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Dettaglio seduta n.109 del 14/04/77 - Legislatura n. II - Sedute dal 16 giugno 1975 al 8 giugno 1980

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SANLORENZO


Argomento:

Approvazione verbale precedente seduta


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
I Consiglieri hanno ricevuto il processo verbale della seduta antimeridiana del 6 aprile che è stato distribuito. Se non vi sono osservazioni possiamo considerarlo approvato.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta") - Personale socio - assistenziale - Personale del servizio sanitario

Interrogazione dei Consiglieri Vietti, Cerchio e Picco: "Programmi ed intenzioni della Giunta circa la cura e l'assistenza degli ospiti dell'Istituto di Riposo di C.so Unione Sovietica, e la garanzia del posto di lavoro ai dipendenti" ed interrogazione del Consigliere Calsolaro: "Destinazione del costruendo ospedale geriatrico di Via Farinelli e dell'Istituto di Riposo di C.so Unione Sovietica"


PRESIDENTE

Il punto secondo all'o.d.g. reca: "Interrogazione ed interpellanze".
La prima in elenco e l'interrogazione dei Consiglieri Vietti, Cerchio e Picco: "Programmi ed intenzioni della Giunta circa la cura e l'assistenza degli ospiti dell'Istituto di Riposo di C.so Unione Sovietica e la garanzia del posto di lavoro ai dipendenti".
Risponde l'Assessore Vecchione.



VECCHIONE Mario, Assessore all'assistenza

Rispondo anche a nome dell'Assessore Enrietti, e non solo all'interrogazione sopradetta, ma anche a quella presentata dal Consigliere Calsolaro che riguarda lo stesso oggetto.
In merito all'interrogazione presentata dai Consiglieri regionali Anna Maria Vietti, Giuseppe Cerchio e Giovanni Picco, relativa ai programmi che la Giunta regionale intende adottare per far fronte alla situazione determinatasi nell'Istituto di Riposo per la Vecchiaia di Torino, si precisa quanto segue.
Il deficit di gestione dell'Istituto in questione trae ragione essenzialmente dal debito accumulato dal Comune di Torino e ammontante a L.
698.000.000. Tale debito, relativo agli anni 1973, 1974 e 1975 si è formato per il fatto che la passata Amministrazione comunale aveva previsto che il finanziamento di parte del capitolo di bilancio in questione avvenisse attraverso mutui che però non furono accesi. Dal gennaio 1976, poiché le rette sono state emesse sulle spese ordinarie, il Comune paga regolarmente.
L'Istituto inoltre vanta un credito di circa 125 milioni nei confronti dei ricoverati paganti in proprio. Tale debito è dovuto al mancato accoglimento da parte dei parenti dei ricoverati degli aumenti deliberati unilateralmente dall'Amministrazione dell'Istituto a partire dal settembre 1974.
Nel corso del corrente mese di marzo, l'Amministrazione dell'Istituto ha deliberato un ulteriore aumento delle rette per i "cronici-lungodegenti" portandole da L. 9.000 a L. 15.000 giornaliere.
A seguito della richiesta di questa Amministrazione regionale di motivare le cause che hanno determinato l'aumento in questione l'Amministrazione dell'Istituto provvedeva in data 10 marzo u.s. ad inviare analitica relazione che richiedo venga allegata integralmente alla risposta.
"Relazione del Presidente del Consiglio di Amministrazione dell'Istituto di Riposo per la Vecchiaia.
Le ragioni che obbligano l'Istituto al passaggio a tali rette si possono riassumere nel seguente modo: 1) gia nel 1976, in realtà, il costo del 'lungodegente' era di circa L.
14.000 al giorno. Nel bilancio '76 la retta era stata mantenuta a L. 9.000 calcolando che la spesa complessiva avrebbe potuto suddividersi nel numero di presenze massime possibili derivanti dalla capacità di posti letto dell'Istituto. Suddividendo la spesa complessiva riferitasi ai lungodegenti per 328.500 presenze possibili (cioè 900 giornaliere) ne deriva per i 'lungodegenti' una retta di L. 9.000 giornaliere. In realtà però le presenze complessive dei 'lungodegenti' dell'Ente furono sempre solo di 550 giornaliere (di fronte ad un numero di posti letto occupati che nel passato arrivava anche a 1.400-1.500). Non avendo aumentato il numero degli ospiti ed essendoci state le spese già previste nel bilancio '76 ovviamente il costo, e perciò la retta, fu di circa L. 14.000 giornaliere.
2) Nel corrente anno non si poteva più usare il metro precedente, anche l'ipotesi di ristrutturazione dell'Ente contemplava una diminuzione graduale ed anche abbastanza accentuata delle presenze di 'lungodegenti'.
Si è ipotizzato un numero di presenze reali e non fittizie e di qui ovviamente ne deriva una retta di L. 15.000 giornaliere (rispetto ripetiamo, al costo di circa L. 14 000 giornaliere del 1976).
3) In realtà gli incrementi nuovi di spese nel '77 rispetto al '76 sono abbastanza limitati ed obbligatori e di essi ne illustriamo qualcuno: a) per il personale c'è un aumento di spese di L. 265.000.000 che deriva dalle variazioni dell'indennità integrativa speciale e dall'applicazione di norme correttive al contratto b) gli interessi passivi aumentano di L. 125.000.000, raggiungendo L.
325.000.000 nel 1977, in confronto a L. 200.000.000 nel 1976.
Un impegno dell'Ente che è sopravvenuto invece in modo inaspettato e notevolmente pesante è quello relativo a progettazioni che erano state deliberate da Amministrazioni precedenti e per le quali i progettisti che già si erano fatti vivi nel 1976 oggi chiedono il pagamento.
Si tratta di progettazioni che poi per gran parte non hanno avuto seguito con l'esecuzione delle opere preventivate e per le quali le relative parcelle ammontano alla cifra di L. 255.000.000.
Da quanto detto pertanto risulta una situazione di bilancio con spese che nella sostanza sono quelle dell'anno precedente e che, però, venendo ripartite sulle presenze ipotizzabili come reali determinano il livello di L. 15.000 in esame. Per gli 'autosufficienti' invece non vi è una modifica delle rette che verrà eventualmente affrontata successivamente in base ad un rigoroso controllo dei costi per tale settore.
Si tenga ancora presente che il pur notevole patrimonio immobiliare dell'Ente, proprio perché immobiliare e perciò governato da particolari disposizioni di legge, dà un reddito relativamente inconsistente: dalle decine di miliardi di valore di tale patrimonio si ha attualmente un reddito netto inferiore ai 250.000.000 pur mantenendo al momento la manutenzione a livelli insufficienti anche per il solo mantenimento normale del patrimonio stesso".
Questo è quanto l'Amministrazione dell'Ente ha comunicato alla Giunta regionale in merito all'aumento delle rette di ricovero. Per quanto riguarda invece i ricoverati occorre dire che sono stati esaminati da un'apposita commissione medica, composta da due medici della Regione (Medico Provinciale e altro funzionario della Sanità).
Il totale del ricoverati di Corso Unione Sovietica era al luglio 1976 di 627 unità così ripartite: 114 autosufficienti che necessitano di interventi di carattere sociale allo stato attuale possibili nelle strutture dell'I.R.V. in attesa che si realizzino sul territorio servizi altertnativi (alloggi, comunità, case albergo) 27 parzialmente autosufficienti ma non malati per i quali vale quanto esposto per il gruppo degli autosufficienti 476 lungodegenti non autosufficienti affetti da malattie specifiche della vecchiaia di cui al Decreto Ministeriale del Lavoro 21/12/1956 (G.U.
2 gennaio 1957, n. 1) e pertanto necessitanti di cure sanitarie continue non praticabili a livello domiciliare o ambulatoriale.
Per quanto concerne il personale è stato preso in considerazione esclusivamente quello addetto al ricovero di Corso Unione Sovietica che risultava al luglio '76 essere composto di: 39 unita amministrative 2 cappellani 7 medici 114 addetti ai servizi (di cui 44 addetti ai servizi generali) 33 alla lavanderia e biancheria 11 addetti alla palestra, camera mortuaria, ambulatorio e farmacia 214 addetti all'assistenza vera e propria 22 suore di carità Entro il 1° gennaio 1979, n. 13 dipendenti saranno collocati a riposo per effetto della legge 336, mentre il ritmo medio del pensionamento è di 2 unità all'anno.
A fronte della situazione così succintamente esposta la Giunta regionale provvedeva ad avviare i più opportuni contatti con l'Amministrazione comunale di Torino, con il Consiglio di Amministrazione dell'Ente, con i dipendenti dell'Istituto (nel corso di apposite riunioni alle quali erano presenti il Presidente Viglione, il Sindaco Novelli l'Assessore Vecchione).
Sulla base delle indicazioni così emerse e al fine di avviare a rapida soluzione la ormai annosa questione, il giorno 20 gennaio u.s. il Presidente della Giunta regionale con gli Assessori alla sanità e all'assistenza convocava il Presidente dell'Istituto di Riposo per la Vecchiaia di Torino, prof. Bruno Garbagnati, il Presidente del Consiglio di Amministrazione ed il Sovraintendente amministrativo dell'Ospedale Mauriziano di Torino, sig. Mussa e dott. Ramella, il Presidente del Consiglio di Amministrazione ed il Direttore amministrativo dell'Ospedale Nuova Astanteria Martini di Torino, sig. Nuccio e dott. Cita.
Si costituiva così un gruppo di lavoro - ulteriormente integrato dai Direttori sanitari dei due Enti ospedalieri, prof. Neri e prof. Luria - al quale veniva conferito l'incarico di approfondire gli aspetti giuridici ed amministrativi di un programma di interventi che garantendo comunque ai ricoverati le più soddisfacenti ed adeguate forme di assistenza ed ai dipendenti la piena tutela dei diritti acquisiti, avviasse a soluzione la questione.
Tale programma si basa essenzialmente sul convincimento che il problema degli anziani, ed in special modo di quelli lungodegenti, deve trovare risposta non in interventi estemporanei e scollegati, ma si deve collocare correttamente all'interno del complesso del piano socio-sanitario regionale, sviluppando così una gamma di risposte ai rischi ai quali è esposta la popolazione anziana ampiamente diversificata ed articolata sui diversi bisogni sia sociali che sanitari dell'anziano.
Per questa ragione il Dipartimento Servizi Sociali della Regione ha in via di elaborazione un piano di interventi relativo alla tutela socio sanitaria della popolazione anziana del Piemonte.
Evidentemente tale piano prevede delle soluzioni coerenti con le linee programmatiche espresse dalla Giunta, e soprattutto compatibili con le risorse finanziarie della Regione.
In questa ottica è parso quindi opportuno avviare anche forme di sperimentazione che consentano di verificare il grado di attuabilità delle diverse possibili soluzioni, sia nelle prospettive finali che nelle fasi intermedie.
Pertanto la stessa situazione dell'Istituto di Riposo per la Vecchiaia anche in considerazione della gravità che il caso ha iniziato ad assumere è stata assunta come primo momento di analisi delle possibilità giuridiche economiche e politiche di 'agganciamento' del 'problema lungodegenti' alla politica sanitaria ed ospedaliera regionale.
In considerazione inoltre anche del noto stato di saturazione dei posti letto per acuti, lungodegenti e cronici negli Enti ospedalieri si è inteso prospettare una soluzione che, realisticamente pur non essendo estensibile in modo automatico alle analoghe situazioni esistenti, consentisse l'attuazione di una prima fase sperimentale (della durata di un anno) al termine della quale la Giunta regionale potrà trarre concreti elementi di valutazione e riflessione.
L'applicazione delle norme contenute nella legge 68/132 ha consentito di determinare che gli Enti ospedalieri operanti sul territorio cittadino abbiano la possibilità, qualora sprovvisti di appositi ed adeguati reparti per lungodegenti o cronici, di convenzionarsi con Istituti, quali l'Istituto di Riposo per la Vecchiaia, per assicurare, con la propria attuale struttura, l'assistenza medica ai suddetti ricoverati.
La Regione pertanto ha promosso la realizzazione di un accordo tra l'Istituto di Riposo per la Vecchiaia e gli Enti ospedalieri cittadini che dovrà portare ad un rapporto di convenzione tra gli Enti in questione al fine di consentire l'apertura all'interno dell'Istituto di Riposo per la Vecchiaia di un reparto paraospedaliero per lungodegenti.
In tale reparto, la cui capienza è al momento attuale prevista in 200 posti letto, potranno trovare collocazione quei ricoverati che risulteranno affetti dalle malattie di cui al Decreto del Ministero del Lavoro del 21/12/1956 ed ai quali non è possibile, per cause cliniche, garantire prestazioni sanitarie domiciliari od ambulatoriali.
L'individuazione dei degenti con tali caratteristiche verrà effettuata dal Medico provinciale di Torino.
Nel contempo la Giunta regionale provvederà a richiamare, con lettera circolare alla quale faranno seguito apposite riunioni, gli Enti ospedalieri della Regione all'obbligo di garantire una buona parte (secondo quanto previsto in organico) di posti letto per lungodegenti.
Contestualmente si richiederà agli Enti ospedalieri di rendere noto all'Amministrazione regionale il numero di posti letto per lungodegenti disponibili al 31/3/1977 ed al 30/9/1977, garantendo comunque la comunicazione immediata di ogni ulteriore disponibilità.
E' inoltre in atto un'ampia ricognizione sull'intero territorio regionale volta ad individuare e quantificare il numero dei posti disponibili presso le II.PP.AA.BB. infermerie nonché presso altri Istituti riabilitativi ed assistenziali.
In via di definizione è una scheda di rilevazione degli anziani ricoverati in Istituti e dei lungodegenti dimessi da Enti ospedalieri; ci al fine soprattutto di individuare le cause cliniche dell'insorgere della lungodegenza e della cronicità in modo quindi da poter determinare gli standards (tipologia dei servizi, prestazioni riabilitative e specialistiche, mansionario ed organico del personale, costi dei servizi ecc.) ai quali sarà necessario che si adeguino tutte le strutture operanti nel settore.
Si intende così fissare un piano globale di razionale utilizzazione dei posti letto per lungodegenti e cronici, avviando nel contempo il necessario coordinamento, a livello di U.L.S., tra Enti locali, Enti ospedalieri ed Istituti di assistenza, cura e riabilitazione e richiamando gli Enti ospedalieri all'opportunità di non procedere indiscriminatamente alla dimissione di lungodegenti senza prima aver ricercato con gli altri Enti adeguate e funzionali sistemazioni.
D'altra parte la già ricordata saturazione dei posti letto negli ospedali (fatto questo noto ed ampiamente dibattuto al quale si potrà realisticamente porre rimedio solo quando prenderanno avvio servizi quali i dipartimenti di emergenza e di accettazione e si realizzerà una rete completa di servizi alternativi al ricovero) non consente al momento attuale altro che una coordinata politica di utilizzazione delle strutture già esistenti ed operanti.
Tale scelta discende inoltre dalla convinzione che è oggi assolutamente impossibile prescindere dalla grave situazione finanziaria degli Enti locali per formulare piani di interventi che presuppongono onerose forme di investimento.
Ne si può dimenticare che in tal modo si intende non disperdere il patrimonio di esperienze che, soprattutto nel campo della riabilitazione e dell'assistenza ai non autosufficienti, le Istituzioni in questione hanno accumulato nel corso di decenni.
Resta comunque il fatto che una complessiva sistematizzazione di tale discorso potrà aversi in sede di programmazione ospedaliera, anche se già nell'immediato la Giunta regionale intende esplicitare la propria volontà politica avviando iniziative volte a riconfermare il principio secondo il quale per persone non autosufficienti, afflitte da malattie specifiche della vecchiaia e, per cause cliniche, non assistibili ambulatorialmente o a domicilio, a tutti gli effetti hanno diritto all'assistenza sanitaria ed ospedaliera gratuita senza limiti di durata In questo senso un primo impegno è già quello di definire, di concerto con il Comune di Torino, la destinazione dell'I.N.R.C.A. di Via Faridelli all'interno del quale troverà posto un reparto per lungodegenti con 200 posti letto.
Analogamente dovrà essere concordato con l'Amministrazione comunale di Torino un piano per la riconversione del patrimonio immobiliare dell'Istituto. Sono già oggi allo studio diverse possibili destinazioni di parte del fabbricato di Corso Unione Sovietica; soluzioni che naturalmente verranno prese con il concorso di tutte le forze politiche e sociali di base a livello di quartiere.
Fondamentale importanza assume in questo discorso il problema del personale operante negli Istituti.
Già si è detto come si stia lavorando alla definizione di un quadro di riferimento relativo agli organici, alle mansioni ed ai livelli di qualificazione.
Ritorna quindi ad essere estremamente indicativa (anche se non rigidamente rappresentativa dell'intera realtà regionale) la situazione dell'Istituto di Riposo per la Vecchiaia, dove il rapporto personale ricoverati è assolutamente abnorme. Siamo al livello di 1 a 1.
Non è certo il caso di riandare alle cause che nel corso degli anni hanno determinato la situazione in atto, è comunque evidente che una qualsiasi soluzione del problema non è attuabile se nel contempo non viene risolta la questione della mobilità del personale.
L'Amministrazione regionale, presa visione della pianta organica dell'Istituto di Riposo per la Vecchiaia sta infatti procedendo ad un esame delle disponibilità che presentano in organico gli Enti ospedalieri cittadini, il Comune e la Provincia di Torino e l'E.C.A.; ciò allo scopo di garantire un reale ridimensionamento del personale (si ricordi il rapporto degenti-personale previsto in 1 a 4 per le strutture per lungodegenti della legge 68/132).
Tale ridimensionamento deve comunque realizzarsi attraverso iniziative adeguate di riqualificazione ed aggiornamento dei dipendenti e si deve attuare con la totale garanzia per i lavoratori della tutela dei diritti acquisiti.
In ogni caso forma, tempi e contenuti di questo piano di mobilità dei lavoratori verrà preventivamente concordato con le segreterie provinciali delle organizzazioni sindacali di categoria.
Allo scopo di avviare questa fase sperimentale, dalla quale sarà senza dubbio possibile trarre validi elementi di valutazione al fine di individuare una linea globale di intervento, la Giunta regionale intende con proprio atto deliberativo, insediare una commissione di lavoro presieduta dall'Assessore all'assistenza e composta da funzionari del Dipartimento Servizi Sociali, rappresentanti del Comune di Torino rappresentanti dell'Istituto di Riposo per la Vecchiaia e medici ospedalieri esperti nel settore della cura degli anziani.
A tale commissione verrà affidato l'incarico di approfondire gli aspetti giuridici ed amministrativi del programma, avviare i contatti con gli Enti interessati, gestire i piani di censimento delle strutture, dei posti letto, delle disponibilità di personale, ecc. Ne farà naturalmente parte, il Medico provinciale di Torino al quale spetta come già si è detto il compito di individuare i ricoverati che dovranno trovare sistemazione nel reparto paraospedaliero.
Detta commissione riferirà mensilmente alla Giunta regionale sull'andamento dei lavori.



PRESIDENTE

L'Assessore ha inteso rispondere ad entrambe le interrogazioni. In questo caso hanno diritto di replica sia la dottoressa Vietti sia il Consigliere Calsolaro. La parola alla dottoressa Vietti.



VIETTI Anna Maria

La prima parte della risposta dell'Assessore mette in evidenza come l'esigenza di intervenire sia conseguente al deficit di gestione dell'Istituto di Corso Unione Sovietica dovuto a molti fatti, compreso quello che, in seguito all'aumento della retta, numerosi ospiti non hanno avuto la possibilità economica di pagare fin dallo scorso anno.
E' un'importante questione che investe problemi umani ma che purtroppo, nella Regione Piemonte non è l'unica, poiché anche altre istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza hanno enormi deficit di gestione cui non sono in grado di far fronte.
La nostra interrogazione era piuttosto riferita al complesso problema dell'assistenza agli anziani ospiti in Corso Unione Sovietica, vista su un piano organico di intervento sia per l'assistenza agli autosufficienti che ai lungodegenti.
Mi pare che alla nostra interrogazione si siano date risposte interlocutorie affermando che si intende fare delle sperimentazioni.
Dichiaro che non siamo d'accordo sulle convenzioni tra gli ospedali Martini e Mauriziano e l'Istituto per l'assunzione di una parte delle rette precisamente per duecento lungodegenti - da parte della Regione, rette che verrebbero corrisposte a tali ospedali, i quali, a loro volta dovrebbero erogare le somme all'Istituto di Corso Unione Sovietica.
Ci pare questa una forma di sub-appalto inaccettabile che, per di più secondo noi, non responsabilizza né gli Enti ospedalieri né l'Istituto di Corso Unione Sovietica.
Il problema dei lungodegenti è certamente molto complesso ed ha notevoli risvolti umani.
Concordo con l'Assessore quando dichiara che il problema dei lungodegenti, in senso classico, deve trovare risposta a livello di reparti ospedalieri, perché essi necessitano di interventi plurispecialistici che soltanto un ospedale può garantire, mentre altre forme di assistenza agli anziani potranno trovare risposta attraverso strutture paraospedaliere ed interventi sociali.
Siamo sempre d'accordo nel privilegiare l'assistenza domiciliare. Siamo anche d'accordo che si affronti il problema del superamento di strutture falansteriche come quella di Corso Unione Sovietica.
A dire il vero, ad eccezione delle affermazioni relative alla sistemazione dei dipendenti, nella risposta dell'Assessore non risulta che si intenda, entro breve termine, giungere al superamento complessivo dell'Istituto.
Può anche essere intesa come risposta responsabile perché, secondo noi è necessario superare queste realtà con scelte alternative chiare, già esistenti, poiché chiunque si interessi di assistenza nella nostra Regione sa come sia difficile reperire un posto letto per un anziano non autosufficiente.
Il personale dipendente è certamente numeroso; non mi pare però si possa affermare che il rapporto personale-ospiti sia di 1 a 1.
I miei dati, sia per gli ospiti, sia per i dipendenti, sono complessivi, ossia comprendono il pensionato "Buon riposo" e gli altri reparti, perché gestiti dallo stesso Ente: i dipendenti sono 401 contro 900 ricoverati.
Come ho già detto, il superamento complessivo dell'Istituto di Corso Unione Sovietica, dall'intervento dell'Assessore, mi pare si possa sottintendere nella volontà di sistemazione del personale.
Siamo d'accordo di superare certe realtà assistenziali, ma poiché i reparti per lungodegenti negli ospedali sono attualmente limitati prevediamone il superamento con l'esistenza di alternative precise, ad evitare che l'affermata volontà di superare situazioni contrastanti con la moderna concezione dell'assistenza si risolva esclusivamente nel limitare gli interventi per gli anziani ed a far sì che essa non abbiano nemmeno più l'Istituto di Corso Unione Sovietica.
La Regione dunque assumerebbe l'onere per 200 lungodegenti, ma mi chiedo: quanti sono nella nostra Regione gli anziani nelle stesse condizioni di quelli ospiti di Corso Unione Sovietica? La Commissione medica ha stabilito che solo in tale Istituto ve ne sono già circa 500.
Perché allora si parla di 200 lungodegenti? Quanti anziani nelle stesse condizioni si trovano nell'Istituto di Corso Casale, della Crocetta, del De Pagave di Novara ed in numerosissime altre case di riposo? Credo che complessivamente nella Regione siano 4-5 mila.
Il fondo ospedaliero, che ha già delle difficoltà a fronteggiare le spese degli ospedali, sarà in grado di affrontare queste situazioni? E poi come si sceglieranno i 200 tra i 500 ospiti lungodegenti di Corso Unione Sovietica? Detto questo, anche se riteniamo che soluzioni sperimentali siano quanto mai delicate per situazioni del genere, sia per gli anziani sia per i dipendenti, non è che non siamo disponibili a discutere su soluzioni graduali.
La Regione oggi può assumere soltanto l'onere di 200 lungodegenti tendendo gradualmente ad aumentare nel futuro il loro numero; è stata anche espressa la volontà di istituire una commissione di studio.
Riteniamo però che i 200 lungodegenti debbano essere assunti in carico in modo definitivo e non soltanto con soluzioni sperimentali. Cioè, secondo noi, se abbiamo la possibilità di assumere l'onere per 200 lungodegenti d'accordo con l'Amministrazione dell'Ente, che si trova in difficoltà cerchiamo di scorporare una parte dell'Istituto di Corso Unione Sovietica per istituire un reparto di lunga degenza da assegnare direttamente ad un ospedale, Sappiamo che nella Regione il numero dei posti per lungodegenti è insufficiente, pertanto anche con il piano ospedaliero non avremo un numero di letti in eccedenza.
Ritengo infine che i 200 lungodegenti per i quali ci assumiamo l'onere non debbano essere scelti tutti tra gli ospiti di Corso Unione Sovietica bensì tra coloro che ne hanno in modo più chiaro le caratteristiche.
Una soluzione, seppur graduale ma definitiva, darebbe maggior garanzia anche per la sistemazione dei dipendenti che potrebbero, almeno in parte passare direttamente all'Ente ospedaliero che avrebbe aggregato il reparto di lungodegenza. In caso contrario, pur accettando il problema della mobilità, mi chiedo: gli Enti ospedalieri, il Comune, l'E.C.A., con le attuali leggi, sono in grado di assumere in organico questi dipendenti? Un'altra parte dell'Istituto potrebbe essere utilizzata per laboratori di analisi, per interventi riabilitativi, aperti al quartiere.
Non superiamo, però, una situazione ora esistente con il nulla perch per voler fare di più determineremmo un'ulteriore carenza nell'ambito dell'assistenza agli anziani.
Non siamo d'accordo su queste convenzioni: si affronti il passaggio di una parte dell'edificio di Corso Unione Sovietica all'ospedale ritenuto più idoneo creando un reparto per lungodegenza; siano scelti i lungodegenti che più ne hanno le caratteristiche; si affronti in modo organico il problema dei dipendenti, non soltanto con soluzioni provvisorie di comando presso ospedali, ma con la loro sistemazione in organico; soprattutto ci sia un piano chiaro per l'assistenza agli anziani che è un problema di notevole importanza.
Non deve essere soltanto il deficit dell'Istituto di Corso Unione Sovietica a sollecitare il nostro intervento, bensì è la situazione generale che richiede una soluzione organica tenendo conto dell'intera realtà della Regione, dell'esistenza di circa 5.000 lungodegenti che certamente potrebbero considerare ingiusto l'intervento in una sola direzione.
Pertanto, auspicando che l'Assessore, dopo aver approfondito il problema, dia ulteriori informazioni, mi dichiaro insoddisfatta perché la risposta non ci presenta un piano organico di intervento né in ordine all'assistenza agli anziani, né in ordine ad un'adeguata sistemazione dei dipendenti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Calsolaro.



CALSOLARO Corrado

Ringrazio l'Assessore Vecchione per la risposta, in modo particolare per averla fornita per iscritto, in quanto era difficile riuscire a capire le sue parole data la caratteristica dell'aula che poco si presta a sentire gli interventi dei colleghi.
La risposta dell'Assessore Vecchione però era per lo più incentrata sul problema dell'Istituto di Riposo per la vecchiaia, di cui all'interrogazione dei Consiglieri del Gruppo della Democrazia Cristiana mentre la mia interrogazione si riferiva in modo particolare al problema del nuovo ospedale geriatrico di Via Farinelli, per il quale si pone un problema di raccordo fra le esigenze assistenziali e sanitarie della zona e i fini istituzionali dell'I.N.R.C.A. A questo proposito, ho partecipato con il collega Rossi ad una serie di riunioni tenute sull'argomento e desidero comunicare agli Assessori competenti che da parte dei quartieri, della stessa Direzione dell'I.N.R.C.A. e delle forze politiche presenti nella località si intenderebbe portare in attuazione un'iniziativa, in collaborazione con la Regione, al fine di dibattere i problemi che nascono dal palazzo in via di costruzione e per il quale necessiterebbero ai fini dell'ultimazione edilizia circa 3 miliardi (se sbaglio il collega Rossi mi può correggere). Chiedo alla Giunta, ed in particolare agli Assessori competenti, se sono disposti a questo incontro per verificare sulla località i problemi socio-assistenziali della zona in relazione ai fini istituzionali dell'Ente e all'intervento che la Regione può attuare nell'ambito dei propri piani socio-sanitari ed assistenziali.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Enrietti in merito a questa proposta.



ENRIETTI Ezio, Assessore alla sanità

Confermo che non vi è soltanto la disponibilità (ho avuto modo di mandane una lettera ai Consiglieri Rossi e Calsolaro in merito alla riunione che si è tenuta l'altro giorno), ma intendiamo farci promotori di una riunione in loco per esaminare con le forze politiche, sociali e sindacali tutto il problema, in modo che emerga una soluzione definitiva.



PRESIDENTE

Desidero spiegare il motivo per cui ho lasciato procedere la discussione molto più in là del tempo che ci siamo imposti per discutere le interrogazioni; c'è qualche riflessione da fare su questo argomento intanto sull'esauriente ed argomentata risposta dell'Assessore e poi sull'importanza del tema.
Tuttavia, quando ci sono discussioni di questo rilievo, sarebbe opportuna la convergenza dei Capigruppo, in questo caso del Partito Socialista e della Democrazia Cristiana, per iscrivere il punto all'o.d.g.
il che consentirebbe a coloro che se ne fanno protagonisti di svolgere con ampiezza e con cura i loro interventi e alla Giunta di presentare una risposta argomentata e meditata. Non è detto che i punti in discussione debbano essere sempre rappresentati da progetti di legge; possono benissimo essere argomenti di questo genere dove tutti i Gruppi politici intendono intervenire per dare il loro contributo.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione urgente dei Consiglieri Cerchio e Menozzi: "Interventi a difesa della situazione occupazionale nell'Astigiano con particolare riferimento alla situazione dell'Eurofirgat, lb-Mei e della Way-Assauto"


PRESIDENTE

La successiva interrogazione urgente è dei Consiglieri Cerchio e Menozzi: "Interventi a difesa della situazione occupazionale dell'Astigiano con particolare riferimento alla situazione dell'Eurofirgat, Ib-Mei e Way Assauto".
Risponde l'Assessore Alasia



ALASIA Giovanni, Assessore ai problemi del lavoro

Il Consigliere Cerchio (per avere partecipato in modo impegnato alle discussioni e alle varie fasi della vertenza) conosce gli sviluppi della vicenda dell'Eurofirgat. A lui, dal momento che lo richiede, e anche al Consiglio, devo un aggiornamento sugli impegni della Giunta.
Venerdì 8 aprile sono stato all'Eurofirgat con il Presidente della Provincia di Asti, il Sindaco di Villanova, i Parlamentari astigiani, le organizzazioni sindacali all'assemblea degli operai. il 'assemblea ha preso atto con soddisfazione del primo modesto, ma concreto risultato conseguito nei giorni precedenti. Si tratta, in sostanza, dell'impegno della proprietà a non dar più luogo ad atti unilaterali senza venire ad una verifica in sede regionale. Durante l'assemblea a Villanova è giunta la comunicazione che l'azienda, accogliendo la richiesta dei sindacati, era disponibile per un incontro presso l'Unione Industriale per domattina. Naturalmente tutto questo non può dissipare le nostre gravi preoccupazioni sul comportamento dell'azienda.
L'Eurofirgat produce articoli tecnici in gomma; è un'azienda che malgrado le limitate dimensioni occupazionali, è di notevole importanza, è collegata ad interessi multinazionali.
L'originaria proprietà individuale è del signor Tondato e si è combinata con quella della RIV-S.K.F.
Il signor Tondato avrebbe attualmente la maggioranza assoluta del pacchetto azionario, ma a nessuno sfugge il fatto che una partecipazione del 30% del gruppo RIV-S.K.F. è determinante in un'azienda del genere.
Questo fatto deve essere tenuto presente non solo ai fini della vertenza ma anche per le preoccupazioni che desta in un settore più vasto.
L'azienda riferisce che nel '74 ha registrato una perdita di 749 milioni, nel '75 di 400 milioni; i dati del '76 non sono ancora ufficiali ma si parla di oltre un miliardo, circa 100 milioni mensili, La verifica sulla veridicità di questi dati non è agevole, comunque credo di dover dire che un'ottica aziendalistica non è di per sé convincente, data la natura dell'azienda. Non si spiega del resto questo improvviso allarme, quando si considera che il 22 luglio del 1976 è stato stipulato un accordo sindacale secondo il quale l'azienda si impegnava a non effettuare licenziamenti sino al 31 dicembre 1977. Sarebbero infondate le notizie di restrizione della committenza. Va inoltre considerata la zona nella quale l'azienda è collocata. Il Sindaco di Villanova mi diceva che nelle liste di collocamento del Comune risultano iscritte 96 donne. La maestranza dell'Eurofirgat non è stata assorbita dall'economia agricola. Vi sono immigrati ora residenti sul posto; vi è una forte pendolarità quotidiana da Torino. Le localizzazioni in tali zone, che hanno fruito per un decennio di consistenti sgravi fiscali, non possono ubbidire ad una logica di speculazione contingente; devono invece rispondere a criteri di stabilità sociale e produttiva. La vicenda dell'Eurofirgat (e non è la sola azienda) richiama considerazioni più generali, sul comportamento, sul ruolo sull'atteggiamento, che definirei neocolonialista, delle multinazionali che vengono e vanno (è anche la storia della Singer), usufruiscono di agevolazioni fiscali, comandano lo spostamento di mano d'opera, fanno il bello e cattivo tempo e poi chiudono le aziende, magari spostandole altrove. Questa situazione ci induce ancora una volta a chiedere al Governo di predisporre più accurati strumenti di controllo sulle forme di presenza delle multinazionali.
Voglio assicurare al Consigliere Cerchio che seguiremo passo passo l'evolversi della situazione, a incominciare dal rispetto della scadenza per la verifica, per la quale debbo ancora una precisazione. Abbiamo chiesto alla proprietà di venire all'incontro con un quadro positivo per la produzione e l'occupazione. La domanda ci è stata posta anche dai Parlamentari astigiani della Democrazia Cristiana all'assemblea di Villanova; nel caso di un programma, la Regione si sentirà impegnata per favorire le eventuali operazioni di ristrutturazione, compresa l'eventuale richiesta di credito agevolato. Infine ci stiamo adoperando affinch l'azienda ripristini la normalità della produzione, dopo che ha praticato la riduzione del salario al 70%. Sono in sede di interrogazione e devo attenermi strettamente all'argomento; desidero solo accennare ancora che in questi stessi giorni si è riaperto il problema dell'Ib-Mei, problema che minaccia centinaia di lavoratori che, assommati a quelli delle altre aziende, ci danno la gravità della situazione in cui si trova l'area astigiana.
Ieri a Roma ho parlato con il Ministro del Lavoro, Tina Anselmi affinché siano rispettati gli impegni assunti circa i livelli occupazionali. Una delegazione di operai dell'Ib-Mei chiede di essere ricevuta dai Capigruppo o da rappresentanti dei vari Gruppi politici e chiede il nostro impegno per avere un incontro congiunto con i due Ministeri.
Finita questa questione, perciò, prego i colleghi di esaminare assieme l'altra grave questione che si sta aprendo nell'area astigiana.



PRESIDENTE

La parola all'interrogante, Consigliere Cerchio.



CERCHIO Giuseppe

Ringrazio l'Assessore per la risposta articolata circa il problema contingente legato all'Eurofirgat e delle altre aziende in crisi considerando le possibilità ed i limiti della Regione Piemonte in ordine alla difesa dei livelli occupazionali dell'Astigiano e del Chierese problema che si è verificato in questi ultimi tempi in termini non positivi per una serie di circostanze. La puntualità con la quale la Regione si è mossa nel ricevere le delegazioni dei dipendenti e nel richiedere l'incontro con la proprietà, la quale era praticamente latitante (non si riusciva a capire in effetti qual era la controparte effettiva con la quale trattare), nel sollecitare affinché da una parte della proprietà venisse presentato un piano di ristrutturazione comprendente il contenimento dei livelli occupazionali e la ripresa produttiva, è un fatto positivo. Certo il discorso dell'Eurofirgat si collega ad altre aziende: alla Riv, alla Way Assauto e alla Fiat.
L'incontro con l'Unione Industriale potrà dare alcuni chiarimenti. E' vero che esistono obiettivamente due problemi fondamentali: uno di carattere produttivo, quindi il legame con le altre aziende, soprattutto in linea diretta, e con la Fiat che tende a realizzare produzioni specialistiche non più attraverso altre aziende e il problema di carattere finanziario, cioè di liquidità, in merito ai quali la Regione, come punto di riferimento e di mediazione, si è fatta carico di esperire ogni forma per addivenire a un aiuto. I tempi di attuazione sono certamente molto intensi e legati all'assemblea di fine aprile. E' emersa tuttavia dalle dichiarazioni la volontà di non volere il suicidio dell'azienda e questo è un punto fondamentale, mette in condizione la proprietà di attenersi a determinate regole e di indirizzarsi verso il risanamento dell'azienda anche con produzioni diversificate mediante un intervento di collaborazione. Mi auguro che all'incontro di domani all'Unione Industriale la proprietà presenti un piano che possa permettere di avere elementi certi per impedire ulteriori cali dei livelli occupazionali, soprattutto in considerazione della zona a cavallo fra l'Astigiano e il Torinese, con riferimento in particolare al Chierese, già particolarmente colpito. Tra una decina di giorni, in occasione di un convegno sull'occupazione organizzato dal Comune di Chieri e da altre Amministrazioni comunali e a cui parteciperà la Regione, avremo occasione di verificare politiche che vanno al di là del fatto contingente, oltre al discorso legato all'Ib-Mei e alla Way-Assauto che richiedono risposte tempestive e possibilità di interventi in senso politico. Ringrazio per la risposta.



PRESIDENTE

L'interrogazione è discussa.


Argomento: - Calamità naturali

Interrogazione dei Consiglieri Menozzi, Soldano, Chiabrando e Vietti: "Motivazioni che giustificano la deliberazione n. 50 del 20/8/1976 e criteri e istruzioni per il riparto dei fondi per i Comuni danneggiati dalla grandine"


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione presentata dai Consiglieri Menozzi Soldano, Chiabrando e Vietti: "Motivazioni che giustificano la deliberazione n. 50 del 20/8/1976 e criteri ed istruzioni per il riparto dei fondi per i Comuni danneggiati dalla grandine".
Risponde l'Assessore Ferraris.



FERRARIS Bruno, Assessore all'agricoltura e foreste

L'interrogazione si riferisce specificamente ad una parte della deliberazione, che comprende un'erogazione di fondi per 300 milioni, di cui 200 assegnati a 20 Comuni della Langa particolarmente colpiti dalla grandine.
Nell'interrogazione si esprime anche sfiducia nei confronti di questi interventi, sfiducia che non ho difficoltà a condividere. Molti colleghi Consiglieri, compreso il Vicepresidente Paganelli, esaminarono la situazione particolarmente acuta e grave di quella zona. In seguito per avvennero altri danni e in una seconda assemblea, tenutasi a La Loggia presente anche il Presidente della III Commissione, si insistette perch ciò che era stato dato ad una zona venisse dato anche all'altra. Di conseguenza, senza farcelo richiedere, alla terza grandinata si è provveduto per tutti gli altri Comuni. La motivazione sta nella gravità dei danni che colpirono la zona della Langa. Purtroppo queste erogazioni devono seguire un certo criterio, altrimenti non possono essere deliberate, in quanto seguono la strada dell'intervento fatto tramite E.C.A. così come avveniva prima da parte dello Stato.
Gli uffici dell'Assessorato all'agricoltura si sono limitati ad individuare i criteri per l'assegnazione dei fondi ai vari Comprensori, dal momento che abbiamo ritenuto di interessarli a tale compito.
Si è fatto il calcolo delle denunce, non tanto in rapporto al valore quanto alla superficie delle colture colpita.
Il riparto è il seguente: Comprensorio di Asti: 40 milioni Comuni colpiti: 28, di cui 15 fino al 10/8/1976 Comprensorio di Casale: 45 milioni Comuni colpiti: 7, di cui 4 fino al 10/8/1976 Comprensorio di Saluzzo: 10 milioni Comuni colpiti 7 Comprensorio di Alessandria: 5 milioni, riservati al Comune di Alice Bel Colle.
Gli stessi criteri sono stati adottati per il riparto di successivi 100 milioni di lire, messi a disposizione con la deliberazione n. 85 del 26/10/1976. Sin qui l'attività dell'Assessorato all'agricoltura. Per quanto riguarda la puma parte della deliberazione, cioè i 200 milioni erogati ai Comuni della provincia di Cuneo, tutto è andato bene. Anzi, tre Comuni hanno rifiutato, dichiarando di non avere casi di necessità, altri Comuni però hanno chiesto di essere inseriti, per cui lo stanziamento è diventato di 213 milioni che ritengo siano andati a buon fine. L'Assessore Vecchione che gestisce direttamente questa materia, potrebbe riferire più precisamente. Complicazioni sono venute invece per altri Comuni.
Se vi era scarsa fiducia in simili interventi, questa è la riprova che è necessario trovare altre soluzioni per fare fronte alla drammaticità e alla gravità dei danni. Il provvedimento all'esame della III Commissione che presto verrà in Consiglio, non sarà risolutivo, ma indubbiamente offrirà una strada migliore degli interventi suddetti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Menozzi.



MENOZZI Stanislao

Ringrazio l'Assessore Ferraris per avere precisato che alla prima deliberazione de] 20 agosto ne sono seguite altre. L'interrogazione infatti l'abbiamo impostata sulla prima deliberazione e, se tale fosse rimasta avremmo dovuto fare alcune osservazioni in linea di principio, che così sono superate. Comunque ci permettiamo ugualmente di far rilevare che quando si tratta di venire in soccorso del prossimo si dovrebbe intervenire in modo apprezzabile, approfondendo il problema e facendo soprattutto leva sulla tristissima esperienza maturata in tanti anni.
Nella provincia di Asti alcuni Comuni sono stati esclusi dall'elenco che è in mio possesso, altri invece, che non sono risultati essere stati delimitati ai sensi della legge 364 - Fondo nazionale di solidarietà, sono riusciti a godere dei benefici regionali. Inoltre occorre osservare ancora che il riparto non risponde né alle dimensioni territoriali dei singoli Comuni ai quali il contributo è stato assegnato, né al numero dei produttori agricoli in essi esistenti, né all'intensità dei danni arrecati dalla grandinata, per cui l'intervento in alcuni casi si rivela sperequato per difetto, in altri per eccesso. Proprio per la maturata mia esperienza so quanto sia difficile intervenire in tal senso. Dopo i trasporti iniziali, che mi hanno portato a richiedere l'intervento presso il Ministero degli Interni che un tempo devolveva le somme a favore degli E.C.A. non sono più intervenuto in merito, proprio perché si registravano in sede di assegnazione disguidi notevoli, lotte intestine e contrapposizioni spaventose all'interno dei Comuni, mettendo in serio imbarazzo gli amministratori.
Penso che la Giunta possa manifestare la sua sensibilità, in attesa di trovare sistemi e procedure più idonee, non modificando gli interventi bensì individuando il singolo al quale si deve andare realmente incontro non con la manciata delle poche migliaia di lire, ma con interventi cospicui, atti a sollevarlo da situazioni di vera difficoltà. Mi riferisco ai casi recenti (che d'altra parte si ripetono puntualmente tutti gli anni) di smottamenti e frane, avvenuti anche nella mia provincia, in cui disgraziati operatori agricoli da un minuto all'altro si sono trovati con la casa divelta e i vigneti asportati. Questi sono casi che richiedono un atto di solidarietà, però è necessario che sia cospicuo.
L'Assessore Ferraris, un tempo e giustamente, chiamava questi interventi dispersivi ed io condividevo quel giudizio. Non so come si possano chiamare oggi, forse non più dispersivi, ma validi sicuramente no.
Per questo motivo, anche a nome degli altri colleghi che hanno sottoscritto l'interrogazione, rivolgo l'invito alla Giunta a procedere con maggiore ponderazione e riflessione.



PRESIDENTE

L'interrogazione è svolta.


Argomento: Assistenza farmaceutica (organizzazione, servizi ecc.

Interrogazione dei Consiglieri Martini, Paganelli, Lombardi e Soldano: "Situazione del concorso per farmacie rurali in provincia di Cuneo bandito con deliberazione 22/3/1976 e opportunità di proporre sovvenzioni alle stesse farmacie rurali"


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione presentata dai Consiglieri Martini Paganelli, Lombardi e Soldano: "Situazione del concorso per farmacie rurali in provincia di Cuneo bandito con deliberazione del 22/3/1976 e opportunità di proporre sovvenzioni alle stesse farmacie rurali".
Risponde l'Assessore Enrietti.



ENRIETTI Ezio, Assessore alla sanità

Per quanto riguarda l'espletamento del concorso si fa presente che è in corso di perfezionamento la procedura per la costituzione della Commissione esaminatrice del relativo concorso, che, in base alla vigente normativa richiede un iter procedurale non indifferente. Eravamo in attesa che l'Ordine dei Farmacisti designasse la terna dei nomi da inserire nella Commissione. La terna dei nomi è stata comunicata il 24/3/1977; entro il corrente mese sarà tutto concluso.
Per quanto riguarda invece il sovvenzionamento delle farmacie rurali la Giunta, nella riunione di martedì scorso, ha approvato un disegno di legge che interessa 397 farmacie, esistenti nel territorio regionale, con un impegno di spesa di circa 450 milioni, che tiene appunto conto degli oneri a carico delle farmacie. In sostanza è l'integrazione alla legge 8/3/1968 n. 221 e che porta gli stanziamenti a L. 2 milioni e 500 mila annue lorde per le farmacie rurali ubicate in località con popolazione inferiore ai 1000 abitanti; a L. 1 milione e 250 mila annue lorde per farmacie rurali ubicate in località con popolazione da 1.001 abitanti a 2.000; a L. 850 mila per farmacie rurali ubicate in località con popolazione da 2.001 a 3.000 abitanti.
Questi sono i provvedimenti contenuti nel testo di legge approvato dalla Giunta regionale e che dovrà ancora andare in Commissione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Martini.



MARTINI Mario

Ringrazio l'Assessore e faccio presente al Presidente che ho insistito per avere questa risposta anche per un motivo di correttezza di rapporti che devono esistere tra la Giunta ed il Consiglio. Ho presentato l'interrogazione circa un mese fa. Leggo sul giornale che la Giunta delibera in merito a quanto ho richiesto nell'interrogazione e avevo quanto meno piacere di essere informato, così come sono stati informati gli organi della stampa, in merito al disegno di legge. La Commissione si pronuncerà e le forze politiche potranno esprimere il loro parere in merito. Grazie.



PRESIDENTE

Le interrogazioni sono concluse.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente a) Congedi


PRESIDENTE

Comunico che ha chiesto congedo l'Assessore Astengo.


Argomento:

b) Apposizione visto Commissario del Governo


PRESIDENTE

E' stato apposto il visto del Commissario del Governo: alla legge regionale del 10/3/1977: "Miglioramenti economici in attesa dell'applicazione dell'accordo contrattuale nazionale dei dipendenti regionali" alla legge regionale del 10/3/1977: "Ulteriore proroga delle disposizioni di cui al primo comma dell'art. 17 della legge regionale 15/1/1973 n. 3, concernente criteri generali per la costruzione l'impianto, la gestione ed il controllo degli asili nido comunali costruiti e gestiti con il concorso dello Stato di cui alla legge 6/12/1971 n. 1044 e con quello della Regione" alla legge regionale del 10/3/1977: "Modificazioni agli stanziamenti del bilancio di previsione per l'anno 1976 per l'assistenza ospedaliera".


Argomento:

c) Mancata apposizione visto Commissario del Governo


PRESIDENTE

E' invece mancata l'apposizione del visto del Commissario del Governo: alla legge regionale del 10/3/1977: "Ulteriore rifinanziamento della legge regionale 8/9/1975 n. 51: Interventi regionali per lo sviluppo dell'agricoltura e delle foreste negli anni 1975, 1976, 1977".


Argomento: Esercizio delle funzioni amministrative trasferite o delegate dallo Stato alle Regioni

d) Convegno regionale per l'esame dello schema di decreto attuativo della legge 382


PRESIDENTE

Ricordo ai Consiglieri che il 18 aprile si svolgerà presso il Centro incontri della Cassa di Risparmio di Torino, il Convegno regionale per l'esame dello schema di decreto attuativo della legge n. 382.
Il Convegno, indetto in accordo con il Comitato d'intesa fra le autonomie locali del Piemonte, costituirà la sede in cui si svolgeranno le consultazioni su tale argomento in vista del parere che in merito il Consiglio regionale deve esprimere e per cui è già stata fissata un'apposita seduta consiliare per il giorno 21 aprile.
Il Convegno non è quindi il luogo dove si esprimeranno le forze politiche che si pronunceranno invece nel corso del dibattito in Consiglio ma la sede in cui verranno presentati i risultati del dibattito svoltosi negli Enti locali e all'interno delle forze sociali piemontesi in base al materiale già da tempo distribuito dal Consiglio regionale, e cioè schema del decreto governativo, documenti delle Regioni al Convegno di Milano documento presentato dai Presidenti delle Giunte e dei Consigli regionali alla Commissione parlamentare per le questioni regionali e ai Presidenti della Camera e del Senato.
Il programma del Convegno del 18 aprile, che durerà l'intera mattinata prevede l'apertura dei lavori alle ore 9,30 con una relazione introduttiva di carattere metodologico del Presidente del Consiglio regionale, cui seguirà il dibattito con la partecipazione delle autonomie locali e delle forze sociali.


Argomento: Rapporti delle Regioni con l'ordinamento internazionale extra-comunitario

e) Problema dei diritti umani in Cile


PRESIDENTE

Ho ricevuto una risposta tempestiva (e di questo mi compiaccio) dal Presidente del Consiglio Andreotti alla lettera con la quale ci eravamo rivolti a lui per avere informazioni su 2.500 prigionieri politici cileni e su alcune personalità dell'opposizione cilena di cui non si avevano notizie e di cui si richiedeva la liberazione.
La lettera del Presidente del Consiglio dei Ministri dice: "Ho ricevuto la sua lettera n. 1784 dell'8 marzo 1977, relativa ad alcuni aspetti del problema dei diritti umani in Cile.
Desidero anzitutto ricordarle che, nonostante l'assenza di regolari relazioni diplomatiche con le Autorità cilene, nulla è stato tralasciato da parte italiana in questi anni per alleviare la situazione dei perseguitati politici in Cile. E' sufficiente tener presente le diverse centinaia di persone ospitate nella nostra Ambasciata in Santiago, che hanno avuto successivamente - malgrado le nostre difficoltà del momento - accoglienza in Italia, ove ci si adopera tuttora per agevolare anche il loro ricongiungimento con i familiari rimasti in Cile.
L'Italia ha partecipato inoltre, talora con ruolo di iniziatrice, e continua a partecipare ai vari passi che vengono presi nell'ambito della cooperazione politica dei paesi della Comunità Europea, come pure in occasione dei lavori delle Nazioni Unite e di altri organismi multilaterali, tutti diretti a sollecitare da parte delle Autorità cilene il rispetto dei fondamentali diritti dell'uomo.
Per quanto concerne in particolare le tre personalità politiche da lei menzionate, il caso di Carlos Humbert Contreras Maluje è stato sottoposto alla magistratura cilena che si è pronunciata, nello scorso gennaio, in favore della sua liberazione, che peraltro non ha ancora avuto luogo.
Per quanto riguarda, poi, Carlos Mario Vizcarro Cofre e Jorge Gerardo Solovera Gallardo, si è tuttora in attesa di una decisione della Corte Suprema di Giustizia del Cile su un ricorso presentato l'8 marzo u.s. dai familiari al fine di ottenere la loro liberazione.
Colgo l'occasione per inviarle i migliori saluti".
A parte il tono generale della lettera, la notizia mi pare importante: è la conferma che Carlos Humbert Contreras Maluje è intanto vivo, perché la lettera con cui ci eravamo rivolti era anche motivata dal fatto che non si sapeva dov'era. La precisazione del Presidente del Consiglio ci permette di dare una risposta anche ai rappresentanti dell'emigrazione cilena qui in Piemonte con qualche elemento di rasserenamento e con fiducia per le altre due questioni specifiche che avevamo sollevato.
Non ho altre comunicazioni: vi sono richieste di intervento? Chiede la parola il Consigliere Menozzi. Ne ha facoltà.



MENOZZI Stanislao

Rilevo il fatto, signor Presidente, che lei ha comunicato il congedo dell'Assessore Astengo, che stimo moltissimo. Dobbiamo però amaramente constatare che, in quanto Assessore, si astiene parecchie volte dalle riunioni consiliari e siccome certe osservazioni sono state rivolte accentuatamente in passato nei confronti di altri degni emuli dell'Assessore Astengo, mi permetto di osservare che il fatto non costituisce motivo di buon esempio per i semplici e modesti Consiglieri impegnati a partecipare assiduamente alle riunioni del Consiglio



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Signori Consiglieri, la Giunta non dissente dal ragionamento espresso dal Consigliere Menozzi. Dobbiamo però osservare che spesso gli Assessori e il Presidente della Giunta hanno degli incarichi e degli incontri, come oggi l'Assessore Astengo, ai quali o si decide di non partecipare mai oppure qualche volta si partecipa e quindi ci si assenta dalle riunioni del Consiglio, ma occorre distinguere fra chi si assenta per un motivo ben preciso e chi si assenta senza motivo.
La Giunta fa propria l'opinione del Consigliere Menozzi non soltanto nei confronti dei membri della Giunta, ma anche nei confronti dei membri del Consiglio. E' una questione di carattere generale ed anche di carattere politico, sulla quale occorre ritornare in sede di riunione dei Capigruppo perché è riferita a tutti i gruppi presenti.
Vorrei essere molto chiaro su questo argomento. In tante occasioni ho richiamato i colleghi ad essere puntuali e ad essere presenti perché questo è il momento più importante del Parlamento regionale. Anche l'altra sera il Consigliere Oberto ne è al corrente - abbiamo avuto modo di sottolineare questo fatto in presenza dell'on. Spadolini, Presidente di una Commissione parlamentare.



PRESIDENTE

Devo aggiungere che l'arch. Astengo è in congedo in quanto impegnato a Roma per la legge 117. Questa naturalmente è soltanto una precisazione, lo scambio di opinioni avvenuto fra il Consigliere Menozzi e il Presidente della Giunta è particolarmente puntuale ed opportuno.
Chiede la parola il Consigliere Picco. Ne ha facoltà.



PICCO Giovanni

Ho rilevato nel processo verbale della riunione del 6 aprile 1977 che manca l'accenno, anche solo come indicazione, in merito ai lavori del convegno delle Regioni Campania e Piemonte, dei quali abbiamo appreso notizia solo dalla stampa e riteniamo ci debba essere un momento di maggiore riflessione sugli argomenti trattati e soprattutto sul ruolo che la Regione Piemonte ha inteso stabilire nel rapporto con la Regione Campania. Sottolineo questo aspetto che ritengo molto importante. Non so a chi compete la materia, se al Presidente del Consiglio o al Presidente della Giunta, ma riterrei opportuno vi fosse un impegno preciso per riferire al Consiglio e trasferire poi la materia alla I Commissione.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Come lei sa, Consigliere Picco, l'iniziativa è stata assunta congiuntamente da parte del Consiglio e della Giunta, all'incontro di Napoli, infatti, parteciparono forze di entrambi gli organi. Questa informazione è già nota a tutti i gruppi politici. Intendevamo fare il punto sulla situazione nel momento in cui l'incontro, che prosegue in queste settimane, fosse giunto ad un'ipotesi di conclusione. Se si richiedono informazioni interlocutorie, non vi è problema a darle, da parte della Giunta, come credo non vi sia problema da parte del Consiglio, ma ritengo più opportuno predisporre l'informazione allorché l'iter degli incontri sarà concluso; dò quindi assicurazione in questa direzione.



PICCO Giovanni

Aspettiamo allora queste conclusioni.



PRESIDENTE

Nella riunione dei Capigruppo si stabilirà il modo e la formula.


Argomento:

Sul programma dei lavori


PRESIDENTE

Il punto quarto all'o.d.g. reca: "Comunicazioni del Presidente della Giunta sulla costituzione di un Comitato consultivo delle Regioni e delle autonomie locali in relazione ad una riunione dei rappresentanti delle autonomie locali e dei nove Paesi membri della CEE che si è tenuta recentemente a Bruxelles".
La parola al Presidente della Giunta.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Signor Presidente, prima di svolgere questa comunicazione desidero conoscere l'ordine dei lavori; è stato ipotizzato che il punto principale in discussione oggi sarebbe stato la legge sulla caccia.



PRESIDENTE

Sentiamo il parere del Consigliere Bianchi.



BIANCHI Adriano

Non avanzo nessuna proposta e non abuso del tempo. Il Presidente della Giunta ha introdotto il problema in modo tale da mettermi in difficoltà poiché è vero che ci sono stati scambi di opinioni su questo argomento, ma è evidente che, trattandosi di legge di iniziativa della Giunta, deve essere la Giunta stessa, nel caso in cui riscontri nello stadio di preparazione dei motivi di rinvio, a chiederlo ufficialmente.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Confermo, a nome della Giunta, di voler procedere all'esame della legge.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Oberto.



OBERTO Gianni

Senza voler suggerire niente a nessuno, mi sembrerebbe opportuno, nello stabilire il calendario dei lavori, dare sempre precedenza all'esame delle leggi perché siamo qui per questo; l'ordine del giorno deve contenere prima di tutto le comunicazioni del Consiglio e della Giunta, l'esame dei progetti di legge e successivamente gli altri argomenti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Per non drammatizzare un argomento che, secondo l'insegnamento della storia, riesce sempre a provocare incomprensioni ed equivoci, ritengo che la legge sulla caccia venga comunque affrontata. A questo proposito sarebbe utile una riunione brevissima dei Capigruppo per esaminare la situazione.



PRESIDENTE

Sono d'accordo anch'io, perché se accetto il suggerimento del Consigliere Oberto, debbo mettere in discussione il punto precedente a questo argomento, cioè la legge sul patrimonio linguistico, mentre se accetto la proposta del Presidente della Giunta devo anteporre la questione della caccia; quindi è opportuno uno scambio di idee. Suggerisco qualche minuto di sospensione, se non vi sono obiezioni.



(La seduta, sospesa alle ore 11, riprende alle ore 11,50)


Argomento: Caccia

Sul rinvio dell'esame del disegno di legge n. 107 in merito alle modifiche della legge regionale 13 agosto 1973, n. 21, sulla caccia in Piemonte


PRESIDENTE

La seduta riprende.
La conferenza dei Capigruppo ha esaminato l'ordine del giorno ancora da svolgere e ha riscontrato l'impossibilita di procedere su alcuni punti e perché mancano alcuni elementi di perfezionamento e perché non è ancora stata presa una decisione definitiva.
In merito al disegno di legge n. 107 concernente le norme per l'esercizio della caccia nella Regione Piemonte, il Presidente della Giunta regionale deve fare una dichiarazione.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Non ricordo se sia stato il Consigliere Oberto a riportare le parole dell'on. Giolitti: "Se vuoi fare cadere un Governo presenta una legge per la caccia", mi pare comunque che avesse sostanzialmente rappresentato la realtà. La Giunta si è espressa con un disegno di legge modificativo che ha innovato profondamente. In tale vicenda sono presenti nella nostra comunità, nel Paese e in tutto il mondo, associazioni e interessi che vanno valutati e vanno discussi. La Giunta ha espresso la propria disponibilità ad un esame sul testo presentato, per cercare di migliorarlo e, come sempre abbiamo dichiarato, il Governo regionale è disponibile a cogliere gli aspetti positivi, i suggerimenti, gli eventuali emendamenti o le modifiche che potessero ulteriormente perfezionare il testo al fine di dare piena e legittima soddisfazione agli amanti della natura che vorrebbero invece vedere un quadro profondamente diverso. La Giunta è disponibile a questa linea e stabilirà con il Presidente del Consiglio e i Presidenti dei Gruppi la data della discussione, al fine di avere a disposizione un arco di tempo sufficiente perché sappiamo quanto sia importante un articolo, un emendamento, una norma, inserito in modo tale da non cogliere la realtà.
I tempi stringono, abbiamo degli adempimenti di carattere amministrativo che non possono essere compiuti all'ultimo momento; vi sono 200.000 cacciatori nella Regione Piemonte e altri 100.000 si preannunciano dalle Regioni vicine, sono quindi 300.000 adempimenti che debbono essere fatti presupponendo un iter abbastanza lungo, Dobbiamo quindi prevedere che la legge trovi la sua conclusione almeno nel mese di aprile e abbia il visto del Governo nel mese di maggio. In questo spirito e in questo quadro riteniamo di cogliere i suggerimenti che i Presidenti dei Gruppi ci hanno dato nella riunione.



PRESIDENTE

Chi lo ritiene opportuno può intervenire sulle dichiarazioni del Presidente della Giunta, ma non sulla legge, è una cosa ben diversa. Penso che il giorno 19 p.v. si potrebbe affrontare e votare il disegno di legge.
La parola al Consigliere Bianchi che aveva chiesto di parlare.



BIANCHI Adriano

Devo chiarire a me stesso e agli altri Consiglieri il significato che ha questo momento di verifica e di confronto delle posizioni che porta a proporre un aggiornamento della discussione. Preciso subito qual è la nostra linea in occasione della trattazione di questo e di altri argomenti e cioè quella di non tendere all'esasperazione e alla strumentalizzazione dei contrasti, avendo sempre per fine la ricerca di ottenere una legge il più possibile rispondente agli interessi che si vogliono regolamentare o tutelare.
Ho un'altra dichiarazione da fare, specifica e riguardante questo argomento: per effetto della maturazione culturale in atto non dovrebbero farsi assolutamente passi indietro nella disciplina dell'attività venatoria che così facilmente accende le passioni, ma le accende facilmente proprio perché sono effimere e come tali facili a spegnersi. I contrasti vivaci emersi tra le forze politiche e all'interno delle medesime e le prese di posizione dell'opinione pubblica hanno portato a suggerire un momento di rimeditazione. Siamo comunque pronti a discuterne immediatamente, poiché la nostra posizione è già nota, pur essendo disponibili ad ogni miglioramento ulteriore del disegno di legge.
Non ci opponiamo in linea di principio ad un rinvio ove questo, come è stato motivato dal Presidente della Giunta, significhi uno spazio per tornare su alcuni punti dirimenti soprattutto di carattere innovativo e, a nostro avviso, regressivo rispetto alla disciplina della materia.



PRESIDENTE

Ci sono altre richieste di parola? Consigliere Cardinali, ne ha facoltà.



CARDINALI Giulio

Il Gruppo socialista democratico accetta il rinvio e non può esimersi dal riconoscere che in una materia del genere il rinvio è qualcosa di più del ripensamento, ma rappresenta l'ipotesi di una modificazione del testo presentato. Con questo spirito accettiamo il rinvio.



PRESIDENTE

Chiede la parola la signora Castagnone Vaccarino. Ne ha facoltà.



CASTAGNONE Aurelia

Il Gruppo repubblicano accetta il rinvio dell'esame del testo di legge sulla caccia augurandosi che in questa settimana possano intervenire ulteriori accordi circa l'accoglimento di alcuni emendamenti alla legge che è regressiva rispetto alla precedente.



PRESIDENTE

Chiede la parola il Consigliere Oberto, ne ha facoltà.



OBERTO Gianni

Intervengo a titolo personale. Un rinvio non si nega mai, lo diciamo noi avvocati, però i rinvii sono sempre espressione di cause che ti sfuggono di mano.
Il rinvio ipotizzato al giorno 19, quindi tra quattro giorni, signor Presidente, non è possibile; martedì saremo richiamati qui a discutere su problemi di fondo poiché non si tratta di decidere se dare o non dare il tesserino, se stabilire mezz'ora prima o mezz'ora dopo del sorgere del sole. La questione di fondo è un'altra, si tratta della radicale trasformazione della legge in termini di caccia invernale e primaverile: o si è schierati in quella direzione o si è schierati in una direzione diversa; rinviare, a mio avviso, non serve assolutamente a nulla, anche se condivido il punto di vista dei presentatori di votare presto la legge della Giunta, a cui fa gioco sostenere la legge perché si possa rapidamente sparare agli uccelli migratori che vanno e vengono ancora nel 1977, alla vigilia del giorno in cui a Torino sarà impostata la sistemazione dell'ambiente con una mostra che richiamerà visitatori da tutta l'Europa e all'indomani, signor Presidente della Giunta regionale, di un colloquio molto interessante (per quello che abbiamo potuto sapere attraverso le relazioni dei giornali) che lei ha avuto con l'on. Giolitti per un nostro incardinamento nella realtà europea attraverso la CEE, nel momento in cui la Comunità Europea in ordine alla caccia va nella direzione della prima legge approvata da questo Consiglio regionale e non nella direzione delle modifiche che si portano oggi, nel momento in cui, signor Presidente, anche per gli animali si sta predisponendo una Carta europea.
Non ritengo quindi che questi quattro giorni siano assolutamente sufficienti a modificare le idee di fondo e di principio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi. Ne ha facoltà.



BONTEMPI Rinaldo

Mi sembra che la questione non vada assolutamente sottovalutata proprio nel momento in cui ci apprestiamo a ripensare come nell'attività legislativa le norme debbano andare al passo con la realtà.
Penso che sarebbe un grosso errore sminuire l'argomento, però sarebbe altrettanto un grosso errore se non cogliessimo tutte le occasioni. Credo che un rinvio di qualche giorno possa in ogni caso darci delle possibilità per arrivare a conclusioni importanti, anche discriminanti, se effettivamente esistono elementi di una possibile regressività delle norme o se invece le norme, così come sono state proposte, non corrispondono a esigenze reali e quindi meritevoli di discussione e di approvazione.
Vedo il giorno 19 come data possibile per la discussione. All'interno del nostro Gruppo le posizioni sono abbastanza chiare, ritengo però che questi giorni servano ulteriormente per arrivare in modo molto ragionato sul terreno di confronto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Certamente questo rinvio è utile ed opportuno, però quando si espone il motivo non dobbiamo lasciarci andare a discorsi che poi ci puniscono. Si dice che bisogna riflettere, che bisogna verificare, che bisogna considerare. Ma tutto questo dove si fa? In Consiglio regionale. Il Presidente e tutti noi ci lamentiamo che il Consiglio regionale sta diventando ogni giorno di più un fatto poco decorativo, ma in realtà veniamo qui a notariare delle situazioni. Il piacere del dibattito, del confronto dell'idea deve venire in questa sede; se così non è, se questo avviene fuori di questa sede, se il rinvio si fa per riflettere fuori di questa sede, significa semplicemente voler modificare il gioco delle parti.
La Giunta ha presentato questo testo dopo riflessione (perché teniamo presente che questo è già la conseguenza di una riflessione della Giunta sulla legge regionale), quindi avrà approfondito questa riflessione. Si porti dunque il disegno di legge in Consiglio, i Consiglieri lo dibattano in libertà di coscienza perché non esisteranno schieramenti di partito.
Sarebbe un'occasione per ridare al Consiglio il piacere della discussione.
Abbiamo il coraggio di dire le cose come stanno da un punto di vista gestionale: la legge non poteva essere trattata nella ristrettezza di tempo di questa seduta. Diciamocelo chiaramente che sarà discussa martedì in una seduta ad hoc, ma non motiviamo il rinvio con la disponibilità a riflettere, a ripensare, a rivedere, anche perché andremmo a sminuire la funzione della Giunta. La Giunta sa che in questa aula l'organo sovrano è il Consiglio regionale e su qualsiasi legge si rimette a quanto esso deciderà; non è un caso eccezionale: è la norma.
Questa assemblea acquisterebbe di vivacità se si chiamassero le cose sempre con il loro nome. Se il testo va modificato, ritorni in Commissione e il discorso partirà esattamente dal punto in cui ora lo lasciamo: speriamo che il discorso sia il più possibile interessante. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Calsolaro.



CALSOLARO Corrado

Come socialisti concordiamo con la proposta del Presidente della Giunta e anche sul rinvio dell'argomento in discussione a martedì 19 aprile.
Questa procedura si è tenuta in tante altre occasioni, non è quindi il caso di drammatizzare oggi. Voglio dire cioè che il rinvio non lede la sovranità del Consiglio né per quanto attiene alla discussione né soprattutto riguarda gli equilibri politici. La linea divisoria passa all'interno dei singoli gruppi: lo si è già verificato nella passata legislatura in occasione della discussione della stessa legge.



PRESIDENTE

Ci sono ancora altre dichiarazioni? La parola al Consigliere Carazzoni.



CARAZZONI Nino

E' già stato detto che una questione così delicata e complessa come quella della caccia prescinde da valutazioni strettamente partitiche.
Sono perfettamente d'accordo con le affermazioni del collega Calsolaro e cioè che non si va su questo argomento ad un confronto d'ordine politico tra maggioranza ed opposizione. Mi permetto di aggiungere che talune battaglie, che vorrei molto più frontali, dovrebbero venir fatte non su una questione quale quella della caccia, ma su questioni più importanti. Sembra strano che non si sia sollevato tutto questo clamore di posizioni su un grosso tema quale quello del Piano di sviluppo, dove tranquillamente altri Gruppi di opposizione hanno accettato il rinvio e la ridiscussione in Commissione.
Detto questo, per debito di lealtà e di sincerità, sono anche d'accordo con l'osservazione che quattro giorni non possono assolutamente essere sufficienti a modificare talune posizioni. D'altra parte credo che ogni componente di questo Consiglio regionale abbia una sua ben definita posizione: i quattro giorni servirebbero soltanto ad un'ulteriore meditazione e in questo spirito sono del tutto d'accordo che la discussione venga ad essere rinviata a martedì, anche perché in quella sede, mi consenta il collega Martini, ciascuno di noi avrà ampia possibilità di assumersi le proprie responsabilità e di chiarire fino in fondo l'atteggiamento in ordine a questa materia sicuramente scabrosa. Pertanto è soltanto un rinvio di qualche giorno sul quale siamo d'accordo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bianchi.



BIANCHI Adriano

E' bene non nascondersi dietro l'ombra del dito, se si parla di un rinvio è segno che si ricercano confronti, verifiche all'interno dei Gruppi o nell'espressione delle forze sociali. In questi giorni ci sono dei grossi impegni per molte parti politiche, vi sono le festività, per cui il rinvio a martedì è da considerare troppo breve. Quindi pregherei il Presidente di andare alla discussione oggi pomeriggio oppure di stabilire un rinvio ragionevole.



PRESIDENTE

Non ho alcuna difficoltà a fissare una data diversa, l'importante è che ci sia un'intesa fra i Gruppi sulla data.
L'ipotesi sarebbe di trattare il giorno 21 aprile la legge 382, questo punto potremmo metterlo in discussione in una seduta successiva al 21 aprile.
Chiede di parlare il Presidente della Giunta, ne ha facoltà.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Signori Consiglieri, la Giunta, nel momento in cui alla conferenza dei Capigruppo si formulò la richiesta di un rinvio, non si oppose. Se la vicenda però non dovesse trovare una giornata determinata per la discussione, la Giunta insiste perché la discussione si apra subito.



PRESIDENTE

Propongo il 28 aprile. Vi sono obiezioni? Il Consigliere Paganelli ha facoltà di parlare.



PAGANELLI Ettore

Il 28 aprile, secondo quanto è stato detto ieri in Commissione, deve essere escluso, perché è in programma la riunione della Sottocommissione.



PRESIDENTE

Vi sono altre obiezioni a questa proposta? Si potrebbe tenere la discussione in merito il 27 e il 28 aprile. Comunque, non è ancora deciso tenendo anche conto dell'eventuale indisponibilità della sala.
Vi sono altre obiezioni? La parola al Consigliere Alberton.



ALBERTON Ezio

Non è ben chiaro se si tratta di un rinvio per motivi di tempo o se si tratta di una riflessione che riapre la discussione e potrebbe portare a posizioni diverse. Si sono sentite anche affermazioni obiettivamente contrarie: il Presidente della Giunta dice: "Si riapra il confronto e si faccia una riflessione"; il Capogruppo del PCI dice invece che le posizioni dei Gruppi sono consolidate. Si tratta di capire se la Giunta ritorna in aula con questo stesso testo di legge, o se invece è disponibile a riaprire il confronto in Commissione e presentare gli emendamenti che già oggi ha in mente di poter elaborare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Riaffermo che è chiara la posizione del mio Gruppo, disponibile alle riflessioni necessarie, al confronto democratico che abbiamo sempre stabilito o cercato di stabilire.
Sarebbe opportuno che i Consiglieri potessero partecipare alla conferenza dei Capigruppo o che i Capigruppo potessero spiegare ciò che si è detto ai Consiglieri. Ia Giunta ha predisposto il testo e l'ha presentato e, come sempre, è disponibile a migliorarlo, quindi non si colloca come essere supremo che sa tutto e che ha capacità eccezionali.



PRESIDENTE

La questione mi pare abbastanza chiara, si discuterà il 27 e il 28 aprile un certo disegno di legge che risulterà eguale, o diverso, o modificato, come è sempre successo in quest'aula consiliare; l'unica particolarità è che invece di cominciare a discutere oggi pomeriggio o già questa mattina, inizieremo e termineremo la discussione in un'unica giornata.
Questo è il succo della questione, all'interno della quale possono esserci valutazioni politiche differenti.


Argomento: Organizzazione turistica

Comunicazioni dell'Assessore Moretti in merito alla prima Conferenza regionale sul turismo


PRESIDENTE

Proseguiamo i nostri lavori dando la parola all'Assessore Moretti per la comunicazione in merito alla Conferenza regionale sul turismo; gli raccomando una certa sinteticità per consentire di trattare anche un'altra questione ugualmente urgente, riguardante le case di cura private. La parola all'Assessore Moretti.



MORETTI Michele, Assessore al turismo

Signor Presidente, signori Consiglieri, devo innanzitutto fare una precisazione in merito ai tempi.
La conferenza nazionale che si doveva tenere nel mese di giugno è stata anticipata al mese di aprile. Questa mattina ho fatto distribuire una relazione ove sono contenuti tutti gli aspetti che riguardano il problema del turismo nella Regione e sono evidenziati importanti aspetti politici: la parte economica e quella sociale del turismo.
Per quanto riguarda la parte economica, occorre tener presente la situazione della nostra Regione caratterizzata da un'economia monopolizzata del settore industriale. La mono-industria ha impedito la conoscenza e la visualizzazione del territorio turisticamente. Questa mattina si è parlato molto dell'ambiente che consente nella Regione lo sviluppo turistico della parte montana, della parte agreste, della parte lacuale. Non affronto l'argomento in termini complessivi, data la brevità del tempo a disposizione.
Come valorizzare l'aspetto economico e l'aspetto agriturismo anche in relazione alle produzioni dei vini? Occorre dire che la Regione Piemonte è rimasta indietro rispetto alle altre Regioni circa l'incidenza del turismo economico. Da una verifica statistica risulta che la Regione Piemonte nel 1975 era a meno 7%, nel 1976 ha guadagnato il 4% e nei primi tre mesi del 1977, nelle zone montane, c'è stata una maggiore richiesta da parte dei turisti stranieri coprendo totalmente le strutture ricettive.
Altro aspetto che investe il turismo e la ricettività alberghiera discorso che non può essere affrontato a cuor leggero, ma che richiede innanzitutto un'analisi per individuare le aree di maggior vocazione turistica. Come incentivare queste zone? Esistono strutture alberghiere di una certa consistenza? Come sono le piccole strutture? La maggior parte delle strutture ricettive alberghiere è di una certa consistenza, negli ultimi anni vi è stata una corsa alla presentazione di domande di svincolo alberghiero, cosa che può essere giustificata per quegli alberghi che hanno alti costi di gestione, per gli altri invece possiamo dire che c'è una tendenza speculativa, poiché si tende a trasformare l'albergo in casa privata. Questo argomento lo riproporrò in Consiglio regionale con un'ampia relazione. Ricordo le interrogazioni fatte dal collega Gandolfi in merito alle iniziative che la Regione doveva assumere nel settore alberghiero.
Vi sono due aspetti del turismo: uno esterno e l'altro interno.
L'aspetto interno coinvolge il turismo sotto il profilo sociale. La non discriminazione della fruizione feriale del tempo libero pone anche il problema dello scaglionamento delle ferie. Questo problema interessa il sindacato, l'Unione Industriale, gli albergatori, ma anche il cittadino per quanto riguarda il concentramento delle ferie nel mese di agosto.
Lo scaglionamento può avere un significato di carattere politico ed economico per il maggior utilizzo delle attrezzature alberghiere e per dare ai cittadini una maggiore possibilità di utilizzare le ferie in periodi diversi.
La Giunta ha ritenuto di organizzare la conferenza regionale sul turismo per un contributo al dibattito nazionale attualmente in atto sull'argomento: il turismo non deve essere un aspetto di parte, bensì deve sviluppare un discorso di carattere globale fra tutte le Regioni al fine di predisporre gli strumenti per quanto riguarda la promozione all'estero.
Vi è inoltre un problema di natura politica circa la struttura organizzativa del turismo a livello centrale. Attualmente l'ENIT provvede alla promozione del turismo all'estero, ma, secondo le posizioni assunte dai partiti politici, l'intenzione è di ristrutturarlo; certamente deve diventare un organo tecnico; e la programmazione promozionale delle Regioni deve essere coordinata dalla Presidenza del Consiglio. Tale strumento tecnico dovrebbe provvedere a sviluppare una promozione del turismo all'estero attraverso una programmazione concordata con tutte le Regioni.
Vedo che i colleghi non seguono questa mia breve introduzione, vorrei perciò terminare chiedendo ai Consiglieri la presenza alla Conferenza sul turismo. Devo confermare con ritardo che la Conferenza si terrà in Corso Stati Uniti, al Palazzo dell'agricoltura, sabato mattina. E' opportuno, e lo chiedo al Presidente del Consiglio, nominare una delegazione di Consiglieri per i lavori che si terranno a Roma nei giorni 22-23-24 aprile.



PRESIDENTE

Ha facoltà di parlare il Consigliere Cerchio.



CERCHIO Giuseppe

Sono perplesso per una questione di carattere metodologico che vede il nostro Gruppo dubbioso di fronte ai risultati che la Conferenza regionale sul turismo potrà produrre.
Siamo venuti a conoscenza ieri attraverso un avviso (per chi ha avuto la fortuna di riceverlo) di una Conferenza regionale sul turismo, settore che deve rientrare in un discorso strutturale con altre realtà. Nella comunicazione dell'Assessore Moretti però vi è un concetto di carattere limitativo e riduttivo, poiché promuove il confronto e la verifica a livello di collaborazione con le forze politiche, con gli operatori interessati, con le categorie operanti in questo ambito, ma tutto questo sostanzialmente all'insaputa del Consiglio regionale, senza cioè aver mai fatto una comunicazione nella legittima e normale sede che è quella della Commissione regionale. Non si vede quindi in che misura il contributo che potremo dare fra due giorni potrà essere positivo e produttivo, soprattutto in vista della Conferenza nazionale sul turismo che si andrà a realizzare a Roma prima della fine di aprile.
E' inutile venire a fare il discorso di un coinvolgimento di tutte le forze interessate, come è stato fatto ripetutamente in questi ultimi due anni, in merito al recupero dei beni culturali, quando invece tutto questo discorso in realtà è stato portato avanti a livello esecutivo senza una partecipazione corale di tutte le forze, e senza un confronto; quindi andare a verificare queste cose in sede regionale, con 48 ore di tempo senza un'adeguata preparazione, determinerebbe un risultato certamente non produttivo. Se il discorso fosse maturato in termini di confronto tra tutte le forze del Consiglio regionale, il risultato sarebbe stato certamente migliore ed il contributo certamente positivo. D'altra parte la comunicazione dell'Assessore necessita in questa sede, da parte nostra semplicemente di una presa di posizione di carattere metodologico, non quindi di contenuto. Questa Conferenza, che precede di pochi giorni quella nazionale, dovrebbe collocarsi non solo nel discorso di ciò che la Regione Piemonte ha da dire, ha da fare, ha da programmare, ma soprattutto in un discorso di politica nazionale sul turismo e quindi dovrebbe essere valido il contributo delle forze politiche regionali. Il discorso è duplice poiché in relazione al trasferimento di competenze della legge n. 382, la Giunta regionale avrebbe dovuto predisporre un approfondimento della materia.
Pertanto ringrazio l'Assessore che ci ha dato l'opportunità del confronto, anche se in tempi poco opportuni, e sottolineo come la Giunta nella sua globalità abbia dato scarsa rilevanza a questo settore il quale se non deve essere più scorporato dagli altri, deve avere quella coralità di partecipazione e quella possibilità di confronto che i tempi tecnici e la metodologia usata certamente non offrono.



PRESIDENTE

Ha facoltà di parlare il Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Non ho mai creduto all'opportunità del coinvolgimento, quindi non mi lamento di non essere stato coinvolto.
Questa iniziativa porterà buoni risultati nella misura in cui l'Assessorato la saprà gestire. La comunicazione fatta dall'Assessore richiede delle precisazioni che permettano di capire in una certa misura le assonanze. Colgo l'occasione per impegnare l'Assessore ad essere conseguente con quanto indicato nella relazione che è uno dei pochi documenti venuti da una Giunta di sinistra in cui si riconosca l'aspetto economico del turismo e in cui sia compreso in termini di cifra l'eventuale apporto anche in relazione al turismo internazionale. La richiesta che avanzo all'Assessore è di essere conseguente con questo tipo di netta differenziazione che non dovrà significare una divaricazione del problema ma dovrà considerare il turismo, oltre che sotto l'aspetto sociale, anche sotto l'aspetto economico nel Paese, in particolare per i riflessi che potrà avere sulle conseguenze indotte, per esempio per quanto riguarda il turismo di montagna.
Avrei gradito (ma ormai la Democrazia Cristiana si è espressa) che la Democrazia Cristiana sottolineasse questo aspetto e soprattutto desse il suo assenso a questa sottolineatura perché probabilmente l'Assessore competente avrà qualche difficoltà all'interno della maggioranza, si troverà a portare fino alle estreme conseguenze questo tipo di discorso (forse può sembrare il processo alle intenzioni).
E' un problema di natura politica e come tale non potrà passare scolorito nei rapporti tra i partiti, tra maggioranze ed opposizione magari tra i Gruppi della maggioranza. Quindi ringrazio anch'io l'Assessore Moretti per averci fatto questa comunicazione e mi pare che le giustificazioni sui tempi, che ci ha voluto dare, lo debbano mandare assolto da molte censure che gli andrebbero fatte.



PRESIDENTE

Ha facoltà di parlare il Consigliere Carazzoni.



CARAZZONI Nino

Signor Presidente, al di là del taglio che l'Assessore Moretti ha voluto dare alle sue comunicazioni, credo che in questo momento non sia tanto in discussione quel fenomeno importantissimo e serissimo che è il turismo, piuttosto il metodo seguito nell'organizzare questa Conferenza regionale sul turismo, metodo che può essere consono e conforme allo stile dell'Assessore, ma che riteniamo del tutto inaccettabile per la serietà e la dignità di questo Consiglio regionale. Documentiamo questa affermazione.
La prima Conferenza regionale sul turismo è stata comunicata in modo del tutto incidentale nella seduta del 6 aprile scorso. L'Assessore Moretti rispondeva ad una mia interrogazione ed in quell'occasione lasciò cadere la comunicazione che il 16 aprile si sarebbe svolta questa manifestazione.
Devo confessare di essere rimasto un poco perplesso ad ascoltare quell'annuncio, ma non faccio parte dell'arco costituzionale, non sono al corrente di tutte le segrete cose di questa Regione, quindi non ho molto insistito al riguardo. Senonché si è poi avuto un intervento interessante di un'altra parte politica; si è alzato a parlare il Consigliere comunista Bono, il quale era come me del tutto disinformato di questa iniziativa: questo stava a significare che non soltanto il MSI, che è considerato fuori dell'arco costituzionale, non conosceva questa situazione, ma nelle stesse file della maggioranza non si era al corrente che il 16 aprile si sarebbe verificata una manifestazione del genere.
In risposta alle sollecitazioni venute dal Consigliere Bono l'Assessore Moretti s'impegnò a parlare preventivamente in sede di Commissione o in sede di Consiglio di quanto in quel momento sembrava ancora in fase di programmazione; senonché l'Assessore Moretti non ha detto una cosa vera, perché facendo quell'affermazione il 6 aprile, guarda caso sapeva benissimo che ormai tutto era già definito, programmato, e concordato, tant'è che lo stesso giorno ciascuno di noi riceveva l'invito.
Non contesto questo perché l'Assessorato ha il legittimo diritto di organizzare quali e quanti convegni ritiene; contesto invece all'Assessore Moretti, o a qualunque altro Assessore, di venire in Consiglio regionale a fare delle dichiarazioni quando si sa benissimo che queste dichiarazioni sono di fatto vanificate da una realtà che è già in moto, che si è già definita; poiché ritengo che il 6 aprile tutto era ormai sistemato. Ci troviamo di fronte ad una Conferenza regionale che non sappiamo come sarà organizzata, come si svolgerà e non sappiamo chi sarà invitato: partiti, i sindacati, gli operatori del settore, gli albergatori? Non sappiamo neppure se ci saranno dei relatori, se parteciperanno alla Conferenza; sull'invito c'è scritto: "Temi della Conferenza" e seguono le indicazioni di alcuni temi.
Senza voler parlare del turismo in questo momento, anche se un dibattito si renderebbe utile, necessario ed opportuno (se ricordo bene un dibattito del genere è stato promesso sin dall'inizio della prima legislatura e poi non si è mai verificato), collocandomi di fronte a questa conferenza non posso che dire che continuiamo con iniziative prese al buio certamente con lodevoli intenti, ma che non possono che suscitare tutte le nostre perplessità e tutte le nostre riserve, proprio perché siamo profondamente convinti che il turismo è una cosa seria, deve essere seriamente affrontato, non con improvvisazioni fantasiose o addirittura con una punta di dilettantismo, quale quella che crediamo sia stata usata in questa circostanza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Genovese.



GENOVESE Piero Arturo

E' già stato osservato da altri colleghi Consiglieri come i tempi e le modalità di preparazione della Conferenza regionale sul turismo non ci consentano oggi di fare una precisa valutazione. Parteciperemo alla Conferenza sul turismo e ne seguiremo i lavori prendendo questa occasione come spunto per riaprire un discorso su un settore importante, non solo socialmente, ma anche economicamente. La Regione Piemonte, se non erro, è agli ultimi posti della Nazione per quanto riguarda lo sviluppo turistico anzi ha avuto un regresso notevole, se viene confrontato con lo sviluppo avvenuto in altre Regioni; in merito alle strutture si trova poi al penultimo posto. Avendo la nostra Regione delle virtualità e delle potenzialità di sviluppo notevoli, è evidente che il settore è interessante, sia sotto il profilo sociale, sia sotto il profilo economico.
Non per questo, se mi consente, Consigliere Marchini, ritengo che la Democrazia Cristiana debba ricorrere ad aiutare l'Assessore Moretti per presunte difficoltà all'interno della Giunta e della maggioranza. Se ci sono divergenze di opinione, queste verranno fuori quando si aprirà più compiutamente un discorso sul turismo; riteniamo di dare il nostro contributo ben sapendo che il turismo assume un significato economico rilevante all'interno dell'economia regionale.
Vorrei fare una breve osservazione. Non conoscendo come è stata organizzata la Conferenza, vorrei pregare l'Assessore Moretti di provocare un dibattito attorno ad un aspetto particolare del settore turistico proprio nel momento in cui affrontiamo la fase finale di valutazione del disegno di legge sulla tutela ed uso del suolo. Da tempo si fanno discorsi intorno all'agriturismo, al turismo breve, al turismo di ritorno abbastanza frequenti nelle nostre zone, e mi pare che si debba tenere in considerazione anche la tutela e la disciplina urbanistica che va messa in atto parallelamente alle azioni promozionali e incentivanti del turismo.
Devono così essere presi in considerazione anche gli aspetti di carattere insediativo che, se non valutati attentamente, possono portare invece a favorire il turismo tradizionale, attraverso i grandi insediamenti.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Signori Consiglieri, non sono d'accordo con le critiche formulate al metodo usato in questa vicenda. Vi è una certa contraddizione quando si rileva che di questo problema si è discusso nel corso della prima legislatura e nella seconda (parliamo di turismo ma evidentemente il discorso è ben più ampio). E' in corso un grosso dibattito sui beni culturali, sul tempo libero, sull'uso stesso del territorio, sulla qualità della vita. Siamo andati ai dibattiti tenutisi non soltanto nella nostra regione, ma nel Paese e in sede internazionale. Oggi si giunge a definire il quadro e a promuovere all'interno della comunità regionale un dibattito con gli operatori, le forze sociali, i sindacati, i cittadini stessi. Dopo due informazioni al Consiglio regionale si vorrebbe sostenere che ciò non è sufficiente. Può anche darsi, ma non si può dire che non vi sia un'informazione continua e corretta sotto questo aspetto. Ad esempio, il 27 p.v. vi è un altro Convegno sulla vitivinicoltura; se ne è discusso in Commissione e l'Assessore Ferraris non ha ancora preparato l'informazione in merito, la farà martedì prossimo dopo averla elaborata all'interno della competente Commissione. Non si dica che non vi è una sufficiente informazione rispetto alle problematiche, che a volte vengono innanzi e si accavallano, per cui è necessario procedere urgentemente. La fissazione della data del Convegno e la mancata tempestiva comunicazione da parte della Giunta può essere un dato trascurabile. Ma non è questo l'aspetto sostanziale del problema.
La sostanza è inerente alla politica del tempo libero, non soltanto del tempo libero legato al turismo della corsa pazza della domenica, in motocicletta o in automobile, ma di un turismo che rappresenti un momento di crescita culturale all'interno della comunità. Questo è l'obiettivo che si pone la Giunta e questo è l'obiettivo con cui andiamo al Convegno.



PRESIDENTE

Signori Consiglieri, accolgo la proposta dell'Assessore Moretti di designare una delegazione del Consiglio regionale a partecipare alla Conferenza nazionale del turismo.
Ritengo opportuno sospendere la seduta e rinviare i lavori al giorno 19, alle ore 9,30, con l'intendimento di svolgere gli altri punti all'o.d.g.
Vorrei che i Presidenti di Commissione e la Giunta risolvessero le questioni in sospeso, al fine di garantire per quel giorno lo svolgimento dei punti all'o.d.g. salvo la questione della legge sulla caccia che abbiamo deciso di trattare il 27 o il 28.
Non vi sono obiezioni a questo modo di procedere? La seduta è tolta, e il Consiglio regionale è convocato il giorno 19.



(La seduta ha termine alle ore 12,50)



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