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Dettaglio seduta n.90 del 24/09/91 - Legislatura n. V - Sedute dal 6 maggio 1990 al 22 aprile 1995

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto l) all'o.d.g.: "Approvazione verbali precedenti sedute", non essendovi osservazioni, i processi verbali delle adunanze consiliari del 23 e 30 aprile, del 7 e 21 maggio 1991 si intendono approvati.


Argomento: Informazione

Interpellanza n. 369 del Consigliere Zacchera inerente la L.R. n. 52/90 Interventi per l'informazione locale; interrogazione n. 740 del Consigliere Staglianò inerente il ritardato insediamento Commissione prevista dall'art. 11 L.R. 52/90 sull'informazione locale


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Interrogazioni e interpellanze" esaminiamo congiuntamente l'inter-pellanza n. 369 presentata dal Consigliere Zacchera e l'interrogazione, n. 740 presentata dal Consigliere Staglianò, alle quali risponde il Presidente della Giunta.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Le due istanze vertono in larga misura su argomento comune, riguardando l'applicazione della LR n. 52/90 sull'informazione locale; nel documento del Consigliere Staglianò riguardando la proposta di assegnazione del piano frequenze ai sensi della legge nazionale 223/90.
Pur ritenendo opportuna una risposta congiunta, è preferibile distinguere i due argomenti.
Sul piano frequenze; appena ricevuti dal Ministero, il 26 agosto scorso, i documenti tecnici, la Presidenza della Giunta ha immediatamente attivato la procedura per una lettura concreta e chiara della proposta affidata all'esame di funzionari dei settori Informazione, Pianificazione Territoriale, Urbanistica, Sanità.
Sono stati altresì consultati in data 10 e 13 settembre i responsabili della sede RAI per il Piemonte, delle associazioni F.R.T., e Terzo Polo della Stampa Subalpina.
Nelle sedute del 16 settembre la Giunta ha definito una proposta di parere, subito inoltrata alla Presidenza del Consiglio regionale che ne ha calendarizzato l'esame per il giorno 24, nei tempi per dare risposta al Ministero entro 130 giorni dalla data di ricezione.
Naturalmente nel pomeriggio, in proposito, ci sarà una comunicazione che cambierà il nostro atteggiamento, anche in relazione alla conferenza dei Presidenti delle Regioni.
Per quanto attiene la gestione della legge sull'informazione locale essa è pienamente e perfettamente operante da quest'anno in tutte le sue parti (l'unico ritardo concerne l'attuazione - difficilmente da considerare essenziale - del Premio giornalistico), ed anzi è già stata attuata sin dal 1990 per quanto concerne gli interventi previsti di collegamento tecnico tra Regione ed organi di informazione, andati a 9 giornali locali, a 9 televisioni e 22 radio private, a pochi mesi dall'entrata in vigore della legge.
A partire da quest'anno trovano attuazione le parti normative della legge riguardanti l'innovazione tecnologica e la pubblicità regionale; il 13 settembre il Presidente ha insediato anche la Commissione tecnica che la legge ha istituito con compiti di controllo e indirizzo.
Rispetto a tale Commissione, fino dal settembre dello scorso anno erano state attivate le richieste di nomina dei rappresentanti dei soggetti a ci deputati dalla legge, che fino al raggiungimento del plenum non potevano essere insediati. Nei mesi successivi sono pervenute le risposte, fatta eccezione per i rappresentanti del Comitato radiotelevisivo, organismo decaduto con l'en-trata in vigore della legge 223/90 e per il quale ad oggi questa Assemblea non è stata ancora in grado di definire con legge il nuovo assetto, peraltro solo nei giorni scorsi concordato in sede di Commissione.
Caduta l'ipotesi di attivare comunque una nomina limitata nel tempo, e peraltro sollecitata alla Presidenza dell'Assemblea, la Giunta è pervenuta alla determinazione di costituire la Commissione pur priva di due componenti.
Ciò è stato fatto con deliberazione dell'8 luglio 1991, esecutiva dal 29 luglio. Come detto, l'insediamento è già avvenuto, ed in quella sede si è ritenuto opportuno acquisire un parere (pur non espressamente richiesto dalla legge) anche sui criteri di assegnazione dei contributi per servizi tecnici relativi al 1991.
Tali criteri, da tempo predisposti dagli Uffici della Presidenza, erano in realtà già stati discussi nel corso degli incontri con i rappresentanti dell'informazione locale, (FERP, Federradio, FRT radio e tv, Terzo Polo USPI), che avevano in linea di massima concordato.
Aggiungo in proposito che, anche a seguito delle determinazioni assunte nel corso di un incontro cui abbiamo partecipato a Roma nella giornata di ieri, presenti Assessori e funzionari delle Regioni e Province autonome, la Conferenza dei Presidenti si è orientata per ciò che riguarda il parere da dare. Riprenderò l'argomento nella comunicazione che darò oggi pomeriggio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Staglianò.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Per evitare doppioni nei nostri lavori, in quanto ci sarà in merito una comunicazione della Giunta nel pomeriggio, mi concentrerò brevissimamente sull'altro punto della interpellanza urgentissima del 28 agosto scorso relativo ai ritardi nell'applicazione della legge regionale n. 52.
Inizierò, signor Presidente, con l'affermare che è davvero singolare dire come lei ha fatto - che l'unico ritardo nell'applicazione della legge è costituito dalla mancata applicazione del punto relativo al premio giornalistico. Capisco che si lavora in condizioni difficili quando si riveste un ruolo come il suo, però siamo, di fronte ad una legge regionale che è stata approvata nell'agosto 1990, difesa con successo da questa assemblea davanti alla Corte Costituzionale per cercare di dare una boccata di ossigeno a chi, con grandi sacrifici e difficoltà, cerca di produrre informazioni in questa Regione. Dopodiché trascorre un anno per l'insediamento della Commissione, che, come lei sa, signor Presidente, è essenziale per poter applicare la legge nell'erogazione delle fideiussioni nel vaglio della diffusione della pubblicità e nell'esame di tutti gli altri punti previsti dalla legge. E la stessa non si insedia...



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Lo l'ho insediata.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Lei l'ha insediata, ma non completamente. Mi fa piacere che anche la nostra interrogazione abbia contribuito a superare certe difficoltà, non certo addebitabili alle cattive volontà di questo o di quello; non si pu dire però, come lei ha sostenuto, che l'unico ritardo è causato dalla mancanza del premio giornalistico. L'unico ritardo è dovuto al fatto che ancora per un anno gli Assessorati hanno continuato ad erogare la pubblicità in maniera discrezionale e, laddove la legge era stata varata anche nel tentativo di usare parametri oggettivi per evitare qualsiasi discrezionalità eccessiva. Uso questi termini un po' eufemistici per non penalizzare alcuno.
Prendo quindi atto del recupero avvenuto in queste ultime settimane rispetto a quanto non è stato fatto in un anno, ma non posso dichiararmi soddisfatto laddove lei minimizza e riconduce il discorso su un aspetto secondario. Il premio giornalistico è certamente importante, ma è essenziale mettere le imprese editoriali in condizione di poter produrre informazioni. Altrimenti, il premio a chi lo si dà? Nell'interrogazione ho parlato di negligenza amministrativa (la voglio ridurre a questo) e lei non ha dato alcuna risposta; non vorremmo ci fosse anche cattiva volontà.
Prendiamo atto che le cose si sono riavviate su un binario più corretto. Ci auguriamo quindi che la Commissione possa operare con tempestività per dare piena applicazione alle leggi che ci siamo dati. E una buona legge, voluta da tutta l'assemblea, frutto del concorso di diverse volontà che abbiamo difeso, quindi a maggiore ragione, dobbiamo saperla applicare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Zacchera.



ZACCHERA Marco

Il collega Staglianò ha già fatto alcune considerazioni che avrei voluto fare io, quindi non mi ripeterò. Ringrazio il Presidente per la risposta data e chiedo ci venga fornito per oggi pomeriggio, poiché intendo partecipare al dibattito, l'elenco di tutti i contributi assegnati dalla Regione, dall'inizio di questa legislatura ad oggi, alle agenzie di informazione, alle emittenti locali ed alle fonti di stampa, in applicazione della legge n. 52190.
Chiedo quindi al Presidente se è possibile avere oggi pomeriggio questo elenco e questa risposta.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Non mi risulta sia stata fatta nell'interrogazione tale richiesta esplicita. Io farò una comunicazione sulle frequenze.



ZACCHERA Marco

Siccome oggi affronteremo questo problema, in risposta alla mia interrogazione che chiede perché non partano le cose, e poiché lei ha detto che l'anno scorso sono stati assegnati 40 contributi, vorrei avere l'elenco delle persone o degli enti o delle emittenti che hanno ricevuto tali contributi.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Non c'è difficoltà ad avere l'elenco, ma non oggi, glielo farò avere.
Comunque non è connesso al dibattito del pomeriggio.



ZACCHERA Marco

E' però connesso alla risposta all'interrogazione perché se non riesco a sapere in quali termini, tempi ed importi avete dato i contributi, non posso dire di essere soddisfatto.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Nell'interrogazione questa esplicita richiesta non c'è.



ZACCHERA Marco

No, ma è lei che mi ha portato su un vassoio d'argento il motivo per cui ho fatto l'interrogazione.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Non appena avremo l'elenco ve lo consegneremo.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Risposta scritta alle interrogazioni n. 508, 638, 656


PRESIDENTE

Comunico che verrà data risposta scritta, da parte dell'Assessore Bergoglio, alle seguenti interrogazioni: n. 508 del Consigliere Maggiorotti inerente l'Associazione ANFFAS Comunità La Torre di Rivarolo n. 638 dei Consiglieri Gissara e Tapparo inerente la Comunità La Torre di Rivarolo n. 656 del Consigliere Gissara inerente l'assistenza domiciliare anziani e disabili USSL 30 di Chieri.


Argomento: Caccia

Interrogazione n. 742 dei Consiglieri Staglianò, Miglio, Segre, Marino e Cucco e n. 772 del Consigliere Staglianò inerenti i campionati del mondo di caccia in provincia di Alessandria


PRESIDENTE

Esaminiamo ora congiuntamente le interrogazioni nn. 742 e 772.
Risponde ad entrambe l'Assessore Cantore.



CANTORE Daniele, Assessore alla caccia

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, rispondo anche ad un'altra interrogazione consegnatami a mano dal collega Staglianò la scorsa settimana e non ancora all'o.d.g.
In riferimento alle interrogazioni dei Consiglieri regionali Staglian Miglio, Segre, Marino e Cucco, riguardanti l'effettuazione in provincia di Alessandria, presso la zona cinofila "La Tollara", dei campionati del mondo di caccia, si osserva quanto segue: su un terreno più generale è peraltro il caso di esprimere due ordini di considerazioni; in primo luogo circa il fatto di ritenere tali manifestazioni come esercizio dell'attività venatoria: in secondo luogo circa le presunte violazioni di legge legate all'effettuazione dei campionati in questione.
Si ritiene opportuno precisare che le gare per cani da ferma in zone appositamente istituite dalla Provincia di Alessandria, in occasione del Campionato del Mondo, non possono essere considerate come esercizio dell'attività venatoria.
Infatti, le prove di lavoro, dette impropriamente "gare", sono manifestazioni cinotecniche nelle quali i "cani" che vi prendono parte devono svolgere il lavoro confacente alle attitudini della razza alla quale appartengono e hanno lo scopo di individuare e di far conoscere, attraverso il giudizio sul campo, i soggetti maggiormente idonei per l'allevamento, e di porre in evidenza le qualità naturali del cane, compresa la capacità di apprendere gli insegnamenti dell'uomo.
Il successo ottenuto dai soggetti di allevamento, in competizione internazionale, la pubblicità data alle prove dalla stampa cinegetica, il declinante esercizio venatorio, l'accresciuta disponibilità economica e di tempo libero, hanno portato ad un sempre crescente numero di appassionati nel nostro Paese, e l'Italia è certamente il Paese europeo che organizza il maggior numero di prove di lavoro. La maggior parte di esse si svolge sotto il diretto patrocinio dell'Ente Nazionale della Cinofilia Italiana (ENCI) il più importante ente cinofilo nel nostro Paese, che ha per fini statutari il miglioramento, l'incremento e la valorizzazione delle razze canine sotto il profilo zootecnico e sportivo.
Da quanto sopra detto pare di tutta evidenza come tali manifestazioni non possono essere considerate esercizio venatorio propriamente detto, n che l'effettuazione in Italia e proprio in Piemonte debba essere ritenuta un'iniziativa provocatoria.
Al riguardo, l'Amministrazione provinciale di Alessandria ha comunicato che "non vi è stato alcun intento provocatorio nell'autorizzare, nel territorio piemontese, legare di campionato dei Mondo di caccia, ma si è voluto solo cogliere l'occasione di tale manifestazione per mettere in evidenza una zona, quale quella della Tollara, che grazie alla collaborazione fra Provincia e Associazioni venatorie e cinofile, pu essere presa ad esempio per la reintroduzione di specie in via di estinzione sull'intero territorio nazionale".
La Provincia riferisce ancora che "in effetti la Tollara non è un'azienda agrofaunistica, ma una zona di addestramento, allenamento e gare per cani da ferma. Una delle poche zone esistenti in Europa che ha il pregio di dedicare quasi 2000 ettari di territorio al ripopolamento e alla reintroduzione sul territorio della Starna".
Ciò premesso è da escludere che l'autorizzazione provinciale abbia inteso consentire lo svolgimento di attività venatoria in periodo di divieto.
Risulta, inoltre, che tutte le attività inerenti le manifestazioni di cui trattasi ricadano nella previsione dell'art. 11 della legge regionale n. 60/79 e successive modifiche ed integrazioni: tale articolo è inserito nel Titolo II della Legge avente ad oggetto "La pianificazione regionale faunistica e zone speciali" e non nelle disposizioni che disciplinano l'esercizio dell'attività venatoria. In caso contrario, le attività di cui all'art. 25 "Catture e utilizzazioni a scopo scientifico", ad esempio sarebbero da considerare attività venatoria. Risulta, peraltro, che la Provincia di Alessandria ha provveduto ad autorizzare le gare di caccia pratica per cani nel rispetto delle disposizioni previste dai commi 7),8) e 9) dell'art. 11 sopraccitato. Relativamente al comma 8) ritornerò in riguardo della seconda interpellanza.
Procedendo ora ad una ulteriore osservazione circa le eventuali gravi violazioni di Legge che gli interroganti ritengono possano verificarsi in relazione allo svolgimento della manifestazione, da parte dei previsti partecipanti, cittadini stranieri compresi, si fa presente quanto segue: a) è il caso di ribadire che non trattandosi, ovviamente, di esercizio dell'attività venatoria, i partecipanti alla gara non debbono essere in possesso del tesserino regionale b) per lo stesso motivo si ritiene che nel caso non possono trovare applicazione í divieti di cui all'art. 14 della Legge n. 968/77 e dell'art.
40 della LR n. 60/79 relative al divieto d'esercizio dell'attività venatoria. Si è dell'avviso, peraltro, che solo per i soggetti autorizzati alla gara di caccia pratica per cani, su selvaggina determinata ai sensi del comma 8) dell'art. 11 della LR n. 60/79 si rende obbligatorio il possesso di regolare licenza di porto d'armi per uso di caccia e dell'assicurazione per responsabilità civile verso terzi.
Nel caso in questione, la Provincia di Alessandria ha comunicato di aver provveduto a individuare nominativamente i soggetti autorizzati a far uso dell'arma durante lo svolgimento della gara, e che gli stessi risultano tutti muniti di regolare porto d'arma e di assicurazione c) la Provincia ha comunicato inoltre che "nella giornata di venerdì non verrà effettuata alcuna gara, in quanto in tale giorno avrà luogo la presentazione ufficiale delle Nazioni partecipanti" d) in ordine, poi, ai controlli previsti per il regolare svolgimento della gara, la stessa Provincia assicura l'impegno dell'intero corpo degli Agenti di vigilanza provinciale, nonché delle Stazioni Carabinieri dei Comuni interessati i quali vigileranno affinché lo svolgimento della stessa venga effettuata nel pieno rispetto della normativa statale e regionale; e) da ultimo si ritiene opportuno richiamare il disposto dell'art. 52 della LR n. 60/79, in base al quale la vigilanza sull'applicazione delle Leggi venatorie è affidata oltreché agli agenti venatori dipendenti dalle Province "alle guardie volontarie delle associazioni venatorie e protezionistiche nazionali riconosciute, ai quali sia conferita la qualifica di guardia giurata ai termini delle norme di Pubblica Sicurezza.
Detta vigilanza è altresì affidata agli ufficiali, sottufficiali e guardie del Corpo forestale dello Stato, alle guardie addette ai Parchi nazionali e regionali, agli ufficiali agenti di polizia giudiziaria, alle guardie giurate comunali, forestali e campestri ed alle guardie private riconosciute ai termini della legge di Pubblica Sicurezza".
Questa è la risposta alla prima interpellanza.
La scorsa settimana, il Consigliere Staglianò mi ha consegnato amano una seconda interpellanza, che andava ad inficiare l'affermazione della Provincia di Alessandria (in ordine al ottavo comma dell'art. 11) relativa all'avvenuta approvazione in sede di Consulta provinciale della caccia di Alessandria dello svolgimento dei campionati mondiali di caccia pratica per cani. Personalmente, il giorno successivo. Il 18 settembre, ho inviato una lettera all'Assessorato alla caccia dell'Amministrazione provinciale di Alessandria - Assessorato alla caccia, che vi leggo: "In relazione all'interpellanza urgentissima presentata in Consiglio regionale, che per opportuna conoscenza si trasmette in copia, in merito alla deliberazione n.
1.516 del 3017/1991 con la quale codesta Amministrazione ha autorizzato lo svolgimento della tredicesima edizione dei campionati mondiali di caccia nell'alessandrino, si richiede di voler fornire puntuali elementi d'informazione al riguardo." In riscontro a questa lettera non mi è ancora arrivata alcuna risposta scritta, per quanto abbia avuto rapporti telefonici con il Presidente della Provincia e con l'Assessore alla caccia. Se in sede di avvenuta Consulta provinciale della caccia si sia discusso relativamente ai campionati di caccia, ci sono interpretazioni diverse a seconda dei membri interpellati.
Dopodiché ho chiesto di avere entro oggi l'ufficiale risposta scritta dell'Amministrazione provinciale di Alessandria per poter valutare nel merito e per aver presenti i termini e i tempi necessari per decidere al riguardo.
Mi terrò in contatto con í Consiglieri che hanno presentato l'interpellanza, in quanto a seconda della risposta, dovremo assumere quelle decisioni che, senza una formalizzazione della posizione della Provincia di Alessandria, non sono state finora possibili.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Staglianò.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Ringrazio l'Assessore Cantore per la tempestività e la serenità con cui ha risposto alle rilevanti questioni che abbiamo voluto porre all'attenzione dell'assemblea oltreché della Giunta.
Le ultime e quasi sofferte parole dell'Assessore mettono in chiarissima luce ciò di cui stiamo parlando. Non è soltanto una provocazione nei confronti del 53,4% dei cittadini piemontesi che hanno detto no alla caccia nel 1990, ma è anche una provocazione nei confronti di una volontà collettiva democraticamente espressa ed è una forzatura nei confronti delle leggi della Regione Piemonte laddove, ad esempio, si autorizza di sparare ai fagiani. Se lo Stato desse poteri effettivi alle Regioni, l'esercizio venatorio In Piemonte sarebbe cancellato, poiché la consultazione fu valida anche sotto il profilo giuridico.
L'Assessore ha citato l'art. 11 della legge regionale che consente alcune deroghe, ma soltanto per specialità relative all'abbattimento delle povere quaglie; nel nostro caso. Invece, squadre di tiratori scelti spareranno contro i fagiani da ripopolamento.
I suoi uffici, Assessore, hanno preparato una risposta molto abile: si sono soffermati a lungo su una delle due specialità su cui si svolgeranno o dovrebbero svolgersi, i campionati del mondo, quella relativa alla caccia pratica e quindi all'uso e all'addestramento dei cani e così via dimenticando di soffermarsi sulla seconda specialità, che prevede l'abbattimento dei fagiani. E' una forzatura della legge regionale, se non una piena violazione della stessa, violazione assolutamente palese relativamente a quanto prevede il ottavo comma dell'art. 11, laddove la Consulta provinciale per la caccia non è stata sentita. Vi sono testimonianze di membri della Consulta ai quali non è mai stata sottoposta la questione.
Il fatto che l'Amministrazione provinciale di Alessandria, a distanza di una settimana, non abbia risposto alle sollecitazioni della Giunta regionale - di cui ringrazio nuovamente l'Assessore Cantore - è una chiara ammissione di responsabilità. Dalla risposta che l'Assessore ha potuto darci sulla base delle informazioni dell'Amministrazione provinciale di Alessandria, parrebbe che su questi campionati del mondo ci sia un dossier "alto così". In Provincia di Alessandria non esiste nemmeno la domanda di Federcaccia, Enci e di altre associazioni per lo svolgimento di questi campionati del mondo! Questa è la realtà. Il Consigliere provinciale verde di Alessandria ha cercato di acquisire gli incartamenti, ma questi non ci sono. La Provincia di Alessandria è terra di nessuno, è zona franca per quanto riguarda l'applicazione delle leggi che questa Regione si dà.
Riusciamo ad esercitare un controllo su quanto, peraltro, gli amministratori sono tenuti a fare? Come possiamo pensare che i cittadini rispettino le nostre leggi se sono le stesse amministrazioni pubbliche a violarle per prime? Penso di interpretare anche l'opinione degli altri Gruppi che hanno firmato l'interpellanza dicendo che la Provincia di Alessandria continua a nicchiare su questo problema. I Campionati del mondo cominceranno domani che cosa farà l'Assessore Cantore per pretendere il rispetto delle leggi regionali e per evitare che la Provincia di Alessandria non racconti "balle" nelle sue deliberazioni? Sono domande precise sulle quali pretendiamo una risposta.
Questa discussione non è paragonabile a quella sviluppatasi sull'argomento "caccia sì, caccia no", sulla quale abbiamo tenuto un dibattito che spero riprenderemo in quest'aula con serenità da parte di tutti. Qui ci troviamo di fronte a violazioni palesi della legge. Per piacere a chi? Non voglio andare oltre, Assessore, perché penso che la gravità della vicenda sia già sufficientemente delineata. Spero che la Giunta regionale nella sua piena autorevolezza, voglia intervenire oggi stesso per impedire l'avvio della manifestazione, previsto per domani e che dovrebbe prolungarsi fino al 30 settembre, perché quello che prescrivono le leggi in ordine a tale materia non è stato minimamente rispettato.
Questo è un impegno che le chiediamo, signor Assessore, sperando che lei voglia corrispondere con la sollecitudine di cui ha dato prova rispondendo alle interrogazioni, anche l'ultima che le ho consegnato a mano la settimana scorsa.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GROSSO



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cantore.



CANTORE Daniele, Assessore alla caccia

Ribadisco l'impegno; entro la giornata, ad assumere determinazioni di fronte ad atti certi che devono pervenirmi dalla Provincia di Alessandria.
Sono consapevole anch'io del fatto che non si può andare avanti nel fare richieste alla Provincia di Alessandria senza ricevere risposte, con un atteggiamento poco chiaro da parte della stessa.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Risponderanno dopo i Campionati.



CANTORE Daniele, Assessore alla caccia

Questo non corrisponderà certamente alle nostre determinazioni.
Ho chiesto alla Provincia di Alessandria di avere entro oggi un documento relativo all'iter burocratico-amministrativo, rispettoso delle leggi, che ha permesso questo Campionato del mondo. Quindi, nella giornata di oggi penso di essere in grado di comunicare ai colleghi qual è la risposta della Provincia di Alessandria.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Majorino; ne ha facoltà.



MAJORINO Gaetano

Faccio presente che fino a questo momento non è stato seguito un ordine rigoroso delle inter-rogazioni e interpellanze, ma tutto è avvenuto a seconda della presenza in aula dell'Assessore e degli interroganti o interpellanti. Questo va benissimo, nella scorsa seduta però, su nostra richiesta, si era deciso, con l'avallo del Presidente del Consiglio, che si sarebbero discusse le 15 interpellanze presentate dal sottoscritto e dal collega Zacchera sugli amministratori straordinari delle UU.SS.SS.LL.
Capisco che in base agli accordi si era stabilito di dedicare alle interrogazioni e interpellanze un'ora e che l'ora sta per essere consumata (anche perché la seduta è iniziata in ritardo a causa della solita mancan za del numero legale), però chiedo che almeno ad una delle 15 interrogazioni si risponda oggi. Per le altre l'Assessore potrà assumere l'impegno di rispondere nella prossima seduta. Insisto pero sulla discussione della prima interpellanza.



PRESIDENTE

Consigliere Majorino, prendo atto della sua richiesta. Dato che su questo argomento ci sono anche delle interrogazioni del PDS, verifichiamo se è possibile affrontare complessivamente il discorso.
Passerei, quindi, ad altra interrogazione, nell'attesa di chiarire la disponibilità della Giunta su questa discussione.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione n. 178 dei Consiglieri Majorino e Zacchera inerente la FN Fabbricazioni Nucleari SpA di Bosco Marengo


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione n. 178 presentata dai Consiglieri Majorino e Zacchera, cui risponde l'Assessore Cerchio.



CERCHIO Giuseppe, Assessore al lavoro

Rispondo brevemente a questa interrogazione, facendo presente che nelle due sedute precedenti la pausa feriale del Consiglio regionale c'era un'altra serie di interrogazioni legate ai problemi occupazionali piemontesi relativi ad aziende che sono oggetto in questo periodo di attenzione da parte del Consiglio regionale e delle parti sociali, compresa la Wamar. A quelle interrogazioni non ho potuto rispondere, ma non per la mia assenza.
Lo dico per evidenziare che anche altre interrogazioni hanno rilevanza soprattutto in questo periodo di difficoltà congiunturali e strutturali.
I Consiglieri Majorino e Zacchera chiedono se siamo a conoscenza della situazione legata alla vicenda delle Fabbricazioni Nucleari, azienda operante nell'Alessandrino. La Giunta ne è a conoscenza, tanto è vero che nella passata legislatura, nel momento in cui si ponevano problemi circa il mantenimento di unità produttive dello stabilimento delle Fabbricazioni Nucleari di Bosco Marengo, la possibilità di chiusura dello stabilimento stesso e l'azzeramento delle unità produttive, ha contattato i soggetti interessati per un passaggio di sostanziale proprietà dalle Fabbricazioni Nucleari di Bosco Marengo, quindi dall'Agip, all'Enea che ne ha di fatto nella stragrande maggioranza, acquisito la titolarità.
Ricordo che nelle riunioni presso l'Enea, a Roma, risultò difficile questo passaggio perché l'unità produttiva, che si trovava ovviamente senza commesse sul piano del nucleare, potesse mantenere la possibilità di diversificare, senza azzerare i dipendenti della fabbrica, in una zona che già non brillava in fatto di occupazione.
Il passaggio dalla titolarità Ball Agip all'Enea, ha visto l'organico delle Fabbricazioni Nucleari, fin dall'agosto del 1989, mantenere intatta la propria consistenza (143 dipendenti); dal primo gennaio 1990, infatti, i lavoratori non sono più in Cassa integrazione e guadagni straordinaria. Si tratta di passaggi lenti, graduali, ma necessari per il consolidamento di una situazione che presenta non poche difficoltà; passaggi che hanno visto la caduta, ma anche la ripresa dell'attività, il consolidamento dei dipendenti e la non più presenza della Cassa integrazione. Inoltre, dal primo gennaio 1990, i lavoratori fanno fronte ad un contratto di ricerca applicata a vari settori produttivi di servizio e frequentano un difficile lungo e complesso corso di riqualificazione ed aggiornamento.
Il personale di Bosco Marengo, dall'agosto 1989, dipende dall'Enea (il quale possiede il 90% delle azioni delle Fabbricazioni Nucleari) e da altri soggetti che detengono quote molto ridotte (FIAT il 3%, Agip il 6%, Ansaldo 1%). E' da notare che l'organizzazione progettuale della fabbrica che risiedeva a Milano è passata per intero all'Eni e viene utilizzata in vari settori di attività per non dover perdere quell'importante patrimonio di conoscenze e di esperienze e di professionalità che esiste all'interno dei dipendenti delle Fabbricazioni Nucleari.
E' programmata per il l'ottobre un'ulteriore verifica da parte della Regione con la struttura dell'ENEA per capire la tempistica del corso di qualificazione e di aggiornamento e per conoscere quello che produrrà in termini di ricaduta sul territorio per quest'anno.
Sarà mia cura aggiornare i Consiglieri interroganti sugli sviluppi successivi al corso circa la collocazione produttiva e l'utilizzo dei dipendenti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Zacchera.



ZACCHERA Marco

Mi dichiaro soddisfatto però faccio presente che l'Assessore non ha capito il perché della nostra interrogazione. Qui non si tratta solo di difendere i livelli occupazionali, ma assistiamo all'effetto contrario. I dipendenti non hanno niente da fare: il difficile, lungo e complicato corso di aggiornamento sostanzialmente non rappresenta nulla.
I dipendenti dopo essere entrati in fabbrica, aspettano soltanto che passino in fretta le otto ore, in quanto sono del tutto inutilizzati: tanto li paga il pubblico, e l'ENEA, cioè tutti noi.
Questa è un'assurdità: una fabbrica è stata messa in condizione di non lavorare e molti dipendenti oggi non hanno nulla da fare, e tantissimi dirigenti hanno da fare ancora meno degli operai. Mi chiedo se anche loro stanno facendo il "lungo, difficile ed impegnativo" corso di aggiornamento.
I dirigenti, mi risulta siano in misura incredibile rispetto alle decine di dipendenti. Se normalmente la proporzione può essere di qualche decina di dipendenti normali per un dirigente, qui, invece, assistiamo ad una caterva di dirigenti rispetto agli impiegati. Quindi la nostra interrogazione era anche una denuncia della preoccupazione di chi si lamenta, di non avere da lavorare.
Questo è singolare, soprattutto perché leggiamo di tantissimi enti pubblici che non hanno organici per poter far fronte alle normali funzioni e abbiamo dei dipendenti parapubblici non Impiegati. E anche scandaloso perché il costo è di decine di miliardi che ogni anno vanno a questa impresa per produrre assolutamente nulla. E ricordiamoci che oggi parlare di fabbricazione nucleare significa studiare l'applicazione dell'energia nucleare, ma questo discorso è stato demagogicamente bloccato.
Propongo all'Assessore Cerchio di trovare una soluzione, mantenendoli a spese dell'ENEA, ma utilizzandoli per esempio per la difesa del suolo, come dattilografi, come stradini. Si faccia qualcosa perché cambi questa situazione assurda.


Argomento: Sanita': argomenti non sopra specificati

Interpellanze nn. 682, 683, 684, 685, 686, 687, 688, 689, 690, 691, 692 693, 694, 695 e 696 presentate dei Consiglieri Majorino e Zacchera, e interpellanza n. 634 del Gruppo PDS Inerenti: "Decreti di individuazione degli Amministratori straordinari delle UU.SS.SS.LL."


PRESIDENTE

Passiamo all'esame delle interpellanze sulle nomine degli amministratori straordinari dalla n. 682 alla n. 696.
La parola al Consigliere Majorino per l'illustrazione.



MAJORINO Gaetano

Signor Presidente, Assessore le nostre interpellanze partono dalla considerazione che 1 63 decreti di nomina degli amministratori straordinari, i decreti o provvedimenti di Giunta che li hanno preceduti, e i 15 provvedimenti oggetto delle 15 interpellanze si caratterizzano per la mancanza assoluta di motivazioni. E qui c'è già un primo rilevante vizio che si annida in questi provvedimenti perché la recente legge n. 241/90 prevede espressamente che tutti i provvedimenti amministrativi devono essere motivati, sia pure sommariamente e concisamente, onde si spieghi verso l'esterno quali sono le ragioni che hanno indotto l'amministrazione a prendere un determinato provvedimento.
Quindi era necessario, in particolare in queste deliberazioni di Giunta che sceglievano nella rosa dei candidati proposti dal Comitato dei garanti l'amministratore straordinario, indicare sia pure sinteticamente le ragioni della scelta.
Le ragioni non sono invece contenute nel provvedimento; sarebbe sufficiente leggerne uno per notare come siano stati emanati provvedimenti si potrebbe dire a timbro o in fotocopia, perché sono tutti perfettamente identici salvo il nome dell'amministratore sul quale è caduta la scelta.
La cosiddetta motivazione, che è solo apparente, consiste in quell'inciso secondo il quale date le caratteristiche della USSL in concreto sulla quale si prende il provvedimento viene prescelto il candidato XY. Qualora gli esclusi dalla nomina, quei soggetti che erano stati proposti dal Comitato dei garanti, avessero impugnato al TAR i provvedimenti, tutte le UU.SS.SS.LL. sarebbero decapitate dei rispettivi amministratori.
La motivazione della scelta di un determinato candidato ci deve essere fornita oggi perché l'art. 90 del Regolamento del Consiglio in materia di interpellanze recita testualmente che l'interpellanza ha lo scopo fra l'altro "...o, comunque, sollecitare spiegazioni circa specifici atti amministrativi" Sono appunto le spiegazioni che chiediamo oggi e che confidiamo di avere sperando che non sia una pia illusione.
Tra le 15 interpellanze ce ne sono 2 in particolare che riguardano le UU.SS.SS.LL. di Torino 5 e di Settimo Torinese 28.
In queste due UU.SS.SS.LL. è stato scelto un amministratore che non faceva parte delle terne, cosa consentita a condizione che sussistano i requisiti di legge. La legge prevede espressamente che si possano scegliere anche degli amministratori al di fuori delle terne, ma solo con una particolare ed oggettiva motivazione. Infatti nella legge si dice testualmente: "La Giunta regionale delibera la nomina con provvedimento motivato, scegliendo nell'ambito dei predetto elenco".
Inoltre precisa che, nel caso in cui per indisponibilità dei soggetti indicati nella terna o per altri motivi oggettivi non sia possibile effettuare la scelta dell'amministratore straordinario nell'ambito della designazione, si deve provvedere con provvedimento motivato, quindi con un provvedimento rafforzato.
Nei due provvedimenti relativi alle UU.SS.SS.LL. 28 e 5 non si è scelto nell'ambito della tema e non c'è la motivazione rafforzata richiesta dalla legge. E' vero che in entrambi si dice, rapidissimamente, "tenuto conto degli aspiranti al ruolo di amministratore straordinario", formula di stile che compare in tutti i provvedimenti, come dicevo, tutte a guisa di fotocopia, "compresi nell'elenco regionale, della indisponibilità manifestata da un designato...." La legge, come condizione per consentire legittimamente la scelta di un amministratore straordinario al di fuori della terna, prevede che tutti i designati si dichiarino indisponibili.
Quindi questi due provvedimenti sono stati presi con estrema disinvoltura come peraltro tutti gli altri, per le ragioni che ho già accennato della assoluta mancanza di motivazione e della mancanza totale di indicazione dei criteri della scelta.
Entrando nel merito delle 15 interpellanze presentate, mi soffermerò su alcune di queste scelte. Per esempio, nella USSL 60 venne designato amministratore straordinario un soggetto che ha nel suo curriculum vitae l'essere stato; Capo di Gabinetto del Sindaco di Cuneo (salvo errore), per parecchi anni a decorrere dal 1972. In questo caso non si capisce quali siano i poteri direzionali decisori previamente esercitati tali da renderlo idoneo; non mi si venga a dire che fa parte dell'elenco predisposto dall'apposito Comitato, perché questa risposta sarebbe fuori luogo ed insoddisfacente.
La Giunta regionale, allorquando ha formulato le sue scelte con le deliberazioni da noi contestate, non poteva limitarsi a svolgere una funzione notarile e dire implicitamente, come è stato detto sempre senza motivazione, che i candidati indicati nelle terne avevano la competenza, la capacità, la professionalità e avevano, in una parola, i requisiti richiesti dalla legge. Avrebbe dovuto essere formulato, come dicevo, un giudizio tecnico, comparativo fra tutti i soggetti indicati nelle terne, e si sarebbe dovuto verificare immediatamente, dopo il ragionamento fatto ai fini della individuazione, se quel determinato soggetto prescelto avesse i requisiti.
Mi sono soffermato, a campione, su queste tre UU.SS.SS.LL., due delle quali hanno avuto una scelta di amministratore straordinario in violazione manifesta di legge e l'altra ha avuto la nomina di un amministratore straordinario che non aveva di sicuro i requisiti richiesti dalla legge quindi male ha fatto la Giunta a sceglierlo.
A questo punto mi fermo, attendo su tutte e 15 le interpellanze la risposta dell'Assessore e attendo soprattutto, perché questo è il fine dell'interpellanza, di conoscere i motivi della scelta, quei motivi che nel singoli provvedimenti, nei 63 provvedimenti e in particolare nei 15 da noi contestati, hanno costituito e costituiscono tuttora un oggetto misterioso non esternato all'esterno.



PRESIDENTE

Qualche Consigliere desidera intervenire? La parola al Consigliere Zacchera.



ZACCHERA Marco

Intervengo per motivi procedurali. Chiedo formalmente che l'Assessore risponda alle nostre interrogazioni non in un unico "fritto misto"ma ad una ad una, perché su ciascuna intendo esercitare il mio diritto di parlare spiegando, nei cinque minuti consentiti dal Regolamento, il motivo di quella scelta.
Mi permetto di chiedere alla cortesia dei colleghi di fare un po' di attenzione; tutti possiamo essere distratti e tante volte lo sono anch'io.
Noi però abbiamo affidato a queste persone 7 mila miliardi del nostro bilancio. Su numerose di queste persone "fisiche" (quindi non casi campati per aria) abbiamo delle remore di carattere personale, nel senso che mi riferisco a nomi e a cognomi, e quindi chiediamo che su ciascuna di esse si apra un brevissimo dibattito regolamentare e che l'Assessore risponda del perché della scelta, una per una.



PRESIDENTE

Scusi, Consigliere Zacchera, avevo proposto di discuterle insieme e al momento della proposta nessuno aveva mosso obiezioni.



ZACCHERA Marco

No, ha detto che metteva in discussione la prima, scusi.



PRESIDENTE

Dal verbale risulta che io ho detto "mettiamo in discussione le interpellanze dei Consiglieri Majorino e Zacchera dal n. 682 al n. 696".
Adesso darei la parola al Consigliere Bortolin per illustrare l'interpellanza presentata dal Gruppo PDS. Darei poi la parola all'Assessore Maccari. Vediamo come imposterà la risposta, cercheremo comunque di trovare il modo per non proseguire fino a questo pomeriggio con questa discussione. L'Assessore mi fa presente che il Gruppo PDS ha presentato anche l'interpellanza n. 710 sull'argomento, ma che su quello non è pronto a rispondere.
La parola al Consigliere Bortolin.



BORTOLIN Silvana

Questo mi dispiace molto, perché per la delicatezza e l'importanza dell'argomento posto con l'interpellanza n. 710, sentivamo la necessità, a due mesi dalla presentazione di questa interpellanza, che abbiamo definito urgente, di avere delle informazioni.
Se l'Assessore non può o non vuole rispondere all'interrogazione n.
710, mi limiterò ad illustrare l'interpellanza presentata il 27 giugno.
Condivido la sollecitazione fatta dagli altri Consiglieri sull'importanza e la delicatezza degli argomenti che noi vogliamo sottoporre ancora una volta all'attenzione del Consiglio regionale: delicatezza e importanza che avevamo sottolineato ancor prima della nomina degli amministratori straordinari, richiedendo, con un ordine del giorno oltre che di conoscere i criteri che informavano il Presidente e la Giunta nella scelta degli amministratori, anche una informazione puntuale su come a livello di USSL avviene la gestione della sanità e dell'assistenza settori molto delicati inerenti alle condizioni di vita e alla tutela della salute dei cittadini che vivono nella nostra Regione.
Con questa interpellanza abbiamo voluto sottoporre tre problemi non solo all'Assessore alla sanità, ma anche al Presidente della Giunta regionale, oltre che ai colleghi Consiglieri.
Il primo riguarda la nomina dell'amministratore straordinario nell'USSL n. 50 di Gattinara. Ricordiamo ancora una volta quali erano i principi informatori della legge del Ministro De Lorenzo, voluta da quel Ministro approvata dal Governo e dal Parlamento: rendere davvero trasparente e chiara la gestione della sanità e sottrarre alla gestione partitica quindi alla lottizzazione dei partiti, la gestione della sanità, quindi nominare degli amministratori straordinari che rispondano anche a questi requisiti oltre che agli altri richiamati nella legge che sono a nostra conoscenza.
Nella USSL di Gattinara si è andato a scegliere come amministratore straordinario un personaggio che ha una responsabilità diretta, come socio di maggioranza, in una clinica privata non di poco rilievo per quella USSL.
clinica privata oltretutto convenzionata con la stessa USSL n. 50 di Gattinara. Inoltre questo personaggio risultava, al momento della nomina non so attualmente, essere presidente del collegio dei sindaci di una cooperativa operante nella provincia di Vercelli, che aveva appalti per servizi alla USSL n. 50.
Vogliamo conoscere quali criteri hanno aspirato la nomina di questo amministratore e come, rispetto agli obiettivi previsti dalla legge che ci siamo proposti di attuare, possono convivere personaggi con tali responsabilità con una gestione chiara, trasparente e corretta della sanità.
Per la USSL n. 45 di Vercelli - è il secondo caso che abbiamo voluto sottoporre al Presidente Brizio e all'Assessore Maccari, oltrech all'intera Giunta regionale - la persona prescelta era al momento della nomina segretario politico di un partito che fa parte della maggioranza non soltanto nel Comune di Vercelli, ma anche nella Provincia di Vercelli e in altri organismi istituzionali. Questa persona aveva inoltre la responsabilità di presidente dell'area industriale attrezzata di Vercelli e di presidente di un'azienda municipalizzata che gestisce servizi primari per il Comune di Vercelli. Non abbiamo sottratto nulla al governo dei partiti con questa nomina, ma credo questa sia la questione più grave che vogliamo sottoporre all'attenzione della Giunta. Questo personaggio - lo abbiamo sottolineato nella nostra interpellanza - dovette dimettersi nella primavera del 1983, quindi in anni non lontanissimi, dal Comitato di Gestione della sanità, perché furono riscontrate irregolarità in circa 30 deliberazioni di assegnazione di lavori con gare di appalto. Quindi c'è una questione di integrità morale e anche di capacità dirigenziale che gli amministratori straordinari dovevano dimostrare attraverso il curriculum con le attività svolte. Ho voluto sottolineare l'aspetto politico; né c'è stata la sensibilità di chiedere le dimissioni nel momento della presentazione del curriculum per una responsabilità politica di così alto livello né sono state vagliate la capacità dirigenziale e la moralità del personaggio in questione.
L'ultimo problema che abbiamo posto riguarda la USSL n. 36 di Susa.
Nonostante nella terna fossero indicate persone con la qualifica richiesta dalla legge, risulta nominato un amministratore straordinario che non ha svolto ruoli direzionali a livello apicale, se non con mansioni superiori di fatto, ma non come titolare di un posto di ruolo nell'ente locale di cui era ed è tuttora dipendente. Lo stato di lavoro è certificato da una dichiarazione del presidente dell'istituzione richiamata, quindi non è certamente contestabile. Sottolineiamo il fatto che questa scelta è avvenuta nonostante che il Comitato dei garanti non avesse Indicato un solo nominativo e che altre persone con i requisiti di legge richiesti fossero disponibili ad assumere la responsabilità di amministratore straordinario.
Sarebbe davvero interessante sentire le argomentazioni e le motivazioni che hanno portato a compiere queste scelte, perché pare a noi tutt'oggi necessario e indispensabile garantire e consentire una gestione serena e corretta della sanità in Piemonte. E' estremamente importante e urgente conoscere queste motivazioni perché, se sono stati compiuti errori o se la scelta è stata compiuta senza vagliare fino in fondo gli elementi a conoscenza, oltre a quelli che abbiamo portato noi, e non dubitiamo fossero già a conoscenza della Giunta regionale, possono essere presi tutt'oggi provvedimenti che modifichino le scelte compiute in allora, restituendo dignità al ruolo dell'amministratore straordinario.
Ripeto in conclusione che ci spiace molto non avere risposte anche all'interpellanza n. 710 presentata nel luglio di quest'anno che presenta un caso ancor più grave. Chiediamo al Presidente della Giunta e all'Assessore di voler con sollecitudine nei prossimi Consigli affrontare anche questa questione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Maccari.



MACCARI Eugenio, Assessore alla sanità

Rispondo alle quindici interpellanze congiuntamente.
In riferimento alle interpellanze in oggetto, si ritiene opportuno formulare alcune considerazioni preliminari.
La complessa procedura introdotta dal DL 6.2.1991 n. 35, convertito in Legge dalla legge 4.4.1991 n. 111, prevedeva una serie di adempimenti alcuni dei quali di contenuto vincolato, che si possono così riassumere: 1) Formazione dell'elenco degli aspiranti al ruolo di amministratore straordinario, a cura del Presidente della Giunta regionale, sulla base della verifica dei requisiti posseduti dagli aspiranti effettuata da una Commissione regionale di esperti estranei all'Amministrazione.
Giova in proposito far presente che l'attività di verifica della Commissione si è basata non tanto sui "curricula" presentati dagli aspiranti, quanto (come peraltro richiesto dalla legge e dall'avviso pubblico) sulla documentazione prodotta dagli stessi per comprovare il possesso dei requisiti richiesti dalla legge.
Tali requisiti consistevano nel possesso del diploma di Laurea e di esperienza almeno quinquennale di qualificate attività professionali di direzione tecnica o amministrativa di enti o strutture pubbliche o società pubbliche o private di media e grande dimensione.
La legge non richiedeva pertanto né il possesso di una Laurea specifica né tanto meno una esperienza in gestione di bilanci, investimenti, politica di acquisti e del personale con particolare riguardo alla materia sanitaria.
Come ha ancora recentemente ricordato il Ministro della Sanità, il DL n. 35/91 non intendeva affatto Introdurre nell'attuale assetto istituzionale del Servizio Sanitario Nazionale la figura del "manager" sanitario, ma più semplicemente consentire, attraverso la individuazione di un unico soggetto responsabile della gestione e una maggiore corresponsabilizzazione delle Regioni, un graduale passaggio dal precedente sistema al futuro assetto delineato nel progetto di riforma, impostato su una conduzione "aziendalistica" della sanità.
I requisiti richiesti sono stati ritenuti dal nostro legislatore tali da garantire questa gradualità.
La Commissione di esperti, sulla base del dettato normativo e dei parametri interpretativi forniti con circolare dal Ministro della Sanità ha esaminato la documentazione prodotta dai candidati ed ha rimesso al Presidente della Giunta, per la conseguente approvazione, l'elenco di coloro che sono stati ritenuti in possesso dei requisiti.
2) Designazione da parte dei Comitati di Garanti delle singole UU.SS.SS.LL. di almeno una terna di nominativi individuati all'interno dell'elenco di cui al punto precedente.
A tutte le UU.SS.SS.LL. è stata consegnata il giorno 17.5.1991, una copia del DPGR di approvazione dell'elenco, unitamente ai "curricula" di tutti gli aspiranti in esso inseriti.
Va ancora ricordato che il "curriculum" non era stato richiesto per documentare il possesso dei requisiti, ma per descrivere il percorso formativo e aziendale (inteso in senso lato) dei candidati: in esso quindi possono essere ricomprese attività che non sono state rilevanti per l'inserimento nell'elenco ovvero sommariamente indicate esperienze determinanti per tale inserimento, ma comprovate a parte con specifica e qualificata documentazione.
Ai Comitati di Garanti la Legge non richiedeva di motivare la propria decisione, che si presume sia stata presa tenendo conto delle realtà locali che i garanti stessi sono stati chiamati a rappresentare. 3) Individuazione dell'Amministratore straordinario delle UU.SS.SS.LL a cura della Giunta regionale. Si evidenzia in proposito come la legge richiedesse il provvedimento motivato da parte della Giunta regionale solo nelle ipotesi in cui, per indisponibilità dei soggetti indicati nella terna o per altri motivi oggettivi, non fosse possibile effettuare la scelta dell'amministratore straordinario nell'ambito della designazione del Comitato di Garanti Nelle altre ipotesi è stata applicata la normale procedura di nomina resa attraverso una votazione espressa a scrutinio segreto, né più né meno di quanto avviene perle nomine effettuate dal Consiglio regionale. Per le sole eccezioni previste dalla legge la scelta è stata fatta, con provvedimento motivato, all'interno dell'elenco degli aspiranti.
Tale procedura, seguita da tutte le altre Regioni, è stata ritenuta dalla Commissione di Controllo conforme al dettato normativo.
4) Nomina da parte del Presidente della Giunta regionale, con provvedimento dal contenuto vincolato per espressa disposizione di legge.
Si ritiene che quanto sopraesposto costituisca esauriente risposta alle interpellanze in oggetto, facendo soltanto rilevare come una eventuale precedente esperienza in organi di gestione di UU.SS.SS.LL. non possa considerarsi elemento negativo per soggetti in possesso dei requisiti richiesti dalla legge per ricoprire la carica di Amministratore straordinario.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Zacchera.



ZACCHERA Marco

Preannuncio che intendo illustrare tutte le interpellanze che lei Presidente, gentilmente porrà in discussione una dopo l'altra. Inizierò con l'interpellanza n. 682 che fa riferimento all'USSL n. 61, dedicando alcuni secondi alla prima risposta dell'Assessore che giudico provocatoria vergognosa e che, secondo me, offende la dignità di questo Consiglio.
Rispondere in questo modo significa prendere in giro questo consesso perché sappiamo benissimo che i partiti politici hanno affossato anche la miniriforma della sanità, facendo di tutto affinché chiunque potesse diventare, purché laureato, amministratore straordinario di una USSL.
mentre invece soltanto la potenza e la volontà delle Segreterie dei partiti è arrivata a determinate scelte di cui l'Assessore si rifiuta anche oggi di riferirci i perché.
Termino questa parte introduttiva sottolineando: 1) non è vero che la Commissione costituita qui dentro fosse estranea all'amministrazione, come ci ha riferito l'Assessore Maccari, perché i tre componenti restati dei cinque iniziali erano tutti e tre direttamente collegati a partiti politici, espressione della maggioranza consiliare ed espressione della stessa Giunta. Quindi non era estranea all'amministrazione, come sostiene la legge 2) l'Assessore offende la nostra dignità di Consiglieri regionali quando sostiene che i garanti conoscevano le realtà locali: certo erano a conoscenza delle realtà della lottizzazione partitica delle realtà locali e dove non si è arrivati a sistemare tutto con le indicazioni dei garanti ci ha pensato la Giunta. C'è stato anche detto che è stato applicato lo scrutinio segreto dei voti. Faccio presente che nessuna delle deliberazioni in fotocopia riportava il risultato di una votazione. Si potrebbe anche presupporre che non tutti fossero stati unanimi a tali nomine.
Noto che queste interpellanze sono state fra l'altro iscritte in un ordine molto strano e anziché in ordine progressivo sono in ordine decrescente.
Faccio presente che con il collega Majorino siamo giunti ad esaminare l'USSL n. 61 e non fino alla n. 74, semplicemente perché, per motivi fisici, non ci è stato possibile ulteriormente controllare tutti i curricula. Abbiamo perso alcune "perle". A questo punto non presenterò più interrogazioni.
Per esempio, il candidato eletto all'USSL n. 74 termina il suo curriculum con la seguente frase: "Alla cerimonia inaugurale di un ospedale, che il candidato dice di aver fatto lui), un alto Ministro della Repubblica sintetizzava: °Siamo qui non per apporre una prima pietra, ma per un'opera, finita, realizzata in tempi ridotti, funzionale e contenuta nei costi E' una risposta di efficacia ed efficienza. Merito e vanto agli amministratori locali e regionali".
Questi sono i curricula e le referenze! Non sono cose che ho aggiunto io, è quanto il candidato eletto ha scritto nel proprio curriculum e lo potete leggere a pag. 37 del Bollettino del 3 luglio 1991. Questo è per dirvi come sono state scelte le persone.
Passo ora all'interpellanza n. 682 relativa all'USSL n. 61 che, per il suo contenuto, può essere ricollegata ad altre interpellanze. La spartizione non è riuscita ad essere ottimale in quanto non si è riusciti a sistemare tutti. Per alcune UU.SS.SS.LL., come per la n. 61, si è deciso allora di non spostare nulla per evitare ripercussioni incontrollabili all'interno delle province delle UU.SS.SS.LL. di competenza.
Per cui, come amministratore straordinario dell'USSL n. 61 è stato nominato il Presidente uscente. La Circolare Ministeriale dell'8 aprile 1991 CSN porta ad escludere la valutabilità di attività quali, ad esempio quelle svolte come Presidente o come componente del Comitato digestione.
E evidente che, se si vuole fare una legge di riforma non si nomina la stessa persona altrimenti si pongono due problemi: o tutti i presidenti erano buoni e allora sarebbero dovuti rimanere, o nessuno era buono. Se qualcuno era buono e l'altro no, bisognerebbe allora almeno anche indicarne i motivi.
In realtà, nel caso specifico dell'USSL n. 61, nulla ci viene a spiegare perché per il dott. Sergio Cravero debba essere applicabile la normativa e per gli altri no.
Chiedo quindi perché la Giunta abbia ritenuto di nominare proprio nell'USSL n. 61 il Presidente uscente della stessa USSL.



PRESIDENTE

Pongo una questione procedurale, poiché ero assente e presiedeva la seduta il Vicepresidente Grosso. Mi risulta che il Vicepresidente abbia dato la parola all'Assessore Maccari, il quale ha fornito una risposta che ha illustrato l'insieme delle sue posizioni, sia in ordine alle interrogazioni sia in ordine alle interpellanze.
Poiché non è stato eccepito prima nulla...



(Interruzione del Consigliere Zacchera)



PRESIDENTE

Consigliere Zacchera, non mi interrompa. Sto riprendendo la discussione in termini estremamente civili. Perché lei deve offendere? Ma chi la imbroglia? Sto riepilogando una situazione. Me lo consente visto che questo è il mio compito? Il Vicepresidente mi dice che ha dato la parola all'Assessore Maccari sull'insieme delle risposte alle interrogazioni ed interpellanze così come sono state presentate, dal n. 682 al n. 696. L'Assessore Maccari conferma che la sua risposta riguardava l'insieme dei documenti.
A questo punto, mentre rientravo in aula, lei, Consigliere Zacchera, mi sembra stesse dicendo che vuole illustrare nuovamente le interpellanze, una per una. E' cosi?



ZACCHERA Marco

Non sono io a chiederlo. Sono i cittadini che lo chiedono. Chiedo semplicemente una risposta ad personam...



PRESIDENTE

Mi rivolgo allora al Consigliere Majorino perché nella riunione dei Capigruppo; quando abbiamo definito l'ordine dei lavori, abbiamo stabilito che avremmo discusso le interrogazioni per un'ora, fino alle 11,15 circa.
Sono le 11,45 e, se avviamo la discussione delle interpellanze una per una facciamo saltare totalmente l'ordine dei lavori. Qualora accogliessimo la richiesta di discutere le interpellanze una per una, impiegheremmo almeno due ore. Direi, piuttosto, di rimandare tutto il pacchetto alla prossima volta. La Giunta dice che non risponde singolarmente, ma all'insieme delle interrogazioni ed interpellanze.
Chiede la parola il Consigliere Majorino. Ne ha facoltà.



MAJORINO Gaetano

Riepilogo anch'io la situazione.
La Giunta ha ritenuto di dare una risposta che è del tutto insoddisfacente per le ragioni già enunciate dal Consigliere Zacchera e per quelle che verranno enunciate.
Prima di questa unica risposta mi ero avvalso della facoltà di illustrarle nel complesso, salvo soffermarmi a campione su tre interpellanze. Le avevo illustrate nel complesso perché avevano un preambolo comune e mi pare di aver capito dalle sue parole, signor Presidente, che ci compete il diritto, in base al Regolamento, di replicare per ciascuna interpellanza. Se però la risposta è unica questo non pu avvenire.
Su un'interpellanza ha già risposto il collega Zacchera: le chiedo allora di concederci dieci minuti per discutere altre due interpellanze, in modo che la prossima volta ne resteranno dodici.



PRESIDENTE

Se volete replicare, d'accordo. La Giunta ha già fatto la sua parte.



MAJORINO Gaetano

In sede di replica si è fatto riferimento ad una 15 interpellanze. Le chiediamo, prima di passare ad altro argomento all'o.d.g., di poter replicare ad una seconda e terza interpellanza, con l'affidamento che si possa replicare alle altre 12 in apertura della prossima seduta.



PRESIDENTE

La ringrazio per le precisazioni che si rifanno alla decisione presa in seduta di Capigruppo.
Mi sembra opportuno, pero, non tanto per l'economia della discussione quanto per la completezza e l'esaurimento di tutta la materia, concedere anziché un quarto d'ora, venti o venticinque minuti per una replica complessiva. Mi sembra più serio per l'importanza dell'argomento e per non frazionarlo nuovamente, anche perché le argomentazioni si avvicinano una all'altra.
La parola al Consigliere Zacchera per la replica.



ZACCHERA Marco

Mi scuso per essermi lasciato trascinare. Mi chiedo pero perché la Giunta non debba ammettere che ha fatto delle pure e semplici lottizzazioni perché ne era obbligata.
Chiedo e, anzi, in termini sportivi "sfido" l'Assessore a rispondere alle interpellanze per le quali mancano le risposte, per esempio, a quella inerente l'USSL n. 54 di Borgomanero, dove la carica di Senatore della Repubblica del mio amico-nemico Senatore Masciadri è, secondo me, del tutto incompatibile con quella di amministratore straordinario dell'USSL. Non è arrivata questa risposta e non è nemmeno all'o.d.g. Voglia l'Assessore metterla cortesemente in discussione la prossima seduta. Inoltre, in merito all'USSL n. 60, il curriculum vitae del candidato eletto è il seguente: "Possesso di Diploma di Laurea in Scienze politiche, indirizzo politico sociale, conseguito cm il punteggio di 100/110 all'Università degli Studi di Torino; dipendente del Comune di Cuneo cm l'incarico di Capo di Gabinetto dei Sindaco dal 5/6/72; riveste la carica di Dirigente settore amministrativo".
In questo caso, è stato tenuto conto che il candidato è laureato, non ci risulta però che da parte della Commissione siano stati valutati gli altri elementi richiesti dalla legge, che quindi è stata violata. Dov'è la dirigenza apicale prevista dalla legge? Non esiste. Questa persona politicamente amica dell'allora Sindaco di Cuneo, tant'è vero che fu a capo del suo gabinetto, dirigeva un settore amministrativo



(Commento dall'aula)



ZACCHERA Marco

Evidentemente è stato scelto quando il Sindaco era del suo stesso Partito...



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Neanche quello!...



ZACCHERA Marco

In ogni caso la legge è stata violata.
A questo punto sfido in termini sportivi l'Assessore a leggerci i curricula dei candidati che sono stati bocciati, così potremmo vedere che erano logicamente, oggettivamente e verosimilmente più titolati della persona scelta (che non ho il piacere di conoscere) come amministratore straordinario dell'USSL.
USSL n. 59. Il curriculum dice che questa persona è stata insegnante elementare di ruolo dal 1 / 10/ 1976 e successivamente Direttrice didattica di ruolo dal 10/9/1984. Gli incarichi in amministrazioni pubbliche sono stati: Consigliere comunale del Comune di Cervasca dal 1980 a tutt'oggi: Assessore del Comune di Cervasca (noto Comune con oltre 500.000 abitanti!) dal 1985 a tutt'oggi: membro (non Presidente) del Comitato di gestione dell'USSL n. 59 dal 1981 al 1988.
Come può la Commissione aver stabilito che questa persona ha i titoli per poter avere la figura tecniche ed amministrative apicali richieste? Questa signora in un primo tempo ha svolto, degnissimamente, le mansioni di insegnante elementare e, dal 1984, quelle di direttrice didattica, mansioni che non sono nemmeno lontanamente parenti con quelle della USSL. ma verosimilmente (probabilmente verrò querelato) non ha minimamente capacità vicine a quelle necessarie ad un amministratore di USSL. Come ha fatto la Giunta a non tenerne conto? Tenete presente che sono stati bocciati dei candidati, magari appartenenti al Partito dell'Assessore, che erano membri del Consiglio di Amministrazione di una banca. L'ex Assessore alle finanze del mio Comune è stato per cinque anni amministratore della Cariplo (Cassa di Risparmio delle Province Lombarde). Pensate, essere stato amministratore della Cariplo non costituisce titolo valido, mentre essere stata insegnante elementare e direttrice didattica è titolo valido! USSL n. 56. Il candidato prescelto, il dott. Paglino, nato a Domodossola nel 1922, è in possesso di Laurea in ingegneria, sottosezione meccanica, conseguita presso il Politecnico di Milano il 30/7/ 1951.
Dopodiché è Preside, è andato in pensione e non si è più occupato di nulla.
Ogni commento è superfluo.
La USSL n. 55 mi interessa personalmente. C'è stata una trasposizione: il Presidente dell'USSL di Verbania è andato a presiedere l'USSL n. 54, un suo amico è diventato l'amministratore straordinario dell'USSL n. 55.
Siccome si parola di gestione, questa non è altro che continuità aziendale.
USSL n. 52. Il dott. Airoldi Pierbaldo è stato dipendente della Alivar (è la Pavesi, che fa biscotti e prodotti alimentari) dal 211/1973 al 2/8/1985; in pratica, ha sempre lavorato alla Pavesi. Addirittura, non è neanche indicata la qualifica che gli era attribuita. Non essendo indicate le mansioni svolte, come può la Commissione aver stabilito che facesse parte della dirigenza in senso apicale? Dal curriculum potrebbe essere stato anche l'ultimo degli impiegati. Presumo che così non fosse, ma in merito non c'è scritto nulla.
USSL n. 51. E un caso simile ad uno precedente. Conoscete il dott.
Alessandro Giordano, ex deputato della DC? E inamovibile dall'USSL di Novara: Presidente dell'USSL di Novara, vi è rimasto.
USSL n. 44. E' un ingegnere delle ferrovie, che probabilmente ha deciso di ricoverare i malati su un vagone ferroviario... Questo signore è stato dipendente presso un'impresa ferroviaria ed è amministratore di alcune società di sua proprietà. Il nominato ing. Fabrizio Fabbri risulta esperto in materia di impianti ferroviari. Non è dato di cogliere, a parte che non ha alcuna connessione con la sanità se, fra le società di cui è stato amministratore delegato, ve ne siano veramente di quella grande e media dimensione prevista dalla legge. Non si scorge dal curriculum alcuna pregressa esperienza sanitaria.
USSL n. 29. E' strano come le UU.SS.SS.LL. interessino così tanto gli ingegneri ferroviari! Il nominato ing. Lelio Casai dell'USSL n. 29 è stato scelto tra dieci soggetti indicati dal Comitato dei garanti (sarebbe bello leggere gli altri nove curricula); dal nutrito e autoapologetico curriculum risulta essersi occupato, alle dipendenze della FIAT, di ferrovie e materiale ferroviario. Conclude il proprio curriculum con queste parole: "Visto il singolare campo in cui ha operato e che lo ha messo in contatto prevalentemente con la Pubblica Amministrazione ed Enti ministeriali (le Ferrovie) ritiene di aver acquisito sufficiente dimestichezza con il meccanismi legislativi e con i provvedimenti amministrativi che le istituzioni come le UU.SS.SS.LL. sono chiamate a rispondere". Questo è quanto, testualmente, il signore nominato all'USSL ha indicato nel proprio curriculum.
Capite perché dicevo che ci sentiamo presi in giro? Questa è lottizzazione spudorata. Ad una persona che presenti un simile curriculum ad un'impresa privata non viene nemmeno inviata la solita lettera "abbiamo ricevuto la sua cortese richiesta.., ci dispiace, siamo al completo".
A questo proposito "La Repubblica", nel periodo in cui presentavamo le nostre interpellanze, pubblicava un indagine svolta su tutti i candidati e risultava che una trentina avevano i titoli obiettivi richiesti, ma nessuno era stato effettivamente scelto.
USSL n. 28. Il nominato Alfredo Pugliese non faceva parte della terna indicata dal Comitato dei garanti; evidentemente nessuna persona della tema andava bene: evidentemente nessuna aveva un curriculum sufficientemente esatto. E' stato scelto l'ing. Alfredo Pugliese, bravissima persona che assolutamente doveva essere scelta perché nessuno dei candidati indicati risultava idoneo. Ecco il suo curriculum: "maturità classica, laurea in ingegneria industriale, servizio militare presso la Brigata Alpina Taurinense; dal 1/1/57 alle dipendenze del Gruppo Olivetti;dirigente industriale dal 1965, conoscenza lingua, inglese, è ora in pensione".
Questo è il curriculum che ha consentito di scegliere al di fuori della tema di persone indicate dai garanti.
USSL 27. Nominato è il dott. Alberto Sola, esperto in materie di macchine e motori per aeromobili. L'unico riferimento è la partecipazione al non meglio identificato "gruppo di lavoro per la preparazione dei controlli alla gestione delle UU.SS.SS.LL.". Nulla dal curriculum ci fa pensare che abbia una minima esperienza apicale come previsto dalla legge.
USSL 26. Il nominato dott. Carlo Varese è esperto in materia di pneumatici (non si vede neanche lontanamente il nesso con la sanità).
Inoltre, il curriculum si dilunga a dettagliare il contenuto delle pregresse funzioni svolte come direttore tecnico della CEAT. Funzioni che dichiara di aver svolto soltanto dal 1983 al 1985. Tra l'altro qui viene a mancare il quinquennio specificatamente previsto dalla legge. Mi chiedo come la Commissione possa averlo scelto nell'elenco, mancando i 5 anni in funzioni apicali previsti dalla legge.
USSL Torino V. Il nominato dott. Alberto Maria La Penna, cha l'Assessore Gallarini conosce bene in quanto lo ha largamente battuto nelle ultime elezioni come Consigliere regionale, doveva essere in qualche maniera sistemato. Il dott. La Penna, che doveva essere persona degna della massima stima per essere stato indicato in una quantità di terne. Solo che alla fine, non si riusciva a trovarne una e doveva essere spostato dall'una all'altra; è stato poi parcheggiato, lui che è novarese, alla USSL Torino V. Il dott. La Penna, oltre ad essere il primo non eletto nella lista del PSDI, è un esperto in materia fiscale, essendo stato dipendente del Ministero delle Finanze. Del curriculum non sappiamo quale qualifica avesse "tecnicamente" e se la stessa si è protratta per almeno 5 anni, come richiede la legge. Il dott. La Penna ha corso in diverse UU.SS.SS.LL. senza trovare collocazione, poi è stato parcheggiato nella USSL Torino V, anche se non era stato indicato nella terna; ovviamente non è spiegato perché sia stato nominato proprio li. Penso che forse bisognava a tutti i costi assegnare un posto ai socialdemocratici per cui, alla fine, per esclusione è stato spostato da dove era indicato e inserito nella Torino V.



PRESIDENTE

Chiede di intervenire il Consigliere Majorino. Ne ha facoltà.



MAJORINO Gaetano

Prima di tutto dichiaro, rifacendomi alla replica del collega Zacchera la nostra totale insoddisfazione delle risposte date. Preannuncio fin d'ora che ci avvarremo della facoltà di trasformare, ai sensi di Regolamento, le 15 interpellanze in un'unica mozione, mi suggerisce il Consigliere Zacchera, di sfiducia, al fine di conseguire sulle problematiche poste un pronunciamento del Consiglio.
Nella risposta l'Assessore ci ha detto che non era necessario che il Comitato dei garanti motivasse la ragione della scelta nelle terne. Questo nessuno l'ha mai sostenuto, non ho mai detto che il Comitato dei garanti doveva motivare il come e il perché additava determinati soggetti nelle terne.
Ho solo detto - e lo ribadisco - che, in base ai principi generali e segnatamente in base alla legge 7/8/1990, il provvedimento di Giunta che sceglieva l'amministratore straordinario doveva essere motivato, anche succintamente, senza pretendere una spiegazione lunga alcune pagine.
A fronte di tre, quattro o, come in qualche USSL. dieci soggetti additati dal Comitato dei garanti, doveva esserci un esame, sia pure sommario, degli stessi componenti le terne e una conseguente indicazione sia pure sintetica, del perché veniva fatta una determinata scelta.
L'Assessore ci ha detto che la motivazione non era necessaria. Però era necessaria, quanto meno per quelle UU.SS.SS.LL. in riferimento alle quali la scelta era caduta su persona diversa dai soggetti additati nella tema.
D'altra parte la legge prescrive: "Nel caso di indisponibilità dei soggetti indicati nelle terne o per altri motivi oggettivi non sia possibile effettuare la scelta nell'ambito della terna,, la Giunta regionale, con provvedimento motivato, sceglie 'aliunde'".
Dov'è il provvedimento motivato? Come ho già ricordato, i provvedimenti sono tutti perfettamente identici, salvo il nome del designato; l'inciso che dovrebbe o vorrebbe essere di rilievo è in riferimento alle caratteristiche dell'USSL suddetta (viste le caratteristiche dell'USSL XY designiamo tizio).
In questi due provvedimenti, per i quali la scelta è avvenuta al di fuori della terna, la motivazione consiste solo nel dire: vista la indisponibilità manifestata da uno dei designati, ma questa non è certo la motivazione oggettiva, particolare e rafforzata per scegliere al di fuori della terna, richiesta dalla legge. In definitiva, non ci sono motivazioni e si dice soltanto: "vista l'indisponibilità". La legge, invece, pone come condizione, onde si possa scegliere fuori della terna, la indisponibilità di tutti i soggetti che la compongono. Altro vistoso vizio che si annida in questa serie di provvedimenti.
Il profilo ideale dell'amministratore straordinario dovrebbe essere quello di un soggetto che abbia la laurea, ché abbia avuto la direzione tecnico-amministrativa di un ente pubblico o privato per almeno 5 anni, ma tutto questo lo si deve delineare anche nella sostanza, così come abbiamo fatto noi seguendo la comune e normale esperienza in materia. Deve essere un esperto in gestione di bilanci, in investimenti, in politica degli acquisti e del personale. Penso che un soggetto che non abbia questi requisiti, sarà sì nella forma un amministratore straordinario, ma sarà anche una persona che verrà "presa in braccio" dai funzionari dell'USSL (con una spesa di 7.000 miliardi complessivi). Comunque, su questi argomenti ritorneremo, dopo averli ulteriormente limati e approfonditi allorquando andrà in discussione la mozione che di diritto ci compete di presentare e di vedere approdare nell'aula.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Maccari che risponde all'interpellanza n. 634 presentata dal Gruppo PDS.



MACCARI Eugenio, Assessore alla sanità

La procedura di nomina degli amministratori straordinari delle UU.SS.SS.LL. 50, 45 e 36 è avvenuta nel pieno rispetto del DL n. 35/91.
I Signori Marco Ciocca, Gianfranco Sarasso e Vincenzo Femia erano infatti compresi nell'elenco degli aspiranti al ruolo di amministratore straordinario delle UU.SS.SS.LL. piemontesi, elenco formulato in seguito alle verifiche compiute dall'apposita Commissione di esperti estranei all'Amministrazione regionale nonché integrato in seguito alle decisioni del TAR per il Piemonte.
Gli stessi erano altresì compresi nelle designazioni espresse dai Comitati dei Garanti delle citate UU.SS.SS.LL.
Al momento della nomina i suddetti amministratori non si trovavano nelle condizioni di incompatibilità previste dal DL n. 35/91.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bortolin.



BORTOLIN Silvana

Abbiamo cercato di distinguere i tre casi perché vi sono anche menti diverse rispetto alla USSL di Gattinara, di Vercelli e di Susa. Possiamo dirci molto insoddisfatti della risposta dell'Assessore e sottolineiamo con dispiacere la non volontà di affrontare i problemi seri e reali che abbiamo posto.
La nomina dell'amministratore straordinario dell'USSL di Gattinara non la si può liquidare dicendo che abbiamo rispettato la legge. Mi permetto di dire. Assessore, che è un modo discutibile di rispettare la legge perché i requisiti non potevano non essere inerenti all'incompatibilità oltre che di legge anche morale tra interessi privati e interessi pubblici cui, nel caso specifico, l'amministratore era chiamato a rispondere; interessi non di poco conto.
Non ho voluto e non voglio entrare nell'entità di questi interessi, per esempio, nei costi delle convenzioni, ma pregherei l'Assessore di soffermarsi sulle questioni che abbiamo posto perché potrebbero in futuro creare qualche difficoltà. Sulla USSL di Vercelli vi è soprattutto una incompatibilità di carattere politico che è stata rimossa con le dimissioni da segretario del Partito da parte della persona che è stata nominata amministratore straordinario; resta il fatto che è discutibile il rispetto della legge se valutiamo i precedenti e non soltanto il curriculum presentato. Anche questa poteva e doveva essere una valutazione da fare.
Sulla USSL di Susa invece mi consenta l'Assessore di osservare, senza prevenzione alcuna e senza volontà di accanimento nei confronti di un individuo, che è stata davvero una nomina poco sostenibile e poco giustificabile in presenza di scelte migliori e in presenza anche della sfiducia degli amministratori locali e non solo degli amministratori locali. L'aver voluto a tutti i costi per seguire questa scelta e giungere alla nomina di questo personaggio non qualifica il comportamento della Regione e del Consiglio regionale. Lo dico non per volersi accanire nei confronti di una persona, ma perché l'evidenza dei fatti Il personaggio in questione non aveva i requisiti La scelta è andata al di là e al di fuori della volontà di garantire la corretta gestione della sanità e dell'assistenza in quella USSL.
Ribadisco che siamo insoddisfatti. Ci auguriamo di poter fare una valutazione complessiva su questa nuova gestione delle UU.SS.SS.LL. e di poter approfondire gli argomenti affrontati.



PRESIDENTE

Signori Consiglieri, ci fermiamo con le interrogazioni e le interpellanze. Prego la Giunta, se è possibile, la prossima volta di rispondere per prima all'interpellanza inerenti Torrazza Piemonte e all'interrogazione presentata dalla Lega Nord inerente l'addizionale imposta sul gas metano.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

Passiamo al punto 3) dell'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bresso, Buzio, Dameri, Farassino Gissara e Marengo.


Argomento:

b) Presentazione proposta di legge al Parlamento nazionale.


PRESIDENTE

L'ufficio di Presidenza nella riunione del 23 settembre u. s. ha indicato nella Camera dei Deputati il ramo del Parlamento presso il quale depositare la proposta di legge al Parlamento n. 8 "Abrogazione dell'art l, commi 15,16 e 17 della legge 1/3/86 n. 64" approvata dal Consiglio regionale in data 30 luglio 91.
Se non vi sono obiezioni, il Consiglio ne prende atto.


Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati

Esame ordine del giorno n. 257 dei Consiglieri Marchini, Goglio, Majorino Cavallera, Zacchera e Rossa sulla soppressione della Brigata Alpina Taurinense (seguito)


PRESIDENTE

Passiamo al punto 4) all'o.d.g.: "Esame ordine del giorno n. 257 presentato dai Consiglieri Marchini, Goglio, Majorino, Cavallera, Zacchera e Rossa sulla soppressione della Brigata Alpina Taurinense".
La discussione era stata fatta la volta precedente: si tratta ora di passare alla votazione del documento. Pongo pertanto in votazione l'ordine del giorno, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte udita la comunicazione della Giunta in ordine alle interpellanze presentate e concernenti l'ipotesi di soppressione della Brigata Alpina Taurinense e a seguito del dibattito in proposito intervenuto Evidenzia i profondi legami che connettono strettamente la comunità piemontese con gli Alpini, da generazioni reclutati nei territorio della Regione, e gran parte dei quali ha militato nella Brigata Alpina Taurinense.
Ricorda che anche in tempi di pace, artiglieri e genieri della Taurinense' si sono prodigati in molteplici occasioni per iniziative di carattere umanitario, sociale, di ricostruzione e di pronto intervento, in Italia e all'estero, in momenti di grandi difficoltà assistendo popolazioni colpite da calamità naturali operando anche recentemente nella Turkistan per aiutare quelle popolazioni, vittime della guerra Rileva come la Brigata Alpina Taurinense, con i suoi alpini, abbia assunto per ragioni di tradizione, di cultura e di civiltà, il significato, per il Piemonte, di una vera e propria istituzione.
Prende atto con soddisfazione, che la riduzione, deliberata dal Parlamento, di 25.000 uomini nel contingente di leva del 1991, che ha comportato la soppressione di sei Brigate, ha toccato in misura minore il Quarto Corpo d'Armata Alpino che non gli altri Corpi d'Armata di pianura, comportando soltanto la soppressione di una Brigata, l'Orobica, e che non è stata presa in alcuna considerazione l'ipotesi di soppressione della Brigata Taurinense.
Considerato peraltro, che non è esclusa l'ulteriore riduzione di circa 30.000 unità, in conseguenza dell'adozione da parte del Governo e del Parlamento di un nuovo 'modello di difesa ' che dovrebbe essere presentato col competente Ministero: Fa voti che anche in questa seconda possibile manovra di contenimento delle forze armate, di per sé comprensibile e che comporta una ulteriore ristrutturazione, venga tenuto conto della particolare specificità delle truppe alpine e della identità da salvaguardare della Brigata Taurinense la quale gode di particolare considerazione che le deriva dal fatto di essere incaricata di addestrare e di organizzare il contingente cuneense la cui giustificazione operativa non può non rimanere di viva attualità anche nel mutato contesto strategico organizzativo dell'Esercito Impegna il Presidente della Giunta a rappresentare con forza e con determinazione in ogni sede e, in particolare, presso il competente Ministero della Difesa e presso il Parlamento il pensiero del Piemonte e l'aspettativa di una rinnovata; integra vitalità della Brigata Taurinense nel futuro delle forze armate italiane, anche a conferma del loro carattere popolare, quale espresso dalla Costituzione Repubblicana".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato con 27 voti favorevoli e 6 astensioni.


Argomento: Commercio al dettaglio

Esame legge regionale rinviata dal Governo relativa a: "Norme per l'esercizio e la razionalizzazione della rete degli impianti di distribuzione dei carburanti per uso autotrazione"


PRESIDENTE

Passiamo al punto 7) all'o.d.g. che prevede: "Legge regionale rinviata dal Governo relativa a: "Norme per l'esercizio e la razionalizzazione della rete degli impianti di distribuzione dei carburanti per uso autotrazione".
La parola al relatore Consigliere Cavallera.



CAVALLERA Ugo, relatore

Illustre Presidente, egregi Consiglieri, il Consiglio regionale ha approvato, in data 16/7/1991, la legge regionale relativa a norme per l'esercizio e la razionalizzazione della rete degli impianti di distribuzione dei carburanti in merito alla quale il Governo ha eccepito alcuni rilievi di carattere formale attinenti il generico richiamo nell'articolato, alle direttive governative, anziché a quelle specifiche emanate con il DPCM, 11/9/1989.
Il mancato puntuale riferimento al citato DPCM era dovuto alla volontà di non vincolare le disposizioni di carattere generale della legge ad un singolo provvedimento governativo. Infatti, una eventuale modifica delle direttive governative avrebbe comportato la necessità di modificare nuovamente la legge.
L'espresso riferimento al DPCM 11/9/1989 è peraltro previsto nella bozza di DCR in fase di elaborazione, che riguarda l'attuazione del piano regionale di razionalizzazione e ristrutturazione della rete distributiva dei carburanti.
Si ritiene, pur tuttavia, di accogliere i dettati governativi mediante un emendamento, all'art. 1, che richiama espressamente il DPCM dell'11/9/1989 "Norme direttive alle regioni a Statuto ordinario in materia, di distribuzione automatica di carburanti per uso autotrazione".
La Commissione, nella seduta dell'11/9/91, ha espresso parere favorevole, a maggioranza, raccomandando al Consiglio regionale l'approvazione del testo legislativo così emendato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Foco.



FOCO Andrea

Come la Presidenza ricorderà, il nostro Gruppo non potè esprimersi sulla legge, in quanto non presente in aula. Non intendo intervenire sulla modifica da apportare, ma chiedo la possibilità di lasciare agli atti, nei cinque minuti previsti dal Regolamento, quella che sarebbe stata la nostra posizione sulla legge. Sottolineando il fatto che anche se il nostro Gruppo non era presente in aula, la maggioranza ritenne opportuno proseguire senza il nostro apporto.



PRESIDENTE

Se rimane nell'arco dei 5 minuti, va bene.
Ha chiesto la parola l'Assessore Vetrino; ne ha facoltà.



VETRINO Bianca, Vicepresidente della Giunta regionale

Se ben ricordo, gli emendamenti presentati dal collega furono discussi dall'aula e alcuni addirittura approvati.



PRESIDENTE

Sì, lo ricordo anch'io perfettamente e, comunque, prestammo un'attenzione particolare proprio in relazione alla posizione assunta dal Gruppo.
L'Assessore acconsente allo svolgimento delle sue osservazioni: prego.



FOCO Andrea

Saranno brevissime, anche perché nel mio ruolo di Consigliere Segretario, sono il primo a cercare di essere corretto nel rispetto delle norme dell'aula.
Le osservazioni riguardano soprattutto il fatto che la Regione attraverso questa legge, abdica al suo ruolo programmatorio in materia di rete di distribuzione dei carburanti e in modo particolare finisce con l'affidarsi alla buona volontà dei Comuni e degli stessi concessionari delle società petrolifere o dei privati. Quanto viene individuato come elemento programmatorio, cioè il programma di localizzazione è uno strumento a nostro parere estremamente indefinito dal punto di vista urbanistico.
Il programma di localizzazione costituisce di per sé una variante al Piano Regolatore Generale? Necessita dell'autorizzazione regionale? Tale strumento è estremamente vago e non riteniamo valida la giustificazione adottata dalla Giunta: quasi nessun Comune della nostra Regione ha rispettato la pianificazione che la Regione richiedeva con la precedente legge allora era meglio toglierla del tutto: inoltre, non vengono ripresi né individuati riferimenti temporali di quanto debba essere fatto con tale programma. Era anche questo il senso delle nostre osservazioni e di alcuni nostri emendamenti.
Riteniamo che In un comparto nel quale vi è piena disponibilità da parte degli operatori commerciali per una regolamentazione più corretta delle localizzazioni, degli impianti di distribuzione, la Regione abbia rinunciato al proprio ruolo, per noi fondamentale. Viene in tal modo lasciata la possibilità ai Comuni o ai diretti interessati di fare un po' quello che ritengono più opportuno.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parole, passiamo all'esame del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 45 votanti 44 hanno risposto SI 36 Consiglieri si sono astenuti 8 Consiglieri non ha partecipato al votazione 1 Consigliere L'art. 1 è approvato.
Si proceda infine alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 45 votanti 44 hanno risposto SI 36 Consiglieri si sono astenuti 8 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'intero testo della legge è approvata.


Argomento: Partecipazioni azionarie regionali

Esame proposta di deliberazione n. 265: "Acquisizione della Finpiemonte SpA di azioni della Società per azioni ECBIC Piemonte SpA - Approvazione, ai sensi dell'art. 3, terzo comma, della L.R. 30/5/91, n. 22"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame della proposta di deliberazione n. 265, di cui al punto 10) all'o.d.g.
Non essendovi richieste di parola pongo in votazione tale deliberazione, il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvata con 32 voti favorevoli e 7 astensioni.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Esame proposta di deliberazione n. 261: "Recepimento dell'intesa tra la Regione Piemonte, l'ANCI Sanità della Regione Piemonte e le Organizzazioni Sindacali - Area non medica. DPR 384/90"; esame proposta di deliberazione n. 262: "Recepimento dell'intesa tra la Regione Piemonte, l'ANCI Sanità della Regione Piemonte e le Organizzazioni Sindacali-Area medica. DPR 384/90"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame contestuale delle proposte di deliberazione nn.
261 e 262, di cui ai punti 11) e 12) all'o.d.g.
La parola all'Assessore Maccari.



MACCARI Eugenio, Assessore alla sanità

Le proposte di deliberazione sopra citate sono relative al recepimento dell'accordo nazionale per il contratto: la prima è relativa all'area non medica, la seconda all'area medica.
Al contratto, dibattuto con le Organizzazioni Sindacali, c è una premessa generale che è stata firmata soltanto dalla parte pubblica e non dalle 00.SS.: E una dichiarazione generale che la Regione ha voluto inserire tenendo conto di problemi che si possono determinare in futuro. Da parte delle OO.SS. c'è l'impegno a migliorare i rapporti tra Amministrazione e cittadino e, nell'organizzazione del lavoro all'interno della sanità ingenerale e degli ospedali in particolare, di una copertura maggiore di quella che abbiamo oggi.
Non credo sia il caso di mettere In discussione i settori particolari che costituiscono l'accordo. Nel quadro generale è da rilevare che in ordine alla carenza di infermieri professionali si è stabilita una particolare incentivazione per questo tipo di presenza soltanto all'interno delle strutture ospedaliere dove il carico di lavoro è decisamente più pesante (turni notturni, festivi e prefestivi, che non esistono in altri servizi sanitari).
Il contratto comporta un aumento di spesa che dovrebbe essere coperto dallo Stato, in realtà rimane scoperta una parte che rientra nei 675 miliardi necessari alla sanità piemontese, per arrivare al 31 dicembre di quest'anno.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cucco.



CUCCO Enzo

Intervengo per dichiarazione di voto. Mi astengo dalla votazione di queste due deliberazioni per un motivo molto semplice: non sono d'accordo sui criteri di gestione dei fondi di incentivazione adottati con i due documenti di recepimento degli accordi con le OO.SS. Pur esistendo delle innovazioni rispetto al vecchio meccanismo, tentando di agganciare la ripartizione dei fondi di incentivazione alle varie categorie di personale a un risultato di qualità e non soltanto di quantità rimane molto discutibile l'accesso spropositato delle fasce dirigenziali, in particolare delle direzioni sanitarie e dei coordinatori sanitari ai fondi stessi.
Mi asterrò quindi dalla votazione, pur rendendomi conto che tutto questo fa parte di un quadro di accordi con le OO.SS. per cui il nostro livello di intervento credo sia molto marginale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bortolin.



BORTOLIN Silvana

Intervengo anch'io per dichiarazione di voto. Il nostro Gruppo intende sottolineare come dato negativo il ritardo con cui approviamo queste deliberazioni (l'accordo è stato stipulato nel novembre 1990, a fine maggio 1991 è stato approvato a livello regionale e ormai a fine settembre arriviamo ad approvare come Consiglio queste deliberazioni) ritardo che ha provocato disagi e difficoltà tra i lavoratori.
Per l'entità della spesa, ma anche perla ricaduta positiva che possono avere questi provvedimenti in termini di lavoro nelle UU.SS.SS.LL. varrebbe la pena di soffermarsi più a lungo sui due documenti, ma l'urgenza del provvedimento non ce lo consente. Il nostro voto, nonostante queste osservazioni critiche, sarà comunque favorevole. Riteniamo però necessario e indispensabile approfondire l'argomento e avere, a livello di Commissione nonché di Consiglio una valutazione più complessiva anche per affrontare le pertinenti questioni sollevate dal collega che mi ha preceduto, che condividiamo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Maggiorotti.



MAGGIOROTTI Piergiorgio

Avrei delle osservazioni da avanzare sulla questione dell'incentivazione ma non scenderò nei dettagli. Una verifica su come è stato gestito nel passato il fondo cosiddetto "SUB 2" risulterebbe scandalosa perché è stato affidato alle stesse UU.SS.SS.LL. e in particolare agli stessi percettori di questi fondi, il compito di vigilare su se stessi. Pertanto, sono scettico sul fatto che le cose possano cambiare e che sorgano delle competenze tali per cui i progetti diventino da un anno all'altro verificabili nell'efficienza e nell'efficacia.
Ritengo che sulla questione ci debba essere un approfondimento da parte dell'Assessore che sarebbe meritevole di lode se ci riferisse dati e criteri della ripartizione dei fondi per esempio del 1990. Sono a conoscenza che nel mese di maggio di quest'anno sono state attuate delle verifiche in una USSL. che sono risultate ridicole e formali per le dichiarazioni non verificabili dei responsabili dei progetti. Non ho alcun timore ad affermare che ci sia una grossa responsabilità anche delle OO.SS.
Per questo motivo il mio voto sarà di astensione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marino.



MARINO Massimo

La mia dichiarazione di voto sarà brevissima, e in un certo modo complessa, nel senso che al provvedimento darò sia una valutazione estremamente negativa sia una valutazione positiva.
La valutazione negativa è simile a quella del Consigliere Bortolin, un provvedimento di questo tipo per il quale non c'è stato il voto in Consiglio sull'articolazione locale di un contratto inattuato da quasi un anno (dieci mesi se non sbaglio) è un segnale delle difficoltà di rapporti instaurati con il sindacato in questo settore e delle difficoltà che riscontra qualunque provvedimento che riguardi la sanità. Al di là delle diverse valutazioni particolari, concordiamo che si tratta di una situazione estremamente grave, dove i rapporti con i lavoratori del settore in tutti i loro aspetti - programmi e in particolare il piano regionale sulla sanità - procedono con grandissima lentezza.
Devo dare atto al Presidente della Commissio-ne, il Consigliere Leo, di avere agito correttamente - anche sulla base di richieste avanzate e dei ritardi accumulati - inserendo questi provvedimenti all'o.d.g. dei lavori di Commissione, permettendoci oggi di votarli in aula; (di questo lo si deve ringraziare pubblicamente).
C'è quindi un dato negativo di carattere generale ed uno positivo per quanto riguarda alcuni comportamenti personali. Condivido alcune delle osservazioni - non voglio entrare nel merito: altre cose sarebbero da dire e sicuramente ci sono perplessità su determinati contenuti - del Consigliere Cucco, e ne avrei di proprie da avanzare, ma non lo farò.
Dichiaro il mio voto favorevole perché si è giunti a sbloccare una situazione che aveva quasi un arino di pendenza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Zacchera.



ZACCHERA Marco

Intervengo per sottolineare un aspetto per il quale il mio voto sarà di astensione. Sull'analisi lessicale e letterale della deliberazione non ho nulla da eccepire; potremmo non essere d'accordo su alcuni punti dell'accordo, ma non spetta a noi giudicare se le due parti hanno agito bene o meno. Sono invece estremamente scettico sulla sua applicazione perché di fatto si vanno a premiare in ugual misura persone che non svolgono ugualmente il proprio dovere. Come diceva giustamente il collega Maggiorotti, sappiamo chi determina queste cose: coloro che poi possono o debbono avere svantaggi in questa operazione; abbiamo qui una strana configurazione per cui l'"agevolato" che è anche colui che deve stabilire chi debba essere agevolato; chi alla fine esprime pareri non soltanto automatici, ma anche nel merito è l'amministratore delle UU.SS.SS.LL. e noi non abbiamo fiducia in buona parte degli amministratori delle UU.SS.SS.LL.
Per questo motivo il nostro voto sarà di astensione, riteniamo che se lessicalmente non si possa che essere d'accordo, il contenuto di fatto si presta a forzature a vantaggio di dipendenti che sono entrati nelle UU.SS.SS.LL. a mercè della lottizzazione, e che non sempre svolgono fino in fondo il loro dovere specialmente nelle UU.SS.SS.LL. più importanti delle grandi città.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Peano: ne ha facoltà.



PEANO Piergiorgio

Come Gruppo di maggioranza abbiamo discusso in Commissione quanto proposto nelle deliberazioni nn. 262 e 261; ritenendo il discorso estremamente complesso, abbiamo ritenuto opportuno giungere in modo unanime in Consiglio. In Commissione tutte le forze si sono espresse favorevolmente all'intesa raggiunta con le Organizzazioni Sindacali e con l'Anci sanità.
Da parte del Gruppo di maggioranza pertanto esprimo il voto favorevole, e ringrazio l'Assessore e i funzionari per il lavoro svolto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossa.



ROSSA Angelo

Intervengo per esprimere l'adesione, l'apprezzamento e la gratitudine del Gruppo socialista all'Asses-sore Maccari, per gli impegni che sono stati assunti e che rispondono alle esigenze dei lavoratori del settore. Mi auguro che si possa dar luogo a risultati che in fondo sono al servizio della collettività in generale.



PRESIDENTE

Pongo in votazione la deliberazione n. 261, il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 26 voti favorevoli e 6 astensioni.
Pongo in votazione la deliberazione n. 262, il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 29 voti favorevoli e 6 astensioni.


Argomento: Informazione

Comunicazioni del Presidente della Giunta regionale: "Parere della Regione sul piano assegnazione frequenze per la radiodiffusione televisiva" e relativo ordine del giorno


PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta regionale Brizio.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

La proposta di piano di assegnazione delle frequenze televisive inviata a fine agosto alle Regioni dal Ministro Vizzini, rappresenta indubbiamente l'avvio di una fase di notevole responsabilità ed impegno per le Regioni, fase che auspichiamo possa trovare conclusione in tempi ragionevolmente brevi, anche per dare spazio entro l'anno alla definizione del settore radiofonico (compito non facile e verosimilmente più doloroso).
Si è tutti convinti della necessità di dare rapidamente al Paese un assetto radiotelevisivo pubblico/privato chiaro e definito.
Mossa da tale esigenza la Giunta regionale ha immediatamente attivato le procedure di esame dei documenti, attraverso l'indagine compiuta dagli uffici e dopo aver meglio compreso il merito delle proposte tecniche attraverso il raccordo con i soggetti interessati che, se domani saranno i destinatari delle assegnazioni, oggi vivono ore di trepidazione per le scelte che si andranno a compiere.
A queste attese sacrosante ha inteso rispondere la Giunta regionale definendo le linee generali di un possibile parere con deliberazione del 16 settembre, esaminata in sede di Commissioni ed oggi rassegnata alla discussione in aula. Mi pare giusto sottolineare in proposito che la Regione Piemonte ha pienamente compreso la rilevanza e l'urgenza del problema, meglio di altre amministrazioni dove il piano è stato accolto almeno all'inizio, quasi con freddezza e stupore.
Il documento oggi al nostro esame, stringato nelle affermazioni, non ha inteso rappresentare una sorta di verità evangelica regionale rispetto ad una questione sulla quale oggi le certezze sono ancora difficili, bensì ha voluto fornire elementi di giudizio sulle singole problematiche specifiche del Piemonte e sul più complessivo quadro del sistema radiotelevisivo misto in Italia.
In sostanza, un documento aperto, prudente, condizionante, una base per auspicati sviluppi del dialogo con il Ministero e le altre Regioni, non potendosi il piano della legge n. 223 liquidare con un parere esclusivamente formale.
In sostanza avete visto la deliberazione. Abbiamo centrato due aspetti: la necessità che la Rai si estenda a tutto il territorio regionale e l'esigenza di una definizione di tutela dell'area piemontese, anche in vista di una crescita di televisioni private regionali. Negli ultimi giorni, in realtà, si sono registrati rilevanti fatti nuovi, interessanti per la competenza regionale altrimenti costretta nei rigidi limiti della legge che, per Comuni e Regioni usa termini quali "adeguarsi" "conformarsi", "commissario ad acta". Intanto registriamo la confermata disponibilità del Ministro per un confronto aperto con le Regioni, ispirato ad una logica di collaborazione e sorretto da scelte procedurali condivisibili, come la proposta ministeriale di incontri tecnici bilaterali. Abbiamo poi le prime determinazione unanimi della Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle Province autonome.
La seduta della Conferenza dei Presidenti si è tenuta giovedì; sono stato presente alla Conferenza la quale nel corso del dibattito ampio ha sottolineato preoccupazioni significativamente già presenti nel nostro documento, tutte tese a garantire ai cittadini-utenti il pluralismo dell'informazione e la qualità dei programmi mediante l'ottimizzazione della risorsa frequenza. Rilevando che i documenti oggi a mano delle Regioni non consentono un più approfondito giudizio, la Conferenza ha richiesto integrazioni e chiarimenti preliminari a successivi incontri bilaterali ed interregionali e condizionanti l'espressione formale del parere.
Ovviamente, in tale prospettiva, la richiesta al Ministro di posticipare il termine previsto per l'adempimento regionale ne è conseguita come fatto automatico. Manca peraltro, in questo momento, una risposta ufficiale del Ministero che peraltro si deve ritenere sarà favorevole perché, almeno sul piano informale, è stata data.
Alla luce di tale situazione, in continuo evolversi, la Giunta ravvisa da un lato la necessità di mantenere omogeneità di atteggiamento a livello di Regioni e Province autonome, d'altro canto l'utilità di ulteriori approfondimenti per migliorare quello che sarà l'assetto radiotelevisivo in Piemonte, tenuto conto che su problemi anche tecnici di siffatta natura ogni giorno In più è prezioso per capire ed approfondire, ogni incontro per dirla con Einaudi - è utile a "conoscere per deliberare".
Riteniamo dunque che il dibattito odierno possa fornire significativi contributi al successivo esame del piano, ed in tale ottica la deliberazione dell'esecutivo può intanto costituire documento di osservazioni ed orientamenti, rinviando ad altra prossima seduta l'espressione del parere formale richiesto dalla legge n. 223 e concludendo comunque quella odierna con l'approvazione di un ordine del giorno che dia mandato di proseguire il confronto coordinato a livello di Conferenza dei Presidenti.
Restando inteso che eventuali approfondimenti tecnici saranno svolti in collaborazione con le associazioni dei soggetti interessati. Ai quali vorrei infine dire con schiettezza che oggi la Regione è giustamente vicina per dare una mano, ma domani si attende, passata.., la festa, il corretto apporto informativo e culturale nei confronti della comunità piemontese alla quale, in ultima analisi, le nostre preoccupazioni sono rivolte.
Non aggiungo altro a questo testo della comunicazione che riprende e amplia quanto già detto stamane nella riunione congiunta della I e IV Commissioni. Manteniamo il testo di proposta di deliberazione, non è attuale votarlo, proponiamo naturalmente di tener conto di quello che è emerso nella Conferenza dei Presidenti e di muoverci in una linea collegiale con gli altri Presidenti delle Regioni verso questo ulteriore aspetto informativo del quale terremo informato il Consiglio e le Commissioni competenti.



PRESIDENTE

Prima di dare la parola al Consigliere Monticelli, desidero informare il Consiglio che è pervenuto alla Presidenza un ordine del giorno a firma dei Consiglieri Picchioni, Monticelli, Rossa, Goglio, Marchini, Ferrara Chiezzi, Maggiorotti, Cucco. Zacchera, Marino e Staglianò.
La parola al Consigliere Monticelli.



MONTICELLI Antonio

La ringrazio, Presidente. Dalla comunicazione del Presidente della Giunta prendo atto con soddisfazione che il Piemonte si muove congiuntamente alle altre Regioni e che c'è l'orientamento, adottato dall'insieme delle Regioni, di avviare con il Governo, e con il Ministro Vizzini nel caso specifico, un confronto stringente, più ravvicinato capace di consentire alle Regioni di acquisire elementi informativi di valutazione più ricchi di quelli che i documenti finora in mano alle Regioni, consentono. Mi sembra il modo di procedere più corretto.
La legge Mammì prevedeva, fra l'altro, un tempo di due mesi (è l'unico punto in cui c'è un riferimento di tempo). E quindi positivo che il Ministro Vizzini, a differenza del Ministro Mammì che lo ha preceduto abbia avviato il confronto con le Regioni ed attivato il meccanismo previsto dalla legge per il parere delle Regioni. Il tempo dato pareva per non molto congruo rispetto alla complessità della questione.
Mi limito a fare alcune brevi osservazioni, intendendole come osservazioni che consegno a nome del mio Gruppo al Presidente della Giunta nei confronti con le altre Regioni e con il Ministro, che potrebbero partire nei prossimi giorni.
La prima questione è di ordine generale. E' parere comune fra coloro che hanno seguito la materia negli ultimi mesi, che rispetto alla bozza di progetto elaborata in precedenza dal Ministro Mammì, il piano elaborato dal Ministro Vizzini rappresenti un passo in avanti anche dal punto di vista del merito e non soltanto del metodo (la questione del rapporto con le Regioni).
Infatti, mentre il progetto peraltro mai ufficializzato del Ministro Mammì privilegiava nettamente i network nazionali sia come numero sia come entità di copertura del territorio nazionale, svantaggiando la stessa RAI concessionaria pubblica, il progetto elaborato dal Ministro Vizzini rovescia tale rapporto, garantendo alla RAI un livello di copertura valido e soddisfacente, anche se il segnale di RAI 3 e del Telegiornale regionale è problema aperto e per certi versi acuto non soltanto per la nostra regione.
L'impressione ricavata dai colloqui e dagli incontri di questo periodo è che ci sia stato semplicemente un rovesciamento di spazi fra RAI e network, ma che le emittenti locali regionali in senso stretto, situate al "terzo posto", vi siano riamaste. Sia nel piano Mammì, in cui i network erano situati al primo posto seguiti dalla RAI, sia nel piano Vizzini in cui la RAI è seguita dai network - non so giudicare, sinceramente, se siano ora allo stesso livello - le televisioni locali rimangono al terzo posto.
La legge Mammi impone, per le concessionarie a livello nazionale, un vincolo massimo, o meglio, minimo obbligatorio del 70% di copertura. Si tratta di un vincolo minimo, per cui non si può scendere al di sotto del 70%, ma si ha l'impressione che l'impostazione del piano preveda la possibilità che una serie di tv private nazionali superino tale vincolo. E questo comporta una restrizione degli spazi per le tv regionali e più propriamente locali.
Pur nel rispetto dello spirito della legge Mammì, più o meno condivisibile - si tratta comunque di una legge - occorre garantire alle emittenti locali uno spazio maggiore di quello che è stato previsto. Il progetto Vizzini, così com'è presentato, non consente al momento di individuare esattamente e formalmente la suddivisione delle postazioni e dei canali indicati fra le varie emittenti. Il piano, però, individua alcune postazioni ottimali e canali particolarmente buoni che, per opinione comune, si pensa siano quelli riservati alle grandi emittenti di carattere nazionale.
In ogni caso, dato che il Ministro Vizzini ha sempre dichiarato che il piano identifica solo canali e postazioni e non i relativi futuri concessionari, prendendo per "buona" la parola del Ministro non è detto che le migliori postazioni ed i canali migliori debbano essere per forza destinati alle emittenti nazionali; In questo senso, credo che le Regioni debbano muoversi affinché in alcune realtà, a seconda dell'esigenza di presenza equilibrata fra RAI, network e emittenti regionali, anche a quest'ultime vengano destinati spazi adeguati.
Terza questione: struttura dell'emittenza a livello piemontese.
L'attuale struttura dell'emittenza regionale locale è molto articolata e differenziata; vi è un numero ristretto di emittenti che, pur non ricoprendo singolarmente l'intero territorio regionale, coprono un'area consistente della Regione; inoltre, esiste una miriade di piccole emittenti con disequilibri abbastanza sensibili fra l'area torinese - in cui sono presenti più di trenta emittenti - ed altre aree dove il numero cala in modo drastico.
Vi è quindi un problema di riequilibrio a livello regionale e di garanzia affinché i cittadini di ogni parte del Piemonte abbiano la possibilità di visione di varie tv, nonché il problema di garantire la sussistenza economica e il livello qualitativo di questa struttura.
Occorre che, da questo punto di vista, il piano sia sufficientemente realistico: è evidente che bisogna difendere il più possibile tutto ciò che opera: guai se avessimo atteggiamenti tendenti a ridurre il pluralismo; ma un'impostazione realistica deve garantire bacini sufficientemente ampi per la sussistenza economica di queste strutture, incentivandone anche la qualità. Occorre prestare attenzione affinché nel campo della televisione non si verifichi quel fenomeno che colpisce il campo finanziario, dove "la moneta cattiva scaccia la moneta buona", e quindi non succeda che "la cattiva tv scacci quella buona".
C'è poi la questione della "invadenza" della Lombardia, peraltro già ben esplicitata nell'ipotesi di proposta preparata dalla Giunta.
C'è un ultimo aspetto, quello sanitario, su cui dirò brevemente anche per conto della collega Bortolin. E un nodo espresso chiaramente dalla proposta di delibera e soprattutto dagli allegati preparati dalla Giunta.
Tranne due o tre punti per i quali c'è qualche interrogativo, si dice, e credo sia un parere fondato, che il "piano attuale per le televisioni non presenta problemi gravi dal punto di vista sanitario".
Manca, però, tutto il discorso radiofonico: quando si aggiungerà l'emissione delle antenne radio cosa succederà? Siccome il Ministro non ha presentato alcun piano radiofonico siamo al buio. Non so se tale mancanza debba tradursi in una richiesta al Ministro affinché, anche in forma di prima bozza, dia alle Regioni in tempi rapidissimi un primo schema di piano radiofonico. Giustamente e correttamente le emittenti radiofoniche hanno fatto presente questa esigenza in un loro ordine del giorno, ma l'aspetto sanitario riguarda la competenza e la responsabilità delle Regioni.
Siamo costretti a dire "va bene", ma al buio: diremo che non si può più fare della radiofonia per l'eccessiva presenza di onde elettromagnetiche in tutte le zone? Credo che occorra sollecitare al massimo un primo elemento informativo da parte del Ministro Vizzini anche sulla radiofonia, per poter valutare perlomeno l'aspetto sanitario.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Picchioni.



PICCHIONI Rolando

Sono d'accordo con quanto esposto dal Presidente della Giunta nelle sue considerazioni, che vengono recepite nell'ordine del giorno presentato dai vari Gruppi politici. Certo, con la legge Vizzini, già legge Mammì, si passa da una situazione selvaggia ad una situazione normalizzata. Occorre tuttavia fare attenzione a non illudersi che questo possa essere l'assetto definitivo dell'etere del nostro territorio. Dal 1974/75, da quando cioè c'è stata l'occupazione selvaggia, ad oggi si sono percorsi moltissimi sentieri con scarso successo, salvo definire attualmente un approdo possibile.
Gli ultimi avvenimenti sono, recentissimi, addirittura di queste ore.
Non so se, con l'ultimo tentativo da parte dell'IRI, sia stata solo una sortita "pour è pater les bourgeots", non so se avesse qualche altro fondamento più serio, come quello della deregulation della RAI stessa. Il problema diventa dunque il rimettere tutto ancora in discussione. Se non esiste più un problema di pubblico/ privato, ma solamente di assetto definitivo del privato, probabilmente quanto stiamo dicendo oggi rispetto al servizio pubblico e a quello privato dovrà essere nuovamente rimesso in discussione.
Il Presidente ha detto giustamente che ci sono verità "regionali" che meritano l'approfondimento di alcuni elementi di giudizio e che il confronto con il Ministero, sempre che i tecnici del Ministero siano sufficientemente in grado di recepire le nostre esigenze, dovrebbe portare ad un riequilibrio della realtà piemontese, che la legge Mammì/Vizzini non riesce a mettere a fuoco.
Il collega Monticelli ha detto cose giuste in riferimento al problema della radiofonia: è sicuramente un discorso molto importante. L'occupazione delle frequenze da parte delle radio private è un'occupazione non solamente selvaggia, ma al limite del parossismo. Dobbiamo però tenere presente che se vale l'esigenza primaria del servizio pubblico occorre pretendere da quest'ultima un potenziamento della radiofonia, la "sorella povera", che può avere, non solamente nell'ambito dell'informazione e della cultura, ma anche del messaggio pubblicitario, una valenza nettamente superiore rispetto al passato e certamente riequilibrante rispetto al messaggio televisivo.
Altro problema rilevante, già ricordato dal Presidente e dal collega Monticelli e a cui va tutta la nostra attenzione, è quello delle sedi periferiche. L'entità culturale piemontese non può essere amputata. Il Piemonte non può essere la città di Torino col marchesato di Saluzzo e il marchesato del Monferrato. Le marche di frontiera dell'Alessandrino, di parte del Vercellese e del Novarese sono date in comodato alle trasmissioni radio-televisive della Lombardia o di altre zone confinanti. In riferimento a ciò crediamo che il primo dovere della Giunta, prima ancora che politico culturale, sia quello di tutelare l'entità del Piemonte.
Se domandassimo ai rivieraschi del Lago Maggiore chi è il Presidente della Giunta regionale, probabilmente anziché rispondere Brizio, direbbero Giovenzana, Presidente della Regione Lombardia.
Il discorso sul Piemonte che ha sempre presentato una natura un po' "bicipite" delle sue aree di frontiera deve essere inserito, a livello di informazione televisiva, in un discorso che, nel riconsiderare tutto il pacchetto RAI piemontese, dedichi un'attenzione diversa rispetto al passato, in riferimento all'elaborazione del decreto Vizzini.
Per quanto riguarda i bacini d'utenza e le televisioni in campo, mi pare che nessuno di questi problemi venga ad essere obliterato, cancellato: rimarranno tutte a svolgere il proprio ruolo.
Il Consigliere Monticelli diceva che, come la moneta, anche la televisione cattiva può cacciare quella buona. Vorrei che non ci fosse soltanto un rispetto dello status quo, ma anche un po' di concorrenza. Non so se ciò sia possibile, perché il riequilibrio, non solamente di alcune zone di influenza, ma anche di alcune qualità televisive deve essere portato avanti; quando ciò è possibile, lo si può fare con la legge. La legge prevede i telegiornali, la produzione propria, però se ci fosse un po' di sana concorrenza, un po' di mercato in questo settore, probabilmente il messaggio televisivo, informazione, fiction, intrattenimento, potrebbe avere certamente qualità che oggi difficilmente riusciamo a riscontrare.
Le mie dichiarazioni sono quindi a favore dell'approvazione di quanto detto dal Presidente, che ha poi avuto puntuale riscontro nell'ordine del giorno presentato da tutti i Gruppi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossa.



ROSSA Angelo

Anche il Gruppo socialista aderisce e rileva positivamente le dichiarazioni fatte dal Presidente della Giunta regionale, concordando con gli altri Gruppi sull'ordine del giorno che concluderà questa discussione.
Aderisce allo spirito e alla lettera di questo ordine del giorno che segnala la nostra disponibilità a sviluppare ulteriormente il confronto con il Ministro per far emergere la richiesta avanzata in varie riunioni nell'intervento del Presidente della Giunta e negli altri interventi che mi hanno preceduto, nel quadro dell'impegno delle Regioni che mi auguro, di conseguenza, prendano più coraggio.
Siamo d'accordo sul fatto che occorra agire nell'ambito delle Regioni mi auguro che il Presidente incarico dei Presidenti delle Giunte regionali Biasutti, si adoperi affinché ciò avvenga con celerità.
Questi sono tempi in cui avanza un processo di fondo, attraverso il quale le comunità locali chiedono di contare di più.
Credo che questo sia il vero discorso da affrontare; dobbiamo parlarne senza ricorrere ad altri mezzi, come da altre parti avviene secondo il frutto di una situazione storica profondamente diversa da quella vissuta dai noi. Proprio perché la nostra è una situazione storica profondamente democratica, dobbiamo sviluppare un discorso di più alto livello attorno a questa questione.
Ribadisco l'adesione del nostro Gruppo, per il carattere interlocutorio atto a sviluppare e quindi a realizzare non soltanto quanto previsto dalla legge, ma anche a migliorare e interpretare in senso più ampio aspetti che possono essere stati trascurati dalla legge. Credo che l'informazione sia uno degli elementi essenziali della democrazia, della libertà e della vita democratica, senza la quale non esiste tutto il resto. Attraverso l'informazione diretta e attraverso l'audio e il video emerge l'immagine e la personalità specifica delle varie comunità locali.
C'è il problema di regolamentare una situazione che, per anni, abbiamo subito; in tempi più remoti vi è stato un monopolio della situazione che abbiamo avvertito essere stata soffocante per tutti.
E naturale sia così, in quanto ai colpi seguono i contraccolpi: credo però che arrivi il momento in cui bisogna regolare i due corni del dilemma trovando una soluzione rispondente alle esigenze.
Nel campo della radiofonia questo aspetto è da rafforzare poiché ci troviamo di fronte ad una situazione di radiofonia selvaggia: spesso capita sintonizzando la radio su una certa stazione, che vi siano interferenze e si senta l'inserimento di altre stazioni.
Il segnale più debole sembra essere quello pubblico; non sono qui per sostenere che deve essere privilegiata una banda rispetto ad un'altra; sono qui per dire che ciascuno deve fare la propria parte e che il pubblico deve essere una struttura portante di quella libertà della quale usufruiscono anche le parti private.
Questo discorso riguarda sia la televisione nazionale che i network e le emittenti locali anche perché ciò che è vero oggi può non esserlo domani, quindi dobbiamo parlarne con molta libertà.
Ho notato in questi ultimi tempi che Berlusconi, che veniva associato ad atteggiamenti e posizioni politiche, sta manifestando le posizioni più libere, non ci sono tabù da assegnare a Tizio, Caio o Sempronio sul piano politico.
Ho voluto citare Berlusconi in quanto mi pare che in questi giorni ci sia un dibattito aperto intorno a valutazioni politiche che possono trovare di volta in volta convergenze o divergenze. Ciò che era vero ieri oggi non lo è più; c'è bisogno di un discorso che riesca a ridare al nostro Paese ed anche alle Regioni delle linee e delle coordinate.
Non posso che condividere gli interventi dei colleghi; faccio parte di una Provincia molto ben a conoscenza di ciò che avviene in altre parti e molto poco informata su ciò che succede da noi. Non so se siamo i più rispettosi delle leggi della Regione Piemonte, però siamo parte di una zona dove l'influenza esterna, che considero molto positiva, ci consente di arricchire la nostra cultura di una visione e di impulsi più ampi.
Auspicherei però che oltre ai contributi che provengono dalle altre Regioni arrivasse anche sul piano dell'informazione il contributo della Regione Piemonte. Nell'incontro con i rappresentanti sindacali della Rai, la settimana scorsa, abbiamo posto questi problemi come li abbiamo posti ai vertici.
Non dobbiamo stancarci di impegnarci in un'azione più incisiva; l'epoca nella quale viviamo è l'epoca delle comunità locali, dell'autonomia dell'essere qualcosa che non è tutelato come è sembrato secondo un modo d'interpretare la politica di 40 anni. Credo sia giusto che una Regione come la nostra abbia la possibilità di essere se stessa, e di mettere in discussione tabù che per 40 anni hanno garantito una certa situazione e che oggi possono essere superati.
Uno dei tabù principali mi pare sia quello dell'informazione; vogliamo un informazione regionale che tenga conto delle energie, delle intelligenze e delle culture presenti anche nella Regione Piemonte. Non possiamo essere traslati da qualche altra parte; vogliamo una nostra capacità di iniziativa autonoma, vogliamo poter parlare dentro un quadro unitario.
Questi sono i motivi per i quali abbiamo creato i bacini d'utenza e il comitato radiotelevisivo. Credo che il contributo dato sia significativo anche se a Roma, probabilmente, è rimasto in un cassetto.
Queste iniziative le vogliamo finalizzare per dare un ruolo più significativo alla comunità piemontese. Questo è un altro modo per aiutare il nostro Paese a restare in quella serie d'impegni europei (anche se si dubita che abbiamo la capacità di mantenerli). In questo modo, sapendo stimolare le potenzialità che costellano e arricchiscono questa Regione possiamo dare un contributo all'azienda Italia a superare i problemi che sta registrando, ma che, se avrà la capacità di guardare avanti, potrà superare in una prospettiva che dobbiamo inseguire per noi, per l'Europa e per il resto del mondo.



PRESIDENTE

La seduta è tolta.



(La seduta termina alle ore 13,30)



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