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Dettaglio seduta n.58 del 16/04/91 - Legislatura n. V - Sedute dal 6 maggio 1990 al 22 aprile 1995

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Comunico che hanno chiesto congedo per la seduta del pomeriggio i Consiglieri Cantore, Croso e Zacchera.
Comunico che l'esame del progetto di legge n. 11: "Sostegno regionale alla valorizzazione della produzione di energia elettrica da fonti idriche e a piccola scala", iscritto all'o.d.g. su richiesta del proponente, viene rinviato alla prossima seduta.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Esame proposta di deliberazione n. 59: "Espressione di parere favorevole al Piano per il disinquinamento e la bonifica della Valle Bormida, ai fini della prescritta intesa tra Stato e Regioni Liguria e Piemonte in attuazione dell'art. 7 della legge 8 luglio 1986, n. 349" esame proposta di deliberazione n. 153: "Determinazione dei Consiglio regionale a non approvare il piano per il disinquinamento e la bonifica della Valle Bormida"; (presentazione questioni pregiudiziali)


PRESIDENTE

Esaminiamo congiuntamente le proposte di deliberazione n. 59 e n. 153 di cui ai punti 7) e 8) all'o.d.g.
La proposta di deliberazione n. 59 è stata esaminata dalla II Commissione, ed esiste una relazione di minoranza.
Il Consigliere Fiumara, Presidente della II Commissione, illustra l'iter della deliberazione n. 59.



FIUMARA Francesco

Informo il Consiglio regionale dell'iter che è stato seguito in relazione alla proposta di deliberazione n. 59: "Espressione di parere favorevole al Piano per il disinquinamento e la bonifica della Valle Bormida ai fini della prescritta intesa tra Stato e Regioni Liguria e Piemonte in attuazione all'art. 7 della legge 8 luglio 1986, n. 349".
La proposta di deliberazione è stata assegnata alla II Commissione. In data 21 dicembre la Commissione ha promosso un'ampia consultazione presso i locali della Provincia di Alessandria invitando le forze politiche, gli enti locali, i sindacati e le forze ambientalistiche. Dopo un'ampia discussione la II Commissione, avendo acquisito i pareri di queste forze e di questi enti, in data 4 aprile ha licenziato la proposta di deliberazione n. 59 emendandola. Voglio leggere la deliberazione come era pervenuta alla Commissione e l'emendamento che la Commissione a maggioranza ha apportato.
La deliberazione che era pervenuta alla Commissione diceva di "esprimere parere favorevole alla stesura finale del piano per il disinquinamento e la bonifica della Valle Bormida. Trasmessa dal Ministro dell'Ambiente il 13/6/1990, secondo le osservazioni e le proposte formulate su tale stesura finale del piano dalla Giunta regionale, allegate alla presente deliberazione per farne parte integrante ai fini della prescritta intesa sul piano medesimo tra Stato e Regioni Liguria e Piemonte in attuazione all'art. 7 della legge 8/7/86, n. 349".
Questo era il testo pervenuto alla II Commissione. Come dicevo poc'anzi, dopo un'approfondita e animata discussione, la II Commissione ha aggiunto, quindi emendando il testo della deliberazione, queste frasi.
Dopo quello che ho letto bisogna aggiungere "e a condizione che venga ottenuta l'assoluta garanzia che l'impianto Re-Sol non venga costruito in Valle Bormida". Così è stata licenziata la proposta di deliberazione n. 59.
La II Commissione ha altresì discusso la proposta di deliberazione n.
153 presentata dai Consiglieri regionali Bresso, Riba, Rivalta, Coppo Monticelli e Foco. Questa proposta di deliberazione è stata respinta dalla II Commissione sempre in data 4/4/1991 a maggioranza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino, relatore di minoranza della deliberazione n. 59.



MAJORINO Gaetano, relatore

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, il Presidente della II Commissione. Fiumara, ci ha esposto proceduralmente quello che si è verificato, ma io pensavo e penso che questa deliberazione meritasse una relazione di maggioranza, data la sua importanza e dato l'allarme sociale che ha provocato e che provoca la problematica che viene discussa. Tutto questo non si è verificato. Non si è verificata la nomina di un relatore di maggioranza - questa è una mia ipotesi - perché presumibilmente la maggioranza su questo problema ha navigato e sta navigando nella Bormida senza bussola.
Ma, venendo al merito e affrontando la problematica attraverso la relazione di minoranza, dico subito che nella relazione di minoranza viene espresso il pensiero del nostro Gruppo che è pensiero e opinione di netto dissenso all'approvazione della deliberazione. Netto dissenso che poggia innanzitutto su questa considerazione, cioè a dire che si dà per scontato nel piano di disinquinamento e risanamento della Valle Bormida, che l'ACNA continui a rimanere aperta. Questo presupposto è una contraddizione in termini rispetto al risanamento, perché è irragionevole, prima logicamente e poi tecnicamente, che si proceda al disinquinamento e alla bonifica della Valle consentendo, nel medesimo tempo, alla fonte che inquina la valle da oltre cento anni di continuare ad operare nella valle e di essere viva e vitale. Questo sarebbe già un argomento assorbente di ogni altro, ma ce n'è uno a contenuto politico altrettanto forte.
Il 13/3/1990 questo Consiglio regionale, a larghissima maggioranza approvò la nota proposta di legge al Parlamento diretta ad ottenere la chiusura dell'ACNA. Nel progetto iniziale si diceva "chiusura"; attraverso un emendamento, votato in aula a larghissima maggioranza, si è scritto "proposta al Parlamento diretta alla chiusura definitiva dell'ACNA". Come è noto, la maggioranza che si è formata in maniera favorevole alla proposta di legge al Parlamento per la chiusura definitiva dell'ACNA ha avuto un assenso notevole. Fra gli altri, il Gruppo socialdemocratico, per bocca dell'allora Assessore Mignone, ebbe a dire: "Il Gruppo socialdemocratico ribadisce il proprio consenso al provvedimento che sta nel solco della linea da tempo adottata di ritenere non compatibili le attività produttive dello stabilimento con il risanamento della. Valle Bormida". L'allora Assessore Mignone, a nome del Gruppo socialdemocratico, aveva già antiveduto, e lo aveva scritto, che si votava per la chiusura, perché c'era una incompatibilità fra chiusura e risanamento. Identica espressione di chiaro assenso alla proposta di legge venne espressa dall'allora Capogruppo liberale, avv. Santoni, che con parole sostanzialmente identiche portò il sì del proprio Gruppo.
A questo punto non vedo come si possa tornare indietro aderendo al piano che presuppone che l'ACNA continui ad essere aperta. Né mi si dica che tutto questo si è verificato nella N legislatura, che forse oggi ci che è stato detto e fatto nella IV legislatura potrebbe anche superarsi.
Non è così, perché il documento programmatico, sulla scorta del quale si è formata questa maggioranza, nel preambolo dice chiaramente che questa maggioranza pentapartitica opera su una linea di continuità rispetto alla linea politica della legislatura 1985-1990. Alla pag. 27, laddove si parla dell'ambiente in generale e della Valle Bormida in particolare, si dice testualmente: La Regione Piemonte si pone come autorevole riferimento per le popolazioni interessate, raccogliendo le informazioni e le sollecitazioni che provengono dalle popolazioni della Valle Bormida, allo scopo di rigenerare il rapporto di fiducia verso le istituzioni". Proporre oggi di approvare il piano di risanamento e di esprimervi parere favorevole significa rigenerare la fiducia fra Valle Bormida ed istituzioni? La risposta mi pare di tutta evidenza.
A questo punto, qual è la conclusione politica? Si può discutere il merito del piano, nel merito lo si può accettare a una condizione: che l'ACNA venga previamente chiusa. Se così non fosse, ci si rimangerebbe una volontà politica espressa in un documento, non in un ordine del giorno o in una mozione che pur essendo documenti per loro natura forti non hanno la forza di una proposta di legge al Parlamento, senza spiegare quali fatti istituzionali o politici o tecnici (visto che si parla di una fabbrica che inquina) si sono verificati fra il 13/3/1990 e i giorni nostri. Solo ove ci fosse questa spiegazione, la si potrebbe prendere in esame per vedere se è fondata o meno.
Nella relazione di minoranza si passa alla seconda parte dell'elaborato e si formula l'ipotesi che si possa o si voglia superare la pregiudiziale della chiusura prima di esaminare nel merito il provvedimento di risanamento. Si esamina l'ipotesi che si possa procedere ad esprimere il parere ai fini dell'intesa (intesa che dovrà essere a tre: Ministro dell'Ambiente, Regione Liguria e Regione Piemonte) ad ACNA aperta. Però nel piano si dà per scontato l'impianto Re-Sol. Allora, la considerazione di tutta evidenza è che in quest'aula il 26 febbraio, dall'Assessore all'intera Giunta al Consiglio quasi all'unanimità (un quasi molto piccolo perché mi pare che il dissenso sia stato solo del Gruppo repubblicano), si è fatto quadrato contro la decisione della Regione Liguria, la quale con la deliberazione abnorme del 6 febbraio aveva autorizzato l'installazione del Re-Sol. Quindi, non si vede come si possa aderire con il Re-Sol installato.
In extremis, in sede di I Commissione, si è cercato di aggirare l'ostacolo scrivendo che il piano va bene, con le riserve di merito fatte in alcune parti del documento, ma a condizione che venga ottenuta l'assoluta garanzia che l'impianto Re-Sol non venga costruito in Valle Bormida. Questa condizione è troppo debole e non offre alcuna garanzia di certezza perch penso sia facile per ciascuno di noi antivedere quello che si verificherà.
Siccome si deve arrivare ad un'intesa per far scattare il piano e se dovesse passare la deliberazione che lo approva "a condizione", che cosa dirà il Ministro Ruffolo con un ragionamento bizantineggiante, da dottor Sottile o - mi si consenta - da avv. Azzeccagarbugli? Ci dirà: "la condizione è una condizione impossibile perché io, Ministro, non posso imporre né con mezzi politici" - il che è molto discutibile - "né tanto meno con mezzi giuridici" - il che è altrettanto discutibile - "alla.
Regione Liguria di annullare o revocare la deliberazione del 6 febbraio che autorizza il Re-Sol". Dopodiché ci dirà, richiamando i principi generali del diritto, anche quelli della sapienza romana, che le condizioni impossibili si hanno come non apposte, e quindi scatta la trappola: la Regione Piemonte ha approvato il piano di risanamento, la condizione apposta era impossibile - ecco il marchingegno! - per cui il gioco è fatto.
Allora non possiamo limitarci a questa condizione debole, per le ragioni dette e forse per altre che potrebbero essere esposte.
La conclusione non può che essere: si sospenda l'esame del piano, lo si rinvii a data da destinarsi e si comunichi al Ministro Ruffolo quanto segue: "La valutazione della Regione Piemonte sul piano di disinquinamento e bonifica verrà espressa soltanto dopo che, con provvedimento formalmente e sostanzialmente efficace e non solo con le parole, si sia impedito all'ACNA di installare il Re - Sol nella Valle Bormida".
Io ho finito, ma c'è un corollario della relazione di minoranza e delle due parti che lo compongono: il primo è la pregiudiziale sospensiva ai fini di non procedere, ai sensi del Regolamento, nella discussione e nel voto al piano se non previo ottenimento della chiusura dell'ACNA; il secondo è un'ulteriore e subordinata pregiudiziale molto più forte della prima (la quale potrebbe apparire un rinvio sine die motivato dal voto del Consiglio del 13 marzo) affinché si sospenda questa discussione fino a quando non si avrà la certezza assoluta che il Re-Sol non verrà installato. In questa maniera si interpreta il pensiero unanime di questo Consiglio, in particolare il pensiero dell'Assessore Garino quando, il 26 febbraio, ha detto che con tutti i mezzi, processuali, attraverso il ricorso al TAR (che non è ancora stato fatto, oggi pende solo il ricorso dei Consiglieri Zacchera e Majorino i quali, poveri diavoli, stanno tentando il possibile e l'impossibile perché questo ricorso vada a buon fine), si sarebbero assunte tutte le iniziative politiche possibili del caso ai fini di impedire l'installazione del Re-Sol. Quindi, non vedo come oggi si possa dire sì al Re-Sol con quella tal condizione molto debole e sostanzialmente impossibile.
Ho presentato le due pregiudiziali, l'una subordinata al non accoglimento dell'altra, di cui al momento regolamentarmente opportuno si dovrà procedere alla votazione. Avanzo questa richiesta. Se, per avventura ci fosse - ai sensi dell'art. 63 che dice "richiesta pregiudiziale di sospensione con rinvio del provvedimento" - una terza pregiudiziale con rinvio, questa dovrà essere votata dopo la prima e la seconda. Su questo penso proprio non ci possano essere dubbi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mercedes Bresso per l'illustrazione della proposta di deliberazione n. 153.



BRESSO Mercedes

Signor Presidente e colleghi, come Gruppo PDS abbiamo presentato una proposta di deliberazione che dice di non approvare il piano di disinquinamento per le ragioni che abbiamo già avuto modo di illustrare varie volte in quest'aula e in Commissione e che intendo qui richiamare.
Come ha già detto il collega Majorino, siamo convinti, dalla lettura di questi documenti, che l'approvazione della deliberazione che esprime parere favorevole al piano per il disinquinamento e la bonifica della Valle Bormida, ai fini della famosa intesa fra Stato, Regione Liguria e Regione Piemonte, significhi in maniera inequivocabile accettare tutte le condizioni che nel piano sono contenute. Condizioni che il Ministro Ruffolo ha chiarito in varie occasioni, come del resto ha fatto lo stesso Assessore in sede di Commissione: cioè che all'interno del piano si afferma la compatibilità fra l'ACNA e la Valle Bormida, quindi il fatto che l'ACNA potrà continuare con le previste operazioni (sulle quali potremo discutere), e quali percentuali di inquinamento siano in grado di controllare; ciò significa comunque che l'ACNA rimane, sempre a condizione che venga realizzato rimpianto Re-Sol, la cui localizzazione è già stata individuata dal Ministro.
Sia in Commissione come ancora questa mattina, si continua a far finta che sia possibile compiere un atto formale che approva un iter, che dura ormai da molti anni, e che giungerebbe a compimento con questa operazione e contemporaneamente a non accettare le questioni centrali, i pilastri portanti su cui il piano di risanamento si regge. La condizione che l'ACNA possa restare è, secondo il Ministro e la dirigenza ACNA, la realizzazione dell'impianto Re - Sol e la Regione Liguria, cui compete la localizzazione ha già deciso. Questa è la situazione reale! La discussione in Commissione sulle due deliberazioni è stata molto aspra, proprio perché noi abbiamo messo in evidenza che non era possibile optare per la deliberazione della Giunta e contemporaneamente avere l'arriere - pensée: "noi restiamo per l'ACNA chiusa". Con questo atto formale la vicenda si chiuderebbe, e sarebbe chiusa per quanto riguarda gli adempimenti che spettano alla Regione Piemonte. Da quel momento in poi la Regione Piemonte non potrà decidere più nulla: questo è l'ultimo momento in cui possiamo opporci al piano di risanamento! Per queste ragioni l'atmosfera in quest'aula è molto tesa; la battaglia che il nostro e gli altri Gruppi di opposizione intendono dare sarà molto dura, proprio perché siamo convinti che questa sia l'ultima occasione possibile, se usciamo con una decisione sbagliata da quest'aula, una battaglia di anni che per certi versi in alcuni momenti abbiamo condiviso tutti per ottenere un risultato molto chiaro, che era la chiusura dell'ACNA e avviare il processo di risanamento della Valle Bormida, sarà una battaglia persa.
In Commissione, a seguito di queste nostre osservazioni, la maggioranza ha deciso di accettarne una parte che pero, a nostro avviso, è totalmente insufficiente, ed è quanto ha illustrato il collega Fiumara nella modifica alla deliberazione della Giunta che oggi è proposta di deliberazione del Consiglio, cioè la formulazione: "a condizione che venga ottenuta l'assoluta garanzia che l'impianto Re-Sol non venga costruito in Valle Bormida"; ciononostante delibera di approvare. E' evidente che questa è una contraddizione enorme, contraddizione che se portata fino agli estremi non consente al Presidente di firmare l'intesa. Più onesto sarebbe stato dire: "non la firmiamo" Questo è un escamotage per superare l'aula, per non dover assumere una posizione in aula e poi dire che non era possibile altrimenti e quindi si è firmato. Allora tanto vale dire: "noi non firmiamo se non vengono modificate le condizioni dell'accordo!". Che senso ha una deliberazione in cui si dice: "noi approviamo se cambiano le condizioni dell'accordo"? Bisogna dire: "noi non approviamo, si cambino le condizioni dell'accordo, poi approveremo".
Questo è un comportamento leale, altrimenti si rischia di saltare il momento dell'aula, perché si viene qui con poca chiarezza per potersi tenere le mani libere per decisioni ulteriori, che è la cosa che noi non vogliamo! Noi vogliamo che si sappia con chiarezza che cosa il Presidente è autorizzato a fare o non fare.
Ma non è questa la sola ragione per cui abbiamo presentato una deliberazione che intende respingere il piano per il disinquinamento e la bonifica della Valle Bormida. Noi riteniamo che quel piano sia un documento totalmente insufficiente, di pessima qualità, che non modifica in maniera sostanziale il precedente documento che questa Regione, peraltro, aveva deliberato di non accettare (precedente documento inteso come piano di risanamento della Valle Bormida). Le modifiche apportate sono formali, sono stati tolti, ad esempio, i finanziamenti di amenità di vario tipo, sono state per verità un po' nascoste, per cui non si sa bene come verranno usati i soldi e si lascia la libertà di utilizzarli come si vuole: dei soldi di cui si parla in quel documento non si capisce assolutamente nulla.
Per un'analisi più approfondita vi rinvio al nostro documento che è molto articolato.
Quel piano, intanto, dichiara che l'ACNA può essere resa compatibile con la Valle Bormida; qualcuno in aula varie volte ha detto che non lo è non lo può approvare anche a condizione che non si faccia il Re - Sol perché in questo documento si dice che l'ACNA può essere resa compatibile con la Valle.
Il secondo motivo per cui questo documento non è accettabile è il fatto che si considera necessaria la costruzione del Re-Sol e allora non si capisce come si può dire: "Siamo d'accordo ed esprimiamo il parere favorevole, ma diciamo che non si deve fare". Basta dire che il documento non va bene, che non è accettabile! E' molto più chiaro. Dico che sono d'accordo, ma invece non sono d'accordo: ma cosa vuol dire? Ma perché non si può parlare una volta per tutte chiaramente e dire che non sono d'accordo perché il documento dice cose che non condivido, che non vanno bene sulla base dei miei pareri tecnici? Io vorrei che la Giunta ogni tanto leggesse i documenti che ci trasmette, perché abbiamo ricevuto un parere tecnico che evidentemente è dei propri esperti, che dice cose terribili di questo piano, ma nella deliberazione che ci viene proposta alcune di queste critiche sono state riprese in maniera edulcorata, delle altre non si fa più cenno e si dice infine che si può approvare. Queste critiche vanno nel merito di quel documento e ci fanno ritenere che se anche quel documento dicesse che l'ACNA non può restare aperta e va chiusa, comunque per essere un buon piano di risanamento della Valle Bormida dovrebbe essere riscritto perché è un documento che non individua nulla: sono state messe insieme alcune cose, sono state fatte delle analisi e quando si parla dei problemi di inquinamento della Valle sembra quasi che questi derivino sostanzialmente dalle fognature civili e non si fa riferimento alcuno alle altre aziende inquinanti presenti nella Valle. L'elenco di queste aziende è depositato presso il Ministero dell'Ambiente ai sensi della legge Seveso in molte di quelle aziende sono avvenuti incidenti rilevanti, si tratta di aziende sottoposte alla normativa sui rischi industriali, ma non vengono analizzate da quel punto di vista. In sostanza, manca tutta la parte relativa al risanamento vero e proprio, mentre si fa una generica individuazione di finanziamenti che peraltro - non è un caso, deriva dalla carenza del piano - sono quasi tutti (tranne 33,6 miliardi) riconducibili ad altre leggi e che sarebbero mobilitabili in favore della Valle Bormida (piano di risanamento approvato o meno) purché ci sia la disponibilità da parte del Ministro dell'Ambiente ad attivare finanziamenti sulle diverse leggi. Questo dimostra che quel documento non è un piano, bensì un assemblaggio di finanziamenti possibili su diverse leggi. Non è un piano che affronta nel merito la questione della bonifica. Ho ricordato in Commissione che queste aree ad elevato rischio ambientale sono state dichiarate tali perché rappresentavano in qualche modo dei casi patologici dei casi esemplari di situazioni in cui si erano accumulati nel corso degli anni (in questo caso gli anni sono cento!) delle condizioni di degrado ambientale di un'area molto rilevanti e quindi occorreva individuare delle soluzioni tecnologicamente avanzate che non fossero la pura depurazione per bonificare queste aree. Queste soluzioni avrebbero rappresentato anche un modello per intervenire sulla bonifica in generale delle situazioni di degrado di questo tipo che esistono in Italia, in particolare legate all'industria chimica. Quasi tutte le zone da bonificare del nostro Paese sono inquinate, in genere, da rifiuti insediati e nascosti sotto gli stabilimenti dell'industria chimica, in particolare, dato che è stata l'azienda dominante e lo è ancora nel nostro Paese, la Montedison. In pratica, tutti gli stabilimenti Montedison sono aree da bonificare.
Questo doveva essere il senso del piano e non tanto quello di indicare le aree da bonificare, perché bastava andarlo a chiedere alla popolazione della Valle. Che bisogno c'era, allora, di fare un piano? Un piano serio avrebbe dovuto dire con che metodi è possibile bonificare realmente un'area senza fare semplicemente un tombamento di discarica o prendere i rifiuti per portarli da un'altra parte, o, peggio che peggio, infilarli in un inceneritore.
Gli inceneritori quando non siano degli apparecchi che servono per bruciare del combustibile, ma del combustibile già selezionato in partenza sono essenzialmente due cose: o degli apparecchi per sottrarre l'acqua ai rifiuti (se sono fatti molto bene non esce nulla in aria, si sottrae solo l'acqua ed è appena ovvio, perché tutto ciò che è contenuto nei rifiuti salvo l'acqua, resta dentro le ceneri), altrimenti sono degli strumenti per disperdere un inquinamento solido e liquido in atmosfera, ed è questa la ragione massima della preoccupazione, perché a fronte di rifiuti di cui solo una parte costituisce il Re-Sol, cioè i solfati da recuperare, la parte restante è costituita da rifiuti tossici da eliminare nell'inceneritore. Di fronte alla possibilità di immetterli in un inceneritore c'è la legittima preoccupazione che la bonifica diventi semplicemente una dispersione in atmosfera. Il trasferimento degli inquinanti dall'aria all'acqua, dall'acqua al suolo, dal suolo di nuovo all'aria e avanti così, è uno dei modi noti di eliminazione dei rifiuti, in Italia in particolare. E' molto grave, quindi, che il piano sia stato fatto in questo modo ed è anche per questa ragione che non avrebbe senso dire: "Noi approviamo il piano a condizione che non venga realizzato il Re-Sol" perché quel piano non è da approvare. E' da rigettare dicendo: "Questa sperimentazione è stata, infelice; chiudiamo quindi questa partita e facciamo un altro piano", piano che però dovrebbe affrontare davvero la questione del risanamento, e a fianco fare un altro piano che affronti invece la questione del rilancio economico, sociale e produttivo della Valle.
Se la deliberazione dicesse questo, cioè rigettasse quel piano e chiedesse di farne un altro precisando che le condizioni accettabili sono queste due, si potrebbe dire che basta la chiusura, ma questa non basta perché non si sa mai, magari si chiude e si fa lo stesso il Re-Sol, allora le due cose devono essere dette entrambe.
Signor Presidente, noi di questo documento abbiamo continuato a non parlarne mai. Si corre quindi il rischio che, a forza di dire: "Dobbiamo solo chiudere l'ACNA", non si possa entrare neanche una volta nel merito di questo documento, anche soltanto per dire che non era accettabile e che se il problema era quello di distribuire un po' di soldi si poteva fare senza questa incredibile montatura. Se il problema era invece una seria analisi della situazione e un serio progetto di bonifica bisognava fare un piano diverso e non incenerimento di inquinanti o intombamento di discariche: quella non è la bonifica! I problemi reali connessi alla bonifica sappiamo tutti che sono difficilissimi. E' per questo che si interveniva con progetti sperimentali e non con dei semplici affidamenti a qualche società smaltitrice di rifiuti, perché per fare i depuratori era sufficiente dare degli incarichi invece di perdere tutto questo tempo.
Considerato, quindi, che si tratta di un piano in sé inaccettabile, e soprattutto perché non parte dalla condizione prima del risanamento, ma addirittura rischia di peggiorare la situazione attuale della valle riteniamo che la corretta formulazione della deliberazione debba essere quella che proponiamo noi. A partire da quel piano di risanamento individuiamo come il piano non rimuova le improvvisazioni e le deficienze contenute nel precedente elaborato; come il piano parta dal presupposto che l'ACNA debba continuare la propria attività e che allo stabilimento debba venire aggiunto l'impianto Re-Sol, aumentando quindi l'impatto ambientale e non diminuendolo; prendiamo atto che per di più il piano non risponde alle esigenze finanziarie, esigenze finanziarie che solo per 33 miliardi riguardano il piano (sono stanziate nel piano triennale del Ministero dell'Ambiente come fondi per il piano di risanamento e bonifica), tutte le altre derivano da altre leggi e sono quindi attivabili comunque, per cui non c'è bisogno di approvare il piano per chiedere quei fondi su altre leggi - questo una volta tanto ce lo dobbiamo dire! - anche se noi non lo approviamo, domani l'Assessore, se vuole, può chiedere, sui diversi fondi relativi alla Valle Bormida, quei soldi! Rilevato, infine, che l'elaborazione del piano, anche nella nuova versione, non ha tenuto in alcun modo conto delle richieste avanzate dalla Valle e di tutta l'elaborazione, che è stata completamente dimenticata effettuata per il piano di risanamento e per il piano di rilancio dell'economia della Valle da parte della popolazione della valle stessa noi vi chiediamo di rinunciare alla vostra deliberazione - lo chiediamo almeno a una parte, ai Consiglieri più responsabili della maggioranza - e di approvare una deliberazione che dica: "delibera di non approvare il piano di disinquinamento e di bonifica della Valle Bormida" Questo, a nostro avviso, è uno strumento forte per andare nuovamente a trattare con il Ministero e non un documento che sostanzialmente dice: "Il piano più o meno ci va, non è un granché, ma fatte due o tre modifiche pu andare, l'ACNA ci va bene che rimanga, però non vorremmo il Re-Sol in Valle Bormida". Se qualcuno pensa che questa sia una posizione forte, sulla quale andare a trattare in condizioni difficilissime, perché le decisioni sono maturate, il Ministero le sue decisioni le ha già prese, se pensate che questo dia una qualche forza alla Regione Piemonte, io non so davvero che cosa pensiate di poter ottenere! Noi vi chiediamo di ritirare; io credo che l'Assessore farebbe molto bene a ritirare questa deliberazione, altrimenti ci ritroveremo, penso fra non molto tempo, purtroppo, a constatare che non è servito a nulla fare un distinguo, che di fatto il piano è andato avanti così, con l'ACNA aperta e con il Re-Sol, e l'Assessore si troverà poco tempo dopo probabilmente di fronte a una chiusura determinata da nuovi e gravissimi fatti di incidenti avvenuti nella Valle, oppure addirittura all'estrema beffa che una volta mantenuta l'ACNA aperta e fatto l'impianto Re-Sol si chiuda l'ACNA e resti l'impianto Re-Sol come residuo produttivo per le attività di risanamento e di rilancio economico della Valle.



PRESIDENTE

Sulla relazione del Consigliere Mercedes Bresso è aperta la discussione.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Zanoletti; ne ha facoltà.



ZANOLETTI Tomaso

Signor Presidente, signor Presidente della Giunta, signor Assessore e colleghi, dobbiamo essere tutti pienamente consapevoli che questo, nella storia lunga e difficile dell'ACNA e della Valle Bormida, è un momento cruciale e che forse può essere davvero l'ultima occasione perché venga espressa in maniera forte e soprattutto efficace la posizione del Piemonte.
Noi dobbiamo esprimere le nostre valutazioni sul piano di bonifica e di disinquinamento, che è un elemento essenziale per l'iter del procedimento e dello strumento.
Questo piano è nato male, in modo affrettato, tanto criticato, ma comunque ha costituito e costituisce tuttora per molti una grossa tentazione. Il piano alletta per una serie di motivi pesanti, concreti: centinaia e centinaia di miliardi che possono venire stanziati per una zona che di soldi non ne ha visti praticamente mai; ma alletta anche per un motivo forse più sottile, alletta la nostra intelligenza, è un'ipotesi per conciliare lo sviluppo industriale con il rispetto dell'ambiente, dunque un salto di qualità rispetto al passato.
Tale piano è stato corretto ed emendato dalla Giunta. Lo è stato in quegli aspetti più fantasiosi e goffi - passatemi il termine - lo è stato soprattutto in quegli aspetti che chiedevano e pretendevano garanzie che l'inquinamento cessasse.
La II Commissione, a maggioranza, ha fatto proprie queste osservazioni ponendo come condizione pregiudiziale e chiarissima il problema del Re-Sol.
Il nostro no al Re-Sol è sempre stato chiaro e lo è tuttora. Anzi, gli ultimi fatti, cioè la circostanza che il Ministro Ruffolo e il Direttore dell'ACNA, in occasione del sopralluogo allo stabilimento, abbiano finalmente chiamato il Re-Sol con il suo nome "inceneritore"; i risultati dell'intelligente sondaggio che è stato fatto dalla Comunità montana Alta Langa tra gli abitanti di Cengio; il numero di anni necessari perché venga smaltita la quantità di rifiuti accumulati soltanto in questi ultimi tempi sono tutti elementi che non fanno che confermare questa nostra precisa convinzione.
La vittoria sul Re-Sol è sempre stata da noi considerata la condizione per la vittoria definitiva nella guerra all'ACNA. E ancora, il fatto che a precisa domanda, nella visita di venerdì, il Direttore dell'ACNA abbia detto che il Re-Sol è una condizione indispensabile perla sopravvivenza dell'azienda, ed il fatto che più andiamo avanti non possiamo che trovare conferma sull'opinione che questo Re-Sol non lo vuole nessuno e che non potrà essere collocato assolutamente da nessun'altra parte, non fanno che dirci che avevamo ragione.
E' dunque per questi motivi e con questo spirito che in II Commissione si è deciso a maggioranza di approvare le osservazioni della Giunta sul piano, mettendo - ripeto - come condizione pregiudiziale e chiarissima l'assoluta garanzia che Il Re-Sol venga costruito al di fuori della Valla Bormida.
Colleghi, qui noi ci troviamo in una condizione anomala ed eccezionale anche per quanto riguarda i rapporti fra i soggetti e le istituzioni interessati a questa vicenda.
C'è un potere economico chiaro, forte, che si fa sentire! C'è uri azienda che fa le cose che avrebbe dovuto fare da decenni solo se tirata per i capelli e che annaspa e non fa mai tutte le cose che sono state prescritte obbligatoriamente! C'è una Regione Liguria che disattende gli impegni che si è presa solennemente assumendo decisioni, senza tenere conto della volontà e degli interessi della Regione Piemonte, violando anche qui un preciso dettato legislativo! C'è un Ministro che aveva fatto le sue scelte, prima ancora che venissero effettuate le verifiche di impatto ambientale così come sono poi avvenute parzialmente e con un marchingegno, su un problema che non è quello vero, perché questo - lo ripetiamo - è un inceneritore.
Dunque, un comportamento fiducioso della Regione Piemonte sarebbe un comportamento , perdente. Dobbiamo stare attenti, anzi, più che attenti dobbiamo essere prudenti, anzi, più che prudenti; dobbiamo diffidare. La storia e le vicende ultime di questi mesi danno a noi il dovere di essere diffidenti, mentre non danno a nessuno dei nostri interlocutori il diritto di essere credibili e di chiederci fiducia.
Dunque, cosa dobbiamo fare? Dobbiamo dire un no esplicito al piano di risanamento! La Regione Piemonte non dia la sua approvazione fino a che non ha ottenuto la garanzia assoluta che cessino le fonti di inquinamento, cioè l'ACNA ed evidentemente il Re-Sol, perché più riflettiamo sugli elementi di questa vicenda, più la conclusione obbligata è quella che dico oggi e che ho l'onore di esprimere a nome del Gruppo DC.
Ancora una volta cito la visita effettuata opportunamente l'altro giorno da parte della Presidenza della Commissione e dei Consiglieri di questa assemblea. Ci è stato detto che solo il 15% della produzione serve al mercato italiano e il restante 85% viene esportato in Paesi altamente industrializzati, mi pare quindi evidente la conclusione che la produzione dell'ACNA non sia altamente significativa per il mercato; lo sarà, sì, per l'azienda, ma non per il sistema Italia. Inoltre, se certi Paesi che potrebbero fare, ma non fanno, queste produzioni devono importarle dall'Italia, ci saranno pure dei motivi, così come - abbiate pazienza, ma esprimo in questo caso un giudizio totalmente personale - era evidente una impressione di disordine e di desolazione in quel sito che ci fa formulare tristi pensieri su quale fosse la condizione di lavoro nei decenni passati in quello stabilimento e di come potrà essere ancora la nostra fiducia o sfiducia verso questa azienda per il futuro.
Ma anche se respingiamo il piano, colleghi, non per questo non dobbiamo chiedere, anzi pretendere, finanziamenti per la bonifica e per lo sviluppo economico della Valle Bormida perché anche per questa valle valgono le leggi dello Stato. Forse in Valle Bormida non devono essere fatti riprendo un argomento sollevato giustamente dal, la collega Bresso - gli acquedotti e gli impianti di depurazione che vengono realizzati in altre parti del Paese? Non è forse vero che la Valle Bormida ha acquisito un grosso credito verso la comunità nazionale per aver sopportato uno sviluppo cosi distorto dal punto di vista industriale? Condizionare, quindi, i finanziamenti alla presenza dell'ACNA o peggio ancora alla costruzione del Re-Sol non è solo una contraddizione oggettiva, bensì un ricatto che le nostre coscienze di amministratori non possono accettare! Credo peraltro che dobbiamo fare qualcosa di più, qualcosa che non siamo ancora riusciti a fare. Dobbiamo abbandonare ogni incertezza, ogni dubbio con l'atteggiamento che ci ha visti in difesa, quasi timorosi di condurre una battaglia così importante e significativa. Dobbiamo cessare di agire in ordine sparso sprecando tante energie e tanta intelligenza dobbiamo unirci in uno sforzo convinto e corale! Il Piemonte si metta d'accordo, faccia uno sforzo a livello politico e tecnico ed elabori un progetto di sviluppo per la Valle Bormida che non sia astratto, che lasci perdere illusioni arcadiche, ma che, basandosi essenzialmente sul turismo e sull'insediamento di attività imprenditoriali alternative, dia una risposta immediata e concreta ai bisogni dell'occupazione della Valle Bormida.



(Applausi da parte del pubblico)



ZANOLETTI Tomaso

Su questo punto chiediamo finanziamenti, che potrebbero anche essere inferiori a quelli previsti dal piano, se usati con intelligenza, per arrivare a questa condizione, nell'interesse non solo della Valle Bormida ma anche del Piemonte e addirittura dei liguri che in questa situazione hanno un comportamento miope.
Facciamo una scommessa sul nostro futuro e questo momento, che è cruciale, non sia solo un momento di verità, rispettando le volontà espresse dalla comunità e dai Sindaci e in coerenza con le decisioni che questa assemblea ha già assunto, ma sia anche un momento di intelligenza e di coraggio per tentare di riscattare i nostri ritardi e le nostre omissioni. Facciamo di questo impegno un elemento qualificante della V legislatura del Consiglio regionale!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Staglianò.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Signor Presidente, devo dire che dopo l'intervento della collega Bresso e di quello così appassionato e convincente del collega Zanoletti, chi come me, come noi Verdi, si è battuto in questi anni per portare tali argomenti al più ampio consenso possibile si potrebbe fermare anche qui per registrare i passi avanti che andiamo facendo e di cui dobbiamo trarre le conseguenze.
Devo confessare che svolgo questo intervento con uno spirito diverso da quello con cui ero entrato stamane in aula perché personalmente non sono capace di fare politica senza legare la mente e il cuore ad alcuni episodi che sono capitati stamane mentre discutevamo di altro, episodi che mi hanno profondamente amareggiato. Tutti noi abbiamo il dovere di mettere le carte in tavola e quella che stiamo facendo oggi è l'operazione verità, forse senza ritorno, in un senso o nell'altro.
E' stato già detto, lo abbiamo fatto noi e la collega Bresso che mi ha preceduto, che ci troviamo di fronte ad un piano di risanamento che aspetta da più di tre anni. Abbiamo già detto che questo è un piano fotocopia, che abbiamo già respinto una volta, e non si capisce perché dovremmo ritornare su questi argomenti. Ripetiamo che i presupposti da cui partono le iniziative al riguardo sono sbagliati perché il risanamento è possibile solo chiudendo i rubinetti del veleno.
Nel merito di un approccio alternativo per uno sviluppo finalmente diverso di questa nostra comunità, si diffonderà dopo, ancora per il nostro Gruppo, la collega Segre.
Voglio aggiungere a quanto ha finito di dire or ora il collega Zanoletti che ci troviamo di fronte, fra l'altro - qui dobbiamo dirci le cose con lealtà - ad inadempienze della Giunta regionale in ordine ad un impegno che la precedente Giunta (formatasi però con la stessa maggioranza) aveva preso, laddove il Consiglio aveva dato mandato alla Giunta regionale di predisporre, con l'ausilio dell'IRES, un piano di sviluppo specifico per la Valle Bormida che drenasse tutte le risorse che oggi le leggi dello Stato e della Regione mettono a disposizione per mirare diversamente la costruzione di un benessere diverso.
Le cose continuano ad andare male per quanto riguarda la situazione ambientale in Valle Bormida, perché quelli che dovevano essere i muri di contenimento del veleno, l'abbiamo visto nelle settimane passate, non contengono un bel niente! Voglio prevenire un argomento che l'Assessore Garino ha già usato e che presumo vorrà usare anche in futuro, laddove dice che i muri perdono perché non è ancora stata effettuata la saldatura fra le congiunzioni. Dobbiamo ricordare che uno o due anni fa ci fu detto che i muri non potevano essere saldati per un semplice problema idraulico; se crescesse oltre misura la pressione dei liquidi si rischierebbe addirittura di far saltare il tutto. Pertanto, dobbiamo cercare di recuperare un comportamento coerente.
Le cose vanno male e la riprova è stata la visita che abbiamo effettuato venerdì scorso. Oggi ho portato in aula due bottiglie. Lei sa signor Presidente, dove sono state prese, non c'è trucco, non c'è inganno è il prelievo effettuato personalmente dal Presidente della Commissione ambiente, Fiumara, laddove è stata individuata la perdita del percolato.
Proprio in quel punto il collega Fiumara, che ha effettuato l'operazione sotto l'occhio vigile ed attento del Presidente del Consiglio e dell'Assessore Garino, con la presenza dei tecnici di fiducia della Giunta e dell'Hydrodata, ha prelevato questo liquido scuro che, ad un esame dei tecnici dell'Hydrodata, risulta avere una conducibilità di 5.300 (la conducibilità è l'indice di salinità legato alla presenza di solfati e cloruri nei liquidi).
Il collega Fiumara, a distanza di 50 centimetri dal luogo in cui ha prelevato il liquido scuro, ha prelevato questo liquido chiaro che ha una conducibilità di 1.500 per quanto riguarda la presenza di solfati e cloruri; nel letto del fiume la conducibilità media è 370. In questo liquido la conducibilità è quasi venti volte superiore a quella normale.
Questa è la realtà concreta, caro Rossa, un po' diversa dal luccichio di lampadine, luci e lucette, da cui ho avuto l'impressione tu ti sia fatto abbagliare venerdì durante il sopralluogo, perché in realtà la situazione non è risolvibile se non ci si decide finalmente a mettere in sicurezza il sito, ad individuare una zona in cui il percolato possa essere fermato ed avviare tutte le soluzioni alternative che consentano di cambiare strada.
La riprova sono le due bottiglie che ho portato oggi in aula, ma è anche la lettera che l'Assessorato all'ambiente sta distribuendo (che riporta i dati del monitoraggio ambientale della Valle Bormida con gli strumenti che sono stati approntati) in cui è scritto che proprio nel mese di marzo i valori di concentrazione di inquinanti sono diminuiti in quanto la pioggia li ha diluiti, mentre invece i valori di carico inquinante sono notevolmente elevati.
Come se non bastasse, c'è anche il grafico che dà una rappresentazione plastica di come, chiudendo lo scarico dell'ACNA, si ha un abbattimento di un terzo della conducibilità dell'acqua; riaprendo il rubinetto, invece c'è una crescita verticale di questi livelli. Queste sono le conferme che indicano che le cose vanno male.
Il collega Zanoletti con grande forza ha appena finito di dire che dobbiamo ricordare come i dirigenti dell'ACNA, con molta cortesia e anche con qualche sofferenza percepibile in alcuni di loro, durante l'incontro di venerdì, hanno detto che il Re-Sol è essenziale per la vita dell'azienda.
E' corre ammettere che questo organismo per continuare a vivere ha bisogno di un rene artificiale per depurare il proprio sangue, dimenticando che è il midollo osseo di questa azienda che è irreversibilmente compromesso, che un rene artificiale avrebbe degli effetti di aggravamento delle emissioni inquinanti, come hanno detto i colleghi Bresso, Zanoletti e Majorino.
Per carpire il consenso (senza successo) delle comunità locali si sono sventolati 1.242 miliardi, tacendo - lo voglio risottolineare perch nessuno di noi può accettare che si faccia politica in un modo che diventa truffaldino alla fine dei conti - che solo il 2,70% del totale dei 1.242 miliardi è attivato in senso stretto dal piano di risanamento; tutto il resto sono leggi e strumenti che abbiamo già a disposizione per poter avviare finalmente una nuova stagione per la Valle Bormida.
Signor Presidente, alcuni di noi, tornando dalla visita di venerdì a Cengio, si sono domandati perché si insiste tanto nel voler mantenere in vita quell'azienda e nel voler costruire il Re-Sol. 1 dirigenti dell'ACNA dicono che l'azienda è pronta a spendere 60 - 65 miliardi per la costruzione del Re-Sol e 5 miliardi all'anno per i costi di esercizio; ci hanno inoltre ricordato che il fatturato annuo dell'azienda supera appena i 100 miliardi. Perché si insiste tanto? Le risposte possono essere due entrambe inaccettabili; o si vuole predisporre qualche forma di sperimentazione ulteriore sulla pelle della Valle Bormida, per quanto concerne le tecniche di smaltimento dei rifiuti tossico-nocivi, oppure le produzioni dell'ACNA hanno qualche valore strategico, per quanto questo termine può significare in gergo militare.
Vorrei ricordare per l'ennesima volta che vengono presentate al Parlamento interrogazioni a ripetizione da parte dei parlamentari Verdi e di altri Gruppi politici, ma che non hanno mai ricevuto risposta dai Ministeri competenti. Anche noi ci siamo permessi di formulare, nel gennaio scorso, un'interrogazione al Presidente della Giunta Brizio circa la presenza dei tecnici ACNA in Iraq l'estate scorsa. Quella interrogazione non ha ricevuto risposta alcuna né da parte del Presidente Brizio né da parte del Ministero che evidentemente sarà stato interpellato.
Vorrei ripetere come il dispositivo della deliberazione debba essere chiarissimo, senza equivoci. Quello che è uscito dalla Commissione la scorsa settimana si presta ad equivoci, se è vero, come è vero, che l'interpretazione data dal Capogruppo socialista Rossa sarebbe quella di ritenere comunque positivo il parere dato da parte della Regione al piano di risanamento, anche se il Re-Sol non venisse collocato al di là della Valle Bormida e che il collega Cavallera, al "Piccolo" di Alessandria il 9 4/1991, ha dovuto invece ribadire un concetto diametralmente opposto.
Il Gruppo Verde ha presentato un emendamento alla deliberazione che dice semplicemente di non approvare il piano di risanamento, ponendo come condizioni la chiusura dello stabilimento e la messa in sicurezza del sito per consentire la rinascita della Valle.
Pensiamo sia possibile realizzare, alla luce degli interventi appena ascoltati, un consenso largo su questi concetti, proprio perché dobbiamo uscire con grande chiarezza da questo confronto che è un punto di svolta rilevantissimo per il futuro di questa vicenda.
Concludo con due brevissime notazioni in relazione all'amarezza che ha avvolto molti di noi che, con convinzione e partecipazione emotiva, oltre che razionale, abbiamo seguito questa vicenda. La chiusura dell'ACNA di Cengio, la costruzione di un futuro pulito per la comunità sono atti di solidarietà nei confronti delle future generazioni e quindi è una battaglia contro ogni egoismo; l'egoismo del profitto, l'egoismo di chi vuole lucrare sulle disgrazie che un disgraziato modello di sviluppo produce.
Se questa è la natura vera della battaglia che è in corso, non posso accettare gli argomenti di chi cavalca, al di qua e al di là del confine (si chiami esso anche Lega Nord) posizioni opposte, dicendo che al di qua è con i piemontesi e al di là con i liguri, che notoriamente vogliono cose molto diverse.
Dobbiamo restare nel solco che abbiamo faticosamente tracciato la primavera scorsa con la proposta di legge rivolta al Parlamento e che - se non ho capito male - dovrebbe essere anche la posizione che ha espresso il Presidente della Giunta Brizio, integrando una risposta dell'Assessore Gavino, nel corso della scorsa seduta, in ordine ad una nostra interrogazione che chiedeva di vederci chiaro.
Queste sono le nostre posizioni. Pensiamo che tutti qui in Consiglio già oggi possiamo determinare una posizione inequivocabile per voltare finalmente pagina.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

Signor Presidente, mi pare sia stata utile la visita che abbiamo fatto il giorno 12 di questo mese allo stabilimento dell'ACNA, perché ci siamo resi conto dello stato di fatiscenza di quell'impianto che sembra il residuo di un bombardamento, più che una fabbrica, con qualche tasso di compatibilità con un moderno concetto di organizzazione di industria chimica. Quante volte in Commissione, in questa stessa aula, al Parlamento da parte degli amministratori e dell'Associazione per la Rinascita della Valle Bormida con fatica improba si è cercato di convincere che quell'azienda, in quelle condizioni, con quei pregressi, con quel management e con quel tipo di prospettiva non può essere altro che il tentativo di un lungo sfruttamento di una condizione che è incompatibile con l'ambiente, ma che, dopo la visita, si può dire incompatibile anche con il concetto di impresa: case abbandonate (e si potrebbe chiedere perché non le fanno abitare, magari da qualche personaggio con responsabilità nell'ACNA), impianti con i vetri rotti, situazioni di abbandono, apparecchi di rilevamento e di monitoraggio affrettati, versamento di inquinanti nel fiume, dichiarazioni degli stessi dirigenti circa la non certezza che gli impianti finora realizzati non disperdano più dei liquidi. La certezza si potrebbe avere soltanto per quegli impianti che si costruiranno d'ora in avanti e la testimonianza inequivocabile deriva dal versamento del liquido inquinante direttamente nel Bormida; secondo un'affermazione dei dirigenti quel liquido può pervenire dall'interno dello stabilimento, ma anche dall'esterno, il che conferma la necessità di rimuovere quelle migliaia di metri cubi di materiale. Di fronte a tutto questo, l'atteggiamento istituzionale ha continuato a prendere atto e ad esercitare una funzione coerente all'intenzione di rinviare l'operazione di smantellamento, e questo per due motivi: o per individuare procedure chimiche diverse, che adesso non ci sono ancora (vedi ciclo chiuso), oppure per sfiancare la lotta.
Due considerazioni. Questa lotta è andata avanti per decenni e in questi ultimi due o tre anni ha realizzato una condizione di identità della Valle nell'esercizio e nella percezione dei suoi diritti. Se è vero ciò che oggi ha detto il collega Zanoletti, se Zanoletti conferma di aver parlato a nome della DC, se la DC si rende coerente rispetto a questo impegno possiamo dire di concludere vittoriosamente una battaglia di civiltà per il Piemonte, per la Valle Bormida, per se stessa e per il rapporto che deve esistere tra la vita della gente e le condizioni nelle quali la vita si esercita. La posizione del collega Zanoletti, che condivido perché nasce da una sensibilità naturale ed ovvia in chi vive e conosce direttamente la fisionomia, la fisiologia e la consistenza politica e sociale del problema è quella di votare contro il piano di risanamento. Noi chiediamo che questa decisione si consolidi con il voto di oggi perché sarebbe inconcepibile signori della Giunta, se, per le divisioni, che mi risulta ancora esistere nella maggioranza, sulle modalità (d'altra parte siamo coscienti che è uno degli elementi che ha causato il rinvio), dovessimo trovarci di fronte ad un nuovo rinvio. Adesso abbiamo tutti gli elementi che documentano come gli incidenti non siano affatto diminuiti (scoppio di serbatoi, ulteriori incidenti che hanno provocato danni, per fortuna non mortali, ma questo probabilmente è dovuto alla sorte).
Tutto ciò che è stato portato sotto il profilo dell'attività del monitoraggio sono elementi costantemente contraddetti dalla consistente indiscutibile realtà del fiume, che rimane vistosamente inquinato, e dalla condizione della fabbrica; i dirigenti, che abbiamo conosciuto la settimana scorsa, dicono che quella fabbrica può funzionare soltanto con il Re-Sol.
Tutti i dirigenti, tra l'altro, si sono dichiarati nuovi nell'ambiente, e noi auguriamo loro buon lavoro, alcuni sono anche qui presenti. Bisogna anche ricordare che molti di essi sono nuovi in quanto l'azienda li fa ruotare, anche perché spesso vengono condannati per reati di inquinamento.
Non possiamo continuare con quell'elemento di insufficiente assunzione di responsabilità che consiste nel dire: "siamo d'accordo conché si faccia questo o quell'altro". E' dimostrato che i "conché" non servono a niente che il superiore organismo ministeriale prende la parte del consenso prescinde dalla condizione posta e va avanti in un'operazione che gioca tutta a favore dell'ACNA e contro l'operazione di rimozione della medesima.
La deliberazione presentata dalla Giunta non fa altro che ripetere questa tortuosità; mentre la proposta di deliberazione presentata dal nostro Gruppo è estremamente semplice e chiara. Dice semplicemente: "Il Consiglio regionale delibera di non approvare il piano di disinquinamento e di bonifica, della Valle Bormida, come risulta dagli elaborati presentati alla Regione dal Ministero dell'Ambiente". Sarà poi il Ministero dell'Ambiente a riproporre le questioni in altri termini. Sono noti gli elementi a causa dei quali quel piano non è assolutamente compatibile, anzi, è un piano che creerebbe uno sviluppo ulteriore della industrializzazione inquinante e trasformerebbe il territorio della Valle Bormida in un groviglio inestricabile. Allora, diventerebbe poco credibile anche la dichiarazione di rischio ambientale, che in questo caso servirebbe per investimenti di altro tipo e non per operare il disinquinamento.
L'associazione dei produttori del moscato aveva preannunciato un telegramma con riferimento all'ipotesi del depuratore alla cui attivazione conseguirebbe un declassamento generalizzato della produzione viticola che insiste nel territorio delle Langhe è un danno irreparabile ed irreversibile per l'economia piemontese. Altro che parlare di trasformazione in senso qualitativo della produzione agricola! Potrei chiedere che fine ha fatto la richiesta dei danni all'agricoltura dell'estate scorsa. E' un ripetersi di situazioni che testimonia che, fin quando rimane in piedi la situazione contro la quale si sta combattendo, l'inquinamento permane a tassi ondulanti in una situazione che rende automatico il fattore inquinante rispetto all'esistenza del sito così utilizzato. Da un piano di disinquinamento dovrebbe derivare innanzitutto la rimozione del fattore inquinante, la riconversione occupazionale e - sono d'accordo con il collega Zanoletti - lo studio di un modello di sviluppo per la Valle Bormida, che ha grande vocazione agricola turistica, che ha delle potenzialità paesaggistiche e che sarebbe in grado di ridiventare la migliore delle valli nell'area che attraversa l'Appennino e che collega il Piemonte alla Liguria; molti ricordano che li il dolcetto era più dolce, li c'erano le primizie perché la valle ha caratteristiche montane e un clima mediterraneo.
La richiesta che si potrebbe fare a questo punto, a nome delle forze politiche, delle popolazioni, che hanno portato avanti questa battaglia anche di una certa parte della maggioranza (che si è trovata di fronte a pesanti contraddizioni, si pensi alla proposta votata all'unanimità dal Consiglio regionale per una legge nazionale di chiusura del Bormida e alla proposta contraddittoria del piano di risanamento che invece ricomprende il mantenimento della fabbrica nella Valle Bormida) è quella di concludere sulla base dell'ipotesi formulata a nome della Democrazia Cristiana dal Consigliere Zanoletti, con un voto contrario sulla deliberazione adottata dalla Giunta ed approvata dalla Commissione. Si compirebbe così un gesto politicamente significativo.
Signor Presidente, non sarebbe accettabile, da parte nostra e da parte della gente che ha condotto una lunga battaglia, un escamotage che consentisse il rinvio di una decisione. Gli elementi oggettivi e gli elementi politici ci sono tutti. Un elemento etico che viene sollecitato in questo Consiglio regionale deve essere messo in campo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Porcellana.



PORCELLANA Francesco

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, sono lieto che il Consigliere Igor Staglianò sia stato oggi fedele interprete di una frase che ebbi a dire un mese fa su questo argomento. Avevo parlato di fiume rosso e oggi è arrivata l'acqua rossa, quindi non si è esagerato allora, non si esagera oggi.



RIVALTA Luigi

Prima che lo dicesse il collega Porcellana un mese fa, nessuno sapeva che l'acqua era rossa?



PORCELLANA Francesco

Collega Rivalta, non amo la polemica, riprendo il mio discorso di un mese fa perché voglio continuare su quel filone e sull'esempio che ci ha fatto toccare con mano il collega Staglianò. Sono arrivato qui a settembre e prima di me, in venti anni di storia della Regione Piemonte, avranno parlato sicuramente altri colleghi in proposito. Tutto il mio rispetto e la mia deferenza per coloro che hanno fatto queste grandi battaglie sicuramente la tua forza politica e altri amici...



RIVALTA Luigi

Mi riferisco alla popolazione. Sono almeno cento anni che la gente sa che il fiume è rosso! Un po' di dignità!



PORCELLANA Francesco

Credo che si debba essere fedeli interpreti delle istanze della nostra gente, e per essere interpreti fedeli delle istanze della nostra gente bisogna aver ascoltato con molta attenzione le cose che hanno detto in questi anni gli amministratori dei Comuni e delle nostre Comunità montane gli abitanti che operano nella realtà della Valle Bormida.
Certamente la situazione nella Valle Bormida è drammatica. Lo hanno dimostrato le percentuali dei votanti nelle ultime elezioni regionali in quei seggi (dal 10 al 20% di presenza). Quindi, c'è disamore e grande amarezza nei confronti delle istituzioni. Per recuperare la fiducia della popolazione dobbiamo muoverci sul filone tracciato dal collega Zanoletti e dagli amici che prima sono intervenuti. Come ha detto l'amico e collega Rivalta, il problema dell'ACNA di Cengio ha una lunga storia, una storia di cento anni di battaglie, ma non si è ancora riusciti a decidere perch l'ACNA è più forte delle istituzioni. Il vero dramma è che questa azienda inquina la valle, i campi, i pozzi; in questa valle i prodotti della terra il moscato, il dolcetto, la carne, l'ortofrutta, vengono venduti con difficoltà a causa dell'ACNA di Cengio che avvelena la propria gente.
Allora, proprio per il rispetto che si deve alla gente e all'economia, agli agricoltori, ai commercianti, agli imprenditori, agli artigiani di quella zona, la Regione Piemonte deve fare quadrato attorno alla decisione abnorme della Regione Liguria che ha detto sì all'inceneritore Re-Sol. Abbiamo il dovere di essere attenti alle proposte del Governo nazionale e della Giunta regionale, ma non possiamo scambiare i pochi o tanti miliardi che il Governo nazionale mette a disposizione dei Comuni con i danni terribili che produrrebbero la continuazione della lavorazione dell'ACNA e dopo l'ACNA l'inceneritore Re-Sol. Questa gente che ha già difficoltà a muoversi per il problema delle strade, che ha difficoltà per i propri commerci e per la caratteristica del territorio collinare e di montagna, questa gente che tradizionalmente continua la propria attività con grande impegno deve dire no alla proposta che viene oggi esposta dalla Giunta regionale. Non perch siamo alla ricerca di quattro consensi, assolutamente non è per questo, ma perché questo è il problema di una valle che rischia di scomparire, di morire per l'acqua rossa che continua a scendere dall'ACNA di Cengio e per il futuro inceneritore Re-Sol.
Il giorno 10 aprile il Comitato di coordinamento degli enti locali della Valle Bormida, presieduto dall'ing. Tovo, Presidente della Provincia di Asti, al termine di un documento di tre paginette, dove si fa la cronistoria della difficile crisi della Valle Bormida, all'unanimità ha detto di essersi fermamente opposto alla costruzione nella Valle Bormida dell'inceneritore Re-Sol, autorizzato dalla Regione Liguria il 6/2/1991; ha chiesto l'immediata messa in sicurezza e la bonifica integrale del sito ACNA secondo la migliore tecnologia oggi esistente a livello internazionale; ha chiesto la chiusura dello stabilimento ACNA di Cengio in quanto incompatibile con l'effettivo risanamento del sito e della valle.
Queste sono le attese della gente che chiede solamente di poter vivere in un ambiente sano. Non possiamo lasciare ai nostri eredi, a coloro che verranno dopo di noi, una valle martoriata, accidentata, una valle piena di gente ammalata. Quella è una zona in cui le percentuali di cancro sono tra le più alte del Piemonte. Facciamo questa battaglia per difendere gli interessi della gente della Valle Bormida, proprio perché noi siamo i 60 rappresentanti eletti in Piemonte e proprio perché siamo interpreti fedeli della gente.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MONTABONE



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Goglio, ne ha facoltà.



GOGLIO Giuseppe

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, a nome del Gruppo socialdemocratico mi limiterò a poche considerazioni poiché da anni su questo tema la nostra posizione non ha mai avuto mutamenti più o meno contingenti, più o meno sollecitati dall'alto. Questa coerenza di comportamento ci fa ritenere che non vi siano fatti nuovi o diversi che possano indurci a cambiare la nostra opinione sulla sostanziale incompatibilità delle produzioni dell'ACNA, sulla scarsa affidabilità della dirigenza dello stabilimento, sulla grave preoccupazione per i rifiuti accumulati all'interno dello stabilimento con fuoriuscita di percolato dai muri di contenimento che sono tutt'altro che sicuri.
In siffatto quadro si colloca il nostro giudizio sul provvedimento all'esame del Consiglio regionale con almeno due premesse. Intanto, mi chiedo se ritiene questo Consiglio regionale di venir meno alla scelta fatta nella primavera del 1990, quando si approvò una proposta di legge al Parlamento che individuava un piano di bonifica ad ACNA chiusa.
Noi riteniamo che quello rimanga ancora un pronunciamento legislativo politico attuale e praticabile. Inoltre, considerate le crescenti preoccupazioni in valle, visti i recenti incidenti, valutato il comportamento di grande scorrettezza della Regione Liguria, non sarebbe auspicabile ed opportuno che la Giunta regionale proponesse almeno la sospensione dell'esame della propria proposta? Ciò consentirebbe di attendere il pronunciamento del TAR sulla deliberazione della Giunta regionale ligure e di capire se il Ministro Ruffolo, come ha dichiarato intende proporre alla Camera una modificazione della risoluzione contenente il divieto di installare l'impianto Re-Sol in Valle Bormida: "dare fuoco verde", si dice oggi. Il piano di risanamento appare un dono troppo grande fatto all'ACNA e alla Regione Liguria.
Anche i teorici dell'applicazione delle regole di mercato alla politica di questo Consiglio dovrebbero avere presente almeno la regola dello scambio, implicita nella nozione di dono.
Partendo da tali premesse, il Gruppo socialdemocratico conferma il proprio giudizio negativo sia sul piano delle procedure che sul piano dei contenuti. Sul piano procedurale ci pare del tutto intempestiva l'approvazione di questo documento. Ancora poche settimane fa abbiamo richiamato l'attenzione su gravi fatti quali: a) l'emissione di percolato nel Bormida confermando tutti i nostri dubbi sull'efficacia, sbandierata dall'ACNA e dal Ministero, delle barriere di contenimento b) l'incidente interno allo stabilimento a lungo taciuto e sottovalutato dalla dirigenza dello stabilimento stesso c) l'offesa istituzionale della Regione Liguria nei nostri confronti con la presa in giro di un incontro a decisioni assunte d) la localizzazione del Re-Sol in Valle Bormida in palese disprezzo delle decisioni parlamentari. Sono questioni di non poco conto, di forti gravità ancora aperte, quindi almeno un rinvio sul piano procedurale sarebbe auspicabile.
Le vicende accadute nel periodo pasquale ("la passione pasquale della Valle Bormida") con il presidio nella zona basso Piave, la corsa dei tecnici ministeriali che non hanno potuto negare che le cose proprio non vanno per il verso giusto, sono un'ulteriore pesante e grave conferma che non vi è rinascita nella Valle Bormida che possa essere compatibile con la presenza delle produzioni ACNA. Ci auguriamo che i molti politici regionali pronti a fare pellegrinaggio nell'area del presidio in quei giorni confermino qui il loro impegno contro il nostro piano di risanamento. Se passiamo all'esame dei contenuti del piano emerge ancora con rinnovata forza la nostra posizione contraria alla loro approvazione. Sono troppo note le nostre argomentazioni per riprenderle qui.
In breve sintesi, pero, non si può parlare di disinquinamento a stabilimento aperto, non si può parlare di sviluppo economico e sociale della Valle Bormida in presenza di produzioni ACNA, non si può accettare un piano che contempla la costruzione dell'impianto Re-Sol in Valle Bormida non si può accettare un piano che dà per scontate le affermazioni ACNA in merito alla completezza e alla validità degli interventi realizzati, specie per le opere di contenimento e per la pericolosità di alcuni cicli produttivi alla luce delle più recenti esperienze. Non si può accettare un piano che non ha indicazioni precise in ordine finanziario. Non esiste nel bilancio dello Stato un fondo certo nella competenza e nell'entità apparendo peraltro quasi un furto agli stanziamenti sottratti al piano triennale ambientale. Non si può accettare un piano che non considera che con la stessa entità di risorse si potrebbero trovare adeguate risposte sia ai problemi occupazionali derivanti dalla chiusura dello stabilimento sia a quelli di un vero rilancio e sviluppo della Valle Bormida basato su agricoltura, turismo, artigianato e sistema produttivo non inquinante. Le stesse risorse potrebbero essere un importante incentivo per la rilocalizzazione o nuove localizzazioni mirate, tali da smentire quanti si aggrappano allo spauracchio della disoccupazione.
Queste, per larga sintesi, sono le motivazioni che inducono il Gruppo socialdemocratico a ritenere intempestivo l'esame del provvedimento sul piano procedurale, così come è stato oggi formulato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente, colleghi, un breve intervento a nome del Gruppo comunista al quale ritengo di appartenere. Penso che sulla vicenda della Valle Bormida ci siano dei responsabili che debbano essere individuati con chiarezza. Ho partecipato al sopralluogo svolto venerdì scorso nello stabilimento ACNA di Cengio. Nella breve riunione che si è tenuta a Cortemilia, una cittadina ha svolto un brevissimo e sintetico intervento avvertendo la delegazione regionale che, a suo parere, non è possibile avviare risanamenti e sviluppo della valle con lo stabilimento dell'ACNA aperto. Successivamente siamo andati in visita allo stabilimento. Quali valutazioni aggiuntive può consentire una visita di un paio di ore allo stabilimento? Cercherò di esporre alcuni punti di vista e osservazioni in relazione a ciò che ho visto e sentito.
Lo stabilimento. Molte strutture edilizie, che una volta erano senz'altro dei pregevoli manufatti, sono in uno stato di tale pessima manutenzione da apparire cadenti, per certi versi persino in abbandono o inutilizzati, paiono dei capannoni di una fabbrica abbandonata da anni.
Percorrendo le strade, molte di queste sconnesse, guardando attraverso le scortecciate aperture per vedere se all'interno esistesse qualche attività cercando di capire cosa ci stesse a fare in quel luogo l'edificio giungevano dagli edifici segnali contraddittori. A volte non si vedeva nulla, a volte si vedevano cumuli di materiale incoerente a terra, a volte qualche rumore proveniente dall'interno, a volte si intravedeva qualche persona, e mi domandavo in che ambiente fosse costretta a lavorare. Poi lungo la strada, molte strutture tecnologiche in cattivo stato di manutenzione, fasci e fasci di tubazioni arrugginite, coibentate con mezzi di fortuna. Alcune fuoriuscite di vapore erano tamponate con stracci e tutte le condutture erano sorrette da tralicci arrugginiti. Da quanti anni nessun intervento serio di manutenzione è stato effettuato su quell'azienda? Senz'altro da troppi. In generale ho avuto l'impressione di una fabbrica in buona parte macilenta, con strutture usurate, consumate logorate. Ho percepito un diffuso senso di abbandono. Ho avuto l'impressione di una fabbrica che ha anche consumato se stessa, che ha sfruttato sino al limite di sopportazione le proprie strutture, come se si trattasse di approfittare di vecchie strutture finché si poteva e finch conveniva. Strutture probabilmente ammortizzate più volte nei bilanci aziendali e da spremere sino al limite di rottura.
La fabbrica ACNA ha sfruttato l'ambiente del Bormida per cent'anni scaricando in esso i veleni che produceva per aumentare i profitti, per produrre economicamente nelle condizioni di mercato, come direbbe qualcuno.
Sembra che da un certo punto in poi non si sia solo limitata allo sfruttamento dell'ambiente che la ospitava, ma abbia anche cominciato a sfruttare se stessa nella logica di giocare il tutto per tutto in termini di profitto, finché si sarebbe potuto farlo, sapendo di lavorare fuori dalle norme, sapendo di non poter continuare a produrre inquinamento nel modo solito di tutti questi decenni.
Ho avuto una pessima impressione, colleghi. Ho avuto una pessima impressione anche per le nuove, moderne e costose attrezzature inserite all'interno di uno stabilimento così abbandonato. Ho trovato stridenti questi insediamenti, questa sorta di tentativo di rianimazione, di riproposizione di un'attività produttiva in termini che oggi vogliamo scientificamente accettabili; sono però inserimenti in un corpo inquinante e inquinato ormai al di là di ogni ragionevole limite.
Ho visto, poi, lungo l'ansa del Bormida gigantesche vasche piene di liquido nero. E' un liquido che l'ACNA produce a 10 mc al secondo, un liquido nero depositato in grandi vasche, in grandi lagune, un liquido che rilascia dei riflessi rossastri e cristallizza sulle pareti in polvere bianca. Oggi in quelle vasche ci sono 250.000 mc di questo liquido. E' un volume pari a 2.500 stanze; liquido sospeso minacciosamente sul Bormida e queste vasche sono una minaccia per l'ambiente, sono una minaccia anche per l'ACNA, perché quelle vasche cesseranno la propria capienza tra un anno e mezzo Tra un anno e mezzo, quando saranno colme, cosa succederà? Certo, è pronta la soluzione: entrerà in funzione il Re-Sol. Questa è la soluzione che propongono. E se non ci sarà il Re-Sol? Si dovrà sospendere la produzione. Allora, perché non sospenderla ora? Ho visto poi sul greto del Bormida il rapporto concreto, materiale che l'ACNA ha con l'ambiente, un getto torrentizio d'acqua puzzolente e rossastro dentro l'acqua del Bormida, che peggiora a vista d'occhio l'acqua del fiume. Un getto torrentizio d'acqua forse meno puzzolente e rossastra del solito (questo forse nell'ambito del benvenuto alla delegazione regionale da parte dell'azienda che avrà ridotto in quelle ore la produzione). Ho visto lo spurgo, la deiezione chimica, in forma di cascata verso il mondo esterno, la liberazione da un peso, la soluzione di un problema economico per l'azienda attraverso l'avvelenamento dell'ambiente in ragione del profitto. E vicino a questo orifizio in cemento, pozzi di liquami scuri ed altamente inquinati da una percolazione che non può che venire da monte e che non può che essere inquinata da quella bomba sotterranea che in cento anni l'ACNA ha seppellito sotto le sue stesse fondamenta.
E in tutto questo ambiente ho sentito la puzza di fenoli ovunque, puzza nel vecchio stabilimento, ma anche nel nuovo, puzza accanto agli edifici abbandonati e alle nuove macchine di misure dei veleni; particelle solide di puzza ovunque, probabilmente anche sui prati, sui campi, sui prodotti ortofrutticoli.
E accanto a tutto questo ho sentito le spiegazioni dei vertici, dei dirigenti dell'azienda, di questi dirigenti che forse hanno nel contratto una clausola, non scritta, che prevede per loro la soluzione di tutti i problemi giudiziari a cui probabilmente sanno di dover andare incontro, l dirigenti ci hanno spiegato - a me è parso con non molto entusiasmo, ma questa può essere una mia impressione - che, certo, si può e si deve fare meglio, certo il passato è pesante, però hanno spiegato in cosa consista la ragione di esistenza di quell'azienda. C'è un mercato internazionale abbiamo scoperto che è un'azienda che lavora per paesi che, dal punto di vista produttivo, sono più avanzati dell'Italia, che lavora per gli Stati Uniti, per l'Inghilterra, per la Germania, per la Francia. Pensiamo un po': le grandi industrie chimiche farmaceutiche della Germania hanno bisogno dell'ACNA di Cengio. E tutto questo per un fatturato che nel 1989 è stato di 100 miliardi; 100 miliardi è un piccolissimo fatturato, è il costo, per esempio, di un chilometro di autostrada in una zona montana o di un chilometro del raddoppio dell'autostrada Torino - Savona. E noi per un fatturato così piccolo consentiamo a questa azienda di continuare a produrre ed inquinare? E' possibile scegliere questa attività, questo modesto livello di fatturato, quindi di ricchezza prodotta, a fronte dei danni che quell'azienda ha sin qui prodotto? Penso che occorra garantire un'alternativa per il diritto al lavoro. Sono comunista e sono particolarmente sensibile a questi problemi. Il diritto al lavoro è una delle coordinate che devono stare in testa all'attività politica, ma il diritto al lavoro penso non significhi diritto a "quel" lavoro. E per i dipendenti dell'azienda occorre lavorare per garantire una soluzione produttiva non legata alla messa in Bormida dei veleni prodotti. Quindi, è necessario un piano per la Valle Bormida, ma comin-ciando a fare un piano di bonifica per l'ACNA nella Valle Bormida. Inizierei da un piano di risanamento e di bonifica dell'ACNA, solo così può partire un piano di risanamento della Valle Bormida.
E qui vengo alle responsabilità. Da quello che ho visto e dalle brevi osservazioni che ho svolto, a me pare chiaro che l'errore politico è stato quello di riattivare, di cercare di rianimare un'azienda che era stata abbandonata dalle strutture aziendali che l'hanno gestita negli ultimi anni. Un'azienda seria, che intende avere un futuro, non abbandona fabbricati e tecnologie; vuol dire che era un'azienda che pensava di dover cessare la propria attività. Penso che l'errore politico è stato fatto purtroppo, proprio dal Ministro Ruffolo, nell'aver deciso che un rottame di quel genere, con una produzione interamente rivolta all'estero, dovesse essere rianimato con decine e centinaia di miliardi. Penso che l'errore stia li. Compiuto quell'errore ne seguono altri, viene l'errore del Re-Sol, perché quelle vasche dovranno essere svuotate. Io individuo questa responsabilità politica e voglio anche discutere di questa responsabilità politica. Entrando nell'azienda ho letto un cartello con scritto "Re Sol" e nel titolo; "Prima di giudicarlo non sarebbe meglio conoscerlo?", e sono andato avanti a leggere. La seconda frase era un annuncio che doveva essere tranquillizzante, ma che io ho trovato tutt'altro che tranquillizzante: "Il Re-Sol opera con valori inquinanti decisamente al disotto della norma". Ebbene, gli argomenti improntati a grande ipocrisia che ho sentito a Genova, nell'incontro con la Regione Liguria, per la quale se un impianto funziona a norma può stare ovunque, per la Valle Bormida sono inaccettabili. Perché i valori inquinanti al disotto della norma presuppongono che intorno all'area entro la quale questi inquinamenti vengono prodotti ci siano condizioni ambientali nella norma. In Valle Bormida, invece, abbiamo superato ogni tollerabilità e non si può pensare di inserirvi un impianto, che la stessa azienda magnifica come un impianto che opera con valori inquinanti sotto la norma, perché si tratta comunque di valori inquinanti aggiuntivi. Il Re-Sol inquina. E' la goccia che fa traboccare il bicchiere! Non è consentito dire che tutti i luoghi sono uguali per installare un impianto "inquinante a norma", perché di inquinamento si tratta. Quindi, quello del Re-Sol è un'altra ipocrisia inaccettabile.
L' ACNA è un impianto ormai incompatibile e pericoloso per l'ambiente per il pericolo che ha sotto terra. Penso abbia ragione quella cittadina della Valle Bormida che ha detto, forse con più competenza e più sofferenza di quanto possa fare io, che per cominciare un discorso serio in Valle Bormida bisogna cominciare a bonificare e cessare la produzione dell'ACNA.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Segre.



SEGRE Anna

Devo dire che ho un doppio imbarazzo nell'iniziare questo intervento.
Il primo deriva dal fatto che le cose che voglio raccontare le racconto per la maggior parte, a persone che sanno già quello che voglio dire, che comunque conoscono già la nostra posizione, in quanto vedo i banchi della maggioranza vuoti o semivuoti. Suppongo che i Consiglieri che erano qui fino a poco fa siano riuniti da qualche parte. Questo, da un certo punto di vista, mi fa anche piacere perché vuol dire che oggi abbiamo capito tutti insieme che per l'ACNA e per la Valle Bormida si sta combattendo l'ultima battaglia di una guerra incominciata ormai da tantissimo tempo, ed è una battaglia che per la rinascita della Valle Bormida bisogna assolutamente vincere.
Non si sa nemmeno più quali parole usare per esprimere la condizione in cui si trova la Valle Bormida e le posizioni di chi come noi si oppone da sempre a qualsiasi intervento in questa valle che non presupponga la chiusura dello stabilimento dell'ACNA di Cengio. Sembra che si siano usate tutte le parole e tutte le metafore.
Questa mattina mi è venuta in mente, pensando al piano per la bonifica e per il disinquinamento della Valle Bormida, una metafora: è come se si volesse estirpare un cancro da un corpo malato attraverso una chemioterapia, cioè attraverso un intervento di nuovo inquinante, di nuovo chimico.
Sappiamo che rare volte i cancri vengono estirpati dal corpo umano, a volte solo quando si interviene al primo manifestarsi della malattia, e questo non è il caso dell'ACNA e della Valle Bormida perché di malattia si tratta da cento e più anni. Oggi siamo arrivati all'ora della verità, nel senso che di atti della Regione Piemonte ne sono stati fatti tantissimi.
Il Consiglio regionale ha approvato in questa legislatura, e non conto quelli dell'altra legislatura a cui non partecipavo, una serie di ordini del giorno che è bene richiamare nei documenti che voteremo oggi: oggi pero, bisogna uscire definitivamente con una parola chiara, oggi la gente della Valle Bormida deve tornare a casa, dopo quest'altra estenuante giornata passata qui, con una decisione chiara e definita.
Il piano di disinquinamento della Valle Bormida è in forte contraddizione con quello che abbiamo detto in questi mesi e in questi anni e gli atti concreti che la Regione Piemonte ha già compiuto, a partire dalla proposta di legge al Parlamento di iniziativa regionale per la chiusura definitiva dell'ACNA. E' un piano che non sta in piedi, è un piano che non può esistere se non si chiude il rubinetto del veleno, se non vogliamo trovarci un giorno di fronte al problema (che mai siamo stati capaci di risolvere in gioventù) del rubinetto che riempie una vasca e di uno scarico che dovrebbe svuotarla. E' un problema insoluto o di difficile soluzione.
E' fuor di dubbio che un piano di disinquinamento della Valle Bormida non può essere approvato che ad ACNA chiusa. Questa è un'acquisizione degli ambientalisti, ma anche del Consiglio regionale del Piemonte.
Prima della discussione di oggi ho rivisto gli atti delle consultazioni del 21 dicembre ad Alessandria, e precisamente le posizioni delle Associazioni ambientaliste ed altre, oltre ovviamente al coordinamento dei Sindaci della Valle Bormida. Sono posizioni da tenere in debito conto. La maggior parte delle posizioni espresse ad Alessandria erano per la chiusura dell'ACNA prioritaria a qualsiasi intervento di bonifica o di disinquinamento.
Di che cosa ha bisogno la Valle Bormida? Probabilmente ha bisogno di un piano, ma non di un piano di disinquinamento e di bonifica ai quali si pu provvedere attraverso leggi dello Stato e non con un piano fatto espressamente per questo tipo di interventi.
La Valle Bormida ha bisogno fondamentalmente, e i cittadini della Valle Bormida Danno ripetuto infinite volte, della chiusura della fonte di inquinamento, della chiusura dell'ACNA e, in seguito, di un piano di risanamento del sito dell'ACNA; soprattutto ha bisogno di un piano di sviluppo socio-economico della valle. Di questo si parla nel Piano che stiamo esaminando, ma in modo poco serio.
Non si possono barattare degli interventi a pioggia tanto per tacitare i Comuni (che non si fanno comunque tacitare tanto facilmente nel caso della Valle Bormida) con interventi non integrati, nel senso che la Valle Bormida non ha bisogno di un intervento su di una industria o su un settore specifico, ma ha bisogno di un piano socio-economico che prenda in considerazione tutti i settori dell'economia e preveda un'integrazione di questi settori in un piano articolato. Credo che la redazione e la gestione di questo piano non debbano essere demandate esclusivamente ad enti statali o regionali, ma debbano essere demandate alla popolazione della Valle Bormida che deve esprimere, come ha espresso sul problema degli inquinamenti in questi anni, le proprie idee anche sulla propria rinascita e sul proprio sviluppo economico.
Non dobbiamo essere noi ad esportare in Valle Bormida uno sviluppo che magari non è adatto a quella valle; siano i cittadini stessi della valle ad essere coinvolti nel processo di ricostruzione e di rinascita della valle.
Secondo me la Valle Bormida ha bisogno di un piano di sviluppo socio economico più che di un piano di disinquinamento.
Sono d'accordo con il Consigliere Chiezzi nel dire che il sito dell'ACNA ha bisogno di disinquinamento.
Penso quindi che non si debba approvare oggi il piano di disinquinamento della Valle Bormida, ma che ci si debba mettere subito al lavoro per produrre qualche cosa di alternativo che fornisca alla Valle Bormida i motivi della rinascita e la concretezza degli interventi di vita e di rinascita.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO



PRESIDENTE

E' stata avanzata una richiesta di sospensione della seduta da parte del Consigliere Cavallera. Personalmente la ritengo utile per una valutazione dell'andamento dei lavori e di quanto è emerso dal dibattito finora svolto.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 17,45, riprende alle ore 18,30)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Chiede di intervenire il Consigliere Cucco; ne ha facoltà.



CUCCO Vincenzo

Signor Presidente, era stata chiesta un'interruzione per verificare l'andamento della discussione, anche in relazione ai documenti presentati Chiedo se sono state prese delle decisioni e di venirne a conoscenza subito, in modo da capire come procedere.



PRESIDENTE

Ritengo che il corso del dibattito consentirà questi chiarimenti.



CUCCO Vincenzo

No, prima del dibattito occorre sapere che cosa si è deciso. Diteci se c'è qualcosa di nuovo oppure no.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Monticelli.



MONTICELLI Antonio

Signor Presidente, qui c'è davvero un' enigma, perché ci è stato detto da lei, signor Presidente, non in modo formale, che la richiesta era stata avanzata dal Vicecapogruppo della Democrazia Cristiana, però noi non abbiamo avuto il piacere di sentire questa richiesta in aula.



PRESIDENTE

E' stata presentata una lettera che io ho letto.



MONTICELLI Antonio

No, non ci è nota, non è stata letta, Presidente. Siamo stati sospesi adesso siamo riammessi al Consiglio, ma non abbiamo saputo né perché siamo stati sospesi né perché siamo riammessi, soprattutto non sappiamo in che condizioni siamo ora. Per chiarezza sarebbe utile capire se la sospensione ha prodotto qualche risultato.



PRESIDENTE

Certo. Ci sono in proposito delle richieste di parola, anticipazioni? La parola al Consigliere Rossa.



ROSSA Angelo

Mi proponevo, signor Presidente e colleghi, di intervenire quando sarebbe stato il mio turno, intervengo invece subito anche perché è giusto rispondere ai colleghi sulla sospensione richiesta dal Vicecapogruppo della DC, richiesta che comunque era nell'aria e che mi ha trovato disponibile.
Il Presidente del Consiglio ha accolto la richiesta che veniva dalla valutazione dell'andamento dei lavori fin qui sviluppati per capire le posizioni che si erano manifestate nel dibattito, soprattutto all'interno della maggioranza. Credo quindi che dal mio intervento venga qualche risposta.
Ritengo anch'io che il dibattito di oggi sul piano sia molto importante; è un iter cominciato nella IV legislatura che si va concludendo con la presentazione del piano, con gli esami che lo stesso ha comportato con le ridefinizioni (è stata perfino usata la parola "reiscrizione") del piano, quindi della sua riformulazione.
Il Gruppo socialista ha sempre sostenuto che è necessario approvare il piano anche allo scopo di andare a "vedere" - passatemi il termine - con il Governo la praticabilità concreta in termini di stanziamento reale. Io sono convinto che i fondi sono disponibili dal momento in cui la Valle Bormida è stata dichiarata area ad alto rischio ambientale e dal momento in cui si è incominciato a lavorare per dare le risposte che è necessario dare per bonificare, per disinquinare. E' chiaro che per andare a vedere bisogna avere qualche carta in mano, non si tratta di bluffare; dobbiamo avere questo piano, noi abbiamo sempre sostenuto che è necessario. Ho già detto in altra occasione che dovremmo separare il piano di risanamento dalla questione che attiene all'azienda ACNA nei confronti della quale occorre esercitare tutti gli interventi che sono necessari, non si deve ignorare il pregresso che è lungo, pesante e disastroso, per cui occorre guardare con lenti obiettive quello che è stato fatto, quello che non è stato fatto quello che si può ancora fare per arrivare, se è necessario, anche alla chiusura.



(Voci di protesta dalla tribuna del pubblico)



PRESIDENTE

Per cortesia, se volete contribuire alla soluzione dei problemi seguite in silenzio.



ROSSA Angelo

Non è mai stato un feticcio per me il problema dell'apertura o della chiusura; lo vedo nei termini di un'azienda su cui deve pesare rigorosamente una sorveglianza speciale per andare a vedere che cosa è quell'azienda, che cosa fa, che cosa siamo in grado di fare. Altro discorso è invece il piano di avvio che prevede, in cinque anni, interventi pari a circa l.200 miliardi che possono davvero far voltare pagina e fare le cose che tutti vogliamo che si facciano, prima di tutto per ridare alla Valle Bormida un nuovo respiro. Per questo abbiamo lavorato. Il fatto che non abbiamo fatto un feticcio dell'ACNA chiusa o aperta è dato dalla nostra adesione alla deliberazione che il governo regionale ha portato nel dibattito di oggi ed è data dalla nostra disponibilità e dall'approvazione che è avvenuta in Il Commissione, dove la deliberazione si è arricchita di un emendamento aggiuntivo.
La formulazione della deliberazione è molto eclatante, in essa si dice: "delibera di esprimere parere favorevole alla stesura finale del piano per il disinquinamento e la bonifica della Valle Bormida, trasmessa dal Ministro dell'Ambiente il 13 giungo 1990, secondo le osservazioni e le proposte formulate su tale stesura finale del piano della Giunta regionale allegata alla, presente deliberazione per fame parte integrante ai fini della prescritta intesa sul piano medesimo tra Stato, Regioni Liguria e Piemonte in attuazione dell'art. 7 della legge 8 luglio 1986, n. 349 e a condizione che venga ottenuta l'assoluta garanzia che l'impianto Re-Sol non venga costruito in Valle Bormida".
Cerchiamo di ragionare fuori dai feticci che potrebbero condizionare le nostre posizioni. Per questo motivo auspico, signor Presidente della Giunta e del Consiglio, che si arrivi all'approvazione del piano con questa chiara condizione, mutuando il discorso che qualche collega ha fatto e che abbiamo ascoltato venerdì scorso, quando siamo andati a visitare l'azienda in cui il Re-Sol sembra essere essenziale. Allora, perché non vogliamo far valere anche l'essenzialità della nostra condizione? Mi sembra questo un discorso estremamente corretto.
Il Presidente ha colto l'andamento del dibattito perché in effetti dalla discussione della deliberazione in Commissione al dibattito di oggi sono state espresse posizioni diverse da parte dei colleghi Zanoletti Porcellana ed altri. Mi limito a rilevare questa diversità di posizioni. Mi rivolgo al Presidente del governo regionale per chiedere che cosa ne pensa la Giunta, per chiedere qual è la posizione del governo regionale su questa deliberazione che è stata approvata in II Commissione e che ha registrato delle posizioni diverse in aula. Chiedo anche qual è l'iter che si intende sviluppare da questo momento in avanti.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta regionale.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Il Presidente Rossa mi chiede un'esplicita presa di posizione da parte della Giunta. Su questo tema abbiamo discusso più volte, la Giunta si è espressa favorevolmente sull'ultimo ordine del giorno sull'ACNA, quindi le posizioni sono già state a suo tempo delineate; per quello che riguarda il Re-Sol (e si è schierata contro la costruzione dell'impianto Re-Sol in Valle Bormida), ha approvato una deliberazione per agire in giudizio contro la deliberazione del 6 febbraio della Giunta regionale ligure deliberazione che ha seguito il suo corso. Il ricorso non è stato formalmente presentato, ma lo sarà entro i termini (che non erano il 6 aprile). Ho parlato stamani con gli avvocati che lo stanno predisponendo e non ci sono problemi, tenuto conto che c'è già una presa di posizione della Regione Piemonte contro la precedente deliberazione della Regione Liguria (a cui fa riferimento la deliberazione del 6 febbraio), sulla quale c'è anche un ricorso pendente presentato dagli stessi avvocati Sanfelici e Ferraris, conformemente alla deliberazione della Giunta regionale. Secondo gli avvocati si sarebbero potute presentare solo delle memorie sul vecchio ricorso. Abbiamo ritenuto, comunque, di chiedere ai nostri avvocati di presentare formale ricorso anche contro questa deliberazione, quindi, la posizione della Giunta è chiara contro l'insediamento del Re-Sol nella Valle Bormida, è un atteggiamento molto fermo e preciso.
C'era una richiesta costante di discutere in Consiglio regionale il piano della Valle Bormida, l'abbiamo portato all'esame della Commissione con una ipotesi di approvazione e con modifiche, ritenendo sempre che l'approvazione del piano sia cosa diversa rispetto alla continuazione dell'apertura dell'ACNA e alla costruzione del Re-Sol.
In Commissione è emersa invece l'opportunità di discutere sul Re-Sol sono stati presentati degli emendamenti, l'Assessore Garino li ha accolti e ne è venuta quella formulazione che ha letto il Consigliere Rossa.
A noi non sfugge che oggi in quest'aula, soprattutto alla luce degli interventi che ho ascoltato, interventi conseguenti alla visita avvenuta all'ACNA venerdì 12 aprile, sono emerse delle valutazioni di ulteriore riflessione. Taluni membri della Commissione hanno colto dallo stato dello stabilimento degli elementi di degrado pesanti e hanno ritenuto di cogliere delle premesse di una volontà di realizzazione del Re-Sol comunque a Cengio. Sono elementi nuovi, sui quali la Giunta farà opportunamente una riflessione. La Giunta su un provvedimento di questo genere non ha mai mancato di tener conto delle opinioni del Consiglio, ha sentito quello che è emerso dal Consiglio, quindi come Presidente della Giunta proporrò di valutare quanto è emerso, se è possibile già questa sera per poter fare una riflessione attenta e valida.



(Dalla tribuna del pubblico: "Non fra cento anni!")



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Non parlo con lei! Dico quello che penso come Presidente della Giunta che ha le sue responsabilità! Responsabilità fra le quali compete anche una collegialità di decisione su un argomento così grave, che non pu consumarsi in un corridoio in un momento di tensione, ma deve consumarsi in una attenta e valida riflessione.
Sarei disponibile a riunire la Giunta anche subito, ma ritengo che l'argomento richieda un momento di riflessione; la Giunta si radunerà e riferirà la propria opinione al Consiglio in modo che si possa chiudere l'argomento in una prossima seduta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cucco.



CUCCO Vincenzo

Signor Presidente, intervengo sulla procedura che stiamo seguendo. Di fronte alle ultime dichiarazioni del Presidente Brizio devo dire che ogni altro nostro intervento sulla questione specifica serve assolutamente a niente. Avremmo preferito che la Giunta si riunisse, magari seduta stante e decidesse subito. Qualcuno di là ha urlato "cento anni", ma, accorciamo diciamo che gli ultimi dieci erano più che sufficienti per prendere delle decisioni. Ma questo fa parte delle valutazioni politiche. Quindi, non so che senso abbia continuare con questo dibattito, colleghi Consiglieri.
Sono iscritto a parlare, ma a chi parlo? Signor Presidente, valutiamo come continuare questa seduta di Consiglio se vogliamo fare dei lavori che abbiano un senso.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rivalta.



RIVALTA Luigi

Francamente, dopo la sospensione, ero in attesa di un chiarimento sulle posizioni della maggioranza. L'intervento di Brizio non ci ha portato gli elementi di chiarezza che erano necessari; ha proposto di rinviare ancora decisioni in merito al piano di risanamento. Mi pare si possa dire inconfutabilmente che, dopo cento anni di storia (ma al di là dei cento anni di storia del Bormida, che molti di noi hanno ben chiari nella memoria), il Consiglio regionale non possa cessare i propri lavori con una sospensione rinviando ancora una decisione. Il Consiglio oramai conosce tutti gli elementi. Se si vuole dimostrare che il Consiglio non ha tutti gli elementi per assumere una decisione, dovrei ritenere che le capacità di valutazione, di ragionamento di questo consesso sono troppo limitate rispetto agli impegni che una Regione deve avere. Oggi ho sentito l'intervento del Consigliere Zanoletti, che immagino abbia parlato a nome del Gruppo di maggioranza relativa, e sono contento che, dopo la visita di venerdì (che noi avevamo chiesto con lettera e attraverso un'interpellanza), Zanoletti abbia fatto un ulteriore passo avanti nella presa di coscienza sul problema dell'ACNA e che, dal rifiuto dell'impianto Re-Sol, che aveva sollecitato insieme a noi in Commissione, abbia chiesto a nome del Gruppo DC, la chiusura dello stabilimento. Ho sentito il Presidente del Partito socialdemocratico ribadire posizioni che aveva preso nel passato e chiedere di non approvare questa deliberazione, perché non solo non rifiuta il Re-Sol, ma perché non è posta come punto centrale la chiusura dello stabilimento.
Di fronte a questa situazione in cui alcune componenti importanti del Consiglio, tra cui il Partito di maggioranza relativa, hanno espresso la volontà di arrivare ad una decisione, considero davvero non accettabile per il Consiglio, oltre che per la comunità della Valle Bormida che è qui ad aspettare una decisione, che aspetta da anni, e oggi era dato per scontato che si sarebbe giunti ad una decisione, che la soluzione sia semplicemente quella di rinviare ad un'altra volta per meditare su questa discussione.
Questo atteggiamento, lo voglio richiamare, ha il carattere del prolungamento, della lunga mistificazione dei fatti e della realtà che attorno alla Valle Bormida e al suo rapporto con l'ACNA sono stati fatti nei decenni passati. Ho avuto modo di accennare al Presidente Brizio proprio una settimana fa, che mistificante è stata l'interpretazione data sul piano politico e sul piano scientifico, quando negli anni '60 la sentenza del Tribunale di Milano aveva detto che l'ACNA faceva bene alla Valle, che le emissioni di quella fabbrica avevano una funzione fertilizzante per l'agricoltura. Pensate un po'! E quelle mistificazioni di cui porto solo questo esempio, sono continuate negli anni '70 e negli anni '80 con la creazione della illusione di poter porre rimedio alla presenza di quello stabilimento rendendolo compatibile con l'ambiente della valle. Ancora oggi continua questa mistificazione, si continua a dire; "Il Re-Sol no, però vogliamo verificare ancora la compatibilità dello stabilimento"; quindi ci si basa su prospettive di compatibilità quando tutto ha messo in chiaro che quello stabilimento non è compatibile, né per il pregresso - e tutti i fatti lo hanno dimostrato - né per quello che potrà succedere nel futuro per uno stabilimento chimico nella Valle Bormida.
Questa è una continua mistificazione! E il Presidente Brizio anche nel suo intervento la rilancia: meditare ancora. Facciamo il conto dei numeri.
Qui si parla a vanvera? Zanoletti ha parlato per conto del Gruppo di maggioranza relativa; quanti sono i Consiglieri regionali di questo Gruppo? Il Capogruppo del Partito socialdemocratico ha parlato per il suo partito ci sono componenti di maggioranza che, insieme ai Gruppi dell'opposizione il PDS, certo il collega Chiezzi, il collega Majorino, i colleghi di opposizione dei Gruppi Verdi, hanno espresso le loro posizioni. Voi volete sfuggire al confronto con il Consiglio! Il dato reale è questo! Perché, nel momento in cui il confronto non va nella direzione dell'opportunità politica della vostra Giunta e della vostra maggioranza, voi sospendete il confronto con il Consiglio regionale sulla questione. Questo non è accettabile, Presidente Brizio! Scusa se ti pongo di nuovo questo problema te l'ho posto una settimana fa, non è ulteriormente accettabile. Chiedo al Presidente del Consiglio regionale che questa sera da questo Consiglio si esca con un pronunciamento; con il voto!



(Applausi dal pubblico)



RIVALTA Luigi

Ci sono deliberazioni all'o.d.g. e i problemi connessi a queste deliberazioni sono i problemi della Valle e dell'ACNA; è inammissibile, è una ulteriore mistificazione quella che il Consigliere Rossa ci propone quella che lo stesso Presidente Brizio ci ha posto qui, di separare i problemi del piano di risanamento dai problemi dell'ACNA.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Non l'ho proposto, l'ho rilevato.



RIVALTA Luigi

Sì, lo hai ribadito! Cento anni di inquinamento di una valle soprattutto da parte dell'ACNA, un inquinamento e un degrado caratterizzato dalla presenza dell'ACNA, che causa problemi alla salute della gente, che è stato un problema di sviluppo economico e sociale, che è stato impedimento di un indirizzo alternativo di sviluppo, oggi si pagano. Di fronte a tutte queste questioni non ci si può comportare ancora una volta così. Le parole del Consigliere Zanoletti non hanno senso? Zanoletti non conta nella Democrazia Cristiana?



(Proteste dai banchi della DC)



RIVALTA Luigi

O forse lo fanno andare avanti se non per smentirlo subito dopo.



PICCHIONI Rolando

Ma cosa dici? Queste sono battute da palcoscenico!



RIVALTA Luigi

Sul palcoscenico sei abituato ad andarci tu! Io no!



PICCHIONI Rolando

E anche tu, nelle retrovie! Ma andiamo!



RIVALTA Luigi

Dopo tutti questi fatti è inammissibile pensare di dividere il problema dell'ACNA da quello del risanamento della Valle. Noi chiediamo il pronunciamento questa sera. Ci sono deliberazioni della Giunta, c'è una deliberazione nostra in questo senso, noi chiediamo di pronunciarsi su queste delibere. Vogliamo che si voti su queste delibere!



(Vivi applausi del pubblico)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Squillano.



SQUILLARIO Luigi

Probabilmente avremmo anche gli elementi per esprimere un voto questa sera. Ma quale voto? Caro Rivalta, il vero problema è quello di avere un risultato positivo e non, sia pure in buona fede, ingannare - forse il termine è eccessivo - coloro che ci stanno ascoltando, che spesso applaudono, ma che forse non hanno la piena coscienza della complessità dell'argomento.



(Vibrate proteste del pubblico)



PRESIDENTE

Se si ravvisa che non sussistono più le condizioni perché questa riunione del Consiglio regionale possa svolgersi, sarò costretta a sospendere la seduta! La presenza del pubblico è ammessa, ma non è ammesso che il pubblico incomba, parola per parola, sul dibattito consiliare.
Prego, per cortesia, di seguire il dibattito in silenzio perché il Consiglio deve avere modo di approfondire la questione.
Proceda, Consigliere Squillario.



SQUILLARIO Luigi

Possono interrompermi quanto vogliono, io sono disposto a restare qui fino a domani mattina pur di giungere ad una posizione unanime del Consiglio, indipendentemente dalla maggioranza e dalla minoranza, questa è sempre stata la nostra forza e deve ancora esserlo, perché il giorno in cui andremo a confrontarci divisi, credo che la posizione della Regione Piemonte, che è già molto delicata, finirebbe per essere più debole e forse, come ha detto qualcuno, oltre al danno finiremmo con avere anche le beffe.



BRESSO Mercedes

Non siamo divisi.



SQUILLARIO Luigi

Io sono disposto a rimanere qui a sentire il parere della Giunta e se la Giunta chiede un termine per riunirsi sono disposto a concederlo pur di uscire da quest'aula con una posizione ancora unanime sui problemi di nostra competenza.
Infatti, se esuliamo dalle nostre competenze dal punto di vista giuridico, saremo soccombenti. Pertanto, se vogliamo realmente ottenere quanto sempre auspicato da questo Consiglio, e cioè la chiusura dello stabilimento ACNA, dobbiamo operare con gli strumenti che sono a nostra disposizione e non pretendere di invadere campi che non sono di nostra competenza.
Resta il fatto che questa Regione si è sempre pronunciata per la chiusura dello stabilimento ACNA; ma la chiusura dell'ACNA, checch vogliamo dire dal nostro punto di vista politico, non è di nostra competenza.
Detto questo, debbo chiarire che il parere espresso dalla II Commissione va interpretato come un indirizzo alla Giunta, nel senso che il Consiglio regionale approverà questo piano, di cui abbiamo dato giudizio positivo così come è stato emendato dalla Giunta, a una condizione, questa sì di nostra competenza: che non venga realizzato in Valle Bormida l'impianto Re-Sol, che è compreso nel piano stesso.
Questa condizione, collega Rossa, non può essere verificata a posteriori - questo lo ha detto il collega Zanoletti - e la posizione della DC è sempre stata in tale senso. Se ben ricordate, nel dicembre 1990 quando abbiamo affrontato per la prima volta questo argomento, avevo proposto un emendamento che sostanzialmente diceva: "Approviamo il piano conché il Re-Sol non sia in Valle Bormida e a questa condizione espressa subordiniamo la firma, da parte del Presidente della Regione, della convenzione". Pare che la convenzione non debba più essere firmata e che una volta che noi abbiamo espresso il nostro parere, tutto sia di competenza del Ministero.
La verifica di quella condizione a questo punto deve essere preventiva noi dobbiamo esaminare ed approvare il piano quando sapremo che quella condizione è accettata; non possiamo approvarlo diversamente, perché il Ministero potrebbe dire che il Consiglio regionale ha approvato nelle linee generali il piano, ponendo però una condizione che non è di sua competenza quindi non legittima.
Sotto questo aspetto dobbiamo premunirci e dobbiamo farlo anche alla luce di quanto hanno riferito il Presidente e alcuni membri della Commissione che hanno effettuato il sopralluogo all'ACNA.
E' risultato non solo il degrado (che è pericoloso mettere troppo in evidenza, perché i dirigenti dell'ACNA potrebbero dire; "adesso la mettiamo a posto e non, se ne parla più"), ma intenzione concreta di predisporre il tutto per impiantare il Re-Sol.
Questo deve renderci molto prudenti e diciamo pure diffidenti, dato che il Ministero ha cambiato opinione circa la continuazione dell'ACNA risanata (questo è di sua competenza nonostante il nostro parere contrario).
Se il Re-Sol si costruisce a Cengio noi rinunciamo al piano perch riteniamo che significherebbe vendere per un piatto di lenticchie una posizione politica nostra e della popolazione. A questo punto, Assessore Garino, è inutile il confronto sul piano tecnico: qui c'è una ripulsa di carattere psicologico, di cui non possiamo non tener conto: qui c'è una ripulsa di carattere civile per cui non ci sono più aspetti tecnici o aspetti economici: qui c'è una decisione di carattere politico di cui la comunità regionale deve prendere coscienza: dobbiamo cercare di realizzare quello che abbiamo sempre sostenuto, cioè la chiusura progressiva dell'ACNA e la rinascita della Valle Bormida su altri piani, non più sullo stabilimento chimico.
Questo è il punto fondamentale. Quindi è certo strumentale dire "no" al piano se c'è il Re-Sol, perché sappiamo che se non c'è il Re-Sol non pu continuare l'ACNA. Non è politicamente e socialmente accettabile che per 700 posti di lavoro, che possono trovare diversa collocazione, con nuovi inserimenti, con nuove aziende, non si risolva alla radice un problema che ornai, dal punto di vista psicologico e civile, è al limite dell'esasperazione.
La Giunta, prima di affrontare in questo Consiglio la discussione sul piano di risanamento, deve accertare se sussiste o meno la condizione che il Re-Sol non venga situato in Cengio, perché questo è il parere unanime del Consiglio.
Ritengo che il Presidente Brizio possa accertare assieme all'Assessore la realizzabilità di questa condizione nel tempo necessario. Credo che questo sia nell'interesse del Consiglio al fine di un giudizio unitario per la soluzione del problema ACNA.



BRESSO Mercedes

Ma è di nuovo un'altra posizione, questa.



PRESIDENTE

Anch'io ascolto, ma non spettano a me giudizi di natura politica sul merito del dibattito. La parola al Consigliere Picchioni.



PICCHIONI Rolando

Secondo l'art. 63 del Regolamento, richiedo a quest'assemblea la possibilità di rinviare la discussione alla prossima seduta.
So benissimo di non essere popolare in questa richiesta, so benissimo di contravvenire ai desideri del Consigliere Rivolta e di altri, però sono anche sufficientemente responsabile nel comprendere come elementi nuovi siano emersi nel corso del dibattito anche per merito del Consigliere Zanoletti che è Presidente della I Commissione.
Credo che in questo momento non si debbano fare ulteriori valutazioni.
La DC ha preso un impegno responsabile, la Giunta ha risposto, per bocca del Presidente, su tutti gli elementi che erano in suo possesso, su tutto quanto era suo dovere dire.
Gli emendamenti alla delibera del 15 novembre 1990 sono stati accolti dalla Giunta. Non possiamo però non affermare con molta chiarezza che gli emendamenti accolti dalla Giunta possono riscontrare la necessità di ulteriori approfondimenti da parte dei singoli Consiglieri.
Per cui, nella necessità di arrivare ad una valutazione complessiva dei problemi relativi alla Valle Bormida, credo che questo Consiglio possa soprassedere per stasera e convocarsi su questo argomento per il prossimo martedì.



(Vive proteste dal pubblico)



PRESIDENTE

Il pubblico non può intervenire, altrimenti sospendo la seduta. Non possiamo vivere sulla base di un condizionamento permanente.
Il Consigliere Picchioni, a norma dell'art. 63, primo comma del Regolamento, ha proposto la questione incidentale. Credo che su questo punto si possa procedere: i Consiglieri che intendono esprimersi sulla questione posta dal Consigliere Picchioni possono farlo a norma di Regolamento. La parola al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

Prima di collocarmi sull'art. 63 del Regolamento che lei, Presidente ha ricordato, devo dire che il ragionamento fatto dal Presidente Brizio per sorreggere il rinvio è viziato per questa ragione: il Presidente ci ha detto che riteneva necessario il rinvio, ai fini di consultare la Giunta essendosi manifestate posizioni nuove che andrebbero verificate. La Giunta ha sempre ritenuto che fossero scindibili le questioni piano, da una parte e chiusura o no dell'ACNA e Re-Sol, dall'altra.
La realtà è che il piano predisposto dal Ministro Ruffolo, che risale al mese di giugno '90, e quindi deve presumersi che la Giunta lo abbia esaminato a fondo in questi otto mesi. è chiaro, nel senso che, viceversa tiene strettamente uniti piano, ACNA (che prosegue nelle sue lavorazioni) e Re-Sol. Il piano, insomma, parte dal presupposto che l'ACNA rimanga aperta e che ci sia l'impianto Re-Sol. Quindi, a mio avviso. è erroneo il sostenere che sono cose diverse e che oggi è emerso dal dibattito il fatto nuovo; a mio avviso manca il fondamento per la richiesta di rinvio.
Dopodiché, siccome lei, Presidente del Consiglio, giustamente ha detto che questa richiesta è stata formulata ai sensi dell'art. 63, primo comma del Regolamento, questa richiesta si colloca come "terza" rispetto alle due precedenti entrambe da me formalizzate: sospendere e rinviare.
Chiedo allora che quantomeno la prima delle due richieste di sospensione e rinvio da me presentata sia decisa, poi c'è la seconda, e deciderò se insistere o meno nella votazione, e la terza. In ordine di presentazione, però, ci sono le altre due, quindi questa giustamente, come lei, Presidente, ha detto, non possiamo certo disattenderla immediatamente ma la esamineremo dopo le mie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rabellino.



RABELLINO Renzo

Intervengo in merito alla proposta di sospensiva. La Lega Nord Piemont è contraria a sospendere il dibattito su queste due deliberazioni, per prende atto dell'atteggiamento del Gruppo DC. Mi spiace che questa richiesta di rinvio arrivi dal Gruppo DC, vorrà dire che non soltanto a Roma, ma anche alla Regione Piemonte, la DC sta sempre di più diventando la ruota di scorta del Partito Socialista, visto che gli interessi al rinvio non mi pare siano prettamente motivati dalla DC; ma in particolare dal Partito Socialista. A questo punto mi riallaccio al discorso fatto questa mattina dal Consigliere Farassino, in merito alla solidarietà, che è stato criticato. Ed ecco che ci siamo arrivati: noi ci auguravamo che la solidarietà tanto sventolata questa mattina sulla questione degli albanesi si esprimesse in modo tangibile anche verso la Valle Bormida, e l'unico modo tangibile per esprimere questa solidarietà era di portare comunque a conclusione questa vicenda, questa farsa. La Valle Bormida da anni chiede che la Regione Piemonte si esprima con autorevolezza sulla questione ACNA e questa era uri occasione più unica che rara per farlo, ma la Regione Piemonte oggi si dimostra ancora debole nei confronti della gente del Piemonte.
Voglio sottolineare a questo proposito due prese di posizione della Lega Nord Piemont delle scorse settimane: la prima, quella della non partecipazione al voto in Commissione sulla questione del piano di risanamento, perché la Lega Nord non vuole essere complice di questa farsa la seconda è che la Lega Nord Piemont non era presente a Cengio, perch dopo 100 anni di inquinamento forse non era il caso di andare a verificare per l'ennesima volta la situazione dell'ACNA. La conosciamo tutti, la gente della Valle Bormida è venuta più volte in Regione a dircela. Obiettivamente riteniamo sia stata scarsa fiducia nei confronti degli amministratori locali quella di voler andare a verificare e a toccare con mano la situazione, perché a quanto pare qui molti Gruppi politici sono come San Tommaso.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Segre.



SEGRE Anna

Esprimo a nome del Gruppo il parere sulla richiesta di sospensione della seduta di Consiglio fatta dal Capogruppo della DC. Pur avendo rilevato i cambiamenti che sono avvenuti nel corso della discussione di oggi, forse a seguito della visita a Cengio dell'altra settimana, ritengo che la Regione Piemonte debba fare uno sforzo in più, ma non uno sforzo demagogico perché la popolazione è qui presente. Quindi chiedo che la Giunta si riunisca ancora questa sera per arrivare ad una conclusione entro questa giornata. Così come è stata posta la questione, ritengo sia esclusivamente politica; non ci sono documenti da riesaminare, non è che nel giro di una settimana il piano di disinquinamento per qualcuno possa diventare buono e per qualcuno cattivo. E una questione politica, c'è una maggioranza che su questo argomento si sta dividendo.
Credo che dovere di noi tutti è quello di uscire da questa giornata con una posizione precisa che dobbiamo comunicare alla Valle Bormida.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Monticelli.



MONTICELLI Antonio

Voglio far osservare, modestamente e timidamente, che questo pezzo di discussione si svolge in condizioni che non sono perfettamente consone al Regolamento. L'osservazione che ha fatto il collega Majorino non è peregrina.
E' stata presentata una proposta di rinvio da parte del collega Picchioni, ai sensi dell'art. 63 del Regolamento. Faccio presente che l'art. 63 prescrive che queste proposte debbono essere presentate prima dell'inizio della discussione, cosa che ha fatto il collega Majorino che con testo scritto, ha presentato due questioni sospensive ben prima che incominciasse la discussione. Quindi, mi sembra che abbia perfettamente ragione il collega Majorino a rivendicare un diritto di primogenitura, cioè il diritto che venga discussa per prima la sua pregiudiziale.
Voglio ricordare che la prima pregiudiziale proposta dal collega Majorino ha un fondamento chiaro. Un fondamento che è tipico delle questioni pregiudiziali: è un richiamo a norme e leggi. Le questioni pregiudiziali devono avere questo fondamento, altrimenti, Presidente e colleghi, la maggioranza, per proprie ragioni, può imporre che non si discuta un argomento e questo, se mi è consentito dirlo, non sta in piedi diventa un fatto puramente e semplicemente politico.
Quando, all'ultimo comma dell'art. 63, si prevede la possibilità che una questione pregiudiziale possa essere sollevata in corso di discussione (e non all'inizio, come è il caso della questione posta dal collega Picchioni), si fa riferimento a fatti venuti a conoscenza dell'assemblea in corso di discussione e che cambiano i termini del problema.
In questo caso però - vengo alla questione politica - l'unico fatto emerso nel corso della discussione è che sul piano di risanamento della Valle Bormida la maggioranza non esiste più. Questo è un fatto politico Presidente, non è un elemento di conoscenza oggettiva, è un fatto politico! Oppure - visto che si è scossa la testa di fronte alla mia affermazione che la maggioranza non esiste più - la maggioranza (e su questo credo sia difficile scuotere la testa) al momento ha le idee estremamente confuse.
Questo mi sembra indiscutibile. La DC ha avuto un colpo di reni, peraltro invidiabile, perché nel giro di pochi giorni, da quando c'è stata la riunione in Commissione, ha cambiato posizione. In Commissione la DC si è fatta protagonista di una proposta di emendamento, che è stato votato dall'intera maggioranza, che diceva "A". è venuta in Consiglio e ha detto "B". Ed ho colto nel volto dell'Assessore Garino un certo sconcerto quando ha sentito dire "B" per bocca del Consigliere Zanoletti, a nome del Gruppo DC. Questo è stato il primo elemento di confusione.
Dopo di ciò ci si aspettava che, nella mezz'ora di sospensione che si è avuta, ci fosse un chiarimento all'interno della maggioranza. Al ritorno da questa sospensione abbiamo scoperto, invece, che la confusione si è estesa a tutta la maggioranza e anche all'interno della stessa DC, perché mi pare di capire che non è univoca la posizione della DC rispetto alla posizione "B" espressa oggi dal collega Zanoletti, che c'è una parte della DC che continua a essere innamorata della posizione "A " espressa in sede di Commissione e che il PSI sostanzialmente era già poco felice della posizione "A" ed è assolutamente e totalmente infelice della posizione "B".
Il risultato di tutto ciò, che mi sembra uno stato confusionale notevole. è stata una timida, incerta, devo dire anche scarsamente dignitosa, richiesta di presa di tempo da parte della Giunta. Dopodich visto che qualche collega, a cominciare dal Consigliere Rivalta, ha detto:"Signori non vi siete accorti che qui c'è già, una maggioranza che si è espressa e che si può tranquillamente votare adesso perché i termini del problema sono chiari?", siamo arrivati alla questione pregiudiziale posta dal Consigliere Picchioni per salvare non si capisce cosa.
Vado alle conclusioni. Credo sia molto più dignitoso adesso tirare le fila della discussione che c'è stata; le posizioni sono state espresse.
Sono due le vie, colleghi: o la Giunta mantiene la deliberazione e si vota (noi abbiamo già detto che voteremo contro, anzi abbiamo presentato una deliberazione alternativa per sottolineare il nostro voto contrario) oppure la Giunta prende atto che c'è questo stato di incertezza, di confusione, e ritira la deliberazione, ora, seduta stante! Anche questo a modo suo sarebbe un atto chiaro.
Non è affatto chiaro, invece, se - non si capisce bene per far cosa per mediare quali posizioni, visto che le posizioni sono tutte in campo si prende del tempo e si sottrae questa decisione al Consiglio di oggi che è già in grado di prendere. Per questi motivi il nostro Gruppo è contro la richiesta di sospensione avanzata dal collega Picchioni: è favorevole invece alla prima pregiudiziale posta dal collega Majorino, che richiama la legge per la chiusura dell'ACNA, perché quella ha una motivazione politica chiara. Quella pregiudiziale non è un rinvio del problema, ma è per dire che non si può approvare il piano di risanamento della Valle Bormida perch il Consiglio regionale del Piemonte è contro l'esistenza dell'ACNA che è condizione fondante di quel piano di risanamento. Questa è una cosa chiara quella invece proposta dal Consigliere Picchioni non è una cosa chiara e Presidente, dal punto di vista regolamentare è abbastanza discutibile perché ha più a che fare con la convenienza momentanea della maggioranza e molto meno con esigenze di chiarezza, di funzionamento corretto del Consiglio.



PRESIDENTE

Il comma primo dell'art. 63 del Regolamento prevede le due fattispecie di pregiudiziale che si sono verificate in quest'aula.



RIVALTA Luigi

Mi scusi. Presidente, vorrei sapere in quale fase procedurale del dibattito ci troviamo in questo momento.



PRESIDENTE

Stiamo discutendo la pregiudiziale posta ai sensi dell'art. 63 da parte del Consigliere Picchioni, che fa riferimento alla seconda parte del primo comma, cioè "Il Presidente ha tuttavia facoltà di ammettere le questioni pregiudiziali anche nel corso della discussione qualora la presentazione sia giustificata da nuovi elementi emersi dopo l'inizio del dibattito".
Ritengo che dall'inizio del dibattito siano emersi nuovi elementi, ne cito soltanto uno; la richiesta del Presidente della Giunta di approfondire questa questione.
La parola al Consigliere Marino.



MARINO Massimo

Mi è stata tolta la possibilità di intervenire nel dibattito generale con uno strano modo di interpretare il Regolamento. Mi scusi, signor Presidente, a me sembra che il suo ruolo è sempre più discutibile, non solo nel caso odierno, ma anche in altri casi. Vorrei capire quali sono i limiti e i criteri con i quali si tira il Regolamento da una parte o dall'altra a seconda della convenienza. Questo fatto non è più accettabile. In una situazione difficile, come quella che stiamo affrontando, ci sono dei limiti al di là dei quali nessuno, neanche il Presidente del Consiglio, pu più di tanto tirare da una parte o dall'altra le norme del Regolamento! Detto questo, entro nel merito della questione.
Voglio capire quali sono i fatti nuovi che sono emersi oggi. Ho sentito l'intervento interessantissimo e molto positivo del Consigliere Zanoletti.
Devo intanto far notare che, allo stato dei fatti, esiste una deliberazione della Giunta chiara, che fino a questo momento non è stata ritirata, ed esiste un intervento orale - sottolineo che si tratta di una posizione espressa solo oralmente, positiva, ma orale - della DC che non ha avuto però fino a questo momento nessuna proposta conseguente in termini scritti.
In altre parole, attraverso una forzatura eventuale del Regolamento, noi fermiamo questo dibattito come se nulla fosse e ricominciamo da capo la prossima volta. Non capisco che cosa di nuovo possa avvenire nella prossima settimana, se non ricominciare da capo.
Allora, se l'idea che qualcuno si è fatto è che tanto il Consiglio regionale del Piemonte non conta nulla, bene, allora se ne prenda atto e caso mai, discutiamo di questo. Se non è così, chiedo di fare una scelta che dia qualche minima giustificazione a quello che si sta cercando di imporre al Consiglio. Due sono i problemi: il primo è che venga ritirata la deliberazione della Giunta; il secondo è che perlomeno la DC esprima per iscritto la posizione che oralmente ha svolto Zanoletti. Dico una cosa in più, ed è un pezzetto dell'intervento che volevo fare, se può servire a favorire questo processo di nuovi fatti. So che potrebbe non essere il clima giusto, ma lo faccio perché è un piccolo intervento di trenta secondi.
Oggi volevo intervenire sulla lettera dell'Assessore Garino. In questa lettera ci sono delle cose di una certa gravità che in realtà, purtroppo oggi non sono emerse; quando si citano nelle tabelle le concentrazioni degli inquinanti rilevate, ecc., non sono cose che possano passare inosservate. Quello che si dice in questa lettera è che "sono bastati alcuni giorni di pioggia e" - sempre nella lettera dell'Assessorato di Garino - "di scioglimento dei ghiacci per scaricare all'interno del Bormida in una giornata 31,4 tonnellate di t.o.c."- sostanze organiche contenenti carbonio - "105 tonnellate di cosiddetti solfati, 35,6 tonnellate di cloruri e 16 chili al giorno di microinquinanti" (non so se sia un errore).
Non continuo, perché il nodo di fondo di quello che stiamo discutendo da anni, soprattutto negli ultimi tempi, è di considerare se è possibile o non possibile un risanamento della Valle Bormida con l'ACNA aperta.
Questo è apparentemente il problema. In una situazione del genere, in cui bastano due giorni di pioggia per scaricare nel fiume centinaia di tonnellate di sostanze inquinanti, come si può pensare di continuare a cercare elementi nuovi per rimandare una posizione precisa del Consiglio regionale e della Giunta?



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Signor Presidente, ho l'impressione che su questa vicenda l'onestà intellettuale del collega Monticelli abbia fatto giustizia degli elementi causidici, quando ha riconosciuto alla Giunta la possibilità di ritirare la proposta di deliberazione. Se c'è questo potere di governo in capo alla Giunta, conseguenza sarebbe che la Giunta possa chiedere che si soprassieda alla prosecuzione della discussione. Ritengo sia corretto apprezzare il fatto che la Giunta abbia memorizzato, fatto tesoro delle osservazioni e dei problemi che sono nati in questo Consiglio e se rispetto a questo non insiste su una posizione, non ritira la deliberazione, ma si avvia a fare un approfondimento, mi pare una posizione estremamente prudente e dialogica, se così possiamo dire, cioè di dialogo tra maggioranza Consiglio e opposizione. Detto questo, in termini sereni devo dire che questa situazione crea al mio Gruppo fortissimo imbarazzo perché su questa materia il Gruppo liberale ha le posizioni che ha già esplicitato e che sono molto diverse da quelle che normalmente pronunciamo. Ad un certo punto il nostro Gruppo ha deciso di stare nella linea della maggioranza (mi riferisco alla passata legislatura) per la tutela di un valore: la solidarietà con le popolazioni. E adesso sta su questi documenti esclusivamente per un atto di solidarietà nei confronti della Giunta e della maggioranza, quindi, si astiene dall'approfondire questioni, temi rispetto ai quali avrebbe argomenti e tesi da sviluppare, non coerenti con le espressioni di pressapochismo e di supponenza tecnico-scientifica di cui tutti fanno mostra.
Detto questo, registro un momento di grave malessere per la maggioranza e per la Giunta. La Giunta deve riflettere, ma deve riflettere sicuramente sul messaggio che le è stato dato e cioè sull'esigenza di essere in grado di tutelare questo documento, semplicemente come valutazione tecnica del programma e non come anticipazione di un giudizio rispetto alle altre questioni, ma evidentemente, Assessore e Presidente della Giunta, non pu non riflettere sul fatto. Quindi, io non sono per rinviare di una settimana la decisione. Il termine è un termine politico, non è un termine orario. La Giunta deve riflettere perché ci sono questioni di merito, ma anche questioni di metodo e questioni politiche. Le questioni politiche e di metodo sono che, per esempio, senza nulla dire ad un'altra forza di minoranza (che, per carità, non è essenziale, così come non sono essenziali i repubblicani), da parte di una parte di maggioranza si è ritenuto di prendere su queste questioni una posizione fortemente diversa da quella adottata in Giunta con i suoi Assessori e in Commissione con i suoi commissari. Quindi, signori della Giunta, amici della maggioranza, non possiamo non riconoscere che è un momento di forte malessere, e i malesseri, come voi sapete, molte volte sono delle avvisaglie. Se vengono curati immediatamente, forse aiutano anche a curare malesseri più di fondo di quanto non siano i soli sintomi. Sarebbe, ripeto, non poco corretto nei confronti del Consiglio non avere l'onestà politica di dire che dobbiamo riflettere, perché due sono i mandati che la Giunta deve assumere: quello di garantire al Consiglio, così come è nello spirito dell'emendamento che è passato in Commissione, che l'approvazione di questo progetto non è in alcun modo un elemento di costruzione del processo decisionale né sulla permanenza dell'ACNA né sulla realizzazione del Re-Sol in quella localizzazione. Sicuramente dobbiamo anche essere nelle condizioni di portare, come Giunta e come Consiglio al Consiglio stesso metodi e patti di maggioranza che evitino che il Consiglio si senta nella situazione di vedere una forza di maggioranza che assume un atteggiamento che mette fortemente in imbarazzo forze politiche come la nostra (ma penso anche altre) che per spirito di mera solidarietà di maggioranza non intervengono su questa discussione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Sartoris.



SARTORIS Anna

Siamo fortemente perplessi su quello che sta capitando, anche perch qui si ha l'abilità di tirare fuori dal cappello soluzioni sempre nuove escamotage sempre nuovi.
Questa mattina si parlava di bestie e di animali e credo che qui possiamo paragonarvi alle anguille o ai serpenti che riescono sempre a trovare una soluzione e un equilibrio. E' incredibile quello che sta succedendo.
La Giunta o governa e prende le decisioni oppure non le prende e se non le prende non è più una Giunta. è qualche cosa che sta insieme sbandando da una parte e dall'altra. Stiamo dando questa idea alla gente. La Giunta deve assumersi le proprie responsabilità e deve dire sì o no. Sono quattro mesi che qui si dice: diremo, faremo, guarderemo, controlleremo, forse. Vi rendete conto che non si possono trascinare le cose in questo modo? Signor Presidente, la settimana prossima che cosa cambierà qui dentro? Nulla. Se non siete riusciti a chiarirvi nel giro di quattro mesi e mezzo, cosa chiarirete nel giro di cinque giorni? Secondo me perderemo altre ore, voi dal famoso cappello tirerete fuori una soluzione nuova e probabilmente rimanderete di una settimana o di quindici giorni.
Che cosa dobbiamo ancora controllare? Ormai dobbiamo dire: va bene o non va bene. E' finito il tempo dei "forse", non si può pensare che a causa di questa specie di maggioranza, che non c'è, si debba andare avanti all'infinito sulla pelle della gente. Non credo che tutto questo valga la salute della gente, perché in fin dei conti qui si parla di salute. Se non siete in grado di fare delle scelte è meglio che lo diciate, soprattutto a voi stessi, perché è inutile continuare a rimandare. E' inutile continuare a rimandare la divergenza di opinioni che è venuta fuori oggi e che viene fuori giorno per giorno. Si deve avere il coraggio di prendersi la responsabilità. Abbiate almeno il coraggio di venire qui e dire...



NERVIANI Enrico

Parla più piano!



SARTORIS Anna

Ho una voce molto potente, soprattutto quando si prende in giro la gente, perché qui si sta prendendo in giro!



(Applausi da parte del pubblico)



SARTORIS Anna

Non mi interessano gli applausi, anzi, preferirei che le gente stesse in silenzio. Questo rinvio sarà sicuramente una scusa per trovare un'altra soluzione, magari la prossima volta si rinvia di nuovo. Non si può venire qui a perdere le ore a fare discussioni che non servono a niente, che non spostano nulla, con dei colleghi che fanno gli Assessori, ma che non si prendono le proprie responsabilità. Fra una settimana non avrete risolto nulla e troverete un'altra scusa.
In questa settimana dovreste fare un esame di coscienza, dovreste chiarirvi le idee sui problemi, perché andare avanti ancora per quattro anni con una Giunta che non governa è una cosa incredibile.



PRESIDENTE

Non ho altri iscritti a parlare sulla pregiudiziale.
Sono state presentate alla Segreteria due questioni pregiudiziali che lo stesso firmatario ha chiamato "preliminare/sospensiva", che sono legate al merito della discussione. C'è un'altra questione sospensiva che è stata richiesta dal Consigliere Picchioni. E' evidente che le altre due sono precedenti e questa del Consigliere Picchioni è pervenuta come terza questione ed è ammessa per le ragioni che ho già spiegato. Chiedo al Consigliere Majorino se mantiene entrambe le sue pregiudiziali.



MAJORINO Gaetano

Al momento le mantengo entrambe, quindi chiedo che si proceda.



PRESIDENTE

Lo spirito dell'art. 63 del Regolamento dice che ci può essere un'unica discussione perché il merito delle pregiudiziali è stato discusso, ad avviso della Presidenza del Consiglio.
La parola ancora al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

Posso anche concordare con quanto lei ha detto, perché le pregiudiziali le ho già illustrate nel corso della relazione di minoranza, perché sono la logica e politica conseguenza della relazione di minoranza. Quindi disponibile a non più illustrarla, però le chiedo, signor Presidente, di leggere intanto la prima pregiudiziale. Poi vedremo la seconda.



PRESIDENTE

Leggo la proposta di ordine del giorno di questione preliminare/sospensiva (ai sensi dell'art. 63 del Regolamento): "Il Consiglio regionale del Piemonte, considerato che è tecnicamente irragionevole provvedersi al piano di disinquinamento e bonifica della Valle Bormida sul presupposto che l'ACNA (principale fonte inquinante) persista nelle proprie lavorazioni; rilevato ancora che il Consiglio regionale del Piemonte, a larghissima maggioranza, in data 13 marzo 1990 formulò proposta di legge al Parlamento diretta alla definitiva chiusura dello stabilimento ACNA decide ai sensi dell'art. 63 del Regolamento, di rinviasi e sospendersi la discussione e la decisione sulla deliberazione n. 59, sino a quando con provvedimento dell'autonomia competente sia stata disposta la definitiva chiusura dell'ACNA".
Su questa prima questione preliminare/sospensiva chiede la parola il Consigliere Monticelli, ne ha facoltà.



MONTICELLI Antonio

Signor Presidente, dato l'argomento estremamente importante che ha portato ad una lunghissima discussione, chiedo la votazione per appello nominale.



PRESIDENTE

Pongo pertanto in votazione per appello nominale la prima questione preliminare/sospensiva.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 55 hanno risposto SI 26 Consiglieri si sono astenuti 29 Consiglieri.
La prima questione preliminare è respinta. Sulla seconda questione preliminare/sospensiva chiede la parola il proponente Consigliere Majorino: ne ha facoltà.



MAJORINO Gaetano

Sulla seconda questione preliminare/sospensiva chiedo di poter leggere la parte dispositiva. Dopodiché mi rimetto al Presidente, qualora ritenga opportuno di far precedere alla mia preliminare/sospensiva n. 2, che peraltro mantengo in ogni sua parte, la preliminare/sospensiva n. 3.
Dopo il preambolo, la preliminare/sospensiva n. 2 recita: "Il Consiglio regionale decide ai sensi dell'art. 63 del Regolamento, di rinviarsi e sospendersi la discussione e la decisione sulla deliberazione n. 59, sino a quando, con provvedimento formalmente e sostanzialmente valido dell'autorità competente, sia stata revocata o, comunque, annullata la deliberazione 6 febbraio 1991 n. 502 della Giunta regionale ligure".
La mantengo con quella variante e quell'assenso che ho dato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Monticelli.



MONTICELLI Antonio

Signor Presidente e colleghi, potrebbe sembrare un cavillo, ma non lo è. Il comma quarto dell'art. 63 del Regolamento interno del Consiglio regionale così recita: "In caso di concorso di più questioni sospensive comunque motivate" (richiamo il comma primo dello stesso articolo laddove si specifica la questione sospensiva, cioè che la discussione debba rinviarsi, che è il caso in questione) "ha luogo un'unica, discussione" (cosa che è avvenuta) "e il Consiglio decide con un'unica votazione e quindi, se questa è approvata, sulla durata della sospensione".
Ho capito, dall'esito del voto, che il Consiglio ha rigettato la richiesta di sospensione, quindi credo che dobbiamo riprendere l'esame dell'argomento.



(Commenti dai banchi del Gruppo PDS)



PRESIDENTE

Scusate, colleghi, abbiamo fatto una distinzione e cioè che si trattava di questioni sospensive di carattere diverso, tant'è che la questione pregiudiziale presentata dal Consigliere Majorino la caratterizza in maniera diversa. Il Consigliere Majorino ha scritto: "questione preliminare/sospensiva", che abbiamo considerato di merito; nell'altro caso, invece, abbiamo parlato di questione sospensiva di legittimità rispetto alla procedura.
Pertanto, ritengo che non sia applicabile il quarto comma dell'art. 63 del Regolamento perché fa riferimento a una discussione, a una valutazione che abbiamo già fatto prima ed escluso. Le due questioni presentate dal Consigliere Majorino sono di merito; la questione di carattere sospensivo che è stata presentata dal Consigliere Picchioni è una questione di carattere procedurale, non entra nel merito della discussione, perch chiede di tornare a discutere in aula a seguito di una valutazione di merito che la Giunta dovrà fare e che oggi non è a conoscenza del Consiglio.
Ritengo si tratti di due cose completamente diverse.



BRESSO Mercedes

No, no!



PRESIDENTE

Pertanto, dato che questo articolo demanda al Presidente la valutazione...



(Commento da parte del Consigliere Dameri)



PRESIDENTE

Mi consenta, collega Dameri, i commi non si leggono in maniera congiunta, bensì in maniera disgiunta, pertanto le prime due questioni presentate dal Consigliere Majorino sono due questioni di merito che vengono presentate al termine di una discussione.
Si è deciso di rispettare l'ordine cronologico di presentazione, ma la natura delle pregiudiziali è profondamente diversa, perché in un caso si fa riferimento al merito della deliberazione, nell'altro invece non si entra nel merito della deliberazione. I commi, da che mondo è mondo, non si leggono in maniera congiunta. Abbiamo percorso la prima strada, dopodich se mi è permesso...
Consigliere Majorino, lei non può avere la parola perché ha già illustrato...



MAJORINO Gaetano

Su questo punto ho diritto di parlare.



PRESIDENTE

Non è previsto. Il Regolamento prevede che sulle questioni pregiudiziali si interviene nella precedenza della discussione; siamo nel corso dell'iter della votazione. Lei ha chiesto la parola per dire se manteneva la seconda pregiudiziale oppure no, ed è già intervenuto su questo punto.



MAJORINO Gaetano

Chiedo di parlare sul caso sollevato da Monticelli, che è quanto meno dubbio. Pertanto le chiedo di convocare la Commissione Regolamento, come prevede il Regolamento, per avere lumi.



PRESIDENTE

Questo non è previsto.



MAJORINO Gaetano

Ma come non è previsto?



PRESIDENTE

Voi potete censurare e avere un'opinione diversa, ma se tutte le volte che il Presidente del Consiglio interpreta ed applica un articolo di Regolamento in un determinato modo si dovesse convocare la Commissione Regolamento, saremmo in seduta permanente della Commissione Regolamento siamo invece in seduta di Consiglio.
Credo che il Consigliere Majorino abbia diritto di dire se vuole che questa questione preliminare venga mantenuta. Il Consigliere Majorino, che è l'unico titolare di questa questione, ha detto che intende mantenerla, ma che lascia all'autonomia del Presidente anteporre la questione posta dal Consigliere Picchioni, che ha in maniera evidente natura diversa dalle questioni presentate dal Consigliere Majorino.
Pertanto, essendo già stata illustrata la questione posta dal Consigliere Picchioni, non capisco a che titolo il Consigliere Chiezzi intenda parlare a questo punto. Le questioni pregiudiziali hanno un loro regolamento; la prima è stata discussa e votata, la seconda, posta dal Consigliere Picchioni, è stata anch'essa illustrata e discussa, pertanto sulla base del consenso espresso dal Consigliere Majorino, antepongo la votazione della pregiudiziale del Consigliere Picchioni.



(Proteste dai banchi del PDS e del MSI)



PRESIDENTE

Pongo in votazione la pregiudiziale perché è stata discussa.



MAJORINO Gaetano

Almeno la dichiarazione di voto si potrà fare sulla pregiudiziale Picchioni.



PRESIDENTE

E' stata già fatta. Non ci sono dichiarazioni di voto e lei Consigliere Majorino, lo sa!



(Proteste dai banchi del PDS e del MSI)



PRESIDENTE

Consiglieri, non si può violentare il Regolamento quando l'applicazione dello stesso non piace.



BRESSO Mercedes

E' lei che sta violentando il Regolamento!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

Le mie due pregiudiziali e quella posta dal Consigliere Picchioni sono state discusse congiuntamente e accetto la dichiarazione unica per le mie due. Ma scusi, Presidente, lei ha detto che c'era una differenza tra le mie pregiudiziali e quella del collega Picchioni.
Ipotizziamo che sia esatto, anche se ho molti dubbi al riguardo (e condividevo la tesi di Monticelli), ad ogni modo l'unica discussione riguarda le mie due pregiudiziali, se lei le ha considerate di merito, ma la dichiarazione di voto sulla terza pregiudiziale può essere fatta, e quindi la posso fare io come il collega Chiezzi e qualunque altro Consigliere. Almeno la dichiarazione di voto sulla pregiudiziale Picchioni andrà fatta!



PRESIDENTE

Il terzo comma dell'art. 63 del Regolamento interno stabilisce: "In caso di concorso di più pregiudiziali, il Consiglio procede a distinguere quelle di legittimità costituzionale e statutaria da quelle di merito:" (ciò è stato fatto) "su ciascuna categoria si procede ad un'unica discussione, con le modalità di cui al secondo camma e quindi a due separate votazioni".
Questa questione è chiarissima.



CHIEZZI Giuseppe

Chiedo la parola!



PRESIDENTE

A che titolo, Consigliere Chiezzi?



CHIEZZI Giuseppe

Ma come? L'unico che non può parlare è colui che chiede la parola? Chiedo la parola a norma dell'art. 17 del Regolamento per quanto riguarda la convocazione della Commissione Regolamento.



PRESIDENTE

Consigliere Chiezzi, la Commissione Regolamento non c'entra niente!



CHIEZZI Giuseppe

Come non c'entra niente?



(Vibrante proteste dai banchi di sinistra e dalla tribuna del pubblico)



PRESIDENTE

Se vogliamo esasperare questo clima, va bene, Consigliere Chiezzi parli pure, dica quello che ritiene!



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente, lei ha citato un problema di interpretazione del Regolamento e ha respinto la proposta di Majorino di convocare la Commissione Regolamento. L'art. 17 del Regolamento invece prevede esplicitamente che, durante la seduta di Consiglio, ove insorgano questioni controverse di interpretazione del Regolamento, ed è quanto è successo...



PRESIDENTE

Non c'è nessuna controversia!



(Vibrate proteste dai banchi di sinistra e dalla tribuna del pubblico)



CHIEZZI Giuseppe

...il Presidente del Consiglio può convocare la Commissione Regolamento".
Ora, c'è una chiara controversia aperta con il Consigliere Majorino che personalmente condivido.



PRESIDENTE

La controversia la ravvisa lei!



CHIEZZI Giuseppe

La controversia c'è perché lei dà un'interpretazione controversa! Pertanto, la domanda di Majorino di convocare la Commissione Regolamento mi pare legittima, è prevista esplicitamente dal Regolamento! Quindi io mi associo alla richiesta del Consigliere Majorino di sentire la Commissione Regolamento sull'interpretazione che lei dà del quarto comma dell'art. 63.



PRESIDENTE

Ho già detto prima che se tutte le volte che si hanno delle incertezze il Presidente del Consiglio dovesse convocare la Commissione Regolamento noi saremmo in seduta permanente della Commissione Regolamento, anche perché alcuni Consiglieri danno un'interpretazione, altri ne danno un'altra e il Presidente del Consiglio...



CHIEZZI Giuseppe

Appunto, è una controversia!



(Commenti dai banchi delle opposizioni)



PRESIDENTE

Scusate, colleghi, su una questione come questa, nella quale esiste chiarezza di distinzione tra le questioni di merito e quelle di legittimità, non credo assolutamente di dovere convocare la Commissione Regolamento!



MONTICELLI Antonio

Nessuno ha posto questioni di legittimità. Le pregiudiziali non sono di legittimità!



PRESIDENTE

E' una questione di carattere procedurale. E' certo che la questione posta dal Consigliere Picchioni non è questione di merito e pertanto ritengo che debba essere superata.
Censurate pure il comportamento del Presidente del Consiglio, ma non vedo come tutte le volte che non piace una decisione, io debba convocare la Commissione Regolamento!



RIVALTA Luigi

Siamo in presenza di una controversia palese! Le ultime parole del suo penultimo intervento hanno proprio detto letteralmente che siamo in presenza di una controversia.



PRESIDENTE

Ma non c'è nessuna controversia!



RIVALTA Luigi

E' il caso che richiamava il collega Chiezzi. C'è una sollecitazione a lei, nel ruolo di Presidente del Consiglio, di convocare la Commissione Regolamento.
Lei non può addurre la motivazione che il Consiglio potrebbe essere permanentemente fermato da questa applicazione del Regolamento! E' Ia prima volta, in quasi un anno di vita di questa nuova legislatura, che la si chiede! Credo che lei debba avere la responsabilità di accedere alla convocazione della Commissione Regolamento!



PRESIDENTE

Il Regolamento dà facoltà al Presidente del Consiglio di convocare la Commissione Regolamento, ma il Presidente non ritiene su queste questioni di convocare la Commissione Regolamento!



(Vibrate proteste dai banchi delle opposizioni e dalla tribuna del pubblico)



PRESIDENTE

Cercherei invece di entrare nel merito dei problemi! Pertanto, a questo punto pongo in votazione...



CHIEZZI Giuseppe

Che cosa, scusi? Si può sapere che cosa si pone in votazione?



DAMERI Silvana

Ce la può leggere?



PRESIDENTE

Lo sto dicendo!



DAMERI Silvana

No, ci deve leggere il testo!



PRESIDENTE

Le questioni pregiudiziali di per sé non devono essere scritte. Le questioni pregiudiziali possono essere accolte, e lo sono già state nell'arco di questo primo anno di legislatura. Nessuno dice che le questioni debbano essere scritte quando vengono poste in corso di discussione.



CHIEZZI Giuseppe

Devono essere proposte!



PRESIDENTE

Pongo in votazione la questione pregiudiziale posta dal Consigliere Picchioni. Ritengo valga sempre la richiesta avanzata dal Consigliere Monticelli di procedere alla votazione per appello nominale.



CHIEZZI Giuseppe

Deve essere proposta la pregiudiziale!



MONTICELLI Antonio

Signor Presidente, in che cosa consiste questa pregiudiziale?



PRESIDENTE

Si proceda alla votazione per appello nominale della richiesta di sospensione che il Consigliere Picchioni ha presentato in quest'aula; non è la prima volta che una pregiudiziale viene presentata verbalmente. Se voi non aveste voluto questa pregiudiziale, non sareste intervenuti prima per discuterne il merito. Pertanto, avendo discusso il merito, questa pregiudiziale è stata accolta, tant'è che avete detto addirittura come avreste votato; a favore o contro. Pertanto, a questo punto, dichiaro chiusa la discussione e pongo in votazione la pregiudiziale.



CHIEZZI Giuseppe

Che cosa? Non sappiamo su che cosa dobbiamo votare!



PRESIDENTE

La pregiudiziale del Consigliere Picchioni, che io riassumo, è quella di sospendere la discussione su questo argomento stante il fatto nuovo della disponibilità e richiesta del Presidente della Giunta e della Giunta di ritornare in Giunta su questo argomento e di riferire poi all'aula. A questo punto è chiara la pregiudiziale, vi siete anche pronunciati prima con dichiarazioni di voto accettando quella discussione, dunque l'avete accettata! La pongo definitivamente in votazione.
Si proceda all'appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 54 votanti 53 hanno risposto SI 28 Consiglieri hanno risposto NO 25 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere.
La questione sospensiva è pertanto approvata.
La discussione verrà riassunta in prossimi o.d.g.



(Vivaci proteste dai banchi del PDS)



DAMERI Silvana

No. Presidente, non esageriamo.



PRESIDENTE

La seduta è sospesa.



(Vivacissime proteste da parte del pubblico all'indirizzo dei Consiglieri di maggioranza, della Presidenza del Consiglio e della Giunta)



PRESIDENTE

E' convocata la riunione dei Capigruppo. (La seduta sospesa alle ore 20,20, riprende alle ore 20,30


Argomento:

Esame proposta di deliberazione n. 59: "Espressione di parere favorevole al Piano per il disinquinamento e la bonifica della Valle Bormida, ai fini della prescritta intesa tra Stato e Regioni Liguria e Piemonte in attuazione dell'art. 7 della legge 8 luglio 1986, n. 349" esame proposta di deliberazione n. 153: "Determinazione dei Consiglio regionale a non approvare il piano per il disinquinamento e la bonifica della Valle Bormida"; (presentazione questioni pregiudiziali)

Argomento:

Interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno (annunzio)


PRESIDENTE

Le interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenute all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale verranno allegate al processo verbale dell'adunanza in corso.
D'intesa con la Conferenza dei Capigruppo dichiaro tolta la seduta.



(La seduta ha termine alle ore 20,35)



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