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Dettaglio seduta n.346 del 07/03/95 - Legislatura n. V - Sedute dal 6 maggio 1990 al 22 aprile 1995

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MONTICELLI


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 6) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Ferraris, Garino e Panella.


Argomento: Unita' locali dei servizi sociali ed assistenziali e dei servizi sanitari - Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta") - Personale socio - assistenziale

Esame progetto di legge n. 533: "Norme per l'esercizio delle funzioni socio assistenziali"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del progetto di legge n. 533.
La parola alla relatrice, Consigliera Bergoglio.



BERGOGLIO Emilia, relatrice

Signor Presidente, ritengo opportuno svolgere la relazione sulla materia, perché la legge che oggi portiamo all'attenzione del Consiglio regionale sulle norme per l'esercizio delle funzioni socio-assistenziali ancorché inserita nel "tour de force" di fine legislatura, non ha meno importanza e meno peso di altre. Mi sembra dunque doveroso sottolineare con illustrazione puntuale ai colleghi, il lavoro svolto in sede di IV Commissione e - se mi è consentito - anche in sede di Commissione Testi Unici.
Partiamo dal presupposto che lavoriamo su una materia per la quale la normativa nazionale è tuttora ancorata ai principi contenuti nella legge del 1990, con tutta una serie di normative successive, in particolare con la serie di leggi regionali che nel frattempo hanno di fatto costituito il pilastro e l'ossatura dell'impostazione dei servizi socio-assistenziali nelle varie Regioni.
Sotto questo profilo va ricordato che la nostra Regione è sicuramente una di quelle che da più tempo e con maggior peso ha cercato di normare la materia con un'impostazione che poi ha fatto, per certi aspetti, scuola ad altre Regioni.
Ciò non toglie che pur tenendo fermi i principi presenti nella normativa regionale, a partire dalla legge n. 20/82 con le successive modifiche, abbiamo ritenuto opportuno e doveroso, ferma restando l'impalcatura precedente - leggi n. 20 dell'agosto 1982 e n. 44 tenere conto delle innovazioni introdotte nel corso degli anni dalla legislazione nazionale, in particolare dalla legge n. 142 e da quella di riordino del sistema delle UU.SS.LL. con le loro successive modifiche, per le conseguenti ricadute operative gestionali anche nel campo dei settori socio assistenziali.
Era quindi necessario che la Regione Piemonte si attrezzasse con una normativa che da una parte fosse di adeguamento e dall'altra di richiamo ad una serie di norme già esistenti nella legislazione regionale, con il preciso intento di coordinarle ed armonizzarle, onde evitare a chi dovrà applicare la legge di dover avere a disposizione una biblioteca per poter leggere i vari articoli. Abbiamo quindi optato per una riscrittura del testo che consentisse da un lato di accorpare e conglobare la legislazione vigente e dall'altro di dare una serie di indicazioni innovative di carattere più recente, per adeguare meglio la legge alle esigenze del Piemonte.
I cardini di base del testo legislativo, al di là della serie di norme transitorie di raccordo della fase attuale con quella di prospettiva attraverso un periodo di gestione non ancora a regime, ma che si avvicina alla fase successiva - stanno nel mantenimento dei due pilastri dell'attuale legislazione regionale. La gestione associata dei servizi è ritenuta migliore di quella singola al fine di garantire efficacia ed efficienza dei servizi stessi, senza peraltro negare forme di gestione associata e diretta da parte dei Comuni, che la legge nazionale prevede possibili. Viene così riaffermata nella legge la centralità del Comune come momento particolare di riferimento per l'area dei servizi sociali. Viene dunque proposta con forza la possibilità di gestione associata dei servizi prevedendone le modalità di attivazione.
Coloro che si occupano di queste materie sanno che le modifiche in campo sanitario, con l'accorpamento delle Unità Sanitarie Locali, con l'azione delle Aziende ospedaliere, con il riordino di una serie di funzioni, hanno reso poco funzionale il disegno del socio-assistenziale.
Nella legge viene dunque considerato possibile il mantenere la gestione associata presso le Unità Sanitarie Locali, ma vengono anche riviste altre forme di gestione; in particolare, viene risolto il problema dei Comuni per i quali deve essere previsto un momento in cui esprimere le proprie esigenze di programmazione e di specificazione delle priorità, essendo, tra l'altro, chiamati a partecipare alla spesa socio-assistenziale. Sappiamo bene che la quota che la Regione mette a disposizione con il Fondo socio assistenziale non comprende globalmente l'onere di spesa richiesto dai servizi sociali; è quindi giusto ci sia, da parte dell'Assemblea dei Comuni, la possibilità di decidere.
Esiste quindi una differenza fondamentale tra i compiti del Direttore generale relativi al socio-assistenziale e quelli relativi alla gestione del comparto sanità. In quest'ultimo, infatti, gli è conferita un'autonomia di capacità decisionale assai più complessa, prevista dalla legge in materia; in campo socio-assistenziale, pur avendo autonomia gestionale, la capacità e possibilità di decidere deve essere nell'ambito delle indicazioni di direttive e programmi gestiti dall'Assemblea dei Comuni.
Altra possibilità prevista dalla legge - e non poteva essere diversamente visto che la legge n. 142/90 dà ai Comuni questa possibilità è quella di istituire forme di gestione associata, quali i Consorzi individuata attraverso le Comunità montane. E' altresì prevista la gestione singola, anche se - come dicevo prima - le forme di gestione associate sono, nella legge, incentivate.
Il problema del passaggio dall'attuale fase gestionale, come i Consiglieri possono ben immaginare, è particolarmente delicata, poiché la fase di accorpamento delle UU.SS.LL., che per la sanità ha una sua ragion d'essere, sarebbe troppo estesa e troppo dispersiva se diventasse l'unità di misura della gestione dei servizi.
Abbiamo quindi individuato, a livello di Distretto, l'unità rappresentativa del socio-assistenziale; ma abbiamo altresì previsto, in questa prima fase di gestione transitoria, che tale unità corrisponda alle precedenti UU.SS.SS.LL. - ex riordino attuale - proprio per evitare troppi passaggi.
Si tratta di una fase da ridisegnarsi successivamente, quando saranno discussi i Distretti sanitari; ovviamente, l'indicazione, ancorché non tassativa, è di ridisegnare possibilmente anche i Distretti socio assistenziali.
Altra parte interessante che la legge ha ripreso è quella che fissa la serie di indicazioni relative ai contenuti della programmazione regionale come tutti sappiamo, manca il Piano-socio sanitario regionale - tant'è che in altra parte del dibattito parleremo di norme di gestione transitoria e di recupero della vigenza del Piano socio-sanitario onde evitare vuoti legislativi. Al fine di evitare anche - perlomeno questo è l'auspicio l'assenza di elementi di programmazione, è stata elencata una serie di principi che si ricollegano all'intervento socio-assistenziale, quali elementi caratterizzanti della programmazione in materia.
Altra cosa cui ha teso la Commissione con grande determinazione oggetto di proficuo e utile confronto tra i Consiglieri componenti la Commissione e l'Assessore - quindi in clima di assoluta assonanza relativamente a tale aspetto - è stato l'inserimento del principio secondo il quale anche la programmazione e gli atti conseguenti non potranno essere disgiunti da questa visione complessiva.
Il problema del collegamento tra servizi sociali e servizi sanitari ma non solo di questi, pensiamo a tutti i servizi dell'area educativa sportiva e tempo libero e quant'altro, che possono essere legati al problema del sociale nella loro complessità, in particolare rispetto al problema dell'handicap o dei minori a rischio o in fase di disagio o anche semplicemente dei minori, a cui devono essere, comunque, garantiti, in fase di prevenzione - è stato fortemente messo in discussione da alcune normative apparentemente rigide del DL n. 502 e delle successive modifiche.
Abbiamo voluto riaffermare con forza, nella legge regionale, l'obbligo di interrelazione, di correlazione e di integrazione tra questi comparti anche perché, se è vero che noi non siamo favorevoli - credo di poterlo dire come relatore: se poi qualcuno non fosse d'accordo lo dico anticipando un eventuale intervento personale - alla sanitarizzazione dell'assistenza è altrettanto vero che una forte dose di problemi sanitari sono presenti nell'area degli interventi socio-assistenziali. L'unica maniera per risolverli in modo corretto è mettere le due realtà a lavorare insieme, in modo che ciascuno faccia la sua parte, sia dal punto di vista del tipo di servizio che si offre alla persona in difficoltà sia dal punto di vista dell'onere finanziario che fa carico alle due distinte gestioni.
Certamente, occorreranno dei protocolli d'intesa, delle convenzioni delle deliberazioni-quadro da parte della Regione, per definire l'area di spesa sanitaria e quella di spesa socio-assistenziale. Norme tese non certo a ingessare o imbalsare la creatività delle comunità locali, ma per dare chiare e precise indicazioni.
Credo che questo fatto sia estremamente importante: se la legge non avesse queste caratteristiche, non sarebbe una buona legge. Riteniamo invece che la Commissione abbia, in questo campo, operato una buona legge.
Non ha rinnegato il passato; non ha buttato a mare la serie di esperienze messe in atto dalla Regione Piemonte, ma le ha ripensate e riscritte integrandole in una proposta che si consegna al Consiglio - ritengo - in maniera abbastanza soddisfacente.
Se avessimo avuto qualche giorno in più, qualche settimana in più forse avremmo potuto, su alcuni punti, fare maggiori riflessioni ed aggiungere qualche altro elemento di maggior chiarezza e qualche ripulitura in più. Nel complesso, comunque, la Commissione esprime la propria soddisfazione per il lavoro svolto.
Altro aspetto da sottolineare ritengo sia che la legge è stata redatta cercando di introdurre elementi innovativi rispetto al lavoro della Commissione Testi Unici, posto che non ci sarà il tempo, in questa fase finale, di approntare una relazione per il Consiglio di quanto si è potuto fare. Come Commissione Testi Unici abbiamo consegnato al Consiglio la relazione - che verrà distribuita o nella giornata di oggi o nella mattinata di domani. Mi pare però opportuno e utile anticipare che parallelamente ai problemi verificati in ambito di Commissione Testi Unici farraginosità della legislazione regionale, confusione normativa in alcuni casi, sovrapposizione di norme in altre, per cui diventa difficile verificare quali norme vivono ancora e quali invece sono da considerarsi obsolete o, comunque, abrogate abbiamo potuto verificare, forse anche per la felice, dico io, coincidenza del fatto che molti Consiglieri della IV Commissione facevano parte anche della Commissione Testi Unici, quindi la mano destra sapeva ciò che faceva la mano sinistra. Si è dunque potuto collaborare in maniera utile. Abbiamo quindi svolto un lavoro di ricognizione legislativa relativamente alle leggi sull'assistenza verificando quelle vigenti ed evidenziando i problemi aperti. In seguito, a livello di Commissione competente, abbiamo ridisegnato e riscritto quelle parti che presentavano difficoltà.
Varare leggi regionali leggibili dal cittadino, da colui che dovrà ricorrervi, ci sembra fatto da sottolineare e buon esempio per il futuro pur con le limitazioni che prima accennavo circa ulteriori ripuliture probabilmente opportune e necessarie. Il tempo non è stato proprio tiranno ma certamento ci ha colti un po' alla sprovvista.
Una normativa indicata pur con qualche dubbio è quella riguardante la gestione transitoria e quella del personale. Lo dico in fase di relazione introduttiva, condividendo comunque l'impostazione fornita dall'Assessorato e che la Commissione ha condiviso, ma conscia che rappresenta un problema.
D'altra parte, nel comparto socio-assistenziale è presente una serie di professioni "forti", ma poco valutate dalle normative generali. E' giusto che il personale dirigente abbia titoli di studio adeguati, ma mi domando quanto sia giusto che le assistenti sociali, che pur non avendo una laurea hanno comunque frequentato un triennio oltre la scuola media superiore, non siano abilitate tout court a dirigere servizi socio-assistenziali. Con questa legge abbiamo lanciato una sfida per consentire a questo personale di continuare a dirigere i servizi socio-assistenziali come egregiamente ha fatto finora.
Se è vero che non tutto è "assistente sociale" dal punto di vista professionale - e quindi non è sostenibile che i servizi sociali funzionano bene solo se pieni di assistenti sociali: permettetemi una battuta personale in questo senso - è altrettanto vero che non possiamo pensare dei servizi sociali senza la rilevante presenza della figura dell'assistente sociale, con posizioni significative.
Abbiamo cercato di dare una risposta al problema con una definizione puntuale delle piante organiche, mettendo a capo del personale un Ente gestore e dunque la possibilità che il personale dei servizi socio assistenziali abbia un ente di riferimento preciso, non nascondendoci per il problema della gestione transitoria, per cui parte del personale potrà dipendere dai Comuni, altra dai Consorzi - quando ci saranno - ed altra ancora a disposizione in convenzione: la situazione è assai variegata.
Tuttavia, non si è voluta individuare una figura rigida di riferimento poiché modalità rigide di gestione dei servizi delle varie realtà, Comuni compresi, renderebbero di difficile risoluzione i vari problemi.
Anche il definire una serie di norme per la gestione transitoria delle modalità concorsuali, in esenzione ad alcuni titoli e normative, è un po' un rischio - me lo consenta, Assessore. Abbiamo comunque voluto affermare innanzitutto la volontà politica del Consiglio regionale rispetto a questi problemi e una certa autonomia su alcune questioni - ovviamente senza voler strafare n' stravolgere quanto già vigente.
Sappiamo bene che su questa materia esiste un certo margine di rischio lo ribadiamo in aula per evitare che si pensi che si sia agito sottovalutando eventuali conseguenze. E' responsabilità che ci assumiamo speriamo sia condivisa anche da chi dovrà approvare la legge nel merito.
Avrei altro da aggiungere, ma probabilmente sarebbe molto più a titolo personale, anche se sono in difficoltà nel distinguermi rispetto a quanto emerso in ambito di Commissione.
I passaggi cruciali, le parti fondamentali sono stati condivisi da tutti; starà alla comunità piemontese, alla quale ci rivolgiamo, farne buon uso.
Mi auguro e spero che, sia a livello di Regione Piemonte sia a livello di realtà locali, vi sia la consapevolezza che una comunità dà segno di civiltà e democrazia se presta attenzione e impegno ai problemi delle persone in difficoltà, siano essi portatori di handicap, anziani, minori di famiglie a disagio. Una società che non tiene conto del bisogno di queste persone non ha motivi di vanto e di orgoglio.
E' con una certa tranquillità che mi sento di affermare che il disegno di legge che si presenta oggi all'attenzione del Consiglio regionale pu essere considerato un contributo positivo e migliorativo della realtà dei servizi socio-assistenziali nella nostra Regione.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE NERVIANI



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bodrero.



BODRERO Antonio

Questa legge parla giustamente, al Capo II, art. 4, di soggetti e gruppi a rischio; peccato che tra questi gruppi i più esposti siano i personaggi attivi e passivi creati dalla legge Merlin, abbandonati a se stessi senza alcun controllo sanitario e fiscale. Fintanto che le Regioni non premeranno sul Parlamento, come hanno fatto in parecchie altre occasioni meno importanti, per la profonda modifica della legge suddetta come del resto hanno fatto altri Stati europei già da un pezzo, penso che la situazione si aggraverà sempre di più e questi gruppi a rischio saranno sempre più numerosi e abbandonati.
All'art. 5 si parla di esigenze abitative, ma evidentemente queste esigenze non sono state tenute abbastanza d'occhio se si pensa ai Piani regolatori poco regolari, all'edilizia abusiva in luoghi a rischio di alluvione, per esempio, dove ovviamente non si può ricostruire, perché non si doveva nemmeno costruire.
Una forma di assistenzialismo negativo, per non dire peggio, è l'assistenza assolutamente ingiustificata ai nomadi o ai pseudonomadi che rifiutano la formazione professionale. L'assistenza ai cosiddetti Centri sociali, che io chiamo invece antisociali, tipo El Paso, che hanno soprattutto bisogno di riqualificazione, rieducazione al lavoro soprattutto manuale, diseducazione dal pregiudizio che la vita sia una cosa puramente ludica, sciocchezza che purtroppo viene oggi propagandata.
Queste assurde forme di assistenza segnano l'antitesi tra la società civile che vuole leggi e pene sempre più severe e il potere, specialmente di sinistra, che promuove iniziative e leggi sempre più permissive instaurando una situazione sempre più reazionaria, corruttiva ed esplosiva.
Per l'assistenza sanitaria torno a dare il mio solito amorevole consiglio: dal momento che tutto o quasi va a finire in Magistratura, non sarebbe meglio coinvolgerla subito? Io l'avevo chiamato l'uovo di Colombo e difatti abbiamo visto che per queste famose nomine siamo finiti in Magistratura.
Addirittura poi l'informazione è talmente ingiusta, per non usare parole più severe, che sembra quasi che tutto il Consiglio regionale...



PRESIDENTE

Chiedo scusa al Consigliere Bodrero.
Poiché non si riesce ad ottenerlo dai Consiglieri, inviterei il pubblico a mantenere il silenzio.



BODRERO Antonio

Bisogna scampanellare e urlare, come ho fatto io qualche volta.
Ti ringrazio comunque per l'intervento.
Dicevo: abbiamo da nominare dei dirigenti dell'Unità Sanitaria? I Magistrati non mancano, ne abbiamo di bravi, buoni e belli, ci aiutino a fare queste benedette nomine, almeno non c'è più nessuno scandalo. Ciascuno fa il proprio compito, però è meglio essere controllati prima che controllati dopo, perché anche controllati dopo, se poi si uscisse come si dice "sciolti", rimarrebbe sempre il veleno, la feccia del dubbio. Poi il discorso sarebbe lunghissimo, perché purtroppo il nostro assistenzialismo è sempre a scoppio ritardato. Finiamo per assistenziare cose che non dovremmo, come ho già riferito, pseudonomadi, El Paso e così via, poi magari non abbiamo i soldi per le cose più urgenti.
Non parliamo poi di tutto quello pseudoassistenzialismo culturale sportivo, quando sappiamo benissimo che le società sportive sono ricche possono fare tutto da s' e la Regione deve pensare alle cose veramente indispensabili e inderogabili e urgenti senza andarsi a ficcare nelle mostre di pittura; queste sono cose che si possono fare, se ce ne sono al mondo, nei paesi ricchi, ma il nostro è immerso fino al collo nei milioni di miliardi di debito creato dal trentennio infame della sinistra.



PRESIDENTE

Grazie per le mansuete affermazioni, Consigliere Bodrero.
La parola alla Consigliera Vetrino.



VETRINO Bianca

Signor Presidente e colleghi, nonostante la fretta e la frettolosità con le quali il disegno di legge viene in aula e nonostante la fretta e la frettolosità con le quali in sede di Commissione consiliare competente lo abbiamo esaminato - non dimentichiamoci che in tempi normali avrebbe richiesto ben più tempo di quello dedicato nel corso delle pur numerose riunioni di Commissione al riguardo - ritengo comunque giusto che il testo licenziato riceva l'approvazione del Consiglio regionale prima dello scadere della legislatura.
L'esigenza di un aggiornamento della legge n. 20 era sentita sia dagli operatori sia dagli utenti. Legge che risale al 1982 e dunque fortemente datata rispetto alle esigenze di una società in trasformazione come quella attuale.
Ma sono anche altri i motivi che inducono a ritenere necessario l'aggiornamento di una legge sui servizi sociali. Intanto, per la sostanza politica e l'ambizione culturale che traspare dal testo legislativo; una sostanza politica profonda, in un momento difficile del nostro Paese, nel quale troppo spesso vengono messi in forse precisi diritti civili. Quando si parla di tagli e riduzione delle spese quella sociale è una delle prime ad essere ridimensionata.
Effettivamente, c'è stato qualche allarme su questo fronte. Mi rifaccio, in questo intervento, all'articolo apparso su "Repubblica", nel quale Norberto Bobbio richiama all'esigenza ed urgenza di porre mano ad una giusta politica sociale.
Al di là di quanto diceva la Consigliera Bergoglio a conclusione del suo intervento di presentazione del disegno di legge, vi sono altri rischi collegati alla bassa considerazione dei diritti sociali.
Il prof. Bobbio sostiene che è tempo di riparlare di diritti sociali al fine di riscoprire una politica d'eguaglianza, ma anche perché - egli ritiene - ove non venissero affrontati questi problemi potrebbero mettere a repentaglio anche le libertà individuali. Nel momento in cui non vengono supportati i diritti sociali delle categorie più deboli è probabile che le libertà individuali possano essere messe in discussione. Il prof. Bobbio invita quindi le classi politiche e le classi dirigenti a considerare questo aspetto.
La legge in discussione si colloca in un momento preciso, di grande attenzione a questi temi e quindi all'urgenza di normare in modo chiaro definitivo e credibile.
E' dunque mia personale convinzione, e convinzione del mio Gruppo votare a favore della legge essenzialmente per questo motivo.
Ma c'è un motivo più pragmatico, di tipo amministrativo. La nuova legge, per le norme che prevede e gli aggiornamenti che determina interferirà sicuramente con le norme sanitarie della nostra legislazione.
Interferenza necessaria: proprio per il fatto di essere più aggiornata, più moderna e più rispondente ai bisogni attuali rispetto alla legge n. 20 probabilmente riuscirà a migliorare norme sanitarie oggi non così certe non così credibili e forse nemmeno così giuste, visto che noi siamo in un campo, quello della sanità, "senza pace" - e non soltanto per le questioni giudiziarie che, pur non sorprendendoci, ci hanno fin troppo rammaricato.
Oltre ad essere "senza pace", in fine di legislatura siamo senza Piano senza progetto, senza uno straccio di programmazione: le linee di programmazione che l'attuale Giunta si è trovata nel cassetto quando si è insediata non solo non sono state considerate, ma sono state del tutto abbandonate, così come l'ufficio del Piano che era stato costituito l'ufficio per le emergenze dei problemi sanitari: è ritornato tutto come all'alba del febbraio 1993.
Intendo denunciare questo stato di abbandono, a mio avviso gravissimo in un settore così delicato, così impegnativo, così importante, così cogente, così drammatico come quello sanitario.
Capisco i problemi intervenuti relativamente ai Direttori generali, ma nell'insieme abbiamo avuto una stagione felice con i due disegni di legge con i quali abbiamo introdotto norme per una nuova sanità.
Oltre alla deliberazione dell'aprile 1993, con la quale si è finalmente avviato un discorso di sanità rinnovata, non esiste uno straccio di programmazione o di indicazione di nuove priorità. Sarebbe importante se questa legge determinasse un aggiornamento degli aspetti sanitari della nostra legislazione: altro motivo per cui la si guarda con favore.
Riprendo brevemente quanto detto dalla collega Bergoglio. L'aver fatto parte di una Commissione che ha affrontato il problema dei Testi Unici è stata esperienza straordinaria: si è infatti potuto constatare quanto, pur con grandissime difficoltà, si può innovare nel campo della tecnica legislativa. La dimostrazione passa attraverso questa legge, che non rappresenta certamente il massimo dell'innovazione, ma perlomeno un tentativo, una sfida importante ed impegnativa, un modo nuovo di essere legislatori.
Per tutti questi motivi, anticipo la posizione del mio Gruppo che, alla fine della discussione, esprimerà voto favorevole.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Bortolin.



BORTOLIN Silvana

Grazie, Presidente. Quello che stiamo discutendo è l'ultimo provvedimento, dopo le tre importanti leggi discusse ed approvate in Consiglio regionale, riguardante la sanità ed applicativo della cosiddetta riforma sanitaria.
Prima di addentrarmi nel merito della legge, desidero ringraziare le colleghe e i colleghi che in sede di Commissione si sono impegnati intensamente, al di là delle posizioni partitiche di ognuno, sottoponendosi ad orari di lavoro non del tutto consueti.
Inoltre, credo debba essere riconosciuta la ferma volontà dell'Assessore Rossa nel corso di questi lunghi mesi; seppur terminati con una certa fretta, i lavori erano "in corso" da parecchio tempo, con confronti, consultazioni e discussioni con i soggetti più vari del nostro Piemonte.
La legge ha raggiunto il positivo obiettivo, come sottolineato da tutti coloro intervenuti prima di me, di mantenere ed esaltare la L.R. n. 20 del 1982, una delle più importanti e migliori del nostro Paese: il Piemonte per molti aspetti, è stato di esempio a livello nazionale. Positiva ed importante anche la scelta politica compiuta: accorpamento sanità/assistenza, prevedendo una programmazione socio-sanitaria regionale unificata e conferma della scelta politica compiuta nel 1982, accentuandone e migliorandone la formulazione dal punto di vista dei contenuti. Ci si è inoltre indirizzati verso l'incentivazione e il sostegno all'associazione tra Comuni nei confronti della gestione dell'assistenza: dato altrettanto importante dopo la divisione netta introdotta dai DD.LL. nazionali di riforma della sanità n. 502 e n. 517.
Abbiamo voluto riaffermare la necessità di servizi omogenei ed unitari non solo a livello di territorio regionale, ma anche di ambiti più ristretti di gestione, nei quali dovranno essere riversati buoni livelli socio-assistenziali ed un corretto utilizzo delle risorse.
Abbiamo condotto una grande battaglia; il confronto è stato intenso anche in sede di Commissione, dove si è poi però riaffermato il principio di una gestione dell'assistenza non frammentata nei 1.200 e più Comuni della Regione, molti dei quali piccoli e montani e che pertanto non potrebbero garantire un livello sufficiente ed accettabile di assistenza per le popolazioni.
La legge individua ed accentua la gestione nell'ambito dei Distretti socio-sanitari quali centri erogatori ed unificatori dei servizi e riafferma il principio secondo il quale senza una seria integrazione tra servizi sociali e servizi sanitari, non è possibile erogare buoni servizi.
Inoltre, com'è già stato detto, la legge accentua il ruolo attivo dei Comuni nella programmazione dei servizi da erogare, destinando le risorse nella continuità della scelta della legge n. 44, approvata dal Consiglio regionale nel 1991.
L'impegno finanziario della Regione è riaffermato in misura costante ed integrato al tasso di inflazione; impegno che sottolineiamo ed auspichiamo per l'anno in corso e quelli futuri.
Dal 1982 la Regione Piemonte ha operato per affermare una politica ed un modello di programmazione di erogazione di servizi socio-assistenziali improntato al rispetto dei diritti dei cittadini, adempiendo al dovere inderogabile di solidarietà sociale e di pari dignità dei cittadini, con la rimozione di ostacoli di ordine sociale.
Tali principi hanno uniformato il lavoro svolto in questi anni, hanno aiutato i Comuni a prestare la massima attenzione ai problemi sociali della popolazione e alle esigenze effettive dei cittadini che, nel corso degli anni, sono mutate. Pensiamo, ad esempio, all'invecchiamento della popolazione e alle novità che tale fenomeno rappresenta ed introduce nella nostra Regione relativamente alla programmazione della scelta dei servizi sociali ed assistenziali da erogare e alla maggiore esigenza di rapporto e raccordo con la sanità che i servizi per la popolazione anziana richiedono.
Da questo punto di vista, l'introduzione di prestazioni a domicilio, la non ospedalizzazione, la non istituzionalizzazione e conseguentemente l'attivazione di servizi sempre più legati alla permanenza nelle abitazioni dei soggetti bisognosi di solidarietà e di intervento, rappresentano un ulteriore elemento di miglioramento del modo di operare nella nostra Regione. Vi è attenzione anche rispetto al disagio dei minori, al diverso approccio rispetto all'handicap, anche dopo l'approvazione della legge quadro nazionale.
Per concludere, credo che la legge rappresenti un'occasione per riprendere le iniziative e i progetti diffusi su tutto il territorio, in parte già avviati, anche in rapporto al volontariato e alla cooperazione sociale. Leggi ed iniziative che devono certamente essere integrate con una politica più complessiva, che la Regione deve portare avanti non soltanto con la sanità, ma anche per quanto riguarda l'assicurazione di una casa degna di questo nome e quindi all'altezza delle necessità, occasioni di lavoro per tutti i cittadini e soprattutto per i giovani, livello di istruzione adeguata, formazione professionale in grado di consentire l'inserimento e il permanere dei nostri cittadini nel mondo del lavoro.
E' - credo - una legge che ripropone la sfida di sempre, in ogni occasione sottolineata: migliorare complessivamente le condizioni di vita oltre che di lavoro delle nostre popolazioni. Con questo spirito abbiamo lavorato intensamente in Commissione e con lo stesso spirito, esprimendo soddisfazione per il risultato ottenuto, voteremo questa legge.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Maggiorotti.



MAGGIOROTTI Piergiorgio

Credo che occorra in maniera preliminare richiamare alcuni punti fermi che rischiano di essere perduti nella fase attuale di controriforma e di sostanziale arretramento culturale a livello di problematiche socio sanitarie.
Va richiamato il fatto, spesso dimenticato, che sia il DPR n. 616 del 1977 sia la legge istitutiva del Servizio Sanitario Nazionale furono approvate con una maggioranza qualificata, mentre la sostanziale abrogazione della legge di riforma sanitaria e il conseguente svuotamento e snaturamento del DPR n. 616 è avvenuto, dal 1992 in poi, con una maggioranza di fatto inesistente; ciò a partire da leggi delega quali quelle approvate nel 1992 dai Governi Amato, De Lorenzo e in seguito applicate dai Governi successivi.
Va richiamato il fatto che sia il concetto di autonomie locali sia quello di unità locali di servizi (che è quello più ristrettivo di Unità Sanitarie Locali) sia la natura che il concetto di Servizio Sanitario Nazionale, non sono disgiungibili storicamente da quello che è stato un complesso ininterrotto di lotte, di elaborazioni che già dai tempi della Costituente e soprattutto negli ultimi trent'anni hanno intrecciato aspetti istituzionali, amministrativi, economici e finanziari, dando luogo a riforme, quale la legge n. 142, la legge n. 883 e il già citato DPR n. 616 che, pur nei loro limiti, sarebbe riduttivo concepire esclusivamente in termini di riordino o, ancor peggio, di razionalizzazione dei sistemi organizzati che li avevano preceduti.
Ricondurre tutta la discussione a logiche di efficientismo, di compatibilità finanziarie, ecc., altro non significa che fare trionfare sul piano politico-culturale, prima ancora che operativo, l'ideologia del "privato è bello" rispetto alla cultura dello Stato sociale sancito dalla Costituzione, inteso come garante delle pari opportunità per tutti di fruire dei diritti di piena cittadinanza.
Alla luce di quanto sta accadendo, è evidente che non è più possibile parlare, e inversamente più complesso esercitarla, di integrazione tra servizi assistenziali, sanitari, culturali, formativi, in un contesto istituzionale legislativo ed organizzativo assolutamente antitetico ai presupposti che si fondavano sul primato della prevenzione del bisogno della riabilitazione globalmente intesa. La cosa più grave che emerge dalla portata delle involuzioni in atto è che lo stesso sistema regionale, più che contrastare questo processo controriformatore, si è affrettato addirittura ad anticiparne i tempi.
Per ciò che concerne il problema dell'integrazione tra servizi assistenziali e sanitari, affrontato seppur genericamente dal disegno di legge n. 533 nel contesto delle autonomie locali, va sottolineato come ai nemici o agli scettici di un tempo si aggiungono oggi, più o meno consapevolmente, purtroppo, larghi strati di operatori ed amministratori delusi da una prassi politica ed amministrativa decisamente incoerente con i principi affermati. Il dibattito in corso sulla rivisitazione delle leggi regionali in vigore nel campo dei servizi assistenziali e sanitari evidenzia il diffuso tentativo di arroccamento da parte di Comuni ed operatori assistenziali nel contesto di una gestione tutta comunale e microlocalistica dei servizi, che invece solo in un più ampio contesto di programmazione e validazione territoriale possono trovare efficace realizzazione. La comprensibile reazione dei Comuni - espropriati di competenze gestionali in campo sanitario - costretti ad occuparsi in senso riduttivo di servizi assistenziali, negando alle Aziende sanitarie competenze in ambito sociale, non potrà che favorire l'approfondirsi di un fossato che va rivelandosi sempre più scavato.
Riteniamo che il discorso vada capovolto, nel senso che occorre operare affinché le attività sanitarie siano sempre più orientate in senso sociale e perciò secondo indirizzi preventivi e riabilitativi, oltreché curativi attraverso modelli organizzativi effettivamente dipartimentali, esaltando le funzioni di base e di primo livello. Tali funzioni, una volta attivate non devono più essere organizzate e valutate secondo criteri meramente quantitativistici, secondo numeri di prestazioni diagnostiche, senza essere seguite da un'adeguata presa in carico riabilitativa.
D'altra parte, i Comuni tra loro associati o decentrati nelle municipalità debbono riappropriarsi di tutte le funzioni che competono loro e che sono riconosciute dalle leggi vigenti, ivi compresi i DD.LL. n. 502 e n. 517, allargando piuttosto che riducendo il loro spazio di competenza e di intervento ed evitando di ridursi alla gestione del tempo libero e del piccolo assistenzialismo.
Occorre cioè costruire una politica attiva dell'intervento, tale da offrire opportunità di effettiva socializzazione del disagio, che molto spesso è l'unica terapia possibile. Si pensi alle problematiche della tossicodipendenza, dell'handicap, ai molti bisogni relativi alla tutela della salute mentale, alla riabilitazione, alle problematiche degli anziani non autosufficienti. Il "sociale" nelle Unità Sanitarie Locali - in quello che resta di unità locali di servizi - deve essere rappresentato dalla capacità dei Comuni, riformati secondo quanto prevede la legge n.
142, di pretendere prestazioni efficaci ed efficienti, parte integrante di un percorso all'interno del quale chi è portatore di un bisogno complesso sia al centro degli interventi sanitari e socio-assistenziali e sia specificatamente attivato a seconda delle caratteristiche e delle priorità espresse e oggettivabili.
Si osserva invece come è sempre più diffuso il tentativo di mettere al primo posto specifici interessi categoriali piuttosto che garantire la necessaria globalità degli interventi. Il riferimento è a quanto avvenuto e sta avvenendo nella definizione e costituzione dei Dipartimenti e dei Distretti, rispetto ai quali questo disegno di legge regionale non chiarisce oppure è insufficiente.
Quale peso vorranno o potranno avere i Comuni nell'integrare la loro progettualità, le loro risorse, nel contesto dei luoghi forti di erogazione dei servizi organizzati a livello sovradistrettuale? Mi riferisco a titolo esemplificativo al ruolo del Dipartimento materno-infantile, cui afferiscono le competenze della neuropsichiatria infantile nell'affrontare compiti di prevenzione, cura e riabilitazione dei minori con disabilità. Mi riferisco inoltre al ruolo dei Dipartimenti di salute mentale nel farsi carico dei compiti di deistituzionalizzazione e di restituzione al vivere civile; mi riferisco alle attività dipartimentali che andranno organizzate per affrontare le problematiche sanitarie connesse con la tutela della salute degli anziani.
Sulla questione del luogo dell'integrazione dei servizi, vale a dire il Distretto, la scelta di identificarvi l'ambito di erogazione delle attività socio-assistenziali e quelle sanitarie, è stato affrontato, a mio parere con poco coraggio. Manca una decisa opzione organizzativa nella direzione proclamata a parole, di integrare a livello distrettuale programmazione e gestione dei servizi. D'altra parte, permane non chiaro il possibile ed auspicabile raccordo tra Direttore dei servizi socio-assistenziali e livello dirigenziale del Distretto, le cui caratteristiche restano alquanto nebulose stante l'attuale incertezza sulle direttive regionali previste dalla L.R. n. 10 del 1995 della riorganizzazione delle UU.SS.SS.LL.
Voglio riconoscere tuttavia come aspetto positivo il recepimento di indicazioni di norme di proposte di legge, presentate anche dal sottoscritto, relative alla tutela della salute di persone disabili inserite nell'articolato della legge. Sulla specifica questione dell'integrazione tra servizi sanitari e socio-assistenziali finalizzati alla tutela della salute delle persone con handicap, ritengo necessario riproporre l'esigenza di sottolineare e rammentare all'Assessore come permanga indefinita la risposta agli interrogativi che si stanno ponendo nelle UU.SS.LL., ma per converso anche nei Comuni, rispetto alla gestione integrata delle risorse finalizzate ad affrontare problematiche a rilievo sanitario. Quindi, a mio parere, è indilazionabile cercare di definire il consenso dei Direttori generali e dei livelli dirigenziali dei Comuni in ordine ad alcune problematiche che non sono più eludibili. Innanzitutto lo scenario, nuovo rispetto al passato, delineato dalla L.R. n. 10: l'art. 4 comma secondo, sancisce che le UU.SS.LL. provvedano alla gestione delle attività socio-assistenziali a rilievo sanitario; la legge n. 104/92 attraverso gli artt. 4 e 5, lettere c) e d), l'art. 6, numeri 4) e 7) l'art. 10, comma primo, l'art. 38, numeri 1) e 2), riconduce l'intervento delle UU.SS.LL. agli specifici interventi riabilitativi ed ambulatoriali a domicilio o presso i centri socio-riabilitativi ed educativi a carattere diurno residenziale, i cui standard sono definiti dal Ministro della Sanità di concerto con il Ministro degli Affari Sociali e sentita la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato e le Regioni e le Province autonome.
Il DPR 24/12/1992 - Definizione dei livelli uniformi di assistenza sanitaria riconduce l'intervento riabilitativo alle prestazioni di cui all'art. 26 della legge n. 833 in regime residenziale. Il decreto del Ministro della Sanità 15/4/1994 - Determinazione dei criteri generali per la fissazione delle tariffe e delle prestazioni di assistenza specialistica ospedaliera all'art. 2, lettere c) e d), individua prestazioni di assistenza residenziale e semiresidenziale limitatamente alla sola componente di attività di assistenza sanitaria, e richiama la necessaria presenza di personale sanitario.
Da quanto detto, ritengo emerga l'esigenza di un confronto approfondito tra Aziende sanitarie locali e Comuni sulle specifiche competenze, al fine di pervenire ad una definizione che consenta alle UU.SS.LL. di investire le quote del fondo sanitario su interventi riabilitativi di chiara valenza sanitaria. Si ritiene infatti che l'assimilazione tout-court dei Centri socio-terapeutici, ad esempio, e quindi di operatori educativi assistenziali in essi impegnati (i Centri ex art. 26 della legge n. 833) sia quanto meno forzata.
Va inoltre chiarito se e in che cosa consiste il rilievo sanitario nelle comunità alloggio. La definizione di cui si ribadisce l'esigenza è necessaria anche per pervenire ad una presa d'incarico più diretta e partecipata da parte dei servizi sanitari e quindi evitare situazioni di abbandono di fasce deboli di utenti. Occorre definire ambiti di responsabilità e di intervento; solo dopo si potrà pervenire alla formalizzazione tramite convenzione con accordi di programma con cui definire i supporti tecnico-amministrativi tra Comune e Aziende sanitarie locali.
A mio parere occorrerebbe mettere in discussione l'attuale meccanismo di ripartizione della retta nelle strutture diurne e comunità alloggio che attribuiscono alle UU.SS.LL. il 10% delle spese sanitarie, il 60% delle spese per il personale socio-assistenziale, il 20% delle spese generali.
Al momento attuale, per quanto riguarda alcuni CST, in particolare quelli della città di Torino, gli interventi sanitari come effettivamente definibili tali sono pressoché inesistenti. Riducendo in modo consistente la spesa a carico delle UU.SS.LL., per quanto concerne il personale socio assitenziale e le spese generali, che a norma dell'art. 10 della legge n.
104/92 potrebbero essere sostenute con il Fondo sociale assistenziale del Comune, si potrebbero effettuare investimenti nei servizi sanitari in termini di acquisizione di professionalità diverse, per strutturare interventi di riabilitazione efficaci e valutabili.
Occorre tenere presente, a titolo esemplificativo, che la spesa a carico di una delle quattro UU.SS.LL. di Torino, per ciò che riguarda le rette dei CST (Centri socio-terapeutici), delle comunità alloggio, quindi con esclusione delle rette corrisposte nelle strutture extra-cittadine, è stata di oltre 2 miliardi e 530 milioni. La questione, a mio parere, è che questa legge può essere intesa come legge quadro, della quale possono essere, con difficoltà, condivise le indicazioni organizzative, rimanendo scoperte alcune scelte relative alla titolarità di alcuni interventi. E' una grave carenza, di cui occorre far carico l'attuale Amministrazione regionale, che non ha voluto affrontare con forza tale questione; occorre procedere ad una riorganizzazione che tenga conto delle esigenze di connettere la programmazione con la ridefinizione delle competenze.
La legge risolve problemi di raccordo con la normativa attuale riguardante l'organizzazione dei servizi sanitari, ma tuttavia lascia pressoché disarmati gli amministratori delle UU.SS.LL. e dei Comuni rispetto alla programmazione all'uso integrato di risorse, soprattutto per ciò che concerne l'affrontare problemi a valenza sanitaria.
Tuttavia, il risultato complessivo del lavoro svolto in Commissione stante anche il recepimento di indicazioni formulate da associazioni tramite proposte di legge presentate da diversi Consiglieri ed anche dal sottoscritto, ci ha fatto assumere la decisione di condividere in senso generale l'impostazione data, pur consapevoli della situazione oggettiva concreta e reale della qualità della vita di determinate fasce della popolazione, che non sarà questa legge a modificare, in carenza di una precisa e difendibile programmazione regionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pier Luigi

Grazie, Presidente. Parlerò sicuramente molto meno dei 18 minuti a disposizione, anche per non essere ripetitivo sia rispetto alla relazione della Consigliera Bergoglio sia agli interventi che mi hanno preceduto.
Intervengo soprattutto avendo partecipato, in Commissione, alla riscrittura finale, se così possiamo dire, di questa legge n. 20 cosiddetta "legge Rossa", sostanzialmente di passaggio dalla legge Cernetti a quella attuale.
Legge che ha subìto un iter abbastanza tortuoso: partita in un certo modo, c'è stata poi la compressione di due filosofie contrastanti; si è infine ripiegati su una soluzione che ritengo non di grosso respiro rispetto all'originaria legge n. 20.
Esprimeremo dunque voto favorevole, anche se riteniamo che vi sia ancora molta letteratura, laddove invece siamo convinti se ne debba contenere poco o nulla. Pur esprimendo le nuove sensibilità intervenute dalla legge Cernetti ad oggi - ripeto - a nostro parere contiene ancora per certi aspetti, molta letteratura.
Prendiamo, ad esempio, il fatto che l'età media della vita è aumentata: ricordo una bellissima frase, sentita da un sacerdote, in una certa occasione "Che senso ha aumentare gli anni alla vita, se non riusciamo ad aggiungere vita a quegli anni?". E' stupenda. Mi chiedo, a questo punto quanta vita riusciamo ad aggiungere al settore socio-assistenziale, i cui anni coprono l'intero arco della vita - inizia con i minori fino ad arrivare agli anziani.
A parte questioni di sensibilità e di un minimo di progetto organizzativo per le Unità Sanitarie e i Comuni, sicuramente per affrontare il settore socio-assistenziale occorrono quattrini.
Assessore Rossa, nella legge non c'è nulla in questo senso. Immagino che la prossima legislatura, superarando in positivo il testo in discussione, potrà affrontare il problema, tenendo conto del fatto che stiamo vivendo un momento di transizione fra la cultura dei lavori pubblici, delle strutture, dell'effimero, sotto certi aspetti, e la cultura dei lavori sociali, degli interventi sulla persona, sulla figura umana.
Penso che tutti ravvisino e respirino questo momento profondo di transizione, di catarsi; ritengo sia il caso di passare dal sistema organizzativo e di letteratura ad uno che consenta di reperire fondi in misura sufficiente per affrontare questi discorsi.
Penso che nella prossima legislatura andranno introdotti oneri di urbanizzazione sociale con i quali andare a rafforzare ed alimentare leggi e normative che, se non hanno iniezioni di questo tipo, finiscono con l'essere bella, piacevole, sensibile letteratura, ma in grado di dare risposte poco incisive rispetto alla drammaticità delle domande che in questo settore sono sempre più esasperate.
Dopo tredici anni era sicuramente necessario aggiornare la legge n. 20 l'Assessore Rossa ha affrontato il discorso che oggi stiamo concludendo: esprimeremo parere favorevole.
Vi è un altro aspetto da sottolineare, già toccato dalla Consigliera Bergoglio e ripreso anche dalla Consigliera Vetrino. La Commissione Unificazione Testi Legislativi - se così possiamo chiamarla - della quale è Presidente Emilia Bergoglio, in quest'ultima fase della legislatura (in modo, se vogliamo, poco lineare come sarebbe dovuto essere), ha iniziato una sperimentazione che ha prodotto questo disegno di legge, già sintonizzato sui canoni di questa nuova impostazione.
Ritengo che questo dovrà essere discorso prioritario per la prossima legislatura, ovviamente per chi ci sarà; comunque, indipendentemente dall'aspetto fisico e nominativo, ci sarà sicuramente un'assemblea regionale autonoma ed autorevole in grado di darsi delle regole per quanto riguarda tali aspetti e che dovrà presiedere ad una revisione normativa non solo relativamente al settore socio-assistenziale, ma a tutti i settori di competenza.
In sintesi, anche se il provvedimento non è il massimo di quanto ci si poteva aspettare dal punto di vista dell'incisività il voto del nostro Gruppo sarà favorevole.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Il Gruppo liberale considera la legge un documento indubbiamente razionale e ingegneristicamente condivisibile; non condivide però le enfatizzazioni e le appropriazioni che se ne sono fatte.
Il "noi" cosa vuol dire, collega Bortolin? Provo a dirlo io. Il tema della solidarietà, contrariamente a quanto qualcuno pensa, non è assolutamente, appannaggio di alcuno. Abbiamo il diritto di avere l'orgoglio, non come piemontesi ma come italiani, di essere uno dei Paesi più avanzati del mondo, da questo punto di vista; si dà il caso, però, che questo comporti anche quel piccolo inconveniente rappresentato dal debito pubblico. La gente deve capire che il debito pubblico ha padri e madri che sono, per esempio, scelte del genere di quelle proposte, che personalmente condivido.
La solidarietà sociale è un valore religioso e di parte, ma è senza dubbio anche e soprattutto un valore liberale di carattere razionale. Una società moderna, secondo Dahrendorf, è caratterizzata da due fenomeni, in una qualche misura in competizione l'uno con l'altro, ma che devono convivere; non possono escludersi a vicenda, devono armonizzarsi: quello delle "ligatures", e cioè dei legami presenti in una società, e quello delle "chanches" che devono essere lasciate agli individui per la realizzazione della ricchezza e del bene comune.
L'esigenza che una società veda presenti elementi di solidarietà ed elementi di rischio, per dirla all'italiana, sono tipici di una moderna società avanzata.
Ancor più spregiudicatamente, sempre Dahrendorf, non più di 15 giorni fa, chiudeva una sua polemica con il nostro ex Presidente del Consiglio sostenendo che una società moderna e democratica, nel senso reale del termine, ha tre necessità: 1) costruire e realizzare ricchezza 2) garantire solidarietà sociale 3) difendere i diritti civili.
Detto questo, Assessore Rossa, dobbiamo però prendere atto che le valutazioni della collega Vetrino in positivo e della collega Bortolin in termini di memoria storica rispetto alla legge n. 20 devono dare il senso alla modestia di questa legge. E' una legge di sistema, di metodo, in cui si immagina che cosa si possa fare nell'arco di 360 gradi in un milione di ipotesi nei confronti di un milione di destinatari: non c'è alcuna scelta.
La legge n. 20, Consigliera Bortolin, è stata cosa diversa; io l'ho condivisa - stando all'opposizione ho garantito il numero legale in V Commissione per cinque anni, avendo anche allora dall'opposizione qualche incomprensione - perché mi sembrava che anche solo il suo argomento centrale, e cioè quello di tendere alla riduzione dei fenomeni di istituzionalizzazione e all'umanizzazione degli strumenti di istituzionalizzazione, rappresentasse una svolta culturale e politica; devo anche dire che la legge n. 20 è andata molto al di là di quanto realisticamente possibile fare.
D'altronde, una legge di rottura, per sua natura, prefigura scenari per certi versi utopici, che inevitabilmente si scontreranno con la realtà e che sono sicuramente al di là di scelte ragionate e mediate che si dovrebbero compiere se non si ha il coraggio di affrontare e di rompere.
In questa legge, scelte che non siano di natura ragionieristica non ce ne sono; si riconosce tutto a tutti, con i soldi non si sa bene di chi.
Verranno poi gli atti successivi di governo: su quelli si giudicherà la scelta politica compiuta. Siamo ancora all'assolutamente generico e all'assoluta presa di distanza rispetto alla necessità di misurarsi con realtà più drammatiche di altre. Vedete, occuparsi di tutti è bello, ma significa compiere un'ingiustizia: occuparsi di tutti significa in primo luogo occuparsi di meno di chi ha più bisogno e occuparsi di più di chi ha meno bisogno. E' evidente che una prestazione assistenziale a tutto campo tende a dare qualcosa a qualcuno che forse non ne ha assoluta necessità, ma probabilmente non riesce ad arrivare ai livelli di coloro che non sono in grado nemmeno di richiedere assistenza.
Bisognerebbe tenere vivo lo spirito della legge n. 20, legislatura per legislatura, con interventi puntuali, mirati, "chirurgici", al fine di individuare il settore che, mediante un'azione più ragionata, può riceverne beneficio significativo in miglioramento e in qualità di servizi. Fino a quando si tenderà a voler attuare contemporaneamente assistenza domiciliare, prestazione di risorse, rivalutazione delle diverse strutture di accoglienza, politica della famiglia, distribuiremo risorse non mirate rispetto alle situazioni di maggiore emergenza.
Questa legge è, sostanzialmente, di metodo. Saremmo stati assai più soddisfatti se fosse stato possibile rilevarvi qualche elemento di merito su quale tipo di problema la Regione pensava di puntare di più i piedi.
Ha ragione il collega Maggiorotti: siamo in un momento di sensibilità cadente. Ricordo la polemica - non volermene, collega, come questione di poco riguardo personale - sulla scelta fra il termine "handicappato" e "portatore di invalidità". L'handicap, di per s', sembrerebbe l'elemento per il quale uno parte dopo. Non è così: colui il quale è portatore di una qualche invalidità non parte dopo, parte diverso, che è una cosa completamente differente.
Il nostro voto sarà favorevole; non ci associamo, per all'enfatizzazione della legge; abbiamo l'impressione che le questioni drammatiche a valle delle questioni rilevate in quasi tutti gli interventi rimarranno tali - ad esempio, l'impossibilità di un anziano con reddito medio di essere certo di chiudere i suoi anni in modo decoroso. La legge non ci dà questa certezza: un anziano, per chiudere in modo decoroso la propria vita, deve possedere risorse che normalmente non ha, e la legge in discussione non può certo rimediarvi, così come non può garantire dall'isolamento i portatori di handicap grave. Sicuramente non fa uscire dal loro isolamento gli anziani emarginati nelle piccole frazioni o nelle vie delle città, ma probabilmente dà qualcosa a tutti che non è esattamente quanto dovremmo augurarci.
Nella legge manca una cosa di assoluta ovvietà, che nel conformismo e nell'ipocrisia generale non viene riconosciuta: l'assegno di accompagnamento, anche quando non totalmente meritato, risolve una sommatoria di problemi a costi inferiori, poiché l'anziano che si ritrova il proprio reddito aumentato qualche volta del 50-30-25%, si procura in proprio un complesso di servizi che gli consente di continuare a vivere in modo indipendente a casa sua, presso la sua famiglia. Ed invece, nella caccia allo spreco, all'ingiusto, si perseguita l'anziano che ha percepito 600.000 lire avendo una diottria in più di quanto non risulti! Ma le 600.000 lire a cosa sono servite? A garantire a questa persona di vivere più a lungo una vita degna di questo nome, ovvero di perseguire i risultati che ci diceva la collega Bortolin.
Ci sono invece tante "coorti" di nuove monache laiche, profumatamente pagate, che hanno risorse, pensioni, automobili, autisti e volontari - che di volontario hanno poco o niente perché il volontariato significa non aspettarsi niente da quanto si fa, mentre gran parte del volontariato si aspetta molto e ottiene più di quanto non si aspetti! Andando controcorrente, potremmo riconoscere l'ipotesi di un assegno di accompagnamento regionale rispetto a situazioni individuali che non solo lo rendano meritevole - e cioè quando ce n'è bisogno - ma soprattutto che al caso in specie consentano di ricevere assistenza in una qualità della vita sicuramente migliore e soprattutto a costi generalmente inferiori.
Devo dire che in quanto ho letto della legge sembrerebbe esservi già tutto questo. Ma nei nostri paesi di montagna i personaggi qui indicati non li ho mai visti! E tutta la voglia dei Comuni di scindere la sanità dall'assistenza è intesa ad assistere gli anziani e coloro che hanno bisogno, dagli handicappati in poi o ad inserire nipoti, cugini, zie amici, in strani uffici, con doppi telefoni e guardie mediche con collare e museruola - anziché guardie mediche si potrebbe usare un altro termine per indicare persone! Voglio dire, Assessore, che la nostra è una Regione che su questo ha fatto molto. Qualora lei abbia la fortuna di tornare su questi banchi, la invitiamo a prendere il testo legislativo in discussione, assolutamente condivisibile e a provare ad innestarvi una scommessa: quella sulla legge n. 20 ci aveva portato all'avanguardia sullo scenario nazionale, proviamoci di nuovo! Qualcuno si chiedeva come mai il flusso dei malati ad alto rischio da e verso l'estero è di 1 a 100 e non di 50 a 50. Il sistema torinese dovrebbe essere all'altezza di prestazioni in termini di assistenza chirurgica qualificata competitive con il sistema Europa. Se è normale mandare dieci affetti da patologie oncologiche a Lione, sarebbe normalissimo importarne altri cinquanta per patologie rispetto alle quali Torino è in grado di dare una risposta. Questo "100 a 1" sta ad indicare che la cultura dell'assistenza e della sanità nel nostro Paese, ed anche nella nostra Regione, purtroppo è diventata quella di una prestazione medio-bassa a tutti.
Faccio un piccolo esempio per concludere. Io considero scandaloso che una nuova tecnica di intervento sulle coronarie con la sostituzione di segmenti non più di vena, ma di arteria, sia prestata solo da un ospedale in Italia - i ricchi, naturalmente, vanno a farsela fare a Montecarlo.
Questa tecnologia, in sostanza, allunga la durata dell'intervento di alcune decine di anni, il che vuol dire che dura tutta la vita invece che fare precipitare il rischio, chiedo scusa al medico se dirò delle cose improprie; ebbene, queste cose non le sa nessuno! Non solo non si fanno, ma si tengono nascoste perché si preferisce continuare a prestare un servizio superato ormai dalla tecnologia e dalla cultura piuttosto che entrare in crisi! Quindi, non si fanno i corsi per acquisire le nuove tecniche, ma in compenso si tengono nascoste le nuove tecniche! Certo, poi, c'è quello che ha vinto al Totocalcio il giorno di Natale in cui c'erano 8 miliardi a disposizione o qualche costruttore della Padania che ha la possibilità di sapere che a Montecarlo si fanno queste cose che consentono quindi un trapianto a cinquant'anni che dura trent'anni e non come si fa in Italia dove si dice "lei aspetti, non c'è bisogno". No! Non gli fanno il trapianto semplicemente perché il trapianto non dura la previsione della durata media dell'interessato. Vede, Assessore, ho l'impressione che se il Piemonte vuole recuperare la sua funzione in materia di formazione professionale, di Regione leader, di Regione protagonista, se non di Regione pilota, deve porsi un preciso obiettivo, almeno per una categoria di nostri fratelli più infelici, almeno per una categoria, forniamo un servizio di eccellenza, non un servizio medio-basso, uno di eccellenza, che sia di traino ad altre Regioni ed altre esperienze.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Peano.



PEANO Piergiorgio

Grazie, Presidente, e grazie a tutti i colleghi intervenuti sulla legge, estremamente importante ed interessante.
Il collega Marchini mi ha fatto riflettere con il suo excursus storico sulla svolta umanizzante della legge n. 20 - momento importante nella storia del Piemonte. Vorrei però fare presente al collega che quando diciamo di occuparci di tutti, o di volerci occupare di tutti, intendiamo una risposta a tutti coloro che hanno bisogno. Il "tutti" non è generico non è un volere a tutti i costi raggiungere l'obiettivo di dare ad ognuno qualcosa, ma il tentativo, soprattutto, di dare risposta alle esigenze più gravi del Paese.
Ho trovato estremamente interessante la brevissima relazione del collega Gallarini, soprattutto quando ha richiamato il fatto che c'è ancora molto da fare, che nulla è perfetto, che la legge è da ripulire, che contiene letteratura al proprio interno. E' vero: c'è ancora molto da fare essendo una legge di metodo, si dovranno trovare fasi successive per poterla costruire e far crescere.
Per intanto, il richiamo a spostare l'ottica in senso umanizzante nei nostri rapporti, nei nostri impegni, nei nostri servizi socio-assistenziali credo sia estremamente importante.
Cosa significa tutto ciò? Significa adottare l'ottica della cultura dell'uomo; cammino interessante, non di sensibilità cadente, ma di richiamo ad una sensibilità sempre più forte, concentrata sull'uomo.
Ricordo quante volte abbiamo parlato, ad esempio, di barriere architettoniche; ci fermiamo a discutere delle barriere fisiche, esterne all'uomo; dobbiamo invece fare un passaggio in più: abbattere quelle che sono all'interno dell'uomo: quelle morali, spirituali.
Dobbiamo cominciare di lì; perché soltanto costruendo un uomo capace di abbattere queste barriere interiori, interne, quelle che dividono ancora gli uomini in tante categorie, in tante diversità, avremo fatto un grande passo avanti. Di lì inizierà il cammino dell'abbattimento delle barriere esterne, di quelle fisiche.
Richiamo gli oneri di urbanizzazione sociale; facciamo tanti Piani, di urbanizzazione, di commercio: tanti Piani. Anche in questi giorni abbiamo approvato dei Piani, in queste ultime ore esauste di fine legislatura: chissà perché non pensare, un domani, a Piani di umanità sociale, che possano, in qualche modo, riuscire a costruire un territorio diverso.
Vorrei brevemente riuscire ad entrare nei termini di questa legge, in modo molto breve; siamo partiti da lontano: non è un cammino iniziato in quest'ultimo mese. Lo scorso anno, ad agosto mi pare, si è messo in moto il meccanismo della legge n. 533, che porta al risultato di oggi. Avevamo, nei mesi scorsi - questo è un richiamo che deve essere fatto e ricordato come memoria - messo in atto un'autentica rivoluzione.
Non dimentichiamo che, in applicazione delle norme nazionali all'interno delle nostre strutture regionali relative ai servizi sanitari e socio-assistenziali, già il costruire geograficamente le nuove UU.SS.LL.
è stato un lavoro notevole e complesso. Mettevamo in conto, da un lato l'esigenza di riequilibrare strutture ed economie e la necessità di migliorare i servizi, ma dall'altro che tutto questo doveva soprattutto incidere sulle coscienze, sulla responsabilità delle persone che oggi operano all'interno della grande area dei servizi. Quando pensiamo a queste leggi, quando parliamo di sanità, quando parliamo di servizi socio assistenziali, dobbiamo ricordare che oggi, all'interno di tutti i nostri servizi, nel grande comparto piemontese operano 60 mila persone circa. Sono tantissime, nelle grandi e nelle piccole strutture, nelle città e nei paesi più lontani, anche nei piccoli servizi montani.
Il Piemonte, grazie all'impegno di molti, continua ad essere Regione di riferimento, sia per l'organizzazione dei servizi sia per la continua volontà a migliorarli, ricercata in questi anni e sempre messa in atto attraverso le normative, sia, e soprattutto, per la volontà di molti che operano al nostro interno e di coloro che sul territorio prestano la loro opera.
Personalmente, in quest'ultimo anno di grandi trasformazioni, ho avuto la fortuna di presiedere la IV Commissione. La nuova geografia delle UU.SS.LL. e poi le due successive leggi di contabilità e di funzionamento la n. 531 e la n. 532, avevano scadenze perentorie: 1 gennaio 1995.
Quello di oggi è il terzo appuntamento, Assessore; appuntamento importante ed interessante. Il territorio ne sentiva l'esigenza; ancora in questi ultimi tempi, andando in giro, sentivamo, da parte di chi opera sul territorio, la richiesta impellente, urgente, di riuscire a portare a termine, a fine legislatura, questa nostra legge.
Oggi, ci siamo arrivati; tra i tanti provvedimenti portati avanti penso sia uno dei più interessanti, dei più importanti: diamo risposta a bisogni urgenti della nostra gente.
A gennaio, la Commissione Testi Unici lavorò per mettere insieme, per modellare, la legge n. 20 con la n. 533, con la n. 44 e con alcune proposte di normative che il collega Maggiorotti ed altri hanno voluto seguire dall'interno con la loro sensibililità. Si è giunti al testo di oggi.
Ringrazio tutti: l'Assessore, i funzionari, i Commissari e la collega Bergoglio, che ha messo a disposizione, oltre all'intelligenza, tutta l'esperienza maturata, per condurre al lavoro di oggi e per esserne quindi, relatrice in aula.
Anche in questa legge, affermiamo la volontà di ricercare l'integrazione dei servizi; occorrerà il lavoro di tutti quanti noi, per riuscire a costruirla davvero. La legge n. 20, che fu modello importante deve continuare ad essere per noi un richiamo all'integrazione dei servizi.
Lascio come memoria, al futuro Consiglio, a chi sarà Assessore prossimamente, l'importante compito, forse indispensabile, di pensare ad un'unica programmazione socio-sanitaria. Lavoriamo attualmente su campi ancora troppo divisi: due Assessori, due Assessorati. Pur lodando il tentativo di lavorare insieme attraverso progetti-obiettivo, attraverso azioni programmate, credo importante un'unica organizzazione pensante la sanità e i servizi sociali: un'unica programmazione, e, semmai, un'unica gestione.
La nostra fiducia nei Sindaci ci porta ad affidare alla loro sensibilità la costruzione e realizzazione sul territorio di opere nel campo dei servizi socio-assistenziali. Sta a loro la programmazione, sta a loro pensarla; ma sta a loro, soprattutto, essere i garanti che questo possa avvenire.
Assemblea e Distretti. Vorrei che la legge non consentisse che le assemblee si costituiscano dando la possibilità ai Comuni di potersi distaccare. Vorrei che riuscissimo, nelle nostre normative, a dare indicazioni affinché esista, nei nostri Distretti, un'unica assemblea dei Sindaci.
Il collega Maggiorotti presenterà alcuni emendamenti: alcuni li condivido appieno. Gradirei, Assessore, che da parte vostra ci fosse l'attenzione dovuta. Un ringraziamento per il lavoro svolto.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Bergoglio.



BERGOGLIO Emilia

Intervengo per una breve replica e per sottolineare che una delle componenti fondamentali di questa legge è che i Comuni sono titolari della funzione socio-assistenziale. Nel tempo, siamo passati da una fase più rigida, in cui i Comuni dovevano necessariamente andare verso una gestione associata, alla capacità, da parte dei Comuni stessi, di rendersi conto che la gestione associata era un modo corretto per dare risposte, ma lasciando loro la possibilità di decidere qual era il tipo di struttura e di servizio che meglio rispondesse all'esigenza della propria gente; questo perché i Comuni sono l'organo di riferimento istituzionale più vicino alla popolazione.
E' vero che la legge mette in campo tutta una serie di possibilità di intervento e di servizi, ma è anche altrettanto vero che saranno proprio le assemblee dei Comuni a dover decidere quali priorità, quali risorse attivare nelle varie aree di intervento. E' chiaro, per fare un esempio che può rasentare il banale, che la realtà della città di Torino è diversa da quella delle Comunità montane o dei Comuni montani, a cui faceva riferimento il collega Marchini. Credo che proprio la flessibilità presente nella legge sia uno degli elementi innovativi: la possibilità di scegliere la possibilità di decidere e di misurare quelle che sono le esigenze concrete della popolazione locale.
Questo è un punto non di secondaria importanza.
In questi anni è anche maturata la sensibilità delle Amministrazioni comunali rispetto ai problemi del socio-assistenziale, e questo è un altro elemento importante sul quale si fa leva affinché la consapevolezza di garantire questi servizi cresca nella coscienza delle Amministrazioni.
Altro elemento centrale è l'integrazione nel servizio sociale del cosiddetto privato-sociale, e l'importante discorso del volontariato.
Ho chiesto la parola in sede di replica perché mi è sembrato che non si sia parlato della grande risorsa del volontariato inserita "in rete" rispetto all'esigenza di garantire dei servizi; il concetto di rete dei servizi è fondamentale. Il volontariato non è un gruppetto di signori per bene che vanno a farsi il giretto: è una grossa risorsa che la comunità mette a disposizione. Ho voluto fare questa precisazione per evitare un'impostazione riduttiva della grossa risorsa rappresentata dalla cooperazione sociale.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, passiamo all'esame dell'articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 2 Consiglieri ai sono astenuti 6 Consiglieri.
L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 2 Consiglieri ai sono astenuti 6 Consiglieri.
L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 2 Consiglieri ai sono astenuti 6 Consiglieri.
L'art. 3 è approvato.
ART. 4 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 2 Consiglieri ai sono astenuti 6 Consiglieri.
L'art. 4 è approvato.
ART. 5 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 2 Consiglieri ai sono astenuti 6 Consiglieri.
L'art. 5 è approvato.
ART. 6 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 2 Consiglieri ai sono astenuti 6 Consiglieri.
L'art. 6 è approvato.
ART. 7 1) Emendamento presentato dai Consiglieri Maggiorotti, Calligaro e Bosio: dopo il comma quarto, aggiungere il comma quinto: "5. La Regione predispone altresì un piano per l'adeguamento alla normativa vigente dei mezzi di trasporto pubblico gestiti da Enti locali e da società concessionarie e per l'attivazione e gestione di servizi di trasporto non di linea particolarmente dedicati a persone con grave disabilità da parte dei Comuni; a tal fine sono previsti autonomi finanziamenti integrativi e relativi stanziamenti di bilancio da trasferire agli Enti gestori ed ai Comuni, secondo criteri che verranno definiti con specifica deliberazione del Consiglio regionale".
La parola all'Assessore Rossa.



ROSSA Angelo, Assessore regionale

La Giunta accoglie l'emendamento con questa proposta di modifica: "specifici" al posto di "autonomi", relativamente ai "finanziamenti integrativi e relativi stanziamenti di bilancio da trasferire agli Enti gestori".



MAGGIOROTTI Piergiorgio

Va bene.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento come modificato.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 33 voti favorevoli, 2 contrari e 3 astensioni.
Si proceda alla votazione dell'art. 7 come emendato, per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 33 voti contrari 2 astensioni 3.
L'art. 7 è approvato.
ART. 8 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 30 voti contrari 2 astensioni 6.
L'art. 8 è approvato.
ART. 9 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 30 voti contrari 2 astensioni 6.
L'art. 9 è approvato.
ART. 10 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 30 voti contrari 2 astensioni 6.
L'art. 10 è approvato.
ART. 11 2) Emendamento presentato dai Consiglieri Maggiorotti, Calligaro e Bosio: modificare il punto c) come segue: "esercitano le funzioni socio-assistenziali ad esse attribuite dalla normativa statale vigente".
La parola all'Assessore Rossa.



ROSSA Angelo, Assessore regionale

La Giunta accoglie l'emendamento; suggerisce però che tra le normative vigenti, oltre a quelle statali, ci siano anche quelle regionali.



PRESIDENTE

Si tratta quindi di aggiungere le parole "e regionale" dopo la parola "statale".
Pongo in votazione l'emendamento così modificato.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 33 voti favorevoli, 2 contrari e 3 astensioni.
Si proceda alla votazione dell'art. 11 come emendato, per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 33 voti contrari 2 astensioni 3.
L'art. 11 è approvato.
ART. 12 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 30 voti contrari 2 astensioni 6.
L'art. 12 è approvato.
ART. 13 3) Emendamento presentato dai Consiglieri Maggiorotti, Calligaro e Bosio: al comma secondo, abrogare i punti d) ed e) al comma terzo, seconda riga, eliminare le parole "di norma" al comma terzo, sostituire da "tenuto conto" a "distrettuali" come segue: "coincidendo comunque obbligatoriamente con gli ambiti territoriali dei Distretti socio-sanitari di cui all'art. 4 della L.R. 22/9/1994, n.
39".
La parola all'Assessore Rossa.



ROSSA Angelo, Assessore regionale

La Giunta non accoglie l'emendamento, perché la legge statale non prevede di abrogare i punti d) ed e). In sede di consultazioni abbiamo rilevato la richiesta, da parte di tutti, di una maggiore elasticità.



PRESIDENTE

Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 3 voti favorevoli, 30 contrari e 3 astensioni.
La parola al Consigliere Maggiorotti.



MAGGIOROTTI Piergiorgio

Scusi, Presidente, mi sembra che l'Assessore Rossa abbia affrontato soltanto la prima parte del mio emendamento.



PRESIDENTE

Mi è sembrato non disponibile ad alcuno dei tre punti emendati.



MAGGIOROTTI Piergiorgio

Va bene.



PRESIDENTE

L'emendamento è pertanto respinto.
Si proceda alla votazione dell'art. 13 per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 30 voti contrari 2 astensioni 6.
L'art. 13 è approvato.
ART. 14 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 30 voti contrari 2 astensioni 6.
L'art. 14 è approvato.
ART. 15 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 30 voti contrari 2 astensioni 6.
L'art. 15 è approvato.
ART. 16 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 30 voti contrari 2 astensioni 6.
L'art. 16 è approvato.
ART. 17 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 30 voti contrari 2 astensioni 6.
L'art. 17 è approvato.
ART. 18 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 30 voti contrari 2 astensioni 6.
L'art. 18 è approvato.
ART. 19 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 30 voti contrari 2 astensioni 6.
L'art. 19 è approvato.
ART. 20 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 30 voti contrari 2 astensioni 6.
L'art. 20 è approvato.
ART. 21 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 30 voti contrari 2 astensioni 6.
L'art. 21 è approvato.
ART. 22 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 30 voti contrari 2 astensioni 6.
L'art. 22 è approvato.
ART. 23 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 30 voti contrari 2 astensioni 6.
L'art. 23 è approvato.
ART. 24 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 30 voti contrari 2 astensioni 6.
L'art. 24 è approvato.
ART. 25 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 30 voti contrari 2 astensioni 6.
L'art. 25 è approvato.
ART. 26 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 30 voti contrari 2 astensioni 6.
L'art. 26 è approvato.
ART. 27 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 30 voti contrari 2 astensioni 6.
L'art. 27 è approvato.
ART. 28 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 30 voti contrari 2 astensioni 6.
L'art. 28 è approvato.
ART. 29 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 30 voti contrari 2 astensioni 6.
L'art. 29 è approvato.
ART. 30 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 30 voti contrari 2 astensioni 6.
L'art. 30 è approvato.
ART. 31 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 30 voti contrari 2 astensioni 6.
L'art. 31 è approvato.
ART. 32 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 30 voti contrari 2 astensioni 6.
L'art. 32 è approvato.
ART. 33 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 30 voti contrari 2 astensioni 6.
L'art. 33 è approvato.
ART. 34 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 30 voti contrari 2 astensioni 6.
L'art. 34 è approvato.
ART. 35 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 30 voti contrari 2 astensioni 6.
L'art. 35 è approvato.
ART. 36 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 30 voti contrari 2 astensioni 6.
L'art. 36 è approvato.
ART. 37 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 30 voti contrari 2 astensioni 6.
L'art. 37 è approvato.
ART. 38 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 30 voti contrari 2 astensioni 6.
L'art. 38 è approvato.
ART. 39 4) Emendamento presentato dall'Assessore Rossa: il comma terzo è così sostituito: "La Regione esercita le funzioni di cui all'art. 33 concernenti le II.PP.A.B, nonché le funzioni di cui alla lettera d) dell'art. 33 acquisendo i necessari elementi di valutazione dal soggetto gestore delle funzioni di vigilanza e controllo della zona in cui l'Ente ha la sede legale".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 30 voti favorevoli, 2 contrari e 6 astensioni.
Si proceda alla votazione dell'art. 39 come emendato, per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 30 voti contrari 2 astensioni 6.
L'art. 39 è approvato.
ART. 40 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 30 voti contrari 2 astensioni 6.
L'art. 40 è approvato.
ART. 41 5) Emendamento presentato dall'Assessore Rossa: il comma primo è così modificato: "1. Dalla data di approvazione da parte della Giunta regionale delle Piante organiche dei Servizi socio-assistenziali rideterminate ai sensi dell'art. 3, comma undicesimo, della legge n. 537/93 e dell'art. 31 del DL 3/2/1993, n. 29 è trasferito nelle suddette Piante organiche il personale dei Servizi socio-assistenziali: a) dei Comuni e delle Comunità montane che, alla data del 3/11/1994, era a disposizione del Servizio socio-assistenziale delle preesistenti UU.SS.SS.LL., salvo specifica richiesta contraria degli interessati b) delle Province messo a disposizione del Servizio socio assistenziale ai sensi della L.R. 23/4/1992, n. 24 c) in ruolo nelle piante organiche sanitarie assegnato ai Servizi socio-assistenziali delle preesistenti UU.SS.SS.LL. ed operante presso i medesimi al 31/12/1994, salvo specifica richiesta contraria degli interessati d) delle piante organiche funzionali di cui all'art. 47, comma terzo, compreso il personale assunto nelle stesse nel corso del 1995, in seguito a specifica autorizzazione regionale".
Dopo il comma primo viene aggiunto il seguente comma secondo: "2. Dalla data di assunzione delle funzioni socio-assistenziali da parte degli Enti gestori di cui all'art. 13, e comunque dall'1/1/1996, è trasferito nelle piante organiche dei Comuni, delle Comunità montane o loro Consorzi il personale di cui al comma primo".
Il comma secondo diventa comma terzo il comma terzo diventa comma quarto il comma quarto diventa comma quinto.
La parola all'Assessore Rossa.



ROSSA Angelo, Assessore regionale

L'emendamento è stato presentato per garantire maggiormente il personale in questo periodo transitorio. Non appena determinati ed approvati dalla Giunta, i carichi di lavoro diventano un dato acquisito e definitivo. E' un po' come dare "patria" a chi è nell'incertezza.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Bergoglio.



BERGOGLIO Emilia

La collaborazione cui si è tesi credo sia evidente. L'emendamento ha carattere formale, poiché chiarisce e vincola l'area del socio assistenziale, soprattutto le piante organiche, ad una serie di riferimenti quali quelli delle schede relative ai carichi di lavoro e all'analisi della quantità di lavoro occorrente - quindi di personale - per svolgere determinate funzioni.
Dal punto di vista dell'impostazione c'è qualche perplessità per il fatto che si ingessa un poco l'autonomia dell'Ente gestore in materia soprattutto la serie di riferimenti legislativi ad altra legge non rendono chiaro il testo.
Esprimo questa perplessità; se la Giunta ritiene questo punto assolutamente vincolante non mi opporrò, se fosse possibile, per chiederei di controllare questo punto della stesura.
Non avendo riferimenti legislativi a disposizione non sono in grado di proporre un emendamento sostitutivo.



ROSSA Angelo, Assessore regionale

Mi permetterei di insistere. So di qualche aspetto contorto, ma si tratta comunque di un segnale ad una categoria di persone attualmente in fase di totale incertezza.



BERGOGLIO Emilia

Confermo la perplessità formale, anche se addivengo a quanto l'Assessore ritiene opportuno.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Bortolin.



BORTOLIN Silvana

Faccio un'osservazione, Presidente, con molta tranquillità e pacatezza.
Non è possibile discutere con tale fretta una legge di questa importanza non riusciamo neanche a seguire la successione degli emendamenti: quello in discussione è stato presentato pochissimi minuti fa, ed è non di poco rilievo.
Anche il mio Gruppo voterà a favore, pur con la perplessità e la remora di non avere potuto confrontare le leggi richiamate, per l'estrema difficoltà di decifrare l'emendamento.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Rossa.



ROSSA Angelo, Assessore regionale

Vi ringrazio. Condivido l'inopportunità del poco tempo a disposizione che mi ha impedito persino di intervenire.



PRESIDENTE

Lo stato di fretta lo possiamo immediatamente cancellare con una sospensione della seduta che permetta una chiarificazione del punto in questione. Non è mia intenzione costringere la discussione in ambiti troppo stretti. Se lo ritenete opportuno, sospendo il dibattito per procedere al necessario approfondimento.
La parola all'Assessore Rossa.



ROSSA Angelo, Assessore regionale

Presidente, la mia non voleva assolutamente essere un'osservazione nei suoi confronti. Era un dato di fatto.



PRESIDENTE

Se l'Assessore e i colleghi intendono approfondire questo punto, si sospende il tempo necessario per l'approfondimento.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 17,50, riprende alle ore 18)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
La parola all'Assessore Rossa.



ROSSA Angelo, Assessore regionale

Viene cancellato il punto c) dell'emendamento; permane la restante parte.



PRESIDENTE

L'emendamento viene riproposto con la cancellazione del punto c).
Ringrazio le colleghe Bortolin e Bergoglio che hanno consentito un maggiore approfondimento dell'emendamento.
Come richiesto, si proceda alla votazione dell'emendamento per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 hanno risposto SI 30 Consiglieri si sono astenuti 5 Consiglieri.
L'emendamento è approvato.
Si proceda alla votazione dell'art. 41 come emendato, per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 voti favorevoli 30 astensioni 5.
L'art. 41 è approvato.
ART. 42 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 voti favorevoli 30 astensioni 5.
L'art. 42 è approvato.
ART. 43 6) Emendamento presentato dai Consiglieri Maggiorotti, Calligaro e Bosio: aggiungere al termine le parole: "Quando l'ambito territoriale dell'Associazione dei Comuni, di cui all'art. 14, coincide con quello del Comune o di parte di esso, è prevista l'istituzione di posti di Direttore in numero coincidente con quello dei Distretti socio-sanitari di base in cui si articolano le Aziende UU.SS.LL.
comunali o subcomunali".
La parola all'Assessore Rossa.



ROSSA Angelo, Assessore regionale

La Giunta non accoglie l'emendamento, perché la legge concede già la libertà proposta; con l'accoglimento determineremmo scelte di competenza di Enti autonomi nel decidere.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Maggiorotti per dichiarazione di voto.



MAGGIOROTTI Piergiorgio

Quanto detto testè dall'Assessore non mi convince in relazione al fatto che, in realtà, se questa è una legge normante l'organizzazione di un servizio, resta scoperto un buco nero, che è quello del Comune di Torino.
Stante la lettura della legge, a Torino verrebbe a definirsi un solo posto di Direttore dei servizi socio-assistenziali (se ho ben capito). Poiché la città è articolata in quattro UU.SS.LL. e presumibilmente verrà articolata in dieci Distretti, si troverebbe in una situazione diversificata rispetto al resto della Regione, dove la coincidenza del posto di Direttore è in capo al Distretto: la presenza della figura del Direttore è territorialmente identificata nel territorio del Distretto.
In questo senso, vorrei almeno delle assicurazioni dall'Assessore, e capire se è prevedibile che questa situazione anomala venga aggiustata cosa che non mi pare comprensibile da quanto egli stesso ha appena detto.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Rossa.



ROSSA Angelo, Assessore regionale

Rispondo brevemente ricordandole che all'art. 41, il comma terzo recita: "Le piante organiche del personale socio-assistenziale sono attivate nei limiti delle attività esercitate da ciascuno degli enti di cui all'art. 13 e sono determinate dagli enti stessi sulla base dei carichi di lavoro necessari per garantire i livelli programmati delle attività socio assistenziali". Praticamente, si consente al Comune di Torino di poter valutare, sulla base delle necessità e dei relativi carichi di lavoro anche le conseguenti determinazioni sulla nomina dei Direttori.



PRESIDENTE

Pongo dunque in votazione l'emendamento, non accolto dalla Giunta.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 3 voti favorevoli, 25 contrari e 5 astensioni.
Si proceda alla votazione dell'art. 43 per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 voti favorevoli 30 astensioni 5.
L'art. 43 è approvato.
ART. 44 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 voti favorevoli 30 astensioni 5.
L'art. 44 è approvato.
ART. 45 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 voti favorevoli 30 astensioni 5.
L'art. 45 è approvato.
ART. 46 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 voti favorevoli 30 astensioni 5.
L'art. 46 è approvato.
ART. 47 7) Emendamento presentato dall'Assessore Rossa: al termine del comma primo, viene aggiunta la seguente frase: "Resta salva la facoltà degli Enti locali di gestire le attività socio assistenziali, secondo le altre modalità previste all'art. 13, comma secondo, anche in vigenza della fase transitoria".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 26 voti favorevoli e 5 astensioni.
Si proceda alla votazione dell'art. 47 come emendato, per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 voti favorevoli 26 astensioni 5.
L'art. 47 è approvato.
ART. 48 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 voti favorevoli 26 astensioni 5.
L'art. 48 è approvato.
ART. 49 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 voti favorevoli 26 astensioni 5.
L'art. 49 è approvato.
ART. 50 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 voti favorevoli 26 astensioni 5.
L'art. 50 è approvato.
ART. 51 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 voti favorevoli 26 astensioni 5.
L'art. 51 è approvato.
ART. 52 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 voti favorevoli 26 astensioni 5.
L'art. 52 è approvato.
ART. 53 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 voti favorevoli 26 astensioni 5.
L'art. 53 è approvato.
ART. 54 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 voti favorevoli 26 astensioni 5.
L'art. 54 è approvato.
ART. 55 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 voti favorevoli 26 astensioni 5.
L'art. 55 è approvato.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 30 Consiglieri si sono astenuti 9 Consiglieri.
La legge è approvata.


Argomento: Parchi e riserve

Esame progetto di legge n. 482: "Modifiche alle leggi regionali relative al Sistema delle aree protette della Fascia fluviale del Po"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame del progetto di legge n. 482.
Relatore è il Consigliere Rivalta, che facoltà di intervenire.



RIVALTA Luigi, relatore

Dò per letta la relazione, il cui testo, a mani dei Consiglieri recita: "Illustre Presidente, egregi Consiglieri, esaurito il Piano regionale delle aree protette, approvato con la deliberazione della Giunta regionale n. 21-37617 in data 15/5/1990, mediante l'istituzione degli Enti di gestione di tutte le aree in esso incluse, emerge ora la necessità di consolidare il Sistema delle aree protette regionali apportando, alla luce delle esperienze maturate negli anni, le modifiche atte ad eliminare le anomalie che ne abbiano, in qualche modo, rallentato od ostacolato la piena operatività.
Tali modifiche si inquadrano in un disegno generale di risistemazione dell'organizzazione amministrativa delle aree protette mediante l'assegnazione di un maggior numero di aree ad Enti già esistenti e la ristrutturazione degli organi amministrativi attraverso il ridimensionamento del numero dei membri eletti in seno ai Consigli direttivi, prefiggendosi come obiettivo il perseguimento di una maggiore efficienza del sistema in atto.
In questo progetto di risistemazione e di consolidamento si inserisce la proposta di modifica della L.R. 17/4/990, n. 28, istitutiva del Sistema delle aree protette della Fascia fluviale del Po, contenuta nel presente disegno di legge. Attraverso la razionalizzazione dell'esistente, il disegno di legge si propone inoltre di dare risposta alle problematiche sollevate dalla legislazione nazionale in materia di pubblico impiego e di personale che, di fatto, anchéesse impongono operazioni di aggregazione di più aree protette in un unico Ente, per ottenere economie di scala e miglioramento di efficienza e di efficacia nella gestione.
Perseguendo questi obiettivi il disegno di legge procede alla ridefinizione di alcuni Enti di gestione ed alla rideterminazione di competenze su alcuni territori protetti, come di seguito indicato: a) l'accorpamento gestionale dell'attuale Parco naturale della Rocca di Cavour (che assume più correttamente la denominazione di Riserva naturale speciale in ossequio ai criteri generali di definizione delle aree protette contenute nella legge 6/12/1991, n. 394, e nella L.R. 22/3/1990 n. 12, e successive modificazioni di adeguamento alla normativa nazionale) al Sistema delle aree protette della Fascia fluviale del Po, tratto Pian del Re-Pancalieri b) il trasferimento della gestione dell'Area attrezzata Le Vallere dall'Ente di gestione del Parco regionale La Mandria all'Ente di gestione del Sistema delle aree protette della Fascia fluviale del Po, tratto Pancalieri-Crescentino c) l'adeguamento delle normative relative alla Riserva naturale della Garzaia di Valenza che, continuando a svolgere le funzioni gestionali della Riserva naturale speciale del torrente Orba, è affidata all'Ente di gestione del Sistema delle aree protette della Fascia fluviale del Po tratto Crescentino - Confine Piemonte/Lombardia.
Nel presente disegno di legge, oltre alla rideterminazione della composizione dei Consigli direttivi degli Enti di gestione che, come detto in armonia anche con quanto stabilito dalla normativa nazionale in materia vengono consistentemente ridotti nel numero dei componenti, viene assicurata contestualmente la rappresentanza degli Enti locali attraverso la partecipazione di Consiglieri direttamente eletti dalla Comunità del Parco, organo che riveste una particolare importanza nella legge n. 394/91 essendo il vero soggetto di programmazione delle politiche del Parco.
Questa nuova strutturazione degli Enti di gestione consente peraltro di superare anche la necessità del Consiglio generale previsto dalla L.R.
17/4/1990, n. 28, che non si è tuttora attivato e le cui funzioni paiono sovrapporsi in modo assai complesso rispetto all'attività dei nuovi Enti così come definiti a seguito della legge quadro nazionale.
Come già accennato in precedenza le semplificazioni gestionali introdotte con il presente disegno di legge tendono anche a dare una prima risposta alla riorganizzazione della struttura complessiva del personale dipendente dagli Enti di gestione delle aree protette: le restrizioni introdotte con il DL n. 29/93 e con la legge finanziaria per l'anno 1994 impongono infatti di procedere rapidamente ad una complessiva rilettura e ridefinizione dell'intero Sistema regionale delle aree protette al fine di garantirne la gestione rispettando comunque i criteri di efficienza ed efficacia che dovranno contraddistinguere anche in futuro la politica dei Parchi".



PRESIDENTE

Non essendovi richieste di parola, passiamo all'esame del relativo articolato.
ART. 1 1) Emendamento presentato dai Consiglieri Adduci, Pozzo e Chiezzi: aggiungere il seguente comma secondo: "2. L'asta fluviale del Po, ricompresa nell'ambito del Sistema di cui al comma primo, è individuata come rotta di migrazione dell'avifauna ai sensi del comma quinto dell'art. 1 della legge 11/2/1992, n. 157".
L'emendamento è accolto dalla Giunta. Lo pongo in votazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Non essendo chiara la votazione si proceda con l'appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 hanno risposto SI 34 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere si sono astenuti 3 Consiglieri.
L'emendamento è approvato.
Si proceda alla votazione dell'art. 1 come emendato, per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 34 voti contrari 1 astensioni 3.
L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 34 voti contrari 1 astensioni 3.
L'art. 2 è approvato.
ART. 3 2) Emendamento presentato dal Consigliere Marchini: la planimetria relativa alla zona di Saluggia è sostituita con altra planimetria (stralcio area).
La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Signora Presidente del Consiglio, ho sollecitato la presenza del Presidente della Giunta non per mancanza di riguardo all'Assessore competente, ma perché la questione che pongo è una questione che non è solo di natura ambientale, ma in qualche misura coinvolge il modo di atteggiarsi della Giunta, della maggioranza e del Consiglio che è chiamato a decidere su questo mio emendamento, su un tema che è di natura ambientale, ma che coinvolge, nel modo in cui ci atteggiamo, una questione che io chiamerei di politica industriale e non di politica ambientale.
Questa questione è stata oggetto di approfondimento in Commissione e sostanzialmente ha visto la Commissione, su questa materia, perplessa e divisa, anche se mi rendo conto che adesso alcuni Commissari, in particolare il collega Penasso, non si accorgono che stiamo trattando la questione dell'emendamento Marchini.
Ricordavo - scusa, collega Penasso - che su questa materia in Commissione i pareri potevano essere divergenti e per certi versi di difficile gestione da parte della maggioranza, quindi ho ritirato l'emendamento in Commissione: lo ripropongo lasciandolo quindi alla responsabilità del Consiglio e la risposta alla collegialità della Giunta per le ragioni che ho prima illustrato.
L'emendamento, in termini molto sintetici, si pone il problema di stralciare dall'area interessata al provvedimento le aree interessate ad insediamenti nel Comune di Saluggia, gli insediamenti ENEA e gli insediamenti SORIN. Probabilmente qualcuno può obiettare che il tipo di vincolo non impedisce niente, non condiziona niente, non è decisivo su niente: può essere vero. Il ragionamento molto elementare che mi sembra di poter fare è questo: sono due strutture che o hanno una destinazione altamente sofisticata oppure non hanno ragione d'essere, quindi è certo che su quelle strutture i soggetti che ne sono proprietari si troveranno in qualche occasione a dover decidere se lì ha senso investire o no o se non sia meglio investire in altre aree, in altre strutture che fanno capo agli stessi soggetti economici.
Cari colleghi, io prendo atto che questa cosa non interessa - mi fa piacere che sia presente la collega Vetrino - faccio solo presente che il problema dell'Alenia è anche la conseguenza della nostra disattenzione quando la stessa società aveva bisogno che la Regione si muovesse perch potesse acquisire un immobile in Torino che consentisse lo sviluppo dell'attività. Dopodiché, adesso che ci sono gli striscioni, scopriamo il problema, ma nel momento in cui ci dovevamo porre il problema strategico degli investimenti in Piemonte e non nel sud rispetto all'Alenia, ci siamo disinteressati dell'aspetto strategico. Qui siamo esattamente alla stessa questione.
In altri termini, non sono partigiano di nessuno, il Presidente della Commissione ci ha dato atto in Commissione che i titolari delle aziende interessate in qualche misura hanno ritenuto la spiegazione data soddisfacente - io ho qualche dubbio, perché poi ho visto girare degli esposti ma l'interpretazione del Presidente mi soddisfa. Non mi interessa assolutamente l'interpretazione che danno i funzionari delle aziende rispetto a questo problema. Io ho una mia preoccupazione e cioè che queste aree sul piano strategico siano penalizzate rispetto ai programmi di investimento e di sviluppo da parte delle due società. Quindi chiedo che ne venga dichiarato lo stralcio.
L'emendamento che risulta alle carte, evidentemente deve essere superato da una planimetria che io produco e che riporta a quelli che sono presumibilmente i confini catastali dei problemi. Naturalmente lascio alle norme di coordinamento la possibilità di ridisegnare quest'area nel modo che sembrerà più coerente e più confacente.
So bene che l'Assessore ha mille argomenti per spiegarmi che questa mia preoccupazione è eccessiva; io invece ritengo che non sia tale.
Parliamo dell'ENEA, che ha due plessi analoghi a questo, uno a Frascati e uno a Bracciano: ho qualche difficoltà a capire perché dovrebbe andarsi ad impegolare in una vicenda che ha degli appesantimenti di tipo territoriale a Saluggia, mentre questi impedimenti, ma anzi ponti d'oro sicuramente li fanno a Bracciano e sicuramente li fanno a Frascati. A sostegno di questo, ricordo che non più di tre giorni fa è comparso su "Repubblica" un articolo che ha messo in guardia la Regione dall'insistere sul progetto Ignitor-Piemonte, perché tale progetto viene considerato estremamente disastrante per l'ambiente. In sostanza, collega Assessore, il problema è questo.
Presidente Brizio, mi rendo conto che, per carità, si pensa a tutt'altro.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

No, non si pensa a tutt'altro.



MARCHINI Sergio

La collega Pozzo, nel suo atteggiamento radicale com'è radicale il mio ha detto chiarissimamente che, a suo modo di vedere, queste strutture devono essere espluse dalla realtà del parco, devono essere superate.
Questo mi pare un approccio non condivisibile, ma chiaro. Io invece penso che noi dobbiamo dire che vogliamo che restino e che vengano sviluppate non pronunciarsi su questo e dunque tenerle nell'area di sviluppo del parco, sia pure con tutte le giustificazioni, mi sembra una scelta impropria e latitante rispetto al problema.
A me sembra che da questo nostro documento debba emergere chiaramente se la scelta è quella della collega Pozzo, la quale si auspica che queste strutture quanto prima vengano superate e allontanate, oppure se si consente a queste società di continuare a lavorare e svilupparsi.
Il mio emendamento ha questo oggetto; prego la Giunta e i colleghi Consiglieri di volerlo considerare nella sua importanza. E' una piccola cosa, mi rendo conto, che sembra marginale, ma che dal punto di vista di come una Regione gestisce e programma il proprio territorio non è sicuramente di secondaria importanza.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Bresso.



BRESSO Mercedes, Assessore regionale

Come il collega Marchini sa (perché ne abbiamo già discusso in Commissione), la questione non è di vita o di morte. Voglio precisare che le due aree sono inserite nella zona di salvaguardia dove, come recita l'art. 10, comma terzo, lettera c), "è consentito effettuare interventi edilizi", ovviamente se previsti dal Piano regolatore.
Ormai molto spesso nel mondo le attività avanzate sono inserite in aree di valore ambientale proprio perché ci stanno bene; le due società in questione hanno verificato la normativa che le riguardava e dichiarato, in sede di consultazione, che gli andava bene.
Rilevo che sarebbe complicato cartografare una norma che dovrebbe dire che lì dentro vigono le stesse norme che nel resto del territorio cartografato, per di più su aree che, avendo un carattere strategico, non esistono sulle carte; queste due aziende, infatti, non esistono sulle carte e noi potremmo darne solo una delimitazione approssimativa, essendo oggetto di segreto militare (ci sono degli impianti atomici).
Concordo con la tesi del collega Marchini: non c'è alcuna ragione per espellere l'ENEA o la SORIN dal Piemonte. Non condivido invece la tesi della collega Pozzo, secondo la quale dovrebbero essere espulse; tenuto conto della normativa specifica prevista per quell'area, ritengo che nulla osti a che stiano lì.



POZZO Carolina

Non espulse, ma rilocalizzate.



BRESSO Mercedes, Assessore regionale

Questa è un'altra questione, che non fa parte n' delle intenzioni n' dell'articolato della legge.



PRESIDENTE

Concludendo, mi sembra che l'emendamento non sia accolto dalla Giunta.



PRESIDENTE

MARCHINI



PRESIDENTE

La Giunta non accoglie: esprime un parere.
Prima di passare alla votazione sull'emendamento, chiedo di intervenire per dichiarazione di voto.



PRESIDENTE

Prego.



MARCHINI Sergio

Prendo atto che il Presidente della Giunta non si è pronunciato.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Allora chiedo la parola!



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta, Brizio.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Il Presidente della Giunta conosce la questione e non concorda su una tesi che non consente la vivibilità delle aziende nel parco. Ricordo che la vivibilità delle aziende nel parco è consentita dalle norme, perché sono nell'area di salvaguardia.



MARCHINI Sergio

Presidente Brizio, il Piano regolatore non dura mica una vita!



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Ma il Piano regolatore si rifarà!



MARCHINI Sergio

Ma noi cosa diciamo al Comune? Questa è un'area di salvaguardia, non è un'area industriale! Si può essere contrari o favorevoli, ma bisogna sapere cosa si vota! Presidente, prendo atto che lei si pronuncia in modo diverso da come si è pronunciato il suo Capogruppo in Commissione a nome della DC!



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Mi pento di aver parlato!



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Rivalta; ne ha facoltà.



RIVALTA Luigi

Voglio solo dire, per chiarezza, che noi diamo un messaggio ben preciso, contenuto nell'art. 10 di questa legge, che dice: "Dentro le aree di salvaguardia si possono effettuare interventi edilizi". Sono quelli oggi sanciti dal Piano regolatore; non c'è nessun messaggio che dica al Comune: "In occasione della prossima variante devi cancellare gli interventi edilizi".



MARCHINI Sergio

Perché in Commissione eravate d'accordo, allora?



BRESSO Mercedes, Assessore regionale

Come sai, "Sophia Antipolis" è dentro un parco, anzi gli hanno fatto il parco intorno apposta: cominciamo a non considerare i parchi solo come dei luoghi...



(Continue proteste del Consigliere Marchini)



PRESIDENTE

L'emendamento non è accolto dall'Assessore Bresso.
Come richiesto, si proceda alla votazione dell'emendamento per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 hanno risposto SI 5 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri si sono astenuti 8 Consiglieri.
L'emendamento è respinto.
3) Emendamento presentato dai Consiglieri Penasso e Picchioni: si propone lo stralcio degli ampliamenti relativi alle seguenti aree: 1 - Torrente Pellice 2 - Torrente Maira 3 - Dora Baltea 4 - Tanaro 5 - Scrivia come da cartografia allegata.
Tale emendamento è accolto dalla Giunta; lo pongo pertanto in votazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 29 voti favorevoli e 5 astensioni.
4) Emendamento presentato dai Consiglieri Adduci, Chiezzi e Pozzo: la cartografia in scala 1:25.000 relativa alla Riserva naturale speciale della Dora Baltea (o del Baraccone) sulla sponda sinistra del Po a monte della confluenza con la Dora è modificata riportando i confini della Riserva a quelli già previsti dalla L.R. n. 28/90.
Tale emendamento è accolto dalla Giunta; lo pongo pertanto in votazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 34 Consiglieri presenti.
5) Emendamento presentato dai Consiglieri Adduci, Chiezzi e Pozzo: la cartografia in scala 1:25.000 relativa alla Riserva naturale speciale della Lanca di San Michele è modificata riportando i confini della Riserva a quelli già previsti dalla L.R. n. 28/90.
Anche tale emendamento è accolto dalla Giunta; lo pongo pertanto in votazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 34 Consiglieri presenti.
6) Emendamento presentato dai Consiglieri Adduci, Chiezzi e Pozzo: all'interno del Sistema di aree protette della Fascia fluviale del Po viene mantenuto il tratto del Maira ricadente nel Comune di Racconigi.
Tale emendamento non è accolto dalla Giunta. Lo pongo pertanto in votazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 6 voti favorevoli, 27 contrari e 1 astensione.
7) Emendamento presentato dai Consiglieri Adduci, Chiezzi e Pozzo: all'interno del Sistema di aree protette della Fascia fluviale del Po viene mantenuto il tratto dello Scrivia ricadente nei Comuni di Castelnuovo e Tortona.
Tale emendamento non è accolto dalla Giunta. Lo pongo pertanto in votazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 6 voti favorevoli, 27 contrari e 1 astensione.
Sull'art. 3 ha chiesto la parola per dichiarazione di voto la Consigliera Vetrino; ne ha facoltà.



VETRINO Bianca

Con rammarico darò voto negativo a questo articolo, contrariamente alla mia intenzione di esprimere un voto favorevole sul provvedimento nel suo complesso. Questo perché credo che il collega Marchini abbia posto una questione seria, che a mio avviso non è stata dalla Giunta considerata con il dovuto senso di responsabilità. Questo atteggiamento di non considerazione e quindi di superficialità finirà per ritorcersi sulla Giunta stessa, su quella che verrà, perché avrà delle difficoltà nella gestione delle autorizzazioni che inevitabilmente, conseguentemente arriveranno sul tavolo della Giunta rispetto ad interventi che dovessero verificarsi in queste zone.
"Sophia Antipolis": è vero, io lo capisco questo, ma non è così, le strutture delle quali stiamo parlando sono poco omologhe rispetto a quelle di "Sophia Antipolis", perché sono altre, quindi io ritengo che effettivamente attorno a questo problema fosse necessaria una diversa considerazione. Mi spiace che la Giunta abbia non dico con leggerezza, ma comunque pensato di poterla risolvere rimandando alla gestione urbanistica perché ci sarà sì una gestione urbanistica, ma ci sarà anche inevitabilmente un'attenzione e un'autorizzazione regionale rispetto a questi provvedimenti. L'Assessore sa quante volte nella gestione del quotidiano si trova di fronte a provvedimenti di questo genere e quanto reinserire o inserire interventi in un parco sia necessariamente e doverosamente una cosa difficile. Pertanto, non dovremmo crearci delle difficoltà rispetto alle emergenze che conosciamo; io mi rendo conto che per le nuove situazioni si può anche avere l'atteggiamento radicale di Carolina Pozzo, però conosciamo le difficoltà che incontra un imprenditore di fronte ad un'esigenza di ammodernamento, di aggiornamento di una tecnologia, di una struttura. Penso questo doveva considerare la Giunta.
Temo che questo atteggiamento della Giunta finirà per ritorcersi contro la stessa, contro chi dovrà gestire la situazione. Ormai, l'emendamento presentato dal Consigliere Marchini non è stato accolto per cui è difficile modificare la situazione; il mio intervento era per giustificare il voto negativo sull'articolo, anche se, evidentemente, le ragioni del mio voto positivo sono ben più ampie sull'intero disegno di legge, per il quale voterò a favore - e lo dichiaro fin d'ora per evitare altri interventi.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vaglio.



VAGLIO Roberto

Grazie, Presidente.
Volevo semplicemente annunciare il voto contrario su questo articolo, e annunciare altresì che quanto sottolineato con molta proprietà dalla collega Vetrino farà sì che esprimerò voto contrario a tutto il provvedimento. In un momento come questo, in cui tutti i nostri provvedimenti di legge sono finalizzati all'innovazione ed alla ricerca comportarsi in modo khomeinista nei confronti di una ricerca, semplicemente perché poco nota, semplicemente per ignoranza scientifica...



BRESSO Mercedes, Assessore regionale

Figurati: sono stata consulente dell'ENEA. Ma dai...



VAGLIO Roberto

Questo è un comportamento khomeinista che pregiudica il nostro atteggiamento nei confronti di tutto il provvedimento.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 3.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 32 hanno risposto SI 23 Consiglieri hanno risposto NO 2 Consiglieri si sono astenuti 7 Consiglieri.
L'art. 3 è approvato.
ART. 4 Chiede di parlare l'Assessore Bresso; ne ha facoltà.



BRESSO Mercedes, Assessore regionale

Intervengo solo per rilevare che a seguito dell'accoglimento degli emendamenti di riduzione di alcune aree, è necessario un emendamento tecnico parallelo.



PRESIDENTE

Vi è dunque il seguente emendamento presentato dall'Assessore Bresso: 8) all'art. 4 sono soppresse le lettere l) e gg).
Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 29 voti favorevoli e 3 astensioni.
Si proceda alla votazione dell'art. 4 come emendato, per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 32 voti favorevoli 27 voti contrari 2 astensioni 3.
L'art. 4 è approvato.
ART. 5 9) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Pozzo: al comma secondo, lettera a), sostituire il punto 4) con il seguente: "4) quattro membri nominati dalla Provincia di Cuneo, di cui due designati dalle Organizzazioni professionali agricole e due designati dalle Associazioni ambientaliste" sostituire al punto 5) la parola "cinque" con "tre" al comma secondo, lettera b), al punto 1) sostituire "cinque" con "sei" il punto 3) è così sostituito: "3) quattro membri nominati dalla Provincia di Torino, di cui due designati dalle Organizzazioni professionali agricole e due designati dalle Associazioni ambientaliste" al punto 4) sostituire "cinque" con "tre" al comma secondo, lettera c), il punto 4) è così modificato: "4) quattro membri nominati dalla Provincia di Alessandria, di cui due designati dalle Organizzazioni professionali agricole e due designati dalle Associazioni ambientaliste" al punto 5) sostituire "cinque" con "tre" modificare di conseguenza l'art. 27.
Questo emendamento viene accolto dall'Assessore Bresso.
Lo pongo pertanto in votazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 28 voti favorevoli e 4 contrari.
Si proceda alla votazione dell'art. 5 come emendato, per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 32 voti favorevoli 30 voti contrari 2.
L'art. 5 è approvato.
ART. 6 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 32 voti favorevoli 30 voti contrari 2.
L'art. 6 è approvato.
ART. 7 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 32 voti favorevoli 30 voti contrari 2.
L'art. 7 è approvato.
ART. 8 10) Emendamento presentato dall'Assessore Bresso: al comma primo dell'art. 8 del disegno di legge n. 482, nel testo dell'art. 10 sostituito, al comma primo, lettera a), dopo le parole "di cui all'art. 5," si aggiungono le parole "ovvero direttamente con gli Enti di gestione,".
Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 27 voti favorevoli, 2 contrari e 3 astensioni.
11) Emendamento presentato dai Consiglieri Pozzo, Adduci e Chiezzi: il comma secondo, lettera b), è così modificato: "b) esercitare la pesca: tale divieto si applica anche al territorio della Riserva naturale speciale del Meisino e dell'Isolone Bertolla".
La Giunta accoglie l'emendamento. Lo pongo in votazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 30 voti favorevoli e 2 contrari.
Si proceda alla votazione dell'art. 8 come emendato, per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 32 voti favorevoli 30 voti contrari 2.
L'art. 8 è approvato.
ART. 9 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 32 voti favorevoli 30 voti contrari 2.
L'art. 9 è approvato.
ART. 10 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 32 voti favorevoli 30 voti contrari 2.
L'art. 10 è approvato.
ART. 11 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 32 voti favorevoli 30 voti contrari 2.
L'art. 11 è approvato.
ART. 12 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 32 voti favorevoli 30 voti contrari 2.
L'art. 12 è approvato.
ART. 13 12) Emendamento presentato dall'Assessore Bresso: al comma tredicesimo, le parole "nelle more di approvazione di tali strumenti e convenzioni" sono sostituite dalle parole "nelle more di approvazione degli strumenti attuativi".
Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 27 voti favorevoli, 2 contrari e 3 astensioni.
Si proceda alla votazione dell'art. 13 come emendato, per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 32 voti favorevoli 27 voti contrari 2 astensioni 3.
L'art. 13 è approvato.
ART. 14 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 32 voti favorevoli 30 voti contrari 2.
L'art. 14 è approvato.
ART. 15 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 32 voti favorevoli 30 voti contrari 2.
L'art. 15 è approvato.
ART. 16 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 32 voti favorevoli 30 voti contrari 2.
L'art. 16 è approvato.
ART. 17 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 32 voti favorevoli 30 voti contrari 2.
L'art. 17 è approvato.
ART. 18 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 32 voti favorevoli 30 voti contrari 2.
L'art. 18 è approvato.
ART. 19 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 32 voti favorevoli 30 voti contrari 2.
L'art. 19 è approvato.
ART. 20 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 32 voti favorevoli 30 voti contrari 2.
L'art. 20 è approvato.
ART. 21 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 32 voti favorevoli 30 voti contrari 2.
L'art. 21 è approvato.
ART. 22 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 32 voti favorevoli 30 voti contrari 2.
L'art. 22 è approvato.
ART. 23 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 32 voti favorevoli 30 voti contrari 2.
L'art. 23 è approvato.
ART. 24 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 32 voti favorevoli 30 voti contrari 2.
L'art. 24 è approvato.
ART. 25 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 32 voti favorevoli 30 voti contrari 2.
L'art. 25 è approvato.
ART. 26 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 32 voti favorevoli 30 voti contrari 2.
L'art. 26 è approvato.
ART. 27 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 32 voti favorevoli 30 voti contrari 2.
L'art. 27 è approvato.
ART. 28 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 32 voti favorevoli 30 voti contrari 2.
L'art. 28 è approvato.
ART. 29 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 32 voti favorevoli 30 voti contrari 2.
L'art. 29 è approvato.
Passiamo alle dichiarazioni di voto sull'intero testo della legge.
La parola al Consigliere Miglio.



MIGLIO Mario

Il Gruppo dei Verdi voterà a favore dell'intero disegno di legge sottolineando il nostro dispiacere per l'esclusione di aree importanti di estremo valore ambientale, naturalistico e paesistico, quali sono quelle che insistono sul torrente Pellice, Maira, Dora Baltea, Tanaro e lo Scrivia che purtroppo, a seguito di un emendamento, sono state stralciate dalla configurazione territoriale, così come era stata approvata dalla Commissione competente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rivalta.



RIVALTA Luigi

Intervengo per esprimere la mia soddisfazione che questa proposta di legge sia giunta all'approvazione del Consiglio perché mi sembra uno degli atti significativi di questa ultima parte della legislatura regionale. Si tratta di un lungo lavoro non privo di difficoltà e di ostacoli che ha visto nel 1986 il Consiglio regionale approvare una deliberazione che dava incarico alla Giunta di provvedere al Piano Territoriale Operativo - era allora Assessore la collega Vetrino; da quel momento è incominciato un lavoro che si è protratto otto anni, ha investito Giunte diverse responsabilità di Assessorato diverse, ma è arrivato al traguardo: domani si approverà il Piano territoriale di cui questa modifica di legge è una premessa fondamentale. Quindi c'è un lungo percorso di impegno che trova una giusta sanzione in questo Consiglio regionale tra l'approvazione della legge oggi e dei due piani territoriali e dell'area di domani mattina.
Colgo l'occasione per ringraziare chi ha sostenuto questa iniziativa ed i funzionari e collaboratori che hanno lavorato su questi provvedimenti.
Soprattutto quelli che esamineremo domani sono provvedimenti esemplari dal punto di vista disciplinare; avranno certo bisogno di miglioramenti, ma nessuna delle cose che si costruiscono per la prima volta è definitiva e perfetta. Saranno comunque documenti esemplari. Faccio questa dichiarazione di voto ora, spero di non doverne fare domani; spero che i provvedimenti di domani passino con tranquillità e che non ci sia bisogno di altre dichiarazioni di voto. Mi premeva sottolineare il significato e l'importanza del lavoro che è stato volto.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Pozzo.



POZZO Carolina

Grazie, Presidente e colleghi, voterò a favore di questo disegno di legge, nonostante lo stralcio di parti importantissime che erano invece da tutelare. Mi auguro che nella prossima legislatura con maggiore serenità si ritorni a valutare la necessità di inserire quelle aree stralciate nuovamente nel Piano.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente, colleghe e colleghi. Il Gruppo Rifondazione Comunista voterà a favore, anche se sottolinea, accanto al voto favorevole che riconosce l'importanza del provvedimento stesso, il fatto che questo nostro giudizio è stato sottoposto a notevoli oscillazioni durante l'esame del provvedimento, dovute ai tentennamenti e alla retromarcia compiuta dall'Assessore che sorretto dalla volontà di trasformare sotto la specie del Parco questo Sistema di aree protette improvvisamente sotto una richiesta precisa del PPI è retrocesso nuovamente a semplice Sistema delle aree protette.
Non teniamo conto in termini di votazione - ne terremo conto in termini politici - di questo fatto che pure ha il suo significato, perché la trasposizione di queste aree all'interno del Parco non era, come diceva l'Assessore nella sua deliberazione, un fatto formale, ma era un importantissimo punto di arrivo e di sostanza. Ha rinunciato a questo punto di arrivo e di sostanza, a noi dispiace, fa parte del giudizio politico, ma dato che dell'ambiente e della natura facciamo uno dei cardini del nostro impegno di Gruppo, noi voteremo a favore con queste precisazioni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

La dichiarazione di voto da parte del mio Gruppo è molto problematica.
Noi siamo convinti che questa sia un'operazione di avanzata cultura territoriale ed ambientale, abbiamo dato un contributo, tutta la Commissione ha considerato questa come un'operazione destinata - come ha detto la collega Pozzo - agli affinamenti, alle definizioni nella sede più opportuna. Certo l'Assessore, avendo il voto, può anche uscire: infatti la collega Bresso passa in Consiglio il tempo strettamente necessario.
Quello che però qui è avvenuto, cioè di non considerare una questione di grandissima importanza emblematica e di considerare le specificità quando vengono esaminate (proprio alla luce di quello che sosteneva la collega Bresso, perché la dimostrazione che viene data in Europa e nel mondo è che attività ad alto rischio, o comunque altamente sofisticate possano collocarsi nelle aree di grande pregio ambientale), significa la disponibilità da entrambe le parti di considerare le esigenze reciproche. E lo stralcio significava semplicemente - sappiamo tutti benissimo che il Piano regolatore è quello che deciderà il destino di quelle aree - che quella sarebbe stata la sede della concertazione a livello comunale, a livello regionale dell'eventuale utilizzo diverso ed ulteriore di queste aree. Dopodiché si è tenuto, nei confronti dell'opposizione - in particolare di quella liberale - un atteggiamento del tutto ondivago.
Io sono tra quelli che dicono che non bisogna registrare le riunioni di Commissione e rimango fermo a questa mia dichiarazione; ritengo che le bobine in Commissione non ci debbano essere, ma ci deve essere il resoconto sommario reso sotto la responsabilità del Presidente e null'altro! Quindi agli atti è così, però io so che cosa si è detto su questa cosa. Si è prestata una presa d'atto di questo problema, c'è stata una dichiarazione di disponibilità ad accogliere l'emendamento, è stato accolto l'emendamento sia pure con una dizione diversa, è stata dichiarata l'accettazione del mio emendamento da parte di una probabile maggioranza e in aula, guarda caso si capovolgono completamente le carte in tavola. Quindi è problematica la dichiarazione di voto! Sarà favorevole, perché contrariamente a quanto ha detto qualcuno in modo villano in Commissione io sono l'avvocato dei pochi clienti che ho, non di altri, ma i pochi clienti che ho sono a libro clienti, quello abolito - grazie a Dio da Berlusconi. Quindi questa è una battaglia mia personale. Questa sconfitta amara, a mio modo di vedere, non è mia, ma della lealtà reciproca, colleghi Consiglieri, di come ci si deve comportare coerentemente in aula e in Commissione. Non si cambia opinione su cose di questa delicatezza solo per i rapporti di forza che ci sono perché è una questione di pochi soldi: ho fatto una battaglia perché la consideravo giusta, l'ho persa non sul piano dell'emendamento non accolto ma del comportamento non coerente e ondivago di troppi soggetti protagonisti di questa vicenda. Ciò nonostante il provvedimento che approviamo e quelli conseguenti stanno nella linea di un'avanzata politica di tutela di salvaguardia di sviluppo del nostro territorio e quindi concludo esattamente con le parole della collega Pozzo: voto a favore e mi auguro che il tempo e gli affinamenti ci consentiranno nel merito di rimediare a quelle carenze, che lamenta per certi versi la collega Pozzo, e che io ho ritenuto di dover testimoniare con il mio emendamento.
Mi auguro che con più serenità e a tempo debito si abbia la possibilità di approfondire meglio queste questioni e governarle con più equilibrio e serenità.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 hanno risposto SI 31 Consiglieri hanno risposto NO 2 Consiglieri.
La legge è approvata.


Argomento: Parchi e riserve

Esame progetti di legge n. 83 e n. 588: "Istituzione dell'Area attrezzata Brich di Zumaglia e Mont Prevè ed istituzione dell'Ente di gestione della Riserva naturale orientata delle Baragge, della Riserva naturale speciale della Bessa"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del testo unificato dei progetti di legge n. 83 e n.
588.
Non essendovi richieste di parola, passiamo all'esame del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 voti favorevoli 33.
L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 voti favorevoli 33.
L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 voti favorevoli 33.
L'art. 3 è approvato.
ART. 4 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 voti favorevoli 33.
L'art. 4 è approvato.
ART. 5 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 voti favorevoli 33.
L'art. 5 è approvato.
ART. 6 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 voti favorevoli 33.
L'art. 6 è approvato.
ART. 7 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 voti favorevoli 33.
L'art. 7 è approvato.
ART. 8 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 voti favorevoli 33.
L'art. 8 è approvato.
ART. 9 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 voti favorevoli 33.
L'art. 9 è approvato.
ART. 10 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 voti favorevoli 33.
L'art. 10 è approvato.
ART. 11 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 voti favorevoli 33.
L'art. 11 è approvato.
ART. 12 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 voti favorevoli 33.
L'art. 12 è approvato.
ART. 13 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 voti favorevoli 33.
L'art. 13 è approvato.
ART. 14 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 voti favorevoli 33.
L'art. 14 è approvato.
ART. 15 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 voti favorevoli 33.
L'art. 15 è approvato.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 32 hanno risposto SI 32 Consiglieri.
La legge è approvata.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19,25)



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