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Dettaglio seduta n.107 del 17/03/77 - Legislatura n. II - Sedute dal 16 giugno 1975 al 8 giugno 1980

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SANLORENZO


Argomento: Parchi e riserve

Esame disegno di legge n. 176: "Integrazione della legge regionale 25 giugno 1976, n. 32 - Istituzione dell'Azienda regionale per la gestione della Tenuta La Mandria"


PRESIDENTE

La seduta riprende.
Passiamo all'esame del punto quinto all'ordine del giorno: "Esame disegno di legge n. 176 'Integrazione della legge regionale 25 giugno 1976 n. 32 - Istituzione dell'Azienda regionale per la gestione della Tenuta La Mandria'".
Relatore è il Consigliere Rossotto. Ha la parola.



ROSSOTTO Carlo Felice, relatore

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, al fine di consentire equiparazioni di trattamento economico del Presidente dell'Azienda regionale per la gestione della tenuta La Mandria, con quello già stabilito per il Presidente dell'Esap, la Giunta, su rilievo del Commissario di Governo, è stata invitata a predisporre un testo legislativo perché la deliberazione relativa non poteva trovare appiglio, in quanto la legge 2 luglio '76, n. 33 che istituiva l'azienda "La Mandria" non prevedeva tale possibilità di erogazione. Pertanto il disegno di legge all'esame del Consiglio, che reca il numero 176, provvede a determinare il presupposto legislativo al fine di raggiungere l'equiparazione e il riconoscimento dell'attività prestata dal Presidente dell'azienda "La Mandria" nell'espletamento delle sue funzioni.



PRESIDENTE

Ha la parola il Consigliere Menozzi.



MENOZZI Stanislao

In attesa del pronunciamento di qualcun altro, mi limito, per il momento, a chiedere al relatore una precisazione. Ai membri del Consiglio d'Amministrazione della Mandria, per analogia, verrebbe serbato lo stesso trattamento dei membri del Consiglio d'Amministrazione dell'Esap?



PRESIDENTE

Vi sono altre domande del genere? Non ve ne sono. La parola al relatore.



ROSSOTTO Carlo Felice, relatore

La richiesta del collega Menozzi è puntuale. Ricordo che la legge del 2 luglio 1976, n. 33, istitutiva dell'Azienda regionale per la gestione della tenuta "La Mandria", già prevedeva il trattamento economico nei confronti degli amministratori: mi pare sia regolato sulle 15 mila lire per seduta del Consiglio di Amministrazione, in base alle decisioni assunte in precedenza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Menozzi.



MENOZZI Stanislao

Ringrazio innanzitutto il relatore. A titolo strettamente personale però, mi permetto di far rilevare che equiparare il trattamento del Presidente e dei membri del Consiglio d'Amministrazione della Mandria a quello del Presidente e del Consiglio d'Amministrazione dell'Esap, oltre a costituire un appiattimento, che non troverebbe sufficiente giustificazione politica, è decisamente ingiusto, perché mi rifiuto di pensare che l'impegno e la responsabilità che grava sul Presidente dell'Esap e sul relativo Consiglio d'Amministrazione sia uguale a quello del Presidente e del Consiglio d'Amministrazione della Mandria, senza voler sottovalutare il significato e la portata delle responsabilità che l'amministrazione della Mandria comporta.



PRESIDENTE

Vi sono altre richieste di parola? Non ve ne sono.
Prima di passare alla votazione dell'articolato comunico che ha chiesto congedo il Consigliere Gastaldi, che va quindi aggiunto agli altri assenti: questo è importante agli effetti del numero legale per la votazione della legge.
Passiamo alla votazione degli articoli per appello nominale.
"Articolo 1 - Al Presidente del Consiglio d'Amministrazione dell'Azienda è dovuta una indennità di carica.
La misura della stessa è fissata dalla Giunta regionale con propria deliberazione.
Per la partecipazione alle sedute del Consiglio d'Amministrazione dell'Azienda, si applicano le disposizioni di cui alla legge regionale 2 luglio 1976, n. 33".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 35 hanno risposto SI 34 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere L'articolo 1 è approvato.
"Articolo 2 - La presente legge è dichiarata urgente ai sensi dell'art.
127 della Costituzione e dell'art. 45 dello Statuto regionale ed entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione." Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 35 hanno risposto SI 34 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere L'articolo 2 è approvato.
Passiamo alla votazione dell'intero testo del disegno di legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 35 hanno risposto SI 34 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere Il disegno di legge n. 176 è approvato.


Argomento: Opere pubbliche - Opere idrauliche ed acquedotti - Calamità naturali

Esame disegno di legge n. 180 "Interventi regionali per il finanziamento dei lavori più urgenti necessari a ripristinare opere pubbliche danneggiate dalle alluvioni del settembre, ottobre e novembre 1976"


PRESIDENTE

Passiamo al punto sesto all'ordine del giorno: "Esame disegno di legge n. 180 'Interventi regionali per il finanziamento dei lavori più urgenti necessari a ripristinare opere pubbliche danneggiate dalle alluvioni del settembre, ottobre e novembre 1976'".
Relatore è il Consigliere Besate, che ha facoltà di parlare.



BESATE Piero, relatore

Il disegno di legge regionale n. 180 è, tecnicamente, un provvedimento di ricostituzione delle disponibilità per fronteggiare eventuali, non impossibili, purtroppo, eventi calamitosi, almeno in termini di interventi per opere urgenti, trasferite alle Regioni con il D.P.R. n. 8/1972.
I danni provocati dagli eventi alluvionali dell'autunno 1976 hanno richiesto infatti di erogare per opere urgenti quanto era stato previsto.
In sede di II Commissione l'Assessore competente ha dettagliatamente riferito in merito.
Inoltre ha informato che gli uffici regionali stanno elaborando uno strumento legislativo che, nei limiti delle competenze regionali conferisce organicità e snellezza agli interventi di questo tipo. In tale ambito potrebbe aversi anche la "regionalizzazione" del pronto intervento salvo, eventualmente, uno stralcio anticipatore di questo argomento, in caso di relativo ritardo nell'elaborazione del provvedimento completo dovuto alla complessità della materia.
Signori Consiglieri, il 3 marzo u.s. il Consiglio ha approvato la deliberazione relativa alla "iniziativa delle Regioni interessate al corso del Po per una legge organica e per il finanziamento di lavori urgenti" con allegato l'elenco degli "interventi urgenti in corsi d'acqua di 2 e 3 categoria interessanti il territorio piemontese" per un importo complessivo di 19.400 milioni.
Il dissesto idraulico e idrogeologico ha raggiunto un livello tale che si può dire che si è stabilito un ciclo ricorrente: primavera/inondazioni estate/siccità-autunno/inondazioni. Variano soltanto le ordinate, le punte del diagramma, ma il suo andamento non varia. Così, si hanno regolarmente distruzioni di opere, di raccolti, frane, vittime.
Solo per riparare affannosamente i danni (senza contare le perdite di produzione) si è speso di più di quanto sarebbe costato intervenire organicamente per sistemare l'intero bacino del Po. Infatti, per il bacino del Po, lo studio della Commissione De Marchi (che, al di là di alcuni limiti oggettivi e la necessità di aggiornamenti, resta il riferimento più valido) prevedeva una spesa complessiva, da suddividere in trenta anni, di 1.417,8 miliardi (tra opere idraulico-forestali, idrauliche vere e proprie ed opere di idraulica agraria e di bonifica). Le spese per interventi di riparazione in 25 anni sono state di 1.200 miliardi.
Questo richiamo ci riporta alla necessità della tutela attiva del territorio, dell'ecologia, della gestione unitaria del patrimonio idrico secondo una scala di priorità che veda ai primi posti gli usi civili e irrigui, e, insieme, un'efficace politica della montagna. Non sembri esagerato parlare di un problema di fondo in occasione di una "leggina". Il fatto è che la crisi del sistema idrogeologico ha portato al limite del massimo pericolo verso il delta, quando la portata del fiume aveva appena superato i 7.000 mc al secondo, nel 1976, mentre nel 1951 il disastro si ebbe ai 12-13 mila mc al secondo.
Perciò, anche il ciclo dei disastri più o meno gravi nell'area dell'intero bacino (75 mila Kmq) ha l'andamento ricorrente sempre più ravvicinato.
Ma c'è anche un altro motivo: il grave dissesto istituzionale e delle competenze. E' sufficiente leggere, in proposito, il punto 3) di pag. 30 (soc. Ed. Il Mulino) della "Relazione Giannini" sull'attuazione della legge 382/1975 per rendersene conto. Con tutto ciò, la risposta che viene data è quella, a dir poco, deludente degli articoli 43-44-45 dello schema di D.P.R. per l'attuazione della delega legislativa di cui all'art. 1 della legge 382/1975, in netto contrasto con le proposte delle Regioni e le necessità emergenti dalle esperienze reali.
Fatti questi rapidi e necessari cenni di inquadramento e tornando nell'ambito del provvedimento di finanziamento (il disegno di legge regionale n. 180), si sottolinea che esso prevede l'autorizzazione di spesa per 3.000 milioni, utilizzando una quota dell'avanzo finanziario stabilito dal rendiconto consuntivo dell'anno 1975.
La relazione al disegno di legge presentata dalla Giunta regionale in data 15 febbraio u.s. ne dà la motivazione.
La II Commissione ha approvato all'unanimità.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Petrini.



PETRINI Luigi

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, in merito al disegno di legge n. 180 sui danni causati dalle calamità atmosferiche nei mesi di settembre ottobre e novembre ad opere pubbliche degli Enti locali piemontesi ed ai conseguenti interventi per il ripristino, desideriamo ribadire, oltre al voto favorevole, alcuni concetti già esposti in questa aula e in II Commissione. I problemi ambientali sono di viva attualità nel nostro Piemonte, ma anche, e direi soprattutto in termini di assetto idrogeologico la cui precarietà viene purtroppo riportata alla ribalta dai ricorrenti fatti alluvionali. Immancabilmente, dopo periodi piovosi, da tutto il Piemonte si denunciano danni causati al territorio da dissesti idrogeologici. Sono danni di decine di miliardi.
Da una sommaria statistica fornitaci dall'Assessorato ai lavori pubblici rileviamo che alla fine dello scorso anno i danni del maltempo dell'autunno ammontavano a circa 15 miliardi e 500 milioni. Se poi sommiamo i danni subiti dalle opere pubbliche, che sono di competenza dello Stato per circa 16 miliardi, a quelli subiti dall'agricoltura, ai danni alle attività industriali ed artigiane, non siamo lontani dal vero affermando che il Piemonte chiude il bilancio dell'alluvione dell'autunno scorso con una cifra negativa che si aggira circa sui 35 miliardi. Di fronte a questo poco lieto panorama, quali sono i compiti che fanno capo all'Ente Regione? Ritengo sia opportuno agire secondo due direttrici fondamentali pur avendo presenti tutte le implicazioni della questione. Innanzi tutto la nostra azione deve essere indirizzata al Governo nazionale sotto forma di esplicita richiesta di riconoscimento dell'entità e dell'estensione dell'evento calamitoso, premessa indispensabile per determinare un intervento legislativo che stanzi gli importi necessari. La legge n. 7 del 1969, per esempio, può fare testo come meccanismo operativo in quanto, oggi come allora, il problema non è soltanto piemontese, pertanto gli interventi possono essere abbinati a quelli disposti per altre Regioni ugualmente colpite, come la Sicilia e la Lombardia.
Il decreto n. 8 del 1972 all'art. 8, lettera I, attribuisce infatti agli organi statali la competenza in materia di calamità naturale di particolare gravità e recita testualmente: "..., nonché agli interventi straordinari nelle opere di soccorso relative a calamità di estensione e di entità particolarmente gravi". E' evidente che l'azione verso il Governo non deve limitarsi al contingente, ma, partendo da esso, occorre sottolineare l'esigenza di un riordino normativo sotto il profilo delle competenze Stato-Regione in materia di assetto idrogeologico del territorio. Sappiamo che la legge 382 si occupa del settore in questione destinando all'Ente periferico parte di competenze in materia idraulica sia sotto il profilo generale sia sotto quello specifico. Per l'avvio concreto di un lavoro organico e programmato, è indispensabile allora che alle competenze di carattere urbanistico, assetto del territorio e redazione dei piani territoriali di coordinamento, siano affiancate competenze nel campo delle acque e della difesa del suolo di uguale dimensione, con ciò intendendo una misura atta a comprendere questi elementi nel medesimo ambito territoriale. In altre parole, quanto è pianificabile dalle Regioni in materia urbanistico-territoriale, lo deve pure essere per le acque e la difesa del suolo.
C'è tuttavia, ed è questa la seconda implicazione del problema, una puntualizzazione da fare. E' indispensabile intervenire urgentemente allorché circostanze esterne eccezionali lo impongono, ma è essenziale far sì che l'intervento occasionale non diventi la regola. Ecco pertanto la necessità di imboccare la via dei provvedimenti a titolo definitivo. Nel primo caso lo strumento è il decreto di legge 12/4/'48 n. 1010 il cosiddetto pronto intervento, che, valido nel principio, dovrà subire necessari riadattamenti dettati dalle attuali esigenze in un provvedimento di legge che "regionalizzi" la materia sulla scorta dell'esperienza fatta anche dalle altre Regioni italiane. Nel secondo caso, sono convinto che i mezzi legislativi già sussistono, occorre solamente da parte della Giunta regionale una più attenta utilizzazione.
Senza dimenticare la legge regionale n. 54 del 1975, faccio riferimento alla legge n. 28 del 1975 dei lavori pubblici, che, nel definire i compiti del Comitato regionale per le opere pubbliche, affida ai commissari il compito di classificare gli abitati da consolidare di concerto tra gli Assessorati ai lavori pubblici e all'ecologia. La giustificazione di tale norma è abbastanza semplice: si rifà ad una attenta analisi svolta nel corso della prima legislatura dagli uffici tecnici regionali con la collaborazione di qualificati esperti al fine di identificare le caratteristiche idrogeologiche di taluni settori critici del territorio piemontese, i movimenti franosi ed i punti cronici del dissesto. Lavoro importante, a mio avviso, che meriterebbe di essere ripreso quali che siano i criteri su cui la Giunta intende impostare il proprio operato in materia.
Sono infatti convinto che risparmieremmo centinaia di milioni nel pronto intervento se, a monte, si analizzassero e si eliminassero le cause che li determinano. In positivo, dunque, si faccia il punto della situazione tra gli Assessorati ai lavori pubblici e all'ecologia con il Comitato regionale delle opere pubbliche, stabilendo un programma organico e complessivo per avviare a soluzione i gravi problemi di assetto e di difesa del suolo determinando altresì un ordine prioritario di intervento, tenendo conto che scelte preferenziali verranno imposte dalla limitatezza delle risorse finanziarie disponibili. Siamo poi lieti di constatare che il nostro appello di unificare gli sforzi tra Assessorato ai lavori pubblici e all'ecologia, rivolto in II Commissione, abbia prodotto l'impostazione di una serie di interventi coordinati i quali, oltre a riguardare pronti interventi e la legge n. 28 dei lavori pubblici, coinvolga l'Assessorato all'ecologia con i lavori da finanziarsi con la legge n. 54, convinti come siamo che, per una politica organica regionale delle infrastrutture e della viabilità, inquadrata in una politica di piano, sia indispensabile un unico organismo responsabile a livello di Amministrazione regionale, soprattutto quando si voglia prevenire e non solo riparare i gravi eventi alluvionali nel quadro della piena sicurezza delle nostre popolazioni.
Se questo è un discorso di "metodologia operativa interna" della Giunta regionale, non di meno mi preme sottolineare - e me ne offrono l'occasione i programmi della legge n. 54 di recente approvati - che, sul piano della formulazione dei piani futuri, occorrerà fare dei "progressi". Con ci intendo dire, che se si ritiene esaurita la fase della programmazione calata dall'alto, non sarà male che nelle scelte di opere di tale entità e portata di parecchi miliardi per lavori di grosso peso per le zone interessate, vengano coinvolti gli organismi operanti a livello periferico le Province, i Comuni, le Comunità montane e soprattutto ora i Comprensori.
Simile procedura è ormai consolidata ed ha il pregio di una verifica diretta ed immediata da parte di chi vive e conosce le singole realtà locali, dell'elaborazione programmatica portata avanti dall'esecutivo regionale nei delicati settori delle opere di bonifica montana, di rimboschimento e dei lavori idraulici di quarta e quinta categoria. Sarebbe questa la premessa per giungere alla definizione di piani di intervento pluriennali con gestione, laddove possibile, affidata direttamente agli organismi interessati, Comunità montane, Comuni e loro consorzi. Al tempo stesso sarebbe possibile acquisire a livello di Amministrazione regionale un quadro esatto della situazione idrogeologica dei vari bacini della Regione, da aggiornare progressivamente via via che si evidenzino necessità o si dispongano interventi. Ho già detto e desidero ribadirlo oggi che anche l'uomo della strada è consapevole che è necessario porre dei rimedi non solo successivi, ma soprattutto preventivi per limitare e contenere i danni delle calamità naturali e soprattutto è consapevole che la difesa del suolo non può essere invocata nei momenti tragici e lasciata poi cadere nell'indifferenza quando la tragedia è consumata. Teniamo presente che le risorse impiegate in questa direzione costituiscono una forma di investimento altamente produttiva in quanto la difesa del territorio e la migliore utilizzazione delle sue risorse sono un elemento fondamentale per valorizzare la potenzialità produttiva dell'agricoltura, per eliminare lo sperpero delle risorse, come l'acqua e il suolo, per dare nuovo slancio alle prospettive di sviluppo equilibrato dell'economia nazionale e piemontese. Facciamo tutti in modo in questo Consiglio regionale di operare affinché la sistemazione idrogeologica e la difesa del suolo costituiscano un ulteriore traguardo di avanzamento e di sviluppo della comunità piemontese.



PRESIDENTE

Vi sono repliche o dichiarazioni sull'argomento? Non ve ne sono.
Passiamo alla votazione dei due articoli di legge per appello nominale.
"Articolo 1 - Sono autorizzate le spese: di 2.200 milioni per interventi straordinari nei lavori urgenti e di pubblico interesse, in dipendenza delle alluvioni verificatesi nei mesi di settembre, ottobre e novembre 1976 di 800 milioni per l'erogazione alle Province, in base al riparto disposto dalla Giunta regionale con propria deliberazione, di un contributo straordinario per i lavori, da esse eseguibili, per il ripristino di strade provinciali danneggiate dalle alluvioni dei mesi di settembre, ottobre e novembre 1976".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 36 hanno risposto SI 36 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
"Articolo 2 - All'onere di cui al precedente articolo 1 si provvede mediante l'utilizzo di una quota di 3.000 milioni dell'avanzo finanziario stabilito dal rendiconto consuntivo per l'anno finanziario 1975.
Nello stato di previsione della spesa per l'anno finanziario 1977 lo stanziamento del capitolo n. 12170 sarà integrato di 2.200 milioni, e sarà istituito il capitolo n. 12101 con la denominazione: 'Contributi in capitale alle Province per il ripristino delle strade provinciali danneggiate dalle alluvioni dei mesi di settembre, ottobre e novembre 1976', e con lo stanziamento di 800 milioni.
Le spese autorizzate ai sensi della presente legge, non impegnate nell'esercizio finanziario di competenza, possono essere impegnate negli anni finanziari successivi anche in corrispondenza di attività da effettuare negli anni medesimi.
Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 39 hanno risposto SI 39 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
Passiamo alla votazione dell'intero testo del disegno di legge n. 180.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 41 hanno risposto SI 41 Consiglieri Il disegno di legge n. 180 è approvato.


Argomento:

Nomine


PRESIDENTE

Il punto settimo all'ordine del giorno reca: "Nomine". La prima riguarda la sostituzione del signor Dario Ubaldeschi da membro effettivo della Sezione decentrata del CO.RE.CO. di Alessandria.
Era un membro designato dal PSI, che ha provveduto a segnalare il sostituto nel signor Innocenzo Barberis. Si distribuiscano le schede.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 34 ha ottenuto voti: Innocenzo BARBERIS n. 29 Schede bianche n. 5 Il Signor Barberis è eletto membro effettivo del CO.RE.CO. di Alessandria.
Non è possibile per il momento procedere alla sostituzione del Signor Giovanni Masini da membro supplente della Sezione decentrata del CO.RE.CO.
di Casale Monferrato perché non è stato ancora comunicato il nominativo.
Passiamo allora alla nomina dei rappresentanti Regione nel Consorzio piemontese per il trattamento automatico dell'informazione. Chiede la parola il Consigliere Ferrero. Ne ha facoltà.



FERRERO Giovanni

E' stata ribadita la necessità che si proceda con la massima urgenza in questa seduta alla nomina dei rappresentanti, perché, come i Consiglieri già sanno, l'Ente è stato costituito con atto regolare, davanti al notaio 20 giorni or sono; siamo quindi in una situazione anomala poiché l'Ente esiste ed ha alcune funzioni dettate dall'atto costitutivo, però non ha ancora gli organi statutari in grado di adempiere alle funzioni amministrative.
Mi pare opportuno proporre al Consiglio regionale una semplificazione per le nomine da effettuare in questa giornata, confortati in questo anche dal modo in cui ha già proceduto il Politecnico di Torino. In sostanza le funzioni dei due organismi, Consiglio d'Amministrazione e Comitato scientifico, sono assai differenti: mentre il Consiglio di Amministrazione ha urgenza di essere nominato, essendo l'organismo che deve predisporre immediatamente gli atti amministrativi necessari perché il Consorzio funzioni, il Comitato scientifico ha funzione di programmazione e di ideazione di politica culturale, non di politica amministrativa. Il Consiglio di Amministrazione del Politecnico ha già effettuato le nomine per il Consiglio di Amministrazione ed ha ritenuto opportuno discutere tra i tre Enti quali potevano essere i criteri di orientamento per le nomine (che non rispondono più a ragionamenti di maggioranza o di minoranza e di orientamenti politici) del Comitato scientifico. Su questa materia bisogna essere chiari e semplici. Che cosa intendo per criteri di orientamento? Il Comitato scientifico di un Ente così complesso, che si troverà ad operare nella pubblica amministrazione, nei settori che vanno dalla medicina, all'economia e all'informatica, nella ricerca universitaria e non solo universitaria, è opportuno che abbia nei componenti un ventaglio di competenze sufficientemente distribuite e che non si verifichino al suo interno condizioni di sovrapposizione su alcune competenze e di carenza in altre: in questo senso occorre coordinamento e logica.
Proporrei di procedere subito alla nomina dei cinque membri del Consiglio d'Amministrazione, che ci competono come Consiglio regionale, e di addivenire in seguito, in tempi però ragionevolmente rapidi, alla nomina del Comitato scientifico, previo eventualmente un contatto nelle sedi opportune con gli altri Enti, per garantire le condizioni di cui ho detto sopra, ovviamente non i nomi delle persone. Grazie.



PRESIDENTE

Ci sono obiezioni a questa procedura? Chiede la parola il Consigliere Bianchi. Ne ha facoltà.



BIANCHI Adriano

Chiedo la parola per spiegare le ragioni per le quali accedo alla proposta del Consigliere Ferrero, concordando.
Esse si collegano con la posizione e la linea che cerchiamo di assumere e di rendere riconoscibile e concreta in ordine ai criteri per procedere alle nomine ai vari livelli, specie quando questi entrano nel vivo dell'operatività degli Istituti.
Non si tratta di chiedere un termine per concordare ripartizioni politiche, ma per dare una rappresentanza nobilmente qualificata in termini culturali che è necessario acquisire ad un Istituto di questo tipo, il cui successo potrà avere importanza notevole o il cui insuccesso sarebbe motivo di grave pessimismo per l'efficienza delle future amministrazioni democratiche.



PRESIDENTE

Ci sono opinioni discordi? Non ne vedo. Mi pare sia molto saggio procedere in questo modo. I cinque nomi designati dal Consiglio regionale sono: Guido Martinotti e Adelmo Brustia (D.C.), Antonio Monticelli e Stefano Piperno (PCI), Gianfranco Gatti (PSDI).
Pare ci sia l'intesa fra i Gruppi sulla ripartizione dei nomi. Chiede la parola il Consigliere Marchini. Ne ha facoltà.



MARCHINI Sergio

Signor Presidente, desidero puntualizzare un termine che lei ha usato: accordo sulla ripartizione dei posti.
Per ciò che riguarda la mia parte politica è stato chiesto un impegno a conferire un rappresentante qualificato per il Comitato scientifico e in questo senso siamo disponibili, riconoscendo ad altre forze politiche la possibilità di essere rappresentate in Consiglio d'Amministrazione. In queste cose bisognerebbe evitare un certo tipo di linguaggio.



PRESIDENTE

Chiede la parola il Consigliere Rossotto.



ROSSOTTO Carlo Felice

L'intervento del collega Marchini necessita da parte mia di una precisazione. In tutti gli organismi, per la votazione di un certo numero di membri, vi sono precise norme statutarie da osservare. Si è parlato di nomi di un certo rispetto; abbiamo controllato attentamente i nominativi forniti dalle forze di minoranza e di maggioranza; sono state chieste anche delle precisazioni. La mia parte politica, indipendentemente dalla posizione di maggioranza o minoranza, non essendo rappresentata dal numero o da un certo tipo di indicazione, si ritiene però rappresentata dalle cinque persone indicate, perché sono realmente cinque persone di alto livello. Vorrei con questo evitare di dare dei significati negativi al discorso di ripartizione o di gioco in funzione delle tessere o dei rapporti politici.



PRESIDENTE

L'interrogativo che ho posto era per sapere se c'era intesa sui nominativi. Si distribuiscano le schede.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 37 hanno ottenuto voti: Guido MARTINOTTI n. 34 Antonio MONTICELLI n. 35 Adelmo BRUSTIA n. 36 Stefano PIPERNO n. 34 Gianfranco GATTI n. 34 Scheda bianca n. 1 Le altre due elezioni vengono rinviate a quel tipo di consultazioni proposte ed accolte.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti idrici

Esame ordine del giorno relativo all'applicazione della legge nazionale 13 giugno 1976, n. 319 "Norme per la tutela delle acque dall'inquinamento"


PRESIDENTE

Passiamo al punto ottavo all'ordine del giorno: "Esame ordine del giorno relativo all'applicazione della legge nazionale 13/6/1976 n. 319 'Norme per la tutela delle acque dall'inquinamento'" che è proposto all'unanimità dalla II Commissione e che leggo: "Il Consiglio regionale del Piemonte, dopo aver provveduto all'adeguamento delle leggi regionali 8 novembre 1974, n. 32 "Provvedimenti per la depurazione delle acque: disciplina degli scarichi delle attività produttive" e 29 aprile 1975, n. 23 "Provvidenze speciali per il risanamento delle acque a favore dei Consorzi e degli Enti locali previsti dal relativo Piano regionale" alla legge nazionale 13/6/1976, n. 319 "Norme per la tutela delle acque dall'inquinamento" considerato che le note condizioni finanziarie della Regione, delle Province e dei Comuni piemontesi non consentono di adempiere autonomamente agli impegni previsti dalla già citata legge n. 319 sollecita il Governo nazionale a reperire, nel quadro della riforma della finanza locale, i finanziamenti necessari alla sua attuazione onde evitare che la legge non possa avere pratica applicazione, soprattutto in conseguenza degli oneri incombenti sulle Regioni e sugli Enti locali chiede alla Giunta regionale, pur nella consapevolezza delle difficoltà determinate dalle già ricordate carenze finanziarie della legge 319, di intensificare ulteriormente, nell'adempimento ai dettati della legge stessa, il proprio impegno in una sempre più efficace azione di difesa del patrimonio idrico piemontese, di svolgere un'accurata opera di sensibilizzazione e responsabilizzazione circa l'opportunità e la possibilità da parte delle imprese artigiane di valersi delle forme creditizie pubbliche esistenti, al fine di adeguare le proprie strutture ai dettati delle disposizioni regionali e statali".
L'ordine del giorno viene votato per alzata di mano.
E' approvato all'unanimità dei 36 Consiglieri presenti.


Argomento: Nomine

Designazione due componenti (Consiglieri regionali, di cui uno della minoranza) nella Commissione regionale per la disciplina del commercio ambulante


PRESIDENTE

Passiamo al punto nono all'ordine del giorno: "Designazione di due componenti (Consiglieri regionali, di cui uno della minoranza) nella Commissione regionale per la disciplina del commercio ambulante". La questione è stata correttamente esaminata dalla Commissione nomine dovremmo quindi essere in grado di votare poiché la mancata elezione paralizzerebbe il funzionamento dell'organismo.
Il nome proposto dalla maggioranza è quello di Pietro Dadone, mentre quello proposto dalla minoranza è quello di Giuseppe Cerchio. Non vi sono altre proposte.
Si distribuiscano le schede per la votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico i risultati della votazione: presenti e votanti n. 40 hanno ottenuto voti: Pietro DADONE n. 31 Giuseppe CERCHIO n. 38 Schede nulle n. 2 Sono pertanto eletti.


Argomento: Comunita' montane: Piani di Sviluppo

Esame deliberazione Consiglio regionale "Piano di sviluppo economico e sociale della Comunità montana Valli Monregalesi"


PRESIDENTE

Il punto undicesimo all'ordine del giorno reca: "Esame deliberazione Consiglio regionale 'Piano di sviluppo economico e sociale della Comunità montana Valli Monregalesi'". Relaziona il Presidente della I Commissione Rossotto.



ROSSOTTO Carlo Felice, relatore

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, si tratta del secondo Piano di sviluppo delle Comunità montane che giunge all'esame del Consiglio regionale. La I Commissione si è adoperata con la stessa metodologia adottata per il primo piano, tenuto conto che i termini di 60 giorni fissati dalla legge scadono in questo caso il 21 marzo 1977.
Si sono convocati i rappresentanti della Comunità montana, si è avuto un ampio dialogo con gli stessi, si sono evidenziate le preoccupazioni che emergono nei rapporti delle Comunità montane con il Comprensorio in materia di pianificazione e quindi vi è la necessità che questa possibilità di rapporti, di dialoghi costruttivi, vengano fatti salvi. Si propone che il Consiglio regionale adotti la deliberazione che, se il Presidente lo ritiene, leggerei, e che comunque ricalca negli schemi e nell'impostazione esattamente quanto il Consiglio regionale ha già votato in una passata seduta: "Il Consiglio regionale, sentita la relazione della I Commissione sul Piano di sviluppo economico e sociale della Comunità montana Valli Monregalesi viste altresì le osservazioni di merito formulate dalla Giunta in un suo documento istruttorio delibera: a) di approvare il Piano di sviluppo economico e sociale della Comunità montana Valli Monregalesi (CN), come quadro di riferimento dell'attività programmativa della Comunità, fatto salvo: le eventuali esigenze di variazioni, aggiornamenti e adattamenti da effettuarsi in sede di piano stralcio, in conseguenza della verifica di compatibilità da compiere con le indicazioni del Piano regionale di sviluppo e dei piani comprensoriali di cui alla legge regionale n. 41 del 4/6/1975 le previsioni degli oneri finanziari di pertinenza dei soggetti diversi dalla Comunità montana sono da ritenersi come semplici operazioni contabili. In particolare per gli oneri attribuiti alla Regione la previsione potrà tradursi nell'assunzione di impegni di spesa solo in sede di bilancio pluriennale e annuale b) di dichiarare la presente deliberazione immediatamente eseguibile ai sensi dell'art. 49 della legge 10/2/1953 n. 62"



PRESIDENTE

La cortesia del Presidente della I Commissione mi esime dal rileggere il testo della deliberazione su cui il Consiglio è chiamato ad esprimersi se lo desidera, e quindi a votare.
Vi sono richieste di parola? Non ve ne sono.
Passiamo senz'altro alla votazione del progetto di deliberazione per alzata di mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 36 Consiglieri presenti in aula.



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