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Dettaglio seduta n.74 del 25/06/91 - Legislatura n. V - Sedute dal 6 maggio 1990 al 22 aprile 1995

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MONTABONE


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

La seduta é aperta.
In merito al punto 1) all'o.d.g. "Approvazione verbali precedenti sedute"; comunico che i processi verbali delle adunanze consiliari del 19 e 26 marzo e 9 aprile 1991 sono stati distribuiti ai Consiglieri e verranno posti in votazione nella prossima seduta consiliare.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Interpellanza n. 559 dei Consiglieri Riba, Bresso e Rivalta, inerente la costruzione di una discarica in località Castello della Nebbia, in Comune di Fossano


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g. "Interrogazioni ed interpellanze" esaminiamo l'interpellanza n. 559 presentata dai Consiglieri Bresso, Riba e Rivalta.
La parola al Consigliere Riba per l'illustrazione.



RIBA Lido

Sulla questione della discarica in località Castello della Nebbia grava un lungo pregresso di discussioni, di iniziative e di manifestazioni, nel Comune di Fossano che hanno portato - é noto al Consiglio regionale, alla Presidenza e all'Assessore Garino - ad una forte presa di posizione di molte popolazioni, sia all'interno del Comune, di Fossano sia soprattutto all'interno di quella drammatica area geografica oramai definita come il "triangolo delle discariche".
Presidente Brizio, la prego di seguire la discussione in quanto non si tratta di una vertenza locale, ma di una questione che riguarda il principio della localizzazione delle discariche. Stiamo agendo a livello di Regione Piemonte in una situazione di parziale legalità, stante le caratteristiche di non definitività del piano di localizzazione dei siti.
Cito testualmente le parole pronunciate in un dibattito (presente anche l'Assessore Garino) dal Presidente del Consorzio di smaltimento rifiuti del comprensorio di Cuneo, cioè: "Con quel piano delle discariche, tolte le piazze e gli alvei diretti dei fiumi, le stesse si possono localizzare dappertutto".
Non riapro il discorso in ordine alla questione generale, che affronteremo in sede di discussione della proposta di legge, ma apro l'argomento relativo alla gestione delle localizzazioni in una situazione di questa natura, che compete alla Giunta regionale. Quello che é scaturito dall'ipotesi di costruzione di una discarica per rifiuti urbani in località Castello della Nebbia é una localizzazione che porta a ben 7 il numero delle discariche; si tratta di vedere come classificheremo in seguito quella di Clavesana, rispetto alla quale abbiamo presentato un'interpellanza che verrà discussa più tardi, nel cosiddetto "triangolo delle discariche" (Benevagienna, Salmour, Trinità).
Clavesana é su quell'altopiano che sta tra il Pesio, il Tanaro e lo Stura. In quella medesima località esistono già le discariche di Salmour e Benevagienna, con le quali la Provincia di Cuneo ha concorso a risolvere problemi dell'intero Piemonte e di parte della Liguria. Quello che é stato ripetutamente chiesto é di non devastare ulteriormente questo territorio sul quale, oltre alla presenza di due discariche già saturate, esiste anche la discarica industriale della Michelin di Fossano, senza considerare che esiste un'ipotesi di discarica della ditta RAMEL fallita ed una ulteriore richiesta di altra ditta di localizzazione.
Il Comune di Fossano ha agito portando avanti interessi dei quali vorrei fosse data qui rendicontazione poiché ha utilizzato un sito precedentemente adibito a cava. Chiedo se voi siete d'accordo all'utilizzazione di siti nei quali esistono obblighi di ripristino, e quindi ben precisi oneri da parte dei conduttori delle cave nei confronti dell'amministrazione pubblica. perché altrimenti si rischia una situazione di grande illegalità.
Prego il Presidente di prendere in considerazione il problema del Comune di Fossano. Questi, mentre chiede l'autorizzazione a localizzare la discarica ai confini di un Comune che non è d'accordo e che manifesta il suo dissenso con deliberazioni del suo Consiglio Comunale, non soltanto mantiene la localizzazione, ma, dopo aver avuto una sorta di pass. di via dalla Commissione, dalla Conferenza dei servizi, dà in concessione ad una ditta privata, senza trattativa e senza appalto, la conduzione di tutta l'operazione. Rispetto a questo comportamento c'è anche da chiarire l'elemento giuridico e politico.
Voglio ricordare al Consiglio regionale che ha ben diritto di discutere sui comportamenti della Regione Liguria perché l'ACNA di Cengio, malgrado sia ubicata su quel territorio, inquina il nostro.
E' possibile da parte della Regione dare l'autorizzazione ad un Comune che ha sì nel suo territorio la discarica, ma lontana dal centro abitato e il cui confine é nelle vicinanze del centro abitato dell'altro Comune senza tenere conto del parere di quest'ultimo? Se la Regione non interviene in queste situazioni non é più credibile, non si tratta di questioni di emergenza) L'emergenza - e ho tutti gli elementi per documentarlo - é stata volutamente creata dal Comune di Fossano allo scopo di avere mano libera nelle localizzazioni di emergenza, addirittura anche con la tumulazione dei rifiuti in una piazza del centro urbano; questo, voi capite, è fatto allo scopo di ottenere il grido d'allarme: "Fate dove volete, purché si faccia".
Non é possibile un altro tipo d'interpretazione.
Abbiamo presentato l'interpellanza per sollevare un problema di ordine specifico ed ampliarlo in questa sede, ma soprattutto per avere una rassicurante risposta da parte della Giunta.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Garino.



GARINO Marcello, Assessore all'ambiente

La Giunta regionale ha deliberato il 27 maggio di approvare il progetto presentato dalla Castalia S.p.A. e fatto proprio dal Comune di Fossano per l'allestimento e l'esercizio di una discarica di I categoria per rifiuti solidi urbani da ubicarsi in località "Cascina Castello della Nebbia" e da destinare a servizio del Comune di Fossano nonché dei Comuni del costituendo consorzio.
La Giunta é pervenuta a questa decisione sulla base delle risultanze della Conferenza in data 20 maggio, da cui é emerso che il progetto in esame ha ricevuto i giudizi favorevoli di tutti i servizi tecnici regionali (smaltimento rifiuti, tutela acque, prevenzione rischi ambientali, cave geologico, forestale, genio civile), nonché degli altri soggetti partecipanti alla Conferenza,fra cui il Comune di Fossano l'Amministrazione provinciale di Cuneo, l'USSL di Fossano, l'esperto regionale naturalista arch. Fassio, fatta eccezione per i Comuni con termini di Sahnour e Benevagienna.
Le obiezioni di tipo tecnico riportate nella deliberazione n, 21 del 16.5.1991 del Consiglio comunale di Salmour sono, a giudizio dei competenti tecnici regionali, ampiamente superate dalle previsioni progettuali e dalle prescrizioni autorizzative adottate. La località Cascina della Nebbia risulta comunque poi ubicata a sufficiente distanza di sicurezza dai relativi centri abitati, essendo a 2 Km. da Salmour e a 4 Km. da Benevagienna. La Giunta ha tenuto in debito conto il carico sostenuto in passato dai Comuni di Sahnour e Benevagienna a causa della presenza nel loro territorio delle discariche delle ditte Aimeri e ISPA (a cui fra l'altro spetta, come solitamente avviene per le autorizzazioni ; rilasciate per questo tipo di impianti, il recupero ambientale dell'area occupata dalla discarica. Il tempo per la realizzazione di questo recupero é fissato dalla relativa autorizzazione, in questo caso rilasciata dalla Provincia di Cuneo). Infatti in occasione della chiusura di queste discariche e della conseguente situazione di emergenza venutasi a creare in Provincia di Cuneo, la Giunta non ha ritenuto di dover seguire la via più semplice suggerita e richiesta da molti Comuni, cioè quella di concedere una proroga delle discariche esistenti.
Recentemente poi é stato espresso in Conferenza un parere negativo per una nuova discarica di inerti da ubicarsi nel Comune di Salmour; la bonifica degli svernamenti della RAMEL è quella che ha avuto la priorità e che presumibilmente sarà la prima ad essere attuata.
Nei confronti di questa discarica si é ritenuto di dover far proprie le ragioni espresse dal Comune di Fossano, sul cui territorio, non dimentichiamolo. ricade la discarica. La realizzazione della discarica consortile nel sito "Castello della Nebbia" era la sola soluzione che oltre a dare più che soddisfacenti garanzie sotto il profilo tecnico permettesse di risolvere in tempi ristretti la grave emergenza venutasi a creare nel Fossanese e nel Saviglianese a seguito appunto dell'esaurimento delle discariche di Salmour e Benevagienna. Ogni altra soluzione eventualmente ipotizzabile avrebbe richiesto tempi di realizzazione (fra scelta del sito, predisposizione del progetto, convocazione di una nuova Conferenza, eccetera) notevolmente superiori, che non avrebbero consentito l'inizio dei lavori prima del prossimo inverno.
E questo mentre tutti i Comuni del costituendo Consorzio non sanno dove ammucchiare i propri rifiuti, con gravi rischi immediati per la tutela dell'ambiente e della salute pubblica; in alcuni casi i rifiuti stoccati sono anche stati incendiati nottetempo, come riferito in Conferenza.
La Giunta ritiene comunque che, essendo la gestione della discarica "Castello della Nebbia" affidata ad un soggetto pubblico quale il Comune di Fossano, non dovrebbero più verificarsi quei problemi legati alla cattiva conduzione di questo tipo di impianti, quali quelli verificatisi in passato presso le discariche vicine di Salmour e Benevagienna, gestite invece da società private.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

Mi pare del tutto evidente che non si sia risposto, Presidente Brizio alle questioni da me poste. La risposta, diligentemente predisposta stata illustrata per informare semplicemente di che cosa si é fatto dal punto di vista della procedura amministrativa e dal punto di vista tecnico.
Pongo questo problema: come ragiona la Regione Piemonte nell'ambito delle relazioni con la Liguria, quando dall'altra parte si decide contro la sua volontà? Cosa volete che significhi che ci sono i pareri di tutti gli uffici della Regione? Sono gli uffici della Regione che devono dare dei pareri dal punto di vista dell'applicazione di una norma, ma la gestione compete politicamente alla Giunta! Le localizzazioni, con l'attuale piano delle discariche, sono possibili praticamente ovunque! Le cose di cui ho parlato restano quindi senza risposta. Ripropongo essenzialmente due problemi: a) come la Regione considera il problema dell'atteggiamento del Comune che subisce gli effetti della localizzazione della discarica, che è il Comune di Salmour e non quello di Possano b) come giudica e come considererà il fatto che l'emergenza é stata volutamente creata e che in tutti i territori del Consorzio costituito due mesi prima non sono state possibili delle localizzazioni.
Ma, signor Presidente, non sono state nemmeno cercate delle localizzazioni! La localizzazione al Castello della Nebbia era già nelle specifiche intenzioni di una gestione volutamente orientata ai fini di una speculazione da parte di tutta una serie di soggetti! Ripropongo un quesito; come intende regolarsi la Giunta nei confronti di quelle società che hanno delle cave per le quali sono obbligate al ripristino, e come si fa a restituire gli oneri dai quali. in questo caso le società conduttrici della cava vengono esentate? Come intende chiudere la partita, non quella tecnica ma quella politica che si è ' aperta con l'operazione del Castello della Nebbia? E la connivenza, la consociazione tra la ditta privata e il Comune di Possano (richiesta della ditta privata passata al Comune che dà la concessione alla ditta privata senza alcuna procedura concorsuale o gara d'appalto) per la gestione di tutta questa operazione, come viene considerata?



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Garino per una risposta a quanto risollevato dal Consigliere Riba.



GARINO Marcello, Assessore all'ambiente

Il Consigliere Riba dice che gli effetti di tutto ricadono su Salmour.
In effetti, ho già detto e ribadito che di fronte alle mille richieste pervenute affinché la discarica di Salmour venisse prorogata. la Giunta regionale ha risposto con un secco "no". La discarica é situata nel territorio del Comune di Possano, a 2 chilometri da Salmour. Le discariche se ben gestite, non sono devastanti per il territorio, tanto meno lo sono quando si trovano a 2 chilometri da un abitato. Non mi pare di dover demonizzare le discariche fatte bene per dire che in ogni caso devastano il territorio.
Secondo problema: non so quali elementi abbia il Consigliere Rìba per affermare, credo con una certa gravità, che la situazione di emergenza a Fossano sia stata "creata". A me risulta che sono 137 i Comuni in provincia di Cuneo ad avere l'emergenza. Il Consigliere Riba vuole forse dirmi che anche i Comuni gestiti dagli amici socialisti o comunisti o del PDS hanno creato l'emergenza? Che Ormea ed altri hanno creato l'emergenza? Direi che bisogna usare una certa cautela prima di fare affermazioni di questo genere! C'è stata, semmai, un'inerzia da parte di molti Comuni che, nonostante gli appelli lanciati dal sottoscritto 4 mesi prima del 1 maggio, quando dovevano chiudersi le discariche, hanno pensato che qualcuno avrebbe risolto il problema, come avvenuto nel passato. Cosi non é stato. Non sono stato ascoltato, e purtroppo le conseguenze si sono viste.
Ho ricevuto inoltre due interrogazioni da. parte del Consigliere Riba.
Quella sulla discarica di San Lorenzo non è mai giunta in Conferenza regionale e quindi mi é stata presentata un'interrogazione su un'idea che qualcuno poteva avere in testa, ma prima ancora che quest'idea maturasse nella testa degli amministratori; in questa interrogazione si diceva in sostanza: "Comunque lì no".
Anche la seconda soluzione, quella scelta dal Comune di Possano, vede contrario il nostro Consigliere. Io posso rispettare tutto, ma non posso sostenere che il parere degli uffici regionali sia un parere assolutamente burocratico e che occorra sempre e comunque una gestione "politica" delle discariche. Ho per i funzionari regionali, appartenenti ai sei settori che partecipano alla Conferenza, il più grande rispetto perché sono loro che devono dirci esattamente se esistono le condizioni, se non ci sono pericoli per la gente, se il terreno é adatto; bisogna tenere conto di questo.
L'unica opposizione a questo é stata quella del PDS, espressa anche in recenti interviste, sulle quali, Consigliere Riba, ritornerò con molta calma e con molta fermezza Ho letto su "Il Saviglianese" un'intervista al Consigliere Riba dove si dice che "Cuneo ha ricevuto rifiuti per anni da parte di altre Province (anche dalla Liguria) ed una delle soluzioni al problema è che i rifiuti di Cuneo vadano altrove". Cioè vadano a Torino! Consigliere Riba, vista la sua posizione, siccome uno dei Comuni più grandi della provincia torinese che portavano rifiuti a Cuneo é Beinasco perché non chiede al Sindaco di Beinasco, che appartiene al PDS, il motivo per cui non vuole la discarica? E perché il Comune di Beinasco, unico Comune ad avere inserito una discarica nel proprio Piano Regolatore, si sta battendo in Consiglio di Stato contro questa discarica? Occorre coordinare le iniziative. E' strano che mi si chieda, tramite un giornale, di mandare i rifiuti della provincia di Cuneo a Torino, quando il Comune di Torino (gestito non soltanto da amici miei, ma anche del Consigliere Ruba) rifiuta non solo di accogliere i rifiuti provenienti da altre zone, ma persino i propri. Sul problema delle cave, la posizione della Giunta é molto semplice: laddove esiste un obbligo di ripristino delle cave. esso viene fatto rispettare, ma - non vorrei errare - tutto ciò avviene soltanto per le autorizzazioni post-legge 69. Prima questo non era previsto.
Comunque, effettuerò delle verifiche e se fosse così, stia tranquillo Consigliere Riba, si agirà.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

Intervengo per fatto personale, perché deve restare agli atti una mia posizione corretta.
La prima questione riguarda il comportamento del Comune di Fossano: chiedo se stoccare i rifiuti nella piazza del Foro Boario non significhi utilizzare e strumentalizzare una situazione eccezionale.
La seconda questione riguarda il fatto che, in provincia di Cuneo, su un milione e mezzo di tonnellate di rifiuti, 700 mila provengono da altre province e regioni: L'Assessore Garino. strumentalmente - posso capirlo - parla di Beinasco e Torino. Lì sono arrivati rifiuti da tutte le parti del nord Italia e sono stati realizzati gli affari che ciò consentiva.
Allora, quello che si chiedeva era il tempo per utilizzare e disporre di una soluzione razionale


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Interrogazione n. 400 del Consigliere Zacchera inerente la raccolta differenziata delle pile


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interrogazione n. 400 presentata dal Consigliere Zacchera cui risponde l'Assessore Garino.



GARINO Marcello, Assessore all'ambiente

Le pile raccolte in modo differenziato dai vari Comuni del territorio piemontese vengono stoccate provvisoriamente presso le discariche e gli impianti di smaltimento dei rifiuti urbani e gestite dai Consorzi pubblici di smaltimento dei, rifiuti, in forza di due ordinanze del Presidente della Giunta regionale, la n, 1998 del 2 marzo 1989 e la n.13050 del 20 giugno 1989.
In seguito allo stoccaggio provvisorio le pile sono indirizzate a smaltimento definitivo in discariche controllate fuori dal territorio piemontese o sul territorio piemontese, previa apposita inertizzazione mediante cementazione, nel rispetto dei criteri tecnici della circolare del Presidente della Giunta regionale n. 10/ECO del 27 luglio 1988 e della circolare n. 25/ECO del 7 dicembre 1989 (parere n. 30).
Non risultano in funzione sul territorio nazionale e a livello regionale impianti di recupero delle pile derivanti da raccolta differenziata e il Piano regionale per lo Smaltimento dei rifiuti prevede la realizzazione presso l'AMIAT di Torino di un impianto di recupero delle pile al servizio del territorio regionale che a tutt'oggi é finanziato ex art. 1 bis della legge 441/87, ma non é ancora stato appaltato: Tale impianto verrà realizzato previa verifica della funzionalità in impianto pilota, essendo le tecnologie di recupero innovative e non essendoci a livello europeo e mondiale appositi impianti industriali ad hoc.
I dati di produzione e di raccolta delle pile sul territorio piemontese, derivanti da una recente indagine presso i Comuni effettuata dall'Assessorato all'ambiente, individuano un consumo di pile di 300 grammi/abitante/anno pari a 1.350.000 pile totali; attualmente 829 Comuni effettuano la raccolta (68,7% del totale dei Comuni) con una popolazione interessata di 3.960.826 abitanti (88,6% del totale della popolazione). Per gli 829 Comuni la quantità raccolta al 1989 é di 149.347 Kg. che corrisponde ad un indice di recupero annuo del 12,6% rispetto al 30% annuo previsto dal Piano regionale (450.000 Kg.). I valori più elevati sono stati ottenuti nei comprensori n, 1 (Novarese), n. 2 (Vercellese) e n, 4 (Cuneese) che raggiungono quasi tutti un indice di recupero del 25%.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Zacchera.



ZACCHERA Marco

Ringrazio l'Assessore per la risposta anche se, obiettivamente, é stata parziale e quindi restano in me dei timori: innanzitutto abbiamo una media dell'87% circa di pile che, in realtà, vengono buttate (non si sa bene dove) e rappresentano un grosso pericolo; in secondo luogo, per quanto riguarda il loro recupero, dopo lo stoccaggio provvisorio non ci sono ancora utilizzi, anche se mi rendo conto che non é certo responsabilità dell'Assessore.
Piuttosto, Assessore, accetti come consiglio questa proposta costruttiva: tramite le Province, che hanno funzioni di controllo bisognerebbe controllare che le pile depositate nelle discariche - sia pur separatamente dai restanti rifiuti - non vengano dimenticate dopo qualche mese finendo insieme ai rifiuti solidi urbani; ciò nell'impossibilità obiettiva di trovare - come lei diceva - stoccaggi definitivi tramite cementazione, che in pratica non sussistono perché troppo costosi.
Quindi; un controllo da parte delle Province potrebbe essere molto utile e produttivo.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Interpellanza n. 467 dei Consiglieri Majorino e Zacchera inerente l'ex cava di Montiglio


PRESIDENTE

La parola al Consigliere Zacchera per l'illustrazione.



ZACCHERA Marco

Il problema è noto; abbiamo parlato spesso della Valle Versa e del recupero ambientale di quelle zone. Nello specifico, si parla della cava di Montiglio per conoscere maggiormente gli aspetti tecnici legati al suo recupero.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Garino.



GARINO Marcello, Assessore alle cave e torbiere

Il piano di bonifica delle aree contaminate approvato con DGR n.
92/4953 del 25.3.1991. e successive modificazioni ed ora all'esame della II Commissione Consiliare, prevede nel Comune di Montiglio (AT) un intervento sulla cava di gesso in località Codana.
Il sito rientra nel "programma di bonifica a breve termine" ed é stato classificato tra quelli su cui sono previsti interventi che si completano in loco.
Per maggiore chiarezza si fornisce la descrizione sintetica del progetto di massima estratto dal piano. A tale proposito si rammenta ancora che lo stesso progetto é attualmente in discussione presso la II Commissione Consiliare ai fini della definitiva approvazione regionale.
Gli atti e le relazioni di Piano sono consultabili presso tale sede mentre i progetti di massima presso questo Assessorato.
L'iter del piano si completerà quando il Ministero dell'ambiente lo approverà mediante apposita istruttoria tecnica sulle proposte presentate determinando, tra l'altro, la lista degli interventi ammessi a contributo.
Infine come già indicato nella succitata DGR, . si precisa che il costo di ogni singolo intervento approvato, potrà essere addebitato al soggetto pubblico o privato, qualora venga ad esso riconosciuta una responsabilità nel determinarsi della situazione inquinante.
Pertanto in questo momento non é possibile attivarsi con azioni mirate in tal senso, in quanto non si é ancora in possesso di un piano approvato definitivamente, che consenta l'apertura di crediti nei confronti di soggetti pubblici o privati. Fornisco, comunque, al Consigliere la descrizione dell'intervento tratta dal piano che attualmente é in visione alla II Commissione Consiliare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Zacchera



ZACCHERA Marco

Assessore Garino, stiamo attenti perché nel caso della cava di Montiglio, utilizzata per lo stoccaggio di rifiuti abbastanza pericolosi esistono pesanti responsabilità e, se si fa trascorrere troppo tempo, si corre il rischio di non capire più chi sono i veri responsabili.
Da una verifica in loco, risultavano atti di proprietà e di passaggio di quote al termine delle quali non é più stato possibile stabilire il responsabile effettivo della cava e del relativo inquinamento.
E' opportuno che la Regione si attivi in tempi brevi, affinché si determino chiaramente le responsabilità. in prospettiva di un tentativo di recupero estremamente costoso.


Argomento: Valutazione impatto ambientale

Interrogazione n. 306 presentata dal Consigliere Marino, inerente la sistemazione dell'alveo del torrente Ossona


PRESIDENTE

Passiamo ora all'interrogazione n. 306 presentata dal Consigliere Marino, cui risponde ancora l'Assessore Garino.



GARINO Marcello, Assessore all'ambiente

Questo Assessorato ritiene che i problemi, di qualsivoglia tipo, legati ai corpi idrici superficiali non possano essere "risolti" ricorrendo alla copertura o "incubazione" degli stessi.
I corpi idrici sono infatti elementi naturali imprescindibili dell'ambiente e del paesaggio, nei quali si deve e si può trovare il modo di inserirli con opportuni interventi di recupero e sistemazione a verde delle sponde.
A tali criteri questo Assessorato si attiene nello svolgimento di interventi su sponde fluviali lacustri attivati ai sensi degli artt. 2 e 8 della Legge Regionale 2.11.1982, n. 32, mentre malauguratamente altri soggetti istituzionali, quali il Magistrato del Po e diversi Comuni, paiono rimanere legati ad una logica di artificializzazione dei corsi d'acqua (di cui la copertura o "intubamento" é la forma più estrema), andando fra l'altro in piena controtendenza rispetto all'indirizzo assunto ormai dalla maggior parte dei Paesi europei, dove interventi di canalizzazione arginatura o comunque di artifìcializzazione dei corsi d'acqua e delle loro sponde attuati dagli albori dell'era industriale sino a ieri, vengono progressivamente smantellati e sostituiti con opere di ingegneria naturalistica e sistemazione a verde.
Interventi così pensati appaiono essere più consoni alla valorizzazione naturalistica e paesaggistica, più adatti alle finalità di fruizione pubblica delle sponde e d'altra parte non meno adatti, anzi, spesso maggiormente efficaci dei sistemi artificiali di arginatura e regimazione nel raggiungimento degli scopi legati al controllo della corrente fluviale e dalla sicurezza dei cittadini residenti lungo le sponde e dei loro beni.
Su questi soggetti (quali il Magistrato del Po) questo Assessorato, in base alla normativa vigente, non ha peraltro alcun potere d'intervento. Il Comune di Tortona, con comunicazione registrata in data 30/8/1988, in risposta alla richiesta del Magistrato per il Po di Alessandria, dichiarava che le opere di manutenzione ordinarie e straordinarie previste nel P.R.G.
non sono soggette a vincolo di cui alla Legge n. 431/85, come ribadito nell'art. 11 e art. 12 punto b) della L.R. 2/4/1989, n. 20.
Da un sopralluogo effettuato in data 13/4/ 90 dà parte del settore beni ambientali dell'Assessorato alla pianifIcazione territoriale é appunto emerso che l'intervento in oggetto, interessando un ambito territoriale ricompreso in zona B del Piano Regolatore Generale Comunale, non necessita di parere regionale ai sensi della Legge 441.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marino.



MARINO Massimo

Mi pare che la risposta dell'Assessore abbia colto l'indirizzo culturale alla base dell'interrogazione, ovvero il tentativo di contrastare la logica per cui interventi di risistemazione o qualificazione di corpi idrici - in questo caso del torrente Ossona che attraversa in parte la città di Tortona - vengono concepiti secondo "metodi di Attila", radendo tutto al suolo e, nel contempo, pretendendo di attuare una riqualificazione dei luoghi.
La risposta dell'Assessore; peraltro, manifesta una qualche impotenza impotenza anche nostra - relativa a quanto sta accadendo, riferendo che rispetto al tipo di iniziativa promossa dal Magistrato del Po, non vi sono grosse possibilità di intervento da parte della Regione.
Personalmente, non sono in grado di affermare se ciò sia vero, e prendo atto della situazione. In ogni caso, un tal metodo di procedere non riguarda unicamente il torrente Ossona, ma sta coinvolgendo numerosi altri corsi d'acqua. Alcuni mesi fa avevo già presentato un'interrogazione su un altro torrente, il Grue, nella cui area sostanzialmente si attua un metodo simile: si rade al suolo l'intera vegetazione e le sponde vengono cementificate più o meno ampiamente. In alcuni casi, addirittura, si fa "sparire" il corso d'acqua mediante internamento e intubamento, realizzando in questo modo un'ampia piana, sempre più 'o meno cementificata.
La Giunta regionale, al di là delle possibilità legislative e a prescindere dal caso in oggetto, dovrebbe assumere una posizione più precisa rispetto ad un metodo più generale che permetta di affrontare il problema della riqualificazione dei corsi d'acqua, problema che coinvolge numerose aree del nostro territorio. La Giunta dovrebbe fare qualcosa di più che illustrare le competenze e le possibilità sul piano strettamente riferite alle leggi vigenti. Spero che situazioni del genere, oggetto di iniziative ormai quotidiane del Magistrato del Po, vengano ripensate.


Argomento: Viabilità

Interrogazione n. 413 presentata dai Consiglieri Rabellino, Farassino e Vaglio, inerente il casello autostradale di Villafranca d'Asti


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame dell'interrogazione n. 413 presentata dai Consiglieri Rabellino, Farassino e Vaglio.
La parola all'Assessore Panella.



PANELLA Luciano, Assessore ai trasporti

La distanza fra gli attuali caselli di Villanova d'Asti e d'Asti est risulta corretta secondo le tendenze delle odierne scuole di progettazione autostradale, che indicano come ottimale una cadenza di circa 30 chilometri fra casello e casello. L'esigenza dell'apertura di un nuovo casello a Villafranca d'Asti non era, peraltro, stata finora evidenziata da alcun documento programmatico, né della Provincia di Asti né del Comune di Villafranca.
Sarà d'uopo, pertanto, sentire gli Enti locali e la Società Autostrada Torino - Piacenza sull'iniziativa proposta, e sarà cura della Giunta rendere noto agli interroganti i risultati della consultazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rabellino.



RABELLINO Renzo

La risposta dell'Assessore mi lascia senza parole. Il fatto che l'Assessore riporti che "recenti salale di pensiero sulle autostrade ritengano che la distanza ottimale fra i caselli sia di circa 30 chilometri", mi pare fuori luogo. Prendendo ad esempio l'autostrada Torino Milano, la media delle distanze fra un casello e l'altro varia da sei a otto chilometri; lo stesso discorso vale per l'autostrada Torino - Aosta.
Mi pare che la questione debba essere analizzata in modo diverso. Non logico giudicare ottimali 30 chilometri di distanza; occorre considerare se le zone economiche interessate siano adeguatamente servite o meno.
Un'autostrada é sicuramente un elemento di disagio perla comunità che ne viene attraversata, tale comunità deve perlomeno poterne godere dei benefici. Avere un casello a distanza di 10 chilometri mi pare che non sia un grosso beneficio. A noi risulta che la comunità di Villafranca e dei Comuni limitrofi avesse chiesto direttamente alla società autostradale se c'era la possibilità di aprire un casello; ma la società autostradale, che ovviamente non ha alcun interesse, ha subito stroncato l'iniziativa.
Noi sollecitiamo l'Assessorato; se vogliamo fare un discorso con i Sindaci non abbiamo problemi, possiamo sollecitare che facciano una richiesta ufficiale alla Regione Piemonte al fine di legalizzarla in modo corretto, scavalcando momentaneamente la società autostradale, perch ovvio che questa sicuramente non è favorevole ad affrontare nuovi lavori. E indubbio che il discorso autostradale deve essere visto - e qui potremmo parlarne per qualche ora - in funzione europea. Teniamo presente che il nord Italia è l'unico a pagare ancora il pedaggio autostradale, perché al sud sono gratuite, in Germania sono gratuite, in Svizzera esiste un sistema forfettario, per cui anche questo sistema dovrà essere rivisto. Molto probabilmente nella legislatura nazionale in corso non si affronterà il problema, sicuramente però nella prossima legislatura, con la presenza massiccia di certe forze in Parlamento, questo sistema sarà rivisto.


Argomento: Trasporti su ferro

Interrogazione n. 458 presentata dai Consiglieri Farassino, Rabellino e Vaglio, inerente la situazione della ferrovia Torino-Ceres


PRESIDENTE

Passiamo ora all'interrogazione n. 458 dei Consiglieri Farassino Rabellino e Vaglio. Risponde l'Assessore Panella.



PANELLA Luciano, Assessore ai trasporti

Al momento, sulla linea ferroviaria Torino-Ceres sono terminati i lavori di potenziamento previsti dai finanziamenti FIO 1985 e Mondiali '90 sono in atto altri lavori a seguito di rifinanziamenti della legge finanziaria 1987 (396 miliardi), che prevedono anche la sostituzione dell'attuale materiale rotabile. Certamente con la conclusione dei suddetti lavori cesseranno i disagi all'utenza ancor oggi presenti, compreso l'eventuale utilizzo di mezzi sostitutivi su gomma, come é avvenuto perla tratta Torino-Borgaro oggi ripristinata su ferro.
Con riferimento all'attestamento dei treni, al momento questo avviene alla Stazione Dora e tale situazione permarrà fino al completamento dei lavori sul nodo ferroviario di Torino. Già attualmente però due coppie giornaliere di treni proseguono la corsa fino a Porta Susa ed é auspicabile che in seguito tale numero possa aumentare.
Per quanto riguarda la Stazione Dora risulta che la stessa presenziata 24 ore su 24 e solamente la sala d'aspetto passeggeri viene chiusa nelle ore notturne per evitare atti di vandalismo e bivacchi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rabellino.



RABELLINO Renzo

Con questa interrogazione abbiamo voluto evidenziare il problema della ferrovia Torino - Ceres in base alle ultime modifiche. Dietro l'attestamento alla Stazione Dora c'è la volontà politica delle forze di maggioranza di svuotare Porta Palazzo, cioè - si stanno togliendo tutte quelle forme di collegamento che permettevano a questa zona vitale di Torino sotto l'aspetto commerciale uno sviluppo economico interessante.
A parte questo, la situazione della Torino-Ceres deve essere vista sotto il profilo di un sistema metropolitano di trasporti. Non é pensabile mantenerla come linea a sé stante. dobbiamo anche pensare che prima o poi Torino avrà la metropolitana, anche se ci assale sempre più il dubbio che venga realizzata davvero. Come il sistema francese prevede delle linee di metropolitana, la Torino-Ceres, così come la Canavesana, potrebbero essere attrezzate a linee di metropolitana regionale integrate e comunque in attraversamento della città di Torino.
Quindi non abbandonerei del tutto l'ipotesi di ripristinare la tratta tra Stazione Dora e Porta Palazzo, unitamente a quella di ampliare l'attraversamento di Torino con un sistema metropolitano sotterraneo. Erano questi gli aspetti che intendevamo evidenziare con la nostra interrogazione; ci pare però che la risposta dell'Assessore Panella sia stata molto burocratica.


Argomento: Parchi e riserve

Interrogazione n. 493 presentata dal Consiglieri Rabellino, Farassino e Vaglio, inerente il parco naturale Orsiera-Rocciavrè


PRESIDENTE

L'Assessore Nerviani risponde ora all'interrogazione n. 493 dei Consiglieri Rabellino, Farassino e Vaglio.



NERVIANI Enrico, Assessore ai parchi

1 Consiglieri Rabellino. Farassino e Vaglio chiedono di conoscere i motivi che hanno causato il ritardo dei pareri dell'Assessorato in merito al piano d'area del parco naturale Orsiera-Rocciavrè; chiedono inoltre se siano fondate le notizie relative al taglio degli stanziamenti a favore dei parchi; i motivi della mancata sostituzione del personale dimissionario con riferimento all'economo del parco; i motivi della mancata informatizzazione dello stesso, con conseguenti maggiori oneri a causa del ricorso ad appalti esterni.
I quattro quesiti necessitano di risposte articolate. E' opportuno innanzitutto ricordare agli interroganti che gli enti di gestione dei parchi sono enti strumentali della Regione, dotati peraltro di una loro autonomia decisionale. Questa precisazione é utile ed é obbligatoriamente preliminare al fine di comprendere esattamente il significato di alcune delle risposte ai quesiti formulati.
Per quanto attiene il piano dell'area del parco si fa presente che lo stesso è stato adottato dalla Giunta regionale il 23/1/1990, che gli enti locali ed i soggetti interessati potevano far pervenire le loro osservazioni entro il termine del 30/4/ 1990. Entro detto termine ben poche, per la verità, erano state le osservazioni formulate: soltanto quelle del Comune di Coazze, di due privati, del Parco naturale Orsiera Rocciavrè e della Comunità montana Bassa Valle di Susa e Val Cenischia. La concomitanza delle elezioni amministrative ha pertanto suggerito l'opportunità di attendere a predisporre l'atto della Giunta regionale di esame delle osservazioni, che non é propriamente il parere dell'Assessorato, in quanto lo stesso sarebbe stato largamente incompleto e non avrebbe assicurato la partecipazione al processo di formazione del piano delle popolazioni locali e delle loro amministrazioni. Si é trattato quindi di una preoccupazione nei confronti delle popolazioni che richiedono particolare attenzione verso questi documenti.
Tenuto conto che le ultime osservazioni sono pervenute (alle amministrazioni e ai privati é stato concesso il tempo necessario), in data 23/10/ 1990, si é ritenuto, seppure in modo non vincolante, di esaminarle e di procedere alla loro puntuale valutazione, cosa che ha portato ad una corposa deliberazione (41 pagine di risposte) approvata dalla Giunta regionale in data 18/3/1991.
Considerata la mole delle osservazioni pervenute ed esaminate e l'impegno che abbiamo messo (il massimo possibile) nella ricerca dell'intesa tra fruitori dei parchi e operatori nei parchi, non pare vi siano particolari ritardi nell'elaborazione degli elementi di risposta anche in relazione alla necessità che gli stessi siano comunque corretti sotto il profilo giuridico, per cui necessitano, in molti casi, di valutazioni legali di una complessità non trascurabile.
Si fa altresì presente che in base alle vigenti normative urbanistiche e territoriali la versione definitiva del piano è stata trasmessa, ad esecutività della sopra richiamata deliberazione di osservazioni, al CUR per l'esame dello strumento in sede congiunta con la Commissione regionale per la tutela e la valorizzazione dei beni culturali ed ambientali. Quindi vero che é passato del tempo, ma é anche vero che non è stato lasciato inutilizzato: è stato utilizzato con molta puntualità, soprattutto nell'interesse delle popolazioni locali che hanno avanzato una serie di obiezioni che sono state sériamente esaminate e considerate.
In merito al secondo quesito relativo ad un ventilato taglio degli stanziamenti a favore di parchi, deve essere rilevato come tale preoccupazione non sia fondata. E' sufficiente il confronto fra i bilanci '90 e'91 per rendersi conto che le cose non stanno in questi termini.
Infatti sul programma relativo ai parchi per il '90 lo stanziamento era di 16 miliardi e 300 milioni circa, mentre per l'anno '91 lo stanziamento ammonta a 18 miliardi e 606 milioni, ed è uno degli incrementi maggiori nel nostro bilancio. In particolare per il parco Orsiera-Rocciavrè il trasferimento di fondi per le spese di gestione, ad eccezione di quelle per il personale che sono comunque garantite, é passato da 170 a 250 milioni.
Per quanto attiene la richiesta di chiarimenti in merito alla mancata sostituzione del personale dimissionario, richiamato quanto precedentemente rilevato sull'autonomia decisionale dell'Ente Parco - autonomia richiesta dalle popolazioni a garanzia di un loro diretto controllo sulla gestione va precisato che il dipendente di cui trattasi non si é dimesso dall'Ente ma ha richiesto il trasferimento presso il Parco Naturale della Val Troncea. Tale trasferimento é stato concesso dall'Ente Parco (per quanto ci dato sapere), che deve avere evidentemente valutato, in sede di Consiglio Direttivo, che la temporanea mancanza del dipendente stesso non avrebbe significativamente inciso sulla conduzione e sulla gestione del parco. Se ciò sia esattamente in questi termini dovrebbe peraltro essere richiesto agli amministratori del parco, i quali si sono comunque attivati per la sostituzione del dipendente, avvenuta immediatamente mediante comando di altro dipendente della Regione.
Per quanto attiene l'informatizzazione, che rientra nell'autonomia decisionale dell'Ente, tengo a precisare che la Giunta, nell'ambito delle proprie funzioni di indirizzo generale, ha sollecitato tutti gli Enti parco che non l'abbiano ancora fatto a dotarsi di strumentazione informatica che come rilevato giustamente dagli interroganti, consentirebbe una maggiore funzionalità degli Enti stessi.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vaglio.



VAGLIO Roberto

Ringrazio l'Assessore per la puntuale risposta ai nostri interrogativi sottolineando che proprio l'ampiezza della stessa é una sufficiente giustificazione ai nostri quesiti.
Rilevo che in merito alla domanda inerente ai motivi che hanno causato i ritardi, che, in fondo, era alla base di tutto, l'Assessore ha datò sì molte motivazioni, dalle quali si evince però che la principale era lo slittamento dovuto alle elezioni dell'anno passato. Io comprendo che le Amministrazioni locali abbiano avuto problemi nel far pervenire le osservazioni, ma ci risultava che queste fossero state tutte presentate entro la metà di ottobre.
Ho piacere nel sentire che gli stanziamenti sono aumentati, ma non posso fare a meno di rilevare che, indipendentemente da questo aumento, gli oneri che gravano sui parchi sono tali e tanti per cui questa somma non riuscirà, ancora una volta, a sopperire alle necessità.
Vorrei a questo punto ricordare che é perfettamente inutile proseguire in una politica di parchi e di preparchi in mancanza di finanziamenti per far funzionare queste strutture. Proprio per questo motivo voglio anche ricordare che non solo nel parco Orsiera, ma anche in molti altri parchi le popolazioni stanno manifestando delle perplessità sempre più grandi in ordine alle distruzioni praticate dagli ungulati, in ordine alla mancata osservazione delle norme da parte dei fruitori ed all'impossibilità di effettuare controlli con il personale a disposizione.
Le nostre perplessità sulla politica dei parchi permangono. Rilevo che la risposta, per quanto attiene alla nostra interrogazione sufficientemente ampia e soddisfacente; chiedo comunque di avere copia scritta della risposta. Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale



PRESIDENTE

In merito al punto 3) dell'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio", comunico


Argomento:

Interrogazione n. 493 presentata dal Consiglieri Rabellino, Farassino e Vaglio, inerente il parco naturale Orsiera-Rocciavrè

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri: Bergoglio, Bortolin, Cantore Carletto, Croso, Dardanello, Grosso, Penasso, Vetrino, Zanoletti.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento: Organizzazione regionale: argomenti non sopra specificati

Sull'organizzazione dei lavori consiliari


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Rabellino: ne ha facoltà.



RABELLINO Renzo

Si tratta di una considerazione su come si stanno svolgendo i lavori del Consiglio. Mi pare veramente squallido, e mi pare che il termine sia più che mai appropriato, gestire un Consiglio regionale in queste condizioni.
Questa mattina il Consiglio era convocato alle ore 9.30, ma a quell'ora in quest'aula c'erano tre Consiglieri. Abbiamo iniziato alle 11 con un incontro con i pensionati al piano di sopra, una riunione della Commissione Nomine che non si sa se si è fatta o meno e dove si é fatta, con una convocazione che é arrivata o forse no: a me pare che pian pianino il Consiglio regionale sia sceso veramente in basso come organizzazione dei propri lavori.
Dobbiamo ora passare alle votazioni, manca però il numero legale.
Invito pertanto l'Ufficio di Presidenza a prendere atto della situazione e se del caso a sospendere i lavori; invito comunque a sensibilizzare in primo luogo la Giunta, perché non é ammissibile che nel momento in cui si apre un Consigliò la Giunta sia presente con quattro Assessori, ed inoltre i singoli Consiglieri, visto che certi Gruppi di opposizione, bene o male sono sempre presenti.



PRESIDENTE

Il Consigliere Rabellino ha fatto un intervento che condivido. La delegazione dei pensionati si era preannunciata, anche se non per tempo per cui un gruppo cospicuo di Consiglieri, tra i quali anch'io, ha seguito questo incontro. La sensibilizzazione che lei oggi fa presente in aula, noi la portiamo avanti da molto tempo, quasi settimanalmente, in occasione della riunione dei Capigruppo.
Anticipo al Consiglio che ci stiamo organizzando in modo da lavorare per sessioni e cercare di capire se con una diversa organizzazione del lavoro sia possibile avere i Consiglieri presenti.
Richiamo comunque i Consiglieri a rientrare in aula. Mi risulta che ci sia un'unica riunione con i pensionati e che la Commissione Nomine non sia stata convocata.



SEGRE Anna

Vi é un'altra riunione con i Curdi.



PRESIDENTE

E' vero, ma saranno presenti sì e no due persone.



PICCHIONI Rolando

Bisognerebbe cercare, nel limite del possibile, di evitare le riunioni in concomitanza con il Consiglio regionale, lo avevamo detto.



PRESIDENTE

Sono lieta della sua osservazione, ma l'affermazione "lo avevamo detto", mi coinvolge personalmente: io non so più come spiegarlo.



PICCHIONI Rolando

Le riunioni vengono promosse da questa sessione del Consiglio, per cui bisognerebbe, almeno nell'autodisciplina dei Gruppi, che questi incidenti esterni di percorso venissero canalizzati per lo meno in giornate all'infuori delle sedute di Consiglio, altrimenti ci troveremo di fronte ad una latitanza continua; questa mattina in Consiglio eravamo presenti in tre e noi. alle 9,30, siamo sempre presenti!



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta. regionale

Anche la Giunta é sempre presente.



PRESIDENTE

Mi permetto di dire che sono sempre presenti tutti, però si riesce a raggiungere il numero legale solo intorno alle 10.30, se non più tardi.
Ho scusato i Consiglieri che hanno ricevuto la delegazione dei pensionati. Questo incontro non era stato anticipato, altrimenti li avremmo pregati di spostare l'incontro ad altra data, come sempre facciamo quando si verificano queste situazioni.



(Voci in aula)



PRESIDENTE

E' evidente che i rimproveri finiscono per essere subiti sempre e solo dai presenti, purtroppo non si riesce mai a richiamare gli assenti abitudinari. Io mi sono permessa una volta di scrivere che il Consiglio aveva inizio alle ore 9,30 e sono stata sufficientemente rimproverata.


Argomento: Parchi e riserve

Esame progetto di legge n. 131: "Modificazioni alla legge regionale 21.3.1990, n. 12, in materia di aree protette - Riserva Naturale Speciale della Bessa e Riserva Naturale Speciale Parco Burcina-Felice Piacenza"


PRESIDENTE

Passiamo pertanto all'esame del progetto di legge n. 131 di cui al punto 5) all'o.d.g..
Non essendovi richieste di parola, passiamo all'esame del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione é il seguente: presenti e votanti 37 hanno risposto SI 37 Consiglieri.
L'art. 1 é approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione é il seguente: presenti e votanti 37 hanno risposto SI. 37 Consiglieri.
L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per appello nominale L'esito della votazione é il seguente: presenti e votanti 37 hanno risposto SI 37 Consiglieri.
L'art. 3 é approvato.
Si proceda infine alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione é il seguente: presenti e votanti 37 hanno risposto SI 37 Consiglieri.
L'intero testo della legge é approvato.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Interrogazioni n. 589 del Consigliere Zanoletti e interrogazione n. 592 dei Consiglieri Riba, Bresso e Marengo, inerenti la richiesta di autorizzazione della ditta SITRA di Milano per una discarica nel Comune di Clavesana


PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame delle interrogazioni. L Assessore Garino risponde contestualmente alle interrogazioni nn. 589 e 592, rispettivamente del Consigliere Zanoletti e dei Consiglieri Riba, Bresso e Marengo



GARINO Marcello, Assessore all'ambiente

La ditta SITRA di Milano ha presentato in data 27.3.91 una domanda volta ad ottenere (approvazione alla costrizione ed all'esercizio di una discarica di I° categoria per rifiuti assimilabili agli urbani (e quindi non tossici né nocivi) da ubicarsi nel Comune di Clavesana. Ai sensi della legge 441/87, art, 3 bis, I comma, la Giunta regionale, sulla base delle risultanze dell'apposita Conferenza per l'istruttoria tecnica del progetto approva il progetto entro 120 giorni dalla data di presentazione agli uffici regionali.
Pertanto dovendo la Giunta regionale, a termini di legge, deliberare entro 120 giorni, non é stato possibile rinviare la conferenza già convocata per il 27 giugno prossimo, tenendo conto anche del tempo richiesto per la predisposizione dei documenti deliberativi da parte dei funzionari dell'Assessorato.
Si osserva inoltre che il tempo a disposizione del Comune di Clavesana e dei Comuni contermini per l'elaborazione delle proprie conclusioni appare adeguato in quanto del tutto equiparabile con i tempi avuti a disposizione dai Comuni, dagli altri enti locali interessati e dagli uffici regionali competenti per tutte le conferenze fin qui convocate, a partine dal 1988 tenuto anche conto del disposto del numero 2 dell'art. 2 della legge 7.8. 1990, n, 241, in relazione alla DGR n. 115 del 12.11.1990 che fissa il termine di 60 giorni per la convocazione delle Conferenze.
Quanto ai problemi di impatto ambientale rilevati dai Consiglieri interroganti, essi saranno debitamente affrontati e considerati nella sede appropriata, che é appunto la Conferenza istruttoria, alla quale partecipano, oltre al Comune di Clavesana ed ai Comuni contermini, anche l'USSL competente, la Provincia di Cuneo, i Servizi Forestale e Opere Pubbliche competenti, il Servizio geologico, i Settori preposti allo smaltimento rifiuti, alla tutela e gestione delle acque, alla tutela ambientale.
Quindi, in attesa che l'istruttoria tecnica sia completata, non si possono al momento fornire motivati giudizi sui reali impatti ambientali del progettato impianto di smaltimento rifiuti; si valuteranno attentamente tutte le considerazioni che emergeranno nel corso della stessa Conferenza



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

Mi pare che l'Assessore Garino non abbia avuto la possibilità evidentemente la materia è in itinere - di rispondere a tutti gli elementi che noi sollevavamo nell'interrogazione in via preliminare rispetto alla stessa pronuncia della Conferenza dei servizi. Informo il Consiglio che la situazione di Clavesana é particolarmente allarmante perché nella procedura di localizzazione della discarica c'è stato un elemento di estrema non chiarezza nell'ambito del Consiglio Comunale. Infatti il Sindaco, che aveva dato il proprio consenso all'operazione, peraltro non rendendone edotta la popolazione e nemmeno gli ambienti immediatamente vicini ed interessati del Consiglio Comunale, ha dovuto dimettersi per una sollevazione popolare del Comune di Clavesana e di tutti i Comuni contermini. Prego di prendere atto del fatto che siamo di fronte ad una procedura avviata in contraddizione con gli interessi della popolazione, che ha spinto il Sindaco a dimettersi immediatamente. Il Comune di Clavesana e gli altri interessati hanno quindi chiesto una proroga nella Conferenza dei servizi al fine di poter produrre degli atti istruttori. Il fatto che il Sindaco abbia dato il via ad una operazione in termini abbastanza occultati e sia stato costretto a dimettersi - e lo abbia fatto senza particolari reticenze data la dimensione della protesta - poteva rendere necessario un lasso di tempo per informare tutti dell'accaduto. Ritengo che la Giunta avrebbe dovuto concedere una dilazione; non l'ha concessa e adesso la questione è all'esame imminente della Conferenza dei servizi.
Come evidenziato in tutte le interrogazioni presentate, si tratta di una questione che non può essere valutata dalla Conferenza dei servizi. La localizzazione di una discarica in un sito compreso all'interno della zona di impianto dei vini D.O.C. é un elemento di valutazione di merito che spetta alla Giunta e al Consiglio regionale dal punto di vista tecnico.
Proprio per i modi con i quali procede la Conferenza dei servizi non credo che la questione abbia particolare rilievo di merito, dato che tutti giudicano in base a criteri di ordine normativo. Spetta al Consiglio regionale pronunciarsi sul quesito di principio; possiamo concedere la localizzazione di discariche per rifiuti di qualsiasi genere all'interno di zone destinate alla produzione di vini D.O.C.? L'interrogativo é generale di principio e vale la pena rispondere in via politica.
L'altro punto é che tutta l'economia della zona ha il suo epicentro in Clavesana. La cantina sociale del Dolcetto di Clavesana e di Dogliani faccio presente che si tratta di una cantina sociale che raccoglie e commercializza i prodotti di ben due dei sette Dolcetti D.O.C. del Piemonte collocata a 300 metri in linea d'aria dalla discarica. E' una cantina che raggruppa 700 soci con un fatturato di oltre 5 miliardi annui, un fatturato che rappresenta il nervo dell'economia dei Comuni di Clavesana Cigliè, Roccacigliè e tutti i Comuni confinanti, nonché una parte di Dogliani e Farigliano. Di questi 5 miliardi, 1' miliardo e 300 milioni sono ricavati dalla vendita diretta in aziende a piccole partite. Qualsiasi acquirente che dovesse arrivare in quelle zone passerebbe davanti a questa discarica, ne sentirebbe quindi le emanazioni e ne vedrebbe la presenza.
Qui ritorniamo ad una situazione sperimentale che ripropone il quesito riguardante l'inceneritore dell'ACNA e la sua possibilità d'impatto sull'immagine dei prodotti vinicoli D.O.C. dell'Albese. L'allarme generale; tutti i Comuni si sono proposti di fare un ragionamento con le istituzioni, in particolare con la Regione che deve dare il parere in via definitiva. Chiediamo alla Giunta regionale di sapere in che misura si tiene conto di questa circostanza di importanza vitale per l'immagine della zona dei vini ed il destino dell'economia nell'assunzione degli atti che dovranno essere disposti in relazione alla richiesta di discarica.
Faccio notare inoltre che non sono riuscito a capire quali siano i soci della società SITRA. Ha tutta l'aria di essere un'operazione inventata per utilizzare delle aree messe a disposizione da alcuni soggetti al fine dell'eco-business. Anche su questo aspetto pregherei la Giunta di prestare molta attenzione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rabellino.



RABELLINO Renzo

Il problema della discarica di Clavesana, Assessore Garino, è sempre il medesimo, che si ripresenta ogni qual volta affrontiamo l'argomento in Consiglio per una qualsiasi discarica in Piemonte. Siamo noiosi perché lo ripetiamo sovente, ma é necessario affrontare il problema rifiuti in modo diverso. Vorrei sapere che cosa sta ancora aspettando la Giunta perché non possiamo pensare di andare avanti in eterno a cercare dei buchi dove mettere l'immondizia.
Anche per quanto riguarda Clavesana indubbiamente andiamo nuovamente a nasconderci dietro alla cosiddetta emergenza. C'è bisogno di trovare un buco che faccia più comodo a qualcuno e dove gli interessi che vi stanno dietro siano sufficienti per coprire tutta una serie di figure. Se poi non così - e molto probabilmente non lo é - le operazioni, così come vengono portate avanti, non fanno altro che dare adito ad illazioni. Bisogna cercare di affrontare una volta per tutte il problema dei rifiuti, di fare un programma perché non si può arrivare sempre all'ultimo momento. I termini con i quali si è trattata 1a vicenda sono stati termini "blitz", si può dire, tant'è vero che il Sindaco; per fortuna, si é dimesso. Molte volte si approfitta dell'"ingenuità" degli amministratori locali (anche se in certi altri casi di ingenuità non si può parlare) per avere quel consenso che possa permettere l'avvio di una certa procedura, mettendo la cittadinanza di fronte alla "sorpresa".
Invitiamo quindi la Giunta a riflettere attentamente su questa vicenda perché non si può continuare a gestire in questo modo la questione rifiuti.


Argomento: Industria - Commercio - Artigianato: argomenti non sopra specificati

Esame proposta di deliberazione n. 68: "Istituzione di una Commissione speciale di indagine conoscitiva sulla riconversione e la compatibilità ecologica dell'industria piemontese"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame della proposta di deliberazione n. 68 di cui al punto 4) all'o.d.g. Relatore é il Consigliere Staglianò, che ha pertanto la parola.



STAGLIANO' Gregorio Igor, relatore

Signora Presidente e colleghi Consiglieri, riteniamo che l'istituzione di una Commissione speciale di indagine conoscitiva sulla riconversione e la compatibilità ecologica dell'industria piemontese sia di grande importanza per la Regione Piemonte. L'idea la avanzò la prima volta il Gruppo dei Verdi, come ricorderanno i colleghi, ad ottobre dello scorso anno, in occasione di uno dei dibattiti sull'occupazione, a proposito della crisi che investiva il settore automobilistico della nostra regione.
Quell'idea verde ricevette un'adesione immediata di gran parte del Consiglio, divenendo così, nel corso dei mesi, un'idea di tutto il Consiglio.
La ragione di questo interesse ritengo sia molto semplice: i luoghi in cui la produzione (specie di alcuni prodotti particolarmente nocivi) entra in conflitto con la tutela dell'ambiente e la salute dei lavoratori e dei cittadini sembrano destinati ad aumentare sempre di più. La Commissione di indagine intende fornire ai Consiglieri e alla Giunta, attraverso i suoi lavori e la sua relazione. un quadro complessivo della problematica e delle varie situazioni nelle quali si manifesta il conflitto ambiente/lavoro, nel cui ambito lo stesso capitale ecologico del Piemonte rischia di essere usato più velocemente di quanto non possa essere rigenerato.
Da più parti si scrive che stiamo distruggendo le nostre stesse risorse di vita, che sono la premessa di ogni economia. A giustificazione di questa poco lungimirante tendenza economica é stato indicato l'aumento della qualità della vita ed il benessere raggiunto. Oggi, però, siamo arrivati ad un punto in cui la stessa qualità della vita è compromessa.
Ed allora una svolta ecologica globale sembra essere oramai una scelta obbligata. Essa non sarà realizzabile senza un rinnovamento del nostro sistema economico. Un'economia improntata a meri criteri di redditività di breve periodo, alla crescita quantitativa e all'efficienza tecnologica ed economica, ma incurante della preservazione delle sue stesse risorse di vita e di una giusta distribuzione dei beni, oggi non é più sostenibile.
Vorrei aggiungere che la riconversione ecologica dell'economia, come vanno sostenendo da molto tempo e con abbondante letteratura gli ambientalisti di varia matrice, non significa affatto la fine dell'economia: al contrario, lo sviluppo attuale, che diventa sempre più oneroso anche dal punto di vista economico; dimostra che solo un'economia che non distrugga le proprie risorse di vita può sussistere nel lungo periodo. Si può, pertanto, sostenere che l'economia ecologica é l'economia del futuro.
La riconversione ecologica dell'economia rappresenta anche una grande opportunità (con un'espressione enfatica si potrebbe dire che un'opportunità storica per tutti quanti, ed anche per gli imprenditori): contribuire ad assicurare i presupposti della nostra esistenza e progettare un futuro migliore. L'obiettivo di tale riconversione non é perciò una rinuncia, bensì un incremento della vera qualità della vita, un benessere ecologico che è possibile se solo lo si vuole. Questo benessere ecologico colleghi, é persino urgente, se caliamo questi concetti generali in una realtà produttiva come il Piemonte.
Il registro dei tumori della nostra regione segnala che si verificano in Piemonte annualmente 12.000 morti per cancro. E' noto che l'esposizione a cancerogeni nell'ambiente di vita e di lavoro rappresenta la causa principale di questi decessi. Lo stesso obiettivo del piano sanitario regionale di ridurre del 15% da qui al 2000 la mortalità per cancro non pu essere perseguito se non riducendo l'esposizione al rischio cancerogeno.
Occorre superare, pertanto, un'economia che guarda soltanto all'interesse immediato.
La Commissione di indagine conoscitiva dovrebbe indicare il ruolo che le imprese piemontesi possono assumere per la ridefinizione in senso ecologico della produzione. In questo senso la Commissione innanzitutto ha il compito di rilevare le attività produttive industriali che comportano uso di materie e processi di lavorazione tali da determinare inquinamento e degrado ambientale, sia all'interno dei luoghi di lavoro, sia sul territorio. In secondo luogo, essa ha il compito di ricercare tutte le informazioni necessarie per conoscere esaurientemente i materiali usati nelle produzioni, individuandone l'intero ciclo, dall'acquisizione delle materie prime allo smaltimento dei rifiuti.
La Commissione ha, inoltre, il compito di: ricercare informazioni sul tipo delle tecnologie utilizzate nelle lavorazioni raccogliere la documentazione già prodotta per varie vie (UU.SS.
SS.LL., OO.SS. imprese produttrici, ecc.) circa gli effetti causati dalle attività sull'ambiente, sulla salute dei lavoratori e dei cittadini raccogliere i provvedimenti legislativi e amministrativi che i consumatori e le loro associazioni possono utilizzare per agire sull'offerta di prodotti e servizi ed accelerare la riconversione ecologica dell'economia indicare quali siano gli strumenti che la Regione può assumere per favorire il nuovo orientamento economico, per avviare una vera e propria politica di prevenzione dei danni, per evitare i problemi a monte del processo e per sviluppare la ricerca di tecnologie appropriate.
Queste indagini preliminari, che sono parecchio onerose e impegnative potranno concludersi con indicazioni di possibili e reali alternative alle produzioni in atto e con ipotesi di riconversione produttiva.
La I Commissione, colleghi, ha preso in esame la deliberazione. ne ha riconosciuto l'opportunità e l'esigenza e l'ha quindi approvata all'unanimità.
Per i motivi su esposti se ne raccomanda l'approvazione dell'intero Consiglio, in considerazione della rilevanza dei compiti della Commissione.
Come già detto, essa deve fornire al Consiglio e alla Giunta il quadro preciso e complessivo dei problemi e delle diverse situazioni in cui il conflitto ambiente/lavoro si manifesta. Nel contempo, avrà modo di formulare proposte aperte al confronto con le forze economiche e sociali di modo che le imprese, nella ridefinizione della produzione in senso ecologico, siano indotte a preservare le risorse della vita e dell'ambiente, garantendo la giusta distribuzione dei beni prodotti.



PRESIDENTE

Sulla relazione del Consigliere Staglianò é aperta la discussione.
Ha chiesto la parola la Consigliera Bresso; ne ha facoltà.



BRESSO Mercedes

Desidero confermare, poiché siamo fra i promo-tori di questa deliberazione, il nostro voto favorevole. Ricordo che, proprio la scorsa settimana, durante la discussione sui problemi occupazionali del Piemonte molti interventi misero l'accento sulla necessità di individuare attività produttive, sia nel settore primario sia in quelli secondario e terziario che rappresentino punte avanzate sul piano dell'innovazione in campo ambientale. Si tratta infatti di settori nei quali la concorr-enza estremamente vivace a livello internazionale, ma che hanno anche una dinamica occupazionale e produttiva molto forte. maggiore rispetto a molti altri settori produttivi. Questo significa che una regione in grado di avviarsi su un percorso di sviluppo sostenibile é anche una regione che mette da parte risorse fondamentali per la propria economia e per la propria forza lavoro; non si tratta di posti di lavoro generici, ma qualificati ed in settori in fase di rapida espansione, quindi di rapida costruzione di benefici economici. Una prima ragione é quindi il rilancio in una direzione prescelta (scelta cioè coscientemente) dell'economia piemontese, per la quale esistono tutte le caratteristiche strutturali che lo rendono possibile. Una seconda ragione é che il Piemonte, essendo una delle regioni di più antica industrializzazione, in Italia ed in Europa, in particolare nelle valli alpine dell'area torinese, ha accumulato un forte degrado ambientale, quindi i problemi di risanamento e riconversione sono particolarmente acuti Per alcuni di essi, con difficoltà, stiamo cercando di individuare, da anni, soluzioni; questa potrebbe essere un'occasione per non creare casi specifici, ma per integrarli nel problema più generale della riconversione ecologica.
Cito la questione dell'amianto, che presenta grossissimi problemi, ma su cui si stanno offrendo grandi possibilità. In Piemonte, il ciclo dell'amianto sarà soggetto, nei prossimi anni e perforza di leggi, a processi di riconversione; é Importante capire sin d'ora, prima ancora che la legge ci obblighi a farlo, quali sono le modalità per rendere la riconversione un'occasione di rilancio e non di indebolimento della struttura produttiva piemontese. Lo stesso discorso vale per la questione ACNA e per molte altre su cui abbiamo ragionato in questo periodo.
D'altra parte ci sono alcune sollecitazioni in positivo che provengono dalla comunità europea; é in arrivo, si parla di ottobre, la direttiva sull'auditing ambientale delle imprese, cioè sulla certificazione ambientale delle imprese che costituirà - per tutte le imprese che vogliono presentarsi con le carte in regola per competere a livello europeo - un vincolo e non solo una possibilità. Ciò non sarà obbligatorio, ma per chiunque voglia lavorare in Europa, in aree dove le nonne ambientali sono molto più stringenti, sarà una carta vincente e spesso addirittura un vincolo.
E' anche in corso di elaborazione, e l'Italia ha compiti in materia, la direttiva sugli eco-bilanci a livello di prodotto. Anche in questo caso chi riuscirà a mettere da parte, prima di altri, una competenza in materia avrà sicuramente un beneficio intermini di competitività.
L'ultimo argomento su cui sarà possibile intervenire, e che sarebbe strettamente collegato a questo discorso, è la proposta di legge che sta avanzando a livello nazionale, che propone di riunificare, attraverso un documento definito forse impropriamente "il 740 ecologico"; tutte le informazioni ambientali che oggi le imprese devono fornire al sensi di numerosissime leggi ed in maniera scoordinata. Esse servono a poco, ma se riunite in un unico documento permetterebbero. da una parte, di semplificare i compiti di certificazione e dichiarazione delle imprese e dall'altra, di utilizzare queste informazioni per capire le condizioni ambientali del territorio e delle stesse aziende per avviare processi di approfondita conoscenza delle condizioni ambientali del territorio.
Nel corso di questo lavoro, si potrebbe ad esempio valutare l'opportunità di avviare spontaneamente, da parte della Regione Piemonte una forma di raccordo di tutte le dichiarazioni previste ai sensi della legge, per sostituire l'infinita serie di dichiarazioni su aria, acqua rifiuti, rumore, ai sensi della Seveso, ecc.: si potrebbe raccoglierle tutte; utilizzarle e farne uno strumento conoscitivo di grande importanza semplificando allo stesso tempo i compiti delle imprese.
Vi sono problemi sia di arretrati pregressi sia di potenzialità che non si possono sollecitare e rendere note solo attraverso un lavoro conoscitivo. La Regione si può muovere per favorire questo processo che non può che marciare sulle gambe delle attività produttive e dell'imprenditoria piemontese. Potrebbe essere un utile momento di conoscenza per noi, di dialogo con loro e di individuazione di strumenti che la Regione potrebbe mettere in atto per favorire questo processo che da molti osservatori attenti della realtà economica piemontese, come ad esempio il sociologo Bagnasco, che rappresenta uno dei più acuti analisti della nostra realtà economico-sociale, è stato individuato come una potenzialità del Piemonte.
Il sociologo Bagnasco ritiene che l'innovazione, orientata anche in campo ambientale, potrebbe costituire, date le caratteristiche produttive e strutturali del Piemonte, una chance di grande importanza per la nostra Regione. Lo scopo di questa Commissione è quindi quello di provare a verificare se queste sono cose concretamente possibili e non sono solo nostre speranze.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Segre.



SEGRE Anna

Sarò brevissima poiché ha già illustrato la relazione il Consigliere Staglianò.
Voglio anch'io pronunciare alcune parole su questa Commissione che abbiamo così tanto voluto dall'inizio di questa legislatura e che, passati alcuni mesi da quando l'abbiamo concepita e presentata, mi sembra sempre più necessaria. Quasi tutti gli argomenti di carattere ambientale trattati in ambito consiliare dall'inizio di questa legislatura, avrebbero bisogno (Assessore Garino lo sa bene - di uscire dalla fase di emergenza per entrare in una fase più strutturata, in cui gli interventi non siano sempre e solo determinati dal danno che emerge un giorno in una fabbrica, un giorno in un'altra, un giorno in un'area del Piemonte e un giorno in un'altra. Come ha già rilevato la collega Bresso, un'indagine conoscitiva sulla riconversione ecologica dell'industria piemontese non è lavoro di poco conto. Se la Commissione riuscisse a lavorare bene, darebbe un contributo prezioso alla Regione Piemonte e al tentativo di uscire dall'emergenza mediante interventi strutturali sulle industrie inquinanti.
Poiché si è in dirittura d'arrivo per il recepimento, attraverso il disegno della Giunta e la proposta di legge presentata da PDS e Verdi della direttiva Seveso, ritengo che, creando l'unità flessibile di cui si sta parlando e lavorando in sinergia con la Commissione, si ricaverebbero benefici maggiori rispetto alla somma dei vantaggi previsti.
Su questi argomenti, come ho avuto modo di considerare in occasione dello scorso dibattito sulla questione occupazionale, in Parlamento giacciono numerosi progetti di legge di iniziativa di diversi Gruppi politici. Forse il momento per un'analisi articolata della questione non è ancora maturo, ma se non si ricercano strumenti opportuni per risolverla non si sa più come andare avanti. Dei provvedimenti In tal senso potrebbero essere, ad esempio, i bilanci ambientali e tanti altri; tutti da mettere a punto e assai difficili da attivare, di cui si sente sempre più impellente l'esigenza.
E Sarebbe sicuramente un punto qualificante per la Regione riuscire a mettere in piedi una Commissione di questo genere che, lavorando sinergicamente con coloro che applicheranno la direttiva Seveso, sia in grado di rapportarsi direttamente con le varie industrie e per non trovarsi sempre e soltanto ad affrontare situazioni di emergenza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

In primo luogo desidero complimentarmi coni colleghi del Gruppo Verde che sono riusciti ad ottenere un grosso risultato, rispetto al quale, per sono totalmente contrario.
La materia merita attenzione e approfondimento e non. invece, come già In occasione della Legge n. 142, uno stravolgimento totale delle regole del funzionamento di un'istituzione.
Si attua un'indagine per esaminare un argomento di specifico e particolare interesse, e si riferisce al Consiglio affinché lo stesso ne sia informato.
Personalmente apprezzo il progetto per la globalità dell'approccio e la compiutezza del ragionamento; si tratta. però, di un progetto la cui responsabilità. in termini di analisi,conclusioni e deduzioni di proposta è specifico ruolo della Giunta regionale! Un Assessore che Intenda svolgere il proprio ruolo - lo dico con .fermezza. pur con tutto il personale rispetto e stima nel confronti del collega - dovrebbe considerare la materia come oggetto di uno speciale progetto dell'Assessorato all'ambiente da inserire nel Piano di sviluppo della Regione. Invece si assiste ad una Commissione speciale in cui il Consiglio, senza differenziazione di responsabilità tra maggioranza e minoranza, utilizza strutture prevalentemente della Giunta: per fare cosa? Per proposte di intervento che tagliano completamente fuori la Giunta da ogni tipo di responsabilità! Le conclusioni cui arriverà sicuramente la Commissione - "sicuramente" in quanto stimo ed apprezzo la collega Bresso e in particolare il Gruppo dei Verdi, che certamente dedicheranno tempo e passione alla questione porteranno a proposte, e quindi a disegni di legge e proposte di deliberazione, espressioni della stessa Commissione - così com'è scritto che arriveranno in Consiglio senza alcuna valutazione e mediazione della Giunta.
Maggioranza e Giunta devono cogliere un tale stravolgimento della cultura dell'istituzione, che lascia così spazio alla cultura "di movimento". Mi complimento per coloro che sono riusciti a far prevalere i metodi e i percorsi della cultura di movimento; stigmatizzo Il fatto che maggioranza e Giunta registrino con totale adesione, quasi fosse una "festa" da celebrare. una situazione in cui quello che dovrebbe essere compito primario della Giunta (del quale deve rispondere in termini politici e sul quale deve investire in termini di risorse umane finanziarie, di tempo e di invenzione politica) viene delegato ad una Commissione consiliare.
Così come si ,è fatto su questioni di minore importanza, anche in questo caso ci si muove secondo lo stesso criterio: si costituisce un'altra Commissione speciale che esautorala Giunta, acquisendola cultura di movimento in luogo di quella che è la matrice della motivazione che ci ha portati ai nostri ruoli.
Tutti sono contenti; però. come al solito. c'è qualcuno che non è così convinto. Ripeto: dal punto di vista metodologico e della chiarezza dei rapporti e delle funzioni (non certo del merito), si tratta di una questione che richiedeva e giustificava l'impegno della Giunta affînch questa la traducesse in uno dei punti qualificanti del Piano di sviluppo.
Nei prossimi anni si misureranno le questioni inserite nel documento. l a nostra capacità di grande area industriale è condizione della quale continuiamo a non volerci convincere: saremo una delle poche aree industriali d'Europa! E' quindi evidente l'indispensabile compatibilità della nostra attività, che non sarà più quella di Mirafìori, ma dell'intero settore auto, con la capacità di stare all'interno di un sistema ambientale e culturale avanzato: questa è la scommessa del futuro della nostra Regione! E' una scommessa di cui la Giunta deve essere politicamente responsabile: se sfugge a tale obbligo o se evade questa responsabilità. la Giunta deve iniziare a ragionare molto sui motivi per cui siede al proprio posto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

La proposta sottoposta all'esame del Consiglio mi trova d'accordo per quanto riguarda il merito, il ragionamento e le valutazioni. Sul metodo adottato e sull'aspetto organizzativo. oggetto poco fa di discussione e intervento da parte del collega Marchini, vorrei esporre I motivi che portano all'esigenza di impiantare una Commissione sulla questione in discussione, frutto anche del progressivo distacco e della mancanza di integrazione e interazione fra il lavoro della Giunta e quello del Consiglio.
L'abbiamo appurato un'ora fa all'incontro con i rappresentanti del Sindacato in manifestazione davanti al palazzo regionale per problemi inerenti l'assistenza e la sanità, e lo riscontriamo anche in altri settori: occorre inventare uno strumento,un ruolo per non rischiare che l'assemblea elettiva assista come semplice spettatore al passaggio un grande Piano (per il quale; ovviamente. è netta la distinzione fra maggioranza e opposizione), perdendo Il senso del rapporto delle cose fatte con la precedente progettualità, non riuscendo più a seguirne l'iter.
Così sta accadendo per la legge n. 142 nelle assemblee comunali. Tali assemblee si riuniscono molto meno; infatti non hanno più nulla da fare: indirizzi, orientamenti, rapporti tra orientamenti e atti concreti del governo comunale, e quindi della Giunta, non si riescono più a cogliere, e seguire. Rimane la mortificazione.
Non si tratta di assemblearismo: l'assemblearismo é servito per nascondersi dietro all'esigenza di avere un'operatività che molto spesso non voleva fare i conti con gli indirizzi e le priorità, o magari con accordi o patti sottoscritti (come é il caso del Sindacato, che ha fatto un accordo con la Giunta nel gennaio 1990 e, malgrado non ci fossero i mezzi per praticarlo e forse neanche tutte le condizioni, lo si é firmato).
Questa Commissione non credo farà dei danni, non c'è un principio di lesa maestà che viene a costituirsi, ma il merito su cui sorge importante. Certamente su questa materia la Giunta potrà agire, però questo non è un elemento in grado in qualche modo di delegittimare chicchessia o qualcuno nello specifico.
Ritengo sia importante - e questa Commissione forse non lo centra appieno nella strutturazione con la quale vengono distribuiti i compiti di lavoro - giungere ad una cultura che cerchi di fare un bilancio complessivo, considerando il fatto che ci può essere attenzione a una riconversione ecologica dell'apparato industriale e ai benefici sul piano sanitario ed ecologico (benefici in termini di riduzione di spesa o di maggiore efficacia dell'azione). Il nodo é questo: alle imprese alle quali imponiamo un orientamento di riconversione ecologica occorre dare una politica chiara e precisa che sostenga questo processo; politica di riconversione che può essere finanziata se va verso un bilancio complessivo nel quale i benefici in materia ambientale e di sanità (quindi di riduzione eventuale della spesa che se ne determinerebbe) siano maggiori. Faccio un esempio; se siamo estremamente rigorosi con l'artigiano sotto capitalizzato, e non c'é una politica industriale che tenga conto di questa sottocapitalizzazione, lo costringiamo a chiudere; questo é palese.
Questa materia non é soltanto di competenza dell'Assessore Garino, ma abbraccia tutta la politica di un governo, che dovrebbe, in una tastiera abbastanza ampia, calibrare il tasto della politica industriale e quello della politica ambientale e sanitaria, in un intreccio complessivo.
Ritengo quindi importante il lavoro di rilevazione e di conoscenza che si può fare, ma soprattutto é importante il lavoro che si farà, ovvero quello di dare delle indicazioni, forse originare dei disegni di legge e determinare delle politiche. Mi fa piacere che il collega Marchini finalmente abbia detto che queste cose debbono essere inserite in un Piano regionale di sviluppo. Poiché non ho mai visto molto entusiasta la sua attenzione al ruolo propulsivo che deve avere il Piano di sviluppo probabilmente quindi capire che é necessaria una pianificazione é un importante passo in avanti. Ci devono essere, ovviamente, delle consequenzialità nel Piano di sviluppo.
Le iniziative nell'ambito della politica industriale non sempre sono rivolte, Presidente Brizio, all'innovazione tecnologica. Questa é diventata una moda degli umanisti che non capiscono molto bene certe cose e quindi riempiono di informatica le strutture abbondando in apparecchiature; è una cultura che abbiamo ereditato negli anni ruggenti dell'informatica, quando si riempivano di computer gli uffici pubblici. La domanda pubblica che aspetta De Benedetti non deve essere quella, ma un'altra. Dobbiamo cominciare a pensare a supporti forti da dare all'apparato industriale e pensare alla sua riconversione ecologica; soprattutto dobbiamo occuparci di come supportare la piccola e media industria (che é quella più difficilmente controllabile) e l'artigianato, che allo scopo di sopravvivere o aggira gli ostacoli oppure é costretto a chiudere. Cito alcuni casi: nel settore agricolo, per quanto riguarda la zootecnia l'imposizione di depuratori molto costosi porta alla biforcazione della scelta, ma non avendo la possibilità e non essendoci una politica che sostiene queste operazioni, o si aggira l'ostacolo non rispettandolo o si chiude.
Noi dobbiamo far si che questa Commissione possa darci gli elementi di conoscenza non soltanto dello stato dell'arte della materia, ma anche quelli utili a creare degli strumenti legislativi di programmazione e di intervento sui quali cerchiamo di valorizzare l'occupazione. Il problema occupazionale non si risolve soltanto attraverso il CILO, facendo entrare in un'azienda Giovanni piuttosto che Battista; l'occupazione si tutela cercando di far si che il nostro apparato industriale possa crescere e difendersi, e possa anche affrontare i vincoli, ecologici senza dover ridurre posti di lavoro.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavallera.



CAVALLERA Ugo

Il Gruppo della Democrazia Cristiana voterà a favore di questa proposta. Tuttavia ritengo necessario esprimere le valutazioni condivisibili rispetto a quanto hanno detto i colleghi che mi hanno preceduto, ad eccezione di qualche affermazione del collega Marchini, anche per precisare quelli che sono i limiti o comunque le finalità di questa Commissione d'indagine.
La questione ambientale non é l'unico problema di fronte all'amministrazione regionale, ma è certamente il "problema" della nostra società, che è alla ricerca di nuovi equilibri dal punto di vista ambientale tra le esigenze dell'ambiente e quelle della produzione. Molte volte in questa sede ci troviamo ad affrontare problemi sotto la spinta dell'emergenza, ma in questo senso penso sia necessario arrivare a ricapitolare tutta la problematica. Per effettuare un'operazione di questo genere, abbiamo ritenuto utile aderire ad una proposta di Commissione speciale per svolgere un'indagine conoscitiva. Si tratta di un'azione di ausilio ai compiti principali della Giunta regionale, che é impegnata quotidianamente in una gestione delle emergenze esistenti che sono sotto gli occhi di tutti. Non si vuole minimamente ledere competenze o invadere campi altrui, ma solamente rapportarsi a questa realtà particolare del mondo industriale piemontese e alla problematica nel suo complesso per vedere quali sono le caratteristiche effettive di questo impatto sull'ambiente e quali possono essere, tenuto conto delle implicazioni di tipo economico e delle ricadute sociali, eventualmente le indicazioni di prospettiva e non delle proposte di tipo alternativo. Certamente non sarà la Commissione a concludere con delle proposte precise nella direzione A o nella direzione B, ma se svolgeremo con coscienza il nostro compito in questa Commissione avremo la possibilità di affrontare tutte le questioni da un livello di conoscenza più alto ed ampio.
Dalla discussione in sede di Commissione di questo provvedimento ho colto una non contrarietà da parte della Giunta: avremo comunque modo di ascoltare l'intervento dell'Assessore per quanto riguarda la posizione della Giunta regionale. Non ci troviamo di fronte a pericoli di assemblearismo, anche perché non possiamo intendere il rapporto tra Giunta e Consiglio in modo statico, dove il Consiglio attende soltanto le elaborazioni o le proposte della Giunta. La maggioranza in Consiglio impegnata a far camminare velocemente i provvedimenti della Giunta regionale, ma ha anche dei margini di autonomia che possono estrinsecarsi in proposte del tipo di quella che stiamo discutendo.
Proprio per le ragioni che prima sottolineava il collega Marchini, per il fatto cioè che la nostra è una grande area industriale e guardiamo al futuro, dobbiamo cimentarci con problematiche di questo genere, ovviamente ad ampio respiro, sperando di trovare la collaborazione della Giunta regionale e degli organi della Regione nel suo complesso durante lo svolgimento dell'attività di questa Commissione, nella quale noi crediamo con realismo proprio perché siamo coscienti dei limiti di un'indagine di questo tipo.



PRESIDENTE

Il dibattito generale é concluso.
Ha pertanto la parola per la replica il Presidente della Giunta.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Desidero fare un chiarimento, visto che la Giunta é stata chiamata più volte sull'argomento ed é stato anche posto un problema di rapporti Giunta Consiglio, di passività della Giunta rispetto a questa iniziativa.
Questa é un'iniziativa che il Consiglio prende e della quale se ne assume la responsabilità. Si tratta di un'indagine conoscitiva l'importante é che rimanga tale.
Quello che mi lascia perplesso é il punto 6) della delibera. perché la parte propositiva esula dal problema conoscitivo. Comunque noi non ci siamo mai formalizzati sui rapporti Giunta-Consiglio quando c'è un'iniziativa.
che il Consiglio porta avanti e che ha una valenza di questo genere.
Sono tranquillo e sereno; il nostro Piano di sviluppo sarà aggiornato tenendo conto di questa problematica.
Siamo perfettamente convinti, come ha detto Marchini, che il Piemonte resterà una delle aree industria d'Europa. Ma non vogliamo fermarci al solo settore industriale; noi puntiamo (come dice il nostro programma) ad una terziarizzazione, ad uno sviluppo articolato e complesso. Il nostro Piano di sviluppo segue questa linea, noi andiamo in questa direzione e la Regione Piemonte si rende talmente conto del rischio di non rimanere un'area industriale che abbiamo cercato di muoverci a livello europeo in questo contesto; ne sono un esempio il collegamento che abbiamo con la Regione Rhone - Alpes, la nostra partecipazione alla "Route des hautes technologies" e il nostro inserimento, unica regione italiana, nella RETI cioè nel raggruppamento delle regioni europee a tradizione industriale.
Noi siamo perfettamente convinti che questa vocazione rimane quella fondamentale, e il programma va in questo senso. Se il Consiglio vuole avviare un'indagine conoscitiva su questo argomento importante, che è poi connesso al programma regionale, non ci vedo assolutamente alcuna difficoltà.
Ho due preoccupazioni: il punto 6) deve essere chiarito nella sostanza del discorso propositivo; a mio avviso; è un discorso che in parte esula dall'aspetto deliberativo di una Commissione strettamente conoscitiva.
La seconda osservazione che voglio fare è di carattere più generale: mi auguro che il Consiglio, assumendosi questa responsabilità (mi rivolgo particolarmente ai Consiglieri Tapparo e Marchini), si renda anche conto dell'impegno che comporta. del lavoro che gliene deriva, tenuto conto degli altri adempimenti che le Commissioni hanno da svolgere.
Coloro che da qualche anno sono seduti In questi banchi sanno che la nostra storia regionale è ricca di Commissioni di indagine o conoscitive che però non hanno raggiunto grandi risultati. Hanno impegnato grandi risorse. hanno richiesto grandi sforzi, ma poi non sempre sono arrivate a risultati positivi; questo discorso vale ancor più oggi che abbiamo quattro Commissioni fortemente impegnate. Il Consiglio deve rendersi conto del fatto che questa Commissione conoscitiva speciale comporterà ulteriori impegni di risorse umane che non possono essere certamente sottovalutate.
Credo di aver chiarito perfettamente la posizione della Giunta e assicurato l'impègno che la Giunta si muoverà per la parte che le compete totalmente nell'esercizio del programma.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Garino.



GARINO Marcello, Assessore all'ambiente

Sarò molto breve e non ripeterò le cose già dette.
Si tratta di un'indagine conoscitiva, e credo che la cosa più interessante sia stata detta dalla collega Bresso, laddove ha affrontato il problema in termini molto concreti e pragmatici: occorre superare l'emergenza.
Per superare l'emergenza è necessario avere un quadro conoscitivo molto più ampio per arrivare quindi ad interventi strutturali. Un'indagine dì questo genere è certamente di supporto alla Giunta. In questo non sono d'accordo con Marchini, anche se egli può avere ragione pensando a qualche situazione particolare in cui alcuni Consiglieri possono immaginare che attraverso uno strumento di questo genere, possa avvenire uno stravolgimento delle competenze.
Spero di poter considerare l'indagine conoscitiva come un aiuto portato all'intero Consiglio, oltre che alla Giunta; quando era stata presentata .
la proposta di costituire una Commissione d'indagine, mi è parso di capire che questa doveva essere l'indicazione, per cui come tale la accetto.
Sono anch'io d'accordo con il Presidente, ma dal momento in cui si sarà avuta la parte conoscitiva; ritengo che la parte propositiva, più che spettare ad una Commissione di indagine, dovrà spettare ai singoli Gruppi che avranno a disposizione il materiale. Quindi, sotto questo aspetto, il punto 6) potrebbe essere in parte modificato: un'indagine conoscitiva per il Consiglio intero e quindi anche per la Giunta, dalla quale poi singoli Gruppi o la Giunta potranno far scaturire le proprie iniziative.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Staglianò, per la replica.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Intendo precisare il punto su cui si sono soffermati il Presidente Brizio e l'Assessore Gavino, nonché i colleghi intervenuti.
Sia il collega Cavallera che lo stesso Presidente Brizio hanno precisato come non sia assolutamente nello spirito dei proponenti e della Commissione (che ha licenziato all'unanimità la deliberazione) sottrarre spazio e ruolo ad alcuno. L'oggetto dell'indagine è sufficientemente chiaro: si tratta di una conoscenza preliminare, di un'indagine sui presupposti per giungere a successivi atti di governo. Naturalmente, il Consiglio può apportare tutte le modifiche che ritiene opportune al testo proposto.
Richiamo, comunque, il punto 6) del testo, laddove si indica la possibilità di formulare, da parte della Commissione, alternative alle produzioni in atto, proponendo programmi di azione e di adeguamento della normativa regionale da adottarsi da parte del Consiglio. Va da sé che la Commissione, a partire dalle conoscenze acquisite, fornirà suggerimenti a tutti i Gruppi ed alla stessa Giunta. Ne' potrebbe essere diversamente.
Il comma successivo del punto 6) sottolinea come "gli elaborati tecnici progettuali, le relazioni delle audizioni effettuate, le relazioni sui cicli produttivi le cartografie dei territori interessati alle conseguenze delle attività produttive, le valutazioni di esperti, ecc., vengono forniti a supporto delle eventuali iniziative della Giunta regionale". Mi pare che questi termini siano chiari, dopodiché il Consiglio può apportare al testo della deliberazione tutti i perfezionamenti più opportuni, com'è stato già detto in precedenza.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Macchini; ne ha facoltà.



MARCHINI Sergio

Signor Presidente, Assessore, forse qui non ci conosciamo abbastanza: il problema non è rappresentato dal fatto che questa Commissione non avrà tempo, questa Commissione lavorerà eccome, giacché conosco chi questa iniziativa ha pensato e ne ho la stima per sapere che lavorerà e molto.
Quindi. il problema non è che questa non lavori, ma semmai che lavorerà molto.
Rimango con tutte le mie riserve, Presidente. Se su una questione del genere la maggioranza e l'esecutivo non sono riusciti ad anticipare il Consiglio e le opposizioni, si tratta di un infortunio, siamo indietro rispetto ad un problema. Questo va registrato come un infortunio della maggioranza rispetto al quale possiamo anche fare buon viso a cattivo gioco. Visto che si relaziona almeno ogni sei mesi. si prospettano per questa Commissione "tempi biblici" per giungere ad un lavoro propedeutico e di informazione. Se si vuole che queste produzioni vengano fatte in modo diverso, suggerisco - quanto meno per pervenire ad un'astensione, perché la mia rabbia su questo argomento è molta, in quanto rilevo la mancanza di nerbo di una parte di questo Consiglio - che venga fissato un termine ultimo ai lavori di questa Commissione.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Sono fissati due anni.



MARCHINI Sergio

Due anni sono troppi, fra due anni saremo in campagna elettorale e la Giunta e il Consiglio non saranno più in grado di lavorare.
Vogliamo sapere se quello che facciamo è finalizzato a deliberazioni o proposte di legge che abbiano maturazione nel nostro mandato. Quindi immaginando che si è ormai maturato un anno e mezzo della legislatura suggerisco che il termine dei due anni venga portato ad un anno, salvo proroga. Se cioè sulla scorta dei dati che saranno prodotti si riterrà di avviare una fase due, bene, altrimenti il Consiglio e la Giunta avranno tutto il tempo per avviare iniziative politiche che possano portare a delle conseguenze pratiche.



PRESIDENTE

L parola all'Assessore Garino che presenta un emendamento.



GARINO Marcello, Assessore all'ambiente

L'emendamento si riferisce al punto 6) primo comma, eliminare le parole "da adottarsi da parte dei Consiglio regionale" al comma secondo, prima riga, eliminare le parole "elaborati tecnici progettuali" alla penultima riga aggiungere le parole "a supporto delle eventuali iniziative dei Consiglio e della Giunta regionale".



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Bresso.



BRESSO Mercedes

Sono d'accordo sull'emendamento proposto. Intendo però soffermarsi su un'osservazione del Consigliere Marchini che mi pare giusta, cioè che in realtà si tratta di produzioni alternative (è il caso dell'amianto). Questo è vero, ma si potrebbe trattare di modifiche delle produzioni in atto: quindi, al punto 6), dove si dice: "concludono il proprio lavoro con una relazione....". propongo di aggiungere: "che indichi le modifiche e possibilità alternative alle produzioni in atto".
In realtà la riconversione può anche riguardare la conversione dei processi e non necessariamente dei prodotti. Mi sembra quindi giusta l'osservazione del Consigliere Macchini.
Propongo inoltre di togliere la parola "reali", perché concordo che questo termine sia un po' supponente. Non abbiamo alcuna intenzione di essere supponenti, perché sappiamo benissimo che a produrre sono i produttori e non i Consiglieri regionali.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Garino.



GARINO Marcello, Assessore all'ambiente

Sono d'accordo sull'aggiunta delle parole: "che indichi eventuali modifiche e possibilità alternative". Per quanto riguarda i tempi concordo con quanto ha suggerito il Consigliere Marchini, cioè a dire: "ad un anno salvo proroga":



PRESIDENTE

L'emendamento è così formulato: i primi due commi del punto 6) sono modificati come segue: "6) La Commissione conclude il proprio lavoro con una relazione che indichi eventuali modifiche e possibilità alternative alle produzioni in atto e proponga programmi di azione e di adeguamento della normativa regionale.
La relazione è corredata da relazioni delle audizioni effettuate relazioni sui cicli produttivi, cartografie dei territori interessati alle conseguenze delle attività produttive, valutazioni di esperti, ecc. a supporto delle eventuali iniziative del Consiglio e della Giunta regionale in tema di compatibilità ambientale tra industrie e territorio" il punto 7) è modificato come segue: "7) La Commissione termina i suoi lavori entro un anno, salvo proroga dalla sua costituzione".
Non essendovi altre richieste di parola pongo in votazione la deliberazione n. 68, il cui testo emendato verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 36 voti favorevoli e 2 astensioni.


Argomento: Parchi e riserve

Esame proposta di deliberazione n. 151: "Normativa del piano naturalistico del Parco Naturale dei Laghi di Avigliana approvato con deliberazione dei Consiglio regionale n. 1092C.R. 9785 del 20 luglio 1989 - Modificazioni"


PRESIDENTE

Passiamo ora al punto 6) all'o.d.g. che prevede l'esame della proposta di deliberazione n. 151. Non essendovi richieste di parola, pongo in votazione tale deliberazione, licenziata all'unanimità dalla Commissione competente, il cui testo, a mani dei Consiglieri verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare al mano.
La deliberazione è approvata con 30 voti favorevoli e una astensione.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Esame proposta di deliberazione n. 209: "Approvazione del regolamento per l'accertamento dell'idoneità psicofisica nelle scuole per operatori sanitari"


PRESIDENTE

Passiamo ora al punto 7) all'o.d.g. che prevede l'esame della proposta di deliberazione n. 209.
Non essendovi richieste di parola pongo in votazione la deliberazione il cui testo, a mani dei Consiglieri. verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi e favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 18 voti favorevoli e 12 astensioni.


Argomento:

Rinvio degli argomenti iscritti ai punti 8) e 9) dell'o.d.g.


PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta, Brizio.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Chiedo che sia rinviato l'esame dei punti 8) e 9) all'o.d.g., in quanto giovedì prossimo è previsto un incontro e quindi disporremo di ulteriori elementi.



PRESIDENTE

D'accordo.


Argomento: Partecipazioni azionarie regionali

Esame progetto di legge n. 135: "Sottoscrizione del terzo aumento dei capitale sociale della S.I.T.O S.p.A.". Questione pregiudiziale di non passaggio all'esame dell'articolato presentata dal Consigliere Majorino e Zacchera


PRESIDENTE

Passiamo pertanto al punto 10 all'o.d.g. che prevede l'esame del progetto di legge n. 135.
Ha chiesto la parola il Consigliere Zacchera. Ne ha facoltà.



ZACCHERA Marco

Intervenendo sul progetto di legge n. 135, desidero richiamare anche i punti 8) e 9) all'o.d.g. perché l'art. 18 della legge regionale 10.2.85, n.
10 recita: "e per le società delle quali la Regione sia azionista, nei 10 giorni precedenti la data per la quale è convocata la assemblea, ci deve essere da parte dei Presidente della Giunta una relazione sull'andamento della società e il Presidente riferisce alle Commissioni consiliari competenti sull'andamento della gestione sociale e sulla conformità degli atti programmatici e d'indirizzo della Regione".
Sono iscritti all'o.d.g. della seduta odierna tre aumenti di capitale di rilevante :entità; due slittano, mentre il terzo pare si possa fare.
Tutto questo senza che sia stata data alcuna relazione al Consiglio sull'andamento delle società e sui motivi che hanno portato all'aumento, ma soprattutto sulle prospettive che le società avranno nell'immediato futuro.
Mi chiedo se non sarebbe più corretto rinviare anche il punto 10) in modo da avere una relazione che illustri i motivi per cui si procede all'aumento di capitale. Dire soltanto che "bisogna dotarsi di nuovi elementi tecnologici", è una giustificazione troppo succinta. Quindi pregiudizialmente, chiedo che venga rinviato anche il punto 10) alla prossima seduta insieme ai punti 8) e 9) con le relazioni di tutti e tre gli aumenti di capitale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

Intervengo solo ai fini di formalizzare la richiesta espressa dal collega Zacchera, nel senso che chiediamo il rinvio della discussione sia perle ragioni esposte e sia soprattutto perché persiste una violazione dell'art. 18 della L.R. 10/85 e sia ancora perché la stragrande maggioranza della Giunta è assente.
Ciò premesso chiedo che si voti la pregiudiziale di rinviare anche la discussione del progetto di legge n. 135 insieme a quelli di cui ai punti 8) e 9) all'o.d.g. dei quali ha chiesto il rinvio il Presidente Brizio, non solo perché nella relazione che accompagna il testo di legge non si spiegano; sia pure in sintesi, le ragioni dell'aumento di capitale, ma anche perché è stato violato vistosamente l'art. 18 della L.R. 10/85, la quale prevede l'obbligo del Presidente della Giunta di riferire alla Commissione consiliare competente ogni qualvolta sia convocata una assemblea di azionisti. Non si può quindi discutere oggi né il progetto di legge di cui al punto 10) all'o.d.g. né quelli di cui ai punti 8) e 9) in quanto sono tutti, nella relazione di presentazione, privi di un'indicazione sia pure sommaria, del motivo per cui si vuole pervenire all'aumento di capitale tramite la sottoscrizione di nuove azioni.
L'altro argomento principale è. comunque, quello della violazione dell'art. 18 della L.R. 10/ 85, laddove si prevede - come ha già rilevato il collega Zacchera - che per le società delle quali la Regione è azionista nei 10 giorni precedenti la data di convocazione dell'assemblea degli azionisti, il Presidente della Giunta riferisca alla Commissione consiliare competente sull'andamento e sulla gestione sociale. "Gestione sociale" è la parola che viene al momento giusto, perché ai fini di formulare, di votare e di decidere l'aumento di capitale e, quindi, di fare sopportare oneri alla Regione, era più che mai necessario, nel rispetto dell'art. 18 della L.R. 10/85. che ci fosse una relazione del Presidente della Giunta alla competente Commissione consiliare.



PRESIDENTE

La parola al Presidente Brizio.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Per quanto riguarda questo aumento di capitale abbiamo presentato e quindi discusso Il relativo disegno di legge in sede di Commissione competente. Se questo non è assorbente dell'art. 18 della L.R. 10/85 non v'è nulla che sia più assorbente. Devo inoltre ricordare che fu presentata e poi discussa, una relazione generale sull'andamento delle partecipazioni e degli enti strumentali sempre in sede di Commissione. Mi paiono ampiamente assorbenti degli adempimenti che vengono richiesti dal collega Majorino e, d'altra parte, la prassi è che sugli aumenti di capitale vi sia la presentazione di un disegno di legge che chiarisce gli obiettivi e le richieste avanzate da parte dell'assemblea che sono completamente assorbite. Quindi, ritengo che la richiesta venga superata dagli adempimenti che, di fatto. si sono svolti con la presentazione del disegno di legge e la sua discussione in Commissione. Di fatto c'è un diritto sostanziale che supera il diritto formale. "summum ius, summa iniuria".



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

Io ho formalizzato una pregiudiziale e ribadisco la richiesta che si voti sul non passaggio all'esame dell'articolato, dopo le spiegazioni non convincenti. per il nostro Gruppo, date dal Presidente della Giunta.



PRESIDENTE

Pongo pertanto in votazione per appello nominale la pregiudiziale di non passaggio ai voti presentata dai Consiglieri Majorino e Zacchera. il cui testo recita: "I sottoscritti Consiglieri chiedono che per le motivazioni esposte a voce non si passi all'esame dell'articolato del disegno di legge n. 135".
L'esito della votazione é il seguente presenti e votanti 39 hanno risposto SI 21 Consiglieri hanno risposto NO 18 Consiglieri La pregiudiziale é accolta.


Argomento: Enti Istituti Fondazioni Associazioni di rilevanza regionale

Esame proposta di deliberazione n. 190: "Adesione della Regione Piemonte alla Fondazione Maria Adriana Prolo - Museo del Cinema - Archivi Cinema Fotografia ed Immagine"


PRESIDENTE

Passiamo pertanto all'esame della proposta di deliberazione n.190, di cui al punto 12) all'o.d.g. E' stato presentato un emendamento da parte dell'Assessore Nerviani che ha la parola per illustrarlo.



NERVIANI Enrico, Assessore alla cultura

D'intesa con il Comune di Torino. proponiamo di ridurre la quota di adesione da 150 a 120 milioni; ciò perché il Comune di Torino indica in questo valore quello possibile al momento presente. Vedremo eventualmente di integrare, se avremo le disponibilità, in altri modi il nostro contributo al Museo del Cinema.



PRESIDENTE

L'emendamento é così formulato: al terzo e quinto periodo del dispositivo della delibera sostituire "150 milioni" con "120 milioni".
Chi é favorevole a tale emendamento é pregato di alzare la mano.
E' approvato con 29 voti favorevoli e 1 astensione.
Pongo infine in votazione la deliberazione così emendata, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi é favorevole é pregato di alzare la mano.
La deliberazione é approvata con 29 voti favorevoli e 1 astensione.
La seduta é tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13,30)



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