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Dettaglio seduta n.63 del 07/05/91 - Legislatura n. V - Sedute dal 6 maggio 1990 al 22 aprile 1995

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Esame proposta di deliberazione n. 59: "Espressione di parere favorevole al 'Piano per il disinquinamento e la bonifica della Valle Bormida', ai fini della prescritta intesa tra Stato e Regioni Liguria e Piemonte in attuazione dell'art. 7 della legge 8/7/1986, n. 349"; esame proposta di deliberazione n. 153: "Determinazioni del Consiglio regionale a non approvare il Piano per il disinquinamento e la bonifica della Valle Bormida" (seguito)


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Proseguiamo l'esame delle proposte di deliberazione nn. 59 e 153, di cui al punto 6) all'o.d.g. Riassumo la situazione così come scaturita dalla seduta precedente, nella quale si era discusso questo argomento. Avevamo sospeso la discussione perché la Giunta aveva chiesto tempo per un approfondimento. Alla Presidenza sono pervenute tre proposte di questioni preliminari sospensive. La prima era stata presentata la volta scorsa dai Consiglieri Majorino e Zacchera, ai sensi dell'art. 63 del Regolamento; la seconda è stata presentata dai Consiglieri Picchioni, Marchini, Rossa Goglio e Ferrara; la terza dai Consiglieri Segre e Staglianò. Sono inoltre giacenti dalla seduta del 16 aprile un ordine del giorno presentato dai Consiglieri Segre, Staglianò e Miglio, e un secondo ordine del giorno presentato dai Consiglieri Bresso, Riba, Coppo, Dameri, Rivalta Maggiorotti, Chiezzi, Miglio, Marino, Cucco, Rabellino, Farassino, Vaglio Segre e Goglio.
Trattandosi di questioni preliminari sospensive, devono essere poste subito in discussione.
Ha chiesto di parlare il Consigliere Rivalta; ne ha facoltà.
RIVALTA Signor Presidente, lei giustamente, nell'aprire la seduta, ha richiamato gli antefatti più recenti sulla vicenda ACNA e ci ha correttamente detto che si riprende la discussione sul punto all'o.d.g. che prevede l'esame del Piano di risanamento della Valle Bormida, discussione che era stata sospesa il 16 aprile su richiesta della Giunta, creando non poca tensione nei Consiglieri che avevano partecipato al dibattito e in alcuni abitanti della Valle Bormida che erano presenti.
Il rinvio del dibattito era stato richiesto dal Presidente Brizio - noi certo non condividemmo la sua richiesta -, in quanto la Giunta doveva raccogliere i pensieri dei suoi membri e riportarci una settimana dopo il 23 aprile, - questo era l'impegno - la sua posizione. Il 23 aprile non c'è stata la continuazione del dibattito, pertanto non abbiamo saputo quali siano stati i ragionamenti, e quindi la posizione della Giunta.
Sono passati altri quindici giorni e oggi si svolge una seduta di Consiglio sul tema della Valle Bormida esclusivamente perché il Gruppo PDS primo firmatario il Capogruppo Monticelli, e altri Gruppi di opposizione hanno chiesto la convocazione straordinaria del Consiglio regionale.
Non posso non esprimere tutta la mia delusione, il mio rammarico e il mio dispiacere per questo comportamento istituzionale, perché dopo tanta tensione, dopo tre settimane di possibile meditazione, si riunisce il Consiglio e non si sente dire che si continua quella discussione, che si procede dunque verso una decisione, un pronunciamento possibile, come abbiamo verificato nella seduta del 16 aprile, ma sentiamo invece dire che sono state presentate delle pregiudiziali per rinviare la discussione.
Presidente Brizio, conoscendoti da molto tempo e riconoscendo il tuo impegno, ti tratto con un rapporto umano che non può essere considerato offensivo nei tuoi riguardi, ma sul piano politico non posso esimermi dal dire che è davvero sorprendente che, su una questione seria e grave come quella della Valle Bormida (valle inquinata e degradata da cento e più anni), oggi ci si riunisca e tu, Presidente Brizio, dopo che hai chiesto la sospensione di una settimana (durata effettivamente tre settimane), non senti il dovere di comunicare il motivo per il quale non prendete una decisione, dopo che dal 1987 è stata dichiarata zona a rischio su sollecitazione delle popolazioni, dopo che dal 1987 ad oggi si sono svolte alcune decine di dibattiti, si sono approvati numerosi ordini del giorno che chiedevano la chiusura dell'ACNA, è stata approvata una proposta di legge al Parlamento nazionale nel marzo 1990 che chiedeva la chiusura dell'ACNA. Ti chiedo formalmente, prima di passare alle vostre pregiudiziali, perché il Regolamento ve lo consente, di darci conoscenza di che cosa è avvenuto in queste tre settimane, che cosa avete pensato e quali intenzioni avete maturato per evitare continuamente e ancora una volta il pronunciamento. Non può essere presa questa come un'offesa personale Brizio, ma certo come una denuncia politica di come si governa o, meglio di come non si sappiano governare fatti importanti come quello della Valle Bormida, fatto esemplare del problema del rapporto di un'industria con l'ambiente e con gli abitanti di una valle. Ti chiedo di esprimerti su questa questione e di non eludere la discussione attraverso l'approvazione di una pregiudiziale.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta regionale.
BRIZIO, Presidente della Giunta regionale Nelle riunioni dei Capigruppo che si sono tenute ripetutamente in queste settimane, ho spiegato l'evolversi della situazione e mi stupisce che non sia stata data una comunicazione completa, perché oltretutto nella riunione dei Capigruppo di stamani si era convenuto che avrei parlato per primo, per spiegare che cosa la Giunta abbia fatto in questo periodo e quali siano le sue posizioni. Quindi, non c'è, da parte nostra, alcuna volontà di rinviare, bensì quella di spiegare con chiarezza il nostro pensiero.
RIVALTA Chi te lo ha impedito? BRIZIO, Presidente della Giunta regionale Stavo alzando la mano, non mi avete dato la possibilità di parlare.
Nella riunione dei Capigruppo, spero che il collega Monticelli te lo abbia detto, avevamo convenuto che avrei aperto la seduta con un breve intervento per dire come stanno le cose. In linea generale, la Giunta è impegnata a portare avanti con determinazione e coerenza, sempre, le indicazioni e gli indirizzi formulati dal Consiglio regionale, alla cui formulazione ha sempre concorso, ancora recentemente ribaditi in questa aula sulla questione ACNA Valle Bormida con gli atti di propria competenza e con iniziative politiche pesanti assunte a tutti i livelli.
Dico con gli atti di propria competenza, perché siamo in uno Stato di diritto e, solo nell'ambito delle competenze che ci sono date, possiamo operare ed assumere delle iniziative politiche.
In merito allo specifico problema del Piano di risanamento, la Giunta ha valutato gli orientamenti emersi nel corso del dibattito consiliare del 16 aprile 1991 e ha deciso, in adempimento ai compiti a lei affidati, di non richiedere l'approvazione del Piano istruito e di aderire alle richieste, formulate dalla maggioranza, di definizione preliminare e puntuale della localizzazione dell'impianto RE-SOL fuori della Valle Bormida, secondo le unanimi valutazioni del Consiglio regionale del Piemonte, e secondo la risoluzione parlamentare del 30 gennaio 1990.
Inoltre la Giunta intende tutelare, in tutte le sedi, gli interessi delle popolazioni piemontesi, perché è ben noto che siamo di fronte a una questione grave per la salute e per l'ambiente. La Giunta, pertanto, ha agito in via giurisdizionale contro la delibera della Liguria del 6 febbraio scorso e lo ha fatto con estrema determinazione, tanto che la discussione del ricorso stesso è stata fissata, per la parte sospensiva, il 16 maggio ed è collegata ad una richiesta formulata anche da un Gruppo consiliare.
ZACCHERA Un mese prima.
BRIZIO, Presidente della Giunta regionale Se è vero, è anche vero che la Giunta si ricollega ad una precedente sua costituzione in giudizio e che ha una forza maggiore perché, come voi sapete bene, si è determinato di unire le indicazioni nella seduta del 16 maggio.
Inoltre la Giunta ha già avviato una fase di ulteriore confronto con il Governo. Il Presidente e l'Assessore hanno conferito con il Ministro Ruffolo che si è detto disponibile ad un incontro. Anche questo è stato detto nella Conferenza dei Capigruppo, tanto che, per la verità, avevamo anche chiesto - questo non lo nego - di differire ulteriormente la seduta del Consiglio per farla dopo l'incontro con il Ministro Ruffolo. A ciò non si è voluto aderire, in forma perfettamente corretta e legittima che nessuno contesta, ma questa nostra volontà di confronto con il Governo è stata portata avanti, il Ministro Ruffolo ha dato disponibilità a parlare anche con i Capigruppo e ad essere presente. Siamo disponibili ad ampliare il confronto per fare emergere con forza la posizione del Piemonte. Per questo aderiamo alla pregiudiziale, a quella parte che allarga il confronto agli altri livelli.
In conclusione la nostra posizione mi pare chiara e ribadisco che ad essa, che è conforme agli indirizzi del Consiglio, la Giunta si ispirerà nell'adozione degli atti di sua competenza. Ribadisco che siamo in uno Stato di diritto e che ci esprimiamo nell'ambito delle nostre competenze.
Sulle competenze che sono di altri livelli opereremo con la pressione e con l'iniziativa politica, che sarà forte e determinata, ma che non potrà che essere rispettosa dei vari livelli di competenza.



PRESIDENTE

Do lettura delle tre questioni preliminari sospensive. La prima presentata dal Gruppo MSI, recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte rilevato che con l'ordine del giorno 26 febbraio 1991 conclusivo di ampio dibattito conseguente all'autorizzazione 6 febbraio 1991 della Giunta regionale ligure autorizzativa dell'impianto RE-SOL; il Consiglio regionale si è espresso - a larghissima maggioranza (compreso il voto dell'Assessore all'ambiente) - nel senso di netto dissenso alla installazione del RE-SOL nella Valle Bormida e, segnatamente nel territorio dello stabilimento ACNA considerato che la proposta di deliberazione n. 59 - sia, pure sottoposta a condizione, non offre né certezza, e neppure idonea garanzia che l'attuazione del Piano di disinquinamento e bonifica venga realmente preceduto dalla 'non costruzione' dell'impianto RE SOL nella Valle Bormida decide ai sensi dell'articolo 63 del Regolamento di rinviarsi e sospendersi la discussione e la decisione sulla deliberazione n. 59, sino a quando, con provvedimento formalmente e sostanzialmente valido dell'Autorità competente, sia stata revocata, comunque, annullata la deliberazione 6 febbraio 1991 n. 502 della Giunta regionale ligure." I Consiglieri inoltre propongono di aggiungere in conclusione alla suddetta questione preliminare/sospensiva, il seguente paragrafo: "ferma restando la volontà politica del Consiglio regionale del Piemonte di vedere approvata la proposta di legge al Parlamento diretta alla definitiva chiusura dell'ACNA, proposta di legge a suo tempo approvata a larghissima maggioranza nel marzo 1990." La seconda questione preliminare/sospensiva, presentata dai Consiglieri Picchioni, Marchini, Rossa, Goglio e Ferrara, recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte prende atto dell'istruttoria compiuta dalla Giunta e dalla II Commissione permanente ritiene che non si possa formulare il definitivo parere sul Piano di bonifica e disinquinamento della Valle Bormida fino a che non si sarà definita la localizzazione dell'impianto RE-SOL fuori dalla Valle Bormida secondo le unanimi valutazioni del Consiglio regionale del Piemonte e della risoluzione parlamentare del 30 gennaio 1990 considera indispensabile un pronunciamento del Governo Nazionale sulla localizzazione del RE-SOL e quindi invita la Giunta regionale a richiedere un urgente incontro con i responsabili dei Dicasteri dell'ambiente delle Partecipazioni Statali e dell'Industria e a riferire al Consiglio.
Decide pertanto di sospendere le determinazioni in ordine al punto 6) dell'o.dg. della presente seduta per le motivazioni sopra illustrate." La terza questione preliminare/sospensiva, presentata dai Consiglieri Segre e Staglianò, recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte ribadendo l'urgenza che il Parlamento esamini entro la fine della presente legislatura la legge n. 499 'Norme per la chiusura dell'ACNA (Puntini)' prendendo atto del dibattito svoltosi in aula nella seduta del 16 aprile us. in ordine alle PDCR n 59 e 153 riguardo al parere sul Piano di bonifica e disinquinamento della Valle Bormida RITIENE che non si possa formulare il definitivo parere sul Piano di bonifica e di disinquinamento della Valle Bormida a che non si sarà definita la localizzazione dell'impianto RE-SOL fuori della Valle Bormida secondo le unanimi valutazioni del Consiglio regionale del Piemonte e della risoluzione parlamentare del 30/1/90 CONSIDERA improrogabile un pronunciamento del Governo nazionale sulla localizzazione del RE-SOL e quindi invita la Giunta regionale a richiedere un urgente incontro con i responsabili dei Dicasteri dell'Ambiente, delle Partecipazioni Statali e dell'Industria e a riferire al Consiglio DECIDE pertanto di non procedere alle determinazioni relative al punto 6) dell'o.d.g. della presente seduta." La discussione sulle tre questioni preliminari sospensive presentate viene unificata.
Ha chiesto la parola il Consigliere Majorino: ne ha facoltà.
MAJORINO Signor Presidente, colleghi Consiglieri, a guisa di preambolo della illustrazione che farò, a nome del Gruppo MSI-DN, della nostra pregiudiziale, devo innanzitutto ricordare che siamo stati sospinti, anche noi, a proporre la pregiudiziale ai fini di non entrare nel merito della discussione del piano di risanamento perché esiste una manifesta contraddizione fra l'ACNA aperta e il piano di disinquinamento e risanamento che la presuppone aperta. Quindi, nell'affrontare il merito del piano, magari per censurarlo, per tentare di emendarlo, di variarlo, ci si sarebbe trovati di fronte, a mio avviso e non solo a mio avviso, a questa contraddizione.
Ciò premesso, dopo che nel corso dell'ultima seduta è stata respinta la pregiudiziale n. 1 proposta dal nostro Gruppo, con la quale si chiedeva di affrontare la discussione nel merito del piano, solo dopo che si fosse provveduto dall'autorità competente (vedi Ministro dell'Ambiente innanzitutto) alla chiusura definitiva dell'ACNA, va oggi fatto un brevissimo commento.
E stato un comportamento, a mio avviso, politicamente irresponsabile e comunque contraddittorio il fatto che la maggioranza di questo Consiglio abbia operato per respingere la pregiudiziale di non esami-nare il piano finché l'ACNA resta aperta, attraverso l'astensione, quando il 13 marzo 1990 il Consiglio regionale del Piemonte, a larghissima maggioranza, aveva proposto al Parlamento la definitiva chiusura dell'ACNA. Né mi si dica che era un'altra legislatura. E' noto, perché le carte cantano e parlano, che nel documento programmatico del luglio 1990, che ha preceduto l'elezione di questa Giunta, si è detto a chiare note: "Questa Giunta rappresenta la continuità programmatica della Giunta precedente". Evidentemente si tratta di continuità programmatica anche su un punto non certo secondario; la chiara volontà politica di vedere l'ACNA chiusa. Tanto più che nel documento programmatico, per quanto riguarda in particolare la questione ACNA-Valle Bormida, si diceva testualmente: "si pone la nuova Giunta come autorevole riferimento per le popolazioni allo scopo di rigenerare il rapporto di fiducia con e verso le istituzioni".
Di fronte a queste affermazioni, di fronte al fatto che, a larghissima maggioranza, nel marzo del 1990, venne proposta la chiusura definitiva dell'ACNA, in tal senso manifestando volontà politica, non si comprende come richiedendo la medesima affermazione di volontà politica - a guisa di pregiudiziale verso il piano di risanamento - la maggioranza si sia astenuta. E meraviglia ancora di più (non faccio certo dei nomi, perch sarebbe fuori luogo) che abbiano assunto la posizione di astensione tre Consiglieri, i quali, nel marzo 1990, si espressero decisamente per la chiusura - dallo statino che è conservato nell'archivio del Consiglio risulta - e che oggi siedono al banco degli Assessori, quindi dotati di una maggiore responsabilità.
Comunque è stata respinta la pregiudiziale di non esaminare il piano con l'ACNA aperta; siamo quindi in presenza della pregiudiziale n. 2, che è quella odierna, con la quale si dice, in buona sostanza, che sino a quando non vi sarà un provvedimento formalmente e sostanzialmente valido, non dimentichiamo che è necessario richiamarsi a un provvedimento formalmente e sostanzialmente valido, cioè a dire una decisione nella specie prima di tutto ministeriale o comunque di una autorità competente che impedisca l'installazione del RE-SOL, non si potrà passare all'esame del piano di disinquinamento, che presuppone il RE-SOL funzionante. Non va dimenticato infatti che esiste una formale delibera della Giunta regionale ligure, la quale ha autorizzato l'installazione del RE-SOL. Quindi noi diciamo, in buona sostanza, con la pregiudiziale, che fino a quando, con un provvedimento, non venga revocata o comunque annullata o posta nel nulla la delibera della Giunta regionale ligure, o con qualunque marchingegno legittimo, politico istituzionale, non si impedisca l'installazione del RE SOL, non si potrà passare all'esame del piano di disinquinamento, che presuppone il RE-SOL funzionante. E abbiamo soggiunto, emendando leggermente, alla luce delle ultime considerazioni fatte, la nostra pregiudiziale: non si esamina il piano di risanamento fino a quando l'installazione del RE-SOL non è posta nel nulla, ferma restando la volontà politica del Consiglio regionale del Piemonte di vedere approvata la proposta di legge al Parlamento diretta alla definitiva chiusura dell'ACNA Peraltro riteniamo che sia forte questa pregiudiziale - forte rispetto a quella estremamente debole, diluita, contenuta nella pregiudiziale della maggioranza -, perché dinnanzi alla Commissione presieduta dal Presidente del Consiglio che si recò all'ACNA circa un mese fa, il direttore dell'ACNA stessa ha dichiarato che se il RE-SOL non dovesse essere installato l'ACNA dovrà chiudere. Quindi, sia pure con beneficio di inventario, gli do credito, anche perché è considerazione unanime di chi sicuramente sul piano tecnico se ne intende più di me - lo hanno detto, è scritto a chiare note nel settimanale Valle Bormida - che se il RE-SOL, come auspichiamo, non si installerà mai, (ACNA a tempi brevissimi dovrà chiudere. Quindi, attraverso questo giro vizioso si può arrivare alla chiusura dell'ACNA.
Ecco perché, prima e davanti ad ogni cosa, insistiamo nella nostra pregiudiziale. convinti di fare gli interessi della Valle Bormida.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Picchioni per l'illustrazione della seconda pregiudiziale: PICCHIONI Signor Presidente, il 30 gennaio 1990 è stata approvata la risoluzione parlamentare sullo stabilimento ACNA e sulla situazione ambientale in Valle Bormida. Oggi, ad oltre 13 mesi di distanza, per motivare anche la nostra pregiudiziale, riteniamo opportuno fare una ricognizione sui dati di applicazione di detta risoluzione. Da questa analisi emergeranno luci ed ombre, anzi più ombre che luci, dalle quali risulterà indispensabile, per qualunque azione conseguente, avere, a nostro avviso, un indifferibile momento di confronto e di verifica con le autorità ministeriali competenti.
La risoluzione della Camera al punto 1) impegnava il Governo "ad approvare, entro il mese di marzo 1990, d'intesa con le Regioni Liguria e Piemonte, un piano di bonifica definitiva del sito ACNA". A tutt'oggi in tale piano non sono state individuate, come richiesto dalla risoluzione "le risorse finanziarie pubbliche e private necessarie", né sono state precisate "le rispettive responsabilità operative dei pubblici poteri e dell'impresa", né sono state promosse "le iniziative necessarie per il recupero del danno ambientale nei confronti dei soggetti responsabili" (le costituzioni di parte civile del Ministero dell'Ambiente nei confronti dell'ACNA riguardano infatti il mancato rispetto della Legge Merli e la discarica abusiva di Pian Rocchetta, non il sito ACNA).
Il documento "Linee guida per il risanamento del sito", ad opera del Comitato tecnico scientifico, indicava tre livelli di intervento per la bonifica del sito; 38 miliardi per la momentanea messa in sicurezza, 6 miliardi per lo studio di fattibilità della bonifica e 390 miliardi per la bonifica integrale del sito; l'attuale "Piano per il disinquinamento e la bonifica della Valle Bormida" prevede, per la bonifica, una spesa di 51 miliardi, cifra quindi ben lontana da quella necessaria per la bonifica integrale richiesta dagli Enti locali.
I documenti "Linee guida per la bonifica del sottosuolo dello stabilimento ACNA di Cengio" (marzo 1990) e "Linee guida per il monitoraggio dell'insediamento AMA e zone limitrofe" (marzo 1990) indicavano una serie di opere ritenute urgentissime: non risulta che queste opere siano a tutt'oggi quanto meno avviate. Esse consistevano nel completamento e rifacimento di parte delle opere di contenimento già realizzate (zona Basso Piave e zona dallo scarico al cancello d'ingresso) nella realizzazione delle opere di contenimento nelle zone mancanti (lato ferrovia e lato est denominato ponte Donegani), nel rifacimento dell'impermeabilizzazione dei bacini di stoccaggio, nella predisposizione della rete di controllo con spostamento dello scarico a valle (provvedimento che l'ACNA nella riunione a Roma del 22 aprile 1991 ha rifiutato, ritenendolo non di sua competenza).
Per quanto riguarda quest'ultimo punto occorre anche sottolineare che le ultime due riunioni romane, con la ripresa delle argomentazioni tecniche, sono state rese possibili solo grazie all'ultimo presidio effettuato presso lo stabilimento ACNA: si segnalava infatti una certa tendenza a dimenticarsi del problema, nell'incapacità di risolverlo.
Altri interventi che i suddetti documenti indicavano come urgentissimi e che, al momento, non sono ancora stati nemmeno avviati, sono la bonifica del greto del fiume e le misure di contenimento del rischio idraulico.
Tutte queste opere avrebbero dovuto essere portate a termine entro 24 mesi; dal marzo 1990 più di 13 mesi sono già trascorsi, invano.
Nella sua relazione alla Commissione Ambiente del 3 ottobre 1990 il Ministro Ruffolo indicava una spesa di 10 miliardi per gli interventi urgenti legati alla bonifica del sito da completarsi entro sei mesi. Tali interventi non risulta siano stati avviati.
Le opere di contenimento realizzate, al di là della loro assai dubbia tenuta, non sono comunque assolutamente in grado, essendo livellate al piano campagna, di contenere il percolato superficiale in caso di piogge o di piene, anche solo ordinarie, del fiume.
L'unico provvedimento che è almeno in fase di studio, è quello della misurazione elettrica per verificare la tenuta delle opere di contenimento.
Il punto 2) della risoluzione della Camera impegnava il Governo "ad assumere la immediata, operatività di un centro unitario responsabile del monitoraggio." Il decreto del Ministro De Lorenzo, che istituì il Centro Tecnico Operativo di Cuneo, porta la data del 22/2/90, ma al 23/4/90 giorno in cui fu effettuato un presidio nei locali dell'USSL di Cuneo, il Centro non risultava ancora attivato e lo fu solo in seguito alle pressioni popolari.
Alla scadenza dei 6 mesi il CTO non fu rinnovato.
In diverse riunioni del Comitato Tecnico Scientifico era stata promessa dal dott. De Fulvio dell'Istituto Superiore di Sanità l'attivazione del monitoraggio continuo allo scarico ACNA, previsto inizialmente per l'aprile 1990 e poi per il settembre dello stesso anno; al momento non è ancora stato attivato, mentre ACNA, Liguria e Ministero si palleggiano le responsabilità.
Lo stesso punto 2) della risoluzione della Camera impegnava ad effettuare i controlli analitici "anche sullo scarico del depuratore e cioè prima della diluizione". Questi controlli prima della diluizione non sono mai stati effettuati.
Inoltre la risoluzione della Camera impegnava altresì il Governo "a non consentire la realizzazione dell'impianto RE-SOL e/o trattamenti termici per smaltimenti affini in ACNA ed in Valle Bormida". Nell'atto aggiuntivo degli accordi del 16/9/1988, firmato il 31/1/1990. la Regione Liguria "si impegna ad individuare e rendere disponibile entro e non oltre tre mesi dalla data odierna il sito che dovrà ospitare la realizzazione dell'impianto RE-SOL", ma questo impegno non è stato rispettato.
Trascorsi i tre mesi fu costituito un gruppo di lavoro per la ricerca del sito alternativo. Accanto ai siti della Valle Bormida (fuori dal mandato della risoluzione parlamentare) furono apposti degli asterischi (per evidenziare la loro presenza in funzione esclusivamente informativa ma non indicativa). Cengio non era neppure stato citato. Nel documento finale presentato al Ministro ed elaborato dal dottor Clini sono scomparsi gli asterischi ed è ricomparso Cengio.
Venuti a conoscenza di questo fatto nel mese di ottobre i professori Specchia e Munari indirizzarono una lettera di protesta al dottor Clini.
Nella sua relazione alla Commissione Ambiente della Camera del 3 ottobre 1990, il Ministro ha affermato: "In ogni caso va rilevato che non è tra i compiti del Ministero dell'Ambiente la localizzazione di impianti industriali, e di conseguenza il Ministero trasmette alla Regione Liguria i risultati della istruttoria tecnica sulla localizzazione dell'impianto RE SOL, perché gli Enti locali competenti possano assumere le decisioni conclusive in merito", mentre la risoluzione della Camera impegnava il Governo "a determinare una localizzazione alternativa, sulla. base delle indicazioni del Ministero dell'Ambiente ".
Mi è giunta in questo momento una notizia flash (che non ho letto personalmente su "La Stampa" di sabato 4 maggio) che dice: "Cengio. RE-SOL: ancora polemiche sull'impianto dell'ACNA. Il progetto per la costruzione del RE-SOL resterà in visione nelle sedi del Comune di Cengio e della.
Provincia fino al giorno 10. Entro fine mese si svolgerà a Cengio una assemblea pubblica per discutere il progetto. L'iniziativa ha già suscitato polemiche poiché si parlerà del RE-SOL a lavori iniziati. Sono già stati realizzati oltre 30 dei 55 piloni di sostegno".
Il punto 4) della risoluzione della Camera impegnava il Governo "ad approvare il piano di risanamento della Valle Bormida, al cui interno dovranno essere programmati sia i progetti di disinquinamento e risanamento ambientale. sia misure di incentivazione a favore delle attività agricole.
industriali e turistiche. con particolare riguardo alle nuove iniziative e con priorità per quelle insediate nella zona di influenza occupazione ACNA".
Il Piano risulta comunque inadeguato anche per la seconda parte della risoluzione. in quanto gli stanziamenti previsti riguardano per la maggior parte opere di ordinaria amministrazione (acquedotti, fognature), che devono essere attuate anche nelle aree non ad alto rischio, mentre i 426 miliardi destinati allo sviluppo socio-economico non vengono ripartiti in progetti, ma indicati genericamente. Occorre però ricordare che nel precedente Piano la stessa cifra era rivolta alla costruzione di palestre piscine, campi da golf, aeroporto, ecc. per cui gli interventi per nuove attività, in particolare nell'alta valle. o non ci sono del tutto o sono comunque del tutto irrisori.
Il punto 5) della risoluzione parlamentare è l'unico punto che il Ministro Ruffolo ha "rispettato", consentendo all'ACNA di riavviare l'attività produttiva. Ma le condizioni imposte non sono affatto state ottemperate.
Nell'atto aggiuntivo del 31/1/1990 è riportata la tabella dei livelli massimi permissibili di microinquinamenti nello scarico ACNA. In diversi rilevamenti effettuati presso la centralina di monitoraggio di Gabutti tali soglie sono state superate. nonostante il rapporto di diluizione con l'acqua del fiume. Si notino in particolare le analisi del 15/ 1 / 1991 e soprattutto quella dell'8/3/ 1991, in cui la quantità di microinquinanti presenti nell'acqua. moltiplicata per il rapporto di diluizione (1 a 80) assomma ad un totale di 320 microgrammi/litro presenti allo scarico. contro i 230 previsti dall'accordo. Ma di questo accordo tutti sembrano essersi dimenticati. Esso doveva inoltre essere verificato dal campionatore automatico allo scarico, che, come si sa. non è ancora stato attivato.
La singolarità dell'accordo del 31/1/1990 è che le verifiche sul livello dei microinquinanti debbano essere effettuate sulla media delle 48 ore, mentre la legge prescrive verifiche istantanee.
Il punto 6) della risoluzione impegnava il Governo "a riferire nuovamente in Parlamento entro il 30/6/1990"; il Ministro dell'Ambiente ha invece riferito solo il 3.10.1990 alla Commissione Ambiente della Camera.
Come si è visto la risoluzione della Camera dei Deputati è stata pressoché disattesa.
Un altro aspetto importante della vicenda, che molto spesso viene trascurato o sottovalutato. è relativo all'uso irriguo delle acque del fiume Bormida.
Proprio recentemente. il 22 aprile di quest'anno, l'USSL n. 75 di Acqui Terme ha inviato ai Sindaci dei Comuni dell'area fluviale il proprio parere, nel quale si ribadisce l'opportunità di confermare anche per l'anno 1991 le ordinanze sindacali di divieto di utilizzo delle acque del fiume Bormida.
Signori Consiglieri, ho voluto con una analisi puntuale dello stato di attuazione della risoluzione parlamentare, mettere in evidenza le lacune le omissioni, le contraddizioni evidenti che hanno caratterizzato il lavoro delle autorità competenti all'applicazione di tale risoluzione.
Se le mie informazioni sono esatte, il risultato di questa verifica è allarmante. Ne consegue una serie di dubbi e di perplessità, che debbono essere assolutamente chiariti.
Se le mie informazioni sono errate desidero comunque verificarle nelle sedi competenti con tutte le forze consiliari di questo consesso ed astenermi fino allora dal fare anticipati pronunciamenti e dall'emettere condanne senza appello. Per questo la verifica ministeriale ci dovrà essere e dovrà esserlo a tutto giro d'orizzonte. Siamo convinti che il rapporto con il Governo sia difficile. complesso e problematico. ma certamente indispensabile alla luce di quanto emerso dal confronto puntuale con le clausole della risoluzione.
Come Gruppo della Democrazia Cristiana non saremo compiacenti con nessuno. perché non possiamo assolutamente non raccogliere le informazioni e le sollecitazioni che provengono dalle popolazioni interessate. Non saremo nelle retrovie di questa battaglia, né ci è sconosciuta la strategia per condurla a termine in maniera propria e correttamente oggettiva.
Con questa fermezza e questa chiarezza, senza tatticismi di sorta perché non esistono. affrontiamo un passaggio che per noi è diventato assolutamente risolutivo. Non è manovra dilatoria. né tatticismo di mestiere: è la convinzione di un gruppo politico, che è anche forza di governo, che occorra acquisire un quadro conoscitivo completo, autorevole possibilmente indiscutibile per essere a sua volta autorevolmente e indiscutibilmente convinto nelle decisioni finali.
Non si tratta di quattro o cinque Consiglieri esagitati o di qualche compagno di frontiera. ma di un intero gruppo politico che si fa carico delle grandi tensioni civili ed umane delle genti della Valle Bormida, del loro retaggio storico. purtroppo penalizzante, di povertà e degrado. del mutamento antropologico di una popolazione né monetizzabile, n corrompibile. popolazione che si vuole semplicemente riappropriare di un terra depauperata delle risorse fondamentali della vita.
Si tratta di un Gruppo che si fa carico anche di che cos'è l'ACNA oggi delle sue verità non evidenti. delle sue verità sommerse, della sua funzione emblematica o sperimentale, dei suoi imprevedibili sviluppi domani. del perché di una guerra di religione combattuta in nome di chissà quali ideali. Ideali che non possono essere semplicemente quelli di maestranze che, in ben più gravi situazioni del nostro Paese, hanno trovato comunque ammortizzatori sociali adeguati ed efficaci.
La scienza non è neutra né politicamente né economicamente, e neanche la scienza chimica può evitare quell'eterogenesi dei fini per cui presunte grandi conquiste si sono poi rivelate immensi disastri.
Di qui la nostra attenzione a non avallare con alcuna delega decisioni che potrebbero essere, domani. irrimediabilmente penalizzanti per le popolazioni della Valle Bormida, ma di qui anche un atteggiamento che sarà dopo l'incontro con i Ministri competenti, trasparente, responsabile e determinato, nella consapevolezza che dobbiamo farci interpreti solerti attenti e sensibili della nostra gente. Ai colpi di mano di altre Regioni o alla ragione di Stato di alcuni Ministeri, si deve e si può rispondere semplicemente, ma doverosamente con il senso di responsabilità del nostro mandato.
Quel mandato che la Giunta ha sostanzialmente e correttamente rispettato, facendosi interprete scrupolosa della volontà politica di questo Consiglio e che il Presidente Brizio pochi minuti fa ha assicurato di voler ottemperare con la lealtà propria di chi non antepone nessun altro interesse a quello che è esigito e richiesto dalle popolazioni piemontesi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Segre per l'illustrazione della terza questione preliminare/sospensiva.
SEGRE Signor Presidente, colleghi Consiglieri, per i Verdi non è certo il caso di ribadire qui oggi quali siano le loro posizioni rispetto alla Valle Bormida nel suo complesso, rispetto alla chiusura dello stabilimento dell'ACNA e rispetto al piano di disinquinamento. Le abbiamo già espresse fin troppe volte in questa legislatura, come nella precedente. Vorrei spiegare ai colleghi Consiglieri, e a chi ci sta ascoltando oggi, il motivo per il quale anche noi abbiamo proposto una questione preliminare sospensiva: per fare chiarezza dei nostri obiettivi e dei nostri intenti.
I problemi posti in queste tre settimane. in cui di fatto il Consiglio è stato rimandato. sono stati di due ordini. Il primo è stato quello di fare in modo che il Consiglio si svolgesse ad una data non troppo lontana da quando ci era stato promesso dalla Giunta nel corso della seduta del 16 aprile, e quindi abbiamo chiesto, insieme ai Consiglieri di altri Gruppi consiliari, la convocazione della seduta odierna, quale seduta straordinaria del Consiglio. per essere sicuri che almeno oggi la seduta si svolgesse con regolarità.
La seconda questione è che ci siamo convinti più che mai, non dico più che in altre occasioni. che anche per i Verdi si tratta di cambiare in qualche modo obiettivo. nel senso che anche i Verdi - e questo può sembrare strano perché è una politica nuova - non vogliono più accontentarsi di dire "no grazie" e sempre dei no a tutte le questioni che vengono poste. ma vogliono vincere anche loro, ogni tanto. Vincere anche loro ogni tanto significa porre la questione politica in maniera diversa. pur tenendo ferme le posizioni ribadite nella proposta di questione preliminare, che afferma l'urgenza della discussione in Parlamento della legge di iniziativa regionale per la chiusura dell'ACNA. Quindi, la chiusura rimane il nostro convincimento principale: continuiamo a non credere ad alcun Piano di disinquinamento che non preveda la chiusura dello stabilimento.
Nella questione preliminare chiediamo anche che ci sia un pronunciamento definitivo del Governo nazionale sulla questione del RE-SOL.
Mi ha molto allarmato a questo proposito la notizia che ha portato il Consigliere Picchioni, e cioè che i lavori per la costruzione del RE-SOL sono già cominciati.
Nella seduta dei Capigruppo sono stati stabiliti i tempi di intervento e si era anche detto di non entrare oggi nel merito del piano. ma visto che chi mi ha preceduto seppur brevemente lo ha fatto. vorrei anch'io fare due considerazioni.
Il piano che ci accingiamo, spero, a non approvare oggi è un piano-bis.
nel senso che era già stato presentato, una volta e, per quanto noi abbiamo potuto verificare e confrontare, quello di oggi è semplicemente un piano fotocopia, che cambia di pochi miliardi gli stanziamenti e, di fatto, non cambia nulla rispetto agli obiettivi del piano e agli interventi che. come chi mi ha preceduta ha detto. sono tutti di ordinaria amministrazione e sono necessari. anzi. più che necessari, in qualsiasi valle alpina piemontese. Non c'è bisogno di definire una valle ad alto rischio ambientale per avere tutto l'elenco di interventi indicati nel piano di risanamento.
Vorrei soffermarmi ancora sul punto del piano di risanamento. relativo ai 426 miliardi previsti per gli interventi per lo sviluppo socio-economico della valle. Questa mi sembra la cosa che da sola renderebbe inaccettabile o, comunque, incoerente l'accettazione del piano per la Regione Piemonte.
A differenza del piano precedente, e forse solo per questo motivo il piano secondo me non è una fotocopia del piano primo, gli interventi per lo sviluppo socio-economico non sono elencati e così ci viene risparmiato il fatto che la Valle Bormida debba essere trasformata in un campo da golf, in impianti sportivi e così via.
Ma in che cosa deve essere trasformata la Valle Bormida? Questo nessuno lo sa e la Regione Piemonte non si è posta ancora in modo sufficientemente attivo per definirlo. nel senso che. accanto ad un piano di disinquinamento della Valle Bormida, la Regione Piemonte non ha mai previsto attivamente un reale piano di sviluppo socio-economico, che certo non può avvenire senza tante pregiudiziali. E stata condotta pero un'unica ricerca in questo campo; ai sensi di una deliberazione del luglio 1988 della Giunta regionale, adottata d'intesa con il Consiglio regIonale. era stato dato incarico all'IRES di effettuare una ricerca. che ha dato origine ad un volume dal titolo; "Inquinamento e marginalità. Scenario socio-economico della Valle Bormida piemontese", per raccogliere i dati indispensabili - si legge - all'elaborazione del piano di sviluppo della valle stessa, cosa che mi risulta non è mai stata fatta. Quindi, in che cosa gli abitanti della valle vogliono trasformare la stessa è un problema che è ancora lontano dall'essere affrontato.
In ogni caso nell'avvio di questa legislatura si sono registrati nuovi movimenti nei partiti rappresentati in questo Consiglio.
Come il collega Majorino, anch'io desidero citare una frase del documento programmatico della Giunta a proposito dell'ACNA, cioè che la Giunta si impegnava a ricercare una nuova compatibilità ambientale con quello stabilimento ligure. Avevo già sottolineato, in occasione del dibattito programmatico. che sembrava quasi che la Regione se ne volesse disinteressare, in quanto diceva "quello stabilimento ligure" e non dava una particolare enfasi invece alla Valle Bormida e non richiamava affatto la legge votata pochi mesi prima.
Per tutti i motivi che ho succintamente esposto, riteniamo che il piano non sia da approvare; sarebbe gravissimo, dopo tutto quello che è stato detto in quest'aula, che la Regione Piemonte approvasse un atto così contraddittorio rispetto a tutti i precedenti, per cui anche i Verdi si sono assunti la responsabilità di contribuire al massimo affinché il piano non venga firmato e quindi non venga attuato mai.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Goglio.
GOGLIO Signor Presidente e colleghi Consiglieri, ci ritroviamo a parlare per l'ennesima volta di un problema grave, sul quale come socialdemocratici riteniamo che ci sia poco da dire. Non resta che puntualizzare e ribadire la nostra posizione: l'ACNA va chiusa, questa azienda deve cessare le sue produzioni. Soltanto dopo la chiusura dei cancelli si dovrà mettere mano al risanamento della Valle Bormida. Le reiterate offerte di aggiornamento degli impianti di produzione, di depurazione del ciclo produttivo e dei rifiuti non hanno convinto nessuno. Lo confermano le numerose perizie.
Non ci convince l'impegno della collocazione in altro sito dell'impianto RE-SOL. Lo stesso Assessore Garino ci ha ricordato come la Regione Liguria abbia dato la propria autorizzazione proprio in coincidenza di un incontro chiarificatore con la Regione Piemonte.
Non ci convince tutta l'operazione che sta attorno alla fabbrica di Cengio. Non vorremmo sbagliare, ma non sembra improbabile che l'ACNA possa essere prima o poi trasformata magari in piattaforma di smaltimento di rifiuti pericolosi, con il suo bell'inceneritore già autorizzato dalla Regione Liguria che, in tal caso, a ridosso del territorio piemontese potrà anche risolvere parte dei suoi problemi. Se così fosse l'eventuale trasformazione dell'ACNA soddisferebbe in un sol colpo sia la proprietà, la quale, disponendo in un sito già occupato da un impianto pronto, potrebbe inserirsi nel business dei riciclaggi e dello smaltimento dei rifiuti, sia la Liguria, che potrebbe servirsi di un impianto senza dover fare i conti con le difficoltà che esistono attorno a questo problema.
Stupisce quindi che sull'argomento vi siano ancora da parte nostra - di questo Consiglio intendo - perplessità e divergenze di vedute e di intenti.
Non si tratta di fare bella o brutta figura davanti alle popolazioni della Valle Bormida o innanzi al pubblico che ci ascolta, non si tratta di accaparrarsi, con una decisione piuttosto che un'altra, la benevolenza e diciamolo pure, il consenso di qualcuno o la riprovazione di altri; la chiusura dell'ACNA non rappresenta né la vittoria né la sconfitta di nessuno, perché tutti siamo perdenti su questo problema. Sono perdenti quelle forze politiche sindacali e locali che per anni, pur sapendo, hanno taciuto e condiviso. spesso monetizzando la salute, difendendo uri occupazione da sempre minacciata, chiedendo la continuazione di un'attività che inquina-va chi stava dentro la fabbrica e chi viveva fuori.
Non possono cantare alcuna vittoria quanti hanno scoperto appena ieri l'ACNA, con tutto quello che si porta dietro e ne hanno fatto una bandiera di comodo. Sono decenni che è nota la relazione tra l'insorgenza grave di malattie e i prodotti impiegati all'interno dell'azienda. Da decenni si sa che i rifiuti sono sotterrati nei dintorni circostanti della fabbrica con tecniche piuttosto rozze e senza alcuna precauzione.
Ricordo per analogia il caso IPCA di Ciriè: anche li si lavoravano materie oncogene, anche a Ciriè nella Valle di Lanzo troppi lavoratori sono stati vittime del cancro. Ebbene in poco tempo l'IPCA venne chiusa e i responsabili furono condannati. Nessuno si oppose, tutti concordarono che la fabbrica del cancro doveva essere chiusa. Eppure anche in quella circostanza c'erano in discussione parecchi posti di lavoro, ma non era tanto evidente il danno che l'azienda causava e la cosa più logica parve a tutti la chiusura. Bene, stessi danni, analoga situazione si verificano all'ACNA, ma questa fabbrica ha continuato imperturbabile le sue produzioni. Come mai? E' troppo immaginare che l'IPCA di Ciriè venne liquidata soltanto perché era una piccola azienda che a un certo punto si trovò isolata mentre l'azienda di Cengio ha continuato a produrre perché poteva contare su sostanziali consensi interni ed esterni? Colleghi, la cosa che mi stupisce è constatare come vi sia ancora qualcuno che esprime perplessità su una vicenda che invece non dovrebbe ammettere tentennamenti. Con la salute non si scherza e tanto più si deve prendere sul serio l'incolumità di intere popolazioni di una valle fortemente compromessa dalle lavorazioni e dagli abusi commessi. Stupisce anche constatare che colleghi molto sensibili alle problematiche ecologiche e ambientali, pur consapevoli del nesso che intercorre fra inquinamento della Valle Bormida e ACNA propongano soluzioni di attesa, di compromesso. Ripeto, la chiusura dell'ACNA non rappresenta una vittoria per nessuno; convergere su questa soluzione costituisce un collettivo atto riparatorio di cui semmai dovremmo rammaricarci tutti - sottolineo "tutti" per il ritardo con cui si è giunti a discutere i problemi e il destino.
Resta consolidato un unico elemento positivo a mio avviso; la volontà di tutti di avviare la bonifica del territorio che l'ACNA ha compromesso.
Per quanto ci riguarda nessuna bonifica è possibile se questa non coincide con la cessazione delle attività di Cengio.
La collocazione del RE-SOL è un elemento importante, ma non è l'unico.
Voglio dire che spostando altrove l'insediamento del RE-SOL i problemi dell'ACNA restano. Vogliamo un ulteriore impegno ministeriale? Vogliamo avviare un'ennesima verifica? Facciamolo, ma nella convinzione che non si debba ritornare in quest'aula tra un mese o due a ridiscutere un tema di cui da tempo sappiamo tutto. Sarebbe la mortificante dimostrazione della nostra incapacità di decidere.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Monticelli.
MONTICELLI Signor Presidente, colleghi, vorrei aprire il mio intervento con una breve riflessione - ma che vorrei fosse ascoltata dandomi il beneficio della sincerità e della franchezza, perlomeno, non dico della giustezza delle mie idee - sul problema della chiarezza delle nostre posizioni e delle decisioni che assumiamo. Mi sto ponendo questo problema proprio da quando si è riavviata oggi la discussione in Consiglio sulla questione ACNA.
Abbiamo sentito il collega Goglio che, con parole chiarissime (non è la prima volta che vengono pronunciate dal collega Goglio in quest'aula) ribadiva la sua posizione perla chiusura dell'ACNA come questione primaria, pregiudiziale a tutto il discorso. Eppure il collega Goglio ha firmato la pregiudiziale sospensiva della maggioranza in cui il punto della chiusura dell'ACNA non è citato. Collega Goglio, non dico questo per stigmatizzare il suo comportamento, pongo un problema che probabilmente riguarda tutti noi.
Sono state presentate tre questioni pregiudiziali, la prima dai colleghi del Gruppo MSI, già dalla volta scorsa, la seconda dai colleghi della maggioranza e la terza dai colleghi del Gruppo Verde. Se presentassimo quei testi a un sondaggio d'opinione, a prescindere da quello che si sa già che l'uno pensa o l'altro ritiene, scorgeremmo che le differenze sono purtroppo molto piccole, quasi impercettibili. Eppure noi sappiamo che le volontà politiche che stanno dietro a questi tre testi sono molto diverse. Conoscendo i colleghi, non soltanto dalle parole che sono state dette, sappiamo che dietro la proposta di pregiudiziale avanzata dal Gruppo MSI c'è l'intento di bocciare il piano di risanamento della Valle Bormida e di chiudere l'ACNA. Dietro le parole del collega Goglio - sono convinto della sua franchezza e sincerità - che pure ha firmato un ordine del giorno di pregiudiziale in cui non si parla della chiusura dell'ACNA sappiamo che c'è la volontà di chiuderla.
Su quanto detto dal collega Picchioni dirò dopo, ma sappiamo che tra i firmatari della proposta di pregiudiziale della maggioranza ci sono Gruppi che sulla questione della chiusura dell'ACNA la pensano in modo molto diverso dal Consigliere Goglio e forse anche dal Consigliere Picchioni.
Per quanto riguarda la pregiudiziale posta dai colleghi del Gruppo Verde, pongo un problema che è di tutti: con questi strumenti c'è il rischio persino di non farci capire, di non capirci fra noi stessi. So benissimo che i colleghi del Gruppo Verde vogliono che (ACNA sia chiusa come questione fondamentale primaria, però lo strumento della questione pregiudiziale si presta poco alla chiarezza.
Vengo alla questione più di merito che mi è sollecitata in particolare dall'intervento del collega Picchioni, che ho apprezzato moltissimo. Credo che con le argomentazioni, i dati e le motivazioni che ha portato tranquillamente, avrebbe potuto chiudere il suo intervento con parole di questo tipo; "Colleghi Consiglieri, chiedo che il piano di risanamento della Valle Bormida sia bocciato oggi da questo Consiglio e che il Consiglio regionale del Piemonte rilanci con grande forza il problema della chiusura dell'ACNA"; questa era la conclusione logica dell'intervento del collega Picchioni. Forse una conseguenza altrettanto logica dell'intervento del collega Picchioni poteva essere persino la richiesta di dimissioni del Ministro Ruffolo, visto quanto è stato detto, in modo estremamente argomentato, dallo stesso Consigliere Picchioni sulle inadempienze del Governo e in particolare, di quel Ministero.
Perché invece questi argomenti vanno a finire su una richiesta di rinvio? Parliamoci chiaro, colleghi, l'ordine del giorno di pregiudiziale proposto dalla maggioranza è solo un nuovo rinvio, nulla di più che un nuovo rinvio! I colleghi Picchioni e Goglio, i quali hanno detto quelle cose in Consiglio, firmando quel documento propongono un nuovo rinvio.
Dovevano invece proporre che oggi si votasse subito la bocciatura del piano di risanamento della Valle Bormida, per la semplice ragione che quel piano non prevede la chiusura dell'ACNA. Questa è la vera questione pregiudiziale! A questo interrogativo si può dare una risposta. E la dà con la sua consueta franchezza il collega Rossa, Capogruppo del PSI, su "Il Piccolo" di oggi: "Noi ci siamo acconciati al rinvio, altrimenti si spaccava la maggioranza e si faceva una nuova maggioranza fra il PDS e la DC, e questa cosa a noi socialisti non piace molto". Può essere che sia così, può essere che questa maggioranza abbia sofferto molto la differenza di opinioni sull'ACNA, però pongo un problema: se vogliamo esercitare un dovere di franchezza, di sincerità e di chiarezza, sapendo tutti, fin quasi alla noia, in cosa consiste la questione dell'ACNA, perché da anni se ne discute in Consiglio regionale, visto che su questo punto all'interno della Giunta all'interno della maggioranza, all'interno dei Gruppi politici ci sono opinioni diverse, facciamo prevalere o no un principio di chiarezza e di libertà e si ha il coraggio di dare la libertà di voto ai Consiglieri su un problema così fondamentale per la gente della Valle Bormida? O dobbiamo tutte le volte, in qualche modo, sequestrare la decisione, costringere il Consiglio a non pronunciarsi, rinviare o giocare sulle parole per impedire che questa libertà si eserciti, per impedire che questa franchezza possa essere manifestata? Si abbia il coraggio di dire ognuno quello che si pensa, di votare ognuno secondo coscienza! Se poi la maggioranza non è in grado di governare eventuali differenze di opinione, questi sono fatti della maggioranza. Ma il Consiglio regionale non può ulteriormente sopportare meccanismi di sequestro delle proprie opinioni e delle proprie possibilità di decisione.
La Regione deve dare un parere perché, si realizzi l'intesa fra il Ministro e le Regioni interessate sul piano di risanamento della Valle Bormida. Credo che il Consiglio regionale sia tenuto a dare un parere, che ritengo debba essere negativo, e che a tale decisione il Consiglio regionale può pervenire già oggi con un libero voto dei Consiglieri regionali. Concludo il mio intervento ponendo un problema ai presentatori della questione pregiudiziale proposta dalla maggioranza. Voi dite che bisogna incontrare i Ministri, che c'è un problema di chiarimenti: pu essere; ma come si incontrano questi Ministri? Avendo assunto noi Consiglio regionale del Piemonte, e voi, Giunta regionale, quale posizione? E' una posizione forte questa? Una posizione in cui si parla solo del problema della localizzazione del RE-SOL non è una posizione forte colleghi. Sappiamo tutti che il vero problema non è la localizzazione del RE-SOL, bensì la chiusura dell'ACNA, perché per ipotesi - e la prima ipotesi lo sappiamo tutti era questa - il RE-SOL può anche stare fuori dalla Valle Bormida, ma l'ACNA può continuare a funzionare e a inquinare per anni. Questa è stata la prima ipotesi di un anno fa, solo successivamente si è stabilita la connessione per cui solo con il RE-SOL a Cengio l'ACNA può continuare a funzionare, ma non è sufficiente porre quella condizione. Il Consiglio regionale ha votato praticamente all'unanimità una proposta di legge al Parlamento nazionale per la chiusura dell'ACNA. Quella proposta di legge abbiamo il dovere di difenderla colleghi! E' un dovere istituzionale della Giunta e della Presidenza di questo Consiglio. E andando ad un incontro con il Governo sui problemi dell'ACNA la legge per la chiusura dell'ACNA stessa va ricordata nei documenti di questo Consiglio. Non può essere cassata o dimenticata. Non si può andare a dire solo; "per favore, il RE-SOL fatelo un po' più in là".
Bisogna dire di più. Bisognerebbe semplicemente scrivere sul documento mettendole assieme, le cose che hanno detto i Consiglieri Picchioni e Goglio. Se voi scrivete un documento che riporta, pari pari, l'elenco di inadempienze citate oggi dal collega Picchioni su quello che non è stato fatto in questi mesi per garantire una maggiore sicurezza, e le questioni così nette come le ha poste il collega Goglio sulla chiusura dell'ACNA, se si vota un documento di quel genere, noi lo votiamo, colleghi! Non mi importa da chi è proposto, perché così si fa chiarezza.
Ma se si gioca invece solo al rinvio, se si gioca solo a stare nel minimo comune multiplo della maggioranza e della Giunta, per cui non si pu aggiungere una riga perché altrimenti la Giunta e la maggioranza si rompono, allora non ci possiamo stare. A questi giochi non ci si può stare! Termino ribadendo la nostra opposizione a questioni pregiudiziali che abbiano il significato di un ulteriore rinvio, invitando i colleghi e i Gruppi ad esercitare fino in fondo in quest'aula il dovere della chiarezza.



(Vivi applausi da parte del pubblico)



PRESIDENTE

Prima di dare la parola al Consigliere Rossa, devo dare, per informazione al Consiglio, una notizia che avevo già dato a suo tempo qualche mese fa, il Consigliere Staglianò e i due Vicepresidenti Grosso e Montabone, andarono ad un incontro con la Presidente Jotti per chiedere che venisse posta alla discussione in Parlamento la legge approvata dal Consiglio regionale.
Ha facoltà di intervenire il Consigliere Rossa.
ROSSA Signor Presidente del Consiglio, signor Presidente della Giunta e colleghi, il Gruppo socialista ha sottoscritto la proposta di sospensiva...
RIVALTA Sospensiva di che cosa? ROSSA Della discussione sul piano. Voteremo quindi la proposta di rinvio in attesa dell'incontro annunciato dai vari interventi, in primo luogo da quello del Presidente Brizio.
Nella riunione dei Presidenti dei Gruppi, pur auspicando che oggi si potesse passare all'approvazione del piano di risanamento e di bonifica, ci siamo dichiarati favorevoli a rinviare la discussione ad una data successiva, al massimo entro dieci giorni, per poterla far precedere da un incontro con il Ministro deI Ambiente Ruffolo.



(Dal pubblico: "Siete piemontesi o cosa?")



PRESIDENTE

Siamo piemontesi! ROSSA Sono rammaricato che non sia stata data, in ciò sono d'accordo con il Presidente Brizio, la possibilità di andare a questo incontro per avere un quadro preciso della situazione.
Inoltre sono rammaricato che non sia stato possibile perché, come già detto dai colleghi Segre e Monticelli, è stato richiamato il Regolamento per la convocazione di questa seduta. Io lo considero un errore.
Comunque oggi siamo qui e dichiariamo che siamo favorevoli al rinvio per poter avere questo incontro, che andremo ad allargare al Presidente del Consiglio dei Ministri, on. Andreotti, che ha l'interim delle Partecipazioni Statali a cui appartiene oggi l'ACNA; al Ministro dell'Industria, on. Bodrato; al Ministro dell'Ambiente, on. Ruffolo e potremmo anche valutare l'opportunità di far partecipare lo stesso Ministro della Sanità, on. De Lorenzo.



(Proteste e commenti di scherno dal pubblico)



PRESIDENTE

ROSSA



PRESIDENTE

Vogliamo capire dal Governo, da chi poi alla fine può decidere, quale sia la destinazione dell'ACNA oltre che del RE-SOL.
Quindi, il discorso è diretto ad esplorare tutte le possibilità...



PRESIDENTE

ZACCHERA



PRESIDENTE

Ma doveva essere chiusa l'ACNA!



PRESIDENTE

Consigliere Zacchera, abbia pazienza! Altrimenti trasformiamo questo dibattito in una rissa e non abbiamo bisogno di questo! Mi appello a lei e al suo Capogruppo.
ROSSA A me sembra corretto cercare di capire quali siano le posizioni politiche del Governo in ordine alle risoluzioni che il Parlamento ha preso, ed anch'io ho ascoltato, come voi, le considerazioni piuttosto pessimiste del collega Picchioni. A me non sembra che le cose stiano proprio nei termini illustrati dal collega Picchioni, tuttavia anche queste cose dovranno far parte di quella verifica che è giusto fare. Ritengo un errore politico, lo dico con estrema serenità, continuare a mantenere unito il rapporto tra risanamento della Valle Bormida, ACNA e RE-SOL. Infatti vedo separati questi aspetti. Ritengo che sia possibile avviare il discorso del risanamento della Valle Bormida senza compromettere il severo controllo, fino anche, se necessario, alla chiusura dell'ACNA oltre che dell'impianto RE-SOL senza che ciò pregiudichi il lavoro che dovremo fare.
Cerco di fare un ragionamento che può anche non essere condiviso (d'altro canto è giusto che qui ciascuno dica quello che pensa): se l'ACNA fino a ieri era fonte d'inquinamento - dico fino a ieri perché in questi ultimi anni sono stati fatti alcuni interventi per correre ai ripari - oggi c'è da presumere che lo sia di meno o non lo sia più. Altrimenti vuol dire che il lavoro che è stato fatto, gli interventi che abbiamo cercato di mettere in atto, lo sforzo compiuto dai sindaci e dalle popolazioni della Valle Bormida, non hanno dato alcun risultato né quando l'ACNA era privata e né ora che è pubblica. Ho qualche dubbio che l'ACNA sia il Moloch che si schiera contro il resto del mondo e riesce a determinarne i destini. Nella realtà delle cose non è mai così Certo quando piove si dice "fuoriesce, ci sono dilavamenti che inquinano", ma ho l'impressione che sia il risultato di quel pregresso che dura da cento anni.



(Proteste dal pubblico)



PRESIDENTE

ROSSA



PRESIDENTE

Forse siamo nelle mani di persone che veramente non sanno cosa fare che non conoscono i lavori che sono stati fatti, se le spese fatte abbiano dato qualche risultato. Ma io non credo che sia così, perché durante la visita all'ACNA abbiamo incontrato fior di dirigenti che ci hanno illustrato nei minimi particolari tutte le fasi; c'è quindi da pensare che questo sia più il frutto di quel pregresso inquinamento, per il quale la risoluzione parlamentare dice che d'intesa con le Regioni bisogna cominciare a bonificare, approvando il Piano, partendo dal sito.
L'altra domanda che mi pongo a proposito della chiusura o meno dell'ACNA è questa: ritengo che, in ogni caso, occorra un impianto di incenerimento, occorrerà senz'altro! Io dico "fatelo fuori, dalla Valle Bormida", perché quando si parla di 30 milioni di metri cubi di sostanze inquinanti, in qualche misura bisognerà smaltirle. Cosa facciamo per disinquinare? In altre parole, se anche domani mattina chiudessimo (ACNA, il problema del disinquinamento, dal punto di vista tecnico, bisognerà pure affrontarlo. Ecco perché riteniamo che tenere unite le due questioni non ci porti sulla strada giusta. Se potessi dare un consiglio direi che è venuto il momento di cambiare la strategia rigida della contrapposizione, che finora è stata seguita e che non ha pagato per il Piemonte. Praticamente questa contrapposizione non ha consentito di introdurre una serie di interventi tali da far conquistare delle posizioni a favore del Piemonte e della popolazione della Valle Bormida. Se oggi avessimo potuto approvare il Piano per poter domani presentarci alla Conferenza Stato Regioni dicendo che il Piemonte aveva approvato il Piano, ma lo vedeva sganciato dalla lotta che continuerà a fare intorno all'impianto RE-SOL e alla questione della chiusura dell'ACNA, arrivo a dire che...



(Proteste e fischi da parte del pubblico)



PRESIDENTE

ROSSA



PRESIDENTE

A me sembra che noi, cari amici, cari colleghi Sindaci e signori Presidenti, abbiamo qualche elemento in più che ci legittima a vedere la volontà politica del Governo; ci legittima a fare un lavoro che è l'avvio del Piano di risanamento di una Valle inquinata da cento anni, che non pu certo essere risanata in poco tempo. Non vorrei che facessimo davvero come Sisifo, che spendeva inutilmente le energie: noi spendiamo energie e soldi perché facciamo come coloro che pur avendo la possibilità di avviare un discorso, continuano a non avviarlo, continuano a non sapere quali siano le carte che hanno in mano gli altri. E' inutile che ce la prendiamo con Roma o con Torino, pensando che ci vogliano male. I problemi sono di carattere politico, bisognerà pur vedere che cosa si può fare per intraprendere una strada nuova, altrimenti c'è il rischio che facciamo delle belle manifestazioni, ma le cose continuano a rimanere come sono Faccio un altro ragionamento elementare. Oggi l'ACNA è diventata un'azienda statale, ieri era un'azienda privata; vediamo un momento quali sono i vantaggi e gli svantaggi delle due ragioni sociali. Tra gli svantaggi del privato cera il fatto che questi riteneva - almeno è quanto ci è stato detto qui in Consiglio regionale dall'allora Presidente dell'Enimont - che l'ACNA rappresentasse la collina su cui raccogliere la sfida per la chimica nuova, fine, per la chimica pulita in Italia. Pu essere: diamo credito al privato di assumere un impegno di un certo tipo di poter dimostrare di essere capace di fare una chimica pulita, quindi ha assunto l'ACNA come simbolo, perché nel suo contrario è il simbolo di 100 anni di inquinamento. E' la linea del Piave senza coincidenza però con la vera linea; poi l'Enimont andò a rotoli e l'ACNA praticamente divenne pubblica.
L'altra a faccia della medaglia è che tra i vantaggi del pubblico c'è però il fatto che se qualche funzionario del capitale pubblico in qualche misura, nella strategia che noi vorremmo giustamente conoscere, decidesse che in fondo l'ACNA può essere abbandonata, stiamo attenti che corriamo il rischio che l'ACNA potrebbe essere chiusa davvero e abbandonata. A quel punto però noi non siamo ancora stati in grado di entrare in possesso degli strumenti necessari per poter avviare la politica di risanamento e di rilancio della valle che sta a cuore di tutti Sono considerazioni che facciamo sapendo che per ora incontriamo grandi difficoltà. Mi auguro che saremo in grado di superarle tutti insieme, per cui auspico che l'incontro con il Governo ci possa dare questi elementi.
Siamo favorevoli alla proposta di rinvio e, al di là delle posizioni espresse nel dibattito, che non sono una novità perché già nella seduta del 16 aprile erano state messe in evidenza le posizioni di chi assume una linea, come quella che ho cercato di annunciare, e chi ne assume un'altra dichiariamo che questa maggioranza di pentapartito non andrà in crisi.
Ringrazio il collega Monticelli che ha citato un'intervista che ho rilasciato ad un giornale alessandrino. Dico, signor Presidente della Giunta regionale, che questa maggioranza non andrà in crisi se saprà lavorare per coniugare la difesa dell'ambiente e lo sviluppo, perch altrimenti facciamo i discorsi sulla serie A e sulla serie B.
Ripeto ai colleghi del PDS che non sarà sulla questione dell'ACNA che andrà in crisi la maggioranza, e non sarà per l'ACNA che loro potranno entrare in una nuova maggioranza. Stiamo lavorando perché questa maggioranza, che si è formata sull'onda del voto del 6 e 7 maggio dell'anno scorso, abbia la possibilità - e ci sono gli elementi - per continuare a lavorare per il Piemonte, e quindi anche per la Valle Bormida.



(Vive proteste da parte del pubblico)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cucco.
CUCCO Dopo gli interventi del Consigliere Rossa probabilmente sarebbe sempre necessaria una pausa di riflessione per il torrente di cose che dice, ma non voglio prenderlo in considerazione non perché non rispetti il suo parere, ma semplicemente per fare una brevissima dichiarazione. A mio avviso, su questa questione, soprattutto nella seduta di oggi, dopo l'intervento del collega Picchioni che ritengo molto importante (poi dir perché), le parole sono state già troppe e bisogna arrivare a decisioni concrete.
Non nascondo che la mia posizione personale, prima dell'intervento del collega Picchioni, era di attesa, nel senso che (non ingenuamente perché ho assistito in questi cinque anni fuori da quest'aula e da un anno circa in quest'aula le vicende dell'ACNA) so perfettamente quali sono le posizioni e le divisioni all'interno dei partiti che compongono la maggioranza, quindi non mi facevo alcuna illusione. Però ho sempre fiducia - e continuo ad averla negli atti politici concreti che si assumono in consessi come un Consiglio regionale.
Continuo a credere che quanto è successo nella seduta del 16 aprile poteva essere importante per il cambiamento di strategia delle forze politiche del Consiglio regionale sulla questione dell'ACNA, perché il problema che mi sono posto, come del resto anche le forze Verdi, delle quali per un piccolo frammento anch'io ho fatto parte e faccio parte ancora adesso, è quello della praticabilità della soluzione definitiva del problema ACNA che è pregiudiziale, cioè la chiusura dell'ACNA prima di ogni altro intervento. Praticare questa scelta significa trovare le strade per raggiungere questo obiettivo, e se le strade passano attraverso situazioni come quelle che abbiamo vissuto nella già citata seduta, ben vengano, ma non perché siamo ideologicamente a favore della chiusura dell'ACNA, ma perché razionalmente pensiamo che questo sia l'unico, vero ed effettivo primo passo da fare. Nella Conferenza dei Capigruppo sono intervenuto proprio richiamandomi alle forze di opposizione dicendo addirittura "date tempo alla Democrazia Cristiana, date tempo alle altre forze politiche che si esprimano e che facciano qualche cosa di concreto, così come hanno fatto in piccolo l'altro Consiglio".
Non penso, perché conosco l'intelligenza e la lucidità del collega Picchioni, che si possa concludere un intervento, come ha fatto in quest'aula oggi, dicendo; "Io voterò la richiesta preliminare di sospensiva"; questa è un'offesa alla nostra intelligenza e alle nostre scelte. La conseguenza logica doveva essere: "la Democrazia Cristiana pone la questione fondamentale che è quella della chiusura pregiudiziale dell'ACNA". Questa è una posizione politica di un fortissimo peso, checch ne dicano altre forze politiche, che porrebbe la Regione Piemonte nei confronti del Ministero in tutt'altra posizione.
Rilevo che contro la forza delle argomentazioni portate dal Consigliere Picchioni c'è una estrema debolezza nella scelta che la maggioranza ha fatto. A questo punto mi chiamo fuori e non ho assolutamente intenzione di appoggiare l'atteggiamento di rinviare ulteriormente la decisione definitiva, che purtroppo mi sembra già di intravedere, e aspetto ancora dalla maggioranza, dai quei settori della maggioranza che, secondo me, sono ancora disponibili a un discorso di questo tipo, ad assumere una posizione diversa.
La richiesta preliminare di sospensione, a mio avviso, può essere migliorata perché può essere nutrita di altri argomenti più forti che pongono la Regione Piemonte nei confronti del Ministero in altra posizione.
Secondo me in questo pomeriggio, insieme ai Consiglieri che lo vorranno, si può pervenire ad un documento che ci renda più forti e votarlo anche come questione preliminare di sospensiva ed anche senza arrivare al voto definitivo del no (che io mi auguro) della Regione Piemonte a questo piano di bonifica.
Non mi esprimo a favore o contro i documenti presentati, perché spero che questo invito venga raccolto dai Consiglieri, mi rivolgo a loro e non alle forze politiche.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rabellino.
RABELLINO Dico subito che la Lega Nord Piemont non voterà alcuna proposta sospensiva perché riteniamo che questa farsa - qui stiamo vivendo una farsa rinviata di tre settimane - deve finire! La maggioranza e la Giunta, devono prendere una decisione che spetta a loro, per cui ad un certo punto devono prenderla.
A questo proposito è opportuno fare una serie di considerazioni. Nella seduta del 16 aprile, allorquando fu chiesto il rinvio, noi ci eravamo indignati, in quanto quel rinvio non era motivato. Infatti ci troviamo oggi in presenza di una motivazione per un ulteriore rinvio; in pratica la maggioranza ha impiegato tre settimane per studiare delle motivazioni logiche da proporre alla gente della Val Bormida per evitare una rottura della maggioranza e andare a un ulteriore rinvio, che obiettivamente non è nemmeno più scadenzato. Nella questione pregiudiziale della maggioranza si chiede un incontro con il Ministro, ma questo incontro non sarà certo la settimana prossima, chissà quando si potrà effettuare! Se questa sospensiva verrà approvata, i Gruppi di minoranza, tra i quali il nostro, che avevano richiesto fosse iscritta all'o.d.g. di questa seduta la discussione del piano di risanamento della valle Bormida, non avranno neppure più un motivo valido per chiederlo, perché ci sarebbe una sospensiva, che impedirebbe di discutere fino a quando non avverrà l'incontro con il Ministro che ci illustrerà quanto è stato fatto. Ma - signori! - quello che è stato fatto lo sappiamo tutti! Qui si fa il gioco del PSI, questo lo dico in particolare alla DC, perché più noi portiamo in là la decisione, più i lavori per la costruzione dell'inceneritore andranno avanti. Sappiamo tutti che questo discorso sarebbe valido se i lavori dell'inceneritore fossero sospesi, ma in realtà i lavori vanno avanti, per cui la Regione Piemonte rischia di prendere una decisione definitiva sul piano di risanamento a inceneritore già funzionante, se andiamo avanti di questo passo! Non solo, mi fa specie che nel documento della maggioranza non si parli più di chiusura dell'ACNA, questa è la realtà; non si parla più della proposta di legge della Regione Piemonte al Parlamento che chiedeva la chiusura dell'ACNA e mi spiace che il Consigliere Rossa, che a suo tempo votò quella proposta di legge, si sia ritirato ormai da quelle posizioni considerando forse quella proposta di legge una manovra pre elettorale! Ma allora - cari signori - qui ci stiamo prendendo in giro e soprattutto stiamo prendendo in giro la gente della valle; dobbiamo avere il coraggio di dire queste cose. La posizione del Consigliere Rossa da un lato la posso anche capire: basta leggere il piano di risanamento (non voglio entrare comunque nel merito del piano) per scoprire ad esempio che sono previsti anche dei fondi per il mercato coperto di Alessandria, che obiettivamente con il risanamento della Valle Bormida non so che cosa possa entrare.
Mi appello al buon senso di certi Consiglieri della maggioranza: qui si tratta di votare nessuna sospensiva e andare a una decisione. La Regione Piemonte, questa Giunta, deve riprendere forza politica, perché votare un documento del genere e tenere un simile comportamento è sicuramente una forma di debolezza.
La Regione Piemonte si sta dimostrando debole nei confronti del Governo, debole nei confronti della Regione Liguria, ma soprattutto debole nei confronti della propria gente, della gente del Piemonte!



(Vivi applausi del pubblico)



PRESIDENTE

Signori vi prego di astenervi da ogni manifestazione di assenso o di dissenso, tanto ormai le posizioni e le opinioni sono chiare. Rispettiamo quindi in quest'aula le giuste regole di comportamento.
La parola al Consigliere Chiezzi.
CHIEZZI Signor Presidente, colleghe e colleghi, non sono d'accordo a giungere attraverso la pregiudiziale, ancora ad un rinvio. Perché di questo si tratta: un nuovo rinvio, un accertamento, una verifica, una pausa per capire, per acquisire documenti, per incontrare Ministri o ministeriali per sentire parlare i tecnici di fabbrica o peggio ancora i tecnici "d'area", per allargare - come diceva il collega Rossa - i confronti, per sentire tutti, financo Andreotti, Ruffolo, Bodrato e De Lorenzo, ha dimenticato solo Cossiga, ma per cosa questi rinvii, per cosa? Per giustificare la prosecuzione dell'attività dell'ACNA! Questo è il vero senso che sta dietro una volontà di rinvio! Tutto si può giustificare sul piano tecnico, anche la prosecuzione dell'ACNA, specialmente quando a decidere sono prevalentemente gli interessi legati al profitto dell'impresa. Quando il profitto d'impresa regola le decisioni di governo, allora la tecnica si mobilita e riesce a giustificare tutto. In questo caso, per giustificare la prosecuzione dell'attività dell'ACNA, bisogna partire dalla scelta, che a mio parere non si può condividere, che è alla base della non risoluzione di questo problema: quella che ha compiuto il Ministro Ruffolo. Per giustificare l'apertura dell'ACNA bisogna scegliere, dopo cento anni di inquinamento, di chiedere alle popolazioni di continuare ad accogliere veleni nella loro acqua, aria, terra e cibo! Se c'è questa scelta preliminare, poi si giustifica tutto; presa la decisione che queste popolazioni devono continuare a pagare, allora corrono i tecnici e si sistema tutto, anche le leggi.
Se l'ACNA resta aperta e se il RE-SOL sarà costruito, l'inquinamento continuerà, anche se ci sarà qualcuno pronto a proclamare che l'inquinamento starà nel rispetto degli inquinamenti previsti dalle leggi.
Per tenere l'ACNA aperta occorre chiedere alle popolazioni di continuare ad accettare l'inquinamento, quell'inquinamento che conoscono, come una condizione della loro vita. Si chiede alla popolazione della Valle Bormida di continuare a fare quello che hanno fatto finora.
Sulle leggi e sugli inquinamenti è stato proclamato: "rispettiamo le leggi ed i livelli di inquinamento previsti". Questo è un modo molto burocra-tico e poco civile di affrontare i problemi del rispetto delle leggi, perché le leggi non possono prevedere dove queste normative saranno applicate. Le leggi non distinguono se un impianto, inquinante a norma di legge, viene costruito in una località, in un ambiente che di inquinamento ne ha già sopportato tanto al punto da non poterne accettare un altro, sia pure "a norma di legge". Questo ragionamento non lo fate? Questo è il ragionamento che deve essere alla base della decisione sul futuro dell'ACNA Non si può chiedere né alle persone né all'ambiente naturale del Bormida, che a causa di questo corrosivo modello di sviluppo hanno già pagato abbastanza, di continuare a pagare.
L'ACNA è un'industria nociva, è un'industria da chiudere e da bonificare; è una miniera di veleni che ha prodotto un letto di veleni lungo tutta la valle. Per l'ACNA il discorso è uno solo; l'ACNA ha bisogno di investimenti, ma solo quelli che servono per bonificare il sito e dureranno anni, saranno ingenti e produrranno anche lavoro. L'unico investimento da fare sull'ACNA è chiuderla e bonificare questa miniera di veleni. E penso che non si debba proprio attendere nulla per decidere! La DC, con l'intervento del suo capogruppo Picchioni, ha parlato elencando dati precisi e riscontri, del malgoverno di questa vicenda soprattutto riferita agli ultimi mesi, dal gennaio dell'anno scorso, e lo ha fatto in un crescendo allucinante di dati, di cifre, di inadempienze lacune, omissioni e contraddizioni nella prassi di governo di questa materia. Certo c'è da considerare che chi governa ha a disposizione veramente molti dati circa le proprie inadempienze, quando ha la cortesia e anche il coraggio che ha avuto il collega Picchioni di renderle pubbliche.
Tutto ciò premesso, la DC ha concluso in un modo che stupisce anche il sottoscritto, dicendo che bisogna verificare se le cose appena dette sono proprio vere, prima di pronunciare un giudizio definitivo. L'unica cosa che posso dire a questo punto, non interessandomi dei giochetti di maggioranza o di minoranza, è che la DC si sbrighi. Si sbrighi la DC e si sbrighino le altre forze di governo a verificare, perché non è più tollerabile che da un rinvio all'altro, come da anni sta accadendo, succeda quel che sta succedendo, cioè che continuino gli investimenti su questa azienda malata e oramai moribonda.
E' stato detto prima - e l'abbiamo anche intravisto nella visita che abbiamo fatto all'ACNA - che questo maledetto RE-SOL è già costruito, per quanto riguarda le fondamenta profonde, per i 3/5. Ma allora si stanno spendendo dei soldi, cari colleghi. Noi rinviamo ancora una volta la decisione, ma quei lavori vengono forse sospesi? Le pause di riflessione che devono servire alle forze che governano questa Regione, che influenza hanno sui lavori e sugli investimenti che intanto continuano ad essere fatti con l'obiettivo di giustificare la prosecuzione dell'attività di questa azienda? Se le vostre pause di riflessione non hanno l'obiettivo di giungere alla fine a dire "tutto è a norma di legge, tutto può essere giustificato" allora chiedete la sospensione dei lavori del RE-SOL! Chiedete che non si effettuino più investimenti all'ACNA da oggi, da quando una nuova volta ci avete detto "dobbiamo accertare, verificare e controllare prima di esprimere giudizi definitivi!" Avete fatto questa richiesta? Oppure si aspetta e basta? Ma se si aspetta il pericolo è che a un certo punto, con le settimane e i mesi che passano, all'ACNA si raggiunga un punto di non ritorno, quando gli enormi investimenti che già sono stati realizzati e che saranno realizzati si saranno materializzati in strutture, apparecchiature e strumentazioni talmente definitive e talmente - dirà qualcuno - "a norma di legge" che giustificheranno tutti coloro che vorranno dimostrare che a quel punto l'ACNA sarà compatibile! C'è un altro elemento che sottolineo alla riflessione di tutti noi: la differenza tra un'industria, un impianto astrattamente a norma di legge e un'industria e un impianto di nome ACNA nella Val Bormida. Ritengo debba prevalere la verifica della "misura di Val Bormida" sulla burocratica "misura di legge". Non possiamo fermarci alle leggi, la Val Bormida è inquinata da cent'anni e non si può aggiungere nulla, nemmeno se tollerato dalla legge! La verifica che deve fare una forza di governo non è quella che può fare un qualunque burocrate di un ufficio tecnico di un Ministero la verifica che va fatta è se questa industria sia a misura delle specifiche condizioni ambientali ché in cent'anni si sono verificate! Quindi dico no alla pregiudiziale e propongo "decidiamo". Decidiamo ora colleghi, perché penso che sia questo il modo vero di difendere gli interessi della nostra gente. Invece succede che si rinvia, ho sentito dire "per non mandare in crisi la maggioranza". Non è questo il mio interesse però è interesse prevalente ad esempio del collega Rossa che mette, di fronte a questo Consiglio, per primi gli interessi a non mandare in crisi la maggioranza. Questi interessi probabilmente li raggiungerete, ma con queste decisioni voi tenete in crisi la Val Bormida!



(Applausi dal pubblico)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.
MARCHINI Signor Presidente, colleghi Consiglieri, erano parecchie sedute dedicate all'ACNA che vedevano il nostro Gruppo assente nel dibattito e schierato a sostegno della Giunta. Il nostro Gruppo ha preso questa decisione perché ha ritenuto che la materia abbia sostanzialmente due oggetti. Una questione di carattere tecnico-scientifico, che è la compatibilità dell'ACNA con l'ambiente all'interno di certe condizioni, e l'altra di valore politico e di solidarietà politica con le popolazioni.
Noi avevamo, e continuiamo, a tenere, in qualche misura, in sordina le ragioni che ci porterebbero ad approfondire le questioni di carattere tecnico-scientifico per sostenere le ragioni di carattere politico di solidarietà verso le popolazioni. Prendo però atto che questo orientamento colleghi della maggioranza in primo luogo, era stato dato proprio dal documento programmatico sul quale si regge questa Giunta, e signor Assessore, è il documento che mi aiuta a giudicare il suo operato. Io non giudico il suo operato in assoluto, io giudico il suo operato in relazione al mandato che la maggioranza, sottoscrivendo un documento e il suo nominativo quale deputato ad essere Assessore, ha ritenuto di formulare.
Il documento che abbiamo approvato costituendo questa Giunta poneva due questioni: la verifica - questo è bene che si ricordi - di eventuali compatibilità della lavorazione di quell'azienda chimica ligure, cioè c'era da parte di questa maggioranza, e qualcuno mi deve dire che non è più così e allora ridiscutiamo i patti, l'impegno a verificare se per caso esistessero delle compatibilità. Questo è uno degli obiettivi che si poneva la maggioranza, che dava questo mandato alla Giunta.
L'altro obiettivo che si poneva, che sembrava messo - se mi consentite come una formula di stile, e che si è rivelato poi essere forse l'elemento più interessante, era quello di rigenerare il rapporto di fiducia verso le istituzioni. Allora, cari amici e caro Presidente del Consiglio, siamo sicuri che sia lavorare per rafforzare il rapporto tra le istituzioni e la gente, dire che il Parlamento ordina dove va il RE-SOL? Il RE-SOL va dove lo decide chi ha la competenza per decidere.
Lo stato assoluto non è lo stato di uno che comanda. lo stato assoluto si può avere anche con una maggioranza che comanda, ma non comanda attraverso leggi ma attraverso atti di potere. Stato assoluto è quello che fa un decreto per rimettere dentro la gente uscita dal carcere in forza di legge, a mio modo di vedere. Se la giustizia non riesce a fare i processi nel tempo che esso stesso, Stato, si è scelto, non io imputato, quello stesso Stato non ha titolo a cambiare la sua legge dopo che è stata emessa una sentenza che mi riguarda. Qui la questione è la stessa. Mi chiedo come fa il Parlamento a proporre una risoluzione che evidentemente i cittadini della Valle Bormida hanno apprezzato, non possono non averla apprezzata risoluzione che guarda caso il Ministro dice che è inapplicabile dal punto di vista legislativo. Allora, è serio immaginare che tutti insieme si possa tentare di recuperare il rapporto tra le istituzioni e la gente se poi le istituzioni anziché fare democrazia fanno demagogia? La democrazia è lavorare con il popolo e per il popolo, la demagogia è lavorare con il popolo e contro il popolo. Non mi sembra che qui sia il caso di fare della demagogia.
Quindi, la nostra posizione è molto semplice: non ci riconosciamo nella illustrazione del collega Picchioni nella misura in cui riteniamo che il collega Picchioni abbia introdotto degli argomenti di valutazione di gruppo che noi non contestiamo, ma che non ci coinvolgono. Riteniamo che il passaggio che suggeriamo stia all'interno della logica del documento che sostiene la maggioranza, quella dell'analisi prima della decisione, alla luce di un'antica regola liberale che è quella che prima di decidere bisogna conoscere. Quindi, non si può approvare un piano di disinquinamento se non si sono approfondite le condizioni che sono a monte, in primo luogo la localizzazione del RE-SOL, che è un fatto fondamentale rispetto alla verifica della compatibilità residuale, se per caso c'è, di tutto il sistema con l'ambiente.
La nostra posizione è di tutta serenità e di tutta tranquillità. Non c'è alcun problema di maggioranza, perché si tratta di capire se questo documento è all'interno dello spirito del mandato che abbiamo dato alla Giunta e a noi stessi come maggioranza. Mi sembra che siamo all'interno di questo documento, quindi le interpretazioni forzate che si vogliono dare ai documenti mi sembrano fuori luogo. Stiamo semplicemente chiedendo al Governo di avere un incontro con noi sulle questioni che sono pregiudizialmente poste rispetto alla decisione che dobbiamo assumere l'approvazione del piano o meno, e questo non l'abbiamo inventato oggi, ce lo siamo detti un anno fa quando ci siamo insediati come maggioranza e come Giunta. Quindi, su questo siamo assolutamente coerenti, non c'è scandalo da fare. Tutte le forzature che si vogliono fare su questa materia attribuendole a preoccupazioni di maggioranza e minoranza, problema che non c'è mai stato, evidentemente sono - se mi consentite - il venir meno all'altro problema che ci siamo posti.
Dobbiamo cercare di recuperare il rapporto con la gente, ma il rapporto con la gente non è - consentitemi - un rapporto di blandizia, è anche un rapporto di responsabilizzazione. Quando sulle prime pagine dei giornali scopriamo alcuni fenomeni e su questi ci dilettiamo a passare le sere quando ascoltiamo Giuliano Ferrara e i suoi processi e ci chiediamo come mai in questo Paese si ritiene che occorra una democrazia di tipo diverso poi dobbiamo chiederci se i nostri comportamenti sono conseguenti all'esigenza che tutti avvertiamo di una democrazia più efficiente, più responsabile, più trasparente, in cui ognuno faccia la sua parte con coerenza. Bene, se il Parlamento non riconosce le competenze del Governo e il Governo non riconosce le competenze del Parlamento, noi potremmo eleggere tutti i Presidenti della Repubblica a suffragio universale potremmo fare tutte le leggi maggioritarie di questo mondo, potremmo fare tutto quello che vogliamo, però se non cresce la cultura della responsabilità e dell'attribuzione delle competenze, come ha detto giustamente il Presidente Brizio, a coloro a cui spettano in forza di legge, non capisco perché stiamo qui ad immaginare di dover dedicare le nostre risorse, non soltanto di carattere intellettuale e fisico, a migliorare questa nostra istituzione, ma anche a costruire insieme una nuova cultura della politica in questo Paese. Quindi alcune esasperazioni che abbiamo sentito in questa sede sono gravi non intanto e per quanto attengono al problema, perché ho l'impressione che la maggioranza e la Giunta si siano avviate ad un percorso estremamente razionale, limpido e trasparente.
Vogliamo sapere dal Governo a che punto è la sua decisione perché, come ha detto bene il collega Rossa -che non ha grande fortuna presso la gente ma sicuramente tra la gente che lo sta ad ascoltare ne ha di più - c'è un elemento forte di novità rispetto alla situazione che avevamo esaminato precedentemente. Il polo pubblico cosa intende fare? La scommessa c'è ancora? L'obiettivo c'è ancora? La necessità c'è ancora? Il polo pubblico ci dovrà dire perché insiste sull'opzione ACNA, che evidentemente ognuno di noi, se non ci sono delle giustificazioni, ritiene di dover considerare un esperienza chiusa, che non sta più sul mercato. Ci sono le ragioni, quindi è una prima questione di ordine politico che va al di là di quella della localizzazione del RE-SOL.
Mi sembra giusto richiedere un incontro con la delegazione del Governo per avere una risposta definitiva, rispetto alla quale il livello parlamentare assumerà le sue responsabilità.
Tempo fa i parlamentari venivano nei nostri corridoi e adesso non si vedono più. Cari amici del Bormida, come mai quando facevamo i Consigli regionali sull'ACNA i deputati delle vostre circoscrizioni venivano qui in fila ad insultare noi Consiglieri regionali. erano alla testa dei vostri cortei e adesso non ci sono più? Noi comunque ci siamo ancora; potremmo sbagliare, potremmo dire cose non molto piacevoli, ma ci siamo ancora.
Il Governo dica se l'opzione ACNA ha ancora una giustificazione, qual è la localizzazione del RE-SOL, rispetto alla quale dovremo misurare il piano di disinquinamento, e dica in quale misura la compatibilità che noi, come maggioranza e come Giunta, ci siamo impegnati a verificare si sia verificata e su questo, con l'assoluta conoscenza dei dati di fatto politici e tecnici di questa questione, rappresentate tempestivamente le popolazioni interessate che tali dati devono conoscere, ci consenta di assumere le decisioni con assoluta responsabilità e per quanto possibile senza pagare un prezzo eccessivo alla demagogia.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ferrara.
FERRARA Signor Presidente, colleghi Consiglieri, credo si debba affrontare questo difficile dibattito, che abbiamo già ripetuto più volte, ma che mi rendo conto che ogni volta diventa più teso, con un minimo di serenità cercando di rispettare le opinioni di tutti.
Il collega Chiezzi ha detto che si tende a rinviare, così l'ACNA costruisce il RE-SOL. Se questo è il modo con il quale si tengono i rapporti tra le forze politiche, credo sia grave. Un minimo di rispetto per le posizioni dei propri interlocutori deve esserci, sia pure nella diversità delle valutazioni, altrimenti è difficile avere un momento di confronto.
Alcuni dicono che qui si sta facendo il gioco del Partito socialista: non conosco questo gioco, evidentemente devo essere uno che fa un gioco che non conosce, perché non so quale sia il gioco del Partito socialista in merito a questa vicenda.
MAJORINO Un gioco ricco! FERRARA Può darsi che sia un gioco ricco, dobbiamo rispettare le regole del gioco allora, che devono essere fissate a monte, prima di cominciare il gioco, e non si devono cambiare anche se non si condividono fino in fondo.
Le regole le ha fissate il Parlamento, indicando alcune situazioni precise e puntuali. Non le ho condivise tutte, ho sempre trovato curioso che il Parlamento dicesse che il RE-SOL deve essere collocato in un luogo e non in un altro perché poteva essere dannoso. La mia opinione è che se questo maledetto o benedetto RE-SOL facesse veramente male non dovrebbe essere collocato in nessuna parte. Però questo è quanto ha fissato il Parlamento che è la massima istituzione del nostro Paese (salvo autorevoli smentite che potranno venire prossimamente), e dobbiamo adeguarci rispetto a questo e sulla base di questa considerazione. Credo che il percorso del collega Picchioni debba essere in qualche modo rispettato. C'erano delle indicazioni precise, queste indicazioni devono essere verificate, c'era una presa di posizione ben chiara sul sito del RE-SOL: questa posizione deve essere rispettata, non c'è la possibilità di fare dei giochini. Il gioco delle tre carte non si fa poiché tutti quanti abbiamo preso atto che il Parlamento ha detto una cosa. Quella cosa deve essere mantenuta. Se qualcuno si sta comportando in modo diverso rispetto a questa cosa, questo qualcuno deve essere smascherato.
Ecco perché ha senso chiamare il Governo, chiamare il Ministro dell'Ambiente, chiamare il Ministro delle Partecipazioni Statali per sapere se le cose che il Parlamento ha detto si fanno, si vanno facendo oppure no e se non si vanno facendo e se si sta facendo veramente il RE-SOL - io non lo so - ma se si va facendo veramente il RE-SOL, il Ministro delle Partecipazioni Statali avrà delle responsabilità dal momento che c'è un voto chiaro del Parlamento in questo senso.
Quindi, non è un gioco delle tre carte quello che stiamo facendo andiamo a vedere. rinviamo, così intanto mettono due pezzi in più del RE SOL: no! Non è questo. Noi chiediamo che il Governo venga qui e ci spieghi le ragioni per cui ci sono stati i ritardi denunciati. Ma più che i ritardi preoccuperebbe se ci fossero state delle posizioni difformi rispetto alle intese. Personalmente non ho alcuna difficoltà, proprio perché non sono ideologicamente favorevole all'apertura né alla chiusura dell'ACNA se qui viene il Governo e mi dice che il RE-SOL è un macchinario, un impianto che fa male e che quindi non si può mettere e non si può imporre alla Liguria di metterlo. Non ho alcuna difficoltà a dire che, se questa è la condizione perché l'ACNA possa continuare a produrre, l'ACNA non deve più produrre; ma non sono neppure ideologicamente a favore della chiusura. Voglio che ci sia un confronto razionale su queste cose, qualcuno deve spiegarci con serietà con assoluta certezza di dati e rigore di dati quella che è la realtà.
Questo era il programma della Giunta, che qui ognuno cita, ma il programma della Giunta - e qui aveva ragione il collega Marchini - ha fissato sul problema dell'ACNA in modo specifico alcuni punti che non possono essere oggi dimenticati. Ha fissato alcuni punti che in questo argomento sono la stella polare della Giunta e della maggioranza e a me pare che la Giunta si sia comportata in modo coerente rispetto a questo. A me pare che, forse, qualche parte della maggioranza, che forse ha subito queste cose, non le può subire e non le vuole subire. Però la Giunta si è comportata in modo coerente, sapendo che deve avere un rapporto nuovo con il Governo, non quello che ha avuto nella passata legislatura dove non si andava agli appuntamenti con il Governo, ma deve avere un rapporto serio con il Governo affinché ci sia un risanamento della Valle. Deve avere un confronto con il Governo per vedere se ci sono le possibilità di una compatibilità dell'azienda ACNA in quel sito, in quella zona, in quella valle, per recuperare un rapporto di fiducia con la gente. E il rapporto di fiducia con la gente non lo si recupera, anche è più difficile, facendo dei comizi. In quest'aula troppe volte ho visto oratori che anziché parlare in faccia al Presidente parlavano alla platea. Mi rendo conto che ci sono delle esigenze per le forze politiche, ma credo che nelle questioni importanti e difficili occorra saper affrontare anche situazioni importanti e difficili, e quindi avere rispetto delle popolazioni e delle loro legittime, molte volte, preoccupazioni. Credo siano preoccupazioni vere perché non credo che tutte queste persone vengano qui per preoccupazioni non vere; sono preoccupazioni vere di cui dobbiamo farci carico evidentemente, ma sapendo che non ci si fa carico di queste preoccupazioni andando al seguito dei cortei, non è questo il ruolo di un'istituzione seria.
Ecco perché voteremo questa proposta di sospensiva, che non è un rinvio né un tentativo per fare mettere altri due pezzi in più al RE-SOL, ma è per chiedere conto al Governo di quello che si sta facendo, di quello che si vuol fare, se le cose che ci ha detto fino ad oggi sono ancora valide. E un incontro che dobbiamo avere a tempi stretti; successivamente potremo deliberare tranquillamente, sapendo che da parte del Gruppo repubblicano non c'è alcuna difficoltà a cambiare qualunque posizione qualora ci fossero da parte del Governo atteggiamenti diversi, valutazioni diverse, giudizi diversi rispetto a quelli che fino ad oggi sono stati tenuti



(Qualche applauso da parte dal pubblico)



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Sartoris. Ne ha facoltà.
SARTORIS Chiedo scusa se non mi sono prenotata, ma siccome è a discrezione del Presidente del Consiglio stabilire l'ordine degli interventi e di solito ci tocca sempre parlare prima della maggioranza, questa volta mi sono presa una discrezionalità chiedendo di intervenire dopo avere sentito la maggioranza.
Credo che la prima considerazione che debba fare una persona come me che spesso si lascia prendere dalla partecipazione troppo esasperata in queste cose, è quella che, siccome ci sono persone che ci stanno ascoltando fuori, mi spiacerebbe se poi mi venisse rinfacciato che, grazie al fatto di avere detto alcune verità, sono responsabile di ciò che succede fuori.
Credo che quello che succede fuori succede non tanto per quello che viene detto, ma per l'atteggiamento di presa in giro che si continua ad avere, questa continua attesa, questo continuo non decidere, questo continuo non dare risposte, questo continuo dire: "vi daremo la risposta la prossima volta, ritornate". E poi quando si ritorna la risposta è uguale a quella precedente. Credo che questo sia uno stillicidio, sia un modo per esasperare e non avere quindi un buon rapporto con gli elettori soprattutto non avere rispetto per le persone che ci vengono ad ascoltare e hanno la pazienza di venire.
E' vero quello che diceva il Consigliere Ferrara: probabilmente le persone che continuano a venire vengono perché hanno dei problemi personali, hanno dei problemi di salute e hanno molti altri problemi altrimenti la gente piemontese, specialmente quelli che hanno chiuso i negozi pervenire giù, non credo che sia venuta perché le piace Torino.
Anche se Torino è una bellissima città: sono venuti semplicemente perch desiderano giustizia, desiderano alcune cose e desiderano alcune risposte che non vengono mai date.
Quando il Consigliere Rossa con le sue parole o il Presidente Brizio ripete "dare risposte trasparenti e solerti" a gente che le aspetta chissà da quanti anni, io vi chiedo come pensate che su queste cose vi possano ancora credere.
Come pensate di poter fare una discussione trasparente quando alcuni Consiglieri, che magari potrebbero dire delle cose che a voi non piacciono non li lasciate parlare. Io parlo perché è ancora un diritto quello di parlare dieci minuti. Ma ci sono per esempio dei colleghi che amerebbero dire la loro posizione, ma non lo possono fare. Ci sono dei Consiglieri che fanno parte della maggioranza, che se veramente potessero, come diceva il collega Monticelli, parlare con coscienza e senza la direttiva e la disciplina di partito, forse direbbero delle cose un po' diverse da quelle che dicono.
Il vero problema, secondo noi in questo momento, è che è veramente squalificante pensare che si è parlato; ci si dà da fare affinché la Regione abbia delle competenze, abbia delle possibilità di esprimersi, ma poi nel momento in cui ha queste possibilità continua a fare orecchie da mercante, perché continua a non esprimere il desiderio, che invece la gente avrebbe, che noi dicessimo queste cose.
E' vergognoso che ci siano dei piemontesi che ci dicono "ci vergogniamo di essere piemontesi perché la Regione Piemonte non ci protegge più mentre i liguri sono protetti meglio". Questo modo di comportarsi è, per un amministratore che viene eletto in Piemonte, vergognoso, è una pugnalata! E' una pugnalata pensare che un Consigliere che viene eletto con i voti dei piemontesi - perché voi venite eletti dai piemontesi e non da chissà chi - non ne tuteli gli interessi e soprattutto la salute.
Adesso avete trovato, perché poi nelle vostre scelte...
NERVIANI Decisioni.
SARTORIS No decisioni, magari decideste! Sono vent'anni che non decidete e continuate sempre a fare avanti e indietro. Il vero problema, secondo me, è che voi continuate a non decidere, a non dire. Ad esempio, adesso ne avete trovata una nuova: facciamo un bel pool di Ministri, li facciamo venire così avete la scusa che poi non si troveranno, dovranno chiedere pareri dovranno fare, e chissà, forse per i quattro anni che dobbiamo ancora trascorrere qui avremmo la possibilità di portarla avanti. Il vero problema e la vera preoccupazione, che dispiace, è che voi come Giunta trovate sempre la scusa plausibile per rimandare alla volta dopo. Quando siete riusciti a trovare la soluzione, come l'abbiamo trovata oggi nella riunione dei Capigruppo, nella quale abbiamo trovato quella famosa dicitura, la rimandiamo alla volta successiva, e così siamo tutti a posto. La vera preoccupazione è quella di trovare una scusa per non decidere, cosa che state facendo. E soprattutto togliervi da questa situazione e fare in maniera di essere il più lontano possibile dalla gente alla quale state facendo subire queste cose.
Voi non avete il coraggio di andare a dire certe cose fuori, o di andare di persona a prendervi la responsabilità di certe cose.



PRESIDENTE

Comunque ci sono gli altoparlanti fuori e voi lo sapete.
SARTORIS Certo, ci sono altoparlanti, ma una cosa è parlare direttamente in faccia e in mezzo alla gente, e un conto è dire certe cose qui dentro.
MARCHINI Io chiedo che vengano disattivati.
SARTORIS Consigliere Marchini, è logico vero? Quando parlavi tu era giusto non disattivarli, quando parlano gli altri, logicamente quando dicono delle cose che dispiacciono, è meglio disattivarli, perché tanto questa è la soluzione! La soluzione è quella di fare in maniera di non dover avere mai il confronto con gli elettori, ma sempre scappare, sempre trovare la maniera di non decidere. E avviene anche in questa occasione. Quelle sospensive mi spiace che siano tre, perché quando usiamo la parola "il gioco delle tre carte". .., ma combinazione sono proprio tre. Oltretutto è una trappola comunque, perché noi di opposizione siamo messi in una posizione difficile, in quanto facendo questa sospensiva, se noi spingiamo perché voi decidiate e se la decisione -come sarà, perché la maggioranza poi alla fine trionfa come diceva il Consigliere Rossa - sarà penalizzante nei confronti della gente, perché verrà accettato e si metterà in votazione questo progetto, allora sarà colpa delle opposizioni che non hanno voluto aspettare, che hanno obbligato a decidere! Altrimenti dobbiamo accettare un'ennesima ritirata strategica, un'ennesima fuga, un ennesimo "attendiamo la prossima volta". Certo che avete studiato bene la cosa. Per Piemont ci avete messo in una posizione molto difficile e molto articolata. Ci sarà difficile stabilire cosa fare in questa situazione, anche se il sentimento è quello di dire "tre no", o meglio di dire "quattro no", no a tutte e tre le sospensive e no al piano. Però se noi diciamo "no", come è logico che sia per le opposizioni, andremo ad una votazione. magari passerà il progetto, ci sarà il risanamento e la colpa sarà delle opposizioni che vi hanno obbligato a prendere questa posizione.
Per questi motivi vorrei pensarci ancora un po', quindi non vi dico subito cosa voterò.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Maggiorotti.
MAGGIOROTTI Faccio un breve intervento sottolineando come, in realtà, discutendo di queste pregiudiziali si stia dibattendo una questione di metodo. Cioè ci si domanda se è possibile decidere ora sul piano di disinquinamento della Valle Bormida.
E' pur vero che dietro ad ogni decisione di metodo stanno dei tatticismi e stanno le difficoltà politiche che abbiamo evidenziato all'interno della maggioranza. Mi domando allora perché forze di opposizione seguono un percorso parallelo, percorso tracciato da questa maggioranza, finalizzato al rinvio di una decisione e alla soluzione dei contrasti interni. Penso che anche nelle parole dei relatori di maggioranza, che mi hanno preceduto, non possa non essere evidente una mistificazione, che è inaccettabile.
Si ribadiscono alcuni dati come se questi non potessero essere già noti, come se non fossero conosciuti. Sulla base di questi dati si è affermato che in Valle Bormida è aumentata l'incidenza di mortalità per tumori, quando si è presentata la relazione che precedeva la legge regionale che chiedeva la chiusura dell'ACNA e gli interventi di bonifica della valle.
Già allora si trattava di dati disponibili, dati di mortalità presenti e morbosità presenti presso i nostri servizi sanitari.
Quali elementi di valutazione e quali dati non sono già noti tali da impedirci di assumere una qualsiasi decisione? Quali competenze professionali non sono attivabili nella nostra Regione per capire quale sia l'associazione di causa tra l'esposizione ad inquinamenti e l'aumento di incidenze di queste patologie? Certo, gli epidemiologici affermano che non ci può mai essere una certezza assoluta nell'associazione tra un inquinamento diffuso e una mortalità individuale, ma c'è una pesante e forte probabilità che siano aumentate le esposizioni a fattori di inquinamento a determinarla e gli epidemiologi ci dicono che non esiste un accettabile livello di esposizione nel determinare questo tipo di patologia, non esiste un livello accettabile. L'unico livello accettabile è il livello zero. E allora chi deve decidere se non le popolazioni? Perché le decisioni da prendere, chiudere e bonificare, oppure non chiudere e "contenere" e continuare ad inquinare è se accettare o no - e questo è certo - un aumento delle morti probabilisticamente prevedibili perché non vi è compatibilità.
Si tratta, anche in questo caso, di fare un bilancio tra rapporti e benefici; tra i "benefici" che sono sbilanciati certamente a favore dell'ACNA e gli svantaggi, le mortalità che colpiscono tutte le popolazioni della valle.
Il Ministero dell'Ambiente e il Ministero della Sanità non ci potranno dire nulla di più se non avallare una valutazione di costi-benefici che è sbilanciata a favore degli inquinatori.
Per questo mi opporrò al rinvio delle decisioni, perché credo sia oggi che si debba decidere.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Staglianò.
STAGLIANO' Finora sono state illustrate le questioni pregiudiziali cui sono seguiti gli interventi di carattere generale.
Prima di procedere alla fase successiva delle dichiarazioni di voto propongo una verifica, attraverso una breve sospensione della seduta, circa la possibilità o meno di unificare le questioni pregiudiziali per definire un testo, così come auspicava il Consigliere Cucco, sufficientemente nitido e chiaro in ordine alle questioni che abbiamo sul tappeto.
Quindi non entro nel merito, perché questo lo farò in fase di dichiarazione di voto spero, di un unico documento che sia chiaro.



PRESIDENTE

Sulla proposta testé avanzata dal Consigliere Staglianò può parlare un Consigliere a favore ed uno contro, dopodiché si procederà alla votazione.
Ha chiesto di parlare il Consigliere Zacchera.
ZACCHERA Raccolgo favorevolmente la proposta del collega e spiego il perché. Il Consigliere Staglianò ha anticipato nei tempi alcune soluzioni tecniche per venir fuori da questo momento di impasse del Consiglio regionale; ciò mi permette anche di esprimere la mia opinione in merito.
Senza riprendere il discorso daccapo, perché penso che tutti siano stanchi di sentire parole, desidero ribadire alcuni concetti essenziali per arrivare alla conclusione auspicata dal Consigliere Staglianò. Innanzitutto prendiamo atto del grave rischio di un ulteriore rinvio della decisione che è un modo di fare che si colloca a questo punto del dibattito in modo molto diverso da quello della volta precedente, allorquando la maggioranza cercò di far passare l'approvazione del piano che le opposizioni riuscirono però a bloccare, in primis il Gruppo MSI-DN, presentando delle ipotesi sospensive, una delle quali era identica a quella della Giunta, ma stava scritto che bisognava chiudere l'ACNA e la Giunta rispose di no . Oggi ci ritroviamo sostanzialmente in una posizione simile, però se tutti hanno chiesto la chiarezza anche noi abbiamo una proposta operativa per venirne fuori, che può andare vicino a quanto chiedeva il Consigliere Staglianò.
Visto che in primo luogo il Consiglio regionale in gran parte condivide i timori sia del rinvio da parte delle minoranze (perché alla fine si rinvia, ma non si decide), ma avverte anche il pericolo che alla fine si giunga all'approvazione di questo piano, sono d'accordo che si uniscano le tre proposte sospensive, ma propongo che sia scritto chiaramente, per esempio in quella della maggioranza, al secondo comma, "ritiene che non si possa formula-re il definitivo parere sul piano di bonifica e di disinquinamento della valle Bormida fino a che non si sarà proceduto alla definitiva chiusura o riconversione dello stabilimento ACNA di Cengio e si sarà definita l'eventuale localizzazione dell'impianto RE-SOL".



PRESIDENTE

Consigliere Zacchera, le ricordo che lei ha chiesto la parola su una proposta incidentale.
ZACCHERA D'accordo, vorrà dire che parlerò ancora dopo. Faccio però presente che a questo punto c'è una soluzione splendida se tutti vogliamo la chiarezza.
Ma prima di farlo voglio dire al Consigliere Rossa, quello che si fida dei tecnici dell'ACNA, che forse non ha letto la storia di Cappuccetto Rosso visto che crede ancora ai lupi!



(Applausi da parte del pubblico)



PRESIDENTE

Consigliere Zacchera, per cortesia, resti sui termini incidentali altrimenti creiamo altri problemi non solo all'interno dell'aula, ma anche all'esterno.
ZACCHERA Il modo splendido per chiudere i lavori di questo Consiglio regionale è un brevissimo ordine del giorno, che possono votare tutti i Consiglieri di buona fede, del seguente tenore: "Il Consiglio regionale del Piemonte preso atto che occorre procedere senza ulteriori perdite di tempo alla chiusura dello stabilimento ACNA di Cengio finché non saranno dati inequivocabili garanzie di riconversione compatibili con l'ambiente e la salute della popolazione della zona preso atto che il piano di risanamento non prevede l'obbligatoria chiusura dello stabilimento, ma anzi presuppone una sua continuità operativa e con la presenza del RE-SOL potrebbe portare un nuovo danno ambientale viste le precedenti e reiterate prese di posizione dello stesso Consiglio regionale impegna la Giunta a ritirare il piano proposto".
Così facendo avremmo concluso la discussione.



PRESIDENTE

Il Consigliere Zacchera ha parlato a favore della richiesta del Consigliere Staglianò.
ZACCHERA Facendo però un'altra proposta: che si ritirino le tre questioni pregiudiziali condizionandole alla presentazione di un ordine del giorno.
MARINO Chiedo la parola.



PRESIDENTE

Non gliela posso concedere in quanto il Consigliere Staglianò ha posto una questione di procedura e non di merito; ha chiesto che si interrompa il Consiglio per qualche minuto per affrontare le questioni incidentali.
A favore di questa richiesta ha già parlato il Consigliere Zacchera pertanto può eventualmente ancora parlare un Consigliere contro questa richiesta.
Ha chiesto la parola il Consigliere Marchini. Ne ha facoltà.
MARCHINI Parlerò come si suol dire contro, usando gli argomenti di chi ha parlato a favore. Quando si chiede una sospensiva per fondere dei documenti bisogna evidentemente partire dal presupposto che tutti e due gli aspiranti sposi siano disponibili a rinunciare a qualcosa. Qui vediamo invece che il rappresentante della Destra Nazionale accentua e pone altre questioni rispetto al documento che ha dato origine a questo dibattito sulle questioni pregiudiziali. Quindi non mi pare esistano, al di là delle valutazioni che possiamo fare a titolo personale, condizioni tali che ci consentano di rinunciare ad alcune nostre posizioni per avvicinarci a quelle degli altri. L'intervento del Consigliere Zacchera ne è la dimostrazione.



PRESIDENTE

Pongo quindi in votazione la richiesta avanzata dal Consigliere Staglianò di sospendere brevemente la seduta.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano. La proposta del Consigliere Staglianò è respinta con 8 voti favorevoli, 22 contrari e 13 astensioni.
Ha ora la parola il Consigliere Marino per il secondo intervento quale dichiarazione di voto.
MARINO Io non ho chiesto di intervenire per dichiarazione di voto, avevo chiesto di intervenire nel dibattito precedente e lei me lo ha negato in base a una interpretazione molto discutibile del Regolamento.
Quindi io non intervengo per dichiarazione di voto e chiederò la parola quando riterrò di sceglierlo in questo dibattito.



PRESIDENTE

Consigliere Marino, le debbo precisare una questione sulla quale stiamo discutendo (mi scuso con il Consiglio perché tale questione non riguarda l'argomento che stiamo trattando): da mesi il Consigliere Marino e il Consigliere Chiezzi, nonostante le loro opinioni divergenti, fanno parte del Gruppo Misto.
Sull'argomento in discussione oggi ha già parlato per il Gruppo Misto il Consigliere Chiezzi, per cui lei può parlare soltanto per dichiarazione di voto. Se lei pertanto vuole intervenire, io le posso concedere la parola, come le avevo preannunciato, solo per dichiarazione di voto.
So che non siete favorevole a questa impostazione che attiene all'altra questione generale del Gruppo Misto.
MARINO Io non chiedo di parlare in questo momento per dichiarazione di voto.



PRESIDENTE

Ha pertanto la parola il Consigliere Zacchera.
ZACCHERA Chiedo di posporre il mio intervento per non tediare ulteriormente il Consiglio; so che c'erano alcuni Consiglieri di maggioranza che desideravano intervenire, riterrei quindi opportuno che ci fossero altre dichiarazioni di voto prima della mia.



PRESIDENTE

Al momento non ho altri iscritti a parlare.
ZACCHERA Allora prendo la parola.
Dal momento che siamo in fase di dichiarazioni di voto chiedo al Presidente su che cosa esprimiamo il nostro voto, visto che ci sono tre pregiudiziali. Si interviene soltanto sulla prima, sulla seconda o su tutte e tre insieme? Le chiedo un chiarimento.



PRESIDENTE

Rifacendomi a quanto è stato concordato nella Conferenza dei Capigruppo, ricordo al Consiglio che la discussione delle tre questioni preliminari sospensive poste è stata unificata; è stato convenuto che ci fossero due interventi per Gruppo, uno di carattere generale e l'altro di dichiarazione di voto, sull'insieme delle tre pregiudiziali che per verranno poste in votazione separatamente. La parola al Consigliere Zacchera.
ZACCHERA Illustro la posizione di voto del Gruppo MSIDN sulle questioni finora dibattute, portando avanti il discorso che avevo cominciato nel mio precedente intervento.
Innanzitutto lamentavo la politica del "rimorchio", cioè che questo Consiglio regionale di fatto tende regolarmente a rinviare di prendere determinate decisioni. Oppure - è molto più grave ed è un caso successo più volte - ritorniamo su delle discussioni quando il Consiglio ha già deciso in un senso, ma poi vengono cambiate le carte in tavola. E' emblematico il caso ecologico della Valle Versa accaduto neanche un mese e mezzo fa: il Consiglio regionale aveva deciso il "no" per determinati impianti che per sono entrati dalla finestra! Per quanto riguarda l'ACNA di Cengio, il Consiglio regionale ha detto molti no al RE-SOL, ma di fatto viene riproposto dalla finestra un piano di recupero ambientale che contempla ugualmente il RE-SOL. Non è corretto secondo me, questo modo di procedere anche perché non c'è chiarezza.
Ho apprezzato il Consigliere Goglio del Gruppo socialdemocratico, che ha parlato benissimo oggi, però mi deve spiegare perché la volta scorsa sulla nostra pregiudiziale che diceva di far chiudere l'ACNA, si è astenuto, rivelandosi così determinante per far decadere quella proposta.
Che continuità c'è in questa posizione? Il problema però è un altro; il collega Marchini si è chiesto che cosa succederà con il polo pubblico. Io gli rispondo che polo pubblico è uguale a "partito degli affari"; dedico al collega Rossa che mi ha preceduto un articolo pubblicato su "Valle Bormida pulita" che sintetizza brillantemente questa settimana a proposito di certe situazioni: "Che cos'è il piano di risanamento? Anche qui c'è un piano di risanamento ruffoliano, anche qui c'è la mano dell'EM. della Castalia, la mormoratissima società del Gruppo IRI indagata per lo scandalo della ricostruzione irpina dalla Magistratura su rinvio dell'apposita Commissione parlamentare inquirente, e titolare anche sul miliardario appalto del risanamento della discarica ACNA di Pian Rocchetta, deliberato ed approvato dalla Giunta regionale ligure. Anche qui ci sono le direzioni lavori che sembrano dirigere soltanto i flussi di pubblico denaro non verso la soluzione dei problemi, ma con oscura destinazione. L'unica certezza che ancora non abbiamo, ma è solo una questione di tempo, è dove verrà riciclato il denaro e da quale famiglia".
Questi toni sono opportuni perché ci fanno capire perché si voglia andare assolutamente ad approvare dei piani di risanamento senza prima eliminare le fonti dell'inquinamento, che è la cosa più logica da fare.
Questo è il discorso che deve essere fatto! Quando si parla di Partecipazioni Statali insisto su quello che qui dentro - come MSI - in tutte le riunioni andiamo ripetendo: questa è l'altra faccia del business dei rifiuti, questa è l'altra faccia della divisione politico-partitica delle Partecipazioni Statali, questo è voler a tutti i costi affidare determinati impianti ed appalti! Consigliere Rossa, è vero o non è vero che già stanno nascendo con atti notarili i consorzi tra imprese per gestire l'appalto di quello che sarà l'eventuale piano di risanamento? Queste sono le cose che regolarmente succedono in Italia! Ecco perché il sistema non funziona, ecco perché si corre al piano di disinquinamento: forse perché tutti improvvisamente sono diventati ecologi? Nossignori, perché ci sono 390 miliardi da spartire ed ecco allora che ci sono centomila inconfessabili verità, mezze verità coperture e combinazioni! Si chiede in definitiva alla maggioranza di inserire una frase nella propria proposta di sospensione, che si presume verrà approvata.
Dite che non si può procedere ad esaminare questo piano se prima non si va alla procedura, già decisa da questo Consiglio regionale - non venuta giù dal cielo oggi pomeriggio! - di chiudere l'ACNA oppure di riconvertirla? Se abbiamo una dignità come Consiglio regionale, queste cose, avendole già dette una volta, dobbiamo ripeterle ancora oggi. Tutto qui! Possiamo anche ritirare la nostra sospensiva e forse la ritireranno anche gli altri, si tratta soltanto di inserire una frase! Ma allora, signori della maggioranza, volete o non volete chiudere l'ACNA di Cengio? Rispondete sì o no e agite di conseguenza! Tutto qua, poi per il resto si può fare quello che si vuole.
Se oggi si andrà ad un rinvio sarà una mezza vittoria delle opposizioni perché hanno bloccato una determinata situazione, ma - attenzione - c'è un vecchio proverbio mafioso in Sicilia che dice "quando tira il vento fatti canna", cioè fai passare il momentino in cui la gente brontola e poi giraci alla larga e digli di sì.
Lo abbiamo già visto in quest'aula nei mesi scorsi: ricordate il caso della Valle Versa? Come é finito? E' finito che da Roma é arrivato un sì quando invece a Torino si era detto no . In questo modo sono stati contenti quelli di Torino, che hanno potuto dire alla gente "ma noi avevamo detto di no", e contenti quelli di Roma che possono così fare i loro affari.
Queste sono le cose che io non riesco a condividere, ma che alla fine vanno ricondotte ad una semplicità totale. Si dica sì o no alla chiusura dell'ACNA di Cengio! Se si crede veramente in queste cose, bisogna portarle avanti. Va benissimo andare a parlare con il ministro, ma voi pensate davvero che il Ministro, che ancora non sa se la settimana ventura sarà ancora in carica avrà tempo da perdere su queste cose? Certo; verrà, si faranno grandi discussioni, poi arriveranno avanti i portavoce e i portaborse e avanti di questo passo. Il discorso cade nella demagogia e va quindi fermato qui In conclusione, la nostra proposta di sospensiva é diversa da quella della maggioranza perché diciamo no al piano di risanamento finché ci saranno determinate condizioni. Togliete l'ACNA e si parta subito con il piano di risanamento! Bisogna avere il coraggio di farlo. Se non si ha il coraggio di farlo, il nostro voto sarà positivo per la nostra proposta di sospensiva e negativo per quanto riguarda quella della maggioranza.
Se non c'è questa volontà, vuol dire che anche oggi siamo stati presi in giro, perché dopo tante parole, tante dichiarazioni - mi rivolgo al collega Goglio e a tanti altri della maggioranza - favorevoli sulle cose che abbiamo detto noi, al momento del voto di fatto non si ha il coraggio di chiudere la porta, di chiuderla forte, per cui qualcosa - ahimè di velenoso - tornerà dalla finestra.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Farassino.
FARASSINO Non voglio ripetere cose già dette per non annoiare né i colleghi né il colto e l'inclita che forse si aspetta cose molto più violente. Abbiamo assistito nella precedente seduta dedicata all'ACNA ad una situazione anomala: ad un certo punto della seduta gran parte delle forze politiche non solo quelle di opposizione, si sono trovate compattate per arrivare alla soluzione, da sempre auspicata, della chiusura.
Ricordo che dopo accorati e passionali interventi di colleghi che non facevano parte dell'opposizione, bensì della maggioranza - cito il collega Zanoletti - ho sperato quasi in un miracolo, che fosse prevalso il buon senso comune, finalizzato ad una cosa importantissima: il primato dell'etica sulla politica. Invece come in un copione teatrale il Consigliere Rossa, socialista - chiedo scusa del termine - é intervenuto improvvisamente chiedendo una sospensione che gli é stata subito accordata con una perentorietà che rimarcheremo e ricorderemo senza tener minimamente conto se il Consiglio era d'accordo, senza neanche interpellarlo e alla fine le cose sono andate come tutti sappiamo, con un finale incandescente da parte della popolazione.
Pensavamo che tre settimane di sospensione potessero aver dato modo alla Giunta di formulare un piano che potesse finalmente dare un'opportunità a tutti, non solo alle minoranze e alle opposizioni, ma anche a quella parte di maggioranza che come abbiamo detto intende far prevalere l'etica sulla politica, di poter votare una soluzione che accontentasse tutti, e per tutti intendo soprattutto le popolazioni della Valle Bormida. Invece abbiamo sentito le dichiarazioni del Presidente Brizio che ha parlato di Stato di diritto, ma, signor Presidente, quale Stato di diritto in uno Stato come questo che è in balia di non si sa chi! Quale Stato di diritto! Atti di competenza: ma quale competenza può avere oggi una Regione che viene continuamente scavalcata da un Commissario di Governo, da un Governo centralista! Quali competenze! Di non aderire perch si aspetta l'incontro con il Ministro Ruffolo, ma per fare l'incontro con il Ministro Ruffolo è facilissimo, basta decretare la chiusura dell'ACNA ed è il Ministro Ruffolo che corre a chiedere spiegazioni.
Infine è stato detto che intende tutelare la popolazione, ma la popolazione si tutela in un modo solo; decretando la chiusura dell'ACNA! MARCHINI La gente che è all'esterno del palazzo e sta ascoltando, signor Presidente. pensa che noi possiamo decretare e non è vero!



PRESIDENTE

Chiariamo che non è possibile fare l'atto di cui lei parla. Non è possibile a questo Consiglio.
FARASSINO Dirò allora di pronunciarsi a favore della chiusura dell'ACNA, va bene Consigliere Marchini? Ho usato un vocabolo sbagliato. Chiedo scusa.



PRESIDENTE

E che è bene correggere perché in questa materia il Consiglio regionale del Piemonte non ha competenza e va detto una volta per tutte altrimenti alimentiamo degli equivoci, tra noi stessi e con gli altri.
FARASSINO Però può pronunciarsi ed è un documento politico. Saremmo già contenti.



PRESIDENTE

I pronunciamenti ci sono tutti.
FARASSINO Non ci sono i pronunciamenti, perché i pronunciamenti sono di continui rinvii, di pastette tali che continuamente distolgono dal punto focale della situazione.
Si deve prendere una posizione politica chiara che faccia capire a chiunque che comunque la Regione Piemonte è schierata con la sua popolazione per la chiusura della fabbrica. Scusate ancora se ho usato la parola competenza e decretare.
Inoltre vorrei chiedere ai colleghi Verdi cosa vuole dire "vincere anche loro ogni tanto, che è un modo nuovo di far politica". Sono cose davvero strane. Ancora il collega Rossa, per giustificare l'apertura dell'ACNA e addirittura l'inceneritore, ha detto che l'avvelenamento era pregresso.
Signori miei, non sappiamo neanche più da dove si deve cominciare a discutere per non apparire logorroici e per non essere accusati ancora una volta di voler fare un uso strumentale dei nostri interventi per ingraziarci le simpatie della popolazione.Fatte queste considerazioni dichiariamo di schierarci contro le pregiudiziali presentate.
Mi rivolgo a tutte le persone, non già di buon senso, non già di buone intenzioni, ma responsabili. Invochiamo la responsabilità di tutti e per quanto riguarda l'ACNA si tratta di una responsabilità pesantissima anche per le coscienze più incallite.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.
TAPPARO Signor Presidente, colleghi Consiglieri, inevitabilmente il dibattito che si è aperto sui documenti di proposta delle questioni pregiudiziali ha finito con il mettere in ombra l'aspetto procedurale e portare in grande evidenza il merito, ed è su questo merito del problema che non possiamo nasconderci dietro acrobazie. Le situazioni cambiano rapidamente, cambiano così tanto che i rapporti tra ambiente e sviluppo ci costringono, come amministratori e rappresentanti della comunità piemontese, a considerare questo problema come un aspetto drammatico. Ed é questa l'importanza, anche se comporta numerose sedute per trovare una soluzione adeguata, perché come noi delineiamo e tratteggiamo l'uscita da una situazione di questo genere possiamo delineare la strada del nostro futuro e dello sviluppo. Il Piemonte é una regione fondamentalmente industriale e non può trasformarsi da un giorno all'altro in una società di parastatali, però altrettanto la coscienza civile di questa comunità fa dire che, in alcuni casi, si supera la soglia di sopportabilità per una comunità ed occorre intervenire con grande decisione.
Occorre quindi lavorare per un diverso sviluppo. Oggi é in corso una grande attenzione sui problemi dello sviluppo, sui rapporti del mercato e del profitto, sia da un approccio liberale sia da un approccio cattolico come il Papa ha espresso con la sua enciclica. Sono elementi che ci costringono ad essere estremamente attenti su questo problema, a non giocare. Non é un problema di crisi o non crisi, interessi di partito, meno ancora interessi di bottega. Se questi ci sono, e noi sappiamo che il lobbismo e gli interessi si muovono sempre, questa assemblea elettiva deve dare chiare indicazioni affinché sia minimizzato lo spazio per quegli interessi. Però ritengo che il piano oggi non sia centrale, non é la bocciatura di questo piano l'elemento fondamentale. E' solo sul piano che questa assemblea ha una competenza piena e ha invece una competenza solo di principio sulla chiusura dell'ACNA; questo va detto alla comunità della Valle Bormida con estrema chiarezza.
Noi oggi, non parlando di questo piano, non esprimendo un giudizio, non avviandolo, teniamo in mano un deterrente che é legato ad un interesse che io credo non sia astratto o falso, ma reale, che ha espresso il Parlamento ed anche la nostra assemblea, di far sì che questa comunità abbia diritto ad una forma di risarcimento dopo cento anni di sopportazioni permettendole di rinascere nelle sue attività economiche, nella sua vita civile, nella sua garanzia per la salute.
E' chiaro che un piano dovremo discuterlo, forse non tutti saremo d'accordo rispetto alla sua definizione, però ha questo obiettivo. Questa bocciatura non é lo snodo del problema e una riflessione dobbiamo ancora farla sulla questione del RE-SOL.
Credo che il governo regionale abbia fatto un atto importante con il ricorso al TAR della Liguria che sentenzierà il 16 maggio per quanto riguarda la richiesta di sospensione e mi pare ci sia anche un altro ricorso legato ad una richiesta di sospensione. Quando però vediamo a disprezzo di questi atti della massima assemblea di una comunità regionale se é vero quanto riportano gli organi di stampa, che stanno crescendo i pilastri in cemento della costruzione del nuovo inceneritore, evidentemente si tratta di una forte e grave offesa a questa comunità e alla sua rappresentanza.
In ogni caso il governo regionale ha presentato ricorso. Forse non ci siamo battuti disperatamente quando il Parlamento, attraverso una risoluzione della Camera, aveva indicato in tre mesi il tempo entro il quale la Regione Liguria doveva trovare un sito diverso dalla Valle Bormida per rilocalizzare l'impianto di incenerimento. I tecnocrati dicono che l'impianto va fatto nel sito dove si opera, altrimenti quaranta autobotti dovrebbero viaggiare continuamente. Sono tutte cose vere, ma la società non si può modellare come un piano di impresa; la società é fatta di gente che ha una storia, di gente in carne ed ossa, che ha i suoi diritti. Quindi questo impianto doveva essere localizzato in forma e in modo diverso. Sono passati tre mesi (durante la scorsa legislatura mi ero permesso di fare presente questo aspetto), ma questo termine non é stato rispettato.
La Regione Liguria fa grande opposizione al semplice utilizzo del depuratore di Savona per una ridefinizione dell'impianto industriale, per poter fare arrivare al depuratore di Savona le acque salinizzate. Quindi ci troviamo la localizzazione di un inceneritore in territorio ligure.
Nel documento della maggioranza in sostanza viene detto che ci riproponiamo con grande vigore al Governo. Non dobbiamo nasconderci dietro un dito perché attorno al RE-SOL si gioca la vita dell'ACNA. Stiamo dicendo: "Sulla chiusura dell'ACNA noi potremo fare un'affermazione di principio, ma dopo averla fatta non cambierebbe comunque nulla sul piano della forza". Dobbiamo trovare altri percorsi forti ed é proprio sul RE SOL, dove ci sono degli elementi di definizione procedurale che ci danno ragione, che noi dobbiamo insistere.
Altro passaggio. Chi può chiudere lo stabilimento? Certamente il Sindaco di Cengio, la legge lo permette, non come chiusura diretta dello stabilimento, ma come intervento sulle emissioni liquide e per riforme non rispettose del DPR n. 915/82 o di altra normativa in materia, oppure per le determinazioni di politica industriale.
Signor Presidente, con le Partecipazioni Statali le abbiamo già "buscate" per la siderurgia, quindi non possiamo dire tranquillamente a questa comunità: "Non preoccupatevi, le Partecipazioni Statali hanno in mano lo stabilimento e vedremo cosa fare attraverso una determinata scelta". Un'impresa che sta perdendo rapidamente mercato, per restare in vita, deve fare investimenti colossali; le Partecipazioni Statali dovranno fare una valutazione di politica industriale che potrà portare a certe determinazioni. Per questo é necessario, come dice il documento, insieme al problema del RE-SOL, fare una verifica sulle politiche industriali, perch questa comunità non vuole buttare nel bidone della spazzatura risorse per una sfida di principio. Ecco la differenza tra ieri ed oggi. Noi non potremo accettare che si buttino via miliardi pubblici per una questione di principio! Forse ieri c'era, oggi non possiamo più accettarla. Se la verifica di politica industriale che noi chiediamo dà un responso motivato bene, altrimenti occorre andare a delle determinazioni chiare. Non é quindi un rinvio, non é il trucco della valigia, non é una presa di posizione tanto per guadagnare tempo. E' la richiesta di un'ultima fase, nella quale si chiede l'impegno del Governo affinché si possa arrivare ad una determinazione forte e alta. Sappiamo che non vogliamo più fare di questo una questione di principio, vogliamo avere a cuore la tutela della salute di una comunità, sapendo pero nel contempo che viviamo in una realtà industriale, sapendo che dobbiamo fare i conti con questa realtà che ci dà la ricchezza, che ci dà il reddito. Lo standard, la ricchezza, il livello del reddito interno del Piemonte é certamente determinato per una grossa parte dall'apparato industriale che va cambiato, che va trasformato, che va adeguato e che va chiuso là dove non é in grado di poter operare in questo senso.
Una crisi di governo regionale su questa vicenda? Non credo che interessi parlare di questo aspetto; credo che interessi valutare una proposta coraggiosa, che sappia fare i conti con tutte le proposte: é il patto che si determina attorno a questa proposta che tiene in vita una maggioranza.
Qui non ci sono giochetti, bussolotti o altre cose, qui c'è la volontà di una assemblea elettiva, almeno nella maggioranza che esprime, di fare una scelta, nella quale a fianco della salvaguardia di una comunità ci sia anche la capacità di rapportarsi con i problemi dello sviluppo, ponendo comunque prima di tutto la salvaguardia della comunità, della sua vita della sua storia, delle sue radici.
Non credo che la proposta di questione pregiudiziale sospensiva che abbiamo sottoscritto possa disattendere queste aspettative. E' un passaggio che non é tanto una presa di tempo, é essenzialmente una proposta per rapportarci, lo dico al governo regionale, in modo definitivo e ultimo con il Governo, per prendere delle posizioni nelle quali tutti, compreso il Governo nazionale, si assumano le proprie responsabilità.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Staglianò.
STAGLIANO' Signor Presidente, colleghi Consiglieri, come Verdi ci siamo sforzati anche oggi di difendere - penso che chi ha voluto seguire con attenzione i nostri argomenti non ha potuto non coglierlo, e lo ha detto molto bene nel suo intervento il Presidente del Gruppo, collega Segre - la posizione più avanzata, conquistata dalla Valle Bormida nel corso di quattro anni di dibattiti in quest'aula e nel resto del Paese, mi riferisco al Parlamento per ottenere quindi la chiusura definitiva dei rubinetti del veleno.
E' stato osservato già da altri colleghi il problema che abbiamo, e che noi sentiamo come dovere morale addirittura prima che politico, é quello di capire quale sia la strada per giungere all'obiettivo affermato a parole da gran parte di questo Consiglio.
E' questa la posizione che abbiamo assunto. Mi auguro, signor Presidente, che anche Gipo Farassino, autorevole rappresentante nazionale della Lega Nord, faccia tutta la sua parte per convincere i suoi amici compagni di Lega ligure, che dicono l'opposto di quel che lui dice qui delle ragioni dei piemontesi che anche lui, e questo ci fa piacere, difende con calore in quest'aula.
Noi ci siamo sforzati di difendere le posizioni più avanzate sul presupposto della chiusura definitiva della fabbrica della morte. Da questo punto di vista colleghi, io, pur nell'amarezza per l'andamento generale delle nostre cose, per il tempo che si vede non impegnato al meglio rivendico con orgoglio il fatto che quella che era una proposta di legge di cui fui primo firmatario - ed é qui presente oggi il collega Mario Fracchia che era il secondo firmatario - per la chiusura dell'ACNA di Cengio, oggi sia legge difesa, almeno a parole, da gran parte di questo Consiglio. Peraltro quella firma al collega Fracchia costò il deferimento ai probiviri e poi l'allontanamento dal suo Partito proprio per avere assunto quella posizione.
A noi fa piacere che, anche se soltanto a parole, ci si attesti su questa frontiera, perché questa é la posizione su cui ci siamo battuti perché si affermasse senza propagandismi. E ci siamo battuti percercare di portare su questa posizione anche chi in quest'aula oggi con grande forza magari fa la gara a scavalcare, una volta si sarebbe detto a sinistra ancora oggi si dice così, quando costoro dicevano; "risanare si può con l'ACNA aperta".
Allora, il problema che abbiamo, oltre a quello di aprire la strada percorrere la strada per ottenere la chiusura definitiva dello stabilimento, è quello di evitare i fatti compiuti.
C'è il ricorso al TAR il 16 di questo mese, ma se sono vere le cose che ha detto il collega Picchioni - ed é persona responsabile, penso stimata da gran parte di questa assemblea riferendo notizie di stampa, che stanno costruendo, e a noi questo consta, perché anche nella visita abbiamo visto i movimenti di ruspe e i lavori preliminari per la costruzione del RE-SOL Presidente Brizio, non basta rivendicare la nostra partecipazione doverosa davanti al TAR il 16 di questo mese.
Se le cose stanno come abbiamo sentito dire, e sappiamo che stanno così, dobbiamo avanzare entro questa sera una protesta formale nei confronti del Ministero, nei confronti di tutte le autorità competenti rispetto ai fatti compiuti che si stanno cercando di determinare. Questo vuol dire difendere la propria gente e difendere anche la propria dignità istituzionale. Abbiamo il dovere, morale prima che politico, di incalzare il Governo e il Parlamento, innanzitutto difendendo la legge nostra, la legge di questa assemblea e il rispetto della mozione parlamentare su cui abbiamo sentito, con grandissima precisione e puntualità, condividere punto per punto quei rilievi formulati dal Capogruppo della DC in ordine ai comportamenti del Ministro Ruffolo e non solo. Quindi, il Ministro non pu procedere senza l'assenso del Piemonte. E' stato detto nella riunione dei Capigruppo oggi che é stato stipulato un contratto a tre: questo prevede la procedura di legge per quanto riguarda il risanamento della Valle Bormida.
Se non c'è il terzo contraente, cioè il Piemonte, é evidente che il contratto non si può chiudere e, quindi, da questo punto di vista, dobbiamo incalzare affinché i fatti compiuti si arrestino. Abbiamo già detto che riteniamo di non dover procedere all'esame del piano, in quanto é basato su presupposti sbagliati.
Il risanamento é possibile ad ACNA chiusa, senza RE-SOL, tanto meno nel posto dove stanno già mettendo le fondamenta e diciamo che la rinascita della Valle é fondata su un'occupazione alterativa. Da questo punto di vista la legge regionale del Piemonte non dice soltanto; "chiudiamo l'ACNA". L'abbiamo letta, penso consapevolmente approvata, checché ne dica il Consigliere Rossa. Anche nella penultima seduta della precedente legislatura si sono dette cose chiare per quanto riguarda l'occupazione alternativa, possibile, per i lavoratori attualmente occupati all'ACNA e soprattutto il sostegno ad attività nuove, pulite che ridiano un futuro alla comunità della Valle Bormida. Al riguardo, anche in questa circostanza, non possiamo che ripetere e denunciare i ritardi del governo regionale per quanto riguarda la definizione del piano di sviluppo alternativo, su cui c'era stato un impegno dell'assemblea nei confronti del Governo con un ordine del giorno a suo tempo votato.
In conclusione, Presidente e colleghi, la nostra pregiudiziale sospensiva aveva un punto qualificante: quello del richiamo alla coerenza dei comportamenti di questa istituzione. Quindi, innanzitutto, per difendere questa trincea avanzata che abbiamo costruito assieme, non importa chi é partito prima e chi é arrivato per ultimo. Dopo quello che successo, non molti minuti fa, riteniamo responsabilmente di ritirare la pregiudiziale. Dopo il voto che c'è stato, sono rimasto molto sorpreso nel vedere che anche i settori della maggioranza, che hanno condiviso nel corso del dibattito questi argomenti, quando é scattato il riflesso di Pavlov della chiamata all'ordine della disciplina di maggioranza, automaticamente hanno fatto scattare tutte le mani. Ma non si può, colleghi, su una questione di questo genere, che riguarda il futuro delle generazioni che verranno, avere i riflessi condizionati dall'appartenenza agli schieramenti precostituiti. Riteniamo che ci siano dei comportamenti anche fra chi condivide questi argomenti, che ci inducono a mettere a nudo le contraddizioni che percorrono la maggioranza, su cui non rinunceremo a continuare ad operare perché vinca la posizione migliore più avanzata per l'interesse della nostra gente.
Ha fatto bene il Presidente del Consiglio a riprecisare quali sono i confini delle nostre competenze, perché purtroppo noi non possiamo decretare la chiusura, altrimenti lo avremmo già fatto con la legge del 13 marzo 1990; però vogliamo che il Parlamento discuta quella legge.
Per questo motivo siamo andati a Roma, per questo andremo di nuovo a Roma per chiedere ai Capigruppo di calendarizzarne l'esame, magari prima di sciogliere il Parlamento. Il Presidente Brizio richiamava lo stato di diritto, il rispetto delle competenze, allora, Presidente Brizio, penso che lei debba sentire ancora una volta il dovere morale, prima che politico, di decretare il divieto per uso irriguo delle acque del Bormida, il divieto che l'USSL n. 75 di Acqui Terme ha invitato a confermare anche per il 1991.
Il Comune,le UU.SS.SS.LL della zona non possono essere lasciati a se stessi, la massima autorità di questa Regione deve rendere palpabile la drammaticità della situazione per l'economia complessiva della vallata, il fatto che l'acqua, oltre che inadatta per i pesci, tanto meno per le persone umane, è inadatta anche per bagnare i campi. Quindi, si tratta di usare ogni strumento per difendere salute e futuro della nostra comunità, e magari, per restituire ai bambini della Valle Bormida la possibilità e il diritto di disegnare come il sindaco di Perletto ha potuto accertare in un concorso fatto due anni fa - l'acqua del fiume con il colore azzurro anziché dipingerlo con il colore marrone. Ecco restituiamo anche ai bambini della Valle Bormida questa possibilità di riconoscere e di interiorizzare valori che sono profondi e che sono dell'uomo innanzitutto prima che delle parti politiche.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Zanoletti.
ZANOLETTI Signor Presidente, nell'ultima riunione ho espresso con decisione e con un calore che può stupire solo chi é lontano dalle vicende della Valle Bormida, la posizione mia, ma largamente condivisa dal Gruppo democristiano in ordine all'approvazione del piano di bonifica e di disinquinamento.
La ricordo qui nei suoi termini essenziali. Il momento dell'approvazione é forse l'unico, l'ultimo momento in cui il Piemonte pu esprimere una posizione forte e incisiva; dobbiamo essere più che attenti diffidenti di fronte ai nostri interlocutori; dobbiamo dire no al piano fino a che non vengono a cessare le fonti di inquinamento, che sono l'ACNA esistente e questo ipotizzato RE-SOL: dobbiamo fare tutti insieme uno sforzo di intelligenza e di fantasia per proporre un'ipotesi diversa per l'esistenza e lo sviluppo della Valle Bormida.
La mancanza di un accordo, anche all'interno della maggioranza - penso che questo sia stato chiaro a tutti - ha portato a un rinvio del dibattito.
Ora c'è un fatto nuovo; non viene più proposta l'approvazione del piano anche se con la precisa condizione di ottenere garanzie in riferimento al RE-SOL, e si propone di non esprimere, di non formulare il parere fino a quando la posizione del RE-SOL non venga chiarita secondo i pronunciamenti e le volontà più volte espresse. Dunque si propone di non pronunciarsi sul piano.
Credo che occorra capire bene, e la dobbiamo precisare bene, cosa significhi questa posizione nuova. Se il documento viene inteso - come credo debba essere - nel senso che il piano non si approva fino a che il RE SOL o non si fa oppure si fa fuori della Valle, siccome questo bel mostro non lo vuole nessuno, allora non approviamo il piano.
E noi possiamo ancora discutere da una posizione forte.
Il RE-SOL - lo hanno ripetuto tutti - é una condizione per lo sviluppo e la sopravvivenza dell'ACNA, anche se, a tempi non immediati, si potrà pervenire alla chiusura dell'ACNA, che é - non dimentichiamolo - uno scopo che ci siamo prefissi secondo i documenti votati in Consiglio che credo nessuno di noi voglia ragionevolmente smentire.
Dunque, se il documento viene inteso così, credo possa essere condiviso, perché qui non si tratta di rinviare la discussione, bensì di rinviare l'approvazione del piano a queste precise garanzie. E credo che siccome questo riprende nella sostanza anche la pregiudiziale del Consigliere Majorino, sulla cui posizione di coerenza nei confronti della questione Valle Bormida credo nessuno possa dubitare, siccome soprattutto questa posizione é coerente con quelle che abbiamo già assunto e siccome questo ci lascia in una posizione ancora forte per condurre questa battaglia che sappiamo benissimo avrà altri momenti cruciali, da quello del ricorso giurisdizionale ad altri ancora, credo possa essere condivisa. Ma questa interpretazione, che deve essere come l'interpretazione autentica che scaturisce da chi la propone, credo debba essere data oggi chiaramente.
Lo sentiamo benissimo dentro di noi, lo avverte in modo netto la nostra intelligenza: non c'è più spazio per ambiguità, non ci devono essere più espedienti per dilazioni, e se ci sono compromessi nella formulazione di documenti, questi non possono significare dei compromessi sulla sostanza delle nostre posizioni oppure sulla chiarezza delle nostre volontà.
Questa é la posizione e l'interpretazione del Gruppo della Democrazia Cristiana così come é emersa dall'intervento puntuale, documentato, nobile direi, del Capogruppo Picchioni. Desidero ringraziare il Capogruppo Picchioni, il referente in Commissione collega Squillario e tutto il Gruppo DC, perché anche coloro che sono partiti da posizioni diverse, anche coloro che per località non hanno vissuto le vicende della Valle Bormida, al fondo hanno ben compreso da quale parte stia il diritto, da quale parte stia la ragione, e quello che é veramente l'interesse della Valle Bormida, ma direi la ragione e l'interesse generale.
Vorrei rivolgermi anche a coloro, soprattutto ai colleghi dei Gruppi laici, che con onestà intellettuale si sono chiesti se nella posizione anti ACNA non sia prevalso a volte il sentimento sulla ragione, non sia prevalsa la difesa di un interesse particolare sull'interesse generale.
Non credo sia così; non lo credo perché é sicuramente ragionevole e corrispondente a un interesse generale, sicuramente all'interesse del Piemonte, che le leggi dello Stato siano osservate anche da un grande complesso industriale; che venga a cessare un inquinamento vergognoso; che gli esperimenti non si facciano sulla pelle di gente che ha tanto sofferto che non si danneggino zone, come l'Albese, che solo grazie a un lavoro particolarissimo e tenace hanno riscattato una condizione di miseria.
Fenoglio scrive come Carlo Levi anche se Alba adesso non é Eboli, ma questo ce lo siamo conquistato. E credo sia ragionevole cercare negli anni 2000 forme di esistenza e di sviluppo che non compromettano la salute. Questo a mio parere é il dato di ragione.
Ma se rimanessero dubbi, credo che dobbiamo far ricorso alla nostra sensibilità politica, alla nostra solidarietà umana, direi che dobbiamo far ricorso al cuore. E il cuore, che ha delle ragioni che la mente non conosce, ci dice che dobbiamo stare con la gente, con questa gente che chiede a noi di essere capita, rispettata nelle sue volontà, finalmente difesa nei suoi sacrosanti interessi; che chiede alla Regione che la politica dell'ambiente in Piemonte sia politica dell'ambiente, senza strabismi, senza tentennamenti, senza timori reverenziali.
Noi abbiamo più volte protestato contro l'atteggiamento della Liguria: per la loro miopia, perché hanno disatteso degli impegni solennemente assunti, perché nelle loro decisioni non tengono conto, come prescrive la legge e il buon senso, degli interessi delle altre Regioni.
Ma, vivaddio, al fondo al fondo mi viene da ammirare la loro decisione e la loro capacità, la loro efficacia e la loro determinazione nel difendere i propri interessi. Mi rivolgo allora al responsabile del governo regionale, al Presidente Brizio, di cui tutti riconosciamo in quest'aula la radicata convinzione sul nolo dell'istituto Regione e soprattutto conosciamo il profondo attaccamento verso il Piemonte, che non é solo Torino, ma anche la Provincia e quindi quella parte delle Province di Cuneo, di Asti e di Alessandria che si chiama Valle Bormida, per chiedergli che la posizione del Piemonte nei confronti del Governo sia proposta con forza e a tempi brevi e che venga immediatamente elevata una protesta formale per questo inizio di costruzione del Re - sol, in spregio a tutti gli accordi, nel sito dell'ACNA. E ancora - come mi sono già permesso di fare l'altra volta - affinché coordini uno sforzo congiunto, concorde, di tutte le intelligenze e le volontà di questo Consiglio, al fine di proporre un'ipotesi di sviluppo diverso per la Valle Bormida.
Per queste considerazioni che ho aggiunto a quelle fatte dal Capogruppo Picchioni, il Gruppo della Democrazia cristiana voterà l'ordine del giorno proposto dalla maggioranza e si asterrà sugli altri.



(Proteste da parte del pubblico)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rivalta.
RIVALTA Collega Zanoletti, penso che oggi, in questo Consiglio, stare con la gente debba voler dire non rinviare le decisioni e respingere quel Piano di risanamento perché non contiene i due punti fondamentali: il primo quello della chiusura dell'ACNA e il secondo quello del rifiuto del RE-SOL. E' per questa ragione, Presidente del Consiglio, che, quando lei oggi ha aperto la seduta e ha posto in discussione le pregiudiziali di rinvio, mi sono permesso di interrompere l'apertura del dibattito e dichiarare subito che il PDS é contrario ad ogni rinvio.
E la ragione é proprio quella che ha richiamato il Consigliere Zanoletti, perché noi stiamo con la gente che é qui presente, con i Sindaci, la gente qui presente nella via, e che sostiene ormai da tanto tempo una battaglia che soltanto i ciechi...



(Parte del pubblico si alza per uscire dall'aula e inveisce contro l'assemblea)



PRESIDENTE

RIVALTA



PRESIDENTE

E' una popolazione che porta avanti una battaglia, anche con esasperazione, é certo, ma perché da troppo tempo é inascoltata e perch in realtà, considera questo rinvio come un ulteriore disconoscimento dei loro diritti. Il collega Tapparo prima ci diceva che non é un trucco, non un gioco delle tre carte. Io non voglio usare parole di questo tipo, ma certo questo rinvio non vuole prendere atto della realtà ed é segno che la maggioranza e la Giunta non vogliono prendere atto della realtà. E il segno che la Giunta e la maggioranza non vogliono esprimere fino in fondo nemmeno le posizioni che al loro interno sono maturate e non vogliono, e non consentono, che da quelle posizioni si traggano le logiche, non solo politiche, di buon senso, deduzioni e conclusioni. Il dibattito ha ribadito che in quest'aula non di una pregiudiziale di rinvio si doveva parlare, ma si doveva parlare dei problemi di merito e concludere la discussione perché di fatto tutti gli interventi hanno posto problemi di merito. Quasi tutti gli interventi hanno assunto degli atteggiamenti a parole molto netti e chiari sulla incompatibilità dell'ACNA con quella Valle e credo che le parole nascessero dal convincimento che l'ACNA é incompatibile con quella Valle, che di RE-SOL non si deve parlare e, quindi, in sostanza, é stato anche letteralmente detto che questo piano, così come é non può essere approvato. Allora perché detto questo, qui, questa sera, dopo gli interventi che ci sono stati a larghissima maggioranza di questo Consiglio non si trae la giusta conclusione politica oltre che intellettuale e non si vota perché l'ACNA sia chiusa, perché il RE-SOL non si costruisca e si respinga questo piano, perché la Giunta ritiri questa deliberazione di approvazione del piano? Perché noi discutiamo pendente un'approvazione di Giunta del piano di risanamento, che ha tutte quelle caratteristiche negative che qui sono state denunciate! Poi non mi stupisco più di tanto cari colleghi, che le tensioni crescano, che il rapporto tra popolazione e istituzione si faccia davvero difficile e possa persino diventare incontrollabile.
Ma sta anche a noi, non solo alla responsabilità di ciascun cittadino sta anche a noi cercare di non rendere questo rapporto teso ai limiti della comunicabilità. Allora non uso le parole del Consigliere Tapparo, é un trucco, un gioco di tre carte, ma per le cose che ho detto mi sembra davvero che le ragioni del rinvio non possano essere collocate altro che su una difficoltà della Giunta, un rapporto interno della Giunta - vedo un assenso da parte dell'Assessore Garino, che conferma questa questione - e non si ha il coraggio di dirlo con chiarezza. Credo che questa manifestazione di chiarezza sia necessaria, sia indispensabile e che non si possa velare una questione di questo genere di rapporti di Giunta in un caso come questo. Il Consigliere Rossa ha detto con chiarezza, senza più infingimenti, che il PSI che lui rappresenta vuole che l'ACNA stia aperta e vuole che si costruisca il RE-SOL, anzi, siccome l'ACNA deve stare aperta il RE-SOL è necessario e ha detto chiaramente che questo rinvio é un rinvio per far affermare questa linea. Allora, al di là delle ragioni logiche che avrebbero dovuto portare questa maggioranza a rompersi su una questione di questo genere, dico persino che la questione della Giunta é ancora un'altra; qui in Consiglio c'è da esprimere una posizione nei confronti di una comunità che avrebbe dovuto far assumere responsabilmente un atteggiamento in questa maggioranza, anche di rottura fra di loro su questa questione, ma un atteggiamento chiaro. Mi sembra che davvero gli infingimenti si facciano gravi, il rinvio é un rinvio per tenere in piedi un rapporto di governo, un rapporto politico e per questo si sacrificano anche i convincimenti che molti Consiglieri si sono fatti attorno al problema della Valle Bormida e dell'ACNA e a me pare questa una cosa molto grave, gravissima. Ed é dal 1987 che questo atteggiamento si verifica. E' in sostanza da subito dopo che il Ministro Ruffolo ha dichiarato la zona a rischio, dopo la prima chiusura e la decisione inopportuna di riapertura che questa questione si verifica.
Il Partito socialista dal 1987 sta operando per una ragione precisa: mantenere l'ACNA e installare il RE-SOL.
Chiedo ai Consiglieri democristiani, di cui si sono fatti prima espressione i Consiglieri Picchioni e Zanoletti, se può continuare una questione di questo genere. L'ultima volta che abbiamo parlato dell'ACNA in quest'aula ho ricordato che i continui rinvii stanno in quel solco di infingimenti che hanno come dato simbolico la sentenza del Tribunale di Milano del 1962, quando si rifiutò l'azione intrapresa dagli agricoltori dando loro torto sull'ipotesi che i veleni dell'ACNA fossero dannosi all'agricoltura. Lascio la possibilità a tutti di interpretare a distanza di tempo quale fondatezza avesse quella sentenza! Anzi, nella sentenza si dice che le emissioni dell'ACNA servono all'agricoltura! Continuiamo in un filone di infingimenti che la popolazione non può più sopportare, che rifiuta in quanto popolazione, ma anche in quanto istituzioni, qui rappresentate dai Sindaci.
Sulla questione del RE-SOL vorrei accennare al fatto che non possibile pensare che si fa la battaglia all'ACNA partendo dal RE-SOL. Se abbiamo intenzione di fare la battaglia alla presenza dell'ACNA, chiedere la chiusura dell'ACNA, va detto apertamente, non si può continuare a nasconderci dietro la foglia di fico; agiamo contro il RE-SOL così l'ACNA se ne va . A parte il fatto che il RE-SOL potrebbe restare a Cengio senza l'ACNA, resta comunque un inceneritore difficile da collocare in qualsiasi parte del territorio, quindi é molto difficile pensare di spostarlo altrove. Se non si assume un atteggiamento netto contro l'ACNA é quasi sicuro che il RE-SOL sarà installato a Cengio. Il rinvio a quando?A quando sarà costruito il RE-SOL? Dopodiché si giustificherà l'ACNA attraverso il RE-SOL; non sarà il RE-SOL che diventa l'arma per impedire la presenza dell'ACNA, ma con il RE-SOL si giustificherà anche l'ACNA. Se si fosse lasciato esprimere liberamente questo Consiglio, ci sarebbero state tutte le condizioni di democrazia per arrivare a una decisione non improvvisa, ma maturata nel tempo con la popolazione, con le istituzioni locali, che sono diventate anche posizioni largamente condivise dai Consiglieri regionali.
In questo senso nasce un problema di democrazia che voglio richiamare e che é proprio il modo con cui l'istituzione stabilisce il rapporto con le comunità. Il 27 marzo 1991, nel corso della discussione sull'ACNA, avevo sollecitato il Presidente Brizio a recarsi in Valle Bormida.
Credo non l'abbia fatto perché non ho avuto sentore di una sua visita.
L'abbiamo fatta come Consiglio...



PRESIDENTE

BRIZIO, Presidente della Giunta regionale



PRESIDENTE

E' andato l'Assessore Garino.



PRESIDENTE

RIVALTA



PRESIDENTE

Ma io avevo chiesto una visita personale, in quanto Presidente della Giunta regionale, perché tu prendessi direttamente contatto, come rappresentante della Regione, con la popolazione e per avere la possibilità di vedere con i tuoi occhi e ragionare direttamente con la tua mente sulla situazione della Valle Bormida. Sarebbe stato importante come problema di rapporto fra le istituzioni, avresti avuto un colloquio in cui molte delle persone qui presenti, i Sindaci in prima persona, avrebbero potuto interloquire, mentre oggi in una seduta di Consiglio ciò non é possibile.
Ti assicuro che un rapporto diretto con le popolazioni e con i Sindaci é un rapporto che convince sull'esigenza che l'ACNA venga chiusa e che il RE-SOL non venga installato e che si prendano decisioni in questa sede.
La gente della Valle Bormida chiede la chiusura per incominciare a ragionare, a costruire una prospettiva di sviluppo, di attività, di economia diversa da quella che ha avuto fino ad ora, non gravata dal degrado che l'ACNA ha generato, continua e continuerà a generare, perch nessuna esperienza dice che li le cose possono cambiare.
Ebbene, qualcuno ha parlato di un nuovo piano di sviluppo; ma il piano di sviluppo lo si può far partire con fantasia - come diceva il collega Zanoletti - proprio mettendola parola "fine"alla vicenda ACNA incominciando a prestare attenzione non al piano che possiamo fantasticare ma alle elaborazioni fatte in loco che già ci sono, quelle che sta portando avanti il Politecnico nell'ambito di una ricerca del CNR Sul piano della democrazia abbiamo bisogno di dare spazio ad espressioni autonome per una prospettiva di sviluppo. Questo significa democrazia. Democrazia significa poi un altro piano che, come quello che stanno elaborando al Politecnico preveda il massimo dell'utilizzo delle risorse locali, per esempio dell'agricoltura. Ho qui davanti il fax che oggi ci é stato mandato dalla Coldiretti, dall'Unione Agricoltori, dalla Confcoltivatori, in cui si evidenzia un problema di rapporto con le organizzazioni che non può essere dimenticato dopo tanti anni di dibattiti in questo senso.
In conclusione, bisogna che davvero questa sera si faccia lo sforzo per una breve sospensione che ci permetta di ragionare, perché tutte le persone che hanno in sé la convinzione che l'ACNA vada chiusa e il RE-SOL non vada costruito, questa sera esprimano non una volontà di rinvio ma una volontà precisa che ribadisca queste convinzioni, altrimenti viene davvero il dubbio che sia il gioco delle tre carte, un trucco, come cercava di negare il collega Tapparo.
Rivolgo un invito ai Gruppi PSDI, DC, PRI, PLI, che hanno preso in seria considerazione il problema di queste popolazioni, affinché si eviti di uscire questa sera da quest'aula con un rinvio. I Sindaci seduti in tribuna con la fascia tricolore credo abbiano creato un'impressione forte di volontà e abbiano dato il senso forte della presenza delle istituzioni.
Tutte le volte che mi sono girato e ho visto questa presenza istituzionale nella prima fila della tribuna, mi sono posto il problema serio di un rapporto con le istituzioni che loro rappresentano; Sindaci e fasce tricolori dietro ai quali ci sono gli abitanti di tutta una valle che si estende fino ad Alessandria. C'è un problema vero di democrazia. Che cosa significa la democrazia nel nostro Paese, se dopo una battaglia secolare dopo pronunciamenti ripetuti in questi ultimi anni dal 1987 in poi, con azioni di rivendicazione e di lotta portate avanti da queste popolazioni con azioni di appoggio che questo Consiglio ha espresso dal 1987 ad oggi ho qui il plico degli ordini del giorno approvati da questo Consiglio dal 1986, a partire dalla richiesta della zona a rischio ad oggi, come potete vedere é quasi un libro - ma che cosa significa democrazia se poi, dopo tutto questo, e le comprove anche oggettive dell'incompatibilità di quella fabbrica, noi oggi non prendiamo una decisione? E continuiamo a rinviare una decisione che invece é li imminente, che in questo Consiglio maturata, e che soltanto i giochi di rapporto e di potere interni alla maggioranza fanno dilazionare con il grande rischio che il Partito socialista alla fine riesca ad esprimere un ricatto così forte per cui, o con la mancanza della nostra decisione e della nostra espressione, oppure con il ruolo che gioca in questa maggioranza, consenta che il RE-SOL parta e che l'ACNA rimanga a Cengio.
Chiedo davvero a tutti i colleghi, se veramente si vogliono togliere di mezzo questi elementi di dubbio di valutazione dei convincimenti, che si lasci esprimere questo Consiglio individualmente. Sotto questo profilo dico che é un problema di coscienza. Quando il Consigliere Zanoletti parlava di sentimento si riferiva ad un sentimento di difesa di quel territorio che dura da un secolo, e quindi pone davvero un problema di coscienza di ciascuno di noi. Si lasci esprimere questo Consiglio secondo coscienza su questa questione ormai deliberata da tanto tempo, lo si lasci esprimere intorno al problema della incompatibilità dell'ACNA e il rifiuto del RE SOL. Questo oggi richiede un rapporto con le istituzioni, questo significa dare peso alle istituzioni e alla tanto conclamata autonomia che si vuole dare. Vuol dire sostanzialmente far vivere in termini non solo tecnici, non solo economici, ma anche democratici un rapporto fra la Regione e i Comuni e solo in questo modo la Regione può rivendicare un rapporto con il Governo dello stesso peso e dello stesso valore. Troppo debole é la vostra soluzione di andare a mani vuote, senza decisioni qui prese, a discutere con dei Ministri, alcuni dei quali incominceranno da capo a cercare di capire che cos'è la Valle Bormida e l'ACNA; passeranno mesi e mesi e intanto ci troveremo il RE-SOL costruito. Questo non lo accettiamo, per questo non accettiamo il rinvio e vi chiediamo davvero di ripensare a queste pregiudiziali di rinvio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marino.
MARINO Ringraziando il Presidente della gentilezza che mi fa concedendomi di parlare, devo sinceramente dire che l'inizio di questa discussione mi era parsa estremamente utile e interessante, in quanto le riflessioni fatte dal Consigliere Picchioni erano tutte da tenere presenti. Il succo di queste riflessioni, percome io le ho interpretate, é che gran parte degli impegni che, fino ad oggi perlomeno, il Ministro, da una parte, e l'ACNA dall'altra, avrebbero dovuto prendere rispetto al controllo ambientale della Valle (premessa per un piano di risanamento) non é stata rispettata.
La conclusione di quell'intervento e anche di quello fatto successivamente da un altro rappresentante della DC era sostanzialmente, così io li ho interpretati, di prendere tempo per approfondire i termini della questione prevalentemente tra le forze della maggioranza e nel rapporto con i propri Partiti a livello nazionale e con il Ministro o i Ministri.
Ebbene, se fosse solo questo il problema, credo non ci sarebbe nulla di grave che la discussione e la decisione del Consiglio regionale venisse rimandata di una, due o anche tre settimane. Però ho l'impressione che non sia questo lo scenario che ci troveremo davanti nelle prossime settimane.
Ammesso che ci sia l'incontro dei Capigruppo o comunque delle diverse forze politiche presenti in Regione con le forze presenti nel Governo, o diciamo più semplicemente con uno o più Ministri, si tratterebbe di capire qui oggi, e non é emerso, quali sono i termini della discussione che eventualmente si dovrebbe fare con il Ministro Ruffolo o con gli altri Ministri.
Voglio porre, per spiegare anche qual é il mio orientamento rispetto al voto, alcune delle questioni che oggi non sono state discusse e che credo dovrebbero essere poste come domande, che quindi richiedono risposte esplicite, al Ministro o ai Ministri che si dovrebbero incontrare.
Le cito brevemente. Prima di tutto il Ministro ci dovrebbe spiegare che cosa é il RE-SOL. Può sembrare una domanda banale, ma non é da poco. Nella nostra normale discussione il RE-SOL é un inceneritore di rifiuti industriali. Per l'ACNA il RE-SOL non é un inceneritore di rifiuti industriali: é un impianto industriale che tratta alcuni prodotti intermedi delle lavorazioni dell'ACNA. Voi sapete quali sono le conseguenze non banali di questa interpretazione? Sono che l'ACNA si sente in dovere di presentare e di ottemperare a quella serie di richieste delle, leggi italiane che riguardano un qualunque impianto industriale, per cui, per esempio, la richiesta di autorizzazione per un normale scarico in aria in base alla legge 203 che é cosa ben diversa dai problemi che pone un inceneritore di taglia industriale.
L'ACNA é partita molto male nell'impostazione della questione relativa al RE-SOL, tant'è che ha dichiarato che ciò che verrebbe incenerito o meglio, trattato nel RE-SOL non contiene sostanze aromatiche clorurate Non é una questione secondaria. Io l'accenno, ma tutti conosciamo il dibattito presente oggi in tutto il mondo rispetto alla presenza di sostanze clorurate in un inceneritore. Ebbene, l'ACNA sostiene che - devo dire che é un parto di grande fantasia - nelle sostanze trattate nell'inceneritore non ci sarà la presenza di cloruri.
Nell'illustrare l'impianto che noi chiamiamo inceneritore, l'ACNA non lo chiama inceneritore; dice che questo é un impianto con un forno suddiviso in due camere. Riecheggia la lunga discussione tecnica che prevede che un inceneritore abbia una seconda camera di post-combustione ad alta temperatura.
L'impianto proposto dalla Società che si chiama Lurgi prevede invece una seconda camera di raffreddamento dei fumi. Cominciamo quindi molto male su questo argomento, perché si tratta di un impianto del quale ad oggi non esiste una comune identificazione di che cosa esattamente sia.
La seconda domanda che si potrebbe porre é: a che cosa serve il RE-SOL? Ebbene, oggi ne ho sentite di tutti i colori. Il RE-SOL serve a giustificare l'esistenza economica di un'azienda come l'ACNA il cui fatturato, che viene dichiarato inferiore ai 200 miliardi, e i cui utili che vengono dichiarati inferiori a un miliardo, la rendono discutibile in quanto a legittimità sul piano economico.
Il RE-SOL non serve soltanto a far continuare l'esistenza dell'ACNA serve ad aumentare direttamente la produttività dell'attuale ACNA e indirettamente ad aumentare gli utili dell'ACNA, in quanto essendo inceneritore, non c'è scritto da nessuna parte che debba soltanto trattare i rifiuti dell'ACNA. Quindi, la costruzione del RE-SOL prevederebbe inevitabilmente un aumento della produzione dell'ACNA e un forte aumento dei bilanci di emissioni che l'azienda presenta attualmente. Avrebbe quindi la conseguenza di un forte aumento di impatto ambientale della produzione dell'ACNA.
La terza domanda riguarda la questione del polo pubblico. Sono convinto che il giorno in cui 1 ACNA riuscirà a fare quell'impianto, che noi chiamiamo inceneritore, credo che assisteremmo ad un'improvvisa riapertura della discussione se debba continuare ad essere un polo pubblico oppure se debba diventare a quel punto un polo che pubblico più non é.
L'ultima domanda, che non porrei al Ministro Ruffolo, la pongo alla maggioranza, perché per quanto mi riguarda soltanto la maggioranza a questo punto dovrebbe fare delle proposte di votazione di sospensive. La domanda con chi esattamente dovremmo incontrarci, e quando? Negli ultimi giorni, i termini di questa questione sono diventati sempre più vaghi. Qualcuno infatti ha detto che non ci si deve più incontrare soltanto col Ministro Ruffolo, ed é stato fatto un lungo elenco di Ministri da incontrare: il Ministro delle Partecipazioni Statali, che é ad interim, il Presidente del Consiglio, Andreotti, il Ministro all'Industria, il Ministro dell'Agricoltura, infine il Ministro della Sanità. Ho l'impressione che l'incontro dei Capigruppo, così come si sta prospettando, con uno o più Ministri, comporterà dei tempi e delle possibilità di avvenirvi che mi sembrano sempre più precarie. Ho l'impressione, infatti, che progressivamente si chieda che il Governo nel suo insieme venga in Piemonte ad incontrare i Capigruppo. Tutto ciò sarebbe utile se non ci fosse la mortificante informazione che ci ha dato il Consigliere Picchioni all'inizio del dibattito, che peraltro per chi ha occhi e orecchie non una novità. Mentre il Consiglio regionale si rode per trovare una soluzione alla discussione, mentre la Giunta regionale cerca di trovare una soluzione che la tenga compatta, mentre si chiedono difficili incontri con uno o più Ministri, il cui numero non é chiaro, mentre si portano, per la seconda volta in meno di un mese, centinaia di persone dalla Valle Bormida a Torino ad ascoltare una discussione i cui esiti, purtroppo, sembrano già precostituiti, mentre tutto ciò avviene, leggiamo sui giornali che l'ACNA sta costruendo i piloni di quell'impianto industriale.
Non voglio andare oltre su questo argomento, é come il film che abbiamo già visto quando discutevamo di discariche di cui si rimandava la discussione, si facevano ricorsi al TAR e c'erano i Comitati di cittadini e i sindaci che si muovevano, ma nel frattempo inspiegabilmente le discariche da progetti diventavano fatti compiuti. Ho l'impressione che mentre questa discussione prosegue, proseguirà anche la costruzione dei piloni e dei piani di questo impianto, che non si può chiamare ufficialmente inceneritore.
Questo é, a mio parere, l'elemento reale di gravità istituzionale della situazione, rispetto al quale credo sia dovere non solo delle forze di opposizione in Consiglio, ma anche delle forze di governo, chiedersi che cosa esattamente tutti in-sieme stiamo a fare? Non é possibile che mentre si procede in una discussione lacerante come questa, nulla avvenga e nulla si faccia per impedire che intanto, comunque, l'ACNA costruisca l'impianto! Rispetto purtroppo a questa situazione, anche le migliori proposte di sospensiva, come quella presentata dai miei colleghi Verdi, che comunque faceva chiarezza su alcuni elementi, perché al primo punto si ribadiva l'urgenza che il Parlamento esaminasse entro la fine della presente legislatura la legge recante: "Norme per la chiusura dell'ACNA", credo non possano essere accolte.
Quindi valuto positivamente l'intervento del collega Staglianò, che alla luce di questa riflessione ha giustamente ritirato quella sospensiva a mio parere anche le altre proposte dovrebbero essere ritirate. Invito quindi i presentatori dell'altra sospensiva a riflettere se, alla luce di quanto é emerso oggi, ha senso andare a scrivere delle proposte di sospensiva con contenuti diversi. Personalmente, ma é l'invito che faccio anche agli altri Consiglieri regionali presenti qui o fuori, voterò no, se si voterà, a qualunque proposta di sospensiva, qualunque contenuto abbia Ritengo inoltre utile che se a questa votazione si dovesse arrivare, si vada a scrutinio segreto, nel senso che ritengo utile, siccome mi pare di capire che una buona parte dei Gruppi di opposizione voteranno no, che si lasci oltre che la responsabilità alla maggioranza di votare una sospensiva, anche la possibilità e la libertà ad ogni Consigliere regionale di maggioranza e di opposizione di qualunque tipo, di votare a scrutinio segreto, sulla base non di ordini di partito, ma sulla base delle proprie convinzioni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.
MARCHINI Signor Presidente, colleghi Consiglieri, il nostro Gruppo voterà a favore della questione che ha sottoscritto e si asterrà sulle altre proposte, non condividendole ma apprezzandone peraltro lo spirito costruttivo e di solidarietà con la popolazione che le ha animate.
Desidero peraltro fare alcune puntualizzazioni in ordine alle ragioni che ci portano a un voto favorevole.
Prima di tutto questo non é un rinvio, questo non vuol dire che poniamo una frattura nel nostro processo decisionale e politico, al contrario; non ci laviamo le mani di niente, non facciamo nessun atto eroico (dirò dopo quale poteva magari essere), ma da domani - prego l'Assessore, almeno fisicamente, di dirmi che ho ragione - la Giunta é impegnata nel lavoro tendente a realizzare questo incontro e comunque ad avviare, come si suol dire, un confronto serrato con il Governo per raggiungere il massimo di conoscenze, ma anche il massimo di decisioni favorevoli alle popolazioni.
Quindi non é un rinvio, non si apre uno spazio bianco; si apre uno spazio di forte impegno della Giunta e del Consiglio, almeno di quella parte che vorrà collaborare a questa fase di forte impegno. Quindi, lo ripeto, non c'è un rinvio; semplicemente non si delibera oggi, ma lo si farà successivamente alla conclusione di questa fase di forte impegno di lavoro.



(Proteste del pubblico)



PRESIDENTE

MARCHINI



PRESIDENTE

Questa é una fase di forte impegno di lavoro, non é una sospensiva in bianco! Non andiamo a casa! Questa é l'interpretazione che io do ed é il significato che ha il mio voto nei confronti della Giunta.
Nei confronti della Giunta non c'è un rinvio, una sospensione; c'è un invito a lavorare proficuamente per arrivare al massimo di conoscenze e alla costruzione del massimo di condizioni di sicurezza per le popolazioni della Valle Bormida!



(Vibrate proteste del pubblico)



PRESIDENTE

MARCHINI



PRESIDENTE

Signor Presidente, chi non conosce la fatica e l'umiltà che ci vuole per entrare in quest'aula può permettersi anche questi comportamenti.



(Reiterate vibratissime proteste e commenti di scherno del pubblico)



PRESIDENTE

Per cortesia! MARCHINI Mi ha molto colpito invece l'argomentazione avviata dal collega Picchioni e poi recuperata dal collega Marino in ordine al fatto che nonostante il nostro ricorso al TAR, e nonostante questa fase sostanzialmente di confronto politico, si sarebbero avviatele opere preliminari per il RE-SOL. Rispetto a questo, signor Présidente della Giunta, visto che lei rappresenta la Regione, senza bisogno di documenti perché i documenti che suffragano quello che le chiedo ci sono, cioè il ricorso al TAR e gli altri pronunciamenti, lei ha tutti i titoli per intervenire fermamente e immediatamente per protestare rispetto all'avvio di lavori relativi a un'opera sulla quale ancora si discute. La Giunta lo può e lo deve fare, senza bisogno di ordini del giorno o di altre sbrodolature, quindi questa questione possiamo accantonarla e conto che la Giunta faccia questo. Svolgo ancora due considerazioni.
Viene dato per scontato che il documento che la Giunta ci ha sottoposto possa contenere delle caratteristiche negative; questo, se sarà, lo valuteremo e lo decideremo quando andremo al merito, per adesso mi sembra una prenotazione che non fa onore alla lucidità del collega Rivalta.
Ultima questione ancora in riferimento a quanto detto dal Consigliere Rivalta. L'uso del linguaggio é una cosa importante, soprattutto quando ci si vuole far capire da gente rispetto alla quale si introducono quei curiosi meccanismi che sono gli altoparlanti esterni. Su questa materia noi non possiamo decidere niente! A scuola ci insegnavano che esistono funzioni decisorie, funzioni consultive ed esistono anche funzioni dialogiche.
Rispetto alle vicende del piano e dell'ACNA, la Regione al massimo ha una funzione dialogica, non dico dialettica perché significherebbe un'alternativa rispetto allo Stato, mentre siamo una parte. Noi abbiamo una funzione dialogica, non di decisione, caro Rivalta! Non si può far ascoltare fuori che possiamo decidere "ACNA sì, ACNA no"; "RE-SOL sì, RE SOL no". Non possiamo decidere, ma possiamo cercare, all'interno di un rapporto dialogico con gli altri segmenti della comunità nazionale e locale, di pervenire a un risultato.



(Proteste della Consigliera Bresso)



PRESIDENTE

MARCHINI



PRESIDENTE

Collega Bresso, l'italiano non é una lingua ricca, ma neanche così povera da non far capire la differenza fra decidere e dialogare, allora bisogna dire che noi non possiamo decidere.



(Reiterate proteste della Consigliera Bresso)



PRESIDENTE

MARCHINI



PRESIDENTE

Per cortesia collega, soprattutto tu che hai scelto come funzione e scelta di vita quella di insegnare, non puoi dire che noi in questo caso possiamo usare il termine "decidere"!



(Reiterate vibrate proteste della Consigliera Bresso)



PRESIDENTE

Per cortesia collega Bresso, lei é sempre ascoltata con grande attenzione da parte del Consigliere Marchini, la prego quindi di non interrompere più il collega.
MARCHINI La collega Bresso ha il vantaggio di essere graziosa, cortese preparata e anche telegenica, quindi mi rendo conto che io sono perdente.



(Vibrate proteste della Consigliera Bresso)



PRESIDENTE

MARCHINI



PRESIDENTE

Il collega Zanoletti ha posto ai laici una questione diversa da quella che é: ha ipotizzato che abbiamo un dubbio sul significato della battaglia che viene fatta da parte delle popolazioni locali. Caro Zanoletti, noi lo abbiamo questo dubbio.
In primo luogo il termine "laico" comincia a starmi un po' stretto perché io sono un liberale, il collega Ferrara é un repubblicano, e ritengo che ormai in quest'aula, soprattutto dopo l'enciclica "Centesimus Annus" di laici ce ne siano soprattutto in Vaticano; quindi continuare ad usare questo aggettivo quasi come fossimo una memoria storica, un incidente della storia, quando recuperiamo in Inghilterra - e non é un caso - il 21% e il 14% in Germania e soprattutto nei Paesi dell'est, ritengo sia un termine che probabilmente debba essere superato. Comunque voglio dire che siamo consapevoli che le popolazioni della Val Bormida, gli amministratori locali, i rappresentanti delle organizzazioni, i Consiglieri più vicini a questi problemi stanno combattendo una battaglia di valore assoluto, che non ha niente di locale e non ha niente di episodico.
Le battaglie per la qualità della vita, in questo caso della vita tout court, da nessuno possono essere considerate come fatti episodici o fatti locali, e respingiamo come un'ipotesi anche offensiva il fatto solo che lo avessimo pensato.
Invece un dubbio lo abbiamo e, per onestà intellettuale nei confronti di chi ci chiede tutta l'onestà intellettuale, lo dobbiamo dire; un dubbio lo abbiamo, perché essere laico. nella memoria e nell'immagine di molti significa avere dei dubbi rispetto a quelli che hanno le certezze. Ebbene noi un dubbio lo abbiamo.
Quasi nessuno si ricorda che nello stesso secolo mentre un monaco girava per l'Europa a seminare il dubbio, un artista, nello stesso secolo negli stessi anni, scriveva alcuni versi che, per il fatto di essere recitati da Gassman con un teschio in mano facevano capire alla gente quello che il monaco non riusciva a fare capire: che cos'era il dubbio.



(Proteste e commenti di scherno dal pubblico)



PRESIDENTE

Per cortesia lasciate concludere l'intervento del Consigliere.
MARCHINI Incomincio a capire che gli intolleranti, a questo punto, temano che io vada in fondo al discorso, ma ci andrò.
Amleto, cari amici di questo si tratta. Il "principe del dubbio", nel XVII secolo in termini artistici, riproduceva quello che il monaco scriveva nei libri di dottrina. Amleto...



(Vibrate proteste del pubblico)



PRESIDENTE

Lasciate proseguire il Consigliere, tanto non cambia niente! MARCHINI Anzi! Amleto si chiede a un certo punto semplicemente quello che ci stiamo chiedendo noi adesso; si chiede se sia meglio estraniarsi dalla vicenda, dormendo o morendo, tirarsi fuori dai problemi ("morire o dormire dormire o morirei, fare il gesto eroico, magari sulle note della Cavalcata delle Valchirie, togliersi quindi dai problemi per poi dire "noi ci siamo tolti dai problemi"! Amleto si pone il problema se non sia il caso di stare sulle cose e pugnare! Io ritengo che questa debba essere la posizione della Giunta regionale e della Regione: non quella con un atto eroico, di nessun significato pratico concreto e politico, di tirarsi fuori dal problema, tra gli applausi generali, con le note della Cavalcata delle Valchirie e il Walhalla che si apre per tutti!



(Proteste dai banchi del PDS)



PRESIDENTE

MARCHINI



PRESIDENTE

Non sarebbe fare il nostro dovere, Assessore, anche se la funzione della Regione dovesse finire per essere soltanto quella della difesa degli elementi minimali di questa vicenda, cosa che noi ci auguriamo non sia. La nostra parte la dovremo fare sempre e non possiamo tirarci fuori. Dobbiamo esserci e lottare su questa questione, caro Assessore e cari colleghi che state ad ascoltare! Ho la preoccupazione forte che in questa vicenda invece ci sia chi pensa che sia meglio, che sia più istituzionale, che sia più politico, che sia più premiante, tirarsi fuori, quasi come tirandosi fuori le questioni possano fermarsi. No! Se noi ci tiriamo fuori, le questioni vanno avanti prima, più in fretta e peggio! E non é forse detto che alcune decisioni che sono state prese alcuni processi che sono andati avanti, sono anche la conseguenza del fatto che i nostri Assessori per volontà di questo Consiglio, non hanno potuto partecipare a suo tempo alle riunioni romane.



(Proteste del pubblico)



PRESIDENTE

Abbiamo concluso la discussione di carattere generale e le dichiarazioni di voto. Pertanto dovremmo passare alla votazione delle questioni incidentali.
La parola al Consigliere Monticelli.
MONTICELLI Ho chiesto la parola per porre un'altra questione di carattere incidentale. In sostanza, chiedo che il Consiglio accolga la richiesta, che ci é stata ora presentata dalla delegazione dei Sindaci della Valle Bormida che sono presenti ai nostri lavori, per una sospensione della seduta prima di procedere alla votazione, sospensione che consenta un incontro della Presidenza del Consiglio e dei Capigruppo con la delegazione dei Sindaci.
Credo che le motivazioni contenute nella richiesta, che attengono al problema del rapporto fra l'istituzione e la popolazione, siano molto serie e vadano quindi prese in altrettanto seria considerazione.
Per questo il Gruppo PDS chiede che si addivenga ad una breve sospensione del Consiglio perché si possa fare, prima del voto, questo incontro.



PRESIDENTE

Se i Capigruppo lo ritengono, dato che la richiesta é fatta a loro, si possono esprimere.
La parola al Consigliere Segre.
SEGRE Anch'io ho ricevuto la lettera dei Sindaci della Valle Bormida. Il Consigliere Monticelli mi ha battuto sul filo di lana, nel senso che volevo fare una dichiarazione analoga. Penso che sia opportuno in questo momento.
per i motivi che i Sindaci hanno esplicitato nel loro breve documento, fare la riunione da loro richiesta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Zacchera.
ZACCHERA Dichiaro a nome del MSI - sono stato delegato dal mio Capogruppo - che anche noi siamo d'accordo di ascoltare i Sindaci subito e faccio così una proposta operativa al fine di far risparmiare tempo al Consiglio. Siamo disposti a ritirare la nostra proposta di sospensiva preliminare a condizione che perlomeno in quella della maggioranza alla terza riga del secondo paragrafo sia inserita dopo le parole "ritiene che non si possa formulare il definitivo parere sul piano di bonifica e disinquinamento della Valle Bormida fino a che non si sarà" il seguente inciso "proceduto alla definitiva chiusura o riconversione dello stabilimento ACNA di Cengio", dopodiché il paragrafo si conclude: "definita la localizzazione dell'impianto RE-SOL fuori dalla Valle Bormida". E' una proposta operativa allo scopo di arrivare ad una sola votazione, sulla quale anche noi siamo d'accordo che si proceda a scrutinio segreto. Dico però al collega Marino che bisogna anche saper leggerle le cose. La nostra proposta di sospensione preliminare era un modo pratico per dire di fatto NO al piano. Sia chiaro per inciso, che se non viene accettata la nostra frase aggiuntiva manterremo la nostra sospensiva, sulla quale sta scritto che si decida di sospendere la decisione fino a quando con provvedimento formale non verrà revocata o annullata la delibera della Giunta.
Termino dicendo che ritengo ci debba essere maggiore correttezza reciproca, perché mi sento profondamente deluso come Consigliere regionale per il dibattito di oggi, perché non é vero che qui stiamo a parlare per la piazza, e non é vero, caro collega Marchini, che non possiamo decidere.
Certo il Consiglio regionale del Piemonte non può decidere la chiusura dell'ACNA, però possiamo fare tantissime cose se vogliamo farle. Invece al termine di questo discorso...



PRESIDENTE

Scusi Consigliere, lei si deve esprimere sulla richiesta incidentale.
ZACCHERA Certo, ma ho assistito in quest'ultima ora di dibattito a delle incantazioni di serpenti, perché una volta di più stanno vincendo i partiti sugli uomini. Abbiamo visto delle persone che fino a ieri sostenevano una cosa, oggi sostenerne un'altra. E questo non é giusto!



PRESIDENTE

Consigliere, la prego.
ZACCHERA Termino dicendo che il Gruppo del MSI propone di ritirare la propria questione preliminare se la maggioranza é d'accordo di inserire nel proprio ordine del giorno la frase aggiuntiva da noi proposta. Insomma ACNA si o ACNA no! Per una volta tanto siate chiari!



PRESIDENTE

Richiamo i Capigruppo, so che lo accoglierete senz'altro, di pronunciarvi soltanto sulla questione posta dal Consigliere Monticelli, se aderire cioè a questo incontro con i sindaci o meno.
La parola al Consigliere Sartoris.
SARTORIS Certo, però Presidente lei deve anche tenere presente il fatto che la gente che sta fuori é esasperata, ma cominciamo ad esserlo anche un pochino noi, perché sentire certe cose e addirittura arrivare al punto di proclamare Shakespeare! Non é possibile arrivare a questi punti, quando ci sono delle cose che vengono travisate e si parla di certe cose per non parlare di altre. Forse non ci sono competenze precise, però un conto andare a degli appuntamenti dicendo "non abbiamo deciso, abbiamo rinviato" e un conto é andare a degli appuntamenti avendo delle risposte precise, che siano un si o un no .
Il vero problema é che voi non volete dire né si e né no, volete dire "ni", perché avete paura che tutto quanto si sfasci e allora state li legati con il cordino. Due ore fa il Consigliere Staglianò vi aveva chiesto una sospensione. Avete detto di no, perché non bisognava sospendere. Adesso vogliamo vedere con che faccia e con che coraggio direte di no ai Sindaci.
Vogliamo proprio vedere! Io sono d'accordo perché venga fatto questo incontro con i Sindaci. Voglio vedere quale incantamento di serpenti - come diceva Zacchera - tirerete fuori.
Un'altra cosa che mi é stata detta e ne approfitto perché ho la parola che ci sono delle persone che si sono lamentate perché sono state picchiate fuori dalla Celere. Ora questa gente ci ha detto...



PRESIDENTE

Anche questo non c'entra con quello che stiamo discutendo. Di questo ne discuteremo dopo, perché questa mi sembra propaganda Consigliere, va bene!? SARTORIS C'entra benissimo perché ci sono fuori le forze dell'ordine che stanno andando con la mano troppo pesante.



PRESIDENTE

Consigliere questo non c'entra, lei si sta facendo propaganda, come ha fatto anche in altre sedute. Questa é la mia opinione!



(Schiamazzi da parte del pubblico)



PRESIDENTE

Cerchiamo di capire anche al di là delle posizioni più facili e cerchiamo tutti assieme di capire che c'è qualcuno che su questa questione sta cercando di approfondire seriamente, con dolore e talvolta con grande pena. Per cui per cortesia vi prego di avere rispetto delle posizioni di tutti, perché alcune posizioni sono anche troppo facili!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossa.
ROSSA Signor Presidente, mi sembra che ci sia la volontà, al di là delle rispettive posizioni, di mantenere un dialogo con tutte le forze, in modo particolare con quelle che rappresentano le nostre istituzioni, che sono qui presenti e che ringraziamo perché in fondo hanno a cuore i nostri stessi problemi. Credo ci sia questa disponibilità espressa in alcuni interventi. Anche da parte della maggioranza non c'è stata né una negazione né un'affermazione positiva di accettare l'incontro. Credo però che si possa interpretare questo orientamento come una via per andare alla sospensione per l'incontro con i Sindaci.
E' giusto avere questo incontro, pur nelle rispettive posizioni, per avere la possibilità di andare a un dialogo. E' un incontro richiesto penso sia giusto accoglierlo, dopodiché tireremo le conclusioni che la riunione avrà saputo determinare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rabellino.
RABELLINO Non ho approfondito il Regolamento, però vorrei fare una proposta.
Invece di convocare una riunione dei Capigruppo, propongo di fare intervenire in aula due o tre Sindaci a nome della popolazione.



PRESIDENTE

Il Regolamento non lo consente.
La seduta é sospesa per l'incontro con i Sindaci.



(La seduta, sospesa alle ore 19,50 riprende alle ore 21,40)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Comunico che all'incontro con i Sindaci é seguita una riunione dei Capigruppo.
Viene mantenuta la questione preliminare sospensiva, presentata dai Consiglieri Majorino e Zacchera, con la seguente modifica: "decide di respingere allo stato attuale delle cose, finché le autorità centrali non avranno dato totale conforto alle richieste del Consiglio regionale, il Piano stesso in quanto improponibile".
Pongo in votazione il documento così modificato.
Chi é favorevole é pregato di alzare la mano.
E' respinto con 10 voti favorevoli e 45 astensioni.
La questione pregiudiziale della maggioranza é trasformata con modifiche in un ordine del giorno, firmato dai Gruppi DC, PSI, PLI, PSDI PCI-PDS, Verde, Pensionati, Gruppo Misto Verde, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte prende atto dell'istruttoria compiuta dalla Giunta regionale e dalla II Commissione permanente ribadisce l'urgenza che il Parlamento esamini entro la fine della presente X legislatura la proposta di legge di iniziativa regionale recante 'Norme per la chiusura dell'ACNA di Cengio, per la bonifica e la rinascita della Valle Bormida e per lo sviluppo dei livelli occupazionali ambientalmente compatibili' non approva il Piano di bonifica e disinquinamento della Valle Bormida fino a che non si sarà definita la sorte dell'ACNA e la localizzazione dell'impianto RE-SOL fuori della Valle Bormida secondo le unanimi valutazioni del Consiglio regionale del Piemonte e della risoluzione parlamentare del 30/1/1990; considera indispensabile un pronunciamento del Governo nazionale sulla localizzazione del RE-SOL e quindi invita la Giunta regionale a richiedere un urgente incontro con i responsabili dei Dicasteri dell'Ambiente, delle Partecipazioni Statali e dell'Industria e a riferire al Consiglio.
Decide pertanto di non procedere all'esame del punto 6) all'o.d.g.
della seduta odierna, per le motivazioni sopra illustrate".
Chi é favorevole é pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno é approvato con 53 voti favorevoli e 2 astensioni.


Argomento:

Interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno (annunzio)


PRESIDENTE

Le interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenute all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale verranno allegate al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta é tolta.



(La seduta ha termine alle ore 21.50)



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