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Dettaglio seduta n.45 del 05/03/91 - Legislatura n. V - Sedute dal 6 maggio 1990 al 22 aprile 1995

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 1) dell'o.d.g.: "Approvazione verbali precedenti sedute", comunico che i processi verbali delle adunanze consiliari del 29 gennaio e 5 febbraio 1991, se non vi sono osservazioni. s'intendono approvati. Sono stati distribuiti ai Consiglieri, prima dell'inizio della seduta, i processi verbali delle adunanze consiliari del 5, 12 e 19 febbraio 1991, i quali verranno posti in votazione nella prossima seduta.


Argomento: Istruzione e Formazione Professionale: argomenti non sopra specificati

Interrogazione n. 173 dei Consiglieri Bosio, Calligaro, Chiezzi inerente i problemi della droga nelle scuole


PRESIDENTE

In merito al punto 2) dell'o.d.g.: "Interrogazioni ed interpellanze".
esaminiamo l'interrogazione n. 173.
La parola al Presidente della Giunta.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

In riferimento all'interrogazione dei Consiglieri, relativa alle direttive impartite dal Prefetto di Novara ai responsabili delle forze dell'ordine, in occasione dell'apertura dell'anno scolastico in corso comunico quanto segue. Va preliminarmente osservato che le direttive, di che trattasi, vengono impartite dalle varie Prefetture ogni anno all'inizio dell'attività scolastica, su conforme indicazione del Ministero dell'Interno e sono volte a sensibilizzare le forze dell'ordine ad esercitare la dovuta vigilanza per garantire il diritto allo studio, anche attraverso un'attenta opera di prevenzione di quei reati quali lo spaccio di sostanze stupefacenti o l'esposizione di pubblicazioni oscene che molto spesso, purtroppo, hanno come destinatari i minori.
Nel caso di specie, va poi ulteriormente rilevato come copia di tali direttive sia stata inviata dalla Prefettura di Novara, solamente per conoscenza, al Provveditore agli Studi in quanto i destinatari diretti trattandosi di materia di prevenzione di reati, sono i responsabili delle forze dell'ordine.
Il Provveditore agii Studi di Novara - nella sua discrezionalità - con propria nota del 27 settembre ha poi ritenuto opportuno dimettere a conoscenza i singoli capi di istituto del contenuto della circolare prefettizia.
Questi i fatti. Ogni altra deduzione in ordine a questi fatti pu essere opinabile.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bosio.



BOSIO Marco

Esprimo la totale insoddisfazione rispetto alla risposta data, anzi esprimo preoccupazione per la sottolineatura venuta dal Presidente della Giunta in merito al fatto che questa direttiva dovesse restare molto appartata all'interno di determinati organismi dello Stato e non diffusa come invece incautamente ha fatto il Provveditore agli Studi di Novara. Non ho intenzione di richiamare questioni di ordine generale in merito alle funzioni degli organi dello Stato, mi permetto unicamente di aggiungere al giudizio di profonda insoddisfazione il fatto che l'interrogazione mirava non tanto a richiamare e a sottolineare negativamente la funzione delle pubbliche autorità contro la diffusione della droga nella scuola, quanto a richiamare il fatto che il primo punto del telex e delle indicazioni ministeriali e prefettizie fosse dedicato non alla droga, non alle pubblicazioni oscene, bensì alle proteste, che potrebbero mettersi in moto nella scuola, contro obiettive difficoltà di agibilità delle sedi. Proteste che, secondo gli estensori della circolare, vanno stroncate. Questo ci propone una visione dello Stato di tipo borbonico, non lo Stato e la Repubblica Italiana del 1991.
L'interrogazione non mirava all'impegno delle forze dell'ordine a limitare, impedire o stroncare la diffusione della droga.
Cosa c'entrano i poliziotti e i carabinieri che controllano se gli studenti protestano, si organizzano, scioperano per le sedi e per il difficile funzionamento della scuola? Il compito delle istituzioni sarebbe quello di chiarire ai bracci armati dello Stato quali sono le loro funzioni democratiche, e non altro compito di questo Consiglio e di questa Giunta sarebbe stato di richiamare agli organi dello Stato questi loro compiti, e non quello di rompere o impedire l'esercizio di diritti democratici fondamentali, compreso quello della protesta degli studenti o di altri.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta regionale, Brizio.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Non ho mancato di parlare con il Prefetto di Novara. il quale su questo aspetto dà una interpretazione - probabilmente la scrittura è sfuggita all'impostazione della sua volontà - di tipo diverso, non nel senso di frenare libere manifestazioni, ma di verificare che si svolgano nell'alveo della legalità per evitare che non danneggino edifici pubblici, che sono proprietà di tutti. Questa è la lettura che viene data. Non ho mancato dopo aver ricevuto questo telex, di esprimere la sorpresa per la forma che è stata data; difatti, ho detto "Ogni valutazione rimane opinabile", e rimane opinabile anche la valutazione critica del Consigliere Bosio. Mi è stata data questa interpretazione riduttiva che non corrisponde alla lettera precisa del testo.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interpellanza n. 176 del Consigliere Maggiorotti inerente l'Osservatorio permanente sul rispetto dei diritti dei lavoratori


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interpellanza n. 176 presentata dal Consigliere Maggiorotti.
La parola al Consigliere Maggiorotti per l'illustrazione.



MAGGIOROTTI Piergiorgio

Questa interpellanza tratta una questione che risale al mese di ottobre, rispetto alla quale le risposte non potranno che essere storiche.
In allora ci si riferiva ai licenziamenti nel corso di attività di tipo sindacale, nell'ambito del rinnovo del contratto di lavoro. Nella stessa interpellanza chiedevamo che la Regione attivasse un Osservatorio per i diritti dei lavoratori.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta regionale, Brizio.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

In riferimento all'interpellanza del Consigliere Maggiorotti, desidero comunicare che i casi di licenziamento di lavoratori indicati nell'interpellanza rientrano in specifiche interrogazioni consiliari per le quali è gia stata predisposta una risposta complessiva. In questi, come negli altri casi, l'Assessorato al lavoro si è attivato per una positiva conclusione delle vertenze e sarà in grado di fornire al Consiglio informazioni precise.
Per quanto concerne la costituzione di un "Osservatorio permanente sul rispetto dei diritti dei lavoratori", occorre precisare che l'idea è di difficile attuazione, viste le competenze del Settore lavoro e occupazione e viste le competenze generali della Regione.
Occorrerebbe prevedere una specifica struttura con personale attualmente non reperibile tra quello in servizio; sembra, infatti necessaria una competenza giuridica non riscontrabile nell'immediato.
Là dove si ritenesse opportuna e comunque necessaria l'istituzione di detto Osservatorio, si potrebbe far fronte con una struttura flessibile nell'ambito del Settore legislativo e del Settore lavoro e occupazione, ma occorrerebbe dar corso a una iniziativa di modifica della legge sul personale.
Mi permetto tuttavia di sollevare qualche perplessità sull'opportunità di una iniziativa come quella indicata; ritengo, infatti, che i problemi sollevati dall'interrogazione, certamente sintomo di un aumento delle difficoltà delle relazioni industriali nella nostra Regione, debbano essere risolti e governati nell'ambito di un rapporto più stretto fra Regione e Organizzazioni Sindacali ed Imprenditoriali sulle linee dell'impegno più volte espresso.
In sostanza, la risposta verte su due aspetti. Il primo è un aspetto giuridico-legislativo che occorrerebbe affrontare con una unità flessibile e con un apposito provvedimento di legge modificativo delle strutture del personale. Un'iniziativa di tutela del lavoratore sul piano giuridico va ad inserirsi nei rapporti e nelle relazioni industriali fra aziende e sindacato, a valle dei quali sta l'azione verso la Magistratura che pu essere chiesta dai lavoratori e dalle Organizzazioni Sindacali, come è già avvenuto. L'istituzione, attraverso una legge, di un intervento regionale così specifico per la tutela giuridico-legislativa ci pare molto difficile e non so fino a che punto opportuna. Esiste la struttura del Difensore Civico che svolge un'azione vasta e complessiva di difesa del cittadino; ma qui arriviamo al cittadino organizzato nelle strutture sindacali, le quali attraverso le relazioni industriali, hanno già dei rapporti con l'impresa e non hanno mancato di assumere iniziative di rottura, quando è stato il caso, nei confronti della Magistratura del lavoro.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Maggiorotti.



MAGGIOROTTI Piergiorgio

La proposta, che noi faremo in maniera più articolata, è finalizzata all'integrazione fra le competenze diverse già gestite da diversi uffici della Regione e che si riferiscono ad aspetti diversificati che stanno all'interno della questione "difesa dei diritti dei lavoratori". Non si tratta esclusivamente del diritto alla conservazione del posto di lavoro (rispetto a questo già esiste l'Osservatorio del mercato del lavoro) o comunque di favorire la ricerca di un posto di lavoro, quanto di mettere assieme competenze concernenti, ad esempio, il diritto alla pari opportunità lavorativa, il diritto alla tutela della salute nei luoghi di lavoro. In particolare, su questa questione ci sembra che poco sia stato pensato, progettato o fatto dall'Assessorato alla sanità. Il progetto obiettivo per la tutela della salute dei lavoratori non è più un progetto obiettivo; pochi finanziamenti sono stati previsti per queste iniziative, molto poco si sta facendo rispetto al passato. Quindi, quanto noi volevamo proporre era una sinergia tra quanto già si sta facendo, e meglio si farebbe, se le risorse fossero integrate in un progetto più complessivo; in particolare, la questione dei diritti alla salute nei luoghi di lavoro inerisce alla questione del controllo sui modelli di produzione, inerisce quindi al diritto del lavoratore o di gruppi di lavoratori ad entrare nel merito della salubrità e della prevenzione della salute nel loro posto di lavoro.
Questa questione da tempo viene affrontata con scarso interesse, mentre dovrebbe trovare un maggiore impegno da parte della Regione. Questo (ma non solo questo), a nostro parere è uno dei possibili contenuti da attuarsi da parte di un ente qual è la Regione.
Altro contenuto di un Osservatorio di questo tipo (che, ripeto, è un Osservatorio sui diritti costituzionali, e c'entrano certo il diritto al lavoro e il diritto alla salute) potrebbe essere quello già affrontato dal Sindacato Donne rispetto alla tutela delle lavoratrici sul posto di lavoro (per quanto riguarda le violenze).
Ho citato tre possibili contenuti di un Osservatorio che, ripeto, a nostro parere non deve essere esclusivamente relativo alla difesa del posto di lavoro in termini puramente sindacali, quali vengono intesi usualmente.


Argomento: Varie

Interrogazione n. 196 del Consigliere Cucco inerente la donazione del Sermig al Papa


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione n. 196 presentata dal Consigliere Cucco.
Risponde il Presidente Brizio.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Debbo francamente ammettere che questa interrogazione mi ha suscitato qualche perplessità. Tuttavia, abbiamo provveduto all'indagine che è stata richiesta implicitamente dall'interrogante. Nel corso degli ultimi tre anni, la Giunta regionale ha erogato al Sermig complessivamente 156 milioni di lire.
In dettaglio: nel 1988: 4 milioni dalla Presidenza 10 milioni dall'Assessorato alla Cultura 50 milioni dall'Assessorato all'Assistenza nel 1989: 15 milioni dall'Assessorato all'Assistenza nel 1990: 35 milioni dall'Assessorato all'Assistenza 27 milioni dall'Assessorato al Lavoro 15 milioni dalla Presidenza.
Le erogazioni di parte assistenziale sono state decise sulla base della L.R. n. 44/85 che prevede, all'art. 11, interventi a sostegno di progetti innovativi, nella fattispecie per la pronta accoglienza di persone extracomunitarie in estrema difficoltà.
Il Sermig ha lavorato in tale direzione ed ha giustamente fruito del concorso spese da parte della Regione, rientrando le sue iniziative nelle linee programmatiche del settore, in particolare con quanto previsto dall'art. 8 bis della legge n. 20/82.
Per il futuro, qualora il Sermig dovesse presentare richieste di contributo per iniziative nel settore del disagio, l'Assessorato valuterà la rispondenza delle medesime agli obiettivi programmatici regionali.
L'erogazione dell'Assessorato al lavoro è stata deliberata in applicazione della L.R. n. 64/89, per coprire circa un terzo del preventivo di spesa presentato dal Sermig per l'attività di un Centro di assistenza e accoglienza notturna (35 posti letto) di immigrati extracomunitari.
L'iniziativa ha permesso, con altre, di svolgere attraverso il volontariato un'opera di assistenza per gli immigrati in assenza della successiva legge nazionale n. 39/90.
Rispetto alle erogazioni decise d'iniziativa della Presidenza, 4 milioni sono stati destinati all'iniziativa "Un mondo perla pace", 15 milioni sono stati erogati - sulla base di rendicontazione - per manifestazioni che comprendevano: Mostra della pace, pellegrinaggio della pace da Boves a Padova, Mostre di pittura di Costantino Ruggeri e Pietro Cavallero.
L'impegno di spesa dell'Assessorato alla cultura è stato invece destinato all'allestimento della Mostra sulla Pace e alla ristampa del relativo catalogo.
Ritengo, infine, di poter affermare che il rapporto tra Regione e Sermig si è sempre svolto alla luce del sole, sulla base di precise indicazioni legislative, nel rispetto del principio di imparzialità altamente sancito dalla Carta Costituzionale, quella stessa Carta che all'art. 2, sottolinea i doveri di solidarietà sociale che si ritiene facciano squisitamente parte del patrimonio morale e civile di un'Associazione come il Sermig. Organismo che il Consigliere Cucco definisce freddamente come "cittadino", ma sulla cui azione umanitaria internazionale non credo sia necessario spendere altro che non parole sui fatti. C'è anche un consenso ampio che viene dal mondo laico; basti pensare all'attenzione di Bobbio all'attività del Sermig con una partecipazione anche personale a molte manifestazioni. Ho citato questo esempio perché mi pare emblematico nell'ambito della cultura torinese.
Il fatto che Ernesto Olivero riesca ad ottenere aiuti da ogni parte è la riprova della validità del suo lavoro e non esime la pubblica amministrazione dal fornire, nel rispetto della legge, il suo concorso (come si può constatare modesto per quel che riguarda la Regione) ad iniziative valide e meritevoli.
Se poi, attraverso altre , risorse, questa sua capacità ha raccolto dei fondi che ha ritenuto di dare al Papa, questo riguarda una sua iniziativa anch'essa chiaramente umanitaria e che non ha nulla a che vedere con i contributi che la Regione ha concesso al Sermig.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cucco.



CUCCO Vincenzo

Ringrazio il Presidente per la risposta. Mi divertono sempre queste interrogazioni; non le faccio per polemica, ma perché a una domanda molto semplice di fare i conti di quanto questa organizzazione prende, si risponde dicendo: "Quanto è bravo questo signore". "Quante personalità del mondo culturale e politico vanno a trovarlo".
L'interrogazione non era volta a sottostimare o sottovalutare l'attività del Sermig, non entro assolutamente nel merito, anzi, ho avuto modo - non per quanto riguarda il Sermig, ma per quanto riguarda altre associazioni che si occupano di volontariato e di iniziative a fronte del cosiddetto disagio - di esprimere più volte il mio apprezzamento e l'apprezzamento di chi, come me, ha fatto parte di associazioni di volontariato, questa volta laico, non di ispirazione religiosa, perché sa qual è il valore e la struttura.
Però, di fronte a certe cifre, non si può non farsi delle domande. Dai dati che lei, signor Presidente, ha fornito, sembra che in questi anni il Sermig abbia ricevuto dalla Regione qualcosa come 150 milioni. Dai dati forniti dal Comune di Torino, sulla base di analoga interrogazione del mio Gruppo e del Consigliere Pezzana, questi dollaroni assommano a qualcosa come un miliardo e cento, un miliardo e duecentomilioni, di cui circa 700 sono per il Centro di accoglienza. Se fra Regione e Comune arriviamo per arrotondamento a un miliardo e mezzo, non si può che sottolineare la grandissima capacità di pescaggio finanziario di Ernesto Olivero sul mercato. Se moltiplichiamo questa cifra per un certo numero di istituzioni private o altre Amministrazioni pubbliche che danno contribuzioni, il Sermig è un'azienda con un fatturato di 2 miliardi e mezzo, 3 miliardi.
Se Ernesto Olivero ha questa capacità di recuperare finanziamenti per attività del tutto valide dal punto di vista umanitario, non si capisce perché poi lavori per la ricerca di finanziamenti nel settore privato perdonare duecento milioni al Papa un anno fa e - l'ho letto sui giornali altri 500 milioni per altre iniziative umanitarie. E' inconcepibile! Perch premiare queste associazioni che hanno queste grandi capacità di raccolta di fondi quando, in realtà, ce ne sono tante altre che capacità (leggasi legami politici e conoscenze in alcuni settori) non ne hanno assolutamente? La sua difesa del Sermig, Presidente, è un po' una difesa d'ufficio che peraltro non è stata richiesta. Mi sarei aspettato perlomeno una battuta polemica sulle iniziative per la pace. Signor Presidente, spendere anche solo un milione per iniziative sulla pace, connotate come sono state connotate in Italia in questi anni, in particolare in questi mesi, è denaro sprecato; e mi riferisco soltanto a queste Iniziative. Per il resto, mi dichiaro soddisfatto perché perlomeno le cifre sono uscite fuori.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Interrogazione n. 384 dei Consiglieri Segre, Stagiianò e Miglio interrogazione n. 387 del Consigliere Cucco Interrogazione n. 388 del Consigliere Maggiorotti interpellanza n. 401 del Consigliere Zacchera inerenti il traffico di veleni tra Piemonte e Campania


PRESIDENTE

Esaminiamo congiuntamente i documenti nn. 384, 387, 388 e 401.
Risponde l'Assessore Garino.



GARINO Marcello, Assessore all'ambiente

Rispondo alle interrogazioni che fanno riferimento ad una vicenda che ha interessato l'intera stampa nazionale.
La ditta Ecomovil s.r.l. nel 1979 inizia l'attività nel campo del recupero solventi. Con l'entrata in vigore del DPR n. 915/82 presenta alla competente Regione Piemonte le necessarie istanze per l'autorizzazione alla raccolta, trasporto e trattamento di rifiuti speciali e tossico-nocivi ottenendo le autorizzazioni provvisorie per le suddette attività di smaltimento rifiuti.
Con il passaggio delle competenze autorizzative alle Province, ex L.R.
n. 18/86, la ditta, dopo alcune proroghe, ottiene le seguenti autorizzazioni definitive: raccolta e trasporto rifiuti speciali e tossiconocivi trattamento di rifiuti speciali e tossico-nocivi mediante distillazione e miscelazione stoccaggio provvisorio in azienda di rifiuti tossico-nocivi derivanti dalla propria attività. La ditta ha versato, inoltre, le prescritte garanzie finanziarie dovute per le attività di smaltimento rifiuti tossico nocivi.
Il rispetto delle prescrizioni autorizzative viene controllato periodicamente dai funzionari del Servizio Tutela Ambiente della Provincia di Cuneo. In seguito, appunto, a controlli effettuati nel 1988, l'Ecomovil gestita dal precedente proprietario, signor Calcagno Mario, venne diffidata dal proseguire l'attività se, entro il termine stabilito, non avesse provveduto ad adeguare le aree di stoccaggio rifiuti e a stoccare gli stessi in conformità alle autorizzazioni e senza superare i limiti previsti.
La ditta pose rimedio alle inadempienze nei termini suddetti, ma nel febbraio 1990, essendo in atto il trapasso dalla vecchia alla nuova gestione attuale, venne nuovamente riscontrato da parte degli ispettori ecologi del Servizio Tutela Ambiente dell'Amministrazione provinciale di Cuneo un superamento delle quantità di rifiuti stoccati rispetto alle prescrizioni autorizzative. Trattandosi di recidiva, in quanto l'inottemperanza era già stata oggetto di un precedente provvedimento di diffida, l'autorizzazione al trattamento rifiuti venne sospesa per 30 giorni con deliberazione della Giunta provinciale n. 392 del 21/2/1990. La ditta pose rimedio nei termini alle inadempienze.
Per ciò che attiene invece le recenti notizie di stampa, riguardanti il presunto smaltimento abusivo di rifiuti provenienti dalla ditta Ecomovil s.r.l. di Pianfei, sono stati effettuati i seguenti controlli ed accertamenti.
Non appena appresa la notizia, in data 19/2/1991, è stato effettuato da parte degli ispettori ecologi della Provincia di Cuneo. un sopralluogo presso la sede della ditta e dall'esame dei registri di carico e scarico e dei formulari di identificazione per il trasporto (le cosiddette "bolle ecologiche"), nonché, dal colloquio con l'attuale responsabile dell'azienda, signor Farò Franco, è risultato che la ditta Ecomovil s.r.l.
ha smaltito rifiuti presso l'impianto del Centro Smaltimento Sud s.r.l.
sito in località Coscialonga del Comune di S. Anastasia (NA). Gli smaltimenti sono stati effettuati tramite una società di intermediazione commerciale, la Transfermar s.r.l. di La Spezia, che ha provveduto a prendere i contatti con lo smaltitore finale e a reperire i trasportatori.
Bisogna tener presente innanzitutto che, come attestato da analisi chimiche, i rifiuti suddetti sono classificati come speciali e non tossico nocivi né tanto meno radioattivi, come riportato dalle notizie di stampa.
Il giorno 1/2/1991 sono partiti da Pianfei tre autocarri con rifiuti speciali destinati al suddetto impianto di smaltimento. per un totale di 58.170 kg. Le bolle ecologiche, nonché le bolle di accompagnamento beni viaggianti (cosiddette XAB), riportano indicato come trasportatore la ditta Del.Ca. s.r.l. di Vicopisano (PI) - (autorizzazione n. 2759 del 25/7/1989) nonché la dizione che il trasporto è stato effettuato per ordine e conto della Transfermar di La Spezia. Uno degli autocarri, con un carico di 158 fusti, pari a kg 26.710, di rifiuti speciali costituiti da prodotti finiti e materie prime obsolete derivanti dall'attività di trattamento rifiuti effettuata dall'Ecomovil, risulta essere guidato dal signor Mario Tamburrino. Le bolle di trasporto XAB contengono anche la firma e il timbro del destinatario: Centro Smaltimento Sud s.r.l. di S. Anastasia (NA).
Poiché le autorizzazioni alla raccolta e trasporto rifiuti vengono solitamente rilasciate dalla Provincia in cui le ditte hanno sede, oppure dalle Province in cui intendono operare, sono state tempestivamente richieste informazioni alla Provincia di Pisa per ottenere copia dell'autorizzazione alla raccolta e trasporto rifiuti n. 2759 del 25/7/1989, rilasciata dalla ditta Del.Ca. s.r.l., nonché per verificare le prescrizioni e l'elenco dei mezzi autorizzati al fine di sapere se i mezzi riportati sulle bolle per il trasporto erano compresi tra quelli autorizzati.
Copia delle delibere autorizzative eventualmente rilasciate sono state pure richieste alla Provincia di Torino per quanto riguarda l'autorizzazione ad operare nella Regione Piemonte.
Il giorno 20/2/ 1990 funzionari del Servizio tutela ambiente della Provincia di Cuneo si sono recati al Ministero dell'Ambiente per relazionare al dott. Mascazzini, direttore del Servizio Prevenzione Inquinamenti e Risanamento Ambientale, sugli accertamenti effettuati e sulle risultanze dei controlli.
Nei giorni successivi è pervenuta la seguente documentazione: dichiarazione di avvenuto smaltimento rilasciata dal Centro Smaltimento Sud s.r.l. di S. Anastasia (NA), dalla quale risulta che tutti i rifiuti suddetti sono effettivamente pervenuti' presso l'impianto in questione e che sono stati smaltiti e registrati sul registro di carico e scarico dell'impianto stesso.
Copia della delibera della Giunta provinciale di Pisa n. 2759 del 25/7/1989, con la quale è stata rilasciata l'autorizzazione alla ditta Del.
Ca. s.r.l. di Vicopisano (PI) per la raccolta e trasporto di rifiuti e fanghi speciali, con destinazione la discarica di seconda categoria tipo B della ditta Serri sita in località Scafarea di Giugliano (NA), nonché un primo elenco dei mezzi autorizzati. Dall'esame di quest'ultimo non risultano indicate le targhe dei tre autocarri che hanno effettuato i viaggi dell'1 febbraio 1991. Da contatti avuti con funzionari del Settore Ecologia della Provincia di Pisa si è peraltro appurato che devono ancora pervenire altri elenchi di mezzi autorizzati contenuti in altre delibere autorizzative di integrazione.
Copia delle delibere rilasciate alla ditta Del. Ca. s.r.l. dalla Provincia di Torino per l'attività di raccolta e trasporto rifiuti speciali ed assimilabili agli urbani in generale.
Da parte della ditta Ecomovil è stata recapitata copia della denuncia inoltrata presso i Carabinieri di Villanova Mondovì con la quale si richiede di procedere, a termini di legge, nei confronti della società Transfermar di La Spezia, qualora si ravvisino irregolarità relative ai sopracitati trasporti e smaltimento di rifiuti.
E' infine pervenuta una nota della ditta Del.Ca. s.r.l. contenente un atto di diffida e una denuncia-querela contro tutte le ditte interessate dagli smaltimenti effettuati il giorno 1/2/ 1991.
Da questa comunicazione risulta in sintesi che: 1) sulle bolle ecologiche è stato indicato illegittimamente come vettore la Del.Ca. con riferimento a mezzi di proprietà altrui. Nel caso specifico, l'autocarro guidato dal signor Tamburrino risulta essere di proprietà del signor Cardiello Luigi di S. Pietro al Tenagro (SA) 2) su tali bolle è stata indicata l'autorizzazione n. 2759 del 25/7/1989 rilasciata dalla Provincia di Pisa alla Del.Ca. per il trasporto rifiuti limitatamente alla discarica della Setri di Giugliano (NA) che non ha nulla a che vedere con la discarica del Centro Smaltimento Sud s.r.l.
3) che i tre automezzi indicati sulle bolle di accompagnamento sono contenuti effettivamente negli elenchi allegati alla delibera autorizzativa insieme a centinaia di altri, dei quali si serve la Del.Ca., ma che svolgono anche attività autonome delle quali quest'ultima ditta è all'oscuro 4) infine, che la ditta Del.Ca. non ha mai avuto contatti con la ditta Ecomovil, che quindi non ha nulla a che vedere con i trasporti di rifiuti di cui trattasi e che il suo nome è stato usato a sua insaputa.
E' stata altresì richiesta alla Regione Campania la trasmissione della delibera autorizzativa in possesso del Centro Smaltimento Sud s.r.l. per lo smaltimento dei rifiuti speciali per verificare e tale impianto risulta idoneo a ricevere quel particolare tipo di rifiuti prodotti dalla Ecomovil.
Si è quindi provveduto a trasmettere copia della documentazione suddetta alla Procura della Repubblica presso la Pretura circondariale di Mondovì per l'eventuale adozione dei provvedimenti di competenza.
In conclusione, basandosi sulla documentazione a tutt'oggi pervenuta all'Amministrazione provinciale di Cuneo, si può affermare che: 1) sono stati effettuati smaltimenti di rifiuti speciali non tossico nocivi né radioattivi, derivanti dall'attività dell'Ecomovil s.r.l. di Pianfei (CN), presso il Centro smaltimento Sud s.r.l., tramite una società commerciale di intermediazione di La Spezia, Transfermar s.r.l.
2) sono stati utilizzati trasportatori che non possedevano regolare autorizzazione al conferimento rifiuti presso il suddetto impianto 3) i rifiuti sono effettivamente pervenuti non ad una discarica abusiva, bensì ad un impianto che risulta comunque autorizzato, anche se a seguito di ulteriori accertamenti potrebbe risultare non abilitato al ricevimento di quel particolare tipo di rifiuti.
Si resta ora in attesa di comunicazioni al riguardo da parte dell'ente territorialmente competente.
Un'ultima osservazione. Il Consigliere Cucco, giustamente, rileva nella sua interrogazione, e mi pare che anche dalla mia risposta emerga chiaramente, come tutta questa materia, soprattutto del trasporto in questo caso e dell'intermediazione, sia fatta apposta in modo complicato. Sono del parere che una energica azione debba essere fatta, ovviamente a livello nazionale, con l'istituzione dell'Albo nazionale autotrasportatori, con tutte le garanzie che l'Albo dovrebbe dare. Credo che solo in questo caso si riuscirà a districare la materia, soprattutto a non permettere che siffatte iniziative possano avvenire così come ho riportato nella risposta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cucco.



CUCCO Vincenzo

Ringrazio innanzitutto l'Assessore per la tempestiva risposta che è stata piena di informazioni. Le chiedo se è possibile avere copia scritta della stessa per valutare meglio tutti i dati forniti.
Come giustamente ha rilevato l'Assessore, fa girare la testa questo turbinio di nomi di società e di persone che hanno a che fare con questa vicenda.
Bisognerebbe introdurre dei principi di trasparenza nella individuazione di queste società in modo tale che non si debba conoscere soltanto il nome della società e le indicazioni contenute, per esempio, nel catasto, ma anche i nomi di coloro che sono responsabili della società stessa e che fanno parte del Consiglio di amministrazione.
Questa richiesta nella passata legislatura fu avanzata in sede di approvazione della legge regionale relativa al catasto; in realtà eventuali legami che possono essere anche coperti da società di comodo.
spesso vengono rilevati attraverso una radiografia dello stato societario e delle relazioni di queste ditte.
Mancando una norma precisa di riferimento e uno strumento preciso a livello nazionale, è ancora più difficile verificare quanto accade, per cui è ancora più necessario avere queste informazioni.
Mi riservo di valutare la possibilità di intervenire sulla normativa regionale; non so fino a che punto lo si possa fare per le ditte che hanno sede fuori della Regione Piemonte, ma in qualche modo bisognerà mettere le mani avanti in un settore così delicato e pieno di interessi come quello dello smaltimento dei rifiuti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marino.



MARINO Massimo

Faccio rilevare all'Assessore e al Presidente del Consiglio che le interrogazioni presentate sull'argomento sono tre: una del Consigliere Cucco, un'altra il cui primo firmatario è il sottoscritto, presentata insieme agli altri tre Consiglieri verdi, infine una terza che riguarda in specifico l'incidente, firmata dai Consiglieri Segre, Staglianò e Miglio.
Vorrei sapere chi può intervenire in replica all'Assessore.



GARINO Marcello, Assessore all'ambiente

Devo purtroppo rispondere al Consigliere Marino che dispongo soltanto di due interrogazioni, quella del Consigliere Cucco e quella dei Consiglieri Segre, Staglianò e Cucco. Non so se l'altra interrogazione, cui ha fatto riferimento il Consigliere Marino, pone dei quesiti ai quali non ho risposto.



MARINO Massimo

Sì, richiedeva un incontro fra gli Assessori all'ambiente di tutte le Province del Piemonte.



GARINO Marcello, Assessore all'ambiente

Purtroppo non l'ho ancora ricevuta



MARINO Massimo

Pertanto non posso intervenire.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Segre.



SEGRE Anna

Ringraziamo l'Assessore Garino per la risposta tempestiva e articolata che però ci fa sorgere molti dubbi; lo invito perciò a leggere la terza interrogazione, firmata anche da noi, che mette il dito sulle ditte di trasporto dei rifiuti. Dopo l'incidente in cui era stata principale protagonista la ditta Ecomovil di Pianfei, ci eravamo domandati proprio quello che è venuto dalla risposta, e cioè: "Questi trasporti di rifiuti attraverso molte regioni, che arrivano addirittura ad un centro di smaltimento in provincia. di Napoli, da chi sono fatti? Con quali autorizzazioni?" La risposta di questa mattina sarà completata dalla risposta alla terza interrogazione, nella quale chiedevamo cosa si può fare per incidere sulle ditte di trasporto, che è l'aspetto rimasto più nebuloso nella risposta.
C'è una geografia terribile di queste industrie. E molto difficile seguirne l'iter.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MONTABONE


Argomento:

Iscrizione argomenti all'o.d.g.


PRESIDENTE

Propongo di iscrivere all'o.d.g. i seguenti punti: progetto di legge n. 56: "Bilancio di previsione 1991 e prima nota di variazione" progetto di legge n. 99: "Disposizioni finanziarie per l'anno 1992" proposta di deliberazione n. 149: "Art. 9 della legge n. 10/ 1991. DM 15/2/ 1991 del Ministro dell'Industria, Commercio, Artigianato. Procedure di prima attuazione in materia di contributi per risparmio energetico".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Il Consiglio approva con 34 voti favorevoli e 1 astensione.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 3) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente" comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Sono in congedo i Consiglieri Croso e Dardanello.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

Comunico che l'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

c) Deliberazioni adottate dalla Giunta regionale.


PRESIDENTE

Comunico che l'elenco delle deliberazioni adottate dalla Giunta regionale nelle sedute del 7, 14, 21 e 28 gennaio 1991 - in attuazione dell'art. 9 della L.R n. 6/88 - in materia di consulenze ed incarichi, è depositato e a disposizione presso il Servizio Aula.


Argomento: Bilanci preventivi

Esame progetto di legge n. 56: "Bilancio di previsione 1991 e prima nota di variazione"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora il progetto di legge n. 56. La parola al relatore di maggioranza, Consigliere Zanoletti.



ZANOLETTI Tomaso, relatore

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, la strada scelta dall'Amministrazione regionale nello scorso dicembre 1990, quella dell'esercizio provvisorio anziché quella del bilancio tecnico, ha consentito al Consiglio un attento ed approfondito esame del documento di bilancio per l'anno 1991, anche alla luce delle condizioni che nel frattempo sono andate maturando.
Il documento di bilancio presentato dalla Giunta nel dicembre 1990 era infatti caratterizzato da una impostazione prevalentemente tecnica che, a fronte di un quadro di riferimento nazionale estremamente incerto e indeterminato, evidenziava l'opportunità di assicurare il normale funzionamento dell'ente oltre che dare copertura ai capitoli, il cui stanziamento era assicurato dalla legge finanziaria regionale per gli anni 1991 e 1992 ed ai capitoli che finanziano spese rigide ed obbligatorie.
L'approvazione della legge regionale sulle tasse automobilistiche e sulle tasse di concessione, nonché la determinazione delle imposte erariali di concessione e dell'imposta sul consumo di gas metano previste dalla legge n. 158/90 e dal decreto legislativo n. 398/90, hanno consentito la redazione di una nota di variazione al provvedimento del dicembre 1990 presentata al Consiglio in data 25 gennaio 1991.
Adeguando quindi le entrate alle citate previsioni legislative è stato possibile riconsiderare gli stanziamenti dei capitoli di spesa, correlando le poste agli obiettivi politici contenuti nei programmi della Giunta ed alle priorità esplicitate nell'ordine del giorno approvato dal Consiglio regionale in data 21 novembre 1990.
Nel merito del provvedimento all'esame si osserva, per quanto riguarda le entrate: un incremento della quota dei tributi statali costituenti il "fondo comune", di cui all'art. 8 della legge n. 281/70, di 10 miliardi rispetto al 1990, passando da 490 miliardi a 500 miliardi per il 1991 l'incremento del gettito sulle tasse automobilistiche per un importo di 50 miliardi e sulle tasse di concessione per 5 miliardi l'istituzione dell'addizionale all'imposta erariale di trascrizione nei pubblici registri automobilistici e dell'addizionale all'imposta di consumo del gas metano per un importo complessivo di 20 miliardi l'iscrizione delle assegnazioni statali per il cofinanziamento dei programmi CEE in attuazione del regolamento n. 2052/88, alle quali corrispondono, peraltro, analoghe iscrizioni in uscita e non costituiscono quindi risorse libere il provento dei mutui a pareggio del bilancio, determinato in 231 miliardi con un incremento di 25 miliardi rispetto al 1990.
Per quanto riguarda la spesa, si rileva lo sforzo compiuto sulla strada della compressione del disavanzo e del progressivo riequilibrio finanziario, già manifestato in occasione della approvazione della legge di assestamento al bilancio di previsione per l'anno 1990.
In tale occasione, il disavanzo evidenziato all'inizio del 1990 in circa 150 miliardi, fu ridotto a circa 135 miliardi e con il provvedimento oggi in esame viene ulteriormente ridotto a 120 miliardi.
La necessità di procedere al risanamento della situazione denunciata ha evidentemente condizionato l'Amministrazione nella definizione di interventi da realizzarsi con proprie risorse, consentendo comunque l'identificazione di alcuni obiettivi prioritari che possono riassumersi nei seguenti punti: interventi per la formazione professionale per circa 25 miliardi interventi per l'ambiente per circa 15 miliardi costruzione di centri per anziani per circa 10 miliardi provvedimenti per l'eliminazione delle barriere architettoniche sul patrimonio regionale per circa 10 miliardi interventi vari relativi al risanamento dei centri storici, al miglioramento dei trasporti, al risanamento dei siti da bonificare ed altri per un valore di circa 25 miliardi processi di informatizzazione, finalizzati al miglioramento del sistema di relazioni Regione-Enti locali ed allo sviluppo dell'efficienza dell'Ente per circa 5 miliardi.
La I Commissione ha esaminato attentamente in più sedute i provvedimenti relativi al bilancio di previsione per l'anno 1991 ed ha proceduto all'adempimento delle consultazioni su entrambi i documenti presentati dalla Giunta, acquisendo dall'esame congiunto dei due provvedimenti utili elementi di valutazione che consentiranno una verifica sulla compatibilità delle linee programmatiche della Giunta con le istanze delle categorie sociali ed economiche consultate.
La Giunta ha altresì ribadito, rispondendo alle esigenze sollevate in sede di dibattito nelle varie sedute della I Commissione ed alle osservazioni emerse in sede di consultazione, il proprio impegno, non solo formale, a tradurre le indicazioni programmatiche esplicitate dalla Giunta in occasione del proprio insediamento in organiche politiche di settore.
Coerentemente con tale impegno, alcune indicazioni sono già state seppur parzialmente, recepite nel provvedimento di bilancio in esame e in quello relativo alla legge finanziaria regionale per gli anni 1991 e 1992 anche questa all'esame odierno del Consiglio, mentre con l'assestamento al bilancio 1991, presumibilmente nel prossimo mese di giugno, si procederà ad un ulteriore adeguamento delle risorse agli indirizzi politico programmatici da definirsi nel quadro delle politiche settoriali dell'ente.
In tal senso è stata manifestata, in sede di I Commissione, la disponibilità della Giunta ad una attenta valutazione dei contenuti e delle proposte emerse dal dibattito, al fine di conseguire l'obiettivo prioritario di ottimizzazione della spesa, attraverso l'adozione di adeguati strumenti di programmazione socio-economica e finanziaria, l'avvio di procedure di analisi di attuazione finanziaria delle leggi, la verifica sulle condizioni che determinano l'accumulo dei residui e (individuazione delle conseguenti azioni atte a rimuoverne le cause.
Si è preso atto positivamente della risposta sollecita della Giunta alle richieste di maggior chiarezza sui documenti di bilancio, manifestata attraverso la presentazione di note analitiche di settore, che hanno consentito seppure in tempi ristretti, un più attento esame del provvedimento.
La I Commissione, acquisiti i pareri delle altre Commissioni consiliari, ha approvato a maggioranza il bilancio di previsione per l'anno 1991 e ne auspica l'approvazione da parte di questo Consiglio.
Chiedo al Presidente se ritiene opportuno che esprima subito la relazione del provvedimento che è connesso, cioè le disposizioni finanziarie per gli anni 1990 e 1991.



PRESIDENTE

Può procedere.



ZANOLETTI Tomaso

Il provvedimento in esame è per alcuni versi collegato alla legge del bilancio di previsione per l'anno 1991 per quanto riprende e consolida per il 1992 alcuni interventi riconosciuti prioritari e che necessitano di un più consistente impegno finanziario che non può esaurirsi nel corso del 1991, ma che richiede, per poter attivare le azioni necessarie, garanzie di copertura finanziaria anche nel prossimo anno 1992. Gli interventi oggetto della legge in esame sono quelli contenuti nell'ordine del giorno approvato dal Consiglio in data 21/11/90, già recepiti dalla legge di bilancio per l'anno 1991 che riguardano la realizzazione di strutture per anziani l'eliminazione di barriere architettoniche, il risanamento ambientale, il miglioramento dei trasporti, il recupero di centri storici, la formazione professionale, l'informatizzazione. Mentre per il 1991 la copertura di interventi citati è assicurata per un importo di circa 55 miliardi del maggior reddito derivante dall'applicazione della legge in materia di tributi, per il 1992 l'importo complessivo previsto è di circa 45 miliardi è assicurato dal provento del mutuo che potrà essere autorizzato sulla base del maggior trasferimento a titolo di fondo comune per il 1992.
L'art. 2 prevede la devoluzione di quote non utilizzate e di assegnazioni disposte dalle leggi statali concernenti interventi programmati in agricoltura, già iscritti nello stato di previsione della spesa per l'anno finanziario 1991 e non utilizzati per carenze di domande.
Vengono inoltre istituiti appositi capitoli di bilancio per l'attuazione della legge regionale 17/4/90 n. 30, relativa all'utilizzo di carta riciclata, al recupero della carta, secondo quanto previsto dagli art. 2 e 4 della stessa legge prevedendo un onere per l'anno 1991 in 430 milioni. La I Commissione ha valutato i provvedimenti in esame unitamente al disegno di legge relativo al bilancio di previsione 1991, ha espresso a maggioranza il parere favorevole e ne raccomanda l'approvazione da parte di questo Consiglio.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MONTABONE



PRESIDENTE

Ringrazio il collega Zanoletti.
La parola al Consigliere Zacchera per la relazione di minoranza.



ZACCHERA Marco, relatore

Signor Presidente, egregi colleghi; con la presentazione di questa relazione di minoranza, i rappresentanti del Movimento Sociale Italiano Destra Nazionale in questo consesso ritengono di adempiere ad un loro preciso dovere in occasione di un documento che dovrebbe essere il più importante dall'inizio di questa legislatura.
Riteniamo infatti che sia nostro diritto-dovere sottolineare alcuni aspetti della legge di bilancio di grande rilevanza, che forse non sono stati fin qui né compresi né colti dalla Giunta regionale.
In primo luogo va ricordato che la discussione sul bilancio si inserisce sette mesi dopo le dichiarazioni programmatiche a questa Assemblea, quattro mesi dopo il primo voto amministrativo - finanziario, e cioè la lunga discussione sull'imposizione diretta regionale, due mesi dopo la presentazione dell'esercizio provvisorio.
In ogni occasione ci fu ripetuto che la chiave di volta della manovra politica, amministrativa, programmatica e finanziaria dell'Ente Regione per il quinquennio 90/95 sarebbe stato l'atto successivo. mentre quello in esame era solo un fatto meramente tecnico; secondo ogni logica è la presentazione di questo bilancio il momento statuariamente fondamentale.
Qui, invece, appare in tutta la sua evidenza un quesito di fondo che va sciolto prima ancora di procedere nell'affrontare tecnicamente il bilancio: ma qual è il ruolo che la maggioranza dei Consiglieri regionali qui presenti vuole dare a questa Regione? Non chiediamo una risposta "politica", ma di sostanza: è la Regione un organo istituzionale e di programmazione coordinamento propositivo verso altri Enti e cioè "legiferante" e "delegante"? O non è invece (o piuttosto) un Ente di "gestione"? E' una discussione tutt'altro che accademica perché se la Regione è secondo la maggioranza di tutti noi - un Ente "programmatico legislativo propositivo". questo bilancio che ci viene presentato è (prima ancora di entrare nel merito) assolutamente incompleto in molte sue parti essenziali mentre se si intende la Regione un ente di "gestione" allora è assurdo addirittura l'iter con il quale si va alla sua discussione.
In realtà, la realtà è forse più piatta dei buoni propositi; la Regione "vorrebbe essere" un Ente capace di volare alto ed invece diventa sempre di più (con scelte politiche volute) un ente di gestione, e poi possiamo stabilire se di buona o bassa cucina che sia.
Ma ecco che questi limiti strutturali si evidenziano in questo primo bilancio "vero" di legislatura che evidenzia subito tre aspetti: 1) la mancanza di coordinamento con un Piano finanziario serio, di durata pluriennale, capace di indicare la strada per i prossimi anni 2) la mancanza di chiarezza procedurale su come procede alla formulazione della legge di bilancio, nel senso che se la Regione è un ente di gestione allora sarebbe più propriamente la Giunta regionale l'organismo preposto a presentare il bilancio, perché dovrebbe indicare quali sono le scelte di gestione che si intendono fare, quindi non ha senso. secondo noi il sistema di passare attraverso una legge "filtrata" dalla I Commissione e senza una vera relazione introduttiva e programmatica della Giunta 3) la leggerezza su come le bozze di bilancio siano state fin qui analizzate, controllate, proposte e verificate.
Solo durante la stesura di questa relazione - quindi negli ultimi giorni - abbiamo avuto, ad esempio, una "Piccola guida. alla lettura del Bilancio di Previsione 1991. a cura del Servizio Programmazione dell'Assessorato Agricoltura e Foreste". Un esempio utile di come si possa fornire sinteticamente, se non una visione strategica, almeno una lettura di confronto tra diversi esercizi ed un'immagine esatta della situazione di quell'Assessorato. E' assurdo che una Regione Piemonte, che si picca di essere tra le prime d'Italia e che - apprendiamo - vuole aprire una sorta di ambasciata a Bruxelles, si ammanti di pennacchi quando si presenta in televisione e poi presenti un bilancio di 9.000 miliardi senza documenti accompagnatori probanti, chiari, documentati, e questo per la gran parte degli Assessorati d'intervento.
Ad esempio, qual è la relazione programmatico-tecnica generale che accompagna il bilancio? A luglio la Giunta ha presentato una relazione programmatica infarcita di buoni propositi e promesse, parte delle quali accettabili, comunque tutte discutibili, ma adesso dov'è la verifica sul piano dei numeri? Dov'è la verifica nei mezzi finanziari, con le scelte di priorità (perché bisogna fare delle scelte) alla luce delle scelte programmatico-politiche di allora? Dove sono i tempi di realizzazione di quelle proposte e di quelle idee? Tutti sappiamo delle difficoltà di reperimento dei fondi, ma bisogna pur dire adesso quando si faranno quelle determinate cose che si era detto che si sarebbero fatte.
Occorre una verifica con tutti gli strumenti di bilancio, non solo i Piani pluriennali, ma anche quei quadri riassuntivi che ciascuno di noi, se professionalmente svolge delle funzioni di amministrazione, dà a qualsiasi lettore o socio di una società, al momento in cui si va a discutere un bilancio.
Quindi, penso che un bilancio come il nostro debba avere dei quadri riassuntivi tecnici, degli indici di bilancio che accompagnano una qualsivoglia relazione finanziaria, se si vuol dare a questa relazione un certo respiro. Poi, ci vuole un raccordo con i quadri istituzionali centrali e comunitari, con la legislazione vigente, la programmazione, per gli anni venturi, delle risorse disponibili, un giudizio "a posteriori" sui tempi di applicazione dei fondi statali e comunitari. Insomma, bisogna stabilire la "velocità regionale media" (quasi diremmo l'indice di liquidità) dell'Ente regione, altrimenti non abbiamo i mezzi tecnici per poter stabilire quanto al di là della mera ordinaria amministrazione, pu fare questa Regione.
Non solo non ci sono queste cose, ma non c'è neppure un documento che riallacci alla Giunta regionale tutto l'iter del bilancio, perché il bilancio non nasce e non finisce oggi, ma dura tutta una annualità, in una serie di diverse presentazioni di progetti di legge e poi di legge regionale. Quindi, dal bilancio preventivo all'assestamento ci deve essere una relazione che la Giunta presenta sull'andamento di queste cose. Per esempio, avremmo gradito che fosse stato sottolineato come il quadro generale riassuntivo della spesa indica alla chiusura dell'esercizio 1990 un ammontare presunto di residui passivi di quasi 1.000 miliardi, pari ad oltre il 10% della spesa prevista per la competenza del nuovo anno.
Ma un esame più attento del bilancio impone di considerare. nel novero dei residui passivi, anche le somme corrispondenti alla reimpostazione in competenza di tutte le somme assegnate negli anni precedenti dallo Stato con vincolo di destinazione, ma non utilizzate dalla Regione. Vediamo.
allora, che i miliardi non spesi salgono ad oltre 2.000. rappresentando quasi un quarto delle risorse di competenza di quest'anno. E l'aspetto più preoccupante di questo fenomeno riguarda la distribuzione delle somme non spese: mentre solo il 20% delle spese di funzionamento va a residuo nell'ambito degli interventi che riguardano la gestione e l'assetto del territorio, i residui propri ed impropri ammontano ad oltre il triplo delle somme di nuova iscrizione (circa 250 miliardi di risorse "fresche" contro più di 800 miliardi di somme predestinate e non spese).
Questa constatazione deve farci tutti riflette su un dato: è importante che si giunga con sollecitudine a una riforma dell'attuale quadro della finanza regionale, nell'ambito della quale le Regioni vedano aumentare il flusso delle risorse a libera destinazione; ma è essenziale che, prima che si decida qui, siano rimosse le cause che impediscono la gestione, perch se non si dà la massima efficienza su tutte le risorse, sia libere che vincolate, non avremo delle risposte credibili.
In altri termini, non basta disporre di finanziamenti; bisogna poter spendere nel modo più produttivo e in tempi ragionevoli e soprattutto limando, e lo vedremo nel dettaglio, le spese correnti.
Se mancano le idee chiare a livello macroeconomico, ecco, secondo noi emergere i guai a tutti i gradini sottostanti. Per esempio, colleghi, non vi sembrerebbe logico che per ogni Assessorato, meglio, per ogni centro di spesa ci venisse in anticipo a presentare: a) un esame delle leggi e capitoli di spesa di una specifica competenza? b) Uno "stato di attuazione" delle leggi e dei provvedimenti vigenti di propria competenza, con la percentuale di attuazione temporale impostata sugli ultimi dati certi e i dati previsionali del '90? c) Una previsione dell'andamento dei singoli settori di spesa per i prossimi anni (altrimenti non possiamo fare delle scelte di priorità)? d) Un'analisi dei flussi finanziari di entrata rapportando la loro congruità alla copertura degli obiettivi specifici? Per fare un bilancio programmatico annuale, il primo di questa legislatura e che ho letto, una comunicazione della Piccola Industria fatta in modo molto valido, sottolinea come quest'anno la Regione va a bruciarsi le possibilità di impostare il bilancio per l'ultimo triennio di questa legislatura (il terzo, il quarto e il quinto anno di legislatura) perché i tempi sono tali, dal momento in cui viene impostata una idea al momento in cui la si riesce a passare a bilancio, che non c'è più la possibilità di potersi muovere all'interno della legislatura.
Nella relazione c'è un passo che, vi leggo testuale, chiedendo a voi cosa significa mettere in una relazione di accompagnamento al bilancio frasi del tipo: "- di procedere, attraverso varie fasi, alla razionalizzazione degli uffici centrali e periferici avendo l'obiettivo finale, a medio-lungo periodo, della concentrazione in una unica mega struttura, attraverso la fase a medio termine di concentrazione in pochi poli torinesi e periferici. passando. nell'immediato, attraverso una mini razionalizzazione che consenta, da subito, di migliorare sensibilmente il rapporto risorse profuse efficienza dei servizi, sotto l'aspetto della tempestività e della qualità". Signori, queste sono frasi di politichese che non vogliono dire assolutamente niente. Secondo noi sarebbe stato molto più interessante fare delle altre analisi di bilancio. Una domanda: quanto occorre per svolgere una pratica di finanziamenti di un determinato settore, in termini di costi e in termini di giorni? Quanto personale occorre per portare avanti un Piano regolatore per un cittadino di 10.000 abitanti, statisticamente parlando? Questi sono i motivi e le possibilità di misurare il grado di efficienza regionale. Ecco, quindi, un esame-base di efficienza che vent'anni dopo l'istituzione della Regione va drammaticamente fatto, perché si arriverebbe a risultati sconvolgenti.
Possiamo anche sbagliarci.... ma allora dimostratecelo conti alla mano! Qui e là questo tentativo è stato fatto - non vuol essere soltanto una mera critica quella che noi facciamo - però manca, in termini statistici e di riferimento, un coordinamento complessivo dell'Ente Regione. Come possiamo pretendere di essere a nostra volta indicatori verso altri pensate alle Province. ai Comuni, agli Enti, alle Comunità, ecc. - se non c'è prima una maggiore chiarezza in termini di possibilità di attuazione e di tempi e costi certi al nostro interno? Perché a questo punto ogni Assessorato avrebbe dovuto relazionarci in sede di presentazione della prima bozza di bilancio del quinquennio legislativo, indicando: le risorse, gli impieghi, le volontà programmatiche in termini di iniziative e loro copertura finanziaria.
Ad oggi, al momento in cui abbiamo scritto questa relazione, non abbiamo praticamente nulla: da noi sollecitato in Commissione, un Assessore ci ha promesso "qualche paginetta". D'altronde, l'unica relazione che abbiamo sono otto cartelle a spazio tre che non sono una relazione, sono un pianto! Perché, se leggete i dieci motivi di indeterminatezza con i quali la Giunta presenta la relazione per giustificare una "non relazione», viene da chiedersi come si possa su questo approvare e discutere un bilancio. A parte il fatto che allora si dovrebbe denunciare con altri toni presunti responsabili (statali) di buona parte delle indeterminatezze, che l'Assessore ci viene a presentare dal punto di vista legislativo. quasi che non lavorino gomito a gomito negli stessi partiti di maggioranza dei componenti la Giunta regionale... ma permettete: alcune cose sono incerte non tutte. Dov'è la programmazione sulle cose certe? Come si fa a sostenere che questo sarà un bilancio tecnico, mentre soltanto il prossimo (quello di giugno) sarà il bilancio vero che porterà le indicazioni tecnicamente centrate su come gestire i fondi discrezionali disponibili? Ma se prima l'Ente regionale non ha chiaro che cosa prioritariamente vuole fare, come potrà "tecnicamente centrare" la copertura delle necessità? E non ha senso liquidare un bilancio di 9 mila miliardi (per molti sono partite di giro) affermando che si preferisce fornire "una visione di sintesi". Ma quale sintesi, se non si conoscono né le possibilità né i tempi né sono chiare le volontà che si vogliono fare nei prossimi anni? In questo senso non è accettabile che il bilancio regionale sia solo inteso come un atto elaborato dalla I Commissione regionale da parte della Giunta, senza la presentazione preventiva di un documento della Giunta.
Così come va denunciato a chiare lettere una certa superficialità con la quale il bilancio è stato presentato, discusso e licenziato dalle Commissioni.
Interi settori non hanno visto la presenza né dell'Assessore né di un funzionario. Questo è abbastanza grave. Non ha senso svolgere il rito delle consultazioni esterne. Vorrei poi anche sapere se queste consultazioni sono state, in qualsiasi maniera, recepite da parte della Giunta o se lo saranno. perché mi sembra che le bozze di bilancio siano esattamente uguali a quelle fatte prima delle consultazioni. Allora tanto valeva non fare neanche le consultazioni! E non basta. E' veramente deludente, secondo noi, che ancora più striminzita sia la relazione che accompagna la nota di variazione al bilancio 1991 che veniva stesa molte settimane dopo la prima bozza, quindi con molte incertezze in più. Questo perché manca alla base una chiarezza generale del sistema, ed in questo la Regione è vittima e complice perch viene ad assumere, di fatto, la responsabilità di mettere a sua volta in crisi migliaia di Enti e Amministrazioni locali piemontesi che "contano" sulle promesse regionali: ci contano in termini di finanziamenti, mentre è evidente che chiarezza al vertice non c'è.
La colpa non è sempre "degli altri", la colpa non è sempre della Giunta regionale, la colpa è anche dei Consiglieri regionali di maggioranza come di minoranza, quindi ciascuno di noi deve assumersi le proprie responsabilità.
Però, colleghi, vi chiedo: qual è il bilancio dei primi nove mesi di questa legislatura? Che cosa si è fatto e che cosa si è portato avanti in termini di lavoro concreto? Quali scelte di fondo sono state fatte, di impostazione di bilancio e quindi di impostazione legislativa in questi nove mesi? Nessuno può sfuggire a questo senso di corresponsabilità che si evidenzia drammaticamente anche dal punto di vista del prodotto legislativo, dei tempi lunghissimi di esame dei provvedimenti.
Ma qui rischiamo di scivolare sulle questioni opinabili, io voglio invece rimanere ai fatti. Per esempio, parliamo delle possibilità di controllo. Che possibilità di controllo hanno, di fatto, i Consiglieri regionali? Quali possibilità abbiamo per entrare nel dettaglio, quindi un controllo che non sia soltanto di forma. ma di sostanza del bilancio regionale? Per esempio, che cosa si fa nel campo della razionalità della spesa? Tenuto conto dei pesanti costi di struttura. è intuitivo che, a questo punto, un'azione estremamente interessante - vorrei che questo fosse recepito dalla Giunta - sarebbe predisporre un Piano per il coordinamento il controllo e l'integrazione degli uffici regionali, dei centri di spesa dei servizi sparsi sul territorio. La Giunta dovrebbe avere il coraggio di seguirci su questo discorso e cioè sul duplice piano: da una parte le certificazioni di bilancio anche all'esterno del Consiglio regionale, in un modo diverso evidentemente; dall'altra parte una organizzazione generale dei servizi. Su questo tema si potrebbe fare un lungo discorso, ma non voglio tediare l'uditorio. Certo che se poi andassimo a lottizzarci anche l'impresa che dovrebbe controllare e certificare il bilancio, allora saremmo rimasti sostanzialmente al punto di prima! Vorrei concludere con alcune proposte operative che, secondo noi. si dovrebbero portare a livello di Consiglio e quindi a livello di Giunta. Per esempio, sarebbe doveroso fornire delle risposte in tre chiavi concrete di Intervento: avvio della ristrutturazione della burocrazia regionale. Noi chiediamo, attraverso una prima ed immediata fase conoscitiva, che la Giunta fornisca al Consiglio in appoggio al bilancio, a questo punto al bilancio che verrà al mese di giugno: 1) una mappa dei dipendenti regionali, insomma un organigramma della struttura sia dal punto di vista della forza numerica che delle competenze 2) una mappa degli uffici regionali, anche per capire i problemi legati alla loro localizzazione operativa (indicando per ciascun servizio l'eventuale fitto dei locali e le spese di funzionamento logistico) 3) una mappa dei mezzi regionali (parco autoveicoli, impianti computerizzati esistenti, ecc.). Tutto ciò per cominciare; bisogna risparmiare individuando gli infiniti punti di spreco, di improduttività si scoprirà che con le correnti spese si possono veramente recuperare dei fondi per spese di investimento. L'esperienza insegna che razionalizzare la spesa è il primo risparmio e davanti ad una contrazione delle entrate questa è la prima cosa da fare. Secondo me usciranno delle sorprese clamorose e sfidiamo la Giunta ad avere il coraggio di rompere gli schemi ed a preparare questi dati.
Il passo successivo sarà la parallela individuazione delle priorità dei punti di maggiore frizione. In altre parole, all'interno di ciascun Assessorato si dovrà avere il coraggio di fare delle scelte. Quindi. si dovranno forzatamente sciogliere alcuni nodi legati prima di tutto alla mancanza di razionalità in specifici uffici o settori.
A monte, ovviamente, il discorso politico delle scelte prioritarie generali tra Assessorati che è compito di Giunta e di Consiglio.
Secondo aspetto, che mi permetto di dire rivoluzionario, ma che secondo me bisognerebbe portare all'interno di un bilancio regionale, è l'avvio del concetto della corresponsabilizzazione. Buona parte delle spese regionali non sono dirette, ma impiegate tramite un'interposta struttura che le gestisce direttamente. Il caso più evidente è quello dell'USSL. Mi spiace che non sia presente l'Assessore alla sanità, che rappresenta il 70% del bilancio. Nel momento in cui si arriva a dire che le UU.SS.SS.LL. devono essere oggetto di commissariamento, noi proponiamo di imporre maggiori controlli sulle UU.SS.SS.LL., condizionando al raggiungimento di determinati parametri, in termini di quantità e qualità dei servizi, il pagamento di una parte dei fondi di competenza. E' l'unica maniera "di ricatto" che potremmo avere nei riguardi delle UU.SS.SS.LL. di questa Regione. Si tratta cioè di condizionare il pagamento alle UU.SS.SS.LL. di una parte, sia pur modesta, delle somme al raggiungimento di obiettivi base individuati a livello regionale.
Ad esempio, conosciuto il rapporto tra numero tra abitanti ed analisi cliniche effettuate, quindi fatta una media regionale, posto che in una USSL ci sia uno scostamento dalla media molto significativo, condizionare il versamento dei fondi per poter pagare le analisi, o parte di queste, ad una dimostrazione dell'USSL sulle motivazioni sottostanti al fenomeno. In altre parole, occorre avere dei chiarimenti, per esempio, sul funzionamento dei dipendenti. Quanti sono i dipendenti delle UU.SS.SS.LL. assunti come infermieri professionali che non fanno gli infermieri professionali, perch distaccati in tutti gli altri settori delle UU.SS.SS.LL. piemontesi? Queste sono risposte che le UU.SS.SS.LL.ci devono dare, prima che alle stesse sia versato il 100% dei contributi di loro competenza.
Ecco perché noi chiediamo da tanto tempo la creazione di una task-force di intervento. tecnici operativi ed amministrativi regionali che intervengano in ogni occasione si ritenga o venga segnalato (ahimè il più delle volte invano da parte anche delle minoranze) un abuso od una cattiva gestione dei servizi e dei fondi previsti. Non è tollerabile che il Consiglio regionale non abbia risposte chiare su numerosi casi di abuso e di spreco di fondi da parte delle UU.SS.SS.LL., sulle quali non si interviene assolutamente in modo drastico. Lo stesso Ministro della Sanità dichiara pubblicamente che le UU.SS.SS.LL:italiane sono incancrenite da apparati politico mafiosi. Qual è la situazione in Piemonte? Abbiamo mai avuto una relazione sull'andamento di queste cose? Esigiamo confronti chiari e la prima chiarezza la si ha imponendo alle UU.SS.SS.LL. direttive più forti e condizionamenti più accentuati dal punto di vista finanziario.
Non è solo un discorso di USSL, ma più in generale degli Enti che richiedono contributi regionali ma per i quali, di fatto, una volta ultimato l'iter per il loro finanziamento l'ente Regione si disinteressa circa la realizzazione di situazioni di economicità. E questo è un dato di fatto; nessuno di noi va a chiedere a posteriori, non tanto quando è stato speso quel capitolo di spesa, ma come sia il bilancio di quell'ente al quale abbiamo dato questi fondi.
Terzo aspetto estremamente importante: la gestione del patrimonio. Un aspetto di cui si dovrebbe iniziare l'esame è quello patrimoniale e non solo per un'anagrafe dei beni patrimoniali disponibili della Regione, ma dal punto di vista: della localizzazione e situazione statico manutentiva del loro utilizzo (in proprio, affittato, oppure anche inutilizzato); delle possibilità o opportunità, di ampliamento o di alienazione. Anche in questo settore occorre scegliere: non siamo né una società immobiliare né un'opera pia di antica memoria. Il patrimonio va gestito con lungimiranza, ma anche con modernità di schemi, perché altre Regioni, per esempio, hanno fatto le proprie scelte. La Regione Toscana ha deciso di accentrare tutti gli uffici alla periferia di Firenze in un unico isolato. Queste sono delle scelte che dovremmo cominciare a porci.
Quarto aspetto sono gli emendamenti specifici al bilancio, che illustreremo al momento dell'esame. Emendamenti che hanno una caratteristica: se proporranno delle spese in più, diranno anche dove si possono recupe-rare i fondi.
Colleghi, vi ho tediato a lungo con questa relazione di minoranza. Con il collega Majorino abbiamo cercato di sottolineare alcune carenze importanti che la legge che andremo a votare ci rende evidenti. Vorremmo che questo contributo non sia soltanto visto in termini negativi e di critica, ma anche propositivo in termini strategici come in termini contingenti. Riteniamo che il bilancio sia fare una serie di scelte amministrative e politiche, ma sia anche il "metodo" con il quale affrontarle. Più volte in questi mesi abbiamo sottolineato il nostro scetticismo su come i problemi vengono affrontati in questo consesso e soprattutto - su quanto alla fine esca in termini concreti dai dibattiti.
L'augurio è che da questo dibattito scaturisca qualcosa di propositivo.
Starà poi a voi valutare se il nostro apporto è utile oppure no.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Majorino per una precisazione. Ne ha facoltà.



MAJORINO Gaetano

Signor Presidente è mio dovere fare questa precisazione dopo la illustrazione ampia e diffusa della relazione di minoranza. Per un errore materiale, indubbiamente scusabile e non volontario, nella testata dei documenti vengo indicato io solo, come relatore di minoranza. Per cui, a un possibile attento ascoltatore, il Consigliere Zacchera potrebbe apparire un mero lettore. Desidero precisare, perché lo ritengo necessario, che il collega Zacchera è stato insieme a me estensore della relazione di minoranza, anzi il maggiore estensore, anche se ovviamente la relazione porta la firma di entrambi. Questo in base alla regola di correttezza perché penso che in base alla regola, bisogna dare a Cesare quel che è di Cesare, o a Marco quello che è di Marco.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Gallarini.



GALLARINI Pier Luigi, Assessore al bilancio

La I Commissione ha dibattuto durante questi ultimi tre mesi il bilancio nelle sue varie proposizioni: quella tecnica, poi la prima nota di variazione, quindi la legge finanziaria che, come diceva il Presidente della I Commissione, non è la stessa cosa, ma fa parte integrante del bilancio, ovviamente dal punto di vista politico, anche se non ne fa parte integrante dal punto di vista amministrativo.
Dopo aver ascoltato questa relazione penso sia doveroso da parte della Giunta ringraziare sia la I Commissione che le altre Commissioni per il contributo che è venuto nel dibattito che è durato relativamente a lungo visto che la prima proposizione di bilancio tecnico era stata presentata ai primi di dicembre in Commissione e ai primi di marzo in aula per l'approvazione.
Detto questo, penso valga subito la pena esprimere un parere sulla relazione di minoranza dei Consiglieri Zacchera e Majorino. Penso che si possa affermare che alcune richieste ed alcune indicazioni espresse in quel documento, che vorremmo avere per valutare già in sede di replica, siano recepibili, al di là della questione relativa alla razionalizzazione degli uffici. Non sto a rileggere la relazione che accompagnava il bilancio, ma penso che qualche considerazione la si possa fare. Sarà stato scritto in politichese il brano che il Consigliere Zacchera ha citato, allora dirò in sintesi che si voleva dire, e stiamo già agendo come Giunta in questo senso, che esiste una frammentazione per quanto riguarda gli uffici regionali, sia per quanto riguarda gli uffici centrali in Torino sia per quanto riguarda gli uffici periferici, che comporta delle disgregazioni delle non funzionalità e delle dispersioni sia economiche che di qualità del servizio. L'Assessorato al patrimonio e quello al personale, in collaborazione ormai da alcuni mesi, hanno inteso mettere mano alla questione per andare a razionalizzare tali uffici. Razionalizzare significa avere un obiettivo di fondo che è quello di una mega concentrazione tipo il grattacielo Pirelli a Milano per la Regione Lombardia - ma questo è un obiettivo di medio-lungo termine - e un obiettivo immediato di mini razionalizzazione. Questo significa che qualche provvedimento é già all'esame della Giunta, per cui già nei prossimi quindici giorni saremo in grado di adottarlo e attraverso questo provvedimento andremo a concentrare presenze frammentate di un Assessorato in particolare e andremo a consentire spazi di espansione ad altri tre Assessorati, due dei quali ubicati nel palazzo della Giunta, quindi in una posizione nevralgica, sotto l'aspetto di una volontà che abbiamo di andare a rendere più accessibile al pubblico il palazzo della Regione attraverso spostamenti di alcuni uffici.
Non sono affermazioni astratte. Il collega parlava di nove mesi, la Giunta però ha iniziato ad operare dal mese di settembre quindi i mesi sono soltanto sei; in questi sei mesi alcune questioni sono già state affrontate tant'è vero che ci stiamo adoperando per assumere alcune deliberazioni entro una quindicina di giorni.
Penso che questa proposta di bilancio è stata sviscerata in I Commissione, ,ma non ritengo, collega Zacchera, "in modo superficiale nelle altre Commissioni"; c'è stata la disponibilità della Giunta che è stata sempre presente. Ricordo addirittura un particolare, kafkiano: il Consigliere Chiezzi, in una di queste Commissioni, aveva di fronte sette Assessori e li interrogava a turno. Voglio dire che anche nelle altre Commissioni abbiamo avuto modo di dibattere e di entrare nei settori specifici in profondità.
Vorrei integrare la relazione introduttiva del Presidente della I Commissione, Zanoletti, con qualche aspetto da parte dell'esecutivo. Il bilancio è composto di un documento tecnico che rappresenta il 98% di quei 9 mila miliardi di cui parlava il Consigliere Zacchera nella relazione di minoranza e della prima nota di variazione, relativa a quel 2 discrezionale all'interno del quale (200 miliardi circa) è possibile collocare delle scelte politiche. Dobbiamo avere sin dall'inizio ben ferme le percentuali: il 98% spesa rigida e il 2% spesa elastica e discrezionale se non vogliamo correre il rischio di fare delle osservazioni e dei ragionamenti stravolti rispetto alla realtà delle cose.
Inoltre, c'è la proposta di legge finanziaria con la quale la Giunta intende rispondere in modo corposo e incisivo all'ordine del giorno politico votato dal Consiglio regionale in occasione dell'aumento delle tasse di circolazione e delle tasse di concessione regionale. Riteniamo quindi che all'interno della spesa corrente del bilancio 1991 esistano le finalizzazioni enunciate in quel documento. La legge finanziaria attraverso la prenotazione di 7 miliardi e mezzo va a ad attivare un mutuo di 45 miliardi, il cui ammortamento decorrerà dall'1/1/1992; il '91 sarà speso per la predisposizione dei progetti per quanto riguarda l'eliminazione delle barriere architettoniche. i centri per anziani, il miglioramento dei trasporti e il risanamento dell'ambiente. E' una risposta forte, dal punto di vista della pregnanza politica, che va anche più in là dell'impegno dell'ordine del giorno. Questo, per quanto riguarda la prima fase.
Per quanto riguarda la fase in itinere, ieri la Giunta ha approvato una prima legge di variazione, prevalentemente tecnica, che dimostra che esiste una dinamica con la quale il bilancio dura tutto l'anno, quindi esistono provvedimenti che vengono avanti a seconda delle necessità del momento quindi il bilancio ha una caratteristica, sia dal punto di vista amministrativo che dal punto di vista politico, di una certa elasticità e di una certa dinamicità; non è qualcosa di statico che viene presentato e che dura, senza poter spostare una virgola, qualora se ne ravvisasse la necessità, fino alla fine dell'anno.
Ci auguriamo (rispondendo ad un altro ordine del giorno che il Consiglio ha votato qualche seduta addietro) che nel mese di giugno sia possibile predisporre e votare l'assestamento di bilancio.
Ci siamo anche impegnati ad effettuare una verifica a fondo, anche se non è ancora iniziato il controllo di gestione. Sono andati in porto i concorsi, quindi il servizio sta partendo; i primi mesi ovviamente saranno di rodaggio, ma, nel corso del 1991, andrà a regime anche questa possibilità che consentirà di attivare un controllo di gestione e aiuterà le verifiche che il Consigliere Zacchera auspica.
Dalla relazione emerge il disequilibrio sulle reimpostazioni (i famosi 150 miliardi del bilancio 1990, rientrati in assestamento a 135 miliardi rientrati a 120 miliardi in questa proposta di bilancio) che ci impegniamo a comprimere al di sotto dei 100 miliardi se sarà possibile questo obiettivo già nell'assestamento di giugno.
Dal punto di vista politico, con i primi provvedimenti della legge n.
158 e dell'autonomia impositiva, che abbiamo criticato, ma che sicuramente hanno rappresentato un salto di qualità per quanto riguarda le competenze delle Regioni. e che nel 1991 daranno uno spazio di intervento maggiore, la Giunta e il Consiglio all'unisono hanno ritenuto in quell'ordine del giorno di fermarsi ad alcuni provvedimenti, perché la situazione socio-economica e politica della nostra Regione richiedeva che la calibratura degli interventi fosse relativamente morbida. La Giunta si è orientata, una volta effettuata la verifica, a calibrare gli interventi sul 1991 in funzione del perseguimento degli obiettivi. Non è vero, Consigliere Zacchera, che non esiste un obiettivo di legislatura. Quel rientro graduale, che con l'assestamento pensiamo possa arrivare ad una compressione del 40%, è un obiettivo di legislatura; l'obiettivo è quello di un rientro totale. anche nel caso in cui la verifica più puntuale e più attenta dovesse far emergere una situazione anche più pesante. Non lo sappiamo, lo verificheremo nei prossimi mesi, prima dell'assestamento di giugno. E' ovvio che sulla legge n. 158, sui provvedimenti di autonomia impositiva, ci sarà la possibilità discrezionale della maggioranza, della Giunta e dell'intero Consiglio per calibrare gli interventi sul metano, sulla tassa di circolazione, sulla benzina. Ovviamente, per perseguire degli obiettivi politici bisogna individuare i parametri di calibratura attraverso i quali perseguire gli obiettivi e questo ci impegnamo a farlo entro l'assestamento di giugno.
Il Consigliere Zacchera ha detto che si corre il rischio che le consultazioni siano una mera formalità. Penso che non sia così e lo dimostreremo nel senso che, se da un punto di vista pratico e tecnico non esiste la possibilità di variare gli strumenti e le contabilità di bilancio da un giorno all'altro, da un punto di vista politico, visto che l'assestamento non lo si fa ad ottobre o novembre, ma a giugno, e ribadiamo l'impegno di farlo a giugno, tra due mesi il Consiglio sarà in grado di valutare, di vivere, di concorrere a dare delle risposte alle osservazioni che sono emerse in sede di consultazione; osservazioni che, a grandi linee hanno riguardato alcuni elementi che penso possano essere ripresi dal Consiglio attraverso un ordine del giorno che possa sottolineare quelle osservazioni, che possa recepire alcuni suggerimenti, che possa dare delle risposte, per ora solo politiche, ma risposte politiche significa un contenitore all'interno del quale calare le cifre e le calibrature in sede di assestamento. Abbiamo distribuito l'elenco delle osservazioni e delle integrazioni che sono emerse in consultazione. Gli elementi di fondo sono stati: per l'agricoltura, le confederazioni agricole hanno osservato che questo bilancio non risponde a quell'ordine del giorno che era stato votato dal Consiglio in occasione della consultazione. Penso che in un ordine del giorno politico che accompagni l'approvazione del bilancio questa indicazione di fondo debba essere recepita e che la Giunta si debba impegnare a dare una risposta al settore dell'agricoltura nel corso dell'assestamento di giugno le comunità montane hanno espresso la inadeguatezza delle risposte inserite in bilancio. Ma questo è un altro settore che abbiamo messo a fuoco e che quindi può avere delle risposte in assestamento.
Altre questioni di fondo. La Federapi ha manifestato esigenze che sarebbe opportuno inserire in bilancio per quanto riguarda l'artigianato e il commercio. Ritengo che anche questi settori debbano essere all'attenzione della Giunta in assestamento.
L'Associazione Industriale, che aveva espresso apprezzamento sul documento programmatico con cui la Giunta e la maggioranza si sono insediate il 25 luglio 1990, ha detto letteralmente: "sospendiamo il giudizio su questo bilancio perché per ora intravediamo una concretizzazione di quelle enunciazioni; ma, essendo il primo bilancio di legislatura, capiamo anche che sotto certi aspetti possa essere un bilancio cornice all'interno del quale poi vadano a calarsi i provvedimenti in concreto".
Per quanto riguarda il settore patrimonio, collega Zacchera, la Giunta si sta già muovendo nella direzione indicata dalla sua relazione e nel giro di un mese, forse anche meno, l'Assessorato al patrimonio sarà in grado di portare in Commissione un pacchetto di provvedimenti che in modo incisivo mettono in evidenza che le enunciazioni contenute nelle linee programmatiche del documento di luglio avranno una prima attuazione verremo in Commissione e in Consiglio con un Piano regolatore di razionalizzazione del patrimonio e con un primo Piano di attuazione relativo al 1991. Certi meccanismi sono molto lenti in questo settore perché bisogna prima procedere all'individuazione e poi alla legge regionale. Abbiamo già individuato alcuni immobili (dei quali la Regione non sa che fare) che assorbono risorse senza avere dei ritorni finalizzati che quindi intenderemmo alienare; abbiamo già individuato il modo di reinvestire i proventi dell'alienazione, in ampliamenti, in ristrutturazioni, in adeguamento a norme di sicurezza; quindi quella auspicata mappa delle proprietà immobiliari e del patrimonio della Regione la stiamo predisponendo e siamo in grado, entro tempi brevi, di sottoporla alla valutazione della Commissione e del Consiglio.
Durante le consultazioni sono emersi altri punti degni di attenzione.
In particolare, per quanto riguarda gli enti strumentali: IRES, CSI e Finpiemonte, ma soprattutto i primi. Ci impegnamo, in sede di assestamento a dare delle risposte. Per quanto riguarda l'IRES, ad esempio, si tratta del 7-8%, soprattutto per il settore personale.
L'Unione Regionale delle Province Piemontesi ha fatto due considerazioni di fondo, l'una relativa all'assistenza e l'altra relativa alla viabilità. Per quanto riguarda l'assistenza, è emersa la necessità di andare a incidere maggiormente soprattutto nella Provincia di Torino. Per quanto riguarda la viabilità, le Province all'unanimità hanno rivendicato la necessità che la Regione ripristini il contributo delle 600.000 lire a chilometro per le strade provinciali, con un onere complessivo annuo di circa tre miliardi e seicento milioni. Anche in questo caso riteniamo che nell'ordine del giorno possa essere data una indicazione.
Alla luce delle modifiche recentemente introdotte o che si stanno introducendo, è emersa l'opportunità di incidere maggiormente nell'assistenza scolastica, a fronte dell'aumento del numero delle classi e della necessità, soprattutto nei Comuni piccoli e nelle Comunità montane di andare ad accorpamenti di allievi sia per quanto riguarda le classi di frequenza sia per quanto riguarda il trasporto. Anche in questo settore occorrerà dare una risposta adeguata.
Un'altra osservazione di fondo è quella relativa alla Legge n. 142, per quanto riguarda il versante economico-finanziario che è scorporato in due filoni e due aspetti; uno riguarda un finanziamento adeguato in sede di assestamento per la gestione della Legge n. 142 con dei fondi di prima applicazione. La seconda questione, in parte è già recepita in bilancio attraverso lo stanziamento di 5 miliardi più 2 (provenienza bolli), per la informatizzazione dell'ente. Quando in quei capitoli di bilancio e nell'ordine del giorno votato dal Consiglio regionale si parla di informatizzazione dell'ente si intende una informatizzazione finalizzata al miglioramento della strumentazione regionale e dei procedimenti attraverso i quali dare delle risposte all'utenza, ai cittadini, ai servizi e, per la seconda parte, ad incrementare il dialogo informatico fra la Regione torinocentrica con i satelliti periferici dei vari capoluoghi di Provincia e fra la Regione e gli altri Enti locali. Quindi, una parte dovremo inserirla in sede di assestamento.
Mi sono limitato a fornire alcune integrazioni rispetto alla relazione del Presidente della Commissione. La Giunta ha cercato di recepire le indicazioni che sono emerse dalle consultazioni, che ha cercato di riassumere, forse in modo disorganico, comunque con una certa sintesi forse omettendo qualcosa, emergeranno sicuramente delle osservazioni. delle raccomandazioni dal dibattito consiliare e noi ci impegniamo sin d'ora a recepire per quanto ci sarà possibile, attraverso un ordine del giorno e una indicazione di fondo, le raccomandazioni di tipo politico che ovviamente ci impegniamo a tradurre in termini concreti in sede di assestamento nel mese di giugno. Non ci impegniamo da qui alle calende greche, ma da qui a due mesi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Buzio.



BUZIO Alberto

Signor Presidente. colleghi Consiglieri, l'approccio al bilancio che ci apprestiamo a fare ci dà la rappresentazione "plastica" della separatezza tra la Giunta regionale da una parte e il Consiglio regionale dall'altra.
Nel documento politico più importante si vede come il Consiglio regionale non riesca a sviluppare il proprio ruolo, i limiti delle Commissioni, anche se si tiene conto della partecipazione dei Consiglieri, che non sono un momento di approfondimento critico come dovrebbero essere; a volte appaiono come una necessità, un passaggio inevitabile e un po' fastidioso, prima di giungere in aula.
Tuttavia, proprio grazie agli ordini del giorno su cui ci siamo attivati in passato, che abbiamo stimolato e fatto votare, e alle richieste che abbiamo formulato nella Commissione per avere una più puntuale documentazione al servizio di tutti i Commissari e per avere la possibilità di leggere meglio questo documento così importante, qualche risultato minimo si è ottenuto, come le note dell'Assessorato `che, anche se purtroppo sono arrivate solo giovedì scorso, tuttavia permettono quanto meno una lettura maggiore in un quadro d'insieme. D'altra parte, nelle schede esplicative proposte dalla Giunta si dice che i bilanci sono illeggibili e che questo è un bilancio di cerniera, di transizione. Posso condividere pienamente la premessa e la prima scheda, posso anche votarle perché dicono chiaramente di queste difficoltà, dicono anche che questo bilancio non è ancora il bilancio che si vorrebbe, che è un bilancio che tiene conto del passato, ma che non è ancora il futuro; queste note dell'Assessorato sono l'assemblaggio di quello che esprimono gli Assessori ma non è ancora un disegno organico d'insieme, attraverso il quale si possa leggere una strategia politica. Si fa riferimento al documento programmatico con cui la Giunta si è insediata, d'altra parte qualche riferimento politico generale bisogna pur farlo, ma manca una visione d'insieme.
Questa nota di variazione che doveva essere successiva ad un bilancio tecnico che non vale la pena di discutere, è un'altra specie di nota tecnica, perché abbiamo visto che la discussione è a tempi più lunghi.
Quindi, la nota di variazione si caratterizza come la fase di un processo questo sembra quasi un atto che si conclude in un momento programmatico, ma è un continuo aggiustamento divari fatti che si succedono nel tempo, è un bilancio che viene gestito nello spazio di un anno con continui momenti di aggiustamento. Forse è un modo originale di interpretare un bilancio.
tuttavia non mi pare che rispecchi quello che dovrebbe essere il documento fondamentale di qualunque amministrazione, quello appunto che indica le linee generali di previsione di spesa.
Tra l'altro, il confronto sugli emendamenti non si è sentito come momento importante, quando invece riteniamo che gli emendamenti sono un elemento fondamentale di confronto; non mi va bene che si raccolgano le osservazioni fatte dagli enti, dalle associazioni consultate, dalle categorie economiche in un successivo assestamento, oppure che si dica che gli emendamenti li vedremo poi nell'assestamento. E' un continuo rinviare da un momento ad un altro le situazioni: sin dal bilancio tecnico alla nota di variazione, magari ci sarà la legge di variazione, poi l'assestamento e lì avremo altri ordini del giorno in cui diremo che recepiremo successivamente le cose che riterremo di recepire.
Sarebbe invece importante che alcuni emendamenti che saranno proposti da noi o da altri Gruppi, se si ritiene che abbiano una priorità, se si ritiene che si inseriscano nel disegno strategico del bilancio, possano essere accolti.
E non mi va bene nemmeno il discorso di come viene affrontata la legge n. 142. Non si tratta semplicemente di avviare il sistema informatico.
Attuare la legge n. 142 vuol dire ricondurre la Regione al proprio ruolo fondamentale di legislazione e di programmazione; vuol dire concepire la Regione come un ente che si spoglia di certe funzioni e che delega agli enti locali, che trasferisce risorse, quindi non come un grande Comune che fa un po' di tutto, ma come un ente che legifera, che programma e che delega risorse agli enti locali. Questo non emerge chiaramente dal bilancio.
Anche i provvedimenti per il 1992 sono una prenotazione per un bilancio successivo, in base ad eventuali accertamenti di maggiore entrata derivante da una norma finanziaria. Mi pare, questo, quasi un tentativo di far rientrare dalla finestra quello che non si è riuscito a mettere in questo bilancio, perché magari le volontà degli Assessori non trovavano composizione all'interno di questo bilancio, più che presentare le proprie programmazioni. Qui già si prenotano i futuri interventi, quindi siamo ancora lontani da un bilancio leggibile in termini pratici; neanche politicamente è leggibile questo bilancio, perché non dice chiaramente settore per settore, quanti sono gli intendimenti, le scelte politiche quali sono i collegamenti tra programmi di settore e risorse finanziarie attivate, quali sono i programmi per materie, le priorità di intervento, il raccordo tra il bilancio e il Piano di sviluppo regionale che dovrà, tra l'altro, essere aggiornato prima ancora di discutere questa nota di variazione, e certamente prima dell'assestamento, anche in base a un ordine del giorno che abbiamo votato; l'andamento storico della spesa, già sostenuto e citato da qualcuno, nei vari settori, in relazione alle leggi regionali per una verifica dell'efficacia e della produttività della legislazione.
La I Commissione non può lavorare in questi termini, deve avere un gruppo di lavoro tecnico, deve essere messa in contatto, anche attraverso la rete di informatizzazione, con - i dati che vengono forniti dalla Giunta che consentano approfondimenti seri. Occorre dare strumenti alle Commissioni per poter fate da questo punto di vista un lavoro serio a livello di Commissione, affinché i Commissari abbiano la possibilità di fare un lavoro più puntuale su tutti gli aspetti finanziari, con una verifica della spesa per settore. Occorre attivarsi per gruppi di lavoro all'interno delle Commissioni, affinché tutti i Commissari siano responsabilizzati. Le Commissioni molte volte sono un momento squisitamente politico di ratifica di cose dette dalla Giunta e non un momento di approfondimento, settore per settore, di cose che richiedono il massimo di informazione perché ci sia il massimo di controllo democratico. E siamo sempre all'aspetto metodologico; non dimentichiamo che l'aspetto metodologico è comunque una questione di merito democratico.
Sulla base di queste premesse, credo che la presentazione dei nostri emendamenti può apparire certamente disorganica. non globale, tuttavia è il tentativo di intervenire in settori in cui vi sono sollecitazioni, in cui vi è un dibattito che va oltre il dibattito del Consiglio regionale, ma che anima gli enti locali, le Organizzazioni Sociali. D'altra parte, come premessa generale, dovremmo ripetere le considerazioni già fatte relative al ruolo delle Regioni, anche perché le Regioni siano sempre meno terminali di spesa dello Stato, come appunto diceva l'Assessore Gallarini. Pare che il 98% delle risorse siano pilotate. A questo punto è il caso di fare una grossa azione. Certamente, le Regioni non possono essere agenzie di spesa dello Stato, devono essere momenti autonomi; d'altra parte, l'abbiamo criticata quell'autonomia impositiva che non è tale: siamo esattori per conto dello Stato, per risorse che lo Stato non ci dà, quindi non è autonomia impositiva questa; è obbligatorio attivarsi per ridurre, per operare quelle scelte di riduzione del deficit su cui l'Assessore si soffermava. Quindi, questo bilancio si inserisce in una problematica molto più ampia di riforma istituzionale che siamo ben lungi dall'ottenere attraverso la legislazione dello Stato.
Sul versante della spesa, le considerazioni fatte circa l'illeggibilità del bilancio dicono tutto, però, anche qui. bisogna verificare la mole notevolissima dei residui passivi che dimostrano che dal momento volitivo al momento attuativo ci sono difficoltà di spesa. C'è una scarsa produttività ed efficienza della spesa stessa. Quindi, la verifica del disavanzo non può essere solo legata a interventi settoriali, bisogna avere un piano strategico più generale.
La somma degli emendamenti che presentiamo si riferisce a vari settori di intervento, quelli evidenziati dal dibattito di questi mesi. Li riferisco per titoli anche perché su questi ci sarà ancora l'intervento puntuale dei vari Consiglieri del nostro Gruppo. Una parte riguarda l'area di intervento legata all'occupazione attraverso i problemi dell'artigianato; una parte è legata alle questioni dell'agricoltura, al turismo e all'agriturismo; alcuni emendamenti sono legati alla qualificazione della formazione professionale. E' ovvio che, nel momento in cui prevediamo la spesa in alcuni settori. prevediamo il prelievo da altri settori di intervento per noi meno significativi.
I problemi dell'ambiente, della casa, dell'urbanistica vengono citati in questi emendamenti; c'è una strategia di attenzione agli enti locali.
Voglio sottolineare che, all'interno di questi emendamenti, ce n'è uno che riguarda le Comunità montane. che non deve essere visto semplicemente come una risposta a una richiesta dell'UNCEM e di moltissime Comunità montane del Piemonte perché lo Stato quest'anno, invece di 150 miliardi, ha erogato 100 miliardi. Credo che qui vada ribadito il ruolo strategico che hanno le Comunità montane nello sviluppo di questa Regione. che ha più di 500 Comuni montani, che ha 45-46 Comunità montane, che sono enti, tra l'altro con personalità giuridica. che svolgono un importante ruolo a favore dell'ambiente, per i territori montani, per il recupero dell'economia montana. E' un discorso che tra l'altro va ripreso sul piano strategico.
Non si tratta di riprodurre quello che non viene dato dallo Stato, ma di attivare leggi regionali. Ci sono leggi ferme da anni per quanto riguarda i contributi regionali; la L.R. n. 23/90 non è finanziata. Se il ruolo delle Comunità montane è importante, come noi riteniamo, è strategico per l'economia piemontese; credo che questo emendamento sia uno dei più significativi e più importanti, tanto importante che lo riproponiamo anche nei provvedimenti legati al disegno di legge: "Disposizione finanziaria per l'anno 1992", che in seguito verrà ripreso.
In questo intervento preliminare ho dato una valutazione generale per il nostro Gruppo. Abbiamo privilegiato la logica degli emendamenti, non per farceli battere tutti, ma perché l'emendamento è un modo sostanziale di contribuire al dibattito. di intervenire nel merito del bilancio; non presentiamo gli emendamenti tanto per fare "ginnastica" su un documento contabile, ma perché crediamo che all'interno degli emendamenti ci siano delle scelte di priorità sulle quali vale la pena di discutere e di approfondire Certamente, non ci accontentiamo di ordini del giorno che sono cambiali in bianco. per un futuro che non è indefinito. Pensiamo che ci sia la possibilità reale di intervenire sul bilancio, quindi la proposta di emendamenti è anche un modo nuovo di proporci nel concreto delle cose.
Quindi il riferimento agli enti locali, questo privilegiare il fatto che agli enti locali vengano dati contributi, deleghe e risorse è anche una caratterizzazione del nostro Gruppo nella discussione di questo bilancio.



BUZIO Alberto

STAGLIANO' GREGORIO IGOR



PRESIDENTE

Ringrazio il Consigliere Buzio, che è stato nei tempi.
Prima di dare la parola al Consigliere Ferraris, vorrei informare il Consiglio che la IV Commissione è convocata per mercoledì 6 marzo alle ore 9,15 e che i Consiglieri che ne fanno parte hanno l'ordine del giorno nelle rispettive caselle. E' una convocazione straordinaria, per cui si ritiene di doverla annunciare subito. Mi permetto di invitare la Giunta e i vari Assessori a seguire con più attenzione la discussione, visto che stiamo trattando un argomento di fondamentale importanza per la collegialità del Governo regionale. Invito pertanto i Consiglieri che sono all'esterno di prendere posto in aula.
La parola al Consigliere Ferraris.



FERRARIS Paolo

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, la discussione e l'approvazione del primo bilancio di previsione di questa legislatura si presenta sotto il segno di novità formali e sostanziali che rovesciano rassegnate tendenze in atto da anni. Occorre dar atto che il positivo rapporto tra Giunta e Consiglio e la notevole disponibilità della Giunta hanno prodotto comportamenti che occorrerà certo consolidare, anche con momenti istituzionali. ma che sin d'ora dicono come si stia ricreando un clima favorevole alla crescita della comunità piemontese. Mi sembra quindi opportuno sottolineare innanzitutto come la presentazione di un documento arduo da leggere e da interpretare anche per i più smaliziati conoscitori di finanza pubblica, abbia potuto contare rispetto al passato su una più ampia informazione che ne ha consentito una migliore comprensione; e non può che essere condivisa la volontà espressa dalla Giunta di procedere con una annunciata modifica della legge sulla contabilità regionale a ripristinare l'originaria forma del bilancio assegnandogli i necessari compiti di documento contabile e finanziario ed integrarlo con un secondo documento, un bilancio di programma che, legato al Piano regionale di sviluppo, consenta di valutare appieno l'iniziativa programmatica.
In secondo luogo, registriamo quest'anno una svolta nel rispetto dell'importanza, finalmente riconosciuta, delle consultazioni delle istituzioni e delle forze economiche e sociali. Non si è trattato di un vuoto rituale, ma le indicazioni emerse sono state ordinate in priorità e in sede di assestamento di bilancio, come ha già annunciato l'Assessore verrà verificata la quantità di eventuali nuove disponibilità finanziarie e verranno tradotte in integrazioni di capitoli di bilancio.
Questo impegno che non può essere assolto in questa fase, per carenza di risorse, verrà sancito con la presentazione al Consiglio di un opportuno ordine del giorno.
Il terzo rilievo metodologico riguarda la finalmente quasi raggiunta normalità temporale nella presentazione del bilancio; è vero che siamo ancora in esercizio provvisorio, ma la votazione in questi giorni consentirà l'approvazione dell'assestamento a giugno, e quindi la tempestiva presentazione a fine anno del bilancio '92.
Il rispetto dei tempi non è solamente forma, ma consentirà un più ordinato e concreto procedere dell'attività regionale.
Il quarto ed ultimo rilievo riguarda fattività di programmazione. E' di poche settimane fa l'approvazione della legge di aggiornamento della redazione del Piano di sviluppo regionale; la Giunta precisa meglio, ora in sede di bilancio, lo sviluppo della sua strategia che si impernia nella presentazione, prima dell'assestamento, di un documento di indirizzi, punto di raccordo tra il programma presentato all'insediamento della Giunta e il Piano di sviluppo aggiornato, e la presentazione, infine, entro il '92, del Piano di sviluppo, efficace per l'ultimo triennio. E' una strategia responsabile e prudente che deve tener conto innanzitutto dell'adeguamento istituzionale provocato dalla legge n. 142 e che non può perciò accumulare ed aggrovigliare troppe questioni. Quella istituzionale assume una valenza preliminare e fondamentale.
Questo forte momento di rifondazione delle autonomie, anche della nostra Regione, fa già intravedere, per le procedure della programmazione significative novità. E' maturata la consapevolezza che occorre abbandonare la via della programmazione onnicomprensiva, che si è spesso tradotta in documenti, impraticabili dal punto di vista operativo, per cercare la via della sperimentazione di procedure più agili, centrate su una strategia del monitoraggio che consenta di valutare i risultati rispetto agli obiettivi programmati, e centrata sul controllo di gestione e sull'organizzazione.
La serenità di una recuperata linearità procedurale e di una più accentuata volontà politica non consente, ovviamente, da sola la soluzione delle grandi questioni della nostra Regione, anche se contribuisce a porre le basi per una più razionale ed efficace ricerca delle risposte adeguate.
E nel bilancio del '91 questa ricerca diventa più evidente. Pesa fortemente il condizionamento della politica nazionale, della riduzione del deficit, della irrisolta questione di una sufficiente autonomia impositiva del trasferimento alle Regioni della spesa sanitaria. Ma è inutile lamentarsi, questa è la condizione, ed è inutile sognare soluzioni miracolistiche. Non è il tempo né la sede.
Peraltro, il contenimento dei trasferimenti e la limitata autonomia che abbiamo finora utilizzato consentono, esclusa la spesa sanitaria, di registrare che nel '91 il bilancio del Piemonte sarà coperto per il 32,4 da risorse regionali contro il 26,3% del '90. Comprendendo la spesa sanitaria, la cui copertura è oltre il 98% a carico dello Stato, le percentuali si riducono all'11,7% nel '91 contro il 9,3% nel '90.
E' una leggera correzione rispetto alle tendenze in atto da anni che hanno purtroppo provocato una ferrea rigidità; se si sono ritagliati quest'anno alcuni spazi di manovra siamo però ancora lontani dalla flessibilità necessaria ed auspicata. Nel bilancio '91 le risorse libere ammontano a poco meno di 250 miliardi; tale cifra rappresenta poco più del 10% delle risorse complessive al netto delle partite di giro; dieci anni fa tale incidenza superava il 20%.
In questo quadro di rigidità strutturali. le scelte che caratterizzano il bilancio '91 sono innanzitutto la prosecuzione di una politica di rientro morbido rispetto al disavanzo ufficiale di 135 miliardi, ridotto in questo documento a 120, con l'obiettivo entro giugno di comprimerlo al di sotto dei 100 miliardi.
In secondo luogo, l'utilizzo solo parziale dell'autonomia impositiva spinta al massimo per il bollo automobilistico, ma mantenuta al minimo per benzina, metano e tasse sul pubblico registro automobilistico. E' stata una scelta coraggiosa per evitare un ulteriore carico fiscale alle famiglie in un momento economico molto delicato.
In terzo luogo, il vincolo di destinazione sulla base degli impegni fissati dal Consiglio per gli introiti delle tasse automobilistiche, così come stabilito con la legge finanziaria e d'accompagnamento al bilancio, e che si è espresso, tra spese dirette ed investimenti, nell'attivazione di 100 miliardi di servizi ed opere.
Nel dare il massimo di efficacia alle scarsissime risorse libere, le scelte compiute ricercano e raggiungono un equilibrio delicato. che pare peraltro precario rispetto alle difficoltà pregresse mai risolte, rispetto alle difficoltà che stanno per presentarsi sul fronte della spesa pubblica nazionale, rispetto alle domande di intervento che dal Piemonte giungono e giungeranno, per attrezzare la nostra Regione al '93 e al futuro.
La Giunta, a dire il vero, è stata in questi sei mesi tutt'altro che immobile; ha conseguito con dinamismo e tempestività risultati rilevanti sul fronte della mobilitazione e dell'acquisizione di risorse esterne da immettere nel Piemonte per progetti di ammodernamento. 11.000 miliardi per la viabilità, l'avvio del progetto per l'Alta Velocità, i circa 200 miliardi per il Piano triennale per l'ambiente, i 140 miliardi dello Stato e della CEE per la gestione del Regolamento 2052 (per le aree di crisi di Torino e del Verbano-Cusio-Ossola) sono esempi evidenti di una iniziativa molto intensa. Ed allora questa fase iniziale, da un lato molto dinamica e dall'altro non traumatica per avere evitato con-traccolpi sociali e la paralisi operativa della Regione, deve ora aprirsi con coraggio, peraltro già dimostrato, alla difficile se non drammatica questione che abbiamo di fronte: riequilibrio finanziario, pressione fiscale, ammodernamento dell'economia della società piemontese nelle prospettive del '93 ammodernamento della pubblica amministrazione, specializzazione metropolitana e riequilibrio territoriale, salvaguardia dell'ambiente.
La Giunta si è impegnata, e le forze di maggioranza di questo Consiglio la incoraggiano, a fare chiarezza e certezza sulla situazione finanziaria.
Duemila miliardi di residui passivi (veri o mascherati sotto forma di somme reimpostate) e 3.700 miliardi di residui attivi (il 40% delle somme stanziate nella competenza) non possono lasciare un sonno tranquillo soprattutto, non si può continuare, alle soglie di impegni decisivi, a vivere nell'incertezza delle possibilità. L'operazione di chiarezza non sarà indolore ed è quindi necessario - come ha ben ricordato l'Assessore procedere con severità di analisi e crudeltà di denunce. Ai cittadini piemontesi, prima di passare ad una fase di nuovo prelievo fiscale, abbiamo il dovere di fornire il quadro esatto della situazione e il dovere di provvedere innanzitutto ad uno sfoltimento della legislazione inefficace ad una riduzione delle spese rigide, attuata attraverso la revisione approfondita delle annualità di spese ricorrenti, all'avvio di una contabilità dei costi per tutta l'area delle spese di funzionamento.
Il rigore deve venire prima dei sacrifici e i sacrifici, se saranno richiesti, saranno necessari perché il Piemonte non perda il ritmo nella corsa alla modernizzazione dell'Europa, anzi, possa essere uno dei protagonisti.
Ci troviamo in un'epoca di grandi trasformazioni, al centro di un'area cruciale, tra il polo francese ed il polo lombardo-veneto; rallentare frenati dalla mancanza di coraggio e di grandi scelte, significa essere stritolati. Ed è per questo che continuo ad essere convinto che occorra una grandiosa mobilitazione delle Intelligenze e delle risorse della nostra Regione per costruire l'ammodernamento del Piemonte.
Il Centro di supercalcolo, il Regolamento 2052, E.C.B.C. ITACA l'Agenzia per l'innovazione e così via, sono il consapevole contributo della Regione a questo processo. Ma sono anche una goccia nell'oceano delle esigenze. Occorre che l'iniziativa privata sia chiamata non solo ad esigere. ma ad offrire tutto il possibile ed il necessario per nuove tecnologie, per un terziario moderno, per una società aperta, culturalmente viva ed attiva. Alla Regione e ai grandi enti locali deve toccare il compito, che pare disperato nel nostro Paese, di ammodernare la Pubblica Amministrazione e di fornire in modo efficiente servizi sociali all'altezza dell'Europa. Non sembri questo un compito limitato. E' così importante che richiede di essere esclusivo. La legge n. 142 e la legge n. 241, la riforma sanitaria, sono compiti che devono dare rapidamente risultati. Sarebbe drammatico perdersi in mille rivoli, intralciando altri senza assolvere bene il proprio impegno istituzionale.
Chi attendeva da questo bilancio eclatanti proclami, dimostra di non conoscere le difficoltà e di non sapere che cosa significa la solida preparazione del futuro. Chi non crede che con questo bilancio si deve chiudere un passato incerto delimitando la quantità dei problemi e dei sacrifici e fissando le coordinate del futuro. dimostra di non credere che sia possibile costruire un Piemonte moderno.
La consapevolezza dei difficili equilibri e delle coraggiose scelte necessarie ha spinto i Capigruppo di maggioranza a presentare al Consiglio un ordine del giorno, che si segnala opportuno approvare in concomitanza con il bilancio in quanto raccoglie, selezionandoli con priorità, una serie di suggerimenti, proposte ed integrazioni che sono venuti dalle consultazioni.
Se dal punto di vista metodologico tutto ciò rappresenta il rispetto dei contributi offerti dalle forze sociali ed economiche, dal punto di vista del merito gli interventi raccomandati per l'assestamento del bilancio sono il segno del sostegno della Regione alle realtà più fragili del Piemonte.
Il prof. De Matteis nel convegno di venerdì scorso all'IRES, sulle aree metropolitane, ricordava, al termine di una lucida analisi, come, dopo anni nei quali l'azione amministrativa è stata condotta nel solco del riequilibrio territoriale, l'introduzione dell'area metropolitana riafferma lo squilibrio e la specializzazione di un sistema rispetto al Piemonte. Le indicazioni contenute nell'ordine del giorno presentato sono, invece, di auspicio che si ricerchino e si ottengano entrambi gli obiettivi. Ed era in fondo questo anche l'augurio conclusivo e l'atto di fiducia del convegno.
L'approvazione dell'ordine del giorno e la sua successiva concretizzazione sono quindi un ulteriore contributo a questa fase di transizione. Le responsabilità che abbiamo sono molte perché gli obiettivi da conseguire sono straordinari. Sono certo che Giunta e Consiglio sapranno compiere sino in fondo il proprio dovere.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ferrara.



FERRARA Franco

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, pochi giorni fa è finita una guerra difficile e pericolosa non solo sul piano politico e militare (ed erano certamente gli aspetti più preoccupanti), ma anche sul piano economico. Anche sul piano economico questa guerra ha modificato le prospettive, seppur oggi, a guerra finita, con conseguenze forse meno drammatiche di quelle che si potevano prevedere. In questi ultimi mesi si sta pure modificando un quadro politico internazionale anch'esso con riflessi prioritariamente politici, ma che vanno a modificare fortemente anche alcune aspettative economiche che avevano caratterizzato tanta parte degli anni 1989 e 1990 e che erano uno degli elementi forti su cui si fondava l'ottimismo per gli anni '90. Questi sono due elementi nuovi che vanno ad influenzare un altro elemento previsto, in qualche misura anche fisiologico. la fine di un ciclo espansivo forte di crescita dell'economia che non aveva precedenti nella storia; dieci anni di crescita continua e costante. Gli anni '80 sono stati straordinari per l'andamento dell'economia, quindi era prevedibile una inversione o questo temporaneo arresto di sviluppo.
In questo contesto generale deve collocarsi una strategia del nostro Paese, per non uscire penalizzato da questo arresto dello sviluppo che si va manifestando in tutto il mondo e che tutte le previsioni stimano già in corso, ma non eccessivamente lungo.
Occorre quindi porsi in quest'ottica per affrontare una nuova situazione. Esistono delle responsabilità nazionali che là devono essere affrontate. La valutazione della situazione economica non può essere positiva. I dati del 1990 hanno confermato che c'è stato un rallentamento nella crescita della produzione industriale. Certamente questa condizione riflette quei fattori esterni dell'economia italiana, in primo luogo il rallentamento dell'economia americana che ancora oggi, e forse oggi più di ieri, ha dimostrato di essere, per dimensione e forza. la locomotiva dello sviluppo mondiale. La maggiore prudenza rispetto a quel processo di sviluppo. di confronto e di collaborazione con i Paesi dell'Est, con i Paesi ex-comunisti, la stessa guerra del Golfo, di cui si è parlato, ha condizionato il 1990, ma rende più difficili le prospettive del 1991. In una situazione che in qualche modo caratterizza l'intera economia mondiale proprio in questa situazione, sarebbe necessaria una politica di forte risanamento economico e di modernizzazione della struttura che serva a farci restare in Europa, non soltanto a parole, ma nei fatti, e in una condizione non subordinata.
Gli anni '80, di forte crescita, hanno consentito al sistema privato e al sistema industriale di ricrearsi condizioni di profittabilità, di economicità al suo interno. Non così è stato nel settore pubblico che non ha saputo cogliere queste opportunità di espansione per adeguare la propria struttura. Quindi, occorre muoversi sapendo che molte scelte dipendono dal quadro nazionale e sono purtroppo le stesse scelte che sono sul tappeto da molti anni: un disegno di politica industriale adeguato alla competizione globale che abbiamo di fronte; gli elementi di diseconomia sono noti, sono sempre gli stessi; il costo del denaro eccessivamente alto ed incomprimibile per le esigenze della finanza pubblica; lo stesso costo del lavoro alto e superiore rispetto a quello dei Paesi concorrenti.
Alcuni giorni fa mi sono trovato a parlare con un considerevole imprenditore il quale aveva iniziato rapporti di confronto e di collaborazione con un altrettanto significativo produttore in Germania. Da questi confronti risultò che il costo del lavoro in Italia è di 25.000 lire all'ora; in Germania di 23.000 lire all'ora, con la differenza che il dipendente tedesco ha in busta paga molto di più. Questa è un'altra anomalia.
Ma anche fuori dal sistema industriale esistono difficoltà rispetto ai Paesi concorrenti. C'è la necessità di una riforma istituzionale che ristabilisca un quadro di valori, di regole adeguate alla nostra società.
C'è la necessità di un adeguamento dei servizi alle aspettative dei cittadini.
Non vorrei dare un taglio eccessivamente economicistico al mio intervento, non vorrei essere accusato di avere una cultura eccessivamente marxista della società, che vede a monte di tutto l'aspetto economico, ma è mia profonda convinzione che soltanto creando condizioni di competitività e di crescita del sistema economico, soltanto creando nuova ricchezza si creano le condizioni per una crescita complessiva del sistema, per una crescita sociale. culturale e scientifica. crescita tout court.
Credo che queste fossero le valutazioni alla base del documento di maggioranza che a luglio abbiamo firmato. Proprio partendo da quel documento, abbiamo la sensazione e la convinzione che questa esigenza fosse sentita in tutta la maggioranza, che tutta la maggioranza sentisse una forte esigenza di, cambiamento di rotta rispetto agli anni passati. Quel documento è datato; comunque, già a luglio, quando fu redatto, manifestava una forte necessità di cambiamento. C'era la convinzione in tutti che questa legislatura non poteva essere una legislatura come le precedenti sia il modo di governare delle Giunte di sinistra, alle quali non si pu non addebitare l'avvio di una gestione dell'Ente Regione per certi versi spensierata, pur riconoscendo alcuni meriti a quel periodo. Certamente è in quel periodo che si posero le premesse e la cultura di una politica di pura gestione con la conseguenza di un bilancio regionale fuori controllo e lo stesso governo della Regione fuori controllo. Ma non si potevano condividere neppure i passati cinque anni, la scorsa legislatura. Cinque anni nei quali non si sono affrontati i problemi di una società in crescita che pur bisognava affrontare, una conduzione accorta, ma strategica delle scarse risorse regionali. Si navigò a vista, giorno per giorno, ripetendo ed aggravando tutti gli errori degli anni precedenti.
Queste convinzioni del Partito repubblicano furono accolte dagli altri Partiti. Questa necessità di cambiamento fu accolta dagli altri Partiti e noi crediamo che il documento programmatico, il famoso libro giallo, sia una prova della necessità e della volontà da parte di tutti di questa necessità di cambiamento.
Ma se tutto questo era vero a luglio, oggi, dopo che nuovi e peggiori sono gli scenari nei quali opereremo nei prossimi anni, la necessità di rigore, di coerenza e di attenzione, dovrebbe essere ancora più forte signor Presidente, più forte su tutti i più significativi elementi di interesse per la nostra Regione: sul piano di politica di sostegno all'impresa, materia propria trasferita alla Regione. Ricordo che una volta il Consigliere Marchini aveva diviso le materie in materie trasferite materie delegate e materie estranee. Questa è materia propria, trasferita della Regione.
Ci vorrebbe un grande sforzo, non di assistenza che ha caratterizzato salvo poche eccezioni. la politica degli anni passati. ma di supporto sia economico che normativo alla crescita, alla trasformazione, all'innovazione della piccola impresa. Sempre c'è stata una sottostima del potenziale della piccola impresa nel nostro Paese. Oggi si va verso un parziale superamento di quella cultura. La legge ferma in Parlamento sugli incentivi alle piccole imprese, che per la prima volta ammette gli artigiani a queste agevolazioni, ne è un esempio. Ma a livello piemontese mi pare che questa cultura non sia ancora entrata con la sufficiente e la necessaria forza.
Scarse sono le risorse finalizzate a questa finalità.
Non considero coerenti tutte le leggi apparentemente a favore del sistema delle imprese, molte di queste rinnovano e ripetono una natura strettamente clientelare e assistenziale. Mi riferisco al Fondo straordinario dell'occupazione, sul quale abbiamo avuto una grossa polemica e non 1 riteniamo ancora uno strumento legislativo capace di essere di supporto alla crescita industriale o del sistema della piccola industria (alcuni fondi sono certamente ben finalizzati, ma dati al movimento cooperativo; certi finanziamenti a fiere e mercati locali).
Sempre sulla politica delle imprese, vista in una prospettiva di lotta alla disoccupazione, si sentiva e si sente una forte esigenza di riforma del sistema di formazione professionale. E' un sistema da tutti considerato in gran parte inutile, così come è oggi, finalizzato più alla sua autoconservazione che all'incontro effettivo tra domanda e offerta.
Su questo argomento c'è l'attesa di una profonda riforma. nella convinzione da parte di tutti che si tratti di uno dei pochissimi veri strumenti a favore dell'impresa e dell'occupazione. Nella convinzione anche che la risorsa umana è la grande vera risorsa carente, non solo in Italia.
Devo dire che. scorrendo i vari capitoli del bilancio, nulla di nuovo appare rispetto al passato. Tutto quanto era previsto in un ordine del giorno approvato all'unanimità da questo Consiglio regionale pare, almeno leggendo il bilancio, essere stato riposto in un cassetto. Non vorrei fare il facile profeta, ma non vorrei che ci trovassimo di nuovo, cosa che succede tutti gli anni regolarmente, a fine luglio costretti ad approvare d'urgenza il Piano dei corsi di formazione professionale, sostanzialmente uguale a quello degli anni precedenti e che tutti quanti, regolarmente tutti gli anni, critichiamo.
Sulla politica dell'impresa occorre una forte presa di coscienza del fatto ambientale, non come un intralcio alla crescita del sistema economico, ma come una delle componenti di crescita del sistema stesso. Noi chiedemmo, ben prima che il fenomeno leghista prendesse le attuali proporzioni, di porre al Governo quella che noi chiamiamo "la questione settentrionale". Con l'abbattimento delle ultime barriere doganali, nel 1993. il sistema industriale italiano dovrà affrontare, questa volta senza rete, le nuove esigenze produttive dettate dalle normative CEE in materia di ambiente. E' un problema che il sistema industriale, soprattutto il sistema della piccola e media impresa, non è in grado di affrontare.
Occorre uno straordinario sforzo del Governo a supporto del sistema industriale e della piccola impresa là dove è forte e trainante dell'intero sistema di sviluppo nazionale, perché non venga travolto questo sistema forte da troppi anni di lassismo, certamente da parte del sistema dell'industria privata, ma anche e soprattutto da parte governativa.
Chiedemmo di aprire un confronto serio con il Governo su questo punto. Ma l'unica o quasi unica politica dell'ambiente in Piemonte è quella dell'emergenza che troppe volte finisce con il limitarsi a portare lo stendardo della Regione in manifestazioni di protesta per una discarica per un inceneritore o per qualcos'altro.
Ma lasciando i problemi connessi all'impresa e al sistema produttivo che credo comunque debbano essere preminenti rispetto a questo nostro discorso, anche per gli altri settori importanti (la sanità, il turismo, i trasporti, la casa) occorre una più rigorosa finalizzazione della spesa.
Le risorse regionali sono quelle che sono. E' necessario. quindi massimizzare le entrate e finalizzare le spese in modo mirato secondo una strategia ben definita. Sul lato delle entrate, c'era un impegno ad un esame del patrimonio mobiliare e immobiliare della Regione, individuare quello non necessario e procedere all'alienazione là dove si poteva. Mi pare che anche questo non sia recepito, o perlomeno non è evidente nel bilancio stesso. Ma, sempre sul lato delle entrate, devo dire che non abbiamo saputo cogliere nuove opportunità, soprattutto da parte del Consiglio regionale - devo dare atto che non della Giunta, che pure aveva cercato di fare uno sforzo serio con delle proposte che noi giudicammo serie per cercare di massimizzare le entrate dalla nuova autonomia fiscale per la Regione. Aveva un senso, a nostro giudizio, la massimizzazione della ricerca di risorse in presenza di una seria politica di spesa. Abbiamo rinunciato alla tassa sul metano, a quella sulla benzina; su quella del Pubblico Registro Automobilistico abbiamo preso percentuali molto basse.
Era un'operazione molto impopolare che poteva essere giustificata in presenza di una politica di bilancio di crescita, di supporto e di sviluppo della Regione Piemonte. Ma così non è stato. Rispetto a quella opportunità il Consiglio regionale approvò un ordine del giorno che in qualche modo svuotava l'autonomia della Giunta - noi lo dicemmo allora - nelle scelte che non possono essere improvvisate su elementi emotivi, che non possono essere fatte collettivamente, ma che devono essere fatte in un quadro complessivo del bilancio regionale e che invece sono andate a condizionare questo quadro. Nell'attuale situazione, le strade percorribili erano due.
Il congelamento totale della spesa, lasciando che tutte le risorse disponibili andassero a coprire il disavanzo esplicito, e quello che non è esplicitato, della Regione. Nel corso della discussione dell'ultimo bilancio della precedente legislatura ricordo che il Capogruppo del Partito comunista, Bontempi, uomo politico molto intelligente che a volte sapeva cogliere anche le provocazioni, fece una proposta provocatoria: "Facciamo un bilancio illegittimo, ma poniamo un problema serio al Governo". Credo che fare un bilancio legittimo, nel senso di dire che le finanze regionali non sono più capaci di affrontare i loro problemi, sia un'iniziativa altrettanto provocatoria, legittima e poteva porre il problema; comunque era una scelta dire: "Non ci sono più risorse e quindi rinunciano a fare una politica". Questa era una via.
C'era un'altra via: sapendo quali sono le risorse regionali.
individuare i pochi capitoli di spesa capaci di dare un significativo contributo alle scelte strategiche che questa maggioranza deve fare e canalizzare tutte le risorse su questi capitoli, magari lasciando disoccupato qualche Assessorato. Era una scelta importante.
A me pare che questa Giunta abbia scelto una terza via: continuare sulla scia dei bilanci precedenti.
Non voglio scendere nell'indicazione dei singoli capitoli di spesa, li abbiamo visti tutti, ma mi pare che sfogliandoli sia difficile individuare una necessità di forte rigore, di cambiamento e di inversione rispetto al passato. La tutela del "lupo italiano" non è una scelta strategica, come non sono scelte strategiche i contributi alle Associazioni per la difesa del consumatore, i miliardi per gli edifici per il culto e gli oratori, ai Centri studi sulle società di mutuo soccorso, i contributi, con buona pace per gli amici di Piemont, per la Valorizzazione e la promozione del dialetto piemontese. il pronto intervento su tutto e comunque, a favore di chi riceve la pioggia o il sole, di chi ha la neve e di chi non ha la neve i5 miliardi per l'ammodernamento dei trasporti e le piste ciclabili. Potrei continuare; sfogliando il bilancio se ne trovano tante di queste cose.
Il Partito repubblicano ha firmato un documento programmatico pensando ad un nuovo modo di gestire la Regione che non viene fuori dal bilancio che stiamo esaminando. La Giunta chiede ancora fiducia, affermando che in sede di assestamento verranno riequilibrate le scelte. Noi prendiamo atto di questo impegno e prendiamo atto con molta attenzione delle dichiarazioni dell'Assessore Gallarini. Esprimiamo apprezzamento in merito al tentativo di rientro rispetto al deficit evidenziato e da evidenziare. C'è un impegno, ma è un impegno preso all'inizio, di evidenziare quello che è il reale deficit della Regione. Prendiamo atto di queste proposte, anche se non si può vivere sempre e solo di proposte, di impegni futuri e basta.
Concludo il mio intervento leggendo il comunicato stampa che l'esecutivo regionale del Partito repubblicano ha approvato ieri: "L'esecutivo regionale del Partito repubblicano italiano ha esaminato la situazione della Regione Piemonte. con particolare riferimento alla nota di variazione del bilancio approvato dalla Giunta regionale. L'esecutivo del PRI ha preso atto con rammarico che la nota di variazione rappresenta solo un primo limitato passo verso il risanamento del deficit finanziario della Regione Piemonte. Il PRI valuta positivamente l'impegno assunto dal Presidente della Giunta di produrre un atto risolutivo e un piano di rientro dal disavanzo prima della discussione dell'assestamento di bilancio del mese di giugno. Deve peraltro ribadire che la scadenza di giugno rappresenterà il termine ultimo. al di là del quale la mancanza di decisa inversione di tendenza sul piano della politica di bilancio, pregiudicherà la possibilità dell'Ente Regione di rendere efficace l'azione amministrativa e quindi rimetterà in discussione le ragioni stesse dell'accordo di pentapartito".



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Staglianò.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Devo dire, signor Presidente della Giunta, che dopo l'intervento del collega Ferrara quasi quasi impallidiscono i rilievi critici che avevamo in animo di svolgere. Penso che anche il collega Chiezzi sia saltato sulla sedia sentendo i riferimenti a Marx. Dopodiché, ritengo sia da registrare e da non passare sotto silenzio quanto abbiamo ascoltato e cioè il fatto che dall'interno della maggioranza che sostiene il Governo regionale si avanzano osservazioni molto critiche in ordine all'organicità di una manovra, che non vediamo soltanto noi, (assenza di una organicità che evidentemente è presente all'intero Consiglio e, mi conforta, anche all'interno della maggioranza. Il punto di partenza del nostro ragionare è proprio questo. Noi stiamo esaminando il primo bilancio di previsione della nuova legislatura in assenza di qualsiasi riferimento programmatico che abbia una qualche organicità. Accanto ai documenti contabili abbiamo avuto alcune schede tematiche che - mi permetto di dire - sono state un tantino affastellate, improvvisando appunto un quadro d'insieme. Questo non è un buon punto di partenza e riteniamo di doverlo evidenziare. In assenza di un quadro organico di riferimento programmatico si ha la netta percezione che si proceda per inerzia, secondo vecchi binari. In questo senso, i nostri rilievi critici si diversificheranno da quelli che ha svolto il Capogruppo del Partito Repubblicano. A noi pare che questo elemento sia da cogliere anche con molta chiarezza.
Certo, lo sfondo delle risorse disponibili resta di un'esiguità disarmante. Lo diciamo ogni anno, lo ha ricordato ancora stamane l'Assessore Gallarini. Si può operare solo sul 2% delle risorse complessive, facciamoci reciproca venia delle lamentazioni di rito.
Il nostro approccio al bilancio di previsione è quello di evidenziare alcune priorità programmatiche, dando alcuni limitati e talvolta solo simbolici segnali di inversione di tendenza. Qui già metto in conto che finirò per deludere il collega Ferrara e magari molti altri. Ci pare che proprio tenendo conto dell'esiguità delle risorse che si hanno a disposizione, qualche messaggio che non si è avvolti nella routine e basta forse è opportuno che si operi.
Secondo questo approccio, le nostre proposte di emendamento che sono state consegnate oggi alla Presidenza del Consiglio - le abbiamo presentate all'ultimo momento, ma in conseguenza del ritardo con cui i documenti illustrativi alle cifre ci sono stati forniti (ancora nella riunione di giovedì scorso della I Commissione registravamo come tutta una serie di documenti essenziali per capire la manovra della Giunta non erano ancora stati consegnati ai Consiglieri) - mirano a non indebolire ulteriormente le situazioni socio-economiche più precarie della nostra Regione, a cominciare dalle Comunità montane. E' stato richiamato prima dal collega Buzio che sono sottoposte a tagli esiziali; certo, la responsabilità principale è del Governo centrale, ma la Regione, appunto, non può registrare passivamente le volontà romane e in questo senso appesantire situazioni già precarie.
Per le Comunità montane, ad esempio, puntiamo a ripristinare la disponibilità preesistente, peraltro nemmeno tanto rosea.
Un po' di economia nella spesa almeno simbolica non guasta. Piccole cose, come le spese di rappresentanza da destinare invece ad interventi sociali più rilevanti, come potrebbe essere, ad esempio, l'attività del Difensore civico. Inoltre, scusate se forse irritualmente faccio un intervento con riferimenti molto concreti, qualche taglio emblematico che ci pare essenziale alle voci di bilancio, come quello da noi individuato nel settore delle infrastrutture stradali ed autostradali, da destinare (fra gli emendamenti che abbiamo presentato c'è quello più corposo che riguarda circa 10 miliardi), con l'istituzione di un apposito capitolo, ai Comuni con popolazione superiore ai 40.000 abitanti, per interventi di riqualificazione socio-ambientale delle periferie urbane. Questo sarebbe un segnale che indica la volontà politica di intraprendere nuove strade, certo facendo i conti con l'esiguità delle risorse che si hanno a disposizione.
Segnali di un avvio di inversione di tendenza li concentriamo, poi signor Presidente e colleghi, sull'istituzione di un capitolo di spesa relativo alla sperimentazione, promozione e valorizzazione dell'agricoltura e dei prodotti biologici, su cui la Commissione competente ha avviato l'esame delle proposte di legge che ci auguriamo prendano corpo e vita già nel corso di quest'anno, e poi sugli interventi a favore degli immigrati extra-comunitari. Dobbiamo renderci conto che fra le conseguenze della guerra, che si è appena conclusa nel Golfo Persico. abbiamo da affrontare anche quelle relative alla costruzione di un tessuto di convivenza civile.
di interscambio culturale, con coloro i quali, magari per dissesti ambientali, saranno costretti ad emigrare. E' stato calcolato di recente che almeno 70 milioni di abitanti della zona sub-sahariana nei prossimi 5 10 anni saranno costretti ad abbandonare la propria terra per i dissesti ambientali che sono crescenti e che magari il fumo dei pozzi di petrolio incendiati da Saddam Hussein non farà che accelerare.
I nostri propositi di emendamento vanno nella direzione di sostenere gli enti locali per l'utilizzo di lavoratori in cassa integrazione. Cassa integrazione che riassume in alcune aree produttive accenti di drammaticità e non è il caso di fare l'elenco in questa sede né in questo momento.
E poi per l'avvio al lavoro dei soggetti non vedenti. Questo è il caso emblematico di come dobbiamo cercare di rapportarci ai settori più deboli della società civile che hanno bisogno quindi del massimo della solidarietà delle istituzioni democratiche. Inoltre, per mettere il Consiglio regionale in condizione di effettuare, nel corso di quest'anno noi auspichiamo credibilmente un'indagine conoscitiva per la riconversione ecologica dell'industria piemontese, a cominciare da quella automobilistica, come ci siamo premurati di proporre con una deliberazione che aspetta di essere esaminata dalla Commissione competente, che raccoglie le firme di un vasto arco di forze consiliari.
Non sono certo tutti i temi, questi, che stanno a cuore ai Verdi. è solo un piccolo riferimento, un piccolo saggio; d'altro canto, abbiamo ritenuto di non ripropone, attraverso nostri emendamenti, argomenti che sono trattati da altri Gruppi consiliari e che condividiamo, come avremo modo di dire nel corso dell'esame dei due disegni di legge, proprio per non appesantire la produzione cartacea e magari avviare una qualche forma di risparmio energetico anche in questa sede.
Infine, per connettere con serietà i vari passaggi delle nostre discussioni, richiamiamo gli impegni assunti dal Consiglio regionale quando discutemmo di tasse regionali, non molto tempo fa. In questo senso, nel disegno di legge n. 99 ci pare doveroso effettuare un riferimento preciso puntuale, all'inquinamento da amianto scomparso nel testo, che invece era specificato nell'ordine del giorno che fu approvato dal Consiglio nel corso di quello che fu definito, a ragione, ostruzionismo da parte delle opposizioni. e indicare, sempre nel disegno di legge n. 99, i 10 miliardi da destinare in questo campo, che nel disegno di legge della Giunta sono diventati, chissà perché, 8.
Signor Presidente, per finire e lasciare gli ultimi minuti di questa mattina alla collega Segre, il giudizio del Gruppo dei Verdi sulla manovra di bilancio previsionale è legato ai contenuti che abbiamo richiamato riservandoci quindi di specificarlo anche alla luce dell'esame dei nostri emendamenti in fase di dichiarazione di voto.
Mi fermo qui perché la collega Segre ha da soffermarsi su una questione che a noi Verdi sta molto a cuore.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Segre.



SEGRE Anna

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, forse avremmo dovuto invertire gli interventi, nel senso che il mio è di carattere molto generale e metodologico rispetto a quello del Consigliere Staglianò. Comunque, in pochi minuti cercherò di esprimere questo concetto che è estremamente difficile da recepire immediatamente e soprattutto da tradurre in pratica.
Penso che una Regione come il Piemonte, che vuol essere in certi casi all'avanguardia, almeno per certi aspetti, debba porsi anche dei problemi di rinnovamento rispetto alla presentazione dei bilanci.
Il bilancio della Regione Piemonte è un bilancio estremamente complicato da leggere. così come tutti i bilanci.
Ad un Consigliere di nuova nomina, che si trova per la prima volta ad affrontare in sede consiliare il bilancio, lo sforzo per capire che cosa sta dietro ai tre volumi di entrate e di uscite che ci vengono presentati è uno sforzo notevole anche se, come nel mio caso, non sono di primo pelo riguardo ai bilanci.
Il rilievo che voglio fare è molto di sostanza e vorrei fosse annotato soprattutto come una esigenza dei Verdi in questo Consiglio regionale, così come in molti altri enti e istituti soprattutto di tipo territoriale, per arrivare anche fino allo Stato.
Il bilancio della Regione Piemonte, così come i bilanci di molti altri enti territoriali, così come tutti i bilanci delle altre Regioni, è un bilancio che ci viene presentato esclusivamente in termini monetari. perch così si deve fare. Il mio intervento è di tipo collaborativo e di incentivo a cominciare a muoversi anche in termini diversi.
Sta ormai facendosi strada nella cultura economica italiana (altrove è già in fase di studi avanzati o di realizzazione, come, per esempio, nella vicina Francia) la necessità di accompagnare un bilancio espresso in termini monetari a un bilancio espresso in termini fisici.
Mi sono consultata con la collega Bresso, che certamente interverrà su questo tema con più professionalità di me, la quale mi ha detto che già molte altre volte ha ricordato questo argomento Sarebbe opportuno, per esempio, avere dei dati che ci permettano di seguire fisicamente le opere che la Regione finanzia e avere uno stato di attuazione delle realizzazioni che la Regione svolge. stanziando delle cifre all'inizio dell'anno finanziario che poi si perdono nei meandri di un bilancio presentato solo in termini monetari.
Il bilancio in termini fisici lo propongo soprattutto per gli argomenti che a noi interessano e che in altri Paesi sono già realizzati e si chiamano "Bilanci ambientali", il che vuol dire che. accanto a un bilancio espresso in termini monetari, come quello che viene presentato dalla Regione, sarebbe opportuno e utile presentare anche un bilancio che esprima quanto la Regione è ricca o povera, in termini di risorse forestali, di acqua, di suolo, di territorio. Le modalità per arrivare a questi tipi di bilanci delle risorse ambientali sono estremamente complesse; ci sono diverse scuole di economisti che propongono a seconda dei risultati e degli obiettivi a cui si vuole arrivare. Sono particolarmente difficili in Italia, ancora più che in altri Paesi, in quanto manca una banca dati a cui si possa attingere. In Italia, a differenza della Francia, mancano dati che potrebbero essere facilmente rilevati, ad esempio, a scadenza decennale attraverso i censimenti.
Per i bilanci ambientali si richiedono anche competenze diverse da quelle esclusivamente amministrativistiche che servono per i bilanci di tipo contabile, nel senso che sono richieste delle approfondite competenze di economia ambientale.
Mi sono sentita di fare questo intervento, che è un intervento di provocazione culturale, e non provocatorio, nel senso che a me sembra che una Regione come il Piemonte, che, detto anche per bocca del suo Presidente, in molte situazioni si vuole porre all'avanguardia rispetto a tanti problemi, dovrebbe cominciare a studiare, attraverso l'Assessorato al bilancio, magari istituendo una Commissione o richiedendo delle consulenze l'opportunità di accompagnare un bilancio di questo tipo. La collega Bresso sarà più tecnica su questi argomenti. Voglio però sottolineare che queste cose non sono soltanto nella fantasia di pochi ambientalisti, ma sono ormai nella realtà di alcuni istituti territoriali, di alcune grandi organizzazioni, perché a volte è più importante sapere che cosa è a disposizione del nostro territorio, del nostro ambiente, che avere tutto ciò in forma monetizzata, che a volte non corrisponde alla realtà concreta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vaglio.



VAGLIO Roberto

Signor Presidente, in un momento come quello attuale, dove all'irrigidimento su posizioni centraliste del Governo corrisponde la riscoperta di valori autonomisti e federalisti da parte di numerosi amministratori di enti locali, e ne possiamo annoverare qualcuno tra i colleghi che questa mattina sono intervenuti, ci riesce difficile anche solo comprendere lo spirito di supina accettazione con il quale è stato costruito questo bilancio di previsione.
La Lega Nord non condivide questo modo di interpretare il bilancio regionale. Non ritenendo, però, possibile modificarne lo spirito con ritocchi o spostamenti di spesa da uno all'altro capitolo. non abbiamo voluto presentare emendamenti parziali. Il nostro voto contrario costituirà l'unico emendamento complessivo alla gestione di una spesa che per la maggior parte risulta vincolata e quindi avvilente per tutto l'Ente Regione.
Fatta questa necessaria premessa e sottolineato l'interesse con cui seguiamo il tentativo della Giunta di sanare il disavanzo ereditato vogliamo chiarire con alcune considerazioni i motivi per i quali riteniamo inadeguato alla Regione, non solo il bilancio preventivo del 1991, ma in generale ogni bilancio regionale quando è inteso come forma di trasferimento di fondi la cui destinazione è frutto di impegni assunti a Roma e non di scelte di priorità e di programma elaborate a Torino.
Parte dei fondi regionali utilizzati per far quadrare questo bilancio sono, come già da altri ricordato, proventi della vituperata autonomia impositiva, ex legge 158. Noi non dimentichiamo che sotto l'etichetta di autonomia impositiva si è contrabbandato un esercizio di ingegneria finanziaria, mediante il quale siamo stati costretti ad imporre nuovi tributi, ed altri saremo costretti ad imporre nel prossimo futuro, per sopperire al blocco parziale dei trasferimenti. Credo che mai come ora siamo stati distanti da una vera autonomia impositiva, autonomia che invece potrebbe risultare dall'applicazione di tasse di scopo, finalizzate al conseguimento di obiettivi limitati e precisi, così da poter verificare i risultati ottenuti.
La Regione Piemonte ha applicato le sovrattasse, sia pur levando vibrate proteste al Governo centrale, ma l'alternativa all'accettazione passiva delle imposizioni non sta nella continua rivendicazione, fatta a colpi di ordini del giorno, di forme di autonomia che Roma, a quanto pare non è assolutamente disposta a concedere. Per questo, la Regione deve trovare il coraggio. prima ancora che la capacità, di presentare bilanci che diano spazio a nuovi progetti, chiudano definitivamente le esperienze che si sono dimostrate fallimentari, releghino in secondo piano la gestione di routine. In una parola, la Lega Nord propone un rinnovamento della gestione finanziaria dell'ente che trasformi la Regione da ente assistenziale ad impresa; un'impresa che, tramite la propria credibilità sia in grado di garantire e promuovere il progresso economico del Piemonte.
Quella del 1991 era l'occasione per dimostrare la volontà di cambiare.
La Giunta di nuovo insediamento, con un'intera legislatura davanti, aveva secondo noi, la possibilità di programmarsi puntando su obiettivi strategici. Ma così non è stato. Le risorse complessive sono aumentate, ma quelle destinate agli investimenti sono diminuite drasticamente. Ricordava in I Commissione l'Assessore Fulcheri che le risorse libere negli ultimi dieci anni sono diminuite di oltre il 50% e nel bilancio 1991 rappresentano poco più del 10%.
Fatte queste dovute considerazioni di carattere generale. il nostro giudizio politico negativo si estende anche ad alcuni singoli capitoli di spesa. Di particolare gravità è l'assenza di interventi atti a favorire e promuovere lo sviluppo di iniziative per la qualità nella piccola e media industria. Dopo il gran parlare di progetti-qualità e di scadenze europee che ha coinvolto tanto la Giunta quanto il Consiglio, alla prima occasione ci mostriamo inadempienti proprio verso quelle imprese che dispongono di minori risorse pur risultando la spina dorsale del sistema economico del Piemonte.
Nella formazione professionale rileviamo il confermarsi di quella gestione routinaria verso la quale abbiamo espresso in precedenza la nostra contrarietà. Non sono previste scelte innovative o comunque non risaltano le intenzioni di riforma del settore che la Giunta dovrebbe necessariamente mettere in cantiere.
Discorso a parte merita l'agricoltura. La previsione 1991 risulta, dai dati dell'Assessorato, inferiore del 26,5% rispetto all'assestato del 1990.
Indipendentemente dalla possibilità di appianare, con l'assestamento 1991 la differenza in meno, vogliamo in questa sede ricordare gli impegni assunti da tutto il Consiglio nei confronti di questo settore in crisi, non più tardi di tre mesi fa. Nella migliore delle ipotesi la Regione riuscirà ad erogare la stessa cifra del 1990. Non riusciamo quindi a comprendere come potrà assolvere alle promesse fatte a quell'epoca agli agricoltori.
Per il terziario turistico, nonostante le recentissime dichiarazioni di buone intenzioni che sono state fatte nel passato Consiglio, anche per quest'anno non si trova traccia di finanziamenti alla L.R. n. 41/89.
All'applicazione di questa legge sono legate le speranze di rilancio di attività economiche particolarmente nelle aree montane, in alternativa o a complemento dell'attività sciistica. Non finanziandola in modo specifico sicuramente si allungheranno in modo non prevedibile i tempi di piena applicazione della legge.
Infine, relativamente ai trasporti, rileviamo il disimpegno della Regione per l'ammodernamento e il potenziamento del sistema regionale dei trasporti. Il grosso dei fondi a disposizione viene utilizzato per il contributo all'autotrasporto pubblico e quasi nulla è destinato alla risoluzione dei problemi nodali. Le somme poi destinate alla realizzazione del piano decennale ANAS non consentiranno neppure di iniziare gli interventi più urgenti.
Voglio anch'io fare un riferimento al quadro della situazione economica delle Comunità montane che ovviamente ci trova estremamente preoccupati.
In conclusione, a parte le promesse, non riscontriamo in questo bilancio preventivo una chiara indicazione degli obiettivi che la Giunta si propone in questa legislatura. Sicuramente non è nelle intenzioni seguire una politica di aperta rottura con il centralismo e di applicazione delle prerogative di autonomia e di programma che la Costituzione riconosce all'Ente Regione. Noi avremmo privilegiato spese diverse, rispetto a quanto deciso dalla Giunta, ma, ammettendo il diritto della maggioranza di scelta delle priorità nell'ambito dei programmi, non avrebbe potuto essere questo il motivo del nostro voto contrario. Sono invece lo spirito e l'indirizzo del bilancio che portano la Lega Nord, in quanto forza autonomista e federalista, a prendere atto di come permangano tutte le condizioni che ci portarono a luglio a non condividere i programmi e gli obiettivi di questa maggioranza.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MONTABONE



PRESIDENTE

La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13,20)



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