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Dettaglio seduta n.50 del 12/03/91 - Legislatura n. V - Sedute dal 6 maggio 1990 al 22 aprile 1995

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GROSSO


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto relativo alle "Comunicazioni del Presidente" comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio

Argomento:

a)Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Carletto, Cerchio, Maccari, Marengo e Dardanello.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Comunicazione della Giunta regionale su problematiche relative alle Case di riposo e all'assistenza anziani (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo il dibattito relativo alla comunicazione della Giunta.
La parola al Consigliere Ferrara.



FERRARA Franco

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, questa mattina abbiamo ascoltato una comunicazione della Giunta in ordine a un argomento che è diventato di grande attualità in questi ultimi giorni. Una comunicazione precisa sull'iter di una serie di vicende che hanno portato a quelle conclusioni che oggi stiamo leggendo tutti sui giornali. Ormai pare essere un'abitudine che sui problemi della sanità si svolgano dibattiti in Consiglio regionale in conseguenza di scandali che vengono denunciati dai giornali; ricordo lo scandalo dei laboratori di qualche tempo fa.
Regolarmente rincorriamo questi scandali, ogni volta cercando di creare le condizioni per un controllo reale della Regione rispetto a questo universo estremamente variegato, composito e difficile che è la sanità. E regolarmente, scopriamo di non riuscire a seguire puntualmente tutto il settore.
L'Assessore questa mattina ha fatto la cronistoria di alcune vicende e ha citato dei dati; credo sia giusto ripercorrere questa cronistoria anche per puntualizzare alcuni aspetti che i titoli dei giornali mettono clamorosamente in evidenza, ma che, a mio giudizio, non rispondono totalmente alla realtà del problema. Certamente c'è stata qualche inefficienza da parte di qualcuno, certamente nel collegamento tra Regione e Comune, e Comune e USSL. vi sono state delle smagliature, e non sempre le risposte sono state immediate e puntuali.
Desidero chiarire che il mio non è un dovere di difesa verso alcuno, ma è doveroso verso le persone ricostituire un minimo di correttezza e di lealtà. Non faccio quindi la difesa d'ufficio nei confronti di alcuno nel dire che oggi sui titoli dei giornali si legge il nome di un Assessore, il quale in tutta questa vicenda, sul piano politico, non ha alcuna imputazione specifica. L'unica imputazione che gli è stata fatta è di aver assistito, quando non era Assessore, delle persone presenti in queste strutture che oggi, dai giornali, scopriamo essere inadeguate inefficienti, non coerenti rispetto alla società che noi dovremmo e vorremmo vivere. Mi pare giusto dire questo per ristabilire un minimo di lealtà e di correttezza.
Anche dall'excursus che ha fatto l'Assessore Bergoglio, quando diceva che la Regione aveva mandato una richiesta al Comune di Torino e la stessa era stata mandata all'Assessorato alla polizia, si evince che in quel momento l'Assessore alla polizia non era l'Assessore di cui oggi noi leggiamo con troppa frequenza sui giornali. Ma, ripeto; questa non vuole essere la difesa d'ufficio nei confronti di alcuno, mi pare soltanto un elemento di correttezza dovuta alle persone.
Esiste una questione penale - se esiste - ed è di competenza della Magistratura. Esiste forse un problema di deontologia professionale, ma anche questo attiene agli Ordini professionali e non riguarda questa assemblea. Riguarda, invece, questa assemblea l'aspetto politico della vicenda: è di questo che noi essenzialmente dobbiamo parlare. E' un problema grave, grosso e importante. Questa mattina l'Assessore ci dava dei dati: il numero degli ultra sessantacinquenni nella nostra regione si avvicina al milione. Questo numero tende ad aumentare. E' quindi un fatto grosso e importante al quale l'Ente Regione deve dare una risposta, al quale l'Ente Regione fino ad oggi - bisogna ammetterlo con molta serenità non ha saputo dare una risposta adeguata, per responsabilità certamente non solo sue, per responsabilità gravi che non dipendono solo dalla sua volontà e dalla sua capacità di fare politica. Abbiamo parlato di bilancio solo la scorsa settimana e si sa quali siano le risorse finanziarie della Regione Piemonte; non è possibile con le sole risorse regionali dare le giuste risposte alle legittime richieste di questo settore. E' pur vero, tuttavia che qualche risposta in più occorre darla e oggi dobbiamo farcene carico.
In una situazione in cui la parte pubblica complessivamente non riesce a dare delle risposte ad un problema che invece è presente ed è grave, è fuor di dubbio che il privato si inserisce. Questo in sé non è un fatto negativo. Il fatto che il privato vada ad inserirsi là dove il pubblico non è in grado di dare delle risposte è un fatto positivo; diventa negativo nel momento in cui il privato si inserisce in modo non corretto, in modo tale da sfruttare certe miserie e certe povertà che oggi ci sono, certe situazioni di grave disagio.
Credo, quindi, che il privato non debba essere criminalizzato piuttosto deve essere aiutato, visto che dà un'azione surrogatoria rispetto ad una incapacità e impossibilità dell'Ente Regione. Però, il privato deve essere controllato. Questo è un ruolo che dobbiamo porci: già altre volte in quest'aula ci siamo detti che dovevamo affrontarlo, ma non ci siamo riusciti. Certamente, deve essere affrontato.
Le strutture per non autosufficienti sono un problema che abbiamo di fronte.
Qual è il problema che dobbiamo affrontare? Quello che è mancato è stato un disegno complessivo. Questo disegno complessivo deve essere fatto subito, pur in carenza di risorse finanziarie. Non si può rinviare al futuro un problema che oggi è presente per carenza di risorse finanziarie.
Occorre andare a reperire modi e risorse per dare comunque una risposta: una risposta nel breve termine e una risposta di lungo periodo. Per il breve termine, questo disegno deve essere costruito sapendo fare i bilanci e andando ad individuare le priorità. E sapendo che, essendoci priorità non si può dare risposta a tutto, ma solo a qualche cosa, certamente il problema degli anziani è uno di quelli a cui occorre dare risposta. Quando in Consiglio si è parlato dei buoni casa, ho provato un senso di disagio nel veder assegnare un punteggio forte alle domande fatte dagli ultra settantenni. Non è questa la risposta da dare al problema degli anziani! Non è il contributo per acquistare la casa il problema degli anziani.
Qualcuno mi diceva: "Perché vuoi negare la casa agli anziani?" L'anziano non ha tanto bisogno di costruirsi una casa e farsi un mutuo ventennale per costruirsi la casa o per avere una casa, quanto piuttosto ha necessità di assistenza immediata che, purtroppo, troppe volte è anche di breve durata.
Non mi paiono queste le politiche giuste, mi paiono più giuste le politiche su cose che immediatamente vanno ad incidere.
Oggi si è parlato di assistenza domiciliare. Se non è la risposta a tutti i problemi, per le ragioni che tutti sappiamo, certamente è una prima risposta, che, sì, comporta grosse risorse, ma non così enormi come quella di cui abbisognano le strutture da creare. Una risposta che può essere anche nel breve termine, affrontata e risolta. E' una scelta che costa meno, quasi sempre è più umana e crea le condizioni per una vecchiaia più serena nell'ambito del calore familiare.
Nel concludere il mio intervento, faccio riferimento a quello che l'Assessore ha detto questa mattina. L'Assessore ha detto che viviamo una società che privilegia il benessere e lo spreco. Ha ragione, Assessore.
Forse siamo una società che privilegia il benessere e lo spreco, però forse siamo anche una Regione che, a volte, privilegia il benessere e lo spreco.
Siamo una Regione che a volte privilegia, se non il benessere, le cose non indispensabili rispetto a quelle indispensabili, che molte volte privilegia lo spreco. Quando abbiamo parlato di bilancio abbiamo potuto vedere come alcune risorse vadano disperse in una serie di rivoli, che non vanno certo ad affrontare problemi giganteschi come quello che abbiamo di fronte oggi.
Presidente Brizio, questo è uno dei problemi ai quali occorre dare una risposta. Quando la settimana scorsa ponemmo un problema serio di scelte scelte importanti che devono essere fatte, ponemmo un problema concreto chiedendo alla Giunta di dare delle risposte concrete a questi problemi importanti. Il problema dell'assistenza agli anziani è un problema importante, al quale la Regione deve impegnarsi a dare una risposta.
Presidente Brizio, l'assestamento di bilancio, che andremo ad esaminare a giugno.
dovrà essere un bilancio che, sapendo scegliere fra tutte le varie spese, sappia risparmiare là dove ci sono spese non necessarie e sappia indirizzare nei vari settori, tra i quali l'assistenza agli anziani, le risorse così recuperate. Questa è un'altra scelta importante che il mio partito pone con grande forza alla Giunta.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Dameri. Ne ha facoltà.



DAMERI Silvana

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, suddivido questo intervento in due parti che, in realtà, sono fra loro connesse.
La prima riguarda la vicenda, così come è emersa all'attenzione della magistratura, nel suo svolgersi. Credo sia bene avere anche come riferimento le scadenza in maniera, se mi consente l'Assessore, più ordinata e precisa di quanto non si evincesse dalla sua relazione. Mettendo insieme i dati che è stato possibile ricostruire anche guardando una Rassegna Stampa, molto nutrita, che c'è stata su questa vicenda, si pu rilevare come già due anni fa il Presidente dell'Associazione albergatori di Torino avesse denunciato l'esistenza in Torino di una serie di pensioni che, anziché essere adibite alla loro naturale e normale attività, erano di fatto trasformate in cronicari per gli anziani. Sempre in quel periodo, il funzionario Bergero dichiara in una intervista (non ricordo se rilasciata a Repubblica o a Stampa Sera) che la Regione aveva mandato 67 lettere alle UU.SS.SS.LL. competenti con il riferimento delle pensioni (che poi sono state oggetto anche delle indagini della Magistratura) e con le quali rilevava la necessità di indagare su questa situazione.
Queste rilevazioni, ricordate anche dall'Assessore Bergoglio, sono state oggetto alla fine del 1989 di una iniziativa da parte dell'allora Assessore Brizio rivolta alle UU.SS.SS.LL. e ai Comuni, e all'inizio del 1990 di una iniziativa da parte dell'Assessore Bergoglio sempre sullo stesso argomento.
C'è da chiedersi, come ha già fatto il collega Cucco in un intervento che ho apprezzato e che condivido, come sia possibile che di fronte a denunce così precise e gravi possano passare tranquillamente mesi, senza ritenere non tanto di rivolgersi direttamente alla Magistratura (a questo proposito voglio fare qualche considerazione), quanto di attivare quegli strumenti e quelle procedure ché la Regione ha in via amministrativa, in via delle funzioni di governo, procedendo quindi attraverso vie interne prima ancora di ricorrere a una via estrema come quella che chiama poi in causa un livello penale.
La prima cosa che vorrei sapere è la seguente: quando è stata fatta questa osservazione alle UU.SS.SS.LL. e al Comune, il Servizio ispettivo di vigilanza sull'applicazione dell'attività socio-assistenziale, previsto dalla L. n. 20, in che forma è stato attivato? Non verso le pensioni perché non è competenza del Servizio ispettivo di vigilanza regionale intervenire verso le pensioni, ma è sua competenza intervenire verso le UU.SS.SS.LL. Il 30 novembre c'è la lettera di Santanera che denuncia la situazione: c'è la lettera fatta da un Consigliere del Comitato di gestione dell'USSL 1 al Presidente del Comitato di gestione con allegato (oltre alle richieste di conoscere ecc.) l'elenco delle pensioni in oggetto. Al 18 ottobre risale invece l'iniziativa dell'Assessore Risaliti di ispezione della pensione Nettuno. E ancora, i funzionari dell'Assessorato denunciano all'Assessore Bracco una serie di irregolarità rispetto alla mancata autorizzazione che queste pensioni hanno nei confronti della loro attività e semplicemente una lettera di perplessità dell'Assessore Bracco su questa situazione. Infine, il 12 febbraio l'Assessore decide non già di attivare il Servizio ispettivo nei confronti dell'USSL. ma di rivolgersi alla Magistratura.
Considero che questo tipo di procedura - a parte mettere in evidenza come sia impensabile che possano passare due anni da che si è a conoscenza di una certa situazione, su cui c'è anche una denuncia - rimarchi anche come l'Amministrazione pubblica si sia dimostrata totalmente incapace di assumere, per vie normali, delle iniziative atte a risanare (o perlomeno incominciare a risanare) una situazione illegale. Non si poteva intervenire sulle UU.SS.SS.LL.? Perché? Dopo che avete fatto la lettera e avete segnalato la cosa, cosa avete chiesto alle UU.SS.SS.LL.? Quali provvedimenti sono stati presi nei confronti delle UU.SS.SS.LL.? In situazioni ben diverse si è anche proceduto al commissariamento di UU.SS.SS.LL. inadempienti. Su una materia come questa, se l'Amministrazione pubblica, conoscendo delle situazioni di illecito, consente che queste situazioni permangano, diventa difficile pensare che i cittadini possano avere una qualche fiducia nel funzionamento delle istituzioni democratiche.
C'è davvero da chiedersi perché non si siano attivati gli strumenti in base ai compiti di istituto che la Regione ha, sia nei confronti delle UU.SS.SS.LL. sia nei confronti dei Comuni e si sia dovuto invece ricorrere alla Magistratura. Non credo che l'Assessore Bergoglio, che conosco anche personalmente per essere una donna molto volitiva, non abbia potuto accorgersi che già nella legislazione c'erano gli strumenti per intervenire attraverso quelli che sono i compiti della Regione.
Non voglio fare delle considerazioni, ma credo che la ricostruzione di questa vicenda ci dica come probabilmente gli Assessori Bergoglio e Maccari anche qui sono d'accordo con l'Assessore Bracco - dovrebbero fare una riflessione su questa vicenda e trarne qualche conseguenza.
La seconda considerazione è ben più grave. Il problema vero è che anche la discussione che stiamo facendo oggi non può fermarsi alla questione dello scandalo. Vicende di questo tipo ne abbiamo conosciute. Ne cito una che sembra lontanissima: la questione metanolo, scandalo.
Questa questione è la punta dell'iceberg di una realtà (in questo caso nel settore socio-assistenziale) e di un malessere sociale diffuso e di una incapacità del potere politico pubblico di dare delle risposte che partano dalla dignità e dai diritti delle persone. Anche sulla questione anziani penso sia bene cambiare la nostra stessa letteratura e nomenclatura. Gli anziani non sono tutti uguali, non esiste un pianeta anziani indistinto c'è una diversità che deriva prima di tutto dalle condizioni di salute, che deriva dalle condizioni sociali, che deriva dall'autosufficienza e dalla non autosufficienza, che deriva dal fatto di essere soli o di non essere soli. Non è quindi pensabile che le strutture pubbliche, la Regione, i Comuni, le UU.SS.SS.LL., si diano delle politiche generiche rispetto al pianeta anziani. Altrimenti questo rischia di diventare, anche con le più buone intenzioni, un grande affare. Credo ci sia la necessità, e noi lo abbiamo richiesto nella prima riunione della IV Commissione, di sapere in quale ambito ci muoviamo e di avere una riflessione del Consiglio regionale per capire, quando ragioniamo di politiche sociali, non di dieci anni fa perché da allora le cose sono molto cambiate, ma di oggi, cosa vuol dire intervenire su questo settore. Diversamente, si corre il rischio di non vedere quelle novità che non richiedono un intervento di carattere assistenziale vecchio, ma anche delle potenzialità. Gli anziani sono anche una risorsa di questa società. Si pensi alle esperienze concrete portate avanti dai Movimenti, dal Sindacato, ecc., in cui gli anziani sono a disposizione della società. Bisogna però avere delle politiche che rispondano prima di tutto ad un'azione di non emarginazione degli anziani.
Si prenda tutto quello che di positivo la società può prendere, si valorizzi il contributo degli individui e si intervenga con politiche mirate sulle fasce reali del bisogno che, se poi andiamo a vedere, possono essere molto più limitate di quello che non si pensi. Bisogna, avere degli strumenti adeguati da questo punto di vista. Quindi, occorre una politica socio-assistenziale e sanitaria - non so cosa sia andato a fare l'Assessore Maccari a Roma, comunque era bene che fosse qui oggi - che abbia come punto di riferimento la valorizzazione dell'autonomia e dell'autosufficienza delle persone in situazioni di bisogno. Se ragioniamo su una società che guarda al 2000 e all'Europa non possiamo non pensare di avere anche su questo settore delle politiche adeguate.
L'obiettivo di evitare emarginazioni e discriminazioni è per noi - ci riferiamo alla fascia completa della popolazione anziana - un obiettivo reale, sì o no? Se è così, si tratta di individuare degli interventi adeguati, altrimenti sul settore socio-assistenziale viene a cadere tutta una serie di domande improprie.
Il collega Ferrara faceva l'esempio della casa; secondo me occorre ripensare l'intervento pubblico nel settore abitativo, modellandolo attorno alle nuove realtà e alle nuove emergenze. Probabilmente, per quanto riguarda la popolazione anziana di un certo tipo, ha senso garantire realmente un intervento di buono sociale per un affitto, piuttosto che il buono casa se non ci sono condizioni finanziarie che lo consentono.
Concordo con questo tipo di considerazione; occorre innovare dal punto di vista delle politiche, garantendo la casa, la possibilità di usufruire di un servizio sanitario di un certo tipo e non scaricare tutto sul servizio socio-assistenziale. Se non ci sono politiche mirate settore per settore l'anziano che non ha possibilità viene scaricato sul settore socio assistenziale. Pertanto, è evidente che i costi lievitano strepitosamente e non necessariamente le risorse che si investono vanno ad aumentare la qualità di vita dell'anziano.
Ho detto queste cose solo per dire che c'è la necessità di politiche mirate. Considero che quello che è emerso è la punta dell'iceberg di un pianeta complessivo dell'emarginazione e delle discriminazioni che va affrontato con politiche mirate; è necessario fare delle politiche in tutti i settori, quindi non soltanto nel settore dell'assistenza. Altrimenti, non ci saranno mai le risorse, per quanto esse siano sufficienti, a far fronte ad interventi che poi sarebbero solamente sul terreno del bisogno e non della promozione dell'inserimento sociale delle persone, che mi pare una questione fondamentale.
In questo senso, abbiamo insistito molto nella scorsa legislatura: abbiamo presentato, in merito alla modifica della legge n. 20, due proposte di legge: una sulla ospedalizzazione a domicilio e una per l'incentivo agli interventi di sostegno all'assistenza domiciliare. Anche oggi la scelta del ricovero, che deve avvenire e deve essere garantita quando una persona è anziana, non autosufficiente, e pertanto malata, non deve essere amplificata, se la prima scelta che si fa quando c'è un anziano ancora autosufficiente è quella di mandarlo in un ricovero. Qualunque assistente sociale, qualunque persona che abbia lavorato su questo terreno sa che con l'istituzionalizzazione dell'anziano il processo che determina da sua non autosufficienza è molto più veloce di quanto non lo sarebbe se continuasse a rimanere nel suo contesto sociale, se continua ad avere possibilità di avere relazioni, cioè se è motivato a vivere. Perciò, l'investimento sull'assistenza domiciliare, sui servizi alternativi al ricovero, è davvero un investimento lungimirante per una società moderna che vuole tenere insieme le compatibilità delle risorse a disposizione.
Nel corso della discussione sul programma presentato dalla Giunta noi abbiamo fatto una serie di osservazioni puntuali. Se non vogliamo limitarci a fare dello scandalismo, a fare il processo a questo o quell'altro Assessore, che pure ha delle responsabilità di cui deve rispondere (e ne risponde in rapporto alle sue funzioni), occorre una presa a carico di questo Consiglio regionale, principalmente della maggioranza, per una risposta di tipo diverso a questi problemi. Altrimenti, c'è il rischio che anche questo argomento in un modo o nell'altro passi nel dimenticatoio venga messo da parte, sia servito solo a fare scrivere i giornali. Il mio Gruppo consiliare non è interessato a fare semplicemente un'azione di scandalismo e di denuncia. A noi interessa entrare nel merito delle cose e tentare di proporre delle politiche nuove, sulle quali vogliamo confrontarci con tutti i Gruppi consiliari. Mi riferisco in modo particolare al Gruppo socialista (a questo riguardo consentitemi di sforare un po' dalla nostra assemblea), ma anche al Gruppo repubblicano per le cose che ho sentito dire qui e, vorrei sperare, anche ai colleghi della DC. Come dicevo, mi riferisco in particolare al Gruppo socialista, perché in questi giorni, proprio sul terreno di politiche sociali adeguate a dare delle risposte nuove in termini di diritti ai bisogni delle persone, un autorevole rappresentante del Partito socialista, il segretario regionale Garesio, ha espresso come questo sia un terreno sul quale, tra le forze politiche di questa città e di questa regione, si devono aprire dei confronti diversi.
Credo ci sia da fare, da parte della Giunta e degli Assessori competenti chiamati in causa, una valutazione sul loro comportamento e sul vuoto di attenzione da parte della Regione in questa vicenda e trarne responsabilmente ed individualmente le conseguenze.
Ma c'è un'altra questione ancora più grande, quella di capire di quali politiche ci dotiamo. Corriamo tutti un rischio politico molto grande: se a questa assemblea arrivano, sull'onda di singole vicende, semplicemente delle schegge dei problemi della società civile e se i vari Gruppi politici e la stessa Giunta si esercitano solamente ad agitarle, pensando che in questo modo si dia un senso al nostro stare qui, allora abbiamo davvero perso tutti. Soprattutto, ha perso la democrazia e ha perso la politica in questa Regione. Se invece pensiamo che anche attraverso queste cose arrivino in questa sede dei problemi reali che riguardano la vita dei cittadini piemontesi, allora dobbiamo cambiare registro e dobbiamo metterci a lavorare di più, confrontando nel merito le cose e non pensando in una logica di compartimenti stagni e di divisione fra una Giunta che non sente e un Consiglio che non riesce più a dialogare, ma facendo più dibattiti politici reali nel merito per aprire una fase politica diversa.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, sono un po' imbarazzato dopo aver sentito le parole della collega Dameri, perché spero di essere all'altezza delle sue aspettative, dopo quanto ho sentito dal mio segretario regionale in materia di disponibilità, attenzione e sensibilità ai problemi sociali. Con la giornata odierna segniamo un ulteriore colpo alla credibilità della Regione Piemonte, perché dimostriamo di inseguire i problemi, magari li inseguiamo anche bene, succhiamo bene l'aria direbbero in gergo ciclistico - però rischiamo di stare indietro: indietro rispetto all'iniziativa dei Magistrati, rispetto alle sollecitazioni dell'associazionismo, rispetto alle preoccupazioni che i Presidenti delle associazioni degli albergatori avevano espresso tempo addietro.
Manifestiamo uno spirito dell'inseguimento, pur avendo un progetto anziani della Regione, progetto che io ritengo valido, ben architettato, non trascurabile come capacità di visualizzare tale problema. Certamente ci sono dei grossi limiti, come è stato espresso anche dal Presidente Brizio questa mattina. Uno di questi è il problema delle risorse finanziarie, che sono in ritardo per poter permettere alla nostra operatività di potersi dispiegare al meglio. Però anche i tempi sono una risorsa e non possiamo pensare, nel rapporto con la nostra comunità, di tenerli buoni con un buon progetto e adducendo la scusa dei vincoli delle risorse finanziarie.
Sappiamo che l'ipotesi del progetto anziani delle RSA è una giusta risposta. Anche in questa materia, come abbiamo fatto per esempio sul piano della fiscalità per le Regioni, che non ci ha soddisfatto e che ha visto la nostra voce elevarsi, non dobbiamo aspettare che i tempi del Governo centrale siano scollegati alla nostra operatività. Non possiamo nemmeno lamentarci che i privati abbiano riempito uno spazio vuoto, fa parte dei meccanismi di questa società di mercato e possiamo lamentarci solo del fatto che, ovviamente, il profitto abbia fatto da indirizzo nella operatività dei privati che ci hanno sostituito per le nostre carenze, le nostre mancate risposte.
Se risponde al vero - faccio riferimento agli articoli dei giornali che qualcuno ha avvertito prima che venissero effettuate delle visite in queste locande, come sono state definite, e che quindi sono state fatte delle pulizie affrettate, figuriamoci cosa avrebbero trovato senza preavviso! Ricordo quando nelle caserme si preannunciava la visita del generale e si mettevano i vasi dei fiori e si lucidavano i pomelli! Questo indicatore profitto, che Romiti dice essere un valore etico fondamentale per questa società, ha delle luci, ma anche delle ombre.
C'è però forse un limite più di fondo, un limite culturale, che oggi ci fa affrontare questo problema. I grandi centri commerciali, che vengono collocati nei posti isolati della nostra provincia, dove l'accesso agli anziani è difficile, se non sono anziani accompagnati o particolarmente benestanti, fanno parte di una strutturazione della rete commerciale che penalizza gli anziani. Questa mattina l'Assessore Panella ha dato una risposta ad una interrogazione della collega Sartoris, inerente ad una stazioncina che ha poca utenza; sappiamo che la poca utenza che in genere va alla stazione ad aspettare il treno, oppure aspetta il tram in città certamente non è fatta di giovani o di giovani rampanti, ma di persone anziane o non facoltose. Quindi, dobbiamo anche tener conto, nelle politiche dei trasporti, di questi aspetti. Anche nell'edilizia, come nella fruizione del verde, devo dire che il progetto anziani tiene conto di questi aspetti. Noi pensiamo alla politica dei parchi, ma si tratta di parchi di scarso accesso agli anziani che vivono spesso nelle aree a forte concentrazione urbana.
Per quanto riguarda il turismo, siamo sempre molto preoccupati del turismo del Lago Maggiore, del turismo in alta Valle di Susa, ma non riusciamo ad architettare un turismo che sappia raccordarsi con le esigenze più povere e più limitate degli anziani. Non pensiamo troppo spesso alla disoccupazione adulta, dequalificata, che fa sì che una persona a 40 anni sia già vecchia, mutilata in qualche modo delle sue aspettative e non pensiamo alla condizione di lavoro che porta ad un invecchiamento precoce per le condizioni dell'organizzazione stessa sia del lavoro che dell'ambiente. C'è una cultura che fa pensare al problema degli anziani come ad un problema che deve essere trattato dall'Assessore competente, in questo caso l'Assessore Bergoglio, e basta; e domani mattina o oggi pomeriggio, trattando un altro argomento, il problema degli anziani diventa un aspetto lontano.
C'è anche una cultura che attanaglia questa società: è la cultura del decennio passato, un po' grasso, che ha premiato gli yuppies, il rampantismo, e che ha considerato gli anziani come delle persone che pesavano, come i nuovi poveri, qualcosa da nascondere, come delle vergogne oppure come i deboli del mercato del lavoro, qualcuno a cui dare delle risposte. Il collega Ferrara l'altro giorno protestava per la nostra legge sul fondo per l'occupazione che, magari sbagliando, si poneva comunque il problema di chi è arrivato alle porte della pensione, ma non ci può ancora entrare, che nessuno più vuole a lavorare ed è escluso dal mercato del lavoro. Noi gli volevamo offrire un percorso per non invecchiarlo precocemente, per non distruggerlo precocemente. E' questa cultura che fa anche considerare gli Albanesi in modo cinico, come sono stati considerati in questi giorni; è una cultura che non aiuta a minimizzare la logica del ricovero degli anziani come elemento che salva tutti.
Noi ci troviamo dinnanzi al caso odierno che è un caso macroscopico di esercizio dell'attività assistenziale senza autorizzazione. Probabilmente le maglie dei controlli non sono state adeguate e dobbiamo, Assessore avere un quadro del funzionamento dell'attività ispettiva, non per demonizzare qualcuno, ma per concertare insieme dei miglioramenti, per anticipare, per non inseguire, perché questa assemblea abbia un riconoscimento della nostra comunità e non ci veda affrettati in modo maldestro a rincorrere una situazione. Occorre, quindi, adeguare questa operatività; occorre colpire le responsabilità, se ci sono, le inadempienze, ma, contestualmente, dare un chiaro segnale che noi su questo terreno non concludiamo oggi, salvandoci l'anima e la coscienza, dopo avere, eventualmente, individuato le responsabilità e colpito le inadempienze.
Occorre sì, Presidente Brizio, un provvedimento urgente di normalizzazione della situazione. Dobbiamo trovare un provvedimento contingente e urgente per la tutela della salute pubblica. Questa mattina il Consigliere Majorino aveva indicato un percorso. Però il nodo è questo come gestiamo la transizione? Delle :centinaia di persone che sono in queste locande in modo inadeguato, che cosa facciamo? Togliamo la spina? Chiudiamo, normalizziamo e rispettiamo le leggi oppure vogliamo permettere in questa fase di transizione, in attesa che il Piano regionale per il progetto anziani possa dispiegare appieno le sue certamente positive potenzialità, un intervento ' gestionale delle UU.SS.SS.LL., in un momento uso il termine scorretto - di "commissariamento" di queste locande? Non possiamo, come dicevo prima, chiudere l'interruttore, ma dobbiamo trovare una forma di intervento in cui il momento pubblico possa garantire la correttezza di questa gestione. Se non si rileva un danno materiale e morale della comunità in questo caso e siccome la Regione Piemonte è il massimo organo istituzionalmente preposto alla tutela della salute materiale e morale della nostra comunità, chiedo se non si possano individuare le condizioni per rendere praticabile una costituzione in parte civile della Regione Piemonte in questa vicenda. Proprio per dare all'esterno un segnale forte. Alziamo il tono di questo dibattito. Non facciamolo cercando, magari, di non scuotere troppo l'albero; cerchiamo di far sì che la politica sociale diventi uno dei grandi temi di questa legislatura. Consideriamo insieme alla questione istituzionale anche la questione sociale, della quale il problema anziani è una componente. La questione istituzionale va correlata alla questione sociale, che noi dobbiamo porre come centrale della nostra operatività, e come Gruppo socialista guardiamo con attenzione a tutte le forze politiche sensibili e disponibili su questo terreno. Sensibili e disponibili a far sì che la questione sociale in cui la componente anziani diventa una componente rilevante, possa permettere, in questa legislatura, di vedere sia la progettualità che la pratica in un fatto che si dispiega e che fa rilegittimare il nostro ruolo agli occhi della comunità.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Miglio. Ne ha facoltà.



MIGLIO Mario

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, inizialmente ero imbarazzato ad intervenire in questo dibattito, poi, ascoltando l'intervento dell'Assessore all'assistenza, mi sono rincuorato. Vista la mia scarsa esperienza in materia mi sentivo un po' in erba, al di là del riferimento al Gruppo, però i contenuti e l'atteggiamento assunto dall'Assessore in materia mi hanno portato a fare questo intervento che andrò adesso a dispiegare. La prima osservazione è che nella sostanza, così come è stato affrontato il tema dall'Assessore, non ci sono pervenute indicazioni e riflessioni che ci portassero a svolgere un dibattito elevato sul piano dei contenuti e sul piano della qualità. L'Assessore ha diviso il suo intervento in due parti: una puramente tecnica, che ha ripercorso quanto era successo in termini cronologici. Era intervenuta nel mese di febbraio presso l'Assessorato al Comune di Torino, la USSL competente aveva segnalato la cosa ai vigili e trasmesso alla Procura della Repubblica le informazioni necessarie per prendere gli eventuali provvedimenti. Nella seconda parte ha sostanzialmente richiamato quelli che dovrebbero essere i compiti della Regione, le cose che si dovrebbero fare e che, a quanto dice lei stessa, non sono ancora state attivate e realizzate. In termini programmatici di piano di obiettivi richiamava la riorganizzazione dei servizi, il Piano socio-sanitario, il piano di intervento per le RSA, avere maggior posti per gli autosufficienti in modo da ricoprire la richiesta avviare interventi per coadiuvare le norme delle strutture esistenti e via dicendo. Cose, a mio avviso, abbastanza scontate che qualsiasi Assessore competente, di fatto, dovrebbe aver già avviato e realizzato in gran parte.
Quindi, sostanzialmente, ha ribadito delle cose estremamente scontate senza scendere invece nel dettaglio di quello che è il vero problema, cioè come affrontare questo caso emergenziale e quale filosofia la Regione intenda darsi per superare il cronico problema dell'emarginazione degli anziani in un contesto che, basandosi sul mercato del lavoro, sulla produttività dei soggetti tende ad escludere le persone che non risultano più produttive, siano essi anziani, siano handicappati, disabili o giovani.
Quelle categorie comunque che ormai da parecchi anni, in quanto non più utili a un certo modo di intendere la società, vengono emarginate dalla stessa. Una serie di note devono necessariamente essere fatte: innanzitutto, come è già stato richiamato diverse volte da altri interventi, la mancata tempestività dell'intervento dell'Assessore che ha aspettato ben tre mesi rispetto a segnalazioni che venivano date circa i casi in questione.



BERGOGLIO Emilia, Assessore all'assistenza

Ma cosa dici?



MIGLIO Mario

A me risulta, come è stato detto da altri oggi, che segnalazioni erano già state fornite il 30/11/90 a mezzo stampa tramite dichiarazioni fatte dai rappresentati dell'Unione contro l'Emarginazione sociale. Nel suo intervento di stamattina diceva che i suoi interventi erano riferiti a febbraio. Ora sbaglierò io a fare i conti, ma mi pare che ci sia una differenza di alcuni mesi fra queste due prese di posizione, poi potremmo eventualmente chiarirci in merito a questa questione. Mi preme il discorso su quale filosofia tenere nei confronti degli anziani. Il problema è essenzialmente la mancanza di un intervento affinché gli stessi non diventino dei soggetti emarginati; c'è un'insufficienza di interesse nei loro confronti, l'anziano viene visto più come un oggetto che non come un soggetto. I fatti lo confermano; sono qualcosa che serve all'interno di un mercato per accontentare una serie di persone che sulla questione degli anziani, della loro necessità di avere dei servizi, riesce a creare dei meccanismi per non risolvere questi problemi, ma, viceversa, per avere un riscontro sul piano economico. Manca un tempestivo controllo dello stato dell'assistenza e in questo senso mi pare che siano venute fuori indicazioni relative alla creazione di un censimento, possibilmente da fare in tempi brevi, per avere una chiara immagine di quello che è lo stato di fatto, qual è la situazione nei ricoveri ospedalieri e nei posti in cui vengono ricoverati gli anziani autosufficienti, proprio per verificare la qualità degli stessi, il tipo di servizio che viene dato e il tipo di integrazione sociale che viene garantita a questi soggetti. Quindi, c'è una certa censura dei rapporti che normalmente questi tengono all'interno della società. Questo a grandi linee dovrebbe essere il quadro all'interno del quale calare il discorso nel suo complesso.
Capire, quindi, quali criteri e professionalità devono essere costruiti per preparare gli operatori a svolgere compiti di intervento nei confronti di questi soggetti sicuramente estremamente difficili per i tipi di rapporti che si creano, per il senso di esclusione che gli stessi hanno.
Quali iniziative dovrebbero essere prese per ridurre questo senso di separazione, per ridare un senso alla vita che queste persone devono condurre in modo da non creare una situazione di parcheggio come soluzione di attesa, rispetto ad una più definitiva? Altri problemi che venivano sollevati, per esempio, erano quelli dell'atteggiamento assunto anche durante la Commissione, del blocco delle piante organiche delle UU.SS.SS.LL. anche nel momento in cui era riconosciuto il fatto che fosse necessario aumentare (organico stesso per poter garantire lo svolgimento delle attività delle UU.SS.SS.LL. Per concludere, al di là di queste indicazioni sommarie sulle quali varrebbe la pena di avviare un discorso più profondo proprio per cercare di sradicare quella cultura dell'emarginazione che ancora troppo spesso viene portata avanti, ci sono delle indicazioni che ci vengono date anche dal documento che è stato consegnato questa mattina da parte del comitato promotore per la legge di iniziativa popolare. Vorrei capire che tipo di atteggiamento ha l'Assessore rispetto alle proposte di detto comitato. Loro si richiamano alla necessità di adeguare le prestazioni sanitarie, ivi comprese quelle ospedaliere, alle esigenze degli anziani cronici e non autosufficienti ricordando che molti anziani diventano cronici e non autosufficienti perch non c'è un adeguato intervento preventivo a far sì che la loro non autosufficienza assuma delle dimensioni tali da non poter trovare altre risposte che quella del ricovero in ospedale o in altri luoghi.
Altre proposte sono: quella del trasferimento delle competenze per intervenire nel settore assistenziale, al comparto sanitario, come previsto dalle leggi vigenti; l'istituzione in tutte le UU.SS.SS.LL. di un servizio di ospedalizzazione a domicilio in modo da fornire ai pazienti le necessarie prestazioni sanitarie. Questo vuol dire, per l'anziano mantenere quel legame con la propria famiglia, con la propria socialità con il proprio contesto di quartiere, che invece verrebbe meno nel momento in cui ci si trovasse costretti a doverlo ricoverare. Inoltre, creare dei centri diurni, soprattutto per gli elementi senili; rivedere i progetti relativi alle RSA, in ultimo, ovviamente, capire quale atteggiamento ha l'Assessore in merito alla proposta di legge di iniziativa popolare sulla quale si sta riproponendo un riordino degli interventi sanitari a favore degli anziani cronici e non autosufficienti e la realizzazione di residenze sanitarie assistenziali.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Peano.



PEANO Piergiorgio

Signor Presidente, a me pare che questo sia un dibattito molto aperto che richiede una prosecuzione. Però l'assenza dell'Assessore Maccari ci impedisce di ampliare o di continuare un dibattito che diventa veramente interessante. Ringrazio l'Assessore Bergoglio per quanto ci ha riferito, e comprendo anche la sua difficoltà a stare in aula ed a sentire quanto emerge, cosa che la mette o tenta di metterla in difficoltà. Credo, per che l'Assessore sicuramente sia nelle migliori condizioni di poter rispondere. Ha fatto quanto poteva, quanto sapeva, quanto le era consentito e quanto era a sua conoscenza. Personalmente non conosco la situazione di Torino, se non per quanto appreso dai giornali; conosco, invece, la situazione della mia provincia dove credo che tutto sia un pochino più roseo, anche se passi avanti dovremo ancora farne.
Certo, gli anziani, lo comprendiamo tutti, non scendono mai in piazza gli anziani sono quelli che stanno nelle loro case in silenzio, che soffrono il silenzio della solitudine, che sono emarginati il più delle volte e che non trovano più nel proprio ambito familiare la continuità di quello che prima era stato il loro vivere. Quindi, a volte, è difficile per loro continuare a vivere. In questo senso dovremo valutare le possibilità di una politica nuova.
Come DC, presentiamo un ordine del giorno e ci auguriamo che questo documento possa avere una attenzione particolare. Un'attenzione che dovremmo sentire tutti; dobbiamo provocare una filosofia nuova, una nuova cultura del sociale.
Ho sentito oggi alcune frasi interessanti: ci sono problemi di vigilanza, carenze di servizi domiciliari. Una carenza che è dovuta, forse alla mancanza di fondi, carenza che tocca anche la nostra Regione perch sono fondi legati ad un problema governativo, fondi che mancano da Roma.
A proposito delle case di riposo, esiste un falso, e lo ricorda il collega Cucco quando dice che gli anziani ricoverati oggi sono in maggioranza non autosufficienti. Nelle nostre case di riposo determinate terapie, che devono essere fatte, sono terapie mediche; ad esempio bisogna medicare i decupiti, fare iniezioni, cateterizzare, però siamo di fronte a servizi che le nostre case di riposo oggi non sono in grado di poter fornire. Ma non possiamo neanche pensare di trovarci di fronte a un soggetto, quasi come un numero, da scaricare in ospedali a giorni alterni.
Quindi, sì ad ospedalizzare anche le nostre case, ma attraverso una politica che non penalizzi le attuali case di riposo, in quanto esse non sembrerebbero più in grado di poter dare delle risposte. Non manca la responsabilità da parte della nostra Giunta, credo che manchi a livello di Consiglio un dibattito più aperto, che trovi una filosofia nuova, che coinvolga anche il tessuto sociale delle nostre comunità. Ci sono tante risposte belle all'interno delle nostre province, ma queste andrebbero potenziate, conosciute.
Sanità e assistenza, diceva il Consigliere Marino, è il nodo centrale degli anziani. Credo di condividere quanto qui è emerso: non dobbiamo istituzionalizzare l'anziano, il quale deve continuare a vivere nel suo contesto sociale il più a lungo possibile attraverso quelle risposte e quelle forme che noi dobbiamo consentire nel modo più assoluto.
Purtroppo, come dice il collega Tapparo, inseguiamo sempre i problemi anche questa volta andiamo a inseguirli dietro alle denunce. Dobbiamo dunque fare una verifica superiore, un progetto anziani. Oggi esiste un problema nelle RSA, e non è trascurabile: quello di continuare a migliorare ciò che già diamo. Se per Romiti oggi il profitto ha un valore etico in questa società, dobbiamo fare in modo che questo non avvenga assolutamente nel campo degli anziani. Occorre avere il coraggio di proseguire una politica che sia soprattutto rivolta alle fasce più deboli, le quali oggi hanno bisogno del nostro intervento.
Oggi non è presente l'Assessore alla sanità, ma sarebbe importante riuscire a proseguire questo dibattito attraverso un ampliamento che veda coinvolto anche l'Assessore, nelle risposte che anche lui è tenuto a dare attraverso la propria competenza, attraverso le formule nuove di politica che possiamo qui all'interno individuare.
Ecco, quindi, la proposta del nostro ordine del giorno. Un documento che proponiamo come Gruppi di maggioranza e che impegna la Giunta regionale a riferire successivamente al Consiglio regionale ogni ulteriore informazione sulla materia oggetto dell'odierna comunicazione; a svolgere ogni possibile opera di vigilanza sulle strutture che ospitano a qualsiasi titolo gli anziani o altri soggetti bisognosi di cure o assistenza che non possono essere erogati a domicilio; ad incentivare - e questa è la cosa importante - tutte le possibili iniziative nell'ambito delle competenze assistenziali e sanitarie per assistere gli anziani all'interno del loro contesto familiare od ambientale; ad intensificare ed accelerare la realizzazione delle RSA nell'ambito dei programmi già approvati dalla Regione; a proseguire nella politica di aggiornamento, qualificazione e riqualificazione del personale; a sollecitare í ministeri interessati con un immediato avvio del programma di finanziamento (ex lege 67/88).
Tutto questo è importante, però penso che dobbiamo avere noi il coraggio di individuare queste piste nuove di politica nuova. L'Assessore all'assistenza ha tale coraggio e volontà; infatti in questi giorni sta girando le nostre Province, sta sentendo i Sindaci per individuare, per capire quali sono le risposte che possono essere date sul territorio.
Dipenderà da noi riuscire a trovare, attraverso un ambito maggiore e con la presenza dell'Assessore alla sanità, un confronto che coinvolga di più e che soprattutto non tenti, come oggi a me è parso, di individuare nell'Assessore all'assistenza il capro espiatorio dei problemi torinesi.
Propongo, comunque, quanto ho letto dell'ordine del giorno che verrà discusso nella prossima seduta consiliare con la presenza dell'Assessore alla sanità.



PRESIDENTE

Il Consiglio terrà conto della sua richiesta.
La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, questa vicenda ci umilia prima ancora come uomini che come politici e amministratori. Ci umilia e ci scoraggia, ci fa ripensare ai salti di intuizione sul piano dei valori dell'umanità, più che della politica che questa Regione aveva avviato parecchi anni fa con la tanto discussa legge 20 in cui si era cercato di far fare alla nostra Regione un salto forte in termini di approccio a questa problematica. Forse qualche illusione illuministica e qualche resistenza conservatrice e borbonica hanno impedito che quel disegno andasse a completarsi e abbiamo assistito sostanzialmente a un'operazione di controriforma che probabilmente era la soluzione più funzionale e più adatta. Il dramma è che a fronte di intuizioni fondate, che lo fossero o no, oggi registriamo questo fenomeno che è una finestra aperta sul mondo non è un mondo, perché paradossalmente oso dire che questi infelici sui quali ragioniamo, quelli oggetto della cronaca, forse non sono il fondo dell'iceberg, sono quella fascia dell'iceberg che è un po' fuori e un po' sotto. Ma sotto; nelle nostre vallate alpine, nelle soffitte torinesi nell'alienazione e nella solitudine che sono peggio dell'invalidità e della non autosufficienza in senso fisico, c'è molto di più. Perché tra una porta chiusa e un uomo solo, e una porta chiusa e un uomo ammalato, non so quali dei due destini preferirei negli anni che mi aspettano. Quindi, ho l'impressione che questa sia una finestra su un mondo dove finalmente si riportano i valori che abbiamo scoperto nella nostra storia, laici e cattolici, ai valori dell'uomo; riflettere che questo nostro mondo si colloca sempre al quarto o quinto o sesto posto nelle società più avanzate saranno avanzate nel PIL (che non so bene che cosa sia) e in altre sigle però visto che il mondo del futuro guarderà la qualità della vita, quando si aprono queste finestre o quelle di Brindisi, di Otranto, dove abbiamo un paese civile che manda i propri gioielli dell'artigianato torinese sui vascelli spaziali e ci mette una settimana a far partire l'esercito, ho l'impressione che vada ripensato un problema di approccio culturale.
Quindi, non ripeto quello che è nella prassi delle cose, i controlli le responsabilità, giusto tutto, vero tutto, ci sarà stata della gente che si è arricchita, gente disonesta, non mi interessa, devo solo dire che quegli infelici che erano in quelle strutture ci erano soprattutto per responsabilità di chi non ha dato loro altre soluzioni. E paradossalmente vengo a dire che, dal punto di vista politico, meno male che c'è qualche disonesto che ci pensa, perché altrimenti non ci penserebbe nessuno. E' un paradosso, mi rendo conto che sono questioni che non andrebbero dette in un'aula parlamentare, ma così è. I non autosufficienti che immediatamente dopo sono stati ricoverati, perché non sono stati ricoverati prima? Questa è la causa. Che poi, come sempre avviene nei processi, qualcuno ci speculi ma brutalmente, nel senso greco del termine, non nel senso che poi abbiamo acquisito, che qualcuno ci speculi nel senso che immagina di trovarci la propria ragione di vita anche in termini materiali, ci può disturbare, ma la vera ragione è di capire perché il sistema non è in grado di risolvere questi problemi.
Bene, io non sono convinto, signor Presidente e Assessore, che questa vicenda si risolva nello scenario che a noi, intendo dire laici e cattolici, è più presente, cioè quello della qualità della vita non soltanto di come stanno i non autosufficienti rispetto agli assistenti. La qualità della vita di una parte non breve della nostra vita non può più essere lasciata, non solo in questa nostra Regione, ma anche in questo nostro Paese, alla efficienza dei controlli o alla puntualità di un funzionario.
C'è comunque, anche all'interno di un sistema oliato, una immagine e un risultato che non accettiamo. Anche se funzionasse tutto, funzionerebbe una cosa che non ci piace, perché per i nostri anziani e per noi stessi vogliamo qualcosa di diverso da quello che comunque sarebbe anche se la macchina funzionasse. Allora, la politica non è l'attività con cui si fanno camminare le macchine, c'è la polizia, ci sono i giudici, ci sono i controllori, ci sono i vigili per far funzionare le macchine. Il politico quando si rende conto che la macchina produce un risultato inadeguato, non deve mettere olio alla macchina, ma deve sapere di dover fare una nuova macchina; la politica è fatta per inventare, non è fatta per gestire e per controllare. Per controllare ci sono i vigili, i poliziotti, i carabinieri i vigili del fuoco; in Italia, poi, di vigilantes ce ne sono a iosa. I politici devono rendersi conto della inadeguatezza di un modello. Allora suggerisco all'Assessore di riflettere su questo contributo che posso dare ripeto - più da liberale che da liberista. Mi sembra incredibile che una fascia di ricchezza, anche qui chiedo scusa della banalità dell'approccio una fascia così disponibile di ricchezza nella società non venga canalizzata in modo razionale. Non siamo in presenza di poveri, di indigenti, siamo in presenza di persone che hanno un reddito spendibile che possono contare su un reddito aggiuntivo in caso di inabilità, che possono contare su un terzo reddito, quello che sicuramente le famiglie sono disposte ad erogare per risolvere problemi di questo genere. Mi sembra incredibile che un sistema non riesca ad immaginare di poter contare su risorse maggiori che per altre fasce sociali, perché sicuramente i nostri anziani non producono, ma hanno redditi disponibili maggiori delle generazioni più giovani. E' così: i nostri anziani non producono, ma hanno redditi più disponibili di quanto non ne abbiamo noi impegnati nell'allevamento dei figli e in altre nostre piccole ambizioni.
Allora c'è probabilmente qualcosa di sbagliato nel non immaginare che il pianeta della terza età debba avere un approccio nella città moderna completamente diverso, culturalmente diverso e concettualmente diverso.
Queste risorse vanno utilizzate, non nella logica dell'assistenza, del rimedio, ma dell'invenzione di uno scenario di una dimensione della città dell'uomo che sia diversa. A mio modo di vedere bisogna con grande coraggio aprire un confronto con i privati, non con i privati che fanno l'assistenza, ma con i privati che intendono occuparsi di questo pezzo dell'economia della nostra società che è disponibile a investire forte per la soluzione di questi problemi. C'è da immaginare, lo dicevo anni fa ad un convegno, che molti dei nostri anziani sono disponibilissimi ad investire le loro risorse, per esempio, in alloggi pensati in modo diverso dai condomini realizzati per le coppie in via di formazione e per le famiglie in crescita. Questo va affermato ed affrontato. Non c'è niente che venga concepito per un pezzo della vita che è diverso. Se voi guardate i film americani, cosa scoprite? Scoprite che loro la rivoluzione culturale l'hanno fatta. Perché hanno le case in legno? Non tanto perché non hanno i mattoni, ma perché si sono resi conto che la casa non è come diceva Malagodi "il castello dove è nato nostro padre e sicuro nati noi e dove vogliamo che nascano i nostri figli"; la casa è funzionale, è un contenitore per un pezzo della nostra vita, non è la nostra vita. E allora bisogna immaginare che la nostra vita, da una certa età in poi, la si deve vivere in una casa, ma in una casa pensata globalmente nella città e nei rapporti con le altre case, in modo tale che si possa garantire nella logica delle case protette, delle case alloggio, troppo presto abbandonate.
Non so se ne siano state fatte o no, non mi interessa, non è questo il problema. So che non si è fatto assolutamente niente per immaginare ripeto - che i grandi gruppi finanziari torinesi non possano essere interessati al fatto che la qualità dell'abitazione della terza età è una cosa completamente diversa dalla qualità dell'abitazione della generazione che produce, della generazione che ha figli e li deve crescere. Se non immaginiamo una cosa di questo genere, i nostri anziani continueranno a vivere soli, in un mondo alienato, al di là di una porta chiusa che si aprirà solo più una volta nella loro vita; potranno vivere fisicamente meno ammalati o più ammalati, ma non è questo il problema al quale una società opulenta come la nostra deve pensare; essa deve pensare in termini di responsabilità, ma - se consentite - anche in termini di egoismo. Se uno scenario di questo genere potesse essere costruito a titolo sperimentale sono convinto che non solo la generosità nostra e dei nostri cari si muoverebbe, ma anche il nostro egoismo.
Perché molte questioni degli anziani non vengono affrontate dalle famiglie o vengono vissute con angoscia? Perché non c'è la possibilità di risolverle. Non si affronta il problema degli anziani nelle case perché non sapendolo risolvere lo si rimuove, si fa finta di non vedere, di non sapere, magari non si telefona neanche per paura di scoprire che c'è bisogno di un intervento che non è fattibile. Quindi, molta parte dell'alienazione in cui vivono i nostri anziani deriva dalla nostra impossibilità di intervenire nei loro confronti e ci chiude anche un tipo di dialogo. E questo - consentitemi - condiziona gli anziani nella loro vita matura, ma condiziona anche noi nella nostra vita produttiva ed affettiva ancora piena e generosa.
Più che ad una società multirazziale (come dicono alcuni sciocchi che non sanno cos'è una società multirazziale) immaginiamo che incominci ad esserci una società in cui ci sono i bambini che hanno diritto ad uno spazio di fantasia, quindi le città devono essere pensate con uno spazio per la loro fantasia e non per la loro strumentalizzazione attraverso il televisore e mamme più o meno oppressive dal mattino alla sera; c'è bisogno di una città vivibile e - se consentite - anche stimolante per da pienezza della nostra vita e c'è bisogno di una città che sia in grado di dare agli anziani una qualità della vita che sia umana. Questo soprattutto a Torino perché è una città prussiana, che nasconde con grande pudore quelle brutture che poche città hanno. Ma, anche nascondendole, queste brutture hanno un odore che si avverte. Ieri sera a "Il processo del lunedì" Brera che sicuramente è un saggio, mi ha fatto accapponare la pelle dicendo che Baggio è in difficoltà perché Torino è una città fredda e poco vivibile. Io ne sono convinto e l'ho detto nei miei discorsi elettorali: se i giocatori della Juventus e del Torino entrano in circuito, cioè producono due anni dopo i calciatori del Milan e dell'Inter, immaginate quale tipo di diseconomia deve affrontare il nostro sistema produttivo che vede i propri manager e i propri ricercatori entrare in presa diretta due anni dopo; vuol dire perdere il 30-40% del contributo che possono dare. Se un giornalista attento, un uomo pieno di umanità come Brera, coglie la strana freddezza di questa città è perché intuisce che è una città senza gioia, senza comunicativa. Perché è senza gioia e senza comunicativa? Perché ha troppe cose da nascondere: la povertà dei quartieri come Le Vallette l'incomunicabilità, ecc. Ma sono convinto che se questo Consiglio può dare un contributo alla Giunta, non è di chiederle di essere più attenta nei controlli, di andare a leggere la relazione del prof. Carnevale. Questo non attiene al Consiglio, il Consiglio deve farsi interprete dei valori e delle esigenze profonde della società nel suo complesso. E, rispetto a queste, al di là dell'azione sicuramente puntuale che farà l'Assessore e della quale non dubito, al di là di alcune prese di posizione fortemente condivisibili ed apprezzabili, tipo quelle del Capogruppo repubblicano che ha ricordato un amministratore, la deontologia professionale è un valore della società non è un valore morale; quindi, chi è investito dei privilegi di una professione ha anche il dovere di attenersi alle regole della deontologia professionale, altrimenti perde la ragione del proprio privilegio. Essere professionista vuol dire essere un privilegiato, ma nel senso pieno del termine, medioevale, non quello del '600, quello a cui, a fronte di una prestazione veniva dato un corrispettivo non immediatamente misurabile, ma contestualmente meritato. Se un medico deontologicamente viene meno alle regole fondamentali, evidentemente viene meno a un dovere verso la società civile.
Al di là di tutte queste questioni, che sicuramente tutti faranno, la Magistratura, la Corte dei Conti, ecc., a noi sembra che una Regione come la nostra - se consentite, la più laica di questo Paese, ma da questo punto di vista anche la più cattolica, da Cottolengo in poi - abbia sicuramente il retroterra culturale, morale, di affetti e di volontà per immaginare che il problema degli anziani non si riduce al come si controllano le case chiuse o al come si controllano le trattorie di paese. E' immaginare di avere l'ambizione di costruire una società e una città, soprattutto adesso che la vogliamo fare metropolitana, che non sia più pensata per il produttivo che nasce da anni zero e finisce ad anni '90, ma che lascia ad ogni segmento della società civile uno spazio in questa società, ma soprattutto uno spazio di contenitori, perché se non risolviamo strutturalmente questo problema con un forte ricorso ai privati, anche i valori e gli affetti non sono attuabili, perché le speranze dei cittadini delle disponibilità agli affetti - ripeto ancora questo termine forse improprio - non possono tradursi in iniziative, in azioni, se non è pensata una città in grado di recepire questa nostra disponibilità.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere, per questo intervento ampio che ci ha consentito di andare a degli orizzonti diversi da quelli che sono stati contenuti negli interventi, pur pregevoli, precedenti. La parola all'Assessore Bergoglio per la replica.



BERGOGLIO Emilia, Assessore all'assistenza

Penso che il Presidente Brizio vorrà aggiungere qualcosa. Io non ho intenzione di fare una replica particolarmente approfondita e circostanziata, però alcune precisazioni credo siano necessarie perch probabilmente, nel prendere appunti, qualche collega ha trascurato qualche particolare o qualcosa è sfuggito o qualcosa io ho detto male. In ogni caso, ci sono alcuni elementi da chiarire.
Mi permetto di ricollegarmi ad una considerazione della collega Dameri che ha avuto il garbo di riconoscermi alcune capacità di cogliere le situazioni per quello che sono. Vorrei rassicurarla in anticipo che se questo è stato il comportamento dell'Assessorato in questo momento da me presieduto, in continuità con un atteggiamento già tenuto dal collega Brizio che aveva avviato queste procedure, ben prima che altri si preoccupassero di denunciare alla Magistratura, qualche collega della maggioranza ha detto che noi rincorriamo i problemi. Non è vero, mi permetto di dire che li abbiamo abbondantemente anticipati. Purtroppo la soluzione di alcuni problemi non è così semplice, semplificata o semplificabile come da parte di qualche intervento è sembrato emergere.
Anche sulla questione della vigilanza mi permetto di dire ad alcuni colleghi, senza voler insegnare niente a nessuno, che ci sono alcuni aspetti procedurali e di normativa, sia nazionale che regionale, che dovrebbero essere visti più attentamente, in modo più integrato, perché un conto è la vigilanza che la Regione può mettere in campo direttamente sulle strutture sanitarie autorizzate o socio-assistenziali autorizzate, un altro conto sono i controlli di sicurezza e di pubblica sicurezza che possono essere attivati soltanto dagli organismi a ciò preposti che sono nella fattispecie Polizia, Carabinieri e Vigili urbani. Queste sono le differenze tra i tipi di intervento possibili. Noi siamo tenuti, come procedura formale e sostanziale, a segnalare a questi organismi eventuali atti che ci risultino non essere secondo norma, ma non siamo autorizzati a intervenire direttamente in alcune procedure che sono proprie di "polizia". Ci tengo a chiarire questo aspetto perché alcuni interventi hanno in qualche modo adombrato che non si fossero messe in atto tutte le possibili attività proprie della Regione in materia di controlli. Siccome né il collega Brizio, che ha avviato tutta questa pratica, né i funzionari dell'Assessorato né la sottoscritta hanno voluto agire in modo da avere anche dal punto di vista delle responsabilità sia politiche che penali, lo dico con chiarezza, le spalle scoperte su questa materia, dateci credito di aver cercato di mettere in atto, almeno nei limiti in cui era possibile tutte le procedure necessarie per raggiungere degli obiettivi di controllo reale in presenza di strutture che non era di diretta competenza della Regione controllare. Questo è il punto! Rispondo in particolare ad un collega che si è stupito come mai non avessimo risposto direttamente alla denuncia fatta dal signor Francesco Santanera. Prima di tutto perché una lettera scritta il 30 novembre e protocollata nel mio Assessorato il 21 dicembre significa praticamente averla avuta qualche giorno dopo l'inizio dell'anno, quindi i mesi diventano uno e non tre, ma non vi era alcun bisogno di attivare una procedura sulla base di questa lettera in quanto le nostre procedure si erano attivate addirittura un anno e mezzo prima. Quindi, non c'era alcun bisogno di attivare una procedura sulla base di una lettera che era stata scritta il 30 novembre, dal momento che esisteva un telegramma della sottoscritta inviato ai Vigili Urbani di Torino, in data 16 ottobre, che li invitava a verificare questa partita sulla base di una lettera scritta dal mio collega Brizio il 20 febbraio 1990. Quindi, non era stata attivata da terzi, ma dall'Assessorato di sua iniziativa. Questo è il punto che voglio sottolineare in sede di replica, che sembra essere sfuggito a molti dei colleghi che sono intervenuti: non c'è stata alcuna segnalazione precedente, c'è stata un'iniziativa propria dell'Assessorato regionale all'assistenza che ha cercato di verificare una serie di situazioni che non sembravano, nel momento in cui si è iniziata la procedura, a regime.
Quando, poi, si fa il discorso della quantità e della qualità, parliamoci anche con altrettanta chiarezza: la situazione che è stata evidenziata in questi giorni dai giornali - forse non hanno dato proprio tutte le notizie esatte - si riferisce ad un numero che va da cento a duecento situazioni tenendo conto che nell'ambito della città e della provincia di Torino le situazioni di anziani ospiti in strutture di tipo residenziale vanno dai 3500 ai 4000. Ora, non voglio dire che con questo sia una fetta irrilevante numericamente considerata, ma voglio ricollocare il problema nella sua dimensione corretta perché se fossero solo 100 o 200 le situazioni a rischio e da rimuovere, come Assessore regionale sarei abbastanza tranquilla, perché in realtà la mia preoccupazione è che molte strutture pubbliche regolarmente controllate dalle UU.SS.SS.LL. e da quant'altri siano anch'esse difficoltose. Sappiamo tutti molto bene, l'abbiamo detto da molti anni (io ho riletto ieri sera gli interventi fatti dagli ex-colleghi Martinetti, Devecchi e Ratti, quando abbiamo approvato la famosa legge 20 nel 1982) che la situazione è tutt'altro che positiva, lo era in allora, lo è ancora adesso. Il problema non è tanto quello di chiedersi perché non si è intervenuti, perché l'intervento è stato sollecitato.
Posso anche pensare che alcune situazioni siano state verificate, del resto chi ha seguito l'argomento in sede di Consiglio comunale di Torino sa che l'Assessore comunale ha fatto presente che una serie di situazioni erano state verificate; alcuni erano stati invitati a regolarizzarsi ed altri stavano avviando la procedura. Altre situazioni erano già state chiuse con un'ordinanza del Comune. La situazione più esplosiva che in questi giorni si è verificata aveva già ricevuto l'l febbraio un'ordinanza di chiusura del Comune di Torino. Questo forse oggi non è stato ricordato io per prima non l'ho ricordato, però la verità è che nessuno si era attivato, al di là del funzionario che aveva avvertito i parenti. Ma nessuno di questi signori era venuto a riprendersi il parente, il papà, la mamma, la suocera o il suocero, tranquillamente parcheggiato in una di queste strutture. Queste sono le realtà contro le quali si sbatte la buona volontà anche degli Assessori e dei funzionari quando vogliono affrontare seriamente i problemi.
Collega Marino, non si può dire che queste 200 persone sono state ricoverate in ospedale, perché non è vero. Sono state due le persone ricoverate in ospedale in questi giorni per esigenza di cure urgenti, gli altri sono ancora tutti lì dove erano prima...



(Interruzione)



BERGOGLIO Emilia, Assessore all'assistenza

Scusi, io l'ho lasciata parlare tranquillamente, lei lasci parlare anche me.
I gestori che sono stati denunciati continuano ad essere lì, poi vedremo quali saranno le entità dei loro reati. Non entro nel merito di queste iniziative, voglio solo sottolineare che sotto il profilo formale e sostanziale all'Assessorato regionale non si possono fare delle critiche. E non sto difendendo un'azione personale perché, ripeto, i primi atti si riferiscono a metà ottobre e la denuncia di cui ho fatto cenno si riferisce al 13 febbraio, rispetto ad una lettera ricevuta ai primi di gennaio. Poi si può anche chiedere che quando si riceve una lettera o un documento prima di procedere ad atti di questo genere vengano fatti degli accertamenti e qualche verifica, oppure tutto quello che si riceve si deve mandare alla Procura della Repubblica? Mi sembrerebbe un comportamento non corretto e non opportuno da parte di una Amministrazione. Ho già firmato alcuni ordini di chiusura di alcune realtà anche nelle Province, realtà che non erano adeguate. In questo caso erano propri dell'Assessorato i poteri di controllo e di verifica, e li abbia mo esercitati, ma quando non si tratta di strutture socio-residenziali e sanitarie non può essere attivata una iniziativa di un Assessorato all'assistenza o di un Assessorato alla sanità. Devono intervenire gli organi di Polizia, quali che siano, che sono a ciò preposti. Queste sono semplicemente norme di uno Stato di diritto non sono scelte politiche di questa o di quella Amministrazione. Ho poi dato uno spazio considerevole nel mio intervento in termini di indirizzo dando per scontato ai Consiglieri regionali, che queste cose hanno votato quali sono i programmi e i progetti che questa Amministrazione ha attivato.
Ci sono dei ritardi da parte del Governo. Ma diciamole queste cose! Il collega Maggiorotti questa mattina nel suo intervento mi chiedeva di fare degli interventi più pesanti a Roma. Collega Maggiorotti, ci suggerisca quali, perché noi non sappiamo che tipo di intervento più pesante o più leggero possa avere efficacia. Noi abbiamo fatto la nostra parte fino in fondo, anzi, abbiamo anticipato, perché mentre dovevano darci i criteri sulla base dei quali attivare i progetti, siamo andati a Roma con i criteri già fatti, dicendo; "Vanno bene questi criteri?". Quindi, abbiamo capovolto per accelerare i tempi, per cercare di portare a casa questi quattrini.
Però, al di là di questo, altre iniziative non ci sono venute in mente perché fino a prova contraria c'è un organismo che ci deve autorizzare a partire e finché non c'è questa autorizzazione noi non possiamo passare.
Per quanto si riferisce all'art. 20 della legge finanziaria '88, figuratevi se non vorremmo già avere incominciato a costruire! Sarebbe per noi anche un fatto positivo, oltre che una risposta favorevole da dare a questo problema. Noi ci siamo posti in condizione, sul piano delle strutture, di poter rispondere almeno alle esigenze più urgenti del Piemonte. Al di là di questo, non ho ritenuto di dover entrare nei particolari, dando per scontato che i colleghi già sappiano alcune cose pregresse, come in realtà è. La verità è che, come ho detto stamattina e ribadisco oggi, non serve fare in questa sala i riti della polemica, serve cercare di ragionare tutti insieme e impegnarci, anche se a qualcuno questo discorso non è piaciuto.
Quando si parla di ospedalizzazione domiciliare, intesa come uno dei servizi sanitari a domicilio, è un aspetto positivo, non per attivare dei nuovi posti per i medici specializzati che vanno a domicilio, anzich essere in ospedale, ma per coinvolgere il medico di base in un lavoro serio, attivo, di cura a domicilio del proprio paziente. Se questa è l'ospedalizzazione domiciliare, cioè coinvolgere il medico di base in una azione di proseguimento delle cure ospedaliere attraverso un coinvolgimento nella terapia, attraverso il collegamento con le strutture ospedaliere allora questo è un discorso serio; se si vogliono surrettiziamente creare dei nuovi posti di lavoro per alcuni tipi di specializzazione, allora questo é semplicemente un interesse di parte contro un'altra parte. Abbiamo il coraggio di dire le cose come stanno anche in questa sede, perché non è a caso che alcuni provvedimenti vengono fuori parallelamente nello stesso momento; qui nessuno di noi è sufficientemente sprovveduto da non rendersene tranquillamente conto. La verità è che i problemi non si risolvono con delle scelte così tassative, i problemi si risolvono se si pongono in campo dei problemi in modo articolato, flessibile, senza risposte che sono in realtà dei falsi problemi, perché bisogna creare del personale che non c'è, lo ripeto, per dei servizi che sono sgradevoli. Per cui c'è un turn-over, una fuga da questi servizi, ed è un altro problema che noi abbiamo tra le difficoltà che ha il Comune di Torino ad aprire via Valgioie; oltre i rubinetti delle lavatrici, che sono fesserie, c'è il problema che non si trova personale disposto a fare quel tipo di lavoro e questa è una verità che bisogna dire quando si fanno le discussioni; perch non si apre? Perché non accettano, perché hanno già fatto diversi tentativi e in realtà non hanno trovato nessuno che abbia voglia di andare a fare quel tipo di lavoro, le sappiamo queste cose? Questi sì che sono problemi veri, al di là di tanta bella fantasia e coreografia! Grazie, colleghi.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta regionale.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Non per entrare nel merito, perché la replica della collega Bergoglio ha centrato pienamente il problema. Io propongo, per la votazione degli ordini del giorno, un rinvio in modo che ci sia la presenza dell'Assessore Maccari, perché negli ordini del giorno si toccano dei temi che riguardano specificatamente l'aspetto sanitario e mi pare sia essenziale la sua presenza per l'assunzione degli impegni relativi che possono riguardare la sanità.



PRESIDENTE

Ho ascoltato con molta attenzione gli interventi che i vari Consiglieri hanno fatto. Devo dire che in moltissimi interventi si è fatto riferimento alle competenze o ad una necessaria attenzione su questo problema di carattere squisitamente sanitario per cui personalmente concordo con quanto il Presidente della Giunta ha espresso in ordine alla votazione di ordini del giorno, perché se proprio vogliamo dare, come è giusto dare, un peso a questo dibattito e se gli ordini del giorno devono avere una conseguenza anche per quanto attiene alla materia sanitaria, credo che, per assumere degli impegni, la presenza dell'Assessore competente sia necessaria. Quindi concordo con la richiesta che il Presidente della Giunta ha test formulato.
Sentiamo il Consigliere Cucco e poi su questo prendiamo una decisione.



CUCCO Vincenzo

Presidente, solo per una annotazione di stile, nel senso che non è che il Consiglio rinvia l'esame dell'ordine del giorno in attesa che l'Assessore Maccari sia presente in aula; il Consiglio chiede alla Giunta di farsi garante della presenza dell'Assessore alla sanità nella prossima seduta del Consiglio regionale durante la quale verranno votati e discussi gli ordini del giorno. E' solo una questione di stile, ma mi sembra significativa.



PRESIDENTE

Ci facciamo carico di questa osservazione.
La parola al Consigliere Bortolin.



BORTOLIN Silvana

Devo dire che anche il nostro Gruppo era intenzionato ad accogliere la richiesta di rinvio di discussione e di votazione dell'ordine del giorno.
Siamo rimasti colpiti dalle conclusioni dell'Assessore e dalle velate accuse che ha rivolto anche rispetto al lavoro o alle proposte di legge che noi abbiamo presentato rispetto alla ospedalizzazione a domicilio l'incentivazione dell'assistenza domiciliare e, da questo punto di vista ci dovrebbero essere delle puntualizzazioni che liberino il campo da queste velate accuse di interessi particolari, non dichiarati, che possono sottendere a queste proposte che non ci sono e che vorremmo in questo caso riaffermare subito, discutendo e mettendo in votazione il nostro ordine del giorno. O ci sono queste puntualizzazioni o noi non possiamo obiettivamente...



(Interruzione da parte dell'Assessore Bergoglio)



BORTOLIN Silvana

Infatti, io termino, poi la invito a fare una puntualizzazione perch francamente non possiamo accettare nemmeno in modo velato accuse o osservazioni di questo genere. O ci sono queste puntualizzazioni chiarificatrici o altrimenti chiediamo di discutere e votare il nostro ordine del giorno, poi, caso mai, puntualizzerò ancora.



BERGOGLIO Emilia, Assessore all'assistenza

Io ti inviterei a rileggere il testo stenografico, sono sicura che non c'è bisogno di spiegazioni. Ho fatto riferimento all'esigenza di parlare di ospedalizzazione domiciliare coinvolgendo i medici di base e non ad ipotesi di ospedalizzazione domiciliare che voglia semplicemente creare dei posti di attività per specialisti esautorando il medico di base.
Queste sono state le mie dichiarazioni, questo è il senso delle mie dichiarazioni e lo ribadisco; quindi, non ho fatto riferimento ad alcun progetto presentato da nessuno in particolare.



PRESIDENTE

Concluderei con l'invito a non riaprire il dibattito.
La parola al Consigliere Maggiorotti per una breve puntualizzazione.



MAGGIOROTTI Piergiorgio

Sulla questione specifica ci vorrebbe più tempo per chiarire quali sono le forze in campo rispetto all'avvio di queste attività; c'è il dibattito su ospedalizzazione a domicilio, assistenza domiciliare integrata.
Le forze in campo sono forse più universitarie e ospedaliere dietro un certo tipo di proposte, sono più sul versante ordine dei medici, medici di base rispetto all'attivazione della assistenza domiciliare integrata che peraltro, è prevista, ed è un grosso business per i medici di base, dal nuovo contratto che prevede una tantum per ogni attività fatta a domicilio per paziente non deambulabile.
Quindi è chiaro che si deve tenere conto di tutti gli interessi in campo nel momento in cui si decide. Certo! Conoscerli per poter sapere obiettivamente a cosa si va incontro, quali sinergie creare e quali invece ostacolare e quindi di questo bisognerà discutere. Forse non si capiva questo dietro le cose che diceva l'Assessore, io le ho percepite conoscendo alcuni altri aspetti.
Un'altra osservazione riguarda la questione dei controlli. Io so che il Caposervizio di Igiene Pubblica della USSL 1, responsabile di tutte le 10 dice: "Se io dovessi rifare i controlli su queste pensioni, darei nuovamente parere positivo, perché sono pensioni e io le ho fatte vedere e controllare in quanto tali". Questo, se sul piano formale potrebbe essere corretto, sul piano più complessivo mi preoccupa moltissimo, per dire che non ci sarà mai nessun controllo sulle inadempienze. Voglio capire chi esercita controlli sulle inadempienze.



PRESIDENTE

Consigliere non riapriamo il dibattito.



MAGGIOROTTI Piergiorgio

Va bene. Allora taglio per dire che anche noi abbiamo presentato un ordine del giorno che mi riservo di decidere se ritirarlo o non ritirarlo, se discuterlo in questa sede o martedì prossimo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

La decisione non dipende da me né da me solo, però devo dire che sono meravigliato della proposta del Presidente Brizio, perché stamattina anch'io ho lamentato l'assenza dell'Assessore Maccari.
La Giunta ha ritenuto di affrontare la comunicazione e il relativo dibattito attraverso una comunicazione dell'Assessore all'assistenza e qui possiamo anche riconoscere che la competenza sia mista per buona parte, e preponderante dell'Assessore all'assistenza, e per parte, sia pure di grosso rilievo, anche dell'Assessore alla sanità; però, una volta che il dibattito è affrontato, ed è stato affrontato sia nell'introduzione sia nella replica sotto tutti gli aspetti, quelli rilevantissimi di carattere generale e di impostazione delle problematiche, e sia di carattere contingente, mi sembra strano dire che non votiamo gli ordini del giorno perché non c'è l'Assessore Maccari. Se dovessi essere io a decidere insieme al collega Zacchera vi chiederemmo, anzi, vi chiediamo che gli ordini del giorno vengano discussi, perché in difetto si arriva anche all'inconveniente che il dibattito viene diluito appunto attraverso due sedute consiliari e ciò significa anche prendere una posizione.
Confidiamo in martedì prossimo, sempre che ci sia l'Assessore Maccari sulla cui presenza non possiamo certo mettere la mano sul fuoco, caso mai sul fuoco spento. Quindi, come dicevo, l'opinione pubblica, la quale oggi ha rilevato attraverso i mass media che il Consiglio comunale ha sviscerato la problematica (della quale penso che si debba tener conto) può pensare che invece il Consiglio regionale si adegui alla regola del rinvio e dello slittamento.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Voglio precisare che questa mattina ho inteso che si desiderasse comunque che una prima informazione venisse data stamani. Può darsi che abbia inteso male, comunque abbiamo dato una prima informazione. Se, poi questa prima informazione si è trasformata in un dibattito fiume portandoci a discutere fino a quest'ora, questa è conseguenza dell'importanza dell'argomento e della partecipazione dei Consiglieri.
Però, non è, caro Majorino, la prima volta che si apre un dibattito e si chiude in una seduta successiva. Mi pare che la presenza dell'Assessore alla sanità sia stata richiamata anche negli interventi dei Gruppi importanti, non escluso il Gruppo di maggioranza relativa.
Mi pare che rinviare le conclusioni sia corretto, anche perché si sono affrontati degli aspetti sanitari, soprattutto per quello che riguarda l'ispezione nelle UU.SS.SS.LL., che sono di rilievo e di stretta competenza dell'Assessorato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rivalta.



RIVALTA Luigi

Il dibattito che si è svolto oggi e la richiesta di una comunicazione della Giunta facevano riferimento a precisi fatti che hanno una loro contingenza e che sono stati rilevati in questi giorni. Non è un dibattito che si è aperto normalmente, tranquillamente sulla politica da fare in merito al problema degli anziani; non è un dibattito programmatico, che doveva essere fatto tempestivamente, però non lo si è fatto. Ha comunque dei tempi diversi di risposta a fatti contingenti. Noi siamo di fronte a fatti contingenti ed io considero sbagliato che il Consiglio regionale non concluda, in riferimento a questi fatti, per i quali è stata aperta questa discussione, con un ordine del giorno.
Oggi si sono espressi dei giudizi e secondo me vanno condensati in un ordine del giorno. L'opinione pubblica, che sa che abbiamo discusso tutto il giorno, ha anche il diritto di sapere cosa è venuto fuori da questa discussione, quali sono le posizioni dei vari partiti.
Considero del tutto sbagliato che oggi non si arrivi a una conclusione del Consiglio regionale su questo fatto contingente.
Altra cosa, poi, è continuare il dibattito sulle politiche che devono essere adottate in merito ai problemi degli anziani.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marino.



MARINO Massimo

La situazione è un po' imbarazzante, nel senso che anch'io ero propenso all'idea che, prendendo atto di una situazione grave di assenza di uno degli interlocutori principali, potesse essere corretto spostare la votazione degli ordini del giorno alla prossima settimana. Sicuramente dopo aver sentito la replica dell'Assessore Bergoglio, ho qualche perplessità, in quanto mi sembra di aver capito che i problemi posti da questa serie di ordini del giorno sostanzialmente non portino alcuna particolare valutazione di attenzione da parte della Giunta, o perlomeno da parte dell'Assessore all'assistenza. Questo è il problema. Quindi, vuol dire che, per quanto riguarda la Giunta, in realtà non c'è nessuna novità.
Il problema che pongo è questo. Questa mattina ho accennato alle proposte di corsie preferenziali di queste tematiche negli ambiti dei prossimi giorni in Consiglio, compreso il rispondere alle interrogazioni il portare avanti alcuni argomenti che ci sono all'esame nelle Commissioni ma se la posizione della Giunta è quella che abbiamo sentito, mi pare di capire che qui si tratterebbe di perdere la prossima mezz'ora a votare ordini del giorno che probabilmente verranno respinti. Aspetteremo nei prossimi sei mesi le risposte alle nostre interrogazioni.
Da alcuni accenni fatti dal Presidente questa mattina, mi sembra di aver capito che ci fosse una sensibilità e una attenzione diversa rispetto a un problema che non può essere affrontato burocraticamente, perché, a mio parere, questo è stato il tono della replica dell'Assessore. Si è detto "burocraticamente", intendendo i compiti e i ruoli della Regione o dell'Assessore. Invece, non è così; al di là dei compiti burocratici su questioni come questa, c'è una questione di sensibilità e di iniziativa politica. Stamattina mi sembrava di aver colto degli accenni diversi; il problema è che la Giunta decida se prendere in considerazione alcune delle proposte che sono accennate in questi ordini del giorno. A questo punto avrebbe un significato rimandare la votazione; se invece si ritiene che non ci sia nulla di nuovo, votiamo adesso gli ordini del giorno.



PRESIDENTE

L'intervento del Consigliere Marino mi pare richieda una puntualizzazione ancora nel merito.
La parola al Presidente della Giunta.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Voglio dire che la replica dell'Assessore si è soprattutto indirizzata a chiarire la posizione dell'Assessorato, non è entrata nel merito delle proposte degli ordini del giorno. Si è limitata a chiarire la posizione dell'Assessorato e della Giunta. Noi riteniamo che la posizione della Giunta e dell'Assessorato, per quello che attiene ai fatti specifici, sia corretta e indiscutibile, perché l'Assessorato si è mosso prima di tutti.
Siamo partiti dalle Pagine Gialle (ero io Assessore) rilevando da queste...



CALLIGARO Germano

Peccato che non sia accaduto niente, se non uno scandalo!



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

E' accaduto che noi abbiamo invitato tutte le UU.SS.SS.LL. a intervenire, c'è la corrispondenza. Abbiamo invitato a fare interventi di legge, a fare verifiche. Probabilmente, sono state fatte o saranno fatte.
Oggi è stato ribadito che un medico sostiene ancora che ridarebbe la concessione come pensione nelle medesime condizioni. E' un problema sottile.
Io voglio solo far rilevare che non abbiamo fatto altri rilievi. Per esempio, un anno fa, da parte di associazioni di volontariato, si è tenuto un convegno nel quale si denunciava l'esigenza di mille posti in lista d'attesa per residenze; fu irriso come non necessario. Purtroppo quello che avviene dimostra, tristemente, che invece c'è una necessità, c'è una domanda di posti in RSA, come anche c'è esigenza dell'assistenza domiciliare integrata e di una sperimentazione prevista nel piano nazionale per quello che riguarda l'ospedalizzazione a domicilio.
Non si è entrati nel merito degli ordini del giorno proprio perché, ad esempio, l'ospedalizzazione domiciliare riguarda specificatamente la sanità; non è possibile che noi ci mettiamo a discutere e votare degli ordini del giorno che toccano degli aspetti specifici, in assenza dell'Assessore.
La replica dell'Assessore all'assistenza è stata per chiarire l'atteggiamento dell'Assessorato. Voglio anche dire che non so se il Comune di Torino ha votato un ordine del giorno, non mi risulta. E' chiaro che i compiti gestionali siano stati esplicitati, riguardavano tutte le funzioni del Comune di Torino e nel dibattito comunale vi sono stati anche interventi scritti dell'Assessorato all'assistenza della Regione Piemonte.
La proposta che ho fatto mi pare corretta dal punto di vista della Giunta; votando degli ordini del giorno che riguardano il settore sanitario, la presenza dell'Assessore è assolutamente necessaria. Non è una tattica dilatoria, che non ci interessa assolutamente, anzi è l'opposto perché se si va a votare adesso si chiude in un'ora e la questione è conclusa. E' semplicemente un'esigenza che ho visto emergere dal dibattito e che, a nome della Giunta, ho portato all'esame del Consiglio.
Naturalmente il Consiglio è, come sempre, sovrano. Noi non abbiamo alcuna intenzione di prevaricare nessuno, però voglio dire con chiarezza che non abbiamo risposto al merito degli ordini del giorno.



PRESIDENTE

Il Presidente della Giunta ha ripuntualizzato chiaramente i contenuti.
La parola al Consigliere Rabellino.



RABELLINO Renzo

Una volta tanto sono d'accordo con il Presidente della Giunta, anzi chiedo che venga posta in votazione la proposta di rinvio della votazione degli ordini del giorno. Ritengo (e faccio una dichiarazione di voto) che l'ordine del giorno presentato dalla maggioranza sia assolutamente privo di significato, nel senso che non contiene nulla di nuovo. Avevo chiesto cosa farà la Giunta domani mattina in questo campo; l'ordine del giorno della maggioranza dice che la Giunta domani mattina non farà nulla, lascerà la situazione com'è. Quindi, avremo la stessa tragica situazione non soltanto a Torino, ma anche nella provincia, sulla questione anziani.
Per cui ribadisco la richiesta dimettere in votazione la proposta di rinvio degli ordini del giorno, iscrivendoli come primo punto all'o.d.g.
della prossima seduta, dando così tempo alla Giunta di presentare un ordine del giorno più completo e più propositivo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavallera.



CAVALLERA Ugo

Signor Presidente, noi siamo d'accordo con la proposta fatta dal Presidente Brizio in quanto riteniamo opportuna la presenza dell'Assessore alla sanità prima della votazione degli ordini del giorno. Ovviamente, non condividiamo il giudizio negativo del Consigliere Rabellino espresso sull'ordine del giorno che è stato firmato dai Capigruppo di maggioranza.
Secondo noi questo ordine del giorno riassume ed indica le cose fattibili nell'immediato, fermo restando la possibilità di ampliare il discorso nelle forme e nei modi opportuni su questa problematica che è ampia e complessa.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Coppo.



COPPO Ettore

Dall'intervento del Presidente della Giunta abbiamo compreso che si tratta di una proposta di rinvio, da parte della Giunta, dell'esame degli ordini del giorno. Ritengo giusto porre in votazione la questione, in modo che il nostro Gruppo possa confermare la convinzione che è politicamente necessario concludere un dibattito di questa natura con l'esame e la votazione degli ordini del giorno. Soprattutto per un elemento: nonostante i chiarimenti del Presidente, abbiamo compreso che la Giunta ha concluso questo dibattito affermando che il problema non esiste, nel senso che non vi è alcuna esigenza seria, vera di approfondimento. Si è affermato che il comportamento della Giunta e degli Assessorati è ineccepibile, è del tutto corretto, che tutto quanto era necessario fare è stato fatto, che anche in termini di prospettiva non vi sono ulteriori riflessioni che invece questo scandalo imporrebbe.
Dunque, non comprendiamo più il motivo serio di prolungare una discussione che invece ha esattamente chiarito le posizioni, pertanto credo che il Consiglio regionale sia perfettamente in grado di assumere un orientamento finale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossa.



ROSSA Angelo

Signor Presidente, anche il nostro Gruppo ritiene, come ha proposto il Presidente della Giunta, che gli ordini del giorno si possano votare nella prossima riunione, alla quale sarà presente anche l'Assessore alla sanità.
E' stato un dibattito ampio. Non è la prima volta che al termine di un dibattito ampio, al momento della votazione di ordini del giorno si è deciso di slittare ad una fase successiva, magari per stabilire se su eventuali ordini del giorno presentati si possano trovare dei punti di convergenza. Quindi, aderirei alla proposta del Presidente, vedrei quasi come una forzatura il passare alla votazione. Dopodiché, per carità, nel rispetto del Regolamento, se dobbiamo esprimerci, ci esprimeremo. Auspico che di qui alla prossima riunione si possano trovare dei punti di convergenza che riducano di molto le aree di dissenso che si sono rilevate ma che poi non sono così grandi.



PRESIDENTE

Anche io ritengo che un momento di approfondimento potrebbe essere utile anche per cercare delle convergenze, come d'altronde si è fatto molte altre volte, rispetto ai sei ordini del giorno che sono stati presentati che tra l'altro non sono ancora all'o.d.g., anche se per collegamento possono essere votati. Vi è un ordine del giorno del Consigliere Marino; un ordine del giorno dei Consiglieri Bortolin, Monticelli e Calligaro; un terzo documento del Consigliere Maggiorotti; un quarto della Lega Nord Piemont: un quinto dei Consiglieri Majorino e Zacchera; infine, un ordine del giorno firmato dai Consiglieri Picchioni, Rossa, Goglio, Marchini e Ferrara. Quindi, si potrebbe addivenire ad una convergenza. Riterrei che si potrebbe soprassedere, se, invece, il Consiglio richiede che la questione venga posta in votazione, benissimo.
Poniamo in votazione la richiesta del Presidente della Giunta di discutere nel prossimo Consiglio e di passare ad una votazione con tutte le osservazioni e gli impegni in questa direzione che i due interventi del Presidente della Giunta contenevano.
Pertanto, chi è favorevole a votare gli ordini del giorno la prossima volta, con le condizioni suddette, è pregato di alzare la mano.
La richiesta del Presidente è approvata. I documenti o il documento quanto sarà oggetto di discussione in aula, verrà votato la prossima seduta.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Se non vi sono richieste contrarie da parte della Giunta o richieste di inversione dell'o.d.g., potremmo esaminare il punto 5) all'o.d.g.
Ha chiesto la parola il Presidente della Giunta regionale, Brizio. Ne ha facoltà.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Siamo d'accordo che venga esaminato il provvedimento di cui al punto 5) all'o, d.g. Chiediamo soltanto che in serata si voti il provvedimento di modifica della legge sulle IPAB, perché, se non si vota questo provvedimento marginale oggi, si avrà un nuovo ritorno della legge con la conseguenza che dovremmo poi procedere invia amministrativa anziché invia legale.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Picchioni. Ne ha facoltà.



PICCHIONI Rolando

Desidererei sapere qual è l'ordine dei lavori che la Giunta propone.



PRESIDENTE

Il punto 14) all'o.d.g.



PICCHIONI Rolando

Secondo me, però, proprio per l'urgenza che è stata più volte manifestata, bisognerebbe portare all'esame dell'assemblea la proposta di deliberazione n. 148 inerente "Proposta di modifica del Regolamento per l'esame degli adempimenti istituzionali connessi all'attuazione della legge 8 giugno 1990, n 142".



PRESIDENTE

Se il Consiglio consente, si potrebbero esaminare entrambi i provvedimenti, considerato anche il fatto, Consigliere Picchioni, che per il punto 6) all'o.d.g. il Vicepresidente Grosso, che è il relatore, aveva detto che sarebbe arrivato alle ore 18 circa. Se, come mi dicono, il punto 14) è abbastanza breve e può essere esaurito nell'arco di poco tempo, lo potremmo esaminare subito.



PICCHIONI Rolando

Volevo solo sapere se si può calendarizzare per questa sera il punto 6).



PRESIDENTE

Certo, sono più che d'accordo. Dovevo solo rendere al Consiglio la richiesta del Vicepresidente Grosso.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Progetto di legge n. 99: "Disposizioni finanziarie per l'anno 1992"


PRESIDENTE

Esaminiamo il punto 5) dell'o.d.g. che prevede: "Esame progetto di legge n. 99".
La parola al relatore, Consigliere Zanoletti.



ZANOLETTI Tomaso, relatore

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, il provvedimento in esame è per alcuni versi collegato alla legge del bilancio di previsione per l'anno 1991 in quanto riprende e consolida per il 1992 alcuni interventi riconosciuti prioritari e che necessitano di un più consistente impegno finanziario che non può esaurirsi nel corso del 1991, ma che richiede, per poter attivare le azioni necessarie, garanzie di copertura finanziaria anche del prossimo 1992.
Gli interventi, oggetto della legge in esame, sono quelli contenuti nell'ordine del giorno approvato dal Consiglio in data 21 novembre 1990 già recepiti nella legge di bilancio per l'anno 1991 che riguardano la realizzazione di strutture per anziani, l'eliminazione di barriere architettoniche, il risanamento ambientale, il miglioramento di trasporti il recupero dei centri storici, la formazione professionale e l'informatizzazione. Mentre per il 1991 la copertura per gli interventi citati è assicurata per un importo di circa 55 miliardi dal maggior gettito derivante dall'applicazione della legge in materia di tributi, per il 1992 l'importo complessivamente previsto di circa 45 miliardi è assicurato dal provento del mutuo che potrà essere autorizzato sulla base del maggior trasferimento a titolo di fondo comune per il 1992.
L'art. 2 prevede la devoluzione di quote non utilizzate e di assegnazioni disposte da leggi statali, concernenti interventi programmati in agricoltura già iscritti nello stato di previsione della spesa per l'anno 1991, non utilizzati per carenza di domande.
Vengono inoltre istituiti appositi capitoli di bilancio per l'attuazione della L.R. 17/4/90 n. 30 relativa all'utilizzo di carta riciclata e recupero della carta da macero nella Regione Piemonte, secondo quanto previsto dall'art. 2 e 4 della stessa legge, prevedendone l'onere per l'anno '91 in 430 milioni.
La I Commissione ha valutato il provvedimento in esame unitamente al disegno di legge relativo al bilancio di previsione '91, ha espresso a maggioranza il proprio parere favorevole e ne raccomanda l'approvazione da parte del Consiglio.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Buzio. Ne ha facoltà.



BUZIO Alberto

Questo provvedimento si inseriva nella manovra finanziaria che la volta scorsa è stata illustrata dall'Assessore Gallarini e sulla quale avevamo presentato alcuni emendamenti che abbiamo ritenuto di proporre anche su questo provvedimento che riguarda le disposizioni finanziarie per l'anno '92 e che è sostanzialmente una prenotazione di interventi per il prossimo bilancio.
Abbiamo fatto riferimento ad alcuni emendamenti particolarmente significativi presentati dal nostro Gruppo, che saranno illustrati in parte da me e in parte dal collega Riba, relativi ad alcuni interventi di particolare significato. Si tratta di emendamenti che avevamo già proposto all'interno della nota di variazione, ma che abbiamo ritenuto di riproporre qui, anche per fare chiarezza in ordine al significato di questi interventi.
Il primo emendamento è relativo a provvedimenti per lo sviluppo dei territori montani e si riferisce a contributi in conto capitale a favore delle Comunità montane per integrazione dei fondi statali, ex legge n.
1102, per attivazione di piani stralcio di sviluppo annuali 1991 e per attuazione di progetti speciali, ex legge regionale n. 13/90. In ordine alle Comunità montane, non si tratta di sopperire al minor intervento previsto dallo Stato, come qualcuno leggeva i nostri interventi, non è questo l'ordine di idee in cui ci vogliamo collocare. Indipendentemente dal fatto che il Governo centrale abbia dato meno risorse ai Comuni, riteniamo grave che la Regione Piemonte non preveda per i territori montani delle voci significative del proprio bilancio, soprattutto in attuazione di alcune leggi regionali che non ha senso che rimangano lettera morta. Per esempio, vorrei fare riferimento ai contributi fermi da più di dieci anni relativi alla legge 28/8/ 1979 per le spese di funzionamento che sono rimaste inalterate, ma soprattutto alla recentissima legge 9/4/1990 n. 23 per la quale la Regione Piemonte non può non intervenire. E' una contraddizione palese soprattutto per chi ritiene che la normativa finanziaria debba essere conseguente alle disposizioni della legislazione regionale. Quindi, non si tratta di sopperire ad una carenza dello Stato (lo Stato deve dare 150 miliardi e anche più a favore delle Comunità montane), ma si tratta di individuare, a livello di bilancio regionale quindi anche in previsione dell'autorizzazione delle prenotazioni 1992, dei provvedimenti specifici per lo sviluppo dei territori montani, che possono derivare sia da un'attenta valutazione dei Piani di sviluppo sia attraverso un'attenta valutazione dei progetti speciali, così come prevede la legge.
Quindi, ci sono tutte le possibilità, come sottolineava il collega Marchini, di far sì che la Regione possa attuare una politica dei territori montani attraverso gli enti locali.
Questo mi sembra l'obiettivo di fondo, anche stabilendo delle priorità rispetto all'attività politica ed amministrativa che viene svolta a livello di Comunità montane.
L'obiettivo della valorizzazione dei territori montani (più di 500 Comuni montani. 45 Comunità montane), sul piano ecologico ed economico dovrebbe rientrare nella politica regionale come obiettivo strategico primario e prioritario.
Da questo punto di vista, l'emendamento che deve avere più peso all'interno di questa proposta è certamente quello relativo alle Comunità montane, su cui peraltro vi è stata, nel dibattito relativo alla nota di variazione, una timida apertura da parte della Giunta. Invece deve essere l'assunzione di una chiara volontà politica nel senso di privilegiare certi interventi, valutandoli nel merito, valorizzando soprattutto quelli che realizzano il massimo di tutela del territorio, quelli che producono il massimo di attività economica al servizio della montagna, soprattutto tenendo conto che l'arco alpino è soggetto ad una particolare attenzione da parte della CEE per quanto riguarda molti interventi e quindi si possono produrre delle sinergie con interventi misti Stato-Regioni C.E.E.
Noi abbiamo previsto un intervento di 5 miliardi, come prenotazione in questo disegno di legge, che ci sembrano il minimo indispensabile per una seria politica in questo settore.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

Mi collego alle considerazioni fatte dal compagno Buzio che ha anche illustrato la parte del nostro emendamento che riguarda le esigenze per la montagna.
Vorrei soffermarmi sugli altri due emendamenti che riguardano l'agricoltura e lo sviluppo turistico collegato alla rivalutazione delle città d'arte. Sono due argomenti che propongo sulla base di quanto era già stato oggetto delle discussioni in sede programmatica.
Per quanto riguarda l'agricoltura, avevamo considerato ripetutamente il fatto che la nostra regione è fortemente esportatrice di materia prima e sono in grado di aggiungere - salvo qualche correzione che potrà fare l'Assessore Lombardi, con dati più aggiornati che la perdita occupazionale in relazione alla crisi zootecnica e alla produzione del latte, sarà dell'ordine di 10 mila occupati su scala nazionale e di 2 mila su scala piemontese. Questa è la situazione derivante dalla crisi immediata, dalla crisi congiunturale, poi c'è quella strutturale che a sua volta comporta una riduzione complessiva di tutte le potenzialità al momento ancora esistenti nel comparto agricolo piemontese. Questa valutazione ci ha portati a considerare che una prima possibilità di intervento, fuori dalla scala degli interventi tradizionali, sarebbe quella dello sviluppo del sistema agro-industriale piemontese come condizione per andare verso tre obiettivi; trattenere una quota di valore aggiunto nell'ambito regionale la trasformazione del valore aggiunto in sviluppo occupazionale e la configurazione di un processo occupazionale che colleghi industria ed agricoltura, essendo in questa situazione possibile fronteggiare l'effetto di crisi occupazionale che in altri settori non consentirebbe di accogliere il surplus di manodopera che si sta espellendo anche dal comparto agricolo.
Esiste la legge n. 40 che consente di prevedere gli interventi per lo sviluppo del settore agro-industriale, ma la nostra valutazione è che sulla base degli stanziamenti esistenti, sulla base della tradizionale utilizzazione, noi siamo tuttora legati ad un impianto anche culturale di politica agro-industriale che fa riferimento ad un'impostazione che non è più in grado di reggere, avendo un'anzianità di vent'anni circa. Ricordo che l'Assessore all'agricoltura, rispondendo alle mie obiezioni in relazione all'incontro con l'Associazione dei produttori zootecnici, si è difeso dicendo che finora aveva utilizzato la legislazione esistente e la legislazione che aveva ereditato. Senza recuperare in termini critici niente di ciò che è stato costruito nel passato e che corrispondeva alle esigenze del momento, credo si possa pensare alla necessità di configurare uno sviluppo agro-industriale nell'ambito dei collegamenti con l'agricoltura evolvendo il nostro ragionamento rispetto a quello che era un impianto circoscritto al sistema della cooperazione. Invece, si pu considerare la cooperazione come uno dei tre settori (pubblico, privato e cooperativo) e che l'operazione della Regione Piemonte si debba estendere agli altri settori, in modo particolare al settore privato, che, sulla base di un'impostazione moderna, degli accordi di programmi per fini precostituiti, dovrebbe essere funzionale all'obiettivo di rendere molto più esteso, dal punto di vista occupazionale e delle quantità produttive il sistema agro-industriale.
Noi proponiamo uno stanziamento di 5 miliardi per interventi in conto capitale e 500 milioni per interventi in conto interessi. E' del tutto evidente che lo stanziamento in conto capitale e in conto interessi è fatto per poter adottare un sistema misto di finanziamento parziale, di costituzione dei fondi di rischio e di avviamento e, contemporaneamente, di sostegno alle spese e alle attività di gestione tramite il fondo in conto interessi (naturalmente se si tratta di uno stanziamento non alto, che tiene conto di tutte le difficoltà all'interno delle quali si deve muovere il bilancio regionale). Quindi, non è una proposta fatta per costruire un'operazione di propaganda - lo voglio sottolineare ma per avanzare una proposta sulla quale ci sono le condizioni per lo studio approfondito di un'operazione che nel corso del 1992 ci possa portare ad avviare una ricostruzione del sistema agro-industriale piemontese sfruttando le potenzialità che fino ad ora sono state attivate in parte, ma hanno bisogno di essere modernizzate.
L'altro emendamento si riferisce alla costituzione di un fondo per lo sviluppo dell'offerta turistica connessa alla valorizzazione delle città d'arte.
Città d'arte è un termine che può essere definito meglio per quanto riguarda la definizione dei centri che hanno effettivamente questa caratteristica. Saprete che in questo periodo in tante città ci sono crolli di facciate, lesionamenti di edifici, c'è una situazione di ulteriore degrado del potenziale turistico, collegato alle caratteristiche delle città di Mondovì, Saluzzo, Biella, Casale, di quelle che consideriamo città d'arte. Nell'ordine del giorno che abbiamo approvato quindici giorni fa a sostegno dello sviluppo dell'economia turistica è stato inclusa la nostra proposta di interventi specifici per lo sviluppo del turismo culturale, del turismo interno e della circolazione turistica nell'ambito del Piemonte valorizzando le offerte e le capacità di attrazione di questa categoria di città. La nostra proposta è di costituire un fondo, anche in questo caso di 5 miliardi per l'avvio di un'operazione di recupero da costituire e da realizzare in sinergia con gli enti locali, con le Province che hanno anch'esse competenze in materia turistica, con i Comuni che sono i primi interessati e soprattutto con i privati che, in questo momento, sono i soggetti più capitalizzati ai fini di poter avviare un programma di questo genere. Anche qui, la parte in conto capitale e la parte in conto interessi.
Mi sembra che questi due emendamenti, assieme a quello proposto per la montagna, in realtà sviluppino un ragionamento che è certamente specifico come proposta del nostro Gruppo, ma che è divenuto un ragionamento sul quale vedo impegnata e più attenta una parte della maggioranza e un certo ascolto da parte della Giunta.
Quindi, si tratta di emendamenti volti a dare impulso a quelle politiche che sono state individuate, annunciate, viste al livello di opportunità e che con questi emendamenti potrebbero nel 1992 decollare effettivamente.



PRESIDENTE

Gli emendamenti presentati dal Gruppo PCI-PDS si intendono così illustrati.
Non essendovi altri interventi passiamo all'esame del relativo articolato.
ART. 1 1) Emendamento sostitutivo presentato dai Consiglieri Staglianò, Segre Miglio: al primo comma, alla voce "spese per la realizzazione di interventi di bonifica delle aree inquinate ...", sostituire la cifra "L.
8.000.000.000" con la cifra "L. 10.000.000.000." 2) Emendamento aggiuntivo presentato dai Consiglieri Staglianò, Segre Miglio: al primo comma, dopo le parole "aree inquinate da rifiuti", aggiungere: "con particolare riferimento alle aree inquinate dal ciclo di produzione dell'amianto".
La parola al Consigliere Staglianò per l'illustrazione degli emendamenti.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Per quanto riguarda il primo emendamento, ci siamo permessi di riportare la cifra inferiore di quanto veniva proposto nel celeberrimo ordine del giorno n. 61 del 21/11/90, laddove, per giungere ad una conclusione in tempi rapidi della discussione delle tasse regionali, si pervenne ad un accordo politico che maggiori introiti regionali sarebbero stati destinati a interventi sociali di particolare rilievo. L'ordine del giorno, al punto 2 del dispositivo, diceva che per la destinazione e utilizzazione del maggior gettito si seguiranno le seguenti opzioni: ambiente, risanamento e monitoraggio dei centri storici, bonifica dei punti critici di inquinamento (esempio amianto), orientativamente (c'è scritto) 10/12 miliardi. Nella legge finanziaria che stiamo discutendo il riferimento diventa di 8 miliardi. A noi pare giusto e corretto richiamare quell'impegno e quindi ripristinare quella cifra.
Colgo l'occasione per illustrare anche il nostro secondo emendamento laddove si fa riferimento alle aree inquinate dal ciclo di produzione dell'amianto. Non vorremmo che questi pochi soldi, perché di questo si tratta, destinati al risanamento ambientale finissero in una pioggia indistinta sull'intero territorio, senza beneficio di nessuna area di crisi particolare. In quest'aula abbiamo individuato, con ampie convergenze, una priorità anche di natura culturale, oltre che produttiva, che riguarda la salute dei nostri concittadini. Quindi, il riferimento specifico alla bonifica dei siti inquinati dal ciclo dell'amianto ci pare una cosa opportuna, coerente con quanto abbiamo discusso il 21/11/90. Questo è quanto. Spero che l'Assessore convenga su questi richiami ad impegni già assunti.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Garino.



GARINO Marcello, Assessore all'ambiente

In relazione all'emendamento sostitutivo, mi pare che i Consiglieri che hanno proposto l'emendamento concordino con la Giunta sul fatto che finalmente si intervenga sulle bonifiche, almeno su questo. Non è cosa di poco conto perché passiamo da zero lire dello scorso anno a 8 miliardi di quest'anno.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Ci ringrazi, Assessore.



GARINO Marcello, Assessore all'ambiente

Infatti, ringrazio tutto il Consiglio, in particolare la Giunta per aver fatto essa stessa questa scelta prioritaria. Il problema è la compatibilità di bilancio. Per la verità, avrei chiesto più di 10, dato che servono almeno 300 miliardi.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Ma l'impegno era per 10/12 miliardi.



GARINO Marcello, Assessore all'ambiente

L'impegno era per 10/12 miliardi, ma non riguardava soltanto le bonifiche. C'era l'ambiente, centri storici, risanamento e monitoraggio bonifica dei punti critici di inquinamento, esempio amianto orientativamente 10/ 12 miliardi.
Si calcoli che qui sono 8 miliardi, si calcoli che c'è anche il monitoraggio che, come il Consigliere Staglianò sa bene, fa parte del bilancio e non della finanziaria. Quindi, mi pare che i termini siano rispettati. Chiederei molto più di 10 miliardi, ma credo che non sia proprio il caso di farlo.
Sul secondo emendamento, invece, chiederei veramente ai Consiglieri che in allora votarono con me quell'ordine del giorno, per intanto di riconoscere che parliamo anche di bonifiche, quindi non solo amianto.
Secondo problema: si tratta ancora di vedere se sono più pericolosi alcuni siti inquinati da tossico-nocivi con probabilità, quasi certa, di inquinamento delle falde acquifere o se invece sia tutto da fare per l'amianto. Ho dei seri dubbi che il vero pericolo, oggi immediato purtroppo nella tragedia che viviamo, sia quello dell'amianto.
Tengo però a precisare che per quanto riguarda questi fondi essi saranno spesi anche per l'amianto, ma non soltanto. Quindi, mi spiace, ma non posso accogliere i due emendamenti.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Assessore, l'emendamento che lei sta commentando in questo momento parla di "particolare riferimento alle aree inquinate dal ciclo di produzione dell'amianto", non dice "esclusivamente" proprio per indicare una priorità.



GARINO Marcello, Assessore all'ambiente

E se per caso fossimo d'accordo in una seria discussione, anche tecnica, che le vere emergenze sono altre, noi andremmo a dare particolare riferimento alle aree inquinate, per esempio, ad alcuni posti dove la Regione non può neanche entrare, perché sappiamo che si tratta della maggior cava europea.
Quando invece abbiamo necessità più urgenti! Per cortesia, Staglian proprio sulla base di una reciproca fiducia, nella correttezza che possiamo avere tutti insieme, valutiamo attentamente, quando questi soldi saranno a disposizione, laddove intervenire.
Scrivere però "con particolare riferimento alle aree inquinate al ciclo di produzione dell'amianto" significherebbe dare una priorità grande che in questo momento personalmente non vedo.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Però, rischiamo anche di disperdere cifre che non sono elevate in una miriade di interventi che non danno alcun segno che una questione la si prende di petto. Penso sia giusto, da parte della Giunta, pretendere che non ci si leghi così preventivamente le mani. Però questa discussione l'abbiamo fatta anche a novembre, mi pare che fossero stati assunti degli impegni a suo tempo. 'Pacta sum servanda" come dicevano i romani.



GARINO Marcello, Assessore all'ambiente

I patti saranno rispettati, esempio l'amianto.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire l'Assessore Gallarini.



GALLARINI Pier Luigi, Assessore al bilancio

Intervengo sulla parte che riguarda l'aumento da 8 a 10 miliardi. Oggi come oggi ciò non è possibile, nel senso che la Finanziaria prevede l'investimento di 45 miliardi, che prenotano 7,5 miliardi di spesa corrente che andranno in ammortamento dal 1 gennaio 1992. Ma una ragionevole prudenza dice che non possiamo assolutamente aumentare. E' ovvio che, nel corso dell'anno, riferendoci ai discorsi fatti in sede di bilancio, e quindi di verifica, calibratura dei prelievi, ci sarà una nuova determinazione complessiva della cifra in spesa corrente, che sicuramente sarà superiore a quella oggi a bilancio. In base a quello, ritengo che la Giunta, con ragionevole prudenza, andrà a determinare ulteriori cespiti sui quali contrarre eventualmente mutui che potranno alimentare altri investimenti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Picchioni.



PICCHIONI Rolando

Non vorrei che nella risoluzione presa da parte di tutto il Consiglio ci fosse il gioco sul peso e sulla misura, perché questo toglie un po' la credibilità a noi tutti. Noi abbiamo presentato un ordine del giorno preciso: adesso, questi 2 miliardi in meno vorrei che fossero almeno contemplati nel nuovo assestamento di bilancio.



GALLARINI Pier Luigi, Assessore al bilancio

Scusa, Picchioni, non sono 2 miliardi in meno. All'interno della voce Ambiente, che la Finanziaria prevede in 15 miliardi, l'Assessorato all'ambiente ha fatto una ripartizione; la ripartizione è: 8 miliardi con una certa voce di destinazione e altri 7 con un'altra voce. Quindi, gli 8 miliardi non rappresentano 2 in meno rispetto a quell'ordine del giorno.
Abbiamo avuto modo di dire anche in sede di bilancio che le cifre sulle quali in allora ci eravamo Impegnati sono cifre in parte contenute in spese correnti, quindi fanno parte integrante del documento approvato la settimana scorsa, e la Finanziaria attiva solo una parte. Praticamente, noi abbiamo solo 7 miliardi e mezzo che attivano un investimento di 45 miliardi attraverso un mutuo quindicennale, quindi non c'è quella corrispondenza diretta fra gli 8 e i10 sui quali fare un confronto.



PICCHIONI Rolando

E allora? Io non ho ancora capito; l'Assessore Garino mi ha dato una spiegazione, tu me ne hai data un'altra.



GALLARINI Pier Luigi, Assessore al bilancio

Riparto dall'inizio. Noi, con quell'ordine del giorno, avevamo finalizzato i 50 miliardi di prelievo fiscale per quanto riguarda il bollo e le tasse. Quei 50 miliardi, quell'ordine del giorno li finalizzava su diverse voci: 25, alla formazione professionale; 12 e mezzo, all'ambiente e cosi via. Dopodiché, all'interno di quelle cifre, una piccola parte di quelle cifre, cioè 7 miliardi e mezzo dei 50, va ad alimentare la Finanziaria e alimenta 45 miliardi di prenotazione sul 1992; gli altri 42 miliardi e mezzo sono già inseriti nelle varie voci nel bilancio in spesa corrente approvato la settimana scorsa.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Attivano i mutui per il 1992, mentre gli altri 46 sono già inseriti.



PICCHIONI Rolando

E perché non sono 10 miliardi che attivano mutui per il 1992? La prossima volta faremo un ordine del giorno con i capitoli di bilancio relativi, perché non c'è chiarezza.



GALLARINI Pier Luigi, Assessore al bilancio

Non vorrei che si avesse la sensazione che si stia giocando da parte nostra, perché non è così. Se la prossima volta il Consiglio riterrà di fissare i capitoli, il Consiglio lo farà e la Giunta si adeguerà. Per finora non erano fissati i capitoli, ma non è che si stia giocando per spendere i miliardi.



PICCHIONI Rolando

Ma perché non sono 10 invece di 7 miliardi?



GALLARINI Pier Luigi, Assessore al bilancio

Scusate, ripeto. Di quei 50 miliardi, 42 e mezzo sono stati inseriti in spesa corrente; gli altri 7 e mezzo, per arrivare a 50, vanno a prenotare questi 45 miliardi. Se badiamo alla somma dei miliardi destinati addirittura sono 42 e mezzo più 45, quindi diventano 87 e mezzo. Una cifra di gran lunga superiore.



PICCHIONI Rolando

Lo so anch'io che 10 miliardi possono attivare dei mutui. Però desidero che lei mi dia una risposta sul fatto che invece di 10 miliardi abbiamo 7 miliardi.
Lo so, sono il residuo di quei 42 miliardi che sono inseriti nel bilancio. Mi chiedo, però, perché 42 miliardi non potrebbero essere 40 miliardi più 10 a cui facciamo riferimento nell'ordine del giorno?



GALLARINI Pier Luigi, Assessore al bilancio

Ci siamo consultati con i funzionari Lesca e Moratto. E' stata una scelta di natura esclusivamente tecnica. Alla luce delle condizioni attuali del bilancio non era ragionevolmente prudente attingere una cifra che fosse superiore ai 7 miliardi e mezzo per attivare una Finanziaria.
Si è ritenuto, per una prudenza dovuta, che il massimo fosse 7 miliardi e mezzo e non si potesse andare oltre.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 1) presentato dai Consiglieri Staglianò, Segre, Miglio.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 17 voti favorevoli, 27 contrari, 3 astenuti.
Pongo in votazione l'emendamento n. 2) presentato dai Consiglieri Staglianò, Segre, Miglio.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 17 voti favorevoli. 27 contrari, 3 astenuti.
3) Emendamento presentato dai Consiglieri Buzio, Riba, Marengo, Coppo Foco: all'art. 1 aggiungere lettera g): "Contributi in conto capitale a favore delle Comunità montane per integrazione fondi statali ex legge 11/02/71 - 93/81 per attivazione piani stralcio di sviluppo annuali 1991 e per attivazione progetti speciali ex legge regionale n. 23/90: L. 5.000.000 (cap. 1800)".
La parola all'Assessore Gallarini.



GALLARINI Pier Luigi, Assessore al bilancio

La Giunta non lo accoglie, perché stravolgerebbe questa impostazione.
Noi ci siamo riservati la volta scorsa di esaminare quegli emendamenti in Commissione, ci riserviamo poi di recepire quello che assieme alla Commissione riterremo di dover inserire.



PRESIDENTE

Pongo in votazione tale emendamento. Chi è favorevole è pregato di alzare la mano. E' respinto con 17 voti favorevoli, 27 contrari, 3 astenuti.
4) Emendamento presentato dai Consiglieri Riba, Coppo, Bresso, Buzio Bortolin: all'art. 1 aggiungere: Capitolo di nuova Istituzione "Contributi in conto capitale per lo sviluppo dell'offerta turistico-culturale tramite il recupero dei patrimoni ambientali e architettonici delle città d'arte del Piemonte. L 5.000.000.000".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 19 voti favorevoli, 25 contrari.
5) Emendamento presentato dai Consiglieri Riba, Coppo, Buzio, Bresso Bortolin: all'art. 1 aggiungere: Capitolo di nuova istituzione "Contributi in conto interessi per lo sviluppo dell'offerta turistico-culturale tramite il recupero dei patrimoni ambientali e architettonici delle città d'arte del Piemonte. L 5.000.000.000".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 19 voti favorevoli. 25 contrari.
6) Emendamento presentato dai Consiglieri Riba, Buzio. Coppo: all'art. 1 aggiungere: Capitolo di nuova Istituzione "Contributi in conto capitale per lo sviluppo dell'agro-industria e delle attività di trasformazione dei prodotti agricola L. 5.000.000.000".
La parola all'Assessore Lombardi.



LOMBARDI Emilio, Assessore all'agricoltura

La proposta di emendamento dei colleghi del PCI - PDS affronta un tema che è già inserito nel bilancio per quel che concerne l'intervento sulla cooperazione, previsto dalla L.R. 40. Non è solo un intervento sulla cooperazione, in quanto consente anche interventi, a determinate condizioni, su aziende di privati. Inoltre quando il Governo nazionale avrà proceduto all'approvazione della legge pluriennale di spesa a favore del settore agricolo e quindi quando saranno conosciute meglio le risorse a disposizione del livello regionale, sarà possibile incrementare ulteriormente le risorse che vanno nella direzione di migliorare la situazione della trasformazione agro-alimentare, aspetto carente sia a livello di settore agricolo sia a livello di settore industriale nella nostra regione. La nostra è una regione che esporta materia prima agricola che viene trasformata in altre regioni. Quindi, condividendo sostanzialmente le motivazioni che portano un gruppo di colleghi a proporre l'emendamento, devo però anche evidenziare l'impossibilità tecnica, ad oggi, di inserire nel bilancio della Regione Piemonte un capitolo che ha questa denominazione, perché non ci sono leggi di riferimento. Salvo ripeto - la possibilità di destinare questi fondi sui capitoli della legge 40. Capitoli della legge 40 che hanno già trovato attenzione e risorse nel bilancio che abbiamo approvato nella seduta scorsa.
Con questo intendo anche esprimere la volontà della Giunta di approfondire ulteriormente spazi di azione e di intervento a favore dell'industria agro-alimentare, quando questa si possa sviluppare nel contesto di accordi fra il mondo della produzione e il mondo della trasformazione, ma per fare questo ci vorrà un disegno di legge e credo che chi ha proposto questo emendamento abbia perlomeno in mente un disegno di legge che vada in questa direzione (anche la Giunta se ne può fare carico tenendo conto che è comunque in attesa di una definizione e di una modifica della legge 40), quindi, in questa direzione il Consiglio può lavorare per destinare maggiori risorse al settore della trasformazione e della produzione agricola della nostra regione. In questo momento motivazioni tecniche non consentono di accogliere questo emendamento.



PRESIDENTE

Pongo in votazione tale emendamento. Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 15 voti favorevoli e 26 contrari.
7) Emendamento presentato dai Consiglieri Riba, Buzio, Coppo all'art, i aggiungere: Capitolo di nuova istituzione "Contributi in conto interessi per lo sviluppo dell'agro-industria e delle attività di trasformazione dei prodotti agricoli: L. 5.000.000.000".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 15 voti favorevoli e 26 contrari.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 1.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 49 hanno risposto SI 27 Consiglieri hanno risposto NO 18 Consiglieri si sono astenuti 4 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 49 hanno risposto SI 27 Consiglieri hanno risposto NO 18 Consiglieri si sono astenuti 4 Consiglieri.
L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 49 hanno risposto SI 27 Consiglieri hanno risposto NO 18 Consiglieri si sono astenuti 4 Consiglieri.
L'art. 3 è approvato.
ART. 4 - Emendamento presentato dalla Giunta regionale: dopo il "n. 9175" aggiungere il "n. 9183".
La parola all'Assessore Garino per l'illustrazione.



GARINO Marcello, Assessore all'ambiente

Il 9183 riguarda le spese per gli aggiornamenti del Piano regionale per l'organizzazione dei servizi di smaltimento dei rifiuti, ed è stato dimenticato. Il che significa semplicemente che con l'approvazione di questo emendamento noi possiamo dare l'avvio all'iter dello studio del nuovo Piano di smaltimento rifiuti.



PRESIDENTE

Chi è favorevole a tale emendamento è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 22 voti favorevoli, 1 contrario, 15 astensioni.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 4 così emendato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 44 hanno risposto SI 25 Consiglieri hanno risposto NO 19 Consiglieri.
L'art. 4 è approvato.
ART. 5 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 46 hanno risposto SI 27 Consiglieri hanno risposto NO 15 Consiglieri si sono astenuti 4 Consiglieri.
L'art. 5 è approvato.
Prima di porre in votazione l'intero testo della legge, passiamo alle dichiarazioni di voto.
La parola al Consigliere Staglianò.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Annuncio l'astensione del Gruppo Verde su questo disegno di legge perché ci pare giusto rivendicare quella parte di merito che le battaglie che conduciamo in questa assemblea ci attribuiscono, laddove la specificazione degli interventi regionali che abbiamo commentato a proposito dell'art. 1 sono state il frutto di una battaglia di opposizione che è stata condotta in quest'aula dai Consiglieri del Gruppo Verde e non solo.
Colgo l'occasione per sottolineare come da parte di questo governo regionale non traspare alcuna volontà di misurarsi con concretezza con le forze del Consiglio che si sforzano di formulare proposte, magari richiamando impegni che erano stati concordati a suo tempo.
Come abbiamo detto fin dal primo momento, non vogliamo fare opposizioni pregiudiziali, battaglie contro i mulini a vento, manteniamo una netta distinzione rispetto alle responsabilità politiche di gestione delle disposizioni finanziarie. Vogliamo anche sottolineare che se qualche intervento è previsto per l'abbattimento delle barriere architettoniche per la sistemazione degli anziani in case più decorose, l'impegno ad intervenire esplicitamente sulle attività di bonifica ambientale l'intervento significativo per applicare finalmente una legge regionale che abbiamo approvato sul finire della precedente legislatura, a proposito delle piste ciclabili per avviare una cultura diversa del trasporto soprattutto nelle aree metropolitane ed urbane, laddove questo è più facilmente perseguibile, tutto questo è frutto delle nostre battaglie. Lo vogliamo sottolineare con la nostra astensione, sperando che il rapporto con il governo sia un po' meno schematico di quanto anche oggi abbiamo dovuto registrare.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, passiamo alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 47 hanno risposto SI 26 Consiglieri hanno risposto NO 18 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri.
L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Statuto - Regolamento

Esame proposta di deliberazione n. 148: "Proposta di modica del Regolamento per l'esame degli adempimenti istituzionali connessi all'attuazione della legge 8/6/ 1990, n.142"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame della proposta di deliberazione n. 148 di cui al punto 6) all'o.d.g. La parola al relatore, Consigliere Grosso.



GROSSO Carlo Federico, relatore

La Commissione Regolamento ha approvato all'unanimità e propone a questo Consiglio l'istituzione di una Commissione permanente ad hoc per l'esame degli adempimenti istituzionali connessi all'attuazione della legge 8/6/1990, n.142.
La presentazione della deliberazione risponde ad una originaria sollecitazione della riunione dei Capigruppo. La sua ratio è evidente. Ci troviamo di fronte a numerosi e gravosi adempimenti che esigono notevoli impegni e ritmi serrati ed anche molta forza del Consiglio nell'affrontarli.
Per questo motivo si è pensato di istituire una Commissione specificamente finalizzata ad affrontare questi problemi nella loro globalità, una Commissione che deve porsi all'interno del Consiglio con la massima forza. Per questa ragione è stata prevista la Presidenza del Presidente del Consiglio ed una composizione particolare che, con alcune modifiche, ricalca la composizione delle Commissioni generali Regolamento e Nomine: La Commissione ha un oggetto specifico: riguarda gli adempimenti della legge n. 142, è comunque una Commissione permanente in quanto gli adempimenti della legge n. 142 sono urgenti e numerosi. Indubbiamente si tratta di una Commissione che è destinata a lavorare per un tempo lungo e indefinito. La Commissione Regolamento, dopo aver ampiamente discusso l'articolo che costituiva il testo originario, ha proposto all'unanimità il testo che oggi è all'attenzione del Consiglio.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

La Giunta prende atto di queste indicazioni, si dichiara d'accordo anche perché la Commissione permanente non intacca le prerogative di iniziativa della Giunta, non è una Commissione mista Giunta-Consiglio, ma è una Commissione consiliare finalizzata all'esame dei provvedimenti concernenti la legge 142 e quindi rientra, secondo noi correttamente nell'ambito delle prerogative della Giunta e del Consiglio. C'è il fatto nuovo della Presidenza da parte della Presidenza del Consiglio, ma questo è un fatto sul quale certamente non compete alla Giunta esprimersi, ma prendere atto della volontà del Consiglio.



PRESIDENTE

Non essendovi richieste di parola, pongo in votazione tale deliberazione il cui testo, a mani dei Consiglieri, verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvata con 37 voti favorevoli e 1 astensione.


Argomento: Istituti Pubblici di Assistenza e beneficenza - II. PP. A. B.

Esame progetto di legge n. 102: "Adeguamento delle norme in materia di riconoscimento in via amministrativa della personalità giuridica di diritto privato delle II.PP.A.B, alle direttive contenute nel D.P.C.M. 16/2/1990"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame del progetto di legge n. 102 di cui al punto 14) all'o.d.g.
Relatore è il Consigliere Peano che ha pertanto la parola.



PEANO Piergiorgio, relatore

Si propone una modifica all'ari. 2 della legge, sopprimendo il comma b) 4 e modificando il comma b) 3, in quanto si è considerato che il Commissario di Governo, in sede di rinvio della legge che dettava norme in materia di riconoscimento della personalità giuridica di diritto privato delle II.PP.A.B., approvata dal Consiglio regionale della passata legislatura, aveva fatto rilevare che nell'esame dei requisiti necessari per ottenere tale riconoscimento non dovevano essere presi in considerazione aspetti di carattere gestionale.
Considerato altresì che la nuova legge in materia, approvata dal Consiglio regionale lo scorso 12 febbraio, è attualmente all'esame del Governo, conserva all'art. 2 lettera b) 4 un accenno al funzionamento delle II.PP.A.B., anche se era già stato cancellato in accenno ad eventuali contributi politici di gestione.
Si rende necessario con questa legge, che viene presentata all'esame del Consiglio regionale, togliere ogni riferimento al funzionamento dell'ente facendo riferimento agli aspetti puramente di carattere patrimoniale in conformità a quanto previsto dal Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 16 febbraio 1990.



PRESIDENTE

Sulla relazione del Consigliere Peano è aperta la discussione.
Ha chiesto la parola il Consigliere Bortolin. Ne ha facoltà.



BORTOLIN Silvana

Siamo di fronte ad una ridiscussione di questo provvedimento che diventa davvero senza fine e questa volta ad un ulteriore peggioramento che per lo più ci è imposto, ma di peggioramento sostanziale si tratta.
Il merito dell'intervento vuole sottolineare un aspetto che abbiamo già avuto modo di discutere e di riprendere in altre occasioni. Oggi abbiamo discusso tutto il giorno riguardo a delle strutture e dei servizi erogati da privati che ci hanno regalato uno degli scandali senz'altro più gravi di questo 1991, ma penso anche dell'anno precedente. Abbiamo affermato, quando discutevamo della legge di privatizzazione delle II.PP.A.B., che avevamo la facoltà e la possibilità di esercitare il diritto di vigilanza per quanto riguarda le strutture private. Osserviamo che la Regione non è in grado di vigilare sulle strutture private e tanto meno lo è nei confronti di strutture che offrono servizi agli anziani, ai minori disagiati, agli handicappati.
Credo che la discussione di oggi ci abbia dato totalmente ragione con quanto sostenemmo allora e continuiamo a sostenere. Inoltre, questa proposta di ulteriore peggioramento che, ripetiamo, ci è imposto, non fa che confermare la nostra assoluta contrarietà a questo provvedimento, anche se è in applicazione di un provvedimento di carattere nazionale che viene dal Ministero nazionale.
Da questo punto di vista, ribadisco la nostra assoluta contrarietà e richiediamo ancora una volta l'impegno a prestare la massima attenzione ogniqualvolta da parte di una II.PP.A.B, pubblica ci viene richiesta la privatizzazione.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MONTABONE



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Monticelli.



MONTICELLI Antonio

Intervengo per dichiarazione di voto. Non riprendo le questioni di merito che sono già state ora ricordate dalla collega Bortolin, ma pongo un'altra questione che ci porterà ad un certo tipo di atteggiamento nel voto.
Qui siamo, nel giro di pochi mesi, al secondo caso di modifica di un disegno di legge in itinere. L'altro caso che ricordo fu quello del voto sulla legge in applicazione dell'autonomia impositiva della Regione. I colleghi ricorderanno che allora fu votata una legge, questa legge fu mandata a Roma per U visto governativo, in corso di esame da parte del Governo fu segnalato, pervie informali, alla Giunta regionale che la legge sarebbe stata presumibilmente bocciata; la Giunta arrivò in Consiglio con una modifica di una legge che non era ancora in vigore. Noi allora, e non solo noi ma anche altri colleghi dell'opposizione, stigmatizzammo in modo molto duro - se mi consentite questo termine - questo tipo di procedure che non ci sembrano consone ad un rapporto istituzionale corretto fra organi e in particolare, non ci sembrano rispettose di un principio di certezza e di autonomia della legislazione regionale. Qui ci risiamo. Questa è una legge che ha avuto una vicenda piuttosto travagliata, è stata in un primo tempo bocciata dal Governo (mi riferisco alla precedente legislatura), si è tornati nella nuova legislatura e, trattandosi di una ripresentazione di un disegno di legge modificato, ad un certo punto non ha avuto i voti sufficienti da parte della maggioranza.
La Giunta poi, in quel caso correttamente, scelse di ripresentare ex novo un disegno di legge, questo disegno di legge è stato approvato, è stato mandato a Roma, e ora, con lo stesso meccanismo informale sostanzialmente scorretto e assolutamente non condivisibile, si arriva ad una modifica in corso d'opera.
Mi avvio alla conclusione dell'intervento dicendo che, per questo motivo, il Gruppo PCIPDS abbandona l'aula. Rientreremo in aula non appena questo punto sarà esaurito, perché non vogliamo in alcun modo avallare, con la nostra presenza, una procedura che riteniamo totalmente scorretta e non consona alla dignità e alla correttezza istituzionale.



(Il Gruppo PCI - PDS abbandona l'aula)



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Rabellino. Ne ha facoltà.



RABELLINO Renzo

Signor Presidente, chiedo la verifica del numero legale.



PRESIDENTE

Prego il Consigliere Segretario di procedere all'appello nominale.



(Il Consigliere Segretario procede all'appello nominale)



PRESIDENTE

Sono presenti n. 29 Consiglieri. Passiamo quindi alla votazione dell'articolo unico per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 29 Consiglieri hanno risposto SI 25 Consiglieri si sono astenuti 4 Consiglieri.
L'articolo unico è approvato.


Argomento: Partecipazioni azionarie regionali

Esame legge rinviata dal Governo: "Partecipazione delle Regione Piemonte elle costituzione della Società ITACA Piemonte S.p.A."


PRESIDENTE

Passiamo al punto 7) dell'o.d.g.: Esame legge rinviata dal Governo "Partecipazione della Regione Piemonte alla costituzione della società



ITACA Piemonte S.p.A.".

Relatore è il Consigliere Ferraris che dà per letta la relazione.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Buzio.



BUZIO Alberto

Il testo in esame è noto. Mi pare però importante, essendo un testo modificato e tenuto conto dei rilievi posti dal Governo, che abbia un minimo di sottolineatura. Anche perché per la zona del Verbano-Cusio-Ossola rappresenta un intervento particolarmente significativo o perlomeno lo spirito con cui ITACA è stata realizzata. Attraverso questi servizi telematici e informatici, di supporto alle imprese, si riteneva di dare ossigeno ad una zona che ha gravi problemi occupazionali e che è stata colpita in tal senso negli ultimi 10/ 15 anni in modo massiccio, insieme a quella di Torino. Per l'intero Piemonte questa zona è stata particolarmente penalizzata. Quindi credo che questo testo conservi la sua attualità.
In passato l'Assessore Cerchio aveva chiesto al Governo il finanziamento di 15 miliardi per un progetto. Ci dovrebbe essere attenzione analoga. Gradirei che l'Assessore Vetrino dicesse qualche cosa al riguardo anche perché sarebbe una prima attivazione che vedrebbe ITACA decollare.
Quindi, dato che questo è un progetto relativo all'ambiente, per quanto riguarda quella zona ha un significato particolare, tenuto conto che si tratta di una zona montana in cui gli aspetti ambientali sono particolarmente significativi, sia dal punto di vista della tutela ambientale sia dal punto di vista della risorsa ambiente.
Nello specifico, il testo è stato modificato anche per quanto riguarda il coinvolgimento della Commissione competente, quindi su tutto ciò che riguarda l'aumento delle azioni e la quota di sottoscrizione che riguarda la Giunta. Sentita la Commissione competente, il nostro voto favorevole va nell'indicazione generale che aveva l'approvazione dello Statuto e della legge precedente.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Vetrino.



VETRINO Bianca, Assessore alle politiche industriali

La sollecitazione che viene dal Consigliere Buzio merita l'attenzione della Giunta. Siamo di fronte ad un provvedimento che ha un lungo iter. Ho persino pensato, ad un certo punto, che questo nome affascinante avesse per un certo verso, condizionato l'iter di questo disegno di legge. E' diventato veramente un'odissea, nel senso che è dal 1986 che noi stiamo lavorando, non alla predisposizione dei progetti, ma alla predisposizione di un disegno di legge che deve consentire l'avvio dei progetti. Quindi nonostante il tempo che è passato, sono d'accordo sul fatto che si tratta ancora di un problema di estrema attualità. Mi auguro - e lo dico apertamente al Consiglio che, non gli enti territoriali, che sono sempre tutti d'accordo e continuano a sollecitare alla Regione di portare avanti il progetto, ma gli enti non territoriali, tipo L'Italtel e quelle altre cooperative che avevano aderito, siano sempre della stessa idea, nonostante sia intercorso tutto questo tempo.
Non mi dilungo sul motivo (il Consigliere Buzio l'ha fatto) per il quale era stata scelta questa area, proprio perché la crisi industriale che si era verificata nell'ultimo decennio e anche l'alto tasso di disoccupazione che si era venuto a determinare l'avevano indicata come degna di attenzione. Vorrei anche ricordare al Consigliere Buzio, che non faceva parte della passata legislatura, che nel momento in cui votammo il Piano regionale di sviluppo, attribuimmo ad una deliberazione, quella che appunto portava alla votazione del Piano di sviluppo, l'indicazione di quattro aree crisi, fra le quali c'era anche il Verbano-Cusio-Ossola.
Questo è stato il motivo per cui nel momento in cui dovevamo predisporre i progetti per il 2052 inserimmo l'area del VCO in questo progetto individuando quelle che noi abbiamo chiamato le due misure di questo progetto. La prima misura è quella che riguarda più in generale gli aspetti telematici e informatici, che dovranno rappresentare il capofila di questo progetto. C'è anche un secondo progetto che riguarda la costituzione di un parco scientifico e tecnologico. Questo è un secondo momento, tuttavia pu essere un momento importante. Vorrei dire che la società nasce con un miliardo, quindi è molto poco l'impegno; però se questi progetti, che abbiamo individuato nel 2052, verranno approvati, saranno progetti che dovranno determinare, nei prossimi anni, per la loro realizzazione investimenti per 16/17 miliardi. Mi sembra un progetto da non sottovalutare. Quindi, è vero che si tratta di un disegno di legge che ritorna in aula e che ha questo lungo iter, però vorrei richiamare il Consiglio sul fatto che è un progetto importante, e lo è soprattutto per quell'area. Ci sarà il problema della sede, che stiamo cercando di risolvere, probabilmente la sede sarà - se la Giunta sarà d'accordo - nella struttura che abbiamo in quella magnifica villa che è stata per lungo tempo la sede del comprensorio. Quindi, mi pare che ci siano tutte le premesse e soprattutto c'è la volontà degli enti territoriali, segnatamente della Provincia di Novara, dei Comuni di Verbania e Domodossola, che spingono perché la Regione avvii questo progetto. Abbiamo bisogno di questo disegno di legge per avviare concretamente gli interventi.



PRESIDENTE

Passiamo pertanto all'esame dell'articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 37 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 37 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 37 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'art. 3 è approvato.
ART. 4 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 37 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'art. 4 è approvato.
ART. 5 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 37 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'art. 5 è approvato.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 Consiglieri hanno risposto SI 38 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'intero testo della legge è approvato.


Argomento:

Sull'ordine del lavori


PRESIDENTE

Informo il Consiglio che la III Commissione, convocata per domani alle ore 14.30, è rinviata; il Presidente della Commissione mi comunica che i componenti la Commissione riceveranno a casa l'avviso della nuova convocazione.
Inoltre, chiedo alle Consigliere regionali se hanno la cortesia di volersi incontrare martedì prossimo alle ore 9.
La Conferenza dei Capigruppo è convocata per domani alle ore 12.


Argomento:

Interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno (annunzio)


PRESIDENTE

Le interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenute all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale verranno allegate al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta



(La seduta ha termine alle ore 19,20)



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