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Dettaglio seduta n.52 del 19/03/91 - Legislatura n. V - Sedute dal 6 maggio 1990 al 22 aprile 1995

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO


Argomento: Commemorazioni

Commemorazione del Senatore Carlo Donat-Cattin


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Colleghi Consiglieri, signor Presidente della Giunta, nella notte tra domenica e lunedì si è spento Carlo Donat-Cattin. E' doveroso oggi a nome del Consiglio regionale ricordare la figura e l'opera dell'uomo politico che ha lasciato un'impronta significativa nella vita italiana. Esprimo dunque, a nome dell'assemblea piemontese e mio personale, le più sentite condoglianze alla famiglia e alla Democrazia Cristiana. Tratteggiare seppur brevemente la figura e l'attività politica di Carlo Donat-Cattin significa nei fatti, ripercorrere buona parte della storia della nostra Repubblica.
Sin da giovane milita nelle file della gioventù di Azione cattolica. Il suo impegno è quello di stare vicino e comprendere le esigenze e le aspettative di chi lavora.
La sua, in sostanza, è una scelta di vita che accomuna ai valori cristiani la volontà di risolvere i problemi e di andare incontro alle giuste aspettative dei lavoratori. La Resistenza lo vede militare nel Comitato di Liberazione nazionale di Ivrea e nel Canavese, dove partecipa alla Organizzazione dei sindacati liberi. Subito dopo la Liberazione Donat Cattin diventa uno degli ispiratori della corrente sindacale cristiana della CGIL unitaria, poi è tra i promotori della confederazione italiana dei sindacati dei lavoratori, la CISL. di cui diventa agli inizi degli anni '50 Segretario dell'Unione sindacale della provincia di Torino. In parallelo comincia a delinearsi la sua carriera politica prima come Consigliere comunale di Torino poi come Deputato. Alla fine degli anni '50 Donat-Cattin lascia il sindacato per dedicarsi alla politica. Nella Democrazia Cristiana fonda la componente Forze Nuove alla quale fanno riferimento, da allora, moltissimi sindacalisti della CISL. La sua vocazione di politico socialmente impegnato vive alla fine degli anni '60 un momento particolarmente significativo con l'incarico di Ministro del Lavoro. E' infatti Donat-Cattin che compie la mediazione nella vertenza contrattuale dei metalmeccanici del cosiddetto autunno caldo del '69. In anni più recenti ricopre le cariche di Ministro della sanità, poi di nuovo del Lavoro.
Questa sintesi, tuttavia, fa emergere soltanto in parte la personalità di un uomo che in ogni momento della sua vita, travagliata pure da dolorosissime vicende umane ha affrontato i problemi che gli si ponevano innanzi a viso aperto. Molto in queste ore si scrive e si sta scrivendo di Carlo Donat-Cattin. A noi rappresentanti dell'assemblea piemontese piace ricordarlo come uomo e politico molto legato alla realtà della nostra Regione e alle problematiche della sua gente. Di certo con Donat-Cattin scompare oltre che una delle figure più significative della Democrazia Cristiana un esponente di rilievo del Movimento dei Lavoratori e, in particolare, del cattolicesimo sociale. Per tutta la sua vita di sindacalista e di uomo politico Donat-Cattin è stato dalla parte di chi nell'ambito delle regole democratiche, operava per tutelare il mondo del lavoro e le categorie più deboli. In sostanza, la sua azione ha portato all'introduzione dello stato sociale nel nostro paese e alla crescita di sensibilità che si concretizzò nella realizzazione dello Statuto dei lavoratori.
Scompare con Carlo Donat-Cattin una figura rara e particolare, un uomo di grande schiettezza capace di affrontare di petto i problemi che via via gli si ponevano dinnanzi, un uomo talvolta irruente, ma un politico raffinato che nella sua attività di sindacalista, di parlamentare e di esponente di governo ha sempre ricercato il bene comune del nostro Paese.
Nel rinnovare il cordoglio alla famiglia e al partito della Democrazia Cristiana in cui militava propongo, in memoria di Carlo Donat-Cattin, un minuto di raccoglimento.



(I presenti, in piedi osservano un minuto di silenzio)



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Picchioni. Ne ha facoltà.
PICCHIONI Signor Presidente, colleghi Consiglieri.
E' morto in silenzio in punta di piedi quasi per una singolare legge del contrappasso, lui che il silenzio aveva sempre clamorosamente combattuto. Ed è per questo che la sua morte ha destato in tutti noi una profonda commozione. Essa nasce innanzitutto dal senso di perdita che la sua scomparsa provoca nella Democrazia Cristiana e nell'intero mondo politico Italiano, un mondo in cui la presenza di Donat-Cattin è stata rilevante e che si è forse conclusa definitivamente quando in occasione della firma dell'ultimo contratto dei metalmeccanici, quasi presagendo la sua fine imminente affermò: "Ho incominciato la mia, attività Ministeriale vent'anni fa svolgendo una mediazione per il contratto dei metalmeccanici.
Credo che questo firmato oggi sarà anche l'ultimo. Vi auguro di fame di migliori," Ma non si può non considerare oggi, guardando con memoria storica la sua vita, che questa attività ministeriale ha costituito soltanto l'esito ultimo, sebbene durato molti anni, di un solido impegno morale che ha caratterizzato tutto il percorso umano e politico di Donat Cattin.
Questo impegno ha assunto in lui fin da giovane una connotazione inequivocabile, al punto che l'attenzione di Donat-Cattin per il sociale ha finito per fare di lui, come si è rilevato in questi giorni, "l'ultimo operaista cristiano".
In questo senso va letta la sua presenza nelle file dell'Azione Cattolica e la sua militanza direi iperattiva nella fondazione ed organizzazione dei sindacati liberi nel dopoguerra. In questo senso ancora, va interpretato il suo lavoro costante e tenace nell'ambito della CISL. Va considerato, infine, il suo approdo alla politica nelle file della Democrazia Cristiana dopo la giovanile militanza nella Resistenza.
Un approdo inevitabile nel quale Donat-Cattin ha potuto tradurre nel concreto quelle idee sul sociale che aveva sviluppato nell'ambito del sindacato. Ma ciò che è importante sottolineare non sono tanto gli spunti biografici, quanto piuttosto ciò che essi lasciano trapelare ed appunto l'umanità profonda che Donat-Cattin è riuscito a coniugare al suo impegno sociale e politico. Quanto dalla sua biografia emerge non è diverso dalla prima impressione che si aveva incontrandolo. Egli era un uomo scomodo aspro, un uomo di barricate.
Erano infatti ormai diventati quasi proverbiali, in un partito che ama la rarefazione delle parole della mediazione, i paradossi fulminanti con cui spiazzava gli avversari, come consuete alle cronache erano le polemiche prive di ogni indulgenza che sapeva scatenare. Ma queste sue caratteristiche di rottura erano l'espressione profonda di una umanità complessa, di un'"intelligenza separata" di un'esuberanza sanguigna che non conosceva confini e che una volta individuato l'obiettivo non ammetteva tentennamenti lungo la strada.
Ed è per questo che anche le sue durezze alla luce dei fatti finiscono per dover essere necessariamente interpretate come l'espressione di una cristallina coerenza, di un grande coraggio che ha saputo essere dagli anni '70 in poi un punto di riferimento costante e sicuro non solo per i militanti della Democrazia Cristiana, ma anche per l'anima popolare del paese. Ma la stima che Donat-Cattin ha saputo guadagnarsi sul campo da parte di tutti, amici e no, nasce anche dal suo essere profondamente uomo un uomo che ha saputo essere sempre all'altezza delle situazioni, con cui si è via via confrontato, trasformandosi negli ultimi anni da uomo di rottura e di discriminazione in uomo del raccordo e della tessitura politica. Una trasformazione questa legata alla sua profonda cultura ed a quella curiosità intellettuale che gli permetteva un'attenzione tutta particolare al reale e che ne faceva un onnivoro osservatore e scrutatore dei grandi eventi della politica, come delle minute istantanee della cronaca da cui sapeva trarre indicazioni ed indirizzi per le scelte del suo partito e del paese. Tuttavia, questa sua capacità indubbiamente rara e preziosa non gli fu sufficiente per passare indenne attraverso le traversie della vita e della politica. Profondamente provato come padre e per nulla estraneo ai rovesci della sorte si trovò in certi momenti isolato, conteso solo dalla calunnia, dal livore, dalla persecuzione senza pietà.
Ma da quell'estremo dolore insorse una miracolosa volontà di risalire la china di un destino che pareva irreversibile, e da vinto che sembrava essere tornò a guidare le sorti del Paese in quei settori che egli riteneva più rilevanti per la soluzione delle nuove urgenze di una società civile che, seppure toccata dal benessere, non riusciva tuttavia ad evitare quei drammatici risvolti che di esso sono il frutto. Di qui il suo impegno in prima linea nei Ministeri della Sanità e del Lavoro allorquando si occup della riforma sanitaria e della riforma delle pensioni, e tornò ad interessarsi, risolvendole positivamente, di delicate situazioni legate alle contrattazioni del settore pubblico e privato.
Non possiamo infine, come democristiani, dimenticare il suo impegno nel partito e per il partito. Un partito nel quale Donat-Cattin trovò una sua precisa collocazione, dando vita ad una formazione politica che si richiam costantemente ai valori del solidarismo cristiano. Un partito che, d'altro canto, Donat-Cattin amò ai limiti di una vera passione civile, nella sua grandezza e nelle sue miserie, nella sua forza e nella debolezza Ieri sera, guardando in televisione le rughe profonde del suo volto scorgevo il passaggio di una vita non semplice, non facile, ma anche il contrappunto della nostra militanza politica, colleghi democristiani. Per questo il commiato che diamo a Carlo Donat-Cattin in questa sede non è, e non può essere, almeno fin quando viviamo, un commiato definitivo.
E' semmai un saluto; "Ciao, Donà", come lui forse amava ancora essere salutato, perché in quel mezzo cognome, così tronco e così brusco, c'è già forse impercettibilmente il segno di un destino, di un temperamento, di un uomo. Un saluto ho detto, perché quanto più il suo ricordo sarà tenue ed immateriale, tanto più fedele, vivido e persistente egli continuerà ad insegnarci a combattere e sperare.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Esame ordini del giorno n. 137, 138, 139, 140, 141 e 142 relativi alle case di riposo e all'assistenza anziani


PRESIDENTE

Passiamo all'esame degli ordini del giorno n. 137, 138, 139, 140, 141 e 142 relativi alle case di riposo e all'assistenza anziani, di cui al punto 5) all'o.d.g.
Nel corso della scorsa seduta si era avviato il dibattito che, su richiesta del Consiglio, si era interrotto con l'intesa di ascoltare l'Assessore Maccari.
Nella Conferenza dei Capigruppo con la Giunta, riunitasi poco fa, si è concordato di sentire l'Assessore Maccari per poi passare alla votazione dei documenti che sono già stati illustrati nel corso della seduta precedente.
Si è ritenuto inoltre che non ci siano le condizioni per avere un documento unitario, pertanto, verranno posti in votazione tutti gli ordini del giorno nell'ordine di presentazione.
La parola all'Assessore Maccari.
MACCARI, Assessore alla sanità Chiedo scusa se ripeterò alcune cose che, probabilmente, sono già state dette nel corso del dibattito di martedì scorso dall'Assessore Bergoglio.
Non mi è stato possibile seguire il dibattito perché impegnato a Roma al Consiglio Sanitario, in una seduta abbastanza importante che richiedeva la mia presenza. Cercherò di rimanere contenuto nei tempi perché parlo ad un'assemblea che conosce bene l'argomento, quindi vorrei abbandonare tutti i fronzoli delle occasioni.
Come Assessore alla sanità va chiarito che le Unità socio-sanitarie locali di Torino non hanno avuto e non hanno nessun tipo di convenzione con le pensioni indicate dai giornali; che le dieci Unità socio-sanitarie locali di Torino interpellate non hanno disposto nessun tipo di rimborso alle pensioni stesse. Questo risulta da un'indagine e naturalmente dalle risposte che le dieci UU. SS. SS.LL. torinesi hanno dato ad una specifica richiesta dell'Assessorato alla sanità. Ci potrebbero essere forse delle integrazioni dirette sul Piano assistenziale la cui decisione non dipende dalle Unità socio-sanitarie locali e tanto meno dagli Assessorati regionali che possono essere direttamente o indirettamente coinvolti dalla vicenda.
Della vigilanza, che in tutto il Piemonte è competenza delle Unità socio-sanitarie locali perché delegata in base alla legge n. 20, per quanto riguarda Torino non vale la regolamentazione che il Consiglio regionale ha fatto nel 1984, che prevede in ogni Unità socio-sanitarie locali l'istituzione di una Commissione formata oltreché dal responsabile del Servizio socio-assistenziale dell'USSL. in qualità di delegato tecnico, dal responsabile del Servizio di igiene pubblica nell'ambito delle funzioni proprie, che può avvalersi di tutte le competenze proprie dell'USSL per i sopralluoghi nei presidi socio-assistenziali. Quindi è una competenza che esula dall'avventura delle pensioni che non erano presidi socio assistenziali e, pertanto, non sottoposti alla vigilanza di eventuali Commissioni di Unità socio-sanitarie locali che - ripeto - a Torino non ci sono; a Torino anche la vigilanza sui presidi socio-assistenziali non è svolta dalle UU.SS.SS.LL ma dal Comune. Non è un gioco di scaricabarile di competenze, ma credo sia un chiarimento, magari anche superfluo, perché chi fa queste cose da tanti anni certamente le conosce o, se non le conosce, le ignora del tutto, ed è sufficientemente grave, o le strumentalizza in malafede, come hanno fatto i giornali nei confronti delle Unità socio sanitarie locali, il che è altrettanto grave. Di colpe le Unità socio sanitarie locali ne hanno mille, diecimila, centomila, ma credo sia bene non addossare loro anche le cose su cui non hanno alcun tipo di potere o di vigilanza.
Il Piano delle residenze sanitarie assistenziali per non autosufficienti prevede 10.600 posti letto in Piemonte, di cui 2.200 nella città di Torino, nell'arco dei dieci anni, con un investimento totale di 800 miliardi. Nel primo triennio a Torino città sono previsti 400 posti. In conseguenza della difficoltà di reperire i posti da sistemare a Torino nel primo triennio, in accordo fra i due Assessorati, abbiamo dato uno sviluppo particolare, una possibilità particolare di inserimento a tutte le residenze assistenziali nell'arco dei comuni confinanti o vicini a Torino per dare un polmone, con possibilità dei parenti di avere un modo pendolare contenuto, nel senso di poter andare a trovare l'anziano abbastanza frequentemente.
I progetti del primo triennio sono allo stadio di studio di fattibilità, all'esame del nucleo di valutazione del Ministero della Sanità: approvato lo studio di fattibilità il progetto torna a Torino, si è autorizzati a fare il progetto esecutivo che viene mandato al CIPE, il quale come approva il progetto esecutivo approva il finanziamento.
Mi rendo conto dei tempi geologici e nessuno meglio dell'Assessore Bergoglio e del sottoscritto conoscono questi problemi e li soffrono in prima persona per i tempi geologici di queste pratiche, di questa avventura che dura dal 1988 e non ha ancora visto nessun mattone messo in piedi. Solo in questi giorni sono stati approvati, dal nucleo di valutazione, i primi quattro progetti di tipo ospedaliero che avevamo mandato; c'è un impegno entro il 30 giugno di trasmettere tutti gli studi di fattibilità a Roma in modo da avere i finanziamenti entro il 1991. Però il nucleo di valutazione del Ministero è messo in piedi solo da poco tempo per cui ha accumulato una serie di arretrato che sta smaltendo.
Come è noto, in base al cosiddetto decreto Craxi del 1985, la Regione ha fatto una deliberazione che oggi vale per i casi dei non autosufficienti, per le case protette e domani varrà per le residenze sanitarie assistenziali in cui è previsto che il 100% delle spese del personale sanitario sia a carico del sistema sanitario, del Fondo Sanitario Nazionale; il 60% delle spese dell'assistenza alla persona e il 20% delle spese generali sia a carico sempre della sanità. D resto è considerata la retta dell'utente, per cui è a carico della pensione del singolo, della famiglia o del sistema assistenziale qualora il singolo abbia solo una pensione sociale e abbia necessità di una integrazione diretta da parte delle Unità socio-sanitarie locali dove è competenza delle Unità socio sanitarie locali e da parte del comune dove è competenza del comune.
L'impegno di accelerare le residenze sanitarie assistenziali - mi sembra anche stupido sottolinearlo - è un impegno forte, siamo i primi pizzicati come Assessori quindi credo che non vediamo l'ora di poter avviare queste operazioni. Contemporaneamente a queste residenze sanitarie assistenziali per gli anziani sono avviate quelle per i disabili e quelle per i malati di mente su cui il Consiglio regionale si è già pronunciato nel marzo scorso dando una scala di priorità, una tipologia e una modalità di intervento divisa fra i tre trienni.
Per i disabili sono previsti: la creazione di novanta posti nel primo triennio; 170 nel secondo: 170 nel terzo. Per i gravissimi: 40 posti nel primo triennio, 120 nel secondo e 60 nel terzo.
Per i malati di mente si è approvata la creazione di 25 centri di terapie psichiatriche di cui 7 sono già previsti nel finanziamento del primo triennio per un totale di 500 posti letto; contemporaneamente in ogni dipartimento è stata prevista una comunità alloggio di 20 posti ciascuno per altri 500 posti da aggiungere.
Stiamo scontando difficoltà che non sono state affrontate negli anni precedenti in linea di massima per mancanza di disponibilità finanziarie per poterli affrontare. Vorrei ancora chiarire un aspetto che è stato invocato in questo periodo, probabilmente non per conoscenza delle leggi regionali, dai giornali, ma soprattutto - cosa che mi è parsa strana - da parte di Consiglieri (d'altronde le leggi regionali adesso cominciano ad essere tante per cui è difficile ricordarle tutte).
E' stata sottolineata, qualche volta in termini duri, l'assenza di operatività del Servizio ispettivo sanitario. Se i Consiglieri avranno modo di prendere in mano la legge relativa all'istituzione del Servizio ispettivo del 1986 e le integrazioni che sono state fatte nel 1989, avranno modo di vedere che il servizio ha una competenza di ispezione sulle Unità socio-sanitarie locali e non ha la capacità dei NAS dei Carabinieri di andare a fare delle ispezioni in istituzioni o imprese o attività che non sono sottoposte alla vigilanza della USSL come sistema assistenziale, ma sono sottoposte solo per quanto riguarda le misure igienico-sanitarie come locande. Dipende dalla qualificazione che hanno nella tipologia alberghiera. Si potrebbe fare, e io sono d'accordo, ho già avuto molte volte l'occasione di sottolinearlo in dibattiti, di dare alla Regione una capacità ispettiva e di controllo molto più consistente oltre che sulle Unità socio-sanitarie locali anche direttamente sulle attività che sono di competenza di controllo delle Unità socio-sanitarie locali, ma dove non vengono esercitate o non sono esercitate a sufficienza. Quindi, sono d'accordo nel presentare un disegno di legge sull'argomento qualora il Consiglio sia dell'avviso di coprire questa lacuna che, in prima istanza finiamo di sentire noi come responsabili sul piano esecutivo.



PRESIDENTE

L'orientamento che ci eravamo dati era quello di intervenire per dichiarazione di voto sull'insieme degli ordini del giorno presentati esprimendo le argomentazioni che si Intendono avere rispetto all'intervento testé sentito dell'Assessore Maccari.
Ha chiesto la parola il Consigliere Calligaro. Ne ha facoltà.
CALLIGARO Il nostro ordine del giorno ha come primo punto quello di conoscere il quadro esatto delle strutture pubbliche e private che operano nel campo dell'assistenza agli anziani: dopo lo scandalo è quanto mai opportuno direi indispensabile, che il quadro esatto sia fornito sia alla Commissione competente che al Consiglio regionale.
Veniamo ai soggetti preposti ai controlli: i Servizi ispettivi delle Unità socio-sanitarie locali L' Assessore Maccari ci dice che per le attività socio-assistenziali le Unità socio-sanitarie locali della città di Torino sono escluse da questa competenza. Trovo che la cosa sia contraddittoria, spiegherò successivamente il perché; comunque ha ribadito che spettava al Comune di Torino l'opera di controllo e di vigilanza evidentemente non è stata fatta quest'opera. Si gioca allo scaricabarile in effetti, perché anche la Regione avrebbe potuto attivare il proprio Servizio ispettivo sull'organizzazione sanitaria assistenziale rivolto certamente alle Unità socio-sanitarie locali, non alle pensioni private.
Questo non è stato fatto, mentre è scattato immediatamente, con le note vicende, il commissariamento della USSL n. 4. Assessore Maccari, la USSL n.
4 è stata commissariata in poche settimane grazie all'intervento del Servizio ispettivo regionale. Così non è accaduto nel campo delle attività socio-assistenziali e sanitarie in generale. La situazione delle pensioni ospizio è molto diffusa, è nota da almeno due anni. L'allora Assessore all'Assistenza Brizio scriveva il 20 marzo 1989 alle strutture in indirizzo, che erano tre in quel caso, di non essere in possesso dell'autorizzazione regionale al funzionamento e interrogava le Unità socio sanitarie locali se fossero state autorizzate e chiedeva di poter avere in visione i dati in base ai quali erano state autorizzate.
Qualora non lo fossero state, è scritto nella lettera, si invitavano le Unità socio-sanitarie locali, accertato il funzionamento delle strutture, a voler supportare l'ente gestore nell'espletamento dell'iter burocratico necessario a sanare l'irregolarità ove possibile. La lettera era inviata al Presidente della USSL n. 1, al Sindaco della Città di Torino e ai titolari delle pensioni ospizio.
Il 15 ottobre 1990, a firma dell'Assessore Bergoglio, si mandano lettere ai Presidenti delle Unità socio-sanitarie locali nn. 1, 3, 4 e 8 e si pregano i Presidenti a voler predisporre opportune visite ispettive per gli accertamenti di competenza nelle strutture, di cui all'allegato elenco, che non possiedono titolo autorizzativo a funzionare come presidio socio assistenziale. E' perlomeno contradditorio quello che ha detto l'Assessore Maccari, non avrebbero queste competenze le Unità socio-sanitarie locali? Che significato ha allora la lettera dell'Assessore Bergoglio inviata ai Presidenti delle Unità socio-sanitarie locali n. 1, 3, 4 e 8 della Città di Torino? La verità è che non si sono svolti i controlli e le ispezioni finché non sono arrivati i Carabinieri e la Magistratura. Ma davvero i controlli sono impossibili? Non credo che i controlli siano impossibili.
Stampa sera del 13 marzo 1991 titola tra virgolette: "Così iniziai i controlli". Protagonista dei controlli era l'allora Assessore all'assistenza Brizio, ma "così come?" iniziarono i controlli? Se gli atti furono inviati alla Procura della Repubblica il 13 febbraio di quest'anno quali controlli iniziammo due anni fa? Sono trascorsi inutilmente. I controlli li ha fatti in effetti l'Arma dei Carabinieri su mandato della Magistratura, c'è quindi una responsabilità oggettiva diretta della USSL.
non vi sono dubbi, ma anche del Comune di Torino e della stessa Regione Piemonte, per non parlare delle responsabilità politiche.
Abbiamo approvato un Piano socio-sanitario regionale, a quando l'attuazione? Quando confermiamo che l'anziano cronico non autosufficiente è malato e non può essere scaricato alle strutture assistenziali, deve essere curato dalle strutture sanitarie? A quando attività di prevenzione e riabilitazione? Sappiamo che si può evitare l'aumento dei casi di non autosufficienza se si sviluppa l'attività di prevenzione e di riabilitazione.
Siamo nel 1991, il primo Piano sociosanitario regionale si poneva un obiettivo minimo: che ogni USSL avesse un centro di riabilitazione funzionale. Sono trascorsi dieci anni, abbiamo dovuto confermare questo principio nell'ultimo Piano socio-sanitario regionale, si può dire che pochissimo è stato fatto, che l'attività riabilitativa in effetti non si svolge o è svolta dai privati. Tutti sappiamo che una persona anziana malata, se non ha una opportuna fase di riabilitazione funzionale corre il rischio di diventare cronica non autosufficiente. Veniamo alle residenze sanitarie assistenziali: tempi di spesa inaccettabili, dovremmo indignarci tutti insieme.
Dalla legge finanziaria del febbraio 1988 sono trascorsi tre anni, è trascorso l'arco temporale di validità del primo programma triennale; è concluso da alcuni mesi, non una lira è stata spesa, non un solo posto letto è stato realizzato, anzi le risorse non sono state ancora trasferite e l'Assessore ci dice "siamo agli studi di fattibilità, li mandiamo al nucleo di valutazione del Ministero, poi predisporremmo i progetti esecutivi, poi avremo l'approvazione del CIPI e il finanziamento". Di questo passo avremo le prime residenze sanitarie assistenziali, se tutto andrà bene, nel 1995/97. La stessa cosa vale per i centri di terapia psichiatrica e per le comunità protette, altro che applicazione della legge sulla psichiatria! I problemi non si risolvono con le residenze sanitarie assistenziali; ammesso che si realizzino le residenze sanitarie assistenziali risulterà poi che mancherà il personale, gli operatori.
Bisogna muoversi contestualmente al programma di realizzazione delle residenze sanitarie assistenziali con servizi socio-sanitari di prevenzione, di assistenza, di cura e di riabilitazione. Si tratta di servizi modulari articolati nel territorio raccomandati da oltre dieci anni dalla organizzazione mondiale della sanità. Esiste un fabbisogno di posti letto, lo diceva l'Assessore; oggi teorici disponibili sono 1010 nella Città di Torino, ma solo 200 sono a norma, c'è bisogno di 4040 posti letto al 1997 per non autosufficienti, ma il Piano triennale ne prevede 490 per una spesa di 40 miliardi. L'arco temporale è già stato superato, il programma triennale è il programma 1988/ 19901 E c'è di più. Di potenziare i servizi domiciliaci non se ne parla neppure, c'è una nostra proposta di legge per la ospedalizzazione a domicilio; è giunta in IV Commissione la scorsa settimana.
L'Assessore ci ha detto che pur essendo in linea con il Piano socio sanitario regionale - per molti versi è attuativa, si può discutere se deve essere una legge o una deliberazione - non è possibile perché mancano le risorse finanziarie, manca il personale. Così vale per tutti i servizi previsti dal Piano socio-sanitario regionale.
A questo punto dovremmo buttarlo dalla finestra se non riusciamo a qualificare la spesa sanitaria. Non potete dirci che è vero che la spesa sanitaria è sottostimata per il 1991; se non sbaglio vengono assegnati al Piemonte 6048/6054 miliardi di lire, ma se non riusciamo a riqualificare alcune decine di miliardi l'ospedalizzazione a domicilio non partirà nemmeno in via sperimentale.
Quindi, le contraddizioni non sono di poco conto. La verità è che c'è un giro d'affari rilevantissimo dietro agli anziani cronici non autosufficienti; è un giro d'affari che, naturalmente, blocca i servizi ispettivi, blocca i controlli che pure dovevano essere esercitati. L'affare è colossale, quindi le pressioni che vengono esercitate sono rilevantissime, fino al punto che abbiamo dovuto assistere all'ennesimo scandalo, quello delle pensioni lager.



PORCELLANA FRANCESCO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cucco.
CUCCO Il mio intervento sarà breve, perché abbiamo assunto l'impegno di contenere anche noi, oltre l'Assessore, i minuti di intervento. Devo dire che l'Assessore si è veramente contenuto, ed è una nota importante rispetto all'incontinenza verbale che, spesso, caratterizza moltissimi degli interventi in quest'aula.
Non ritorno sulle cose già dette nell'intervento che ho svolto la volta scorsa, perché non è il caso di ripeterle, ma su alcune di queste non sono arrivate risposte. Avevo sollevato la questione dei posti letto di via Farinelli, avevo sollevato la questione dell'applicazione del Piano per quanto riguarda la costruzione delle unità geriatriche, che non ci sono. La costruzione delle unità geriatriche, per quanto riguarda le Unità socio sanitarie locali, ha un grossissimo valore di gestione della partita anziani all'interno delle Unità socio-sanitarie locali stesse, perché poi bisognerà pure che qualche organismo competente si prenda la briga di decidere la deospedalizzazione o meno degli anziani di fronte alla situazione di emergenza dei reparti ospedalieri.
Quello che manca nell'intervento dell'Assessore Maccari, e che è mancato anche nell'intervento dell'Assessore Bergoglio, è la valutazione del momento utile, che era questo, proprio sull'onda di quanto è accaduto per dare delle indicazioni maggiori, per avviare con maggiore forza le iniziative della Regione riguardo l'applicazione delle norme che, peraltro esistono e che dovrebbero risolvere il problema anziani. Questo non c'è.
Assessore, lei ha ripetuto esattamente le stesse cose che sappiamo da sempre, anche quelle sul servizio ispettivo sono ben conosciute. Peraltro quelle sul servizio ispettivo dovrebbero essere rivedute, per esempio sul fatto che, in effetti, il servizio ispettivo è un servizio che pu ispezionare le Unità socio-sanitarie locali Non credo che le Unità socio sanitarie locali di Torino siano completamente scevre da ogni possibilità di controllo su questo tipo di attività. Comunque sia il servizio ispettivo avrebbe capacità di intervenire sull'erogazione dei servizi sanitari, in quanto tale.
Inoltre, non è stata attuata dal Presidente della Giunta regionale una disposizione, contenuta in un decreto del Presidente della Repubblica, di costituzione di una Commissione per la verifica dei servizi socio assistenziali (art. 135); è una Commissione che non si è mai vista, ed era scaduto il termine per costituirla mi sembra alla fine di gennaio.
Ora Assessore lei ci ha ripetuto le cose che dovrebbero essere, non ci ha detto quali sono i suoi impegni personali, quelli della Giunta, e quali potrebbero essere gli impegni, anche magari dell'amministrazione comunale per risolvere questo problema. Né negli ordini del giorno sono contenute delle cose ottime, sia dal punto di vista della conoscenza maggiore del problema sia dal punto di vista di possibilità di intervento più efficaci.
Spero che nella valutazione degli ordini del giorno non ci sia soltanto il "no" deciso della maggioranza contro l'opposizione, ma ci sia una valutazione nel merito delle proposte.
Ordini del giorno che, peraltro, non mi vedono assolutamente come presentatore, perché credevo che molte di queste cose la Giunta stessa potesse assumerle. Annuncio il mio voto sugli ordini del giorno, cioè voterò "sì" all'ordine del giorno presentato dalla Lega Nord, perch afferma due cose molto concrete sulle quali la Giunta dovrebbe riflettere magari anche solo come indicazione di lavoro per verificare se sono possibili: la costituzione della Commissione di vigilanza sulle strutture pensionistiche, che hanno problemi di possibilità di intervento data la situazione attuale di immobilismo dell'Ufficio di igiene del Comune di Torino. Ecco, secondo me, questa è una cosa che si può valutare con attenzione o, perlomeno, non buttare subito nel cestino dicendo che tanto non si può fare. L'altro aspetto contenuto in questo ordine del giorno della Lega Nord che mi trova d'accordo è il contributo domiciliare per le famiglie disponibili "a reintegrare nei propri domicili quegli anziani" questo potrebbe essere un intervento molto mirato, che utilizza risorse in modo diretto senza passare attraverso appalti, concorsi, o cose del genere.
Voterò a favore dell'ordine del giorno presentato dal PDS, così per quello presentato dal Consigliere Marino. Non mi convince tanto la struttura dell'ordine del giorno presentato dal Consigliere Majorino perché non so in realtà dove si mettono questi anziani che devono uscire dalle pensioni; questo è un grosso problema. L'ordine del giorno della maggioranza mi pare che sia assolutamente troppo generico. Invece, chiedo alla Presidenza la votazione per parti separate del documento presentato dal Consigliere Maggiorotti, perché da "impegni altresì la Giunta regionale" fino alla fine del documento, è un documento del tutto condivisibile. La prima richiesta della costituzione di una Commissione di indagine mi trova assolutamente contrario, per il fatto che queste Commissioni d'inchiesta si sono sempre rilevate totalmente fallimentari nella Regione Piemonte.



PRESIDENTE

La parola ad Consigliere Majorino.
MAJORINO Signor Presidente, colleghi Consiglieri, alla luce dell'intervento di questa mattina del collega Marchini, della comunicazione di martedì scorso dell'Assessore Bergoglio, e di una parte della comunicazione odierna dell'Assessore alla sanità, mi è sembrato per un momento di non essere più in un'aula politica, perché questa mattina - senza voler riprendere l'argomento, lo ricordo solo - il collega Marchini ha fatto un intervento corposo, con il quale ha principalmente sostenuto che la questione della valle Versa era una questione più giuridica che politica.
L'Assessore Bergoglio, martedì scorso, ha fatto una distinzione, non condivisibile, come dirò fra poco, in materia di competenze relativamente alla vigilanza pur riconoscendo, come vedremo, che un certo potere di vigilanza, competeva e compete all'Assessorato all'assistenza. L'Assessore Maccari, invece, ha detto in maniera netta, sempre con una collocazione di competenze regionali, che nessuna competenza spettava non solo all'Assessorato all'assistenza, ma neppure alle Unità socio-sanitarie locali Sbarazzato il terreno dal discorso puro e semplice delle strette competenze, potrei osservare, proprio perché questo non è un tribunale dove si interpretano con la lente di ingrandimento le leggi, che dal 1981 ai giorni nostri, il Difensore Civico della Regione Piemonte supera abbondantemente le sue competenze, straripa dalle sue competenze e direi responsabilmente se ne vanta dicendo; "in base alla legge istitutiva delle funzioni del Difensore Civico avrei competenze molto ristrette, ma intervengo oltre, senza che nessuno abbia mai pensato di muovergli contestazioni al riguardo. Ma la considerazione non è solamente questa. La considerazione è che nella parte introduttiva della sua Comunicazione l'Assessore Bergoglio ci ha detto testualmente che nel marzo 1989, recito quasi testualmente, l'allora Assessore Brizio attivò l'ufficio di vigilanza dell'Assessorato, attraverso l'Ufficio di vigilanza e le Pagine Gialle della, guida, telefonica ebbe e riscontrare che vi erano delle strutture sanitarie per anziani, le quali erano prive di autorizzazione. Il senso era quello: non sotto qui per travisare e non voglio travisare. L'Assessore Bergoglio espone: "Da segnalazioni scritte e da controlli di elenchi aziendali, l'Ufficio di vigilanza dell'Assessorato venuto a conoscenza dell'esistenza di strutture non in possesso dell'autorizzazione regionale nonostante ospitassero anziani anche non autosufficienti, provvede a un controllo ..."che poi non ha riscontro e viene sollecitato nel febbraio dell'anno successivo (anno 1990) e viene ripreso nell'ottobre del 1990 dall'Assessore Bergoglio che, infine, provvede nel febbraio 1991 a denunciare alla Procura. In sostanza, si riconosce, sia pure obtorto collo che un potere di vigilanza c'era e si dice "è stato esercitato attraverso lettere di segnalazione" datate 20 marzo 1989 a Sindaci, Unità socio sanitarie locali, proprietari o, comunque, gestori di queste strutture. Poi c'è il sollecito del febbraio 1989, l'ulteriore sollecito dell'ottobre 1990, e finalmente - diciamo noi - la denuncia alla Procura generale della Repubblica del febbraio 1991. Quindi, il sostenere come fa l'Assessore Maccari che né la Regione né le Unità socio-sanitarie locali abbiano competenza in materia è in sostanza smentito dalla precedente comunicazione dell'Assessore Bergoglio, la quale poi facendo una ulteriore sottodistinzione in materia di competenze ci ha detto testualmente: "un conto è la vigilanza che la Regione può mettere in campo direttamente sulle strutture sanitarie autorizzate, un altro conto è la vigilanza che - a suo avviso - non può mettere in conto", ma che sarebbe competenza delle autorità di pubblica sicurezza.
A questo punto, mi sento di potere insistere e di ritenere valida la seconda parte del nostro ordine del giorno laddove, con pochissime parole si dice: "Il Consiglio regionale del Piemonte denuncia la mancanza di attuazione delle leggi regionali circa adeguati e periodici controlli e ispezioni in tutte le case di riposo del Piemonte". Quindi, penso proprio che la tesi che l'Assessorato non aveva il potere di verificare le strutture abusive sia destituita di ogni fondamento, perché si dice che aveva il potere di verificare quelle autorizzate, per vedere se provvedevano in base alla autorizzazione: "un conto è la vigilanza che la Regione può mettere in campo direttamente sulle strutture autorizzate" e addirittura si dice: "su quelle autorizzate non posso fare niente", quindi mi pare ci sia proprio una contraddizione in termini. E se per avventura non potesse veramente operare sulle strutture non autorizzate, questo straripamento di potere - questa è solo un'ipotesi - nessuno lo avrebbe contestato, nessun giudice, visto che si è parlato di competenze strettamente giudiziarie, avrebbe mai potuto contestare all'Assessore competente di avere "usurpato" dei propri poteri.
Quindi, su questa seconda parte del nostro ordine del giorno "denuncia di mancati controlli", ci sentiamo particolarmente forti e riteniamo di avere una valida motivazione per dichiarazione stessa dei due Assessori competenti a sostenere siffatta denuncia.
Sulla prima parte c'è una parte propositiva, in cui ritengo di potere chiedere l'attuazione e l'applicazione dell'art. 32 della legge n. 833. La quale legge, come è noto, attribuisce al Presidente della Giunta regionale la facoltà di emanare provvedimenti contingibili e urgenti in materia sanitaria. Forse la nostra proposta non sarà esatta, però è stata ritenuta esatta anche dal Consigliere Tapparo, il quale disse martedì scorso, con riferimento a queste strutture abusive, che si sarebbe potuto e dovuto provvedere a una specie di commissariamento. Disse una specie di commissariamento, perché non possiamo certo commissariare gli alberghi, le taverne o gli ospizi abusivi, commissariare in senso tecnico. Ma sicuramente il commissariamento nel senso da noi proposto, cioè sotto il profilo del provvedimento contingibile e urgente che da un canto dispone la chiusura - capisco che il meccanismo può essere complesso, però si dovrebbe provare ad avviare, almeno provare ad avviare e sperimentare - e poi, per non lasciare a struttura chiusa (struttura si fa per dire) gli anziani sufficienti o non sufficienti, tentare una sorta di gestione provvisoria attraverso le associazioni di volontariato.
Mi si dirà che il discorso non è facile e che richiede anche alcune settimane; però potrebbe essere, quanto meno, tentato in via sperimentale per vedere se le associazioni di volontariato, che in più di una occasione si sono dichiarate - ne sono convinto in perfetta buona fede e con convincimento - disponibili, funzionano.
Per questa ragione insistiamo sul nostro ordine del giorno, sugli altri ci collocheremo di volta in volta al momento del voto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marino.
MARINO Purtroppo, l'orario e la stanchezza probabilmente rendono apparentemente meno importante e urgente la discussione di oggi che procede in effetti con una certa stanchezza. Però credo che non ci si possa esimere, al di là dell'orario, dall'esprimere una opinione che è di grande perplessità verso il modo in cui questo dibattito è nato la volta scorsa e ancor più procede oggi. Credo che, al di là delle responsabilità e delle competenze, esistono dei problemi, in particolare in questo caso, di sensibilità che dovrebbero porci tutti, ma soprattutto chi ha la possibilità di fare almeno alcune delle scelte che si possono fare, con un atteggiamento un pochettino diverso. Ognuno avrà i suoi impegni, per prendo atto del fatto che dopo aver rimandato la votazione degli ordini del giorno ad oggi perché non c'era l'Assessore Maccari - l'Assessore Maccari sarà impegnatissimo anche oggi - comunque neanche oggi c'è.



(Interruzioni dai banchi di sinistra)



PRESIDENTE

L'Assessore è stato presente fino a pochi minuti fa, adesso lo richiamiamo, probabilmente è al telefono.
MARINO Non voglio infierire su nessuno e continuo, però ritengo che un Assessore sentendo l'insieme della discussione dalla quale emergono alcune proposte, alcune idee nuove, possa anche crearsi delle idee diverse su alcune cose che, fino a quel momento, non si valutavano importanti o fattibili invece le si valuti diversamente. Segnalo soltanto che oggi non andremo a ordini del giorno unitari o, comunque, a grandi accorpamenti dell'ordine del giorno per vari motivi, alcuni dei quali sono proprio di differenti valutazioni di fondo. Non sono un esperto nel campo, però alcune cose mi sembra di poterle segnalare. La prima è che esiste una valutazione sicuramente differenziata qui dentro rispetto alla condizione di una parte almeno, degli anziani di cui si parla, che sono quelli che un po' genericamente vengono chiamati parzialmente o totalmente non autosufficienti. Legate all'importanza che si da a questa questione scaturiscono scelte diverse.
Ricordo che, non ho alcuna intenzione di far polemica, l'Assessore Bergoglio la volta scorsa in certi momenti usava un po' indifferentemente nella discussione le parole residenze sanitarie o residenze assistenziali che hanno dietro questioni ben diverse. Cioè o si riconosce un particolare stato di malattia di una parte di questi anziani e, conseguentemente, si fanno delle scelte che garantiscono servizi diversi da quelli che hanno i normali anziani, oppure se non si riconosce l'importanza di differenziare tutti gli interventi diventano prioritariamente importanti o non importanti. Questa è la prima questione su cui credo vada rimarcata l'attenzione.
Legata a questa questione ce n'è un'altra ed è quella che riguarda per esempio l'ospedalizzazione a domicilio. Ho partecipato alla Commissione dell'altra volta, dove si discuteva la proposta di legge presentata ed anche qui sono rimasto molto perplesso. Mi pare di capire che, alla fine si è trovata una qualche forma di apparente compromesso da parte dell'Assessore che afferma "manderò una lettera alle Unità socio-sanitarie locali dicendo che valutino con le risorse che hanno se magari sono interessate o disponibili a dirottarle in una direzione invece che in un'altra, tenendo presente che le risorse comunque sono quelle". Anche qui a mio parere, questa discussione andrebbe approfondita; o l'ospedalizzazione a domicilio - che non è la soluzione di tutti i problemi, ma è una delle soluzioni ad alcuni problemi - che è uno strumento sicuramente valido sia come strumento in sé per risolvere il problema valido anche in termini di risorse economiche che si investono, se effettivamente lo si ritiene valido credo che l'Assessore dovrebbe fare qualcosa di più che mandare una lettera alle Unità socio-sanitarie locali o ad alcune Unità socio-sanitarie locali chiedendo loro di valutare se possono usare delle risorse in proposito. 0 uno strumento lo si ritiene valido e allora si fanno una serie di azioni, e un Assessore le può fare affinché quello strumento venga potenziato, oppure si dice chiaramente che quello strumento non è valido o che economicamente non è compatibile con le risorse che si hanno. Mi sembra questa un'altra questione sulla quale un approfondimento andrebbe fatto.
Per finire rilancio due cose che avevo già proposto l'altra volta al di là degli ordini del giorno particolarmente inefficienti ed inefficaci come quelli che voteremo oggi. Una è quella di dare una risposta al Comitato che sta promuovendo la nota petizione popolare regionale che ha chiesto una settimana fa, dieci giorni fa, un incontro per confrontarsi, vista l'urgenza e l'attualità della questione, da una parte con il Consiglio e quindi con i Capigruppo e dall'altra con i due Assessori sulle proposte che stanno facendo. E' un Comitato composto da un fronte molto ampio di Gruppi diversi fra loro. Quindi, ripropongo che, in qualche modo si risponda a questa richiesta.
La seconda proposta che faccio è che sempre più, visti anche alcuni elementi di scarsa efficacia delle nostre riunioni, questo Consiglio regionale si sposti verso l'esterno. L'altra volta proponevo, magari partendo da una proposta fatta in Commissione, che i Consiglieri regionali vadano a visitare perlomeno alcune case di riposo del Comune di Torino. Ne hanno piena facoltà, possibilità di diritto di accesso; credo che sarebbe per molti Consiglieri, oltre che per gli Assessori che immagino conoscano la situazione, un modo utile per sottolineare meglio a se stessi, prima che ai contenuti degli ordini del giorno, l'importanza, la sensibilità e la gravità delle questioni che viste con i propri occhi cambiano un po' la dimensione asettica e fredda della discussione che c'è qua dentro.
Finisco con una brevissima dichiarazione di voto sugli ordini del giorno. Credo che ci siano alcuni elementi simili in vari ordini del giorno. In particolare trovo alcuni elementi di similitudine fra quello proposto da me e quello proposto dal Gruppo PDS, quindi voterò a favore.
Sull'ordine del giorno della Lega Nord voterò a favore anche se ho delle perplessità sulla proposta di una Commissione; però c'è un punto che gli altri ordini del giorno non toccano e c'è una questione che non è irrilevante. Come liberare queste pensioni? Come fare in modo che possano essere chiuse o rese qualcosa di diverso da quello che sono oggi? Non so se la proposta di intervento sia la soluzione giusta, però esiste il problema che queste pensioni, sebbene possano essere illegali, ospitano centinaia di persone che, al momento, non si sa dove collocare. Quindi, un qualche tipo di soluzione lo dobbiamo porre.
In merito agli altri ordini del giorno mi asterrò per perplessità personale su alcuni contenuti più sul piano tecnico che politico. L'ordine del giorno della maggioranza è deludente per le ragioni che dicevo all'inizio, in quanto non è che dica cose non condivisibili sostanzialmente non dice quasi nulla: fa alcune generiche dichiarazioni di attenzione, ma non impegna il Consiglio e la Giunta ad interventi chiari diversi da quelli fatti fino all'altro ieri, non impegna nulla. Da questo punto di vista lo giudico come lo specchio di una discussione che non è ancora diventata importante come dovrebbe essere.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gissara.
GISSARA Signor Presidente, colleghi Consiglieri, innanzitutto vorrei ribadire all'Assessore di essere nuovamente un po' troppo sibillino in merito a situazioni così gravi: occorrerebbero più considerazioni di concretezza soprattutto nelle risposte e per quanto riguarda l'ascolto, perché ognuno di noi sta portando all'interno del Consiglio regionale delle proposte ed è suo dovere stare ad ascoltare.
Non è la prima volta che intervengo in quest'aula, ma ho un po' di ritrosia a presentarmi a questo Consiglio regionale, per cui mi accingo a leggere il discorso che ho preparato. Le notizie di cronaca ci fanno gridare allo scandalo e mettono a nudo una squallida rete di profittatori con il coinvolgimento di medici compiacenti e un vasto sottobosco di speculatori. In un momento sono venute a galla delle realtà che già da tempo imputridivano di povertà una società fatta di consumismo, che brucia tutto e non lascia traccia e tempo per il singolo essere umano e per il sociale. Notizie che destano orrore e indignazione per la grave situazione in cui versano gli anziani cronici non autosufficienti, per la qualità delle strutture in cui erano e, purtroppo, ancora sono ricoverati.
Sono, come tutti voi colleghi, indignata per i fatti emersi, che per non mi hanno stupita perché non hanno fatto che far emergere una realtà: quella dell'anziano, fatta di emarginazione, capitanata da uomini senza scrupoli. Da anni si trascina la risoluzione di questo gravissimo problema ma si trascina anche un'altra fascia alternativa: quella tra sanità ed assistenza. Trattandosi di malati la competenza è sanitaria, ma non si pu escludere l'assistenza aperta a tutte le esigenze familiari, alle relazioni umane che incidono sulla qualità della vita delle persone.
Nel frattempo, l'industria dell'anziano si è sviluppata alla luce del sole: qualcuno con il potere ha capito in fretta che gli anziani sono un business, che è facile raggirarli visto che mancano le strutture adeguate.
Per qualche imbecille - permettetemelo - privo di scrupoli è stato facile trasformarli in oggetti di guadagno; già da due anni si era denunciata la realtà delle pensioni-lager, si era mossa la Magistratura e, sotto questo drammatico eco, anche la Regione, ma poi tutto è caduto nel silenzio più assoluto. L'anziano è nuovamente e totalmente abbandonato a se stesso.
D'altra parte, se non c'è una volontà, anche l'Assessorato ha le mani legate. Però adesso basta, mi sembra che siamo andati ben oltre: l'anziano ha bisogno di concretezza, di risolvere immediatamente il problema di malattia e di assistenza, non può aspettare, non può permettersi questo lusso. Intanto l'affare anziani cresce.
Dove sono finite le costruzioni di dieci presidi per lungodegenti previste in una deliberazione del Consiglio regionale di due anni fa? L'art. 20 della legge dell'11/3/1988 prevede lo stanziamento di cospicui finanziamenti per la realizzazione di strutture residenziali per anziani che non possono essere assistiti a domicilio o in presidi extra ospedalieri. Dunque, se le norme della legge in oggetto fossero rispettate dovrebbero essere realizzati con priorità assoluta servizi sanitari domiciliari per garantire interventi agli anziani non autosufficienti che desiderano essere curati a casa loro. Inoltre, dovrebbero nascere presidi poliambulatoriali, le RSA. Però purtroppo si tratta di priorità non sufficientemente rispettate dal Governo centrale, dalle Regioni e dalle Unità socio-sanitarie locali Siamo o non siamo un paese civile? O c'è odore di strumentalizzazione anche in questo settore? Continueremo ancora a non risolvere i problemi e i bisogni espressi dagli anziani che chiedono di vivere gli ultimi anni della loro vita in maniera dignitosa o di morire con dignità e rispetto? Lasceremo ancora che diventino pascolo di imbecilli senza scrupoli e di ignobili speculatori? Assessore, una domanda ancora mi tormenta. Quali iniziative saranno urgentemente prese? Che fine faranno i vecchietti rimasti nelle pensioni lager? Sono destinati a morire nell'abbandono? Quali iniziative si intenderà prendere nei confronti di enti predisposti alla gestione e al controllo di vigilanza delle strutture destinate alle persone anziane, enti che hanno dimostrato una scandalosa assenza? Aggiungo inoltre che controlli, censimenti, la conoscenza della qualità e la condizione dei bisogni dell'anziano sono un dovere permanente che garantiscono la qualità della vita. Ora, nei confronti di pensioni così anomale, quali iniziative penali la Regione intenderà prendere? Si sono calpestati tutti i diritti morali, etici e civili nei confronti delle fasce più deboli.
Per ridare dignità e concretezza alle persone a cui è stato violato ogni diritto, nel minor tempo possibile, impegniamoci nel concretizzare i programmi già assunti dalla Regione e a tavolino sfruttare tutta l'esperienza e le molteplici iniziative e idee. Ben vengano quindi concretizzando l'ospedalizzazione a domicilio, le residenze sanitarie assistenziali (anche qui bisogna fare molta attenzione), la creazione di centri diurni per i disabili, centri per l'accoglienza giornaliera per dementi senili, centri di informazione per i diritti dell'anziano, il libero accesso ai familiari degli ultrasessantacinquenni senza limiti di orario negli ospedali. Per creare tutto questo bisogna investire tempo e denaro, ma bisogna innanzitutto volerlo. Nel 1992 diventeremo cittadini europei, ma se entro quel tempo non avremo risolto il problema della terza età, dimostreremo di non essere un paese civile. Questo è quanto volevo dire in merito alla situazione che si è creata.
Per quanto riguarda i vari documenti terrò in considerazione gli ordini del giorno presentati dai Consiglieri Zacchera, Marino, Rabellino e Maggiorotti perché portano alla luce e prendono in considerazione la situazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Dameri.
DAMERI Ho chiesto la parola perché intendo esprimere una posizione diversa da quella che è stata illustrata dal mio Gruppo, nel senso che io non parteciperò al voto su questi ordini del giorno per una forma di protesta nei confronti del modo con cui la Giunta e i due Assessori si sono approcciati alla discussione di questa mattina. Nella precedente riunione c'è stata una relazione fatta dall'Assessore Bergoglio, fortemente imbarazzata in cui si è cercato di mettere in fila peraltro in un modo come ricordava il collega Majorino poco fa, assolutamente disordinato, un po' dimesso, quello che la Regione aveva fatto. Ci sono poi state, invece delle conclusioni molto forti, quasi aggressive da parte dell'Assessore relativamente al dibattito che c'era stato in quella sede.
Anche oggi ho sentito l'Assessore Maccari mostrare grande sicurezza e tranquillità che, francamente, mi paiono fuori luogo, a fronte di una situazione così grave come quella che è stata evidenziata da questa vicenda. Lungi da me non distinguere tra le responsabilità di ordine penale, gli illeciti, e le responsabilità di ordine politico amministrativo che competono a un'amministrazione pubblica. Voglio fare la tara rispetto a tutti gli aspetti di speculazioni giornalistiche, ma indubbiamente è un caso assolutamente clamoroso e grave per quanto riguarda una fascia di popolazione debole verso la quale l'attenzione dell'amministrazione pubblica dovrebbe essere quella di una grande cura alla loro reale condizione e non solamente di avere in ordine tutti i timbri sui propri documenti. Francamente mi sembra che sia decisamente fuori luogo ostentare tanta sicurezza per non dire arroganza.
Credo che ci siano, e sono state evidenziate, delle contraddizioni significative. Per esempio basta confrontare le due lettere che, peraltro gli Assessori ci hanno fatto avere (quella di Brizio del 1989 e quella dell'Assessore Bergoglio dell'ottobre 1990). Tra l'altro mi chiedo se per caso non ci sia stato in qualche modo un sentore che questo blitz sarebbe partito da parte della Magistratura, che ha portato, anche nell'ultimo periodo, ad una presa d'iniziativa da parte dell'Assessore Bergoglio. La contraddizione è tra il fatto che ci si rivolge alle UU. SS. SS.LL. nella città di Torino quando si sa che in queste Unità socio-sanitarie locali grazie ai continui slittamenti dell'applicazione della legge n. 20, le competenze non sono delle Unità socio-sanitarie locali, ma sono del Comune però non si può contemporaneamente accettare che il Comune non applichi la legge n, 20, dire che siccome non la applica le competenze non ce l'ha e contemporaneamente si chiede alle Unità socio-sanitarie locali di farle rispettare. Ma queste sono cose ancora forse di un disordine amministrativo di chi, tutto sommato, non vuole realmente affrontare i problemi e cerca di costruirsi, attraverso delle iniziative che poi hanno questo margine di così forte contraddittorietà, il fatto che comunque "abbiamo fatto qualcosa, avete visto?". In realtà, non è stato così.
La cosa che più mi sconcerta è come di fronte a tutto questo l'Assessore tranquillamente dica in aula che ci sono tempi geologici per affrontare i problemi che riguardano la condizione degli anziani. Intanto non è così, è molto difficile in un'assemblea come questa potere entrare nel merito. Dovremmo farlo e sarebbe stato opportuno che, di fronte a questo tema, gli Assessori alla sanità e all'assistenza avessero proposto una riunione straordinaria dell'apposita Commissione con tutti gli elementi in fila per poter valutare quello che era successo e con un quadro preciso delle cose da fare. In modo particolare a livello dell'area metropolitana ma di tutto il Piemonte, è necessario fare qualcosa per quanto riguarda la condizione degli anziani. Si è scelto di non fare questo; si è scelto, come è già successo altre volte di fronte all'esplodere di scandali, di fare un dibattito generico in questo Consiglio che non produrrà niente! Intanto chiedo una cosa, sulla quale voglio concludere il mio intervento perché la mia protesta è reale e forte.
Siccome gli anziani che sono andati in queste pensioni, illecitamente attivate con un potere pubblico che non è stato in grado nemmeno di verificarne il funzionamento o meno, sono stati in linea di massima dimessi dagli ospedali, vorrei sapere che cosa pensate di fare non per gli anziani futuri (quelli che saranno anziani tra i dieci anni previsti dall'Assessore) ma per quelli che sono anziani adesso, che oggi possono essere dimessi dagli ospedali anche essendo malati cronici non autosufficienti che, di fatto, andranno ad alimentare un circuito o di sofferenza oppure di altre pensioni. Di fronte "alla non risposta", "non si può fare l'ospedalizzazione a domicilio","costa tanto", ma Assessore! Ci sono le esperienze concrete nella nostra stessa città che dimostrano che non costa tanto, se si vuole si può fare. Non si può fare l'intervento di assistenza domiciliare? L'Assessore alla sanità e quello all'assistenza non riescono ad Integrare un intervento su queste fasce? Bene, se non potete fare tutto questo dovete dire almeno che siete consapevoli del fatto che ci sono degli anziani che continueranno ad essere dimessi dagli ospedali e che andranno inevitabilmente in cronicari più o meno leciti o illeciti. Se non è così dovete fare qualche atto che dimostra che c'è una volontà di tipo diverso, altrimenti ai familiari e agli anziani non so proprio che cosa andrete a dire!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Peano.
PEANO Nell'ultima seduta del Consiglio avevamo chiesto coralmente la presenza dell'Assessore Maccari per un dibattito sulla condizione dei ricoveri torinesi ed in particolare sui controlli effettuati in alcune pensioni ove sono state riscontrare delle condizioni di ospitalità non accettabili.
La presenza dell'Assessore ci avrebbe consentito oggi in parte di poter riprendere alcuni punti del dibattito già costruito la settimana scorsa.
Non che l'assenza dell'Assessore fosse stata dichiarata recidiva l'Assessore Maccari aveva tutti i suoi motivi; era impegnato a Roma, ma la sua assenza ha impedito a molti di noi di potersi esprimere, quasi si dovesse disertare una causa persa in partenza; c'era qualche preoccupazione.
L'Assessore all'assistenza, la signora Bergoglio, conscia delle proprie responsabilità nel settore dei servizi socio-assistenziali, ci aveva introdotti all'argomento all'ordine del giorno, l'argomento cioè all'attenzione dei mass-media di questi ultimi tempi riguardante l'area torinese, l'area di una città che deve sentire la responsabilità, almeno da parte mia, del mancato trasferimento delle competenze alle Unità socio sanitarie locali Già gli uffici regionali competenti, nell'excursus storico che raccontava la signora Bergoglio, gli uffici di vigilanza, il 20 febbraio dello scorso anno avevano fornito all'Assessore e alla polizia municipale del Comune di Torino un elenco per le verifiche di competenza. In assenza di risposte, il 15 ottobre 1990 l'Asses-sore richiedeva formalmente ad alcune Unità socio-sanitarie locali, in particolare alla USSL n. 1 di Torino, competente per le funzioni di igiene pubblica nell'area torinese di predisporre le misure ispettive e il 13 febbraio di quest'anno ha ritenuto di trasmettere il tutto alla Procura. Torino certo non docet in questo frangente, ma di tutto questo credo che non possa essere fatta colpa o presunzione di colpa agli Assessori regionali o ai loro funzionari.
Comunque, il dibattito in aula che si è svolto la settimana scorsa e che anche oggi ha cercato di dare alcuni aspetti importante, si è reso Interessante ed a più voci oltre che chiedere una ancora più stretta vigilanza si è voluto porre l'attenzione su alcuni problemi del pianeta anziani, chiedendo una politica più attenta, più vicina, più consona alle esigenze e alle risposte di oggi.
Il dibattito si è spostato cioè dal solo problema Torino ed ha preso lo spunto per dare indicazioni di lavoro. Il problema degli anziani d'altro canto, investe ciascuno di noi; indirettamente per conoscenza del problema tutti quanti sappiamo che nei nostri Comuni, nelle Unità socio-sanitarie locali, ci sono case di riposo, centri pensionati, infermerie geriatriche o perché lo viviamo direttamente - quanti di noi hanno oggi anziani in casa e hanno la preoccupazione delle risposte che possono dare agli anziani in famiglia - o, infine, perché credo tutti desideriamo qualificarci con una politica di scelte atta ad offrire all'anziano un quieto vivere, a restituirgli quella socialità nei rapporti, negli affetti, nella non solitudine che consente loro di vivere ancora inseriti nella comunità e partecipi di essa. Ricordo, con esperienze personali, quando alcuni anni fa, al termine di una settimana di proposta sul volontariato giovanile nella mia città, alcuni giovani portavano la loro esperienza concludendo quella settimana in questo modo; "abbiamo capito quanto è bello essere giovani, che cosa vuol dire essere in salute, cosa vuol dire avere una famiglia". Sono tre aspetti importanti. Penso che sia impossibile dare agli anziani la salute, gli anni.
Mantenerli in salute è un impegno della medicina che ha fatto progressi, ma che nulla può fare di fronte a fattori diversi, di natura, di malattie incurabili, anche se si sono raggiunti livelli ottimali con una elevazione dell'età media. Oggi anziani si può diventare, è una speranza questa, farli sentire in famiglia è possibile, basta volerlo, costruire una società più attenta, attuare politiche più umane. Alcuni anni fa ho visto case di riposo per anziani nel Nord Europa, bellissime, attrezzatissime progettate egregiamente, ma terribilmente gelide, fredde; non riuscivano forse a dare quella risposta umana che noi vorremmo tentare di dare. E quando nel 1983 abbiamo ricordato il centenario di una casa di riposo, mi è parso in quell'occasione di porre l'accento su due aspetti anche li ancora importanti.
Cento anni prima il fondatore aveva voluto che quella fosse la casa più bella della comunità, l'aveva voluta al centro della città stessa, la voleva la più accogliente, oggi invece dopo cento anni è diventata una casa fatiscente, dimenticata; allora era una casa aperta, partecipe, oggi è una casa dimenticata. Quindi ci prendemmo l'impegno in quel centenario di iniziare i lavori di recupero, per fame ancora la casa più bella e di aprirla alla comunità, proiettarla all'interno dell'attività della comunità stessa. Cosa ci chiedono oggi gli anziani? Se ponessimo loro questa domanda ci risponderebbero "una migliore attenzione innanzitutto nei servizi domiciliari, per allontanare il momento del definitivo ricovero". Un vissuto che viene da loro e chiede di ristrutturare le case con centri diurni per i servizi necessari a chi è solo ma ancora autosufficiente perché trovi un servizio mensa, i panni lavati, un luogo di incontro, e l'accoglienza anche notturna per qualche periodo limitato. Ci chiedono ancora alcune attenzioni, anzi, delle precisazioni sui servizi interni delle case di riposo, ed è forse il nodo centrale che poneva il collega Marino; sanità o assistenza.
Non credo che per gli anziani si possa e si debba sanitarizzare tutto già mi pongono in difficoltà alcune scelte che in questo periodo sanitarizzano i centri di lavoro protetto e i centri diurni per soggetti portatori di handicap. Il collega Cucco parlava di un falso che ci sarebbe oggi nelle case di riposo, gli anziani ricoverati sono in maggioranza non autosufficienti. Dobbiamo mettere le case di riposo in condizione di poter assumere quel personale, per quelle terapie mediche che possono essere fatte all'interno della casa stessa evitando i ricoveri continui in ospedale. Sono quei piccoli impegni che possono essere fatti: servizio per decubiti, iniezioni, fleboclisi, toelette chirurgiche, cateterizzazioni lavaggi vescicali, riabilitazioni. E poi penso che gli anziani ci chiedono di porre le basi per una ospedalizzazione domiciliare, che può e deve dare inizio ad una riconversione della spesa nella sanità.
Le proposte che abbiamo sentito in aula sono state tante e da parte di tutti. Penso, però, che sia necessario far nascere una nuova cultura che non tratti il pianeta anziani come un pianeta lontano. Condividere che l'anziano deve continuare a vivere nel suo contesto sociale il più a lungo possibile e sentirsi ancora a casa sua anche se vive in una casa di riposo.
Questo, come dice il collega Marchini, è un progetto di città nuova che va costruita pensando anche a loro e chiedendo a loro che cosa vogliono e come ci vogliono. Mi parrebbe necessario proporre agli Assessori competenti di costituire con i funzionari un impegno di lavoro congiunto tra assistenza e sanità per la verifica delle attuali politiche e preparare le verifiche e quelle modifiche necessarie a dare, anche se piccole, adeguate risposte aggiornate a nuove prospettive.
Abbiamo presentato un ordine del giorno della maggioranza, la maggioranza darà parere positivo a questo ordine del giorno mentre per gli altri ordini del giorno non siamo in grado di dare un parere positivo anche se tutti hanno espresso alcune posizioni che dovranno essere prese in considerazione. Ci sarà sicuramente l'impegno degli Assessori perché il dibattito sugli anziani non si chiuda questa sera.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rabellino.
RABELLINO Sono estremamente deluso dell'intervento dell'Assessore di questa mattina, innanzitutto perché non abbiamo sentito esprimere la Giunta sugli ordini del giorno presentati. Abbiamo fatto delle proposte ben precise, con il nostro ordine del giorno; pare che non siano nemmeno state prese in considerazione da quanto è stato detto dall'Assessore. Chiedo sin d'ora che il nostro ordine del giorno sia votato per parti separate, visto che le proposte sono tre, ben precise. Vorremmo che su alcune in particolare - ci soffermiamo sulla Commissione di Vigilanza per queste pensioni, che non pu proprio legalmente essere fatta da una USSL perché queste sono strutture alberghiere - la Giunta facesse un minimo di riflessione.
Colgo l'occasione per rispondere a due interventi che mi sono particolarmente piaciuti, come quello del Consigliere Marino. La Lega Nord non più tardi di domenica sera, ha fatto visita al Carlo Alberto, per cui noi siamo presenti su queste strutture. Indubbiamente la struttura pubblica è veramente preoccupante, teniamo presente che al Carlo Alberto di C.so Casale ci sono ancora delle camerone con trentasei letti, per cui io non so che accoglienza possa dare il pubblico in certe condizioni. Al Consigliere Peano volevo ricordare che nei paesi scandinavi, dove ci sono queste strutture, che lui definisce molto fredde, l'anziano entra per libera scelta, perché se lo desidera può godere di una assistenza domiciliare. Per cui non sarei così scettico nei confronti di queste iniziative.
Un'altra proposta che abbiamo fatto è proprio quella di cercare di risolvere nell'immediato il problema di queste pensioni, perché possiamo dire chiudiamole domani, ma questi anziani dove li mettiamo? E' questo che non ho sentito dalla Giunta. Sono di nuovo estremamente deluso, perché mi pare che la Giunta non abbia dato risposta su che cosa vuole fare di questi anziani. La nostra proposta è quella di dare un contributo a chi si riprende l'anziano in casa; è comunque un tentativo di risolvere il problema, sicuramente non è il toccasana, però il toccasana io qui non l'ho sentito.
Spero che l'Assessore o il Presidente della Giunta ci diano veramente una risposta in merito a questo; cosa facciamo, cosa fa la Giunta domani mattina per far si che queste pensioni non abbiano più motivo di esistere perché in alternativa a questo punto dobbiamo dire un'altra cosa: lunga vita a queste pensioni perché se non troviamo una soluzione alternativa basta dire che siamo contrari. E' questo che io non ho sentito; per cui riassumendo, vorrei sapere dall'Assessore cosa ne pensa degli ordini del giorno presentati, visto che Il abbiamo presentati e, soprattutto, che cosa effettivamente ci propone.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossa.
ROSSA Signor Presidente, colleghi Consiglieri, esprimo in questa ripresa di dibattito, (fatto in due tempi per le ragioni ricordate dai colleghi che sono intervenuti) il pensiero, la disponibilità e il sostegno del Gruppo socialista agli sforzi compiuti sia nel campo della sanità che in quello dell'assistenza. A me sembra che dobbiamo dedicare con pazienza e impegno tutte le nostre energie per vedere in uno spirito di collaborazione come risolvere alcune questioni emerse in alcuni pensionati qui a Torino, ma anche in Piemonte, dove abbiamo scoperto che esistono, purtroppo, individui senza scrupoli che fanno sulla pelle della povera gente interessi e speculazioni vergognose, come quelle che abbiamo letto sui giornali.
E' necessario quindi che si dedichi tutta l'attenzione, e mi dispiace quando le cose si pongono in termini di contrapposizione o, addirittura, di proteste, a non prendere parte magari esprimendo delle posizioni che sono diverse, perché le posizioni politiche che si muovono in un Consiglio sono diverse, ma mi dispiace, appunto, che non ci sia questa disponibilità perché è un grande problema che richiede tutti i contributi. Quindi un lavoro congiunto, una verifica delle capacità di tutte le nostre strutture la sovrintendenza e la vigilanza della Regione o delle strutture delle UUSSSSL. sulle case di riposo, pubbliche o private che siano, perché questo problema non sfugga dalle mani, perché nessuno ne approfitti.
Il primo di questi problemi mi sembra di vederlo negli anziani, nella gente non autosufficiente; ho l'impressione che sovente idealizziamo facciamo una categoria e diciamo "gli anziani" facendo un po' di tutte le erbe un fascio. Credo che occorrerà trovare il modo di esercitare due tipi di intervento; un intervento che sia a sostegno, attraverso l'assistenza domiciliare, attraverso una serie di rapporti con la gente che deve restare nel territorio. Ma l'anziano se non è persona non autosufficiente, se è persona che si muove autonomamente, è persona che deve poter godere di tutte le condizioni attraverso una pensione dignitosa, attraverso le varie forme di assistenza affinché continui a vivere nella propria famiglia perché rappresenti un momento di conforto nell'affetto dei familiari. Credo che questa sia l'aspirazione di tutti. Gli anziani sono una categoria difficile da definire, perché può essere che una persona è anziana a una certa età in quanto risente di una serie di conseguenze fisiche o psichiche che intervengono sulla vita di ciascuno di noi, e può essere invece che anche ad un'età più elevata sia persona che dispone delle piene facoltà fisiche e psichiche.
Qui si tratta di cominciare a vedere che cos'è che possiamo fare dando la priorità alle persone che non sono autosufficienti, alle persone che naturalmente, non possono, anche volendo, restare nella propria famiglia perché hanno bisogno dell'assistenza 24 ore su 24. Quindi, è chiaro che nemmeno una famiglia con mezzi adeguati di sostentamento può essere, pur volendolo, in grado di poter dare una mano al proprio congiunto. Allora si tratta di realizzare attraverso strutture, che possiamo individuare nell'ambito delle zone a cui la gente appartiene, le forme il più possibile a misura adeguata; perché chi non è in grado di esercitare la propria autonomia trovi l'assistenza necessaria. Cioè, voglio dire che si tratterà di un grosso impegno.
Se è vero che andiamo verso una società più anziana per il fatto che la vita è andata allungandosi, per il fatto che sono intervenuti i mezzi tecnici scientifici, le scoperte mediche che hanno dato al genere umano di oggi delle possibilità che cinquant'anni fa non aveva, quindi se è vero che la società si proietta in questa direzione occorre che noi approntiamo mezzi adeguati, che soprattutto mirino ad avere come obiettivo prioritario il problema della gente non autosufficiente. E insieme mirino a dare alle persone anziane autosufficienti le forme di sostentamento adeguate, perch è giusto che chi ha lavorato tutta una vita abbia una pensione adeguata e non si trovi nella condizione di dover elemosinare il sostegno e l'aiuto.
Dobbiamo saper diversificare il nostro intervento. Credo che corrisponderemo alle aspirazioni. Penso che siano poche le persone che decidono motuproprio di trasferirsi in una struttura pubblica o privata proseguendo la loro vita in un altro modo; certo ci sono persone che, in età ancora giovanile, scelgono di continuare la loro vita fuori dalla famiglia con un rapporto che non mette in discussione l'affetto familiare però sono poche. Credo che la maggior parte degli anziani, ma anche dei giovani, ci tenga ad avere i loro congiunti insieme, nella misura in cui la società è in grado di far fronte a queste esigenze.
Sovente la società non è in grado di dare, sovente non dà, quello di cui la gente di una certa età avrebbe bisogno, per non dire che a una certa età, per chi sta bene, avremmo bisogno di trovare delle soluzioni che continuino a far sì che la gente, che per legge è andata in pensione, trovi il modo di realizzarsi. E c'è tanta gente che ha superato i 60, 65 anni, e mi sento di dire che a quell'età la gente è ancora giovane, se sta bene.
Non vorrei che ne facessimo una categoria, altrimenti molti di noi rischiano di essere già passati nella categoria di quelli che, di come ne parliamo, sembrano vecchi che si trascinano.
Fortunatamente la società è cambiata, una volta camminavano con la bocca per tema, ora non è più così; certe fatiche si sono ridotte e non incidono più su quelle che sono le condizioni fisiche e anche psichiche.
C'è bisogno in questo ventaglio di interventi di vedere che cos'è che possiamo indicare alla gente. Sovente vi capiterà di dire; "finché era in servizio era una persona che sprizzava, energia da tutte le parti, non sapendo più cosa fare è lì che si sta consumando". Queste sono le questioni sulle quali si deve porre attenzione, perché intervengono dei traumi addirittura in gente che gode buona salute (fortunatamente!). C'è un arco di interventi che vorrei raccomandare alla vostra attenzione che parte dall'assistenza alla gente non autosufficiente che ha bisogno del nostro aiuto e del nostro affetto, affetto che non può essere dato nella famiglia ma deve essere dato in una struttura pubblica o privata. L'importante è che sia dato nelle forme in cui deve essere dato, coinvolgendo anche la sanità.
Questi anziani devono avere la consapevolezza che non hanno raggiunto un limite oltre il quale si passa dall'altra parte della sponda. La società deve vedere il problema degli anziani non come un problema di chi ormai ha finito la propria corsa e arriva al capolinea, ma come un problema che pu rientrare in un circuito che è di rilancio e di sviluppo della stessa società. A me sembrano queste le cose importanti, e allora sì che in questo quadro si può realizzare un nuovo rapporto tra le vacanze di chi lavora e le vacanze di chi è in pensione ed è giusto che abbia possibilità di spostarsi. Rapporti che siano di continuo interscambio perché danno luogo alla rivitalizzazione di tante zone che restano, tranne il periodo delle vacanze canoni che, prive di ogni attività e di vita attiva. Questo è il discorso. Se saremo in grado di affrontarlo in questi termini, daremo un contributo fuori dalla idealizzazione del concetto sugli anziani per cui uno a ottant'anni è anziano. Perché non è così: uno a ottant'anni può anche non sentirsi anziano, mentre uno a sessanta può sentirsi tale. Quindi sono problemi che devono essere più mirati.
Nel concludere il mio intervento, raccomando alla Giunta e agli Assessori competenti un'attenzione, perché attraverso la Regione si sviluppi una consapevolezza nuova anche per chi dirige ai livelli delle Unità socio-sanitarie locali e ai livelli del territorio. Una attenzione che non sia mortificante quando parliamo degli anziani per dire: "poveretti, sono alla vigilia della fine". Non è e non deve essere così.
L'anziano deve far parte di quell'uomo globale che oggi si sta definendo sempre di più in una società che è fondata sul progresso e sulla affermazione di un nuovo umanesimo nel quale noi crediamo.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Miglio. Ne ha facoltà.
MIGLIO Quanto è emerso prepotentemente alla cronaca in questi giorni non è altro che un sintomo, come avevamo avuto occasione di ribadire la scorsa settimana, della malattia in cui versa il sistema socio-assistenziale, che da una parte ha dimostrato di non essere ancora in grado di rispondere efficacemente al problema degli anziani non autosufficienti e dall'altra parte, attraverso i vari organismi preposti al controllo, ha dimostrato di non essere in grado di accertare tutti quei casi in cui il rispetto di queste persone viene meno e le stesse vengono ridotte a pura merce o a vegetali, quindi fonte di reddito e non più persone che hanno comunque la necessità di vedere rispettati i loro diritti.
In questo senso, riprendendo velocemente i contenuti dei vari ordini del giorno presentati, ci sembra che molti, siano estremamente dettagliati e precisi nelle considerazioni e nell'inquadramento che viene fatto del problema che ci troviamo di fronte, richiamano una serie di dispositivi e di risoluzioni che tendono ovviamente a superare i problemi attuali prevedendo da una parte, per esempio, l'adeguamento delle residenze sanitarie assistenziali, dall'altra parte il censimento per avere un quadro esatto dell'attuale livello delle strutture esistenti e della loro confacenza ai problemi e alla necessità di dare delle risposte alla popolazione anziana.
E' necessario prendere in considerazione la realizzazione dell'ospedalizzazione a domicilio che vede contemporaneamente una proposta di legge del PCI che è stata discussa la scorsa settimana in sede di Commissione, con l'impegno preso anche dall'Assessore di riportarla nel giro di uno o due mesi di nuovo in sede di Commissione per poter addivenire anche a una soluzione in termini legislativi di questa proposta. Ricordo che esiste anche una legge di iniziativa popolare che propone anch'essa l'istituzionalizzazione dell'ospedalizzazione a domicilio come necessario strumento di risoluzione che tende a superare da una parte l'ospedalizzazione e dall'altra la cronicizzazione degli elementi che verrebbero di fatto ospedalizzati, anche in quei casi in cui non è necessario ricorrere a questi strumenti perché i margini di intervento sono tali anche in una logica preventiva che non sarebbe necessario isolare gli stessi da quel contesto sociale, dal quartiere, dai propri rapporti familiari che permetterebbero a un anziano di non sentirsi parte inutile di questa società.
Rispetto a quanto diceva precedentemente il Consigliere Rossa, secondo me non è del tutto vero che le condizioni fisiche e psichiche sono migliorate.
Purtroppo, anche le esperienze che ho avuto negli scorsi anni svolgendo servizio civile in strutture di questo tipo, mi hanno consentito di verificare che non è vero che questo miglioramento è stato realizzato in tutti i contesti. Al contrario, molti degli anziani sono abbandonati a loro stessi e vivono in condizione di subordinazione o, comunque, di non riconosciuto diritto ad avere una vita più adeguata a quella che dovrebbero essere le esigenze di un essere umano, ma, al contrario, sono considerati come dei prodotti residuali che non hanno più un ruolo attivo all'interno della società in quanto hanno superato quella fase che li rendeva produttivi all'interno di una logica che tende a discriminare sia la popolazione giovanile che quella che ha raggiunto un'età più matura.
Venendo brevemente agli ordini del giorno presentati dichiariamo la nostra posizione favorevole in merito a quelli del PCI e di DP che riteniamo colgano l'essenza del problema e diano delle risposte significative rispetto alla strategia che la Regione nel suo complesso deve attivare.
Al contrario, ci sembra che l'ordine del giorno presentato dalla maggioranza sia estremamente vago nella sua formulazione sia riduttivo nelle sue formulazioni finali rispetto ai punti identificati dagli altri ordini del giorno, per cui sostanzialmente ci esprimiamo in termini negativi rispetto all'ordine del giorno della maggioranza e in termini positivi rispetto agli altri ordini del giorno presentati dal PCI-PDS e da DP.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'ordine del giorno n. 137 presentato dal Consigliere Marino, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale alla luce della grave situazione in cui versano gli anziani cronici non autosufficienti, affiorata con lo scandalo delle 'pensioni' riportato da tutti i mezzi di informazione negli ultimi giorni, sottolineano la necessità che si dia completa applicazione alle leggi vigenti che affrontano tale grave situazione ribadendo che i cronici, anche se anziani, come tutti i cittadini hanno diritto agli interventi sanitari di prevenzione, cura, riabilitazione ed a non essere abbandonati in strutture non qualificate solo con della parziale 'assistenza' impegna la Giunta regionale a promuovere tutte le iniziative necessarie a riconoscere lo stato di 'ammalato' a tutti i soggetti cronici, siano essi anziani, giovani o con problemi mentali, a maggior ragione se non autosufficienti a sostenere la conversione delle strutture assistenziali che ospitano cronici non autosufficienti in Residenze Sanitarie al fine di garantire loro il diritto a cure sanitarie appropriate e la riabilitazione a sviluppare il Servizio di Ospedalizzazione a Domicilio, attualmente limitato all'esperienza della USSL VIII (Ospedale Molinette), in tutte le Unità socio-sanitarie locali sul territorio, alfine di mantenere l'anziano il più possibile al suo domicilio ed evitarne o ritardarne così il ricovero a prendere in considerazione i contenuti della Proposta di Legge di Iniziativa Popolare Regionale: 'Riordino degli interventi sanitari a favore degli anziani cronici non autosufficienti e realizzazione delle R.S.A.' anche attraverso un confronto con rappresentanti del Comitato Promotore".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è respinto con 16 voti favorevoli e 21 contrari.
Pongo in votazione l'ordina del giorno n. 138 presentato dal Consigliere Maggiorotti, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte constatata l'estrema gravità emersa in seguito alle ispezioni effettuate da Carabinieri e Magi-stratura nelle pensioni torinesi che, pur non possedendo requisiti di idoneità, ospitano centinaia di anziani malati cronici, non autosufficienti ed in condizioni inaccettabili; situazione che ha potuto protrarsi nel tempo e proliferare anche grazie a connivenze e coperture offerte da funzionari ed amministratori impegna la Giunta 1) a definire, entro 30 giorni dalla data odierna, un quadro esatto delle strutture pubbliche e private che operano nel campo della assistenza agli anziani in Piemonte, ed a sottoporlo alla competente Commissione ed al Consiglio 2) a predisporre un piano apposito di i finanziamenti a programmi predisposti dalle Unità socio-sanitarie locali, in applicazione della legge 23/ 4/I990 n. 37 PSSR. per il potenziamento e l'attivazione di nuovi servizi alternativi al rico-vero ospedaliero per le persone non autosuffi cienti e di servizi domiciliare sul territorio, in particolare rivolti ad anziani parzialmente autosufficienti che possono rimanere nelle loro abitazioni: 3) ad accelerare la attuazione del programma di costruzione ed adeguamento delle Residenze Sanitarie ed Assistenziali (RSA) in Piemonte, a gestione sanitaria 4) a discutere ed approvare, in tempi rapidi, i P.d.L. presentati, in attuazione della legge 23/ 4/I990 n. 37 PSSR per l'Ospedalizzazione a domicilio e per l'incentivazione della assistenza domiciliare".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è respinto con 17 voti favorevoli e 22 contrari.
Passiamo all'esame dell'ordine del giorno n. 139 presentato dal Consigliere Maggiorotti, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte constatato lo stato di estrema incompletezza ed insufficienza delle risposte sanitarie ed assistenziali pubbliche ai bisogni globali delle persone anziane non autosufficienti, con riferimento specifico alle attività di ospedalizzazione a domicilio, assistenza alla persona ed attivazione di Residenze Sanitarie Assistenziali, come prevede il vigente PSSR valutata la sostanziale inesistenza dei controlli igienico-sanitari, di competenza delle Unità socio-sanitarie locali sulle iniziative gestite dai privati, di fatto frequentemente trasformate da Pensioni in presidi assistenziali per cittadini anziani, malati cronici non autosuffìcienti: preso atto del mancato finanziamento statale delle R.S.A, per il quale questo Consiglio aveva deliberato, in data 30/1/1990, la Proposta, di deliberazione n. 1.303 Adozione del programma decennale e triennale di investimenti, ex art. 20, legge 11/3/1988, n. 67' venuto a conoscenza che è in corso la raccolta di firme, da parte dello specifico Comitato Promotore, per la presentazione di una Proposta di Legge Regionale di Iniziativa Popolare relativa all'ospedalizzazione a domicilio e all'attivazione e gestione delle R.SA., e che è giacente in Commissione una Proposta analogamente finalizzata si impegna a costituire una specifica Commissione d'indagine finalizzata, a: conoscere lo stato complessivo della qualità della vita e dei bisogni della popolazione anziana: conoscere lo stato complessivo delle risposte attualmente fornite indicare alla Giunta regionale le priorità concernenti gli interventi finalizzati allo sviluppo delle necessarie risposte impegna altresì la Giunta regionale a: 1) fornire cogenti indicazioni alle UUSSLL ed ai Comuni, finalizzate alla definizione della condizione di 'anziano malato cronico non autosufficiente', le risposte ai cui bisogni complessivi sono da fornirsi da parte del Servizio Sanitario Nazionale 2) quantificare il bisogno complessivo di assistenza di carattere socio assistenziale e sanitaria delle persone anziane malate croniche non autosufficienti 3) definire, nell'arco di 30 giorni, lo stato attuale (capienza, stato di manutenzione edilizia degli impianti e delle strutture igieniche) proprio delle risorse pubbliche e private - riconosciute come presidi assistenziali e sanitari, ai sensi della vigente normativa. - operanti nella regione 4) avviare celermente ad attuazione quanto previsto dal PSSR '90/'93 in merito alle attività di ospedalizzazione a domicilio ed assistenza integrata alla persona 5) prendere in rapido esame le Proposte di Legge presentate o in via di presentazione, in attuazione della Legge Regionale 23/4/ 1990 n. 37, per l'attuazione dell'ospedalizzazione a domicilio, delle RSA e dell'assistenza integrata domiciliare a favore di persone malate anziane e cronicamente non autosufficienti 6) sviluppare urgentemente le risorse e le attività dei Servizi di Igiene Pubblica delle UUSSSSLL. attualmente insufficienti rispetto ai compiti di controllo igienico nelle strutture esistenti, di fatto adibite a residenza per anziani, legittimamente o illegittimamente 7) avviare iniziative di informazione rivolte ai cittadini anziani rispetto ai loro diritti ed alle risposte attualmente effettivamente attivate".
Il Consigliere Cucco ha richiesto la votazione per parti separate dell'ordine del giorno n. 139 presentato dal Consigliere Maggiorotti.
Chi è favorevole alla prima parte dell'ordine del giorno è pregato di alzare la mano.
La prima parte è respinta con 12 voti favorevoli, 23 contrari e 4 astensioni.
Pongo in votazione la seconda parte dell'ordine del giorno.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La seconda parte è respinta con 13 voti favorevoli, 22 contrari e 4 astensioni.
Passiamo ora all'ordine del giorno n. 140 presentato dai Consiglieri Farassino, Rabellino e Vaglio, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte preso atto della situazione evidenziata dal blitz della Magistratura nelle pensioni di Torino rilevato che il fenomeno ha raggiunto livelli inaccettabili, soprattutto in conseguenza dell'assenza di controlli da parte delle UU.SS.SS.LL nelle strutture alberghiere, non solo cittadine, in merito alla, qualità degli ospiti,.
considerato che la carenza dei controlli delle Unità socio-sanitarie locali non sempre è casuale, ma conseguente all'impossibilità delle strutture pubbliche di far fronte alle richieste di ricovero di anziani autosufficienti e non, anche in seguito alla, presenza in dette strutture di ex ricoverati presso servizi psichiatrici, diretta conseguenza delta legge Basaglia (180) impegna la Giunta: 1) a costituire una Commissione di Vigilanza regionale perle strutture alberghiere, separata dalle Unità socio-sanitarie locali 2) a stabilire un 'contributo domiciliare' per le famiglie disponibili a reintegrare nei propri domicili quegli anziani attualmente ospitati in strutture sia pubbliche che private 3) a far sì che le Unità socio-sanitarie locali si attengano alle norme vigenti in materia e riservino una percentuale di posti letto ai malati cronici (anziani) ".
Il Consigliere Rabellino ha chiesto la votazione per parti separate.
Chi è favorevole alla prima parte è pregato di alzare la mano.
La prima parte è respinta con 2 voti favorevoli. 22 contrari e 15 astensioni.
Pongo in votazione la seconda parte dell'ordine del giorno.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La seconda parte è respinta con 6 voti favorevoli, 22 contrari e 11 astensioni.
Pongo infine in votazione la terza parte dell'ordine del giorno.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La terza parte è respinta con 5 voti favorevoli, 22 contrari e 11 astensioni.
Pongo ora in votazione l'ordine del giorno n. 141 presentato dai Consiglieri Majorino e Zacchera, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte rilevato che sono state acquisite notizie certe sull'esistenza nella città di Torino di alberghi o pensioni che di fatto si sono trasformati in presidi o in residenze per anziani più o meno autosufficienti considerato che tali attività (tuttora in atto) sono prive della prescritta autorizzazione della Giunta regionale o della competente USSL ai sensi degli artt. 27 e 28 della LR. 47/1990 (Piano Socio-Sanitario) impegna il Presidente della Giunta ad emanare idoneo provvedimento contingibili ed urgente di chiusura di detti alberghi e pensioni ai sensi dell'art. 32 della legge 883/ 1978 a tutela degli anziani ammalati ospitati in dette strutture, con la loro riapertura, sotto gestione e controllo delle UUSSSSLL. anche utilizzando operatori sanitari volontari in via straordinaria e temporanea ovvero impegna la Giunta alla emanazione di qualsivoglia altro provvedimento contingibili ed urgente che si ritenga più conforme ed idoneo al raggiungimento di tali fini denuncia la mancanza di attuazione dei disposti della legge regionale 28/1986 circa adeguati e periodici controlli ed ispezioni in tutte le case di riposo del Piemonte e, per quanto attiene ai 'falsi' alberghi e pensioni la mancanza di iniziative delle Unità socio-sanitarie locali che, tramite i vigili sanitari, possono e debbono disporre ispezioni e controlli come loro preciso dovere e responsabilità".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 4 voti favorevoli, 22 contrari e 14 astensioni.
Pongo ora in votazione l'ordine del giorno n. 142 presentato dai Consiglieri Picchioni. Rossa, Goglio, Marchini e Ferrara, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte udita la comunicazione della Giunta regionale sui fatti emersi a seguito dei controlli effettuati in diverse pensioni torinesi ove sono state riscontrate condizioni di ricovero non accettabili per gli anziani ospitati cronici o parzialmente autosufficienti ritenuto opportuno ribadire gli impegni già assunti dalla Regione Piemonte nel settore delle residenze per anziani ed ogni altra iniziativa tesa a creare condizioni adeguate alle esigenze degli stessi, secondo le indicazioni contenute nel Piano regionale di Sviluppo e le prescrizioni del PSSR '90/'92 ritenuto altresì opportuno ribadire che tutte le strutture ed i servizi esistenti sul territorio regionale devono, in ossequio a quei principi etici e morali che valgono soprattutto nei confronti delle fasce sociali più deboli, assicurare prestazioni qualificate e specifiche a seconda delle particolari esigenze delle persone impegna la Giunta regionale: a riferire successivamente al Consiglio regionale ogni ulteriore informazione sulla materia oggetto della odierna comunicazione.
a svolgere ogni possibile opera di vigilanza sulle strutture che ospitano, a qualsiasi titolo, gli anziani o altri soggetti bisognosi di cure o assistenza che non possono esserle erogate a domicilio ad incentivare tutte le possibili iniziative, nell'ambito delle competenze assistenziali e sanitarie, per assistere gli anziani all'interno del loro contesto familiare ed ambientale ad intensificare ed accelerare la realizzazione delle residenze Sanitarie Assistenziali nell'ambito dei programmi già approvati dalla Regione a proseguire nella politica di aggiornamento, qualificazione e riqualificazione del personale a sollecitare i Ministeri interessati per un immediato avvio del programma di finanziamento ex legge n. 67/I988".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 22 voti favorevoli, 15 contrarle 1 astensione.


Argomento: Parchi e riserve

Esame progetto di legge n. 20: "Modificazione ed integrazione elle L.R. 30/3/1987, n. 20 'Norme per l'utilizzo e le fruizione del Parco naturale dette Lame del Sesia e delle Riserve naturali speciali dell'Isolone di Oldenico, delle Garzaia di Villarboit e della Palude di Casalbeltrame'"


PRESIDENTE

Vi sono ora da esaminare alcuni progetti di legge che sono stati licenziati all'unanimità dalla Commissione.
Iniziamo con il progetto di legge n. 20, di cui al punto 6) all'o.d.g.
La parola al relatore, Consigliere Rivalta.
RIVALTA, relatore Vorrei presentare brevemente l'insieme dei progetti di legge licenziati all'unanimità. Si tratta di sei provvedimenti, due dei quali riguardano norme per l'utilizzo e la fruizione del Parco naturale delle Lame del Sesia e delle Riserve naturali speciali dell'Isolone di Oldenico, della Garzaia di Villarboit e della Palude di Casalbeltrame e del Parco naturale del Gran Bosco di Salbertrand. Non sto ad illustrare, perché chiunque, leggendo i progetti di legge, può prenderne conoscenza per il numero limitato delle norme introdotte.
Più consistenti sono le norme che riguardano la fruizione del Parco naturale del Gran Bosco di Salbertrand, in quanto non si tratta di modifiche, ma dell'approvazione delle prime nonne che riguardano le modalità di fruizione. Nei Consigli precedenti abbiamo già approvato numerose norme di questo tipo.
Sono stati presentati alcuni emendamenti che saranno illustrati durante il loro esame. Invece mi sembra più significativo spendere due parole per illustrare gli altri due provvedimenti che riguardano l'approvazione dei piani naturalistici della Rocca di Cavour e della Riserva del Sacro Monte di Varallo. Vorrei richiamare, anche per doveroso rilievo dell'accuratezza con cui questi piani sono stati prodotti, alcuni elementi; la Rocca di Cavour molti Consiglieri la conosceranno, altri possono prenderne una prima, seppure indiretta, conoscenza dallo studio dei piani naturalistici.
La Rocca è alta 60 metri, quindi una singolarità sotto il profilo morfologico e geologico nella pianura situata tra Pinerolo e Saluzzo, ai piedi della quale è collocata l'Abbazia di S. Maria, presenza storica importante e significativa dal punto di vista culturale, non lontano dalla quale vi sono dei resti di una città romana. Si tratta di un piano naturalistico ed ambientale, non riguarda quindi in particolare il recupero di quei monumenti, anche se sono date alcune indicazioni d'uso. Mi sembra di dover richiamare lo studio storico ambientale e paesaggistico che è stato fatto della zona. E' stata rilevata la presenza di 40 specie di uccelli nidificanti e la stessa analisi entomologica ha posto in evidenza la necessità di approfondire gli studi. Il piano sottolinea il pericolo che l'area venga trasformata in una sorta di giardino pubblico, mentre è importante il suo mantenimento sotto il profilo naturalistico.
Per quanto riguarda invece il Sacro Monte di Varallo, occorre richiamare la prevalenza delle strutture religiose che hanno tradotto sul territorio, attraverso il linguaggio architettonico, scultoreo e pittorico lo spirito dell'informazione, della conoscenza e del richiamo alla devozione delle storie bibliche. Anche qui, pur essendo il dato architettonico, scultoreo e pittorico l'elemento rilevante della zona trattandosi di un piano ambientale e paesaggistico riguarda in modo specifico il recupero e la salvaguardia di questi aspetti e di questi valori. A qualche collega, che già mi aveva posto la domanda, rispondo pubblicamente che il piano del recupero delle cappelle e delle presenze scultoree e pittoriche è da riporsi in altre sedi e, in gran parte, in altre competenze (beni culturali e Sovraintendenze), anche se la Regione giustamente nel passato ha fatto interventi di recupero. Confido che ne farà ancora, in qualche modo anche surrogando, per quanto possibile l'assenza di un intervento del Ministero dei Beni Culturali.
Il piano ambientale e paesaggistico analizza attentamente i caratteri del Sacro Monte di Varallo dal punto di vista geomorfologico climatologico, vegetazione, silvo-culturale, agricolo e prende in considerazione gli aspetti particolari di questa presenza, valutandoli anche storicamente, quindi una lettura di tipo filologico, sotto il profilo ambientale e paesaggistico, di particolare interesse. I colleghi che volessero spendere un po' di tempo potrebbero trarre elementi di conoscenza non statica, ma evolutiva. Purtroppo, questa evoluzione non è stata sorretta da una sufficiente attenzione di salvaguardia e presenta ormai accentuati gradi negativi di degrado.
Il Piano si propone il recupero di quella zona ambientale e paesaggistica, che è il naturale contorno in cui è stata collocata quella presenza architettonica, scultorea e pittorica di tipo religioso e che vede due entità culturali e ambientali che vivono in modo strettamente interrelato. Voglio qui, proprio per sottolineare l'impegno di lavoro che è stato profuso, soltanto fare un richiamo; è stato fatto un elenco completo di tutte le specie arboree ed arbustive: sono state cartografate rappresentate anche planimetricamente sulle cartografie, e sono state per esempio rilevate sia in pianta che in proiezione progettuale le toparie di bosso. Questo per significare la lettura particolareggiata.
In questo ambiente del Sacro Monte vengono fatte proposte per i parcheggi, per la sistemazione delle strade pedonali e stradali, per la viabilità interna, per l'illuminazione, per tutti quei servizi infrastrutturali che devono rendere possibile e più qualificata la funzione di richiamo religioso e turistico di questo Sacro Monte.
Queste due proposte di piano sono poi corredate dalle leggi di sanzione, le due proposte di normativa di fruizione del piano naturalistico sono corredate dai provvedimenti di sanzione (non spendo parole, perché si tratta delle normali sanzioni).
Ritengo in questo modo succinto, per sommi capi, per richiami esemplari, di aver dato una risposta, una sottolineatura, un riconoscimento alla bontà del lavoro e invito i colleghi a votare a favore dell'approvazione di questi provvedimenti, fatto salvo che dobbiamo esaminare gli emendamenti che il collega Miglio con molta attenzione e puntualità ha ritenuto necessario fare in alcuni punti per maggiore chiarezza delle normative.



PRESIDENTE

Ringrazio il Consigliere Rivalta per l'illustrazione complessiva di tutti i provvedimenti relativi ai parchi.
Se il Consiglio acconsente, procediamo nel seguente ordine: iniziamo con l'esame del progetto di legge n. 20, al quale è stato presentato un solo emendamento di carattere tecnico. Passiamo pertanto all'esame dell'articolato del progetto di legge n. 20.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 hanno risposto SI 31 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
ART. 2 Emendamento presentato dai Consiglieri Miglio, Fiumara, Nerviani e Rivalta: all'inizio dell'art. 2, aggiungere la novella: "1. Dopo Part. I6 della L.R.
20/87 è aggiunto il seguente art. I6 bis: 'Art. I6 bis - Visite per comitive'" (segue come da testo del disegno di legge).
Non essendovi richieste di parola, lo pongo in votazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 31 Consiglieri presenti.
Si proceda quindi alla votazione per appello nominale dell'art. 2 nel testo modificato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 hanno risposto SI 31 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
Si proceda infine alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 hanno risposto SI 31 Consiglieri L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Parchi e riserve

Esame proposta di deliberazione n. 49: "LR. 16 maggio 1980, n. 48 Approvazione del piano naturalistico del parco naturale delle Rocce di Cavour"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame della proposta di deliberazione n. 49 di cui al punto 8) all'o.d.g., che è stata licenziata all'unanimità dalla Commissione competente e sulla quale ha già relazionato il Consigliere Rivalta.
Non essendovi richieste di parola pongo in votazione tale deliberazione il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvata all'unanimità dei 31 Consiglieri presenti.


Argomento: Parchi e riserve

Esame progetto di legge n. 24: "Sanzioni relative alle normative contenute nel Pieno naturalistico del Parco naturale delle Rocca di Cavour"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame del progetto di legge n. 24 di cui al punto 9) all'o.d.g. che è collegato alla deliberazione precedentemente approvata.
Anche per tale provvedimento vale la relazione già svolta dal Consigliere Rivalta. Passiamo pertanto, non essendovi richieste di parola, all'esame dell'articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 hanno risposto SI 33 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 hanno risposto SI 33 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
Si proceda infine alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 hanno risposto SI 33 Consiglieri L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Parchi e riserve

Esame proposta di deliberazione n, 53: "L.R. 23 aprile 1980, n. 30. Approvazione del Pieno naturalistico e di intervento delle Riserve naturale speciale del Sacro Monte di Varallo"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame della proposta di deliberazione n. 53, di cui al punto 10) all'o.d.g.
La relazione è stata svolta dal Consigliere Rivalta.
E' stato presentato il seguente emendamento da parte dei Consiglieri Miglio, Segre e Staglianò: all'art. 5, sostituire il punto e) nel seguente modo: "alterare con scritte o incisioni il patrimonio architettonico, artistico e vegetale".
L'Assessore Nerviani accoglie questo emendamento, che pongo quindi in votazione per alzata di mano.
E' approvato all'unanimità dei 33 Consiglieri presenti.
Pongo pertanto in votazione la deliberazione così emendata, il cui testo verrà trascritto sul processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvata all'unanimità dei 33 Consiglieri presenti.


Argomento: Parchi e riserve

Esame progetto di legge n. 28: "Sanzioni relative elle normativa contenute nel Piano naturalistico e di intervento delle Riserva naturale del Sacro Monte di Varallo"


PRESIDENTE

Passiamo quindi all'esame del progetto di legge n. 28 di cui al punto 11), che è collegata alla deliberazione testé approvata e la cui relazione è già stata svolta dal Consigliere Rivalta.
Passiamo pertanto all'esame del relativo articolato, non essendovi richieste di parola.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 hanno risposto SI 33 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 hanno risposto SI 33 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
Si proceda infine alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 hanno risposto SI 33 Consiglieri L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Parchi e riserve

Esame progetto di legge n. 21: "Norme per l'utilizzo e le fruizione del Parco naturale del Gran Bosco di Salbertrand"


PRESIDENTE

Passiamo infine all'esame del progetto di legge n. 21 di cui al punto 7) all'o.d.g., al quale sono stati presentati molti emendamenti. Anche per questo provvedimento vale la relazione complessiva già svolta dal Consigliere Rivalta. Passiamo pertanto all'esame dell'articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 hanno risposto SI 33 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 hanno risposto SI 33 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
ART. 3 1) Emendamento presentato dai Consiglieri Miglio, Segre e Staglianò: aggiungere al sesto comma, dopo la parola "orari", la frase seguente: "fatta eccezione per i mezzi di soccorso e di vigilanza".
Non essendovi richieste di parola, lo pongo in votazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 33 voti favorevoli.
2) Emendamento presentato dai Consiglieri Miglio, Segre e Staglianò: il comma ottavo dell'art. 3 è così sostituito; "Le violazioni alle norme di cui al presente articolo comportano la sanzione amministrativa da L. 25.000 a L. 250.000. La sanzione di cui al presente comma, nel caso di inosservanza del divieto di cui al terzo comma, è applicabile ai singoli partecipanti alle manifestazioni ed è maggiorata di dieci volte per gli organizzatori delle stesse che ne rispondono in solido".
Non essendovi richieste di parola, lo pongo in votazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 33 voti favorevoli.
Si proceda dunque alla votazione per appello nominale dell'art. 3 così emendato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 hanno risposto SI 33 Consiglieri L'art. 3 è approvato.
ART. 4 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 hanno risposto SI 33 Consiglieri.
L'art. 4 è approvato.
ART. 5 - Emendamento presentato dai Consiglieri Miglio, Segre e Staglianò: al secondo comma, dopo la parola "parco", introdurre le seguenti parole: "nel secondo caso".
Non essendovi richieste di parola, lo pongo in votazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 33 voti favorevoli.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 5 nel testo modificato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 hanno risposto SI 33 Consiglieri L'art. 5 è approvato.
ART. 6 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 hanno risposto SI 33 Consiglieri L'art. 6 è approvato.
ART. 7 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 hanno risposto SI 33 Consiglieri L'art. 7 è approvato.
ART. 8 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 hanno risposto SI 33 Consiglieri L'art. 8 è approvato.
ART. 9 - Emendamento presentato dai Consiglieri Miglio, Segre e Staglianò: ad primo comma, dopo la parola "pic-nic", aggiungere la seguente frase: "o da altre attività connesse con la fruizione a fini scientifici didattici e ricreativi del parco".
Pongo in votazione l'emendamento per alzata di mano.
E' approvato con 33 voti favorevoli.
Si proceda quindi alla votazione per appello nominale dell'art. 9 nel testo modificato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 hanno risposto SI 33 Consiglieri L'art. 9 è approvato.
ART. 10 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 hanno risposto SI 33 Consiglieri L'art. 10 è approvato.
ART. 11- Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 hanno risposto SI 33 Consiglieri L'art. 11 è approvato.
ART. 12 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 hanno risposto SI 33 Consiglieri L'art. 12 è approvato.
ART. 13 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 hanno risposto SI 33 Consiglieri L'art. 13 è approvato.
ART. 14 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 hanno risposto SI 33 Consiglieri L'art. 14 è approvato.
ART. 15 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 hanno risposto SI 33 Consiglieri L'art. 15 è approvato.
ART. 16 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 hanno risposto SI 33 Consiglieri L'art. 16 è approvato.
ART. 17 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 hanno risposto SI 33 Consiglieri.
L'art. 17 è approvato.
ART. 18 - Si proceda alla votazione per appello nominale L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 hanno risposto SI 33 Consiglieri L'art. 18 è approvato.
ART. 19 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 hanno risposto SI 33 Consiglieri L'art. 19 è approvato.
ART. 20 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 hanno risposto SI 33 Consiglieri L'art. 20 è approvato.
ART. 21 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 hanno risposto SI 33 Consiglieri L'art. 21 è approvato.
ART. 22 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 hanno risposto SI 33 Consiglieri L'art. 22 è approvato.
ART. 23 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 hanno risposto SI 33 Consiglieri L'art. 23 è approvato.
ART. 24 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 hanno risposto SI 33 Consiglieri L'art. 24 è approvato.
ART. 25 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 hanno risposto SI 33 Consiglieri L'art. 25 è approvato.
ART. 26 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 hanno risposto SI 33 Consiglieri L'art. 26 è approvato.
ART. 27 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 hanno risposto SI 33 Consiglieri L'art. 27 è approvato.
Prima di procedere alla votazione dell'intero testo della legge, ha chiesto la parola il Consigliere Marchini per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
MARCHINI La mia è una dichiarazione di voto contrario a questo disegno di legge per testimoniare ancora una volta il mio personale dissenso a una cultura politica che ritengo sia molto radicata, contraria alla militarizzazione del territorio e ad una concezione del parco, di un pezzo della città di Dio in terra, accentuando anziché favorire un corretto apporto tra l'uomo e il territorio.
In particolare mi riferisco agli uomini piccoli, ai ragazzi, ai bambini. Nel caso del parco di Salbertrand questa vicenda è ancora più emblematica, perché non esiste il Parco del Gran Bosco di Salbertrand.
Nella vostra cultura di cittadini o di non valligiani siete fermi alle immagini di Alan Ladd, il cavaliere della valle solitaria, ma non è niente del genere. Il parco di Salbertrand è un'area quasi inaccessibile, poco frequentata, poco interessante. E' diventata interessante perché alla storia di questa Regione sono stati collocati dei cervi, dei cerbiatti altri animali molto simpatici, del tutto estranei alla cultura e all'ambiente valligiano e vallivo. Sul presupposto di dover tutelare una specie, dalla quale invece la montagna si deve tutelare, e cioè la crescita oltre misura di questi animali, sul presupposto di tutelare gli animali dei quali bisogna tutelare l'ambiente e non viceversa, si è costruito un parco.
Dopodiché all'interno di questo parco, dove non andava nessuno, dove nessuno ci vuole andare, si inventano delle cose curiose, tipo il divieto di raccogliere i frutti del sottobosco.
Che cosa c'entri con la tutela della specificità del parco naturale di Salbertrand! Se esiste la tutela dei cervi, che cosa c'entrano le fragoline di bosco con i ragazzini che vanno a spasso e non le possono raccogliere! La tutela è sul cervo, perché se di parco di Salbertrand ha una ragione di essere in ragione del cervo, sbagliata, ma è quella la ragione. Cosa c'entra il divieto di raccogliere i fiori con la tutela del cervo? Qualcuno me lo spieghi! Che coerenza, che messaggio culturale diamo al frequentatore del parco, che quindi viene considerato un estraneo, un incapace, rispetto ad un pezzo di natura che invece è stata nel passato sempre frequentata con buona pace di tutti raccogliendo il sottobosco. Raccogliendo nella misura del costume, dell'educazione, con un approccio umano! E' così, ma cara collega, è così. Quando poi queste cose le andiamo a leggere, scopriamo che per esempio non si può più fare la traversata dal F rais a Sauze d'Oulx perché è vietato lo sci fuori pista nell'area del parco. Siccome un pezzo di questo parco è interessato a tali escursioni ho scoperto improvvisamente questo divieto; mi auguro che non si possano usare gli sci da alpinismo perché lo sci da alpinismo è uno sci fuori pista e non è riconducibile né allo sci da fondo né a un qualsiasi altro tipo di sci.
Ma io mi chiedo quale tipo di logica KafKiana deviata porta ad occuparsi dell'ambiente, del territorio montano con questa pignoleria da raccoglitore di francobolli, cari amici, che contano i dentini per sapere se è valido o no il francobollo. Quello che a noi preoccupa non sono le norme messe qui che poi verranno rispettate nella misura in cui il buon senso detterà, ma è, a mio modo di vedere, mi spiace doverlo dire ad un collega che stimo uno snaturamento di quello che era lo spirito con cui si è avviata in questa Regione la politica dei parchi.
La politica dei parchi non era una politica in difesa della natura, ma di recupero della natura e di un rapporto dell'uomo con la natura. Un rapporto dell'uomo con la natura deve essere pieno delle attività che l'uomo vuole svolgere sulla natura, inclusa l'apprensione della natura. E' difficile immaginare che un bambino possa crescere in rapporto normale fisiologico con la natura se la natura è un oggetto pieno di divieti.
Preferisco un bel bambino che si entusiasmi a raccogliere i narcisi, che tanto non fa male a nessuno perché ce ne sono troppi, piuttosto che il bambino immagini che la natura sia un qualche cosa pieno di divieti. Certo mi rendo conto che sia difficile per chi non è montanaro o, comunque, non vive in aree in cui la natura è il nostro habitat, capire queste cose.
La natura è avventura, è scoperta, è anche rischio, è anche dramma; la natura è fatta di queste cose non si può ricondurre ad un presepio vivente congelato come state facendo voi con questo tipo di sistema. Voi non state più tutelando e recuperando la natura, state creando delle caricature della natura, perché queste sono caricature e io mi auguro che la gente non ci vada. Tanto nel parco del Gran Bosco gli animali di giorno non si vedono quindi è inutile che ci andiate. Se andate a cercare i cornuti del parco di Gran Bosco ne trovate, ma non sono ungulati, sono solo cornuti. Ci sono bellissime montagne, non andatevi a infilare, e ditelo ai vostri figli; ci sono tanti bei posti nella Valle di Susa dove si può andare a raccogliere il sottobosco. I vostri ragazzi quando leggeranno queste cose penseranno che togliete a un bambino la possibilità del rapporto pieno con la natura veramente è una questione aberrante, che rivela questa visione innaturale della natura.
Folco Quilici ha detto una cosa di questo genere: "attenzione smettiamola con questa politica della criminalizzazione della presenza dell'uomo sul territorio, altrimenti nasce nei confronti della natura una forma di avversione". Quando leggo che si può andare con gli sci da fondo nelle piste esplicitamente tracciate per fare lo sci da fondo, ma non si può andare a piedi, qui non si tutela il Parco, si tutela lo sci da fondo! Allora nelle norme che riguardano le peste da fondo scriveremo che dove c'è la pista da fondo non si può andare a piedi. Le piste da fondo si fanno sulle strade e non si fanno sui bricchi; allora mi pare veramente che siamo a una filosofia che io ho ritrovato, ma che sta all'interno di un approccio che è supponente, non è illuministico.
Continuo ad immaginare questa natura debole. Quindi il voto contrario lo lascio a testimonianza di una volontà che si recuperi il senso per cui si sono fatti i Parchi regionali: la legge istitutiva è da ascrivere a un mio illustrissimo compagno di partito, Zanone. Ma lo spirito è quello di recuperare la natura per la fruizione all'uomo, non chiudere dei pezzi di natura per degli immigrati, come sono i cervi dalle nostre parti.
Questo è un paradosso incredibile.
Guarda caso l'unica attenzione che abbiamo su questo piano è su queste aree, rischiamo di far confondere la cultura che la Regione ha dell'ambiente in generale e della fruizione del territorio su queste cose che noi leggiamo, e che soltanto lette con un po' di attenzione fanno veramente accapponare la pelle. Ritengo che siano passati i tempi in cui le vespe venivano usate prevalentemente, oltre che per fare camporella, per raccogliere narcisi. E' passato quel tempo, non c'è più nessun cittadino che raccoglie i narcisi, non c'è bisogno di vietare.
Il collega Nerviani che vive in aree più felici ricorderà quando le bici da corsa venivano comprate solo perché con quel mezzo veniva data una maglietta. Questa maglietta aveva delle capaci tasche che venivano riempite di narcisi, dopodiché le vespe sono state costruite con quel comparto laterale apribile per poterci mettere i narcisi; la gente poi si è stancata dei narcisi, e ora i narcisi stanno dove sono.
Non vedo più nessuno allevare conigli sui balconi dando loro in pasto i narcisi. Quindi, sono processi che vanno affrontati sul piano culturale della sensibilità generale. Questo approccio militaristico, avremo degli esibizionisti in divisa - bisogna anche dirle queste cose - che si nascondono dietro gli alberi sperando che il bambinetto vada a raccogliere la fragolina, dimenticandosi che nel frattempo il cervo mangia mezzo bosco.
Riporto qui, agli amici cuneesi, una frase di un cuneese, il collega Paire che tutti stimano come una persona di buon senso. Cosa vuol dire che cade il senso dello stato? Non è che la gente si aspetti che lo Stato faccia tantissime cose; si rende conto che lo Stato non può fare certe cose, ma gli disturba un po' che lo Stato si preoccupi di cose di cui potrebbe anche non preoccuparsi, e non si preoccupa di altre.
E quando Paire mi spiegava cosa vuol dire il problema della giustizia in Italia, per un uomo comune non è il problema dei boschi, per l'uomo comune è una cosa molto semplice: scoprire che se tu vai a fare la denuncia perché ti hanno rubato l'auto, non succede niente, perché non c'è nessuno in grado di cercare l'auto. Però se, guarda caso, un povero operaio se ne va a casa (parole di Paire) alla sera con la bicicletta o la moto con uno stop spento, stai tranquillo che lo Stato li è presente! E la multa, perch hai una lampadina spenta, questa arriva puntualissima! Qui è lo stesso. I fiumi vanno come vanno, i ruscelli altrettanto, la montagna viene lasciata al suo destino per incapacità di intervento, però per carità se una allegra brigata, in un parco, accende un fuoco e si fa sopra una grigliata, apriti cielo! Se poi, magari, come è successo, e succede, questa allegra compagnia è composta dai locali del posto che quel giorno si sono travestiti da turisti - perché qualche volta anche ai montanari piace travestirsi da turisti con quelle incredibili camicie a scacchi di origine hollywoodiana e un cappello alpino - questi vengono scambiati dai guardiaparco che non sono locali, ma arrivano dalla città come turisti e vengono multati perché sul loro terreno si fanno la grigliata: cosa che fanno da 300 anni.
Chiedo scusa, però mi pare che alcune cose prese anche sul divertente possano lasciare, in un Assessore molto attento, come Nerviani, il tempo per ripensare ad un certo punto alla politica del parco, ripeto, con maggiore fiducia illuministica, che è la cultura nel senso ampio del termine.
Credo possa recuperarsi la capacità di ritrovarci sul nostro territorio con e per le ragioni rispetto alle quali ci collochiamo sul nostro territorio. Quando leggo che il procuratore della Repubblica di Aosta ha vietato i percorsi da sci alpinistici, ma cari amici, perché si va in montagna? Si va in montagna perché la montagna è priva di regole. La montagna non è né più bella né più brutta di qualunque altro pezzo della natura. La montagna è rimasta un pezzo di vita primitiva, priva di regole.
Se io dovessi immaginare che facendo una scalata rischio - alla mia età rischia quello davanti - di rispondere di omicidio colposo, perché ho affrontato un passaggio mettendo un chiodo anziché due, sarebbe paradossale.
Bisogna lasciare all'umanità qualche spazio per il suo primitivo, che c'è in ognuno di noi, per la propria fantasia, per la propria violenza (se mi permettete). Questi sono fatti dell'umanità. Ma se noi alla natura togliamo questa funzione che ha, di essere l'habitat dell'uomo, la riduciamo ad un posto in cui metteremmo le fragoline di plastica per evitare che vengano raccolte. Ma se le fragole non si raccolgono non si trovano più, così come avviene per i lamponi. Quando una volta c'erano i turisti che strappavano i rami di lamponi, i lamponi si rigeneravano perché implicitamente si potavano; da quando non si raccolgono più i lamponi, i lamponi non ci sono più. Siccome nessuno va nei boschi a potare i lamponi, nei boschi i lamponi non si trovano più.



PRESIDENTE

Si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 28 hanno risposto SI 22 Consiglieri hanno risposto NO 3 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri L'intero testo della leggre è approvato.


Argomento:

Interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno (annunzio)


PRESIDENTE

Le interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenute all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale verranno allegate al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19.50)



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