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Dettaglio seduta n.119 del 26/05/77 - Legislatura n. II - Sedute dal 16 giugno 1975 al 8 giugno 1980

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SANLORENZO


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
I Consiglieri hanno ricevuto i processi verbali delle precedenti sedute del 18 e 19 maggio 1977. Se non vi sono obiezioni li consideriamo approvati.


Argomento:

Inserimento di altri punti all'ordine del giorno


PRESIDENTE

E' stata rilevata l'opportunità dell'inserimento di altri due punti all'ordine del giorno, l'uno riguarda una comunicazione della Giunta in ordine ai danni provocati dall'alluvione in Piemonte, l'altro, su richiesta del Gruppo democristiano, concerne il problema della Centrale del latte. Vi è inoltre da esaminare la proposta di delibera che concerne le tabelle parametriche regionali.


Argomento: Edilizia scolastica

Interrogazione del Consigliere Chiabrando: "Situazione edilizia della scuola media di Perosa Argentina"


PRESIDENTE

Passiamo alle "Interrogazioni ed interpellanze". La prima in elenco è l'interrogazione presentata dal Consigliere Chiabrando: "Situazione edilizia della scuola media di Perosa Argentina".
Risponde l'Assessore Rivalta.



RIVALTA Luigi, Assessore alla pianificazione territoriale

In risposta all'interrogazione del Consigliere Chiabrando richiamo alcuni elementi della situazione che si è determinata a Perosa Argentina.
Nel marzo del '73 in base alla legge n. 641 era stata finanziata una scuola media di 6 aule normali più 3 aule speciali più palestra più alloggio custode più presidenza più sala professori più sala medica ecc. La costruzione è stata iniziata il 15 dicembre 1973 con 10 mesi di ritardo rispetto alla data di appalto. Il progetto venne eseguito tenendo conto del sedime prescelto, a ridosso della montagna e con area insufficiente, con un solo accesso da un vicolo laterale al Municipio. Intendimento successivo degli amministratori fu di portare le previste 6 aule a 9 aule e ricavare ulteriori locali di servizio Per ottenere quanto desiderato è stato abbassato il piano di fondazione previsto così da creare i necessari spazi.
Questo abbassamento, essendo il fabbricato a ridosso nella montagna, ha comportato ovviamente un maggior scavo e opere di afforzamento e di contenimento imponenti. Così lo scavo di sbancamento dai previsti mc 4.807 risultò di mc 11.090, lo scavo a mano dai mc 337 a mc 1.479, il reinterro da mc 617 a mc 3.552; parimenti le opere in els per fondazioni sono cresciute da mc 74 a mc 398, e per le opere in cemento armato si registra un supero di mc 1.055 con relativo aumento per le casseformi e aumento per il ferro di kg. 9.571. Si ebbero inoltre aumento di solai in misura di mq 737, della copertura del tetto di mq 221, del manto impermeabile di mq 1.646, dei muri a cassa vuota di mq 1.011.
Sinora (giusta contabilità) sono stati eseguiti i lavori in rustico; le opere ancora da eseguire sono gli intonaci, tutti i serramenti con vetro e inferriate, le opere per lo smaltimento delle acque bianche e nere, i vespai, sottofondi, pavimenti, rivestimenti, scale, canna fumarla, opere da decoratore e tutti gli impianti Un computo metrico estimativo con prezzi di mercato aggiornati (attualmente analoghi prezzi in appalto riscontrano sconti minimi o alla pari), compiuto adottando le misure previste nella perizia generale di variante, fornisce un'indicazione di spesa per i lavori da eseguire di L. 292.570.200.
Se a questi 292 milioni si aggiungono le somme che l'Amministrazione deve avere a disposizione e cioè per allacciamenti, arredamento, spese tecniche ed Iva, si arriva ad una spesa generale per completamento dell'opera di 352 milioni. La spesa ammessa con la legge n. 641 era di 267 milioni, importo che si e già superato di 111 milioni per oneri debitori da parte dell'Amministrazione nei confronti dell'impresa. Risulta pertanto che per rendere agibile la scuola media di Perosa Argentina e pagare i debiti già contratti occorrerebbero 464 milioni.
L'ubicazione del fabbricai o è estremamente infelice, difatti oltre che ai muri di contenimento dell'adiacente e sovrastante montagna (alti in certi punti oltre i 7 metri), che peraltro sono a ridosso del fabbricato (distanza m. 1,50) e oscurano fortemente le finestrature, va aggiunto che altre parti sono soggette a smottamenti e si dovrà senz'altro ancora preventivare muri di sottoscarpa e di contenimento.
Risulta dagli atti che la gara d'appalto venne fatta in data 23/3/1973 mentre la consegna effettiva dei lavori in data 15/12/1973 (dieci mesi dopo); tale ritardo ha portato di conseguenza lo scatto di revisioni prezzi, tutte riferite all'epoca della gara. Né si possono giustificare le sospensioni di giorni 177, e i 3 mesi di proroga: se si intendeva e si dovevano portare varianti si sarebbe dovuto operare tempestivamente utilizzando almeno i dieci mesi di attesa di cui ho detto.
Se i lavori fossero stati consegnati, come è previsto dalla legge subito, sotto riserva di legge, e non ci fossero state interruzioni l'impresa avrebbe potuto senz'altro terminare i lavori nel tempo previsto e l'importo di revisione prezzi sarebbe stato contenuto entro i 60 milioni circa. Questo si desume, facendo le dovute proporzioni, da lavori analoghi eseguiti nello stesso periodo e diretti dal Genio Civile.
Con le somme spese e quelle da spendere per completare l'opera, questa costruzione verrà a costare 732 milioni. Risulta una spesa per aula di 81 milioni, che supera largamente le cifre con le quali si sono appaltate quest'anno le scuole del primo programma della legge n. 412 (dell'ordine di 50 milioni). Esistono cause specifiche che hanno determinato la situazione: ritardi e sospensioni nell'avvio e nella conduzione dei lavori; errori nella scelta ubicazionale della scuola, che hanno comportato opere consistenti aggiuntive per stabilizzare il terreno; la decisione successiva di ampliare il progetto iniziale con le relative ulteriori opere di scavo di sostegno dei terreni L 'Assessorato alla pianificazione del territorio e parchi naturali sta predisponendo il nuovo piano triennale di edilizia scolastica, per gli anni 1978-80, previsto dalla legge 5 agosto 1975, n. 412.
E' necessario ricordare che tale elaborazione è stata avviata pur restando in attesa di conoscere quale sarà il finanziamento che alla Regione Piemonte sarà attribuito dal riparto nazionale previsto per il secondo programma triennale di edilizia scolastica. Le prime informazioni ci dicono che sarà di 50 miliardi, cioè 8 miliardi più del finanziamento del primo triennio; aumento che non ripaga degli aumenti dei costi nel frattempo maturati. Tuttavia, una prima ipotesi di ripartizione, espressa per ora solo in termini percentuali, è già stata presentata alla discussione dei Comitati comprensoriali, i quali dovrebbero comporre il quadro delle priorità sulla base delle esigenze espresse dagli Enti obbligati, e verificare quello indicato dalla Regione, procedendo a modificarlo ove ciò si ritenga necessario.
Per quanto riguarda le opere già finanziate dallo Stato con la legge n.
641/1967 e attualmente interrotte per mancanza di fondi, tra cui la scuola media di Perosa, la Regione ha fornito ai Comprensori l'indicazione di dare ad esse priorità.
Nell'ambito di questa procedura, per quanto riguarda la scuola di Perosa Argentina oggetto dell'interrogazione, il Comprensorio di Pinerolo del quale il Comune fa parte, si esprimerà circa l'effettiva priorità di tale intervento rispetto ad altri eventualmente programmabili nel suo territorio, nel periodo 1978-80. Il Comprensorio di Pinerolo non ci ha ancora fatto avere le sue deduzioni.
Le opere della legge n. 641 non ultimate, se si stesse alla lettera della legge n. 412, che stabilisce che i finanziamenti devono essere rivolti a nuove opere, non sarebbero finanziabili: ciò si deduce dalla lettera della legge, ma anche dalle indicazioni date nella formazione del passato programma triennale dal Ministero, quando già ritenemmo giusto chiudere prima le opere avviate ma non ultimate. Per superare questo impedimento giuridico, occorre considerare concluse le opere avviate e stralciare le parti ancora da compiere, assimilandole ad opere nuove. E' chiaro che questa procedura distoglierà una parte dei finanziamenti per nuove scuole; bisognerà quindi accettare il programma triennale con una disponibilità finanziaria per nuovi edifici ridotta rispetto a quella assegnata. Se non si opererà in questo modo non riusciremo a ultimare gli edifici, a meno che i Comuni, che sono responsabili per legge, trovino all'interno dei propri bilanci i fondi per ultimarli; siccome però nessun Comune ha questa possibilità, non ci resterà che imboccare la strada che ho indicato.



PRESIDENTE

La parola all'interrogante, Consigliere Chiabrando.



CHIABRANDO Mauro

Le notizie storiche e tecniche fornite sono molte è ringrazio l'Assessore. Da esse però risultano purtroppo grosse e pesanti cifre: una scuola di 9 aule viene a costare 732 milioni. Al di là di questi dati, ci che conta è il giudizio finale che l'Assessore ha dato.
Prendo atto che non tutti i Comprensori hanno dato il proprio parere sarebbe opportuno, quando questi pareri arriveranno, parlarne. Temo tra l'altro che per Pinerolo (mi rivolgo anche al collega Bontempi) venga fuori un problema serio, poiché se sarà mantenuta così rigida la percentuale assegnata al Comprensorio, 2-3%, non riusciremo a completare neanche questa scuola; si porrà quindi il problema di una programmazione al di sopra dei Comprensori. Se manteniamo rigide certe ripartizioni non rispettiamo le priorità che tutti accettiamo e vogliamo.
Pertanto prego l'Assessore Rivalta di portare in discussione questo argomento, nel momento in cui sarà in possesso di tutti i dati, al fine di verificare se la ripartizione matematica dei fondi dovrà essere rispettata oppure dovrà essere superata per dare modo, non soltanto a questa scuola ma alle molte altre scuole sospese, di essere completate. La legge n. 412 prevede nuove scuole, ma se lasciamo incomplete quelle in costruzione, il problema rimane.



PRESIDENTE

L'interrogazione è svolta.


Argomento: Stato giuridico ed economico del personale dipendente

Interrogazione dei Consiglieri Franzi, Oberto, Menozzi, Soldano, Lombardi: "Motivi del ritardo nel corrispondere ai dipendenti regionali trasferiti dallo Stato il conguaglio del lavoro straordinario prestato negli anni 1972/1974"


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione presentata dai Consiglieri Franzi, Oberto Menozzi, Soldano, Lombardi: "Motivi del ritardo nel corrispondere ai dipendenti regionali trasferiti dallo Stato il conguaglio del lavoro straordinario prestato negli anni 1972/1974".
Risponde il Presidente della Giunta, Viglione.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

L 'interrogazione ha un suo fondamento. A monte di questa situazione vi sono alcuni problemi di calcolo e di interpretazione per ogni situazione derivante dall'inquadramento, che ha rallentato l'iter della pratica.
Dobbiamo ammetterlo, è vano dire che facciamo sempre tutto bene e perfettamente: non è vero, abbiamo anche noi dei limiti. Il contributo venuto a seguito della presentazione dell'interrogazione ha permesso di sbloccare alcuni nodi di interpretazione non di poco conto che riguardavano il trattamento in atto prima dell'inquadramento, la quantificazione delle ore straordinarie, la loro retribuzione.
Oggi, con deliberazione del 3 maggio 1977, è stata data questa interpretazione. Se Consiglieri desiderano prenderne visione potremo distribuire copia fotostatica dell'interpretazione che è stata inviata al Commissione del Governo. Credo che l'argomento sarà affrontato nella riunione di oggi dalla competente Commissione di controllo presso il Commissario di Governo. Abbiamo risolto di autorizzare la liquidazione del conguaglio del lavoro straordinario effettivamente prestato dalle seguenti date: per il personale trasferito dallo Stato: dall'1/4/1972 per il personale trasferito dagli Enti per l'addestramento professionale: dall'1/7/1972 per il personale avventizio: dall'1/9/1974 per il personale comandato: dalla data dell'inquadramento e, per i dipendenti civili dello Stato, dall'1/4/1972 al 30/8/1973 nei limiti di 120 ore annue per il periodo successivo a tale data.
Appena approvato il provvedimento, procederemo subito alla liquidazione delle spettanze.
Ringrazio gli interroganti di aver sollevato un così importante problema e dò loro assicurazione del rapidissimo iter della pratica.



PRESIDENTE

La parola ad uno degli interroganti, il Consigliere Oberto.



OBERTO Gianni

Ringrazio il Presidente della Giunta delle dichiarazioni. E' una dichiarazione estremamente schietta ed onesta che ci eravamo proposti di ottenere dando alla nostra interrogazione il carattere stimolatore che si ricava dalla semplice lettura.
Le dichiarazioni fornite dal Presidente della Giunta, soprattutto la deliberazione venuta posteriormente alla presentazione dell'interrogazione inducono a ritenere che il problema troverà rapidamente una soluzione, tale anche da soddisfare le esigenze del numero non indifferente di persone interessate al problema.
Anche a nome dei colleghi interroganti mi torna gradito di cogliere questa occasione per dire che, da parte della Giunta e da parte della Presidenza del Consiglio, si avverte sempre più la tendenza a creare un certo affinamento nel servizio del personale che, a distanza di un certo periodo di tempo, deve calare nella realtà nuova propria di un servizio diverso da quello precedente, a livello ministeriale o a livello provinciale o comunale, per creare una nuova burocrazia scelta, sciolta capace di affrontare e di coadiuvare i responsabili dell'Amministrazione dell'Ente Regione.



PRESIDENTE

Le interrogazioni sono svolte.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Moretti, Soldano, Calsolaro Simonelli, Fabbris Dazzi, Colombino, Fonio, Enrietti, Bianchi e Cerchio.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente a) Congedi

Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

Sono stati presentati i seguenti progetti di legge: disegno di legge n. 203: "Finanziamento straordinario per l'assistenza scolastica", presentato dalla Giunta regionale in data 5 maggio 1977 ed assegnato alla V Commissione in data 10 maggio 1977 proposta di legge n. 204: "Modificazioni alla legge regionale n. 6 del 14 gennaio 1977 relativa a 'Norme per l'organizzazione e la partecipazione a convegni, congressi ed altre manifestazioni, per l'adesione ad Enti ed associazioni'", presentata dai Consiglieri Bellomo Benzr, Fabbris, Paganelli, Petrini, Sanlorenzo, Castagnone Vaccarino in data 5 maggio 1977 ed assegnata alla I Commissione in data 10 maggio 1977 disegno di legge n. 205: "Integrazione dello stanziamento relativo a spese per la sistemazione di locali per gli uffici ed i servizi del Consiglio e della Giunta regionale", presentato dalla Giunta regionale in data 11 maggio 1977 ed assegnato alla I Commissione in data 20 maggio 1977 disegno di legge n. 206: "Disciplina degli organi consultivi in materia di igiene e sanità", presentato dalla Giunta regionale in data 18 maggio 1977 ed assegnato alla V Commissione in data 20 maggio 1977.


Argomento:

c) Apposizione visto Commissario del Governo


PRESIDENTE

Il Commissario del Governo ha apposto il visto: alla legge regionale del 6 aprile 1977: "Inquadramento nel ruolo regionale del personale trasferito alla Regione Piemonte dalla ex Giovent Italiana, in base all'articolo 3 della legge 18 novembre 1975 n. 764" alla legge regionale del 6 aprile 1977: "Inquadramento nel ruolo regionale del personale trasferito alla Regione Piemonte dall'ISSCAL Istituto per il servizio sociale case per i lavoratori - e dall'ISES Istituto per lo sviluppo dell'edilizia sociale -" alla legge regionale del 6 aprile 1977: "Convalida del decreto del Presidente della Giunta regionale n. 64/V.B. dell'8 febbraio 1977 emesso ai sensi dell'articolo 6 della legge regionale 26 maggio 1976 n. 29".
Le comunicazioni del Presidente sono terminate.


Argomento:

Sul programma dei lavori


PRESIDENTE

Chiede di parlare il Presidente della Giunta. Ne ha facoltà.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Signori Consiglieri, stamani sono state iscritte all'ordine del giorno due comunicazioni, la prima, su richiesta della Giunta, inerente ai danni alluvionali; la seconda, su richiesta della Giunta e del Gruppo della Democrazia Cristiana, concernente il problema del latte. In relazione a questi due problemi si stanno ancora predisponendo gli ultimi adempimenti (per il problema del latte sono in corso da ieri lunghe riunioni), pertanto chiedo di svolgere prima gli altri punti iscritti all'ordine del giorno.
Poiché la deliberazione delle tabelle parametriche regionali è molto significativa e importante, come pure le due comunicazioni, sarebbe opportuno esaminare questa mattina i disegni di legge e nella seduta pomeridiana svolgere le informazioni e il dibattito conseguente ed approfondire l'esame della proposta di deliberazione dell'Assessore Astengo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Benzi.



BENZI Germano

Per quanto riguarda la questione relativa agli oneri di urbanizzazione che la legge Bucalossi prevede, riterrei opportuno convocare i Capigruppo per poter raggiungere un'intesa con l'Assessore Astengo circa le modalità necessarie nei confronti degli obblighi di legge che vanno rispettati



PRESIDENTE

E' opportuno accogliere le proposte del Presidente della Giunta anche se temo che, rinviando al pomeriggio, non si potranno esaurire i tre argomenti.


Argomento: Boschi e foreste

Esame progetti di legge n. 189 e n. 19.5: "Modificazione delle delimitazioni delle zone montane omogenee stabilite con legge regionale 11 agosto 1973, n. 17"


PRESIDENTE

Passiamo ora alla discussione dei progetti di legge n. 189 e n. 195: "Modificazione delle delimitazioni delle zone montane omogenee stabilite con legge regionale 11 agosto 1973, n. 17".
Relatore è il Consigliere Rossotto, a cui dò la parola.



ROSSOTTO Carlo Felice, relatore

Con la legge regionale 11 agosto 1973 n. 17 la Regione Piemonte provvedeva fra l'altro a ripartire i Comuni già classificati montani in zone omogenee ai sensi dell'art. 3 della legge 3/12/71, n. 1102. Il Comune di Busca veniva inserito nella zona della Valle Varaita. Questo Comune fa parte sia del Consorzio del BIM del Varaita che di quello del Maira, quindi poteva essere inserito nella Comunità montana sia dell'una che dell'altra Valle.
Ai sensi dell'art. 3 della legge 3/12/71 n. 1102 la ripartizione dei Comuni montani doveva e deve avvenire "in base a criteri di unità territoriale economica e sociale" con il fine di individuare zone che consentano l'elaborazione e l'attuazione della programmazione sovracomunale. Ora il Comune di Busca, pur facendo parte del Consorzio BIM Valle Varaita, fa parte anche della Valle Maira, in quanto il torrente Maira scorre nei pressi o, meglio, attraversa per intero il suo territorio mentre il Varaita scorre a notevole distanza, e solo un piccolo affluente del Varaita scorre nel suo territorio.
Ma vi sono anche altri motivi importanti e derivanti dal fatto che questo Comune, con deliberazione consiliare n. 78 del 7/11/75, ha espresso la volontà di far parte del Comprensorio di Cuneo, in cui sono pure inclusi i Comuni della Valle Maira e Grana, mentre i Comuni della Valle Varaita fanno parte del Comprensorio di Saluzzo - Savigliano. Ora il trasferimento del Comune di Busca dalla Valle Varaita alla Valle Maira è necessario per favorire il criterio, o meglio il principio, espresso dalla Regione Piemonte di far gravitare in ogni singolo Comprensorio tutti i servizi socio-sanitari interessanti i cittadini, non ritenendo opportuno che i cittadini di un determinato Comune, anche solo per certi servizi, debbano rivolgersi ad un Comune non facente parte del loro Comprensorio. A riprova di quanto anzidetto e a conclusione, si fa notare che ai sensi della legge regionale 4/6/71, n. 41, con deliberazione del Consiglio regionale n. 70 del 9/3/76, il Comune di Busca è stato incluso nel Comprensorio di Cuneo, e con legge regionale 9 luglio 1976 n. 41 lo stesso è stato incluso nell'Unità locale dei servizi n. 59 che comprende tra gli altri tutti i Comuni della Valle Maira. Per questi motivi disegno di legge deve trovare applicazione e accettazione da parte del Consiglio, mettendo così ordine all'irregolarità che si era venuta a creare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Martini. Ne ha facoltà.



MARTINI Mario

Nel dichiarare il voto favorevole del Gruppo D.C., desidero ricordare che con il passaggio del Comune di Busca dalla Comunità della Valle Varaita a quella della Valle Maira, si completa un'operazione iniziata quando si è approvato il passaggio di Verzuolo dalla Valle Po alla Valle Varaita.
Vorrei far notare che solo incidentalmente la proposta viene anche dalla Giunta: in realtà, si tratta di prendere in considerazione una proposta di legge che viene dai Comuni direttamente interessati. Questo fatto, a mio parere, merita di essere evidenziato perché è la dimostrazione evidente che c'é la disponibilità da parte delle comunità locali di inserirsi in un disegno più organico. Si tratta far coincidere i confini di un Comune coi.., quelli di una Comunità montana e di un Comprensorio, in quanto Busca si trovava in una Comunità che fa parte del Comprensorio di Saluzzo - Savigliano - Fossano e viene ora a trovarsi in una Comunità che fa parte del Comprensorio di Cuneo, dove peraltro Busca è inserito.
Mi risulta che anche nell'Alta Langa Montana è in atto un'iniziativa dalla base per il ridimensionamento dei confini. In questo caso, con ogni probabilità, le Comunità diventeranno due con i confini del Comprensorio di Mondovì e del Comprensorio di Alba.
Ho evidenziato queste iniziative che partono dai Comuni perché da due anni l'UNCEM ha dichiarato la sua disponibilità ad esaminare il problema nella sua interezza. Sarebbe opportuno che il dialogo con l'UNCEM diventasse più serrato, al fine di operare una razionalizzazione delle circoscrizioni territoriali che si sono venute via via creando e cogliere con una visione sintetica una problematica che viene sentita a livello locale e che potrebbe rischiare di mancare di un dovuto coordinamento a livello regionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossi. Ne ha facoltà.



ROSSI Luciano

Il Gruppo comunista è favorevole all'unificazione dei due progetti di legge e alla pro posta dei Comuni interessati. Pur dichiarandomi d'accordo voglio riprendere la questione dell'UNCEM trattata dal Consigliere Martini Durante le consultazioni per l'illustrazione delle comunità del Piano di sviluppo, l' UNCEM segnalò che parecchie Comunità montane sentivano il bisogno di verificare i propri confini nell'ambito della legge dei Comprensori e delle Unità dei servizi. Si trattava di rivedere l'insieme della questione perché si era arrivati ad uno spezzettamento eccessivo delle Comunità montane tale da porre dei problemi, nell'ambito della politica di programmazione.
In quell'occasione, in qualità di Presidente della I Commissione pregai l'UNCEM di avviare questa discussione in modo autonomo con i Presidenti delle Comunità montane, affinché l'iniziativa non cadesse dall'alto. Formulerei nuovamente l'invito all'UNCEM perché arrivi a quel dialogo autonomamente e perché non sia la Regione ad impostare la discussione. Rimango fermo sulla posizione di allora, che mi pare la più corretta, per il rapporto che l'UNCEM, come Ente organizzatore autonomo deve avere con le Comunità montane d'intesa con la Regione.



PRESIDENTE

Altri Consiglieri chiedono la parola? L'Assessore Ferraris. Ne ha facoltà.



FERRARIS Bruno, Assessore all'agricoltura e foreste

Le volontà del Comune e della Giunta si sono perfettamente trovate d'accordo sul riesame e la ridefinizione dei confini delle Comunità montane.
Naturalmente non tutto è così facile, vi sono situazioni ferme e bloccate in alcuni Comprensori, mentre in alcune province il discorso va avanti. Il problema della Comunità dell'Alta Langa avrebbe già potuto essere risolto, ma abbiamo preferito rinviare perché è stata avviata una proposta per il riconoscimento di appartenenza a Comprensori di bonifica montana. Non appena sarà definita la competenza del settore di cui ho diretta responsabilità, affronteremo il problema della divisione e della diversa aggregazione dell'Alta Langa.
I nostri uffici hanno avviato uno studio più complessivo, portando avanti il discorso con l'UNCEM, circa il riesame di altre zonizzazioni che la Regione nel tempo è venuta facendo sul territorio. L'Ufficio montagna ha presentato una bozza che, da quanto mi risulta, trova il consenso dell'UNCEM. Credo che tale ridefinizione più organica e più complessiva debba maturare e saldarsi da ambo le parti, al fine di poter assumere provvedimenti di legge.



PRESIDENTE

Si è conclusa quindi la discussione, possiamo passare alla votazione del testo dell'articolo unico che è quello che avete sotto i vostri occhi.
Articolo unico "Il punto 6 dell'art. 1 della legge regionale 11 agosto 1973 n. 17 è sostituito dal seguente: 6) Comuni della Valle Varaita: Bellino, Brossasco, Casteldelfino Costigliole Saluzzo, Frassino, Isasca, Melle, Piasco, Pontechianale Rossana, Sampeyre, Valmala, Venasca, Verzuolo.
Il punto 7 dell'art. 1 della legge regionale 11 agosto 1973 n. 17 è sostituito dal seguente: 7) Comuni della Valle Maira: Acceglio, Busca, Canosio, Cartignano Celle Macra, Dronero, Elva, Macra, Marmora, Prazzo, Roccabruna, San Damiano Macra, Stroppo, Villar San Costanzo".
Non vi sono emendamenti, possiamo passare quindi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: Presenti e votanti 34 hanno risposto SI 34 Consiglieri.
La legge è approvata.


Argomento: Partecipazioni azionarie regionali - Trasporti e comunicazioni: argomenti non sopra specificati

Osservazioni del Governo alla legge regionale 17/3/77: "Partecipazione della Regione alla Società azionaria Gestione Aeroporto di Torino (SAGAT)" determinazioni conseguenti


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del punto quinto dell'o.d.g.: "Osservazioni del Governo alla legge regionale 17/3/77: 'Partecipazione della Regione alla Società azionaria Gestione Aeroporto di Torino (SAGAT)'; determinazioni conseguenti".
Relatore è il Consigliere Bellomo a cui dò la parola.



BELLOMO Emilio, relatore

Il disegno di legge n. 152 era stato approvato all'unanimità dal Consiglio. Poiché il Commissario del Governo ha rilevato, all'articolo 1 condizioni di incompetenza della Regione, la Giunta ne ha modificato il testo togliendo due paragrafi e concordando il testo con il Commissario del Governo. Ne deriva la quasi certezza che il nuovo testo dell'art. 1 non incontrerà più l'ostilità del rappresentante del Governo. Gli altri tre articoli rimangono immutati.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Picco. Ne ha facoltà.



PICCO Giovanni

Ho preso atto del testo modificato che, da quanto si dice, è stilato secondo accordi intervenuti con il Commissario del Governo. Mi pare che le motivazioni addotte siano prive di un'effettiva giustificazione rispetto agli obiettivi che una partecipazione azionaria doveva porre per un intervento operativo della Regione. Personalmente non sono d'accordo su questa formulazione, annuncio quindi la mia astensione sul testo così come è stato definito.



PRESIDENTE

Non vi sono altre dichiarazioni. Possiamo passare all'esame dei singoli articoli Sull'art. 1 non vedo emendamenti.
Articolo 1- "La Regione assume una partecipazione azionaria nella Società per azioni SAGAT, con sede in Torino, in considerazione dell'esigenza di coordinare ed indirizzare, attraverso gli organi e strumenti della pianificazione territoriale, l'attività urbanistica degli Enti locali contermini per la salvaguardia delle aree più direttamente interessate dallo scalo, nonché per la tutela dell'ambiente naturale".
Si proceda alla votazione per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto seguente esito: Presenti e votanti 34 hanno risposto SI 31 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
Articolo 2 "La Giunta regionale è autorizzata a compiere tutte le operazioni occorrenti per consentire alla Regione l'acquisizione al proprio patrimonio di azioni della S.p.A. SAGAT per un valore complessivo nominale di 450 milioni di lire.
La Giunta regionale è altresì autorizzata a prestare fidejussione alla società SAGAT per le eventuali necessità di finanziamenti di bilancio che saranno stabiliti con apposite leggi regionali".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: Presenti e votanti 34 hanno risposto SI 30 Consiglieri si sono astenuti 4 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
Articolo 3 "I membri del Consiglio di Amministrazione e del Collegio sindacale della S.p.A. SAGAT, la cui nomina sarà riservata alla Regione Piemonte, ai sensi degli artt. 2458 e 2459 del C.C., saranno designati dal Consiglio regionale assicurando la rappresentanza della minoranza.
I Consiglieri di Amministrazione come sopra nominati sono vincolati nell'esercizio del mandato all'osservanza degli indirizzi e delle direttive impartite dai competenti organi della Regione".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: Presenti e votanti 36 hanno risposto SI 33 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri.
L'art. 3 è approvato.
Articolo 4 "All'onere di cui al precedente articolo 2, primo comma, si provvede mediante l'utilizzo di una quota di 450 milioni dell'avanzo finanziario stabilito dal rendiconto consuntivo dell'esercizio 1975, e mediante l'istituzione, nello stato di previsione della spesa per l'anno finanziario 1977, del capitolo n. 13920, con la denominazione oneri relativi alla sottoscrizione di quote di capitale azionario della S.p.A. SAGAT' e con lo stanziamento di 450 milioni.
Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: Presenti e votanti: 36 hanno risposto SI 33 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri L'art. 4 è approvato.
Passiamo all'approvazione dell'intero testo di legge. Non vi sono dichiarazioni di voto? Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: Presenti e votanti 40 hanno risposto SI 37 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Beni demaniali e patrimoniali

Esame disegno di legge n. 193 "Autorizzazione all'acquisto di un immobile da destinare a sede di uffici regionali"


PRESIDENTE

Passiamo al punto sesto all'o.d.g.: "Esame disegno di legge n. 193 'Autorizzazione all'acquisto di un immobile da destinare a sede di uffici regionali'".
Relatore è il Consigliere Rossotto, a cui dò la parola.



ROSSOTTO Carlo Felice, relatore

La Commissione ha esaminato la proposta della Giunta per dotare il Comprensorio di Verbania delle idonee strutture. La relazione della Giunta e i documenti sono stati attentamente esaminati. La Commissione, a maggioranza, ha deciso di esprimere parere favorevole al presente disegno di legge.



PRESIDENTE

Chiede la parola il Consigliere Picco. Ne ha facoltà.



PICCO Giovanni

Le riserve che nascono dall'approvazione incondizionata di questo disegno di legge sono legate alla particolare natura del bene, una villa che ha delle caratteristiche ambientali tali da rendere certamente appetibile l'acquisizione e inconsistenti le obiezioni circa il prezzo dell'acquisto, ma che però pone come premessa la finalità dell'acquisto, il tipo di investimento patrimoniale e il tipo di utilizzazione che se ne farà. Noi riteniamo di dover sottolineare questi aspetti anche se abbiamo acconsentito all'accesso in aula e alla votazione del disegno di legge e richiamiamo l'attenzione della Giunta su una politica oculata e ponderata di acquisizioni patrimoniali.
L'ultima acquisizione patrimoniale fatta è quella del castello di Vignale, tuttora in attesa di una destinazione, segno evidente che le previsioni ottimistiche circa l'insediamento dell'enoteca non hanno trovato un effettivo riscontro; mi risulta che da parte del Comitato comprensoriale c'é una decisa opposizione all'ipotesi dell'insediamento dell'enoteca in Vignale, perché giustamente si propone di realizzare un tipo di struttura operativa ancorata ad una serie di altre iniziative di carattere commerciale e promozionale, cosa che molto probabilmente è possibile in altra sede e non in Vignale. Ho voluto citare per esemplificare questo caso, per dimostrare che le motivazioni molte volte addotte a giustificazione di acquisizioni patrimoniali, di fatto poi possono rischiare di non trovare quei consensi o quelle condizioni di realizzabilità che erano state ottimisticamente preannunciate.
Personalmente mi ero fatto carico di chiedere, a nome del Gruppo l'elenco delle acquisizioni patrimoniali che la Giunta ha intenzione di porre in programma per la risoluzione del problema complessivo delle sedi dei Comitati comprensoriali. A tutt'oggi questo elenco non ci è stato fornito. Sarebbe stato certamente un elemento di valutazione non indifferente nel momento in cui dobbiamo esprimere il voto su questa acquisizione patrimoniale. Attendo quindi una risposta del Presidente della Giunta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Carazzoni.



CARAZZONI Nino

Signor Presidente e colleghi, a fronte di questo disegno di legge per l'acquisizione dell'immobile in Verbania noto come Villa di San Remigio debbo confessare di trovarmi in una singolare posizione.
Dal punto di vista dell'interesse che ho per patrimoni naturali e artistici della mia città natale dovrei essere, come in effetti sono, lieto e soddisfatto che venga sottratto allo stato di abbandono in cui si trova l'immobile che ha larga parte nella storia di Verbania e del Lago Maggiore (si tratta di un'interessante e consistente proprietà, comprendente, tra l'altro, un vero e autentico gioiello artistico, rappresentato dalla Chiesa di San Remigio che credo debba essere acquisita con la proprietà stessa) per le difficoltà facilmente intuibili che oggi derivano a qualunque proprietario nella manutenzione di ville. Questo complesso potrebbe più utilmente essere valorizzato da un intervento pubblico, tanto più che la Villa San Remigio è contigua ai giardini di Villa Taranto per cui si verrebbe a costituire un unico grosso complesso amministrato dal potere pubblico. Al riguardo, vorrei segnalare uno studio che risale al 1 963, in previsione di una congiunta valorizzazione turistica dei giardini di Villa Taranto e dei giardini di Villa San Remigio.
Come Amministratore regionale resto invece perplesso a fronte di questo intervento, non certo per l'entità della cifra che viene richiesta, senza dubbio una spesa altamente redditizia, considerata l'estensione della proprietà, il valore intrinseco degli arredi, dei mobili, dei tesori naturali; ma per legittimi e fondati dubbi che nascono circa il costo futuro dell'operazione. Mi riferisco alle opere di manutenzione, di sistemazione, ai lavori che dovranno essere fatti se è nelle intenzioni di trasformare la villa - e la trasformazione non potrà che essere radicale in sede di uffici del Comprensorio.
Debbo anch'io lamentare la mancanza di una politica al riguardo l'acquisizione di beni patrimoniali è cosa da farsi sempre, saggiamente e utilmente; ma, portata avanti in questi termini, senza un preciso piano finisce con l'essere disorganica, frammentaria e sostanzialmente gravida di incognite per gli impegni che man mano verranno ad accumularsi sul bilancio della Regione stessa. Ho voluto chiarire le due diverse anime con le quali mi sono accostato a questo problema. Per i motivi di dubbio e di perplessità che ho ritenuto di esporre, non penso di poter approvare questo disegno di legge. Esprimerò invece un voto di astensione.



PRESIDENTE

E' iscritto a parlare il Consigliere Bono. Ne ha facoltà.



BONO Sereno

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, la proposta che stiamo esaminando è estremamente importante ed interessante perché permette l'acquisizione al patrimonio regionale di un immobile che ha particolare significato e valore sia dal punto di vista ambientale che dal punto di vista artistico e si concilia con l'esigenza della Regione di dotare di una sede adatta i propri uffici periferici, il Comprensorio, il Comitato regionale di controllo e gli uffici che sarà necessario istituire. Ci troviamo infatti di fronte ad un immobile che permette, con modesti e rapidi interventi, l'immediato insediamento degli organi decentrati della Regione nell'Alto Novarese.
Anche dal punto di vista economico l'acquisto dell'immobile è un fatto importante e conveniente. Oggi, in Verbania, in posizione non panoramica il costo degli immobili si aggira sulle 280/300 mila lire al metro quadro.
L'immobile in discussione dispone di circa 2000 metri quadri di soletta; al costo di mercato sarebbe venuto a costare circa 550/600 milioni. Noi lo pagheremo invece 290 milioni, più altri 50 rappresentati dal patrimonio mobiliare, quadri e arredi. Come faceva rilevare il Presidente della Giunta e come ha potuto constatare il Consigliere Rosci, che in questa materia è particolarmente esperto, i 50 milioni sono da considerarsi cifra estremamente modesta. Attorno a questo edificio vi è un parco di circa 90 mila metri quadrati, confinante con Villa Taranto, parco che se non fosse stato bloccato dallo strumento urbanistico di Verbania, potrebbe già essere coperto da una infinità di lottizzazioni come è avvenuto in altre zone. Un parco di tale estensione richiederà Interventi di manutenzione; esiste il problema di Villa Taranto, che confina con Villa San Remigio; esiste quindi il problema della gestione e dell'uso di questi due patrimoni pubblici: uno dello Stato, l'altro della Regione.
Si pone la necessità di disporre di aree sufficientemente ampie ed il parco di Villa San Remigio può essere usato a questo scopo anche per iniziative di carattere pubblico che interessano attività locali. Non dimentichiamo che Verbania, oltre ad essere un centro industriale, e anche un centro di grosso interesse turistico. Il turismo non si sviluppa soltanto costruendo alberghi di lusso ed espandendo certe forme tradizionali e superate di un turismo obsoleto, ma si sviluppa aggregando dei servizi alle strutture ricettive.
Verbania è il centro più importante per la floricultura in Piemonte e questo parco potrebbe essere giustamente utilizzato per la valorizzazione e per l'esaltazione di queste attività economiche. Penso che con una gestione oculata e con un'impostazione seria del problema esistano tutte le condizioni per fare di Villa San Remigio un centro operativo ed attivo in tutte le sue componenti, sia nella componente edificio, sia nella componente parco. Pertanto il parere del Gruppo comunista è decisamente favorevole all'acquisizione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cardinali. Ne ha facoltà.



CARDINALI Giulio

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, noi voteremo a favore di questo disegno di legge soprattutto spinti da una considerazione: è indispensabile e necessario da parte della Regione acquisire il più largo patrimonio immobiliare possibile. In questo caso l'acquisizione rappresenta un affare, un ottimo investimento. Questo per quanto riguarda l'immobile.
Mi auguro invece che tra i quadri esistenti non pullulino i De Chirico, per i ben noti motivi.
Non e altrettanto radicata la nostra convinzione che in edifici simili possano trovare adeguata ospitalità uffici, soprattutto gli uffici attivi della Regione. La villa si trova in una zona residenziale molto bella dal punto di vista paesaggistico, la più bella di Verbania. Chi conosce la zona, non può non ammettere che è notevolmente eccentrica, sia rispetto a Intra, sia rispetto a Pallanza, per cui l'accesso non sarebbe così semplice da parte dell'utente che ha rapporti con gli uffici della Regione. Credo però che in questo caso prevalga una considerazione soggettiva mia personale. Il premiare o il privilegiare la rivalorizzazione dei centri storici diventa una condizione certamente interessante, però non dal punto di vista della funzionalità pari a quella della costruzione di edifici nuovi ad hoc.
Fatte queste considerazioni, tenuto conto del costo e di ciò che viene acquisito, il mio Gruppo vota a favore del disegno di legge.



PRESIDENTE

La parola alla dottoressa Castagnone Vaccarino. Ne ha facoltà.



CASTAGNONE VACCARINO Aurelia

A nome del Gruppo repubblicano, devo annunciare la nostra astensione non in relazione all'acquisizione e al prezzo della Villa San Remigio, ma in relazione alla mancanza di un quadro complessivo sulla politica patrimoniale della Regione Piemonte. Non si può continuare ad acquisire immobili, senza avere un disegno preciso degli obiettivi che si intendono perseguire. Inoltre c'e anche il timore che si finisca per causare danni anziché valorizzare certi complessi. Purtroppo sono noti i danni provocati da pubbliche amministrazioni (speriamo che questo non sia il caso della Regione Piemonte) nei confronti di edifici storici; pensiamo all'esempio di Sabbioneta dove il Comune ha rovinato completamente quanto esisteva compresi gli affreschi.
Riteniamo che si debba fare un discorso generale in merito alle acquisizioni, alla rivalorizzazione di edifici più o meno storici, ma anche in merito alla politica della Regione nei confronti delle esigenze dei Comprensori. E' un discorso che non si può fare per Verbania senza suscitare immediatamente richieste analoghe da parte degli altri Comprensori del Piemonte. Per questa ragione riteniamo di doverci astenere.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Signori Consiglieri, il problema dell'acquisto della Villa San Remigio è molto importante. Ho avuto occasione, in altre circostanze, di dire che sta lavorando da oltre un anno una Commissione che ha il compito di delineare una politica diretta all'insediamento degli uffici regionali dei Comprensori. La Commissione ha già presentato un primo documento, che per non abbiamo ritenuto valido, perché restrittivo rispetto ai bisogni emergenti nei singoli Comprensori. Si è ritenuto opportuno coinvolgere ulteriori esperti per verificare le possibilità esistenti, secondo le linee che ci siamo dati all'interno del Consiglio, non solo da oggi, ma dalla precedente Giunta. Lo Stato ha trasferito alla Regione uffici dispersi sul territorio ed ospitati in casa d'altri, in alcune città gli uffici regionali sono sparsi qua e là, talché il cittadino crede dipendano dallo Stato, in quanto non identificati nella nuova realtà regionale. Con questi acquisti la Regione si trova una casa propria. Ci sono stati casi di sfratto di uffici e abbiamo dovuto affannosamente rispondere alle esigenze però in modo non razionale.
La seconda linea è quella di recuperare, dov'è possibile, l'esistente.
La Commissione persegue l'obiettivo di ricercare, nei centri storici delle singole realtà locali, palazzi non utilizzati, e di acquisirli, se è possibile senza spesa, di discutere con i Comprensori e con le amministrazioni locali la possibilità di farli rivivere e di fruirne.
Questa è la linea in corso. Già l'Amministrazione precedente ha cercato per quanto possibile, di razionalizzare la sistemazione degli uffici. Non possiamo pensare che il Comprensorio possa essere distaccato dagli uffici regionali: il Comprensorio deve poter verificare immediatamente l'attuazione delle linee di programmazione, deve avere la possibilità di verificare le linee che nascono e crescono dal basso.
Per il mese di giugno saremo in grado di offrire una pubblicazione corredata da atti e documentazioni perché ogni Consigliere sia in grado di verificare la realtà comprensoriale e possa decidere. Per quanto riguarda il Castello di Vignale, posso dire che è già stato occupato, ed è pensabile che con il mese di settembre sia completamente terminato il lavoro di ripristino.
Per quanto riguarda l'acquisto di Villa San Remigio, la Regione non avrebbe avuto fretta di concludere, ma i proprietari hanno sollecitato una risoluzione. Occorre precisare però che anche la Regione aveva l'esigenza di collocare il CO.RE.CO. di Verbania, il Comprensorio, gli uffici dell'Agricoltura e delle Foreste, il Genio Civile. Per sistemare questi uffici sarebbero occorsi almeno 10 alloggi, con una superficie non inferiore ai 2500/3000 metri, ed un esborso complessivo non inferiore ai 100 milioni annui Voi capite che di fronte alla possibilità di recuperare un bene così importante, ben tenuto, ricco di capolavori, non mi sento signori Consiglieri, di rifiutare tale ipotesi. Neppure Agnelli oggi potrebbe avvicinarsi ad un bene di questo genere per i costi che comporta la sua manutenzione.
Come poteva la Giunta rimanere insensibile di fronte all'utilizzazione di quei novanta vani che possono ospitare gli uffici dell'Agricoltura, del CO.RE.CO. e gli altri uffici regionali? E' vero: può essere di difficile accesso da Villa Taranto, ma pensiamo al disguido che procureremmo se avessimo sparpagliato gli uffici regionali nei posti più disparati della città di Verbania. Posso capire le titubanze che sono emerse. Sottolineo però che è una questione non procrastinabile; perché se è vero che la villa non potrebbe essere rimessa nelle mani di un ricco, è anche vero che potrebbe essere rimessa nelle mani di uno speculatore, che vendendo i beni mobili, gli oggetti, i quadri, ne avrebbe a sufficienza per pagare il bene.
Posso assicurare l'architetto Picco, la signora Castagnone Vaccarino e quanti sono intervenuti che per la fine del mese di giugno saremo in grado di delineare tutta la situazione e le ipotesi di lavoro rispetto alla collocazione degli uffici nel Piemonte.



PRESIDENTE

Chiede la parola il Consigliere Picco. Ne ha facoltà.



PICCO Giovanni

Dopo la precisazione del Presidente della Giunta, comunico la nostra posizione in proposito. Per quanto attiene l'impegno assunto dal Presidente, riteniamo di dover esigere, a fine giugno, la situazione sul programma di acquisizione. Rileviamo tuttavia che, metodologicamente, si stia procedendo su una strada sbagliata se si vogliono interessare al reperimento professionisti, commissioni e cose del genere. Secondo il nostro parere l'unica strada corretta è quella di invitare direttamente i Comitati comprensoriali ad esprimere una serie di opzioni e di alternative alla soluzione di questo problema e, rispetto a queste alternative, il contributo che potrebbe dare il Consiglio, tramite le proprie Commissioni non potrebbe essere trascurabile.
In secondo luogo rilevo come di fatto questo tipo di acquisizione per la sede del Comitato comprensoriale sia abbastanza ingiustificata.
Ciononostante, la rilevanza del bene che si va ad acquisire patrimonialmente ne consiglia la tutela per fini generali e non necessariamente per la trasformazione a sede del Comitato comprensoriale.
Mi permetto quindi di richiamare l'opportunità che all'investimento patrimoniale, più che giustificato, non segua un'ingiustificata alterazione del bene per fini che possono anche essere propri. Penso che nel quadro delle utilizzazioni patrimoniali, della valorizzazione di beni culturali e di altre attività di carattere sociale che la Regione ha tra i compiti istituzionali, si possa anche prevedere la valorizzazione e l'utilizzazione del bene, senza alterazione sostanziale od investimenti che poi si rilevino non opportuni. Con queste raccomandazioni il Gruppo della D.C. vota a favore, impegnando la Giunta ad una metodologia e ad una programmazione dei futuri interventi più oculata, più pertinente e più rispondente complessivamente alle esigenze della comunità piemontese.



PRESIDENTE

Nessun altro chiede la parola? Passiamo all'art. 1.
Articolo 1 "E' autorizzato l'acquisto dell'immobile, denominato 'Villa San Remigio', sito in Verbania, Via Vittorio Veneto n. 31, con-annessi arredamenti, da destinare a sede di uffici regionali al prezzo di 340 milioni.
La Giunta regionale stabilirà, con propria deliberazione, altre condizioni del contratto per l'acquisto dell'immobile di cui al precedente comma".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti 44 hanno risposto SI 40 Consiglieri si sono astenuti 4 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
Articolo 2 "All'onere di 340 milioni di cui al precedente articolo si provvede mediante l'utilizzo di una quota di pari ammontare dell'avanzo.finanziario stabilito dal rendiconto consuntivo per l'anno 1975.
Nello stato di previsione della spesa per l'anno finanziario 1977 saranno conseguentemente istituiti: il capitolo n. 10450 con la denominazione 'Spesa per l'acquisto di un immobile sito in Verbania, via Vittorio Veneto n. 31, da destinare a sede di uffici regionali' con lo stanziamento di 290 milioni il capitolo n. 10520 con la denominazione 'Spesa per l'acquisto di arredamenti per la sede degli uffici regionali in Verbania' con la dotazione di 50 milioni.
Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio".
Non vi sono richieste di parola, non vi sono emendamenti. Si proceda alla votazione per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti 44 hanno risposto SI 40 Consiglieri si sono astenuti 4 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
Articolo 3 "Agli oneri per l'atto di acquisto dell'immobile e degli arredi, di cui al precedente art. 1, valutati in 3 milioni, si provvede con lo stanziamento del capitolo n. 460 del bilancio di previsione per l'anno 1977".
Nessuno richiede di parlare? Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 39 Consiglieri si sono astenuti 4 Consiglieri.
L'art. 3 è approvato.
Prima di passare alla votazione dell'intero disegno di legge, chiede la parola il Consigliere Bellomo. Ne ha facoltà.



BELLOMO Emilio

Desidero comunicare il consenso del Gruppo consiliare socialista a tale iniziativa della Giunta.



PRESIDENTE

Non vi sono altre richieste di parola? Possiamo passare alla votazione dell'intero disegno di legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti 44 hanno risposto SI 40 Consiglieri si sono astenuti 4 Consiglieri Il disegno di legge n. 193 è approvato.


Argomento: Norme generali sull'agricoltura - Zootecnia - Agricoltura: argomenti non sopra specificati

Esame deliberazione Giunta regionale "Determinazione della zona-base di cui alla legge regionale 30/8/1976, n. 45, art. 2, punto 4)" Proposta al Consiglio regionale


PRESIDENTE

Passiamo al punto settimo all'o .d.g.: "Esame deliberazione Giunta regionale 'Determinazione della zona-base di cui alla legge regionale 30/8/76, n. 45, art. 2, punto 4)'. Proposta al Consiglio regionale".
Relaziona il Presidente della Commissione, Consigliere Chiabrando.



CHIABRANDO Mauro, relatore

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, si tratta di approvare una deliberazione attuativa della legge sulle associazioni zootecniche; che definisca il territorio entro il quale saranno costituite le associazioni stesse. La deliberazione della Giunta regionale prevede che le zone territoriali siano corrispondenti alle Province. La Commissione ha approvato all'unanimità la deliberazione e pertanto la propone al Consiglio.



PRESIDENTE

La ringrazio per l'esemplare sobrietà della relazione. Vi sono dichiarazioni di voto? Non ve ne sono. Vi dò lettura della delibera.
"Il Consiglio regionale, poiché la legge regionale 30/8/76 n. 45 'Norme per la costituzione ed il riconoscimento delle associazioni dei produttori zootecnici e per la determinazione del prezzo di vendita del latte alla produzione', ha previsto, all'art. 2,punto 4), che la Giunta regionale proponga al Consiglio regionale, affinché quest'ultimo la assuma con propria deliberazione, la determinazione della zona-base territoriale nella quale devono operare le Associazioni dei produttori zootecnici per possedere uno dei requisiti necessari per 1.1 riconoscimento da parte del Presidente della Giunta regionale.
Considerato che è stato raccolto, attraverso discussioni collegiali, il parere delle organizzazioni professionali e cooperative maggiormente rappresentative dell'agricoltura regionale. Dopo approfondita valutazione il Consiglio regionale delibera di approvare ai sensi della legge regionale n. 45 art. 2 punto 4) la seguente determinazione: Nell'intero territorio regionale, la zona-base territoriale di cui alla legge regionale 30/8/76 n. 45, art. 2, punto 4) la Provincia'.
La presente deliberazione sarà pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione ai sensi dell'art. 65 dello Statuto".
Pongo in votazione la deliberazione per alzata di mano.
La delibera è approvata all'unanimità dei 94 Consiglieri presenti in aula.


Argomento: Albo professionale agricolo

Esame regolamento Albo professionale degli imprenditori agricoli


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame del regolamento Albo professionale degli imprenditori agricoli. Relaziona il Presidente della Commissione Consigliere Chiabrando.



CHIABRANDO Mauro, relatore

Con questo regolamento si tratta di attuare la legge sull'Albo professionale. Infatti la legge 12 maggio 1975 n. 27 istituiva l'Albo professionale degli imprenditori agricoli e prevedeva all'art. 9 l'emanazione, entro 6 mesi dall'entrata in vigore della legge , di un apposito regolamento di attuazione. Il regolamento, presentato dalla Giunta il 7 maggio 1976, è stato assegnato alla III Commissione ed è stato oggetto li consultazione il 13 ottobre scorso. Nel corso di numerose sedute la Commissione, in accordo con la Giunta, è pervenuta all'approvazione del testo odierno. La normativa, composta di 11 articoli, disciplina l'iscrizione all'Albo; l'iscrizione comporta l'attribuzione del brevetto professionale agricolo, determinando i requisiti di cui debbono essere dotati gli imprenditori agricoli, e le procedure per l'iscrizione. Il testo, licenziato all'unanimità dalla Commissione, è stato trasmesso anche alle organizzazioni agricole per eventuali ulteriori contributi che volessero dare al suo perfezionamento.
Non sono tuttavia pervenute proposte di emendamenti. Il regolamento viene pertanto sottoposto all'esame del Consiglio per la definitiva approvazione. Devo informare però che vi e un errore materiale nel testo: l'art. 2 prevede il caso dei coltivatori diretti iscritti all'Albo e non prevede il caso di coloro che non sono iscritti e che però hanno i requisiti. Proponiamo quindi questo emendamento a completamento dell'art.
2.



FERRARIS Bruno, Assessore all'agricoltura e foreste

La Giunta è d'accordo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Franzi.



FRANZI Piero

Desidero chiarire il motivo dell'emendamento. La legge istitutiva dell'Albo professionale prevede all'art. 4 che possono essere iscritti coloro che, sulla base di idonea documentazione, si dedicano da almeno 3 anni personalmente ed a titolo principale all'attività d'imprenditore agricolo. Non credo che il regolamento possa disconoscere una norma tassativa prevista dalla legge. Quindi, la norma che esaminiamo, essendo un regolamento di attuazione della legge, non deve far altro che recepire ci che prescrive la legge stessa. Se non inserissimo questa precisazione all'art. 2 potremmo vederci citati davanti al TAR per inadempienza di quanto prescrive la legge.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Menozzi. Ne ha facoltà.



MENOZZI Stanislao

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, colgo l'occasione per compiacermi del fatto che finalmente questo regolamento abbia conosciuto la luce; formulo nel contempo l'augurio che questo importante organismo strumentale della Regione, tale è stato considerato nel momento in cui abbiamo votato la relativa legge, abbia ad entrare in funzione il più celermente possibile e comunque entro minor tempo di quanto non sia occorso per passare dalla normativa al regolamento. E' un Ente che ha di fronte a sé tanti impegni quasi tutti urgenti e importanti; ma ancora non è nelle condizioni ottimali per poter svolgere appieno i compiti ad esso affidati.



PRESIDENTE

Non ci sono altre richieste di parola sull'argomento. Si tratta di votare un provvedimento che approva il regolamento; dovremo poi votare le proposte di emendamenti, quello già illustrato e quello che presenterà il Consigliere Marchini. L'emendamento proposto dal Consigliere Chiabrando é: aggiungere dopo il comma b) il seguente comma c) "Risultino, sulla base di idonea documentazione, anche mediante dichiarazione sostitutiva dell'atto di idoneità, dedicarsi da almeno 3 anni personalmente, abitualmente e a titolo principale all'attività d'imprenditore agricolo".
Pongo in votazione l'emendamento. L'emendamento è approvato all'unanimità dei 44 Consiglieri presenti in aula.
Ha chiesto di parlare il Consigliere Marchini. Ne ha facoltà.



MARCHINI Sergio

Chiedo di presentare un emendamento in relazione ai termini di cui ai commi 2) e 3) dell'art. 5, e precisamente che i giorni siano 20 anziché 30 per il comma secondo e 20 anziché 60 per il comma terzo.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferraris.



FERRARIS Bruno, Assessore all'agricoltura e foreste

La Giunta ha delle perplessità in proposito, perché se viene presentato un ricorso, le Commissioni devono interpellare il Comune, l'Ufficio Contributi Unificati, poi devono istruire la pratica e decidere consapevolmente. Posso accettare la riduzione del tempo concesso alla Giunta da 60 a 40 giorni, ma non posso accettare la riduzione del tempo della Commissione provinciale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Menozzi.



MENOZZI Stanislao

Concordo perfettamente con quanto espresso dall'Assessore, non solo per il fatto che i 30 giorni sono ormai r assi costante per qualsiasi ricorso ridurre a 20 giorni, specialmente nella fase iniziale, quando si prevede che maggiormente perverranno alle Commissioni competenti i relativi ricorsi, significherebbe mettere le stesse Commissioni nell'impossibilità di eseguire i dovuti accertamenti per arrivare a pronunciamenti chiari ed espliciti in proposito. Non concordo nemmeno sull'altra proposta di riduzione perché reputo anche quello un tempo indispensabile al fide di esprimere dei giudizi obiettivi.



PRESIDENTE

Chiede ancora di parlare il Consigliere Marchini. Ne ha facoltà.



MARCHINI Sergio

Questi termini non sono perentori, in quanto non è prevista una sanzione di ordine procedurale, ma sono ordinatori; in definitiva indirizzano il lavoro. Se fosse un termine perentorio potrei comprendere le perplessità, nella misura in cui potrebbe ritenersi come acquisita la domanda o rigettata. Se partiamo già dal presupposto che la Commissione ha 60 giorni per pronunciarsi, non essendoci una sanzione, le Commissioni tenderanno naturalmente a slittare; anche una riduzione minima, secondo me potrebbe servire per chiarire la volontà del Consiglio che le Commissioni lavorino nel tempo più breve possibile.



PRESIDENTE

Non vi sono altre richieste di parola, pongo quindi in votazione l'emendamento presentato dal Consigliere Marchini.
L'emendamento è respinto con 1 voto favorevole e 43 contrari.
A questo punto, passiamo all'approvazione del provvedimento in questa formulazione: "Il Consiglio regionale, vista la legge regionale n. 27 del 12/5/75 preso atto del regolamento Albo professionale Imprenditori agricoli predisposto dalla Commissione competente in accordo con la Giunta, dopo approfondita valutazione delibera di approvare il regolamento Albo professionale Imprenditori agricoli allegato alla presente deliberazione e che fa parte integrante della stessa. La presente deliberazione sarà pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione ai sensi dell'art. 65 dello Statuto".
Chi approva è pregato di alzare la mano.
Il regolamento è approvato con 43 voti favorevoli ed un'astensione.


Argomento: Nomine

Nomine


PRESIDENTE

Passiamo al punto decimo all'o.d.g.: "Nomine". La prima è la sostituzione del signor Alberto Filosi da membro del Consiglio di Amministrazione della Cooperativa artigiana di garanzia della provincia di Torino.
Viene proposto in sostituzione il nominativo del signor Aldo Palmas. Si distribuiscano le schede.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti: n. 38 ha ottenuto voti: Aldo PALMAS: n. 28 schede bianche: n. 9 scheda nulla: n. 1 Il signor Palmas Aldo è eletto nel Consiglio di amministrazione della Cooperativa artigiana di garanzia della provincia di Torino.
Passiamo alla sostituzione del signor Lorenzo Vergnano da membro della Commissione tecnico-consultiva per la promozione dello sport.
Il nome proposto in sostituzione è quello di Luigi Borgogno. Si distribuiscano le schede.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti: n. 37 ha ottenuto voti: Luigi BORGOGNO: n. 33 schede bianche: n. 4 Il signor Luigi Borgogno è eletto membro della Commissione tecnico consultiva per la promozione dello sport.
Passiamo alla sostituzione del signor Giulio Viano da membro supplente del CO.RE.CO. di Ivrea.
Il nome proposto in sostituzione è quello di Bartolomeo Bellardi. Si distribuiscano le schede.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito : presenti e votanti: n. 34 ha ottenuto voti: Bartolomeo BELLARDI: n. 30 schede bianche: n. 4 Viene quindi eletto il signor Bartolomeo Bellardi membro supplente del CO.RE.CO. di Ivrea.


Argomento: Interventi per calamita' naturali - Calamità naturali

Comunicazioni della Giunta regionale in ordine ai danni provocati dalla recente alluvione in Piemonte


PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta per la comunicazione in ordine ai danni provocati dalla recente alluvione in Piemonte.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Signori Consiglieri, in questi ultimi giorni le piogge torrenziali hanno provocato in alcune zone del territorio regionale una serie di danni di notevole entità.
Oltre a questi danni gravissimi, vi sono stati anche dei lutti: 7 cittadini, tra cui il Sindaco di Campiglione. Quest'ultimo per compiere il suo dovere si era recato in prossimità di un ponte crollato ed è stato travolto dalla caduta rovinosa di un ponte.
Abbiamo espresso il nostro cordoglio ai Comuni: ci inchiniamo alla memoria di quanti sono scomparsi ed esprimiamo alle famiglie le nostre più sentite condoglianze.
Ci troviamo di fronte a danni di grande entità che vanno crescendo nella misura in cui si riducono le acque. Il Vicepresidente Bajardi è stato incaricato dalla Giunta, nell'ambito del secondo Dipartimento, di presentare una relazione dettagliata sui danni e sugli interventi della Regione. All'indomani dell'evento calamitoso si sono riunite in questa sala tutte le istituzioni, in un unico raccordo (quindi smentiamo immediatamente le voci che erano circolate su disaccordi, su sovrapposizioni di competenze, su ritardi). I Sindaci hanno riconosciuto l'unitarietà e il pieno raccordo fra lo Stato, rappresentato dal Commissario di Governo, la Regione, le Province, i Comuni, i Comprensori, tutti quanti coinvolti ed interessati a questa tristissima vicenda.
In una riunione successiva, convocata dalla Giunta regionale, con i Parlamentari piemontesi, rappresentanti dei Comprensori, degli Enti locali si convenne di indicare nella Regione il momento di coordinamento per quanto riguarda l'immediatezza dell'intervento riparativo e per una strategia a più lunga scadenza. In quella riunione, oltre ai Parlamentari fu presente il Ministro on. Donat Cattin che prospettò l'ipotesi dell'approvazione di un decreto legge, come già precedentemente si è verificato per i danni alluvionali in Sicilia. L 'unitarietà dell'intervento non è sufficiente di fronte alla mole dei danni che si rivelano sempre più gravi con il trascorrere delle ore: occorre che insieme delineiamo una strategia che valga per l'immediato e per il futuro.
L'immediato consiste nel rimuovere immediatamente quanto è stato trascinato dalle acque, decine di ponti, tra piccoli e grandi, sono caduti: occorre ricostruirli. Il programma futuro invece richiede un ampio quadro di sistemazione idrogeologica e forestale. E' necessario puntualizzare ed insistere su questo punto, altrimenti si presenteranno danni sempre più gravi e impegneremo somme sempre maggiori per riparare quanto viene rovinato.
La precedente Giunta aveva creato degli strumenti per affrontare questo problema: l'Assessorato all'ecologia e alla sistemazione idrogeologica e forestale è intervenuto con somme per il nostro bilancio assai rilevanti che superano largamente i 10 miliardi e che, tuttavia, di fronte alla vastità del territorio e ai guasti, risultano inadeguate. La legge che invochiamo dal Parlamento non deve essere soltanto riparativa dei danni che si sono verificati, ma deve incidere profondamente nel tessuto del territorio da un punto di vista della sistemazione idrogeologica e forestale. Dopo la prima guerra mondiale è iniziato un processo di degrado del territorio, di non utilizzazione dei territori che potevano essere sistemati, di mancato intervento sui fiumi, sui gerbidi, lungo i torrenti dove potevano essere collocati milioni di alberi che avrebbero rassodato il territorio e impedito tali disastri. Il guasto è di lunga portata, di così lunga portata, signori Consiglieri, che oggi siamo arrivati ad importare mille miliardi di legname all'anno, ma quando si parla di forestazione ci si trova davanti sorrisi di compiacenza, o semplici assicurazioni formali ma non s sono mai assunte iniziative precise.
Occorre raccordarsi con il Governo, cosa che il Vicepresidente, a nome della Giunta, ha già fatto e relazionerà in proposito. Riteniamo che da questa situazione si potrà uscire soprattutto con l'unità delle forze politiche che operano all'interno delle nostre istituzioni. Tutti devono essere coinvolti, di fronte all'immane tragedia, per costituire un momento di alta unità nei decenni che abbiamo di fronte.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente della Giunta regionale.



BAJARDI Sante, Vicepresidente della Giunta regionale

I fatti calamitosi del 17/18/19 maggio sono noti. Sono interessate la provincia di Torino per la Valle di Susa, il Pinerolese e la provincia di Cuneo per il Saluzzese, le Valli del Po e la Valle Maira, ma in effetti un po' tutta la regione ha subito pesanti conseguenze.
In molti casi gli eventi si sono sovrapposti a quelli dell'autunno 1976. In quella occasione le zone più colpite furono l'Alessandrino, il Cuneese, l'Astigiano e il Vercellese, da ciò emerge che dall'autunno ad oggi sono state investite tutte le zone del Piemonte, in particolare quelle alpine. In quest'ultimo caso vi è stata la coincidenza dell'anticipato scioglimento delle nevi conseguente a venti caldi e la ritardata stagione delle piogge che ha provocato un maggior imbibimento del terreno. La precipitazione media annuale in Piemonte è di 750/770 millimetri, dal 1 maggio ad oggi la precipitazione è stata di 280 millimetri, e nei giorni citati ha raggiunto la media giornaliera di 80 millimetri, questo fatto ha determinato la velocità e l'entità dei danni.
Mi soffermo sui danni provocati alle strutture fisiche e al patrimonio economico della Regione. Per il Piemonte non possono che essere quantificati: in circa 41 miliardi alle opere pubbliche di competenza regionale provinciale, comunale in circa 36 miliardi per opere statali (di cui 24 di competenza del Magistrato del Po, 11,2 dell'Anas, 1 del Provveditorato alle opere pubbliche ).
Gravi danni hanno avuto le attività economiche (all'agricoltura 8,5 miliardi). Per quanto riguarda i danni alle attività industriali il pericolo maggiore è conseguito all'abbattimento della diga che alimentava la cartiera del Biellese; si pone un grosso problema sia per quanto riguarda il costo di circa un miliardo per la ricostruzione della diga, sia per quanto riguarda l'occupazione degli addetti (1000 circa) all'industria cartaria. Gravi ostacoli ne sono derivati per tutta l'attività produttiva per la frequenza alle scuole, per l'accesso ai servizi, e alle fabbriche.
Concludo questa sommaria panoramica per commentare che i danni risultano molto più gravi di quanto possa apparire a chi si avvicina alle zone colpite e che saranno più grandi considerando i riflessi che potranno determinare in futuro nei confronti delle attività agricole. La situazione in generale è in via di normalizzazione (se così si può dire), a prescindere dalle intense precipitazioni di stamane. Le comunicazioni essenziali sono state ristabilite; per i ponti la situazione è più complessa, poiché certe situazioni tecniche non possono essere risolte dall'oggi al domani, anche se rilevante è stato l'intervento delle Forze Armate per la gettata di un ponte a Martignana e per la costruzione di un altro ponte tra Rorà e Lusernetta. E' in corso una discussione tecnica circa l'opportunità del varo di un ponte di tipo Baylai a Bibiana perch l'ampiezza, circa 60 metri, pone problemi tecnici che devono essere valutati. Si sta avviando a soluzione il problema della ricostruzione del Ponte di Garzigliana, dove l'Anas ha già iniziato i lavori. Si sperava in un periodo di magra per poter fare la gittata di un Baylai nella parte risultante secca per deviare poi il corso d'acqua, rifare i pilastri e ricostruire sull'attuale tracciato il ponte definitivo. Si prevede che i lavori si svolgano nel corso di un anno; sappiamo purtroppo quanto queste previsioni siano aleatorie per cui abbiamo optato per una soluzione provvisoria per garantire la comunicazione a decine di migliaia di persone al giorno tra il Cuneese e il Pinerolese.
In questa situazione è necessario poter raccordare correttamente le misure urgenti con quelle definitive e il problema non è di poco conto in relazione alle risorse finanziarie esistenti. D'altro canto certe esigenze devono essere soddisfatte rapidamente ed è fuor di dubbio che un certo margine di spreco vi sarà in ordine alle esigenze sociali. C'é stata una larga mobilitazione delle popolazioni, dei lavoratori, dei minatori della Talcografite che nella Valle Germanasca hanno svolto un ruolo decisivo per aprire le comunicazioni, delle istituzioni territoriali, dei Comuni e delle Comunità montane delle Province di Torino e Cuneo. Importante è stato il ruolo del Genio Civile e degli Ispettorati all'agricoltura che sono stati sempre a ridosso di tutta la mobilitazione. Per quanto riguarda le istituzioni settoriali così è stato per i Vigili del Fuoco, i servizi sanitari, l'esercito in - particolare, i Carabinieri, la Polizia, l'Anas le Ferrovie dello Stato, il Magistrato del Po, l'Enel e La SIP, Abbiamo registrato una mobilitazione crescente e il superamento, rispetto ai primi giorni, dell'imbarazzo che si era verificato per l'assenza di coordinamento. Nel complesso possiamo dire che tutto si è svolto bene anche se sono emerse contraddizioni inevitabili in tali momenti. Alla luce di questa esperienza che ci ha dolorosamente colpito, dovremmo riflettere sui modi e sulle forme di intervento al fine di dare, sugli strumenti adeguati e sul coordinamento a livello istituzionale, un meccanismo tale da mettere la Regione in condizione di svolgere il ruolo che le compete. Nelle operazioni di pronto intervento abbiamo impiegato notevoli risorse. I vari Enti hanno investito sinora 10 miliardi circa: 2,4 il Magistrato del Po 1,4 l'Anas, circa 6 Regione e Province. Non abbiamo ancora i dati dei singoli Comuni perché sarebbe occorso più tempo, La Regione ha operato sospendendo l'utilizzo delle somme residue della legge per i danni dell' autunno, esigenze non così urgenti rispetto alle altre che erano maturate ha autorizzato opere d'intervento urgente in attesa di copertura finanziaria. Ciò è previsto dalla legge che provvede immediatamente agli stanziamenti anche senza copertura di bilancio, rientra nell'autonomia e nella competenza dei Capi dei Geni Civili Si pone il problema del recupero delle riserve ordinarie e straordinarie del bilancio, La Giunta si è orientata a recuperare i 241 milioni disponibili dei due capitoli di bilancio. Si pone la necessità di riflettere sulle opere non ancora appaltate e non urgentissime in riferimento alle leggi 54, 445 e 28. Non è esclusa infine una variazione di bilancio specifica in questa direzione per recuperare dal complesso delle nostre riserve somme per contribuire al complesso degli investimenti.
Tuttavia alla luce delle cifre sommariamente richiamate siamo consapevoli che qualsiasi manovra sul nostro bilancio non potrebbe bastare come non potrebbe bastare la rinuncia totale alle somme accantonate per il Piano di sviluppo. A questo punto è indispensabile l'intervento statale in forma rapida, attraverso un apposito decreto del Consiglio dei Ministri.
Ci siamo fatti carico di far confluire presso la Regione tutti gli elementi di informazione, che giungono dagli Enti, al fine di essere in grado di farli pervenire a Roma, tramite il Commissario del Governo.
Ho già riferito in merito ai tre ponti crollati la cui competenza andrà a gravare sulle competenze dei rispettivi Enti, quello di Garzigliana all'Anas, quello di Bibiana alla Provincia di Torino e quello di Martignana alla Provincia di Cuneo. I danni complessivi ai ponti e alle opere viabili sono stati valutati per un totale di 22,4 miliardi. I danni alle fognature e agli acquedotti ammontano a 1 miliardo, particolarmente nella Val Pellice, quelli alle opere idrauliche non classificate, di quarta e quinta categoria, che rientreranno nella competenza regionale, provinciale e comunale, sono stati valutati in 6,6 miliardi. Altre strutture di interesse locale di vario genere hanno subito danni per 570 milioni. Il complesso di essi, ripartito per provincia può essere così indicato: 13,7 miliardi per la provincia di Torino, 11,2 per la provincia di Cuneo, 6,1 per la provincia di Vercelli, 4,1 per la provincia di Asti, 3,6 per la provincia di Alessandria e 1,7 per la provincia di Novara. A queste si aggiungono cifre diverse per quanto riguarda gli altri livelli istituzionali. Le opere di competenza del Provveditorato alle opere pubbliche ammontano a circa 800 milioni: 32 per la provincia di Alessandria, 31 per la provincia di Asti 250 per la provincia di Cuneo, 335 per la provincia di Novara, e 140 per la provincia di Vercelli. Per quanto riguarda quelle del Magistrato del Po erano di 24 miliardi: 2,4 per la provincia di Alessandria, 2 per la provincia di Asti, 4,5 per la provincia di Cuneo, 2,4 per la provincia di Novara, 7,3 per la provincia di Torino e 4,9 per la provincia di Vercelli.
Per quanto riguarda l'Anas ho il dato complessivo di 11,2 miliardi manca la ripartizione provincia per provincia. Ho già detto dei danni ai privati all'agricoltura che interessano circa 200 Comuni per un totale di 8,5 miliardi: alle colture e ai frutti pendenti, 500 milioni; ai fabbricati, ai terreni e alle strutture per allagamenti, 3.500 milioni alle strutture irrigue, 1 miliardo. Altri danni a fabbricati civili e alle attività economiche, sono stati valutati in circa 610 milioni.
Per quanto riguarda il provvedimento legislativo i nostri uffici, sulla scorta dei documenti analoghi elaborati dal governo in epoca precedente hanno elaborato una proposta che, tra l'altro, ci è stata richiesta dai rappresentanti dei gruppi parlamentari.
Nel corso della riunione con i parlamentari, la discussione si è sviluppata attorno alle risorse della Regione, al loro coordinamento escludendo ogni ipotesi di Commissario di tipo proconsolare, e all'attribuzione alla Regione anche delle opere ancora di competenza statale, del Magistrato del Po, che la legge n. 382 trasferirà. Forse sarà opportuno anticipare l'attuazione della legge n. 382 per evitare di attribuire ad altri Enti competenze che dovranno passare alle Regioni. In terzo luogo il decreto legge dovrebbe prevedere esplicitamente il ricorso in modo netto e preciso, alla delega agli Enti locali nell'esecuzione delle opere, al fine di evitare procedure lunghe. Si è anche sottolineata l'opportunità di rimuovere per gli Enti locali colpiti, le limitazioni del decreto Stammati attivando iniziative periferiche. Molti Comuni, per la loro condizione di non indebitamento, hanno dichiarato di poter giocare un ruolo attivo in tale direzione. In ultimo si è anche sottolineata la necessità di attribuire direttamente alla Regione il ruolo per attività di ricerca in raccordo con le Università e gli Istituti di ricerca anche in rapporto con il provvedimento dell'occupazione giovanile.
La Regione dovrà operare coinvolgendo gli Enti locali, i Comuni, le Comunità montane, le Province e attribuendo un ruolo peculiare ai Comprensori. Dall'analisi approfondita dei danni che stanno emergendo dovremo approfondire innanzitutto alcuni problemi sul pronto intervento sul coordinamento, sulle cause di certi danni, non per negare l'effetto contingente dovuto al riflesso dei fatti atmosferici, ma per verificare se nel complesso dell'intervento della pubblica amministrazione e dei privati debbano essere individuate delle carenze e l'esigenza di concreti comportamenti. Sarà opportuna una riflessione sull'utilizzo di terreni che non sono agricoli, nei confronti dei quali bisogna avere il coraggio di correre un certo rischio: non si possono dilatare al punto da sottrarre altri terreni all'agricoltura, ma non si può nemmeno coltivare facilmente l'illusione di recuperare all'agricoltura terreni non idonei.
Un discorso particolare dovrà essere fatto in relazione agli straripamenti, in relazione all'estrazione della ghiaia, avviando una riflessione sul valore e sul carattere delle opere idrauliche e una corretta regimentazione delle acque, poiché l'illusione di regimentare tutti i corsi d'acqua finisce di ridurre il Polesine zona costantemente allagata e quindi finisce di non essere un discorso organico.
Vi è inoltre il discorso sulle frane e sulle trasformazioni agricole.
L'introduzione delle colture a ritto chino in molte zone del Piemonte è avvenuta in relazione alla carenza di manodopera; far correre i trattori lungo le curve di livello garantiva una non rapida precipitazione delle acque a valle; scavare i solchi a ritto chino sui fianchi delle nostre colline vuol dire far precipitare rapidamente le acque trasportando l'humus più ricco a valle, intasando i canali, depauperando i terreni e creando grossi problemi per l'elevamento dell'alveo del sistema delle acque.
In sostanza occorre riflettere su varie questioni molto complesse senza voler trarre da questa esperienza drammatica illusioni tali da rivoluzionare tutto il sistema, ma, certamente, per avviarsi a riflessioni che sappiano contemperare le esigenze dei settori economici con le esigenze territoriali divenute maggiormente fragili di fronte a questa situazione.
Dovremmo anche riflettere sulle iniziative da assumere a livello politico: sul discorso della valle padana e dei bacini delle singole vallate e sul raccordo con il Piano di sviluppo e con i progetti attuativi.
Il problema è imminente per la Valle di Susa, per una serie di interventi che vanno posti in connessione all'apertura del traforo del Frejus e alla riorganizzazione radicale del sistema e dei problemi ecologici.
Credo che, a questo punto, sarebbe opportuno istituire una struttura centrale geologica articolata a livello periferico, tale da avviare una operazione, quale quella di cui siamo portatori nel Friuli, con la creazione di un piano delle ricerche, la costituzione e l'utilizzo di quipes dell'università.
In ultima analisi, sarebbe opportuno avviare il discorso sulla strumentazione di controllo permanente per far rispettare la normativa, in modo particolare per accrescere la coscienza delle popolazioni, affidando un ruolo primario agli Enti locali e alle associazioni di categoria.



PRESIDENTE

La relazione introduttiva, parecchio ampia, può permettere a chiunque di intervenire in modo adeguato sul tema.
La seduta è tolta e riprenderà alle ore 15 per svolgere la discussione.



(La seduta ha termine alle ore 13)



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