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Dettaglio seduta n.71 del 11/06/91 - Legislatura n. V - Sedute dal 6 maggio 1990 al 22 aprile 1995

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 3) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri: Beltrami, Cantore, Cavallera Croso, Dameri, Farassino, Ferraris e Gissara.


Argomento: Partecipazioni azionarie regionali

Esame progetto di legge n. 120: "Quinta sottoscrizione di nuove azioni della Promark". Presentazione ordini del giorno di non passaggio all'articolato (seguito)


PRESIDENTE

A conclusione della discussione di carattere generale di questa mattina, sono stati presentati due ordini del giorno, il primo a firma dei Consiglieri Majorino e Zacchera, il secondo a firma del Consigliere Cucco.
Poiché entrambi chiedono di non passare all'esame dell'articolato, propongo che, dopo l'illustrazione da parte dei proponenti, i Consiglieri che desiderano intervenire si esprimano su entrambi i documenti.
Un terzo documento, presentato sempre dai Consiglieri Majorino e Zacchera, verrà discusso dopo poiché si tratta di un ordine del giorno sospensivo dell'esame dell'articolato, ai sensi dell'art. 79 del Regolamento.
Il primo documento recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte, rilevato che la mancanza di una circostanziata previsione/programma di quello che potrà essere il futuro della soc. Promark costituisce motivo ostativo e preclusione, per la Regione, a sottoscrivere nuove azioni considerato che la proposta sottoscrizione di nuove azioni di cui al disegno di legge 120 costituisce un modo surrettizio per ripianare (per la quinta volta in dieci anni, e con danaro pubblico) i debiti nei quali naviga la Promark decide di non passare all'esame dell'articolato." Il secondo documento recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte in assenza di una analitica relazione sui deficit accumulati in questi anni dalla società Promark che indichi le cause ed eventualmente i responsabili di questa gestione in assenza di un progetto definito per l'utilizzo dei fondi rastrellati con la ricapitalizzazione avviata con il disegno di legge n. 120 oggi in discussione, nonché in mancanza di indicazioni certe sul futuro della società decide di non passare all'esame dei disegno di legge n. 120: quinta sottoscrizione di nuove azioni della Promark fino alla presentazione e alla discussione dei due documenti citati in premessa" La parola al Consigliere Majorino per l'illustrazione del primo ordine del giorno presentato.



MAJORINO Gaetano

Signora Presidente, colleghi, l'ordine del giorno di non passaggio all'articolato è una conseguenza immediata e diretta delle argomentazioni contenute nella relazione di minoranza, che sono state ampiamente illustrate dal collega Zacchera e che richiamo integralmente senza aggiungere una parola.
In maniera più precisa e puntuale l'ordine del giorno richiama, così come è già stato detto non solo nella nostra relazione di minoranza, ma anche da altri nel corso del dibattito, come argomentazione principale per non passare all'esame dell'articolato la mancanza di una precisa, puntuale e dettagliata previsione programmatica di quello che potrà essere il futuro della società Promark.
Che le cose stiano così mi pare circostanza che può essere definita pacifica, in quanto nella stessa relazione di maggioranza si dice che sono emerse, nel corso dei lavori della Commissione, delle ipotesi dirette a studiare dei provvedimenti da parte della Giunta, che poi sarebbero stati sottoposti al Consiglio.
E qui una prima considerazione va fatta. Nel corso di una informale riunione dei Capigruppo, tenutasi il 29 gennaio 1991, era già stato preannunziato l'avvio di alcune ipotesi dirette a rivedere l'assetto della Promark ed io personalmente, cosa che normalmente non faccio come penso forse nessuno di noi, avevo preso degli appunti, che ho ritrovato in occasione di questo dibattito, su un pezzo di carta, che è leggermente ingiallito perché eravamo al 29 gennaio 1991.
Qui scrivevo, recependo fedelmente quanto veniva detto: "Vengono ribadite le tre possibili ipotesi": 1) messa in liquidazione 2) aumento del capitale per ripianare i "debiti" (ed è quella che poi si è realizzata) "valutare la possibilità di inserire la Promark in Expo 2000 e, a latere, in un non meglio identificato" (questa era una mia annotazione) "istituto regionale" 3) (non ricordo da chi sia stata enunciata) "trasformare la S. p.A. in società a responsabilità limitata", ed io, nelle mie annotazioni, ho messo un punto interrogativo perché non riuscivo a capire che differenza potesse esserci in una simile soluzione.
Quindi già al 29 gennaio venivano formulate, senza che peraltro venisse presa posizione nel corso di questa informale riunione dei Capigruppo, tre ipotesi. Oggi, nella relazione di maggioranza si dice che si ha da fare l'operazione di cui al disegno di legge, che in sostanza è un'operazione di ripianamento dei debiti, la quinta (la quinta operazione di ripianamento dei debiti in dieci anni), ai fini di fare poi la scelta di quanto potrà accadere: c l'ipotesi sostenuta da noi, quella dell'amministrazione controllata, e l'ipotesi sostenuta da Ferrara, della messa in liquidazione e via dicendo.
Quindi, la mancanza di una previsione programmatica di quanto potrà accadere rispetto al panorama delle tre ipotesi formulate il 29 gennaio e il fatto che questa formulazione non sia stata fatta dopo sei mesi ci rende scettici sul fatto che possa essere fatta quanto prima, perché sei mesi rappresentano un congruo lasso di tempo (non è molto, ma è pur sempre un decimo di legislatura) e durante questo periodo nulla è stato fatto al riguardo.
Fatte queste considerazioni devo aggiungere che, se la coerenza avesse cittadinanza nella politica in generale e in quest'aula in particolare, il Gruppo della Democrazia Cristiana dovrebbe toto corde votare a favore di questa pregiudiziale, e ne spiego la ragione.
Questa pregiudiziale poggia principalmente, questo va sottolineato sulla mancanza di una previsione di quanto potrà accadere in ordine alla Promark. La ragione per cui il Gruppo della Democrazia Cristiana dovrebbe aderire alla pregiudiziale, se ci fosse coerenza, è questa.
Nel corso di un dibattito riferito ad un disegno di legge presentato dalla Giunta di sinistra, (eravamo al 18.6.1981, non cera Picchioni, per c'era qualcuno che parlava a nome della Democrazia Cristiana), si discuteva sulle modalità per ripianare - si trattava della seconda volta i debiti.
Parlando a nome della Democrazia Cristiana, il Consigliere Carletto autorevole in quanto oggi è Assessore, esponeva un concetto ed una motivazione contraria all'aumento di capitale per ripianare i debiti della Promark. I concetti esposti nelle relazioni di maggioranza di allora (Giunta di sinistra) e dell'epoca moderna (Giunta pentapartitica) erano, in sintesi, le stesse: "Bisogna ripianare nell'attesa di un programma di rilancio".
In questo caso (e ricordo che si tratta della quinta volta) non si parla più di rilancio, ma di onorata sepoltura, o meglio, interpreto come onorata sepoltura quanto è stato detto.
Ebbene, in quell'occasione, parlando a nome della Democrazia Cristiana l'Assessore Carletto testualmente diceva: "Ci pare scorretto e poco chiaro proporre al Consiglio Regionale un disegno di legge che prevede la sottoscrizione di nuove azioni senza fornire sufficienti elementi di giudizio per poter esprimere la nostra posizione". Non è mia intenzione paragonare elementi non omogenei, ovvero la situazione di allora, in cui non si parlava di "onorata sepoltura" della Promark, e la situazione attuale in cui si prevede lo scioglimento, il fallimento o l'amministrazione controllata. Allora si esprimeva un concetto valido condiviso ampiamente anche da noi, di carattere generale, cioè: senza la formulazione di elementi di giudizio non si possono esprimere posizioni, e quindi si diceva che il voto era negativo. Oggi, evidentemente, il discorso non è più valido in quanto, anche senza una scelta delle tre possibili ipotesi sulla sorte della Promark, si dice che questo va bene perché si verificherà in futuro quale scegliere.
Inoltre ho sentito, con sommo stupore, l'Assessore Vetrino metterci in allarme dicendo che "oggi si spendono più di seicento milioni, ma in futuro ci saranno altri esborsi previsti e prevedibili"; questa affermazione si lega con la relazione di minoranza nella quale il Consigliere Zacchera molto più esperto di me nella materia tecnico-politica ha messo in evidenza come ci siano certe posizioni debitorie sommerse che serviranno a poco, se non a dare ossigeno, spendendo soldi. Queste sono le motivazioni fondamentali del provvedimento che noi riteniamo - senza usare toni forti "politicamente scellerato". Come era scellerato Egidio quando attentava alla virtù della monaca di Monza, così lo è questo provvedimento quando attenta alle modestissime e magre finanze regionali, carne evidenziava questa mattina la collega Seghe. L'unica cosa certa di questo provvedimento è la spesa dei 640 milioni.
Le motivazioni che ho sintetizzato sono queste, a favore dell'approvazione dell'ordine del giorno di non passaggio agli articoli sia mio che del collega Cucco.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cucco per l'illustrazione del suo documento.



CUCCO Enzo

Intervengo per sottolineare che l'ordine del giorno di non passaggio ai voti da me presentato si richiama all'art. 63 del Regolamento e quindi si tratta di una questione sospensiva. In effetti mi sono sforzato di pormi dalla parte di chi deve in qualche modo gestire la "patata bollente" della Promark, nel senso che l'ordine del giorno da me presentato pone alcune condizioni per l'ulteriore corso della vicenda. Sappiamo tutti ormai che la questione è arrivata a untale punto per cui bisogna intervenire spendendo i soldi necessari per chiudere la società, se poi si deciderà veramente di chiuderla.
Al riguardo pongo due questioni: una è quella di ricevere una analitica relazione sul deficit accumulato in questi anni e poter consultare i bilanci con particolare riferimento alle responsabilità, perché io non credo che tutto si possa far passare in cavalleria dicendo semplicemente che si tratta di una questione di scelta politica sbagliata delle Giunte di sinistra. E' stata una scelta politica sbagliata che ha avuto l'appoggio anche di questo pentapartito con ben cinque sottoscrizioni di capitale, per cui bisogna individuare chi sono i responsabili. Purtroppo il nostro sistema politico-istituzionale è tale per cui i responsabili non pagheranno, questa è la realtà, Assessore Vetrino, si spende il denaro pubblico esattamente come lo si vuole spendere senza che nessuno poi paghi effettivamente.
L'altra questione che pongo alla vostra attenzione è quella di avere delle certezze sul futuro. L'Assessore ha detto adesso che l'unica certezza "certa" è quella della liquidazione: tecnicamente come avverrà, se attraverso un liquidatore o attraverso una Commissione, non lo sappiamo. La Giunta deve prima stabilire delle certezze, poi partecipare alla riunione della società dicendo che, essendo il socio di maggioranza, si riserva ancora di prendere delle decisioni, dopodiché riferirà in Consiglio e se del caso, si procederà alla ricapitalizzazione, conoscendo però questi elementi.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ferrara. Ne ha facoltà.



FERRARA Franco

Rilevo una certa incongruenza di questi documenti, anche se entrambi presentano degli elementi di validità che sono da considerare. I due ordini del giorno presentati dai Consiglieri Majorino e Zacchera pongono alcuni elementi di oggettiva preoccupazione: stiamo valutando un bilancio al 30 novembre e non al 31 dicembre, magari a quella data la situazione potrà subire delle modificazioni, mentre l'ordine del giorno del Consigliere Cucco chiede di sospendere il tutto in attesa di avere alcuni chiarimenti Io non sono d'accordo su questi ordini del giorno per due motivi: innanzitutto perché credo che la Giunta abbia una scadenza molto precisa alla quale non si può non far fronte, infatti il Codice Civile dice "senza indugio" e poiché stiamo parlando di una situazione al 30 novembre, mi pare si sia indugiato fin troppo. La Giunta deve quindi partecipare a questa assemblea avendo la possibilità di rispondere a certi quesiti.
Il secondo elemento che mi lascia perplesso è che oggi la Giunta si è espressa in modo diverso rispetto al passato: il collega Cucco ha parlato di prospettive e il Consigliere Majorino dice che allora non si poteva fare perché non c'erano elementi precisi di giudizio rispetto alle prospettive.
A me pare che oggi la Giunta abbia dato alcuni elementi di giudizio rispetto alle prospettive, infatti in modo molto preciso e puntuale la Giunta ha detto che dobbiamo agire in questo modo in quanto la Regione deve comunque far fronte alle passività e ai debiti di questa società. L'ottica precisa è quella della messa in liquidazione della società che, nel corso del dibattito, vedremo come formalizzare. Potremmo affrontare nuovamente il discorso, però in questo momento ritengo non sia possibile non dare l'autorizzazione, la copertura alla Giunta perché vada ad affrontare in assemblea la situazione grave di questa società, adottando quei provvedimenti che il Codice Civile impone all'azionista. Pertanto, per i motivi sopra elencati, ritengo che queste pregiudiziali non possano essere accolte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Squillario.



SQUILLARIO Luigi

Il nostro voto sarà contrario sui due ordini del giorno proposti.
Questa mattina abbiamo delineato la nostra strategia: la situazione attuale della società risulta dalla relazione del Consiglio di Amministrazione e da quello dei sindaci. Successivamente si potrà discutere sulla situazione dei debiti, nelle sedi competenti. Nella linea tracciata dalla Giunta e, in particolare, dall'Assessore Vetrino, il punto fondamentale è l'approvazione dell'aumento di capitale. All'assemblea del 17, secondo le indicazioni e gli impegni presi dal Presidente Brizio e dall'Assessore Vetrino quali risultano dal verbale societario, la Regione si dichiarerà disponibile all'aumento di capitale in vista del superamento dell'attuale assetto societario.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

Parlo anche a nome di altri 11 colleghi. Abbiamo sottoscritto un documento con il quale chiediamo di avvalerci dell'art. 66 del Regolamento e, quindi, anziché votare per alzata di mano o per appello nominale chiediamo che la votazione avvenga a scrutinio segreto. Questo per rendere il voto veramente libero.



PRESIDENTE

Do lettura del documento presentato dal Consigliere Majorino e altri: "I sottoscritti Consiglieri chiedono, ai sensi dell'art. 66 del Regolamento, che sulle pregiudiziali del non passaggio agli articoli del progetto di legge n. 120, la votazione avvenga a scrutinio segreto".
Firmato da Rabellino, Vaglio, Cucco, Chiezzi, Maggiorotti, Sartoris Zacchera, Majorino, Segre, Miglio, Marino e Staglianò.
L'articolo n. 66 del Regolamento recita: "Lo scrutinio segreto si effettua anche quando lo richiedano nove Consiglieri, sempre che il Presidente della Giunta regionale non dichiari che l'oggetto investe il programma politico o la propria permanenza in carica".
La parola al Consigliere Picchioni.



PICCHIONI Rolando

Chiedo la motivazione della richiesta di applicazione dell'art. 66.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

Data la complessità della materia, dato che ci è sembrato di cogliere delle perplessità anche fra i colleghi Consiglieri della maggioranza su questo problema, dato che ci accingiamo a votare su un disegno di legge quanto meno anomalo e visto che si ripianano dei debiti di una S.p.A, nella quale la Regione è socio maggioritario, insieme ad altri 11 Consiglieri ho formulato questa richiesta perché è una questione di coscienza assumersi la responsabilità, a fronte di un bilancio molto risicato della Regione, di votare a schede segrete. La ragione principale, a nostro avviso, è quella di far sì che il voto, nel segreto dell'urna, sia veramente libero da parte di tutti, maggioranza e minoranza.



PRESIDENTE

In proposito non ci sono altri iter, c'è semplicemente il richiamo al terzo comma dell'art. 66 che ho già letto.
La parola al Consigliere Squillario.



SQUILLARIO Luigi

Si è parlato di responsabilità, di chiarezza di posizione dei Gruppi e delle persone, ma non penso che in Consiglio ci sia qualcuno che si senta intimidito nell'esprimere il proprio parere sulla Promark e che, quindi, si debba ricorrere al voto segreto. Si tratta, collega Majorino, di una diminutio per tutti noi.
Per quanto ho capito, leggendo il volume di oltre 200 pagine e la relazione svolta dal Presidente Brizio in sede di Commissione sugli enti strumentali e le società a partecipazione regionale, nonché quanto detto dall'Assessore oggi, vi è un punto specifico del programma politico della Giunta che riguarda il riordino di tutte le società di partecipazione.



PRESIDENTE

Vorrei fare un richiamo alla concretezza: poiché questo terzo comma del Regolamento esiste, le discussioni sono più di merito sulla natura di questo terzo comma del Regolamento che non collegate alla materia. Se il Presidente della Giunta ritiene che questa materia sia annessa al programma o comunque sia fondamentale, di conseguenza pone una sorta di fiducia, se non lo ritiene non la pone. Non credo che il Regolamento debba essere commentato più di tanto, nel senso che chi lo ha invocato ha già fatto qualcosa di più rappresentando le motivazioni. La natura del voto segreto ha di per sé queste caratteristiche: se la si invoca lo si fa per queste ragioni, se non la si Invoca è perché non si ritiene che queste ragioni debbano essere richiamate. Dico ciò parlando concretamente, perché non si tratta di fare un dibattito o una sorta di autocoscienza su questo.
Piuttosto, se non ci sono interventi da parte del Presidente della Giunta e mi sembra che al momento non ci siano - ritengo di dover procedere a tre votazioni separate, anche se voi lo richiedete per entrambi i documenti.
Sono state predisposte tre schede perché le votazioni non si possano unificare, a meno che i Consiglieri Cucco e Majorino non ritengano di ritirare una delle prime due e allora si può fare una votazione soltanto.
La parola al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

Non ho nessuna intenzione di perdere tempo, di fare ostruzionismo o altro. Si potrebbe votare, in conformità alla nostra richiesta, con schede segrete sui due ordini del giorno in quanto le conclusioni degli stessi sono identiche.



PRESIDENTE

D'accordo. Resta pertanto il documento di non passaggio agli articoli.
Si proceda alla distribuzione delle schede.
Chi vota sì approva i documenti dei Consiglieri Cucco e Majorino; chi vota no, li respinge.
Si proceda quindi alla votazione a scrutinio segreto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 49 hanno risposto SI 23 Consiglieri hanno risposto NO 26 Consiglieri.
Le pregiudiziali sono respinte.
Passiamo ora all'esame dell'ordine del giorno sospensivo all'esame degli articoli del disegno di legge n. 120, presentato dai Consiglieri Majorino e Zacchera, il cui testo recita: "1l Consiglio regionale del Piemonte Pur esprimendo apprezzamento nei riguardi dell'impegno dell'Assessore preposto, alla luce del dibattito consiliare: rilevato che il disegno di legge 120 fa riferimento ad una situazione societaria della Promark alla data del 30/11/90 che nel frattempo dovrebbe essere stato predisposto il bilancio 1990 che logicamente non può conte nere gli stessi dati del 30 novembre essendo la Promark tuttora operante che pertanto la perdita d'esercizio 1990, se si vanno ad escludere artifici di bilancio, non può essere numericamente identica a quella al 30/11/90 e che all'interno degli articoli del disegno di legge si danno specificatamente indicazioni numeriche che, approvando il disegno di legge non ci si ritroverebbe comunque con un capitale ricostituito, al netto delle perdite, pari a quello proposto dal disegno di legge stesso decide di non passare all'esame dell'articolato se non dopo l'indicazione, a mezzo di emendamento della Giunta, riportante con precisione le perdite 1990 e pregressi esercizi e, conseguentemente formalizzi specificatamente la provvista finanziaria necessaria a Promark per riprendere in contabilità con una situazione libera da perdite pregresse all'1/1/91 sottolinea che alla data odierna non è stata ancora presentata una bozza di bilancio al 31/12/90 né la stessa è stata presentata all'assemblea ordinaria dei soci. " La parola al Consigliere Zacchera per l'illustrazione.



ZACCHERA Marco

Questa è una pregiudiziale squisitamente tecnica e pregherei i colleghi Consiglieri, anche se è già scontato l'esito infausto della mia richiesta (visti i precedenti), di valutarla con attenzione.
E' una grossa leggerezza che stiamo tutti compiendo per un minimo di disattenzione. In seguito ad un breve giro informale di pareri, chiesti ai Consiglieri, tra minoranza e maggioranza, ho capito che la totalità, o quasi, dell'assemblea è convinta, approvando in giornata il disegno di legge n. 120, di ripianare - non stiamo a vedere se è un bene o un male la perdita dell'esercizio scorso e riadottare - come dicevo io - il "cestino della merenda" di Promark per il 1991.
Se avete avuto la ventura di seguire con attenzione le carte sottoposteci, avrete notato che non è così, in quanto la situazione di bilancio che ci viene proposta non è al 31 dicembre 1990, ma al 30 novembre. Si va, quindi, a votare una legge che non è relativa al ripiano dell'esercizio 1990, ma ad un ripiano che, nella mia modesta carriera di dottore commercialista, in 15 anni di professione, è la prima volta che vedo, cioè un ripiano infrannuale.
Con questa cifra noi non ripianiamo tutte le perdite del '90, ma solo una parte; fra l'altro, se nel mese di dicembre la Promark non avesse potenzialmente avuto perdite, ci ritroveremmo con degli utili di esercizio mentre, se avessimo altre perdite, ci ritroveremmo a bilancio '91 con una parte di perdita non corrisposta.
La cosa più strana e che non mi convince è che gli illustri Consiglieri d'Amministrazione della Promark, e la legione dei Sindaci che compongono il Collegio Sindacale, non si siano resi conto che conveniva convocare invia ordinaria l'assemblea dei soci per approvare il bilancio 1990, nel periodo trascorso da gennaio ad oggi, perché siamo a giugno e quindi in regime di prorogatio rispetto al 30 aprile, che è il termine normale per l'approvazione del bilancio.
Si doveva approvare il bilancio del '90, constatare la perdita effettiva e quindi procedere al ripiano della perdita '90 indicando la cifra stabilita in assemblea. Siccome nessuno ci impedisce, come assemblea ordinaria, di approvare il bilancio che dà i risultati effettivi di esercizio, provvediamo allora a coprire tutta la perdita del '90.
Faccio questa richiesta perché ho cercato di dimostrare questa mattina che alcuni dati di bilancio della Promark sono, se non posso dire falsi almeno profondamente da controllare. E' quindi sbagliato andare ad approvare il ripiano di una perdita sulla sabbia se non si ha la sicurezza che la perdita indicata all'art. 2 della legge, che comporta poi la determinazione non a caso del miliardo e 140 milioni di ricostituzione di capitale, sia quella effettiva al 31 dicembre 1990.
Quando mai, in una società, si è andati durante l'anno a ritemprare delle perdite? Potevamo utilizzare la perdita al 31 dicembre '89; era l'ultimo bilancio certo approvato in assemblea dalla Promark nel 1990 per il 1989.
Avremmo dovuto fare l'assemblea ordinaria e non straordinaria della società per l'approvazione del bilancio e - stabilita la cifra - provvedere al suo ripiego. Ecco perché, dando poca speranza di essere accolta dal punto di vista tecnico, posto ci sia la volontà politica di ritemprare le perdite sarebbe molto opportuno approvare il bilancio della Promark in sede di assemblea ordinaria e procedere, in seconda battuta, a coprire le perdite approvando un articolo di legge che non indichi la cifra esatta alla lira ma che dica soltanto che è autorizzata a coprire le perdite al 31 dicembre '90. Diversamente, dal punto di vista contabile, incontrerete dei problemi.
Se la nostra sospensiva dell'esame di questa normativa non verrà accettata passeremo alla presentazione di cinque precisi emendamenti che presenterò insieme al collega Majorino e andrò a discutere singolarmente perché in buona parte riprende i temi di questa mattina.
Dal punto di vista tecnico vi prego quindi di sospendere l'esame della legge, ma comunque di farlo dopo aver esaminato le cifre, cioè al 31 dicembre del '90.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ferrara.



FERRARA Franco

Signor Presidente, ho ascoltato con attenzione ciò che ha detto il collega Zacchera e ritengo non abbia ragione.
Forse è passato troppo tempo, ed in questo senso può aver ragione perché il Codice Civile dice "senza indugio" quando ricorrono le condizioni previste dall'articolo 2447, ma in realtà stiamo eseguendo una riduzione e un contemporaneo aumento del capitale sociale a copertura perdite stabilito dall'assemblea del 31 gennaio che aveva preso atto della perdita emergente a bilancio al 30 novembre.
Può darsi che al 31 dicembre ci sia un'ulteriore perdita; io mi auguro che si metta la Promark in liquidazione, per cui non si presenteranno più questi problemi. Qualora non dovessimo metterla in liquidazione, la mia opinione è che probabilmente abbiamo di nuovo superato il limite previsto dall'art. 2447 e che domani mattina si debba convocare nuovamente l'assemblea. A parte quello che avverrà in futuro, questo disegno di legge serve soltanto per dare esecuzione ad un aumento di capitale sociale stabilito il 31 gennaio. Quindi, in questo senso, c'è un ritardo nei tempi troppo ampio per l'esercizio del diritto di opzione, ma mi pare sia tutto coerente e, quindi, che la richiesta di non passaggio ai voti non sia accoglibile.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di intervento, pongo in votazione per alzata di mano la questione pregiudiziale testé discussa.
E' respinta con 23 voti favorevoli e 27 contrari. Passiamo pertanto all'esame del relativo articolato.
ART. 1 1) Emendamento presentato dai Consiglieri Majorino e Zacchera: "La Giunta regionale è autorizzata a sottoscrivere la copertura pro quota della perdita di esercizio 1990 e di sottoscrivere n. 5983 azioni sociali di lire 19.000 ciascuna al fine di ricostituire il capitale sociale di lire 200 milioni, nella misura minima prevista dalla legge e contestualmente richiedere al Tribunale di concedere a Promark di essere ammessa ai benefici dell'amministrazione controllata." La parola al Consigliere Zacchera per l'illustrazione.



ZACCHERA Marco

Gli emendamenti che abbiamo presentato pochi minuti fa sono conseguenti al dibattito di stamattina.
Essendoci resi conto della convinzione della maggioranza sull'opportunità della messa in liquidazione della Promark, abbiamo presentato un emendamento che propone, in forma diversa, di accoglierne i dettami.
Si propongono risposte concrete e tecnicamente valide che ci permetterebbero di tentare di risparmiare denaro, di risolvere temporaneamente la gestione di Promark e proporre un ampio ventaglio di soluzioni.
Innanzitutto, la perdita di esercizio va letta al 30 novembre 1990.
Gli emendamenti propongono che il Consiglio regionale approvi, in primo luogo, la copertura della perdita d'esercizio, che è un suo preciso dovere ai sensi del Codice Civile; successivamente, si doterebbe Promark di un capitale di 200 milioni, pari a quello minimo previsto dal Codice Civile per le società per azioni; inoltre, si proporrebbe alla società di convocare un assemblea straordinaria nella quale venga richiesta l'amministrazione controllata.



PRESIDENTE

Il Consigliere Zacchera mi scuserà se chiedo alla cortesia dell'aula un attimo di attenzione. Si stanno illustrando documenti non ancora distribuiti: i vari "chiacchiericci" permettono di capire ben poco.



ZACCHERA Marco

Alla fine della giornata, presumibilmente, consegnerò tutti gli atti alla Magistratura, perché ritengo si stia approvando un provvedimento formalmente illegittimo: prima di arrivare alla votazione sarebbe opportuno prestare un po' di attenzione - scusatemi lo sfogo - a quello che dico.
Ripeto, per coloro che fossero stati distratti, quanto stavo proponendo: coprire la perdita della società, ritemprare il capitale sociale con i 200 milioni previsti dalla legge, mettere la società in amministrazione controllata.
L'amministrazione controllata viene considerata "poco fine" da alcuni colleghi, che riterrebbero più opportuna una liquidazione "morbida" della società. In realtà, l'amministrazione controllata può trasformarsi in messa in liquidazione della società: attraverso questo passaggio arriveremmo, ai sensi della legge, a un punto estremamente qualificante e, a nostro parere necessario per la situazione attuale di Promark - e sono curioso di vedere chi non sarà d'accordo - in quanto sarebbe il Tribunale a nominare il commissario giudiziale cui toccherà gestire e controllare i bilanci della Promark.
Successivamente all'approvazione da parte dei creditori dell'amministrazione controllata (tra l'altro, essendo la Regione Piemonte il massimo creditore, sarà sufficiente la volontà regionale per approvare l'amministrazione controllata in qualità di creditore chirografario della società) nulla vieterà che i soci, tra cui la Regione Piemonte (socia al 56,83%), chiedano la liquidazione della società. Questo, ovviamente, in seguito ad una relazione al giudice che chiarisca quali siano le responsabilità e i motivi della crisi della Promark. Questo emendamento accoglie la strategia della maggioranza (copertura perdite e reintegro al capitale minimo di legge), dopodiché però propone una via d'uscita operativa (l'amministrazione controllata) durante la quale la Regione pu giustamente portare anche alla liquidazione, altrimenti alla fine dell'amministrazione controllata si va al fallimento o si va a un concordato preventivo o si va al rientro in bonis: noi, come soci, possiamo stabilire di andare alla liquidazione, questa è una cosa che si pu benissimo fare, ma sotto il controllo giudiziario.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Squillario.



SQUILLARIO Luigi

I motivi di crisi della Promark - lo abbiamo detto in lungo e in largo questa mattina - sono di diverso ordine e non sono estranei alle scelte politiche e amministrative. Non parlo di responsabilità specifica dei Consiglio regionale e dell'Ente Regione. Si tratta quindi di giungere ad un superamento; noi non vogliamo il fallimento della Promark, vogliamo il superamento della Promark Questo sarebbe un passaggio assolutamente inutile e pericoloso, anche sul piano politico-arnrninistrativo. Mi pare che con la scelta responsabile di oggi abbiamo ormai determinato una via da seguire.
Sono contrario all'emendamento perché non tiene conto di tutto il dibattito e delle diverse responsabilità che erano state enunciate anche nella relazione del Consiglio d'Amministrazione del dicembre scorso e ribadite nell'ultima riunione dello stesso Consiglio, senza che siano state adeguatamente controbattute. Non sono state controbattute perché sono in larga parte vere e quindi ciascuno si deve assumere la propria. Siamo tutti d'accordo sul fine; mi pare però che ci si voglia soltanto dividere o fare della polemica e cercare responsabilità anche là dove non ci sono.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Vetrino.



VETRINO Bianca, Assessore al commercio

Poco fa il Consigliere Cucco ha detto che cercava di collocarsi in questo dibattito come se fosse dalla parte della maggior responsabilità, da parte cioè della Giunta. Bisogna però essere conseguenti rispetto a certe dichiarazioni; non lo dico per Cucco, ma per altri che probabilmente la pensano allo stesso modo. Devo dire che una cosa sono le valutazioni politiche e per quelle in quest'aula c'è ampio spazio (ritengo che oggi questo spazio sia stato molto ben utilizzato, anche con l'apprezzamento da parte nostra); un'altra cosa però sono le procedure, i regolamenti, le leggi, gli impegni che la Giunta prende nelle sedi ufficiali, come nel caso specifico quelle del Consiglio d'Amministrazione del 31 gennaio 1991.
Credo di aver ampiamente spiegato questa mattina i motivi per cui noi non potevamo consentire la ricostituzione del capitale sociale al minimo di legge, cioè 200 milioni, perché, come ho già risposto alla Consigliera Segre, l'esigenza che abbiamo quest'anno è quella di gestire una società che ha un suo progetto di lavoro e quindi questo progetto deve essere perfezionato. Non solo: in questa storia noi siamo i protagonisti più importanti, ma abbiamo anche delle corresponsabilità con gli altri azionisti e abbiamo quindi l'esigenza di corrispondere agli impegni presi con questi. La Provincia ha deliberato e se non l'ha ancora fatto c'è comunque un impegno formale del Consiglio provinciale a deliberare sulla base di un capitale di 1.140 milioni. Io credo sia molto difficile in questo momento pensare di accettare la ricostituzione a 200 milioni.
Per quanto riguarda l'amministrazione controllata, ritengo che la risposta data questa mattina dal Consigliere Ferrara sia più che mai opportuna, cioè è fuori dallo spirito del dibattito di oggi, dalle volontà espresse dal Consiglio e dalla decisione presa dalla Giunta. Si va non ad una ricomposizione della Promark, ma ad un superamento della stessa e attraverso la strada dello scioglimento e attraverso un recupero del suo patrimonio in quel riordino che è variegato. Io ho parlato di tre vie saranno due od una, questo lo vedremo, pero è impossibile a questo punto accettare questo emendamento, quindi devo dire a nome della Giunta purtroppo, no .



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento testé discusso, non accolto dalla Giunta.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 18 voti favorevoli e 23 contrari.
2) Emendamento sostitutivo dell'art. 1 presentato dai Consiglieri Majorino e Zacchera: "Al fine di mantenere l'attuale quota di partecipazione nella società la Giunta regionale è autorizzata a sottoscrivere n. 5983 nuove azioni, da nominali L. 19.000 ciascuna, emesse al fine di ricostituire il capitale sociale Promark nella misura minima di L. 200 milioni come previsto dalla legge e contestualmente impegna la Giunta a richiedere l'immediata messa in liquidazione della società, a mezzo della nomina di un liquidatore scelto dal Presidente del Tribunale di Torino. " La parola al Consigliere Zacchera per l'illustrazione.



ZACCHERA Marco

Visto che secondo la maggioranza di questo Consiglio la messa in liquidazione della società è la cosa migliore, abbiamo presentato un secondo emendamento che impegna nella messa in liquidazione a fare determinate cose.
Tale emendamento sostitutivo all'art. 1 così recita: "Al fine di mantenere l'attuale quota di partecipazione nella società, la Giunta regionale è autorizzato a sottoscrivere 5.983 nuove azioni.."



PRESIDENTE

Mi scusi, Consigliere Zacchera, se la interrompo ancora una volta, ma desidero nuovamente chiedere con garbo all'assemblea di ricomporsi perch stiamo votando una legge che è piuttosto complessa. Prego quindi i Consiglieri regionali di restare ai propri posti in modo che chi desidera partecipare a questo dibattito vi sia a pieno titolo. Prego, Consigliere Zacchera.



ZACCHERA Marco

Stavo leggendo il testo dell'emendamento n. 2 all'art. 1. Proseguo: "la Giunta regionale è autorizzata a sottoscrivere 5.983 nuove azioni nominali a lire 19.000 ciascuna emesse al fine di costituire il capitale sociale Promark nella misura di lire 200 milioni, come previsto dalla legge". In caso di bocciatura di questo punto preparerò immediatamente un sub emendamento all'art. 2: e contestualmente impegna la Giunta a richiedere la messa in liquidazione della società", quindi accetto il vostro punto di vista a mezzo della nomina di un liquidatore scelto dal Presidente del Tribunale di Torino.
Non voglio entrare in polemica con il collega Squillario, devo per rilevare che tutto si può dire, io ho partecipato a tutte le riunioni di questo mese, ma che non siano state controbattute le tesi del Consiglio d'Amministrazione della società è davvero difficile accettarlo. Ritengo che le controdeduzioni del Consiglio d'Amministrazione della Promark fossero di una gravità enorme nei confronti della Regione perché nelle relazioni era scritto che la colpa era della Giunta regionale, che allora implicitamente sta dando ragione a quanto sto dicendo da questa mattina. Comunque l'emendamento n. 2 all'art. 1 da me presentato ripropone la messa in liquidazione della società anziché l'amministrazione controllata, ma a mezzo della nomina di un liquidatore scelto dal Tribunale. E' quanto diceva il collega repubblicano.
Il sub-emendamento che presenterò si riferirà al numero delle eventuali nuove sottoscrizioni di azioni nominali venendo ulteriormente incontro alla maggioranza. Voglio però vedere se c'è la volontà di dire che non si vuole la messa in liquidazione a mezzo della nomina di un liquidatore scelto dal Tribunale di Torino! Ciascuno si prenda le proprie responsabilità!



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Vetrino.



VETRINO Bianca, Assessore al commercio

Poiché il Consigliere Zacchera fa riferimento ad un documento che forse non tutti hanno davanti è bene che io lo commenti. Le ragioni della pesante situazione economico-patrimoniale sono state ampiamente illustrate nella relazione alla precedente assemblea straordinaria e nelle relazioni ai precedenti bilanci, e a queste facciamo espresso richiamo essendo tuttora pienamente valide.
Il contrasto tra le finalità di interesse pubblico e la struttura giuridica adottata: tema che è stato ampiamente discusso questa mattina e che è stato ripreso anche dal Consigliere Chiezzi, quindi se può venire un incitamento alla Regione è quello di evitare, per quanto possibile, di partecipare a delle S.p.A, perché non può correre i tempi e le procedure delle S.p.A.
La contrazione da parte di alcuni azionisti delle commesse per l'attività promozionale: questo è vero, ma non perché non si sia voluta dare un'attività promozionale alla Promark, per quanto qualcuno, a cominciare da Marchini, abbia detto che non sempre le strutture assessorili si sono avvalse dell'attività della Promark, e bisognerebbe chiedersi anche perché.
Secondariamente, perché di fatto i bilanci regionali negli ultimi 6-7 anni sono andati diminuendo nelle loro consistenze: tutti i capitoli, non soltanto quello dell'attività promozionale, sono stati ridotti, compreso il capitolo dell'Assessorato al commercio, che pure è stato quello che negli anni ha dato alla Promark commesse per circa cinque miliardi (nell'ultimo bilancio, dei 600 milioni previsti, è riuscito alla fine ad elargire effettivamente 382 milioni).
I ritardi con i quali vengono approvati dagli organi competenti i programmi operativi ed i relativi Impegni di spesa ed il conseguente rilevante onere di costi finanziari: qui ci sono responsabilità di tutti; della Giunta, della Commissione, del Consiglio (che ha i tempi che sappiamo), della struttura amministrativa regionale. Questo problema non riguarda soltanto la Promark, ma in generale tutta l'attività della Regione.
Si tratta di cose assolutamente normali e che non possono essere portate a suffragio di un emendamento che la Giunta non accoglie. Prima di tutto perché ripete la storia dei 200 milioni, sulla quale mi sono già espressa secondariamente perché ritengo superfluo richiedere in un articolo di legge la messa in liquidazione di una società.
Credo che questa volontà, che peraltro è quella della Giunta e del Consiglio, possa essere raccolta attraverso un ordine del giorno che il Consigliere Ferrara ha già presentato e che ripete, addirittura sotto il profilo letterale, la stessa richiesta del Consigliere Zacchera.
Quindi chiedo al Consigliere Zacchera di ritirare questo emendamento perché la sua volontà politica trova conferma in un ondine del giorno che penso verrà approvato da una larga maggioranza.



PRESIDENTE

Il Consigliere Zacchera raccoglie questo invito?



ZACCHERA Marco

No.



PRESIDENTE

Pongo pertanto in votazione tale emendamento non accolto dalla Giunta.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è respinto con 25 voti contrari e 20 favorevoli.
3) Emendamento sostitutivo dell'art. 1 presentato dai Consiglieri Majorino e Zacchera: "Al fine di mantenere l'attuale quota di partecipazione nella società la Giunta regionale è autorizzata a sottoscrivere n. 21535 nuove azioni, da nominali L. 19.000 ciascuna, emesse al fine di ricostituire il capitale sociale Promark nella misura minima di L. 409.176. 000 come previsto dalla legge e contestualmente impegna la Giunta a richiedere l'immediata messa in liquidazione della società, a mezzo della nomina di un liquidatore scelto dal Presidente del Tribunale di Torino." La parola al Consigliere Zacchera per l'illustrazione.



ZACCHERA Marco

Lo illustro per i colleghi, che non lo hanno neanche letto, perché l'ho presentato un attimo fa. L'emendamento si differenzia dal precedente in quanto non si richiede più soltanto la copertura delle perdite ed il passaggio a 200 milioni di capitale, mantenendo quindi il numero delle azioni che era in prima battuta proposto dalla Giunta, ma con l'impegno della Giunta a passare alla liquidazione tramite un Commissario nominato dal Tribunale.
Non capisco come faccia ad opporsi la Giunta, mi scusi Assessore, se un attimo fa ha detto che andava bene.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Non siamo d'accordo che sia scritto in legge.



ZACCHERA Marco

D'accordo, se si approva anche un ordine del giorno io sono contento chiedo però che venga comunque posto in votazione il mio emendamento, anche perché dice quello che voleva la Giunta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ferrara.



FERRARA Franco

Vorrei fare anch'io una breve dichiarazione di voto, perch evidentemente questo emendamento sostanzialmente ripropone un ordine del giorno, come ha già annunciato anche il Vicepresidente della Giunta, che io ho presentato. Quindi nella sostanza non posso non approvarlo, però mi pare comprensibile la preoccupazione della Giunta nel momento in cui si dichiara disponibile comunque ad approvare successivamente l'ordine del giorno, di non inserire questa parte direttamente in legge per evitare eventuali complicazioni in ordine all'approvazione da parte del Commissario di Governo. Ritengo quindi che l'impegno formale preso dal Vicepresidente della Giunta dovrebbe essere tale da consentire addirittura il ritiro di questo emendamento.



PRESIDENTE

La Giunta ribadisce la sua posizione?



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Ribadisco che questo ordine del giorno avrà il voto favorevole della Giunta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Squillario.



SQUILLARIO Luigi

Non ho niente in contrario a che si chieda la liquidazione, per dobbiamo renderci conto che partecipiamo ad una S.p.A. che ha una sua autonomia e quindi l'assemblea deciderà come riterrà opportuno. Consigliere Zacchera, non capire il contrario di quel che non vuoi capire: se tante cose non vanno bene nelle società dove partecipiamo come enti pubblici, ci è dovuto anche al fatto che non rispettiamo l'autonomia delle società.
Questa è una S, p. A dove l'assemblea ed il Consiglio d'Amministrazione hanno ancora una loro autonomia. Noi siamo favorevoli, come stabilito in un ordine del giorno, alla messa in liquidazione della società; però chi e quanti saranno i liquidatori e chi li nominerà è una decisione che deve essere presa nella sua autonomia dagli organi della società.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Zacchera per dichiarazione di voto.



ZACCHERA Marco

Il Consigliere Squillano dimentica che di questa società la Regione Piemonte è azionista per il 56,83%, per cui possiamo ottenere, chiedendo l'eventuale dimissione del Consiglio di amministrazione, tecnicamente quello che vogliamo.
E' gravissimo quello che ha appena detto il Consigliere Squillario che sarà poi il Consiglio a nominare i liquidatori.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Non il Consiglio, ma l'assemblea.



ZACCHERA Marco

D'accordo, l'assemblea. Io chiedo che sia il Consiglio regionale politicamente a dire che vuole il liquidatore nominato dal Tribunale; è una questione essenziale! Il collega di maggioranza ha testé affermato delle cose completamente diverse, dicendo che noi non dobbiamo andare a "pestare i piedi" a un Consiglio d'Amministrazione che trasversalmente sta già proponendo che esso stesso sia nominato liquidatore!



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento respinto dalla Giunta.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 21 voti favorevoli e 23 contrari.
4) Emendamento sostitutivo dell'art. 1 presentato dai Consiglieri Majorino e Zacchera che recita: "Al fine di mantenere l'attuale quota di partecipazione nella società, la Giunta regionale è autorizzata a sottoscrivere n. 5983 nuove azioni, da nominali L. 19.000 ciascuna, emesse dalla società Promark, in esecuzione al quinto aumento dei proprio capitale sociale, da lire 0 a L. 200 milioni".
La parola al Consigliere Zacchera.



ZACCHERA Marco

Ritiro questo emendamento in quanto era implicito in quello precedente che è stato respinto.



PRESIDENTE

L'emendamento è pertanto ritirato.
5) Emendamento presentato dai Consiglieri Majorino e Zacchera, che recita: "La Regione Piemonte è autorizzata a sottoscrivere la copertura pro quota della perdita ai 30 novembre '90 per un importo di L 408.167.323 e di sottoscrivere 5983 azioni sociali di L 19.000 ciascuna al, fine di ricostituire il capitale sociale di L 200.000.000 nella misura minima di legge prevista per le S.p.A. " La parola al Consigliere Zacchera per l'illustrazione.



ZACCHERA Marco

Questo emendamento è diverso da quello precedente in quanto propone un'ulteriore soluzione intermedia, ovvero di pagare tutte le perdite e quindi di costituire il capitale sociale minimo previsto dalla legge.
Questo emendamento rientra nella logica dei lavori di questo Consiglio in quanto decide di chiudere tutte le perdite, che pro-quota corrispondono a 408 milioni, ma in totale sono molto di più e successivamente si costituisce il capitale sociale nuovo di 200 milioni.
La formulazione di questo emendamento è diversa dalla precedente, per cui il documento potrebbe essere accettato.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Vetrino.



VETRINO Bianca, Assessore al commercio

La Giunta non accetta questo emendamento per le motivazioni precedentemente spiegate.



PRESIDENTE

Pongo pertanto in votazione l'emendamento testé discusso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 21 voti favorevoli e 25 contrari.
6) Emendamento presentato dai Consiglieri Majorino e Zacchera: "L'art. 1 viene sostituito dal seguente: 'Al fine di mantenere l'attuale quota di partecipazione nella società, la Giunta è autorizzata a sottoscrivere 21.535 nuove azioni da nominali L 19.000 ciascuna, emesse dalla società Promark in esecuzione al quinto aumento del proprio capitale sociale, da 0 a 409.176.000'".
La parola al Consigliere Zacchera per l'illustrazione.



ZACCHERA Marco

La società Promark aveva un capitale sociale di L. 720 milioni che è stato azzerato per perdite. Con questo emendamento propongo di pagare le perdite e di riportare il capitale sociale a 720 milioni che pro-quota essendo la Regione azionista per il 56,83%, corrispondono a un esborso per la Regione di 409.176.000. Non c'è alcun motivo per fare, succedaneamente un aumento di capitale di Promark da 720 milioni a più di un miliardo. Con questo sistema noi copriamo tutte le perdite e ricostituiamo il capitale sociale di 720 milioni.
Non si è mai visto, in una società che si è detto andrà forse in amministrazione controllata, ma che è meglio liquidare, che sta continuando a produrre perdite, dopo aver ritemprato le perdite aumentare addirittura il capitale sociale durante l'esercizio, per poi arrivare qualche mese dopo alla liquidazione della stessa società! Mi sembra veramente che andiamo a fare delle cose assurde: chiedendo che si proceda alla votazione di questo emendamento per appello nominale faccio presente che, in tutto e per tutto, verrebbe fatto quello che dice la stessa assemblea straordinaria, perché andremmo a coprire le perdite e a ridotare la società, non più di 200 milioni, ma addirittura del capitale sociale di 720 milioni com'è attualmente.
Il Presidente Brizio, intervenendo all'assemblea del 30 gennaio 1991 (posto che sia vero che abbia avuto l'incarico di ritemprare le perdite) non aveva ricevuto alcun mandato dal Consiglio regionale di accettare l'aumento di capitale della Promark da 720 milioni a più di un miliardo. Di fatto oggi non solo andiamo a coprire le perdite e a costituire il capitale sociale minimo, ma lo riaumentiamo perché ci ritroveremo, il giorno dopo l'assemblea straordinaria, ad avere il capitale per un giorno, perché poi arriveranno le altre perdite che raggiungeranno L. 1.128.000.000. Questo era al di fuori di ogni logica di procedimento ed era al di fuori anche di ogni mandato che, a quanto mi risulta, non era mai stato dato al Presidente. Su questo punto ritengo sussistano delle responsabilità personali del Presidente Brizio.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Vetrino.



VETRINO Bianca, Assessore al commercio

E' già stato detto dal Consigliere Ferrara che quella di oggi è una fase esecutiva di impegni che la Giunta ha sottoscritto in occasione dell'assemblea del 31 gennaio 1991. Credo che gli atti abbiano molta importanza quindi vorrei leggere quella parte del verbale dove si fa riferimento a questi aspetti: "Prende la parola il Presidente della Giunta regionale il quale manifesta il parere favorevole dell'ente alla ricapitalizzazione della società e al riguardo invita di Consiglio a prendere tutti i necessari provvedimenti affinché siano contenuti e ridotti i costi fissi di gestione cosìcchè la situazione economica della società risulti meno gravosa.
Sottolinea che egli non è in grado di sottoscrivere, evidentemente seduta stante per l'ente l'aumento di capitale che dovrà essere sottoposto all'approvazione dei competenti organi regionali.
Aggiunge che non potrà proseguirsi come per il passato in quanto occorre contenere i costi fissi di gestione per riportare ad equilibrio la situazione patrimoniale della società." Mi sembra molto chiaro l'impegno che stiamo svolgendo attraverso l'atto formale del disegno di legge perché è l'unico modo che il Consiglio ha per dare consistenza all'impegno dell'azionista preso in sede di assemblea.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Zacchera.



ZACCHERA Marco

L'Assessore dovrebbe leggere al Consiglio anche la pagina n. 8 del verbale assembleare, anzi leggiamole tutte! Che cosa decide l'assemblea? Prende atto che ci sono un miliardo e 128 milioni di perdite accumulate e che il capitale sodale è di 720 milioni, pertanto delibera di ridurre il capitale sodale dai. 720 milioni a zero (di conseguenza le perdite da 1 miliardo e 128 milioni scendono a 408 milioni), di azzerare il valore nominale utilizzando 400 mila lire di angolini di bilancio e di ricostituire contestualmente il capitale sociale nell'importo di i miliardo e 140 milioni mediante emissione di 60.000 nuove azioni.
Presidente, ma come, quando e dove ha avuto questa autorizzazione? E' una responsabilità ed ognuno si prenda le proprie! Ma quando mai si è deciso in Consiglio regionale, o in una qualsiasi Commissione, di aumentare il capitale da 720 milioni a 1 miliardo e 140 milioni? Non mi si venga a dire che tolte le perdite ritorniamo a 720 milioni, si torna a zero e restano 408 milioni di perdite; con un capitale sociale di 720 milioni le perdite restano comunque meno del capitale sociale, quindi si ha il tempo per convocare un'altra assemblea straordinaria per chiudere le perdite, ma in questa maniera si fa un aumento di capitale. Quindi, l'imposta sull'aumento di capitale deve essere calcolata su 1 miliardo e 140 milioni non su 720 milioni. Si fa un aumento di capitale senza aver avuto alcuna autorizzazione! Chiedo pertanto la votazione per appello nominale su questo emendamento che, per lo meno, dà mandato alla Giunta di sottoscrivere 720 milioni di capitale. Chi ha detto che bisogna portarlo ad 1 miliardo e 140 milioni in questa situazione di liquidazione? Il sacchetto della merenda diventa il sacchetto del pranzo!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Squillario.



SQUILLARIO Luigi

Nell'autonomia che la Regione deve avere quando partecipa ad una S, p.
A., il rappresentante dell'ente ha valutato che non bastava ripianare le perdite al mese di novembre, perché la società non cessava in quel momento.
Aveva degli impegni in corso e li ha mantenuti; dopo di che la società ha ritenuto, nella sua autonomia, di valutare quale doveva essere l'aumento di capitale che le permettesse di proseguire temporaneamente. Tutto ciò con le precisazioni che aveva fatto sia il rappresentante della Regione sia il Presidente della Provincia di Torino; di mantenere al minimo le iniziative e di proseguire quelle già deliberate ed in corso. Chi delibera attualmente se dobbiamo sottoscrivere (aumento è il Consiglio; quindi il Presidente non ha alcuna responsabilità specifica. Egli aveva dato la disponibilità della Regione all'aumento del capitale in vista di una definizione della Società il che è anche l'opinione della maggioranza di questo Consiglio.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta regionale.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Devo chiarire che abbiamo partecipato all'assemblea del 31/1/91 dopo due riunioni con tutti i Capigruppo. E' bene ricordare che, nella prima seduta, eravamo orientati, come Giunta, a passare allo scioglimento della società. E' stato il Consiglio che ci ha invitati ad andare in un altro senso. Non è vostra la colpa, io faccio presente soltanto i dati storici.
Basta leggere cosa si è detto il 18 dicembre in aula e nelle riunioni dei Capigruppo. A noi è stato chiesto di andare verso una liquidazione morbida siamo andati in assemblea e in quella sede ho detto chiaramente che tutti i deliberati assunti sarebbero sempre stati soggetti alla ratifica del Consiglio. Abbiamo quindi predisposto un disegno di legge; se è arrivato con ritardo è perché prima abbiamo dovuto approvare il bilancio della Regione Piemonte nel quale era previsto lo stanziamento necessario. Questo è il dato storico preciso.
Riteniamo che questo dimensionamento ci porti al minimo perch l'aspetto dell'azzeramento non è sostanziale, ma forzale. Se fossi stato un sodo privato che disponeva dei soldi, avrei anche potuto accedere all'azzeramento immediato e alla costituzione del capitale sodale minimo di 200 milioni. Pero come rappresentante di un ente pubblico mi sono riservato e l'ho chiaramente detto - di votare a favore dell'aumento di capitale sentita la Provincia e gli altri azionisti e facendo presente che la proposta avrebbe comunque dovuto essere avallata da un provvedimento della Regione Piemonte, che è quello che stiamo prendendo adesso. Se non si vuole prendere il provve-dimento, il Consiglio è sovrano, si assume le sue responsabilità, ce le assumiamo tutti. Bisogna ricordare però che la società andrebbe completamente a rotoli e noi abbiamo la responsabilità di salvaguardare il suo patrimonio costituito anche da cespiti immateriali (quali il valore d'avviamento delle mostre create che dovranno essere cedute e per questo è necessario che la società viva e stia in piedi anche nella fase di liquidazione alla quale andremo, come previsto dall'or-dine del giorno presentato).
Per quanto riguarda la nomina del liquidatore aspettiamo l'ordine del giorno del Consiglio, che è sovrano. Non abbiamo alcuna pregiudiziale in proposito pero il Consiglio correttamente deve sostenere chi è stato mandato in assemblea, in una situazione molto difficile, a garantire una continuità che dallo stesso è stata chiesta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

Chiedo di parlare per fatto personale. Il Presidente ha buttato sulle spalle dei Capigruppo la responsabilità. Sono anch'io un Capogruppo ed ero presente alla riunione. Si è detto che i Capigruppo avrebbero autorizzato il Presidente a partecipare all'assemblea e di far parte della volontà formatasi in quella sede. E' stato o non è stato detto questo? L'abbiamo sentito tutti.
Io devo seccamente smentire questa dichiarazione e - come ho già detto in occasione dell'illustrazione della pregiudiziale - casualmente ho conservato, cosa che non faccio mai, gli appunti che avevo preso il 29 gennaio, dove avevo scritto: "Riunione Capigruppo del 29 gennaio. Ribadite le tre possibili soluzioni: 1) messa in liquidazione 2) aumento di capitale (il Presidente della Giunta andrebbe in questa ipotesi, in Assemblea ad associarsi all'aumento di capitale) 3) trasformazione della S.p.A. in S.r.l. ".
Queste sono state le tre ipotesi formulate in una riunione informale dei Capigruppo.
Presidente, che lei si sia assunto la responsabilità in sede di assemblea, come rappresentante del socio di maggioranza Regione col 56%, di approvare l'aumento di capitale e di conseguenza, di portare il disegno di legge in quest'aula, è un tipo di discorso, ma che i Capigruppo lo abbiano autorizzato in maniera formalmente e sostanzialmente valida non è vero. Per quanto concerne me e gli altri Capigruppo di maggioranza o di minoranza non abbiamo mai autorizzato, ma ci siamo sentiti riferire queste tre ipotesi e ne abbiamo preso atto.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Non voglio polemizzare, ma precisare che è stata scelta la seconda ipotesi emersa in quella sede, tant'è vero che quel giorno era il 29 gennaio e l'assemblea alla quale ho partecipato era fissata per il 31.
Le mie responsabilità le ho prese: il Consiglio voti oggi quello che ritiene di votare.
Abbiamo predisposto il disegno di legge conformemente alle valutazioni emerse in quella sede ed è oggi all'esame del Consiglio.
Per quel che riguarda la liquidazione, abbiamo già detto che questa sarà all'o.d.g. dell'adunanza consiliare del 17 giugno: per quello che riguarda il liquidatore, ci assumeremo tutte le responsabilità che il Consiglio vorrà darci in proposito.



PRESIDENTE

Si proceda alla votazione per appello nominale dell'emendamento testè discusso come richiesto dai Consiglieri Zacchera, Majorino e Sartoris.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 48 hanno risposto SI 22 Consiglieri hanno risposto NO 26 Consiglieri.
L'emendamento è respinto.
Non essendoci altri emendamenti, passiamo alla votazione dell'art. 1.
La parola al Consigliere Zacchera per dichiarazione di voto.



ZACCHERA Marco

Siamo contrari all'art. 1 in quanto recentemente si è voluta eliminare ogni possibilità anche soltanto di aggiustamento formale delle soluzioni proposte. Faccio presente al Presidente della Giunta, cui comunque va il mio rispetto indipendentemente dalla discussione di oggi, che poco fa ha detto una cosa importante, ovvero che all'ordine del giorno dell'assemblea della Promark del 17 giugno è iscritto lo scioglimento della società. Mi auguro che, contestualmente alla votazione della legge, sia ben chiaramente indicato nell'ordine del giorno di cui si è detto quali siano gli intendimenti del Consiglio regionale.
Inoltre, mi si deve spiegare perché si parla di 1 miliardo e 140 milioni. In base a quanto diceva il Presidente si poteva ipotizzare 1 miliardo e 100, 200 o 500 milioni, posto che quella fosse la volontà; il miliardo e 140 milioni, che corrispondono a 720 milioni più la perdita, è un numero come poteva esserlo qualsiasi altro, quindi è stato chiaramente individuato in un'ottica su cui la maggioranza poteva essere d'accordo, ma sicuramente in una entità che nessuno ancora conosceva.
Non è esatto, Infine, collega Squillario, che la Giunta provinciale fosse d'accordo: la Giunta provinciale ha detto che avrebbe fatto quello che faceva la Regione Piemonte.



PRESIDENTE

Chiede di intervenire il Consigliere Cucco per dichiarazione di voto: ne ha facoltà.



CUCCO Enzo

Non parteciperò al voto né sui singoli articoli né sull'intero testo della legge; è roba vostra, votatevela voi!



PRESIDENTE

Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 1.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 47 votanti 44 hanno risposto SI 25 Consiglieri hanno risposto NO 19 Consiglieri non partecipano alla votazione 3 Consiglieri.
L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 44 votanti 41 hanno risposto SI 24 Consiglieri hanno risposto NO 17 Consiglieri non partecipano alla votazione 3 Consiglieri.
L'art. 2 è approvato.
Prima di procedere alla votazione dell'intero testo della legge, ha chiesto la parola per dichiarazione di voto il Consigliere Ferrara; ne ha facoltà.



FERRARA Franco

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, ho poche cose da dire poich ho già detto tutto quanto avevo da dire nell'intervento di questa mattina.
Desidero però fare alcune precisazioni: il collega Marchini oggi mi ha rimproverato dicendo che non si può essere responsabili e coerenti; egli sostiene che, a volte, per essere responsabili occorre essere incoerenti.
Io credo invece che questi due atteggiamenti possano coesistere.
Credo, cioè, di avere assunto un atteggiamento assolutamente responsabile, rispetto al discorso fatto, ed in assoluta coerenza con quello che il Gruppo repubblicano ha detto in questi anni riguardo ai problemi della Promark.
Mi pare, quindi, non ci sia un bisticcio tra questi atteggiamenti e voglio dirlo con molta franchezza al collega ed amico Marchini che ogni tanto sottolinea il fatto che talvolta il senso delle istituzioni è vissuto in modo diverso da liberali e repubblicani. Il senso delle istituzioni deve riflettersi nel comportamento, nella dignità e nella coerenza delle persone. Si ha senso delle istituzioni quando all'interno di queste ci si comporta in modo corretto, anche se ciò può comportare delle diversificazioni rispetto ad aspetti marginali, non quelli che costituiscono il nucleo forte del programma di maggioranza. Al di là di queste considerazioni, vorrei entrare nel merito del disegno di legge che abbiamo da approvare e svuotare alcune accuse che sono state avanzate.
Il collega Calligaro dice che seguiamo una procedura più costosa: io credo non sia vero. Se partiamo dal principio che la Promark non pu fallire e la Regione, come azionista di maggioranza, ritiene di non farla fallire, vuol dire che la Regione si fa carico di tutte le spese e di tutti i debiti che in questi anni si sono accumulati, che sono tanti e non ben definiti perché ci sono potenzialità di debito ancora da definire.
Se partiamo da questo principio, è indifferente coprire le perdite mediante aumenti e riduzioni di capitale, oppure attraverso versamenti diretti da parte dell'azionista. E' vero che c'è un minimo di risparmio, ma è molto marginale l'impo-sta di registro dell'aumento di capitale. Mi chiedo anzi se un ente pubblico possa coprire perdite non seguendo la procedura giusta dell'aumento e riduzione di capitale e comportarsi invece come un privato cittadino che per coprire 500 milioni di ulteriori perdite sborsa direttamente i soldi.
A me pare occorra seguire la trafila formalmente corretta, cioè quella che prevede l'aumento del capitale sociale, la riduzione dello stesso e la ricopertura delle perdite.
Al di là di questi aspetti formali, nella sostanza c'è un'affermazione precisa della Giunta e di tutto il Consiglio che la Regione deve far fronte, se la liquidazione viene attuata a tutte le passività della Promark: questo è l'aspetto importante.
Il Consigliere Zacchera ha presentato un ampio ventaglio di alternative: è stato lodevole nella sua ricerca di trovare una soluzione per aumentare in misura minore o maggiore il capitale sociale della società.
In ogni caso, sia portando il capitale a 200 o 700 milioni sia mantenendolo ad 1 miliardo e 150 milioni, la Regione Piemonte dovrà accollarsi grosse passività.
Dall'odierno dibattito è emersa - fatto veramente importante - la disponibilità anche della Giunta di mettere in liquidazione la società in occasione della prossima assemblea: si porrà termine ad una situazione che è stata oggetto di polemiche per molti anni. E' emblematico che un'azienda pubblica sappia porre fine alla politica, certamente non gratificante degli anni passati.
Tale è il significato attribuito dalla Giunta al disegno di legge: mi pare vi siano tutti i motivi per un voto favorevole.
Personalmente, ho presentato un ordine del giorno in cui si impegna la Giunta a deliberare la messa in liquidazione della Promark in occasione della prossima seduta consiliare.
Relativamente alla nomina del liquidatore, non si tratta di nominare un amministratore giudiziale, come proposto da qualche collega. A mio parere non è necessario affrontare procedure concorsuali e giudiziali: è sufficiente liberare la Giunta dalla difficoltà oggettiva di una situazione delicata, facendo scelte decisive che mettano la Regione con "le spalle al coperto".
Stabilire che la designazione di un autorevole professionista torinese come commissario giudiziale sia attribuita al Presidente del Tribunale come il collega Zacchera proporrà attraverso un emendamento al mio ordine del giorno - sarebbe un elemento di maggior tutela per gli azionisti della Promark: Regione e Provincia. Ma tutti sappiamo benissimo che non saranno possibili incidenti di percorso; la società porterà a compimento la sua liquidazione senza bisogno di affrontare procedure concorsuali, necessarie unicamente qualora non si pagassero i debiti.
In questo modo, la vicenda si concluderebbe in modo alto e qualificato per la società, e onorevole per la Giunta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Monticelli.



MONTICELLI Antonio

Come qualche collega avrà notato, noi non abbiamo partecipato alla richiesta di altri Gruppi di opposizione di un voto per scrutinio segreto e non siamo intervenuti nella discussione sugli emendamenti di tipo tecnico presentati da altri Gruppi, che comunque abbiamo approvato.
Alla base del nostro comportamento vi è una motivazione politica che vorrei esplicitare nel modo più chiaro possibile, avvalendomi della facoltà di dichiarazione di voto.
Noi non siamo membri di un Consiglio di amministrazione, ma di un Consiglio regionale; sinceramente, forse in quanto non sufficientemente esperto in materia, sono più interessato e coinvolto dalle questioni politiche che stanno a monte della legge che è strana, perché nel ricapitalizzare la Promark in sostanza decide di scioglierla.
La Vicepresidente della Giunta in modo autorevole, ci ha informati della decisione di procedere allo scioglimento della società. Vi saranno tempi tecnici legati alla sicuramente non secondaria salvaguardia del patrimonio della società.
La Vicepresidente ci ha informati che, nonostante l'esborso di denaro immediatamente necessario alla società, in futuro dovranno essere approvati dal Consiglio ulteriori finanziamenti per giungere a conclusione dell'operazione di scioglimento di Promark. Stiamo partecipando ad un funerale mascherato. Il collega Rossa mi pare non abbia colto questo aspetto del problema, intervenendo in toni positivi, di rilancio della società, probabilmente non rendendosi conto che ci si sta apprestando al suo funerale.
A mio avviso, la questione più importante è che con la Promark si sta sotterrando una determinata politica, un ruolo pubblico nel settore.
Vorrei ritornare alla "famosa" riunione cui più volte si è richiamato il Presidente Brizio, nella quale è sicuramente nato un equivoco.
E' reale che mi pronunciai, allora, per un'ipotesi di ricapitalizzazione limitata, ma finalizzata non allo scioglimento, bensì ad un ridisegno della società. La finalità era ben diversa.
Feci proposte precise, dall'intera sostituzione dei membri del Consiglio d'Amministrazione ad una loro riduzione, all'interno di un progetto di riforma delle finalità della Promark e per la salvaguardia di un essenziale ruolo pubblico nel settore. L'importanza di tale ruolo è stata richiamata anche da colleghi di certo non innamorati del ruolo pubblico, come il collega Marchini ha fatto nel suo intervento.
A chi toccherà fare ricerca per conto della Regione in questo campo? Chi farà attività promozionale finalizzata ai deboli settori della piccola e media impresa, presenti in Piemonte? Ricordiamoci che non esistono solo gli orafi di Valenza ed altre società che possono fare a meno di un agente pubblico nel settore.
Alla base della costituzione della Promark c'era questo tipo di politica, che per alcuni anni ha funzionato. Ci si deve quindi interrogare sulle responsabilità politiche della Regione, e non su quelle del Consiglio di amministrazione della società che verranno affrontate in sede di assemblea Promark. In Consiglio regionale si devono affrontare le responsabilità della Regione Piemonte! A mio avviso, la Promark è fallita per volontà dell'attuale Giunta regionale, attraverso la politica degli ultimi anni. La realtà è questa! All'epoca del famoso incontro dei Capigruppo, la Giunta non aveva idee chiare, tant'è vero che al suo interno vi erano posizioni diverse esplicitate dalla collega Vetrino e dal Presidente della Giunta; anche all'interno delle forze di maggioranza vi erano opinioni diverse.
La proposta di ricapitalizzazione nasconde la decisione politica di sciogliere la società, ma tale soluzione non è mai stata discussa in sede di Conferenza di Capigruppo, inserendola direttamente nel disegno di legge in discussione. Tutto questo in modo poco esplicito e a costi alti.
Il nostro Gruppo vuole collocarsi nel dibattito essenzialmente su queste questioni di ordine politico. Cosa resterà della politica che stava dietro all'ipotesi di Promark? Come la Regione intende coprire i settori della ricerca in questo campo e della promozione finalizzata ai settori più deboli della piccola e media impresa? Che risposte siete in grado di dare oggi a questi interrogativi? Non è certamente Expo 2000, colleghi, la risposta a questi interrogativi. Una società che, per ora. è ancora, da parte della Regione una scatola vuota, mentre è una scatola ben riempita da altri soggetti ben più forti e consistenti di quanto non sia la Regione in questo campo. E' per questo motivo che rivolgo un'accusa politica alla maggioranza e alla Giunta: quella di aver portato le cose fino al punto da produrre, come decisione necessaria dal punto di vista economico, la liquidazione, lo scioglimento di Promark. La questione ha quindi un grosso peso politico e gradirei che si arrivasse finalmente ad un chiarimento, perché possiamo parlare delle soluzioni "meno peggio" per liquidare la società, ma il nostro non è un Consiglio d'Amministrazione. Vorrei capire quali sono i punti di vista interni alla maggioranza sul problema politico del ruolo pubblico in questo campo; se ha ancora un senso che resti un ruolo pubblico; attraverso quali strumenti; in quale modo. Questo è quanto voi avete coperto. Avete coperto un dissenso di fondo interno alla maggioranza su questo problema.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MONTABONE



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente, colleghe e colleghi, motivo brevemente perché non ho partecipato e non parteciperò alla votazione sull'intero testo della legge.
Come hanno spiegato altri colleghi, questa legge continua ad avere, a mio parere, una dubbia logica dal punto di vista tecnico e formale nei confronti sia del Codice Civile sia delle regole che presiedono alla gestione delle società per azioni. Qualche acrobazia, e forse qualcosa di più dal punto di vista della logica e della interpretazione delle norme, è contenuta in questo disegno di legge che ricapitalizza ciò che si vuole demolire.
Il fallimento dell'esperienza di Promark è da ricondurre a un generale disordine ed insufficienza della presenza pubblica nell'ambito delle partecipazioni azionarie di vario tipo, forse uri insufficienza generale della politica verso gli enti strumentali. Di fronte all'esempio più lampante di un modo di agire dell'ente pubblico pernicioso per l'ente stesso e per la società, avevo chiesto che ci fosse un momento di rottura di questa situazione, che si segnasse in quest'aula una netta soluzione di continuità con una prassi disastrosa. Non possiamo pensare di continuare a produrre con la presenza pubblica danni di questo livello non solo per i risvolti economici negativi (le società che operano), ma per la coscienza dei cittadini che vedono sempre di più l'iniziativa pubblica come una presenza da evitare. Dato che ritengo, da comunista che sono, che invece nella nostra società la presenza pubblica sia quanto mai necessaria per raggiungere alcuni obiettivi (di giustizia sociale, di riequilibrio economico), e rappresento una parte politica particolarmente sensibile a questo tipo di fallimento, chiedevo che di fronte a questo esempio di malgoverno si segnasse un momento di rottura con l'inizio di un nuovo modo di agire da parte dell'ente pubblico. La Regione è responsabile del fallimento di Promark e quindi la Regione Piemonte non doveva in questa occasione presentare una legge pasticciona, ma prendere atto di un'esperienza, fare il punto della situazione, trarre le conseguenze sulla sorte di una S.p.A, e nello stesso tempo entrare nel merito - e non è stato fatto - sui problemi lasciati aperti dalla scomparsa di Promark, dei problemi della promozione, ripresi prima dal collega Marchini e adesso ancora dal Consigliere Monticelli.
Continuo a ritenere che l'ente pubblico debba intervenire sul mercato in modo qualificato per svolgere attività di promozione, nella quale la Regione deve essere un attore importante. Su questo non ho sentito prendere alcun impegno. Si tratta di un'esperienza disastrosa. La Giunta non ne prende atto se non nei vecchi modi: nascondendo tutto, predisponendo leggi pasticciate, perché si presuppone che le cose che si faranno siano l'esatto contrario di quello che traspare dal testo di legge. E il vecchio modo di agire: poco chiaro, poco trasparente, molto in politichese! Visto che si fa un gran parlare di svolte, di rinnovamenti, accentuando a mio parere troppo il problema delle geometrie istituzionali che impedirebbero il buon governo, mentre a mio parere le cause del malgoverno non stanno nelle geometrie delle istituzioni, ma in chi le governa, ritengo che questo sia un caso esemplare per affermare che c'è bisogno di migliori metodi e contenuti nell'azione di governo.
Per questo motivo, per il fatto che ritengo completamente sbagliata questa strada, che considero il modo vecchio di far politica da parte di chi governa, segnalo questa opposizione con un atteggiamento un po' più forte del voto negativo e non partecipo alla votazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rabellino.



RABELLINO Renzo

La Lega Nord sulla vicenda Promark non è ancora intervenuta.
Dichiariamo che non parteciperemo alla votazione sull'intero testo della legge perché riteniamo scandaloso che si vada nuovamente a rifinanziare una società ormai fallimentare (questo è chiaro a tutti). La cosa più vergognosa però è che comunque questo finanziamento non sarà sufficiente per mettere fine alla situazione scandalosa.
Se la prenda questa responsabilità chi vuole restare in aula. La maggioranza indubbiamente ha dei doveri in un certo senso. Quello che mi lascerebbe perplesso è se qualche Gruppo di opposizione, di vera opposizione, resterà in aula: saranno complici di questa situazione. E' vero che la Promark non è stata voluta da questa maggioranza, ma da uri altra; in ogni caso il fatto che oggi la gestione della Promark sia supportata da un Gruppo di minoranza mi lascerebbe davvero perplesso e credo che lascerebbe perplessa anche la gente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossa.



ROSSA Angelo

Con l'approvazione di questa legge il Gruppo socialista ritiene che si sia scelto il percorso, molto corretto di affrontare un problema al termine di una discussione che dura ormai da parecchio tempo, di fronte alle diverse ipotesi che sono state illustrate qui ripetutamente.
Anche se il dibattito ha registrato delle forzature, l'interpretazione che ne do è strettamente legata a quanto previsto dalla legge. Non intendo forzare i termini: ciascuno di noi ha degli obiettivi da realizzare, a breve, a medio o un po' più a lungo termine.
Vorrei essere più chiaro: l'obiettivo socialista, di fronte al processo di evoluzione che si è registrato in questi ultimi mesi, è quello di prendere atto del fatto che la Promark è quasi arrivata al capolinea.
Naturalmente questa deve essere l'occasione per far compiere alla Regione quelle necessarie riflessioni dirette a stabilire se la Regione pu avere ancora qualche strumento nelle mani rispetto ai problemi della promozione (motivo per il quale era nata la Promark), se ritiene di poterne fare a meno e di convergere totalmente nella costituenda Expo 2000.
Questo è il percorso che noi socialisti abbiamo sempre sostenuto ed eravamo a favore della seconda ipotesi.
Abbiamo partecipato anche noi alla nota riunione dei Capigruppo, nella quale ci siamo espressi a favore della seconda ipotesi, che abbiamo ritenuto più percorribile. Pertanto mi attengo a quanto dice la legge.
Ho detto questa mattina che non siamo qui per recitare il "De profundis". Anche se l'amico e collega Monticelli dice che è così, è di cattivo gusto partecipare a dei funerali mascherati.



MONTICELLI Antonio

L' han detto loro.



ROSSA Angelo

Capisco benissimo che ci siano queste spinte, probabilmente ci si arriverà, visto che non siamo stati in grado di rilanciare il ruolo, le funzioni. Credo sia giusto che ad un certo punto del percorso si valutino i risultati dati e se si è in grado di darne ancora. Il problema però non è questo, semmai è quello di verificare í tempi.
Il collega Ferrara ha presentato un ordine del giorno che chiede la liquidazione della società, il che mi lascia molto perplesso perché mi rendo conto, realisticamente, che stiamo compiendo un'operazione che porterà alla conclusione. Questo non è un funerale, è un processo di ristrutturazione ed io sono a favore di questo processo di ristrutturazione, sono favorevole ad andare a vedere quale prospettiva abbiamo di fronte. Può darsi che la prospettiva di partecipare all'Expo 2000 ci esenti dall'individuare un altro strumento che permetta alla Regione di continuare a svolgere un ruolo politico di cui sono convinto, al di là dei risultati ottenuti, che non possono nemmeno essere messi tutti sul piatto negativo della bilancia.
Sono convinto infatti che in questi anni si sia lavorato. Ho citato gli orafi ed ho anche detto che ciascuno vuol gestire in proprio la promozione assumendo iniziative che siano le più complete e dirette possibili. Questo è un dato reale, guai se noi lo ignorassimo. Ciò non impedisce all'ente pubblico di favorire la promozione, svolgendo semmai un ruolo di proposta più che di occupazione di iniziative.
Non credo si debba dire che abbiamo compiuto l'atto finale, che abbiamo abbassato la saracinesca, perché noi non vogliamo rinnegare il ruolo che abbiamo inteso dare quando fu istituito il centro operativo.
In quel momento la Regione aveva individuato delle forme di sostegno e di partecipazione nelle varie attività. La Regione non deve essere l'ente che governa direttamente, ma deve essere in grado di preparare, di organizzare, di favorire, di coordinare attraverso vari momenti il sostegno all'attività produttiva dell'economia piemontese.
Qualche collega questa mattina mi ha chiesto qual era la mia posizione.
Rispondo dicendo che prendiamo atto realisticamente che c'è un processo che si va a concludere, ma intendiamo continuare a svolgere questo ruolo.
In questo senso ritengo che non si tratti di fallimento o della volontà di aver voluto affossare una politica, ma semmai di una valutazione realistica nel prendere atto che ci sono, in questo periodo, delle situazioni che debbono essere ridisegnate.
Questi problemi si porranno anche nei confronti di altri centri, ma con il tempo, con la serenità del respiro, senza atteggiamenti pregiudiziali che portano in genere a non vedere la situazione nel complesso, ma soltanto in parte, potranno essere affrontati.
Per le considerazioni sopraesposte, approviamo il disegno di legge n.
120 e mi auguro che questo discorso verrà portato avanti, per realizzare gli obiettivi ai quali è chiamata la Regione, che sono obiettivi di sviluppo e non invece di chi ritiene che ormai si sia di fronte al deserto dei Tartari, per cui si chiude tutto e si tirano i remi in barca.
E' il momento invece del grande impegno, un impegno su un terreno nuovo, concreto, l'impegno di chi sa che ci sono situazioni che debbono essere abbandonate, ma che ve ne sono altre da ridefinire se vogliamo continuare a lavorare e dare un segnale affinché domani non si dica che su questo versante la Regione Piemonte ha chiuso i battenti.
Mi auguro che anche i mass media diano questa interpretazione: le forze vive ed avanzate della società piemontese devono poter vedere nel segnale di oggi un alto senso di responsabilità della Regione verso il raggiungimento di quei traguardi che sono e saranno permanentemente e costantemente l'impegno della Regione.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Zacchera.



ZACCHERA Marco

La posizione del Consigliere Rossa è in netta antitesi con la mia.
Abbiamo capito che il Partito socialista italiano non vuole lo scioglimento della Promark e sappiamo benissimo che tale Partito e altri Gruppi della maggioranza (non tutti), sono d'accordo per una difesa d'ufficio della Promark al fine di realizzare non un atterraggio morbido, ma possibilmente una continuità di intenti. Anche se per essi, tutto sommato, questo decennio di attività fallimentare della Promark è andato benissimo, siamo tutti d'accordo sul fatto che bisogna continuare a cercare di fare promozione. Ma non in questo modo! Riteniamo che la Promark sia statala dimostrazione di un fallimento nella gestione della promozione commerciale secondo il criterio sinora seguito. Ma se siamo sul ponte, non buttiamoci giù! Questa sera, con l'approvazione della legge, voi tentate di sanare una situazione che, al mese di novembre dell'anno scorso, presentava - cercando di ricapitolare le cifre di questa mattina e posto che il 50% dei conti d'ordine non siano crediti effettivi - Lit. 1.300.000.000 di perdite, più 500 milioni di crediti inesigibili, per un totale di Lit.1.800.000.000 di perdite.
Se analizzate il costo di gestione della Promark, notate che vi è una perdita di gestione di circa 100 milioni al mese. Da novembre ad oggi sono passati altri sette mesi, durante i quali si è registrato un accumulo di altri 700 milioni di perdite. Quindi, ad oggi, Promark presenta un buco certo di altri 2 miliardi e 500 milioni (e mi auguro di essere smentito nei fatti, sperando che la situazione non sia peggiore di quella test è evidenziata).
Qualcuno ha annunciato che non si sarebbe presentato alla votazione sul referendum perché si trattava di un doppio no; alla stessa stregua, noi non parteciperemo alla votazione perché si tratta - e sia chiaro - di un doppio no a questa gestione. E' giusto e doveroso sottolineare che, anche all'interno della maggioranza, non tutti sono d'accordo sulle posizioni del Consigliere Rossa. Infatti, nelle parole dell'Assessore e del Presidente pronunciate sia in Consiglio sia in Commissione, ho colto un timore, una preoccupazione per quanto riguarda l'andamento e la conduzione della Promark. A loro imputo, però, la mancanza di coraggio di prendere delle posizioni.
Faccio inoltre presente che i continui ritardi costano carissimi (ricordo che il costo di gestione ordinaria della Promark è di circa 100 milioni al mese); se poi si dovesse fare qualcosa, il deficit di gestione aumenterebbe. Ciò è tremendamente assurdo; anche lo stesso Assessore Vetrino, circa tre settimane fa in III Commissione, diceva che questi erano gli elementi della questione.
A questo punto, penso sia un errore gravissimo il fatto che il Consiglio regionale non decida oggi, drasticamente, la chiusura della Promark, discutendo successivamente per trovare la formula migliore sarebbe un errore politico, perché non risolverebbe assolutamente nulla, se non farci spendere altri soldi.
Collega Rossa, evidentemente lei non si scandalizza per le centinaia di milioni che ogni anno la Promark paga in consulenze, in spese di rappresentanza, non sempre indispensabili, perché ho letto anch'io quello che è stato detto nelle assemblee che si sono succedute.
In conclusione deduco che questa Giunta oggi voterà la nuova ricapitalizzazione della Promark grazie alla presenza in aula di alcuni Consiglieri di minoranza. Non mi stupisco perché è normale che sia cosi: nella gestione della Promark anche l'ex PCI, ora PDS, era ed è coinvolto non si possono distruggere determinate alleanze che in questi anni si sono susseguite portando avanti questa situazione.
Sottolineo ancora che si tratta di una gestione fallimentare da tutti i punti di vista, principalmente per l'incredibile progressione aritmetica delle perdite di questo decennio (da 100 milioni, a 200, a 300, a 600, fino a 1 miliardo e mezzo per anno). Questi sono i fatti, continuare la seduta è assurdo. Denuncio la presenza in aula del PDS perché, nel caso contrario sarebbero mancati quei numeri - com'è avvenuto la scorsa settimana - per l'approvazione della legge.
Certo, c'è il problema dell'operatività della Promark, ma quando le situazioni sono compromesse bisogna intervenire subito.
Denuncio questa situazione, come l'ha denunciata il mio Capogruppo durante questo decennio e tutti i colleghi che si sono seduti sui banchi del Movimento Sociale, che per dieci anni hanno parlato tante volte di Promark. Ogni volta è stato ripetuto che bisogna cambiare, ma malgrado ci si è continuato nello stesso modo, accumulando un deficit colossale che anche oggi si addebita alle pubbliche finanze e alla gente. Quel miliardo e più che butteremo via in Promark nel 1991 sono soldi che moralmente voi con il voto di oggi, andate ad addebitare a tutti i cittadini piemontesi che viceversa avrebbero potuto ottenere dei servizi migliori. Mi dispiace che non ci sia la volontà di mettere uno stop fermo e netto a questa posizione.
Vi è, inoltre, l'ordine del giorno presentato dal Consigliere Ferrara e colgo l'occasione per ringraziarlo delle parole cortesi avute nei nostri riguardi - che ammette la proposta da me avanzata, cioè che il liquidatore sia nominato dal Presidente del Tribunale. Comprendo perfettamente che il Partito socialista non sia d'accordo: si è mai visto qualcuno d'accordo a farsi controllare i conti da persone estranee, determinate, libere da condizionamenti quando c 'e qualcosa da dover regolarmente coprire? Oggi andiamo alla copertura ulteriore di queste perdite, più tardi ci saranno i controlli, possibilmente lottizzati, e forse sarà la stessa gestione dell'ente a controllare se stessa. Meno responsabilità si vedranno, meno chiarezza si farà, e sarà l'opposto di quello che invece noi tutti, a parole, chiediamo, cioè di tirare il telone "fine" su Promark, di liquidare il liquidabile e soprattutto di non continuare colpevolmente ad accumulare delle perdite di gestione che sono gravi e troppe.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Goglio.



GOGLIO Giuseppe

Signor Presidente e colleghi, abbiamo evitato fino adesso di parlare di Promark perché ci sentiamo in parte coinvolti, essendo un esponente del nostro Partito il Presidente del Consiglio d'Amministrazione di tale società.
Riteniamo, comunque, di dover intervenire per due ragioni: 1) voteremo la legge n. 120 di ricapitalizzazione del capitale sociale della Promark, della quale si è parlato anche in Commissione e nelle riunioni dei Capigruppo 2) non voteremo, invece, l'ordine del giorno inerente la liquidazione.
Al riguardo, colgo l'occasione per chiedere alla Giunta quando e come si è discusso e si è deciso di liquidare la Promark.
Noi non siamo contrari alla liquidazione della Promark nel vero senso della parola, ma è una scelta politica che significa la rinuncia da parte della Regione alla gestione della promozione pubblica. E' una cosa che avviene in tutte le Regioni. La Regione Lombardia e la Regione Liguria hanno degli enti che presentano perdite come quelle della Promark, ci perché un ente pubblico o privato, se fa solo promozione, è in perdita. Le promozioni, nel contesto di una società, hanno un costo che viene attribuito un tanto sul fatturato; naturalmente il ritorno si vede nelle vendite, ma qui le vendite non si possono rivedere in quanto la promozione viene fatta per conto terzi. D'altra parte, le promozioni degli Assessorati al turismo, al commercio e all'agricoltura, non hanno ritorno e non sono valutabili nei conteggi poiché non hanno valore tangibile. Quindi, per questa ragione ci asterremo sull'ordine del giorno riguardante la liquidazione.
Diteci però dove, quando e come è stata decisa la liquidazione della Promark Ve ne sono grato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Signor Presidente, l'apprezzato lavoro di grande valenza tecnica fatto da alcuni colleghi ci ha fatto perdere di vista le ragioni politiche, non quelle di ordine tecnico. L'Assessore ha detto con chiarezza che siamo in una fase transitoria che non ha nulla a che vedere con gli aspetti tecnici ma riguarda gli aspetti gestionali di due realtà, la promozione e la manifestazione. Esistono manifestazioni che non si possono affidare ad un liquidatore nominato dal Tribunale. La promozione non si può interrompere improvvisamente perché è in scala triennale. E' un paradosso. Mi rendo conto di avere un diverso concetto dell'istituzione rispetto ad altri: non so cosa significhino gli atti di coraggio sulle pelli altrui. Il coraggio in genere, è un atto che mette a rischio il bene proprio; qui, invece, è la capacità di mettere a rischio i beni altrui.
Noi, con la scelta di Expo 2000, abbiamo preso atto che almeno il sistema delle manifestazioni andava ad unità. Nessuno immagina che ci sia un'altra società a partecipazione regionale che si occupa di manifestazioni. Abbiamo domandato se il sistema promozionale, che gira intorno al mondo dei soci di Expo 2000, è disponibile ad allearsi e a farsi carico, nella promozione della grande impresa, anche della piccola e media impresa e dell'artigianato. La scommessa di Expo 2000 è qui: cercare di mettere i piccoli imprenditori e gli artigiani sul TGV della grande impresa, rifiutando la logica di alcuni Partiti che, invece, ritengono che la grande impresa debba andare con il TGV e che il piccolo imprenditore e l'artigiano che fa le componenti per le navette spaziali debba andare avanti con l'accelerato.
Dobbiamo fare uno sforzo per mettere a disposizione di tutto il sistema produttivo, in particolare quello più debole, le migliori capacità di promozione: questa è la scommessa politica. Se Expo 2000 significa soltanto chiamare Torino Esposizioni "Expo 2000 ", abbiamo perso il nostro tempo e anche i nostri soldi. Bisogna essere molto cauti nei passaggi politici successivi all'espressione di una volontà politica che considera Promark superata perché il 50% dei suoi obiettivi è superato con l'avvio di Expo 2000. Esiste un momento di incertezza nel capire se questa società - spero a maggioranza privata per non correre più certi rischi - sia attivata e motivata a fare promozione in Piemonte a vantaggio della piccola e media impresa e dell'artigianato.
Ecco qual era la mia prospettiva: se è vero che la grande impresa ha nella Fifth Avenue di New York una vetrina, un giorno o l'altro potrebbe essere esposto, insieme alla Ferrari, il casco costruito da un nostro validissimo artigiano. Non dobbiamo chiuderci nella tutela degli interessi deboli di secondo livello, ma allearci con gli interessi forti per la promozione di quelli deboli.
La liquidazione di Promark, come fatto giudiziale e tecnico irrigidisce la possibilità della Giunta di completare lo spazio di contrattazione giuridico - politica con i partner esterni. Se chiudiamo Promark in termini tecnici e non soltanto in termini di decisione politica significa liquidare l'opzione politica che abbiamo fatto e non fare promozione con una società regionale; significa garantire, all'interno dell'area piemontese, un sistema di promozione garantito dall'efficienza privata, all'interno di un contesto che si fa carico dell'esigenza della programmazione regionale e dell'esigenza della società civile meno attrezzata.
Presto molta attenzione alla formulazione dei documenti che dovremo predisporre. Esiste un'altra questione: le mostre, le manifestazioni di Promark dovranno essere conferite a qualche patrimonio. Tale conferimento quindi, non è innumerario in termini di ruolo e di accompagnamento di personale. Il personale, rispetto a queste manifestazioni, ha una professionalità specifica che giustifica l'acquisizione di soggetti esterni esperti particolarmente su certi settori. Dunque la trattativa sui marchi non è tecnica, ma politica.
Dobbiamo chiudere la nostra vicenda, che è il pregresso Promark cioè la scommessa sul sistema fieristico piemontese nella sua prima espressione dell'Expo 2000, con un sistema articolato. Il Consiglio regionale ha preso atto che l'esperienza Promark si è esaurita e chiusa, ma io non sono così disponibile a farmi affascinare da formule tecniche che riducono la possibilità della Giunta di gestire, come suo dovere, questa fase transitoria per garantire la massima utilizzazione del patrimonio dei marchi della Regione, soprattutto nei confronti dell'interlocutore esterno nella contrattazione che attiene a Expo 2000. La richiesta è che Expo 2000 si faccia carico anche della promozione, mentre sappiamo che l'interlocutore esterno non ha interesse ad occuparsi degli artigiani poiché la promozione della Fiat Uno è affidata ai cervelli mondiali e non a quelli torinesi. Prendiamo dunque atto che questo tentativo non ha sortito grandi risultati.
Se, invece, dobbiamo ancora lavorare, è evidente che dobbiamo mantenere viva la volontà politica di supportare il sistema piemontese in un sistema di promozione non a maggioranza pubblica, perché altrimenti si ritorna all'inizio, ma legata al processo decisionale pubblico.
Ecco perché io voterò la legge, chiedendo alta Giunta grande attenzione e prudenza nell'esaminare i documenti successivi che non devono, per il piacere delle formule e delle parole che fanno titolo sui giornali pregiudicare lo spazio politico di manovra che essa deve avere assicurato e garantito totalmente, salvo rispondere in questa sede di come l'avrà saputo gestire.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Picchioni.



PICCHIONI Rolando

Ho sentito dire poc'anzi dal Consigliere Chiezzi, riferentesi alle cause ed agli effetti perversi della società Promark, che questa non poteva essere imputata o imputabile alle geometrie delle istituzioni, ma al governo, più o meno borbonico, delle varie classi dirigenti che si sono succedute alla guida dell'ente. Ho sentito moltissime riflessioni al riguardo. Dobbiamo ancora dire però una parola estremamente chiara sugli enti strumentali che noi portiamo alla vita, ma non facciamo crescere: essi devono avere la certezza da parte della Giunta e del Consiglio della loro possibilità di sopravvivenza e non devono essere in concorrenza con gli Assessorati, fin quando gli Assessori stessi, o la Giunta, non si faranno carico collettivamente e individualmente di ciò che è essenziale a questi enti strumentali per essere competitivi sul mercato. E' chiaro che qualunque altro discorso resta solamente un appello moralistico.
Oggi stiamo discutendo della Promark e stiamo individuando il suo eccesso di indigenza. Domani mattina, parleremo forse della Finpiemonte e realizzeremo o sottolineeremo l'eccesso di abbondanza, la sua supercapitalizzazione.
Il problema diventa un fatto di linea politica precisa, del come cioè vogliamo comportarci rispetto a questi Enti strumentali. Tutto ciò non è imputabile alla Giunta attuale, ma è forse piuttosto un fatto storico.
La Promark è nata nel 1976; da quanto dicono i documenti contabili, già nel 1977 è stata capitalizzata per 450 milioni, 500 milioni nel 1978. 300 milioni nel 1980, 1 miliardo e mezzo nel 1983. 600 milioni nel 1988.
Vediamo come questa sia una situazione che ci costringe non solamente oggi m anche ieri, a riflessioni più coraggiose e tempestive rispetto a quelle attuali.
Sono sempre alieno dal fare eccessive criminalizzazioni, e non sono tra quelli che gridano "al rogo, al rogo", oppure affidano alla "colonna infame" questo o quell'amministratore. Il problema di fondo è quello del comportamento razionale della Giunta, di questa come altre, nei confronti degli enti strumentali..
Il grosso problema è anche quello richiamato da Marchini, signor Assessore, perché non si conosce a che punto approderà la natura bicipite della Promark. E' inutile domandare all'Expo 2000, questo grande Moloch dalla figura incerta e dall'improbabile sensibilità, di farsi carico della promozionalità quando noi stessi la liquidiamo. Se il processo è quello della ricapitalizzazione prima e della liquidazione poi, è chiaro che noi stessi dimostriamo scarsa fiducia nelle possibilità promozionali della Regione. Se la Regione non riesce ad esercitare questa sua attività, per la quale la società civile si incontra con la società istituzionale, come possiamo pretendere che il privato, specialmente "il privato" torinese si faccia carico delle necessità ad esempio delle piccole e medie imprese della nostra Regione? Il problema è decisamente rilevante e quanto diceva stamani il collega Majorino sulla mancanza della previsione programmatica è giusto. Noi facciamo tutto questo, però non sappiamo dove arriveremo, non sappiamo quale sarà l'approdo possibile; sicuramente stenderemo una dichiarazione di fallimento di quella che dovrebbe essere una delle attività principali della nostra Regione. Oggi dunque non possiamo che domandarci dove finirà questa attività promozionale; finirà all'IRES? Ma questo non vuol forse dire adulterare o alterare un po' i fîni istituzionali dell'IRES? Finirà presso un Assessorato? E quale sarà la convergenza degli altri Assessori presso l'Assessorato istituzionale? Finirà presso un altro Ente? Ma questo Ente non vorrà significare, ancora una volta, ripetere gli errori del passato? Tutte queste cose si pongono alla nostra riflessione perché, al di là del momento emozionale con cui si vuole liquidare fallimentarmente un'attività che non è stata certamente brillante, oggi siamo portati ad un "porto delle nebbie" di cui non conosciamo i possibili approdi E' per questo che il mio Gruppo si riconosce negli interventi puntuali dell'amico Squillano, del Presidente Brizio e dell'Assessore Vetrino, tenendo presente che la stessa prudenza richiamata poco fa dal Consigliere Marchini dev'essere richiamata per ogni atto successivo.
Per quanto riguarda il problema della promozionalità, sempre riportato dai diversi Gruppi politici, che cosa farà la Regione per la piccola e media impresa? E' un problema che non può essere assolutamente lasciato alla buona volontà altrui.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MONTABONE



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Maggiorotti. Ne ha facoltà.



MAGGIOROTTI Piergiorgio

In merito al problema di come l'Ente pubblico può gestire in modo efficiente il sostegno alla commercializzazione dei prodotti di piccole e medie aziende a bacino d'utenza regionale, posso affermare di non essere competente in materia.
Non intendo partecipare alla votazione di un'operazione che si pone come atto di rianimazione forzata e prolungata di un corpo ormai semifreddo, ad encefalogramma piatto, su cui tutt'al più possono crescere attivamente barba, unghie e capelli e svilupparsi ogni altro tipo di parassiti, pidocchi, venni e quant'altro.



PRESIDENTE

Le dichiarazioni di voto sono concluse.
Si proceda quindi alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 hanno risposto SI 27 Consiglieri hanno risposto NO 8 Consiglieri L'intero testo della legge è approvato.
A seguito della discussione sulla legge è stato presentato un ordine del giorno da parte del Consigliere Ferrara, che ha quindi la parola per l'illustrazione.



FERRARA Franco

Signor Presidente, nel corso del lungo dibattito avvenuto su questa vicenda, sulla base delle dichiarazioni fatte dalla Giunta nella persona del suo Presidente, si è lasciato intendere che questo fosse il passo giusto per giungere ad una definizione della vicenda Promark, che da molti anni prosegue e che, regolarmente, giunge ad un momento di crisi per poi essere rinviata.
Tre anni fa, in quest'aula, si era parlato di liquidazione e, già allora, di un costo di tre miliardi che bisognava rinviare. Ogni volta che abbiamo riaffrontato il problema, sono sempre emerse le argomentazioni che anche oggi abbiamo sentito, ovvero che la promozione è una funzione fondamentale a favore della piccola impresa, alla quale la Regione Piemonte non può rinunciare..
Avevamo anche detto che con Expo 2000 si sarebbe definita la situazione avevamo detto che c'era un personale da sistemare. Si era detto che bisognava individuare un ente capace di svolgere un molo di promozione per la Regione. Non ero molto convinto di queste affermazioni, ma almeno si stabiliva un nucleo capace di individuare una politica promozionale nella Regione Piemonte.
Oggi, invece, sento dire, rispetto alle affermazioni che pensavo fossero date per acquisite, che non bisogna prendere decisioni "coraggiose", che bisogna riflettere e rinviare ancora questo discorso.
Nel momento in cui l'industria ha bisogno del supporto della Regione per la promozionalità, la Regione sciupa i suoi soldi per tenere in piedi un ente strumentale che non serve a nessuno. Questa è la verità! Tutte le cose che abbiamo detto questa sera riguardo alla funtone pubblica della promozionalità, riguardo al fatto che non bisogna rinunciare al privato che bisogna dare un ruolo alla Regione in questo settore, sono vere, ma devono avere dei contenuti Hanno contenuto soltanto se si riesce ad orientare le scarse risorse regionali rispetto ad obiettivi capaci di dare respiro alla piccola impresa.
Perché liquidare la promozione? Chi ha detto che bisogna liquidarla? La promozione è un ruolo fondamentale e bisogna incrementarla.
Forse l'Assessore al Turismo o l'Assessore all'agricoltura non hanno mai fatto della promozione? L'avranno fatta al di fuori della Promark, ma perché? Qualcuno deve porsi questa domanda! Non possiamo ogni anno, per cinque o dieci anni, dire che bisogna fare un discorso alla Giunta e poi scoprire che è la Giunta stessa a non credere in questa prospettiva, lasciando a carico dell'Assessorato al commercio un costo di oltre unmiliardo. Non credo sia questo il modo corretto di affrontare i problemi che abbiamo di fronte.
Oggi avremmo dovuto fare un discorso sull'occupazione, ma affronteremo l'argomento la prossima settimana. Quando parliamo di occupazione anticipando un po' il discorso che farò la prossima settimana - pensiamo sia un fatto originario, che si crea da sé: l'occupazione, invece. è la conseguenza di una politica industriale, della capacità di dare forza ad un sistema.
La Regione deve dare forza al sistema, non deve mantenere in piedi scelte compiute 15 anni fa, nelle quali più nessuno crede e per tenere in piedi le quali si disperdono risorse ed energie. Non si tratta di fare i primi della classe; si tratta di non essere sempre gli ultimi! Noi non vogliamo che la Regione Piemonte sia l'ultima della classe, vogliamo che possa svolgere un suo ruolo qualificato. Non facciamo, quindi, atti di coraggio sulla pelle di nessuno.
Non abbiamo aderito alla proposta del Consigliere Zacchera rivolta alla scelta di vie difficili e pericolose; vogliamo che si attui una scelta morbida, che garantisca i dipendenti, il realizzo dei marchi e delle iniziative attive realizzate da Promark, e che infine permetta di portare a conclusione tutte le iniziative assunte finora.
Nessuno chiede di chiudere, licenziare e liquidare la Promark in questo modo; si chiede di avviare un processo, ed è per questo che noi auspichiamo l'intervento di un liquidatore al di fuori della "mi-schia" ed autorevole capace di affrontare questi problemi e non condizionato dalle polemiche che da dieci anni gravano su questo ente. Chiediamo qualcosa che garantisca noi, in primo luogo, ma che garantisca anche la Promark.
E' per questi motivi che non ritiro (ordine del giorno; tra l'altro il Presidente ha detto che è un ordine del giorno condivisibile, perché è il primo passo della politica di risistemazione degli enti strumentali.
La mia paura è di privatizzare il pubblico laddove non serve e quindi di razionalizzare il sistema pubblico. Ma ogni volta che c'è da fare qualcosa, tutti si scatenano dicendo che il pubblico deve essere garantito che il pubblico ha un suo ruolo, una sua funzione. E' vero, ma questo ruolo deve essere svolto in via ordinaria nel modo più efficiente possibile. Per questo motivo occorre continuare con questo ordine del giorno, al fine di dare certezza a tutti Non dimenticate che la messa in liquidazione della società è stata sollecitata dal Consiglio di amministrazione della società stessa. Mi chiedo con quale ragione, con quali obiettivi, con quale forza noi riusciamo a dire di non metterla in liquidazione, oppure - come qualcuno dice - di metterla in liquidazione più avanti e vedere nel frattempo cosa succede. Questo è quanto si diceva tre anni fa, in sostanza.
Ogni anno si spende un miliardo e mezzo, ma si rinvia ugualmente (argomento. Come si può fare questo, quando il Consiglio dine della società si è presentato alla Giunta ed ha sollecitato la messa in liquidazione della società? Credo che avremo ben poche cose da dire se non la mettiamo in liquidazione, e poche cose da chiedere alla società Promark visto che rispetto alla sua richiesta di messa in liquidazione li Consiglio regionale ha preferito rinviare, senza assumere alcun impegno, continuando a non fare nulla, come avviene da molti anni.
Il Partito repubblicano mantiene, quindi, il proprio ordine del giorno.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossa.



ROSSA Angelo

Signor Presidente, mi dispiace per la decisione del collega Ferrara soprattutto al termine di un dibattito importante, conclusosi con l'approvazione di una legge volta anche all'individuazione di nuovi strumenti di promozione regionale, eventualmente con altri enti che forniranno le necessarie garanzie.
Mi spiace che il collega Ferrara, a nome del Gruppo repubblicano e in conclusione del suo intervento, abbia deciso di mantenere il proprio ordine del giorno; documento che si colloca al termine del dibattito quasi per sovramercato, sovrapponendosi ad un processo già avviato con la decisione di ricapitalizzazione della Promark.
Riteniamo che la prima parte della vicenda sia conclusa; è ora necessario individuare il da farsi. Concordo con i colleghi che ritengono si sia abbandonata un attività nel momento in cui si è intravista la possibilità di avviarne altre; l'assumere atteggiamenti pregiudiziali si traduce in una forzatura, nel voler aggiungere "un di più" rispetto a quanto è stato fatto.
Sono questi i motivi che mi portano ad invitare il collega Ferrara a ritirare il suo ordine del giorno; diversamente, l'approccio del Gruppo socialista al documento sarà variegato ed articolato. Poc'anzi, la Presidente Spagnuolo mi diceva di essere stata Assessore al commercio per ben cinque anni, manifestando la volontà di assumere una propria posizione.
L'atteggiamento del Gruppo socialista non vuole ricordare le falangi napoleoniche, ma essere aperto e disponibile. Rispetto all'ordine del giorno del collega, comunque, ci asterremo dal voto. Non é rilevante che la richiesta sia pervenuta dal Consiglio di Amministrazione della società, la Regione deve avere piena autonomia nello svolgere le proprie funzioni, il Consiglio d'Amministrazione può assumere determinati atteggiamenti, ma non può entrane nella strategia che la Regione ritiene di adottare; al massimo può esprimere una propria opzione, ma il potere decisionale spetta al Consiglio regionale.
Mediante l'azione che abbiamo messo in moto, ci apprestiamo a realizzare obiettivi voluti più o meno da tutti. Nessuno intende difendere situazioni virtualmente, se non addirittura sostanzialmente, concluse; si devono unicamente individuare indicazioni da dare alla società.
Personalmente, ritengo opportuno "abbassare la saracinesca" e dichiarare la chiusura per fine attività, unicamente nel momento in cui si è sicuri di poterne iniziare di migliori. Chiedo quindi che la chiusura non sia immediata, ma avvenga nel momento in cui vi siano valide alternative diversa-mente, si assumerebbe un atteggiamento a mio parere pregiudiziale.
Siamo ormai al termine di un processo che ha consentito l'individuazione di una serie di soluzioni; tentiamo di concluderlo in modo degno della rilevanza di un ente regionale che si assume la responsabilità di quanto ha fatto finora e di quanto intende fare in futuro.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

Intervengo unicamente per dichiarare il nostro voto favorevole e per esprimere apprezzamento per il coraggioso ordine del giorno del collega Ferrara, che ha accolto il nostro emendamento inteso a far sì che il liquidatore della società venga individuato da un organo "super partes".
Come sottolineato nei precedenti interventi, e segnatamente in quelli del collega Zacchera, questo non significa che siamo contrari all'attività di promozione, che é gestita attualmente dalla Promark La messa in liquidazione significa da un lato un'onorata sepoltura all'ente Promark, dall'altro la scelta - finalmente - di una delle tre ipotesi formulate nella riunione dei Capigruppo, richiamata da molte parti del 29/1/1991.
Si é parlato di messa in liquidazione e di liquidazione successiva alla sottoscrizione di nuove azioni, ipotesi da noi contestata soprattutto nel dibattito di oggi, pur prendendo atto che si tratta di un primo passo per arrivare alla scomparsa della Promark.
Con questo spirito, ritenendo la soluzione adottata "subordinatissima" a quelle da noi propugnate in queste ore di lungo dibattito, dichiariamo comunque il nostro voto favorevole.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Signor Presidente, vorrei esprimere il mio disagio e la mia sorpresa rispetto all'andamento dei lavori. In primo luogo, i dibattiti sulle leggi debbono concludersi con la loro approvazione; se si intendono introdurre questioni a lato, queste debbono essere depositate, e in sede propria si discuterà come e quando affrontarle Introdurre elementi estranei alla materia all'o.d.g. é un meccanismo improprio per fare notizia, che respingiamo come metodo.
All'o.d.g. della seduta in corso c'era una legge che abbiamo votato nel dibattito sono maturati alcuni orientamenti cui la Giunta deve prestare attenzione, per trarne le dovute conclusioni.
La discussione di oggi mette la Giunta, responsabile della gestione degli enti strumentali, nella condizione di dovere fare proposte conseguenti agli orientamenti maturati.
Un eventuale documento in tal senso, presentato dalla Giunta in sede propria, avrà per oggetto non i problemi di ordine finanziario pregressi che ci hanno portato alla discussione di oggi - ma la maturazione delle condizioni per una liquidazione che, come tutti abbiamo, sostenuto, non problema tecnico, ma politico.
E' assai incoerente non avere dato alcun seguito al puntuale lavoro svolto dal collega Zacchera, per larga parte condivisa dal sottoscritto inerente a questioni di ordine tecnico-giuridico, e chiudere il dibattito con un provvedimento di ordine altrettanto tecnico-giuridico.
Si tratta di una posizione forzata - mi consenta il collega Ferrara molto delicata se assunta all'interno delle istituzioni.
La solidarietà di maggioranza vuole anche dire prendere atto che su questa questione si hanno responsabilità diverse, ruoli diversi, esperienze diverse, vissuti diversi e quindi non si possono presentare alla pubblica opinione le proprie posizioni e chiedere che su queste si voti.
Tra l'altro chiedo se questo ordine del giorno sia proponibile, messo in questi termini. Visto che c'è rigidezza da parte repubblicana noi poniamo questa questione e lasciamo all'Ufficio di Presidenza il compito di valutare: all'o.d.g. del Consiglio c'è una legge e non un dibattito su Promark, quindi che si possa concludere con un ordine del giorno é un altro discorso. Il Consigliere Ferrara si risentiva prima del fatto che ogni tanto mi permetto di segnare qualche differenza sul senso delle istituzioni che abbiamo rispetto a lui, non dico ai repubblicani, perché nemmeno io nei confronti dei repubblicani ho la pretesa di impersonare la cultura liberale, come certamente il collega Ferrara non presuppone di impersonare la cultura istituzionale repubblicana. Però - consentimi Ferrara - su questa vicenda esistono partiti che hanno responsabilità diverse atteggiamenti diversi e, quindi, un Consiglio regionale che si distingue intorno ad una accentuazione di tipo formale, cioè su chi debba gestire la liquidazione, sempre che sia opportuno deciderlo in questa sede, ma a mio modo di vedere lo deve fare la Giunta. L'esecutivo, dovendo gestire la legge, deve fare proprio l'ordine del giorno, non deve farselo imporre altrimenti imporre anche se lo condivide é un problema di atteggiamento. Il dibattito sulla legge ha fatto emergere un'esigenza: la liquidazione di Promark come espressione di volontà politica, di un percorso che porta a questo risultato; come, quando, dove e con quale modalità é una responsabilità che la Giunta deve assumersi, non può essere improvvisato in questa sede. In primo luogo quindi chiedo che venga verificato che sia praticabile questo ordine del giorno, se non sia opportuno riportare la questione a un dibattito sul futuro di Promark e non a una legge di rifinanziamento di Promark (chiedo scusa delle eventuali imprecisioni tecniche).
Qualora invece tutti ritenessero che su questo si debba procedere, devo dire che non voterò questo ordine del giorno perché lo considero perfino un po' ipocrita ed uso per Ferrara la frase pronunciata da La Malfa nei confronti di un loro guardaspalle siciliano allorquando lo qualificò un "Torquemada da strapazzo": tolgo lo "strapazzo" e lascio solo il "Torquemada". E' inutile impiccare gli uomini morti, come diceva qualcuno.
La realtà di Promark la conosciamo tutti, ognuno ci ha fatto sopra le sue battaglie, i suoi titoli di giornale. I repubblicani l'hanno fatta, mentre i liberali - guarda caso - avevano avuto in quel periodo la responsabilità di gestire un settore in una situazione di emergenza e con difficoltà di rapporti politici con la maggioranza.
Collega Ferrara, solidarietà di maggioranza vuole anche dire non lucrare sulla maggioranza; la Presidente Spagnuolo era Assessore al commercio del Comune di Torino e il sottoscritto. Assessore regionale al commercio, durante i periodi caldi di questa vicenda.
Ebbene, io ho avuto qualche problema a non allinearmi sui miei "cliente" (nel senso ampio del termine) sulle richieste di Ferrara, per senso di responsabilità globale.
Per quanto riguarda l'accentuazione formale sul liquidatore nominato dal Tribunale, qualcuno mi dirà che é normale, che succede sempre, ma il lettore ordinario, quando legge che é il Tribunale, ne dà un'interpretazione quanto meno di sospetto. Pertanto io mi chiedo se siamo davvero convinti che il Presidente Strobbia, il Vicepresidente Tizio o il Consigliere che noi esprimiamo, sia qualcuno che merita che da domani mattina solo per un'accentuazione di carattere formale - non é nient'altro che questo - debba immaginare di essere coinvolto in una vicenda di cui si occupa il Tribunale, che Ferrara dice essere una semplice modalità in cui anziché essere la società a decidere é il Tribunale, ma queste sono cose per gli addetti ai lavori.
Le persone che abbiamo mandato in quelle sedi o riteniamo che siano tali da meritare un intervento del Tribunale, ma non di carattere formale bensì sostanziale, allora ha ragione qualcun'altro, oppure - consentitemi questa questione va gestita con il massimo rispetto anche di persone, come sono sicuramente alcune di queste, che non sono in grado di misurare la differenza tra il fallimento e l'amministrazione controllata, la liquidazione gestita dal rappresentante nominato dalla società e dal rappresentante nominato dal Tribunale.
Caro Ferrara, questa io la ritengo davvero una stecca, perché quando si nel coro non si devono fare gli acuti quando bisogna cantare a bocca chiusa; si può dimostrare di avere una bella voce, ma una stecca é e una stecca rimane. Devo anche dire che la nostra forza politica a queste stecche comincia a non essere più tanto abituata - l'ho già detto in altre sedi -. L'accentuata solitudine in cui il PRI lascia in parecchie situazioni la maggioranza, e questo non é il primo caso, crea alla nostra forza politica, che ha - guarda caso - un patrimonio comune di idee, di prospettive e anche di serbatoio di opinione, qualche problema che non capisco perché debba, in modo masochista, continuare ad accettare.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Poiché non voglio ricevere reprimende a posteriori, devo fare una precisazione. Lunedì prossimo é convocata un'assemblea della Promark nel cui l'o.d.g. é stato posto dagli stessi amministratori scioglimento della società. Questo é un dato di fatto, quindi a meno che non facciamo il nostro dovere e non ci assumiamo la responsabilità, lunedì io e la collega Vetrino saremo presenti. Siamo già andati entrambi il 31 gennaio, dopo quella famosa riunione dei Capigruppo, proprio per senso di responsabilità.
Naturalmente il rappresentante é uno solo e poiché non possiamo dividerci le azioni come si fa nelle società private, a votare sarà uno solo.
Pertanto lunedì, la Vicepresidente Vetrino ne ha già fatto cenno parteciperemo a questa riunione e faremo qualcosa. Evidentemente si sta andando verso l'iter di scioglimento morbido, questa é l'impostazione che abbiamo portato avanti con una confluenza in parte in Torino Esposizioni ed Expo 2000, per mantenere un ruolo nell'ambito della promozione e insieme realizzare le attività che non entreranno nella Expo 2000. E' chiaro quindi che ci troveremo ad assumere delle determinazioni in quella sede. Noi sappiamo che competono all'esecutivo, però il Consiglio deve avere la percezione che questa é la situazione e che quindi noi saremo chiamati di fronte all'assemblea ad assumere delle determinazioni. Qualora il Consiglio ci dia delle indicazioni, formalmente o informalmente, queste saranno utili; se il Consiglio non ce le dà ci assumeremo le nostre responsabilità.



MAJORINO Gaetano

Il nostro ordine del giorno chiede la messa in liquidazione, punto e basta.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Non ho detto che dice altro, però é evidente che le ipotesi possono essere diverse: una liquidazione affidata allo stesso Consiglio d'Amministrazione; una liquidazione affidata al Presidente; una liquidazione affidata a un professionista esterno estremamente qualificato una liquidazione affidata a un professionista esterno e al Presidente dell'assemblea; una liquidazione affidata ad un professionista indicato dal Tribunale, però su questa indicazione ho sentito voci discordi. L'ordine del giorno nel testo originario parlava di un "autorevole professionista torinese", ed io allora avevo detto che potevamo parlarne. Se il Consiglio intende darci delle indicazioni noi le cogliamo; se le indicazioni non ci saranno date, non per questo non potremo non andare all'assemblea del 17 giugno, perché non possiamo non assumerci le nostre responsabilità.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Picchioni.



PICCHIONI Rolando

Mi pare che quanto ha detto il Presidente Brizio tagli la testa al toro.
Il problema adesso non é di percorsi morbidi o di percorsi affrettati quanto ha detto il Presidente, cioè che si arriverà senz'altro ad una liquidazione, fa apparire (ordine del giorno di Ferrara un po' pleonastico.
Non so se questo significhi mettersi il nastrino all'occhiello, però mi pare che l'obiettivo lo si raggiunga con l'unica variabile lasciata impregiudicata da parte del Presidente: il ruolo di liquidatore verrà affidato ad un professionista oppure ci sono delle opzioni diverse? Io non assumerei degli atti così fondamentalisti dicendo "Dobbiamo fare queste cose", lascerei al Presidente di raccogliere quanto il Consiglio d'Amministrazione dirà e agire di conseguenza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Goglio.



GOGLIO Giuseppe

Mi sembra che si stiano facendo due discorsi diversi. Il Consiglio d'Amministrazione della Promark chiede l'autoscioglimento, ma il Consiglio d'Ammini-strazione della Promark può chiedere quello che vuole. Le scelte devono essere fatte dalla proprietà, dagli azionisti. Noi, come azionisti dobbiamo valutare l'opportunità o meno di sciogliere la Promark. E' per questo motivo che prima ho chiesto dove, come e quando é stata presa la decisione di scioglimento della Promark, perché non nel Consiglio d'Amministrazione della Promark deve essere presa questa decisione, ma in quest'aula.
Allora dovete dirmi qual é l'Ente che va a sostituire la Promark e a che costi si sostituisce, perché se c'è un Ente che si chiama Expo 2000 che farà lo stesso lavoro della Promark a un miliardo all'anno, é inutile sciogliere la Promark.
Ci sono delle valutazioni politiche da fare, ma non tout court. Se uno dei miei amministratori mi propone l'autoscioglimento durante un Consiglio d'Amministrazione, io gli dico "valutiamolo". Lunedì andate pure al Consiglio d'Amministrazione, prendete atto che il consiglio della Promark ha deciso l'autoscioglimento, dopodiché il Consiglio regionale deciderà il da farsi.



PRESIDENTE

Sospendo brevemente la seduta per valutare l'accettabilità dell'ordine del giorno presentato dal Consigliere Ferrara, cioè se può essere ritenuto collegato al disegno di legge testé approvato, oppure se é un ordine del giorno che avrebbe dovuto essere iscritto in maniera autonoma perché non collegabile.



(La seduta, sospesa alle ore 18.55, riprende alle ore 19.00)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Questa sospensione si é resa necessaria a seguito dell'intervento del Consigliere Marchini, il quale ha fatto un richiamo di tipo procedurale.
Il Consigliere Marchini diceva che l'ordine del giorno avrebbe dovuto essere iscritto a parte, perché non é strettamente connesso alla legge.
Dopo un attento esame del testo, e seguendo la prassi che é sempre stata seguita in quest'aula, si può affermare che l'ordine del giorno é connesso alla discussione sulla legge, perché abbiamo rilevato che in un passaggio dello stesso testo della relazione alla legge, si fa riferimento alle difficoltà gravi della Promark e dal fatto che "valutazioni consiliari saranno oggetto di concerto con gli altri azionisti per recuperare le attività Promark ritenute importanti in una diversa collocazione istituzionale".
Ho ritenuto, al di là di valutazioni di merito anche mie personali peraltro ringrazio il Capogruppo Rossa di averle anticipate al Consiglio di fare comunque questa valutazione procedurale.
Riprendiamo quindi la discussione dal punto in cui l'abbiamo lasciata.
A seguito delle valutazioni fatte dal Presidente della Giunta, ha chiesto di intervenire il Consigliere Ferrara. Ne ha facoltà.



FERRARA Franco

Signor Presidente, metto via il Regolamento, perché l'ha già interpretato lei.
Se ho capito bene quello che ha detto il Presidente Brizio, e se queste sono le intese, perché lui lo ha dichiarato, io non ho difficoltà a ritirare l'ordine del giorno. Il Presidente ha detto che si presenterà all'assemblea del 17 per chiedere la messa in liquidazione della Promark.
Inoltre, poiché c'è qualche contestazione sul fatto che possa esserci un unico liquidatore nominato dal Presidente del Tribunale, mi é stato chiesto di proporre una terna di liquidatori nominati rispettivamente dall'Ordine dei dottori commercialisti, dall'Or-dine degli avvocati e dall'Ordine dei ragionieri.
Se questo é il senso di quanto ha detto il Presidente Brizio e queste sono le indicazioni che lui dichiara di accogliere, io non ho difficoltà a ritirare il mio ordine del giorno.



PRESIDENTE

Poiché non può decidere il Presidente che cosa si vuole fare di un ordine del giorno, che é firmato dal Consigliere Ferrara, con un emendamento, accolto dal proponente, presentato dal Consigliere Zacchera, e al quale si sono aggiunte nel frattempo le firme dei Consiglieri Majorino Staglianò, Rabellino, e Zacchera, sull'eventuale ritiro dell'ordine del giorno, oltre al Consigliere Ferrara, si dovranno pronunciare con un sì o con un no, gli altri Consiglieri interessati.



FERRARA Franco

Gradirei avere una risposta dal Presidente, perché non so se sia giusto che altri Consiglieri mantengano un ordine del giorno presentato dal sottoscritto unicamente per il fatto di aver aggiunto la propria firma. Se il Presidente della Giunta mi conferma che ho inteso bene, non ho difficoltà a ritirare il mio ordine del giorno e qualora fosse posto in votazione a non votare.
Questo non perché sia in contraddizione, ma perché evidentemente prendo atto dell'impegno assunto dal Presidente, che mi assicura sufficienti garanzie.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Dai colloqui avuti con l'Assessore e il Presidente del Consiglio d'Amministrazione, l'orientamento è chiedere lo scioglimento della società perché l'art. 2446 del Codice Civile potrebbe comportare o la riduzione del capitale sodale o ulteriori reintegri o altri provvedimenti. Quindi il Consiglio d'Amministrazione é orientato a chiedere lo scioglimento attraverso modalità che al momento noi non conosciamo, o che conosciamo soltanto in modo parziale. L'Assessore avrà comunque degli ulteriori incontri - prima dell'assemblea di lunedì - con il Consiglio d'Amministrazione. In quell'occasione ascolteremo gli altri azionisti perché non possiamo ignorare un socio come la Provincia che detiene il 40 del capitale sociale e che ha deliberato di sborsare 400 milioni per la ricapitalizzazione della società, e la copertura delle perdite. Nella situazione attuale siamo orientati a chiedere lunedì la liquidazione della società; ma il vincolo che voi mi ponete: prima di scegliere un esperto nominato dal Tribunale, poi un professionista esterno...



FERRARA Franco

Mi è stato proposto, non l'ho inventato io.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Si tratta comunque di ipotesi che devono essere verificate con gli altri azionisti, perché noi non possiamo andare a spaccare...



MAJORINO Gaetano

Voi siete la maggioranza!



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

E' vero che siamo la maggioranza, però tutti insieme dobbiamo concorrere alla fase liquidatoria, perché tutti insieme pagheremo i debiti come tutti insieme abbiamo pagato questa ricapitalizzazione. Non siamo soli, non possiamo muoverci nella logica privatistica del 56%: abbiamo ereditato questo ente dalla Provincia. Ricordo bene che nel 1976 votai contro l'assorbimento pubblico della Promark a livello provinciale, poi mi trovai a gestirlo nel 1980, inizialmente dall'opposizione e poi dalla maggioranza, perché quando un iniziativa prende corpo si cerca di portarla avanti, nel bene e nel male, verso soluzioni positive.
Se il Consiglio é d'accordo alla proposta di scioglimento, partecipando all'Assemblea io lo renderò noto; se invece vengono posti dei vincoli posso anche accettarli, ma non posso adesso assumermi l'impegno di dire che sarà Tizio, Caio o Sempronio il liquidatore, perché prima devo prima consultare gli altri azionisti.
Sul testo originario dell'ordine del giorno mi ero espresso a favore quindi a favore di un autorevole professionista esterno, almeno come rappresentante della Regione; ci potranno però essere altre proposte, per cui o il Consiglio mi dà un vincolo o in caso contrario dirò la mia opinione e quella dell'Assessore, questo é evidente. L'indirizzo di andare ad una nomina dei liquidatori attentamente calibrata per professionalità per serietà, per garanzie, lo cogliamo pienamente; se invece lo si vuole vincolare su Tizio, Caio e Sempronio bisogna scriverlo in un documento perché non posso accollarmi delle responsabilità oltre a quelle che mi competono.
Mi troverei in difficoltà se in assemblea la Provincia o l'Ordine dei commercialisti dovessero proporre qualcun altro.
In questa sede prendo l'impegno di fare un'operazione seria e tempestiva, ricercando persone adeguate che diano la massima garanzia. E un impegno mio e autonomo; in ogni caso, come sempre, terremo conto dei voti del Consiglio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ferrara.



FERRARA Franco

Non avrei alcuna difficoltà ad accogliere l'eventuale proposta dell'altro azionista qualora decidesse ad esempio di inserire un membro dell'Ordine dei farmacisti, perché la ratio del mio ragionamento é che deve trattarsi di una persona o di una terna di persone, al di fuori della mischia. Mi pare che le ipotesi di un funzionario della Regione, uri amministratore precedente o tutti gli amministratori precedenti, siano tutte ipotesi incompatibili con questo principio. Il modo migliore per uscire é individuare una clausola oggettiva; per quanto riguarda il Tribunale qualcuno pensa che sia pericoloso, io non lo ritengo tale perch tutti facciamo riferimento alla nomina di un rappresentante il Tribunale ma non ho problemi; si é parlato degli Ordini professionali competenti (commercialisti, ragionieri, avvocati).



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Ma la scelta da uno a tre deve nascere in assemblea.



FERRARA Franco

Certo, a parte il fatto che la Regione ha la maggioranza assoluta sebbene nella passata assemblea mi pare di ricordare che la Provincia avesse detto che non avrebbe più sottoscritto, quindi non avevano tenuto molto in considerazione le valutazioni dell'azionista di maggioranza, per detto questo, tenuto conto che la Regione è azionista di maggioranza e pertanto può decidere quello che vuole, può assumersi l'impegno affinché le scelte vengano prese non sulla base di conoscenze, di amicizie o altro bensì su criteri oggettivi individuati a monte e quindi designati da Ordini professionali, dal Presidente del Tribunale, da chi volete.



PRESIDENTE

Mi permetta. Consigliere Ferrara, di riassumere la questione: è stato presentato un ordine del giorno che é stato emendato più volte. Su questo ordine del giorno il Presidente della Giunta si é espresso e mi pare di aver colto che gli altri firmatari non lo ritirano, ho capito bene Consigliere Ferrara? La invito quindi ad esprimersi.



FERRARA Franco

Io mi esprimerei, ma non ho capito bene quanto ha detto il Presidente Brizio.



PRESIDENTE

Dato che questo ordine del giorno va messo in votazione, vorrei capire quale testo porre in votazione, perché alla Presidenza risulta l'ordine del giorno presentato da lei e firmato da altri Consiglieri, un emendamento accolto, presentato dal Consigliere Zacchera ed una serie di proposte di emendamento verbali, che si possono raccogliere; é necessario quindi predisporre un testo definitivo.
La parola al Consigliere Ferrara.



FERRARA Franco

Ho difficoltà ad esprimermi, perché vorrei capire esattamente qual l'impegno che si assume il Presidente in questo Consiglio.



ROSSA Angelo

Chiedo la parola.



PRESIDENTE

A quale titolo? La parola non si può più chiedere in questo momento perché c'è già stato il dibattito e le dichiarazioni di voto.



ROSSA Angelo

Siamo entrati nel merito di una questione che da questo momento in avanti é di competenza della Giunta e non del Consiglio.



PRESIDENTE

C'è stata tutta una serie di andirivieni, di proposte di emendamento e proposte ritirate: i proponenti mi dicano se l'ordine del giorno integrato dalle seguenti parole: "nominato dal Presidente del Tribunale di Torino o da tre professionisti" così come sono stati ricordati. Se non c'è definizione io sospendo questa questione.
La parola al Consigliere Ferrara.



FERRARA Franco

Ho preso atto di quanto ha detto il Presidente della Giunta, del suo impegno a mettere in liquidazione la società nella prossima assemblea e a nominare uno o tre liquidatori in modo oggettivo facendo riferimento ad istituzioni esterne. Prendendo atto dell'impegno del Presidente, ritiro per quanto mi riguarda l'ordine del giorno.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

Visto che il Consigliere Ferrara ha ritirato la propria firma all'ordine del giorno da lui stesso presentato, ritenendosi soddisfatto politicamente delle dichiarazioni del Presidente Brizio di andare alla assemblea del giorno 17 e di schierarsi, in sede di assemblea, come azionista per la messa in liquidazione, io e il collega Zacchera riteniamo di dover insistere perché si voti l'ordine del giorno, nell'interesse istituzionale del Presidente Brizio. Se lei. Presidente, in quel momento azionista della Regione con il 56%, ha un ordine del giorno che, al di là della volontà già manifestata pochi minuti fa di sostenere la messa in liquidazione, lo impegna nel senso istituzionale, si potrà sentire più forte e anche la questione della responsabilità rimarrà ben definita. Non che bisogna prevaricare gli altri azionisti, ma con tutti i soldi che, in questo decennio, la Regione ha tirato fuori, acquisendo il 56% delle azioni, ben può insistere ed ottenere, essendo socio di maggioranza, la messa in liquidazione con la proposta che può tenere della nomina del liquidatore da parte del Presidente del Tribunale (soluzione originaria).
Su questo puntoci saranno altre utilizzazioni, ma il punto principale nell'interesse istituzionale del Presidente Brizio e nell'interesse della volontà formatasi in maggioranza indipendentemente dalle collocazioni, é la messa in liquidazione ed é importante la nomina di liquidatori neutri, per noi continua ad andar bene quella effettuata dal Presidente del Tribunale.
Chiedo pertanto la votazione di questo o.d.g. comprensivo dell'emendamento che, in un primo tempo, era stato accettato dal Consigliere Ferrara e che adesso continuiamo a fare nostro.



PRESIDENTE

Pongo quindi in votazione l'ordine del giorno n. 189 il cui testo emendato recita: "Il Consiglio Regionale del Piemonte invita la Giunta a proporre la messa in liquidazione della società nominando quale liquidatore un autorevole professionista torinese, nominato dal Presidente del Tribunale di Torino".
Chi é favorevole é pregato di alzare la mano.
L' ordine del giorno é respinto con 6 voti favorevoli e 22 astenuti (non hanno partecipato alla votazione 7 Consiglieri).


Argomento: Statuto - Regolamento

Esame proposta di deliberazione n. 206: "Proposta di integrazione del 1 comma dell'art. 13 del Regolamento interno dei Consiglio Regionale"


PRESIDENTE

Passiamo ora al punto 12) all'o.d.g. che prevede l'esame della deliberazione n. 206.
La parola al Presidente della Commissione, Consigliere Grosso.



GROSSO Carlo Federico

Con la deliberazione n. 206, si propone l'integrazione di due commi all'ari. 13 del Regolamento.
La prima delle due integrazioni ha una ratio molto precisa: si dà la possibilità di formare autonomi Gruppi, anche se composti da un numero di Consi-glieri inferiore a tre, laddove la formazione del Gruppo corrisponde ad una realtà politica del Paese nel senso che il Gruppo che si forma in Regione trova corrispondenza in un Gruppo a livello parlamentare.
La seconda integrazione riguarda la razionalizzazione del funzionamento dei Gruppi misti: qualora accada che vi concorra una pluralità di Consiglieri si vuole consentire di far parte individualmente di tutti gli organismi consiliari in cui sia prevista la presenza di una rappresentanza per ogni Gruppo consiliare.
Nel chiedere l'approvazione di questa deliberazione si propone che il Consiglio autorizzi una rinumerazione dei commi in modo da non prevedere ibis, ma una numerazione interamente nuova in 7 commi dell'articolo.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, pongo in votazione tale deliberazione il cui testo é a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 32 Consiglieri presenti.


Argomento:

Interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno (annunzio)


PRESIDENTE

Le interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenute all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale verranno allegate al processo verbale dell'adunanza in corso.
La Conferenza dei Capigruppo è convocata domani alle ore 12,00.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19,25)



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