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Dettaglio seduta n.106 del 17/03/77 - Legislatura n. II - Sedute dal 16 giugno 1975 al 8 giugno 1980

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SANLORENZO


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

La seduta è aperta. L'ordine del giorno è ricco ma vi è anche la possibilità di concludere i lavori entro la tarda mattinata. E' una possibilità che verificheremo.
Il punto primo all'ordine del giorno reca: "Approvazione verbali precedenti sedute". Non vedo osservazioni ai processi verbali del 10 marzo u.s., quindi possiamo considerarli approvati.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione del Consigliere Benzi "Iniziative che la Giunta intende assumere nei confronti dell'ACI per la tutela dei diritti dei lavoratori dell'azienda"


PRESIDENTE

Il punto secondo all'ordine del giorno reca: "Interrogazioni e interpellanze". La prima interrogazione è del Consigliere Benzi "Iniziative che la Giunta intende assumere nei confronti dell'ACI per la tutela dei diritti dei lavoratori dell'azienda".
Risponde l'Assessore Alasia.



ALASIA Giovanni, Assessore ai problemi del lavoro

La situazione all'interno dell'Automobil Club di Torino è stata attentamente esaminata, a nome della Giunta, dall'Assessorato al lavoro.
L'ordine di servizio, cui fa riferimento l'interrogazione, è stato compilato dalla Direzione dell'Automobile Club di Torino secondo le norme stabilite dall'art. 33 del regolamento organico dell'Automobil Club d'Italia, ancora vigente.
Tale articolo, titolato "Consiglio di Amministrazione per il personale" enuncia: "Il Consiglio di Amministrazione per il personale è nominato con deliberazione del Consiglio Direttivo, su proposta del Presidente, ed è composto da sette membri che sono: a) il Presidente dell'A.C. o, in caso di assenza o di impedimento, un altro componente del Consiglio Direttivo da lui designato, che lo presiede b) due membri del Consiglio Direttivo c) il Direttore o il Dirigente dell'Ufficio del personale d) tre rappresentanti del personale eletti dal personale dipendente secondo le norme che saranno stabilite dal Consiglio Direttivo, d'intesa con le Organizzazioni Sindacali. (Omissis)".
Il Consiglio d'Amministrazione per il personale risulta, in sostanza essere una commissione paritetica con funzioni di controllo sul personale per quanto attiene alle norme disciplinari.
D'altra parte anche la nostra legge regionale n. 22 del 12.8.1974 prevede all'art. 7 l'istituzione di una Commissione di disciplina, e le norme per l'elezione dei componenti, se non sono uguali a quelle del Consiglio di Amministrazione per il personale dell'Automobil Club di Torino, sono simili.
Deve comunque risultare ben chiaro che questo organo non ha nulla a che vedere con il consiglio dei delegati che viene normalmente eletto secondo la prassi usata in tutte le fabbriche, in tutte le aziende, in tutti gli Enti, e cioè: ogni gruppo omogeneo elegge il proprio (od i propri) delegato con scheda bianca non contrassegnata, a scrutinio segreto.
In ogni caso la normativa stabilita dal regolamento organico degli Automobil Club d'Italia non avrà più valore nel momento in cui entrerà in vigore la normativa del Parastato, regolata dagli artt. 52-53 del Decreto Legge Presidente Repubblica n. 411 del 26 maggio 1976.



PRESIDENTE

La parola all'interrogante Consigliere Benzi.



BENZI Germano

Ringrazio l'Assessore Alasia per la cortese risposta. Capisco che la Regione non è chiamata direttamente in causa.
Devo rilevare che vi sono ancora delle organizzazioni in Italia che hanno degli statuti che risalgono ai tempi di Carlo Alberto. In realtà la mia interrogazione era volta ad evidenziare i sistemi adoperati in certe grosse organizzazioni a carattere verticistico. Mi si informa che nel maggio 1976 il nostro Parlamento ha prodotto qualcosa di più democratico.
Ho rilevato dalla convocazione almeno cinque o sei incongruenze: non è indicato il numero massimo dei candidati che possono essere inseriti in ciascuna lista; non è prevista la presentazione delle liste da parte di un determinato numero di dipendenti; non è prevista la pubblicazione nell'apposito albo dei comunicati della lista dei dipendenti aventi diritto a voto; il sistema di riparto, al punto quarto della delibera, viene di fatto disatteso.
Ho letto questi dati per notizia e per cronaca nostra. Effettivamente sarebbe bene, se la legge che ha ricordato l'Assessore Alasia non venisse messa in funzione rapidamente, che si facesse un controllo in queste aziende a carattere particolare perché, anche al loro interno, le elezioni di svolgano in modo democratico.
Ringrazio ancora l'Assessore Alasia per la cortesia con cui ha risposto, ma mi dichiaro insoddisfatto per i contenuti del documento dell'azienda.



PRESIDENTE

L'interrogazione è svolta.


Argomento: Contributi allo sport e al tempo libero

Interrogazione urgente dei Consiglieri Soldano, Vietti, Cerchio, Beltrami e Bianchi: "Provvedimento per assicurare a quanti sono ammessi ai Giochi della Gioventù la fruizione di visite mediche di tipo specialistico"


PRESIDENTE

Passiamo quindi alla successiva interrogazione presentata dai Consiglieri Soldano, Vietti, Cerchio, Beltrami e Bianchi: "Provvedimento per assicurare a quanti sono ammessi ai Giochi della Gioventù la fruizione di visite mediche di tipo specialistico".
La parola all'Assessore Moretti.



MORETTI Michele, Assessore allo sport

I Giochi della Gioventù 1977 sono promossi dal Ministero della Pubblica Istruzione e dal Comitato Olimpico Nazionale Italiano, con la collaborazione delle Regioni, delle Province e dei Comuni, delle Organizzazioni Sportive e degli Enti di promozione sportiva.
Per quanto concerne la collaborazione della Regione Piemonte, essa si esplica a livello di Commissione regionale, che in base alla circolare del Ministero della Pubblica Istruzione n. 307 del 15 dicembre 1976 svolge i seguenti compiti: a) promuove iniziative tendenti a suscitare la collaborazione delle autorità regionali ai fini della migliore riuscita delle manifestazioni e delle attività ad esse collegate b) collabora con le Commissioni provinciali e mantiene con esse contatti continui c) stabilisce le attività da svolgere nelle manifestazioni regionali d) organizza le manifestazioni regionali rendendone tempestivamente noti i programmi e le norme alle Commissioni provinciali e) invia alla Commissione centrale i risultati delle rassegne regionali e le relative statistiche f) invia alla Commissione centrale le iscrizioni delle squadre ammesse ed organizza la partecipazione delle stesse alla manifestazione nazionale g) delibera in merito all'impiego dei fondi assegnati per l'organizzazione delle manifestazioni dalla Commissione centrale.
Ai Giochi della Gioventù 1977, a differenza della passata edizione, la scuola interviene con tutte le classi di ogni ordine e grado, quindi l'area di partecipazione viene estesa sia al primo ciclo delle scuole elementari sia agli Istituti di istruzione secondaria e superiore.
Logicamente la prima fase, a livello di Circolo di Istituto, comunale provinciale, di detti Giochi ha un carattere, più che agonistico e sportivo, di incontro e di grande festa dello studente, per cui l'idoneità fisica degli alunni delle Scuole elementari a partecipare alle attività dei Giochi è stata preventivamente accertata dagli organi preposti al servizio sanitario scolastico.
Per i partecipanti delle Scuole Medie inferiori e superiori, non essendo ancora entrata in vigore la riforma sanitaria, la Commissione provinciale di detti Giochi ha dato disposizione che l'idoneità dei partecipanti fosse comprovata da un certificato del medico di fiducia.
La fase finale dei Giochi, cioè a livello nazionale, riveste un carattere prettamente agonistico per cui la Commissione regionale sta provvedendo nel garantire ai partecipanti una visita suppletiva e particolarizzata effettuata dal Centro di Medicina Sportiva.
L'Assessorato ritiene doveroso, nell'ambito della propria competenza esplicare un ruolo, unitamente alle Associazioni ed agli Enti di promozione sportiva, teso alla valorizzazione del supporto medico nella pratica dello sport.



PRESIDENTE

La parola all'interrogante, professoressa Soldano.



SOLDANO Albertina

Ringrazio innanzitutto l'Assessore Moretti per la risposta dettagliata e puntuale. Vorrei precisare che la nostra interrogazione non è stata presentata nell'ondata di emozione che ha colpito l'opinione pubblica in seguito al decesso improvviso di un noto atleta; ma, in effetti, ha voluto cogliere la preoccupazione ormai diffusa a livello di responsabili scolastici e di amministrazioni locali. I Giochi della Gioventù si svolgono all'insegna della collaborazione tra amministrazione scolastica e le amministrazioni locali; ma, in particolar modo, sono gli organi collegiali della scuola che sentono profondamente questa responsabilità.
Ringrazio quindi l'Assessore per tutti i dettagli che ci ha forniti che, al di là di un'enunciazione eminentemente di tipo burocratico rivelano impegno e preoccupazione anche da parte dell'Amministrazione regionale. Ritengo particolarmente utile l'istituzione del Centro di medicina sportiva che sopperisce, nell'attuale situazione di transizione ad una indubbia necessità. E' chiaro che, all'inizio, i giochi sono una grande festa a cui tutti partecipano. Possiamo dire che ciò rientra nelle consuete attività di educazione fisica, secondo i normali programmi scolastici; gli insegnanti di educazione fisica, in collaborazione con altri docenti nell'ambito dei consigli di classe, svolgono un'azione puntuale, responsabile e precisa. La preoccupazione subentra quando dall'attuazione dei programmi di educazione fisica, si passa all'attività agonistica. In realtà, devo precisare che non passa anno in cui, a tutti i livelli e in ogni ordine di scuola si riscontrano, proprio in seguito all'osservazione del comportamento degli allievi durante le lezioni di educazione fisica, gravi anomalie sfuggite alla famiglia ed allo stesso medico di fiducia della famiglia.
Quindi, anche a nome degli altri interroganti, insisto perché sia espletata tutta la cura possibile nell'azione di verifica della situazione.
Rientra nell'attività generale e nell'impegno di tutti coloro che sono preposti alle attività sportive la scoperta di nuove speranze per lo sport italiano. Però mi permetto di insistere perché, al di là del controllo burocratico, sia assicurata la tutela della salute e l'integrità psicofisica dei soggetti. In questo spirito abbiamo presentato l'interrogazione e in questo spirito ci dichiariamo soddisfatti per quanto l'Assessore Moretti ci ha comunicato; soltanto rivolgiamo questa raccomandazione al fine di assicurare il migliore traguardo possibile all'attività agonistica in corso. Grazie.



PRESIDENTE

L'interrogazione è svolta.


Argomento: Beni demaniali e patrimoniali

Interrogazione urgente del Consigliere Picco "Restauro ed arredamento di Palazzo Lascaris. Preventivi, esecuzione dei lavori e scelte in merito"


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione urgente del Consigliere Picco "Restauro ed arredamento di Palazzo Lascaris. Preventivi, esecuzione dei lavori e scelte in merito". Risponde l'Assessore Rivalta.



RIVALTA Luigi, Assessore alla pianificazione territoriale

L'interrogazione del Consigliere Picco, sia per rendere più chiara la risposta, sia per informare il Consiglio, richiede una breve cronistoria delle vicende che riguardano Palazzo Lascaris. I Consiglieri già presenti nella passata legislatura ricorderanno che è stato acquisito in attuazione di una deliberazione del Consiglio regionale del giugno '74, che non aveva avuto pareri unanimi sull'acquisto. Il 10 ottobre 1974 era stata data dal Consiglio l'autorizzazione all'acquisto; il 10 gennaio 1975 la Giunta, su relazione dell'Assessore Paganelli, deliberava di approvare l'acquisto per 3 miliardi e 230 milioni. L'applicazione delle procedure per rendere agibile il palazzo sono state portate avanti fino al termine della legislatura della Giunta di allora, che con tempestività, il 17 gennaio 1975, quindi sette giorni dopo la deliberazione di acquisto, affidava l'incarico al gruppo professionale che fa capo al Prof. Albini, scelto di comune accordo tra le forze del Consiglio in quanto è riconosciuto, per le opere svolte in Italia ed all'estero, specialista in restauri e recuperi di edifici storici.
Dall'estate del 1975, dopo l'avvio della seconda legislatura, della procedura per rendere agibile il palazzo si è principalmente occupata la Presidenza del Consiglio a cui era stato demandato il compito di procedere in considerazione del diretto interesse logistico e dell'opportunità di dare continuità di guida all'operazione attraverso chi, da responsabilità di Giunta, era passato a responsabilità nell'Ufficio di Presidenza del Consiglio. Venne formata una Commissione di cui hanno fatto parte rappresentanti delle forze politiche. Nel maggio del 1976, l'Ufficio di Presidenza ritenne di aver esaurito il proprio compito e trasmise tutta la pratica, e lo schema di progetto derivato dall'elaborazione e dai confronti fino allora svolti, alla Giunta, la quale ha assunto quello schema di progetto come base per portare avanti la progettazione e dare esecuzione ai lavori necessari.
La procedura per ottenere la licenza edilizia non era immediatamente eseguibile, in quanto la variante approvata al Piano Regolatore Generale del Comune di Torino nel 1974 non consentiva un cambiamento di destinazione d'uso. L'Amministrazione comunale di Torino, avvertita dall'Ufficio di Presidenza e dalla stessa Giunta, già allora informata di ciò, aveva prodotto la variante 27, approvata dalla Giunta municipale il 13/4/1976 non avendo però avuto unanimità di consensi all'interno della Commissione urbanistica del Comune di Torino e delle forze politiche del Consiglio comunale, questa variante poté essere approvata in Consiglio comunale soltanto il 10 maggio 1976. La variante 27 ha dovuto compiere l'iter richiesto: dopo l'approvazione della delibera da parte del Comitato di controllo, la sua pubblicazione è iniziata il 14/9/1976, è terminata il 14/10/1976; il 14/11 successivo è scaduto il termine per la presentazione dell'opposizione; solo dopo questo iter il Comune di Torino poté deliberare e inviare la variante 27 alla Regione che l'ha successivamente approvata la variante 27, cioè la modifica all'art. 2 della variante 17, consente una variazione di destinazione d'uso degli uffici, ma richiede l'osservanza della procedura di deroga, per cui il Comune di Torino, per concedere la licenza edilizia, deve richiedere il permesso di deroga alla Regione (che tra l'altro è la proprietaria di Palazzo Lascaris).
Questa complicazione dell'iter burocratico procedurale ha impiegato dei tempi lunghi. Nel frattempo il progetto di massima, che era stato presentato al Comune di Torino il 26/3/1976, per essere esaminato ha dovuto attendere che questa procedura fosse avviata; intanto furono chiesti pareri preventivi per poter procedere alla progettazione esecutiva, e vennero richiesti i permessi ed i visti alla Sovrintendenza ai Monumenti e ai Vigili del Fuoco. Il progetto, presentato il 26/3/1976, venne modificato due volte in modo piuttosto radicale, a seguito di pareri, peraltro fra loro contrastanti, espressi dalla Sovrintendenza ai Monumenti: ad un parere favorevole espresso il 19 ottobre 1976 alle modifiche da apportare al palazzo, indicate nello schema di progetto presentato, a seguito del quale anche la Commissione edilizia del Comune di Torino aveva espresso un parere preventivo favorevole (per cui c'era solo più l'attesa della variante 27 per iniziare l'iter di deroga), venne contrapposto in maniera inopinata un parere negativo in data 16/2/1977 che disconosceva quanto espresso nell'ottobre precedente. Il 16 febbraio, quando avrebbe potuto avviarsi l'iter di deroga, abbiamo dovuto riprendere con urgenza il progetto, ed il 22 febbraio 1977, accettando le richieste della Sovrintendenza, si ottenne un nuovo visto di approvazione, sulla base del quale la Commissione edilizia del Comune di Torino, i primi giorni di questo mese, rinnovò il parere favorevole per cui ora è in corso l'iter di richiesta di deroga per concedere la licenza edilizia. Questi dati possono servire di spiegazione ad alcune questioni sollevate dall'interrogazione e soprattutto di informazione ai Consiglieri perché si rendano conto delle complicazioni emerse. Nel momento in cui la pratica venne trasferita alla Giunta, era emersa l'esigenza di dare una precisa ed accentrata responsabilità di direzione tecnica progettuale e di direzione dei lavori, al fine di non aggiungere a quelle già emerse ulteriori difficoltà e di non sovrapporre ragioni di ritardo nella fase di ingegnerizzazione, di progettazione, di direzione dei lavori. Di qui venne l'esigenza di una precisazione di incarico agli architetti scelti, che era richiesta anche dal fatto che la primitiva delibera, esprimendosi con indicazioni di carattere generico e non essendo accompagnata da una convenzione, come tra l'altro è richiesto dalla legge regionale sugli incarichi e sulle consulenze, lasciava adito a dei dubbi e a delle incertezze sull'ambito di competenza dell'apporto professionale richiesto. Si diceva, infatti, che veniva dato genericamente l'incarico di procedere alla ristrutturazione del Palazzo e quindi di svolgere gli interventi progettuali ed operativi necessari. Questi interventi hanno delle precise classificazioni e articolazioni, per cui con la successiva delibera abbiamo richiamato le varie fasi progettuali ed i compiti di direzione tecnica, riportandole in una precisa convenzione.
Abbiamo quindi precisato che l'incarico deve riguardare la progettazione la direzione e la contabilizzazione dei lavori. L'ipotesi di utilizzare - e qui vengo ad una prima risposta all'interrogazione - strutture ed uffici pubblici per la fase esecutiva dei lavori è stata presa in considerazione tenuto conto che nella fase precedente aveva partecipato l'ing. Fassio appartenente al Genio Civile. Ho riesaminato questa possibilità di collaborazione fra una fase più strettamente progettuale e una fase più strettamente amministrativa degli uffici regionali. Peraltro ci era richiesta dagli stessi professionisti sulla base delle loro esperienze di lavoro con altri Enti pubblici (è il caso del palazzo comunale costruito negli anni '60 a Genova e delle ristrutturazioni condotte ultimamente in edifici storici di Padova per conto dell'Ente comunale e quelli in corso a Verona). I professionisti avevano richiesto un rapporto di collaborazione con gli uffici regionali che lasciasse a questi tutta la parte amministrativa e di contabilizzazione. E' emersa l'impossibilità pratica degli uffici di applicarsi in questa direzione, in quanto ci significherebbe l'assorbimento a tempo pieno di qualche persona. La ben nota situazione di carenza degli organici e di congestione dei lavori da un lato, la caratteristica di estrema urgenza della realizzazione dall'altro hanno suggerito di non gravare ulteriormente il già pesante carico di responsabilità e la precaria efficienza degli uffici regionali; peraltro proprio in quel momento, eravamo nel mese di giugno, l'ing. Fassio ed i suoi collaboratori erano stati designati a seguire da parte del Consiglio regionale gli interventi a favore del Friuli che si sarebbero protratti per qualche mese. La situazione peraltro non è diventata facile in questi ultimi tempi, l'Assessore Vecchione che sta conducendo le procedure per l'esame dei progetti partecipanti agli appalti che la Regione ha indetto per la costruzione di asili nido, si rende conto delle difficoltà in cui si trovano gli uffici regionali che sono richiamati permanentemente ad incombenze quotidiane d'ufficio e ad incombenze che provengono anche dalle strutture dello Stato. Devo dire che non abbiamo preso in considerazione la possibilità di delegare una procedura di questo genere ad altri Enti locali, come il Comune e la Provincia, non avendo alle spalle una prassi di questa natura; forse essendo anche condizionato - lo dico a posteriori nella ricerca di questa possibilità dal fatto che, proprio in questi mesi l'Assessorato è stato costretto a sollecitare i vari Enti locali a procedere il più rapidamente possibile nella progettazione degli edifici scolastici che fanno parte del programma promosso dalla legge 412. Avendo presente la difficoltà di progettazione, anche per altre opere finanziate dalla Regione, degli uffici degli Enti, non ho preso in considerazione tale possibilità. D'altra parte, mi parrebbe, per certi aspetti, una procedura straordinaria, sia pure, in qualche caso, forse da perseguire.
Per quanto riguarda la duplicazione degli incarichi, devo far presente che c'è una delibera del 3 giugno che riprende quella del gennaio '75 fatta dalla passata Giunta che precisava le competenze allo Studio Albini affidandogli la progettazione per la licenza edilizia, il progetto esecutivo, la direzione dei lavori e la contabilizzazione, ai fini di centralizzare la responsabilità ed il coordinamento di tutte queste operazioni. Questa delibera ha avuto richiesta di modifica, dal punto di vista formale, da parte del Commissario del Governo, ed è stata rifatta in ottobre. In essa si fa esplicito riferimento alla progettazione edilizia architettonica, al ricorso a specifici incarichi, concordati di comune accordo tra progettazione edilizia ed Amministrazione regionale per quanto concerne gli aspetti di calcolo delle strutture e di calcolo degli impianti tecnici. Questi impianti sono in buona misura da rifare se si vuole rendere possibile il funzionamento e l'attività del Consiglio, per cui la delibera cui fa riferimento l'interrogazione del Consigliere Picco, che è del dicembre '76, consegue alla precedente per il completamento degli incarichi negli aspetti specialistici. Per quanto concerne il preventivo, su cui è stata basata la stima degli impianti professionali (come si dice nella delibera precedente, si tratta di previsioni contabili da verificare successivamente sulla base delle parcelle vistate dall'Ordine professionale), si è fatto ricorso a valutazioni di carattere approssimato.
Tenuto conto che si tratta di circa 60 mila mc, si era valutata per le sole opere murarie, ma questo ormai è un anno, una spesa intorno alle 20 mila lire al mc che comportava una cifra attorno al miliardo e 300 milioni, a cui, applicando le tariffe professionali che risultano dalla convinzione del 3,8%, davano la cifra segnata nella prima deliberazione. Nella deliberazione per incarichi specialistici c'è stata una stima più approfondita che ha computato gli oneri riguardanti le opere strutturali (parte quindi di quel miliardo e 300 milioni che era stato stimato) intorno ai 500 milioni, cifra che oggi, a seguito delle modifiche che sono state apportate su richiesta della Sovrintendenza, dovrebbe ritenersi inferiore.
La Sovrintendenza non ci consente di costruire una nuova scala centrale e generale che disimpegni l'intero edificio e ha sollevato obiezioni circa il rifacimento e la costruzione in struttura in blocchi di laterizio dell'intera copertura del tetto. Vi è una lunga elencazione di opere che comprende gli impianti di condizionamento, di riscaldamento, gli impianti elettrici normali e quelli di emergenza, quindi con centrale diesel nel caso in cui venga a mancare l'energia elettrica, di sonorizzazione, di traduzione simultanea per la sala del Consiglio, gli impianti telefonici degli impianti rilevatori degli incendi, le antenne radio-televisive.
L'importo, valutato in sede di prima stima preventiva, è intorno ai 450 milioni. Applicate le tariffe professionali relative, risulta la cifra che appare nella seconda deliberazione. E' chiaro che queste sono cifre di primo orientamento che dovranno essere verificate ed aggiornate in sede di progettazione esecutiva e di analisi dei costi che è in corso. Ci premureremo di valutare e discutere la portata di tutti questi valori; le tariffe dovranno essere vistate dall'Ordine professionale e saranno quelle che dovremo a consuntivo imputare come spesa. Se decidiamo di fare tutte le opere nei modi descritti, secondo l'intenzione di dare alla ristrutturazione un carattere di rigorosità di spesa, ma anche di esemplarità, i costi potranno essere superiori a quelli attualmente imputati stante la loro approssimazione e l'esigenza di un aggiornamento dei prezzi.
Per quanto riguarda l'ultima domanda, e cioè come risulteranno tutelati gli interessi della stazione appaltante, vorrei dare intanto una risposta di carattere generale e di principio. Nel momento in cui si è ritenuto di attribuire i compiti di progettazione e di attuazione del programma di risanamento a professionisti, ritenuti di fiducia, il rapporto fiduciario con essi costituisce chiaramente una garanzia di tutela degli interessi della stazione appaltante. Questo vale per il committente ed è impegno per il professionista.
Le norme deontologiche di comportamento professionale impongono al professionista serio di essere il primo tutelatore degli interessi del committente. Peraltro, è anche prevista nella conduzione dei lavori la nomina da parte del committente dell'assistente contrario che deve permanere in cantiere, non tanto con funzioni di controllo sul direttore dei lavori, ma sull'opera che quotidianamente compie l'impresa. Per ulteriore tutela potremmo ricorrere non ad un gruppo, ma ad una persona individuata fra gli uffici regionali competenti, che svolga il compito specifico correntemente chiamato di assistente contrario.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Picco.



PICCO Giovanni

Signori Consiglieri, nella distrazione di questo inizio di sedute penso ci sia spazio per alcune considerazioni nel breve tempo concesso all'interrogante per rispondere. Credo interessi a tutti noi sapere in che misura il patrimonio del Palazzo Lascaris potrà essere messo a disposizione del Consiglio regionale come struttura emergente dalle nostre specifiche caratteristiche di funzionalità nei confronti della società piemontese. Le prospettive che si aprono dalla relazione dell'Assessore, indipendentemente dal discorso relativo alle responsabilità che vanno scisse e vanno ben distinte, sono prospettive di dilazione e sostanzialmente di disimpegno e non so in quale misura si possa prefigurare un'utilizzazione della struttura in tempi ragionevoli.
Questo è il commento che si può fare alle specifiche e puntuali informazioni che ci ha dato l'Assessore Rivalta.
Nell'interrogazione non avevo chiesto in che modo è stata conteggiata la parcella dei professionisti, aspetto abbastanza secondario, ma se è stato fatto un preventivo del restauro e della sistemazione del Palazzo Lascaris; si tratta di un'opera specificatamente commisurabile ad una spesa o ad un'altra, nella misura in cui si vogliano ottenere determinati risultati o se ne vogliano ottenere altri: si può fare un restauro di un miliardo come di dieci miliardi. Ritengo che si debba definire questo aspetto, anche con le relative proiezioni temporali, cioè quanto vogliamo che duri questo lavoro e quando pensiamo di volerlo mettere in funzione.
Tutto ne deriva di conseguenza, cioè un lavoro che può trascinarsi per cinque anni, può benissimo ottenere risultati esemplari ed eccellenti dal punto di vista qualitativo, ma di certo, rispetto alle opzioni sulla funzionalità che ci saranno offerte quando lo dovremo occupare sostanzialmente inconsistenti, perché è pur sempre un palazzo con certe caratteristiche che non potranno essere alterate da un proseguimento pignolo e puntuale di determinati lavori di restauro oppure meno.
Indipendentemente dalle altre considerazioni che ho fatto nell'interrogazione, prendendo come punto di riferimento le delibere sugli incarichi professionali, sulle quali poi dovremo dire qualcosa, mi dichiaro insoddisfatto della risposta e chiedo in che misura si intende proiettare questa operazione nel tempo rispetto ad un tipo di utilizzazione che ritengo che il Consiglio regionale a suo tempo avesse individuato con carattere di preminenza, di tempestività, stante il fatto che siamo tutti concordi che esistano, oltre alle ragioni di corretta utilizzazione dei fondi delle disponibilità pubbliche, anche interessi passivi che decorrono in affitti, in dispersioni di attività e via dicendo.
Venendo al merito di alcune delle risposte che sono state date richiamo l'attenzione dei Consiglieri sull'incredibile situazione delle procedure sulle quali non posso non rilevare una responsabilità specifica della Giunta e delle forze politiche che reggono le amministrazioni a livello regionale e comunale. E' impensabile che dopo una defatigante variante, la variante 17, si sia arrivati al punto di innescare ancora la procedura di un'ulteriore autorizzazione che lo stesso Consiglio regionale dovrebbe concedere a se stesso per variare alcune cose.



RIVALTA Luigi, Assessore alla pianificazione territoriale

E' contenuto nella variante 17 che hai fatto tu nel 1974.



PICCO Giovanni

Questo è contestabile nel modo più assoluto. Non c'era innanzitutto variante di destinazione d'uso. Preciso che la destinazione d'uso da ufficio amministrativo della Camera di Commercio ad ufficio amministrativo del Consiglio regionale, rispetto alle norme di piano regolatore di Torino non costituiva una variante di destinazione d'uso. Si capisce che se si vogliono complicare le cose proiettandole in una dimensione.



RIVALTA Luigi, Assessore alla pianificazione territoriale

Allora lo devi dire anche alle forze politiche del Consiglio comunale di Torino.



PICCO Giovanni

E' una questione che in quella sede dovrete vedere con la minoranza. Ma di certo questo fatto testimonia che non si è voluto sostanzialmente affrontare nel merito il problema andando in una dilazione di prospettiva.



RIVALTA Luigi, Assessore alla pianificazione territoriale

L'immobile è stato comperato non all'unanimità di consensi.



PICCO Giovanni

Vi siete assunti l'impegno di proseguire i deliberata del Consiglio.
Siamo qui per applicare le leggi della Regione. Dovevate pensarci prima: quando vi siete insediati, dovevate dire "non siamo d'accordo che Palazzo Lascaris venga utilizzato in questa direzione. Ci sono altre soluzioni.
Affrontiamole".



RASCHIO Luciano

Abbiamo speso dei miliardi grazie a voi.



PICCO Giovanni

Comunque non penso che questa fosse la convinzione a giugno-luglio '75 quando vi siete insediati perché ritenevate, come tutti riteniamo, che sia stata una scelta giusta per ricuperare un patrimonio artistico. Però anche le scelte giuste vanno rapportate ad una gestione politica che non sia tale da esaltare solo le contraddizioni, ma possibilmente da assolvere determinati impegni anche in direzione di una corretta utilizzazione della spesa pubblica, cioè dell'utilizzazione di un patrimonio di rilevante interesse che però presenta, nonostante tutte le difficoltà che si vogliono evidenziare, problematiche di restauro e di utilizzo infinitamente più irrilevanti di quanto non lo siano stati, per esempio, altri lavori che lo stesso Studio Albini ha affrontato in situazioni ben più complesse.
Venendo ad alcune precisazioni richieste nell'interrogazione, debbo constatare che è strano che quest'anno, durante il quale la Giunta ha assunto l'impegno di portare a compimento la fase di avvio dei lavori del Palazzo Lascaris, essa non si sia preoccupata di dotare contemporaneamente gli uffici della Regione di una struttura che consenta di tutelare gli interessi dell'Amministrazione, che assicuri la presenza dell'istituto regionale nel ripristino di un patrimonio che è demanio della Regione e che deve essere poi gestito dalle strutture regionali.
Il Comune di Torino, per mancanza di investimenti nel settore scuola, e la Provincia, per mancanza di investimenti nel settore dell'edilizia scolastica superiore, si trovano con personale eccedente nel campo della direzione dei lavori. Nell'interrogazione avevo richiesto il motivo per cui non si era fatto ricorso al Comune e alla Provincia di Torino per seguire tali lavori.
Ritengo che le informazioni date siano insufficienti rispetto all'argomento. Non mi dilungo su richieste in merito alla scelta, ad esempio, di un ufficio di consulenza milanese per seguire il lavoro di impiantistica che ha esigenza di contatto immediato sul posto non tanto con i progettisti, i quali, una volta fatto il progetto ed affidatolo in fase esecutiva, non intervengono più nel merito, quanto nella fase operativa.
Non vorrei che il mio sembrasse un discorso di corporativismo locale o di appunto alla scelta fatta. Tuttavia ci preoccupa sostanzialmente, rispetto ai tempi e alle modalità, tutta una serie di fatti.
Riaffermo sostanzialmente una netta distinzione delle responsabilità che hanno visto la Presidenza del Consiglio regionale e le forze politiche in una certa fase collaborare alla pronta predisposizione dal marzo dell'anno scorso ad oggi, poiché, nonostante tutte le assicurazioni date ancor oggi, 17 marzo 1977, siamo privi della licenza edilizia, quindi nella sostanziale impossibilità di iniziare i lavori.



PRESIDENTE

Chiede la parola il Presidente della Giunta in sede di dichiarazione.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Signori Consiglieri, la scelta di Palazzo Lascaris fu fatta nel corso della precedente legislatura. Fu una scelta a cui concorse anche l'allora Presidenza e noi la riteniamo oggi, a distanza di tempo, valida per il Consiglio. La scelta dello audio Albini, che da un punto di vista scientifico e professionale è indiscusso, è stata una scelta maturata nel corso della precedente legislatura e che riteniamo oggi, mutata la composizione del governo, perfettamente valida.
E' vero: vi sono state delle difficoltà e chi vi parla le ha seguite unitamente all'allora Presidente Oberto, ogni giorno e ogni momento.
Bisogna però rilevare che via via queste difficoltà sono state rimosse.
L'impegno per l'opera è di grossa portata e, sotto alcuni aspetti, di non facile soluzione. Nel tempo intercorso dal giorno dell'acquisto ad oggi ha anche impegnato studiosi alla ricerca di documenti originari, in parte rinvenuti, che furono oggetto di una recente pubblicazione "L'Isola di Santa Francesca" e di un largo dibattito. Non vedo quindi come si possano muovere critiche sotto questo aspetto, dal momento che c'è un filo conduttore con la Giunta precedente. L'attuale Giunta ha avuto dei ritardi? Direi di no, gli impegni sono sempre stati affrontati e le risorse per compiere l'opera sono esattamente individuate nel bilancio.
Diamo al Consiglio regionale la garanzia di procedere in modo spedito al fine di dotare il Consiglio stesso della sua degna sede, che consenta a tutti i Consiglieri di potersi ritrovare in unica entità.
Oggi la Giunta assume questo impegno, certa della felice e giusta scelta del progettista e certa che tutte le scelte maturate hanno trovato rispondenza nei fatti.
Desidero dare al Consigliere Picco la più ampia assicurazione che si procederà speditamente nel futuro.



PRESIDENTE

Consigliere Oberto, lei mi chiede la parola; vorrei ricordare quali sono le procedure da seguire in Consiglio. In ogni modo, ne ha facoltà.



OBERTO Gianni

Signor Presidente, non prenderei la parola se l'Assessore Rivalta oltre la risposta all'interrogazione, non avesse dato anche un'informazione al Consiglio. Sarebbe opportuno fare una discussione sull'argomento, anche per evitare equivoci. Per l'esattezza, vorrei puntualizzare che non è esatto dire che vi è stato dissenso al momento dell'acquisto di Palazzo Lascaris: vi fu un'astensione (già allora si preconizzava la sorte dei governi futuri con il consenso dell'astensione). La proposta della scelta dello Studio Albini venne fatta dal Gruppo comunista, precisamente dai Consiglieri Berti e Rivalta; la proposta fu condivisa perché si ritenne che le considerazioni portate innanzi avevano un'intrinseca validità che faceva superare un giusto patriottismo cittadino; infatti vi furono lamentele da parte di professionisti e di associazioni locali che si domandavano perch Torino venisse considerata incapace per la ristrutturazione del palazzo.
Siamo soliti dare colpa delle lungaggini alla burocrazia, mentre si dovrebbero individuare i responsabili. (Chiedo al Presidente del Consiglio di aprire una piccola parentesi. In questa sede non si può telefonare perché i telefoni sono permanentemente bloccati da gente estranea al Consiglio; alla buvette non si può andare perché è costantemente affollata da persone che non fanno parte del Consiglio; nelle salette attigue non si può entrare perché vi sono riunioni di ogni genere che non hanno niente a che fare con il Consiglio: chiedo quindi che si individuino le responsabilità in merito).
Quando trattammo l'acquisto di Palazzo Lascaris vi era una possibilità alternativa: un intervento a Palazzo Reale. L'offerta di vendita, come risulta da alcune lettere del Presidente della Camera di Commercio, fu di 2 miliardi e 300 milioni. Successivamente si dovette accettare una stima compiuta dall'Ufficio Tecnico Erariale che aumentò di un miliardo il valore determinato ed accettato dalla Camera di Commercio. Questo unicamente per dimostrare che l'azione svolta allora con estrema ponderazione si traduce nonostante l'insuccesso determinato da diverse complicazioni, in un acquisto al patrimonio della Regione di un altissimo valore intrinseco e sostanziale. Mi sembra che sotto questo profilo non vi sia possibilità di fare dell'ironia e di muovere indirettamente delle censure.
E' passato molto tempo. E' stato detto che, se non si riteneva di portare avanti l'operazione, c'era la possibilità, a giugno/luglio 1975, di rinunciare e di cercare altra soluzione. Il Palazzo Lascaris è stato ricercato ed appetito da quanti avevano interesse di acquisirlo, che probabilmente avrebbero superato diversamente le difficoltà da noi incontrate per arrivare ad una soluzione.
Signor Presidente, la vedo rammaricata. Non avrei fatto questo intervento se l'Assessore Rivalta non avesse dato un'informazione al Consiglio e se non fossi stato direttamente ed indirettamente collocato nella discussione da quanti sono intervenuti.



PRESIDENTE

Desidero sottolineare che questa assemblea è diversa da quelle, pur legittime, che gli studenti tengono nelle università, nel senso che ci siamo dati un regolamento e uno Statuto e siamo qui per fare delle leggi ragion per cui, in sede di interrogazione, possono intervenire normalmente l'interrogante, l'Assessore che deve rispondere, quindi l'interrogante pu dirsi soddisfatto o meno. Se invece si vuole fare un dibattito su un determinato argomento, esiste uno strumento molto semplice: si richiede che l'argomento venga iscritto all'ordine del giorno, per consentire di sviluppare la discussione alzando la mano, chiedendo la parola e ottenendola. Sono tutte regole che normalmente si attuano nelle assemblee elettive ed è opportuno continuare a seguire questa strada. Se vogliamo seguirne un'altra, possiamo anche decidere di trasformare la riunione in un'assemblea generale dove ognuno prende la parola ed ognuno fa ciò che desidera. In questo caso mi chiedo che cosa sto a fare qui io o chiunque altro. In ogni modo porterò in riunione di Capigruppo anche le altre questioni sollevate dal Consigliere Oberto, riguardanti la buvette, i telefoni, le sale, ecc.
Non sono soltanto gli esterni che violano le decisioni: sono anche gli interni che non rispettano gli orari, che non si curano se le leggi passano o non passano (basta protestare quando non sono passate e ognuno ha la coscienza a posto, tanto c'è sempre qualche responsabile).
Occorre invece decidere con i Capigruppo certe misure, mettere dei punti fermi e stabilire quali sono le cose lecite e quali non lo sono almeno fra di noi, almeno fra 60 Consiglieri.
La parola ancora al Consigliere Oberto.



OBERTO Gianni

Desidero risulti chiaro che il mio intervento non era sull'interrogazione, ma sulle comunicazioni dell'Assessore Rivalta che hanno messo il Consiglio regionale in condizione di intervenire su queste cose.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Paganelli.



PAGANELLI Ettore

Signor Presidente, il suo intervento è più che legittimo ed il problema deve essere posto ai Capigruppo, E' evidente però che il regolamento non prevede l'ipotesi della Giunta che, rispondendo ad un'interrogazione ritiene di ampliare la trattazione. In tal caso è la Giunta che deve richiedere l'iscrizione dell'argomento all'ordine del giorno perché i Consiglieri siano posti in condizione di intervenire.



PRESIDENTE

Certamente. Volevo proprio dire questo. Ad ogni modo la questione verrà affrontata in sede di riunione di Capigruppo.


Argomento: Formazione professionale

Interrogazione del Consigliere Chiabrando "Iniziative che la Giunta intende assumere circa la strutturazione e l'ampliamento dei locali dell'Istituto Alberghiero di Torino, sede coordinata di Pinerolo"


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione del Consigliere Chiabrando "Iniziative che la Giunta intende assumere circa la strutturazione e l'ampliamento dei locali dell'Istituto Alberghiero di Torino - sede coordinata di Pinerolo".
Risponde l'Assessore Fiorini.



FIORINI Fausto, Assessore all'istruzione

Come il Consigliere Chiabrando saprà, la Regione ha nel merito due tipi di competenza: la prima è quella di dare un parere favorevole alla dichiarazione di autonomia della sede. Devo dire subito che sin dall'anno scorso, abbiamo dato parere favorevole, però la decisione finale spetta al Ministero della Pubblica Istruzione. L'altra è una competenza indiretta, è l'aspetto edilizio che, come il Consigliere Chiabrando sa, è stato regolato dalla legge 412 del 1975. Nella legge venivano previsti due piani triennali, uno dei quali è già in stato di avanzata realizzazione, mentre i lavori del secondo piano triennale sono in corso. La Commissione III prima e la Commissione V poi, hanno discusso a lungo sui criteri da adottare per la distribuzione dei finanziamenti nel territorio e, in secondo luogo, sui modi per arrivare ad un successivo finanziamento del piano triennale. Per ciò che si riferisce alle scuole superiori, nel primo finanziamento era prevista una percentuale molto alta, data la situazione di carenza in cui gli istituti si sono venuti a trovare, l'intero finanziamento era previsto in base al 37,89% e il finanziamento del Comprensorio di Pinerolo era previsto intorno al 0,43%. Non voglio entrare in merito a questa decisione posso dire però che la Commissione era arrivata a queste conclusioni sulla base di parametri oggettivi. Vorrei ricordare semplicemente che nella lettera inviata ai Comprensori si diceva che compito loro è "di istituire un rapporto di collaborazione con gli altri Comprensori della stessa Provincia, al fine di riunire le esigenze delle comuni sedi di istituti di istruzione secondaria superiore e portare alla fase di confronto con le rispettive Amministrazioni provinciali per definire gli interventi prioritari per tali ordini di scuola all'interno del Comprensorio stesso".
Questo è quanto abbiamo potuto fare in merito. Dovremo rifarci al successivo piano triennale finanziato dallo Stato; però è evidente che sarà la Commissione, assieme all'Assessore Rivalta, competente in materia, a mettere a punto un piano di distribuzione delle risorse e, in questo ambito, verrà affrontato anche il finanziamento eventuale della sede, se sarà dichiarata autonoma. Quest'anno per Pinerolo daremo nuovamente parere favorevole.



PRESIDENTE

La parola all'interrogante, Consigliere Chiabrando.



CHIABRANDO Mauro

Ringrazio per le informazioni di carattere tecnico e burocratico che l'Assessore ha dato. Vorrei però osservare che negli anni scorsi, il parere favorevole sulle autonomie era composto da una graduatoria di priorità. La Giunta ha modo di esprimere il proprio parere, più o meno vincolante, a seconda della posizione che pone la scuola nella graduatoria. Raccomanderei all'Assessore ed alla Giunta di porre, nel prossimo anno, questo istituto in testa alla graduatoria, anche per il fatto che questa proposta è già stata fatta nei vari anni precedenti.
In merito al finanziamento, è vero che la Regione ha solo il compito di dare un parere perché la competenza è dello Stato, però non credo che lo Stato disattenda poi al parere della Regione. Ora non entro nel merito delle percentuali che derivano da un calcolo matematico, però l'importante è che in queste percentuali trovi sicuramente spazio nel prossimo programma triennale il finanziamento per l'Alberghiero di Pinerolo. E' una situazione ormai drammatica.
L'Istituto che si avvia ad avere 300/400 allievi, non dispone di una sede propria, ed è dotato di locali assolutamente inadatti. Riunioni assemblee, scioperi e occupazioni, avvenuti in questi ultimi tempi, sono la dimostrazione di questo stato di tensione che dobbiamo superare con le competenze che abbiamo e che mi pare siano sufficienti. Raccomando quindi vivamente che il problema sia tenuto nella massima considerazione, sia in merito al riconoscimento dell'autonomia che per il finanziamento.
Grazie.



PRESIDENTE

Le interrogazioni sono concluse. Passiamo al punto successivo.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Sono in congedo i Consiglieri: Alberton, Cardinali; Castagnone Vaccarino, Debenedetti.


Argomento:

b) Apposizione visto Commissario del Governo.


PRESIDENTE

Il Commissario del Governo ha posto il visto alle seguenti leggi: alla legge regionale 9/2/1977: "Rendiconto generale della Regione Piemonte per l'anno finanziario 1975" alla legge regionale 9/2/1977: "Estensione della normativa di cui all'art. 71 della legge regionale 12/8/1974 n. 22 per l'inquadramento in ruolo in base al titolo di studio posseduto" alla legge regionale 17/2/1977: "Contributo regionale per l'assistenza farmaceutica ed integrativa agli esercenti attività commerciali per il primo semestre dell'anno 1977".


Argomento: Rapporti con altre Regioni - Programmazione sportiva (impianti e attivita")

Comunicazioni dell'Assessore Moretti in merito al Convegno degli Assessori regionali allo sport


PRESIDENTE

L'Assessore Moretti desidera fare una comunicazione. Ha facoltà di parola.



MORETTI Michele, Assessore allo sport

Vorrei informare il Consiglio che il primo aprile ci sarà a Roma un incontro tra gli Assessori allo sport in relazione al problema dell'impiantistica e dello sport formativo. E' di questi giorni la notizia della decisione del Governo di non affrontare la questione nell'ambito della 382, per cui si è ritenuto opportuno l'incontro delle Regioni, con la partecipazione anche delle associazioni interessate e del CONI.
Ho ritenuto opportuno fornire queste comunicazioni al Consiglio perch sia a conoscenza delle posizioni delle Regioni.



PRESIDENTE

Non vi sono altre osservazioni. Possiamo quindi passare al punto successivo all'ordine del giorno.


Argomento: Norme generali sui trasporti

Esame disegno di legge n. 152: "Partecipazione della Regione alla Società azionaria Gestione Aeroporto di Torino (S.A.G.A.T.)"


PRESIDENTE

Il punto quarto all'ordine del giorno reca: "Esame disegno di legge n.
152 'Partecipazione della Regione alla Società azionaria Gestione Aeroporto di Torino (S.A.G.A.T.)'".
Relatore è il Consigliere Bellomo, a cui dò la parola.



BELLOMO Emilio, relatore

Il disegno di legge in esame riguarda la partecipazione diretta della Regione alla Società azionaria Gestione Aeroporto di Caselle (SAGAT) mediante l'acquisto di un pacchetto azionario pari al 15% del capitale sociale.
L'interesse della Regione per l'aeroporto di Caselle non ha soltanto lo scopo di porre a disposizione della Società nuovi mezzi finanziari destinati a dare maggiore impulso alla gestione, o di accrescere la partecipazione pubblica alla Società in vista di alcune defezioni da parte di azionisti privati, ma esso trova fondamento sul piano politico ed economico, in quanto l'aeroporto di Caselle assume particolare importanza ai fini di un suo inserimento nel complessivo sistema delle comunicazioni e dei trasporti di interesse regionale, che il Piano regionale di sviluppo, e nel suo contesto il piano dei trasporti, intende sviluppare e potenziare.
L'intervento azionario della Regione nella SAGAT, si inserisce cioè nel coordinamento della spesa per investimenti e per la gestione del sistema delle comunicazioni e dei trasporti sul proprio territorio.
In base alle indicazioni del piano, l'aeroporto di Caselle assume infatti un ruolo internazionale, quale scalo di voli di medio raggio, con esclusione quindi soltanto dei voli intercontinentali.
Naturalmente i problemi da affrontare sono numerosi e vanno da quelli dell'ubicazione dei nuovi insediamenti abitativi nei territori confinanti con l'aeroporto, al problema della sicurezza dal pericolo di eventuali incidenti, a quello dell'inquinamento sonico, ecc.
Sono problemi che evidentemente la Regione avrebbe dovuto in ogni caso affrontare nell'interesse delle popolazioni dei Comuni confinanti, e che la sua diretta partecipazione alla Società non potrà che facilitare.
Su questi temi si è sviluppato infatti lo studio e la ricerca condotti dall'IRES ELC, e le conclusioni della medesima, insieme ai problemi economici e finanziari, hanno costituito oggetto di nutrito dibattito e di confronto al Convegno di Borgaro.
Gli aspetti sui quali converge l'unanime consenso, si possono così riassumere: a) ruolo nazionale ed europeo dell'aeroporto b) riguardo al problema abitativo, la Regione deve avviare con le comunità locali più interessate, la soluzione del problema relativo al coordinamento delle politiche urbanistiche: si tratta cioè di introdurre negli strumenti di competenza regionale i vincoli per uno sviluppo residenziale e produttivo delle aree attigue, compatibili con la presenza dell'aeroporto e con i suoi effetti c) rispetto all'inquinamento sonico, si è riscontrata la presenza di aree destinate ad abitazione all'interno di zone a tasso di rumore al disopra del massimo consentito d) rispetto al problema della sicurezza, si valuta prossima a zero la probabilità di incidenti in fase di atterraggio o di decollo, lasciando ampio margine di valutazione agli Enti locali più direttamente interessati e) infine sotto l'aspetto finanziario, alla constatazione del rapido incremento del disavanzo di gestione negli ultimi anni, ed all'onere finanziario che ne discende alla Pubblica Amministrazione, l'intervento della Regione deve essere condizionato all'adozione, da parte della Società, di una politica di gestione tendente ad impedire l'accentuarsi del disavanzo fin qui accumulato.
Su questi temi c'è stato un incontro in I Commissione con il vertice dirigenziale, presenti il Presidente ed il Vice Presidente della SAGAT.
Abbiamo appreso che il passivo, oggi, è di oltre 2 miliardi e mezzo e che i dirigenti hanno identificato alcuni problemi per il contenimento delle spese di gestione per cui si dovrebbe passare dai 2 miliardi e mezzo, al miliardo e mezzo di passivo del bilancio di previsione del 1977.
Per affrontare questi problemi strutturali sono sufficienti gli 11 miliardi e 900 milioni che lo Stato aveva assegnato per la costruzione della nuova pista di volo, che doveva far assumere, contro ogni logica previsione, un ruolo intercontinentale all'aeroporto di Caselle.
Da quanto detto si può quindi affermare che i principi sui quali è fondata la partecipazione azionaria della Regione alla SAGAT, sono da un lato quello della massima utilizzazione degli impianti esistenti, e dall'altro quello dell'economicità della gestione; su questa strada si è ormai avviata la nuova Amministrazione della Società.
Il passivo della gestione infatti, causato soprattutto dalle ingenti spese richieste dagli studi e dalla progettazione della nuova pista e dagli oneri derivanti dall'imposta tariffaria, determinata dagli organi centrali dello Stato, va ogni anno riducendosi, e l'esercizio 1976 dovrebbe essersi chiuso con un passivo inferiore ai 1.500 milioni.
Questi risultati sono stati ottenuti mediante la realizzazione di economie, specie per quanto riguarda il personale per il quale non viene rinnovato il turnover; solo in presenza di adeguate politiche di controllo della gestione è possibile contenere il disavanzo.
Quali sono le prospettive della gestione futura, e quali le iniziative che la Società dovrà assumere per rendere più economica la gestione? Per quanto riguarda il numero dei passeggeri si è riscontrato negli ultimi mesi del 1976 e nei primi del 1977 un incremento, cui fa riscontro però una diminuzione del traffico aereo; ciò significa che gli apparecchi normalmente utilizzati sulle linee aeree, hanno una portata media superiore a quella del passato.
Da rilevare inoltre una diminuzione del traffico delle merci, ed un aumento di quello della posta.
Per un'intensificazione del traffico aereo, oltre a quelli esistenti la SAGAT dovrà assicurare all'aeroporto di Caselle, ed in tale direzione sta già operando nei confronti dell'Alitalia che è la compagnia di bandiera, lo scalo di una linea internazionale verso i Paesi dell'Est europeo, maggiori collegamenti con gli aeroporti intercontinentali, che in Italia sono due: Fiumicino e la Malpensa, e l'estensione a Torino della linea internazionale Barcellona-Genova. Inoltre dovrà battersi per una diversa regolamentazione dei voli charter affinché non facciano capo soltanto ad uno o due aeroporti italiani, ma siano equamente distribuiti fra i maggiori aeroporti nazionali.
L'intensificazione del traffico aereo, sia nazionale che internazionale, non potrà che portare benefici a tutti i settori di attività economica del Piemonte, ed in particolare al turismo della nostra Regione.
Signori Consiglieri, dobbiamo segnalare ancora che la partecipazione azionaria della Regione comporta una spesa di 450 milioni, e viene finalizzata mediante l'utilizzo di una quota di pari ammontare dell'avanzo finanziario risultante dal rendiconto generale dell'esercizio 1975.
Il Piano regionale di sviluppo provvederà naturalmente a destinare nuove risorse ed a fissare nuovi obiettivi per uno sviluppo organico di tutto il settore dei trasporti aerei, non trascurando l'utilizzo di altre strutture attualmente esistenti in Piemonte tra le quali l'aeroporto di Benevagienna in Provincia di Cuneo che potrà funzionare sia in sostituzione di quello di Caselle nei giorni in cui la nebbia impedisce lo scalo in questo aeroporto, sia come aeroporto da turismo.
Il discorso fatto in Commissione non ha trovato la risposta conclusiva da parte di alcune forze, per esempio dei Commissari della Democrazia Cristiana. Tutto ciò che ho detto è a nome della maggioranza e gli altri Gruppi hanno la possibilità di esprimersi in aula, come del resto è stato il loro esplicito desiderio.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Martini. Ne ha facoltà.



MARTINI Mario

Ci sarà un successivo intervento del collega Picco il quale farà anche la dichiarazione di voto a nome della Democrazia Cristiana. Il mio intervento si inserisce nella logica di una discussione che deve portare ad alcuni chiarimenti per definire la presa di posizione del nostro Gruppo, in quanto sia nella relazione predisposta dalla Giunta, sia nella relazione che, a nome della maggioranza, ha fatto il Consigliere Bellomo per la II Commissione, non ci si sofferma (la Giunta addirittura ignora il problema e Bellomo lo ha relegato in fondo alla relazione), sul sistema integrato di aeroporti nel Piemonte.
C'è una disponibilità a livello personale dell'Assessore Bajardi, in più occasioni evidenziata ma non ancora ufficializzata, che sarebbe bene confermare ufficialmente con una presa di posizione in sede di Consiglio regionale, in quanto l'art. 1 della legge che ci apprestiamo a votare ha un inciso che dice: "favorendone l'integrazione con il sistema aeroportuale locale e nazionale". Sarebbe opportuno che questo concetto venisse più chiaramente approfondito ed esplicitato con dichiarazioni della Giunta perché se questo intervento dovesse rivelarsi al di fuori di un piano programmatico, con ogni probabilità finirebbe per sembrare un intervento di salvataggio nei confronti di altri Enti che si trovano attualmente in grosse difficoltà perché si sono impegnati in operazioni che indubbiamente risentono della crisi energetica che in questi anni in modo particolare ha influito negativamente sulla gestione degli aeroporti. Anche se mi rendo conto che non si tratta soltanto di evidenziare la situazione di un unico aeroporto, ma degli aeroporti di minore dimensione diffusi nel territorio piemontese, e anche nella vicina Liguria, mi permetto di soffermarmi sulla situazione dell'aeroporto di Levaldigi che - come è stato più volte detto può utilmente integrare quello di Caselle. Questa affermazione è suffragata anche dai dati esposti in sede di Commissione dal Presidente e dal Direttore dell'Aeroporto. Infatti risulta che ci sono stati, per motivi metereologici, 308 dirottamenti nel 1975 e 244 nel 1976 per un totale di 11.000 passeggeri. E' evidente che la situazione metereologica di Levaldigi è completamente diversa da quella di Caselle perché è un'area che normalmente non conosce il fenomeno della nebbia.
Dal Presidente della SAGAT sono state evidenziate difficoltà in relazione ai voli charter, in quanto normalmente si inseriscono negli orari di linea ed il loro numero sta aumentando perché costituiscono il volo più economico (anche se qualcuno dice meno sicuro). Nel 1976 si sono avuti 520 aerei con volo charter per un totale di 66 mila 947 passeggeri. L'aeroporto di Levaldigi potrebbe essere utilizzato al fine di evitare gli incroci con i voli di linea, che richiedono un maggiore impegno di personale e di misure di sicurezza.
Il problema dell'inquinamento sonico inoltre è sollevato continuamente dai Sindaci dei Comuni vicini a Caselle. Con questo non voglio auspicare che l'inquinamento sonico venga trasferito da Torino nella provincia di.
Cuneo, ma desidero sottolineare il problema, dato che finalmente, al di là dei discorsi massimalistici (se non vogliamo gli inquinamenti sonici abbiamo solo da chiudere gli aeroporti), si comincia a cercare l'equilibrio di sopportabilità dei vari tipi di inquinamento: l'inquinamento sonico sovente è provocato dai voli di prova e di addestramento che incidono negativamente sulla piena possibilità di utilizzo dell'aeroporto per quanto riguarda i voli di linea. Non si tratta di trasferire globalmente questi voli a Levaldigi, ma è certo che quella pista, che ormai raggiunge i 2500 m, si presta utilmente a questo fine.
Al di là del problema specifico dell'aeroporto di Caselle ci sono delle esigenze di carattere programmatorio che la Regione non può assolutamente trascurare. Nel settore dell'agricoltura abbiamo l'esigenza, sempre evidenziata, ma nei confronti della quale ci siamo solo fermati a livello di parole e non di realizzazioni, di garantire un trasporto rapido dei prodotti agricoli deteriorabili. E' un'esigenza sentita in modo particolare dalla provincia di Cuneo, ma ritengo non sia specifica di quella sola provincia.
Anche se può apparire una proposta di minore rilievo, nella Francia meridionale sta sviluppandosi un sistema integrato di eliporti turistici e le province di Torino e di Cuneo, con il loro turismo invernale, possono essere interessate a questa forma di trasporto aereo.
L'aeroporto di Levaldigi sarà presto utilizzato per sistemi di pronto intervento in caso di calamità e di pericolo da parte della Guardia di Finanza, che sta portando avanti le trattative con il Consiglio di Amministrazione; a Levaldigi saranno dislocati alcuni elicotteri che dovrebbero servire sia per la sorveglianza del traffico sulla frontiera sia per il pronto intervento in caso di calamità.
Questi motivi mettono in evidenza come non si possa parlare della partecipazione azionaria alla SAGAT senza che il problema della società venga visto ad un livello programmatorio non soltanto settoriale, ma interessante tutta l'economia del Piemonte. Se la programmazione settoriale viene assunta come metodo di governo occorre che la Giunta si pronunci anche chiaramente sulle ripercussioni che le decisioni di oggi potranno avere sulle politiche di programmazione, di assetto territoriale e di trasporto che si intendono perseguire a livello regionale. D'altro canto è stato evidenziato che il 15% del pacchetto azionario che viene assunto dalla Regione non risolve sicuramente il grosso problema del Comune di Torino, il quale continua ad avere un pacchetto del 50/60% che è sempre un grosso peso, se non si va verso una politica di ripiano del bilancio, e che presenta sempre i suoi grossi punti interrogativi. E' stato detto che si cerca di coinvolgere i privati e quanti più Enti pubblici sarà possibile coinvolgere a fianco della Regione. Si parla anche di interessare le Province: è evidente che se queste dovessero entrare nel pacchetto azionario della SAGAT sarà legittimo da parte loro richiedere in quale misura il problema, sinora collocato in un'ottica squisitamente metropolitana torinese, potrà essere visto in un'ottica piemontese, con il coinvolgimento di tutte le forze politiche sociali e amministrative.



PRESIDENTE

E' iscritto a parlare il Consigliere Benzi. Ne ha facoltà.



BENZI Germano

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, sulla questione della SAGAT farò un brevissimo intervento motivato da alcuni piccoli fatti e da alcune perplessità. La questione della SAGAT mi ricorda quella del SAMIA: abbiamo acquistato le azioni per potenziare la società, ma in realtà il potenziamento non c'è stato, anzi si parla di trasferirne una parte a Milano. Non vorrei che con la nostra partecipazione azionaria alla SAGAT portassimo anche l'aeroporto a Milano e Torino diventasse solo più un deposito di piccoli aeroplani e biciclette. Avrei piacere che l'Assessore nella replica mi chiarisse questo: in base al suo chiarimento il nostro Gruppo darà voto favorevole o voto contrario.
Quando un'azienda va male normalmente i soci più furbi tagliano la corda. La dichiarazione fatta nel documento illustrato dal collega Bellomo dice che qualcuno vuole andarsene. Se la gente se ne va, arriva la Regione questo non è un concetto commerciale o industriale, ma è un concetto politico. Sono d'accordo sul concetto politico, ma deve essere sviluppato perché se la Regione interviene, bisogna fare di Caselle un aeroporto vero non un simulacro come è attualmente. Caselle non è certo da mettere al confronto con gli aeroporti di Roma o di Milano. Sappiamo che esiste l'aeroporto di Caselle quando succede qualche fatto particolare, come il dirottamento di questi giorni che tutti i giornali del mondo hanno pubblicato. A parte queste considerazioni, nella relazione si parla di Caselle come di una piccola cosa, ma l'idea nostra è che Caselle debba essere un grosso centro di trasporto aereo, cioè un mezzo moderno per inserire Torino nel territorio internazionale di volo; Torino non pu vivere soltanto con le linee Torino-Roma, Torino-Venezia, Torino-Napoli.
Abbiamo il diritto ed il dovere di partecipare alla SAGAT se, come azionisti, ci prefiggiamo di costituire un vero scalo internazionale. Vi sono delle difficoltà, perché sappiamo come Milano abbia sempre accentrato i grandi voli, ma teniamo presente che molte delle nostre industrie che usano gli apparecchi per trasporti europei e oceanici si dirigono a Milano.
Ecco allora che dobbiamo prefiggerci di fare a Caselle uno scalo degno di Torino, non un deposito per piccoli apparecchi da turismo.
Si tenga anche presente che esiste un discreto turismo internazionale per via aerea, che molta gente viaggia in aereo. Se pensiamo effettivamente di dare un volto nuovo alla SAGAT, rendiamoci conto di queste cose altrimenti rinunciamo senz'altro ad entrare nella società perché non vale la pena finanziare un Ente che non serve a nulla.



PRESIDENTE

Chiede la parola il Consigliere Picco. Ne ha facoltà.



PICCO Giovanni

In occasione dell'approvazione di una legge di questo tipo, sarebbe opportuno che si sviluppasse tra le forze politiche un confronto su un certo tipo di politica che concerne in particolare il ruolo promozionale della Regione nel settore del trasporto aereo. Discorso che forse potremmo approfondire molto più opportunamente in sede di Piano regionale di sviluppo, comportando l'intervento regionale, in connessione con l'utilizzazione degli stanziamenti statali, un insieme di politiche, non un solo tipo di politica quale quella che oggi siamo chiamati a votare; un insieme di politiche atte a coordinare lo sviluppo delle relazioni internazionali e nazionali della nostra Regione con il mezzo di trasporto aereo, il quale, tra l'altro, ha delle intrinseche e fisiche connessioni anche con altri tipi di trasporto e che quindi esige interventi di assetto territoriale - peraltro richiamati nell'art. 1 della legge che stiamo per votare - omogenei e quindi finalizzati a conseguire determinati obiettivi.
L'atteggiamento del nostro Gruppo nel votare questa legge è favorevole nel senso di individuare nell'intervento regionale una collocazione in prospettiva rispetto al tipo di coordinamento delle politiche della Regione nel settore del trasporto ed in particolare del trasporto aereo, vedendolo come momento promozionale di sviluppo complessivo delle relazioni economiche della Regione. Ma questa nostra posizione non può non avere dei vuoti critici e di attesa rispetto a tutto quanto sta a monte delle polemiche, degli atteggiamenti propositivi che la Regione intende avere sviluppato dopo il 15 giugno 1975 su questa specifica tematica. Polemiche ed elementi propositivi che la Regione pensa di avere innescato con il Convegno di Borgaro e con le decisioni che sarebbero seguite agli indirizzi emersi da questo Convegno. L'atteggiamento critico è sostanzialmente dovuto ad una semplicissima considerazione: alla luce dei dati attuali si smontano tutti i castelli di critica a fondo della vecchia gestione della SAGAT, e si smontano sia rispetto alle cifre a consuntivo del bilancio dell'esercizio 1976 e sia dei preventivi 1977 e anche perché non sappiamo ancora a tutt'oggi come concretamente verrà utilizzato lo stanziamento di 11 miliardi e 900 milioni che lo Stato ha messo a disposizione per la ristrutturazione ed il potenziamento di Caselle.
Per quanto concerne l'atteggiamento critico rispetto alla gestione del passato (conosco bene il discorso e credo si presterebbe ad analisi approfondite e specifiche), ricordo due aspetti: il problema delle cosiddette economie che si sarebbero attuate in questa gestione e il problema della partecipazione degli azionisti privati.
Il problema delle economie: si tratta, come si vede nei consuntivi di esercizio, di sbilanci non indifferenti legati ad una serie di fatti obiettivi: aumenti di costi in generale, aumenti di costi di personale soprattutto interventi nel settore della ristrutturazione per conseguire il risultato che si è conseguito nel 1975, con il completamento dei lavori dell'aerostazione, peraltro realizzati in condizioni non di estremo potenziamento di personale, ma di utilizzazione delle strutture esistenti e il non riadeguamento delle tariffe (che intervenne poi solo verso la fine del 1975 con una legge statale). Quindi, voler sostenere, come nella relazione si sostiene, che lo sbilancio dell'esercizio 1976 sarebbe dovuto al costo della progettazione della seconda pista, essendo stato, tra l'altro, questo lavoro ripartito su almeno tre esercizi, non penso sia l'imputazione di spesa che possa avere determinato il supero del miliardo e 600 milioni di deficit della gestione della Società SAGAT, così come non lo può essere il discorso della sede di via Lagrange, sede che, penso, sia costata al massimo 4/5 milioni all'anno, come non penso lo sia la riduzione propagandata di personale, perché non mi risulta che questa sia avvenuta se non con spostamenti interni relativi ad alcuni livelli nel settore dirigenziale.
Detto questo, si ridimensiona sia questo problema, sia il problema relativo alla nuova credibilità che con la nuova gestione la società avrebbe assunto nei confronti degli azionisti privati. Il problema degli azionisti privati si dibatteva da lungo tempo. Per ciò che mi competeva intervenni, nell'ultima fase della passata legislatura, per arrestare un atteggiamento di disimpegno, che tra l'altro era storico, nel senso che se ne discuteva da almeno 5/6 anni, atteggiamento di disimpegno che è stato evitato nella fase finale del completamento della ristrutturazione per il senso di responsabilità degli azionisti, peraltro largamente rappresentativi di alcune componenti sociali piemontesi, per assicurare allo scalo di Caselle quel minimo di dignità che deve essere data ad una aerostazione che credo sia estremamente più positiva di quanto non lo fosse nel 1970. Quindi il problema del ridimensionamento della partecipazione azionaria privata ha delle ragioni obiettive legate al fatto che, entro certi limiti, essa può intervenire ad assolvere a certi compiti di investimenti, ma l'azionariato privato ad un certo punto dice all'azionariato e all'operatore pubblico "veditela con lo Stato e con altre forme strutturali di finanziamento, perché, entro certi limiti, siamo in grado di intervenire, oltre certi limiti questo non è più possibile". Penso che questo atteggiamento, nonostante tutto, non si sia modificato anche con le nuove quote di partecipazione della stessa Fiat, il cui comportamento ovviamente non conosciamo in presenza di altri tipi di investimenti che non fossero sostenuti, come non lo sono stati quelli della ristrutturazione dell'aerostazione, da finanziamenti dello Stato.
Detto ciò, riteniamo che nel quadro della politica di promozione vi siano due garanzie da richiedere: la prima è relativa all'impegno a definire il programma di ristrutturazione evidenziato a pag. 3, nei punti 1 2-3, cioè l'allungamento della pista, lo spostamento della torre di controllo, l'istituzione dell'impianto radar, in una serie di impegni che non lascino scoperte le riserve di fondo avanzate sul piano tecnico, sia in termini di inquinamento rumori, sia in termini di sicurezza per quanto attiene alle pendenze trasversali della pista, aspetti evidenziati nell'ultima relazione, che è certamente nota, dell'ex Direttore tecnico della SAGAT che prospettava aspetti piuttosto preoccupanti.
Il secondo tipo di garanzie concerne appunto quella politica di connessioni citate nell'art. 1 sugli indirizzi attraverso organi e strumenti della pianificazione territoriale che dovrebbero coordinare l'attività urbanistica degli Enti locali nella direzione di una prospettiva di sviluppo dello scalo e comunque di coordinamento di questa sistemazione di assetto territoriale con altre connessioni al trasporto pubblico costituite, ad esempio, dal collegamento con la Città di Torino, da una razionalizzazione complessiva di sistemi di riferimento interaeroportuali già ricordati dal prof. Martini, che possono costituire problemi di rilevante interesse non solo regionale, ma di connessione anche internazionale.
Nell'affermare e nel confermare il voto positivo del nostro Gruppo penso che questi due problemi possano essere oggetto di assicurazione da parte della Giunta e di impegno a volerli affrontare nelle sedi opportune per delineare le necessarie prospettive operative.



PRESIDENTE

Non vi sono altre richieste di parola da parte dei Gruppi. Per la Giunta la parola al Vice Presidente Bajardi, per la replica.



BAJARDI Sante, Assessore ai trasporti ed alla viabilità

Innanzitutto ringrazio i colleghi che sono intervenuti nella discussione su questa questione che ha tanto appassionato l'opinione pubblica nei mesi e negli anni passati, non per gli aspetti di merito quanto per le connessioni con altri aspetti Mi limito a ricordare la deliberazione del Consiglio regionale del 30/4/1975 che, in relazione alle linee generali del piano territoriale di coordinamento, con il voto unanime del Consiglio fissava le caratteristiche di intervento. Eravamo alla scadenza della precedente legislatura. Su questa questione avemmo due occasioni di intervenire: nell'agosto del 1975 in relazione alla tranche del decreto La Malfa, decreto che poi è stato trasformato in legge 825, e nella successiva della quale mi sfugge la data.
L'attenzione che i colleghi hanno dato a questa questione ci aiuta a compiere un passo avanti non solo nell'assunzione di responsabilità da parte della Giunta quanto per una discussione più generale sulla quale certamente il Consiglio sarà chiamato a tempi non troppo lontani ad esprimere una propria valutazione.
Credo non sia fuori luogo ricordare l'impegno di presentazione della proposta di Piano regionale dei trasporti, di cui il sistema aeroportuale è uno dei capitoli, prima delle ferie; l'impegno, prima della sua presentazione, ad andare ad un confronto pubblico per cogliere le proposte della collettività e avere, dopo le ferie, un successivo appuntamento.
Credo di poter anche confermare l'impegno assunto dal sottoscritto in II Commissione di riferire quanto prima su tutto il programma di ricerca del Piano regionale, sulle cui linee è stata data ampia documentazione ai membri della II Commissione; gli studi sul sistema aeroportuale sono in fase più avanzata e possiamo in un tempo accettabile (20 giorni, un mese) incominciare una discussione di merito sulle prime documentazioni che questo studio ha posto alla nostra attenzione.
Per quanto riguarda gli aspetti di ordine più generale vorrei ricordare che il Convegno di Borgaro, proprio perché cadeva in una non ancora sufficiente sensibilizzazione delle forze politiche nel loro complesso, non ha rappresentato quel momento di confronto quale sarebbe stato auspicabile a livello politico, mentre lo è stato di notevole rilevanza a livello tecnico; gli atti sono stati consegnati a tutti i Consiglieri nei mesi passati; da questi atti emergeva una serie di vincoli, ed è quanto è approdato alla legge in merito alla partecipazione azionaria, oltre all'uso corretto delle risorse della legge 825, all'avvio di un risanamento della gestione e di un miglioramento della passività, al mantenimento di una notevole presenza di privati, all'avvio di una politica promozionale a livello nazionale ed internazionale, e ad una seria riflessione su tutta la dimensione a livello regionale. Questa legge ha avuto un iter un po' strano, è andata in I Commissione anziché in II; ai Commissari è stato consegnato il progetto di ristrutturazione; in quella sede fu annunciato che Civilavia aveva già approvato il progetto di ristrutturazione; ieri sera - approfitto dell'occasione per dare una comunicazione che l'on.
Libertini mi ha fatto - il Cipe ha approvato il progetto di ristrutturazione avanzato dall'amministrazione dell'aeroporto (della quale non facciamo parte, ma i cui progetti rientrano nel voto espresso dal Consiglio), progetto per un uso austero delle risorse, che escludeva l'investimento per una seconda pista; che toglieva gli ostacoli esistenti per il massimo utilizzo della struttura esistente; che permetteva la rimozione di altri ostacoli in ordine alla torre di controllo, agli edifici che debbono essere abbattuti per permettere l'uso di sistema radar; che tiene conto di tutte le esigenze sollevate dai contadini della zona perch sin dall'origine la pista funzionante aveva tagliato tutto quanto il sistema di scorrimento delle acque e produceva notevoli effetti di allagamento in buona parte della zona. In sostanza si tratta di una serie di opere di drenaggio attorno alla pista, della migliore sistemazione del manto, eliminando potenziali elementi di pericolosità.
Relativamente alla prima garanzia non posso che rispondere in questo modo, dando queste informazioni, il che non esclude assolutamente che su questo capitolo si possa anche riflettere e ragionare.
Il Consigliere Picco ha fatto riferimento all'art. 1 della legge aggiungendo quella parte finale che il collega Martini aveva omesso, nella quale stabiliamo il riferimento del sistema con l'area socio-economica comprensoriale e regionale. L'ultima parte del punto a) dell'art. 1 si chiude proprio con il riferimento al sistema regionale. In una formulazione di legge non si può dire molto perché avremmo trasformato l'articolo di legge in un saggio di politica dei trasporti aerei.
Nella seduta della I Commissione e nel concludere il Convegno di Borgaro, ho risposto ai quesiti posti dai dirigenti dell'aeroporto di Levaldigi e ho avuto occasione di sottolineare la nostra attenzione a quei problemi, non escludendo l'eventualità di un sistema aeroportuale regionale a gestione unica. Un'eventuale fusione della SAGAT con l'aeroporto di Levaldigi pone problemi di un certo tipo. In quella sede avanzai l'ipotesi di un uso delle risorse della legge 825 eventualmente per quello che non fosse stato possibile utilizzare per Levaldigi.
Sappiamo che il piano nazionale degli aeroporti non c'è, siamo in presenza di stanziamenti successivi, 1972/73/76; dalla pubblicistica tecnica - a questo punto non dò nessun significato politico nel senso stretto della parola - emerge un orientamento tale da giudicare criticamente la scelta della legge 825 che diluisce quelle centinaia di miliardi su 23 o 29 aeroporti italiani, lasciandone una parte al di fuori e quindi andando ad una proliferazione di interventi che riproducono, o possono riprodurre, l'effetto di una grande spesa senza tangibili risultati nel miglioramento dell'esercizio di un numero di aeroporti.
A livello ministeriale sta crescendo una valutazione tale da consentire l'utilizzo delle risorse della legge 825 individuando per ogni Regione un aeroporto portante su cui concentrare la massa degli investimenti garantendo un elevamento del sistema complessivo ed effettuando una serie di investimenti complementari i quali, alla luce di quanto si sta discutendo, non dovrebbero vedere rilevanti interventi se non in una fase successiva nel momento in cui fosse elaborato il piano nazionale degli aeroporti.
Ho citato questo per puro e semplice fatto di cronaca, come addetto ai lavori che legge settimanalmente i documenti che emergono ai vari livelli e che possono indurci ad una riflessione. In Piemonte, i cui elementi in discussione sono molti, ci troviamo in una situazione paradossalmente privilegiata, a differenza di altre Regioni che dispongono di 3/4 aeroporti, in molti casi a 40/50 Km, di distanza l'uno dall'altro.
Gli aeroporti di Levaldigi e di Biella sono esclusi per legge da ogni intervento statale - il Consigliere Martini queste cose le sa benissimo c'è un impedimento esplicito che impedisce l'uso di risorse statali, tant'è vero che l'aeroporto di Levaldigi è stato realizzato a totale iniziativa degli Enti locali e dei privati.
Il Piano regionale dei trasporti ed il capitolo specifico del sistema aeroportuale piemontese apriranno relazioni con le Regioni contigue considerando la scelta fatta a livello statale secondo la quale gli aeroporti intercontinentali riconosciuti in Italia sono due: Fiumicino e Malpensa; quindi, per soddisfare le esigenze internazionali, vi è la necessità di avere un corretto raccordo del nostro sistema aeroportuale con la Malpensa, affidando tutti i collegamenti internazionali a breve ed a medio raggio, come ruolo primario dell'aeroporto di Caselle oltre che tutte le altre esigenze a livello nazionale già in corso e che possono essere potenziate.
In proposito ci sono state iniziative promozionali, ne ha ricordate alcune il collega Bellomo, e posso aggiungere che sono in corso discussioni da parte della SAGAT con le società svizzere e altre, per tentare una concretizzazione del ruolo a medio e breve raggio. Sappiamo benissimo che nel corso di questi anni alcune relazioni sono aumentate, altre, come quelle con la Svizzera, sono di fatto sparite. Si tratta di riprendere il discorso: alcuni passi sono stati realizzati in una certa direzione. Nella recente conferenza oraria, organizzata per la prima volta dall'Alitalia in Piemonte, la Società si è assunta l'impegno di verificare una serie di collegamenti diretti da Torino verso il Mezzogiorno e, in trasversale verso Venezia, per corrispondere alle esigenze di collegamenti interni quanto mai necessari.
Sono emerse altre questioni. La previsione di bilancio per il 1976 della SAGAT era di circa 2 miliardi e 400 milioni, il consuntivo del 1976 si è chiuso attorno al miliardo e 950 milioni e per il preventivo del '77 si assume come punto di riferimento una passività di 1 miliardo e mezzo. Al di là della precisazione di certi aspetti, su cui non voglio addentrarmi mi pare che questi dati per la convergenza di due atti, come l'aumento delle tariffe di atterraggio e dei noli di quest'ultimo periodo (che non è stato quello che gli aeroporti richiedevano), ed una serie di economie realizzate, ci permettano di accogliere e di discutere sulla partecipazione (il Consigliere Picco a suo tempo fu promotore di una lettera alla Regione Piemonte per assumere un ruolo anche nella partecipazione azionaria della SAGAT) in una condizione pesante, ma pesante per una passività di 1 miliardo e mezzo che in ogni caso è di un miliardo in meno rispetto alle previsioni del 1976.
Sottolineo questo aspetto senza dare significati più generali, ideali in ogni caso nel momento in cui saremo azionisti della SAGAT giudicheremo dall'interno, tramite i rappresentanti che nominerà il Consiglio, come operare e come valutare tutta una serie di aspetti. Sulla documentazione che è stata trasmessa ai membri della I Commissione varrà la pena di ritornare.
Pur avendo una partecipazione azionaria molto modesta potremo entrare nel merito della politica dell'aeroporto anche se questo vorrà dire assumersi il 15% della passività del 1977; dovremo operare per una riduzione negli anni futuri di questa passività, in un'azione concorde che veda un ruolo attivo della nostra Regione. Credo che si possa lavorare in questa direzione.



PRESIDENTE

Mi pare che la discussione sia conclusa e si possa passare alla votazione degli articoli per appello nominale.
"Articolo 1 - Allo scopo di: a) indirizzare gli interventi sull'aeroporto "Città di Torino", secondo gli obiettivi del Piano regionale delle comunicazioni e trasporti, favorendone l'integrazione con il sistema aeroportuale locale e nazionale e con l'area socioeconomica comprensoriale e regionale b) coordinare ed indirizzare, attraverso gli organi e strumenti della pianificazione territoriale, l'attività urbanistica degli Enti locali con termini per la salvaguardia delle aree più direttamente interessate dallo scalo c) promuovere una gestione finanziaria secondo criteri di produttività sociale ed economica, congruente con gli obiettivi e i vincoli del Piano regionale di sviluppo la Regione assume una partecipazione azionaria nella Società per azioni SAGAT, con sede in Torino." Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 41 hanno risposto SI n. 41 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
"Articolo 2 - La Giunta regionale è autorizzata a compiere tutte le operazioni occorrenti per consentire alla Regione l'acquisizione al proprio patrimonio di azioni della S.p.A. SAGAT per un valore complessivo nominale di 450 milioni di lire.
La Giunta regionale è altresì autorizzata a prestare fidejussione alla Società SAGAT per le eventuali necessità di finanziamenti destinati ad investimenti, nei limiti degli stanziamenti di bilancio che saranno stabiliti con apposite leggi regionali".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n . 42 hanno risposto SI 42 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
"Articolo 3 - I membri del Consiglio di Amministrazione e del Collegio Sindacale della S.p.A. SAGAT, la cui nomina sarà riservata alla Regione Piemonte, ai sensi degli artt. 2458 e 2459 del Codice Civile, saranno designati dal Consiglio regionale, assicurando la rappresentanza della minoranza.
I Consiglieri di Amministrazione come sopra nominati sono vincolati nell'esercizio del mandato, all'osservanza degli indirizzi e delle direttive impartite dai competenti organi della Regione".
Si passi alla votazione per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esisto della votazione: presenti e votanti n. 44 hanno risposto SI 44 Consiglieri L'art. 3 è approvato.
"Articolo 4 - All'onere di cui al precedente articolo 2, primo comma, si provvede mediante l'utilizzo di una quota di 450 milioni dell'avanzo finanziario stabilito dal rendiconto consuntivo dell'esercizio 1975, e mediante l'istituzione, nello stato di previsione della spesa per l'anno finanziario 1977, del capitolo n. 13920, con la denominazione 'oneri relativi alla sottoscrizione di quote di capitale azionario della S.p.A.
SAGAT' e con lo stanziamento di 450 milioni.
Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 45 hanno risposto SI 45 Consiglieri L'art. 4 è approvato.
Prima di passare alla votazione conclusiva vi sono dichiarazioni di voto? Chiede la parola il Consigliere Carazzoni. Ne ha facoltà.



CARAZZONI Nino

Il voto del Movimento Sociale Italiano sarà favorevole, così come favorevole è stato il voto dato ai singoli articoli. Mi corre obbligo di dare sia pure succinta motivazione di questa scelta. Voglio dire che il voto favorevole altro non è che la conseguenza logica e coerente di un voto favorevole che già esprimevamo nel corso della prima legislatura, quando fu accolta, anche dalla nostra parte politica, l'indicazione della Giunta che la Regione dovesse entrare a far parte del Consiglio di Amministrazione della SAGAT.
E' pur vero che da allora sono intervenuti fatti nuovi e si sono venute a determinare talune perplessità di cui abbiamo sentito parlare anche questa mattina in aula, ad esempio attraverso l'intervento del Consigliere Benzi. Dobbiamo dire che non si può non rilevare il disimpegno che in questo momento è effettuato da parte dell'azionariato privato, il che dovrebbe quanto meno porci in condizione di diffidenza e di sospetto.
Non per questo, non cioè a fronte di una situazione quale quella che si sta verificando, come d'altra parte è reso noto il disimpegno della Fiat la Regione, l'Ente pubblico, deve disinteressarsi di questa situazione.
Certo, votando a favore di questa legge - questa è la sottolineatura che ci preme fare - non riteniamo assolutamente che l'intervento della Regione debba limitarsi ad essere un intervento di soccorso e di salvataggio.
Dobbiamo dire che la gestione nuova della Sagat è tale da consentirci almeno qualche speranza. Sappiamo perfettamente che gli amministratori attuali della SAGAT sono persone politicamente da noi molto lontane addirittura si trovano all'opposto, ma questo non toglie che si debba dare atto che la nuova politica di gestione iniziata ha, in questo momento almeno, anche il nostro apprezzamento. Sono state fatte delle scelte di un certo impegno, di una certa responsabilità, specie per ciò che attiene al comportamento della società nei confronti dello stesso personale dipendente; si è arrivati ad una rimarchevole riduzione del passivo; tutto questo ci sembra debba configurarsi come un tentativo di buona volontà di risanare economicamente la SAGAT, per cui concordiamo sull'intervento e sull'acquisizione di partecipazioni azionarie.
Interpretiamo questa legge unicamente come inizio di un discorso più ampio che dovrà poi essere portato avanti in prosieguo di tempo. Stamani ci limitiamo ad acquisire questa partecipazione, peraltro modesta, del 15 delle azioni; ma da stamani dobbiamo avere chiaro, come ha la mia parte politica, il fatto che con serietà dobbiamo aprire il discorso sulla ristrutturazione e sul potenziamento dell'aeroporto di Caselle che con i suggerimenti particolarmente apprezzabili come quelli del Consigliere Martini, deve diventare un aeroporto al servizio della comunità piemontese.
Con questo spirito, con queste riserve critiche che abbiamo ritenuto di fare presente, daremo il voto favorevole al disegno di legge.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossi.



ROSSI Luciano

Il Gruppo comunista voterà a favore, come già aveva espresso il suo parere in sede di I Commissione, quando, da parte del Presidente e del Direttore della SAGAT, è stato risposto ampiamente ad una serie di quesiti che i Commissari in quell'occasione avevano posto.
Questo è il motivo per cui c'è stato un ritardo nel portare in aula il disegno di legge che stiamo per votare. Dal punto di vista finanziario, per la partecipazione della Regione e dal punto di vista della funzionalità della Società, era giusto avere garanzie di serietà nella direzione della politica che la Regione Piemonte intende fare al riguardo.
Con questo spirito esprimiamo il nostro voto favorevole.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossotto.



ROSSOTTO Carlo Felice

Esprimo il voto favorevole, non soltanto per le considerazioni sull'impegno di riportare in termini di correttezza amministrativa la gestione e di ridurre gli oneri gravosi che avevano anche spaventato nei tempi passati la partecipazione privata, ma specialmente perché questa legge si colloca esattamente nella politica di Piano che lentamente si sta realizzando, indipendentemente dall'approvazione del documento stesso. Sono atti concreti che riconoscono nella politica dei trasporti un elemento fondamentale per una corretta attuazione della politica di Piano.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marcliini.



MARCHINI Sergio

Sottoscrivo le considerazioni dei colleghi che mi hanno preceduto, in particolare del collega Rossotto. Ogni volta che parliamo di questo problema dobbiamo cercare di sfuggire al tentativo di complimentarci l'un l'altro, in relazione a recuperi interni di ottima azione manageriale, di ottima gestione, ecc. Mi pare che il problema dell'aeroporto, al di fuori e al di sopra dei convegni e di certi tipi di impostazione, richieda, a livello di piano territoriale e soprattutto di revisione interregionale dei trasporti, una seria riflessione da parte della Regione. Se l'Assessore volesse impostare, a lungo termine, la funzione interregionale dell'aeroporto di Caselle (chi di noi vive nella vita economica soprattutto dei medi e dei piccoli imprenditori, sa che la struttura di Caselle è del tutto inadeguata, ma soprattutto è soggetta a spinte concorrenziali di altri centri economici, ad esempio di quello milanese) sarebbe cosa buona. Ogni volta che affrontiamo il problema in merito a recuperi, come il documento ci dimostra, dobbiamo essere sempre presenti a questo appuntamento considerando che, soprattutto su certi problemi, i tempi corrono molto più veloci del calendario: l'anno in relazione a questo problema non è di 365 giorni.



PRESIDENTE

Non vi sono altre dichiarazioni, passiamo alla votazione sull'intero testo della legge per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 44 hanno risposto SI 44 Consiglieri Il disegno di legge n. 152 è approvato.


Argomento:

Sul programma dei lavori


PRESIDENTE

Signori Consiglieri, sono le ore 12,10, è quindi evidente che non possiamo svolgere tutto l'ordine del giorno in mattinata, quindi, per non aggravare la situazione, sospenderei i lavori alle ore 12,30 e li riprenderei alle 15 puntualmente. Questa procedura consentirebbe alla I Commissione di riunirsi per dare il proprio parere su alcune leggi già iscritte all'ordine del giorno che dovrebbero essere trattate nel pomeriggio e forse permetterebbe a qualche Gruppo di esaminare questioni inerenti all'ordine del giorno di oggi.
Comunico che il Presidente della Giunta si è assentato per un appuntamento con la Fiat e che deve incontrarsi con il Commissario del Governo alle ore 13.
Possiamo utilizzare questi pochi minuti per esaminare il punto quinto ascoltando la relazione del Consigliere Rossotto.



ROSSOTTO Carlo Felice

Siccome la I Commissione deve riunirsi per un parere in ordine ad un disegno di legge e per definire, d'accordo con la Giunta, l'orientamento sul piano di sviluppo della Comunità montana Valli Monregalesi, che scade il 21 marzo, propongo di interrompere ora i lavori per permettere alla I Commissione di essere presente alle ore 15 con tutto il materiale pronto.



PRESIDENTE

Non vi sono obiezioni.
Sospendiamo subito, i lavori riprenderanno alle ore 15.



(La seduta ha termine alle ore 12,10)



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