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Dettaglio seduta n.51 del 19/03/91 - Legislatura n. V - Sedute dal 6 maggio 1990 al 22 aprile 1995

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO


Argomento: Problemi energetici

Interpellanza n. 55 dei Consiglieri Bresso, Buzio, Rivalta, Foco, Coppo e Chiezzi inerente lo stabilimento Montefluos di Spinetta Marengo


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 2) all'o.d.g. "Interrogazioni e interpellanze" esaminiamo l'interpellanza n. 55 presentata dai Consiglieri Bresso, Buzio.
Rivalta, Foco, Coppo e Chiezzi.
Risponde l'Assessore Maccari.



MACCARI Eugenio, Assessore alla sanità

La Giunta regionale è a conoscenza dei piani di emergenza delle aziende in quanto l'art. 4 del DPR n. 175/88 prevede che siano trasmessi al Ministero dell'Ambiente e della Sanità nonché copia alla Regione territorialmente competente.
La valutazione di tutti i piani è riservata alla competenza statale attraverso specifiche Commissioni.
In sede istruttoria le Regioni possono esprimere le proprie valutazioni e le eventuali osservazioni.
Per quanto concerne la Regione Piemonte tale notifica è inoltrata all'Assessorato alla sanità.
Nelle more di una specifica e complessiva regolamentazione regionale in via di definizione, l'Assessorato alla sanità, attraverso la Commissione interassessorile di cui alla L. R. n. 25/ 87, ha individuato dei gruppi tecnici per una prima valutazione della documentazione prodotta.
Nello specifico i tecnici, dell'area di competenza, hanno ultimato l'analisi della documentazione e stanno provvedendo alla stesura della relativa relazione per consentire alla Regione di poter esprimere le proprie valutazioni nelle sedi istituzionali competenti.
In tali sedi verranno tenute in evidenza anche le problematiche emerse a seguito dei recenti atti dimostrativi al fine di tutelare intrinsecamente gli accorgimenti, anche tecnologici, indispensabili per garantire la sicurezza degli impianti e di conseguenza, la tutela dei lavoratori, della popolazione e dell'ambiente.
La Regione Piemonte si impegna, altresì, a richiamare l'attenzione dei Ministeri competenti sulle problematiche derivanti dagli attentati agli impianti ai fini, anche, di una più puntuale indicazione normativa in materia ancorché le disposizioni contenute nel DPCM 31/3/1989 affrontino nelle modalità di conduzione delle analisi degli incidenti situazioni assimilabili agli effetti prodotti dalle azioni di sabotaggio quali esplosioni, incendi, rilascio di sostanze.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bresso.



BRESSO Mercedes

Signor Presidente, premetto che abbiamo anche presentato un'interpellanza più recente sugli ultimi avvenimenti avvenuti a Spinetta Marengo in base al noto principio per cui si risponde sempre molti mesi dopo alle interrogazioni e interpellanze senza neanche verificare se sono state presentate delle interpellanze successive, quindi compattandole, il che semplificherebbe il lavoro e soprattutto renderebbe più aggiornate le nostre discussioni. Discutiamo sempre di tutto quando ormai i "buoi sono scappati dalla stalla".
Abbiamo presentato un'altra Interpellanza a seguito degli ultimi incidenti avvenuti nella zona, mentre quella in discussione oggi riguardava gli atti di sabotaggio. E' profondamente insoddisfacente il modo in cui burocraticamente l'Assessore ha risposto a questa interpellanza, quando tutti sappiamo benissimo qual è la situazione reale di totale inadempienza da parte della Giunta regionale per quanto riguarda l'applicazione della legge Seveso. I ritardi permangono ancora perché, a tutt'oggi, non abbiamo ancora ricevuto il disegno di legge approvato dalla Giunta regionale: siamo stati noi, attraverso la presentazione di un nostro progetto e attraverso un'azione forte da parte dei movimenti, a indurre la Giunta a presentare un proprio disegno di legge. Non riusciamo nemmeno a far intervenire su questa questione la Commissione, cioè a far mettere in discussione il nostro progetto di legge e il disegno di legge della Giunta. Ma non è solo questo il problema è che c'è una serie di adempimenti rispetto alla legge Seveso tra l'altro mi sembra di parlare nel vuoto totale perché, secondo me, gli stessi Assessori hanno poco presente cosa sia la legge Seveso - che la Regione è tenuta a compiere, adempimenti che vanno al di là e che vengono prima dell'approvazione formale di una legge da parte della Regione, che comunque è in ritardo.
Abbiamo presentato con molti mesi di anticipo il nostro progetto di legge per sollecitare la Giunta, la quale non solo è in ritardo rispetto al nostro, ma è fuori tempo rispetto alle scadenze della Seveso. Non si è attrezzata a tutt'oggi per la parte che le compete relativamente alla Seveso, che è la più importante rispetto alla questione dei continui incidenti che avvengono a Spinetta Marengo alla Montefluos. Non si è attrezzata per il controllo e il rispetto dei piani di emergenza e delle norme di sicurezza che compete alle Regioni anche per le aziende che sono tenute, ai sensi della legge n. 175, alla notifica al Ministero, ma che ricadono, comunque, sotto la competenza della Regione, lo ripeto, per quanto riguarda la verifica e il controllo che le norme di sicurezza vengano rispettate nonché, in accordo con il Prefetto, che esistano i piani di emergenza. Su questo che cosa ha fatto e sta facendo la Regione? Non si sa, perché in realtà la Regione non sta facendo niente.
E' ben vero che il Ministero è gravemente in ritardo nell'esaminare queste notifiche, quindi nel determinare se sono o - meno conformi, ma la Regione può comunque, avendo diritto ad averne copia, verificare se ha ricevuto la copia e, sulla base della copia ricevuta, fare comunque una serie di verifiche di adeguatezza dei sistemi di sicurezza. In particolare" può sollecitare il Ministero ad intervenire più rapidamente sulla verifica di quegli impianti che sono continuamente oggetto di problemi, perch continuamente ci sono dei problemi a Spinetta Marengo. Da quando sono in Consiglio regionale abbiamo presentato e discusso, noi e gli altri Gruppi decine di interpellanze su fatti avvenuti in quella zona. Allora una Regione che decentemente si preoccupa di questi problemi che cosa dovrebbe fare? Dal momento che finalmente esiste una legge che le consente di intervenire, non dovrebbe aspettare che tutta la procedura vada avanti secondo un ordine stabilito casualmente magari a livello nazionale, ma sollecitare il Ministero a prendere per primo in considerazione quelle aziende che sa essere a rischio effettivamente, perché sa che avvengono continuamente incidenti e, comunque, comincia a verificare la documentazione che deve essere in suo possesso, ai sensi delle norme di sicurezza.
Il problema è che, rispetto alla Seveso, l'unico atto compiuto dalla Giunta è stato quello di presentare un disegno di legge. Il nostro oggi è iscritto all'o.d.g. perché richiamato in aula dal nostro Gruppo dal momento che nessuno si preoccupava di questo problema.
Allora, ben sapendo che sarebbe stato duro dire che non abbiamo fatto niente, si è varato un disegno di legge, senza alcun interesse, senza che sia stata assunta alcuna iniziativa su questa vicenda, senza che ci sia stata una sollecitazione forte anche al Ministero che, come sappiamo, è gravemente inadempiente per non essersi occupato di queste cose. Dopodich ogni volta discutiamo sempre dell'incidente precedente; in questo caso si trattava di atti di sabotaggio, ma, recentemente, è avvenuto un altro incidente alla Montefluos di Spinetta Marengo. Di questo non è stato dato conto nella risposta all'interpellanza. E' un modo burocratico di farsi scrivere un pezzo di carta e di leggerlo in aula. La verifica della sicurezza degli impianti industriali, che è rilevante in Piemonte essendo la seconda o terza regione per numero di impianti a rischio nei due gruppi indicati dalla legge Seveso, è completamente disattesa dalla Giunta.
Non solo siamo fortemente scontenti e non soddisfatti della risposta ma crediamo che su tutta la partita occorra moltissimo impegno da parte di tutta la Giunta, anche perché non è ancora stato chiarito chi sia responsabile. Sembra sia il Presidente, per cui lo stesso Presidente farebbe meglio a stare più attento, perché se in questi incidenti ci fossero dei morti ne dovrebbe rispondere una Giunta che non si è preoccupata di intervenire sul serio in merito alla questione.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MONTABONE


Argomento: Psichiatria

Interpellanza n. 209 del Consigliere Cucco inerente lo stato di attuazione della LR n. 61/89 - Servizi Psichiatrici


PRESIDENTE

Passiamo all'interpellanza n. 209 presentata dal Consigliere Cucco.
Risponde l'Assessore Maccari.



MACCARI Eugenio, Assessore alla sanità

Con riferimento all'interpellanza di cui all'oggetto si fa presente quanto segue: 1) i Servizi Psichiatrici di Diagnosi e Cura aperti e funzionanti a tutt'oggi sono



USSL TO I - SPDC Mauriziano n, posti letto

PSSR 85-87 15, effettivi 12; PSSR 90-92 16.



USSL TO III - SPDC Martini n, posti letto

PSSR 85-87 10; effettivi 11; PSSR 90-92 16.



USSL TO IV - SPDC Maria Vittoria n, posti letto

PSSR 85-87 15; effettivi 13; PSSR 90-92 16.



USSL TO VI - SPDC S. Giovanni B, n, posti letto

PSSR 85-87 15; effettivi 14; PSSR 90-92 30.



USSL TO VIII - SPDC Molinette n, posti letto:

PSSR 85-87 23; effettivi 14; PSSR 90-92 32.
USSL 25 - SPDC Rivoli n, posti letto: PSSR 85-87 15; effettivi 10; PSSR 90-92 20.
USSL 32 - SPDC Moncalieri n, posti letto PSSR 85-87 9; effettivi 9; PSSR 90-92 20.
USSL 40 - SPDC Castellamonte n, posti letto PSSR 85-87 15; effettivi 15; PSSR 90-92 18.
USSL 44 - SPDC Pinerolo n, posti letto PSSR 85-87 15; effettivi 15; PSSR 90-92 16.
USSL 45 - SPDC Vercelli n, posti letto: PSSR 85-87 12; effettivi 12: PSSR 90-92 20.
USSL 51 - SPDC Novara n, posti letto: PSSR 85-87 15; effettivi 15; PSSR 90-92 18.
USSL 55 - SPDC Verbania n, posti letto PSSR 85-87 15; effettivi 15; PSSR 90-92 18.
USSL 58 - SPDC Cuneo n, posti letto: PSSR 85-87 15; effettivi 16; PSSR 90-92 16.
USSL 61 - SPDC Savigliano n, posti letto PSSR 85-87 10; effettivi 10; PSSR 90-92 16.
USSL 65 - SPDC Alba n, posti letto PSSR 85-87 9; effettivi 13; PSSR 90-92 16.
USSL 66 - SPDC Mondovì n, posti letto PSSR 85-87 7; effettivi 11; PSSR 90-92 16.
USSL 68 - SPDC Asti n, posti letto PSSR 85-87 10; effettivi 13; PSSR 90-92 20.
USSL 70 - SPDC Alessandria n, posti letto: PSSR 85-87 15; effettivi 16; PSSR 90-92 20.
USSL 73 - SPDC Novi Ligure n, posti letto: PSSR 85-87 14; effettivi 15; PSSR 90-92 16.
USSL 76 - SPDC Casale Monferrato n, posti letto PSSR 85-87 7; effettivi 7; PSSR 90-92 16.
Si segnala, inoltre, che per quanto concerne l'SPDC di Orbassano - USSL 34 - se ne prevede l'apertura; per l'SPDC di Chivasso - USSL 39 - sono emersi problemi e difficoltà relativi al reperimento sia di idonee strutture all'interno dell'Ospedale, sia del personale infermieristico; per quanto riguarda Ciriè - USSL 27 - si è in attesa di una nuova definizione e possibile utilizzo del "Fatebenefratelli", presidio a indirizzo riabilitativo e neuropsichiatrico: per Biella - USSL 47 - è in corso di espletamento la procedura di aggiudicazione della licitazione privata per la fornitura dei lavori di ristrutturazione dell'edificio che ospiterà l'area di degenza del Servizio Psichiatrico. L'intervento è assistito da contributo regionale e la conclusione dei lavori è prevista entro sei - otto mesi dal loro inizio.
2) Attualmente sul territorio regionale sono funzionanti 107 Centri di salute mentale, 6 Comunità protette con assistenza 24 ore su 24, 22 Comunità a protezione parziale con assistenza diurna e reperibilità notturna, 11 Comunità alloggio, 31 Centri diurni per le attività psicoterapeutiche.
Le predette strutture sono state attivate prima della L.R. n. 61/89 e pertanto, non rispondono agli standards strutturali ed organizzativi di cui alla deliberazione della Giunta regionale 17/4/1990, n. 191-37198.
Dopo l'approvazione della stessa legge regionale, invece, ed in conformità ai suddetti standards strutturali ed organizzativi, è stato attivato il Centro di Terapie Psichiatriche di Collegno - USSL 24 funzionante dal novembre 1990, con copertura assistenziale di 24 ore su 24.
Attualmente si sta lavorando per un Centro di Terapie Psichiatriche nell'USSL Torino X.
3) L'USSL 61 di Savigliano ha presentato, inserito nel Piano di attività e di spesa per gli anni 1990-1992, un completo piano di riconversione dell'Ospedale psichiatrico di Racconigi che prevede la realizzazione di: 2 Comunità alloggio per l'anno 1990 2 Comunità alloggio per l'anno 1991 3 Comunità protette per l'anno 1991 2 Comunità protette per l'anno 1992 1 Comunità alloggio per l'anno 1992.
L'USSL 45 di Vercelli ha presentato il piano di riconversione dell'ex Ospedale psichiatrico di Vercelli sul quale la Commissione regionale tecnico-consultiva per la psichiatria ha espresso, in linea di massima parere favorevole, riservandosi di esaminarlo con i funzionari competenti e i responsabili del Servizio Psichiatrico dell'USSL 45.
Le altre UU.SS.SS.LL. del Piemonte, sedi di ex Ospedali psichiatrici sono state a loro volta sollecitate per l'applicazione del disposto di cui all'art. 15 della L.R n. 61/89.
4) Le UU.SS.SS.LL. piemontesi che hanno provveduto a deliberare la convenzione per l'istituzione e la gestione unitaria dei Servizi dipartimentali psichiatrici sono: Dip. 2 USSL TO III Ospedale Martini Dip. 4 USSL TO VI-VII Ospedale N.A.M.
Dip. 10 USSL 38-40-41 Ospedale Ivrea Dip. 14 USSL 47-48 Ospedale Biella Dip. 17 USSL 55-56-57 Ospedale Verbania Dip. 18 USSL 58-59-60 Ospedale Cuneo Dip. 21 USSL 66-67-62 Ospedale Mondovì Dip. 23 USSL 70-75-71 Ospedale Alessandria Dip. 24 USSL 72-73-74 Ospedale Novi Ligure Dip. 25 USSL 76 Ospedale Casale Monferrato.
Le UU. SS. SS.LL. a tutt'oggi inadempienti sono state sollecitate a provvedere in merito; in caso contrario verranno applicate le misure sostitutive previste dal secondo comma dell'art. 18 della L.R n. 61/89.
5) Con deliberazione della Giunta regionale 16/1/1990, n. 54-34675, si è provveduto alla conferma delle autorizzazioni all'apertura e all'esercizio delle seguenti Case di cura private neuropsichiatriche per il ricovero e la cura delle patologie sia organiche sia funzionali del sistema nervoso centrale e periferico, in quanto la legge n. 833/78, all'art. 64 prevede, fra l'altro, la risoluzione delle convenzioni di enti pubblici con istituti privati che svolgono esclusivamente attività psichiatrica: Villa Cristina - Savonera (TO) USSL TO V Villa Turina Amione - S. Maurizio Canavese (TO) USSL 27 Villa di Salute - Trofarello (TO) USSL 32 Villa Augusta - Bruino (TO) USSL 34 Villa Patrizia - Piossasco (TO) USSL 34 Villa San Giorgio - Viverone (VC) USSL 47 Casa di cura S. Michele - Bra (CN) USSL 64.
Le predette Case di cura neuropsichiatriche dispongono complessivamente di n. 1.474 posti letto autorizzati e di n. 1.122 posti letto convezionati peraltro rimasti invariati dopo l'entrata in vigore della L.R n. 61/89.
Inoltre, con la legge regionale 23/4/1990, n. 37, la Casa di cura "Istituto Beata Vergine della Consolata", sita in S. Maurizio Canavese - Ciriè (TO) USSL 27 - è stata riconosciuta come presidio a indirizzo riabilitativo neuropsichiatrico (posti letto autorizzati n. 620, posti letto convenzionati 572).
6-7) La Commissione regionale tecnico-consultiva per l'assistenza psichiatrica ha provveduto alla stesura del testo della L.R. n, 61/89 e della deliberazione della Giunta regionale 17/ 4/1990, n. 191-37198 relativa alla determinazione degli standards strutturali ed organizzativi dei Servizi psichiatrici; ha, inoltre, organizzato e dato l'avvio sperimentale al Servizio di urgenza psichiatrica per la città di Torino e l'USSL 26 di Venaria, in collaborazione con l'Associazione Nazionale delle Pubbliche Assistenze (ANPAS). Attualmente la Commissione sta procedendo alle verifiche di cui all'art. 19 della L.R. n. 61/89, secondo i tempi e le modalità previste dalla stessa.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cucco.



CUCCO Vincenzo

Ringrazio l'Assessore per la risposta che è stata "tardivissima" perché la mia Interpellanza era stata presentata il 5 novembre 1990, per cui ovviamente il quadro della situazione non è certamente corrispondente a quella di allora, anche se devo dire che mi sarei aspettato più cose fatte in questo periodo, in realtà è praticamente la stessa situazione del novembre '90, allorquando presentai l'interpellanza. Mi riservo di valutare nel merito, se l'Assessore mi farà avere copia della risposta scritta tutti i dati. Desidero però rilevare alcuni aspetti.
Sugli SPDC: ci sono due questioni che l'Assessore ha soltanto citato per memoria, non entrando nel merito. VSPDC di Orbassano: è stato strombazzato da tutti i giornali che era pronto, avviato e aveva già un primario. Sulla vicenda del primario dell'SPDC di Orbassano ho presentato non solo un esposto alla Magistratura, ma anche un'interrogazione a lei Assessore, per sapere come mai si procede a ricoprire il posto di primario dell'SPDC di Orbassano, assegnandolo ad un professore universitario che non ha i titoli per ricoprire quel posto. E' una questione vecchissima; al San Luigi mi hanno detto che molti altri primariati sono stati ricoperti in questo modo illecito. Sollecito una risposta dell'Assessore anche perché ho saputo proprio in questi giorni che la Magistratura ha chiesto la documentazione relativa alla questione: evidentemente il mio esposto questa volta ha colpito nel segno, però, speravo che l'Assessore rispondesse su questo argomento.
Così come sulla vicenda dell'SPDC che si trova in mezzo a Settimo e San Mauro, per il quale c'è una USSL che tenta di convenzionarsi con Torino lasciando fuori Settimo e San Mauro che, in qualche modo, poi devono chissà con chi, convenzionarsi per l'SPDC. E' una situazione sulla quale bisogna intervenire decisamente e, fino ad oggi, non è stato fatto nulla.
Quella dei piani di recupero e di chiusura definitiva degli ex OO.PP. è una questione che deve passare in Consiglio perché la legge lo prevede (prima in Commissione e poi in aula), ma in Commissione e in Consiglio non si è visto ancora niente. Mi risulta che l'USSL di Collegno stia discutendo da un po' di tempo a questa parte, un piano, rispetto al quale ci sono molte resistenze da parte del coordinatore dell'O.P, e di altre strutture.
Siccome in realtà il grosso della questione della chiusura degli ex - OO.
PP, ha a che fare con Collegno, bisognerebbe spingere non soltanto con una letterina formale, ma in modo più deciso l'USSL n. 24 ad affrontare questo problema e a presentare in Giunta e poi in Consiglio questo piano.
Per quanto riguarda gli SPDC di Savigliano e Vercelli prendo nota che l'Assessore dice che le UU.SS.SS.LL. competenti hanno approvato il piano però in Commissione ed in Consiglio non si è visto ancora niente.
Sugli ultimi tre punti l'Assessore è stato sfuggente: la verifica dell'attuazione della legge, così come ogni verifica dell'attuazione di una legge, soprattutto in questo campo, è un'attività molto importante, nel senso che ci dà la possibilità di evitare un fallimento, detto molto semplicemente al di là di tutte le altre questioni tecnico-legislative. La verifica è strettamente legata, a mio avviso, al ruolo che ha la Commissione, così come è strettamente legata al ruolo che hanno tutte le Commissioni tecnico-consultive che fanno capo all'Assessorato alla sanità.
Questa è una Commissione che, in realtà, così come quasi tutte le altre non ha effettivo potere o ruolo; è una Commissione consultiva all'Assessore, ma non dovrebbe essere soltanto questo. Bisogna che l'Assessore decida quale tipo di compiti e di poteri deve essere assegnato a queste Commissioni, perché se le Commissioni non possono o l'Assessore non dà loro le possibilità di andare nelle UU.SS.SS.LL. a verificare la situazione per poi proporre degli atti concreti per risolverla, ma si limitano a fornire un qualche parere ogni tanto, sono delle Commissioni che non servono a niente. Non capisco cosa facciano questi primari di psichiatria, che dovrebbero lavorare sul loro territorio un tanto di ore alla settimana, in Assessorato, a dire che? A fare che? Ciò vale non soltanto per questa Commissione, ma per tutte le altre Commissioni tecnico consultive che fanno capo all'Assessorato alla sanità.
Voglio ancora richiamare, anche se poi ci sarà un'altra occasione per discutere questo tema e cioè la variazione al bilancio, l'impegno che la Giunta dovrebbe assumere utilizzando delle proprie risorse per avviare effettivamente l'applicazione della legge. Quello che l'Assessore ha detto sostanzialmente non si discosta quasi per nulla dalla situazione antecedente alla legge, a parte la costituzione dei dipartimenti e qualche piccolo correttivo sulla situazione in generale (la situazione degli SPDC probabilmente è migliorata, anche se molto poco). Questa legge non decolla se non ci sono i soldi e se aspettiamo i soldi del Governo, la legge non decollerà mai, esattamente come è accaduto per gli anziani e come sta accadendo per tutta un'altra serie di questioni. L'avevo proposto in sede di bilancio, lo riproporrò in sede di variazione: la Giunta regionale deve assumere un impegno politico, perché di questo si tratta, e investire su questa legge una parte consistente di fondi per avviare la realizzazione di quelle strutture che sono necessarie perché altrimenti la legge non sarà attuata e la situazione rimarrà esattamente quella precedente a quella dell'applicazione della legge regionale.
Mi riservo ulteriori valutazioni sulla base dei dati che l'Assessore mi fornirà.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interrogazione n. 243 dei Consiglieri Rabellino e Vaglio inerente l'attività di pronto soccorso nell'Alto Canavese


PRESIDENTE

L'Assessore Maccari risponde ancora all'interrogazione n. 243 presentata dai Consiglieri Rabellino e Vaglio.



MACCARI Eugenio, Assessore alla sanità

La decisione del Comitato di gestione dell'USSL 40, assunta su conforme parere tecnico dell'Ufficio di Direzione, di sospendere l'attività di pronto soccorso presso il presidio di Castellamonte nelle ore notturne oltre ad essere conforme dal punto di vista formale a quanto previsto dal piano socio-sanitario regionale vigente è dettata da motivazioni di ordine clinico e organizzativo, considerata la necessità di contenere la spesa sanitaria senza penalizzare i servizi. Infatti, in linea con la tendenza ormai riconosciuta a tutti i livelli, il piano socio-sanitario premia più la qualificazione dei vari presidi che non il loro numero in assoluto; e ciò vale, in primis, per l'attività di pronto soccorso che, a tutela della qualità delle prestazioni erogate, deve essere affidata a strutture pluridisciplinari (condizione non riscontrabile in ospedali come Castellamonte ove è presente un solo medico in guardia interdivisionale).
Per contro, si tende a privilegiare sempre più sistemi di trasporto veloce ed assistito verso i centri di cure idonei al caso e all'assistenza direttamente sul luogo dell'incidente da parte di personale qualificato (vedasi il servizio delle eliambulanze).
Nel caso dell'Alto Canavese si ritiene che la distanza intercorrente fra gli ospedali di Castellamonte e di Cuorgné (5 km di strada piana) non consente il mantenimento di due sedi di pronto soccorso, considerato anche che l'ospedale di Cuorgné, pur non essendo sede di DEA, ha una potenzialità sufficiente a garantire una qualificata attività di emergenza, ad integrazione dei DEA di Ivrea e Chivasso. Nelle ore diurne e nei casi gravi è attivabile, come nel resto del territorio regionale, il servizio di elisoccorso che, in tempi brevi, consente interventi altamente qualificati.
Da informazioni assunte in via breve risulta infine che qualora un paziente pervenga all'ospedale di Castellamonte nelle ore notturne (cosa molto rara in quanto l'USSL ha provveduto ad informare ampiamente gli operatori sanitari sulla chiusura del pronto soccorso in tali ore) viene comunque assistito dal medico di turno.
Nel caso specifico non è stato possibile prestare le cure dovute in quanto la Signora, oggetto di una parte dell'interrogazione, a smentita di quanto dichiarato dai familiari, era giunta all'osservazione in condizioni cliniche irreversibili.



PRESIDENTE

Il Consigliere Vaglio rinuncia ad intervenire.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interrogazione n. 271 del Consigliere Cucco inerente la verifica dello stato di attuazione dei corsi di educazione sessuale e sanitaria nelle scuole superiori


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione n. 271 presentata dal Consigliere Cucco.
Risponde ancora l'Assessore Maccari.



MACCARI Eugenio, Assessore alla sanità

Il problema dell'informazione sull'AIDS e sulle malattie trasmissibili per via sessuale è stata affrontata dall'Assessorato con senso di responsabilità e impegno soprattutto con particolare attenzione al rischio che disinformazione, pregiudizi e paure, potessero far apparire il fenomeno della trasmissione della malattia più da esorcizzare che da combattere.
Sull'argomento, oltre che affrontare il problema dell'informazione di massa, si è ritenuto che la cultura dell'informazione corretta non poteva che passare attraverso le scuole; si è operato, quindi, seguendo una sequela logica e cronologica che ha significato in prima fase la formazione dei formatori e una seconda fase con iniziative di educazione sanitaria rivolte ai giovani.
Relativamente alla prima fase sono stati organizzati seminari di formazione per i referenti scolastici di educazione alla salute sul tema "Educare per prevenire: prevenzione delle malattie infettive e di origine sessuale". Le conferenze-dibattito sono state organizzate con docenti delle scuole medie di primo e secondo grado utilizzando strumenti didattici di informazione direttamente prodotti dalla Regione, quali il filmato "AIDS: la dimensione di un rischio" ed altri. Tutto ciò in accordo tra Assessorato regionale, Sovraintendenza scolastica, Provveditorati agli Studi delle Province piemontesi e con il coinvolgimento dei distretti scolastici e delle presidenze degli istituti di istruzione secondaria superiore.
In particolare le UU.SS.SS.LL. torinesi e altre dieci UU.SS.SS.LL.
regionali sono state identificate quali capofila per l'organizzazione e l'attuazione dei corsi di formazione dei formatori.
Nella seconda fase si sono avviate nelle strutture scolastiche di tutta la Regione, fin dal 1987, iniziative di educazione sessuale sanitaria rivolta alla prevenzione del rischio.
La Regione ha inteso essere promozionale alle iniziative di educazione sessuale nelle scuole, prendendo atto che l'educazione sanitaria non è materia aggiuntiva dell'ordinamento scolastico che integri la normale attività didattica, ma concorre nello svolgimento ordinario dell'attività educativa a far maturare, negli allievi, comportamenti equilibrati e scelte consapevoli.
I limiti e le difficoltà con cui ci si è scontrati sono stati: 1) le richieste devianti del mondo della scuola intesa a gestire direttamente il problema attraverso la produzione e l'organizzazione dell'informazione e/o dell'educazione 2) le difficoltà di inserimento in un sistema di ascolto di comunicazione reciproca educatori/ discenti che trasformi tali iniziative educative da sporadiche ed occasionali in un processo educativo partecipativo continuo 3) la mancanza di spazi didattici alle iniziative di educazione sanitaria da parte del Ministero della Pubblica Istruzione e la conseguente difficoltà ad inserire, nell'economia dei programmi già di per s impegnativi nelle scuole medie superiori, iniziative che corrono così il rischio di essere affidate al volontarismo dei singoli docenti ed alla richiesta da parte dei giovani di affrontare il problema nella gestione delle assemblee.
Da analisi effettuate a campione in alcune UU.SS.SS.LL. della Regione si rileva la scarsa attenzione dedicata dal mondo della scuola all'educazione sanitaria in genere. Ad esempio, dalla rilevazione di questionari e test distribuiti nelle UU.SS.SS.LL. della Provincia di Alessandria a docenti delle scuole medie superiori è emerso che l'83% degli insegnanti ritiene che la scuola, rispetto alla sua programmazione didattico - informativa, non ponga sufficiente attenzione all'educazione sanitaria. I risultati di tali analisi possono essere estesi a tutta la Regione e a tutto il territorio nazionale.
Compito dell'amministrazione regionale è di fornire indirizzi per una corretta attività di educazione sanitaria, avviare iniziative promozionali sui problemi di particolare criticità, demandando alle UU.SS.SS.LL., in accordo con l'autorità scolastica localmente competente, la gestione delle normali attività. E' proprio in sede decentrata che vengono utilizzate per l'argomento specifico, come per altre iniziative di educazione sanitaria tutte le risorse localmente disponibili ivi comprese le associazioni di volontariato.
Al fine di riconfermare tali linee regionali, ampiamente condivise dalla Sovraintendenza scolastica, e di promuovere ulteriori iniziative di educazione sanitaria nelle scuole sui temi della sessualità, dell'AIDS e delle dipendenze, è in fase di trasmissione, in tal senso, alle UU.SS.SS.LL. e ai Provveditorati agli Studi una circolare a firma congiunta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cucco.



CUCCO Vincenzo

Ringrazio l'Assessore per la risposta relativa a questi corsi che io preferisco definire di informazione sessuale anziché di educazione sessuale, perché la vicenda è molto complicata su questo termine. E' una storia che può sembrare superficiale soltanto alle persone che non hanno ben chiaro cosa significhi educazione sanitaria e prevenzione. Conosco molto bene le resistenze che arrivano dagli ambienti scolastici su un certo tipo di attività su questa materia: un'attività che sia decisamente svincolata da pregiudizi religiosi, morali o anche didattici, perché a volte alcuni docenti fanno delle affermazioni incredibili. E' proprio perché conosco la situazione molto difficile nella quale si deve operare che sottolineo il ruolo che la Regione deve assumere in questa vicenda, che va al di là delle competenze, peraltro limitate, che la legge impone alla Regione stessa.
Faccio un esempio. Ho presentato una interrogazione su un caso che, in questi giorni, è apparso anche sui giornali e che avrà a che fare con le scuole torinesi. La Città di Torino, nella persona dell'Assessore ai problemi dei giovani, dopo un letargo durato dal 1983 al 1991 (non ha fatto nulla, nel vero senso della parola, sull'AIDS, né dal punto di vista delle sue competenze né dell'attività educativa informativa che doveva fare) ha assunto un'iniziativa che definire ridicola è dire poco; un depliant finanziato dall'Assessore Angeleri e prodotto dall'Associazione politrasfusi, che dovrebbe fare informazione e prevenzione nelle scuole. Il grave è che la Città di Torino manderà all'incirca 400 o 500 mila copie di questa cosa inutile - per non dire dannosa - a tutte le scuole torinesi.
Dov'è l'attività di coordinamento e di indirizzo della Regione se poi un qualsiasi Assessore con manie di presenzialismo sbagliato finanzia un'iniziativa di questo genere che definire inutile è dire poco? Un'altra questione che è arrivata a nostra conoscenza: leggendo la relazione ministeriale relativa l'applicazione della legge sulle tossicodipendenze abbiamo visto cose che fanno accapponare la pelle; una di queste è che il Ministero di Grazia e Giustizia dice che per prevenire la diffusione dell'AIDS nelle carceri, gli agenti di polizia penitenziaria dovrebbero di fatto fare gli "spioni", nel senso che dovrebbero guardare cosa succede nelle celle per evitare che i detenuti si scambino l'AIDS con i metodi che conosciamo Se queste sono le indicazioni che vengono da amministrazioni come il Ministero di Grazia e Giustizia e come la Città di Torino, il ruolo dell'apparato regionale, che fino ad oggi ha seguito criteri del tutto condivisibili, deve essere molto più forte, perch bisogna evitare che iniziative stupide e dannose, come quelle che arrivano dalla Città di Torino, possano rendere assolutamente inutile qualsiasi tipo di attività di prevenzione sul territorio che, in effetti, è assolutamente necessaria in questo periodo perché, nei confronti non solo dell'AIDS, ma di tutte le malattie di trasmissione sessuale, l'unica vera forma di prevenzione, come l'Assessore ben sa, è l'informazione.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera - Attrezzature sanitarie (presidi di diagnosi e cura delle USSL) - Personale del servizio sanitario

Interrogazione n. 25 del Consigliere Maggiorotti inerente le disfunzioni dell'Ospedale CTO - USSL 9 - Torino


PRESIDENTE

L'Assessore Maccari risponde infine all'interrogazione n. 25 presentata dal Consigliere Maggiorotti.



MACCARI Eugenio, Assessore alla sanità

Con riferimento all'interrogazione in oggetto, si comunica che, a seguito della stessa, sono stati reperiti presso l'USSL competente i dati occorrenti a meglio comprendere quanto segnalato.
Com'è noto, il CTO è sede di DEA di II livello caratterizzato dal suo ruolo di alta specializzazione per il trattamento delle emergenze chirurgico - traumatologiche.
Nel periodo segnalato dal Consigliere Maggiorotti (mese di giugno e prima quindicina di luglio) sono stati trasportati per cure al DEA del CTO ben 240 pazienti gravemente traumatizzati, con una media di 5,3 pazienti al giorno. Tutto ciò in un periodo in cui la notoria carenza di personale infermieristico raggiunge le punte più alte in relazione all'esigenza di garantire al personale in servizio il diritto ad usufruire delle ferie.
Tale peculiare situazione ha comportato la necessità di dedicare al DEA una parte del personale infermieristico normalmente destinato alle sedute operatorie di elezione e di rallentare, in presenza di urgenza, l'attività chirurgica di elezione.
Sono stati infine resi noti i dati relativi alla durata della degenza media, nell'anno 1989, nelle divisioni ortopediche-traumatologiche del CTO: I Clinica Universitaria (prof. Gallinaro): 12,7 giorni II Clinica Universitaria (prof. Crova): 12,2 giorni Divisione Ortopedica Traumatologica (prof. Pizzetti): 15,7 giorni Divisione Ortopedica Traumatologica (prof. Coscia): 12,1 giorni.
Per quanto concerne la situazione complessiva dei presidi ospedaliéri si ricordano le numerose iniziative assunte da questo Assessorato al fine di incentivare l'afflusso di infermieri professionali, figure essenziali per il buon funzionamento dell'assistenza ospedaliera. Al riguardo ricordo la triplicazione dei numeri in tre anni, che però sono purtroppo ancora nettamente insufficienti alle necessità di oggi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Maggiorotti.



MAGGIOROTTI Piergiorgio

Voglio sottolineare che al di là della "storicità" delle informazioni riferite dall'Assessore - in quanto l'interrogazione è stata presentata a giugno '90 - si tratta di dati che sono verosimili anche oggi, salvo che non spiegano molto della specifica disfunzione di quel reparto del presidio; mi è noto che ad una persona rivoltasi allo stesso presidio, dopo visita specialistica, per artroscopia ed eventuale intervento sud menisco è stato detto di presentarsi nel marzo del '92. Che poi le liste di attesa del CTO siano fantomatiche è dimostrato dal fatto che questa stessa persona, attraverso una raccomandazione, ha subito l'operazione in questi giorni, marzo '9l. Non riesco a capire che credibilità si possa dare a questa direzione sanitaria, che non sa, evidentemente, governare le scarse disponibilità dello stesso presidio; non si capisce con quale criterio si formino le liste di attesa e come queste liste vengano governate.
Credo che quella del CTO, a Torino, sia una delle situazioni, al pari del Regina Margherita per altri aspetti, più difficilmente modificabili salvo che non si decida di entrare pesantemente in un disegno che da una parte attui il piano che prevede l'istituzione di un traumacenter in questo presidio e dall'altra decentri tutto quello che non è alta specializzazione, diciamo ortopedia spicciola, a livello di UU. SS. SS. LL.
periferiche torinesi e circumtorinesi; in particolare, le artroscopie credo siano da intendersi come ortopedia diagnostica spicciola che può essere fatta in qualsiasi Divisione ortopedica con minimo di competenza.
La risposta dell'Assessore oltre che tardiva è molto burocratica quindi mi lascia sufficientemente insoddisfatto.


Argomento:

Interrogazione n. 25 del Consigliere Maggiorotti inerente le disfunzioni dell'Ospedale CTO - USSL 9 - Torino

Argomento:

Sollecito risposta ad interpellanza riguardante la localizzazione del Politecnico


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Rivalta. Ne ha facoltà.



RIVALTA Luigi

La settimana scorsa era stata data notizia al Gruppo che sarebbe stata data risposta all'interpellanza urgente che io ed altri colleghi abbiamo presentato in merito al problema del Politecnico. L'interpellanza non ha avuto risposta ed è stato detto che sarebbe stata rinviata a questa seduta del Consiglio regionale. Vorrei avere una giusta informazione delle ragioni per cui non la si discute oggi. E' ben vero che questa interpellanza è stata presentata poco più di un mese e mezzo fa, ma non vorrei che corresse il rischio di attendere come è avvenuto per quella della Montefluos alla quale è stata data risposta questa mattina e che era stata presentata ben il 26 luglio 1990, quindi a quasi due terzi di un anno.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta, Brizio.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

In un primo tempo avevamo effettivamente detto che si sarebbe risposto stamane, ma la necessità sopravvenuta di raccogliere ulteriori informazioni ed elementi su questo problema non semplice ha richiesto una proroga. Ne ho dato notizia questa mattina al Presidente del Consiglio, ne ho parlato anche con il Consigliere Ferrara, nonché pochi minuti fa con il Capogruppo Monticelli. Non si vuole rinviare sine die questa interpellanza, gli elementi sono già stati in parte raccolti. Penso che l'Assessore martedì prossimo possa già dare risposta a questa interpellanza. Il Consigliere Rivalta comprenderà che è un tema di grosso rilievo ed importanza che riguarda la Città di Torino e quindi va predisposta una risposta precisa e meditata.



RIVALTA Luigi

Riguarda anche la Regione: è questa la ragione per cui abbiamo presentato l'interpellanza.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Certo. Ho già avuto occasione di dire che la Regione non intende considerare Torino un'isola nella quale essa non interviene, bisogna per anche tenere conto dell'autonomia comunale, della complessità della materia e, in relazione a quest'ultima, della necessità di raccogliere elementi. Le assicuro che la stiamo predisponendo. Appena possibile vogliamo dare una risposta puntuale.


Argomento:

Sollecito risposta ad interpellanza riguardante la localizzazione del Politecnico

Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 3) dell'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi.


PRESIDENTE

Sono in congedo i Consiglieri Dardanello. Gallarini, Leo, Marengo.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

c) Elenchi dei viaggi effettuati a Roma dai Consiglieri regionali


PRESIDENTE

Gli elenchi dei viaggi effettuati a Roma dai Consiglieri regionali nell'anno 1990 (fine IV Legislatura) e nell'anno 1991 (inizio V Legislatura) saranno allegati al verbale della seduta odierna.


Argomento: Varie

d) Informazione del Presidente sullo svolgimento della commemorazione del Ministro Carlo Donat-Cattin e annuncio dello spostamento di orario della Commissione Regolamento per presenziare al funerale del Ministro Carlo Donat-Cattin.


PRESIDENTE

Devo altresì informare che, al termine della seduta del mattino, il Consiglio regionale dedicherà qualche minuto per la dovuta commemorazione del Ministro Carlo Donat-Cattin Domani mattina si celebrerà il funerale del Ministro; pertanto la Commissione Regolamento, che era stata convocata per domani mattina, verrà spostata alle ore 14,15 sempre di domani. I Consiglieri riceveranno la comunicazione formale scritta nelle apposite caselle entro questa mattina.


Argomento: Agricoltura: argomenti non sopra specificati

Esame ordini del giorno n. 135 presentato dai Consiglieri Porcellana Spagnuolo, Staglianò, Bresso, Vaglio, Tapparo e Majorino e n. 136 presentato dal Consigliere Marino relativi ai problemi ambientali dei Comuni di Montiglio, Montechiaro d'Asti ed altri (Valle Versa) interpellanze urgenti sul medesimo argomento presentate rispettivamente dai Consiglieri Bresso, Rivalta e Coppo, dai Consiglieri Staglianò, Miglio e Segre e dal ConsiglIere Marino


PRESIDENTE

Passiamo al punto 4) all'o.d.g. che prevede l'esame dell'ordine del giorno n. 135. A questo ordine del giorno è stato presentato un emendamento da parte del Consigliere Maggiorotti.
Sullo stesso argomento il Consigliere Marino ha presentato l'ordine del giorno n. 136. Inoltre, sono state presentate alcune Interpellanze urgenti: l'una a firma dei Consiglieri Bresso, Rivalta e Coppo, l'altra dei Consiglieri Staglianò, Miglio e Segre, infine una a firma del Consigliere Marino.
Se i Consiglieri concordano, potremmo assemblare questi documenti ai fini della discussione.
Prima di dare la parola al Consigliere Porcellana per l'illustrazione dell'ordine del giorno, saluto la numerosa delegazione della Valle Versa che è presente in aula nonché fuori del Palazzo, che invito a seguire i lavori del Consiglio in silenzio senza esprimere consensi o dissensi perch questo è quanto stabilisce il nostro Regolamento.
Ha ora la parola il Consigliere Porcellana.



PORCELLANA Francesco

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, cercherò di illustrare, per quanto possibile e per quanto sta nelle mie capacità, l'ordine del giorno presentato nei giorni scorsi a firma dei Consiglieri Spagnuolo. Staglian Bresso, Vaglio. Tapparo e Majorino. Per il rispetto che si deve agli amministratori comunali e provinciali di Asti, per la gente della Valle Versa, per le organizzazioni professionali agricole e le associazioni ambientaliste che hanno partecipato in questi mesi alla vicenda, certamente non bella, della nota discarica della Val Beronco di Montechiaro d'Asti cercherò di affrontare globalmente il problema della difesa dell'ambiente della Valle Versa.
In questa valle ridente, particolarmente dedita all'agricoltura all'allevamento del bestiame, alla viticoltura e al turismo, sono stati presentati in questi anni ben sette progetti per sette discariche.
In pochi minuti non si può fare la cronistoria di un tema così triste ed importante per la gente della Valle Versa. Cercherò di fare una breve cronistoria per giusta documentazione ai colleghi del Consiglio, agli Assessori della Giunta, al Presidente del Consiglio e agli amici qui convenuti.
Su pochi chilometri quadrati di territorio si è scatenata un'assurda concentrazione di progetti relativi a discariche e ad impianti di trattamento di rifiuti industriali, accanto alla vecchia e sempre più pericolosa discarica di Montiglio. Questa concentrazione obbliga a tener presente le conseguenze già in atto e quelle che deriverebbero dal complesso di tutte queste iniziative nel loro insieme. Iniziative che non possono essere considerate separatamente, come vorrebbero i proponenti isolando il proprio singolo progetto dal contesto territoriale. L'assalto alla Valle Versa dimostra chiaramente la mancanza di programmazione da parte delle amministrazioni competenti in quanto programmazione dovrebbe significare esaminare le possibilità di ricettività di un territorio condurre le indagini tecniche necessarie, impedire concentrazioni di richieste in siti posti a poche centinaia di metri l'uno dall'altro salvaguardare l'ambiente non come cosa astratta, ma come una simbiosi tra abitanti e territorio. Ed ecco, invece, la intollerabile realtà: Montiglio discarica di rifiuti industriali tossici e nocivi in cava Codana: 400-500 mila tonnellate di rifiuti industriali altamente pericolosi ammassati dal 1974 fino alla fine del 1985 in una cava di gesso sotterranea nella quale è continua la formazione di acque sorgive e di percolazione; formazione che obbliga ad un impiego ininterrotto di pompe per impedire il completo allagamento della cava stessa. Dopo una travagliata storia di autorizzazioni tacite o provvisorie, di sospensioni, di diffide e procedimenti penali, si è giunti alla chiusura della discarica. Sinora nessun provvedimento di bonifica, pur se richiesto più volte, è stato assunto dalla Regione, anche se consapevole del fatto che la cava non è certamente sito idoneo per racchiudere una massa così enorme di rifiuti contenenti sostanze tossiche tanto pericolose come cadmio, cromo, piombo e nichel. Solo in questi giorni, e precisamente il 22 novembre 1990 l'Assessore regionale alla tutela dell'ambiente, prof. Marcello Garino nella relazione programmatica esposta alla II Commissione ecologia, nel settore riservato alle "Bonifiche dei siti contaminati" inserisce la cava Codana di Montiglio fra i tredici siti per i quali occorre intervenire immediatamente. Va dato atto di questa scelta in senso positivo fatta dall'Assessore Garino con molta attenzione, in quanto su trecento e più siti da bonificare è stata scelta nelle prime tredici operazioni di bonifica la realtà di Montiglio. Però, accanto a queste dichiarazioni di buona volontà, di grande impegno e di solerzia che qui riconosco ai colleghi del Consiglio e devo riconoscere pubblicamente nell'impegno dell'Assessore Garino, purtroppo la Regione non dispone di fondi e, in campo nazionale, non si ha la certezza di alcun finanziamento. Sugli altri siti da bonificare non esprimo un giudizio, ma sul caso specifico della cava Codana sì. Non si tratta infatti di sistemare una discarica "selvaggia", ma una discarica che ha avuto una lunga attività nota a tutte le autorità preposte ad autorizzare e a controllare lo smaltimento dei rifiuti. Se si fosse intervenuti tempestivamente ammettendo il grave rischio a cui si andava sicuramente incontro non ci si troverebbe in questa situazione. I lunghi; dannosi ritardi sono dovuti a carenze organizzative e decisionali ed è proprio questo uno dei motivi per il quale gli abitanti della Valle Versa non ammettono che nel loro territorio possa installarsi qualsiasi progetto di discariche c/o altri impianti di smaltimento rifiuti perché l'esperienza Codana è disgraziatamente troppo chiara e tuttora aperta.
Parlavo di sette discariche, ne elenco alcune per questi famosi progetti: Cunico - compostaggio.
Nel 1989 scoppia il caso della cooperativa agricola Agricunico che richiede l'autorizzazione allo stoccaggio provvisorio e al trattamento di rifiuti speciali per produzione di compost da ubicarsi nelle stalle modello di proprietà della cooperativa stessa in regione Lesca del Comune di Cunico. La Regione respinge la domanda in quanto non è possibile riconoscere carattere agricolo all'attività di riconversione produttiva ipotizzata. Però, nel 1990, la s.r.l. Servizi Ecologici ripropone uguale progetto e presenta domanda in Regione per ottenere l'autorizzazione per la produzione di compost nelle stalle "Agricunico". La pratica è ferma presso l'Assessorato regionale all'ambiente dal settembre 1990. Da notare che l'impianto dovrebbe ricevere 50.000 metri cubi all'anno di rifiuti speciali e fanghi di depurazione.
Montechiaro - Bariello.
Discarica rifiuti solidi urbani. Tale progetto prevede l'utilizzo di un'area ad alta vocazione tartufigena per la realizzazione di una discarica per rifiuti provenienti da altre province. Progetto bocciato dalla Provincia di Asti, ma non del tutto accantonato in quanto il proponente ha presentato ricorso al TAR di cui si attende l'esito.
Montechiaro - S. Nazario.
Nel 1988 viene presentata domanda per ottenere l'approvazione di un progetto per l'allestimento e l'esercizio di stoccaggio definitivo di residui di lavorazione industriale da ubicarsi in regione Reale di Montechiaro a poche decine di metri dall'insigne monumento della chiesa di S. Nazario. La discarica avrebbe una capacità di 100.000 metri cubi. La stessa ditta chiede, contemporaneamente, di poter installare nella vicina ex fornace di laterizi un impianto per la frantumazione, cernita e recupero di residui di fonderia di alluminio. La domanda viene respinta, ma il TAR Piemonte annulla la deliberazione regionale di diniego all'autorizzazione in quanto viene rilevata una "insufficiente letture dei documenti prodotti dalla società ricorrente". Si è in attesa di una decisione da parte del Consiglio di Stato, Passiamo al tema più impegnativo, che vede tanti amici oggi qui convenuti ai lavori del Consiglio regionale, che riguarda la discarica di Montechiaro - Beronco.
Nel gennaio 1990 la s.r.l. Energest avanza alla Regione una unica domanda per ottenere l'autorizzazione per: un impianto di trattamento reflui industriali con la potenzialità da 24.000 a 87.600 metri cubi all'anno una discarica di rifiuti industriali speciali e tossico-nocivi.
Reputo l'impianto e la discarica due entità nettamente separate operativamente, anche se insistenti sulla stessa area di proprietà Energest. Infatti, l'impianto reflui ha una specificità ed indipendenza dalla discarica, trattando rifiuti in conto terzi nonché una durata a tempo indeterminato.
Per quanto riguarda il capitolo delle manchevolezze, degli inconvenienti e dei rischi, assai numerosi e gravi, dovrei fare una lunga enumerazione tecnica. Tali osservazioni sono comunque riportate nella documentazione dalla quale risulta chiaramente che i dati sono stati tratti da documenti ufficiali, tra cui la deliberazione della Giunta regionale del 10 aprile 1990.
Mi permetto solamente di citare un commento, secondo me veramente illuminante, tratto dallo studio effettuato dai proff. Specchia, Conti e Chiampo del Politecnico di Torino, su incarico del Comune di Montechiaro.
Al paragrafo 3.2. "Analisi del rischio" in riferimento ad una specifica carenza riscontrata nell'impianto trattamento reflui si afferma: "Questa è sicuramente una carenza molto grave della progettazione in vista di una sorta di sicurezza intrinseca di cui vorrebbe fregiarsi l'impianto" Ritengo ora importante esporre alcune considerazioni sull'argomento per poi avviarmi alle conclusioni.
Sullo studio di impatto ambientale presentato dall'Energest è indispensabile evidenziare il fatto che la Valutazione di Impatto Ambientale relativa ai progetti Energest presenta carenze non solo formali ma anche sostanziali.
E' incontrovertibile che in una Valutazione di Impatto Ambientale per quanto riguarda specifici parametri ambientali la mancanza di dati (o la disponibilità di dati riferiti ad altre località, dei quali la stessa relazione Energest riconosce la non applicabilità) non possa assolutamente consentire una corretta valutazione.
D proponente Energest, trovandosi in condizione di carenze di dati deve rilevarli direttamente con campagne di rilevazione e monitoraggio sviluppantesi in un congruo arco temporale.
Ecco alcuni esempi: mancanza di proposte alternative al sito prescelto. Il sito Beronco di Montechiaro appare individuato in quanto già di proprietà dei proponenti. Le valutazioni, i punteggi e le stime espresse su tale sito perdono di significatività non essendo possibile un confronto sui parametri adottati.
Portata del torrente Versa e sue caratteristiche. Proprio per la ragione che il Versa ha una portata modesta e presenta lunghi periodi di secca, occorreva uno studio accurato prima di poter affermare la possibilità per il torrente di ricevere gli scarichi Energest senza conseguenze. Non c'è acqua, è una valle che soffre di siccità, soprattutto negli ultimi anni, quindi non possiamo permetterci di riversare quintali o tonnellate di scarichi in un rio senza acqua.
Traffico veicolare. In progetto vengono Indicati itinerari di accesso assolutamente inidonei al traffico pesante. Basterebbe citare la strada provinciale n. 29 Calliano-Montemagno, che presenta strettoie tra le case tali da rendere difficoltoso l'incrocio persino alle autovetture! Si tratta di strade strette con molte curve che, in presenza di una serie continua di camion, nelle ore diurne e notturne, non permettono una viabilità sicura.
Manca inoltre uno studio sulla vicinanza ad aree o discariche da bonificare e sulla presenza sul territorio di altri progetti in corso per attività di smaltimento rifiuti.
Paesaggio e ripristino ambientale. Gli unici impatti positivi segnalati, cioè quelli su paesaggio, flora e fauna, non sono certo conseguenti all'attività di discarica in quanto il ripristino ambientale della cava di argilla Beronco è comunque progettato fin dall'inizio dell'attività estrattiva ed è obbligatorio per legge (L.R. n.69/78).
La valutazione degli impatti ambientali non era dunque da effettuare tra la condizione attuale con cava in esercizio e la situazione finale a discarica esaurita, ma andava eseguita tra i due progetti di ripristino quello prescritto secondo le indicazioni dell'Assessorato regionale alle cave e il progetto Energest.
In sostanza, ammessa l'equivalenza dei due progetti, l'impatto dell'operazione Energest sul comparto paesaggistico e dell'ecosistema locale risulterebbe sicuramente negativo, dal momento che procrastina di oltre sette anni il recupero ambientale dell'area di cava! Per quanto riguarda invece l'impatto con le attività socio-economiche va rilevato come la relazione abbia minimizzato l'importanza di tutta la zona e in modo particolare della valletta prescelta per l'impianto di smaltimento, per quanto riguarda la produzione naturale di tartufi.
Tale zona, chiamata "Grande bosco", è considerata tra le più favorevoli per lo sviluppo dei tartufi, al punto da essere annoverata tra le migliori se non la migliore in assoluto, in Italia. La realizzazione dell'intervento proposto, parimenti a quanto avverrebbe per gli altri progettati in Alta Valle Versa, produrrà sicuramente un'azione depressiva su questa specifica e pregiata produzione, fonte principale di reddito per una significativa fascia della popolazione locale, vanificando i diversi interventi regionali di incentivo e tutela. Non dobbiamo però dimenticare gli allevamenti zootecnici e la viticoltura.
Da non dimenticare inoltre che l'impianto Energest andrà ad incidere sui terreni di fondovalle, ad alta fertilità.
Stupisce infine che si possa dichiarare che nelle analisi di previsione gli impatti ambientali siano da ritenere complessivamente positivi in base ad affermazioni - non documentate e non analizzate - di natura sociale ed occupazionale che non tengono conto, fra l'altro, delle conseguenze negative derivanti in tali campi dall'intervento Energest, come ad esempio il deprezzamento dei terreni, dei fabbricati e delle produzioni agricole e i seri rischi per la salute umana.
In conclusione, interpretando il pensiero di coloro che in questi mesi e in questi anni ho avuto il piacere di incontrare, nei recenti Incontri con l'Ufficio di Presidenza e i Capigruppo, a livello provinciale e a livello zonale, gli abitanti della Valle Versa, con grande serietà, dicono no al progetto, dicono no ai sette progetti! Le conclusioni dell'ordine del giorno sono di grande attenzione ai nostri amici, Presidente della Giunta e Assessori della Regione Piemonte perché concludiamo con il nostro ordine del giorno dicendo che invitiamo a "'riconsiderare i progetti proposti dalla, società Energest a Montechiaro d'Asti al fine di non autorizzare i progetti stessi e gli altri in fase autorizzativa e si provveda al più presto alla bonifica ambientale del sito di Montiglio".
Queste sono le considerazioni che si sono raccolte dagli amministratori e dalla gente, proprio perché credo che la battaglia che facciamo comunemente in questo Consiglio, con l'opinione pubblica, presente o assente, significhi salvare l'economia di una zona, significhi aiutare la Provincia di Asti a non essere una Provincia di serie B accanto a quella di Torino di serie A.



(Applausi del pubblico presente nelle tribune)



PRESIDENTE

Il Consigliere Porcellana ha illustrato l'ordine del giorno a nome di tutti i proponenti. Il Consigliere Marino, presentatore dell'ordine del giorno n. 136, sostanzialmente analogo, chiede la parola. Ne ha facoltà.



MARINO Massimo

La gran parte delle cose che si potevano dire sull'argomento sono state dette dal Consigliere Porcellana, quindi sottolineerò soltanto alcuni aspetti specifici di questa situazione che, invece, il Consigliere Porcellana non ha, a mio parere, illustrato con la necessaria ampiezza. In particolare una questione e cioè che la Valle Versa credo sia l'esempio più significativo di come negli ultimissimi anni la gestione e i programmi di smaltimento rifiuti nella Regione Piemonte abbiano vissuto sulla base ritengo, di pressioni e di iniziative esterne rispetto alle quali il Consiglio regionale si è mostrato debole, incapace di esprimere una progettualità, in questo caso una progettualità di lungo periodo, che permettesse di risolvere l'emergenza rifiuti in termini corretti ed accettabili dalle popolazioni locali.
Il dato di fondo - la Valle Versa lo indica - è l'assoluto scollegamento fra i progetti e le proposte, che è vero che vengono fatti da privati, ma che comunque vanno avanti, e il territorio su cui queste proposte agiscono, cioè la Valle Versa non è un bacino di attività produttive, di presenza di grandi comuni, che in qualche modo giustifica progetti di questo tipo. Eppure, questi progetti vengono presentati e vanno avanti! La seconda specificità di questa questione è il fatto che, malgrado le proposte fatte dai privati, un ordine del giorno votato un anno fa dal Consiglio regionale, una proposta di valutazione di impatto ambientale su cui il Ministro Ruffolo, a distanza di un anno, sembrerebbe che si stia orientando a dare qualche risposta e non particolarmente bella verifichiamo che all'interno dell'iniziativa Energest ci sta in qualche modo anche la Regione Piemonte attraverso la Finpiemonte.
Chiedo una chiarificazione su questo aspetto e colgo l'occasione per segnalare un'esigenza che credo non sia solo mia, ma anche di molti altri Gruppi e Consiglieri, cioè che la Finpiemonte e i nuovi amministratori della Finpiemonte dovrebbero in qualche modo e con urgenza confrontarsi con il Consiglio regionale, con i Capigruppo, con la Commissione consiliare competente, che si trovi rapidamente una sede nella quale la Finpiemonte se ha delle proposte, delle opinioni, delle idee, le esprima al Consiglio regionale e il Consiglio regionale da una parte, la Giunta dall'altra ognuno per quello che riguarda le proprie competenze, indichi alla Finpiemonte, visto che ha qualcosa a che fare con la Regione, quali sono i progetti, le idee, le iniziative o le proposte che la Regione Piemonte ha rispetto ad un ente così importante come la Finpiemonte.
La terza questione che sottolineo è l'assoluta mancanza di rapporto tra il progetto di realizzare una discarica di seconda categoria B da 520.000 metri cubi e un impianto di trattamento di acque reflue. Non si capisce assolutamente quale sia il rapporto tra queste due cose, se non il fatto che un privato, una ditta che ha sicuramente un ruolo che conta, che è una potenza, che ha la capacità di influire sulle scelte regionali, approfitta di una certa situazione per imporre due progetti che non hanno alcun rapporto particolare l'uno con l'altro. Infatti, l'impianto di trattamento acque reflue non è l'impianto di trattamento dei reflui che, eventualmente si possono aspirare per mezzo di pompe dalla discarica. Trovo molto singolare una situazione di questo tipo; peraltro, non è neppure precisato qual è il reale dimensionamento operativo di questo impianto di trattamento di acque reflue che non è cosa secondaria: è di 24.000 metri cubi o di 80.000 metri cubi all'anno? Concludo spiegando le differenze fra i due ordini del giorno che come molti dei presenti sanno sono uguali per 50/60 righe, cambiano in un piccolo particolare che non è secondario.
L'ordine del giorno, del quale peraltro non ero a conoscenza quando ho presentato il mio - ci tengo a precisarlo - dei Consiglieri Porcellana Spagnuolo, Staglianò, Bresso e Vaglio, si conclude dicendo: "rinnova l'invito alla Giunta regionale affinché riconsideri i progetti". L'ordine del giorno presentato da me, che è poi ripreso dalla proposta di ordine del giorno dei cittadini della Valle Versa, dice: "impegna la Giunta regionale affinché non autorizzi gli impianti".
Su un argomento come questo, in una situazione in cui è possibile che domani mattina leggiamo sui giornali che per il Ministro Ruffolo quel tipo di progetto va bene, credo che il Consiglio regionale dovrebbe usare delle parole adeguate alla situazione politica di cui stiamo discutendo, perch si tratta di una questione politica! Penso che il Consiglio regionale non debba rinnovare l'invito alla Giunta affinché riconsideri, perché è già stato votato un ordine del giorno un anno fa dal Consiglio regionale.
Il Consiglio deve dire che impegna la Giunta a non autorizzare, a non accettare, per quanto di sua competenza, quel tipo di progetto o meglio progetti in una situazione particolare come quella della Valle Versa.
Dopodiché troviamo le paroline giuste, però credo che il significato politico non sfugga a nessuno, cioè non è oggi il momento in cui si possa non dico prendere in giro perché non è la parola corretta e lo so bene però questo Consiglio, su questa questione, deve esprimere una posizione estremamente chiara per evitare che domani si debba fare i conti con quanto leggeremo sui giornali e ancora una volta arrivare alla constatazione che questo Consiglio regionale, alla fine, come accade spesso, viene bypassato da altri progetti, da altre proposte e altre opinioni politiche.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Garino.



GARINO Marcello, Assessore all'ambiente

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, cercherò di districarmi tra le varie questioni che sono state poste e non soltanto questa mattina perch come già annunciato dal nostro Presidente, oltre all'ordine del giorno che è stato presentato per primo, al quale è stato proposto un emendamento da parte del Consigliere Maggiorotti, c'è un successivo ordine del giorno del Consigliere Marino. Si coglie inoltre l'occasione per rispondere alle interrogazioni dei Consiglieri Staglianò, Miglio e Segre, del Consigliere Marino, dei Consiglieri Bresso. Rivalta e Coppo. Non posso tacere che in via formale od informale altri Consiglieri hanno posto all'attenzione dell'Assessorato ambiente in particolare e della Giunta questa questione ancora prima. Mi riferisco al Consigliere Rossa, al Consigliere Porcellana al Presidente del Consiglio regionale ed anche al Consigliere Zacchera, il quale, pur non avendo in allora presentato un'interrogazione, aveva per scelto la via breve e molto spigliata, di informare, attraverso una lettera, l'Assessore dei dubbi sul problema in oggetto ed anche di alcune richieste riguardanti lo studio di bonifica della SNAM Progetti: a che punto era l'interminabile elenco dei siti da bonificare ed infine il problema specifico dell'Energest. Il Consigliere Zacchera si rendeva conto che l'Assessorato è oberato di problemi, ma riteneva importante che la Regione desse una risposta chiara alle comprensibili preoccupazioni della zona.
A questi documenti che sono pervenuti in Assessorato in questo periodo in buona parte, è già stata data risposta in altre sedi, ma è utile riassumerli oggi per un dibattito più completo.
Ringrazio il Consigliere Porcellana per la storia che ha tracciato che per molti di noi è ben conosciuta, particolarmente coloro che fanno parte della II Commissione; per altri, si tratta non certo di un nuovo argomento ma di un approfondimento assolutamente necessario. Ebbene, da tutta questa vicenda ho cercato di enucleare almeno tre ordini di problemi che vengono alla luce proprio dalle interrogazioni presentate e dagli ordini del giorno che concretizzano la volontà espressa dai Consiglieri. Cercherò di procedere con ordine, per quanto è possibile. Devo dire, per intanto, che oltre a tutti i documenti che ho prima citato, c'è stata una serie di consultazioni e di incontri che la mia stessa persona ha avuto con rappresentanti, ora sollecitato da un Consigliere, ora dall'altro, e di diverse sensibilità politiche. Ricordo, per esempio, che il primo incontro che io ebbi con il Comitato Valle Versa fu il 19 dicembre 1990 proprio qui in Consiglio, ed avemmo allora l'occasione di parlare sia dei problemi relativi alla Cava Codana sia dei problemi relativi a tutte le richieste di autorizzazione agli impianti nella piccola-grande Valle Versa, così fu chiamata proprio in quella sede. Ebbi anche occasione di dibattere la questione in una trasmissione televisiva sempre con il Comitato Ambiente Valle Versa e poi ultimamente, il 4 marzo 1991, ebbi un incontro con l'Ufficio di Presidenza del Consiglio insieme ai Capigruppo, si Sindaci e ai rappresentanti del Comitato, perché ancora una volta essi volevano evidenziare le loro ragioni che portavano ad una esclusione di tutti o di alcuni di questi interventi e comunque a rafforzare, anche con nuove relazioni, la loro posizione.
Credo di dover ripetere alcune cose che ebbi modo di dire allora aggiungendone altre in questo momento Partirò dalla Cava Codana per distinguere quindi gli argomenti.
E' utile che si conosca la situazione, e buona parte del Consiglio la conosce, perché, rispondendo ad alcune interrogazioni avevo già avuto modo di informare i colleghi Consiglieri della situazione che io ritengo la più grave esistente in Piemonte e, purtroppo, non solo in Piemonte.
L'Assessorato da me diretto ha censito in Piemonte 317 siti contaminati che sono a volte dei bidoni lasciati da qualche parte, altre volte sono sversamenti nel terreno, parlo di rifiuti tossico-nocivi intendiamoci, con pericoli per la salute pubblica che sono sotto gli occhi di tutti; 317 siti sono molti, non tutti sono di grandi dimensioni, ma certamente tutti pericolosi. Nessuno dei Sindaci che si è recato presso il mio Assessorato (c'è stata una coda interminabile di amministratori sensibili a questi problemi) si sente di dire che altre sono le priorità. Chi vive questa situazione di siti contaminati dice che questa è la vera emergenza e che la Regione deve intervenire nel proprio Comune per primo. E' comprensibile, la Regione però dovrà farsi carico di un problema molto difficile di scelte prioritarie che non attengono tanto a quanto un Assessore o una Giunta regionale può pensare, bensì a problemi strettamente tecnici di pericolosità che ci vengono segnalati dagli uffici di Igiene Pubblica e, in qualche caso, anche dalla Magistratura. Il Presidente Brizio si è trovato con me a due riunioni su questo problema nel corso delle quali ci sono stati segnalati dei casi non soltanto dagli amministratori, ma anche dai cittadini. E' una situazione, colleghi Consiglieri, di una gravità eccezionale, scontiamo quarant'anni di ritardo e purtroppo non siamo i soli. L'intero pianeta purtroppo sopporta una situazione di questo genere per l'Italia forse è più grave perché abbiamo una popolazione consistente su un territorio abbastanza ristretto. E' sufficiente pensare che la Francia ha gli stessi problemi nostri, ma con da medesima popolazione e il doppio di territorio. Negli Stati Uniti d'America in questi giorni si sta svolgendo, a San Diego in California, una importantissima Conferenza internazionale sui metodi per disinquinare e bonificare questi terreni.
Negli Stati Uniti d'America la maggior spesa dell'EPA, l'ente che si occupa di questi problemi, è dedicata in questo momento alle bonifiche del terreno. Qual è la situazione in Piemonte di fronte a 317 bombe ecologiche che ci troviamo dopo quarant'anni di dimenticanza? Già nel passato era stato formulato un ordine di priorità, che indicava quattro bonifiche tra le più grandi e gravi: quelle di Salmour, Pomaro, Santhià e Orbassano Fraschei. Sempre nel passato, prima ancora che questa Giunta si insediasse c'era stata la possibilità teorica e comunque ventilata dal Ministero dell'Ambiente e dalla Protezione Civile di avere un finanziamento atto ad avviare queste bonifiche del costo in allora preventivato di almeno 13 miliardi. Ad oggi, questi 13 miliardi non sono ancora giunti, non c'è una lira! Non solo, ma di fronte al fatto che i siti erano stati censiti, e di fronte al fatto che il Ministero dell'Ambiente aveva richiesto alle Regioni italiane di cominciare ad attivarsi per formulare dei veri e propri piani di bonifica, la Regione Piemonte aveva affidato alla SNAM Progetti lo studio di tredici di queste aree, Cava Codana compresa, perché ci fosse un primo studio di fattibilità, una enunciazione per quanto riguardava i necessari interventi economici. Questo piano SNAM che la Regione ha fatto predisporre, e che è terminato - posso dare la notizia che è già stato approvato non soltanto dal mio Assessorato, ma anche dal CROP, quindi andrà presto in Giunta per giungere poi alla Commissione e al Consiglio - prevede una spesa minima di 117 miliardi più IVA, il che significherà avere una necessità di fondi di oltre 145/150 miliardi per bonificare tredici siti.
Questo è quanto ha fatto la Regione. Ma ha fatto di più. E' bastato l'invito del Ministero dell'Ambiente, in allora, perché la Regione si muovesse, non aspettasse il finanziamento statale, anticipando i690 milioni necessari alla realizzazione di questo piano; il piano quindi è pronto.
Sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica del 4 marzo è pubblicato il decreto 30/12/ 1989, con il quale il Ministero dell'Ambiente concede il finanziamento alle Regioni e alle Province autonome di Trento e Bolzano per la redazione dei piani di bonifica; invita le Regioni a predisporre i piani e concede loro il 50% delle spese necessarie. Il decreto chiede inoltre alla Regione di comunicare al Ministero l'avvenuto inizio del lavoro di censimento; la Regione Piemonte non soltanto può comunicare di avere iniziato i lavori, ma può già comunicare di aver terminato questo lavoro. E ancora una volta, credo, la nostra Regione si pone come prima in Italia per quanto riguarda lo studio e la redazione del piano di bonifica.
Quali sono però le possibilità operative di fronte a questo? O l'emergenza ambiente, in Italia e in Europa - e dirò perché anche l'Europa viene affrontata come tale, oppure sarà molto difficile, anzi impossibile produrre finanziamenti a questo fine. Mi pare che la Giunta regionale e anche il Consiglio, che ha approvato il bilancio '91, siano assolutamente d'accordo con l'affermazione che io ebbi a fare, cioè che questa fosse la vera emergenza a fronte purtroppo delle scarse risorse regionali. Nella legge finanziaria che accompagna il bilancio '91, l'Assessorato, la Giunta e il Consiglio - anche coloro che non hanno approvato per altre ragioni il bilancio - hanno sottolineato l'importanza delle bonifiche, e sanno che la scelta prioritaria di questa Regione, con le sue scarse risorse disponibili, è stata proprio quella delle bonifiche. Per cui nel 1992, pur in una condizione quasi disastrosa di finanze per l'ambiente, avremo a disposizione 8 miliardi, che sono assai poca cosa, ma danno un segnale importante, perché si vuole intervenire in questa situazione; in secondo luogo si comincia a concretare le idee, e non soltanto quindi a fare dei discorsi.
Questo per quanto riguarda la bonifica dei siti, ivi compresa quindi Cava Codana. Purtroppo, non posso promettere - anche perché sono uso promettere ciò che posso mantenere e in questo caso non lo posso fare alcunché per quanto riguarda finanziamenti e tempi relativamente alla bonifica della Cava Codana, stante la situazione oggettiva, reale e molto difficile che ho descritto. Vorrei fornire motivi di speranza ma quando non ce n'è è utile che si sappiano le cose come stanno.
Dicevo della Comunità Europea. Proprio un'ora fa ho letto un comunicato ANSA che dà notizia di un intervento estremamente importante dei Ministri dell'Ambiente della Comunità Europea e di una dichiarazione del Ministro Ruffolo: anche su pressione del Ministro Italiano, che ha condotto per sei mesi la presidenza di questo settore dovrebbero essere stanziati dei fondi particolari per la depurazione delle acque; si parla di 60.000 miliardi nella Comunità Europea. Certo non sono le bonifiche, però quando si inizia a fare l'eccezione ambiente - e in questo caso sulla depurazione acque - è pensabile, comunque sperabile, che altri problemi di più grande rilevanza possano essere affrontati, quali quelli delle bonifiche.
Per ulteriori informazioni dirò che da contatti avuti con amici che operano all'estero, il problema, se è grave per la Comunità Europea, così come essa era, è diventato ancora più grave dopo la caduta del muro di Berlino. In altre parole - credo che molti Consiglieri sappiano - molte sostanze tossico-nocive venivano portate dai Paesi membri della Comunità Europea nella Repubblica Democratica tedesca in passato. Qualcuno si era illuso che in quel paese ci fossero tecnologie avanzate per trattare questi tossico-nocivi; si è scoperto, dopo la caduta del muro, che normalmente questi rifiuti venivano semplicemente sversati nelle campagne, di qui l'interesse della Germania non soltanto di chiedere la deroga ai limiti CEE che dovevano entrare in vigore, ma anche massicci interventi, perché possa essere bonificato un amplissimo territorio della ex DDR. la parte orientale della Germania. Di qui, anche la consapevolezza di Paesi che erano più avanti di noi in questo campo a riconsiderare le posizioni, a valutare effettivamente i problemi e fare in modo che la Comunità Europea possa incidere positivamente e massicciamente, in un campo che, per quanto mi riguarda, è certamente il più grave che stiamo vivendo.
L'impegno, credo sia stato dimostrato ampiamente, non manca. I pochi fondi a disposizione, anche sulla base dell'ordine del giorno votato in Commissione e in Consiglio, sono stati posti in bilancio; vedremo che cosa si potrà fare a partire dall'1 gennaio 1992 quando almeno la certezza di 9 miliardi ci sarà.
Per quanto riguarda invece gli ordini del giorno, mi permetteranno i Consiglieri di distinguere in due punti questi documenti. E' già stato rilevato prima che gli ordini del giorno in qualche modo si assomigliano ma nell'ultima parte essi divergono.
Mi si permetta di affrontare la questione anche sulla base di alcuni principi, secondo me non derogabili. Mi scuso con i Consiglieri di andare ben oltre il problema della Valle Versa, ma esistono questioni di principio alle quali occorre attenersi, quelle che Norberto Bobbio chiama le regole del gioco. E lui, che ama giocare a scopa, dice: "cinque e due si prendono con il sette; cinque e due non si possono prendere con il sei, neanche se è di denari". Come può accadere che un impianto, comunque denominato e non mi soffermo adesso sulla Valle Versa, possa essere in qualche modo approvato o non approvato o denegato in un'assemblea? Questa è la questione. Credo che non si possa in una assemblea elettiva, quindi saltando tutti i passaggi tecnico-scientifici di autorizzazione e di legge che esistano, sic et simpliciter approvare o non approvare un progetto. Se fosse così andremmo incontro a gravi difficoltà per il futuro. E' una tentazione plebiscitaria che sarebbe rivelatrice di una cultura assemblearistica che non accetta nel profondo i principi della democrazia rappresentativa e di subordinazione dei procedimenti amministrativi alla legge e quindi l'incertezza della sede e delle regole in base alle quali vengono assunte le decisioni amministrative.
Importante a questo proposito è la recentissima legge n. 241 approvata dallo Stato. In questa legge è codificata, agli artt. 7, 8 e 9, la facoltà per i portatori di interessi diffusi di partecipare al procedimento instaurando con l'amministrazione un contraddittorio pieno, che è dunque un procedimento di tipo semicontenzioso nel quale possono essere rappresentati gli elementi di fatto tecnico-scientifici attinenti alla localizzazione o all'attività di una certa impresa che dimostrino la non rispondenza di essa alla legge e a norme amministrative. E' nell'ambito degli ordinari procedimenti di verifica tecnica della situazione dei luoghi e degli impianti che si possono contestare ad esempio, purché su base rigorosamente scientifica, le conclusioni di perizie, indagini, accertamenti, condotti da organi, amministrativi.
Di qui emerge una connotazione essenziale delle normative che disciplinano quasi tutti gli aspetti dell'incidenza delle attività industriali sul territorio (ambiente) e della sicurezza (salute). Le decisioni e i provvedimenti amministrativi sono quasi sempre fondati su giudizi e quindi procedimenti di accertamento tecnico-scientifici; è un fattore di relativa oggettività delle decisioni. Nel diritto amministrativo esiste un concetto per qualificare procedimenti del genere, quello di discrezionalità tecnica, quando la scelta amministrativa si fonda sulle risultanze di giudizi tecnici. E' stato giustamente osservato che anche l'oggettività tecnica in assoluto non esiste e che sono spesso mal definibili i confini fra discrezionalità tecnica e discrezionalità della decisione amministrativa in senso stretto. Ma non c'è dubbio che nei procedimenti di cui ci occupiamo vi sia quanto meno un ancoraggio a valutazioni tecnico-scientifiche alle quali l'autorità decidente è vincolata, aggiungendo che mediante il contraddittorio devono essere oggetto della valutazione di chi deve provvedere anche perizie o analisi di parte e di dare conto nella motivazione, a pena di delegittimità.
Credo che questa sia la via maestra per "spoliticizzare" le vicende inerenti ai rapporti tra l'industria e l'ambiente riconducendole all'oggettività tecnico-scientifica delle situazioni reali nell'alveo delle procedure amministrative dello Stato democratico che consentono l'acquisizione di tutti gli interessi legittimi in gioco. Ciò - è chiaro non esclude, anzi privilegia ed esalta l'apporto degli enti locali, delle forze organizzate, delle associazioni. Tanto è vero che la stessa legge n.
241 all'art. 9 recita: "Qualunque soggetto portatore di interessi pubblici o privati, nonché i portatori di interessi diffusi costituiti in associazioni o comitati, cui possa derivare un pregiudizio dal provvedimento, hanno facoltà di intervenire nel procedimento". Che cosa traggo dalle cose che ho detto? Che secondo me non è ammissibile che in un'assemblea elettiva si tenti in qualche modo di precostituire la decisione su un provvedimento che è in itinere e che deve essere studiato a fondo, ripeto attraverso lo pseudo - contenzioso, se si vuole, o comunque con ragioni tecniche opposte. Questo per quanto riguarda i principi.
Diverso mi pare invece il caso in oggetto. Il 20 marzo 1990 il Consiglio regionale approvava un ordine del giorno che invitava la Giunta a considerare con molta attenzione il progetto Energest. Venti giorni dopo la Giunta precedente, non accogliendo quel voto che pure era stato formulato dal Consiglio, approvava il progetto Energest stesso e successivamente, veniva svolta l'indagine per la valutazione di impatto ambientale ed inviata al Ministero per il conseguente parere di valutazione di impatto ambientale.
Alcuni giornali dell'Astigiano hanno pub-blicato, li ho letti anch'io poi sono stato informato dalla gentilezza e cortesia del Comitato dei Sindaci della Valle Versa, che questo parere sarebbe stato positivo.
Immediatamente ho inviato una lettera al Ministro dell'Ambiente per conoscere quale era la posizione e, soprattutto, per conoscere lo stato dei fatti, ma a tutt'oggi nessuna risposta è giunta né di parere favorevole n di parere contrario. Nella riunione tenuta presso l'Ufficio di Presidenza con i Capigruppo avevo informato gli interessati che questa era la situazione, lo stato dell'arte - come oggi si usa dire - e che quindi avremmo atteso la valutazione di impatto ambientale del Ministero.
Comunque, mi ero impegnato, cosa che confermo qui oggi a nome della Giunta a non assumere alcuna decisione prima di avere informato e consultato le popolazioni interessate, naturalmente attraverso i Sindaci ed il Comitato costituito.
Nel frattempo però sono giunti altri documenti, di cui mi pare si debba giustamente tenere conto. Il primo è un ordine del giorno votato all'unanimità dal Consiglio provinciale di Asti, nel quale si impegna a sviluppare, in base alle risultanze della valutazione di impatto ambientale, un confronto allargato con le autorità, gli enti e le forze pubbliche ed economiche interessate che tenga conto dell'intera complessa vicenda ecologica incombente sulla Valle Versa, dopo avere detto un chiaro no ad progetto Energest. Questo documento credo sia stato approvato il 15 febbraio 1991.
Il secondo è l'ordine del giorno oggi in discussione. Vista la situazione piuttosto complessa e - se mi si permette - contraddittoria della vicenda Energest a partire dal precedente ordine del giorno del Consiglio e dalla susseguente approvazione da parte della Regione, nonch poi dalla reiterazione dei pareri dell'amministrazione provinciale, dei Sindaci che abbiamo ricevuto e del Comitato Ambiente Valle Versa e soprattutto anche in considerazione che questa Giunta non ha mai ufficialmente affrontato il problema - dico ufficialmente perché il Presidente Brizio mi è testimone, più volte in Giunta si è parlato di questa questione, anche perché è buon uso che gli Assessori non lavorino per camere stagne o per Ministeri separati - e quindi ufficialmente non ha mai assunto alcuna posizione sull'Energest, proprio perché occorre aspettare la valutazione di impatto ambientale del Ministero; mi pare giusto e corretto accettare l'invito esteso alla Giunta regionale da parte dei Consiglieri Porcellana, Spagnuolo, Staglianò, Bresso, Vaglio, Tapparo e Majorino. Mentre per le ragioni che ho detto prima, e mi spiace, non potendo derogare da principi che non possiamo sottacere, non posso e non credo di poter accettare anche a nome della Giunta l'impegno assoluto a fare in modo che qui si concedano o non concedano autorizzazioni, non tanto per la questione in oggetto, perché mi pare che le relazioni tecniche fatte e i giudizi espressi non solo dal Comitato e dall'amministrazione provinciale, ma anche dai Sindaci e dallo stesso Consiglio regionale indichino che la verifica che la Giunta regionale farà, che il sottoscritto farà, sarà tra le più severe per giungere ad una soluzione di questo problema che non sia in contrasto con le volontà delle popolazioni. Per il fatto che si tratta di una materia così difficile e delicata che riguarda niente meno che lo sviluppo del nostro Piemonte, non è possibile accettare che in un'assemblea si decida o no l'approvazione di un progetto di smaltimento rifiuti o, comunque, di un progetto di questo genere. Mentre invece, per quanto riguarda la questione posta dal Consigliere Maggiorotti attraverso l'emendamento che dice: "impegna la Giunta a valutare con l'ausilio delle necessarie consulenze giuridiche la possibilità di perseguire le aziende di singoli responsabili dell'inquinamento verificato presso la Cava Codana, anche per evitare che l'onere economico della bonifica di questo sito venga integralmente assunto nell'ambito del bilancio di questo Consiglio e più in generale dei contribuenti", credo che debba essere accettato, perché chi inquina paga, e se qualcuno ha inquinato in modo da commettere qualche reato deve assolutamente pagare.
Mi scuso con il Consiglio perché certamente non avrò risposto a tutto in buona sostanza mi pare però di aver risposto al problema della Cava Codana, svolgendo una relazione trasparente. La valutazione e la riconsiderazione di questi problemi certamente le faremo.
Ultimo punto. In alcune delle Interrogazioni è stato fatto cenno non soltanto alla questione Energest, ma anche ad altri impian-ti. Informo il Consiglio che, in data di ieri, la Giunta ha emesso provvedimento di diniego per l'impianto di smaltimento di rifiuti speciali per la produzione di compost da ubicarsi in Cunico, in provincia di Asti. Era uno dei progetti che erano stati posti alla discussione di questo Consiglio nelle varie interrogazioni.
Resto ovviamente a disposizione per ulteriori informazioni.



PRESIDENTE

Ringrazio l'Assessore Garino per il suo intervento estremamente complesso e ampio nonché, devo dire, per le conclusioni.
Il dibattito è aperto.
Ha chiesto la parola il Consigliere Tapparo. Ne ha facoltà.



TAPPARO Giancarlo

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, la discussione di oggi è l'elemento di un ampio processo decisionale che, nella scorsa legislatura si era sviluppato nella sua seconda parte per definire il piano generale dello smaltimento dei rifiuti, la legge relativa alle modalità di svolgimento, le caratteristiche e la composizione dei partecipanti alle conferenze e altri principi guida, per quanto riguarda uno dei problemi centrali e cruciali della nostra epoca che è quello dello smaltimento dei rifiuti sia urbani che industriali.
Nell'intervento dell'Assessore colgo la preoccupazione che la complessa procedura per l'individuazione dei siti, naturalmente numerosi in una Regione industrializzata di grandi dimensioni come il Piemonte, debba in qualche misura sottostare ad una specie di conferenza indicata da un ordine del giorno. Tuttavia, devo dire che questo può non avvenire quando l'assemblea ha la convinzione e sente con estrema precisione che quanto elabora, per esempio il piano di smaltimento dei rifiuti, quanto stabilisce, per esempio con la produzione legislativa in materia, quanto indica, ad esempio sul ruolo degli enti strumentali o degli enti partecipati, ha poi una precisa e puntuale pratica all'interno degli atti amministrativi, anche di alta amministrazione. Il timore o la necessità di ricorrere a strumenti che potrebbero essere non necessari come il caso dell'ordine del giorno, deriva proprio da una non perfetta correlazione tra l'operatività decisionale della Regione e poi l'attuazione pratica che se ne vede orientata. E' lo stesso rischio che correrà la legge di riforma delle autonomie locali, la n. 142: si dà alle Giunte un grande potere per evitare di perdere molto tempo, ma questo ha un senso solo se le decisioni alte e forti dei Consigli comunali saranno una guida e un riferimento ad ogni comportamento all'interno dei governi locali, altrimenti salterà tutto il meccanismo.
Anche nel caso dei rifiuti potrebbe saltare: sappiamo che uno dei grossi limiti é dato dall'individuazione dei siti, cioè dei luoghi dove collocare degli impianti di smaltimento dei rifiuti sia urbani che industriali ed é saltato il meccanismo di governo di questo processo per cui oggi in qualche misura spesso ci si lancia con casualità sulle opportunità che vengono presentate. E' un limite della nostra produzione di piano e forse anche legislativa di lasciare la casualità del privato troppo poco guidato da un processo di programmazione nel presentare alla procedura di verifica per l'approvazione di un sito quella che é data dall'opportunità, che é l'aver acquistato una vecchia cava, l'aver visto una opportunità in un certo terreno, cosa che sta generando e genera nel caso della discarica di Montechiaro delle anomalie molto rilevanti e anche degli scostamenti rispetto a quelli che erano i principi guida che avevamo discusso. C'è un senso nel lavoro del legislatore per quanto riguarda la produzione dei piani che deve essere colto: la casualità non può essere l'elemento guida, l'elemento motore per (individuazione dei siti. Questo elemento è emerso negli ultimi due anni di lavoro sulla ricerca dei siti: la sconfitta di quel ruolo di programmazione della Regione che vediamo perdersi in queste occasioni, perché si prende quello che capita, invece di indirizzare le scelte affinché avvengano nell'ambito di alvei predeterminati. La Regione produce un piano di smaltimento rifiuti al quale dà come riferimento guida una cartografia in cui, attraverso un processo di elaborazione, indica delle aree potenzialmente migliori per verificare l'individuazione dei siti. L'errore è stato legato anche alla legge nazionale di stabilire che fosse un vincolo urbanistico, per cui i ricorsi dei Comuni al TAR si sono diretti in questo senso; resta comunque valido nel piano il lavoro di strumentazione cartografica che aiuta nelle scelte dei siti a verificare in prima istanza queste aree. Ebbene, la discarica di Montechiaro, come indica la carta allegata al piano di smaltimento rifiuti della Regione Piemonte, non é prevista tra le aree potenzialmente idonee.
Non é detto che non si possa arrivare anche in aree fuori dall'individuazione della cartografia del piano, però ci dovrebbero essere delle fasi: la prima è quella di operare sulle aree potenzialmente idonee.
Altro aspetto. Si é sempre cercato di ottimizzare le distanze. Se abbiamo costruito dei bacini (il bacino dei rifiuti industriali dell'Astigiano - alessandrino é un bacino particolare) dovrebbe esserci una filosofia del baricentro. Ebbene, in questo caso la discarica di Montechiaro, se serve quel bacino, é forse la più decentrata, la meno baricentrica, la meno ottimale dal punto di vista dei trasporti, rischiando di sconvolgere il sistema viario e probabilmente di avere per la comunità piemontese un costo per unità di trasporto di rifiuto molto più elevato.
Si é anche detto che - ma questo fa parte della cultura ambientale normale - non ci possono essere troppe concentrazioni pesanti su territori limitati perché non c'è la possibilità di reggere il peso da parte dello stesso territorio. Ebbene, nell'illustrazione dei nostri ordini del giorno veniva evidenziato che in un'area estremamente limitata sono stati individuati sette possibili progetti per quanto riguarda l'individuazione dei siti. Nell'ambito della sconfitta della nostra capacità di programmazione abbiamo anche visto che proprio la Finpiemonte, che dovrebbe essere uno strumento collegato ad una politica, é più svincolata e quindi fa una proposta meno baricentrica, in una situazione particolare in cui l'economia di sistema viene colta di meno. Dobbiamo valutare, quando facciamo un insediamento tecnologico per quanto riguarda il trattamento dei rifiuti industriali, gli effetti indotti che si determinano sull'economia circostante, in quanto dobbiamo tutelare l'interesse generale della comunità, cercare di accrescere il suo prodotto interno lordo e quindi evitare che una discarica comporti una caduta del prodotto interno lordo o agricolo o di altri tipi.
L'altro aspetto si riferisce alla partecipazione della comunità in questi processi (la consapevolezza, la responsabilità, la responsabilizzazione), ma non credo che si possa tagliare nettamente questo problema con un efficientismo sospetto e con un decisionismo pseudotecnocratico. Non esiste, Assessore, una oggettività tecnico scientifica. Ci sono delle scelte di fondo nelle dimensioni, nelle tecnologie, nelle modalità, che non possono essere affidate ad una sede tecnico-scientifica presunta. Se partecipiamo ai convegni, i possessori delle tecnologie attuali dello smaltimento dei rifiuti vorranno certe cose come i possessori delle tecnologie in altri campi cercheranno di "sbolognarci" quello che hanno. Siamo noi che dobbiamo essere gli elementi motori di una domanda pubblica configurata in modo tale da andare all'interno del nostro disegno di programmazione e di minimizzazione dei danni ambientali. Quindi, la responsabilizzazione è un problema che deve essere correlato al fatto che la comunità sa che non viene presa in giro con un decisionismo pseudo-tecnocratico.
Il governo regionale ha molte responsabilità. Ad Asti, per esempio, non possiamo dire che è bella la grande area industriale e poi non pensare di avere vicino una soluzione al problema dello smaltimento rifiuti e magari pensare che Montechiaro possa risolvere il problema. Non sono d'accordo sulle ipotesi di serie A e di serie B, però ci devono essere delle politiche legate ad una visione che l'area industriale non è semplicemente un terreno riquadrato con le fognature e la luce elettrica; bensì una politica di cui lo smaltimento dei rifiuti è un aspetto importante.
Inoltre, dobbiamo pensare che le tecnologie sono quelle e, tutt'al più che possiamo forzarle per rendere più ridotto l'impatto. Possiamo anche minimizzare la produzione nelle imprese, facendo la pre-selezione nelle imprese e svolgendo un lavoro all'interno delle imprese stesse volto a ridurre la produzione dei rifiuti. Non credo poi che il piccolo sia sempre bello, ma le grandi dimensioni - lo hanno insegnato gli imprenditori riducendo le dimensioni delle aziende - non sono gestibili né agibili.
Concludo con una battuta sulla Conferenza. E' chiaro che quando i Sindaci, le UU.SS.SS.LL. e le Province partecipano alla Conferenza sembra loro un atto puramente burocratico, un'istruttoria formale, dove il funzionario ad un certo punto leggendo i verbali dice: "Stringere stringere", come a dire "Registriamo, poi la decisione la prendiamo noi" il valore, il senso che volevamo attribuire alla Conferenza quando abbiamo prodotto questo strumento di elaborazione legislativa in Consiglio regionale era quello della partecipazione, del concerto con la comunità.
Assessore, chiediamo di riconsiderare profondamente la bonifica di Montiglio. Con gli elementi che emergono credo sia difficile, in prospettiva, pensare all'agibilità di questo progetto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Staglianò.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Signor Presidente, colleghi, stiamo discutendo di un caso specifico che è anche un caso da manuale - mi consenta, Assessore - su come non si pu governare un'emergenza qual è quella dei rifiuti industriali; un'emergenza che ha i tratti che lei ha voluto richiamare e che è stata prodotta da una sequenza di errori che vale la pena di sottolineare oltre agli elementi che sono stati aggiunti anche sul caso specifico.
Personalmente ho rinunciato a seguire fino alle conclusioni il Convegno nazionale del Gruppo parlamentare Verde, impegnato sui rifiuti industriali proprio perché vogliamo intervenire sulle grandi questioni a partire dai casi molto precisi qual è questo.
Il collega Tapparo ha richiamato una serie di limiti istituzionali nell'affrontare l'oggetto specifico. D'altro canto, il collega Porcellana mi esime dall'aggiungere altro sull'impatto socio-ambientale di questi progetti dell'Energest.
Voglio soltanto aggiungere un ulteriore elemento a quanto al riguardo in maniera molto puntuale e precisa, è stato già detto. A proposito della vocazione dei luoghi, mi ricordava stamani, poco prima che cominciasse il dibattito sul nostro ordine del giorno, il prof. Costa dell'Accademia delle Scienze, che segue oggi insieme agli abitanti della Valle Versa i nostri lavori, l'assurdità ad esempio della mancanza di vincoli di tutela paesaggistica di una zona che come ricordava Porcellana nel caso della chiesa di San Nazario presenta un vero e proprio gioiello di architettura romanica dell'anno Mille, che è utilizzato dalla stessa Regione per la propaganda turistica, citato nei libri di storia dell'arte; e poi il paesaggio della zona per come si configura nel suo insieme ha una vocazione tutt'altro che quella di diventare sempre più ricettacolo di rifiuti di un modo assurdo di intendere il benessere da parte di questa società dei consumi.
In secondo luogo, a proposito delle contraddizioni con cui si governa questa materia da parte di chi è al governo, voglio ricordare che la Regione Piemonte ha approvato di recente il progetto di ampliamento dell'ospedale per anziani di Montechiaro investendo all'uopo 4,5 miliardi di lire, per aggiungere un centinaio di posti letto e l'ospedale si affaccia sulla valle che dovrebbe ospitare questa "bellissima" discarica.
Questi sono fatti gravi che devono essere sottolineati.
Ringrazio il prof. Costa per aver voluto ricordare a tutti noi questi dati ulteriori e allora come non sottolineare ancora, Assessore, che il 20 marzo 1990, esattamente un anno fa, questo Consiglio si pronunciò contro quel progetto con la firma della DC, del PCI, del PSI, del PSDI, oltre che quella dei Verdi; ebbene, esattamente il 10 aprile 1990, cioè venti giorni dopo quel pronunciamento - la prego, Assessore, di considerare questi aspetti - la Giunta regionale, in regime di ordinaria amministrazione (infatti i1 21 marzo dello scorso anno la legislatura finì), fece orecchie da mercante a quanto aveva espresso all'unanimità questo Consiglio e diede il via alle procedure che- hanno portato all'autorizzazione. Ho perso qualche battuta dell'intervento dell'Assessore che, peraltro, ho apprezzato in diversi punti, ma non mi è parso di aver colto ad esempio il fatto che il Ministero dell'Ambiente, proprio in seguito a questi sciagurati atti compiuti dalla precedente Giunta della Regione Piemonte, nelle settimane scorse ha dato parere favorevole per quanto concerne la valutazione di impatto ambientale. Questo è quanto si evince dalla risposta del Ministro Ruffolo all'interrogazione di Franco Corleone e di altri deputati e senatori della Repubblica. Bisogna recuperare questi errori e non si pu continuare a fare orecchie da mercante! Allora, per cercare di non tirarla troppo in lungo perché gli elementi essenziali sono già emersi, l'ordine del giorno odierno, che è stato firmato da quasi tutti i Gruppi politici (ancora stamane come ricordava il Presidente è stato firmato da altri Gruppi), vuole costituire la base per un amplissimo pronunciamento del Consiglio regionale del Piemonte e in questo senso la firma che il Presidente del Consiglio ha voluto apporre a questo documento non è altro che la rappresentazione di questa più ampia volontà dell'assemblea. Dobbiamo però eliminare ogni possibile equivoco agli atti ulteriori che devono essere compiuti, perché siamo convinti Assessore, che solo con la forza di un grande consenso anche in quest'aula si potrà produrre un'inversione di marcia e ciò non avverrà di certo riteniamo, giocando all'eterno "+1", mettendo timbri e bandiere sui documenti altrui, fotocopiati senza nemmeno lo sforzo di ribatterli a macchina. Assessore, non vogliamo invadere il campo politico operativo della Giunta, però denunciamo con estrema forza e con energia, i comportamenti inaccettabili che sono stati tenuti dal governo regionale fino a questo punto.
Vengo alla Conferenza dei servizi; a me ha fatto molto piacere la citazione - è stato un passaggio importante del suo intervento che come Verdi riteniamo di dover apprezzare molto - della legge n. 241. Lei ha detto testualmente: "dobbiamo valorizzare gli apporti degli enti locali e delle associazioni di interessi diffusi", e allora questa Giunta, visto che quella precedente non lo ha fatto, tenga conto dei giudizi espressi nella Conferenza dei servizi da parte degli enti locali e delle associazioni che rappresentano gli interessi diffusi, perché soltanto scorrendo il verbale della Conferenza, che lei cortesemente ha voluto trasmettermi la settimana scorsa, leggo che il Sindaco Brocchetto di Cossombrato dice: "noi siamo contro": Tarabbio. Assessore all'ecologia della Provincia di Asti, dice: "noi siamo contro"; il dottor Chenna, funzionario della Provincia di Asti argomenta le ragioni sanitarie del parere negativo della Provincia di Asti ai progetti Energest, e così il Sindaco di Montechiaro. Conti, il Sindaco di Cortanze, Magnone: il cavaliere CIA. Assessore alle finanze della Provincia di Asti, che denuncia con precisione come le controdeduzioni dell'Energest sono di parte, quindi quelli da tenere in conto - lui dice, e a nostro avviso a ragione - sono i documenti degli enti pubblici come quello dell'USSL n. 68.
E' da notare che l'Energest non si presentò alla Conferenza dei servizi, dopo questa Conferenza in cui si registrò un amplissimo schieramento di pareri contrari ed in cui - come ricordava Tapparo prima ad un certo punto il dott. Belfiore invitò i presenti a stringere i tempi di intervento. Nel verbale - mi scuso se non cito tutti gli altri Sindaci (Brosio, Mattioli, Pescarmona, Bauchiero e tutti gli altri che sono intervenuti a questa Conferenza) risulta con tanto di firme che sono tutti contrari, tutti indistintamente; l'unico parere favorevole è dato dal dott.
Belfiore che rappresenta in quella sede l'inquinamento atmosferico, lo smaltimento rifiuti, gli scarichi industriali, l'uso delle acque e così via discorrendo.
Assessore, dobbiamo cambiare strada! Non vogliamo invadere il campo politico operativo che compete al Governo, però dobbiamo eliminare ogni equivoco. E' doveroso quindi, in questo caso, come già è avvenuto in passato, esprimere un orientamento da parte di quest'aula, un giudizio politico sugli atti amministrativi che sono stati compiuti e che dal nostro punto di vista sono assolutamente censurabili e pensiamo che contrariamente a quanto è avvenuto in passato, esattamente un anno fa bisogna tenere conto dei dati anche scientifici che sono stati portati contro i progetti della Energest. E' stato già detto, nel corso degli interventi degli altri firmatari dell'ordine del giorno, che vogliamo uscire da questa assemblea senza ombra di dubbio rispetto agli orientamenti e ai giudizi espressi sulla base della conoscenza dei fatti, cioè che la Regione Piemonte è contraria ai progetti Energest. Quindi, è contraria a far sì che la Valle Versa diventi un ricettacolo dei rifiuti, perché il malgoverno dell'emergenza ambientale fa sì che gli speculatori e anche chi nell'assemblea elettiva, dovrebbe rappresentare l'interesse generale individuano un "buco", magari in qualche posto che, elettoralmente, si ritiene non avere un alto potere contrattuale e lì si infilano le schifezze che viceversa non si sanno smaltire e su cui bisognerebbe, ed è possibile fare tutt'altro! Lo ha già detto il collega Porcellana e mi dispiace che gli interventi successivi non ne abbiano tenuto del tutto conto, che come firmatari del primo ordine del giorno abbiamo fatto una verifica, che è opportuna a questo punto, per perfezionare il dispositivo dell'ordine del giorno aggiungendo soltanto tre parole che ci paiono essenziali. Pensiamo che il Consiglio debba rinnovare l'invito e l'impegno alla Giunta regionale affinché riconsideri i progetti proposti dalla Energest a Montechiaro d'Asti al fine di non autorizzare i progetti stessi e gli altri, che sono in fase autorizzativa, provvedendo alla bonifica ambientale del sito di Montiglio. Le parole aggiunte sono: "al fine di non autorizzare" perch questo è quello che penso voglia la gran parte di questa assemblea, nonch quello che riteniamo la Giunta regionale dovrà fare.



(Applausi da parte del pubblico)



FOCO ANDREA



PRESIDENTE

Prego il pubblico presente di non applaudire.
La parola al Consigliere Bresso.



BRESSO Mercedes

Sono anch'io uno dei firmatari dell'ordine del giorno unitario. Vorrei però che non si confondesse il fatto di presentare unitariamente un ordine del giorno con il fatto che in questo Consiglio da una parte si è tutti d'accordo e dall'altra le responsabilità per quello che è avvenuto sono uguali. Facevo parte del Consiglio regionale già nella precedente legislatura per l'iniziativa che il nostro Gruppo, insieme ad altri, aveva assunto presentando quell'ordine del giorno. Ricordo bene le battaglie condotte dalla Valle Versa, ma nelle more delle elezioni l'Assessore regionale, che era peraltro di questa stessa maggioranza, dello stesso partito dell'attuale Assessore, sapendo di non essere rieletto, ha concesso una serie di autorizzazioni mettendo il Piemonte in questa situazione. Ho posto una domanda all'Assessore per capire bene la situazione in cui ci troviamo, perché dobbiamo stare attenti che la situazione è meno allegra in quanto c'è un ordine del giorno firmato da rappresentanti della maggioranza dei Gruppi. Il problema è che quella autorizzazione, che è stata data in quelle condizioni violando una decisione del Consiglio, è tuttora valida. Questo è il primo punto.
Secondo punto: è in corso una procedura che ufficialmente non ci è nota, ma di cui il collega Staglianò ci ha dato informazione (la risposta all'interrogazione di alcuni parlamentari) che dà già un segnale di orientamento del Ministero, per cui è in corso una procedura di valutazione di impatto ambientale che sembrerebbe, anche se non abbiamo risposte ufficiali, andare nella direzione di dichiarazione di compatibilità ambientale. La procedura di valutazione di impatto ambientale dichiara o meno la compatibilità ambientale del progetto. L'opinione del mio Gruppo qui e a livello nazionale, è sempre stata quella di considerare sbagliata la legge sulla valutazione di compatibilità ambientale che sposta le decisioni su cose che sono tipicamente territoriali come le discariche e gli impianti in genere per il trattamento dei rifiuti industriali, a Roma in condizioni che non rendono possibile una partecipazione reale delle popolazioni interessate e soprattutto una conoscenza approfondita del territorio. Non è sensata una valutazione di impatto ambientale su cose di questo tipo. E' sensato che sia portata, a livello nazionale, una infrastruttura come un'autostrada che è un progetto di grande scala, noto anche a livello nazionale, anzi noto soprattutto a livello nazionale perch tutte le procedure, anche di pianificazione dei trasporti, sono fatte a quel livello; ma è insensato che venga asportata al luogo di competenza reale, che è anche quello che concede le autorizzazioni e la valutazione di impatto ambientale. Conché noi su quella valutazione abbiamo scarsissima influenza, che diventa ancora più scarsa quando la Regione non si è data una normativa ed una sua organizzazione per partecipare con forza a queste procedure.
La situazione attuale, è che esiste un'autorizzazione data dalla Regione Piemonte mai revocata; esiste una procedura di VIA che forse giunge alla fine e parrebbe addirittura con un parere favorevole. Se è così e se non succede qualcosa, ed è questo il senso della discussione di oggi, non può essere che ci facciamo una passeggiata, voi un viaggetto e noi una discussione! Se è così l'Energest può partire perché ha l'autorizzazione se la valutazione di impatto ambientale dichiara la compatibilità ambientale l'Energest può partire.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Salva l'autorizzazione della Giunta regionale.



BRESSO Mercedes

Certo, ma le autorizzazioni della Giunta regionale sono già state date.
Ho posto la domanda all'Assessore, e l'Assessore ha risposto che lui pu intervenire ancora, ma in quale fase? Nell'autorizzazione all'esercizio? Dobbiamo capirci bene, altrimenti discutiamo senza capire cosa succede. Se è chiara la procedura, gli impianti prima vengono costruiti (la discarica e l'impianto di trattamento), dopodiché la Giunta può ancora non autorizzare l'esercizio se fosse non conforme al progetto, ma ci sono dei vincoli nell'autorizzazione o meno all'esercizio, perché non può essere che se viene fatta una cosa conforme a quanto era stato autorizzato prima, poi non viene concessa l'autorizzazione all'esercizio. Non è più una cosa discrezionale, come allo stato dei fatti, è invece discrezionale l'autorizzazione principale. Qui c'è un problema: quello che non ho capito pur avendo apprezzato gli aspetti generali dell'intervento dell'Assessore è il merito vero della questione e cioè come si intende operare da parte di chi ha il potere di operare, che è la Giunta in questa materia, allo scopo di tornare indietro rispetto all'autorizzazione data, perché altrimenti il corso inevitabile degli eventi e delle decisioni già prese, a meno che per fortuna non venga fermato a livello nazionale, rischia di essere che tutto viene realizzato, dopodiché forse, se ci saranno le condizioni, si potrà fermare in sede di autorizzazione all'esercizio. Non vogliamo che si vada avanti fino a quel punto! In questo senso, non mi unisco al coro unitario "siamo tutti d'accordo", voglio che sia ben chiaro che cosa andiamo a votare. Ed è per questo che non sono d'accordo con la proposta del Consigliere Marino, perché qui non c'è da "impegnare e non autorizzare".
Oltre al fatto che c'è un aspetto formale, cioè che queste autorizzazioni sono di competenza, per legge, della Giunta che ha gli strumenti tecnici per verificare, comunque non siamo dotati degli strumenti tecnici per verificare i progetti, perché ci potrebbe venir proposto anche il contrario: un ordine del giorno di maggioranza che autorizza 78 discariche senza che nessuno sia in grado di avere gli idonei strumenti tecnici per opporsi. Quindi, bisogna stare attenti a creare dei precedenti, ma soprattutto in questo caso è inutile impegnare a non autorizzare, perché la Giunta ha già autorizzato. Quello che dobbiamo impegnare la Giunta a fare è rivedere le proprie autorizzazioni, perché non possiamo impegnare a non autorizzare, in quanto l'autorizzazione è stata già data. Voglio avere ben chiaro questo concetto, perché si sta affermando la moda che in quest'aula tutti votiamo un documento che, proprio per il fatto che è sufficientemente generico da non danneggiare le decisioni della Giunta, lascia libera la Giunta di continuare a fare quello che vuole. Le vicende della Valle Bormida ci hanno insegnato a cosa servono gli ordini del giorno se non sono chiari gli impegni! Quello che voglio capire prima della fine di questa discussione altrimenti potremmo anche riconsiderare la nostra posizione, è l'impegno per tornare indietro, non per stare fermi, perché stare fermi significa che se non ci salva il Ministero andremo inevitabilmente verso l'inizio dei lavori! Ci sono dei modi politici per intervenire da parte di chi ha il potere amministrativo di farlo; si può ritornare su quella procedura o individuandone dei difetti, oppure chiedendo al titolare dell'autorizzazione di rinunciare perché in base a verifiche fatte si decide che quella non è una localizzazione adeguata e che c'è stato un errore della Giunta, con ciò riaprendo una procedura attraverso un rapporto anche di tipo consensuale e progettuale.
Bisogna quindi stare bene attenti a non farci "fregare", perché le vicende ACNA ci hanno insegnato che non dobbiamo essere troppo unitari altrimenti si rischia che, una volta mandati a casa tutti quelli che sono venuti qui, la Giunta resta libera di fare comunque quello che vuole. E quello che vuole non ci è ancora chiaro, perché l'Assessore si è solo impegnato a fare le cose correttamente! Questo a me non basta, perch siccome è l'Assessore alla fine che l'autorizzazione all'esercizio la dovrà dare, vorrei una volta sentire una discussione nel merito perché, oltre a fidarci dei nostri amici della Valle Versa e dei nostri occhi, non abbiamo altri strumenti tecnici, mentre l'Assessore sì. Allora quando si discute di un problema, l'Assessore deve venire in aula munito di questi strumenti tecnici e di una sua opinione sulla questione. Non vogliamo imporgliela, ma vogliamo capire qual è, se, ad esempio, è da ritenere che sia stato un errore dare quella autorizzazione e farà di tutto per revocarla naturalmente nei limiti della legge.
Non chiedo un'opinione solo politica, ma tecnico-politica, basata cioè sugli strumenti tecnici di cui l'Assessorato dispone, e che si pu procurare se non ne dispone all'interno, ma basata anche sulla convinzione politica dell'Assessore. Queste cose si vogliono sentire, altrimenti si hanno queste mescolanze in cui maggioranza ed opposizione sembrano d'accordo quando invece non lo sono. Non siamo d'accordo sulla politica generale di smaltimento dei rifiuti: né sulla politica di programmazione delle attività di smaltimento dei rifiuti né sul modo con cui quella fantomatica politica di programmazione viene gestita e dà origine alle procedure autorizzative ed infine alle autorizzazioni, nonché alle procedure di controllo. Su nessuna di queste fasi siamo d'accordo! Come Gruppo del Partito Democratico della Sinistra abbiamo presentato un progetto di legge (che non è stato illustrato alla stampa perché eravamo in periodo bellico e non c'erano i termini politici per farsi ascoltare) sui rifiuti che affronta dall'origine tutta questa partita per arrivare a delle procedure che siano allo stesso tempo democratiche e tecnicamente fondate e fondabili in modo tale da permettere di seguire le varie fasi dalla progettazione e pianificazione dell'intervento fino alla gestione concreta del ciclo dei rifiuti, che non sia quindi solo aumentare all'infinito il numero delle discariche.
Concludo il mio intervento dicendo che anche in questo caso si dimostra che il piano approvato nella precedente legislatura con una grande battaglia da parte nostra e non solo con il voto contrario, era sbagliato ed inutile. Tant'è vero che si continua a far finta che esista, non viene neanche citato come riferimento rispetto alle pratiche autorizzative, ma soprattutto era un piano che non individuava in alcun modo delle localizzazioni, quindi di fatto - come avevamo già detto anche allora lasciava liberi di fare qualunque cosa, perché le zone scelte erano così ampie che hanno fatto saltare tutto il meccanismo e addirittura pur essendo le zone amplissime non vengono neanche utilizzate o perché sono state scelte male, oppure perché in realtà si è disprezzata la procedura di pianificazione. La pianificazione è solo una vana parola, pur essendo inserita nello Statuto della Giunta; a nessuno interessa nulla di ciò che le maggioranze hanno pianificato e si sono date come strumento. Se la programmazione e la pianificazione degli interventi è questa, non interessa; occorre darsi degli strumenti efficienti sul piano tecnico e adeguati sul piano della ricerca, ma poi si deve imparare a rispettarli.
Non è immaginabile la scelta che è stata fatta di andare a smaltire i rifiuti nel luogo dove non sono mai stati riscossi svantaggi; il rapporto costi-benefici è l'unico che consente di realizzare interventi che comportano anche dei costi per la società. La questione specifica è che nella Valle Versa si è stabilito che devono accumularsi tutti i costi mentre i benefici, come è già stato fatto rilevare giustamente da altri colleghi, non sono mai stati fruiti da questa Valle.
Voglio ancora ribadire che non vorrei in alcun modo che uscissimo da quest'aula senza avere capito bene in che direzione andiamo, per non ripetere le vicende ACNA. Questa è la seconda volta che discutiamo in una seduta di Consiglio della Valle Versa; non vorremmo farci ingannare ancora una volta come di fatto siamo stati ingannati in passato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Zacchera.



ZACCHERA Marco

Ogni settimana ci troviamo davanti a un problema di emergenza ambientale, eppure direi che oggi obiettivamente si tratta di una situazione diversa. Infatti sono rimasto molto colpito, non solo adesso, ma anche nei mesi scorsi, dall'attività del Comitato Ambiente Valle Versa perché mi è sempre stata recapitata, una volta tanto con estrema precisione, una documentazione esatta, obiettiva, non scamiciata, delle cose che succedevano. Ed è per questo, Assessore - e la ringrazio per la citazione - che già al mese di novembre ponevo alcune domande all'Assessorato e che ribadisco oggi, spostandomi leggermente da quello che hanno detto i colleghi precedentemente.
Innanzitutto abbiamo un dato di fatto; la deliberazione della Giunta regionale n. 366 del 10 aprile 1990. Le confusioni sono che, dopo quattro pagine di distinguo, la Giunta - per una scelta istituzionale - non vuole e non può prendere delle decisioni finali. Quindi demanda a chi di dovere (nel caso il Ministero dell'Ambiente) le relative decisioni.
Assessore, non ci siamo! Il fatto è che non condivido quello che lei ha detto, peraltro in modo apprezzabile, perché è contraddetto dalle cifre che lo stesso Assessore ha poi ricordato successivamente: "abbiano scoperto in Piemonte 317 siti contaminati, poi ci sono quelli non scoperti; abbiamo alcuni miliardi che non sono arrivati; avremmo bisogno di 150 miliardi per sistemare 13 dei 317 siti contaminati". La colpa di chi è, Assessore? Non si può soltanto arrivare all'enunciazione di questi dati. Una volta tanto non me la prendo, come sempre, con il Governo centrale che non capisce queste problematiche: affermo che, nel caso specifico della Valle Versa ci sono delle responsabilità, bisogna andare alla ricerca delle responsabilità di questi fatti. Dobbiamo quindi muoverci in modo diverso; ecco allora una proposta che viene dal Movimento Sociale Italiano - Destra Nazionale e dal Capogruppo Majorino. Vogliamo cominciare ad attivarci contro gli Inquinatori con anni che non siano quelle rigorosamente perdenti, che sempre vengono portate avanti a livello istituzionale. Abbiamo a che fare con dei farabutti! Questi farabutti...



PRESIDENTE

La prego, Consigliere Zacchera.



ZACCHERA Marco

Dico farabutti agli inquinatori e lo sottolineo. Abbiamo a che fare con dei farabutti; non mi riferisco certo all'Assessore Garino!



PRESIDENTE

Non pensavo nemmeno che lei potesse dirlo.



ZACCHERA Marco

Abbiamo visto in queste settimane il caso dei trasporti di rifiuti tossici da Cuneo, vediamo la situazione in Valle Versa, abbiamo visto Alice Castello e tante altre situazioni. Chi c'è dietro? La prima cosa che chiedo all'Assessore è di cominciare a fare una mappa delle società che vogliono lavorare in campo ecologico. A me non convincono certi lavori e certe proposte di bonifica se non so chi effettua la bonifica. Si deve controllare chi c'è dietro ai bonificatori oltre che gli inquinatori. Sto scoprendo, e lo sto facendo per conto mio, che sotto tante sigle più o meno nascoste ci sono sempre le stesse società e le stesse persone che arrivano spariscono, falliscono, chiudono, cambiano pelle e si ripresentano in un'altra provincia e quando qualcuno chiede un milione di contributo deve fare una quantità enorme di certificati antimafia, ma nessuno va invece a vedere chi fa parte delle società che trafficano in questi sistemi.
Assessore, lei ha riferito che Norberto Bobbio diceva che "cinque più due fa sempre sette e non basta il sei di denari per farlo diventare sette", ma qui con un asso di denari in questo sistema si compra tutto! Ma ci rendiamo conto delle cifre spaventose che ci sono dietro? Assessore, ho presentato un'interrogazione sull'impianto di compostaggio di Novara: 24 miliardi buttati, non funziona niente! Inoltre le ho chiesto di un impianto di incenerimento, guarda caso ancora in provincia di Novara; siamo a 30 miliardi per rifare un impianto che non parte.
Chi ha guadagnato? Quanto hanno guadagnato nella cava di Montiglio? Chi ne è responsabile? Alla fine di tutto il giro non si riesce mai a pescare i responsabili. Dico che c'è una responsabilità pesantissima degli amministratori, e questa è una cosa al di fuori dei Partiti, dico loro che avevano l'obbligo del controllo e della denuncia. Basta la denuncia di un avvocato, senz'altro molto meno valido del mio Capogruppo, per riuscire a trovare il cavillo, il cavicchiolo, la possibilità di fermare tutto. Dico che questi problemi si risolvono soltanto a due condizioni; primo, con una volontà politica forte di stroncare il traffico che continua a ruotare attorno ai rifiuti; secondo, compartecipando gli abitanti. La migliore garanzia per non far rovinare un sito sono gli abitanti che ci abitano. Se si effettua una bonifica chiedo che ci siano anche dei rappresentanti locali che controllino che cosa venga fatto. Questo è necessario per evitare certi business. A proposito di business, chiedevo all'Assessore l'11 novembre 1990 in un'interrogazione che cosa ci sia dietro i progetti della SNAM, perché la SNAM è una società parastatale dove le assunzioni sono fatte in una certa maniera, dove i tecnici sono scelti in una certa maniera (la ripartizione politico-partitica nella gestione delle società la conosciamo). I risultati dal punto di vista operativo dove sono? Vengo alle conclusioni. Primo punto; bisogna dare una risposta. Un anno fa il Consiglio regionale disse sostanzialmente di no a questa situazione.
La deliberazione successiva della Giunta regionale è stata invece un "ni" la collega comunista che ha parlato prima diceva giustamente che bisogna uscire da quest'aula con le idee chiare.



BRESSO Mercedes

Gruppo PDS, non comunista.



ZACCHERA Marco

Non sapevo che adesso ti offendessi a sentirti chiamare comunista, non è un'offesa, per carità, puntualizziamo: PCI-PDS.



BRESSO Mercedes

Democratica di sinistra.



ZACCHERA Marco

In questo dibattito vorrei che non c'entrasse la politica, ma venire a dire proprio a noi, che con i comunisti abbiamo sempre avuto la croce, che non si vuole più essere chiamati comunisti, non sai che soddisfazione mi dai!



PRESIDENTE

Collega Zacchera, proceda.



ZACCHERA Marco

La cosa più importante è sapere che cosa vuole fare la Giunta al di là delle buone intenzioni, perché penso che in questa situazione non si possa andare con il bilancino a stabilire se si vada o no al di là dei limiti istituzionali della Regione. Esiste una situazione di pesante inquinamento ambientale, di cui non sono responsabili quelle aree, ma su cui si vanno a caricare gli inquinamenti di altre zone. Non si può andare al di là di un certo limite, quindi chiedo che ci siano delle scelte, in particolare da parte della Giunta. Tutto qui: ci si dica qual è la scelta che si vuole fare, dopodiché possiamo dire se siamo d'accordo oppure no.
Chiedo inoltre che la Regione decida, una volta per tutte, di vedere chiaro chi c'è dietro le società che gestiscono il business dell'ambiente.
In terzo luogo, chiedo che formalmente in tutti gli atti, in tutte le decisioni, in tutte le riunioni delle Commissioni che si faranno su questo problema siano presenti anche i rappresentanti delle comunità locali interessate, perché hanno dimostrato, secondo me portando avanti una battaglia civile e non "sbracata", di meritare il nostro rispetto e la nostra attenzione.
In ultimo, se davvero vogliamo dare una mano a questa area della regione Piemonte, propongo che domani mattina una delegazione del Consiglio regionale, composta da tutti i Consiglieri interessati al problema liberamente, al di sopra dei Partiti, Gruppi, sottogruppi, ex Gruppi ecc.
si rechi in Valle Versa, perché reputo che una visita in questa valle, che io ho fatto per conto mio nelle settimane scorse, meriti di essere fatta.
Se abbiamo la forza di essere così dannati da voler rovinare un ambiente così interessante e bello, penso che non siamo degni di amministrare questa Regione.



(Applausi da parte del pubblico)



PRESIDENTE

Il pubblico è pregato di astenersi da segni di assenso o di dissenso.



ZACCHERA Marco

Scusi, Presidente, mi permetta, non ritengo molto corretto che mentre un Consigliere sta parlando la Giunta si riunisca e.parli per conto suo di cose sicuramente molto importanti, ma sarebbe meglio sospendere la seduta per un attimo.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO



PRESIDENTE

Consigliere Zacchera, abbiamo seguito il suo intervento che è stato anche applaudito oltre misura. Credo che gli Assessori stiano commentando nelle parole e nei documenti, la sostanza del suo intervento.
La parola al Consigliere Rabellino.



RABELLINO Renzo

A nome del Gruppo della Lega Nord intendo porre un paio di questioni perché la vicenda dell'Energest della Valle Versa ci deve far riflettere.
La prima questione riguarda i rapporti tra il cittadino e la classe politica. Oggi ci troviamo a discutere dell'Energest, per il nostro Gruppo è la prima volta, ma abbiamo saputo che il precedente Consiglio ne aveva già discusso e aveva votato all'unanimità un ordine del giorno che diceva no ai progetti Energest in Valle Versa. I rapporti tra il cittadino che viene a Torino per ascoltare il Consiglio regionale, tante belle parole, e la classe politica, mi pare che non siano stati dei più corretti perché, a fronte di un ordine del giorno votato all'unanimità, compreso l'ex Assessore all'ambiente, lo stesso Assessore ha poi concesso l'autorizzazione. Non stupiamoci quindi se il cittadino si allontana dalle istituzioni, non ci crede più! Questi sono esempi lampanti).
La seconda considerazione riguarda il rapporto tra le Regioni e il centro che noi definiamo in Roma, in quanto centro di questo Stato. Non ci troveremmo a doverci preoccupare delle decisioni che potrà prendere il Ministro dell'Ambiente se la nostra Costituzione fosse leggermente diversa.
E' per questa ragione che chiediamo una maggiore autonomia, perché su queste questioni deve essere la Regione Piemonte a decidere e non si deve perdere il sonno nell'aspettare le decisioni che arrivano dall'alto. Oggi usciremo sicuramente con un ordine del giorno unitario e molto probabilmente per la serietà che riconosciamo all'Assessore Garino, che è sicuramente superiore a quella degli Assessori precedenti, lo stesso si atterrà a questo ordine del giorno, però c'è sempre l'incognita romana che può comunque decidere sopra ogni cosa. A tale proposito comunque, tanto per mettere le mani avanti, la Lega Nord ha presentato un emendamento all'ordine del giorno, perché invitare la Giunta affinché riconsideri i progetti proposti dall'Energest lo riteniamo un invito piuttosto blando quindi proponiamo di sostituire le parole "riconsideri i progetti proposti dall'Energest" con le parole "revochi le autorizzazioni concesse dalla Giunta precedente all'Energest": si tratterebbe di una presa di posizione ben precisa da parte del Consiglio e della Giunta nei confronti di queste autorizzazioni.
Non voglio dilungarmi perché la Lega Nord è favorevole a che, in Valle Versa, le discariche non vengano assolutamente autorizzate, anche perché la Valle Versa non ha un'industria alle spalle da sostenere. Le discariche, in particolare di rifiuti industriali, devono essere realizzate nelle zone industriali per due motivi. In primo luogo per una questione di trasporti: i rifiuti devono essere trasportati, per cui ci sono dei costi e dei problemi di ulteriore inquinamento delle strade, per cui riteniamo che ogni zona industriale debba avere il proprio impianto di smaltimento rifiuti e la propria eventuale discarica, anche se sulla questione discariche potremmo aprire un lungo dibattito. Abbiamo detto più volte da quando siamo in Consiglio regionale che le istituzioni devono prendere atto della situazione ambientale dei rifiuti e non si può andare avanti continuando ad individuare dei nuovi siti per le discariche, perché secondo questo principio nel giro di 30/ 40 anni il Piemonte sarà una discarica unica e il problema che oggi si presenta a Montechiaro domani lo sarà in un'altra località. E' ovvio che nessuno vuole la discarica vicino a casa, però qui si tratta veramente di affrontare una volta per tutte seriamente il problema dei rifiuti. Nei Paesi civili europei questo problema è già stato affrontato in particolare per quanto riguarda i rifiuti urbani attraverso impianti di riciclaggio e di smaltimento. Seguiamo questi esempi, non a caso si tratta di Paesi (cito l'Olanda e la Germania Federale) più progrediti del nostro perché si sono posti il problema al quale hanno tentato di dare delle soluzioni, obiettivamente anche valide. E' indubbio che una discarica abbia un basso costo di realizzazione e un alto reddito sicuramente un impianto di riciclaggio e di smaltimento ha un costo di realizzazione più alto e di conseguenza gli utili vengono ridimensionati.
Poiché non riteniamo che si possa pensare di andare avanti per altri quattro anni semplicemente individuando dei siti, rinnoviamo l'invito alla Giunta affinché affronti, una volta per tutte, seriamente il problema dello smaltimento che deve passare inevitabilmente dal riciclaggio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Maggiorotti.



MAGGIOROTTI Piergiorgio

Intervengo brevemente per illustrare la nostra proposta di emendamenti.
Prima però volevo associarmi all'invito espresso dal Consigliere Zacchera quello cioè di andare a vedere con i propri occhi l'ambiente che si andrebbe a distruggere progressivamente. L'ambiente della Valle Versa presenta caratteristiche peculiari: in origine vi erano 27 specie di animali, ma anche a seguito della presenza di trattamento di discariche urbane, dopo Montiglio, si sono ridotte vistosamente. Così a Castell'Alfero l'ambiente riceve un'altra pesante "botta" dagli scarichi da allevamenti animali (deiezioni bovine e suine). La presenza negli scarichi urbani di fosfati e fosfuri dice molto sull'inesistenza di depuratori urbani.
Come si può vedere, nessuno è innocente in questa valle. Se si vuole iniziare una storia degli inquinamenti in valle bisogna partire da Montiglio. Le cave utilizzate per l'estrazione del gesso e della scagliola sono apparse, ad industriali privi di scrupoli, un ottimo nascondiglio per i loro rifiuti. Rifiuti che sono stati riconosciuti pericolosi, altamente inquinanti dalla Lombardia Risorse, dalla SNAM Progetti e, purtroppo, molto tardivamente dalla stessa Giunta regionale del Piemonte. Si tratta ora di bonificare. L'Assessore ha sostenuto che non ci sono fondi. Spesso i soggetti inquinatori dei più dei trecento siti a rischio sono scappati all'estero con il malloppo che hanno guadagnato. Invece, in questa situazione uno dei protagonisti è noto, continua a fare sfoggio di lusso ed è già stato condannato dalla Pretura astigiana. Chiediamo che venga perseguito legalmente e venga obbligato a pagare, almeno in parte, i costi della bonifica delle cave. Crediamo che Lorenzo Rosmino abbia fruito in passato di molte benevoli attenzioni. D'altra parte, anche i finanziamenti alla ditta coinvolta in progetti di recupero dei rifiuti sono di provenienza che sembrerebbe non sospetta; ha goduto di ampi finanziamenti regionali.
Quali sono le fonti delle benevoli attenzioni delle quali hanno goduto i soggetti che hanno provveduto con tanta intensità nel passato ad inquinare? Mi si dice che l'allora Sindaco di Montiglio aveva accettato di buon grado l'acquisto di uno scuolabus da una ditta che produceva gesso al costo di una lira. E' da rammentare il fatto che la ditta aveva proposto di concedere in comodato questo scuolabus, ma la Corte dei Conti si era opposta e la vendita era stata fatta al prezzo "esorbitante" di una lira.
Verrebbe da pensare immediatamente che ciò sia stato possibile in seguito ai mancati controlli sulle attività di smaltimento esercitate nella cava di gesso.
L'emendamento che abbiamo presentato vuol far sì che da questa sede si esca con determinazioni che diano speranza agli abitanti della Valle.
Il primo punto dell'emendamento che è stato proposto afferma che vi sono elementi più che sufficienti per non consentire il proseguimento dell'attività e l'autorizzazione alla gestione dell'impianto. E' possibile un supplemento di istruttoria anche a seguito di una richiesta formale espressa dalle amministrazioni interessate? D'altra parte, già esiste un parere tecnico negativo del Servizio igiene pubblica dell'USSL n. 68.
Il dispositivo che proponiamo è cogente perché il 20 marzo 1990 è stato votato in questo Consiglio un intendimento a non consentire l'avanzamento della pratica. L'intendimento è stato disatteso una ventina di giorni dopo dalla passata Giunta regionale, che mi risulta si sia espressa all'unanimità positivamente e della quale oggi continuano a far parte alcuni Assessori già presenti allora in Giunta (a parte Genovese - assente Cernetti - non più eletta ma nominata Presidente della Finpiemonte Mignone e Ripa - non più eletti - Beltrami, Marchini e Croso - ora solamente semplici Consiglieri - parliamo degli Assessori Brizio, Cerchio Lombardi e Nerviani - DC -, Maccari - PSI - e Vetrino - PRI -). Rinnovare l'invito a riconsiderare i progetti, com'è espresso nell'ordine del giorno presentato da forze politiche di maggioranza e minoranza, non è di per s sufficiente a soddisfare le nostre preoccupazioni per cui la Giunta possa decidere di dichiarare fattibile l'impianto Energest. A noi pare troppo poco sostenere che la Giunta se ne assumerà la responsabilità;pertanto chiediamo al Consiglio di votare l'emendamento che ci pare simile a quello presentato dal Consigliere Rabellino.
Il secondo punto dell'emendamento chiede - mi pare sia stato accettato dall'Assessore Garino - che, con l'ausilio delle necessarie consulenze giuridiche, si perseguano i singoli responsabili delle azioni illegali che sono state compiute nella Valle Versa.
Nel chiedere al Consiglio di votare gli emendamenti, riteniamo di operare positivamente per salvaguardare con efficacia, e non tanto all'interno di pur comprensibili necessità oratorie (di cui molti hanno fatto sfoggio), le generazioni future, perché il nostro obiettivo è di non trasmettere loro una Valle trasformata in una pattumiera non più modificabile.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Picchioni.



PICCHIONI Rolando

A questo punto della discussione mi pare siano presenti tutti gli elementi conoscitivi del problema, sia per i Consiglieri di lungo corso sia per i Consiglieri che lo affrontano per la prima volta stamane.
Appartenendo alla seconda schiera sono rimasto colpito dalla puntuale illustrazione dell'amico Porcellana e da tutte le considerazioni che i vari Gruppi politici hanno fatto in merito ad un problema che certamente non pu essere né sottinteso né sottovalutato da parte di questa assemblea.
Innanzitutto la mole dei progetti; sette progetti per sette discariche se l'argomento non fosse così serio mi ricorderebbe il film "Sette spose per sette fratelli". L'analogia mi porta invece ad una situazione parallela, per esempio, a quella del Chianti, dove una discarica è diventata non solamente un esempio di coscienza locale, ma anche di coscienza nazionale, proprio perché l'equilibrio tra natura, ambiente e uomo, in quella zona come in questa, verrebbe ad essere per lo meno alterato, forse addirittura distrutto da quelle che possono essere le esigenze della società postindustriale.
Un'altra analogia mi porterebbe a ravvisare in questi anni '90 quello che è stato in parallelo la guerra dell'etere degli anni 70-'80; guerra dell'etere allora, guerra delle discariche oggi, quasi che una nuova mitica terra dell'oro si affacciasse ai pionieri più o meno avventurosi di queste vicende.
Non voglio ripetere quanto hanno detto i miei amici e colleghi, semmai voglio precisare alcuni elementi che sono emersi: la mancanza di progettualità, la programmazione sempre presente e sempre latente, ma mai operante, mai incisiva, con cui possiamo avere uno sguardo d'assieme sul Piemonte.
Credo che l'Assessore Garino abbia fatto degli sforzi enormi in questi tempi per denunciare - come lui stesso ha detto stamane - le 317 bombe ecologiche del Piemonte, illustrando le eventuali possibilità di bonifica ed indicando i mezzi finanziari a disposizione per essa, il ritardo storico accumulato (circa 40 anni) e la somma disponibile per il 1991. Ma il preciso impegno di noi tutti potrebbe incominciare neutralizzando quella schizofrenia che esiste tra la Regione e i suoi enti strumentali. Ad esempio, vorrei sapere qual è la politica della Finpiemonte: se questo ente è il braccio temporale della nostra volontà politica oppure se è il braccio temporale di lobbies private che si ammantano della veste pubblica per poter fare unicamente i loro interessi. Credo che anche la legge n. 142 che viene evocata a proposito, porti avanti ipotesi di accordo fra pubblico e privato, però vogliamo carte chiare, vogliamo conoscere le regole del gioco, come diceva stamane l'amico Garino. Vogliamo conoscere qual è la politica dell'uno e dell'altro ente perché non si registri, come spesso è avvenuto almeno per quanto concerne le mie esperienze, quelle dissociazioni alle quali non so dare assolutamente una soluzione. Questa mattina l'Assessore Garino, rivendicando per sé, per l'esecutivo, per la Giunta non dico delle prerogative speciali (viviamo in un'epoca di emergenza e le leggi dell'emergenza corrispondono ad un'epoca speciale, forse anche la legge n. 142 a questa epoca speciale), ma le proprie prerogative di governo, veniva forse a suggerire che la democrazia rappresentativa viene quasi vulnerata da questa attività di controllo o di sindacato che il Consiglio vuole espletare nei confronti della Giunta. Non so se ho capito bene, ma se le prerogative del Consiglio sono quelle del sindacato di controllo, certamente le prerogative della Giunta sono quelle delle decisioni, prerogative proprie dell'esecutivo che assolutamente nessuno vuole contestare; pero ci dobbiamo anche domandare qual è la sede, qual è il momento in cui possiamo esercitare questa attività di controllo, questa attività di sindacato. Nelle procedure espletate nell'ambito della vicenda Montechiaro per la valutazione di impatto ambientale, mi pare che quella trasparenza, così tanto declamata dal Direttore del Ministero dell'Ambiente, non sia stata assolutamente rispettata.
L'amico Tapparo ha ripreso questa riflessione dicendo praticamente che l'efficientismo che tutti noi vogliamo salvaguardare non significa un decisionismo cieco; un decisionismo che non si collega all'assemblea, un decisionismo che diventa così una macchina celibe rispetto a quanto le popolazioni e noi stessi vogliamo dimostrare, vedere e verificare.
Giustamente suggeriva anche che bisogna rivedere la politica delle discariche rispetto a quello che può essere la politica delle aree industriali.
Ci sono poi alcune cose che devono essere tutelate; ho parlato prima dell'equilibrio ambiente, uomo, natura e anche i monumenti stessi che dell'intelligenza dell'uomo vogliono essere la testimonianza antropologica culturale più significativa. Su queste cose, non solamente per quelli di Montechiaro, non solamente per l'astigiano, ma per la civiltà stessa del Piemonte, dobbiamo essere assolutamente attenti. Certo, quando si scrivono degli ordini del giorno si corre il pericolo di cadere nelle grida manzoniane, cioè nelle inutili grida, questo purtroppo è stato registrato nella passata legislatura per cui un ordine del giorno votato da questa assemblea è stato disatteso dall'Assessore del tempo, dalla Giunta del tempo. Non voglio fare nessuna imputazione, però suggerisco, come dice il mio amico Cavallera, un semestre bianco anche per le Giunte regionali nell'imminenza delle scadenze elettorali. In tale spazio di tempo non si dovrebbero prevaricare le funzioni del legislativo e quindi non ricorrere a quelle che possono essere facili e accomodanti oppure appaganti richieste di questa o di quella parte politica.
L'ordine del giorno presentato dai vari Gruppi politici e dai vari Consiglieri riprende nella parte descrittiva tutta la problematica emersa nel dibattito di questa mattina. Ma mentre non possiamo accettare quanto dice, questo vale anche come dichiarazione di voto, il collega Marino quando afferma che occorre impegnare "La Giunta regionale affinché non autorizzi gli impianti proposti dall'Energest e Montechiaro d'Asti e gli altri in fase autorizzativa e provveda al più presto alla bon ambientale del sito di Montiglio", siamo disposti a rivedere l'ordine del giorno a firma Porcellana, Spagnuolo, Staglianò, Bresso e Vaglio, allorquando "rinnova l'invito ella Giunta affinché riconsideri i progetti proposti dall'Energest e Montechiaro e gli altri in fase autorizzativa e provveda al più presto alla bonifica ambientale del sito di Montiglio". Proponiamo un emendamento che potrebbe suonare così: "rinnova l'invito alla Giunta regionale affinché riconsideri i progetti proposti dall'Energesta Montechiaro d'Asti al fine di rivedere le autorizzazioni ai progetti stessi e gli altri in fase autorizzativa e provveda al più presto alla bonifica ambientale del sito di Montiglio". Credo che questo possa essere un punto di equilibrio su cui tutta l'assemblea si può ravvisare, Abbiamo detto "al fine di rivedere le autorizzazioni" che vorrebbe dire di "riconsiderare" le autorizzazioni stesse. Credo che "rivedere" sia un termine sufficientemente forte che non sconfessi nessuno e che ponga così, sia la Giunta che il Consiglio, nei termini problematici e dialettici che sono stati espressi stamane.
Ritengo che questo possa essere il punto di incontro della volontà generale del Consiglio regionale del Piemonte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Signor Presidente, colleghi del Consiglio, come sempre avviene nelle questioni importanti, ma, in una qualche misura, episodiche che vengono messe in luce le problematiche più importanti e più generali. Mi riconosco pienamente nella dichiarazione, e ne apprezzo anche la fermezza dell'Assessore che ci ha richiamati al rispetto delle regole del gioco perché se non si rispettano le regole del gioco, quando alla fine si contano i punti, non vengono contate le carte improprie. Quindi nella vicenda del 1990, per intenderci, l'ordine del giorno di questo Consiglio essendo fuori della regola del gioco, è stato venduto qui come un "settebello", mentre invece era un due di fiori e nel contesto finale non ha contato. L'errore, collega Picchioni, non è stato della Giunta che non ha rispettato un ordine del giorno, ma è stato del Consiglio che ha ritenuto di attuare una funzione esecutiva che non gli compete. Quando la Giunta deve dire sì o no non può fare dei ragionamenti culturali filosofici e politici, ma deve assumere un provvedimento amministrativo con tutte le condizioni di natura tecnico - giuridica che stanno all'interno di un elemento amministrativo, che ha anche considerazioni politiche che per devono essere fatte valere in altra sede, quella legislativa della programmazione.
Mi chiedo se quando si parla di questo, non si debba anche riconsiderare quanto è avvenuto in questa Regione. Dico subito che su questo mi rimetto alla valutazione che la Giunta riterrà di fare sugli ordini del giorno, perché mi rendo conto che c'è la necessità di dare alla Giunta il massimo di possibilità di determinarsi, dal momento che alla Giunta competono atti finali e non ancora atti di riconsiderazione.
Comunque mi rimetto alla valutazione della Giunta in linea con le questioni che ho cercato di svolgere, seppure sommariamente, in ordine alle competenze.
Devo però dire che questo Consiglio non può ignorare i fatti inauditi che sono avvenuti in questa regione, che costringono la società civile e la Giunta a determinati comportamenti. Il Consiglio regionale ha votato, primo in Italia, un piano dei siti, estensore l'or. Salerno, istruttore in Commissione il sottoscritto; quel piano dei siti non ha avuto nessuna ricaduta nel concreto, perché poi gli stessi Consiglieri che hanno collaborato all'adozione di quella decisione hanno pensato bene di fare le punte avanzate dei movimenti di resistenza con lo stesso provvedimento che avevano approvato. Allora, cari amici, il Consiglio faccia la propria parte, la Giunta farà la propria! Ciò vuol dire che il Consiglio concorre all'individuazione degli elementi legislativi di programma! La Giunta li attua e risponde politicamente di come li attua! Non viene consigliata dal Consiglio! Non viene richiamata dal Consiglio! Si dimette! Perché il Consiglio fa una mozione di censura e di sfiducia in ordine a dei comportamenti che non ritiene coerenti, a che cosa? Agli atti legislativi alla legge in generale, agli atti di programmazione, ma prima deve fare gli atti legislativi e gli atti di programmazione! Veniamo al secondo atto. Ci troviamo sicuramente in un'emergenza.
L'emergenza vuol dire (anche per gli amici che ci ascoltano) che la normativa che ha portato al secondo piano dei siti, quello bocciato dalla Magistratura, è una legislazione di emergenza che dice alla Regione che in 40 giorni deve provvedere a dotarsi di un piano dei siti, ma attenzione: questo piano dei siti deve essere fatto per avere i finanziamenti, ma comunque, non è esaustivo delle eventuali ipotesi che venissero avanzate da terzi. Quindi, caro Tapparo e cari amici che immaginate che qui ci sia il business; il business è una realtà di cui il legislatore nazionale si è fatto carico, dicendo che il piano regionale non è esaustivo! Quindi chiunque ritenga di portare alla Conferenza dei servizi un'ipotesi che sia tecnicamente e ambientalmente accettabile, va i - dico impropriamente - in deroga al piano dei siti Guardiamo la storia del piano dei siti, cara collega Bresso. Lei questa mattina ha ripetuto che noi non abbiamo un piano dei siti.



BRESSO Mercedes

Certo, è bocciato.



MARCHINI Sergio

Benissimo. Tu ed altri amici vi siete opposti al piano dei siti senza neanche entrare nel merito, perché avete fatto una questione di ordine giuridico formale! E guarda caso contro gli interessi delle popolazioni! Perché la Regione ha adottato un piano, che è diventato illegittimo e la Giunta era consapevole di questo rischio, perché c'era l'esigenza, signor Presidente, di garantire che con l'approvazione del piano dei siti non fossero impedite tutte le possibilità in essere nei piani regolatori, ma venisse semplicemente aggiunta questa indicazione, quando la legge nazionale prevedeva che questa fosse la funzione unica ed esclusiva! Quindi, guarda caso, uno sforzo fatto dalla Giunta, sicuramente giuridicamente opinabile, ma che andava nell'interesse dei Comuni, perch non strappava loro il governo del proprio territorio, ma li chiamava a concorrere al governo del loro territorio, considerando che alcune aree erano ipotizzate per area vasta (si parla di area e non di siti) come finalizzabili ad una certa destinazione; il che, peraltro, non impediva ai Comuni di continuare la loro politica su quelle aree di territorio, così come individuato dai piani regolatori.
Questo programma è stato bocciato, quindi la Regione non l 'ha più per una ragione giuridica, con il merito non c'entra niente! Quindi cerchiamo di capirci, facciamo la nostra parte; per carità, la politica è soprattutto nei paesi che hanno le loro radici e i loro capelli nel Mediterraneo, una stranissima attività, soprattutto quando i partiti hanno rinunciato a fare opinione, ma a raccogliere consenso come l'unica loro esclusiva funzione. Allora, del fatto che non abbiamo in Regione una programmazione, una pianificazione, la responsabilità è complessiva: è sicuramente della Giunta che ha avuto la debolezza di proporre un documento giuridicamente debole, probabilmente anche nella inavvedutezza politica di alcuni portatori di interessi culturali, peraltro significativi, che hanno ritenuto di mettere in discussione il merito attraverso lo strumento giuridico. E' però evidente che se non riusciamo a darci un quadro di riferimento, l'emergenza e le spinte che dall'emergenza trovano alimento ci portano a dover riconcorrere, caso per caso, le vicende al di fuori della programmazione. Ma questo non è una responsabilità che va ascritta a questo o a quell'Assessore, a questa o a quell'altra Giunta; è una responsabilità anche della cultura che è in essere su questa materia nella nostra Regione.
Faccio un'ultima dichiarazione in ordine alla ferma presa di posizione che l'Assessore ha voluto assumere in merito ai rapporti esecutivo Consiglio. Ha usato un eufemismo, l'Assessore, immaginando che si stia andando, o che ci sia il rischio di andare, rispetto ad alcune questioni verso un regime assembleare. Non è così, Assessore, c'è qualche cosa di peggio; assembleare vuol dire semplicemente che si ritiene che a concorrere alla decisione concorra l'assemblea nella sua totalità e non una prefigurata maggioranza. Quello che si sta sostanzialmente facendo crescere adesso è una cosa diversa, non è neanche quello che potremmo pensare di inventare: la democrazia diretta, quindi non il governo assembleare, perch a questo punto dovremmo andare a casa; stiamo organizzando un sistema di democrazia organica, nel senso che, nel momento delle decisioni, tutti siamo presenti, tutti sullo stesso piano, tutti abbiamo le stesse responsabilità, quindi nessuno ne ha. E' questo, Assessore Garino, che si sta concretizzando: la Giunta, il Consiglio, le Commissioni, i Consiglieri gli amministratori comunali, i comitati locali, la popolazione; sette categorie di decisori messi sullo stesso piano. E' questo che stiamo rischiando, caro Assessore Garino. Non tanto la democrazia assembleare, che è un modello, che è comunque all'interno del sistema parlamentare; qui andiamo - consentimi - ad un'ipotesi di democrazia nuova; quella organica che vuol dire fuga dalle responsabilità e dalle decisioni. La forza delle cose passa però attraverso le maglie che costruiamo per nostra tutela: i tetti si fanno robusti, una volta si facevano in lose. Cari colleghi, non possiamo coprirci dalle nostre responsabilità inventando dei tetti di rete: le case devono essere di vetro, non di rete. Ciò significa che si pu guardare dentro e si può guardare fuori, ma il vetro non è una griglia attraverso cui tutto passa.
Il richiamo della Giunta alle proprie prerogative ci sta tutto e consentimi collega Picchioni - è legittimo. Abbiamo uno Statuto che è stato scritto ad immagine e somiglianza di sua maestà il conte Calleri di Sala questa è una Regione che ha anticipato di molto il dibattito culturale istituzionale in Italia, perché la nostra è una Regione che prevede la sfiducia costruttiva, prevede che le deliberazioni non vengano in Consiglio regionale, prevede sostanzialmente la centralità dell'esecutivo. Questo è lo spirito del nostro Statuto sul quale possiamo ragionare e discutere, ma nel momento in cui si ritiene che le deliberazioni non debbano venire, se non quelle previste da precise leggi, all'esame del Consiglio, non essendoci questo tipo di istituto, cari colleghi, o lo inventiamo e modifichiamo lo Statuto, oppure bisogna prendere atto che la responsabilità che la Giunta ha nei confronti del Consiglio è una responsabilità politica globale, non è sulla singola specifica questione. Quindi, deve darci conto del suo operato nel complesso dei suoi interventi che devono essere verificati all'interno del sistema della nostra normazione e all'interno del sistema della nostra programmazione. Dobbiamo uscire da questa voglia della rete, che permette a ciascuno di cercare il proprio buco attraverso il quale far passare le proprie operazioni di consenso e ve lo dico con tutta franchezza.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bresso. Ne ha facoltà.



BRESSO Mercedes

Ho chiesto la parola per fare una precisazione, dopodiché torneremo al merito specifico della questione: non se ne può proprio più di questo atteggiamento del Consigliere Marchini di dire sempre qual è stata la posizione degli altri, come se fosse l'unico interprete ufficiale della posizione di un altro Gruppo! Ci sono agli atti tutte le discussioni in merito al famigerato piano dei siti da cui risulta che c'è stata, per quanto riguarda il nostro Gruppo, un'opposizione molto ampia su tutti gli aspetti del piano, compreso quello che cita l'allora Assessore Marchini.



MARCHINI Sergio

Sempre davanti ai Magistrati!



BRESSO Mercedes

Quello non c'entra, quella è stata un'azione legittima delle popolazioni colpite da quel vincolo. In quella sede avevamo rilevato l'illegittimità di quella scelta urbanistica, ma la nostra opposizione al piano di smaltimento, che infatti non si chiama piano dei siti, bensì piano di smaltimento dei rifiuti, è stata di ben altro tipo e nel merito delle scelte di smaltimento, non soltanto nel merito di quella specifica scelta di localizzazione.
Bisogna dare atto che le opposizioni fanno un lavoro costruttivo e non solo di movimento, come certe volte sembra sostenere il collega Marchini.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Marchini. Ne ha facoltà.



MARCHINI Sergio

Mi scuso con la collega Bresso, con la Presidente e con i colleghi. Lei mi darà atto però che l'esigenza di sintesi alla quale l'organizzazione del Consiglio e la sua regia ci pongono, ci costringe a richiamare solo gli elementi significativi e storici delle vicende e, quindi, ad essere magari ingenerosi nei confronti di qualche Gruppo e di qualche collega. Certamente la signora Bresso merita la nostra galanteria.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Staglianò. Ne ha facoltà.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Ho chiesto la parola per rinnovare la richiesta - è una interrogazione orale, Assessore - già formulata nel corso dell'intervento della collega Bresso per conoscere dalla viva voce dell'Assessore Garino a che punto stanno le cose per quanto concerne il processo autorizzativo, perché su questo non ci possono essere equivoci di sorta e quindi conoscere, se possibile, cosa ritiene di fare in relazione allo stato dell'arte.
In secondo luogo, signor Presidente, a me pare opportuno che i presentatori degli ordini del giorno e dei vari emendamenti facciano una brevissima riunione, anche per vincoli di Regolamento, per cercare di capire se è possibile concorrere alla stesura di un unico ordine del giorno, perché viceversa sappiamo che gli emendamenti non sarebbero nemmeno formalmente accoglibili in quanto tali.
In questo senso ho cominciato a raccogliere le firme dei colleghi che hanno già presentato l'ordine del giorno n. 135 sulla riscrittura del dispositivo così come l'ha già letta il collega Porcellana alla fine del suo intervento illustrativo. Questa riscrittura del dispositivo suona così: "rinnova l'invito alla Giunta regionale affinché riconsideri p progetti proposti dall'Energest a Montechiaro d'Asti al fine di non autorizzare i progetti stessi e gli altri in fase autorizzativa e provveda al più presto alla bonifica ambientale del sito di Montiglio". Questo è il testo così come è stato annunciato stamane dal collega Porcellana, su cui si stanno raccogliendo le firme (naturalmente sono gradite le firme di tutti i colleghi che lo condividono), ma, al di là dell'aspetto formale, mi pare importantissimo che si faccia una riunione fra i presentatori degli ordini del giorno e degli emendamenti insieme ai Capigruppo per cercare, come ci ha invitato a fare il Presidente, di concludere senza interruzione i nostri lavori in maniera da consentire agli abitanti della Valle Versa di ritornare alle loro case al più presto.
La riteniamo una verifica preliminare molto rilevante.



PRESIDENTE

La proposta del Consigliere Staglianò pare darci la possibilità di coagulare una posizione definitiva.
Dopo la replica dell'Assessore Garino, la seduta verrà sospesa per una riunione dei presentatori degli ordini del giorno e degli emendamenti insieme a tutti i Capigruppo che vogliano partecipare ed ovviamente alla Giunta, allo scopo di definire un testo unitario da sottoporre all'aula.
La parola all'Assessore Garino.



GARINO Marcello, Assessore all'ambiente

Non ripeterò le cose che ho detto questa mattina ed anzi ringrazio i colleghi che hanno aggiunto alcune valutazioni che credo debbano essere tenute in conto e non mi celerò dietro a paraventi per dire che cosa intendo fare, non è mia abitudine e non lo sarà neanche questa volta. Devo però precisare alcune cose.
Ho sentito alcuni colleghi parlare di mancanza di politica di programmazione per lo smaltimento dei rifiuti tossico-nocivi. Se questo era vero prima del 20 novembre 1990, colleghi, permettetemi di ricordare a voi tutti e a me stesso soprattutto, che la nostra Regione è una delle poche in Italia che ha predisposto le iniziative volte a predisporre il piano di emergenza per i rifiuti tossico-nocivi, che rappresenta il primo atto in Italia di politica di programmazione, anche se non ci sono ancora i siti ma la nostra è una delle poche Regioni italiane che, entro i termini del DPCM dell'agosto 1990, è riuscita a programmare i propri interventi. In futuro, quindi, non ci saranno più singole iniziative sporadiche di qualcuno che si alza al mattino scoprendo che è nato il prezzemolo e lo va a vendere sul mercato, ma ci saranno iniziative che, all'interno del quadro che abbiamo predisposto, andranno ad affrontare i bisogni della nostra Regione. Quindi, devo respingere l'affermazione che è stata fatta di una mancanza di programmazione.
Infine, vorrei ricordare ancora una volta a me stesso, ma anche ai Consiglieri, che la nostra Regione ha un piano di smaltimento...



STAGLIANO' Gregorio Igor

Bocciato dal TAR.



GARINO Marcello, Assessore all'ambiente

No. Il piano di smaltimento fu bocciato dal TAR per ragioni, come diceva molto opportunamente il collega Marchini, giuridico - urbanistiche e non certo di sostanza, e questo Consiglio regionale lo ha riadottato. Oggi abbiamo questo piano di smaltimento riadottato senza quella parte che il TAR aveva messo in discussione. Quindi, la Regione Piemonte ha un piano di smaltimento; può piacere, può non piacere, si può essere d'accordo o meno ma questa Regione ne è dotata.
Così come d'altra parte ricordo ancora una volta a me stesso e ai Consiglieri che nella stessa deliberazione con la quale il Consiglio regionale ha riadottato quel piano abbiamo assunto l'impegno di formularne uno nuovo, proprio sulla base delle nuove emergenze che sono venute evidenziandosi.
Che cosa si farà? Lo stato dei fatti, a questo punto, è molto semplice.
Esiste l'approvazione del progetto Energest, non chiamiamola autorizzazione, data dalla precedente Giunta regionale; esiste la valutazione di impatto ambientale dell'Assessorato all'ambiente di allora è partito il progetto con tanto di valutazione di impatto ambientale al Ministero il quale Ministero deve formulare il proprio parere su questa valutazione di impatto ambientale e ritornare il tutto alla Regione perch questa possa procedere, nel caso lo ritenga, all'autorizzazione all'esercizio. Questa è, per quanto mi risulta, la prassi che dovrebbe essere seguita ed è in questo senso che rispondevo alla collega Bresso.
Che cosa può fare in questo momento la Giunta regionale? Intanto pu venire a conoscenza ufficialmente di quelle notizie che tutti sanno, perch la Giunta non è in possesso di alcuna valutazione di impatto ambientale da parte del Ministero dell'Ambiente. So che due mesi fa giornali astigiani pubblicavano parere positivo, ma a me non risulta, perché non è pervenuto nulla.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Mi scusi se la interrompo, Assessore, ma devo citare testualmente una risposta del Ministro dell'Ambiente. Si tratta di una puntualizzazione necessaria, signor Presidente, perché non si può continuare a procedere con gli equivoci. Do, pertanto, lettura della risposta del Ministro dell'Ambiente, datata Roma 9/2/ 1991, prot. 756, all'interrogazione parlamentare n. 405444 dell'on. Corleone ed altri, sull'installazione di discarica per rifiuti tossici e nocivi nell'alta Valle Versa. La risposta del Ministro Ruffolo è la seguente: "L'istruttoria -- relativa alla VIA così come ha precisato l'Assessore - si è conclusa con parere favorevole salvo le prescrizioni della Giunta regionale. E' in via, di perfezionamento il relativo provvedimento".



GARINO Marcello, Assessore all'ambiente

Un qualsiasi Assessore regionale, una qualsiasi Giunta, un qualsiasi Consiglio regionale, non prenderà mai alcun provvedimento sulla base della risposta di un Ministro ad un'interrogazione. Occorre che il Ministero quantomeno comunichi ufficialmente alla Regione il parere per vedere: primo, se è si; secondo, se è sì con prescrizione; terzo, se è no. Nessuno di noi può assumere decisioni, Consigliere Staglianò, sulla base di una risposta ad un'interrogazione. Mi pare che sia chiaro e d'altra parte mi pare d'aver detto niente di particolare se non la verità che all'Assessorato all'Ambiente; alla Giunta regionale, al Presidente della Giunta regionale, non è giunta alcuna comunicazione. Esiste una lettera personale del sottoscritto, che ho letto in quest'aula, inviata al Ministro Ruffolo perché mi facesse conoscere queste determinazioni, ma questa lettera non ha ancora ricevuto risposta. Appena il Ministero comunicherà ufficialmente a questa Regione qual è il suo parere sulla VIA si assumeranno le decisioni di conseguenza, perché la valutazione di impatto ambientale non è semplicemente un "yes - no", potrebbe anche essere un sì con mille prescrizioni che noi stessi dovremo valutare. Comunque, l'impegno è per intanto di attendere questa VIA, per cui - ripeto ancora una volta si dovrà avere il documento nella sua interezza per valutarlo; secondo dovrà essere fatta contemporaneamente dalla Giunta una revisione del progetto, cosa che la Giunta non ha fatto perché esisteva una precedente Giunta che l'ha autorizzato ed è questo l'impegno che si può assumere per valutare la situazione e verificare, alla luce delle iniziative che sono state portate avanti dagli abitanti della Valle Versa, dalle loro organizzazioni come Comitato, dai loro rappresentanti, dalle relazioni tecniche che sono state portate in questo periodo, se è il caso di addivenire ad una revoca dei provvedimenti.
Il Consigliere Zacchera ha posto un problema che è di carattere più generale rispetto alla Valle Versa: verificare quali sono i soggetti che in qualche modo, producono queste istanze e comunque come si comportano.
Devo dire che, nel caso specifico, esiste veramente una mano pubblica che è la Finpiemonte insieme, se non vado errato, a niente meno che l'Associazione Industriale della provincia di Asti, all'interno della società Energest; quindi non un singolo privato, ma niente meno che un'associazione. Sono state avanzate critiche nei confronti di una mano pubblica, ma devo dire che non sono altrettanto convinto che la presenza di un braccio pubblico abbia portato dei gravi squilibri. Cito soltanto l'esperienza di questi mesi me lo ha insegnato - due cose che sono andato comparando; parlo di discariche di rifiuti solidi urbani ed ho visto con i miei occhi quanti danni possa aver fatto una società privata nella mia provincia con una discarica di gestione assolutamente privata, gestita in modo pessimo con sei denunce della Provincia di Cuneo, con altrettante iniziative della Magistratura e quanto invece sia ben gestita una discarica nella quale, guarda caso, c'è anche la Finpiemonte come società. E' probabile che possa accadere che la mano pubblica possa ancora una volta dare il segno di che cosa può essere una gestione diversa e non soltanto a fini di profitto.
Concordo invece sul fatto che i bracci operativi della Regione dovrebbero avere uno stretto contatto con la Regione stessa, non soltanto a livello informativo, ma per decidere insieme a noi e con le Commissioni competenti quali debbano essere le iniziative da assumere, dove, se è possibile, in che modo, a seconda dei metodi, per non permettere che una volta nominati i nostri rappresentanti, all'interno di associazioni o di enti questi facciano quello che credono senza mai rispondere alla Regione non tanto a chi parla qui o al Consiglio, quanto piuttosto ai principi di programmazione che ci siamo dati.
Mi scuso con il Consigliere Picchioni se mi sono espresso male, ma per formazione personale e perla mia esperienza politica - sono sempre stato all'opposizione - ho talmente un grande concetto dell'opposizione, anche perché l'ho provata, che non mi sento affatto di togliere prerogative di controllo, di sindacato, di suggerimento, di proposta, di evidenziazione di ulteriori elementi di valutazione che il Consiglio deve avere. Lungi da me una cosa di questo genere; in sostanza, credo che quella formulata dal Consigliere Picchioni sia una proposta ragionevole che va incontro alle sollecitazioni che, in questi ultimi tempi, abbiamo avuto. E' una proposta che non intacca il principio fondamentale a cui prima accennavo e ad quale tengo particolarmente per il futuro. Sto cercando di immaginare che cosa accadrà in questa Regione nel momento in cui il piano di smaltimento dei rifiuti tossico-nocivi andrà in vigore, cioè tra poco, quando cominceremo con le gare esplorative e, successivamente, con le gare che riguardano le concessioni ai privati e sia detto per inciso...



MONTICELLI Antonio

Visto che non l'hai portato in Consiglio cosa vuoi che succeda?



GARINO Marcello, Assessore all'ambiente

Non fare queste battute. E' da quattro sedute del Consiglio che è iscritta all'o.d.g. una comunicazione della Giunta su questo tema. D'altra parte una volta che c'è stata una piccola discussione fra di noi c'era come arbitro il Commissario di Governo che ha deciso, per cui occorrerebbe almeno sapere che ha deciso e se ha deciso, evidentemente ha tranciato un nodo. Se poi si vuole continuare all'infinito con le polemiche, sono disposto a farlo. Voi potete anche non risponderne, ma questa Regione andrà avanti su quel piano che è stato approvato dalla Giunta regionale, che è stato preso come buono dal Ministero dell'Ambiente, che è stato approvato in termini giuridici dal Commissario di Governo. Se poi si vuole il controllo popolare di un'altra assemblea è un'altra questione! Ma sto pensando a quando questa Regione, come le altre che hanno agito come noi dovranno affrontare i problemi relativi alla concessione ai privati, così come stabilito dal DPCM dell'agosto 1990.
Il problema è molto semplice; se si accettasse il principio che un'assemblea può introdurre la decisione sull'uno o sull'altro di quelli che dovrebbero essere poi i destinatari delle concessioni verrebbe a cadere tutto quanto l'impianto legislativo e di regole cui accennavo prima, per cui mi pare veramente il caso di non insistere su una cosa di questo genere.
Ultima osservazione. Avevo tralasciato di parlare di alcune cose che erano state evidenziate nelle interrogazioni: i Consiglieri Staglian Segre ed altri chiedevano trasparenza delle decisioni ed io ho fornito tutta la documentazione richiesta in 24 ore, e, così come è avvenuto, sarà fatto per il futuro.
La ricerca del consenso delle popolazioni: certo, occorre la ricerca del consenso, il che non significa dare ragione a tutti, ma aveva ragione il Consigliere Marchini quando richiamava ognuno di noi non soltanto ad assumere decisioni, ma ad essere conseguenti quando si esce da quest'aula.
Devo dire che finora non mi è mai successo - abbiamo parlato spesso di "buchi"; come li chiamò un nostro amico un giorno - di trovare l'unanimità su un'iniziativa, piccola o grande, all'interno dei siti che erano stati individuati e all'infuori di quei siti, ma c'è sempre stato qualcuno che ha opposto dei no e che forse ha cavalcato la tigre di un piccolo, immaginario e contingente consenso che credo non possa produrre nulla di buono. C'è probabilmente una seria riflessione da fare da parte di questo Consiglio su una materia tanto delicata per giungere a qualcosa di positivo.
La sollecitazione alla partecipazione non soltanto deriva dalla legge n. 241 che ho citato prima, ma anche dal fatto che si è convinti, almeno questa Giunta è convinta, che la partecipazione popolare possa portare ulteriori elementi di valutazione anche ad di là di quelle che sono state le relazioni fatte dai Comitati oppure dai Sindaci. E' ciò che abbiamo tentato di fare anche in questo caso con gli abitanti della Valle Versa pur sapendo che non è sempre possibile mettere un'intera struttura regionale a disposizione per tutti i problemi esistenti: di Valle Versa purtroppo in Piemonte ce ne sono a decine se non addirittura di più. E certamente un impegno anche questo che la Giunta avrà nel futuro.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Picchioni che illustra un ulteriore emendamento all'ordine del giorno. Prego il Consiglio di ascoltare con grande attenzione perché potrebbe essere risolutivo ed immediato.



PICCHIONI Rolando

Ho preso spunto anche dalle affermazioni fatte testè dall'Assessore Garino.
L'emendamento dice: "rinnova l'invito alla Giunta regionale affinch riconsideri i progetti proposti dall'Energest a Montechiaro d'Asti al fine di rivedere l'autorizzazione ai progetti stessi e agli altri in fase autorizzativa e - questo è l'emendamento - se del caso, addivenire ad una revoca delle deliberazioni già assunte dalla precedente Giunta".



PRESIDENTE

L'Assessore è d'accordo; i presentatori?



STAGLIANO' Gregorio Igor

Facciamo una breve riunione.



PRESIDENTE

Consigliere Staglianò, si tratta delle parole dell'Assessore esattamente riprese.
La parola al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

Non siamo d'accordo sull'emendamento perché si rafforza il concetto di "riconsiderare" con il "rivedere", che sono dei sinonimi, e si lascia quindi aperta la possibilità al processo autorizzativo. Accogliere questo emendamento significherebbe ritornare addirittura indietro rispetto all'ordine del giorno del 21 marzo 1990, dove si invitava la Giunta regionale a non autorizzare il predetto impegno. Per ciò è inaccettabile: viceversa, ci collochiamo sul nostro emendamento, assorbito per così dire o forse è il nostro che assorbe l'emendamento Staglianò, con il quale si precisa che la riconsiderazione di cui al primo testo dell'ordine del giorno firmato anche da noi va rafforzato o meglio finalizzato con il concetto di non autorizzare che, ripeto, non è nemmeno poi un'invenzione dell'ultimo momento, bensì un riferirsi all'ordine del giorno del 21 marzo 1990.



PRESIDENTE

Ritenevo si potesse risolvere immediatamente la questione perché questo è un testo di ampia garanzia e l'Assessore ha dichiarato la sua disponibilità. Poiché però sono state fatte delle osservazioni sospendo brevemente la seduta per dar modo ai presentatori degli ordini del giorno ai Capigruppo e alla Giunta, di incontrarsi.



(La seduta, sospesa alle ore 14,05, riprende alle ore 14,50)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Riprendiamo l'esame degli ordini del giorno inerenti la Valle Versa.
Ai due documenti presentati sono stati proposti nel corso del dibattito una serie di emendamenti. Nella riunione tra i presentatori degli ordini del giorno, i Capigruppo e la Giunta, si è addivenuto ad seguente testo unitario. Poiché le premesse dell'ordine del giorno rimangono invariate, d lettura del testo a cui si è addivenuti: "Ricordati i precedenti ordini del giorno del Consiglio regionale in data 20/3/ I990 e 2I/3/ 1990 che invitavano la Giunta a non autorizzare gli impianti Energest a Montechiaro e ad inserire Montiglio nei piani di bonifica impegna la Giunta regionale a riconsiderare i progetti proposti dalla Energest a Montechiaro d'Asti e, se del caso, a non autorizzare i progetti stessi e gli altri in fase autorizzativa.
Invita inoltre la Giunta regionale a tenere presente l'urgenza di provvedere alla boma ambientale del sito di Montiglio. Impegna infine la Giunta regionale e valutare, con l'ausilio delle necessarie consulenze giuridiche, la possibilità di perseguire le Aziende ed i singoli responsabili dell'inquinamento verificato presso la Cava di Codana, anche per evitare che l'onere economico della bonifica di questo sito venga integralmente assunto nell'ambito del bilancio della Regione e, più in generale, dai contribuenti".
Questo testo è stato sottoscritto dai Consiglieri Picchioni Porcellana, Staglianò, Rossa, Tapparo, Spagnuolo, Marino, Bresso, Marchini Vaglio, Segre, Sartoris e Majorino.
Si intendono pertanto ritirati tutti i documenti precedenti.
Ha chiesto da parola per dichiarazione di voto il Consigliere Zacchera.
Ne ha facoltà.



ZACCHERA Marco

Il mio Capogruppo ha sottoscritto questo ordine del giorno personalmente, non parteciperò alla votazione perché non sono d'accordo che al termine di un dibattito durato quattro ore si debba arrivare a centellinare un documento il cui testo mi può trovare anche favorevole, ma che è in realtà un ordine del giorno che è ancora meno forte di quello che un anno fa invitava la Giunta regionale a non autorizzare il predetto impianto Energest.
Non ho alcun interesse elettorale nella Provincia di Asti, ma se l'anno scorso, dopo un ordine del giorno del Consiglio regionale in cui si diceva di non autorizzare, la Giunta ha assunto una deliberazione il 10 aprile 1990 con la quale di fatto, con tanti "se" e tanti "ma", si permetteva di autorizzare. Ho speranza e fiducia nell'Assessore Garino, ma esprimo tutto il mio scetticismo per il fatto che, alla fine, si sia stati capaci soltanto di approvare un ordine del giorno in cui sta scritto "se del caso" e tanti "se".
C'è poi un altro aspetto che mi lascia molto dubbioso e che sottolineo all'Assessore Garino (in questo senso ho raccolto una frase che ha detto a commento del mio intervento): l'anno scorso il Consiglio regionale praticamente all'unanimità votò il più volte citato ordine del giorno di invito a non autorizzare, ma l'allora Assessore all'ambiente, Elettra Cernetti, del suo stesso Partito, era poi relatore della deliberazione di Giunta dell'aprile 1990. L'ex Assessore Cernetti è ora amministratore della Finpiemonte, la quale fa parte dell'Energest: chi mi dà fiducia che alla fine questi deliberati del Consiglio regionale saranno osservati?



(Vivissimi applausi da parte del pubblico)



PRESIDENTE

Desidero fare una puntualizzazione: prima di tutto il Consiglio e la Giunta nelle loro composizioni sono cambiate, ma soprattutto è cambiato l'ordine del giorno perché una cosa è fare, come era scritto nell'ordine del giorno dello scorso anno, un invito generico alla Giunta, altra cosa è invece il testo di questo documento che è il frutto di una riflessione estremamente impegnativa del Consiglio insieme alla Giunta e devo ringraziare l'Assessore Garino, il Presidente della Giunta e tutta la Giunta per l'attenzione che hanno posto al problema, accettando che questo documento si concludesse non con un invito generico, bensì con la richiesta di un preciso impegno della Giunta che dal punto di vista politico amministrativo ed anche istituzionale - se mi è permesso - è cosa completamente diversa in un rapporto di fiducia che noi rinnoviamo, per quello che mi riguarda, alla Giunta. Pertanto, si tratta di un atto concreto; avendo studiato la fase attuale della procedura e avendo posto tutte le condizioni perché questo impegno alla Giunta possa procedere secondo la volontà politica espressa dall'insieme del Consiglio, ritengo che si tratti di un documento di portata diversa, anche per la storia che nel frattempo, è intervenuta e che non si può ignorare, rispetto a quello approvato esattamente un anno fa.



MAJORINO Gaetano

Però è una distinzione da "dottor Sottile".



PRESIDENTE

Si tratta comunque di distinzioni che nei documenti di carattere politico istituzionale e anche amministrativi contano molto.
Ha chiesto la parola per dichiarazione di voto il Consigliere Bresso.
Ne ha facoltà.
Ricordo che fuori del palazzo ci sono 800 persone, ma non ho difficoltà a dare ancora la parola.



BRESSO Mercedes

Le dichiarazioni di voto su un argomento del genere - se mi permette sono assolutamente indispensabili. Le 800 persone di cui parla sono venute apposta per avere le idee chiare su quello che sta capitando, quindi le devono avere.



PRESIDENTE

Non facciamoci sempre le lezioni a vicenda.



BRESSO Mercedes

Lei ce l'ha data e io la restituisco.



RIVALTA Luigi

C'è stata una Giunta che non ha rispettato il mandato del Consiglio!



PRESIDENTE

Infatti ci sono dei presentatori di un ordine del giorno.



RIVALTA Luigi

E i Partiti di quella Giunta sono gli stessi, gli Assessori sono quasi tutti quelli di prima!



PRESIDENTE

Consigliere Bresso, cominci l'intervento.



BRESSO Mercedes

Il Consigliere Rivalta ha ragione, infatti la nostra dichiarazione di voto è favorevole a questo ordine del giorno faticosamente costruito perch riteniamo che sia importante che il Consiglio si pronunci su questa questione e individui un orientamento sulla materia; orientamento emerso dal dibattito che è stato espresso nell'ordine del giorno in maniera molto chiara. Ciò non significa comunque e in alcun modo da parte nostra una dichiarazione di fiducia all'operato di questa Giunta, così come non era stata l'approvazione dell'ordine del giorno dell'anno scorso una dichiarazione di fiducia all'operato di quella Giunta. Si può anche ritenere di "fregarsene" completamente di come vanno le cose, del fatto che ci sono 800 persone fuori e intervenire come ha fatto il Consigliere Zacchera riscuotendo tanti applausi, ma che cosa ha semplicemente fatto? Un'azione che comunque non porta da nessuna parte. Il collega Zacchera dice che non porta da nessuna parte neanche questo ordine del giorno; non c'è alcun dubbio che chi è all'opposizione non può pretendere di governare dall'opposizione, può però pretendere di informare dalla propria posizione l'operato del Consiglio. La Giunta, nella sua autonomia a cui ha diritto può anche non tenere conto della chiara posizione espressa dal Consiglio che prevede la riapertura del procedimento che è indispensabile perch possa essere negata l'autorizzazione, altrimenti si va, comunque, ad una situazione in cui l'autorizzazione diventerà la coda di una decisione presa nella precedente legislatura. Questa operazione è indispensabile per dare una risposta alle domande che oggi ci sono state poste dalla popolazione.
Per questa ragione votiamo a favore e staremo a vedere, ma dimenticheremo della vicenda, noi controlleremo che ci sia il rispetto di questo ordine del giorno, cioè che venga riaperta l'istruttutoria e che venga quindi riconsiderata dall'inizio tutta la questione. Staremo a vedere se ci sarà la capacità politica e tecnica da parte di questa Giunta di essere conforme a quello che gli stessi Assessori ed, esponenti della maggioranza hanno qui affermato. Abbiamo sentito cosa ci è stato detto, verificheremo se questo ordine del giorno non sarà vano come la volta scorsa.
Non è che abbiamo, anche noi, grande fiducia, anzi non l'abbiamo per niente, facciamo quello che possiamo dall'opposizione, ma non rinunciamo a tentare di ottenere dei risultati. Crediamo che in alcuni casi si sia riusciti ad ottenerli; i rapporti Giunta-Consiglio devono però essere chiari, non si può qui stare da una parte e subito dopo, tornati nel proprio Assessorato al riparo dalle 800 persone, cambiare di nuovo opinione. E' un aspetto su cui verificheremo i comportamenti di questa Giunta, certo non è che abbiamo grandi speranze rispetto alle vicende passate, ma non deludeteci una volta di più perché altrimenti la prossima volta nessuno darà più fiducia neanche all'istituzione Consiglio.
Questa è la nostra preoccupazione: il Consiglio deve dare risposte alle domande legittime e giuste dei cittadini. Abbiamo fatto uno sforzo unitario per cercare di dare questa risposta, ma non stiamo certo con le mani in mano ad aspettare che una volta ancora il Consiglio venga vilipeso e considerato come un organismo in cui si parla solamente, tanto poi le azioni e gli affari si fanno da qualche altra parte. Su questo saremo molto attenti.



(Applausi da parte del pubblico)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Maggiorotti.



MAGGIOROTTI Piergiorgio

Non ho firmato questo ordine del giorno non per pormi in una posizione sterile di opposizione a priori, ma perché sinceramente non mi sono chiari i percorsi che porteranno alla revoca dell'autorizzazione perché questo è mi sembrerebbe di capire, l'obiettivo diffuso tra quanti sono intervenuti oggi ad assistere ai lavori del Consiglio. Non mi è chiara questa certezza di obiettivi e, pertanto, non parteciperò ad voto. Sono soddisfatto della scelta di inserire, come avevamo proposto con l'emendamento, la necessità di perseguire gli inquinatori in base al principio che vige nella nostra legislazione per il quale chi inquina deve pagare ed è anche su questo che talloneremo pesantemente la Giunta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Si dà il caso che io debba sempre puntualizzare le dichiarazioni della collega Bresso, ma ciò accade perché la considero collega preparata e quando dice una cosa bisogna ascoltarla. Interpreto e faccio la mia dichiarazione di voto che, in senso politico, invita, richiama e ricorda alla Giunta che queste materie devono essere oggetto di una verifica puntuale e puntigliosa, che verifichi fino in fondo l'esistenza di tutte le condizioni tecnico-giuridiche. Non c'è una volontà politica a favore o contro questa discarica secondo me; c'è un'espressione di volontà affinch la Giunta su questa e su altre procedure attui nel modo più scrupoloso e puntuale il proprio compito. Se in questo caso si ritiene che il percorso precedente per ragioni di tempo, di congiuntura, di emergenza, deve essere riletto, messo sotto il microscopio, mi va bene, ma questo è fatto sempre e non "deve essere fatto" dalla Giunta, la Giunta lo fa sempre: è il suo compito istituzionale! Non accetto però che la mia firma venga considerata come l'apertura di una questione politica di cui la Giunta dovrà rispondere in termini politici; qui non c'è niente di politico, non ci stiamo dividendo tra i favorevoli e i contrari a una cosa che ha un valore politico che ci divide maggioranza da minoranza, liberali da socialisti. No; c'è l'esigenza di essere certi che una decisione finale la si prenderà sulla scorta di un processo tecnico-giuridico inattaccabile, di assoluta tranquillità per le popolazioni e per le istituzioni. Non c'entra niente la politica! Mi auguro che questo percorso sia il più tranquillizzante per le popolazioni, ma intendo distinguermi rispetto a questo; non ci sarà una chiamata a responsabilità politica della Giunta perché ha preso un orientamento rispetto ad un altro, ci sarà, se del caso, una verifica, da parte del Consiglio, che le attività di rilettura siano state quelle giuste e che quindi, anziché del microscopio, magari la Giunta si è accontentata di prendere un cannocchiale che impedisce di vedere le cose vicine. Questo è il rapporto che abbiamo instaurato oggi con la Giunta come Consiglio; una presa d'atto della disponibilità della Giunta e un suggerimento da parte del Consiglio che questa materia venga riletta con attenzione con tutte le conseguenze dal punto di vista delle deliberazioni conseguenti che forse non sono quelle presenti nell'ordine del giorno, perché attengono al momento finale che è di competenza della Giunta. E' probabile, dico io, ma vale solo per me, che se la lettura puntuale degli atti e delle questioni tecniche porterà a dei risultati, produrrà non tanto il non rilascio dell'autorizzazione, ma la revoca della precedente deliberazione, a mio modo di vedere. Ripeto che non c'è una questione politica, c'è ima questione di richiamo, anzi, di presa d'atto che, sicuramente, la Giunta farà su questo un esame più approfondito, più dettagliato, non di quanto abbia fatto in passato, ma semplicemente di quello che forse si è fatto in un momento in cui l'emergenza ha portato a decidere con insufficiente determinazione. Ma non accetto che si prenoti già un'inadempienza della Giunta, dal punto di vista politico, qualora la Giunta magari dia poi l'autorizzazione. Non è così! Non ci sarà un'inadempienza di tipo politico necessariamente: ci potrà essere, allora ne discuteremo. La Giunta verrà in aula a fare una comunicazione su questa vicenda e potrà spiegarci tre cose: avere revocato la deliberazione dell'anno 1989, non avere rilasciato l'autorizzazione, o di avere rilasciato l'autorizzazione.
Sulle tre questioni ci informerà e ci ragioneremo sopra, ma non accetto che fin d'ora si prenoti un'inadempienza politica da parte della Giunta rispetto al Consiglio qualora si comporti in un certo modo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Farassino.



FARASSINO Giuseppe

Il Gruppo Lega Nord ha sottoscritto questo ordine del giorno. Per noi non si tratta né di un voto di fiducia alla Giunta, come è stato detto, n di speranza. Per noi è un atto di disperazione, perché non abbiamo un'altra via di uscita e, comunque, siamo portati in un certo senso ad un ottimismo di tipo suicida di fronte ad una situazione esplosiva. Abbiamo sentito un sacco di parole, a parte la bellissima disquisizione fatta dal collega Porcellana che ci esponeva il caso, un lunghissimo discorso dell'Assessore Garino che, francamente, ho capito poco, come penso gran parte delle persone in questa sala. Non si è fatto altro che dire e ridire, l'arte retorica di dire tante cose e stare sempre come gli elefanti con i piedi larghi sopra la palude. In sostanza, non è venuto fuori o è venuto fuori lo sappiamo tutti, di fronte ad un atto di pirateria, perché in questa vicenda c'è stato un atto di pirateria, diciamolo chiaramente con le parole di tutti i giorni della gente della strada.
Dopo il parere negativo espresso nell'ordine del giorno dell'anno scorso dal Consiglio regionale, c'è stata la deliberazione assunta a sorpresa dalla Giunta, infine l'Energest che si è attivata direttamente con il Ministro. Non sono saltati fuori, ma i nomi sono nell'aria, sappiamo tutti chi è il padrino o i padrini di questa operazione che è una delle tante che succedono in politica. Di fronte a tutto questo salta evidente una cosa che è più importante di tutte, cioè la situazione di impotenza della Regione Piemonte nei confronti di uno Stato centralista. Questo è il nesso della questione. E' una situazione che si sta trasformando purtroppo, in condizione, dal momento che questa situazione sta perdurando.
Ormai nessuna Giunta regionale può assumere un atto se non è prima bene accetto (lo è sempre stato, ma ora è più evidente) ai signori di Roma, ai signori Ministri. Lo dimostra il lungo tempo che è occorso per comporre un ordine del giorno nel quale si è voluto limare la parola, il cavillo, per non pregiudicare, non compromettere la riuscita - detto tra parentesi - al fine di non fare adirare il Ministro che chissà come prenderà la cosa.
In conclusione, ci associamo a questo ordine del giorno, ma il nostro non è né un atto di fiducia né un atto di speranza, è un atto di disperazione che speriamo vada a buon fine.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Picchioni.



PICCHIONI Rolando

Il nostro, invece, è un atto di fiducia e di speranza, non è un sì condizionato e nemmeno subordinato. Sappiamo però che il diavolo si nasconde nel dettaglio e, pertanto, anche nelle parole che possono essere più o meno chiare e più o meno recepibili. Credo che la Giunta, nella persona dell'Assessore e del Presidente, sia stata estremamente chiara anche nelle trattative che sono state fatte in sede di Capigruppo, per cui il risultato di oggi porta il voto convinto della Democrazia Cristiana.
Un'unica cosa vorrei aggiungere a quanto detto: non prenotiamo un giudizio politico, ma speriamo che il giudizio che la Giunta darà sia rispondente alle aspettative e alle speranze di tutta questa assemblea.
L'Assessore Garino deve esercitare tutta la sua capacità di monitoraggio non tanto rispetto all'ambiente quanto rispetto a coloro che lavorano nell'ambiente perché il circuito perverso che ha indicato poc'anzi l'amico Zacchera è un circuito che può effettivamente esistere. Quando parliamo di braccio temporale che si sovrappone alle nostre presenze e alle nostre stesse volontà politiche, certamente non parliamo di fantasmi che esistono in altri castelli. Sono cose che possono esistere anche tra di noi. L'amico Marchini questa mattina ha accennato alla democrazia organica od organicistica ed ha .elencato sette famiglie che la dovrebbero comporre ma ne ha dimenticata una: la famiglia delle lobbies che credo sia la più presente, più pressante e più condizionante di tutte le altre.



(Applausi da parte dal pubblico)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossa.



ROSSA Angelo

Signor Presidente e colleghi, le lobbies, purtroppo, sono vaste e diffuse, ci sono quelle economiche e quelle politiche, sarebbe bello non ci fossero, ma purtroppo ci sono.
Attraverso questa dichiarazione di voto intendo confermare l'adesione del Gruppo socialista all'ordine del giorno che stiamo per approvare. Con il contributo venuto dagli interventi che si sono susseguiti oggi abbiamo compiuto un notevole passo in avanti verso la presa di coscienza che siamo di fronte a problemi che non possono essere trattati nell'interregno tra una legislatura e l'altra. Se non ricordo male abbiamo approvato quell'ordine del giorno il 21 marzo 1990 e la legislatura scadeva proprio a mezzanotte di quel giorno. E' stato un ordine del giorno approvato come spesso avviene per le decisioni dell'ultima ora, così come la decisione presa successivamente dalla Giunta in una fase in cui non si è tenuto conto di tutti gli aspetti. Ho l'impressione che si sia agito per colpi e per contraccolpi. Era quindi giusto che ci si ritrovasse oggi per ascoltare le varie ragioni e giungere ad una conclusione come quella cui stiamo arrivando, di demandare cioè alla Giunta un ulteriore approfondimento per vedere se l'iter compiuto è stato fatto con il corredo di tutti gli elementi regolari richiesti in base alla legge e soprattutto con la verifica del consenso della gente, che è la parte fondamentale di ciò che verrà tradotto in legge.
A me sembra che si sia compiuto un passo avanti e mi fa piacere che su questo ordine del giorno ci sia l'adesione di tutto il Consiglio, al di là di quelle che sono le obbligate prese di posizione di chi si trova al governo e di chi si trova all'opposizione, ma su alcune questioni ritengo si possa prescindere da questo dato nominalistico, che ha anche delle ragioni di contenuto.
Emerge un insegnamento; siamo di fronte ad un problema ambientale - mi rivolgo all'Assessore Garino che ringrazio per l'impegno che sta compiendo che richiede uno sforzo di carattere eccezionale.
Caro Farassino, al Ministro, probabilmente, la cosa non interessa. Noto che siete contro Roma anche se a Roma non ci siete mai stati. Non siete mai andati a Roma, perché avete di Roma una idiosincrasia che non vi ha mai consentito di capire che lì le cose vengono viste con molta distanza e molto distacco. Secondo me, caro collega, sopravaluta il nostro ruolo rispetto a Roma, purtroppo. Non è tanto il problema del Ministro Ruffolo quanto quello di saper assumere il ruolo di governo della Regione; se vogliamo governare, se non vogliamo fracassare tutto, se non vogliamo far scadere il nostro ruolo e la nostra funzione. E il nostro ruolo di governo richiede uno sforzo eccezionale, perché oggi mandiamo a casa la gente di Montechiaro più tranquilla...



(Fischi da parte del pubblico)



PRESIDENTE

Prego il pubblico di stare in silenzio. Lasciamo che i Consiglieri svolgano i loro interventi. Non mi sembra che stia dicendo delle cose assurde.



ROSSA Angelo

Stiamo votando un ordine del giorno che dà più tranquillità rispetto al loro arrivo, però questo documento ci sospinge a sapere che esistono dei grossi problemi ambientali che vanno affrontati non rivoltando la responsabilità sul vicino o andando alla ricerca a tentoni di qualche cosa che non troviamo. Voglio dire che il piano dei rifiuti richiede un grosso sforzo, se vogliamo affrontarlo in termini di colloquio con la gente.
Altrimenti, ci raccontiamo cose che non sono vere, idealizziamo una realtà rispetto alla quale ci sono degli scarti notevoli, perché la nostra è una grande regione, è una regione che produce sostanze tossico-nocive come ciascuno di noi produce i rifiuti solidi urbani, dei quali in qualche modo deve farsi carico. Non possiamo pensare né di rivoltare le cose sul vicino né di mandarle da un'altra parte! Dobbiamo avere la coscienza di quella solidarietà che ci deve vedere operare tutti insieme e mi pare che la conclusione a cui stiamo arrivando oggi abbia questo significato; la solidarietà di ricercare nel dialogo costante, permanente, la soluzione di problemi enormi, per uscire dalle situazioni di emergenza nelle quali ci troviamo. Altrimenti, di volta in volta, ciascuno potrebbe cavalcare la propria tigre, c'è una tigre per tutti di fronte a questi problemi! Tuttavia, c'è bisogno di avere una salda, chiara politica di governo, che sia sorretta dalla gente, che non vada contro la gente, che realizzi i nostri progetti, dando le risposte necessarie ad una società che vuol continuare a crescere. E noi vogliamo continuare a fare crescere il Piemonte, vogliamo dare le risposte giuste che salvaguardino gli interessi della gente, ma nello stesso tempo continuino a far sviluppare le nostre prospettive di grande Regione.
Queste sono le ragioni in base alle quali confermiamo la nostra adesione all'ordine del giorno, allo scopo di ricavare degli elementi di ulteriore riflessione e di lavoro per le nostre prospettive di domani.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Sartoris.



SARTORIS Anna

Noi voteremo a favore dell'ordine del giorno. Non so se la nostra posizione è di fiducia, di sfiducia o di disperazione. L'unica preoccupazione che abbiamo, nei confronti di questo ordine del giorno, è relativa alle parole "se del caso". Purtroppo l'efficacia di molti ordini del giorno e di molte nostre iniziative viene svilita davanti ai "se forse, ma, vedremo". Davanti a queste parole naufraga tutto il discorso perché spesso queste parole vanificano gli intenti e gli "impegna" che abbiamo scritto prima, in questo caso l'"impegna" viene vanificato da "se del caso". La nostra preoccupazione è in un'altra direzione. Visto che si è menzionata la discarica di Alice Castello, non vorrei che poi tutto quanto finisca nel fatto che fra un paio di mesi ci si palleggerà competenze tra Provincia di Asti e Provincia di Vercelli perché non saranno in grado di gestire questi problemi. Vorremmo che la Regione si assumesse le responsabilità nei confronti del Ministro Ruffolo, il quale ha già - da quello che abbiamo capito - espresso il suo pensiero su questa situazione pensiero che, purtroppo, va nella considerazione completamente contraria a quella da noi espressa in aula oggi.
Sono d'accordo con la collega Bresso quando affermava che noi, come opposizione, dobbiamo prenotare degli impegni a fronte di quanto purtroppo è già avvenuto in passato nei confronti di quei cittadini che vedranno in questi giorni entrare in funzione la discarica di Alice Castello, sperando che la cittadinanza della provincia di Asti, che è presente oggi in aula non debba questa volta soccombere.
Vorremmo che la Regione fosse più presente e non scaricasse molte competenze sulla Provincia di Asti che, secondo noi, non ha le competenze per poter sostenere certe cose, come non aveva e non ha la Provincia di Vercelli, tant'è vero che la discarica di Alice Castello funzionerà fra qualche giorno.



PRESIDENTE

La parola ad Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

Il Consigliere Rossa ha creduto bene di usare il metodo dell'ironia su un argomento molto serio e poi con le sue ampollose dichiarazioni in definitiva ha scontentato un po' tutti oppure, per meglio dire, le sue ampollose di dichiarazioni non sono state condivise né dagli uni né dagli altri né dalla maggioranza né dalla minoranza. Al collega devo dire prima di tutto che il 21 marzo 1990 il nostro Gruppo di sicuro non è stato distratto allorquando ha votato l'ordine del giorno che non lasciava spazio perché era un documento secco, era nel senso di impegnare la Giunta a non autorizzare le opere di discariche in questione.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della. Giunta regionale

Per la verità "invitava".



MAJORINO Gaetano

Oggi sento tanti discorsi da dottor Sottile sulla distinzione fra invito ed impegno. Mi consenta di aprire una parentesi, Presidente Brizio.
Quando eravamo all'opposizione insieme, una volta formulai (non ricordo in quale materia) un ordine del giorno in cui ebbi a scrivere "invita la Giunta"; proprio il collega Brizio mi disse di usare invece la parola "impegna"; io gli risposi che fra invitare ed impegnare non c'era molta differenza, ma lui replicò che "impegna" è più forte che "invita".
Comunque, al di là della discussione fra l'invito e l'impegno, l'invito era secco e non lasciava spazio a possibilità di essere violato come invece venne violato dalla Giunta con il provvedimento del 10 aprile che dava l'avvio alle procedure autorizzative. D'accordo che dava l'avvio come primo atto, ma trova adesso un riscontro, non in un atto attribuibile alla Regione, non in un atto amministrativo, bensì un riscontro nella risposta del Ministro Ruffolo all'interrogazione che il Consigliere Staglianò ha citato. Fino a prova contraria deve ritenersi che quando il Ministro Ruffolo legge una risposta ad interrogazioni, sia pure preparatagli dai suoi alti funzionari, se non è un irresponsabile, dica delle cose esatte.
Proprio io che sovente faccio non la Cassandra, ma la "quasi Cassandra", prevedendo che certe cose non si verificheranno mai, non prevedendo sventure, bensì in negativo il futuro riferito a quest'aula a certi provvedimenti e a certi impegni della Giunta, questa volta ho usato un po' di violenza su me stesso e ho voluto dare una prova di buona volontà nel senso che ho ritenuto e ritengo di poter dare credito all'impegno che si assume la Giunta, che si risolve però in una debole speranza. Quindi ben lungi dall'avere la certezza, non ho la speranza robusta, come è stato detto da altri colleghi, ma ho la speranza debole.
Tutto questo non contraddice - anzi, rafforza il concetto di speranza debole - quanto detto dal Consigliere Zacchera a proposito del proprio atteggiamento serio, responsabile e anche da me condiviso della non partecipazione al voto.
Quindi, da parte del Gruppo, in quanto impersonato da me in qualità di Capogruppo, c'è solo una debole speranza.
Debole speranza perché l'ordine del giorno di invito, non di impegno ricevuto dalla Giunta il 21 marzo (che era poi la stessa Giunta che oggi ci regge per quanto riguarda i lineamenti politici), è stato violato dal provvedimento del 10 aprile 1990 su relazione di un Assessore socialista come è stato ricordato, ma questo lo sappiamo tutti - ovvero dello stesso Partito cui appartiene l'attuale Assessore Garino, ma che adesso, dopo le elezioni del giugno 1990, è entrato a far parte della Finpiemonte, la quale Finpiemonte - questo è un dato oggettivo e certo - fa parte dell'Energest che ha chiesto l'autorizzazione.
Tutti questi collegamenti (violazione dell'accordo 21 marzo 1990 su proposta dell'allora Assessore socialista che fa parte ora della Finpiemonte la quale a sua volta fa parte dell'Energest, e le dichiarazioni recenti del Ministro Ruffolo) non possono che qualificare una non debole ma debolissima speranza di attuazione di questo ordine del giorno.
Ciononostante l 'ho firmato e ribadisco che condivido il concetto del collega Zacchera.



PRESIDENTE

L'Assessore Garino mi sta dicendo che desidererebbe intervenire brevemente per dichiarazione di voto. Mi dispiace per lui, ma purtroppo non è possibile perché il nostro Regolamento non lo consente; si possono fare due dichiarazioni di voto nell'ambito dello stesso Gruppo se un Consigliere si dissocia dalla posizione espressa dal Capogruppo, ma non mi sembra questa la fattispecie.
Pongo quindi in votazione l'ordine del giorno n. 135, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte a conoscenza della grande concentrazione di richieste di autorizzazione regionale per impianti di trattamento e discariche di rifiuti industriali: Energest a Montechiaro Beronco, Montechiaro SpA a Montechiaro San Nazario, impianto di compostaggio e Cunico, in une ristrettissima area di Montechiaro d'Asti e Comuni limitrofi rilevato che in quell'area, e Montiglio, già esiste una cava in passato utilizzata come discarica per rifiuti industriali anche tossici e nocivi (oltre 400.000 tonnellate) ed inserita tra 19 siti più urgenti da bonificare dalla Regione Piemonte ed in attesa di finanziamento constatato che a Montechiaro è stata presentata, fra le altre, una richiesta di autorizzazione dalla ditta. Energest per una discarica e per un impianto di depurazione reflui (di durata non definita e previsto per varie e diverse tipologie di reflui) che dovrebbe servire l'Astigiano l'Alessandrino ed una parte del Torinese, collocata al di fuori delle previsioni e delle aree potenzialmente idonee indicate dal Piano Regionale di smaltimento rifiuti vista la deliberazione del 13 febbraio 1991 del Consiglio Provinciale di Asti che all'unanimità ed in accordo con le amministrazioni comunali della zona ha respinto il progetto presentato dall'Energest tenuta presente la netta opposizione della popolazione della Valle Versa nei confronti della suesposta concentrazione di impianti di smaltimento di rifiuti industriali che verrebbe a mettere e rischio l'intera area territoriale sia sotto l'aspetto economico che quello ancora più importante della salute umana ricordati i precedenti ordini del giorno del Consiglio regionale in data 20/3/ 1990 e 21/3/ 1990 che invitavano la Giunta a non autorizzare gli impianti Energest a Montechiaro e ad inserire Montiglio nei piani di bonifica impegna la Giunta regionale a riconsiderare i progetti proposti dalla Energest a Montechiaro d'Asti e, se del caso, a non autorizzare i progetti stessi e gli altri in fase autorizzaliva: invita inoltre la Giunta regionale a tenere presente l'urgenza di provvedere alla bonifica ambientale del sito di Montiglio.
Impegna infine la Giunta regionale a valutare, con l'ausilio delle necessarie consulenze giuridiche, la possibilità di perseguire le Aziende e i singoli responsabili dell'inquinamento verificato presso la Cava di Codana; anche per evitare che l'onere economico della boma di questo sito venga integralmente assunto nell'ambito del bilancio della Regione e, più in generale, dai contribuenti".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato con 46 voti favorevoli (non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere).
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 15.30)



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