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Dettaglio seduta n.110 del 19/04/77 - Legislatura n. II - Sedute dal 16 giugno 1975 al 8 giugno 1980

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SANLORENZO


Argomento: Comprensori

Interrogazione del Consigliere Marchini relativa a: "Motivi del ritardo nell'approvazione dei regolamenti comprensoriali"


PRESIDENTE

La seduta è aperta. Una serie di punti all'ordine del giorno sono già stati svolti nella seduta del 14 aprile. Abbiamo ancora da esaminare un'interrogazione sui Comprensori presentata dal Consigliere Marchini, alla quale risponde il Presidente della Giunta, essendo l'Assessore Simonelli impegnato in una riunione della I Commissione.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Signori Consiglieri, l'interrogazione del Consigliere Marchini sotto l'aspetto dell'approvazione dei regolamenti dei Comprensori non vede sostanzialmente coinvolta la Giunta. Non per questo non vogliamo addentrarci in questo argomento. L'art. 20, a cui il Consigliere Marchini fa riferimento, dice che l'approvazione deve avvenire "entro 60 giorni dalla sua costituzione a maggioranza dei due terzi dei suoi componenti, il Consiglio provvede ad approvare un proprio regolamento. Il regolamento è approvato nei successivi 60 giorni dal Consiglio regionale".
Penso che ciascun Comprensorio abbia approvato il proprio regolamento e alla Commissione competente non resta pertanto che portarli in aula per l'esame. Auspichiamo che i Presidenti dei Gruppi e il Presidente del Consiglio regionale vogliano rapidamente fissare una giornata per il dibattito sull'argomento per andare all'approvazione nel complesso, non frazionando, cioè, l'esame dei regolamenti inviati tempestivamente da quelli inviati successivamente.
Concluso il dibattito all'interno del Consiglio regionale, inizierà la strada che i Comprensori dovranno percorrere. Si è chiesto se la Giunta intende percorrere fino in fondo la strada battuta dalla vecchia Giunta.
Rispondiamo che siamo disponibili al dialogo per portare fino in fondo il momento di alta democrazia e di reale e viva partecipazione, siamo disponibili a dare, per quanto ci compete, il nostro contributo per l'approvazione e successivamente ad aprire il grande dibattito che veda negli anni futuri il Comprensorio come l'abbiamo auspicato e come le popolazioni locali vogliono che sia realizzato.
Vedo che il consigliere Beltrami ha qualche esitazione rispetto a queste mie affermazioni, ma lo possiamo assicurare che questo processo verrà compiuto fino in fondo.



PRESIDENTE

Chiede la parola il Consigliere Marchini. Ne ha facoltà.



MARCHINI Sergio

Mi scuso per la fretta con cui ho sollecitato la risposta della Giunta e ringrazio il Presidente Viglione per la puntualità con cui ha voluto rispondere.
Peraltro mi dichiaro insoddisfatto, in particolare perché il Presidente ha voluto superare il senso della mia interrogazione. Tutti ricordiamo che i Presidenti provvisori sono stati nominati con la giustificazione di coniugare in termini più moderni la fase costituzionale. A questo punto vi è una gestione unitaria dei Comprensori.
Il mio partito è sempre particolarmente attento quando si usano termini impropri (riproposti dopo trent'anni). La Presidenza del prof. Fassino a Cuneo era andata in porto (altro termine improprio, ma difficile da sostituire) sotto la precisa condizione che sarebbe durata lo stretto termine regolamentare alla fine del quale sarebbero conseguite le dimissioni del prof. Fassino, comunque ci si sarebbe opposti ad ogni slittamento della fase regolamentare. Non dubito che ci siano difficoltà in alcuni Comprensori nell'elaborare i regolamenti e mi rendo anche conto della necessità che essi vengano esaminati in un contesto globale tuttavia, l'impegno preciso di non lasciare trascorrere il periodo regolamentare non può essere disatteso per una ragione politica: non vorremmo che venisse congelata la situazione dei Presidenti nominati su un accordo unitario, perché si ricomincerebbe a creare una di quelle leggende così facili nel nostro Paese, sull'unità dei partiti antifascisti.
In questa misura mi dichiaro insoddisfatto. Non solo, ma anticipo all'assemblea, e soprattutto alle forze politiche presenti, che, in conseguenza dell'insoddisfacente risposta del Presidente della Giunta (non gliene faccio colpa perché non è una risposta che compete a lui solo) il mio partito si riserva ogni iniziativa, comprese le dimissioni del prof.
Fassino, se sarà il caso. Comunque le decisioni del mio partito verranno comunicate alle forze politiche e alla pubblica opinione attraverso i canali soliti.



PRESIDENTE

L'interrogazione è svolta.


Argomento:

Interrogazione del Consigliere Marchini relativa a: "Motivi del ritardo nell'approvazione dei regolamenti comprensoriali"

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Per quel che riguarda le comunicazioni del Presidente, comunico che hanno chiesto congedo i Consiglieri Raschio, Rivalta, Menozzi, Franzi Gastaldi, Carazzoni e Debenedetti.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta") - Presidi socio-assistenziali pubblici e privati - Presidi privati di diagnosi e cura

Esame delibera Giunta regionale relativa alla classificazione delle case di cura private


PRESIDENTE

Passiamo al punto decimo all'ordine del giorno: "Esame della delibera della Giunta regionale relativa alla classificazione delle case di cura private".
L'argomento è introdotto dall'Assessore Enrietti, a cui do la parola.



ENRIETTI Ezio, Assessore alla sanità

Vorrei introdurre brevemente la deliberazione della Giunta. L'esigenza della classificazione e del convenzionamento delle case di cura private è emersa dalla necessità di usufruire nella Regione delle strutture private per dare adeguata assistenza sanitaria a tutta la popolazione.
Si sono esaminati i dati e le strutture tecniche, la situazione del personale e dell'edilizia e, in base alle fasce funzionali, si è proceduto alla classificazione. Si è formata una Commissione tecnica composta da rappresentanti della Regione, dai rappresentanti delle case di cura private e cattoliche; la Commissione ha proceduto alla visita delle case di cura esistenti, realizzando la classificazione contenuta nel testo a mani dei Consiglieri, secondo i seguenti criteri: priorità del convenzionamento delle strutture ospedaliere parapubbliche rispetto al convenzionamento delle strutture private carattere di sussidiarietà e complementarietà operativa della casa di cura privata rispetto all'Ente ospedaliero necessità di inserire in tal senso la struttura ospedaliera privata nella programmazione sanitaria e in particolare nei servizi sanitari di base concetto della delimitazione territoriale nosologica delle attività delle case di cura private subordinata necessità di assicurare il mantenimento dei livelli occupazionali dei lavoratori delle case di cura private.
Approvata con questi criteri la classificazione, si procederà al convenzionamento.
Vi è una proposta di emendamento emersa in sede di Commissione, che la Giunta ritiene di poter accogliere, quella cioè di delegare alla Giunta la facoltà di esaminare eventuali istanze da parte delle case di cura relative alla modifica della classificazione e di deliberare l'assegnazione delle fasce funzionali delle case di cura non ancora classificate, sentita la competente Commissione consiliare.



PRESIDENTE

Non vi sono altre richieste di parola. Vi dò lettura del progetto di deliberazione.
"Il Consiglio regionale visti gli artt. 12 e 18 della legge 17/8/1974, n. 386 visti i decreti emanati dal Ministro della sanità, in data 30/6/1975 esaminata la classificazione in fasce funzionali delle case di cura private e le linee politiche, proposte dalla Giunta regionale, per la stipula delle convenzioni con i presidi di ricovero e cura pubblici e privati, elencati all'art. 18 della legge 17/8/1974, n. 386 delibera a) di approvare la classificazione delle case di cura private come da allegato elenco, che fa parte integrante della presente deliberazione e che riporta l'indicazione delle case di cura distribuite secondo le U.L.S., con a fianco segnati i parametri di indirizzo nosologico e le fasce funzionali b) di fissare al 30 settembre di ogni anno il termine ultimo per la presentazione, da parte delle case di cura private, delle domande di revisione della classificazione in fascia funzionale, stabilendo la decorrenza economica per il nuovo rapporto di convenzione al 1 gennaio successivo. Per l'anno in corso si prescinde dal termine di presentazione delle domande c) di estendere la classificazione in fasce funzionali, a tutte le case di cura private che operano in regime di assistenza indiretta esistenti sul territorio regionale, con i criteri previsti dai decreti emanati dal Ministro della sanità in data 30 giugno 1975 d) di delegare la Giunta regionale per la stipula delle convenzioni con i presidi di ricovero e cura pubblici e privati, elencati all'art. 18 della legge n. 386 del 17 agosto 1974, in aderenza alle linee politiche espresse nel documento allegato che fa parte integrante della presente deliberazione e) di delegare alla Giunta la facoltà di esaminare eventuali istanze motivate da parte delle case di cura relative a modifiche della classificazione in oggetto e di deliberare l'assegnazione alle fasce funzionali delle case di cura non ancora classificate, sentita la competente Commissione consiliare".
Pongo in votazione il progetto di deliberazione per alzata di mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 28 Consiglieri presenti in aula. Faccio presente che la votazione è valida ai sensi dell'art. 27 comma quarto del Regolamento provvisorio del Consiglio regionale, in quanto vi sono 7 Consiglieri in congedo.


Argomento: Nomine

Nomine


PRESIDENTE

Passiamo alle votazioni per le nomine del "Comitato tecnico consultivo regionale (legge sulle direttive CEE, art. 28): cinque esperti, di cui due della minoranza". I nomi proposti sono: Mario Pagella, Gianromolo Bignami Luigi Ricca, Gianfranco Tamietto e Terenzio Magliano.
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 30 hanno ottenuto voti : Mario Pagella n. 16 Gianromolo Bignami n. 16 Terenzio Magliano n. 9 Gianfranco Tamietto n. 12 Luigi Ricca n. 16 schede bianche n. 2 I signori Pagella, Bignami, Ricca, Tamietto e Magliano sono pertanto eletti nel Comitato tecnico consultivo regionale sulle direttive CEE.
Passiamo alla sostituzione del sig. Renzo Nebiolo da membro dell'Esap.
Si propone quale sostituto il Sig. Sergio Bosia. Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti n. 32 ha ottenuto voti: Sergio Bosia n. 28 Schede bianche n. 4 Il Signor Sergio Bosia è eletto rappresentante della Regione nell'Esap.
In merito alle nomine dei membri del Consiglio di Amministrazione dell'ospedale San Giovanni, il Presidente della Giunta desidera fare una comunicazione. Ne ha facoltà.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Signori Consiglieri, desidero ritornare sull'argomento delle nomine ospedaliere. Come sapete, è in corso un'agitazione nel mondo ospedaliero e nell'ambito di qualche ospedale sono in atto modi di lotta che riteniamo giusto evidenziare. Il gruppo maggioritario all'interno delle tre Confederazioni ha deciso ieri di dare inizio ad un'azione di lotta che si svolgerà nell'arco di alcuni giorni e si concluderà con l'occupazione della Regione. L'agitazione è in corso perché non viene data esecuzione al contratto nazionale e si procederebbe all'occupazione della Regione per sfondare le remore in atto. Non so a che cosa e a chi potrebbe giovare questa azione, non so dove ne quando avverrà l'occupazione. Comunque dobbiamo renderci conto che da lunghi mesi sono scaduti alcuni Consigli di amministrazione, che molti dei vecchi amministratori non saranno rinnovati e che non esiste direzione in alcuni ospedali. Per l'ospedale S. Giovanni in modo particolare, abbiamo sollecitato le forze politiche a provvedere alla designazione dei nomi, tuttavia ci troviamo, ancora oggi, di fronte al caso del più importante ospedale della Regione Piemonte che è senza alcuna direzione. Tutto ciò concorre in modo determinante ad aggravare il clima già teso all'interno degli ospedali.
La Giunta non accetta alcun rinvio. Non è possibile dilazionare di settimana in settimana delle nomine solo perché esiste un conflitto all'interno delle forze politiche.



PRESIDENTE

Chiede la parola il Consigliere Bianchi. Ne ha facoltà.



BIANCHI Adriano

Signor Presidente, mi risulta che a livello cittadino e provinciale si stia concludendo il riesame della situazione in merito alla composizione del Consiglio di amministrazione dell'ospedale S. Giovanni. Credo, per giovedì mattina, di essere in grado di comunicare i nominativi.



PRESIDENTE

Il Consigliere Marchini chiede la parola. Ne ha facoltà.



MARCHINI Sergio

Desidero rivolgere una breve notazione alle altre forze politiche e sottolineo questo anche per cercare di far crescere la Regione in termini di credibilità. Sarebbe serio che le nomine a carattere regionale venissero trattate dalle forze politiche a livello regionale senza nessun tipo di compromissione, presente anche quando ci si occupa dell'ultimo ambulatorio provinciale.
I nostri partiti sono cresciuti dalle dimensioni provinciali, ma continuano a ragionare in quei termini, non solo in occasione delle nomine ma anche in relazione a tutti gli altri problemi. Suggerisco alle forze politiche di trattare le nomine di carattere regionale nella sede propria senza commistioni che fanno sì che l'istituto regionale venga in qualche modo compromesso nei suoi logici adempimenti da esigenze di carattere periferico e provinciale.



PRESIDENTE

Mi è stata suggerita una proposta, cioè quella di mettere le nomine dell'ospedale S. Giovanni in coda ai lavori di questa mattina o di rinviarle addirittura a giovedì prossimo.
A questo punto suggerisco di interrompere brevemente la seduta per consentire ai Capigruppo di esaminare metodologie, formalità e documenti che si ritenessero utili e opportuni in relazione al dibattito di giovedì prossimo sulla legge 382. Questo scambio di idee potrebbe consentire di preparare la discussione del 21 aprile in modo corretto; nello stesso tempo i colleghi della I Commissione, impegnati in una riunione, avrebbero la possibilità di terminare i loro lavori e di rientrare in aula.



(La seduta, sospesa alle ore 10,30, riprende alle ore 11,30)


Argomento: Bilanci consuntivi (generale e del Consiglio Regionale)

Esame rendiconto delle spese del Consiglio regionale per l'anno 1976 presentato dall'Ufficio di Presidenza


PRESIDENTE

Riprende la seduta consiliare.
Passiamo al punto dodicesimo all'ordine del giorno: "Esame del rendiconto delle spese del Consiglio regionale per l'anno 1976 presentato dall'Ufficio di Presidenza".
Relatore è il Presidente della I Commissione. Ha facoltà di parola.



ROSSOTTO Carlo Felice, relatore

La I Commissione ha esaminato il conto consuntivo del Consiglio regionale per l'anno 1976 le cui voci sono: entrate effettive 1.901.000.000. Tale cifra è stata ridotta di L.
660.000.000 restituite alla Giunta nel mese di settembre per economie sui capitoli residui passivi conservati per gli anni 1974/'75 L. 535.506.756 interessi attivi maturati sul conto corrente L. 62.477.684 spese effettive L. 1.936.202.348 residui passivi conservati per il corrente anno L. 132.310.994 economie per l'anno 1976 L. 733.178.201.
La I Commissione ha esaminato e valutato la perfetta corrispondenza di tali dati e ha espresso giudizio favorevole all'unanimità.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossi.



ROSSI Luciano

Desidero rilevare due questioni. Come è stato illustrato dal relatore l'economia di 660 milioni viene messa a disposizione della Giunta regionale.
Tale somma dovrebbe essere messa a disposizione per i lavori di Palazzo Lascaris affinché entro breve tempo l'annosa questione della sede del Consiglio regionale possa andare a buon termine. E' un invito che faccio all'Ufficio di Presidenza del Consiglio e quindi alla Giunta.
La seconda questione riguarda la situazione generale del conto consuntivo. Pur valutando positivamente tutte le economie fatte nel contesto generale, richiamo ancora una volta all'attenzione dei Consiglieri quanto ebbi occasione di dire in relazione alla discussione sul bilancio di previsione dello scorso anno e di quest'anno, in merito alle indagini conoscitive sui finanziamenti degli Enti locali sia per investimenti interessanti i lavori pubblici, sia per investimenti relativi ai servizi sociali. Tali indagini potrebbero essere avviate dal Consiglio, o dalla Giunta, o dai due organi insieme, al fine di comporre un quadro reale della situazione che potrebbe facilitare tutta l'operazione dei provvedimenti che andremo a prendere sia per i progetti speciali che per i progetti che indicherà il Piano di sviluppo. Ritengo che in questo ambito si debba camminare più celermente.



PRESIDENTE

Chiede di parlare il Consigliere Oberto, ne ha facoltà.



OBERTO Gianni

Il documento sul conto consuntivo non mi è pervenuto.



PRESIDENTE

Il documento è all'ordine del giorno da circa un mese e la relazione è stata a suo tempo consegnata.



ROSSOTTO Carlo Felice

Mi risulta che la documentazione è stata consegnata in aula.



PRESIDENTE

Ritengo che la questione sollevata dal Consigliere Rossi debba essere accolta come raccomandazione. La riduzione delle spese sul bilancio del Consiglio regionale non si riferisce soltanto alle indagini conoscitive, ma a vari capitoli e voci che, tutto sommato, costituiscono patrimonio comune del Consiglio, considerando l'inflazione galoppante, l' aumento dei costi della carta, delle spese postali, ecc.
Chiede la parola il Presidente della I Commissione. Ne ha facoltà.



ROSSOTTO Carlo Felice

In ordine alla mancata distribuzione del materiale, ritenevo che la distribuzione fosse avvenuta secondo la normale prassi. La I Commissione era stata investita dell'esame del documento da oltre un mese e mezzo e ha terminato i lavori questa mattina. Come per tutti gli altri provvedimenti che passano in Commissione il materiale relativo viene tempestivamente distribuito. Se questo non è avvenuto, chiedo scusa.



PRESIDENTE

Non vi sono altre osservazioni? Dò lettura della delibera relativa al rendiconto del Consiglio regionale per l'anno 1976: "Il Consiglio regionale visto il D.P.R. 3/12/1970, n. 1171, relativo al coordinamento del sistema di classificazione delle entrate e delle spese delle Regioni a Statuto ordinario, con le norme della legge 1/3/1964, n. 62 vista la legge 6/12/1973, n. 853, recante norme sull'autonomia contabile e funzionale dei Consigli regionali delle Regioni a Statuto ordinario considerato che l'art. 5 delle predette norme stabilisce che la 'Presidenza del Consiglio regionale sottopone all'assemblea consiliare secondo le norme previste dal Regolamento interno di questa, apposita resocontazione di questa. Le correlative risultanze finali sono incluse nel rendiconto generale della Regione' Visto il regolamento per l'autonomia funzionale e contabile del Consiglio regionale, in attuazione della legge 6 dicembre 1973, n. 853, ed in particolare l'articolo 3 che detta le norme sull'approvazione del rendiconto vista la deliberazione datata 28 marzo 1977 con cui l'Ufficio di Presidenza ha predisposto il rendiconto delle spese relative all'esercizio finanziario 1976, sia per quanto riguarda la gestione dei residui passivi alla chiusura dell'anno 1976, sia per quanto riguarda la gestione di competenza dell'esercizio 1976 stesso visto il parere della Commissione consiliare per la programmazione ed il bilancio, la quale riferisce altresì sulla situazione delle spese per l'attività e l'affermazione dei valori della Resistenza e dei principi della Costituzione Repubblicana (L.R. 22/1/1976, n. 7) e sulla situazione al 31 dicembre 1976 dei fondi di previdenza e di solidarietà, di cui alla legge 30 ottobre 1972, n. 11, allegate al rendiconto di cui sopra: approva il rendiconto delle spese del Consiglio regionale per l'anno 1976 presentato dall'Ufficio di Presidenza, nelle seguenti risultanze finali: Gestione di competenza Somme messe 2.266.184.787 a disposizione Spese erogate 1.806.382.913 Residui passivi 106.650.994 Economie 353.150.880 Gestione di residui Somme 535.506.756 conservate Spese erogate 129.819.435 Somme 25.660.000 da conservare Economie 380.027.321" Pongo in votazione il rendiconto del Consiglio regionale per l'anno 1976 per alzata di mano.
Il rendiconto è approvato all'unanimità dei 38 Consiglieri presenti.
Nei giorni che ci separano da oggi a giovedì si potranno stampare redigere e distribuire ai Consiglieri le variazioni di bilancio.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Sul programma dei lavori della prossima seduta consiliare e sulla necessità di un miglior funzionamento delle Commissioni e del Consiglio


PRESIDENTE

In merito alla legge 382 c'è stato un primo scambio di idee fra i Capigruppo: si è convenuto sull'opportunità che vi sia una discussione ampia ed approfondita che potrà impegnare sia il mattino sia il pomeriggio del 21 aprile. Questo consentirà di arrivare a conclusioni meditate ragionate e confrontate con tutti gli elementi a disposizione. Il tempo fissato e la necessità che la discussione si concluda giovedì è in relazione al fatto che le Regioni hanno possibilità di esprimere il loro parere entro il 25 aprile. Questo comporta la necessità che i documenti relativi al dibattito siano recapitati a Roma nella giornata di venerdì.
Chiede la parola il Consigliere Alberton. Ne ha facoltà.



ALBERTON Ezio

Signor Presidente, a nome del Gruppo vorrei rilevare ancora una volta la necessità di porre maggiore attenzione ai problemi di funzionalità e di rapporto tra Giunta, Consiglio e Commissioni. Apprendiamo ora che la variazione di bilancio che abbiamo discusso non potrà passare. La Commissione ha dovuto improvvisare la discussione, con un lavoro poco produttivo perché mal coordinato. Il lavoro svolto si rivela ora addirittura inutile poiché, dopo aver bloccato il Consiglio per due ore nello svolgimento dei suoi lavori, non si riesce a portare in aula neppure quel testo che era stato esaminato.
Sarà opportuno discutere della situazione in una riunione tra Presidenza del Consiglio, Capigruppo e Presidenze delle Commissioni, al fine di trovare il modo di coordinare meglio i lavori.



PRESIDENTE

Accolgo l'osservazione.
Secondo il mio parere le Commissioni debbono riunirsi nei giorni stabiliti. Durante i lavori del Consiglio non si dovrebbe fare altro che rimanere in aula, discutere ed ascoltare. Se non si riesce ad adottare una prassi di questo genere, presto il Consiglio si troverà nella totale paralisi. Non vedo un sistema diverso oltre a quello di discutere esaminare, redigere e votare documenti. Tutto questo però si può ottenere soltanto se i Consiglieri sono presenti in aula, se arrivano puntuali, se escono a lavori finiti, se non invitano, non convocano, non telefonano, non escono e non entrano, se non fanno cioè tutte quelle azioni che non si dovrebbero fare durante lo svolgimento di un'assemblea legislativa.
La questione sollevata dal Consigliere Alberton va tenuta nella dovuta considerazione.
Richiede la parola la signora Castagnone Vaccarino. Ne ha facoltà.



CASTAGNONE Aurelia

Stamani non ho partecipato alla riunione della I Commissione, per quanto ne sia membro, perché i documenti sui quali si sarebbe dovuto discutere non erano stati consegnati precedentemente. Non è assolutamente possibile che i membri di una Commissione possano discutere leggi o delibere che non hanno ricevuto e che leggono nel momento stesso della riunione della Commissione. Inoltre le Commissioni non debbono riunirsi durante lo svolgimento del Consiglio, perché questo depaupera il lavoro del Consiglio e quello delle Commissioni. Sulle leggi bisogna meditare e non improvvisare.
A questo proposito, però, occorre fare una differenziazione: in alcuni casi viene fatta pressione da parte della Giunta, in altri invece i motivi urgenti vengono avanzati dal Consiglio. Cerchiamo quindi di fare in modo che i documenti arrivino per tempo, che le Commissioni si possano riunire per tempo ed aboliamo in maniera definitiva la prassi, che si e andata instaurando, di riunire le Commissioni mezz'ora prima della seduta del Consiglio o, peggio, durante la seduta stessa.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossotto.



ROSSOTTO Carlo Felice

Signor Presidente, penso sia opportuno che lei raduni rapidamente i Presidenti delle Commissioni ed i Capigruppo perché occorre che ognuno si faccia carico delle proprie responsabilità. Fra poco vareremo un disegno di legge di potenziamento delle attività dei Gruppi. Ritengo sia indispensabile riconoscere che se una Commissione o un organo istituzionale deve riferire o comunicare qualche cosa la sede esatta è il Gruppo. Molte volte, però, dopo aver dato comunicazione ai Gruppi, risulta che qualche Consigliere o qualche membro della Commissione ritiene di non aver ricevuto il materiale perché non gli è stato recapitato direttamente. Se la sede del Gruppo rimane chiusa, o se non funziona, la mancata comunicazione dovrebbe essere attribuita alla parte che si riconosce in quel Gruppo. Le forze politiche devono farsi carico dell'attività caotica e anormale di questa mattina, comunque sarà opportuno fare un'ulteriore meditazione su questa situazione.
Desidero soltanto ricordare gli innumerevoli impegni a carico della I Commissione, i regolamenti dei Comprensori, l'esame del Piano di sviluppo la legge sulle procedure, pertanto le piccole anormalità, ad esempio quella di stamattina, che sarà cura da parte mia di evitare per il futuro, possono accadere; tuttavia è indispensabile che nei termini normali dell'attività quali sono stati ricordati, ognuno sia presente e compia le proprie funzioni.



PRESIDENTE

Chiede di parlare il Consigliere Oberto, ne ha facoltà.



OBERTO Gianni

Desidero riprendere un'espressione del collega Rossotto quando ha annunciato che qualche Consigliere "ritiene di non aver ricevuto certi documenti". Per quanto mi riguarda, ripeto che non ho ricevuto il documento. Ho voluto fare un rapido controllo e mi risulta che altri Consiglieri non l'hanno ricevuto, ad esempio Curci e Colombino. Il Consigliere Alberton dice di averlo ricevuto questa mattina nella seduta della Commissione. Perciò non è che "non ritengo di aver avuto", bensì "non ho avuto".
Tuttavia ho detto che mi adeguavo alla relazione fatta e che approvavo come hanno approvato tutti i Consiglieri.
Ho preso la parola per un'altra considerazione. Tutti questi discorsi si fanno sempre "in limine" della seduta.
Perché una volta tanto non ne discutiamo in Consiglio? Il Consiglio deve essere informato di tutto il complesso dei lavori che si svolgono in Commissione e ai Gruppi. Giovedì mattina ci troveremo alle 9,30 per discutere sulla legge 382. Ma sappiamo come si svolgerà questo discorso? Ci sarà una relazione introduttiva? Saremo informati sul risultato del Convegno svoltosi appositamente per la convocazione degli Enti locali i quali hanno espresso i loro pensieri? Il discorso sarà intavolato dalla Giunta o dal Consiglio? Oppure andremo a ruota libera, ciascuno esponendo i propri concetti ed i propri punti di vista? Non sarebbe opportuno, invece avere un'indicazione sulla linea di condotta per non perdere del tempo? Corriamo il rischio di sviluppare una lunga discussione per tutta la mattinata e per tutto il pomeriggio e di arrivare al documento finale senza avere approfondito sufficientemente la materia.
Questa mattina, Signor Presidente, mentre lei protestava per i vuoti in aula e si stava pazientemente attendendo che le Commissioni risolvessero sia pure infruttuosamente, la questione, andavo pensando a quello che sarebbe accaduto a me, come Presidente della Giunta o come Presidente del Consiglio, se là su quello scanno ci fosse stato ancora quel "grillo parlante" che si chiamava Berti. Il Consiglio regionale sarebbe crollato, o meglio, il Presidente della Giunta o il Presidente del Consiglio sarebbero crollati sotto le invettive che quel Consigliere, il quale aveva altissimo il senso della responsabilità, avrebbe rivolto. Lo dico con infinito rispetto.
Dice la canzone "è vecchietto, dove lo metto?"! Consentitemi che mi metta ancora qui per dire: diamo una maggiore validità e una maggiore carica ai lavori del Consiglio regionale, altrimenti ci riduciamo ad uno slittamento lento e defatigante.
Abbiamo letto di altri consessi che hanno avuto questi momenti di defaillance e di crisi, che venivano convocati per 30/40 minuti e poi si scioglievano, sedute, oltre tutto, che costano danaro pubblico che viene versato perché le cose funzionino.
Mi perdonino questo sfogo, ma lo ritenevo opportuno e necessario dettato soltanto dal fatto che sono il più anziano di tutti ed ho una certa esperienza per cui mi auguro che la modesta reprimenda del vecchietto venga accettata nello spirito con cui è stata fatta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Paganelli.



PAGANELLI Ettore

Signor Presidente, quanto desidero dire potrei dirlo in sede di discussione del disegno di legge di aggiornamento ed adeguamento dei Gruppi. Ma il discorso introdotto dal Consigliere Rossotto mi pone nella necessità di precisare la posizione in questo momento. Egli ha detto che adeguando il finanziamento ai Gruppi, avremo maggiormente la possibilità di far riferimento ai Gruppi.
L'adeguamento, a mio avviso, deve essere fatto per mettere i Gruppi nella possibilità e nella disponibilità di svolgere la loro funzione politica di studio e di preparazione delle leggi. Non vorrei che questo adeguamento fosse inteso nel senso di attribuire ai Gruppi spese postali e di duplicazione di documenti, e che fosse sostanzialmente ritenuto un trasferimento di spese dalla Presidenza del Consiglio regionale ai Gruppi.
La funzione dei Gruppi non è questa e mi preme sottolinearlo in questo momento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

A volte mi sembra che siamo presi da una specie di ossessione autopunitiva che ritengo profondamente sbagliata. Certe smagliature e certe imperfezioni nei lavori del Consiglio vanno riprese e ricordate. Devo rilevare però che si sono ottenuti dei risultati positivi, c'è stato sempre un maggiore impegno nelle presenze in aula e vi è una maggiore validità della discussione. Tuttavia continuano ad esserci delle imperfezioni momenti di eccessiva fretta che possono anche essere spiegati dalla nostra attività che in questi mesi si sta facendo sempre più convulsa per la quantità e l'importanza delle materie.
Comunque ritengo giusto l'ammonimento circa la consegna dei documenti in tempo utile per avere modo di discutere adeguatamente sugli argomenti.
Da questa considerazione, Consigliere Oberto, non possiamo però trarre delle conclusioni di slabbramento e di sfilacciamento delle funzioni del Consiglio. In realtà vi sono degli elementi di imperfezione, ma la qualità dei lavori del Consiglio regionale è tale che non ci permette di dare dei giudizi troppo negativi.
In effetti, la funzione del Consiglio a volte è minore essendo la materia già stata definita in Commissione; altre volte invece si eleva e diventa autentica discussione, confronto, dibattito politico. Accolgo le critiche ed i rilievi sollevati dal Consigliere Oberto, ma ritengo che dobbiamo tutti cercare di costruire in maniera positiva.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossotto.



ROSSOTTO Carlo Felice

Gli interventi dei colleghi Oberto e Paganelli mi costringono a precisare esattamente la portata del lavoro della I Commissione, che molte volte è sollecitata dalle forze politiche, soprattutto quando un progetto di legge è passato all'unanimità nelle altre Commissioni. Questa mattinata collegato alla variazione di bilancio, vi era la discussione sul disegno di legge n. 54, bloccato da oltre un mese e mezzo.
Devo far osservare che spesso una legge arriva in Commissione il venerdì pomeriggio, viene considerato a conoscenza dei membri della Commissione e quindi viene inserito nell'ordine del giorno del giovedì successivo. E' chiaro che se la consegna della documentazione deve essere fatta a tutti i Commissari, la Commissione dovrà far slittare di 10/12 giorni l'approvazione del provvedimento in aula.
Posso assicurare che non c'era nessun tentativo di far carico ai Gruppi di attività di competenza degli organi istituzionali.
La variazione di bilancio era in Commissione da venerdì sera e poteva essere portata a conoscenza dei Gruppi; avrebbe così risolto il problema della tempestiva conoscenza da parte dei Commissari.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta regionale.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Signori Consiglieri, non sono dell'opinione che il Consiglio regionale in questo arco di tempo non abbia operato correttamente, anzi, sono convinto del contrario. Certo è che il continuo muoversi, l'uso indiscriminato del telefono arrecano molto disturbo. Proporrei ai Gruppi di limitare in questa sede la chiamata dei Consiglieri e di svolgerla nelle sedi più opportune.
Non sono d'accordo sul fatto che una variazione tecnica di bilancio possa avere suscitato questa discussione. Posso ricordare che la Giunta ha presentato disegni di legge importanti e decisivi per molti settori della nostra economia e del nostro territorio; si tratta di leggi che hanno avuto una larghissima consultazione e che non sono ancora venute in aula. A dolersi di questo stato di cose dovrebbe essere semmai la Giunta, e non il Consiglio nell'insieme.
E' una modesta variazione di bilancio che potrebbe anche essere decisa nella riunione di giovedì prossimo, non comporterebbe alcuna conseguenza apprezzabile. Non sono tra coloro che amano autoflagellarsi: anche all'interno dei nostri partiti l'autoflagellazione rappresenta un motivo costante di vita.
La presenza dei Consiglieri in aula oggi è abbastanza numerosa, la Giunta al completo è costantemente presente, perciò il Consiglio è in grado di svolgere correttamente i suoi lavori. Si tratta ovviamente di migliorare, di evitare dispersioni di tempo.
Desidero inoltre precisare, in merito all'informazione, che a volte le decisioni assunte nella conferenza dei Capigruppo vengono poi ribaltate all'interno dei Gruppi. Se ci si lagna di non avere sufficiente informazione, occorre trovare altri capri espiatori. All'interno dei Gruppi sono state decise le modalità per il dibattito sulla legge 382; se si vuole ripetere tutto in aula, non ho che da pregare il Presidente del Consiglio di farlo. Dobbiamo allora dire che all'interno dei Gruppi viene a mancare la dialettica tipica del regolamento che fissa nei Capigruppo il momento decisionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Ci sono state alcune occasioni che hanno evidenziato situazioni di malessere, non parlerei però di autoflagellazione, né sminuirei il lavoro che stiamo conducendo. L'esperienza regionale è nuova, quindi le sensazioni di malessere vanno verificate e curate sino alla radice perché, se non sono accettate in un organismo con un'esperienza dietro di sé, sono maggiormente pericolose per noi.
Una delle ragioni della disaffezione ai lavori e del nascere del complesso di colpa verso noi stessi e verso il gettone di presenza, va individuata nella crisi del lavoro della seduta consiliare; stiamo subendo due tipi di concorrenza: uno da parte dell'istituto della consultazione e l'altro da parte della Giunta. Dopo aver verificato il nostro lavoro con la collettività in una sede diversa da quella del Consiglio, torniamo in aula con l'impressione di aver svolto il dibattito fra noi in Commissione e soprattutto con l'opinione pubblica: questo smorza l'entusiasmo e la vis polemica che è sempre la ragion d'essere delle assemblee. E' comunque una procedura che nasce dallo Statuto e quindi, in una certa misura immodificabile. Si tratta di cogliere quanto c'è di maggiormente positivo e di limitare quanto c'è di negativo.
Vi sono, però, anche alcune iniziative della Giunta che scombussolano non solo i lavori del Consiglio, ma addirittura il modo d'essere e di atteggiarsi delle forze politiche (spero che non me ne vogliano soprattutto i rappresentanti della stampa). L'iniziativa assunta dalla Giunta in merito ai beni culturali, anche se validissima dal punto di vista del contenuto e delle finalità, è estremamente scorretta nei confronti dell'istituto della Regione, poiché la Giunta porta fuori di esso non un dibattito sull'argomento, ma un dibattito sulle iniziative legislative che vorrebbe assumere, cogliendo l'occasione come momento di autoesaltazione nei confronti dell'opinione pubblica e stroncando il discorso all'interno dei partiti politici. Il mio piccolissimo partito ha interesse all'argomento tant'è che sta elaborando un progetto di legge. In questa situazione deve dire però ai suoi esperti "preparate un intervento per essere presenti perché il dibattito sarà ripreso dalla radio e dalla televisione". Un argomento di questo tipo sta prevaricando e andando fuori dalla competenza.
La Giunta non ha un suo progetto, ma si presenta alla pubblica opinione in un confronto diretto, anche perché sa che il suo confronto viene pubblicato sui giornali con tanto di fotografia, mentre l'anonimo intervento in Commissione del Consigliere di minoranza non viene a conoscenza di nessuno.
Questo modo di essere della Regione è un po' provinciale.
Tutti quanti dovremmo fare uno sforzo per lasciare cadere il complesso di falsa modestia che abbiamo. La Regione Piemonte ha la sua funzione, è un Ente legislativo, non deve vivere in una specie di provincia rimessa a nuovo e imbellettata e non deve affrontare i problemi facendosi prendere dalla mania dell'essere presente a tutti i livelli. Qualcuno potrà condividere e qualcun altro potrà non condividere questo mio atteggiamento ma effettivamente ognuno di noi ha il dovere di verificare e considerare queste cose. Purtroppo abbiamo visto come queste mie preoccupazioni non siano del tutto fuori luogo perché tutte le volte che abbiamo cercato di uscire in massa la pubblica opinione ci ha puniti pesantemente e abbiamo fatto delle figure non troppo simpatiche come quella della manifestazione unitaria sull'ordine pubblico, quando non erano presenti Consiglieri comunali e Consiglieri regionali. Ho visto servizi e fotografie di simili manifestazioni in altre Regioni, dove le cose sono andate in modo assai diverso. I nostri padri latini ci spiegavano che quando l'aspetto formale dell'istituzione incomincia a decadere, significa che ne sta decadendo la sostanza. Siccome non siamo in fase di decadenza, ma siamo in fase di crescita e di costruzione, cerchiamo di portare il nostro contributo.



PRESIDENTE

Non vi sono altre richieste di parola.
Cerco di esprimere ora qualche parere sui lavori che attengono al Consiglio. Partendo dalla variazione di bilancio, le considerazioni si sono sviluppate in varie direzioni; non mi pare, comunque, inutile questo scambio di opinioni. Anzi, ravviserei l'opportunità di fare di questi argomenti, trattati ora un po' sporadicamente, una riflessione che interessi tutti e una meditazione che non rimanga episodica.
In effetti vi sono molti problemi che vanno considerati. Distinguerei nettamente quello che è il bilancio politico complessivo delle forze del Consiglio e del Consiglio stesso, per fare il quale occorre partire dai dati di fatto, dalla realtà, dalle leggi e dai documenti approvati, dal lavoro svolto dalle Commissioni, e dai singoli Consiglieri, dai progetti di legge presentati e da quelli portati in discussione. Il giudizio complessivo è positivo. E questo giudizio va dato nei confronti di questa e dell'altra legislatura.
Va fatto un discorso anche sulla qualità delle leggi e sui loro contenuti e qui rientra il giudizio delle forze politiche, l'esperienza regionale che è sottoposta a riflessione, a verifica ed a bilancio.
Vi è un secondo ordine di problemi che è scarsamente collegato al primo ed è costituito da una serie di episodi, di fatti, di atti che si compiono nella vita quotidiana del Consiglio e che impongono una riflessione delle decisioni e un comportamento lievemente differente da quello che complessivamente siamo venuti esercitando negli ultimi mesi. Ci sono problemi che non si spiega perché non vengono risolti da una volta all'altra. La presenza deve essere puntuale. Su questo punto continuo ad insistere. Ci siamo detti diverse volte che non è opportuno spostare la data e l'ora delle sedute del Consiglio. E' scoppiato un caso su scala nazionale attorno al Consigliere comunale Sciascia, che dopo un'esperienza di un anno al Consiglio comunale di Palermo, e dopo aver constatato che sistematicamente le riunioni incominciavano con due ore di ritardo, ha tratto la conclusione che in quella istituzione non ci stava più. Non era sbagliato. Bisogna fare una battaglia anche per cambiare queste cose. E' del tutto evidente che se questo metodo dovesse consolidarsi dovremmo interrogarci sul significato del funzionamento delle istituzioni.
Quell'esempio non lo abbiamo mai seguito; abbiamo condotto una battaglia contro quella metodologia e siamo giunti a risultati non ancora buoni anche se vi è un lieve miglioramento. In qualche caso vi sono cause oggettive dovute a ritardi di treni od a disguidi vari. Ma non si tratta di cause oggettive solamente, bensì di cause fondamentali.
Un certo numero di Consiglieri è presente alle 9,30; altri non si presentano sistematicamente. Il parallelo con il Parlamento non vale perché là si tengono sedute plenarie tutti i giorni, noi invece decidiamo di tenere una seduta alla settimana. Bisogna allora che ciascuno di noi avverta tale dimensione come sede legislativa nella quale avviene il confronto e nella quale si prendono le decisioni. L'assenza di un certo numero di Consiglieri è sufficiente perché certe decisioni vengano prese in modo raffazzonato o non sufficientemente qualificato. E' questione di principio per la crescita delle istituzioni, è manifestazione di volontà di intervenire nella crisi sociale, culturale e morale del Paese. Occorre cambiare le cose nel profondo e non nella superficialità.
La presenza in aula in generale è rilevante e da questo punto di vista occorre essere più precisi nel comunicare l'assenza per le conseguenze giuridiche che essa produce nel calcolo dei voti durante l'approvazione delle leggi.
Sulla questione delle telefonate e del funzionamento esterno al Consiglio, abbiamo cercato di prendere delle misure impedendo l'uso del telefono da parte di estranei. La norma è osservata più o meno.
Occorrerebbe un numero di uscieri più rilevante. Questa è certo una misura da prendere, tuttavia è certo che se ognuno fa riferimento all'unica giornata della seduta del Consiglio per essere ricevuto, per affrontare e risolvere una serie di problemi che nel corso della settimana non vengono risolti, viene a crearsi un elemento oggettivo di turbamento del Consiglio che implica discorsi sul tempo pieno o meno nei confronti del quale le varie forze politiche hanno giudizi e comportamenti differenti, pienamente legittimi, ma che non possono però rovesciarsi sul funzionamento del Consiglio.
C'è il problema delle Commissioni che abbiamo trasformato da otto a cinque e per le quali è opportuno fare un bilancio, nel senso che in tale trasformazione vi sono elementi estremamente positivi, ma vi sono anche delle complicazioni non irrilevanti. Per esempio, nel passaggio della I Commissione all'esercizio delle funzioni che lo Statuto le affida c'è stato un condensamento di funzioni di cui il Presidente ha fatto un sommario elenco questa mattina, ma che viene in contraddizione con una certa funzionalità. Se non erro la I Commissione in questo momento ha da affrontare la variazione di bilancio, i regolamenti dei Comprensori, il progetto di redazione finale del Piano regionale di sviluppo e una quantità incredibile di altri argomenti. Lo stesso calendario delle riunioni viene sovente integrato da altre riunioni in ore diverse. Tutto ciò costituisce un arricchimento del lavoro complessivo del Consiglio, ma viene in contraddizione con un certo ordine e con una certa linearità di funzionalità. Questo implica anche la considerazione sul numero ridotto del personale, numero che si sta ulteriormente riducendo per cause naturali per spostamenti, per matrimoni, ecc. La nostra Regione già dispone del minor numero di personale rispetto alle altre, ma se andasse al di sotto di questo andrebbe vero l'inefficienza. Questo problema va risolto in tempi rapidi, come d'altra parte la Giunta si è impegnata.
C'è il problema dell'Ufficio di Presidenza composto di sette membri ciascuno con incarichi ben precisi da svolgere opportunamente con rigore con puntualità.
C'è il problema dei Gruppi nei confronti dei quali stiamo per migliorare l'assistenza finanziaria cui deve rispondere una maggiore efficienza che significa far sì che si sentano parte funzionale. Abbiamo adottato alcuni accorgimenti per la consegna del materiale presso la sede del Consiglio (il che naturalmente presuppone la presenza del Consigliere per prenderne visione). Tale miglioramento presuppone una collaborazione da parte del funzionario del Gruppo con i singoli appartenenti ai Gruppi e con gli uffici del Consiglio.
C'è il problema dell'informazione che ha dei canali istituzionali ben precisi ma ci sono molte cose che non si potranno mai codificare, ma che possono essere risolte con l'empirismo e con l'elevamento dell'efficienza complessiva dei nostri rapporti. Gli uffici postali ad esempio da 10/12 giorni ci dicono che non garantiscono l'inoltro del materiale. Ho mandato una lettera ai Sindaci per la manifestazione di venerdì e sono certissimo che nella stragrande maggioranza dei casi arriverà giovedì sera o sabato mattina. Due giorni or sono ho ricevuto l'invito a partecipare alla mostra di un pittore che si è svolta ormai da quindici giorni. In genere il materiale viene trasmesso nell'ambito di 14/15 giorni! Quando le cose stanno a questo punto ricorriamo ai mezzi empirici di trasmissione del materiale che possono essere le auto che vanno nei Comprensori utilizzate per trasferire le comunicazioni, oppure i Gruppi. Gli elementi di crisi della società influiscono anche in questa direzione. Ci vuole un grande sforzo individuale e collettivo che elevi la funzionalità complessiva del Consiglio con la consapevolezza del fatto che crescono le funzioni.
Concludo con una doverosa risposta alla questione postami dal Consigliere Oberto. Mi accingevo a dare notizia dell'esito della riunione dei Capigruppo nella quale si era esaminato il problema sollevato dal Consigliere e che mi pare opportuno. Infatti siamo stati mossi all'esame di come svolgere il dibattito della legge 382 dalle stessissime preoccupazioni che hanno mosso il Consigliere Oberto. E' evidente che si tratterà di una discussione impegnativa, difficile, delicata ed importante. Saremmo giunti alla conclusione di iniziare con una breve informazione sulle tappe seguite dalla legge, sui dati, sulle scadenze, sui Convegni che si sono tenuti tutto ciò raggruppato in 7/8 minuti. Successivamente il dibattito si svilupperà liberamente secondo ciò che i Capigruppo discuteranno con i Gruppi al fine di definire l'entità degli interventi, la qualità, il carattere in modo opportuno. Il dibattito si svolgerà al mattino e al pomeriggio, facendo tesoro dell'interruzione meridiana per valutare gli elementi utili alla redazione di un documento finale come espressione della volontà politica del Consiglio.
Questa è la procedura che stiamo seguendo; i materiali fondamentali, il libricino verde con la legge 382, il documento delle Regioni e il documento del Convegno di Milano sono a disposizione. Quando tutte le condizioni convergono a lasciare intendere che un Consiglio, come quello di giovedì sia serio, approfondito con una dialettica viva, occorre un elemento di impegno personale di desiderio di ascoltare e partecipare. Questo dipende anche dalla capacità di farsi ascoltare; vorrei che il dibattito fosse seguito con il massimo interesse. Non c'è in questo un problema politico o di struttura, c'è invece un problema di credibilità nella funzione del Consiglio e dei Consiglieri quali portatori e rappresentanti di una Regione di 4 milioni e mezzo di abitanti.
Cerchiamo di sperimentare questo sforzo collettivo giovedì per far sì che il Consiglio regionale sia davvero ciò che lo Statuto prevede e ciò che tutti i cittadini aspettano.
Non ho altre questioni all'ordine del giorno. La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 12,30)



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