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Dettaglio seduta n.79 del 09/07/91 - Legislatura n. V - Sedute dal 6 maggio 1990 al 22 aprile 1995

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO


Argomento: Enti strumentali - Assestamento di bilancio - Parchi e riserve

Esame progetto di legge n. 134: "Integrazione alla L.R. 20 aprile 1991, n. 20. Approvazione degli assestamenti ai bilanci di previsione per l'anno finanziario 1990 degli enti di diritto pubblico. aziende, parchi o riserve naturali: ESAP, Riserva naturale del bosco e dei laghi di Palanfrè, Parco naturale dell'Alpe Veglia"


PRESIDENTE

La seduta é aperta.
Passiamo all'esame del progetto di legge n. 134 di cui al punto 5) all'o.d.g.
Relatore è il Consigliere Rossa che ha pertanto la parola.
ROSSA, relatore Signor Presidente, colleghi Consiglieri, al disegno di legge n. 134 presentato dalla Giunta regionale in data 16 maggio 1991 riguarda l'assestamento ai bilanci di previsione per l'anno finanziario 1990 dell'ESAP nonché di due enti di gestione dei parchi e delle riserve naturali regionali.
L'approvazione da parte di questo Consiglio dei documenti di assestamento in argomento é adempimento previsto dalla legge regionale n.
55/81, relativa alle norme di contabilità regionale, in particolare per quanto si riferisce agli enti dei parchi dalla legge regionale n. 51/84 "Norme per la formazione e la gestione dei bilanci di previsione e dei rendiconti e per il controllo degli atti amministrativi degli enti di gestione dei parchi naturali e delle riserve naturali e delle aree attrezzate della Regione Piemonte", la quale consente l'approvazione degli assestamenti con legge autonoma rispetto a quella di approvazione dell'assestamento del bilancio regionale.
L'assestamento del bilancio dell'ESAP avrebbe dovuto essere approvato con la legge regionale n. 54/90 relativa all'assestamento al bilancio regionale per l'anno 1990. Qualche ritardo nella predisposizione e presentazione dei documenti contabili lo ha impedito, rendendo necessario provvedervi successivamente con altro disegno di legge, appunto il n. 134 oggi all'esame del Consiglio.
Tale disegno di legge é stato illustrato in I Commissione dall'Assessore competente, il quale ha evidenziato la caratteristica prettamente tecnica dei documenti che, in sostanza, recepiscono i dati accertati nei rendiconti degli enti relativi all'anno 1989 e che, in quanto riferiti all'anno 1990, non sono più gestibili in termini di spesa, ma servono unicamente a completare i provvedimenti finanziari degli enti interessati.
Il disegno di legge n. 134 è stato licenziato a maggioranza dalla I Commissione.
Per i motivi sopraesposti se ne raccomanda l'approvazione da parte dell'assemblea.



PRESIDENTE

Sulla relazione del Consigliere Rossa é aperta la discussione.
Ha chiesto la parola il Consigliere Squillario; ne ha facoltà.
SQUILLARIO Dichiaro il parere favorevole del Gruppo DC al progetto di legge in esame, ma desidero sottolineare un aspetto relativo all'ESAP.
Con tale provvedimento noi approviamo il ripiano finanziario anche di questo Ente, secondo le indicazioni e le proposte fatte dal Commissario in sostituzione del Consiglio d'amministrazione, il quale ha inviato, nel gennaio scorso, una relazione sulla situazione dell'ESAP che é opportuno sia conosciuta ed esaminata a fondo prima di assumere determinazioni in ordine a questo Ente strumentale della Regione. Ritengo però opportuno un'indicazione per l'Assessore, il quale con molta prudenza sull'argomento si é già pronunciato alcune volte per un superamento dell'attuale configurazione - quanto meno prorogare i poteri è la durata del commissariamento, affinché si possa sistemare la situazione amministrativa dell'Ente, eliminando quello che deve essere eliminato dal patrimonio vendendo e realizzando tutto quello che é stato acquistato (sarebbe stato tanto meglio che non fosse mai stato acquistato!); in una parola, portando l'Ente ad essere più che altro un contenitore senza più la zavorra che ha finito con appesantirlo, con una gestione che per carità di patria si pu definire solo fallimentare.
Ritengo pertanto che prima dell'esame delle proposte di legge o dell'eventuale proposta di eliminazione, così come é già avvenuto per la Promark, si dia tempo al Commissario di terminare la sua opera salutare che ha comportato per la Regione un risparmio di centinaia di milioni.
Probabilmente, dopo il realizzo, sia pure a prezzi poco più che fallimentari, di tante attività, che in realtà sono delle passività, si potrà parlare con serenità del superamento di questo Ente, o in forma più snella, meno inutilmente partecipata, oppure con l'attribuzione (come riterrei molto più opportuno) delle competenze all'Assessorato all'agricoltura, con l'assorbimento del personale. Certo, questo è un altro capitolo che vale la pena di chiudere al più presto, possibilmente senza tante polemiche; ma prendendo atto dell'autentico fallimento gestionale di questo Ente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riba.
RIBA Forse, in concomitanza con la discussione sugli assestamenti ai bilanci di previsione è utile seguire il ragionamento del collega Squillario richiamando la situazione di emergenza dell'ESAP, confermata dalla nomina del Commissario in sostituzione del Consiglio d'amministrazione, dimessosi ormai da molto tempo.
La costituzione dell'Ente di sviluppo agricolo piemontese, come quella di tutti gli altri enti regionali di sviluppo, risale ad una legge nazionale specificatamente prevista con compiti di istituto. In questi anni c'è. stata la sperimentazione sicuramente a livello di Ente di sviluppo, si sono fatti lavori che è doveroso giudicare nella loro completezza; per esempio, un giudizio deve essere espresso sul lavoro di indagine ricognizione, proposizione ed elaborazione culturale e teorica e sviluppo delle operazioni di partecipazione dei coltivatori alla costruzione dei piani di sviluppo zonali agricoli, che sono parte fondamentale della programmazione piemontese.
Se poi tali piani non sono stati realizzati, è perché si è inceppato un meccanismo che richiedeva altri indirizzi, altri elementi direzionali da parte della Regione. che era competente ad attuare la programmazione che l'ESAP doveva impostare come ente strumentale.
Farei una considerazione molto rapida, perché sull'argomento ritorneremo sicuramente, perché alcuni testi di legge dovrebbero passare in Commissione, perché la discussione è divenuta urgente. E' significativo e grave che l'Ente di sviluppo agricolo abbia teso a diventare nel tempo un elemento di giustapposizione al governo regionale e segnatamente alla Giunta. Questo però, colleghi della maggioranza, è da ricondursi al fatto che, se c'è un Assessore di un certo segno politico, ci deve essere un Presidente dell'Ente di sviluppo, che lo integri e ne diventi, per gli aspetti che competono all'Ente, l'alter ego.
Se da un lato non si può sopprimere l'Ente di sviluppo, perché è un organismo previsto all'interno della gestione, dell'organizzazione dell'intervento in agricoltura, dall'altro lato deve essere assolutamente fatta cessare questa attribuzione di una funzione particolarmente autonoma contrapposta, indipendente e naturalmente non riconducibile in tutti i suoi atti a quella funzione raramente e giustamente strumentale che gli è attribuita nell'ambito dell'organizzazione regionale.
Non voglio anticipare il contenuto della proposta di legge che peraltro è già nota. Chiedo però alla Giunta perché non avvia la discussione in Commissione, e quindi in Consiglio, sul testo della proposta di legge che il Gruppo PDS ha presentato da tempo, a seguito della quale è stata presentata una proposta da parte della Giunta. Ha ragione il collega Squillario nel richiamare la necessità che questo Ente si integri in modo funzionale, economico, nel senso letterale e funzionale del termine rispetto alle politiche agrarie della Regione, di cui dovrebbe essere uno degli organi di esecuzione e di gestione.
Nella proposta di legge della Giunta esiste però la riproposizione della Presidenza autonoma dell'Ente di sviluppo, il che perpetuerebbe naturalmente le caratteristiche di un ente a parte. Allora non esiste soltanto la possibilità di chiuderlo, così come si fa per la Promark. E' una soluzione che non comporterebbe un grande sforzo intellettuale stabilendo la riutilizzazione di soggetti e strutture che hanno pure avuto una loro ragione d'essere e svolto un grosso ruolo. L'ESAP va chiuso perché ha fatto male la programmazione o perché si è imbarcato in operazioni di gestione aziendale che forse non erano state nemmeno definite nell'ambito della politica regionale, per lo meno negli atti e negli oggetti che hanno fatto parte di quella gestione? Rilevo però che la Giunta ripropone - immagino per ragioni politiche interne alla maggioranza - la Presidenza esterna sulla base del modello di nomina finora vigente.
Nella proposta di legge del PDS indichiamo lo stesso Assessore regionale all'agricoltura come Presidente dell'Ente di sviluppo, inteso come un organo nel quale si realizza la partecipazione dei soggetti culturalmente e professionalmente interessati all'agricoltura, restando all'interno delle scelte di politica agraria che il Consiglio regionale decide.
La nostra battaglia la dobbiamo fare nelle sedi in cui si gestiscono e si decidono le linee di politica agraria, non attraverso una gestione disubbidiente, alternativa, che porta ai fatti oggetto delle notazioni del rendiconto di attività presentato dal Commissario straordinario. Il Commissario ha lavorato molto bene nella gestione della fase transitoria.
non ha lavorato per ritornare alla situazione di prima, ma per passare a una nuova impostazione diversa per quegli obiettivi strategici indicati dall'Assessorato e dal Consiglio regionale che devono essere attuati in agricoltura.
La fase di grande difficoltà che sta attraversando il settore, che pu diventare crisi di trasformazione, di ristrutturazione, di riorganizzazione, ha bisogno del supporto delle professionalità e delle qualità culturali che l'Ente ha saputo esprimere, per quanto riguarda la programmazione. C'è poi il campo dell'intervento nel settore dell'agroindustria. che il Consiglio regionale dovrà affrontare quanto prima, perché fa parte del governo economico e dello sviluppo che compete alla Regione.
Non si tratta di decidere una sanzione definitiva e generalmente accusatoria e contemporaneamente assolutoria della gestione dell'ESAP, ma si tratta di rivederla sulla base delle proposte di legge già presentate.
Concludo chiedendo al Presidente della Giunta di trasmettere immediatamente alla III Commissione i testi delle due proposte di riforma dell'Ente di sviluppo perché sia avviata subito la discussione, in modo che l'ente con i suoi organi siano posti a regime con il nuovo esercizio senza operazioni di tipo draconiano che rappresenterebbero un modo di sottrarsi alle responsabilità.
Chiedo però che la Presidenza dell'Ente di sviluppo, proprio perché le mie funzioni sono ricondotte all'interno del Consiglio regionale, spetti all'Assessore all'agricoltura e non ad altre forme estranee che creano il dualismo, il gonfiamento delle spese, comprese quelle di rappresentanza proprie delle Presidenze che segnalano organizzazioni di potere di posizione, di enti alternativi e quant'altro é noto anche sulla base dell'esperienza:



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.
MARCHINI Signor Presidente e colleghi Consiglieri, ritengo che questa questione debba essere esaminata dall'Assessore con grande responsabilità e dal Consiglio con grande ponderatezza, per evitare che ci si faccia prendere dal "curio dissolvi", magari in qualche seduta di Consiglio, dove il più liberista viene premiato all'uscita con una pergamena o all'entrata con una targa ricordo. La vicenda Promark é emblematica. Per il ruolo che avevo in questo Consiglio, e non per particolare accanimento né vocazione, sono stato fra coloro che hanno denunciato i vizi di alcune società ed ora mi trovo scavalcato nella richiesta della loro liquidazione dalle forze politiche che di queste società hanno beneficiato. in termini politici e personali, allora ho difficoltà a capire come si vive nelle assemblee.
Assessore, questa vicenda è di enorme delicatezza, ed il mio Gruppo ha molta stima in lei, anche come portatore di conoscenze e professionalità personali.
Termini quali "scioglimento", "superamento" sono in funzione di uno scenario da lei già individuato in un'ipotesi di maggioranza, sulla quale occorre riflettere e ponderare. La cosa curiosa é che si accusano gli amministratori, ma in realtà non c'entravano niente.
Quando in questa sala chiedevo giustificazione sulla costituzione di alcune cooperative, che, essendo state costituite da soci di sinistra naturalmente si rifacevano a santi (per riconoscere la fede politica dei componenti di una cooperativa bastava controllarne il nome: se si rifaceva ad un santo, era comunista, se invece si rifaceva a qualche forma ecologica probabilmente era di fede democristiana). I vari santi di sinistra venivano difesi dalla Giunta di sinistra e allora si diceva che del latte che non veniva raccolto qualche cosa bisognava fare; ma, anziché buttarlo si trasformava in formaggi costosissimi che finivano con macerare, con mio grande dispiacere, perché sono un appassionato di queste cose.
Questa è la storia della nostra Regione, questa é la storia di scelte politiche in termini rigorosamente e puntualmente assistenziali.
Come per la Promark la questione é da difendere in termini di prospettiva e non di difesa dell'esistente. Se dovessimo immaginare che non deve più esistere un ente strumentale regionale in materia di agricoltura mi chiederei, ad esempio, qual é l'utilità del CSI, che detiene il monopolio dell'informatica a favore, anche in questo caso, di una strana mucillagine cresciuta non si sa bene perché e come.
Cari colleghi, occorre essere coerenti. Si sollecitano spesso dibattiti sugli Enti strumentali, ma a mio modo di vedere non si tratta di fare dei dibattiti per conoscere in modo puntuale la misura del piede della dattilografa di un tal ente, ma si tratta di farli per capire il senso politico del sistema degli Enti strumentali nel 1991. E se abbiamo qualche dubbio, ragioniamo a fondo prima di votare un ordine del giorno come quello di stamattina, che ritengo del tutto incoerente rispetto ai dettami della legge. Infatti; li approviamo una legge per responsabilizzare al massimo la Giunta in ordine agli affidamenti di consulenze, ne discutiamo, al limite della rissa, sugli esterni e sugli interni e - poi privilegiamo gli Enti strumentali, che, notoriamente, sono privi di capacità propria di fungere da soggetti consulenti, ma che trasversano all'esterno le consulenze e che quindi sfuggono ad ogni tipo di controllo politico e di altra natura consentendo una rendita "di ruolo" agli Enti strumentali, i quali guadagnano per il solo fatto di essere privilegiati nell'indicazione del consulente.
Quindi la stessa persona se indicata dall'Assessore crea scandalo, se designata dall'Ente strumentale é considerata normale.
Probabilmente, qualcuno fa la cresta, perché soltanto il passaggio delle partite IVA significa che tra il costo della consulenza a carico della Regione e la parcella pagata al professionista finale necessariamente produce uno scarto; diversamente, non si capisce a carico di chi é il prezzo della carta con la quale si informa tizio dell'affidamento della consulenza stessa. Ebbene il dibattito sugli enti strumentali facciamolo pure, ma facciamolo fino in fondo. Non aspettiamo di accusarli quando ci viene presentata la testa tagliata su un vassoio d'argento, come in questo caso e qualche settimana fa per la Promark, perché non possiamo dimenticare che quelle teste scheletrite le abbiamo partorite noi, qualunque sia stato il nostro ruolo. Però cerchiamo di essere coerenti, perché nel momento in cui diciamo che bisogna chiudere la politica assistenziale e la politica di finalità impropria svolta da questi Enti, costruiamo attraverso il canale privilegiato delle consulenze la sopravvivenza di alcuni di essi.
Mi risulta che un certo ente é sopravvissuto per anni solo perché lo si era considerato l'ente deputato a fare le indagini in materia ecologica poi abbiamo avuto qualche problema con il Commissario di Governo, Pare che questo ente non avesse altra funzione che fare da filtro in ordine alle indagini sull'ambiente. Si é poi scoperto che il più significativo interessato al processo di insediamento delle discariche per i residui industriali, in particolare la FIAT e il suo sistema, era affidatario finale delle consulenze, in ordine ad un piano di 7-8 anni fa.
Non é possibile utilizzare un ente strumentale come occasione per sventolare bandiere liberiste; per cui "muoia Sansone con con tutti i filistei" e così sembriamo più liberisti di prima.
La questione é capire quale sia, oggettivamente e strutturalmente, il ruolo e la funzione di un determinato ente, a prescindere dalle scelte politiche della Regione. Un Ente strumentale si giustifica se istituzionalmente ha una ragione, sarà poi la politica della Regione a determinare il risultato in concreto, il risultato che produce l'ente é conseguenza di scelte politiche, ma strutturalmente occorre verificare che l'ente sia funzionale alla gestione ed ai compiti istituzionali, di ordine e di finalità politica provocati dalla Giunta senza confusione di ruoli.
Tali scelte vanno fatte assumendo una cultura diversa da quella in auge negli anni in cui si sono inventati gli enti strumentali.
E poi lasciamo da parte l'ipocrisia e diciamo che la funzione legislativa e di programmazione della Regione non basta più a nessuno di noi, siamo in una fase di riforma istituzionale in cui i diversi livelli del sistema delle autonomie stanno rivendicando un proprio ruolo. Allora guardiamoci dentro e chiediamoci se siamo davvero soddisfatti del fatto che abbiamo solo funzioni di legislazione e di programmazione (e qualcuno mi spiegherà il significato di tali ruoli, posto che esiste sempre il visto del Commissario di Governo). Allora nella piazza diciamo che vogliamo unicamente funzioni di programmazione e di legislazione, poi istituiamo gli enti strumentali per fare della gestione, guarda caso, non come istituzione, ma attraverso le forze politiche, i non eletti, attraverso i "trombati" alle elezioni, e così via. Questa è la verità nuda e cruda.
Sarebbe molto più corretto immaginare una situazione in cui i manovratori ed i controllori della linea Torino-Ceres abbiano sul berretto lo stemma della Regione, che non ente per i trasporti piemontesi, se si facesse una guerra al fine di ottenere il riconoscimento da parte dello Stato di un livello di presenza funzionale e gestionale su scala regionale.
Se invece vogliamo diventare un "pensatoio", mi si dovrà spiegare a cosa servano quattromila persone perché; pensando in quattromila, possono venire anche dei cattivi pensieri.
Mi scuso per le divagazioni. Siccome ho sentito affermazioni fideistiche, senza appello, come "tronchiamo", "chiudiamo", "maciulliamo" "mandiamo al rogo e alla patrie galere", io, che conosco l'Assessore come persona estremamente prudente, gli chiedo di fare chiarezza e di individuare eventuali responsabilità, non in termini sanzionatori ma di conoscenza; responsabilità che erano le conseguenze di scelte politiche non solo della maggioranza o dell'opposizione, ma di gruppi di pressione che hanno forti capacità. Il debito pubblico del Paese, forse, sarebbe diverso se alcune categorie professionali agricole pagassero le tasse come altri soggetti. Questo non si deve dire perché è un tabù che non si tocca, ma vorrei sapere perché 1 azienda agricola paga le tasse sulla rendita fondiaria e non sul bilancio. Se il più ricco italiano é Ferruzzi (fino a ieri) e non Agnelli, qualche ragione ci sarà pure.
Questa materia é servita alle grandi forze politiche per coltivare le loro fortune, qualche volta, con un'abilità degna di Andreotti, facendo coincidere le pensioni con gli enti (la pensione dei coltivatori diretti non si capisce se la paghi la "Coltivatori diretti" oppure se la prendono i coltivatori diretti, comunque, non importa, é un gioco di parole). Questa materia merita; in una Regione come la nostra, di essere affrontata in termini di assoluta tranquillità, anche perché su questo avete pareggiato i conti. Gli errori e gli scheletri comunisti sono un po' vecchi, in questo momento probabilmente stanno nell'armadio vicino a quelli democristiani muriamo questi scheletri é questi armadi e ripartiamo da zero - ripeto senza primogeniture, ma soprattutto senza metterci tutti a fare concorrenza ai liberali nel fare i tagliatori di teste. Mi trovo in forte imbarazzo a vedere questo Consiglio che "mata" senza interruzione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossa.
ROSSA Signor Presidente, intervengo a nome del Gruppo socialista. Sono stato relatore della proposta di legge per l'approvazione dell'assestamento del bilancio dei parchi e naturalmente dell'ESAP, sulla quale si è sviluppato un dibattito che secondo me, per quanto riguarda l'ESAP è andato ben oltre la proposta di approvazione dell'assestamento del bilancio.
Non voglia addentrarmi in questo argomento, penso che avremo occasione di farlo al più presto, sono però d'accordo che vengano al più presto inviati in Commissione i testi delle proposte di legge che riguardano la riforma dell'ESAP, sui quali rifletteremo e avremo modo di confrontare le posizioni espresse dalla Giunta e dal PDS.
Al riguardo mi preme sottolineare un dato e chiarirlo al collega Riba.
Quando il collega Riba sostiene la tesi della unificazione, e che la linea seguita dalla maggioranza é basata sulla ricostituzione, io mi auguro che venga ricostituito al più presto il ruolo e la funzione autonoma dell'ESAP.
Questa é la posizione della maggioranza sulla quale noi siamo pienamente d'accordo.
Riconosciamo l'ottimo lavoro svolto dal Commissario straordinario dell'ESAP che si concluderà quando verrà approvato il disegno di legge, con le opportune modifiche, ma ferma restando la direttrice che indica il ruolo autonomo dell'ESAP, riteniamo che l'Ente debba svolgere una sua funzione riteniamo che non si possano realizzare processi sommari, liquidando o cercando di spostare il baricentro senza assumersi le responsabilità politiche con le quali si vanno a cambiare le posizioni.
Complessivamente il ruolo dell'ESAP, in venti anni circa, dal dibattito che ha portato alla sua costituzione, indipendentemente da chi lo ha presieduto, ritengo sia stato un ruolo che ha saputo rispondere alle esigenze. Non penso che compito del Commissario straordinario sia quello di liquidare e ridimensionare l'Ente; il Commissario straordinario sta facendo un ottimo lavoro nel rappresentare al futuro Consiglio di amministrazione quali problemi dovranno essere affrontati per il rilancio del ruolo dell'ESAP.
Ho voluto intervenire a nome del Gruppo socialista per precisare i termini del confronto che mi auguro avvenga quanto prima, per evitare che si accendano delle illusioni o si sviluppino delle interpretazioni di tipo liberistico o dirigistico che sarebbero fuori luogo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rivalta.
RIVALTA Intervengo per chiedere che nella prossima discussione sugli enti strumentali della Regione venga data una soddisfacente informazione su che cosa sono gli enti strumentali e sulle materie di competenza. Solleciterei inoltre, l'organizzazione di visite dirette presso gli enti strumentali perché ho l'impressione - ma non solo in questo caso - che molti colleghi Consiglieri discutano, partecipino alla formazione di decisioni in merito a problemi che probabilmente non sono sufficientemente conosciuti.
Per cui chiedo, come abbiamo fatto proficuamente in alcuni casi, di organizzare queste visite per avere una conoscenza diretta degli enti strumentali. La mia impressione è che questa Regione non utilizzi al meglio il materiale che gli enti strumentali producono. Sarebbe bene che tutti i Consiglieri regionali, proprio per lo svolgimento delle loro funzioni fossero a conoscenza degli strumenti di cui la Regione dispone.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cucco.
CUCCO Il mio non è un intervento, ma è un supplemento di richiesta, proprio in merito al dibattito sugli enti strumentali. La Giunta ha presentato il documento sulla natura degli enti strumentali e le schede riepilogative presentate dall'Assessore Vetrino. Chiedo alla Giunta di predisporre un documento nel quale vengano elencate tutte le partecipazioni regionali a qualsiasi titolo e a qualsiasi livello siano state fatte.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta regionale.
BRIZIO, Presidente della Giunta regionale Per ciò che riguarda gli enti strumentali e le partecipazioni abbiamo inviato un volume completo di tutti i dati. Se riscontrerete degli errori saremo disposti a modificarli.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Lombardi.
LOMBARDI, Assessore all'agricoltura Signor Presidente, condivido l'osservazione del collega Rossa quando sostiene che questo dibattito si e esteso oltre all'oggetto in discussione.
Per la verità non è solo in discussione (assestamento dell'ESAP; ma anche quello degli altri enti i cui bilanci passano al vaglio del Consiglio regionale. Ringrazio comunque i Consiglieri intervenuti perché andando oltre all'oggetto della discussione, intervenendo sulla sostanza e su problemi legati all'ESAP han fatto sì che il Consiglio avesse un momento di attenzione nei confronti di una presenza, voluta nel tempo dalla Regione Piemonte, che reputo comunque importante.
Nel tempo sono stati però compiuti degli errori che non addebiterei a questa o quell'altra presenza politica; chi conosce bene la storia sa che al di là delle vicende di maggioranza e di opposizione in Consiglio regionale, l'ESAP sempre avuto la presenza di tutte le componenti politiche. Quasi tutti hanno avuto responsabilità di governo, per cui, se di errori si è trattato, come è successo in qualche caso, sono sempre stati frutto delle decisioni di tutti.
Tuttavia ritengo che gli errori siano addebitabili al fatto che le decisioni assunte in quel momento non fossero adeguate alle esigenze dell'agricoltura piemontese.
Non credo che l'Ente di sviluppo abbia acquisito determinate aziende per disperdere pubblico denaro; a quell'epoca si riteneva che, acquisendo le aziende ed affidando loro un ruolo nel settore agro-industriale, si sarebbe determinato un miglioramento della situazione complessiva del settore.
Questo non si é verificato, oggi è quindi facile dire che si è compiuto un errore. Probabilmente l'errore è stato fatto dal momento che non si è stati capaci di raggiungere gli obiettivi che con (acquisizione si volevano raggiungere.
Credo nella scelta del commissariamento, che a suo tempo fu complessivamente ostacolata, ma voluta fortemente dalla Giunta, che riteneva, dopo dieci anni di intensa attività e quindici anni di vita dell'Ente, di dover fare una riflessione. Il commissariamento ha consentito alla Giunta ed al Consiglio un approfondimento, ed ha anche consentito ad un Gruppo di opposizione e alla Giunta di presentare progetti di legge di modifica, dopo 20 anni di esperienza del modo organizzativo e della presenza dell'ESAP.
Al collega Riba voglio chiarire che non è esatto quando dice che abbiamo fatto la scelta della Presidenza esterna; il disegno di legge della Giunta lascia decidere al Consiglio il tipo di Presidenza.
La proposta del PDS, stabilisce che questa debba essere affidata all'Assessore pro-tempore all'agricoltura della Regione Piemonte, mentre il disegno di legge della Giunta offre tale possibilità, ma anche la possibilità di una scelta esterna. Dipende dalla volontà della maggioranza così come è frutto della volontà della maggioranza e della Giunta (aver scelto di non liquidare l'ESAP ma di farlo proseguire nella sua attività seppure in una maniera diversa, tenendo conto dell'esperienza di 20 anni selezionando l'intervento e le responsabilità, snellendo il Consiglio d'amministrazione, quindi con una presenza molto meno complessa di quanto è stata nel passato.
A me sembra che oggi il Consiglio possa, attraverso le Commissioni iniziare la discussione sui due disegni di legge. Si tratta di individuare questa priorità all'interno delle Commissioni e di iniziare una discussione che dovrà portarci al nuovo Ente di sviluppo del Piemonte.
Penso che tra la proposta di legge del Gruppo PDS e la proposta della Giunta ci siano molti punti in comune, per cui possiamo quanto prima dotarci di una nuova legge di riorganizzazione dell'ESAP.



PRESIDENTE

La discussione di carattere generale é conclusa, gli interventi mi sembrano esaurienti.
Prima di passare alla votazione dell'unico articolo che compone la legge, do la parola, per dichiarazione di voto, al Consigliere Buzio.
BUZIO In Commissione ci siamo già dichiarati contrari poiché questo assestamento di bilancio, essendo relativo all'anno 1990, é fuori tempo massimo rispetto ad una valutazione possibile e realistica dell'andamento finanziario degli enti strumentali.
Ribadisco, quindi, il giudizio espresso in sede di Commissione.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, passiamo all'esame dell'articolo unico.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 45 hanno risposto SI 27 Consiglieri hanno risposto NO 18 Consiglieri L'art. 1 é approvato.
Pongo in votazione l'intero testo della legge.
Si proceda all'appello nominale.
L'esito della votazione é il seguente: presenti e votanti 45 hanno risposto SI 27 Consiglieri hanno risposto NO 18 Consiglieri L'intero testo della legge é approvato.


Argomento: Organizzazione degli uffici - Regolamento del personale

Esame proposta di deliberazione n. 187: "Regolamento di servizio per il personale che svolge mansioni di custodia degli Uffici Regionali"


PRESIDENTE

Passiamo al punto 7) all'o.d.g., che prevede l'esame della proposta di deliberazione n. 187.
Sono stati presentati i seguenti emendamenti: 1) Emendamento presentato dalla Giunta regionale: all'art. 3, comma 2 sostituire le parole "l'anticipazione o la posticipazione dell'inizio" con le parole "variazioni all'articolazione" e aggiungere al fondo la frase "giornaliera e settimanale".
2) Emendamento presentato dalla Giunta regionale: all'art. 4, lett. f) aggiungere al fondo "compreso l'eventuale passo carraio".
La parola all'Assessore Bergoglio per l'illustrazione.
BERGOGLIO, Assessore al personale E' un emendamento riproposto in sede di Commissione, quindi in fase tecnica, perché l'anticipazione o la posticipazione dell'orario in realtà una variazione dell'orario di servizio, che deve essere deciso sulla base delle esigenze.
Si tratta di una formulazione più corretta e più precisa anche perch potrebbe esserci un maggiore intervallo nell'arco della giornata.



PRESIDENTE

Non essendoci altri interventi, pongo in votazione l'emendamento n. 1.
Chi é favorevole é pregato di alzare la mano.
L'emendamento é approvato con 27 voti favorevoli e 14 astensioni.
Pongo in votazione l'emendamento n. 2.
Chi é favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato con 36 voti favorevoli e 5 astensioni.
Non essendoci dichiarazioni di voto, pongo in votazione l'intero testo della deliberazione, così emendata, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole é pregato di alzare la mano.
La deliberazione é approvata con 34 voti favorevoli e 4 astensioni.


Argomento: Questioni internazionali

Esame ordini dei giorno sulla Jugoslavia (Richiesta di iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rabellino.
RABELLINO Come già preannunciato nella riunione dei Capigruppo di mercoledì scorso, noi chiediamo l'iscrizione dell'ordine del giorno presentato dai tre Consiglieri della Lega Nord, dal Consigliere Cucco e dal Consigliere Majorino, sulla questione slovena.



PRESIDENTE

Su questo argomento comunico che è stato presentato un altro ordine del giorno da parte del Consigliere Chiezzi e in questo momento mi perviene ancora un documento da parte dei Consiglieri Miglio, Segre e Staglianò.
Chiede la parola il Consigliere Monticelli. Ne ha facoltà.
MONTICELLI La mia non é un'opposizione alla richiesta avanzata dal collega Rabellino, ma una proposta relativa ai tempi e alle modalità di discussione dell'argomento.
Credo che la questione sia estremamente seria e anche di difficile decifrazione da parte dell'insieme delle forze politiche e sulla quale non semplice esprimere giudizi secchi o di tipo bianco o nero.
Propongo di votare l'iscrizione all'o.d.g. dei documenti con l'intesa anche per consentire ad altri Gruppi di presentare eventualmente altri documenti, di discuterli nella prossima seduta.
L'argomento non può essere discusso in modo affrettato senza che tutti i Gruppi abbiano potuto ragionare se presentare o meno propri testi e richiede un congruo tempo di discussione.



PRESIDENTE

Non voglio influenzare l'aula, tuttavia sono anch'io di questa opinione. L'argomento non merita una discussione in coda di seduta, magari distratta, ma richiede un tempo di valutazione e di conoscenza dei documenti.
La parola al Consigliere Peano.
PEANO Mi associo a quanto hanno detto il collega Monticelli e la Presidente.
Dopo l'incontro di venerdì in Commissione, ritengo che un dibattito in aula su questo punto debba esserci però in un lasso di tempo più tranquillo per meglio approfondire l'argomento.
Chiedo, quindi, di iscriverlo all'o.d.g.. di un prossimo Consiglio per dare la possibilità di valutarlo con più calma e anche per offrire una discussione più ampia sull'argomento.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Segre.
SEGRE Io, al contrario di chi mi ha preceduto, sarei per una discussione da svolgere già oggi. E' necessaria la conoscenza dei documenti, ma é ancor più importante la conoscenza dei fatti.
Siamo tutti ampiamente documentati su quanto è successo, tuttavia mi sembra che una maggiore riflessione sia necessaria, dal momento che i fatti si evolvono velocemente.
Oggi siamo in grado di pronunciarci sui nostri documenti, quindi voteremo sia per l'iscrizione ed eventualmente per la discussione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.
MARCHINI Richiamavo la sua attenzione, signor Presidente, non tanto sul merito delle posizioni favorevoli o contrarie, quanto sul fatto che alcune cose dette non sono conciliabili tra loro.
Non é corretto iscrivere un ordine del giorno in sede di Consiglio e contestualmente decidere che lo si esaminerà la seduta successiva, ma si deve dire che non lo si iscrive, dopodiché in Conferenza dei Capigruppo si affronterà l'argomento. Sarebbe, altrimenti, un modo classico; un po' gesuitico, per non riconoscere la primogenitura delle forze politiche che pongono un argomento, ottengono i voti e hanno diritto che l'argomento venga dibattuto. Si vota contro, se non si vuole ottenere questo risultato dopodiché i Capigruppo, nella sede propria, fisseranno la data della discussione.
Dire qui che si è favorevoli all'iscrizione del documento, rinviandolo però alla seduta successiva per avere la possibilità di presentare propri ordini del giorno, mi pare difficilmente conciliabile.



PRESIDENTE

Poiché non ci sono altri interventi, pongo in votazione la richiesta di iscrizione degli ordini del giorno.
Chi è favorevole all'iscrizione degli ordini del giorno é pregato di alzare la mano.
Gli ordini del giorno sono iscritti all'unanimità dei 38 Consiglieri presenti.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Signori Consiglieri, comunico che il progetto di legge n. 82 sulle norme per la gestione del ciclo dei rifiuti é stato momentaneamente sospeso per indisponibilità dell'Assessore.


Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati - Controlli amministrativi: argomenti non sopra specificati

Esame progetto di legge n. 89: "Proposta di legge al Parlamento dei Consiglio regionale dei Piemonte recante: Istituzione di una sezione staccata del TAR del Piemonte con sede in Alessandria e con circoscrizione che comprende le Province di Alessandria, Asti e Cuneo"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare il punto 8) all'o.d.g.: esame progetto di legge n. 89.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Majorino. Ne ha facoltà.
MAJORINO Chiedo che si affronti la discussione ai sensi di Regolamento, anche perché ho motivo di ritenere che ci possa essere una certa convergenza senza bisogno del ritorno in aula.
Questa proposta di legge approda in aula, ai sensi dell'art. 34 del Regolamento, quindi i casi sono due: o si rinvia in Commissione per un approfondimento (che ritengo non abbia da esserci) oppure si discute l'articolato, che però è brevissimo, essendo un articolo unico.
Se c'è la volontà di proporre al Parlamento di istituire questa sezione staccata, penso che non occorrano molte parole o discussioni, è sufficiente un'espressione al riguardo, senza problemi, perché il ritorno in Commissione non penso potrà apportare nulla di nuovo.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta regionale, Brizio.
BRIZIO, Presidente della Giunta regionale L'iniziativa non è della Giunta. ma del Consiglio. Il ritorno in Commissione potrebbe risolvere l'indicazione del luogo, perché oltre ad Alessandria, com'è indicato nel disegno di legge proposto da Majorino, c'è anche un emendamento che propone Asti.
Se si tratta di una manifestazione di volontà di richiesta di un secondo TAR; possiamo farla con la votazione di un ordine del giorno; se facciamo la proposta al Parlamento, dobbiamo precisare il luogo.
All'interno del Consiglio c'è la vostra proposta e altre possono emergere quindi è opportuno definirle in Commissione, cosi come avviene anche per la legge che, riguarda il problema dei rifiuti che, ai sensi dell'art. 34 stata chiamata in aula dal Gruppo PDS.
La Giunta non ha preso delle iniziative su questo, però mi pare ragionevole un rinvio in Commissione per concordare un'indicazione puntuale; diversamente, il Consiglio ritroverebbe di fronte a posizioni non concordi tra la proposta di Alessandria e quella di Asti.
MAJORINO La precisazione del Presidente mette in evidenza che l'unica problematica emersa fino a questo momento non é tanto sulla proposta di istituire una. seconda sezione del TAR, ma sulla sua localizzazione. Ai fini di evitare che oggi possa verificarsi una divisione su questo argomento, mentre invece pare che l'istituzione di una sezione staccata possa raccogliere se non un voto unanime, una larga maggioranza, aderisco al ritorno in Commissione ed accetto la proposta del Presidente Brizio.



PRESIDENTE

Pongo pertanto in votazione per alzata di mano il rinvio in Commissione del provvedimento.
Chi é favorevole é pregato di alzare la mano.
Il progetto di legge n. 89 é rinviato alla Commissione competente con 32 voti favorevoli.


Argomento: Sanita': argomenti non sopra specificati

Esame mozione n. 183 dei Consiglieri Cucco ed altri sulle iniziative per la prevenzione del fenomeno delle alcoldipendenze in Piemonte (rinvio)


PRESIDENTE

Passiamo pertanto all'esame della mozione n. 183, di cui al punto 10) all'o.d.g.
La parola al primo firmatario, Consigliere Cucco.
CUCCO Ritengo che la presenza dell'Assessore Maccari sia assolutamente indispensabile per aprire la discussione su questo punto.
Sottolineo questa assenza ulteriore a un appuntamento che peraltro era stato annunciato. Sono disposto, per quanto mi riguarda, a discutere questa mozione solo in presenza dell'Assessore.



PRESIDENTE

D'accordo. pertanto l'esame di questo punto é rinviato fino a quando non sarà presente in aula l'Assessore Maccari.



FOCO ANDREA


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Esame progetto di legge n. 82: "Nuove norme per la gestione del ciclo dei rifiuti"


PRESIDENTE

Passiamo pertanto all'esame del progetto di legge n. 82 di cui al punto 6) all'o.d.g., iscritto ai sensi dell'art. 34, quarto comma, del Regolamento interno.
La parola al Consigliere Rivalta per l'illustrazione.
RIVALTA Noi abbiamo richiamato in aula, ai sensi del Regolamento, questa proposta di legge per una ragione formale dopo sei mesi di giacenza in Commissione. Se non ci fosse stato questo richiamo il progetto di legge non sarebbe ancora stato discusso e questo é un atteggiamento che purtroppo si verifica generalmente sulle proposte di legge del nostro Gruppo e dell'opposizione in generale. Abbiamo quindi voluto, con questo richiamo rompere una situazione che vede l'opposizione impedita a svolgere uno dei suoi ruoli, quello di proposta legislativa.
L'occasione di questo richiamo avviene però su una ragione di merito molto forte ed importante: il problema dei rifiuti. La nostra proposta si richiama ad esigenze operative, non riapre qui la discussione sulle modalità o sulle filosofie della produzione e gestione dei rifiuti, ma si pone il problema di intervenire operativamente per rendere adeguata razione alle esigenze; esigenze che, come tutti i colleghi sanno, in qualche caso sono anche drammaticamente presenti nelle realtà in cui essi vivono esigenze che hanno assunto oramai il carattere dell'emergenza grave. Sotto questo profilo il disegno di legge propone la costruzione di strumenti di intervento della Regione; nessuna sfiducia nelle persone che operano in Regione né sul piano politico né su quello tecnico, ma certo ci pare che le condizioni operative della Regione siano insufficienti rispetto ai problemi che si pongono.
Di qui la ragione per cui la nostra proposta prevede la costituzione di un'agenzia che costituisca "l'intelligenza operativa" della Regione per quanto riguarda la pianificazione, la progettazione, la certificazione in materia di rifiuti.
Prevede, inoltre, la promozione di aziende speciali di primo livello in ciascuno dei 18 bacini previsti dal piano e la promozione di un certo numero di aziende speciali o società miste di secondo livello per il trattamento dei rifiuti complessivi urbani pericolosi o tossici nocivi.
Ancora, la predisposizione di un progetto operativo per la riduzione dei rifiuti urbani industriali e per il recupero e il riciclaggio dei rifiuti, che non può avvenire se non attraverso un'operazione complessa continuata nel tempo, diretta sul piano di una precisa elaborazione di progetti.
Infine, la creazione di strutture addette specificamente a rendere realizzabile ed economicamente sostenibile la raccolta differenziata ed il recupero, il riutilizzo il riciclaggio dei rifiuti, che così come stanno le cose rischiano di restare lettere morte, parole vuote, che i Comuni anche per ragioni burocratiche amministrative sono costretti a cercare di mettere in atto, ma che non si sviluppano.
Ribadisco il carattere del disegno di legge strettamente operativo. lo credo che possa essere considerato un contributo serio, certo discutibile che noi diamo alla nostra Regione per cercare di affrontare un'emergenza che si é fatta gravissima: per questo chiediamo che venga preso in considerazione ritornando in Commissione, quindi esaminato, discusso, messo in consultazione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Garino.
GARINO, Assessore all'ambiente Devo dire al collega Rivalta che non é assolutamente passato inosservato questo disegno di legge presentato dal Gruppo PDS. Si tratta di un contributo utile per una materia che giustamente è stata definita di grave emergenza.
Il disegno di legge, così com'è predisposto, non trova tutta la mia approvazione, ma non credo questo sia quanto il Gruppo PDS voleva.
RIVALTA Ne avremmo anche avuto piacere.
GARINO, Assessore all'ambiente Avremo occasione in sede di Commissione di verificare i punti di convergenza. Questo é importante. Già avevo detto, nel momento in cui si parlava delle iniziative che la Regione ha assunto in merito al programma di emergenza per i rifiuti tossico-nocivi, che concordavo con coloro che sostenevano occorresse creare un centro che, secondo me, vista l'esperienza che avevo maturato in quell'occasione, doveva partire dall'IPLA Che aveva ben lavorato e, ovviamente, dall'Assessorato.
Nel disegno di legge si sposta l'attenzione verso un'agenzia quasi separata. Lo stesso termine "agenzia", che proviene dall'estero, significa molte cose: in America l'agenzia é un Ministero; in Europa, Francia e Germania, è qualcosa di totalmente staccato dall'Assessorato o dal Ministero.
A mio parere dovremmo arrivare, invece, ad un ente strettamente collegato e controllato dall'Assessorato all'ambiente, e non perché io ne abbia la responsabilità.
Ho notato peraltro delle affinità tra il disegno di legge e ciò che ho proposto venti giorni fa ai cinque Consorzi dell'area metropolitana torinese per coordinare la loro attività e per sapere chi fa e cosa all'interno dell'area metropolitana che si sta delineando.
In Commissione avremo modo di verificare cosa fare, tenendo conto che questo é un contributo utile anche per l'Assessorato.
RIVALTA Sono anche stati delineati i termini di un confronto costruttivo.



PRESIDENTE

Le espressioni del Consigliere Rivalta e dell'Assessore sono chiare.
L'aula può esprimersi per il rinvio in Commissione.
Pongo in votazione la proposta di rinvio in Commissione.
Chi é favorevole é pregato di alzare da mano.
E' approvato all'unanimità dei 32 Consiglieri presenti.


Argomento: Cave e torbiere

Esame ordine del giorno n. 161 presentato dal Consiglieri Majorino e Zacchera sul problema della presenza di amianto nella Cava di Trana


PRESIDENTE

Passiamo ora al punto 11) all'o.d.g. inerente l'esame dell'ordine del giorno n. 161 a firma dei Consiglieri Majorino e Zacchera sulla presenza di amianto nella Cava di Trana.
E' stato presentato un altro ordine del giorno in merito dai Consiglieri Bresso, Rivalta, Marengo e Calligaro.
La parola al Consigliere Majorino per l'illustrazione del primo ordine del giorno.
MAJORINO Gli ordini del giorno sono stati determinati dalla constatazione che recenti analisi hanno acclarato l'inquinamento da amianto che incombe sul territorio del Comune di Trana.
I due ordini del giorno tendono a mettere in evidenza questo pericolo e propongono urgenti provvidenze. Con l'ordine del giorno a firma mia e del collega Zacchera, dopo aver denunciato questa situazione, che viene messa in evidenza in maniera più articolata nell'ordine del giorno del collega Bresso ed altri, si chiede un immediato provvedimento d'urgenza, quello della chiusura delle lavorazioni della cava della quale è concessionaria la società Speme.
Chiediamo tale chiusura attraverso l'emanazione di un provvedimento contingibile ed urgente, quello previsto dall'ari. 32 della legge sanitaria: provvedimento che in tante altre occasioni simili, talvolta anche più gravi (anche se questa lo è sufficientemente), avevo invocato in via d'urgenza per eliminare la fonte inquinante. Tuttavia, mi rendo conto che questo non basta: la mia presa d'atto non è sufficiente per risolvere il problema.
La chiusura della cava risulta anche dall'ordine del giorno presentato dalla collega Bresso ed altri, nel quale si richiede una serie di provvedimenti articolati (sono sette o otto richieste motivate e formalizzate e tutte meritevoli di attenzione).
Affrontando le cose con realismo, l'urgenza prioritaria è quella di bloccare la fonte inquinante; poi, con maggiore calma, si potranno prendere in esame gli altri provvedimenti, anche se ho l'impressione che in questo modo l'Assessore e la Giunta vorranno riflettere su tutte le articolate richieste contenute nell'ordine del giorno della collega Bresso e di altri lo sarei pronto a votarlo immediatamente, anche perché sono firmatario di un ordine del giorno sulla Cava di Balangero, presentato qualche giorno fa nel quale si chiedeva di prendere analoghi provvedimenti a tutela della situazione.
Penso comunque che difficilmente. anche se sarebbe doveroso, avremo una risposta positiva da parte della Giunta.
Per questo motivo caldeggio l'ordine del giorno, non tanto perché sia firmato da me, quanto perché è necessario un provvedimento d'urgenza per ottenere l'impegno della Giunta per il provvedimento cautelare urgente cioè la chiusura della cava. Il resto lo potremo vedere immediatamente, non a tempi lunghi, in Commissione perché sono provvidenze di un certo spessore.
Insisto, quindi, per il provvedimento urgente cautelare, previsto dalla legge sanitaria, di chiusura immediata della fonte inquinante.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Bresso per l'illustrazione del secondo ordine del giorno. Ne ha facoltà.
BRESSO Il mio intervento non sarà breve perché, come ha rilevato il collega Majorino, l'ordine del giorno è stato presentato l'8 luglio come inserimento in una discussione, perché lo avevamo precedentemente presentato come interpellanza ma non avevamo ancora avuto risposta. Abbiamo colto l'occasione di oggi per discuterne, rifacendoci a quanto chiedevamo nell'in-terpellanza, che, pur presentata con urgenza, vista la situazione era rimasta lettera morta.
In una conferenza stampa tenuta dalla Lega Ambiente e da altre associazioni ambientaliste un paio di mesi fa, veniva denunciata una serie dirilevazioni effettuate dall'USSL nel Comune di Trana, allegata all'interpellanza, da cui risultavano dati estremamente preoccupanti relativi al materiale estratto dalla cava di Trana. Vi cito alcune rilevazioni effettuate in data 7/12/90: in postazioni relative ad abitazione privata in centro paese 30 ff/l (fibre/litro), località Rivafredda 30 ff/l, strada Pianca 35 ff/l, scuola elementare "Dante Alighieri" 110 ff/1, con un valore medio globale giornaliero di 50 ff/l (in località fuori dalla zona di cava); sempre nelle stesse postazioni, in un prelievo del 3/12/90 i valori, sempre molto elevati sono analoghi, con una media globale giornaliera di 35 ff/l, ovvero con una concentrazione, per il Comune di Trana, di gran lunga superiore alle 10 ff/1 riscontrate nei Comuni intorno alla cava di Balangero. E, per la serie di iniziative inerenti la cava di Balangero, conosciamo tutti la gravità anche di quella situazione.
Le preoccupazioni sorte in seguito alle rilevazioni dell'USSL (e non di privati) hanno avuto larga eco non solo per la situazione sanitaria della popolazione del Comune di Trana, ma per il rischio, anzi la certezza, che nell'utilizzo dei materiali estratti si producessero ulteriori danni sia ai lavoratori addetti alla posa dei materiale sia, trattandosi di ghiaia utilizzata anche per coprire spazi pubblici. ai fruitori degli spazi stessi. Infatti; i valori di fibre/litro rilevati alla scuola elementare "Dante Alighieri" di Trana sono elevatissimi (70 ff/l 113/12/90 e 110 ff/1 i1 7/12/90), 11 volte superiori a quelli rilevati a Balangero, proprio perché pare sia stato usato del ghiaino nel cortile o nelle immediate vicinanze della scuola.
La situazione, grave e preoccupante, si è ripetuta in altre circostanze. Da un recente comunicato stampa della Lega Ambiente, apparso sulla stampa nei corsi scorsi, risulta che m materiali estratti dalla cava di Trana sono attualmente in corso di utilizzazione a Torino dall'ATM in Corso Turati (e in altra via che successivamente vi potrà citare) trattandosi di ghiaino, presumibilmente verrà deposto lungo le linee tranviarie, creando situazioni a grave rischio.
L'E.P.A. americano indica soglie massime di concentrazione di 10 ff/1: il Comune di Balangero è al limite; per gli abitanti del Comune di Trana invece, siamo ben oltre, almeno per quelli che vivono nelle zone in cui sono state fatte le rilevazioni. A partire da questi dati sono emerse considerazioni più generali, in quanto, come tutti sappiamo, la situazione non è specifica della cava di Trana, ma è assai frequente in Val di Susa.
La presenza di amianto, caratteristica di alcune valli piemontesi, è facilmente reperibile nelle rocce in particolare della Val di Susa. In presenza di cave, quindi, il rischio che ci siano materiali a rilevanti quantità di fibre d'amianto è quanto meno presumibile, se non reale.
L'ordine del giorno presentato, assai ampio come diceva il collega Majorino, richiede una verifica puntuale della situazione da parte della Regione. Dai dati ufficiali in nostro possesso, la situazione di Trana, sul piano sanitario, appare ben più grave di quella di Balangero: la cava aperta da molto tempo può presumibilmente aver creato problemi anche gravi alla popolazione.
Chiederemo, quindi. una serie di verifiche e di interventi da parte della Giunta.
Concordo con il collega Majorino sul fatto che, prendendo in considerazione questi dati è augurabile che si adottino provvedimenti urgenti come l'immediata chiusura delle attività di escavazione al fine di provvedere ad ogni tipo di verifica. I dati ufficiali risalgono al dicembre 1990. Sono dati molto recenti, ma è evidente che occorre prendere una serie di provvedimenti per una verifica della situazione attuale, al fine di garantire la tutela della salute dei lavoratori e della popolazione.
Intanto, si chiede un'immediata verifica della situazione atmosferica del Comune di Trana, acquisendo anche i dati rilevati; noi abbiamo a disposizione questi, ma è possibile che ne esistano altri, e quindi è più facile chiarire la situazione a regime.
Il secondo punto coincide con quello richiesto dall'ordine del giorno presentato dal collega Majorino, cioè di adottare dei provvedimenti immediati per far cessare l'attività di cava a Trana e avviare le procedure di bonifica, perché non c'è dubbio che il materiale contenente amianto anche ai sensi delle leggi in corso di approvazione sull'amianto stesso non debba più essere cavato, dato che non c'è un obbligo vincolante a ricavare materiale proprio in quella zona.
Se i dati vengono confermati, si dovranno avviare immediatamente le procedure per una chiusura definitiva e non solo temporanea.
Occorre inoltre avviare un'indagine epidemiologica sulla popolazione del Comune di Trana: tale questione si protrae da tempo e periodicamente viene denunciata. E' assolutamente necessario che la popolazione, e in particolare i lavoratori, sappiano in quale situazione sanitaria si trovano e se ci sono dei rischi anche rilevanti.
Chiediamo inoltre di accertare - sappiamo che l'ATM sta utilizzando la ghiaia, ma evidentemente vi sono anche molti altri utilizzatori - dove sia stata utilizzata la ghiaia proveniente da questa cava e di verificare se sia il caso di adottare dei provvedimenti di bonifica nel caso in cui si sia verificato un rilascio di fibre di amianto, naturalmente impedendo che venga utilizzata la ghiaia venduta, che probabilmente è tuttora in circolazione, depositata nei cantieri.
Chiediamo anche di avviare un'indagine sulle cave in attività nella Valle Susa; al riguardo i geologi, nella conferenza stampa promossa dalle organizzazioni ambientaliste, hanno evidenziato che la questione non riguarda solo la singola cava di Trana, ma è un problema che si riscontra in molte aree della Valle di Susa, in quanto la roccia contenente fibre di amianto è molto diffusa in Valle.
I successivi punti sono di carattere più generale e riguardano, per esempio, l'amianto in Piemonte. In questo ordine del giorno richiamiamo anche la situazione di Balangero, sapendo che oggi il problema può essere accantonato perché è già stata avviata una serie di iniziative che permetterà di prendere delle decisioni al riguardo. In generale intendiamo promuovere proposte. anche prima che la legge nazionale venga approvata tendenti all'eliminazione del rischio-amianto in Piemonte sia rispetto ai casi noti sia rispetto a quelli ancora sconosciuti.
L'ultima cosa che vorremmo evidenziare è che di fronte a un "rischio amianto" evidente occorre dotare - questo risultava sempre dalla conferenza stampa avvenuta un paio di mesi fa - il laboratorio di Grugliasco (o un altro laboratorio dell'USSL) di attrezzature adatte, in quanto quelle esistenti risultano insufficienti per la ricerca, il controllo e la cura dell'esposizione all'amianto.
Si deve creare in Piemonte un centro in cui siano presenti capacità tecniche professionali e attrezzature necessarie per effettuare le verifiche che nei prossimi anni avranno sempre più rilevanza, verifiche sia di tipo sanitario ed epidemiologico sia tecniche sulle cave e sui materiali.
In conclusione, vorrei richiamare l'Assessore ad assumere un atteggiamento responsabile su questa vicenda. I colleghi ricorderanno che ci siamo trovati un anno fa nella sede della Giunta con gli amministratori di Balangero e le rappresentanze sindacali per affrontare la situazione di Balangero. Furono allora assunti degli impegni di attivazione, di interventi urgenti; la possibilità di un intervento diretto della Regione non esisteva, ma esiste sempre la possibilità di richiedere l'intervento della Protezione civile non con "non chalance" ma con la forza necessaria.
Malgrado vi fosse un impegno preciso, sono trascorse le vacanze, i mesi sono stati presentati vari ordini del giorno sull'argomento, e nulla è successo.
Ieri tirava parecchio vento, la voragine di Balangero continua ad essere esposta all'aria, quindi continuano a crearsi polveri che sei giorni di vento ha trasportato in giro, creando una situazione di grande rischio.
Lo stesso sta avvenendo nella cava di Trana, dove c'è un cratere un'apertura del terreno, e quindi ci sono materiali volatili; credo che l'Assessore sappia che è sufficiente una solo fibra di amianto respirata per dare avvio ad un tumore ai polmoni che, come é noto, é quello più grave e con il più alto tasso di mortalità.
Non possiamo passare l'estate tranquillamente, conoscendo la situazione di Balangero e Trana, quindi vorrei pregare l'Assessore di impegnarsi con serietà su questa questione.
Vige ormai una convinzione nella Giunta, e certamente in molta parte dello stesso personale che poi viene coinvolto in queste cose, che il Consiglio non conti nulla e che quindi la presentazione di ordini del giorno, le decisioni assunte dal Consiglio possano essere tranquillamente disattese.
Non chiedo solo l'approvazione di un ordine del giorno nostro o un ordine del giorno comune, ma che si agisca, altrimenti la stessa dignità del Consiglio viene totalmente sminuita dal fatto che si decidono molte cose, ma poi non avviene mai nulla.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Segre.
SEGRE Nel mio intervento farò forzatamente riferimento allo stesso documento a cui si è riferita la collega Bresso, perché é un tema che seguiamo parallelamente. Prima di tutto vorrei dichiarare il pieno appoggio del Gruppo dei Verdi ad entrambi gli ordini del giorno, in quanto quello del Consigliere Majorino richiede la chiusura della cava di Trana, mentre quello del PDS é più articolato e comprende tutti i punti che anche io avrei richiesto. Perché riteniamo la situazione di Trana addirittura peggiore di quella di Balangero, come ha affermato la collega Bresso? Perché anche la storia di Trana, forse più di quella di Balangero, é una storia di omissioni e di reticenze che hanno coperto per anni una gravissima situazione di inquinamento da amianto! La storia sembra recente, ma non lo é. Porto come esempio il titolo de "La Repubblica" del 21 aprile che si riferiva al problema di Trana.
"Fermate L'amianto, sta uccidendo Trana", non ricordando però che l'inquinamento determinato dall'attività della cava di serpentino, in località Rivafredda, nel Comune di Trana, è un problema di lunghissima data.
Noi arriviamo sempre, 'come appunto ha detto la collega Bresso, alle soglie dell'estate, o meglio in periodo estivo avviato, ad affrontare il problema dell'emergenza amianto, quando sappiamo benissimo che di emergenza non si tratta. E' un problema strutturale esistente da tempo.
Per quanto riguarda il caso specifico di Trana, la storia istituzionale della cava data dal lontano 1984, nel cui luglio (evidentemente é il mese in cui fatidicamente il problema emerge) si ebbe la prima petizione rivolta al Comune di Trana, alla Regione Piemonte, alla Comunità montana e all'USSL 35, con la quale più di 100 cittadini denunciavano la forte polverosità derivante dall'attività della cava e i danni arrecati all'abitato dalle forti cariche esplosive utilizzate.
Sempre in quel luglio del 1984, l'USSL 35 competente della zona evidenziò al Sindaco una concentrazione di polveri oltre i limiti di legge sottolineando la presenza di fibre del tipo di quelle che provocano asbestosi.
Il seguito della vicenda é tutto un susseguirsi di petizioni e di richieste, fino ad arrivare al 1986, quando il Comune, con il parere positivo dell'allora Assessorato cave e torbiere della Regione Piemonte nonostante formai accertata presenza di amianto, autorizzò la SPEME a coltivare per altri cinque anni la cava, dettando una serie di prescrizioni sistematicamente disattese dalla cava stessa.
Negli anni successivi vennero effettuate ulteriori analisi, per nonostante un certo impegno della ditta volto aduna più corretta gestione della coltivazione, per tutto il 1987 la concentrazione delle fibre fu ancora abbastanza alta.
E' da mettere in rilievo la condizione ambientale e geografica particolarmente sfavorevole nella cava di Trana, come anche le associazioni ambientaliste hanno messo in evidenza nel loro documento; la cava, infatti è situata in una posizione geografica in cui il vento, che soffia spesso in direzione ovest-est, trasporta le polveri verso l'abitato, provocando condizioni particolarmente tragiche per la popolazione.
Tra l'altro, la proposta di analisi epidemiologica all'USSL 35 veniva già fatta alla fine degli anni '80, però di fatto non è mai stata avviata.
L'ultimo atto è quello risalente al 1989, quando l'allora Assessorato cave della Regione si espresse ancora una volta a favore del rinnovo dell'autorizzazione decennale, senza tenere in alcun conto il pericolo per la salute pubblica.
Nel 1990 il Consiglio comunale di Trana decise un rinnovo dell'autorizzazione di soli sei mesi. Purtroppo la delibera comunale si rivelò carente di motivazioni, per cui la ditta ricorse al TAR che le diede ragione.
Tutto ciò fa concludere che, ancora una volta, i presunti danni gravi e irreparabili per la ditta hanno la meglio sul rischio concreto di danni gravi e irreparabili per la salute pubblica.
Non mi dilungo oltre. Ho voluto solo ricordare quanto lunga e piena di gravi omissioni sia stata la storia della cava di Trana. Ecco perché la cava di Trana è in una situazione peggiore di quella di Balangero; non per questo non dobbiamo occuparci anche di Balangero.
Ritengo che tutti gli impegni richiesti dall'ordine del giorno siano da sostenere, ma soprattutto è necessario avviare immediatamente tutto quanto esso propone. Se non si agisce subito, le conseguenze sulla salute saranno irreparabili.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GROSSO



PRESIDENTE

Il Consigliere Rivalta chiede di intervenire; ne ha facoltà.
RIVALTA Ribadisco l'esigenza di intervenire per la chiusura di queste cave e di quante altre possano risultare pericolose, ma contemporaneamente la necessità di avviare un'operazione di bonifica.
Voglio ricordare che; all'incirca un anno fa, la prima questione di merito fra le competenze regionali che il nuovo Consiglio; appena uscito dalle elezioni del 1990, affrontò fu proprio la questione della cava di Balangero. Fu una discussione per alcuni aspetti anche un po' tesa, nel senso che, di fronte alla nostra richiesta di intervenire e di procedere per la chiusura di Balangero, ci trovammo in presenza di una posizione della Giunta che cercava in tutti i modi di mantenere invita l'attività della cava di Balangero.
Allora fummo anche "facili profeti" perché sollevammo la questione dell'inopportunità di mantenere in attività estrazioni così pericolose richiamando anche il fatto che queste attività non avessero futuro. I fatti hanno dimostrato le nostre ragioni, le stesse incertezze imprenditoriali sullo sviluppo della cava si sono poi appalesate appieno.
Oggi siamo in una situazione in cui la cava non è più attiva, non è più gestita e proprio in questi periodi estivi, di secca, la presenza del materiale depositato nelle cave è più pericolosa.
Credo che l'Assessore Garino ricordi quanto io avevo chiesto, ovvero che la Giunta si facesse promotrice, insieme alla chiusura, di un'operazione di bonifica, Sollevai anche la questione dell'opportunità di dichiarare rischiosa la cava di Balangero (ma in questo caso anche di Trana), chiedendo l'intervento del Ministero dell'Ambiente.
Operazioni di bonifica di questo tipo richiedono spese ingenti che nessuno si vuole accollare; il tentativo di accollarle ad un'impresa che se ne va, che sfugge, credo sia un tentativo per certi versi degno, ma vano La legislazione italiana ha dato all'impresa la possibilità di sfuggire a queste responsabilità; bisogna quindi predisporre (lo sollecitavo l'anno scorso per la cava di Balangero) delle linee di intervento per la bonifica in cui l'operatore pubblico si assume le responsabilità che, in qualche modo, gli competono di fronte a problemi di salvaguardia della salute.
Purtroppo un anno fa non fu presa questa strada, fu fatto il tentativo di tenere ancora aperta la cava e fu delegata alla Giunta l'opportunità di ricorrere al Ministero dell'Ambiente per un intervento su zona a rischio Intervengo, richiamando questi fatti di 12 mesi fa, per sollecitare la Giunta a non ricommettere errori di attesa. L'uso di questi materiali non ha prospettive, fattività economica non regge, credo che Trana sia già praticamente chiusa. Chiedo però che l'Assessore Garino ci dia informazioni certe sulla situazione di Trana e, ave non fosse ancora chiusa, prendesse immediatamente la decisione di farlo. Rimangono tuttavia altre situazioni quali quelle di Balangero e Trana e una ricerca ci deve garantire che non ci siano. Se così non fosse, ci troveremo di fronte ad altre situazioni d'intervento in cui il problema della bonifica diventa importante. E' quindi necessario. con immediatezza. promuovere progetti di bonifica su Trana e su Balangero e su altre situazioni analoghe che emergeranno.
D'altra parte, c'è un problema di conoscere la situazione della salute della popolazione abitante in queste aree. C'è l'esigenza, anche questa richiamata un anno fa, ripresa tra l'altro da sollecitazioni precedenti, di condurre delle indagini epidemiologiche sulle popolazioni di queste aree e sui lavoratori che hanno lavorato in questa zona. E' un problema che va affrontato, non possiamo aspettare che gli eventi ci dicano qualcosa. E' necessario affrontarlo fin da subito. Quindi sollecito l'Assessore Garino a prendere in considerazione, oltre la questione della chiusura, che io vorrei dare per scontata in questo mio intervento, le altre questioni che nel nostro ordine del giorno sono poste, a partire dalla bonifica e dall'indagine sulle condizioni di salute per poter prendere i provvedimenti necessari.
Risollecito, cosa fatta più volte in questo anno, il potenziamento delle strutture dei nostri istituti di igiene pubblica che sono oberati di lavoro. Spesso non sono neppure adeguati dal punto di vista della strumentazione e delle competenze per affrontare tutti i problemi d'inquinamento e di nocività dell'inquinamento presente sul nostro territorio. E' necessaria un'operazione che corrisponda all'esigenza di emergenza che il problema ambientale pone, un'azione per adeguare gli istituti di igiene pubblica ad affrontare i problemi, a diventare laboratori capaci di operare su una vasta gamma di tecnici anche specializzandoli, rendendoli adeguati ad esigenze tempestive d'intervento.
Intervenire tempestivamente riduce certamente gli effetti del rischio.
intervenire con molto ritardo accentua le possibilità che il rischio degeneri in effetti negativi concreti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Maggiorotti.
MAGGIOROTTI Signor Presidente, signori Consiglieri, sulla questione dell'amianto già il piano socio-sanitario regionale 82/84 presentava, nell'allegato concernente la sicurezza della salute dei lavoratori, un capitolo specifico sull'amianto in cui venivano espresse indicazioni generali, ma anche operative su ciò che la Regione si sarebbe impegnata a realizzare in termini operativi e finalizzati al raggiungimento del rispetto del diritto alla salute dei lavoratori in tutte le situazioni ove l'amianto veniva estratto, lavorato, commercializzato e successivamente smaltito.
Questo allegato, laddove parla di amianto, sembra dunque assolutamente non attuato (posto che le stesse indicazioni là espresse vengono riespresse a partire dallo stesso ordine del giorno qui presentato), ma si ripetono nelle indicazioni espresse dalle associazioni ambientaliste e dalle popolazioni e consistono nella richiesta di difesa del diritto alla salute da una parte, uscita dal ciclo dell'amianto dall'altra, bonifica dei siti.
Il "progetto amianto" del piano socio sanitario 82/84 affrontava la questione prevalentemente sul piano del diritto alla salute dei lavoratori e delle popolazioni coinvolte che abitano in vicinanza dei siti dove l'amianto viene estratto e lavorato. Esso poneva già il problema della necessità di una conoscenza sistematica, di un censimento dei siti dove l'amianto veniva estratto, dei prodotti contenenti amianto tra loro diversificati e dei luoghi ove l'amianto veniva lavorato. Già allora si rilevava l'esigenza, cosa che poi é stata confermata come causa tragica di eccesso di mortalità; di intervenire sulla Eternit di Casale Monferrato. Ci troviamo di fronte ad una storia più che decennale (se consideriamo che quel piano é stato approvato nell'82, ma é stato redatto negli anni precedenti) di inadempienze nei fatti e nella realizzazione dei progetti riconosciuti dal Consiglio regionale come fondamentalmente prioritari e da perseguire.
Non ci sarebbe null'altro da aggiungere se non segnalare (forse ora abbiamo più elementi) dati, conoscenze per entrare nel merito delle questioni, affermare ciò che allora poteva sembrare non affermabile sul piano scientifico. In realtà già 10 anni fa si conosceva la pericolosità della fibra dell'amianto come causa sia di asbestosi, prevalentemente nel lavoratori, sia del mesotelioma pleurico e peritoneale nei lavoratori e nelle popolazioni.
Questi dati ci sono e sono inconfutabili; a maggior ragione ora si tratta di operare nel senso della difesa del diritto alla salute di tutti.
Anche se può sembrare pleonastico, ribadisco la necessità di avviare un censimento di tutti i siti dove l'amianto ancora viene estratto, dove stato estratto, dove è stato lavorato e dove attualmente é stoccato, in modo da avviare un indagine epidemiologica sui lavoratori e sulle popolazioni interessate a questo problema. Parrebbe utile non limitare quest'indagine alla zona di Trana, posto che rispetto all'incidenza del mesotelioma pleurico ci troviamo di fronte ad un problema statistico, per cui facilmente potrebbe avvenire che di mesoteliomi, in una popolazione di 3.000 abitanti, quant'è quella di Trana, neanche un caso potrebbe essere segnalato; ma, certamente, su tutta la regione é importante rivolgere l'attenzione alle zone in cui l'amianto é estratto e lavorato, estendendo un'indagine su tutta la regione, un'indagine di incidenza e di prevalenza per verificare quanto, in termini di mesoteliomi, è necessario conoscere.
Teniamo conto che il mesotelioma è un tumore che ha una latenza di 20-30 anni; in questo senso l'indagine deve essere prospettica, prolungata nel tempo e tale da consentire dati attendibili rispetto alle eventuali eccedenze nella presenza di questo tumore tra le popolazioni. Si tratta dunque. di costituire uno specifico gruppo di lavoro presso l'Assessorato alla sanità, in modo che affronti questa questione; finora non risulta sia mai stata affrontata in maniera sistematica.
Aggiungo alcune note rispetto alle risorse che occorre attivare, sempre su iniziativa della sanità, per rendere efficienti quegli strumenti, quei servizi che dovranno occuparsi dell'individuazione della presenza dell'amianto e del riconoscimento della fibra. Servizi che attualmente si limitano a due operatori attivi. su loro iniziativa, tra l'altro, presso il laboratorio di sanità pubblica di Grugliasco. Si tratta di un ingegnere e di un chimico che operano in condizioni assolutamente disastrose per una struttura che dovrebbe esaminare campioni provenienti da tutta la regione.
Questi due operatori si trovano ad operare in una stanza di 4 metri per 3, con un microscopio ottico in condominio con altri loro colleghi, sono privi della possibilità di utilizzo diretto di un microscopio elettronico che potrebbe dare delle risposte inoppugnabili alle richieste che arrivano dai più diversi utilizzatori rispetto alla presenza di fibre di amianto nei materiali che vengono sottoposti ad esame.
Fin tanto che non verranno risolti i problemi di inefficienza di questi servizi, fin tanto che non verranno risolti e affrontati problemi di maggiore efficienza dei laboratori di sanità pubblica, la questione dell'indagine epidemiologica non potrà essere efficacemente affrontata.
Vorrei porre un ultimo interrogativo all'Assessore riguardante la situazione di Trana. Risulta che il servizio cave avrebbe, su richiesta della ditta Speme, espresso l'opinione per cui l'estrazione potrebbe avvenire là dove la presenza di tremolite nel materiale è al di sotto del livello soglia. Essendo il valore al di sotto della soglia in alcune fasce del piano della cava, sembrerebbe che la ditta voglia aggirare l'ordinanza di chiusura del Sindaco asserendo di poter estrarre in questi pezzi della cava. Vorrei su questa ci fosse un'ulteriore precisazione da parte dell'Assessore.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Garino.
GARINO, Assessore alle cave e torbiere Le questioni poste sul tappeto sono parecchie e molte sono andate al di là del problema Trana. Per quanto riguarda Balangero, già un anno fa noi eravamo qui con gli stessi problemi, però c'era stata una soluzione che lasciava intravvedere che una parte di bonifica sarebbe stata operata da parte del nuova concessionario; poi, per ragioni che sono a tutti note, ma che non dipendono assolutamente dalla Regione, il concessionario non ancora subentrato e la situazione rischia di protrarsi ancora a lungo.
Non si può dire però che non abbiamo seguito il problema, tant'è vero che come i Consiglieri sanno, appena 15 giorni fa, insieme con il Presidente del Consiglio, e ancora oggi alle 14,30, ci siamo incontrati con il Sindaco di Balangero e con i rappresentanti dei lavoratori per fare in modo che le iniziative concordate appunto 15 giorni fa avessero un seguito.
Purtroppo non hanno ancora avuto seguito, ma semplicemente perché la Commissione della Camera, che sta valutando la legge, ha risposto alla Presidenza del Consiglio, a ciò incaricata, che non era più possibile un'audizione da parte della Commissione in quanto le audizioni erano assolutamente chiuse. Potremo fare giungere soltanto una memoria scritta ed é ciò che Consiglio e Giunta faranno.
Colgo l'occasione per dire che proprio oggi si sarebbe concordato con il Sindaco di Balangero e con i rappresentanti dei lavoratori un incontro da tenersi il 22 luglio (se non vado errato) in quel di Balangero, con la presenza di un incaricato del Ministro Bodrato, il quale non pu partecipare personalmente, ma che ha assicurato appunto la presenza di un funzionario di alto grado dell'Ente Miniere e quindi della parte interessata.
Per quanto riguarda la questione Trana, non vorrei che sopravvenisse nei Consiglieri l'idea che la Giunta si muove soltanto su espresso desiderio del Consiglio e su ordini del giorno; così accade certe volte, ma in questo caso credo che la Giunta si sia mossa in modo autonomo e nel senso desiderato dagli ordini del giorno.
Devo però fare alcune precisazioni in quanto m'è parso di comprendere che alcuni Consiglieri hanno scambiato questa cava di pietrisco con una cava d'amianto. Non é una cava d'amianto. M'é parso che qualcuno pensasse che fosse una miniera d'amianto, ma non lo é. E' una cava. Inoltre è chiusa in questo momento per la semplice ragione che é stato il Sindaco di Trana a decidere di chiuderla.
Vengo alle questioni sollevate dal Consigliere Maggiorotti, il quale ha chiesto se l'Assessore fosse a conoscenza che qualche funzionario dell'Assessorato cave avrebbe espresso una propria opinione, secondo la quale la cava può essere aperta per una parte che non contenga tremolite.
Credo che questa opinione nasca da un fatto molto semplice: nel passato il Comitato tecnico aveva dato il proprio parere favorevole a che la cava fosse aperta, quando però non c'erano ancora dati scientifici sulla presenza di amianto. Successivamente, analisi fatte dal Politecnico di Torino hanno dimostrato che esistono fibre di amianto soprattutto nella parte bassa, nei "gradoni" di quella cava, e non sono invece. presenti nella parte alta. Questo é ciò che il Politecnico di Torino ha comunicato.
Sulla base di questo fatto e dopo un incontro che io stesso ho avuto con la Lega Ambiente e con il signor Montefalchesi, che guidava una delegazione di cittadini di Trana, nella giornata di venerdì o giovedì, proprio in quella sede si é detto da parte mia che il problema sarebbe stato riportato al Comitato tecnico per una valutazione dei nuovi fatti; cioè delle analisi effettuate dal Politecnico di Torino e su questa base il Comitato tecnico avrebbe espresso un ulteriore suo parere, fermo restando che l'apertura o la chiusura della cava spettano al Sindaco di Trana.
Ma che cosa fare, dopo ciò che è emerso nei dati qui ricordati, che io ho avuto modo di leggere e di discutere con il signor Montefalchesi insieme alla delegazione, che egli guidava, di cittadini e di membri della Lega ambiente? Il primo impegno é stato assunto da parte dell'Assessore all'ambiente e da parte anche dei funzionari, uno dell'USSL di Grugliasco, l'altro, il dottor Mocentini, dell'Assessorato alla sanità a ciò inviato dall'Assessore Maccari. E un'attenta verifica della situazione esistente nel Comune di Trana, che é il primo punto richiesto nell'ordine del giorno.
Secondo; ci siamo posti il problema di vedere dove erario finiti i materiali, con qualche difficoltà, perché i funzionari ci dicono che difficilmente vengono consegnati i registri di scarico a funzionari, sia pure di polizia giudiziaria. Abbiamo però convenuto che questo dovrà essere fatto, per sapere dove sono andati a finire quei materiali, per attuare, m quel momento, un'azione della Regione per stabilire, ovviamente su quantitativi di una certa consistenza, dove sono stati posti, e soprattutto se sono stati posti da enti pubblici (per esempio per cortili o per altre situazioni di questo genere). Questo quindi verrà fatto.
L'indagine che avvieremo non riguarderà solo la Val di Susa; abbiamo preferito individuare nelle cave di pietrisco in attività, le cave di cui occorrerà avere un'analisi. Ne esistono al di fuori della Val di Susa, per esempio in Provincia di Cuneo la stessa società ne ha una, ciò che faremo che le cave in attività saranno poste sotto controllo per vedere se presente l'amianto.
Il problema delle bonifiche, ha ragione Rivalta, si pone. Ma in quali termini? Per intanto occorre disporre di una fotografia della situazione per sapere esattamente che cosa si fa, i gradoni sono certamente quelli che danno amianto, anche se, per la verità - dicono i tecnici - esistono più fibre di amianto nell'aria prodotte da materiale di detrito o da spostamenti che non da rocce che restano ferme e non cavate. Il problema vero é divedere quante fibre vengono rilasciate dai materiali usati sia per cortili, per strade (come mi dicono sia avvenuto nel Comune di Trana), più che non probabilmente dal fronte di cava stessa che pare non rilasci molte fibre.
Per quanto riguarda la richiesta di assumere le stesse iniziative per Balangero è per Trana, credo di poter dire, onestamente, che non si possono porre sullo stesso piano, intanto perché la prima é una miniera di amianto e la seconda é una cava di pietrisco. L'occasione comunque ha permesso di informare il Consiglio delle attività e degli impegni intrapresi e che riepilogo: 1) una verifica della situazione in loco per quanto riguarda l'atmosfera 2) una verifica delle cave di pietrisco in attività, non soltanto di quelle della Valle di Susa, che possono al limite contenere amianto 3) una verifica delle possibilità operative nei singoli settori, dopo questi dati.
Devo dire che non si era parlato in quella sede di indagine epidemiologica della popolazione di Trana. Questa é la novità che leggo nel documento. Manca però l'Assessore Maccari per cui credo che notizie dovrebbe essere richieste all'Assessore alla sanità e non al sottoscritto.
L'Assessore Maccari non avrà difficoltà a fare in modo che questa indagine epidemiologica possa essere effettuata. Circa le bonifiche, devo dire che facile dire di fare le bonifiche, più difficile é riuscire a concretizzare qualcosa, visto che in questa Regione, almeno per quanto mi risulta fino a quest'anno; nel bilancio non sono mai stati previsti fondi per le bonifiche. Quest'anno. per la prima volta, attraverso la legge finanziaria potremo impegnare dei fondi per spenderli nel 1992. E' un fatto reale di cui si dovrà tenere conto, ma sappiamo anche che le risorse disponibili sono quelle che sono.
Mi auguro che in futuro questa parte del bilancio venga potenziata perché so bene che occorre intervenire nel campo delle bonifiche (ne abbiamo discusso anche recentemente in II Commissione dietro un utile suggerimento di Chiezzi), ma per quest'anno sarà molto difficile poter operare.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bresso; ne ha facoltà.
BRESSO Vorrei chiedere se risulta anche all'Assessore l'informazione emersa in sede di conferenza stampa, e conseguentemente confermata che, pur essendo formalmente chiusa; nella cava avvengano ugualmente dei lavori di escavazione.
GARINO, Assessore alle cave e torbiere Io stesso ho posto questa domanda alla delegazione e mi è stato risposto che non c'è escavazione, nel senso che c'erano degli ammassi di detriti di ghiaia, i quali sono stati portati via; quindi é stato commercializzato un prodotto già scavato,. però nessuna altra escavazione è stata fatta, questo é quanto mi risulta finora.
Devo aggiungere, che i due ordini del giorno, così come formulati, non possono essere a mio avviso votati. Il primo, quello presentato dai Consiglieri Majorino e Zacchera. perché chiede di chiudere una cava che già chiusa (si parla infatti di un'ordinanza "contingibile e urgente". che oltretutto non spetta a noi, bensì al Sindaco); il secondo documento contiene una buona parte di iniziative già avviate, per cui votandolo si prenderebbe atto di tutto quant'altro è necessario realizzare.
Così com'è, non é possibile votarlo.
BRESSO Cosa vuol dire che non si può votare? Se alcune iniziative sono già in atto, vuol dire che é pleonastico. In atto, tuttavia, mi pare ci sia la verifica della situazione dell'atmosfera di Trana, il progetto di fare la verifica delle cave, ma non credo sia avviata la verifica di tutte le cave di ghiaia.
L'ordine del giorno del Consiglio, nella peggiore delle ipotesi, è rafforzativo dell'intenzione della Giunta. Se l'Assessore avesse detto "Ecco i dati recenti dell'atmosfera del Comune di Trana, ecco la deliberazione o la lettera formale con cui ho incaricato i funzionari interni di fare la verifica", avrei capito che non si può votare, ma siccome ci sono delle lodevoli intenzioni, prendiamo atto della disponibilità della Giunta.
Può darsi che alla maggioranza basti la parola d'onore della Giunta.
Non vi stiamo definendo mentitori, diciamo però che manteniamo la richiesta che ci sia un impegno formale da parte del Consiglio su quanto la Giunta ha già avviato osta avviando. Se sono già avviate vorrà dire che invece che metterci molto tempo, le cose partiranno più rapidamente. Non c'è l'Assessore alla sanità, ma essendo presente il Presidente della Giunta credo che il Presidente possa impegnarsi per una verifica epidemiologica.
Non mi pare che l'assenza dell'Assessore alla sanità impedisca a che la Giunta prenda un impegno in ordine ad una verifica. Teniamo conto che i dati dell'esposizione della popolazione a queste concentrazioni sono preoccupanti, fanno presumere l'esistenza del problema, soprattutto tenendo conto che il dato più alto si rileva con costanza in una scuola elementare.
Il maggiore pericolo compare proprio per i bambini, non solo perché sono molto vicini all'altezza della ghiaia, ma perché ci giocano e perch essendo giovani, possono contrarre qualche malattia all'inizio della propria vita.
Quindi la nostra iniziativa non é inopportuna. Se ci sono punti dell'ordine del giorno che la Giunta ritiene di non poter svolgere o di modificare, lo proponga: siamo disponibili a modifiche ragionevoli.
Vorrei però non si dicesse che, essendo la Giunta già intenzionata ad operare, l'ordine del giorno non serve; sarebbe come dire che su Balangero non abbiamo più diritto di discutere. Finche non è concretamente avviata l'iniziativa, riteniamo legittimo porre degli ordini del giorno e chiedere che vengano votati.



PRESIDENTE

Propongo di soprassedere alla questione, in modo che l'Assessore ed i Consiglieri che hanno proposto i documenti riflettano su come procedere e come concludere questo punto con un ordine del giorno comune.


Argomento: Questioni internazionali

Esame ordini del giorno inerenti la situazione in Jugoslavia


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame dei documenti sulla situazione in Jugoslavia.
Sono stati presentati: un ordine del giorno a firma dei Consiglieri Rabellino, Cucco, Vaglio e Farassino un ordine del giorno del Consigliere Chiezzi un ordine del giorno del Gruppo Verdi un ordine del giorno dei Consiglieri Leo, Peano, Cavallera e Picchioni un ordine del giorno dei Consiglieri Monticelli, Coppo e Rivalta.
Il Consiglio deve decidere se discuterli adesso o rinviarli.
Ha chiesto la parola il Consigliere Picchioni. Ne ha facoltà.
PICCHIONI Sarei grato al Consiglio se si potesse discutere questi ordini del giorno la prossima settimana, anche perché alcune valutazioni che oggi possono avere un significato potrebbero in seguito essere superate.
Non dobbiamo rincorrere l'attualità della storia, ma, per dare un giudizio più compiuto, ci deve essere una valutazione degli avvenimenti nel loro evolversi, secondo le pause ed il ritmo che gli avvenimenti stessi potranno registrare. Prego quindi gli estensori degli ordini del giorno di discuterli nella prossima seduta.



PRESIDENTE

Il Gruppo rappresentato dal Consigliere Rossa è dell'opinione di rinviare la discussione, così come il Consigliere Ferrara e il Gruppo repubblicano. Il Consigliere Monticelli si era già espresso in questa direzione.
Daremo quindi al dibattito un tempo congruo di discussione.
Chiede la parola il Consigliere Rabellino. Ne ha facoltà.
RABELLINO Noi siamo perla discussione di questo punto all'ordine del giorno.
Riteniamo che questa sia un'occasione importantissima per la Regione Piemonte per anticipare le decisioni che arriveranno dall'alto. La storia non si può cambiare. Chiediamo quindi si vada in discussione oggi e che la Regione Piemonte si esprima, in un modo o nell'altro, sui documenti presentati. Discutiamo, cercando di stare in tempi logici, e usciamo con una votazione.
Se la nostra proposta può sembrare provocatoria si vada in votazione e la si respinga; si prenda però una decisione perché è poco corretto e poco serio, da parte di certe forze politiche, non voler discutere intorno a certi argomenti.



PRESIDENTE

Il Consigliere Rabellino ha espresso la volontà di discutere oggi altri Gruppi hanno espresso l'opinione di discutere la prossima volta.
Pertanto, pongo in votazione questa richiesta.
Chi è favorevole a discutere questa sera gli ordini del giorno inerenti la questione jugoslava è pregato di alzare la mano.
La proposta di discutere tale documento in giornata è respinta con 7 favorevoli, 27 voti contrari e 1 astensione.


Argomento: Cave e torbiere

Esame ordine del giorno n. 161 e n. 213 (seguito)


PRESIDENTE

In attesa che venga modificato e concordato fra tutti i firmatari e la Giunta il testo dell'ordine del giorno inerente la cava di amianto di Trana, sospendo la seduta per alcuni minuti.



(La seduta, sospesa alle ore 17.50 riprende alle, ore 17.55)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
L'ordine del giorno n. 213 presentato dai Consiglieri Bresso, Rivalta Marengo, Calligaro e Segre è stato modificato e concordato d'intesa con la Giunta nel testo seguente: "Il Consiglio regionale del Piemonte rilevato come dai dati di rilevazioni delle concentrazioni di fibre di amianto nell'aria del Comune di Trana, effettuati dal Laboratorio di Sanità pubblica della USSL 24 di Grugliasco, risultano concentrazioni elevatissime, di gran lunga superiori ai valori riportati in letteratura per ambienti di vita situati in prossimità di attività estrattive e manifatturiere di amianto, tanto da essere circa 10 volte più alte dei valori riscontrati in Comune di Balangero, ove è aperta. la cava della Amiantifera S.p.A.
ricordato come la causa della situazione di Trance sia da attribuire alla cava sita in località Rivafredda - gestita dalla ditta SPEME S.p.A., a poca distanza dal centro abitato - i cui effetti dannosi possano anche essere aumentati dall'uso fatto dei materiali di cava per pavimentare diverse località del Comune, comprese aree scolastiche osservato come la situazione sia nota da tempo e sia stata più volte denunciata, e ciò malgrado non si siano avuti sostanziali interventi neppure di controllo considerato che è di questi giorni la notizia che l'Azienda Tranviaria di Torino, per il rifacimento della sede dei binari del tram in corso Turati (di fronte all'Ospedale Mauriziano) e in corso Cairoli, sta utilizzando la ghiaia proveniente dalla cava di Trana, attualmente accumulata presso lo scalo intermodale delle Ferrovie dello Stato di Orbassano impegna il Presidente della Giunta a: avviare immediatamente verifiche della situazione dell'atmosfera in Comune di Trana, intanto acquisendo tutti i dati già rilevati adottare gli opportuni provvedimenti per far cessare definitivamente l'attività di cava a Trana ed avviare la bonifica ed il recupero ambientale dell'area e per intanto adottare immediatamente gli opportuni provvedimenti cautelativi di sospensione delle attività estrattive avviare un'indagine epidemiologica sulla popolazione del Comune di Trana e sui lavoratori dell'azienda addetti all'attività in cava accertare dove sia stata utilizzata la ghiaia proveniente dalla cava di Trana ed adottare gli opportuni provvedimenti di bonifica impedire che i materiali della cava di Trana siano utilizzati in qualsivoglia opera da cui possano derivare inquinamenti e danni alla salute ed inoltre a: prendere analoghi provvedimenti per quanto concerne la cava di Balangero, promuovendo la necessaria opera di bonifica avviare un'indagine sulle attività nella Val di Susa ed accertare l'eventuale presenza di amianto dar vita ad una generale eliminazione del rischio amianto in Piemonte, con una azione che dalla chiusura delle attività di cava si sviluppi sino al compimento dei necessari interventi di bonifica e di collocazione in condizione di non nuocere dei materiali rischio (anche richiedendo l'intervento del Mini-stero dell'ambiente) ed infine a: potenziare, al fine di migliorare la puntualità dei controlli, il personale e le attrezzature del settore amianto del Laboratorio di Grugliasco ed in generale attrezzare le strutture sanitarie piemontesi alle attività connesse alla ricerca, controllo, cura delle esposizioni all'amianto, considerato che si può ormai parlare di una vera e propria 'emergenza amianto' in Piemonte riferire al Consiglio sulle verifiche fatte e sui provvedimenti adottati".
Pongo in votazione tale ordine del giorno.
Chi é favorevole é pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 32 Consiglieri presenti.
L'ordine del giorno n. 161 sullo stesso argomento, presentato dai Consiglieri Majorino e Zacchera, su richiesta dei firmatari, rimane invece sospeso, concorde la Giunta.
Comunico al Consiglio che, nelle prossime settimane, sono previsti due incontri per esaminare la questione della miniera di Balangero: il primo quello richiamato dall'Assessore Garino nella sua illustrazione, che si svolgerà il 15 luglio, da parte di una delegazione del Consiglio regionale a Balangero. Il secondo si svolgerà successivamente, il 22 c.m., e si terrà in questa sede con parlamentari e rappresentanti del Ministero competente e della Regione.


Argomento:

Interpellanze, interrogazioni, ordini del giorno (annunzio)


PRESIDENTE

Le interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenuti all'Ufficio di Presidenza verranno allegate al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta é tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18.00)



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