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Dettaglio seduta n.64 del 21/05/91 - Legislatura n. V - Sedute dal 6 maggio 1990 al 22 aprile 1995

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO


Argomento: Organizzazione regionale: argomenti non sopra specificati

Interpellanza n. 279 presentata dai Consiglieri Rabellino, Farassino e Vaglio, inerente le autovetture di servizio (richiesta di iscrizione ai sensi dell'art. 89, comma 9, del Regolamento interno)


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Interrogazioni ed interpellanze" esaminiamo l'interpellanza n. 279.
Se gli interpellanti non intendono illustrare l'interpellanza, ha la parola il Presidente della Giunta regionale, Brizio.
BRIZIO, Presidente della Giunta regionale In risposta all'interpellanza dei Consiglieri della Lega Nord Piemont relativa all'uso delle autovetture di servizio ritengo doveroso precisare: 1) in effetti la ratio delle normative vigenti che autorizzano l'utilizzo di automezzi di proprietà dell'ente pubblico per il trasporto di persone e di beni non può che essere direttamente legata all'esistenza di un pubblico interesse da perseguire rispetto al quale l'uso dell'autovettura é strumentale. Pertanto un discostamento da questa finalizzazione nell'uso dell'autovettura va considerato illegittimo o quanto meno improprio.
2) La prassi che si é venuta consolidando nello svolgimento delle attività gestite dalla pubblica amministrazione sembra tuttavia ammettere ripeto sembra, perché disposizioni inequivoche non mi risulta siano state emanate sul punto - la correttezza dell'uso delle autovetture di proprietà pubblica quando l'attività per la quale esse sono adibite sia riconducibile, anche indirettamente, all'esercizio di funzioni dell'ente inteso in senso lato. Cioè, non é mai stato ritenuto scorretto che un Sindaco o un Presidente di Provincia o di Regione utilizzi l'autovettura della rispettiva amministrazione per partecipare ai lavori di un altro ente pubblico, di cui egli faccia eventualmente parte a diverso titolo, sempre ché si ricada nell'esercizio di pubbliche funzioni.
Anche perché, ove si addivenisse a contraria interpretazione, sarebbe l'ente organizzatore dell'attività, per cui è stata richiesta la presenza del pubblico amministratore, a dover rimborsare le spese al suo invitato o all'amministrazione proprietaria del mezzo utilizzato dall'invitato: concretandosi in sostanza una "partita di giro" inutile e comunque non pregiudizievole per l'erario. Aggiungerei che non va dimenticato il ruolo delle "funzioni di rappresentanza" dell'ente che l'amministratore spesso è chiamato a svolgere (fattispecie molto frequente per quanto concerne l'attività pubblica di componenti la Giunta regionale).
3) Il caso richiamato dagli interpellanti si riferisce alla partecipazione ad una seduta della Comunità montana Alta Valle Susa dell'Assessore regionale al turismo, componente dell'assemblea di tale comunità. Una prima considerazione richiamerebbe la necessità anzitutto di verificare la carenza in assoluto di interessi regionali in ordine ai temi della riunione (i problemi trattati in una riunione della Comunità montana normalmente toccano anche la Regione).
In ogni caso, se anche venisse accertata questa mancanza di nesso diretto fra argomenti della riunione e competenze regionali, questo di per sé non escluderebbe una verifica sull'opportunità della presenza di Assessori o Consiglieri regionali alle riunioni di questo o altro similare ente locale, sempre ché si tratti di presenze non a mero titolo personale o di rappresentanza di partito.
Aggiungerei che presso un ente pubblico può esserci un convegno o un incontro con un amministratore sindaco che viene in quella sede.
4) E in ogni caso evidente che nell'ambito dei principi generali suddetti, l'uso corretto dell'automezzo pubblico va guidato da vivo senso di responsabilità, che si presuppone esistente in tutti i pubblici amministratori, e comunque é legato al concetto della sensibilità, della responsabilità personale del "buon padre di famiglia", inteso nel senso latino del "pater familias".



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rabellino.
RABELLINO Sentita la risposta, abbiamo chiare le regole per l'utilizzo dell'auto blu. Indubbiamente la nostra posizione è leggermente diversa. Noi riteniamo che l'utilizzo dell'auto blu debba essere strettamente riservato alla funzione propria dell'Assessore. Se l'Assessore é Consigliere comunale o membro di Comunità montana,per queste occasioni, riteniamo che l'utilizzo dell'auto blu non debba essere consentito. L'utilizzo dell'auto blu dovrebbe essere esclusivamente riservato alle funzioni istituzionali dell'ente che l'Assessore, o il Sindaco in altri casi, rappresenta.


Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati

Interpellanza n. 291 dei Consiglieri Rabellino, Farassino e Vaglio inerente il piano di chiusura delle caserme in Piemonte


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'interpellanza n. 291. Risponde il Presidente della Giunta regionale, Brizio.
BRIZIO, Presidente della Giunta regionale Avevo già risposto all'interpellanza n. 296, ma si era detto che mancavano delle infonnazioni, quindi ad integrazione di quanto riferito precedentemente il Ministero della Difesa fa conoscere quanto segue.
La necessità di sopprimere il IV Battaglione fanteria "Guastalla" battaglione addestramento reclute dislocato nella caserma di Asti, é stata individuata nell'ambito dello studio sull'ordinamento in chiave riduttiva delle Forze Armate per fronteggiare i continui tagli apportati al personale dal bilancio della Difesa, studio basato sui seguenti criteri: adeguamento del numero dei BAR (battaglioni addestramento reclute) alle future più ridotte dimensioni dello strumento operativo aumento dell'attuale livello di regionalizzazione della leva riducendo la presenza militare nell'Italia settentrionale mantenimento degli immobili di più recente costruzione o comunque validi sotto l'aspetto funzionale salvaguardia delle esigenze di carattere socioeconomico locali evitando, finché possibile, di sopprimere Battaglioni addestramento reclute dislocati in piccoli centri urbani.
Ad avviso del ministero della Difesa la scelta di sopprimere il IV Battaglione "Guastalla" di Asti risponde in pieno ai criteri di base suddetti, considerato che dei tre Battaglioni dislocati nella regione Piemonte, il Battaglione alpino Mondovì di Cuneo, l'XI Battaglione Casale di Casale Monferrato e il IV Battaglione Guastalla di Asti, quest'ultimo ha sede in un capoluogo significativo ed è dislocato in una caserma insufficiente sotto l'aspetto della funzionalità addestrativa e logistica richiesta per gli immobili da destinare a questo tipo di reparto.
Il summenzionato Ministero ha altresì comunicato che la Caserma "Colli di Felizzano" verrà ceduta in parte alla Guardia di Finanza e la restante parte sarà oggetto di dismissione temporanea a favore del Comune di Asti con il quale si stanno svolgendo le apposite trattative.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rabellino.
RABELLINO La nostra interpellanza partiva in effetti dal caso della Caserma "Colli di Felizzano" di Asti, però chiedeva se il Ministero della Difesa ha un piano preciso delle caserme che dovranno essere chiuse nel prossimo anno e sui tempi. Il significato principale dell'interpellanza era questo.
Prendiamo atto della risposta del Presidente Brizio in merito alla Caserma di Asti, resta però il fatto che per ora non vi sono insediati n la Guardia di Finanza né il Comune di Asti, ma gli Albanesi. Si tratta di un discorso che probabilmente faremo in un futuro più lontano.
E indubbiamente necessario un programma preciso, qualora il Ministero della Difesa non l'avesse fatto, per conoscere il nome delle caserme che verranno chiuse perché le amministrazioni locali dovranno prendere atto delle chiusure e farvi fronte perché la chiusura di una caserma certamente un danno economico nei confronti della città dove la caserma localizzata.
Non mi ritengo soddisfatto della risposta e ribadisco la necessità di conoscere il nome delle caserme di cui è prevista la chiusura e i tempi.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interpellanza n. 296 dei Consiglieri Rabellino, Farassino e Vaglio inerente l'anomalo atteggiamento dell'INPS nei confronti dei lavoratori autonomi


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'interpellanza n. 296. Risponde il Presidente della Giunta regionale, Brizio.
BRIZIO, Presidente della Giunta regionale In riferimento all'interpellanza dei Consiglieri Rabellino, Farassino e Vaglio concernente iniziative assunte dall'INPS nei confronti dei lavoratori autonomi, sentito tale Ente, abbiamo potuto appurare quanto segue.
Le categorie dei lavoratori autonomi, artigiani e commercianti, tenute al versamento all'INPS dei contributi previdenziali dovuti per legge, hanno in tempo utile ricevuto i regolari bollettini preinstestati con le generalità e l'importo delle somme dovute.
Essendo ampiamente scaduti i termini per il versamento dei contributi in questione, le varie sedi dell'INPS, vista l'inutilità dei solleciti inviati in via amministrativa, hanno trasmesso al proprio Ufficio legale che opera presso la sede provinciale, gli elenchi delle ditte inadempienti per il recupero coattivo dei crediti contributivi.
Il predetto Ufficio ha ritenuto, allo scopo di evitare aggravi di spese a carico delle ditte stesse, di inviare ulteriore diffida prima di dare inizio alle azioni giudiziarie esecutive, invitando gli interessati a recarsi presso le sedi dell'INPS competenti per definire la propria pendenza debitoria. Poiché nel frattempo erano intervenute le norme del D.L. 2/ 11/1990, n. 259, contenenti il condono per chi avesse, entro il 14/12/1990, regolarizzato la propria posizione con sgravio delle sanzioni amministrative, l'INPS ha anche ritenuto di far presente tale circostanza.
L'istituto ha inoltre comunicato che la totalità delle aziende inadempienti ha fatto pervenire le domande di condono ex legge n. 259/90.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rabellino.
RABELLINO Mi pare ci sia qualche imprecisione nelle dichiarazioni dell'INPS.
Innanzitutto la lettera di diffida é stata inviata a chi ha pagato e a chi non ha pagato, tant'è vero che alcuni contribuenti, che in seguito alla diffida si sono presentati agli sportelli qui indicati, hanno ricevuto una risposta piuttosto sconcertante: "Lei è a posto". Però la diffida di pagamento è ugualmente arrivata. A parte il fatto che la lettera °di diffida non è nemmeno stata firmata, indubbiamente la disorganizzazione dell'INPS risulta anche da quanto è stato dichiarato, e cioè che tutti hanno presentato il condono. A me non risulta. Una serie di contribuenti non è ancora in regola con l'INPS e questo vuol dire che l'INPS non é più in grado di controllare. E questo si aggiunge a questa lettera. L'INPS è uno dei tanti carrozzoni dello Stato italiano che, in una situazione di totale sfascio, non é più in grado di controllare, non solo, ma aggrava i propri costi perché l'invio di una lettera di diffida a tutti i contribuenti è un'operazione molto onerosa, visto che è stato fatto per posta ordinaria. L'INPS avrà dato le risposte che ha ritenuto più opportune alla Presidenza della Giunta, però sicuramente non corrispondono alla realtà.


Argomento: Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici

Interrogazione n. 395 del Consigliere Rossa, inerente il piano di recupero edilizio City Garden di Tortona


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'interrogazione n.395. La parola all'Assessore Carletto.
CARLETTO, Assessore all'urbanistica L'interrogazione riferita ad un intervento attuato nel Comune di Tortona solleva problemi presenti in molti Comuni per il cui apprezzamento necessaria una preliminare esposizione delle modalità con cui è stata applicata finora, anche con il sostanziale consenso della Regione, la norma sui Piani di Recupero.
La legge 5/8/1978, n. 457, all'art. 27 riconosce ai Comuni la facoltà di individuare nell'ambito degli strumenti urbanistici generali le aree in cui si renda opportuno il recupero del patrimonio edilizio ed urbanistico attraverso lo strumento del piano di recupero; l'approvazione di tale strumento è di esclusiva competenza comunale.
La legge n. 56/77, nella modifica apportata con la L.R. n. 50/80 recepisce il nuovo strumento con l'art. 41 /bis, confermando la competenza esclusiva del Comune per la sua approvazione e riservando alla Regione solo la competenza ad esprimere, attraverso la Commissione regionale per la tutela e la valorizzazione dei beni culturali ed ambientali, un parere obbligatorio e vincolante.limitatamente al caso in cui il piano comprenda in tutto o in parte: 1) insediamenti urbani aventi carattere storico - artistico e/o ambientale ed aree esterne di interesse storico e paesaggistico ad essi pertinenti; nuclei minori, monumenti isolati e singoli edifici civili o rurali e manufatti, con le relative aree di pertinenza, aventi valore storico - artistico e/o ambientale o documentario (VI comma art. 41 bis della Legge Regionale 56/87) 2) immobili vincolati, ai sensi della legge 1/6/1939, n. 1089, o soggetti a tutela ai sensi della legge n. 1497.
La giurisprudenza formatasi sui Piani di Recupero, per quanto non copiosa, affermò subito principi fortemente innovativi, che possono così essere riassunti: il piano di recupero, "tertium genus" tra piano generale e piano attuativo, caratterizzato dalla specialità dei fini, non é un semplice strumento esecutivo, ma é un "minipiano" immediatamente operativo di seppur limitati effetti programmatori suoi propri (sentenza TAR Lombardia) il piano di recupero può essere utilizzato dal Comune (sentenza TAR Veneto) ai fini del recupero del patrimonio urbanistico ed edilizio, in alternativa al piano particolareggiato il piano di recupero disciplina in modo organico l'attività edilizia e l'organizzazione urbanistica con criteri che eventualmente superano e derogano quelli posti nel piano regolatore e nel regolamento edilizio (TAR Lombardia).
L'indirizzo era sostanzialmente confermato, oltre che dalla giurisprudenza, da una parte della dottrina ed in linea con gli indirizzi tuttora attuali, ma ben più sentiti e radicati all'inizio degli anni '80 di valorizzazione dell'autonomia locale.
Non può far meraviglia, quindi, che le Amministrazioni comunali abbiano seguito tali indicazioni, non solo perché le voci di dottrina dubbiose o contrarie erano poche, ma anche perché l'Assessorato all'urbanistica, dopo avere fatto discutere il problema dal Comitato Urbanistico Regionale ed aver constatato una disparità di opinioni sulla materia, scelse la strada di non prendere posizione ufficiale in merito.
A distanza di qualche anno, la giurisprudenza sembra ora prevalere in senso diametralmente opposto a quello dei primi anni '80. Si colgono infatti, nelle sentenze più recenti, affermazioni tendenti a ricondurre il piano di recupero a strumento meramente esecutivo del Piano Regolatore quali: i piani di recupero sono strumenti di pianificazione urbanistica di carattere esecutivo; pertanto sono vincolati al rispetto delle previsioni del Piano Regolatore Generale (Consiglio di Stato, sentenza del 1989) i piani di recupero non possono, in quanto strumenti di natura attuativa, introdurre assetti o vincoli in contrasto con le previsioni degli strumenti urbanistici generali (TAR Piemonte. 1988).
E' evidente che il nuovo indirizzo crea diffîcoltà alle Amministrazioni comunali che hanno avviato operazioni con l'interpretazione della vecchia giurisprudenza, ed alla stessa Regione, che é sollecitata a prendere posizioni in ritardo.
Ciò premesso, si é in grado di rispondere alla preoccupazione dell'interrogante sulla possibilità che, con tale interpretazione, i Comuni sottraggano "al controllo regionale" l'uso degli strumenti urbanistici, con le seguenti informazioni: 1) per quanto concerne il problema generale l'Assessorato ha intenzione di predisporre, in accordo con l'Assessorato ai beni ambientali, una nota informativa ai Sindaci per richiamare la loro attenzione sulla modifica di indirizzo della giurisprudenza, per rendere certi i casi in cui necessaria l'acquisizione del parere di competenza regionale, obbligatorio e vincolante, per la tutela ambientale e per rendere noto che la Regione si attiverà in futuro per contestare i piani di recupero che dovessero essere formulati in modo da aggirare precise disposizioni del piano regolatore.
Il tutto tenendo conto dell'autonomia riconosciuta ai Comuni nell'apportare varianti ai Piani Regolatori senza intervento da parte della Regione: facoltà oggi individuate dal settimo comma dell'art. 17 della L.R.
n. 56/77 e che la Giunta propone di ampliare nel disegno di legge di modifica della 56, attualmente all'esame della II Commissione, in accoglimento delle sollecitazioni in tal senso pervenute da numerosi amministratori e partiti politici.
2) Per quanto riguarda il caso sollevato nell'interrogazione relativo al piano di recupero City Garden, l'Assessorato all'urbanistica ha provveduto all'acquisizione degli elementi per la valutazione del caso unitamente agli altri due relativi a piani di recupero oggetto di esposti e di interrogazioni nello stesso Comune, ed ha accertato che il Consiglio comunale di Tortona aveva approvato, con il predetto piano, un intervento di ristrutturazione del complesso preesistente che consiste nella demolizione e successiva ricostruzione di tutta la cubatura esistente (6.320 mc).
3) Premesso poi che la norma di Piano regolatore (art. 8.3 delle norme tecniche di attuazione) consente nell'area in questione interventi di "ristrutturazione edilizia" non va sottaciuto che la giurisprudenza non è concorde sull'estensione dei lavori realizzabili nell'ambito di tale dizione, e che accanto a sentenze che sanciscono l'impossibilità, con tale tipo di intervento, di demolire e ricostruire, esiste un'ampia giurisprudenza che fa rientrare nella "ristrutturazione edilizia." anche la demolizione e successiva ricostruzione. E nella risposta che tra poco consegnerò all'interrogante sono citate le sentenze.
4) Anche senza voler anticipare le conclusioni degli uffici competenti si può osservare: che l'intervento é stato eseguito a seguito di una , manifestazione di volontà del Consiglio comunale di Tortona, con procedure che hanno garantito la massima pubblicità della decisione (adozione del piano con deliberazione n. 245 del 3/ 7/ 1989; pubblicazione al fine di raccogliere le osservazioni; approvazione definitiva con deliberazione n. 336 del 22/9 1989; pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione n. 46 del 15/11/1989). L'area é inclusa anche nel secondo PPA approvato con deliberazione consiliare n. 133 del 1989 che, indipendentemente dal riferimento al piano di recupero sussistono comunque dubbi sull'esistenza di un reale contrasto con la norma di piano in quanto, secondo una non esigua parte di giurispru-denza (sopra citata e sulla quale esistono anche non risolte divergenze di valutazione all'interno della Regione), si ritiene lecito ricomprendere nella dizione di ristrutturazione edilizia interventi di demolizione e ricostruzione.
Appare quindi ben difficile sostenere l'esistenza nel caso in esame, di una palese violazione delle norme di piano regolatore e di un interesse pubblico concreto ed attuale che giustifichino l'intervento sostitutivo della Regione, che si limiterà pertanto, salvo emergere di particolari e diverse irregolarità nel corso dell'istruttoria da parte degli uffici, a richiamare l'attenzione delle Amministrazioni sull'esistenza della contraddittoria e non consolidata giurisprudenza sull'argomento, invitando a considerare con attenzione l'eventuale attivazione di tali interventi e in caso di incertezza rispetto alle norme di piano regolatore, a farli precedere da varianti al piano stesso.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossa.
ROSSA Signor Presidente, ringrazio l'Assessore Cadetto per la risposta alla mia interrogazione, per la documentazione che mi farà pervenire e per la puntualizzazione che viene fatta.
Non sono in grado ovviamente di rispondere in merito alle sentenze e alla posizione dell'Assessorato rispetto al piano edilizio di recupero del City Garden. Mi pare di capire che c'è l'impegno dell'Assessorato a precisare meglio le norme che vengono interpretate in modo differente.
Sulla sostanza non sono convinto anche se l'Assessore ha cercato di suffragare una valutazione complessivamente positiva che resta all'interno del piano regolatore generale. Così come non mi convincono le varie sentenze le quali dicono che é possibile trasformare un piano di ristrutturazione in un piano di recupero urbanistico. Infatti lei Assessore, ha sottolineato che la decisione viene presa dall'espressione della maggioranza del Consiglio comunale e sottolinea che siamo in presenza di un piano di recupero e che detto strumento esecutivo é immediatamente operativo come un minipiano con effetti programmatori, in alternativa ai piani particolareggiati; con i piani di recupero é ammessa la possibilità di superare disposizioni degli strumenti urbanistici vigenti, modificando indici fondiari o territoriali, destinazione d'uso e tipi di intervento incluse la ristrutturazione urbanistica e la capacità insediativa del PRG.
Il piano di recupero del City Garden presenta queste caratteristiche che non sono state assolutamente nascoste; sono state interpretate dall'Ufficio tecnico che fornisce la documentazione d'appoggio al Consiglio comunale che approva il piano e l'interpretazione che é oggetto di discussione anche a livello giuridico.
Ringrazio l'Assessore Carletto, ma dichiaro la mia insoddisfazione che è relativa all'interpretazione di parte di una norma che la Regione Piemonte farà bene - e mi pare di rilevare che c'è l'impegno dell'Assessore a precisare emanando direttive ai Sindaci e precisando la posizione della Regione Piemonte in sede di modifiche alla legge n. 56 già all'esame della II Commissione. Altrimenti, di questo passo, avremo delle interpretazioni che nei fatti non corrisponderanno alle norme di PRG. Poi può anche darsi che alcune sentenze abbiano stabilito che sono conformi e che quindi entrano nella pianificazione urbanistica prevista nel PRG, però, chi come me ha avuto occasione di vedere il City Garden, ha constatato che qualcosa di diverso. Allora, se é qualcosa di diverso, è giusto che ci sia chiarezza di norma che consenta di poter realizzare le cose che si debbono realizzar in un certo modo e non camuffate sotto la dizione di ristrutturazione, quando invece si tratta di abbattere o di modificare standard urbanistici.
Mi auguro che, partendo da questi casi, che non sono pochi in Piemonte si possa procedere rapidamente alla revisione della legge n. 56 e alla precisazione della norma in modo che faciliti rapporti di sviluppo e di avvio delle attività nell'ambito però del rispetto dei piani regolatori generali.


Argomento: Trasporti su ferro

Interpellanza n. 230 dei Consiglieri Chiezzi, Riba e Calligaro, inerente la linea ferroviaria Torino - Ceres (Società SATTI)


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interpellanza n. 230.
La parola al Consigliere Chiezzi per l'illustrazione.
CHIEZZI L'interpellanza è di un certo tempo fa, la risposta giunge quindi con ritardo e concerne l'importante problema dell'ammodernamento della ferrovia Torino - Ceres. Si fa un gran parlare di potenziamento delle reti ferroviarie di trasporto e questa è una di quelle linee che, a livello di Regione Piemonte e di Provincia di Torino, assolve un ruolo assolutamente sottodimensionato rispetto a quello che potrebbe assolvere.
E' una linea di metropolitana regionale che dovrebbe avere ben altra attenzione in termini di investimenti e in termini di qualità di esercizio di quanto ha avuto fino adesso.
Questa linea ha avuto un parziale ammodernamento, che però non ha mutato in meglio le caratteristiche di esercizio e non ha sviluppato appieno le potenzialità che dovrebbe sviluppare. Nell'interpellanza si chiede quali programmi siano stati predisposti per sviluppare questa linea in particolare quali programmi e garanzie di investimento siano state decise in ordine all'annoso problema dell'attraversamento della città di Caselle, che è spaccata in due.
Da anni la città di Caselle si lamenta di questo fatto e, in occasione di investimenti effettuati sulla linea, chiede che la linea in prossimità dell'abitato sia modificata per consentire di riunire le due parti della città, oggi separate dalla ferrovia che, se fosse potenziata in loco così com'è, costituirebbe un nuovo aggravamento della separazione delle due parti della città.
Ho partecipato alcuni mesi fa ad alcune assemblee che si sono svolte nel Comune di Caselle e allora erano pervenute delle adesioni anche da parte della Giunta regionale a questa ipotesi.
Dato che è passato molto tempo, sarei interessato a conoscere gli sviluppi della eventuale azione regionale dalla risposta dell'Assessore.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Panella.
PANELLA, Assessore ai trasporti Innanzitutto, rivolgendomi al Presidente del Consiglio, chiedo che la Presidenza mi dia per una volta il disco verde: se però altre interrogazioni sono più urgenti può anche non farlo. Desidero comunque che i colleghi sappiano che non mi sottraggo alle risposte, dato che sono sempre presente, e chiedo quindi di essere assolto da questo punto di vista.
Riguardo all'interrogazione in oggetto premetto che le competenze in materia di ferrovie in concessione sono del Ministero dei Trasporti e la ferrovia Torino - Ceres é attualmente gestita dalla SATTI per concessione del Ministero stesso.
Al momento é stata completata una prima fase funzionale dei lavori di potenziamento ed ammodernamento della tratta Torino - Caselle a seguito dei finanziamenti di 30 miliardi (fondi FIO 1985) e di 72 miliardi (fondi Mondiali '90). Le opere finora eseguite rientrano tra gli obiettivi ed i criteri generali del progetto di potenziamento dell'intera linea. Su detta linea sono stati stanziati ulteriori 196 miliardi con i fondi della legge finanziaria 1987 (opere e materiale rotabile): i lavori non sono ancora iniziati. Le relative procedure sono state espletate dal Ministero dei Trasporti che per la gestione dei lavori non si avvarrà più della SATTI, ma di un consorzio all'uopo costituito.
Per quanto riguarda l'attraversamento della suddetta linea ferroviaria in corrispondenza del Comune di Caselle Torinese che divide in due parti l'abitato con grossi disagi per gli abitanti stessi, si riconosce tale stato di penalizzazione e da parte della Regione si è d'accordo a ricercare idonee soluzioni per risolvere questo problema. La soluzione proposta, cioè di costruire in corrispondenza dell'abitato una galleria superficiale abbassando il piano del ferro, potrà essere esaminata ricercando i necessari nuovi fabbisogni finanziari al momento non disponibili. Voglio rilevare che l'indirizzo regionale é di non utilizzare nemmeno uno dei 196 miliardi di cui si é detto per la copertura dell'attraversamento di Caselle. In prospettiva si ritiene invece di affrontare, con fondi ad hoc per il collegamento con l'aeroporto di Caselle, questo problema. La Regione d'accordo su questo tipo di soluzione.
Allo stato attuale non può essere prevista la data certa di riapertura della linea da Torino a Borgaro in quanto dovranno essere espletate le verifiche e prove da parte di apposita Commissione di agibilità che inizierà i propri lavori il 5 febbraio p.v. (é evidente che questa risposta all'interrogazione era pronta da tempo).
Nei 196 miliardi finanziati dalla Finanziaria 1987 é previsto l'acquisto di quattro nuovi treni da due elettromotrici ciascuno, ma al momento tale materiale, peraltro insufficiente per le esigenze dell'esercizio futuro, non è stato né acquistato né ordinato. In effetti allo stato attuale la trattativa é su otto mezzi anziché su quattro treni come previsto, quindi vi é una richiesta da parte della Regione di rafforzare il numero delle elettromotrici e dei treni, raddoppiandolo sempre con la disponibilità dei 196 miliardi. Questa é un'altra scelta di tipo strategico che la Regione ha operato verso la SATTI.
Alla riapertura dell'esercizio, questo sarà uguale al precedente l'attestamento dei treni é previsto per il momento alla Stazione Dora con la possibilità di far attestare almeno due corse giornaliere alla stazione di Porta Susa.
La Regione Piemonte ha più volte evidenziato l'importanza di questa linea che si colloca funzionalmente nell'ambito del sistema integrato dei trasporti dell'area metropolitana torinese, insieme, da un lato al nodo ferroviario di Torino ed alle altre linee delle ferrovie dello Stato che insistono sull'area metropolitana e dall'altro alla rete su ferro e su gomma di competenza della Regione e degli enti locali. Ciò presuppone che il governo programmatico e gestionale ditale ferrovia deve essere unitario e coordinato con tutti gli altri modi di trasporto dell'area metropolitana.
Sul problema dell'attraversamento di Caselle é stata data la possibilità di non affrontare quel tipo di problematica con il finanziamento dei 196 miliardi. Ricordo che la Regione ha richiesto che venga potenziato il parco rotabile raddoppiando le previsioni iniziali.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.
CHIEZZI Signor Presidente, colleghe e colleghi, esprimo la mia più viva delusione per la risposta dell'Assessore, risposta che giunge in ritardo.
Certo che una risposta preparata dagli uffici mesi prima, nel momento in cui viene esposta dovrebbe tenere conto dei mesi passati e l'Assessore non dovrebbe limitarsi a leggere una vecchia documentazione che cita, ad esempio in relazione al problema del tratto Torino - Borgaro, il "prossimo" (ormai remoto) avvio dei lavori di una Commissione, sulla quale oggi peraltro non ha reso alcuna informazione. E' iniziato a febbraio il lavoro della Commissione e ora siamo a metà maggio. A che risultati é giunta non è dato di sapere e ciò è fonte di grande rammarico anche per il ruolo di tutti noi in Consiglio, ruolo che sembra assolutamente privo di rilevanza per l'Amministrazione regionale.
Le altre risposte sono in perfetta sintonia con le decisioni che, a parole, vengono auspicate, ma nei fatti vengono negate di potenziamento del servizio. Tutti sono pronti a lodare l'efficienza, il risparmio energetico la sicurezza, la limitatezza dei costi e quindi i grandi benefici che un sistema ferroviario efficiente produrrebbe all'insieme dell'economia del Paese. Si sprecano le parole su questo fronte, ma a tutti i livelli, quando si passa dagli auspici, dalle lunghe strategie, come ricordava ancora adesso l'Assessore, ai provvedimenti concreti vediamo che gli investimenti non vengono operati al livello in cui un vero potenziamento lo richiederebbe. In questi mesi, a livello di potenziamento dei nastri stradali, l'ANAS sta effettuando giganteschi investimenti, 16.000 miliardi vengono investiti in strade. L'Assessore ci dice che per la Torino - Ceres per il cui potenziamento sarebbero auspicabili grandi investimenti, non ci sono i soldi per prevedere alcunché di serio per quanto riguarda l'attraversamento di Caselle o l'attestamento della linea alla stazione di Porta Susa anziché alla stazione Dora, attestamento che sta penalizzando fortemente (esercizio di questa linea Quindi esprimo una grande delusione. Non è questo il modo né di trattare le questioni in quest'aula né di affrontare la questione del rafforzamento di una linea che potrebbe invece assolvere, per la città di Torino e per tutte le zone che vanno da Torino a Ceres, un importantissimo ruolo di trasferimento di una quota del traffico dal mezzo privato al mezzo pubblico. Lo dico con chiarezza in quest'aula per quanti sentono e avranno voglia di riferire: qui continuiamo a prenderci in giro tutti. Sono dell'opinione che sul tema del potenziamento delle ferrovie si debba far crescere, anche fuori da quest'aula, l'attenzione tra le gente, un movimento che riesca ad imporre agli amministratori, innanzitutto agli amministratori regionali, di passare dalle enunciazioni di grandi strategie e volontà di potenziamento, alla destinazione di risorse concrete per gli effettivi lavori di potenziamento dell'insieme del sistema ferroviario piemontese, di cui la linea Torino - Ceres è un importante anello.
Spero che la Giunta mediti su quanto non ha fatto e che prossimamente magari in occasione di un'altra interpellanza, risponda più adeguatamente su un problema che tocca migliaia di utenti


Argomento: Trasporti su ferro

Interrogazione n. 398 dei Consiglieri Farassino, Rabellino e Vaglio e interrogazione n. 515 dei Consigliere Tapparo, inerenti la linea ferroviaria Airasca - Saluzzo


PRESIDENTE

Esaminiamo congiuntamente le interrogazioni nn. 398 e 515.
La parola all'Assessore Panella.
PANELLA, Assessore ai trasporti Con riferimento alle linee ferroviarie a scarso traffico presenti nel territorio piemontese, è in atto un ampio programma di recupero e potenziamento che prevede investimenti da parte dell'Ente FS per circa 200 miliardi.
Le linee interessate sono 13 (10 linee a scarso traffico e 3 linee della rete integrativa) e tra queste non ne fa parte la linea Airasca Saluzzo chiusa al traffico nel 1986.
Questo Assessorato ne ha più volte chiesto la riattivazione, ma al momento non si è avuta alcuna assicurazione ufficiale tranne la promessa qualora si conseguano risparmi nell'investimento in atto, di una possibile riapertura. Interpellati gli Assessori ai trasporti delle Province di Cuneo e Torino, risulta che non hanno fatto dichiarazioni circa l'ipotizzata riapertura della linea Airasca - Saluzzo a partire dal 1992.
Per quanto ci consta, è indubbio che unitamente agli Assessori della Provincia di Cuneo e Torino si insisterà a richiederne la riapertura.
Siamo costantemente in contatto con le Ferrovie. Non c'è aprioristicamente una negazione, direi che fanno sperare in un accoglimento della richiesta regionale. Il tutto, come dicevo all'inizio, è legato ai risparmi sul finanziamento dei 200 miliardi previsti per le linee di scarso traffico.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rabellino.
RABELLINO La risposta dell'Assessore Panella non dice assolutamente nulla. O la stampa riporta il falso o le dichiarazioni comunque sono state fatte. Non voglio fare un discorso sul piano di ristrutturazione delle ferrovie, resta comunque il fatto che tutta Muropa sta rivalutando il sistema ferroviario e il Piemonte è una delle regioni più colpite dai tagli, soprattutto nel Cuneese, per cui non riusciamo a capire questo controsenso. Non soltanto in campo ferroviario, anche in tanti altri campi l'Italia va in un'altra direzione.
Veniamo alla linea Airasca - Saluzzo.
La linea Airasca - Saluzzo era stata rimodernata esattamente un anno prima della sua chiusura. La massicciata era stata rifatta e sappiamo quali sono i costi di una massicciata, e poi inspiegabilmente sapendo che quella linea doveva essere chiusa, a fronte di una linea ristrutturata. è venuta la decisione di chiuderla, decisione che ci ha lasciati perplessi.
Il servizio è stato sostituito da un autopullman con un sovraccarico di traffico, tant'è vero che la Provincia di Torino si trova nella necessità di ampliare la strada provinciale Orbassano Volvera Airasca Villafranca che parzialmente era già stata ampliata con le circonvallazioni di Villafranca e di Vagone; però ancora non è sufficiente. Non vorremmo che dietro a questi escamotages di chiusure temporanee o di chiusure definitive, che poi vengono rimeditate, vi siano delle speculazioni per poter giustificare dei lavori su strade, in questo caso provinciali, in altri casi anche statali, che diventano sovraccariche.
Abbiamo parlato per anni della chiusura della Pinerolo - Torre Pellice che, guarda caso, è in corrispondenza di una strada provinciale già intasata.
Ora riversare su questa provinciale autopullman e camion per il trasporto merci, anche se minimo (perché nella politica ferroviaria ita liana non si è mai incentivato il servizio ferroviario per il trasporto merci), sarebbe una occasione per poi giustificare l'ampliamento della provinciale o addirittura la costruzione di una strada parallela.
Vorremmo che l'Assessorato riflettesse e facesse tutte le azioni necessarie per far sì che queste linee riprendano a funzionare e vengano addirittura potenziate; facciamo un esempio banalissimo. Un giovane di Saluzzo, di Airasca o di Vagone che voglia venire a Torino al cinema o al teatro non può utilizzare il mezzo ferroviario, perché l'ultima corsa alle ore 21.
Allora, non si può dire che certe linee non vengano utilizzate. Si dia prima il servizio e lo si incentivi, poi si verifichi se quel servizio non funziona. Su tutti i cosiddetti "rami secchi" il servizio serale è stato soppresso, è indubbio quindi che si è persa una fascia di utenza.
L'Assessorato secondo me dovrebbe verificare questa situazione andando oltre alle giustificazioni, seppur motivate, di scarso utilizzo e di scarsa significatività della linea.
La Regione cerchi di fare delle proposte al Ministero dei Trasporti e all'Ente FS affinché, prima di penalizzare ulteriormente certe zone, si attuino quei correttivi che possono incentivare l'utilizzo di queste linee.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.
TAPPARO Signor Presidente, colleghi Consiglieri, Assessore Panella, ciò che è avvenuto nel 1986 con la chiusura della tratta Airasca - Saluzzo non è stato un fatto casuale, bensì il frutto di un clima politico che in quel momento, metà degli anni '80, perseverava nella nostra società. Era la deregolamentazione, era l'efficientismo miope del giorno per giorno, per cui facendo un conto immediato si vedeva che il rapporto passeggeri e resa della linea non era adeguato e pertanto si rendeva necessaria la chiusura.
Non c'era quindi la capacità di collocare una scelta in una visione di lungo periodo, nel rapporto con la situazione critica del trasporto su gomma, nella visione sistemica dell'esigenza di fare degli investimenti sulla viabilità, per cui il risparmio, per aver abbandonato una struttura già esistente e ammodernata negli anni precedenti, veniva rimangiato dalla banda molto forte dell'asfalto che certamente avrebbe fatto allargamenti viabilità aggiuntive e così via.
Vorrei sottolineare al collega Rabellino, che non era presente nella precedente legislatura, che la chiusura dell'Airasca - Saluzzo è stata un'iniziativa emblematica per dimostrare che si era in grado di fare qualcosa e il Piemonte, unica Regione d'Italia, ha pagato, con la chiusura di una tratta lunga e molto importante, un prezzo sull'altare di un efficientismo straccione, fatto tanto per restare nella moda del momento o per acconsentire a quella che una prevalenza dei mass media dimostrava essere la voce della verità.
Il Piemonte ha un patrimonio di rete ferroviaria che il Governo Cavour aveva costruito con una grande visione lungimirante; quel patrimonio oggi da difendere in una prospettiva futura perché lo smaltimento di questo investimento e delle sedi già esistenti sarebbe irresponsabile.
Assessore Panella, vorrei anche significarle che Airasca è situata a pochi chilometri dal Centro intermodale di Orbassano e che un semplice collegamento tra il Centro intermodale e Airasca con la tratta Airasca Saluzzo, avrebbe permesso anche queste importanti funzioni ad occidente nell'area pedemontana verso le Alpi; è un tratto ferroviario che avrebbe alleggerito l'asse Torino - Savona anche per quanto riguarda il trasporto merci. La stessa zona del Saluzzese, zona importante sul piano agricolo e della frutticoltura, risente moltissimo di questa limitazione dei trasporti. Alla fine della stagione, il trasporto delle mele è totalmente effettuato su gomma, ma gli operatori del settore sarebbero ben soddisfatti di poter usufruire di un buon servizio su rotaia per il trasporto dei loro prodotti.
C'è anche - e questo lo dico a lei che opera in questo settore - un approccio al problema che porterà inevitabilmente alla riduzione del mezzo pubblico; si dice che prima di fare gli investimenti si deve accertare se ci sia l'utenza e non invece investire per far crescere l'utenza, per far crescere la propensione del cittadino ad utilizzare il mezzo pubblico e la ferrovia. Ma questo è un meccanismo perverso che va rovesciato; si deve investire per far crescere la propensione del cittadino ad usare il mezzo pubblico. I dati sull'utilizzo dei mezzi su rotaia a Rama evidenziano un calo pauroso. Evidentemente se si aspetta ancora un po', viaggeranno in cinque magari pagando 50 mila lire a testa sull'unico tram e probabilmente i conti saranno in pareggio.
Occorre investire, dare il senso per la velocità commerciale, per la comodità. Un collega poc'anzi ricordava che si arrivava a Saluzzo nel piazzale della stazione, non si trovavano i pullman per la Valle del Po perché c'era uno scarto di dieci minuti dalla coincidenza. Credo che anche in quel caso ci sia stata un po' di miopia e forse anche cattiva volontà.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Panella.
PANELLA, Assessore ai trasporti La tematica è molto vasta e vedrà la sua soddisfazione nel Piano regionale dei trasporti che, entro la fine dell'anno, noi intendiamo presentare.
Condivido le osservazioni dei colleghi che ringrazio. Il primo atto dell'Assessore ai trasporti, dopo il suo insediamento, è stato proprio quello di convocare l'Ente ferrovie per chiedere la riapertura della tratta Airasca - Saluzzo e per dare un segnale di stop ad una certa tendenza (tendenza che vedrà l'inversione nel Piano regionale dei trasporti).
Quindi, al di là dell'importanza del fatto in sé, la Regione Piemonte intende rilanciare il potenziamento delle linee ferroviarie.


Argomento: Trasporti e comunicazioni: argomenti non sopra specificati

Interrogazione n. 343 del Consigliere Miglio, inerente i segnalatori e i posti di chiamata per il soccorso su tutto il percorso dell'autostrada Torino - Milano


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'interrogazione n. 343. La parola all'Assessore Panella.
PANELLA, Assessore alla viabilità Sulla problematica posta dal Consigliere Miglio è stata interessata la Direzione della Società dell'Autostrada Torino - Milano che ha comunicato la propria disponibilità a prendere in considerazione la richiesta.
Dopo verifiche preliminari, la Società si è impegnata a dare corso ai provvedimenti necessari per rendere funzionale l'utilizzo delle colonnine entro la prossima estate.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Miglio.
MIGLIO Ringrazio l'Assessore per essere intervenuto presso la Direzione della Società dell'Autostrada Torino - Milano riproponendo la questione che noi avevamo sollevato tramite l'interrogazione. Ci fa piacere che la Società abbia accolto l'istanza sollevata e che si sia impegnata a provvedere alla modifica delle realizzazioni effettuate pochi mesi or sono. Stupisce comunque il fatto che una Società che realizza delle strutture che servono per il soccorso non abbia preso in considerazione fin dall'inizio le disposizioni di legge che risalgono al 1971 e il decreto di attuazione del 1978 che nello specifico considerano il problema dei minorati fisici o comunque dei disabili. Non si capisce perché vengono quasi sistematicamente disattese delle direttive di legge che servono a far meglio integrare delle persone che già per loro natura trovano difficoltà ad inserirsi nella società e si debba ricorrere in periodi successivi a ripristinare delle condizioni che dovrebbero essere già acquisite al momento del progetto e della realizzazione con tutto quello che ne consegue, dispendio di tempo e di denaro.


Argomento: Protezione civile

Interrogazione n. 297 del Consigliere Rossa, inerente al servizio di sgombero neve


PRESIDENTE



PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interrogazione n. 297, alla quale risponde l'Assessore Panella.
PANELLA, Assessore al pronto intervento Intanto ringrazio la Presidenza che mi ha dato l'opportunità di usufruire del tempo che normalmente dà a Garino.



PRESIDENTE

Questo dipende dal numero di interrogazioni ed interpellanze che il Consiglio presenta all'Assessore Garino, non da me. Però, per ridarle animo ed entusiasmo, lei ha ancora tempo.
PANELLA, Assessore al pronto intervento Cerco di approfittare, sarò molto sintetico per rispondere a più interrogazioni.
A problema riguarda il servizio sgombero neve.
L'Assessorato ha fatto una richiesta di finanziamento sul capitolo 5840 per l'acquisto di mezzi sgombero neve. Purtroppo, date le ristrettezze del bilancio, non è stata soddisfatta nell'attuale bilancio.
L'Assessorato riproporrà la questione e proporrà una finanziaria 1991 in modo da prenotare sul capitolo 5840 del bilancio 1992 un importo pari a 250 milioni - mi rivolgo anche all'Assessore al bilancio - tale da attivare un importo finanziabile pari a L. 1.500 milioni per investimenti e per acquisto di mezzi ed attrezzature per sgombero neve.
Quest'anno non avevamo nulla su questo capitolo, ma rifarò la richiesta, compatibilmente con le possibilità di bilancio. C'è la massima disponibilità da parte dell'Assessorato sperando che la richiesta venga esaudita.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossa.
ROSSA Ringrazio l'Assessore per la risposta. Avevo presentato l'interrogazione all'indomani di quella nevicata che ci aveva fatto scoprire che l'inverno c'è ancora e che smentiva le previsioni degli scienziati che andavano dicendo che tutto stava cambiando completamente.
Sono previsioni che si dovranno tenere presenti, fortunatamente però il tempo ha dimostrato che l'inverno c'è ancora, il gelo è intervenuto facendo i danni che purtroppo fa da sempre, ci sono state abbondanti precipitazioni in montagna e in pianura che hanno fatto sperare nella normalità da una parte e nello stesso tempo hanno risposto agli interrogativi e alle speranze degli agricoltori, del mondo del turismo e di tutta una serie di categorie che in questi anni, senza la neve e senza il gelo, sono stati fortemente penalizzati.
Molti Comuni invocano una legge regionale, perché le abbondanti precipitazioni hanno comportato una spesa non indifferente per i mezzi di sgombero neve e per il riassetto delle strade.
Sono partito dalla legge regionale 4/9/1979, n. 59 "Provvedimenti per l'esercizio dello sgombero della neve" per chiedere un intervento particolare. Molte nostre interrogazioni si riferiscono a leggi vigenti e trattano problemi da risolvere: i mezzi però sono quelli che sono, sono pochissimi e di qui la necessità di far sapere in questo dibattito istituzionale che le Regioni devono avere i mezzi necessari, non è che li debbano avere da Roma, vogliamo trovarli noi, però vogliamo avere il potere di poterli trovare, vogliamo essere un governo vero che si assume onori e oneri, anche per poter far fronte a queste cose. Altrimenti sono solo promesse. Ringrazio la Giunta per la buona volontà nel rispondere alla mia e ad altre interrogazioni. Farò sapere ai Comuni interessati che ci siamo dati da fare, che però tutto subisce ritmi così lenti che a volte sembrano quasi impercettibili. Se c'è la possibilità di mettere insieme qualcosa lo si faccia, altrimenti c 'è da domandarsi se le leggi buone debbano restare nei cassetti come sogni che, al diradarsi della notte, scompaiono, o se siano soltanto questioni sulle quali ciascun amministratore debba arrangiarsi. Mi rivolgo in particolare all'Assessore e al governo regionale, ma è un problema che riguarda tutto il Consiglio regionale.
Comprendo le ragioni di difficoltà e apprezzo l'attenzione dimostrata dichiaro quindi la mia disponibilità a risolvere in modo concreto il problema non fosse altro che per cominciare a dare un segno in questa direzione.


Argomento: Viabilità

Interrogazione n. 362 dei Consiglieri Farassino, Rabellino e Vaglio inerente la circolazione di automezzi pesanti in Borgone di Susa


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione n. 362, alla quale risponde l'Assessore Panella.
PANELLA, Assessore ai trasporti Trattandosi di strade statali, anche se traverse interne, ma non comunalizzabili ai sensi della legge n. 126/58 perché gli abitati attraversati hanno una popolazione ad di sotto dei 20.000 abitanti, la disciplina della circolazione e le limitazioni al transito per i veicoli superiori ad un certo numero di quintali attiene alla Prefettura ed al Comando Polstrada di Torino, di concerto con l'ANAS.
Ogni provvedimento inibitorio; quindi, alla circolazione dei mezzi pesanti, attraverso l'abitato di Borgone, può avere origine solo su ordinanza prefettizia, motivata per la tutela della pubblica incolumità.
Poiché il problema esisterà fintanto che non saranno conclusi i lavori relativi al tronco dell'autostrada fra Condove e Bussoleno, il cui cantiere è interrotto a causa di sequestro ordinato dalla Magistratura su istanza dell'Ente F.S., a seguito dell'avvenuto ribaltamento di un treno merci nei pressi di San Valeriano, si è consci che sarebbe opportuno assumere provvedimenti restrittivi che, però, richiedono per il loro rispetto una costante vigilanza 24 ore su 24.
Ci si attiverà comunque presso il Prefetto, il Comando Polstrada l'ANAS e la SITAF al fine di pervenire alla messa in opera di soluzioni atte a meglio instradare gli autoveicoli da e per il Frejus, sulla variante di Borgone già in esercizio, mediante la posa, ad esempio, di evidenti cartelli segnalatori di itinerario preferenziale.
Il problema troverà però la soluzione radicale solo con la ripresa ed il completamento dei lavori sul tratto sotto sequestro della Magistratura del tronco Condove - Bussoleno. A tale proposito, si è venuti a conoscenza tramite SITAF che il sequestro dovrebbe sbloccarsi a tempi diversi delineandosi una sistemazione del contenzioso tra SITAF ed Ente F.S.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rabellino.
RABELLINO Nella risposta dell'Assessore c'è qualche imprecisione. Innanzitutto il tratto tra Borgone e Bussoleno è aperto da più di sei mesi. Una semplice indicazione agli automezzi pesanti di non passare nel centro urbano di Borgone, ma di passare sul tratto aperto di Borgone-Bussoleno, risolverebbe notevolmente il problema.
Invito l'Assessore ad approfondire la questione, perché quello che è stato detto non corrisponde esattamente al vero. Il tratto sequestrato è quello di Condove - Borgone, e non quello di CondoveBussoleno. A tutt'oggi il tratto dell'autostrada Borgone - Bussoleno è aperto e funzionante.
Invito l'Assessore ad approfondire il problema e a verificare se c'è la possibilità, da parte dell'ANAS o di chi è competente, di porre una indicazione per far dirottare i mezzi pesanti sul tratto già aperto.
Questo risolverebbe notevolmente il problema.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Interpellanza n. 550 presentata dai Consiglieri Cavallera, Penasso Zanoletti, Porcellana, Dardanello, Peano, Ferraris, Montabone, Leo Beltrami e Squillario, inerente la lettera del dott. Clini, Direttore Generale del Ministero Ambiente, al Capogruppo DC, Picchioni, sulle dichiarazioni rilasciate in merito alla questione ACNA


PRESIDENTE

Ha facoltà di illustrare l'interpellanza urgente n. 550 il Consigliere Cavallera.
CAVALLERA Signor Presidente, colleghi Consiglieri, con questa interpellanza ci ricolleghiamo alla lettera "personale" - se mi è consentito il termine inviata dal dott. Clini, Direttore generale dei Servizi Inquinamento e Attività a rischio del Ministero dell'Ambiente, inviata personalmente al nostro Capogruppo, on. Picchioni, dallo stesso non ancora ricevuta attraverso i canali ordinari, ma ampiamente diffusa dalla stampa.
Soprattutto noi vogliamo in questa sede precisare meglio le ragioni che hanno indotto il nostro Gruppo a presentare questa interpellanza.
Innanzitutto il tono della lettera. Come i signori Presidenti sanno essendo anche destinatari della missiva, ma d'altra parte la notizia è nota ormai a tutti i Consiglieri, perché è stata distribuita nella riunione dei Capigruppo, il dott. Clini inizia con: "Ho letto le sue dichiarazioni" rivolgendosi al nostro Capogruppo. Noi a questo punto abbiamo qualche dubbio. Ci chiediamo come possa aver letto il dott. Clini le dichiarazioni del Consigliere Picchioni scrivendo la lettera in data 8 maggio.
Ci troviamo di fronte ad una situazione anomala. Sappiamo che dei lavori del Consiglio viene redatto un processo verbale e un resoconto stenografico. Quindi ci troviamo di fronte alla necessità di avere dei chiarimenti da parte di coloro che possono darli al nostro Gruppo e al Consiglio. Dobbiamo innanzitutto sapere quale testo è stato consegnato e da chi al dott. Clini e conoscere le ragioni che hanno indotto eventualmente una manina gentile a informare tempestivamente questo autorevole funzionario ministeriale.
Il secondo interrogativo è questo; perché ci si rivolge solamente al responsabile del Gruppo consiliare della DC, nonostante che in questa sede abbiamo sentito e ascoltato parecchi interventi, anche critici, direi molto più critici, piuttosto che di consenso, rispetto all'operato ministeriale? Forse perché gli interventi del Gruppo DC erano documentati, perché forse ci si aspettava un comportamento diverso da parte del Gruppo DC, perch forse le cose non andavano come qualcuno desiderava, o perché abbiamo manifestato in quella sede, come confermiamo anche oggi, tutta la determinazione come piemontesi a difendere le aspettative e gli interessi della nostra regione. Comunque ribadiamo in questa sede, e avremo modo di confermarlo successivamente, che noi saremo attenti, perché tutte le risoluzioni, gli accordi e le intese che sono stati sottoscritti in sede ministeriale su questa vicenda vengano rispettati. Questa è l'attesa degli abitanti della Valle Bormida, non solo dei rappresentanti comunali presenti in questa sede durante il dibattito. E' un attesa generalizzata della Valle Bormida di cui noi, insieme a tutti i colleghi del Consiglio, intendiamo farci carico.
Un altro interrogativo. Come mai la missiva è del dott. Clini e non del responsabile politico del Ministero, del Ministro in persona che per dovere è l'interlocutore della Regione Piemonte? MAJORINO Clini è stata la voce del padrone! CAVALLERA Il Consigliere Majorino mi ha impedito di concludere il ragionamento. A questo punto ci chiediamo se questa è un'iniziativa approvata dal Ministro Ruffolo oppure se, presuntivamente, è lo stesso Ministro Ruffolo, come qualcuno prima suggeriva, che lascia ad un suo collaboratore di regolare i rapporti, se non di regolare i conti con la Regione Piemonte. E' un'iniziativa personale - e come tale va valutata - oppure ha un altro significato? Inoltre, perché questa lettera personale è stata fatta pervenire subito alla stampa? Attraverso quali canali? Abbiamo avuto modo di leggere su "il manifesto" il contenuto di quella lettera riservata: si voleva forse creare un caso? Sono domande alle quali attendiamo risposta.
Le accuse che vengono rivolte al Consigliere Picchioni sono gravi. Si accusa il Consigliere Picchioni, e di conseguenza questa accusa è rivolta a tutto il Gruppo consiliare democratico - cristiano, di essere superficiale di fare dell'aria fritta, di essere in malafede. Questo ci ha offeso perch riteniamo che il nostro Gruppo, così come tutti gli altri Gruppi che siedono in questo Consiglio regionale, secondo scienza e coscienza, abbiano svolto il loro mestiere durante la trattazione delle questioni legate al piano di risanamento dell'ACNA al solo scopo di perseguire obiettivi di interesse generale per il raggiungimento del bene comune.
Era quindi necessario ed opportuno che si insorgesse, così siamo insorti e abbiamo presentato questa interpellanza, che punta a chiedere un giudizio al Presidente della Giunta come responsabile del governo di questa Regione, soprattutto sulle conclusioni a cui perviene il Direttore generale di questo importante servizio ministeriale, laddove appunto questo illustre ministeriale minaccia di adire le vie legali per tutelare la sua onorabilità (ogni cittadino è libero di pensarla come vuole). Quasi viene lanciato il guanto della sfida per un eventuale pubblico confronto.
Visto che ci troviamo di fronte ad un insolito intervento, chiamiamola interferenza, nelle prerogative e nel libero confronto all'interno di questo Consiglio, chiediamo pressantemente che si assumano delle iniziative per garantire la serenità alle nostre discussioni, la piena libertà di espressione ai singoli Consiglieri e ai Gruppi consiliari, nell'interesse dell'istituzione Regione e del Consiglio regionale, affinché non vi sia alcun condizionamento, indiretto o di tipo psicologico, nei nostri dibattiti. Quindi occorre stabilire o ristabilire un corretto rapporto con il Ministero dell'Ambiente, il cui operato rispettiamo, ma al quale chiediamo anche rispetto per tutte le nostre elaborazioni.
Chiediamo pertanto garanzie che il rapporto politico con il Ministero avvenga da pari a pari, da istituzione ad istituzione, quindi sia tenuto come sempre è stato tenuto (questo caso è l'eccezione ad una regola che sembrava una costante in precedenza) dal Presidente e dagli Assessori nei confronti diretti del Ministro e non attraverso canali tecnici o quant'altro che rischiano di essere fuorvianti per il raggiungimento degli obiettivi che ci prefiggiamo.
Si chiede un chiarimento, un'iniziativa, anche perché le notizie che vengono dalla Valle Bormida non sono per nulla rassicuranti Come hanno ampiamente riportato i giornali, la risoluzione parlamentare sul Re-Sol è stata violata nel senso che si procede al ritmo di "avanti tutta" per quanto riguarda la costruzione dell'impianto. Ci mancherebbe ancora questo! Ogni possibilità di dialogo o di andare a soluzioni minimamente accettabili verrebbe definitivamente compromessa.
Sappiamo che la Giunta regionale si è costituita tempestivamente al TAR sappiamo che l'udienza è stata rinviata al prossimo mese di giugno.
Comunque, riteniamo di aver fatto cosa utile nel presentare questa interpellanza e siamo convinti che il Presidente della Giunta regionale saprà fornire tutte le notizie e le precisazioni che ci attendiamo.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta regionale, Brizio.
BRIZIO, Presidente della Giunta regionale In merito al contenuto dell'interpellanza devo precisare che il Presidente della Giunta ha ricevuto, come, a quanto mi consta, anche il Presidente del Consiglio, un fax in data 9 maggio 1991 inviato dal Ministero dell'Ambiente, dott. Corrado Clini, che è il Direttore generale del Servizio Inquinamento atmosferico e acustico per le industrie a rischio. Tale fax contiene la copia della lettera inviata alla signora Spagnuolo come Presidente del Consiglio regionale (non indirizzata al Presidente della Giunta regionale) che a sua volta accompagna una copia della lettera inviata al Capogruppo Picchioni e alla quale si è fatto precedentemente cenno. La lettera entra pesantemente nel merito dell'intervento effettuato da Picchioni secondo quanto è stato detto dal collega Cavallera. Questi i fatti.
Ricevuta l'interpellanza, ho immediatamente assunto le informazioni del caso che sono le seguenti. I documenti sono stati inviati al Ministro dallo stesso Assessore Garino, il quale aveva avuto la richiesta, nel corso del colloquio con Ruffolo avuto dall'Assessore insieme a me, di essere informato tempestivamente circa l'andamento delle decisioni del Consiglio regionale e l'Assessore Garino ha ritenuto di inviare copia del dibattito a quanto egli asserisce, richiesto presso il Consiglio regionale, al Ministro Ruffolo.
Chiaramente l'uso che ne è stato fatto dal Direttore Clini non può non suscitare in noi perplessità per il carattere di risposta personale comunque motivata dal riferimento all'atteggiamento del Ministero ad una eventuale posizione da assumersi da parte del Ministro. Non posso quindi che esprimere anch'io stupore per una iniziativa che definirei non opportuna ed improvvida; non utile anche a creare quel clima di confronto a livello tecnico che mi pare necessario.
Per quello che riguarda il passo successivo dei rapporti tra noi e il Ministero è chiaro che da sostanza rende dialettico questo rapporto, ma ci nonostante noi siamo andati personalmente dal Ministro e quindi riteniamo che il rapporto debba avvenire sui fatti essenziali fra l'Ammini-strazione regionale, rappresentata dal Presidente e l'Assessore, e il Ministro, e che i supporti tecnici che vengono forniti non possono in alcun modo porsi al livello delle scelte politiche o ancor peggio porsi a contrastare scelte politiche.
Pertanto noi manterremo, con molta chiarezza, la posizione che abbiamo assunto. Sotto questo aspetto non posso che tranquillizzare gli interpellanti assicurando che la Giunta è determinata a portare avanti un rapporto ai livelli istituzionali competenti. Per quanto riguarda lo specifico della pubblicazione su "il manifesto" del 10 maggio certamente noi non possiamo conoscere quali siano le vie per le quali a "il manifesto" è arrivata questa notizia o questa lettera. Sappiamo che il giornalista che abbiamo anche interpellato tramite l'Ufficio Stampa, dopo averlo individuato nel signor Griseri, corrispondente de "il manifesto", ha naturalmente fatto esplicito riferimento alla segretezza che la legge sull'informazione stabilisce rispetto alle fonti assunte, per cui non siamo assolutamente in grado di fornire notizie.
Infine si apre il problema della tutela del Consigliere che parla in aula che credo competa ancor più che a me al Presidente del Consiglio che non a caso ha ricevuto la lettera e a me è inviata solo per copia e che pare non essere mai arrivata al collega Picchioni. Non posso, pero fornendo la nostra valutazione, non anticipare una valutazione della Giunta che non può che essere - per quello che mi riguarda e come componente del Consiglio e come espressione del Consiglio stesso - ferma nella tutela dei diritti del Consigliere alla libertà delle proprie opinioni, diritti chiaramente espressi sia dalla norma costituzionale sia per recepimento della norma costituzionale dello stesso Statuto della Regione Piemonte, per cui esprimo piena solidarietà al collega Picchioni. Anche se penso che sul tema della dignità del Consigliere interverranno il Presidente del Consiglio e i Gruppi.
Voglio concludere affermando che per quello che ci riguarda il rapporto è con i Ministri; anche la lettera che abbiamo correttamente inviato per quello che attiene la richiesta di incontro, in base all'ordine del giorno è stata inviata ai tre Ministri come è stato stabilito e il nostro rapporto è con il Ministro stesso. Naturalmente si svolgono e si sono svolti incontri a livello burocratico tra i funzionari del Ministero e i funzionari dell'Assessorato, ma non possono assumere valenza di significato politico. Per questo concludo ribadendo il giudizio sulla citata iniziativa che ho già definito improvvida e non certamente apprezzabile.



PRESIDENTE

Anticiperei la comunicazione che intendevo fare in ordine a questo punto per i chiarimenti e le informazioni doverosi al Consiglio. Desidero ricordare appunto che il giorno successivo al dibattito consiliare sull'ACNA Mi perveniva un fax inviato dal dott. Clini. Direttore generale del Servizio Inquinamento Atmosferico. Il fax tra smetteva in allegato una lettera inviata dal dott. Clini all'on. Picchioni. Nel riservarsi ogni azione legale, il dott. Clini pregava il Presidente del Consiglio di trasmettere copia della sua lettera mandata all'on. Picchioni direttamente ai Consiglieri regionali. Non ho ritenuto di inviare questa lettera direttamente ai Consiglieri regionali perché non vedevo le ragioni di questo tipo di disposizione che mi veniva data dal Direttore generale, ma ho ritenuto di portare la questione alla riunione dell'Ufficio di Presidenza e alla prima Conferenza dei Capigruppo. Di quanto avvenuto ovviamente ho informato il Consigliere Picchioni il giorno 10 maggio al rientro di questi a Torino. Il Consigliere risultava all'oscuro della lettera inviata dal dott. Clini, che io gli ho dato in copia. Nel frattempo è intervenuta l'interpellanza del Gruppo democristiano di cui oggi si parla.
Al di là del merito delle affermazioni relative alla vicenda ACNA credo sia necessario sottolineare come l'iniziativa del Direttore generale del Ministero sia in contrasto con quanto è affermato dalla Costituzione all'ari. 122, quarto comma, e dallo stesso Statuto della Regione Piemonte art. 12, secondo comma, nel quale si dice: "I Consiglieri regionali non possono essere chiamati a rispondere delle opinioni espresse le dei voti dati nell'esercizio delle loro funzioni". Né, per entrare nel merito con un minimo di opinione personale, condivido il tono della lettera stessa. In tale senso mi riservo di indirizzare, domani stesso, una lettera al Ministro dell'Ambiente per la doverosa tutela dei diritti del Consigliere in questione, anche perché questo non segni un precedente per questo Consiglio regionale, una lettera che riporti lo spirito della discussione odierna.
Su queste mie dichiarazioni è iscritto a parlare il Consigliere Majorino: ne ha facoltà.
MAJORINO Presidente, chiedo a lei e all'assemblea quanto segue, cioè a dire: adesso ogni Consigliere può collocarsi sulle comunicazioni del Presidente della Giunta e del Presidente del Consiglio, però ritengo che, data la gravità oggettiva della vicenda, la questione non possa finire con le comunicazioni della Giunta e del Presidente del Consiglio e con la collocazione dei Gruppi o di chi ritiene di collocarsi sulla vicenda.
Ritengo che debba finire con la proposizione di un ordine del giorno che sia di ferina e dura protesta per quanto si è verificato, perché è stato offensivo non solo per il Consigliere Picchioni, ma per l'intero Consiglio.
Il capo di un Dicastero risponde dei fatti del proprio dipendente, a meno che le iniziative o i fatti del proprio dipendente siano stravaganti, e allora si dissocia con una nota del proprio Ufficio stampa e stigmatizza quanto posto in essere dal proprio dipendente.
In questo caso penso che sia necessaria una ferma protesta nei confronti del Ministro deI Ambiente per un motivo fondamentale, la violazione del principio di libertà consacrato nell'art. 21 della Costituzione in forza del quale ciascuno può esprimere liberamente le proprie opinioni, diritto che è poi ulteriormente rafforzato per i rappresentanti nelle assemblee elettive. Tutto questo può farsi con un ordine del giorno.
Noi abbiamo presentato un ordine del giorno che esprime questi concetti, quindi le chiedo signor Presidente del Consiglio di chiedere all'assemblea di votare, con il numero necessario dei votanti che, salvo errore, è di 40 Consiglieri, l'iscrizione all'o.d.g. del nostro ordine del giorno di ferma protesta, che così ho sintetizzato, in modo che ci si possa collocare contestualmente sulle comunicazioni e sull'ordine del giorno perché, alla fine, se ritenuto valido, possa essere votato. Quindi le pongo la formale richiesta di chiedere all'assemblea di inserire allo.d.g. la discussione su questo ordine del giorno che, come dicevo, sarà contestuale alle comunicazioni pochi istanti fa fornite.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Staglianò.
STAGLIANO' Signor Presidente, ci troviamo di fronte ad una sua comunicazione mentre quella del Presidente Brizio era la risposta ad uri interpellanza quindi vorrei stare nei limiti del Regolamento e pertanto chiedere a lei come Presidente del Consiglio, alcuni chiarimenti in ordine alla comunicazione che ha voluto rendere al Consiglio, facendo precedere questo chiarimento da brevissime considerazioni.
Abbiamo udito dalla ricostruzione dei fatti, che sono davvero molto rilevanti, che ci troviamo di fronte al lancio del guanto di sfida da parte del Ministero dell'Ambiente. Penso non sia saggio sminuzzare in responsabilità laterali cose che riguardano in prima persona chi è titolare politico di un Ministero tanto importante e pertanto noi diciamo che il guanto di sfida va raccolto. Noi, per quanto ci riguarda come Verdi, lo raccogliamo e quindi, visto che il dott. Clini minaccia di adire le vie legali, al di là dell'essere talmente ridicolo il tutto, ci autodenunciamo sottoscrivendo l'intervento che il collega Picchioni aveva svolto in quest'aula, portando - lo ribadisco perché avemmo modo di dirlo già in quella circostanza - argomenti a proposito del piano di risanamento e di tutta la vicenda ACNA al punto in cui è giunta, che sono i nostri medesimi argomenti. Quindi, pensiamo sia doveroso compiere questo atto politico di autodenuncia. Il collega Cavallera si domandava perché si è irritato così tanto il dott. Clini o chi per lui. Io preferisco parlare di chi per lui.
Con quella discussione, con la drammaticità del suo svolgimento abbiamo messo in luce le contraddizioni vere e cioè le contraddizioni di un comportamento ministeriale che, mentre da un lato tiene a bada il Piemonte facendo intravedere cose che non stanno né in cielo né in terra (infatti il piano è fondato su presupposti assolutamente sbagliati per risanare la Valle Bormida), dall'altro, non impugnando la decisione assunta dalla Giunta regionale ligure che ha dato l'avvio ai lavori, ha dato modo alla Liguria di determinare il fatto compiuto, ai danni di un'intera comunità ai danni della dignità del Piemonte. Quindi si è irritato chi per lui (il dott. Clini) perché abbiamo evidenziato questo.
D'altra parte, fino a quando gli argomenti portati sulla vicenda ACNA restano quelli dell'opposizione dei Verdi, la vicenda fa parte del gioco ma quando gli stessi argomenti diventano patrimonio comune e di parti rilevanti, di chi ha responsabilità di governo. è evidente che il tono cambia.
Signor Presidente, per concludere e per venire al chiarimento che volevo chiederle ai sensi del Regolamento, a me pare davvero secondario andare alla ricerca della manina gentile, come diceva il collega Cavallera.
Meno male che è stata pubblicata quella lettera e che è venuta alla luce e che quindi qui si possa ragionare.
Signor Presidente, le chiedo se non ritenga di dover organizzare un incontro del funzionario ministeriale con l'intero Consiglio. La sfida è lanciata alla sua sovranità, quindi sarebbe molto significativo se la Presidenza del Consiglio volesse provvedere ad organizzare il modo più opportuno per venire a tutti i chiarimenti politici. Naturalmente non posso che apprezzare l'intenzione da lei annunciata poc'anzi di intervenire presso il Ministero dell'Ambiente per segnalare l'assoluta inaccettabilità del comportamento di un funzionario dello Stato nei confronti di un'assemblea sovrana.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rivalta.
RIVALTA L intervento che faccio a nome del Gruppo PDS ha come motivo fondamentale quello di respingere un'indebita ingerenza sulle dichiarazioni, sulle posizioni e sugli atteggiamenti che i Consiglieri regionali assumono all'interno dell'assemblea. Poniamo da questione intanto in questi aspetti formali, perché ci sembra davvero inammissibile che non vengano rispettate norme costituzionali dello Statuto regionale in merito alla libertà di espressione dei Consiglieri regionali. Credo sia importante salvaguardare la libertà di espressione di ciascuno di noi nel nostro dibattito. Rimane alla responsabilità di ciascuno di noi il merito dell'uso di questa libertà, ma certo questa libertà va salvaguardata perché la vita dell'istituzione è percorsa già troppo e massicciamente da rapporti non trasparenti e non esplicitati. Quindi, se persino l'espressione di ciascun Consigliere dovesse porsi dei contenimenti in ragione di un condizionamento del proprio pensiero, sarebbe davvero un ulteriore passo verso la distruzione e la fine della vita dell'istituzione.
Sotto questo profilo respingiamo con durezza ingerenze come quelle che sono espresse nella lettera del dott. Clini.
Detto questo, devo dire, anche per sollevare il nostro atteggiamento che mi sembra stia facendo un cammino deleterio questa discussione sulle libertà e sui poteri di esternazione che in questo momento ha un riferimento molto preciso nel nostro Paese, e che il dott. Clini forse si è anche preso la libertà di attribuirsi e di esternare. Sono tutte cose che vanno nella direzione di rompere un rispetto statuale della vita delle comunità e delle libertà che nella comunità devono essere consentite.
Per non restare solo sugli aspetti formali ed istituzionali, voglio anche dire che noi avevamo condiviso l'intervento del Consigliere Picchioni nella grande parte del merito che aveva espresso; l'abbiamo condiviso perché il collega Picchioni ha riportato, in maniera analitica e rigorosa facendo uno sforzo di costruzione a tavolino, una situazione di fatto che tutti noi riconosciamo come situazione reale. In Valle Bormida si è verificata una inadempienza dell'azione governativa perché lo stesso Ministero aveva dichiarato che vi era una situazione che richiedeva dei provvedimenti urgenti e radicali, avendo la dichiarazione di zona a rischio questo significato.
Quindi Picchioni, con grande puntualità, non ha fatto altro che mettere in evidenza quello che i Consiglieri regionali, quasi all'unanimità (dico quasi perché sappiamo che non tutti erano d'accordo) e la popolazione della Valle Bormida pensavano; l'inadeguatezza dell'azione governativa rispetto all'importanza del problema e rispetto agli stessi programmi di azione che il Governo e il Ministero dell'Ambiente si erano dati.
Non eravamo d'accordo con Picchioni solo sulla conclusione del suo intervento, quando si poneva il problema di rinviare espressioni formulazioni di posizioni da questo Consiglio regionale a dopo l'incontro con i Ministeri che erano stati interessati alla vicenda. Credo che questa questione ci confermi nel fatto che con i Ministeri occorre rapportarsi avendo delle posizioni forti, chiare, espresse in Consiglio regionale. Non credo che la posizione espressa dal dott. Clini nasca da una sua improvvisa ragione di esternazione di posizione, ma nasca dal clima che in quel Ministero si vive, con responsabilità che non stanno evidentemente solo nel dott. Clini; e questo ci conferma che il Consiglio regionale deve rapportarsi con questo Ministero, e con tutti gli altri Ministeri attraverso posizioni acquisite nel Consiglio regionale.
Voglio ancora aggiungere che qui c'è stato un caso di eccezionale solerzia. Non condanno la solerzia, perché credo che bisognerebbe in tutto essere solerti. Abbiamo discusso sull'ACNA il pomeriggio di martedì 7 maggio, finendo la riunione a tarda sera e il dott. Clini, già l'8 maggio manda una lettera per fax. Abbiamo sentito dal Presidente Brizio che c'è stata anche solerzia da parte dell'Assessore Garino nel mandare non solo le conclusioni del dibattito consiliare, ma di mandare l'intero dibattito suppongo, oppure è stata fatta la scelta, dall'Assessore Garino, di mandare alcuni interventi. Sto soltanto ragionando, non sto facendo una inquisizione che non mi interessa fare.
Anche qui ci sono degli aspetti formali, perché gli interventi dei Consiglieri in Consiglio regionale sono poi sottoposti per regola a una revisione formale perché la lingua parlata è diversa dalla lingua scritta revisione formale che, per pigrizia, molto spesso non facciamo, anzi, quasi mai la facciamo; è una revisione non di travisamento del merito, ma di precisazione dei toni.
L'intervento del Consigliere Picchioni, che io ho riletto questa mattina, era scritto ed era costruito con le estreme cautele. Mi rifaccio anche al fatto che lui finisce la sua parte di merito dicendo; "Se le cose che ho detto sono esatte, bisogna procedere in un certo modo; se le informazioni sono errate, desidero comunque verificarle nelle sedi competenti". Quindi, con l'estrema cautela. Mi chiedo se sono stati mandati altri interventi e chi li ha autorizzati. Altri interventi sono stati fatti a braccio, ma avevano bisogno, per una esternazione, dell'autorizzazione dell'oratore. D'altra parte l'intervento svolto in Consiglio regionale fino a che il Consigliere non lo ha ricorretto, a meno che non abbia rinunciato a rivederlo, è un intervento che è depositato nelle mani dell'Ufficio di Presidenza del Consiglio, quindi anche sotto questo profilo si pongono (marginali rispetto all'altro problema) questioni di comportamento.
Voglio però anche dire che sono per la trasparenza di tutte le cose che si fanno, quindi, sotto questo profilo, le solerzie non mi preoccupano; mi preoccupo quando le solerzie sono casi eccezionali, mi preoccupo quando, su tante altre cose, la solerzia non c'è, e invece c'è su specifiche questioni. Quindi non mi preoccupa che al giornale "il manifesto" sia arrivata la lettera, che sia andata sui giornali, non è questo il punto, ma mi preoccupa il comportamento, perché è un comportamento che riguarda questo Consiglio; la solerzia dell'Assessore Garino - lo dico bonariamente questo Ministero, i suoi dirigenti, la solerzia di rispondere su una questione tra l'altro impropria a cui non doveva essere data risposta da questo Direttore nel giro di dodici o quindici ore, quando su altre questioni, molto importanti, che riguardano l'ambiente in Piemonte e in Italia, con riferimento all'Assessorato competente, se volete anche alla Giunta e al Ministero competente al livello nazionale e al Governo, non si ha la stessa solerzia.
Il problema della Valle Bormida e dell'ACNA è proprio un problema di non solerzia. L'unica solerzia che si manifesta è questa attenzione particolare che attorno a un intervento di un Consigliere si è generato.
Questo significa che il problema dell'ACNA purtroppo non lo si affronta con la rapidità dovuta e sta incancrenendo lentamente, incidendo persino sulle interpretazioni intellettive e comportamentali di molte persone che hanno delle grandi responsabilità, come ha il dott. Clini.
Vorrei che il dott. Clini, avendo sentito che è direttore anche per le industrie a rischio, si desse un po' più da fare anche sulla questione della legge Seveso, come credo si dovrebbe dare più da fare anche la Giunta regionale. Caro Garino, c'è la questione del Re-Sol da affrontare. Sentiamo tutti i momenti che è stato messo qualche pilastro in più. Se le cose continuano così credo che sarà necessaria un'occupazione di questo Consiglio regionale perché la Giunta regionale faccia qualcosa, non rimanga passiva di fronte al fatto che intanto il Re-Sol va avanti, mentre qui unanimemente abbiamo deciso una posizione che dice no al Re-Sol. Non si pu stare in attesa.



PRESIDENTE

Mi permetto di richiamare i numerosi Consiglieri che dovranno ancora intervenire che siamo all'interno di precisazioni legate alle "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", per cui occorre stare nei quattro o cinque minuti.
Desidero fare una integrazione alle mie comunicazioni per dire che n la Presidenza del Consiglio e né l'Ufficio di Presidenza hanno trasmesso ad alcuno parti del dibattito del giorno 7 maggio inerente l'ACNA, né in allora né successivamente e che comunque i dibattiti e gli interventi si trasmettono dopo che questi sono stati corretti dai Consiglieri. Questa è la nonna alla quale ci siamo sempre attenuti.
Ha la parola l'Assessore Garino.
GARINO, Assessore all'ambiente Nel corso dell'incontro avuto a Roma con il Ministro Ruffolo da parte del Presidente Brizio e del sottoscritto (e il Presidente Brizio lo citava prima), durante il quale il Ministro Ruffolo aveva dato anche la sua disponibilità a incontrarsi con Giunta e Capigruppo per affrontare il problema dell'ACNA e del piano di risanamento, era stato richiesto dallo stesso Ruffolo che comunque qualsiasi atto venisse formalizzato dal Consiglio fosse inviato, con i documenti inerenti, al Ministero per avere conoscenza della posizione del Consiglio. Su questa precisa richiesta di Ruffolo, allorché ci fu il dibattito, io richiesi l'ordine del giorno che avevamo approvato e il dibattito e lo inviai via fax al Ministro. Questa la situazione.
STAGLIANO' Quante.pagine ha spedito Assessore? ZACCHERA E quando? GARINO, Assessore all'ambiente Ma adesso devo anche tenere in conto... Mi assumo la responsabilità di averle spedite su richiesta del Ministro mentre eravamo in Roma.
ZACCHERA Ma quando?



PRESIDENTE

Consigliere Zacchera, per cortesia, dirà quello che ritiene di dire.
Siamo in fase di risposta all'interpellanza.
GARINO, Assessore all'ambiente Credo il giorno dopo, il mattino dopo, non posso ricordare a memoria l'ora di spedizione dei fax. Per quanto riguarda la mia posizione, signor Presidente, se mi è consentito, non condivido il tono e il metodo usato dal dott. Clini nella sua lettera al Consigliere Picchioni. Ci sono due cose all'interno di questa lettera. L'una sono delle risposte che il dott. Clini dà quasi a nome del Ministero per quanto riguarda argomenti politici e tecnici, e su questo credo non fosse, per quanto mi riguarda, il dott.
Clini abilitato a parlare a nome del Ministero, quindi convengo con i colleghi che se risposte di tipo politico e risposte di tipo anche tecnico del Ministero debbano giungere, queste debbono essere fornite dal Ministro o comunque credo da lui firmate. Per onestà devo anche dire che, siccome nell'in-tervento del collega Picchioni esisteva uno specifico riferimento al dott. Clini, allorché, in pratica, lo si accusava di aver fornito una relazione non rispondente alla realtà effettuale, quindi una relazione alterata, credo che il doti Clini abbia diritto di difendere la sua onorabilità, forse non nei modi con i quali l'ha fatto, ma risponden-do o chiedendo a chi lo ha accusato di provare le specifiche accuse. Il problema vero però è che da tutta questa questione emerge un problema di sostanza.
Questo Consiglio, oggi, si trova di fronte ad una diatriba. Si trova di fronte ad una relazione del dott. Clini, la quale dice esattamente che la scelta del Re-Sol a Cengio fu sviscerata da quella Commissione. Ed abbiamo le affermazioni del nostro collega Picchioni, ovviamente basate, credo, su dati di fatto che avrà acquisito e verificato (come si dice nell'interpellanza), che così non fu. Ora al di là del metodo sul quale già ho detto quello che penso, credo che questo sia un problema da affrontare ed accertare; i colleghi converranno che se quella Commissione - di cui facevano parte, se non vado errato, due rappresentanti piemontesi (il prof.
Specchia dell'Università di Torino, ed il dott. Veglio, Sindaco di Cortemilia) - avesse indicato in Cengio...
ZANOLETTI Non è vero! GARINO, Assessore all'ambiente Ma Zanoletti, ho messo un "se" davanti, non ho fatto una affermazione.
Sto valutando le due ipotesi. Se fosse vera una cosa di questo genere sarebbe completamente in contrasto con l'unanime apprezzamento di questo Consiglio regionale. Ovviamente se non fosse vera, allora bisognerebbe veramente andare fino in fondo per sapere perché il Presidente della Commissione, in questo caso il dott. Clini, ha fatto una relazione che non corrisponde alla verità. Credo, Zanoletti, che tu convenga con me che prima chiariamo questo fatto meglio è.



PRESIDENTE

Scusate Consiglieri, non dobbiamo fare un nuovo dibattito ne sulla Valle Bormida ne sul Re-Sol. Invito i Consiglieri ad attenersi ai due documen-ti, l'interpellanza, che è stata presentata da quasi l'intero Gruppo DC, alla quale ha risposto il Presidente della Giunta e in replica risponde l'Assessore Garino, e le comunicazioni del Presidente del Consiglio, che dovevo in quanto è stata chiamata in causa la Presidenza del Consiglio.
La parola al Consigliere Zacchera.
ZACCHERA Se il dott. Clini è al Servizio Inquinamento, debbo dire che mai persona fu al posto più indicato. Molto concretamente e succintamente direi che alcune cose non sono assolutamente chiare. L'Assessore Garino ci spiegherà poi come tecnicamente sia possibile che, finiti i lavori del Consiglio regionale, grosso modo verso le ore 21 del 7 maggio, la mattina dopo si riesca a spedire tutto, o quasi tutto, il dibattito consiliare del giorno precedente, un fascicolo di almeno 100 pagine, o comunque le sue parti principali. Signori colleghi, in un giorno, c'è un Ministero in Italia che riesce a ricevere un fax, a esaminarlo, a scrivere una risposta da parte del suo funzionario! E si presume che perfino il Ministro in persona ne sapesse qualcosa.
Stigmatizzo che, se è giusto dare tutte le informazioni che si vogliono dare al Ministero dell'Ambiente, lei - Assessore - ha trasmesso anche i miei interventi, della qual cosa avrei voluto essere a conoscenza. In secondo luogo mi chiedo; nei tredici giorni che sono seguiti, il Ministro dell'Ambiente che cosa ha fatto? Ha redarguito il suo funzionario? Non si sa. Ha risposto alla Regione dicendo: "Scusateci non ci siamo ben capiti"? Non si sa. E' d'accordo, invece, con quello che ha detto il suo funzionario? Era utile, o sarà utile che queste risposte ci vengano date.
Terzo aspetto. A questo punto c'è un problema di sostanza che, secondo me, é il più importante di tutti. Noi siamo arrivati un mese fa in prima battuta, quindici giorni fa in seconda battuta qui in Consiglio con un documento che era di approvazione a un piano, chiamiamolo ministeriale abbiamo finito una riunione di Consiglio regionale in cui si é detto no al Piano, o perlomeno di sospenderlo. Questo ha scocciato qualcuno, e questa è una questione politica, perché una parte di questo Consiglio regionale non era d'accordo per quella scelta finale e gli interventi del collega Rossa e di altri l'hanno molte volte dimostrato. Io mi chiedo come mai la presa di posizione del dott. Clini sia scoppiata il giorno dopo la decisione che andava in contrasto con quello che voleva il Ministero. Questo è il punto fondamentale e da quando faccio politica, non ho mai sentito un funzionario, di qualsiasi livello, che abbia scritto a qualcuno in quei termini.
Quarto aspetto. Questa è una questione di carattere politico, e da questo punto di vista non ho apprezzato la risposta del Presidente della Giunta, perché è stata assolutamente asettica, burocratica, non è entrata nel merito della risposta. Non dico che dovesse stigmatizzare quelle frasi perché forse non è neanche suo compito, piuttosto del Presidente del Consiglio, ma perlomeno doveva accertarsi di queste responsabilità.
Quinto e penultimo aspetto. Il Ministro per discutere dell'ACNA e del Re-Sol quando lo vedremo? Quindici giorni fa si era detto che urgentemente doveva esserci questo incontro, ma nel dibattito non ho sentito una data soprattutto non si è avuta la risposta alla frase, secondo me fondamentale che ha detto il collega Picchioni: i lavori per partire con il Re-Sol sono iniziati o no? Mi si risponda concretamente da parte dell'Assessore, che immagino abbia fatto o avrà fatto fare delle verifiche in questi quindici giorni su se sia vero o falso quello che si é affermato. Perché, se fosse vero sarebbe molto più grave di tutte le frasi del dott. Clini; se fosse falso bisognerà chiedere scusa per averlo detto, ma, allora, andiamo a vedere come mai è stato ipoteticamente detto il falso. Quindi che cosa vuol fare il Ministero da questo punto di vista? Il finale è quasi tragicomico perch il Gruppo della DC all'inizio era favorevole ad approvare il piano, ma alcuni Consiglieri non erano d'accordo, ma poi, sulla via di Damasco, tutti si erano convertiti, salvo poi fare marcia indietro alle 9 di sera, tanto che a questo punto diventano anche i "martiri" della Val Bormida, il che fuori luogo visto il susseguirsi dei fatti.
In conclusione chiedo che venga messo in votazione ed approvato il nostro ordine del giorno che, in termini assolutamente asettici, chiede al Consiglio di esprimersi per stigmatizzare l'operato del Ministero.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Squillario.
SQUILLARIO Ritengo anch'io che la questione abbia due aspetti, uno di principio che riguarda la libertà dei Consiglieri e uno di merito, sul quale, senza riaprire il discorso generale sulla Val Bormida, credo che per dignità politica la Giunta regionale, debba trarre le dovute conseguenze.
Per quanto riguarda l'aspetto di principio, è sufficiente rileggere l'intervento del collega Picchioni, parlamentare troppo esperto per cadere in quelle piccinerie che il dott. Clini vorrebbe attribuirgli. L'on.
Picchioni, dopo aver raccolto tutti i dati che gli sono stati forniti dai soggetti interessati e dalla sua esperienza ed averli esposti, nella conclusione si è comportato nel modo più prudente.
Afferma testualmente: "se le mie informazioni sono esatte, il risultato di questa verifica è allarmante; ne consegue una serie di dubbie di perplessità che debbono essere fugate. Se le mie informazioni sono errate desidero comunque verificare nella sede competente e non desidero, appunto fare anticipati pronunciamenti nell'emettere condanne senza appello". Di fronte a tali espressioni misurate è ridicola la pretesa del dottor Clini di trascinare il Consigliere Picchioni in tribunale; vorrei che lo facesse poiché credo che dal punto di vista giuridico non sussistano i presupposti.
Questa è una vera forma di intimidazione, che non ha fondamento giuridico e come tale va respinta. Qualcuno si chiedeva perché il dott.
Clini se l'è presa con il Consigliere Picchioni e non con altri Consiglieri che sono intervenuti nel dibattito con molta passione. Il collega Zanoletti ha parlato col cuore; ma, se non giudichiamo anche con il cuore, se gli eletti non hanno un rapporto anche affettivo con gli elettori, che cosa rimane dell'azione politica? Evidentemente però l'intervento del Consigliere Picchioni era diverso perché ha posto sul cammino di questa pratica una serie di paletti guida che, se non vengono rispettati, pongono in discussione la credibilità e la correttezza del Ministero dell'Ambiente. Forse é per questo che vi é stata una reazione così eccessiva.
Ma, a dire la verità, la lettera del dott. Clini non risponde a quanto il Consigliere Picchioni aveva esposto in punti ben precisi; si potrà discutere della presenza di quegli asterischi che sono un punto importante per la determinazione del sito dove doveva sorgere il Re-Sol, ma su tante altre questioni non vi è stata spiegazione.
Voglio anche ritenere che il dott. Clini si sia, a torto o a ragione sentito toccato nelle sue prerogative.
A questo punto ritengo che la chiarificazione deve essere fatta in modo urgente, per il Ministero non può più tergiversare su due punti.
Primo punto; il sito andava comunque stabilito anche in collaborazione con la Regione Piemonte. L'Assessore dice che questo è avvenuto.



PRESIDENTE

Non entriamo nel merito, altrimenti facciamo un altro dibattito sull'ACNA SQUILLARIO D'accordo; c'è però una smentita ufficiale con lettera di protesta e questo va chiarito. Secondo punto; il piano di risanamento dell'ACNA va altrettanto fatto in collaborazione con la Regione Piemonte.
Signor Presidente della Giunta: venerdì, venendo in macchina da Diano Marina verso Genova ho sentito una radio locale dare la notizia che alle dieci dell'indomani, il Sindaco di Cengio si sarebbe incontrato con l'Assessore all'ambiente della Regione Liguria per fare il punto sui lavori del Re-Sol ("che continuano alacremente all'interno dello stabilimento").
Se così è evidentemente non possiamo far finta di nulla. Stabilito il perfetto comportamento del Consigliere Picchioni, a cui non è stata data risposta, se non con una serie di fatti intimidativi, resta da affrontare il problema di fondo. Non tocca a noi stabilire se l'ACNA va chiusa? Non tocca a noi stabilire la localizzazione del Re-Sol? Benissimo, si dica pero chiaramente che la Regione Piemonte per sua scelta politica e morale ritiene: 1) che l'ACNA deve essere chiusa al più presto 2) che in ogni caso il Re-Sol va fatto fuori della Valle Bormida. A questo punto, signor Presidente della Giunta, tiriamo le conseguenze: noi non solo non approviamo il piano; "fino a che... ";non lo approviamo affatto perché chi deve decidere ha scelto di andare avanti per suo conto senza tenere in considerazione alcuna quanto dice la Regione Piemonte. E dignità della Giunta tirare queste conseguenze sul piano politico e conseguenti alla decisione di questo Consiglio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Farassino.
FARASSINO Due parole per esprimere la mia grande preoccupazione di fronte a quanto sta succedendo. A parte l'arroganza che è già scontata, a parte la assoluta non considerazione dell'istituto della Regione Piemonte, ci troviamo di fronte alla assoluta non considerazione delle istituzioni: questo è lo sfascio del sistema! Stiamo andando verso un tipo di rivoluzione o di nichilismo, non so come chiamarlo. Pare di essere in Jugoslavia. La relazione mirata, equilibrata, prudente del Capogruppo della DC Picchioni, è andata fuori schema, ha guastato l'impianto, ha turbato il sistema, ha derogato dal primo comandamento del potere. Ciascuno pu pensare quello che vuole, purché combaci con quello che è già stato pensato da chi detiene il potere. Ci troviamo di fronte a un altro dei tanti fatti di scavalcamento dell'istituzione. Il Presidente della Giunta dice che abbiamo un rapporto col Ministro che è dialettico e burocratico, ma secondo noi abbiamo nessun tipo di rapporto.
Il Ministro Ruffolo continua imperterrito a ignorare la risoluzione parlamentare, a ignorare le prese di posizione della Regione Piemonte, a ignorare i ricorsi al TAR I lavori del Re-Sol continuano.
Questa è la verità, per cui sarebbe il dott. Clini semmai che dovrebbe essere denunciato perché lui dice il falso sostenendo che i lavori non sono iniziati. Quindi ci troviamo di fronte al doppio gioco tra il Piemonte e la Liguria, a favore di interessi economici enormi che non hanno niente a che vedere con il senso di giustizia che questo Consiglio va chiedendo da sempre a favore della popolazione della Valle Bormida.
Potremmo continuare fino a dopodomani, ma non voglio farla troppo lunga, voglio semplicemente, esternando la mia solidarietà, respingere con il mio Gruppo l'ingerenza del dott. Clini e del Ministro Ruffolo nelle decisioni del Consiglio regionale del Piemonte e auspico quanto prima un incontro che potrà anche essere uno scontro per avere finalmente la possibilità di vedere in faccia questa gente attenta all'incolumità della nostra terra e della nostra gente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cucco.
CUCCO Signor Presidente, colleghi Consiglieri, non voglio ripetere la solidarietà al collega Picchioni, al quale peraltro l'abbiamo già manifestata più volte, o le cose che abbiamo già detto, ma voglio ricordare un aspetto della civiltà della comunicazione, di cui spesso ci dimentichiamo. Il Direttore del Ministero dell'Ambiente ha vinto già due volte: 1) riuscendo ad apparire come l'unico difensore di alcuni interessi nei confronti delle forze politiche che nel Piemonte si oppongono a questa storia 2) obbligando i Capigruppo e tutti gli esponenti di un Consiglio regionale intero a parlare contro di lui o contro il suo atteggiamento nei confronti di un membro di questo parlamento.
Questo Consiglio regionale dà un enorme rilievo ad un personaggio che non deve averlo - e non lo cito né per nome né per cognome. Il nostro referente è il Ministro, è il Ministro che deve rispondere del comportamento assolutamente inqualificabile (mi è sfuggito il cognome, ma non volevo dirlo) di un suo funzionario. Quello che afferma il dott. Clini sarà perseguito penalmente se riusciremo a provare che quello che lui ha scritto nella sua relazione non corrisponde al vero come noi sosteniamo. Il Presidente del Consiglio deve intervenire durissimamente nei confronti del Presidente del Consiglio dei Ministri (e del Ministro competente), perch il Presidente del Consiglio dei Ministri è il responsabile del Governo e delle relazioni nei confronti con i parlamenti, e basta.
La posizione del collega Picchioni è assolutamente condivisibile. E' soprattutto importante che, nella forma della nostra espressione, si tenga conto anche di questo. Dare pubblicità a quel signore significa aumentare la sua "vittoria", perché continuerà a uscire sui giornali come l'unico salvatore dell'altra Patria.



PRESIDENTE

E' iscritto a parlare il Consigliere Marchini: ne ha facoltà.
MARCHINI Signor Presidente, in primo luogo ritengo opportuno che si introduca nei lavori del Consiglio l'ordine del giorno così come è predisposto dai colleghi del MSI - DN, salvo rinviarlo ad altra sede ritenendo quindi opportuno ripensarlo tutti insieme. E questa è una delle questioni sulla quale interveniamo.
Sul piano di colleganza personale esprimo l'apprezzamento, sia pure in ritardo, nei confronti del collega Picchioni il quale, considerando le situazioni, aveva fatto un intervento estremamente misurato ed estremamente prudente; lo stesso collega si era fatto carico di rappresentare non solo la volontà del suo Gruppo, all'interno del quale vi erano posizioni anche sofferte, ma anche dell'intera maggioranza. Ricordo che ha fatto una dichiarazione illustrativa del documento di maggioranza. Quindi, esprimo un amichevole e affettuoso atto di solidarietà a Picchioni, ma puntuale difesa delle prerogative del Consiglio, che non può essere messo in discussione se per caso ha da essere messo in discussione, dall'altro livello istituzionale (e non sicuramente da un funzionario anche se titolare dei più ampi e più significativi ruoli). Quindi la difesa sicuramente della correttezza e della serietà del nostro collega, la correttezza del Consiglio come istituzione. Ma, devo dire, anche difesa nei confronti dell'Assessore Garino.
Infine una considerazione, non di comodo, come potrebbe sembrare.
L'Assessore Garino ha fatto bene a intrattenere, nei tempi più stretti possibili, un rapporto con il Ministero, perché la cosa migliore é stata quella di mettere a conoscenza del Ministro nei tempi più stretti possibili, quanto é avvenuto in questa sede, per evitare che, addirittura rispetto a quelli che erano i testi scritti, potessero andare avanti delle interpretazioni e delle comunicazioni di natura diversa, strumentali e magari lontane dalla realtà.
A me sembra che l'Assessore Garino, visti i rapporti che si erano intrattenuti con il Ministro, abbia operato bene, quindi non mi sembrano opportune alcune frasi di colore che qualcuno ha voluto usare.
Signor Presidente, qui però c'è una questione vera, qui c'è un conflitto forte tra la Regione Piemonte e lo Stato. La verità è questa! Allora, siamo sicuri in questa vicenda di esserci comportati con senso delle istituzioni per poter chiedere con fermezza il rispetto e il senso delle istituzioni, non certo a questo degnissimo funzionario, ma al Ministro? E' veramente serio che una istituzione come la nostra ragioni per pregiudiziali in un argomento di merito? Possiamo immaginare che qualcuno abbia ragione di stupore nel vedere un documento approvato dalla Giunta non sostenuto dalla sua maggioranza, messo in discussione dal suo Consiglio? Non è curioso che un documento di maggioranza, diverso da quello concordato dalla maggioranza, venga modificato in Consiglio, davanti a un Consiglio interrotto per ascoltare i sindaci? Alla fine noi liberali diciamo che la presenza della Regione nell'ambito del processo di disinquinamento è un atto politicamente, se non giuridicamente dovuto. Ma lo si elude attraverso una pregiudiziale. E questo il senso delle istituzioni? C'è da immaginare che da altre parti si possa reagire in termini, che noi respingiamo, che rifiutiamo perch difendiamo l'onorabilità prima di tutto di noi stessi e dei nostri colleghi, e contestualmente, delle istituzioni che abbiamo l'onore di rappresentare. Facciamo però una minima riflessione, quando chiediamo ad altri di fare cose che competono ad altri e non facciamo noi le cose che competono a noi. Non possiamo ignorare che esiste un piano di disinquinamento che è un intervento sul nostro territorio, del quale noi "obtorto collo", nella condizione a), nella condizione b), nella condizione z), non potremo non interessarci. Le questioni di principio, le bandiere, i vessilli, con scritto; "se sita il Re-Sol, non vogliamo i soldi per il disinquinamento nella Valle Bormida", sono cose che si possono mettere nei musei, ma non si possono mettere nelle istituzioni.
Ho sottoscritto e votato il documento della maggioranza, ma mi chiedo se siamo veramente sicuri che tutti i Consiglieri in quell'occasione si siano pronunciati in assoluta libertà di intelligenza e di pensiero, con la procedura che abbiamo seguito, con il Consiglio regionale interrotto per ascoltare i sindaci. Evidentemente, sul piano umano non abbiamo potuto non fare ancora una volta un atto che però è solo di solidarietà politica, non di intelligenza politica. Siamo stati portati, ancora una volta, a fare un atto di solidarietà politica, che ripeteremo anche domani. Questa istituzione però deve anche garantire al Consiglio e ai Consiglieri non soltanto la libertà, ma anche la possibilità reale di fare un lavoro politico, non soltanto di solidarietà politica come stiamo facendo sull'ACNA. Il collega della Democrazia Cristiana, utilizzando oltretutto delle espressioni che qualcuno potrebbe equivocare, ha chiesto alla Giunta di assumere le sue responsabilità e io dico che dobbiamo cominciare ad assumere le nostre responsabilità e fare atti di responsabilità politica e non atti di solidarietà politica, perché, per la solidarietà politica, ci sono gli appelli; responsabilità politica è governare i processi, non giudicare i processi. Non si può stare fuori dai processi che sono nella realtà e sul territorio, ci si sta nelle condizioni in cui la storia e la forza delle cose ci fanno stare, difendendo con i denti le nostre prerogative, le nostre funzioni e le nostre popolazioni. L'Aventino non ci è consentito, l'Aventino ha portato in questo Paese la sconfitta molti secoli fa. Alla classe politica non è consentita la latitanza sui problemi.
Siamo bravissimi a dire cosa deve fare la Liguria, bravissimi a dire cosa deve fare lo Stato, ma siamo meno bravi ad assumere le nostre responsabilità quando costano sul piano della popolarità.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossa.
ROSSA Signori Presidenti del Consiglio e della Giunta, colleghi, innanzitutto desidero esprimere, a nome del Gruppo PSI e mio personale, la più convinta fraterna e cordiale solidarietà al collega Picchioni. E' una doverosa manifestazione tanto più doverosa quanto più le posizioni del collega Picchioni non coincidono con le posizioni che io ho espresso, quindi è tanto più significativa la nostra solidarietà quante più perplessità abbiamo avuto per le cose che egli ha detto. La solidarietà é diretta a ribadire l'autonomia e la libertà, che non sono perseguibili, del Consigliere nelle sue funzioni e a ribadire la piena sovranità del Consiglio e dei suoi componenti di fronte a chicchessia, anche di fronte al Ministro, benché il Direttore generale del Ministro dell'Ambiente, dott.
Clini, scriva su carta del Ministero, nemmeno con il sottotitolo di Direttore generale, tanto che si potrebbe presumere che abbia piena autonomia.
Parlo tranquillamente e serenamente di questa vicenda perché a tutti e a ciascuno é lecito esprimere liberamente il proprio pensiero; d'altra parte ci sono i giornali, si parla; quante volte si discute e si manifestano posizioni diverse tra un Ministro, il Presidente di una Giunta il Segretario di un Partito, il Presidente della Repubblica, forze politiche. A ciascuno deve essere riconosciuto il diritto di esternazione riconoscendo che c'è il diritto di interdizione. Allora, di fronte ai tentativi di interdizione, è giusto che ci siano i diritti di esternazione.
Sono vicende che conosciamo molto bene, che valgono perle cose di carattere nazionale, ma possono valere anche per quanto riguarda le nostre vicende. Credo sia stato un gravissimo errore quello di aver dato alle posizioni espresse in quest'aula da un autorevole esponente della Democrazia Cristiana un carattere quasi burocratico, amministrativo. Avrei preferito un carattere polemico, duro, anche da parte di un direttore generale, anche da parte del Ministro, che dicesse che la Democrazia Cristiana ha assunto un atteggiamento che i socialisti non condividono.
Conosco personalmente il dott. Clini e so anche da dove viene...



(Interruzioni)



PRESIDENTE

ROSSA



PRESIDENTE

Ha molti legami in Piemonte, é persona che conosce molto bene la nostra Regione. Io non seguirei mai la strada burocratica e amministrativa dei confronti a Cengio o a Torino per vedere chi ha torto e chi ha ragione.
Ognuno nelle proprie prese di posizioni è libero di esprimere le proprie valutazioni. E' libero il dott. Clini, come é libero il Presidente del Gruppo democristiano, come é libero il Ministro dell'Ambiente.
Condivido le considerazioni del collega Marchini: bisogna saper governare. A me sembra che questa Regione stenti a governare, ognuno fa quello che può. Noi naturalmente sul piano abbiamo rinunciato a svolgere la nostra funzione. Abbiamo preso l'impegno di sentire i Ministri Ruffolo e Bodrato e il Presidente del Consiglio dei Ministri, on. Giulio Andreotti.
Deciderà la Giunta, deciderà il Presidente, deciderà l'Assessore, se c'è qualcuno che ha il potere di chiudere la fabbrica certamente non é Ruffolo ma sono altri. Pertanto abbiamo concordato che incontreremo quelle personalità ed io, a nome del Gruppo socialista, chiedo che questo incontro avvenga al più presto, quindi, sono d'accordo con voi.
Mi dispiace che di questa polemica si sia mantenuto il massimo riserbo perché in definitiva noi parliamo di queste cose senza avere ricevuto nessun documento. Sono grato all'on. Picchioni che mi ha fatto avere adesso il documento. Questa vicenda non è solo kafkiana.



(Interruzione: E' craxiana!)



PRESIDENTE

ROSSA



PRESIDENTE

Se fosse craxiana, sarebbe molto più "coram populo". Altro che kafkiana, noi discutiamo su qualcosa che è avvenuto in modo quasi evanescente, quando invece avremmo dovuto essere maggiormente coinvolti.
Comunque, è un aspetto di forma, e io ribadisco la nostra piena solidarietà. Ciascuno deve essere libero di esprimere le proprie idee anche perché qui si fa politica, ciascuno si prende le sue responsabilità e ciascuno difende le proprie posizioni.
Sono d'accordo di iscrivere l'ordine del giorno che il Consigliere Majorino ha presentato e di inserirlo formalmente in questo dibattito. Sono dell'avviso che si debbano difendere le posizioni di questo Consiglio regionale che sono sovrane e direi di non andare oltre perché non mi pare sia il caso di riaprire un dibattito sull'ACNA, sul Re-Sol e sul piano di risanamento. Noi abbiamo detto la nostra posizione indipendentemente dalle posizioni di ciascuno, quindi il discorso é chiuso.
Mi pare che nei rapporti con il Ministero dell'ambiente non abbiamo mai mostrato sudditanza e non abbiamo mai subito imposizioni di alcun genere. A suo tempo abbiamo espresso le nostre posizioni. Se dovessi esprimere il mio pensiero, direi che avrei voluto vedere l'Assessore Garino più vicino alle posizioni del Ministero, non perché il Ministro é socialista, ma per difendere qualche cosa in cui credo, appunto quel piano di risanamento senza il quale gli altri andranno avanti, comunque vadano le cose, e noi continueremo a restare al palo.



STAGLIANO' IGOR



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marino.
MARINO Devo dire che di kafkiano vedo solo il ruolo reale del Consiglio regionale del Piemonte, ma su questo piano non mi inoltro perché già in altre occasioni mi sono espresso. Esterno invece il mio stupore quando, il giorno dopo quella seduta di Consiglio regionale, con grande tempestività tutto apparve sui giornali e mi chiedo se all'interno del Consiglio regionale esista una struttura non ufficiale di funzionari che, nel tempo reale del dibattito e delle scelte che qui dentro si fanno, forma una serie di interlocutori, non sempre istituzionalmente preposti. In questo caso l'Assessore Garino mi permetta la battuta - la talpa l'abbiamo scoperta, ed era l'Assessore, al quale vorrei precisare che a me le cose sembrano abbastanza chiare.
Da questo punto di vista non posso condividere le cose dette da Marchini. Mi sembra di capire che l'unica cosa che si può inviare via fax la stessa sera in cui si svolge un dibattito in Consiglio regionale, è un documento scritto, in questo caso, da parte del Consigliere Picchioni perché non esistevano i verbali scritti. Sulla questione dei verbali di questi Consigli, sull'uso improprio che si cerca di farne e sul modo improprio in cui vengono diffusi all'esterno, molte altre cose sarebbero da dire, ma anche questo é un argomento su cui non mi inoltro ulteriormente.



(Voce: Sarebbe meglio inoltrarsi.)



PRESIDENTE

MARINO



PRESIDENTE

L'Ufficio di Presidenza, fra le altre cose, dovrebbe chiarire con precisione il modo di funzionamento e di comunicazione all'esterno del dibattito che avviene in questi Consigli. Credo che la maggior parte dei presenti capiscano di cosa sto parlando.



PRESIDENTE

Personalmente non capisco di cosa sta parlando. Chiedo il suo chiarimento.
MARINO Per esempio, lei sa che qualcuno ha richiesto a lei copia di interventi svolti in questo Consiglio regionale, che lei, per quello che mi risulta ha negato, e che poi comunque sono stati dati. A quello mi riferisco e lei sa bene di cosa parlo. Aspetto con ansia che coloro che hanno chiesto quei verbali li usino per aprire una interessante discussione.
ROSSA A cosa ti riferisci? MARINO Visto che il Consigliere Rossa mi costringe, mi riferisco a un dibattito fatto riguardante il funzionamento delle conferenze sui rifiuti.
ROSSA Questo é noto a tutti.
MARINO Non è così.
Presidente, se lei mi concede altri dieci minuti rispondo al Consigliere Rossa molto volentieri.



PRESIDENTE

Consigliere, proceda nel suo intervento. Lei ha chiarito il suo riferimento che non capivo. Chiederò com'è la cosa.
MARINO Adesso ci siamo capiti, in corridoio lo spiegherò anche al Consigliere Rossa. Entro invece nel merito...
ROSSA Non mi devi spiegare niente, c'è una posizione dell'Assessore, insomma tu sfondi una porta aperta.
MARINO Ritengo che l'Assessore dovrebbe inoltrare i documenti ufficiali di questo Consiglio regionale; che per il resto dovrebbe esserci perlomeno la discrezione di chiedere alla persona interessata il consenso ad inviare un suo intervento scritto, che magari può essere corretto in sede di stesura definitiva.
Dette queste cose ed esprimendo a questo proposito una solidarietà, che non è né strumentale né formale, ma sincera, solidarietà che credo debba essere espressa quando qualunque esponente di una forza politica riesce a separare gli orpelli, le pressioni, i problemi, anche gravi, che si possono anche presentare da una presa di posizione chiara su questioni che in questo caso riguardano una parte consistente della comunità regionale.
Fatta questa espressione di solidarietà, andando al sodo, sono preoccupato su come questa questione sta andando avanti. Condivido pienamente le cose dette da Cucco, qui non c'è nessun guanto di sfida da accettare, l'interlocutore di questo Consiglio regionale è e non può che essere il Ministro dell'Ambiente, non un funzionario seppure autorevole.
Il ricorso contro la Regione Liguria, con il consenso degli avvocati della Regione Piemonte, é stato rinviato al 13 giugno. Probabilmente c'erano delle difficoltà oggettive a procedere, pero sappiamo che questo rimando deve essere messo in confronto con il problema di cui tutti siamo consapevoli, e cioè che quell'impianto lo si sta costruendo. Quindi in questa interessante discussione che si trascina da mesi, se non da anni c'è la questione dei tempi con cui si prendono le iniziative che diventa determinante.
Ho sentito riproporre una questione con la quale avevo chiuso il mio intervento l'altra volta e cioè andando avanti così, il Consiglio regionale del Piemonte dovrà incontrarsi con l'intero Governo; quindi non lo farà mai. Chiedo se la Giunta regionale ha fatto tutto quello che doveva fare: chiedere un incontro urgente con il Ministro dell'Ambiente Ruffolo, sulla base del quale noi abbiamo rimandato di tre settimane il dibattito in cui abbiamo assunto una certa posizione, votata pressoché all'unanimità. Sta di fatto che quell'incontro non so con chi si farà. Anche questo è uno dei punti kafkiani di questa discussione.
Chiedo formalmente alla Giunta regionale quali iniziative ha preso e quali riscontri ha avuto rispetto all'incontro che noi aspettiamo con il Ministro dell'Ambiente Ruffolo. Questo mi sembra l'unico elemento reale su cui vale la pena di chiarire le questioni.
E vengo all'ordine del giorno presentato dai Consiglieri Majorino e Zacchera. Credo sia doveroso, dopo la discussione di oggi, che, al di là delle parole (e non tanto di solidarietà), si facciano atti concreti per respingere iniziative che non possono che essere interpretate come forme di intimidazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.
CHIEZZI Signor Presidente, colleghe e colleghi, per prima cosa esprimo solidarietà al collega Picchioni, e non sento il bisogno per renderla credibile di accompagnarla con alcun aggettivo. Spero sia così anche per il collega.
Ho colto, durante il dibattito sull'ACNA, la portata politica dell'intervento svolto dal collega Picchioni. Non so se lui fosse presente durante il mio intervento quando, a proposito dell'intervento da lui svolto, ho parlato di cortesia e di coraggio del collega Picchioni, dicendo che quando da settori di maggioranza, che dispongono spesso di informazioni molto più ricche di quanto non possano disporre le opposizioni, viene la cortesia e il coraggio di dare informazioni al Consiglio si leva il confronto politico. Me resi conto che il collega Picchioni stava effettuando un intervento politico che usciva da certe regole. Ne ho apprezzato la rilevanza politica perché Picchioni aveva messo a disposizione del Consiglio alcune importanti informazioni di cui molti di noi non disponevano. Forse aveva rotto certe regole. Quell'intervento, a mio giudizio temperato e forse un po' sminuito dalle sue conclusioni ("accerteremo, vedremo"), dal punto di vista di maggioranza, di estrema cautela, evidentemente ha suscitato una violenta reazione, che poi si concretizzata in questa lettera intimidatoria nei suoi confronti. Quello che preoccupava dell'intervento del collega Picchioni erano le informazioni che si voleva verificare e, se fossero state verificate, il collega Picchioni ha detto che se ne sarebbero tratte delle conseguenze. A me pare che questa violenta reazione tenti di impedire quegli accertamenti che sono stati richiesti con tanta nettezza e tanta chiarezza.
Per questo invito tutti i colleghi, a cominciare dal collega Picchioni con la solidarietà che esprimo, a non interrompere questa iniziativa politica che, dal punto di vista del rapporto democratico, ho trovato molto interessante. Se vi ricordate in quell'occasione, insieme al collega Maggiorotti, non ho votato a favore dell'ordine del giorno, sia perché non esprimeva con chiarezza la volontà di chiusura dell'ACNA, il riferimento era molto indiretto, sia perché ero contrario ad aderire ad una sorta di facile unanimismo di facciata. In effetti, poche ore dopo questo unanimismo, c'era già qualche innominato Stakhanov che si preoccupava di rendere noto al Ministero tutto il dibattito svolto.
A questo proposito, sono anche interessato a chiarire la vicenda dei nostri interventi en Consiglio regionale. Pensavo - ma posso sba-gliarmi che l'unica autorità che possa mettere a disposizione, senza informare nessuno, i testi non ancora corretti resi in Consiglio regionale fosse il Presidente del Consiglio. Infatti pensavo che il Presidente del Consiglio potesse comunque disporre degli interventi, anche nella prima forma non corretta. Non pensavo invece che fosse possibile per un Consigliere regionale disporre, senza informare il collega interessato, degli interventi non corretti e di spedirli a chi ritenesse opportuno. Da questo punto di vista penso che un Assessore regionale non abbia più diritti e più potere di un Consigliere regionale a chiedere gli interventi dei colleghi.
In quest'aula un Assessore regionale, al fine di conoscere i testi dei dibattiti, penso che abbia lo stesso potere del Consigliere.
Chiedo che venga chiarito questo fatto. Un Consigliere regionale pu disporre degli interventi dei colleghi senza avvertire i colleghi? Se posso farlo, dove posso fare questa richiesta per ottenere gli interventi? Me viene un'altra considerazione: questa procedura è già stata effettuata altre volte? Nel caso specifico, certi miei interventi, anche critici verso settori economici, per esempio, qualcuno li ha spediti a mia insaputa alla FIAT, sulla quale spesso ho avuto da dire? Nei piacerebbe saperlo e ritengo sia un diritto nostro sapere se e nostri interventi vengono presi da colleghi per poterli accompagnare con memorie illustrative un po' più meditate, a sostegno delle tesi che abbiamo sostenuto.
Mi sembra, signor Presidente, che una volta per tutte si debbano chiarire e limiti delle nostre iniziative. Sono per la massima trasparenza non sono assolutamente contrario che ciascuno di noi possa, cinque minuti dopo l'intervento del collega, utilizzarlo, avvertendolo però affinch nella trasparenza, esista anche la correttezza di rapporti Se è così l'Ufficio di Presidenza dea certezza ai Consiglieri dei propri diritti.
Sono d'accordo che questa vicenda non finisca in nulla, ma con un ordine del giorno, e valuterò con grande attenzione cosa ci sarà scritto perché continuo ad essere contrario ad aderire a unanimismi di facciata.
Anche questi unanimismi riguardano una solidarietà che io ho espresso senza aggettivi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ferrara.
FERRARA Signor Presidente, comincio con una piccola annotazione: è curioso che un direttore generale di un Ministero il giorno dopo un dibattito scriva già una lettera, anche se non è poi una cosa così nuova e così straordinaria. Un paio di anni fa l'Onorevole Martinat del MSI propose un riconoscimento di efficienza ad un direttore generale del Ministero dei Trasporti perché, avendo ricevuto il progetto (che mi dicono essere stato di un metro cubo) della metropolitana torinese, il giorno dopo esprimeva parere negativo. Appunto. Martinat aveva proposto un'onorificenza per tanta efficienza. A volte capitano queste cose, non sono certamente del tutto casuali, ci deve essere evidentemente un forte interesse. Ho letto adesso l'intervento di Picchioni e la lettera di questo signor Clini. Non vorrei che facessimo noi il caso, quando il caso che abbiamo presente non mi sembra così clamoroso. A me non pare sia stata messa in discussione la libertà di espressione del Consiglio regionale, dei Consiglieri regionali non mi pare che ci siano intimidazioni particolari. A me pare ci sia uno sbaglio nei modi, nei termini e nei contenuti. L'argomento che abbiamo di fronte é quello di un funzionario che, avendo letto, perché gli era giunto sul tavolo, un intervento nel quale veniva, secondo lui, messa in qualche modo in discussione la sua onorabilità (ma credo di capire che non fosse intenzione del collega Picchioni metterne in dubbio l'onorabilità), ha malamente risposto. Il caso è tutto qui. Sono d'accordo con il Consigliere Cucco, non dobbiamo dare un seguito troppo alto a qualcosa che alto non è: il Consiglio regionale, che ha un ruolo istituzionale di grande rilievo non deve fare un pronunciamento su qualcosa che non ha lo stesso rilievo.
Quindi sarei contrario ad enfatizzare troppo il problema.
Questa situazione mette in evidenza il problema dell'ACNA, che non voglio reintrodurre oggi, ma che certamente reintrodurremo domani perch l'ACNA sarà ancora oggetto in futuro di dibattiti del Consiglio regionale.
Sono d'accordo con quanto ha detto il Consigliere Marchini. L'unica cosa che ci differenzia è che io non ho firmato né votato quel documento.
Credo che dobbiamo sollecitamente chiedere un incontro e cominciare ad avere alcuni interlocutori importanti per poter confrontarci, per poter dare seguito.
L'unico aspetto veramente grave della vicenda dell'ACNA, è la costruzione o la non costruzione del Re-Sol, non perché debba essere fatto o non debba essere fatto, ma perché, rispetto ad un pronunciamento formale del Parlamento, tutti gli organismi, tutte le istituzioni sono interessati quindi occorre chiarire se c'è stato un superamento di fatto di un deliberato del Parlamento.
Alla luce di queste cose la mia opinione è che sarebbe fortemente inopportuno procedere all'approvazione di un ordine del giorno su questa vicenda per i motivi che ho detto prima, ma anche perché l'ordine del giorno che ho visto mi pare dica cose che vanno al di là di quello che é il caso.
A me non pare che ci sia stata una censura alla libertà dei Consiglieri regionali, non mi pare che si sia censurato il Consiglio regionale, quindi sarebbe opportuno chiudere questo dibattito senza esaltarlo più di tanto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Zanoletti.
ZANOLETTI Signor Presidente, colleghi Consiglieri, desidero esprimere una riflessione sull'argomento introdotto dal collega Marchini in riferimento ai concetti di solidarietà politica e di responsabilità politica. Il collega Marchini si è altamente rammaricato di quello che abbiamo fatto attribuendo ai nostri comportamenti, alle nostre decisioni, una motivazione di solidarietà politica, ragionando che queste nostre decisioni sono un atto di irresponsabilità politica. Almeno così ho inteso.
Io dico invece che le motivazioni che hanno ispirato il mio comportamento e quello di tanti altri colleghi per proporre, sostenere e ribadire alcune tesi sono invece gesti e atti di piena di responsabilità politica. Innanzitutto credo che sia subito responsabilità politica la stessa solidarietà politica, nel senso che se si è vicini alla gente e se si cerca di rispettare la volontà popolare si compie già un gesto di responsabilità politica; soprattutto credo sia responsabilità, anzi, dovere politico quello di fare rispettare le leggi e quello di eliminare all'interno di un piano, che vuole essere di disinquinamento, una causa oggettiva di inquinamento.
Aggiungo, e lo dobbiamo dire con calore tutti perché discutiamo le cose vanno avanti nel senso che noi non desideriamo, che è responsabilità, anzi dovere politico nostro quello di agganciarsi ad una risoluzione del Parlamento, di chiedere che sia rispettata e di chiedere che la Regione Liguria non faccia i cavoli che vuole.
Mi fa molto male, e credo che questa notizia debba dispiacere a tutti leggere dal Corriere mercantile del 18 maggio u.s.: "Non si dimentichi che le fondamenta, sono già state costruite e a giorni dovrebbe cominciare il montaggio vero e proprio di questo famigerato Re-Sol".
Allora, cosa stiamo a fare noi qui, se non riusciamo a individuare dopo tanti pronunciamenti, un percorso di concretezza e di efficacia per cui i pronunciamenti e le volontà vengono a opporsi a fatti che non ci piacciono? Invito ancora una volta la Giunta a organizzare quell'incontro con i Ministri, facciamolo con tutti, ma riprendiamo l'iniziativa politica arriviamo concretamente a incidere su questo Re-Sol perché non c'è un problema di comportamenti del Ministero o di diatribe nostre, qui c'è il problema che, mentre stiamo discutendo, il Re-Sol viene costruito e questo è in contraddizione palese con le nostre volontà o quanto meno con le dichiarazioni che, per quanto mi riguarda, liberamente e con piena convinzione ho sempre fatto in quest'aula.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta regionale, Brizio.
BRIZIO, Presidente della Giunta regionale Desidero fornire un'ulteriore puntualizzazione sui fatti. Noi abbiamo scritto ai Ministri chiedendo l'incontro come previsto dall'ordine del giorno approvato dal Consiglio. Ci siamo costituiti contro la Regione Liguria, è stata fatta eccezione sulla nostra costituzione, a nostro avviso del tutto infondata, e comunque la proroga al 13 giugno è una proroga che di fronte alle argomentazioni e le riserve avanzate dall'ACNA su diversi punti è parsa necessaria per ottenere il risultato della sospensione ai nostri avvocati Ferrari e Felisetti, oltre che agli altri, perché pareva assolutamente inevitabile. Per quanto riguarda la costruzione edilizia subito dopo quanto è avvenuto in Consiglio ho fornito istruzioni all'avv.
Sorniotto, del nostro Ufficio legale, ed è stato dato mandato ai nostri avvocati Felisetti e Ferrari di verificare tutti gli aspetti concernenti l'eventuale necessità di una concessione edilizia, l'eventuale esistenza di concessione edilizia, perché la questione è molto complessa. L' impianto può essere interpretato come un impianto di trattamento rifiuti, ma pu essere giudicato, e così tende l'azienda a identificarlo, semplicemente come un impianto industriale e quindi non un impianto di rifiuti; terzo, e come tale non necessario delle opere edilizie, cosa che noi contestiamo.
Quindi ci siamo mossi anche su questo livello, che è l'aspetto giuridico.
Gli aspetti nostri sono soltanto due: l'iniziativa politica e l'iniziativa giuridica; entrambe le abbiamo assunte ed entrambe porteremo avanti. Noi riteniamo di non poter assumere alcun provvedimento al di fuori del nostro territorio.
Noi ci rendiamo perfettamente conto delle difficoltà della situazione.
E' aperta, come ha detto Marchini, una grossa querelle, un grosso scontro.
Ho usato prima la parola dialettica, ma possiamo usare un termine diverso.
E aperto uno scontro tra noi e la Regione Liguria, è aperta anche una posizione di scontro in certo qual modo circa le interpretazioni che vengono date a livello ministeriale dell'indirizzo assunto dal Parlamento il 30/1/199 l. Quindi ci stiamo attivando a tutti i livelli, non c'è nessuna inerzia da parte nostra. Un risultato automatico non dipende da noi, perché ci sono atti che superano la nostra competenza e la nostra possibilità.
Voglio assicurare che la Giunta, per quanto le compete, farà tutta la sua parte. Noi, scrivendo ai Ministri, abbiamo fatto anche esplicito riferimento, non solo al testo dell'ordine del giorno, ma abbiamo ribadito anche il riferimento alla proposta di legge approvata dal Consiglio regionale perché fosse chiara la nostra posizione sulla sorte dell'ACNA. La nostra posizione è molto chiara e molto precisa. I lavori vanno avanti.
Sono in Liguria, non sono in Piemonte. Mi auguro che non vadano avanti, che possiamo fermarli, che possiamo arrestarli, però dobbiamo avere la concretezza di comprendere che questo rischio era d'altra parte ben noto al Ministero e lo sapevamo quando abbiamo preso posizioni contrarie, secche e precise. Anche in questo Consiglio da più parti è stato avanzato il timore che le cose, malgrado la nostra opposizione più tenace e più dura potessero andare avanti. Questo lo dico perché sono stati portati avanti discorsi che attengono all'oggetto della questione e al comportamento e non alla questione oggetto delle interpellanze e della comunicazione, che é più ristretta e che riguarda comportamenti che sono stati ampiamente stigmatizzati rispondendo alle interpellanze.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO



PRESIDENTE

Ho preso atto del dibattito che si è svolto, dei contenuti di ogni singolo intervento. In ordine all'adempimento che resta ancora aperto su questo punto, cioè alla presentazione dell'ordine del giorno a fir ma Majorino e Zacchera, a norma del quinto comma dell'art. 51, abbiamo già avuto un parere favorevole e un parere contrario sull'iscrizione, pertanto pongo in votazione l'iscrizione dell'ordine del giorno.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è iscritto con 41 voti favorevoli e 1 contrario.


Argomento:

Iscrizione argomenti all'o.d.g.


PRESIDENTE

Propongo inoltre l'iscrizione all'o.d.g. dei seguenti argomenti: progetto di legge n. 101: "Seconda sottoscrizione di nuove azioni della SAGAT S.p.A." proposta di deliberazione n. 211: "Regolamento per la disciplina della navigazione sulle acque del Lago d'Orta in Provincia di Novara" proposta di deliberazione n. 230: "Individuazione, ai sensi dell'art.
4 della LR. 18 febbraio 1985, n. 10, di Associazioni, Enti ed Istituti titolari di potere di designazione per le nomine nelle sezioni decentrate della Commissione regionale per la tutela e la valorizzazione dei beni culturali ed ambientali".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'iscrizione è approvata all'unanimità dei 32 Consiglieri presenti.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.40)



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