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Dettaglio seduta n.53 del 26/03/91 - Legislatura n. V - Sedute dal 6 maggio 1990 al 22 aprile 1995

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 1) dell'o.d.g.: "Approvazione verbali precedenti sedute", non essendovi osservazioni i processi verbali delle sedute del 19 e 26 febbraio 1991, distribuiti nella seduta del 12 marzo scorso, si intendono approvati.


Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati

Interrogazione n. 345 del Consigliere Cucco inerente ai tempi di attuazione legge n. 142/90


PRESIDENTE

In merito al punto 2) dell'o.d.g.: "Interrogazioni ed interpellanze" esaminiamo l'interrogazione n. 345 presentata dal Consigliere Cucco.
Risponde l'Assessore Nerviani.



NERVIANI Enrico, Assessore agli enti locali

Il Consigliere Cucco, con la sua interrogazione n. 345, chiede testualmente "di conoscere i tempi previsti dalla Giunta per l'attuazione della nuova normativa sulle autonomie locali, in merito ad ognuno degli adempimenti regionali, e con particolare riferimento ai problemi legati all'area metropolitana".
Debbo, in primo luogo, riferirmi alla comunicazione che feci al Consiglio regionale sulla legge 8/6/1990 n. 142, in data 13/11/1990 dettagliando gli incombenti regionali e sintetizzando quali adempimenti la Giunta avrebbe affrontato prioritariamente; ribadii allora, come ovvio, la necessità e la volontà dell'esecutivo regionale di contribuire incisivamente, nell'ambito delle proprie competenze, al grande processo di riordino istituzionale innescato dalla legge di riforma delle autonomie, ma precisai peraltro con forza come questo processo di riordino potesse avvenire correttamente solo in presenza dei fondamentali contributi dell'organo consiliare, chiamato dalla legge ad una posizione di centrale rilevanza, e con il quale quindi risultava indispensabile il confronto, il dialogo, il sistematico collegamento, e da cui dovevano comunque provenire molte necessarie indicazioni politiche, procedurali e di merito.
Mi impegnai anche a questo, nella seduta del 13 novembre u.s.; e già il 21 novembre, infatti, chiesi al Presidente del Consiglio ed al Presidente della I Commissione (allora l'unica competente) di essere ricevuto, per poter illustrare il materiale già predisposto sull'area metropolitana e cominciare, di conseguenza, il confronto su possibili proposte e problemi emergenti.
Il programma dei lavori del Consiglio non consentì che fosse data risposta alla richiesta; così come non poté essere data risposta alla successiva, ripetuta richiesta del 25 gennaio u.s., in allegato alla quale veniva trasmesso al Consiglio l'ulteriore materiale predisposto dall'Assessorato, dal gruppo di lavoro e dagli enti strumentali, in materia di area metropolitana.
Ho annotato per obiettività storica il fatto solo per ribadire nuovamente come, ancorché il confronto e la collaborazione tra gli organi regionali in materia di legge n. 142 non siano ancora entrati nel cuore dei problemi, tuttavia essi permangono il nucleo più importante delle attività preordinate all'espletamento degli adempimenti regionali.
Attraverso questo confronto, infatti, e con l'importante contributo degli enti locali, enti vari ed associazioni interessate, dovrebbero maturare, finalmente in ambito istituzionale e non solamente all'interno di ciascun Partito, come è avvenuto sino ad ora, le scelte politiche da porre a sostegno delle scelte operative.
La recente nomina di una nuova Commissione consiliare, preposta ad istruire tutte le problematiche riferentesi alla legge n. 142/ 90, mi fa sperare che l'auspicato momento di confronto sia ormai imminente e che il Consiglio si stia attivando nel compito che aveva già rivendicato a novembre.
Nel prospetto, allegato alla mia comunicazione del 13/11, riepilogante gli adempimenti regionali richiesti dalla legge n. 142, e peraltro anche nel testo della mia comunicazione, tre adempimenti risultavano prioritari in relazione alla scadenza ad essi attribuita dalla legge: la predisposizione di una nuova normativa regionale relativa alla istituzione dei Comitati regionali di controllo ed alla nuova organizzazione dei controlli la predisposizione di una nuova normativa regionale relativa alla istituzione e disciplina delle Comunità montane il provvedimento relativo alla delimitazione dell'area metropolitana.
La Giunta ha assolto il primo adempimento, approvando, in data 7 gennaio 1991, il disegno di legge sui Co.Re.Co., e trasmettendolo, in data 9 gennaio 1991, al Consiglio per il suo esame in I Commissione.
Attualmente esso è in discussione in I Commissione; la Giunta partecipa attivamente alle riunioni sull'argomento, fornendo chiarimenti, dati ed emendamenti al testo; si ignorano i tempi necessari perché il provvedimento venga licenziato per l'aula. Mi pare siano state tuttavia indette le consultazioni sul disegno di legge per il 4 aprile prossimo.
Il gruppo di lavoro sulla legge n. 142 dovrebbe terminare la predisposizione del disegno di legge sulle Comunità montane entro il corrente mese di marzo. In effetti, ieri mattina tutti gli articoli sono stati presentati e discussi dal Comitato tecnico. La Giunta pertanto dovrebbe ricevere il testo dell'Assessorato nei primi giorni di aprile e trasmetterlo al Consiglio entro fine aprile.
Peraltro, le attività dell'Assessorato enti locali e dell'Assessorato all'agricoltura in merito alle Comunità montane, non si sono limitate alla materiale stesura della bozza di disegno di legge.
Si è iniziato infatti, con le Comunità montane stesse e le loro associazioni, un discorso più ampio, articolato attraverso incontri sia a livello centrale che a livello decentrato, che dovrebbero concludersi nei prossimi due mesi e che hanno in ogni caso coinvolto tutti i Consiglieri regionali opportunamente informati in ordine alle iniziative assunte attraverso i quali, oltre alla individuazione delle problematiche presenti nei diversi territori, rilevanti ai fini della predisposizione dell'articolato di legge, viene proposto un articolato ragionamento sulle nuove possibilità e funzioni dei suddetti enti, anche in rapporto al territorio stesso.
Sul terzo punto, l'area metropolitana, ho già anticipato precedentemente il difficile iter che ne sta caratterizzando la possibile delimitazione.
Tengo peraltro a precisare che, in questi mesi di attesa, non siamo rimasti con le mani in mano.
Sono infatti stati trasmessi al Consiglio regionale, nello scorso mese di gennaio, i seguenti documenti predisposti da enti strumentali regionali e da Settori dell'Assessorato e della Presidenza: "Studi dell'IRES perla delimitazione dell'area metropolitana di Torino: documento 1 " "Studi dell'IRES perla delimitazione dell'area metropolitana di Torino: documento 2' "Studi dell'IRES perla delimitazione dell'area metropolitana di Torino" (gennaio 1991) "Area metropolitana: alcune considerazioni e proposte" del settore Enti locali "La delimitazione dell'area metropolitana", del settore Pianificazione territoriale "Atlante della Provincia di Torino in relazione alla Legge 142/90" del Settore Pianificazione territoriale e del CSI Piemonte "Spunti per un progetto regionale di costituzione dell'autorità metropolitana" e "Indice ragionato di uno schema per una simulazione del progetto area metropolitana", del Settore Rapporti con enti e società "Osservazioni sull'area metropolitana, la corrispondente autorità di governo e le prevalenti ipotesi attuative", del Settore Affari giuridico legislativi.
Tale materiale può costituire buona premessa per il dibattito in Consiglio onde giungere ad una proposta di disegno di legge che recepisca i principali orientamenti culturali e politici esistenti.
In ogni caso, la Giunta sta formulando ipotesi più definite su cui comunque dovrà iniziare in tempi brevi il dialogo con gli Enti locali interessati e le loro associazioni.
Sempre nella mia comunicazione del 13 novembre 1990, mi impegnai altresì a continuare il dialogo iniziato a Cuneo con le realtà comunali piemontesi in merito alle problematiche relative ai piccoli Comuni ed ai molteplici strumenti di superamento delle suddette, grazie a quanto disposto dalla legge 142/90. L'Assessorato Enti locali, in collaborazione con l'Ires, ha organizzato in data 26/1/91 a Belgirate il convegno per la Provincia di Novara; in data 22/2/91 a Valenza, il convegno per la Provincia di Alessandria; in data 9/3/91 a Varallo, il convegno per la Provincia di Vercelli; in data 13/4/91 è previsto ad Asti, il convegno per la Provincia di Asti; ed in data 11/5/91, in Consiglio regionale, quello per la Provincia di Torino.
I convegni svolti sino ad oggi hanno incontrato maggiore o minore gradimento in relazione alle diverse realtà locali; in ogni caso, per sono risultati sempre di stimolo per un primo approccio da parte degli amministratori alle possibilità di superamento dei limiti dei piccoli enti locali grazie alle disposizioni della legge 142/90.
Il settore Pianificazione territoriale, in collaborazione con il Settore Enti locali, sta su questa materia predisponendo un programma di possibili accorpamenti o aggregazioni comunali sul territorio regionale rispondenti a preselezionati criteri di omogeneità, complementari ai requisiti già previsti dalla legge, da presentare alla verifica della libera volontà comunale.
Il lavoro non potrà, data la sua complessità, concludersi in tempi brevi; spero in ogni caso di poter presentare al convegno di Torino assieme alla raccolta delle relazioni tenute nelle diverse sedi congressuali, anche una prima relazione sull'argomento illustrante i criteri con cui si pensa di dovere procedere.
Sempre nella mia comunicazione al Consiglio già citata, affermavo l'intendimento della Giunta di procedere anche a studi ed elaborazioni concernenti la revisione della programmazione e della pianificazione regionale di concerto con la riorganizzazione delle funzioni amministrative regionali a livello locale attraverso Comuni e Province.
Ebbene, il disegno di legge in materia di nuove norme di pianificazione territoriale è stato approvato dalla Giunta il 4 marzo u.s, e trasmesso al Consiglio regionale in data 5/3/ 1991.
E' inoltre in corso un'indagine fra i Settori regionali competenti relativa all'accertamento delle funzioni attribuibili ai sensi della legge 142, art. 3, agli enti locali di livello inferiore a quello regionale.
L'accertamento in questione, oltre a risultare indispensabile ai fini della individuazione delle funzioni da attribuire all'area metropolitana risulta preliminare alla completa revisione della legislazione regionale richiesta dalla legge di riforma delle autonomie locali.
Nei settori di mia diretta competenza, in ogni caso, sto già operando affinché tali revisioni legislative vengano predisposte. In questi giorni sto esaminando una bozza di disegno di legge sui parchi predisposta dal settore competente che, dopo essere stata discussa dal gruppo di lavoro sulla legge 142, verrà inoltrata alla Giunta.
Concludo con un'ultima osservazione sull'area metropolitana riguardante la ristrettezza dei tempi ormai esistente se si vogliono rispettare le scadenze previste dalla legge.
L'argomento, nella sua estrema complessità istituzionale ed operativa richiederebbe sicuramente un lasso di tempo ben superiore all'anno concesso dalla legge, per maturarne e chiarirne i vari aspetti, tenuto conto delle sempre più diffuse resistenze e riserve che in tutti i convegni si manifestano anche sulla opportunità della istituzione dell'area metropolitana, nei tempi previsti e con le considerevoli incertezze culturali che ogni giorno di più segnano il dibattito sulla questione.
Al Consigliere Cucco dico che ho sostanzialmente risposto con gli elementi che sono attualmente a mia disposizione. Debbo soltanto dispiacermi di non aver potuto assecondare la richiesta del collega di una risposta immediata ad una interrogazione definita urgentis-sima, ma ho ritenuto che una richiesta del tipo di quella avanzata dal Consigliere Cucco, nell'attuale condizione, meritasse una riflessione maggiore e fosse anche l'occasione per fare il punto preciso sullo stato della questione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cucco.



CUCCO Vincenzo

Innanzitutto, ringrazio l'Assessore per la risposta che ha dato. Anche se tardiva è comunque una risposta molto diligente e puntuale nell'elencare il lavoro svolto dalla Giunta e quello programmato, ma al tempo stesso devo dire che l'impressione di una certa elusione dei problemi di fondo in merito all'applicazione della legge 142 permane anche nella risposta che l'Assessore ha fornito.
La questione dei tempi non è una questione di tipo formale, ossia di rispettare le scadenze che la legge 142 ha posto; non è soltanto questo perché i tempi di attuazione di una legge come questa non dipendono esclusivamente dall'obbligo che noi abbiamo di rispettare la legge, ma dipendono da altre questioni, che sono state poste e che si pongono in questo momento, che hanno a che fare - parlo per linee generali innanzitutto con questioni di carattere territoriale e dei trasporti. Ha ragione l'Assessore quando dice che le questioni sono importanti e complesse. Ma non sono d'accordo quando dice che in realtà un anno non basta: un anno sarebbe bastato sicuramente se si fosse cominciato a lavorare prima. Come Consigliere di minoranza, ma credo lo abbiano fatto anche altri Gruppi, ho posto, all'inizio della legislatura, la questione che si affrontasse il lavoro sulla legge 142 in modo diverso, perch ritenevo e ritengo ancora adesso che l'attuazione di una legge così importante abbia un grosso significato che non sta nelle innovazioni della legge, ma che sta nelle possibili conseguenze deflagranti che un'applicazione partitocratica - uso il termine preciso - di questa legge potrebbe causare all'interno delle forze politiche e nella comunità piemontese.
Vado subito al nocciolo delle questioni. Ieri l'Assessore Carletto ha dichiarato su Stampa Sera che la Regione è al fianco del Comune di Torino per una veloce attuazione delle anticipazioni del nuovo Piano regolatore.
Ora, Assessore, facciamo attenzione! Le anticipazioni di Piano, che tecnicamente sono varianti al Piano regolatore vecchio, anche se l'Assessore continua ostinatamente a considerarle come anticipazioni del nuovo, riguardano un ventesimo dell'area di piana della città di Torino.
Significa bloccare lo sviluppo della città adesso, prima dell'area metropolitana e prima del nuovo piano regolatore! L'Assessore Panella, che deve rispondere a un'interpellanza molto articolata che io ho presentato sul nodo ferroviario e sulla questione del passante, deve rispondere sulle questioni che hanno a che fare col nodo ferroviario: che area metropolitana noi avremo, se il nodo ferroviario non è misurato sull'area metropolitana e non sulla città di Torino e quindi non sul tracciato attuale? Assessore Nerviani, queste sono le questioni eluse! L'Assessore Carletto ha detto ieri che sta facendo il possibile per aiutare la Città di Torino a fare una cosa che non è un reato, ma sicuramente è un crimine politico, perché prima di aver definito l'area noi andiamo ad impegnare tutte le aree libere dell'area stessa. Allora Assessore, la questione non è soltanto formale, non è soltanto del rispetto delle date, non è la questione di giugno e della legge 142. E' una questione di grossa sostanza. Noi all'inizio della legislatura avevamo proposto un metodo di lavoro che perlomeno affrontasse la questione con un altro taglio, con un altro spirito. E' stata scelta un'altra via, è stata scelta una via che secondo me in modo eufemistico è definire istituzionale come la costituzione della Commissione sulla quale sono d'accordissimo e lavorai per la sua creazione, per l'esame degli adempimenti istituzionali legati alla legge 142. Voglio qui ricordare la critica che ho fatto cinque minuti fa in Commissione. Se lo stile di lavoro di questa Commissione, che ripeto eufemisticamente è stato definito istituzionale, è quello di garantire a PCI, PSI e DC il controllo di quanto sta accadendo, ecco questa è la strada più sbagliata che la Giunta e il Consiglio potevano scegliere.



PRESIDENTE

Avremo modo in Commissione di affrontare le questioni poste dal Consigliere Cucco.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Interrogazioni nn. 90, 258, 322 e 430 del Consigliere Zacchera inerenti al personale assunto dal Comune di Castelletto Ticino e trasferito all'USSL n. 53 di Arona


PRESIDENTE

Passiamo ora alle interrogazioni nn. 90, 258, 322 e 430 del Consigliere Zacchera, cui risponde l'Assessore Maccari.



MACCARI Eugenio, Assessore alla sanità

Con riferimento alle interrogazioni di cui in oggetto, si precisa che alla prima, n. 90 del 13.9.90, questo Assessorato ha dato risposta con lettera prot, n. 6083/53 del 29.10.90 che si richiama e si allega in copia.
Per quanto attiene alle successive, n. 258, n. 322 e n. 430, aventi tutte ad oggetto la selezione riservata ai dipendenti per n. 2 posti di coadiutore amministrativo, questo Assessorato ha ricevuto in data 22 marzo u.s, i chiarimenti richiesti alla USSL interessata ed, avendoli esaminati è giunto alle seguenti conclusioni: la USSL aveva correttamente attivato la procedura per le assunzioni rientranti nell'ambito di operatività dei DPPCCMM 18 settembre 1987 n. 392 e 27 dicembre 88 ricevendone la relativa autorizzazione dalla Regione (deliberazione n. 141-38101 del 29.5.90) con atto successivo, la USSL riservava n. 2 unità ai dipendenti in servizio ai sensi dell'art. 2, comma II, DPCM 27 dicembre 88 e della direttiva della Regione Piemonte Assessorato Sanità n. 1261/53 dell'89 ultimo comma per poter essere ammessi alle selezioni riservate, il requisito previsto dalla norma in questione è la presenza in servizio, per consentire ai lavoratori dipendenti di concorrere per qualifiche per le quali non è ammessa altra modalità di accesso se non la chiamata diretta la candidata Gili Simona è stata ammessa alla selezione in oggetto nella considerazione che il rapporto di lavoro sostanzialmente intercorresse con l'USSL ancorché formalmente l'assunzione fosse stata effettuata dal Comune di Castelletto Ticino di conseguenza, alla luce degli elementi emersi, si ritiene di intervenire richiedendo alla USSL in questione di adottare un provvedimento di autotutela amministrativa mediante l'annullamento degli atti viziati.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Zacchera.



ZACCHERA Marco

Direi; tanto tuonò che piovve. Ho presentato quattro interrogazioni per arrivare alla conclusione, che recepisco dall'Assessore, che arriva all'annullamento di un concorso palesemente truccato. E, secondo me spaccato di come non devono essere amministrate le UU.SS.SS.LL. Ringrazio l'Assessore per la gentilezza di aver risposto alla quarta interrogazione in argomento, però mi domando; da quando in qua i dipendenti vengono posteggiati nelle Amministrazioni comunali da parte delle UU.SS.SS.LL.? E poi che l'USSL risponda dicendo: "ma noi pensiamo che di fatto era, sì dipendente del Comune di Castelletto Ticino, ma era come se fosse nostra dipendente", non sta né in cielo né in terra, questo! Ma io mi domando anche, e porto il discorso più vasto, come sia giusto e se sia giusto che all'interno di una USSL. in questo e in altri casi (perché l'Assessore risponde oggi a queste interrogazioni, ma su quell'USSL. come su molte altre, ci sono delle interrogazioni giacenti da lungo tempo), sia concepibile che venga gestita l'USSL con dei criteri che nulla hanno a che vedere con la validità di gestione. Qui andiamo alla raccomandazione spicciola, perché questa Gili Simona è figlia di un esponente del PSI, è stata posteggiata in un'Amministrazione comunale, è stata chiamata a far parte di un concorso che non aveva alcun diritto di fare, le è stato fatto vincere questo concorso da questa persona, ai danni degli altri dipendenti dell'USSL. Queste cose non si fanno.
Allora, a proposito della legge regionale 17.7.86 n. 28 istitutiva del Servizio ispettivo sanitario e finanziario sulla gestione delle UU.SS.SS.LL., chiedo; questo servizio funziona o non funziona? Le UU.SS.SS.LL. vengono controllate o non vengono controllate? Quanti sono i controllori? Quante volte sono stati all'USSL n. 53? Ecco perché collego questo problema con tutti gli altri relativi alla USSL n. 53, perch evidentemente i controlli non vengono fatti. Riguardo questo concorso sono andato alla Magistratura e mi risulta siano in corso interrogatori su questa vicenda, ma è questa la punta di un iceberg. Perché la Regione non esercita il suo diritto-dovere di controllo all'interno delle UU.SS.SS.LL.? Perché non chiede veramente di vederci chiaro in queste situazioni (che sono veramente le cose più antipatiche che ci possano essere, perché sono la cristallizzazione dell'ingiustizia?) I cittadini devono essere tutti uguali davanti alla legge; di qualsivoglia partito e non perché io sono il Consigliere del Gruppo MSI e lei è l'Assessore di un altro partito. Tutti i cittadini devono essere messi nelle stesse condizioni di diritto e di dovere e questo non succede. Io chiedo, per esempio, se l'Assessore ha avuto la bontà di leggere, come io gli ho consigliato per iscritto, i verbali dei Sindaci revisori della USSL n. 53, che scrivono cose inconcepibili, visto che a quanto hanno scritto non fa alcunché di seguito concreto. Questo non è il modo di gestire le UU.SS.SS.LL.
Allora, le nostre proposte, in sede di bilancio, di non corrispondere i fondi alle UU.SS.SS.LL. che non danno garanzia di obiettività e di buona gestione delle cose, dovrebbero essere riviste. Comunque, chiedo all'Assessore dove siano finiti i funzionari del Servizio ispettivo sanitario per la gestione delle UU.SS.SS.LL.


Argomento: Fondi sanitari

Interrogazione n. 311 presentata dai Consiglieri Rabellino, Vaglio Farassino inerente all'USSL n. 36 - Poliambulatorio di Condove


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione n. 311 presentata dai Consiglieri Rabellino, Vaglio, Farassino.
Risponde l'Assessore Maccari.



MACCARI Eugenio, Assessore alla sanità

Il piano socio sanitario regionale 89-91 prevede per l'USSL n. 36 di Susa la localizzazione delle sedi poliambulatoriali in Avigliana. Susa e Oulx, in tal modo ribadendo le scelte già evidenziate nei precedenti Piani regionali ed escludendo nuovamente la sede di Condove.
Tali indicazioni risultano rispondenti agli standard di riferimento per la localizzazione dei poliambulatori (cap. 8.3, All. I, L.R. n. 37/90) che prevedono, tra l'altro, quale ambito demografico, una dimensione ricompresa fra 30.000 e 60.000 abitanti.
Pertanto, la previsione di tre sedi risulta, rispetto alla popolazione di circa 79.000 abitanti dell'USSL n. 36, certamente non sottodimensionata e tiene anche conto delle caratteristiche ed esigenze territoriali quando per il poliambulatorio di Oulx si è già concordato un assetto ed organizzazione peculiare (e autorizzate le relative risorse), in relazione alle riconosciute esigenze dei residenti della alta valle e del turismo estivo e invernale.
Si è ritenuto, pertanto, in sede di approvazione del PAS, di cui alla DGR 17/12/1990, n. 274-2839, di non accogliere la deroga rispetto alle indicazioni del PSSR espressa dall'USSL nel PAS stesso di mantenimento della sede di Condove.
Inoltre, sempre con la DG R prima citata, si è invitata l'USSL. in sede di aggiornamento del PAS, a riformulare proposte di articolazione delle attività specialistiche ambulatoriali sulle tre sedi previste e nel contempo a formulare proposte di superamento graduale della sede poliambulatoriale di Condove ed il conseguente adeguamento delle richieste di interventi edilizi alle sole funzioni distrettuali attribuite al presidio di Condove.
Tali funzioni sono state riconosciute ancorché l'ambito demografico del distretto di Condove risulti sottodimensionato rispetto ai parametri indicati dal PSSR (10.000 abitanti). Occorre, inoltre, notare che l'attribuzione di funzioni distrettuali alla struttura di Condove non è da considerare automatica garanzia di autorizzazione ad interventi edilizi, il cui finanziamento deve essere comunque valutato nell'ambito delle priorità e dei criteri di riparto del Fondo Sanitario Regionale in conto capitale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vaglio.



VAGLIO Roberto

Devo lamentare che la risposta dell'Assessore giunge dopo due mesi e mezzo circa dalla presentazione della nostra interrogazione, quando già a metà febbraio e poi il 22 marzo u.s. i fatti appena riferiti venivano riportati dai giornali della Valle. Sono sconcertato nel rilevare come l'informazione ai Consiglieri sia messa in coda o ritenuta meno importante o meno urgente che non la risposta ai giornali che hanno, se non altro motivi di tiratura e di presenza nelle edicole.
Premesso che il poliambulatorio di Condove è presente nella zona da cinquant'anni e ha creato un determinato flusso di utenza, vorrei ricordare che ancora nel mese di febbraio la Presidenza dell'USSL ribadiva la volontà di intervenire per ristrutturare e mantenere efficiente il poliambulatorio stesso.
Desidero, inoltre, sottolineare che sul poliambulatorio di Condove hanno per anni insistito le utenze, non solo di Condove e di Vaie, ma della media e della bassa Valle di Susa, in modo particolare per la radiologia e le vaccinazioni antipolio.
Mi auguro che le assicurazioni date dall'USSL n. 36 non siano campate per aria e che questa struttura possa continuare ad operare, anche se il ritardo nelle risposte e le informazioni venute dai giornali non ci permettono un grande ottimismo.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GROSSO


Argomento: Tutela dagli inquinamenti idrici - Tutela dagli inquinamenti atmosferici ed acustici

Interrogazione n. 374 presentata dai Consiglieri Miglio, Segre e Staglian ed interpellanza n. 449 presentata dai Consiglieri Vaglio, Rabellino e Farassino inerenti alla Società Amiantifera di Balangero


PRESIDENTE

Esaminiamo congiuntamente l'interrogazione n. 374 presentata dai Consiglieri Miglio, Segre e Staglianò e l'interpellanza n. 449 presentata dai Consiglieri Vaglio, Rabellino e Farassino.
Risponde ad entrambe l'Assessore Cerchio.



CERCHIO Giuseppe, Assessore al lavoro

Rispondo anche all'interpellanza n. 449, giunta in Assessorato solo un'ora fa, proprio per dare risposte tempestive, non improvvisate, ma legate ad un percorso che ci vede impegnati, non solo in termini di promesse, come recita un'interpellanza urgente, ma di quotidiana diuturna attività di impegno e di attenzione defatigante su una delle tante emergenze che esistono sul territorio della Regione Piemonte.
Per rispondere alla interrogazione ed alla interpellanza in oggetto è necessario, seppur sinteticamente, premettere almeno tre fatti principali alla luce odierna: 1) che la concessionaria è la Società Mineral di Lugano (Svizzera) 2) che i vincoli ipotecari sul titolo concessione sui beni immobili e strumentali della miniera di amianto di Balangero ne vietano l'accesso e l'uso 3) che la proposta di legge n. 4858, già approvata dalla X Commissione del Senato, è ora all'esame della X Commissione della Camera dei Deputati disegno di legge che, come è noto, è fermamente orientato ad abolire l'uso e l'estrazione di amianto in tempi diversi, ma comunque non oltre l'1 gennaio 1995.
Questi tre fatti, che bisogna avere presenti per affrontare ed aggiornare ulteriormente impegni e attenzioni su 'questa vicenda, rendono ancora inattuabili le prescrizioni della concessione e l'inizio di lavoro di coltivazione mineraria. Per la verità, questi tre fatti ad incrocio scoraggiano qualsiasi altro aspirante ad eventuale concessione che non sia quella, non confessata, di adibire il cratere della miniera a discarica di materiale inerte o inertizzante. Intanto - se mi è consentito: "per fortuna" - l'andamento stagionale ha impedito la dispersione in loco e nelle zone circostanti delle fibre di amianto. Comunque, con l'apprestarsi delle stagioni primavera-estate, l'USSL n. 37 di Lanzo Torinese ha predisposto, come viene giustamente richiamato nelle interrogazioni, la rete di monitoraggio già entrata in funzione nei giorni scorsi, oggi sospesa per le note vicende meteorologiche.
Dico queste cose ancorché l'interrogazione e l'interpellanza sono rivolte all'Assessore al lavoro e ai servizi per l'industria, che da anni segue questo problema, ma questa partita coinvolge, se non altro per competenza territoriale, anche problemi legati agli aspetti dell'ambiente e quindi di altro collega della Giunta.
Per quanto attiene all'indagine epidemiologica, l'USSL 37 di Lanzo ritiene ragionevole attuarla nel caso in cui riprendessero i lavori di estrazione e quelli di prima lavorazione del minerale. In caso contrarlo, i 150 milioni indicati su questo versante, all'uopo già destinati, saranno eventualmente destinati alla bonifica del territorio coinvolto dalla miniera. A favore dei circa 185 lavoratori rimasti della fallita Società Amiantifera di Balangero, nei giorni scorsi il Ministro del Lavoro ha firmato il decreto per il secondo semestre di cassa Integrazione, strumento che va incontro ad un'attesa che i lavoratori puntualmente sollecitano.
Devo peraltro dire che su questa vicenda l'attivazione e la proposizione, sia degli enti locali che insistono sul territorio sia dei lavoratori sia dello stesso Consiglio di fabbrica è attenta e vivace. Tanto che lo stesso Consiglio di fabbrica soprattutto in queste settimane, è molto attivo nel partecipare, insieme alla Regione Piemonte, ai Comuni interessati e al Sindacato, alla ricerca e alla proposizione attiva, pur in mezzo a difficoltà non indifferenti e ad un percorso in salita, di soluzioni alternative tramite la ripresa per un certo periodo dell'estrazione dell'amianto. Questa proposta sta marciando con l'ipotesi non facile, per non dire difficilissima, della eventuale costituzione di una cooperativa che possa utilizzare strumenti di finanziamento anche dalla legge nazionale Marcora. Comunque, l'intervento che pare essere più realistico, ed è di questi giorni, di queste ore, è quello di una sintesi degli Enti locali e della Comunità montana Valle di Lanzo per costituirsi in consorzio, per gestire, insieme alle parti sociali, una ipotesi di parziale ripresa dell'estrazione dell'amianto e contemporaneamente, dopo la esecuzione di lavori necessari di bonifica, l'utilizzo del suolo che assicurino però il maggior numero possibile di posti di lavoro.
Un documento consegnato alla stampa il 22 marzo (per dare quindi testimonianza quotidiana diuturna su questo problema di grande rilevanza) è stato redatto con l'apporto di tutte le parti interessate e prevede la istituzione di un consorzio dei Comuni interessati dalla miniera che intendono garantirsi su di una residua possibilità di estrazione di minerale e sul recupero razionale e sociale del territorio alterato da una lunga coltivazione mineraria. Sulla stabilità della discarica, il Distretto minerario di Torino non ha rilevato, in questo periodo di inattività mineraria, imminenti pericoli e si appresta a intervenire con le nuove misurazioni e i lavori di normale manutenzione. Proprio questa sera vi sarà una riunione al riguardo. In questo modo do anche una risposta aggiornata sugli orari.
In particolare, rispondo alla interpellan-za urgente presentata qualche giorno fa dal Gruppo Lega Nord e arrivata a me solo questa mattina. Questa sera si realizzerà un nuovo incontro, seppure defatigante, ma necessario con tutte le parti interessate, enti locali, Organizzazioni Sindacali e il responsabile della Minerai di Lugano, Nilsen, per operare una ulteriore verifica della attenzione o meno della Mineral stessa, che è comunque concessionaria, per capire se possono esserci prosecuzioni su questo piano con la garanzia dell'impegno da parte degli enti locali di costituirsi in consorzio dei Comuni anche per impedire l'eventuale utilizzo non legato all'ambiente da parte della stessa Mineral.
L'interpellanza urgente dice che da cordata svizzera, interessata al rilevamento della cava, si è definitivamente ritirata. In realtà, non si è ritirata, tant'è che questa sera vi sarà l'incontro di cui dicevo prima anche se nella sostanza vi sono quei punti interrogativi a cui ho fatto iniziale riferimento nella risposta.
Sempre per richiamarmi alle interrogazioni, devo dire che non si sono determinati atteggiamenti diversi da parte della Regione Piemonte e della Giunta regionale a fronte delle comunicazioni indicate nell'autunno scorso.
Laddove si dice: "le promesse fatte in Consiglio dall'Assessore Cerchio nell'autunno scorso sono state regolarmente disattese", rispondo che le promesse non sono state disattese, ma l'impegno è quotidiano e diuturno per evitare, come già i precedenti titolari della concessione alla Mineral magari avevano ipotizzato, di localizzare in quell'area territoriale, nel caso in cui la miniera non continuasse, una mega discarica di rifiuti industriali tossici e nocivi. Cosa che certamente è alternativa agli interessi non solo legittimi, naturali e obiettivi, ma evidentemente anche alla posizione, che le forze politiche, le forze istituzionali e le rappresentanze degli Enti locali hanno, in questi mesi e in questi semestri, contestato vivacemente. Tanto che da costituzione in consorzio dei Comuni, avvenuta in questi giorni, va proprio nella direzione di una garanzia sui territori locali e di un'attenzione del coordinamento degli enti locali su questa vicenda.
Posso quindi dire che, pur di fronte a una situazione certamente difficile e che coinvolge, non solo un problema occupazionale, bensì un problema di sicurezza e di stabilità ambientale, il rapporto è talmente quotidiano e diuturno che, al di là delle soddisfazioni non recepite di una ripresa funzionale al recupero ambientale, ancora la riunione di questa sera va nella direzione di una verifica soprattutto con la società concessionaria per capire se determina la negazione di continuare ancorch sia concessionaria e quindi poter immaginare nelle prossime settimane sviluppi o in un senso o nell'altro.
Pertanto, sarà cura di questa Regione e di questa Giunta regionale notiziare in termini celeri, soprattutto agli interroganti, ma anche all'assemblea che giustamente è stata informa-ta in questi mesi dei percorsi realizzati.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rabellino.



RABELLINO Renzo

La nostra interpellanza è consequenziale alla situazione di notevole disagio in cui si trovano oggi i lavoratori dell'amiantifera. Avevamo fatto e qui contraddico l'Assessore Cerchio - nel mese di ottobre un lungo dibattito sull'amiantifera, con promesse ben precise sui tempi di ripresa dei lavori. Con questo non dico che l'Assessore è totalmente responsabile.
Indubbiamente, da quel momento, riteniamo che la Regione si sia un po' dimenticata del problema sperando che tutto si risolvesse con la Mineral Intertrade Limited di Lugano. In realtà, abbiamo constatato che ci sono dei problemi; la nostra preoccupazione principale, oltre a quella del posto di lavoro dei dipendenti, è quella che giorno dopo giorno si vocifera (e le voci sembrano concretizzarsi) sull'ipotesi della mega discarica. Sappiamo tutti che, se non si riprendono i lavori, l'amiantifera di Balangero verrà trasformata in una mega discarica di rifiuti industriali.
Con questa interpellanza volevamo sollecitare nuovamente la Giunta a riprendere l'argomento e seguirlo con particolare attenzione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Segre.



SEGRE Anna

Sono parzialmente soddisfatta della risposta dell'Assessore Cerchio, in quanto non limita certo de nostre preoccupazioni. Soprattutto evidenzia una certa evoluzione della situazione. Noi, già nell'autunno dello scorso anno in occasione del dibattito in Consiglio a cui si era arrivati con l'approvazione di un ordine del giorno, vedevamo con perplessità il conferimento della concessione alla società Mineral &Intertrade Limited di Lugano, in quanto le assicurazioni che la società stessa dava non ci sembravano sufficienti. Soprattutto, la non disponibilità della ditta svizzera di fatto si è poi verificata, come ci ha detto poc'anzi l'Assessore Cerchio, anche se ci ha gentilmente comunicato che questa sera ci sarà un incontro di tutte le parti in causa, ma la ditta svizzera in sostanza si è ritirata, anche se non l'ha ancora comunicato formalmente.
Nella impostazione del problema che riguarda la fuoriuscita dalla produzione dell'amianto, problema cardine che noi avevamo già evidenziato nel nostro ordine del giorno e che in parte era stato recepito nell'ordine del giorno unitario, non si possono dribblare le leggi nazionali che vengono discusse, e che l'Assessore ha richiamato, e che prevedono una fuoriuscita dalla produzione dell'amianto per il nostro Paese in breve tempo. Un tempo certamente non sostenibile economicamente da un'impresa per la ripresa dell'attività di estrazione. Anche se da una angolazione visiva diversa, anch'io ho avuto la sensazione che in questi mesi il problema dell'amiantifera di Balangero non sia stato seguito dalla Regione con l'impegno che la Giunta si era preso votando l'ordine del giorno del 25 settembre. La richiesta di comunicazione l'avevo fatta ben prima di formularla in una interrogazione, ma sembrava che la situazione fosse così fluida e che fosse difficile dare una risposta.
Dal punto di vista ambientale dobbiamo ritenerci fortunati che questo inverno è nevicato molto, perché ha facilitato il fatto di tenere fisse sul terreno le particelle d'amianto. Da un lato, mi sta bene che il monitoraggio sia cominciato, però non mi sta bene che sia cominciato questa settimana, non solo per ragioni atmo-sferiche, ma evidentemente anche per questioni di ritardo.
Per quanto riguarda l'indagine epidemiologica, che richiedevamo già nell'ordine del giorno e di cui chiedevamo conto nell'interrogazione, non credo debba essere sospesa nel caso in cui l'attività di estrazione non venga ripresa. Nel senso che l'indagine epidemiologica riguarda soprattutto un passato di cui vorremmo essere a conoscenza, anche per sapere sui provvedimenti che verranno presi in futuro e per conoscere la situazione attuale. Quindi, penso che l'analisi epidemiologica, richiesta ed accettata nell'ordine del giorno del 25 settembre, e che abbiamo richiamato nella nostra interrogazione, non sia da sospendere. Ovviamente, nel caso in cui effettivamente e con atti formali la società Intertrade di Lugano rinunciasse definitivamente alla coltivazione della miniera, chiedo che sia data la massima sorveglianza ad fatto che la stessa non venga trasformata nella mega discarica di tossico nocivi, e quindi che la Giunta, nel momento in cui verrà a conoscenza di questi fatti, si faccia parte promotrice nel darcene comunicazione.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interpellanza n. 415 presenta dal Consigliere Marengo inerente alla situazione occupazionale alla Fiat Iveco


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interpellanza n. 415. La parola all'Assessore Cerchio.



CERCHIO Giuseppe, Assessore al lavoro

Come ho annunciato al termine della risposta precedente, anche per questo caso mi farò premura di aggiornare ogni sviluppo, compreso quello che magari si realizzerà nell'incontro di questa sera, sapendo che le Regioni non sono né imprenditori né operatori, quindi non promettono ripresa del lavoro o soluzioni occupazionali, ma si sforzano di fare ogni azione di mediazione.
Voglio rispondere all'interpellanza urgente del Consigliere Marengo su di un tassello significativo, di dimensioni importanti ed enormi, quale è stato, nei giorni addietro, l'accordo Fiat Iveco e su cui, attraverso l'interpellanza, vengono posti alcuni passaggi ed alcuni percorsi di chiarimenti e di quesiti.
L'interpellanza pone problemi di grande rilievo che hanno ambiti e competenze assai più ampie di quelle regionali, solo in parte pertinenti la situazione occupazionale del polo torinese dell'Iveco.
Circa il primo punto, si osserva che la questione della conoscenza e dell'utilizzo dei finanziamenti pubblici erogati alle aziende è stata più volte posta, non solo dalla Regione Piemonte, ma dall'insieme delle Regioni, ad Governo nazionale, senza aver ottenuto finora utili risposte.
Si ritiene che questo atteggiamento governativo sia da attribuire, non tanto ad una pregiudiziale mancanza di trasparenza del Governo nazionale quanto ad una serie di concause: la pluralità delle leggi ed in alcuni casi la loro farraginosità: molte infatti sono le normative che permettono erogazioni alle imprese a vario titolo. Ne citiamo alcune: investimenti, innovazione, tecnologia risparmio energetico, risanamento ecologico, ecc.
la difficoltà di valutare ciò che si ritiene finanziamento pubblico ad esempio, è aperto il dibattito sulla correttezza o meno di ritenere finanziamenti pubblici, perlomeno ai fini della verifica dell'utilizzo, i risparmi compiuti tramite la fiscalizzazione degli oneri sociali le grandi difficoltà a verificare il rispetto del vincolo di destinazione per i finanziamenti di politica industriale. Alla difficoltà tecnica di valutare all'interno di un concreto investimento quale quota parte sia da imputare ad una legge e quale ad un'altra, si aggiunge una maggiore difficoltà "strutturale" all'interno dei gruppi industriali.
E' quindi difficile, circa il quesito posto, conoscere sia l'entità dei finanziamenti sia il rispetto della destinazione sia, ovviamente, i risultati ottenuti che presuppongono elementi di conoscenza dell'organizzazione aziendale molto approfonditi, su cui tutte le imprese sono estremamente riservate, anche per ragioni comprensibili. Pur essendo conscio di queste difficoltà, l'Assessorato rivolgerà questa richiesta di informazione sia al Ministero dell'Industria, per quanto riguarda l'entità dei finanziamenti, sia alla Direzione del gruppo per conoscere la sua valutazione circa i risultati ottenuti con i finanziamenti pubblici.
Circa il secondo punto, la Regione, tramite gli Assessorati competenti ha operato con il Governo molti tavoli di confronto pubblico circa i trasporti in Piemonte. Il ritardo indubbiamente esistente nel rinnovo ed ampliamento del parco macchine per il trasporto pubblico su gomma è riconosciuto da tutti gli enti locali, privi di fondi per le note restrizioni finanziarie operate alle Regioni ed agli enti locali, peraltro ben note al Consiglio regionale. Pertanto, ogni sollecito della Regione si colloca nell'ambito di possibilità ristrette circa de commesse pubbliche interne.
Riteniamo che il gruppo Iveco si collochi su un mercato internazionale assai ampio ed è a questo livello che sono necessarie presenze sul mercato e competitività, senza sopravvalutare l'effetto eventuale delle commesse pubbliche nazionali.
Occorre poi osservare come esista, per unanime riconoscimento delle associazioni imprenditoriali e delle OO.SS., l'esigenza prioritaria nel nostro Paese di rafforzare il trasporto su ferro rispetto a quello su gomma.
In ogni caso, il trasporto pubblico su gomma riguarda marginalmente il Piemonte in quanto la produzione di bus è prevalente al Sud.
Infine, ribadiamo come la Regione Piemonte non abbia strumenti per coordinare le commesse pubbliche che vengono assegnate alle aziende secondo le note normative in materia.
Circa il terzo punto, la Regione Piemonte, appena sarà portata a conoscenza dei relativi provvedimenti normativi, porterà l'intera materia all'esame della Commissione regionale per l'impiego. La Regione ha ripetutamente sollecitato il Governo proprio perché la normativa non cada nel vuoto, incontrando una assenza di strutture e di strumenti idonei alla loro gestione.
In questo senso ho personalmente più volte sollecitato il Ministero del Lavoro a fornire di adeguate risorse l'Agenzia regionale del lavoro, oggi formalmente decollata con un obiettivo tutto aperto sui ruoli, compiti funzioni e finanziamenti che non mancheremo, in questi giorni, di approfondire anche all'interno di un confronto articolato fra le parti sociali e all'interno della stessa Commissione regionale per l'impiego.
Si coglie comunque l'occasione, offerta da questa interpellanza, per ribadire ancora una volta la piena validità delle valutazioni sull'accordo Iveco, valutazioni espresse nell'ordine del giorno concordato con il Comune e la Provincia di Torino che ho inviato a questo Consiglio regionale per l'eventuale approvazione. E' il tassello di un discorso più ampio che in queste settimane ci ha visti in continuo contatto, prima con le OO.SS., poi con l'accordo siglato, alla presenza del Sottosegretario al Lavoro, On.
Grippo, fra le OO.SS, e l'Iveco, di cui questo ordine del giorno richiama preventivamente i passaggi dei percorsi e dei giudizi ad riguardo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marengo.



MARENGO Luciano

Intervengo solo su alcune questioni, anche perché su altre concordo rispetto alle valutazioni che l'Assessore ha fatto; per esempio, rispetto all'accordo e ad giudizio sull'accordo siglato nelle settimane scorse tra Organizzazioni Sindacali e direzione del Gruppo Iveco.
Nell'interpellanza avevo sottolineato tre gruppi di questioni: il primo riguarda le iniziative della Regione per conoscere le destinazioni dei fondi dei finanziamenti pubblici. Il secondo gruppo di questioni riguarda tutti i problemi rispetto al rinnovo del parco macchine pubblico. Su queste questioni l'Assessore ha detto che la Regione non ha competenze specifiche io so bene che non ci sono competenze specifiche, voglio però sottolineare intanto, come la Regione una competenza ce l'abbia e come sia legittimata ad avere questa competenza, cioè quella del confronto con il Governo per far sì che, rispetto ai problemi che si pongono alla comunità piemontese intesa in senso generale, la Regione abbia tutto il ruolo e tutta la competenza per fare iniziative politiche di questo tipo.
Mi pare che i due gruppi di problemi citati rientrino in questa possibilità e quindi in questa competenza.
L'altra questione, ancora più generale, è che ritengo evidente il fatto che - per il tipo di ristrutturazione industriale che sta andando avanti cui siamo forse solo agli inizi di una fase di riorganizzazione che avrà una durata che nessuno di noi è in grado di prevedere, ma che sicuramente non è breve - la Regione abbia la possibilità di svolgere un ruolo sulla politica industriale. Questa necessità mi pare sempre più evidente, allora credo che essere regionalisti, come un po' tutti affermiamo di essere significhi poi concretamente affermare su cosa vogliamo essere regionalisti. Mi pare che questo punto della politica industriale, della possibilità di avere delle competenze, delle risorse, per andare in direzione di una programmazione dell'apparato produttivo industriale piemontese, sia un fatto molto importante e credo sia una competenza di questo Consiglio il chiedere con forza, nel momento in cui si discute del nuovo ordinamento delle autonomie locali, a partire dall'attuazione della legge 142, di affermare questo principio, questa necessità nei confronti del Governo centrale.
Detto questo, sul merito mi pare che le questioni, sulle quali le risposte sono venute, siano valutabili positivamente in questa fase sapendo però che - e su questo chiedo l'impegno della Giunta regionale dell'Assessore Cerchio - la situazione Iveco è risolvibile con una forte possibilità di intervento sud mercato internazionale del veicolo industriale. Sappiamo bene che la situazione Iveco, al di là del fatto che non ci sia una produzione specifica in Piemonte, a Torino, sia marginale da questo punto di vista (mi riferisco agli autobus), sicuramente per l'intervento pubblico per il rinnovo del parco macchine, anche in direzione, ad esempio, di una ricerca nel rapporto tra circolazione urbana e impatto ambientale all'interno del Gruppo Iveco, può essere un fatto molto importante per risolvere i problemi di impatto ambientale. E' vero che il privilegio è quello del trasporto su rotaia, ma è altrettanto vero (per stare qui in Piemonte) che ci sono delle difficoltà anche nelle aziende che producono mezzi di trasporto su rotaia, addirittura la Fiat Ferroviaria di Savigliano è stata venduta ad un Gruppo francese. Quindi, mi pare che l'intervento e l'attenzione della Regione su queste questioni siano assolutamente necessari.
La terza questione riguarda la necessità di attivare tutti gli strumenti per il governo del mercato del lavoro, per una politica attiva del lavoro. Nell'accordo c'è un punto molto importante che riguarda le modalità di fare formazione professionale, che sono molto legate e di accompagnamento ad tipo di accordo - questa è un'innovazione, fra l'altro non da poco - di cassa integrazione a rotazione. I moduli di formazione professionale, così come previsti nell'accordo, sono di accompagnamento, di aiuto all'utilizzo della cassa integrazione a rotazione. Anche sulla questione della formazione professionale c'è una competenza precisa da parte della Regione; quindi, il coordinamento dei moduli formativi è assolutamente importante.
Così come l'utilizzo dell'Agenzia del lavoro rispetto ai processi di mobilità e rispetto soprattutto all'utilizzo della Legge n. 444 per le assunzioni nella Pubblica Amministrazione.
Da questo punto di vista, credo sia molto importante l'accordo tra Amministrazione regionale, Amministrazione provinciale e Comune di Torino per avvalersi delle possibilità di assunzione attraverso da Legge n. 444 sapendo che probabilmente la fascia di lavoratori dell'Iveeo più in difficoltà nei prossimi anni sarà proprio la fascia impiegatizia. Per questo chiedo che l'Assessore si impegni a portare queste questioni in Commissione regionale per l'impiego, ma anche a tenere aggiornato il Consiglio rispetto ai processi futuri. L'ordine del giorno che ho già firmato afferma alcune di queste questioni. Diventa, quindi, un fatto positivo se l'ordine del giorno verrà approvato oggi dal Consiglio regionale..



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cerchio.



CERCHIO Giuseppe, Assessore al lavoro

Prego, se è possibile, di dare corso oggi all'approvazione di questo ordine del giorno che completa, al di là della risposta ad un'interpellanza del collega, un discorso di attenzione del Consiglio regionale che mi pare possa essere unanime sul giudizio.


Argomento: Organizzazione regionale: argomenti non sopra specificati

Sollecito di risposta ad interrogazioni sul problema del Politecnico; sul problema dei profughi albanesi. Presentazione dell'ordine del giorno sull'Iveco


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Rivalta. Ne ha facoltà.



RIVALTA Luigi

Non intervengo sulla questione Iveco, ma, dal momento che si sta chiudendo il punto relativo alle interrogazioni ed interpellanze, voglio ricordare al Presidente che la settimana scorsa fu rinviata la risposta all'interpellanza urgente da noi presentata sul problema del Politecnico con l'impegno a discuterla oggi. Ho saputo dall'Assessore Carletto che neppure oggi verrà data risposta alla nostra interpellanza; la ragione è l'assenza del Consigliere Ferrara che aveva presentato a sua volta un'interrogazione sullo stesso argomento. Io prendo atto e in un rapporto di cortesia accetto il rinvio, chiedo però a lei - Presidente - che questi rinvii non abbiano ancora a prodursi in futuro, altrimenti un'interpellanza urgente presentata due mesi fa perde di significato. L'argomento ha attinenza alle questioni sollevate dal Consigliere Cucco, riguarda proprio quella spina, su cui si stanno appuntando grandi interessi nella politica urbanistica del Comune di Torino, che non può essere lasciata passare in nessun modo inosservata dalla nostra Regione.



PRESIDENTE

Comprendo quanto adesso ha richiamato il Consigliere Rivalta. Devo dire che avrei toccato questo punto inerente all'interpellanza relativa al Politecnico, però il Consigliere Ferrara mi ha pregato di non porla in discussione oggi perché desidera essere presente. Credo sia indispensabile che sia la prima interrogazione ad essere esaminata la prossima seduta altrimenti perde l'immediatezza.



RIVALTA Luigi

Almeno nel corso della prossima seduta.



PRESIDENTE

Concludiamo la questione aperta con la risposta all'interpellanza relativa all'Iveco: é stato presentato in proposito un ordine del giorno firmato dai Consiglieri Marengo e Picchioni.
La parola all'Assessore Cerchio.



CERCHIO Giuseppe, Assessore al lavoro

L'ordine del giorno é stato concordato con le OO.SS., e i Gruppi consiliari presenti e quanti altri a livello di Comune, Provincia e Regione; é firmato indicativamente dall'Assessore Cerchio e da due Consiglieri che erano presenti. Evidentemente l'ho consegnato alla Presidenza perché fosse tempestivamente votato, ma ritengo che i Gruppi consiliari abbiano titolo e diritto ad andare ad apporre la loro firma giacché mi pare sia un discorso che abbiamo fatto unitariamente in queste settimane.



PRESIDENTE

Se alcuni Consiglieri intendono apporre la loro firma, possono farlo.
La parola al Consigliere Marengo.



MARENGO Luciano

Sarebbe meglio che ce ne fosse una copia per Gruppo.



PRESIDENTE

Rinvierei la questione nell'arco della giornata, così diamo una copia ai vari Gruppi e alla fine della giornata l'ordine del giorno potrà essere messo in votazione.
La parola al Consigliere Sartoris.



SARTORIS Anna

Sono tre volte che nell'elenco delle interrogazioni ne vengono inserite alcune, come ad esempio la n. 286, che sembra molto marginale e invece proprio in questi giorni, é di grande attualità. All'o.d.g. é peraltro iscritta una comunicazione del Presidente della Giunta proprio in merito al problema dei profughi albanesi, quindi sollecito affinché questa questione venga affrontata in giornata.
Teniamo conto che ci sono le festività pasquali e, se non si affronta oggi la questione, per 15 giorni non se ne parlerà più, mentre il problema grave.



PRESIDENTE

Si era convenuto con il Presidente della Giunta di affrontare la questione albanesi al termine della seduta di oggi, quindi raccogliamo il suo invito.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito ad punto 3) all'o.d.g. "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Cavallera, Coppo, Ferrara, Cantore Garino, Goglio, Dardanello, Dameri e Croso.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

c) Apposizione visto Commissario del Governo


PRESIDENTE

L'elenco delle leggi vistate dal Commissario del Governo sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento: Consulte, commissioni, comitati ed altri organi collegiali

d) Commissione istituita con deliberazione del Consiglio regionale del 12.3.91 n. 131-3770


PRESIDENTE

Comunico che si é insediata in data odierna la Commissione istituita con deliberazione del CR del 12.3.91 n. 131-3770 ed ha proceduto all'elezione dei due Vicepresidenti essendo presieduta di diritto dal Presidente del Consiglio regionale. Sono risultati eletti i Vicepresidenti Picchioni e Rivalta.


Argomento: Beni ambientali - tutela del paesaggio (poteri cautelari, vincoli

Esame progetto di legge n. 23 "Discipline delle funzioni di competenze della Regione in attuazione del DPR 17 maggio 1988, n. 175 - Attuazione delle direttive CEE n. 82/ 501, relativa ai rischi di incidenti connessi con determinate attività industriali, ai sensi delle legge 16 aprile 1987 n. 183"


PRESIDENTE

Passiamo al punto 4) all'o.d.g.: Esame progetto di legge n. 23.
Il DPR é stato iscritto su richiesta dei presentatori essendo scaduti i termini temporali concessi per l'esame in Commissione, appunto art. 34 comma IV. Ai sensi del medesimo art. 34, il comma V prevede che il Consiglio regionale, su richiesta motivata della Commissione o di tre Consiglieri, può deliberare, con 31 voti, di rinviare l'argomento in Commissione perché si effettui l'esame. Nel frattempo, su analogo argomento, è stato presentato un disegno di legge da parte della Giunta.
Ritengo che i due provvedimenti possano essere esaminati congiuntamente dalle tre Commissioni incaricate: la II, la III e la IV. E con questa comunicazione si intende iscritto anche ai lavori della IV Commissione il precedente disegno di legge presentato.
La parola al Consigliere Bresso.



BRESSO Mercedes

Nelle more del passaggio dai punti verso di basso dell'o.d.g. ai punti all'inizio dell'o.d.g. del Consiglio é stato presentato un disegno di legge della Giunta, come ha ricordato poc'anzi il Presidente, che peraltro molto simile a quello che avevamo presentato noi. Infatti, le differenze sono abbastanza marginali ed essenzialmente di tipo organizzativo. Il fatto che sia stato presentato quello della Giunta non vuol dire che si va in discussione né con uno né con l'altro, ma nel frattempo sono stati messi entrambi all'o.d.g. della discussione della II Commissione con la necessità evidente di coordinarsi con de altre Commissioni cui é stato assegnato.
Noi siamo i presentatori e pertanto siamo disponibili al rinvio in Commissione, intendendo questo rinvio come un impegno da parte della II della III e della IV Commissione, a cui congiuntamente é stato assegnato ad accelerare i lavori. Ricordiamo che la ragione per cui noi avevamo chiamato in aula il progetto é che la Regione è ormai inadempiente da ben tre mesi rispetto alla scadenza. Ma anche nella migliore delle ipotesi questo significherà comunque che, dal momento che viene discussa, approvata e messa a regime una legge, ci sarà già un anno di ritardo; anche se d'ora in poi andassimo nel modo più veloce possibile! Per cui, i tempi sono davvero molto ad di là di ciò che sarebbe stato opportuno. Come il Presidente ben sa - che é responsabile secondo il disegno di legge della Giunta e che é anche responsabile se succede qualcosa in una fabbrica a rischio - era stato presentato un progetto non adeguato che é giacente presso la Giunta, Attualmente voi avreste dovuto ricevere tutte le dichiarazioni ai sensi della legge e, non essendo pronti per la verifica e quindi le osservazioni e de richieste di modifica, se ci sono delle aziende inadempienti, questo significa che c'è una responsabilità, quanto meno politico-morale, se non giuridica, della Regione, per non aver verificato e quindi non aver sollevato la questione. Per cui siamo in una posizione molto delicata e credo che ci dobbiamo muovere con grande urgenza, avendo presente che non si tratta di argomento marginale, ma di argomento molto rilevante, perché quando succedono gli incidenti questi possono essere lievi, ma possono anche essere gravi. Questa mi pare l'unica procedura possibile al momento e quindi siamo d'accordo al rinvio in Commissione.



PRESIDENTE

Raccogliendo la raccomandazione per la celerità dei lavori delle Commissioni, che però mi sembrano già sensibilizzate in questa direzione, e ritenendo iscritto ai lavori della IV Commissione il progetto di legge n.
23, pongo in votazione il rinvio in Commissione del progetto stesso.
Chi é favorevole é pregato di alzare la mano.
Il Consiglio approva all'unanimità dei 35 Consiglieri presenti.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Comunicazione della Giunta regionale in merito alla DGR n. 16-1847 del 20/11/1990 avente per oggetto "Iniziative e proposte di intervento ai sensi dell'art, b del DPCM 3/81 1990 in attuazione del programma di emergenza per lo smaltimento dei rifiuti industriali" (rinvio)


PRESIDENTE

L'Assessore Garino, che doveva riferire al Consiglio in merito al punto 5) all'o.d.g., é stato convocato dal Ministero per l'Ambiente in Valle Bormida. La comunicazione é pertanto rinviata.
Chiede di parlare il Consigliere Monticelli. Ne ha facoltà.



MONTICELLI Antonio

Signor Presidente, se non ricordo male é già la terza seduta di Consiglio in cui questo punto é iscritto all'o.d.g.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Vorrei chiarire che non c'è alcuna volontà di rinvio. L'Assessore Garino non poteva non essere presente all'incontro per la Valle Bormida che mi pare sia di grande importanza. Se arrivasse l'Assessore, la comunicazione potrebbe essere fatta nel pomeriggio, altrimenti la possiamo inserire nell'o.d.g. della prossima seduta.



PRESIDENTE

In effetti la comunicazione dell'Assessore Garino, peraltro inviata alla Presidenza del Consiglio, fa presente questo impegno richiesto dal Ministero per l'Ambiente, tant'è che altri Consiglieri della zona oggi sono assenti per la stessa motivazione. Terremo presenti le osservazioni del Consigliere Monticelli e l'impegno del Presidente Brizio nel comporre l'o.d.g. della prossima seduta.


Argomento: Edilizia scolastica

Esame proposta di deliberazione n. 145: "DGR n. 96-3869. Legge regionale 21/3/1984, n. 18 - Criteri di attuazione dei programmi annuali e delle iniziative d'intervento per la realizzazione delle opere di edilizia scolastica, validi per il triennio 1991/1993"


PRESIDENTE

Passiamo al punto 6) all'o.d.g. che prevede l'esame della proposta di deliberazione n. 145.
Ha chiesto di parlare il Consigliere Buzio. Ne ha facoltà.



BUZIO Alberto

In Commissione avevamo sollevato alcune questioni. Ci interessava avere un prospetto delle richieste in generale anche per avere un'idea esatta data l'esiguità delle risorse e di quanto poteva essere la possibilità di soddisfacimento delle varie esigenze.
Va bene che questi interventi siano indirizzati ai Comuni inferiori ai 5 mila abitanti, anche perché hanno problemi maggiori, mentre i Comuni con popolazione superiore ai 5 mila abitanti, in presenza di un calo demografico evidente, hanno più possibilità di utilizzo in modo fungibile del patrimonio edilizio scolastico. Dato che questi Comuni hanno una popolazione inferiore ai 5 mila abitanti e spesso coincidono in aree montane in cui, tra l'altro, le Comunità montane hanno già delle esigenze esistenti che potevano essere un momento di filtro, anche per evitare che certi interventi non fossero coordinati sufficientemente, dato che molti Comuni operano, se non in modo consortile, quanto meno in modo di intesa (spesso certi edifici sono ad servizio di più Comuni), ci pareva interessante evitare il solito raccordo Comuni-Regione che rischia di non avere una rispondenza esatta e di essere soggetto alle pressioni di questo o di quel politico per dare una risposta al Comune. Per essere il più obiettivo possibile, il criterio deve essere seguito anche attraverso un filtro che potrebbero essere le Comunità montane, evitando inoltre il rischio di sprechi. Dato che le risorse sono molto limitate, ci pare interessante utilizzare questi momenti intermedi di programmazione relativamente alle risorse. Il nostro voto é di astensione, pur condividendo le linee generali del provvedimento.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Fulcheri.



FULCHERI Giuseppe, Assessore all'istruzione

Le richieste sono: provincia di Torino: 16 miliardi provincia di Vercelli: 12 miliardi provincia di Novara: 11,7 miliardi provincia di Cuneo; 12,5 miliardi provincia di Asti: 2,8 miliardi provincia di Alessandria: 9,2 miliardi.
Totale 64,256 milioni circa.
Rispetto a queste richieste abbiamo 1.200 milioni a disposizione.
Questa é la triste realtà. Per quanto riguarda il problema delle Comunità montane, lo stiamo prendendo in esame nel senso che, proprio per l'importanza delle stesse, proprio per togliere l'aspetto spesso un po' troppo campanilistico, nell'istruttoria delle varie domande le Comunità montane saranno interpellate.
In merito all'esiguità degli stanziamenti nei confronti delle richieste, anche se la legge nazionale prevede 1,500 miliardi, dei quali dovrebbe arrivare in Piemonte circa il 6%, faccio presente che, contro gli 85-90 miliardi, abbiamo una richiesta di 640 miliardi per tutto il Piemonte. D'accordo che si parla già dei 2 mila miliardi per dieci anni a partire dal 1992, ma sicuramente sono dei gravi problemi sui quali stiamo molto attenti perché si innestano non soltanto nella modifica della scuola elementare, ma anche per quanto riguarda la scuola dell'obbligo, con tutte le necessità che ci sono in tutte le classi delle scuole. Con questo volevo dire che c'è ampia disponibilità da parte della Giunta e dell'Assessorato nel seguire questi problemi che hanno grandissima importanza.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Rivalta. Ne ha facoltà



RIVALTA Luigi

So che è anomala la mia richiesta dopo la replica dell'Assessore.
L'intervento dell'Assessore do considero di apertura, che amplia, anche se limitatamente, la conoscenza della motivazione su cui si basa questa deliberazione. Ho sentito della disparità, certo questa non é una novità delle richieste rispetto alle disponibilità che permangono, non solo per questi provvedimenti più limitati che riguardano i programmi per l'edilizia minore, ma che permarranno anche con riferimento a una politica di edilizia scolastica che dovrà riaprirsi dopo che si é chiuso il programma della 412 del '75.
A me pare - é questa la questione che voglio porre - che il Consiglio regionale abbia bisogno di maggiore conoscenza della situazione. Oggi noi approviamo una delibera che ha anche una portata molto limitata e si dà mandato alla Giunta di procedere alla formulazione dei programmi. Ritengo tuttavia che, sotto il profilo del rapporto, del ruolo e della responsabilità del Consiglio, sia necessario che per il futuro il Consiglio (oggi non ci poniamo problemi di questa natura, evidentemente non é stato fatto e se é in preparazione non é possibile recuperare oggi) si ponga il problema di una informazione e conoscenza della situazione dell'edilizia scolastica.
Si era addivenuti ad un quadro di conoscenze nel momento della formulazione dei programmi triennali di edilizia scolastica della 412: passata ormai una decina di anni, bisognerà tirare il consuntivo degli effetti di quella politica, ma soprattutto il tipo di domanda come qualità e anche come quantità, perché l'andamento demografico sta modificando moltissimo la struttura e la localizzazione della popolazione.
Chiedo, quindi, all'Assessore di predisporre per tempo questo quadro di conoscenza della situazione scolastica per i vari livelli scolastici sud territorio e soprattutto di portare avanti una politica regionale di prefigurazione delle possibili soluzioni. Dico questo nel senso che necessario, a livello di territorio su cui si può articolare il servizio scolastico, prevedere anche degli embrionali, dei pre-piani di utilizzo delle strutture. Le modifiche, a cui si fa riferimento in un accenno della struttura della popolazione scolastica, portano probabilmente a modificare l'utilizzo dei servizi scolastici, da scuola elementare a scuola media, da scuola media a scuola media superiore. La visione non può essere puramente quantitativa e aggiuntiva con i nuovi programmi: deve essere di riorganizzazione e ristrutturazione dell'esistente. Un Consiglio regionale ha bisogno di esprimersi con riferimento a questa natura della politica scolastica e non soltanto a dimensioni di finanziamento ed ad numero di aule che si possono costruire. Prego, quindi, di avere nel prossimo futuro ma in anticipo rispetto alla formulazione dei programmi che si faranno dopo questo e soprattutto di quelli per il nuovo Piano dell'edilizia scolastica le informazioni sufficienti per poter partecipare alla discussione ed esprimere motivatamente le nostre posizioni e anche i nostri consigli.
Siamo Consiglieri: mi sembra giusto che svolgiamo questo ruolo di consigliere alla Giunta e alla maggioranza.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Fulcheri.



FULCHERI Giuseppe, Assessore all'istruzione

Ringrazio il Consigliere Rivalta del suo intervento. Ci stiamo già preoccupando di questo. La riforma della scuola elementare porta, non dico una rivoluzione, ma sicuramente un assestamento diverso nei plessi scolastici: si pensi a quello delle scuole con meno di 21 allievi. Sono in corso nostri contatti ed incontri abbastanza frequenti con il Provveditorato agli studi in modo da capire bene la situazione. Le richieste stesse che ci provengono le verifichiamo anche (la legge 142 rimanda alle Province) mediante le riunioni con gli Assessori provinciali.
Le cifre che ho esposto non erano tanto per esporle, quanto per dire come il problema sia drammatico. Quindi stiamo rivedendo proprio tutto l'insieme (e lo stiamo già facendo nell'aggiornamento del Piano di sviluppo che dovremo presentare) delle linee fondamentali di un riordino e di una rivisitazione rispetto al passato, anche per quanto attiene all'inventario delle cose esistenti, di cosa é stato fatto e di cosa si prevede di fare.
Non é facile. Dico solo che su questo stiamo lavorando attentamente.



PRESIDENTE

Pongo in votazione tale deliberazione, il cui testo é a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale della seduta in corso.
Chi é favorevole é pregato di alzare la mano.
E' approvata con 22 voti favorevoli e 9 astenuti..


Argomento: Parchi e riserve

Esame progetto di legge n. 39: "Modificazioni alla L.R. 22/3/1990, n. 12 in materia di aree protette"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora il punto 7) all'o.d.g.: "Esame progetto di legge n. 39".
Relatore é il Consigliere Fiumara, che ha facoltà di intervenire.



FIUMARA Francesco, relatore

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, l'attuale norma prevede che la nomina degli esperti dell'Università e del Politecnico avvenga da parte del Consiglio regionale che sceglie i componenti del Comitato sulla base di terne proposte dalle Facoltà universitarie.
La proposta di legge di modifica stabilisce che il Comitato tecnico scientifico di supporto alla politica regionale delle aree protette, la cui formazione e composizione sono sancite dall'art. 21, sia nominato invece dal Consiglio regionale, che si riserva la nomina di cinque esperti in base alle proposte che sono avanzate dalle Facoltà universitarie e dal Politecnico, puntualmente individuate in normativa.
Questa innovazione é e vuole essere sostanziale in quanto svincola in modo netto la scelta degli esperti dai meccanismi di nomina tradizionali gestiti dal Consiglio regionale e dà piena fiducia alle scelte che l'Università e il Politecnico, nella loro autonomia interna, possono fare.
Questo modo di procedere non sminuisce peraltro il ruolo regionale del Comitato, che é assicurato dalla presenza di cinque esperti di nomina diretta del Consiglio, ricordando altresì le funzioni consultive che il Comitato ha il compito di svolgere sulla base delle previsioni contenute nella medesima legge che si propone di modificare.
Mi sembra doveroso informare il Consiglio dell'acceso dibattito che si è svolto nell'ultima riunione di Commissione sulla proposta di legge presentata dai colleghi Bresso e Rivalta, in merito alla modifica dei punti 25 e 26 dell'art. 9. La Commissione ha rinviato la determinazione e la votazione in merito. Prego l'Assessore e i membri della Commissione di valutare l'opportunità di modificare i punti 25 e 26 dell'art. 9



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rivalta.



RIVALTA Luigi

Difformemente dall'atteggiamento che assumerà il Gruppo a cui appartengo, annuncio che non parteciperò al voto di questo provvedimento per il modo con cui la maggioranza si é atteggiata in Commissione sui due provvedimenti di modifica della legge sulla tutela dei parchi. Senza illustrare i particolari, considero che l'aver rifiutato di affrontare la questione posta dalla collega Bresso e da me in merito alle designazioni da parte delle associazioni naturalistiche, dei loro rappresentanti nei Consigli dei parchi, sia stato un modo bieco di affrontare un problema esistente. Non capisco la motivazione di questa modifica che é stata apportata, non è così rilevante, era molto più rilevante quella sulla rappresentanza delle associazioni naturalistiche ambientali. Non ho partecipato al voto di questo provvedimento in Commissione, altrettanto faccio ora.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi possiamo passare all'esame dell'articolo unico.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione é il seguente: presenti e votanti 33 Consiglieri hanno risposto SI 24 Consiglieri si sono astenuti 8 Consiglieri non partecipa alla votazione 1 Consigliere.
L'articolo unico é approvato.


Argomento: Bilancio - Finanze - Credito - Patrimonio: argomenti non sopra specificati

Esame proposta deliberazione n. 152: Primo prelievo dal fondo di riserva di cassa, di cui al cap. 12900 dello stato di previsione della spesa del bilancio '91, della somma di L. 14.006.883.711 per consentire pagamenti relativi alla gestione dei residui. Approvazione della proposta formulata dalla Giunta regionale con deliberazione n. 155-4403 del 25/2/91


PRESIDENTE

Passiamo ad punto 8) dell'o.d.g.: Esame proposta deliberazione n. 152.
Non essendovi richieste di parola, pongo in votazione tale deliberazione il cui testo é a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi é favorevole é pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 20 voti favorevoli, 11 astenuti.


Argomento: Assestamento di bilancio - Parchi e riserve

Esame disegno di legge n. 72: "Assestamento al bilancio di previsione per l'anno finanziario 1990 delle aziende, enti, parchi o riserve naturali"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del disegno di legge n. 72, di cui al punto 10) dell'o.d.g.
La parola al relatore Consigliere Zanoletti.



ZANOLETTI Tomaso, relatore

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, il disegno di legge n. 72 presentato dalla Giunta regionale in data 9 gennaio 1991, concerne l'assestamento ai bilanci di previsione per l'anno finanziario 1990 di un certo numero di enti di gestione dei parchi e delle riserve naturali regionali, nonché dell'IRES.
L'approvazione, da parte di questo Consiglio, dei documenti di assestamento in argomento é adempimento previsto dalla legge regionale n.
55/81 "Norme di contabilità regionale" e, in particolare per quanto si riferisce agli enti dei parchi, dalla legge regionale n. 51/84 "Norme per la formazione e la gestione dei bilanci di previsione e dei rendiconti generali e per il controllo degli atti amministrativi degli enti di gestione dei parchi naturali, delle riserve naturali e delle aree attrezzate della Regione Piemonte", la quale consente l'approvazione degli assestamenti con legge autonoma rispetto a quella di approvazione dell'assestamento del bilancio regionale.
L'assestamento del bilancio dell'IRES avrebbe invece dovuto essere approvato con da legge n. 54/90, approvativa dell'assestamento al bilancio regionale per l'anno 1990. Qualche ritardo nella predisposizione e presentazione dei documenti contabili do ha impedito, rendendo necessario provvedervi successivamente con altro disegno di legge, il n. 72 appunto di cui si tratta.
Tale disegno di legge è stato illustrato in I Commissione dall'Assessore competente, il quale ha evidenziato la caratteristica prettamente tecnica dei documenti, che sostanzialmente recepiscono i dati accertati nei rendiconti degli enti relativi all'anno 1989 e che, in quanto riferiti all'anno 1990, non sono più gestibili in termini di spesa, ma servono unicamente a completare i provvedimenti finanziari degli enti interessati.
Il disegno di legge n. 72 é stato licenziato a maggioranza dalla I Commissione. Per i motivi sopraesposti, se ne raccomanda l'approvazione da parte di questa assemblea.



PRESIDENTE

ART. 1 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione é il seguente: presenti e votanti 33 hanno risposto SI 21 Consiglieri si sono astenuti 12 Consiglieri.
L'articolo unico é approvato.


Argomento: Incarichi e consulenze esterne

Esame progetto di legge n. 19: "Modifiche ed integrazioni alle leggi regionali 25 gennaio 1988, n. 6 e 2 agosto 1988, n, 42 in materia di collaborazioni esterne". Votazione ordine del giorno n. 145


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del progetto di legge n. 19 di cui ad punto 9) all'o.d.g.
La parola al relatore Rossa.



ROSSA Angelo, relatore

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, il disegno di legge recante "Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 25 gennaio 1988 n. 6 e 2 agosto I988, n 42 in materia di collaborazioni esterne", é stato licenziato a maggioranza dalla I Commissione consiliare.
La Commissione ha discusso in numerose sedute questo disegno di legge che contiene - ripeto - modifiche ai disegni di legge n. 6 e n. 42 negli artt. 2, 3, 4, 5, 6 e 7.
Tali modifiche sono dirette a facilitare il rapporto di collaborazione con consulenze esterne che di volta in volta possono essere utilizzate per le varie esigenze di elaborazione e di progettazione.
Un punto che é stato oggetto di particolare attenzione é stato il fatto se i dipendenti regionali avessero titolo o meno di essere annoverati tra i collaboratori esterni cui potersi rivolgere. La discussione é stata abbastanza approfondita. C'era chi sosteneva che dovesse passare un certo periodo di tempo e chi invece che, dal giorno immediatamente dopo la cessazione del rapporto di lavoro, ciascuno é libero di poter esprimere la propria collaborazione, da chiunque sia richiesta. Il Presidente della Giunta ha mostrato la sua disponibilità intervenendo continuamente alle sedute di Commissione. A nome della Commissione e del suo Presidente Zanoletti, ringrazio per l'attenzione che la Giunta ha prestato e la disponibilità manifestata nell'accogliere il principio che la Regione potesse avvalersi della collaborazione esterna di propri ex dipendenti dopo un anno dalla cessazione del rapporto di lavoro; quindi, non il giorno dopo, come veniva sostenuto da altri, senza che ne avessero fatto comunque una questione dirimente, bensì un anno dopo.
Si tratta di una legge molto importante. C'è sempre più bisogno di progettualità e di collaborazioni tali da arricchire le capacità e la professionalità dei nostri dipendenti regionali, ma ritengo anche necessario che al lavoro dei nostri dipendenti regionali si assommino, nel caso di questioni particolari e specifiche, consulenze e collaborazioni esterne.
Un'azienda moderna, come vogliamo che sia l'azienda Piemonte, che intenda porsi nel 2000, guardare ai nuovi orizzonti europei, rilanciare il proprio ruolo, in analogia con le aziende che si attrezzano oggi di fronte alle nuove dimensioni del mercato, un'azienda che però voglia anche restare nel solco di quella grande tradizione che ha accompagnato l'impegno del Piemonte, credo debba avere la possibilità di avvalersi in ogni momento delle collaborazioni esterne che hanno lo scopo di far crescere sempre di più le nostre proposte e le nostre idee.
Raccomando al Consiglio di approvare questo disegno di legge che ci mette all'altezza dei tempi, che mi auguro possano vedere la Regione più libera dal punto di vista dell'aiuto che può ricevere dall'esterno, dalla società, insieme appunto alla struttura regionale interna, e in grado di poter vincere la scommessa degli anni 2000.



PRESIDENTE

Sulla relazione del Consigliere Rossa é aperto il dibattito. Ha chiesto la parola il Consigliere Monticelli. Ne ha facoltà.



MONTICELLI Antonio

Questa è una legge molto semplice in apparenza, per lo meno lo era per come era stata presentata in un primo momento dalla Giunta, ma ha avuto un iter molto complesso per responsabilità primarie della Giunta regionale.
Era una legge che costituiva una particolare attenzione perla Giunta regionale. Ricordo di essere rimasto personalmente colpito quando alcuni mesi or sono il Presidente della Giunta, Brizio, nel seminario organizzato dal Consiglio regionale in quest'aula sulla Legge 142, citò questa legge come una delle questioni che hanno attinenza con l'applicazione della Legge 142; quindi era un'esigenza vitale, per la Giunta.
Le cose però sono andate in modo diverso, perché la Giunta ha scordato alcuni passaggi essenziali che hanno suscitato critiche molto forti in sede di Commissione e ritardi: la Giunta si é semplicemente scordata di consultare le OO.SS. su un disegno di legge che riguardava anche l'organizzazione del lavoro all'interno della Regione Piemonte e che rientra in una materia regolata dal contratto di lavoro per da quale prevista la consultazione obbligatoria delle OO.SS. Questo ha portato a un rallentamento della procedura.
Ho ricordato queste cose per dire la difficoltà con la quale il nostro Gruppo si é interfacciato alla Giunta regionale e alla maggioranza nell'esame di questo disegno di legge. Un disegno di legge al quale si attribuiva una grande rilevanza, ma che è partito col piede sbagliato perché é mancato un passaggio obbligatorio che ha ritardato i tempi.
La legge che si va a modificare con questa proposta della Giunta é una legge del 1988, una legge approvata da una maggioranza identica a quella che governa oggi la Regione Piemonte, composta in gran parte da Assessori che siedono sugli stessi banchi della Giunta attuale. Siamo nel 1991, ma il disegno di legge della Giunta é ancora del 1990; é stato presentato fra i primissimi nella nuova legislatura, e uno dei primissimi atti di questa nuova Giunta regionale é stato quello di dire: "dobbiamo modificare una legge di due anni fa".
Perché tutta questa fretta? Perché questo bisogno di sbarazzarsi, a soli due anni di distanza, di una legge che voi stessi della attuale maggioranza avevate voluto nella precedente legislatura? Allora guardiamo com'è questo disegno di legge e com'era prima di essere modificato in Commissione, in alcuni punti significativi, ma non sufficienti.
Questa è in sostanza una legge di 'deregulation' nel campo delle consulenze esterne. Di 'deregulation' perché, con questa legge, la Giunta regionale, in sostanza, fa quello che vuole, non ha più vincoli, non ha più limiti, se non quello - che è davvero molto poco, Presidente Brizio rispetto alla legge precedente del 1988 - di presentare indirizzi della Giunta regionale, non si capisce nemmeno se oralmente o per scritto. Questo è l'unico vincolo: quello di venire in Consiglio una volta all'anno quando si parla del bilancio per illustrare gli indirizzi. Con questi indirizzi la Giunta regionale può affidare consulenze come, quando e a chi vuole. E' stato faticosissimo, in Commissione, reintrodurre un vincolo, io l'ho definito di cautela minima, di civiltà minima, quello del cosiddetto anno sabbatico per gli ex-dipendenti regionali messi in quiescenza, che è l'unico vincolo, a parte quelli obbligatori derivanti da leggi nazionali contenuto in questa legge.
E' chiaro che nel passaggio tra il primo e quest'ultimo testo ci sono stati altri piccoli miglioramenti. Sarebbe sbagliato negarlo. Tramite la consultazione con le OO.SS., fatta tardivamente, la Giunta regionale ha reintrodotto alcuni elementi di consultazione e di informazione nei rapporti con le OO. SS. , che su una materia di questo tipo sono quasi dovuti. Ma sono rimasti anche punti non comprensibili. Ne cito in particolare due. Primo, il fatto che è scomparso dalla legge, così come viene portata oggi all'esame del Consiglio, un punto che seconde me è qualificante: nel decidere le collaborazioni esterne la Giunta regionale non è più obbligata a sentire i responsabili dei settori interessati. La Giunta regionale, pertanto, può decidere delle collaborazioni esterne in particolari settori di attività della Regione senza sentire i responsabili di quei settori. Questo mi sembra un punto grave, perché significa deresponsabilizzare la struttura, deresponsabilizzare la dirigenza regionale, ignorare le esigenze che la struttura, la dirigenza regionale giustamente, deve porre e sapere.
Un altro punto particolarmente negativo, direi quasi una svista, perch era comparso in un certo momento nell'iter della legge, poi è scomparso nella versione definitiva, è che con la formulazione attuale di questa legge viene tolta qualsiasi autonomia al Consiglio regionale. Si lede l'autonomia funzionale del Consiglio regionale, perché non c'è più alcuna distinzione di ruoli dell'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale tutto fa capo alla Giunta regionale. Per cui l'Ufficio di Presidenza del Consiglio sarebbe obbligato a dare o non dare consulenze nell'ambito di indirizzi stabiliti dalla Giunta. Questo è un punto che configura una lesione dell'autonomia del Consiglio regionale.
Finisco su quello che, a nostro giudizio, è il punto più grave di questa impostazione. Dicevo prima che si tratta di una legge di deregulation. Qui si tratta sostanzialmente di una legge che rifiuta il metodo della programmazione. Mentre la legge precedente individuava un meccanismo, una procedura di programmazione nella scelta delle consulenze esterne, perché obbligava la Giunta, anche se non in toto, ma per una quota significativa - mi pare fosse il 70% - a stare dentro un quadro programmato di consulenza e di collaborazioni esterne, e questa era un'indicazione forte di programmazione dell'attività e delle scelte della Giunta, oggi non c'è più alcun vincolo, se non questa vaga illustrazione di indirizzi annuali. Questo è davvero un passo indietro. Non si può gestire la struttura regionale ignorando la dirigenza e la responsabilità della dirigenza, riducendo al minimo il rapporto con le OO.SS. e venendo meno alla programmazione delle proprie scelte. Mi sembra un sintomo molto significativo e grave di un processo di degrado nel governare l'amministrazione regionale. Nonostante qualche piccola nostra proposta in Commissione sia stata alla fine accolta dalla Giunta regionale, il nostro Gruppo è duramente contrario a questa impostazione e a questo disegno di legge, per cui voterà contro.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta, Brizio.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Ritengo doveroso fare alcune puntualizzazioni. La Giunta ha presentato questo disegno di legge in conformità alle linee indicate nel documento programmatico presentato nel luglio 1990, laddove avevamo esplicitamente posto come uno degli elementi portanti del nostro lavoro la semplificazione legislativa e procedurale, nello spettro più ampio dei rapporti con i Comuni in tutto l'arco delle competenze regionali. Sotto questo aspetto ci stiamo muovendo, ad esempio, per quello che riguarda le modifiche alla legge 56, che sono ormai all'esame del Consiglio. Attraverso la legge di modifica delle procedure della programmazione, anziché intaccare i principi della programmazione, si é cercato di renderli più puntuali e reali con il vincolo preciso di portare avanti, insieme, programma, piano di spesa bilancio e revisione del Piano di sviluppo.
C'eravamo posti anche esplicitamente l'obiettivo di modificare da legge sulle consulenze. Si tratta, é vero, di una legge recente, ma é una legge che risente, a nostro avviso, di un approccio che va rivisto, perch troppo pesante e richiede quindi una semplificazione che riteniamo essenziale per dare possibilità all'esecutivo, e direi all'intera Regione di operare con tempestività e flessibilità di fronte a una realtà che cambia. Fatti salvi i principi della programmazione, sono stati insieme ad essi valorizzati quelli di efficienza e di efficacia dell'azione amministrativa, che sono poi quelli che interessano maggiormente i cittadini, i quali richiedono che le istituzioni funzionino. E per funzionare, le istituzioni hanno bisogno del supporto della propria organizzazione, del personale, al quale sono state prestate grandi attenzioni. Si sta svolgendo una serie di concorsi pubblici di grosso rilievo; si stanno portando avanti integrazioni di organico importanti e significative; é stata rivista tutta la sistemazione interna del personale si é arrivati comunque ad un assetto della struttura regionale che, con le assunzioni che si andranno a fare, dovrebbe essere in grado di rispondere alle esigenze.
Tutto questo ci rende convinti che una legge sulle consulenze oggi necessaria semplicemente per dare alla Giunta la possibilità di intervenire con prontezza, laddove é necessario, con supporti e riferimenti a quella intelligenza cui faceva riferimento il collega Rivalta. Per operare non possiamo fare a meno delle nostre strutture, ma abbiamo bisogno anche di ricorrere ad apporti esterni, ad un'intelligenza che esiste e rispetto alla quale dobbiamo avere libertà di scelta, che é una delle basi fondamentali dell'azione di chi ha la responsabilità di Governo. Chi ha responsabilità di governo deve avere libertà di scelta e poi operare nella più assoluta trasparenza; noi questo non lo neghiamo affatto, anzi la legge stabilisce principi di assoluta trasparenza, però stabilisce anche principi di flessibilità.
Ci siamo avveduti che la legge precedente aveva difficoltà di gestione e la prova é che il Piano di consulenza presentato il 25.7.90 fu approvato il 28.12.90 e abbiamo dovuto attivare tutte le consulenze del '90 con una delibera di fine anno che presentava aspetti non validi sotto il profilo operativo. Proprio per ristabilire la programmazione abbiamo accettato nella discussione in Commissione le indicazioni di indirizzo da allegarsi al bilancio, pertanto, quando si discuterà il bilancio, si vedranno gli stanziamenti relativi alle consulenze con l'indicazione degli indirizzi da parte della Giunta.
Per quanto riguarda le incompatibilità abbiamo cercato di aderire a tutte le richieste, che fossero accettabili, che sono emerse in Commissione, quindi abbiamo modificato il noto punto f) dell'articolo sulle incompatibilità. Non crediamo di aver contribuito al rallentamento della procedura; é vero che non sono stati sentiti i sindacati, lo ammetto con tutta tranquillità, però abbiamo recuperato rapidamente il rapporto. La discussione in Commissione ha avuto qualche altra lentezza, tutti vi possono aver contribuito, anche il Gruppo comunista, involontariamente quando ci ha portato ad un rinvio di una settimana per la mancanza degli emendamenti. Non farei, quindi, di questo un elemento fondamentale.
Per quello che riguarda i rapporti con il personale, torno a ribadire che le delibere sono sempre firmate dai responsabili di settore, non possiamo inserire esplicitamente nella legge che verranno sentiti i responsabili di settore, perché nei fatti é evidente che l'Assessore collabora con la sua dirigenza! Non possiamo inserire nella legge un vincolo interno che non avrebbe alcun senso! E' chiaro che le scelte si fanno con l'apporto dei dirigenti interni, ma va sottolineato - ed é stato ribadito nella nostra dichiarazione programmatica - che le consulenze esterne possono soltanto arricchire la struttura interna, non indebolirla perché la portano a contatto con esperienze diverse, a livello universitario e a livello professionale, che sono utili per la dirigenza interna. Sotto questo aspetto, si ripristina il concetto che chi governa si assume la responsabilità di scegliere i collaboratori per motivate esigenze, porta a livello delle Organizzazioni Sindacali e del Consiglio gli indirizzi per i quali opera, si riserva però anche un momento di operatività e di flessibilità nelle singole scelte perché non tutto pu essere previsto o calcolato.
Vorrei venisse compreso lo spirito delle modifiche di legge: si mira esclusivamente alla semplificazione, all'efficienza e alla possibilità di operare nella più assoluta trasparenza.
Sono stati presentati alcuni emendamenti, ci esprimeremo nel corso del loro esame, Anche in aula riserveremo loro la massima attenzione, anche se era stato detto che era preferibile fare una lunga discussione in Commissione per evitare l'esame di emendamenti in aula. Tuttavia gli emendamenti sono stati presentati, ci confronteremo e ci riserviamo di esprimerci quando saranno illustrati o votati.



PRESIDENTE

Propongo una brevissima sospensione dei lavori.
La seduta é sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 12,42, riprende alle ore 12,45)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Passiamo all'esame dell'articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione é il seguente: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 22 Consiglieri hanno risposto NO 13 Consiglieri si sono astenuti 5 Consiglieri.
L'art. 1 é approvato.
ART. 2 Emendamento presentato dai Consiglieri Majorino e Zacchera: Il comma 2 dell'art. 1 é sostituito dal seguente: "Fatte salve e ferme restando le incompatibilità stabilite da leggi nazionali, non possono essere affidati incarichi per le collaborazioni di cui al I comma in relazione all'art. 2: a) a persone che siano in conflitto di interesse con l'Amministrazione regionale b) a chi abbia in corso incarichi professionali comportanti conflitti di interessi con la Regione nella specifica materia c) e parenti o affini entro il terzo grado di amministratori regionali d) ai membri degli Organi regionali di controllo e della Commissione di controllo sugli atti della Regione e) ad ex dipendenti di Amministrazioni pubbliche, collocati e riposo con applicazione dei benefici previsti dal DPR 30/6/72, n. 748 f) ad ex dipendenti regionali che non siano stati collocati e riposo per raggiunti limiti di servizio o di età, prima che sia trascorso un anno dalla data di effettiva cessazione del rapporto di lavoro con la Regione Piemonte".
La parola al Consigliere Majorino per l'illustrazione.



MAJORINO Gaetano

Lo spirito e da ragione dell'emendamento consistono nella seguente osservazione. Il Presidente della Giunta aveva detto in Commissione, e ha ribadito oggi, che lo scopo dell'attuale disegno di legge é da semplificazione, l'efficienza e la trasparenza. Il secondo comma dell'art.
1 non aveva motivo di essere toccato segnatamente alla luce del testo definitivo emerso in Commissione. La modifica iniziale della Giunta era diretta a dare la possibilità al dipendente regionale, che abbia cessato il servizio per motivi diversi dalle ragioni di età, di poter essere immediatamente incaricato. Dopo la discussione in Commissione si é tornati al vecchio testo. Allora, si sarebbe anche potuto non modificare più il secondo comma dell'art. 1, perché nella sostanza la situazione non cambiava, anche se la Giunta aveva fatto presente che era bene sostituire tutta la serie dettagliata di incompatibilità, o meglio di divieto all'incarico, indicate nel vecchio testo con una norma onnicomprensiva cioè a dire attraverso il richiamo alle incompatibilità previste dalle leggi nazionali.
Chiarito che nella sostanza nulla cambia, vanno però ribadite le incompatibilità. A me sembra abbia più forza, anche sotto il profilo sistematico-legislativo, fare un'elencazione, non tassativa, ma esemplificativa, senza nulla immutare, dei cinque casi per i quali c il divieto, e sono quelli presenti nel vecchio testo che secondo la Giunta sarebbero assorbiti dalla dizione "divieto previsto dalla legislazione nazionale". Ma anche se le cose stanno così, e può anche darsi che siano assorbiti da questa dizione, tuttavia, per una ragione legislativo sistematica, é meglio evidenziare i cinque casi, compreso quello del dipendente regionale che non potrebbe comunque essere compreso nella legislazione nazionale in via esemplificativa ed inserire infine a guisa di norma di chiusura il richiamo alla legislazione nazionale.
Il nuovo testo, anche sistematicamente più corretto dal punto di vista dell'inquadratura, suonerebbe così: "Fatte salve e ferme restando le incompatibilità stabilite dalle leggi nazionali", inciso che non c'era ed bene che ci sia una volta per tutte "non possono essere affidati incarichi per collaborazioni", qui vi é una correzione al vecchio testo, cui facevo riferimento all'art. 2, perché l'art. 2 si riferisce alle modalità e alle procedure di conferimento dell'incarico, in questo caso invece ci si deve riferire agli incarichi, "di cui al primo comma dell'art. 1 ", laddove si parla della sostanza degli incarichi in relazione all'art. 2 che disciplina la procedura degli incarichi. Sono quindi indicati e ripresi senza alcuna modifica i sei punti di cui al vecchio testo. La ragione dell'emendamento più di tecnica legislativa che di sostanza, fermo restando quel divieto di sbarramento e di chiusura del richiamo alle incompatibilità di cui alla normativa nazionale.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta regionale, Brizio.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Questo é un tema che abbiamo discusso ampiamente in Commissione e allorquando accettammo l'emendamento proposto da più Gruppi, fu data questa formulazione semplificata. Il riferimento alle leggi nazionali ci tranquillizza perché, anche se facessimo delle omissioni, queste verrebbero colmate da quelle; abbiamo però evidenziato, attraverso questa articolazione del provvedimento, qual é l'incompatibilità aggiuntiva che il Consiglio regionale pone. In sede di Commissione abbiamo accettato di inserire la formulazione della incompatibilità aggiuntiva che in un primo tempo non c'era; é vero che era già presente nel vecchio testo, ma, avendo dato una impostazione diversa al nuovo, abbiamo ritenuto di dire che oltre alle incompatibilità, nazionali valeva anche questa. A me pare, ed opinione della Giunta, che questo testo sia più chiaro ed é il risultato di un'ampia discussione in Commissione. Mi pare che il discorso della sistematicità non aggiunga nulla anche perché questo provvedimento evidenzia con chiarezza l'elemento aggiuntivo che in Commissione abbiamo approvato. Per queste ragioni non accogliamo l'emendamento.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento.
Chi é favorevole é pregato di alzare la mano.
E' respinto con 16 voti favorevoli e 21 contrari.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 2.
L'esito della votazione é il seguente: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 22 Consiglieri hanno risposto NO 15 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'art. 2 é approvato.
ART, 3 - 1) Emendamento presentato dal Consigliere Montabone: Aggiungere all'art. 3, primo comma, dopo le parole "Giunta regionale" le seguenti parole: "e dall'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale nell'ambito della propria autonomia".
Questo emendamento riprende le questioni già poste in sede di discussione in Commissione legate all'autonomia dell'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale. Due emendamenti erano già stati inseriti nel testo di legge, ma, visto il riordino che al testo di legge è stato presentato in Commissione da parte della Giunta, si é ritenuto di inserire questo punto salvaguardando l'autonomia dell'Ufficio di Presidenza.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

La Giunta, ovviamente, é d'accordo.



PRESIDENTE

Chi é favorevole é pregato di alzare la mano.
E' approvato con 38 voti favorevoli.
2) Emendamento presentato dai Consiglieri Majorino e Zacchera: All'ultimo comma aggiungere: "Ad ogni delibera di conferimento di incarichi va allegato - per farne parte integrante - un dettagliato curriculum vitale della persone prescelta, ovvero da una descrizione dell'oggetto sociale e delle principali attività realizzate dalla Società o Ente cui viene affidata la collaborazione: e nei curriculum e descrizione sovramenzionate dovranno essere evidenziate le peculiari competenze ed esperienze tecnico/professionali".
La parola al Consigliere Majorino per la illustrazione.



MAJORINO Gaetano

Desidero precisare, in particolare al Presidente, che non é che volutamente abbiamo presentato gli emendamenti in aula per arrivare quasi a sorpresa alla discussione. Il fatto é che sono stati elaborati in questi ultimi giorni da me e dal collega Zacchera dopo che il provvedimento era già approdato in aula.
Anche per questo emendamento vale innanzitutto la considerazione che avevo fatto prima: il disegno di legge é ispirato a semplificazione efficienza e trasparenza; soprattutto, come ha ribadito ancora oggi il Presidente, alla necessità che la Giunta possa procedere con snellezza nel conferire questi incarichi: proprio per questa ragione, é stato notevolmente falcidiato il vecchio testo dell'art. 3.
Non si comprende, però (e qui sta la ragione dell'emendamento), perch sia stato eliminato anche quel comma che prevedeva che, a latere dell'affidamento di ogni incarico, ci fosse anche: se si trattava di persone fisiche, un dettagliato curriculum vitae del soggetto incaricato e se si trattava invece di società o altro ente, una descrizione, non solo dell'oggetto sociale, ma anche delle specifiche competenze dell'ente stesso.
Noi proponiamo di reintrodurre nella sostanza il vecchio comma eliminato, perché in definitiva non incide sulla snellezza. Se non fosse così, sarebbe imperdonabile e persino inconcepibile che ogni qualvolta che c'è da scegliere, magari con urgenza, e può esserci in concreto un soggetto ad quale conferire l'incarico o da progettazione o la consulenza sicuramente viene esaminata la capacità tecnico-professionale del soggetto la pregressa esperienza e quindi richiesto, se si tratta di qualcosa di corposo come normalmente avviene, un preventivo di spesa.
Qui apro una parentesi; c'era un emendamento del collega Vaglio che stato respinto in Commissione; ora, se si fa necessariamente tutto questo magari con i tempi brevi che il singolo caso richiede, sicuramente si ha un curriculum vitae, se é un soggetto privato, e si ha una descrizione sommaria del soggetto o dell'ente da incaricare. Trasparenza impone che questo curriculum vitae o foglio descrittivo della capacità e competenza dell'ente o società incaricata, vengano, come si propone nell'emendamento allegati quale parte integrante della delibera.
In questa maniera, la trasparenza, alla quale ci si riferisce per proporre l'odierno disegno di legge, viene attuata al cento per cento almeno sotto questo aspetto.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Per quello che riguarda da trasparenza, accetteremo, probabilmente l'emendamento all'art. 5 presentato dal Consigliere Chiezzi. Non accettiamo, invece, questo emendamento, perché va ad appesantire inutilmente le procedure. Il tema é stato ampiamente discusso in Commissione e le conclusioni furono in questo senso; nel caso di una deliberazione relativa ad CSI, ad esempio, é inutile ogni volta allegare il foglio descrittivo del CSI. E' chiaro che ci sarà questo substrato, non ha ragione però di essere allegato ad un atto deliberativo.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l' emendamento aggiuntivo all'art. 3 presentato dai Consiglieri Majorino e Zacchera.
Chi è favorevole é pregato di alzare la mano.
E' respinto con 17 voti favorevoli, 18 contrari.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 3.
L'esito della votazione é il seguente: presenti e votanti 32 hanno risposto SI 20 Consiglieri hanno risposto NO 11 Consiglieri si é astenuto 1 Consigliere.
L'art. 3 é approvato.
ART. 4 - Si proceda alla votazione per appello nominale L'esito della votazione é il seguente: presenti e votanti 32 hanno risposto SI 20 Consiglieri hanno risposto NO 11 Consiglieri si é astenuto 1 Consigliere.
L'art. 4 é approvato.
ART. 5 1) Emendamento presentato dal Consigliere Chiezzi: All'art. S, comma secondo, sono soppresse le parole "a carattere pluriennale" 2) Emendamento presentato dai Consigliere Chiezzi: il comma 3 é così variato: "Entro il 31 marzo di ogni anno è pubblicato su un numero unico del Bollettino Ufficiale della Regione l'Elenco delle consulenze affidate dalla Giunta regionale e dall'Ufficio di Presidenza con l'indicazione sintetica dei contenuti relativi".
La parola al Consigliere Chiezzi per l'illustrazione.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente, colleghe e colleghi Consiglieri, non sono intervenuto in sede di discussione generale sulla legge, desidero però fare qualche osservazione. Questa é una legge che regola rapporti, tra le istituzioni e la società civile, molto importanti e qualificanti. Stiamo per rimettere a fuoco la legge che regola i rapporti tra l'istituzione e il mondo scientifico e professionale, una attività estremamente delicata dell'ente pubblico e delle istituzioni. L'attività con la quale discrezionalmente, l'ente pubblico sceglie i propri collaboratori, al di fuori dei collaboratori dipendenti dell'ente stesso. E' inutile che spenda molte parole per ricordare che su questo tema, le scelte discrezionali delle Pubbliche Amministrazioni, c'è ampia documentazione sulle, pratiche lottizzatrici che le Pubbliche Amministrazioni spesse volte adottano per individuare i loro interlocutori professionalmente competenti.
Osservo che, a mio giudizio, l'utilizzo delle collaborazioni scientifiche e professionali, sia con enti esterni alla Regione Piemonte sia con persone singole, é un momento insostituibile dell'attività politica amministrativa. Ritengo che l'ente pubblico non possa fare a meno di rivolgersi, di tanto in tanto, alla società civile (al mondo professionale esterno) per avere dei contributi che permettano all'istituzione regionale di scegliere ad meglio le proprie politiche sulla base della conoscenza dei problemi.
Questo fatto, non solo lo ritengo insostituibile, ma anche fecondo sia per l'istituzione che perla società civile; perché il mondo professionale e scientifico non può che essere arricchito dai problemi posti, di volta in volta, dall'istituzione regionale e viceversa.
Il rapporto che la Regione intraprende con soggetti esterni, se é ben gestito, diventa strumento per il buon governo. Il problema é tutto in quel "se", e come determinare attraverso una legge le condizioni di buon governo. Sappiamo che questo é molto difficile, non c'è normativa che di per sé assicuri il legislatore che, nell'applicazione di una legge, sia garantito il buon governo. Rimane però il fatto che il punto decisivo é: se ben gestito. Quali sono i criteri che ci possono aiutare nel costruire una legge che permetta al governo e all'istituzione regionale (maggioranza e minoranza) di condurre l'applicazione della legge il più possibile, nel senso della buona gestione? La buona gestione spesse volte é riconducibile alla gestione del buon padre di famiglia.
Secondo me c'è un punto, che non é stato toccato da questa legge, che decisivo. I criteri di gestione degli incarichi professionali si basano su tre elementi. Il primo elemento é la scelta per competenza. Il giudizio discrezionale sulla competenza é molto difficile; penso che sia quasi impossibile dire che un'Amministrazione Pubblica ha dato un incarico professionale ad un incompetente; é molto difficile esprimere un giudizio discrezionale su questo, perché le Amministrazioni Pubbliche affidano incarichi professionali agli iscritti all'Ordine professionale, la competenza ci deve essere.
Il secondo elemento è il pluralismo. Pluralismo, non sodo di carattere culturale, ma anche di carattere scientifico. Sappiamo che tanti problemi possono essere gestiti disciplinarmente, dal punto di vista scientifico, in varie forme. La pratica del pluralismo, il confronto con tutta la ricchezza professionale scientifica presente nella società, é un elemento di buon governo.
Questi due elementi, però, sottostanno a un altro elemento, che non assolutamente comprimibile e che condiziona i primi due; é l'elemento della fiducia reciproca. Secondo me da questo non si può prescindere.
L'amministratore pubblico, in ultima analisi, fatte le verifiche di competenza e di pluralismo, affida un incarico perché ha un rapporto di fiducia reciproca con l'incaricato. Ed é solo in base a questo rapporto di fiducia che l'amministratore pubblico si assume la responsabilità di quell'atto. Questo della fiducia é un elemento difficile da normare attraverso una legge; fa parte di una prassi di governo. Una prassi che si proponga di evitare quelle che vengono etichettate come pratiche lottizzatrici e che vedono una prevalenza, non degli elementi di competenza e di pluralismo culturale, ma bassi elementi di comunanze e di interessi che travalicano l'interesse pubblico delle istituzioni, a mio parere non controllata da leggi che impongano a chi governa le procedure che deve osservare per affidare gli incarichi, perché le procedure sono sempre rispettate. Secondo me non é li che dobbiamo spingere la nostra attenzione perché, per quante procedure si possono definire, le prassi di scelta possono essere le medesime. C'è invece un elemento che ritengo non sia ancora stato provato e che mi parrebbe quello giusto; é il seguente: lasciamo che chi governa dia incarichi secondo le regole che sono peraltro proceduralmente precise. Elaboriamo però una legge che consenta la verifica sulle scelte che sono state compiute e non sulle scelte da fare. L'elemento di giudizio politico innovativo da introdurre nella legge é la possibilità anzi l'obbligo di una verifica sulle scelte compiute.
Sostengo in pratica che il buon governo in questo settore debba avere una legge che prevede la possibilità di esprimere un giudizio sintetico a posteriori su un anno di scelte da parte di chi governa. E' a posteriori che si può dare un giudizio sul ventaglio delle scelte fatte e sulle competenze, più che a priori.
Il primo emendamento é chiaro: obbliga semplicemente la Giunta regionale a fare una relazione in Consiglio, non solo sugli incarichi pluriennali, ma anche sugli incarichi in genere. Starà poi alla Giunta scegliere il taglio della redazione, se spostarlo di più sugli incarichi pluriennali, come probabilmente sarà logico, ma non escludendo anche la relazione sugli incarichi annuali.
Il secondo elemento fondamentale è quello della conoscenza sintetica di cosa é successo nell'ultimo anno. Nell'emendamento propongo che, non due volte all'anno - che ritengo sia troppo pesante - bensì una volta all'anno (all'inizio, entro il 31 marzo), la Regione Piemonte pubblichi un Bollettino Ufficiale unico di tutti gli incarichi professionali affidati con relativa illustrazione. Il fatto che gli incarichi siano già pubblicati nei bollettini settimanali serve a niente, perché sono sparpagliati nel corso dell'anno e non c'è possibilità di avere una visione sintetica dell'attività svolta.
Questo é un modo trasparente per mettere le forze politiche nella possibilità di conoscere una volta all'anno come si é comportata la Pubblica Amministrazione nei confronti di questo delicatissimo tema. Sulla base di questa documentazione, che non é mai stata prodotta, sarà possibile esprimere giudizi di merito che possono spingersi su tutti quei terreni (competenza, pluralismo culturale e scientifico) che costituiscono gli unici elementi di giudizio critico sulla politica delle collaborazioni che chi governa pro-tempore, ha attuato nell'anno precedente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Signor Presidente, ho chiesto la parola anticipando la Giunta perché mi pare che questa sia una tipica questione sulla quale sarebbe opportuno che la Giunta non si pronunciasse, perché é suggerito uno strumento sostanzialmente di controllo sulla Giunta. Comunque, faccia da Giunta ci che ritiene opportuno.
In questo ho ritenuto di anticiparla perché non volevo essere costretto all'interno di una valutazione della Giunta.
Non ho seguito in Commissione questa legge, anche se la condivido totalmente nei suoi obiettivi, e dico, anzi, che consente ancora troppo ad pregresso, ad una preoccupazione di coprire non si sa bene cosa, per cui non si chiariscono bene taluni valori e significati che nell'emendamento vengono fuori tutti. Li riassumo brevemente.
Qui la programmazione non c'entra, perché, se si deve programmare una deficienza, si interviene attraverso la formazione professionale o il monitoraggio dei dipendenti. La programmazione relativa alle consulenze un non-senso, é una contraddizione in termini. Anzi, collega Chiezzi immaginare la programmazione significa creare artificiosamente consulenze perché é evidente che, quando si fa il documento di programmazione delle consulenze, ognuno cerca ed inventa un proprio spazio a monte, invece la consulenza é la conseguenza di un'emergenza quotidiana, rispetto alla quale la Giunta assume le proprie responsabilità al di fuori della programmazione.
Una programmazione che individua un'esigenza su certi settori culturali deve dare una risposta, non in termini di consulenze, bensì di formazione professionale, di convenzione con le Università, che non ha niente a che fare con le consulenze. Quindi, la programmazione significa che ogni Assessore, ogni settore, prenota in programmazione degli spazi anche finanziari e rispetto a quello poi si sentirà in obbligo di affidare delle consulenze che magari avranno un contenuto nullo, quindi la programmazione qui proprio non c'entra niente! Consigliere Chiezzi, abbiamo delle idee diverse su questo; se io avverto che c'è un'esigenza in un settore, mi muovo sul personale e non sull'esterno. Utilizzo l'Università, non per fare una consulenza, ma per formare il personale in funzione dei settori rispetto ai quali si prende atto che sono carenti.
La consulenza per sua natura é estemporanea. I richiami alla programmazione, pertanto, mi convincono abbastanza poco; quello che mi pare formalmente accettabile nell'emendamento Chiezzi, che fa riferimento alla pubblicazione su un numero unico del Bollettino, é superato dal fatto che i diversi incarichi vengono pubblicati sui bollettini settimanali. Chiedo scusa, ma a questo punto voglio essere davvero convinto: qui stiamo inventando i meccanismi di controllo della Giunta da parte di chi? Da parte del Consiglio. Questo, invece, non é uno strumento di controllo della Giunta da parte del Consiglio, ma di controllo della Giunta da parte di terzi, perché la pubblicazione di un numero unico del Bollettino significa avviare un processo di controllo della Giunta, non da parte del Consigliere regionale che, se é interessato e diligente segue, assomma, fa i suoi ragionamenti, interroga o fa mozione, ma evidentemente del mondo esterno.
L'esperienza ci fa pensare che questo numero unico del Bollettino, così come avviene per la relazione del Difensore Civico, possa essere utilizzato da una cultura giornalistica che mi sembra si dovrebbe pure denunciare in quest'aula. Non ho ancora letto un solo articolo sulla Regione Piemonte sulla Provincia di Torino o sud Comune di Torino dove si dice: "Bravi hanno verniciato un paracarro, uno solo, ma l' hanno verniciato".. Questo non riguarda solo la nostra amministrazione. Ricordo da svolta dell'anno 1975 che si é letta sui giornali in relazione ad una questione precisa: le occupazioni abusive delle case popolari. Il giorno dopo le elezioni quegli articoli sono spariti. Chi ha memoria vada a ricordare; la svolta del 1975 non elettorale, ma politica, che c'è stata in questa città si é letta lì.
Per mesi ci avevano abituati alle fotografie dei vigili cattivi che criminalizzavano i poveri occupanti abusivi delle case popolari, ma il giorno dopo le elezioni queste cose sono sparite. Pur rendendomi conto dello spirito del tutto apprezzabile che ha portato il Consigliere Chiezzi a questo emendamento, ritengo non sia opportuno accoglierlo perch significherebbe mettere il lavoro della Giunta alla mercé di una strumentalizzazione, qualora qualcuno ritenesse di fare, ad esempio, delle considerazioni su una consulenza di 500 milioni che sicuramente per molte persone è una cifra da capogiro, e il lettore medio di una considerazione su una consulenza da 500 milioni é difficile che riesca a capire le ragioni per cui si sono dati 500 milioni.
Io non credo - lo dico con tutta franchezza - nella obiettività del nostro sistema di informazione che illustra il perché e il percome di una consulenza da 500 milioni, ma semmai mi aspetto - lo devo dire - che un nostro giornale che viene stampato in provincia si metta a criminalizzare questo o quell'Assessore, anche uno liberale; di giornali tipo "Novella.
2000" ne abbiamo tutti (il nostro non é così, ma una cosa del genere). In questi giorni scopriamo che la politica la si fa anche ad altissimi livelli, non dicendo alla gente quello che si pensa, ma quello che vuole.
Quando frequentavo il liceo mi avevano insegnato che la demagogia e la democrazia fanno tutte e due riferimento al popolo, ma mentre una é a favore del popolo, l'altra é contro. Ho l'impressione che la pubblicazione che il collega Chiezzi propone in termini di assoluta serenità, tant'è che la Giunta mi sembra orientata ad accettarla, rischia di diventare un'occasione una tantum, un appuntamento fisso dei vari "Novella 2000", per criminalizzare la Giunta solo per il fatto che viene indicata una cifra che sicuramente é di gran lunga superiore allo stipendio medio di un dipendente di alcuni anni, riferita ad un nome, magari politicamente significativo e prestigioso.
Ci auguriamo che sia così: che i professionisti continuino a fare politica, altrimenti voglio capire dove troveremo le intelligenze. La frase: "studio x, L. 400 milioni" sicuramente non verrà mai riproposta sui giornali in termini propositivi e positivi, ma in termini polemici e di sospetto. Quindi, lascio alla Giunta la sua valutazione, se ritiene di farla, io non voto contro perché condivido lo spirito dell'emendamento che sarebbe opportuno in un Paese in cui l'informazione fosse informazione. I giornalisti dovrebbero ricordare che hanno tre committenti: i lettori, che comprano il giornale: il loro datore di lavoro, che compra l'editrice; ma anche lo Stato, che paga in modo corposo l'attività giornalistica. Questo terzo padrone dei giornalisti é l'unico che vuole obiettività e correttezza, perché l'elettore normalmente non vuole né obiettività n correttezza, perché, se si é obiettivi, i giornali non vengono letti in quanto diventano noiosi (un giornale obiettivo é noioso, é così; non mi risulta che in certe classi "Il Sole 24 Ore" regga il confronto con ABC per esempio). In un altro sistema, questo emendamento, che é giustissimo avrebbe senso; nel nostro sistema temo che tornerebbe ad essere una "colonna infame" pubblicata una volta all'anno con tutte le conseguenze che ne derivano, quindi mi asterrò dalla votazione.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta, Brizio.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Gli emendamenti proposti sono due. Il primo riguarda il comma secondo la soppressione delle parole "a carattere pluriennale": questo lo accogliamo.
Per quanto riguarda l'altro emendamento, ribadisco che si tratta di elementi totalmente già noti perché tutte le deliberazioni della Giunta vengono pubblicate.
E' stata concessa una deroga alla pubblicazione una tantum per quanto riguarda le deliberazioni dell'Ufficio di Presidenza del Consiglio, per evitare che la effettui tutte le volte, ma le deliberazioni della Giunta vanno tutte in pubblicazione.
Pertanto, riprenderle nuovamente in un documento annuale é possibile non contraddice nulla, però costituisce un elemento di ulteriore onere finanziario per la Giunta e presenta, tra l'altro, i rischi che il Consigliere Marchini ha evidenziato. Il collega Marchini ha anche affermato che questa é una questione sulla quale sarebbe opportuno che la Giunta non prendesse posizione; noi seguiamo il suo consiglio e ci asterremo dalla votazione di questo emendamento.



PRESIDENTE

Pongo in votazione il primo emendamento presentato dal Consigliere Chiezzi, che è stato accolto dalla Giunta regionale.
Chi é favorevole é pregato di alzare da mano.
E' approvato all'unanimità dei 35 Consiglieri presenti.
In merito al secondo emendamento ha chiesto di parlare il Consigliere Chiezzi. Ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Voterò ovviamente a favore del mio emendamento: rilevo soltanto che le parole dette dal Presidente Brizio a seguito dell'intervento del collega Marchini, hanno un semplice significato: l'informazione ai cittadini negata.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Non é vero, perché il Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte va a tutti.



CHIEZZI Giuseppe

Questa è la mia interpretazione.



PRESIDENTE

Pongo pertanto in votazione il secondo emendamento presentato dal Consigliere Chiezzi.
Chi é favorevole é pregato di alzare la mano.
E' respinto con 17 voti favorevoli e 20 astensioni.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 5 nel testo modificato.
L'esito della votazione é il seguente: presenti e votanti 37 hanno risposto SI 20 Consiglieri hanno risposto NO 17 Consiglieri.
L'art. 5 é approvato.
ART. 6 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione é il seguente: presenti e votanti 37 hanno risposto SI 20 Consiglieri hanno risposto NO 17 Consiglieri.
L'art. 6 é approvato.
ART. 7 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione é il seguente: presenti e votanti 37 hanno risposto SI 20 Consiglieri hanno risposto NO 17 Consiglieri.
L'art. 7 é approvato.
Prima di procedere alla votazione dell'intero testo della legge passiamo alle dichiarazioni di voto.
Ha chiesto la parola il Consigliere Vaglio. Ne ha facoltà.



VAGLIO Roberto

Come preannunciato in 1 Commissione, il mio Gruppo ha rilevato la necessità segnalata dalla Giunta di presentare questa nuova legge relativamente alle collaborazioni esterne, ma il fatto di rilevare una necessità non vuol dire condividerla.
Molto rapidamente vorrei sunteggiare i motivi per cui abbiamo presentato emendamenti in sede di Commissione e abbiamo sostenuto la nostra posizione nei confronti della Giunta per ottenere una modifica, come ha già giustamente segnalato il collega Marchini. Quello che più ci allarmava era la possibilità di interpretazione da parte di qualcuno che le collaborazioni esterne fossero fonte di lottizzazione. Per questo avevamo proposto alla Giunta una maggiore trasparenza che, secondo noi, si sarebbe potuta ottenere attraverso una regolamentazione più puntuale dei criteri di assegnazione della collaborazione stessa. Avevamo richiamato la necessità che la Giunta si dotasse, in caso di necessità, di collaborazioni esterne che anche secondo il nostro parere devono essere estemporanee e non programmate. Rilevata quindi la necessità della collaborazione, avevamo proposto che la Giunta si dotasse di una serie di preventivi relativi ai possibili enti e soggetti che avrebbero concorso ad effettuare tali consulenze. Avevamo altresì richiesto che fosse stabilita una scaletta di merito degli enti e dei soggetti interpellati per avere la consulenza stessa. Sia in un caso che nell'altro, per motivazioni che francamente non sono riuscito a comprendere, il nostro emendamento é stato respinto. Si richiedeva, inoltre, che si desse corpo ad un regolamento per l'esame degli enti e dei soggetti che potevano collaborare con l'Ente Regione. Anche in questo caso la risposta della Giunta é stata negativa.
Ho dovuto necessariamente rilevare che tale atteggiamento della Giunta andava ampiamente contro quella che é una realtà oggettiva del mondo produttivo, del mondo esterno alla politica. La nostra era una richiesta di qualità nelle scelte, che dovrebbe diventare, secondo il Gruppo Lega Nord il criterio informatore di tutte le nuove leggi di questa legislatura. A quanto pare, la scelta di una grande libertà sta andando inevitabilmente a cozzare contro una necessità di maggior qualità della collaborazione e contro un'esigenza di maggior trasparenza che il pubblico vuole avere nei confronti delle nostre scelte.
L'atteggiamento originale del mio Gruppo nei confronti di questo progetto di legge, che era tutto sommato di astensione, si sta andando sempre più delineando verso il voto contrario. I pochi emendamenti che avrebbero potuto mitigare questa mancanza di trasparenza sono stati bocciati; per questo motivo, il nostro Gruppo voterà contro questo progetto di legge.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Picchioni.



PICCHIONI Rolando

Signor Presidente, ho ascoltato le dichiarazioni sia del Consigliere Monticelli che del Presidente Brizio. Direi che entrambe mi convincono, per ragioni opposte, ovviamente, a confermare il voto positivo della DC al disegno di legge proposto.
Quanto infatti ha detto il Consigliere Monticelli a proposito della legge, relativamente al fatto che essa si inserisca nel panorama della deregulation, mi convince ancora di più ad esprimere il mio consenso. Nel momento in cui si crede che la società politica come la società civile devono ritrovare non solamente da garanzia del buon governo, ma anche l'efficacia e l'efficienza della sua azione amministrativa, credo che questa legge sia coerente con tale esigenza.
Ho apprezzato molto le motivazioni che un momento fa il collega Chiezzi ha voluto portare al suo emendamento, ma mi pare che gli abbia risposto puntualmente il collega Marchini. Competenza, pluralismo, trasparenza: questa é una nobile triade di buoni propositi e buoni sentimenti, se vogliamo anche di buone virtù, però a fondo di questo c'è una colonna infame - come diceva Marchiai - nel corso del quale sia le persone sia l'oggetto delle consulenze sia le notule amministrative delle consulenze vengono date in pasto all'opinione pubblica, che poi é, come ha detto giustamente Marchini, il terzo soggetto di controllo e di verifica degli atti di questo Consiglio. E siccome l'opinione pubblica é quel Moloch che tutti conosciamo e siccome sappiamo benissimo come la strumentalizzazione e il qualunquismo che si fa a livello di stampa siano un fatto quotidiano con cui i nostri giornali ci nutrono e di cui anche noi stessi, in quanto lettori, fruiamo, credo che una certa prudenza bisogna assolutamente garantirla.
Il Presidente Brizio ha detto che questa é una semplificazione dell'atto amministrativo perché troppi erano i lacci e lacciuoli defatiganti con cui la vecchia legge si opponeva di fatto all'azione amministrativa. Io non conosco l'accidente storico o l'incidente storico con cui é nata, ma posso supporlo.
Non conosco nemmeno i passaggi mentali e politici con cui questa legge stata discussa nell'ambito della Commissione competente, però posso anche dire che se i fini che le sono propri, almeno per come sono stati illustrati dal Presidente Brizio, sono quelli che esige la società intelligente, allora non possiamo, checché se ne dica del nostro personale fosse anche il migliore del mondo, chiuderci nei confronti della società intelligente che ci può dare la possibilità di espletare tutti i possibili confronti che da nostra società, estremamente complessa, d'altra parte richiede.
Il collega Marchiai ha giustamente rilevato che non si può programmare l'emergenza. Si può forse programmare da novità? Si può forse programmare il gusto del nuovo e rispetto a questa emergenza, a questa novità, a questo gusto del nuovo, si può forse dire a coloro che saranno i consulenti come dovranno essere affrontate o perlomeno discusse queste emergenze e queste novità? Mi pare ci sia qui una grave stortura mentale, per cui mi trovo anche al di là di quanto ha detto il Presidente Brizio.
Mi trovo cioè in una posizione che vuole evitare anche l'eccessivo garantismo che la legge presuppone, garantismo che potrebbe configurarsi in una cautela oscurantistica che ha paura del nuovo o che comunque vorrebbe controllare tutto ciò che il nuovo comporta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Monticelli.



MONTICELLI Antonio

Rilevo che il collega Picchioni ha testé accusato di stortura mentale gran parte dei colleghi che siedono nei banchi della Giunta che sono stati fra i protagonisti della legge che stiamo modificando.



PICCHIONI Rolando

Ho premesso la mia ignoranza.



MONTICELLI Antonio

Quella legge fu promossa dalla Giunta di pentapartito nella scorsa legislatura e votata nel 1988.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

C'è una responsabilità oggettiva della Commissione perché il disegno di legge é uscito molto diverso da come era stato proposto dalla Giunta.
Questo riguarda mie responsabilità perché ero presente in Commissione.



MONTICELLI Antonio

Comunque era la stessa maggioranza che aveva chiaramente delle storture mentali al suo interno, di cui adesso si é voluta emendare. Se mi consentito, anche se alcuni argomenti li avevo già svolti nel primo intervento, vorrei tentare di uscire da questi luoghi comuni, perché qui si sta parlando di storture mentali, di concezione oscurantista, di un'opinione pubblica che é stata definita un Moloc. Mi sembrano parole un po' grosse. Vorrei far presente ai colleghi che quanto proposto dal collega Chiezzi con l'emendamento respinto poco fa non é un appello a chissà quale dirigismo, ma é un principio liberale. Mi meraviglio che l'abbia negato il collega Marchini. E' un principio liberale quello della trasparenza! Il collega Chiezzi con molto vigore ha affermato il principio di responsabilità di chi governa e il principio di trasparenza, di informazione e di controllo dei cittadini: mi sembra un classico principio liberale. Si é sostenuto che l'Italia é un paese in cui i principi liberali non possono essere fatti funzionare. Questo é stato detto dal collega Marchini: l'Italia é un paese strano in cui i principi liberali (sbandierati) non si possono far funzionare perché diventano pericolosi eversivi.
Vorrei tornare brevemente su un altro principio che, a quanto pare, non si può far funzionare e cioè la capacità di previsione (se il termine "programmazione" é troppo impegnativo, se é un luogo comune, lo eliminiamo) da parte di chi amministra. In Commissione si é cercato timidamente di tenere fermo questo principio. Noi abbiamo proposto un emendamento attraverso il quale si lasciava un margine del 50% all'Amministrazione regionale. Avevamo detto; la Giunta preveda il 50% degli interventi di consulenza in corso d'anno e il restante 50% é un margine molto largo per l'emergenza, per il non previsto, per il non prevedibile. La Regione, ente che dovrebbe emanare leggi, fare programmazione e indirizzo, non é un ente che si trova l'emergenza dietro ogni cantone. Il contenuto di gran parte delle attività di consulenza e di collaborazione esterna che dà o dovrebbe dare la Regione é un contenuto larghissimamente prevedibile. Non sono forse programmabili le consulenze per i Piani territoriali o per impostare attività di questo tipo? Non é in gran parte programmabile il rapporto con enti come l'Università, il Politecnico e altre istituzioni di questo tipo? Non dovrebbe essere questa gran parte delle attività di consulenza e di collaborazione esterna di un'istituzione come l'Ente Regione? Non ha senso che una parte di queste cose sia prevista? Che ci sia in qualche modo un'incentivazione - chiamiamolo anche, perché no? - un obbligo alla previsione per l'Amministrazione regionale, fermo restando un amplissimo margine - ripeto, noi avevamo proposto il 50% - ad interventi di emergenza non prevedibile oggettivamente? Che questa esigenza venga qualificata come oscurantismo, mi colpisce.
Secondo me, pecca di oscurantismo chi ha una concezione dell'amministrazione così lasciata all'improvvisazione. Questa é una legge che premia l'improvvisazione e non ritengo che in questo modo si premi il buon governo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Intervengo per dichiarazione di voto e non per fatto personale. Voter a favore di questo disegno di legge anche se registro che questa legge risente ancora della cultura del sospetto e della delazione, perch l'elemento della programmazione é un anticipare, si informa prima il Consiglio, poi si presenta una relazione, quindi all'interno di queste due cose ci si deve giustificare, si deve chiedere il permesso: questa é ancora la cultura del sospetto e della delazione.
Cari amici, alcune nonne, comprese quelle sulle nomine (che un giorno o l'altro dovremo rivedere) nascono dai traumi che questa società ha vissuto le dobbiamo rileggere integral-mente, non sodo per alcuni aspetti. E' probabile che un giorno o l'altro io ripresenterò in qualche sede qualcuno che abbia un avviso di reato, datato magari oltre cinque anni e chiederò se l'obiezione che noi poniamo alle candidature negli enti strumentali sia ancora praticabile. Altro che Carnevale! Abbiamo il dovere di rimanere fermi nei principi e questi principi gestirli rispetto alla storia e sapere anche che alcuni nostri principi di abbiamo piegati ad esigenze di comportamento rispetto allo straordinario.
Quindi, le vicende che ha vissuto questa Regione, in termini territoriali ed istituzionali, ci hanno messi nella condizione di fare delle leggi che si sono poi rivelate fortemente legate a una data e a una circostanza. Si tratta di capire adesso se certi valori (togliamo l'aggettivo liberali) debbano essere compromessi o difesi. Cari amici, perché dico che fare un elenco delle consulenze é un premio alla cultura della delazione e del sospetto? Perché evidentemente fa emergere un elemento della gestione regionale, e solo quello, caratterizzato da nomi, caratterizzato da cifre rispetto alle quali la difficoltà a capire fa crescere la possibilità che la Regione ne esca male per una difficoltà di comprensione. Non possiamo spiegare, persona per persona, il perché si é dato un incarico a tizio e perché un incarico vale tanto. Cari amici, se mi dite che questo é un meccanismo che vale per tutti, mi va bene ed é accettabile perch all'interno delle cose normali. Allora, facciamo anche un numero unico per i contributi; per esempio, facciamo un numero unico sugli incarichi professionali in materia urbanistica negli ultimi quindici anni. Se lo facciamo per tutti e se lo facciamo su tutti gli atti della Regione, sono d'accordo. Ma se estrapoliamo dall'attività di governo un elemento e lo sottoponiamo ad una particolare procedura, é evidente che siamo ancora succubi della cultura del sospetto e della delazione, che invece dobbiamo rifiutare. Se si ritiene che si debba immaginare uno strumento di messa a conoscenza periodico, organizzato, sui comportamenti della Giunta e del Consiglio e che dobbiamo inventare qualcosa di diverso rispetto al Bollettino Ufficiale, mi va bene, ma allora questo deve valere per tutto. A quel punto é informazione, se però é ridotta ad una questione episodica così delicata non é informazione, ma é delazione, e io la rifiuto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

Nel collocarmi in questa sede di dichiarazione di voto, ricordo ancora una volta che il Presidente Brizio, nell'accennare ai motivi e ai moventi di questo disegno di legge, ha accennato principalmente alla semplificazione, all'efficienza e alla trasparenza. E' esatto quanto stato detto da parte del Consigliere Chiezzi, e lo ha riconosciuto anche il collega Picchioni, circa il concetto che è difficile, con legge disciplinare criteri per questo tipo di incarichi, e fatalmente la realtà delle cose concede alla Giunta una certa discrezionalità, nei limiti della capacità e competenza del soggetto, per cui, più che alle opposizioni all'opinione pubblica rimane il controllo.
Il controllo, e controllo é uguale a trasparenza e a chiarezza risultava da quel più modesto emendamento che avevo proposto, allorquando chiedevo che si allegasse (per fame parte integrante o anche per non farne parte integrante) ad ogni provvedimento di nomina e di incarico il curriculum vitae, che non era una cosa difficile da ottenersi, ma che era in re ipsa per ogni incarico e che non incideva sulla snellezza del procedimento; ed era sempre ai fini di attuare questa trasparenza e questa chiarezza che si chiedeva.
A ben guardarla, quella richiesta con l'emendamento Chiezzi, è una formalità, perché giustamente é stato obiettato dal Presidente della Giunta che tutti gli incarichi di progettazione e di consulenza compaiono già settimanalmente nel Bollettino Ufficiale della Regione. Quindi, pur apprezzando l'emendamento Chiezzi, da parte del Presidente della Giunta e ancor più espressamente da parte del Capogruppo della DC, si é detto per che ha ragione il Consigliere Marchini: la stampa, la colonna infame, i cittadini in generale che, di fronte a un documento unico con gli incarichi, ahimè, possono farne una speculazione perché vedono solo delle cifre e non vanno a indagare oltre. Ma questo comportamento, che possiamo chiamare malcostume della stampa oppure grido "al lupo, al lupo "nei confronti delle istituzioni e dei politici, non è una ragione per cui non debba esserci questa trasparenza. D'altro canto, se da parte di cittadini o di un quotidiano si vuole fare questa speculazione, sarebbe molto più facile leggere i Bollettini Ufficiali della Regione Piemonte dell'anno 1990, non laddove si conferiscono gli incarichi, dove vengono indicati solo nome e cognome del soggetto incaricato, ma laddove si danno i compensi con il provvedimento della Giunta regionale che indica il soggetto incaricato l'oggetto dell'incarico e il compenso ricevuto. Oserei dire che li sarà più difficile fare una speculazione. Se poi verrà fatta, verranno usati altri mezzi, politici o non politici, per reprimerla.
Quindi, di fronte al mancato recepimento del nostro emendamento, forse più modesto di quello del collega Chiezzi, che metteva più in luce la necessità di questa trasparenza, di fronte alla reiezione dell'altro emendamento che rispondeva ad una tecnica legislativa, cioè di mettere in evidenza nella legge i cinque casi in cui non si possono avere incarichi oltre a quelli previsti dalla legge nazionale, il nostro voto non potrà che essere negativo. Non senza considerare che la reiezione di tutti gli emendamenti proposti dal nostro Gruppo, in particolare, e dalle minoranze in generale, così come era avvenuto sistematicamente nei confronti degli emendamenti al bilancio, denota che da parte della Giunta, e segnatamente del suo Presidente, si applica in questa aula quella regola che mi pare appartenga alle caserme: "i superiori hanno ragione, specialissimamente quando hanno torto", regola che, applicata qui, significa che la Giunta ha sempre ragione, ahimè, specialissimamente quando da parte delle opposizioni, quali che siano, si suggeriscono emendamenti ispirati a ragionevolezza, come erano molti di quelli proposti al bilancio, discorso che non ripropongo, e come erano in definitiva quelli di oggi.
Un'ultimissima considerazione. Ho proposto, ai sensi dell'art. 78 del Regolamento del Consiglio, un ordine del giorno illustrativo della legge in itinere, dove si chiede l'impegno della Giunta, nel momento del conferimento degli incarichi, di dare, a parità di condizioni e di requisiti tecnici necessari, la precedenza o la preferenza agli enti strumentali, alle società a capitale maggioritario regionale all'Università e al Politecnico.
Mi é stato detto da parte di un componente della Giunta che questo é in re ipsa, che quasi quasi porto vasi a Samo o nottole ad Atene perché, ogni qualvolta c'è un provvedimento di nomina, di consulenza o di incarico, il Commissario di Governo non lo approva se non emerge dalla motivazione del provvedimento che si é scelto il professionista o lo studio associato di professionisti piuttosto che l'ente strumentale, quindi mi é stato detto che era superfluo. Confido che mi si ribadisca questo concetto e, pur essendo superfluo, tanto vale che ci sia questo impegno o raccomandazione alla Giunta di seguire la gerarchia dei soggetti incaricandi indicati in legge.



PRESIDENTE

Con questo intervento il Consigliere Majorino ha illustrato anche l'ordine del giorno presentato ai sensi dell'art. 78 del Regolamento del Consiglio regionale.
Ha ora la parola il Consigliere Rossa per dichiarazione di voto.



ROSSA Angelo

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, svolgerò la dichiarazione di voto a nome del Gruppo socialista, anche se sono stato il presentatore delle proposte di modifica, per ribadire la nostra adesione alla proposta che stiamo approvando, perché mi sembra che corrisponda alle esigenze richiamate nella relazione di accompagnamento ad disegno di legge n. 19 da me svolta. Ho spesso notato, con perplessità e preoccupazione, che, quando si tratta di assegnare o di sollecitare qualche consulenza, si incontrano molte difficoltà; per cui ritengo che con queste modifiche rendiamo più agevoli la ricerca e la progettualità. Sono convinto che i rapporti tra la Regione, il Governo centrale, le grandi aziende, per quanto riguarda le prospettive di sviluppo da realizzare nell'ambito del Piemonte, anche in riferimento all'Europa, richiedono sempre capacità progettuale dal punto di vista delle prospettive di grandi dimensioni, ma anche dal punto di vista della formazione dei progetti. Abbiamo avuto grandi contributi dai nostri enti strumentali, però non é detto che non ci si debba rivolgere all'Università e anche ai settori privati. Ciascuno si assuma le proprie responsabilità. D Governo é chiamato a governare e deve avere la libertà di operare senza trovarsi continuamente di fronte a lacci e lacciuoli che finiscono con appesantire il lavoro di governo e di programmazione della legislazione. La legge n. 142, seppure non ha riferimenti sulla pratica di governo, mette la Regione in rapporto con gli altri enti con i quali deve misurarsi, e misurarsi vuol dire avere la capacità di volare alto. Il Piemonte non può continuare ad essere una Regione che, per una serie di lacci e lacciuoli, di limiti e di condizionamenti, non riesce a decollare: stiamo facendo il gioco di coloro che cercano di impedire il decollo della Regione, e sono in tanti, non solo a livello centrale, ma anche a livello periferico, a volerlo. Credo quindi sia necessario, non solo in questo, ma in tutti i campi, ridefinire il ruolo della Regione come governo e come momento legislativo, come punto di riferimento, di convergenza e di incontro degli enti locali nel sistema delle autonomie, quindi un, ruolo di interlocutore del Governo centrale in un sistema istituzionale rinnovato, e questo significa capacità di governare e di mettere insieme, oltre che il mandato popolare, anche le competenze, gli uffici, gli enti strumentali l'Università, le professionalità private.
Come componente di questa maggioranza dico che bisogna governare andando in questa direzione e voglio una Regione capace di governare capace di confrontarsi con l'opposizione e con le opposizioni, capace di assumersi le proprie responsabilità, al di fuori dal consociativismo che in qualche misura influenza ancora il modo di governare, anche di questa Regione. Ognuno si prenda dunque le sue responsabilità e, se vi sono dei problemi da sollevare, si usino gli strumenti regolamentari, le interrogazioni, le interpellanze, gli ordini del giorno e le mozioni. La maggioranza governa assumendosi le proprie responsabilità e il ruolo dell'opposizione si svolge con gli strumenti che ho citato; solo in questo modo si può creare quella tensione che aiuta a crescere una comunità.
Per queste ragioni ho accettato l'incarico di relatore nell'ambito della Commissione e queste sono anche le ragioni politiche che porto ad Consiglio a nome del Gruppo socialista.



PRESIDENTE

Le dichiarazioni di voto sono così concluse.
Ai sensi dell'art. 78 del Regolamento, passiamo alla discussione e alla successiva votazione dell'ordine del giorno presentato dai Consiglieri Majorino. Zacchera e Vaglio. Il Consigliere Majorino, credo a nome di tutti i presentatori, lo ha già illustrato nel suo intervento.
Ha chiesto la parola il Consigliere Zanoletti. Ne ha facoltà.



ZANOLETTI Tomaso

Ritengo che l'ordine del giorno non possa essere accettato perch richiama punti che sono già contenuti nell'art. 3, comma secondo, della proposta di legge. Dicendoli in quel modo, sembra che la dizione della legge sia diversa e che i proponenti vogliano fare cose diverse da quelle che invece sono scritte. Non possiamo impegnarci a fare cose che sono già dette e che saranno fatte secondo l'ordine preciso contenuto nell'art. 2 nel quale c'è l'elenco degli enti, l'Università, gli enti scientifici di natura pubblica, gli enti e gli organismi di progettazione specializzati e ad fondo, gli esperti; la ratio di quell'articolo credo voglia proprio dire che esiste un criterio di preferenzialità e che deve essere seguito.
Se si vuole ribadire questa ratio, si potrebbe scrivere un ordine del giorno in cui si "invita la Giunta a", ma questo impegno lo ritengo, per un verso, pleonastico e, per un altro, contraddittorio con quanto già scritto.
Aggiungo una brevissima riflessione a seguito delle affermazioni del Consigliere Majorino sul comportamento della Giunta e del suo Presidente.
Le ritengo affermazioni inopportune perché il comportamento della Giunta e del suo Presidente é sempre di attenzione, di ascolto e di disponibilità evidentemente all'interno del confronto politico che vede la Giunta con suoi programmi precisi, suoi indirizzi e sue intenzioni. Ritengo quelle affermazioni inopportune e ingenerose se le riferiamo a questa specifica legge, perché questa legge ha avuto un esame lungo, attento, sofferto nel corso di numerose sedute alle quali il Presidente Brizio ha sempre partecipato con grande disponibilità. E la partecipazione del Presidente Brizio, a nome della Giunta, non é stata sodo formale, ma é stata di disponibilità a cambiare, ad accogliere gli emendamenti che in quella sede venivano presentati.



PRESIDENTE

Chiedo ai presentatori dell'ordine del giorno se accolgono la proposta di modifica ad documento, illustrata dal Consigliere Zanoletti, di sostituire la parola "impegna" la Giunta con la parola "invita" la Giunta.
La parola il Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

Noi siamo d'accordo. Va bene la parola "invita", essendo già insito ed implicito nella legge questo comportamento, ma "invita" in conformità dell'art. 3 della legge. Spero mi si darà un giorno l'interpretazione autentica della differenza fra "invitare" e "impegnare" la Giunta.
Personalmente, non la capisco. Penso comunque vada bene la parola "invita" in conformità della legge. E' una formula di stile, almeno dà un certo tono al concetto di "invita".



PRESIDENTE

Procediamo alla votazione dell'ordine del giorno presentato dai Consiglieri Majorino. Zacchera e Vaglio nel testo seguente: "Il Consiglio regionale del Piemonte visto il disegno di legge in corso di approvazione e, segnatamente, il tenore del comma 3 dell'art. 2 invita, in conformità alla legge, la Giunta nel conferire gli incarichi di cui al 1 comma dell'art. 1, a preferire (a parità di condizioni di professionalità e competenza) gli Enti strumentali della Regione, le Società a prevalente partecipazione regionale, oltre che Università e Politecnico e gli Enti ed Istituti scientifici di natura pubblica".
Chi é favorevole é pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno é approvato all'unanimità dei 36 Consiglieri presenti.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione é il seguente: presenti e votanti 36 hanno risposto SI 21 Consiglieri hanno risposto NO 15 Consiglieri.
L'intero testo della legge é approvato.


Argomento:

Interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno (annunzio)


PRESIDENTE

Le interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenute all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale verranno allegate al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta é tolta.



(La seduta ha termine alle ore 14,30)



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