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Dettaglio seduta n.5 del 26/07/90 - Legislatura n. V - Sedute dal 6 maggio 1990 al 22 aprile 1995

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Coppo, Croso, Ferrara, Marchini e Zacchera.


Argomento:

b) Sentenza della Corte Costituzionale n. 348 dell'11/7/1990. Giudizio di legittimità costituzionale della legge della Regione Piemonte riapprovata il 13/3/1990 relativa "Interventi per l'informazione locale"


PRESIDENTE

Do lettura della sentenza della Corte Costituzionale n. 348 dell'11/7/1990 inerente il giudizio di legittimità costituzionale della legge della Regione Piemonte riapprovata il 13/3/1990 relativa agli interventi per l'Informazione locale: "Si informa trasmettendo copia della relativa decisione - che con sentenza n. 348 in data 11/7/1990, depositata in Cancelleria il 20/7/1990 la Corte Costituzionale ha dichiarato non fondata la questione di legittimità costituzionale sollevata con ricorso del Presidente del Consiglio dei Ministri il 29/3/1990 contro la legge regionale riapprovata il 13/3/1990 dal Consiglio regionale del Piemonte relativa a 'Interventi per l'informazione locale'".
Ne ho dato notizia al Consiglio perchè si tratta di un successo della Regione Piemonte.



PRESIDENTE

Sostituzione dei Consiglieri Bonino e Corleone



PRESIDENTE

Comunico che il Consigliere Cucco sostituisce il Consigliere Bonino nella Commissione Regolamento e nella Commissione Nomine.
Il Consigliere Miglio sostituisce il Consigliere Corleone nella Giunta delle Elezioni.


Argomento: Diritto allo studio - Assistenza scolastica

Esame proposta di deliberazione n. 3: "Ratifica (ai sensi dell'art. 40 dello Statuto) D.G.R. 235-36811 del 3/4/1990: 'Diritto allo studio nell'ambito universitario. Definizione per A.A.1990/1991 dell'ammontare dell'assegno di studio, della borsa di studio e di altri servizi a prezzi differenziati, delle fasce di reddito, nonché dei requisiti di merito richiesti'"


PRESIDENTE

In merito alla proposta di deliberazione n. 3, di cui al punto 6) all'o.d.g., ha chiesto la parola il Consigliere Foco. Ne ha facoltà.
FOCO Signor Presidente, colleghi Consiglieri, intervengo per chiedere alcune Informazioni riguardo a questa deliberazione che ovviamente non ha potuto essere esaminata in Commissione. Quindi mi scuso se farò perdere qualche minuto in più.
Mi pare che questa deliberazione confermi la necessità di una legge sul diritto allo studio; su questo mi sento parzialmente confortato anche dal fatto che questa necessità è stata evidenziata ieri nel programma politico della maggioranza ed era stata già ritenuta urgente nel programma pluriennale di attività e di spesa 1988/1990 della precedente Giunta.
Personalmente direi che le indicazioni che appaiono in poche righe nei due documenti sono quanto mai scarse, insufficienti e non chiare, soprattutto non mi convince il fatto che nel programma politico della maggioranza la motivazione della necessità di questa legge venga soprattutto sostenuta dal fatto che ci sono pochi soldi e che quindi bisogna rivedere le cose.
Ritengo che invece la necessità sia oggettiva e i principi del diritto allo studio vadano rivisti.
Fatta questa premessa, che mi pareva essenziale, entro ora nel merito della deliberazione che apparentemente si presenta come ripetitiva, di routine, se poi, invece, la leggiamo con attenzione, la confrontiamo con la deliberazione dell'anno scorso, ritroviamo alcune novità, non molto soddisfacenti a mio parere, o a parere di chi non ha partecipato al dibattito negli anni precedenti. Se mi pare di routine il fatto di modificare, grosso modo, secondo i dati ISTAT, i parametri e quindi i criteri con i quali vengono identificate le fasce, mentre questi vengono elevati, non si vede perché non si debba fare la stessa operazione per quanto riguarda il contributo che viene erogato agli studenti relativamente alle borse e all'assegno di studio, che resta invariato. Così come alcune cose, a mio parere centrali, scompaiono: viene tolta infatti la borsa di studio per le scuole dirette a fini speciali e per la parte riguardante i requisiti di merito per l'Accademia alle Belle Arti (sulle quali chiederei di avere chiarimenti, visto che non è stata quindi una delibera di routine, ma si è modificato qualcosa). Era forse necessario cogliere l'occasione per inserire alcuni elementi di novità; ad esempio aprire il discorso degli studenti extracomunitari ed inserirli all'interno di questa deliberazione, oppure inserire un momento di novità stanziando una somma, anche simbolica, inerente borse di studio per momenti di studio e lavoro, quindi riguardanti laureandi che potrebbero avere borse di studio se, nel momento in cui preparano la tesi di laurea, iniziano già ad entrare nell'attività lavorativa.
Per quanto riguarda un altro elemento del reddito mi pare che resti insoluto (so che era stato motivo di dibattito nella deliberazione dell'anno scorso) il problema dei lavoratori autonomi, indipendenti, dove continua ad esserci una difficoltà per quanto riguarda l'accertamento del reddito. A pag. 6 e 7 della deliberazione ci sono delle modifiche sulle quali chiederei un chiarimento: per quanto riguarda i redditi dei lavoratori autonomi (pag. 6 della deliberazione) si passa dalla fascia del 200/0, per quanto riguarda l'accertamento, al 25%, e questa è una posizione che condivido; non capisco invece la modifica in senso inverso che viene fatta per i redditi relativi ai terreni, ecc. (pag. 7 della deliberazione) dove il coefficiente viene abbassato rispetto alla deliberazione dell'anno precedente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.
TAPPARO Signor Presidente, signor Assessore, questa deliberazione che pu sembrare avere caratteri routinari - tutti gli anni approdiamo ad una discussione che assume sempre un po' toni ragionieristici - dovrebbe costituire, nella situazione attuale e nella formazione recentissima della Giunta, un momento di valutazione di come vogliamo considerare quello che diventa per il Piemonte, per il suo tipo di processo di sviluppo e di trasformazione, un elemento strategico e cioè il proprio capitale umano.
Abbiamo delle competenze piene come Regione nel campo della formazione professionale; abbiamo pure delle competenze per quanto riguarda il diritto allo studio.
Credo che su questi aspetti la nuova Giunta dovrà dare, sia nella strutturazione di bilancio, sia nelle scelte operative, una priorità particolare. La deliberazione presenta degli elementi di aggiustamento ripetitivi, ma dovrebbe assumere (auspico che la dichiarazione dell'Assessore la possa recuperare) una caratterizzazione di principio affinché attorno al diritto allo studio si possa costruire una delle componenti che danno rilievo e attenzione a quello che è l'investimento sul nostro capitale umano.
Già ieri nel programma della Giunta è stato illustrato (e anche nell'intervento del Presidente Brizio) il condizionamento che deriva dalla destinazione vincolata delle risorse, oltre al fatto che delle risorse ristrette tolgano spazi anche a questa nostra "possibilità" di manovra. In questa legislatura si dovrà far valere il peso e il ruolo delle Regioni per recuperare tali "possibilità" di manovra, pena la delegittimazione completa della Regione.
Questa mattina il Presidente ha comunicato una notizia importantissima cioè che la Corte Costituzionale ha dato ragione alla Regione Piemonte per quanto riguarda la legge sull'informazione locale. Credo che questo debba darci oggi un nuovo coraggio affinché non si dia per certo e per scontato una specie di diritto totalizzante dello Stato, del Governo attorno al ruolo delle Regioni.
Questa occasione di discussione, quindi, dovrebbe avere un tono più alto che una routinaria dislocazione ragionieristica delle risorse attorno a un tema importante come il diritto allo studio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Leo.
LEO Il Presidente Spagnuolo ricorderà che di queste cose ho tante volte tormentato in Giunta comunale, perché questa delega attualmente è in gestione al Comune di Torino. Vorrei far notare che su questa vicenda - e lo dico avendo il conforto di valutazioni serene di tutti i colleghi e di tutti i Gruppi in V Commissione - in Consiglio comunale c'è sempre stata l'unanimità, non c'è mai stato uno screzio sulla gestione. La proposta della Giunta regionale, dell'Assessore Nerviani, di fare una legge nuova che affronti complessivamente il problema, per non andare di volta in volta ad attribuire iniziative tampone su queste questioni che effettivamente sono aperte (extracomunitari, borse di studio, posti letto), merita sicuramente tutta l'attenzione.
Quindi auspico che questa legge abbia un decorso rapido. E' una legge estremamente importante perché coinvolge la vita non solo di tutti gli studenti universitari piemontesi, ma anche delle componenti accademiche.
Abbiamo visto che una Università moderna non può funzionare, non pu reggere se non ci sono anche strutture di diritto allo studio collegate.
Quindi sono contento che già nella passata legislatura si sia iniziato a portare avanti questa legge, ne sottolineo l'importanza e l'opportunità.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Nerviani per la replica.
NERVIANI, Assessore all'istruzione Ringrazio i colleghi che sono intervenuti, anche se mi sarà forse difficile entrare nel dettaglio minuto della deliberazione, che abitualmente si può positivamente e facilmente fare in Commissione.
Dettaglio minuto che peraltro ha avuto il conforto pieno della Commissione per il diritto allo studio universitario che, purtroppo, è stata assunta sulla base di questo parere favorevole dalla Giunta, non essendo insediato il Consiglio e dovendosi dare dei paletti certi di operatività tempestiva al Comune di Torino, che è delegato alla gestione di questa parte dell'attività della Regione Piemonte.
Da parte mia vorrei assicurare al Consiglio l'interesse estremo per la proposta di legge riguardante il diritto allo studio, che peraltro ha già da tempo iniziato l'iter, poi interrotto dalla chiusura dell'attività legislativa della IV legislatura appena conclusa.
E' una legge molto difficile perché l'esperienza ha segnalato delle posizioni pregiudizialmente ostative. A Foco, che la raccomanda, ricordo che, da parte di alcuni Gruppi politici, è sembrata non opportuna essendoci già norme sufficientemente utilizzabili nella realtà legislativa attuale.
Questa considerazione è stato un elemento di giudizio sostanzialmente impeditivo che mi auguro possa essere modificato. Ma ancora più grande è il problema delle disponibilità. Il Consigliere Leo, che al Comune di Torino ha seguito questa partita con molta attenzione, sa che non riusciamo non solo ad aumentare come si dovrebbe lo stanziamento per il diritto allo studio, ma siamo costretti, da una situazione drammatica dal punto di vista finanziario, a contenere la spesa. Mi auguro che il prossimo assestamento di bilancio porti ad integrare la somma che finora è stata fissata.
Ricordo peraltro che la prima variazione di bilancio, che portava al livello dell'anno scorso la disponibilità per questa partita, è stata respinta dal Commissario di Governo perché ha ritenuto che la copertura di tale variazione non fosse corretta. Quindi, impegno per una legge con il superamento di qualche pregiudiziale, ricerca delle disponibilità finanziarie che sono assolutamente necessarie e probabilmente anche a livello statale occorrerà pensare ad un modo diverso di applicazione delle tasse universitarie. Con ogni probabilità il gettito di queste non è sufficiente e non è sufficientemente distribuito. Occorrerà pensare alle categorie che dovranno accedere all'Università più facilmente che alle categorie che invece possono sopportare la spesa per gli studi universitari con il pagamento di tasse più cospicue di quanto siano quelle finora fissate.
In merito ai criteri della deliberazione a me non sembra, Consigliere Foco, che sia tolta la borsa di studio per le scuole dirette a fini speciali. E' invece indicato in tabella in termini espliciti, vi sono correzioni di rilievo, ma in senso più attento alle condizioni delle categorie meno privilegiate. Se si esamina attentamente la deliberazione si scopre, per esempio, che per i lavoratori autonomi, ai fini dell'inserimento nelle fasce, è stato proposto di considerare un reddito pari almeno al 25% del giro di affari, mentre in precedenza era soltanto del 20%. Il non aumento dei contributi agli studenti, a fronte di un aumento della valutazione dell'indice secondo i dati ISTAT, è purtroppo dovuto alla situazione finanziaria che ho segnalato.
Gli altri criteri innovativi sono i seguenti: l'unificazione del reddito base della quarta fascia di posto letto con il reddito della quarta fascia di mensa, la diminuzione del reddito base della quinta fascia di mensa, l'aumento del 3% sulle quote stabilite per i figli a carico oltre il primo, la diminuzione da 15 a 13 del coefficiente per cui moltiplicare il reddito dominicale agrario, l'estensione dei sussidi affitto anche a studenti appartenenti alla terza fascia di reddito, la riduzione da 5 a 3 fasce di reddito per il bando posto letto, l'aumento delle rette del servizio posto letto del 10% (negli ultimi due anni non erano stati fatti aggiornamenti), l'aggiornamento della contingenza e della tabella esami come segue: corso di laurea in psicologia che è di nuova istituzione: scuola diretta a fini speciali in tecnologie tessili (che è stata istituita a Biella): scuola diretta a fini speciali di microelettronica e telematica (che è stata istituita l'anno scorso ad Ivrea).
In base a queste considerazioni chiedo al Consiglio l'approvazione della deliberazione, anche perché potevamo essere confortati unicamente dal parere della Commissione per il diritto allo studio universitario in assenza delle attività del Consiglio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Farassino.
FARASSINO Il mio è un intervento di protesta per rimarcare che anche questa situazione si inserisce nel discorso dei ristorni da Roma alla nostra Regione, perché fintanto che la Regione Piemonte non avanzerà una pretesa nei confronti del Ministro Ruberti affinché stanzi a favore delle Università del nord una somma superiore a quella che è stata stanziata, le cose continueranno a peggiorare e dovremo sempre gestire il poco che ci viene ristornato. Con tutta la comprensione dovuta agli amministratori, il punto della questione penso stia proprio in questo discorso.
Il progetto che noi denunciamo da tempo è quello di potenziare sempre di più le Università del centro-sud a scapito delle Università del nord.
Questo in un preciso programma, in quanto, se teniamo conto che le industrie del nord, in particolare quelle piemontesi, non riescono a soddisfare il bisogno di tecnici, soprattutto di quelli sfornati dal Politecnico, per quanto concerne il bisogno effettivo di impiego, è chiaro che il progetto di potenziamento verso le Università del centro-sud porterà nell'arco di venti anni ad avere per tutte le industrie del nord una classe dirigente sfornata da Università del centro-sud mentre, probabilmente, la manovalanza sottostante sarà invece di cittadini che appartengono alle regioni del nord.
Invito pertanto tutti i Consiglieri, soprattutto la Giunta, ad iniziare un'azione ferma e decisa nei confronti del Ministero incaricato affinché i soldi che vengono stornati alla nostra Regione subiscano un aumento notevole e deciso.



PRESIDENTE

La parola ancora all'Assessore Nerviani.
NERVIANI, Assessore all'istruzione Mi pare che l'intervento del Consigliere Farassino meriti non una replica, ma una continuazione perché le osservazioni avanzate le riprenderemo frequentemente nei prossimi mesi e sono state anticipate da un'attività ed un'iniziativa del Consiglio regionale molto forti, che ha dato risultati particolarmente interessanti e che ha consentito, per esempio, la modifica della cosiddetta legge delle procedure che, ancora una volta, all'art. 18, nella prima stesura, prevedeva che fossero privilegiate altre Università e fosse sostanzialmente dimenticata la realtà piemontese.
Il Consiglio regionale, la Commissione per l'insediamento universitario decentrato e l'iniziativa che l'Assessorato ha assunto, hanno consentito di modificare questo indirizzo, ma soprattutto hanno consentito una iniziativa forte d'intesa con i Rettori dell'Università e del Politecnico alla quale mi pare che il Ministro stia prestando dovuta attenzione. Credo comunque che sarà ancora insufficiente perché lo squilibrio esistente fra l'attenzione riservata ad altre Università (non soltanto alle Università del sud) rispetto all'attenzione riservata all'Università del Piemonte è uno squilibrio che, giustamente come ha fatto Farassino, va sottolineato. A questo proposito debbo dire che insieme a molti colleghi ho sviluppato con profonda convinzione questa necessità.
Voglio ancora sottolineare questo aspetto. E' comprensibile ed ammissibile tutto: non è ammissibile che, a parità di servizi erogati, lo Stato destini risorse umane in termini così squilibrati fra nord e sud.
Questo è assolutamente insopportabile, per certi versi indecente. Su questo indirizzo intendo muovermi come Consigliere e come membro della Giunta e raccomanderò al collega Fulcheri, che presumo avrà la delega per l'istruzione, di svolgere con impegno una iniziativa in questo senso.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola per dichiarazione di voto il Consigliere Foco. Ne ha facoltà.
FOCO Signor Presidente, colleghi Consiglieri, a nome del Gruppo comunista dichiaro il voto contrario a questa deliberazione. Questo non tanto nella logica di metterci a discutere sugli aspetti ragionieristici, ma siccome ieri ci sono state delle benevoli astensioni il nostro voto contrario vuole essere di stimolo e quindi è un modo propositivo perchè si inizi a discutere effettivamente del diritto allo studio nella sua complessità e non si stia più a valutare se rispetto alla deliberazione precedente è stato spostato un punto in più o in meno. Anche se, collega Nerviani permettimi, mi pare ci sia stato un comportamento diverso e contrario tra lavoro non dipendente (dove avevamo notato il passaggio dal 20% al 25%) e quello delle rendite dominicali dove il coefficiente è stato ridotto da 15 a 13.
Il voto contrario comunque non è perché non mi è stato spiegato questo aspetto, che tra l'altro è abbastanza comprensibile, o meglio può esserlo nella linea e nella politica dell'Amministrazione, ma per un discorso complessivo. Inoltre c'erano anche le condizioni per poter introdurre all'interno di questa deliberazione le indicazioni che l'Assessore Nerviani ha qui elencato e che ci avrebbero aiutato a tenere un atteggiamento diverso.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Leo per dichiarazione di voto.
LEO Signor Presidente, colleghi Consiglieri, noi votiamo a favore con convinzione anche perchè nel fattibile le indicazioni che sono emerse da componenti universitarie e in particolare dalla Commissione diritto allo studio (noi che abbiamo vissuto il rapporto sappiamo essere molto puntigliosa) sono state accolte con grande attenzione.
Il problema che ha posto l'Assessore Nerviani è quello del bilancio complessivo e su questo mi raccomando al carissimo collega Fulcheri, ma credo che avremo l'appoggio di tutta la Giunta perché questi fondi ci siano. Mi permetto anche di dire - per carità siamo in totale e assoluta libertà e colgo il fatto che sia un modo propositivo - che le stesse deliberazioni trasferite in Consiglio comunale sono sempre state votate positivamente dal Partito comunista.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo per dichiarazione di voto.
TAPPARO Il Gruppo socialista dà voto favorevole alla deliberazione. La discussione però è stata utile proprio per evidenziare alcuni caratteri dei temi attorno alla formazione e alla preparazione del nostro capitale umano.
Del resto già nei lavori preparatori del disegno di legge sulla riforma al diritto allo studio abbiamo più volte approfondito questo aspetto. Il rischio era che la discussione odierna cadesse attorno ad elementi che io ho definito ragionieristici. Credo che con la legislatura che si apre occorrerà di nuovo mettere mano a una nuova proposta di legge in modo da dare un taglio definitivo a un certo modo di procedere del diritto allo studio, e poter configurare qualcosa che lo ponga tra le priorità di questo Consiglio, tra le priorità di questa Giunta regionale.



PRESIDENTE

Pongo in votazione tale deliberazione, il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvata con 26 voti favorevoli, 9 contrari e 2 astensioni.


Argomento: Sanita': argomenti non sopra specificati

Esame proposta di deliberazione n. 5: "Ratifica (ai sensi dell'art. 40 dello Statuto) D.G.R. 149-36962 del 10/4/1990: 'Programma di investimenti in opere edili: Assegnazione alle UU.SS.SS.LL. delle disponibilità 1989 e 1990 in conto capitale'"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame della proposta di deliberazione n. 5, di cui al punto 7) all'o.d.g.
Do lettura della seguente lettera che mi è pervenuta dall'Assessore Maccari: "In occasione della ratifica della deliberazione suddetta si chiede che nel provvedimento del Consiglio regionale venga precisato quanto segue. Per mero errore di trascrizione l'importo complessivo attribuito alla USSL 75 di Acqui Terme deve intendersi pari a L. 3.598.000.000 e non L.
3.800.000.000, con una differenza in meno di 202.000.000. Pertanto la somma complessiva del programma di investimenti in edilizia indicata in L.
119.544.000.000 è da intendersi pari a L. 119.342.000.000 e l'importo di accantonamento indicato in L. 33.840.480.800 è da intendersi pari a L.
34.016.480.000".
Per cui questo deve intendersi come emendamento alla deliberazione suddetta.
Ha chiesto la parola il Consigliere Calligaro. Ne ha facoltà.
CALLIGARO Signor Presidente, pensavo che l'Assessore intervenisse su una questione così importante: la spesa in conto capitale 1989/1990, quindi di due anni. L'ammontare, stando almeno alle delibere CIPE, è di 240 miliardi di lire, non sono bazzecole! Con delibera del 30/3/1989 il CIPE ha attribuito alla Regione Piemonte la somma di 132 miliardi e 800 milioni, quale quota per l'anno 1989. Il 15 marzo di quest'anno ha attribuito alla Regione Piemonte 107 miliardi e 500 milioni, quale quota per l'anno 1990. Si tratta complessivamente di oltre 240 miliardi per opere di edilizia sanitaria e di acquisizione di apparecchiature sanitarie.
Nella delibera assunta con i poteri del Consiglio da parte della Giunta si dice che "il programma di investimenti in opere edili ed acquisizione di attrezzature, a causa del mancato esame, non si è potuto adottare". Il 10 aprile di quest'anno la Giunta, con i poteri del Consiglio, ha adottato quindi un programma parziale, per soli interventi edilizi considerati improcrastinabili. Questo programma parziale prevede investimenti per 119 miliardi circa e 33 miliardi vengono accantonati per interventi urgenti e non prevedibili. Abbiamo quindi un programma parziale che stanzia 153 miliardi di lire e servirà soprattutto ad adeguare le strutture sanitarie per garantirne la sicurezza e ad eliminarne le barriere architettoniche. Si impone una prima considerazione: perché dalla delibera del CIPE del 15 marzo dello scorso anno si è atteso il 10 aprile di quest'anno per un provvedimento parziale ed incompleto? In questo modo abbiamo tenuto congelata la somma cospicua di 133 miliardi di lire. Ora col programma parziale non utilizziamo 87 miliardi di lire. Ci sarebbe una risposta, io provo a darla: si è voluto accorpare la spesa in conto capitale 1989/1990 per ripartirla nel corso della campagna elettorale. Sono sostanzialmente prevalsi interessi di bottega e si è danneggiato il servizio sanitario regionale. Già ieri ne abbiamo parlato: quando prevalgono gli interessi di bottega i servizi pubblici sono destinati ad essere completamente sconquassati dalle politiche di pentapartito.
I criteri di ripartizione non sempre sono oggettivi, non è solo un'impressione. Certo dovrebbero essere oggettivi. Le priorità devono riguardare l'urgenza dell'opera, lo stato di attuazione di opere incomplete, le esigenze di Completamento di opere in corso di attuazione.
Ho l'impressione, ma è più di un'impressione, che non sia sempre così. A volte i criteri si spiegano con le tessere di partito degli amministratori delle UU.SS.SS.LL. o del giro delle amicizie e delle clientele. C'è eccessiva discrezionalità esercitata dall'Assessorato nello scegliere le UU.SS.SS.LL. da finanziare, così come vi è eccessiva discrezionalità delle maggioranze che reggono le UU.SS.SS.LL. nello scegliere le opere da finanziare. Un solo esempio, signor Assessore: il poliambulatorio di Pont Canavese di tipo B è in attesa di essere completato e messo in funzione da oltre 4 anni. In questo tempo non si sono trovati - non mi riferisco all'Assessorato in questo caso all'interno della USSL n. 38,400 milioni di lire per concludere i lavori. Doveva essere una priorità per l'USSL n. 38! Da 4 anni non si trovano 400 milioni e l'opera è incompleta e non pu essere attivata, messa in funzione. Quindi sui criteri è bene che questi siano davvero oggettivi, è già lento il flusso delle risorse ripartite assegnate alle UU.SS.SS.LL., spesso ci si mette di mezzo l'Assessorato che ritarda questo flusso. Sappiamo che i tempi di realizzazione di un'opera pubblica per molti versi sono tempi biblici. E' importante quindi che i criteri siano oggettivi e i tempi siano reali, tempi celeri comunque.
Una seconda considerazione: chi controlla se si spende in tempi accettabili, chi controlla l'efficacia della spesa? Conosciamo tutti i tempi di realizzazione delle opere pubbliche. E' ben far celermente fluire le risorse, ma è importante sapere se queste risorse giunte a destinazione vengono rapidamente impiegate.
Investimenti per l'acquisizione di attrezzature vengono quindi rinviati, da quello che posso leggere. Rinviati a quando? Qui c'è una contraddizione clamorosa: ieri si è discusso del programma di maggioranza dove c'è un'esaltazione dell'impiego delle tecnologie sofisticate, dei reparti ad alta specializzazione, ma se poi ritardiamo il flusso di risorse per l'acquisizione di attrezzature, è inutile enfatizzare nel programma.
Certo bisogna ricorrere a nuove tecnologie, apparecchiature più sofisticate, più moderne, tenendo anche ben presente però che spesso, una volta acquisite da parte delle UU.SS.SS.LL., restano per mesi nei magazzini e vengono impiegate con notevole ritardo. Quando vengono Impiegate ci si accorge di non disporre dei tecnici capaci di farle funzionare; quindi non esaltiamo le nuove tecnologie, rispettiamole nel senso che dobbiamo acquisirle, dobbiamo avere il personale per farle funzionare e possibilmente per farle funzionare non 4 ore al giorno per 5 giorni alla settimana, come accade oggi. Esistono grossissimi problemi che devono essere affrontati.
Un apprezzamento fra tante Critiche: quello del finanziamento, con risorse in conto capitale, degli ospedali valdesi di Torre Pellice per il suo ampliamento e di Pomaretto per la sua ristrutturazione. Non sono ospedali pubblici, sono ospedali privati convenzionati con il servizio sono contenuti nelle dimensioni, efficienti, umani, retti ed organizzati con grande lungimiranza: ciò ci dimostra che dietro vi è un livello di cultura e di civiltà molto elevata, che c'è una seria capacità organizzativa. Sono aziende che non si prefiggono scopi di lucro, sono invece aziende sane che, quando dispongono di risorse le impiegano per fame investimenti, sono ospedali che offrono servizi efficienti e prestazioni efficaci fino al punto di dare contributi di non poco conto alla stessa USSL di Pinerolo aiutandola a risolvere dei problemi.
Ci troviamo di fronte ad un privato esemplare che effettivamente merita che la Regione faccia investimenti per gli adeguamenti strutturali con risorse pubbliche: fra tante critiche un apprezzamento.
Faccio un'altra considerazione, signor Assessore: nel disegno di legge governativo di riordino - si fa per dire - del Servizio sanitario nazionale vengono messe in discussione le UU.SS.SS.LL. di minori dimensioni, con un basso numero di abitanti; dobbiamo tutti rivendicare che, in condizioni territoriali particolari, le Regioni possano definire ambiti territoriali delle UU.SS.SS.LL. a popolazione sparsa in modo tale da consentire loro la continuità, soprattutto per quelle che si sono dimostrate efficienti e capaci di organizzare il servizio sanitario.
Vorrei fare un'ultima considerazione per evitare di fare poi la dichiarazione di voto: per motivazioni che mi paiono molto fondate e serie il nostro voto non può che essere contrario.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Maggiorotti.
MAGGIOROTTI Non è semplice, soprattutto per un neoConsigliere, intervenire su una deliberazione così complessa e di questa portata. Mi sono tuttavia giunti agli occhi alcuni problemi che concernono, ad esempio, la questione dell'abbattimento delle barriere architettoniche che, nell'articolato della deliberazione, viene indicato come uno degli interventi significativi, o per lo meno così l'ho interpretato.
In realtà non è poi così rilevante questo intervento se in effetti sono solo 14 su 63 le UU.SS.SS.LL. che, con criteri che andrebbero verificati nella loro portata, individuano questo intervento come significativo o comunque come da farsi. Le perplessità in effetti nascono dalla considerazione che ci si domanda chi controllerà che questi interventi siano stati effettivamente compiuti, e compiuti in maniera efficace, quando sappiamo come, nell'ambito degli uffici tecnici delle UU.SS.SS.LL., laddove esistono, questa competenza in realtà sia ben poco diffusa. E' da pochi mesi che l'iniziativa di aggiornamento di operatori tecnici dei Comuni e di enti locali su questa materia è stata avviata. Non credo che questi mesi siano stati sufficienti per cambiare lo stile progettuale di questi uffici tecnici, ammesso che i progetti li abbiano fatti gli uffici e non siano invece stati delegati ad altri.
C'è quindi l'esigenza che su questa questione, da parte dell'Assessorato, si presti una maggiore attenzione che sia di stimolo affinché, se questa è individuata come priorità, priorità effettivamente sia e che quindi tutte le UU.SS.SS.LL. utilizzino i fondi che arriveranno adesso ed in seguito da questo tipo di intervento, indicando con chiarezza quelli che sono i criteri che fanno sì che effettivamente una barriera architettonica sia eliminata efficacemente e non solo per finta come è avvenuto e come sta ancora avvenendo.
Un interrogativo: al Mauriziano vengono concessi complessivamente 900 milioni. Tengo a rammentare che il Mauriziano non si è ancora convenzionato, anzi non ha ancora rinnovato la convenzione con la USSL n.
1, per cui è fittizio dire che vengono assegnati all'USSL n. 1; in realtà è una partita di giro per cui questi quattrini vanno direttamente ad un ente che, rispetto al servizio sanitario ha a che fare sì, ma sembra che abbia difficoltà ad integrarsi.
Nella USSL n. 1 c'è da osservare che sono stati assegnati 100 milioni per la decorazione di sedi: è a mia conoscenza però che nella pianta organica della USSL n, l sono presenti tre decoratori dei quali tuttavia ben due sono stati esentati dal fare il decoratore. Sono forse spiccioli ma anche il segnale, in un certo modo, di una grossa difficoltà o incapacità da parte delle UU.SS.SS.LL. di utilizzare al meglio le risorse.
Non ho altro da aggiungere anche perché poi diventa complesso capire quanti di questi interventi saranno integrati e come copriranno il bisogno rispetto agli interventi finanziati con i finanziamenti ex art. 20 della legge finanziaria del 1988.
Sarebbe stato forse utile che la conoscenza di questi altri interventi fosse stata messa a disposizione del Consiglio che avrebbe potuto valutare in effetti, il quadro complessivo degli interventi in conto capitale.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Maccari.
MACCARI, Assessore alla sanità Gli stanziamenti del 1989/1990 sono stati accorpati in base ad una scelta che era stata a suo tempo annunciata perché si trattava di usare questi 240 miliardi in contemporaneità alla determinazione, da parte del Consiglio, dell'utilizzo dei soldi previsti dall'art. 20 della finanziaria 1988 che, per quanto riguardava l'assetto ospedaliero, era indicato in 940 miliardi decennale.
Il piano decennale previsto dall'art. 20 è articolato in tre trienni e, in base alle indicazioni che il Consiglio avrebbe dato sull'uso decennale e alle indicazioni concrete relative al primo stralcio di realizzazione del primo triennio che è sui 300 miliardi, si era indicato come Giunta, di utilizzare i fondi 1989/1990 del conto capitale ordinario in funzione alle indicazioni che si davano sull'art. 20. Questo per non andare a doppioni di stanziamenti o fare comunque una politica legata, se vogliamo chiamarla di programmazione di linea di spesa, che tenesse conto del monte complessivo e dei 940 miliardi dell'art. 20 e degli stanziamenti 1989/1990 che erano a disposizione, e grosso modo potesse anche dare una linea non stabilita, ma una linea per l'uso del conto capitale ordinario.
Giustamente il consigliere Maggiorotti faceva presente che sarebbe stato bene esaminare queste cose in contemporanea con l'art. 20; in realtà nell'esaminare gli stanziamenti dell'art. 20 il Consiglio aveva già determinato in quella sede l'utilizzo di una parte del conto capitale ordinario 1989/1990, tant'è vero che alcune indicazioni erano già state messe in quella deliberazione e poi sono state recepite ufficialmente in questa delibera di stanziamento. Questo è stato il motivo per cui non sono stati usati nell'anno 89 (generalmente si usano a fine anno), invece di stanziarli a novembre 89 noi pensavamo di stanziarli a febbraio 90 in una visione più generale e quindi con la presunzione di andare ad una spesa più mirata. Le cose sono slittate di un mese, per cui siamo arrivati a portarle in Consiglio nel mese di marzo; la proposta è stata esaminata in Commissione consiliare, non c'è stato tempo di portarla in Consiglio per cui si è andati alla deliberazione di Giunta con i poteri del Consiglio. Mi preoccuperò di far avere ai Consiglieri nuovi la documentazione dell'art.
20 e gli atti assunti nel precedente mandato, perché diventano fondamentali sul piano operativo per far dei ragionamenti per i prossimi cinque anni sulle strutture edilizie ospedaliere.
Si sono stanziati questi finanziamenti in relazione alle necessità delle UU.SS.SS.LL. tenendo presente quello che sarebbe partito immediatamente come il primo triennio dell'art. 20. Quindi ci sono delle UU.SS.SS.LL. che qui sono scoperte, o paiono non sufficientemente coperte perché sono già garantite negli stanziamenti dell'art. 20. Si è stanziato come edilizia la cifra di cui si diceva, 120 miliardi, tenendo 33 miliardi previsti dalla legge come riserva per le situazioni urgenti e si sono stanziati anche gli 87 miliardi per le attrezzature; solo che a diversità degli anni precedenti gli stanziamenti per le attrezzature non sono stanziamenti di competenza del Consiglio. Sono sempre passati in Consiglio perché probabilmente non si era letta attentamente la legge, ma la legge dice che la ripartizione della quota per gli interventi nel settore edilizio è competenza del Consiglio e la quota relativa alle attrezzature è di competenza della Giunta.
CALLIGARO Si è sempre discussa in Consiglio. Questa è una novità.
MACCARI, Assessore alla sanità E' una novità determinata dalla mancata lettura della legge. Se si legge attentamente la legge regionale n. 42 del 3 settembre 1981, all'art.
17 si dice che il Fondo sanitario regionale in conto capitale è destinato al finanziamento: a) della spesa relativa a nuove costruzioni in edilizia sanitaria b) alle spese relative all'ampliamento e ristrutturazione e rinnovo edilizio di strutture sanitarie esistenti c) delle spese relative al rinnovo e al potenziamento del patrimonio tecnologico.
L'art. 18 dice che lo stanziamento alla lettera a) e b), relativo all'edilizia, previo accantonamento di una quota per interventi urgenti e non prevedibili e per revisione prezzi è ripartito mediante deliberazione del Consiglio regionale. Lo stanziamento di cui all'art. 17, I comma lettera c) (la strumentazione) è ripartito mediante deliberazione della Giunta regionale. Questo lo dice la legge dell'81. Quindi gli 87 miliardi sono stati destinati, già deliberati, già probabilmente anche erogati alle UU.SS.SS.LL. Indubbiamente molte disfunzioni avvengono nelle UU.SS.SS.LL.
lo faceva rilevare il Consigliere Calligaro, sull'uso anche delle apparecchiature. Mi auguro che con la nuova riforma la Regione abbia anche un potere maggiore di controllo nella spesa, nella velocizzazione della spesa, e nell'uso delle apparecchiature. Mi auguro che non sia solo un controllo burocratico e freddo da parte della Regione ma sia un autocontrollo a cui saranno obbligate le UU.SS.SS.LL. ad adeguarsi, dovendo rispettare dei budget di bilancio, dovendo rispettare dei centri di costo e dovendo poi rispettare, mi auguro, una maggiore adesione nel modo di condurre sul piano economico le UU.SS.SS.LL., in modo tale da poter avere una maggiore redditività sociale degli investimenti che si fanno. E' chiaro che le apparecchiature non possono lavorare solo 4 ore al giorno, l'abbiamo ricordato molte volte, ma c'è una serie di norme per cui purtroppo spesso la sanità è fatta su misura per chi vi lavora. Spesso orari, compresi i pranzi e le cene negli ospedali, sono di difficile attuazione e non sempre per carenza di personale. Indubbiamente il fenomeno della carenza di personale esiste, ci stiamo muovendo nel potenziamento delle scuole infermieristiche, ci stiamo muovendo nel ricercare infermieri disposti a venire a lavorare in Piemonte da altre parti di Italia che presentano qualche migliaio di infermieri professionali disoccupati iscritti ai collegi. Speriamo che nei prossimi anni alcune disfunzioni possano essere evitate. Nella politica di un maggior controllo, che oggi purtroppo non è ancora possibile, credo ci stia molto bene un controllo maggiore sulle indicazioni di spesa nell'edilizia con una capacità di analisi più approfondita dei progetti e anche una valutazione maggiore delle indicazioni che si fanno. Rilevava il Consigliere Maggiorotti: chi controlla che siano state fatte queste opere? Noi controlliamo i progetti i progetti passano al vaglio, ma manca poi la fase di controllo che sta nelle UU.SS.SS.LL., che le opere corrispondano alla progettazione che è stata indicata. Vorrei assicurare il Consigliere Maggiorotti che da qualche anno ci stiamo impuntando notevolmente sull'eliminazione delle barriere architettoniche e non passano più progetti dove è ancora ipotizzabile la sussistenza di una barriera architettonica. Manca questa fase di controllo però la fase di controllo di corrispondenza delle opere eseguite ai progetti non è una fase che sta alla Regione, anche se tutto sommato non sarebbe male avere un potere ispettivo esercitato indubbiamente non da amministrativi, ma esercitato da tecnici che oggi non esistono né a livello di sanità né a livello di altri Assessorati regionali, per controllare che le opere corrispondano. Tutto sommato anche in questo settore la capacità di controllo e l'esercizio del controllo stanno alla base del buon funzionamento come tutte le politiche dei controlli stanno alla base di una vera democrazia.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavallera.
CAVALLERA Signor Presidente, colleghi Consiglieri, il Gruppo della DC annuncia il voto favorevole sulla ratifica di questa delibera perchè ritiene, anche dopo le precisazioni che sono state svolte dall'Assessore Maccari in quest'aula, che questa deliberazione in sostanza sia tesa ad adeguare le strutture della sanità piemontese a quelle che sono le necessità odierne.
Allo scopo abbiamo rilevato una serie di interventi atti a migliorare e garantire la sicurezza all'interno delle strutture ospedaliere ed anche in un quadro di dotazione di strutture secondo le necessità più urgenti. E' chiaro che non si può solamente asserire, come è stato fatto in quest'aula che questa deliberazione è di tipo elettoralistico solo perché a livello temporale è stata assunta durante la campagna elettorale. Noi riteniamo che a fronte di queste affermazioni vadano anche portate le prove. Rileviamo invece una serie di interventi, per quanto ci è dato di conoscere nelle zone dalle quali proveniamo, che sono rispondenti a necessità segnalate da tempo da parte delle UU.SS.SS.LL. e sono interventi attesi dagli utenti già da parecchio tempo. Analizzando queste risorse abbiamo anche rilevato una divisione relativamente equa per quanto si è potuto comprendere da un esame sommario della deliberazione stessa. E' chiaro che poi sono state poste altre questioni che attengono all'impostazione programmatica ed anche metodologica per affrontare problemi così complessi. Tra l'altro ci troviamo anche in una fase di riforma, come è stato ricordato. Il problema dei controlli e della tempestività degli interventi di spesa è veramente importante perchè dobbiamo rilevare delle disfunzioni che non sono accettabili: ad esempio per quanto riguarda l'Ospedale di Alessandria (non è l'ultimo ospedale della Regione) il blocco operatorio, che addirittura è stato inaugurato dal Ministro della Sanità alcuni anni fa, non è ancora completamente funzionante, nonostante siano passati già parecchi anni.
Questi sono i fatti più rilevanti rispetto all'assunzione di deliberazioni dovute (anche con criterio, come quella che stiamo esaminando): essi richiamano l'attenzione della pubblica opinione. E' all'attenzione del Governo e del Parlamento questa problematica, tant'è che fra poco dovrebbe essere emanata una legge di riforma che noi attendiamo. E' stata anche sottolineata la necessità di incrementare le risorse a disposizione per l'abbattimento delle barriere architettoniche ed anche su questo noi cogliamo quest'indicazione e raccomandiamo alla Giunta una maggiore incisività in proposito.
Per tutte queste ragioni il Gruppo della DC annuncia il proprio voto favorevole.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Farassino.



PRESIDENTE

FARASSINO



PRESIDENTE

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, la Lega Nord vuole esprimere il suo voto contrario su questo malloppo di delibere, in parte perché anche noi la riteniamo un'operazione elettoralistica per la data in cui è stata assunta e per l'enorme dubbio, se non certezza, che vengano chiaramente privilegiate certe UU.SS.SS.LL. piuttosto che altre, per cui viene alimentato un certo bacino di utenza di voti, non tanto per quanto riguarda la parte sugli interventi di natura edile, ma soprattutto per quella sugli interventi per la strumentazione.
Abbiamo esaminato attentamente alcune delle delibere ed abbiamo trovato non vogliamo dire degli illeciti, ma degli incongrui, in quanto stiamo provando (e ci riserviamo di portare avanti la cosa anche a livello di Procura della Repubblica) che certi interventi sono stati fatti su conto capitale quando già certe strumentazioni, che venivano annunciate, erano state acquistate da certuni ospedali attraverso capitali addirittura accesi con dei leasing e con dei soldi estratti dal conto corrente. Per cui noi da una parte diciamo che se un determinato ente, un determinato ospedale riesce, attraverso ciò che estrae dal suo conto corrente, accendendo un leasing, ad entrare in possesso di questa strumentazione, noi vogliamo sapere se era necessario spendere questi soldi, se la Regione li poteva risparmiare o se non il ha risparmiati dove sono andati a finire questi ulteriori soldi che servivano a quella determinata strumentazione. Quindi nel riservarci più opportune indagini in questo senso, anche nel rimettere certi nostri dubbi nelle mani della Magistratura, esprimiamo il nostro voto contrario.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Maccari per un chiarimento.
MACCARI, Assessore alla sanità Mi pare che le cose che ha detto il Consigliere Farassino siano di una gravità eccezionale, quindi mi auguro che voglia documentarmela il più presto possibile. Tutti i miei uffici sono a piena disposizione. Vorrei solo ricordare al Consigliere Farassino che le UU.SS.SS.LL. non possono fare mutui, quindi è molto grave se hanno fatto mutui.
FARASSINO Mi riferivo alle Molinette.
MACCARI, Assessore alla sanità E' molto grave perché non possono fare mutui. Quindi mi sembra intanto strano che l'abbiano fatto, se l'hanno fatto la prego di avvertirmi.
Secondo: i soldi vengono erogati a presentazione di documentazione di fatture. Quindi la fattura ci deve essere, non vengono erogati con libertà di spesa. Sono a destinazione vincolata per le cose. Se devono cambiare indirizzo di acquisto di strumento chiedono alla Regione il cambio di destinazione e la Giunta delibera il cambio di destinazione. Quindi se sono avvenute queste cose le sarò grato se vorrà accomunare nell'indirizzo alla Procura della Repubblica anche l'indirizzo dell'Assessorato regionale alla sanità, per conoscenza o se crederà in piena collaborazione.



PRESIDENTE

Prima di passare alla votazione dell'intera deliberazione, pongo in votazione gli emendamenti presentati dall'Assessore Maccari: 1) Nel testo del deliberato, al primo trattino, sostituire "somma complessiva di L. 119.544.000.000" con "somma complessiva di L.
119.342.000.000".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 27 voti favorevoli, 6 contrari e 10 astensioni.
2) Al secondo trattino, sostituire "destinazioni di ulteriori L.
33.814.480.800" con "destinazioni di ulteriori L. 34.016.480.800".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 29 voti favorevoli, 5 contrari e 16 astensioni.
3) Nell'allegato A, scheda relativa all'USSL n. 75 di Acqui Terme sostituire il totale di "L. 3.800.000.000" con "L. 3.598.000.000".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 29 voti favorevoli e 17 astensioni.
Pongo in votazione l'intero testo della deliberazione così emendata, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvata con 29 voti favorevoli, 13 contrari e 4 astensioni.


Argomento:

Esame proposta di deliberazione n. 5: "Ratifica (ai sensi dell'art. 40 dello Statuto) D.G.R. 149-36962 del 10/4/1990: 'Programma di investimenti in opere edili: Assegnazione alle UU.SS.SS.LL. delle disponibilità 1989 e 1990 in conto capitale'"

Argomento:

Iscrizione argomenti all'o.d.g.


PRESIDENTE

Come si è convenuto nella Conferenza dei Capigruppo propongo di iscrivere all'o.d.g. i seguenti provvedimenti: Presa d'atto delle dimissioni dall'Ufficio di Presidenza del Vicepresidente Rolando Picchioni ed integrazione Ufficio di Presidenza.
Elezione di un Vicepresidente (art. 14 dello Statuto e art. 4 del Regolamento consiliare).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'iscrizione è approvata all'unanimità dei 46 Consiglieri presenti.
Presa d'atto delle dimissioni dall'Ufficio di Presidenza del Consigliere Segretario Pier Luigi Gallarini ed integrazione dell'Ufficio di Presidenza. Elezione di un Consigliere Segretario (art. 14 dello Statuto e art. 4 del Regolamento consiliare).
La parola al Consigliere Goglio.
GOGLIO Signor Presidente, mentre non abbiamo nulla da obiettare per quanto concerne la sostituzione del Vicepresidente, chiederemmo il rinvio per quanto concerne la sostituzione del Segretario.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Monticelli.
MONTICELLI Signor Presidente, mi permetto di chiedere al collega che mi ha preceduto di motivare la sua proposta. Ribadisco che il Gruppo comunista è favorevole all'iscrizione di questo punto all'o.d.g. perché mi sembra un atto dovuto affinché l'Ufficio di Presidenza in questo periodo sia costituito da tutti i suoi membri.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Goglio.
GOGLIO Siccome il posto di Segretario era ricoperto dal Consigliere Gallarini che è stato nominato Assessore, non abbiamo avuto il tempo per la sostituzione. Richiedo pertanto il rinvio.



PRESIDENTE

Pongo in votazione la richiesta di iscrizione all'o.d.g.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinta con 17 voti favorevoli e 29 contrari.
Proposta di modifica del Regolamento all'art. 16.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvata all'unanimità dei 46 Consiglieri presenti.
Ordine del giorno n. 17 presentato dai Consiglieri Monticelli Grosso, Segre, Cucco, Marino, Garino, Rabellino, Vetrino, Gallarini Sartoris, Picchioni e Maggiorotti, sulla sentenza della Corte di Assise di Appello di Bologna sulla strage alla Stazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvata all'unanimità dei 46 Consiglieri presenti.
Ordine del giorno n. 15 presentato dai Consiglieri Bresso, Segre Miglio, Marengo, Calligaro, Staglianò, Tapparo, Marchini e Ferrara sull'Amiantifera di Balangero.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvata all'unanimità dei 46 Consiglieri presenti.


Argomento: Industria - Commercio - Artigianato: argomenti non sopra specificati

Esame proposta di deliberazione n. 4: "Ratifica (ai sensi dell'art, 40 dello Statuto) D.G,R. n. 151-36964 del 10/4/1990: 'Revoca alla D.G.R. n. 151-36161 del 14/3/1990. Adozione dei criteri del programma di intervento annuale 1990 per contributi agli enti locali per la realizzazione di opere pubbliche di carattere commerciale'"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame della proposta di deliberazione n. 4, di cui al punto 8) all'o.d.g. La parola al Consigliere Foco.
FOCO Il Gruppo comunista esprime voto favorevole a questo provvedimento in quanto condivide i criteri che sono stati posti. Crediamo che questo sia tra l'altro un modo corretto nella distribuzione dei fondi; in modo particolare quando c'è una discrepanza enorme tra l'importo delle richieste (che supera i 34 miliardi) e il finanziamento disponibile (attorno a 1 miliardo e mezzo).
Mentre dichiariamo il nostro accordo su questo metodo e con questi criteri, vorremmo sollecitare la Giunta - siccome ci pare che il comparto commerciale, in modo particolare per i livelli dei criteri richiesti, cioè l'indirizzo di finanziamento che è stato posto sia corretto ad aiutare lo sviluppo di questo comparto.
La prossima Giunta dovrà "rimpolpare" questo capitolo di bilancio altrimenti vuol dire che abbiamo fatto la scelta decisiva della grande distribuzione e lasciamo a questa spazio libero al di là di quello consentito.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.
TAPPARO Signor Presidente, colleghi Consiglieri, credo sia positivo il fatto che si ponga in essere un meccanismo di selezione (normalmente avviene quando si distribuiscono le schede ai Comuni attorno a richieste di interventi di varia natura) che permetta di avere un "selettore" valido.
Volevo solo sottolineare e suggerire all'Assessore che prossimamente si pensi a un nuovo criterio per tale meccanismo di selezione, che i contenuti della legge del 1984 non prevedeva. Quella legge, che stabilisce dei criteri di selezione, non teneva conto del processo di deregolamentazione che con il decreto Battaglia si è attuato per quanto riguarda la struttura della grande distribuzione. Manca quindi in questa impostazione sottopostaci il rapporto tra un ruolo nuovo dei mercati dell'ambulantato (che possono essere anche una struttura integrata, un ipermercato all'aperto molto integrato) in una dimensione territoriale e di mercato data.
Il Gruppo socialista vota a favore di questo provvedimento, ritiene utile e valido il criterio di una selezione molto trasparente e aperta, che giunga, però, preventivamente ai Comuni in sede di elaborazione delle schede. Tuttavia sottolineo che fare solo riferimento a una parte di norma del 1984, un po' datata rispetto ai grandi processi di trasformazione che la distribuzione ha subito nella fine del decennio passato, è riduttivo perché non si coglie la necessità di una dimensione diversa della struttura e del ruolo dei mercati dell'ambulantato. Quindi una raccomandazione e un suggerimento all'Assessore competente che tenga conto anche del carattere territoriale, in questa prospettiva, che possono assumere i mercati dell'ambulantato.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Vetrino.
VETRINO, Assessore al commercio Ringrazio i due Consiglieri che hanno voluto intervenire su questa deliberazione, di cui io dovrei spiegare essenzialmente il carattere d'urgenza. Il carattere d'urgenza era proprio quello che ravvisava Tapparo nel suo intervento e cioè di porre i Comuni nella condizione di disporre prontamente dei criteri per poter, a loro volta, indirizzare le loro richieste e dunque porre la Giunta nella condizione di poter provvedere all'impegno delle somme a tal fine stanziate in bilancio in tempi congrui.
Questo è il motivo essenziale per cui la Giunta ha dovuto deliberare ai sensi dell'art. 40 dello Statuto.
Io vorrei ricordare che questa deliberazione era stata inviata al Consiglio in data 14 marzo e poi essendo entro il mese scaduta la legislatura non si è avuta la possibilità di poterla esaminare nella Commissione consiliare competente. Di qui l'esigenza che avanziamo in questo momento di revocare quella deliberazione del 14 marzo e di ratificare la deliberazione che in tempi successivi la Giunta è stata costretta ad assumere.
Devo dire che ho esaminato nel dettaglio queste deliberazioni soltanto in questi giorni, viste le competenze che, ai sensi degli accordi intervenuti, mi dovranno essere affidate nel corso di questa legislatura.
Mi sembra che le osservazioni che faceva il Consigliere Tapparo siano molto importanti e mi chiedevo addirittura se esse non potessero formare oggetto già di integrazione nel corso di questo momento di approfondimento da parte del Consiglio e dunque di correzione eventuale della deliberazione già in questa sede per quanto riguarda i criteri. Chiederei quindi al Presidente di sospendere l'approvazione di questo provvedimento affinché io abbia la possibilità di consultarmi con i funzionari che hanno predisposto la deliberazione conseguente e rimandare a un momento successivo l'approvazione da parte del Consiglio, eventualmente con l'aggiunta di questa ulteriore precisazione che faceva il Consigliere Tapparo e che mi sembra molto importante.



PRESIDENTE

Anche a nome dei Consiglieri che sono intervenuti prima, ritengo di accogliere la richiesta dell'Assessore Vetrino. A titolo personale ringrazio molto l'Assessore di questa sensibilità.


Argomento: Psichiatria

Esame proposta di deliberazione n. 7: "Ratifica (ai sensi dell'art. 40 dello Statuto) D.G.R. 191-37198 del 17 aprile 1990 'Determinazione standard strutturali ed organizzativi dei servizi psichiatrici e riorganizzazione del sistema informativo regionale sull'assistenza psichiatrica'"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame della proposta di deliberazione n. 7, di cui al punto 9) all'o.d.g.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Maggiorotti. Ne ha facoltà.
MAGGIOROTTI Signor Presidente, colleghi Consiglieri, dalla lettura di questa deliberazione e dalla lettura della L.R. 61/89 si constata come questa deliberazione di Giunta applicativa della L.R. 61 sia giunta con ritardo rispetto ai tempi che la stessa legge aveva indicato. La legge è dell'autunno e questa deliberazione è del 17 aprile 1990.
Sostanzialmente la valutazione, così come era stata da parte del nostro Gruppo nella passata legislatura, è negativa rispetto all'efficacia della legge 61 a rispondere ai gravi problemi delle persone con disturbi relazionali o malattie mentali, come preferite. Quindi, coerentemente con quella ipotesi noi abbiamo delle grosse perplessità, anzi esprimiamo un giudizio fortemente negativo su questa deliberazione, che di quella legge è applicazione.
Sostanzialmente osserviamo come gli standard che sono stati proposti siano stati proposti secondo criteri che in realtà non sono ben comprensibili e d'altra parte non sono stati confrontati con gli operatori addetti a questo tipo di servizio. Non ci risulta siano stati sentiti gli stessi Consigli di dipartimento che la legge 61 prevede. Consigli che noi d'altra parte, avevamo giudicato essere struttura verticale in cui si centra tutto il potere decisionale sostanzialmente nella figura di un superprimario super UU.SS.SS.LL., nel senso che è un primario che comanda su operatori, centri e strutture psichiatriche di diverse UU.SS.SS.LL. N ci risulta siano state sentite le organizzazioni sindacali, né le associazioni dei parenti delle persone con problemi di malattia mentale.
Tra le altre cose che vorremmo osservare. Sostanzialmente questa legge fissa degli standard di strutture e organizzativi potenziando (se così si può dire) quegli aspetti che noi avevamo giudicati meno innovatori e sostanzialmente non potenziando a sufficienza quelle risposte di tipo terapeutico, quali le comunità alloggio, che a suo tempo avevamo indicato come le risposte più efficaci in determinate tipologie di problemi legati alla malattia mentale. Noi riteniamo che sia da respingere questo tipo di impostazione, così come era da respingere l'impostazione della legge n. 61 in cui sostanzialmente si delega ad una struttura primariale, che prima definivo di superprimariato, tutto il potere nella decisione sulle procedure terapeutiche. D'altra parte non ci risulta che le UU.SS.SS.LL.
abbiano risposto positivamente in questi mesi alle sollecitazioni che lo stesso Assessorato alla sanità ha più volte inviato perchè si costituissero i Consigli di dipartimento. Questo evidentemente dimostra quanto questa legge - non essendo stata confrontata con la realtà delle UU.SS.SS.LL.
degli operatori - fosse di fatto inapplicabile.
Non mi dilungo ulteriormente ed annuncio il voto contrario del mio Gruppo.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GROSSO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Calligaro.
CALLIGARO Abbiamo la conferma a nove mesi dall'approvazione della legge che questa legge è negativa in quanto è pervasa da una logica centralizzatrice di servizi. Se poi si aggiungono i ritardi i guai si moltiplicano per gli utenti. Entro 60 giorni dall'approvazione della legge doveva essere predisposta la deliberazione sugli standard strutturali e organizzativi.
Abbiamo perso circa sei mesi; a 180 giorni dall'approvazione della legge doveva esserci la definizione e l'approvazione di un piano finanziario. Noi siamo stati contrari alla legge, la consideriamo negativa, ma vi preghiamo di applicarla, perché probabilmente qualche servizio si realizzerà. La nostra funzione sarà di stimolo perchè venga attuata. Standard organizzativi tutti teorici: è nota la carenza di personale infermieristico in generale e del personale infermieristico psichiatrico in particolare. Ci si riferisce ad operatori sanitari che non esistono. Gli standard riguardanti i medici ci paiono sufficienti; assolutamente insufficienti invece quelli degli infermieri professionali, è persino ignorata la figura dell'educatore. Come si fa a svolgere un'attività di risocializzazione e di riabilitazione senza gli educatori? Ci pare sotto dotato l'organico dei centri di salute mentale. Sotto dotato l'organico e quindi penalizzato in quanto deve contribuire, fornendo infermieri professionali, al funzionamento dei servizi psichiatrici di diagnosi e cura (i repartini ospedalieri). Non ha educatori e comunque deve farsi carico delle comunità alloggio che sono prive di organico. Ci pare penalizzato il centro di salute mentale.
In queste condizioni come farà a svolgere una qualche assistenza domiciliare, ad attuare un qualche progetto rieducativo a domicilio dei pazienti? Per gli standard strutturali io spero che l'Assessore sia consapevole che oggi non c'è servizio pubblico, non c'è struttura intermedia, che risponda agli standard strutturali. Quindi c'è l'esigenza di adeguarli rapidamente e se i flussi di investimento sono quelli che conosciamo la mia preoccupazione mi pare fondata: c'è il rischio che non vi sia adeguamento dei servizi pubblici, in questo caso gli standard mi sembrerebbero fatti apposta per favorire i servizi privati.
Un caso strano, ma significativo: poco fa l'Assessore per giustificare il ritardo negli investimenti ha detto che bisognava coordinare e programmare gli investimenti previsti dall'art. 20 della legge finanziaria 1988 e la spesa in conto capitale 1989/1990. Non ha potuto smentire il ritardo, ha semplicemente spiegato che c'è una novità: dopo nove anni è stata riletta una legge che dà la possibilità alla Giunta di assegnare 80 miliardi di lire nel nostro caso senza passare all'approvazione del Consiglio. Non lo impedisce nemmeno; siccome si è sempre fatto, una politica che voglia essere minimamente di trasparenza avrebbe dovuto indurre - può indurre ancora - la Giunta a presentare questo provvedimento in Consiglio. Però, caso strano dicevo, perché in questo caso degli investimenti l'Assessore pare preso da un sacro furore programmatorio. Non c'è solo sacro furore programmatorio da parte sua, c'era l'assalto alla diligenza ed è stato difficile distribuire le risorse: questa è la verità! Che poi i provvedimenti fossero elettoralistici non vi sono dubbi, a cominciare dal Governo centrale, perché all'inizio dell'anno il Governo centrale ha stabilito le risorse destinate alla Regione Piemonte in base all'art. 20 della legge finanziaria. Provi a dirci l'Assessore se quelle risorse sono arrivate e quando arriveranno! Provi a dircelo! Questa è una logica micidiale per i servizi pubblici! Queste risorse non sono ancora arrivate, quindi se si faceva a Roma perché non si doveva fare a Torino la ripartizione senza le risorse in tasca? Dicevo che c'è un atteggiamento contraddittorio da parte dell'Assessore, in questo caso sacro furore programmatorio, ha ritardato per coordinare la spesa ex art. 20 della legge finanziaria con la spesa in conto capitale 1989/1990. Ma, ed è qui la contraddizione, quando si tratta della psichiatria ci si muove rapidamente e le sequenze possono essere clamorosamente contraddittorie. Abbiamo chiaramente un provvedimento che è in contrasto con la legge. E' in contrasto con la legge perché la legge stabilisce che prima vengano fissati gli standard e poi vengano fatti i piani di fattibilità, congiuntamente tra le UU.SS.SS.LL. in quanto si dà vita a servizi multizonali.
Le sequenze sono le seguenti: il 30 gennaio si localizzano i servizi senza conoscere gli standard e senza che vi sia un'azione congiunta tra le UU.SS.SS.LL. interessate, poi scattano i finanziamenti prima di conoscere gli standard e prima di avere qualche piano di fattibilità. Qui non c'è sacro furore di coordinare le attività e di programmare. Qui tutto è in contrasto con l'art. 18 punto 3 della legge: si procede, quindi, se non si rispetta nemmeno la legge, con il massimo di discrezionalità e si concentrano le strutture residenziali nelle UU.SS.SS.LL. con l'S.P.D.C.
Questo gioco a carte truccate non lo accettiamo perchè poi ci accorgiamo che già il 30 gennaio di quest'anno si stabiliscono le strutture residenziali in via Tofane, 111 via S. Donato e in via Bricca: non si conoscevano gli standard, ma erano già finanziati t progetti, e l'azione congiunta che doveva esserci tra le UU.SS.SS.LL. è stata comodamente saltata. Ci accorgiamo che in questo modo la residenzialità è tutta riferita alle UU.SS.SS.LL. con l'S.P.D.C, ed è - l'Assessore mi consenta di dirlo - riferita alle clientele. Direi che questo motiva abbondantemente il nostro voto decisamente contrario.
Un'ultima considerazione: pregherei l'Assessore di informare il Consiglio sul funzionamento del servizio di urgenza psichiatrica. Visto che questo servizio svolge degli interventi vorremmo sapere quanti sono, che qualità hanno dal punto di vista sanitario e anche quanto vengono a costare alla Regione Piemonte. Se sarà necessario presenteremo un'interpellanza perché vogliamo sapere come funziona il cosiddetto "SUP" visto che sappiamo che è stato sperimentato nell'intera area della città di Torino e, se non sbaglio, anche nell'USSL di Venaria. Abbiamo primi elementi per valutare concretamente il suo funzionamento: quantità, qualità del servizio e costi per la Regione Piemonte. Per il resto vi preghiamo di applicare la legge e di adeguare rapidamente le strutture pubbliche che oggi non rispondono agli standard che avete stabilito (quelli strutturali) perché se questo avverrà fra quattro o cinque anni daremo in mano a privati, probabilmente senza requisiti e senza controlli, l'assistenza psichiatrica in Piemonte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cucco.
CUCCO Signor Presidente e colleghi Consiglieri, intervengo brevemente per annunciare il mio voto favorevole a questo provvedimento che, in quanto atto dovuto che discende dalla legge, ha l'unico neo di arrivare in ritardo rispetto all'applicazione di una legge che sta diventando sempre più preoccupante dal punto di vista delle resistenze esplicite o implicite che sta incontrando.
Spero che durante questa legislatura in questo Consiglio non vengano assunti i toni della scorsa legislatura (che erano più da crociata che da confronto fra argomenti diversi) nell'applicazione di una legge che noi riteniamo importante per l'avvio di strutture che consentano concretamente e realisticamente di affrontare i problemi delle persone malate di mente e delle famiglie delle persone malate di mente. Noi interverremo con alcune proposte, riguardo questo argomento, nelle prossime settimane (a settembre) per cui non mi dilungo ulteriormente. Vorrei poi segnalare all'Assessore di andare a controllare nell'applicazione degli standard anche la struttura residua dell'ex ospedale psichiatrico di Collegno.
E' secondo me un argomento che potrebbe dare grosse sorprese proprio dal punto di vista dei primari che sono ancora attivi, numerosi e presenti in servizio, in contrasto con la carenza effettiva di personale che caratterizza tutta l'assistenza psichiatrica piemontese, sia dal punto di vista medico che dal punto di vista infermieristico. Perci nell'applicazione degli standard consiglierei all'Assessore di fare molta attenzione all'ex ospedale psichiatrico ed a quanto accade in quel luogo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Staglianò.
STAGLIANO' I colleghi della passata legislatura sanno che di questo argomento abbiamo discusso moltissimo, talvolta anche con toni molto accesi. Per brevità mi rifaccio alle argomentazioni, in merito a questo provvedimento che ha svolto puntualmente prima di me il collega Calligaro. Sono argomentazioni che personalmente condivido appieno. D'altra parte, era ben evidente che, tutto sommato, sarebbe stata messa in atto la volontà di spostare il baricentro delle attività assistenziali in campo psichiatrico sui medici e sui primari: abbiamo avuto modo di dirlo in maniera molto diffusa nel corso della discussione che ha preceduto la stesura della legge a cui il provvedimento in oggetto fa riferimento.
Voglio dire, con do, che non siamo minimamente sorpresi dal metodo che l'Assessore, per quanto riguarda questo argomento, ha voluto adottare.
Annuncio il voto contrario sia mio che dei colleghi del Gruppo dei Verdi.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Maccari per la replica.
MACCARI, Assessore alla sanità E' stato sottolineato il ritardo.
La legge è entrata in vigore a metà novembre del 1989 per cui i 60 giorni indicati dalla legge sono scaduti il 15 gennaio e noi siamo riusciti a portare la delibera in Giunta solamente il 15 marzo, indubbiamente con 60 giorni di ritardo.
Non voglio cercare giustificazioni di fronte ad un'assemblea che vive i problemi ed i rapporti politici in modo istituzionale da molti anni, ma indubbiamente il fatto che lo scioglimento del Consiglio per le elezioni abbia provocato un ritardo di 60 giorni non credo sia una cosa catastrofica: questa non vuole essere una giustificazione, è una constatazione.
Gli standard ricalcano quelli indicati in Lombardia e in Emilia (sono le due regioni che li hanno deliberati) e tengono conto, per quanto è possibile, della carenza degli infermieri professionali. Tant'è vero che nella delibera stessa sono già indicate anche delle misure da attuare in conseguenza della carenza di infermieri professionali. Quindi per quanto è possibile ha voluto essere aderente alla realtà e non prestarsi a facili accuse di velleitarismo, anche se è chiaro che come negli altri settori ospedalieri la carenza di infermieri professionali ci mette, in molte situazioni, in difficoltà e qualche volta anche in ginocchio.
Ma come loro sanno, forse non tutti i Consiglieri nuovi, in questi due anni la Giunta regionale ha triplicato gli allievi nelle scuole di infermieri professionali in Piemonte. Non raggiunge indubbiamente la copertura della necessità, perché passare da 700 a 2000 iscrizioni nel giro di 24 mesi, pur essendo uno sforzo colossale per le strutture, ammonitori forze ed anche capacità economiche, non risolve il problema.
Su 2000 iscritti al I anno in linea di massima se ne diplomano 60-65 quindi possiamo considerare che a partire dal 1991/1992 dovremmo avere nelle scuole piemontesi una media dai 1000 ai 1200 diplomati annui in confronto ai 400/450 degli anni precedenti. Quindi credo sia una situazione positiva, ma non ci copre neanche il turn over, ma non è una situazione solo piemontese. D'altronde basta leggere i giornali di questi giorni per prendere visione delle misure straordinarie indicate anche a livello nazionale con disegno di legge da parte del Ministro De Lorenzo.
Apprezzo molto l'invito che il Consigliere Calligaro mi ha fatto per ben due volte di applicare la legge. Non vorrei fare una deduzione di parte, ma io non inviterei così caldamente ad applicare una legge che ritengo completamente sbagliata! Quindi si vede che questa legge ha qualcosa di positivo.
Daremo senz'altro informazione dell'andamento del servizio di urgenze psichiatriche al Consiglio o in Commissione. Forse in Commissione potrebbe esserci una prima informazione e poi eventualmente la Commissione stessa deciderà se portare la discussione in Consiglio.
Il Consiglio ha già esaminato ed ha già approvato una linea di indirizzo di spesa per i prossimi dieci anni che prevede la creazione di 25 centri di terapie psichiatriche, uno per Dipartimento, di cui 7 sono già stati identificati. Ringrazio Calligaro di aver anche ricordato l'indirizzo della via di ubicazione, 7 sono già stati identificati, sono contenuti nel primo stralcio triennale presentato al Ministero e la Regione Piemonte dopo il Trentino Alto-Adige, è stata la seconda regione a presentare il piano decennale.
Il piano triennale è già stato approvato dal nucleo di valutazione ed è all'esame del CIPE per la deliberazione. Credo che in ottobre potremmo autorizzare le 7 UU.SS.SS.LL. interessate a partire sui 7 centri di terapie psichiatriche previsti nel primo triennio.
Voglio solo ricordare che una legge che è stata approvata il 23 o il 28 ottobre, che è entrata in vigore il 15 novembre 1989, che ha visto il Consiglio votare nel marzo 1990, vuol dire 120 giorni dopo, un piano di intervento decennale con il 30% dei centri di terapie psichiatriche previste, averli finanziati, identificati e mi auguro realizzati, credo che il Consiglio abbia fatto giustamente bene quanto gli competeva nella misura in cui aveva documentazione da parte delle UU.SS.SS.LL. per poter partire.
Noi siamo partiti su tutte le indicazioni che le UU.SS.SS.LL. ci avevano dato, non ne abbiamo dimenticata una. Sette identificazioni e su 7 partiamo nel primo triennio. Come abbiamo previsto le comunità protette di cui 5 partono nel primo triennio, altre 5 sono nel secondo e le altre rimandate al terzo. Quindi a pag. 87 della documentazione, che a suo tempo è stata distribuita a tutti i Consiglieri, c'è il piano di intervento decennale diviso per triennio. Questo mi sembrava utile doverlo specificare, perché chi non ha partecipato alla fase del mandato precedente non poteva disporre di questi elementi che saranno messi a disposizione dei Consiglieri nuovi.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO



PRESIDENTE

Si proceda pertanto alla votazione della deliberazione, il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvata con 21 voti favorevoli, 10 contrari e 5 astensioni.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Esame proposta di deliberazione n. 8: "Ratifica (ai sensi dell'art, 40 dello Statuto) D.G.R. J07-375JO del 30/4/J990: 'USSL subcomunale TO X di Torino - Deliberazione del Consiglio comunale n. 2925 del 26/6/1989 e n. 4303 del 24/10/1989 - Ampliamento pianta organica provvisoria Autorizzazione parziale'"


PRESIDENTE

Passiamo al punto 10) all'o.d.g. riguardante la proposta di deliberazione n. 8.
Non essendovi interventi pongo in votazione tale deliberazione, il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 39 voti favorevoli e 1 astenuto.


Argomento: Opere idrauliche ed acquedotti

Esame proposta di deliberazione n. 9: "Ratifica (ai sensi dell'art. 40 dello Statuto) D.G.R. 169-37571 del 30/4/1990: 'Finanziamenti in conto capitale per interventi urgenti relativi ad acquedotti in crisi idrica ed opere fognarie, Impegno di L. 2.000.000.000 per 1'anno 1990 (Cap. 7260/90) e prenotazione di impegno di L. 4.000.000.000 per l'anno 1991 (Cap. 7260 91)'"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame della proposta di deliberazione n. 9, di cui al punto Il) all'o.d.g. Ha la parola il Consigliere Chiezzi.
CHIEZZI Signor Presidente, colleghi Consiglieri, non so se le domande che far otterranno una risposta, nel senso che sono domande abbastanza specifiche nel merito della deliberazione che spero sia stata letta dal Presidente della Giunta. E' una delibera delicata perché presa anch'essa in periodo pre-elettorale.
E' una delibera che impegna non solo stanziamenti a bilancio per l'anno 1990, ma anche stanziamenti a bilancio per l'anno 1991, quindi di grande delicatezza, in quanto in periodo di vacanza di Consiglio si impegnano fondi addirittura per l'esercizio successivo. La delibera dice inoltre che le opere finanziate sono opere che corrispondono a una diffusa necessità sull'intero territorio regionale e che vengono finanziate, oltre alle opere già storicamente richieste dai Comuni (questo è il punto sul quale sollecito la sua attenzione), anche opere "considerato che nel frattempo si sono verificate nuove situazioni non comprese nelle suddette richieste" (leggo il testo della delibera).
Mi sembra comprensibile che l'opposizione chieda un chiarimento su queste novità; quali opere nuove, rispetto alle richieste che fanno capo a storiche carenze della Regione Piemonte, sono state inserite in questa vacanza del Consiglio e sono state finanziate? Anche perché le opere non nuove fanno riferimento a iter procedurali già abbastanza lunghi e consolidati. Si dice ad esempio che si finanziano opere che non erano state considerate compatibili dal CIPE.
Questa richiesta di precisazione tiene anche conto che in realtà mentre la delibera parla di "diffuse esigenze" sul territorio regionale, in realtà poi questa delibera destina il 42% del finanziamento alla provincia di Novara, provincia nella quale è stato eletto l'Assessore che aveva proposto questo impegno. Il 42% è un po' tanto, può darsi sta giustificatissimo, per carità. Ma il ruolo dell'opposizione è anche quello di pungolo, di stimolo di capire perché certi provvedimenti. Quasi la metà del finanziamento in una delibera in cui si dice che il problema è diffuso in tutto il territorio.
Un altro elemento di chiarimento è il seguente: è una delibera presa sotto la spinta dell'urgenza, almeno così bisogna dire, altrimenti si poteva aspettare il nuovo Consiglio. Si dice che l'avvio di queste opere deve avvenire entro 120 giorni dalla data di esecutività della presente delibera, quindi verso l'ottobre di quest'anno. Ma queste opere sono finanziate sul bilancio 1991, dovessero veramente iniziare nell'ottobre di quest'anno, con che soldi verrebbero pagate, visto che è solo sull'esercizio 1991 che saranno resi disponibili con apposito atto gli stanziamenti relativi ai 4 miliardi? Questo obbligo scritto in delibera a valere su tutti gli interventi che le opere finanziate devono iniziare entro 120 giorni è un obbligo incomprensibile. E se è un obbligo incomprensibile che senso ha la delibera, che senso ha scrivere: "diamo un finanziamento a valere sul bilancio 1991 con apposita delibera presa dalla Giunta nel 1991 (ma con l'obbligo di prenderla), assegnando un termine per l'avvio dei lavori di 120 giorni (che non può essere rispettato) "? Mi pare quindi una delibera difficile da ratificare almeno per quanto riguarda la posizione della opposizione. Questi sono i chiarimenti, Signor Presidente, che non chiedo neppure vengano eventualmente dati immediatamente. Valuti lei se discorsi di questo genere possano essere più agevolmente trattati nella sede più ristretta della Commissione, ad esempio. Mi rendo conto delle sue difficoltà e non insisto più di tanto però sollevo con una certa serietà questi dubbi, per capire l'effettiva urgenza e per capire tutte le conseguenze di questa delibera.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.
TAPPARO Signor Presidente, colleghi Consiglieri, ritengo che la deliberazione abbia in premessa sottolineato quello che è il carattere di emergenza di questo tipo di intervento. Proprio questo carattere assume toni drammatici con la attuale crisi delle acque, che vediamo anche colpire la nostra regione, che sta toccando l'agricoltura, che vede il livello dei nostri laghi e bacini idroelettrici e la portata dei nostri fiumi calare rapidamente.
Questa iniziativa non può che collocarsi, e deve essere espressa questa volontà, in un intervento di visione generale. Se notiamo gli interventi sui filtri degli acquedotti sono fatti tutti in zone agricole che presentano problemi di inquinamento alla falda. Ritengo che occorra tener presente che questi tipi di interventi non possono né avere la logica del pannicello caldo né essere un momento isolato, ma collocati in una strategia in cui soprattutto il rapporto tra acque potabili ed inquinamento (inquinamento provocato dalle attività economiche sia del settore secondario che del settore primario) sia posto in grande evidenza. Solo con la capacità di avere una visione globale diamo anche un senso ai finanziamenti di proiezione all'esercizio successivo.
Ritengo che, quindi, sia importante da parte sua, Assessore l'assunzione di impegno, con affermazione di principio, sulla necessità che l'emergenza delle acque in Piemonte non può essere vista solo come un problema di captazione di nuove opportunità di risorse idriche, oppure di riduzione delle perdite degli acquedotti, oppure l'utilizzo di filtri più sofisticati, ecc., ma sia collocata all'interno di una strategia generale del rapporto tra acqua potabile e inquinamento provocato dalle attività primarie e secondarie.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta regionale per la replica.
BRIZIO, Presidente della Giunta regionale Mi pare che l'emergenza idrica sia una tale realtà per cui l'urgenza degli interventi emerge abbastanza palese.
Al collega Chiezzi vorrei dire, per quello che riguarda le domande, che non sono stati distribuiti i fondi in carenza di domande: la richiesta allo Stato era fatta sulle domande pervenute fino allora, e quindi si è avuto lo stanziamento di IO miliardi e 78 milioni. Evidentemente, proprio perché c'è l'emergenza idrica successivamente sono pervenute altre domande. Quindi l'intervento è stato predisposto in modo più ampio, in parte con le risorse finanziare dello Stato e in parte con le risorse finanziarie della Regione tenendo conto anche di una proiezione di impegno di spesa.
L'impegno di spesa è stato inserito nella nostra legge di contabilità anteriormente al 1985 come strumento atto a dare organicità a certi interventi e consentire l'utilizzo delle risorse finanziarie con anticipazioni di cassa e a valere sul bilancio successivo. Tanto è vero che questa cosa è nata improvvisata a fine del Consiglio regionale che bisogna tener conto che i 4 miliardi di prenotazione di spesa, oltre i 2 miliardi sul capitolo dell'esercizio, sono ottenuti su una spesa autorizzata con la legge finanziaria n. 39 del 23/4/1990. Quando approvammo la legge finanziaria del 23/4/1990 si andò a creare questo impegno di spesa altrimenti non l'avremmo fatto, quindi prevedendo la possibilità di andare al 1991 attraverso il discorso della legge finanziaria.
Mi rendo conto che l'operazione avrebbe potuto, in allora, apparire una scelta discutibile però è passata come legge in Consiglio regionale ed è passata proprio per andare a sostenere delle spese giudicate particolarmente urgenti.
Naturalmente tutto il complesso delle domande è un complesso di domande che è stato visto su segnalazioni richieste dai Comuni, su segnalazioni dei Genii civili, quindi è un intervento di emergenza.
C'è poi la necessità che indicava il collega Tapparo di dare organicità a questi interventi. Sotto questo aspetto possiamo prendere l'impegno con la Giunta, che si apre con la sua attività, di approfondire questi argomenti e di dare una organicità maggiore.
Devo dire che anche il problema degli impegni di spesa è un discorso che andrà rivisto. Voglio fare riferimento all'inserimento nel programma di una revisione della legge finanziaria proprio perché abbiamo bisogno di essere ad un tempo non velleitari nelle nostre cose e anche non essere rigorosi, puntuali, non essere autofrenanti, ma essere anche attenti alle risorse che abbiamo a disposizione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.
CHIEZZI Ringrazio il Presidente Brizio per la risposta educata che ha dato alle mie domande.
Rimango ancora insoddisfatto delle risposte che forse non potevano essere più precise in questo momento. Però continuo ad essere interessato ad esempio, a sapere quali siano queste nuove situazioni che esulano dalle richieste consolidate e quindi hanno probabilmente scavalcato alcune richieste di Comuni che giacevano da tempo. Non penso che con questi finanziamenti riusciamo a soddisfare tutta la pletora di richieste che senz'altro è diffusa sul territorio regionale. Mi interessa sapere eventualmente in Commissione con i funzionari e il nuovo Assessore, quali erano queste nuove situazioni anche in relazione a questo squilibrio territoriale che rimane, non tanto per il passato ma sempre per i comportamenti futuri della Giunta; vorrei capire come mai c'è questo grosso squilibrio territoriale.
Per questi motivi, di cui non facciamo carico oltre il dovuto al nuovo Presidente che gentilmente ha risposto, come Gruppo votiamo contro a questa deliberazione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire per dichiarazione di voto il Consigliere Rabellino. Ne ha facoltà.
RABELLINO Il nostro Gruppo voterà contro alla deliberazione anche se ci dispiace.
Ci aspettavamo che la Giunta la ritirasse, vista la chiara operazione elettorale di questa deliberazione. Per cui oltre votare contro invitiamo i Consiglieri di buon senso ad adeguarsi a questo giudizio.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire per dichiarazione di voto il Consigliere Squillario. Ne ha facoltà.
SQUILLARIO Accettiamo le motivazioni e le spiegazioni del Presidente, anche se lo squilibrio territoriale è notevole. C'è da augurarsi che in futuro avvenga un riequilibrio, sperando però che la Giunta possa dare giustificazioni migliori alla deliberazione che segue.
BRIZIO, Presidente della Giunta regionale Voglio assicurare che la documentazione sarà data.



PRESIDENTE

Pongo pertanto in votazione la proposta di deliberazione n. 9, il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvata con 25 voti favorevoli e 16 contrari.


Argomento: Industria - Commercio - Artigianato: argomenti non sopra specificati

Esame proposta di deliberazione n. 4 (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame della proposta di deliberazione n. 4, di cui al punto 8) all'o.d.g.
L'Assessore Vetrino, in seguito alla discussione, ha proposto il seguente emendamento il cui testo recita: Nell'allegato A, alla seconda pagina, dopo la quarta riga, aggiungere dopo il punto 3, il punto: "punto 3 bis) Istituzione e/o ristrutturazione di zone mercatali in aree territoriali interessate da insediamenti commerciali legati alla grande distribuzione".
La parola all'Assessore Vetrino per l'illustrazione.
VETRINO, Assessore al commercio Ho proposto un emendamento all'allegato A) che prevede la possibilità di ristrutturazioni di zone mercatali in aree territoriali interessate dalla grande distribuzione.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 21 voti favorevoli e 16 astensioni.
Pongo in votazione la deliberazione così emendata, il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 35 voti favorevoli e 2 astensioni.


Argomento: Opere idrauliche ed acquedotti

Esame proposta di deliberazione n. 10: "Ratifica (ai sensi dell'art. 40 dello Statuto) D.G.R. 170-37572 del 301411990: 'L.R. n.18184, Piano regionale di qualità delle acque. Lavori di integrazione e completamento di opere consortili di raccolta e depurazione delle acque reflue urbane. Programma di intervento annuale per l'anno 1990. Importo di L. 5.000.000.000 (cap. 8960190)'"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame della proposta di deliberazione n. 10, di cui al punto 12) all'o.d.g. La parola al Consigliere Chiezzi.
CHIEZZI Signor Presidente, colleghi Consiglieri, si tratta della seconda deliberazione di una serie di quattro deliberazioni relative al medesimo problema.
Signor Presidente della Giunta, il tono molto pacato con il quale mi rivolgo a lei dipende dal fatto che il principio di responsabilità personale, anche se la Giunta è un organo di carattere collegiale e lei era presente nella Giunta che aveva approvato queste deliberazioni, pesa nel senso che non penso che lei abbia avuto una responsabilità diretta su queste deliberazioni assunte in vacanza di Consiglio con urgenza. Ma non vorrei che il tono pacato facesse intendere poca attenzione da parte nostra alla gravità di queste deliberazioni.
Spero che proseguendo nell'esame delle quattro deliberazioni ad un certo punto ci sia un ripensamento da parte del Presidente della Giunta e della maggioranza e si consenta che almeno una di queste deliberazioni possa essere, insieme alla documentazione relativa alle altre tre, prima di essere votata in Consiglio, discussa in Commissione. Mi rendo anche conto che si tratta di problemi che hanno valenze generali, però le valenze generali ]potrebbero più utilmente vedere un confronto in Consiglio se tutta una serie di fatti amministrativi tecnici più minuti fossero trattati preventivamente in sede più ristretta.
Su questa deliberazione spendo pochissime parole perchè è una deliberazione che fa riferimento ad un programma regionale che occorrerebbe guardare bene. Il fatto concreto in questa deliberazione è che l'Assessore che aveva destinato il 42% dei finanziamenti della deliberazione precedente a Novara, con questa deliberazione destina il 70% di tutti i finanziamenti sempre alla provincia di Novara. Può darsi che sia giustificato e in regola, però il 70% dei finanziamenti è tanto; si continua in uno squilibrio di allocazione delle risorse a livello territoriale che è molto grande e che, dal punto di vista di quanto è scritto in deliberazione e di cosa conosce l'opposizione, non può consentirci un voto favorevole, in assenza di documentate spiegazioni in sede di Commissione. Ovviamente mi riferisco a deliberazioni assunte dalla Giunta in vacanza di Consiglio.
Leggo la deliberazione e non posso che fare queste osservazioni. Per questo motivo, se la deliberazione viene mantenuta il Gruppo comunista darà voto contrario.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta.
BRIZIO, Presidente della Giunta regionale Sono interventi di integrazione già effettuati. Che la politica della depurazione sia andata molto verso il nord del Piemonte non lo scopriamo oggi, è un dato di fatto. Intanto si impegna il bilancio 1990, quindi non ci sono i problemi precedentemente indicati. Si va ad integrare i finanziamenti FIO esistenti e si va a consentire di realizzare una serie di opere. E' vero che le più consistenti sono nel Novarese, ma c'è un complesso di opere che riguarda tutto il Piemonte (Avigliana, Caluso, Diano d'A1ba). Quindi, questa deliberazione è stata predisposta in base alla necessità di anticipare i tempi.
Chiaramente la fase di vacanza del Consiglio ha creato dei problemi. Se fossimo stati in una fase normale la deliberazione sarebbe andata regolarmente in Commissione, ci sarebbe stato quel confronto che oggi manca e che mi rendo conto che è certamente negativo, però a questo punto la deliberazione è andata in itinere, già è avviata la sua applicazione, mi parrebbe difficile frenare un provvedimento come questo.
Per la responsabilità che ho come Presidente della Giunta portando avanti il discorso di ratifica di questa deliberazione non posso che chiedere la sua ratifica. L'impegno che posso prendere lo prendo con molta fermezza e cioè eviteremo, proprio per il rapporto che abbiamo cercato di stabilire con il Consiglio, di ricorrere a ratifiche su provvedimenti di spesa.
Assumiamo questo impegno per il futuro, adesso abbiamo una fase che è avviata, la vacatio è stata lunga, c'era la necessità di intervento su questi settori. Chiedo al Consiglio di considerare che le valutazioni vengono anche da quegli organi tecnici ai quali ieri abbiamo fatto riferimento e che hanno anche la loro affidabilità siano in questo senso.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavallera per dichiarazione di voto.
CAVALLERA Signor Presidente, colleghi Consiglieri, per quanto riguarda questa deliberazione anche noi rileviamo la necessità che provvedimenti di questo tipo vengano inseriti organicamente ed in modo documentato, affinché si possa rilevare, nell'ambito di queste deliberazioni, la presenza o l'avvio a soluzione di tali problemi che sappiamo essere presenti in tutte le province della nostra Regione.
Comunque per quanto riguarda il Gruppo della DC, anche in considerazione del fatto che problemi di questo genere si pongono in tutti i consessi elettivi durante il cambio delle Amministrazioni, il voto è favorevole perché in ogni caso interventi come questi sono necessari semmai mancano elementi per dare una valutazione completa dal punto di vista delle priorità.
E' un voto favorevole, ma accompagnato dalla richiesta di avere la disponibilità della Giunta e dell'Assessorato competente per una convocazione della Commissione che, proprio ricollegandosi alle osservazioni che sono state fatte in quest'aula, consenta ai Consiglieri molti sono di prima nomina - di rendersi conto dello stato di fatto nel settore idrico e della depurazione soprattutto alla luce della emergenza idrica che si sta sempre più accentuando. Per cui, in questo modo, il nostro voto è una concessione di credito che però deve avere come riscontro una disponibilità nel senso che noi abbiamo richiesto.
BRIZIO, Presidente della Giunta regionale La Giunta è disponibile in tal senso.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Squillario per dichiarazione di voto.
SQUILLARIO Intervengo per dichiarazione di voto dicendo che mi asterrò. Come ha detto il collega Cavallera effettivamente queste delibere vanno impostate con molta più cautela e molta più oggettività, lo sono un Sindaco che è già stato condannato, e che probabilmente lo sarà ancora, per i problemi dell'inquinamento legati a difficoltà di carattere economico, perla mancata integrazione di due/tre miliardi chiesti e mai ottenuti nel giro di molti anni. Quindi, è necessario che queste cose vengano viste con maggiore obiettività.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rabellino per dichiarazione di voto.
RABELLINO Come per la deliberazione precedente anche su questa la nostra dichiarazione di voto è contraria. Sempre perché questa è una pura manovra elettorale. Anche qui ci spiace vedere che la Giunta non ha voluto ritirare questa deliberazione.



PRESIDENTE

Se non vi sono altri interventi, pongo in votazione tale deliberazione il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvata con 22 voti favorevoli, 17 contrari e 2 astensioni.


Argomento:

Esame proposta di deliberazione n. 10: "Ratifica (ai sensi dell'art. 40 dello Statuto) D.G.R. 170-37572 del 301411990: 'L.R. n.18184, Piano regionale di qualità delle acque. Lavori di integrazione e completamento di opere consortili di raccolta e depurazione delle acque reflue urbane. Programma di intervento annuale per l'anno 1990. Importo di L. 5.000.000.000 (cap. 8960190)'"

Argomento:

Esame proposta di deliberazione n. 13: "Ratifica (ai sensi dell'art. 40 dello Statuto) D.G.R. 176-37578 del 30/4/1990: 'LL.RR. n. 54/75 e n. 18/84. Finanziamento parziale programma 1989'"(rinvio)


PRESIDENTE

Non è possibile procedere alla ratifica della proposta di deliberazione n. 13 di cui al punto 13) all'o.d.g. in quanto è stata annullata dalla Commissione di controllo.
Pertanto propongo all'assemblea di inserire, come mi è stato richiesto la proposta di deliberazione n. 37 relativa alla presa d'atto delle dimissioni del Vicepresidente Rolando Picchioni e l'integrazione dell'Ufficio di Presidenza con l'elezione di un Vicepresidente.
Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi. Ne ha facoltà.
CHIEZZI Chiedo se si può sapere il motivo della non approvazione da parte della Commissione di controllo e le intenzioni della Giunta. Forse un brevissimo dibattito su questa deliberazione si potrebbe anche fare, dal momento che è stata respinta.



PRESIDENTE

Per prima cosa darei lettura della lettera di informazione che ho ricevuto dal Presidente della Giunta regionale relativa all'annullamento di tale deliberazione da parte della Commissione di controllo. Dopodich considerato che mi sembra questo l'intendimento del Consiglio, passerei alla presa d'atto delle dimissioni del Vicepresidente e all'elezione del nuovo Vicepresidente. Successivamente sentirei la Giunta se sulla questione della delibera ha qualcosa da dire.
Comunico che ho ricevuto la seguente lettera dal Presidente della Giunta regionale: Oggetto: D.G.R. n. 176-37578 del 30/4/1990, adottata in forza dell'art. 40 dello Statuto. Annullamento della delibera da parte della Commissione di controllo.
"Si informa, ai fini del successivo esame da parte del Consiglio regionale, che la deliberazione della Giunta regionale di cui all'oggetto è stata annullata dalla commissione di controllo sugli atti della Regione con provvedimento n. 25/198 in data 11/7/1990 di cui si fa pervenire copia".
Sospenderei quindi questo punto in attesa che arrivi la documentazione.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Esame proposta di deliberazione n. 37: "Presa d'atto delle dimissioni dall'Ufficio di Presidenza del Vicepresidente Rolando Picchioni ed integrazione Ufficio di Presidenza. Elezione di un Vicepresidente (art. 14 dello Statuto e art. 4 del Regolamento consiliare)"


PRESIDENTE

Esaminiamo pertanto la proposta di deliberazione n. 37: "Presa d'atto delle dimissioni dall'Ufficio di Presidenza del Vicepresidente Rolando Picchioni ed integrazione Ufficio di Presidenza. Elezione di un Vicepresidente (art. 14 dello Statuto e art. 4 del Regolamento consiliare)".
Ha chiesto la parola il Consigliere Cavallera. Ne ha facoltà.
CAVALLERA Noi siamo d'accordo con l'inversione dell'o.d.g. e quindi a passare alla elezione del Vicepresidente del Consiglio. In questo senso avevamo chiesto la parola in precedenza.
Dal momento che ho la parola propongo, a nome del Gruppo DC, il Consigliere Renato Montabone per la nomina a Vicepresidente del Consiglio regionale.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, do lettura della lettera di dimissioni dalla carica di Vicepresidente del Consiglio regionale presentata in data 25 luglio 1990 Consigliere Rolando Picchioni: "Il sottoscritto Rolando Picchioni, con la presente, rassegna le proprie dimissioni in qualità di Vicepresidente del Consiglio regionale a far tempo dalla data odierna".
Il Gruppo DC ha proposto la candidatura del Consigliere Renato Montabone alla carica di Vicepresidente del Consiglio regionale.
Pongo in votazione la proposta di prendere atto delle dimissioni dalla carica di Vicepresidente del Consiglio regionale del Consigliere Rolando Picchioni.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Il Consiglio approva con 45 voti favorevoli (il Consigliere Picchioni non partecipa alla votazione).
Procediamo quindi alla elezione del nuovo Vicepresidente dell'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale.
Si distribuiscano le schede per la votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 48 hanno riportato voti: MONTABONE Renato 28 SARTORIS Anna 1 SQUILLARIO Luigi 1 Schede bianche 17 Scheda nulla 1 Proclamo quindi eletto Vicepresidente dell'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale il Consigliere Renato Montabone, in sostituzione del Consigliere Rolando Picchioni, che invito a prendere posto al banco della Presidenza.



(Il neo Vicepresidente del Consiglio regionale prende posto al banco della Presidenza)



PRESIDENTE

Si conclude a questo punto la prima parte dei lavori del Consiglio.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 13,40, riprende alle ore 15)


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta riprende.
In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo per la seduta pomeridiana i Consiglieri Croso e Ferrara; è inoltre in congedo il Consigliere Cucco.


Argomento:

Esame proposta di deliberazione n. 13 (seguito)


PRESIDENTE

In merito al punto 13) all'o.d.g., chiede la parola il Presidente della Giunta regionale. Ne ha facoltà.
BRIZIO, Presidente della Giunta regionale E' mia competenza dare una precisazione al collega Chiezzi in ordine ai motivi di annullamento della delibera che non sarà ratificata.
Il motivo è che secondo il Commissario di Governo (si deve dire che forse ha oggettivamente ragione) non è stato accantonato il 10% previsto dalla legge regionale 19/11/1974 integrata dalla legge regionale del 1977 n. 36, perciò la delibera in questo senso è improponibile e non tornerà in Consiglio sotto questa forma.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.
CHIEZZI Ringrazio il Presidente della Giunta, però vorrei precisare un altro aspetto: la legge n. 54, secondo la quale la passata Giunta ha preso la deliberazione, prevede che ci siano due tipi di accantonamento del 10%, uno relativo ai sovrapprezzi e uno relativo all'urgenza.
Pregherei la Giunta, nell'eventuale predisposizione di un provvedimento successivo (perché si tratta di predisporre il programma annuale) di tener presente questo fatto, ovvero che ci sono due tipi di accantonamento, che erano stati superati dalla passata Giunta interpretando tutto il finanziamento come finanziamento urgente. D'altra parte era un fatto che mi pareva inaccettabile, infatti il Commissario di Governo l'ha respinto.
Pregherei di prestare attenzione a questi due aspetti.


Argomento: Calamità naturali

Esame proposta di deliberazione n. 14: "Ratifica (ai sensi dell'art. 40 dello Statuto) D.G.R. 178-37580 del 30/4/1990: 'LL.RR. n. 18/84 e n. 38/78 Prenotazione di impegno di spesa per interventi urgenti a difesa del suolo'"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora la proposta di deliberazione n. 14, di cui al punto 14) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Chiezzi.
CHIEZZI Signor Presidente, colleghe e colleghi, questa è l'ultima della serie di quattro delibere tutte caratterizzate da finanziamenti urgenti deliberati il 30 aprile 1990.
Anche questa delibera, che è stata presa dall'Assessore Mignone, appare molto generica, troppo generica in alcuni casi. Si parla di urgenza e si parla di completamento di situazioni già interessate da eventi alluvionali precedenti, però, anche in questa delibera, si continuano ad aggiungere, a quei completamenti previsti da richieste precedenti, le più urgenti necessità quali si sono manifestate anche successivamente allo scioglimento del Consiglio regionale.
Insomma, che il 30 aprile, a pochi giorni dalle elezioni, per quattro delibere differenti, si sia sentito il bisogno e l'urgenza, in occasione di avvenimenti successivi allo scioglimento del Consiglio regionale, di aggiungere finanzia menti a Comuni e per opere anche scarsamente comprensibili lascia tutti i dubbi che ho già espresso per le precedenti delibere. I dubbi in più sono dati dal fatto che anche in questo caso la provincia di Alessandria (che è la provincia in cui è stato eletto l'Assessore proponente) prende il 35% di tutti i finanziamenti, pari a un miliardo e 400 milioni. Se poi andiamo a vedere il dettaglio delle opere finanziate vediamo che nella provincia di Alessandria, dove si raggiunge una cifra di gran lunga superiore a quella che si potrebbe immaginare, il dettaglio delle opere è molto carente: dire che si finanziano 300 milioni per sistemazioni idrauliche di rii (senza indicare quali siano e quale tipo di opere occorrano) ci sembra una documentazione assolutamente insufficiente. Quindi i dubbi che ho espresso per tutte le altre delibere li confermo anche per questa.
Per questo motivo, se non c'è un rinvio in Commissione, il Gruppo comunista voterà contro anche a questa deliberazione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Vetrino.
VETRINO, Vicepresidente della Giunta regionale In una divisione di deliberazioni da istruire per poter rendere al Consiglio le giuste informazioni, il Presidente Brizio mi aveva incaricata questa mattina di approfondire i termini di questa deliberazione. E' piuttosto strano perché, tra l'altro, io ero anche assente nel momento in cui si assumeva questa deliberazione.
Noi collochiamo questa deliberazione nell'ambito del pronto intervento anche se alcuni anni di esperienza in questa Regione ci portano a dire che su questa materia da tempo, anzi da sempre, c'è stato contenzioso tra chi gestiva la materia e chi aveva la possibilità di controllarla (questo succedeva negli anni dal 1980 al 1985 così come è successo negli anni dal 1985 al 1990). Quindi evidentemente si tratta di materie sempre molto delicate, perché la discrezionalità nella definizione del pronto intervento ha creato più di una volta delle possibilità di diverse interpretazioni degli Assessori da una parte e di chi controlla dall'altra.
Nel caso specifico, se è vero che questa deliberazione può apparire scarsamente motivata è anche vero che questi atti sono a loro volta ampiamente documentati da una istruttoria che non potendo far parte della deliberazione è a disposizione, ai sensi di un articolo specifico dello Statuto, dei Consiglieri che vogliano approfondire la cosa e vogliano capire di più il motivo di 300 milioni piuttosto che di 100 milioni o di 250 milioni.
Non discuto sulle cifre che ha voluto evidenziare il Consigliere Chiezzi relativamente ad una distribuzione che, percentualmente considerata, può essere valutata con una certa dose di discrezionalità.
Devo però anche dire che tutti questi interventi sono conseguenti ad eventi alluvionali già dichiarati gravi ai sensi dell'art. 9 della legge 38, che è appunto la legge sul pronto intervento. Quindi io debbo giudicare che chi ha fatto le istruttorie abbia evidentemente avuto a mano tutti gli elementi necessari per poter individuare in questi eventi degli eventi alluvionali gravi.
C'è un'ulteriore giustificazione che questa mattina mi è stata indicata dal funzionario che ha predisposto la deliberazione per conto dell'Assessore Mignone. Taluni di questi eventi alluvionali, che erano in sospeso, rischiavano di essere aggravati perché, dopo un periodo di siccità dei primi mesi di quest'anno, rispetto al quale noi avevamo addirittura rivolto al Governo delle esigenze di pronto intervento, ad un certo punto la pioggia arrivò segnatamente in zone che sono proprio quelle rispetto alle quali questi pronti interventi sono andati a riversarsi.
Questo è quanto posso dire sulla base dell'informazione che abbiamo potuto raccogliere questa mattina e spero che queste precisazioni possano soddisfare le perplessità, per certo verso abbastanza condivisibili, del Consigliere Chiezzi.
Signor Presidente, noi abbiamo delle esigenze di ratifica per non incorrere in altre difficoltà. Credo che non soltanto questa deliberazione ma anche le tre deliberazioni delle quali abbiamo discusso questa mattina possano essere portate in Commissione affinché da parte degli uffici possa essere fornita tutta la documentazione sulla base della quale si è pervenuti a queste deliberazioni e quindi all'individuazione dei Comuni destinatari dei contributi dei quali abbiamo parlato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Squillario.
SQUILLARIO Signor Presidente, non è che si metta in dubbio che l'istruttoria sia ben fatta e pienamente motivata. Il fatto è che, probabilmente, di situazioni altrettanto ben motivate con istruttoria precisa ce ne sono molte altre. Di fronte a necessità che sono uguali e diffuse su tutto il territorio è evidente che occorre usare quel criterio di oggettività e di prudenza che deve essere proprio della Giunta. Quindi, visto che anche il Presidente degli Stati Uniti gode di quel mese di luna di miele nei confronti del Congresso, se la Giunta non ritiene di ritirarla noi la votiamo, ma evidentemente il richiamo si ripete anche per altre, perchè le esigenze vanno vagliate con equanimità. Altrimenti non solo le critiche, ma anche le insinuazioni saranno giustificate. E' il metodo che va censurato per il passato e soprattutto spero che non si ripeta in futuro.



PRESIDENTE

Pongo in votazione la deliberazione, il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 18 voti favorevoli e 11 contrari.


Argomento: Difesa idrogeologica

Esame proposta di deliberazione n. 12: "D.G.R. n. 21-37617 del 15/5/1990: Piano regionale delle aree protette -Terza integrazione - Riapprovazione"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame della proposta di deliberazione n. 12, di cui al punto 15) all'o.d.g.
Comunico di aver ricevuto una lettera da parte dell'Assessore Vetrino del seguente tenore: "Ratifica D.G.R. n. 21-37617.
Con riferimento alla deliberazione di cui all'oggetto si comunica che come segnalato dal Corpo Forestale dello Stato, per la provincia di Alessandria con la lettera che si allega in copia nella scheda n. 68 allegata all'atto deliberativo e relativa all'area denominata Val Sarmassa è contenuto un errore in merito al regime vincolistico attualmente esistente.
Si segnala quanto sopra affinché in sede di ratifica se ne tenga conto sopprimendo dalla scheda le parole 'sottoposti a vincolo idrogeologico ex Regio Decreto n. 3267/23'.
Ha chiesto di parlare il Consigliere Monticelli. Ne ha facoltà.
MONTICELLI Siccome sull'argomento avrebbe dovuto intervenire il collega Rivalta chiedo se è possibile posporre la discussione di questo punto.
VETRINO, Vicepresidente della Giunta regionale E' un argomento squisitamente tecnico, comunque sono d'accordo.



PRESIDENTE

La Giunta accoglie la richiesta.


Argomento: Variazioni di bilancio

Esame proposta di deliberazione n. 16: "Ratifica (ai sensi dell'art. 40 dello Statuto) D.G.R. 63-38023 del 29/5/1990: 'Secondo prelievo dal fondo di riserva di cassa, di cui al cap. 12900 dello stato di previsione della spesa del bilancio 1990, della somma di L. 10.000.000 per consentire pagamenti relativi alla gestione dei residui'"


PRESIDENTE

Passiamo pertanto all'esame della proposta di deliberazione n. 16, di cui al punto 17) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Buzio.
BUZIO Vorrei avere alcuni chiarimenti in quanto sarebbe opportuno fare un 'analisi comparata di questa deliberazione con quella successiva al punto 24) all'o.d.g. In effetti c'è da chiedersi come mai un impegno di spesa non è stato più riportato a bilancio, addirittura c'è l'inserimento di un nuovo capitolo che poi viene finanziato con il fondo di riserva di cassa.
Addirittura nella deliberazione successiva si tratta di 2 miliardi che non sono più stati riportati a residui e sono stati finanziati in questo modo.
Vorrei sapere per quale motivo sia stata sottostimata tutta questa partita dei residui, tanto più che in molti casi alle voci di stanziamento sono seguiti i pagamenti. Non so se è stato un artificio contabile comunque tutto questo va a detrimento della trasparenza e della chiarezza di un bilancio. E' una richiesta di spiegazioni soprattutto in relazione al fatto che alcune di queste voci hanno anche un vincolo di spesa perché sono somme trasferite dallo Stato anche vincolate, pertanto non si capisce per quale motivo non siano state riproposte a residui.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta regionale, Brizio.
BRIZIO, Presidente della Giunta regionale Sono semplicemente degli aggiustamenti tecnici di cassa tenuto conto che non è passata la variazione di bilancio. Quindi sono esigenze meramente tecniche in ordine alle quali crediamo che si debba procedere alla votazione.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, pongo in votazione la deliberazione, il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 22 voti favorevoli e 12 astensioni.


Argomento: Nomine

Esame proposta di deliberazione n. 11: "Ratifica (ai sensi dell'art. 40 dello Statuto) D.G.R. 109-37705 del 15/5/1990: 'Nomina, ai sensi della L.R. n. 29/90, delle rappresentanze regionali nel Consiglio di amministrazione e nel Collegio sindacale della SITO S.p.A." ed esame proposta di deliberazione n. 15: "Ratifica (ai sensi dell'art. 40 dello Statuto) 'D.G.R. 166-38125 del 29/ 5/1990: D.G.R. 109-37705 del 15/5/1990, recante la nomina delle rappresentanze regionali nel Consiglio di amministrazione e nel Collegio sindacale della SITO s.p.A., adozione ex L.R. n. 29/90 (art. 2) con i poteri del Consiglio regionale. Rettifica di errore materiale"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora congiuntamente la proposta di deliberazione n. 11, di cui al punto 16) all'o.d.g., e la proposta di deliberazione n. l5, di cui al punto 18) all'o.d.g.
Non essendovi interventi, si distribuiscano le schede.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Dichiaro di ratificare le deliberazioni della G.R. n. 109-37705 e n. 166-38125 con cui vengono nominati i signori Badulato, Franchi, Hutter, Lombardo, Principe e Villa quali rappresentanti regionali nel Consiglio di amministrazione e i signori Stassi e Martino nel Collegio sindacale della SITO S.p.A.
La parola al Consigliere Picchioni.
PICCHIONI Una preghiera di ordine procedurale, cioè se le votazioni per le nomine possono avvenire in un unico momento. Adesso si dà il caso che ci siano soltanto due votazioni, ma se ce ne fossero altre occuperemmo un tempo indebitamente lungo per la loro effettuazione.
La seconda osservazione è che i Consiglieri Segretari possono assolvere al mandato della ricognizione delle schede e poi passare al Presidente il verbale, come si fa nei consessi parlamentari, altrimenti perdiamo mezz'ora per uno spoglio di schede. Pensate quando ci saranno le votazioni a raffica!



PRESIDENTE

Il Consigliere Picchioni fa delle considerazioni che sono condivisibili. Esistono alcuni problemi. Oggi è stato modificato l'ordine delle votazioni perché abbiamo aggiunto dei punti all'o.d.g. e stamattina c'è stata una richiesta espressa di votare il Vicepresidente.
E' pur vero che quando ordineremo i lavori secondo le esigenze del Consiglio seguiremo questo metodo per concentrare il voto a scheda. Devo dire che probabilmente è necessaria una fase di rodaggio dell'intero Consiglio ad evitare alcuni problemi spiacevoli che stamattina, senza responsabilità di alcuno, sono emersi. Credo che la spiegazione nelle procedure di come avviene il voto possa essere per qualche tempo utile dopodiché quando tutti i Consiglieri si saranno resi conto di come avvengono le fasi procedurali si potranno delegare i compiti.


Argomento: Difesa idrogeologica

Esame proposta di deliberazione n. 12 (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame del punto 15) all'o.d.g.
La parola all'Assessore Vetrino.
VETRINO, Vicepresidente della Giunta regionale Una brevissima illustrazione dell'esigenza che abbiamo avvertito per riapprovare la terza integrazione del Piano regionale delle aree protette.
Tra l'altro non c'è più qui tra di noi il Consigliere Chiezzi che aveva paventato la possibilità di questo vuoto di potere. Credo che, attraverso questa deliberazione, il Consigliere Chiezzi avrebbe la conferma delle assicurazioni che in quella sede, nel marzo scorso, io gli detti.
Questa riapprovazione della terza integrazione del Piano regionale delle aree, già approvata con deliberazione del Consiglio regionale del 21 marzo 1990, si è resa necessaria a causa della sovrapposizione temporale di due provvedimenti assunti dal Consiglio; infatti il Consiglio ha approvato il Piano, ai sensi dell'art. 2, della legge n. 43, vigente al momento dell'assunzione del provvedimento (21 marzo 1990) dell'esecutività dello stesso (28 marzo 1990) e della sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte che è avvenuta l'11 aprile 1990.
I Consiglieri, che facevano parte del passato Consiglio, ricorderanno che in data 20 aprile è entrata in vigore la nuova legge n. 12/90, che ha abrogato la legge n. 43, non introducendo peraltro delle sostanziali modifiche procedurali per l'approvazione del Piano regionale delle aree protette.
Abbiamo dovuto riapprovare queste integrazioni appunto per prendere atto della nuova normativa confermando il regime vincolistico transitorio con le nuove scadenze temporali imposte dalla legge n. 12/90. Quindi questo è avvenuto e abbiamo dovuto Carlo nei termini avvalendoci dell'art. 40 dello Statuto. E' un provvedimento che era necessario e dovuto, ma che nulla toglie alla sostanza ed al metodo del provvedimento, così come era stato approvato dal Consiglio in una delle sue ultime sedute.
Nel frattempo è pervenuta la lettera, oche il Presidente ha già letto di richiesta di emendamento. E' stata una svista che naturalmente siamo disposti a correggere immediatamente accogliendo l'emendamento che ci viene proposto e facendolo proprio, come peraltro ho già fatto, proponendolo alla Presidenza del Consiglio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rivalta.
RIVALTA Noi voteremo questa deliberazione perché si colloca nella finalità di mantenere norme di tutela in aree già indicate nel passato come aree di tutela ambientale per la politica dei parchi.
Nel momento in cui alla ratifica di questa deliberazione da parte del Consiglio noi daremo il nostro voto, mi preme sottolineare alcune questioni che nel dibattito di ieri per la formazione ed elezione della Giunta non è stato possibile fare: la costrizione di tempo non ci ha consentito di affrontare tutti i problemi.
Mi ricollego quindi, nell'esprimere il giudizio su questo momento di votazione della deliberazione, ai contenuti del programma della Giunta, a quella pagina che ha come titolo "Spazi verdi". Già il titolo mi sembra ad un tempo riduttivo rispetto alla concezione della politica dei parchi che abbiamo introdotto, e per altri versi mi sembra una titolazione che avrebbe dovuto avere un più ampio sviluppo di argomentazioni e di indirizzi. Dico che, per esempio, gli spazi verdi, rilevanti ed importanti dal punto di vista ambientale e sociale, sono oggi quelli che stanno dentro la città e che si possono recuperare dentro la città, se parliamo di spazi verdi in termini generici, e li non c'era nessuna argomentazione. Ma voglio attenermi al problema delle aree a parco.
La trattazione degli spazi verdi (in realtà poi politica dei parchi) in quel programma è davvero fortemente limitativa, riduttiva e non assume n nel merito né negli indirizzi quantitativi di questa politica nessuna indicazione precisa.
A questa deliberazione si è dovuti arrivare, ripetendo la deliberazione già presa al Consiglio precedente, perché il Consiglio regionale - e qui io devo attribuire, senza elementi di polemica ma per constatazione di fatto una responsabilità grande alla Giunta non aveva istituito i parchi per le aree tutelate. Erano passati invano i cinque anni e scadevano i termini di tutela.
Allora, prima questione. Con questa deliberazione rinnoviamo ma introduciamo dei termini di periodo di tutela più ridotti del passato. Se ricordo bene, nella legge sono di un anno e mezzo. C'è bisogno davvero che questa deliberazione non assuma il carattere soltanto di immagine positiva d'avvio della politica dei parchi, ma che sia davvero un impegno concreto.
I tempi sono molto ristretti. Non siete riusciti ad istituire i parchi nei cinque anni; per molti di questi non è stato neanche avviato il confronto per istituire i parchi. Chiedo che l'approvazione di questa deliberazione non sia un fatto davvero di pura immagine, ma sia un impegno concreto di questa Giunta per rispettare i tempi e dare corpo all'istituzione dei parchi in tutte queste aree.
La seconda questione - ed è la penultima di quelle che voglio sottolineare - è che c'è una direttiva CEE, che in questo Consiglio il mio Gruppo ha riproposto più volte come un punto di riferimento delle politiche dei parchi, la quale dice che "ogni Stato deve tutelare alla politica dei parchi a l0% del proprio territorio". Allora questo 10% può essere variamente ripartito sul territorio nazionale, ma credo che un primo criterio di responsabilità di istituti di importanza territoriale ampia come le Regioni, sia che ogni Regione si ponga il problema della tutela del 10% del territorio. Credo che debba essere assunto un impegno proprio quando si parla di Europa (si parla di Regione aperta, ma poi non si guarda neppure a quello che l'Europa dice) e credo che una regione come il Piemonte, per tutte le questioni che ha anche richiamato Brizio ieri nella presentazione della sua carica di Presidente della Giunta, per quelle ragioni di rapporto, anche di regione-frontiera verso l'Europa, credo che noi abbiamo l'impegno verso l'Europa, verso il nostro Paese e verso la popolazione regionale di perseguire in tempi brevi l'obiettivo del 10 delle aree tutelate a parco.
Terza questione. I parchi hanno una ragione di tutela importante in quanto tale, altrimenti non avremmo mai dato vita ad una politica dei parchi, ma hanno una funzione importante sotto il profilo formativo educativo. Non per niente i parchi piemontesi si caratterizzano sin dall'inizio come luoghi anche di attività di ricerca sulla natura e come luoghi di diffusione dell'informazione naturalistica. Pra Catinat, La Mandria, Chiusa Pesio e in genere i parchi più attivati come Valenza, Le Garzaie, ecc., hanno avviato questo tipo di operazione che però è poi rallentata. Chiedo che nell'approvare la deliberazione si tenga conto dell'esigenza di qualificare la politica dei parchi riattivando questa funzione formativo-educativa. Un'occasione principe per questo, già prevista da tempo, è proprio che con l'attivazione del Parco del Po si trovi la condizione per realizzare quel centro di informazione sui parchi fluviali e sui fiumi come momento importantissimo, determinante della formazione culturale naturalistico-ambientale per la ragione ovvia che tutto quello che avviene nel suolo, nell'aria, da qualsiasi parte del territorio si trasferisce nel fiume e li c'è il massimo degli effetti del degrado ambientale in un luogo dove anche massima ed intensa è la vita biologica della natura.
Con riferimento al Po e ai fiumi in genere, bisogna far partire un centro di formazione e di educazione. Le Vallere erano state ristrutturate con questo obiettivo, da cinque anni circa sono inutilizzate, credo che davvero riproponendo la politica di tutela su queste aree ci si debba assumere l'impegno di rilanciare questa politica formativa e di utilizzare il Parco del Po e le Vallere come il centro fondamentale di questa politica di informazione naturalistica.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



PRESIDENTE

TAPPARO



PRESIDENTE

Signor Presidente, colleghi, la deliberazione che stiamo discutendo deve essere vista alla luce del nuovo strumento legislativo che il Consiglio regionale si è dato sul finire della scorsa legislatura, nel quale si minimizza una politica vincolistica e si massimizza una politica progettuale, dando spazi di autogoverno alle comunità che vivono all'interno delle aree a parco.
Ritengo che questo nuovo strumento legislativo, che si adegua all'evoluzione, alla sensibilità, ai processi di cambiamento, possa rendere più rapida, più forte e più efficace la politica sui parchi di questa Giunta e la possibilità di esprimere la volontà di intervenire per quanto riguarda le aree che vengono elencate nel provvedimento.
Ci sono tre anni di tempo, Assessore, perché si tratta di nuove indicazioni di area, il Gruppo socialista si augura che ci possa essere la disponibilità politica necessaria. Credo che lo strumento legislativo nuovo faciliti l'operatività della Giunta e del Consiglio per arrivare a determinazioni concrete.
Ricordo che nell'elenco sottoposto alla nostra attenzione ci sono già state nella scorsa legislatura delle iniziative legislative specifiche che poi sono cadute per la fine della legislatura, altre invece a suo tempo sono state approvate. Quindi, ripeto, l'augurio è che ci sia la volontà politica decisa. Lo spazio temporale deve essere ovviamente ben tenuto in vista, in quanto 36 mesi sono pochi e sono molti a seconda del punto di vista, dell'ottica e del tipo di lavoro che si intende fare per poter arrivare al massimo risultato possibile.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Vetrino.



PRESIDENTE

VETRINO, Vicepresidente della Giunta regionale



PRESIDENTE

Avevo annunciato come questo provvedimento avesse una caratteristica essenzialmente tecnica e per la verità ce l'ha, ma credo che non si possa sfuggire alle sollecitazioni che sono venute dai due Consiglieri intervenuti relativamente a un discorso amplificato che solleva questo provvedimento.
Il collega Rivalta si è riferito al programma e ha per certo verso enunciato una sua delusione rispetto alle indicazioni che nel programma si danno relativamente alla politica dei parchi. Concordo che "spazi verdi" non sia il termine più corretto, forse era giusto parlare più in generale di sistema di aree protette. Il collega Rivalta ricorderà quando ci si sentiva dire: "Fate qualunque cosa, ma non chiamateli parchi". Questo è un dato che probabilmente deve essere stato nella mente di chi ha individuato in questi spazi verdi una soluzione, anche se poi quanto è scritto nel capitolo degli spazi verde è del tutto relativo alla politica dei parchi.
Vorrei ricordare che questa pagina fa parte delle 86 pagine del programma e che nelle intenzioni della Giunta c'è l'obiettivo sostanziale confermato ieri nel discorso di investitura del Presidente della Giunta, di voler approfondire, sotto il profilo programmatico, tutti gli argomenti dunque ritengo si riferisse anche ai parchi. Vorrei però dire che questa pagina contiene due principi e due impegni che sono sostanziali e che secondo me se venissero attuati nel corso della quinta legislatura già potrebbero qualificare profondamente l'attività e la politica dei parchi di una Giunta. Dico questo con una certa prudenza perché sono imbarazzata visto che è risaputo che non mi occuperò più direttamente di queste cose ma sono certa di poter condividere il pensiero del collega Nerviani e dell'intera Giunta nel fare questa affermazione. Nel documento si afferma che vogliamo portare a compimento la terza integrazione dei parchi, che è vero che ha recuperato in parte un lavoro che non si è potuto fare, ma vorrei ricordare al collega Rivalta che lo stesso era avvenuto nel 1985 quando in extremis recuperammo nella deliberazione del marzo 1985 tutti quei parchi che non si erano potuti fare nella legislatura 19801985; ma contiene anche delle aree nuove che riguardano in particolare la fascia fluviale del Po e quelle aree nuove che diceva il collega Tapparo.
Quando c'è un provvedimento come quello che stiamo per ratificare in questo momento è evidente che c'è un impegno nella continuità, tuttavia il programma lo riafferma. Non soltanto: si è cercato di enfatizzare, per quanto possibile, per quanto fosse giusto, la nuova legge sui parchi, alla quale si riferiva Tapparo, in termini di estrema concretezza, perché il disegno di legge di revisione della legge sui parchi è un disegno di grande impegno politico e anche di grande lavoro organizzativo, rispetto al quale veramente ci dovrà essere la volontà politica ma anche l'impegno di una struttura in termini assolutamente decisivi. Quindi quello che abbiamo proposto noi attraverso una sperimentazione di questa nuova legge così innovativa è un modo serio di affrontare il problema di revisione, di aggiornamento e di modernità attraverso il tema che avevamo di fronte.
Questa sperimentazione la potremo spiegare nel momento in cui si perfezionerà l'aggiornamento al programma della Giunta.
E' vero: non c'è l'indicazione di una percentuale precisa rispetto a quella che deve essere la nostra superficie di area protetta. Io però devo dire che non ho mai considerato questa percentuale come una percentuale da vedersi con gli occhi dell'aritmetica. E' una percentuale che nella nostra Regione magari potrà anche essere superata, ma probabilmente potrà anche rimanere al di sotto. L'importante è andare a individuare effettivamente quali sono le aree di qualità ambientale sulle quali introdurre delle misure di salvaguardia come quelle che abbiamo introdotto finora. E' probabile che altre Regioni possano raggiungere la percentuale CEE del



PRESIDENTE

10010 come è probabile che non lo possano fare. Quello che conta è la volontà politica che io ritengo in quella paginetta sia riaffermata con molta determinazione e con molta volontà.
Per quanto riguarda il problema delle Vallere, io auguro all'Assessore Nerviani di poter finalmente aprire questa struttura della quale mi sono occupata per cinque anni superando delle difficoltà incredibili dovute soprattutto ad esigenze di ordine burocratico, perché, come ho detto anche ieri nell'intervento che facevo dagli altri banchi, forse a volte è stato molto facile pervenire all'acquisizione di certe strutture, ma poi definirne la ristrutturazione e dunque la destinazione non è stato così facile. Oggi noi abbiamo una struttura rispetto alla quale una commissione apposita di esperti della Università ha individuato un piano di fruizione che prevede tutte le cose che Il Consigliere Rivalta si augurava potessero entrare a far parte di questa struttura. Ancora all'inizio di quest'anno attraverso una deliberazione di spesa piuttosto consistente, abbiamo avviato dei lavori di nuova ristrutturazione e di aggiornamento di questa struttura, io credo che a settembre, ottobre saremo nella condizione finalmente di aprire la struttura alla comunità in termini reali iniziando da questa banca dati (è tutto un lavoro che noi abbiamo già pronto).
Probabilmente una parte degli uffici e del settore parchi potrà addirittura trasferirsi in questa struttura. Ci sono dei discorsi avviati con il Comune di Moncalieri che tra l'altro faceva anche parte di questo gruppo di lavoro che ha lavorato alla individuazione della fruizione di questa struttura perché questa struttura possa diventare effettivamente quella occasione di fruizione culturale e sociale che il Consigliere Rivalta auspicava nel suo intervento.
Credo che questi impegni siano assolutamente genuini e siano perseguibili negli anni che abbiamo di fronte. I termini dei 18 mesi e dei 36 mesi che sono stati individuati dalla Commissione consiliare competente sono dei termini per certo verso capestro e per certo verso talmente perentori da obbligare la Giunta ad essere molto sollecita nella predisposizione di quei disegni di legge che dovranno essere riproposti soprattutto per quelli che attengono ai 18 mesi perché sappiamo benissimo che 18 mesi sono un amen e nel giro di pochissimo tempo ci troveremmo già molto inadempienti.
Devo dire che questa indicazione non era venuta dalla Giunta, è venuta nell'ambito della Commissione consiliare competente e la Giunta l'ha accettata, anche se poi chi deve gestire certi termini avrà sicuramente delle difficoltà. Suppongo che si comincerà con i progetti di legge che riguardano appunto le aree riproposte, successivamente, nel prosieguo degli altri 18 mesi, potremo andare avanti con le altre aree che prevedono appunto il termine ulteriore di 18 mesi.
Questo non esclude che anche da parte dei Consiglieri regionali possa essere modificato questo piano dei parchi e possa essere integrato con altre aree che noi il 22 marzo di quest'anno non abbiamo ritenuto di dover inserire in questo nuovo aggiornamento.
La politica che ha avviato la Regione quindici anni fa è una politica che si è dimostrata sicuramente di successo. Tutti insieme abbiamo accusato le difficoltà di gestione che non rispondevano pienamente agli obiettivi del legislatore quando nel 1975 avviò, in termini addirittura preveggenti rispetto ad altre Regioni, questa politica; abbiamo oggi un disegno di legge che ci consente, con tranquillità, di avviare con più concretezza questa politica.
Rimane il grosso problema delle risorse ed è il problema che ci ha spinto a non prenderci eccessivi impegni rispetto ad una applicazione generale della nuova legge sui 40 parchi regionali. Abbiamo individuato nella sperimentazione di una decina di aree questa nuova politica per poter finalizzare le risorse e vedere appunto i risultati di questa eventuale sperimentazione. Queste sono delle linee programmatiche che sono al confronto di questo Consiglio e anche dalla riunione di oggi possono nascere degli stimoli, delle sollecitazioni nuove alla nuova Giunta e al nuovo Assessore per poter anche correggere quel capitolo dei parchi o degli spazi verdi così come è stato individuato.
Quindi, io ritengo che questa sollecitazione che è venuta dai banchi del Consiglio di oggi non sia assolutamente inutile, anzi sia una sollecitazione che il nuovo Assessore raccoglierà con la sensibilità che lo contraddistingue e con la volontà, io credo, di voler proseguire in un'azione che è stata meritoria per la Regione Piemonte, che ancora oggi si fa guardare con molto interesse da parte delle altre Regioni e non soltanto da parte delle altre Regioni italiane. Dunque rivediamo pure insieme anche il programma. Teniamone conto nella revisione che faremo a settembre ottobre o novembre, quando ci accingeremo ad un nuovo dibattito intorno a questo tema. Non dobbiamo però mai dimenticare il realismo rispetto a queste cose: la percentuale del 100/0 può essere un obiettivo, ma deve essere considerato con quel realismo che si rende indispensabile nella considerazione che una consistente parte di tutela delle aree verdi il Piemonte l'ha già realizzata e che dev'essere sicuramente proseguita con lo stesso impegno e io spero con lo stesso entusiasmo che ha caratterizzato questi quindici anni di politica dei parchi.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola per dichiarazione di voto il Consigliere Sartoris.
Ne ha facoltà.
SARTORIS Dichiaro che il mio Gruppo voterà contro questo provvedimento. La forza politica di cui faccio parte è contraria alla politica del parchi; a nostro parere se ne sono fatti troppi le preoccupazioni che sono state espresse dal Vicepresidente Vetrino sono per noi diametralmente opposte nel senso che noi riteniamo troppe 10 aree e saremmo molto più cauti nell'individuare nuove aree protette perché spesso ci si dimentica che è utile tutelare un territorio, ma bisogna tutelare anche la gente che vive in quel territorio.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, pongo in votazione l'emendamento presentato dall'Assessore Vetrino: Alla scheda n. 68, Val Sarmassa, al capoverso "Situazione Attuale" eliminare "sottoposto a vincolo idrogeologico ex RD. 3267-23 ed".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 36 voti favorevoli e 1 astensione.
Pongo infine in votazione la deliberazione testé discussa, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvata con 36 voti favorevoli, 1 contrario e 3 astensioni.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Esame proposta di deliberazione n. 17: "Ratifica (ai sensi dell'art. 40 dello Statuto) D.G.R. 176-38303 del 5/6/1990: 'USSL n. 51 di Novara Deliberazione dell'A.A.C, n. 61 del 30/11/1989 - Adeguamento organico divisione di malattie infettive - Autorizzazione'"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame della proposta di deliberazione n. 17, di cui al punto 19) all'o.d.g.
Ha chiesto la parola il Consigliere Calligaro. Ne ha facoltà.
CALLIGARO Sono iscritte all'o.d.g. cinque deliberazioni riguardanti adeguamenti ed ampliamenti di piante organiche di UU.SS.SS.LL. Noi abbiamo sempre votato e continueremo a votare a favore di provvedimenti di questo genere.
Desidero però far notare un'incongruenza che non ha bisogno di commenti: prendo una delibera a caso, quella di Arona: ampliamento di pianta organica provvisoria mediante l'istituzione dei seguenti posti: 1 posto di aiuto e 1 di assistente in psichiatria. Per un ampliamento della pianta organica provvisoria si pronuncia il Consiglio regionale; non si pronuncia invece il Consiglio regionale per il programma di acquisizione di apparecchiature che comportano un investimento di 87 miliardi di lire. In questo caso è sufficiente, così ha spiegato l'Assessore Maccari, un provvedimento di Giunta, solo della Giunta, e il Consiglio può anche non essere informato.
L'incongruenza è clamorosa: piuttosto modifichiamo le normative in modo tale che gli ampliamenti siano competenza della Giunta senza passare in Consiglio, però il programma degli investimenti passi in Consiglio.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola pongo in votazione tale deliberazione, il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale della adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 34 voti favorevoli, 1 contrario e 2 astensioni.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Esame proposta di deliberazione n. 18: "Ratifica (ai sensi dell'art. 40 dello Statuto) D.G.R. 177-38304 del 5/6/1990: 'VSSL n. 27 di Ciriè -Deliberazione dell'A.A.C, n. 9 del 28/2/1990 -Ampliamento organico operatori addetti alla scuola per lnfermieri Professionali -Autorizzazione parziale'"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame della deliberazione n. 18, di cui al punto 20) all'o.d.g.
Non essendovi richieste di parola, pongo in votazione tale deliberazione, il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale della adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvata con 34 voti favorevoli (4 Consiglieri non partecipano alla votazione).


Argomento: Personale del servizio sanitario

Esame proposta di deliberazione n. 19: "Ratifica (ai sensi dell'art. 40 dello Statuto) D.G.R. 178-38305 del 5/6/1990: 'USSL subcomunale TO V di Torino - Deliberazioni del Consiglio comunale n. 5016 del 4/12/1989 e n. 5174 del 18/12/1989 - Ampliamento pianta organica provvisoria Autorizzazione'"


PRESIDENTE

Esaminiamo la deliberazione n. 19, di cui al punto 21) all'o.d.g.
Non essendovi interventi, pongo in votazione tale deliberazione, il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale della adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvata con 33 voti favorevoli (1 Consigliere non partecipa alla votazione).


Argomento: Personale del servizio sanitario

Esame proposta di deliberazione n. 20: "Ratifica (ai sensi dell'art. 40 dello Statuto) D.G.R. 179-38306 del 5/6/1990: 'USSL n. 53 di Arona Deliberazione dell'A.A.C, n. 8 del 9/10/1989 Ampliamento pianta organica provvisoria del servizio di psichiatria - Autorizzazione"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora la deliberazione n. 20, di cui al punto 22) all'o.d.g.
Non essendovi interventi, pongo in votazione tale deliberazione, il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 31 Consiglieri presenti.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Esame proposta di deliberazione n. 21: "Ratifica (ai sensi dell'art. 40 dello Statuto) D.O.R. 180-38307 del 5/6/1990: 'USSL n. 64 di Bra Deliberazione dell'A.A.C, n. 33 del 6/11/1989 Ampliamento pianta organica mediante istituzione posti per la scuola Infermieri Professionali Autorizzazione'"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora la deliberazione n. 21,di cui al punto 23) all'o.d.g.
Non essendovi interventi, pongo in votazione tale deliberazione, il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 33 Consiglieri presenti.


Argomento: Variazioni di bilancio

Esame proposta di deliberazione n. 23: "Ratifica (ai sensi dell'art. 40 dello Statuto) D.G.R. 158-38466 del 12/6/1990: 'Terzo prelievo dal fondo di riserva di cassa, di cui al capitolo n. 12900 dello stato di previsione della spesa per il bilancio 1990, della somma di L. 1.967.820.330 per consentire pagamenti relativi alla gestione dei residui'"


PRESIDENTE

In ordine all'esame della deliberazione n. 23, di cui al punto 24) all'o.d.g., ha la parola il Consigliere Buzio. Ne ha facoltà.
BUZIO Nonostante il Presidente della Giunta parli di delibere tecniche probabilmente dovute anche alla difficoltà nel gestire un bilancio sempre più rigido, credo che questo non giustifichi comunque il fatto che 2 miliardi messi a residui non siano riproposti nel bilancio 1990, anche perchè sono riferiti a tutta una serie di capitoli.
Quindi anche se siamo in presenza di una variazione di bilancio non approvato queste cifre dovevano essere messe a bilancio 1990. Ripropongo perciò l'astensione anche su questo punto all'o.d.g.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta regionale, Brizio.
BRIZIO, Presidente della Giunta regionale Vale l'osservazione già formulata questa mattina che io ribadisco: si tratta di una deliberazione di cassa, quindi di carattere meramente tecnico.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, pongo in votazione la deliberazione testé discussa, il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 18 voti favorevoli e 13 astensioni.


Argomento: Referendum abrogativo e consultivo

Esame proposta di deliberazione n. 27: "Richiesta di referendum ai sensi dell'art. 75 della Costituzione per l'abrogazione dell'art. 3 del D.L. 30/5/1988, n. 173, convertito, con modificazioni, in legge 26/7/1988, n. 291 e dell'art. 6 bis del D.L. 25/11/1989, n. 382, convertito, con modificazioni, in legge 25/1/1990, n, 8, relativi all'accertamento sanitario della invalidità civile"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame della proposta di deliberazione n. 27, di cui al punto 25) all'o.d.g.
Per questa deliberazione c'è un'integrazione dei nomi dei due Consiglieri che saranno delegati a portare il referendum. Si tratta del Consigliere Maggiorotti come effettivo e del Consigliere Riba come supplente (ne abbiamo parlato questa mattina in Conferenza dei Capigruppo).
La parola al Consigliere Calligaro.
CALLIGARO La stampa in questi giorni ha dato parecchio risalto al problema degli invalidi civili. E' una classica dimostrazione di un'azione riformatrice che è diventata una clamorosa azione controriformatrice che ha avuto un effetto a dir poco disastroso. Si volevano riformare le procedure di riconoscimento sanitario dell'invalidità civile sottraendo questo compito alle UU.SS.SS.LL. e assegnandolo a fantomatiche commissioni mediche militari, esistenti più sulla carta che in realtà e che sono in tutta Italia meno di un centinaio.
Il risultato è a dir poco disastroso, il blocco totale dell'iter delle pratiche degli invalidi civili ha causato danni, disagi ed esasperazioni.
Le pratiche sono giacenti presso le nuove commissioni medico militari molte delle quali non sono ancora funzionanti o comunque sono prive delle strutture, del personale amministrativo e sanitario; vi sono ben 2 milioni di pratiche e circa 500 mila ricorsi, si è stimato che solo per smaltire l'arretrato occorreranno mediamente 30 anni di lavoro da parte di queste commissioni. In Piemonte sono decine di migliaia coloro che hanno presentato domanda e anche qui si è stimato che, solo per smaltire le domande presentate, sarebbero necessari 147 anni con le commissioni medico militari funzionanti a regime (perché non lo sono ancora).
Ora è evidente che il problema ha una grossissima portata, non a caso la proposta di deliberazione consiliare è firmata da tutti i Gruppi, tutti ammettono esplicitamente che bisogna tornare di fatto a restituire alle UU.SS.SS.LL. la competenza sull'accertamento dell'invalidità, anzi le commissioni delle UU.SS.SS.LL. devono essere potenziate.
Voglio ricordare che prima del decreto Amato i tempi di attesa erano di qualche mese, direi tempi accettabili. Si tratta in molti casi di malati terminali che non possono aspettare, di invalidi di vario tipo che attendono un assegno, una indennità di accompagnamento, la pensione di invalidità civile o altre provvidenze e benefici previsti dalla legge.
Certo c'è stato abuso in passato e quando parliamo di abuso ciascuno di noi pensa a chi ha abusato e che bisogna introdurre elementi di rigore; per elementi di rigore non possono assolutamente significare che il diritto viene calpestato, annullato, radicalmente eliminato come è accaduto in questo caso. Quindi né abuso, né astratto rigore, né facile assistenzialismo. Si riconoscano i diritti a coloro che hanno tutti i titoli per goderne e si ripristini una situazione di funzionalità; la situazione attuale è a dir poco disastrosa, tutti lo riconoscono ampiamente. Votiamo a favore, naturalmente soddisfatti che su una questione così scottante si sia raggiunta una così ampia unità da parte delle forze presenti in Consiglio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Maggiorotti.
MAGGIOROTTI Signor Presidente, colleghi Consiglieri, l'art. 3 della legge 219 dell'88 ha introdotto una norma che a dir poco definirei iniqua; allo scopo di moralizzare il riconoscimento dell'invalidità civile penalizza pesantemente quelle persone a cui la legge (n. 118 del 71) riconosce il diritto a diversi tipi di provvidenze, tra cui sono significative quelle economiche. Recenti disposizioni elevano al 46% la percentuale di invalidità al di sopra della quale occorre collocarsi per essere riconosciuti invalido civile, mentre è del 74% la percentuale oltre la quale è riconosciuto il diritto all'assegno pensionistico. Occorre ottenere il riconoscimento di un'invalidità del 100% e della incapacità assoluta di essere autonomi nelle funzioni abituali della vita per ottenere oltre alla pensione di invalidità anche l'indennità di accompagnamento. Un decreto ministeriale successivo della sanità avrebbe dovuto adeguare alla nuova normativa le tabelle percentuali delle cosiddette minorazioni invalidanti.
Tuttavia tali tabelle non sono mai state approvate, per cui le commissioni delle UU.SS.SS.LL. avevano difficoltà ad applicare la normativa e continuavano ad utilizzare le vecchie tabelle dell'80. Da rammentare che al riconoscimento dell'invalidità civile è collegato il riconoscimento del diritto ad essere iscritti nelle liste per il collocamento obbligatorio delle categorie protette. Allo stesso riconoscimento sono collegati altri diritti tra cui va sottolineato quello relativo alla concessione di protesi ortesi ausili ed altre provvidenze di sostegno all'integrazione scolastica e a cure di riabilitazione. Non entro nel merito del problema per cui questa legge, la n. 118/71, è ormai vetusta e bisognosa di aggiornamento soprattutto in relazione al fatto che se non altro la legge n. 833 di riforma sanitaria prevedeva fossero le UU.SS.SS.LL. ad assumere compiti di prevenzione e cure di riabilitazione di tutti i cittadini, ivi compresi quelli definiti invalidi civili. Né voglio entrare nel merito del fatto che questa stessa normativa è la stessa del collocamento obbligatorio e va rivista, aggiornata e sostituita da nuove norme più funzionali a garantire una reale integrazione lavorativa dei disabili. In relazione a questa questione si rivela sempre più necessario far sì che il riconoscimento della capacità lavorativa residua sia assegnato come competenza specifica a sessioni professionalmente integrate delle attuali commissioni per l'invalidità civile. Oggi qui si discute di un diritto che può sembrare molto banale, ma che la disposizione di legge, su cui si vuole intervenire con il referendum abrogativo, evidentemente non riconosce. E' il diritto alla qualità della vita, se non della stessa sopravvivenza di persone anche gravemente disabili. Ci sono state e forse ci saranno ancora abusi nel riconoscimento dell'invalidità che tuttavia spesso era vista come integrazione di redditi assai bassi. Tuttavia questa legge è scesa come una mannaia nel tentativo di discriminare i veri dai falsi invalidi penalizzando pesantemente i primi. D'altra parte era inevitabile che il passaggio da 1200 commissioni a 94 commissioni militari determinasse liste di attesa inesauribili e funzionasse come un selettore naturale in relazione al diritto alla fruizione delle competenze. Quindi questa mannaia non ha tanto facilitato l'individuazione dei veri invalidi quanto ha fatto riferimento alla capacità di sopravvivenza degli aventi diritto o delle persone che comunque presentavano domanda. Tra gli aventi diritto è stato ricordato che ci sono malati terminali, persone anziane non autosufficienti, persone disabili anche giovani divenute tali a seguito di incidenti. Le liste di attesa, come è già stato ricordato, comportano appunto attese di anni a fronte di quelle già insopportabili che si avevano prima dell'approvazione dell'attuale normativa, che si aggiravano già tra i 6/7 mesi. Le commissioni militari attualmente sono estremamente insufficienti e pure inefficienti, data la riconosciuta incompetenza dei medici militari, spesso richiamati in servizio. Sono inoltre collocate queste commissioni spesso in edifici inaccessibili o difficilmente raggiungibili. Quindi la decisione di assumere questa deliberazione è una scelta civile: restituire la fruizione di un diritto ora di fatto negato.
Aggiungo che altre Regioni, le Regioni Lombardia, Friuli, Valle d'Aosta Veneto, Sardegna, hanno deliberato (o sono in fase di deliberazione) pertanto si raggiunge il quorum di cinque Regioni che è il numero minimo per poter presentare questa richiesta di referendum abrogativo. Quindi anche se il Governo, come leggiamo dai giornali, ha intenzione di presentare una norma di ritorno delle competenze alle UU.SS.SS.LL.
tuttavia la presentazione di questa richiesta di referendum abrogativo sicuramente rappresenta uno stimolo per il Governo a non attendere oltre rispetto all'approvazione del disegno di legge che intende presentare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bergoglio.
BERGOGLIO Signor Presidente, colleghi Consiglieri, intervengo per aggiungere il voto favorevole della DC a questa proposta insieme con la sollecitazione che questo documento, collegato con quello delle altre quattro Regioni che hanno già deliberato, quindi la nostra è la quinta, consenta di portare a Roma questo provvedimento, per sollecitare, come gesto di volontà politica da parte dei Consigli regionali proponenti, questa modifica di un provvedimento governativo che appare alla luce dell'esperienza fatta quanto meno affrettato. Nei mesi scorsi già la Giunta nelle persone dell'Assessore Maccari e dell'Assessore Brizio si erano resi parte diligente. L'iniziativa che nei giorni scorsi è stata presentata al Ministro Jervolino della raccolta di circa 90.000 firme da parte di cittadini, promossa dal Comitato Anziani e Società, dimostrano quanto sia sentito questo problema, in particolare dalla comunità piemontese. Questa sollecitazione vuole essere anche un invito ad evitare per il futuro provvedimenti che appaiono un po' affrettati e che, se dal punto di vista dell'impostazione si propongono l'obiettivo di evitare abusi o richieste di invalidità non sempre reali non possono però tradursi in provvedimenti come quello, che di fatto penalizza tutti, anche coloro che hanno delle legittime aspettative ed hanno un'esigenza reale di interventi rapidi e veloci.
Desidero ricordare che il precedente sistema che la Regione Piemonte aveva in qualche modo avviato era riuscito a ridurre sensibilmente i tempi di attesa, non diciamo a livelli ancora totalmente accettabili, ma sicuramente a dei livelli migliori. Ci auguriamo di poter ripristinare presto il precedente modo di accertare, per ridurre le attese a dei tempi tecnici accettabili, perchè ritengo che sia veramente indecoroso e non civile far attendere per anni delle persone che sono in difficoltà obiettiva.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, pongo in votazione la suddetta deliberazione, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale della adunanza in corso, con la seguente correzione formale: al testo dell'art. 3 "Norme per il riconoscimento dell'invalidità civile" del D.L. 30/5/1988, n. 173 convertito, con modificazioni, in legge 26/ 7/1988, n. 291, al primo comma, aggiungere l'aggettivo "permanente" dopo il termine "aiuto".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 40 Consiglieri presenti.
Pongo ora in votazione l'immediata esecutività della deliberazione, ai sensi dell'art. 49 della legge 10/2/1953, n. 62.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'immediata esecutività è approvata all'unanimità dei 41 Consiglieri presenti.


Argomento: Statuto - Regolamento

Esame proposta di deliberazione n. 24: "Modificazioni all'art. 14 del Regolamento interno del Consiglio regionale"


PRESIDENTE

Passiamo al punto 26) all'o.d.g. che prevede l'esame della proposta di deliberazione n. 24.
Per questa deliberazione si è riunita la Commissione Regolamento.
Non essendovi interventi, pongo in votazione la deliberazione, il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvata all'unanimità dei 41 Consiglieri presenti.


Argomento: Statuto - Regolamento

Esame proposta di deliberazione n. 32: "Modificazioni all'art. 16 del Regolamento interno del Consiglio regionale"


PRESIDENTE

Passiamo ora al punto 26 bis) all'o.d.g. che prevede l'esame della proposta di deliberazione n. 32.
Non essendovi interventi, pongo in votazione tale deliberazione, il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 41 Consiglieri presenti.


Argomento: Istruzione e Formazione Professionale: argomenti non sopra specificati

Esame proposta di deliberazione n. 30: "D.G.R. 137.39060 'Legge 9/8/1986 n. 467. Norme sul calendario scolastico, Parere della Regione Piemonte'"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora la proposta di deliberazione n. 30, di cui al punto 27) all'o.d.g.
Non essendovi interventi, pongo in votazione la deliberazione, il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 38 Consiglieri presenti.
Pongo ora in votazione l'immediata esecutività della deliberazione, ai sensi dell'art. 49 della legge 10/2/1953, n. 62.
L'immediata esecutività è approvata all'unanimità dei 38 Consiglieri presenti.


Argomento: Università

Esame mozione n. 9 presentata dai Consiglieri Vetrino, Monticelli, Segre Carino, Sartoris, Picchioni, Majorino, Rabellino, Marchini e Marino sulle esigenze del Piemonte nel quadro di una equilibrata programmazione universitaria.


PRESIDENTE

Passiamo all'esame della mozione n. 9, di cui al punto 28) all'o.d.g.
Su questa mozione la Conferenza dei Capigruppo ha chiesto, prima di porre in discussione la mozione medesima, qualche informazione da parte della Giunta.
La parola all'Assessore Nerviani.
NERVIANI, Assessore all'istruzione Ho già fatto cenno questa mattina alle iniziative che la Giunta, e specificamente l'Assessorato all'istruzione, ha assunto in merito ai problemi sollevati con questa proposta di mozione.
Credo di avere avuto anche occasione nei giorni scorsi di illustrare queste iniziative ad alcuni dei firmatari della proposta di mozione e mi sembra di avere avuto da loro la dichiarazione del superamento sostanziale almeno di parte della proposta di mozione.
Voglio assicurare il Consiglio che la Giunta ha seguito con molta attenzione la vicenda dell'approvazione da parte del Parlamento del Piano quadriennale di sviluppo dell'Università e la vicenda delle norme sul Piano triennale di sviluppo dell'Università e per l'attuazione del Piano quadriennale 1986/1990 che il Senato ha votato nella seduta del 10 aprile 1990.
La ragione di questa particolare attenzione sta nelle considerazioni fatte anche dai colleghi Foco e Farassino questa mattina, e sta anche nello specifico interesse che il Piemonte ha in questa materia per le iniziative di decentramento che il Consiglio regionale ha assunto negli anni scorsi e che sta seguendo con convinzione e con impegno.
Ho segnalato per primo ai colleghi, anche m sospensione dell'attività del Consiglio regionale, i pericoli che mi sembrava esistessero nella formulazione della legge denominata "Norme sul Piano triennale di sviluppo dell'Università".
Ho segnalato le preoccupazioni, che mi sembravano fondate, relative specificamente all'art. 18 della prima stesura di queste norme sul Piano triennale.
In data 23 aprile 1990 ho convocato e hanno risposto i rettori dei due Atenei piemontesi e i rappresentanti dei Comitati per l'Università decentrata, e in quella riunione si è deciso di attivare una forte presa di posizione nei confronti del Ministero e di sensibilizzare i parlamentari piemontesi.
Con un telegramma abbiamo chiesto al Ministro Ruberti che si intervenisse a modificare il testo proposto e con lo stesso telegramma si è ricordato al Ministro Ruberti l'impegno assunto di fronte alla delegazione della Regione Piemonte di privilegiare il Piemonte nelle prossime distribuzioni di risorse e nella organizzazione futura dell'Università.
"Il Piemonte - si diceva nel telegramma rivendica priorità nella destinazione e nelle attenzioni delle risorse finalizzate all'attuazione del Piano quadriennale dell'Università e specificamente al decentramento universitario".
Tuttavia dichiaro di avere scritto a tutti i parlamentari piemontesi una lettera con la quale a nome del Comitato per il decentramento universitario raccomandavo un'attenzione nuova, e dico anche molto francamente, più decisa ai problemi universitari del Piemonte da parte dei parlamentari della nostra Regione.
Concludevo la lettera dicendo: "...dell'assoluta attenzione agli stessi da parte dell'Amministrazione regionale non vi sono dubbi, ma si ritiene indispensabile richiamare l'attenzione di tutti perché l'art. 18, nella prossima discussione del provvedimento in Commissione e in aula alla Camera dei Deputati venga soppresso o integrato con i corsi di laurea da decentrare in Piemonte". L'art. 18, spesse volte menzionato sostanzialmente creava canali privilegiati per alcune facoltà di alcuni Atenei italiani. In questo novero di facoltà privilegiate, nessuna di quelle previste in decentramento per il Piemonte era ricordata e quindi l'intervento aveva tutte le ragioni specifiche di essere.
L'ultimo testo di cui si è a conoscenza, della legge ricordata e dell'articolo menzionato, approvato dalla VII Commissione in sede referente il 5 luglio 1990 e trasferito in sede legislativa, mostra che sono state sostanzialmente accolte, per iniziativa dei nostri parlamentari e per le iniziative assunte dal Consiglio regionale e dalla Giunta, le richieste del Piemonte con la cancellazione del già più volte menzionato art. 18 del testo votato al Senato.
La legge di procedure è quindi trasferita in sede legislativa - ci auguriamo con l'accoglimento pieno anche nello spirito non soltanto della lettera delle raccomandazioni fatte dall'assemblea regionale piemontese e nell'attesa della sua ricostituzione, dalla Giunta regionale.
Per quanto riguarda l'inadeguatezza menzionata del fondo di 1.800 miliardi per l'attuazione del Piano, nella Conferenza permanente dei rettori convocata il 19 luglio 1990, il Ministro - è stato riferito - ha fatto riferimento ad un costo di 10 mila miliardi in 10 anni per adeguare l'Università agli standard europei e in tale cifra debbono essere ricompresi i costi di attuazione dei quattro disegni di legge per l'Università oggi in discussione al Parlamento.
Non ho nessuna obiezione a che la mozione venga approvata: la ritengo in grande misura superata.
Volevo con questo breve intervento assicurare dell'attenzione avuta per questo problema da parte mia e da parte di numerosissimi colleghi, quelli facenti parte della Commissione istruzione del Consiglio regionale e quelli più direttamente interessati ai problemi universitari.
Aggiungo e sottolineo anch'io ancora una volta - e non soltanto per avere consensi da parte di colleghi interessati ad una corretta suddivisione delle risorse fra le Regioni italiane - la assoluta indifferibilità di una distribuzione equilibrata e rispettosa della giustizia delle risorse che debbono essere destinate alle Università italiane.
In questo senso, in qualunque ruolo mi troverò in questo Consiglio regionale, mi muoverò adeguatamente.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Foco. Ne ha facoltà.
FOCO Anch'io ritengo superata la mozione che era stata presentata, sia per l'informazione che adesso ci ha fornito l'Assessore Nerviani sia anche per gli avvenimenti che nel frattempo sono intercorsi.
Riterrei però utile mantenere, da parte del Consiglio regionale dell'Assessore, delle Province e dei Comuni interessati da un lato al decentramento universitario e dall'altro lato (per quanto riguarda l'aspetto delle risorse) alla realtà piemontese complessiva, la strategia dell'attenzione al problema universitario. Come Consiglieri regionali bisogna far sì che anche i nostri parlamentari mantengano questa attenzione, al di là della loro collocazione come forze di governo o di opposizione.
Francamente quell'art. 18 non so definirlo in altro modo se non come un colpo di mano, un qualche cosa che era passato al Senato. Ritengo che la collocazione del Piemonte in quel famoso art. 1 della legge 590, non in ordine alfabetico, ma al primo posto, avesse un suo particolare ed importante significato. Al Senato è passato a maggioranza l'art. 18 maggioranza che non era e non coinvolgeva - mi si permetta di dire - le forze di opposizione che sono le stesse sia a Roma che alla Regione Piemonte. Quindi dico queste cose non per voler giocare su un terreno in cui giova molto la divisione maggioranza minoranza , ma per chiarezza altrimenti rischiamo di vedere spostate le risorse in altre direzioni e non vediamo invece risolti i problemi posti da una serie di mozioni e ordini del giorno votati tra l'altro all'unanimità da questo Consiglio regionale.
Mi permetto di dirlo, provenendo dalla provincia di Alessandria, in particolare dal Comune di Alessandria, che uguale atteggiamento abbiamo sempre tenuto nella nostra realtà. Ritengo che si sia riusciti ad ottenere il decentramento grazie allo sforzo comune delle forze politiche. Non nascondo che è una tematica che mi vede particolarmente interessato, come amministratore della città di Alessandria e tra coloro che hanno seguito da una ventina d'anni il problema della terza Università del Piemonte. Quindi il mio intervento vuole richiamare l'attenzione del nuovo Assessore.
Sicuramente tutte le forze non solo politiche, ma sociali ed imprenditoriali saranno disponibili a lavorare nella direzione indicata dalla mozione. Vorrei richiamare l'attenzione dell'Assessore Nerviani su una serie di decisioni che l'Assessore aveva assunto e di cui non erano a conoscenza né le realtà locali né lo stesso Consiglio regionale. Abbiamo bisogno di coinvolgimento e siamo disponibili a lavora re in quella direzione perché l'obiettivo è comune.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Sartoris.
SARTORIS Se non ricordo male venerdì in sede di Conferenza dei Capigruppo si era stabilito di discutere la mozione per tenere accesa l'attenzione su questo problema sapendo comunque che era già superata come tempi. Sono d'accordo con l'Assessore di esaminare il documento per tenere viva l'attenzione su un problema tuttora esistente.



PRESIDENTE

Effettivamente l'ultimo intervento richiama la posizione emersa nella Conferenza dei Capigruppo di non votare la mozione, ma di mantenere viva l'attenzione sull'argomento. Chiedo quindi ai Consiglieri proponenti di considerare questo punto esaurito, in relazione alle osservazioni che sono state fatte.


Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati

Esame ordini del giorno n. 16 del Consigliere Majorino e n. 17 dei Consiglieri Monticelli, Grosso, Segre, Cucco, Marino, Garino, Rabellino Vetrino, Gallarini, Sartoris, Picchioni e Maggiorotti inerenti la sentenza della Corte di Assise di Appello di Bologna sulla strage alla Stazione.


PRESIDENTE

Sono stati presentati gli ordini del giorno nn. 16 e 17 in merito ai fatti di Bologna.
E' da intendersi ritirato l'ordine del giorno precedentemente presentato.
La parola al Consigliere Monticelli.
MONTICELLI Signor Presidente, ieri mattina intervenendo all'inizio della seduta e ponendo una sorta di questione preliminare avevo già avuto modo di entrare nel merito della questione. Vorrei precisare che l'ordine del giorno reca le firme di tutti i Capigruppo ad esclusione del Capogruppo del MSI-DN e del Consigliere Fulcheri. In sostanza l'ordine del giorno indica la questione che emerge dalla sentenza della Corte d'Assise d'Appello di Bologna perla strage dell'agosto 1980 alla Stazione, come questione che non riguarda tanto l'amministrazione della giustizia, non esprime quindi un giudizio sulla Magistratura in generale e nemmeno su come la Magistratura si è comportata in questa sentenza particolare, ma esprime un giudizio di allarme, di gravità ]per quel che riguarda quello che c'è dietro a questa sentenza. Il fatto che a dieci anni dalla strage della Stazione di Bologna non si è giunti ad accertare con due processi (in Corte d'Assise e poi in Appello) la verità su quei fatti tragici è perché c'è stata alle spalle un'azione di alcuni settori dei servizi segreti degli apparati dello Stato italiano che hanno portato a un depistaggio gravissimo di elementi di prova attinenti quella vicenda.
Si segnala che questo non è il primo fatto del genere che accade in Italia, ma segue altri fatti gravissimi che all'epoca avevano suscitato un vivissimo allarme nell'opinione pubblica nazionale: i processi per Piazza Fontana, Piazza della Loggia e l'attentato al treno Italicus.
La questione, che si sottolinea e si indica come richiesta che il Consiglio regionale rivolge alle autorità nazionali (il Governo e il Parlamento della Repubblica), è che si aprano, si rendano noti i documenti giacenti presso gli archivi del SISMI relativi a quell'epoca, a quei fatti e che si riveda quanto prima la disciplina legislativa sul segreto di Stato. Perché Sono queste due questioni che emergono come uniche possibilità, ora, per introdurre qualche elemento di luce su vicende di questo genere e comunque come questioni necessarie anche in futuro per evitare che si ripetano depistaggi, che si ripetano occultamenti di prove si ripetano inquinamenti di prove come si sono chiaramente verificati in questi fatti. Peraltro, inquinamenti e depistaggi riconosciuti dalla recente sentenza di Bologna perchè gli unici imputati che sono stati condannati sono proprio due alti dirigenti del SISMI dell'epoca con l'imputazione di depistaggio rispetto alle indagini. Questa è la prima questione che si pone. Quindi non un giudizio sulla Magistratura, non un tentativo di giudizio su tutta una fase della vita politica nazionale - che è stata chiamata in vario modo, strategia della tensione e via di questo passo - che richiederebbe una riflessione più ampia e forse vedrebbe anche opinioni diverse in quest'aula, ma un giudizio su una questione specifica di estrema importanza, di estrema urgenza.
La seconda e ultima questione che si pone in questo documento è quella di testimoniare questo allarme, testimoniare questo impegno e questa richiesta che il Consiglio regionale del Piemonte rivolge alle autorità nazionali, appunto perché si aprano gli archivi del SISMI dell'epoca e perché si riveda la disciplina nazionale sul segreto di Stato, con la presenza di una delegazione del Consiglio regionale del Piemonte, con il gonfalone della Regione Piemonte, alla manifestazione che il Comune di Bologna ha indetto per il 2 agosto, anniversario della strage, nei prossimi giorni.
Queste sono le questioni che si pongono con questo ordine del giorno sulle quali tutti i Gruppi, che ho prima citato per esclusione, citando quelli che non hanno sottoscritto questo documento, hanno convenuto questa mattina nella riunione dei Capigruppo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino.
MAJORINO Signor Presidente, colleghi Consiglieri, io intervengo collocandomi sia sull'ordine del giorno illustrato ora dal collega Monticelli e sia sull'ordine del giorno che ho presentato. Stranamente gli ordini del giorno sono, indubbiamente sotto il profilo politico e per certe valutazioni politiche, inconciliabili fra di loro; ma altrettanto stranamente hanno in comune parti del preambolo e parti delle conclusioni, sulle quali ritorner brevemente.
Sulle conclusioni dell'ordine del giorno illustrato dal collega Monticelli, cioè a dire sulla conclusione che il Consiglio regionale invii una propria delegazione con il gonfalone, 10 sono nettamente contrario e ciò per questa ragione: non tanto perché sia inopportuno testimoniare soprattutto ai parenti delle vittime, questa presenza del Consiglio regionale (come d'altro canto è avvenuto negli anni scorsi); ma piuttosto ed essenzialmente perché il prossimo 2 agosto ci sarà, sulla piazza della Stazione di Bologna - questo è già emerso da notizie di cronaca - un processo vero e proprio alla recente sentenza, e perché si contesterà la decisione che ha assolto gli imputati. Per questa ragione sono contrario alla conclusione numero uno. E questa non è solo un'opinione mia (o della mia parte politica) perché un autorevole componente della Commissione interparlamentare delle stragi (questa è una notizia che proviene dalle agenzie di stampa e dai giornali) e precisamente l'on. Biondi, a nome del Gruppo liberale, ha dichiarato che il proprio Partito, questa volta, non parteciperà al rituale della manifestazione in quanto non intende aderire ai cori di indignazione che si leveranno contro la sentenza, e in quanto questi cori di indignazione saranno l'anello di una catena di pressioni psicologiche e politiche per la ricerca a senso unico dei colpevoli di quella tremenda strage.
Io ho citato questa autorevole fonte, che faccio mia, e che penso sia insospetta perché il Partito liberale non è certo un Partito che abbia con noi affinità o patti di unità d'azione. Ecco, quindi, il no alla conclusione numero uno dell'ordine del giorno illustrato da Monticelli perché - ripeto - in piazza, a Bologna, ci sarà questa volta un "processo" alla sentenza.
Il punto numero due delle conclusioni dell'ordine del giorno illustrato invece è condivisibile, perché è contenuto anche nell'ordine del giorno che io ho proposto. Infatti, laddove si chiede che si aprano gli archivi del SISMI e Si abolisca il segreto di Stato, nella sostanza il concetto è identico alle conclusioni del mio ordine del giorno laddove, dopo un certo preambolo, si invita Governo e Parlamento, con il tramite principale della Commissione parlamentare delle stragi, a fare aprire gli archivi del SISMI ai fini di approfondire e accertare le responsabilità del depistaggio, sia della strage di Bologna e sia delle altre stragi rimaste impunite. E non è da escludere, anzi è auspicabile, che attraverso questa apertura degli archivi del SISMI non si arrivi a dimostrare un teorema, ma piuttosto la realtà vera di quelle che sono state chiamate le stragi di Stato.
C'è poi comunanza sugli ordini del giorno nella prima parte del preambolo, laddove si afferma senza mezzi termini, perché è una realtà obiettiva, che la sentenza di Bologna è rilevante in quel punto con il quale, a parte l'assoluzione degli imputati, c'è stata la condanna dei funzionari del SISMI per avere ~ depistato". Quindi è condivisibile anche questa parte del preambolo. Però va contestato ai firmatari dell'ordine del giorno di essersi fermati alla metà del guado: perché - dopo avere affermato esattamente, come affermo anche io nel mio ordine del giorno, che questa condanna dei funzionari del SISMI significa che si è accertato il depistaggio da parte loro - non si trae la ulteriore conseguenza politica secondo la quale la condanna per il depistaggio delle indagini significa nel contempo (sul piano politico e non solo giudiziario) che la sentenza smonta e smaschera la congiura politica che pretendeva (e ha preteso per parecchi anni) di addebitare la responsabilità della strage all'area della destra politica italiana. E in particolare di addebitare le responsabilità della orrenda strage alla forza politica che rappresento, il Movimento Sociale Italiano - Destra nazionale. Il tutto, attraverso quel famoso e perverso teorema (demolito dalla sentenza e non tanto dall'assoluzione, ma piuttosto attraverso la condanna per depistaggio), secondo il quale la strage sarebbe stata "fascista" in quanto ideata e attuata da extraparlamentari di destra, e conseguentemente - ecco il teorema sostanzialmente idiota - addebitabile a una forza politica (MSI-DN) presente nella vita nazionale dal 1946, la quale - invece - ha sempre operato come è noto (e come penso mi si possa dare atto) nell'alveo e nell'ambito della legalità politica e istituzionale. Il non aver voluto affermare questa connotazione, questa conseguenza politica della condanna del SISMI, significa volere ostentatamente ignorare questa realtà e volere lasciare in piedi l'equivoco che è perdurato per dieci anni ai danni della forza politica cui appartengo.
Concludo il mio intervento con le due motivazioni cui ho accennato: condanna del SISMI, ma anche contestuale sgretolamento del "teorema" nei nostri confronti (teorema che tendeva ad emarginarci) e con l'auspicio che tramite la Commissione Stragi si operi per accertare la verità e le responsabilità del SISMI. E con la conseguenza in forza della quale gli amministratori del Comune di Bologna farebbero bene, responsabilmente, a sostituire la lapide che ricorda questa orrenda strage: eliminando sulla lapide quello che c'è di inveritiero e di falso circa questa strage, cioè le espressioni che tendono a dimostrare il falso e non credibile - teorema cui ho accennato. E la vecchia lapide, dovrebbe poter fare (secondo la mia opinione e il mio auspicio) la stessa fine del Muro di Berlino: essere cioè tagliata a pezzi e venduta perché inutilizzabile in quanto contenente in sé un clamoroso falso.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Fulcheri. Ne ha facoltà.
FULCHERI Ho ritirato la mia firma dall'ordine del giorno semplicemente perchè mi chiedevo come mai il Capogruppo liberale non lo avesse firmato questa mattina. Questo era il dubbio che mi era sorto.
MONTICELLI Semplicemente perché il Consigliere Marchini non c'era.
FULCHERI A me nessuno ha detto che non era presente il Capogruppo liberale.



(Commenti dai banchi comunisti)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Picchioni.
PICCHIONI Il Gruppo della DC ha accolto ed approvato in sede di Capigruppo il documento presentato dal prof. Grosso, perché lo ritiene non solamente equilibrato ed obiettivo, ma estremamente responsabile nelle sue motivazioni e nelle sue finalità. Certamente ognuno può dare una chiave di lettura diversa ai fatti che si sono succeduti, ma è anche indubitabile che la carenza complessiva delle istituzioni non ha funzionato. Quando parlo di istituzioni mi riferisco a quel nodo, o meglio, a quello snodo, che passa attraverso la Magistratura, la Polizia giudiziaria e i Servizi segreti. Per cui oggi ci troviamo tutti quanti con accenti diversi, dalla costernazione allo sconforto o alla deplorazione, a mettere ancora una volta in luce quel cono d'ombra dove tutto è reso forse più impalpabile di prima.
Se da una parte noi possiamo pensare che i terrorismi di bande hanno lasciato dietro di sé qualche traccia, dei testimoni, dei pentiti certamente le stragi invece appartengono ad un'altra strategia della quale forse non ci sono assolutamente presenti né le motivazioni né i progetti.
Si conoscono tanti teoremi, si conoscono tante suggestive tesi che vogliono motivare o che hanno motivato questo o quel gruppo, questo o quel partito però evidentemente non abbiamo ancora alcuna certezza.
Non vogliamo parlare nei confronti della realtà processuale, nei confronti dei giudici di Bologna: sappiamo benissimo che in questo Paese vi sono dei giudici eccessivamente garantisti, come hanno detto i giornali come ci dei giudici animati dalla verità storica, da un processo storico che cercano cioè attraverso la ricerca di affinità ideologiche di prestabilire una verità. Ma questo non ci interessa. Ci interessa soprattutto quanto l'ordine del giorno dice. E allora ribadiamo il nostro accordo con quanto hanno detto questa mattina il prof. Grosso e gli altri proponenti: per i reati di strage - come recita il documento - "aprire gli archivi del SISMI dell'epoca - e poi rivedere la disciplina sul segreto di Stato. Non so però se i colleghi sanno che per i reati di strage non sarà più possibile ricorrere al segreto di Stato. La Commissione per gli Affari costituzionali del Senato Infatti, proprio nei giorni scorsi, ha abolito l'art. 204 del nuovo Codice di procedura penale, in riferimento ai reati di strage.
Per quanto concerne invece il discorso relativo alla presenza del gonfalone della Regione Piemonte alla manifestazione del 2 agosto prossimo il Gruppo DC è assolutamente d'accordo, perché al di là del processo che si potrà intentare a questa o quella parte dello Stato, è soprattutto una testimonianza :nei confronti delle vittime, le quali certamente sono al di sopra di ogni sospetto e anche di ogni speculazione politica.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Garino.
GARINO Signor Presidente, colleghi consiglieri, desidero innanzitutto ringraziare il collega Grosso, non soltanto per aver fornito una bozza di testo, sulla quale poi c'è stata la convergenza di molti Capigruppo, ma anche e soprattutto perché, proprio ad evitare ciò che il collega Majorino temeva, le prime parole di Grosso sono state: "nessuno di noi vuole mettere in dubbio che possa esistere un processo alla Magistratura". Questa è stata la prima preoccupazione che egli ha voluto fornire e ancora questa mattina nel momento in cui anch'io mi sono permesso di proporre una piccola correzione a questo documento, la correzione nasceva dalla mia preoccupazione che qualcuno potesse pretendere di vedere in alcune frasi o in alcuni aggettivi una sorta di processo alle intenzioni della Magistratura. Mi pare che i Capigruppo abbiano raccolto questa preoccupazione proprio evitando qualsiasi problema di diversa interpretazione. Non credo di dover ancora una volta esprimere lo sconforto che ognuno di noi ha provato alla notizia di questa sentenza, non tanto perché assolveva qualcuno (non è questo il compito del Consiglio regionale), ma per le preoccupazioni che nascono nell'opinione pubblica e in noi di fronte ad una Magistratura che ancora non riesce a venire a capo della verità.
Solo stamattina abbiamo potuto constatare come, forse, la sola previsione possibile oggi per avere più verità, se non la verità, fosse quella di aprire gli archivi del SISMI dell'epoca, perché finalmente Si possa far luce attraverso questi su una vicenda così triste e così grave.
Prima il collega Picchioni parlava di "cono d'ombra": se lo Stato e il Parlamento vorranno togliere almeno alcuni veli, forse il cono d'ombra sarà meno grave di quanto è oggi.
Per quanto riguarda la partecipazione del gonfalone alla manifestazione di Bologna anch'io sono d'accordo con quanto ha detto il collega Picchioni.
E' giusto che la Regione partecipi a questa manifestazione con il proprio gonfalone sapendo che laddove avvenissero provocazioni non riguarderebbero questo Istituto, non credo riguarderebbero la comunità piemontese la quale si reca a Bologna con un ordine del giorno che è quello che votiamo e non un altro: in quell'ordine del giorno mi pare si possa vedere un documento assolutamente scevro da tutte le preoccupazioni che sono state espresse.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Sartoris.
SARTORIS Sono d'accordo sull'ordine del giorno, anche perché ne avevamo già parlato nella Conferenza dei Capigruppo questa mattina. Sono anche d'accordo sulla delegazione, se vuole significare una presenza verso le persone che regolarmente da vent'anni a questa parte vengono danneggiate in stragi di vario tipo. Ridendo e scherzando sono vent'anni che in questo Paese si verificano stragi, ogni tanto noi facciamo le nostre belle chiacchiere, poi regolarmente veniamo avvertiti dalla televisione che è successo qualcosa. Noi siamo dell'idea che queste siano stragi di Stato che siano stragi che avvengono in momenti particolari e delicati della vita politica di questo Paese. Siamo stati d'accordo sin dall'inizio su questo ordine del giorno, ma stamattina ho espresso la mia perplessità sul fatto che venissero riportate solo alcune stragi e non tutte, forse perché si sarebbe riempito il foglio.
Quindi sono d'accordo sull'ordine del giorno e voterò a favore. Non vorrei solo che fra un mese, o comunque quando ci ritroveremo, questi ordini del giorno fossero stati stravolti e fossero stati utilizzati per cose che qui, in questo foglio, non sono dette. Non gradiremmo essere coinvolti in cose estranee a Bologna, non vorremmo che la presenza della Regione e del gonfalone fossero strumentalizzate in maniera poco simpatica e poco piacevole.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Segre.
SEGRE Vorrei dire solo due parole per motivare meglio la posizione che ho assunto stamattina alla Conferenza dei Capigruppo, certa comunque dell'adesione di tutti i Consiglieri del Gruppo Verdi.
Mi sembra sia veramente doveroso e non rituale partecipare alla manifestazione di Bologna. Nel senso che la gravità della sentenza emessa a Bologna, il fatto che a distanza di tanti anni tante stragi in Italia siano rimaste ancora impunite, il fatto che si richieda in quest'ordine del giorno l'apertura degli archivi del SISMI (almeno quelli dell'epoca) rendono particolarmente opportuno l'impegno anche della nostra Regione.
Credo che la presenza del gonfalone della Regione a Bologna possa non essere solo simbolica, ma rappresenti una doverosa testimonianza che anche il Piemonte deve arrecare a Bologna. Credo che la gravità di questa cosa vada in qualche modo sottolineata e con questa presenza noi lo testimonieremo. Quindi esprimo il totale accordo mio e del Gruppo Verdi, a nome di cui parlo, perché la Regione Piemonte partecipi con il gonfalone alla manifestazione di Bologna.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Gallarini. Ne ha facoltà.
GALLARINI Aderiamo anche noi, come Gruppo socialdemocratico, all'ordine del giorno proposto. Già quando Grosso parlò e propose quella bozza, che poi sostanzialmente è rimasta la stessa, con alcune integrazioni e arricchimenti, ci sembrò equilibrata. Ci sembrò anche opportuno che il Consiglio regionale, preso atto di quella sentenza, si esprimesse non ovviamente contro la sentenza in se stessa ma sostanzialmente nel ricordo delle vittime della strage. Ecco, Majorino, in effetti, può darsi che ci siano stati o ci siano teoremi che qualcuno intende dimostrare, magari anche con delle ipotesi che non sono condivisibili, ma sicuramente se esistono falsi e falsità le Vittime sono state vere. Quindi penso che l'adesione della Regione Piemonte attraverso questa presa di posizione, con l'ordine del giorno del Consiglio regionale e la presenza del gonfalone alla manifestazione, sia dovuta; e non sia retorica. Può essere lo stimolo per una sensibilizzazione che deve portare quanto meno a impedire che in futuro si possano vivere situazioni di questo tipo. Ustica è ancora aperta non è ancora chiusa la vicenda: questa proposizione e questo stimolo per aprire gli archivi dello Stato serva almeno, se non può più servire purtroppo per quanto è stato, per quanto ancora non è concluso.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Maggiorotti.
MAGGIOROTTI Nel segnalare, in generale, la condivisione dell'ordine del giorno vorremmo fare alcune precisazioni.
A nostro parere vi è stata una "regia" eversiva, una strategia della tensione che ha prodotto lo stragismo e il depistaggio delle indagini. I motivi non sono poi così indecifrabili.
La nostra ipotesi è che si sia voluto colpire in quegli anni ogni tentativo di cambiamento in senso progressivo e democratico del Paese.
Nell'ordine del giorno si parla di "gravi perplessità". Per noi sarebbe stato meglio, forse, esprimersi con "gravissime preoccupazioni". Queste non si riferiscono tanto all'operato della Magistratura quanto alla preoccupazione, che ciascuno di noi dovrebbe avere, di vivere in uno Stato in cui hanno operato e operano ancora liberamente dei corpi separati diretti da forze eversive non ancora smascherate - ammesso le si voglia smascherare.
C'è inoltre il rischio che gli archivi vengano preventivamente ripuliti: pertanto occorre che le forze democratiche Vigilino affinché ci non avvenga, altrimenti rischia di essere inutile la loro apertura ed inefficace il superamento del - segreto di Stato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Grosso.
GROSSO Signor Presidente, colleghi Consiglieri, sollecitato dall'intervento del collega del MSI vorrei solo dire che il significato del documento che viene proposto al voto del Consiglio è preminentemente ed eminentemente politico ed è molto preciso. E' stato illustrato dai diversi Capigruppo e non voglio ritornare su di esso. Voglio solo dire che riterrei estremamente grave venisse spezzata quella lapide, perchè su quella lapide alla Stazione di Bologna ci sono scritte alcune verità e soprattutto sono incisi i nomi dei 25 morti. Credo proprio che non si possano spezzare delle lapidi dove sono incisi questi nomi. E' molto grave proporre una cosa del genere.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino per dichiarazione di voto.
MAJORINO Signor Presidente, prendo la parola per dire ovviamente "si" all'ordine del giorno che ho proposto: e "no" all'altro: e con l'occasione desidero precisare che quando dicevo di "spezzare la lapide", ciò era nel senso di sostituirla con una lapide che non contenesse il "teorema"; ma non mi sono ovviamente permesso di pensare di eliminare il ricordo delle vittime e delle persone rimaste gravemente ferite. Sulla questione del gonfalone e della delegazione il mio solo timore è che la delegazione si trovi, poi, in una sorta di fossa dei serpenti nella quale si farà il processo ai giudici ed alla recente sentenza. Ma se lo spirito della delegazione, di cui al vostro ordine del giorno, fosse invece quello di portare, ancora una volta a distanza di dieci anni una testimonianza di solidarietà e di conforto alle vittime ed alle loro famiglie, allora in questo senso sarei pronto anch'io - simbolicamente - ad aderirvi (anche se non lo firmo).



PRESIDENTE

Personalmente ritengo che la Regione Piemonte debba partecipare alla manifestazione di Bologna, debba andare con il proprio gonfalone, debba andare con lo spirito con il quale noi approveremo un ordine del giorno: l'ordine del giorno che è stato presentato dalla maggioranza dei Capigruppo. Andremo con lo spirito di ricordare queste vittime e con lo spirito, che ci deve unire tutti, di avere giustizia rispetto ad episodi così gravi e drammatici per il nostro Paese. Prima di porre in votazione separatamente i due ordini del giorno e in base al Regolamento per ordine di presentazione, desidero Informare il Consiglio regionale che verrà inviato il gonfalone a Bologna. Abbiamo già una designazione di partecipazione che è quella del prof. Grosso. La Presidenza, nella giornata di domani, raccoglierà le altre adesioni dei Gruppi consiliari che intendono partecipare.
Pongo in votazione per ordine di presentazione, secondo il Regolamento l'ordine del giorno n. 16 presentato dal Consigliere Majorino, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte rilevato che la sentenza emessa il 18 luglio 1990 della Corte d'Assise d'Appello di Bologna ha condannato i funzionari del SISMI Musumeci e Belmonte per avere depistato i Giudici nell'accertamento della verità sulla tremenda strage del 2 agosto 1980 alla Stazione di Bologna e per avere consentito l'impunità ai responsabili della strage: considerato che con una siffatta condanna viene smascherata la congiura politica che - per tutti questi anni ed avvalendosi del depistaggio SISMI ha preteso di addebitare all'area della destra politica italiana la responsabilità della tremenda strage di Bologna ed ha preteso, in particolare, di addebitarla al MSI-DN che, per contro, ha da sempre operato nell'alveo della legittimità politico- istituzionale: invita Governo e Parlamento - col principale tramite della Commissione parlamentare delle stragi a fare aprire gli Archivi del SlSMI, ai fini di approfondire ed accertare le responsabilità dei depistaggi sia della strage di Bologna e sia delle altre stragi rimaste impunite.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è respinto con 1 voto favorevole e 35 contrari.
Pongo ora in votazione l'ordine del giorno n. 17 presentato dai Consiglieri Monticelli, Grosso, Segre, Cucco, Marino, Garino, Rabellino Vetrino, Gallarini, Sartoris, Picchioni e Maggiorotti, il cui testo recita: "La sentenza emessa il 18 luglio 1990 dalla Corte di Assise di Appello di Bologna, che ribaltando il giudizio emesso dalla Corte di Assise di primo grado ha assolto pressoché tutti gli imputati ha suscitato gravi perplessità presso l'opinione pubblica.
Ancora una volta una strage che ha colpito decine di cittadini innocenti, e attentato gravemente alla sicurezza dello Stato, rimane senza colpevoli.
Le stragi di Piazza Fontana, di Piazza della Loggia, dell'Italicus, ed ora della Stazione di Bologna, rimangono punti completamente oscuri drammatici ed inquietanti della storia recente del nostro Paese e dimostrano l'incapacità e l'impotenza dello Stato italiano ad accertare la verità.
La sentenza della Corte di Assise di Appello ha assolto gli imputati della strage di Bologna, ma ha condannato Musumeci e Belmonte, funzionari del SISMI, accusati di avere depistato i giudici e aiutato gli autori della strage. Questi uomini non potevano non sapere.
Bisogna quindi aprire gli archivi del SISMI dell'epoca, rivedere la disciplina sul segreto di Stato: è questa la richiesta che a Consiglio regionale del Piemonte rivolge pressantemente alle competenti autorità legislative e di governo dello Stato italiano.
Il Consiglio regionale del Piemonte, per" testimoniare questo impegno e sostenere queste richieste, decide di inviare una propria delegazione, con il gonfalone della Regione, alla Manifestazione, in ricordo della strage indetta dal Comune di Bologna a 2 agosto prossimo".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è accolto con 35 voti favorevoli ed 1 contrario.


Argomento: Valutazione impatto ambientale - Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Esame ordine del giorno n. 15 dei Consiglieri Bresso, Segre, Miglio Marengo, Calligaro, Staglianò, Tapparo, Marchini, Ferrara e Rivalta Sull'Amiantifera di Balangero


PRESIDENTE

E' stato presentato un ordine del giorno urgentissimo dai Consiglieri Bresso, Segre, Miglio, Marengo, Calligaro, Staglianò, Tapparo, Marchini Ferrara e Rivalta.
Su questa questione la Presidenza informa che nei giorni scorsi ha ricevuto una richiesta di incontro fra la Presidenza del Consiglio, le OO.SS, ed i Capigruppo.
La parola all'Assessore Cerchio.
CERCHIO, Assessore a cave e torbiere Signor Presidente, cercherò di stare nei termini previsti dal Regolamento anche se su questo problema ci si trova di fronte ad una complessa e delicata storia. I Consiglieri dovrebbero fare una somma attenzione a quanto proporrebbe l'ordine del giorno. Dico proporrebbe perché sono in perfetta contraddizione nella sostanza alcune cose dette e scritte. Premetto che la filosofia dell'ordine del giorno è certamente condivisa fino in fondo dalla Giunta regionale e premetto che, alcuni giorni addietro, dopo almeno 30 o 40 riunioni a vari livelli realizzate negli ultimi semestri e su precisa ed esplicita richiesta delle OO.SS., la Regione Piemonte ha ottenuto un tavolo di confronto ministeriale su un problema di portata non indifferente, quale quello dell'Amiantifera di Balangero, e, dopo questo tavolo di verifica nazionale, le OO.SS, o comunque per quanto è dato capire alcuni rappresentanti delle OO.SS, hanno richiesto un 'ulteriore verifica a livello regionale. Nonostante il tavolo nazionale, richiesto come elemento ultimativo, la Giunta regionale ha provveduto nuovamente a riproporre un incontro a vari soggetti interessati istituzionalmente titolati e competenti. Questo incontro è fissato per domani pomeriggio presso la sede della Giunta regionale; sono stati convocati non solo le OO.SS, che ne hanno fatto formale richiesta, ma tutti gli enti locali interessati al problema, la Presidenza della Comunità montana, le UU.SS.SS.LL. territorialmente competenti e il Ministero dell'Industria, che è il soggetto deputato attraverso il Corpo Minerario ad eventualmente concedere un'ulteriore concessione per riattivare l'iter produttivo della miniera.
La situazione dell'Amiantifera di Balangero è difficile; essa insiste sull'area territoriale della Valle di Lanzo, ormai una valle a rischio essendosi verificata negli ultimi dodici mesi la caduta di quasi tutte le unità produttive. L'Amiantifera di Balangero con i suoi 200 dipendenti, che da oltre sei mesi non prendono lo stipendio, rappresentava l'unica unità produttiva sostanziale (rappresentava, perché di fatto più non produce). Da una parte vi sono i problemi occupazionali dei lavoratori che potrebbero ulteriormente aggravarsi con la definitiva chiusura della miniera e dall'altra le altrettanto importanti problematiche legate agli aspetti ambientali che resterebbero comunque aperti, sia in caso di chiusura sia in caso di riapertura con una nuova concessione ministeriale.
In tutta questa vicenda la complicazione si lega evidentemente all'iter parlamentare di una legge sull'uso, o la possibile prosecuzione di uso dell'amianto e quanti altri problemi possono essere giustamente compresi dai colleghi Consiglieri.
Ho fatto questo titolo allungato, ma certamente molto breve rivolgendomi soprattutto a coloro che hanno firmato l'ordine del giorno perché esso rischia di fare l'effetto contrario rispetto alle finalità per le quali lo stesso viene proposto. In sostanza, la situazione attuale di Balangero, di Corio e dei paesi vicini è quella di mesi abbondanti di nessun intervento sul piano ambientale e strutturale, tale da creare condizioni sostanziali per una possibile discarica o maxi discarica in zona che rischia di fare il gioco dei vecchi concessionari che, nemmeno tanto nascostamente, da parecchi mesi hanno fatto andare in basso questa situazione - lo dico pubblicamente alla registrazione affinché ci sia perfetta sintonia fra la Giunta e la filosofia dell'ordine del giorno - per creare condizioni strutturali naturali per avere poi un giorno in quel luogo una maxi discarica, magari di tossico-nocivi, non solo per la realtà piemontese o nazionale, ma addirittura per una realtà di carattere internazionale.
Solo attraverso il ripristino della miniera, con una concessione che sia garantita dal Ministero dell'Ambiente e dai controlli attraverso tutti gli organi decentrati sul territorio, ci sarà la possibilità di assicurare il lavoro ai 200 dipendenti che peraltro da oltre sei mesi non percepiscono lo stipendio e nei confronti dei quali nessuno si è premurato, se non alcuni soggetti istituzionali, di attivare forme di richiesta di cassa integrazione. Il rischio è che non ci saranno più condizioni per imporre a coloro che saranno i concessionari della nuova possibile riapertura della miniera tutti quegli interventi di carattere ambientate e sanitario che sono previsti.
Ricordo ai presentatori dell'ordine del giorno che all'incontro di domani sono convocati tutti i soggetti interessati e, rispondendo ad un telegramma giunto nei giorni scorsi a firma di alcuni colleghi (primo firmatario il collega Monticelli), l'invito è stato esteso a tutti i rappresentanti dei Gruppi consiliari affinché siano chiamati ad esprimersi tutti gli enti locali interessati e le OO.SS, del settore. Enti locali che si sono peraltro già espressi una settimana fa in sede ministeriale e che certamente domani esprimeranno le loro valutazioni per le determinazioni che vorranno essere assunte. Questo mi pareva giusto dire, in quanto tutti i soggetti interessati devono essere convocati a questo confronto sapendo che la possibile concessione verrà data dal Ministero dell'Industria solo con la partecipazione di tutte le garanzie che in questo modo assolvono ai due impegni di mantenere i livelli occupazionali e di creare le condizioni ambientali, affinché questo discorso possa avere una fine positiva.
In ultimo, sono da correggere alcuni grossolani errori. Ritengo superato l'ordine del giorno, semmai è riproponibile dopo l'incontro di domani per l'ulteriore ennesima verifica con la partecipazione di tutti i soggetti interessati, anche perché laddove, ad esempio, si dice che l'attuale miniera si trova in situazione di amministrazione controllata non corrisponde alla verità, bensì è fallita il 19 giugno 1990 e una serie di altri problemi, che sono microscopicamente non veri, sono in realtà la necessità che tutte le garanzie possono essere affidate per scoraggiare alcuni progetti di sostituzione dell'attività mineraria con una discarica che è, secondo me, la volontà dell'ultimo concessionario che occorre assolutamente bloccare e quindi creare le condizioni per evitare impropri utilizzi o speculazioni. In questo senso, mi pare che tutto sommato l'ulteriore verifica con tutti i soggetti interessati, compresi i Capigruppo che sono formalmente convocati alla riunione di domani, potrà garantire tutte le parti sociali ad una partecipazione corale alle decisioni che dovranno poi essere assunte.



PRESIDENTE

Desidero ricordare che per domani pomeriggio il Presidente del Consiglio aveva già convocato le OO.SS., che avevano chiesto l'incontro. Mi riservavo di comunicarlo oggi ai Capigruppo. Poiché esiste un incontro, con la presenza di soggetti più numerosi, già convocato dall'Assessore Cerchio propongo di unificare i due incontri nella riunione di domani pomeriggio alle ore 15,30 nella Sala Giunta.
La parola al Consigliere Staglianò.
STAGLIANO' Signor Presidente, colleghi Consiglieri, innanzitutto mi pronuncio anche a nome degli altri colleghi del Gruppo Verdi, a favore della proposta avanzata or ora dalla Presidente del Consiglio. Mi parrebbe opportuno unificare le forze e dare un segnale forte ai nostri interlocutori sociali prestando ad essi un'attenzione puntuale da parte di tutta la Regione nelle sue varie articolazioni.
Detto questo, debbo osservare che, pure avendo seguito con molta attenzione l'intervento dell'Assessore Cerchio, alla fine non sono riuscito sinceramente ad afferrare dov'è la contraddizione che lui rileva nell'ordine del giorno che discutiamo.
A proposito dello stato giuridico della proprietà, vorrei tranquillizzare tutti i colleghi che non lo sapessero: c'è un curatore fallimentare che deve considerare e pronunciarsi anche in merito ad eventuali passaggi di proprietà. Noi non vogliamo, non possiamo permettere che questo avvenga attraverso una decisione semplicemente burocratica.
L'Assessore Cerchio - dando all'argomento un'impostazione rispetto alla quale debbo confessare molta preoccupazione, perché mi pare che sfugga al nocciolo di questo nostro documento - ha evidenziato, peraltro, una serie di rischi fondati. Ma per evitare questi rischi, in particolare quello che l'Amiantifera di Balangero (che, come dicevo ancora ieri nel dibattito sul programma, è la miniera più grande d'Europa di amianto bianco, un minerale pericolosissimo per la salute dell'uomo) diventi un buco per cacciarci rifiuti in maniera Incontrollata, e anche per evitare di abbandonare a se stessi i lavoratori, dobbiamo scegliere con decisione una strada chiara L'ordine del giorno, da questo punto di vista, rinviando evidentemente ad ulteriori approfondimenti l'argomento, ne suggerisce una senza equivoci perché, innanzitutto, propone che le decisioni sul futuro della proprietà dell'Amiantifera non siano assunte burocraticamente dall'Ente Miniere senza far sentire al riguardo la nostra valutazione, per le competenze che a noi sono affidate al riguardo, e soprattutto per tutelare la salute dei cittadini di un 'area molto vasta della nostra Regione.
L'ordine del giorno propone un recupero ambientale dell'area: un recupero ambientate che può consentire un utilizzo delle stesse maestranze occupate fino a non molto tempo fa nella estrazione dell'amianto affrontando, quindi, tempestivamente e alla radice la possibile insorgenza dell'ennesimo conflitto tra lavoro e ambiente, che vedremo insorgere sempre più spesso.
Sono persuaso, e lo dicevo ancora ieri, che questa legislatura sarà in qualche misura dominata dal nodo che è venuto al pettine, e cioè il rapporto tra produzione e ambiente. Dobbiamo lavorare, pertanto, per evitare l'insorgere dell'ennesimo conflitto fra il diritto alla salute che come abbiamo dibattuto più volte a proposito dell'ACNA, deve avere la predominanza su qualunque altro, e il diritto al lavoro che ai Verdi sta a cuore altrettanto quanto quello alla salute dei cittadini. La questione Amiantifera ne sarà un test molto significativo. In quest'ottica va detto che il recupero ambientale è un'occasione di lavoro concreto preoccupare le maestranze, e non per un breve periodo di tempo. Tra l'altro, su questo punto si potrebbero fare altre considerazioni: si potrebbero, ad esempio specializzare queste maestranze nell'opera di recupero ambientale, visto che non c'è soltanto la cava dell'Amiantifera che deve essere risanata. Ci sono, al riguardo, molte altre situazioni nella nostra regione, e anche nella nostra provincia, nelle quali una professionalità acquisita in materia - magari mettendo a disposizione gli strumenti di cui la Regione e gli enti strumentali della Regione godono (penso ad esempio all'IPIA) potrebbe consentire di procedere in questa direzione, nel recupero, ad esempio, di tutte le ex cave. In secondo luogo, si parla di recupero ambientale e di occupazione In qualche misura alternativa, certamente congiunturale, ma per una congiuntura sufficientemente ampia per non essere una cosa aleatoria.
In terzo luogo l'ordine del giorno pronuncia una parola chiara e mi pare anche molto impegnativa, certamente non perentoria perché non sarebbe credibile In questi termini, relativamente a un indirizzo di politica produttiva, puntando all'abbandono dell'amianto. Ieri nel dibattito generale è riecheggiata, in qualche misura, la problematica che l'amianto riveste nella nostra regione: siamo l'unica regione d'Italia in cui è presente l'intero ciclo di lavorazione. Proprio nelle settimane scorse abbiamo registrato con piacere una decisione assunta dal maggior gruppo automobilistico del nostro Paese. Mi riferisco alla decisione della FIAT di abbandonare l'uso dell'amianto per una serie di accessori sia sui veicoli leggeri che sui veicoli pesanti, in tempi molto ravvicinati. Noi ci troviamo di fronte a direttive della CEE che parlano molto chiaro anche rispetto a questo problema. Certo in Italia siamo in ritardo; ma complessivamente, in ritardo è gran parte dell'Europa, se si esclude, ad esempio, la Svezia o altri Paesi che hanno bandito l'utilizzo dell'amianto amianto che, ricordiamocelo, respiriamo semplicemente camminando per strada quando un'auto frena, proprio perché le nostre auto usano pastiglie di amianto e frenando sprigionano queste fibre pericolosissime.
Siamo in ritardo, dobbiamo rendercene conto, ma abbiamo anche l'opportunità, a partire dalla crisi dell'Amiantifera di Balangero, di sintonizzarci in qualche modo con le nuove sensibilità sociali. D'altra parte, ci sono le direttive CEE che parlano di fuoriuscire dall'amianto entro il 1995. C'è in discussione al Senato una legge che dovrebbe in qualche misura dire qualcosa di più stringente di quanto non sia una direttiva della CEE, direttive molto spesso disattese.
Questo è lo scenario, Assessore. E perciò a noi pare davvero molto Importante che con questo ordine del giorno, che vuole essere una manifestazione di volontà politica, ossia un impegno a incamminarsi in questa direzione, e quindi a non subire giochi strani (burocratici o altro) con annessi e connessi traffici sulle proprietà, che continuino a mettere a repentaglio la salute e anche l'occupazione dei lavoratori. Noi sappiamo che, proseguendo su vecchie strade, non si fa il bene dei lavoratori, a cui teniamo particolarmente, accanto al bene della salute di tutti i cittadini che in qualche modo dovremmo rappresentare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rivalta.
RIVALTA Avrei preferito, signor Presidente, illustrare l'ordine del giorno.
Sono stato sorpreso del fatto che lei ha dato la parola all'Assessore Cerchio, a nome della Giunta, e non ho avuto tempo di chiedere che venisse dato il giusto ordine alla discussione, come è prescritto dalla prassi dei lavori del Consiglio e dal Regolamento.
Voglio anche dire che la discussione su questo punto all'o.d.g. è il primo atto che su materie di competenza questo Consiglio compie dopo che si è costituita la Giunta, cioè nella pienezza degli organi della Regione.
Dico subito che questo primo atto non si svolge né nelle forme né nelle condizioni dovute e che l'importanza dell'argomento e il rispetto dell'istituzione richiederebbero. Noi siamo stati qui due giorni a discutere responsabilmente sulla formazione della Giunta: il Gruppo comunista è intervenuto con 9 Consiglieri nel tentativo, più che un tentativo, di portare un contributo alla discussione nel momento di avvio del lavoro di questa Giunta e di questo Consiglio. Siamo rimasti qui, oggi per consentire che venissero portate a conclusione le delibere che la Giunta, nelle more della sua costituzione, aveva preso con i poteri del Consiglio. Avremmo potuto andarcene, lasciare alla maggioranza di decidere se quelle delibere dovevano passare oppure no: siamo invece rimasti responsabilmente, perché la nostra uscita dall'aula avrebbe fatto mancare il numero legale. Ora, invece, al primo argomento che questo Consiglio è chiamato a prendere in esame, dal momento della piena attivazione del Consiglio dopo la formazione della Giunta, riscontriamo che questa assemblea si è dileguata, nonostante si tratti di un problema importante di per se stesso e in generale. Mi consentirà allora di dire alcune parole su questa questione.
Intanto per chiedere all'Assessore Cerchio, che ha avuto la bontà di correggere un errore di indicazione della situazione dell'azienda contenuto nel nostro ordine del giorno, di essere altrettanto chiaro quando usa la parola falso: l'Assessore Cerchio ha detto che questo ordine del giorno è falso, ma non ha spiegato il perché. Io vorrei che quando si fanno valutazioni di questo tipo se ne desse anche la ragione: io considero che in questo documento non di sia alcuna falsità. C'è l'errore dell'indicazione e lei giustamente ci ha corretto, ma non credo assolutamente che di siano delle cose false. I colleghi Consiglieri, se già non conoscevano la questione, avranno capito dall'intervento del collega Staglianò, mentre credo sia stato difficile capirlo dall'intervento dell'Assessore Cerchio, che questa è una questione di grande rilievo.
Chiunque è passato nella zona di Balangero, molti Consiglieri torinesi penso, forse non quelli delle altre Province, avrà visivamente preso atto della presenza di una montagna di detriti e di un dissesto che riguarda un intero pendio di quelle montagne, dovuto all'attività della Amiantifera di Balangero che opera tra Balangero e Corio, per produrre ed estrarre amianto dai depositi di rocce serpentine di quella zona. E' già stato detto, ed io non lo riprendo che per accenno, che con molto ritardo purtroppo la produzione e l'uso dell'amianto sono stati riconosciuti come portatori di forti rischi sulla salute di chi lavora e sulla salute di chi utilizza l'amianto.
Nell'ultima circolare della CEE si rileva che sono 1.500 all'anno i morti dovuti all'amianto nel nostro continente, non è quindi cosa da poco.
E noi in Piemonte abbiamo una situazione di cui dovremmo occuparci, se non questa sera, prossimamente, che è quella di Casale dove ammontano già a decine i morti che hanno come origine l'attività dell'Eternit. L'attività è ferma dal 1982, ma il fatto è che questa malattia, in particolare il mesotelioma, ha un'incubazione di decine di anni. Scientificamente è stato provato, anche in altri parti del mondo, che la fase grave della malattia si può manifestare a distanza di 20, 30 o anche 40 anni dal momento in cui sono state inalate queste fibre.
Siamo quindi di fronte ad una situazione che è seria e grave e che dovrebbe addirittura imporci responsabilmente (io avevo anche preparato un ordine del giorno in questo senso) come Regione di chiedere la dichiarazione di zona a rischio per situazioni come quella di Casale e dell'Amiantifera di Balangero, perchè non solo l'attività di miniera venga chiusa, ma vengano operate le Operazioni di bonifica e resi innocui i detriti.
Non mi pare che questa sera ci siano le condizioni per discutere sulla opportunità di chiedere la dichiarazione di zona a rischio. Mi soffermo comunque su questo nostro ordine del giorno. L'Assessore Cerchio ha detto che domani ci sarà una riunione. Finalmente! E' stata chiesta con telegramma. Da qualche tempo l'Assessore cura una mediazione, mediazione che non può essere possibile sul piano economico, quando invece il problema prioritario, principale, su cui l'istituto regionale deve qualificarsi, è quello della salute, di chi lavora dentro e degli abitanti del territorio circostante, e ve lo dice uno che appartiene al partito dei lavoratori e del lavoro. A Casale, due anni fa, si è registrata la morte di un impiegato di banca che non aveva mai lavorato all'Eternit e che, evidentemente, ha inalato queste fibre al di fuori della fabbrica, vivendo nella città.
Questo è il problema prioritario che dobbiamo affrontare, che questa Regione deve affrontare, e non cercare mediazioni sul piano economico, non accettabili su una questione di questa natura.
Ebbene, noi temiamo anche che queste mediazioni portino con sé dei rischi gravi. L'amianto è un materiale che deve essere escluso dall'uso e quindi devono essere escluse le lavorazioni a partire dall'estrazione.
Balangero è l'unica miniera di amianto esistente in Europa: dobbiamo partire di li a fermare l'amianto. L'impresa è fallita: non si deve fare ripartire l'attività su basi imprenditoriali e soprattutto su basi imprenditoriali la cui matrice può essere (non credo di fare delle illazioni; quando si opera in questi settori è possibile tutto e questa anzi può essere proprio la caratteristica di fondo) essenzialmente speculativa: utilizzare con spregiudicatezza, per consentire il massimo sfruttamento economico, gli ultimi anni possibili di estrazione dell'amianto, sapendo che sono gli ultimi anni, perché così è deciso negli orientamenti della CEE, che sostiene anche lo sviluppo della attività di ricerca di fibre sostitutive. Questa ricerca è già nella pratica, come ha citato Staglianò. Il Ministro Ruffolo ha firmato un accordo con la FIAT perché la FIAT smetta di utilizzare l'amianto nella produzione delle auto e la FIAT l'ha firmato con un impegno a scadenza ormai ravvicinata. Quindi c'è il problema, a livello internazionale e a livello nazionale, di fuoriuscire dall'amianto. Allora la questione di Balangero non si può porre nell'ambito di una visione imprenditoriale, probabilmente di natura speculativa, che ha le caratteristiche di un'operazione da Terzo Mondo e da Sud Africa: non a caso si dice che in queste mediazioni sono interessati operatori attivi in Sud Africa. E' una mediazione non possibile, l'unica cosa possibile in questo caso è quello che qui viene richiesto con il nostro ordine del giorno: la Regione esprima un orientamento chiaro per risolvere, in aree come quella torinese, che non è da Terzo Mondo, da un lato il problema occupazionale, e figuratevi un po' se non ci teniamo alla soluzione del problema occupazionale, ma dall'altro il problema ambientale in questo caso che è altrettanto grave di quello della Valle Bormida. Noi non diciamo solo che si deve chiudere questa attività; cerchiamo anche degli sbocchi occupazionali e degli indirizzi operativi per il recupero ambientale. Nel nostro ordine del giorno, il primo indirizzo è che questa operazione non può andare avanti sotto l'egida dell'Ente Miniere e del Ministero dell'Industria. C'è qui il problema della zona a rischio, per cui, al di là che essa venga riconosciuta, comunque occorre chiedere l'intervento del Ministero dell'Ambiente. Se il Ministero dell'Ambiente non interviene in una situazione come questa, sull'unico caso di presenza di una vera miniera di amianto in Europa, davvero perde le occasioni di svolgere il suo ruolo: forse non lo sa neanche che dovrebbe intervenire.
Quindi occorre informarlo e bisogna farlo intervenire. L'orientamento non deve essere quello di andare avanti in mediazioni che tendono a sostituire la vecchia attività, la vecchia impresa fallita con altre imprese, che secondo me non hanno altro fine che sfruttare ancora per qualche anno le risorse mercantili che questa miniera può dare, ma deve essere quello di sollecitare il Ministero dell'Ambiente, certo insieme al Ministero dell'Industria e del Lavoro, ad assumere responsabilità verso questa situazione e quello di utilizzare imprese che diano assolute garanzie degli orientamenti produttivi e delle finalità di recupero ambientale, e che diano anche garanzie di affidabilità e possibilità di controllo, nella formulazione dell'ordine del giorno di è anche venuto in mente, non per invenzione ma per constatazione di esperienze pratiche, che ci sono le possibilità di far intervenire anche impresa a partecipazione statale, per esempio l'ENI che ha lavorato nel settore: l'ENI potrebbe intervenire attivando la miniera con la finalità di renderla sicura, perché una massa di detriti di quel genere non dà sicurezza, e di bonificare l'area. Nel periodo necessario per metterla in sicurezza può essere ancora possibile che si debba movimentare ed attivare la miniera. Ma il problema deve essere finalizzato a quello della messa in sicurezza. L'orientamento che volevamo promuovere con questo ordine del giorno all'interno di questa Regione, per arricchire le intenzioni della Giunta (e credo proprio arricchire visto che in questo senso Cerchio non ci ha detto nulla), era quello di procedere con estrema cautela, di chiedere l'intervento del Ministero dell'Ambiente insieme a quello del Ministero del Lavoro e trovare soluzioni per i problemi dell'occupazione, ma prioritariamente alle questioni della sicurezza ambientale. Occorre poi, anche se non fa parte del nostro ordine del giorno, far partire l'indagine epidemiologica in quella zona. Già le prime che si sono svolte nella zona di Ciriè rilevano una presenza di cancro abnorme: non è definito il rapporto di causa effetto, ma esiste un tasso più alto che in altre zone della provincia di Torino e di quelle medie della nostra regione. La cautela deve diventare orientamento di questa Regione: è il primo atto, dicevo prima, dopo la formazione della Giunta. La questione ambientale, di cui abbiamo discusso anche ieri, non deve essere soltanto un modo di darsi un'immagine, un modo di relazionarsi su argomenti di moda, ma devono essere fatti concreti. Sotto questo profilo respingo i ragionamenti che ha fatto Cerchio: non me la prendo perché è stato detto che l'ordine del giorno contiene delle falsità, ma chiedo delle spiegazioni. Solleciterei davvero un atteggiamento diverso, che parta già da questa seduta di Consiglio, per una linea di responsabilità della Regione nel cercare la soluzione, che non può venire fuori come semplice mediazione di interessi economici e delle varie categorie e dei vari soggetti sotto questo profilo coinvolti. In questi casi ritengo che la Regione debba andare con dei propri orientamenti e che debba lavorare per farli emergere, pronta a modellarli sulla base delle questioni che sorgeranno, ma senza abdicare all'esigenza di perseguire la finalità principale, che in questo caso è l'ambiente e la salute. Questo è il senso del nostro ordine del giorno: dare forza all'azione della Regione attraverso la Giunta e dare a questa azione il giusto ruolo e la giusta immagine di un ente che deve tutelare l'ambiente. Il lavoro sì, ma dove le questioni ambientali si presentano così gravi, la tutela dell'ambiente e della salute della gente divengono prioritarie.



PRESIDENTE

Do una breve spiegazione della procedura che ho assunto prima. Ho dato personalmente la parola all'Assessore Cerchio perché desse un'informazione su questa questione, così come io ho dato informazione sulla riunione di domani, per arricchire il dibattito.
La parola al Consigliere Cavallera.
CAVALLERA Signor Presidente, noi riteniamo che alcune affermazioni che abbiamo sentito da parte del Gruppo comunista siano un po' esagerate, anche perch le assenze, con riferimento all'urgenza che era stata segnalata, riguardano un po' tutti i Gruppi, e soprattutto può essere casuale che la firma sia collocata a certi livelli su questo foglio, ma senz'altro mancano anche i primi firmatari di questa proposta. Comunque è chiaro che, anche se non eravamo stati coinvolti nella sottoscrizione dell'ordine del giorno proprio con il riferimento all'argomento che l'ordine del giorno trattava abbiamo dato la nostra approvazione per la iscrizione urgente dello stesso all'o.d.g. Chi vi parla proviene da una provincia che deve sopportare e sopporta sul proprio territorio la presenza di impianti di produzione, così come sono stati prima ricordati, che nell'ambito della città di Casale e del casalese, nonostante la chiusura dell'attività produttiva, fanno sentire i loro effetti del eteri: si pensi a coloro che sono colpiti, con latenza pluriannuale, dal già ricordato mesotelioma pleurico. Penso per che nel momento in cui si va ad affrontare una problematica così complessa non si possa cadere nella strategia dell'emergenza degli ordini del giorno.
Se è vero che la Giunta è entrata nella sua pienezza delle funzioni oggi, è anche opportuno e necessario consentire agli Assessori, soprattutto agli Assessori competenti ed alla Giunta nel proprio complesso, di poter dare il proprio parere sull'ordine del giorno che è stato presentato. Era necessario iscriverlo all'o.d.g. e poterlo già illustrare in questa giornata, vista la prossimità del periodo di ferie, ma penso che sia anche necessario da parte del Consiglio regionale conoscere le iniziative che la nuova Giunta ha già intrapreso; nel caso particolare addirittura queste iniziative vengono unificate da parte della Giunta e da parte del Consiglio: quindi occorre anche sentire eventualmente il parere dell'Assessorato all'ambiente. Certamente la presenza di impianti di questo genere può anche prestarsi ad un'operazione di dietrologia. Le esperienze di certe province, ad esempio quella di Alessandria, con certe cave abbandonate o certi impianti industriali che poi si sono trasformati in discariche anche abusive, inducono nell'Assessore Cerchio una certa preoccupazione. Preoccupazione di saldare il momento della cessazione dell'attività produttiva con un'eventuale possibilità di riutilizzo dell'impianto stesso, sempre ai fini produttivi, o comunque metterlo in una condizione di decommissioning o di recupero o stabilizzazione, in modo che non abbia più la possibilità di produrre effetti dannosi sull'ambiente circostante. Mi sembra che, da parte dei Consiglieri che sono intervenuti e da parte nostra, si dia più importanza, anche sulla base delle sollecitazioni e delle preoccupazioni delle popolazioni interessate, alle questioni ambientali. Ma l'Assessore Cerchio, che nel caso particolare penso sia intervenuto anche con riferimento alla sua competenza, almeno fino a ieri di Assessore al lavoro, abbia sottolineato alcune problematiche. Non ritengo che ci siano delle contraddizioni. Mi sembra anche che non sia il caso di fare il processo alle intenzioni, come a mio avviso si è tentato di fare per quanto riguarda alcune presunte intenzioni o disattenzioni da parte della Giunta regionale. Credo che la questione dell'amianto dovrà interessare le discussioni di questo Consiglio regionale, perché, così come è stato presentato un testo di ordine del giorno relativamente ad un'emergenza del momento, per quanto riguarda il nostro Gruppo consiliare avremmo intenzione di chiedere alla Giunta di discutere questa problematica o al limite di farci carico della discussione del problema stesso. Comunque se si dovesse addivenire ad un rinvio della votazione di questo ordine del giorno, che forse è anche necessario in conseguenza della nota legge dei numeri relativa alle presenze, avremmo anche il risultato positivo, tenendosi la prossima seduta fra qualche settimana, di conoscere l'esito dell'incontro di domani e quindi anche l'esito delle prime iniziative di questa Giunta regionale. Giunta che mi sembra certamente sensibile ai problemi del lavoro e della produzione, ma soprattutto ai problemi dell'ambiente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rabellino.
RABELLINO Signor Presidente, colleghi Consiglieri, innanzitutto vorrei dire che la Lega Nord Piemont voterà contro questo ordine del giorno, motivando il voto in due momenti. Se da un lato siamo perfettamente consapevoli del pericolo amianto e di tutte le conseguenze che ne possono derivare, siamo anche favorevoli a studiare un piano per un eventuale risanamento dell'Amiantifera. Non possiamo però in questo momento che essere favorevoli all'immediata riapertura dell'Amiantifera per due motivi: primo per una questione di occupazione e secondo perché noi crediamo che in questo momento, anche sull'esempio di tantissimi casi di cave, miniere od impianti similari chiusi, abbiamo visto che praticamente non hanno fatto altro che diventare delle discariche. Tra l'altro c'è questo progetto di una discarica di prodotti tossici, per cui noi crediamo che anche a livello ambientale in questo momento sarebbe veramente un grosso rischio quello di abbandonare l'ipotesi della riapertura dell'Amiantifera. Per cui teniamo anche presente che non soltanto gli operai, ma una grossa parte della popolazione della zona non aspetta altro che la riapertura di questa Amiantifera. Da questo momento in avanti comunque noi non siamo contrari a valutare proposte concrete di riconversione dell'Amiantifera, soprattutto discutendole con le persone interessate cioè con gli operai e con gli amministratori locali. Parliamo soprattutto dei comuni limitrofi. Per cui il nostro voto sarà contrario a questo ordine del giorno, ma momentaneo sul caso specifico.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Garino.
GARINO, Assessore all'ambiente Signor Presidente, credo di avere le stesse preoccupazioni dell'Assessore Cerchio sul problema occupazionale relativo a questa vicenda. Devo però dire, per alcune conoscenze personali, che condivido in buona parte l'intervento del collega Rivalta. A quanto mi risulta, e traggo queste informazioni da una società che agisce in provincia di Cuneo e produce materiale di attrito con amianto, la Galfer di Barge, l'amianto non ha futuro. Non ha futuro per le direttive CEE a cui prima si accennava e la stessa Galfer ha oggi un centro di ricerca a livello europeo, proprio in quel di Barge in provincia di Cuneo, per sostituire questo materiale di amianto con altri. Se così stanno le cose (dovrei dire al collega Cavallera che è ancora difficile secondo me stabilire qual è l'Assessorato competente, può anche darsi non ce ne sia alcuno in Regione trattandosi di miniere e non di cave), se l'amianto effettivamente non ha futuro, il problema occupazionale potrebbe anche essere risolto, e difficilmente lo sarà, per sei mesi o per un anno e poi ci troveremmo da capo. Allora perchè non pensare ad un atto che probabilmente darebbe un segnale, in modo tale che l'occupazione venga garantita, ma in altre forme che non quelle con la coltivazione di questa miniera?



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cerchio.
CERCHIO, Assessore a cave e torbiere Signor Presidente, chiedo scusa se ho presentato delle valutazioni che potevano sembrare in contraddizione con l'ordine del giorno. Mi ricordo che ho detto più di una volta che la Giunta concorda con la filosofia di questo ordine del giorno. Ma non si può immaginare di risolvere questo problema da un giorno all'altro, per cui se i mesi passano e in qualche misura non esistono condizioni di certezza attraverso una concessione di ripresa dell'attività garantita e comunque verificata, il rischio obiettivo è quello di pervenire a finalità che non sono certo quelle volute dal Consiglio regionale, ma da qualche spettatore. Confermo proprio perché su questa vicenda l'impegno è stato continuo da parte dell'Amministrazione regionale per quello che è di sua competenza, giacché in realtà le concessioni sono titolarità di altri e in questo caso del Corpo dell'Ente Miniere dello Stato e quindi indirettamente del Ministero dell'Industria che prioritario è certamente l'obiettivo della prevenzione sanitaria dei lavoratori, di coloro che si trovano all'interno e all'esterno della fabbrica e che abitano in questa zona. Quindi il discorso è legato all'ambiente, attraverso la sostituzione concreta e graduale dell'uso dell'amianto appunto nel rispetto della politica della Comunità Europea e degli impegni assunti dallo stesso Ministero dell'Ambiente nel nostro Paese. Ricordo che al riguardo, nei pellegrinaggi che abbiamo fatto a Roma ai Ministeri del Lavoro, dell'Industria e dell'Ambiente, più di una volta abbiamo sollecitato, come Amministrazione regionale unitamente alle OO.SS.
agli enti locali e quant'altri erano presenti nei confronti, attenzione a questa nostra preoccupazione. Sapendo che l'ente titolare a dare la concessione è l'Ente Minerario dello Stato e quindi in sostanza il Ministero dell'Industria, quando chiediamo che siano date eventuali concessioni di coltivazione della miniera, chiediamo che siano date - come dice lo stesso ordine del giorno - burocraticamente. Noi abbiamo ricercato anche in sintonia con il Sindacato, un rapporto con eventuali enti pubblici, l'abbiamo stimolato (non essendo noi i titolari per fare queste cose), ma a tutt'oggi non si è verificata alcuna disponibilità da parte loro. Ma è chiaro che il discorso non può che essere unitario.
Uniti a queste preoccupazioni e a questi problemi esistono tutti gli altri aspetti che sono ovviamente noti: non solo quello della messa in sicurezza di tutta l'area dell'Amiantifera (quindi non solo di Balangero ma anche dei Comuni limitrofi), ma esiste anche il problema del salario del futuro occupazionale dei lavoratori, l'eventuale recupero a verde della zona interessata, la chiusura della miniera. Tutto questo può essere fatto solo se esiste una coralità di sforzo comune. La Regione non si fa certamente carico, né personalmente come Assessore che fino a ieri ha avuto la delega su questa materia, di una mediazione, tanto meno sul piano del mercato o economico. Non abbiamo vocazioni schiavistiche in questo senso e quindi siamo disponibili a fare la nostra parte sapendo quali sono i limiti e le titolarità che ci sono date.
In ultimo, vorrei assicurare, proprio per dirla come dice il collega Rivalta, che in data 17 luglio il Presidente della Giunta regionale ha inviato ad una serie di soggetti (Corpo forestale dello Stato, Assessorati regionali all'ambiente e al lavoro, Settore geologico, Servizio della Protezione civile) un articolato documento, a firma del dirigente del Settore geologico, in cui si richiamano le osservazioni a cui faceva riferimento il collega Rivalta, in merito ai nuovi progetti di bonifica delle discariche e delle diffide fatte nel novembre 1989. Si sollecitavano inoltre i nuovi Assessori ad essere conseguenti a questo tipo di discorso.
Certamente in questi giorni ci attiveremo anche con la collaborazione e con il confronto che domani si terrà con tutte le parti sociali che saranno presenti alla riunione, quindi non solo le OO.SS., alle quali io stesso domani farò un richiamo ad un senso unitario di responsabilità, perchè vi è una notevole contraddizione, anche comprensibile, fra chi ha preoccupazioni occupazionali e chi ha preoccupazioni giustamente legate più al discorso dell'ambiente e della salute. Non è per polemica, ma mi sia consentito dire che ad almeno venti-trenta riunioni le OO.SS., soggetto plurimo, si sono presentate con personaggi a rotazione, dicendo gli uni il contrario di quello che diceva il rappresentante sindacale alla riunione precedente o successiva. Comprendiamo tutte queste difficoltà e queste contraddizioni sapendo che vi è seria e preoccupante conflittualità tra il Consiglio di fabbrica e parte delle OO.SS. Il Consiglio di fabbrica ritiene di non farsi più rappresentare dalle OO.SS., tanto che in una riunione di un mese fa ha chiesto di essere sentito dall'Assessorato competente in sedi separate, non considerandosi rappresentativi gli uni degli altri. Tutti questi problemi devono trovare uno sforzo comune affinché in un futuro non lontano si trovi una soluzione. Ritengo quindi che domani saremo in grado, con la partecipazione dei rappresentanti dei Gruppi consiliari, di fare un ulteriore confronto. Questo è l'invito della Giunta e della Presidenza del Consiglio, avendolo colto nelle parole del Presidente, proprio per giungere ad una visione il più possibile confrontata e partecipata.
La prossima settimana la prima Giunta formalizzerà le deleghe dopodiché credo ci sia la disponibilità della Giunta a continuare questo impegno nel mese di agosto (ovviamente se ci saranno le condizioni anche personali dei Gruppi consiliari) proprio perchè questo problema non debba essere delegato ad una ripresa settembrina. Ribadisco la mia presenza fino al 25 agosto, quindi dopo il 27 luglio, magari sulla base di quanto già domani concorderemo, potremo continuare una verifica in sintonia con l'impostazione che è stata data. Chiedo scusa se è sembrato che ci fossero contraddizioni sostanziali, non volevo segnare queste contraddizioni.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta regionale, Brizio.



PRESIDENTE

BRIZIO, Presidente della Giunta regionale



PRESIDENTE

Mi pare che la proposta che faceva l'Assessore Cerchio sia sostanzialmente accettabile. Le preoccupazioni ci sono e sono molto grosse lo vivo a pochi chilometri come ha detto Staglianò, e conosco benissimo la situazione. Siamo però in una visione controversa del problema. C'è stato un momento in cui è andata avanti una ipotesi, e giustamente come dice Rivalta basta non avallarla, l'ipotesi di ricomporre una montagna, che è stata svuotata, riportando i detriti di amianto di tutto il mondo e poi ci mettiamo un po' di terra sopra. Quindi quella zona avrebbe avuto tutti i danni dell'estrazione dell'amianto e avrà tutti i danni di portarsi l'amianto a casa. Le Amministrazioni locali, gli enti locali sono più sensibili all'altra ipotesi: quella di andare avanti nella definizione della miniera, con tutte le cautele necessarie, garantendo un po' di occupazione e portando avanti una bonifica di tipo diverso da quella ipotizzata, cioè una bonifica che in parte è già stata avviata (chi va a Balangero vede che una parte di montagna, sia pure minima, è stata ricomposta). Il vero problema è la parte dietro, dove parte il Fandaglia verso Corio, che è la parte veramente scassata.
Quindi è una questione molto controversa. Ho assistito nel Collegio Salesiano di Lanzo all'assemblea con i lavoratori, i quali dissentivano.
C'era anche il senatore Gianotti, che è sulla vostra linea; non che avesse Umore ad esporsi in una posizione contraria a quella dei lavoratori, ma ha dovuto portare avanti questo disegno con molta cautela senza rifiutare l'ipotesi del lavoro. In effetti è una zona profondamente colpita sul piano occupazionale. Abbiamo l'esempio della Bertoldo che è saltata, abbiamo la crisi del settore tessile, abbiamo dei problemi seri. Sono d'accordo che la salute è prioritaria su tutto. Bisogna però essere convinti che effettivamente, in questa situazione di degrado, abbandonare la situazione sia la soluzione migliore.
C'è anche un'opinione di tipo diverso, che sia più facile sistemare le cose lavorando e continuando a portare avanti lo sfruttamento: voi invece dignitosissima posizione, siete dell'idea di coinvolgere l'ambiente e di arrivare ad una soluzione che però è tutta sui costi e non ha nessun beneficio per essere pagata. Anche questo è un problema, quindi la situazione è complessa, io direi: domani vi trovate ed esaminate la situazione con attenzione, questa sera non mi pare comunque ci siano le condizioni per votare un ordine del giorno e non credo che questo possa essere imputato alla Giunta, che è schierata in buon numero a sentire questo problema molto importante. Credo che la soluzione sia quella prospettata da Cerchio. Approfondiamo ulteriormente questo problema, avendo davanti tutto l'arco delle possibilità e sapendo che è un problema per il quale forse la soluzione perfetta non esiste, perché abbandonare la cosa così com'è non è positivo; arrivare ad una soluzione che garantisca qualche anno di occupazione, ma anche un piano di bonifica contestuale è una soluzione: l'altra soluzione che viene prospettata di interessare il Ministero dell'Ambiente a un piano di bonifica senza riscontro economico è perseguibile, ma mi pare sia stato già fatto.
Fra i tanti disegni che erano stati portati avanti, ricordiamoci che c'era stato anche il progetto di utilizzare i detriti con un impianto di produzione di nichel. Anche questo da farsi, badate bene, lungo la Stura, e che ci ha visti tutti schierati contro, perché si trattava di riciclare la montagna di amianto, dei detriti, portando via il nichel con una canalizzazione che andava fino alla Stura nella zona sopra Ciriè (zona che abbiamo vincolato con l'ultimo provvedimento assunto nel mese di aprile e che quindi, sotto questo aspetto, è salvaguardata) e fare nelle grange di NoIe una bellissima e grande vasca di decantazione per recuperare il nichel con una canalizzazione. Anche quel progetto l'abbiamo visto.
Quindi, le soluzioni di recupero e di sistemazione di tipo diverso hanno probabilmente degli altri rischi E' una situazione molto complessa da canalizzare in tutti i suoi risvolti avendo presenti tutti gli aspetti che sono molto importanti, quello dell'ambiente, quello della salute e quello occupazionale, io direi di affrontare con attenzione la situazione nella riunione di domani.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Staglianò.
STAGLIANO' Chiedo la parola per esprimere la nostra opinione in merito alla conclusione possibile, che peraltro è anche abbastanza obbligata. Penso che la discussione sia stata tutt'altro che inutile. C'è un rammarico: se la Giunta ha dedicato all'argomento l'attenzione dovuta, non altrettanto possiamo dire dei Gruppi consiliari, e marcatamente di quelli della maggioranza, dei quali è rimasto soltanto il collega Cavallera.
Voglio pensare che l'Assessore abbia colto il senso della nostra discussione: noi pretendiamo come Regione che non si compiano atti burocratici che proseguano strade sbagliate. L'Assessore Garino mi pare abbia afferrato un aspetto fondamentale della discussione che abbiamo fatto qui oggi: è inutile continuare ad attaccare cappelli a chiodi che sono destinati a cadere insieme ai muri. Da questo punto di vista bisogna ragionare sul serio delle alternative. Il Presidente Brizio sa bene, perch vive in quella realtà i conflitti sociali che ci sono. Noi vigileremo perché non vengano strumentalizzati in alcun modo. Sappiamo anche dei conflitti presenti fra i lavoratori e i Sindacati. Ma su questo noi non abbiamo esitazione a dire che i Sindacati, da questo punto di vista manifestano una posizione più avanzata di quanto, disperatamente, non stanno facendo i lavoratori al riguardo. Disperatamente, perché i lavoratori non hanno ad oggi un'alternativa; un'alternativa a cui noi dobbiamo lavorare. In questo senso penso che il Ministero dell'Ambiente non sia stato investito come dovrebbe del problema, di concerto con gli altri Ministeri, proprio per realizzare quelle alternative che, a partire dal risanamento, evitino i rischi su cui si sono soffermati anche altri colleghi, e diano una prospettiva certa. Però è chiaro, colleghi, che noi non possiamo andare avanti su questa strada della produzione e manipolazione di un prodotto che è accertato ormai come altamente nocivo e già bandito, come già detto, in altri Paesi.
Ci auguriamo, infine, che alla ripresa settembrina l'Assessore Cerchio voglia fare una relazione al Consiglio sull'argomento, magari di concerto con l'Assessore all'ambiente, per procedere in maniera più precisa e vincolante per tutti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rivalta.
RIVALTA La presenza della Giunta in aula è ridotta al 50%. In questo momento il Consiglio regionale è presente in una misura che non appare sufficiente per garantire la presenza del numero legale. Spero che in futuro non si ripetano situazioni di questo genere. Intervengo per dire che questa discussione sull'Amiantifera, al di là degli argomenti che ciascuno di noi ha portato, ha un peso rilevante nel caratterizzare l'immagine e la responsabilità della Regione. E' stato giusto che si sia comunque aperta questa sera: mi rammarico che altri Consiglieri non vi abbiano partecipato.
Colgo, dalla discussione che è avvenuta, qualche leggero spostamento di attenzione avvenuto rispetto al primo intervento di Cerchio e colgo soprattutto che all'interno della Giunta c'è un'articolazione di posizioni: quella di Garino, che mi sembra abbia colto, pur nella immediatezza dell'assunzione del suo ruolo di Assessore, più nel segno i problemi. Sono convinto, inoltre, che l'Assessore Vetrino, che dovrà assumere i compiti in materia industriale, portandosi l'esperienza del passato lavoro assessorile, avrà sensibilità ai problemi ambientali. Di fronte a questa situazione e al modo insufficiente con cui la Giunta finora ha elaborato la propria posizione, credo sia necessario procedere con estrema cautela e che quindi nei prossimi giorni la Giunta non debba assumere, per mera volontà di ruolo, che in questo caso sarebbe davvero un po' avventuristico posizioni di appoggio ad operazioni che non siano assolutamente garantite.
Per garantire il controllo di questa situazione è necessaria la responsabilità del Ministero dell'Ambiente; bisogna tirare dentro il Ministero dell'Ambiente anche, eventualmente richiedendo la zona a rischio.
Questa sera non possiamo votare l'ordine del giorno perché è venuto a mancare il numero legale, mentre sarebbe stato necessario metterlo a! voti magari discutendo ancora per modificarlo. Su questioni di questo genere è bene che ci siano dei pronunciamenti, delle posizioni chiare e nette e invece oggi non lo possiamo fare. Noi ci siamo espressi, abbiamo una posizione chiara, il cui merito intendiamo sostenere fino in fondo, salvo vedere come attuarla. Parteciperemo alla riunione di domani. Chiedo ancora (perché un impegno in questo senso non è venuto né da Cerchio né da Brizio) che ci si assuma responsabilmente l'impegno di non affrettare decisioni che potrebbero risultare davvero pericolose in futuro e di uscire da un atteggiamento (mostrato da Cerchio all'inizio del suo intervento e in qualche misura anche dal Presidente della Giunta) di accettazione passiva delle soluzioni imprenditoriali prospettate. Scusami Cerchio, tu hai presentato la situazione delle Valli di Lanzo come situazione da Terzo Mondo; infatti, nel tuo intervento - non voglio far polemica, è proprio soltanto per chiarezza - rilevo che le Valli di Lanzo e la zona di Ciriè vivrebbero soltanto della miniera di amianto. E' proprio un quadro da Terzo Mondo, che tra l'altro non corrisponde assolutamente all'immagine del Piemonte che avete voluto dare con il vostro documento programmatico e con l'intervento di insediamento del Presidente della Giunta. Credo sia necessario che una Giunta - anche se la situazione occupazionale della zona di Lanzo è grave - non si presenti con questo atteggiamento al confronto con la comunità, perché indurrebbe i cittadini e i lavoratori di quell'area nella condizione di dover accettare qualsiasi proposta. Bisogna presentarsi con la coscienza di voler fare le cose al meglio e ricercare questo meglio nella convinzione che questo sia possibile. Bisogna togliere dalla situazione quasi schiavistica di dover accettare quello che viene la popolazione e i Sindaci di quella comunità. Questa è una funzione e una responsabilità di governo che bisogna saper giocare fino in fondo. A voi che come Giunta costituite l'organo l'esecutivo di questo Consiglio chiediamo di giocare questa responsabilità di governo. Responsabilità che prima ancora di cercare le soluzioni concrete cerca di dare convinzione forza e anche speranza che le soluzioni giuste possono essere trovate. Di fronte alla mancanza di numero legale, chiedo di sospendere l'esame di questo ordine del giorno perché, così o aggiornato secondo gli eventi che si svilupperanno, noi chiederemo di esaminarlo e di metterlo in votazione più avanti.



PRESIDENTE

Indubbiamente l'ordine del giorno non può essere messo in votazione per le ragioni che già sono state dette. Siamo in una situazione particolare perché questa è l'ultima seduta prima dell'interruzione del mese di agosto domani ci sarà questa riunione che mi sembra importante in proposito. Mi rammarico molto che i Gruppi e i Consiglieri regionali si siano dileguati peraltro non è neanche ora tarda. Sono le 19.15 e la discussione avrebbe potuto continuare tranquillamente, anche se sono due giorni che lavoriamo ma direi che sono anche alcuni mesi che non si lavora più. Non ravvisavo questo pericolo altrimenti avrei sollecitato i Consiglieri a fermarsi fino al termine della seduta del Consiglio. In relazione alle procedure in ordine al numero legale per deliberare, credo di dover proporre al Consiglio di rinviare la votazione dell'ordine del giorno ad una successiva seduta che sarà l'occasione per fare il punto della situazione, questo al di là delle raccomandazioni che l'aula ha fatto di non prendere delle decisioni affrettate che, considerata la delicatezza di questo argomento potrebbero precostituire una serie di situazioni sia sotto il profilo occupazionale che ambientale.


Argomento:

Esame ordine del giorno n. 15 dei Consiglieri Bresso, Segre, Miglio Marengo, Calligaro, Staglianò, Tapparo, Marchini, Ferrara e Rivalta Sull'Amiantifera di Balangero

Argomento:

Interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno (annunzio)


PRESIDENTE

Le interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenute all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale verranno allegate al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio verrà convocato a domicilio. La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19,15)



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