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Dettaglio seduta n.10 del 16/10/75 - Legislatura n. II - Sedute dal 16 giugno 1975 al 8 giugno 1980

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SANLORENZO


Argomento:

Ordine del giorno della seduta


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
I Consiglieri conoscono l'ordine del giorno, tuttavia c'è un'aggiunta che credo sia stata comunicata, ma che conviene ripetere in apertura di seduta.
C'è un punto tredicesimo che suona: "Sostituzione del membro dimissionario della Regione nell'Ente ospedaliero regionale San Giovanni Battista".
Ci sono osservazioni sull'ordine del giorno? Non ne vedo.


Argomento:

Approvazione verbale precedente seduta


PRESIDENTE

Approvazione verbale precedente seduta.
Il processo verbale dell'adunanza del 2 ottobre è stato inviato per posta ai Consiglieri, unitamente all'ordine del giorno di convocazione del Consiglio. Se i Consiglieri non hanno osservazioni da fare, il verbale si considera approvato.


Argomento:

Interpellanze e interrogazioni


PRESIDENTE

Interpellanze ed interrogazioni.
I Consiglieri vorranno cogliere l'invito a fare di questo punto all'ordine del giorno un punto possibilmente di trattazione esauriente certo, ma concisa nell'illustrazione delle interpellanze e anche nelle repliche, altrimenti ne subisce un ritardo tutto lo svolgimento dell'ordine del giorno che comprende provvedimenti importanti; senza svilire l'importanza delle interrogazioni e delle interpellanze, è evidente che oggi abbiamo alcune leggi e provvedimenti che non possono in alcun modo essere rinviati. Il mio invito è quindi di essere estremamente succinti.


Argomento: Beni culturali (tutela, valorizzazione, catalogazione monumenti e complessi monumentali, aree archeologiche)

Interrogazione dei Consiglieri Oberto e Cerchio relativa all'indilazionabile restauro della Chiesa di San Bernardino in Chieri


PRESIDENTE

Interrogazione dei Consiglieri Oberto e Cerchio: "Indilazionabile restauro della Chiesa di San Bernardino in Chieri".
Risponde l'architetto Astengo.



ASTENGO Giovanni, Assessore agli strumenti urbanistici comunali ed intercomunali

Su questa interrogazione si possono dire molte cose. Anzitutto direi che è un'interrogazione-segnalazione perché che si stiano raccogliendo dei fondi per il restauro di un monumento è un fatto significativo, ma evidentemente non è da oggi che questo avviene e presumibilmente altri canali ci sarebbero stati per segnalare il fatto e per interessare la Giunta precedente. Ad ogni modo si tratta di un monumento importante che però nel complesso monumentale e anche del centro storico di Chieri rappresenta uno dei tanti edifici storici bisognosi di intervento e di restauro. Direi quindi che su questo argomento si può semmai sviluppare un discorso più generale e cioè promuovere il piano particolareggiato per il centro storico, promuovere gli interventi che anche per effetto della legge 865 possono essere promossi e non soltanto per edifici importanti e significativi incidenti nella storia dell'architettura, ma anche e soprattutto per tutta quella parte di contesto storico ambientale rappresentato dalle abitazioni, cioè per sollecitare un'azione di ricupero di questa parte storica che nel Piemonte ha indubbiamente una particolare rilevanza.
La Regione potrà quindi seguire con attenzione anche le iniziative private volte a intervenire per un singolo edificio ed eventualmente patrocinarne nei modi in cui sarà possibile, il buon esito.
A mio avviso, però il Comune di Chieri, sollecitato dalla Regione dovrebbe sviluppare un discorso più generale.
Il discorso del ricupero dei centri storici va poi visto in un contesto ancora più ampio, che è quello di carattere legislativo; a fine 1975 ci sarà un importante convegno nazionale promosso dal Ministro Bucalossi sul tema dei centri storici e gli argomenti che vi saranno portati sfoceranno presumibilmente in iniziative di carattere legislativo sia a livello nazionale che a livello regionale. E' quindi un insieme di iniziative che dovrà essere portato avanti e non visto soltanto come iniziativa singola lodevole sempre, ma se non sorretta da un quadro complessivo destinata a restare un semplice episodio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Oberto.



OBERTO Gianni

Ringrazio l'Assessore della risposta che ha dato e dell'allargamento del tema che era insito nella stessa forma dell'interrogazione, cioè vedere se riuscite a fare quello che sembra essere estremamente difficile, anche se da tutti auspicato e desiderato, ossia avere finalmente una mappa delle situazioni dei monumenti del nostro Piemonte.
Accenno, perché siamo in tema specifico, a quello che è accaduto e sta accadendo a Vicoforte presso Mondovì per esempio, per quell'insigne grandissimo monumento che è il Santuario del quale mi ero interessato, su sollecitazione della collega Soldano, presso il Ministro della Cultura Spadolini, il quale è intervenuto attraverso ad un contributo straordinario di 100 milioni per gli studi e gli accertamenti sulla condizione delle strutture, oggi gravemente deteriorate.
Quindi ringrazio l'Assessore per avere avvertito che nell'interrogazione c'era un respiro molto più largo di quella che non sia la occasionalità del barocco di Chieri.
Dovrei soltanto fare una precisazione, se me lo consente l'Assessore: non è che la natura dell'interrogazione sia semplicemente di segnalazione perché conclude, dopo di avere segnalato, con una specifica richiesta: se non si reputi opportuno un determinato intervento della Regione, tenendo presente che il Ministero dei Beni culturali ha informato di essere disponibile, appunto attesa la natura di questo monumento, a concedere un contributo ex lege del 1961 sul consuntivo di spesa finale, cioè il Ministero della Cultura interverrà quando le opere saranno compiute e quindi non agevola quella che invece sembra a noi una ragione promozionale di questa attività.
Ecco perché si chiedeva se la Giunta non ritenesse di provvedere con un intervento che aiuti e avalli in un certo senso l'iniziativa privata, ma che soprattutto abbia un carattere pubblico per la conservazione di questo e di altri monumenti come questo.
Credo che anche a nome del collega Cerchio che mi aveva interessato all'argomento, possiamo dichiararci soddisfatti di questa presa di posizione, insistendo peraltro perché si veda se il modo nuovo di governare possa consentire anche ciò che noi non eravamo riusciti a trovare modo di fare, dare cioè dei contributi che portino innanzi l'iniziativa e ne agevolino la loro conclusione.


Argomento: Cultura: argomenti non sopra specificati

Interrogazione dei Consiglieri Cerchio e Colombino: "Opportunità di stimolare il settore dell' editoria regionale e di promuovere una fiera internazionale del libro"


PRESIDENTE

Interrogazione dei Consiglieri Cerchio e Colombino: "Opportunità di stimolare il settore dell'editoria regionale e di promuovere una fiera internazionale del libro".
Risponde l'Assessore Fiorini.



FIORINI Fausto, Assessore all'istruzione e beni culturali

A questa interrogazione io risponderei che è nostra convinzione che il settore editoriale, che come si è visto nell'ambito della conferenza, ci proponiamo di stimolare come qualsiasi altro settore, può difficilmente essere stimolato semplicemente dalla ristampa di Statuto, raccolta di leggi municipali e così via, perché si tratta di fatti marginali, di fatti che avrebbero un'importanza per qualche editore, che avrebbero importanza soprattutto per editori specializzati in questo settore.
D'altra parte la stessa Giunta, con lo stanziamento che ha fatto per ciò che riguarda le biblioteche di classe, di istituto, ha in questo modo contribuito e contribuisce all'incremento dell'editoria piemontese e diremmo, tout court, dell'editoria nazionale.
Per ciò che riguarda l'istituzione di una fiera internazionale del libro, noi riteniamo che questa non sia un'iniziativa che possa essere assunta autonomamente dalla Regione, semmai può essere un'iniziativa di portata nazionale proprio perché internazionale del libro e semmai fatta in altra sede; comunque, se gli editori dovessero fare una richiesta in questo senso alla Regione Piemonte, potremmo anche pensare all'opportunità di un'iniziativa di questo genere che ha costi piuttosto bassi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cerchio.



CERCHIO Giuseppe

Vorrei semplicemente dire che il motivo dell'interrogazione e le indicazioni episodiche quale quella di intervenire attraverso una fiera internazionale del libro che oltre tutto in Italia non esiste, e quindi stimolerebbe alcune iniziative, o quella della riproposizione di ristampa sono semplicemente delle ipotesi che noi abbiamo indicato come possibilità operativa per aiutare il settore editoriale.
Noi ci rendiamo peraltro conto che in un programma culturale che si ponga come momento di crescita di tutta la comunità, occorre che anche l'Ente Regione ricerchi dei canali per fornire a tutti i cittadini gli elementi di conoscenza del potenziamento di una capacità critica.
Noi rileviamo come purtroppo la produzione editoriale piemontese trascuri nei suoi programmi ogni organico collegamento con tutto ciò che sono in realtà i problemi locali e si rivolga purtroppo oggi alla pubblicazione di grandi opere o di grandi collane che possono avere un interesse lucrativo per l'editore, ma non creano le condizioni per stimolare la capacità critica di elementi di conoscenza o di affermazione.
L'interrogazione voleva proprio indicare alcuni elementi, per richiedere alla Giunta Regionale se non ritenga di elaborare delle proposte operative che attribuiscano alla editoria un ruolo promozionale rispetto alla realtà culturale del Piemonte.
Io ritengo che la Giunta debba cercare di portare all'unificazione le già esistenti attività editoriali a livello di centri locali attraverso una editoria pubblica che favorisca il discorso della scuola e che avvantaggi soprattutto i ceti meno abbienti. D'altra parte la spiccata predisposizione in Piemonte a rivolgersi ai fogli di informazione può essere l'occasione per un programma, o anche per una regia da parte della Regione in questo campo. Ci rendiamo conto che queste iniziative possono essere a latere di quelle della Giunta e coinvolgere anche il Consiglio o la Presidenza del Consiglio, io ritengo che ad esempio la vivacizzazione nel Piemonte di partecipazioni a premi culturali per un reale interscambio culturale ecc.
(iniziative che potremmo valutare in Commissione) possa essere l'occasione per la Giunta per stimolare queste iniziative.
Io ringrazio l'Assessore per la risposta ma lo invito a farsi parte diligente con tutti i Gruppi consiliari nella ricerca di occasioni nuove per riproporre un rilancio del settore editoriale.


Argomento: Trasporti su gomma

Interrogazione dei Consiglieri Lombardi, Martini, Paganelli e Soldano: "Chiarimenti sull'assegnazione dei contributi per l'acquisto di scuolabus"


PRESIDENTE

Interrogazione dei Consiglieri Lombardi, Martini, Paganelli e Soldano: "Chiarimenti sull'assegnazione dei contributi per l'acquisto di scuolabus".
Risponde l'Assessore Fiorini.



FIORINI Fausto, Assessore all'assistenza scolastica

Mi pare che l'interrogazione riguardi quasi esclusivamente la Provincia di Cuneo, la quale è stata trattata non diversamente nella ripartizione dei fondi, da tutte le altre province.
Le osservazioni che vorrei fare sono di due ordini diversi: l'acquisto degli scuolabus è ovviamente compito della Regione la quale, in sede di variazione di bilancio, vedrà quali altri fondi possano rimanere a questo proposito, Però l'onere maggiore non è tanto quello dell'acquisto dello scuolabus, quanto quello della gestione dello scuolabus. La Regione ha in progetto di chiedere a Comuni e a Consorzi di Comuni, soprattutto nell'ambito dei nuovi Comprensori l'utilizzazione dello scuolabus in modo più diversificato, in modo che l'ammortamento avvenga su un numero di ore giornaliere e su un numero di mesi, superiori a quelli attuali.
Questa mi pare essere l'iniziativa più importante (che potrebbe illustrare meglio di me l'Assessore ai Trasporti) che abbiamo in mente di prendere e che ritengo possa evitare di fare in modo che lo scuolabus venga a costare, come è risultato da alcuni calcoli, una somma pari a quella che si spenderebbe per un taxi per ciascun allievo.
In questo modo ritengo che anche per la provincia di Cuneo il problema si ponga in questi termini e che quindi in sede di variazione di bilancio si possano fare nuovi stanziamenti, ma che nello stesso tempo si debba fare un piano di questo genere.



PRESIDENTE

La parola alla professoressa Soldano.



SOLDANO Albertina

Ringrazio, anche a nome dei colleghi Consiglieri che hanno sottoscritto l'interrogazione, l'Assessore Fiorini per le cortesi informazioni.
In effetti, ritengo che i criteri adottati dalla Giunta Regionale per l'assegnazione di contributi per l'acquisto di scuolabus a favore dei Comuni siano accettabili. Ad esempio, mi pare sia giusto aver stabilito di privilegiare i Comuni montani, di usufruire di servizi pubblici esistenti e valutare altresì la maggiore distanza dal Comune di residenza degli alunni a quello della scuola frequentata e analogamente tener conto dell'organizzazione globale dei trasporti, nell'ambito di un criterio più razionale nelle spese di ammortamento. Sì, sono tutti criteri accettabili però, mi sia consentito, noi dobbiamo prendere atto che, su un totale di 113 milioni e 500.000 lire distribuiti su tutta la Regione, alla provincia di Cuneo, in questa occasione sono state assegnate soltanto L. 3.390.000 cioè una somma globale ben lontana dalla media provinciale di L. 15 milioni Inoltre abbiamo preso atto dell'assegnazione di un contributo a Costigliole Saluzzo, che dista appena due Km, dalla scuola media più vicina, cioè da Verzuolo. Analogamente potremmo rilevare che Novello non è Comune montano anche se ha un bilancio molto limitato. Nella sostanza, di fronte ai numerosi Comuni della provincia di Cuneo che hanno avanzato spontaneamente la domanda di contributo, soltanto quattro sono stati esauditi, mentre risultano esclusi Comuni montani come Acceglio, Melle, Frabosa Soprana Frabosa Sottana, Monastero Vasco e un piccolo Comune della Langa come Feisoglio. Evito di fare considerazioni particolari su altri.
A me sembra comunque importante evidenziare che tali domande sono state inoltrate spontaneamente dai Comuni, dopo aver preso visione della legge regionale che prevedeva lo stanziamento. Si tratta di Comuni che aspiravano a una gestione diretta del trasporto-alunni, nel tentativo di realizzare un'economia, anche avvalendosi di personale già in dotazione al Comune stesso, proprio per evitare quelle spese di taxi di cui parlava testè giustamente l'Assessore Fiorini.
Inoltre, da parte dell'Assessorato competente non era stata emanata una circolare applicativa della legge regionale. Orbene, mi sembra giusto tener conto di un dovere fondamentale per la Regione, cioè quello di non mortificare la libera iniziativa delle amministrazioni locali, nella considerazione che quanto è stato chiesto corrisponde a reali bisogni e ad una precisa volontà di collaborazione e di assunzione di responsabilità da parte degli Enti stessi.
Con ciò, vorrei ancora precisare che non è, questa, una guerra dei poveri, ma è espressione di volontà per assicurare nel modo migliore un servizio agli utenti. Noi non abbiamo altro da aggiungere, globalmente parlando, sulle assegnazioni effettuate; ci sembra tuttavia indispensabile che siano integrati convenientemente i fondi già messi a disposizione per l'assegnazione di contributi ai Comuni per l'acquisto di scuolabus, al fine di vedere accolte tutte le esigenze evidenziate.
Anche a nome dei colleghi interroganti, mi dichiaro quindi soddisfatta per l'impegno, in via generale, espresso dall'Assessore, perché mi pare di cogliere nelle sue precisazioni la volontà di integrazione dei fondi necessari con un'opportuna variazione di bilancio da parte della Giunta Regionale. Mi riservo tuttavia di intervenire ancora sul problema se dovessi riscontrare che la risposta alle esigenze espresse dalle singole Amministrazioni locali in tale settore fosse ancora dilazionata nel tempo.
Quindi ringrazio e mi dichiaro soddisfatta con riserva, ben lieta di ritirare tale riserva qualora potessi constatare un'effettiva volontà, da parte della Giunta Regionale di venire incontro alle necessità che hanno determinato l'inoltro della interrogazione.


Argomento: Protezione della natura (fauna, flora, minerali, vigilanza, ecc.)

Interrogazione del Consigliere Colombino sui provvedimenti da assumere in difesa delle coltivazioni silvo-pastorali danneggiate dai raccoglitori di funghi


PRESIDENTE

Interrogazione del Consigliere Colombino sui provvedimenti da assumere in difesa delle coltivazioni silvo-pastorali danneggiate dai raccoglitori di funghi.
Risponde l'Assessore Ferraris.



FERRARIS Bruno, Assessore all'agricoltura e foreste

La raccolta dei funghi sta diventando effettivamente un grosso problema, se n'è parlato anche al recente convegno della montagna.
Allo stato attuale della legislazione la materia è regolata e dal codice penale artt. 624 e 635 e dalle consuetudini locali, cioè dai regolamenti di polizia rurale. Nella precedente legislatura ricordo che il collega Cardinali aveva presentato una proposta di legge di iniziativa consiliare, chiedo al Consigliere Cardinali che intenzioni ha, in ogni caso è intenzione dell'Assessorato all'Agricoltura e Foreste di prendere in esame e se viene ripresentata, bene, altrimenti riprenderei la vecchia proposta per vedere, alla luce della legislazione nazionale e dei poteri trasferiti alla Regione, di approntare uno strumento giuridico, come del resto si è fatto per quanto concerne la flora e la fauna. Qui naturalmente le cose sono anche più complesse. Comunque voglio garantire all'interpellante che il problema era già stato esaminato e che c'è l'intenzione di affrontarlo con uno strumento legislativo, altrimenti la Regione non può che lasciare libero ogni singolo, oppure dare delle indicazioni ai Comuni che sono gli unici ad avere uno strumento che possa stabilire divieti e via dicendo.



PRESIDENTE

Ha la parola l'interrogante Consigliere Colombino.



COLOMBINO Michele

Nella mia interrogazione, mentre ho interpretato stati d'animo veramente sentiti, ho lasciato intuire quali possono essere i provvedimenti da adottare.
Il problema della difesa silvo-pastorale deve trovare infatti un'urgente soluzione prima che un altro importante settore della nostra economia si chiuda per sempre. Ritengo pertanto necessario, quale contributo personale, di porre all'attenzione della Giunta alcune iniziative che, secondo me, porterebbero valide soluzioni al fenomeno.
Innanzitutto occorrerebbe demandare alle Comunità montane ed ai Comuni la facoltà - come avviene ad esempio per la flora alpina - di disciplinare la raccolta dei funghi inserendo eventualmente le norme nel regolamento di polizia rurale, come l'Assessore indicava. Attraverso tale disciplina, si perviene al raggiungimento del fine precipuo della difesa del sottobosco e del sottosuolo, quindi del patrimonio silvo-pastorale e possiamo arrivare anche all'assunzione di personale di sorveglianza, con conseguente gravame economico. Le preoccupazioni che ne derivano sotto il profilo economico finanziario possono, a mio avviso, essere dissipate tenendo conto dei disposti degli artt. 4 (opere di conservazione e di manutenzione) e 6 quinto comma, e 9 del disegno di legge regionale n. 2, presentato da codesta Giunta nella seduta odierna. Tali norme, debitamente integrate consentirebbero di assumere, sia pure per una durata limitata, delle persone a cui affidare l'assolvimento di compiti simili a quelli delle guardie campestri.
Un'altra proposta sarebbe quella di avviare una campagna per la sensibilizzazione, a tutti i livelli, dell'opinione pubblica utilizzando tutti mezzi che la nuova tecnica di divulgazione mette a disposizione (Televisione, Radio, stampa, conferenze, ecc.). Tale iniziativa dovrebbe essere soprattutto avviata nelle scuole dell'obbligo, al fine di creare nei giovani una nuova coscienza attraverso la conoscenza di vari problemi che si collegano nel quadro di una difesa globale del patrimonio silvo pastorale. Sarebbe bene, inoltre, che le Comunità montane potessero inserire nei loro uffici degli esperti, laureati o periti agrari difficilmente collocabili in questo momento di congiuntura economica affinché potessero assistere le popolazioni con metodo e con continuità nell'esplicazione del difficile e faticoso compito di vivere dei frutti del bosco e del pascolo.
Penso che alla luce di queste proposte, soprattutto tenendo conto anche della nuova legge che oggi viene presentata in Consiglio, noi possiamo trovare qualche iniziativa valida per testimoniare ai nostri montanari l'attenzione della Regione.
Pertanto il mio intervento mette in luce ancora delle riserve.


Argomento: Zootecnia

Interrogazione del Consigliere Bertorello relativa all'accumulo di domande relative al premio di nascita di vitelli previsto dal Regolamento CEE


PRESIDENTE

Interrogazione del Consigliere Bertorello relativa all'accumulo di domande relative al premio di nascita di vitelli previsto dal Regolamento CEE.
Risponde l'Assessore Ferraris.



FERRARIS Bruno, Assessore all'agricoltura e foreste

Questo è un problema molto grosso ed io darò due tipi di risposta.
Intanto credo che necessiti di una certa informazione complessiva.
Il collega interpellante certo saprà, e gli altri colleghi potranno apprendere, che in data 19 aprile 1975 l'Azienda di Stato per gli interventi sul mercato agricolo emanava la circolare n. 7 contenente una prima serie di norme per la corresponsione del premio comunitario per i vitelli nati vivi nella campagna di commercializzazione 1975/76, relativa al regolamento CEE n. 464/75 del 27.2.1975. Tale circolare è pervenuta alla Regione Piemonte, Assessorato Agricoltura, il 29 aprile 1975.
Successivamente, in data 14 luglio 1975 con una seconda circolare n. 9 prot. 61584 (pervenuta alla Regione Piemonte il 23.7.1975) venivano chiariti alcuni quesiti e richieste formulati da parte dell'Amministrazione Regionale in ordine a particolari impostazioni tecnico-organizzative tendenti a modificare o a integrare le disposizioni precedentemente impartite con la circolare che ho prima ricordato.
Nel frattempo erano intervenuti contatti con l'ARA del Piemonte (Associazione regionale allevatori) che a nome delle Associazioni provinciali allevatori aderenti, aveva dichiarato di essere disposta ad eseguire l'operazione di marcatura richiesta.
In data 8 luglio la Giunta Regionale, con deliberazione n. 119 assumeva un primo impegno finanziario di 100 milioni per il pagamento dell'Associazione provinciale allevatori del Piemonte delle spese per la marcatura dei soggetti, stabilendo le tariffe e le modalità.
In data 1° agosto, con nota n. 6678, il Presidente della Giunta emanava le disposizioni per l'accettazione delle domande di corresponsione del premio della CEE con allegate le relative istruzioni. A far data dal 1 agosto e fino a tutto il 30 agosto, potevano essere presentate le domande relative ai vitelli nati nel periodo 3.3.1975-1.8.1975, mentre per i vitelli nati in data posteriore al 1° agosto, le domande dovevano essere presentate entro 30 giorni dalla nascita.
Il fatto che nel periodo 3.3-1.8 si sia dovuto accogliere un arretrato di cinque mesi, ed in considerazione che gli adempimenti richiesti, primo fra tutti il protocollo delle pratiche pervenute, abbia impegnato nel periodo feriale gran parte dell'attività dell'Ispettorato, pone in risalto alcune questioni, come l'Ispettorato dell' Agricoltura di Torino abbia provveduto sollecitamente a recepire e a protocollare le istanze.
Per la provincia di Torino le domande di premio che sono state presentate all'Ispettorato provinciale e protocollate, alla data del 26.9.1975 erano 33.000, successivamente sono salite a 43.000. Di queste (parliamo delle prime 33.000) 26.500 erano già state passate all'APAA in data 23.9.1975, ora sarebbero 40.000 trasferite all'APAA. L'APAA di Torino si è trovata praticamente nell'impossibilità di marcare questa mole di vitelli in pochi giorni.
L'APAA, ripetutamente contattata, ha garantito che sta cercando di accelerare i tempi assumendo nuovo personale. Ma io credo che il problema che sta a cuore a tutti, ma che ha voluto sollevare il collega Bertorello non si riferisca tanto a questo arretrato, che comunque andrà a posto, sia pure con difficoltà, quanto ai vitelli nati dal 1° settembre in avanti cioè quelli che devono essere marcati mese per mese e per i quali la circolare dell'AIMA non prevede la deroga, perché per il resto, anche se non si trovano più in stalla è possibile ugualmente, documentandone la nascita e l'eventuale vendita, ottenere il premio.
Le difficoltà riguardano quindi i vitelli nati dopo il 1° settembre.
Nonostante le difficoltà, le APAA mi garantiscono che nel giro di un mese sono in grado di provvedere alla marcatura. Si crea invece un problema di particolare difficoltà per quegli allevatori che avendo impostato la loro azienda fondamentalmente sulla vendita del latte, in genere vendono il vitello dopo 10/15 giorni. Dopo il 1° settembre quindi si possono correre dei seri pericoli.
A mio avviso si potevano e si dovevano prevedere tutte queste eventualità e forse era meglio procrastinare la data di avvio di questo meccanismo rinviando ancora di un certo periodo la circolare firmata dal Presidente Oberto in data 1° agosto, oppure scegliere un'altra strada, dare cioè questo incarico - come hanno fatto molte altre Regioni - ai Comuni perché queste difficoltà non si sono verificate ad Asti, o a Novara, o a Vercelli, ossia in quelle province dove il patrimonio zootecnico ha una consistenza meno vasta, ma si sono verificate in particolare Torino (e forse in provincia di Cuneo) ove siamo di fronte ad un patrimonio zootecnico di grandi dimensioni e dove siamo in presenza di una provincia con 250 Comuni e più. E' certo che una struttura centralizzata o si organizza a livello comunale, ma se deve garantire la marcatura entro otto giorni si trova in notevoli difficoltà. Forse, avendolo previsto prima, si poteva affidare questa operazione ai Comuni i quali, avendo un numero di nascite molto meno concentrato, in un territorio ben delimitato, avrebbero evitato questi inconvenienti.
Qui ci troviamo di fronte ad un'impostazione che è scattata e ci stiamo adoperando in due direzioni: insistere per ottenere che le organizzazioni di allevatori si attrezzino in modo da ovviare al più presto a questi inconvenienti; sollecitare le organizzazioni e i produttori ad avvertire con urgenza se hanno la necessità di vendere il vitello dopo 10/15 giorni.
Infine abbiamo avviato una trattativa, di cui però non conosco ancora l'esito, con i dirigenti dell'AIMA e non più tardi di mercoledì prossimo il dr. Fusco, responsabile di questo servizio, sarà a Torino presso l'Assessorato e cercheremo di ottenere che vengano riconosciuti alcuni documenti di prova, come potrebbe essere per esempio la fattura, da cui si desume che è stato effettivamente venduto il vitello, oppure una dichiarazione sottoscritta dal sindaco. Questa possibilità però non è nemmeno a discrezione del dr. Fusco il farla valere (che tra l'altro è mio buon amico), mi ha già risposto dicendo che potrà rappresentarla al Presidente dell'AIMA.
Queste sono le direzioni in cui ci muoviamo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bertorello.



BERTORELLO Domenico

L'Assessore giustamente sostiene che il problema è molto vasto e pone la questione di fondo di come vogliamo ristrutturare l'agricoltura. Egli ha detto di delegare i Comuni, ma si è dimenticato che in ogni Comune c'è una persona pagata, il veterinario, che sicuramente almeno una volta al mese va nelle stalle. Io credo che dovrebbe essere cercata in questa direzione la soluzione del problema. Abbiamo delegato le APAA? Benissimo, ma le APAA non devono assumere del personale che poi dobbiamo pagare noi, quando abbiamo pagate dai Comuni, persone che potrebbero farlo.
L'interrogazione voleva appunto stimolare un discorso più ampio, perch purtroppo per dare alla zootecnia il posto che le spetta bisogna per forza di cose farle arrivare degli aiuti.
Io prendo atto dell'impegno dell'Assessore, ma visto che il discorso è ancora aperto continueremo a discutere per vedere di risolvere insieme il problema.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferraris.



FERRARIS Bruno, Assessore all'agricoltura e foreste

Vorrei aggiungere che certo, la convenzione poteva essere fatta e prevedere l'intervento dei veterinari, cosi come poteva esserci l'accordo con i Comuni che impegnassero il veterinario. Non lo si è fatto, si è messo in moto un meccanismo che...



CHIABRANDO Mauro

Ci sono i veterinari



FERRARIS Bruno, Assessore all'agricoltura e foreste

Caro Chiabrando, i veterinari non sono nominati, io li ho riuniti ed essi hanno detto di essere stati contattati ma che non avevano concluso niente; se era necessario lo avrebbero fatto, ma sei tu che hai scelto un'altra strada. Adesso noi diciamo: o mettete il personale, oppure aggiustatevi con il Comune, con il veterinario, trovate uno strumento periferico; lo sapevate che sei vitelli si vendono dopo dieci giorni l'organizzazione provinciale non è attrezzata. La Toscana, l'Umbria e le Marche lo hanno fatto con i Comuni impegnando il veterinario comunale, ma dove i Comuni sono piccoli, come da noi, il veterinario ne ha sempre otto.
Comunque era un'organizzazione periferica, decentrata, più vicina ai produttori. La scelta dell'APAA che ha escluso i veterinari, che ha escluso i Comuni, non è stata fatta dal sottoscritto, la lettera non è stata firmata da Viglione ma dal Presidente Oberto e tutto è stato approvato dall'Assessore.
Non per tornare al passato, ma le difficoltà sono nate da una impostazione che poteva avere uno sviluppo diverso.


Argomento: Interventi per lo sviluppo dell" offerta

Interrogazione del Consigliere Cerchio "lniziative a favore di una politica turistica nelle zone montane della Regione; opportunità di partecipare al prossimo Salone della Tecnica e della Montagna"


PRESIDENTE

Interrogazione del Consigliere Cerchio: "Iniziative a favore di una 'politica turistica' nelle zone montane della Regione; opportunità di partecipare al prossimo Salone della Tecnica e della Montagna".
Risponde l'Assessore Moretti



MORETTI Michele, Assessore al turismo

In risposta all'interrogazione del Consigliere Cerchio circa la previsione di iniziative a favore di una politica turistica nelle zone montane depresse della Regione, è parere dell'Assessorato che per "politica turistica" si deve intendere l'incentivazione del turismo, sia quello stagionale che quello giornaliero su tutto il territorio regionale evitando di dividere il territorio in zone a vocazione turistica e no.
E' evidente, infatti, che ogni parte del territorio, sia montagnosa che collinare, o di pianura, può rappresentare un interesse paesaggistico e non è quindi opportuno bollare intere aree con etichette di zone non turistiche. E' però altrettanto evidente che alcune zone, soprattutto di montagna o lacuali, sono più frequentate o appetibili per la possibilità reale e potenziale di svolgere attività sportive, (sci, alpinismo, podismo navigazione a vela).
La combinazione dei due fattori, pratica sportiva e turismo, fa sì che tali parti del territorio siano avvantaggiate sotto il profilo dell'interesse ad essere visitate che non altre che tale combinazione non offrono. Il problema è pertanto quello di contenere le esigenze della popolazione, in particolare di quella montana, particolarmente colpita dalla crisi economica, attraverso un'incentivazione turistica che consenta di portare un effettivo beneficio nel massimo rispetto dell'ambiente.
L'Assessorato ritiene che il modo di operare disorganico e slegato, a fini spesso speculativi delle iniziative che si sono concretizzare sinora secondo una prassi corrente ed in uso oramai da molto tempo, sia da abbandonare in modo drastico per lasciare il posto ad una politica di intervento turistico programmata che favorisca le giuste esigenze delle popolazioni locali, soprattutto montane.
Per raggiungere un tale obiettivo, l'Assessorato si propone di elaborare un piano degli insediamenti turistici e sportivi, che parta dalla realtà di fatto, ne modifichi le pecche, ne colga le carenze e stimoli secondo i criteri di rispetto della natura, sotto il profilo turistico tutte le zone con particolare riguardo per quelle depresse, tra cui vanno incluse le zone montane in blocco.
Per realizzare tale piano, in armonia con le direttive della programmazione territoriale, sarà necessario dar corso ad un'indagine conoscitiva capillare delle attrezzature sportive pubbliche e private attualmente esistenti, il loro grado di utilizzazione e la loro condizione.
Analoga ricerca verrà condotta per quanto attiene le attrezzature ricettive ad ogni livello.
Tale indagine, di per sé onerosa, della disseminazione sul territorio di tali infrastrutture, verrà condotta con la collaborazione dei Comuni ai quali verrà inviata una scheda questionaria relativa agli impianti citati.
Contemporaneamente alla stesura del piano per gli insediamenti turistici e sportivi, verrà proposto un disegno di legge a modifica e ad integrazione delle due leggi regionali per l'incentivazione turistica, ricettiva e sportiva (sia la legge 42, sia la legge 23) tendente a concretizzare le linee programmatiche emergenti nel piano stesso. Modifica e integrazione verranno fatte con la partecipazione dei Comuni interessati, delle categorie interessate e delle organizzazioni sindacali.
E' da precisare che sia il piano, che il disegno di legge, verranno elaborati tenendo conto delle realtà territoriali esistenti, in particolare delle zone montane e di quelle in via di formazione, cioè i comprensori entità quest'ultima a cui si ritiene necessario fare riferimento per ogni intervento futuro che risponda a criteri di globalità socio-economica e territoriale.
Per quanto attiene all'ultima parte dell'interrogazione, vale a dire all'eventualità di una più vasta collaborazione della Regione nei confronti del Salone della Tecnica e della Montagna, il problema va visto anche in questo caso nell'ottica di una programmazione degli interventi nel settore della promozione turistica che questo Assessorato intende al più presto varare. In tale ambito è destinato ampio spazio alla partecipazione della Regione, a convegni di studi, a manifestazioni fieristiche qualificate in grado di fornire indicazioni utili alla problematica di specifica competenza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cerchio.



CERCHIO Giuseppe

Ringrazio l'Assessore per la disponibilità a questo problema.
In effetti l'interrogazione era nata ai primi giorni di ottobre, al termine del 12° Convegno sul problema della montagna, convegno che aveva tra l'altro, proposto anche la partecipazione in termini diretti della Regione, vista la competenza e la delega in materia, e non, più semplicemente, attraverso un intervento che era più che altro coordinato dall'amministrazione provinciale di Torino, per la verità competente non più in misura adeguata a risolvere questi problemi.



MORETTI Michele, Assessore al turismo

E' un'iniziativa che ha preso precedentemente la Provincia.



CERCHIO Giuseppe

In effetti il discorso è di investire la Regione, che già attraverso le Comunità montane e attraverso altre iniziative legislative aveva negli anni precedenti indirizzato il suo intervento verso questo settore, a farne parte integrata in occasione del Salone della Tecnica e della Montagna.
Io ritengo che proprio le conclusioni di quel convegno, allorquando nella sintesi di un ordine del giorno venivano indicate alle Comunità montane la necessità di intervento per finanziamento, o la richiesta della delega alla Regione in materia di agricoltura e foreste, ed infine la necessità di uno sviluppo coordinato fra montagna, turismo e artigianato e l'intervento dell'agroturismo con la richiesta di una legislazione regionale apposita, comportino la necessità che la Regione sia per il prossimo anno delegata al coordinamento ed alla promozione di questi incontri sulla montagna.
La Conferenza sull'occupazione, fatta successivamente all'interrogazione presentata dal sottoscritto, in realtà ha posto una problematica vasta in termini di occupazione e di individuazione di settori non più trainanti, ma forse ha dimenticato questo settore particolare anche se accessorio, che non è stato, per la verità, toccato sufficientemente proprio per quell'apporto che il turismo pone oggi come collegamento non autonomo, ma coordinato con le attività agricole e artigiane. Quindi, come un settore che può permettere anche in questo campo un ricupero di livelli occupazionali.
L'Assessore ha indicato anche la necessità di una mappa e di un collegamento a livello conoscitivo di tutta l'attività sportiva e ricettiva a livello alberghiero. Noi siamo d'accordo su questa impostazione, non a caso un'interrogazione presentata dal sottoscritto all'Assessore e che ha avuto nei giorni scorsi una risposta scritta relativa alla chiacchierata situazione del Sestriere in ordine a quei mini alloggi che il Club Mediterranee sta realizzando, faceva riferimento alla necessità di permettere livelli occupazionali anche al settore turistico proprio perch ritenevano che la creazione di mini alloggi potesse soltanto danneggiare la questione della mini occupazione.
Ringrazio quindi della disponibilità dell'Assessorato e mi auguro che possa, su questa strada, indirizzarsi un'azione concreta operativa.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione urgente del Consigliere Rossotto "Possibilità di determinare con precisione scientifica il costo del lavoro"


PRESIDENTE

La Giunta si è dichiarata disponibile a rispondere ad un'interrogazione ed un'interpellanza urgenti, la prima delle quali era quella presentata in data 29 settembre dal Consigliere Rossotto che suonava così: "La determinazione della voce 'costo del lavoro' sta assumendo importanza nodale" e concludeva chiedendo di "accertare con precisione scientifica, anche con idonea oggettiva indagine conoscitiva, l'effettiva consistenza, entità e interdipendenza in tale voce dei singoli fattori compositivi".
A questa interrogazione è pronta a rispondere la Giunta attraverso il Vice Presidente Libertini, che ha la parola.



LIBERTINI Lucio, Vice Presidente della Giunta Regionale

Io intanto vorrei scusarmi con il Consigliere Rossotto perché un disguido molto banale ha fatto sì che l'interrogazione si discuta solo adesso: in pratica è accaduto che nel corso della conferenza sull'occupazione, nella relazione che vi ho svolto, come del resto i Consiglieri sanno, era contenuta un'implicita risposta all'interrogazione del Consigliere Rossotto. Colgo comunque l'occasione per ribadire e precisare quello che ho detto alla conferenza: siamo convinti che la questione del costo del lavoro sia molto rilevante, che non possa essere affrontata con battute polemiche o con sparate propagandistiche da nessuna parte e che richieda un approfondimento. Tra l'altro debbo dire che in occasione della conferenza economica una serie di consultazioni che abbiamo avuto con le piccole e grandi imprese ci hanno portati a vedere un quadro assai frammentario e contradditorio: la Fiat dichiara di avere (l'ha dichiarato formalmente) un costo orario inferiore del 30% a quello dell'industria automobilistica tedesca e superiore del 7% all'industria automobilistica francese, ma aggiunge che nei prossimi mesi è assai facile che l'industria automobilistica francese possa avere costi superiori, anzi è su questa base che la Fiat vede la possibilità di una sua espansione; i dirigenti della Olivetti ci hanno dichiarato che problemi del costo orario di lavoro non sono rilevanti per la società; altri settori e altre imprese invece hanno detto che il costo del lavoro è oggi uno degli impedimenti fondamentali (non il salario in busta, questo non l'ha dichiarato nessuno) allo svolgimento di un'attività produttiva.
D'altro canto debbo anche sottolineare che nella preparazione della conferenza, successivamente, è venuto fuori con chiarezza un elemento che a coloro che si occupano di economia è già noto, ma non all'opinione pubblica, e cioè che il problema non è solo quello del costo orario, ma è quello del costo per unità di prodotto. Intendo dire che ci sono tre livelli di giudizio: 1) il salario in busta, che è il livello di giudizio immediatamente percepito dai lavoratori e su questo siamo tutti d'accordo; credo che il salario in busta, normalmente, a parte la "giungla retributiva" che per non riguarda gli operai, sia mediamente inferiore a quello degli altri Paesi industrializzati 2) il costo orario che è il costo del lavoro in molti casi è ancora inferiore a quello di altri Paesi,in qualche caso è pari, in qualche altro è superiore. Quindi una situazione molto frammentata 3) il costo orario può incidere sul costo per unità di prodotto, in modo diverso, in relazione a molti fattori: produttività, utilizzo degli impianti e così via.
Nasce quindi la necessità di andare ad un esame di merito e in questo senso debbo assicurare il Consigliere Rossotto (l'ho già preannunciato nella conferenza, ma colgo l'occasione per dirlo formalmente) che la Giunta Regionale nei prossimi giorni realizzerà l'impegno di promuovere un'indagine scientifica con il concorso delle parti interessate, voglio dire in contraddittorio con le parti interessate, assicurandosi la collaborazione degli esperti di maggiore autorità nel campo, per arrivare ad un'indagine approfondita e di merito.
Questo impegno l'abbiamo assunto e lo ribadiamo qui con molta forza e precisione.
Debbo dire ancora che alcuni giornali si sono meravigliati del fatto che una Giunta che è espressione di socialisti e di comunisti, che ha le sue radici così profonde nella classe operaia, affronti un tema che sembrava tabù. A questo proposito devo sottolineare due cose: la prima, che ho già detto nella relazione alla conferenza, e che proprio perché noi sappiamo di avere un così saldo sostegno popolare e di massa, abbiamo e avremo il coraggio di affrontare i problemi per quello che sono, senza indulgere a tabù e preclusioni di nessun genere; la seconda è che la posizione realistica che abbiamo espresso nella conferenza ancora nei giorni scorsi, ha trovato il supporto.
Dopo la conferenza ho partecipato a grandi assemblee di fabbrica (ieri alla Singer) e diversamente da quello che qualche giornale tenta di insinuare ho trovato tra la classe operaia (ieri erano in duemila all'assemblea) una posizione di sostegno. Ieri all'assemblea della Singer quelli che hanno tentato di criticare la relazione che la Giunta ha presentato alla conferenza regionale, sono stati interrotti a gran voce dalla totalità degli operai che hanno confermato il sostegno...



PICCO Giovanni

Questo è sollecitare la massa...



LIBERTINI Lucio, Vice Presidente della Giunta Regionale

No no, non dico sollecitare,Consigliere Picco, forse lei non mi ha seguito, mi riferivo al fatto che qualcuno ha osservato che forse le affermazioni che abbiamo fatto in materia di costo di lavoro sono affermazioni impopolari tra la gente. Io le dico che noi affrontiamo le questioni, siano esse popolari od impopolari e che quello che capita in questi giorni ci dimostra che la gente capisce che i problemi sono da affrontarsi per quello che sono, questo è il punto, senza indulgere a posizioni demagogiche.
Ecco quello che volevo sottolineare con molta forza, rispondendo dunque positivamente all'interrogazione del Consigliere Rossotto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossotto.



ROSSOTTO Carlo Felice

Ringrazio il Vice Presidente per quanto ha voluto riferire e per la sensibilità dimostrata scusandosi per non aver potuto rispondere prima al sottoscritto, ma seguendo attentamente i lavori della conferenza regionale avevo intuito la risposta alla mia interrogazione data in quella sede.
D'altra parte, e per serietà di partito, e personale, non è che giochi sulle questioni politiche per fare il primo della classe, l'importante è la risoluzione dei problemi e ne prendo atto proprio perché questa interrogazione era sorta a seguito dell'attenta valutazione di quelli che erano i problemi che erano stati portati avanti sia dalle organizzazioni sindacali in merito a questa materia, sia dai singoli imprenditori o dal mondo imprenditoriale in genere.
Lei, Vice Presidente, ha voluto fare riferimento ai costi del lavoro evidenziati dall'industria più importante per la nostra Regione, dalla Fiat; vorrei soltanto ricordare, per inciso, che quel 30% viene per il 25 rimangiato da una ridotta produttività degli impianti, comunque non è assolutamente polemico questo accenno. Altre più gravi dichiarazioni sono quelle del gruppo Pirelli che per i dipendenti della Superga indica un costo di 4500 lire, e quelle della Soc. Olivetti che dice che i costi del lavoro sono ormai superiori a quelli del dipendente Olivetti negli stabilimenti negli USA.
Mi dichiaro quindi soddisfatto per quanto la Giunta intende fare e sul discorso di avvio Mi si permetterà, come forza di opposizione costruttiva, di chiedere alla Giunta tempestive informazioni sul modo di gestire questo tipo di indagine, in maniera che proprio nel momento in cui nel Paese si stanno affrontando, in termini così altamente responsabili perché non diventino drammatici i rinnovi contrattuali, venga colto un elemento sul quale penso che si incentrerà gran parte delle lotte, - che mi auguro non siano lotte ma ci sia comprensione tra le parti cioè che ci sia una diversa impostazione tra piccola e media industria (come nell'interrogazione avevo evidenziato) e la grande industria la quale, avendo ben altre possibilità di recupero in organizzazioni, capacità e rinnovamento tecnologico, la rende possibile.
Su questi temi sui quali saremo chiamati a rispondere quando la realtà sociale della nostra Regione ci chiamerà a essere testimoni delle nostre assunzioni di responsabilità, o quando dovremo scegliere ed esprimere opinioni, è giusto che esista una valutazione il più possibile oggettiva.
Dico "il più possibile" perché l'oggettività assoluta sarebbe già un qualche cosa di dogmatico e questo non lo vorrei assolutamente, proprio per il principio liberale del dubbio che anima e deve portare avanti il discorso politico e delle realizzazioni sociali.


Argomento: Edilizia sanitaria e ospedaliera

Interpellanza dei Consiglieri Berti e Ferrero sull'utilizzazione immediata ed in prospettiva della struttura sanitaria del C.T.O


PRESIDENTE

Leggo l'altra interpellanza urgente che è stata presentata ieri ed alla quale la Giunta è disponibile a rispondere, poiché non tutti i Consiglieri la conoscono: "I sottoscritti Consiglieri regionali, vista la deliberazione della Giunta Regionale con la quale si aggrega l'attuale presidio para ospedaliero Centro Colle della Maddalena al Centro traumatologico ortopedico considerato che l'autorizzazione corretta del CRF come elemento integrato del CTO va considerata sotto il duplice profilo della migliore e più realistica autorizzazione transitoria in attesa dell'autorizzazione di lungo periodo che spetta al piano regionale sanitario valutata comunque l'opportunità di collegare alle strutture del CTO funzioni legate alla rieducazione funzionale interpellano il Presidente della Giunta e l'Assessore competente per sapere quali posizioni e iniziative abbia assunto o intenda assumere in ordine all'utilizzazione immediata e in prospettiva della struttura sanitaria in questione".
L'interpellanza è firmata dai Consiglieri Giovanni Ferrero e Antonio Berti.
L'Assessore Enrietti è pronto a rispondere. Ha la parola.



ENRIETTI Ezio, Assessore alla sanità

Detto Centro di rieducazione è stato aggregato al CTO con deliberazione della Giunta dell'1.4.1975. Successivamente è stato scorporato dall'INAIL con decreto del Presidente della Giunta del 3.6.1975.
Sia la delibera di Giunta che il decreto del Presidente facevano esplicita menzione all'impegno che il Centro del Colle della Maddalena conservi, senza modifiche, l'attuale strutturazione di due divisioni di medicina del lavoro, una di terapia riabilitativa, un servizio di radiologia e uno di laboratorio.
Risulta che in tale periodo si siano verificate notevoli pressioni che sostenevano l'opportunità di conservare le divisioni di medicina del lavoro sia da parte di altri medici del CTO che ritenevano dovesse farsi diversa destinazione ai posti letto. Il risultato di tale scontro di opinioni si è esplicitato in un successivo decreto del Presidente della Giunta il quale in data 1.7.75, decretava che la locuzione precedentemente usata riguardo alla conservazione dell'attuale strutturazione andasse interpretata, in mancanza di un provvedimento concernente la formale istituzione dei reparti, nel senso di conservazione della attuale strutturazione quale risulta dalla mera situazione di fatto.
Tale interpretazione effettuata con secondo decreto, non pregiudica in nessun modo la futura utilizzazione dei posti letto che dovrà rigidamente conseguire alle scelte generali di programmazione ospedaliera. In linea di massima si deve ritenere positiva l'acquisizione della struttura ospedaliera del Colle della Maddalena al CTO.
Ne conseguono però una serie di problemi relativi al trasferimento dall'INAIL al CTO del personale dipendente e il relativo decreto è in corso di preparazione da parte degli uffici dell'Assessorato.
In ordine alle polemiche in corso in questo periodo sulla strutturazione delle divisioni di diagnosi e cura, del Colle della Maddalena, va ribadita l'affermazione che l'utilizzazione di posti letto non potrà essere definita se non in base al ruolo che il piano regionale ospedaliero assegnerà al CTO.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ferrero.



FERRERO Giovanni

L'interrogazione trae origine da voci, prese di posizioni, in parte informali, in parte esplicite, che si sono andate accavallando in questo ultimo periodo e che tenderebbero, secondo la nostra opinione, a precostituire, o comunque a determinare, in modo affrettato un'utilizzazione di questa struttura para-ospedaliera, senza tenere conto di quelle indicazioni che l'Assessore nella sua risposta ha chiaramente individuato.
Io credo quindi che vada colto nella risposta il fatto che il processo di utilizzazione di questa struttura viene inquadrato all'interno della struttura socio-sanitaria ferme restando le necessarie consultazioni con le forze interessate.
Penso perciò che vada respinta in modo fermo la tendenza a farne adesso e in futuro un luogo di cura per acuti, con la trasformazione di questa unità in un'altra unità con finalità e funzioni differenti e anche contrastanti con le indicazioni programmatiche finora emerse da parte della Giunta e non smentite da altre forze politiche.
Nel momento in cui mi dichiaro soddisfatto della risposta dell'Assessore, credo vada ribadito come debba essere tenuto conto che nella nostra concezione la parte riabilitativa è particolarmente importante e debba quindi essere considerata attinente al dipartimento di ortopedia e traumatologia d'urgenza e alle iniziative che il CTO intende assumere in questo senso.
Secondo noi questo collegamento stabilisce già un punto fermo da cui far partire la discussione per un'eventuale razionale e attenta utilizzazione della struttura del Colle della Maddalena; va quindi ribadito che trasformazioni non meditate possono provocare dei danni alle persone che oggi fruiscono di un certo servizio al Colle della Maddalena e non sono giustificabili in nessun modo da un disegno di ristrutturazione sanitaria.


Argomento: Agricoltura: argomenti non sopra specificati - Formazione professionale

Interrogazione dei Consiglieri Franzi, Menozzi, Lombardi, Chiabrando e Bertorello "Mancanza di direttive agli Enti gestori di corsi agricoli per i programmi dell'anno 1975/1976"


PRESIDENTE

Interrogazione dei Consiglieri Franzi, Menozzi, Lombardi, Chiabrando e Bertorello: "Mancanza di direttive agli Enti gestori di corsi agricoli per i programmi dell'anno 1975/1976".
Risponde l'Assessore Fiorini.



FIORINI Fausto, Assessore all'istruzione e formazione professionale

Devo riconoscere che in effetti l'interrogazione ha un senso perch rispetto all'anno scorso le direttive vengono molto tardi. Devo per aggiungere che la circolare è pronta, deve solo più avere il visto dell'Assessore all'agricoltura, che io intendo consultare, e partirà sicuramente nella prossima settimana.
Questo però non credo pregiudichi i corsi per agricoltori perché anche se l'anno formativo è il 1975/76, come è noto i corsi possono terminare al 31.12.1976, infatti nell'anno formativo precedente potevano terminare al 31.12.1975, tanto è vero che alcuni esami vengono fatti proprio adesso.
Credo quindi che siamo in tempo utile. In ogni caso è evidente che per ci che riguarda la presentazione delle proposte sposteremo il termine in avanti affinché possano giungere in tempo all'Assessorato.
La circolare ricalca grosso modo quella dell'anno scorso che in linea di massima aveva dei criteri accettabili e prevede che i corsi debbano essere di almeno 90 ore, con un massimo di 450 ore. Non mi soffermo sull'illustrazione del documento perché è a disposizione dei Consiglieri che intendano prenderne visione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Franzi.



FRANZI Piero

Dò atto delle dichiarazioni dell' Assessore Fiorini. La nostra preoccupazione era dettata solamente dal fatto che i corsi si devono organizzare e quindi desideravamo sapere come e in che modo potevamo programmare questa nostra attività.
Date le assicurazioni che ci vengono dall' Assessore possiamo dichiararci tranquilli che l'iniziativa che andremo a intraprendere in queste settimane avrà esito positivo.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente


PRESIDENTE

Abbiamo così esaurito il punto secondo dell'ordine del giorno.
Passiamo al punto terzo: "Comunicazioni del Presidente"


Argomento:

Comunicazioni del Presidente

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Calsolaro, Beltrami, Debenedetti Valetto e Armella.


Argomento:

b) Progetti di legge - presentazione ed assegnazione a Commissioni


PRESIDENTE

Annuncio la presentazione dei progetti di legge: n. 8 da parte della Giunta Regionale: "Modificazioni ed integrazioni alla legge regionale 16 maggio 1975 n. 28", assegnazione alla II e IV Commissioni consiliari n. 9 da parte della Giunta Regionale: "Interventi per la promozione dell'assistenza domiciliare agli anziani, agli inabili e ai minori, nonch per il funzionamento di centri di incontro", assegnato alla IV Commissione consiliare n. 10 da parte della Giunta Regionale: "Modifica all'art. 7 della legge regionale 16 maggio 1975 n. 28", assegnato alla II Commissione consiliare n. 11 da parte della Giunta Regionale: "Contributi straordinari alle imprese private concessionarie di autoservizi di linea in dipendenza della perequazione contrattuale dei dipendenti del settore", assegnato alla II Commissione consiliare n. 12 da parte della Giunta Regionale: "Interventi immediati ed a carattere straordinario in favore di Comuni e di Consorzi di Comuni per la costruzione, l'impianto e l'arredamento degli asili nido inseriti nei piani 1972/1973/1974." Modifiche alle leggi regionali 15 gennaio 1973 n. 3 e 2 settembre 1974 n. 28, che verrà assegnato alla Commissione competente n. 13 da parte della Giunta Regionale: "Norme in materia di concorsi a posti di ruolo presso Enti ospedalieri e ospedali psichiatrici". Proposta di modificazione (legge regionale, approvata dal Consiglio il 30 aprile 1975 e rinviata a nuovo esame dal Governo), verrà assegnato alla Commissione competente n. 14 da parte del Consigliere Debenedetti: "Modifiche agli artt. 7 e 13 della legge regionale 4 giugno 1975 n. 42. Provvedimenti per la promozione dello sport in Piemonte", assegnato alla II Commissione consiliare.
Traggo motivo da questo numeroso elenco di progetti di legge presentati per constatare che quasi tutte le Commissioni consiliari hanno ormai un buon numero di lavoro da svolgere e quindi raccomanderei ai Presidenti delle Commissioni il rigoroso rispetto del nuovo calendario che è stato concordato e dell'ipotesi delle due sedute settimanali, al fine di provvedere sollecitamente all'esame dei progetti di legge e consentire quindi al Consiglio la più sollecita approvazione degli stessi.


Argomento:

c) Risposte scritte ad interrogazioni


PRESIDENTE

Risposte scritte ad interrogazioni: da parte dell'Assessore Ferraris al Consigliere Armella circa i motivi di ritardo nella definizione delle zone colpite dalle grandinate abbattutesi in provincia di Alessandria e quali provvedimenti la Giunta ha adottato o intende adottare in aiuto delle famiglie il cui raccolto è andato distrutto: da parte dell'Assessore Moretti al Consigliere Zanone sul divieto di caccia nel Vallone Vallanta di Pontechianale.


Argomento:

d) approvazione di alcune delibere del Consiglio Regionale da parte della Commissione di controllo sugli atti della Regione


PRESIDENTE

Ho inoltre il piacere di comunicare l'approvazione delle delibere del Consiglio Regionale inerenti ai Comitati di Controllo. La Commissione di controllo sugli atti della Regione Piemonte ha consentito l'ulteriore corso delle seguenti deliberazioni: n, 12 concernente "Elezione di rappresentanti del Consiglio Regionale nel Comitato di controllo sugli atti degli Enti locali di Alessandria Asti, Cuneo, Novara, Torino, Vercelli, Alba-Bra, Biella, Casale, Ivrea Mondovì e Pinerolo" n. 13 "Designazione di due terne di esperti nelle discipline amministrative per la costituzione della Commissione di controllo sugli atti della Regione" n. 14 "Art 1 legge 7.8.71 n. 685 - Comitato tecnico regionale per il Piemonte della Cassa per il credito delle imprese artigiane. Sostituzione del rappresentante della Regione con funzioni di Presidente".


Argomento: Rapporti con altre Regioni

e) Incontro dell'Ufficio di Presidenza del Consiglio Regionale del Piemonte con l'Ufficio di Presidenza del Consiglio Regionale della Lombardia e prossimo incontro tra tutti gli Uffici di Presidenza


PRESIDENTE

Comunico inoltre che l'Ufficio di Presidenza del Consiglio Regionale piemontese si è incontrato ieri a Milano con l'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale lombardo. Si è trattato di un interessante scambio di opinioni e vedute sui problemi che interessano i Consigli Regionali in questo inizio di legislatura. Nel corso della riunione sono stati anche esaminati i problemi dell'organizzazione interna confrontando le reciproche esperienze in materia.
Si può considerare inoltre che l'incontro e avvenuto in preparazione di un altro, che si svolgerà domani a Roma, promosso dalla Presidenza del Consiglio Regionale del Piemonte, fra i Presidenti dei Consigli Regionali di tutta Italia. Si tratta del primo della legislatura e ha lo scopo di favorire un primo scambio informale di idee sull'attività e i compiti che attendono le Regioni e i Consigli Regionali nella seconda legislatura.
Posso inoltre constatare che il messaggio del Capo dello Stato che abbiamo letto stamani sui giornali contiene alcuni riferimenti alla necessità dell'attuazione compiuta dell'ordinamento regionale che è esattamente il tema che i Consigli Regionali e le Giunte hanno in questo momento all'ordine del giorno.
Prima di passare agli altri punti all'ordine del giorno, il Presidente della Giunta Regionale ha chiesto di parlare per comunicazioni. Ne ha facoltà


Argomento: Esercizio delle funzioni amministrative trasferite o delegate dallo Stato alle Regioni

Comunicazioni del Presidente della Giunta Regionale


VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta Regionale

Signori Consiglieri, ieri ha avuto luogo a Roma un incontro dei Presidenti delle Regioni con il Ministro Morlino in preparazione dell'incontro con il Presidente del Consiglio on. Moro.
Debbo essere grato al Ministro Morlino e per avere sollecitamente convocato i Presidenti per affrontare i temi che faranno oggetto della trattativa delle istanze che le Regioni intendono porre al Presidente del Consiglio, e anche per le dichiarazioni che ha voluto rendere ieri in quella riunione.
L'on. Morlino ha parlato delle elezioni del 15 giugno come data storica, non solo da un punto di vista politico delle modificazioni che vi sono state nel nostro Paese, ma anche da un punto di vista più propriamente istituzionale. Egli ha detto che il voto del 15 giugno ha sviluppato la linea autonomistica della nostra società, ha dato una dimensione allargata a questi problemi ed ha consentito di tradurre in fatti reali le istanze democratiche della nostra società, permettendo altresì di superare la crisi nella quale si trova il Paese e le difficoltà che sono evidenti a noi tutti.
Ma l'apprezzamento per le dichiarazioni del Ministro è giustificato dal fatto di avere respinto questioni propriamente tecnicistiche o comunque soltanto di efficientismo, ponendo la base della nuova realtà delle autonomie scaturite dal voto del 15 giugno, nella reale partecipazione delle forze popolari al governo della cosa pubblica Il Ministro ha detto che non debbono più esistere tempi lunghi



OBERTO Gianni

Ma il calendario...



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta Regionale

E' stato un discorso assai interessante che io riferisco esprimendo il mio apprezzamento per il Ministro, forse ella, Consigliere Oberto, non vorrà esprimere altrettanto apprezzamento



OBERTO Gianni

Io credo nei tempi lunghi per l'esperienza che ho.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta Regionale

Invece il Ministro, che appartiene al suo partito, disse esattamente il contrario di quello che dice lei. In sostanza ha detto che i problemi vanno affrontati e risolti e che le Regioni, nel quadro generale di instabilità del Paese, costituiscono un fattore di stabilità democratica di efficienza di Governo Il Ministro ha poi affrontato le questioni della 382 dicendo che o si esercita compiutamente la delega, o non la si esercita, trasferendo alle Regioni tutte le competenze e le risorse.
Ha parlato poi dell'emissione dei decreti entro febbraio, tenendo conto della presenza che le Regioni hanno reclamato nell'emanazione dei decreti.
Per quanto riguarda la contabilità regionale e la contabilità generale più propria dello Stato ha detto di insistere per lo stralcio del disegno di legge, rimettendosi per ora alla contabilità regionale e di non accedere alle istanze venute da alcune parti politiche di rimettere tutta la contabilità, anche quella regionale, nella legge della contabilità dello Stato invece di stralciarla per farne un atto di più rapida soluzione. Egli concorda quindi con le Regioni sulla necessità che il problema sia affrontato e risolto a breve tempo.
Inoltre si è impegnato a risolvere il problema dei contratti e dell'amministrazione dei patrimoni delle Regioni Per quanto riguarda la finanza regionale vi è un ulteriore impegno a modifica della 281.
Note dolenti invece vi sono per il bilancio 1976. Il Ministro ha parlato di un anno di transizione, ha dato ragione per certa parte alle Regioni che reclamavano la percentualizzazione regionale sulle entrate dello Stato. In effetti, dalle tabelle che ci sono state mostrate una percentualizzazione evidentemente non esiste ed al bilancio rimarrà, nella sua parte ordinaria, un bilancio assai rigido e forse inferiore a quello del 1975. Ad esempio per il fondo dell'ex art. 8 l'aumento e da 580 miliardi a 694, rimane fermo il fondo globale di 110 miliardi. Sarebbero più 106 miliardi. Per quanto riguarda invece il fondo ex art. 9 vi è il mancato rifinanziamento della legge 512 del 1973, la cosiddetta legge agraria di cento miliardi che si è esaurita e pertanto la diminuzione viene meno 90, per cui dal calcolo fra le due leggi risulta ancora assai lieve l'incremento a favore delle Regioni (l'incremento è di 16 miliardi).
Quindi non so come la sua dichiarazione, relativa alla percentualizzazione delle spettanze dei bilanci regionali rispetto al bilancio dello Stato, possa concretarsi rispetto allo schema che ci è stato dato.
Per quanto concerne il contratto ANAC (oggi vi e un disegno di legge per quanto riguarda i dipendenti dei servizi di trasporto che le Regioni reclamavano come un punto di trattativa) il Ministro ha detto che il Governo lo considera chiuso con lo stanziamento dei 110 miliardi a fondo globale anche se, come vedrete, signori Consiglieri, oggi siete chiamati ad approvare il contratto ANAC che comporta alcuni miliardi di oneri per la Regione. Tali oneri non sono stati mai rimborsati l'anno scorso e, almeno dalle dichiarazioni del Ministro Morlino, non verranno rimborsati quest'anno, ritenendo il Governo chiusa la questione.
Per il fondo ospedaliero di 2700 miliardi il Ministro si è trovato d'accordo nel sostenere la loro insufficienza, però le risorse sono quelle e non vi è, per ora, per i 58 miliardi che mancano al bilancio degli enti ospedalieri alcuna soluzione. L'Assessore Simonelli potrà dare dei ragguagli, ma mi pare che siamo esposti già come anticipazioni per 22/25 miliardi. Tardando ancora l'intervento dello Stato (che tarda, in genere da due a tre mesi) potremo essere esposti anche a somme maggiori con degli interessi del 14% che graveranno ulteriormente sul bilancio della Regione per una somma non inferiore, a seconda delle esposizioni, ai tre/quattro miliardi annui.
Per quanto riguarda i fondi depositati presso la Tesoreria centrale, 49 miliardi, il Ministro ha dichiarato la sua disponibilità ad intervenire affinché siano sollecitamente rimessi alla Regione, almeno per una certa parte, come era stato previsto.
Su altre questioni molto interessanti come i rapporti col sistema creditizio, specialmente con la Cassa Depositi e Prestiti, con il Consorzio Opere Pubbliche e con le Casse di Risparmio, il Ministro Morlino ha posto giustamente il problema di una conoscenza delle reali risorse che possono essere destinate al credito per gli Enti pubblici. Se non si conoscono questi fattori l'intervento risulta dispersivo ed irrazionale ed egli si è impegnato ad avviare una indagine conoscitiva per dare maggiori elementi alla Regione. Alla fine del mese avremo, come Giunta Regionale un incontro con il direttore della Cassa depositi e prestiti che ci informerà sulla erogazione del sistema creditizio.
Per quanto riguarda invece i provvedimenti anticongiunturali, il Ministro ha detto che i vari interventi prevedono la possibilità, da parte del meccanismo regionale, di disporre di una somma pari a duemila miliardi il che è un dato assai interessante Il Ministro, intervenendo anche sulle destinazioni, concluse dicendo di essere pienamente d'accordo con le istanze regionali che non vedevano in questi duemila miliardi un fatto anticongiunturale episodico, bensì già un inizio di programmazione di intervento razionale sul territorio che desse inizio, quanto meno, ad un primo iter di programmazione, concordando pienamente con quanto avevano sostenuto, in precedenza, le Regioni.
Sull'edilizia pubblica nonostante che la sentenza della Corte costituzionale affermi il principio che l'edilizia residenziale pubblica è affidata alle Regioni, egli ha sostenuto che il carattere generale di coordinamento spetta allo Stato e su questo non abbiamo nulla da eccepire purché la destinazione delle risorse sia affidata alle Regioni.
Per quanto concerne la finanza degli Enti locali (altra nota dolente) il Ministro Morlino, anche a nome del Governo, fece alcune dichiarazioni dicendo che le risorse regionali erano per oltre il 50% già trasferite in vari modi alla finanza locale cioè ai Comuni e alle Province e che quindi era un problema risolto. Sulla soluzione dei problema non ha fatto alcuna dichiarazione e in questa situazione non la poteva fare.
Vi sono poi state altre dichiarazioni di fondo, sulle leggi di principio o leggi cornice, che hanno evidenziato come, in sostanza, le leggi cornice o di principio probabilmente non saranno mai emesse. Questo è il dato più importante. D'altronde le Regioni fecero osservare che una autonomia desiderosa di esercitare un certo tipo di intervento di fantasia autonomistica, se fosse legata a leggi di stretto principio che poi in definitiva sono dei vincoli, potrebbe anche venir meno a quel principio dell'autonomia, a quel principio della fantasia. Il dato più interessante che si deve rilevare è che probabilmente delle vere leggi cornice che investano tutta la materia sarà ben difficile che ci siano, per lo meno non a tempi brevi, come disse Morlino, ma a tempi assai lunghi. Egli ha detto che parlare di leggi di principio, o di coordinamento è come inseguire una chimera. Questo è il dato fondamentale, ed è bene che il Consiglio lo sappia. Io mi limito ad informare, spetta poi al Consiglio maturare delle decisioni.
Il Ministro ha poi trattato altre questioni: quella della CEE; la tesi che senza una legge urbanistica nazionale non vi possono essere delle leggi corrette e senza il corretto uso del suolo non vi possono essere delle leggi regionali. Pur avendo consentito che le Regioni promuovessero delle leggi regionali per l'urbanistica, il Ministro si rendeva conto dei limiti che potevano avere queste leggi, mancando una legge nazionale che prevedesse la parte principale, i regimi dei suoli. E' però già importante che le Regioni possano disporre di strumenti urbanistici con apposite leggi regionali Questo è stato, in sostanza, il discorso del Ministro di cui le Regioni hanno preso atto e lo hanno apprezzato per quanto riguardava la parte iniziale e politica. Evidentemente si è fatto osservare che questo implicava un rapporto di credibilità, cioè non era sufficiente una dichiarazione di mero principio; il Governo era risultato tante volte inadempiente alle deleghe e alle affermazioni che aveva fatto; per cui quello che si doveva instaurare, era un rapporto di credibilità, cioè che attraverso una serie di decisioni governative ci fosse un rapporto veramente diverso e nuovo fra il Governo e le Regioni.
Questo è il dato più significativo della riunione di ieri, che mi sono permesso di comunicare al Consiglio Regionale.



PRESIDENTE

La parola alla Signora Graglia.



GRAGLIA Anna

Vorrei solo conoscere quando la Giunta intende rispondere all'interpellanza che abbiamo presentato e relativa alla chiusura della Vetreria Pennitalia di Vernante che era inclusa nelle interrogazioni ed interpellanze di questa mattina



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cardinali.



CARDINALI Giulio

Vorrei cogliere, nelle dichiarazioni del Presidente della Giunta in merito all'incontro a Roma con il Ministro Morlino, un aspetto solo che ritengo debba attirare l'attenzione del Consiglio e cioè quello del rapporto con la Cassa Depositi e Prestiti.
Io ho sempre paura delle grandi indagini conoscitive, sono utili, ma non consentono di affrontare in tempi brevi, come si è detto, i grossi problemi.
Io penso sia noto a tutti come la maggior parte dei fondi che abbiamo erogato per progettazioni di opere pubbliche dei Comuni, siano legati all'accensione dei mutui con la Cassa Depositi e Prestiti che tardano.
Chiedo che la Giunta colga questa occasione per impegnarsi molto a fondo per realizzare l'obiettivo di ottenere la contemporaneità, o per lo meno la possibilità di avere la contemporaneità di un'erogazione di contributo con l'accensione del mutuo presso la Cassa Depositi e Prestiti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Oberto.



OBERTO Gianni

Signor Presidente, io parlerò prima su una non comunicazione da parte del Presidente della Giunta e concluderò poi su alcune delle dichiarazioni che ci ha riferito come fatte dal Ministro delle Regioni, Morlino.
Avrei atteso, dal signor Presidente della Giunta, una parola da proporre alla considerazione dei signori Consiglieri, per esprimere la solidarietà al senatore Vice Presidente del Cile Leighton che è stato vittima di un'aggressione che l'ha portato sulla soglia di morte insieme alla propria consorte.
Il Vice Presidente Leighton è stato conosciuto dai Consiglieri Regionali della passata legislatura che vennero con me, che vennero con il Presidente del Consiglio attuale, che vennero con il Presidente della Giunta attuale a Palazzo Madama in occasione di una manifestazione di solidarietà per il popolo cileno ed io ebbi poi il piacere, o l'onore e la responsabilità di portarlo al palazzo del Governo regionale e di intrattenermi con lui conoscendolo, sia pure in un colloquio molto breve per quell'uomo di prestigio, di dignità, di forza, di nobiltà, doti che gli sono state riconosciute da tutti quanti i cittadini che credono veramente nei valori di libertà per quali Leighton si è battuto e si batte.
Mi sembra di potere rispettosamente sopperire a quella che è stata probabilmente una dimenticanza, non voglio annettere un senso ed un significato politico a questa dimenticanza, però deve essere riparata e mi pare che il Consiglio Regionale del Piemonte, proprio anche in considerazione del fatto che Leighton è stato a Torino, non soltanto per l'iniziativa presa in precedenza mandando dei telegrammi di solidarietà, ma il Consiglio Regionale, come ha fatto in molte altre circostanze, si esprima nella sua totalità deprecando questi atti di violenza che non portano assolutamente vantaggio a nessuno e dicendo ancora una volta a questo esule cileno che vive a Roma, la testimonianza della solidarietà della gente piemontese rappresentata dall' intero Consiglio Regionale.
Propongo pertanto che al termine della seduta si voglia esprimere concretamente, con un documento, questa nostra solidarietà pregando il Presidente del Consiglio, o il Presidente della Giunta, a seconda di quelle che sono le competenze (penso che in questo caso potrebbe essere il Presidente del Consiglio che incentra la rappresentanza della nostra assemblea) di volersi rendere interprete di questi nostri sentimenti mandando questa documentazione.
Su quella che invece è stata una comunicazione del Presidente della Giunta, vorrei dire, a titolo personale, che io non la condivido assolutamente. E' una questione che dovrà essere dibattuta dal Consiglio penso.
Vedano, la grossa forza del Partito al quale io appartengo, nonostante tutte le carenze che vi possono essere, e di carenze ve ne sono in tutti i partiti, è che ciascuno è portatore di una testa sul collo e il collo sulle spalle e in quella testa ha delle idee che manifesta liberamente tranquillamente, indipendentemente da quelle che sono le idee espresse dagli altri, ciascuno è responsabile della propria attività e del proprio pensiero e il sentire che il Ministro delle Regioni lasci intravedere che le leggi quadro (già è stata sempre una cosa stranissima, queste leggi sono diventate quadro, cornici, in maniera che il quadro sta nella cornice, ma la cornice certamente non sta nel quadro) poi diventate di principio non debbano più esserci, ma ci vogliamo rendere conto, signor Presidente della Giunta, che è da respingere una tesi di questo genere se vogliamo che le Regioni sopravvivano? Ma ci vogliamo rendere conto che quello che è stato possibile fare per la montagna, è stato possibile intanto in quanto vi è una legge di principio, che è la legge fondamentale del 1972? Che cosa avremmo potuto fare se mancava quella legge di fondo? Niente di tutto quello che si è fatto per la montagna.
Ecco allora, signor Presidente della Giunta, formiamone motivo di una certa discussione. Questa è l'istanza che io propongo non soltanto sulle sue comunicazioni, ma proprio approfondendo il tema, per affermare che per l'applicazione della norma costituzionale che prescrive che le leggi della Regione attengano ai principi che sono propri della carta costituzionale e delle leggi dello Stato, e implicitamente si prevede che vi sia la emanazione di leggi dello Stato che consentano la creazione di taluni strumenti legislativi nostri, si faccia questa discussione per una presa fermissima di posizione Mi spiace, Morlino lo conosco da tanti anni, siamo stati insieme quasi dalla fondazione...



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta Regionale

Ebbe delle esitazioni il Ministro a questo proposito, non disse che doveva essere così.



OBERTO Gianni

Ma bisogna vincerle queste esitazioni, non possiamo mica andare avanti sulle esitazioni. Allora vede che ho ragione io a proposito dei tempi lunghi, se stiamo ad esitare ne parliamo fra vent'anni. Bisogna vincerle queste esitazioni ed io chiedo che tutto ciò sia motivo di discussione da parte del Consiglio perché al più presto possibile le leggi di principio possano aver luogo.
Ma che cosa si potrà fare nel settore dell'urbanistica se ad un certo momento non vi saranno degli agganci e degli addentellati che attribuiscano alle Regioni non soltanto quella competenza che ha istituzionalmente, ma un'applicazione più ampia, più chiara e più precisa? In una materia di sanità, che cosa si potrà fare se non vi saranno delle leggi quadro, cornice, di principio, quello che volete? Diventeremo dei tribolati pagatori di rette che non vengono mandate né tempestivamente né totalmente dal Governo, faremo una figura indubbiamente non simpatica noi in Piemonte, ma in tutta Italia, l'argomento lo abbiamo dibattuto più di una volta; invece è necessario che queste leggi di principio vengano emanate.
Signor Presidente del Consiglio, della Giunta, secondo la competenza che ritenete di poter avere, il dibattito su questo argomento mi sembra molto importante perché non sia soltanto la voce di uno, ma sia l'espressione di un pensiero da parte dell'intera assemblea consiliare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossotto.



ROSSOTTO Carlo Felice

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, ho visto qui stamattina questa istanza da sottoporre al Ministro Morlino nel corso della riunione dei Presidenti delle Giunte Regionali.
L'argomento è estremamente interessante e merita un approfondito esame e non possiamo perderci in questo momento su alcuni punti esposti con sfoggio di conoscenze passate e pregresse. Si sta investendo una materia di una tale importanza per cui dovremmo aprire un dibattito a tutte le forze politiche di opposizione.
Io prendo atto del metodo con cui la Giunta informa il Consiglio degli atti e dei suoi intendimenti, ma è opportuno essere preparati ad un confronto, se no io non mi sento assolutamente in grado di rispondere concretamente e a titolo personale, e a maggior ragione come esponente di un Partito politico, senza avere esaminato, consultato, valutato quanto di positivo, di negativo, di contradditorio possa esistere.
Pertanto pregherei il Presidente del Consiglio, preso atto di quanto è stato dichiarato dal Presidente della Giunta, di proseguire nell'ordine del giorno dei lavori che vede parecchi impegni importanti sui quali le forze politiche presenti in Consiglio sono preparate a seguito dell'iter normale che ci siamo dati, e di demandare ad altro momento, che sarà poi concordato dai Capigruppo, dalla Giunta e dalla Presidenza del Consiglio, l'esame di quanto il Presidente della Giunta stamani ha riferito.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gandolfi.



GANDOLFI Aldo

A nome del Gruppo repubblicano desidero anch'io associarmi ad alcune considerazioni che sono state fatte dal Consigliere Rossotto e dal Consigliere Oberto, rivolte soprattutto a sollecitare un'occasione di discussione su questi problemi non episodica e con un'adeguata preparazione delle forze politiche. Noi chiederemmo che la Giunta, sulla base eventualmente di un documento preciso proposto, venga in Consiglio Regionale in una delle prossime riunioni e su questo si possa aprire un discorso completo sui problemi di attuazione dell'ordinamento regionale.
Io desidero sottolineare che le considerazioni svolte dal Consigliere Oberto ci trovano perfettamente consenzienti; la nostra impressione è che le Regioni abbiano, con troppa facilità, acceduto a un'impostazione di politica regionalistica che punta piuttosto al completamento di trasferimento di funzioni amministrative che alla revisione di alcuni principi legislativi in materie di competenza regionale.
Noi abbiamo il timore che anche se si andrà, come si andrà, al trasferimento di ulteriori funzioni amministrative nei prossimi mesi, con la delega che ha avuto il Governo in materia, ci troveremo però in condizioni operative piuttosto difficili perché alcuni principi fondamentali in materie molto importanti come l'urbanistica, trasporti e così via, rimarranno immutati. Secondo noi il problema fondamentale da affrontare invece è quello di leggi quadro, di revisione dei principi e di definizione dei margini di intervento legislativo dei Consigli Regionali.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Carazzoni.



CARAZZONI Nino

Signor Presidente, devo confermare in premessa che non mi risulta ben chiara, o quanto meno accettabile, la tesi portata avanti dai colleghi Rossotto e Gandolfi secondo la quale si vorrebbe l'immediata prosecuzione dei lavori a sensi dell'ordine del giorno.
Qui sono state fatte delle comunicazioni ed e normale prassi che sulle stesse si esprima un giudizio politico, specie allorquando, come nel caso di stamani, nelle comunicazioni sono contenute affermazioni di notevole gravità.



PRESIDENTE

Il regolamento non consente di aprire il dibattito sulle comunicazioni del Presidente, dice che sono consentiti interventi come quelli che si sono svolti fino adesso, tesi a chiarire alcuni punti o ad avanzare proposte affinché l'argomento sia trattato o alla fine della seduta o in un'altra.
In questo ambito ed in questi limiti, la parola è al Consigliere Carazzoni



CARAZZONI Nino

Appunto in questo ambito e in questi limiti io dichiaro la piena responsabilità della mia parte politica per un dibattito più completo su quanto ha formato oggetto delle comunicazioni svolte stamani dal Presidente della Giunta Tuttavia mi pare che debba essere almeno sottolineata la gravità - come già è stato fatto da altre parti - di una dichiarazione attribuita, credo esattamente, perché non posso pensare che il Presidente della Giunta non abbia interpretato bene il pensiero del Ministro delle Regioni, all'on.
Morlino, secondo la quale si tenderebbe alla rinuncia della emanazione delle leggi cornice e di principio La denuncia che io faccio, parte naturalmente da un'angolazione politica diversa da quella che ha mosso l'intervento del Consigliere Oberto o di altri Consiglieri; noi abbiamo sempre detto, e lo ripetiamo a maggiore ragione e con più forte convincimento adesso, che fu grave errore dare vita alla riforma regionale senza provvedere prima all'emanazione delle leggi quadro, alle leggi di principio alle quali potere ancorare l'attività delle Regioni stesse. Adesso ripetiamo che è gravissimo errore continuare su questa strada che può invece essere accettata - così almeno a me è sembrato con un certo compiacimento, per esempio, dal Presidente della Giunta quando ci dice che la decisione di non emanare leggi di principio lascia libera una certa fantasia regionale, un certo modo di interpretare liberamente l'autonomia regionale Noi denunciamo questo pericolo perché temiamo che la fantasia autonomistica delle Regioni porti a infrangere quello che è il quadro unitario dello Stato.
D'altra parte abbiamo anche la serena coscienza di mettere in guardia i regionalisti su quella che potrebbe essere davvero una trappola nella quale fare cadere le Regioni stesse, perché è evidente che, mancando di leggi di principio, mancando di leggi quadro, più facile può essere, a quel potere centrale che tante volte qui abbiamo sentito criticare e mettere in discussione, soffocare ogni iniziativa, anche legittima, delle Regioni.
Ritorniamo quindi, ancora una volta, a una situazione di fatto che stranamente proprio noi spesso abbiamo dovuto denunciare, e cioè che si sia voluto dare vita a questa riforma e che oggi non la si sappia gestire bene anzi, la si sia sostanzialmente condotta al fallimento. In parole ancora più chiare, si sono fatte le Regioni e adesso non le si sanno far funzionare.
Ecco la denuncia che andava fatta, ripeto, da un'angolazione politica diversa da quella dalla quale il problema è stato esaminato da altri colleghi, su una gravissima dichiarazione che il Ministro delle Regioni ha fatto al Presidente della Giunta e che in questa circostanza non potevamo assolutamente passare sotto silenzio.



PRESIDENTE

Il Presidente della Giunta chiede ancora di parlare, ne ha facoltà.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta Regionale

Brevemente, per chiarire con esattezza. Non commentiamo cose che non sono state dette (parto dall'ultimo intervento di Carazzoni). Io non ho detto che il Ministro ha parlato di rinuncia alle leggi di principio, ho detto che sono sorte, nelle sue parole, delle esitazioni che non sono d'altronde soltanto sue, ma appartengono anche, per certo verso, a opinioni espresse nell'interno di Consigli Regionali o comunque di forze autonomistiche regionali.
Quindi non diciamo che la questione è risolta, ma che può essere vista da due o anche da tre angolature. Si possono fare le leggi di principio generali, si possono fare delle leggi quadro o di principio particolari per settore, o si può addirittura non fare assolutamente niente, con delle leggi sparse, irrazionali, come è avvenuto nell'ultimo quinquennio.
Questa non è la soluzione che noi vogliamo, ma bisogna scegliere e giustamente il Consigliere Oberto l'ha puntualizzato unitamente ai Consiglieri Gandolfi e Rossotto. L'attesa di leggi generali di coordinamento o di principio (non si chiamano più leggi quadro perché si dice che il termine è molto brutto) che potrebbero anche maturare all'interno dei Consigli Regionali, che sono soggetti di iniziativa legislativa e che ancora non sono maturate (ne verificheremo i motivi). Le Regioni potrebbero anche promuovere un'iniziativa legislativa, non è escluso, ma bisogna scegliere, ritengo, fra questi due principi: attesa delle leggi generali di principio che valgano per lungo tempo e naturalmente per grandi materie, nell'insieme dell' attività regionale; o accedere alla più limitata opinione che è quella che vede per particolari settori, di volta in volta, a mano a mano che i problemi maturano.
Questa è un'esitazione che lo stesso Ministro Morlino ha portato innanzi e che corrisponde ad un problema oggettivo che esiste, dal momento che non si è nemmeno ancora iniziato un iter per giungere ad una soluzione o ad un'altra, mentre si è sempre visto un intervento di carattere irrazionale. D'altronde alcune Regioni mi hanno manifestato l'opinione contraria, cioè che attendere lungo tempo delle leggi generali di principio, o quadro, o di coordinamento, significa andare a delle attese che durano anni, invece accedendo alle soluzioni minori si ottiene forse un risultato che poi sarà apprezzabile, ma immediato.
Mi pare che avere presentato il problema al Consiglio, dal momento che abbiamo deciso di governare insieme, di decidere insieme, sia giusto; se avessimo deciso preventivamente su una questione di così grande importanza non saremmo più rimasti nella logica che invece abbiamo offerto al Consiglio al momento dell'insediamento. Quindi è inesatta totalmente la sua affermazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossi.



ROSSI Luciano

Io voglio solo dire che le dichiarazioni del Presidente della Giunta a proposito dei provvedimenti che non vengono presi a favore degli Enti locali, mi hanno lasciato stupefatto, poiché alla conclusione del convegno di Viareggio, proprio nell'incontro con il Ministro Morlino, si era detto di esaminare urgentemente in sede di Presidenza del Consiglio dei Ministri la situazione degli Enti locali in quanto i provvedimenti che le Regioni prendono non possono assolutamente risolverla.



PRESIDENTE

Devo fare una precisazione rispetto all'opportuna e nobile questione che ha sollevato il Consigliere Oberto, solo per dire che un'ora dopo che abbiamo appreso del gravissimo attentato al fondatore della D.C. cilena l'Ufficio di Presidenza interpretando, credo, i sentimenti di tutto il Consiglio, aveva inviato a Leighton ed alla sua famiglia un telegramma che non ho letto perché lo avevo dato immediatamente alle stampe e perché è passato già un po' di tempo da quando è successo. Comunque, poiché il Consigliere Oberto ha sollevato la questione, intendo comunicare al Consiglio il testo integrale del telegramma inviato: "Ricordandola sua alta testimonianza convegno sulla repressione fascista nel mondo organizzato dal Consiglio Regionale Piemonte svoltasi 2 giugno 74 a Torino la Presidenza Consiglio Regionale ha appreso con profondo sdegno notizia attentato di chiara marca fascista rivolto alla Sua persona Porge a Lei et a Sua moglie Anita migliori auguri di un pronto ristabilimento stop. Il gravissimo episodio che ha colpito il fondatore DC cilena ex Vice Presidente Repubblica induce Consiglio Regionale at ribadire la più dura condanna del fascismo internazionale che con gesto criminale et assurdo ha cercato di far tacere un intransigente oppositore della dittatura militare cilena un sincero democratico che si è sempre battuto per difendere la libertà la democrazia et la giustizia stop Pinochet et Franco ricorrono all'arma dell'assassinio per tentare di soffocare le voci di libertà del popolo spagnolo et cileno stop il Consiglio Regionale riafferma pertanto l'impegno unitario della popolazione piemontese per la definitiva scomparsa del fascismo in ogni parte del mondo et per sostenere la lotta che gli esuli cileni anche nel nostro paese conducono per la riconquista della libertà in Cile. Dino Sanlorenzo Presidente Consiglio Regionale Piemonte".
Se il testo fosse condiviso potremmo trasformarlo in quella presa di posizione ufficiale che il Consigliere Oberto suggeriva e così svolgeremmo quell'atto formale che lo stesso Consigliere auspicava.



OBERTO Gianni

Penso che si possa anche condividerlo, però bisogna sempre tenere presente che la voce del Consiglio e poi quella che appare negli atti del Consiglio.



PRESIDENTE

Non c'e dubbio.



OBERTO Gianni

Il telegramma è apparso sui giornali, ne abbiamo preso nota, è un atto esterno; quella che deve essere la espressione consacrata per i tempi brevi veramente questi, mi auguro - di un riscatto che sia possibile per parte di tutti coloro che sono in condizioni di lotta, deve risultare dagli atti.



PRESIDENTE

Non c'e dubbio, e il Consiglio che decide su tutta questa materia.
Se il Consigliere Oberto preferisce la formula di mettere giù un testo differente da questo senz'altro si potrà fare in fine di seduta per non interrompere ulteriormente i lavori.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Passiamo ora alla trattazione degli altri punti all'ordine del giorno che prevedono tre nomine per esaminare le quali io suggerirei una sospensione di pochi minuti del Consiglio, con una riunione dei Capigruppo.
La parola al Consigliere Berti.



BERTI Antonio

Io faccio una proposta di inversione dell'ordine del giorno: esaminiamo le leggi, dopo di che andiamo alle nomine e non so se finiremo in mattinata. Io comunque ritengo che non si debba strozzare la discussione se è necessario andiamo a oggi pomeriggio e nell' eventuale intervallo possiamo fare la riunione dei Capigruppo per discutere le questioni relative alle nomine



BIANCHI Adriano

Mi associo alla richiesta del Consigliere Berti.



ROSSOTTO Carlo Felice

Anch'io.



PRESIDENTE

Non vedo opinioni contrarie, quindi passiamo alla trattazione del punto settimo all'ordine del giorno.


Argomento: Asili nido

Esame deliberazione Giunta Regionale: "Progetto speciale di finanziamento dei piani asili-nido relativi agli anni 1972/73, suppletivo 1973 e 1974 a norma dell'art. 15 del DI. 13 agosto 1975, n. 376"


PRESIDENTE

Esame deliberazione Giunta Regionale. "Progetto speciale di finanziamento dei piani asili-nido relativi agli anni 1972/73, suppletivo 1973 e 1974 a norma dell'art. 15 del D.L. 13 agosto 1975, n. 376" Abbiamo qui una proposta di deliberazione presentata dalla Giunta Regionale, Assessorato all'Assistenza ed ai servizi sociali.
La parola all'Assessore Simonelli per l'illustrazione della delibera.



SIMONELLI Claudio, Assessore alla programmazione e bilancio

La delibera non richiede una lunga illustrazione se non per chiarire gli aspetti del progetto speciale.
Come il Consiglio sa, nel quadro delle norme di emergenza ed in particolare dei decreti 376 e 377 è prevista, all'art. 5, l'attivazione per la prima volta, del meccanismo previsto dall'art. 12 della legge 281 per la finanza regionale al quale viene fatta affluire la somma di cento miliardi per finanziare progetti speciali predisposti dalle Regioni.
Sotto questo profilo la Regione Piemonte ha un'ingente mole di interventi finanziati come progetti speciali. La Giunta propone al Consiglio di indicare due interventi prioritari e cioè il piano di intervento per completare la costruzione degli asili nido e un intervento sul collettore e l'impianto di depurazione dell'area torinese. Sono due interventi che comportano, il primo un onere di 16 miliardi e 606 milioni il secondo un onere di 18 miliardi e 100 milioni, che sono di gran lunga superiori alle possibilità che abbiamo di finanziamento su questo articolo.
Infatti, da una prima riunione informale a livello di funzionari avvenuta presso il Ministero del Bilancio nella giornata dell'altro ieri, abbiamo appreso che c'è una proposta del Governo di ripartire questi 100 miliardi tra le diverse Regioni, secondo una certa serie di criteri che privilegiando le Regioni meridionali consentono alle Regioni del Nord di avere delle somme esigue; in particolare al Piemonte verrebbe attribuita secondo questa proposta del Governo, la cifra di quattro miliardi e 268 milioni.
Una cifra analoga, di quattro miliardi e 268 milioni verrebbe attribuita al Piemonte in base all'art. 16 dello stesso decreto, per finanziare il completamento di opere di competenza regionale per il quale era stato inviato a suo tempo l'elenco delle opere al Governo.
Noi crediamo che, nonostante l'esiguità delle somme che sono state messe a disposizione del Piemonte, o che presumibilmente saranno messe a disposizione del Piemonte (queste che ho citato sono delle proposte del Ministro che non sono state ancora discusse ufficialmente dalla Regione, lo saranno in una riunione della Commissione interregionale e dovranno poi essere i riparti definitivi stanziati dal CIPE, però possiamo presumere che non si discosterà in forma significativa da questa erogazione di spesa) si debbano indicare i progetti così come li ho ricordati nella loro interezza perché queste sono opere che devono essere comunque finanziate, in un modo o nell'altro, e sulle quali quindi anche un'erogazione parziale pu consentire di raggiungere dei risultati.
In modo particolare il discorso degli asili nido passa attraverso due tappe successive: da un lato vi è già una legge all'esame della Commissione, che prevede l'integrazione del contributo regionale nella misura di altri 40 milioni e 15 che deve essere approvata dal Consiglio e che prevede una spesa di 7 miliardi, cioè da sola in ogni caso superiore all'erogazione che sarebbe concessa in questo caso.
Qui si avanza, come progetto speciale della Regione, l'intervento totale a carico della Regione per l'intera sistemazione di tutti i progetti di asili nido, relativo agli anni 1972/73/74. In ogni caso, anche se il finanziamento ci venisse integralmente sugli asili nido, non farebbe che portare un piccolo contributo alla soluzione del problema, quindi ci pare di doverlo indicare come progetto speciale.
Altrettanto per quanto riguarda il sistema di depurazione dell'area torinese, per il quale la cifra che ho ricordato di 18 miliardi comprensiva dei progetti approvati e relativi al primo lotto, cioè i progetti pronti per il collettore e il primo lotto di depurazione, rientra comunque nel piano generale di risanamento delle acque che avrebbe dovuto essere finanziato con l'assunzione di mutui a carico della Regione. E' comunque un'opera a stralcio di un progetto più ampio sulla cui utilità non vi sono dubbi.
E' chiaro che in questo modo noi non abbiamo assolutamente la pretesa di esaurire il discorso dei progetti speciali, ma soltanto di dare una risposta puntuale, nei termini di legge, che sono il 17 di ottobre, alla richiesta che ci è stata fatta di indicare le opere finanziate, giacch l'insieme dei progetti speciali è bene altrimenti corposo di quelli da esaminare anche secondo un'ottica di priorità: intanto comprende tutta una serie di interventi per quanto riguarda la depurazione delle acque e gli impianti di fognatura almeno a livello dei Comuni capoluogo di provincia che hanno tutti i grossi progetti pronti; richiede almeno alcuni interventi in ordine ad acquedotti di carattere consortile che riguardano grosse zone per esempio l'acquedotto Langhe e Alpi cuneesi, o l'acquedotto del Monferrato, o altri acquedotti; per esempio comprende, come ricordava in altra sede l'Assessore Bajardi, degli interventi per la sistemazione dei trasporti di masse pendolari nella zona nord-est del Piemonte. Quindi c'è tutta una serie di altri interventi che si possono configurare come progetti speciali che non vengono qui indicati solo per non cogliere questa come un'occasione per elencare tutte le cose fattibili, ma per dare invece concretezza ad un'indicazione che sappiamo già troverà degli sbocchi di finanziamento modestissimi e quindi già quello che indichiamo non è finanziabile se non per un quarto,grosso modo, quindi è inutile che riportiamo l'elenco delle opere, che hanno però la priorità evidente.
La ripresa anche eventualmente della forma del progetto speciale regionale degli altri interventi prioritari è oggetto di esame che faremo nei prossimi tempi, anche in relazione al piano di sviluppo. E' chiaro che nella misura in cui decidessimo che l'attivazione di progetti speciali regionali, ci consente di accelerare i tempi e le procedure di erogazione della spesa in ordine a quelle opere, potremmo poi questo discorso riprenderlo in termini operativi nei prossimi mesi. In questa fase ci è parso inutile fare un elenco che vada largamente al di là delle disponibilità e quindi ci limitiamo ad indicare al voto del Consiglio questi due interventi prioritari: gli asili nido e gli interventi sugli impianti di depurazione del collettore dell'area torinese.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare la dottoressa Vietti, ne ha facoltà.



VIETTI Anna Maria

L'Assessore Simonelli ha parlato complessivamente delle proposte della Giunta, relative ai progetti speciali. Io brevemente mi soffermerò sulla delibera all'esame del Consiglio, che prevede un progetto speciale di finanziamento per gli asili nido, inseriti nei piani relativi agli anni finanziari 1972/73/74, per la copertura della spesa eccedente i contributi già concessi dalla Regione.
Dagli elaborati allegati alla delibera, risulta che sono già stati appaltati da parte dei Comuni 28 asili nido e che sono stati ultimati due completamenti. Altri appalti sono in fase di esecuzione.
Il numero non è certamente elevato, ma costituisce un risultato positivo rispetto alla situazione della gran maggioranza delle altre Regioni ed anche rispetto alla stretta creditizia e al deterioramento della finanza locale che caratterizza questo momento; e soprattutto è positivo in rapporto al fatto che soltanto per i piani 1972/73 sono scaduti i termini per la presentazione dei progetti da parte dei Comuni, rispettivamente al 31 marzo 1974 per il piano 1972, al 31 ottobre 1974 per il piano 1973, al 31 agosto 1975 per il piano suppletivo 1973, mentre per il piano 1974 termini scadranno al 31 dicembre p v. Pertanto non possiamo ancora riguardo al piano 1974, prevedere dei ritardi.
Certamente un ulteriore finanziamento per l'esecuzione degli asili nido contribuirà ad accelerare i tempi per l'operatività dei piani.
L'unica perplessità, che in parte è stata superata dall'intervento dell'Assessore Simonelli, il quale afferma che altri finanziamenti saranno trovati sul bilancio regionale, è determinata dal fatto che gli asili nido non sono opere di stretta competenza regionale, poiché le funzioni relative non sono state assegnate alle Regioni dai decreti delegati di trasferimento delle competenze ed fondi non sono ripartiti in base alla legge 16 maggio 1970, n. 281 recante "Provvedimenti finanziari per l'attuazione delle Regioni a Statuto ordinario", bensì, in base ad una legge specifica, quella del 6 dicembre 1971 n. 1044.
Se il progetto non potesse essere accolto, secondo quanto proposto in base all'art. 15 del decreto legge 13.8.75 n. 375, relativo ai contributi speciali per le opere di competenza regionale, si rischierebbe di eludere l'attesa dei Comuni e determinare un ulteriore ritardo da parte degli stessi nel reperimento autonomo dei fondi, senza poter forse intervenire nella misura prevista, mentre ciò sarebbe forse possibile per la proposta di privilegiare mutui per gli asili nido da parte della Cassa depositi e prestiti.
Queste perplessità sono state in parte superate da quanto ha affermato l'Assessore Simonelli che ha previsto il reperimento di altri fondi, che però difficilmente riuscirebbero a coprire la spesa globale. Crediamo tuttavia di poter superare tale perplessità, ritenendo che la Giunta, prima di presentare il progetto speciale, abbia assunto le necessarie informazioni presso i competenti organi ministeriali circa l'accoglibilità del progetto, anche se per un finanziamento inferiore di quanto previsto.
Con queste osservazioni esprimo il voto favorevole del Gruppo D.C.
anche perché, come tutti ricorderanno, già la precedente Giunta, nella sua ultima riunione, ed in un incontro con i Capigruppo, in seguito alla richiesta del Governo di segnalare opere i cui progetti fossero pronti e che potessero essere finanziati in base ai provvedimenti anticongiunturali aveva espresso la volontà di segnalare i progetti relativi agli asili nido sia per realizzare opere di indubbia validità sociale, di cui la comunità regionale attende la realizzazione, sia per venire incontro alla grave crisi che oggi travaglia il settore edilizio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gandolfi.



GANDOLFI Aldo

Vorrei fare presente che siccome nel testo che sarà approvato definitivamente dal Parlamento sono stati inclusi gli asili nido nel fondo della Cassa Depositi e prestiti che è aperto, per il finanziamento di opere pubbliche, ai Comuni, sarà importante che la Giunta inoltri senz'altro questo progetto degli asili nido, ma in sede di definitiva decisione sul tipo di opere da finanziare con i fondi assegnati per i progetti speciali tenga conto dell'opportunità di finanziare piuttosto un tipo di opere per le quali Comuni o gli Enti che devono provvedere non abbiano possibilità di accesso al credito. Sarebbe spiacevole che si optasse per gli asili nido proprio nel momento in cui ai Comuni viene aperto il credito presso la Cassa depositi e prestiti per questo tipo di opere e non si intervenga invece su un'altra opera per la quale questi enti non abbiano possibilità di accesso al credito.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossotto.



ROSSOTTO Carlo Felice

Sull'orientamento assunto dalla Giunta in ordine a questa materia, io mi rifaccio a quanto, in occasione del dibattito sul bilancio 1974, avevo sostenuto in rappresentanza delle idee liberali, quando appunto sollecitavamo la Regione, di fronte ai pericoli che si stavano evidenziando, alle difficoltà di finanziamento degli Enti locali, a studiare e ad attuare interventi (la Giunta di centro sinistra di allora aveva deciso di aumentare da 40 a 65 milioni l'intervento a favore degli asili nido) che riducessero il numero, fossero meno elettoralistici dicemmo allora, ma dessero una concreta risposta al problema. Mi pare che la delibera della Giunta si orienti in questa maniera.
Preoccupazioni sorgono stamattina, conosciuti gli orientamenti governativi, in ordine alla ripartizione di quei fondi a favore dei progetti speciali che vedono, in base all'art. 15, assegnati 4 miliardi 268 milioni al Piemonte ponendolo quasi all'altezza della Regione Molise. Nulla di campanilistico in questo, ma indubbiamente con queste disponibilità e con questa sensibilità a voler risolvere problemi concreti sia a livello occupazionale, sia per rispondere a istanze e ad esigenze sociali, c'è veramente da chiedersi se la delibera che la Giunta ha assunto e che prevede la possibilità di reperire 16 miliardi per realizzare questa opera indipendentemente da quello che diceva il collega Gandolfi, che ha indubbiamente una sua validità, sia altrettanto valida.
Ad ogni modo il giudizio è positivo come metodo di soluzione.
Una preoccupazione e nel contempo un momento di riflessione sorge spontaneo per la soluzione di progetto speciale. Si è detto, in occasione della conferenza sull'occupazione, che su questa forma di intervento, c'è tutto un ripensamento anche da parte delle forze che compongono la Giunta e che all'opposizione avevano combattuto in quanto allora non era garantito che le scelte sorgessero dai soggetti destinatari delle opere.
Una preoccupazione sorge da parte liberale sul tipo di gestione dell'attività. Noi chiediamo alla Giunta la massima apertura e di porre a conoscenza di tutte le componenti politiche il metodo con cui si procederà in termini di appalto e di ripartizione di questa ingente massa di lavori che vengono avviati (si parla di 32 miliardi che hanno un'appetibilità nei confronti di un mercato imprenditoriale assetato e affamato di lavoro). Le chiediamo anche di seguire attentamente, proprio in questa fase iniziale (e su questo c'è una disponibilità di principio da parte del PLI) il modo in cui si procede per poter vedere i caratteri negativi che l'operazione chiamata "progetto speciale" può avere nel momento in cui dovremo trasferire questo tipo di meccanismo che nel primo impatto con la realtà subirà delle ovvie evidenziazioni di carattere negativo, e poter invece avviare, quando i progetti saranno di maggiore ampiezza, con interessi ben più forti un qualche cosa che possa garantire quello che in occasione della conferenza dell'occupazione abbiamo sentito richiedere da tutte le componenti sociali e garantito dalle forze politiche che hanno parlato cioè non effettuare disseminazioni in funzione degli operatori indipendentemente dal loro tipo di formazione strutturale imprenditoriale ma premiare soltanto quello che può dare efficienza, quello che può dare a costi inferiori, per la pubblica amministrazione, il risultato a cui si tende.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Vecchione.



VECCHIONE Mario, Assessore all'assistenza

Io ho dato atto alla dottoressa Vietti in Commissione, ma ritengo sia giusto darne atto anche in Consiglio, della scelta fatta dalla precedente Giunta di insistere nei confronti del Governo per un finanziamento in direzione di questo tipo di servizi. E la ragione per la quale siamo andati a preparare questa delibera ed a portarla prima in Commissione e oggi in Consiglio, è in relazione in modo specifico alla possibilità di attivare i piani del 1972/73/74; il tetto dei 16 miliardi è stato conteggiato, come vedrete poi nella relazione al disegno di legge, in ordine ad una previsione di larga massima e abbastanza tranquillizzante rispetto ai costi.
Voglio soltanto aggiungere, per tranquillizzare il Consigliere Gandolfi, che nei criteri di ripartizione dei fondi che il Ministero ha proposto ai funzionari nella giornata di martedì scorso, sui progetti speciali, ha lasciato (ed è una battaglia vinta da parte delle Regioni) un'elasticità nell'ambito dell' utilizzazione di questi fondi; siamo legati a indicare delle specifiche scelte, perché a questo ci porta la legge, ma stamattina la signorina Vietti ha visto che l'art. 15 è mutato, dalla genericità è passato ad una specificità di interventi, ma sostanzialmente ci dà ancora questa possibilità.
L'unica cosa che vorrei immediatamente accennare in Consiglio è che mi pare sussista un'esigenza giusta da parte del Governo al momento in cui trasferisce dei fondi alle Regioni (ed è un'esigenza che ci lega al nostro tipo di impostazione politica che discende proprio anche dalla conferenza sulla occupazione) che richieda che questi soldi siano spesi subito, cioè che si riesca ad attivare il più rapidamente possibile le opere che devono essere attivate.
Questo potrà comportare, a mio modo di vedere, la ricerca di un meccanismo in base al quale, se alla Regione Piemonte vengono quattro miliardi per questo titolo e magari si sceglie che su questo titolo se ne spendano due o tre gli altri vengono utilizzati in un'altra direzione occorre anche scegliere la strada del provvedimento amministrativo che vada direttamente, nei confronti dei Comuni che lo richiedono, per l'esecuzione di queste opere.
Rispetto alla discussione che c'e stata a Roma al Ministero del Bilancio e Programmazione, in un certo senso perde di attualità il disegno di legge che deve essere, secondo l'indicazione che darà il Governo rivisto nel meccanismo per la parte che ci compete, e collocare sull'altra parte l'intervento di carattere politico generale sulla realizzazione dei piani, con il reperimento delle risorse per quanto riguardai mutui.
Volevo soltanto intervenire per chiarire meglio questo concetto che non ho potuto esplicitare al collega Simonelli stamattina, dandogli solo delle cifre aride, ma l'indicazione che il Ministero ha dato è stata quella di lasciare all'Ente Regione una autonomia anche all'interno delle scelte e dare atto alla signorina Vietti che questa scelta si collega indubbiamente a una scelta che la precedente Giunta ha fatto nella direzione di potenziare e spingere il più possibile la situazione degli asili nido.
Situazione che, devo dire, in realtà si presenta estremamente diversificata e disarticolata, abbiamo asili nido progettati a cifre molto elevate, altri che stanno invece in una progettazione corretta dal punto di vista economico, e realizzabili. Si tratta di mettere in moto tutto il piano '72 tutto il piano '73, attivare il piano '74, vedere quali Comuni arriveranno a presentare il progetto e misurare la temperatura del pericolo che i Comuni avanzano per i costi di gestione. Questo è un altro problema centrale che si lega al discorso della riforma della 1044 per la quale avremo una riunione domani in Emilia in cui chiederemo che il costo di gestione non si spezzi tra costo di costruzione e costo di gestione, ma alle Regioni possa arrivare il tutto in modo che si possano veramente far funzionare quei servizi che oggi si stanno attuando e sui quali cadrà fra poco anche tutto il discorso degli asili nido ONMI. In ordine a quest'ultimo problema il disegno di legge del Comitato ristretto, sul quale la Regione è stata consultata ieri, è molto avanti e in un certo modo molto soddisfacente dal punto di vista della battaglia che è stata fatta dalle Regioni e dalle comunità.



PRESIDENTE

La parola ancora all'Assessore Simonelli.



SIMONELLI Claudio, Assessore alla programmazione e bilancio

Sulla base di queste indicazioni io proporrei al Presidente del Consiglio che, anziché procedere a due delibere distinte per i due progetti speciali, si conglobino in una unica delibera di Consiglio, nuova, che abbiamo redatto in questo momento, i due progetti che vengono indicati e che sono messi in ordine di priorità:prima gli asili nido e poi gli impianti di depurazione.
Si tratta di una delibera di cui può dare lettura il Presidente del Consiglio, ma che nella sua parte dispositiva dica che il Consiglio approva, ai sensi dell'art. 15 del decreto 13.8.75 n. 376,i seguenti progetti speciali: a) finanziamento straordinario dei piani regionali per gli asili nido relativi agli anni 1972/73, suppletivo 1973 e 1974, per l'importo complessivo di 16 miliardi 606 milioni b) ulteriore finanziamento straordinario per le opere costituenti il completamento dei collettori e depuratori dell'area metropolitana torinese per un importo di 18 miliardi e 100 milioni, di cui si allega, per farne parte integrante, la relativa documentazione.
In maniera che in un'unica delibera, nuova rispetto a quella della Giunta, il Consiglio approvi le priorità e le indicazioni come progetti speciali ai sensi dell'art. 15 dei due tipi di opere.
Questa delibera quindi dovrebbe sostituire quella presentata dalla Giunta.



PRESIDENTE

Per migliore contezza dei Consiglieri potrei leggere letteralmente la stesura della delibera che la Giunta propone, di modo che se poi non vi sono obiezioni possiamo procedere alla votazione.
Il testo della delibera presentato per la votazione è il seguente: "Il Consiglio Regionale, visti gli elaborati costituenti i progetti speciali di cui all'art. 15 del D.L. 13.8.1975 n. 376, l'uno per l'ulteriore finanziamento straordinario dei piani regionali per gli asili nido relativi agli anni 1972/73 e suppletivi 1973/74, per l'importo di 16 miliardi 606 milioni 796.272 lire, l'altro per il finanziamento del primo lotto dei collettori e depuratori generali dell'area metropolitana torinese per l'importo di 18,1 miliardi, entrambi predisposti dalla Giunta Regionale delibera di approvare ai sensi dell'art. 15 del D.L. 13 8.1975 n. 376 i seguenti progetti speciali: a) finanziamento straordinario dei piani regionali per gli asili nido relativi agli anni 1972/73 e suppletivo 1973/74 per l'importo complessivo di lire 16 miliardi 606.796.272 lire b) ulteriore finanziamento straordinario per le opere costituenti il completamento dei collettori e depuratori della area metropolitana torinese, per un importo di lire 18 miliardi e 100 milioni; di cui si allega, per farne parte integrante della presente deliberazione, la relativa documentazione.
La presente deliberazione è dichiarata immediatamente esecutiva ai sensi e per gli effetti dell'art. 49 della legge 102.1953 n. 62".
Vi sono osservazioni? Il Consigliere Bianchi.



BIANCHI Adriano

Scusate la mia insufficiente conoscenza amministrativa, ma qui si propone in sostanza non di unificare due argomenti che hanno avuto eguale e distinto iter preparatorio, in uno più organico e quindi, a mio avviso, da approvare, ma di inserire in una deliberazione che ha avuto un iter preparatorio di discussione e di esame in Commissione, un secondo punto.
L'integrazione della deliberazione che dovrebbe essere approvata dal Consiglio, non costituisce la fusione di due punti egualmente preparati e maturi per la discussione in Consiglio: per uno c'è stato un iter di discussione preparatorio, per l'altro invece c'è un inserimento che arriva in questo momento, a parte il merito, che adesso non affronterei.
E' così o non è così?



SIMONELLI Claudio, Assessore alla programmazione e bilancio

La questione non è irrilevante e forse è bene che la meditiamo un momento.
La Giunta aveva deliberato formalmente il progetto speciale degli asili nido, per cui c'è la delibera che è presentata al Consiglio; adesso qui si ritiene opportuno, cioè lo ha ritenuto la Giunta, pur non facendone oggetto di una delibera, di proporre al Consiglio di inserire anche le opere del collettore di Torino sotto questo duplice profilo: intanto non c'è più nessun timore che gli asili nido siano esclusi dalla disposizione dell'art.
15 perché nel suo nuovo testo, così come lo ha votato il Parlamento, l'art.
15, quando parla dei progetti speciali da finanziare dalle Regioni, indica anche con priorità le esecuzioni di opere igienico-sanitarie, asili nido e scuole materne. Queste sono le tre priorità.
Ora la Giunta ritiene che sotto questo profilo valga la pena di inserire due progetti speciali, anche se invertiamo le priorità, cioè mettiamo gli asili nido, che avrebbero la seconda priorità, davanti, e un'opera igienico-sanitaria come è l'intervento sul collettore dell'area metropolitana torinese, come seconda opera, tenendo conto in ogni caso, che qualora lo si ritenesse opportuno la seconda opera potrebbe anche essere finanziata sull'art. 16 e per la quale abbiamo già mandato la documentazione al Ministero.
L'indicazione che la Giunta dà, non ha fatto oggetto di una formale delibera di Giunta, noi eravamo convinti che, tutto sommato, il Consiglio possa anche prendere una delibera diversa da quella che formalmente vi propone la Giunta. Se però si ritiene che dal punto di vista formale sia più corretto che la Giunta si ritiri un attimo e formalmente deliberi questa delibera in sostituzione della precedente e proponga al Consiglio il testo nuovo, si può anche fare, si può seguire questa procedura.



OBERTO Gianni

Ma non è all'ordine del giorno, è un argomento nuovo.



ROSSI Luciano

Ma Bianchi diceva che la questione degli asili nido è all'ordine del giorno ed ha avuto un iter di preparazione mentre quella riguardante il collettore, pur riconoscendone la priorità, non ha seguito un iter di preparazione



OBERTO Gianni

E' una questione di principio, sulla sostanza siamo d'accordo.



SIMONELLI Claudio, Assessore alla programmazione e bilancio

Noi a questo problema diamo la veste solenne formale della delibera di Consiglio, in realtà i decreti non richiedono nessuna procedura per la trasmissione delle priorità regionali. Qui si dice la Regione indichi, ma non si dice in che modo e in che misura, al limite non sarebbe neppure necessario un atto formale, basterebbe una comunicazione burocratica degli uffici della Presidenza o della Giunta. Però, siccome abbiamo scelto la strada di formalizzare l'atto col quale la Regione indica i progetti speciali, come abbiamo fatto anche in precedenza, tanto vale che lo facciamo qui con una delibera.
Mi pare che in questo modo si possa anche superare il fatto che non abbia fatto tutto il suo iter precedente, salvo compiere oggi, con gli adempimenti che si ritenessero necessari, ai fini di una formale definizione della delibera.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bianchi.



BIANCHI Adriano

La soluzione non può essere quella di un motu proprio, di una deliberazione da parte del Consiglio diversa, con oggetto diverso, quanto meno direi che la Giunta dovrebbe ritirare questa proposta di delibera e presentarne un'altra che per le considerazioni di merito, di competenza ecc. potremmo accogliere.



PRESIDENTE

Se ho capito bene il Consigliere Bianchi propone che ci sia una lieve sospensione, che la Giunta deliberi formalmente di ritirare il precedente progetto e di presentare l'altro che abbiamo testè letto, formalizzato questo atto il Consiglio vota la nuova deliberazione.
E' questo che propone il Consigliere Bianchi?



BIANCHI Adriano

Sì.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Berti.



BERTI Antonio

Secondo me la questione sollevata ha un suo fondamento sul piano formale, perché sul piano sostanziale, anche per le cose che ha detto Simonelli, non si pone, al limite qualora persistessero ancora queste osservazioni, si potrebbe andare avanti con la delibera che riguarda gli asili nido e del resto farne oggetto di una comunicazione, si raggiunge lo stesso obiettivo. Questo, secondo me, è il modo per risolvere correttamente, anche dal punto di vista formale, la questione.
Se tuttavia la Giunta ritiene importante, e noi siamo d'accordo che sia importante, che ciò che potrebbe essere oggetto soltanto di una comunicazione sia invece oggetto di una deliberazione, può essere presentato sotto forma di emendamento alla deliberazione, in quanto si collega a quello che diceva prima Simonelli, e cioè che qui si citano prima gli asili nido, ma comprende anche opere igienico-sanitarie In questo modo si potrebbe ottenere e dal punto di vista formale, e dal punto di vista sostanziale, il risultato che la Giunta si propone.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossotto.



ROSSOTTO Carlo Felice

L'accordo fondamentale che mi pare ci sia sul problema sostanziale non può però creare delle confusioni dei ruoli tra Giunta, che per atti di sua esclusiva competenza, come ci ha ricordato l'Assessore Simonelli, ritiene di coinvolgere nelle sue decisioni un dibattito in sede consiliare, e il Consiglio che può partecipare incidendo su questi atti, interrompendo ad un certo momento i lavori, rifacendo una nuova delibera oppure accettando un emendamento quale proposto dal Consigliere Berti.
Io ritengo che sia invece corretto, per salvare la sostanza, per avere l'appoggio più ampio delle forze che hanno partecipato al dibattito e non sono impegnate nell'attività di Giunta, che sia espresso da parte del Consiglio un ordine del giorno il quale, valutata la delibera, ritiene che la Giunta indichi anche come progetto speciale quello del collettore di Torino. La Giunta poi, nella sua autonomia successiva, accogliendo questo invito del Consiglio -- e quindi una delibera già esiste, l'altra delibera verrà riformalizzata in maniera diversa, tanto è competenza esclusiva della Giunta -, recepisca lo strumento corretto con cui il Consiglio Regionale può invitare l'organo esecutivo a compiere qualcosa. Cioè oggi noi presentiamo un ordine del giorno in cui invitiamo la Giunta, in aggiunta alla deliberazione già fatta per gli asili nido, e considerare come progetto speciale anche quello del collettore di Torino; la Giunta farà poi una delibera.
Questo non è giocare sulle parole, l'emendamento che di fatto veniva sostenuto dal Consigliere Berti coinvolge noi direttamente su un atto che non è di competenza del Consiglio ma della Giunta; l'ordine del giorno, che è il modo corretto di manifestare la volontà politica per impegnare la Giunta ad agire in una certa maniera, risolverebbe il problema che qui tutti vogliamo sia salvaguardato dal ruolo delle singole istituzioni Giunta e Consiglio attraverso il recepimento da parte dell'organo esecutivo di quella che è la manifestazione concorde, o per lo meno che a larga maggioranza è uscita dal dibattito, di recepire questi due progetti speciali da utilizzare ai sensi degli articoli 15 e 16 dei decreti 376 e 377.



PRESIDENTE

Prima di dare la parola ad altri Consiglieri faccio presente che qui finora sono state avanzate tre proposte differenti: una concerne l'idea di sospendere i lavori per dar modo alla Giunta di formalizzare la nuova proposta; una seconda di votare un ordine del giorno; una terza di emendamento. E' il classico caso in cui se noi ci imbarchiamo in una discussione in Consiglio perdiamo tre ore e mezza, perché la questione si può vedere da tutti i punti di vista. Il problema si può risolvere con cinque minuti di sospensione con i Capigruppo, e con la Giunta, altrimenti se apro una discussione sulla questione procedurale finiamo questa sera. Le differenze di contenuto non mi paiono rilevanti, è una questione procedurale.
Sospendo quindi il Consiglio per dieci minuti.



(La seduta, sospesa alle ore 12,30 riprende alle ore 12,50)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
E' stata raggiunta un'intesa. Darei quindi lettura del testo della delibera nella primitiva presentazione, per poi avanzare la proposta che è stata concordata: "Il Consiglio Regionale visti gli elaborati costituenti il progetto speciale per l'ulteriore finanziamento straordinario dei piani regionali per gli asili nido relativi agli anni 1972/73 e suppletivo 1973/74 predisposti dalla Giunta Regionale delibera di approvare il progetto speciale ai sensi dell'art. 15 del D.L.
13.8.1975 n. 376 per l'ulteriore finanziamento straordinario dei piani regionali per gli asili nido relativi agli anni 1972/73, suppletivo 1973/74, costituente in allegato parte integrante del presente atto" che essendo stati a suo tempo distribuiti a tutti i Consiglieri davamo per letti se nessuno ne fa richiesta specifica.
Ma a questo testo è stato proposto un emendamento soppressivo e sostitutivo che suona: "Il Consiglio Regionale visti gli elaborati costituenti i progetti speciali di cui all'art. 15 del D.L. 13.8.1975 n. 376, uno per l'ulteriore finanziamento straordinario dei piani regionali per gli asili nido relativi agli anni 1972/73 e suppletivo 1973/74 per l'importo di 16.606.796.272, l'altro per il finanziamento del primo lotto dei collettori e depuratori generali dell'area metropolitana torinese per l'importo di 18 miliardi e 100 milioni, entrambi predisposti dalla Giunta Regionale delibera di approvare, ai sensi dell'art. 15 del D.L. 13.8.1975 n. 376 i progetti speciali sotto indicati nel seguente ordine di priorità: 1) finanziamento straordinario dei piani regionali per gli asili nido relativi agli anni 1972/73 e suppletivo 1973/74, per l'importo complessivo di 16.606.796.272 lire 2) ulteriore finanziamento straordinario per le opere costituenti completamento dei collettori e depuratori dell'area metropolitana torinese per un importo di lire 18 miliardi e 100 milioni, di cui si allega, per farne parte integrante della presente deliberazione, la relativa documentazione.
La presente deliberazione è dichiarata immediatamente esecutiva ai sensi e per gli effetti dell'art. 49 della legge 10.2.1953 n. 62" Il progetto di emendamento soppressivo è sostitutivo è firmato dai Consiglieri Bianchi, Bellomo, Robaldo, Berti, Cardinali e Rossotto.
Si dovrebbe quindi votare questo ultimo testo. Vi sono delle obiezioni? Dichiarazioni di voto? La parola al Consigliere Bianchi.



BIANCHI Adriano

Dobbiamo dare conto al Consiglio del nostro comportamento.
Noi abbiamo ritenuto che, stante l'urgenza della comunicazione e stante i contenuti e le ragioni sostanziali, si dovessero superare alcune questioni formali che non sono però prive di ragione e di conto e cioè quando la Giunta ritiene di dover sottoporre materie anche di sua riservata competenza al Consiglio, questo deve essere fatto rispettando le forme che riguardano le deliberazioni del Consiglio, il passaggio dalle Commissioni la preventiva informazione e presentazione dei documenti e soprattutto direi che non dovrebbero essere preventivamente distribuite all'informazione pubblica e alla stampa dichiarazioni o anticipazioni che creano poi una situazione di disagio e che in prospettiva darebbero luogo a prese di posizione diverse da quella odierna.
Sottolineiamo poi che abbiamo voluto inserire nell'emendamento il riferimento alla priorità, che è assoluta, temendo che altrimenti possano essere introdotti meccanismi che alterino la volontà del Consiglio di dare la priorità agli asili nido, anche per il loro carattere più sicuramente anticongiunturale, al di là della destinazione sociale delle opere perch hanno un effetto moltiplicatore sull'occupazione sicuramente molto maggiore che non l'opera rapportata al punto secondo



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Picco.



PICCO Giovanni

Più che una dichiarazione di voto vorrei fare alcune precisazioni; in riflesso a quanto già dichiarato dal Capogruppo Bianchi abbiamo alcune perplessità di fronte a questi provvedimenti.
Innanzi tutto (proprio da notizie giornalistiche del mattino) apparirebbe, per scarsa chiarezza nell'impostazione dei provvedimenti, che per gli asili nido sarebbero stati stanziati 16 miliardi; il che va chiarito perché così non è. Si tratta di stanziamenti che il Governo farà secondo i noti Decreti e non sappiamo quale sarà la somma che il CIPE stanzierà per questi progetti.
La seconda precisazione va fatta nei confronti della dizione "progetti speciali". Non so perché la Giunta abbia deciso di inserire nelle sue deliberazioni questa definizione, su cui sappiamo esiste una letteratura legata ad una polemica passata,i "progetti speciali" fino a ieri (e li abbiamo sentiti ripresi nella illustrazione dell'Assessore Libertini alla conferenza sull'occupazione) erano riferiti ad un preciso istituto, cioè a progetti o di iniziativa statale, o di iniziativa regionale, che comportavano un determinato regime di affidamento delle opere, in particolare il regime della concessione. Fra uno dei temi in discussione sui quali i precedenti atteggiamenti di alcune forze politiche erano decisamente contrari. Oggi pare vi sia un certo revisionismo.
Qui va chiarito che questi progetti degli asili nido non sono n regionali, né statali; sono progetti che si riferiscono a specifiche iniziative delle amministrazioni comunali secondo la L R. Il 3 del 15/1/73 e successive integrazioni.



PRESIDENTE

Scusi Consigliere Picco, io le ridò subito la parola, però dobbiamo metterci d'accordo sui lavori: c'è stata una precedente discussione di questi argomenti, dopo di che la sospensione del Consiglio è stata motivata dal fatto che vi erano tre o quattro proposte formali differenti per risolvere il problema che la discussione aveva sollevato. Adesso siamo in fase di dichiarazione di voto, se lei prende la parola per dichiarazione di voto io gliela dò , dopo quello che ha detto il suo Capogruppo Bianchi...



PICCO Giovanni

Io avevo chiesto la parola prima di Bianchi.



PRESIDENTE

Ma la discussione era praticamente conclusa, l'unica questione aperta era quella procedurale e formale di come concludere una discussione già conclusa, prima di arrivare ai voti.
Io adesso la lascio parlare, anche perché se c'è qualche contributo lo si possa dare, ma la soluzione finale di questo metodo di procedere è che poi le leggi non vengono approvate nei Consigli Regionali, oppure si va a finire a mezzanotte, o all'indomani. Ogni errore, piccolo o grande, che si commette in questa assemblea, qualcuno lo paga.
Io ho il diritto-dovere di permettere alla Giunta di svolgere il suo programma e nello stesso tempo di consentire a tutti i Gruppi di esprimere le loro opinioni, ma nell'ambito di una coerente impostazione che non consenta attraverso marchingegni diversi, o errori reciproci, di non conseguire questo obiettivo.
Dopo di che le do la parola.



PICCO Giovanni

Se mi permette non si tratta di marchingegni...



PRESIDENTE

Io parlavo di marchingegni in generale.



PICCO Giovanni

Su argomenti sui quali le Commissioni o i Consiglieri avevano avuto modo di esprimersi, noi siamo venuti in aula disciplinatamente, con l'intenzione di votare; ma quando in aula vengono proposte innovazioni rispetto agli argomenti che erano noti al Consiglio Regionale è chiaro che abbiamo il diritto di discutere.



PRESIDENTE

Certamente, ma la discussione è stata svolta in precedenza dal suo Capogruppo che aveva fatto presente proprio l'obiezione che ha fatto presente lei.



PICCO Giovanni

Era già criticabile la definizione di "progetto speciale", con riferimento al discorso degli asili nido, però lo è tanto più criticabile nella misura in cui si vuole far passare il progetto del depuratore del Consorzio dei Comuni dell' area metropolitana torinese come un "progetto speciale". In realtà è un progetto avviato precedentemente ad iniziativa di un Consorzio di Comuni dell'area metropolitana torinese, che aveva anche avuto, non completamente, i finanziamenti regionali. Oggi la Regione surrettiziamente concorre a finanziare quello che non era stato ancora finanziato. Questo mi pare vada precisato per obiettiva informazione; per esiste un problema di fondo, cioè se la Giunta intende assumerne taluni come "progetti speciali", ci deve dire come pensa di poterli poi avviare in fase realizzativa: se direttamente, come si è sentito nelle intenzioni relative alla tematica degli asili nido, oppure lasciando queste realizzazioni ancora o al Consorzio di Comuni (per quanto riguarda il depuratore) oppure ai singoli Comuni, per quanto attiene agli asili nido.
Mi pare che queste siano precisazioni necessarie nel momento in cui siamo chiamati a votare questi provvedimenti, i quali contengono imperfezioni formali, affrettate forse per una serie di esigenze di celerità che posso anche comprendere, ma rispetto ai quali, ripeto, i contenuti politici vanno chiariti per sapere cosa voteremo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossotto



ROSSOTTO Carlo Felice

Io, dichiarando il voto favorevole, voglio soltanto sottolineare che nell'emendamento, proprio per l'importanza che aveva anche avuto nella discussione, è stato richiamato il concetto di "strettamente prioritario".
Questo "strettamente prioritario" è anche collegato alla capacita congiunturale di avviare migliori possibilità di posti di lavoro attraverso il progetto degli asili nido nei confronti di quella che è la opera del depuratore.
Mi pare che questo concetto deve essere anche sottolineato in sede nazionale, proprio per evitare che vengano eventualmente alterate queste scelte prioritarie indicate dalla Regione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Carazzoni.



CARAZZONI Nino

Noi riteniamo non superate e non trascurabili le perplessità in ordine alla procedura che qui si è seguita e che per la verità erano state correttamente portate avanti da altre parti politiche, soprattutto con l'affermazione che è strano questo volere coinvolgerei Gruppi e il Consiglio in atti che sono propri e che devono restare propri della Giunta.
Per questa ragione noi ci asterremo in sede di votazione.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta per la risposta.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta Regionale.

Intanto vorrei fare un'osservazione di fondo: la legge dice "la Regione comunica"; vi sono addirittura dei pronunciamenti del Consiglio che quando si dice "Regione" si intende riferirsi specificamente al Consiglio e noi rispettando questa interpretazione, attraverso alla elaborazione del Consiglio abbiamo portato avanti degli emendamenti e si giunge ad una deliberazione.Mi pare un iter corretto, lo abbiamo sempre seguito e intendiamo seguirlo ancora. A questo punto non vi è alcuna discussione, è lo Statuto addirittura che lo dice, quindi non intendiamo assumere diverso atteggiamento perché questo è quanto abbiamo sempre sostenuto e quanto oggi vogliamo portare avanti.
Ecco perché la delibera è giunta in Consiglio dove ha trovato l'apporto delle forze che hanno sottoscritto l'emendamento e giunge alla sua conclusione.



PRESIDENTE

Ancora la parola all'Assessore Simonelli



SIMONELLI Claudio, Assessore alla programmazione e bilancio

Per quanto riguarda i progetti speciali evidentemente noi ci riferiamo a quello che il decreto ci chiede, il decreto all'art, 15 parla di contributi speciali per realizzare i progetti delle Regioni. Sono i progetti speciali. Che poi questo non implichi una scelta su quali saranno i progetti speciali, sulla filosofia del CIPE, dell'ISPE ecc. sono argomenti che discuteremo dopo, vedremo che natura, che contenuti dare ai progetti speciali da finanziare con altri interventi, qui siamo nell'ambito ristretto di progetti speciali ammessi a contributi speciali ai fini di questo decreto. Questa limitazione consente, ma nello stesso tempo impone di chiamare così questi progetti, che sono progetti già esistenti, certo non sono nuove progettazioni in ambiti diversi.
Resta poi aperta la possibilità, e l'ho anche detto prima, di discutere la fattibilità di progetti speciali di intervento regionale in questa e in altre materie nel corso dell'elaborazione dei mesi prossimi, in concomitanza con l'approvazione del piano.



PRESIDENTE

La discussione è conclusa, si può quindi procedere alla votazione per alzata di mano dell'emendamento soppressivo e sostitutivo che costituisce in realtà la nuova stesura della delibera che viene sottoposta all'attenzione dei Consiglieri.
Chi è d'accordo alzi la mano.
La delibera è approvata con il seguente esito: Presenti e votanti n 53 favorevoli n. 51 Consiglieri contrari n. 2 Consiglieri ed è anche approvata la dichiarazione della immediata esecutività ai sensi e per gli effetti dell'art. 49 della legge 10.2.1953 n. 62.
Adesso siamo di fronte alla prosecuzione dei nostri lavori. Sono le ore 13.
Si potrebbe o votare ancora una legge, quella di cui è relatore il Consigliere Gandolfi, se occupasse solo un quarto d'ora-venti minuti dato che c'è un solo articolo da modificare, oppure interrompere i lavori adesso e riprenderli puntualmente alle ore 15, mentre alle ore 14,30 vi sarebbe una riunione dei Capigruppo con il Presidente della Giunta per esaminare la questione delle nomine che altrimenti slitterebbero troppo nel tempo.
Io propenderei per la seconda possibilità, altrimenti temo che la prima metta in discussione anche la seconda.
Vi sono obiezioni a questa procedura? Nessuna.
Il Consiglio riprende alle ore 15.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13,10)



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