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Dettaglio seduta n.87 del 31/07/91 - Legislatura n. V - Sedute dal 6 maggio 1990 al 22 aprile 1995

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Riprendiamo l'esame del progetto di legge n. 113, di cui al punto 21) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Rossa.



ROSSA Angelo

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, esprimo la soddisfazione del Gruppo socialista per il dibattito che si sta svolgendo sul disegno di legge sull'Agenzia per l'innovazione e ringrazio la I Commissione per il lavoro svolto: finalmente siamo riusciti a far approdare in aula questo importante provvedimento.
Questo disegno di legge ha seguito un iter difficoltoso perché la sua presentazione risale alla fine della legislatura precedente, ma vi furono dei problemi che ne impedirono la discussione. Tale disegno di legge è stato ripreso in questa legislatura e mi auguro che al più presto si giunga all'approvazione.
Si tratta di un disegno di legge che si è collocato come risposta puntuale ad una domanda che prendeva corpo già qualche anno fa e che si è fatta sempre più insistente rispetto alle capacità della Regione, del suo patrimonio culturale, sociale, economico e politico, di far fronte, di rispondere alle domande pressanti sia di carattere interno sia di carattere internazionale, europeo. Domande di carattere interno perché si tratta di capire che tipo di strumento siamo in grado di mettere in atto per raggiungere obiettivi quali la riproposizione di un piano di sviluppo adeguato e aggiornato che è la risposta alle molte e grandi energie esistenti in Piemonte. Domande di carattere europeo perché la nostra è una Regione che pur vivendo nell'oggi, ha la coscienza già proiettata nell'immediato domani: sarà un confronto molto duro, siamo a metà del guado.
Il Piemonte è una Regione che ha dato e può dare molto dal punto di vista tecnologico e scientifico, ma che ha anche constatato di avere un apparato industriale che in diversi punti non è adeguato alle necessità del nostro confronto in Europa. Quindi, ha il dovere di presentarsi nel migliore dei modi per restare nel circuito europeo e riuscire ad essere un punto di riferimento, non avrebbe senso continuare a parlare di un Piemonte che ha dato molto, che può dare, che può reggere il confronto se poi laddove ci accorgiamo che mancano gli strumenti adeguati non vi facciamo fronte.
Dalla relazione presentata dal Presidente della I Commissione Zanoletti e dai relatori di minoranza è emerso che nel quadro economico c'è una situazione che richiede una rimessa a punto dei nostri obiettivi, una verifica dei nostri strumenti, un impegno in prima persona da parte della Regione.
Siamo di fronte ad un quadro economico, che pienamente non ci soddisfa un quadro economico che registra battute d'arresto in molte aree del Piemonte, insieme ad un quadro occupazionale che ci preoccupa. C'è bisogno quindi di un impegno forte che riesca a ridare slancio. Tale slancio si realizza attraverso delle proposte e a noi sembra che la proposta dell'Agenzia per l'Innovazione sia un elemento di novità e di proposta coraggiosa e concreta, anche se il capitale a disposizione forse è insufficiente. Tuttavia è un segnale che si vuole lanciare alle forze produttive, impegnate ai vari livelli, per dimostrare lo sforzo che il Piemonte deve fare. Quindi c'è una risposta da dare alla situazione economica ed occupazionale, c'è un problema di collegamento e di rapporto con i centri della formazione dei dirigenti, c'è da mettere a punto un più stretto rapporto di collaborazione tra i centri della ricerca dell'approfondimento e dello studio, i poli universitari ed i centri produttivi.
Ci sono questioni che investono tutto l'apparato nel suo insieme soprattutto le piccole e medie imprese, l'artigianato ed i settori commerciali. Settori, questi, che sono determinanti per il nostro sviluppo e risulteranno determinanti per la nostra capacità di reggere il confronto di dare un contributo, nel contesto europeo, a nome dell'Italia. Paese che registra grosse difficoltà, su cui si discute all'estero circa la capacità di restare all'interno del circuito dei Paesi più avanzati.
Ho fiducia nel fatto che ce la faremo: è una fiducia che si affida ad un dato di imponderabilità sottesa da una visione ottimistica delle cose.
L'ho avuta in altri momenti, anche a fronte di posizioni molto pessimistiche: è una fiducia che si è dimostrata prevalente perché siamo riusciti a superare molte difficoltà.
Un altro settore che dovrà essere all'attenzione dell'impegno regionale è quello delle grandi comunicazioni, il trasporto, la telematica; la capacità di coordinare la domanda di lavoro per la costruzione del parco tecnologico del quale si parla in tutta la Regione. Sono in preparazione incontri e convegni anche da parte degli Enti locali. Si avverte la necessità di costituire un parco tecnologico; da questa definizione deve quindi discendere qualcosa di concreto.
Quando si parla di parco tecnologico si pensa a qualcosa che debba passare dalla sfera dell'astrattezza a quella della concretezza, che veda un lavoro di coordinamento e reciproca informazione. Credo che questo debba essere operato da uno strumento specifico ed è questa la ragione che sta alla base della proposta in esame, vista positivamente.
Ricordo alcuni convegni a cui parteciparono autorevoli rappresentanti del Governo, dei settori universitari ed imprenditoriali, sottolineando il valore e l'importanza di questo lavoro. Qualcuno ha invece definito tale proposta "indefinita"; nella relazione di minoranza del collega Monticelli è stata definita una "scatola vuota".
Credo invece sia uno strumento che, seppure in posizione di critica, si è presentato aperto anche alle osservazioni delle minoranze.
Sono stati accolti emendamenti e suggerimenti venuti dalle stesse minoranze, in primo luogo dal PDS. Questa proposta non ha la pretesa di essere la verità rivelata, la ricetta per l'eternità: è una proposta che vuole collocarsi al centro di una domanda che sta insistendo nei settori imprenditoriali (dai più grandi ai più piccoli) nei settori commerciali nelle Università, negli Enti locali, nelle Camere di Commercio; nel settori che si fanno carico dei problemi esistenti che hanno bisogno di trovare soluzioni e di vedere l'avvio di qualcosa che possa sviluppare una prospettiva.
Mi sembra che la proposta vada in questa direzione e unisca le forze politiche, le quali sono tutt'altro che "viscide" come qualcuno le ha definite, ed hanno provocato una reazione epidermica. Le forze politiche hanno fatto grandi cose, sicuramente hanno anche difetti da cui dovranno emendarsi, ma sono le forze politiche che, concorrendo a dare vigore e vitalità alle istituzioni, le collocano nel giusto rapporto tra il mondo della ricerca, della scienza, della tecnica ed il mondo produttivo.
Si lamenta che nei settori più sensibili, vi è la necessità di vedere la Regione guidare un certo processo e non solo fare Piani di sviluppo che possono essere definiti anche a tavolino, ascoltando i vari centri di ricerca e facendo dell'assemblaggio.
Una Regione che si propone di governare, di rivestire in primo piano il ruolo di leadership di un processo di sviluppo, credo abbia questo dovere.
Vedo quindi in modo positivo questa Agenzia, sono anche attento alle osservazioni che fanno i colleghi e non sono affatto refrattario alle distinzioni che ci possono essere, ma quando si dice che questa è una proposta superflua, perché da una parte c'è la Finpiemonte e dall'altra ci sono altri strumenti, mi sembra si faccia una forzatura e non si colga il senso compiuto della realtà.
La realtà è che si va verso la specializzazione la preparazioni di una classe dirigente, di tecnici preparati, a cui rivolgere domande, a cui dare l'impegno per mobilitare, coinvolgere, interessare. Le cose della vita politica, del divenire, sono queste. Personalmente, comprendo le osservazioni poste, soprattutto dagli istituti bancari, più prudenti rispetto all'entusiasmo espresso da altri enti rispetto a questa proposta.
Di fronte alle ripetute consultazioni ho avuto momenti di perplessità: mi sembrava vi fosse la tendenza ad assumere la questione a ritmo molto ridotto.
Nonostante fosse già stata fatta una consultazione, sono soddisfatto che il collega Beltrami sia stato il maggior promotore di un secondo giro di consultazioni, estremamente positive in quanto non solo ci si è rinfrescati la memoria, ma sono state messe in discussione alcune interpretazioni contenute nelle relazioni di minoranza, secondo le quali la prima consultazione non avrebbe messo in luce il valore dell'iniziativa.
Superate alcune iniziali perplessità, sono lieto che la consultazione abbia riconfermato il valore di questa proposta, pur conoscendo il prudente atteggiamento di alcuni enti e istituti finanziari i quali, gravati di grosse responsabilità, di fronte a proposte di innovazione, di coraggio e di grosso impegno, si pongono il problema di dove e come si debba arrivare.
La filosofia contenuta nel disegno di legge è molto chiara e rappresenta un segnale alle forze vive e avanzate della Regione. E' stato un conforto all'impegno politico - lo dico a chi vorrebbe fare di tutte le erbe un fascio - la dimostrazione che la politica è lo strumento fondamentale, se lo sappiamo ben interpretare; che consente di superare i momenti di difficoltà. Non si tratta di un carrozzone che spende denaro inutilmente, com'è stato detto da più parti, è uno strumento che riteniamo sia più che mai puntuale, nel dare risposte che la società ha oggi bisogno di ricevere; risposte alla società che produce, alla società che rappresenta le istituzioni.
Si sente parlare un po' dappertutto dell'impegno e del lavoro relativi ai parchi tecnologici. Qual è la risposta della Regione? Occorrono opere di grosso respiro per far diventare il Piemonte e Torino un qualcosa cui guardane per le grandi capitali europee.
Gli elementi di una società che vuol crescere ci sono. So che all'interno della maggioranza vi sono delle perplessità, vorrei però che venissero viste nella prospettiva di andare avanti; mi rivolgo anche alle opposizioni affinché vedano lo sforzo fatto dalla Giunta per varare questo disegno di legge al di là di valutazioni improvvisate, di critiche sulla funzione o sugli organigrammi, mentre dovremmo poter essere liberi di procedere alla realizzazione di quanto meglio corrisponde alle domande di una società che non vuol perdere alcun colpo per fare la propria parte nel nostro Paese e in Europa.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Segre.



SEGRE Anna

E' difficilissimo aggiungere qualcosa di nuovo dopo tutto quel che è stato già detto.
Per non lasciare in suspance i colleghi,premetto che il disegno di legge della Giunta non mi convince per niente, e non per idee, opinioni precostituite o per osservazioni dell'ultimo momento, ma per considerazioni che ritengo abbastanza fondate.
Sulla genericità del provvedimento si sono già dilungati altri colleghi; personalmente, vorrei soffermarmi su alcuni punti a mio parere non sufficientemente specificati. Sulla necessità che la Regione adotti un provvedimento del genere, mi pronuncerò nella seconda parte dell'intervento.
Come sostenuto dal collega Zacchera, ritengo che prima di varare un provvedimento di tal genere dovremmo specificare, meglio di quanto non sia espresso nel progetto di legge, cosa intendiamo per innovazione. Sul documento si legge che "scopo dell'Agenzia per l'innovazione è lo sviluppo di iniziative e progetti nel campo dell'innovazione in Piemonte".
Tuttavia, sappiamo benissimo che con il termine innovazione si pu intendere tutto: l'innovazione tecnologica può segnare i processi produttivi, ma può anche essere innovazione dei prodotti stessi, il che porta a situazioni sostanzialmente diverse.
Inoltre, l'innovazione colpisce solo i sistemi produttivi o spazia in altri settori economici presenti in Piemonte? Potrebbe toccare anche il settore terziario: tutto questo, nel progetto di legge è lasciato nel vago.
Poiché questo progetto di legge stanzia - non sto a dire se sono tanti o pochi, secondo me sono troppi - 3 miliardi senza capire bene che cosa effettivamente si va a fare, bisognerebbe almeno che l'oggetto del disegno di legge fosse definito meglio.
Secondo me definire l'agenzia per l'innovazione senza specificare all'interno del testo che cosa si intenda per "innovazione" è certamente troppo poco.
E' importante sottolineare che sono stati fatti molti studi sull'innovazione in Piemonte da 10 anni a questa parte, e altri ne continuano a fare soggetti economici e scientifici sempre nell'ambito dell'innovazione tecnologica nella nostra regione.
Riallacciandomi a una delle relazioni di minoranza presentata stamane penso sia necessario specificare anche che cosa questa agenzia vuole essere veramente,cioè se promotrice di interventi o attivatrice di interventi sull'innovazione; sarebbe opportuno specificarlo in quanto anch'io la vedo come un'agenzia che promuove gli interventi e non che li attiva.
La dimostrazione che dell'agenzia non ci sia bisogno, che non sia così necessaria e che quindi la sua attivazione possa effettivamente nascondere qualche cosa, è data dal fatto che negli ultimi 10 anni sono stati effettuati numerosi studi e progetti sull'innovazione a Torino, promossi dalle varie fondazioni cittadine e dagli istituti universitari.
A volte usiamo le parole dandone per scontato il significato. Si legge nella relazione: "Occorre promuovere lo sviluppo di un parco tecnologico piemontese". Vorrei sapere quali sono le filosofie di istituzione dei parchi tecnologici e anche che cosa deve far parte di un parco tecnologico.
Un parco tecnologico, per esempio, non è un parco scientifico, lo sappiamo tutti bene; allora mi sembra che la frase citata prima sia assolutamente insufficiente. Questo per argomentare la carenza fondamentale di questa legge: la sua genericità.
Un altro punto che sta a cuore al Verdi, è verso quale tipo di sviluppo è indirizzata questa innovazione tecnologica. Tutto questo non viene argomentato nel disegno di legge ed inoltre si dice che l'agenzia deve servire per lo sviluppo della Regione, sulla base ovviamente del programma di sviluppo della Giunta regionale.
In questa sede abbiamo già fatto numerose discussioni sul tipo di sviluppo che può caratterizzare la nostra Regione o addirittura il nostro Paese; in tutte le sedute consiliari abbiamo ripetutamente trattato argomenti riferiti direttamente alla questione ambientale (come ci è stato fatto notare da più parti); questo è determinato non certo per la presenza di tre Consiglieri Verdi, ma evidentemente per l'emergenza dei problemi ambientali.
Avrei ritenuto opportuna una specificazione in merito a che cosa si intende per innovazione, per innovazione allo sviluppo e a quale tipo di sviluppo. Se, come i Consiglieri del Gruppo verde, anche una parte dei Consiglieri di altri Gruppi intendono andare verso uno sviluppo che possa definirsi sostenibile, e quindi che non sovraccarichi l'ambiente più di quanto non sia già stato sovraccaricato, allora l'innovazione non pu essere un'innovazione qualsiasi, ma deve essere indirizzata verso particolari tipi di sistemi produttivi; altri tipi di innovazione dovranno ugualmente essere dei sistemi innovativi diretti verso una qualità dello sviluppo di un certo tipo.
Per tutti questi motivi e per altri che tralascio per ragioni di tempo dato che oggi pomeriggio abbiamo molti altri argomenti da affrontare, non ci sarà il voto favorevole da parte dei Consiglieri del Gruppo verde a questo disegno di legge che manca di tutte le specificazioni da noi ritenute necessarie. Ritenendo anch'io, allo stato dei fatti attuali questo progetto di legge una "scatola vuota", che senz'altro si potrà riempire bene o male, per il momento non mi sento di appoggiarlo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Dietro allo schermo dell'innovazione; che è come un rito su cui non si può parlar male (non si può parlar male di Garibaldi), si giocano oggi tante partite, anche confuse ed equivoche.
La proposta presentata mi pare rischi, se non chiarita, di essere vecchia, insufficiente se ha delle ambizioni di un certo tipo, per esempio sul piano delle risorse a disposizione, e che non considera resistente.
Pare cioè che la proposta si collochi in una realtà vergine che non ha nulla e che cerca di costruire un parco tecnologico, come è avvenuto nel Mezzogiorno, con forti contributi da parte dello Stato.
Un altro elemento di forte equivoco nella nostra Regione è che il Piemonte non ha solo bisogno di innovazione tecnologica, ha forse e soprattutto bisogno di innovazione organizzativa e molto spesso la si tiene ai margini; infatti la debolezza del nostro apparato industriale è determinata proprio dall'avere una insufficiente soglia di accesso all'innovazione organizzativa.
Ritengo che un impegno forte, a far sì che cresca la capacità di correre più velocemente rispetto ad altre realtà nel campo dell'innovazione sia decisivo per il nostro apparato industriale. Ma è ancora valida oggi la logica dei parchi tecnologici? Ce ne sono 70 nel mondo e sono nati molto spesso dietro a politiche precise; la Francia e il Giappone hanno considerato che lo sviluppo dell'innovazione doveva trovare forti concentrazioni, alte masse critiche per poi di lì diffondersi, ma quando è nata questa idea era la fine degli anni '70 e non eravamo ancora nella fase in cui le telecomunicazioni, la telematica (gli stessi fax, strumenti che possono sembrare marginali, ma importantissimi per comunicare) non rendevano più necessaria la vicinanza fisica, la concentrazione di molte attività innovative per formare il parco tecnologico.
C'è probabilmente oggi la visione di una vecchia cultura, che è una cultura della moda cavalcata da molti politici perché fa notizia. Nel Mezzogiorno la si pratica pesantemente, rischiando di costruire ancona cattedrali nel deserto come si è fatto con la politica industriale degli anni '50 con la costruzione di gradi raffinerie e industrie chimiche che distrussero Irripetibili patrimoni turistici nel Mezzogiorno.
Questa assemblea elettiva (a volte dimenticata o magari solo criticata perché ci sono pochi Consiglieri in aula, come è stato detto ieri sera nei comunicati di alcune televisioni) aveva individuato l'innovazione come un fatto importante già nel secondo piano di sviluppo, quando si era posto il processo di modernizzazione e d'innovazione, dando però un'indicazione strategica: l'innovazione doveva avere un carattere diffuso e non concentrato e svilupparsi attraverso moduli, implementarsi quindi in modo modulare. La Giunta esprime questa scelta strategica e colloca l'iniziativa in un alveo, o non c'è un'indicazione strategica per cui nascono le cose a caso? Dico a caso in quanto abbiamo un lungo elenco di impegni nel settore dell'innovazione. Ne elenco qualcuno: Texilia che cerca di assommare formazione avanzata e diffusione dell'innovazione nella piccola industria del settore tessile. E' una perla che dovrebbe avere carattere emulativo nel nostro sistema formativo; completamente dimenticata! Ho presentato a questo proposito un'iniziativa legislativa nel settore multimediale per ripetere un'esperienza tipo Texilia anche in questo campo, ma si è persa da qualche parte e resterà li a riposare fino a fine legislatura se non avr qualche padrino che mi aiuti.
Il laboratorio d'intelligenza artificiale è un punto importante che si rapporta con le industrie, ha commesse; il CSI e il supercalcolatore Itaca; il Bic che è un incubatore di nuove iniziative; la rete telematica: l'insieme dei centri di ricerca pubblici in Piemonte: la cittadella di ricerca deI CNR dimenticata! Quando è stata inserita tra le richieste al FIO per finanziare la cittadella di ricerca del CNR, come è stata finanziata quella di Trieste, sono arrivati prima i finanziamenti per le dimore sabaude e rogge tortonesi, e la ricerca è rimasta in coda, non per colpa della Giunta, ma per colpa di quel mercato dei buoi che è la distribuzione dei FIO a livello nazionale, che perde ogni logica di priorità che una comunità viene a dare a questi aspetti.
L'iniziativa vuole coordinare queste cose e altre esistenti? Sarebbe un fatto meritevole cercare di porre un disegno ai nostri interventi. Abbiamo finanziato 100 milioni da una parte, 10 milioni dall'altra, 5 da un'altra ancora, ma in qualche modo sarebbe necessario dargli un senso, una direzione di marcia, una strategia.
C'è una visione unitaria su questa finalità? Se c'è, mi va bene questa legge; magari è vecchia la visione del parco tecnologico, ma la si pu anche accettare nello spirito del Piemonte come area del parco tecnologico e non solo della città di Torino.
Abbiamo una legge n. 56 significativa, una formazione professionale che dovremo sfondare anche sul terzo livello, perché a noi manca la capacità d'investire fortemente sul nostro capitale umano. Questa è la vera innovazione, la grande scoperta, perché se mettiamo in campo 3 miliardi che non vanno al sistema della piccola industria e dell'artigianato, che è quella più debole e sottocapitalizzata, sono quattrini che si disperdono in più per la grande industria che fa da sola l'innovazione tecnologica perché se non la fa, va fuori mercato nel giro di due-tre mesi.
E questo il nodo, ma come riusciamo a risolvere questo grande problema? Anche se mettessimo 1000 miliardi in questa iniziativa, se poi il "cavallo non beve", cioè la piccola industria e l'artigianato non accedono, come si interfaccia la conoscenza con la produzione? Questo nodo come lo affrontiamo? Come è visto? Serve a questo l'Agenzia? Non mi pare, è molto stratosferica, paludata, di grandi strategie. Però è abile la formulazione non è - come dicono i colleghi dell'opposizione - messa giù alla "carlona" perché aggira il problema e dice: è un'infrastrutturazione che si vuole creare: con questa Agenzia, è un ambito, non è un intervento specifico settoriale. E' comunque poco chiara l'infrastrutturazione, perché dietro non ha un'idea forza sulla quale si colloca. C'è un'indeterminatezza forte: c'è anche l'impossibilità per il capitale privato che voglia inserirsi di capire il rapporto tra intervento su efficacia e il costo, la convenienza dell'operazione.
Presidente Brizio, una cultura e una sensibilità per l'innovazione, lei pensa che ci sia? Lei pensa di esserne depositarlo? Ci sono alcuni esempi che mi hanno dimostrato il contrario. Forse c'è nel suo animo, ma non riesce ad esplicitarsi. Vuole alcuni esempi? L'area metropolitana delineata è la caratterizzazione più chiara di una cosa che non ha nulla a che fare con il distretto tecnologico: è l'elemento puramente amministrativo dei servizi, della municipalizzata. E questa l'area metropolitana che si è progettata, mentre oggi approviamo l'Agenzia per l'innovazione.
Quando lei ha firmato l'accordo sull'alta velocità, ha pensato agli effetti innovativi sul nostro apparato industriale? Se è così i lavoratori della Westinghouse che erano ieri qui "incavolati" a protestare (lei non li ha visti) di un settore determinante nel settore ferroviario dell'alta velocità, che si vedono messi in cassaintegrazione con pezzi di apparato industriale che verrà insediato a Napoli e sanno che lei ha firmato l'accordo sull'alta velocità, altro che Agenzia per l'impiego! Prima di ricostituire quelle centinaia di posti di lavoro ce ne vogliono di investimenti con l'Agenzia per l'innovazione! Anche nell'ecologia, Assessore Garino, se potessimo indirizzare i nostri investimenti, rapportarci con la fascia intermedia del nostro apparato e del terziario per vederne gli effetti tecnologici, metteremmo in movimento questo aspetto.
Conosco il Presidente Brizio da molti anni ed è una persona degna e valida, ma ho l'impressione che in questa vicenda abbia pesato meno l'istituzione e di più le segreterie dei Partiti. Ciò non è sempre negativo, perché può darsi che l'istituzione non riesca ad arrivare su certe cose, però ho l'impressione che sia proprio avvenuto così.
Ho presentato una modesta legge per favorire, nella piccola industria e nell'artigianato, l'adeguamento alle esigenze ambientali facendo innovazione tecnologica. L'ho richiamata in aula e non so dove si fermerà: questi 3 miliardi servirebbero a darle vita per tre anni.
L'iniziativa a me pare troppo debole per l'obiettivo ambizioso che potrebbe avere. Se questo è vero ma non c'è, manca proprio di un obiettivo quindi è carente. Nel momento in cui andiamo a chiedere 40 lire in più per il mercato, in una situazione in cui ripetiamo che è sbagliato fare dei passi di questo genere, ritengo sia meglio tirare un attimo in più la cinghia, ma arrivare ad un'autonomia impositiva dignitosa e non stracciona per la Regione.
Mi pare invece che questo passaggio possa farci fare una gran brutta figura dinnanzi alla nostra comunità.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini



MARCHINI Sergio

Signor Presidente del Consiglio, signor Presidente della Giunta evidentemente il Presidente della Giunta oggi e distratto da foglietti da leggere.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Sto scrivendo perché voglio rispondere a tutti.



MARCHINI Sergio

Volevo solo essere sicuro di avere la sua attenzione, perché dopo le cose che ha detto a Tapparo, che pure è Consigliere di maggioranza, la Giunta, in termini di moralità, dovrebbe fare una riflessione sulla sua proposta.
Dall'esposizione di Tapparo mi pare chiarissimo che la Giunta abbia tutti gli strumenti tecnici, giuridici ed istituzionali per essere protagonista del processo dell'innovazione tecnologica. Tapparo ha dimostrato questo, ma egli ha la fortuna di essere "un" socialista ed io qui purtroppo sui banchi sono "il" liberale, e la differenza non è da poco.
Io devo anche assumermi responsabilità politiche, cosa che Tapparo pu lasciare all'ottimo Rossa, al quale ricordo soltanto che gli avvocati quando si fanno le difese d'ufficio, dicono che la formula vincente è sempre quella di rimettersi alla clemenza della Corte; se invece si vogliono argomentare le virtù di persone che non si conoscono o che non si vogliono conoscere si rischia abbastanza.
Caro Rossa, crediamo proprio di farcela a stare in Europa? Ma chi è che non ce la farà, chi è che rischia di non farcela? I privati? Il sistema produttivo? Gli artigiani? I professionisti? Gli imprenditori? Gli artisti? Pavarotti non ce la farà a stare in Europa? No! E' il sistema pubblico che non ce la fa! E il debito pubblico, è il costo del denaro, è il costo del lavoro! E allora, caro Rossa, "medice et cura te ipsum!" Non abbiamo niente da insegnare alla società civile, abbiamo da modernizzare il sistema pubblico! Il sistema privato si aspetta, ripeto, il costo del denaro, del lavoro e dell'energia a livello internazionale l'arrivo delle lettere in tempi reali, i telegrammi ed i telefoni che funzionano, le strade pulite, il raddoppio dell'autostrada Torino-Savona che finalmente si concluda l'autostrada del Frejus, che si faccia il TGV! Il sistema privato si aspetta questo e noi staremo in Europa se il sistema pubblico saprà fare queste cose, non altre! Quando si fa parte di una maggioranza bisogna però sapere che in un accordo bisogna trovare il posto giusto e non stonare più di tanto, anche se gli uditori tante volte non sono poi di palato così fino, come ha dimostrato l'opposizione in questa occasione. L'opposizione ha ottenuto in Commissione un prezzo politico forte e naturalmente qui arriva a proporre il non passaggio agli articoli, se ho capito bene dalla relazione di minoranza; con un uditore di palato non molto fine, possiamo quindi permetterci anche qualche stecca.
Se l'opposizione facesse una battaglia frontale e coerente rispetto a questo tema, noi avremmo anche un dovere, come maggioranza, di assoluta coerenza e graniticità, però con un'opposizione che in Commissione dà ad intendere una qualche sua disponibilità a trattare questa questione in termini dialettici; ottenendo alcuni emendamenti di vetero politica in senso generale a mio parere non accettabili, la maggioranza può anche immaginare di fare qualche stonatura, l'importante è che riesca a cantare in coro, e io cercherò di cantare in coro, di non stonare, sostenendo tuttavia la nostra posizione.
Comincio dal collega Cucco che ha detto una cosa intelligente: negli Stati Uniti questa esigenza non si sente, perché è partito un processo naturale del sistema scientifico che si correla in termini di efficienza al sistema produttivo imprenditoriale. Non possiamo dire che questo avvenga nella nostra Regione, perché esistono delle caratteristiche di struttura anomala del sistema produttivo che fanno sì che il sistema della ricerca tenda a concentrarsi soprattutto a favore di alcuni segmenti del sistema produttivo e non di tutti.
In questo senso ho l'impressione che sia necessario uno sforzo da parte nostra per garantire che questo processo di raccordo tra il sistema della ricerca e il sistema, produttivo sia esteso a tutti i segmenti. E' un problema politico rispetto al quale questa legge si pone come un'intuizione meritevole di approfondimento.
Quindi non c'è da parte nostra un rifiuto pregiudiziale, ma la presa d'atto che la tipicità della nostra Regione non rende automatico questo processo. Infatti, se in questa Regione esistesse solo la grande impresa questo problema non si sarebbe posto: se invece ci fosse soltanto la piccola impresa, il sistema di ricerca si sarebbe correlato diversamente.
In un sistema squilibrato e disarmonico come quello piemontese è evidente che questo tipo di relazioni e di situazioni maturano prima, se non solo a favore di alcuni segmenti, penalizzando gli altri. Mi sembra quindi che un'agenzia che faciliti e acceleri in Piemonte questo processo (che in altre aree avviene spontaneamente) sia un'intuizione meritevole di approfondimento e assolutamente difendibile in termini politici.
Ritengo anche accettabile la genericità di questa legge (che da altri viene considerata un limite), perché per sua natura l'innovazione tecnologica è un processo e non un elemento statico ed oggettive sul quale ragionare. Poiché questa società dovrà dotarsi di uno Statuto, il quale tende a regolarla per un arco di tempo molto lungo, è evidente che essendo in relazione ad un processo è abbastanza difficile identificare a priori gli elementi moderni e anche gli obiettivi specifici di un processo generale di sostegno all'innovazione nella nostra Regione.
Direi di più: il termine innovazione, che è specifico, a mio modo di vedere, resta addirittura riduttivo rispetto agli obiettivi che abbiamo di fronte, e ringrazio Tapparo per avercelo ricordato. Il problema del nostro sistema produttivo, quello piemontese in particolare, non è tanto quello di essere dotati di strumenti sofisticati, ma di averli all'interno di un sistema organizzato. Quindi uno degli elementi che propongo - l'avevo pensato prima, forse il termine non è quello giusto, magari Tapparo mi aiuterà - è che questa società oltreché all'innovazione tecnologica, deve puntare alla modernizzazione del sistema produttivo. Poi se il termine è improprio, il Tapparo mi aiuterà a correggerlo.
Questa legge paradossalmente è ancora troppo specifica. Noi dobbiamo immaginare di far nascere uno strumento a partecipazione pubblica che sia di sostegno al momenti di trasformazione del sistema produttivo, rispetto ai quali bisogna accelerate e rendere più facile il processo di integrazione tra il sistema della ricerca, la formazione professionale e l'utilizzazione delle nuove tecnologie. Inoltre le nuove conoscenze non si traducono necessariamente in nuove tecnologie, ma per esempio in nuovi modi di rapporti con il sistema finanziario internazionale.
Detto questo, ad avviso del Gruppo liberale, non è assolutamente fuori luogo immaginare che la istituzione Regione si ponga l'esigenza di promuovere e stimolare la crescita del rapporto tra il sistema della conoscenza e il sistema produttivo, in particolare quello che automaticamente questo processo non vede realizzarsi. Ci sono delle condizioni precise però, che non sono di natura pregiudiziale politica, ma che sono nelle forza delle cose. Gli interessi in campo quali sono? Da una parte le conoscenze, dall'altra le tecnologie, dall'altra parte ancora le risorse per trasferire o per realizzare le tecnologie.
Mi chiedo a questo punto come sia immaginabile fare una società che tende a promuovere questo, quando la maggioranza del capitale sodale viene richiesto da un soggetto che rispetto a tutti e due gli elementi della società (i beni della società) è sicuramente depositario di una dote minima dei due beni, perché la politica, l'istituzione, ha della conoscenza e delle risorse un patrimonio minimale, tecnologie poi non ne conosce e non ne è destinataria rispetto a questo processo. Quindi resta incomprensibile immaginare che la maggioranza abbia accettato in Commissione di approvare l'emendamento al secondo e al terzo comma dell'art. 2, con il quale si formalizza uria maggioranza a capitale pubblico e addirittura si prenota che qualunque successivo aumento di capitale debba essere destinato al sistema pubblico.
Questo mi sembra un errore fondamentale di concezione di che cosa deve essere questa società. Questa società deve sostanzialmente vedere la Regione che cerca di legare al massimo questi interessi presenti sul territorio: la produzione di conoscenze e l'utilizzazione delle conoscenze attraverso le strutture tecnologiche. Deve fare sostanzialmente il promotore, lo stimolatore: non è il soggetto protagonista e padrone di questo processo, perché non è padrone di nessuna delle leve.
Concettualmente quindi non ha senso immaginare che questa società debba essere necessariamente a maggioranza pubblica, ma esiste un'altra ragione.
Se i soldi servono a qualcosa, certamente non servono alla ricerca che non verrà alimentata con questa legge. Evidentemente si deve immaginare che queste risorse verranno utilizzate per rendere più praticabile l'accesso a nuove tecnologie. Ma allora la società o ha questo bisogno o non ce l'ha: se ha questo bisogno non si misura sicuramente in tre miliardi più x (x meno di tre miliardi), cioè in 5 miliardi 990 milioni. Se nasce l'esigenza di risorse finalizzate a questo parliamo di decine e di centinaia di miliardi che evidentemente devono costituire ti patrimonio di una società che deve essere aperta al concorso del sistema civile nella misura in cui il sistema civile ritiene di dovere investire su questa prospettiva. Porre però il capitale pubblico come tetto alla disponibilità del sistema civile e delle imprese di concorrere a questo processo di modernizzazione mi sembra una contraddizione, in termini concettuali, assolutamente inaccettabile.
Con tutte le riserve che possiamo avere, se questa legge dovesse decollare diventerebbe in primo luogo una grossa finanziaria a disposizione del sistema meno attrezzato per potersi modernizzare. Allora mettiamo un tetto e diciamo che in ogni caso quella finanziaria deve avere un capitale all'interno delle disponibilità di bilancio regionale? Disponibilità che in questo caso, devo segnalarlo, sono già straordinarie, perché 3 miliardi per un capitale io non l'avevo mai sentito da nessuna parte. Quindi mettere la condizione della maggioranza pubblica significa comunque dimensionare, in altri termini stroncare e castrare questa società nella sua capacità dimensionale.
Ultima ragione che mi induce ad insistere da liberale su questo: il rapporto pubblico-privato va innovato. Noi abbiamo fatto qualche tentativo in questa Regione, in avanti e indietro: abbiamo costituito delle società in cui si è fatta giustizia del totem che ci vuole la maggioranza pubblica e abbiamo assistito al fallimento totale ed assoluto delle società a maggioranza pubblica. Non si può quindi pensare adesso, senza fare alcuna riflessione sulle esperienze che abbiamo appena fatto, di riaprire il vecchio modello della società a maggioranza pubblica che deve gestire interessi specifici e squisiti della società civile, perché non c'è niente di pubblico in queste cose. Sono beni - quelli della conoscenza e dell'innovazione tecnologica - tipici della società civile e non del sistema burocratico amministrativo.
Bisogna fare grazia al Consigliere Rossa della sua assoluta incoerenza come persona e come partito sulle questioni dei parchi tecnologici, che cominciano a diventare ormai dei parchi archeologici. Però c'è una forca politica che insiste su questi elementi di modernizzazione quando è l'elemento di volta di una scelta dell'area metropolitana, che era la grande occasione della Regione per rilanciare la politica di programmazione territoriale socioeconomica per area vasta in termini ambiziosi multinazionale. La scelta del TGV è una scelta di organizzazione del nostro sistema a livello multinazionale, non è l'accelerazione, non è per andare più in fretta a Lione, ma immaginare che il nostro spazio di intervento e di governo dei fenomeni e dei processi vada al di là delle Alpi! Mentre facciamo questi sforzi noi accettiamo, da parte della stessa forza politica, la prenotazione sull'area piccola di Torino, guarda caso poi scoprendo che è la causa dell'ingabbiamento del piano regolatore di Torino.
Chiedo scusa se intervengo brevissimamente su questo tema, ma il collega Chiezzi questa mattina ha fatto spazio: perché si blocca il piano regolatore di Torino? Perché ci vogliono trent'anni a Torino per fare un piano regolatore? Perché Torino continua a vivere in un'area - me lo consentano gli amici torinesi - molto ristretta e periferica e, quindi, se si apre uno spazio su Torino. In questo caso è la Spina, tutti devono andare sulla Spina; perché tutti devono rivendicare qualcosa, chi una casa popolare, chi un'aula, chi un'officina, chi un nucleo ospedaliero! Tutti i soggetti interessati (società civile, politici, Vigili del Fuoco, la Fatebenefratelli e gli immigrati) devono avere qualcosa sulla Spina! Nessuno si sogna (l'unico che lo ha detto è stato l'on. Bonsignore) che il sole nasce da una parte, tramonta dall'altra, illumina una parte e fa ombra dall'altra, e che quindi lo spazio territoriale sul quale deve ragionare l'interesse di una grande città come Torino e quello metropolitano in termini vasti, non concretizzata sull'improvvisa invenzione del fatto che abbassando le rotaie si innalzano i grattacieli, tanto per essere chiari.
Mi stupisce che questo partito sia così moderno da una parte e così retrò dall'altra, questo ormai è acquisito. La nostra forza politica su questo si pone in termini obiettivi. I liberali normalmente non giurano su niente; registrano l'esigenza che il processo di innovazione tecnologica in divenire, non così come è adesso né come quello che abbiamo superato, veda la Regione presente per garantire che questo processo non veda emarginati dei settori, in particolare quelli rispetto ai quali ha responsabilità primarie come l'artigianato e la piccola e media impresa.
A questo tipo di esigenza si deve trovare una risposta. Se sia questa la migliore non lo so e non ne suggerisco altre, e dico che non è, perch altrimenti ne dovrei suggerire una.
Il limite sul quale i liberali si attestano però è il testo portato in Commissione senza la previsione della maggioranza pubblica né all'origine né in seguito.



MONTICELLI Antonio

Per informazione ti ricordo che era nel testo originario della Giunta.



MARCHINI Sergio

Presenteremo due emendamenti per ritornare alla non prenotazione della maggioranza pubblica o privata che sia. Se poi la verifica delle condizioni, rispetto alle quali i diversi soggetti che bisogna coinvolgere in questa operazione renderanno opportuna - ad avviso di chi ha la responsabilità della gestione di questa materia, cioè la Giunta - la maggioranza pubblica, non mi scandalizzerò, così come chiedo agli altri di non scandalizzarsi se per caso ne verrà fuori una maggioranza privata rispetto a questo non si possono porre pregiudiziali.
Con molte perplessità, ma anche con la realistica convinzione che su questa materia non si può essere completamente assenti perché non sappiamo se siamo o meno assenti (sembra un gioco di parole, ma è così), a noi sembra che ci si debba stare. Bisogna fare uno sforzo per portare a termine questa ipotesi della Giunta che consideriamo positiva e comunque stimolante. Esiste questo elemento minimale di non dover piantare una bandierina di pregiudiziale ideologica su una maggioranza privata che starebbe a significare in questo caso soltanto un'affermazione ideologica che nel 1992 non solo un liberale, ma nessuno deve più avallare. Mi riferisco a coloro che hanno fatto anche delle illazioni di costume, se per caso dovesse essere una maggioranza privata (non siamo a noi dirlo) cadrebbero anche molte delle preoccupazioni, perché è certo che dove c'è una maggioranza privata gli aumenti di capitale si fanno con "argent de poche" e non con tasse di contribuenti, quindi si fanno quando sono necessari.. Gli investimenti si fanno quando sono opportuni, i professionisti si interpellano quando sono capaci, le consulenze si fanno fare quando sono necessarie e il personale si assume in quanto capace e indispensabile. Oltretutto questo aspetto privatistico ci metterebbe al riparo da una serie di questioni.
Ma non è questa la questione che ci porta a porre questo problema bensì il fatto che nel 1992 la collaborazione pubblico-privato deve nascere dalla saldatura delle volontà tra il pubblico e il privato e non deve avere a monte delle pregiudiziali. Io rifiuto la pregiudiziale della maggioranza pubblica, così come rifiuterei la pregiudiziale della maggioranza privata se mi venisse posta da un socio che volesse intervenire. Nessuno deve venire a questo incontro. Presidente della Giunta e Assessore Vetrino, con una pregiudiziale: deve essere la forza delle cose, degli obiettivi, a dover indirizzare la Giunta in ordine alla scelta di quello che deve essere il rapporto finale in questo ordine di società. E' evidente che se è una società che si ridurrà ad essere una società di studi e di analisi probabilmente i privati saranno ben interessati a lasciare la maggioranza al pubblico, se invece sarà una società seria, sostanzialmente una finanziaria rifinalizzata, è evidente che i privati nella misura in cui ne sono interessati saranno disposti a versare risorse, ma chiederanno anche un ruolo conseguente.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bosio. Ne ha facoltà.



BOSIO Marco

Signor Presidente, mi sembra di avere un compito durissimo come Consigliere dell'opposizione, dopo le distruzioni operate dagli interventi dei Consiglieri di maggioranza (Rossa Tapparo e Marchini) del progetto di legge in discussione. Proverò, comunque, con il rischio di finire con un intervento che può prestarsi ad una specie di soccorso alla maggioranza perché da quelle macerie è difficile crearne altre.
Innanzitutto, vorrei evidenziare due formidabili paradigmi derivati dalla discussione. Uno se mi consente il collega Marchini - lo chiamo "paradigma Marchini", quello per il quale, se l'opposizione avesse fatto un'opposizione totale ed inflessibile, lui avrebbe fatto muro con la maggioranza. Siccome l'opposizione si è prestata ad una dialettica un po' rozza, lui fa muro parlando - è un paradigma che mi dovrà spiegare - e criticando.
Il secondo paradigma, che per la verità si presta a molte e diverse valutazioni. è quello per il quale (e non lo ritroviamo solo in discussioni come questa) la scienza è riconducibile puramente alla tecnica, la tecnica è riconducibile puramente ed esclusivamente alla produzione, la scienza dunque è esclusivamente riconducibile alla produzione.
Tale concetto è alla base del progetto di legge in esame, ed è anche alla base di una filosofia più generale che sembra ispirare Gruppi e Consiglieri, e non solo. In questa sede, non voglio prenderla su un altro versante forse potrebbe spiegarsi esclusivamente e semplicemente corre il tentativo di evitare di fare i conti coni problemi veri e reali del Governo e con le inefficienze di governo della Regione e del Paese.
Siamo in una fase che uno scienziato ha definito "di estrema licenziosità intellettuale" per cui una legge fisica sulla termodinamica può essere assunta nella discussione delle scienze sociali. Nella nostra Regione, come nel resto del Paese, si vive un periodo di crisi perché lo Stato (il Governo centrale e le Regioni) in questi anni, non ha saputo governare e costruire, ordinare i servizi, le infrastrutture, ammodernare il proprio territorio.
La domanda richiesta è pressantemente e sempre più in funzione dell'Europa, ma dovrebbe essere soprattutto in funzione dell'Italia e dei cittadini italiani: Da questo concetto non bisognerebbe sfuggire; non cancella e non annulla l'intenzione o l'intendimento della proposta di legge sull'agenzia per l'innovazione. Questo è il punto al quale un Governo della Regione o del Paese deve cominciare a rispondere.
I parchi tecnologici e la scienza hanno il loro primo fondamento nel buon funzionamento della scuola (dalla scuola elementare all'istruzione media, all'Università); hanno il primo fondamento nella capacità di crescita culturale e di conoscenza di un'intera società il Governo di un'istituzione, come del Paese, si misura lì.
Si sprecano tantissime parole con una licenziosità intellettuale veramente impressionante, in funzione di un concetto della scienza estremamente ristretto ricondotto esclusivamente alla produzione, sempre e costantemente dimenticando il fatto che alla scienza dobbiamo chiedere che migliori le condizioni di vita della gente, sia quella che lavora nelle fabbriche sia quella che, uscita dalle fabbriche e dai luoghi di lavoro voglia vivere più comodamente, ma non per migliorare esclusivamente la quantità o la stessa qualità delle merci prodotte.
Questa licenziosità intellettuale probabilmente nasce da una difficoltà obiettiva e crescente delle istituzioni pubbliche a comprendere quanto sia complesso governare la società odierna. Indica come si voglia fuggire cercare di evitare non una resa dei conti sul passato, ma i nodi veri per il futuro.
La Regione Piemonte ha una serie di bisogni sicuramente urgenti dal punto di vista economico e produttivo, dell'ammodernamento dell'innovazione tecnica e tecnologica, ma la natura ed il carattere dell'intervento che deve esserci - guai, se non ci fosse dell'istituzione, della mano pubblica, deve avvenire avendo presente il concetto globale di crescita della società e non un concetto unilaterale.
In questo senso, sono state poste da molti Consiglieri dell'opposizione e della maggioranza domande per le quali ci si è chiesti che fine abbiano fatto e facciano non dico le agenzie, ma le tante scelte, gli enti strumentali della Regione che operano.
La Regione ha un'idea di ciò che avviene o non avviene? Questa è la vera questione che dobbiamo porci e che dovrebbe porsi il governo regionale: capire non solo i termini di verifica, ma ciò che funziona, che produce effettivamente innovazione, miglioramento reale, obiettivo qualitativo delle condizioni di vita, di lavoro e produzione della nostra Regione.
La natura delle osservazioni radicali che abbiamo fatto (radicali fino ad un certo punto rispetto alla demolizione compiuta da altri interventi demolizione con la quale concordiamo interamente) è quella di aver tentato di indicare la strada da percorrere da parte dell'ente finalizzata a progetti reali e concreti e su questi determinare volta per volta qualità quantità, natura e forma degli interventi, sulla base dell'interesse pubblico, rispetto agli obiettivi che il potere ed il Governo pubblico ha rispetto a tutti i cittadini, a tutta la realtà e non solo una parte perché questa è la funzione dell'ente pubblico.
In questo senso ci siamo battuti e voteremo contro la legge; abbiamo anche presentato un ordine del giorno che chiede di non passare alla votazione della legge.
E' presumibile che la maggioranza, per quella logica paradigmatica di cui parlavo, abbia alla fine i voti per "far passare" questa legge. Diamoci allora un appuntamento per vedere cosa sarà nato o non sarà nato da questa agenzia, che cosa avrà prodotto.
Preparatevi quindi a recitare anche qualche mea culpa e nel '93 - tanto per stabilire una data - non dite che tutto è nato nel '75, quando hanno incominciato a governare le Giunte di sinistra!



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Squillario. Ne ha facoltà.



SQUILLARIO Luigi

Signor Presidente della Giunta, non ho alcun dubbio che in questa legge della Giunta vi sia una precisa volontà politica condivisibile, quella di tentare di fare della Regione una protagonista nel campo dell'innovazione al servizio del Piemonte, e in particolare delle piccole e medie aziende.
Già solo per questo motivo la proposta merita di essere sostenuta, ma e questo non deve suonare come sfiducia, perché si tratta di una riflessione - dovremmo meditare se lo strumento scelto sia il migliore.
Come sperimentato nei 15 anni trascorsi (al di là dei buoni propositi) anche gli scopi della Promark o dell'ESAP erano validi; i risultati per sono stati quelli noti.
La discussione introdotta dal Consigliere Marchini sul problema della maggioranza privata o pubblica non è determinante. L'esempio più noto in questo campo è quello francese. Alcuni anni fa Raymond Barre istituì l'ANCE (agenzia nazionale per la creazione di nuove imprese) a capitale pubblico (Ministeri dell'Industria e del Lavoro) con la collaborazione delle Università e di tutti i centri ed enti tecnologici, con 550 agenzie diffuse su tutto il territorio nazionale. In funzione da molti anni, questo modo di interventi è ormai in parte superato; in questo campo ogni giorno nasce qualcosa di nuovo e la realtà cambia continuamente.
Con le magiche parole "innovazione tecnologica" vorremmo chiudere la bocca a tutti, chi non le accetta è considerato un retrogrado.
Il Consigliere Tapparo ha sottolineato che dovremmo cominciare a parlare anche di innovazione organizzativa. In Italia nascono ogni anno 300.000 nuove aziende; di queste, un terzo (oltre centomila) muoiono nei primi due/tre anni di vita per mancanza delle conoscenze elementari, non tanto tecnologiche ma di organizzazione, della possibilità di accedere al credito, dell'organizzazione aziendale, di tutti quei minimi elementi che noi presupponiamo siano conosciuti, mentre in realtà non lo sono.
Sotto tale aspetto, la nostra legge dovrebbe rivolgersi anche a questo secondo fine essenziale; successivamente, s'innesterà l'innovazione tecnologica, ma inizialmente occorre dare a chi vuole operare le basi per potersi organizzare.
L'ambizione che la legge si propone è di far da coagulo fra tutti i soggetti interessati, e di guidare le iniziative sul fronte dell'innovazione; mi auguro che questo riesca, almeno in parte. E' stata ricordata l'esperienza della Texilia, che da sei anni svolge un lavoro oscuro, che meriterebbe di essere meglio conosciuto.
Le difficoltà sono enormi; ci rivolgiamo a persone che hanno una propria idea della figura dell'im-prenditore e sensibilità particolari, per cui il coordinamento diventa estremamente difficile. E' difficile poi non riconoscere che va a interferire con molti enti già esistenti; occorrerà trovare accordi precisi con i BIC, perché i Business Innovation Center hanno lo scopo specifico di intervenire in questo campo: il rapporto deve essere quindi molto calibrato.
Inoltre, occorrerà collegarsi con quella che ritengo, attualmente, la più valida e vitale iniziativa in Piemonte, il Centro Estero della Camera di Commercio del quale, ieri sera, abbiamo esaminato l'iniziativa di "Ouverture".
Il Centro Estero della Camera di Commercio - non possiamo limitarci al nostro piccolo Piemonte, l'innovazione si attua quanto meno a livello europeo - aderisce al RESIT, che collega tutte le reti, dalla Catalogna all'Austria, passando attraverso la Route des Hautes Tecnologiques di cui anche noi facciamo parte. L'aspetto dei collegamenti lo sottolineo come essenziale.
Altro punto che raccomando è quello di far sì che non ci sia solo l'adesione dei grandi gruppi, ma anche delle medie e piccole aziende, delle associazioni degli artigiani, dell'API. E' chiaro che - com'è stato giustamente ricordato - le grandi imprese sono in grado di attuare in proprio l'innovazione tecnologica; sono le piccole e medie aziende che non sono in grado di provvedervi da sole.
Se mi è permesso di dare un suggerimento vorrei dire che prima di impegnarci per il parco tecnologico dobbiamo riflettere; i parchi tecnologici sono spesso di ostacolo all'innovazione delle piccole e medie aziende. Ormai si sceglie la via dei piccoli parchi specializzati, area per area, che serve per quel tessuto particolare dato dall'imprenditoria minore; "minare" per modo di dire, perché questa è la vera spina dorsale della società industriale.
Un'ultima raccomandazione: occorre finanziare adeguatamente la legge n.
56; infatti, è proprio attraverso il finanziamento di questa legge che pu funzionare l'opera di collegamento di cui parlavo prima. Sarebbe anche opportuna, in caso di approvazione da parte del Parlamento, l'estensione al nord della legge n. 44, che finanzia l'imprenditoria giovanile nel Meridione; è una delle poche leggi che ha effettivamente creato nuovi imprenditori.
In conclusione sottolineo che in questa società dovremmo essere presenti in modo attivo: si tratta di una società per azioni che ha proprie regole (che sono quelle del Codice Civile) e quindi una propria autonomia che dobbiamo rispettare, anche se fossimo in maggioranza.
Il problema della maggioranza pubblica o privata allo stato attuale pu essere lasciato aperto. Ritengo però che questi enti strumentali debbano costantemente riferirsi alla Giunta e alla Regione.



PRESIDENTE

Chiede la parola il Consigliere Ferrara. Ne ha facoltà.



FERRARA Franco

Dopo questo dibattito un po' strano, si potrebbe parlare molto senza dire nulla perché qui si è detto quasi tutto; cercherò tuttavia di seguire un breve ragionamento per spiegare la posizione del Partito repubblicano rispetto alla legge che stiamo per votare.
Qualcuno ha detto che questa è una legge datata ed in parte è vero: si tratta di una legge che risale al 1988, ovvero quando in una nottata si approvò un bilancio stanziando a favore di un fondo per l'innovazione la somma di 15 miliardi, senza avere ben individuato come sarebbero stati spesi questi soldi; comunque si manifestò una volontà politica, un riconoscimento di impegno e di ruolo della Regione rispetto al processo innovativo in atto, una capacità della Regione di porsi come momento distributivo di questo processo innovativo, capace di convogliare risorse pubbliche e private affinché il momento innovativo non restasse soltanto un fatto puramente emblematico e di bandiera, un'etichetta, ma diventasse qualcosa di serio.
Ebbene, qualche cosa si è fatto. Sono contento che il collega Squillano abbia detto: "Se mettiamo 3 miliardi su questa legge, dobbiamo metterli anche sulla 56". Il Presidente Brizio mi può capire perché sa com'è nata la legge 56 in IV Commissione e sa quale sia stato il lavoro svolto per giungere ad una legge che ritengo buona.
Devo dire che in materia innovativa il collega Tapparo ha ragione: abbiamo preso molte iniziative; questo è il segno di una forte cultura dell'innovazione o è il segno di una mancanza di cultura d'innovazione? Il Consigliere Tapparo ha citato molti esempi, credo li abbia citati quasi tutti, me li ero segnati anch'io e me ne viene in mente uno in più rispetto a quelli che ha detto lui: si tratta della Tecnation, una società di Finpiemonte che dovrebbe dare consulenza,in materia innovativa. Quindi sono veramente tante le società che dovrebbero occuparsi di innovazione, ma in realtà dobbiamo ammettere che l'impegno per l'innovazione - e non si pu parlare male di innovazione perché è come parlare male di Garibaldi, come qualcuno ha detto, ed è vero - non si misura sul numero delle iniziative e delle leggi che parlano di innovazione: ieri, a proposito dei problemi del lavoro, non abbiamo votato un disegno di legge della Giunta dicendo che l'impegno sul mondo del lavoro non si misura sul numero dei provvedimenti e delle leggi che trattano di lavoro. Allo stesso modo - ripeto - l'impegno sull'innovazione non si misura sul numero delle iniziative che si occupano di innovazione.
La Giunta ha fatto questa scelta, noi ne prendiamo atto e prendiamo anche atto di quanto ha detto il Consigliere Tapparo, cioè che più che una scelta della Giunta sia stata una scelta di segreterie. Noi non lo sappiamo, si tratta comunque di una scelta che ha coinvolto la Giunta e che ha determinato, sarebbe ingiusto negarlo, qualche riserva e perplessità anche nel Partito repubblicano per il modo di porsi della Regione rispetto a questo strumento.
Quando una legge stanzia 3 miliardi per avere il 50% - e sono totalmente d'accordo con il Consigliere Marchini non per restituirgli la cortesia che lui ha avuto ieri quando ha detto che era perfettamente d'accordo con me, ma perché è vero - e pretende di avere la maggioranza vuol dire che si è già bloccata ogni possibilità di crescita a questa società, questa agenzia, perché le risorse regionali sono quelle che sono.
O la Regione è capace di svolgere il suo ruolo di momento trainante, di indicazione, di progettazione e programmazione rispetto a progetti più grandi coinvolgendo risorse private, tante risorse private, allora ha delle possibilità di successo, ma se la Regione ritiene di dover essere maggioranza assoluta di una società che deve occuparsi di innovazione con le risorse regionali, si determina fin dalla partenza una ipotesi o comunque i presupposti di un fallimento.
Quindi, noi voteremo a favore dell'emendamento che il collega Marchini ha annunciato.
Un'altra perplessità è determinata dal fatto che forse si è partiti qualcuno ha parlato di "scatola vuota" - senza definire in modo puntuale gli obiettivi, gli strumenti, le strategie di questa società, si è rimasti molto nel vago. Dobbiamo meglio puntualizzare, finalizzare questo intervento e i partners stessi, rispetto ai quali c'è una certa indefinizione. Non possiamo non prendere atto delle perplessità degli stessi partners. E' vero: gli istituti finanziari, che pur parteciperanno a questa iniziativa, nelle memorie che ci hanno consegnato in sede di consultazione hanno espresso alcune perplessità in ordine ai modi concreti di attuare questo strumento. La stessa Federpiemonte, che rappresenta il sistema industriale del Piemonte, ha espresso qualche riserva e qualche perplessità; non le ha espresse lai FIAT in una sua strategia che vede nel Lingotto un momento importante, ma mi chiedo veramente se un'Agenzia per l'innovazione debba essere individuata in un palazzo se non piuttosto in un'area, se non piuttosto su un asse naturalmente innovativo che è l'asse Torino-Ivrea che crea e produce innovazione.
Mi chiedo se la grande volontà d'innovazione che la Giunta ci propone non avrebbe dovuto essere in qualche modo valutata anche quando in quest'aula si parlò del raddoppio del Politecnico.
Mi chiedo se, in quel momento, non fosse necessario - come qualcuno al di fuori delle istituzioni aveva fatto - porsi il problema di come pu essere un Politecnico, un istituto di ricerca universitaria così importante, elemento di crescita e di sviluppo dell'innovazione se ha condizioni ambientali non sacrificate e non limitate, ma condizioni di più ampio respiro. Non credo che il parco tecnologico sia cosa da archeologia: certamente i parchi tecnologici fatti negli anni '70 sono diversi rispetto alle concentrazioni tecnologiche che si possono determinare oggi, ma credo che se ben coordinati ed integrati con il sistema produttivo, con il sistema della grande e piccola impresa, con il sistema dei trasporti, i parchi tecnologici possano determinare e sprigionare delle sinergie capaci di trainare il processo innovativo dell'intera nostra Regione.
Queste sono le perplessità che il Partito repubblicano ha rispetto a questa legge e che ritiene di poter esprimere con tranquillità e serenità dopo aver sentito gli interventi dei colleghi Tapparo e Marchini.
Il voto del PRI rispetto all'iniziativa sarà positivo proprio perch crediamo che un processo innovativo debba essere avviato in modo serio e perché pensiamo che l'opportunità, l'intuizione che abbiamo avuto nel 1988 e che non ha ancora avuto piena sostanza, possa con questo strumento, se riempito in modo giusto, essere la scelta favorevole ed opportuna.
Qualcuno ha ironizzato dicendo che il PRI e non solo, sta sì con la maggioranza, però certe volte prende le distanze.
Ritengo - e lo dico con molta franchezza e l'ho già sostenuto altre volte - che è ruolo stesso di un partito, di un piccolo partito, non essere appiattito sempre, ma essere comunque elemento di stimolo e di proposta rispetto a certe scelte che la Giunta fa e non è una questione di posti.
Credo di poter parlare in modo pacato, senza problemi: delle molte opzioni che si stanno facendo - e non so quanto siano vere - nessuna coinvolge il PRI. Quindi non è un problema di post, è una dichiarazione di fiducia che noi facciamo alla Giunta: non di qui al 1993, Consigliere Bosio, i tempi sono lunghi. Chiediamo che la Giunta, una volta approvata la legge e prima di giungere alla costituzione della società, sappia rispondere ai problemi io credo seri - che l'opposizione, ma anche la maggioranza questa volta ha posto perché la Giunta sappia riempire questa scatola, che qualcuno ha definito vuota e altri hanno detto per fortuna. Dovrà essere riempita bene e con contenuti precisi, in modo che sappia cogliere le osservazioni che questa maggioranza ha fatto non in modo strumentale, non in modo furbesco ma che ha fatto perché la Giunta ne tenga conto; perché sappia coinvolgere i privati più di quanto non appare dal disegno di legge che andiamo ad approvare oggi; perché sappia svolgere il ruolo non di gestore della società perché non ne è capace e sarebbe destinata al fallimento, ma il ruolo proprio della Regione cioè quello di essere l'ente che indica, che propone, che programma, che progetta e che poi coordina e controlla quello che fanno gli altri che hanno più risorse, perché sappia dare una struttura di management a questa società, una struttura di Consiglio d'Amministrazione che siano adeguate alle grandi cose che si vogliono fare e che ci proponiamo.
Questa fiducia ci porta, quindi, a votare la legge pur ponendo delle perplessità e dubbi, pur facendo queste riserve che anche altri hanno fatto. La maggioranza impone dei vincoli, si è più liberi quando non si è in maggioranza; noi lo sappiamo.
Però sappiamo anche che la maggioranza ha un ruolo; noi stiamo nel coro parlando sottovoce ma talvolta parliamo anche forte, ma non per stonare, ma per farci sentire.
Avevamo posto problemi molto seri e in termini non dico ultimativi per molto forti sui problemi del bilancio per individuare il deficit reale della Regione e abbiamo avuto una risposta.
Avevamo posto problemi anche questi non ultimativi, ma molto seri rispetto alla liquidazione della Promark e abbiamo avuto proposte positive.
Poniamo dei problemi non ultimativi anche in questo caso, ma molto seri alla Giunta perché, da adesso al momento della costituzione della società sappia dare contenuto serio alla società che andiamo a costituire e sappia dare risposte credibili in difetto delle quali il voto favorevole che oggi il PRI dà alla legge si trasformerà in un voto di natura diversa.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta per la replica.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Ringrazio tutti i Consiglieri intervenuti. E' stato un dibattito molto ampio e ho cercato di cogliere con grande attenzione tutti i contributi, da quelli più critici a quelli più costruttivi, tutti peraltro improntati alla valutazione attenta di un provvedimento di legge molto aperto. Qualcuno l'ha definito indeterminato, ma molto importante - lo credo - per la Regione Piemonte, perché non soltanto completa il discorso sul fondo innovazione tanto discusso nella passata legislatura, ma in sostanza dà una risposta significativa anche alla particolare situazione in cui il Piemonte si trova.
Gli interventi sono stati molti, se dovessi seguirli tutti dovrei dare una risposta molto ampia e complessa non legata ai tempi della giornata.
Procederò per argomenti molto sinteticamente allo scopo di toccare tutti gli aspetti sottolineati.
L'importanza dell'innovazione: è stato detto che cos'è l'innovazione.
Il discorso è molto complesso, abbiamo o non abbiamo la cultura dell'innovazione? Noi pensiamo di averla, certo non abbiamo la cultura della crisi e della rassegnazione in un momento in cui occorre muoversi. Il Piemonte ha fatto innovazione e vende tecnologia. C'è un know-how enorme nelle vendite del Piemonte, si creano aziende e c'è un ritorno finanziario: o si fa nuova innovazione forte o il Piemonte non manterrà quella competitività, quella capacità di stare sul mercato che deve avere. Quindi è necessario puntare sull'innovazione e si potrebbe discutere all'infinito per definirla; non puntare sull'innovazione sarebbe un errore.
Abbiamo avuto molti interventi articolati. Tapparo ha fatto un lungo elenco, Ferrara l'ha arricchito e potremmo aggiungere altre voci, ma devo dire che molte iniziative hanno avuto successo, un successo che dura ancora.
Cito l'esempio del Supercalcolatore anche per rispondere all'accenno molto importante che ha fatto il Consigliere Cucco: è necessario l'intervento della Regione per mettere insieme pubblico e privato, per mettere insieme soprattutto Università, ricerca scientifica e industria privata. L'intervento è stato necessario ed utile e il Supercalcolatore rappresenta un esempio tipico. Avremmo avuto un Supercalcolatore in Piemonte senza l'iniziativa della Regione e senza l'intervento del Ministero della ricerca? Penso di no, anche perché la FIAT aveva già il suo Supercalcolatore e non aveva interesse a prendere un'iniziativa come questa. L'iniziativa della Regione ha coagulato l'intervento dell'Università e del Politecnico, che vanno messi insieme con quello importante della Federpiemonte, questa iniziativa è partita, è concreta, il CREG è operante e interesserà anche, ma non solo, la piccola industria offrendo delle opportunità notevolissime sul piano tecnologico.
Pensare che l'intervento pubblico non serva, che sia sempre posticcio o che abbia soltanto interessi poco puliti alle spalle, è sbagliato.
Nell'iniziativa che stiamo portando avanti non vedo questi aspetti negativi.
Si può sempre pensare, Consigliere Rabellino, che una società avrà un Presidente e un Amministratore delegato, ma andare a dire che tutto è spreco, quando invece si tratta di interventi che possono essere di forte sostegno all'economia piemontese, è sbagliato; io ritengo che tali interventi possano essere di sostegno forte ed importante.
Il Consigliere Tapparo chiede se questa iniziativa servirà a coagulare anche il complesso delle iniziative nel campo dell'innovazione. Rispondo che può essere un elemento di coagulo. Noi oggi definiamo una società con le prospettive del quadro attuale, però abbiamo di fronte a noi l'ipotesi di un riordino delle nostre partecipazioni; questo l'abbiamo scritto nel programma, e non solo scritto perché in autunno un'ipotesi di riordino in cui probabilmente la Finpiemonte giocherà un ruolo importante ed è per questo che avevamo previsto il suo inserimento nell'agenzia dell'innovazione.
Abbiamo di fronte a noi la possibilità di avviare - l'ho spiegato in Commissione - l'agenzia attraverso la Finpiemonte, però riteniamo che soprattutto nella fase iniziale sia molto delicato il confronto coi partners privati; confronto determinante, essenziale, perché se non abbiamo i partners privati non costituiamo l'agenzia, lo voglio chiarire dando così anche risposta alle critiche delle banche rispetto alle iniziative. Non si tratta di vere e proprie critiche, ma di dati che conoscevamo: le banche parteciperanno al progetto quando sarà definito con criteri di economicità che sono fondamentali non solo per le banche, ma anche per noi. Se vedessimo che l'agenzia è soltanto un'operazione che non ha contenuto e non ha il supporto del sistema produttivo, l'agenzia non partirebbe, come non partirebbe nel concreto l'iter; questa era l'affermazione dell'Assessore Vetrino in sede di Commissione quando ha detto che il rapporto pubblico privato è difficile, è una sfida che o accettiamo o non accettiamo; se l'accettiamo comporta rischi, fatica, impegno di costruzione, che è difficile, complesso, ed è anche per questo che abbiamo chiesto in questo disegno di legge libertà di manovra. Non si tratta di indeterminatezza, noi avremmo potuto presentarci dicendo che ci sono tre o quattro progetti abbiamo costruito lo Statuto insieme perché si vedesse che un certo lavoro di coagulo con i privati e con le banche era già stato fatto, ma non tale e non sufficiente da consentirci di fare un disegno di legge chiuso. Noi riteniamo che non sia più il tempo di fare disegni di legge chiusi, che le leggi debbano dare degli indirizzi per andare nel concreto a costituire la società possibile, utile a quel momento e in quelle particolari condizioni.
Le consultazioni sono andate, a nostro avviso, molto bene perché si sono sempre registrate voci di diverso tipo. Il Consigliere Ferrara ha citato la legge sull'innovazione che adesso tutti vogliono finanziare; a noi va benissimo inserirci anche la qualità.
Adesso la Federpiemonte dice: "Bella legge, però con la qualità", ma quand'era venuta alle consultazioni la Federpiemonte aveva avuto parecchie riserve sulla legge inerente l'innovazione; ha dovuto vederla funzionare per cambiare idea. La Federpiemonte aveva avuto riserve anche su quel progetto di legge, c'era il confronto con la legge della Lombardia; Ferrara lo ricorda benissimo. In ogni caso non penso che egli si identifichi con la Federpiemonte.
Il Consigliere Ferrara ha fatto un magnifico intervento che ho molto apprezzato, però devo dire che la Federpiemonte allora era critica e sosteneva che il progetto di legge non era di suo interesse successivamente ha dovuto prendere atto che il progetto ha camminato, e da ultimo le consultazioni sono state tutte favorevoli sull'impostazione finale; hanno posto dei problemi per quanto riguarda il "dopo", che è quello del quale parliamo. Siamo convinti che senza avere progetti validi senza impostarli, senza garantire un budget a medio termine, non partiamo ma i progetti esistono.
Chiaramente, avendo presentato un progetto aperto - che il Consigliere Marchini vuole aprire ancora di più, e per noi va benissimo - non abbiamo definito i singoli aspetti dei progetti possibili; c'è quello del parco tecnologico e scientifico, c'è quello del centro di ricerche sulle tecnologie ambientali, abbiamo alcuni progetti in vista che saranno discussi coi partners per la loro finalizzazione e realizzazione, ma questi progetti ci sono.
Del parco tecnologico è stato detto che può essere vecchio, comunque dipende dal contenuto, Consigliere Tapparo, dipende da cosa si fa e da come lo si inserisce nel contesto della nostra economia locale, lo credo che nell'economia piemontese possa nascere un parco tecnologico non vecchio e possano anche essere utilizzate delle risorse importanti.
Il Ministro Ruberti ha detto che i parchi tecnologici saranno finanziati anche al nord nell'ambito del rifinanziamento della legge n. 46.
Se ci sono queste prospettive con la finanziaria '92 dobbiamo pensare di utilizzare queste risorse; teniamo conto che anche il Regolamento CEE n.
2052 dà delle risorse utilizzabili dalle agenzie per l'innovazione, e quindi abbiamo la possibilità di accedere al finanziamenti della CEE e del Ministero su questa iniziativa: bisogna che la gestiamo, che ci muoviamo che questa iniziativa decolli ed è quello che noi ci ripromettiamo di fare con molto impegno.
Maggioranza pubblica o maggioranza privata? Noi qui avevamo fissato dei paletti perché già nella proposta della Giunta era prevista la maggioranza pubblica; si trattava di una legge aperta, da alcuni definita eccessivamente aperta, indeterminata; questa apertura sarebbe il suo elemento, di forza taumaturgica (lo ha detto il Consigliere Monticelli) ma io non penso che sia un elemento di questo genere. L'apertura è necessaria di fronte alla grande novità dell'innovazione, di fronte alla necessità di raccogliere forze complesse intorno a progetti precisi da definire. Non vogliamo togliere questo vincolo purché non ci sia il vincolo opposto come ha già detto Marchini, perché dipenderà dal concreto che andremo a creare.
Noi non abbiamo difficoltà, non è questo il problema, possiamo anche togliere il vincolo della maggioranza pubblica, ci darebbe una libertà maggiore anche per quello che riguarda l'utilizzo delle risorse. Il rapporto pubblico-privato, nessuno più di me se ne rende conto, è un rapporto difficile anche per il tema delle risorse: non sempre è facile ottenere risorse dal privato proporzionali all'impegno del pubblico ed allora è bene che sotto il profilo della conduzione, della managerialità il pubblico si garantisca anche in qualche modo. Però noi non abbiamo assolutamente, nella fattispecie, alcun problema ad affrontare il tema dell'efficienza, della managerialità, della conduzione. Il rapporto pubblico-privato è difficile perché il privato vuol dare poche risorse e avere molti risultati, questo è naturale per chi ha la logica del profitto del ritorno dei capitale. La nostra logica è un po' diversa e dobbiamo mettere insieme queste due esigenze, con molta attenzione, cosa che abbiamo cercato di fare in questi mesi ottenendo risultati positivi anche per quello che riguarda gli impegni meramente di indirizzo.
Sull'alta velocità, Consigliere Tapparo, noi abbiamo spinto con forza su una direttrice perché ci rendiamo conto che è vitale per il Piemonte risolvere il problema dei collegamenti. Nel momento in cui però assistiamo ad ingenti investimenti al sud da parte di aziende torinesi, questo problema ce lo poniamo. Ad esempio l'ipotesi delle Officine Savigliano si è risolta in un certo modo anche sull'onda di questa impostazione.
Vorrei concludere che si tratta di un progetto di legge aperto, ma che dà un chiaro indirizzo. Noi siamo impegnati - riapro il discorso del Consigliere Ferrara e in parte di Squillario - a portare avanti la realizzazione se ci saranno le condizioni, però abbiamo visto, in quest'ultimo anno difficile di rapporti per l'edificazione di questa società, che è più facile, partendo da una legge costituita, andare ad un confronto serrato ed arrivare ad una conclusione sul temono che ci proponiamo e con gli appoggi pubblici che sono possibili. Questa ci pare la via percorribile e sulla quale siamo impegnati. Debbo dire con molta chiarezza che se ci saranno le condizioni anche economiche l'agenzia partirà, se le condizioni economiche non ci saranno, l'agenzia - purtroppo non partirà e perderemo una grossa occasione.
La Giunta è garante della correttezza della costituzione della società del suo avvio, degli obiettivi che si prefigge. Abbiamo sentito battute nel corso del dibattito, ci potranno essere state certo proposte di partiti, ci saranno certamente state indicazioni da varie parti, ma non c'è assolutamente da parte nostra l'intenzione di andare a costituire una società per fare degli sprechi, bensì per ottenere i risultati che sono stati raggiunti con le iniziative che abbiamo portato avanti finora e non abbiamo intenzione, anche perché oltretutto non è questo il rapporto che ci anima nei confronti delle forze politiche e dei Gruppi, di appaltare ad alcuno la gestione di questa iniziativa, che ha una sua nascita culturale ben definita, proposte precise, ma che sarà portata avanti dall'istituzione come correttamente deve essere fatto.



PRESIDENTE

La discussione di carattere generale è chiusa.
Comunico che sono pervenuti alla Presidenza due documenti inerenti il progetto di legge in discussione, uno a firma del Consigliere Monticelli l'altro dei Consiglieri Majorino e Zacchera di non passaggio al voto.
La parola al Consigliere Monticelli per l'illustrazione del primo ordine del giorno.



MONTICELLI Antonio

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, prima di illustrare l'ordine del giorno di non passaggio agli articoli da noi presentato, vorrei esercitare brevemente il diritto di replica che mi spetta in quanto relatore di questo progetto di legge.
L'andamento della discussione mi ha ulteriormente confermato, nel sottoporre all'attenzione del Consiglio la proposta, di non votare questa legge. Se i colleghi hanno a mente come si è sviluppata la discussione oggi credo sia facile il conto: se escludiamo il collega Rossa e il Presidente della Giunta. Brizio, tutti gli intervenuti in quest'aula, chi più chi meno, chi con maggiore libertà, chi con qualche costrizione di maggioranza nel senso politico del termine, hanno espresso dubbi, perplessità critiche, obiezioni radicali. Un dibattito non è un sondaggio d'opinione quindi non conta il numero delle opinioni bilanciate fra le positive, le negative e quelle intermedie, ma conteranno i voti che vedremo quando passeremo alle votazioni, a cominciare da quelle sugli ordini del giorno di non passaggio agli articoli.
La sostanza delle obiezioni però è pesante, e non solo delle nostre. La replica che ha testé fatto il Presidente Brizio conferma queste obiezioni: in sostanza la Giunta chiede una cambiale in bianco! A tutt'oggi la Giunta non è in grado di dire, il Presidente Brizio questo non è stato in grado di dirlo, che questa cosa sta in piedi, tant'è vero che il Presidente Brizio ha detto che se la Giunta si dovesse accorgere che questa iniziativa non starà in piedi si fermerebbe. Ma noi stiamo votando una legge. Presidente Brizio! Per Statuto è il Consiglio che vota le partecipazioni regionali in enti strumentali, è il Consiglio! Qui non stiamo solo dando un'autorizzazione a sondare le industrie e le banche, stiamo votando una legge e impegnando tre miliardi! Prima di votare una legge ed impegnare tre miliardi, se vogliamo avere rispetto di noi stessi e di questo consesso dobbiamo avere le idee chiare e presentare queste idee chiare. Ma ancora adesso il Presidente Brizio non ci ha presentato alcuna idea chiara: ha detto che il progetto c'è, non so in quale cassetto o dentro quale cartellina, ma il progetto non è stato mostrato. Noi non pretendevamo una legge-regolamento, non pretendevamo una legge-statuto della società, non è il disegno di legge in sé il problema, questo lo abbiamo detto anche in Commissione e per questo ci siamo anche cimentati modestamente in alcune proposte di emendamento, perché il testo di legge in sé era anche migliorabile, ma la cosa non migliorabile era la mancanza di idee che viene ulteriormente dimostrata dalla replica del Presidente della Giunta oppure la reticenza su queste idee, se le idee ci sono. Questo non è migliorabile perché non si può con un emendamento far venire delle idee a una Giunta se non le ha: non si può con un emendamento costringere una Giunta ad esporre delle idee, ammesso che le abbia. Quindi, c'è qualcosa che non funziona in questa legge, Presidente. O c'è un eccesso di domanda al Consiglio, una cambiale in bianco - e questo non è corretto dal punto di vista statutario oppure c'è qualcos'altro che attiene ai rapporti politici fra istituzioni pubbliche e private. Tutto questo si intuisce, si può presumere che ci sia ma c'è un'insufficiente chiarezza su tutta la vicenda.
Non voglio tediare ulteriormente i colleghi e, se mi è consentito presento l'ordine del giorno di non passaggio agli articoli che, a nome del mio Gruppo, ho consegnato alla Presidenza del Consiglio.
In sostanza, proponiamo il non passaggio agli articoli per le motivazioni che ho richiamato e proponiamo che il Consiglio, nello stesso testo, voti un impegno della Giunta affinché presenti quanto prima una legge di variazione di bilancio che storni 3 miliardi dal fondo del capitolo 12600 (il fondo cui attingere per le nuove leggi), dal quale sono stati presi i fondi per finanziare l'agenzia dell'innovazione, per aumentare il fondo di dotazione della legge 56 per l'innovazione. E' la stessa richiesta che ha fatto il Consigliere Squillario e che richiamava il collega Ferrara.
E' questa la sostanza di una proposta che ha un significato politico chiaro: in carenza di motivazione di progetti visibili e concreti è meglio stare sul sicuro e, se vogliamo davvero lavorare sull'innovazione lavoriamo per far funzionare di più e meglio una legge che già oggi - ne siamo certi - funziona bene.



PRESIDENTE

Il Consigliere Monticelli si è avvalso del suo diritto di replica, ma ha anche illustrato l'ordine del giorno di non passaggio al voto.
E' stato presentato un altro documento di non passaggio al voto di analogo significato e contenuto.
Il Consigliere Zacchera chiede di intervenire per illustrarlo. Ne ha facoltà.



ZACCHERA Marco

Egregio Presidente e colleghi, è stato definito, durante il dibattito sulla normativa che si vuole andare ad approvare, un elemento di proposta coraggiosa e concreta. Ritengo che una cosa coraggiosa si fa quando si rischiano dei soldi in proprio, un po' meno coraggiosa è quando i soldi sono degli altri! Per quanto riguarda l'elemento di proposta concreta, continuo a pensare che sia sempre meno concreta.
Il collega Rossa ha detto che si parte con un capitale insufficiente ma si vuol dare un segnale, una risposta alla domanda della gente. Contesto fermamente quanto sopra, perché la gente non chiede assolutamente questo e tutto l'andamento del dibattito ha confermato l'estrema indeterminatezza del provvedimento.
Si è detto che si vuole inventare-sovente si parla a ruota libera e a seconda dei clichés che vanno bene per tutti i gusti e le occasioni - un collegamento tra poli produttivi ed Università; si è detto di tutto addirittura che all'estero si disserta sul fatto che l'Italia possa essere tagliata fuori dal circuito dei paesi avanzati. Secondo voi, approvare questo provvedimento oggi ci porta dentro il circuito dei Paesi avanzati? Potrebbe essere, ma ad altre condizioni.
Si è parlato di grandi comunicazioni, di telematica, di parco tecnologico. Ricordo all'Assessore al bilancio che siamo sempre in attesa a proposito di parco tecnologico - di avere un modestissimo inventario dei beni strumentali di carattere tecnologico di proprietà della Regione. Non abbiamo neanche quello! Prima di andare a chiedere i parchi tecnologici qualche collega ha già spiegato come siano, in alcune forme, già superati bisognerebbe avere l'inventario fisico dei beni di proprietà della Regione che ancora non siamo riusciti ad ottenere.
E' stato detto che vorremmo istituire una scuola di tecnici, cose che non sono state neanche indicate.
Si è fatto riferimento, inoltre, all'entusiasmo espresso durante le consultazioni in Commissione. Vorrei sapere il nome e la ragione sociale di chi si è espresso in maniera entusiastica, perché io non ho sentito nessuno! E' stato detto soprattutto, e questo è il punto fondamentale, che durante il dibattito...



ZANOLETTI Tomaso

Durante le consultazioni ci sono stati dei consultati che hanno detto di essere molto favorevoli al disegno di legge.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Il Rettore del Politecnico.



ZACCHERA Marco

Ma guarda che caso! Presidente, è meglio che non interrompa, perché se partiamo su questo piano non si deve poi riprendere il Consigliere Zacchera se gli scappano i cavalli e comincia a tirare fuori nomi e cognomi su determinati avvenimenti.
Vorrei solo fare presente a questo consesso che in tre minuti, soltanto perché stava cadendo la Giunta su questo provvedimento, si è accettata l'opzione Marchini (peraltro validissima e sulla quale possiamo essere d'accordo anche noi) che sposta di 360 gradi l'impostazione di fondo della legge! Questo, secondo voi, colleghi, è un esempio di serietà e soprattutto di determinatezza nelle decisioni? Il Presidente ha detto che si fanno già molte opzioni, ma l'ultima volta che lei ci ha dato delle garanzie è stato il 23 aprile, quando sotto la sua personale responsabilità ha dichiarato di garantire la correttezza della composizione dei Comitati dei Garanti delle UU.SS.SS.LL. Tale correttezza non c'è stata e lei stesso ha dovuto far ammenda, dicendo che l'avevano imbrogliata! Garanzia di correttezza lei l'ha data riguardo alla nomina dei Commissari straordinari delle UU.SS.SS.LL che noi (non so se ha trovato il tempo di leggere tutte le interrogazioni e le interpellanze che ho presentato con il collega Majorino) abbiamo dimostrato essere frutto di bassa, ma bassa cucina clientelare del quale lei è il responsabile, dopo la pagliacciata che è stata la nomina di determinate persone!



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Il pagliaccio sarai tu!



ZACCHERA Marco

Io sarò un pagliaccio, ma qualcuno è peggio di un pagliaccio! Quando la Giunta dice che garanzia di correttezza è sentire i partners sul provvedimento che si vuole deliberare, io mi domando chi sono i partners! Voi create una società con un capitale sociale di 3 miliardi e non sapete ancora chi sono i partners, quanto vogliono intervenire, se vogliono intervenire con la maggioranza o la minoranza, se sono partners pubblici o privati! Il minimo della logica è che il Consiglio può sì determinare di fare questa società, che può essere anche positiva (sicuramente lo è, se fatta bene), ma dopo aver saputo quanto i partners vogliono intervenire! Poniamo che il Politecnico voglia intervenire, ma solo per l'1% delle proprie quote, come possiamo aver stabilito prima la nostra vocazione di spesa di 3 miliardi? Non sappiamo neanche più se i 3 miliardi sono per una quota di maggioranza o per una quota di minoranza. Prima occorre riempire la scatola vuota, trovando i partners e sentendo le loro disponibilità, dopodich politicamente in Consiglio decideremo se la maggioranza deve essere privata o pubblica, e ciascuno potrà pensare come crede. Solo successivamente verrà emanata la legge che, fotografando la situazione, permetterà di determinare i mezzi e i capitali disponibili. Si tratta di una norma logica; che non va contro la volontà di fare questa proposta, bensì nella direzione di non costruire - lo ribadisco - l'ennesimo carrozzone prima ancora che gli eventuali partners privati si esprimano.
Si è accennato ad una serie di progetti, ma dove sono? Sarebbe stato opportuno incaricare un ufficio-studi di dedicare almeno 25 paginette per definire i progetti e poi decidere se valeva la pena istituire cotale società per attuarli: progetti che dovranno essere approfonditi, ma prima occorre almeno avere l'idea di cosa si vuol fare. Quando mai si va a decidere un qualcosa quando ancora non si sa cosa si vuol mettere dentro? Evidentemente, c'è la volontà politica di fare comunque qualcosa, di affrontare comunque una spesa, di voler comunque impostare un Consiglio di amministrazione e altri costi fissi che ci saranno, e poi si penserà ai progetti e a metterci dentro qualcosa! Non è questo il modo logico di fare le cose! Signori Consiglieri, oggi si è fatto un passo importante: seriamente il Consiglio regionale può vedere bene questa iniziativa, ma la nostra proposta è che a questo punto si sospenda la discussione e la si riporti in Commissione per approfondirla, stilare la lista dei possibili soci, sentire quanto gli altri hanno da proporre, da controproporre e da migliorare tornare quindi in Consiglio regionale con una proposta di legge chiusa piena, determinata, quantificata e logica. Da parte nostra allora ci sarà la massima disponibilità per procedere su questa strada.
Un diverso atteggiamento è pretestuoso: a tutti i costi si vuole portare avanti una cosa sulla quale la gran parte delle persone facenti parte il Consiglio non è d'accordo.
A mio parere. Il non passaggio agli articoli è la cosa più logica da fare, trasformando il testo di legge, opportunamente emendato; in un ordine del giorno, in un proposito del Consiglio regionale volto verso questo fine e soltanto nel momento in cui avremo delle certezze daremo i contenuti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente, colleghe e colleghi, mi rivolgo in particolare al Presidente della Giunta regionale che ha voluto riassumere il dibattito riproponendo l'approvazione di questa proposta di legge. L'idea di realizzare un'Agenzia per l'innovazione - lo ricordiamo ai colleghi già presenti nella passata legislatura - nacque in modo improvviso ed estemporaneo, più di un anno fa.
Nacque in modo improvviso, sui giornali prima che in questo Consiglio su proposta dell'allora segretario regionale del Partito socialista, il già citato dott. Garesio. Penso che l'idea nacque non nella testa del soggetto nominato, ma come momento conclusivo di un lavoro svolto nell'ambito della segreteria del Partito. L'idea fu imposta alla maggioranza e si giunse quasi ad una crisi, in quanto non venne approvata. Presidente Brizio, è passato un anno e mi chiedo la seguente cosa: la legge che proponete rispetto alla discussione cui eravamo giunti un anno fa, non ha fatto un solo passo avanti: questo è il dato di fatto, non si è aggiunta una sola idea concreta rispetto all'"agitazione" di un anno fa.
La prima ipotesi è che in un anno non avete lavorato: era un'idea nata un anno fa, chi l'ha proposta probabilmente aveva una filiera di riferimento: per un anno avete dormito! Onestamente, ho dei dubbi che questo sia lo scenario sul quale avete lavorato: non penso siate una Giunta che sta ferma un anno su questa questione, avrete pur lavorato! Nel caso abbiate lavorato, e dopo aver fatto ogni tipo di verifica che un'operazione di questo genere comporta giungete a proporre un progetto di legge così insignificante, cosa pu voler dire? Per quale motivo vi presentate al Consiglio con nulla in, mano tranne la volontà di spendere 3 miliardi per costituire una società che non si sa cosa dovrà fare? Durante il nostro lavoro è emerso che l'ipotesi politica non si innerva nella realtà produttiva e non ha ragion d'essere. Siete rimasti nel generico, sono nate diverse ipotesi di riferimento per i settori produttivi interessati sulle quali non vi siete accordati a livello di maggioranza per cui proponete al Consiglio una legge assolutamente generica. Se questa è l'ipotesi - come penso che sia - il significato per il Consiglio è che le scelte che saranno condotte da parte della società saranno prese all'oscuro del Consiglio regionale.
Presentando una legge assolutamente generica e buona per tutte le stagioni o per ogni settore d'intervento, sottraete al Consiglio regionale la possibilità di discutere sulle reali scelte che stanno dietro la collocazione di questi 3 miliardi: discussione che voi, evidentemente riservate ad altri tavoli e farete in altri luoghi, visto che probabilmente, non vi siete messi d'accordo e non siete in grado - qui - di proporre la finalità e l'oggetto sociale della legge! Più che una richiesta di cambiale politica, penso si tratti del pagamento di una cambiale politica! Questa maggioranza, probabilmente, paga una cambiale politica di tre miliardi perché, per poter rimanere al Governo, deve depositarli in questa bella scatola vuota: poi, a tirar fuori e usare i tre miliardi qualcuno penserà.
E' un'occasione mancata di seria discussione di un problema che ritengo si possa trattare a livello di Regione Piemonte. Procedere su questa strada costituisce un momento di oscuramento di scelte fondamentali della Regione Piemonte e di oscuramento dei criteri con i quali vengono utilizzati i denari di tutti. Questo è un fatto molto grave di cui mi rammarico.



PRESIDENTE

Poiché non ci sono altri interventi, pongo in votazione il primo ordine del giorno presentato dal Consigliere Monticelli di non passaggio all'esame degli articoli e che prevede inoltre un impegno di Giunta che è già stato illustrato dal Consigliere stesso, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale visto che alcuni dei principali possibili 'partners' della ipotizzata.
SpA 'Agenzia per l'innovazione', hanno manifestato serie riserve sulla loro adesione alla nuova società considerato che tali riserve traggono origine dalla non presentazione da parte della Giunta regionale, di un credibile progetto di fattibilità per l'Agenzia; valutato che la mancanza, di tale progetto e la presenza delle riserve prima citate rappresentano un grave ostacolo alla costituzione stessa e, successivamente; allo sviluppo dell'Agenzia DECIDE di non passare all'esame degli articoli del progetto di legge n 113 'Partecipazione della Regione Piemonte all'Agenzia per l'Innovazione SpA'.



IMPEGNA LA GIUNTA

a presentare quanto prima all'esame del Consiglio un disegno di legge di variazione del bilancio di previsione per l'anno finanziario 1991 avente per oggetto la, riduzione di lire 3 miliardi dei fondo di cui al capitolo 12600 e l'aumento, di pari ammontare, dei fondi iscritti al capitolo 5038 'Somme a disposizione di Finpiemonte SpA per la promozione e diffusione delle innovazioni tecnologiche nel sistema delle imprese minori (legge regionale 1 dicembre 1986, n 56)" Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è respinto con 15 voti favorevoli e 29 contrari.
Pongo ora in votazione il secondo ordine del giorno di non passaggio al voto presentato dal Consiglieri Zacchera e Majorino, il cui testo recita: "I sottoscritti Consiglieri regionali preso atto delle relazioni presentate al disegno di legge n. 113, le perplessità sollevate dagli indicati futuribili 'partners' della costituenda SpA e delle difficoltà di bilancio della Regione.
CHIEDONO che il Consiglio regionale decida il non passaggio all'esame dell'articolato".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 15 favorevoli e 29 contrari.
Passiamo pertanto all'esame dell'articolato.
ART. 1 1) Emendamento presentato dai Consiglieri Majorino e Zacchera: al primo comma inserire, dopo "la Regione Piemonte", "solo dopo aver raccolto significative adesioni da parte di altri enti istituzionali ed imprese o consorzi privati".
La Giunta?



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Non ritengo debba essere inserito perché è implicito nel discorso complessivo della legge.



PRESIDENTE

Chiede la parola il Consigliere Zacchera per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.



ZACCHERA Marco

Se una cosa è implicita, esplicitiamola, presidente Brizio, così c'è più correttezza e chiarezza. Se dice che è implicita e quindi rafforza il fatto che questo emendamento è presentabile e potenzialmente accoglibile si abbia il coraggio di scriverlo!



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento presentato dai Consiglieri Majorino e Zacchera.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è respinto con 16 voti favorevoli e 29 voti contrari.
2) Emendamento presentato dal Consigliere Marchini, già illustrato dal proponente nel corso del dibattito: al primo comma, di seguito alle parole "innovazione tecnologica" sono aggiunte le parole "ed alla modernizzazione del sistema produttivo".
Il Consigliere Marchini chiede di intervenire. Ne ha facoltà.



MARCHINI Sergio

Intervengo solo per dire alla Presidenza che, nel caso l'emendamento venisse accolto, lascio la formulazione alla stesura definitiva del testo perché non so se la formulazione migliore sia per "la modernizzazione del sistema" oppure "l'organizzazione" così come suggerito dal collega Squillario.



PRESIDENTE

La Giunta?



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

La Giunta accoglie il testo proposto.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento presentato dal Consigliere Marchini.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 29 voti favorevoli, 14 contrari e 4 astensioni.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 1 nel testo così modificato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 45 hanno risposto SI 29 Consiglieri hanno risposto NO 16 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
ART. 2 1) Emendamento presentato dai Consiglieri Majorino e Zacchera: al primo comma sostituire "per un importo di 3 miliardi di lire" con "per un importo di 100 milioni di lire" Chiede di intervenire il Consigliere Majorino. Ne ha facoltà.



MAJORINO Gaetano

La ragione dell'emendamento, cioè di ridurre la sottoscrizione iniziale della società a 100 milioni, è coerente con quanto ha detto il Presidente della Giunta nella sua replica relativamente alla circostan-za che la legge nasce talmente gracile che è suscettibile di non decollare mai, di morire e di svuotarsi, di contenuto qualora non si trovino i partners. Visto che non decollerà mai, tanto vale prevedere uno stanziamento modestissimo di soli 100 milioni e poi si vedrà. Se decollerà, se ci saranno i partners e quindi i progetti seri e reali, la Regione avrà modo di collocarsi attraverso un capitale più significativo, anche a seconda che si verifichi o meno la situazione per la quale la Regione e gli enti pubblici in generale, che dovessero collaborare in questa iniziativa societaria, vengano alla luce.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

La Giunta ritiene l'importo di 100 milioni assolutamente insufficiente per la costituzione di una società che abbia un capitale di partenza adeguato e che ci consenta quella flessibilità che abbiamo fin dall'inizio dichiarato. Tenete conto che inizialmente si era partiti dall'ipotesi di 10 miliardi poi ridotti a 5. E' stato ulteriormente diminuito a 3 perch l'abbiamo ritenuta sufficiente come quota di partecipazione regionale per partire su un progetto come questo, ma riteniamo che non si possa ulteriormente scendere.
Voglio ancora dire, affinché non ci siano equivoci, che quando ho ipotizzato che non partisse l'inizia-tiva, facevo riferimento alle condizioni poste dall'Istituto Bancario San Paolo e dalla Cassa di Risparmio, i quali hanno sostanzialmente parlato di chiarezza di progetto e di economicità di budget.
E' un problema che interessa anche la Regione; se non ci fossero queste condizioni l'ipotesi non partirebbe. Cerchiamo di capire il discorso nella sua interezza; siamo convinti di poter concretizzare le iniziative altrimenti non avremmo proposto il progetto di legge. Quindi, respingo l'emendamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Zacchera.



ZACCHERA Marco

Prendiamo atto che la Giunta aveva detto prima una cosa e adesso ha rettificato il tiro, il che è anche comprensibile. Però resta il fatto che i nostri emendamenti hanno sempre uno scopo, non sono mai pretestuosi o per far perdere tempo, e in queste condizioni non fanno che recepire quello che il Presidente stesso ha detto. Ma come fa il Presidente Brizio alla luce dei fatti, non sapendo ancora chi e quanti saranno i partners, a dire oggi che il capitale di 3 miliardi da parte della Regione è valido? Se poi bisognerà metterne di più o viceversa sarà necessario approvare un'altra legge. Allora è logico impegnare il bilancio (l'ultimo articolo della legge prevede lo spostamento di bilancio per 3 miliardi) se ancora non sappiamo cosa deve essere fatto? Pertanto noi proponiamo di iscrivere una cifra nominale per costituire una SpA (i 100 milioni sono nell'ottica di avere il 50% delle quote); dopodiché nessuno vieta di apportare semplicemente una variazione che porti il capitale da 100 milioni a 5 miliardi. Ma che logica è dover cambiare più avanti per 3 miliardi il bilancio della Regione se ancora non sappiamo chi e come saranno i partners di questa operazione? Mi si spieghi la logica non politica, ma numerica e contabile.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento presentato dai Consiglieri Majorino e Zacchera non accolto dalla Giunta.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è respinto con 7 voti favorevoli, 28 contrari e 9 astensioni.
2) Emendamento presentato dal Consigliere Marchini: "sono soppressi i commi 2 e 3" che è già stato illustrato ed accolto dalla Giunta.
Non essendovi richieste di parola, pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 29 voti favorevoli, 10 contrari e 4 astensioni.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 2 nel testo modificato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 44 hanno risposto SI 29 Consiglieri hanno risposto NO 15 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
ART. 3 1) Emendamento presentato dal Consigliere Marchini: al terzo comma, sono soppresse le parole da "previo" a "legge".
La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Lo ritiro in quanto con l'accoglimento del mio precedente emendamento rimane aperta una questione di grande significato politico; quindi è bene che su questo la Commissione venga interessata e si pronunci.



PRESIDENTE

2) Emendamento presentato dal Consigliere Ferrara: dopo il terzo comma aggiungere il seguente comma: "4. In particolare lo Statuto dovrà prevedere che i progetti e i programmi riconducibili a temi attinenti la programmazione regionale così come previsti dal Piano di sviluppo, dovranno essere concordati con la Giunta regionale."



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

La Giunta lo accoglie.



PRESIDENTE

Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato con 25 voti favorevoli e 12 astensioni.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 3 nel testo modificato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 45 hanno risposto SI 29 Consiglieri hanno risposto NO 16 Consiglieri L'art. 3 è approvato.
ART. 4 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 45 hanno risposto SI 29 Consiglieri hanno risposto NO 16 Consiglieri L'art. 4 è approvato.
Si proceda infine alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 45 hanno risposto SI 29 Consiglieri hanno risposto NO 16 Consiglieri L'intero testo della legge è approvato.


Argomento:

Iscrizione nuovi argomenti all'o.d.g.


PRESIDENTE

Propongo di iscrivere all'o.d.g. il progetto di legge n. 158: "Sottoscrizione di nuove azioni della SITO SpA emesse in esecuzione del terzo aumento del capitale sociale".
Ha chiesto la parola il Consigliere Majorino. Ne ha facoltà.



MAJORINO Gaetano

Parlo brevissimamente contro l'iscrizione all'o.d.g. di questo progetto di legge innanzitutto per una questione di principio, ma non solo di principio.
Come ho già detto in Commissione, posso anche in astratto rendermi conto che c'era l'esigenza che questo progetto di legge approdasse in aula e che avesse una votazione favorevole al fine - come ha detto il Presidente della Giunta - di consentire alla Regione di mantenere una posizione maggioritaria. Però, nel corso della seduta tenutasi circa un mese fa c'era stato un incidente di percorso, addebitabile all'assenteismo della maggioranza e quindi applicando correttamente il regolamento del Consiglio la maggioranza deve pagare il prezzo politico di non vedere approdare in aula tale progetto di legge.
Come è noto, il disegno di legge della Giunta era stato bloccato in partenza, e il Consiglio aveva deciso a maggioranza il non passaggio all'esame dell'articolato, quindi in buona sostanza lo aveva respinto seccamente e preliminarmente: questo è un dato di fatto oggettivo, di facilissima percezione. Siccome il regolamento del Consiglio prevede che un disegno di legge una volta respinto non può più essere ripresentato se non sono passati sei mesi, questa era la corretta ed elementare interpretazione che avrebbe dovuto essere data del regolamento. Viceversa l'Ufficio di Presidenza, a maggioranza, attraverso un ragionamento che farebbe impallidire il dottor Sottile e, senza offesa per nessuno, anche l'avvocato Azzeccagarbugli, ha ritenuto che il non esaminare l'articolato di un progetto di legge non significhi respingerlo e allora ha ritenuto che potesse riapprodare in aula. Io non pongo la questione pregiudiziale perch immagino quali sarebbero le obiezioni: l'unica obiezione è che oggi c'è un grosso margine di maggioranza e perciò approderebbe in aula.
Prendo atto che è stato stracciato il regolamento e per questa ragione manifesto dissenso all'iscrizione. Manifesto dissenso non solo per questo motivo ma anche per un altro: con riferimento a questo progetto di legge e a questa situazione societaria si è verificato quello che è stato messo in luce ieri in riferimento alla sottoscrizione di nuove azioni per gli aumenti di capitale dei due aeroporti di Cuneo e Biella, cioè che il Presidente della Giunta aveva violato l'art. 18 della LR n. 10/85 in quanto non aveva informato la competente Commissione consiliare. Dall'entrata in vigore della L.R. n.10/85 ad oggi, la competente Commissione consiliare non è mai stata informata così come prescrive il chiaro disposto dell'art. 18 della stessa legge: "dieci giorni prima della convocazione di una assemblea sullo stato gestionale della società." Ci siamo sentiti rispondere dal Presidente della Giunta che effettivamente si tratta di una norma che esiste nell'ordinamento, e questo non poteva essere negato, ma ha anche ammesso candidamente che non è mai stata applicata. Quindi anche per questa confessione di non applicazione della legge, siccome oggi l'argomento è sostanzialmente identico a quello dell'aumento di capitale di una società c'è un doppio motivo, regolamentare e legislativo, per manifestare dissenso per l'iscrizione all'o.d.g. di questo progetto di legge.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, pongo in votazione l'iscrizione all'o.d.g. del progetto di legge n. 158 relativo alla sottoscrizione di nuove azioni della SITO SpA.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' iscritto con 31 voti favorevoli, 7 contrarle 2 astensioni.
Pongo in votazione l'iscrizione all'o.d.g. delle proposte di legge nn.
5, 9 e 41: "Differenziazione del regime fiscale di prodotti petroliferi per uso autotrazione nelle zone di confine".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' iscritta con 45 voti favorevoli (1 Consigliere non ha partecipato alla votazione).
Pongo in votazione l'iscrizione all'o.d.g. del progetto di legge n.
145: "Devoluzione di quote di assegnazioni nel settore agricoltura".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'iscrizione è approvata con 46 voti favorevoli.
Pongo in votazione l'iscrizione dell'ordine del giorno n. 242 a firma dei Consiglieri Tapparo, Monticelli, Segre, Cavallera, Vaglio e Chiezzi sulla Westinghouse.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvata con 46 voti favorevoli.
Pongo in votazione l'iscrizione dell'ordine del giorno n. 244 presentato da tutti i Gruppi riguardante l'ACNA.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvata con 46 voti favorevoli.
Pongo in votazione l'iscrizione all'o.d.g. della proposta di deliberazione n. 278: "Integrazione ai sensi dell'art. 4 della LR n. 10/85 dell'elenco delle Associazioni, Enti ed Istituti titolari del potere di designazione per quanto attiene la Consulta regionale dell'Emigrazione e dell'Immigrazione".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvata con 46 voti favorevoli.


Argomento: Rapporti delle Regioni con l'ordinamento internazionale extra-comunitario - Rapporti delle Regioni con l'ordinamento comunitario

Esame progetto di legge n. 118: "Progetto Ouverture. Rete Est-Ovest di Regioni e Città. Adesione della Regione Piemonte" (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame del progetto di legge n. 118 inerente il progetto Ouverture.
Essendo già stato esaurito il dibattito su tale progetto di legge passiamo all'esame del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 44 hanno risposto SI 44 Consiglieri.
L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 44 hanno risposto SI 44 Consiglieri.
L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 44 hanno risposto SI 44 Consiglieri.
L'art. 3 è approvato.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 44 hanno risposto SI 44 Consiglieri.
L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Istituti Pubblici di Assistenza e beneficenza - II. PP. A. B.

Esame progetto di legge n. 148: "Norme transitorie in materia socio assistenziale". Presentazione pregiudiziale del Consigliere Maggiorotti di non passaggio alla discussione e votazione ordine del giorno n. 245 presentato dai Consiglieri Bortolin, Tapparo, Maggiorotti e Peano


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del progetto di legge n. 148, il Consigliere Maggiorotti ha presentato all'Ufficio di Presidenza la seguente presentazione pregiudiziale di non passaggio alla discussione del progetto di legge n. 148: "Chiedo il rinvio in Commissione del progetto di legge n. 148: 'Norme transitorie in materia socio-assistenziale' in quanto è stato impropriamente inserito all'o.d.g. dell'odierna seduta del Consiglio regionale. L'improprietà dell'inserimento è dovuta al fatto che in occasione della votazione relativa il licenziamento dello stesso disegno di legge, avvenuta in sede di IV Commissione nella mattinata di giovedì 25/7/91, si è votato su un testo inesistente, in quanto non ancora redatto dagli uffici dell'Assessorato né trasmesso alla segreteria della Commissione.
Non era pertanto a disposizione dei membri della stessa. Tale votazione deve, pertanto, ritenersi nulla".
La parola al Consigliere Maggiorotti.



MAGGIOROTTI Piergiorgio

Ho presentato alla Presidenza la richiesta pregiudiziale di non passaggio alla discussione del progetto di legge n. 148 e, se mi è consentito, vorrei illustrarla.



PRESIDENTE

Consigliere, non desidero interromperla. Lei ha giustamente presentato questa pregiudiziale prima della discussione, ma io le propongo di illustrarla dopo il dibattito, prima del passaggio al voto.



MAGGIOROTTI Piergiorgio

Insisto, invece, perché a mio parere la legge, così com'è presentata non è inseribile all'o.d.g.



PRESIDENTE

Allora lei fa una pregiudiziale di ordine generale, non di non passaggio al voto. In questo caso ne ha diritto.



MAGGIOROTTI Piergiorgio

Il problema che pongo con questa pregiudiziale deriva dal fatto - del quale sono testimone - che in sede di IV Commissione giovedì mattina 25/7 è stato messo ai voti un testo inesistente, nel senso che non è stato distribuito in quella sede il testo rispetto al quale il Consiglio avrebbe dovuto pronunciarsi.
In quella sede avevo chiesto che si rinviasse la votazione; mi è stato detto molto confusamente, e non ho capito in realtà il senso di quelle affermazioni, che il testo in effetti esisteva e doveva solo essere battuto a macchina. Mi sembra una giustificazione non proponibile, perché si deve poter votare e pronunciarsi su un testo leggibile. Se io l'avessi avuto mi sarei pronunciato negativamente, tant'è che non ho partecipato a quella votazione non potendo esprimermi su un testo non esistente.
Pertanto, ritengo che attualmente non possa essere discusso questo disegno di legge, essendo avvenuto impropriamente l'inserimento all'o.d.g.
non esistendo l'atto di licenziamento del testo che oggi dovremmo discutere.
Chiedo che il Consiglio si pronunci in questo senso.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Majorino. Ne ha facoltà.



MAJORINO Gaetano

Spero non mi si contesti di essere formalista, anche perché non lo è stato il collega Maggiorotti.
E' la prima volta, a mia memoria, che un Consigliere si pone pregiudizialmente contro la discussione di un disegno di legge, affermando ritengo in modo esatto - che in Commissione non si è potuto votare un testo perché, in quel momento, sotto il profilo tecnico e materiale, non esisteva ancora il testo del disegno di legge che poi è pervenuto in Commissione.
Penso che questo argomento, formale finché si vuole, meriti di essere preso in considerazione perché, se si continua a sostenere che il formalismo non è degno di considerazione in aula, dobbiamo sostenere che il regolamento può essere tranquillamente superato, perché il regolamento è forma e procedura; ma, com'è noto, anche la procedura disciplina il retto e corretto procedere dei lavori in aula. Se si superasse l'affermazione e la pregiudiziale del collega Maggiorotti, penso che le Commissioni in generale, e la IV Commissione in particolare, verrebbe a presentarsi in quest'occasione come un club di amici che hanno sì esaminato a fondo e seriamente il disegno di legge, ma che alla fine si sono misurati e hanno votato un testo non ancora completo e non regolarmente formulato. In definitiva, in base al concetto del club, vi è stato un "embrassons-nous" e si è deciso di ritenere valida quest'anomala forma di votazione. Penso che la pregiudiziale meriti di essere presa in considerazione; personalmente mi esprimo in senso favorevole. Inoltre, pur non avendo mio malgrado partecipato ai lavori della Commissione, ritengo non sia un provvedimento di cosi eccezionale urgenza da dover essere votato oggi, in quest'imbuto finale pre-ferie.
Anche per questo motivo penso sia più corretto osservare questo particolare aspetto del regolamento; confido che il Consiglio voglia esaminare tale pregiudiziale attentamente, accogliendola. Oggi abbiamo già assistito ad uno strappo del regolamento allorquando è stata introdotta in aula la possibilità di discutere il disegno di legge-bis dell'aumento delle azioni SITO se non come uno strappo non so come si possa definire l'approdo in aula del provvedimento. Chiedo al Presidente e all'Ufficio di Presidenza di considerare seriamente questa pregiudiziale e se occorre sentire la Commissione Regolamento.



PRESIDENTE

A queste argomentazioni la Presidenza non può rispondere, in quanto è in possesso di una formale lettera di trasmissione del documento, che dice: "Illustre Presidente, le comunico che in data odierna la IV Commissione ha licenziato il progetto di legge n 148, relatore il Consigliere Peano, con la seguente votazione: favorevoli DC, contrari nessuno, astenuti PCI-PDS non partecipa al voto DP".
Pertanto, non è la Presidenza che può rispondere alla pregiudiziale posta: ma prima di procedere nei lavori, chiedo alla cortesia del Presidente della Commissione o del relatore di voler intervenire.
La parola al Consigliere Leo.



LEO Giampiero

Potrà relazionare il Vicepresidente Peano che ha presieduto la Commissione, alla quale ero assente per malattia: tuttavia, su questa legge è stato fatto ogni sforzo da parte dell'Assessore Bergoglio e di tutti i Consiglieri, con la cortese disponibilità della quasi totalità dei membri della Commissione, cogliendo l'esigenza e la sensibilità di molti che ritenevano importante approvare la legge prima delle vacanze, per non perdere tempo utile. La Commissione si è convocata straordinariamente personalmente, ho partecipato a tutte le riunioni tranne che all'ultima perché influenzato. Ritengo sia stato fatto ogni sforzo né strumentale n violento, al fine che una cosa importante come questa potesse essere approvata senza lasciare un vuoto estivo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Peano.



PEANO Piergiorgio

Assolutamente non vi è stata situazione strumentale da parte di alcuno.
Si è arrivati ad un accordo nella formulazione del testo e dei vari emendamenti fra tutti i presenti, nelle varie riunioni e non soltanto nell'ultima; nella quale il Consigliere Maggiorotti, che è arrivato quasi al termine dell'incontro, ha deciso di non partecipare al voto, uscendo dall'aula; fatta la votazione e rientrato in aula, ha chiesto quale testo fosse stato votato. Il testo non era quello dattiloscritto e distribuito in aula, ma quello comprensivo di tutti gli emendamenti apportati nelle varie discussioni. Questo è quanto avviene in ogni Commissione.



PRESIDENTE

Consigliere Maggiorotti, mi consenta un'osservazione, per quanto io non conosca il problema. Il fatto che lei abbia presentato un congruo numero di emendamenti fa ritenere che, tardi o presto, fosse a conoscenza del testo.
Si è trattato probabilmente di un lavoro affrettato, ma non tale da non poter produrre e distribuire un testo alla conoscenza dei Consiglieri poiché lei stesso ha presentato una serie notevole di emendamenti. Questa è un'osservazione di buon senso oltreché procedurale.



MAGGIOROTTI Piergiorgio

Il testo l'ho avuto il pomeriggio, tramite fax.



PEANO Piergiorgio

Infatti, nello stesso pomeriggio alle ore 16 abbiamo terminato la stesura del testo e quindi trasmesso via fax il testo definitivo al Consigliere Maggiorotti, così come eravamo d'accordo con lo stesso Consigliere, affinché potesse presentare ulteriori emendamenti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Monticelli per dichiarazione di voto sulla pregiudiziale.



MONTICELLI Antonio

Intervengo per dichiarazione di voto sulla pregiudiziale posta.
Il nostro Gruppo si astiene, pur essendo consapevoli dell'urgenza del provvedimento; nel merito abbiamo obiezioni che abbiamo portato in Commissione e che ripresenteremo in aula.
La questione posta dal collega Maggiorotti, al di là della vicenda specifica, pone una questione sulla quale, forse, occorrerebbe una maggiore attenzione dell'insieme delle strutture del Consiglio; non mi richiamo soltanto al ruolo dell'Ufficio di Presidenza, ma anche delle Commissioni nel loro complesso.
Spesso, per ragioni di urgenza, che non sempre sono politicamente motivate all'origine poiché a volte l'urgenza nasce da un ritardo politicamente colpevole, si arriva a lavorare in Commissione, su alcune materie, in condizioni un po' precarie. E' quasi consuetudine, su testi complessi sui quali vengono apportati emendamenti, che al momento del voto in Commissione si decida di approvarli con le integrazioni apportate nel corso della discussione. E' altrettanto vero che vi sono Consiglieri che per una serie di circostanze possono essere più assidui e quindi si appuntano diligentemente ogni trasformazione in corso d'opera, ed altri Consiglieri che per ragioni dovute a cause di forza maggiore non hanno potuto appuntarsi tutto ciò e si trovano a non capire bene su cosa sono chiamati a votare.
L'osservazione del collega Maggiorotti ha pertanto un qualche fondamento. Non conosco il caso specifico poiché non ho partecipato ai lavori della Commissione, ma mi è stato raccontato qualcosa che assomiglia molto a quanto detto dal collega Peano. C'è stato un certo affanno nel predisporre questo provvedimento motivato dall'urgenza, ma forse anche da un ritardo all'origine.
Per quanto sopra esposto, il nostro Gruppo si astiene, però vorrebbe che la questione non fosse lasciata cadere nel vuoto. Necessita un maggiore formalismo e rispetto delle regole, di questioni minime per la garanzia del buon lavoro di tutti.



PRESIDENTE

Ringrazio il Consigliere Monticelli per questo intervento distensivo in ordine al problema; terremo conto delle osservazioni fatte.
Per quanto attiene la Presidenza del Consiglio, le informazioni date dal Consigliere Leo prima, e dal Consigliere Peano poi, nonché dagli uffici che seguono l'iter dei lavori di Commissione, consentono di porre in votazione la pregiudiziale senza ulteriori approfondimenti.
Chiede di intervenire per dichiarazione di voto il Consigliere Marchini. Ne ha facoltà.



MARCHINI Sergio

A mio avviso su questa questione non si può votare, perché o è un ordine del giorno di non passaggio agli articoli o attiene alla legittimità del processo di presentazione in aula. E' una questione che non è rimessa in votazione, è lasciata alla responsabilità della Presidenza, assunte le valutazioni che ha fatto la Commissione; non c'è una maggioranza che pu rendere legittimo un percorso.



PRESIDENTE

La Presidenza ha già risposto. Gli elementi che abbiamo acquisito sono tali da non far considerare questa proposta una pregiudiziale.



MARCHINI Sergio

Secondo me le questioni procedurali non sono rimesse al giudizio delle maggioranze, ma affidate alla responsabilità della Presidenza.



PRESIDENTE

Ho già detto di aver acquisito gli elementi sufficienti dal Presidente di Commissione, dal relatore e dagli stessi uffici che seguono questa istruttoria, e devo dire che anche l'intervento del Consigliere Monticelli ci ha aiutato a capire che si tratta di un iter affrettato, ma non tale da non consentire il coinvolgimento di questo punto in aula.
Il Consigliere Maggiorotti ha chiesto di intervenire; ne ha facoltà.



MAGGIOROTTI Piergiorgio

A titolo di cronaca, devo dire che non ritenevo che mercoledì; quando si è conclusa la discussione, in realtà fosse conclusa, tant'è che avevo delle proposte di emendamento da presentare e presumevo di avere ancora spazio il giovedì successivo per poterlo fare.
Non vorrei essere accusato di aver voluto in quell'occasione ritardare in maniera consapevole i lavori della Commissione; in Commissione nella giornata di mercoledì v'era stato il confronto fra gli emendamenti presentati dal PDS e il testo ben diverso presentato a suo tempo dall'Assessore e già soggetto a consultazioni.
Ritenevo di dover presentare altri emendamenti, cosa che ho fatto e che rifarò in quest'aula. Ribadisco tuttavia che non esisteva un testo concordato, nel senso che io non avevo concordato nulla; forse qualcun altro l'ha fatto.
Non ho partecipato al voto, perché non mi era noto il testo concordato che materialmente non esisteva, tant'è che mi è stato trasmesso per fax redatto in termini leggibili soltanto il pomeriggio. Per questa ragione avevo sollevato la pregiudiziale.



PRESIDENTE

Ritengo che in ordine all'episodio, perché di questo si è trattato, i chiarimenti siano stati dati. Procediamo pertanto alla relazione del Consigliere Peano al progetto di legge n. 148.



PEANO Piergiorgio, relatore

In attesa dell'emanazione della legislazione regionale attuativa della legge n. 142/90, il presente disegno di legge, al fine di garantire la continuità dei servizi socio-assistenziali attraverso la gestione assodata si propone, agli artt. 2 e 3, la costituzione di una apposita Assemblea composta dai Sindaci dei Comuni associati, avente la funzione di esprimere parere obbligatorio e vincolante in ordine alle scelte di carattere programmatorio in materia socio-assistenziale.
La costituzione di tale Assemblea si rende necessaria in considerazione del fatto che l'attuale assetto delle Unità Socio-Sanitarie Locali, così come definito dalla legge n. 111/91, non garantisce, nel momento decisionale delle scelte in materia socio-assistenziale, la rappresentatività di tutti i Comuni che, ai sensi della legge n. 142/90 sono titolari delle funzioni nella materia di cui trattasi ed, altresì, in considerazione della inopportunità di rinnovare l'assemblea, così come prevista dalla LR n. 3/80, stante la transitorietà dell'attuale assetto istituzionale delle Unità Socio-Sanitarie Locali.
L'art. 4 attribuisce al Comitato dei Garanti, istituito nelle UU.SS.SS.LL. per effetto del disegno di legge n. 35/91 convertito con modificazioni dalla legge n. 111/91, funzioni di approvazione degli atti di bilancio relativi alla parte socio-assistenziale; nonché, in collaborazione con il Presidente e il Vicepresidente dell'Assemblea, funzioni di verifica generale sull'andamento dell'attività del Servizio Socio-Assistenziale dell'USSL e di raccordo tra i Comuni dell'Associazione e l'USSL stessa.
L'art. 5 ribadisce, con una norma legislativa, quanto già contenuto nella deliberazione del Consiglio regionale in ordine alle funzioni socio assistenziali già esercitate dalle Province, nello spirito di quanto espresso dalla circolare del Ministero dell'Interno n. 8 del 15/4/91 e dalla deliberazione n. 1/91 della Corte dei Conti - Sezione Enti Locali che prevede che le Province garantiscano la continuità dei servizi erogati fino al 31 dicembre 1991.
L'art. 6 prevede la possibilità per le Comunità montane di stipulare con le UU.SS.SS.LL. di riferimento accordi programmatici, volti a soddisfare particolari necessità della popolazione della Comunità montana.
L'art. 7 prevede la riassunzione, da parte della Regione, delle funzioni di vigilanza e di controllo già delegate e subdelegate alle Unità Socio-Sanitarie Locali, al fine di garantire una maggiore omogeneità di comportamenti sul territorio regionale e di evitare che, in casi particolari, l'ente gestore del servizio si identifichi con quello che svolge funzioni di vigilanza.
L'art. 8 puntualizza meglio i criteri di riparto del fondo socio assistenziale già definiti dall'art. 35 della LR n. 20/82, prevedendo che il fondo stesso sia tendenzialmente destinato, oltre che a mantenere i servizi in atto, a privilegiare la creazione di nuovi servizi e a sviluppare i servizi esistenti, privilegiando il finanziamento dei servizi gestiti in forma associata.
Nello stesso articolo si ribadisce la competenza dei Comuni in materia socio-assistenziale, già stabilita dalla legge n. 142/90, e si precisa che la Regione svilupperà la propria azione promozionale mediante contributi proporzionati all'impegno finanziario, dei Comuni stessi.
L'art. 9, in considerazione della particolare tipologia di utenza dei centri diurni per disabili e delle funzioni da essi svolte, prevede che i relativi servizi competenti siano individuati, congiuntamente, nel Servizio Assistenza Sanitaria Specialistica (SASS) e nel Servizio Socio Assistenziale (SSA), andando così a modificare la legge di Piano Socio Sanitario, che prevedeva la competenza del SASS con il cointeressamento dell'SSA.
L'art.10 abroga la legge n. 20/80, i cui contenuti sono stati dichiarati incostituzionali, mentre l'art. 11 riprende l'unico articolo tuttora in vigore di detta legge in ordine alle autorizzazioni regionali relative ad alienazioni, trasformazioni patrimoniali, piante organiche delle Istituzioni Pubbliche di Assistenza e Beneficienza.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MONTABONE



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bortolin.



BORTOLIN Silvana

Abbiamo discusso prima la questione formale che ha posto il collega Maggiorotti e sulla quale il Capogruppo Monticelli ha espresso la nostra opinione. Devo però aggiungere condividendo quelle argomentazioni che effettivamente ci siamo trovati di fronte alla necessità di superare un ritardo evidente del Consiglio, ma soprattutto della Giunta nell'adeguare la legge n. 20 sull'assistenza alle nuove normative nel frattempo approvate dal Parlamento in modo particolare alla legge n. 142.
Questo ritardo l'abbiamo più volte denunciato nei momenti di discussione dei problemi evidenziati da operatori e cittadini dovuti alla caduta, per alcuni punti grave, dei servizi socio-assistenziali non solo nella Provincia di Torino, ma anche nel resto della Regione.
Dobbiamo però dire che vi è una responsabilità piuttosto grave a livello nazionale da parte del Parlamento nel momento in cui ha impiegato mesi, per non dire anni, per definire un nuovo assetto di gestione della sanità che obbligatoriamente trascinava anche novità per il settore socio assistenziale. Il decreto tramutato in legge n.111 che definisce il nuovo assetto gestionale delle UU.SS.SS.LL. è molto recente. Fino al 30 giugno hanno operato le assemblee costituite sulla base della legge n. 3 della Regione Piemonte, quindi ci siamo trovati di fronte alla necessità di dare indicazioni precise e chiare ai sindaci in modo particolare, ma anche agli amministratori delle UU.SS.SS.LL. sul come operare per gestire il settore socio-assistenziale. In particolare, ed è ciò che più ci ha preoccupati bisognava fare in modo che con la modifica della legge n. 20/82 della Regione Piemonte si andasse a dare certezza alla continuità dei servizi e ai cittadini, cioè coloro che chiamiamo molte volte utenti, che hanno necessità di essere aiutati attraverso il servizio socio-assistenziale.
Abbiamo però avuto anche il tempo - e lo voglio sottolineare perché da qui è partito il lavoro che ha svolto il nostro Gruppo - di fare una consultazione, la quale rispetto ad altre a cui lo ho partecipato e stata molto affollata e partecipata. Sono state presentate oltre 20 memorie scritte, pare siano una trentina, non solo da parte di UU.SS.SS.LL. ed operatori, ma anche dalle segreterie regionali delle organizzazioni sindacali e dalle associazioni di volontariato e di cooperazione che lavorano nel nostro territorio.
Vi sono stati numerosissimi interventi che hanno affrontato tutta una serie di questioni che ci hanno consentito, in quanto coincidenti con le nostre opinioni e il nostro operato di questi anni, di presentare in sede di Commissione molti emendamenti a lungo discussi che hanno sortito l'effetto di riscrivere pressoché completamente il disegno di legge presentato dalla Giunta regionale, accogliendo le istanze di coloro che abbiamo consultato.
Vorrei sottolineare un aspetto positivo del lavoro che abbiamo svolto a differenza di quanto affermato in IV Commissione dal Capogruppo DC.
Consigliere Picchioni, in relazione al ruolo delle consultazioni; su una proposta di consultazione su un altro progetto di legge ha affermato che molte volte noi andiamo a consultare anime morte. Devo dire che, in questo caso, abbiamo sentito anime vive e vivaci che hanno dato suggerimenti e offerto critiche puntuali. Mi permetto di dire inoltre che hanno consentito la definizione di un progetto di legge che non trova però il nostro consenso globale, perché su alcuni aspetti evidenziamo ancora difficoltà a definire una precisa posizione della Regione - peraltro richiesta dal nostro Gruppo - nella direzione di cambiare il disegno presentato dalla Giunta in un senso positivo e favorevole alle UU.SS.SS.LL., ai Comuni e ai cittadini.
Abbiamo lavorato in tempi brevi recuperando il ritardo politico della Giunta denunciato molte volte, perché la necessità di definire un progetto di legge puntuale è funzionale non tanto al Gruppi presenti in Consiglio quanto al sindaci dei Comuni, alle UU.SS.SS.LL., ai cittadini. Attendere settembre/ottobre significava non dare un assetto non solo di programmazione, ma anche di intervento per quanto riguarda il sostegno economico, e In parte digestione, delle UU.SS.SS.LL. da parte dei Comuni titolari di questa competenza; approvando invece la legge in tempi brevi sottoponendoci quindi anche alle difficoltà e al disagi, in parte veri denunciati da altri colleghi, è possibile arrivare nel mese di settembre a costituire le assemblee dell'associazione dei Comuni che il relatore richiamava. In questo modo si dà certezza alla gestione dei servizi socio assistenziali e soprattutto si può proseguire nell'esperienza positiva di gestione associata dei servizi socio-assistenziali nell'ambito delle UU.SS.SS.LL. perla maggior parte del territorio della nostra Regione condizione necessaria e indispensabile per raggiungere l'omogeneità dei servizi e per poter dare una risposta puntuale non solo nei grandi Comuni ma anche e soprattutto nei piccoli che rappresentano la stragrande maggioranza del nostro territorio. Se viene meno questa scelta di gestione evidentemente si troverebbero in grosse difficoltà nei confronti di particolari categorie di cittadini quali gli anziani, i minori e gli handicappati che diversamente non troverebbero risposta alle loro richieste, alle loro necessità.
Abbiamo lavorato molto alacremente e con impegno; la riscrittura della legge ha consentito un miglioramento in alcuni punti notevole: per esempio la costituzione dell'associazione dei Comuni, nella quale vi è riconosciuta una presenza diversa per i Comuni con numero di abitanti superiore a 5000 e un ruolo diverso per le Comunità montane, gli organi di gestione delle UU.SS.SS.LL.
Credo non sia di poco conto in un momento di travaglio della gestione della sanità non solo con la nomina degli amministratori straordinari (speriamo di aver modo di discutere e di fare u punto delle nomine e degli effetti che stanno producendo), ma anche con quelle dei Comitati dei Garanti che trovano molta difficoltà a decollare, non hanno punti di riferimento (pochi punti per la sanità), ma che effettivamente, pur rappresentando i Comuni perché sono un'emanazione della vecchia assemblea dell'Associazione dei Comuni, per quanto riguarda la partita socio assistenziale non avevano nessun ruolo.
Con questa legge noi diamo loro dei compiti importanti di programmazione e di rapporto stretto con i Comuni. Riteniamo in questo modo di esaltare il ruolo degli Enti locali non soltanto attraverso l'Assemblea dei Sindaci, ma anche attraverso questo nuovo organismo che diversamente si troverebbe totalmente esautorato.
Abbiamo poi riscritto la legge comprendendo anche l'impegno dell'Assemblea a promuovere la partecipazione, così come prevede la legge di riforma degli Enti locali. E' un aspetto molto importante se pensiamo al settore di cui parliamo, i servizi socio-assistenziali, così come tutta la parte che riguarda le verifiche dell'efficacia dei servizi che gestiamo e la necessità di istituire nuovi servizi in rapporto alla programmazione, ai piani di attività e di spesa e alle deliberazioni programmatiche che le UU.SS.SS.LL. e l'Assemblea dei Sindaci devono adottare.
In riferimento al ruolo delle Comunità montane e ad alcuni altri punti fondamentali, cito per tutti una novità che a noi pare molto importante: quella dei criteri che abbiamo definito per la ripartizione del fondo per la gestione dei servizi. Nella consultazione che abbiamo svolto abbiamo potuto sentire dalla viva voce dei protagonisti la difficoltà, la impossibilità di attuare un minimo di programmazione nel settore, socio assistenziale, stante il fatto che la Regione comunica a novembre il riparto finale dei fondi che vengono trasferiti.
Su questa legge stiamo discutendo e ancora dovremo discutere; mi auguro che sia approvato - c'è una larga maggioranza per poterlo fare - un emendamento che abbiamo concordato con la Giunta di impegno tassativo dell'entità e dei termini del trasferimento regionale ai Comuni e quindi alle UU.SS.SS.LL.
Ci sono alcuni punti invece sui quali noi esprimiamo insoddisfazione e per alcuni versi dissenso, in modo particolare per quanto riguarda la parte relativa alle Province. Noi da tempo lamentiamo che con l'entrata in vigore della legge 142 c'è stata una caduta dei servizi erogati dalle Province nel campo socio-assistenziale, e più volte abbiamo evidenziato la necessità che la Regione fosse chiara e puntuale nel definire tempi e modalità di passaggio non soltanto dei servizi, ma anche del personale, dei fondi e dei beni delle Province adibiti ai servizi socio-assistenziali; in questa legge ancora con troppa debolezza andiamo a normare questo aspetto.
L'altra parte che noi evidenziamo come insoddisfacente e che ci trova in parte contrari è la riassunzione di funzioni amministrative da parte della Regione per quanto attiene il compito della vigilanza e del controllo. Noi riteniamo che questo compito debba essere attribuito ai Comuni, perché attiene anche alla responsabilità etica che devono assumere questi amministratori; tale responsabilità deve essere in prima istanza attribuita agli Enti locali, al Comuni, ma soprattutto alle UU.SS.SS.LL.
perché in questa forma gestiamo i servizi. Pur in presenza di difficoltà o inadempienze di alcune UU.SS.SS.LL., riteniamo che il compito della vigilanza e del controllo non debba essere centralmente riassunto dalla Regione, ma che proprio per la diffusione dei servizi sul territorio debba essere mantenuto a livello dei Comuni e delle UU.SS.SS.LL.
Se difetti e difficoltà ci sono stati, ciò è avvenuto forse anche a causa della non chiarezza dei criteri che abbiamo stabilito per quanto attiene questi compiti.
Riteniamo che se un correttivo deve essere posto alla legge n. 20/82 questo deve andare nella direzione di dettare criteri minimi uguali per tutti, ma rigidi a cui tutte le UU.SS.SS.LL devono attenersi e, in caso contrario, prevedere serie sanzioni.
Seppure rispetto al testo presentato siano state apportate modifiche anche significative, non condividiamo comunque la volontà di riassunzione di questi compiti a livello regionale, perché li riteniamo di difficile esplicazione e di difficile controllo da parte della Regione. E' difficile controllare come saranno esercitate queste funzioni da parte di chi vogliamo impegnare a livello regionale, e riteniamo che l'accentramento non possa che portare ulteriori difficoltà.
L'ultima questione che voglio evidenziare è il rifiuto del nostro emendamento presentato in Commissione circa la modifica dell'attuale art.
9. Noi riteniamo che i centri diurni non debbano assolutamente essere compresi nelle residenze sanitarie assistenziali. Si tratta di centri diurni e quindi momenti diversi rispetto al ricovero continuativo; devono pertanto essere compresi nei presidi semiresidenziali di assistenza sociale e assegnati ai servizi sociali data la responsabilità. Così pure non riteniamo che affidare la responsabilità, in parte alla sanità e in parte ai servizi socio-assistenziali, possa risolvere i problemi evidenziati negli ultimi anni nella gestione di questi servizi.
Ho espresso giudizi positivi sul lavoro fatto, sui punti che siamo riusciti insieme a modificare, sugli emendamenti presentati dal nostro Gruppo, che sono stati accolti, per alcuni addirittura aggiungendo articoli nuovi al disegno di legge presentato dalla Giunta, ma ho evidenziato anche i punti che riteniamo ancora negativi; per questa ragione esprimeremo un voto di astensione, a condizione che alcuni emendamenti che ancora saranno oggetto di discussione vengano, come concordato in sede di Commissione accolti.



PRESIDENTE

Chiede di intervenire il Consigliere Maggiorotti; ne ha facoltà.



MAGGIOROTTI Piergiorgio

E' vero che la legge è frutto di modifiche intervenute a fronte di proposte ragionevoli presentate dall'opposizione e che il testo consegnatoci ha recepito parte di queste considerazioni e suggerimenti; si tratta tuttavia di una legge che pur tentando di dare strumenti di integrazione decisionale sull'uso delle risorse e di disegnare dei percorsi decisionali comuni tra UU.SS.SS.LL. (che il disegno di legge di De Lorenzo trasformerà in aziende sempre più distanti dalla realtà dei Comuni) ed i Comuni stessi; non risolve i problemi di integrazione reale che a livello di gestione dei servizi occorrerebbe porsi. Infatti non è tanto l'integrazione verticistica, che ci dovrebbe interessare, sia pure finalizzata a rendere praticabile fuso concordato delle risorse tra Comuni e UU.SS.SS.LL., quanto piuttosto la realizzazione a livello distrettuale della gestione integrata di cui questa legge non dice assolutamente nulla.
C'è il rinvio alla legge 20/82, ma in tatti gli anni trascorsi per quel che riguarda l'attivazione dei distretti socio-sanitari di base la legge 20 è rimasta assolutamente inapplicata nella realtà. E' pur vero che a livello di targhetta forse il 90% delle UU.SS.SS.LL. hanno dei distretti (Torino esclusa), tuttavia l'avere una targhetta, ma non lavorare per programmi integrati e per obiettivi comuni è il segnale di una non avvenuta realizzazione dei distretti.
Questo, lo ribadisco, la legge non lo consentirà, tant'è che di distretti in questa legge non se ne parla, io non ho letto nulla in proposito.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Bergoglio per la replica.



BERGOGLIO Emilia Emilia, Assessore all'assistenza

Come è già stato sottolineato, questa legge ha avuto una serie di momenti di riscontro e di confronto che ci hanno condotto ad avere un testo ampiamente emendato, come ha già sottolineato la collega Bortolin, a dimostrazione ulteriore che un testo su cui lavorare c'era, su cui abbiamo lavorato anche manualmente scrivendo emendamenti, ragionandoci sopra e prendendo spunto da quanto le consultazioni hanno sottolineato, soprattutto per predisporre un testo chiaro, perché alcuni punti così come sono scritti in questo momento consentono di non avere dubbi interpretativi.
Ritengo importante sottolineare, soltanto per confermare la volontà della Giunta di andare in quella direzione, che questa legge ha innanzitutto inteso adeguare una serie di normative regionali al mutamento della normativa nazionale in atto, in particolare della legge 111, che è di aprile, per cui non possiamo neanche accettare delle osservazioni circa i ritardi con cui ci siamo eventualmente mossi, perché prima di allora non era possibile presentare, in sede di Giunta prima e di Consiglio poi, un testo su cui poter lavorare ragionevolmente, anche se è da molti mesi che si parla di questi problemi, però l'atto formale legislativo dal quale siamo partiti è soltanto del mese di aprile.
Il problema è di prevedere quindi per la gestione dei servizi socio assistenziali un momento decisionale dei Comuni che sono come ben noto titolari della funzione socio-assistenziale, mantenendo nel contempo l'impalcatura e l'impostazione della legge 20 che favorisce e prevede nell'ambito della nostra Regione, la gestione associata dei servizi socio assistenziali, poiché però la legge nazionale al punto 6) precisava che i Comuni potevano eventualmente riprendersi le funzioni o gestirle in forma associata era necessario prevedere un momento di questo tipo.
Il secondo punto che ritengo qualificante e sul quale non vorrei rispondere alle osservazioni fatte, bensì sottolinearne gli aspetti positivi. è la definizione precisa del Fondo socio-assistenziale e i criteri in base ai quali questo Fondo verrà distribuito o riferito alle varie UU.SS.SS.LL.
Il terzo punto che ritengo qualificante, ancorché non definito in modo stabile è il problema della vigilanza e del Servizio Ispettivo. Sono del tutto consapevole che il Servizio Ispettivo così come è previsto dalla nostra normativa è ancora in una fase transitoria e non definitiva: a regime probabilmente, dovremo ancora fare qualche altro ragionamento. La nostra intenzione era quella di coinvolgere in questo ruolo di vigilanza e di autorizzazione il livello intermedio dell'Ente locale Provincia. Alcune Province erano già disponibili e pronte in questa fase a recepire tali competenze, mi riferisco in particolare alle Province di Cuneo e di Torino mentre altre Province hanno espresso delle riserve e parlato di difficoltà.
In questa fase transitoria abbiamo ritenuto di tenere questa funzione presso l'Assessorato regionale e non per voler gestire in proprio una funzione tanto delicata che tutto sommato bene può essere svolta al livello di riferimento provinciale (a nostro avviso potrà essere meglio risolta in quella sede), ma perché nel periodo che abbiamo vissuto finora il non esercizio corretto, continuativo e funzionale della vigilanza ha creato i problemi che sono a tutti noti. Vogliamo quindi cercare di riorganizzare questa funzione e, di svolgerla in modo più incisivo, non tanto in una visione negativa, ispettiva o punitiva, ma in una visione propositiva di consulenza e di formazione: non intervenire solo quando vengono segnalati dei guasti da correggere, ma cercare di attivare un sistema di adeguamento continuativo e più corretto dei servizi alle esigenze. E' un capovolgimento di impostazione che almeno nelle intenzioni (in pratica non so se riusciremo a farlo funzionare così) abbiamo cercato di realizzare.
Un altro punto che riteniamo qualificante della normativa è quello relativo al perfezionamento di alcuni punti relativi alle autorizzazioni alle II.PP.A.B., problema questo che è stato sollevato più volte in Commissione da parte di alcuni Consiglieri che ritenevano non opportuno che la Commissione fosse chiamata a dare dei pareri su atti amministrativi di cui non avevano conoscenza; quindi abbiamo sostituito questa funzione lasciandola alla responsabilità della Giunta e trasferendola soltanto in una forma di informazione alla Commissione.
Altro punto qualificante, oltre alla della normativa in relazione all'intervento di sentenza della Corte Costituzionale come è già stato ricordato dal Consigliere Peano, è quello di riprendere alcuni punti circa il controllo sui patrimoni delle II.PP.A.B, perché noi non vogliamo desidero ribadirlo in questa occasione - che i patrimoni destinati dal fondatori o da coloro che le hanno istituite allo scopo di assistenza e di beneficenza possano, anche solo per motivi di disattenzione o di non corretta amministrazione, essere distolti dalle funzioni originarie.
Ribadiamo quindi il principio che questi debbono rimanere nell'ambito delle attività socio-assistenziali anche quando ci siano dei trasferimenti o delle permute di tipo patrimoniale.
Per quanto riguarda i centri diurni per disabili e lo spostamento di tabelle di piano, ribadisco in quest'aula quanto ho già avuto occasione di dichiarare in Commissione e in sede di consultazioni, perché ritengo sia corretto assumersi, pienamente le proprie e la responsabilità delle proprie opinioni. Sarei tendenzialmente favorevole a una distinzione di tipo gestionale tra i servizi che hanno una prevalente valenza sanitaria e quel servizi che hanno invece una prevalentemente valenza socio-assistenziale ma vi sono due ostacoli: il primo è che l'attuale legislazione regionale assegna questi servizi all'Assessorato alla sanità che ovviamente in questa fase non è favorevole ad accettare uno spostamento, il secondo è che i finanziamenti previsti dalle leggi dello Stato sono in questo momento orientati a tenere questo comparto nell'ambito della sanità. Non vorrei pertanto mettermi un fiore all'occhiello considerando socio assistenziali i centri per disabili e poi non sapere come finanziarli perché sono fuori dal circuito sanitario. Questa è una preoccupazione che ha l'Assessore all'assistenza, perché mentre sul Fondo sanitario v'è certezza di spesa sul Fondo socio-assistenziale ben sanno i colleghi che seguono questa materia che certezza di spesa e di finanziamento non e facile averla quindi non vorrei trovarmi ad aver affermato un principio che nella sostanza condivido, ma poi trovarmi senza i quattrini per poterlo far funzionare.
Lasciamoli quindi pure nel comparto sanitario, quello che conta è dare all'impostazione non solo teorie, ma anche pratica di questi servizi, la giusta rilevanza dell'aspetto socio-assistenziale.



PRESIDENTE

La discussione generale è conclusa.
Passiamo pertanto all'esame del relativo articolato.
ART. 1 Emendamento sostitutivo dell'intero art.1 presentato dal Consigliere Maggiorotti "La presente legge detta norme in materia assistenziale, in attuazione delle finalità della legge regionale 23/8/82 n. 20 e successive modificazioni e della legge regionale 23/4/90 n. 37.
Ai sensi dei disposto congiunto delle leggi 8/6/90 n. 142 e 4/4/91 n.
111, i Comuni sono titolari delle funzioni in materia socio-assistenziale.
Tale funzione, ai sensi delle leggi regionali 8/8/77 m 39 e 23/8/82 n.
20 e successive modifiche, è esercitata informa associata.
I Comuni associati operano in stretto coordinamento programmatorio e funzionale con le UU.SS.SS.LL coincidenti, cui vengono altresì attribuiti compiti gestionali delle attività socio-assi-stenziali nel contesto delle iniziative proprie ai Distretti socio-sanitarie di base".
La parola al Consigliere Maggiorotti per l'illustrazione.



MAGGIOROTTI Piergiorgio

E' un emendamento sostitutivo della formulazione espressa nel disegno di legge della Giunta, in maniera più sintetica si indicano i fondamenti e le finalità della normativa.
In particolare si dichiara che i Comuni sono titolari delle funzioni in materia socio-assistenziale e che la funzione, al sensi delle leggi n.
39/77 e n. 20/82 e successive modifiche è esercitata in forma associata.
Inoltre, si afferma che i Comuni associati operano in stretto coordinamento programmatorio e funzionale con le UU.SS.SS.LL., cui vengono altresì attribuiti i compiti gestionali delle attività socio-assistenziali nel contesto delle iniziative proprie ai distretti socio-sanitari di base.
Quest'ultima affermazione è per richiamare l'esigenza di sviluppare le attività dei distretti che, in realtà, sono assolutamente moribondi.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Bergoglio.



BERGOGLIO Emilia Emilia, Assessore all'assistenza

La Giunta non può accogliere questo emendamento per i seguenti motivi.
Il primo paragrafo è già contenuto nell'art. 1.
Per quanto riguarda il secondo paragrafo che dice che la funzione socio assistenziale è esercitata in forma associata, devo osservare che fare una tale indicazione imperativa in una legge regionale, sarebbe causa di bocciatura perché la Legge n.111 dice esattamente il contrario, il punto 6) di tale legge nazionale infatti dice che i Comuni possono decidere ed elenca tre ipotesi. Se scrivessimo quanto proposto dal Consigliere Maggiorotti la legge verrebbe cassata in sede di controllo da parte del nostro Governo.
Per quanto riguarda l'ultimo punto. è implicito che l'Assemblea è l'organo di raccordo tra i Comuni e le UU.SS.SS.LL., quindi ribadire che lo gestiscono in forma coordinata è superfluo.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 3 voti favorevoli. 29 contrari e 5 astenuti.
Si proceda pertanto alla votazione per appello nominale dell'art. 1 L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 hanno risposto SI 35 Consiglieri hanno risposto NO 3 Consiglieri si sono astenuti 4 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
ART. 2 1) Emendamento presentato dal Consigliere Maggiorotti: primo comma: sostituire il contenuto della 5, all'8, riga come segue: dal Sindaco, per i Comuni fino a 500 abitanti; in caso di impedimento, il Sindaco viene vicariato dal Consigliere comunale che assolve alle funzioni di Vicesindaco per i Comuni con popolazione superiore al 500 abitanti dal Sindaco eventualmente vicariabile dal Vicesindaco in caso di impedimento e da 2 Consiglieri comunali, uno di maggioranza e uno di minoranza, eletti dal Consiglio comunale con voto limitato per i Comuni cm popolazione superiore al 20.000 abitanti, dal Sindaco, eventualmente vicariabile dal Vicesindaco in caso di impedimento e da 4 Consiglieri comunali, 2 di maggioranza e 2 di minoranza,.eletti dal Consiglio comunale con voto limitato.
2) Emendamento presentato dal Consigliere Maggiorotti: quarto comma: sostituire: qualora l'ambito territoriale comprenda anche Comuni non facenti parte della Comunità montana, l'Assemblea viene costituita integrando quella della Comunità montana con i componenti rappresentanti dei rispettivi Comuni come previsti nel precedente primo comma.
3) Emendamento presentato dal Consigliere Maggiorotti: quinto comma: sostituire: quando l'ambito territoriale coincide con quello dei Comune o di parti di esso, qual è il caso del Comune di Torino, l'Assemblea per la gestione associata dei servizi socio-assistenziali è costituita dal Consiglio comunale integrato dal Presidenti dei Consigli di Circoscrizione in cui si articola ed esprime il decentramento amministrativo comunale.
4) Emendamento presentato dal Consigliere Maggiorotti: sesto comma: sostituire da "possono partecipare senza diritto di voto .." con le seguenti dizioni: "devono partecipare, senza diritto di voto: l'Amministratore straordinario il Presidente del Comitato dei Garanti.
Possono altresì partecipare, senza diritto di voto: il Coordinatore sanitario il Coordinatore amministrativo il Coordinatore socio-assistenziale".
5) Sub emendamento presentato dal Consigliere. Maggiorotti: sesto comma: Inserire, dopo "i coordinatori amministrativo sanitario e socio assistenziale", "nelle città di Torino, i Presidenti dei 10 Consigli circoscrizionali".
La parola al Consigliere Maggiorotti per l'illustrazione.



MAGGIOROTTI Piergiorgio

Ho presentato 5 emendamenti, tutti della medesima natura, cioè riferiti alla composizione dell'Associazione dei Comuni.
Il primo emendamento è riferito al primo comma e chiede che, a differenza di quanto è espresso nel testo della legge, i Comuni fino a 500 abitanti siano rappresentati in Assemblea dal Sindaco o da un Consigliere comunale da lui incaricato, in caso di impedimento.
Per i Comuni con popolazione da 500 a 20.000 abitanti propongo che la rappresentanza sia garantita dal Sindaco, eventualmente vicariabile dal Vicesindaco, e da due Consiglieri comunali, uno di maggioranza ed uno di minoranza eletti dal Consiglio con voto limitato.
Ho aggiunto l'indicazione per cui i Comuni con popolazione superiore ai 20 000 abitanti siano rappresentati dal Sindaco, vicariabile, e da quattro Consiglieri comunali, di cui due di maggioranza e due di minoranza, eletti dal Consiglio con voto limitato.
Questa indicazione è per garantire una rappresentatività che tenga conto della specificità e diversità dei problemi tra Comuni piccoli e grossi.
Il secondo emendamento fa riferimento a quello che ho appena illustrato; laddove si parla di Comunità montane si afferma che "l'assemblea viene costituita integrando quella della Comunità con i componenti rappresentanti dei rispettivi Comini come previsti al primo comma".
Al quinto emendamento, laddove si parla del Comune di Torino, devo dire che in caso l'Assemblea è rappresentata dal Consiglio comunale integrato dai Presidenti dei Consigli di Circoscrizione. C'è un sub-emendamento che fa riferimento al sesto comma che, se non venisse approvato quello che inserisce i 10 Presidenti quali componenti a tutto titolo dell'assemblea prevede che i Presidenti possano essere presenti con parere consultivo all'interno dell'assemblea, rappresentata dal Comune di Torino.
Infine, sempre al sesto comma sostituisco la dizione: "possono partecipare" con la dizione "devono partecipare" senza diritto di voto l'Amministratore straordinario e il Presidente del Comitato dei Garanti e possono - non devono - altresì "partecipare senza diritto di voto il Coordinatore sanitario, amministrativo e socio-assistenziale".



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Bergoglio



BERGOGLIO Emilia Emilia, Assessore all'assistenza

La Giunta non accoglie il primo emendamento, in quanto le funzioni vicarie sono delegabili direttamente dal Sindaco, per cui non è necessario precisarlo esplicitamente nella legge. Prevedere un rappresentante di maggioranza e uno di minoranza oltre al sindaco, per i Comuni superiori ai 5.000 abitanti penso sia sufficientemente rappresentativo: tenendo conto che i sindaci e le maggioranze nel vari Comuni sono differenti e quindi vi è una composizione molto variegata dell'assemblea, non vorremmo istituire un organo composto di centinaia di persone, ma che sia in grado di decidere.
Per quanto riguarda il secondo emendamento al quarto comma, la nuova stesura dei testo comprende già la sostanza dell'emendamento presentato dal Consigliere Maggiorotti. Sarebbe quindi opportuno ritirarlo, in quanto il testo è stato corretto nel senso da lui indicato.
Per quanto riguarda il V comma, che si riferisce all'ambito del Comune di Torino, riteniamo che il Consiglio comunale sia di per sé significativo e rappresentativo della realtà cittadina, essendo formato da 80 Consiglieri e non riteniamo opportuno integrarlo ulteriormente.
L'emendamento, al comma 6, che prevede di sostituire la parola "devono" con la parola "possono" non viene accettato in quanto se è non presente una delle due figure, l'assemblea non si può tenere. E' limitativo della possibilità di funzionare dell'assemblea: è sufficiente che manchi una di queste persone perché l'assemblea non possa lavorare.
Per quanto riguarda l'integrazione dell'assemblea con i Presidenti dei Consigli di Circoscrizione, riteniamo che essendo tale competenza delegata al Consiglio comunale l'introduzione di altri elementi ingenererebbe confusione.
Per questi motivi la Giunta non accoglie gli presentati dal Consigliere Maggiorotti.



PRESIDENTE

Pongo pertanto in votazione gli emendamenti nn. 1), 2), 3), 4) ed il sub 4).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Sono respinti con 2 favorevoli. 27 contrarle 7 astensioni.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 2.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 37 Consiglieri hanno risposto NO 2 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
ART. 3 1) Emendamento presentato dal Consigliere Maggiorotti: primo comma: sostituire "esprime parere obbligatorio e vincolante in ordine ai seguenti atti", con "approva i seguenti atti predisposti dall'Amministratore straordinario dell'USSL e sottoposti a parere obbligatorio da parte del Comitato dei Garanti della stessa USSL".



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Bergoglio.



BERGOGLIO Emilia Emilia, Assessore all'Assistenza

Lo spirito dell'emendamento è accolto ed abbiamo presentato un emendamento che riteniamo abbia una formulazione più chiara e coerente con l'articolo. Se il Consigliere Maggiorotti è d'accordo potremmo considerare il suo emendamento assorbito da quello della Giunta.



PRESIDENTE

2) Emendamento presentato dal Consigliere Maggiorotti: inserire dopo il punto d) del primo comma, due nuovi commi (2 e 3) - i Commi successivi vanno pertanto corretti nella numerazione: "2. L'Assemblea per poter esprimere il proprio parere sia rispetto ai programmi pluriennali che comunali verrà preventivamente messa a conoscenza dell'entità dei finanziamenti regionali entro i termini stabiliti dalle leggi vigenti, sia per quanto riguarda la quota del riparto regionale del fondo per la gestione dei servizi socio- assistenziali sia per quanto riguarda il riparto della quota del fondo sanitario regionale il cui uso sia consentito per attività sociali a rilievo sanitario.
3. Contestualmente al parere riferito agli atti predisposti dall'Amministratore straordinario, l'Assemblea determina la quota socio assistenziale a carico, in maniera vincolante, dei singoli Comuni".
La parola al Consigliere Maggiorotti.



MAGGIOROTTI Piergiorgio

Il senso è quello di dare certezza alle Assemblee dei Comuni rispetto alla programmazione dell'uso dei fondi.



BERGOGLIO Emilia Emilia, Assessore all'assistenza

Per quanto riguarda il punto 2, questo viene recuperato nell'emendamento al successivo art. 8, ad eccezione dell'indicazione della quota del riparto del Fondo sanitario per le spese a rilievo socio assistenziale perché non è possibile definirle a priori dal punto di vista tecnico.
Per quanto concerne il fondo assistenza le, presentato all'art. 8 recupera questo concetto, quindi, se il Consigliere Maggiorotti lo ritiene questo emendamento si può considerare superato da quello presentato all'articolo successivo



MAGGIOROTTI Piergiorgio

C'è la parte aggiuntiva: "L'Assemblea determina la quota socio assistenziale a carico in maniera vincolante dei singoli Comuni", quindi il vincolo della determinazione della parte di ogni singolo Comune.



BERGOGLIO Emilia Emilia, Assessore all'assistenza

I Comuni che fanno parte dell'Assemblea votano il bilancio, per cui è chiaro che sono impegnati a pagare le quote previste, quindi è già implicito nel poteri dell'Assemblea e non ritengo opportuno aggiungerlo nella legge.



MAGGIOROTTI Piergiorgio

Ritiro l'emendamento.



PRESIDENTE

3) Emendamento presentato dalla Giunta regionale: Al primo comma, sostituire le parole "esprimere obbligatorio...
dell'USSL" con "approva i seguenti atti predisposti dall'amministratore dell'USSL e sottoposti a preventivo parere obbligatorio da parte dei Comitato dei Garanti dell'USSL". Al primo comma, lettera b), sostituire le parole "per il comparto socio-assistenziale" con "per la parte socio assistenziale".
Pongo in votazione l'emendamento presentato dalla Giunta regionale.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 36 voti favorevoli e 4 astensioni.
Si proceda quindi alla votazione per appello nominale dell'art. 3 nel testo modificato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 35 Consiglieri si sono astenuti 4 Consiglieri L'art. 3 è approvato.
ART. 4 1) Emendamento presentato dall'Assessore Bergoglio: il primo comma viene così sostituito: "Il Comitato dei Garanti di cui al quinto comma dell'art. 1 del DL 6/2/91, n. 35 convertito con modificazioni della legge 4/4/91, n. 111 esprime parere obbligatorio in ordine agli atti di cui alle lettere a), b) c) e d) dett'art. 3 - primo comma - della presente legge, predisposti dall'Amministratore straordinario dell'USSL e li trasmette all'approvazione dell'Assemblea dell'Associazione dei Comuni".
La parola all'Assessore Bergoglio che lo illustra



BERGOGLIO Emilia Emilia, Assessore all'assistenza

L'emendamento prevede che il primo comma venga così sostituito: "Il Comitato dei Garanti di cui al quinto comma dell'art. 1 del DL 6/2/91 n.
35, convertito con modificazioni della Legge n. 221 del 4/4/91, esprime parere obbligatorio in ordine agli atti di cui alle lettere a), b), c) e d), dell'art, 3, primo comma, della presente Legge. Predisposti dall'amministratore straordinario dell'USSL e li trasmette all'approvazione dell'Assemblea dell'associazione dei Comuni".
Questo emendamento recupera quello presentato dal Consigliere Maggiorotti, che più o meno dice la stessa cosa, precisando che l'atto deve essere predisposto dall'amministratore straordinario e poi approvato dall'Assemblea in modo che siano chiari i compiti dei tre soggetti che intervengono in questo processo di approvazione. Lo spirito dell'emendamento del Consigliere Maggiorotti, che è conseguente al precedente, è stato accolto.



PRESIDENTE

2) Emendamento presentato dal Consigliere Maggiorotti: Alla seconda riga, sostituire il termine "approva" con "esprime parere obbligatorio sul..".



MAGGIOROTTI Piergiorgio

Ritiro il mio emendamento.



PRESIDENTE

3) Emendamento presentato dai Consigliere Maggiorotti: emendamento aggiuntivo: "3. I singoli Comitati dei Garanti delle UU.SS.SS.LL. subcomunali di Torino, in collaborazione con il Presidente ed il Vicepresidente dell'Assemblea costituita ai sensi del precedente art.2, quinto comma, e con il rispettivo Presidente del Consiglio di Circoscrizione: procedono a verifiche generali, svolgono...(come nel testo originale) svolgono funzioni di raccordo fra le UU.SS.SS.LL.
ed i Consigli di Circoscrizione".
La Giunta non lo accoglie.
Pongo, in votazione l'emendamento n. 1) presentato dalla Giunta.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato con 30 voti favorevoli e 5 astensioni.
Pongo ora in votazione l'emendamento n. 3) presentato dal Consigliere Maggiorotti non accolto dalla Giunta.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è respinto con 10 voti favorevoli, 27 contrari e 2 astensioni.
Si proceda quindi alla votazione per appello nominale dell'art. 4 nel testo modificato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 33 Consiglieri hanno risposto NO 2 Consiglieri si sono astenuti 4 Consiglieri L'art. 4 è approvato.
ART. 5 1) Emendamento presentato dal Consigliere Maggiorotti: il primo comma, viene così sostituito: "1. Le Province garantiscono la continuità e il livello qualitativo e quantitativo dei servizi socio-assistenziali all'atto dell'entrata in vigore della Legge 8/6/90 n. 142 riattivando i servizi e le prestazioni eventualmente dismesse successivamente a tale data fino alla data del 31/12/90, e secondo i criteri definiti dalle indicazioni regionali in materia, con riferimento particolare alla necessaria predisposizione degli atti amministrativi e contabili necessari per garantire la continuità dei servizi socio-assistenziali".
2) Emendamento presentato dai Consiglieri Maggiorotti e Tapparo: "In particolare, le attività a favore di persone con insufficienza mentale ancora gestite dalle Province,vanno obbligatoriamente trasferite ai Comuni entro la data del 31/12/1991".
La parola all'Assessore Bergoglio.



BERGOGLIO Emilia Emilia, Assessore all'assistenza

La prima parte di questo emendamento è già contenuta nel nostro testo per quanto riguarda la seconda parte non ritengo di poter accettare vincoli tassativi di trasferimento in carenza di una normativa nazionale che definisca le modalità dei trasferimenti stessi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Chiedo di poter fare una votazione per parti separate perché sono d'accordo sul secondo punto dell'emendamento presentato dal collega Maggiorotti.



PRESIDENTE

E' possibile presentando due emendamenti distinti. Il primo emendamento trova la Giunta contraria.
Pongo in votazione l'emendamento n. 1) presentato dal Consigliere Maggiorotti.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 8 voti favorevoli. 27 contrari e 3 astensioni.
La seconda parte, trasformata in un secondo emendamento Maggiorotti Tapparo, recita: "In particolare, le attività a favore di persone con insufficienza mentale ancora gestite dalle Province, vanno obbligatoriamente trasferite ai Comuni entro la data del 31/12/1991".
Mi permetto di dire che si tratta di una questione molto delicata.
La parola all'Assessore Bergoglio.



BERGOGLIO Emilia Emilia, Assessore all'assistenza

Me ne rendo conto e non è che lo non colga lo spirito di questo vincolo, ma per obbligare le Province a trasferire queste attività dobbiamo avere certezza degli elementi finanziari che al momento non sono ancora stati previsti dalla legge finanziaria nazionale.
Sono d'accordo a che le Province trasferiscano perché trasferiscono i servizi, ma non la spesa storica perché i Comuni si vedrebbero trasferire dei servizi senza la copertura di spesa.
L'indicazione politica della Giunta potrebbe essere tendenzialmente favorevole, ma in questo momento non si può fissare un obbligo senza avere la possibilità di garantire il finanziamento, perché non si è in condizioni di rispettarlo.
Non ho niente in contrario ad un ordine del giorno, ad un pronunciamento politico, ma scriverlo nella legge diventa impraticabile.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bortolin.



BORTOLIN Silvana

Siamo favorevoli all'emendamento e voteremo contro l'articolo perch come Gruppo abbiamo presentato una proposta di articolato, per quanto riguarda questo aspetto, più forte e più pregnante rispetto a quanto è stato accolto.
Se la difficoltà è quella illustrata, ma vi è la volontà politica di chiedere alle Province che trasferiscano questa parte di servizi che è attivata volontariamente, quindi non di competenza e compresa nella parte che dovrà essere normata a livello nazionale, faccio una proposta aggiuntiva all'emendamento anziché andare all'approvazione di un ordine del giorno che non farebbe che complicare la lettura del testo, ma anche complessivamente la gestione dell'attività. Proponiamo quindi di aggiungere dopo "31/12/1991" le parole "con i relativi finanziamenti e personale", in questo modo comprenderemmo le difficoltà evidenziate dall'Assessore, ma esprimeremmo anche una volontà forte affinché questi servizi vengano trasferiti e soprattutto mantenuti.



BERGOGLIO Emilia Emilia, Assessore all'assistenza

Questo non è possibile, in quanto non è di competenza della Regione dare ordini finanziari alle Province.



BORTOLIN Silvana

Se a seguito dell'approvazione della legge concordiamo di votare un ordine del giorno che riprenda in modo chiaro quanto contenuto in questo emendamento, per quanto ci riguarda siamo d'accordo a condizione che venga davvero assunto come impegno politico da parte della Giunta per gli atti consequenziali.



BERGOGLIO Emilia Emilia, Assessore all'assistenza

Aggiungo un emendamento a chiarimento. Per poter trasferire questi servizi gestiti dalle Province ai Comuni bisogna che si trasferiscano servizi, utenti, personale e spesa. Quindi come indicazione non ci sono problemi, ma dal punto di vista legislativo non possiamo dare ordini di questo tipo alle Province, perché rientra nella loro autonomia di gestione della spesa e di trasferimento.
Le Province sono favorevoli a cedere i servizi un po' meno a trasferire i quattrini. A questo punto possiamo esprimere la volontà politica perch ritengo sia giusto andare in quella direzione; inserire un ordine imperativo in una norma di legge non è possibile.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo per dichiarazione di voto.



TAPPARO Giancarlo

Sono d'accordo se viene recepito in questo senso. Vorrei per sottolineare che è curioso che in una legge venga sostanzialmente sancita la proroga di un'attività che anche in dottrina si ritiene sia svolta in modo illegittimo non uso un termine diverso - da parte della Provincia.



BERGOGLIO Emilia Emilia, Assessore all'assistenza

Però nella nostra legge diciamo chiaramente che verranno gestiti, fino alla data indicata, da norme nazionali, in materia proprio perch sosteniamo che ci sia un problema aperto nel cui ambito non abbiamo competenza legislativa. Purtroppo la legge n. 142 si è riservata di stabilire in epoca successiva gli aspetti finanziari e questo è un nodo da sciogliere.
Vorrei ancora dire che però rientrano nell'ambito delle materie gestite sulla parte volontaria degli enti locali, quindi, tutto sommato la legittimità è fuori discussione e ribadita anche dalla circolare della Corte dei Conti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Maggiorotti.



MAGGIOROTTI Piergiorgio

E' stata approvata una legge regionale in Veneto che regolamenta e sancisce il trasferimento delle competenze, quindi non capisco il motivo per cui la nostra Regione non possa fare altrettanto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Siamo d'accordo di recuperare lo spirito dell'emendamento in un ordine del giorno che accompagni la legge e sia un segnale politico preciso su questo aspetto.



MAGGIOROTTI Piergiorgio

Non ritiro l'emendamento.



PRESIDENTE

Vi è l'impegno di formulare un ordine del giorno che verrà approvato al termine dell'articolato prima del voto sull'intero, testo della legge.
Pongo pertanto in votazione l'emendamento n. 2) presentato dai Consiglieri Maggiorotti e Tapparo.
Chi è favorevole all'emendamento è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 13 voti favorevoli e 22 contrari.
Si proceda quindi alla votazione per appello nominale dell'art. 5 nel testo originario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 29 Consiglieri hanno risposto NO 10 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri L'art. 5 è approvato.
ART. 6 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 34 Consiglieri hanno risposto NO 1 Consiglieri.
si sono astenuti 5 Consiglieri L'art. 6 è approvato.
ART. 7 - Emendamento presentato dal Consigliere Maggiorotti: L'art. 7 è abrogato.
La parola all'Assessore Bergoglio.



BERGOGLIO Emilia Emilia, Assessore all'assistenza

La Giunta accoglie questo emendamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Maggiorotti.



MAGGIOROTTI Piergiorgio

Il senso dell'abrogazione deriva dal fatto che mentre l'Assessore afferma che è dare maggiore efficienza all'istituto della vigilanza a mio parere non avverrà così nel senso che di fatto la Regione non ha le risorse per vigilare su aspetti specifici dovrà comunque delegare compiti alle UU.SS.SS.LL. e allora non capisco perché queste UU.SS.SS.LL. prima dichiarate inefficienti, ricomincerebbero a funzionare. Voglio ricordare che su questa questione c'era stato un pronunciamento direi quasi unanime da parte dei consultati in senso negativo, cioè si valutava che questa funzione dovesse comunque restare alle UU.SS.SS.LL. (per quello che ricordo e registrato avendo partecipato alle consultazioni).



PRESIDENTE

Pongo pertanto in votazione l'emendamento presentato dal Consigliere Maggiorotti.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è respinto con 6 voti favorevoli. 31 contrari e 3 astensioni.
Si proceda quindi alla votazione per appello nominale dell'art. 7.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 29 Consiglieri hanno risposto NO 8 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri L'art. 7 è approvato.
ART .8 - Emendamento presentato dal Consigliere Maggiorotti: 1) dopo "Comune di Torino" inserire "che li trasferisce alle UU.SS.SS.LL. sub-comunali.." 2) Emendamento presentato dal Consigliere Maggiorotti: al comma primo comma p.a.): dopo "residente secondo i dati..." sostituire da "ISTAT dell'ultimo anno disponibili" con: "demografici, articolati per fasce di età disponibili alla data del 31/9 di ogni anno presso gli Uffici anagrafici dei Comuni; dei dati relativi la consistenza del numero dei cittadini definiti "indigenti" a norma delle vigenti disposizioni; della presenza sul territorio di immigrati da Paesi extracomunitari e di rifugiati politici".
punto e dopo "PAS" aggiungere: "fermo restando che per gli anni successivi i finanziamenti verranno riferiti al bilancio consolidato", punto g. (nuovo) "dell'avvenuta attivazione dei Distretti socio-sanitari di base, in attuazione delle disposizioni del vigente Piano socio-sanitarie regionale".
3) Emendamento presentato dagli Assessori Bergoglio e Gallarini e dal Consigliere Bortolin: "all'art. 8 vengono aggiunti i seguenti commi: "4. La Regione, entro il 30 novembre, - comunica alle UU.SS.SS.LL. le somme da iscrivere nel bilancio di previsione dell'anno successivo che, di norma, non devono essere inferiori a quelle dell'anno in corso incrementate dei tasso di inflazione programmato".
"5. La Regione predispone il riparto definitivo del fondo per la gestione dei servizi socio-assistenziali tra Le UU.SS.SS.LL., previa verifica delle deliberazioni annuali predisposte dalle UU.SS.SS.LL. ai sensi dell'art. 11 della LR n. 37/90 e comunque, entro il 30 giugno di ciascun anno".
La parola all'Assessore Bergoglio.



BERGOGLIO Emilia Emilia, Assessore all'assistenza

La Giunta non accoglie il primo emendamento presentato dal Consigliere Maggiorotti, perché l'applicazione di questo emendamento complicherebbe notevolmente la gestione senza apportare grandi modifiche. Infatti aggiornare tutti i dati con le procedure proposte complicherebbe inutilmente la vita.
Per quanto riguarda il secondo emendamento che parla di bilancio consolidato rispondo che non esiste bilancio consolidato perle UU.SS.SS.LL.
Per quel concerne il terzo, cioè la questione dei distretti socio sanitari, al quali già in altro emendamento il collega Maggiorotti aveva fatto riferimento, si tratta di un problema che ci poniamo, ma che non è proponibile in questa sede, perché fra qualche mese andremo a ridiscutere gli ambiti territoriali delle UU.SS.SS.LL. per effetto della legge nazionale; in quella sede si riparlerà della ripartizione In distretti in modo diverso da quella attuale, quindi in quel momento sarà possibile fare questo ragionamento, ma attualmente non è praticabile.



PRESIDENTE

Pongo pertanto in votazione l'emendamento n. 1) presentato dal Consigliere Maggiorotti.
Chi è favorevole al primo emendamento è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 2 voti favorevoli, 22 contrari e 8 astensioni.
Pongo in votazione l'emendamento n. 2) presentato dal Consigliere Maggiorotti.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 2 voti favorevoli. 22 contrari e 8 astensioni.
Pongo infine in votazione l'emendamento n. 3) presentato dagli Assessori Bergoglio e Gallarini e dal Consigliere Bortolin.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 35 voti favorevoli e 4 astensioni.
Si proceda pertanto alla votazione per appello nominale dell'art. 8 così emendato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 hanno risposto SI 36 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere si sono astenuti 5 Consiglieri L'art. 8 è approvato.
ART. 9 1) Emendamento presentato dal Consigliere Maggiorotti: alla tabella allegata: Presidi residenziali sanitari assistenziali Per tutti i Presidi, salvo i Centri diurni per disabili Comunità alloggio per disabili prevedere la competenza associata dei Servizi SASS/ SASB/SSA, ferma restando che le responsabilità gestionali debbono essere distinte a seconda dei diversi settori cointeressati nelle attività del Presidio, ed affidando i compiti di coordinamento funzionale dello stesso al Coordinatore del Distretto socio-sanitario di base per i centri diurni per disabili e le Comunità alloggio per disabili prevedere la competenza specifica dei Servizio SSA, ed il cointeressamento per contenuti di merito, dei Servizi SASB e SASS.
La parola al Consigliere Maggiorotti per l'illustrazione.



MAGGIOROTTI Piergiorgio

Recependo le indicazioni emerse dalle consultazioni, si ritiene opportuna la definizione di "Centri Diurni per Disabili", interpretando come tali quelli che nella tabella sono individuati come centri semiresidenziali per disabili.
I Centri Diurni per Disabili sono di esclusiva competenza dell'assistenza, così come devono esserlo le comunità alloggio per disabili, nella tabella riportate come strutture residenziali.
Il senso dell'emendamento è dare competenza soltanto al servizio socio assistenziale: per quanto concerne altri interventi a favore di persone con problemi di malattia acuta o cronica, c'è anche la competenza sanitaria che deve essere gestita in integrazione con le competenze di tre servizi; lo specialistico, l'assistenza sanitaria di base ed il socio-assistenziale.
Non vedo.cioè la predominanza di uno dei tre servizi o di operatori di uno dei tre servizi, ma un'integrazione all'interno dei protocolli di lavoro per il raggiungimento delle finalità di questi servizi. E' quindi necessario un coordinamento funzionale della struttura, che lo individuo nel coordinatore del distretto socio-sanitario di base.
Pertanto si tratta di una modifica sostanziale della tabella e non semplicemente di uno spostamento di alcune sigle di competenza.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Bergoglio.



BERGOGLIO Emilia Emilia, Assessore all'assistenza

Ho già spiegato, prima di passare all'esame dell'articolato, il motivo per cui non possiamo accogliere questa impostazione.
Devo quindi a malincuore, ribadire il no che avevo anticipato. Si tratterebbe di una modifica dell'impostazione di alcune parti del Piano socio-sanitario che in quella sede potrebbero essere riviste con più calma e forse con qualche ragionamento più esteso, insieme con il collega Assessore alla sanità.
Quello che conta è che nella fase gestionale siano tenute presenti le varie implicazioni che questi servizi comportano, più che scrivere in modo rigido nella legge quali sono i servizi cointeressati. Su alcune parti stiamo già lavorando in modo integrato.
Questo è lo spirito con cui non si accoglie l'emendamento; in effetti il problema non è tanto di collocare il servizio in una parte o in un'altra della tabella, quanto come viene impostato dal punto di vista gestionale.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 8 voti favorevoli. 27 contrari e 4 astensioni.
2) Emendamento presentato dal Consiglieri Bortolin, Bosio e Coppo: inserire tra i presidi residenziali e semiresidenziali di A.S, i tre Centri diurni sopra richiamati: Centri diurni per disabili, comprenderli nel titolo: Presidi residenziali e semiresidenziali di assistenza sociale.
Il servizio competente va individuato nel solo SSA e non nel SASS.
Sopprimere SASS per il Centro disabili.
Centri di terapia psichiatrica, comprenderli nel titolo: Presidi residenziali e semiresidenziali di A.S.
Centri diurni per tossicodipendenti, comprenderli nel titolo: Presidi residenziali e semiresidenziali di A.S.
I proponenti ritirano l'emendamento.
Si proceda pertanto alla votazione per appello nominale dell'art. 9.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 votanti 42 hanno risposto SI 29 Consiglieri hanno risposto NO 3 Consiglieri si sono astenuti 10 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 9 è approvato.
ART. 10 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 votanti 42 hanno risposto SI 29 Consiglieri hanno risposto NO 3 Consiglieri si sono astenuti 10 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 10 è approvato.
ART. 11 1)Emendamento presentato dall'Assessore Bergoglio viene aggiunto il seguente quarto comma: "I beni mobili ed immobili e/o le relative rendite derivanti alle II.PP.A.B dalle operazioni di cui al primo comma, lettera a) del presente articolo sono esclusivamente destinati alle finalità socio-assistenziali previste dagli Statuti dei singoli enti interessati".
2) Emendamento presentato dal Consigliere Maggiorotti: aggiungere un quarto comma: "4. I beni mobili/immobili derivanti dalle operazioni di cui al primo comma vanno esclusivamente destinati al settore socio-assistenziale".
3) Emendamento presentato dal Consigliere Maggiorotti: aggiungere il seguente quinto comma: "5. La Giunta regionale predispone strumenti di verifica annuale dell'effettiva destinazione a fini socio-assistenziali dei beni e redditi delle II.PP.A.B, e dei Comuni che predispongono un rendiconto annuale obbligatorio".
La parola all'Assessore Bergoglio.



BERGOGLIO Emilia Emilia, Assessore all'assistenza

Il primo punto dell'emendamento del Consigliere Maggiorotti è stato assorbito in quello da me presentato.
La seconda parte invece non viene accolta poiché si tratta di un vincolo non previsto e non praticabile.



MAGGIOROTTI Piergiorgio

Trattandosi di un unico emendamento, comprensivo di due punti, ritiro la prima parte.



PRESIDENTE

Pongo quindi in votazione l'emendamento n. 1) presentato dall'Assessore Bergoglio.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 26 voti favorevoli e 9 astensioni.
Pongo in votazione l'emendamento n. 3) presentato dal Consigliere Maggiorotti.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 8 voti favorevoli. 24 contrari e 4 astensioni.
Si proceda pertanto alla votazione per appello nominale dell'art. 11 nel testo modificato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 28 Consiglieri hanno risposto NO 3 Consiglieri si sono astenuti 8 Consiglieri L'art. 11 è approvato.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è 9 seguente: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 28 Consiglieri hanno risposto NO 3 Consiglieri si sono astenuti 8 Consiglieri L'intero testo della legge è approvato.
Pongo infine in votazione l'ordine del giorno n. 245 presentato dai Consiglieri Bortolin, Tapparo, Maggiorotti e Peano, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte Preso atto della necessità di mantenere le attività a favore di persone con insufficienza mentale attualmente gestite dalle Province vista la non possibilità di accogliere nei testo del disegno di legge n. 148 'Norme transitorie in mate-ria socio-assistenziale' perché non di competenza normativa regionale impegna il Consiglio ed in particolare la Giunta ad aprire con urgenza entro la data dei 31/12/91 le attività a favore di persone con insufficienza mentale, con i relativi finanziamenti, personale e strutture".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 38 voti favorevoli e 1 astensione.


Argomento: Varie

Dono di un ventaglio al Presidente del Consiglio, Carla Spagnuolo


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Picchioni; ne ha facoltà.



PICCHIONI Rolando

Prima che la seduta di sciolga mi permetto, a nome dei Gruppi consiliari o alla loro benevolenza, di presentarle il ringraziamento del Consiglio per il lavoro svolto in questo anno, in cui sono state discusse ben 386 interrogazioni e interpellanze, 105 mozioni e ordini del giorno e sono state approvate 229 deliberazioni.
Il ringraziamento è per un lavoro cospicuo, che dobbiamo non solo al suo garbo e alla sua misura, ma anche alla sua intelligenza, al suo temperamento ed alla sua determinazione.
E' consuetudine parlamentare, al termine di un anno di lavoro consegnare alle Presidenze della Camera e del Senato un ventaglio a nome dei giornalisti parlamentari. Noi Consiglieri abbiamo voluto appropriarci di questa consuetudine. Non siamo forse troppo originali, anzi imitativi ma a nome di tutti le vogliamo porgere questo ventaglio, che altrove nella storia del costume, del teatro, ha assunto significati diversi nel corso dei secoli.
In quest'aula potrebbe anche significare - mi permetta - il suo schernirsi dalle nostre intere bugie o dalle nostre mezze verità. La prenda come crede: è un segno di affetto, di riconoscenza e di stima per il lavoro che ci ha accompagnato in questi dodici mesi.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta regionale Brizio.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Mi associo, senza essere altrettanto forbito, all'amico Picchioni. La Giunta, parte integrante di questo Consiglio, si associa a questo riconoscimento alla fine di un anno di lavoro talvolta teso, ma sempre impegnato, e che ha avuto nella Presidenza del Consiglio un punto fermo digestione, certamente positivo.
Ci associamo come Giunta con piena sincerità di affetti.



PRESIDENTE

Devo prima dare un bacio a Picchioni e poi decidiamo quanto sta a cuore al Presidente della Giunta, la prosecuzione dei lavori almeno fino a alle ore 20.30.
Vi ringrazio moltissimo, è un ventaglio splendido. Mi auguro di meritare questo dono nel rispetto della tradizione.



(Applausi da parte di tutto il Consiglio)


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Esame ordine del giorno sull'ACNA


PRESIDENTE

Passiamo ora all'ordine del giorno n. 244 presentato da tutti i Gruppi riguardante l'ACNA.
Se non vi sono interventi, pongo in votazione 9 documento, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte preso atto con soddisfazione dell'incontro avuto il 30/7/1991 da una delegazione della Regione, delle amministrazioni locali dell'Associazione produttori del Moscato e dell'Associazione Rinascita, Valle Bormida con i Sottosegretario alle Partecipazioni Statali, On. Del Mese, per sollecitare il blocco dei lavori di costruzione dell'impianto Re-Sol a Cengio ed il rispetto della mozione parlamentare del 30/1/1990, nel corso del quale è stata esplicitamente affermata da parte dell'On. Del Mese la volontà del Ministero delle Partecipazioni Statali di attenersi in maniera scrupolosa alla mozione su richiamata che impegna il Governo ad autorizzare la costruzione del Re Sol solo ed esclusivamente fuori dalla Valle Bormida preso atto, altresì, dell'intenzione del Ministero delle Partecipazioni Statali di considerare attentamente, circa le prospettive produttive dello stabilimento di Cengio, anche i conti economici complessivi (oggi non molto brillanti) dell'ACNA C.O, nell'ambito della politica di ristrutturazione e di contenimento dei costi, in corso nel gruppo Enichem preso atto, inoltre dell'indicazione del Ministero delle Partecipazioni Statali manifestato dall'On.Del Mese di giungere entro la prossima settimana ad un incontro collegiale, chiarificatore e definitivo, con i Ministeri dell'industria, dell'Ambiente e della Sanità interessati alla problematica dell'ACNA, circa le prospettive dell'azienda ligure preso atto: infine, della disponibilità della Presidenza della Camera dei Deputati manifestata dal Vicepresidente On. Sarti nel corso dell'incontro svoltosi il 30/7/1991 con la delegazione della Regione Piemonte, delle Amministrazioni locali, produttori del Moscato e Rinascita Valle Bormida, di sottoporre alla Conferenza dei Capigruppo della Camera prevista per il mese di settembre la calendarizzazione dell'esame della legge di iniziativa regionale, approvata dal Piemonte il 13/3/1990, che detta Norme per la chiusura dell'ACNA di Cengio...', già assegnata da alle Commissioni parlamentari competenti ribadita l'assoluta urgenza di ottenere dal Governo l'immediata sospensione dei lavori già avviati a Cengio per la costruzione dell'impianto Re-Sol in aperta violazione di quanto disposto dalla mozione parlamentare richiamata impegna il proprio Ufficio di Presidenza e La Giunta 1) ad intraprendere ogni più opportuno contatto con il Governo e la Presidenza della Camera affinché gli impegni su richiamati siano onorati senza subire né ritardi né disattenzioni 2) ad inviare il presente ordine del giorno alla Presidenza dei Consiglio dei Ministri, alla Presidenza della Camera e del Senato, ai Presidenti di tutti i Gruppi parlamentari ed ai parlamentari piemontesi".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 39 voti favorevoli.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Esame ordine del giorno sulla Westinghouse


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'ordine del giorno n. 242 presentato dai Consiglieri Tapparo, Monticelli, Segre, Cavallera, Vaglio e Chiezzi sulla Westinghouse.
Questo ordine del giorno è stato scritto a seguito dell'incontro di ieri con una delegazione dei lavoratori della Westinghouse.
La parola all'Assessore Cerchio per una breve comunicazione importante e positiva.



CERCHIO Giuseppe, Assessore al lavoro

Alle ore 19.30, dopo 11 ore di trattative svolte al mattino all'Unione Industriale e il pomeriggio in Regione è stato siglato con le OO.SS regionali e l'amministrazione della Westinghouse, attraverso il suo amministratore delegato, Ing. Novelli, e il sottoscritto, un accordo che al fine di evitare la procedura di riduzione del personale attraverso il licenziamento dei lavoratori e di consentire la continuità produttiva dell'azienda, concorda l'approvazione di una proroga della cassa integrazione (i licenziamenti erano previsti dal 18 agosto), l'accesso ai pre-pensionamenti anticipati e l'utilizzo delle procedure di mobilità previste dalla legge n. 223, pubblicata sabato scorso di riforma del mercato del lavoro. Si tratta di un'ottima soluzione, con l'augurio di una ricaduta positiva.



PRESIDENTE

Pongo in votazione tale ordine del giorno, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte vista la situazione dei lavoratori della SAB-WABCO (ex Westinghouse) di Piossasco, con l'incertezza per le prospettive di 155 lavoratori in CIGS a zero ore e con la ,fine della copertura di tale strumento di politica del lavoro il 18 agosto prossimo considerato che tale azienda opera nel settore dell'equipaggiamento ferroviario, vale a dire un settore con prospettive ed impegni del pubblico (compresa la Regione Piemonte, che ha sottoscritto recentemente un accordo sull'Alta Velocità), dove però si assiste a fenomeni di rilocalizzazione nel Mezzogiorno di realtà produttive del settore tenuto conto che la gestione della mobilità di lavoratori eccedenti così come prevista dalla recente normativa sulla cassa integrazione presenta forti difficoltà di attuazione, in una fase di sostanziale crisi dell'apparato industriale piemontese (e con un terziario che non può più svolgere la funzione di 'assorbitore' della disoccupazione che oggi genera il settore industriale e quello agricolo)



IMPEGNA LA GIUNTA REGIONALE

ad intervenire in merito alle CIGS della SAB-WABCO per favorire la proroga della CIGS per i 155 lavoratori, per permettere il collegamento con la nuova normativa sulla mobilità ed eventualmente, se possibile, per il prepensionamento, qualora al settore ferroviario venga riconosciuta la possibilità di usufruire di tale istituto".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 38 voti favorevoli e 1 astensione.


Argomento: Enti strumentali

Esame progetto di legge n. 149: "Nuova disciplina dell'Istituto di Ricerche Economico e Sociali del Piemonte IRES Abrogazione L.R. 12 febbraio 1985, n. 12"(seguito)


PRESIDENTE

Per riguardo verso tre persone che ci hanno seguito fino a questo punto e che sono presenti fra il pubblico, mi permetterei di chiedere di passare al progetto di legge n. 149 sulla nuova disciplina dell'Istituto di Ricerche Economico e Sociali del Piemonte IRES.
La parola al relatore, Consigliere Zanoletti, che dà per letta la seguente relazione:



ZANOLETTI Tomaso, relatore

"Nel quadro degli interventi rivolti al riordino ed alla razionalizzazione degli Enti regionali, trova collocazione il disegno di legge n. 149, con il quale si ridefinisce la, fisionomia dell'Istituto regionale di ricerche, se ne disciplina la struttura e se ne perfeziona la regolamentazione.
In via preliminare, occorre precisare che il disegno propone l'integrale abrogazione della legge regionale n. 12/85, pur riproducendone largamente i contenuti.
Si tratta di un'operazione di tecnica legislativa determinata dall'esigenza di definire con la massima certezza e, conseguentemente, in termini adeguati di chiarezza e di trasparenza la normativa in vigore senza che ciò comporti giustapposizione di testi, modifiche e problemi interpretativi.
Il progetto risponde ad un triplice ordine di esigenze.
In primo luogo, viene in considerazione un ampliamento dell'attività dell'Istituto di cui, pure, si conserva la fisionomia istituzionale di ente regionale, in coerenza con le disposizioni della legge 142/90, che, come noto ha esteso alle amministrazioni provinciali la partecipazione all'attività di programmazione in precedenza prerogativa delle sole Regioni.
Così, anche in funzione programmatica, vengono riferite all'IRES al nuovo IRES tutte le attività di ricerca d'interesse regionale e locale, che abbracciano, rispetto alla situazione precedente, nuovi ambiti e campi d'intervento.
Il disegno inoltre colma una preesistente lacuna legislativa con riguardo alla definizione dell'organico del personale dell'Istituto ed alla disciplina del relativo contratto di lavoro.
In coerenza, col dettato dello Statuto regionale, viene, esteso a tale personale il contributo di lavoro dei dipendenti regionali, che verrà applicato in base ad una tabella di equiparazione, allegata al disegno attraverso procedure che ricalcano quelle proprie del comparto.
La struttura è organizzata in un unico settore, che svolge sia i compiti di ricerca, ed elaborazione, sia quelli di, supporto alla gestione dell'Istituto la cui dotazione è dimensionata ad prospettiva di sviluppo dell'attività.
L'incremento previsto, nella consistenza organica, rispetto alla situazione in atto consegue alla crescente domanda di ricerca proveniente dalla Regione ed a quella prevedibile in relazione al nuovo ordinamento delle autonomie; che comportano una maggiore dotazione di personale impegnato nelle attività, di ricerca, e in quelle di supporto alla stessa.
La dotazione organica prevista appare congrua, se si tiene conto sia della consistenza del personale in servizio e di prossima assunzione (45 in totale), sia di situazioni preesistenti nelle varie aree di attività dell'Istituto, che, in recente passato, hanno fatto registrare un totale di 49 dipendenti di cui 11 a livello apicale.
La copertura dei posti in organico, come è proprio del comparto, è comunque subordinata all'osservanza delle disposizioni statuali in materia di assunzioni.
Nel merito, si è scelto - di concerto con l'IRES di privilegiare la consistenza delle posizioni di ricerca, che costituiscono la connotazione caratteristica della struttura dell'Istituto.
Infine, sono introdotte lievi innovazioni nella normativa - con intenti di semplificazione, ma anche di, potenziamento dell'autonomia dell'Istituto derivate dalla pluriennale esperienza di applicazione della LR n 12/85.
Un primo insieme di norme concerne la disciplina dei rapporti tra l'IRES e la Regione Piemonte: così, un comma aggiuntivo all'art. 3 della legge elimina l'obbligo per l'Istituto di prestare cauzioni per le prestazioni specifiche affidate dalla Regione, mentre all'art. 27 viene aggiunta, la prescrizione di trasmettere annualmente alla Regione stessa ai sensi dell'art. 72 dello Statuto regionale, una relazione sulle attività svolte e sui relativi costi.
In particolare, il programma di attività delI'IRES diviene l'elemento portante anche rispetto ai rapporti con la Regione; cosicché singoli specifici affidamenti di incarichi di studio e di ricerca assumono valenza marginale e residuale rispetto al programma stesso.
In tal modo - anche alla luce dell'evoluzione, nel corso degli ultimi esercizi, della prassi di affidamento di incarichi all'Istituto l'attività dello stesso, come descritta nel piano di attività annuale viene finanziata complessivamente attraverso il contributo per il funzionamento, anziché tramite, singoli affidamenti regolati da convenzioni.
Nel merito, viene ribadita l'elevata qualificazione dell'Istituto strettamente collegato, anche in termini con gli Atenei e con il mondo della ricerca, esigenze queste che sono sottolineate anche a livello di definizione dei requisiti di preparazione, di specializzazione e di esperienza, richiesti al personale.
Anche la disciplina dei rapporti con i consulenti, di cui l'Istituto può avvalersi, viene semplificata.
Viene altresì attribuita alla competenza del Consiglio di amministrazione dell'IRES l'adozione del Regolamento dell'Istituto che attualmente, compete al Consiglio regionale e, con riguardo alla figura del Direttore, si precisano con maggior dettaglio i requisiti necessari per ricoprire tale posizione.
Vengono, inoltre, corrette nel testo degli articoli 28 e 29 le dizioni "Sindaci" e "Collegio sindacale" che diventano "Revisori" e "Collegio dei revisori", in coerenza, con quanto - correttamente - previsto dall'art. 4.
Nell'ultima parte dei disegno si propongono meccanismi per l'applicazione del nuovo contratto al personale e si aggiornano i compensi ed i gettoni di presenza a favore dei componenti degli Organi di amministrazione dell'Istituto, di quelli di controllo e del Comitato scientifico.
Per il resto, come già osservato, si conserva gran parte delle precedenti disposizioni, di cui si è constatata la funzionalità.
Nella predisposizione dell'articolato sono stati curati, da parte della Giunta, costanti rapporti con l'Istituto, i cui Organi, a loro volta, hanno sviluppato momenti di consultazione con le Organizzazioni Sindacali.
La I Commissione consiliare ha preso in esame il disegno di legge n 149 e, dopo un'attenta e approfondita valutazione, lo ha approvato a maggioranza apportando al testo presentato dalla Giunta alcune modificazioni di natura formale, volte ad adeguarlo alle disposizioni ministeriali in materia di formulazione tecnica degli atti legislativi.
Per i motivi sopra esposti e in particolare in considerazione della rilevanza del provvedimento, che tiene conto, come si è detto dell'esigenza di ampliare l'attività dell'Istituto, di definire l'organico del personale e di disciplinare il relativo contratto di lavoro, nonché di semplificare, pur potenziandola, l'autonomia dell'Istituto stesso, se ne raccomanda l'approvazione da parte di questa assemblea".
Non essendovi richieste di parola, passiamo all'esame del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 39 Consiglieri.
L'art. 1 è approvato.
ART. 2 Emendamento presentato dal Consigliere Chiezzi: "L'IRES sviluppa la propria attività, di ricerca a supporto dell'azione programmatoria della Regione, in questo quadro ed in funzione della partecipazione degli enti locali alla formazione dei piani e programmi regionali prevista dall'art 3, quarto comma, della legge n. 142/90, pu fornire supporti alla programmazione subregionale".



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

La Giunta accoglie l'emendamento perché chiarisce i rapporti dell'IRES nei confronti della programmazione.



PRESIDENTE

Chi è favorevole all'emendamento è pregato di alzare la mano.
E' accolto con 39 voti favorevoli.
Passiamo quindi alla votazione dell'art. 2 così emendato.
Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 39 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 39 Consiglieri L'art. 3 è approvato.
ART. 4 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 39 Consiglieri L'art. 4 è approvato.
ART. 5 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 39 Consiglieri L'art. 5 è approvato.
ART. 6 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 39 Consiglieri L'art. 6 è approvato.
ART. 7 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 39 Consiglieri L'art 7 è approvato.
ART. 8 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è lì seguente: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 39 Consiglieri L'art. 8 è approvato.
ART. 9 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 39 Consiglieri L'art. 9 è approvato.
ART. 10 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 39 Consiglieri L'art. 10 è approvato.
ART. 11 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 39 Consiglieri L'art. 11 è approvato.
ART. 12 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 39 Consiglieri L'art. 12 è approvato.
ART. 13 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 39 Consiglieri L'art. 13 è approvato.
ART. 14 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 39 Consiglieri L'art. 14 è approvato.
ART. 15 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 39 Consiglieri L'art. 15 è approvato.
ART. 16 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 39 Consiglieri L'art. 16 è approvato.
ART. 17 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 39 Consiglieri L'art. 17 è approvato.
ART. 18 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 39 Consiglieri L'art. 18 è approvato.
ART. 19 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 39 Consiglieri.
L'art. 19 è approvato.
ART. 20 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 39 Consiglieri L'art. 20 è approvato.
ART. 21 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 39 Consiglieri L'art. 21 è approvato.
ART. 22 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 39 Consiglieri L'art. 22 è approvato.
ART. 23 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è - il seguente: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 39 Consiglieri L'art. 23 è approvato.
ART. 24 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 39 Consiglieri L'art. 24 è approvato.
ART. 25 - Si proceda alla votazione per appello , nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 39 Consiglieri L'art. 25 è approvato.
ART. 26 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 39 Consiglieri L'art. 26 è approvato.
ART. 27 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 39 Consiglieri L'art. 27 è approvato.
ART. 28 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 39 Consiglieri L'art. 28 è approvato.
ART. 29 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 39 Consiglieri L'art. 29 è approvato.
ART. 30 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 39 Consiglieri L'art. 30 è approvato.
ART. 31 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 39 Consiglieri L'art. 31 è approvato.
ART. 32 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 39 Consiglieri L'art. 32 è approvato.
ART. 33 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 39 Consiglieri L'art. 33 è approvato.
ART. 34 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 39 Consiglieri L'art. 34 è approvato.
ART. 35 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 39 Consiglieri L'art. 35 è approvato.
ART. 36 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 39 Consiglieri L'art. 36 è approvato.
Si proceda infine alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 39 Consiglieri L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Nomine

Esame proposta di deliberazione n. 278: "Integrazione ai sensi dell'art. 4 della L.R. n.10/85 dell'elenco delle Associazioni, Enti ed Istituti titolari del potere di designazione per quanto attiene la Consulta regionale dell'Emigrazione e dell'Immigrazione"


PRESIDENTE

Poiché non ci sono interventi, pongo in votazione la deliberazione n.
278, il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvata con 38 voti favorevoli e 1 astensione.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita - Norme generali sull'agricoltura

Esame progetto di legge n. 145: "Devoluzioni di quote di assegnazioni nel settore agricoltura"


PRESIDENTE

Non essendovi interventi, passiamo all'esame del relativo articolo unico.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 37 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri L'articolo unico è approvato, pertanto è approvato l'intero testo della legge.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Esame proposta di deliberazione n. 186: "Criteri tecnici per l'individuazione ed il recupero delle aree degradate e per la sistemazione e rinaturalizzazione di sponde e alvei fluviali e lacustri, procedura amministrativa per la concessione di contributi regionali, L.R. 2/11/1982 n. 32, artt. 2 e 12" e presentazione ordine del giorno n. 243 presentato dai Consiglieri Miglio, Bresso, Maggiorotti e Chiezzi


PRESIDENTE

Ha facoltà d'intervento l'Assessore Garino.



GARINO Marcello, Assessore all'ambiente

Il provvedimento era pronto a febbraio e dovrebbe essere approvato oggi. I Comuni con questo provvedimento avranno tempo 60 giorni per adeguare i piani presentati entro il 31 marzo. Se la deliberazione sarà assunta soltanto nel mese di settembre con i 60 giorni arriveremo a novembre, quindi non saremo in grado di distribuire i contributi al Comuni.
Questa deliberazione dovrebbe essere approvata oggi, tranne che il Consiglio accetti che sia portata all'esame e deliberata con i poteri del consiglio dalla Giunta che si terrà venerdì, e quindi portata in Consiglio: altrimenti rischiamo di non fare gli interessi dei Comuni e della Comunità Montana.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta Brizio.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Questa per me è un'interpretazione. Se non si può discutere non dico che la Giunta assumerà la deliberazione con i poteri del Consiglio portandola in ratifica, ma se la Giunta nella sua collegialità dovesse ritenere questo urgente, pensando che non sono soldi buttati via, ne ha la motivazione. Chiedo di valutare se è possibile votare la deliberazione.
Naturalmente, di fronte all'esigenza, non compete a me esprimermi. Se non si può approvare stasera, la Giunta si riserverà di valutare la situazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Monticelli.



MONTICELLI Antonio

La Giunta non può accampare ragioni d'urgenza, perché il Consiglio non è sciolto. La Giunta non può andare a casa e poi assumere con l'urgenza la deliberazione. Questo sarebbe palesemente illegittimo. Quindi, chiediamo di discuterla con la necessaria calma stasera.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Garino.



GARINO Marcello, Assessore all'ambiente

La deliberazione è stata presentata dalla Giunta a febbraio. Sono tre anni che non vengono finanziate opere di questo genere. Non soltanto abbiamo inserito in bilancio dei fondi, ma li abbiamo rimpolpati con l'assestamento. La legge stabilisce che le domande devono essere presentate insieme ai progetti dai Comuni e dalle Comunità montane entro il 31 marzo.
I criteri previsti dalla legge, e certamente i progetti, non sono congrui ai criteri. Abbiamo stabilito in questa deliberazione che per quest'anno e solo per quest'anno per i progetti che fossero difformi dalle norme ci saranno 60 giorni di tempo dalla pubblicazione dei medesimi sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte per rivederli. Il che significa che se questa deliberazione la approviamo a settembre, sarà pubblicata a fine settembre sul Bollettino della Regione dopodiché i Comuni avranno 60 giorni di tempo per rivedere i loro progetti e ripresentarli conformi alle norme.
Finiremmo a fine dicembre, quindi, non riusciremmo nell'anno solare 1991 ad erogare i contributi al Comuni e alle Comunità montane. Di qui il carattere di urgenza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossa.



ROSSA Angelo

La mia sarà una proposta impopolare, ma, a questo punto, per mantenere fede agli impegni assunti ieri nella Conferenza dei Capigruppo, propongo di proseguire la discussione.



PRESIDENTE

Mi sembra che ci sia il tempo per discutere questo provvedimento e il disegno di legge sulla SITO che ha solo due articoli. Sono per mantenere l'impegno assunto.
La parola al Consigliere Rivalta.



RIVALTA Luigi

Ieri la discussione è stata rinviata alle ore 18.45, perché il Consiglio aveva deciso di finire i suoi lavori alle ore 19,00. Ho chiesto di rinviarla perché in un quarto d'ora non è affrontabile questo tipo di deliberazione. Adesso sono le 20,25 e io sono rimasto qui tutto il giorno per discuterla e voglio anche discuterla in piena tranquillità: non accetto che le cose continuino a passare sulla base dell'urgenza dell'orologio senza che ci si confronti. Se i colleghi vogliono star qui senza porre restrizioni sono disponibile a discuterla portando argomenti che richiedono più di dieci minuti.



PRESIDENTE

Benissimo, lei potrà avere quindici o venti minuti.
Prima di passare alla discussione, propongo però di passare alle nomine. Dopo lo spoglio delle schede passeremo a questa deliberazione con il tempo che sarà necessario.


Argomento:

Nomine


PRESIDENTE

Il punto 22) all'o.d.g. reca: "Nomine".
Si distribuiscano le schede per le seguenti nomine:


Argomento: Nomine

- Commissione Tecnico Consultiva in materia di cave e torbiere (art. 6, LR n. 69/78 e LR n. 6/80). Nomina di 6 esperti effettivi: l esperto in geologia, 1 esperto in tecnica mineraria, 1 esperto in sistemazione idraulica e forestale; 1 esperto in pianificazione territoriale, 1 esperto in ecologia e tutela ambientale, 1 esperto in materia giuridica.


PRESIDENTE

E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletti i signori Renato Bressan (esperto pianificazione territoriale), Claudio Salzano (esperto giuridico), Pietro Cavallero (esperto, in sistemazione idraulica e forestale), Felice Scavone (esperto ecologia e tutela ambiente), Renato Nervo (esperto geologia) e Riccardo Sandorne (esperto tecnica mineraria).
Questi ultimi due designati ai sensi dell'ultimo comma dall'art. 8 della LR n. 10/85 e dall'art. 72 del Regolamento.


Argomento: Nomine

- Consorzio IACP. Collegio sindacale (art. 10 del relativo Statuto). Nomina di 1 Sindaco effettivo e di 2 Sindaci supplenti.


PRESIDENTE

E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletti i signori Aniello De Simone (Sindaco effettivo), Francesco Caterina (Sindaco supplente) e Paolo Bruno (Sindaco supplente) nel Collegio Sindacale del Consorzio IACP.



PRESIDENTE

Consorzio IACP. Collegio sindacale (art. 10 del relativo Statuto).
Nomina del Presidente.



PRESIDENTE

E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletto il signor Vincenzo Iafisco.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Esame proposta di deliberazione n. 186: "Criteri tecnici per l'individuazione ed il recupero delle aree degradate e per la sistemazione e rinaturalizzazione di sponde e alvei fluviali e lacustri, procedura amministrativa per la concessione di contributi regionali, L.R. 2/11/1982 n. 32, artt. 2 e 12" e presentazione ordine del giorno n. 243 presentato dai Consiglieri Miglio, Bresso, Maggiorotti e Chiezzi (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo ora l'esame della proposta di deliberazione n. 186.
Chiedo alla Giunta quale decisione ha assunto in merito.
Ha la parola l'Assessore Garino.



GARINO Marcello, Assessore all'ambiente

La deliberazione della Giunta di proposta al Consiglio vuole rappresentare, da un lato, un'indicazione per intervenire in modo concreto per la rinaturalizzazione delle aree degradate e per il loro recupero qualunque sia la causa che abbia indotto tale degrado, e, dall'altro prevedere procedure e criteri per concedere i contributi previsti dall'art.
12 della legge n. 32/82, anche in ottemperanza a quanto previsto dalla legge n. 241/90.
E' evidente che tali criteri saranno utilizzati anche per il recupero delle sponde fluviali e lacustri - art. 8 della legge n. 32 - e costituiscono un orientamento per tutti i casi in cui la legislazione nazionale e regionale impone il recupero dell'area dopo il completamento dell'attività.
Dopo un periodo di mancato finanziamento sul bilancio regionale, durato tre anni, per l'anno in corso sono stati stanziati 600 milioni, poi assestati con il recente provvedimento del Consiglio regionale a lire 1 miliardo 100 milioni per concedere i contributi a Comuni e Comunità montane.
Fin da febbraio la Giunta regionale ha predisposto i criteri al fine di consentire ai Comuni e alle Comunità montane, unici soggetti abilitati a richiedere i contributi, ai sensi dell'art. 12 della legge regionali n. 32 e ad operare in modo coerente.
Atteso che lo stesso art. 12 fissa al 31 marzo di ogni anno il termine per la presentazione delle domande, è stato altresì previsto che i Comuni e le Comunità montane, che avessero avanzato domanda nei termini disponessero di 60 giorni di tempo per adeguarsi alle norme qui contenute.
La deliberazione è stata sottoposta a consultazione e sono state accolte pressoché tutte le osservazioni pervenute da parte delle associazioni di categoria dell'Ordine degli agronomi e forestali.
I criteri sono articolati in parti diverse. La parte generale indica le situazioni per le quali sia pervenuta la compromissione dell'area o, come dice la legge, il suo degrado per fattori naturali e/o antropici. La seconda parte prevede i criteri tecnici per l'assunzione degli interventi ai fini del massimo della coerenza con il patrimonio naturale circostante.
Una parte indica le opere ammissibili a contributo, un'ultima parte di interventi regionali per il recupero e la rinaturalizzazione di ambienti infine sono individuate le procedure per richiedere il contributo. C'è poi un allegato che elencale specie arboree più coerenti con le caratteristiche territoriali, l'elenco è stato limitato alle sole specie arboree sia perch finali dello stadio vegetazionale sia perché per le specie arboree è più difficile rimediare ad eventuali errori, considerati i tempi lunghi di crescita.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rivalta.



RIVALTA Luigi

Su questa deliberazione, nonostante l'iter lungo richiamato dall'Assessore Garino, la II Commissione, che ha indetto e svolto le consultazioni, ha discusso rapidamente in un'unica seduta, quella di giovedì scorso, alle sette di sera, dopo che abbiamo concluso la discussione sulle modifiche alla legge 56. Il Consigliere Chiezzi ed io dichiarammo che una deliberazione di questo genere, per molti motivi avrebbe richiesto una discussione più lunga, quindi ci siamo riservati di discutere in aula. Di qui la ragione per cui sono disponibile a discuterla potevo non essere presente oggi come hanno fatto molti altri Consiglieri ma sono qui per discutere e lo faccio nonostante l'ora, visto che la Giunta ha voluto sollevare una questione d'urgenza, che secondo me non c'è, perch non siamo in presenza di eventi calamitosi. Siamo in presenza di ben altro che forse molti colleghi non hanno potuto percepire dalla succinta relazione dell'Assessore e, sotto questo profilo, forse molto gradita dai colleghi. Credo invece che i colleghi debbano sapere che cosa votano, la natura, persino la struttura istituzionale e giuridica in cui si colloca una decisione di questo tipo. Io non sono qui per far perdere tempo a nessuno, ma per fare il Consigliere e quindi sotto questo profilo svolgo il mio ruolo e in questo momento, lo svolgo a nome del Gruppo PDS.
Faccio alcune valutazioni critiche che riguardano sia la delibera, e l'intervento che con essa viene promosso, sia un modo di procedere che nell'istituzione diventa quasi automatico, tanto che chi partecipa alla discussione, stante l'accettazione di automatismi (in questo caso da tre anni non si ripetono a dimostrazione che urgenze ponce ne sono) perde il filo della cognizione entro cui si colloca il provvedimento.
Pertanto, voglio richiamare ai colleghi alcune questioni di carattere generale attorno a questa delibera. In attuazione dell'art. 5 dello Statuto, con cui la Regione si è impegnata per la tutela della natura fin dal 1970, fu promulgata nel giugno 1975 la legge n. 43 sui parchi. Il punto di appiglio dell'elaborazione di quella legge è proprio l'art. 5 dello Statuto. Successivamente nel novembre 1978 venne promulgata la legge n. 68 sulla conservazione del patrimonio naturale e sull'assetto ambientale, che ha come appiglio giuridico di riferimento ancora l'art. 5 dello Statuto. Ci siamo quindi trovati di fronte ad una impostazione legislativa che ha per queste due leggi la stessa matrice, l'art. 5 dello Statuto. Sin dall'inizio però, le due leggi sono state assegnate ai fini della gestione a due Assessorati diversi: quella dei parchi all'Assessorato alla pianificazione territoriale che era stato inventato e istituito nel 1975, nel senso che altre Regioni non avevano costituito un Assessorato alla pianificazione territoriale, mentre quella riguardante le norme per la conservazione del patrimonio naturale e dell'assetto ambientale fu data alla competenza dell'Assessorato all'ecologia, allora chiamato così, oggi invece viene chiamato Assessorato all'ambiente.
Ha preso quindi avvio da quel momento una lacerazione di una competenza per molti aspetti integrata, certamente complementare, omogenea che aveva la sua sede opportuna in una politica di carattere territoriale. Questa lacerazione di competenze si è promossa in molti altri Assessorati; questo lo richiamo perché continuiamo a vivere automaticamente del frutto delle radici passate con non pochi disguidi nell'attività di intervento in funzione dell'art. 5 dello Statuto. La norma per la conservazione del patrimonio naturale e dell'assetto ambientale, nella prima stesura del 1978, aveva come riferimento la difesa della fauna e della flora.
Con la legge regionale n. 32 del 1982 che modificava la legge del 1978 mantenendone la denominazione: "Norme per la, conservazione del patrimonio naturale e dell'assetto ambientate", ci fu un ampliamento dei compiti di intervento, e particolare significato, anche per un aspetto deformante della struttura legislativa che, si è andata formando, ha l'intervento non solo per la difesa della flora spontanea, della fauna minore e dei prodotti del sottobosco, ma anche l'intervento in direzione del recupero di ambienti lacustri e fluviali e del ripristino di aree degradate; e non è detto per quale motivazione e con quale finalità; d'altra parte l'Assessore oggi ha parlato di recupero di ambienti lacustri e fluviali, degradati per cessazione di attività, ma non ha detto quali attività.
Sono state avviate alcune applicazioni e si è incrementato nel 1982 un criterio di divisione improduttiva per l'intervento della Regione e uno scoordinamento fra gli interventi che sono ripartiti tra i vari Assessorati. L'unico elemento di attenuazione di questa divisione improduttiva è dato dal fatto che la legge n. 32/82 ha sempre avuto pochi soldi per intervenire.
Non sto a spiegare come si è dilatata la competenza attribuita alla legge n. 32, la richiamo nel suo aspetto finale cosi come si presenta oggi con la deliberazione che stiamo discutendo.
Questa deliberazione amplia gli ambiti di competenza della legge n.
32/82 complicando ulteriormente la situazione operativa della Regione. Si legga ad esempio - lo faccio invitando i colleghi a seguire - il titolo 1 parte A, del dispositivo che è premessa alla deliberazione. Si fa riferimento ad aree degradate in cui il terreno risulta privo di copertura vegetale o ricoperto di un manto di vegetazione degradata, in continuo squilibrio ecologico; si fa riferimento ad aree compromesse per l'azione di fattori naturali o per concomitanza di fattori naturali ed antropici; si fa riferimento a fenomeni naturali per cui si dà una concezione del degrado che è legata strettamente a fenomeni naturali. E sono aree che sono state teatro di fenomeni franosi, valanghivi o smottamenti, nonché aree che sono state invase e ricoperte da materiale franato e smottato; ci sono poi le aree di collina, di montagna e di alta montagna soggette a forte erosione eolica e meteorica, ove si è prodotto o si sta producendo, un diradamento ed un impoverimento della vegetazione erbacea; ci sono aree spondali di laghi naturali o artificiali invase e ricoperte , da materiale solido, a seguito di eventi alluvionali e/o di trasporto di massa, indotti da piogge intense e concentrate (si tratta, in questo caso, di calamità), ci sono le aree ripariali di corsi d'acqua di qualsivoglia ordine, soggette ad erosione spondale per azione della corrente fluviale (ma questo è un fatto del tutto naturale ed ordinario nel nostro sistema fluviale): vi sono aree soggette alla crescita di vegetazione in condizione di squilibrio ecologico, ivi comprese le aree ripariali e spondali di corsi d'acqua di qualsivoglia ordine e laghi naturali o artificiali.
Voglio sottolineare che il discorso della condizione di squilibrio ecologico è presente in quasi tutto il manto forestali della nostra Regione, proprio perché i boschi non sono più gestiti.
Ho richiamato questi punti sottolineando la dimensione concettuale che si assume per individuare le aree degradate.
Ci sono aspetti di intervento idrogeologico (in una Regione che è sottoposta a migliaia di frane), c'è il problema dei boschi che non sono gestiti, il problema delle sponde fluviali che, normalmente, al di là delle calamità per le quali ci sono interventi specifici che non possono essere riportati alla legge n. 32, hanno le erosioni che la corrente fluviale determina.
Dal titolo A) emerge come la legge n. 32, diventa una legge che si sovrappone ad altre competenze, a quella della riparazione idrogeologica o a quella forestale. Questo avviene anche nella parte B), dove si fa riferimento ad aree degradate per razione di fattori antropici, ad aree in assenza e in degrado della copertura vegetale in conseguenza di scavi movimenti, riporti di terra con particolare riferimento ai casi quali quelli delle costruzioni stradali sotto tutti t profili (le aree collaterali a questi impianti, le scarpate collaterali e sottostanti a infrastrutture lineari di trasporto di energia elettrica); e credo si possa fare riferimento a tutti i condotti energetici, (olio e gas metano), alle discariche autorizzate anteriormente all'entrata in vigore del decreto 915 alle aree di accumulo abusivo di rifiuti, alle aree interessate ad attività di escavazioni estrattive, alle aree collaterali con termini o di impianti industriali in disuso (siamo in una fase in cui le aree industriali sono in decisione di riuso verso altre destinazioni), ad aree superficiali pensili di parcheggi, depositi o altri manufatti e impianti sotterranei, anche derivanti dall'interramento di infrastrutture precedentemente localizzate in superficie.
Ci sono aree comunque individuate dallo strumento urbanistico vigente destinate a verde pubblico. E questo è l'unico riferimento preciso che viene fatto alla legge n. 32. Ci sono le aree dismesse alle colture depositi ed accumuli di materiali terrosi inerti derivanti dai lavori movimenti di terra ed escavazioni.
Emerge una sovrapposizione della legge n. 32 verso competenze diverse.
Tutti interventi che fanno riferimento a precisi settori di competenza della Giunta regionale ed a precise politiche settoriali. Ci sono le strade e i problemi della viabilità, mala gestione delle strade, salvo alcuni tratti abbandonati, sono infrastrutture attive; ci sono enti che hanno la responsabilità del funzionamento delle strade e, se costruite nel passato è a quegli enti che bisogna dare responsabilità e competenza di sistemazione di quanto è stato lasciato degradato. Non può essere la legge n. 32 che si sovrappone su tutte le infrastrutture. Così per le condotte energetiche in esercizio, a parte che su alcune di queste nel passato si è intervenuti in termini di convenzione per fare operazioni di sistemazione ambientale (per esempio le condotte energetiche che vanno al porto di Genova).
Si può qui aprire una sorta di concertazione con queste strutture energetiche perché, se ci sono problemi di degrado da affrontare, vergano affrontati nell'ambito della gestione della presenza di questi elettrodotti.
Ci sono interventi che riguardano i rifiuti, ma anche qui c'è una politica dei rifiuti da gestire che vale per il futuro, ma vale anche per il passato. Ci sono i problemi di escavazione che hanno un settore di competenza verso il quale va riportata la responsabilità, anche passata, di quello che si è determinato in termini di degrado. Ci sono problemi che riguardano il settore urbanistico, per esempio, il problema del verde pubblico e il problema delle aree collaterali alle zone industriali dismesse.
Stiamo dimenticando che la legislazione italiana prevede gli oneri di urbanizzazione, prevede che i Comuni debbano rilasciare concessioni edilizie dopo aver approvato i piani esecutivi e i piani particolareggiati in presenza di impegni del privato all'onere urbanistico, e vanno allora ricondotti in quella sede gli impegni per l'acquisizione, la gestione e la formazione del verde pubblico. Vanno ricondotti in quella sede i problemi di riuso delle aree collaterali alle industrie che hanno cessato l'attività.
Vi ho richiamato a questi problemi di competenza di altri settori per indicarvi come, nella logica di applicazione di una legge che era già nata con difficoltà nell'organizzare i lavori della Giunta sui problemi di tutela, si vanno espandendo non solo le divisioni operative, che non sono mai produttive per un'istituzione, ma anche i compiti di intervento di una legge che tende a farsi carico di problemi che invece devono essere posti in altri settori di intervento.
I Comuni devono essere sollecitati a far pagare gli oneri di urbanizzazione. Credo che i Comuni oggi facciano pagare troppo pochi oneri di urbanizzazione. Siamo in una fase in cui diciamo che l'acqua va pagata di più, che tutte le funzioni che riguardano i servizi primari vanno pagati di più, e poi si lascia che la politica dell'onere di urbanizzazione, che era stata una conquista di civiltà oltre che una conquista di giustizia economico-finanziaria, vada alla rovina.
E la Regione con interventi surrettizi facilita ed aiuta addirittura l'abbandono di una linea che riguarda gli oneri di urbanizzazione.
Il problema vale anche per il settore dei rifiuti, delle escavazioni e della costruzione di strade che ci hanno lasciato pesanti eredità. Spero che in futuro sul piano delle convenzioni si risolveranno i problemi di impegno finanziario per soluzioni ambientalmente accettabili; ma anche per quanto è avvenuto in passato occorre l'impegno per recuperare le situazioni di degrado ambientale che si sono create. Bisogna imporsi anche sul piano della contrattazione, perché l'attività di escavazione verso i contributi per la costituzione di un fondo che la Regione ed i Comuni possano utilizzare per recuperare responsabilità passate, anche quando non hanno un nome, e questo vale anche per le società autostradali; questo vale anche per le cave.
Da questa legge emerge una molteplicità di aspetti. Ormai parliamo in termini burocratici: la fretta di mettere il timbro, di dare il via al contributo. Passano gli anni e non sappiamo più in quale concezione culturale e in quale realtà concreta questa nostra operazione burocratica si sviluppa.
In questa deliberazione, nella parte A) del titolo 1), come facevo notare poco fa, c'è una visione integralista dell'intervento di conservazione e di recupero della natura, e chiedo ai colleghi di fare mente locale sulla parola integralista. Si pretende di considerare aree degradate da recuperare quella che è la naturale evoluzione della natura e che sotto alcuni aspetti è addirittura la caratteristica ambientale significativa del nostro ambiente.
Scusate se parlo di queste cose a quest'ora, ma non ho avuto tempo di discuterne in Commissione e non accetto che passi una delibera senza che certe cose vengano dette.
Si arriva addirittura al punto di richiamare le aree ripariali di corsi d'acqua di qualsivoglia ordine, soggette ad erosione spondale per azione della corrente fluviale. Il nostro sistema fluviale - e l'Assessore Vetrino, che ha studiato questi problemi, lo sa bene - per il 90% è un sistema di carattere torrentizio. Anche i grandi fiumi, il Po, il Ticino non parliamo poi del Sesia, in molti momenti dell'anno hanno carattere ed andamento di portata torrentizia, e il tipo di ambiente che si determina è l'ambiente generato dall'erosione continua e dallo spostamento del fiume.
Le caratteristiche fluviali del Ticino, e soprattutto del Po da Torino in poi (nel tratto precedente è devastato dalle cave tanto che non lo si riconosce più) sono date dall'alternanza dei ghiaioni, della sabbia, delle zone di terra, del movimento di sponda che lascia ricrescere la vegetazione di zona umida dei saliceti e di altre vegetazioni fluviali. Ma questo è l'elemento naturale tipico: tutte le volte che passo nella zona di Crescentino vedo una zona fluviale estremamente bella, che per molti aspetti ha le caratteristiche della continua e periodica erosione e cambiamento di sistema.
Potrei farvi un discorso di questo genere su tutti i punti della zona A). C'è quindi una visione integralista che vuole andare a mettere a posto secondo una concezione ideologica di quella che dovrebbe essere la natura quella che è invece un'evoluzione naturale, continuamente mutevole, e che in questo ha la sua bellezza paesistica e la sua vitalità biologica vegetativa e faunistica. Invece, per quanto riguarda Crescentino, vorrei sapere che cosa succede sui pendii di Verrua Savoia; in questo senso presenterò un'interrogazione per sapere perché l'intera montagna è stata denudata artificialmente per opera dell'uomo nel giro di pochi mesi.
Nel titolo B) del testo di legge vi è un'azione di supporto, di sudditanza ad attività private. Come dicevo prima, si vuole facilitare il recupero di alcune zone che sono state degradate e abbandonate. Hanno tutte, però, un padre ed una madre, spesso hanno un sistema societario, o un sistema consociativo come nel caso delle autostrade o delle attività di cava o di smaltimento dei rifiuti, con cui è necessario contrattare e imporre il versamento di contributi per la formazione di un fondo per recuperare i disastri lasciati nel passato; anche se nessuno dei singoli è responsabile, la Regione deve affrontare questo nodo. Gli oneri di urbanizzarne in Italia sono stati istituiti quando alcuni Comuni della zona di Torino, Collegno in particolare, con qualche forzatura, hanno iniziato nel 1967 a farli pagare. L'esempio di Collegno e di altri Comuni, tradotto in norme nei piani regolatori, è divenuto la base della legislazione nazionale sugli oneri di urbanizzazione.
Occorre contrattare con le associazioni dei cavatori e dei gestori dei rifiuti convenzioni con cui siano le stesse associazioni a versare i contributi che non devono essere a carico di una logica come quella della legge n. 32, che ha altre finalità.
Questa delibera, alla fine dei conti - e lo dico con delle aggettivazioni per essere più immediato - si presenta come invadente rispetto ad altri settori operativi; i quali dovrebbero lanciarsi in avanti nell'operazione di recupero ambientale attraverso le proprie forze e attraverso i loro rapporti contrattuali che instaurano con i soggetti operanti, appunto quelli delle infrastrutturazioni, degli interventi antropici che ho richiamato; si presenta integralista per le ragioni che ho detto e in qualche modo intrigante, in quanto è l'esperienza di vita stessa dell'apparato esecutivo di una Regione che viene intrigato da sovrapposizioni e da assunzioni di competenze in molti casi improprie.
Per altri versi è presuntuosa e impotente. Se mettiamo insieme le aree degradate, sono 808 quelle per le quali si è avuta risposta dai Comuni, ma secondo l'elencazione che è stata fatta, può essere il punto di partenza per analizzare le situazioni di degrado dell'ambiente, non sarà mai la legge n. 32 ad avere i fondi per intervenire. Occorrono ben altri tipi di investimenti.
Oggi parliamo di 600 milioni, ma se dovessimo fare riferimento alle 808 richieste di intervento, andremmo a sbriciolare i 600 milioni, e se dovessimo scegliere solo qualcuna delle 808 richieste per fare degli interventi al minimo significativi, quanti ne faremmo? Forse dieci. Ma poi gli 808 non sono i punti di degrado, perché le stesse schede dimostrano che quel censimento, meritorio perché, vuole leggere la situazione del territorio, non è in grado di dare il senso vero di quello che è successo 628 Comuni hanno risposto di non avere alcuna zona degradata al loro interno.
Io confuto che sia possibile, in una elencazione tipologica quale quella presente nella deliberazione, che 628 Comuni piemontesi siano esenti da situazioni di degrado. Se andate poi a leggere i nomi dei Comuni che hanno risposto di non avere situazioni di degrado, apparirà subito chiaro che qualche Comune non si è guardato attorno rispetto alle tipologie indicate nella deliberazione, oppure ha avuto il buonsenso di non considerare le zone degradate a tal punto da richiedere interventi. Per esempio, Verrua Savoia dice di non avere zone degradate, ma in realtà Verrua Savoia sta franando, l'intera collina sta muovendosi.
E' giusto fare una lettura delle situazioni di degrado territoriale, e in questo senso il censimento segna una buona volontà di conoscere le situazioni territoriali, ma tutto questo non può richiudersi nell'applicazione, presuntuosa e impotente, della legge n. 32, ma dovrebbe essere riportato al quadro conoscitivo territoriale, alla pianificazione territoriale che dovrebbe essere il punto di riferimento di tutte queste varie questioni.
Il fatto di fissare dei criteri ha senso se questi diventano norme preventive di azione sul territorio, se diventano norme regolamentari di comportamento nel territorio, che si diffondono e si imprimono nell'azione dei vari settori.
La deliberazione si traduce in un brillio di specchi per le allodole invita i Comuni a presentare le domande. Si verifica anche un'azione di dispersione dei finanziamenti, una pioggia di monetine che vengono buttate per operazioni che, secondo me, non sono giustificate né sul piano formale né su quello amministrativo, e non sono in generale neanche giustificabili sul piano dell'intervento di conservazione e recupero ambientalista.
Cerco di concludere, saltando altre considerazioni che sarebbe bene che qualche collega cercasse di tener presenti.
Sono convinto che anche in altri settori, proprio per uno sviluppo burocratico dell'attività regionale, si determinano questi tipi di deformazioni, deviazioni ed intrighi, e sarebbe bene che anche in questi settori si andasse ad analizzare il processo in cui gli intrighi avvengono.
La legge n. 32 si intreccia con altri settori, ma non con quello che gli sarebbe naturale, il settore della pianificazione territoriale. Sono convinto che tra i due Assessorati su questa questione continui ad esserci una incomunicabilità; in sostanza, in Giunta, le questioni passano come passano in Consiglio, dove tutti alzano la mano e approvano le deliberazioni.
Nell'ambito della pianificazione territoriale, che è certamente un riferimento quadro per assommare una molteplicità di problemi, tra i quali quello delle aree degradate è uno dei più rilevanti, c'è il settore d'azione dei parchi, che è il referente più proprio per la legge n. 32, ma qui non vengono assolutamente presi in considerazione come aree di attenzione prioritaria negli interventi di recupero ambientale. La domanda per i contributi deve essere fatta dai Comuni e dalle Comunità montane, ma questo non è un impedimento. Voglio sperare che Comuni e Comunità montane magari non tutti, se invitati a muoversi sotto questo indirizzo e se gli si pone in attenzione il problema dei parchi come uno dei problemi emergenti e significativi per l'intervento di recupero, sono sicuro che ci saranno Comuni e Comunità montane che faranno la domanda per un intervento di recupero di aree degradate nelle zone parco; molti Comuni sentono i parchi oramai come elemento qualificante del loro territorio, anche come risorsa culturale per la loro comunità..
Se la legge n. 32 vuole operare nello specifico deve prestare attenzione prioritaria alle aree parco; questo sta nella stessa concezione dell'art. 12 della legge n. 32, che stabilisce: "La Regione promuove studi e ricerche sulle tecniche e sui metodi di recupero ambientale anche attraverso interventi a carattere sperimentale".
Certo, con i fondi della legge n. 32 non si possono fare che interventi sperimentali. Allora, in quale luogo se non in un parco, partendo da un'oggettiva ragione di degrado, si possono sperimentare metodi e modalità d'intervento di recupero? Lì ci sono le strutture per poter seguire questi problemi in maniera attenta e oculata. Paghiamo del personale che svolge una funzione importante, che così come fa la lettura scientifica e la valutazione sperimentale nel campo della fauna e della flora in generale, è bene che faccia operazioni di recupero; ciò anche secondo il principio di interventi sinergici, usando una parola frequente in medicina.
La legge sui parchi, all'ultimo comma dell'art. 31, che riguarda attività scientifiche, didattiche, culturali, ricreative e turistiche recita: "Il programma di cui al comma precedente (quello dell'attività del parco) deve individuare le leggi di settore da cui attingere i relativi finanziamenti"; nei due articoli precedenti per le attività agricole e silvopastorali sempre con questo spirito si muove per interventi sinergici fra più settori Questo è un settore di intervento che dovrebbe essere più intrecciato con quello della politica dei parchi, punto emergente di una politica generale di tutela e che dovrebbe trovare, per quanto detto nella legge sui parchi, un intervento di carattere sinergico con i finanziamenti propri dei parchi, per operazioni di carattere sperimentale. In molti parchi si dovrebbe vedere davvero, sotto il profilo della sperimentazione un'azione di recupero; mi riferisco ai parchi di Crea, Argentera, Capanne di Marcarolo, Chiusa Pesio e tanti altri dove non possono bastare 600 milioni.
Allora viene fuori un'incongruenza di impostazione di questa deliberazione per la matrice che l'ha generata attraverso lo sviluppo interpretativo che si è dato alla legge n. 32 e per il tipo d'impostazione sempre più dilagante, per alcuni aspetti presuntuosa e impotente, per altri aspetti integralista che viene ad assumere.
Spendere i soldi in questa maniera non è urgente, anzi, Presidente Brizio, può essere una maniera sbagliata di spendere. C'è un'intenzione di lavoro positivo nella deliberazione n. 32, c'è un lavoro d'impostazione sistematica e qualificante per l'attività di un apparato, però a me non pare che tutto questo venga utilizzato con delle finalità di giusto indirizzo nell'utilizzo della spesa regionale.
Sotto questo profilo vi chiedo di ripensare questa deliberazione e la sua applicazione; perché non vale la pena agitare 1209 comuni per pochi interventi, conviene invece operare sul piano di una procedura che dia una maggiore corrispondenza alle possibilità d'intervenire con efficacia e con un significato educativo dell'intervento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Una premessa. Per mantenere un certo equilibrio personale e tra i colleghi, soprattutto per mantenere un certo equilibrio con le cose che facciamo, penso che ci si debba sforzare di evitare nei nostri lavori delle accelerazioni frettolose nel pensare dei provvedimenti e conseguentemente delle decelerazioni con attese ingombranti.
Nei lavori di oggi, a un certo punto, abbiamo praticato una straordinaria accelerazione che non ha permesso di esaminare con la dovuta attenzione alcuni provvedimenti sui quali, in modo disattento, abbiamo sorvolato. Mi riferisco con rammarico al provvedimento con il quale la Regione Piemonte ha sciolto uno dei suoi enti strumentali, l'IRES, e ha istituito un nuovo ente strumentale, la nuova IRES. Era un provvedimento di carattere eccezionale sul quale ritengo che il Consiglio avrebbe dovuto impegnarsi per mettere in luce le novità e per continuare a promuovere con attenzione politica la crescita del ruolo dell'IRES.
Tutto questo non è accaduto e mi metto tra i primi responsabili; avevo presentato un emendamento che non ho neppure illustrato perché tra noi si era deciso, senza decidere, di accelerare l'esame di certi provvedimenti.
Ora mi trovo nella posizione opposta, in una sorta di decelerazione un po' risentita in quanto, su richiesta di un Assessore, si è imposta una variazione di ritmo nei nostri lavori e si è richiesto di discutere a tutti i costi una deliberazione che si dichiara urgente. Vorrei riflettere un po' su come è nata l'urgenza e l'attenzione.
La deliberazione ha avuto una consultazione con le associazioni ed è arrivata in discussione in Consiglio. La consultazione è stata tenuta da due Consiglieri di minoranza, assenti tutti gli altri Consiglieri compreso l'Assessore. La deliberazione era talmente urgente e necessaria per l'Assessore che non si è degnato di essere presente in consultazione né in Commissione. L'opposizione ha garantito lo svolgimento della consultazione se il Consigliere Vaglio e il sottoscritto non fossero stati presenti e avessero deciso, in assenza della Giunta, di non effettuare la consultazione, la consultazione non si sarebbe tenuta e la deliberazione non sarebbe giunta in Consiglio.
Questo per dire che non c'è alcuna volontà di fermare il provvedimento.
Si tratta però di poter discutere in Consiglio con equilibrio.
Le considerazioni svolte dal Consigliere Rivalta, considerazioni nuove anche per chi ha partecipato all'unica discussione in Commissione sarebbe stato utilissimo poterle discutere insieme all'Assessore in sede di Commissione; fatto che non è avvenuto perché ci siamo trovati in un'altra temperie dovuta alla compresenza di una discussione sulla modifica alla legge urbanistica, che è stata affiancata alla discussione su questa deliberazione molto corposa.
Anche in quella occasione c'è stata una sorta di accelerazione consentita da tutti, che non ha permesso di esaminare la deliberazione nel modo dovuto e non ha permesso al Consigliere Rivalta di illustrare, come ha fatto questa sera, i motivi in base ai quali si nutrono fortissime perplessità sul modo in cui è costruita la deliberazione e sull'utilità della stessa.
Ho ascoltato con attenzione le considerazioni del Consigliere Rivalta e mi pare che in gran parte abbia ragione e che possano essere condivise.
Questa legge, in effetti, interviene in settori già trattati e finanziati da altre leggi. Questo dovrebbe far meditare e consentire delle correzioni.
Per esempio dove si dice di intervenire in settori già altrimenti coperti decidere di privilegiare i parchi. Se fosse stato possibile esaminare la deliberazione con calma, se alle consultazioni fossero emerse proposte e si fosse potuto sentire il parere dei consultati, si sarebbero potute introdurre correzioni.
Le altre interessanti considerazioni svolte dal Consigliere Rivalta da tenere presenti, anche se personalmente non le condivido al cento per cento, sono quelle che riguardano il cosiddetto degrado dovuto a fattori naturali. In Commissione abbiamo già richiesto la correzione, che in parte è stata ottenuta, seppure in modo insufficiente, proprio partendo dalla considerazione che la natura si evolve in funzione del tempo e dei ritmi e che non bisogna assegnare ai ritmi e alla evoluzione naturale né un carattere negativo né un carattere positivo.
In Commissione ci siamo riferiti allo Chaberton che è un'enorme discarica di pietre, e non si vuole assegnare a questo un valore n positivo né negativo. Non si possono elencare i fenomeni naturali come fenomeni di degrado obbligatoriamente soggetti a contributi. La natura è evoluzione e l'evoluzione è si natalità, ma è anche mortalità: sia la natalità che la mortalità in natura non possono essere soggette a elementi pregiudiziali di giudizio positivo o negativo.
Questa legge, inoltre, destina una massa di finanziamenti assolutamente irrisoria con la quale saranno consentite poche decine di interventi a fronte dei 1.209 Comuni. Questa deliberazione prevede una normativa che cerca di descrivere il mondo una volta per tutte. Ho dei dubbi - l'ho espresso in Commissione e lo ripeto oggi - che questo sia il modo giusto di affrontare il problema.
La descrizione minuta di ogni possibile degrado e compromissione ambientale è troppo vasta, è troppo analitica ed esclude troppe cose che non possono essere comprese in una descrizione a catalogo di questo tipo.
Questa deliberazione dovrebbe essere rivista, anche sulla base degli utilissimi pareri che abbiamo sentito per la prima volta in quest'aula dal Consigliere Rivalta, il quale è anche portatore della memoria storica della Regione Piemonte, memoria che non è stata portata da nessuno; e tanto meno dall'Assessore che è reiteratamente assente.
Di fronte a una deliberazione così discutibile, di certo non urgente che attiva la legge n. 32 rendendola sempre più invasiva dì altri settori già coperti da altre leggi e finanziamenti regionali, chiedo, prima di passare agli emendamenti, se l'Assessore e la Giunta non ritengano, tenuto conto dell'estrema disattenzione da parte dell'Assessore e dell'assenza delle consultazioni, di consentire a rivedere la deliberazione in un'altra seduta di Consiglio, rinviandola in Commissione, per mettere a fuoco interventi che a quel punto potrebbero avere un consenso più ampio di quello che otterrebbero questa sera.



PRESIDENTE

Chiede di intervenire l'Assessore Garino. Ne ha facoltà



GARINO Marcello, Assessore all'ambiente

Non ritengo affatto di dover ritirare la deliberazione, anche perch sono state dette molte cose del tutto inesatte. Con ogni probabilità la deliberazione non è stata letta fino in fondo. Cercherò di andare per punti, anche se sono molti.
Parto dall'ultima considerazione. Il Consigliere Chiezzi mi pare abbia detto, come peraltro ha detto anche il Consigliere Rivalta, che questa è una deliberazione che va a incidere su leggi che già prevedono a carico soprattutto dei privati delle forme di recupero.
Il Consigliere Rivalta ha citato le cave, dicendo che bisogna far rispettare la normativa secondo la quale chi ha cavato e ha lasciato un'area degradata deve a sue spese bonificarla. Questa deliberazione dice in modo molto chiaro che per quanto riguarda le aree degradate, in conseguenza di cave e di estrazione di materiale, secondo la legge n. 69 che impone il recupero, assolutamente non si deve intervenire: l'importante è verificare ciò che è stato fatto prima. Dunque non c'era nessun obbligo di recupero. (commenti del Consigliere Rivalta).
Il Consigliere Chiezzi dice che abbiamo fretta di discutere. Nella tarda serata di ieri ci si è chiesti se discutere la questione ieri sera oppure stamane: ho lasciato che la Presidenza decidesse insieme al Consiglio. Stamane, purtroppo, la deliberazione non era inserita nell'o.d.g.
Mi si dice che non ero presente alla riunione della Commissione. Mi è successo un'altra volta di rispondere ad un'interpellanza, quando mi si diceva che non ero andato a Roma per intervenire ad una certa conferenza perché avevo dovuto essere qui: questa volta, è l'esatto contrario, ero a Roma al Ministero dell'Ambiente per discutere la convenzione delle Alpi, di ciò incaricato dal Presidente. Speravo che ciò fosse stato detto in Commissione. La colpa è del Presidente che manda i suoi Assessori in giro per cose importanti. Ecco perché sono mancato. Risponderò però ad alcune delle cose che sono state dette.
Sul fatti naturali e antropici che hanno prodotto il degrado, è ben vero che i fattori naturali tendono a ripetersi, per cui occorre essere attenti a non fare in modo di avere dei recuperi che poi si possono rivelare infondati, però nella deliberazione è detto che deve essere accertata la non iterazione dell'intervento e si tenga conto che il Comune e la Comunità montana devono produrre un progetto e accollarsi una parte del finanziamento; non credo che vogliamo sprecare dei soldi. D'altra parte non sono previste grandi opere. Le opere finanziabili dalla Regione sono: diradamento, taglio, risanamento della vegetazione degradata presente sull'area ed asportazione del materiale legnoso: movimenti, sistemazioni e rimodellamenti del terreno, tesi a restituire a questo la sua morfologia naturale o comunque volti all'inserimento dell'area oggetto di recupero nel quadro paesaggistico-ambientale circostante; opere di consolidamento laddove sono necessarie, realizzate a mezzo di tecniche di ingegneria naturalistica e opere murarie per quanto necessario al completamento delle precedenti; riporto di terra vegetale, inerbimenti ed impianto di specie vegetali.
Ho sentito dire qualcosa che non mi pare corrisponda al vero.
L'intervento nel campo idrogeologico è espressamente escluso, quindi una deliberazione come questa non entra in altri campi. Sono escluse la rimozione di rifiuti presenti nell'area oggetto dell'intervento di recupero, sia in forma sparsa sia raccolti in discarica abusiva o autorizzata; opere accessorie, di arredo e di servizio per la fruizione delle aree recuperate, quali ad esempio attrezzature per il gioco; la bitumazione di aree a parcheggio; le opere di escavazione in alvei fluviali e lacustri; le opere di arginatura con materiali inerti di ripe fluviali torrentizie e lacustri.
C'è una considerazione importante da fare. E' vero che si inserisce anche la possibilità di intervenire su terreni privati, ma sono terreni privati che verranno destinati a verde pubblico e sempre naturalmente terreni privati inseriti nel verde pubblico che siano presenti all'interno dei piani regolatori comunali, perché se non c'è questa espressa volontà da parte del Consiglio comunale l'intervento non è finanziabile. Così per quanto riguarda l'industria. Circa le escavazioni ho già detto che sono soltanto le escavazioni avvenute ante legge 69, quando ancora non si obbligavano i cavatori a ripristinare e a recuperare il terreno.
Esisteranno dei problemi anche per quanto riguarda il finanziamento. La legge prevede un finanziamento massimo del 90%. Credo che occorrerà contemperare due esigenze, da una parte tenere conto delle difficoltà finanziarie comunali e delle Comunità montane, che non possono sborsare grandi cifre, dall'altra occorre che sia evidente, anche dal punto di vista finanziario, la volontà dell'ente locale proponente di partecipare attivamente alla rinaturalizzazione delle aree degradate.
Circa i parchi, mi stupisce che si dica che questa legge fa riferimento ai parchi. Devo dire che questa è una legge che accompagna la legislazione dei parchi; credo che in tutta la legge n. 32/82 non esista la parola "parco"; d'altra parte non mi pare di dover sostenere che i parchi sono aree degradate da difendere. Esistono invece alcune aree, all'interno dei parchi, che devono essere recuperate. La legge, non l'Assessore, non consente che le domande siano prodotte dall'ente parco - l'ha già detto giustamente Rivalta - ma dai Comuni e dalle comunità montane. Credo di poter dichiarare, a nome della Giunta, che ove i Comuni o le Comunità montane producano la domanda di un contributo per il recupero di un'area all'interno di un parco, questa sarà prioritaria. Non mi pare di poter dire che nei parchi vi siano così grandi aree degradate da dover destinare una parte dei finanziamenti.
D'altra parte l'ordine del giorno, che era stato votato dal Consiglio invitava a recuperare le aree non soltanto laddove i cittadini possono la domenica rifugiarsi, ma laddove i cittadini vivono tutti i giorni, cioè nei loro comuni.
Non mi pare giusto affermare che la pianificazione territoriale non ha rapporti con l'ambiente. Devo informare il Consiglio che, al di fuori della legge n. 32, un'attenzione particolare è riservata ai parchi proprio dall'Assessorato all'ambiente, in piena consonanza con il collega, sia inserendoli in una rete di educazione ambientale, attualmente in fase di avvio (Vallere e Chiusa Pesio), sia facendoli oggetto di finanziamento per ricerche mirate, utilizzabili a livello generale (parco del Ticino), sia per iniziative di educazione ambientale di interesse generale (6 milioni nel corrente anno ad un ente parco più ulteriori fondi ad associazioni per progetti collegati alla valorizzazione dei parchi, per lire 22.500.000) sia sollecitando al Ministero dell'Ambiente un finanziamento per il parco delle Vallere sia richiedendo, e ottenendo, l'impegno di finanziamento nel programma triennale per la Val Granda. Sottolineo ancora che la Giunta regionale ha già previsto di realizzare con il WWF un progetto sui licheni come bioindicatori ambientali da realizzarsi nel parco di Chiusa Pesto (richiesto dal WWF) mentre la politica dei parchi forma frequente oggetto di citazioni ed anche lezioni che vengono tenute dai funzionari dell'Assessorato. Questo per dire che la politica la seguiamo con attenzione.
So bene che esiste all'interno di questo Consiglio una differenza di valutazioni trasversali ai Gruppi. Ieri il collega Miglio ed io avevamo concordato un ordine del giorno, firmato anche dal Consigliere Bresso, che non va nel senso indicato da Rivalta, ma che va esattamente in un altro senso. Mi si invita in quell'ordine del giorno a privilegiare nelle assegnazioni dei contributi proprio le domande per le aree ricomprese nella categoria di cui al punto A/4, le aree compromesse per l'azione prevalente di fattori naturali, quelle oggi contestate.
Capisco che ci possano essere approcci diversi e sensibilità diverse.
Mi pare però che l'impegno che la Giunta può assumere (e che avevo già assunto parlandone con i colleghi Miglio e Bresso ieri) sia quello di fornire al Consiglio una relazione, dopo l'esperimento di un anno e dopo tre anni di silenzio assoluto, sugli effetti conseguiti in merito al recupero e alla rinaturalizzazione delle aree interessate, tenendo conto e in questo Rivalta ha ragione - che sugli 808 siti (che abbiamo fatto bene a censire) non è stato fatto alcun sopralluogo per stabilire a quali criteri rispondono; quelle sono segnalazioni, dopodiché può avvenire di tutto, può avvenire che sulla base di questi criteri le 800 segnalazioni si riducano a 200, può darsi che in qualche caso, come il Consigliere Rivalta ha detto, i Comuni si siano dimenticati; gli 808 casi, sulla base di questi criteri, verranno certamente ridotti. Sarà importante vedere delle 81 domande presentate dai Comuni e dalle Comunità montane entro il 31 marzo quali potranno essere viste con buon'occhio per un Contributo sulla base di questi criteri.
Sulla base di questo esperimento verrà fatta una relazione al Consiglio in modo da vedere qual è stato l'effettivo impatto e quali le esigenze più sentite, indicate non soltanto nella segnalazione, ma dal punto di vista della importanza che gli enti locali danno ai loro territori.
Quindi, non pretendo di dire che una deliberazione di questo genere sia perfetta, può essere però l'avvio di una nuova politica - ripeto - soltanto per quella parte a cui nessun altro provvedimento può arrivare, perch altrimenti ci sono le leggi apposite. E' uno sforzo che il Consiglio deve fare. Ci credo talmente che, nonostante le scarse risorse finanziarie avevo richiesto (e la Giunta l'ha proposto) un finanziamento di 600 milioni sul bilancio 1991 ed un aumento di 500 milioni, che è stato ottenuto nell'assestamento. Si tratta di fare un bilancio dopo un anno, sulla base del quale rifare un dibattito, che anch'io mi auguro approfondito e vivace come lo è stato quello di oggi, un dibattito che sarà fatto sulla disponibilità dei Comuni, sulla volontà loro di incidere, sull'intervento per la parte che compete alla Regione.



PRESIDENTE

Passiamo pertanto all'esame del dispositivo della deliberazione.
1) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Rivalta: a pag. 2 il punto "3" è soppresso.
La parola all'Assessore Garino.



GARINO Marcello, Assessore all'ambiente

Se ho capito bene con questi emendamenti volete sopprimere tutte le aree, sia quelle dovute a fattori umani sia quelle dovute ad altre cause.
La Giunta non può accoglierli.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Il motivo di questi due emendamenti deriva dalla critica che ho esposto precedentemente, sulla quale l'Assessore non ha speso una parola, relativa al tentativo di descrivere il mondo, tentativo che ho criticato, non tanto per come è stato realizzato quanto per il volerlo fare.
Questi due emendamenti tendono ad evitare lunghe descrizioni nell'ambito delle aree degradate per l'azione dei fattori antropici, che dimenticano sempre qualcosa. Semplificherebbero la deliberazione.
Mi dispiace che l'Assessore non abbia detto nulla su questo, perch impegnare la Regione e gli uffici in un'attività così faticosa di descrizione di cosa ci circonda, mi sembra un metodo di lavoro da non perseguire, né ora né in futuro.
Questo è il senso degli emendamenti che avranno ovviamente il nostro voto favorevole.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Rivalta.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 8 voti favorevoli, 21 contrari e 1 astenuto.
2) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Rivalta: nell'allegato a pag. 10 il punto "B) Aree degradate per l'azione di fattori antropici" è soppresso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 8 voti favorevoli, 21 contrari e 1 astenuto.
3) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi: alla pag. 2 dell'allegato "B, 2)" è soppresso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 8 voti favorevoli, 21 contrari e 1 astenuto.
Prima di passare alla votazione della deliberazione, ha chiesto la parola per dichiarazione di voto il Consigliere Marchini; ne ha facoltà.



MARCHINI Sergio

Ritengo un atto di riguardo prima di tutto nei confronti di me stesso e poi del Consiglio, alla fine nei confronti dei colleghi Rivalta e Chiezzi l'esigenza di una dichiarazione di voto.
Mi rammarica che una serie di coincidenze abbia fatto sì che questa questione, che mi sembra molto più importante di quanto non sia apparsa sia stata costretta, in Commissione ed in aula, all'interno di un ragionamento su una deliberazione, il che vuol dire attorno ad un atto di governo in ordine a cose da fare. Mentre le questioni che sono maturate negli anni, e che il Consigliere Rivalta ha riassunto, sono di altra natura, sostanzialmente di approccio ad alcune tematiche che vanno ripensate. Non voglio essere l'interprete di Rivalta. Mi sembra di cogliere l'esigenza per lui che ha vissuto l'esperienza e per larga parte ha governato, di ritornare all'origine per fare meglio, non per sconfessare.
Questo ragionamento mi convince abbastanza. La legge n. 32 è una legge che, nel suo complesso, rivela come la società politica, ma anche la cosiddetta cultura, compresa quella ambientalista alla "Topolino", in quegli anni ci avesse portati a sopravvalutare alcuni problemi marginali (se passasse o no la chiocciola dentro un certo anello che non ho mai avuto il piacere di vedere), mentre i veri problemi per l'ambiente, che nascevano nel senso ampio che poi abbiamo verificato, ci venivano nascosti.
Posso anche capire che l'avvio in forze di questi provvedimenti da parte dell'Assessore Garino, che comunque è un'iniziativa che gli fa onore ponga qualcuno nell'esigenza di chiedersi se questo approccio non sia datato, sia in termini politici sia in termini culturali. L'Assessore avrà sicuramente fatto tesoro delle considerazioni di Rivalta, ma al di là di questa deliberazione, che per larghi versi è comunque una partenza felicissima e per qualcuno è da considerarsi una partenza e come tale è condivisibile, è probabile che la vicenda delle aree degradate, nella legge n. 32, sia stata inserita in modo marginale, incidentale, con un articolo nato da una sollecitazione occasionale (forse si voleva fare un campo da tennis in un terreno pieno di sassi), perché non ha nessun legame con il resto della legge questo provvedimento specifico. Ho, l'impressione che invece Rivalta ci abbia aiutati a capire e a riflettere sul fatto che il restauro ambientale e il suo recupero, a prescindere dalle responsabilità e contingenze, richieda uno sforzo massiccio, coordinato, organico ed intelligente da parte della Regione. Questo mi sembra essere messaggio che l'opposizione attraverso Rivalta, pone alla Giunta ed alla maggioranza. E' una raccomandazione della quale l'Assessore e la Giunta nel suo complesso devono fare tesoro.
Il restauro ambientale sarà sempre più grave, perché quanto più ci sarà una mobilità accelerata sul territorio, in termini di insediamenti produttivi ed anche abitativi, tanto più le situazioni di crisi ambientali si verificheranno.
In una società statica le situazioni di degrado sono poche e lente; in una società fortemente mobile; dal punto di vista socio-economico, delle collocazioni dell'uomo, delle risorse e delle strutture, i guasti ambientali tenderanno a ripetersi e ad essere più numerosi e più gravi.
Questo approccio al recupero ambientale, non più considerato come un elemento marginale della legge n. 32, ma come un impegno centrale nell'ambito della politica territoriale e della tutela ambientale, viste in senso organico, mi sembra assolutamente condivisibile, rispetto al quale la Giunta deve con serenità affrontare gli sviluppi conseguenti, che probabilmente non sono soltanto la modifica di queste deliberazioni. La storia della politica ci porta anche a registrare fatti compiuti difficilmente gestibili, salvo la messa in discussione del messaggio a monte.
Però, prima di andare all'utilizzazione di cifre ben più consistenti anche se ancora insufficienti, come è stato indicato dall'Assessore in chiusura di intervento, si dovrebbe fare una riflessione per recuperare un approccio globale ed organico alla problematica del recupero ambientale, se del caso modificando e richiamando le leggi ad una legge specifica che, pur facendo rinvio alle leggi di settore dei parchi, ci dia la possibilità di una lettura completa di questa problematica. Uno dei nostri problemi è proprio quello di estrapolare dalle leggi di settore gli elementi di specificità che potrebbero condurre ad una normativa specifica sull'ambiente.
L'Assessore vorrà considerare questo mio intervento come sostegno e apprezzamento del fatto che la Giunta affronta questa problematica con risorse significative anche se non sufficienti, e contestualmente come adesione alla preoccupazione del Consigliere Rivalta di riportare in evidenza questa questione, estrapolandola dalle leggi di settore, avendo poi la capacità di governare globalmente il processo attraverso una legge opportunamente ripensata, anche in termini culturali, e riletta nel complesso degli interventi settoriali.
L'Assessore ha ragione. Non sappiamo di chi sia la colpa, ma qui non sono previsti interventi di tipo idrogeologico e ad uno come me, che nella natura è nato e ci vive, il vedere che dopo le prismate si sono inventati i muri di cemento armato e, in valle di Susa, le sponde fatte con dei blocchi e che di fatto si cerchi di costringere le forze della natura e, come ha detto giustamente il Consigliere Rivalta, la sua vitalità con meccanismi che noi uomini in termini supponenti pensiamo essere i più razionali, pare un approccio culturale un po' datato.
Mi scuso per il tempo che ho fatto perdere, ma questa è una questione importante per la generazione politica mia e di Rivalta, ed è anche motivo di riflessione esistenziale.
Quando abbiamo affrontato queste questioni, la condizione dell'ambiente e dell'ecologia veniva considerata un pallino di pochi e le polemiche erano su questioni marginali. Dieci anni fa la società civile e quella culturale compresa l'Università (con tutti i vari Soloni) ci aveva tenuto nascosto come il mondo stesse scivolando verso modelli produttivi e di vita che ci avrebbero portato alla crisi dell'ambiente. La lezione l'abbiamo imparata.
Rispetto alle cose del nostro presente, oltreché del nostro passato dobbiamo essere molto attenti: non vorrei che anche la società di oggi, che ci impegna tutti nel recuperare discariche abusive, non stia contemporaneamente preparando per noi e per la generazione politica che ci succederà una sorpresa dello stesso genere: la beffa di prendere atto che mentre il mondo stava andando alla sua rovina, noi ci baloccavamo intorno alla giusta dimensione dell'anello con il quale si misuravano le chiocciole che potevano essere raccolte. Questo era il tipo di collocazione nella quale eravamo posti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Segre.



SEGRE Anna

Vi intratterrò brevemente facendo due rilievi sulla deliberazione ed associandomi a quanto detto dal Consigliere Rivalta sulla frettolosità con cui questa deliberazione è stata discussa e impostata.
E' un argomento estremamente interessante che necessitava di una discussione maggiore di quella avuta in Commissione.
Anche la definizione di aree degradate adottata dalla deliberazione non mi lascia completamente soddisfatta, al di là della distinzione fra quelle compromesse da fattori naturali e quelle compromesse da fattori antropici.
Tra l'altro, è difficile discernere tra l'azione provocata da fattori naturali e quella provocata da fattori umani. Un caso tipico, che non riguarda questa deliberazione ma che è facilmente comprensibile è dato da quelle che normalmente chiamiamo catastrofi ambientali, che molte volte sono sì catastrofi ambientali, ma provocate indirettamente dall'uomo.
Come rilevato anche dal Consigliere Marchini, è una cultura che sta faticosamente emergendo, che in qualcuno è già piena coscienza e che in altri si fa strada a fatica. Con tutti questi limiti e con il fatto che le definizioni andavano dette e discusse meglio, mediante l'apporto di chi queste cose le ha introiettate da più tempo, un tentativo di questo genere doveva essere in qualche modo sostenuto.
Giungo rapidamente alle conclusioni. Il Gruppo dei verdi si asterrà nel voto sulla deliberazione per esprimere che da un lato c'è bisogno di provvedimenti di questo genere e che dall'altro la discussione è stata insufficiente. Ieri è stato presentato un ordine del giorno che ha come primo firmatario il Consigliere Miglio, che vorrei fosse discusso e votato oggi poiché contiene l'invito alla Giunta regionale di privilegiare nell'assegnazione dei contributi, le aree compromesse per l'azione prevalente di fattori naturali. Inoltre, l'ordine del giorno stabilisce il criterio, che dovrebbe essere assunto non solo da questa delibera, secondo il quale alla fine dell'anno occorre relazionare sull'attuazione della deliberazione e sugli effetti conseguiti.
Mi sembra che l'ordine del giorno - che l'Assessore Garino vedrà se accettare - fornisca un banco per la deliberazione sia per il tempo previsto sia per i finanziamenti che certamente non consentiranno grandi interventi.
Credo che l'Assessore Garino sia disposto ad aggiungere all'ordine del giorno le parole "di privilegiare l'assegnazione di contributi per le aree ricomprese in quelle compromesse per fattori naturali con priorità delle aree a parco". Una dizione di questo genere andrebbe bene.



PRESIDENTE

Possiamo procedere alla votazione della deliberazione, il cui testo così emendato verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 22 voti favorevoli, 6 contrari e 3 astensioni.
L'ordine del giorno collegato alla deliberazione, presentato dai Consiglieri Miglio, Bresso, Maggiorotti e Chiezzi è stato distribuito sin da questa mattina.
La parola all'Assessore Garino.



GARINO Marcello, Assessore all'ambiente

L'ordine del giorno,come ho già detto prima era stato concordato dal Consigliere Miglio e dal sottoscritto nella seduta di ieri e quindi è accettato. Tenendo conto di quanto detto dal Consigliere Rivalta propongo di aggiungere al terzo capoverso, dopo la parola "delibera", le parole "invita la Giunta regionale a privilegiare nell'assegnazione dei contributi stessi gli interventi previsti per le aree ricomprese nella categoria di cui alla lett. a), punto 4 'Aree compromesse per l'azione prevalente di fattori naturali del capitolo quarto dell'allegato della deliberazione e a considerare prioritari gli interventi ricadenti nel territorio dei parchi naturali ed aree protette".



PRESIDENTE

Chiede la parola il Consigliere Rivalta. Ne ha facoltà.



RIVALTA Luigi

Noi abbiamo votato contro il provvedimento per le ragioni che ho ampiamente illustrato e che, come ho potuto constatare, alcuni colleghi hanno ascoltato e preso in considerazione.
Nonostante questo, ora votiamo a favore dell'ordine del giorno in relazione anche al fatto che l'Assessore Garino ha accolto una delle sollecitazioni fatte, cioè di riportare almeno ad unità d'intenti in questa deliberazione due politiche che nascono da una stessa matrice, quella della tutela del patrimonio naturale richiamata all'art. 5 dello Statuto.



PRESIDENTE

Pongo pertanto in votazione l'ordine del giorno n. 243 presentato dai Consiglieri Miglio, Bresso, Maggiorotti e Chiezzi, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte vista la proposta di deliberazione del Consiglio regionale n 186: "Criteri tecnici per l'individuazione ed il recupero delle aree degradate e per la sistemazione e di sponde ed alvei fluviali" stante l'attuale stanziamento di bilancio disponibile e al fine di evitare una dispersione delle risorse in contributi ed innumerevoli progetti la cui efficacia risulterebbe limitata invita la Giunta regionale a privilegiare nell'assegnazione dei contributi stessi, gli interventi previsti per le aree ricomprese nella categoria di cui alla lettera A) punto 4). (Aree compromesse per l'azione prevalente di fattori naturali) del capitolo IV dell'allegato atta delibera si impegna, inoltre, la Giunta regionale a fornire al Consiglio una relazione sull'attuazione della presente deliberazione e sugli effetti conseguiti in merito al recupero e rinaturalizzazione delle aree interessate".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato con 31 voti , favorevoli.


Argomento: Partecipazioni azionarie regionali

Esame progetto di legge n. 158: "Sottoscrizione di nuove azioni della SITO SpA emesse in esecuzione dei terza aumento dei capitale sociale"


PRESIDENTE

Esaminiamo infine il progetto di legge n.158.
Non essendovi interventi, passiamo all'esame del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 29 votanti 28 hanno risposto SI 22 Consiglieri hanno risposto NO 2 Consiglieri si sono astenuti 4 Consiglieri non partecipa alla votazione 1 Consigliere L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è di seguente: presenti 29 votanti 28 hanno risposto SI 22 Consiglieri hanno risposto NO 2 Consiglieri si sono astenuti 4 Consiglieri non partecipa alla votazione 1 Consigliere L'art. 2 è approvato.
Passiamo alla votazione dell'intero testo della legge.
Si proceda all'appello nominale.
L'esito della votazione è a seguente: presenti 29 votanti 28 hanno risposto SI 22 Consiglieri hanno risposto NO 2 Consiglieri si sono astenuti 4 Consiglieri non partecipa alla votazione 1 Consigliere L'intero testo della legge è approvato.


Argomento:

Annunzio interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenute all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 22,15)



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