza, aiutata dall'Ufficio legislativo, ha evidenziato i nodi politici che dovevano essere poi dibattuti e risolti dalla realtà regionale. Le date di approvazione dei singoli regolamenti vanno dal 23 febbraio al 28 aprile e per questo motivo i tempi di lavoro della Commissione si sono leggermente dilatati. I Comprensori sono stati invitati a un confronto singolare per costruire insieme e ancora insieme capire e superare difficoltà e problemi di ordine tecnico e giuridico affinché le formulazioni fossero perfette. Occorre tener presente le notevoli difficoltà in cui vivono i Comitati comprensoriali. Il 1° giugno, com'é stabilito per legge, si è tenuta la loro riunione per l'approvazione delle modifiche. Tutti i Comitati comprensoriali hanno adempiuto a tali formalità, eccetto il Comprensorio di Asti. La Commissione non ha ritenuto pertanto di portare in aula per la votazione tale Regolamento, chiede ancora di tenerlo presso di sé, perch sicura che con i consensi potranno essere corretti i casi illegittimi.
Nella stesura di quattro regolamenti, precisamente in quelli di Alessandria, Novara, Torino, Cuneo, dopo l'approvazione avvenuta il 1 giugno, sono state rilevate delle difformità e si è ritenuto pertanto sentito anche il parere dell'Ufficio legislativo, di recepire le successive modifiche che facevano riferimento all'accordo concreto affinché queste modifiche potessero essere portate come modifiche sostanziali e già formalizzate davanti al Consiglio regionale. Nelle singole deliberazioni che verranno sottoposte all'approvazione saranno indicate queste singole modifiche. Ritengo di dover sottolineare alcuni aspetti estremamente positivi: il raffronto delle forze politiche con questi organismi è avvenuto nel pieno rispetto della loro autonomia. E' stato anche superato nei confronti dei Comprensori un momento di timore che ci fossero tentativi d'imporre alcune scelte calate dall'alto non collegate ad aspetti legislativi.
Devo infine rilevare quale aspetto positivo l'apporto estremamente valido, qualificato e preciso che i funzionari dell'Ufficio legislativo del Consiglio regionale hanno dimostrato in questa specifica materia. Per volontà unanime di tutti i membri della Commissione ritengo doveroso esprimere questo riconoscimento perché la Regione può trovare nei suoi collaboratori e nelle sue strutture, che sono un dato permanente, capacità e serietà di gestione e di amministrazione anche in altri settori, se meglio utilizzati e responsabilizzati. La Commissione invita pertanto il Consiglio regionale ad approvare le 14 deliberazioni comprendenti i regolamenti dei Comprensori.



PRESIDENTE

Chiede la parola il Consigliere Martini. Ne ha facoltà.



MARTINI Mario

Vorrei aggiungere alcune considerazioni sulla relazione del Presidente sulla quale siamo tutti consenzienti, per rilevare alcuni problemi politici che sono connessi alla deliberazione odierna sui regolamenti dei Comprensori. Il Presidente della I Commissione ha ricordato che la Commissione ha operato nel rispetto della volontà dei Consiglieri dei vari Comitati comprensoriali, preoccupandosi soltanto di salvaguardare una certa uniformità di facciata dell'organismo comprensoriale nei confronti dell'istituto Regione. A dire il vero non è che abbiamo trovato una facciata molto ben definita. Questa è una considerazione che tutte le forze politiche dovranno fare, perché è indubbio che la legge istitutiva dei Comprensori va riletta secondo un'ottica che si è evidenziata nel corso delle consultazioni. Avrò modo di chiarire meglio queste cose in seguito.
Massimo rispetto dell'autonomia e dell'organizzazione interna. Dobbiamo anche dire che non ci sono state delle grosse novità e dei grossi voli di fantasia; c'è stato da parte di tutti un desiderio di rispetto se non formale, quanto meno sostanziale della legge istitutiva, ma nell'uniformità di organizzazione, che caratterizza tutti i regolamenti comprensoriali vanno evidenziati alcuni momenti. Ad esempio, tutti i regolamenti prevedono la costituzione delle Commissioni che non erano previste dalla legge istitutiva e prevedono inoltre, normalmente, delle Commissioni modellate su quelle del Consiglio regionale. Inoltre c'è un altro organismo che viene previsto normalmente da tutti i regolamenti ed è quello della conferenza dei Presidenti di Commissione, dei Gruppi consiliari e del Presidente del Consiglio. Inoltre merita di essere esaminata con particolare attenzione dalle forze politiche la soluzione che è stata data al problema della Giunta, problema di carattere squisitamente politico che ha avuto una soluzione generalizzata in una determinata direzione, fatta eccezione per ora per il Comprensorio di Asti dove due tesi contrapposte si sono scontrate in maniera più evidente che non negli altri Comprensori e non hanno ancora trovato una composizione a livello politico.
Per quanto riguarda le Commissioni e la conferenza dei Presidenti ritengo che debbano essere viste da parte del Consiglio regionale come espressione della volontà di tutti i Comitati comprensoriali di valorizzare il Consiglio fra gli organi del Comprensorio; nello stesso tempo, mi riferisco in particolare alla formazione delle Commissioni, il tentativo la volontà di coinvolgere tutte le forze politiche nel perseguimento di quella che è la finalità di programmazione e di coordinamento che viene attribuito al Comitato comprensoriale. Ma, al di là di questa finalità di carattere politico e pratico, vi è anche - e secondo me dobbiamo evidenziarlo in questa sede - nell'istituzione delle Commissioni e della conferenza dei Presidenti la volontà di stabilire dei rapporti più articolati e più complessi nel confronto dell'istituto regionale. La legge 41 non è molto chiara. Una sua lettura un po' rigida potrebbe anche portare a considerare i vari organismi comprensoriali alle dirette dipendenze delle direttive della Giunta regionale; invece la costituzione delle Commissioni e della conferenza dei Presidenti dimostra che c'è una volontà di stabilire dei rapporti più articolati e più complessi con la Regione e non soltanto con la Giunta: rapporti con il Consiglio regionale e rapporti con le Commissioni regionali.
Ritengo cioè che i Comitati comprensoriali abbiano voluto dire nella loro generalità che rifiutano una posizione di strumenti esecutivi della Regione, che cercano momenti e livelli di effettiva collaborazione con l'istituto regionale e che rivendicano la rappresentatività degli interessi degli Enti locali anche a livello dialettico. Vi è volontà di collaborazione che è stata evidenziata, come giustamente ha detto il Presidente della Commissione, anche in occasione della stesura dei regolamenti, ma comunque anche a livello dialettico.
Pertanto i regolamenti che ci apprestiamo ad approvare devono essere considerati anche come documenti conclusivi dell'unica, vera, approfondita consultazione fatta delle rappresentanze periferiche dei Comprensori sui rapporti fra Regione e Comprensori, e devono aiutarci a leggere con un'ottica diversa la legge 41 e devono aiutarci e imporci il dovere politico-morale di predispone delle leggi che tengano conto della volontà espressa dai Comprensori attraverso i loro regolamenti. Non voglio entrare nel merito di una legge che verrà presto portata alla discussione del Consiglio, almeno secondo i programmi predisposti dalla Presidenza del Consiglio e dalle forze politiche, ma quando si leggono alcuni articoli del disegno di legge della Giunta regionale sulle procedure di programmazione e sul modo di coinvolgere i Comitati comprensoriali nella politica di programmazione, si ha la sensazione che ci sia da parte della Giunta la volontà di monopolizzare l'indirizzo programmatorio che i Comitati comprensoriali dovrebbero darsi a livello locale, mentre si evidenzia sempre di più la richiesta da parte dei Comitati comprensoriali, nel rispetto delle linee di indirizzo date dalla Regione, di muoversi con una certa discrezionalità che deve essere, e non soltanto in ultima istanza giudicata e valutata non tanto dalla Giunta, quanto dal Consiglio regionale.
In quest'ottica di rivendicazione di uno spazio autonomo, acquista particolare significato la soluzione che viene data al problema delle Giunte dei Comprensori. I regolamenti dei Comitati comprensoriali dicono chiaramente che non si è inteso creare delle giunte esecutive che siano rapportabili alle Giunte degli Enti locali. Vogliono qualche cosa di diverso, richiedono e accettano che venga rispettata la pura funzione di organo esecutivo della volontà del Consiglio, secondo quanto è stabilito dalla legge 41; però hanno anche rifiutato la tesi, che a livello politico era stata portata avanti, delle Giunte composte dai Presidenti delle Commissioni. In particolare la D.C. era contraria alla tesi della composizione delle Giunte da parte dei Presidenti delle Commissioni. Altri partiti, come il PCI, erano favorevoli a una soluzione di questo genere perché è evidente che nel momento in cui si cerca all'interno del Consiglio di coinvolgere tutte le forze politiche nella ricerca degli obiettivi di programmazione, si tende poi a portare questa logica assembleare e di confronto- incontro anche nella Giunta e si propongono le Giunte unitarie.
Non penso che la scelta fatta di Giunte non unitarie sia stata una scelta sofferta né da una parte né dall'altra: è stata una scelta che ha riposto ad una logica politica che tutte le forze hanno finito per accettare eccetto per ora la questione di Asti. Che i componenti delle Giunte siano due o sei più il Presidente (perché normalmente sono state articolate in 2 o 6 membri a seconda che si voleva accentuare il maggiore o minore carattere di esecutività della Giunta) la cosa non è rilevante: è rilevante invece che siano scelti da maggioranze qualificate, quasi ad indicare che al di la o dentro la concorde volontà di perseguire l'obiettivo di programmazione concreta, ancorata alle esigenze locali, si evidenzi comunque, anche a livello dialettico, l'apporto originale delle singole componenti politiche.
Noi oggi approviamo 14 regolamenti su 15 e ciò permetterà di costituire rapidamente gli organi interni del Comprensorio previsti dal regolamento stesso. Quando sento parlare di rapidità di costituzione ritengo che su queste cose non dobbiamo correre a fare i primi della classe. Siamo tutti intenzionati a che questi organi si costituiscano nel più breve tempo possibile perché, senza volerlo, abbiamo dovuto subire dei tempi morti legati al fatto che ogni Comprensorio ha una sua autonomia e poi c'è stata anche una fase di ulteriore incontro con la I Commissione. Ma quando diciamo "subito" noi non intendiamo dire subito, cioè da domani, oppure dal momento in cui ci sarà il visto del Commissario del Governo. Se dobbiamo però dare un giudizio riteniamo che il visto del Commissario di Governo non ha soltanto significato formale, ma sostanziale perché, in un'assemblea come questa, abbiamo anche il compito di far rispettare norme di principio legate ad una legislazione ben precisa. Però, a parte questo, riteniamo che entro il mese di luglio sia prevedibile la costituzione dei vari organi dei Comitati comprensoriali e riteniamo anche che con il mese di settembre si possa entrare nel pieno ritmo di lavoro; come ci prendiamo noi un mese di riposo, penso che così avverrà anche in periferia. Comunque dobbiamo quanto meno in questi 2 mesi riuscire a sbloccare la situazione per far funzionare questi Comitati.
E' necessario che le proposte informali, che vengono ancora fatte negli incontri con i rappresentanti delle forze politiche a livello comprensoriale, vengano portate formalmente in sede di Consiglio regionale perché tutti assieme possiamo esprimere il nostro giudizio in merito.
In carenza di un indirizzo espresso dalla Giunta riguardo alle sedi, ma in modo particolare riguardo al personale, come problema più immediato, da destinare ai Comitati comprensoriali, cominciano a nascere delle iniziative periferiche: ad esempio risulta che il Comprensorio di Torino sta discutendo un documento sulle strutture da proporre alla Regione. Sarebbe bene quanto meno poter confrontare questo documento con le proposte della Giunta per riuscire a dare dei giudizi possibilmente molto sereni.
Riteniamo però che gli organismi debbano essere agili, organismi agili ma con possibilità di operatività autonoma e immediata; nessun compito esecutivo di gestione, compiti istituzionali di programmazione e di pianificazione territoriale, di coordinamento. Un minimo di struttura a livello organizzativo burocratico è però indispensabile.
Ci rendiamo conto che parlando di personale da destinare ai Comitati comprensoriali ci troviamo in notevoli difficoltà, che sono difficoltà di carattere generale perché è evidente che i Comuni, con il decreto Stammati sulle spalle, non possono rispondere in questo momento ad una richiesta di mettere del personale a disposizione dei Comitati comprensoriali. Il problema delle Province è una carenza che continuo a denunciare in questa sede perché non se ne discute, non se ne vuol discutere. Le Province avrebbero potuto offrire del personale e metterlo a disposizione dei Comitati comprensoriali. E' mancato però il dibattito politico su quale sarà il destino delle Province, quanto meno se ci fosse stato (e mi pare che le forze politiche siano più preparate che non nei mesi passati a fare questo discorso), sarebbero potuti venire utili chiarimenti per vedere se dalle Province possiamo attenderci o meno un aiuto concreto ai fini del reperimento del personale. Certo è che è necessario - e lo ripeto - che ci sia un'indicazione chiara da parte della Giunta, che valuteremo tutti serenamente perché tutti ci troviamo coinvolti in qualche modo a livello di politica nazionale, a livello di politica regionale, su questa tematica; e faremmo un grosso errore se volessimo rimbalzare a responsabilità di altri quelle che sono responsabilità nostre. Dobbiamo oggettivamente cercare di sapere che cosa possiamo fare in questo settore, ma non possiamo perdere tempo. Sapendo già che non vogliamo avere una grossa struttura burocratica né potremo fare affidamento sulla possibilità di dare tutto il personale necessario ai Comitati comprensoriali, dobbiamo quanto meno impegnarci a dare garanzia di un avvio sereno all'attività dei Comprensori ed evitare la convulsa richiesta di incontri, di consultazioni che tengono occupati in maniera disorganica e tutt'altro che programmata gli organismi provvisori dei Comitati comprensoriali, sommersi dalla carta che non riescono a leggere.
Ho voluto evidenziare queste cose per dire che finora, dalla lettura dei regolamenti dei Comitati comprensoriali, è emersa una generalizzata diffusa e seria volontà di collaborazione dei Comitati comprensoriali nei confronti della Regione. Abbiamo il dovere di rileggere la legge 41 alla luce di questi regolamenti, intesi come documenti conclusivi di una lunga e finalmente approfondita consultazione della periferia; abbiamo il dovere di avviare immediatamente questi organismi, ma il dovere più grande è quello di non squalificarli immediatamente davanti all'opinione pubblica dando loro dei compiti che vanno al di là delle loro reali possibilità; dobbiamo invece preoccuparci di offrire quel minimo di operatività immediata che consenta alla buona volontà espressa di estrinsecarsi immediatamente nel territorio piemontese.



PRESIDENTE

E' iscritto a parlare il Consigliere Carazzoni. Ne ha facoltà.



CARAZZONI Nino

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, il giudizio della nostra parte politica di fronte al nuovo organismo del Comprensorio è noto e vorremmo all'introduzione di questo breve intervento, richiamarlo anche in questa circostanza proprio per una ragione di principio: si tratta, dunque, nella valutazione della Destra Nazionale, di un organismo di dubbia legittimità costituzionale che viene ad introdurre un nuovo livello di governo non previsto dalla Costituzione, che all'art. 114 dice: "Divisione della Repubblica in Regioni, Province e Comuni"; di un organismo che sostanzialmente svuota l'Ente Provincia, costretto ormai ad un mortificante ruolo marginale, laddove invece una riforma organica degli Enti locali dovrebbe determinarne la rifondazione e l'opportuno potenziamento di potere e di funzioni. Si tratta, ancora, di un organismo che si viene a sovrapporre in molti casi alle Comunità montane con le quali è fatalmente destinato ad entrare sempre più spesso in conflitto di competenza. Inoltre il metodo elettorale tenuto per l'elezione dei Comitati dei Comprensori metodo al quale eravamo e restiamo decisamente contrari, non ha certo rappresentato un allargamento della partecipazione e, quindi, della democrazia: per cui, su un piano più squisitamente e più propriamente politico, dobbiamo anche dire che il Comprensorio, questo nuovo organismo giunge soltanto ad allargare il bipolarismo, Partito comunista - Democrazia Cristiana, appunto attraverso consigli che sono costituiti con elezioni di secondo grado e che tendono a privilegiare la maggioranza e la più forte delle minoranze. Queste sono, in sintesi, le ragioni nostre di opposizione nei confronti del Comprensorio: che tuttavia, dopo che è stata promulgata la legge regionale 41/75, ormai rappresenta una realtà di fatto in attesa proprio con il varo dei regolamenti adesso in esame, di diventare operante.
Sarebbe sciocco e inutile fingere di non vedere questa realtà, anche se contestata, anche se criticata. La nostra parte politica ha ritenuto di non potere e di non doversi sottrarre ad un esame che non fosse pregiudizialmente contrario a questa fase di primo avvio di attività dei Comprensori. In questo spirito, uno spirito dunque critico ma partecipativo, dobbiamo subito rilevare - e lo rileviamo come elemento di non buon auspicio - che arriviamo a quest'esame in ritardo. E' noto che secondo il disposto della legge istitutiva, il periodo regolamentare del Comprensorio si sarebbe dovuto concludere entro il 18 di aprile in tutti i suoi adempimenti poiché entro quella data i regolamenti avrebbero dovuto essere approvati dai Comitati comprensoriali come dal Consiglio regionale giungiamo invece all'appuntamento due mesi dopo; la data è slittata anzitutto in quanto i Comprensori non sono stati - tranne alcune lodevoli eccezioni - nel rispetto del termine loro assegnato; e poi perché, a livello di Regione, con una decisione per lo meno discutibile, si è ritenuto di avere tutti i regolamenti nelle mani, in questo modo premiando però, i meno solerti a scapito di coloro che erano rimasti invece entro i termini fissati. Quanto al merito, non faremo un'analisi dettagliata come abbiamo sentito or ora fare dal collega Martini, ci sembra però di avere ragionati dubbi, anche alla luce di quanto qui abbiamo sentito dire, che siano stati raggiunti con questi regolamenti gli obiettivi di snellezza, di efficienza operativa o di capacità gestionale ai quali era opportuno tendere. Ci pare vero, anzi, il contrario. La regolamentazione proposta lungi dall'intervenire e dal proporsi come una normativa chiara e razionalizzante, introduce invece motivi di confusione e di incertezza addirittura poi sconfinante nell'equivoco politico per il principio presente in tutti i regolamenti, della cosiddetta gestione unitaria che forse più opportunamente, si potrebbe chiamare assembleare. Allora le buone intenzioni della giustizia, buone intenzioni che avevamo sentito enunciare con molta enfasi nel Convegno dei Comitati di Comprensorio svoltosi a Torino il 23 gennaio scorso, ci pare siano state alquanto ridimensionate se non addirittura vanificate. Valga per tutti l'esempio delle Giunte di Comprensorio che, se non in tutti, almeno in certi regolamenti non sono certo quegli esecutivi snelli, ipotizzati in precedenza. Ma quel che è ancora più grave, a nostro avviso, o addirittura preoccupante, è che tutta la struttura cui è stata informata la stesura dei regolamenti conduce inevitabilmente a concepire il Comprensorio non come un organismo decentrato dalla Regione quale è previsto dalla legge istitutiva; ma, al contrario, come depositario di un potere di fatto che è destinato ad entrare in conflitto con gli altri livelli di autonomia e costituzionalmente riconosciuti: Comuni, Province e Regione. D'altra parte al di là del contenuto specifico dei regolamenti, chiunque abbia avuto occasione di seguire in queste settimane la vita dei Comitati comprensoriali sa benissimo che è largamente e generalmente diffusa la tentazione, vorremmo dire quasi la mentalità, di considerare il Comprensorio non tanto come un organismo promozionale dello sviluppo economico e sociale, in conformità agli obiettivi e secondo le procedure del piano regionale, quanto piuttosto come una sede di dibattito politico vero e proprio riflettente il modo d'essere che è tipico delle assemblee elettive. Neppure può tacersi che a questa confusione, che abbiamo detto essere una confusione pericolosa, obiettivamente ha concorso l'incertezza della Giunta stessa che, mancando di linee chiare e coerenti rispetto alle funzioni e al ruolo dei Comprensori, ha seguitato a scaricare su questa nuova realtà innumerevoli compiti burocratici e amministrativi e oggi trova proprio dalla formulazione dei regolamenti altre sollecitazioni, altro spazio. Nel già ricordato Convegno di Torino, il Presidente Sanlorenzo aveva detto testualmente: "guai a noi tutti se dovessimo constatare che vi sono 100 Assessori e ne abbiamo creati altri 150 nei Comprensori. Guai a noi tutti se dovessimo constatare che le macchine di rappresentanza si sono moltiplicate per 15, che le segreterie particolari si sono moltiplicate per 15, insomma che si è dato vita ad altri apparati burocratici e aggiuntivi nati via via" . Ebbene, non arriviamo a dire che con i regolamenti che oggi stiamo discutendo siamo già davanti a queste realtà, codificata e definitiva; certo però che i regolamenti, così come sono stati formulati questa situazione lasciano intravedere e meglio ancora intuire, e purtroppo, crediamo che questa nostra facile previsione verrà ad essere confermata in un lasso di tempo abbastanza breve. Per tutti questi motivi pur prendendo atto della realtà ormai esistente dei Comprensori e della conseguente necessità che abbiamo ad entrare in una fase operante manteniamo queste nostre riserve, queste nostre perplessità e le manteniamo riassumendole in un voto di astensione che andremo a dare sulle singole deliberazioni portate oggi in discussione ed in votazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bellomo.



BELLOMO Emilio

Sarò breve come al solito anche perché mi trovo perfettamente concorde sulla linea di adesione che è stata illustrata dal Presidente della I Commissione; concordo infatti sulla lunga e dettagliata analisi che ha fatto il Consigliere Martini. Non ho potuto frequentare assiduamente i lavori della Sottocommissione e della I Commissione, ma, sulla scorta delle conoscenze che ho acquisito, posso dire che abbiamo avuto con i rappresentanti dei Comitati provvisori comprensoriali un momento di confronto di altissima responsabilità. Le paure che ognuno di noi poteva avere potenzialmente circa la costituzione di questo nuovo livello intermedio che alcuni vogliono di secondo grado, che noi invece vorremmo di primo grado, dopo la prima esperienza, ci tranquillizza e ci fa ben sperare. Ricordo che nel Convegno che si è tenuto il Presidente Viglione diceva che abbiamo l'urgente esigenza di far decollare i Comprensori. Oggi compiamo formalmente l'ultimo atto e credo che gli eventuali ritardi lamentati da qualcuno, non essendo attribuibili alla volontà politica del Consiglio regionale e della Giunta, non sono cose sulle quali dobbiamo piangere ulteriormente. Prendiamo atto di questa nuova realtà e vediamo di strutturarla bene nell'assoluta autonomia di ogni singolo consesso; la strumentazione, la piramide politica dirigenziale è stata il frutto di una libera scelta e non mi consta che molti di questi Comprensori abbiano fatto delle piramidi piuttosto voluminose, piuttosto massicce, quindi siamo sempre nella linea degli organismi snelli, funzionali e razionali.
Con questo spirito approviamo tutti i regolamenti dei Comprensori. Come Consigliere di una parte del Piemonte, vorrei ricordare certe condizioni di fatto nelle quali i Comprensori si trovano: uno di questi è il Comprensorio di Borgosesia che non ha un indirizzo, non ha una sede, non ha una dattilografa né una macchina da scrivere. In queste condizioni il Comprensorio di Borgosesia non può scrivere e lavorare, almeno burocraticamente. Ma il discorso, credo, vale anche per altri Comprensori per cui invito la Giunta a disporre con la massima urgenza, in modo da creare le condizioni concrete per un proficuo lavoro di questi organismi.



PRESIDENTE

Chiede la parola il Consigliere Dadone. Ne ha facoltà.



DADONE Pietro

I Consigli dei 15 Comprensori piemontesi, insediatisi il 18 dicembre scorso con l'elezione dei rispettivi Presidenti, hanno portato a termine il loro primo importante impegno, quasi tutti nei 60 giorni loro assegnati. Il primo compito fondamentale previsto dalla legge è l'adozione del regolamento, questo è senza dubbio il primo passo positivo che testimonia della serietà e dell'impegno dei Consiglieri comprensoriali e delle forze politiche da loro rappresentate nella costruzione di questi nuovi organismi della Regione.
Ci troviamo quindi ad approvare i regolamenti dei Comprensori alla vigilia della discussione in Consiglio di importanti leggi di programmazione per il funzionamento delle quali l'attività del Comprensorio diventa fondamentale. Desidero rimarcare come in un periodo ragionevolmente breve, praticamente un anno, siamo riusciti, con le elezioni di secondo grado svoltesi nell'autunno scorso, a dare positiva applicazione alla legge istitutiva dei Comprensori, votata alla fine della prima legislatura, e ancor più celermente siamo arrivati alla stesura e all'approvazione dei regolamenti, strumento base del loro funzionamento.
Per il decollo di questo nuovo organismo si sono mosse tutte le forze democratiche del Consiglio, dimostrando ancora una volta come sia possibile attorno ai grossi problemi raggiungere positivi e concreti risultati attraverso lo sforzo unitario ed una dialettica costruttiva tra le forze popolari e democratiche presenti nella Regione.
L'esame di questi regolamenti è proseguito in I Commissione e nella Sottocommissione formatasi appositamente e ora prosegue in Consiglio. Il collega Martini ha ricordato come il rapporto stabilito tra I Commissione e Comprensori sia stato un rapporto proficuo, approfondito, e sia stata la prima occasione di incontro tra una Commissione di Consiglio regionale ed i nuovi organismi dopo la loro elezione. Devo associarmi a quanto ha già detto il Presidente Rossotto nella sua relazione per ringraziare e sottolineare il lavoro svolto dall'Ufficio legislativo del Consiglio regionale nell'esame approfondito delle varie norme; soprattutto devo rilevare il rapporto che è stato instaurato fra la I Commissione del Consiglio e le varie Commissioni dei Comprensori, rapporto dialettico per cercare di capire le ragioni, le scelte che erano state fatte in relazione ai problemi nuovi che si presentavano. Vorrei sottolineare anche la scelta che unanimemente in Commissione è stata fatta da parte di tutte le forze politiche, di non mettere in discussione le scelte politiche effettuate dagli organi comprensoriali, ma di esaminare se queste erano compatibili con la legge costitutiva dei Comprensori, rilevando solo eventuali casi di illegittimità. I rilievi mossi sono stati pochi, tant'é vero che dopo questo breve iter di discussione, secondo i termini previsti dalla legge ci troviamo ad approvare in una seduta unica 14 regolamenti. Ne rimane uno ma già questa mattina nell'ultimo incontro con il Comprensorio di Asti si sono create le premesse perché l'approvazione di questo regolamento possa avvenire entro la fine del mese.
E' iniziata una fase che non è e non deve essere di conflittualità dei Comprensori con gli altri organi della Regione, ma una fase di lavoro attorno a questi argomenti portata avanti in modo unitario, soprattutto responsabile, per andare alla definizione di un organismo il più possibile attrezzato e munito degli strumenti per svolgere tutti i compiti che la legge gli affida. Il collega Martini parlava di scarsa originalità. Forse possiamo parlare di scarsa originalità se ci rapportiamo a chi aveva voluto portare chissà quali contributi originali e voleva vedere in questi regolamenti delle cose completamente diverse da quelle che sono negli organismi elettivi tradizionali. Non era possibile: non si potevano inventare dei Consigli, allargare le Giunte o reinventare le Commissioni.
Evidentemente l'originalità viene rapportata a ciò che è possibile fare all'interno della legge.
Questi regolamenti sono molto diversi fra di loro, sia nella loro stesura formale, sia dal punto di vista sostanziale: abbiamo dei regolamenti con 83 articoli, altri con 22; ciò dimostra come attorno ad essi bisogna lavorare in modo diverso pur restando nell'ambito delle possibilità offerte dalla legge costitutiva dei Comprensori. Si è lavorato quindi a seconda delle realtà, a seconda della composizione politica dei Consigli comprensoriali. Alla base della formulazione di questi regolamenti abbiamo un'originalità espressione del dibattito politico locale (ciò che forse non emerge nel nostro dibattito a livello regionale, pur essendo già più ravvicinato alla realtà locale del dibattito politico a livello nazionale) nel quale emergono le specificità esistenti a livello delle varie zone della nostra Regione. Le specificità dei regolamenti hanno varie matrici: perché i Consigli comprensoriali sono formati da geografie politiche molto diverse fra di loro, perché hanno inciso certe tradizioni esistenti a livello degli Enti locali che variano da zona a zona, elementi non scritti nelle leggi comunali e provinciali, comportamenti che per tradizione si esprimono in un certo modo rispetto ad un altro. Tutti questi diversi fattori a livello dei vari Comitati comprensoriali hanno portato all'originalità, alla diversità nell'ambito delle norme previste dalla legge. Questo fatto è significativo soprattutto per un altro motivo: perch ci dà l'indicazione di quello che potrà essere l'apporto originale che questi Consigli di Comprensorio potranno dare a livello della politica programmatoria che sono chiamati a fare.
Non è che la Giunta, come qualcuno ha affermato, non abbia operato finora nella direzione della politica di programmazione: la Giunta ha già operato in questa direzione, lo dimostra il fatto che la Giunta ha scelto di costituire i Comitati di Comprensorio provvisori prima che nascessero gli attuali, evidentemente era già un'indicazione per andare in una certa direzione. Abbiamo creato i Comitati di Comprensorio per impostare la politica di programmazione e possiamo essere soddisfatti del fatto che la fase dell'elaborazione dei regolamenti ha dimostrato la vivacità l'originalità e la capacità di dare delle soluzioni determinate ai problemi. Le diversità fondamentali esistenti fra i vari regolamenti sono essenzialmente riferite alla formazione della Giunta e ai suoi compiti, non tanto alla formazione delle Commissioni perché tutti hanno scelto di formare le Commissioni con la stessa struttura delle Commissioni regionali.
Tutti i Consigli di Comprensorio inoltre hanno voluto nel loro regolamento valorizzare il momento del Consiglio rispetto agli altri momenti. Questo è un punto positivo che ci ha dimostrato come i Consiglieri comprensoriali abbiano avuto presente nel momento della formulazione del regolamento lo spirito della legge costitutiva dei Comprensori, che non voleva creare delle altre strutture in sovrappiù a Enti che già esistono.
Stiamo affrontando il tema della rifondazione dello Stato, ebbene non possiamo a tavolino costruire delle cose: abbiamo detto molte volte che i Comprensori li costituiamo così perché ci servono così per una certa politica, quello che dovrà essere dopo sarà l'esperienza che ce lo dovrà dire; anche il dibattito nazionale in corso verte su questo tema. Vorrei ricordare che però da più parti in Italia viene riconosciuta l'originalità dei Comprensori che stiamo attuando anche rispetto alle esperienze di altre Regioni: quindi a noi, alla nostra esperienza, guardano anche le altre Regioni italiane. Di questo dobbiamo essere coscienti. Tutte le decisioni nei vari regolamenti, vengono demandate al Consiglio. Il Consiglio del Comprensorio deve decidere su quello che si deve fare. Pochissimi poteri vengono demandati alle Giunte: praticamente le Giunte sono solo esecutive e devono svolgere atti di ordinaria amministrazione.
Questi regolamenti sono soprattutto il frutto della discussione e della dialettica delle forze rappresentate nel Consiglio comprensoriale. Non mi pare di poter dire che ci siano stati tanti scontri, incontri, discorsi dibattiti tra partiti politici a livello regionale, per cui un partito politico si sarebbe mosso per un certo tipo di Giunta e un altro per un altro tipo di Giunta, e ancora che fra i vari componenti ci sarebbe stata una battaglia e che il partito più forte avrebbe poi vinto.
Forse inizialmente vi erano delle indicazioni dei partiti che vedevano la Giunta formata in un modo o in un altro, ma poi la realtà locale ha attutito determinate cose.
Da parte comunista abbiamo sostenuto in alcuni momenti, e sosteniamo ancora, la possibilità della formazione delle Giunte da parte dei Presidenti di Commissione. Questo è stato sostenuto dai nostri rappresentanti in vari Consigli di Comprensorio, ma non sostenevamo questo con la volontà di voler trasferire a livello di regolamento, di legge e quindi di voler codificare una volontà politica. E' chiaro che nel momento in cui nei Comprensori si è instaurata la dialettica unitaria, si sono determinati i temi per l'impostazione e la fondazione stessa dei Comprensori per la politica di programmazione. Era evidente che all'atto della formazione di un regolamento, che deve registrare a livello normativo certe cose, la tendenza era quella di codificare gli accordi raggiunti cercando magari di andare più in là di quanto non fosse permesso dalla legge o comunque opportuno per il mantenimento di una corretta dialettica democratica. In ogni caso, quando queste cose si sono verificate, le abbiamo discusse con i rappresentanti dei Comprensori e si sono chiariti e corretti gli errori. L'aver risolto la questione dei Presidenti con un accordo fra le forze politiche a livello regionale ha sgombrato il campo da tante cose e ha permesso una discussione serena all'interno dei Comprensori. L'aver accantonato per un momento i problemi dell'elezione dei Presidenti è un fatto molto importante che, a mio avviso, deve essere di insegnamento per il futuro. Non deve terminare con questa fase, perch abbiamo la dimostrazione concreta che nei momenti di fondazione di un nuovo organismo il togliere di mezzo momentaneamente determinate questioni pu aprire un momento di dialettica, pur da posizioni diverse, che porta a conclusioni importanti su temi concreti e fondamentali.
Ora incomincia la vita vera dei Comprensori, i Comprensori hanno finalmente un regolamento, potranno darsi le strutture e gli organismi previsti dal regolamento. Manca effettivamente il personale come è stato richiamato da più interventi: è una cosa importante a cui in parte si è provveduto ed esiste un impegno della Giunta che vuole arrivare al più presto alla definizione di questi adempimenti.
Approviamo oggi i regolamenti dei Comprensori e speriamo che il Commissario del Governo li approvi in un tempo ragionevole in modo che possano prendere quota al più presto. Abbiamo davanti a noi atti fondamentali di programmazione, che assegnano compiti fondamentali al Comprensorio: il Piano di sviluppo che deve essere approvato entro l'estate; la legge sui trasporti che abbiamo votato la seduta scorsa; la legge urbanistica praticamente definita in Commissione; la legge sanitaria e la legge sulle procedure. Non mi sentirei di affermare che la legge sulle procedure assegni ai Comprensori solo compiti marginali: la legge sulle procedure formalizzata dalla Giunta dopo ampia discussione, e sulla quale incominceranno le consultazioni quanto prima, potrà avere mille difetti potrà ancora essere modificata dopo il dibattito in Consiglio, ma assegna compiti fondamentali ai Comprensori, intesi come soggetti della programmazione e non solo come strumenti della politica della Giunta. Non dobbiamo dimenticare che non è solo la legge sulle procedure che assegna compiti di programmazione ai Comprensori, ma accanto ad essa vi sono le leggi che ho ricordato prima: dell'urbanistica, della sanità e dei trasporti.
Dobbiamo definire, in tutto questo contesto, il compito del Comprensorio: da questo contesto il Comprensorio emerge chiaramente come centro fondamentale della programmazione a livello locale.



PRESIDENTE

Vi sono richieste di parola? Il Consigliere Menozzi, ne ha facoltà.



MENOZZI Stanislao

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, chiedo la parola per una brevissima comunicazione.
Il fatto di aver sentito echeggiare in quest'aula che Asti non aveva provveduto a far arrivare il proprio regolamento, aveva suscitato perplessità o quanto meno interrogativi. Ho il piacere ora di comunicare una notizia pervenutami in questo momento, e cioè che sarebbe stato raggiunto l'accordo, e che per il 27 è prevista la convocazione del Comitato, quindi entro la fine del mese, dovrebbe arrivare il regolamento.
Di ciò è stato anche informato il Presidente della I Commissione.



PRESIDENTE

Non vi sono altre dichiarazioni. La parola al Presidente della Giunta.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Signori Consiglieri, approvazione da parte del Consiglio regionale dei regolamenti comprensoriali costituisce un ulteriore passo in avanti per la realizzazione e l'attuazione della legge istitutiva dei Comprensori.
Attraverso l'odierna approvazione si completa l'iter giuridico e si apre una nuova fase di impegno. Se i Consiglieri me lo consentono vorrei brevemente dare alcune risposte ai quesiti e alle problematiche che sono venute dai vari interventi.
Possiamo intanto informare il Consiglio regionale, e in modo particolare il Consigliere Martini che aveva toccato tale punto, che in questo periodo non vi è stata ulteriore mobilità da parte della Giunta, ma si è fatta un'azione di ricognizione sul territorio, in collaborazione con gli stessi organismi comprensoriali, individuare una serie di strutture edilizie idonee allo svolgimento delle funzioni del Comprensorio considerando che esso deve divenire momento di coordinamento dell'attività decentrata della Regione. Ho già avuto occasione di riferire in Consiglio che, da un anno, sta lavorando una Commissione per l'individuazione di queste strutture, unitamente ai Comitati comprensoriali che sono stati costantemente interessati in questa direzione. Come i Consiglieri sanno alcune strutture sono già state acquisite, ad esempio Verbania, altre sono in corso di acquisizione.
Ci siamo impegnati per i primi del mese di luglio a fornire un quadro generale della sistemazione complessiva sul territorio degli uffici e delle sedi della Regione. Abbiamo riferito in più occasioni che intendiamo completare questo insediamento guardando all'insieme, cioè ad una globalità di interessi che vede il Comprensorio come organo di programmazione, di pianificazione, ma anche come organo di coordinamento all'interno di attività amministrative che sono presenti in sedi decentrate della Regione.
La Giunta, come ho già detto, sta predisponendo uno studio, che presto verrà presentato al Consiglio, inerente alla disponibilità attuale esistente in loco per l'organizzazione delle sedi di lavoro, scelte che saranno definite con i Consigli comprensoriali dopo una approfondita discussione in Consiglio regionale.
Per quanto riguarda la dotazione di personale, si è proceduto con notevole cautela. Voglio esplicitare la linea della Giunta. Non si tratta come ha rilevato il Consigliere Martini - di quantità di personale: il Comitato comprensoriale non punta sulla quantità del personale, ma punta sulla qualità del personale. Se avessimo accettato tutte le richieste che sono venute all'interno degli uffici regionali, se avessimo provveduto al decentramento, eliminando il pendolarismo del personale esistente all'interno degli uffici della Regione, oggi avremmo inflazionato, non nei confronti di chi, qualitativamente, era adatto per quel lavoro, ma nei confronti di chi voleva tornare vicino alla propria residenza.
Siamo nella fase costituente: si costituiranno i governi comprensoriali. Ribadiamo che si tende a dotare i Comprensori di personale qualificato e non soltanto di personale territorialmente individuato rispetto alle sedi di residenza. C'é stata una spinta in tal senso, e a questa spinta, come voi tutti sapete, abbiamo resistito.



MARTINI Mario

La spinta non era sicuramente da parte nostra.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Non dico che ci fosse stata la spinta di qualcuno: a quanti avevano questo interesse, molto critico, a portare innanzi tale richiesta, si è data una risposta del tutto diversa perché, giustamente, come richiede il Consigliere Martini, dovremmo discutere di questo importantissimo problema all'interno del Consiglio regionale e, tramite la Commissione, individuare tempi, modi e forme.
Se vogliamo che i Comprensori funzionino svolgendo quella delicata azione di raccordo fra gli Enti decentrati che operano nel campo regionale e che siano in grado di contribuire realmente ad una politica di programmazione, le dotazioni del personale devono essere omogenee, vagliate con i Comprensori sulla base delle specifiche realtà, esigenze e competenze. Questa è una considerazione che innanzitutto privilegia la qualità rispetto al numero.
Per quanto riguarda ancora l'organizzazione comprensoriale e il coordinamento a livello centrale, si è fatto riferimento al raccordo tra la Regione e i Comprensori, tema di importanza eccezionale. Vogliamo riferirci alle istanze di base, vogliamo riferirci effettivamente ai momenti democratici, partecipati, ma dobbiamo esaminare come raccogliere questi momenti, come operare questo costante collegamento perché possa essere veramente in grado di garantire che la partecipazione non sia una parola vuota, o, come ha già rilevato il Consigliere Martini, non si traduca in una quantità di carta sui tavoli dei Presidenti dei Comprensori, ma abbia un'effettiva efficacia. Abbiamo tenuto numerosi contatti (mancando per questo raccordo, i contatti diventano del tutto episodici), collegati alle scelte prioritarie della nostra linea politica e, ancora recentemente abbiamo riunito i Comprensori per la discussione e la consegna degli elaborati sul Piano regionale di sviluppo, perché esprimano il loro parere e le proposte in relazione alla discussione che si svolgerà in Consiglio regionale. E' stato quindi un altro momento di raccordo e di partecipazione con i Comitati comprensoriali. Siamo consapevoli che la legge istitutiva dei Comprensori comporta delle scelte approfondite, di modificazione complessiva nel rapporto tra Regione ed organi decentrati. L'attuale realtà positiva della riforma comprensoriale comporta quindi da parte nostra e da parte dei Comitati comprensoriali in primo luogo un impegno costante per la realizzazione di quegli obiettivi che ci siamo prefigurati votando la legge e che ribadiamo fermamente in questa sede.



PRESIDENTE

Si è conclusa la discussione di carattere generale, si può quindi passare all'esame e all'approvazione dei regolamenti comprensoriali. I Consiglieri dovrebbero avere sotto i loro occhi i progetti di deliberazione che sono in genere eguali, salvo per alcuni Comprensori che presentano dizioni differenti.
Mi limito a mettere in votazione una per una per alzata di mano le deliberazioni, citando Comprensorio a cui la deliberazione si riferisce, al fine di permettere ai Consiglieri di esprimere l'eventuale differenza di voto.
Deliberazione relativa al regolamento comprensoriale di Casale Monferrato: "Il Consiglio regionale vista la legge regionale n. 41 del 4 giugno 1975 e in particolare l'art. 20 che stabilisce che 'entro sessanta giorni dalla sua costituzione e a maggioranza dei due terzi dei suoi componenti, il Consiglio (del Comitato comprensoriale) provvede ad approvare un proprio regolamento. Il regolamento è approvato nei successivi sessanta giorni dal Consiglio regionale' visto il regolamento approvato in data 14/3/1977 dal Consiglio del Comitato comprensoriale di Casale Monferrato e modificato in data 1/6/1977 con la prescritta maggioranza sentita la relazione della I Commissione permanente che ha esaminato il regolamento ed ha espresso parere favorevole alla sua approvazione delibera di approvare ai sensi dell'art. 20 della legge regionale n. 41 del 4 giugno 1975 il regolamento del Comitato comprensoriale di Casale Monferrato nel testo allegato alla presente deliberazione".
Chi approva è pregato di alzare la mano.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 48 favorevoli 46 Consiglieri astenuti 2 Consiglieri.
Il Consiglio approva.
Deliberazione relativa al regolamento comprensoriale di Borgosesia: "Il Consiglio regionale vista la legge regionale n. 41 del 4 giugno 1975 e in particolare l'art. 20 che stabilisce che 'entro sessanta giorni dalla sua costituzione e a maggioranza dei due terzi dei suoi componenti, il Consiglio (del Comitato comprensoriale) provvede ad approvare un proprio regolamento. Il regolamento è approvato nei successivi sessanta giorni dal Consiglio regionale' visto il regolamento approvato in data 1/3/1977 dal Consiglio del Comitato comprensoriale di Borgosesia e modificato in data 28/5/1977 con la prescritta maggioranza sentita la relazione della I Commissione permanente che ha esaminato il regolamento ed ha espresso parere favorevole alla sua approvazione delibera di approvare ai sensi dell'art. 20 della legge regionale n. 41 del 4 giugno 1975 il regolamento del Comitato comprensoriale di Borgosesia nel testo allegato alla presente deliberazione".
Chi approva è pregato di alzare la mano.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 48 favorevoli 46 Consiglieri astenuti 2 Consiglieri.
E' approvato.
Deliberazione relativa al regolamento comprensoriale del Biellese: "Il Consiglio regionale vista la legge regionale n. 41 del 4 giugno 1975 e in particolare l'art. 20 che stabilisce che 'entro sessanta giorni dalla sua costituzione e a maggioranza dei due terzi dei suoi componenti, il Consiglio (del Comitato comprensoriale) provvede ad approvare un proprio regolamento. Il regolamento è approvato nei successivi sessanta giorni dal Consiglio regionale' visto il regolamento approvato in data 11/2/1977 dal Consiglio del Comitato comprensoriale del Biellese e modificato in data 1/6/1977 con la prescritta maggioranza sentita la relazione della I Commissione permanente che ha esaminato il regolamento ed ha espresso parere favorevole alla sua approvazione delibera di approvare ai sensi dell'art. 20 della legge regionale n. 41 del 4 giugno 1975 il regolamento del Comitato comprensoriale del Biellese nel testo allegato alla presente deliberazione".
Chi approva è pregato di alzare la mano.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 48 favorevoli 46 Consiglieri astenuti 2 Consiglieri.
Il Consiglio approva.
Deliberazione relativa al regolamento comprensoriale di Alba-Bra: "Il Consiglio regionale vista la legge regionale n. 41 del 4 giugno 1975 e in particolare l'art. 20 che stabilisce che 'entro sessanta giorni dalla sua costituzione e a maggioranza dei due terzi dei suoi componenti, il Consiglio (del Comitato comprensoriale) provvede ad approvare un proprio regolamento. Il regolamento è approvato nei successivi sessanta giorni dal Consiglio regionale' visto il regolamento approvato in data 18/2/1977 dal Consiglio del Comitato comprensoriale di Alba-Bra e modificato in data 1/6/1977 con la prescritta maggioranza sentita la relazione della I Commissione permanente che ha esaminato il regolamento ed ha espresso parere favorevole alla sua approvazione delibera di approvare ai sensi dell'art 20 della legge regionale n. 41 del 4 giugno 1975 il regolamento del Comitato comprensoriale di Alba-Bra nel testo allegato alla presente deliberazione".
Chi approva è pregato di alzare la mano.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 48 favorevoli 46 Consiglieri astenuti 2 Consiglieri.
E' approvato.
Deliberazione relativa al regolamento comprensoriale di Ivrea: "Il Consiglio regionale vista la legge regionale n. 41 del 4 giugno 1975 e in particolare l'art. 20 che stabilisce che 'entro sessanta giorni dalla sua costituzione e a maggioranza dei due terzi dei suoi componenti, il Consiglio (del Comitato comprensoriale) provvede ad approvare un proprio regolamento. Il regolamento è approvato nei successivi sessanta giorni dal Consiglio regionale' visto il regolamento approvato in data 18/3/1977 dal Consiglio del Comitato comprensoriale di Ivrea e modificato in data 1/6/1977 con la prescritta maggioranza sentita la relazione della I Commissione permanente che ha esaminato il regolamento ed ha espresso parere favorevole alla sua approvazione delibera di approvare ai sensi dell'art. 20 della legge regionale n. 41 del 4 giugno 1975 il regolamento del Comitato comprensoriale di Ivrea nel testo allegato alla presente deliberazione".
Chi approva è pregato di alzare la mano.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 48 favorevoli 46 Consiglieri astenuti 2 Consiglieri.
E' approvato.
Deliberazione relativa al regolamento comprensoriale di Mondovì: "Il Consiglio regionale vista la legge regionale n. 41 del 4 giugno 1975 e in particolare l'art. 20 che stabilisce che 'entro sessanta giorni dalla sua costituzione e a maggioranza dei due terzi dei suoi componenti, il Consiglio (del Comitato comprensoriale) provvede ad approvare un proprio regolamento. Il regolamento è approvato nei successivi sessanta giorni dal Consiglio regionale' visto il regolamento approvato in data 28/2/1977 dal Consiglio del Comitato comprensoriale di Mondovì e modificato in data 1/6/1977 con la prescritta maggioranza sentita la relazione della I Commissione permanente che ha esaminato il regolamento ed ha espresso parere favorevole alla sua approvazione delibera di approvare ai sensi dell'art. 20 della legge regionale n. 41 del 4 giugno 1975 il regolamento del Comitato comprensoriale di Mondovì nel testo allegato alla presente deliberazione".
Chi approva è pregato di alzare la mano.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 48 favorevoli 46 Consiglieri astenuti 2 Consiglieri.
Il Consiglio approva.
Deliberazione relativa al regolamento comprensoriale di Pinerolo: "Il Consiglio regionale vista la legge regionale n. 41 del 4 giugno 1975 e in particolare l'art. 20 che stabilisce che 'entro sessanta giorni dalla sua costituzione e a maggioranza dei due terzi dei suoi componenti, il Consiglio (del Comitato comprensoriale) provvede ad approvare un proprio regolamento. Il regolamento è approvato nei successivi sessanta giorni dal Consiglio regionale' visto il regolamento approvato in data 28/4/1977 dal Consiglio del Comitato comprensoriale di Pinerolo e modificato in data 1/6/1977 con la prescritta maggioranza sentita la relazione della I Commissione permanente che ha esaminato il regolamento ed ha espresso parere favorevole alla sua approvazione delibera di approvare ai sensi dell'art. 20 della legge regionale n. 41 del 4 giugno 1975 il regolamento del Comitato comprensoriale di Pinerolo nel testo allegato alla presente deliberazione".
Chi approva è pregato di alzare la mano.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 48 favorevoli 46 Consiglieri astenuti 2 Consiglieri.
Il Consiglio approva.
Deliberazione relativa al regolamento comprensoriale di Saluzzo Savigliano - Fossano: "Il Consiglio regionale vista la legge regionale n. 41 del 4 giugno 1975 e in particolare l'art. 20 che stabilisce che 'entro sessanta giorni dalla sua costituzione e a maggioranza dei due terzi dei suoi componenti, il Consiglio (del Comitato comprensoriale) provvede ad approvare un proprio regolamento. Il regolamento è approvato nei successivi sessanta giorni dal Consiglio regionale' visto il regolamento approvato in data 16/2/197 7 dal Consiglio del Comitato comprensoriale di Saluzzo - Savigliano - Fossano e modificato in data 1/6/1977 con la prescritta maggioranza sentita la relazione della I Commissione permanente che ha esaminato il regolamento ed ha espresso parere favorevole alla sua approvazione delibera di approvare ai sensi dell'art. 20 della legge regionale n. 41 del 4 giugno 1975 il regolamento del Comitato comprensoriale di Saluzzo Savigliano - Fossano nel testo allegato alla presente deliberazione".
Chi approva è pregato di alzare la mano.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 48 favorevoli 46 Consiglieri astenuti 2 Consiglieri.
E' approvato.
Deliberazione relativa al regolamento comprensoriale del Verbano Cusio - Ossola: "Il Consiglio regionale vista la legge regionale n. 41 del 4 giugno 1975 e in particolare l'art. 20 che stabilisce che 'entro sessanta giorni dalla sua costituzione e a maggioranza dei due terzi dei suoi componenti, il Consiglio (del Comitato comprensoriale) provvede ad approvare un proprio regolamento. Il regolamento è approvato nei successivi sessanta giorni dal Consiglio regionale' visto il regolamento approvato in data 2/4/1977 dal Consiglio del Comitato comprensoriale del Verbano - Cusio - Ossola e modificato in data 11/6/1977 con la prescritta maggioranza sentita la relazione della I Commissione permanente che ha esaminato il regolamento ed ha espresso parere favorevole alla sua approvazione delibera di approvare ai sensi dell'art. 20 della legge regionale n. 41 del 4 giugno 1975 il regolamento del Comitato comprensoriale del Verbano - Cusio Ossola nel testo allegato alla presente deliberazione".
Chi approva è pregato di alzare la mano.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 48 favorevoli 46 Consiglieri astenuti 2 Consiglieri.
E' approvato.
Deliberazione relativa al regolamento comprensoriale di Vercelli: "Il Consiglio regionale vista la legge regionale n. 41 del 4 giugno 1975 e in particolare l'art. 20 che stabilisce che 'entro sessanta giorni dalla sua costituzione e a maggioranza dei due terzi dei suoi componenti, il Consiglio (del Comitato comprensoriale) provvede ad approvare un proprio regolamento. Il regolamento è approvato nei successivi sessanta giorni dal Consiglio regionale' visto il regolamento approvato in data 1/3/1977 dal Consiglio del Comitato comprensoriale di Vercelli e modificato in data 27/5/1977 con la prescritta maggioranza sentita la relazione della I Commissione permanente che ha esaminato il regolamento ed ha espresso parere favorevole alla sua approvazione delibera di approvare ai sensi dell'art. 20 della legge regionale n. 41 del 4 giugno 1975 il regolamento del Comitato comprensoriale di Vercelli nel testo allegato alla presente deliberazione".
Chi approva è pregato di alzare la mano.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 48 favorevoli 46 Consiglieri astenuti 2 Consiglieri.
Il Consiglio approva.
Deliberazione relativa al regolamento comprensoriale di Torino: "Il Consiglio regionale vista la legge regionale n. 41 del 4 giugno 1975 e in particolare l'art. 20 che stabilisce che 'entro sessanta giorni dalla sua costituzione e a maggioranza dei due terzi dei suoi componenti, il Consiglio (del Comitato comprensoriale) provvede ad approvare un proprio regolamento. Il regolamento è approvato nei successivi sessanta giorni dal Consiglio regionale' visto il regolamento approvato in data 11/3/1977 dal Consiglio del Comitato comprensoriale di Torino e modificato in data 1/6/1977 con la prescritta maggioranza sentita la relazione della I Commissione permanente che ha esaminato il regolamento ed ha espresso parere favorevole alla sua approvazione delibera di approvare ai sensi dell'art. 20 della legge regionale n. 41 del 4 giugno 1975 il regolamento del Comitato comprensoriale di Torino nel testo allegato alla presente deliberazione".
Chi approva è pregato di alzare la mano.
L'esito della votazione e il seguente: presenti e votanti 48 favorevoli 46 Consiglieri astenuti 2 Consiglieri.
E' approvato.
Deliberazione relativa al regolamento comprensoriale di Novara: "Il Consiglio regionale vista la legge regionale n. 41 del 4 giugno 1975 e in particolare l'art. 20 che stabilisce che 'entro sessanta giorni dalla sua costituzione e a maggioranza dei due terzi dei suoi componenti, il Consiglio (del Comitato comprensoriale) provvede ad approvare un proprio regolamento. Il regolamento è approvato nei successivi sessanta giorni dal Consiglio regionale' visto il regolamento approvato in data 18/2/1977 dal Consiglio del Comitato comprensoriale di Novara e modificato in data 1/6/1977 con la prescritta maggioranza preso atto delle lettere in data 10/6/1977 con cui il Presidente del Comitato comprensoriale precisava che 'le modalità per la revoca del Presidente del Comitato comprensoriale e della Giunta esecutiva, di cui agli artt. 21 e 22 del regolamento, devono intendersi analoghe (scrutinio segreto e maggioranza assoluta dei componenti il Consiglio) a quelle previste per la designazione dei predetti organismi' sentita la relazione della I Commissione permanente che ha esaminato il regolamento ed ha espresso parere favorevole alla sua approvazione delibera di approvare ai sensi dell'art. 20 della legge regionale n. 41 del 4 giugno 1975 il regolamento del Comitato comprensoriale di Novara nel testo allegato alla presente deliberazione".
Chi approva è pregato di alzare la mano.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 48 favorevoli 46 Consiglieri astenuti 2 Consiglieri.
E' approvato.
Deliberazione relativa al regolamento comprensoriale di Alessandria: "Il Consiglio regionale vista la legge regionale n. 41 del 4 giugno 1975 e in particolare l'art. 20 che stabilisce che 'entro sessanta giorni dalla sua costituzione e a maggioranza dei due terzi dei suoi componenti, il Consiglio (del Comitato comprensoriale) provvede ad approvare un proprio regolamento. Il regolamento è approvato nei successivi sessanta giorni dal Consiglio regionale' visto il regolamento approvato in data 23/2/1977 dal Consiglio del Comitato comprensoriale di Alessandria e modificato in data 1/6/1977 con la prescritta maggioranza preso atto delle lettere in data 13/6/1977 con cui il Presidente del Comitato comprensoriale precisava che 'le modalità di votazione in caso di revoca del Presidente del Comprensorio (secondo l'art. 32), si intende che la revoca avvenga con le modalità previste per la nomina' sentita la relazione della I Commissione permanente che ha esaminato il regolamento ed ha espresso parere favorevole alla sua approvazione delibera di approvare ai sensi dell'art. 20 della legge regionale n. 41 del 4 giugno 1975 il regolamento del Comitato comprensoriale di Alessandria nel testo allegato alla presente deliberazione".
Chi approva è pregato di alzare la mano.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 48 favorevoli 46 Consiglieri astenuti 2 Consiglieri.
Il Consiglio approva.
Deliberazione relativa al regolamento comprensoriale di Cuneo: "Il Consiglio regionale vista la legge regionale n. 41 del 4 giugno 1975 e in particolare l'art. 20 che stabilisce che 'entro sessanta giorni dalla sua costituzione e a maggioranza dei due terzi dei suoi componenti, il Consiglio (del Comitato comprensoriale) provvede ad approvare un proprio regolamento. Il regolamento è approvato nei successivi sessanta giorni dal Consiglio regionale' visto il regolamento approvato in data 18/2/1977 dal Consiglio del Comitato comprensoriale di Cuneo e modificato in data 1/6/1977 con la prescritta maggioranza preso atto della lettera in data 15/6/1977, con cui il Presidente del Comitato comprensoriale comunica che nel prendere atto della validità del rilievo formulato dalla I Commissione circa l'illegittimità del secondo periodo del quarto comma dell'articolo 6 del regolamento approvato dal Consiglio comprensoriale di Cuneo, pervenuto dopo che il Consiglio stesso aveva deliberato il 1° giugno scorso tutte le modifiche suggerite dalla I Commissione, al fine precipuo di non interrompere l'iter di approvazione definitiva da parte del Consiglio regionale del regolamento, comunica che i Presidenti dei Gruppi consiliari in proposito tempestivamente interpellati non hanno espresso parere contrario a che si voglia considerare come non scritto il secondo periodo del quarto comma dell'articolo 6 del regolamento: 'In caso di parità è eletto il più anziano di età , tenuto conto del contrasto dello stesso con il primo comma dell'articolo 16 della legge regionale 4 giugno 1975, n. 41, e fatta riserva di portare il tutto in ratifica al Consiglio comprensoriale di Cuneo nella prossima riunione sentita la relazione della I Commissione permanente che ha esaminato il regolamento ed ha espresso parere favorevole alla sua approvazione delibera di approvare ai sensi dell'art. 20 della legge regionale n. 41 del 4 giugno 1975 il regolamento del Comitato comprensoriale di Cuneo nel testo allegato alla presente deliberazione, quale risulta a seguito della lettera di cui in premessa".
Chi approva è pregato di alzare la mano.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 48 favorevoli 46 Consiglieri astenuti 2 Consiglieri.
E' approvato.
La parola al Consigliere Rossotto.



ROSSOTTO Carlo Felice

Chiedo che si formalizzi l'autorizzazione alla Commissione perch trattenga ancora e proceda all'esame del regolamento di Asti.



PRESIDENTE

Senza dubbio. Mi permetto di formulare in chiusura di votazione un apprezzamento per i lavori della I Commissione e dell'Ufficio legislativo.
Con i ritmi di lavoro e con le consultazioni che si sono tenute siamo in grado di concludere oggi un'esperienza positiva; l'approvazione di 14 regolamenti su 15, in poco più di cinque mesi, ha comportato un tempo certamente superiore a quello previsto dalla legge, tuttavia deve essere considerato assai breve. Il fatto che il Consiglio abbia approvato i regolamenti a stragrande maggioranza vuol dire che il tempo è stato impiegato bene. Si trattava di elaborare regolamenti redatti in piena autonomia, non in difformità con la legge e tali da consentire una fase di sperimentazione che sarà certamente ancora lunga.
Tutti debbono avvertire il fatto che delle venti Regioni italiane solo nove si sono incamminate lungo questa strada e all'interno di queste nove è unanime il riconoscimento alla Regione Piemonte del ruolo di apripista. La fase nuova che sta iniziando con l'approvazione dei regolamenti ci dovrà impegnare in una costruzione altrettanto difficoltosa ma certamente affascinante, perché ciò di cui discutiamo non è soltanto un modo nuovo di mettere le basi della programmazione, ma ha anche delle prospettive di carattere istituzionale. Dobbiamo essere quindi consapevoli che il lavoro compiuto finora, in piena unità del Consiglio, delle Commissioni, dei singoli Consiglieri e dei Comuni del Piemonte, ha un rilievo e un'attenzione particolare da parte di tutte le forze politiche nazionali.
Il fatto che oggi abbiamo approvato con così ampia convergenza di consensi questi regolamenti è un buon incoraggiamento ad andare avanti.


Argomento: Nomine

Nomine nel Consiglio di amministrazione dell'Ospedale Maggiore S. Giovanni Battista e della Città di Torino


PRESIDENTE

Passiamo ad un altro punto dell'ordine del giorno: "Nomine nel Consiglio di amministrazione dell'Ospedale Maggiore S. Giovanni Battista e della Città di Torino": 6 componenti con voto limitato a 4.
I nomi proposti per la maggioranza sono: Grassini, Poli, Alabiso e Prest.
I nomi proposti per la minoranza sono: Piacenza e Conti.
Passiamo quindi alla votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: Presenti e votanti n. 48 hanno riportato voti: GRASSINI Valjean n. 24 POLI Giulio n. 23 ALABISO Girolamo n. 23 PREST Franca n. 23 PIACENZA Domenico n. 22 CONTI Aldo n. 20 schede bianche n. 2 Sono quindi eletti i signori Grassini, Poli, Alabiso, Prest, Piacenza e Conti.


Argomento: Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici

Esame disegno di legge n. 129: "Formazione della cartografia regionale di base"


PRESIDENTE

Passiamo al punto quinto all'o.d.g.: "Esame disegno di legge n. 129: 'Formazione della cartografia regionale di base' " Relatore è il Consigliere Calsolaro. Ha facoltà di parlare.



CALSOLARO Corrado, relatore

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, la Giunta regionale ha presentato, in data 5 ottobre 1976, il disegno di legge n. 129 intitolato "Formazione della cartografia regionale di base".
Il disegno di legge è stato assegnato alla II Commissione consiliare che, dopo aver proceduto alle consultazioni ed all'esame del testo, lo licenzia con voto unanime al Consiglio regionale con la presente relazione ed il relativo testo legislativo.
Il disegno di legge trae origine dalla deliberazione della Giunta regionale del 9 dicembre 1975 con la quale si rilevava "la necessità e l'urgenza di raccogliere sistematicamente tutte le carte geografiche e topografiche esistenti del territorio regionale, da qualunque parte provengano, di catalogarle e di integrarle con i necessari aggiornamenti e con operazioni di collazione e mosaicatura, al fine di redigere una serie completa di carte geografiche e topografiche, anche tematiche, a varie scale, riproducibili da porre a disposizione di tutti gli Assessori regionali e degli Enti locali" e si provvedeva alla costituzione di una Commissione cartografica affinché l'operazione fosse condotta "in modo organico ed unificato sotto la guida di esperti in cartografia e sulla base di un programma di lavoro".
La Commissione cartografica regionale, a conclusione dei propri lavori presentava il rapporto dal titolo "Cartografia regionale per la politica di piano": esso costituisce il fondamento della proposta legislativa ai fini della predisposizione di un'adeguata cartografia operativa a supporto delle analisi conoscitive, delle scelte programmatiche, della loro coerente articolazione territoriale, ed infine della conseguente progettazione degli strumenti di intervento.
Le basi cartografiche - ammessa l'esistenza di correlazioni strutturali ed operative tra politica del territorio e cartografia tecnica, e più in generale tra politica di piano e cartografia - costituiscono uno degli strumenti tecnici necessari, la necessaria condizione di fattibilità dell'intero processo progettuale e gestionale della pianificazione territoriale.
Si rileva che le carte tecniche per la politica del territorio devono essere omogenee ed unificate per tutto il territorio regionale, coprire tutto il sistema dei livelli di pianificazione e gestione previsti dalla politica del territorio, essere coerentemente finalizzate, realizzate con costi accettabili ed in tempi ammissibili, sistematicamente aggiornabili, e concretamente adatte e disponibili per tutti gli operatori interessati.
E' evidente il carattere fondamentale del requisito tempo, tale da incidere su tutto il processo redazionale, e da suggerire immediatamente l'ipotesi di traguardi intermedi articolati in funzione della necessità di breve periodo; così come è evidente che tutto il processo cartografico pu essere condizionato dalla possibilità di recupero del materiale esistente.
Negli scorsi anni non poche iniziative hanno affrontato il problema della rilevazione e della rappresentazione cartografica a fini operativi di parti diverse del territorio piemontese: esse si sono mosse nella logica del singolo intervento, della singola area, del singolo operatore. Esiste pertanto una rilevante massa di documenti cartografici eterogenei, di qualità tecnica difforme, in buona parte ormai superati dalle trasformazioni territoriali sopravvenute successivamente, che se non pu costituire, di per sé, pur completata nelle parti mancanti, un sistema di carte tecniche regionali di qualità tale da soddisfare ai requisiti che si pretendono da carte tecniche per la politica del territorio, e tuttavia suscettibile di un serio tentativo di recupero, attraverso il totale o parziale riciclaggio del materiale esistente, sia per evitare lo spreco di risorse ormai impegnate sia perché in ogni caso i tempi tecnici necessari per predisporre ex novo un adeguato sistema cartografico di estensione regionale provocherebbe il rinvio a tempi lunghi dell'avvio di una politica del territorio coerente con impegni programmatici che invece non consentono dilazioni.
Ne deriva quindi l'opportunità di un'articolazione del processo di formazione della cartografia regionale con l'avvio di programmi pluriennali il cui obiettivo è il sistema cartografico regionale e con la realizzazione di programmi di intervento a breve con scadenze ravvicinate ed a costi minimi per il riutilizzo delle carte esistenti, sulla premessa del loro aggiornamento e completamento.
Si consentirà in questo modo agli operatori pubblici, a tutti i livelli di governo locale, di dare risposta in tempi accettabili alle sollecitazioni e alle urgenze delle collettività locali, mentre si evita di compromettere con elaborazioni affrettate gli esiti del più ampio e complesso processo istitutivo del sistema cartografico regionale.
Per le Amministrazioni locali il poter disporre nel tempo più breve di carte tecnicamente accettabili, anche se non ottime, costituisce la prima delle condizioni indispensabili per dare concreto e tempestivo seguito ai compiti loro affidati nel campo della politica del territorio.
Occorre quindi provvedere all'immediato riutilizzo delle carte esistenti, sulla premessa appunto del loro aggiornamento e completamento conformi a determinati criteri, e contemporaneamente avviare il processo pluriennale di istituzione del servizio cartografico regionale.
Stando alle informazioni disponibili sullo stato delle cartografie regionali in Italia, non risulta che il problema della predisposizione di carte tecniche sia stato finora organicamente affrontato nei termini di sistema operativo autonomo e autogestito. La linea di tendenza riscontrabile nelle carte tecniche finora prodotte ci richiama piuttosto a concetti consolidati della cartografia descrittiva, e quindi è il risultato, pur apprezzabile, di operazioni da geografo classico, piuttosto che da gestore di servizi. In altri termini, le esigenze proprie di un sistema cartografico a coerente supporto di una politica del territorio e dell'intervento normativo, sembrano essere state sottovalutate, per dare invece priorità ad un'accurata ed aggiornata descrizione della forma del suolo, sostanzialmente fine a se stessa, e per un certo verso carente di dati di base che la politica del territorio non può trascurare.
Quanto all'ambito degli utenti è evidente che esso deve comprendere tutti indistintamente gli operatori della politica del territorio, e cioè tutti quegli Enti (Comuni, Province, Regione, Comprensori, Comunità montane, Unità locali dei servizi, e così via), gruppi sociali e politici fino al singolo cittadino, che partecipano, ognuno secondo il proprio specifico ruolo, alle scelte e alla gestione delle trasformazioni territoriali.
Un notevole salto di qualità potrà essere realizzato mediante una rigorosa unificazione, a dimensione regionale, di tutto il sistema cartografico: con un linguaggio unico, non arbitrariamente modificabile per singole iniziative, entro tutto l'ambito sociale che deve usarlo e sufficientemente stabile, e con la rigorosa selezione dei contenuti eliminando tutti quei dati che non presentano specifico valore informativo rispetto alla politica del territorio.
Il riferimento del sistema cartografico alle finalità proprie della politica del territorio ha come conseguenza l'opportunità di evitare un'accentuata specializzazione iniziale delle carte, per tendere invece a carte di base elementari nelle quali siano annotati soltanto quei dati che caratterizzano, a struttura fondamentale del territorio, ed un sistema cartografico di base - le carte regionali per la politica di piano pensate come insieme articolato di rappresentazioni sia morfologiche che tematiche, con quei caratteri di completezza, coerenza, omogeneità che ognuno degli operatori deve acquisire per effettuare le proprie scelte nell'ambito di un'organica politica di piano.
E' opportuno ricordare che il programma a breve tende non a realizzare un sistema cartografico ottimale, ma soltanto a rendere possibile il tempestivo avvio della politica del territorio, ad iniziative sia del governo regionale che degli Enti locali. Il programma deve tendere a realizzare un minimo accettabile, utilizzando ai massimo le risorse disponibili, ivi comprese le carte esistenti, con l'individuazione, tra le scale di rappresentazione cartografica considerate utili, di quelle realmente fondamentali, o comunque necessarie subito, operando però in modo che le altre possano almeno essere ottenute, quando opportuno, da quelle mediante operazioni di trasposizione fotomeccanica ancora accettabili.
La proposta per il sistema cartografico regionale ha come finalità di realizzare un supporto tecnico-amministrativo, e non una mera descrizione del territorio, specificatamente operativo per la politica del territorio a tutti i livelli, in tutti i settori, per tutti gli operatori di intervento.
Il sistema cartografico regionale deve poter essere utilizzato come strumento della partecipazione popolare alle scelte, alla verifica, alla gestione della politica pubblica di piano; come tale va inteso quale sistema informativo operativo con una struttura di informazione e di elaborazione dei dati suscettibile di aggiornamento permanente. Condizione essenziale per realizzare le finalità del sistema è il coordinamento con la riduzione ad unità delle iniziative cartografiche proponibili ad ogni livello e per ogni settore di interventi degli Enti pubblici con competenza o interesse territoriale, nonché il coordinamento e la gestione unitaria delle risorse disponibili per la sua redazione, la diffusione l'aggiornamento e l'uso. Esso va attuato e gestito direttamente e con proprie strutture dalla Regione attraverso il servizio cartografico regionale, che agirà ovviamente sulla premessa di indicazioni, scelte e controlli di matrice politica, ma che su tale premessa dovrà essere capace di totale autonomia interna per dare risposta tecnica esauriente e tempestiva alle domande politiche di uso del sistema.
Alla Commissione cartografica regionale, istituzione di primo livello del sistema cartografico regionale, dovrà essere affidato il compito della progettazione esecutiva di tutto il sistema.
Il testo legislativo corrisponde nell'articolato ai principi svolti nella relazione della Commissione, sia in ordine alle finalità della legge all'art. 1, quanto al progetto generale del sistema cartografico regionale all'istituzione del servizio ed alla costituzione della Commissione regionale agli artt. 2 e 5; al programma ed alle carte "a breve" agli artt.
3 e 4; ai compiti degli Enti locali ed al coordinamento delle iniziative agli artt. 6 e 7.
Il rapporto della Commissione cartografica istituita dalla Giunta contiene una dettagliata relazione sui dati di costi per l'istituzione e la gestione del servizio cartografico regionale, e sui dati tecnici di tempo e di costi per la produzione cartografica, che saranno approfonditi in occasione della presentazione al Consiglio del progetto generale del sistema di cui all'art. 2 del disegno di legge.
Per quanto riguarda l'impegno finanziario, il disegno di legge prevede all'art. 9, una spesa di L. 469 milioni per avviare la prima fase del programma operativo.



PRESIDENTE

Ringrazio il relatore, Consigliere Calsolaro. Apriamo la discussione.
Ha chiesto la parola la dottoressa Castagnone Vaccarino. Ha facoltà di parlare.



CASTAGNONE VACCARINO Aurelia

A nome del Gruppo repubblicano, prima di affrontare nel merito questo disegno di legge, dovremmo fare un'osservazione che è sorta solo dal momento in cui ci sono stati consegnati i progetti di piano e che non avremmo potuto fare prima perché non abbiamo presenze nella II Commissione e perché ci mancavano alcuni dati fondamentali.
Nei progetti di piano che ci sono stati consegnati, è previsto un servizio cartografico per il Piemonte che nella durata decennale dovrebbe ammontare ad una spesa di venti miliardi e 500 milioni, di cui dieci miliardi e 500 milioni (potrebbero esserci degli errori in quello che sto dicendo per la rapidità con la quale ho dovuto scorrere questo progetto) si riferiscono alla prima parte del piano riguardante questa legislatura.
Nell'ambito di questo progetto, abbiamo una tranche iniziale di 750 milioni. Da quanto l'Assessore, quindi la Giunta, ci ha comunicato in sede di I Commissione, i progetti di piano presentati debbono essere ulteriormente vagliati e discussi soprattutto per una scelta di carattere prioritario, in quanto il complesso dei progetti rappresenterebbe una spesa che è all'incirca il doppio di quella che effettivamente la Regione potrà affrontare: questo implica una scelta non di poco conto, che dovrà essere fatta a livello di Consiglio nel momento in cui si verrà a discutere del piano stesso. Questo disegno di legge, che pone le fondamenta di un progetto estremamente vasto, desta delle preoccupazioni perché è come considerare il progetto sulla cartografia regionale fra quelli già scelti.
Questa scelta non si può fare perché è una scelta comparativa rispetto agli altri progetti. Noi dovremo ridimensionare alcuni progetti, altri dovremo addirittura rinviarli nel tempo, quindi non riusciamo a capire come sia possibile presentare oggi, a così poca distanza dalla discussione del piano, un progetto che già investe la possibilità di avere fatto una scelta su uno dei progetti di piano.
Per una ragione di chiarezza programmatoria annunciamo il nostro voto negativo e dobbiamo fare un'aggiunta. Si parla di una prima tranche di 750 milioni e rileviamo che oggi sono stati richiesti 469 milioni. Le ragioni sono abbastanza ovvie e cioè che non c'erano i 750 milioni e quindi ci si è dovuti accontentare di quello che c'era; questo allora significa una riduzione del progetto, e noi vogliamo sapere quale tipo di riduzione ci può essere tra il disegno di legge che prevede 750 milioni come prima fase e il progetto presentato nell'ultimo articolo che vale 469 milioni. Sono considerazioni generali che non inficiano per niente il nostro giudizio.
Vogliamo soltanto fare alcune osservazioni che credo possano essere tenute in conto nella discussione che faranno altri e nella votazione.
Del Comitato fanno parte gli Assessori regionali del Dipartimento organizzazione e gestione del territorio. Questa sarebbe la prima volta che si dà un compito comune agli Assessori di un Dipartimento (i Dipartimenti come è noto, sono scritti sulla carta, ma di fatto non esistono come integrazione amministrativa, ragione fondamentale per la quale i Dipartimenti dovrebbero esserci). Notiamo che manca in questo caso l'Assessore all'agricoltura che non rientra nel Dipartimento, però ha una certa importanza per quanto riguarda la parte catastale (ma vedo che c'è il rappresentante dell'Esap). Manca invece, a nostro avviso, qualsiasi raccordo con il Centro di calcolo: dato che questa raccolta di dati è assai moderna e dato che il servizio nasce contemporaneamente al Centro di calcolo, a nostro avviso sarebbe opportuno un raccordo anche per impostare un reciproco aiuto. Sorge un altro problema a proposito di questa legge, e cioè che le autonomie di carattere locale sono alquanto ristrette soprattutto per quanto è previsto dall'art. 6, ossia il coordinamento delle forniture nell'ambito della programmazione annuale. E' giusto che debba esserci una programmazione annuale, però questo, naturalmente, prevede che i progetti siano fatti in una determinata maniera. Nel primo comma dell'art. 2, lettera b, si parla di quadro organico delle principali carte tematiche da realizzare. Gli Enti locali, a tal proposito, debbono fare riferimento a questo quadro, non possono avere tutto quello che vogliono possono essere anche tentati quindi di continuare a fare un tipo di cartografia propria con un raddoppio dei costi.
Ci lascia inoltre perplessi - e chiediamo una spiegazione - il fatto che di tutte le collezioni pubbliche e private debba essere data una copia.
Ci sembra naturale per quanto si riferisce alle pubbliche, ma ci chiediamo il motivo della precisazione per quelle private. Comunque il contenuto della legge ci troverebbe favorevoli, se fosse inserito in quel tipo di discussione che andremo a fare di qui a un mese e mezzo; non potendo assolutamente dire oggi se questo sarà uno dei progetti prioritari oppure se sarà uno dei progetti che dovremo rinviare come scelta definitiva di progetto di piano, il Gruppo repubblicano vota contro e solo per questa ragione.



PRESIDENTE

Vi sono altri Consiglieri iscritti a parlare? La parola al Consigliere Picco.



PICCO Giovanni

Le considerazioni espresse dalla dottoressa Castagnone Vaccarino son certo da tenere in dovuta considerazione e sono state oggetto di valutazione anche durante la discussione fatta all'interno della Commissione. Se vogliamo ridurre alla sostanza il problema, si tratta di assicurare sia nella fase di predisposizione del progetto generale finale sia nella fase di predisposizione del programma di primo intervento, quel sufficiente controllo da parte del Consiglio regionale che probabilmente nella stesura finale dell'articolato passato in Commissione non risulta garantito. Sentite queste valutazioni, si potrebbe fare una proposta di emendamento aggiuntivo all'art. 3 che potrebbe recitare in questo modo: "In attesa della formazione e dell'attuazione del progetto generale, la Giunta sentita la II Commissione consiliare, predispone un programma di primo intervento contenente le modalità operative per...." e poi cancellare "attua" in questo capoverso e portarlo al fondo dell'art. 3, aggiungendo "il programma è sottoposto all'approvazione del Consiglio regionale".
Inoltre, nella relazione non vedo sufficientemente evidenziato il rapporto con l'Università e con il Politecnico per i contributi che possono essere dati nella fase di elaborazione concettuale e metodologica.
La Commissione di cui all'art. 5 prevede le presenze di esperti universitari designati dal Consiglio regionale. E' da ritenere garantita una presenza sufficientemente articolata tra esperti topografi, esperti in informatica ed esperti in discipline affini che possono garantire questo controllo.
Mi permetto di suggerire - se il relatore e d'accordo - di richiamare questo concetto a pagina 4 della relazione.
Pertanto ove si dice: ".... quegli Enti (Comuni, Province, Regione Comprensori, Comunità montane, Unità locali dei servizi)" aggiungerei "le Università e il Politecnico" e al terzo capoverso di pagina 4 della relazione aggiungerei: "A tal fine l'Assessorato si avvarrà nell'ambito della convenzione Regione - Università - Politecnico dell'apporto scientifico degli istituti universitari".



CALSOLARO Corrado

Sono d'accordo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Besate.



BESATE Piero

Sul contenuto e sull'attività della proposta di legge non ci sono disaccordi; del resto anche la collega Castagnone Vaccarino su questo si è espressa chiaramente. Anche il nostro Gruppo è d'accordo.
Credo, però, che le osservazioni fatte in ordine al rapporto tra il programma di spesa e i progetti di piano debbano essere tenute in qualche conto. Mi pare comunque che ci siano alcuni equivoci in merito alla riduzione da 750 milioni a 469; questa riduzione dimostra appunto il carattere flessibile dell'operatività di questa legge, in quanto segue un rapporto fra disponibilità di spesa, avanzamento della costruzione della cartografia, necessità richiesta dai progetti che verranno approvati dal Consiglio. Il completamento della cartografia verrà collegato con tante variabili. Per queste ragioni credo che le preoccupazioni manifestate seppure debbano essere tenute in debito conto, possono essere abbastanza fugate, nel senso che la caratteristica del progetto e lo sviluppo modulare e progressivo tiene conto, appunto, di tutti questi adempimenti. Si pensi al momento in cui i Comprensori dovranno elaborare i piani di assetto territoriale e quale contributo potranno avere in questa loro opera fondamentale per la pianificazione territoriale, che costituisce il momento in cui le previsioni del piano vengono calate nel territorio attraverso la partecipazione e le decisioni dei vari Enti e dei vari organi della Regione; e si pensi al grande aiuto che viene da questa operazione alla pianificazione territoriale dei Comuni, anche ai fini della riduzione effettiva di spesa per gli Enti locali. C'é questa spesa della Regione, che però costituisce una riduzione notevole per i Comuni con un risultato altamente qualificato che non ha nulla a che vedere con le strutture tecniche, comunali, pubbliche e tutto il professionismo privato, che tanto si dà da fare in questo campo; tale servizio potrà produrre, sulla base delle attuali documentazioni catastali e dell'Istituto Geografico Militare tutto quanto può essere reperito in fatto di produzione cartografica che attualmente risulta non sempre omogenea, molte volte finalizzata a particolari scopi non utilizzabili se non con estrapolazioni molto ardite e approssimative da parte di chi ha più fantasia e più capacità, senza raggiungere però la perfezione. La cartografia attuale per quanto riguarda ad esempio, il riordino idraulico e irriguo, è assolutamente insufficiente ed inefficiente. Si pensi all'importanza dell'accorpamento fondiario necessario per il riordino irriguo. Ebbene, vi è una situazione quasi completamente dissestata, incapace di dare dei prodotti che siano almeno accettabili approssimativamente per andare a conclusioni concrete ed attendibili. Poste queste condizioni e atteso che questo è un servizio che servirà tutta l'area di intervento regionale per quanto riguarda la pianificazione, servirà i privati, gli Enti locali, gli Enti pubblici, il nostro Gruppo è perfettamente favorevole alla legge tenendo anche conto del rapporto previsto nel testo tra l'avanzamento della cartografia, le disponibilità finanziarie e le necessità richieste dalla pianificazione regionale in generale e della pianificazione territoriale dei Comprensori e dei Comuni, in particolare.



PRESIDENTE

Il Presidente della Commissione mi pare si sia espresso favorevolmente sulla proposta di modifica del testo della relazione della Commissione. La discussione generale è conclusa, e incominciamo ad esaminare gli articoli.
Articolo 1 - Finalità della legge "La Regione Piemonte provvede a: 1) costituire l'archivio storico carto-fotografico regionale per rilevare le principali trasformazioni intervenute a partire dall'inizio del secolo, ai fini della conoscenza scientifica del territorio e degli insediamenti 2) formare la cartografia di base, tecnica e tematica, ai fini delle operazioni di analisi progettazione ed esecuzione di interventi sul territorio, codificandola in un omogeneo sistema di rapporti di riduzione oltreché di segni e simboli per la rappresentazione cartografica 3) coordinare le iniziative foto-cartografiche gia assunte da Enti locali e da consorzi pubblici, riconducendo ad un progetto organico e ad un unico servizio tutte le operazioni cartografiche di base e le loro essenziali elaborazioni tematiche 4) curare l'archivio dei disegni originali, delle matrici su supporto lucido e su pellicola fotografica e delle fotoincisioni su metallo delle varie carte geo-fotografiche e di quant'altro attiene ai procedimenti di riproduzione fotomeccanica delle stesse 5) curare la stampa delle carte predisposte e la loro distribuzione e cessione ad Enti pubblici e privati 6) predisporre a richiesta degli Enti locali e degli Enti pubblici in genere, eventuali carte fuori serie, sia di base che tematiche 7) avviare il processo di codificazione e memorizzazione delle informazioni geo-topografiche per la costituzione di un sistema automatico di informazione e di elaborazione relativo ai dati essenziali di uso del suolo e di infrastrutturazione del territorio 8) curare il permanente aggiornamento del sistema cartografico regionale, anche in connessione con i programmi delle altre Regioni e di quello nazionale e nel rispetto delle competenze statali".
Vi sono richieste di parola? Non ve ne sono. Procediamo alla votazione per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 41 Consiglieri hanno risposto NO 2 Consiglieri.
L'articolo 1 è approvato.
Articolo 2 - Progetto generale del sistema cartografico "Entro sei mesi dall'entrata in vigore della presente legge la Giunta regionale presenta al Consiglio per l'approvazione il progetto generale del sistema cartografico regionale, di cui al numero 2) dell'art. 1 contenente: a) le caratteristiche tecniche essenziali della serie delle carte tecniche nei rapporti di riduzione compresi tra l'1:100.000 e l'1:1.000 per la realizzazione del sistema cartografico regionale b) un quadro organico delle principali carte tematiche da realizzare c) il progetto esecutivo del servizio cartografico, contenente l'indicazione delle principali attrezzature e del personale, i costi d'impianto e di gestione, i tempi di attuazione.
Per la formazione del progetto generale di cui al comma precedente la Giunta provvede a mezzo della Commissione di cui all'art. 5.
La Giunta regionale predispone, entro un anno dall'entrata in vigore della presente legge, il programma per la codificazione e la memorizzazione delle informazioni geo-topografiche di cui al numero 7) dell'art. 1, con i relativi preventivi di impianti, di spesa e di strutture.
Il programma è sottoposto all'approvazione del Consiglio regionale.
Al progetto generale di cui al primo comma possono essere apportate dalla Giunta regionale periodiche revisioni ed integrazioni da approvarsi con deliberazione del Consiglio.
Per l'attuazione del progetto generale è annualmente predisposto dalla Giunta, sentita la Commissione di cui al successivo art. 5, un programma esecutivo specificante le operazioni previste nell'anno".
Non vi sono richieste di parola. Si proceda alla votazione per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 41 Consiglieri hanno risposto NO 2 Consiglieri.
L'articolo 2 è approvato.
Articolo 3 - Programma di primo intervento "In attesa della formazione e dell'attuazione del progetto generale la Giunta, con propria deliberazione, predispone ed attua un programma di primo intervento contenente le modalità operative per: a) avviare immediatamente la costituzione degli archivi, di cui ai numeri 1) e 4) dell'art. 1, e per il coordinamento delle iniziative di cui al numero 3) dello stesso articolo b) formare una prima serie di carte di primo impiego nel rapporto 1:2.000, 1:5.000 o 1:10.000 allo scopo di agevolare la formazione o la revisione dei piani regolatori comunali e intercomunali per i Comuni ammessi a contributo ai sensi della legge regionale 23 maggio 1975, n. 34 modificata con legge 7 giugno 1976, numero 31, secondo le modalità di cui al successivo art. 4 c) impostare la formazione del programma generale di cui all'art. 2 corredandolo con adeguati studi, stime e sperimentazioni d) provvedere all'impianto di un primo nucleo del servizio cartografico di cui all'art. 2, lettera c), con relative attrezzature tecniche per far fronte ai compiti di cui alle lettere a) e b) del presente comma".
Vi sono richieste di parola? Il Consigliere Picco chiede di parlare, ne ha facoltà.



PICCO Giovanni

Riformulo la proposta di emendamento dell'art. 3. Al primo capoverso dopo la parola "Giunta", aggiungere "sentita la Commissione consiliare competente"; lasciare immodificato sia il verbo "predispone" sia verbo "attua". Resta inteso che le deliberazioni esecutive saranno di competenza della Giunta regionale.



PRESIDENTE

Metto in votazione l'emendamento per alzata di mano.
L'emendamento è approvato con 46 voti favorevoli e 2 astensioni.
Passiamo alla votazione dell'art. 3 nel testo come sopra emendato. Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 48 hanno risposto SI 46 Consiglieri hanno risposto NO 2 Consiglieri.
L'articolo 3 è approvato Articolo 4 - Carte di primo impiego "Il programma di primo intervento, destinato ai territori interessati dai piani urbanistici dei Comuni di cui all'art. 3, lettera b), provvede: a) all'aggiornamento delle mappe catastali relative agli insediamenti urbani ed al territorio contiguo b) all'integrazione delle rappresentazioni piane suddette con informazioni altimetriche c) alla mosaicatura, omogeneizzazione grafica ed impaginazione su griglia di coordinate per la formazione delle carte di base, nel rapporto 1:2.000, degli insediamenti urbani e dei territori di loro pertinenza d) alla formazione di carte di riferimento nel rapporto 1:5.000 o 1:10.000 impostate su griglia regionale e da realizzare a quadranti anche discontinui utilizzando carte in tutto o in parte preesistenti anche in scale diverse, opportunamente integrate o omogeneizzate".
Non vi sono richieste di parola. Si proceda alla votazione per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 48 hanno risposto SI 46 Consiglieri hanno risposto NO 2 Consiglieri.
L'articolo 4 è approvato.
Articolo 5 - Commissione cartografica regionale "Per l'attuazione del progetto generale del sistema cartografico con compiti di consulenza tecnica alla Giunta ed al servizio cartografico regionale, è istituita la Commissione cartografica, formata da: a) gli Assessori regionali del Dipartimento organizzazione e gestione del territorio, di cui uno con funzioni di Presidente b) otto funzionari, designati dalla Giunta regionale c) un rappresentante dell'Ente di sviluppo agricolo del Piemonte (ESAP) d) il Direttore del servizio cartografico regionale e) un funzionario designato dall'Istituto Geografico Militare f) un funzionario designato dall'Ufficio Tecnico Erariale g) sette esperti, designati dal Consiglio regionale con voto limitato a quattro nominativi, di cui almeno tre professori universitari, uno di topografia, uno di cartografia tematica e uno di geografia.
Spetta alla Commissione formulare proposte per il programma annuale esecutivo del progetto generale del sistema cartografico, ed esprimere pareri sulla sua attuazione oltreché sul tariffario di cui all'art. 7.
La Commissione è nominata con decreto del Presidente della Giunta regionale e dura in carica fino allo scioglimento del Consiglio regionale".
Non vi sono richieste di parola. Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 48 hanno risposto SI 46 Consiglieri hanno risposto NO 2 Consiglieri.
L'articolo 5 è approvato.
Articolo 6 - Compiti degli Enti locali "I Comuni, singoli ed associati, le Comunità montane, le Province, i Comitati comprensoriali, le Aziende municipalizzate operanti sul territorio fanno capo, per quanto concerne la domanda cartografica, alla Regione, che ne coordina le esigenze e provvede alla relativa fornitura, nell'ambito del programma annuale di cui alla lettera b) del primo comma dell'art. 2 e secondo le modalità di cui all'art. 7.
Spettano agli Enti locali le operazioni di aggiornamento piano altimetrico delle carte 1:2.000 degli insediamenti urbani per la formazione delle carte di primo impiego di cui all'art. 3. A tal fine i Comuni con popolazione superiore a 10.000 abitanti provvedono direttamente, mentre i Comuni con popolazione inferiore a 10.000 abitanti possono avvalersi degli uffici tecnici consortili o convenzionarsi con le Comunità montane e le Amministrazioni provinciali.
Gli Enti locali sono tenuti all'aggiornamento annuale delle planimetrie degli insediamenti urbani.
I Comuni e le Province sono tenuti a trasmettere all'archivio storico regionale di cui all'art. 1, numero una copia dei documenti fotografici e cartografici di interesse scientifico. A tal fine, i Comuni e le Province predispongono, entro un anno dall'entrata in vigore della presente legge un completo inventario del materiale cartografico, concernente il territorio e gli insediamenti urbani contenuto negli archivi e nelle collezioni pubbliche e private e lo trasmettono all'ufficio cartografico regionale".
Non vi sono richieste di parola. Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 48 hanno risposto SI 46 Consiglieri hanno risposto NO 2 Consiglieri.
L'articolo 6 è approvato.
Articolo 7 - Tariffario "La Giunta regionale predispone e aggiorna periodicamente il tariffario per la vendita a Enti pubblici o a privati delle riproduzioni cartografiche e fotografiche e per l'esecuzione su commessa esterna di particolari carte tecniche o tematiche".
Non vi sono richieste di parola. Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 48 hanno risposto SI 46 Consiglieri hanno risposto NO 2 Consiglieri.
L'articolo 7 è approvato.
Articolo 8 - Disposizioni transitorie. Coordinamento operazioni in corso "Entro 60 giorni dall'entrata in vigore della presente legge, gli Enti locali, le Comunità montane ed i Consorzi che hanno in corso operazioni di rilevamento aero-fotogrammetrico e di restituzione cartografica ne danno comunicazione alla Regione, allegando la relativa documentazione.
L'Assessorato competente predispone, a mezzo del servizio cartografico le misure necessarie per un primo coordinamento tecnico.
Entro lo stesso termine di cui al comma precedente, gli Enti locali, le Comunità montane ed i Consorzi trasmettono alla Regione il primo elenco delle carte tecniche esistenti e di uso corrente".
Non vi sono richieste di parola. Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 48 hanno risposto SI 46 Consiglieri hanno risposto NO 2 Consiglieri.
L'articolo 8 è approvato.
Articolo 9 - Disposizioni finanziarie e contabili "Agli oneri derivanti dall'attuazione della presente legge per l'anno finanziario 1977, valutati in 469 milioni, si provvede mediante una quota di pari ammontare, della residua disponibilità esistente nel fondo speciale di cui al capitolo 14040 del bilancio per l'anno finanziario 1976, ai sensi della legge 27 febbraio 1955, n. 64.
Nello stato di previsione della spesa per l'anno finanziario 1977 sarà conseguentemente istituito il capitolo n. 3685 con la denominazione: 'Spese concernenti la formazione della cartografia regionale' e con lo stanziamento di 469 milioni.
Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio".
Non vi sono richieste di parola. Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 48 hanno risposto SI 46 Consiglieri hanno risposto NO 2 Consiglieri.
L'articolo 9 è approvato.
Passiamo quindi alla votazione dell'intero disegno di legge. Non vi sono dichiarazioni di voto.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione presenti e votanti 49 hanno risposto SI 47 Consiglieri hanno risposto NO 2 Consiglieri.
Il disegno di legge n. 129 è approvato.


Argomento: Boschi e foreste

Esame deliberazioni Giunta regionale concernenti l'espropriazione dei terreni nei Comuni di Chiusa Pesio, Fenestrelle e Albano Vercellese per l'ampliamento di vivai forestali regionali


PRESIDENTE

Signori Consiglieri, esaminiamo ancora un punto che sarà di rapida approvazione in quanto è passato all'unanimità in Commissione: concerne l'espropriazione di terreni per l'ampliamento dei vivai forestali regionali nei Comuni di Chiusa Pesio, Fenestrelle e Albano Vercellese.
Vi sono richieste di parola? Non ve ne sono, ragione per cui metto in votazione le tre deliberazioni.
"Il Consiglio regionale visto il D.P.R. 15 gennaio 1972 n. 11 vista la proposta della Giunta regionale n. 70-7820 in data 12/4/1977 dalla quale risulta che per soddisfare le accresciute esigenze di piante da destinare alla difesa del suolo nei territori montani, nonché alla diffusione del verde pubblico è necessario incrementare la produzione vivaistica considerato che per conseguire tale risultato è indispensabile poter disporre di una maggiore superficie dei terreni constatato che i terreni più idonei per la produzione vivaistica e più adatti per una gestione conveniente e razionale risultano essere quelli limitrofi al vivaio regionale denominato 'Gambarello' sito nel Comune di Chiusa Pesio ritenuto necessario acquisire i predetti terreni mediante espropriazione visto l'art. 4 del DL. 2/5/1974 n. 115, convertito nella legge 27/6/1914 n. 247 vista la legge 22/10/1971 n. 865 e successive modifiche ed integrazioni atteso che i terreni sopraccitati sono situati in una zona esterna alla delimitazione del centro edificato vista la relazione esplicativa dell'intervento da realizzare redatta dall'Ispettorato Ripartimentale delle Foreste di Cuneo corredata dalle mappe catastali sulle quali sono individuate le aree da espropriare dall'elenco dei proprietari iscritti negli atti catastali, nonché dalle planimetrie dei piani urbanistici vigenti fatte proprie le determinazioni di cui alla precitata proposta della Giunta regionale delibera 1) di approvare il piano d'esproprio dei terreni occorrenti per l'ampliamento del vivaio 'Gambarello' sito in Comune di Chiusa Pesio opportunamente predisposto dai competenti uffici regionali e comprendente gli atti ed i documenti previsti dall'art. 10 della legge 22/10/1971 n.
865, allo scopo di incrementare la produzione di piante da destinare alla difesa del suolo nei terreni montani e alla diffusione del verde pubblico 2) di promuovere la dichiarazione di pubblica utilità nonché la indifferibilità ed urgenza degli interventi previsti nella relazione citata in premessa e l'indicazione dell'indennità di espropriazione da corrispondere a titolo provvisorio agli aventi diritto, determinata in base ai criteri previsti nella legge 22/10/1971 n. 865 e successive modificazioni ed integrazioni 3) di dare ampio mandato alla Giunta regionale di compiere tutti gli atti occorrenti per lo svolgimento e la conclusione della procedura espropriativa di cui alla precitata legge 22/10/1971 n. 865 e successive modifiche ed integrazioni 4) di far fronte alla spesa occorrente per l'acquisizione, mediante espropriazione dei terreni di cui trattasi, che può essere presuntivamente determinata in L. 9.500.000, con le disponibilità di cui al residuo del cap. 1345 del bilancio per l'anno 1976".
Chi approva è pregato di alzare la mano.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 49 favorevoli 49 Consiglieri.
"Il Consiglio regionale visto il D.P.R. 15 gennaio 1972 n. 11 vista la proposta della Giunta regionale n. 71-7821 in data 12/4/1977 dalla quale risulta che per soddisfare le accresciute esigenze di piante da destinare alla difesa del suolo nei territori montani, nonché alla diffusione del verde pubblico è necessario incrementare la produzione vivaistica considerato che per conseguire tale risultato è indispensabile poter disporre di una maggiore superficie dei terreni constatato che i terreni più idonei per la produzione vivaistica e più adatti per una gestione conveniente e razionale risultano essere quelli limitrofi al vivaio regionale denominato 'Carlo Alberto' sito nel Comune di Fenestrelle ritenuto necessario acquisire i predetti terreni mediante espropriazione visto l'art. 4 del D.L. 2/5/1974 n. 115, convertito nella legge 27/6/1974 n. 247 vista la legge 22/10/1971 n. 865 e successive modifiche ed integrazioni atteso che i terreni sopraccitati sono situati in una zona esterna alla delimitazione del centro edificato vista la relazione esplicativa dell'intervento da realizzare redatta dall'Ispettorato Ripartimentale delle Foreste di Torino corredata dalle mappe catastali sulle quali sono individuate le aree da espropriare dall'elenco dei proprietari iscritti negli atti catastali, nonché dalle planimetrie dei piani urbanistici vigenti fatte proprie le determinazioni di cui alla precitata proposta della Giunta regionale delibera 1) di approvare il piano d'esproprio dei terreni occorrenti per l'ampliamento del vivaio 'Carlo Alberto' sito in Comune di Fenestrelle opportunamente predisposto dai competenti uffici regionali e comprendente gli atti ed i documenti previsti dall'art. 10 della legge 22/10/1971 n.
865, allo scopo di incrementare la produzione di piante da destinare alla difesa del suolo nei terreni montani e alla diffusione del verde pubblico 2) di promuovere la dichiarazione di pubblica utilità nonché la indifferibilità ed urgenza degli interventi previsti nella relazione citata in premessa e l'indicazione dell'indennità di espropriazione da corrispondere a titolo provvisorio agli aventi diritto, determinata in base ai criteri previsti nella legge 22/10/1971 n. 865 e successive modificazioni ed integrazioni 3) di dare ampio mandato alla Giunta regionale di compiere tutti gli atti occorrenti per lo svolgimento e la conclusione della procedura espropriativa di cui alla precitata legge 22/10/1971 n. 865 e successive modifiche ed integrazioni 4) di far fronte alla spesa occorrente per l'acquisizione, mediante espropriazione dei terreni di cui trattasi, che può essere presuntivamente determinata in L. 9.000.000, con le disponibilità di cui al residuo del cap. 1359/2 del bilancio per l'anno 1975".
Chi approva è pregato di alzare la mano.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 49 favorevoli 49 Consiglieri.
"Il Consiglio regionale visto il D.P.R. 15 gennaio 1972 n. 11 vista la proposta della Giunta regionale n. 72/7822 in data 12/4/1977 dalla quale risulta che per soddisfare le accresciute esigenze di piante da destinare alla difesa del suolo nei territori montani, nonché alla diffusione del verde pubblico è necessario incrementare la produzione vivaistica considerato che per conseguire tale risultato è indispensabile poter disporre di una maggiore superficie dei terreni constatato che i terreni, più idonei per la produzione vivaistica e più adatti per una gestione conveniente e razionale risultano essere quelli limitrofi al vivaio regionale denominato 'Fenale' sito nel Comune di Albano Vercellese ritenuto necessario acquisire i predetti terreni mediante espropriazione visto l'art. 4 del D.L. 2/5/1974 n. 115, convertito nella legge 27/6/1974 n. 247 vista la legge 22/10/1971 n. 865 e successive modifiche ed integrazioni atteso che i terreni sopraccitati sono situati in una zona esterna alla delimitazione del centro edificato vista la relazione esplicativa dell'intervento da realizzare redatta dall'Ispettorato Ripartimentale delle Foreste di Vercelli corredata dalle mappe catastali sulle quali sono individuate le aree da espropriare dall'elenco dei proprietari iscritti negli atti catastali, nonché dalle planimetrie dei piani urbanistici vigenti fatte proprie le determinizoni di cui alla precitata proposta della Giunta regionale delibera 1) di approvare il piano d'esproprio dei terreni occorrenti per l'ampliamento del vivaio 'Fenale' sito in Comune di Albano Vercellese opportunamente predisposto dai competenti uffici regionali e comprendente gli atti ed i documenti previsti dall'art. 10 della legge 22/10/1971 n.
865, allo scopo di incrementare la produzione di piante da destinare alla difesa del suolo nei terreni montani e alla diffusione del verde pubblico 2) di promuovere la dichiarazione di pubblica utilità nonché la indifferibilità ed urgenza degli interventi previsti nella relazione citata in premessa e l'indicazione dell'indennità di espropriazione da corrispondere a titolo provvisorio agli aventi diritto, determinata in base ai criteri previsti nella legge 22/10/1971 n 865 e successive modificazioni ed integrazioni 3) di dare ampio mandato alla Giunta regionale di compiere tutti gli atti occorrenti per lo svolgimento e la conclusione della procedura espropriativa di cui alla precitata legge 22/10/1971 n. 865 e successive modifiche ed integrazioni 4) di far fronte alla spesa occorrente per l'acquisizione, mediante espropriazione dei terreni di cui trattasi, che può essere presuntivamente determinata in L. 32.500.000, con le disponibilità di cui al residuo del cap. 1359/2 del bilancio per l'anno 1975".
Chi approva è pregato di alzare la mano.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 49 favorevoli 49 Consiglieri.
Le tre deliberazioni sono pertanto approvate.


Argomento: Questioni internazionali

Sulle elezioni in Spagna


PRESIDENTE

In chiusura di seduta i Consiglieri mi consentano di salutare un evento compiutosi ieri e che riporta un grande popolo e un grande Paese nel novero dei Paesi retti da un sistema democratico.
Le elezioni in Spagna segnano un fatto storico: dopo quasi mezzo secolo in Spagna si è tornati a votare. Il voto non è tutto in una democrazia, ma è difficile pensare che possa esistere una qualsiasi democrazia senza che il popolo possa esprimere la sua volontà. Siamo ancora lontani, forse, da ciò che i giornali spagnoli hanno segnalato questa mattina, e cioè che il potere è tornato al popolo; ma nessun potere reale poteva essere restituito senza possibilità per la Spagna di esercitare la fondamentale libertà del voto. Salutiamo ciò che è successo ieri come un fatto che cambia il volto dell'Europa e cancella qualsiasi speranza di revanscismo fascista. La Spagna democratica ha vinto una sua grande battaglia. A questo fatto non siamo stati estranei, né come italiani, né come piemontesi, né come Regione.
Intere generazioni hanno dato il loro contributo di impegno di lotta di sacrificio e di solidarietà per la causa di una Spagna libera dal franchismo. Oggi un motivo di speranza in più si apre anche per noi, per uscire dalla nostra crisi.


Argomento: Università

Ordine del giorno concernente l'istituzione di nuove Università


PRESIDENTE

E' stato presentato un ordine del giorno concernente l'Università firmato dai Capigruppo, che ora vi leggo: "Il Consiglio regionale, appresa la decisione assunta dal Consiglio dei Ministri, inerente all'istituzione di nuove Università tenuto conto che il quadro della dislocazione e della distribuzione delle sedi universitarie nel nostro Paese presenta forti squilibri, con concentrazione di sedi universitarie in alcune aree territoriali e in singole Regioni che l'istituzione e il riconoscimento delle nuove Università non riduce gli squilibri esistenti, anzi, rispetto ad alcune aree, li accentua che il provvedimento non assume quindi il carattere di programmato intervento per corrispondere ad un'equilibrata organizzazione e dislocazione dell'articolato sistema delle sedi universitarie considerato che tale provvedimento per le ragioni su esposte non dà risposta alla domanda di formazione universitaria e di evoluzione della struttura universitaria piemontese, oggi concentrata unicamente in Torino esprime la propria insoddisfazione nei confronti della mancata attenzione verso le esigenze e le aspettative della comunità regionale piemontese; invita il Governo a riconsiderare il provvedimento tenendo conto degli indirizzi di sviluppo delle sedi universitarie che anche in relazione ai propri indirizzi di sviluppo socio-economici la Regione Piemonte ha a suo tempo espresso e trasmesso al Ministero della pubblica istruzione invita le Commissioni parlamentari competenti a cui sarà sottoposto il provvedimento a considerare le indicazione di programmazione universitaria già indicate dalla Regione Piemonte dà mandato alla Giunta e alla competente Commissione consiliare di assumere le necessarie iniziative".
Pongo ai voti l'ordine del giorno per alzata di mano.
E' approvato all'unanimità dei 49 Consiglieri considerare le indicazioni di programmazione presenti in aula.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13,30)



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