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Dettaglio seduta n.61 del 30/04/91 - Legislatura n. V - Sedute dal 6 maggio 1990 al 22 aprile 1995

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Interrogazioni e interpellanze".
esaminiamo l'interpellanza n. 170.
Se nessun Consigliere firmatario intende illustrarla, ha la parola l'Assessore Bergoglio.



BERGOGLIO Emilia, Assessore al personale

Credo di poter esaurire rapidamente la questione perché dal momento in cui l'interpellanza è stata presentata alla fase attuale si sono compiuti significativi passi in avanti per superare la questione oggetto dell'interpellanza stessa che risale a qualche tempo fa.
Il ritardo è facilmente intuibile a causa della scadenza del Consiglio regionale, delle elezioni e della successiva presa in carica.
Successivamente sono intervenute questioni interpretative della legge che hanno creato uno stato di impasse.
La questione consisteva nell'interpretare il principio della composizione della Commissione, indicata nella legge in termini abbastanza chiari con un rappresentante dell'Amministrazione (rappresentante politico), tre rappresentanti dell'Amministrazione e tre rappresentanti delle Organizzazioni sindacali.
La questione era in contrasto con la pariteticità delle presenze, e su questo problema si sono avute alcune difficoltà interpretative tra gli uffici e le Organizzazioni sindacali stesse. In ogni caso, la questione è stata risolta con la rinuncia a inserire nella Commissione pari opportunità una rappresentanza dell'Amministrazione, lasciando quindi soltanto rappresentanti di funzionarie regionali e Organizzazioni sindacali.
La deliberazione che istituisce il Comitato, in seguito ad accordo siglato con le Organizzazioni sindacali. è già stata presentata in Giunta ed approvata nella seduta dell'11 marzo u.s. Nel frattempo si è inoltrata richiesta alle Organizzazioni sindacali perché segnalino i loro nominativi e si è individuata la sede dove potrà svolgere la propria attività (quella di Via Monte di Pietà. dove peraltro ha già sede la Commissione pari opportunità del Consiglio regionale). Sul piano dell'operatività si metteranno a disposizione gli strumenti necessari sulla base dell'attività e del programma che la Commissione stessa si darà non appena insediata; per il momento viene messa a disposizione una funzionalità di segreteria per garantire lo svolgimento degli adempimenti propri della Commissione stessa.
Pare quindi che la ragione del contendere. segnalata nell'interpellanza delle colleghe, sia al momento in parte superata dai passaggi successivi che si sono nel frattempo attivati.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Dameri.



DAMERI Silvana

Penso di poter fare alcune valutazioni anche per le altre Consigliere che hanno firmato l'interpellanza. Non posso che rilevare due aspetti: uno è relativo ai tempi entro i quali riusciamo ad affrontare le questioni (e come già ricordava l'Assessore Bergoglio, questa interpellanza è piuttosto datata); l'altro è un dato di soddisfazione per il fatto che un problema è stato affrontato e risolto. seppure con tempi lunghi. Tra l'altro mi permetto di sottolineare il fatto che la recente approvazione della legge nazionale sulle azioni positive rende assolutamente essenziale che nei luoghi di lavoro, ivi compresa quindi anche la Regione Piemonte. vi siano degli strumenti. appunto come questa Commissione che riguarda le dipendenti della Regione, che possano attivare concretamente delle iniziative di azioni positive.
Nella scorsa legislatura avevamo fatto una verifica, peraltro ,molto empirica, sulla collocazione delle dipendenti della Regione rispetto ai vari livelli di direzione; ricordo che purtroppo il dato non era particolarmente felice per quanto riguardava le lavoratrici e le dipendenti. premesso che nella Pubblica Amministrazione, in linea di massima, i dati sono più positivi che nel privato.
Tuttavia penso che si possa fare molto, anche perché il livello professionale medio delle donne che lavorano nell'Amministrazione regionale è decisamente qualificato; bisogna attivare delle iniziative concrete da questo punto di vista.
Approfitto di questa delibera per rivolgere una richiesta alla Presidente del Consiglio. Anche in considerazione della legge sulle azioni positive, vi è la necessità che il Consiglio regionale si attivi rapidamente per arrivare al rinnovo della Commissione pari opportunità decisa con la legge regionale della scorsa legislatura.
Siamo in una situazione di congelamento della vecchia Commissione e poiché è in preparazione un'iniziativa sulla legge per il 15 maggio, credo sia necessario, almeno a livello della Commissione Nomine. arrivare a quella scadenza avendo definito il rinnovo della Commissione pari opportunità.



PRESIDENTE

Poiché la Consigliera Dameri ha richiamato la questione della Commissione pari opportunità. desidero dire che condivido perfettamente e mi farò interprete dell'urgenza di arrivare a queste nomine. Ieri l'Ufficio di Presidenza, in base ad una valutazione che avevano fatto le Consigliere ha presentato una proposta di legge che faremo procedere rapidamente.
inerente al recepimento delle indicazioni delle Organizzazioni sindacali nella Commissione pari opportunità. Siamo in dirittura di arrivo perché, se i Capigruppo consentiranno. questa proposta dovrebbe passare rapidamente (penso anche all'unanimità). quindi potremo procedere alle nomine.



PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione n. 236 presentata dal Consigliere Marino.
Risponde l'Assessore Bergoglio.



BERGOGLIO Emilia, Assessore all'assistenza

Ho già fornito qualche settimana fa al Consigliere interrogante la copia scritta della risposta. Gli elementi che ho fornito in quell'occasione sono gli stessi che ho a disposizione al momento. Aggiungo solo che si è attivata tutta la procedura per l'accertamento dell'invalidità e dell'assegno di accompagnamento in seguito alla modifica della legge nazionale che aveva trasferito queste competenze agli Ospedali militari. Tale modifica aveva comportato difficoltà, ritardi e impegni, e a suo tempo era stata anche oggetto di una valutazione del Consiglio regionale che aveva presentato una proposta di referendum per abolire questo punto della legge; ovviamente, poi il Parlamento aveva disposto diversamente.
Le notizie che ho a disposizione sono di un'attivazione abbastanza significativa delle Commissioni per l'accertamento presso le UU.SS.SS.LL.
che si sono poste l'obiettivo di recuperare al massimo i tempi e i ritardi non ho però dati precisi essendo questa partita specifica competenza dell'Assessorato alla sanità.
Ho a disposizione questi dati di carattere indicativo. che desidero aggiungere al testo già fornito; la situazione, comunque. dovrebbe andare a norma in tempi rapidi. Le notizie che abbiamo sono che i tempi di chiamata si sono notevolmente ridotti e che le Commissioni stanno procedendo con un numero di sedute molto più intenso rispetto al regime normale; questo proprio per smaltire il pesante arretrato che si è venuto a creare in questo periodo di legge attualmente modificata.
Per quanto riguarda gli altri aspetti. rimanderei al testo scritto per evitare di allungare i tempi del mio intervento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marino.



MARINO Massimo

Non ho molte cose da aggiungere. Ho letto con attenzione il documento dell'Assessore Bergoglio. Però. mi era sembrato di capire (anzi, poco fa l'ha detto anche l'Assessore Bergoglio) che a questa interrogazione ci sarebbe stato un contributo nella risposta da parte dell'Assessore Maccari, che oggi non c'è.
Non ho molto da dire, perché l'argomento è molto noto. Al di là delle valutazioni espresse dall'Assessore Bergoglio, la questione di fondo resta tutta aperta ed è sostanzialmente una. In particolare per quanto riguarda il Comune di Torino, ma non solo, esiste il problema di recupero dell'assegno che secondo la circolare della Regione è indicato come un contributo che viene dato attraverso il Prefetto e che deve essere utilizzato per i bisogni personali dell'assistito. Sappiamo invece che è consuetudine del Comune di Torino e dell'Assessore competente ritirare questo assegno personale per utilizzarlo come contributo del pagamento della retta dell'istituto.
Mi rendo conto che la Regione non è direttamente coinvolta in questo problema, in quanto il problema riguarda il Comune di Torino. quindi ritorneremo sull'argomento nella sede comunale competente. Resta però il fatto che è difficile sostenere in qualunque sede, per come attualmente è la situazione del personale ad esempio negli istituti per anziani, che il personale oggi realmente presente, tenendo conto dei turni di lavoro, sia davvero in grado di sostituire o di soddisfare queste esigenze che hanno in particolare alcuni anziani; esigenze anche banali: a volte di leggere un giornale o di tagliarsi le unghie dei piedi. Oggi il personale presente negli istituti non risponde a questo tipo di esigenze, quindi risulta abbastanza discutibile e improprio l'utilizzo che viene fatto dell'assegno.
Essendo al momento assente l'Assessore Maccari non so se si possa considerare chiusa questa interrogazione o se si chiederà all'Assessore alla sanità un suo contributo anche in forma scritta.



BERGOGLIO Emilia, Assessore all'assistenza

Anche se non è prassi, desidero intervenire per dire, a mo' di chiarimento. che ho aggiunto alcune considerazioni rispetto alla funzionalità delle Commissioni per l'accertamento dell'invalidità civile in questa fase. Ma non voglio anticipare risposte che poi potrà confermare il collega. Anche perché, a quanto mi risulta, non credo che al momento siano disponibili dati precisi rispetto a questo problema (si sta lavorando).
Probabilmente fra qualche settimana si sarà in grado di dare dei dati più definiti. Quello che. a livello di informazione, io posso garantire è che da parte delle Commissioni che lavorano c'è in questo momento uno sforzo molto intenso per recuperare questo arretrato. Dare dei dati quantitativi più precisi in questa fase è rischioso, perché bisognerebbe raccoglierli in corso d'opera. Probabilmente. fra qualche settimana tutto sarà più chiaro e si potranno fornire elementi più verificati.



MARINO Massimo

Questo però riguarda il problema dei tempi e dell'assegnazione di questo contributo. che è un aspetto; l'altro aspetto dell'interrogazione era quello legato in particolare alle consuetudini del Comune di Torino di ritirare questo contributo come parte della retta.



BERGOGLIO Emilia, Assessore all'assistenza

Per questo ultimo aspetto bisognerebbe fare una verifica presso il Comune di Torino, perché si tratta di comportamenti di Amministrazioni diverse che. nella loro autonomia. applicano le norme. ovviamente nell'ambito di norme generali, con i loro criteri di discrezionalità. Quali siano de motivazioni, in questo momento non siamo in grado di dirlo.



PRESIDENTE

L'Assessore Panella risponde all'interrogazione n. 273.



PANELLA Luciano, Assessore ai trasporti

Con riferimento alla situazione di disservizi e disagi subiti dall'utenza nell'area di Cuneo e nella val Varaita, l'accertamento fatto in merito da questo Assessorato ha dato le risultanze di seguito indicate.
L'azienda ATI, à decorrere dal 10 dicembre '90. sui tratti di linea Dronero-Cuneo e Pontechianale-Saluzzo ha già provveduto a potenziare i servizi scolastici e ordinari mediante l'utilizzo di altri due autobus in risposta ai sovraccarichi denunciati sulla linea Fontanelle-Boves-Cuneo gestita dall'azienda Nuova Benese viaggiano effettivamente alcuni utenti in piedi; gli autobus usati dall'azienda sono di tipo suburbano, omologati dal Ministero dei trasporti con disponibilità di trasportare persone in piedi, pertanto il loro uso è compatibile nei limiti dei posti in piedi ammessi sulle carte di circolazione dei rispettivi autobus.
Si precisa che le informazioni in merito sono state raccolte tramite l'Amministrazione provinciale di Cuneo in quanto l'Assessorato trasporti della Regione non segue più direttamente l'andamento delle varie situazioni in materia di trasporto pubblico locale. essendo state delegate le relative funzioni amministrative alle Province con L.R. n. 1/86.
Pertanto per quanto riguarda i problemi connessi ai servizi quali la regolarità, salvaguardia incolumità persone, sovraccarichi. orari, utilizzo d'autobus sulle linee etc. è competenza degli Enti preposti affrontarli e darne soluzione.
Ne consegue che un aggiornamento costante e più tempestivo delle iniziative e degli interventi che sono in atto o che si intendono prendere si potrà avere rivolgendosi direttamente agli Enti provinciali delegati.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vaglio.



VAGLIO Roberto

Ringrazio della risposta. seppure un po' tardiva, credo non per volontà dell'Assessore. Volevo ricordare che la nostra interrogazione era stata motivata da una manifestazione a cui avevano partecipato in modo massiccio gli studenti delle medie superiori di Cuneo. Partecipazione massiccia perché, come abbiamo potuto rilevare dalla sola risposta dell'Assessore Panella, gli autobus erano effettivamente insufficienti (quindi i ragazzi avevano ragione), tanto che sulla linea Dronero-Cuneo - se ho preso un appunto giusto - sono stati aggiunti due autobus. Che non sono pochi. La situazione parrebbe ancora piuttosto complicata in quanto sulla linea di Boves i ragazzi continuano a viaggiare in piedi, e di questo eravamo stati informati dai nostri corrispondenti locali.
Per motivi di decentramento, la competenza su queste linee è stata demandata alle Province; probabilmente è giusto; le Province hanno modo di seguire la questione più da vicino. Nel caso specifico, però, questo decentramento non ha sortito gli effetti sperati. Vorrei ricordare che comunque la competenza globale è ancora dell'Assessorato e della Regione: infatti, i finanziamenti alle linee passano ancora dalla Regione, quindi dovrebbe essere compito precipuo della Regione quello di interessarsi affinché i servizi siano gestiti in modo perlomeno consono ai tempi.
Siamo a fine aprile e, a cinque mesi di distanza dalla manifestazione i ragazzi delle scuole di Cuneo continuano a viaggiare in condizioni a dir poco disagiate. Quindi, nel dichiararmi ovviamente insoddisfatto della risposta, perché non è aggiungendo due bus su una linea che si pu risolvere la situazione, sollecito l'Assessorato ad occuparsi della situazione specifica e di fare le dovute pressioni sull'Amministrazione provinciale di Cuneo affinché la situazione venga finalmente sanata in un modo decente.



PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione n. 278, cui risponde l'Assessore Panella.



PANELLA Luciano, Assessore ai trasporti

Come è già avvenuto negli scorsi anni, l'Assessorato ai trasporti della Regione organizza, in collaborazione con l'ente FF. SS.. le OO.SS., le Province e le Camere di commercio, le "Conferenze orario "regionali. con lo scopo di raccogliere ed esaminare le richieste degli utenti volte al miglioramento del servizio ferroviario.
Nel corso della riunione svoltasi presso l'Assessorato ai trasporti il 21 dicembre '90, i rappresentanti della direzione compartimentale delle FFSS hanno annunciato l'istituzione di un nuovo treno da Pinerolo a Torino Lingotto alle ore 7.45, e da praticamente certa istituzione di un'altra nuova corsa da Torino Lingotto a Pinerolo alle 16.45.
I rappresentanti dell'utenza della linea Torino-Torre Pellice presenti alla succitata riunione hanno espresso la loro soddisfazione per l'operato delle FFSS.
L'istituzione di queste due nuove relazioni potrà senz'altro diminuire i disagi dei pendolari della linea, pur non risolvendone totalmente i problemi; problemi che peraltro sono comuni a tutte le linee ferroviarie che servono un'utenza di lavoratori e studenti che hanno la necessità di entrare e di uscire da Torino in fasce di orario molto ristrette.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vaglio.



VAGLIO Roberto

Non provo certo piacere nel dichiararmi perennemente insoddisfatto dalle risposte dell'Assessore Panella. Nel caso specifico, il grande problema della linea Torre Pellice-Torino non è tanto il sovraffollamento da Pinerolo a Torino, non è tanto l'aumentare una corsa o il numero di treni che fanno servizio; per l'ennesima volta. mi riferivo piuttosto alla situazione Torre Pellice-Torino perché è particolarmente grave nel tratto Pinerolo-Torre Pellice.
Noi eravamo allarmati dal fatto che all'inizio di dicembre l'interrogazione risale ad allora - si parlava di una prossima chiusura della tratta da Pinerolo a Torre Pellice per i noti lavori di aggiornamento della linea ferroviaria. In questo contesto c'era stato lo spostamento della stazione d'arrivo della linea Torre Pellice Torino da Porta Nuova a Lingotto, o perlomeno la fermata intermedia supplementare a Lingotto con il cambio. Queste cose, fortunatamente, sono state sanate dall'Amministrazione dell'ente FFSS.
Cosa non è ancora dato di sapere è quando, per quanto tempo e se dietro alle pressioni che provengono da tutta la Valle Pellice, la ferrovia eviterà la chiusura del tratto e il trasbordo dell'utenza su linea automobilistica al posto del treno fra Torre e Pinerolo.
Mi auguro che quanto prima a questa interrogazione, che va a sommarsi alle altre presentate sulle tratte che stanno per essere sottoposte a revisione, ci sia una risposta definitiva, forse più che da parte regionale da parte del Compartimento ferroviario.



PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione n. 310, cui risponde l'Assessore Panella.



PANELLA Luciano, Assessore ai trasporti

Si premette che, per la redazione del secondo Piano regionale dei trasporti, è stata avviata una serie di studi, ricerche ed approfondimenti specificati nel "Documento di obiettivi ed indirizzi per la formazione del secondo Piano dei trasporti regionali".
Fra questi, lo studio sul programma di esercizio della rete ferroviaria piemontese, elaborato congiuntamente alla Fiat Engineering, è stato recentemente presentato nel corso di un incontro alle Province. Camere di Commercio e Sindacati.
Tale studio, allo stato attuale, è solo un documento di lavoro che dovrà essere ancora oggetto di approfondito esame e discussione fra gli enti e le organizzazioni interessate, come peraltro è precisato nell'incontro stesso. e quindi passibile di modifiche ed integrazioni.
Nel merito delle interrogazioni. si specifica che i poli di interesse regionale indicati nel documento di obiettivi ed indirizzi citato sono stati individuati sulla base di considerazioni territoriali molto ampie non sempre corrispondenti alla specifica realtà della mobilità ferroviaria.
Con riferimento allo studio in questione i poli di interesse regionale riferiti al sistema ferroviario, sono stati individuati sia in relazione ai documenti di pianificazione regionale che ai dati di traffico ferroviario ecco perché i due elenchi con coincidono.
Si fa inoltre rilevare che i centri non compresi fra i poli di interesse regionale non per questo sono penalizzati o trascurati; in alcuni casi lo studio prevede per tali centri un potenziamento del servizio ferroviario rispetto all'attuale.
Si informa altresì che le notizie apparse sugli organi di informazione sull'argomento sono state divulgate da un rappresentante locale presente alla riunione che, più opportunamente, avrebbe dovuto chiedere chiarimenti e spiegazioni nella riunione stessa o in quelle che seguiranno.
Infine, per ciò che riguarda i rapporti fra Regione Piemonte ed Ente FFSS in merito ai programmi di ristrutturazione della rete ferroviaria e alle Conferenze orari, si rende noto che nei giorni scorsi sono state tenute diverse riunioni con la partecipazione di rappresentanti dell'Assessorato ai trasporti della Regione Piemonte, dell'Ente FFSS, delle Province, Camere di Commercio ed Organizzazioni sindacali sia per l'esame del programma delle Ferrovie perla ristrutturazione delle linee secondarie sia per l'esame delle richieste degli utenti relative alla modifica degli orari o, più in generale, del servizio offerto dall'Ente FFSS.
I risultati della citata serie di riunioni, peraltro non ancora concluse, verranno resi noti in opportuni incontri che l'Assessorato ai trasporti provvederà ad indire a tempi brevi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavallera.



CAVALLERA Ugo

Ringrazio l'Assessore per la risposta che è stata più ampia di quanto richiesto specificatamente nell'interrogazione. E' chiaro che per parlare di poli all'interno di programmi futuri di ristrutturazione della rete e degli orari, in modo da dare loro organicità e razionalità, occorre valutare nell'insieme l'impegno dell'Ente FFSS. per quanto riguarda la rete nella zona sud del Piemonte. Non è la prima volta che abbiamo dovuto rilevare alcune incongruenze inspiegabili. Alcuni attribuiscono questa situazione al fatto che i Compartimenti ferroviari non coincidono con i confini regionali. E' noto che il Compartimento di Genova estende il proprio territorio fino alla provincia di Alessandria e una parte della provincia di Alessandria fa parte anche del Compartimento di Milano.
Quindi, anche se può sembrare superfluo, è necessario che la Regione Piemonte svolga un'opera di coordinamento al di là di quella che viene svolta all'interno dell'Ente FFSS perché. nonostante la risposta dell'Assessore metta in risalto come definire in un certo modo una località non abbia alcun riflesso immediatamente negativo, appare comunque ingiustificabile ed incomprensibile che i nodi di Novi Ligure od Ovada non possano essere ritenuti poli di rilievo regionale. Ricordo che Novi Ligure è una stazione importante che consente il collegamento con Tortona, quindi verso Pavia, Milano, e Ovada è collocata sulla tratta che da Asti va a Genova passando per Acqui. Ovviamente vi è una rete portante che si ramifica nelle altre località. Questo studio ha la finalità di esaltare al massimo l'utilizzo della rete per raggiungere il massimo di produttività coordinamento, celerità e comodità per i viaggiatori.
La risposta dell'Assessore mette in risalto l'impegno della Regione Piemonte nel rapporto con l'Ente FFSS con riscontri tangibili, anche se siamo ancora in fase di avvio di un certo confronto. Quindi mi dichiaro soddisfatto. Ovviamente l'impegno nei confronti dell'Ente FFSS va sviluppato anche in direzione del trasporto merci, un capitolo molto importante che riguarda la provincia di Alessandria (vi sono da tempo segnali negativi per quanto riguarda il Centro di smistamento merci di Alessandria). Appare opportuno quindi che nei prossimi confronti con l'Ente FFSS, insieme alle vicende del Centro merci di Torino e del Centro merci dell'area novarese, venga tenuta in debita considerazione la stazione di smistamento di Alessandria e tutto il sistema che deve diventare sempre più intermodale. E' noto che Alessandria ha una posizione importantissima nella rete ferroviaria nazionale, posizione che non deve essere pregiudicata da scelte miopi da parte dell'Ente FFSS. Se la Regione Piemonte sarà in prima linea in questa direzione avremo la possibilità di contrattare eventuali ristrutturazioni che rendano armonica ed equilibrata la presenza dell'Ente sul territorio regionale ed impediscano tagli che possono penalizzare l'economia di una determinata provincia.



PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'interrogazione n. 314, presentata dal Consigliere Tapparo. Risponde l'Assessore Panella.



PANELLA Luciano, Assessore alla viabilità

La Regione, tramite l'Assessorato competente trasporti ed infrastrutture, nel corso di questi anni ha esaminato a fondo il problema con le Società concessionarie interessate ATIVA e SATAP e i principali azionisti delle stesse, che sono la Provincia e il Comune di Torino, e con la Direzione generale dell'ANAS di Roma, alla ricerca di una soluzione che deve per legge assicurare comunque all'ATIVA, concessionaria del sistema tangenziale di Torino, l'intera copertura finanziaria del mancato introito che si determinerebbe con la soppressione dell'attuale barriera e delle conseguenze finanziarie sul bilancio della Società.
A questo proposito si precisa che la copertura del mancato introito è una condizione indispensabile e non eludibile, pena la dichiarazione di fallimento della Società poiché gli introiti percepiti alla barriera di Trofarello rappresentano una delle voci attive principali del bilancio aziendale.
La legislazione vigente in materia non prevede forme sostitutive da parte dello Stato e per esso dall'Azienda concedente, cioè l'ANAS, a copertura dei mancati introiti, né a tale proposito può intervenire il Fondo Centrale di Garanzia che prevede il ripiano esclusivamente delle esposizioni debitorie delle Società concessionarie contratte per investimenti (costruzioni di infrastrutture) e non per oneri di manutenzione e gestione e quindi men che meno per mancato introito da pedaggio. Nè peraltro il disegno di legge di iniziativa governativa all'esame delle competenti Commissioni parlamentari per il rifinanziamento del Fondo Centrale di Garanzia mediante l'aumento delle attuali 3 lire a 9 lire, della quota ad esso destinata sul prezzo di esazione pedaggio prevede l'utilizzo dei nuovi introiti per la copertura di mancati introiti da pedaggio, ma solo per la realizzazione da parte dell'ANAS, con le Società concessionarie di autostrade, di nuove opere sostitutive di tratte autostradali alle quali vengono riconosciute anche funzioni di tangenziali urbane e per le vie di rapida penetrazione nelle aree metropolitane di cui alla legge Tognoli.
Perciò di tutte le forme sostitutive esplorate (intervento diretto a copertura del deficit pari al mancato introito, da parte dei maggiori azionisti pubblici - Provincia e Comune di Torino; intervento diretto a favore dell'ATIVA da parte della Regione, istituzionalmente non ammissibile in quanto la Regione non è socio dell'ATIVA; finanziamento indiretto da parte della Regione tramite la Provincia e il Comune, e comunque solo a tale scopo destinato e con l'apertura quindi di un apposito e specifico capitolo sul bilancio regionale così intitolato e con conseguente variazione della legge finanziaria regionale, intervento diretto dell'ANAS che però, come abbiamo detto, non è possibile alla luce delle vigenti disposizioni di legge in materia, e quindi realizzabile soltanto mediante una legge ad hoc, chiaramente non proponibile per un caso singolo e di cui non si hanno analoghi riscontri in Italia) solo "l'esazione per conto" da parte della SATAP alla barriera di Villanova, analogamente per quanto avviene da parte di ATS (Torino-Savona) alla barriera di Carmagnola, appare la sola realisticamente praticabile, anche e soprattutto, sotto un profilo giuridico legislativo chiaro, ineccepibile e sperimentato con precedenti legislativi.
In tal senso sono infatti orientate le Società concessionarie ATIVA e SATAP, che pero non hanno finora concluso la loro trattativa per divergenze circa le modalità di applicazione "dell'introito per conto" detto anche "isointroito" esaustivamente normato, previsto e contemplato per legge, con percentuali ben precise stabilite per quanto riguarda l'aggio di esazione e la formazione complessiva del costo del biglietto sostitutivo, tramite deduzioni sulla tariffa dovuta ai mancati costi di gestione della barriera soppressa e dal personale in essa impiegato, maggiorati peraltro dei mancati introiti da pedaggio e dei maggiori oneri derivanti alla manutenzione a fronte di un previsto incremento di utilizzo della tratta liberalizzata e delle provvidenze a favore dello status del personale non più impiegato in barriera.
In tal senso, per una iniziativa rivolta ai vertici delle due Società perché, secondo quanto previsto per legge, si arrivi celermente alla conclusione delle trattative tra ATIVA e SATAP sulla base dell'"isointrotto", la Giunta regionale è disponibile a impegnarsi per una attività di pressante stimolo per una soluzione positiva della vicenda.
Si comunica inoltre che da tempo l'ATIVA, nell'ambito delle previsioni del Piano regionale dei trasporti e dello Schema direttore per l'Area metropolitana, ha predisposto un progetto di massima per la variante alla SS 29 fra Moncalieri e Santena che è stato anche sottoposto ai pareri dei Comuni, ma senza esito favorevole in particolare da parte di T rofarello che preferisce soluzioni di aggancio diretto alla tangenziale dell'attuale SS 29, con l'apertura di un nuovo svincolo.
Anche tale ipotesi è all'esame dei competenti uffici regionali ed è stata introdotta per le ipotesi progettuali da assumersi nello studio in corso del Piano direttore dell'Area metropolitana per il redigendo secondo Piano regionale dei trasporti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Ringrazio l'Assessore per la risposta. Tuttavia vorrei sottolineare che attorno ai sistemi tangenziali delle grandi città, delle aree metropolitane, occorrerebbe un approccio che abbia la capacità di avere una visione generale e che non sottostia al vincolo dell'esistenza o dei problemi di una Azienda o di una Concessionaria. Nella vicenda della tangenziale di Torino, sia sugli svincoli sia per quanto riguarda le barriere per i pedaggi, ha prevalso troppo spesso l'esigenza di salvaguardia di una azienda concessionaria rispetto a quello che poteva essere il disegno generale che un sistema tangenziale viene ad avere sulla città.
Ormai la tangenziale di Torino è un vero e proprio collettore che alleggerisce il bacino di trasporto, quindi svolge una serie di funzioni ed è importante perché non è solo per la viabilità di medio e grande raggio che viene utilizzata. Svolgendo questo tipo di funzione non pu evidentemente sottostare a delle visioni corte e microaziendali.
Mi pare che la soluzione prospettata - e in quanto leggeva l'Assessore c'è questo orientamento della Giunta e dell'Assessore stesso - sia di sollecitare la conclusione dell'accordo tra PATIVA e la SATAP. Però non si può far trascinare una situazione che sull'area di Santena. Trofarello e Moncalieri sta determinando dei fenomeni nel sistema dei trasporti che rendono difficile la vita di quelle comunità; direi che anche l'interesse attorno a queste comunità, come bacino economico e di insediamento urbano.
è affievolito da queste forti diseconomie che riducono la propensione a scelte soggettive e autonome che vari soggetti possono fare. Quindi, è necessario approcciare questo problema avendo come elemento di guida e di indirizzo l'interesse generale, e non semplicemente il nodo, sul quale anche la risposta dell'Assessore ruotava, della copertura del mancato introito.
Mi stupisce, fino a un certo punto ovviamente, che la filosofia dell'ANAS sia sempre molto sensibile rispetto alle opere aggiuntive e sia invece molto prudente negli interventi sull'esistente. In questo caso occorrerebbe che anche l'ANAS, e non solo il Comune e la Provincia di Torino, intervenisse con coraggio; la circonvallazione. infatti. svolge alcune funzioni determinanti anche in rapporto al sistema viario gestito dalla stessa ANAS, in particolare quello che si dirama dalla radiale di Italia 61 e va verso Alessandria con la statale Torino-Genova.
Ringrazio ancora l'Assessore. ma lo prego di essere particolarmente attento su questa vicenda e di attivare al massimo la pressione affinché si trovi la giusta definizione dell'accordo Chiedo anche all'Assessore di poter avere il testo della sua risposta.



PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interpellanza n. 440, alla quale risponde l'Assessore Nerviani.



NERVIANI Enrico, Assessore agli enti locali

In risposta alla interpellanza dei Consiglieri Buzio e Bortolin e, se mi è consentito, anche tenendo conto delle notizie spesso contraddittorie che ogni giorno vengono diffuse in ordine alla istituzione di nuove province, specificamente delle nuove Province di Biella e di Verbania ritengo doveroso informare il Consiglio sullo stato delle cose così come si presentano all'Assessorato e alla Giunta in questo momento.
Innanzitutto i fatti accaduti e le iniziative assunte dopo l'espressione del parere favorevole della Regione Piemonte sulla proposta di istituzione delle due nuove Province. Non abbiamo più avuto occasione di parlare in Consiglio dal momento dell'approvazione della deliberazione che prevedeva il parere favorevole all'istituzione delle Province di Biella e di Verbania. Da allora nel Biellese non si sono verificate situazioni nuove, se si escludono le richieste dei Sindaci dei Comuni di Villa del Bosco e di Roasio intese a conoscere quali certezze esistessero di vedere riconosciuti i risultati di possibili referendum, che avrebbero potuto essere indetti per conoscere il reale intendimento della gente circa l'eventuale assegnazione alla nuova Provincia di Biella. In sostanza ci chiedevano di dare assicurazione che si sarebbe dato corso alla volontà espressa attraverso dei referendum popolari. Al riguardo, la risposta è stata che senza dubbio la questione sarebbe stata sottoposta al Consiglio ma che nulla di certo poteva essere detto, anche in considerazione che alla decisione ultima concorrono, e in termini assai più forti, le Commissioni parlamentari per gli Affari istituzionali della Camera e del Senato, e, in via definitiva, il Governo per delega parlamentare.
Nel Verbano-Cusio-Ossola, è noto agli interroganti ma è giusto informarne il Consiglio, dal momento dell'espressione di parere favorevole alla proposta di istituzione delle Province di Biella e di Verbania, il dibattito è continuato con tono vivace nella società civile e nelle istituzioni.
Si sono anche succedute richieste di referendum a Omegna. Stresa e Belgirate, intese a verificare la volontà generale dei cittadini sull'istituzione della Provincia di Verbania.
A tutt'oggi non risulta che le suddette richieste abbiano trovato accoglienza presso i rispettivi Consigli comunali.
Referendum popolare si è regolarmente svolto invece presso il Comune di Armeno; dallo stesso è emersa la volontà del 73% dei votanti (63% circa degli aventi diritto) di continuare ad appartenere alla Provincia di Novara. E a Belgirate sono state raccolte 260 firme, su 301 persone contattate (447 sono gli iscritti nelle liste elettorali), di cittadini che richiedono la permanenza di quel Comune in provincia di Novara.
L'iniziativa è stata di un comitato spontaneo del Comune di Belgirate.
La comunicazione è pervenuta, ripeto, da un comitato spontaneo che avanza, fra l'altro, istanza per un'ulteriore, formale verifica di questa volontà. La stessa istanza non risulta essere stata accolta dal Comune di Belgirate. I fatti accaduti - che ho riferito per informazione doverosa non hanno naturalmente interrotto il corso delle cose che può solo essere condizionato dalle decisioni formalmente assunte in Consiglio regionale nelle Commissioni Affari Costituzionali e, finalmente, dal Governo.
La mia posizione è personale, quella della Giunta quindi è condizionata in questo momento unicamente dalla decisione assunta dal Consiglio regionale, e nessun'altra iniziativa ho inteso sviluppare anche sul Governo. Attualmente esiste formalmente, com'è noto, la decisione del Consiglio regionale.
La stessa è pervenuta al Ministero dell'Interno insieme a quella delle altre Regioni interessate all'istituzione delle nuove Province di Lecco Lodi, Rimini, Prato e Crotone.
Nel frattempo sono pure pervenute, per quanto mi risulta, le istanze di istituzione delle Province di Castrovillari e di Vibo Valentia, e di altre sempre ai sensi dell'art. 63 della legge n. 142/90.
Il Ministero ha terminato in questi giorni la predisposizione degli schemi dei decreti per tutte le istituende nuove province. Questa è notizia certa, raccolta in ambienti responsabili del Ministero degli Interni.
Gli stessi decreti, a quanto risulta, sono stati consegnati la settimana scorsa al Ministro che deve decidere l'invio alle rispettive Regioni, dopo aver sentito il Consiglio di Gabinetto e avere assunto la volontà di sottoscriverli, e alle già citate Commissioni parlamentari, che devono a loro volta esprimere parere entro sei mesi. Quindi è destituita di ogni fondamento la notizia che la Regione si sarebbe dovuta esprimere, così come avevano detto alcuni organi di stampa, entro il mese di giugno di quest'anno.
Malgrado i numerosi contatti attivati, non è stato possibile conoscere se il Ministro intenda inviare contemporaneamente tutti gli schemi di decreti predisposti. Ho chiesto insistentemente se i sette, nove, undici schemi che sono stati predisposti sarebbero stati firmati contemporaneamente dal Ministro; non ho avuto risposta; debbo dire con molta franchezza che questa estensione del numero di decreti e di possibili nuove istituzioni mi preoccupa alquanto. Ogni certezza al riguardo comunque, non è assolutamente motivata.
Ho la personale convinzione che nessuna decisione sarà assunta prima che la Corte Costituzionale avrà esaminato il ricorso di alcune Regioni che contestano la costituzionalità di taluni articoli della legge sulle autonomie, fra i quali quello riguardante l'istituzione, con procedura speciale di nuove province; fra queste, quelle a cui la Regione Piemonte è direttamente interessata: Biella e Verbania. La notizia della riunione della Corte Costituzionale per esaminare questo punto è pervenuta al sottoscritto attraverso canali ordinari, a tutti noti, che sono quelli della stampa. Le verifiche fatte in questi giorni non hanno dato conferma debbo comunque ritenere che siano notizie ampiamente fondate. La sentenza della Suprema Corte è attesa per il prossimo mese di maggio. Manifesto in questa sede il diffuso disagio conseguente all'incertezza ancora esistente che non può non influire negativamente anche nel lavoro di programmazione e di organizzazione delle attuali province.
Lo stesso disagio e una forte raccomandazione per definire decisioni ho rappresentato anche nella giornata di ieri al Ministero dell'Interno.
Ritengo estremamente negativo questo ritardo nelle decisioni da assumere per quanto riguarda l'istituzione di nuove Province, perch davvero crea tensioni, movimenti di disturbo, incertezze operative delle Province esistenti, frizioni politiche di cui veramente tutti ne faremmo volentieri a meno.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GROSSO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Buzio.



BUZIO Alberto

La risposta dell'Assessore mi soddisfa parzialmente, nel senso che se è vero che è andata al di là delle richieste dell'interpellante (l'Assessore ha fatto una lunga nota informativa, sebbene non fosse richiesta), è anche vero che è opportuno conoscere l'evolversi della situazione. Ma l'Assessore sa molto bene che queste notizie vanno prese con le pinze, perché rischiano di essere interpretate in modo ambiguo e pericoloso.
Per quanto riguarda la seconda parte, credo che l'iniziativa di sollecitare il Governo, e in particolare il Ministro, affinché si attivi sia importante, anche perché le note di stampa si susseguono ad ogni piè sospinto. Sappiamo che sono molto imprecise, improprie e che generano confusione; è necessario fare chiarezza perché la tensione è notevole e i Comitati per la formazione delle Province sono sempre all'erta. Purtroppo alcune notizie giornalistiche sono trasmesse in modo improprio, hanno poco fondamento sul piano giuridico. Quindi mi sembra importante avere, se è possibile, da parte del Ministro una risposta scritta alle sollecitazioni dell'Assessore.
Apprezzo il fatto che si sottolinei la necessità di far chiarezza su queste cose, perché o è vera la notizia che appariva qualche giorno fa secondo la quale nei giorni successivi ad una certa data gli schemi di decreto dovevano pervenire alle Regioni, oppure la cosa rischia di generare molte perplessità, molti dubbi. Credo sia importante stare sulla palla come si suol dire, nel senso che al Ministero bisogna chiedere delle risposte certe. Questo vale per la nostra Regione, ma anche per le altre dato che alle sette province originarie, che a noi interessano particolarmente, se ne sono aggiunte altre due, anche questo va bene, per occorrono delle risposte chiare.



NERVIANI Enrico, Assessore agli enti locali

Certamente più di due, perché so che c'erano anche Teramo, Avezzano Sulmona.



BUZIO Alberto

Credo che l'itinerario debba essere certo per le Regioni, e poiché le stesse devono esprimere un parere entro sei mesi (sono d'accordo anch'io che il termine del 12 giugno fosse assolutamente inventato) hanno titolo per pretendere delle risposte dal Governo, che tra l'altro ha istituto anche un Ministero per le Riforme Istituzionali e magari potrebbe essere interessato anche quel Ministero a dare delle risposte.
L'ultima osservazione è una raccomandazione all'Assessore. Io spero che gli schemi di decreto arrivino quanto prima; quando arrive-ranno, dato che il parere che dovrà esprimere la Regione è l'ultimo atto che la stessa dovrà compiere in ordine alla procedura, dopodiché i pareri delle Regioni verranno raccolti dalla Commissione Affari Costituzionali che poi dovrà istruirli per il decreto definitivo istitutivo delle Province da parte del Governo, occorrerà che ne venga responsabilizzata la Commissione. L'altra volta in Commissione, a mio parere, non si era discusso sufficientemente ora si è costituita una Commissione ad hoc, non so se è la Commissione speciale per la 142 che dovrà esaminare la proposta di deliberazione che sarà portata in base allo schema di decreto che arriverà dal Governo, o se sarà di competenza di altra Commissione, ma mi sembra importante recuperare un minimo di confronto e di dibattito a livello dei Gruppi consiliari regionali. La raccomandazione che avanzo all'Assessore è che nell'esprimere il parere definitivo ci sia tutta l'informazione e tutto il necessario approfondimento che merita un fatto del genere, che per la nostra Regione è un fatto particolarmente significativo. L'importante è che tutti i Gruppi siano coinvolti e che questa proposta di deliberazione regionale, così come sarà poi formulata dall'Assessore sulla base dello schema del decreto che perverrà, sia il più ampiamente conosciuta, il più ampiamente dibattuta e che rappresenti la conclusione solenne di un iter che mi pare importante veda la conoscenza e l'esame più approfondito possibile da parte di tutto il Consiglio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bortolin.



BORTOLIN Silvana

Voglio aggiungere poche annotazioni per quanto riguarda Biella. I problemi sono di altro tipo, o almeno sono per molta parte risolti.
Condivido però - per questo ho chiesto la parola e lo voglio sottolineare le ultime affermazioni dell'Assessore circa il deterioramento che provocano le lungaggini di carattere governativo nell'ambito delle Province. Ne voglio riprendere due.
La prima riguarda l'impegno finanziario per l'istituzione delle Province, in una situazione di discussione del bilancio dello Stato, quindi di restrizioni che si vanno delineando per quanto riguarda gli aggravi fiscali o riduzioni di spese in alcuni settori; penso, ad esempio, a tutto il discorso che riguarda le pensioni: è chiaro che introdurre l'elemento "costituzione nuove Province" significa creare reazioni negative nella popolazione, che vanno poi ad intaccare quello che è invece il vero significato di decentramento e quindi anche di peso delle popolazioni locali per quanto riguarda l'istituzione di nuove Province.
La seconda questione è che poi il deterioramento diventa anche a livello politico e amministrativo quando si introduce il discorso, in una situazione come questa di tempi lunghissimi, dell'utilizzo di personale e di beni delle Province originarie. Si rischia di arrivare all'emanazione del decreto in una situazione di disagio, di difficoltà, mentre dovrebbe rappresentare un fatto estremamente positivo, per questo discorso di decentramento voluto ed auspicato da tanti anni.
Credo che in questa occasione valga la pena di ribadire che le realtà che vogliono diventare Provincia - parlo per il Biellese, ma credo valga anche per il Verbano - lo vogliono in quanto sentono fortemente la necessità dell'affermazione delle proprie diversità rispetto alle Province di cui attualmente fanno parte; questo vale in modo particolare per il Biellese rispetto al Vercellese. Non è una richiesta campanilistica o provincialistica nel senso deteriore del termine, è davvero l'espressione di una forte necessità di autonomia per affermare una realtà socio economica che è diversa, che è particolare rispetto a quella nella quale è attualmente compresa. Per cui credo valga davvero la pena di sostenere la necessità dell'urgenza della decisione a livello governativo e parlamentare, altrimenti anche l'aspetto positivo finisce per perdersi nell'ambito di tutte le novità: pensiamo solo all'applicazione della legge di riforma, alle Comunità montane e a tutto quanto stiamo discutendo.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 3) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Cucco, Maggiorotti, Majorino Penasso e Rivalta.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

c) Apposizione visto Commissario del Governo


PRESIDENTE

L'elenco delle leggi vistate dal Commissario del Governo sarà riportato nel processo verbale della seduta in corso.


Argomento:

d) Mancata apposizione visto Commissario del Governo


PRESIDENTE

L'elenco delle leggi non vistate dal Commissario del Governo sarà riportato nel processo verbale della seduta in corso.


Argomento: Partecipazioni azionarie regionali

Esame progetto di legge n. 110: "Partecipazione della Regione Piemonte alla società E.C.B.I C. Piemonte S.p.A."


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del progetto di legge n. 110, di cui al punto 4) all'o.d.g.
Relatore è il Consigliere Ferraris, che dà per letta la seguente relazione: "Illustre Presidente, signori Consiglieri, nella scorsa legislatura regionale, e precisamente il 15/3/90, il Consiglio regionale approvò il disegno di legge n 586 'Partecipazione della Regione Piemonte alla società E.C.B.I.C. Piemonte S.p.A.' allo scopo di favorire la nascita di nuove imprese o diversificare le imprese esistenti, mediante l'erogazione di servizi di consulenza qualificata, di formazione professionale e anche di agevolazioni, finanziarie, gestendo su tutto il territorio piemontese le attività già sperimentate a Vercelli ed allargando progressivamente il raggio di azione anche nella provincia di Torino e nell'area comprensoriale del Verbano-Cusio-Ossola per sfruttare le possibili sinergie derivanti dall'applicazione del Regolamento CEE n 2052/88.
Contestualmente fu approvato, con la deliberazione del Consiglio regionale n 12453950, lo schema di statuto della costituenda società E.C.B.I.C.
In data 12/4/90 il Governo rinviò però all'esame del Consiglio regionale il disegno di legge anzidetto con il rilievo seguente: 'Circa art. 2, III comma, ... prevista approvazione statuto società et sue eventuali modificazioni da parte Regione si pone in contrasto con normativa Codice Civile in materia in quanto lesiva potestà decisionale organi societari'.
In dipendenza del rinvio del disegno di legge di riferimento l'esecutività della deliberazione del Consiglio regionale n 1245-3950 fu sospesa dal Commissario di Governo in data 28/3/90.
Nella legislatura in corso il provvedimento suddetto è poi stato assegnato al riesame della competente 1 Commissione, ai sensi dell'art. 85 del Regolamento consiliare.
La. Giunta, che nella scorsa legislatura aveva predisposto e presentato il disegno di legge n. 586, ha deliberato di accogliere il rilievo del Governo e di apportare quindi al testo del provvedimento le modificazioni conseguenti. Nel frattempo però anche altre modificazioni del provvedimento si erano rese necessarie, esse derivano dal fatto che nei mesi scorsi prevedendo tempi lunghi per l'operatività della nuova legge regionale. i soci promotori di E.C.B.I.C. Piemonte hanno ritenuto di dar comunque corso alla costituzione della società, ciò che è formalmente avvenuto in data 19/10/90. La Finpiemonte, che aveva coordinato la sperimentazione dell'I.C.B.LC. nell'area di Vercelli e che ha svolto un ruolo di coordinamento per l'avvio della nuova società, ha autonomamente ritenuto di sottoscrivere, essa stessa, la quota di 200 milioni prevista per la Regione, riservandosi di girare le azioni relative alla Regione nel momento in cui fosse completato l'iter di riesame della legge. Le modifiche proposte al testo rinviato mirano quindi ad adeguarlo sia. al rilievo del Governo sia alla diversa situazione nel frattempo intervenuta, situazione che non è più, nella forma, quella della partecipazione alla costituzione di una nuova società, ma quella di adesione ad una società già esistente.
In tal senso vanno lette le modifiche agli art. 1. 3 e 5 del disegno di legge n. 586. Nell'ari 1 sono poi state apportate anche due altre modifiche: una, formale, nel senso che la denominazione della società è data in sintesi e non per esteso. in quanto questa è la formulazione adottata nell'atto costitutivo; l'altra, sostanziale, precisa che l'attività della società si indirizza anche al rinnovamento e alla diversificazione delle imprese minori, concetto del resto già contenuto nel precedente testo all'art. 2, che però si è ora ritenuto di esplicitare anche nell'art. 1.
L'art. 5 è stato inoltre modificato per imputare all'esercizio 1991.
anziché al 1990. la spesa relativa alla partecipazione alla società.
Le modificazioni apportate non concernono, come si è visto. soltanto le norme incise dal rilievo del Governo e pertanto il testo del provvedimento assume. alla luce delle sentenze della Corte costituzionale n. 158/88 e n.
79/89 ed agli effetti dell'art. 127 della Costituzione. la configurazione di 'legge nuova': ciò che ha comportato per la Giunta la necessità di presentare un nuovo disegno di legge, il n. 110 appunto.
A seguito delle modificazioni predette. sono ora venute a mancare le ragioni per le quali, come si è detto. in data 15/3/90 il Consiglio regionale approvò, contestualmente al disegno di legge n. 586. la deliberazione n. 12453950: oggi infatti, diversamente da un anno fa, la società è costituita e lo statuto della stessa è approvato ed in vigore, ad ogni effetto.
Nel merito il provvedimento conserva in-variata. la sua rilevanza in considerazioni del fatto che con la costituzione della "E.C.B.I.C. S.p.A." la Regione potrà, come è già stato evidenziato, contribuire alla promozione di nuove iniziative imprenditoriali, nonché alla diversificazione innovativa di imprese già esistenti, anche allo scopo di sostenere l'occupazione in Piemonte.
La I Commissione permanente ha approvato a maggioranza il provvedimento, di cui si tratta.
Per i motivi sopra esposti, se ne raccomanda l'approvazione da parte di questa Assemblea".
Non essendovi richieste di parola, si proceda all'esame del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 41 votanti 40 hanno risposto SI 34 Consiglieri si sono astenuti 6 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere.
L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 41 votanti 40 hanno risposto SI 34 Consiglieri si sono astenuti 6 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere.
L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Emendamento presentato dai Consiglieri Monticelli, Buzio e Coppo: aggiungere al termine del terzo comma le seguenti parole: "previo parere conforme della Commissione consiliare competente".
La parola al Consigliere Monticelli per l'illustrazione.



MONTICELLI Antonio

L'emendamento è molto semplice e consiste nell'aggiungere all'ultimo comma dell'art. 3, che recita: "La. Giunta regionale è autorizzata a compiere tutte le operazioni necessarie all'acquisizione delle azioni nei limiti di cui ai commi primo e secondo", le parole "previo parere conforme della Commissione consiliare competente".
Il senso dell'emendamento è il seguente. Con la formulazione attuale si dà una doppia autorizzazione alla Giunta regionale, autorizzazione di cui si parla appunto nei commi primo e secondo dell'art. 3. Con il primo comma si autorizza la Giunta regionale ad acquisire una certa quota. indicata in termini quantitativi precisi, del capitale azionario della società E.C.B.I.C., sul quale non c'è alcuna obiezione da farsi.
Il secondo comma ha invece un carattere diverso, in quanto si dà un'autorizzazione preventiva alla Giunta regionale ad esercitare il diritto di opzione nel caso di futuri aumenti di capitale della società, senza indicare alcun limite quantitativo all'esercizio di questo diritto di opzione, ma semplicemente un limite di percentuale rispetto al capitale azionario. Si dice che la Giunta è autorizzata ad acquisire ulteriori quote di capitale, ad esercitare il diritto di opzione. fino ad un massimo del 20% del capitale azionario. Ma 1120%, se identifica con precisione una percentuale di partecipazione della Regione alla società, non identifica in alcun modo la dimensione quantitativa in termini assoluti della partecipazione regionale.
Noi ci siamo posti il problema della legittimità di questa norma per come è formulata attualmente, partendo dal presupposto che un articolo dello Statuto della Regione Piemonte indica in modo preciso, quale compito del Consiglio regionale, la determinazione della partecipazione azionaria della Regione a S.p.A. Pertanto abbiamo pensato di risolvere il problema che a nostro giudizio potrebbe creare dei problemi di legittimità della legge, con l'emendamento che propone di aggiungere un vincolo di parere conforme della Commissione consiliare competente in occasione degli aumenti di capitale.
Ci sembra che in questo modo sia salvaguardata la competenza del Consiglio e che con questa integrazione la legge acquisisca maggiore legittimità dal punto di vista dello Statuto della Regione Piemonte.
Ricordo che una formulazione per certi versi analoga era contenuta nella legge votata da questo Consiglio poche settimane fa, che istituiva la S.p.A. ITACA. In quel caso in Commissione, su nostra proposta, fu integrato il testo presentato dalla Giunta regionale con una formulazione di questo tipo. fu trovato un accordo e la legge fu approvata in Consiglio. Noi abbiamo ripreso quella formulazione e con l'emendamento l'abbiamo inserita nell'art. 3 per garantire meglio la legittimità di questa legge che altrimenti, a nostro giudizio, potrebbe avere dei problemi nel suo iter successivo.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta, Brizio.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

La Giunta accoglie l'emendamento. La ratio era quella di arrivare rapidamente ad aumenti di capitale senza avere bisogno ogni volta di ripresentare appositi disegni di legge. La richiesta di un parere conforme della Commissione non ci crea problemi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Signor Presidente, mi asterrò sull'emendamento perché mi pare un modo semplicistico per risolvere un problema: o è una competenza del Consiglio o è una competenza della Giunta. Se è una competenza del Consiglio, questa non può essere surrogata da un parere di Commissione; se invece è un problema di tipo politico, e cioè la non estraneità del Consiglio come sede di confronto rispetto alle decisioni della Giunta, esiste lo strumento "previa comunicazione al Consiglio". Queste materie devono essere oggetto di dibattito consiliare. non di parere favorevole della Commissione, perch la Commissione non è un soggetto di espressione del Consiglio regionale, ma è solo espressione di se stessa.
Quindi sostanzialmente si sottrae il confronto. quando il problema fosse di confronto Giunta-Consiglio, alla sua sede propria, che è quella del Consiglio e non quella della Commissione. L'ultimo elemento di ragionamento per il quale ritengo di dovermi astenere è che abbiamo affrontato un non facile percorso in salita per superare questo rapporto scorretto Giunta-Commissioni, andando al di là. per quanto possibile, dei pareri, dei "sentito", perché ci siamo resi conto di quali problemi creassero questo tipo di interlocuzioni. Non mi riferisco soltanto alle vicende di ordine giudiziario, ma anche a quelle - e proprio il Partito comunista aveva fatto di questa una questione che lo ha caratterizzato per cinque anni - nella misura in cui non si può chiedere alla Commissione di essere elemento proprio del procedimento se lo stesso soggetto, cioè la Commissione, non è parte di tutto il processo.
Quindi deve essere messa nella condizione di partecipare agli atti preliminari, non può dare un parere; parere conforme vuol dire che c'è un atto finale da parte della Giunta; quando si dice che il parere è conforme vuol dire che la Commissione deve dire la stessa cosa che dice la Giunta.
Siamo proprio nel classico caso in cui la Commissione si pronuncia in modo conforme al documento presentato dalla Giunta, quindi avallando e facendo propri atti rispetto ai quali è stata in condizione di assoluta estraneità.
Se la Giunta ha ritenuto nella specie di dare giudizio favorevole all'emendamento non pongo la questione più di tanto, ma non mi sembra fuori luogo richiamare di tanto in tanto questo tipo di preoccupazione al fine di coltivarla quando l'occasione lo rendesse opportuno e necessario.



PRESIDENTE

Ringrazio il Consigliere Marchini del suo intervento, sul quale la Giunta ha posto indubbia attenzione.
La parola al Presidente della Giunta regionale, Brizio.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

La Giunta è stata molto attenta all'inter-vento del collega Marchini.
In effetti, dando l'adesione all'emendamento presentato dal Consigliere Monticelli, si dà l'adesione, nella sostanza, alla informativa. Dobbiamo rilevare, come diceva Marchini, che si era evitato in Commissione il parere conforme, ma si era passati ad una forma, che avevamo definito un po' standardizzata. che era la comunicazione alla Commissione. A questo punto chiederei alla collega Vetrino di intervenire.



VETRINO Bianca, Assessore agli enti strumentali

Il Presidente Brizio ha già detto tutto. Semplicemente, intervengo per dire che esiste ormai una precisazione classica che entra in tutte le leggi e che nella scorsa legislatura aveva formato un po' l'accordo a seguito delle note vicende di cui parlava il Consigliere Marchini. Ancora adesso il funzionario mi conferma che normalmente, quando si cita la Commissione, la si cita attraverso questa precisazione: "previa informazione della Commissione consiliare competente". Credo che la sostanza di tutto sia poi questa.
Mi permetto ancora di dire che questo è in contrasto con la linea che il Partito comunista ha seguito nella scorsa legislatura.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Monticelli: ne ha facoltà.



MONTICELLI Antonio

Si tratta di due problemi diversi. Quando, ed è il caso che ricordava anche il Consigliere Marchini, si trattava di pareri, fra l'altro non vincolanti, delle Commissioni consiliari dati su atti della Giunta per i quali non c'era competenza specifica del Consiglio, vi era in qualche modo un coinvolgimento delle Commissioni consiliari in atti di chiara competenza della Giunta.
Su quel tipo di questione - ribadisco l'orientamento che avevamo già assunto allora - noi abbiamo sollevato, ma non solo noi, il problema di chiarire meglio le competenze e quindi di limitarci a una semplice informazione.
Questa è la questione che poneva poco fa l'Assessore Vetrino; ma qui siamo di fronte a un caso diverso.
Lo Statuto attribuisce al Consiglio regionale la competenza sulle partecipazioni della Regione, mentre la norma in esame, per come è formulata adesso, non fissando alcun limite quantitativo a future partecipazioni azionarie, dà una delega, da questo punto di vista in bianco, alla Giunta, se non con il limite del 20%.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Dal Consiglio attraverso questa legge.



MONTICELLI Antonio

Sì, però il Consiglio non si può spogliare per il futuro. E se questa partecipazione fosse, butto a caso, di 20 miliardi, stando sotto il tetto del 20% del totale del capitale? Colleghi, questo è il punto.
Per questo noi abbiamo pensato di risolvere il problema (facendoci carico anche di questioni di rapidità a cui la Giunta è particolarmente sensibile e che sono ovviamente ragioni comprensibili) delegando questi poteri del Consiglio alla Commissione consiliare attraverso un meccanismo di parere conforme, che non è una semplice consultazione della Commissione ma è un parere formale, vincolante per la Giunta. Quindi la questione ha una rilevanza e una sua precisione diversa dal caso prima citato.



PRESIDENTE

In attesa di concordare l'emendamento, sospendo la seduta per qualche minuto.



(La seduta, ospesa alle ore 11.45, riprende alle ore 11.50)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
La parola all'Assessore Vetrino.



VETRINO Bianca, Assessore agli enti strumentali

L'emendamento proposto dal Consigliere Monticelli potrebbe a sua volta essere emendato in questo modo; "La Giunta regionale è autorizzata a compiere tutte le operazioni necessarie all'acquisizione delle azioni nei limiti di cui ai commi 1 e 2, previa approvazione da parte del Consiglio regionale di deliberazione su proposta della Giunta regionale".



PRESIDENTE

Pongo in votazione tale emendamento. Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 35 voti favorevoli e 3 astensioni.
Si proceda pertanto alla votazione per appello nominale dell'art. 3 così emendato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 hanno risposto SI 33 Consiglieri si sono astenuti 4 Consiglieri.
L'art. 3 è approvato.
ART. 4 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 hanno risposto SI 33 Consiglieri si sono astenuti 4 Consiglieri.
L'art. 4 è approvato.
ART. 5 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 hanno risposto SI 33 Consiglieri si sono astenuti 4 Consiglieri.
L'art. 5 è approvato.
Si proceda infine alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 hanno risposto SI 30 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri.
L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Opere pubbliche - Uso delle acque (regimazione, usi plurimi)

Esame progetto di legge n. 34: "Legge regionale in materia di sbarramenti fluviali di ritenuta e bacini di accumulo idrico di competenza regionale. Costruzione, esercizio e vigilanza"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame del progetto di legge n. 34, di cui al punto 5) all'o.d.g. Relatore è il Consigliere Fiumara, che ha pertanto la parola.



FIUMARA Francesco, relatore

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, con il presente disegno di legge che si sottopone all'attenzione del Consiglio, la Regione Piemonte attua alcune norme discendenti dalla legge 183 del 18/5/89, cosiddetta legge sulla difesa del suolo.
Infatti, l'art. 10, comma 4, riporta: "Rientrano nelle competenze delle Regioni a Statuto ordinario e a Statuto speciale e delle province autonome di Trento e di Bolzano le attribuzioni di cui al decreto del Presidente della Repubblica 1 novembre 1959, n. 1363, per gli sbarramenti che non superano i 10 metri di altezza e che determinano un invaso inferiore a 100.000 metri cubi, ad eccezione degli sbarramenti al servizio di grandi derivazioni d'acqua di competenza statale".
Il testo del disegno di legge, già presentato alla fine della scorsa legislatura e non approvato per scadenza della stessa, è stato riapprovato dalla Giunta regionale in data 25 ottobre e assegnato all'esame, in sede referente, della II Commissione l'8/11/90. La Commissione nell'intraprendere l'esame ha acquisito, ai sensi dell'art. 77 del Regolamento del Consiglio regionale, il materiale già prodotto nella scorsa legislatura ed ha deliberato l'invio del testo in consultazione presso Enti ed Associazioni interessate alla materia.
Sono state richieste memorie scritte a: ALACI, URPP, UNCEM, Lega delle Autonomie locali, Ordine ingegneri, geologi, agronomi, Unione regionale geometri di Torino, Confagricoltura, Confcoltivatori, Coldiretti, Regione Militare Nord-Ovest, ENEL.
Tutte le memorie presentate sono state oggetto di attento esame da parte della Commissione eh e, per tre sedute. ha dibattuto nel merito.
Entrando nel merito complessivo del disegno di legge, sottolineo che l'ambito di applicazione del d.d.l. è coerente con i limiti posti dalla L.R. n. 183/89 e si riferisce agli sbarramenti la cui altezza è inferiore a metri 10 o che determinano invasi non superiori a metri cubi 100.000.
In quest'ambito sono previste prescrizioni specifiche per normare la progettazione, la costruzione, il collaudo, l'esercizio e la vigilanza degli sbarramenti che per limite rientrano nel campo di applicazione.
All'interno del campo di applicazione è stata stabilita l'assoluta inderogabilità dalle norme per gli sbarramenti di altezza uguale o superiore a metri 5 o determinante capacità di invaso maggiore o uguale a metri cubi 20.000. In proposito sottolineo che la Commissione ha ritenuto meritevoli di attenzione le osservazioni formulate dai consultati in ordine alla determinazione della soglia al di sotto della quale l'applicabilità della norma è lasciata al prudente giudizio della Giunta.
Nel testo originale tale soglia era indicata negli invasi inferiori a 5.000 metri cubi. Dal lungo e approfondito dibattito svolto, la soglia è stata elevata a 20.000 metri cubi e con altezza misurata al piano di campagna inferiore a metri 5. Si è così risposto alle esigenze di semplificazione richieste sia da alcuni Ordini professionali (ingegneri Unione geometri) sia dal mondo agricolo, senza tuttavia trascurare il problema della sicurezza degli impianti. Apposito emendamento votato in Commissione ha difatti stabilito che la Giunta regionale non potrà fissare deroga alcuna alle norme relative all'esercizio, vigilanza e sicurezza dell'impianto.
Tali qualificanti modifiche, unitamente ad altre di cui dirò in seguito, testimoniano l'attenzione della Commissione nell'esame del testo.
Il d.d.l. configura i momenti procedurali dell'iter nelle varie fasi di realizzazione ed esercizio delle opere, individuando le strutture periferiche e centrali della Regione Piemonte che già ora per istituto sono incaricate di compiti attinenti la materia.
Sono state altresì previste specifiche norme transitorie relative alla messa a norma di tutti gli sbarramenti esistenti in esercizio o in costruzione. In proposito è stata lasciata alla riflessione della Giunta che si è riservata di esprimersi in aula, la considerazione circa l'opportunità, anche per le norme transitorie. di soglie temporali differenziate a seconda della capacità dell'invaso. Ciò renderebbe certamente più agevole il lavoro degli uffici poiché eviterebbe l'accumularsi contemporaneo di troppe pratiche e risponderebbe altresì alle esigenze di maggiore snellezza delle procedure da tutti invocata.
L'art. 11 del d.d.l. - articolo aggiunto a seguito del dibattito in Commissione - prevede inoltre che la Giunta regionale emani entro 30 giorni dall'entrata in vigore della legge, norme tecniche e procedurali di maggior dettaglio per meglio precisare i contenuti del d.d.l. stesso e per individuare i criteri tecnici e procedurali da seguire per la realizzazione degli sbarramenti indicati all'art. 1, comma 3.
Sono stati infine previsti provvedimenti, nonne e sanzioni amministrative in caso di costruzione e/o esercizio abusivi ed in genere nei casi di violazione delle nonne di legge.
Quale considerazione finale sottolineo che l'ambito di applicazione del disegno di legge si riferisce ad un patrimonio privato di circa 400 sbarramenti esistenti oggi in Piemonte distribuiti sul territorio: prov. di Alessandria n. invasi 89 prov. di Asti n. invasi 82 prov. di Cuneo n. invasi 123 prov. di Novara n. invasi 16 prov. di Torino n. invasi 94 prov. di Vercelli n. invasi 1 per un totale di 405 sbarramenti.
Ritengo altresì utile portare all'attenzione del Consiglio la classificazione degli sbarramenti per volumi di massima piena fornita dall'Assessorato competente: invasi da 0 a 5.000 metri cubi 134 invasi da 5.001 a 20.000 m.c. 165 invasi da 20.001 a 50.000 m.c. 74 invasi da 50.001 a 100.000 m.c. 32 nonché per altezza di sbarramento: da metri 0 a metri 5 237 da metri 6 a metri 10 168.
Per quanto riguarda le caratteristiche costruttive, gli sbarramenti sono quasi tutti in terra e sottendono modestissimi bacini idrografici.
Quest'ultimo elemento determina la necessità di porre particolare attenzione a sbarramenti anche di modeste geometrie.
Concludo ribadendo che principio informatore dello spirito del disegno di legge è il rispetto delle responsabilità del soggetto attuatore dell'iniziativa.
La Regione provvede invece ad assicurare verifiche e controlli indispensabili a garantire la collettività dalle ipotesi di rischio e minacce per l'incolumità pubblica.
In coerenza con tali principi, le opere di sbarramento sono soggette a rilascio di concessione edilizia e devono sottostare a tutte le normative tecniche vigenti, a quelle relative alle valutazioni di impatto ambientale e alle prescrizioni per le zone dichiarate sismiche.
La Commissione ha licenziato il testo che oggi si sottopone all'attenzione del Consiglio votandolo a maggioranza nella seduta dell'11 aprile scorso.
Il testo è stato predisposto dagli uffici della Commissione in osservanza delle indicazioni nazionali di tecnica legislativa, e ne raccomando ora la sua approvazione da parte dell'assemblea.
La relazione è così terminata, ma desidero fare ancora alcune considerazioni non più come relatore, ma in qualità di Consigliere regionale, per rilevare l'opportunità, a parer mio e del collega Cavallera di coordinare l'art. 3, comma V, in particolare laddove vengono indicate le fotografie aeree tra la documentazione a supporto del progetto esecutivo.
Il problema è stato discusso in Commissione prendendo spunto dalle osservazioni dei consultati. che in proposito rilevavano l'elevato costo delle riprese aeree soprattutto per gli invasi di limitata capienza.
Elevato costo che in molti casi potrebbe comportare l'abbandono dell'opera.
E' ben vero che l'osservazione è stata recepita dalla Commissione, ed infatti tra gli elaborati del progetto di fattibilità (art. 2) la dizione è stata modificata in "fotografie aeree, ove esistenti, della zona interessata dallo sbarramento e dall'invaso"; però la modifica non è stata apportata all'art. 3 relativo al progetto esecutivo. Sottolineo che la documentazione da produrre per il progetto esecutivo è la medesima da produrre per gli sbarramenti esistenti (art. 9) e quindi occorre valutare l'onerosità dei rilievi aereofotogrammetrici con riferimento alle opere esistenti.
Anticipo di aver presentato alla Presidenza, insieme al collega Cavallera, un emendamento volto a superare il problema. L'emendamento ripropone per l'art. 3, comma V, lettera f), la medesima dicitura dell'art.
2, e cioè "fotografie aeree. ove esistenti, della zona interessata dallo sbarramento e dall'invaso".



PRESIDENTE

Sulla relazione del Consigliere Fiumara è aperta la discussione.
Ha chiesto la parola il Consigliere Mercedes Bresso: ne ha facoltà.



BRESSO Mercedes

Signora Presidente, la legge che stiamo discutendo può apparire una legge di scarsa rilevanza. In realtà è tutt'altro che di scarsa rilevanza poiché discende - come è già stato rilevato - dai poteri della Regione in materia di difesa del suolo e si inquadra nell'esigenza della Regione di rendere più incisiva la propria azione in questa materia, in particolare di rendere più incisiva la propria azione di prevenzione.
Ricordo che il Piemonte è una regione montana in cui la competenza in materia di sbarramenti fluviali e di bacini di accumulo idrico non è irrilevante; la prova - come citava prima il Presidente della II Commissione, Fiumara - è che siamo di fronte a oltre 400 sbarramenti esistenti. Si tratta quindi di una competenza importante perché luogo di costruzione di bacini è la regione e perché il censimento, peraltro effettuato dalla Regione stessa, delle aree di frana della regione, che sono spesso proprio in zona montana, dimostra come ci siano complessi problemi e molti rischi relativi a questa materia, cioè come uno sbarramento fatto male, localizzato in una zona franosa, possa produrre anche incidenti molto gravi. Forse molti Consiglieri non se ne sono accorti, ma questa legge evoca in tutti noi la preoccupazione relativa al più famoso degli incidenti da sbarramenti di terra, il famoso slittamento di uno sbarramento di Stava. Come ricorderete, ci fu una quantità enorme di morti. Ogni volta che si parla di sbarramenti fluviali, credo che su tutti coloro che sono preoccupati da questa materia incomba l'incubo di compiere atti o non compiere atti di controllo che consentano fenomeni di quel genere.
Per entrare nel merito della questione, dico che è una competenza rilevante, ridefinita dalla legge 183, e che è una competenza particolarmente importante per il Piemonte, perché il Piemonte è zona fragile dal punto di vista geologico ed idrogeologico.
La questione è, rispetto ad alcune ampie discussioni avvenute in Commissione che riferiamo e dalle quali cui abbiamo tratto gli emendamenti se siamo di fronte per il futuro - che è l'aspetto essenziale normato dalla legge; poi naturalmente parleremo del passato - a un numero prevedibile di richieste così elevato da giustificare le apparenti preoccupazioni di escludere di fatto dalla nostra competenza e dal potere di verifica e di controllo della correttezza la maggioranza degli impianti. Già il testo originale ed anche poi la modifica proposta in sede di Commissione, tende di fatto - escludendo tutti gli accumuli con capacità inferiore ai 20.000 metri cubi - ad escludere dalla competenza della Regione una parte rilevante di ciò che le verrà sottoposto, di ciò che verrà costruito anzi perché a quel punto non verrà più sottoposto. Ora il punto è: oggi in Piemonte ci sono 400 sbarramenti; è immaginabile che nei prossimi anni, con le tensioni e i problemi che si creano anche localmente quando si fanno degli sbarramenti, arrivino richieste di centinaia di sbarramenti per cui si sarebbe di fronte all'impossibilità di verificare una tale documentazione? lo non credo. Il problema è che, di fronte a uno sbarramento anche piccolo e data la sensibilità che vige su queste cose dopo avvenimenti come quello di Stava, la Regione, attraverso la sollecitazione dei Consiglieri che si occupano di ambiente, sarà comunque costretta ad occuparsene. Sicuramente i Consiglieri riceveranno delle richieste volte a conoscere se la Regione ha verificato accuratamente la serietà del progetto, l'assenza di rischio date le caratteristiche della zona e via dicendo; di fatto la Regione dovrà correre dietro a ciò che ha automaticamente esentato attraverso la legge. Questo succederà, perch questo è il tipo di sensibilità che oggi c'è rispetto a queste questioni.
Poiché in Italia sono avvenuti più Incidenti relativi a dighe, anche perché ne esistono parecchie, la sola parola "sbarramento" crea immediatamente preoccupazione. Questa esenzione di fatto potrebbe essere una semplificazione procedurale; in ogni caso. però, esiste un'esenzione sia pure con la possibilità della Giunta di richiamare il progetto in un modo peraltro non chiaro. A questo proposito mi domando come la Giunta possa chiedere che le venga presentato il progetto, ai sensi dei diversi articoli. se non esiste un punto di raccolta. Quest'ultimo argomento è oggetto di uno dei nostri emendamenti.
Ma al di là di questo, non si capisce bene come si possa non concedere l'esenzione per gli invasi sotto i 20.000 metri cubi di cui all'art. 1.
Soprattutto non si capisce se sia davvero così utile, perché eventualmente se proprio necessario, potrebbe bastare una documentazione meno costosa meno complessa. Quello che appare poco accettabile è questa esclusione molto ampia di una fetta delle proprie competenze in materia di controllo che di fatto farà tornare alla Regione, attraverso le tensioni nella società, la questione con l'accusa di non preoccuparsene abbastanza.
Spesso approviamo leggi che prevedono l'invio di migliaia di moduli alla Regione sulla più piccola cosa; pensate solo alla legge 203, la quale prevede che per qualunque piccolo camino che emetta qualcosa nell'aria (addirittura all'inizio erano obbligate anche le panetterie) venga mandata documentazione alla Regione per avere la relativa autorizzazione. Un silos per fare un esempio Assessore, per l'essiccazione del mais è soggetto ad autorizzazione ai sensi della legge 203 e la richiesta arriva alla Regione: ci sono decine di migliaia di pratiche negli uffici competenti della Regione. In questo caso invece sono convinta che, nella migliore delle ipotesi, ne potrà arrivare una decina all'anno, a dir tanto! Lasciamo perdere il pregresso. Non si capisce davvero perché la Regione debba dire che un bacino da 20.000 metri cubi non la riguarda. E' veramente una cosa non sensata, perché tanto la riguarderà comunque: lo riporteremo qui, la questione verrà fuori e dovrà essere trattata.
La seconda questione è il pregresso dei circa 400 sbarramenti esistenti, per i quali è prevista, salvo di nuovo l'esenzione, una presentazione di documentazione, con conseguente verifica da effettuarsi entro trenta giorni; in questo caso la questione dei tempi e dell'ingombro che si potrebbe creare sarebbe decisamente rilevante. A nostro avviso, non si tratta di eliminarla e cioè di non preoccuparsene, scegliendo di portare a 20.000 metri cubi il livello da saltare; così facendo si ridurrebbero notevolmente gli invasi per cui sarebbe necessario obbligare a presentare la documentazione e a richiedere l'autorizzazione. Praticamente, dal combinato disposto dell'altezza e dei metri cubi saranno circa la metà a doverla presentare. In ogni caso, il possibile momento di ingombro e di intasamento autorizzativo è li ed è per questo che noi abbiamo addirittura chiesto alla Giunta di fare una proposta di scaglionamento nel tempo della presentazione di queste richieste di autorizzazione, per consentire la verifica puntuale e non creare una situazione di silenzio-assenso, che verrebbe di fatto ad essere silenzio-assenso a causa dei tempi limitati e del numero elevato di domande. Quindi, noi crediamo che si possa fare una legge che non crei nessun ingombro negli uffici e che contemporaneamente tranquillizzi la popolazione piemontese. Trovo veramente strano che si debba chiedere l'autorizzazione per i fumi che escono da un silos di essiccazione del mais e contemporaneamente si possa fare una diga da 20.000 metri cubi in pratica senza autorizzazione, sia pure dopo che la Regione non si sa come, ha lasciato cadere la sua potestà di richiamare questo progetto. E non vedo nemmeno quale sia la ragione burocratica, cioè la ragione di pericolo di enormi richieste.
Noi presenteremo gli emendamenti, ma chiediamo che la Giunta rifletta su queste due cose: primo, sul fatto che a regime la legge non riguarda un numero elevato di progetti e che quindi c'è tutto il modo e il tempo di verificarli, eventualmente semplificando leggermente la documentazione secondo, per quanto riguarda invece la norma transitoria, questo scaglionamento ci sia davvero! Noi siamo preoccupati del fatto che si possano fare le verifiche, non vogliamo in nessun modo che si creino situazioni per cui chi ha presentato la richiesta di autorizzazione si trovi poi sospeso per molto tempo; non è corretto, è un pessimo modo della Regione di rapportarsi ai cittadini. Per la Regione, però, deve anche esserci il tempo di verificare le domande e di fare un'istruttoria; l'unico modo è lo scaglionamento nel tempo per dimensioni: cominciamo dai bacini più grandi e poi passiamo agli altri. Mi pare ci fosse già una disponibilità da parte dell'Assessore a modificare la norma. Vorremmo per che non si sottovalutasse la rilevanza della questione. Noi legiferiamo spesso con norme vessatorie su cose di molta minore rilevanza; in questo caso eludiamo la questione probabilmente - faccio un'ipotesi - per fare un favore agli agricoltori, i quali sono i maggiori realizzatori di questi piccoli bacini di sbarramenti e bacini di accumulo. Se ci sono problemi di questo genere si può anche fornire un aiuto tecnico; l'agricoltura è tutta assistita, si possono benissimo fornire degli aiuti tecnici per semplificare il lavoro che deve essere fatto. Ma non è una buona ragione il fatto che questi bacini servono a un'attività assistita, che è sempre pronta alla lamentela nei confronti della Regione come se fosse. invece che assistita. vessata in continuazione. Non è una buona ragione per escludere un'area così ampia dalle verifiche e dai controlli.
Mi riservo di intervenire successivamente. Ho già illustrato in linea generale le ragioni degli emendamenti; eventualmente, quando un emendamento non fosse chiaro, volta per volta preciserò perché lo abbiamo presentato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Miglio.



MIGLIO Mario

Due considerazioni di ordine generale. La legge che stiamo analizzando dà attuazione a uno dei compiti previsti dalla legge 183 del 1989, quindi le norme per il riassetto organizzativo e funzionale della difesa del suolo.
Il riferimento specifico è all'art. 10 punto e), dove si prevedeva che compito della Regione fosse quello di definire delle norme per il controllo e la verifica dei progetti per la realizzazione degli invasi e delle opere per poter creare gli invasi stessi. Però i compiti di questa legge sono sicuramente più vasti e considerano un insieme di materie che non afferiscono solo a quelle progettuali relative alla costruzione dei bacini ma più in generale alla gestione complessiva delle acque e a compiti di pianificazione e di programmazione che sono elencati dalla legge stessa con l'art. 3.
L'unica lamentela che si potrebbe avanzare è che è mancata una riflessione più generale su quella che potrebbe essere la politica da avviare per iniziativa della Regione per gestire complessivamente il problema delle acque. E' un discorso articolato che qui manca volutamente perché è una legge di settore, è una legge specifica, ma che comunque poteva essere fatto per dare un giudizio più complessivo di quelli che sono gli orientamenti e di quella che può essere la modificazione che territorialmente potrebbe sovrapporsi all'esistente sia con la realizzazione dei bacini stessi sia in riferimento allo sviluppo occupazionale e alla trasformazione del territorio nel suo complesso.
Il problema è che questa legge cade comunque a fare delle scelte, caso per caso, in base alle singole richieste avanzate da chi intende realizzare questi bacini, inoltre manca un quadro preliminare che, seppure a grandi linee, potrebbe individuare i futuri fabbisogni suddivisi per i campi di impiego.
Ovviamente queste sono considerazioni di ordine generale, che per potevano servire a meglio orientare complessivamente la politica su questa materia.
Rispetto al testo di legge la nota più importante da sollevare è, come già giustamente diceva il Consigliere Bresso, l'introduzione di procedure differenziate che nella stesura originale non erano previste e che invece sono state introdotte successivamente su considerazioni che tendevano a favorire soprattutto gli agricoltori.
A nostro avviso sarebbe invece meglio ritornare all'origine e non introdurre questa differenziazione di procedure, in considerazione del fatto che è sicuramente meglio partire dal presupposto che è necessario garantire preventivamente l'incolumità dei cittadini e l'incolumità dell'ambiente nel suo insieme, e che quindi deroghe di questo tipo rischiano di non cogliere pienamente questo ruolo che la Regione comunque dovrebbe avere.
Cogliamo comunque la volontà dell'Assessore, come era emerso nel dibattito in Commissione, di introdurre un articolo aggiuntivo, il n. 11 con il quale tentare di specificare ulteriormente i casi di deroga.
Rispetto a questa introduzione la nostra posizione, seppure favorevole nel tentativo di introdurre degli elementi ulteriori di chiarimento, non pu prescindere dalla considerazione fatta precedentemente. ossia che è comunque meglio prevenire il danno e quindi non creare questa diversità di trattamento. tra l'altro difficile da comprendere all'interno della legge.
Ci siamo permessi di riproporre alcuni emendamenti già discussi in sede di Commissione e non accettati, ed altri aggiuntivi che tendono a specificare meglio alcuni elaborati che dovrebbero essere presentati sia nel progetto preliminare sia nel progetto esecutivo, che tengono in considerazione non solo il progetto di esecuzione della diga per la ritenuta delle acque, ma anche i possibili effetti secondari sull'ambiente e sul territorio nel suo insieme.
Altri emendamenti tendono a correlare il progetto anche al sistema idrico. ritenendo che esiste comunque una stretta correlazione fra la possibile pressione delle acque, il regime che da torrentizio a 'fluviale di pianura o di fondo valle sicuramente è differenziato e comporta un'incidenza di pressioni diversa sul bacino stesso e anche energie cinetiche superiori, soprattutto per i bacini impostati su versanti o in condizioni geomorfologiche particolari, che si traducono in possibili danni per i cittadini, l'ambiente e le risorse.
Altri emendamenti tentavano di coinvolgere maggiormente gli enti locali. Come sappiamo, la nuova legge di riforma delle competenze prevede di dare alle Province, e parzialmente ai Comuni e alle Comunità montane competenze in materia di pianificazione, gestione e salvaguardia dell'ambiente e del territorio. Si poteva pensare, magari già con questa legge, di coinvolgere maggiormente queste Amministrazioni responsabilizzandole anche per quanto riguardava il controllo e la verifica sia in sede esecutiva sia in sede di esercizio di questi bacini.
Rimando altre considerazioni alla puntuale illustrazione degli emendamenti presentati. L'ultima annotazione è che in sede di Commissione forse sarebbe stato meglio riflettere sui contenuti di questo testo di legge per un periodo maggiore, anche perché nelle ultime sedute la complessità dovuta a emendamenti scritti velocemente in aula, soppressioni integrazioni da fare a posteriori rendeva difficile una rilettura complessiva del testo di legge di quanto man mano si stava progressivamente costruendo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente, colleghe e colleghi, il giudizio che esprimo su questo testo di legge è nettamente negativo. Ci troviamo di fronte a una normativa concernente opere di grandissimo rilievo sia di carattere economico sia di carattere ambientale: la costrizione di sbarramenti fluviali.
Il giudizio negativo deriva dal fatto che. ancora una volta, quando si affrontano i temi relativi allo sviluppo economico. l'ambiente subisce un torto nella valutazione di priorità politica. Uno sbarramento fluviale è infatti uno degli elementi dello sviluppo economico, in questo caso legato all'agricoltura e all'irrigazione, ma potrebbe anche essere sbarramento legato alla produzione di energia. diciamo quindi che si tratta di opere e infrastrutture dell'uomo che si inseriscono nel processo di sviluppo economico. In questa legge, per un grande numero di opere di questo tipo si è scelta la strada di non interessarsi a fondo delle conseguenze ambientali. Questo è molto grave perché, al di là delle parole e delle prese di posizioni che in teoria accomunano molti, quando si tratta di decidere in quale modo dare nuovi riferimenti allo sviluppo economico (riferimenti di qualità e soprattutto di qualità ambientale), le forze che sono al governo in questa Regione decidono di chinare la testa di fronte a interessi economici a breve termine, che diventano prevalenti rispetto agli interessi, anche di carattere economico che la società ha nel suo complesso ad inserire infrastrutture di questo genere correttamente all'interno dell'ambiente ed in piena sicurezza. Interessi economici in generale della società che sono anche quantificabili sommando tutti gli oneri che la società affronta per ridurre e per eliminare i disastri che un uso scorretto del territorio provoca.
Questa legge sottrae a un corretto inserimento ambientale tutta una serie di invasi al di sotto di una certa grandezza, quelli al di sotto dei 5 metri di altezza e dei 20.000 metri cubi di tenuta, di capacità. Ma osserviamo un attimo anche le dimensioni che sono in gioco. Si dice: "gli sbarramenti sotto i 20.000 metri cubi di acqua". Ma 20.000 metri cubi di acqua sospesi a 5 metri dal suolo sono 20.000 tonnellate di acqua. 20.000 tonnellate - per renderci un po' conto - sono 20.000 automobili un'automobile pesa una tonnellata: sono 20.000 automobili appese per aria! Facciamo l'esempio di un edificio? 20.000 metri cubi sono un edificio di dieci stanze al piano terreno che sale per venti piani. Vi sembra poco? Vi sembrano queste infrastrutture da guardare con una certa disattenzione dal punto di vista delle regole secondo le quali sono costruite, della documentazione necessaria prima di autorizzarle o di consolidarle, ove esistano? A me non sembra proprio. 20.000 tonnellate che scivolano sul suolo a valle producono dei disastri! Di fronte a questo tema, la legge avrebbe dovuto coscienziosamente mettere al primo posto la sicurezza dell'ambiente e far derivare da questa priorità tutte le conseguenze necessarie. Perché c'è anche un altro aspetto: parlando di ambiente, spesse volte, nascono dei problemi anche con le popolazioni; una certa coscienza ambientale è entrata nella mentalità di tanti cittadini, generando sia volontà di lotta sia di impegno, ma anche a volte paure e riserve di fronte a nuovi progetti di infrastrutture. Penso che queste paure debbano essere superate attraverso una capacità di governare questi temi corretta, trasparente ed esplicita nei confronti della scelta prioritaria di difesa dell'ambiente. Una legge fatta male, una legge che lascia aperta la strada per realizzare un certo numero di opere cosiddette minori (ma le cifre e gli esempi che ho fatto dimostrano che non sono tali) genera inevitabilmente un senso di insicurezza e di indeterminazione nelle popolazioni interessate da queste infrastrutture. E' un fatto negativo disporre di leggi a maglie larghe perché si ingenerano mancate conoscenze di ordine tecnico sulle opere che si vogliono costruire e quindi si possono innescare delle reazioni negative, oltre a consentire di costruire le opere meno bene di quanto si dovrebbe o di quanto si potrebbe. Questi sono i motivi di fondo in base ai quali il giudizio è negativo. Sono stati presentati degli emendamenti, in parte firmati dal sottoscritto insieme ad altri colleghi, che tenteranno di riportare anche in quest'aula la priorità dell'ambiente, all'interno della struttura di questa legge, come una priorità assoluta. L'economia in questi casi deve venire dopo, anche perché i costi economici dell'apprestamento di un progetto accurato per tutte le opere, sia quelle di rilevantissima entità sia queste che ritengo siano sempre di notevole entità, sono sempre costi molto relativi rispetto al costo di costruzione dell'opera. Il costo di un progetto, in termini percentuali, varia dal 3 al 5-6% del costo di un'opera; l'economicità di un intervento non si ferma di fronte a questi oneri. Sono sconti inutili sul piano economico. Pure le forze che governano questa Regione decidono di farli. perché sottoposte, a mio parere, a pressioni economiche di carattere corporativo e di qualità molto miope.
Queste forze economiche. per risparmiare qualche lira sui progetti, vanno incontro a dei rischi che a volte pagano anch'esse, oltre che farli pagare alle popolazioni interessate. Spero che gli emendamenti che ho presentato insieme ad altri colleghi vengano attentamene valutati per riuscire a migliorare un po' questa legge dal punto di vista della sua qualità ambientale. Inseriamo queste opere così importanti e spesse volte necessarie all'interno di uno sviluppo economico che. non a parole ma con i fatti - e la legge è la prima regola per fatti conseguenti - avvii anche in Italia un rapporto diverso tra sviluppo economico e valorizzazione e tutela dell'ambiente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavallera.



CAVALLERA Ugo

Signor Presidente, la relazione che accompagna la proposta di legge è stata ampia ed esauriente e ha dato conto di tutte le discussioni che si sono svolte in seno alla Commissione consiliare competente.
Intendo solo richiamare il lavoro coscienzioso che si è fatto in sede di Commissione e la massima attenzione che si è prestata alle osservazioni pervenute dai soggetti consultati o contenute nelle memorie scritte. Penso che sia necessario respingere certe interpretazioni che vorrebbero collegare l'accoglimento di alcune proposte modificative, pervenute dai soggetti consultati e che sono state poi rappresentate in modo articolato in Commissione, come se si fosse ceduto a pressioni di qualsiasi natura. A Gruppo della DC e i Gruppi della maggioranza hanno ritenuto di dare il loro sostegno alle proposte di semplificazione proprio nell'ottica di salvaguardare l'esigenza essenziale, cioè la sicurezza, che non si tocca e che va garantita al massimo. Tutta una serie di adempimenti procedurali ovviamente sono stati articolati tra la fase della domanda preliminare dell'istruttoria, dell'autorizzazione, dell'esercizio, delle verifiche, dei collaudi, in modo equilibrato come è indicato nel testo in discussione oggi.
Dal punto di vista generale, ritenevo opportuno precisare questo.
riservandomi di intervenire nella discussione dei singoli emendamenti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Zacchera.



ZACCHERA Marco

Pochi istanti fa era in corso tra i colleghi una garbata discussione tecnica per stabilire se l'ipotetico bacino di 20.000 metri cubi era pari ad un edificio di 20 piani o di 33 piani, perché bisognava stabilire quanti erano i metri cubi per ogni stanza. Di sicuro è una cifra abbastanza importante. Ma almeno affrontando questo disegno di legge, una volta tanto non abbiamo problemi di carattere politico, perché maggioranza e opposizione stanno parlando di questioni di carattere tecnico.
Per arrivare ad un giudizio abbastanza motivato su questa legge, parto da una prima considerazione; dei tecnici hanno già visto la legge e sostanzialmente l'hanno giudicata accoglibile, introducendo delle norme di salvaguardia e di controllo. Personalmente però, al di là del parere dei tecnici (al quale dobbiamo affidarci, perché non siamo certo esperti almeno personalmente non lo sono in questa questione), io sono abbastanza titubante. Titubante perché abbiamo dato una discrezionalità alla Giunta che temo sia eccessiva. Ma qui non c'entra la Giunta dal punto di vista politico, ma dal punto di vista discrezionale-operativo. In altre parole temo che la Giunta, con le sue strutture tecniche, non sia in grado di poter intervenire con una serie di controlli adeguati sul numero dei bacini. Perché? Se prendiamo le tavole che ci sono state consegnate in Commissione, vediamo che dei 405 sbarramenti il 65%, cioè 299, sarà al di sotto della soglia sulla quale c'è la discrezionalità. Sono convinto che per la gran parte si tratti di bacini piccoli che non hanno delle grandi capacità di carico, e credo sia abbastanza difficile poterli controllare tutti periodicamente. Mi sto quindi chiedendo se è giusto affrontare il rischio che anche uno solo di questi, su 299, possa creare dei problemi (se soltanto non sia un bacino di piccolissime dimensioni), visto che purtroppo, in Italia abbiamo già avuto dei casi gravissimi: pensiamo alla valle di Stava in cui c'è stato uno smottamento su di un bacino estremamente piccolo.
In sostanza, secondo me, è sbagliato il fatto che non ci siano delle norme più serie. più obbligatorie, più coercitive in situazioni intermedie vicine ai 20.000 metri cubi. In altre parole, avrei trovato più logica una soglia di obbligatorietà più bassa. Mi sembrava una nonna di garanzia utile per tutti e in questo senso alcuni emendamenti, secondo me, sono accoglibili.
In se stessa la legge non è negativa. anzi dà delle garanzie generali di sicurezza, però è opportuno abbassare questa soglia in modo che da una certa cifra di metri cubi e di altezza In su si possa intervenire.
Nella legge, inoltre, non si parla dell'importante problema collegato agli impianti ambientali relativi a queste infrastrutture. Chi fa una diga non la fa per sfizio o per divertimento, ma per convogliare dell'acqua per degli usi irrigui, potabili o di qualsiasi tipo. Si dovrebbe quindi controllare il passo successivo, ossia che cosa succede a valle della diga al momento in cui si devono fare delle condutture. Mi riferisco ai rii o ai fiumi di piccola portata, che vengono bloccati e sui quali bisognerebbe reintervenire per un discorso di rilascio d'acqua cosiddetto biologico; è un problema che abbiamo affrontato più volte e del quale occorre tener conto non dimenticando di controllare la fine che fa l'acqua, nel senso di capire se viene utilizzata o se viene restituita ad bacino di appartenenza.
La legge in sé non è negativa, anzi è utile che venga approvata dal Consiglio regionale, ma sarebbe necessario e opportuno un cambiamento del rapporto tra bacini sotto controllo e bacini invece più strettamente contingentati, più controllati dalle normative della legge stessa. Mi sembrava che 10.000 metri cubi e tre metri di altezza permettessero di raggiungere questi due aspetti nella loro intierezza.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Panella.



PANELLA Luciano, Assessore all'assetto idrogeologico

Sarò molto breve. Sono d'accordo con le conclusioni del Consigliere Zacchera. il quale faceva rilevare che in questa legge l'aspetto tecnico prevale su quello politico. In effetti in Commissione. per chi ha voluto partecipare alla discussione, si è tenuto conto largamente di tutte le osservazioni dato che era difficile individuare una differenziazione di carattere politico.
Forse in Commissione non ci siamo intesi bene sul discorso di rimandare alla Giunta i criteri tecnici e procedurali previsti dall'art. 1 per quanto riguarda i casi sotto i20.000 metri cubi. Non significa lasciare alla Giunta una discrezionalità caso per caso; significa demandare alla Giunta il fissare questi criteri tecnici entro 30 giorni in modo che non ci siano comunque dubbi al riguardo. Perché si è fatto questo? Perché riteniamo che quando dovremo verificare tutti gli invasi già esistenti o le nuove esperienze, potrebbero verificarsi casi in cui questi criteri dovrebbero strada facendo. essere riadeguati per i piccoli invasi sotto i 20.000 metri cubi. A questo punto diciamo che, senza fare una modifica alla legge sarebbe più semplice adeguarsi con una modifica del regolamento fatto dalla Giunta. Questo è l'unico motivo. Credo di essere stato chiaro. Lo dico nuovamente: non viene lasciata alla Giunta nessuna discrezionalità, salvo fissare dei criteri precisi circa le documentazioni sotto i20.000 metri cubi. Per garanzia di tutti mi impegno, prima di presentare in Giunta questi criteri, a riportarli alla conoscenza della II Commissione; dato che si tratta di una questione tecnica, il conforto e l'aiuto della II Commissione possono essere utili. Questo per sgombrare il campo dal fatto che qualcuno pensi che si sono voluti lasciare alla Giunta degli ambiti di discrezionalità.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, passiamo all'esame del relativo articolato.
ART. 1 1) Emendamento soppressivo presentato dai Consiglieri Chiezzi, Bortolin e Maggiorotti: "il terzo comma. dell'art. 1 è soppresso".
La parola al Consigliere Chiezzi per l'illustrazione.



CHIEZZI Giuseppe

La soppressione di questo terzo comma - che assegna alla Giunta regionale, acquisito il parere del Comitato regionale alle opere pubbliche la facoltà di stabilire se alcune opere sotto i 20.000 metri cubi siano assoggettate in tutto o in parte alle norme della presente legge - deriva dalle considerazioni che ho svolto durante il dibattito generale sulla legge: mi sembra veramente misero che si cerchi di risparmiare sui costi dei progetti di queste opere; mi sembra incomprensibile ed inaccettabile.
Inoltre propongo questo emendamento per non caricare la Giunta regionale e il Comitato regionale per le opere pubbliche dell'esame di questi casi, aggravando ed allungando le procedure. Il che è proprio quello che si dice di non voler fare.
Queste sono due ragioni convergenti per decidere che le opere bisogna sempre progettarle; l'opera minore avrà un minor carico di lavoro progettuale. Invece in questo modo si sottrae - a giudizio della Giunta.
sentito il CROP, quindi con un aggravio amministrativo di non poco conto e con decisioni che potranno essere di vario tipo - una serie di opere da una normativa semplice, chiara e lineare che prevede che le opere di questo tipo debbano essere soggette al progetto di massima e al progetto esecutivo.
Quindi, per queste due ragioni, che confido saranno tenute in conto dalla Giunta e dalla maggioranza che la sostiene. confermo la validità dell'emendamento che segnerebbe poi tutta la legge in modo molto positivo perché, accettato questo emendamento. penso che l'opera di rinvigorimento della tutela ambientale presente nella legge sarebbe un'opera abbastanza semplice e rapida.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Panella.



PANELLA Luciano, Assessore all'assetto idrogeologico

La Giunta non accoglie l'emendamento. Forse prima non mi sono spiegato bene, pertanto ripeto brevemente le ragioni. La Giunta non giudicherà caso per caso, ma entro 30 giorni emanerà una normativa relativamente ai casi sotto i 20 mila metri cubi. Per conoscenza riporterò in Commissione, prima che in Giunta, questa proposta.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi Bortolin e Maggiorotti.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 7 voti favorevoli, 22 contrari e 1 astensione.
2) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Miglio e Bresso: al punto 3) dell'art. 1 - Finalità, sostituire la dizione "invasi inferiori a metri cubi 20.000", con la dicitura "invasi inferiori a 5.000 mc" 3) emendamento presentato dai Consiglieri Bresso, Buzio e Riba: al punto 3), sostituire "mc 20.000" con "mc 5.000".
La parola al Consigliere Bresso.



BRESSO Mercedes

Gli emendamenti sono già stati illustrati nel corso del dibattito generale. Preciso che la proposta dei 20.000 metri cubi è ripresa da una raccomandazione dell'Ordine dei geologi, che abbiamo considerato data la delicatezza della questione. Non è un emendamento balzano. ma si tratta di una precisa richiesta.
L'emendamento che propone invece 5.000 metri cubi riprende la norma che era stata prevista dalla Giunta.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Panella.



PANELLA Luciano, Assessore all'assetto idrogeologico

La Giunta non accoglie gli emendamenti in quanto il limite contenuto nel disegno di legge discende da una valutazione di fasce per scaglioni e capacità diverse. Assume significato solo nella misura proposta. Il limite contenuto negli emendamenti non avrebbe alcun reale significato in quanto troppo modesto e si riferirebbe ad un esiguo numero di sbarramenti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi per dichiarazione di voto.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente, intervengo in risposta al laconico commento dell'Assessore sugli emendamenti presentati, laconicità che si è espressa semplicemente in questo modo: l'emendamento proposto avrebbe come conseguenza che si sottrarrebbero pochissimi impianti alle normative di controllo di routine. Prendo atto con stupore che gli elementi meramente quantitativi di liberalizzare il numero più elevato possibile di invasi dai controlli di routine è l'elemento posto alla base della decisione di respingere l'emendamento. Con tanti saluti all'ambiente!



PRESIDENTE

Pongo in votazione il secondo emendamento, presentato dai Consiglieri Miglio, Bresso e Chiezzi.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 10 voti favorevoli e 28 contrari.
Pongo in votazione il terzo emendamento. presentato dai Consiglieri Bresso, Buzio e Riba.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 10 voti favorevoli e 28 contrari.
4) Emendamento presentato dai Consiglieri Bresso, Buzio e Riba: al punto 3). sostituire le parole "invasi inferiori a metri cubi 20.000" con le parole "invasi inferiori a metri cubi 2.000".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 10 voti favorevoli, 22 contrari e 2 astensioni.
5) Emendamento presentato dai Consiglieri Miglio e Bresso: al punto 3). dopo le parole "inferiore a metri 5", aggiungere le parole "fatta eccezione per i bacini imbriferi impostati su versanti".
La parola al Consigliere Miglio per l'illustrazione.



MIGLIO Mario

Con questo emendamento si recepisce una annotazione presentata dall'Ordine dei Geologi in cui questi facevano presente che non si pu stringere una stretta correlazione fra certi 5 tipi di bacini, in quel caso inferiori ai 2.000 metri cubi, e ragioni di sicurezza, di tutela dell'incolumità. Il passaggio dell'Ordine dei Geologi diceva più precisamente: "Nel caso di bacini imbriferi impastati su versanti, si ritiene che volumetrie superiori a 2.000 metri cubi rappresentino, sia per gli interventi di realizzazione che per la fase d'esercizio, una. cospicua modificazione del territorio, con elevata incidenza sull'assetto idrogeologico dello stesso". Se queste preoccupazioni esistevano per bacini con volumetria superiore a 2.000 metri cubi già inseriti in questo contesto di deroga, a maggior ragione queste preoccupazioni devono esserci visto e considerato che non sono state recepite le indicazioni degli emendamenti da noi precedentemente presentati.
La proposta ovviamente rimane e la considerazione è appunto quella di stralciare dalla deroga complessiva di valutazione differenziata sui progetti di questi bacini almeno quelli impostati sui versanti, in considerazione del fatto che l'incidenza di rischio è maggiore e che, in caso di incidenti, gli effetti sull'ambiente sono maggiori, proprio perch essendo impostati su versanti, l'energia dovuta al peso e alla volumetria dell'acqua si aggiunge all'energia cinetica dello spostamento e quindi la capacità di creare danni è sicuramente maggiore.
Sulla formulazione tecnica, non essendo io un esperto in materia, ho colto nella sostanza il passaggio che veniva formulato dall'Ordine dei Geologi stessi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Zacchera.



ZACCHERA Marco

Nel generale degrado della discussione - nel senso che più o meno si è tutti distratti - direi che questo emendamento è particolarmente importante. Potrebbe essere un'idea per la Giunta recepirlo parzialmente con un subemendamento, elevando eventualmente la soglia dei 2.000 metri cubi, se si ritiene che sia troppo bassa. Ma effettivamente questo è un problema esistente. Magari anche con un'altra normativa (e a questo punto non ha importanza il concetto del numero dei metri cubi), ma che ci debba essere maggiore attenzione per bacini in queste situazioni, questo sì.
Quindi, se servono a qualcosa le consultazioni, l'Ordine dei Geologi ha confermato questa esigenza. La Giunta non può non tenerne conto.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Panella.



PANELLA Luciano, Assessore all'assetto idrogeologico

L'emendamento non è accoglibile in quanto la lessicalità della formulazione proposta non ha riferimento nella tecnica. Inoltre, le caratteristiche della quasi totalità degli sbarramenti esistenti, e si ritiene di quelli che verranno costruiti, prevedono il loro posizionamento su pendici. Di conseguenza l'accoglimento dell'emendamento annullerebbe di fatto la possibilità contenuta nel comma tre dell'art. 1.



PRESIDENTE

Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 11 voti favorevoli, 19 contrari e 4 astensioni.
6) Emendamento presentato dai Consiglieri Miglio, Bresso e Chiezzi: al comma terzo dell'art. 1, dopo le parole "loro ubicazioni e caratteristiche", aggiungere le parole "ed in rapporto al regime idrico del sistema captato".
La parola al Consigliere Miglio per l'illustrazione.



MIGLIO Mario

Al punto 3, nell'ultimo passo, si diceva che le considerazioni fatte dalla Giunta in merito all'esclusione o meno dei progetti presentati faceva riferimento all'ubicazione e alle caratteristiche. Questa aggiunta tende a ricomprendere nelle considerazioni anche il tipo di regime idrico. La considerazione è questa: sicuramente il rischio aumenta nel momento in cui si vanno a costruire bacini di ritenuta di sistemi fluviali che hanno un regime torrentizio. Sappiamo che i maggiori disastri sul piano idrogeologico avvengono proprio nelle aree montane, dove la capacità di raccolta delle acque è ristretta a periodi estremamente limitati nel tempo si pensi alle tragedie avvenute nelle valli di Santa Maria Maggiore. Questo era il senso: cercare di correlare anche il sistema idrico alle valutazioni da fare complessivamente e non limitarle solo alle caratteristiche del progetto o all'ubicazione del bacino.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Panella.



PANELLA Luciano, Assessore all'assetto idrogeologico

Si tratta di una esplicitazione, quindi la Giunta accoglie l'emendamento.



PRESIDENTE

Pongo in votazione tale emendamento. Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 34 Consiglieri presenti.
7) Emendamento presentato dai Consiglieri Bresso, Miglio e Bosio: dopo il terzo comma, aggiungere: "ai fini della valutazione di cui al comma 3, il proprietario o gestore presenta al Presidente della Giunta regionale una domanda di esenzione contenente gli elaborati di cui ai punti g), h), i), oltre ad una sintetica relazione".
La parola al Consigliere Bresso.



BRESSO Mercedes

Molto brevemente perché ne avevo già parlato nell'intervento.
La questione era: su quale atto formale la Giunta si pronuncia? Se ho inteso bene, l'Assessore ha detto che non si tratta di un atto discrezionale, ma di una decisione che, per regolamento, indica quali bacini devono comunque sottostare a tutta la normativa e quali no. Però è evidente che una verifica minima del fatto di essere in quella condizione dovrebbe essere prevista perché altrimenti spetta al soggetto stesso, sulla base di un regolamento che precisissimo non potrà essere, decidere se è esentato o no dal presentare tutta la documentazione.
Quindi ci pareva che occorresse stabilire come avveniva questo contatto che permetteva alla Giunta di verificare la conformità rispetto al rientrare o no nella norma, sia pure nella nonna regolamentata, nella norma più regolamento. Cioè per i bacini sotto ai 20.000 metri cubi voi fate un regolamento in cui dite in quali casi devono essere presentati gli elaborati e in quali no. Ma il soggetto che cosa fa? E' una forma di autodecisione, ovvero il soggetto legge questo regolamento, che per forza di cose lascerà dei margini di dubbio, e decide da solo? E se per caso ha assunto una decisione sbagliata, nessuno ne saprà niente? La questione era che venisse presentata una domanda per cui il soggetto proprietario e gestore rilevava come, ai sensi della legge più regolamento che dovrà venire emanato dalla Giunta, non rientrava fra quelli tenuti, ed ecco perché gli chiedevamo di presentare (proprio per giustificare) alcuni elaborati, che sono quelli indicati ai punti g), h), i).
E' una forma di autoverifica da parte del proprietario c/o gestore. Voi siete in grado di fare un regolamento così dettagliato da stabilire quali bacini rientrano nella norma e quali altri no?



PANELLA Luciano, Assessore all'assetto idrogeologico

Vi è stata anche una richiesta da parte della II Commissione di rimandare alla Giunta l'approfondimento di questo problema.



BRESSO Mercedes

Non lo scaglionamento. In questo caso l'approfondimento è un altro.
Sotto i 20.000 metri cubi non si dice che sono tutti esentati, ma che sono esentati solo quelli che non rientrano nel regolamento che verrà successivamente definito dalla Giunta. In base all'art. 11, entro 30 giorni, voi dovete stabilire "i criteri tecnici e procedurali da osservare nei casi previsti all'art. 1, comma 3": e cioè la Giunta regionale stabilisce se sono assoggettati, in tutto o in parte, alle norme della presente legge in relazione alle loro ubicazioni e caratteristiche. Questo è quanto dovete stabilire.
A mio avviso è impossibile che i criteri vengano stabiliti in maniera così univoca a tal punto che da parte della Giunta non vi sia neanche una verifica in base a una sommaria descrizione del progetto, a cura del proprietario gestore, in modo da poter stabilire se effettivamente l'autodecisione di essere esentato sia corretta.
Per questo proponevamo di presentare una domanda con la quale si dimostrava che si rientrava nei casi di cui all'art. 1, comma 3 (come previsto dall'art. 11), del tipo: "Ritengo di essere esente dalla nonna per i seguenti motivi". Quindi, nel dubbio lo si richiama.



PANELLA Luciano, Assessore all'assetto idrogeologico

Così facendo, anticipiamo la discussione sul regolamento. Ho già detto che quando proporremo il regolamento lo riporteremo, per conoscenza, in II Commissione e cercheremo di farlo il più chiaro possibile affinché non vi siano equivoci di ogni natura. Comunque, non viene esentato nessuno. Si tratta di dire, in base ad una certa documentazione, se alcuni atti per questi tipi di bacino possono essere inutili. Sarà molto rigido. Forse su questa questione vi è un grosso malinteso.



BRESSO Mercedes

Se voi accogliete il merito della questione sostenendo che non sarà un'autodecisione, ma che occorrerà presentare un minimo di documentazione per dimostrare che si è esenti, noi ritiriamo temporaneamente l'emendamento riservandoci di valutare la questione in sede di regolamento, altrimenti presenteremo una modifica al disegno di legge.



PRESIDENTE

L'emendamento è quindi ritirato.
8) Emendamento presentato dai Consiglieri Miglio, Bresso e Chiezzi: al punto 4) dell'art. 1, dopo la parola "relative", aggiungere la seguente frase: "alla domanda di cui al punto 5) dell'art. 3, anche limitatamente agli elaborati di cui alle lett. g), W, i); all'art 4, al punto 4): all'art. 6 e all'art. 7" La parola al Consigliere Miglio per l'illustrazione.



MIGLIO Mario

La lettura del punto 4), così com'è formulata, è estremamente complicata, nel senso che il rimando diretto alla lett. g, comma 5 dell'ari. 3, stralciata dal contesto in cui questa lettera è inserita. cioè dal riferimento alla produzione di un'istanza formale, è poco comprensibile.
D nostro emendamento propone di applicare comunque quei punti previsti dal punto 5) dell'art. 3, riferiti però alla presentazione di una domanda altrimenti si stralcia da un contesto un punto e lo si isola.
Non si riesce a capire come si possa trarre un giudizio da un progetto presentato isolatamente solo in riferimento alla lett. g), cioè non si comprende all'interno di quale contesto i disegni vengono presentati, se non quello della domanda alla quale i disegni stessi sono correlati.
L'aggiunta dei punti h) e i), secondo me, è integrativa, nel senso che oltre ai disegni delle strutture si aggiungono il piano dei sistemi di controllo e la relazione geologica che sono altri elementi significativi per compiere una valutazione più approfondita del progetto stesso.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Panella.



PANELLA Luciano, Assessore all'assetto idrogeologico

L'emendamento non è accoglibile in quanto le proposte contenute appesantiscono invia assoluta e dirigistica gli oneri di progettazione anche per quegli sbarramenti di modesta entità e importanza per i quali secondo l'esperienza del passato. non si ravvisano necessità assolute di questo tipo.
In ogni caso, secondo quanto previsto dall'art. 11, il non accoglimento dell'emendamento proposto non pone l'attenzione sui problemi connessi al merito, ma è pur sempre la Giunta regionale a disporre la propria motivata espressione, ad apportare le limitazioni consentite: ciò senza ignorare l'ampia ed esaustiva tematica del corpo del disegno di legge.
Per quanto attiene invece ai riferimenti all'art. 4, punto 4), e all'art. 6, citati dall'emendamento in esame, si osserva che nella stesura del disegno di legge i contenuti di tali parti sono già previste dal primo comma dell'art. 7.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Miglio; ne ha facoltà.



MIGLIO Mario

Posso capire il rifiuto rispetto all'aggiunta degli altri due punti, ma ritengo importante venga chiarito che questo punto a cui ci si riferisce comunque non può essere slegato dal contesto della presentazione della domanda. Altrimenti la lettura che viene data è: "Le possibilità di cui sopra non possono comunque applicarsi alle norme, da considerarsi fisse e non modificabili, relative ai disegni delle strutture dello sbarramento in scala 1:200". Ma questi disegni in quale contesto vengono consegnati, se non presentando una domanda?



PRESIDENTE

Se la Giunta ribadisce la sua posizione, pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 12 voti favorevoli, 17 contrari e 3 astensioni.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 1, così emendato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 44 hanno risposto SI 26 Consiglieri hanno risposto NO 17 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - 1) Emendamento presentato dai Consiglieri Miglio, Bresso e Chiezzi: al punto 1), dopo la parola "abilitato", aggiungere le parole "coadiuvato da un geologo per gli aspetti di competenza di cui al successivo comma terzo, lettera f)".
La parola all'Assessore Panella.



PANELLA Luciano, Assessore all'assetto idrogeologico

L'emendamento proposto non è accoglibile in quanto le professionalità richieste per l'espletamento e gli adempimenti tecnici previsti dal disegno di legge sono sufficienti a coprire i relativi aspetti interdisciplinari.
Ogni altra precisazione non è necessaria e contiene indirizzi o indicazioni non indispensabili. Le norme statali sugli ambiti e la tutela dell'esercizio delle professioni sono sufficientemente esaustive al fine di non ingenerare vuoti o incertezze.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 10 voti favorevoli, 21 contrari e 2 astensioni.
2) Emendamento presentato dai Consiglieri Miglio e Bresso: al comma secondo, dopo le parole "dei Comuni", sono inserite le parole "delle Comunità montane e delle Province".
La parola all'Assessore Panella.



PANELLA Luciano, Assessore all'assetto idrogeologico

La Giunta accoglie l'emendamento, però è dell'avviso di aggiungere delle Comunità montane "relative", ovviamente a quelle delle Province.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 33 Consiglieri presenti.
3) Emendamento presentato dai Consiglieri Miglio, Bresso e Chiezzi: al punto 3), lett. a) dopo la parola "tecnica", aggiungere la parola "economica".
La parola all'Assessore Panella.



PANELLA Luciano, Assessore all'assetto idrogeologico

L'emendamento non è accoglibile. Già in Commissione venne rilevata l'opportunità di eliminare la dizione "economica" dal precedente testo licenziato dalla Giunta regionale, in quanto non si ritenne opportuno, in sede di progetto di fattibilità, appesantire la relazione tecnica con elementi di natura economica che avrebbero potuto essere utili o indispensabili in altre fasi istruttorie.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 11 voti favorevoli, 21 voti contrari e 1 astensione.
4) Emendamento presentato dai Consiglieri Miglio, Bresso e Chiezzi: al punto 3), dopo la parola "rilievi" di cui alla lett. b), aggiungere la parola "topografici".
La parola all'Assessore Panella.



PANELLA Luciano, Assessore all'assetto idrogeologico

Non è accoglibile in quanto l'aggiunta della dizione "topografici", pur esatta nel dettaglio, non è indispensabile ai fini dell'integrazione dell'espressione "rilievi" in una legge di contenuti tecnici e quindi non prestantesi a dubbia interpretazione.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 10 voti favorevoli, 19 contrari e 1 astensione.
5) Emendamento presentato dai Consiglieri Miglio, Bresso e Chiezzi: al punto 3), sostituire il punto f) nel seguente modo: "relazione idrogeologica con evidenziazione degli elementi geomorfologia del bacino interessato, valutazioni sull'assetto idrogeologico relativo alla zona dell'invaso e verifica di stabilità dello sbarramento".
La parola al Consigliere Miglio per l'illustrazione.



MIGLIO Mario

E' unicamente una ripresa di quanto già formulato nel testo originale con una precisazione che lega la questione geologica a quella idrica e ne fa un condensato, recependo in parte alcune indicazioni che venivano fatte dall'Ordine dei geologi e, se non ricordo male, anche dall'Ordine dei geometri. Questo è il senso, che non stravolge i contenuti precedentemente formulati, ma li vuole solo integrare in una visione che contempli sia l'aspetto geologico sia quello idrico.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Panella.



PANELLA Luciano, Assessore all'assetto idrogeologico

La Giunta non accoglie l'emendamento perché è solo un ulteriore appesantimento. Infatti gli approfondimenti, proposti in sede di progetto di fattibilità. non sono indispensabili ai fini della valutazione di fattibilità, che è solo preliminare alla progettazione esecutiva, ma vengono poi inseriti e fatti in sede di progettazione esecutiva.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 9 voti favorevoli e 23 voti contrari.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 2 nel testo modificato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 hanno risposto SI 24 Consiglieri hanno risposto NO 14 Consiglieri.
L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - 1) Emendamento presentato dai Consiglieri Miglio, Bresso e Chiezzi: il secondo comma del punto 2) è così sostituito: "analogamente devono essere dettagliatamente descritte le eventuali indicazioni, finalizzate alla rimozione di quelle soluzioni valutate negativamente, che non precludono l'assunzione di un parere di ammissibilità alla realizzazione o alla modificazione dell'opera stessa".
La parola al Consigliere Miglio.



MIGLIO Mario

L'emendamento vuole esplicitare meglio il senso già introdotto nella formulazione precedente. Spero di avere colto lo spirito e la lettera e di essere riuscito a tradurre in forma più comprensibile lo stesso.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Panella.



PANELLA Luciano, Assessore all'assetto idrogeologico

La Giunta ritiene che la formulazione contenuta nel disegno di legge sia più sintetica. L'eventuale esplicitazione può essere inserita nelle istruzioni che la Giunta regionale, ai sensi dell'art. 11, dovrà emanare successivamente.



PRESIDENTE

L'emendamento è ritirato dal proponente.
2) Emendamento presentato dai Consiglieri Fiumara e Cavallera: la lett. f) è sostituita dalla seguente: "f) fotografie aeree, ove esistenti, della zona interessata dallo sbarramento e dall'invaso;".
La parola all'Assessore Panella.



PANELLA Luciano, Assessore all'assetto idrogeologico

L'emendamento propone un'integrazione al testo del disegno di legge così come è stato discusso in Commissione, e su quello non si hanno osservazioni. La Giunta accoglie l'emendamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi per dichiarazione di voto.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente. colleghi, voterò contro questo emendamento perché mi sembra che sia il punto più basso nello smantellamento del corredo progettuale che sostiene queste realizzazioni: punto più basso perch l'emendamento si propone che le fotografie aeree vengano prodotte "ove esistenti".
La cosa stupisce perché un elaborato o serve o non serve. Non è che serve soltanto se esiste e se non esiste invece non serve. Se le fotografie aeree sono un elemento di conoscenza progettuale vanno prodotte; se non lo sono non vanno prodotte. ma è inaccettabile che un elaborato progettuale venga richiesto solo se già esiste. Si scelgono i siti in cui fare le opere di sbarramento in funzione dell'esistenza o meno delle fotografie aeree? Senza contare che per avere una fotografia aerea si spende di norma qualche biglietto da centomila lire. Mi sembra una contraddizione. Siccome mi sembra incontrovertibile che la fotografia del luogo ripreso dall'alto sia uno degli elementi che consentano in tempi rapidi di avere una serie di informazioni sui luoghi dove si vuole costruire, e visto che la Giunta ha inserito le fotografie aeree tra gli elaborati da richiedere, l'elaborato deve rimanere e non essere sottoposto a una condizione che esula completamente sia dalle specifiche progettuali sia dal problema reale che abbiamo di fronte che è quello di conoscere i luoghi.
Prego pertanto la Giunta di respingere l'emendamento che, a mio modo di vedere, trovo insensato.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Lombardi.



LOMBARDI Emilio, Assessore all'agricoltura

L'Assessorato all'agricoltura è molto interessato a questi problemi.



CHIEZZI Giuseppe

Ce ne siamo accorti.



LOMBARDI Emilio, Assessore all'agricoltura

Però cercherò anche di farti capire che di laghetti non se ne faranno più, nonostante non vengano accolti i tuoi emendamenti.
In agricoltura, i laghetti sono destinati all'irrigazione in zone montane e collinari. Sono cento anni che esistono e non c'è mai stato in Piemonte alcun incidente, benché minimo, che abbia procurato danni a persone o a cose. Una legge statale, giustamente secondo me, chiede che le Regioni legiferino. Esiste un testo di legge della Provincia autonoma di Bolzano che è molto più semplice e molto meno duro nei confronti delle esigenze di quanto lo sia la legge che la Giunta sta proponendo all'approvazione del Consiglio.
Quindi non vi è alcun tentativo di essere larghi per difendere degli interessi che non so quali siano. C'è la volontà invece, almeno a quanti li hanno già costruiti e hanno già speso le risorse per realizzarli, di poter continuare ad usufruirne. Un laghetto di 20.000 metri cubi - prego il Consiglio di prendere nota - irriga 12 ettari. Lasciamo stare il costo progettuale che aumenterà a dismisura, ma l'utilizzo del laghetto, secondo le normative di sicurezza previste, costerà minimo 20 milioni all'anno, il che significa che per ogni giornata di terreno, in collina o in montagna ci sarà un costo, solo per avere l'acqua a disposizione, di mezzo milione per giornata. Una giornata di terreno in collina rende, se coltivata a mais o a grano. meno di mezzo milione.
E' chiaro che non avremo più il problema di costruire laghetti, che ripeto - sono costruiti da cento anni e non hanno mai arrecato danni né a persone né a cose, in quanto il costo non è sufficiente per essere pagato da tutta la produzione lorda vendibile, perché naturalmente oltre all'acqua ci sono i concimi e tutto il lavoro che la produzione richiede. Quindi il problema non poniamocelo, non esiste più; agli effetti agricoli, laghetti in montagna e in collina con questa normativa non se ne costruiranno più.
Il problema esiste invece per i laghetti già costruiti che dovranno sottostare a queste regole. naturalmente le aziende agricole faranno i conti e svaseranno perché sarà meglio svasare e non utilizzare più l'acqua che pagare gli oneri che comportano il controllo e la vigilanza.
Questo è quanto intendevo dire ai colleghi, sono annotazioni puramente economiche e tecniche, non hanno riferimenti importanti di natura ambientale, ma è la realtà.
Il fatto che ci siano le fotografe aeree mi sembra possa servire per dare un giudizio più valido dal punto di vista tecnico, ma non si obbliga a fare questa ulteriore spesa che inciderebbe sulle cose che ho già cercato di evidenziare al Consiglio.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento presentato dai Consiglieri Fiumara e Cavallera. Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 22 voti favorevoli e 9 contrari.
3) Emendamento presentato dai Consiglieri Miglio, Segre e Chiezzi al comma quinto è aggiunto il seguente punto: "a) relazione sugli effetti dell'opera sull'alveo e del cantiere sull'assetto ambientale nonch le misure adottate per il ripristino di condizioni originarie in caso di alterazioni non ecocompatibili".
La parola al Consigliere Miglio.



MIGLIO Mario

Alcuni studi effettuati su opere di questo tipo hanno dimostrato che alcuni dei danni maggiori all'ambiente, inteso in senso lato, sono venuti non tanto dall'opera di costruzione del bacino e della diga, quanto da interventi secondari per la realizzazione dello stesso. ossia le strade di accesso, i problema delle escavazioni e via dicendo. Con questa aggiunta di elaborato si prendono anche in considerazione quelle incidenze non tanto dirette quanto secondarie che comunque alterano l'ambiente. Si prevede eventualmente di realizzare anche delle indicazioni propositive per il ripristino di condizioni originarie sempre nel senso della garanzia della tutela dell'ecosistema.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Panella.



PANELLA Luciano, Assessore all'assetto idrogeologico

La Giunta non accoglie l'emendamento in quanto la norma di completo richiamo al VIA è già contenuta all'art. 8.
Il punto proposto prevede sostanzialmente una parte degli elementi richiesti dal VIA: la norma completa di richiamo al VIA è già contenuta all'art. 8, quindi ci sembra superfluo.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 8 voti favorevoli, 22 contrari e 1 astensione.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 3 nel testo modificato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 hanno risposto SI 24 Consiglieri hanno risposto NO 14 Consiglieri.
L'art. 3 è approvato.
ART. 4 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 hanno risposto SI 24 Consiglieri hanno risposto NO 14 Consiglieri.
L'art. 4 è approvato.
ART. 5 - 1) Emendamento presentato dai Consiglieri Miglio, Bresso e Chiezzi: al punto 1), dopo la parola "decentrato", aggiungere la seguente dicitura: "la data dell'".
La parola all'Assessore Panella.



PANELLA Luciano, Assessore all'assetto idrogeologico

L'emendamento non è accoglibile in quanto la proposta contenuta nello stesso pone l'obbligo delle comunicazioni da parte dell'attuatore dell'iniziativa dalla data dell'inizio lavori, mentre il testo, prevedendo la comunicazione dell'inizio lavori, evidenzia, sia pure in termini impliciti, la tempestività dell'adempimento previsto.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 8 voti favorevoli e 23 contrari.
2) Emendamento presentato dai Consiglieri Miglio, Bresso e Chiezzi: al punto 6), dopo la parola "progetto", aggiungere la seguente frase: "ed all'assetto idrogeomorfologico iniziale del sito".
La parola all'Assessore Panella.



PANELLA Luciano, Assessore all'assetto idrogeologico

L'emendamento non è accoglibile in quanto l'aggiunta non è indispensabile; il concetto è pleonastico, difatti il progetto deve contenere tutti gli elementi cui fa riferimento l'emendamento.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 8 voti favorevoli e 23 contrari.
3) Emendamento presentato dai Consiglieri Miglio, Bresso e Chiezzi: al comma sesto, aggiungere il seguente periodo: "In caso di inerzia o inadempienza del proprietario o gestore, il Presidente della Giunta regionale, su proposta del Servizio tecnico decentrato, impone la sospensione temporanea e cautelativa della realizzazione dell'opera in attesa dell'adozione dei provvedimenti di cui al comma successivo".
La parola all'Assessore Panella.



PANELLA Luciano, Assessore all'assetto idrogeologico

L'emendamento non è accoglibile in quanto il Servizio regionale individuato nel disegno di legge non ha potestà giuridica per l'adozione di provvedimenti quali quelli contenuti nell'emendamento stesso.
Di conseguenza. la procedura prevista nel testo è la più opportuna, non rilevandosi inoltre nella fase costruttiva l'adozione di provvedimenti urgenti e indifferibili in quanto la situazione non costituisce lo stato di avanzamento pericolo.



PRESIDENTE

Assessore, le faccio presente che molto probabilmente lei ha letto il vecchio testo. in quanto la sua risposta non corrisponde all'emendamento.
Legga come recita il testo dell'emendamento: "Il Presidente della Giunta regionale, su proposta del Servizio tecnico decentrato..."



PANELLA Luciano, Assessore all'assetto idrogeologico

D'accordo. così va bene.



PRESIDENTE

Pongo in votazione tale emendamento. Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 31 Consiglieri presenti.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'ari. 5 nel testo modificato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 hanno risposto SI 23 Consiglieri hanno risposto NO 13 Consiglieri.
L'art. 5 è approvato.
ART. 6 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 hanno risposto SI 23 Consiglieri hanno risposto NO 13 Consiglieri.
L'art. 6 è approvato.
ART. 7 - Emendamento presentato dai Consiglieri Miglio. Bresso e Chiezzi: al comma quarto, sostituire le parole "può imporre". con la parola "impone".
La parola all'Assessore Panella.



PANELLA Luciano, Assessore all'assetto idrogeologico

La Giunta accoglie l'emendamento.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 36 Consiglieri presenti.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'ari. 7 nel testo modificato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 hanno risposto SI 23 Consiglieri hanno risposto NO 13 Consiglieri.
L'art. 7 è approvato.
ART. 8 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 hanno risposto SI 23 Consiglieri hanno risposto NO 13 Consiglieri.
L'art. 8 è approvato.
ART. 9 - 1) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi. Bortolin e Maggiorotti: all'art. 9, comma primo sono soppresse le parole: "e nei limiti di cui al comma terzo dell'art.1".
La parola all'Assessore Panella.



PANELLA Luciano, Assessore all'assetto idrogeologico

L'emendamento non è accoglibile in quanto l'espressione di cui viene proposta la soppressione è in logica coerenza con il comma terzo dell'art.
1.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 9 voti favorevoli e 21 contrari.
2) Emendamento presentato dai Consiglieri Miglio. Bresso e Chiezzi: al comma primo, dopo le parole "entrata in vigore della presente legge", aggiungere la frase: "per gli invasi con volume fino a 5.000 metri cubi, entro 270 giorni per gli invasi con volume compreso tra i 5. 001 e i 20. 000 metri cubi entro 360 giorni per gli invasi superiori a 20.001 metri cubi".
La parola al Consigliere Miglio.



MIGLIO Mario

Questo emendamento viene presentato in considerazione di una discussione avvenuta in sede di Commissione in cui si era previsto, per ragioni tecniche riferite alla necessità degli uffici preposti alla verifica dei progetti, di avere i tempi necessari per poter analizzare gli stessi. Dato che si era accertato che il tempo a disposizione era di 30 giorni, si è pensato di presentare un emendamento in aula per scaglionare la presentazione dei progetti stessi in modo che gli uffici preposti non si trovassero nella condizione di fare, in un periodo così ristretto, le valutazioni di tutti i400 bacini già esistenti. Questo emendamento trovava un accordo comune in sede di Commissione sulla necessità di graduare la presentazione e l'analisi dei bacini esistenti, mi auguro quindi che la risposta sia affermativa.



PANELLA Luciano, Assessore all'assetto idrogeologico

Effettivamente si condivide l'opportunità di scaglionare nel tempo le fasi progettuali di istruttoria; tuttavia non è tecnicamente possibile identificare le fasce nei limiti caratteristici o le capacità che non sono note con esattezza nemmeno ai proprietari. Quindi per questa ragione.
recependo parzialmente l'emendamento, suggeriamo di estendere a 360 giorni il termine previsto dal disegno di legge.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bresso. Ne ha facoltà.



BRESSO Mercedes

E' però necessaria una specificazione. Come avevamo già detto in Commissione, lo spostamento dei termini è assolutamente inutile perché lo scopo, in questo caso. è quello di aumentare, scaglionando la presentazione delle domande, le possibilità e i tempi di verifica da parte della Giunta.
Tutti sanno che se si sposta il termine per la presentazione della dichiarazione dei redditi da fine maggio a fine settembre. non è che da fine maggio inizino ad arrivare le dichiarazioni dei redditi, arriveranno tutte ugualmente a fine settembre. Quindi di fatto si allungano i tempi per coloro che devono presentare le domande, il che può anche essere utile; ma non è l'oggetto dell'emendamento. L'oggetto dell'emendamento è quello di consentire agli uffici lo scaglionamento nel ricevimento delle domande e quindi una maggiore serenità per il controllo. Credo che non succeda nulla se. da parte di coloro che devono presentare la documentazione. c'è una minima approssimazione. Si tratterà di stabilire, sulla base della documentazione fornita, se quella sia la dimensione; certo ci potrà essere qualche piccolo scarto, ma credo proprio che siano tolleranze consentite.
Questo vale comunque per ogni limite, anche per gli invasi di 100 mila metri cubi è la stessa cosa. Quindi non mi pare che la cosa sia consistente. Mentre invece il problema era stato posto con precisione dagli uffici. cioè che gli stessi non ce la faranno a fare le verifiche se riceveranno 150 o 200 documentazioni tutte insieme. In quel senso mi pare che comunque non cambi nulla rispetto alla questione del volume effettivo dell'invaso.



PANELLA Luciano, Assessore all'assetto idrogeologico

Sullo spirito dell'emendamento eravamo d'accordo; sapendo in partenza che c'è una difficoltà di gestione. consideriamo questa proposta ovviamente solo come indicazione perché sarà molto difficile che stabiliscano loro stessi quali sono le volumetrie. Comunque recepiamo l'emendamento completo.



PRESIDENTE

L'emendamento è quindi accolto dalla Giunta.
Chi è favorevole é pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 31 Consiglieri presenti.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 9 nel testo modificato.
L'esito della votazione é il seguente: presenti e votanti 36 hanno risposto SI 23 Consiglieri hanno risposto NO 13 Consiglieri.
L'art. 9 é approvato.
ART. 10 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione é il seguente: presenti e votanti 31 hanno risposto SI 31 Consiglieri.
L'art. 10 é approvato.
ART. 11- Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione é il seguente: presenti e votanti 31 hanno risposto SI 31 Consiglieri.
L'art. 11 è approvato.
Passiamo alle dichiarazioni di voto. La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Colleghe e colleghi, durante questo dibattito la Giunta ha respinto quasi tutti gli emendamenti e comunque ha respinto tutti gli emendamenti che con più convinzione tentavano di imporre una svolta alla normativa della legge per consentire una maggiore tutela ambientale.
Sono rimasto colpito dal rifiuto della Giunta ad accogliere non solo gli emendamenti base, quelli che cercavano di ottenere garanzie progettuali anche per gli sbarramenti cosiddetti di dimensioni non rilevanti, che in effetti invece rilevanti sono, ma anche di altri emendamenti che riprendevano la preoccupazione da parte dell'Ordine dei geologi di collegare gli aspetti propriamente geologici e stratigrafici agli aspetti legati alla morfologia e alla idrodinamica, come pure alla necessità che i geologi firmino anch'essi le relazioni tecniche a corredo del progetto di fattibilità. Mi ha un po' stupito questa volontà negativa della Giunta; era un'occasione per migliorare una legge che é bene fare perché non é più possibile lasciare scoperte tutte queste opere. Peccato che ancora una volta si sia dovuto assistere alla prevalenza di interessi particolari e legati a profitti immediati rispetto agli interessi che tutta la collettività ha affinché lo sviluppo del territorio avvenga in modo diverso da come abbiamo assistito in questi ultimi anni, specialmente nelle zone legate alla collina e alla montagna e nel settore dell'agricoltura, che dal punto di vista ambientale dovrebbe avere un grande ruolo di tutela e valorizzazione dell'ambiente. Il mio voto é contrario all'intera legge.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vaglio.



VAGLIO Roberto

Sarò brevissimo. Preannuncio il voto contrario all'intero articolato della legge da parte della Lega Nord e, così come già fatto numerose volte nel corso delle varie riunioni della II Commissione che si é occupata dell'argomento, voglio motivare questa nostra contrarietà con il fatto che nella legge la Giunta non ha voluto o non ha potuto tenere conto delle necessità del settore agrario. L'Assessore Lombardi poco fa ha ricordato che quando la legge sarà operante non solo non sarà possibile costruire nuovi bacini per le necessità agricole, ma non sarà possibile nemmeno gestire quelli vecchi. Voglio evidenziare e lamentare è il fatto che allo stato attuale non esiste la possibilità di andare incontro alle necessità del settore agrario, degli imprenditori agrari. Stando a questa realtà. per carenza legislativa ovviamente, noi riteniamo che questa legge non solo non venga a sanare, bensì venga ad aggravare una situazione già gravemente compromessa. quella dell'agricoltura piemontese. Siccome l'Assessore Lombardi, per motivi che riteniamo inerenti a disciplina di maggioranza.
non ha potuto o non é stato in grado di fare in modo che le cose andassero diversamente, ci pensiamo noi a fare da cassa di risonanza alle giuste esigenze del mondo agrario e per i motivi che ho poc'anzi annunciato voteremo contro all'intero articolato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bresso.



BRESSO Mercedes

Il finale di questa vicenda é stupefacente, perché prima sentiamo una dichiarazione dell'Assessore di fatto contraria alla legge che sta contribuendo a votare, anche attivamente, dopodiché sentiamo la posizione di un Gruppo di opposizione che accogliendo - in un modo credo proprio assurdo - le preoccupazioni espresse dall'Assessore, vota contro ritenendo il provvedimento non abbastanza ampio, non abbastanza generalizzatamente autorizzativo di qualunque cosa si faccia. Qui c'è un problema con l'opposizione di cui poi parleremo, ma c'è un problema prima di tutto della Giunta, cioè quel famoso discorso della collegialità della Giunta. Credo che non sia possibile - ed è per questo che votiamo contro - fare dei provvedimenti e contemporaneamente negarli qualche modo. Se la questione posta dall'Assessore Lombardi circa il fatto che ci possono essere dei problemi per alcuni degli utilizzatori di questi invasi, é vera - come credo sia vera, addirittura l'avevo posta io per prima - tutti sappiamo anche che purtroppo nei prossimi anni si porranno delle questioni di regolazione dell'acqua. Infatti i conflitti sull'uso dell'acqua stanno crescendo, perché in pianura l'acqua da pozzi diventa scarsa e inquinata quindi il problema si porrà.
La collegialità vorrebbe dunque che si facessero delle leggi - ci sono già anche alcune norme - che eventualmente scoraggino i piccolissimi bacini realizzati per l'uso proprio del singolo agricoltore e favoriscano bacini di dimensioni economicamente accettabili tali da garantire un uso plurimo delle acque che non sia solo potabile, ma anche idroelettrico (si possono utilizzare anche i piccoli salti con le nuove norme di possibilità di vendita del surplus di energia elettrica prodotta all'ENEL o di utilizzo in proprio). Queste strutture devono essere economicamente sostenibili, ma nello stesso tempo sicure, perché non si può evadere dalla questione della sicurezza per ragioni di economicità. Questo non è accettabile perché se poi l'incidente avvenisse - il fatto che non sia mai avvenuto non significa che non possa avvenire - sarebbe gravemente colpevole la Giunta. Non si pu neanche - concordo - fare una norma che di fatto renda impossibile economicamente l'oggetto che si regolamenta. Ci si deve quindi porre la questione in senso prospettivo, cioè sapendo fare delle norme che mentre rispondono alle esigenze reali di fabbisogno d'acqua per l'irrigazione l'elettricità e l'uso potabile, sappiano anche rispondere alle nonne di sicurezza.
Non si può votare contro dicendo che è una norma che di fatto rende impossibile la regimazione dell'acqua. Se é economicamente impossibile ci che è ambientalmente e geologicamente sicuro, benissimo, allora deve essere reso impossibile, vorrà dire che li c'è un'esclusione dall'uso economico ma siccome non é vero, perché é solo se é fatto male, in maniera scoordinata, facendo uno sbarramento ogni volta che c'è bisogno di un po' d'acqua, che è economicamente impossibile, allora si devono prendere delle iniziative in positivo per rendere queste cose ambientalmente ed economicamente possibili. E' il concetto di sviluppo sostenibile su cui già molto tempo fa avevamo anche presentato una proposta di deliberazione per avviare e studiare le politiche di sviluppo sostenibili. Nella realtà concreta delle azioni legislative e di politica, questi sono i modi per avviare uno sviluppo sostenibile.
Mi pare che anche il modo con cui la Lega Nord fa opposizione sia sbagliato. Bisogna tenere conto delle due esigenze. La Giunta - e per questo votiamo contro - dimostra di non saperlo fare, per cui si presenta in ordine sparso, anche se poi voterà questo provvedimento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Miglio.



MIGLIO Mario

Il nostro Gruppo voterà contro il disegno di legge per una serie di motivi. Innanzitutto perché - come faceva notare il collega Chiezzi gli emendamenti da noi presentati potevano essere suddivisi fra quelli estremamente significativi, che andavano a centrare alcuni problemi di rilievo, ed altri che potevano essere considerati marginali.
Se alcuni degli emendamenti marginali sono stati accolti - cosa che ci fa comunque piacere - quelli maggiormente significativi, relativi alla differenziazione delle procedure rispetto alla capacità degli invasi, non hanno trovato l'accogliemento da parte della Giunta. A nostro modo di vedere erano invece questi i problemi da tenere in considerazione, perch nel nostro atteggiamento anteponiamo l a prevenzione a qualsiasi discorso economicistico, tanto più che in caso di disastri le diseconomie esterne incidono complessivamente nel discorso economico.
Altra nota di demerito é quella di non avere compiutamente considerato il discorso ambientale.
Noi abbiamo tentato di introdurre alcuni accorgimenti che non riflettevano considerazioni solo sull'esecuzione tecnica del progetto del bacino, ma tendevano ad allargare lo spazio di riflessione anche al contesto territoriale entro il quale questo veniva inserito.
Ultima considerazione. Il discorso che qui si é fatto non voleva certamente essere di tipo ostruzionistico, ma viceversa intendeva denotare la necessità di approfondire meglio in sede di Commissione questi disegni di legge che forse troppo velocemente passano senza che ci si renda conto di tutta una serie di possibili accorgimenti che potrebbero essere già recepiti in sede di Commissione e che servirebbero sicuramente a snellire i lavori in aula.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione é il seguente: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 25 Consiglieri hanno risposto NO 14 Consiglieri si é astenuto 1 Consigliere.
L'intero testo della legge è approvato.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Rabellino: ne ha facoltà.



RABELLINO Renzo

Chiedo che i progetti di legge di cui ai punti 8), 9), 10), 11), 12) e 13) dell'o.d.g. vengano rinviati in Commissione, sperando che nei prossimi 60 giorni, a termine di Regolamento, vengano discussi dalle Commissioni stesse, altrimenti saremo costretti a richiamarli nuovamente in aula.



PRESIDENTE

La Giunta accoglie la richiesta.
Pongo in votazione la richiesta di rinvio in Commissione dei suddetti punti.
Chi é favorevole é pregato di alzare la mano.
Il Consiglio approva con 39 voti favorevoli e 1 astensione.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori

Argomento:

Interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno (annunzio)


PRESIDENTE

Le interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenute all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale verranno allegate al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta é tolta.



(La seduta ha termine alle ore 14,30)



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