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Dettaglio seduta n.67 del 28/05/91 - Legislatura n. V - Sedute dal 6 maggio 1990 al 22 aprile 1995

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Comunico che per la seduta pomeridiana hanno chiesto congedo i Consiglieri Coppo, Goglio e Nerviani


Argomento: Problemi energetici

Dibattito sulla situazione energetica (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo il dibattito sulla situazione energetica, di cui al punto 5) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, il dibattito fin qui svolto ha individuato alcuni elementi di indubbio interesse. In primo luogo la relazione della Giunta deve essere apprezzata e giudicata molto favorevolmente per la puntualità e l'approfondimento delle questioni, e non mi sembra sia censura accettabile quella che ripropone questioni già illustrate precedentemente.
Ci sembra apprezzabile l'approccio, apparentemente sottotono, che la Giunta dà a questa problematica in terzini di atteggiamenti specifici proprio perché questo è indice di consapevolezza del realismo che ci vuole nell'affrontare una materia così complessa e soggetta a indeterminatezze di ruolo, di competenze e di responsabilità, per cui ogni volta che si affronta questo problema qualcuno rivendica qualcosa immaginando che qualcun altro debba fare qualcosa senza guardare per un momento al di là delle questioni.
Ci rendiamo conto che fisiologicamente il ruolo regionale è un ruolo difficile, e questo a prescindere dalle responsabilità di questo o quel governo, di questo o quel parlamento, di questo o quell'Assessore, di questo o quel Consiglio regionale. Oggettivamente quella dell'energia è una partita mondiale, multinazionale, nazionale e, alla fine, regionale. Quindi è abbastanza difficile pensare, su una materia in continua evoluzione anche dal punto di vista dell'approccio culturale oltre che organizzativo, che sia consolidato un rapporto Stato-Regioni che determini in modo fermo preciso lo stato dei rapporti tale da consentire anche l'acquisizione di un progresso e di un consolidato organizzativo e culturale.
In questo senso dico subito che ritengo di dover respingere, anche in termini personali, caro Consigliere Ferrara, alcune considerazioni che non sono state espresse con garbo dal collega Rivalta nei confronti degli uffici. Sono stati degli apprezzamenti che a me sono sembrati molto pesanti.
Questo, signor Presidente del Consiglio, è un metodo che in questo Consiglio comincia ad avere troppo piede, perché, quando non si vuole affrontare di petto il problema politico, si scaricano le responsabilità sui funzionari: E' già avvenuto su Montechiaro d'Asti; o comunque in materia di discariche, attribuendo ai responsabili alcune insufficienze della relazione. Questa mattina si è fatto lo stesso. Il responsabile dei documenti è l'Assessore; si assume le responsabilità dei limiti della sua relazione qualora vengano riconosciuti e disconosciuti, mentre i funzionari, devono essere lasciati fuori dal nostro confronto. Al di là delle considerazioni di ordine personale, signor Assessore, questa materia lascerà sempre molti di noi insoddisfatti proprio perché le competenze, le risorse, gli approcci, sono in continua evoluzione e in continua modificazione. E' un fatto fisiologico.
Quindi, pieno sostegno alla sua relazione e alle conclusioni che insieme alla maggioranza, ha ritenuto di incominciare a trarre.
Mi hanno invece preoccupato (ma mi hanno anche illuminato su quello che non è cambiato tra PCI e PDS) l'acquiescenza, l'accettazione da parte del collega Rivalta del fatto che noi dobbiamo abituarci a convivere con il gap energetico piemontese. Questo, al di là della questione, specifica, attiene ad una cultura con cui bisogna accettare di vivere in un mondo che è quello che è, in cui bisogna fare il meno possibile per cambiarlo anche per non alterare il sistema di rapporti consolidati Sempre per bocca del Consigliere Rivalta, quasi ci si lamenta, che i nostri problemi vengano risolti dalla Spagna, che ha bisogno di vendere energia. Se c'è qualcuno che ha bisogno di vendere energia e qualcuno che ha bisogno di comprare energia, senza riempire i nostri mari di petroliere o fare guerre nei diversi golfi, non capisco perché ci si debba scandalizzare molto. Ho ascoltato con attenzione l'intervento del Consigliere Rivalta (anche se poi si traduce in atteggiamenti di tipo polemico da parte mia) ma indubbiamente è segno di apprezzamento.
Il collega ci richiama, ancora un po' tra le incertezze, alla vicenda del prof. Coppi e quindi di Ignitor, rispetto alla quale si è perso un po' tutto nei percorsi e nei meandri.
Infine, mi sembra che dobbiamo, tutti insieme; ringraziare il Consigliere Chiezzi perché ho scoperto che oltre ad esserci i liberali liberi, ci possono anche essere, finalmente, i comunisti liberi, i quali quando sono sciolti dall'apparato e dal fatto di doversi confrontare con altri dodici colleghi e con la nomenclatura rispetto a un problema, viene fuori quello che ognuno di noi pensa nella sua libertà individuale. Il Consigliere Chiezzi ci ha detto che il vero problema sul tappeto é quello del nucleare, quindi tanto vale affrontarlo, e noi riteniamo di dover dare un nostro contributo sulla questione specifica. Ha ragione la collega Bresso nel dire che non è inserita all'o.d.g. Se non è all'o.d.g., non la si introduce neanche (lo dico anche se la collega Bresso non mi sta a sentire) in modo scorretto. L Italia non ha rinunciato al nucleare l'Italia ha deciso di avviare una moratoria nucleare, fino al '93, e nel '93 dovrà assumere delle decisioni in ordine alla utilizzabilità di nuove filiere cosiddette intrinsecamente sicure. Questo è lo stato dell'arte. In questo momento non siamo assenti dal problema nucleare, in questo momento a livello nazionale, in particolare ad opera dell'ENEA, si stanno approfondendo gli studi e le ricerche destinati a realizzare una nuova tecnologia, cosiddetta del nucleare intrinsecamente sicuro, caratterizzato cioè da meccanismi automatici di sicurezza. Quindi, la nostra Regione, non deve aprire una questione nucleare (perché non è da aprire), ma deve vivere la questione nucleare così come si presenta nei nostri giorni. L Italia lo Stato che ha il maggior debito nucleare e il Piemonte é la regione produttiva europea che ha il maggior debito nucleare, il Piemonte é la regione europea industriale a maggior debito culturale. Tutto questo determina un'esigenza verso il futuro affinché il Piemonte assuma un ruolo diverso; soprattutto c'è una coerenza, in termini di continuità, rispetto alle azioni che tutti insieme abbiamo fatto nel passato. Mi riferisco all'acquisizione in Piemonte dell'ipotesi Coppi (non so in che termini e fin dove sia stata sviluppata) e all'insediamento nucleare a Trino, che sul piano della procedura aveva innovato fortemente a livello nazionale.
La tecnologia delle filiere cosiddette a sicurezza intrinseca sono, a nostro modo di vedere, una grande occasione per il sistema piemontese per una serie di motivi; le filiere a sicurezza intrinseca - se arriveremo a realizzarle e quindi a farle diventare una scelta di questo Paese - saranno una novità a livello mondiale, nel senso che in tutto il mondo contrariamente a quanto pensa qualcuno, si stanno impiantando nuove centrali nucleari, ma sono centrali nucleari della prima generazione opportunamente aggiornate rispetto alle acquisizioni della tecnologia in corso.
La scelta radicale di andare a una filiera, assolutamente nuova dal punto di vista tecnologico, assolutamente diversa dal punto di vista della potenza interessata (un quinto o un quarto rispetto alla potenza precedente) comporta, dal punto di vista dei meccanismi di produzione l'adesione a metodologie completamente diverse, che, per semplificare significano il passaggio preponderante dell'attività all'officina lasciando al cantiere una parte residuale: mentre in passato la parte prevalente dell'intervento, anche finanziario, era nel cantiere e la parte minimale era sulla fabbrica. Questo cosa vuol dire, cari colleghi? Vuol dire che una regione con la nostra tradizione imprenditoriale non può non essere tenuta esclusa da questo processo. Se questo processo culturalmente e tecnicamente va a regime, é evidente che ci dovranno anche essere dei soggetti che, impadronendosi di questa tecnologia, saranno non più importatori, come era nella vecchia filiera, ma esportatori di modelli di tecnologia a livello mondiale.
Su questo ragionamento si colloca il senso dell'ordine del giorno che il nostro Gruppo ha ritenuto di dover proporre. Ripeto, noi non siamo fuori dal nucleare; noi stiamo vivendo una fase particolare del nucleare, quella dell'individuazione del nucleare sicuro. Questa fase si concretizza con la messa a disposizione nel bilancio di quest'anno di 10 miliardi (non v'è scritto a favore di chi) per studi e ricerche su questa materia. A noi sembra che non sia fuori luogo immaginare che il Politecnico di Torino e gli Atenei piemontesi in, generale possano essere chiamati, nella continuità del mandato dato negli anni '80, ad essere interessati da questo processo di ricerca. Non lo scrivo nell'ordine del giorno, Assessore perché diventi impegnativo, ma, qualora un ordine del giorno di questo genere dovesse andare in porto, qualora si immaginasse che la Giunta dovesse chiedere allo Stato che parte di queste risorse debbano essere dirottate agli Atenei torinesi, non mi scandalizzerei, a questo punto, se la Regione Piemonte immaginasse in proprio di investire risorse su questo progetto, e chiedesse risorse al mondo industriale. Il mondo industriale è fortemente interessato a questo processo, perché da un lato tende a produrre energia sicura, quindi a garantire quel bene primario che è l'energia rispetto al sistema produttivo, ma contestualmente può mettere il sistema produttivo piemontese come protagonista della fase di realizzazione di questa nuova tecnologia.
Quindi anche se l'ordine del giorno si riduce alla richiesta che la Giunta intervenga presso il Governo perché parte ditali risorse venga messa a disposizione degli Atenei torinesi, ritengo che la gestione dell'ordine del giorno potrebbe essere allargata alla ricerca di risorse proprie dell'istituto regionale e del sistema della società civile nel suo complesso.
Una iniziativa del genere ci consentirebbe di agire in termini di solidarietà, anche culturale, nei confronti del Governo nazionale, perch il Governo nazionale, meno vicino di noi ai problemi del consenso e della localizzazione degli interventi, probabilmente sta trascurando, nella fase del nucleare della moratoria e della ricerca della tecnologia sicura, un fatto essenziale, quello del consenso. E' probabile che i due anni che abbiamo di fronte debbano essere destinati non soltanto alla ricerca di tecnologie sicure, ma anche alla ricerca di metodologie di localizzazione delle filiere sul territorio, che non siano però le metodologie che abbiamo conosciuto, in passato, che erano impraticabili e ingovernabili. Ci sembra che un eventuale coinvolgimento degli Atenei piemontesi, non solo in termini di filiera, ma soprattutto in termini di impatto ambientale territoriale e socio-economico, potrebbe essere un contributo originale non marginale, rispetto a questa tematica e dovrebbe porre la nostra regione in primo piano rispetto a una questione, che ha rilevanza nazionale ed internazionale.
Non sarebbe, signor Presidente, Assessore e colleghi, una mera voglia di protagonismo, ma la risposta, la correlazione tra il fatto che siamo la regione che più di tutte ha bisogno di queste cose e anche la regione che più di altre si deve far carico di queste responsabilità. E' difficile immaginare che regioni destinate alla pastorizia, alle favole di Heidi e al turismo qualificato si pongano questi problemi; è difficile aspettarsi dagli amici dell'Alto Adige (o del sud Tirolo come preferiscono essere chiamati), ché si pongano in primo piano nell'affrontare questi problemi perché questi sono problemi tipici delle società industriali avanzate. Noi siamo una Regione che conosce la società industriale più avanzata in Italia e che è protagonista in Europa, quindi dobbiamo farcene carico. Farsene carico vuol dire, per esempio, immaginane che non è fuori luogo il suggerimento che ho posto, anche perché ciò eviterebbe forse che venga approvata, senza emendamenti, una proposta di legge dei senatori Cassola e Aliverti, i quali suggeriscono, udite, udite, che con quei 10 miliardi (visto che sono in bilancio e nessuno sa cosa farne) si faccia subito una società con ENEA, ENEL ed altri per fare degli studi. Mi sembra però che per studiare e per fare la ricerca ci siano dei soggetti precisi: il CNR.
l'ENEA, che ha questa funzione istituzionale, ci sono soprattutto gli Atenei, quindi è curioso che ancora una volta si voglia fare una società che sarebbe un terzo socio rispetto all'ENEL e rispetto all'ENEA su livello nazionale.
Il Presidente mi scuserà per il tempo ulteriore che ho occupato a quello normalmente consentito. Prego il Presidente, l'Assessore e i colleghi di voler considerare questo mio intervento, anche se incompleto come illustrativo dell'ordine del giorno che ho presentato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marino.



MARINO Massimo

Il dibattito di oggi, apparentemente è un dibattito circoscritto perché la questione di cui oggi si sarebbe dovuto parlare è una questione circoscritta, legata all'attivazione della legge 10, che dà nuove competenze, nuove possibilità e anche nuove risorse alle Regioni per attivare alcuni specifici interventi sul risparmio energetico e sulle fonti rinnovabili.
Questa discussione, forse casualmente, viene a cadere nelle ultime due settimane, nelle quali si sono espressi numerosi interlocutori sulla questione generale dell'energia. Fra gli interlocutori c'erano anche seppure indirettamente, alcuni rappresentanti della Giunta regionale piemontese. Cito brevemente alcune dichiarazioni di alcuni interlocutori incominciando da quelli più lontani, come l'AIEA l'ente internazionale che dovrebbe occuparsi del controllo degli impianti nucleari. L'AIEA ha dichiarato, in un suo rapporto, cose molto preoccupanti, riportate, seppure limitatamente, dal giornali. Fra l'altro, ha dichiarato che le conseguenze sanitarie e ambientali dell'incidente di Chemobyl sono da considerarsi sostanzialmente poco rilevanti. Il Presidente dell'IRI, in questa sede, ha rilanciatola sua soluzione delle questioni energetiche, naturalmente il nucleare. Proprio in queste settimane al Politecnico si sono svolti quattro incontri, organizzati dal CEEP, ma sostanzialmente organizzati dall'ENEL.
Nell'ultimo incontro svoltosi ieri, il Direttore del settore ricerche dell'ENEL. che è persona con grande competenza e grande esperienza nel settore degli impianti nucleari, ha svolto una relazione di 3/4 d'ora (che ho giudicato abbastanza svogliata) nella quale cercava di dimostrare che l'ENEL. oltre a tutte le cose importanti che fa, si occupa anche delle nuove possibili fonti di energia rinnovabili. In quella svogliata relazione oltre a rivolgere numerosi elogi all'Ordine degli ingegneri (erano presenti ingegneri prevalentemente dell'Enel) non ha perso occasione per ripetere che, purtroppo, per quanto gli ingegneri e lui stesso non condividano quello che avviene; oggi in Italia non va molto di moda la logica dei mega impianti, tanto più quelli nucleari. Questo era lo spirito di una delle quattro relazioni, quella che nel corso di queste settimane avrebbe più di altre dovuto sottolineare le potenzialità delle fonti di energia alternativa.
Il TG 3 ha riportato molto sinteticamente la relazione iniziale dell'Assessore, il quale avrebbe detto che il deficit della Regione Piemonte è del 60% e sottolineata la necessita di ripensare al nucleare.
Questo è stato il commento di oggi sul nostro dibattito. Non voglio far finta di discutere della questione energetica se oggi stiamo discutendo di una cosa specifica. Tant'è vero che non ho presentato, né ho firmato, n voterò alcun ordine del giorno che affronti in generale le questioni energetiche. Quando vorremo discutere, nella prospettiva del 1993, di questioni energetiche appronteremo la discussione complessiva in tal senso.
Mi permetto però di suggerire, tenendo presenti delle scadenze dei prossimi mesi della Regione Piemonte, alcuni criteri di metodo per una discussione, che possono essere o meno presi in considerazione; però sono importanti.
Nella sua relazione di stamattina l'Assessore Vetrino in 35/40 minuti ha illustrato sinteticamente i documenti che in questi giorni sono stati presentati, ha parlato un po' indifferentemente di consumi energetici e di questione di energia elettrica (per la verità credo che l'energia elettrica non sia neanche stata citata). E' una discussione non nuova, e credo che non sia pensabile, dopo vent'anni di dibattiti sulle questioni energetiche continuare a parlare di energia e voler intendere l'energia elettrica. Come tutti sappiamo l'energia elettrica è all'incirca un pezzo della questione energetica; neppure dieci impianti nucleari, tutti costruiti nella nostra regione, risolverebbero il problema di quella gran parte di consumi energetici che oggi servono per esempio per il sistema dei trasporti, per una parte consistente del riscaldamento delle case, per la produzione di una serie di prodotti intermedi e finali dell'industria, che vengono prodotti utilizzando direttamente materie energetiche, in particolare il petrolio, e tutto ciò nulla ha a che fare con la questione dell'energia elettrica. All'interno di questa differenziazione, che non può essere dimenticata se si vuole davvero parlare di questioni energetiche, c'è l'ulteriore suddivisione interna che riguarda la produzione e i consumi di energia elettrica e gli usi elettrici obbligati. Una parte dei consumi di energia elettrica, allo stato attuale delle tecnologie, sono obbligati perché non sono disponibili tecnologie diverse per produrre quei servizi.
Altri consumi di energia elettrica non sono obbligati, ma sono il prodotto della direzione che le tecnologie hanno preso, e che l'Enel ha fatto prendere loro negli ultimi decenni. Quindi suggerirei una prima distinzione fra l'energia elettrica e gli usi elettrici obbligati, perché non è una questione irrilevante.
La seconda questione riguarda i dati che si hanno sul sistema energetico piemontese. E stato già detto da altri, quindi lo accenno soltanto. Non ha senso presentare un bilancio delle disponibilità e dei consumi energetici del Piemonte, o per lo meno non ha senso presentarlo da solo. L'Enel ha impostato la sua politica energetica nel compartimento del Piemonte, della Liguria e della Valle d'Aosta, quindi ci vorrebbe perlomeno un confronto della situazione piemontese con quella del compartimento nel quale l'Enel negli ultimi decenni, ha impostato la sua politica di definizione, di reperimento di risorse, di costruzione di impianti, di sistemi di trasporto dell'energia elettrica.
La terza questione è quella della scoperta dell'acqua calda. Anche l'Assessore stamattina, come molti di noi fanno da anni se non da decenni ha risottolineato i forti consumi in Piemonte del riscaldamento ambiente. E un pezzo di una discussione che va ripresa e rilanciata. Una parte consistente dei consumi di energia elettrica viene utilizzata per usi finali impropri e, dal punto di vista dei principi della termodinamica sciagurati. Sappiamo che gli impianti funzionano a temperature che sfiorano anche i mille gradi per arrivare a produrne acqua calda al di sotto dei cento gradi o a valori attorno ai 100/150 gradi, che é una parte rilevante dei consumi energetici nel settore delle abitazioni, nel settore privato nel settore dell'industria. Ripropongo di riscoprire l'acqua calda soprattutto rispetto alle impostazioni di un piano regionale come quello che la legge n: 10 chiede di costruire in tempi estremamente rapidi. A proposito dell'acqua calda, voglio ricordare che uno dei modi più razionali di utilizzo dell'energia elettrica è quello che per anni ha portato numerose aziende, anche di grandi dimensioni, ad autoprodurre l'energia elettrica. Questa autoproduzione industriale, attraverso una politica delle tariffe, non è stata sviluppata, ma è stata fortemente ridimensionata, in particolare dall'Enel negli ultimi anni. Questo è uno dei temi, uno degli obiettivi sui quali un piano regionale serio dovrebbe poggiare, anche attraverso la riproposizione di incentivi alle aziende o a quei produttori che riscoprono l'acqua calda e che, producendo energia elettrica, si pongono anche il problema di come utilizzare l'acqua più o meno calda che dalla produzione di energia elettrica deriva.
Detto questo vorrei finire con un'osservazione ottimistica. Nel documento dell'Osservatorio energetico regionale, uno dei dati più interessanti che ho trovato è a pag. 18, tabella 2, e riguarda l'indice di intensità energetica. E un parametro estremamente interessante per valutare il modello energetico di una società. Dai dati di quella tabella nascono osservazioni del tutto ottimistiche sulla possibilità di ridimensionare, di contenere, di limitare i consumi e di arrivare ad un uso più razionale dell'energia.
L'indice di intensità energetica, come sapete. è il consumo complessivo di energia necessario per unità di prodotto interno lordo, quindi è seppure in una forma molto indiretta, un modo per valutare la razionalità con cui un Paese produce il proprio prodotto interno lordo. Ebbene l'Italia nel 1974, quando arrivò a quel famigerato momento di crisi energetica, aveva un indice di intensità energetica di 152 che (essendo in quel punto il petrolio piuttosto caro) portò a riconsiderare il consumo, o meglio lo spreco dell'energia. Tant'è che nel 1988 l'indice si è ridotto di un terzo, da 152 è sceso a 107. In altre parole, la quantità di energia complessivamente utilizzata, si è ridotta di circa 30/35% in una situazione in cui non sono stati fatti rivoluzionari interventi di risparmio energetico o di uso razionale dell'energia, ma semplicemente si è visto che il petrolio costava 40 dollari al barile, mentre oggi ne costa meno di 20 e quindi sostanzialmente un quarto di quanto costava allora. Questo per dire che, senza rivoluzioni, il solo fatto che i prezzi del petrolio erano aumentati in forma consistente, portò il sistema economico italiano a contenere lo spreco di energia. Certo, altri elementi hanno portato al forte ridimensionamento dell'indice di intensità energetica. Ovviamente lo sviluppo delle tecnologie, fra tanti altri aspetti, comporta possibilità nuove di produrre beni consumando meno energia, ma la fonte originaria che ha portato al ridimensionamento di consumi è stato il fatto che il petrolio aveva un costo elevato.
Negli anni dal 1974 al 1988 i dati riferiti alla Regione Piemonte sono un po' diversi. Nel 1974 l'indice era 145, contro 152 di quello nazionale.
Quindi il sistema industriale e il sistema sociale ed economico erano migliorati. Nel 1988, contro il 107 nazionale, l'indice di intensità energetica, unico modo concreto per misurare le proprie strategie politiche, era 130, il che mi fa pensare che in realtà da Regione Piemonte ha enormi possibilità di intervenire e di limitare le preoccupazioni degli Assessori, delle forze politiche, sociali ed economiche, perché di risorse da utilizzare e da contenere ce ne sono più di quelle che complessivamente ci sono state nel sistema economico italiano.
Non voterò alcun ordine del giorno che parli di questioni delle quali non era prevista la discussione, quindi anche della questione energetica anche se molte cose dell'ordine del giorno del PDS sono condivisibili. Non mi pare sia utile oggi cadere in questo tranello.



BRESSO Mercedes

Dimmi qual è.



MARINO Massimo

A mio parere non possiamo cadere nel tranello di chi dice che stiamo discutendo delle questioni dell'energia. Oggi stiamo discutendo del modo di impostare da legge n. 10. All'esterno poi leggiamo che la Giunta regionale e altri non so chi, dicono che, siccome il sistema energetico piemontese è deficitario, bisogna ridiscutere del nucleare. .
Si tratta di distinguere e di spiegare per quale motivo non voglio entrare in questa logica. Oggi si votano gli ordini del giorno che hanno dietro delle questioni, su cui probabilmente è utile riaprire da discussione, ma che non sono all'o.d.g. di oggi.



PRESIDENTE

Il dibattito è concluso.
La parola all'Assessore Vetrino per la replica.



VETRINO Bianca, Assessore all'energia

Contrariamente alle osservazioni che faceva adesso il Consigliere Marino, credo che il dibattito di oggi abbia ampiamente spaziato su tutti i temi di interesse e di competenza regionale e sono venute molte sollecitazioni e molti contributi interessanti. Vorrei innanzitutto affrontare il tema di fondo che è all'o.d.g. (che non è il nucleare, del quale però qualche cosa dirò), cioè la diversa valutazione da parte di coloro che sono intervenuti sulla posizione piemontese nell'ambito del gap energetico italiano, ovvero come il Piemonte si deve atteggiare, qual è la responsabilità quasi morale di una regione storicamente dipendente dalla importazione d'energia, mentre ne è una forte consumatrice e tende a diventare una consumatrice più forte. Il Consigliere Tapparo addirittura parlando dei diversi bilanci che potrebbero essere portati a confronto con il bilancio energetico, ha parlato del bilancio alimentare. Il Consigliere Rivalta ha detto che il raggiungimento del pareggio non può essere un obiettivo reale, soprattutto non può essere la sola politica sulla quale orientare le iniziative e gli interventi. Forse ho indirizzato maldestramente il dibattito su questo affrancamento dal tabù del gap energetico: D'altra parte bisogna dire che siamo debitori verso il sistema generale dell'energia per il nostro forte consumo. Siamo però anche dei vettori, in un certo senso uno snodo dell'energia. L'energia nel nostro territorio serve per far passare energia, ma poi siamo creditori nei confronti dell'unità nazionale di tante altre cose. Non dimentichiamo che siamo una delle Regioni che contribuisce con altre alla produzione del prodotto interno lordo, siamo una Regione che sopporta una forte pressione fiscale, siamo una Regione che è stata disponibile a vedere deturpato il proprio ambiente per aver ospitato sul territorio uno sviluppo industriale che è quello che ha fatto per certi versi le fortune dell'Italia. Questo però non ci esime dalle nostre responsabilità e nemmeno credo possa essere portato come alibi il fatto che dalla Francia l'energia l'abbiamo sempre comprata e potremmo anche comprarla nel futuro. La situazione non è per tosi semplice. La Francia, che aveva nell'Italia un cliente privilegiato sta acquistando altri clienti, quali l'Inghilterra, paese che non ha un forte deficit energetico, il Portogallo e la Spagna, clienti nuovi che si sono affacciati sul mercato dell'energia e che hanno trovato nella Francia un venditore disponibile. Non per nulla i nostri contratti con le altre nazioni sono sottoposti, mediamente ogni anno, ad una revisione degli accordi e dei costi proprio perché la Francia sa di avere in mano uno strumento di contrattazione molto valido.
Quindi non sarei cosi sicura di poter contare a lungo su altre disponibilità, anche perché ci possono essere dei fatti politici - abbiamo visto la guerra del Golfo - che possono cambiare gli scenari. Dunque questa responsabilità la dobbiamo sentire e, se non deve essere l'obiettivo politico di fondo il raggiungimento dell'azzeramento del deficit, deve essere comunque un obiettivo che dobbiamo porci.
Sono stati individuati ritardi della Regione rispetto a temi diversi soprattutto in ordine a leggi appena emanate. Devo dire che la struttura ha sopportato con grande fatica la scadenza del 16 aprile e speriamo che il Piemonte possa approfittare di opportunità finanziarie consistenti come sono state nel passato.
Consigliere Rivalta, la scadenza non è il 16 giugno, bensì il 16 luglio. Questa scadenza è ancora da raggiungere, quindi mi auguro che ci sia la possibilità di tener fede a questa scadenza, anche se devo dire che nel nostro rapporto con le altre Regioni c'è la tendenza a non volerla rispettare perché - come diceva peraltro il Consigliere Segre - un piano serio non può essere fatto in quattro o cinque mesi Ci siamo adoperati anche per sollecitare, in sede ministeriale e in sede di ENEA, tutti gli incontri necessari. Non dimentichiamo che dobbiamo attuare questi piani di concerto con l'ENEA, il quale deve tener conto di realtà territoriali molto diverse, perché per ogni Regione cambiano i tipi di bacino.
Il 3 giugno avremo un incontro con il Comitato interregionale dell'energia. In questi giorni c'è stata una serie di incontri con gli enti energetici che operano in Piemonte, nel corso dei quali abbiamo cominciato ad esaminare gli elementi guida per la pianificazione energetica e per la predisposizione dei piani.
Questa mattina non dovevo presentare un progetto relativamente ai piani; questa iniziativa tende ad individuare degli indirizzi, a confrontare gli indirizzi della Giunta con quelli del Consiglio, e ringrazio per i suggerimenti che sono venuti. Non è facile il problema che abbiamo di fronte, perché di piani di bacino energetici se ne sta parlando da tanto tempo. Ho ricordato a questo riguardo una frase che il Consigliere Rivalta disse quando per la prima volta in quest'aula parlammo dei piani paesistici, e cioè che de leggi dello Stato individuano degli strumenti nuovi.
Nel 1985, dopo la legge Galasso, le Regioni dovevano fare i piani paesistici e ricordo che il Consigliere Rivalta si chiedeva che cos'era un piano paesistico. Anche un professore del Politecnico di Torino, il numero uno in Piemonte nel settore, nel corso di una riunione ha chiesto che cos'è un piano di bacino per l'energia. Evidentemente la legge, che è profondamente innovativa, obbliga a maturazioni, ad elaborazioni. Il piano energetico finale, che sarà appunto l'insieme dei piani di bacino, deve essere visto come un procedimento di costruzione più ampio ed articolato dei piani. Quindi, a mio avviso, non può nemmeno essere ricondotto ad una scadenza fiscale, così come è stata imposta dalla legge, alla quale, tra l'altro lo stesso ENEA si sente impreparato.
Non ho difficoltà a dire, anche di fronte al suo Direttore, che l'ENEA è più arretrato delle Regioni, non avendo nemmeno colto l'invito, che le stesse più volte gli hanno rivolto, di riunirsi per procedere alle intese richiamate dall'art. 5 della legge n. 10 sui piani di bacino. L'art. 30 della legge n. 9 stabiliva che entro 60 giorni dall'entrata in vigore della legge stessa, il Ministero dell'Industria, Commercio ed Artigianato stipulasse con il Consiglio Nazionale perle Ricerche e per lo Sviluppo dell'energia nucleare, con l'ENEA e con le Regioni, un accordo di programma che doveva prevedere una serie di norme, attraverso le quali le Regioni sarebbero state messe in condizione di predisporre i piani regionali.
Finora queste cose non sono avvenute, quindi certi ritardi sono anche una conseguenza di altri ritardi perché mentre da un lato il Ministero dà delle indicazioni capestro, dall'altro lato non osserva le stesse indicazioni.
C'è una convenzione con l'ENEA in vigore dal 1989, grazie alla quale abbiamo prodotto appunto il documento sull'Osservatorio.
L' 11-12 giugno è convocato il Comitato interregionale per addivenire alle prime intese in ordine alla formulazione dei piani. Quindi, dobbiamo fare riferimento a questi tempi per poter avere i piani. Ci adopereremo affinché i piani vengano predisposti, ma non è cosa di poco conto, non è una cosa che possa essere fatta all'interno della struttura; occorrerà dare degli incarichi, individuare coloro che potranno essere i nostri committenti per arrivare, con serietà e con rigore, alla predisposizione dei piani senza scadenze così fiscali.
Vorrei rassicurare la collega Segre che, per quanto riguarda la prima attuazione, i riparti verranno fatti al di fuori della individuazione dei bacini. La legge stabiliva che dovevamo fare questo entro 90 giorni, mentre la stessa legge diceva che i giorni per la predisposizione dei piani di bacini erano 180, quindi era implicita la deroga di queste due scadenze.
Certo, dovremmo essere pronti perii prossimo bando perché non saremo in grado di indire il prossimo bando se non avremo la normativa e se non riusciremo a far coesistere l'art. 9 con l'art 5; in questo senso, quei soldi non si perdono. Comunque, chiariremo anche con l'ing. Bianchi questa eventualità che evidentemente vorremmo evitare.
Si è parlato moltissimo delle energie alternative. Il teleriscaldamento e la cogenerazione mi sembrano i percorsi più immediati, sui quali dovremo orientare sicuramente i nostri passi e le nostre politiche successive.
Altro percorso è quello che si riferisce ai rifiuti. L' Assessore Garino mentre la collega Bresso parlava, mi stava informando che c'è un progetto che ha destinato quattro miliardi ad un consorzio di Cuneo per il trattamento dei rifiuti, che consentirà di risparmiare uria certa quantità di energia; è previsto un medesimo progetto per un consorzio di Alessandria. Sono piccoli avvii, ma sicuramente è anche questa una via che occorre perseguire, così come non vanno bocciate altre opzioni.
Il collega Zacchera ha ragione quando dice di non parlare di energia eolica in Piemonte; se ne parla in Sardegna dove pare ci siano le condizioni coliche più opportune, quindi, non parliamo dell'eolica in Piemonte, ma tutte le altre possibilità vanno considerate nell'ambito della diversificazione che è uno dei criteri su cui si fonda il Piano energetico nazionale.
D Consigliere Ferrara questa mattina ha avuto delle osservazioni puntuali che derivavano da considerazioni fatte recentemente da esperti sul progetto Ignitor. Credo di essere stata l'unica, nel Consiglio regionale della passata legislatura, ad avere votato contro il disegno di legge che prevedeva la partecipazione della Regione Piemonte alla società Ignitor, ma credo che nella cultura della diversificazione anche il patrimonio accumulato su Ignitor possa trovare spazio, per lo meno a titolo di studio, così come per l'agenzia per l'energia. Il collega Rivalta osserva che questo settore operativo deve dare pragmaticamente delle indicazioni sullo svolgimento di politiche energetiche in Piemonte; ma non dobbiamo nemmeno slegare questi aspetti da quelli legati alla ricerca.
Credo che uno dei programmi dell'agenzia potrebbe essere questo nei vari settori nei quali si va a occupare, anche per dare un contributo, con la scienza, la competenza, la professionalità e l'esperienza che abbiamo accumulato in Piemonte, avendo avviato alcuni anni or sono il progetto Ignitor. Ripeto. Questo programma in prospettiva può essere perseguito. La collega Segre ha evidenziato come inizialmente la legge fosse fortemente centralistica. Devo dire che anche quella attuale, per quanto connetta, è ancora profondamente centralistica perché tutto quello che facciamo, che studiamo, che mettiamo in cantiere, in ogni caso deve essere rinviato al Ministero, comprese le istruttorie di pratiche per i 30 o 40 milioni che ci verranno richiesti per il risparmio energetico. Allora è vero che il Ministero delega alle Regioni la programmazione, ma poi vuole controllare come la Regione opera. Il controllo è giusto, ma non è un controllo così minuto come quello attuato per esaminare le istruttorie fatte da un Comitato scientifico nominato ai sensi della legge regionale. Quindi, le Regioni attraverso la Conferenza Stato - Regioni devono mettere in evidenza i rapporti e i raccordi con lo Stato, anche per non appesantire ulteriormente le procedure che, in questa legge, continuano ad essere molto pesanti.
Il Consigliere Cavallera, in riferimento alla società SNAM, ha messo in evidenza il fatto che nei confronti di altre Regioni noi siamo un po' più indietro. Devo dire che è anche una questione di territorio. Per quanto riguarda l'utilizzazione di questa fonte energetica teniamo conto che l'80 del territorio regionale può considerarsi ormai fornito. Negli anni passati abbiamo dato alla SNAM 27 miliardi circa perché portasse il gas proprio in quei Comuni dove la società non sarebbe andata perché i suoi conti economici non tornavano. Oggi 800 comuni sono forniti dalla società SNAM quindi, anche a questo riguardo una politica è stata fatta.
Il problema vero, al quale credo si riferisse la sollecitazione del Consigliere Cavallera, è che gli utilizzatori principali, gli enti pubblici e gli enti locali, non si preoccupano affatto di utilizzare tale energia che consideriamo alternativa. Gli utilizzatori veri sono stati i privati molte nostre abitazioni sono state abilitate a questo scopo. Non c'è una struttura regionale che si sia allacciata, tra l'altro, abbiamo in corso il rinnovo della convenzione con la SNAM. Recentemente ho avuto un incontro con la società e ci ripromettiamo, attraverso il rinnovo della convenzione di scoprire gli utilizzatori che finora sono maturati e che potrebbero far salire la percentuale degli utilizzatori e dare dignità nel confronto della nostra Regione con le altre Regioni.
Il coordinamento della società SNAM allarga il discorso del coordinamento degli enti locali, statali, parastatali e comunali con l'Università, e in questo senso mi ricollego al discorso dell'agenzia per l'energia che potrebbe essere il momento di raccolta di competenze e di professionalità per quegli scopi che questa mattina sono stati individuati e che sono previsti nel disegno di legge presentato dal Gruppo comunista.
Non sfuggo al discorso del nucleare, così come non sfuggo al discorso della Conferenza dell'energia, attorno alla quale però bisognerà fare un po' di storia.
Sul discorso del nucleare, come ha detto il Consigliere Marchini e altri Consiglieri, il Parlamento prima e il Governo poi, con il Piano energetico nazionale si sono espressi con grande chiarezza di intenti proprio alla luce della risoluzione parlamentare votata da un'ampia maggioranza il 18/12/87. L'Assessore all'energia può avere tutte le idee che vuole, può essere dichiarato dalla stampa nuclearista o antinuclearista, però l'Assessore all'energia non può decidere e fare perché deve tener conto della volontà che è stata espressa da un'ampia maggioranza il 18/12/87.
La risoluzione parlamentare è estremamente articolata ed è stata resa efficace da una lunga serie di provvedimenti emanati nei due anni successivi; prevedeva un quinquennio di investimenti e di ricerche - e in questo senso l'ordine del giorno del collega Marchini mi sembra molto calzante - il blocco sulla realizzazione di nuove centrali a fissione e l'impegno ad avviare una concreta iniziativa di ricerca e di applicazione industriale per disporre di tecnologie innovative, anche nucleari, a livello internazionale in particolare nel settore dei reattori nucleari e sicurezza passiva. Credo sia stata votata con un'ampia maggioranza.
Di fronte a queste esplicitazioni, sembra abbastanza naturale che il prof. Nobili, il massimo rappresentante del sistema industriale italiano a partecipazione statale, si pronunci generalmente sul problema nucleare evidenziando i costi dell'abbandono dei programmi nucleari, così come risulta corretto che il Ministro dell'Industria, On. Bodrato, si pronunci sulle uniche prospettive attualmente considerate che attengono al nucleare sicuro, alla sicurezza intrinseca e passiva e alla fusione, in perfetta armonia con il pensiero parlamentare.
Lo diceva anche il Presidente, Carla Spagnuolo, nell'intervista che è apparsa su "La Stampa": quando saranno maturatele certezze su nuove tecnologie ad elevata sicurezza, che peraltro si stanno sperimentando in America e in Europa, bisognerà riflettere, ma riflettere non vuol dire decidere per una cosa sola, vuol dire poter decidere per una cosa o per l'altra. Certe dichiarazioni possono, in qualche misura, essere ridimensionate, ma devono comunque essere ricondotte all'originale dibattito nazionale. Quindi aprire un dibattito su questo problema, come chiede la collega Bresso, lo trovo assolutamente inopportuno perché siamo in una situazione di moratoria. Piuttosto avviamo delle richieste al Parlamento perché indirizzi una serie di risorse a questa Regione che, se non fosse per aver dibattuto per dieci anni il problema, non avrebbe maturato la determinazione che poteva accettare una centrale nucleare. Poi si potrà sempre cambiare idea, ma il Piemonte potrà essere un ottimo interlocutore e potrà essere considerata la sede dalla quale le ricerche attraverso l'agenzia dell'energia o cose analoghe, possono essere portate avanti.
In merito alla Conferenza mi può essere addossata la responsabilità di non averla convocata in questi otto mesi nei quali mi occupo di energia però in questi otto mesi, come ho detto nella mia introduzione, qualche ritardo è stato provvidenziale perché ci ha dato la possibilità di poter disporre finalmente di strumenti nuovi da parte del Governo, strumenti che nel bene o nel male, hanno riaperto il dibattito, riacceso il confronto e individuato delle responsabilità. Questa Conferenza- ha ragione il Consigliere Chiezzi nella sua interrogazione - doveva essere fatta tre anni fa; il Consiglio regionale, dopo un lungo dibattito sulle problematiche energetiche aveva approvato, nel settembre '88, un documento programmatico che prevedeva; tra le varie azioni, di organizzare una seconda Conferenza regionale per l'energia d'intesa con la Consiglio e Giunta regionale. Nel giugno '88 il servizio dell'energia; per incarico dell'Assessore Cerchio aveva già predisposto uno schema di lavoro dettagliato per l'organizzazione della Conferenza come iniziativa autonoma della Giunta. In data 3 febbraio il Presidente del Consiglio regionale, in linea con quanto sopra, con nota scritta al Presidente della Giunta, all'Assessore competente, al Presidente della VII Commissione, convocava una riunione da tenersi in data 28 febbraio (l'o.d.g. era stato approvato a settembre); il 5 aprile, in una riunione, presenti il subentrato Presidente del Consiglio regionale Rossa l'Assessore Cerchio e il Presidente della VII Commissione Bara, si decise di affidare il compito di formulare un'ipotesi organizzativa per la Conferenza ad un gruppo misto ristretto di funzionari della Giunta e del Consiglio. Il gruppo di lavoro consegnò il materiale il 19 maggio 1989 dopo lunga attesa, il Consiglio si avviava velocemente alla conclusione della legislatura, si decise di rinviare la Conferenza perché non c'erano più le condizioni politiche per poterla svolgere. Il Consigliere Chiezzi questa storia la conosce; adesso de condizioni sono cambiate, abbiamo materiale abbondante per poter discutere di questi temi. Superata la scadenza del 16 luglio, naturalmente attraverso alcuni passaggi in Commissione, stabiliti con il Ministero ad accordi più precisi, potremmo andare ad una Conferenza nazionale o regionale dell'energia e, in quella sede, sviluppare una serie di dibattiti che possano vedere questa Regione proiettata sulla materia energetica quanto meno all'anno duemila. Quindi è una volontà e un impegno della Giunta, e ove un ordine del giorno preveda questa eventualità, la Giunta è disponibile a votarlo e a considerarlo.



CHIEZZI Giuseppe

E' possibile un impegno più preciso in ordine di tempo?



VETRINO Bianca, Assessore all'energia

Penso a fine anno o all'inizio dell'anno prossimo. Ci sono ancora due aspetti. Il primo è stato toccato dal Consigliere Tapparo e riguarda l'intersettorialità di questo argomento. Non v'è dubbio che l'intersettorialità aiuta la diversificazione e la programmazione, quindi quando il Consigliere Tapparo richiama i problemi della formazione professionale, dell'agricoltura, dell'ambiente, dell'industria, ricollega questa materia nella giusta tematica regionale e la richiama in un contesto corretto, peraltro indicato anche da altri intervenuti.
L' ultimo argomento - e concludo - riguarda gli organici. Abbiamo una struttura qualificata, ma non quantitativamente idonea a sopportare questo nuovo peso. Quindi debbo ribadire, concludendo, il grande apporto che i 13 funzionari dell'Assessorato all'energia hanno dato in questi anni. Devo incitare la Giunta a guardare a questo settore con una dimensione e una mentalità nuova e, visto che sono in chiusura di replica, credo mi siano possibili delle licenze più disinvolte. Nella struttura regionale ci sono settori consolidati (parlo dell'agricoltura, dell'urbanistica e di tanti altri settori), dove ci sono organici potenti e qualificati, perché sono stati in questi anni quelli che hanno qualificato e portato avanti delle attività che erano chiaramente di competenza regionale. Ci sono dei settori nuovi, come l'ambiente e l'energia, che sono diventati di moda,, di impellenza e di emergenza rispetto ai quali c'è un certo ritardo da parte della Regione ad adeguarvisi. Sappiamo benissimo che cambiare gli organici è difficile, che le leggi che riguardano il personale sono sempre difficili, che cambiare da struttura dei servizi è difficile, però, di fronte alle emergenze che abbiano oggi tutti insieme rappresentato attraverso i nostri interventi, si abbia il dovere e il coraggio anche di affrontare con determinazione il problema di una nuova organizzazione di settori e, in questa nuova organizzazione colloco immediatamente quello dell'energia e anche quello dell'ambiente per le problematiche che tutti sappiamo.
Ho cercato di evidenziare le osservazioni che mi sembravano più importanti in questo spazio limitato che mi è stato riservato.
Non posso non concludere ringraziando tutti i Consiglieri a nome della Giunta per gli interventi che hanno portato e anche per quelle critiche che, giustamente, hanno dato la possibilità di sollecitare un dibattito che voleva essere non di individuazione precisa di come si fanno i piani ma di come si indirizzano le politiche della Regione negli anni futuri.
Credo che questo obiettivo il dibattito l'abbia raggiunto. Gli altri appuntamenti di carattere più squisitamente tecnico su temi più specifici potranno essere affrontati in una sede più propria, che è quella della Commissione regionale competente. Sono stati presentati tre ordini del giorno, uno a firma dei Consiglieri di maggioranza, uno a firma del Gruppo PDS e del Gruppo Verdi e uno a firma del Consigliere Marchini. Sono tre ordini del giorno che, proprio per la grande diffusione di questa tematica potrebbero sommarsi in uno sodo. Su questa materia c'è sempre stata unitarietà da parte della Regione e sarebbe interessante arrivare, più che a un ordine del giorno, ad un documento corposo che possa assumere la connotazione dell'ordine del giorno o di una mozione, ma credo che non sia questo il tempo e il momento di pervenire a questa sintesi. Vorrei in proposito sentire la Presidenza della Giunta. La mia proposta è, ma evidentemente il Consiglio è sovrano, e i Capigruppo si esprimeranno quella di rinviare questi documenti alla Commissione consiliare competente e far crescere questi documenti attraverso un calendario di incontri, che l'Assessorato proporrà alla Commissione, per poter essere presenti su questi temi con quella collegialità e con quella tempestività che mi sembrano i due elementi di fondo sui quali orientare la nostra azione politica nei mesi a venire.



PRESIDENTE

Abbiamo sentito questa dettagliata e argomentata replica. C'è una proposta della Giunta di approfondire questi ordini del giorno che, per l'importanza dell'argomento, potrebbero trovare ulteriore e congrua sede di discussione e di approfondimento.
Se il Presidente della Giunta è in questa direzione e se il Consiglio dà le stesse valutazioni; potremmo inviarli alla Commissione competente perché rifletta su un percorso e favorisca un confronto fra i vari proponenti, considerato il fatto che non sono questioni contrapposte, ma differenziate tutte importanti che richiederebbero un ulteriore approfondimento.
La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Signor Presidente; concordo sulla opportunità che non si chiuda questa questione. Continuo a mantenere qualche perplessità sulla opportunità del rinvio in Commissione. Questo è un problema dei propone fin che devono trovare tra di loro la solidarietà, diversamente è bene che le differenze emergano in Consiglio. Non ne faccio però una questione, se i colleghi proponenti e gli altri Gruppi preferiscono che l'argomento venga chiarito in Commissione, sono d'accordo mi sembrerebbe però, proprio perché questo documento va votato in Consiglio, più un lavoro tra gli estensori che non un problema di coinvolgimento della Commissione. In ogni caso mi rimetto alle decisioni del Consiglio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rivalta.



RIVALTA Luigi

Abbiamo sentito con molta attenzione la replica dell'Assessore Vetrino dopo questo dibattito. Riteniamo che lo spirito della sua replica ci consenta di accettare l'impostazione che l'Assessore ha propugnato, cioè di parlarne ancora in sede di Commissione per giungere alla formulazione di un documento che sia di riferimento per l'Assessorato e che provenga dal Consiglio regionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Stagliano'.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Condividiamo la proposta formulata dall'Assessore Vetrino. Anche noi abbiamo apprezzato il tono generale della discussione di oggi. Pensiamo che sia opportuno, in effetti, approfondire in maniera più pacata di quanto non si possa fare nella fase concitata di voto, come inevitabilmente sarebbe adesso; ci sono parti che possono essere rese complementari, e parti che sono di differenza sostanziale di approccio, non soltanto culturale - mi riferisco anche a un ordine del giorno specifico che abbiamo sui tavoli per cui acconsentiamo alla proposta avanzata, ma chiediamo che l'argomento venga riproposto in tempi ragionevoli per arrivare a quelle determinazioni presenti nella replica dell'Assessore a proposito della Conferenza regionale sull'energia, nonché a tutti gli adempimenti relativi all'applicazione della legge n. 10/91.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, concordo anch'io sull'opportunità di riflettere ancora sull'esito del nostro dibattito.
Anticipo subito che in questa riflessione riproporrò all'Assessore di verificare i tempi dell'impegno della Giunta in ordine alla convocazione della Conferenza regionale dell'energia, che mi sembra essere prevista in tempi troppo lunghi; sei mesi, a partire da oggi, per organizzare un confronto su un tema che è stato già oggetto di elaborazione in varie sedi e sul quale c'è già ricchezza e abbondanza di materiale, mi pare un tempo inaccettabile. Quindi utilizzerò anche la sede del confronto sugli ordini del giorno per chiedere alla Giunta che nel giro di un paio di mesi si 'organizzi questa importante Conferenza.



PRESIDENTE

Questo punto è concluso, con il rinvio ad una ulteriore riflessione che potrà avere una tappa in Commissione e poi potrà tornare in Consiglio, a seconda delle determinazioni che i proponenti assumeranno in ordine a tutte le questioni poste alle loro convergenze o alle loro divergenze.


Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati

Esame legge rinviata dal Governo relativa a: "Disposizioni finanziarie per gli anni 1991/1992. Integrazione alla L.R. 23/4/1990, n. 39" (seguito)


PRESIDENTE

Passiamo ora al punto 6) all'o.d.g.
Nella scorsa seduta eravamo arrivati alla votazione degli articoli.
Se non vi sono dichiarazioni di voto, si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 54 hanno risposto SI 32 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Sanita': argomenti non sopra specificati

Richiesta di iscrizione all'o.d.g. da parte del Consigliere Majorino del documento presentato sul Comitato dei garanti delle UU.SS.SS.LL.


PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Majorino. Ne ha facoltà.



MAJORINO Gaetano

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, ho chiesto la parola ai fini di richiedere l'iscrizione all'o.d.g. di un ordine del giorno (di cui sono proponente e primo firmatario, ma su cui sono state apposte firme di numerosi altri colleghi delle minoranze e di alcuni colleghi della maggioranza), con il quale si prospetta la necessità politica che la Giunta aderisca alla richiesta (in sostanza è un adempimento di legge) che le nomine degli amministratori straordinari delle UU. SS.SS.LL., che verranno scelti dalle terne che i Comitati dei Garanti devono indicare entro il 31 maggio, avvengano nel rispetto della legge n. 10/85, quindi con il previo parere della Commissione consultiva per de nomine.
Il passaggio in Commissione nomine è una necessità innanzitutto politica, ma soprattutto ha un contenuto giuridico - legislativo. Come è noto la legge n. 10/85 prevede che tutte le nomine di competenza della Regione Piemonte, previste da leggi regionali e statali, passino attraverso le procedure della Commissione consultiva per le nomine.
Sempre la legge n. 10/85 rafforza questa regola generale e non derogabile, in forza della quale c'è la suddivisione delle competenze: Giunta per le nomine di propria competenza, Consiglio regionale per le nomine di propria competenza e passaggio per entrambi obbligato attraverso la Commissione nomine. Penso che questa sia la lineare interpretazione della legge, rafforzata da alcune considerazioni, cioè a dire dal fatto che il decreto legge convertito, che prevede la nomina degli amministratori straordinari delle UU. SS. SS. LL., recita espressamente che i curriculum di cui alle terne che entro il 31 maggio i Comitati dei garanti trasmetteranno alla Giunta, vanno depositati almeno 5 giorni prima della nomina presso la Presidenza del Consiglio regionale. E qui verrebbe già da osservare che non ci sarebbe una ragione di depositare questi curriculum presso la Presidenza del Consiglio regionale se non ci potesse essere una qualche presa di posizione del Consiglio regionale; ma non sarebbe una presa di posizione pur che sia, nel nostro caso è una presa di posizione sottospecie di parere della Commissione consultiva perde nomine, visto che c'è una legge che disciplina questa materia. Questa è la ragione per cui ritengo che ci si debba pronunciare e che sia necessario che la Giunta esprima assenso a questa nostra proposta, né mi si può obiettare che nel determinato caso degli amministratori straordinari non si deve procedere all'applicazione della legge n. 10; è stato detto informalmente, dopo che abbiamo avanzato questa proposta, che l'art. 14...



PRESIDENTE

Mi consenta di dire una parola "ad adiuvandum" di quello che lei intende dire.
Il Consigliere Majorino ed altri Consiglieri hanno presentato un ordine del giorno. Considerata la delicatezza della materia, prego di distribuire il documento ai Consiglieri in modo che da discussione sull'iscrizione o meno all'o.d.g. e sulle motivazioni che il Consigliere Majorino porterà, e che altri potranno accogliere o respingere, possano essere seguite dai Consiglieri stessi.
Prego il Consigliere Majorino di soprassedere sull'illustrazione del documento



MAJORINO Gaetano

Sono d'accordo. Sospendo l'illustrazione del documento.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MONTABONE


Argomento:

Nomine: "Proclamazione eletti nomine del 21 maggio 1991"


PRESIDENTE

In merito al punto 4) all'o.d.g. proclamo i candidati eletti nella seduta consiliare del 21 maggio 1991.
Ente di Gestione delle Aree Protette della fascia fluviale del Po Alessandrino e del Torrente Orba. (LR n. 28/90). Proclamo eletti i signori Anselmi Francesco, Guaschino Secondo, Sekawin Michele.
Ente di Gestione delle aree protette della fascia fluviale del Po del tratto cuneese. Proclamo eletti i signori Ponso Mario (esperto in zoologia), Alessandria Giuseppe (esperto in agronomia); Lamberti Michele (esperto in idrobiologia). Quest'ultimo è designato ai sensi dell'ultimo comma dell'art. 8, della LR n. 10/85 e dell'ari. 72 del Regolamento.
Parco Naturale Sacro Monte di Crea (art. 9, LR n. 12/90). Proclamo eletti i signori Falaguerra Cesare (esperto in materia storico artistico), Mongiò Oronzo (esperto architettonica), Ariotti Anna Maria (esperta in materia storico - artistica). Quest'ultima è designata ai sensi dell'ultimo comma dell'art. 8 della LR n. 10/85 e dell'art. 72 del Regolamento.
Parco Naturale Laghi di Avigliana (art.9, L.R. n.12/85). Proclamo eletti i signori Fasci Filippo (esperto botanico), Passino Fernando (esperto idrobiologo), Moretti Federico (esperto botanico e zoologo).
Quesfultimo è designato ai sensi dell'ultimo comma dell'art. 8, della LR n.
10/85 e dell'art. 72 del Regolamento.
Parco Naturale Gran Bosco di Salbertrand (art. 9, LR n. 12/90).
Consiglio Direttivo. Proclamo eletti i signori Davì Pier Paolo (esperto zoologo), Ricciardi Pietro (esperto turistico), Durante Silvio (esperto forestale). Quest'ultimo è designato ai sensi dell'ultimo comma dell'art.
8, della LR n. 10/85 e dell'art. 72 del Regolamento.
Parco Naturale Orsiera Rocciavrè (art. 9, LR n. 12/90). Consiglio Direttivo. Proclamo eletti i signori Merlo (esperto turistico), Pent (esperto agronomo), Ferrero (esperto zoologo), Gelatti (esperto forestale). Quest'ultimo è designato ai sensi dell'ultimo comma dell'art. 8, della LR n. 10/85 e dell'art. 72 del Regolamento.
Parchi e Riserve Naturali Astigiani (art. 9, IR n. 12/ 90). Consiglio Direttivo. Proclamo eletti i signori De Giovanni (esperto forestale), Penna Palmina (esperta forestale), Pavia Giulio (esperto paleontologo).
Quest'ultimo è designato ai sensi dell'ultimo comma dell'art. 8, della LR n. 10/85 e dell'ari 72 del Regolamento.
Parco Naturale Lame del Sesia. Consiglio Direttivo (art. 9, LR n.
12/90). Proclamo eletti i signori Viancino Giovanni (esperto forestale) Capelletto Francesco (esperto ornitologico), Reis Roberto (esperto idrobiologico). Quest'ultimo è designato ai sensi dell'ultimo comma dell'art. 8, della IR n. 10/85 e dell'ari. 72 del Regolamento.
Parco Naturale Bosco e Lame Palanfrè (art. 9, LR n. 12/90) Consiglio Direttivo. Proclamo eletti i signori Landra (esperto agronomo), Macario (esperto forestale), Bottero (esperto turistico). Quest'ultimo è designato ai sensi dell'ultimo comma dell'art. 8, della LR n. 10/85 e dell'ari. 72 del Regolamento.
Riserva Naturale Speciale Bosco del Vaj (art. 9, LRn. 12/90).
Consiglio Direttivo. Proclamo eletti i signori Airaudi Mauro. Ruffino Marco, Carrieri Marco, quali esperti in materia forestale e botanica. Il signor Carrieri è designato ai sensi dell'ultimo comma dell'art. 8, della IR n. 10/85 e dell'art. 72 del Regolamento.
Rete Telematica Piemontese (artt. 10 e 17 del relativo Statuto).
Collegio sindacale. Proclamo eletto Sindaco effettivo il signor Corsini Andrea in sostituzione del signor Cabri Domenico, dimissionario.
Consorzio di Gestione della stazione alpina di Sauze d'Oulx e del Centro di Addestramento per l'Economia Montana "V. Vezzani" (art. 8 del relativo Statuto). Collegio dei Revisori. Proclamo eletta la signora Montini Margherita.
Comitato Tecnico Consultivo in materia di risparmio energetico e sviluppo delle fonti rinnovabili di energia (art. 5. LR n. 19/84) Proclamo eletti i signori Fantozzi Mario, Bo Franco, Musio Franco. Colombati Giuseppe. Quest'ultimo è designato ai sensi dell'ultimo comma dell'art. 8 della LR n. 10/85 e dell'art. 72 del Regolamento.
Su tale nomina ha chiesto la parola il Consigliere Monticelli. Ne ha facoltà.



MONTICELLI Antonio

Signor Presidente, vorrei porre una questione relativa alla nomina per la Commissione per il risparmio energetico. Dall'elencazione dei voti riportati dai vari candidati ho colto che un candidato, forse proposto dalla maggioranza, ha riportato soltanto 14 voti; ciò nonostante, è stato proclamato eletto. Faccio presente che è norma nelle nomine di questo Consiglio che, quando i candidati proposti dalla maggioranza riportano meno della metà dei voti, si intende che quel candidato non è stato eletto, che non ha avuto il consenso all'elezione. Questa è sempre stata norma nelle votazioni di nomina di questo Consiglio, tant'è vero che sono state riportate in votazione, anche recentemente, delle nomine in casi di questo tipo. Quindi, credo che la proclamazione degli eletti per quella nomina vada rettificata, togliendo questo candidato come eletto ed eventualmente inserendone altri.



PRESIDENTE

Questa non è l'unica eccezione, in quanto in questa legislatura sono stati nominati altri membri che non hanno riportato la metà più uno dei votanti presenti e tali nomine sono state regolarmente acconsentite dal Commissario del Governo. La norma alla quale il Consigliere Monticelli si riferiva, in questa legislatura, non è mai stata attuata.



MONTICELLI Antonio

In questa legislatura sono state riportate in votazione nomine già fatte, in quanto i candidati non avevano avuto la maggioranza dei voti.
Questo è certo.



PRESIDENTE

Mi riferiscono che una sola volta sia successo, benché il riferimento del Consigliere Monticelli è avvenuto più di una volta. Probabilmente era una norma che si attuava nella scorsa legislatura e che in questa legislatura,non dico che non sia mai stata osservata .ma non è mai stata attuata e il Commissario di Governo ha sottoscritto quasi sempre, anzi sempre, salvo quell'eccezione, perché non l'abbiamo mandata noi.



MONTICELLI Antonio

Signor Presidente, visto che almeno una volta la Presidenza si è sentita in obbligo di non procedere a quella nomina e di riportarla in Consiglio, nel caso specifico ho sollevato la questione in sede di proclamazione degli eletti. Pertanto chiedo che ci si pronunci nel merito di questo caso.



PRESIDENTE

Certo, ci si può pronunciare. L'unica nomina che non abbiamo inviato al Commissario di Governo, quella alla quale si riferiva il Consigliere Monticelli, era quella in cui c'erano più schede bianche che noti voti riportati, mentre in questo caso ci sono una scheda bianca, una nulla e il candidato alla nomina nel Comitato tecnico-consultivo in materia di risparmio energetico e sviluppo ha ottenuto 14 voti rispetto a, come ho detto, una scheda bianca e una scheda nulla.



MONTICELLI Antonio

Quattordici voti su quanti votanti?



PRESIDENTE

Su 36 votanti.



MONTICELLI Antonio

Questo mi sembra molto poco per un candidato proposto dalla maggioranza.



PRESIDENTE

Sembra poco, però non è mai stato attuato un modo diverso di verificare le cose in questa legislatura. Ha chiesto di parlare il Consigliere Marchini. Ne ha facoltà.



MARCHINI Sergio

Signor Presidente, colleghi, lascio alla Presidenza questa valutazione.
Ritengo però Improponibile e non accettabile l'approccio dato dal collega Monticelli e cioè che i voti sarebbero insufficienti in quanto espressione della maggioranza. Siamo in presenza di voto limitato e non di espressione di, maggioranza e di minoranza, e di indicazioni, se del caso, di un Gruppo, ma - ipotesi - potremmo anche essere in presenza di un'autocandidatura. Se c'è una questione nella quale non è proponibile il concetto maggioranza - minoranza è questo. Qui c'è il voto limitato; il candidato (non so il nome, non l'ho sentito) che ha riportato questi voti non è stato designato dalla maggioranza, semmai è stato designato da un Gruppo, quindi non c'è nessuna paternità di maggioranza. In ogni caso, non sono in grado di valutare se l'obiezione del collega Monticelli abbia comunque qualche ragione di approfondimento, probabilmente ce l'ha, perch lo conosco come collega attento a queste cose, ma sicuramente non per l'origine dell'indicazione del candidato stesso, che è un fatto del tutto irrilevante. Non si capisce perché, designato tizio, non dalla minoranza ma designato dal PDS, possa diventare rappresentante regionale con 5 voti e lo stesso signore, perché è indicato dal Gruppo repubblicano o da quello liberale, non lo possa. Non è sicuramente questo l'approccio; può darsi che nelle cose che ha detto il collega Monticelli ci siano delle questioni che meritano comunque, un approfondimento.



PRESIDENTE

Ho proclamato gli eletti, così come è stato fatto in altre occasioni da altro Presidente, perché in elezione di quattro esperti, con il voto limitato a tre, succede quasi sempre che uno degli esperti venga nominato con meno della metà dei presenti Quindi ritengo che la tesi che asseriva in questo momento il Consigliere Marchini sia la tesi giusta. E' verificabile se si vuole. In altre occasioni, inviate nella stessa fattispecie al Commissario di Governo, sono state approvate.
La parola al Consigliere Monticelli.



MONTICELLI Antonio

Ho riproposto questo tema per due ordini di questioni. Uno molto specifico; non credo fosse un caso se fino a pochi mesi fa il Commissario di Governo abbia sempre imposto una interpretazione nell'applicazione della legge sulle nomine del Consiglio regionale, per cui i candidati proposti da Gruppi di maggioranza si ritenevano eletti a condizione che riportassero almeno la, metà dei voti. Improvvisamente, questa norma, questa consuetudine di interpretazione, chiamiamola così, è sparita. Non si capisce bene se per iniziativa della Presidenza del Consiglio, che a un certo punto ha mandato delle nomine che non rientravano in questa fattispecie di interpretazione o per iniziativa del Commissario di Governo.
Ho riproposto questa questione anche per una questione di ordine più generale, dopo che era stata accennata in Consiglio qualche mese fa edera stata da me riproposta recentemente con una , lettera al Presidente del Consiglio.
Qui si sta andando a una interpretazione delle norme di regolamento sulle nomine che non garantisce più le minoranze. Colleghi, faccio presente che una interpretazione per cui i voti di maggioranza sono disponibili in vario modo, senza rigidità di quorum, potrebbe far si che in questo Consiglio si verificasse una situazione del tutto simile a quella che si è verificata nelle assemblee delle UU.SS.SS.LL. quando si è trattato di votare i garanti alcune settimane fa. Cioè che una ripartizione avveduta e accorta dei voti della maggioranza fa sì che, pur con una norma di voto limitato (che già si è voluta restringere con una interpretazione, a mio giudizio, non legittima della Commissione regolamento qualche mese fa), non solo la maggioranza ha la possibilità di influire su quale dei rappresentanti delle minoranze viene eletto (cosa che è già dubbia) ma pu arrivare addirittura al limite di escludere la minoranza.
Ho proposto questa questione, intanto, perché non capisco come una consuetudine interpretativa, che era propria del Consiglio e del Commissario di Governo, a un certo punto è sparita. In questo caso viene eletta una persona, proposta da un Gruppo di maggioranza, con 14 voti su 36 quanti erano i votanti, che è ben poco, colleghi. Non capisco perché si stia procedendo con questo spirito e con questo meccanismo. Per cui, oltre ad avere posto una questione specifica, sulla quale invito la Presidenza ad assumersi fino in fondo de sue responsabilità nell'interpretazione delle norme, ripropongo la questione più generale. Occorre andare a una modifica se del caso, del Regolamento, che garantisca in modo vero le minoranze altrimenti sulle nomine rischiamo di arrivare a situazioni decisamente non corrette, che stridono con lo Statuto, con la legge sulle nomine, che invece danno delle indicazioni, pur se non di dettaglio, di garanzia delle minoranze. Qui invece si sta stravolgendo, nei fatti, l'applicazione di queste norme.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Rossa. Ne ha facoltà.



ROSSA Angelo

Siccome il Presidente ha proclamato gli eletti, chieda se, nel caso specifico, sono stati rispettati i rapporti tra maggioranza e minoranza.



PRESIDENTE

Sì, è stato rispettato il rapporto tra maggioranza e minoranza.
Ritengo di dover chiudere da discussione, avendo proclamato gli eletti.
Ricordo che la Presidenza si era impegnata a verificare il rapporto fra maggioranza e minoranze che nel Regolamento deve apparire più chiaro, e so che si stanno facendo dei passi rispetto alla modifica del Regolamento.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO



PRESIDENTE

Ho seguito la discussione dal televisore, non potendo scendere in aula.
E' vero che in una seduta precedente, dopo la convocazione dell'Ufficio di Presidenza, dissi in aula che avremmo proposto una norma a tutela delle minoranze. L'Ufficio di Presidenza ha affrontato questa questione come una delle questioni prioritarie tra le proposte di modifica al Regolamento.
Riteniamo di poter elaborare una proposta quanto prima, dopodich riferiremo all'aula.
Procediamo con la proclamazione degli eletti.
IRES (LR n. 12/85) Collegio dei Revisori. Proclamo eletti i signori Manto Andrea (Presidente), Tealdi Luigi (membro effettivo), Cotto Carlo (membro effettivo). Quest'ultimo è designato ai sensi dell'ultimo comma dell'art. 8 della LR n. 10/85 e dell'art. 72 del Regolamento, i signori Puddu Maurizio (membro supplente) Irati Annibale (membro supplente).
Comitato Consultivo del Centro Gianni Oberto (LR n. 24/$0). Proclamo eletti i signori Oberto Tarena Giorgio, Frassà Antonio, Bravo Gianluigi Guasso Nazzareno. Quest'ultimo è designato ai sensi dell'ultimo comma dell'art. 8 della LR n. 10/85 e dell'art. 72 del Regolamento.
Commissione per il diritto allo studio nell'ambito universitario (art. 9, LR. n. 84/80). Proclamo eletti i signori Crosetto Guido,' Marino Mauro, Giani Cardo. Quest'ultimo è designato ai sensi dell'ultimo comma dell'art. 8 della LR n. 10/85 e dell'art. 72 del Regolamento.


Argomento:

Nomine


PRESIDENTE

Si distribuiscano le schede perle seguenti nomine.


Argomento: Nomine

- Consorzio IACP (art. 7, DPR 30/12/72 n. 1036). Nomina di 7 rappresentanti.


PRESIDENTE

E' stato svolto lo scrutinio delle schede.
Proclamo eletti i signori Giolito, Maviglia, Zanforlin, Russo, Porta Liguori, Vedovato.


Argomento: Nomine

- Ordine Mauriziano (artt. 5 e 9 L. n. 5/11/62, n. 1596). Collegio dei Revisori. Nomina di 1 rappresentante effettivo e di 1 rappresentante supplente.


PRESIDENTE

E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletti i signori Lombardi Emilio (rappresentante effettivo), Palermo Donato (rappresentante supplente).


Argomento: Nomine

- Ordine Mauriziano (artt. 5 e 9 L. 5/11/62, n. 1596). Consiglio di Amministrazione. Nomina di 3 rappresentanti.


PRESIDENTE

E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletti i signori Valenti Ignazio, Serra Giuseppe, Todros Alberto. Quest'ultimo è designato ai sensi dell'ultimo comma dell'art. 8 della LR n. 10/85 e dell'art. 72 del Regolamento.


Argomento: Sanita': argomenti non sopra specificati

Richiesta di iscrizione all'o.d.g. da parte del Consigliere Majorino dell'ordine del giorno n. 178 relativo agli Amministratori delle USSL (seguito)


PRESIDENTE

Prego i Consiglieri di prendere posto, considerato che la questione è delicata.
La parola al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, sintetizzo le ragioni che militano a favore della iscrizione all'o.d.g. dei lavori della proposta di cui sono primo firmatario, insieme ad altri colleghi delle minoranze e insieme a due colleghi della maggioranza.
Come lei, signor Presidente del Consiglio, ha rilevato, si tratta di questione delicata. Le ragioni che militano a favore della richiesta che la Giunta si impegni a rispettare la legge n. 10/1985 sulle nomine sono in sintesi de seguenti.
La legge n. 10 prevede che tutte le nomine della Regione, siano esse di competenza della Giunta o siano esse di competenza del Consiglio, previste da leggi statali, passino attraverso il vaglio e attraverso la procedura della Commissione nomine.
Il decreto legge convertito prevede che la nomina degli amministratori straordinari delle UU.SS.SS.LL. avvenga ad opera della Giunta, quindi si ricade, perciò, in pieno nella legge n. 10, la quale prevede che, ferma restando la responsabilità finale della Giunta nel scegliere fra le terne di cui al decreto legge convertito, gli amministratori straordinari, si proceda previamente ad un parere della Commissione nomine. Questa argomentazione, che è lineare e che nasce dalla semplice lettura della legge n. 10/85, è poi rafforzata dalla considerazione che il decreto legge convertito espressamente prevede e prescrive che tutti i curriculum di coloro i quali vengono indicati nelle terne da parte dei Comitati dei garanti delle UU.SS.SS.LL., siano trasmesse alla Presidenza del Consiglio almeno cinque giorni prima delle nomine.
Sarebbe stato stravagante il legislatore nazionale e Il Ministro De Lorenzo, proponente, se la previsione dell'invio dei curriculum alla Presidenza del Consiglio regionale, cinque giorni prima della nomina, non avesse un significato. Quindi questo è un significato rafforzativo, nel caso della Regione Piemonte, della applicazione della legge n. 10/85.
Le argomentazioni sono politicamente forti, quindi chiedo alla Giunta e alla maggioranza di iscrivere all'o.d.g. questa proposta di ordine del giorno. Dopodiché ci confronteremo. Né mi si può dire: "Lo faremo la prossima volta", perché la prossima volta sarebbe troppo tardi, in quanto entro il 31 maggio i Comitati dei garanti devono trasmettere le terne dei loro designati e, come è noto, entro il 15 giugno si deve procedere, da parte della Giunta regionale, sotto pena, in difetto, dei poteri sostitutivi del Commissario di Governo, alla nomina degli amministratori straordinari. Quindi il tempo stringe, però esiste il tempo necessario e sufficiente per procedere a questo parere.
Ancora una ultimissima argomentazione, che svilupperò se e quando, come confido, questo argomento politicamente rilevante avrà l'assenso ad essere iscritto all'o.d.g., è relativa all'unica obiezione che apparentemente mi si potrebbe muovere, cioè a dire che l'art. 14 della legge sulle nomine attribuisce, fra le altre competenze-parere della Commissione nomine quella di indicare i requisiti, di verificare i requisiti soggettivi dei candidati. In questo caso i requisiti soggettivi sono già stati vagliati dalla cosiddetta Commissione dei saggi (che prima erano cinque e ora sono diventati tre), quindi questo compito non lo potrà compiere la Commissione nomine della Regione Piemonte, la quale però può compiere gli altri compiti parere che sono quelli di verificare la veridicità dei curriculum e anche di verificare se vi siano o non vi siano incompatibilità della legge sulle nomine.
Quindi sotto questo profilo insisto per l'iscrizione all'o.d.g. della nostra proposta.



PRESIDENTE

Il Consigliere Majorino chiede l'iscrizione all'o.d.g. di questo documento. L'Ufficio di Presidenza ha già valutato, seppure non in maniera formale il merito di questa questione, però, a norma di Regolamento sulla richiesta dovrebbe esprimersi un Consigliere che non sia favorevole a questa iscrizione; e poi la metteremo ai voti.
La parola all'Assessore Maccari.



MACCARI Eugenio, Assessore alla sanità

La legge n. 10 è relativa alle nomine di competenza della Regione allora la competenza diventa del Consiglio e diventa della Commissione nomine.
Questa legge statale, .al punto 7 dell'art. 1 stabilisce: "In attesa del riordinamento del Servizio Sanitario Nazionale, e comunque non oltre il 30 giugno 1992, tutti i poteri di gestione, compresa la rappresentanza legale, sono esercitati da un amministratore straordinario nominato dal Presidente della Giunta della Regione o della Provincia autonoma, con proprio decreto su conforme deliberazione della rispettiva Giunta". C'è stato un dibattito che ha visto impegnati per più mesi a livello nazionale le Regioni, gli estensori del disegno parlamentare per arrivare a una netta specificazione, che è stata recepita nel testo finale del decreto, in favore della nomina da parte del Presidente con competenza solo delle Giunte. E' stata una richiesta unanime che le Regioni hanno fatto e che è stata recepita. I curriculum sono stati valutati da una apposita Commissione prevista dalla legge, quindi non è prevista dal decreto una supervisione delle Commissioni consiliari. Sempre in base alla disposizione di legge contenuta nelle ultime righe del punto 7 dell'art. 1, i requisiti devono essere documentati da appositi curriculum che saranno depositati nei cinque giorni previsti presso da Presidenza del Consiglio regionale e pubblicati nel Bollettino Ufficiale.
C'è ancora una interpretazione, che si sta discutendo a livello di Regione: se devono essere depositati, a livello di Regioni, i curriculum delle terne o se devono essere depositati i curriculum degli amministratori indicati. Per cui la richiesta di iscrizione del documento.proposto dai Consigliere Majorino, Zacchera ed altri non può essere accolta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

Faccio solo un chiarimento; che si voti solamente l'iscrizione all'o.d.g. di questa proposta di ordine del giorno, non quindi la reiezione.



PRESIDENTE

Consigliere Majorino, questo si deve fare in questo momento, cioè porre in votazione l'iscrizione all'o.d.g. del documento presentato. Non si deve fare nient'altro. C'è stato un passo oltre, ma questo attiene all'autonomia dell'Assessore che ha dato già una sua opinione come Assessore.
Pongo in votazione l'iscrizione all'o.d.g. del documento presentato dai Consiglieri Majorino, Zacchera ed altri.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano. L'iscrizione è respinta con 18 voti favorevoli e 16 contrari, poiché, a norma di Regolamento occorrono 40 voti per l'iscrizione.



MAJORINO Gaetano

Ne chiedo sin d'ora l'iscrizione per il prossimo Consiglio.



PRESIDENTE

Ne prendo atto. Domani i Capigruppo valuteranno in sede di Conferenza.


Argomento: Comunita' montane: Statuti

Esame deliberazione n. 235 relativa a: "Modificazione dello Statuto della Comunità montana Bassa Valle Susa e Val Cenischia: art. 1"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame della deliberazione n. 235, di cui al punto 8) dell'o.d.g.
Se non vi sono richieste di intervento pongo in votazione tale deliberazione, il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 34 Consiglieri presenti.


Argomento: Artigianato

Esame progetto di legge n. 10: "Norme per la repressione del lavoro abusivo, per la garanzia degli utenti e per la tutela della professionalità degli imprenditori artigiani" (Iscrizione ai sensi dell'art. 34, IV comma del Regolamento interno)


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del progetto di legge n. 10, di cui al punto 9) all'o.d.g.
Ha chiesto di parlare il Consigliere Majorino. Ne ha facoltà.



MAJORINO Gaetano

Il Consigliere Zacchera ed io abbiamo richiesto l'iscrizione all'o.d.g.
di questo disegno di legge, che apporta le nostre sottoscrizioni quali presentatori. Come abbiamo chiaramente detto nella relazione introduttiva si tratta della riproduzione della proposta di iniziativa popolare che era stata, con la raccolta di oltre 8.000 firme, patrocinata dalle associazioni degli artigiani, che era stata depositata, ancora pendente la precedente legislatura, e che era rimasta, per così dire, nelle secche della Commissione competente.
Visto che c'era stato un ritardo, parzialmente giustificato dalle norme regolamentari, ci siamo fatti promotori di questa proposta di legge che ripeto - è la riproduzione della proposta di iniziativa popolare, perch abbiamo ritenuto che le proposte degli artigiani fossero meritevoli di presa in considerazione, di tutela e che quindi fossero meritevoli di vedere approdare in aula il provvedimento legislativo per da sua discussione e - confidiamo - approvazione.
In sintesi, queste normative sono dirette alla repressione dell'abusiva concorrenza al mondo dell'artigianato e segnatamente prevedono delle sanzioni amministrative di un certo peso che costituirebbero un deterrente nei confronti degli abusivi Ecco perché abbiamo fatto nostra quella proposta, l'abbiamo richiamata in aula e ne chiediamo l'approvazione, anche se ci rendiamo conto che il mancato passaggio in Commissione non ha potuto far sì che il testo venisse limato ed arricchito delle proposte dei Consiglieri presenti in Commissione e, se ci si consente, in particolare delle nostre proposte.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Vetrino.



VETRINO Bianca, Assessore all'artigianato

La Giunta irritualmente si colloca su questa posizione, per non lasciare un vuoto. Siamo di fronte ad un disegno di legge di iniziativa consiliare, rispetto al quale la Giunta non ha ritenuto di contrapporre una sua proposta. Esistono delle altre proposte di legge all'attenzione della Commissione consiliare competente sullo stesso argomento; i Consiglieri hanno ritenuto di utilizzare, ai sensi dello Statuto e del Regolamento, la loro possibilità di richiamo in aula. La Giunta rispetta iniziativa consiliare dei Consiglieri Majorino e Zacchera, così come rispetta le iniziative consiliari degli altri Consiglieri che hanno presentato in Commissione tale proposta.
Riteniamo che questa sia una materia non di competenza regionale, ed esiste anche il parere di un legale, interpellato dalla Regione, che ci ha precisato di non trattarsi di materia regionale. La Giunta non ritiene come fa solitamente, di pronunciarsi attraverso una sua espressione con un suo disegno di legge.
La Giunta non può però interferire in quelle che sono le competenze, de autonomie e le prerogative dei Consiglieri regionali, quindi nel momento in cui questo argomento viene in aula o nella Commissione consiliare competente, si comporta di conseguenza. Può anche essere che di fronte ad argomentazioni diverse che possono sorgere nel corso del dibattito, nella Commissione consiliare o in aula, la Giunta possa modificare il suo atteggiamento.
In questo momento la posizione è di attenzione, non dico con diffidenza, ma certo con perplessità comunque con una non disponibilità eccessiva, perché non si può chiedere alla Giunta di proporre all'attenzione del Consiglio un argomento rispetto al quale sappiamo esserci interferenze con la materia statale e quindi possibilità di rigetto a priori da parte del Commissario del Governo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

Prendiamo atto delle dichiarazioni dell'Assessore. Noi stessi chiediamo il rinvio in Commissione, come d'altro canto è prassi in questa materia; mi rendo conto che l'approvazione dell'articolato in questo momento è oggettivamente impossibile per diverse ragioni, anche perché - come mi dice il collega Zacchera - domani all'attenzione della Commissione ci sono alcuni disegni di legge riguardanti la stessa materia.
Il testo potrà essere arricchito, modificato, emendato, però sostenere seppure sulla scorta di opinioni di giuristi, che la Regione non possa prevedere sanzioni amministrative regionali per certi comportamenti violatori di leggi regionali mi pare destituito di ogni fondamento. E' vero che c'è, una legge quadro sull'artigianato, ma c'è anche una legge regionale sull'artigianato. Il nostro disegno di legge merita indubbiamente da massima attenzione, però in linea di principio mi pare destituita di fondamento l'affermazione che l'Assessore fa con il supporto di un esperto il quale evidentemente non è sufficientemente esperto.



PRESIDENTE

Stante la richiesta di rinvio in Commissione del progetto di legge proposta dai Consiglieri Majorino e Zacchera, pongo in votazione tale richiesta.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano. Il Consiglio approva all'unanimità dei 34 Consiglieri presenti.


Argomento: Controlli amministrativi: argomenti non sopra specificati - Norme finanziarie, tributarie e di contabilita - Immigrazione

Rinvio in Commissione dei progetti di legge: n. 41, n. 80, n. 89 (Iscrizione ai sensi dell'art. 34, 4 comma del Regolamento interno)


PRESIDENTE

In base al quarto comma dell'art. 34 del Regolamento interno del Consiglio è stato richiesto l'esame dei progetti di legge n. 41, n. 80, n.
89 di cui al punto 10), 11), 12) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Zacchera.



ZACCHERA Marco

Ci sono motivazioni diverse, signor Presidente. Per quanto attiene al p.d.l, n. 41, sulla differenziazione dei prezzi dei carburanti, faccio presente che è convocata per giovedì pomeriggio una prima riunione della Commissione che dovrebbe prendere in esame da nostra proposta di legge e quella presentata dai colleghi della Lega Nord e forse anche da Piemont. Il Consigliere Zanoletti presiede a questo gruppo di, lavoro, quindi è ovvio il richiamo alla Commissione. Sulle altre due proposte di legge, mi permetto di dire che non vedo il motivo di andare in Commissione, nel senso che sono due proposte di legge di una certa rilevanza. Anche in questo caso altri Gruppi di minoranza hanno presentato iniziative similari, che andranno affrontate. Non mi sembra opportuno rinviarle dal momento che sono passati più di sei mesi da quando le abbiamo presentate. Mentre sono d'accordo che vada in Commissione il progetto di legge sulla differenziazione dei prezzi petroliferi, sugli altri due saremmo disposti a discutere. Altrimenti, rinviateli ancora in Commissione! Però, di fatto vogliamo arrivare a dare delle risposte? Fare una legge per proporre al Parlamento di istituire una sezione staccata del TAR ad Alessandria, o la si vuol fare o non la si vuol fare, non è che sia molto lunga questa proposta di legge, visto che dobbiamo farla noi al Parlamento, è di tre righe. Se il Consiglio è d'accordo la si può approvare e trasmetterla, se invece non siete d'accordo allora dite che non siete d'accordo.
Ritengo che su alcuni argomenti complessi sia giusto parlarne moltissimo, ma su alcune cose estremamente semplici sulle quali bisogna solo dire: osiamo "d'accordo" oppure "non siamo d'accordo", insomma non andiamo solo a guardare l'etichetta di chi propone le cose, ma portiamole avanti, se si ritiene che siano giuste.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Majorino. Ne ha facoltà.



MAJORINO Gaetano

Intervengo sull'ultima proposta di legge, relativa alla istituzione di una sezione staccata del TAR ad Alessandria, pur concordando con quanto diceva il collega Zacchera, siccome da parte di altri colleghi c'era stato un certo interesse per cui si era detto che potrebbe non essere istituita ad Alessandria, ma in un altro capoluogo di provincia. E' un articolo unico, veramente di tre righe, che propone la istituzione di una sezione staccata del TAR Sezione staccata che esiste già in Lombardia (a Brescia) in Emilia Romagna e in altre Regioni: solo il Piemonte, non si sa perch ne ha una accentrata su Torino dove in estremo ritardo sono pendenti 13.000 ricorsi.
Proporrei di non rinviarla in Commissione, ma di calendarizzarla in quella seduta aperta del Consiglio regionale prevista sulla crisi della giustizia civile. Ricordo che in linea di massima si era deciso che nella seduta successiva al Consiglio regionale aperto ci sarebbe stato un ordine del giorno che avrebbe recepito quanto si dirà sulla crisi della giustizia civile; penso che in quella sede (sede probabile di discussione e approvazione di un ordine del giorno su questo problema) si possa anche, a latere, discutere questa proposta di legge che in un certo senso è strettamente connessa alla crisi della giustizia, non civile ma amministrativa: Penso che un articolo unico con cui proporre al Parlamento una seconda sede del TAR non richieda un lavorio in Commissione, perché o la si vuol fare o non la si vuol fare, e se la si vuol fare si può fare ad Asti o ad Alessandria o a Cuneo o in qualunque altro centro del sud Piemonte.



PRESIDENTE

Chi è favorevole al rinvio in Commissione del progetto di legge n. 41 è pregato di alzare da mano.
Il rinvio è approvato all'unanimità dei 34 voti Consiglieri presenti.
Sul progetto di legge n. 80 chiede da parola l'Assessore Cerchio. Ne ha facoltà.



CERCHIO Giuseppe, Assessore ai movimenti migratori

Quando si parla di emigrati o di immigrati la Giunta, e nella fattispecie l'Assessore competente, è certamente attenta.
Dico solo, non per dichiarazione dell'esecutivo, che la Regione Piemonte ha una delle più attrezzate leggi in materia, la n. 1 /87 di cui peraltro, in tempi non sospetti, fui scrittore e relatore; ed ora sono anche gestore come Assessore ai problemi dell'immigrazione. Le cose dette nel progetto di legge in esame sostanzialmente esistono già nella legge n.
1/87, l'incentivazione dei trasporti, il reinserimento lavorativo, le attività culturali e la consulta, sono tutti temi che la Regione Piemonte ha già introdotto in quella legge.
Semmai si tratta di porre un'ulteriore attenzione al tema del rientro che peraltro ha avuto un riferimento e uno stimolo in tutte le altre Regioni. Quindi mi sembra veramente un doppione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Zacchera.



ZACCHERA Marco

L'Assessore Cerchio deve avere letto con estrema poca attenzione il provvedimento legislativo che andiamo a proporre, che è sostanzialmente diverso dalla stesura regionale. Alcuni articoli sono identici, diciamo quelli neutri, ma il concetto è che noi differenziamo l'accoglienza per cittadini extracomunitari rispetto invece a persone che rientrano piemontesi di rientro, allora ci sono differenze sostanziali. A parte il fatto che vorrei chiedere come mai non è ancora costituita la Commissione sull'emigrazione...



CERCHIO Giuseppe, Assessore ai movimenti migratori

E' questione del Consiglio.



ZACCHERA Marco

Se è questione del Consiglio, l'Assessore avrà sicuramente pesantemente redarguito la Presidenza del Consiglio, perché a un anno dall'inizio della V Legislatura, non è ancora stata costituita la Commissione sull'emigrazione. All'interno della proposta di legge ci sono molte cose diverse rispetto alla legge attuale. Legge attuale che sicuramente ha avuto il pregio di spezzare una prima lancia, ma che, a distanza di tre anni, va pesantemente emendata perché dimostra di essere superata nei fatti. Lo ha detto lo stesso Assessore quando più volte ha sostenuto, per esempio, che sono insufficienti i fondi per finanziarla. E' vero o non è vero che alla fine di febbraio erano già coperte tutte le possibilità di spesa per l'anno 1991?



CERCHIO Giuseppe, Assessore ai movimenti migratori

Ci sono problemi di bilancio.



ZACCHERA Marco

Ma ci sono altri servizi che possiamo tentare di dare attraverso questa normativa. Per cui propongo un'attenta valutazione da parte dell'Assessore alla nostra proposta di legge, anche perché constato, personalmente e con il collega Majorino, una certa fatica, ci sono leggi che scendono in aula abbastanza facilmente, altre invece, per estrinsecarle, richiedono un certo lavoro di preparazione. Ci sembra di avere fatto veramente un bel lavoro potrà essere criticata, emendata, cambiata, integrata; ci sono altre proposte giacenti, però la nostra sicuramente merita attenzione perch molti punti sono profondamente diversi rispetto a quelli della Giunta regionale. Noi riteniamo in meglio. Quindi stabilite che cosa volete farne però noi vorremmo che se ne parlasse in aula. Penso che molti della maggioranza potrebbero essere assolutamente concordi con noi.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Vetrino, che parla in qualità di Consigliere.



VETRINO Bianca

Concordo con l'Assessore Cerchio. La legge n. 1/87 ha sicuramente raccolto a suo tempo tutte le istanze che erano presenti sul territorio vastissimo dei Paesi dove si è determinata (emigrazione piemontese. Quella legge fu il risultato di un viaggio in Argentina, alla fine del 1986 viaggio che, dopo una relazione che io stessa feci al Consiglio, determin condizioni che (Assessore Cerchio ha fatte proprie attraverso un disegno di legge. Ricordo che il Consigliere Guasso, che fu tra i componenti della delegazione in Argentina, fu uno dei Consiglieri che con altri avvertì l'esigenza di porre finalmente delle norme che tutelassero le aspirazioni dei nostri connazionali all'estero. E' inutile fare la storia di quel viaggio, ma evidentemente fu un momento importante del Consiglio, fu finalmente la presa di coscienza della Regione Piemonte attorno a istanze che erano rimaste sopite quegli anni perché la Regione aveva altre cose da fare e non si occupava delle esigenze dei nostri connazionali che vivevano all'estero.
Credo - e questo lo dico con spirito collaborativo come Consigliere regionale che fa parte di questo Consiglio - che non sarebbe sbagliato rileggere questa legge, anche perché si sono determinati, dal 1988/ 1989 ad oggi, delle condizioni; diverse, sono cambiate certe culture, altre sono venute avanti; ci sono condizioni generali diverse nel panorama dell'immigrazione. Non conosco il testo di legge presentato dal Gruppo MSI però, per quello che ho potuto comprendere attraverso l'illustrazione penso che l'Assessore Cerchio potrebbe acconsentire a questa rilettura probabilmente per fame nulla e per convincersi che le nostre norme sono ancora attuali. Comunque uno stimolo ad una rivisitazione e ad una riconsiderazione di quel tema, non mi sembrerebbero affatto inopportuni quindi in questo senso c'è la mia disponibilità come Consigliere regionale e la sollecitazione a che nell'ambito della Commissione si determinino queste condizioni di riconsiderazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

Dopo le osservazioni dell'Assessore Vetrino e dell'Assessore Cerchio per consentire a noi stessi di valutare o la soluzione di affrontare il disegno di legge in aula così com'è o di chiedere noi stessi il ritorno in Commissione, le chiedo, signor Presidente, di rinviare la discussione sul richiamo in aula alla prossima seduta.
Intanto che ho la parola, le chiedo di rinviare anche alla prossima seduta l'altro disegno di legge di proposta al Parlamento per l'istituzione della seconda sezione del TAR. per la quale le ho già chiesto un percorso differenziato; su quella non chiederemo il rinvio in Commissione né oggi n la prossima volta, ma il rinvio a quella seduta nella quale presumibilmente, si voterà un ordine del giorno sulla crisi della giustizia civile, cioè dopo il 7 .giugno.
A me pare che in questa maniera un rinvio puro e semplice della discussione odierna sulla proposta di legge, ci sia consentito.



PRESIDENTE

Consigliere Majorino, come lei sa, il Regolamento prevede il rinvio in Commissione, oppure la votazione di un ordine del giorno di sospensione. Io sono anche favorevole a mantenerlo iscritto all'o.d.g., però occorre un consenso del Consiglio.
La parola al Consigliere Rabellino.



RABELLINO Renzo

Voglio semplicemente ricordare che tra le nostre proposte di legge che avevamo richiamato in aula, a norma del Regolamento, c'era anche una proposta di legge similare alla proposta del Gruppo MSI, anche se i termini non erano esattamente gli stessi. Abbiamo chiesto che fosse rimandata in Commissione. Questa potrebbe essere una ottima occasione per impegnare la Giunta a far sì che queste due proposte vengano discusse in tempi brevi dalla Commissione.



PRESIDENTE

Pongo in votazione il rinvio in Commissione del progetto di legge n.
80.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 34 Consiglieri favorevoli.
Circa il progetto di legge n. 89, di cui al punto 12), all'o.d.g., se il Consiglio acconsente percorriamo la strada proposta dal Consigliere Majorino.
Se non vi sono obiezioni lo lasciamo iscritto con l'impegno di valutare, dopo il dibattito del 7 giugno, come procedere.


Argomento: Rapporti Regioni - Enti pubblici nazionali

Esame ordine del giorno n. 177 presentato dai Consiglieri Farassino Rabellino e Vaglio sulla sovranità della Croazia


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'ordine del giorno n. 177, di cui al punto 13) dell'o.d.g.
La parola al Consigliere Rabellino per l'illustrazione.



RABELLINO Renzo

L'ordine del giorno è sufficientemente chiaro. Si tratta di prendere atto della situazione in atto nella vicina Jugoslavia dove si stanno vivendo momenti difficili. Il popolo croato è stato chiamato alle urne per una scelta ben precisa, quella dell'autodeterminazione. Il 94% della popolazione si è recato alle urne, e l'89% dei croati ha deciso per l'autodeterminazione.
Mi pare che il Consiglio regionale del Piemonte non solo debba esprimere la solidarietà al popolo croato, viste le difficoltà in cui si trova, ma anche invitare il Parlamento italiano a riconoscere questa scelta popolare di una nazione a noi vicina e a noi amica.
Non solo, si tratta anche di `prendere atto della situazione che si sta verificando in Europa. Andiamo verso l'Europa unita del 1993 e dovremmo chiarirci quale Europa vogliamo.
A noi è spiaciuto notevolmente il fatto che una delegazione della CEE sia andata in Jugoslavia alcuni mesi fa adire ai iugoslavi: "se volete entrare nella CEE dovete entrare uniti". Innanzitutto bisogna capire che cosa significa entrare uniti e, in secondo luogo, dobbiamo capire quale unità oggi si può proporre in Jugoslavia. Riteniamo che non esistano più condizioni di convivenza tra popoli troppo dissimili tra di loro, per lingua, per religione, addirittura per cultura, per tradizioni storiche.
Indubbiamente lo Stato italiano, e la Regione Piemonte può sollecitare questa operazione, deve prendere atto di questa situazione. Non solo, ma occorre anche prendere atto che, se vogliamo creare una Europa veramente unita, dobbiamo innanzitutto riconoscere i vari popoli che dovranno comporre la nuova Europa.
La Lega Nord è per un unico contenitore, che dovrà essere quello europeo. Indubbiamente parlare di nazionalismo iugoslavo non ha più senso non esistono più, questi falsi nazionalismi devono scomparire, e devono invece rinascere le volontà popolari, e soltanto con le volontà popolari si potrà veramente arrivare ad una aggregazione, ad un contenitore unico europeo, senza barriere, senza confini, fatto però da popoli e non da potenze economiche o da Stati sovrannazionali, come sono oggi la maggior parte degli Stati europei, compreso quello italiano.
Ci auguriamo che le forze politiche presenti in questo Consiglio regionale vogliano esprimersi in questo senso. Il nostro Gruppo trasmetterà questo ordine del giorno, indipendentemente se passerà o meno, al Parlamento croato.



PRESIDENTE

E' iscritto a parlare il Consigliere Chiezzi. Ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, a proposito di questo ordine del giorno sollevo un problema di metodo oltre che di contenuto.
Ritengo che non sia possibile discutere in pochi minuti un ordine del giorno di questo genere, oggi sulla Croazia e sui problemi della compagine nazionale iugoslava, domani su altri problemi di questo livello. Se decidiamo che nell'economia dei nostri lavori sia utile e necessario affrontare problemi di questo livello, ritengo che sia impossibile, non giusto e improduttivo discuterli in questo modo. Vedete, in pochi minuti e in poche righe ciascuno di noi, avendo le idee chiare su cosa vuole, pu essere chiaro e può decidere cosa dire, la Lega Nord l'ha fatto, ma se questa è l'aula nella quale confrontiamo ipotesi, interpretazioni e giudizi diversi su fatti così complessi, come quelli che stanno accadendo in Jugoslavia, allora penso che pochi minuti non bastino. Ritengo che un Consiglio come il nostro, di fronte a opinioni che si formano, che crescono e che si confrontano su questioni come questa debba impiegare almeno mezza giornata per discutere. Si tratta di decidere se le mezze giornate, per discutere della Croazia o di altri problemi simili, vogliamo farle rientrare all'interno dell'economia dei nostri lavori. In questo stato di cose interno così ristretti ritengo non proponibile una seria discussione su questo problema.
Quindi invito tutti, anche i proponenti, a verificare se le cose che ho detto non abbiano un qualche senso, se non sia questo il modo serio per entrare nei problemi. Se così fosse, allora potremmo tutti insieme, anche a livello di conferenza dei Capigruppo, avere un piano di lavoro che tenga conto anche di questi grandi problemi di scenario che non rientrano strettamente nelle nostre competenze, ma sui quali è utile anche parlarne ma in tempi e modi diversi. Se, viceversa, si insiste nel procedere, non parteciperò alla votazione.
Tanto per fare un esempio. L'ordine del giorno relativo alla Costa Rica è di tenore diverso; è un ordine del giorno molto più circoscritto ad un fatto, ad un evento eccezionale e di chiarissima interpretazione (i terremoti, i problemi che provoca), è un atto di solidarietà. Penso che questi tipi di ordini del giorno possano essere anche votati con un confronto rapido tra le forze politiche, ma quello della Croazia no . Se sulla Croazia ci confrontiamo, facciamolo seriamente, altrimenti meglio non fare nulla. Quindi, se per caso si passa ai voti, non partecipo alla votazione sull'ordine del giorno della Croazia.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GROSSO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Zacchera.



ZACCHERA Marco

Esprimo il voto favorevole del Gruppo MSI - DN all'ordine del giorno.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Miglio.



MIGLIO Mario

Il problema posto dalla Lega Nord andrebbe trattato con tempi maggiori.
Questa presentazione è troppo sbrigativa, non coglie il nodo estremamente problematico dei rapporti esistenti fra i vari Stati che di fatto compongono la federazione Jugoslava. I rapporti politici e storici esistenti fra questi vari Stati sono stati estremamente differenziati; ci sono state da una parte le occupazioni dell'Impero austro - ungarico e dell'Impero ottomano e dall'altro i movimenti indipendentisti che, dopo la seconda guerra mondiale, hanno portato alla costituzione di uno Stato federato, appunto quello della Jugoslavia.
Nell'ordine del giorno presentato dalla Lega Nord non si tratta con sufficiente attenzione il problema nelle sue dimensioni complessive, nel senso che il proporre il riconoscimento specifico della sovranità dello Stato della Croazia, rischia di far esplodere maggiormente la conflittualità interna allo Stato Jugoslavo. E' pensabile che in questo momento e in questo modo tutti gli altri Stati potrebbero ricorrere agli stessi strumenti e rendere ingovernabili i rapporti politici estremamente complessi che in questo momento si sono creati.
Si tratta di avviare uri ragionamento complessivo ed unitario sul futuro, anche all'interno della ridefinizione di una nuova idea di federalismo unilaterale, quindi con un discorso paritetico di tutte le forze presenti in Jugoslavia, che non coinvolga unicamente il popolo croato, ma che necessariamente coinvolga gli altri popoli.
In questo senso, si sono fatti dei passi a livello internazionale presso il Parlamento di Strasburgo: dove si sono puntualizzate alcune riflessioni. Ne riporto qualcuna come contributo al dibattito per far capire quanto sia complessa questa questione e come non possa essere facilmente sbarazzata in questo momento, approvando un ordine del giorno messo su in qualche modo.
La Federazione Jugoslava indubbiamente attraversa una profonda crisi in parte ereditata dalla decomposizione del comunismo e della Jugoslavia titoista, in parte dovuta a più antiche ragioni storiche. La crisi potrà essere lunga, con rischi di rotture violente, e si situa nella particolare complessità della crisi di alcuni Stati plurinazionali.
Si assiste ad una pericolosa esplosione di nazionalismi; non controllabili neanche da chi li scatena e strumentalizza; preoccupa la profondità dei gruppi etnici e va assolutamente evitato di soffiare sul fuoco dall'esterno. Si nota con apprensione la rapida crescita delle distanze ed incompatibilità etniche, anche nella vita quotidiana, non solo a livello politico. C'è il pericolo di una vera e propria libanizzazione con il rischio di un sempre più diffuso armamento di massa nelle menti e sul piano materiale. Tutto ciò è aggravato da una profonda crisi economica e sociale, con una diffusa povertà che continua a crescere con gravi dislivelli regionali.
Tra le risposte a questa crisi si annoverano oggi le più diverse, dalla rivendicazione di sovranità e indipendenza da un lato, a tentativi di tenere insieme la Jugoslavia con la forza dall'altro. Spetta ai popoli della Jugoslavia - ritengo solo loro in primo luogo in quanto diretti interessati - scegliere quale soluzione dare al problema, visto che non potrà semplicemente continuare la precaria perpetuazione dello statu quo.
Questa soluzione potrà consistere in una ridefinizione delle ragioni e delle modalità per mantenere un legame, la cui intensità e qualità dovrà essere determinata consensualmente, in ogni, caso senza il ricorso alla violenza, senza egemonie e - aggiungerei - senza eccedere in passi che non hanno dei fondamenti sostanziosi nel momento in cui vengono presi.
Bisognerà affrontare questa ridefinizione attraverso una rinegoziazione politica e democratica, senza giudicare a priori sull'unità e sulla divisione, tenendo presenti anche gli equilibri internazionali e cercando un equo contemperamento tra i diritti etnici delle nazionalità e dei diritti civili ed umani delle persone.
Si richiama a questo proposito il punto 8) della risoluzione approvata dal Parlamento Europeo il 16/5/1991, che recita "Le Repubbliche federate e le Province autonome della Jugoslavia hanno il diritto di decidere del loro avvenire, in via pacifica le democratica e sulla base delle frontiere esterne ed interne riconosciute.
In questo senso l'autodeterminazione e l'autogoverno non potranno dunque ridursi ad una mera scelta tra unione e secessione, ma dovranno qualificarsi per il loro contenuto democratico, sociale, culturale ed economico. In ogni caso dovranno essere garantite in qualunque forma di ordinamento uguaglianza di diritti e possibilità di piena partecipazione civile, politica e culturale a tutte le minoranze. E ciò potrà essere facilitato da forme di autonomia e di decentramento, anche all'interno delle diverse Repubbliche o Province autonome. Bisognerà anche che gli orientamenti statali non siano forme di autorganizzazione e di autotutela etnica, ma un quadro legale e civile per tutti i cittadini che vi abitano senza enfasi nazionalista".
Con questo breve richiamo, che ha cercato di far capire quanto sia complessa la discussione, non posso che ribadire la nostra insoddisfazione per tale ordine del giorno e così come è stato formulato, sul quale sicuramente non ci troviamo d'accordo. Ci auguriamo che il Consiglio lo respinga e semmai decida di affrontare il problema con la dovuta cautela e i dovuti approfondimenti che il caso necessita.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Picchioni.



PICCHIONI Rolando

Signor Presidente, intervengo unicamente perché anch'io accetto lo spirito; le considerazioni storiche e politiche che ha fatto l'amico Rabellino. Pero, se è vero quanto egli ha detta, mi sembra che forse un momento di ulteriore meditazione o riflessione, suggerita peraltro dal Consigliere Chiezzi, sia opportuna. Siamo in presa diretta con tutto il mondo e forse qui non c'è l'impatto emozionale che altri avvenimenti hanno reclamato dalla popolazione italiana, non ci sono sit in, non ci sono marce della pace, forse siamo troppo vicini o forse siamo troppo lontani a quella che può essere una lettura divisione interna del problema Croazia per il nostro Paese. Allora vediamo anche qui che avvenimenti diversi, però con uguale impatto emotivo, possono avere delle reazioni completamente diverse.
Comunque, non voglio addentrarmi nella disamina del problema. Ancora una volta la libanizzazione dei Balcani si sta avverando. Forse è una maledizione storica. Forse il dopo Tito, con la rotazione di potere attraverso le diverse etnie, conosce, con la mancanza di una grande personalità, il suo fallimento storico. Però in questi giorni si sono verificati altri fatti che sono passati sotto silenzio, ad esempio l'annessione del Libano con il Protettorato della Siria e fatti diversi che naturalmente potrebbero reclamare la nostra considerazione e la nostra presenza.
A parte queste considerazioni, sono d'accordo con quanto esprime l'ordine del giorno del Gruppo Lega Nord . Non voto l'ultimo punto in cui si dice "invita il Parlamento italiano a riconoscere la Croazia come Stato sovrano e di attivarsi presso gli altri Stati membri della CEE affinché si comportino parimenti". Mi pare che questo debba comportare una riflessione molto più approfondita, perché, nel momento stesso in cui noi reclamiamo questo grosso contenitore europeo, non possiamo assolutamente permettere che il contenitore slavo si possa infrangere in mille schegge e in mille segmenti. Il problema della Croazia deve essere risolto dalle genti slave non so con quale meccanismo o con quale particolare accorgimento tecnico politico, però mi pare ci sia una contraddizione nello stesso momento in cui noi domandiamo all'Europa di farsi carico di questo problema domandiamo agli slavi di non farsi più carico di questo problema e far sì che la diaspora risolva in maniera traumatica e drammatica il problema della unità del Paese jugoslavo. Anche se, come ha detto giustamente il collega Rabellino, la differenza per lingua, cultura, religione e storia è un segno drammatico, è una caratteristica precisa di quel territorio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cucco.



CUCCO Vincenzo

Una brevissima considerazione sul senso di questa iniziativa, che mi sembra condivisibile. Anch'io condivido la necessità di riconsiderare anche alla luce di una lettura molto puntuale e precisa, la storia di quella parte d'Europa, totalmente inventata dopo la seconda guerra mondiale ad oggi nelle forme che ha assunto. Inventata e obbligata alle popolazioni.
Non sono d'accordo con l'ultima parte dell'ordine del giorno perché non credo negli Stati nazionali. La storia di questa Europa è la conferma del fatto che, con la costituzione di tanti Stati nazionali, non si costruirà mai nessuna Europa effettiva. La pia, secondo noi radicali e secondo quanto diciamo da un pezzo, è quella della creazione di una Europa che abbia effettivamente degli organismi soprannazionali capaci di incidere direttamente sulle politiche nazionali, che purtroppo ancora esistono.
E' giusta la motivazione storico - politica che è portata da questo ordine del giorno, non ne condivido invece la soluzione finale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Monticelli.



MONTICELLI Antonio

Una brevissima considerazione. Mi richiamo a quanto hanno già detto sia,il Consigliere Chiezzi sia il Consigliere Picchioni.
Credo che già questi pochissimi accenni di discussione che ci sono stati sull'argomento ci dimostrino che, se davvero volessimo discutere di questi argomenti, avremmo bisogno di ben più che di una mezz'ora in chiusura di un Consiglio. Però, credo anche che, forse, dovremmo porci con più chiarezza e con più franchezza il problema di autodimensionare il Consiglio regionale. Accadono avvenimenti a livello mondiale, al di fuori della nostra Regione, al di fuori del nostro Paese, che esigono una discussione e prese di posizioni politiche in una assemblea come la nostra ma c'è anche l'esigenza di darci una dimensione più pera, più credibile anche nei rapporti con chi ci ha mandati qui, con i nostri elettori.
Altrimenti, corriamo il rischio di stravolgere le funzioni di una assemblea come la nostra. Dovremmo riflettere sul fatto che oggi, a chiusura di una seduta, portiamo a casa non tantissimo; una votazione finale su un testo di legge rinviato dal Governo, una deliberazione, degli intendimenti per quel che riguarda le politiche regionali sull'energia, poco altro. Credo che questo ci ponga, forse, il problema di darci una dimensione più realistica peri nostri lavori e per gli argomenti che decidiamo di portare alla discussione. Comunque, per le cose che già altri colleghi hanno detto, il nostro Gruppo, nel caso si Insistesse nella messa in votazione di questo ordine del giorno, non parteciperà al voto.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Rabellino. Ne ha facoltà.



RABELLINO Renzo

Mi spiace assistere alla totale demagogia del Gruppo PDS. Venire qui a raccontarci che non si dovrebbero discutere questioni come la situazione croata, problema a noi vicino, senza ricordare che in una seduta recente si è discusso per due ore sulla solidarietà al popolo somalo, problema indubbiamente molto più lontano, questo - mi spiace dirlo - è pura demagogia.
Comunque prendiamo atto delle dichiarazioni dei Gruppi intervenuti chiediamo la votazione per parti separate del documento. La prima parte fino alle parole; "esprime solidarietà ai popolo croato, rispettandone la volontà di autodeterminazione"; la seconda parte invece è l'invito di cui il Gruppo Lega Nord è perfettamente convinto. Rispondo anche al collega Miglio, che ha ricordato la risoluzione CEE. Quando un referendum ha un'adesione del 94%, mi pare che vi sia una espressione popolare di un certo tipo; vuol dire che de Repubbliche (e sono già due le Repubbliche) jugoslave e le province autonome (non dimentichiamoci il Kossovo), hanno già deciso che cosa vogliono; hanno già deciso per la propria autodeterminazione e hanno deciso di affossare anche lo Stato jugoslavo che molto probabilmente non avrà funzionato per una gestione politica di un certo tipo. E' una confederazione che di confederazione ha sempre e solo avuto il nome: in realtà la Jugoslavia è l'esempio di un certo tipo di centralismo e, guarda caso. è lo stesso male che ha afflitto per anni lo Stato sovietico, federalista solo nel nome.
Sul fatto che non abbia senso discutere di queste cose in Consiglio regionale, come ha detto il collega Chiezzi, possiamo essere d'accordo parzialmente. Dal momento che si è detto tante volte che le Regioni devono avere maggiori competenze, le Regioni devono iniziare a guardare oltre certi limiti. Queste sono le situazioni che dobbiamo tenere sott'occhio per non trovarci di fronte ad un'ulteriore invasione dalla Croazia, dobbiamo comunque andare contro a questi popoli, ma non metterci contro le volontà popolari della gente.
Invito davvero i colleghi ad una riflessione. La Lega è perfettamente convinta di questo e non è disponibile alla modifica di nessun punto dell'ordine del giorno.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Prendo atto che il Presidente del Gruppo PDS ha registrato questo limite, che si è consolidato, quello cioè che la nostra assemblea tende a spaziare probabilmente al di là delle proprie competenze e del proprio ruolo. Devo dire pero che se c'è un caso in cui non ritengo che si debordi è proprio questo. Perché le implicazioni che questa vicenda ha sul nostro Paese e sulla nostra Regione sono tutte presenti.
Quindi, esprimo apprezzamento all'iniziativa che hanno posto i colleghi Rabellino ed altri e ringrazio anche i proponenti che hanno proposto la votazione separata che ci consente di non essere legati all'ultimo comma che riteniamo un percorso istituzionalmente non praticabile.
La vicenda Jugoslava non è che l'ultimo atto della vicenda dell'Est, ma è la più drammatica di tutte. Se qualcuno di voi ha frequentato la Jugoslavia nel periodo del grande Tito, del grande affetto per Tito e della grande umiltà degli jugoslavi intorno a Tito, sa che tutto quanto era dovuto al fatto che Tito difendeva il suo Paese dal comunismo. E lo dicevano con assoluta tranquillità. Quindi, da una parte l'oppressione negli altri Paesi dell'Est e in Jugoslavia la paura del comunismo ha funto da collante da un sistema che storicamente è diverso da quello di uno stato unitario come si è pensato di doverlo immaginare. Quindi dobbiamo essere preparati a pensare che la Jugoslavia ponga dei problemi proprio all'Italia, non a tutto il mondo.
Mentre in Somalia ci sono dei contrasti interni per le diverse fazioni qui c'è un problema istituzionale, storico, culturale e di approccio.
Il nostro Partito aveva sollevato scandalo ponendosi il problema dell'Istria, ebbene, mi chiedo, quando sparirà la Jugoslavia che cosa succederà di tutto quel mondo? Non possiamo continuare ad immaginare, che la CEE o l'Europa siano dei meccanismi in cui i tedeschi vendono più burro e noi vendiamo più riso, ma dobbiamo incominciare a ragionare su queste cose. Che poi il riso venga mangiato e il burro venga consumato non importa niente a nessuno, l'importante è che qualcuno paghi dei castelli pieni di quarti di bue, che nessuno mangerà mai, che si acquartieri del riso da una parte e del burro dall'altra, dopodiché la CEE è una cosa che va bene per tutti. Adesso però che ci si rende conto che , questo modello avanzatissimo di tipo economico ha prodotto uno scasso all'interno del sistema europeo complessivamente intesso, si dice che le responsabilità non le prendiamo.
Come abbiamo già detto l'altro giorno, queste vicende sono anche merito e conseguenza della capacità dell'Europa di darsi un modello economico sociale e civile più evoluto.
Quindi, anche non condividendo puntualmente ogni elemento del documento (ma mi sembra improprio e scorretto verso i presentatori fare dei distinguo sulle parole) mi pare che il sistema della comunità nazionale italiana (in particolare le Regioni più avanzate, che, come ad solito, saranno quelle che per prime pagheranno i prezzi dei fatti che avverranno) debba porsi il problema della dissoluzione dello Stato Jugoslavo e del riconoscimento che ci sono delle realtà, tipo quella del popolo croato, che è una questione unica, irripetibile in quel mondo. E' un atto politico non più sconsiderato di tanti altri che abbiamo fatto. Quindi, ripeto, pur avendo qualche riserva su alcune forzature anche terminologiche, non condividendo in termini formali istituzionali, come ha detto prima il collega Cucco l'ultimo comma, esprimerò voto favorevole a questo documento.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, pongo in votazione l'ordine del giorno il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte preso atto che il 94,696 della popolazione croata, tramite il referendum del 19 maggio scorso, ha scelto la sovranità della Nazione Croata rilevato che, in seguito a questo plebiscito, il Parlamento croato ha chiesto all'Europa e allo Stato Italiano il riconoscimento ufficiale considerato che, storicamente, l'Europa potrà essere veramente unita solo attraverso il riconoscimento dell'identità di ogni singolo popolo e non tramite la forzata coesistenza all'interno di 'contenitori' di popoli dissimili per lingua, religione estorta quale quello Jugoslavo.
Considerato inoltre che l'unico 'contenitore' dovrà essere quello europeo, esprime solidarietà al popolo croato, rispettandone la volontà di autodeterminazione invita il Parlamento Italiano a riconoscere la Croazia come Stato Sovrano e ad attivarsi presso gli altri Stati membri della CEE affinché si comportino parimenti".
Chi è favorevole alla parte da "Il Consiglio regionale del Piemonte preso atto" a "esprime solidarietà al popolo croato, rispettandone la volontà di autodeterminazione" è pregato di alzare la mano.
La prima parte dell'ordine del giorno è approvata con 26 voti favorevoli e 2 astensioni (non hanno partecipato alla votazione 6 Consiglieri).
Pongo in votazione la parte finale dell'ordine del giorno, da "invita il Parlamento italiano" fino alle parole "si comportino parimenti".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano. La seconda parte dell'ordine del giorno è respinta con 5 voti favorevoli, 13 contrari e 6 astensioni (non hanno partecipato alla votazione 6 Consiglieri):


Argomento: Questioni internazionali

Esame ordine del giorno n. 166 relativo alle calamità naturali che hanno sconvolto il Costa Rica


PRESIDENTE

Pongo ora in votazione l'ordine del giorno n. 166 presentato dai Consiglieri Marino, Porcellana, Spagnuolo, Dardanello, Montabone, Leo Ferraris, Cavallera, Picchioni ed altri, di cui al punto 14) all'o.d.g., il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte preso atto della terribile calamità naturale che ha sconvolto il paese amico di Costa Rica terremoto che ha causato a tutt'oggi centinaia di morti e migliaia di feriti e senza tetto considerata la difficoltà che vive in questo tragico momento tutta la società costaricense ed in Particolare i giovani e gli anziani tenuto conto che epidemie potrebbero ulteriormente aggravare tale difficile situazione si impegna ad attivare il Comitato di Solidarietà con i fondi economici necessari per dare una prima concreta risposta alle esigenze più immediate." Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato con 31 voti favorevoli e 2 astensioni (non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere).


Argomento: Problemi energetici

Esame ordini del giorno n. 153 presentato dal Consigliere Cucco e mozione n. 167 presentato dai Consiglieri Staglianò, Bresso, Tapparo, Cavallera Marchini, Goglio, Picchioni, Vetrino, Gissara, Segre e Miglio sull'opportunità di sostituire le vecchie lampadine a incandescenza con quelle a fluorescenza a risparmio energetico


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'ordine del giorno n,153 e della mozione n. 167 di cui al punto 15) all'o.d.g La parola al Consigliere Cucco per l'illustrazione dell'ordine del giorno n, 153.



CUCCO Vincenzo

Il senso della nostra iniziativa purtroppo arriva alla fine del dibattito sulla situazione energetica e sembra addirittura l'ultimo risultato concreto di un dibattito così complesso. La montagna partorisce questo topolino che peraltro è un topolino che contribuisce fattivamente a questo problema. Nel mio ordine del giorno chiedo la sostituzione delle lampadine. Gli ordini del giorno sono praticamente uguali, per cui si possono votare insieme.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, non ho partecipato alla stesura di nessuno dei due ordini del giorno. La decisione di attuare il risparmio energetico attraverso l'utilizzo di lampadine che consumano meno energia è senz'altro lodevole; e bene ha fatto Greenpeace, specializzata in operazioni di lancio di grandi idee, a sollevare 'il problema. Quello che è ancora indeterminato in questo ordine del giorno (ne ho letto solo uno e forse l'altro è identico) è che queste lampadine hanno un prezzo che trovo semplicemente spropositato rispetto alla tecnologia incorporata: la differenza fra una lampadina a incandescenza e una lampadina a fluorescenza non è da 2,3 mila lire a 15,20 mila lire.
Questo prezzo così divaricato e assurdo, a mio parere, deriverà da tante cose, anche dal livello della produzione, cioè dal ridotto numero di lampadine a fluorescenza del tipo domestico sinora prodotto.
Un ordine del giorno, che propone una decisione amministrativa dovrebbe tenere presente questo fatto: un ente pubblico non gestisce le cinque lampadine di casa nostra, ma cinquemila, cinquantamila lampadine.
Per questo deve impostare questa conversione delle lampadine da incandescenza a fluorescenza determinando nuovi rapporti con il settore produttivo. Penso non sia accettabile l'acquisto di non so quante migliaia di lampadine al prezzo che oggi è praticato sul mercato. Voglio mettere in luce che l'osservanza meccanica dell'ordine del giorno non è proponibile.
Il problema del livello di costi deve essere affrontato. Da chi si impegna con questo ordine del giorno, a svitare e sostituire le lampadine. Non direi alla Giunta: "svita le lampadine e compra le nuove", ma direi: "svita le lampadine e attua una politica, una forma di controllo che permetta alla produzione di abbassare nettamente il livello dei costi". Senza contare che se il livello della domanda sul mercato superasse di gran lunga il livello di domanda esistente, addirittura potremmo avere un Incremento dei prezzi o una scomparsa delle lampadine.
Quindi invito la Giunta a una gestione attenta di questo tema economico.
Inoltre le lampadine che si svitano dove le mettiamo? Queste lampadine qualche fine dovranno farla.
C'è un'altra cosa che mi piacerebbe sapere, ma per questo c'è tempo e potrebbe essere compito dell'Osservatorio regionale. Quando si parla di risparmi di energia, magari anche solo sulle lampadine, che però sono importanti, si facciano conti precisi. Nei conti sull'energia bisogna mettere anche i conti sull'energia incorporata nelle singole lampadine. E' certo che l'energia necessaria per costruire le lampadine a fluorescenza è molta di più dell'energia necessaria per costruire la lampadina a incandescenza. Quindi, anche da questo punto di vista bisognerebbe fare i conti energetici per bene.
Ho fatto queste osservazioni per dire che sull'ordine del giorno sono d'accordo, però il modo di risolvere questo problema non è così meccanico esige da parte del destinatario dell'ordine del giorno una serie di azioni innanzitutto nei confronti di chi produce le lampadine per indurre una riduzione dei prezzi attuali di mercato. La Regione Piemonte e i Comuni interessati incentivino una riorganizzazione della produzione di lampadine in direzione della fluorescenza, ma a fronte di vantaggi economici molto più rilevanti di quelli che oggi sono consentiti da un prezzo assolutamente spropositato rispetto all'impegno tecnologico necessario per produrre una lampadina rispetto all'altra. Con queste precisazioni - mi scuso per la noiosità - aderisco a questo ordine del giorno.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Garino.



GARINO Marcello, Assessore all'ambiente

Vorrei solo informare che l'Assessorato all'ambiente è dotato di queste lampadine ormai già da due anni. Come quasi sempre, siamo all'avanguardia.
Proprio perché da due anni funzionano credo che l'Assessore Gallarini (che peraltro non è presente) potrebbe prendere spunto dal fatto che finalmente una prova in questa Regione c è per fare il conto di costi e benefici per vedere quanto abbiamo risparmiato. Mi si dice che risparmiamo parecchio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Staglianò.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Sarò breve perché purtroppo l'ora ci costringe a comprimere. Ma è una riflessione che, a partire da una questione apparentemente molto piccola investe invece un modo diverso di costruire una cultura nuova sui problemi dell'energia. Abbiamo fatto due conti su che cosa significherebbe questa scelta che, con il buon esempio della Regione e delle amministrazioni locali, potrebbe determinare nell'intero Piemonte. Se davvero i 1.661.546 nuclei familiari piemontesi sostituissero due lampadine in ogni nucleo familiare, risparmieremmo in questa regione 270 MW/h di potenza elettrica e risparmieremmo al nostro cielo oltre 250.000 tonnellate di anidride carbonica e sarebbe un piccolo contributo contro l'effetto serra.
Altri dati potrei riportare. Purtroppo la discussione è sacrificata speriamo di poterci ritornare, magari in altro ambito.
Il risparmio è anche sul piano individuale, sul piano familiare. E' vero che immediatamente ci sono quei costi aggiuntivi, davvero immotivati che sottolineava Chiezzi, perché siamo in regime di monopolio. L'Ufficio di Presidenza potrebbe suggerire alla Giunta di intavolare una qualche forma di trattativa - pongo la questione cosi - e magari farci fare lo sconto dalla Osram, dalla Philips, insomma da chi ha il monopolio e determina il prezzo. Ma, al di là di questo punto di partenza che inizialmente è sfavorevole, abbiamo calcolato che nell'arco di quattro o cinque anni il saldo è assolutamente attivo anche sul piano del bilancio familiare nel senso che si risparmia almeno il doppio della spesa. Mi permetterà, Enzo Cucco, di dire che forse, a proposito di energia, non abbiamo partorito un topolino; la sua era una battuta per rendere più lievi questi ultimi momenti della seduta: odierna. Vorrei sottolineare il fatto bello: su un'idea semplice ci si è trovati subito d'accordo tutti i Gruppi. Peraltro quello che lamentava il collega Cucco è stato determinato dal semplice fatto che una delle due mozioni è rimasta in borsa del sottoscritto per tre settimane in attesa di completare il giro, quando poi abbiamo scoperto che cera stata questa sovrapposizione. Per cui penso che possiamo votare con convinzione oggi un atto concreto che può contribuire nella filosofia di Greenpeace a risolvere un problema globale. Richiamo un editoriale del prof. Vattimo su "La Stampa" di domenica scorsa, a proposito del "benaltrismo" di cui è ammalata la cultura politica dominante di questo Paese e magari quella a cui io sono più legato. 11 problema è sempre altrove, il problema è sempre più grande, il problema è sempre politico e non ci si misura mai. Quindi leggete l'articolo di Vattimo che è utile.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Mi pare che l'intervento del Consigliere Chiezzi non sia da sottovalutare. Il documento ormai è quello che è, e sarebbe difficile introdurre nel documento quello che Chiezzi suggerisce e cioè non solo un'operazione di risparmio energetico, ma un'operazione promozionale in termini di approccio al problema. Allora, se di operazione promozionale si tratta, non può non essere interessata, sia pure in minima parte, anche la controparte, cioè il soggetto economico interessato a questa operazione.
Non è fuori luogo immaginare che la Giunta possa trovare la disponibilità degli interlocutori, cioè dei fornitori, ad un'operazione promozionale congiunta. Nella misura in cui la Regione e gli enti locali avviassero questa operazione, che vede gli interessati disponibili a concorrere minimalmente in termini propri (sia con la fornitura gratuita di 100 lampadine sia in altra forma), mi sembrerebbe giusto che questa venisse vista come un'operazione di promozione dell'utilizzazione di una tecnologia la quale, proprio in quanto diffusa, tende a perdere di costo e quindi di prezzo.
Questo mi pare il ragionamento che faceva Chiezzi, che io ritengo la Giunta in qualche misura potrebbe fare. Paradossalmente sono convinto che alle società interessate l'essere soggetti in primo piano di un'operazione di promozione, anche bella da vendere, sicuramente potrebbe dare un risultato non solo più comprensibile e se si vuole anche più pulito a questa questione, ma soprattutto si caratterizzerebbe più come un'operazione di promozione verso l'esterno e quindi anche nei confronti dei produttori, che non un'operazione di risparmio in senso stretto che se non spiegata: probabilmente troverebbe il seguente tipo di risposta: "Già tanto paghiamo noi se quelli cambiano le lampadine ; in casa mia per cambiare venti trenta lampadine occorre quasi un mensile". Quindi, mi pare che la preoccupazione del collega Chiezzi sia fondata e sono convinto che la Giunta troverà, con un po' di fantasia, il modo per vendere bene questa ottima idea.



PRESIDENTE

Pongo pertanto in votazione la mozione n. 167, integrata con la proposta di ordine del giorno del Consigliere Cucco, il cui testo recita: Il Consiglio regionale del Piemonte, considerato che sono in commercio da alcuni anni, anche se senza una adeguata pubblicizzazione, nuovi tipi di lampadine fluorescenti, che consumano il 7596 in meno di energia elettrica rispetto a quelle tradizionali ad incandescenza che in Italia il consumo energetico per illuminazione domestica è pari a 7 TWh (7 miliardi di kilowattore) che l'olio combustibile bruciato per produrre 1TWh emette 780.000 tonnellate di C02 tenuto conto dello studio svolto da Greenpeace nell'ambito della campagna nazionale per il risparmio energetico 'Operazione lampadina' che ha evidenziato come la sostituzione "delle lampadine più usate (almeno 3 ore al giorno) potrebbe: a) evitare la costruzione di tre nuove centrali elettriche da 1.000 mega Watt l'una b) ridurre di quasi la metà (46%) il consumo energetico totale per l'illuminazione domestica, pari a 3,2 TW, con una conseguente riduzione di 2 milioni e mezzo di tonnellate di C02 immesse nell'atmosfera ogni anno che una simile operazione potrebbe produrre risultati ancora maggiori se effettuati anche dalle amministrazioni pubbliche Impegna la Giunta regionale a sostituire con opportuna gradualità le lampadine ad incandescenza presenti nelle proprie strutture (palazzi, uffici, depositi ecc..) con quelle fluorescenti a risparmio energetico ad attivarsi per promuovere una adeguata campagna pubblicitaria finalizzata a sensibilizzare l'opinione pubblica sui vantaggi e benefici di una tale scelta energetica a stipulare, per raggiungere le finalità di cui sopra, opportune convenzioni conte società produttrice Impegna il proprio Ufficio di Presidenza a sostituire con opportuna gradualità le lampadine ad incandescenza presenti negli uffici e nei depositi di Palazzo Lascaris con quelle a fluorescenza a risparmio energetico: ad inviare la presente mozione a tutte le Amministrazioni comunali del Piemonte".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano. La mozione è approvata all'unanimità dei 30 Consiglieri presenti.


Argomento: Tutela dell'ambiente - Inquinamenti: argomenti non sopra specificati

Esame ordine del giorno n. 175 sulla crisi del clima


PRESIDENTE

Esaminiamo l'ordine del giorno n. 175 sulla crisi del clima, firmato da tutti i Gruppi, di cui al punto 16) all'o.d.g.
Ha chiesto di parlare il Consigliere Segre. Ne ha facoltà.



SEGRE Anna

L'ordine del giorno vuol fare conoscere alla Regione Piemonte un'iniziativa che già esiste tra le città europee e i popoli amazzonici per quanto riguarda il clima e la preservazione dell'atmosfera terrestre.
Questa alleanza per il clima in sostanza è un impegno che le città europee hanno preso per arrivare ad adottare misure per limitare le emissioni nell'atmosfera di anidride carbonica e di altre emissioni inquinanti.
Ho allegato all'ordine del giorno la proclamazione delle città europee.
Chiedo alla Giunta che l'ordine del giorno sia inviato a tutti i Comuni della Regione Piemonte affinché si facciano promotori di progetti e che l'Assessorato all'ambiente della Regione ne sia il coordinatore. L'ordine del giorno è stato firmato da tutti i Gruppi, l'Assessore Garino dovrebbe essere d'accordo.



GARINO Marcello, Assessore all'ambiente

L'Assessore Garino era già d'accordo quando l'ordine del giorno è stato presentato, ma ovviamente non poteva firmarlo in quanto, rappresentante della Giunta. Sono d'accordo, so che impegnerà l'Assessorato in un'altra iniziativa che peraltro ritengo lodevole e quindi credo che mi attiverò per far pervenire ai Comuni quanto abbiamo stabilito. Successivamente il problema più difficile sarà quello di coordinare alcuni progetti con Francoforte insieme ad altre Regioni. Dal momento che nel bilancio non abbiamo alcunché, per quest'anno, si tratterà di iniziative di coordinamento e semmai riuscissimo a mettere in cantiere un progetto, andrà in bilancio nel 1992.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'ordine del giorno, il cui testo recita: "Osservando preoccupati che.
la situazione ecologica globale le in particolare l'effetto serra minacciano la base naturale dell'uomo la cause principali per i cambiamenti climatici si verificano nei paesi industrializzati e che più di tre quarti delle emissioni di C02, e di CFC e di altri gas vengono prodotti qui proprio da questi palese gli effetti della industrializzazione non si limitano però alla sola emissione diretta di sostanze nocive.
la distruzione delle foreste pluviali innanzitutto del bacino amazzonico, mette in pericolo la stabilità climatica e la varietà delle specie le conferenze sul clima di Toronto (1988) e Nordwijk (1989) e la conferenza, internazionale per la protezione delle foreste tropicali a Vienna (1989) sono arrivate alla conclusione che il decennio dall'anno 1990 all'anno 2000 sarà decisivo per la crisi del clima e che se la dinamica in atto non viene fermata, le conseguenze catastrofiche saranno irreversibili Considerato che l'Alleanza per il Clima delle città europee si oppone a questo sviluppo e cerca strade concrete a livello comunale per dare dei contributi nel rovesciare il trend attuale e tenendo conto che il peso politico dei Comuni cresce con il processo d'unificazione europea, gli appelli globali per la riduzione di emissioni devono essere seguiti da misure concrete a livello locale.
La Regione Piemonte appoggiando tale iniziativa impegna la Giunta ad informare tutti i Comuni del Piemonte dell'iniziativa, tramite l'invio dell'ordine del giorno ti oggetto e dell'annessa proclamazione delle città europee, di coordinare tramite il suo Assessorato all'Ambiente le iniziative eventualmente intraprese dai Comuni e di adoperarsi perché gli obiettivi dell'Alleanza, per il Clima siano perseguiti concretamente anche con un progetto finalizzato della Regione Piemonte, eventualmente anche in collaborazione con altre Regioni".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato all'unanimità dei 30 Consiglieri presenti.


Argomento:

Esame ordine del giorno n. 175 sulla crisi del clima

Argomento:

Interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno (annunzio)


PRESIDENTE

Le interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenute all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale verranno allegate al processo verbale dell'adunanza in corso.
La riunione dei Capigruppo è convocata per domani 29 maggio 1991, alle ore 12.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19,05)



(La seduta ha termine alle ore 19,05)



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