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Dettaglio seduta n.43 del 26/02/91 - Legislatura n. V - Sedute dal 6 maggio 1990 al 22 aprile 1995

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Mozione d'ordine del Consigliere Squillario in merito all'assenza dei Consiglieri in aula


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
La parola al Consigliere Squillario.
SQUILLARIO Signor Presidente, visti gli argomenti all'ordine del giorno, credo che un'assemblea normale potrebbe svolgerli al massimo in un'ora e mezza o due.
Il martedì è un giorno cruciale per tanti aspetti, perché è il giorno in cui siamo tutti presenti e ci sono esigenze diverse, riunioni di Gruppi incontri con gli Assessori.
Non potremmo spendere questa giornata in modo migliore? E' inutile voler iniziare il Consiglio alle 9,30 quando, alla stessa ora, si tiene una riunione dei Capigruppo o altre riunioni. Non sarebbe logico che ci impegnassimo tutti di più a non far durare il Consiglio tutta la giornata trascinandoci dal bar all'aula, alle salette di riunione? Se rimanessimo tutti in quest'aula, dalle 10,30 all'una, credo che questo o.d.g. lo esauriremmo con profitto reciproco.
Mi rivolgo a lei, signor Presidente, perché lo proponga ai Gruppi e all'assemblea, perché questo modo di procedere non è neppure dignitoso.
Adesso possiamo iniziare perché c'è un Assessore, ma è uno solo!



PRESIDENTE

Faccio mie le sue osservazioni.


Argomento: Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici

Interrogazione n. 219 dei Consiglieri Rabellino, Farassino e Vaglio inerente al ripristino di edifici privati nel centro storico di Fiorano Canavese


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Interrogazioni e interpellanze" passiamo all'interrogazione n. 219 dei Consiglieri Rabellino, Farassino e Vaglio.
Risponde l'Assessore Carletto.
CARLETTO, Assessore all'edilizia Con riferimento alla richiesta avanzata dai Consiglieri regionali Rabellino, Farassino e Vaglio, tendente ad acquisire informazioni in merito alla strumentazione urbanistica vigente nel Comune di Fiorano Canavese e più in particolare alla normativa operante all'interno del centro storico si comunica quanto segue: 1) Il Comune di Fiorano Canavese, congiuntamente a Banchette Colleretto Giacosa, Lessolo, Pavone, Salerano e Samone, aveva provveduto a costituire un Consorzio per la redazione di uno strumento urbanistico atto a regolamentare le trasformazioni sui territori di propria competenza 2) il piano regolatore intercomunale all'uopo predisposto dal Consorzio Intercomunale è stato approvato, subordinatamente all'introduzione "ex officio" di alcune modifiche normative, dalla Regione con provvedimento della Giunta regionale del 5 febbraio 1985 3) tale strumento urbanistico articola gli insediamenti a carattere residenziale, esistenti e/o previsti nel Comune di Fiorano, sostanzialmente in tre categorie: la zona di recupero Rl (suddivisa a sua volta in Rl, l parti propriamente residenziali - ed in R1.2 - parti accessorie); gli ambiti da conservare allo stato di fatto R2; le aree suscettibili di incremento R3 4) diversi edifici esistenti all'interno delle aree di più antico impianto R1 sono assoggettati alle disposizioni regolamentari puntualmente riportate negli elaborati cartografici e normativi (che eventualmente i colleghi possono consultarle); in particolare, le destinazioni d'uso ammesse, i tipi di intervento previsti, i parametri edilizi da osservare le tipologie da applicare, le modalità attuative sono desumibili dalla comparata lettura della tavola illustrante gli sviluppi del Piano Regolatore Generale dei centri storici n. 3.4.3, della tabella sulle prescrizioni operative n. 2 e degli articoli nn. 9, 11, 13 delle NTA.In relazione a quanto sopra riportato, si evince chiaramente che il regime normativo da rispettare in sede di rilascio di concessione o di autorizzazioni relative ad interventi previsti nelle diverse zone di trasformazione urbanistica (ivi compreso quindi anche il centro storico) non è mutato a partire dalla data di approvazione del Piano Regolatore Generale intercomunale del 1985.
Eventuali diverse prescrizioni potranno essere operative solo ad avvenuta approvazione regionale di apposite varianti all'attuale strumentazione urbanistica. A questo proposito si ricorda che l'Assessorato non consente l'applicazione alle varianti delle norme transitorie di cui al penultimo comma dell'art. 85 della L.R. 56/77. Peraltro, il Servizio Vigilanza Urbanistica di Assessorato al fine di acquisire elementi di risposta per gli interroganti, in data 29 novembre '90, ha richiesto al Sindaco del Comune controdeduzioni e chiarimenti sulla conformità degli interventi edilizi oggetto dell'interrogazione e lo strumento urbanistico generale vigente ed a tale richiesta il Sindaco ha risposto, con nota del 17 novembre '90, pervenuta il 19 dicembre '90, dichiarando che non è stato ripristinato alcun edificio nel centro storico del Comune di Fiorano.
Si ritiene, infine, doveroso rimarcare come un rigoroso controllo della regolarità di interventi effettuati su edifici esistenti all'interno del centro storico potrà essere operato dal competente Servizio di Vigilanza dell'Assessorato solo in presenza di una più dettagliata descrizione degli immobili oggetto di eventuale contestazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vaglio.
VAGLIO Ringrazio l'Assessore per la puntuale risposta. Ci riserviamo di prendere visione della documentazione che l'Assessore ha dichiarato essere a nostra disposizione e di segnalare i fatti che ci hanno indotti a presentare l'interrogazione.


Argomento: Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici

Interrogazione n. 305 del Consigliere Marino inerente al risanamento del Centro Storico di Tortona


PRESIDENTE

L'Assessore Carletto risponde ancora all'interrogazione n. 305 presentata dal Consigliere Marino.
CARLETTO, Assessore all'urbanistica Con riferimento all'interrogazione presentata dal Consigliere Marino in ordine alla concessione edilizia n. 226 del 21/12/1989, rilasciata dal Comune di Tortona alla Società "I Delfini" per interventi di risanamento nel centro storico, si comunica quanto segue.
In data 25/10/1989 è pervenuto al Servizio Vigilanza Urbanistica di questo Assessorato un esposto del Comitato Verde di Tortona riferito a diversi Piani di recupero da realizzarsi nel Comune di Tortona e, tra gli altri, veniva individuato l'intervento della Società "I Delfini".
Con nota 18/12/1989, prot. n. 32908, pervenuta all'Assessorato all'urbanistica - Servizio Vigilanza Urbanistica in data 14/3/1990, prot.
n. 184, il Sindaco del Comune di Tortona forniva chiarimenti e trasmetteva la documentazione amministrativa concernente i diversi Piani di recupero.
In particolare, per il Piano da realizzarsi dalla Società "I Delfini" non risultava ancora stipulata la convenzione né rilasciata la concessione edilizia.
Dal preambolo dell'interrogazione emerge che gli interventi di "risanamento" nel centro storico di Tortona consistono in realtà nell'abbattimento di varie abitazioni di vecchia edificazione ed avvio di nuove costruzioni. Premesso che il Servizio non ha ancora proceduto alla verifica dei diversi Piani di recupero, dalle controdeduzioni fornite dal Sindaco, con la nota sopra richiamata e con successiva nota pervenuta in data 15/10/1990 relativa ad altro Piano di recupero da realizzarsi dalla Società "City Garden", emerge che l'Amministrazione comunale nell'approvazione dei citati Piani, ha tenuto conto della giurisprudenza preminente in materia, in particolare di quella del TAR Veneto 5/11/1982 n.
839, del TAR Basilicata 29/12/1983 n. 355 e del TAR Lombardia 11/1/1985 n.
137.
Tali sentenze, in sintesi, enunciano i seguenti principi: i Piani di recupero del patrimonio edilizio ed urbanistico esistente previsti dalla legge n. 457/78, sono equivalenti, sotto il profilo dell'efficacia giuridica, ai Piani particolareggiati di esecuzione di uno strumento urbanistico di carattere generale; pertanto, entrambi i predetti strumenti possono essere alternativamente utilizzati dal Comune ai fini del recupero del patrimonio edilizio ed urbanistico esistente il Piano di recupero, tertium genus tra Piano generale e Piano attuativo caratterizzato dalla specialità dei fini (individuabili nel recupero del patrimonio urbanistico ed edilizio degradato), non è un semplice strumento esecutivo, ma è un minipiano immediatamente operativo di seppur limitati effetti programmatori suoi propri il Piano di recupero deve disciplinare in modo organico l'attività edilizia e l'organizzazione urbanistica con criteri che eventualmente superano e derogano quelli posti nel Piano regolatore e nel regolamento edilizio.
Per quanto concerne l'inagibilità del vicolo Obizzo, come risulta dall'ordinanza n. 96 del 4/6/1990, il Sindaco del Comune di Tortona ha provveduto ad annullare la concessione edilizia n. 226 del 21/12/1989 limitatamente alla parte relativa alla costruzione da realizzarsi sul sedime del vicolo Obizzo.
Da informazioni telefoniche assunte in data 28/1/1991 presso l'Ufficio tecnico del Comune risulta che il Consiglio comunale di Tortona, con atto n. 215 del 28/9/1990, ha deliberato la sdemanializzazione del sedime. Tale deliberazione è divenuta esecutiva in data 3/1/1991. A tale atto seguirà l'alienazione dell'area al concessionario.
Stante l'adozione da parte del Sindaco dei provvedimenti repressivi di cui alla legge n. 47/85, non risultano sussistere i presupposti per l'adozione da parte del Presidente della Giunta regionale dei provvedimenti di cui all'art. 67 della L.R. n. 56/77.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marino.
MARINO Non posso dichiararmi né soddisfatto né insoddisfatto. Il senso dell'interrogazione era semplice. Purtroppo, l'intervento della Società "I Delfini" sembra più un intervento di dissesto che di risanamento. Credo che gli elementi forniti dall'Assessore siano estremamente utili. Mi risulta, a qualche settimana fa, che una piccola parte del centro storico continui ad essere inagibile, in quanto la Società ha abbattuto alcune case del centro storico compiendo un'opera di dissesto su un vicolo che era di normale passaggio e che da più di un anno non è più agibile per nessuno.
Prendo atto delle informazioni riservandomi altre azioni in futuro.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interpellanza n. 317 dei Consiglieri Cavallera e Ferraris inerente alla Cassa Integrazione alla Morteo Soprefin di Pozzolo Formigaro


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'interpellanza n. 317 presentata dai Consiglieri Cavallera e Ferraris.
Risponde l'Assessore Cerchio.
CERCHIO, Assessore al lavoro Devo riferire ai colleghi interroganti, Cavallera e Ferraris, che la Morteo Soprefin appartiene all'Italimpianti. Gli stabilimenti di produzione sono due, ubicati a Pozzolo Formigaro (AL) ed a Sessa Aurunca, nel Mezzogiorno, mentre la sede e la Direzione generale sono a Genova.
Lo stabilimento di Pozzolo Formigaro attualmente occupa 214 operai e 80 impiegati. La Morteo è un'azienda operante nella lavorazione della lamiera in questo ambito ha una produzione diversificata su più tipologie di prodotto. I prodotti finiti dell'azienda sono costituiti da: cassonetti per la raccolta di rifiuti urbani - protezioni stradali (guard-rails) container dry e container frigo materiali per prefabbricati, con la realizzazione anche di piccoli assemblaggi.
L'azienda in questione nel passato ha ricercato queste diversificazioni di produzione e realizzato razionalizzazioni della produzione che le hanno consentito sostanzialmente di stare efficacemente sul mercato.
L'azienda ha collocato, dal 7 gennaio '91, in cassa integrazione ordinaria a rotazione un centinaio di operai, pari a poco meno della metà delle maestranze salariate.
Questa decisione è motivata dalla caduta verticale della produzione dei containers, sia di quello di tipo dry che quelli frigoriferi; questi ultimi costituivano, per la verità, la produzione a maggior valore aggiunto ed anche il maggior impegno produttivo dello stabilimento.
Le motivazioni della crisi dei containers sono da far risalire almeno a due ragioni fondamentali. Una ragione è dovuta alla caduta delle barriere dei mercati dell'Europa orientale, che ha fatto sì che fossero effettuati investimenti produttivi in questo comparto, perlopiù di tecnologia povera attratti da manodopera a basso costo, aumentando l'offerta a prezzi competitivi; questa nuova concorrenza dell'Europa orientale si aggiunge peraltro a quella già da tempo presente sul mercato dei produttori dell'Estremo Oriente, in particolare dei Coreani.
La seconda sostanziale ragione di questa crisi congiunturale è dovuta al calo della domanda registratosi negli ultimi mesi, anche in concomitanza con la crisi del Golfo.
Le prospettive, realisticamente ed obiettivamente, sono poco incoraggianti; non si prevede, infatti, una ripresa tale da far tornare la produzione di Pozzolo Formigaro sui livelli precedenti alla crisi, e questo lascia presumere che nei prossimi mesi possano essere adottati dall'azienda provvedimenti ancora più radicali, quali il ricorso alla cassa integrazione straordinaria.
La Regione Piemonte, nell'ambito di una pluralità di situazioni difficili che in questi mesi la vedono impegnata particolarmente nel seguire situazioni, non solo di debolezza congiunturale, ma anche di debolezza e di cali strutturali nuovi e vecchi, segue con attenzione la situazione della Morteo, ricordando che anche questa azienda rientra, per la verità, nell'orbita e nell'ambito delle Partecipazioni Statali che, come è noto ai colleghi, condizionano fortemente l'economia della provincia di Alessandria, se si pensa anche all'insediamento siderurgico dell'ILVA di Novi Ligure.
La Regione sta facendo, e continuerà in futuro, non solo nei confronti di questa azienda, ma anche di altre (ne abbiamo discusso in precedenti sedute, del Consiglio regionale in relazione ad altre situazioni territoriali e aziendali con presenze deboli di fronte a grandi punti interrogativi circa il ruolo delle Partecipazioni Statali, anche con rischi di qualche "disimpegno" delle stesse sull'area territoriale regionale piemontese), a far presente soprattutto al Ministero delle Partecipazioni Statali l'esigenza di salvaguardare l'attività produttiva, i livelli occupazionali della Morteo, anche ricorrendo, qualora le attuali produzioni dovessero mantenere livelli strutturalmente bassi, alla ricerca di ulteriori diversificazioni produttive tali da compensare il gap negativo al quale ho fatto riferimento.
Proprio nelle scorse settimane, una attenzione ed un sollecito ulteriore sono stati espressi dalla Regione alle Partecipazioni Statali su alcuni tasselli che culturalmente hanno una loro presenza consolidata, non solo storica, numericamente produttiva sul territorio regionale (cito per tutti il discorso, non peregrino, della RAI e del continuo graduale svuotamento del ruolo della RAI stessa sul territorio regionale). In quest'ottica inseriremo il nuovo tassello - purtroppo negativo - di un'area come quella della provincia di Alessandria, in cui esiste una presenza ancora significativa delle Partecipazioni Statali.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavallera.
CAVALLERA Signor Presidente, prendiamo atto delle iniziative e delle notizie che l'Assessore Cerchio ha indicato nella sua risposta.
Il problema di questo stabilimento è importante per quello che rappresenta nella comunità locale di Pozzolo Formigaro e in tutto il Novese, ma è anche importante, a mio avviso, per tutta la Regione Piemonte.
Nel corso della risposta l'Assessore ha fornito i chiarimenti che di solito vengono dati in momenti come questi per quanto riguarda l'attuale stato della cassa integrazione, per le prospettive di cassa integrazione straordinaria e quindi per un'eventuale dichiarazione di crisi del settore sono state date anche utili informazioni al Consiglio circa lo sviluppo del mercato a cui si riferisce la Morteo Soprefin che vede l'affacciarsi di nuovi soggetti produttori. E' un campanello d'allarme da aggiungere agli altri in ordine alla tenuta o alle prospettive future di certi tipi di produzione nell'ambito della nostra Regione.
Quello che è più importante è il richiamo alle responsabilità proprie delle Partecipazioni Statali che non devono adottare la tattica della ritirata e dell'abbandono della Regione Piemonte. A questo, aggiungiamo anche il contenzionso con la Regione Liguria, per quanto riguardagli insediamenti siderurgici e metalmeccanici pubblici nell'ambito della nostra provincia, con gruppi e società che hanno sede a Genova e unità produttive in Piemonte e, magari, come nel caso della Morteo Soprefin, anche in altre zone d'Italia. Quindi, siamo preoccupati perché, dalle notizie che abbiamo e che sono anche condivise dall'Assessore, si ricava un certo stato confusionale (se è concessa un'affermazione di questo genere) da parte della direzione dello stabilimento, la direzione del gruppo, la direzione dell'azienda. Alla difficoltà di mercato forse possiamo aggiungere qualche errore dal punto di vista aziendale, dal punto di vista della programmazione dello sviluppo e dell'evoluzione produttiva. E' importante che la Regione Piemonte si faccia carico di richiedere, nel più breve tempo possibile, un incontro con l'Italimpianti o con il Ministero delle Partecipazioni Statali. Ovviamente, queste iniziative competono alla Giunta regionale che dovrà identificare l'interlocutore più adatto per conoscere quali sono le prospettive del complesso produttivo che, come è stato ricordato in precedenza, è passato dalla sfera della Finsider alla sfera della Italimpianti. Non vorremmo che questo passaggio preludesse ad un drastico ridimensionamento delle produzioni locali.
Quello della Morteo Soprefin è un complesso produttivo che ha determinato lo sviluppo di buona parte del Comune e della zona in cui si è insediato e ha una lunga tradizione nel novese e nell'ovadese. E' stato punto di riferimento, per anni, come prima occupazione per un certo tipo di mano d'opera giovanile e anche di mano d'opera tecnica, a cui fa riferimento anche il nostro Centro di formazione professionale di Novi Ligure che, appunto, è sorto e ha progredito riferendosi alle attività che in quella zona più si sono affermate in questi anni.
Non mi resta che concludere ribadendo soddisfazione per le iniziative assunte dall'Assessore e sottolineando ancora l'invito alla Giunta per un rapporto con le Partecipazioni Statali che porti ad un chiarimento definitivo sulle prospettive, non solo della Morteo, ma di tutti gli insediamenti delle Partecipazioni Statali stesse nella Provincia di Alessandria.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Interpellanza n. 206 del Consigliere Zacchera inerente l'inquinamento del Torrente Belbo


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interpellanza n. 206 presentata dal Consigliere Zacchera.
Risponde l'Assessore Garino.
GARINO, Assessore all'ambiente L'Assessorato all'ambiente, fin dall'entrata in vigore della legge n.
319/76, promuove sistematici rilevamenti delle caratteristiche qualitative dei corpi idrici superficiali del territorio piemontese.
Questi rilevamenti, condotti dai Laboratori di Sanità Pubblica delle.
UU.SS.SS.LL., hanno sempre evidenziato la presenza di inquinamento nel Torrente Belbo imputabile sia a scarichi civili che a scarichi provenienti da industrie enologiche.
L'inquinamento rilevato assume effettivamente proporzioni gravi nel periodo della lavorazione delle uve, soprattutto per la scomparsa dell'ossigeno disciolto nelle acque e il conseguente danno alla ittiofauna e compromissione dei processi autodepurativi del corso d'acqua.
In tempi recenti, la situazione si è evoluta verso l'integrale depurazione degli scarichi delle grandi industrie enologiche mentre permane grave il problema delle piccole aziende. Questo fenomeno è negli ultimi anni aggravato dalla siccità per cui, in alcuni tratti del Belbo soprattutto in territorio astigiano, la portata del torrente è dovuta esclusivamente agli scarichi civili ed industriali in atto.
Nonostante ciò, non ci sono state, almeno nei confronti di questo Assessorato, particolari segnalazioni o denunce né si ha motivo di ritenere che i controlli finora condotti dalle UU.SS.SS.LL. competenti siano in qualche modo inadeguati.
Per quanto riguarda la presenza di depuratori comunali o consortili, si segnala la costituzione del Consorzio Valle Belbo tra i Comuni di Costigliole, Calosso, Santo Stefano Belbo, Castagnole L. e Cossano Belbo cui la Regione ha partecipato con fondi FIO per l'ammontare di lire 1.311 milioni.
Per tale Consorzio è stata presentata ulteriore richiesta di finanziamento sul Piano triennale per la tutela ambientale 1989/1991 per l'ammontare di lire 5 miliardi; ai costi di intervento partecipano anche aziende vitivinicole con fondi propri per far fronte agli inconvenienti riscontrati.
Sono lieto di poter dire al Consigliere Zacchera che, con la recente firma del Piano triennale, il Ministro ha accettato la proposta da noi formulata di un intervento di 5 miliardi che si aggiungono al miliardo che gli industriali della zona hanno accettato di versare, quale contributo alla realizzazione dell'iniziativa. Infine, per ciò che attiene l'istituzione dell'"Osservatorio del Torrente Belbo", questo Assessorato ha avuto comunicazione dell'ordine del giorno approvato il 14 ottobre dal Consiglio comunale di Canelli ed è stato informato del progetto di monitoraggio del bacino del Torrente Belbo che, però, non ha ancora avuto attuazione.
A tal proposito, si comunica che gli uffici tecnici dell'Assessorato all'ambiente stanno predisponendo un progetto di monitoraggio delle risorse idriche, integrato nel progetto per la realizzazione del sistema informativo regionale per l'ambiente, che verrà presentato per il finanziamento nell'ambito del Piano triennale per la tutela ambientale.
In suddetto progetto è previsto il rilevamento in continuo delle caratteristiche di qualità e di portata delle acque del territorio regionale e sono già in corso contatti con i tecnici delle UU.SS.SS.LL.
competenti per uno sviluppo integrato delle iniziative di monitoraggio regionali e locali.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Zacchera.
ZACCHERA Ringrazio l'Assessore e mi dichiaro soddisfatto della sua risposta.
Faccio presente che è grave che le UU.SS.SS.LL. che l'Assessore ha citato non abbiano mai rilevato nulla di preoccupante, in particolare quando lo stesso Assessore ci dice che, in certi momenti dell'anno, la portata del Torrente è data soltanto dagli scarichi e dai liquami. Questo non lascia spazio a soverchie speranze che sul posto gli interessati siano attenti più di tanto alla situazione del Torrente.
Comunque, la risposta dell'Assessore è stata esaustiva. Gli chiedo per favore di darmi copia scritta della sua risposta che trasmetterò a Canelli.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti idrici - Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Interrogazione n. 302 del Consigliere Marino inerente alla presenza di fanghi nei pressi fiume Tanaro provenienti da impianto depurazione ditta Italgelatine di S. Vittoria d'Alba


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione n. 302 presentata dal Consigliere Marino.
Risponde l'Assessore Garino.
GARINO, Assessore all'ambiente Relativamente alla presenza di fanghi maleodoranti provenienti dall'impianto di depurazione della ditta Italgelatine di S. Vittoria d'Alba (CN), è opportuno ricordare che le autorizzazioni allo spandimento fanghi in agricoltura sono rilasciate dalle Amministrazioni provinciali, sulla base di un apposito regolamento regionale, promulgato con D.P. G.R n.'4558 del 23/6/1986.
L'Amministrazione provinciale di Cuneo, interpellata, ci ha comunicato quanto segue: la ditta Italgelatine S.p.A, di S. Vittoria d'Alba è autorizzata allo spandimento fanghi su suolo agricolo, tra gli altri, nei terreni di proprietà del sig. Barbero Matteo, siti nel Comune di Covone nella documentazione presentata dalla ditta per ottenere tale autorizzazione, è messa in evidenza la fascia di rispetto di 150 metri dal fiume Tanaro: in tale area non possono essere sparsi i fanghi ai sensi dell'art. 4 del "Regolamento per lo smaltimento in agricoltura dei fanghi residuati da processi di depurazione delle acque reflue", pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione n. 26 del 2/7/86 in seguito ad una segnalazione a suo tempo inviata dal Circolo Ecologico di Govone, personale del Servizio Tutela Ambiente si è recato, in data 29/11/90, nella zona interessata, dove ha verificato che i fanghi sono stati effettivamente sparsi nella fascia di rispetto del fiume Tanaro: pertanto, successivamente (5/12/90), l'Amministrazione Provinciale di Cuneo ha provveduto a diffidare, dandone contestualmente notizia all'autorità giudiziaria ordinaria, la ditta dall'effettuare lo smaltimento dei fanghi nei modi e nei luoghi vietati dall'art. 4 del sopra citato Regolamento Regionale (che prevede altresì distanze di sicurezza dai pozzi).
Per quanto riguarda le analisi dei fanghi, la ditta deve presentare almeno 2 volte all'anno, le analisi dei propri fanghi, che, in base ai referti presentati, sono sempre risultati idonei. Inoltre, durante un sopralluogo effettuato il 4/ 10/90 da personale del Servizio Tutela Ambiente della Provincia, è stato effettuato un campionamento degli stessi fanghi. Tale campione è stato inviato, per le determinazioni analitiche di competenza, al reparto chimico ed al reparto medico del Laboratorio di Sanità pubblica dell'USSL n. 58 di Cuneo: dalle analisi, i fanghi risultano non solo idonei allo spandimento in agricoltura, ma anche essere di buona qualità (Classe A). Si concorda con l'Amministrazione provinciale sull'opportunità, fatte salve nuove violazioni del Regolamento Regionale di non procedere alla revoca dell'autorizzazione. In effetti, i fanghi in questione, pur se maleodoranti, non sono sicuramente pericolosi per la salute pubblica, in base ai citati accertamenti di controllo chimici e microbiologici.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marino.
MARINO Ringrazio per la risposta. Non è chiaro cosa succede quando una ditta non rispetta i limiti sullo spandimento dei fanghi. Prendo atto della risposta e chiedo all'Assessore di farmi avere la risposta scritta.
Eventualmente, faremo ulteriori repliche sull'argomento.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Interpellanza n. 325 del Consigliere Marino inerente progetto discarica RSU di Riva di Chieri; interrogazione n. 326 del Consigliere Porcellana inerente all'installazione discarica in località Valdichiesa di Villanova d'Asti


PRESIDENTE

Passiamo ora all'interpellanza n. 325 del Consigliere Marino e all'interrogazione n. 236 del Consigliere Porcellana.
La parola al Consigliere Marino per l'illustrazione.
MARINO Signor Presidente, questa è l'ennesima puntata di una storia che ormai tutti conosciamo. L'autorizzazione per questa discarica è datata in un'epoca precisa, precedente alla formazione di questo nuovo Consiglio regionale e di questa nuova Giunta. Secondo il Comitato dei Cittadini che sta cercando di opporsi alla costruzione della discarica, ma soprattutto al metodo con cui si vuole costruire quella discarica, sono state fatte due osservazioni. La prima, in questo caso ancora più che in altri, è sulla non funzionalità della sede che decide, che delibera sul piano tecnico l'opportunità di costruire una discarica, la cosiddetta conferenza. Risulta che alla conferenza era presente una persona su nove o dieci rappresentanti dei vari Assessorati che dovevano essere presenti. In altre parole, le osservazioni tecniche dei diversi funzionari regionali, se confrontate all'interno di una conferenza, dovrebbero far scaturire un parere positivo rispetto alla discarica, da parte di un unico funzionario regionale. La conferenza si è rivelata una sede in sostanza superflua, inutile, cioè una sede in cui si va soltanto a sanzionare una decisione già presa. A me sembra che le conferenze siano sedi nelle quali persone diverse, con ruoli tecnici diversi, confrontano fra loro le informazioni e da questo scaturisce l'eventuale idoneità di un sito.
La seconda osservazione riguarda il modo particolarmente pesante in cui si è svolto il sopralluogo da parte dei funzionari regionali per la definizione dell'area. Sopralluogo fatto con un pesante intervento dei Carabinieri che hanno allontanato, con alcuni momenti di tensione gravi, le 100/200 persone, fra cui donne (alcune delle quali venivano buttate per terra), e ha imposto una piccola tappa per far proseguire l'iter, per fare andare avanti la discarica. Perché sono state utilizzate così pesantemente le Forze dell'Ordine? Per un motivo semplice - l'abbiamo visto anche in altre situazioni - perché due o tre settimane dopo era prevista la risposta del TAR agli esposti presentati in quella sede rispetto al progetto della discarica. Qual era l'obiettivo di un intervento così pesante della forza pubblica? Era quello di iniziare i lavori di scavo in modo da arrivare al momento della sentenza del TAR con una discarica, non in progetto, ma già in parte iniziata o costruita. Non ho altro da dire su questo argomento se non criticare ancora una volta, in linea generale, la prospettiva in cui ci si muove. Ma su questo non faccio perdere tempo a nessuno, visto che le posizioni di tutti noi sono note. Non posso però non sottolineare la particolare pesantezza con cui quel progetto di discarica sta andando avanti.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Garino.
GARINO, Assessore all'ambiente Desidero precisare che l'intervento della forza pubblica non era assolutamente stato attivato dalla Regione Piemonte, quindi non è materia di discussione in questa sede.
In risposta all'interpellanza del Consigliere Marino ed all'interrogazione presentata dal Consigliere Porcellana, in merito al progetto presentato dal Consorzio chierese per la realizzazione di una discarica di RSU da ubicarsi nel Comune di Riva presso Chieri, e approvato con DGR n. 54-38877 del 3/7/90 (quindi prima che il sottoscritto assumesse le proprie responsabilità di Assessore alla tutela ambientale), si sottolinea come la realizzazione di tale impianto costituisca una valida risposta all'emergenza rifiuti venutasi a creare nella zona del chierese che, per la mancanza di una propria discarica, è costretto a smaltire i propri rifiuti in discariche di altri bacini. Più precisamente, fino allo scorso gennaio lo smaltimento di tali rifiuti solidi urbani era disposto in via temporanea ed eccezionale presso la discarica di Ghemme (NO), quindi nettamente al di fuori della provincia di Torino.
Gli amministratori ed il prefetto di Novara hanno ripetutamente affermato di non essere più disposti ad accettare rifiuti di altri bacini per cui attualmente i rifiuti del chierese sono smaltiti, sempre in via temporanea, presso l'AMIAT di Torino; ancora una volta fuori bacino.
Già nella conferenza del 14/6/90, a cui, come risulta dai relativi verbali, erano presenti nove funzionari dell'Assessorato all'ambiente, il relatore di Assessorato, nella persona del responsabile del settore smaltimento rifiuti, espresse l'esito dell'istruttoria svolta dai técnici dell'Assessorato, che era favorevole con prescrizioni. A questo punto informo il Consigliere Marino che, per quanto riguarda la mia parte di competenza, esiste sempre una pre-conferenza dei funzionari regionali.
Come ho già avuto occasione di ribadire a proposito della discarica di Alice Castello, le aree indicate come potenzialmente idonee nella cartografia allegata al Piano regionale per lo smaltimento dei rifiuti (peraltro recentemente riadottato) non sono in alcun caso vincolanti ai fini della localizzazione degli impianti.
Il terreno appare di natura argillosa e quindi adatto: le prove di permeabilità del terreno danno 10 alla -9 cm, al secondo, cioè sono depositi quasi impermeabili. Appunto la natura del terreno determina il ristagno di acqua in seguito a precipitazioni; ma, come dichiarato dall'esperto regionale prof. Verga, più che di falda, si tratta di un terreno imbevuto d'acqua; la vera falda è molto più in profondità e nei pozzi profondi, oltre i 100 metri, non sono possibili infiltrazioni.
L'Assessorato non è a conoscenza di alcuna legge che prescriva una distanza minima fra le linee elettriche e siti per rifiuti solidi urbani. Invece, il punto 4.2.33 della deliberazione del Comitato interministeriale del 27/7/84 stabilisce in 2000 metri la distanza minima da nuclei abitati, ma soltanto per le discariche di categoria "C", quindi nocivi; per le discariche di rifiuti solidi urbani non è fissata, per legge, alcuna distanza minima.
Sulla base di quanto espresso, non si ritiene pertanto di dover procedere ad una revoca dell'autorizzazione al progetto presentato dal Consorzio chierese. A seguito di colloqui avuti con tecnici del settore e con il Ministro Ruffolo è stata evidenziata l'opportunità di procedere ad uno snellimento delle procedure autorizzative, che potrebbe eventualmente comportare una revisione delle modalità di funzionamento delle stesse conferenze, così come auspicato dal Consigliere interpellante.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marino.
MARINO Replico solo su un punto. A me risulta che a quella Conferenza abbia partecipato un unico funzionario regionale, il sig. Belfiore, il quale nei fatti rappresentava all'interno della Conferenza ben nove Servizi tecnici.
Questo è quanto mi risulta, che è stato consegnato per il ricorso al TAR dall'avvocato che rappresenta il Comitato. A questo punto sarebbe utile rendere pubblici i verbali della conferenza, perché o io mi sbaglio o qualcun altro si sbaglia in quanto risulta che alla conferenza fosse presente un solo funzionario regionale dei nove o dieci che dovevano essere presenti.
GARINO, Assessore all'ambiente Consigliere Marino, se lei vuole ricevere il verbale della conferenza sarà mia cura farglielo avere entro domani.
MARINO Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Porcellana.
PORCELLANA Non voglio prendere troppo tempo su questo problema, ma, per il rispetto che si deve alla gente di Villanova e di Riva di Chieri, devo fare due brevi osservazioni.
Quando presentammo questa interrogazione la preoccupazione era notevole e lo è ancora oggi. Preoccupa il fatto che la società costruttrice non lavora di giorno, ma lavora di notte. Per le popolazioni di Villanova, di Riva di Chieri e dei paesi limitrofi è strano che un'impresa durante il giorno scompaia e che alle ore 21 inizi i lavori per la costruzione di quella discarica che l'Assessore ha definito di importanza per la zona del chierese e per le zone limitrofe.
La preoccupazione delle Amministrazioni comunali di quella zona è innanzitutto dovuta al fatto che ci sono degli abitati nel raggio di 1 km 1 km e mezzo. Sono stati presentati ricorsi dal Comune di Villanova d'Asti.
Ci sono zone che rimangono alluvionate, dopo le piogge, per settimane. La presenza massiccia della forza pubblica, con tutto il rispetto per i Carabinieri presenti che guidavano un corteo di cittadini della zona, e il fatto che alcuni amici siano stati portati presso la caserma di Chieri in forma un po' decisa, hanno spaventato gli abitanti della zona, che sono coltivatori diretti, che hanno delle aziende agricole tra le più fertili e le più produttive della piana di Villanova e della piana di Riva di Chieri.
Per queste motivazioni, ho presentato questa interrogazione il 22 gennaio 1991 all'amico Assessore sapendolo molto attento e molto responsabile su questi temi. Per questo, lascio il problema in meditazione all'amico Assessore ed ai suoi collaboratori per una sua possibile revisione.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MONTABONE


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Interrogazione n. 340 del Consigliere Maggiorotti inerente all'inceneritore Ecoservice


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interrogazione n. 340 del Consigliere Maggiorotti.
La parola all'Assessore Garino.
GARINO, Assessore all'ambiente In esito alla interrogazione regionale in oggetto, faccio presente quanto segue.
Il progetto della Ecoservice è un progetto localizzato su un sito di competenza della Regione Liguria e non è stato inviato alla Regione Piemonte, né risulta che i Comuni piemontesi interessati siano stati invitati (diversamente da quanto praticato da questi uffici per i Comuni limitrofi di altre Regioni) alla Conferenza istruttoria da convocarsi ai sensi dell'art. 3 bis della legge 441/1987.
Da informazioni assunte presso la Regione Liguria, sembra comunque che il progetto venga presentato nella Conferenza convocata per il prossimo mese di marzo con un parere non favorevole del gruppo di lavoro del competente Assessorato per questioni di inserimento urbanistico.
Il problema degli impianti di smaltimento della Regione Liguria, sempre più in prossimità del confine con il Piemonte, è già stato oggetto di un'attenta valutazione da parte mia e del Presidente Brizio, allorché ci giunse notizia che la Liguria avrebbe voluto installare una discarica per rifiuti solidi e urbani ed assimilabili in località Rio Traversa del Comune di Cairo Montenotte.
Al proposito, se il Consigliere interrogante lo desidera, potrei leggere la lettera che ufficialmente il sottoscritto e il Presidente Brizio hanno inviato alla Regione Liguria. La lettera reca la data del 14 febbraio u.s. Cito testualmente: "La Giunta regionale del Piemonte ha avuto recentemente notizia della decisione assunta dai 19 sindaci di Comuni facenti parte della Comunità montana Alta Valle Bormida Ligure, di installare una discarica per rifiuti solidi urbani ed assimilabili in località Rio Traversa del Comune di Cairo Montenotte presso le sorgenti del torrente Uzzone. Essendo tale localizzazione a ridosso della provincia di Cuneo, riteniamo opportuno esprimere la nostra completa opposizione al progetto e pertanto invitiamo la Giunta regionale della Regione Liguria a prendere in considerazione le legittime preoccupazioni della popolazione dell'intera valle Uzzone. L'opposizione.a tale localizzazione della discarica si basa su due precisi e distinti insiemi di motivazioni: 1) innanzitutto, il sito prescelto risulta del tutto inidoneo essendo ubicato alla testata di una valle. In considerazione della situazione geologica della zona, í percolati della discarica provocherebbero certamente infîltrazioni nel torrente Uzzone, da cui attingono acqua potabile cinque Comuni cuneesi e numerosi altri della Langa astigiana. Per di più, l'incontaminata zona adiacente al torrente potrebbe essere destinata a parco naturale.
2) Più in generale, si ritiene scorretta l'abitudine invalsa da parte della Regione Liguria di localizzare le proprie discariche in zone confinanti con la provincia di Cuneo, non tenendo in ciò conto delle influenze negative di cui sono fatti oggetto i versanti cuneesi, in particolar modo sotto il profìlo ambientale e con gravi rischi igienico sanitari delle popolazioni ivi residenti. " Segue la firma del Presidente della Giunta regionale Brizio e del sottoscritto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Maggiorotti.
MAGGIOROTTI Sono contento che l'Assessore abbia dato lettura di questa lettera perché in questa sede, stante anche la presenza di popolazioni della zona si è colta una felice occasione per introdurre un discorso che riguarda complessivamente la tutela dell'ambiente e la tutela della salute delle popolazioni della zona.
Non si può parlare per settori, tra loro incomunicanti, non si pu parlare del problema dei rifiuti, del problema degli inquinamenti dell'aria, delle acque e del suolo se non si è all'interno di un discorso più generale di programmazione che vede integrarsi in maniera interdipendente gli interventi che su questi settori è opportuno che la Regione discuta, approvi ed attui. E' assolutamente indecente l'atteggiamento della Regione Liguria e anche delle Amministrazioni degli enti locali che avallano e assumono certe decisioni nel momento in cui si sa a priori qual è il rischio che si viene a determinare sulle popolazioni che abitano sul versante piemontese di quelle montagne.
La domanda è se non si debbano creare, allora, dei momenti cogenti costanti di confronto tra le Amministrazioni delle due Regioni. Non so se non esistano disposizioni che questo impongono. E' forse la sede della conferenza degli Assessori all'ambiente a livello nazionale? E' una sorta di programmazione che comunque ci si può inventare; si può decidere che stante le decisioni assunte nel passato dalla Liguria, la si debba comunque assumere.
Si deve andare ad una guerra tra Regioni? Questa è una decisione che l'Amministrazione regionale si troverà a dover assumere se, anziché la guerra, vuole una programmazione più pesante e più cogente di tutte le decisioni da assumersi in ordine alla tutela della salute delle popolazioni, in ordine ai controlli e alle verifiche delle decisioni assunte. E' questo che mi aspetterei dall'Assessorato e dalla Giunta. Ben vengano le lettere, però occorre che alle lettere seguano decisioni coerenti. Finora l'esperienza ci ha insegnato che a queste lettere non è seguito nulla di particolarmente significativo in senso positivo per le nostre popolazioni.
Chiedo che in ordine a questa questione, come a quella che dovremo discutere più tardi, relativa all'ACNA, la Giunta e l'Assessorato ci dicano con maggiore chiarezza cosa intendono fare. Sembra che gli strumenti attuali, quelli solitamente praticati, non abbiano efficacia. Allora ci si dica cosa, in maniera più cogente, in maniera più pesante, si intende fare nei confronti di questa Regione a noi confinante, con la quale certamente ci siamo trovati e ci troveremo pesantemente a confrontarci.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO


Argomento: Viabilità

Interrogazione n. 79 dei Consiglieri Majorino e Zacchera inerente l'autostrada Torino-Savona


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione n. 79 presentata dai Consiglieri Majorino e Zacchera. La parola all'Assessore Panella.
PANELLA, Assessore ai trasporti Le tariffe di esazione pedaggio sono stabilite in base al costo ipotizzato dal progetto di massima e relativo Piano finanziario di ammortamento e sono legate alla durata di richiesta di concessione (generalmente trentennale), quindi, in base ai costi previsti di costruzione a preventivo che sono oggetto della convenzione, originaria ANAS-Società concessionaria. Man mano che vengono presentati ed approvati dall'ANAS-Società concessionaria i progetti esecutivi ed aggiornati i capitoli di spesa, in base ai costi a consuntivo, e quindi di conseguenza il Piano finanziario di ammortamento, vengono ridefinite le tariffe tecniche base che divengono effettive all'entrata in esercizio dell'infrastruttura. Dette tariffe sono adeguate all'inflazione secondo cadenze stabilite nel Piano finanziario di ammortamento.
Ne consegue che la tariffa è legata al parametro costo finale a consuntivo dell'opera e alla durata del periodo di concessione (generalmente trentennale) che ne determina il periodo di ammortamento.
Poiché la durata della concessione è generalmente fissa, mentre il costo dell'opera varia, ne consegue che la tariffa è direttamente proporzionale al costo dell'infrastruttura. Ecco perché alcune autostrade sono più care di altre.
Per diminuire o, meglio, per contenere il costo della tariffa di pedaggio, bisogna perciò intervenire nel ridisegno del Piano finanziario di ammortamento estendendone il tempo e quindi aumentando la durata della concessione. Detto meccanismo è generalmente applicato a fronte di nuovi investimenti in autofinanziamento (terze corsie, integrazioni di rete nuove, tronchi in estensione, completamenti). Sulla materia è competente solo il Ministero dei LL.PP, che autorizza con proprio decreto le variazioni dei Piani finanziari della Società in base alle convenzioni novative fra ANAS e Società concessionaria, la quale sottoscrive in qualità di Presidente dell'azienda concedente, dietro parere favorevole del Consiglio di amministrazione dell'ANAS, del quale le Regioni non fanno parte.
Circa le limitazioni al transito sulle autostrade, le stesse sono assunte di concerto tra il Ministero degli Interni (Polizia stradale) e il Ministero dei LL.PP. (ANAS).



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Zacchera.
ZACCHERA Mi duole esprimere la profonda delusione per la risposta dell'Assessore. Non me ne abbia, ma abbiamo chiesto, mesi fa, di intervenire per il problema dell'autostrada Torino-Savona perché, come tutti sappiamo, è pericolosissima e perché gli investimenti vanno tremendamente a rilento; perché quella non è un'autostrada, ma una strada a tre corsie ed infine perché le tariffe sono tra le più care. Prendo atto che la Regione non può intervenire, ma avrei avuto piacere di ascoltare dall'Assessore un suo impegno, quanto una presa d'atto di questa assoluta mancanza di requisiti minimi per avere un minimo di sicurezza in quella autostrada.
A questo punto, rimango allibito. Non vedo dove siano avvenuti questi grandi investimenti sulla Torino-Savona in questi ultimi anni, anzi, non se ne è visto praticamente nessuno; non capisco con quali parametri logici si è iniziato il calcolo del biglietto (questo evidentemente molti e molti anni fa); non trovo giusto un adeguamento sistematico delle tariffe sulla Torino-Savona in quelle condizioni e mi sembra strano che la Regione Piemonte non senta la necessità di intervenire presso il Ministero dei Trasporti e, tramite la Polizia stradale, presso il Ministero degli Interni per trovare delle soluzioni al rischio di traffico e di transitabilità sull'autostrada Torino-Savona.
Ci sembrava che le polemiche di quest'estate fossero il momento utile per sviluppare un grande dibattito su quella autostrada che serve tutta la parte meridionale e occidentale della regione, in condizioni di assoluta inadeguatezza. E di questo ne danno atto tutti.
Mi duole vedere che da parte dell'Assessore non c'è stata attenzione ed interventi, così come mi auguro invece si possa intervenire su questo e chiedo all'Assessorato e alla Giunta di farlo. Non dobbiamo supinamente accettare tutto quello che viene detto a Roma, anche se tecnicamente la risposta dell'Assessore può essere corretta.
Prendiamo atto che non abbiamo capacità, che non abbiamo possibilità che non abbiamo disponibilità, ma nei confronti dei cittadini (e sono milioni) che gravitano da Torino verso il mare su quella autostrada si impone un intervento pesante da parte della Regione affinché, perlomeno vengano fatti, non solo dei lavori in tempi brevi, ma vengano soprattutto garantite delle misure di sicurezza. Quindi, al di là della forma, sono rimasto deluso e anche un po' rammaricato della risposta dell'Assessore.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione n. 356 presentata dal Consigliere Porcellana inerente alla situazione di disagio nelle piccole e medie imprese a seguito dell'entrata in vigore della legge n. 108/90 sulla disciplina dei licenziamenti individuali


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione n. 356, presentata dal Consigliere Porcellana.
Risponde l'Assessore Cerchio.



PRESIDENTE

CERCHIO, Assessore al lavoro



PRESIDENTE

Il problema sollevato dal collega Porcellana ha assunto, in questi ultimi tempi, una valenza sociale e di sollecitazione relativamen-te alla disciplina dei licenziamenti individuali, che ha visto prese di posizione coordinate e omogenee di varie organizzazioni, la Confabi, l'Unione commercianti, la Confesercenti, l'Associazione artigiani, l'Unione artigiani su questo problema che ha una dimensione nazionale, quindi una portata rilevante.
La legge n. 108/90 sulla disciplina dei licenziamenti individuali nella piccola e media impresa sta dividendo - se mi si passa il termine - sin dal suo nascere, l'opinione pubblica. Da un lato c'è chi considera il provvedimento un laccio soffocante, e mi pare che in questa fattispecie rientri il collega interrogante, dall'altro troviamo invece chi lo considera una correzione di ingiustizia. Ciò premesso, va prima di tutto detto che la materia è di inconfutabile competenza legislativa nazionale e che gli spazi concessi alla legislazione regionale in materia di risoluzione dei rapporti di lavoro sono nulli, in un periodo dove si cerca di uniformare la legislazione del lavoro fra i vari stati comunitari e in un momento nel quale dobbiamo attrezzarci e pensare ad una legislazione di valenza e di portata europea. Sono convinto che sarebbe un controsenso pensare ad una regolamentazione regionale in materia con il rischio di un vero e proprio pericolo di dumping sociale nelle regioni dove minore è la capacità contrattuale sindacale.
E' bene ricordare che, sin dall'atto della sua approvazione, la legge ha avuto vita difficile e che non poche sono state, al momento del voto, le defezioni all'interno della maggioranza che la sosteneva. Il tutto è stato probabilmente causato dalla fretta con la quale la legge è stata predisposta, in quanto la legge n. 108/90 ha lo scopo di evitare prima di tutto il referendum voluto da una forza politica.
Sta di fatto che, al momento attuale, tutte le associazioni imprenditoriali si stanno muovendo per attivare, per promuovere a loro volta un referendum abrogativo della legge stessa e le preoccupazioni del mondo imprenditoriale, in questo caso astigiano, vanno generalizzate a tutto il territorio nazionale. Se, da una parte, si argomenta come, prima della legge, fossero una vergogna i licenziamenti "ab nutum", sulla base di una semplice comunicazione, inaccettabile alla coscienza civile e discriminatoria rispetto i vari segmenti di occupazione, dall'altra si risponde che con la legge si sono introdotte nuove caratteristiche di rigidità che costituiscono un futuro freno, non solo alla creazione di nuova attività produttiva, ma anche alla crescita complessiva dell'occupazione.
Sfogliando la letteratura sull'argomento ci si rende conto che le parti sociali, una volta espresse le due posizioni estreme, hanno sviluppato un confronto serrato in base al quale si potrebbero introdurre aggiustamenti senza stravolgere i contenuti della legge n. 108.
I punti più caldi di questo confronto riguardano il computo dei dipendenti, l'entità del risarcimento, l'obbligo del reintegro delle aziende che abbiano più di 15 dipendenti o che facciano parte di imprese con più di 60 addetti. In merito al calcolo dei dipendenti, l'ipotesi di un confronto potrebbe essere quella di non calcolare i contratti di formazione lavoro, stipulati prima dell'entrata in vigore della legge; la nuova disciplina infatti non fa questa distinzione, inserendo, però, nel calcolo gli apprendisti nei limiti previsti dalla legge.
Sull'entità del risarcimento, si potrebbe proporre l'aumento dell'indennità da un minimo di tre ad un massimo di otto mesi condizionando la cifra non soltanto all'anzianità, ma anche al numero dei dipendenti occupati e alla capacità economica dell'impresa. Un'ipotesi sulla quale si sta discutendo è quella di offrire al datore di lavoro la possibilità di evitare il reintegro attraverso la monetizzazione del danno.
Una notevole importanza viene ad assumere la procedura di conciliazione e di arbitrato. Su questi punti, al momento attuale le parti sono ancora distanti e non è escluso che l'argomento possa essere ripreso, non a livello parlamentare, ma in un confronto diretto fra gli imprenditori e il sindacato.
Proprio partendo da questo punto, si è avviata fra le parti, nell'anno appena trascorso, un'importante trattativa sulle relazioni sindacali che partendo da obiettivi più ambiziosi, è giunta al parziale seppur importante, risultato del rinnovo dell'accordo sui contratti di formazione lavoro.
E' opinione di questo Assessorato e di questa Giunta che, proprio partendo dal Piemonte - e ringrazio per l'opportunità di affrontare questi temi che possono sembrare astrusi, ma che in realtà sono parte determinante di un discorso di attenzione su questi versanti - che ha registrato negli ultimi anni dell'attività della Commissione regionale per l'impiego importanti accordi fra le parti sociali, si possa fare molto di più provando a conciliare le esigenze di eguaglianza con quelle altrettanto legittime di flessibilità.
Ho detto che non è nostro compito; è un problema che riguarda un aspetto della legislazione nazionale. Così come abbiamo lavorato, pur con difficoltà in questi ultimi tempi, soprattutto in sede di Commissione regionale per l'impiego. Ci sforzeremo, nel ruolo che ognuno di noi ricopre, come Assessore ma anche come soggetti che all'interno della Commissione regionale per (impiego raccolgono in termini sinergici parti sociali differenti (imprenditori e sindacati), di creare condizioni per un approfondimento e una determinazione finale su questo aspetto che ha un'importanza significativa nell'astigiano, ma che ha una dimensione ormai di carattere nazionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Porcellana.
PORCELLANA Vorrei fare due brevi considerazioni sull'intervento preciso e puntuale dell'Assessore. Ben sapevo che il problema non lo risolveva la Giunta regionale o l'Assessore al lavoro o il Presidente della Giunta, ma l'ho sollevato perché le categorie interessate (del commercio, dell'artigianato e della piccola industria) hanno avuto un momento di smarrimento.
Dalla risposta dell'Assessore Cerchio abbiamo capito quali difficoltà abbia incontrato il Parlamento nazionale nel legiferare su questo argomento. Con una serie di interrogazioni presentate in diverse Regioni del nostro Paese, si vogliono sensibilizzare i governi regionali affinch a loro volta, affrontino con il Governo nazionale il difficile problema dei licenziamenti individuali.
Ringrazio l'Assessore per quello che intende fare nei confronti del Ministro competente, con l'auspicio che tra imprenditori e sindacato a livello nazionale si trovi una giusta soluzione. Mi auguro che, entro il 1991, si possa trovare un modus vivendi tra le parti interessate.



PRESIDENTE

L'esame delle interpellanze e delle interrogazioni è così terminato.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 3) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Sono in congedo i Consiglieri Beltrami, Gallarini, Grosso, Nerviani e Staglianò.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale della seduta in corso.


Argomento:

c) Apposizione visto Commissario del Governo


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge vistati dal Commissario del Governo sarà riportato nel processo verbale della seduta in corso.


Argomento: Organizzazione turistica

Esame ordini del giorno n. 115 della Giunta regionale e n. 116 dei Gruppo MSI sulla crisi del settore turistico


PRESIDENTE

Passiamo all'esame degli ordini del giorno n. 115 della Giunta regionale e n. 116 del Gruppo MSI sulla crisi del settore turistico, di cui al punto 4) all'o.d.g.
La parola all'Assessore Cantore per l'illustrazione dell'ordine del giorno n. 115.
CANTORE, Assessore al turismo Signor Presidente, colleghi Consiglieri, abbiamo presentato un ordine del giorno in merito ai problemi di un settore che spesso, nell'economia piemontese, viene considerato marginale e che invece ha un grande rilievo economico.
Il settore del turismo impiega parecchie persone a livello nazionale e a livello piemontese e nella sua particolare accezione di turismo, di uscite e di entrate, quindi relativo agli operatori di viaggio, impiega in Italia 50 mila dipendenti, con 4 mila agenzie di viaggio, e in Piemonte circa 2 mila dipendenti, con 400 agenzie di viaggio. Appena è iniziato il conflitto nel Golfo Persico e abbiamo avuto sentore di una situazione difficile che poteva colpire questo settore, abbiamo convocato una riunione apposita con gli operatori del settore e gli Assessori competenti delle Province piemontesi per verificare lo stato di crisi del settore.
La Regione Piemonte per prima ha preso questa iniziativa nel campo del turismo e si è sensibilizzata sul problema della ricaduta negativa della guerra del Golfo sul turismo italiano e piemontese, ricaduta peraltro che andava ad aggiungersi ad una situazione già non felice sia per il turismo italiano che per quello piemontese. Questa riunione, convocata d'urgenza dall'Assessorato al turismo e allo sport, ha riscontrato negli operatori turistici una situazione grave e preoccupante. La riunione ha avuto luogo pochi giorni dopo lo scoppio della guerra e attorno al 20 gennaio si era già registrato un crollo del 20% del movimento turistico a livello nazionale e locale. Alcune agenzie di viaggio esprimevano le proprie preoccupazioni. Erano stati cancellati i voli oltreoceano e si era creata una psicosi soprattutto nei confronti dei viaggi aerei, della praticabilità delle aerostazioni, ma anche nei confronti dei viaggi ferroviari e quindi della praticabilità delle stazioni. Tutto questo aveva fatto crollare le domande di entrata e di uscita dal nostro Paese; il flusso turistico aveva improvvisamente subito un ulteriore fermo che peggiorava vieppiù la situazione già difficile del settore che, in generale, dall'inizio dell'anno non è nelle condizioni più floride.
Abbiamo valutato questi dati che colpiscono gli operatori turistici albergatori, tour-operator, commercianti, ma soprattutto, nella prima fase gli agenti di viaggio che in Piemonte sono circa 400 e occupano 2.000 persone. Voglio ribadire questi dati perché spesso nei confronti di questo settore c'è una certa superficialità: un'azienda che occupa 2.000 persone quando va in crisi suscita sempre una grande attenzione nei confronti degli organi di informazione e anche dell'opinione pubblica. Qui siamo di fronte ad una parte del settore turismo, quella degli agenti di viaggio, che è andata in crisi e che mette in difficoltà 400 aziende e circa 2.000 addetti.
La situazione, nel corso di questo mese di guerra, si è aggravata: il calo dal 20% è arrivato al 40%, ormai non ci sono più prenotazioni per il nostro Paese da parte di compagnie che abbiano la loro sede oltreoceano e c'è una difficoltà anche di movimentazione all'interno dell'Europa. Questi dati negativi saranno riscontrabili non solo per le agenzie di viaggio, ma anche per gli operatori turistici, gli albergatori, i ristoratori, i commercianti, insomma tutti coloro che vivono sul turismo, anche in questa Regione dove un'importante fetta di persone vive sul turismo.
Oggi la Giunta presenta un ordine del giorno al Consiglio regionale per significare la situazione di difficoltà che vive il settore e la necessità di prendere provvedimenti. L'ordine del giorno, nella parte descrittiva rappresenta le difficoltà del settore, con la conseguente possibilità di chiusura di alcune agenzie. Mi è giunta notizia in queste ore che un'agenzia di viaggi, con sedi in tutta Italia, ha chiuso e che altre agenzie stanno mandando in ferie i propri lavoratori, sperando in una accelerazione delle vicende di guerra e nel ritorno ad una condizione normale. In questo documento ci sono due impegni: uno del Governo e l'altro della Regione Piemonte. Certamente, sarebbe più facile chiedere un impegno solo al Governo, ma mi pare opportuno impegnarsi anche come Regione Piemonte nei confronti di un settore in crisi e che, comunque, avevamo deciso di rilanciare.
Quanto chiediamo in questo documento è chiesto anche dalle altre Regioni italiane e dagli operatori del settore. Occorrono interventi straordinari e di emergenza, come una possibile estensione della cassa integrazione, la fiscalizzazione degli oneri sociali. C'è un problema che riguarda la normativa IVA e il recupero dell'IVA da parte del settore nei confronti dello Stato.
Si tratta di un insieme di provvedimenti che il Governo potrebbe adottare per alleviare l'impatto negativo che il settore ha avuto dalla guerra nel Golfo.
Questi provvedimenti non sono risolutivi; mi pare che il Governo debba assumere un atteggiamento eguale per tutte le situazioni di calamità che avvengono nel nostro Paese. Ci sono già state altre situazioni che possono essere chiamate "di calamità." o "di danno" nei confronti del turismo.
Ricordo il problema delle alghe nell'Adriatico e quello del mancato innevamento, nei confronti dei quali il Governo aveva preso provvedimenti più decisi nei confronti delle alghe sulla costa Adriatrica, meno decisi nei confronti del mancato innevamento degli ultimi anni sulle nostre montagne. Purtroppo, siamo di fronte ad un Governo e ad un Parlamento poco attenti ai problemi delle montagne. Anche la Regione Piemonte deve rivedere le proprie strategie. L'Assessorato al turismo intende proporre nel 1991 il rilancio di tutto il settore turistico, tramite iniziative nazionali e internazionali. Ovviamente, le iniziative internazionali hanno in questa fase poco respiro, quindi si deve prevedere un pacchetto turistico del Piemonte, a valenza nazionale o a valenza internazionale, che riguardi le regioni limitrofe dei Paesi europei. Pensiamo, infatti, che si possa superare in parte la difficoltà del settore con dei pacchetti turistici che devono essere scambiati con altre regioni italiane ed europee. In questa direzione abbiamo proposto un autosoccorso con le altre regioni italiane stiamo lavorando a dei gemellaggi con regioni che abbiano dei prodotti diversi da quelli della nostra, che possano essere scambiati. I dati in nostro possesso ci dicono che gli italiani, ma in generale gli europei, in questi mesi si muoveranno soprattutto su gomma, per i motivi ai quali accennavo: la paura di praticare gli aeroporti, in parte obiettiva e in parte emotiva, la paura, anche se minore, in parte obiettiva e in parte emotiva, di praticare le stazioni. Perciò è presumibile che il movimento avverrà su gomma tramite mezzo privato o mezzo collettivo, quindi con i pullman.
In questa direzione è importante lavorare e penso sia determinante un impegno diretto del Consiglio regionale anche attraverso la Commissione consiliare competente.
Devo dire che, nella negatività della situazione che ha, richiesto la presentazione di questo ordine del giorno, c'è forse una nota positiva: la riscoperta, da parte di amministratori e di operatori del settore, delle capacità turistiche della nostra regione. Dobbiamo dire che in questi anni gli operatori turistici della nostra regione, soprattutto le agenzie di viaggio, hanno promosso l'uscita dei piemontesi e dei torinesi in altre regioni italiane e in altri Paesi del mondo. Questo va a onore della nostra regione, i cui cittadini hanno una grande passione per la conoscenza dei luoghi stando al di fuori del proprio territorio e della propria città.
Avevamo chiesto agli operatori turistici ed alle nostre agenzie di viaggio, non solo di favorire quello che in termine tecnico si chiama "outgoing", ma di favorire anche l'"incoming", tramite collegamenti con altre agenzie, per favorire la visita della nostra regione e della nostra città. Sapevamo che era un impegno molto difficile, ma ci eravamo attrezzati per questo.
La negatività del momento, probabilmente, contrae la possibilità che cittadini stranieri vengano da altre Nazioni nella nostra regione e nella nostra città e comporta un flusso negativo in uscita, perché molti torinesi e piemontesi non vorranno andare oltre la propria regione od oltre il proprio Paese. Quindi, c'è la possibilità di costruire dei pacchetti turistici che possano avere come fondamento la rivalutazione delle capacità turistiche della nostra regione.
Ecco i motivi che muovono questo ordine del giorno. Ne è stato presentato anche uno dal Gruppo consiliare del MSI-DN. Altri Consiglieri si sono attrezzati per intervenire su questo problema. Ringrazio per l'attenzione.
Mi pare che oggi la Regione compia un atto importante nei confronti di un settore spesso considerato marginale.
Nella considerazione che qualsiasi problema che incida sulla condizione economica e sulla ricaduta occupazionale della nostra regione deve essere valutato con grande attenzione, ritengo debbano essere presi rimedi, non solo a livello nazionale, ma anche a livello regionale. L'ordine del giorno, infatti, tenta di conciliare, non solo un appello al Governo e al Parlamento, ma anche la possibile capacità della Regione di rispondere a questa situazione difficile.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Zacchera per l'illustrazione dell'ordine del giorno n. 116.
ZACCHERA L'ordine del giorno del MSI-DN è per alcuni versi, abbastanza simile a quello della Giunta, ma con alcune caratterizzazioni che cercherò di spiegare.
Innanzitutto, non volevo ripetere il discorso dell'Assessore, che mi trova in larghissima parte d'accordo, nel senso che ha detto delle cose giustissime. Faccio, però, presente che la situazione è più grave di quella che l'Assessore ha illustrato, perché in crisi acuta non investe soltanto le agenzie di viaggio, ma (a un mese dalla presentazione dell'ordine del giorno) si è anche radicata nelle imprese alberghiere e, in generale, nella ricettività perché si sta sviluppando un fenomeno di puro autolesionismo per il mercato interno.
Le autorità centrali, in queste ultime settimane, per motivi veramente imperscrutabili, hanno dato delle normative di comportamento che giudico eccessive. Un esempio: nella nostra regione e nella nostra zona, sia in quella dei laghi che delle montagne, in bassa stagione ha notevole importanza il turismo scolastico. Ebbene, ci sono state delle normative, a livello generale, che hanno bloccato il turismo scolastico in Italia e ci ha comportato la crisi per le imprese di trasporto e per le agenzie di viaggio. Ci troviamo, per esempio sul lago Maggiore, con le presenze azzerate per due mesi, semplicemente perché un Ministro ha ritenuto di dire che in Italia sia pericoloso andare in giro in pullman. Il che ci sembra una sciocchezza perché tutti noi, tutti i giorni, usiamo regolarmente il pullman per spostarci. Questo è da inquadrare in una mentalità distorta nei riguardi del turismo, non da parte della Regione, ma sicuramente da parte del potere centrale, dove si dimentica che il turismo è la più grande e più importante industria italiana. Infatti, è la principale forma di approvvigionamento di valuta estera che il nostro Paese ha tutt'ora sul mercato internazionale. Di questo ci si dimentica spesso e volentieri e ci tocca leggere - e lo dico con amarezza e non con volontà polemico-partitica che l'ineffabile Ministro Formica, non contento di distruggere già altri settori delle economie nazionali, intende, per esempio, non dare alla Alitalia delle possibilità di sconti sull'IVA, come un mese e mezzo fa il Governo inglese ha dato alla compagnia di bandiera e per le altre compagnie di trasporto aereo della propria Nazione. Noi che abbiamo l'Alitalia, in primo luogo, ma anche altre compagnie minori, che sono pure portanti...
Ebbene, a queste aviolinee non sono stati dati quei benefici fiscali che in altre parti d'Europa sono stati dati. Quindi, abbiamo un doppio effetto negativo: prima, la diminuzione dei passeggeri e, in secondo luogo, la mancanza di competitività dei prezzi Alitalia nei riguardi delle proprie concorrenti.
A questo punto, cosa fare? Dobbiamo scendere sul concreto, sul piano prettamente regionale per dare dei contributi concreti. Non dobbiamo dimenticare che il Piemonte rappresenta 4 milioni di persone e le zone intorno al Piemonte raggiungibili nel giro di un giorno d'auto, o in alcune ore di autostrada, superano i20 milioni di persone, in Italia e nella fascia più vicina, al di là delle Alpi.
Sono d'accordo con l'Assessore; bisogna, in qualche maniera, cercare di recuperare, con il turismo a breve e medio raggio, quello che non verrà dal turismo a lungo raggio.
Bisogna offrire delle proposte concrete, e questo è un punto qualificante del nostro ordine del giorno. La Giunta non può proporre, nel bilancio di previsione che andremo a discutere la settimana prossima, dei fondi per il turismo ridotti in maniera ancora più forte che non quelli di altri settori. E' una politica autolesionistica. Noi chiediamo che, tenuto conto della situazione emersa in queste ultime settimane, ci sia una risposta concreta con una qualificazione della spesa, altrimenti faremo solo dei bei discorsi senza alcun contenuto concreto.
Cosa dovrebbe fare la Regione? Intanto, intervenire su quel bacino o utilizzare quel bacino di persone all'interno delle regioni più vicine alle nostre zone, con un interscambio turistico a livello di regione. Non capisco perché esistano milioni di piemontesi che, per esempio, ancora non siano stati nella regione dei laghi, cosi come esistono cittadini di Torino e della parte nord della regione che non hanno visitato le zone delle Langhe e del Monferrato. Quindi, uno sviluppo del turismo interno rispolverando (è un esempio concreto che faccio all'Assessore) un'ottima legge della Regione Piemonte degli anni tra il 1978/1980, poi abbandonata per il turismo della terza età. Se non interverremo subito, ci troveremo con gli alberghi vuoti, non solo in primavera, ma vuoti, come sempre, anche in autunno.
Perché la Regione non interviene con un programma in forza del quale gli Assessorati all'assistenza dei Comuni piemontesi possano mandare i cittadini anziani a trascorrere, ovviamente a prezzo particolarmente conveniente, perché fuori stagione, un periodo di soggiorno? Con l'associazione albergatori esisteva una collaborazione in forza della quale gli albergatori mantenevano prezzi competitivi che la Regione in parte integrava per arrivare a un minimo di solo e puro sostentamento. Non si guardava al profitto, ma si cercava perlomeno di coprire le spese generali.
Questa sarebbe un'iniziativa concreta.
La seconda iniziativa è sul mercato italiano. Bisogna assolutamente intervenire a livello di pubblicità e di presenza. Il BIT, la settimana scorsa, ha sottolineato una presenza della Regione Piemonte in modo molto contenuta dal punto di vista degli investimenti. Gli stands delle altre regioni erano fatti, non dico meglio, ma sicuramente con più ampie possibilità di spesa. Per contro, va dato atto alla Regione che la localizzazione dello stand del Piemonte era particolarmente felice, quindi una volta tanto eravamo veramente in un punto di larghissimo traffico. E' estremamente importante studiare anche queste cose: se si è marginali rispetto ad un'area fieristica, c'è anche molta meno audience alle iniziative.
A questo punto, bisogna però finanziare una campagna pubblicitaria del Piemonte, perlomeno delle parti del Piemonte più significative, dal punto di vista turistico, sul mercato interno. Per fare questo, la Regione deve spendere dei soldi, quindi è necessario che al bilancio vengano richiesti prima che vada in discussione il documento - fondi speciali di intervento.
Attenzione: il turismo non è soltanto impresa alberghiera o campeggi, ma è commercio, trasporti, utilizzo maggiore dei servizi; un'industria che in questo momento ha bisogno di una mano perché, altrimenti, rischia di bloccarsi sotto tutti i punti di vista.
Cosa si chiede alla Regione Piemonte? Di fare delle scelte che non costano, ma che sono necessarie. Per esempio, esistono le leggi regionali sul turismo di incentivazione per determinati investimenti, che sono già finanziate. Non è possibile che, ad un anno dalla presentazione delle domande su quella legge, non si abbiano ancora le risposte. Chiediamo un intervento mirato, chiediamo agli uffici regionali di sveltire le pratiche affinché, più facilmente e più sollecitamente, agli imprenditori turistici venga dato quello che spetta loro grazie a leggi già fatte con fondi già destinati, altrimenti perdiamo dei mesi, con un'esposizione bancaria molto grave (perché la stagione è quella che è), nel senso che siamo al di fuori della normale stagione turistica e quindi i guai saranno sommati ai guai.
Noi voteremo l'ordine del giorno della Giunta, che è molto simile al nostro, però chiediamo alla Giunta e al Consiglio di votare anche il nostro ordine del giorno, specialmente per quella parte in cui si chiede una maggiore disponibilità nel bilancio della Regione per spese di investimento, che deve essere fatto, sia dal punto di vista delle imprese turistico-alberghiere sia, soprattutto nell'immediato, dal punto di vista delle agenzie di viaggio. Il discorso ci porterebbe lontano e penso che già su queste basi si potrebbe e si dovrebbe fare di più.
Nel nostro ordine del giorno ci sono punti specifici specialmente per quanto attiene alla pubblicizzazione della nostra Regione all'estero e ad una maggiore presenza sul mercato nazionale; ovviamente, entro breve tempo sarà necessario uno studio per poter stabilire quali sono le azioni più urgenti da fare nel settore del medio raggio. Condivido la presenza della Regione sui mercati e nelle iniziative turistiche; per esempio, per i work shop della Svizzera francese e della Francia; ci sono altri mercati, per esempio quelli della Spagna, che debbono muoversi.
Il nostro ordine del giorno, in chiusura, impegna l'Assessore al turismo a riferire con urgenza alla Commissione consiliare circa le iniziative che si vogliono a brevissimo termine. Mai come in questo settore e mai come in questa occasione non si può e non si deve perdere tempo.



PRESIDENTE

Chiede la parola il Consigliere Riba. Ne ha facoltà.
RIBA Signor Presidente, abbiamo rinunciato a presentare un autonomo ordine del giorno perché, quando ci è pervenuto quello dell'Assessore, l'abbiamo considerato un'utile base di riflessione di partenza per un ordine del giorno che dovrebbe poter essere votato all'unanimità del Consiglio regionale, in quanto c'è un elemento politico preliminare. Si tratta di costruire nuovi elementi di politica turistica per il Piemonte partendo dalle carenze del passato e cercando di mettere a fuoco le, possibilità che si modificano anche sulla base del corso di questa crisi. Facciamo buona cosa ad occuparci della crisi delle agenzie di viaggio e dei tour operator, tra l'altro, in Piemonte esiste il più grande tour-operator d'Italia. Il totale dei tour-operator, a parte la nota Alpitour, è rilevante, non soltanto dal punto di vista occupazionale, ma anche dal punto di vista del traino del settore di ricerca per la costruzione e la valorizzazione di nuovi progetti economici. Probabilmente, la grande presenza di tour-operator e di agenzie di viaggio organizzate espréssamente per la gestione di quello che in termini tecnici chiamano l'"outgoing", non ha consentito di mettere a fuoco tutto il lavoro da sviluppare l'ingresso nel territorio piemontese, quindi non ha consentito di valorizzare appieno le capacità di attrazione turistica proprie di alcune nostre città e di alcune nostre aree. Veniva ricordato il territorio delle Langhe e il territorio dei laghi, ma è doveroso avere presente il capitale rappresentato dalle città d'arte (come Biella, Saluzzo, Mondovì), la stessa Torino, quindi tutti gli elementi che rendono possibile lo sviluppo di un turismo culturale, oltre a quello d'ambiente legato al mare, ai monti e all'agricoltura. Se l'insufficiente organizzazione del turismo di ingresso in Piemonte o del turismo interno alle aree piemontesi rappresenta un punto di carenza, una riorganizzazione del mercato da agenzia si impone e va pensata. Mi dicono che le agenzie hanno cali del 70-80% delle prenotazioni per i viaggi internazionali e soprattutto extraeuropei.
E' pur vero che da molto tempo non si vara un Piano di valorizzazione delle nostre autonome risorse turistiche con un'operazione che muova quantità finanziarie integrate tra pubblico e privato e superi la tradizionale politica del sussidio. Potrei dire dell'intervento a pioggia ma diciamo anche del contributo di limitata consistenza. Sotto questo profilo, partendo dalle opportunità di un bilancio in costruzione e di una crisi che ce ne suggerisce alcuni elementi di definizione per quanto riguarda il turismo, occorre varare un'operazione - non so se l'Assessore possa accogliere questa indicazione - che, partendo dall'emergenza coinvolga queste città d'arte a grande vocazione turistica attraverso Piani straordinari, con l'intervento dei Comuni e con risorse private di operatori economici privati. Dico questo perché, se non abbiamo un Piano di queste dimensioni, possiamo aumentare la spesa per l'agriturismo da 120 a 220 milioni, ma rimarrebbe pur sempre un elemento insignificante rispetto alle possibilità che un tal potenziale economico riuscirebbe ad attivare qualora uscisse dall'ambito ristretto dell'operatore privato, del soggetto singolo e della Regione che interviene con proprio contributo ad integrazione.
Infine, agli elementi proposti come richiesta al Governo, aggiungerei quello dell'utilizzazione della situazione di cassa integrazio-ne messa a disposizione dell'occupazione esistente, per corsi di formazione finalizzati alla progettazione che il Piemonte si prefigge. Si tratta di utilizzare l'occasione dell'emergenza per sensibilizzare la Giunta a variare in modo significativo l'impostazione, la strategia del bilancio e non soltanto per ciò che riguarda i capitoli del turismo, ma per fare qualcosa che non sia soltanto un intervento sull'emergenza. Il Piemonte sull'emergenza, è intervenuto per la mancanza di neve, la Regione Emilia è intervenuta per le alghe, però tutte le volte si ribadisce che questi interventi aggravano una situazione strutturale insufficiente ad utilizzare un potenziale generalmente esistente nel territorio nazionale.
Se finalizziamo il bilancio all'aumento dell'"incoming", del turismo interno e alla valorizzazione delle possibilità turistiche delle città d'arte piemontesi, oltre a mantenere l'agriturismo, che è una classica operazione di integrazione città-campagna che mette a frutto economicamente e, per certi versi, socialmente e culturalmente un insieme di beni che si potrebbero dire a produzione congiunta, assieme all'atto principale della produzione agricola, credo che resteremmo pienamente nello spirito dell'ordine del giorno proposto.
Rivolgendomi al collega Zacchera, ritengo che sarebbe utile votare un ordine del giorno unitario, in quanto offrirebbe la costituzione di una sensibilità di un impegno politico di tutto il Consiglio, quindi sarebbe già vincolante rispetto alle decisioni successive della maggioranza, per quanto riguarda quella svolta, attesa e necessaria, nella politica turistica piemontese.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossa.
ROSSA Signor Presidente, desidero esprimere l'adesione del Gruppo socialista alle proposte espresse dall'Assessore Cantore, relativamente ad un settore che sta diventando sempre più importante anche per la Regione Piemonte.
Pure il Gruppo socialista auspica un ordine del giorno unitario che raccolga gli elementi portati dall'Assessore e dal collega Zacchera, quindi che raccolga il consenso di tutto il Consiglio regionale. Non c'è dubbio che il perdurare della guerra nel Golfo ha un impatto psicologico negativo che si riferisce anche alle attività turistiche. E' la lettura che facciamo ogni giorno con grande preoccupazione della difficoltà che sono intervenute di fronte alle minacce che gli aeroporti e i centri di incontro importanti possano essere sottoposti ad attacchi terroristici. Non c'è dubbio che la guerra nel Golfo ha prodotto effetti devastanti anche qui, dove fortunatamente la gente non è in prima linea, ma è ugualmente esposta. Il turismo è uno dei primi punti deboli che paga il tasso di una situazione pesante e queste sono le cose che l'Assessore Cantore ci ha detto, alle quali facciamo eco con molta preoccupazione.
Bisogna affrontare questi problemi che sono in parte di carattere immediato, perché le agenzie di viaggio si trovano costrette a licenziare il personale oppure a chiedere un periodo di sospensione in quanto non c'è attività e le compagnie aeree fanno viaggiare aerei quasi vuoti. I problemi di carattere immediato sono quelli del personale dipendente per il quale occorre trovare qualche risposta, anche attraverso momenti di sostegno alla formazione professionale o qualche altra iniziativa che consenta il passaggio dal momento della difficoltà e della crisi al momento della riapertura dei canali di traffico bruscamente interrotti.
Quindi, da una parte, dobbiamo dare un sostegno ai lavoratori e al personale dipendente delle agenzie di viaggio e, dall'altra, dobbiamo darlo alle stesse agenzie, perché con questa crisi non si trovino a chiudere i battenti, proprio nel momento in cui il Piemonte sta guardando con grande attenzione al comparto turistico, senza venir meno alla sua tradizionale cultura della produzione; il Piemonte, in genere, esportava materiale turistico umano per ricevere anche interesse...



(Interruzione del Consigliere Marchini)



PRESIDENTE

ROSSA



PRESIDENTE

Grazie agli Assessori che ci sono stati e me ne faccio un vanto se sono stati Assessori socialisti. Non è una sceneggiata, Marchini; gli Assessori hanno lavorato. Se, poi, sono stati Assessori socialisti, hanno lavorato ancor meglio in quella direzione! Perché gli Assessori che hanno lavorato qui, credo che abbiano cercato di aprire degli spazi nuovi. C'è un processo, certo. Il Piemonte, che è culturalmente, oltre che produttivamente, impegnato sulle grandi cose, nella solidità dei processi economici non era nemmeno tanto predisposto, tranne che in alcune zone rivierasche o di montagna, a questo tipo di sensibilità, che però si è andato sviluppando.
C'è un certo fervore, ma ci sono ancora dei ritardi da colmare. Il fatto che oggi si sia qui a discutere con una certa preoccupazione sulla proposta che ci è stata portata dall'Assessore, significa che il problema non è ignorato, non è trascurato, anzi, si hanno ben presenti gli aspetti di carattere economico, sociale, turistico e culturale legati al turismo.
Questo è l'avvio, la riscoperta di alcune potenzialità. Come dicevo prima esiste un problema immediato e ve n'è un altro di prospettiva: con la fiducia che si riaprano quanto prima le correnti di traffico europeo e mondiale, vi è anche la speranza che riprenda il turismo del week-end, i traffici corti. Credo che quest'ultimo aspetto vada perseguito, rinvenuto in modo intenso e debba avere una sua corsia indipendente rispetto alla ripresa del grande traffico. Ho fiducia in questa ripresa, mi auguro che questo brutto periodo si chiuda e si riapra una prospettiva che ci veda entrare in Europa sempre più significativamente e collochi il Piemonte tra le Regioni che possono offrire parecchio. Allora, occorre una nuova politica da parte dello Stato italiano e del Governo e da parte della Regione per valorizzare questi settori. Stiamo per discutere il bilancio e mi pare giusto che in quella sede si dia un'attenzione precisa compatibilmente con le difficoltà. E' inutile dire che questo Paese ospita il 30% dei beni artistici mondiali, è inutile riempirci la bocca di queste cose se poi non siamo in grado di fare una politica conseguente, dal momento che abbiamo qualcosa da offrire. Altri Paesi avranno altre cose da offrire all'Europa e al mondo; noi per la storia che portiamo, fatta di tanti momenti belli e brutti, abbiamo un patrimonio da valorizzare. Se è vero che la società è sempre più rivolta verso l'immagine, verso l'informazione, verso la cultura, verso la conoscenza, verso i rapporti interpersonali, oltre che internazionali, è altrettanto vero che dobbiamo dare spazio all'interno della cultura, dell'arte, dell'agriturismo dell'ambiente perché lì c'è occupazione, c'è prospettiva.
Dobbiamo dare spazio a queste attività, compresa quella della caccia che possono entrare a far parte di una politica di interesse e di attenzione. Se vogliamo segnalare il Piemonte come una regione che ha qualcosa da offrire oltre alle auto, alla tecnologia, dobbiamo fare come le grandi aziende che impiegano molto in immagine e in propaganda ed hanno un grosso budget di informazione. Dobbiamo fare una politica di immagine d'informazione e di impianti, perché poi a muovere la gente non ci vuole molto.
Vi porto l'esempio della Provincia di Alessandria dove abbiamo rimesso in funzione, con l'ausilio e l'aiuto determinante della Provincia (mi rivolgo a Ugo Cavallera che era stato fino a ieri Assessore), una seggiovia che esisteva da ben trent'anni ma che poi è divenuta obsoleta e non ha più funzionato. Quella seggiovia sta muovendo decine di migliaia di persone.



PRESIDENTE

MARCHINI



PRESIDENTE

Salvo poi firmare cambiali.



PRESIDENTE

ROSSA



PRESIDENTE

C'è sempre qualcuno che firma cambiali, c'è sempre qualcuno che paga parte in contanti e parte in cambiali, però il problema è quello di muoversi in una certa direzione, con gli impianti, con il sostegno, e la Regione da questo punto di vista deve essere dentro questi processi di rilancio. Queste sono le proposte concrete per far fonte alle difficoltà che sono state espresse dall'Assessore Cantore e dagli interventi che l'hanno seguito.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Dardanello.
DARDANELLO Faccio mie e del mio Gruppo le grandi preoccupazioni che stanno veramente motivando in negativo l'economia turistica piemontese. Il turismo italiano, come pure il turismo piemontese, questo volano dell'economia degli anni attuali, ma anche dei prossimi anni, sta vivendo il suo grande momento di pausa e di riflessione, il suo grande momento di crisi.
Credo che questo ordine del giorno stia ancora una volta a significare la presa di coscienza da parte della Regione Piemonte di quanto il turismo è, e può veramente diventare nella nostra economia.
Negli inverni passati, da questi banchi avevamo già sottolineato il grande momento di crisi della nostra economia turistica. La mancanza di neve aveva già portato un'emergenza che non aveva avuto risposta a livello nazionale. Le alghe erano diventate uno strumento che monopolizzava l'interesse del Governo, mentre la mancanza di neve, che creava ai nostri operatori le stesse difficoltà che le alghe creavano ad altri operatori non riceveva le stesse attenzioni. Quello è stato un momento di grande difficoltà al quale non vi è stata una risposta adeguata. Tuttavia, abbiamo superato quel momento.
Oggi la guerra del Golfo sta condizionando l'attività di migliaia di operatori economici del terziario che sono inseriti all'interno della nostra realtà. Tante volte abbiamo fatto l'analisi del perché il turismo piemontese non sia sufficientemente decollato; abbiamo verificato che, al di là delle nostre montagne, al di là dei nostri confini, altre realtà hanno altre attenzioni: forse questa è una delle motivazioni per la quale il nostro turismo non è sufficientemente decollato. A fronte di operatori capaci, attenti, disponibili, vi sono state delle risposte che i nostri operatori non sono stati in grado di dare. Innanzitutto, la nostra legislazione, dal punto di vista degli investimenti, non ha sufficientemente tutelato il mondo turistico piemontese, quindi c'è una difficoltà endemica, c'è; una difficoltà a proporre questo grande patrimonio, non soltanto sotto il profilo architettonico, ma anche sotto il profilo naturale. Credo che il Piemonte non abbia eguali nel mondo.
C'è bisogno di un'attenzione diversa, c'è bisogno che la Regione Piemonte, nel suo insieme, sappia dare delle risposte alle giuste aspettative di queste nostre aziende attorno ad una politica che deve vedere il turismo italiano e il turismo piemontese all'avanguardia.
Occorrerà un'estensione della cassa integrazione per le aziende di questo settore, occorrerà ridimensionare gli oneri sociali e rivedere la normativa IVA a carico del settore turistico, occorrerà provvedere all'immediata evasione delle pratiche di rimborso che in qualche modo condizionano negativamente i nostri operatori. Occorre dare nuovamente fiducia agli operatori del mondo del terziario, del turismo e dei servizi che stanno vivendo per l'ennesima volta un momento di difficoltà. Speriamo che questo ordine del giorno stimoli il Governo a darci una risposta, speriamo che il Governo capisca il messaggio che giunge da quest'aula, da questo governo regionale.
Ci auguriamo che la guerra del Golfo possa finire al più presto e che ci siano nuove possibilità e nuovi orizzonti per l'imprenditoria turistica del nostro Piemonte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.
MARCHINI Signor Presidente e colleghi Consiglieri, ho qualche difficoltà ad intervenire perché non capisco di cosa stiamo parlando. Non mi risulta che la guerra del Golfo abbia determinato dei problemi agli operatori turistici piemontesi; mi risulta che abbia creato problemi alle organizzazioni che vendono clientela piemontese fuori dal Piemonte, fuori dall'Italia. Quindi questo "culturismo" c'entra abbastanza poco. E' una questione sindacale ed assistenziale; facciamola pure, anche se mi rendo conto che il vantaggio di una forte rete di vendita in Piemonte potrà essere recuperata e utilizzata come strumento di politica turistica, quando si saranno create le condizioni.
Ho l'impressione che siamo usciti molto dal seminato. Desidero dire che non mi riconosco in alcuna delle cose che ho sentito. Non ritengo si possa immaginare che questo sia un dibattito in cui ognuno porta il suo pezzettino, il black and decker con cui si è sistemata la seggiovia in un posto, qualche cambiale da pagare, l'agriturismo. Vogliamo scherzare? Noi ci aspettiamo, da una Giunta autorevole, come sicuramente è questa e da un Assessore autorevole, che si faccia finalmente una politica turistica, il che vuol dire individuare l'oggetto turismo che non ha niente a che fare con il bricolage e il tempo libero. Il turismo è una cosa seria sulla quale bisogna vincere alcune battaglie di scenario nazionale; il resto è bricolage e tempo libero. Il turismo è un bene che si colloca, come il petrolio, sullo scenario internazionale e si gestisce, essendo dotati delle risorse, della cultura e degli strumenti del meccanismo di carattere internazionale. Su questo, Assessore, bisogna aprire e vincere una questione turistica nazionale. Mi gira il fegato nel vedere il nome di un sottosegretario, disgraziatamente torinese, che presenta un'altra interrogazione su questo, dopo aver visitato le valli durante la crisi delle nostre società sciistiche per recuperare voti e preferenze, senza risolvere il problema.
Vorrei sapere cosa ha fatto lo Stato, salvo la fiscalizzazione degli oneri sociali, sul dramma neve delle due scorse stagioni; due stagioni che poi, sono tre. Ho detto che qualcuno firma cambiali, e se non si sono chiuse le società dei trasporti a fune nelle nostre valli è perché qualcuno ha garantito in banca personalmente, magari con i gioielli della moglie! Non è che la situazione turistica delle nostre vallate sia migliorata e risolta. E' tuttora disastrata e quest'anno non è che sia nevicato.
E' nevicato un po', un conto è nevicare, cosa diversa è nevicare un po'. Nevicare vuol dire cominciare la stagione il 4 novembre o il giorno di Sant'Ambrogio e finirla a maggio; questo vuol dire nevicare, soprattutto in una regione come la nostra che non conosce il tempo pieno; ma solo il tempo domenicale. Quindi, Assessore, ascolti pure tutti i suggerimenti, per carità, però la nostra forza politica la giudicherà e l'aspetta al confronto della reinfrastrutturazione forte di un moderno processo turistico del Piemonte, regione che deve riconoscersi in alcuni beni significativi. Per esempio, nella sua modernità. Non mi risulta che la gente vada a Parigi soltanto per vedere i monumenti, anzi, non va per vedere i monumenti, ma la qualità della vita. Il Piemonte è anche modernità, Torino è modernità, è cultura della modernità, è la cultura industriale, è la cultura del fare; è la cultura scientifica. Questo è uno dei beni che devono essere ammessi all'interno del nostro processo.
Inoltre la questione è nazionale. Non si può continuare ad immaginare che i nostri imprenditori, sulla spina del turismo invernale, siano handicappati rispetto ai loro concorrenti internazionali. Questo problema politico nazionale va posto con un'operazione forte, chiamando a raccolta le altre Regioni a Statuto ordinario (perché quelle a Statuto speciale hanno già risolto questa questione), e affrontando la questione radicalmente, anche quando gli operatori privati non lo vogliono. Sono liberale, ma non ci metto molto a dire che numerosi operatori privati del settore turistico forte sono interessati a questo sistema, che consente la politica delle vacche grasse e delle vacche magre, che poi alla fine risultano tutte magre! Se qualcuno vuol capire, l'avrà capito; ci sono le vacche grasse e le vacche magre, mentre con questo sistema ci sono sempre e solo vacche magre.
E poi mi consenta - Assessore - il sistema delle grandi infrastrutturazioni è il sistema alberghiero. Mi auguro che in questa legislatura si riapra questa questione e non si ripeta la scandalosa sceneggiata della passata legislatura, in cui abbiamo visto le forze politiche sostenere alcuni gruppi che in termini corporativi hanno impedito l'arrivo di risorse e procedure nella nostra Regione. Risorse e procedure che, guarda caso, sono andate alla Regione nostra concorrente, la Lombardia. Per questo non si pu ripercorrere il passato, caro Rossa. Sul passato turistico non abbiamo grandi palmarès, come dice l'onorevole alle mie spalle.
Ci auguriamo che l'Assessore, che da questo punto di vista è nuovo (stavo per usare un altro termine, ma mi risulta che abbia tre figli quindi non lo uso), sappia rimanere fuori da questa esperienza della banalità e del coprire tutto, comunque. Il turismo si giudica, e un Assessore e una Giunta si giudicano da come riescono ad incidere sugli elementi strategici del turismo. Sul numero delle APT, Assessore, bisogna aprire una questione nazionale, bisogna chiedere ai nostri parlamentari, in un convegno, che non si parli soltanto di riduzione del numero delle APT.
Questo è uno dei nodi di vera politica turistica. Se dobbiamo coprire tutto il territorio piemontese con le APT, la finalizzazione, la specificazione ed evidentemente la priorità e la gerarchia vanno a farsi benedire; bisogna immaginare che le APT siano funzionali soltanto ai processi turistici di livello internazionale e che tutto il resto venga affidato alle strutture di altra natura: al volontariato, alle Pro Loco, alla gente di buona famiglia.
Il turismo non può più essere considerato quella cosa di cui tutti si intendono perché tanto non fa male a nessuno. Non è così. L'attività turistica è la più difficile da portare avanti proprio perché nel nostro Paese manca una precisa professionalità e, rispetto agli altri Paesi, siamo in una situazione di forte handicap.
Ritengo, quindi, che questo non debba essere considerato un dibattito sul turismo, ma un nostro pronunciamento sull'orientamento che la Giunta ha espresso rispetto i tourist-operators e che noi sosteniamo, non solo in termini di solidarietà, ma in termini di investimento turistico. Il mantenere un forte sistema di interrelazioni turistiche internazionale è sicuramente una delle attrezzature di cui la politica turistica della Regione ha bisogno, ma non immaginiamo (l'Assessore non potrà replicare perché mi pare che il Regolamento non lo consenta, nei termini in cui è stata posta la questione) che tutte le cose che abbiamo detto qui siano la volontà della Giunta.
La Giunta esprimerà la sua volontà quando farà la sua comunicazione, il suo programma, le sue leggi. Noi ci contiamo. L'Assessore Cantore è nuovo in queste cose e, implicitamente, il Capogruppo Rossa ha dato un giudizio drammatico su quindici anni di turismo in Piemonte, affidato ad un certo Gruppo politico. Noi non condividiamo il suo giudizio. La materia è difficile: usciamo da un periodo in cui il turismo veniva considerato come ammortizzatore sociale, momento di pacificazione sociale, un modo per evitare che la gente andasse ai comizi di Togliatti (si dice che la fine del Partito comunista sia cominciata con l'avvento della Vespa, che ha consentito alla gente di andare in campagna a fare "camporella", quindi era meno interessata a sentire Togliatti). Sono cose della nostra storia, non sono favole. Il turismo, in passato, è stato utilizzato per queste cose quindi nessun giudizio, nessun processo al passato. Il passato attiene al passato, il presente al presente, il futuro al futuro. Però, Assessore, che il futuro sia veramente futuro e non sia il rimescolamento del passato!



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cantore per la replica.
CANTORE, Assessore al turismo Dopo alcune considerazioni, vorrei proporre un ordine del giorno che possa prevedere l'unanimità del Consiglio regionale.
Il motivo per il quale lo abbiamo proposto è inerente alla situazione di difficoltà degli operatori di viaggio del Piemonte e non era nostra intenzione aprire un dibattito sulla situazione turistica del Piemonte.
Peraltro, ieri in Giunta ho presentato un Piano pluriennale di interventi che sarà trasmesso prima alla Commissione competente e poi in aula; sarà quella l'occasione per discutere e riflettere insieme sulle valenze turistiche della nostra regione e su quanto la Regione può fare in questa direzione.
La motivazione di questo ordine del giorno era riferita ad un settore che è in crisi, ad un settore che in questi anni si è occupato soprattutto di esportare piemontesi e torinesi dalla regione, ma è un settore che noi stavamo convincendo a fare dell'incoming, cioè a promuovere il prodotto piemontese.
Questa difficile situazione provocata dalla guerra nel Golfo ha bloccato tutte queste iniziative. Con questo ordine del giorno anomalo perché presentato dalla Giunta, da una parte vogliamo tutelare un settore che è parte vitale del tessuto piemontese e, dall'altra, c'è l'impegno dell'Assessorato a muoversi in una certa direzione.
Vorrei che i Consiglieri valutassero che non c'è solo un ordine del giorno che va nella direzione dell'impegno governativo o degli intenti generali, ma che c'è un documento che prende atto di un'impostazione che l'Assessorato al turismo immediatamente si è dato per cercare di risolvere i problemi del settore e per cercare di promuovere il prodotto Piemonte che è un prodotto complesso, che ha avuto delle difficoltà nel passato e che cercheremo di promuovere in modo adeguato. Mi pare che già le azioni dell'Assessorato in questi mesi siano, per alcuni aspetti, rivoluzionarie rispetto al passato; soprattutto, partono dalla consapevolezza che il turismo è un'importante industria della nostra regione.
Propongo ai colleghi del Gruppo MSI, che ha presentato un ordine del giorno, ma anche al Consigliere Riba, che ha proposto delle integrazioni una formulazione unitaria dello stesso.
Devo dire che mi è difficile accettare un impegno finanziario maggiore per il turismo, anche se mi rendo conto che questa dovrebbe essere la ricaduta immediata. Mi rendo anche conto che rispondere affermativamente a questa richiesta vorrebbe dire non essere leali nei confronti del Consiglio regionale. Il bilancio di previsione sarà discusso nel corso della seduta della prossima settimana e devo dire di aver riscontrato una scarsa attenzione, nelle passate legislature, nei confronti del turismo. Con questo esercizio, però, mi pare di aver recuperato dei fondi nel capitolo di bilancio; non saranno sufficienti, ma certamente saranno superiori a quelli del passato. Il capitolo di competenza dell'Assessorato è aumentato di 4 miliardi. Questi dati non risultano al Consigliere Zacchera probabilmente dovremo confrontarci. Ritengo di aver già fatto uno sforzo certamente non è lo sforzo ottimale che potevamo aspettarci, ma è già un'inversione di tendenza che dimostra come la maggioranza e, mi auguro anche l'intero Consiglio regionale intendono dare una maggiore attenzione al settore del turismo.
Ho proposto che all'ordine del giorno della Giunta siano apportate queste integrazioni e mi sono permesso di aggiungere una parte dell'ordine del giorno del Gruppo MSI. E precisamente, al terzo capoverso, dopo le parole "considerato che", propongo di aggiungere "tutti gli operatori turistici e in particolare in questo momento le agenzie di viaggi si trovano di fronte". Dopo le parole "in modo da sopperire alla caduta degli alti flussi", propongo di aggiungere "impostazione da perseguire con lo studio di una celere promulgazione di iniziative volte ad una maggiore presenza dell'Ente Regione dal punto di vista pubblicitario e promozionale".
Vorrei dire al Consigliere Marchini che l'agriturismo non è bricolage o tempo libero. La Regione ha votato, lo scorso anno, una legge sull'agriturismo senza dotarla dei mezzi necessari; allora, o gli diamo dei fondi o effettivamente diventa un bricolage per pochi addetti. Sono d'accordo quando si dice che l'agriturismo deve essere praticato in campagna e non in montagna.
Mi pare, inoltre, che la considerazione del Consigliere Riba sia da riprendere e la formulerei nel modo seguente: "propone la formulazione di un Piano per la valorizzazione delle Città d'arte piemontesi, una maggiore valorizzazione dell'agriturismo, la necessità di un programma, urgente per la formazione professionale del settore". Concluderei: "impegna l'Assessorato al turismo e la Giunta a riferire con urgenza alla Commissione consiliare preposta circa le dimensioni statistiche del fenomeno, a predisporre gli strumenti legislativi indicati e ad attivare immediate consultazioni con le associazioni di categoria, alfine di avere un periodico, tempestivo e reale controllo della situazione".
Questa proposta mi pare raccolga tutti i contributi che sono emersi dal dibattito, meno la richiesta del Gruppo MSI di maggiore disponibilità della Giunta nei confronti dell'Assessorato (cosa che in parte ho già ottenuto nei lavori della Giunta).



PRESIDENTE

Il Consiglio ha ascoltato le ipotesi di integrazione presentate dall'Assessore Cantore. Chiedo, quindi, all'aula se si possono ritenere queste, per conosciute, senza interrompere la discussione. Chiedo ai Consiglieri coinvolti se intendono esprimersi.
Ha chiesto la parola il Consigliere Zacchera. Ne ha facoltà.
ZACCHERA Il Gruppo MSI fa un atto di buona volontà. Avremmo voluto mantenere il nostro ordine del giorno e chiederne la messa in votazione; a questo punto però, ci sembrerebbe sciocco giocare su queste cose e vogliamo cogliere la disponibilità dell'Assessore nei nostri confronti ad intendersi sui termini.
C'è, però, un particolare che vorremmo chiarire la prossima settimana a latere di questo ordine del giorno. Con il provvedimento "Area di gestione del riassetto del territorio, programma n. 7, sviluppo del turismo" licenziato (ahimè!) dalla III Commissione consiliare la settimana scorsa in assenza dell'Assessore e di funzionari dell'Assessorato (se l'Assessore era impedito, avrebbe potuto inviare qualcuno in sua vece), è stata esaminata una tabella riassuntiva nella quale il turismo passa da 52.916 milioni a 43 miliardi (-17,60%), mentre tutte le attività secondarie e terziarie hanno un incremento, alla fine, del 116%.
Visto che le cifre non sono noccioline, cerchiamo di metterci d'accordo sui termini perché probabilmente ci saranno altre spese per il turismo riagganciate forse in altri settori, che non quelle specificatamente indicate con il programma n. 7. Ci sembra corretto avere un chiarimento nel momento in cui si discuterà il bilancio perché, se effettivamente il turismo è l'unico settore che viene ad essere ridotto anche in maniera consistente, mal si sposerebbero questi elementi con quanto ha detto l'Assessore.
Ciò premesso, visto che la parte iniziale del nostro ordine del giorno era sostanzialmente identica e che la parte finale è stata recepita dalla Giunta (anche se noi avremmo preferito a tutela stessa dell'Assessore che fosse rimasto nell'ordine del giorno il punto relativo alla maggiore richiesta di disponibilità a bilancio), se l'Assessore ritiene di essere sufficientemente tutelato anche per se stesso e nei riguardi della Giunta senza chiedere maggiori fondi per il bilancio, non possiamo che prenderne atto.
Ritiriamo, quindi, il nostro ordine del giorno e votiamo quello della Giunta che diventa dell'intero Consiglio regionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riba.
RIBA Ritengo che le segnalazioni e le proposizioni che abbiamo avanzato siano state recepite nell'ordine del giorno della maggioranza, che possiamo accogliere nei termini in cui è stato formulato dall'Assessore. Per la prima volta si parla di un programma specifico di valorizzazione e promozione delle risorse delle città d'arte piemontesi. E' un capitolo che potrà aprire prospettive serie e reali di integrazione di flussi e di sforzi economici.
Anche l'agriturismo, qualora diventi qualcosa di serio, è una risorsa che ha dimostrato di essere a valenza trasversale: valorizza l'ambiente utilizza delle sinergie di produzione, riqualifica e amplia l'offerta turistica. Quindi, esprimiamo l'adesione all'ordine del giorno, così com'è formulato, e speriamo che si applichi poi nella concretezza, rinviando a fasi successive l'incremento degli stanziamenti che certamente si dovranno realizzare, oltre quello che è già previsto sul bilancio 1991.



PRESIDENTE

Non essendovi altre dichiarazioni di voto, pongo in votazione l'ordine del giorno n. 115 presentato dalla Giunta regionale, il quale, così come emendato dall'Assessore Cantore, recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte considerato che il settore turistico in Italia, ed in Piemonte in particolare, negli ultimi anni ha conosciuto momenti di flessione che hanno fatto registrare saldi negativi nei bilanci di fine anno rispetto ai consuntivi degli anni precedenti; preoccupato per le gravissime conseguenze degli eventi bellici nel Golfo Persico, che hanno ridotto al minimo la mobilità generale delle persone (creando complesse situazioni psicologiche ed obiettivi timori nei confronti dei viaggi, specie aerei, e degli assembramenti di folla) ed hanno in breve tempo fatto precipitare una situazione di per sé già precaria considerato che gli operatori turistici tutti, ed in particolare in questo momento le Agenzie di viaggio, si trovano di fronte ad una quasi totale chiusura del mercato, sul futuro del quale non si possono formulare ragionevoli ed attendibili previsioni, essendo queste strettamente legate all'evoluzione degli eventi bellici.
Non trovandosi di fronte ad un momento congiunturalmente negativo superabile con provvedimenti od interventi settoriali, ma ad un reale stato di crisi esteso a tutti i mercati, anche quelli considerati tradizionalmente forti per le nostre regioni.
Di fronte a questo grave stato di crisi del turismo che paralizza ogni tipo di attività, sia in arrivo che in uscita dalla nostra Regione, in assonanza con quanto già richiesto dalle associazioni di categoria chiede un immediato intervento del Governo al, fine di adottare i necessari ed indilazionabili provvedimenti straordinari e di emergenza (estensione cassa integrazione, fîscalizzazione oneri sociali, revisione intera normativa IVA a carico settore turistico ed immediata evasione pratiche rimborso IVA) per garantire la stabilità occupazionale e la salvaguardia di un settore economico in grave crisi condivide l'impostazione dell'Assessorato regionale al Turismo finalizzata a destinare una maggiore disponibilità di risorse economiche e di strumenti operativi per incentivare l'interscambio turistico con le altre Regioni ed i Paesi limitrofi, in modo da sopperire alla caduta degli altri flussi impostazione da perseguire con lo studio ed una celere promulgazione di iniziative volte ad una maggiore presenza dell'Ente Regione dal punto di vista pubblicitario e promozionale propone la formulazione di un piano per la valorizzazione delle Città d'Arte piemontesi una maggiore valorizzazione dell'agriturismo la necessità di un programma urgente per la formulazione professionale del settore impegna l'Assessorato al Turismo e la Giunta a riferire con urgenza alla Commissione consiliare preposta circa le dimensioni statistiche del fenomeno, a predisporre gli strumenti legislativi indicati e ad attivare immediate consultazioni con le Associazioni di categoria al i ne di avere un periodico, tempestivo e reale controllo della situazione".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno n. 115 è approvato con 38 voti favorevoli e 2 astensioni.
L'ordine del giorno n. 116 presentato dal Gruppo MSI si ritiene ritirato, come da dichiarazione di voto del Consigliere Zacchera.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Comunicazione della Giunta regionale in ordine all'autorizzazione della Regione Liguria all'ACNA di Cengio per l'impianto ReSol e risposta alle interpellanze ed interrogazioni presentate sull'argomento


PRESIDENTE

Passiamo ora alla comunicazione della Giunta regionale in ordine all'autorizzazione della Regione Liguria all'ACNA di Cengio per l'impianto Re-Sol, di cui al punto 5) all'o.d.g. La parola all'Assessore Garino.
GARINO, Assessore all'ambiente Signor Presidente, inserirei all'interno della comunicazione che sto per leggere (sono state preparate nelle ultime ore di questa notte) anche le risposte alle interrogazioni dei Consiglieri Anna Segre, Miglio e Staglianò e all'interrogazione urgentissima presentata dal Consigliere Zanoletti in data di ieri.



PRESIDENTE

La informo, Assessore, che all'Ufficio di Presidenza sono pervenute altre interrogazioni su questo argomento e precisamente: dal Consigliere Cucco; dai Consiglieri Marino, Miglio, Cavallera, Foco e Rossa; dal Consigliere Maggiorotti ed, infine, è stato presentato pochi minuti fa un ordine del giorno dal Gruppo Lega Nord.
GARINO, Assessore all'ambiente E' possibile, quindi, colleghi Consiglieri, non avendo potuto prendere visione di questi documenti, che possa non essere completamente esaustivo.
Prego pertanto i Consiglieri di farlo presente. In tal caso, sarò disposto a fornire ulteriori delucidazioni.
Tratterei la questione divisa in tre punti. Credo sia importante per il Consiglio conoscere esattamente, innanzitutto, la relazione che i Ministeri dell'Ambiente, della Protezione Civile e della Sanità hanno redatto a seguito del sopralluogo avvenuto dopo l'incidente in ACNA. Ovviamente, leggo testualmente dal documento che ho avuto dal Ministero, contattato nella giornata di ieri.
In secondo luogo, quanto la Regione Piemonte ha fatto riguardo gli eventuali sversamenti nel fiume Bormida. Ricordo che questa Regione, dal 1 gennaio 1990, controlla sia il Bormida sia le falde a diversa distanza sia le sorgenti e sia l'atmosfera in tutta l'area Bormida di Millesimo. Con il Piano triennale, firmato con il Ministro Ruffolo, proseguiremo questa attività di monitoraggio, che ormai tutti indicano come benemerita, anche a fronte del fatto che la Liguria non ha ancora attivato il proprio monitoraggio, e, con il Piano triennale, riusciremo a mettere sotto controllo anche il Bormida di Spigno e ancora il Bormida unito.
Il terzo punto riguarda l'interrogazione presentata dai Consiglieri Segre, Miglio e Staglianò a proposito dell'incontro avvenuto in questa sede l'11 febbraio tra una delegazione della Regione Liguria ed una delegazione della Giunta regionale piemontese. Inizierei, quindi, a dare lettura del comunicato ufficiale dei tre Ministeri relativamente all'incidente occorso all'interno dell'ACNA di Cengio, che recita: "La Commissione, incaricata dai Ministeri dell'Ambiente. Sanità e Protezione Civile di riferire sulle circostanze e sulle conseguenze relative all'incidente occorso presso lo stabilimento ACNA di Cengio alle ore 17,45 del 21/2/1991, a seguito del sopraluogo effettuato in data 22 2/1991 (il giorno seguente) presso l'impianto del medesimo stabilimento e sulla base delle dichiarazioni e certificazioni prodotte dal direttore del laboratorio chimico del presidio multizonale di prevenzione di Savona e dei responsabili dello stabilimento, rileva quanto segue: 1) si è trattato della rottura improvvisa di un serbatoio in vetroresina di circa 35 mc a causa di una rapida sovrapressione, valutata in due atmosfere massimo, determinatasi presumibilmente per uno sviluppo anomalo di anidride carbonica, derivato da una errata aggiunta di acido solforico alla soluzione di solfato ammonico che s i era arricchita di carbonato di ammonio. Tale soluzione acida, per acido solforico, viene normalmente utilizzata per l'abbattimento dell'ammoniaca residua e fluente del processo di produzione 2) conseguentemente, si è avuta la fuoriuscita della soluzione (pari a circa 20 mc, valutata a 29 gradi e Ph circa 7,5) in gran parte raccolta nel bacino di contenimento ed in parte sversata sul piazzale antistante. Di qui veniva raccolta in parte con autospurgo ed in parte raggiungeva la rete fognante. L'incidente non ha comportato danno di alcun tipo alle persone 3) la segnalazione immediata dell'evento ha determinato l'attuazione del piano di sicurezza nello stabilimento che prevede: a)la deviazione del flusso della rete fognante verso il bacino di emergenza realizzato dall'ACNA in attuazione dell'atto di impegno sottoscritto con il Ministero dell'Ambiente nel gennaio 1990. In conseguenza, il flusso inquinato è stato intercettato e non ha raggiunto il fiume Bormida b) la fermata di tutti gli impianti dello stabilimento per ridurre il flusso degli scarichi per consentire la depurazione delle acque di scarico accumulate nel bacino di emergenza 4) gli effetti positivi dell'attuazione del piano di emergenza sono documentati dai dati analitici e di portata, rilevati dalla strumentazione in continuo dello stabilimento installato in attuazione del sovracitato atto di impegno con il Ministro dell'Ambiente. Inoltre, ulteriore conferma deriva dalla, registrazione dei dati di Ph, conducibilità e portata rilevati in modo continuo sull'affluente finale prima dell'immissione nel fiume Bormida, vidimati dal laboratorio chimico del PMP dell'USSL n. 7 di Savona. Ancora, sui campioni sigillati e raccolti autonomamente dal medesimo laboratorio PMP, nell'ambito del programma di monitoraggio già concordato tra Ministero Ambiente e Regioni Liguria e Piemonte, sarà possibile effettuare ulteriori e più approfonditi accertamenti analitici.
Infine, altre informazioni potranno attingersi dall'esame dei campioni di acqua del fiume Bormida prelevati dalla VI USSL. sempre in occasione dell'evento.
Si può pertanto concludere: a) si è trattato di un incidente che attiene a problemi di sicurezza interna allo stabilimento; b) l'incidente non ha provocato alcun danno alle persone e ha determinato danni materiali circoscritti alle zone dei serbatoi dell'impianto in questione c) in conseguenza dell'immediata attuazione del piano di sicurezza e dell'efficienza del sistema di salvaguardia, allo stato attuale delle conoscenze non sono state rilevate emissioni inquinanti nell'ambiente esterno al di fuori della norma. Firmata in Cengio il 22/2/1991: dott.
Corrado Clini. Direttore generale del Ministero dell'Ambiente, ing. Carlo Merli del Ministero della Protezione civile e dott. Massimo Villarini del Ministero della Sanità".
Ho dato ovviamente lettura per opportune informazioni anche per evitare che ci fossero distorsioni sull'argomento.
Ma, al di là di questo, la Regione Piemonte per parte sua, come ho detto prima, ormai da più mesi ha attuato il monitoraggio continuo costante ed automatico in zona Bormida di Millesimo. Appena conosciuto l'incidente, ci siamo immediatamente attivati.
In seguito all'incidente verificatosi, e questa è la parte di cui mi assumo la piena responsabilità insieme ai funzionari, verso le ore 18 del 22/2/1991 presso lo stabilimento ACNA di Cengio, l'Assessorato all'ambiente della Regione Piemonte ha attivato i controlli sul fiume Bormida di Millesimo, resi possibili dalla presenza della stazione fluviale automatica "Gabutti" ubicata in ambiente-pilota "Saliceto-Camerana". L'attivazione è stata possibile grazie alla tempestiva segnalazione del Sindaco di Saliceto, a sua volta informato del fatto in via ufficiosa verso le ore 20,00, mentre nessun comunicato ufficiale è stato emesso dalla direzione ACNA. Alle ore 21,45 è stato infatti azionato il campionatore automatico con frequenza di prelievo pari a 1 ora, per un totale di 24 campioni e sono stati controllati i parametri di tipo chimico-fisico registrati in continuo sul fiume, prima e dopo l'incidente. Tenuto conto della velocità del fiume gli effetti della situazione allo scarico ACNA si manifestano alla stazione fluviale con uno sfasamento di circa 8-10 ore; pertanto, l'attivazione del campionatore ha consentito di seguire l'intera evoluzione degli eventi. Nei giorni seguenti sono stati attivati, e sono tuttora in corso, altri controlli sia manuali che automatici.
Dall'esame dei dati rilevati a cura di Hydrodata e dalle analisi di laboratorio eseguite dall'Università di Torino e dai laboratori di sanità pubblica di Alessandria e Cuneo è emerso quanto segue: non sono stati rilevati particolari segni di inquinamento nel fiume che, nelle ore susseguenti l'incidente, ha presentato le condizioni qualitative mediamente riscontrate durante l'anno; tale fatto spiega il motivo per cui non si sarebbe comunque attivato il campionatore automatico su allarme della stazione fluviale (il campionatore automatico entra in funzione appena i limiti vengono superati) in seguito alla successiva temporanea chiusura di reparti produttivi e dello scarico ACNA, si sono registrati nel fiume netti abbassamenti di alcuni parametri significativi in misura del 50-60%, fino a portare il fiume, solo per alcune ore fino alla riattivazione a regime dello scarico alla situazione di "naturalità" che dovrebbe competergli; tale fenomeno è stato rilevato in particolare per quanto riguarda: conducibilità (indice di salinità legato ad inquinanti quali solfati e cloruri), carbonio organico totale (correlato alle sostanze di tipica produzione ACNA), microinquinanti e colore. Qui c'è un grafico allegato e tengo a precisare che chiunque voglia questa documentazione, anche il pubblico e, ovviamente, i Sindaci deve soltanto richiederla e sarà fornita stamattina stessa.
Si ricorda, inoltre, come il giorno precedente l'incidente, il laboratorio di Sanità Pubblica di Cuneo avesse, per la prima volta, avuto accesso al campionatore di recente installato allo scarico ACNA: i tecnici di Cuneo hanno potuto prelevare ed analizzare campioni precedenti e susseguenti l'incidente, rilevando la stessa situazione registrata nel fiume.
A questo proposito, debbo sottolineare il fatto che, dopo ripetute insistenze della Regione Piemonte, i tecnici dei laboratori piemontesi sono stati finalmente ammessi ad effettuare rilevamenti diretti allo scarico ACNA.
Questo risultato è stato ottenuto nel corso di una riunione di lavoro tenutasi l'11/1/1991 a Roma, presso l'Istituto Superiore di Sanità (ente preposto al coordinamento dell'attività di monitoraggio svolto in Valle Bormida), alla presenza dei rappresentanti delle Regioni Liguria e Piemonte, dei laboratori delle UU.SS.SS.LL. liguri e piemontesi e di consulenti universitari.
Nel corso della stessa riunione si è dato atto, così come risulta dal verbale qui allegato ed a disposizione di chi fosse interessato ad averlo che i sistemi di monitoraggio messi in opera dalla Regione Piemonte sono pienamente operativi, mentre le cabine di monitoraggio poste sul Bormida in territorio ligure, a monte e a valle dello scarico ACNA, sono inoperanti.
La centralina di campionamento e analisi in continuo, posta sullo scarico dello stabilimento, non possiede i requisiti fissati nei protocolli di intesa 27/7/89 e 27/2/90. Tale fatto è già stato notificato ai Ministeri Ambiente e Sanità, con lettera inviata lo scorso 21/2/1991 (anche la lettera è a disposizione).
Occorre ancora far rilevare che uri apposita Commissione costituita da rappresentanti dei Ministeri Ambiente, Protezione Civile e Sanità ha effettuato il sopralluogo, di cui dicevo prima, in ACNA il giorno 22/2/91 emettendo un comunicato che conferma le risultanze tecniche precedentemente riferite. Faccio, infine, rilevare come il sistema di monitoraggio della Regione Piemonte, prontamente attivato, continui a rilevare l'evolversi della situazione e sarà mia cura dare tempestivamente informazione sul risultati conseguiti.
Con la presente comunicazione intendo rispondere anche all'interrogazione urgente del Consigliere Zanoletti.
Il Presidente ed il Vicepresidente della Regione Liguria avevano espresso il desiderio di incontrare una delegazione della Giunta regionale piemontese, al fine di valutare questioni di comune interesse e di avere un contatto diretto su problemi inerenti l'attuazione della legge n. 142, così come intendevano affrontare i problemi relativi al caso ACNA.
L'incontro fu fissato ed ebbe luogo lunedì 11 febbraio. Per la Regione Liguria erano presenti il Presidente Gualco, il Vicepresidente Morchio e l'Assessore regionale ligure al Commercio. La delegazione della Giunta regionale piemontese era composta dal Presidente Brizio, dal sottoscritto dall'Assessore Carletto, dall'Assessore Bergoglio e dal Vicepresidente Bianca Vetrino.
Dopo un'attenta disamina dei problemi relativi alla legge n. 142 e ai primi provvedimenti da attuarsi per l'individuazione delle aree metropolitane, la rappresentanza ligure ha esposto il proprio punto di vista riguardante la localizzazione del Re-Sol, significando l'impossibilità per la Liguria di individuare un sito diverso da quello di Cengio, avvalorando tale ipotesi con esigenze di carattere tecnico.
Per parte nostra, il Presidente Brizio ed il sottoscritto hanno ribadito la ferma opposizione della Giunta e del Consiglio regionale ad una simile localizzazione.
Per l'ennesima volta, abbiamo spiegato ai nostri interlocutori che ragioni umane, sociali e storiche impongono di trovare una soluzione rispettosa, non solo della volontà del Consiglio regionale piemontese, ma anche e soprattutto della risoluzione parlamentare del 30/1/1990 che prevedeva la costruzione dell'impianto Re-Sol al di fuori di Cengio e della Valle Bormida.
Abbiamo, altresì, illustrato l'o.d.g. unanimemente votato il 19/ 12 1990 dal Consiglio regionale, su proposta del sottoscritto, nel quale si chiedeva al Parlamento di ribadire la posizione già assunta e al Governo nazionale di farsi garante del rispetto della risoluzione parlamentare.
Non solo, ma è stata colta l'occasione per chiedere con forza che la Regione Liguria attivasse il monitoraggio sulle acque del Bormida e allo scarico ACNA, cosa che avrebbe già dovuto avvenire da oltre 12 mesi.
D'altra parte, la nostra azione di stimolo in questo senso aveva già ottenuto un primo risultato con un incontro a Roma presso l'Istituto Superiore di Sanità, cui prima facevo cenno. Chiedevamo che le risultanze di tali riunioni fossero prese in seria considerazione da parte della Regione Liguria e si desse attuazione a quanto concordato in quella sede.
Avemmo modo di verificare la divergenza tra le due Regioni circa la localizzazione dell'impianto Re-Sol e di tale disaccordo demmo atto nel comunicato stampa congiunto che fu emesso; soltanto più tardi venni a conoscenza, per gentile informazione del Consigliere Anna Segre, che in data 6/2/ 1991, vale a dire cinque giorni prima dell'incontro fra le due delegazioni regionali, la Giunta regionale ligure, con propria deliberazione n. 502, aveva modificato ed integrato la deliberazione n.
4614 del 20/9/ 1989, concernente l'autorizzazione alle emissioni in atmosfera, ai sensi del DPR n. 203 della ditta ACNA di Cengio.
Con la nuova deliberazione, richiamata l'autorizzazione in allora rilasciata alla ditta ACNA, l'installazione dell'esercizio del nuovo impianto Re-Sol da costruirsi nell'area dello stabilimento di Cengio, la Giunta regionale ligure prendeva atto degli adeguamenti impiantistici proposti, li considerava funzionali ad una riduzione significativa dei valori di concentrazione di alcuni inquinanti critici ed approvava, quindi nuovi limiti, significando, nell'ultimo punto della deliberazione stessa punto 8) che cito: "tutte le disposizioni impartite con la precedente deliberazione sono confermate e si applicano all'impianto nel suo complesso, così come si configura nel progetto moderato". In altre parole accettava il secondo progetto ReSol e la sua localizzazione all'interno dello stabilimento ACNA di Cengio.
Al di là della questione di sostanza, che era e resta la più importante e che trova la Regione Piemonte e la Liguria su posizioni contrapposte, non si può non sottolineare come la mancata comunicazione dell'avvenuta decisione ligure si configuri come una inutile scorrettezza che non ci saremmo attesi.
Contro la decisione assunta, il Consiglio provinciale di Cuneo, la Comunità montana Alta Langa, i Comuni della Valle Bormida piemontese produrranno ricorso al TAR. La Giunta regionale sta valutando di assumere uguale iniziativa in accordo con le Amministrazioni citate, con le quali avremo e avrò un sollecito incontro così come anche richiesto dall'interrogazione del Consigliere Zanoletti.
Non sottovalutiamo la gravità di questo atto che, forse per la prima volta, potrebbe vedere la Regione Piemonte a dover adire le vie legali contro altre istituzioni regionali, ma crediamo fermamente che questa possa essere la risposta dovuta per tutelare le popolazioni piemontesi le cui legittime aspettative sono state sistematicamente ignorate dalla Regione Liguria.
Faremo fino in fondo il nostro dovere, pronti a ripresentarci ad un tavolo di confronto allorché si ripresentino le condizioni per un proficuo colloquio che dia garanzia di assoluta correttezza e nel quale possa individuarsi una volontà di tenere nel giusto conto le esigenze dei cittadini della Valle Bormida.
Così come al più presto ci ripromettiamo un'azione chiarificatoria al fine di dare seguito concreto all'approvazione dell'ordine del giorno del Consiglio regionale che chiedeva al Parlamento di confermare la propria decisione e al Governo nazionale di farsi garante del rispetto della risoluzione parlamentare.



PRESIDENTE

Ringrazio l'Assessore Garino.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.15)



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