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Dettaglio seduta n.34 del 22/01/91 - Legislatura n. V - Sedute dal 6 maggio 1990 al 22 aprile 1995

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 1) all'o.d.g., i processi verbali delle adunanze consiliari del 18 e 19 dicembre 1990 e del 5 gennaio 1991, verranno posti in votazione nella prossima seduta.
Sono invece da porre in votazione i processi verbali delle adunanze consiliari del 4, 11 e 18 dicembre 1990. Se non vi sono osservazioni i processi verbali si intendono approvati.


Argomento: Sanita': argomenti non sopra specificati

Interrogazione n. 68 del Consigliere Zacchera inerente l'USSL 53 di Arona Appalto lavori edili per ampliamento Ospedale di Arona


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Interrogazioni ed interpellanze" esaminiamo l'interrogazione n. 68 presentata dal Consigliere Zacchera.
La parola all'Assessore Maccari.



PRESIDENTE

MACCARI, Assessore alla sanità



PRESIDENTE

Premesso che la competenza relativa alle procedure di appalto è di esclusiva pertinenza della USSL, la quale con piena autonomia pone in essere provvedimenti che attengono la scelta del tipo di gara da attivare e quindi il successivo affidamento dei lavori; che detta procedura e aggiudicazione dell'appalto è soggetta al controllo del Co.Re.Co., mentre rimane l'obbligo per la USSL di inviare all'esame dell'Assessorato regionale alla sanità l'elaborato tecnico prescelto dalla USSL unicamente in caso di "Appalto concorso", nel caso oggetto dell'interrogazione trattasi di "Licitazione Privata" sulla quale la competenza è dell'USSL.
In merito, comunque, ho accertato i fatti chiedendo notizie alla USSL interessata, la quale ha inviato copia di deliberazione del Comitato di gestione, regolarmente esecutiva, di cui fornisco copia all'interrogante, a mia volta, nella certezza che il contenuto della stessa viene a dare esauriente risposta alle domande poste con l'interrogazione in oggetto.
Intanto la USSL assicura che i lavori sono regolarmente in svolgimento con soddisfazione dell'Amministrazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Zacchera.



ZACCHERA Marco

Signor Presidente, colleghi, mi riservo di rispondere, perché devo prima leggere la copia che mi ha dato l'Assessore, per quanto sia leggibile perché è fatta tramite fax. Non sono d'accordo comunque su un aspetto, sul quale mi dichiaro insoddisfatto: l'Assessore, secondo me, non può limitarsi a dire che il problema è di competenza dell'USSL, perché visto che la regione Piemonte dà all'USSL i mezzi per poter operare, dovrebbe porre maggiore attenzione alla spesa, e nello specifico a questo appalto, anche perché nella mia interrogazione sollecitavo alcune evidenti anomalie dell'appalto stesso. Adesso però devo leggere quello che mi ha consegnato a mano l'Assessore per poter stabilire se c'è una ripresa dei fatti oppure no. Visto che l'Assessore deve dare delle altre risposte sulla stessa USSL mi riservo, caso mai, di parlarne più avanti.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MONTABONE


Argomento:

Interpellanza n. 69 del Consigliere Zacchera inerente l'USSL n. 53


PRESIDENTE

Passiamo ora all'interpellanza n. 69 presentata dal Consigliere Zacchera.
La parola al Consigliere Zacchera per l'illustrazione.



ZACCHERA Marco

Signor Presidente, questa fa parte di un pacchetto di interrogazioni ed interpellanze sull'USSL n. 53. Nello specifico nell'interrogazione precedente sollecitavo notizie su un appalto che veniva passato alla seconda classificata con un sostanzioso aumento di spesa. Chiedo se risponde al vero che 300 milioni destinati alla comunità alloggio per disabili psichici sono stati invece utilizzati per l'acquisto di appartamenti dove ora ha sede la Presidenza dell'USSL.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Maccari.



MACCARI Eugenio, Assessore alla sanità

Con riferimento all'interpellanza in oggetto, l'USSL interessata su specifica richiesta ha dato riscontro ad ogni specifico punto come di seguito riportato: a) risponde al vero la circostanza che dal novembre 1987 l'USSL è priva di Coordinatore Amministrativo, nominato tra i propri dipendenti diretti l'incarico è stato affidato al Dirigente Coordinatore Amministrativo dell'USSL viciniore di Borgomanero per effetto della mancanza nell'USSL n.
53 di altro dipendente amministrativo apicale diverso da quello cui si è reso necessario revocare l'incarico.
b) L'Amministrazione USSL si è determinata ad affidare la citata reggenza peri seguenti motivi.
A seguito di ispezione regionale conclusasi in data 10/9/1987 sono state riscontrate gravissime carenze tecnico-amministrative (abnormi ritardi nella redazione degli atti dell'USSL e nella sottoposizione dei medesimi agli organi di controllo; attuazione di attività amministrativa in assenza dei corrispondenti atti formali, e così di seguito).
L'Amministrazione USSL ha ritenuto per tanto di revocare l'incarico al Dirigente Coordinatore Amministrativo e di attivare le procedure di legge per l'accertamento, in capo allo stesso, degli estremi di incapacità professionale per una lunga serie difatti, accertamento tuttora in corso sia per la complessità di garanzie da cui è circondato l'accertamento stesso, sia in quanto sono emerse a più riprese ulteriori situazioni imputabili.
Rientrava nella norma che, in assenza di altri dirigenti amministrativi apicali, la direzione della massima funzione tecnica fosse affidata attraverso il meccanismo convenzionale del la reggenza così come previsto dalle disposizioni in materia.
c) Gli estremi vigenti della convenzione sono quelli di cui all'allegato 1. Per quanto attiene al costo della stessa, suddiviso per anno, si forniscono gli estremi a margine: 1987 (un bimestre) L. 7.650.000 (media mensile L. 3.870.000) 1988 L. 35.070.000 (media mensile L. 2.922.500) 1989 L. 39.200.000 (media mensile L. 3.266.000) 1990 (due quadrimestri) L. 22.736.000 (media mensile L. 2.842.000).
d) Non sussistono scostamenti tra le somme spese, i contenuti convenzionali ed i relativi impegni.
e) Non corrisponde al vero l'assenza di limiti alla convenzione per l'anno 1990, e ciò risulta dimostrato in concreto dalla circostanza che la media mensile dei corrispettivi dell'anno in corso è la più bassa in assoluto.
f) La retribuzione complessiva del Dirigente Coordinatore reggente è data dai propri emolumenti ordinari presso l'USSL di appartenenza cui si aggiungono i compensi convenzionali lordi mensili di cui al punto c). A proposito dei quali conviene ricordare che sul citato compenso lordo mensile (L. 2.842.000 nell'anno 1990) grava lo scaglione d'imposta del 40 cui si aggiunge il 5% di trattenuta ulteriore prevista dalla normativa vigente in materia.
Quanto all'ubiquità, deve ritenersi che l'interpellante abbia ipotizzato come situazioni eccezionali il lavorare 46 ore circa alla settimana, circostanza che viceversa può essere normalmente tollerata.
Infatti risulta che il dirigente in questione normalmente acceda, al di fuori del proprio servizio presso l'USSL di appartenenza, due pomeriggi alla settimana (per 5 ore in media per ciascuno), per le funzioni di reggenza.
g) in ordine alla valutazione di soddisfacenza o meno della situazione e al di là del rilievo che sicuramente le anomalie tecnico-amministrative sono venute meno, sembra opportuno ricordare che la imminente riforma del Servizio sanitario nazionale comporterà sicuro supera mento del problema per le profonde revisioni previste anche negli organici delle nuove aziende USSL.
h) Sul corrispondente punto dell'interpellanza, si ritiene solo di osservare, quanto alla valutazione di spese ingenti, che il compenso orario lordo convenzionale è inferiore di circa il 30% al valore contrattuale previsto per la retribuzione in regime di plus orario della qualifica apicale corrispondente; ciò ovviamente trascurando il livello di responsabilità e rischi del più alto dirigente amministrativo dell'USSL.
Questo Assessorato sulla base delle ispezioni a suo tempo operate, e a mente la vigente legislazione in materia di convenzioni, non rileva al riguardo situazioni di illegittimità.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Zacchera.



ZACCHERA Marco

Sul punto a) sono d'accordo. Sul punto b) le informazioni da me assunte dissentono completamente da quelle dell'Assessore, perché da quanto mi risulta il precedente coordinatore è stato volutamente allontanato perch sottolineava alcuni atti amministrativi non conformi da parte dei dirigenti dell'USSL, e questo dava fastidio a dirigenti stessi.
Per quanto riguarda le cifre che mi sono state date faccio presente che se l'Assessore guarda i verbali delle deliberazioni del Comitato di gestione - n. l3 del 1990 e n. 917 de1 1989 - noterà che queste cifre risultano più basse rispetto a quelle da lui stesso indicate. Volevo sapere se non era previsto un limite di spesa. Effettivamente questo continua a non esserci, perché non si può, secondo me, assumere la collaborazione di un funzionario di un'altra USSL con la dicitura di "assistenza, organi collegiali dell'USSL", che dice tutto e non dice niente.
Per quanto riguarda il punto 1) sostiene esserci soltanto 46 ore alla settimana, se ne può prendere atto. Al punto g) attendevo una risposta per sapere se in futuro si ritiene o meno di sistemare questa posizione. La risposta non c'è stata. Per quanto riguarda il punto h) ritengo che non sia giusto (ed è una opinione personale) il metodo di richiedere all'USSL stessa di dare le informazioni, bisognerebbe appurare i fatti autonomamente. E' chiaro che l'USSL che ha preso determinate decisioni non potrà mai contraddire se stessa.


Argomento: Psichiatria

Interrogazione n. 70 presentata dal Consigliere Zacchera inerente l'USSL n. 53 di Arona


PRESIDENTE

L'Assessore Maccari risponde all'interrogazione n. 70 presentata dal Consigliere Zacchera.



MACCARI Eugenio, Assessore alla sanità

Con riferimento alla richiesta concernente l'acquisizione di due appartamenti in Arona, da destinare a "Comunità alloggio per disabili psichici" a seguito di apposito finanzia mento regionale per circa 300 milioni, si informa che: da verifiche effettuate non esistono finanzia menti decisi dalla Regione a favore de1la USSL n. 53 nell'anno '87; piuttosto sono stati deliberati i seguenti finanziamenti: 1984, con deliberazione del Consiglio regionale del 20/11/1984 "Riparto Fondo sanitario regionale anno '84 - quota a destinazione vincolata" L. 200 milioni 1986, in data 3/6/1986, integrazione di L. 100 milioni.
Sulle modalità di utilizzo dei finanzia menti e sulla situazione attuale sono state chieste apposite informazioni alla USSL competente, che ha risposto con nota di cui do lettura testuale (sono documenti ufficiali ci rivolgiamo alla USSL. non riteniamo di dover mettere sempre i carabinieri per controllare anche cosa scrivono): "In evasione alla richiesta di codesto Assessorato, avente pari oggetto, si comunica sulla questione quanto in appresso: con delibere del C.R. 20/11/1984 e 3/6/1986 veniva complessivamente concesso a questa USSL un finanziamento di L. 300 milioni a destinazione vincolata per il potenziamento delle strutture per l'assistenza psichiatrica, all'uopo richiesto con delibera del Comitato digestione n.
1030 del 10/9/1984, ratificata con atto assembleare. 67 de1 15/11/1984 en.. 244 del 7/3/ 1985 con nota prot. 11625-11635 del 27/8/1986, inviata a diverse agenzie lmmobillari locali, questa USSL avviava la trattati va per l'acquisto di un immobile non tralasciando di evidenziare la destinazione d'uso dello stesso con delibera del Comitato di gestione n. 940 del 23/10/1986 questa Amministrazione propone va all'assemblea dei Comuni l'acquisto dell'immobile giudicato più idoneo, relativo all'offerta prot. 13593 del 7/10/1986 dell'immobiliare Cassani e Marino di Arona consistente in due appartamenti attigui, siti in Arona, corso Liberazione n. 35, al primo piano del condominio denominato 'Espero' al costo di L. 245 milioni la predetta assemblea, con atto n. 65 del 7/11/1986, approvava l'acquisto degli a in parola, demandando al Comune di Arona territorialmente competente, gli adempimenti formali necessari alla loro acquisizione la Regione Piemonte, con delibera della Giunta regionale. 105/1076 del 10/2/1987, pubblicata sul B.L del 18/3/1987, approvava l'acquisto di cui trattasi il Comune di Arona, con propria deliberazione n. 79 del 30/5/1987 così come modificato con atto n. 587 del 21/10/1987, portava a compi mento la procedura di acquisto, formalizzata con atti di compravendita, datati 22/10/1987 e 7/12/1987, della dott.ssa Fabrizia Satta, nota io in imvorio (NO).
Tutto ciò premesso, questa Amministrazione provvedeva con deliberazione n. 20 del 12/1 / 1988 a conferire l'incarico professionale per la progettazione di urgenti interventi, per il risanamento conservativo dei locali in parola "con particolare riguardo al riordino interno e opere manutentive diverse anche al fine di razionalizzare gli spazi disponibili quindi, con nota del 9/3/1988, inviata all'amministrazione del condominio 'Espero', a notificare allo stesso, per piena conoscenza, la destinazione definitiva degli stessi, ovvero di Comunità alloggio del Servizio di psichiatria territoriale".
Si ritiene opportuno. a questo punto, fornire le seguenti precisazioni: 1. nell'atto n. 20 del 21/1/1988 (sopra richiamato) l'indicazione che testualmente si riporta: "la sede degli uffici amministrativi di corso Liberazione n. 35, ove sono ospitati la Presidenza, il Servizio segreteria Ordini collegiali Affari generali" è meramente incidentale e non può fuorviare dalla sostanza del provvedimento, il quale significa che la stessa abbisogna degli interventi più sopra riportati, parte dei quali, va detto, sono stati sollecitati dal responsabile stesso del Servizio di psichiatria: giudicati in dispensabili data la finalità degli appartamenti.
2. L'attuale assegnazione degli appartamenti in parola a sede di alcuni uffici amministrativi, della quale peraltro è stata data forma e comunicazione al Comune di Arona con note prot. 15791 del 6/11/1987 e n.
3111 del 9/3/1988, è eccezionale e provvisoria e non sta a sottintendere se non in chi elegge il pregiudizio a metro dell'operato altrui, un uso diverso da quello che ne ha originato l'acquisto. Tale assegnazione, si ribadisce provvisoria, trae spuntò dall'esigenza, palese per chiunque abbia la pretesa di avere una conoscenza meno che superficiale dei problemi contingenti di gestione di questa USSL, di trovare una immediata idonea collocazione al servizio di Psichiatria, la cui sede. ubicata presso il Dispensario ex CPA in Arona, doveva essere evacuata perla ristrutturazione del relativo edificio destinato a Laboratorio di Analisi.
3) A fronte di questa necessità, l'Amministrazione dell'USSL decideva di spostare in toto i servizi amministrativi situati presso la palazzina di via San Carlo 7, in Arona, parte dei quali, provvisoriamente, presso i neo acquistati immobili di Corso Liberazione 35, con l'intento, poi concretizzatosi, di trasferire nei locali così liberatisi, il servizio di Psichiatria dopo gli opportuni lavori di riadattamento atti a render li congrua allo scopo.
Ricordo che il problema di trovare alloggi per comunità incontra queste stesse difficoltà su tutto il territorio regionale perché i condomini fanno sempre opposizione.
Sperando di essere stata sufficientemente esauriente sulla equivocata questione, l'Amministrazione dell'USSL si permette, con l'occasione affinché ciò non venga a costituire fonte di ulteriori fraintendimenti, di esporre quello che rappresenta sulla questione l'ultimo spiacevole sviluppo, tanto più spiacevole in quanto giunto intempestivo oltre che imprevisto.
In data 18/3/1988 è pervenuta allo scrivente, così come integrata con nota pervenuta l'11/4/ 1988, la nota a firma dell'Amministrazione del Condominio "Espero", proprio nel momento in cui questa Amministrazione si apprestava a liberare gli appartamenti di cui trattasi per dare inizio a quei lavori che li avrebbero resi idonei all'uso predestinato trasferendo gli uffici amministrativi attualmente ivi ubicati in altra definitiva sede.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Zacchera.



ZACCHERA Marco

Ringrazio l'Assessore per la risposta. Faccio presente che allora l'interrogazione era del tutto pertinente, perché di fatto si è andati ad acquisire un immobile in un condominio per fare la comunità alloggio peri disabili psichici, nel 1988 per fatto eccezionale e provvisorio, ma siamo nel '91. Tuttora, lì, anziché la comunità alloggio per disabili psichici ci sono gli uffici di direzione dell'USSL. Auguro all'Assessore di essere ancora Assessore ed io essere ancora Consigliere quando quegli uffici non saranno più degli uffici. A mio avviso, a posteriori, m sembra che tutta la manovra sia stata diretta a trovare dei fondi per comprare degli immobili da destinare ad uso uffici, siccome non c'era la possibilità, dal punto di vista della nomenclatura in bilancio, di prendere questi soldi dicendo che andavano per una comunità alloggio per disabili psichici. Molto più grave sarebbe stato il fatto di avere comprato questi appartamenti e avere speso tutti questi soldi senza prima informarsi se li si poteva mettere la comunità alloggio per disabili psichici. Questo mi sembra abbastanza evidente, comunque ringrazio per la cortesia l'Assessore che ha voluto darmi queste risposte. Sono convinto che l'Assessore, essendo una persona soprattutto intelligente, abbia capito cosa sottintendo a questi ritmi e a queste righe e ha capito come questa interrogazione fosse del tutto fondata.
Per terminare, faccio presente che nel pacchetto c'erano due altre interrogazioni, semplici semplici, alle quali si poteva dare risposta, che però non è arrivata. Chiedevo come mal i Sindaci revisori dell'USSL ce l'hanno con i gestori dell'USSL stessa che si sono retrodatati i propri compensi raddoppiandoli: soprattutto volevo sapere che fine aveva fatto un progetto obiettivo sulla contabilità dei costi costato 50 milioni, e io penso lottizzato. Io spero che nel proseguimento delle riunioni, visto che questa interrogazione è del 28 agosto, e il progetto obiettivo per la contabilità dei costi doveva permettere una migliore gestione anche degli uffici dell'USSL, queste risposte arriveranno insieme ad altre più recenti che sulla stessa USSL sono state presentate. Ringrazio l'Assessore per la risposta e penso, al di là che magari si possa anche essere un po' scorbutici, che veramente la Regione, e in questo caso l'Assessorato farebbe ottima cosa se, accogliendo e recependo una nostra proposta verbale che stiamo però trasformando in un dettaglio maggiormente probante, andasse a creare la task force di controllo; insisto che nell'USSL n. 53, come in altre, sia necessario che la Regione operi dei controlli. Per esempio legga l'Assessore per sua personale documentazione le relazioni dei Sindaci revisori alla gestione dell'USSL.53.


Argomento: Psichiatria

Interrogazione n. 108 del Consigliere Cucco inerente la situazione dell'assistenza psichiatrica presso l'USSL n. 55 di Verbania Intra


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interrogazione n. 108 presentata dal Consigliere Cucco.
Risponde l'Assessore Maccari.



MACCARI Eugenio, Assessore alla sanità

Su specifica richiesta di questo Assessorato, il Presidente dell'USSL n. 55 ha trasmesso, in data 12/11/1990, la relazione dettagliata, a firma del Primario di Igiene Mentale dott. Salvatore Reitano, concernente il problema di cui all'oggetto.
Dalla documentazione pervenuta si evince quanto segue: nel pomeriggio di venerdì 14/9/1990, verso le ore 16, mentre il dott.
Salvatore Reitano presta va servizio presso l'SPDC di Intra, una paziente signora R.V. - entrava nel suo studio con la vestaglia in fiamme. La paziente veniva pronta mente soccorsa dal predetto medico, dall'infermiera psichiatrica e dall'ausiliario in servizio. Durante l'operazione di spegnimento il dott. Reitano ha riportato, altresì, ustioni di primo e secondo grado al dorso delle mani destra e sinistra. La paziente R.V. è stata prontamente inviata al DEA dell'Ospedale di Pallanza dove le sono state prestate le prime cure. Il pomeriggio del giorno successivo 15/9/1990, la stessa veniva inviata al CTO di Torino da cui, dopo una accurata consulenza specialistica sull'entità delle lesioni, veniva inviata a Verbania e quindi ricoverata in Chirurgia.
Come da referto DEA la signora R.V. presentava ustioni di secondo grado con elementi di terzo grado all'addome, all'arto superiore sinistro e all'anca sinistra ed ustioni di secondo grado al torace e al dorso. Dopo qualche settimana di degenza in Chirurgia, stanti le soddisfacenti condizioni fisiche e per volontà dei parenti, veniva ricoverata presso la Casa di Cura per malattie nervose e mentali della cintura torinese (Villa Cristina).
Per quanto riguarda le motivazioni del presunto tentativo di suicidio si precisa che di nessuna violenza, privazione o castigo è stata oggetto la suddetta paziente, la quale, benché affetta da grave psicosi schizofrenica conservava un grado di lucidità tale da farle temere e soffrire l'ostracismo che le aveva dichiarato la famiglia negli ultimi tempi. Tale sofferenza aveva innescato nelle ultime settimane diversi comportamenti a tematica autolesiva per richiamare sia l'attenzione degli operatori psichiatrici, sia l'affetto e il perdono della famiglia (ad esempio qualche giorno prima, riuscendo a fuggire dal reparto, si è lasciata scivolare sul greto del fiume S. Giovanni antistante l'Ospedale S. Rocco di Intra, calandosi fino alle ascelle nell'unica pozza d'acqua che la siccità del torrente offriva: altre volte tentava il "suicidio" ponendosi sotto la doccia a bocca aperta con l'unico risultato di rimanere senza abiti, dato che i parenti non provvedevano a fornirgliene altri).
E' comprensibile quindi come la signora R.V. in tutti questi suoi tentativi dovesse essere rincorsa e protetta dagli operatori psichiatrici che, peraltro, si sono sempre adoperati con grande affetto nei suoi confronti. Le presunte punizioni "mancanza di colazione o del pranzo" sono da imputare o al rifiuto della stessa di cibarsi o al fatto che volendo riposare il mattino non le si faceva forza per svegliarla.
Si precisa che nel vissuto autopunitivo ed espiatorio, impetrante il perdono familiare, la paziente stessa avrebbe chiesto di essere "contenuta"; richiesta ovviamente mai soddisfatta per non aggiungere violenza a quella che già la famiglia e la società le avevano inferto.
Pertanto i denunciati maltrattamenti non possono che essere "proiezione" dell'aggressività della stessa paziente e del suoi parenti.
Si riferisce, inoltre, che un esposto di contenuto analogo è stato presentato in sede di Procura della Repubblica di Verbania, la quale ha aperto regolare inchiesta.
Il dott. Reitano Salvatore ed i suoi collaboratori sono stati ampiamente ed esauriente mente interrogati; pertanto eventuali responsabilità saranno accertate dalla competente Magistratura.
Per quanto concerne il secondo punto dell'interrogazione, si riferisce che nel pomeriggio del 14/9/1990, dopo le ore 18, è arrivato un paziente accompagnato dai Carabinieri proveniente da Omegna. Tale paziente è stato visto dal medico in servizio di reperibilità e quindi ricoverato presso l'SPDC di Intra. L'altro paziente cui l'interrogazione invece si riferisce era rappresentato da una donna, certa signora M.V., il cui ricovero era già stato programmato dagli operatori del Servizio territoriale. E' vero quindi, che solo in questa occasione il dott. Reitano ha chiesto ad una infermiera dell'ambulatorio di recarsi al DEA per verificare che la paziente in attesa fosse effettivamente la signora M.V. Accertata la sua identità, il suddetto medico ha disposto che gli fosse inviata per il previsto ricovero al San Rocco di Intra, non essendo ovviamente necessaria alcuna consulenza esterna.
Per quanto concerne il terzo punto varrebbe forse la pena di ridimensionare la dizione di "struttura sporca e indecente", anche se si tratta di struttura vecchia, poco adatta e che mal si presta ad una corretta manutenzione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cucco.



CUCCO Vincenzo

Grazie, Assessore, per la ritardatissima risposta all'interrogazione che datava 20 settembre. So che le interrogazioni, in particolare quelle delle opposizioni, danno molto fastidio. soprattutto alle UU.SS.SS.LL. che come diceva il collega Zacchera, devono rispondere e produrre documenti.
Chiedo all'Assessore se mi può inviare non soltanto la copia scritta della sua risposta, ma anche la copia della relazione del dott. Reitano.
Sono totalmente insoddisfatto della risposta, che non esito a considerare una prova del nuovo manicomialismo degli anni '90, che da qualche tempo sta rinascendo in questa regione. Dichiarare, da parte di un Primario psichiatrico, che la colpa del fatto che una malata si dia fuoco è della famiglia, che non ha corrisposto alle esigenze affettive della malata stessa, e non degli infermieri, che dovevano in qualche modo contenere o comunque control lare una malata che già in passato aveva manifestato tendenze suicide di questo tipo, è vera mente manicomialismo del più vecchio stile. Non si può, come sempre, dare la colpa di quello che accade in una struttura di questo tipo, che dovrebbe essere controllata e controllabile al 100%, alla famiglia o al malato, in particolare quando ci si riferisce ad un malato psichiatrico.
Sono confermate due cose che sostenevo, innanzitutto che non c'era un infermiere professionale all'interno della struttura. Questa è una querelle che si porta avanti da molto tempo, Assessore. Lei sa che non basta un infermiere psichiatrico in una struttura come l'SPDC, ma deve esserci un infermiere professionale perlomeno per ogni turno. Questo non c'era, anche se le leggi lo prevedono. In più, si vuole far passare la storia dell'infermiera che è andata al Pronto Soccorso semplicemente per un riconoscimento e un accompagnamento, ma io vorrei sentire la testimonianza.
Non è escluso che io vada direttamente dal dottore che si trovava al Pronto Soccorso per sapere esattamente se lui ha chiesto la consulenza del Servizio psichiatrico o semplicemente un accompagnamento da parte dell'infermiera.
Nell'interrogazione ho chiesto un'altra cosa, però l'Assessore non ha dato risposta. Credevo fosse la parte più facile alla quale rispondere perché le notizie che avevo erano di una sostanziale soluzione del problema. Evidentemente non è così. Il problema della struttura di Verbania è un problema veramente al di là della legge. La vecchia struttura nella quale opera l'SPDC è fuori dall'ospedale. La legge prescrive che gli SPDC devono essere all'interno delle strutture ospedaliere perché devono essere vicini alle strutture ospedaliere stesse, in particolare al Pronto Soccorso. E' una situazione fuorilegge. Sapevo che in questo periodo la situazione si stava sciogliendo, l'Assessore non mi ha detto niente, volevo una conferma in questo senso: se la situazione è sciolta questo è l'unico dato positivo della risposta dell'Assessore; se non è ancora sciolta chiedo all'Assessore di intervenire in modo fermo nei confronti di questa USSL che fa finta di occuparsi dei malati psichiatrici, ma che in realtà non fa niente.


Argomento: Psichiatria

Interrogazione n. 172 del Consigliere Cucco inerente la morte del malato di mente signor Rasetto


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione n. 172 presentata dal Consigliere Cucco.
Risponde l'Assessore Maccari.



MACCARI Eugenio, Assessore alla sanità

Il signor A. Rasetto, ricoverato nell'O.P. di Collegno nel 1952 all'età di 10 anni, viene dimesso nel 1963 per essere iscritto in un istituto agrario, ma, non riuscendo ad inserirsi, è nuovamente ricoverato in O.P. Dal 1964 al 1971 entra ed esce dall'O.P. Nel 1972 viene definitivamente dimesso. E' senza casa e vive di espedienti. Nel 1978 l'Associazione Bartolomeo comincia ad occuparsi di lui e nel 1982 viene assunto come socio-lavoratore nella Nuova Cooperativa di Collegno.
Lavora in modo discontinuo: è dedito all'alcol, ha rapporti con la piccola delinquenza; subisce inoltre due interventi chirurgici per inserimento di protesi, è affetto da una grave patologia alla testa del femore.
Nel 1989 Torino Progetto gli trova una collocazione abitativa in una delle case IACP di via Nicola Fabrizi. Dopo circa due mesi dall'inserimento nell'alloggio si trova un convivente con cui stabilisce una relazione stabile e divide le spese della casa. Due infermieri lo seguono a domicilio una volta alla settimana e due volte al mese si incontrano con lui e con l'istruttore della Nuova Cooperativa.
Sembra ben inserito, riprende i contatti con la madre e la sorella frequenta la Bartolomeo e C., partecipa alle attività sociali organizzate da Torino Progetto e nel settembre 1990 va in vacanza per 15 giorni con altri membri della Cooperativa in Toscana. Non riesce però ad interrompere gli abusi alcolici e il tentativo di appoggiarlo agli Alcolisti Anonimi fallisce. Lavora con una certa regolarità e riesce anche a risparmiare.
Il giorno precedente la sua morte, avvenuta il 13/11/1990, gli infermieri effettuano la consueta visita domiciliare.
L'indagine aperta dalla Magistratura è ancora in corso e si attendono i risultati della perizia medico-legale.
Per quanto concerne invece i finanziamenti attribuiti a Torino Progetto, la situazione è la seguente: per l'acquisizione di alloggi da destinarsi a ex dimessi O.P., il Consiglio comunale, con deliberazione n. 8501222/08 del 18/2/1985, ha approvato il trasferimento dal bilancio della USSL Torino 1/23 al bilancio del Comune di Torino di una quota del Fondo sanitario nazionale in conto capitale di L. 2.335.000.000, tenuto conto degli orientamenti espressi dal l'Assemblea generale con deliberazione n. 4070/ 43/84 del 19/9/1984 e della Giunta regionale n. 105/39441 del 6/12/ 1984 la competenza dell'amministrazione di tali fondi è degli Assessorati al patrimonio e alla casa del Comune di Torino le acquisizioni sono state autorizzate con deliberazioni comunali nel rispetto delle procedure previste dalla L.R. n. 9/83 le unità immobiliari acquistate sono registra te nell'inventario dei beni immobili del patrimonio della Città di Torino, con vincolo a destinazione sanitaria gli adempimenti, di cui ai precedenti punti, esauriscono le competenze relative a Torino Progetto le verifiche degli interventi effettuati e della loro efficacia competono invece alle UU.SS.SS.LL. 24 e Torino 1, le quali mettono a disposizione le risorse di personale per l'attuazione del progetto.
Attraverso atti deliberativi annuali le UU.SS.SS.LL. citate hanno finora approvato il proseguimento del progetto, tenuto conto che l'utenza seguita da Torino Progetto non è mai un'utenza propria in quanto, già in carico a un servizio del territorio o già assistito in O.P., i progetti di trattamento e le verifiche avvengono in collaborazione tra gli operatori di Torino Progetto e quegli operatori che già hanno in carico il caso ed i risultati vengono valutati congiuntamente.
La quota residua del finanziamento in oggetto. che ammonta a circa un miliardo e 300 milioni, pare adeguata alle necessità d'attuazione del progetto e pertanto non giustifica l'attribuzione di nuovi finanziamenti.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cucco.



CUCCO Vincenzo

Ringrazio l'Assessore della risposta.
Credo che sia sempre odioso parlare quando si affrontano questi argomenti, soprattutto quando c'è di mezzo la vita di una persona, in particolare di una persona che definire sfortunata probabilmente è lontanissimo dalla sua realtà esistenziale. E' sempre odioso imbastire polemiche politiche sulla morte di persone fisiche; però devo dire che come la storia di Rasetto insegna, di questi malati di mente "barbonizzati", cioè resi barboni da una legge ottusa, come la n. 180, e da strutture inesistenti e ottuse come quelle che hanno regnato in Piemonte fino a poco tempo fa e ancora adesso esistono ed operano, Rasetto non credo che sia l'unico caso. Ma non voglio dilungarmi proprio per quello che ho detto prima. Voglio sollevare un solo problema che deriva dalla necessità di rivedere l'assistenza alle persone malate di mente secondo criteri diversi rispetto a quelli che sono stati utilizzati fino ad oggi; criteri di maggiore protezione del malato nei confronti di se stesso e nei confronti della società nella quale vive. Sono certo che la sorte di Rasetto sarebbe stata sicuramente molto diversa se invece di vivere il proprio dramma da solo in un alloggio, avesse potuto usufruire di una struttura, di una comunità più protettiva della sua situazione.
Il senso della domanda su Torino Progetto e su tutte le esperienze di questo tipo è la seguente: a cosa servono queste iniziative? Perché si continua su questa politica che ha dimostrato tutti i suoi limiti? Perch si continua a comprare alloggi dentro i quali vivono persone che hanno in realtà bisogno di un'assistenza continua? Non hanno bisogno di un alloggio dove vivere da soli, ubriacarsi per mesi e mesi e poi morire nella solitudine. Di fatto è stato così. E' questa la riflessione che l'Assessorato deve fare; è questa la riflessione che l'Assessorato deve imporre alle UU.SS.SS.LL. e non è un caso difatti che le UU.SS.SS.LL. che mantengono in vita Torino Progetto sono la n. 24 e la n. 1. E' necessario imporre alle UU.SS.SS.LL di riflettere sull'esistenza di queste persone non è fatalità, non sono morte per caso! A proposito dei finanziamenti, chiedo infine all'Assessore di avere copia della risposta scritta, perché non credo che questi siano dati veri.
Ho l'impressione che ci siano altri rivoli dai quali Torino Progetto prende soldi, che non sono quelli dell'Assessorato regionale alla sanità e tanti altri Assessorati di altre istituzioni piemontesi, per cui mi riservo di verificare anche questo dato.


Argomento: Sanita': argomenti non sopra specificati

Interrogazione n. 239 del Consigliere Cucco inerente la bocciatura da parte del Parlamento del Decreto Legge n. 268 sui Comitati di gestione delle UU.SS.SS.LL.


PRESIDENTE

Passiamo ora ad esaminare l'interrogazione n. 239 presentata dal Consigliere Cucco.
La parola all'Assessore Maccari.



MACCARI Eugenio, Assessore alla sanità

In merito alla bocciatura del decreto legge n. 268 occorre ricordare che la disciplina degli organi delle UU.SS.SS.LL. è di competenza dello Stato che ha nuovamente proceduto ad un decreto, n. 355, che molto probabilmente non sarà convertito in legge entro la data di scadenza che è prevista tra otto giorni, se ben ricordo i 60 giorni scadono il 30 gennaio.
Credo quindi che affrontare i problemi del commissariamento in questo momento non abbia senso e sarà opportuno riparlarne non appena sarà approvato un nuovo testo di decreto augurandoci che dia uno spazio di tempo maggiore per affrontare i problemi, perché i decreti che dura no 60 giorni creano solo incertezza e anche confusione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cucco.



CUCCO Vincenzo

Il senso di questa interrogazione era quello di chiedere immediatamente una risposta del l'Assessore in quella situazione dove sembrava che il nuovo decreto dovesse essere finalmente quello giusto, invece non lo è stato, perché le cose vanno così.
Condivido quanto detto dall'Assessore e cioè che bisogna aspettare le nuove decisioni del Governo, ma soprattutto del Parlamento visto che poi ci sono questi saliscendi tra l'uno e l'altro. L'unica cosa che mi preme di sottolineare adesso è che io spero che l'Assessore non si avvii verso la strada (sempre che sia quella del commissariamento la strada che sceglierà il Parlamento) di un commissaria mento parziale utilizzando gli attuali Presidenti delle UU.SS.SS.LL., perché mi sembra una strada davvero poco sostenibile. Chiedo inoltre all'Assessore, ma credo che lo farà sicuramente, di tenere informato il Consiglio, attraverso la Commissione di tutti gli intendimenti o decisioni che vorrà assumere magari prima della assunzione stessa degli stessi.


Argomento: Viabilità

Interpellanza n. 30 dei Consiglieri Monticelli, Buzio e Bosio, inerente la statale n. 659; interruzione in località Sotto Prua (Ponte Formazza Cascata del Toce)


PRESIDENTE

Passiamo ora all'interpellanza n. 30 cui verrà data risposta da parte degli Assessori Cantore e Panella.
Rinunciando all'illustrazione i Consiglieri interpellanti, ha quindi la parola l'Assessore Cantore.



CANTORE Daniele, Assessore al turismo

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, l'amministrazione regionale in esecuzione del decreto legge n. 384 del 19/9/1987, convertito nella legge 19/11/1987, n. 470, ha provveduto con propria deliberazione del 20/9/1988 ad approvare un programma straordinario di interventi di promozione turistica, finalizzato a sostenere la ripresa e il rilancio delle attività turistiche nelle zone dell'Ossola danneggiate dalle eccezionali avversità atmosferiche del l'agosto 1987. Il programma poi disposto e proposto alla Regione Piemonte dall'Azienda di promozione turistica dell'Ossola, teneva conto delle indicazioni espresse dalle Comunità mon tane dell'Ossola in una sede di incontri programmati dall'amministrazione regionale, nel l'intento di verificare e approfondire con le realtà locali i criteri, le modalità e gli strumenti da utilizzare al proposito e nell'incontro con i Comuni di cui all'ari. i della lettera a) del citato disegno di legge.
In tali occasioni è stata concorde la considerazione che qualsiasi intervento di promozione turistica di singole località dell'Ossola, per poter avere una efficacia sia nel breve periodo, sia proiettata in tempi più lunghi, deve necessariamente collocarsi all'interno di un più ampio programma di promozione delle risorse turistiche e di rilancio dell'immagine dell'Ossola nel suo complesso.
Infatti, pur essendo dotata di attrattive naturali e ambientali di grande interesse, l'Ossola non solo non dispone ad oggi di un'offerta turistica che le consenta di proporsi sui mercati nazionali ed internazionali in modo concorrenziale rispetto ad altre zone con analoghe caratteristiche, ma neppure dispone di un'immagine turistica affermata e diffusa oltre ad un'area tradizionale.
Queste considerazioni erano emerse inoltre da uno studio di marketing effettuato nel 1988, commissionato dall'API dell'Ossola per conto della Regione Piemonte,come preliminare ad ogni azione di promozione di specifiche risorse o località, cioè l'attuazione di un progetto promozionale complessivo che evidenziasse in modo globale l'immagine dell'Ossola come di un territorio preciso e definito al cui interno esistono possibilità di scelte turistiche ben caratterizzate.
Il programma, delineato sulla base di questi orientamenti di fondo, la cui attuazione si concluderà con la stagione invernale 1990-1991, è così articolato: concessione di facilitazioni per la frequenza delle Settimane Bianche, delle Settimane Verdi e delle Settimane Termali: L. 350.000.000 azioni promo-pubblicitarie a supporto degli interventi per facilitare l'impiego degli impianti sportivi e di risalta, nonché per la frequenza delle strutture termali e delle scuole di sci da parte di turisti consistenti in: campagna pubblicitaria: L. 500.000.000.
realizzazione di materiale di base (stampati, opuscoli): L.
55.000.000 manifestazioni di notevole rilievo promozionale: L. 100.000.000 per una spesa complessiva di L. 1.005.000.000.
Il programma prevedeva l'attuazione di una serie di interventi di carattere generale, nello spirito delle indicazioni di fondo, e la realizzazione di interventi specifici per la pro mozione di aree ben definite ed attrezzate.
In particolare, per quanto riguarda la Valle Formazza, gli interventi hanno riguardato e riguarderanno: la concessione di contributi per la realizzazione di manifestazioni culturali (L. 4.815.000) la concessione di contributi per la stampa di materiale di pubblicità la concessione di facilitazioni per la frequenza delle Settimane Bianche, delle Settimane Verdi e delle Settimane Relax (L. 43.543.000) la stampa di un pieghevole (L. 4.000.000).
Un concreto intervento per promuovere il consolidamento e lo sviluppo delle attività produttive e dell'occupazione nella Val Formazza, è stato inoltre attuato avvalendosi della legge regionale 15/5/1987, n.
27:"Programmazione degli interventi per io sviluppo dell'offerta turistica".
Nell'ultimo biennio di operatività della legge (1987/1988) sono state finanziate 24 iniziative turistiche riguardanti la valorizzazione di alberghi, ristoranti, impianti di risalita e strutture turistico ricreative, che hanno comportato un investimento totale nell'area di L.
3.090.550.000. A fronte ditale investimento la Regione ha concesso finanziamenti in conto capitale e in conto mutua che, comprendendo le annualità di spesa, comportano un onere di L.1.271.460.000.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Panella.



PANELLA Luciano,, Assessore ai trasporti

L'Assessore Cantore ha risposto al terzo quesito.
Circa il primo e secondo quesito dell'interpellanza si forniscono i seguenti elementi: E' stato ottenuto il riconoscimento da parte del Governo, della notevole importanza turistica dell'itinerario della Valle Formazza e dei suoi potenziali sviluppi quale itinerario di valico internazionale, con la Svizzera attraverso il passo di San Giacomo, che si è tradotto in un decreto di statizzazione della ex provinciale come S.S. 659 di Valle Formazza.
In conseguenza di ciò è stato possibile, con la collaborazione dell'amministrazione provinciale di Novara, della Comunità montana Valle Antigorlo e Formazza e del Comuni della Valle, predispone con 1'ANAS un programma di interventi di miglioramento della viabilità stradale.
Detto programma tiene conto e si inserisce nei programmi straordinari di intervento predi sposti dal Governo nell'ambito delle provvidenze stabilite dalla legge sull'alluvione della Val tellina, che sono state estese anche alla Valle Formazza a cui è stato riconosciuto lo stato di grave calamità per l'evento alluvionale che ha interessato la valle nel 1985 e che ha determinato fra l'altro l'interruzione della viabilità in località Sotto Frua a cui fanno riferimento gli interpellanti. Questo programma non è da con fondere con la Valtellina ter, è uno stanziamento di 100 miliardi alla Valtellina per le strade gestite dall'ANAS.
Il programma ANAS di sistemazione e ammodernamento della S.S. 659 prevede i seguenti interventi: 1) variante di Crevoladossola e Oira, funzionalmente collegata allo svincolo omonimo tra la variante alla S.S. 33 del Sempione e la S.S. 659 della Valle Formazza per un importo di L. 20 miliardi circa, finanziati sul bilancio ordinario ANAS, peri cui lavori sono in corso le procedure di consegna per le quali si attende il telegramma di autorizzazione del Ministro 2) eliminazione della strettoia di Ponte Maglio con una galleria nel versante di destra orografica di fronte all'abitato per un importo di L. 20 miliardi circa, in prosecuzione dell'intervento precedente 3) eliminazione dei tornanti in località Le Casse mediante la costruzione di una galleria elicoidale per un importo di circa 60 miliardi 4) costruzione di due gallerie paramassi in località Sotto Frua per un importo complessivo di 17 miliardi, il cui progetto è stato già approvato in linea tecnica dal Consiglio di amministrazione dell'ANAS 5) risistemazione della strada da Sotto Frua al passo di San Giacomo con trattamento del fondo a "macadam" 6) ammodernamento e adeguamento della sede stradale alla classe VI CNR.
tra le progressive km 10 e km 20.
Degli interventi elencati dal numero 2 al numero 611 prioritario è costituito dalla realizzazione delle gallerie paramassi in località Sotto Frua.
Tutti gli interventi dal numero 2 al numero 6 per un importo complessivo di 100 miliardi circa sono finanziati nell'ambito dei programmi straordinari di intervento di cui alla legge sulla alluvione della Valtellina del 1985 che deve trovare copertura finanziaria e le cui previdenze sono state estese alla Valle Formazza.
Il programma di interventi sopra descritto richiede tempi di esecuzione di circa 2 anni, a parte la galleria elicoidale in località Le Casse per la quale si richiedono tempi di esecuzione più lunghi stimati in circa quattro anni. Mi risulta tra l'altro che ancora non vi è il progetto.
In risposta all'interpellanza n. 30. presentata dai Consiglieri Monticelli, Buzio e Bosio si comunica, per quanto di competenza del Settore OO.PP. e Difesa Assetto idrogeologico, quanto segue: 1) nel programma 1985 con i fondi della legge n. 54/75 è stata riconosciuta l'urgenza del lavori di primo intervento di bonifica del versante in frana lungo la strada provinciale della Val Formazza in località Sotto Frua e concesso 11 finanziamento di L. 193.545.000 all'amministrazione provinciale di Novara per l'esecuzione del lavori sopraccitati 2) con nota del 7.5.1987 dell'Assessorato regionale è stato autorizzato il Comune di Formazza, al sensi dell'ari. 2, lettera a). primo comma, ari.
3,L.R. n.38/l8eart. 9,L.R n. 18/84,a seguire lavori di pronto intervento in Comune di Formazza per disgaggio ammasso roccioso incombente su strada provinciale in Località Sotto Frua e su colonia "Centro Estivo Sa1esiano"per un importo di L. 330.400.000.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Buzio.



BUZIO Alberto

Ho apprezzato l'impegno degli Assessori nel rispondere sia sulle questioni generali relative all'Ossola, quindi sugli aspetti più propria mente economici, turistici, sia sulla parte infrastrutturale con particolare rilievo alla viabilità, che era l'oggetto forse prevalente dell'interpellanza che era stata presentata nel lontano luglio 1990.
Siamo quindi soddisfatti per quanto riguarda la risposta. Anzi chiederei agli Assessori se è possibile avere il testo scritto della loro risposta anche per poterla approfondire meglio. Siamo meno soddisfatti perché la risposta non è giunta con tempestività, perché purtroppo il problema della strada rimane e dovrà essere affrontato a tempi lunghi. E per quella valle indubbiamente il problema infrastrutturale si pone in termini abbastanza drammatici. Quando avremo dall'Assessore Panella i dati più esatti per l'impegno dell'ANAS, saremo in grado di fare una valutazione più approfondita. L'interpellanza aveva soprattutto il significato di tenere viva l'attenzione su questa problematica che ml pare sia abbastanza evidente agli Assessori.



PRESIDENTE

Se non vi sono altre richieste urgenti di discussione di interrogazioni o di interpellanze, considero concluso questo punto.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 3) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) congedi


PRESIDENTE

Ha chiesto congedo il Consigliere Beltrami.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

c) Apposizione visto Commissario del Governo


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge vistati dal Commissario del Governo sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento: Questioni internazionali

d) Solidarietà a Comunità ebraica; solidarietà agli extracomunitari


PRESIDENTE

Desidero infine informare il Consiglio regionale, su mandato della Conferenza dei Capigruppo, di due iniziative che si sono sviluppate nella giornata di ieri nel quadro degli impegni assunti dalla Conferenza del Presidenti in relazione all'evolversi della situazione del Golfo: la visita alla Comunità ebraica di Torino e l'incontro con un gruppo di extracomunitari alla sede del SERMIG.
Alla Comunità ebraica di Torino, che è alquanto preoccupata per gli attacchi iracheni ad Israele e per le possibili ripercussioni a carattere internazionale, ho espresso la solidarietà e la disponibilità dell'assemblea regionale. Al presidente della Comunità, signora Lia Montel Tagliacozzo e ad una delegazione della stessa, ho portato la testimonianza della Conferenza del Presidenti dei Gruppi che in questi giorni si è ripetutamente riunita per seguire l'evolversi della situazione. Nella Comunità di Torino vi è grande preoccupazione, ma anche grande senso di responsabilità, quindi hanno continuato regolarmente le attività, anche quelle scolastiche, con misure di sicurezza che io stessa ho potuto constatare notevolmente rafforzate.
Nella serata di ieri sono stata ospite del SERMIG, l'associazione che è sempre stata molto attenta al problemi degli extracomunitari e che ha avviato iniziative di accoglienza, ed ho incontrato una rappresentanza di extracomunitari di origine araba. A questo gruppo e al responsabile del SERMIG, perché si faccia portavoce presso coloro che sono ospiti della casa di accoglienza, ho portato, a nome del Consiglio regionale, un messaggio di fraternità con l'espressione della volontà di civile convivenza del Piemonte, ma ho rivolto anche un appello per evitare da parte loro coinvolgimenti in episodi di intolleranza e di fanatismo.
E' probabile che nel prossimi giorni ci sia un ulteriore incontro con i responsabili delle organizzazioni degli extracomunitari presenti a Torino sempre per portare questo duplice messaggio: da un lato di volontà e di fraternità della comunità piemontese, ma dall'altro anche di invito a non accettare la partecipazione in episodi di provocazione o peggio di intolleranza, fanatismo e non voglio usare la parola terrorismo, ma evidentemente l'appello va anche in questa direzione. Così come ci terremo ulteriormente in contatto con la Comunità ebraica per tutte le esigenze che essa possa avere. Il presidente della comunità e il direttivo della Comunità che ho incontrato ringraziano il Consiglio regionale e la conferenza dei Capi- gruppo per questa attenzione.
Su queste comunicazioni la Conferenza dei Capigruppo ha convenuto di non aprire la discussione e pertanto di procedere all'esame dei punti iscritti all'o.d.g.


Argomento: Trasporti su ferro

Comunicazione della Giunta regionale sul trasporti ferroviari ad Alta velocità. Ordine del giorno n. 105


PRESIDENTE

Passiamo pertanto alla comunicazione della Giunta regionale sui trasporti ferroviari ad alta velocità, di cui al punto 4) all'o.d.g.
La parola all'Assessore Panella, con la raccomandazione che la prossima volta la documentazione venga inviata per tempo al Consiglio regionale e non come è avvenuto oggi, perché l'abbiamo ricevuta testè.



PANELLA Luciano, Assessore ai trasporti

Ho inviato la documentazione ai Gruppi e credevo che fosse stata consegnata anche al Consiglio.
Signor Presidente, colleghi Consiglieri, uno degli obiettivi generali della politica dei trasporti della Regione Piemonte per i prossimi anni è l'apertura del Piemonte verso l'Europa.
Per quanto riguarda i collegamenti ferro viari si è in più occasioni ribadita l'importanza della scelta dell'Alta Velocità per il rilancio del sistema ferroviario italiano e per il suo inserimento nella rete dell'Alta Velocità europea.
L'Ente FS nell'ambito del programma Alta Velocità ha già effettuato la scelta del cosiddetto sistema a T, costituito da una linea Nord- Sud (Milano - Roma - Napoli - Battipaglia) in avanzata fase di realizzazione ed Est-Ovest (Venezia-Milano-Torino-Modane).
Tale scelta, soprattutto per la linea Est Ovest, è stata concretizzata nel Piano di ristrutturazione finalizzato al risanamento e allo sviluppo" dove è previsto lo stanziamento di 50 miliardi di lire nel piano triennale per la progettazione e 9.000 miliardi di lire, nel piano decennale, per la realizzazione. Nel suddetto Piano sono inoltre previsti una serie di interventi per il potenziamento dell'attuale linea; in allegato vengono riportati gli interventi interessanti tale linea estratti dal P.RR.S.
La Regione Piemonte nel Documento di obiettivi ed indirizzi per la formazione del secondo P.R.T. ha ribadito che lo sviluppo dell'Alta Velocità unitamente al completamento del nodo ferroviario torinese, sono da considerarsi punti fermi dello sviluppo del corridoio Pedealpino-Padano ed un approccio concreto agli obiettivi tesi ad affermare il naturale ruolo del Piemonte come cerniera tra l'Europa transalpina ed il sistema portuale dell'Alto Tirreno.
Allo scopo di supportare ed accelerare le scelte nazionali in tal senso, in data 7 marzo 1990 è stato costituito il Comitato Promotore Alta Velocità della direttrice Est-Ovest di cui fanno parte la Regione Piemonte 11 Comune di Torino, l'Associazione Tecnocity e la Federpiemonte.
In data 13 dicembre 1990 al Comitato è stata data veste giuridica di Associazione. Il Comitato si prefigge due obiettivi cronologica mente complementari: a breve termine opera re per la velocizzazione della linea esistente: a lungo termine, la realizzazione di una linea di Alta Velocità dedicata.
Intendendo per "Velocizzazione" la possibilità di ridurre gli attuali tempi di percorrenza utilizzando l'attuale linea ferroviaria, realizzando interventi di ridotta entità negli impianti fissi, attuando provvedimenti organizzatavi, di esercizio e con l'impiego del materiale rotabile disponibile e/o appositamente studiato per raggiungere velocità elevate.
Col termine "Alta Velocità" si intende l'impiego di materiale rotabile apposito viaggiante su sede ferroviaria esclusivamente o prevalentemente dedicata specificatamente a tale tipo di motrici per raggiungere in sicurezza "a1te" velocità.
Per raggiungere questi obiettivi il Comitato ha già avviato due tipi di iniziative, da una parte elaborando dati tecnici e studi per avanzare prime proposte operative e dall'altra ricercando il consenso e la partecipazione di tutti i soggetti pubblici e privati, nazionali ed europei interessati.
Sono già stati presi contatti con le altre Regioni italiane interessate, che hanno già ufficialmente espresso la volontà di fare parte del Comitato e si sono svolte le prime riunioni a livello tecnico con i rappresentanti della regione Rhone-Alpes, FS, SNCF e Fiat Ferroviaria.
In occasione della riunione informale dei Ministri dei Trasporti della Comunità Europea, tenutasi a Torino il 12luglio scorso, il Ministro Bernini ha incontrato i Membri del Comitato, presenti anche i rappresentanti delle regioni Lombardia e Friuli Venezia Giulia.
Nell'occasione, oltre ad informare il Sig. Ministro sulle finalità e sulle iniziative del Comitato, si è ribadita la necessità di accelerare le decisioni già assunte sulla realizzazione di tale linea ferroviaria. il Ministro Bernini ha confermato la scelta definitiva della realizzazione ditale linea, presente peraltro nel Piano di ristrutturazione FS e nella rete CEE ad AV: ha ribadito che al più presto sarà necessario iniziare la stesura del progetti ed ha esortato il Comitato a continuare nella proficua azione intrapresa.
Velocizzazione della tratta Lione-Torino-Milano.
La Segreteria tecnica, che supporta il Comitato Alta velocità, è da tempo al lavoro ed ha quasi completato lo studio di fattibilità della velocizzazione nella tratta Lione-Torino-Milano.
Resta inteso che la velocizzazione non può costituire la soluzione definitiva e sostitutiva dell'Alta Velocità e non deve quindi ritarda re il progetto AV né costituire motivo per rallentare l'impegno degli Enti interessati alla sua realizzazione.
La velocizzazione è solo una soluzione intermedia, tenendo conto che la costruzione di una linea AV dedicata richiede tempi lunghi anche in considerazione della necessità di Costruire un traforo di base delle Alpi di considerevole lunghezza: l'attivazione del nuovo itinerario ad Alta Velocità non potrà quindi avvenire, nel caso più favorevole, che dai primi anni del 2000.
Come già detto, è in fase di completamento lo studio di fattibilità della velocizzazione della tratta Lione-Torino-Milano ed entro l'inizio del prossimo mese di febbraio saranno presentate le proposte di esercizio: contemporaneamente è in corso l'analisi critica di tutti gli studi e progetti esistenti sull'Alta Velocità Interessanti tale direttrice sia da parte italiana che francese.
In estrema sintesi, vengono qui presentati i primi risultati sulla fattibilità della velocizzazione della tratta Lione-Torino-Milano da cui si possono trarre le prime informazioni sul guadagni di tempo di percorrenza sui tempi di realizzazione e sul tipo di iniziative d'ordine organizzativo e tecnico necessari per l'attuazione di ciascuno scenario ipotizzato.
Sono in corso ulteriori approfondimenti e verifiche, soprattutto con le Ferrovie dello Stato e le Ferrovie Francesi per cui i risultati sono da considerarsi provvisori. Dopo un attento esame della linea oggetto di studio e degli interventi già previsti dalle Aziende ferroviarie italiane e francesi, si sono presi in esame i possibili interventi atti a eliminare le discontinuità di marcia (punti e tratte singolari) ed altri interventi sul materiale rotabile e su interventi organizzativi d'esercizio.
L'analisi eseguita sulla linea per l'eliminazione della discontinuità di marcia ha dato esito negativo. Cioè a fronte dei guadagni totali sui tempi di percorrenza dell'ordine di pochi minuti, si dovrebbero affrontare altissimi costi di investimento.
Con riferimento al materiale rotabile per la parte italiana si è preso in considerazione l'ETR 450, il cosiddetto Pendolino, e per la parte francese il TGV, anche se per quest'ultimo treno non sono state avanzate proposte concrete, non essendo disponibili le necessarie informazioni tecniche. In allegato alla comunicazione che ho consegnato vengono presentate le prime proposte operative riferite a tre possibili scenari.
Lo scenario n. 1 fa riferimento a! treni utilizzati attualmente considerando il percorso Lione-Torino-Milano via St. Andrè Le Gaz; lo scenario n. 2 fa riferimento all'utilizzo dell'ETR 450, Pendolino bitensione sul percorso Lione- Torino-Milano via Amberien e Culoz. Lo scenario n. 3 fa riferimento all'utilizzo dell'ETR 450 policorrente sul percorso Lione-Torino-Milano via St. Andrè Le Gaz. in tutti e tre gli scenari considerati si fa riferimento alla fermata di Torino Porta Susa anziché di Porta Nuova. Altre particolarità vengono sintetizzate negli elementi caratteristici di ciascuno scenario.
L'Alta Velocità.
Per quanto attiene alle soluzioni infrastrutturali per l'AV, ad oggi sono stati effettuati da parte di diversi Enti solamente alcuni studi preliminari che vanno ripresi, verificati ed approfonditi.
In ogni caso per quanto riguarda la tratta Torino-Lione, si può dare per acquisita la necessità di un traforo di base tra St. Jean-de Maurienne e Susa.
Tra Susa e le "porte" di Torino, le soluzioni potrebbero prevedere: una nuova linea, di cui dovrà essere verificata la fattibilità tecnico ambientale, oppure, l'utilizzo della linea esistente.
Per quanto riguarda il superamento del nodo ferroviario di Torino le soluzioni potrebbero essere: utilizzazione delle strutture del nodo ferrovia rio dopo il quadruplicamento in atto, con attestamento dei treni AV a Porta Nuova e/o a Porta Susa creazione di un nuovo raccordo, esterno al nodo, tra la linea Torino Modane e la linea Torino-Milano all'altezza della stazione di Stura.
Tale raccordo esterno al nodo potrebbe essere utilizzato anche per il transito delle merci con origine-destinazione Trieste-Milano e Francia con l'inoltro all'interporto di Torino Orbassano, alleggerendo così l'utilizzo dell'esercizio del nodo ferroviario per un maggior utilizzo dello stesso a favore dei servizi viaggiatori dell'area metropolitana.
L'esercizio potrebbe presentare un utilizzo della linea attuale con attestazione a Porta Nuova per i treni con origine-destinazione Torino e un utilizzo del raccordo esterno per i treni con origine-destinazione Trieste Milano; alla stazione di Stura è previsto il collegamento con la linea 4 della metropolitana eventuali altre ipotesi di nuove linee Susa Torino-Milano passanti per la stazione di Porta Nuova sono pure in discussione.
Naturalmente, tutte queste ipotesi sono da approfondire e verificare sia dal punto di vista tecnico di fattibilità che dal punto di vista economico, ambientale, ecc.
Per quanto riguarda invece il tratto Stura-Milano è stato predisposto dalla Società Autostrada Torino Milano S.p.A., in data 1986, uno studio di fattibilità per una nuova linea ferroviaria parallela all'attuale autostrada.
Da parte dell'Ente FS al momento è stato completato uno studio sulla domanda di traffico passeggeri e merci e la valutazione economico finanziaria di ipotesi alternative di intervento nella linea Torino Venezia.
Va segnalato infine che, a livello istituzionale, tra la Regione Piemonte, il Comune di Torino e l'Ente FS è stato concordato un Proto collo d'intesa che ha per oggetto un nuovo assetto dei trasporti ferroviari in Piemonte che è stato sottoscritto il 16 gennaio.
Tra i punti in oggetto del presente Protocollo d'Intesa: coordinare il redigendo Piano Regolatore Generale Comunale di Torino con il piano regolatore Generale del nodo ferroviario definire servizi integrati di trasporto viaggia tori e le possibili formule per la loro gestione mista definire un piano di intermodalità merci, coordinato con un potenziamento delle direttrici di traffico ferroviario.
E' prevista anche la definizione di un accordo di programma per il progetto di Alta velocità.
In tale sede dovranno essere definiti e considerati i riferimenti per le scelte e i rispettivi impegni.
Mercoledì 16 gennaio scorso è avvenuto un incontro a Torino con l'avv.
Lorenzo Necci, Commissario straordinario dell'Ente FS, il Comitato promotore Alta velocità e la Regione Piemonte. Il Presidente e il Comitato hanno informato l'avv. Necci sulle finalità e sulle iniziative del Comitato chiedendo delucidazioni sugli impegni già assunti e ribadendo la necessità di accelerare l'avvio della progettazione delle linee ferroviarie in questione. Si è quindi brevemente illustrato lo studio di fattibilità compiuto per la velocizzazione della tratta da Lione a Torino-Milano, da attuare in tempi brevi. L'avv. Necci ha risposto confermando che nel piano strategico dell'Ente FS, i valichi e l'Alta Velocità sono i primi punti di attenzione prioritaria. Si è in attesa di una risposta del Ministro dei Trasporti Bernini circa l'assunzione di un accordo di programma fra Governo e FS che permetta: 1) la possibilità di programmare interventi per almeno cinque anni senza vincoli annuali di legge finanziaria 2) la possibilità di costituire S.p.A. miste con enti privati per la realizzazione di linee o tratte funzionali di linee ad Alta Velocità.
La risposta a queste due domande dovrebbe giungere a tempi brevi. pare in termini affermativi.
Per quanto riguarda in particolare la nuova linea Alta velocità Lione Torino - Milano-Venezia, sono stati già compiuti alcuni studi preliminari ed è in corso la valutazione del sistema tecnologico da utilizzare. Al più presto inizierà la fase progettuale vera e propria, ma in particolare per questa linea esistono grossi problemi urbanistici e ambientali. Una grossa semplificazione di questi problemi potrebbe derivare nel far correre la nuova linea parallelamente all'autostrada TO-MI e Serenissima. In ogni caso, sia il Comitato che le Regioni interessate e gli altri enti locali potranno dare un grosso aiuto nelle varie soluzioni da assumere, e quindi per la riduzione dei tempi di progetto e delle successive autorizzazioni.
Infine l'avv. Necci ha informato che il 31 gennaio p.v. si terrà un incontro fra le Ferrovie italiane e francesi ove verrà discusso sia il problema della velocizzazione che della nuova linea ad Alta Velocità; si parlerà in particolare della possibilità di costituire una apposita società fra i due enti con riferimento alla tratta da Lione a Torino.



PRESIDENTE

La comunicazione della Giunta è terminata, si apre quindi la discussione.
La parola al Consigliere Rivalta.



RIVALTA Luigi

Il mio non è un intervento di merito, ma una mozione preliminare.
Voglio sottolineare, prima che si inizi la discussione, che questo documento, di cui l'Assessore ha dato lettura nella premessa. ci è stato consegnato una settimana fa, il giorno 15 gennaio.



CUCCO Vincenzo

Io l'ho ricevuto solo questa mattina.



RIVALTA Luigi

Il giorno 15 gennaio girava già in aula. Se ne parla oggi 22 gennaio Al di là di altre considerazioni, che certamente il collega Riba farà - ed eventualmente anch'io intervenendo nel merito della questione - voglio dire a tutto il Consiglio, in particolare alla Presidenza della Giunta e del Consiglio, che si continua con un metodo di lavoro e di rapporto tra Giunta e Consiglio che è inammissibile. Si prendono decisioni importanti. Ho visto, leggendo il documento, che c'è una deliberazione di Giunta del mese di dicembre che riguarda alcuni aspetti di merito di queste procedure e di questi intero venti. Se ne discute sempre all'ultimo momento e in particolare, voglio sottolineare, addirittura a cose fatte, perché il 16 c'è già stata la fìrma del protocollo d'intesa, ci sono già stati gli incontri decisivi.
E' un comportamento inammissibile, io lo sto denunciando dal mese di luglio; vi ricorderete quando abbiamo discusso per la prima volta il problema dell'amiantifera di Balangero; questo atteggiamento si è ripetuto in altre situazioni, per esempio per il piano stralcio della viabilità, si è ripetuto per il programma dei rifiuti, si ripete anche oggi.
Questo mio intervento vuole sottolineare la gravità continua del rapporto tra Giunta e Consiglio, che è in sostanza una estromissione del Consiglio dalla partecipazione alla discussione delle scelte che si devono fare. Non dico di più, credo che la sostanza del mio discorso sia presente a tutti i Consiglieri, e credo che tutti i Consiglieri responsabili sentano il significato negativo della vita del Consiglio regionale in questo modo di procedere e in questo atteggiamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossa



ROSSA Angelo

Signor Presidente, credo che l'illustrazione fatta dall'Assessore Panella, per la rilevanza del tema in discussione, richieda un momento di riflessione, che potrebbe essere compiuto nella sede della TI Commissione per un approfondimento di merito in ordine agli argomenti molto importanti che l'Assessore Panella ci ha tratteggiato. seppure sinteticamente. Cercare quindi di dare ad un tema importante, che ci interessa direttamente come Regione Piemonte, tutto l'approfondimento necessario in una sede più ristretta, per portarlo successivamente in aula. Tutto sommato mi sembra che l'Assessore Panella abbia fatto bene a fare questa comunicazione, che potrebbe essere la base per un approfondimento particolare. Approfondimento che ci consentirebbe di avere una visione generale di tratti importanti che interessano il Piemonte, non soltanto per la parte nord, ma anche per la parte sud, per la quale non si è ancora chiarito il rapporto tra il mare e l'Europa.
Quindi, al di là del fatto che per me è stata positiva l'illustrazione dell'Assessore, chiedo un tempo maggiore a disposizione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cucco.



CUCCO Vincenzo

Rinvio il mio intervento nel merito, ml esprimo invece sulla questione posta dal Consigliere Rossa. E' improponibile, perché noi non dobbiamo più decidere niente, nel senso che la Giunta ha già firmato il protocollo d'in tesa con le F.S. e la città di Torino, per cui non so cosa si andrebbe ad approfondire in Commissione. Peraltro, su questa vicenda, ho presentato un ordine del giorno addirittura il 17 settembre, e una settimana prima della firma degli accordi ho presentato una interpellanza sul contenuti della convenzione stessa. Adesso possiamo pure tornare in Commissione, ma non so a che cosa serva. E' un ulteriore approfondimento che si può fare dopo il dibattito che ci sarà in aula. Sarebbe stato molto meglio, molto più corretto e anche molto più utile alla Giunta, fare questo dibattito prima della firma degli accordi. Altrimenti a che cosa serve l'aula del Consiglio?



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavallera.



CAVALLERA Ugo

Signor Presidente, diversamente da quanto è stato osservato in precedenza, noi riterremmo inaccettabile l'operato di una Giunta inattiva.
Qui ci troviamo di fronte ad una Giunta che sa cogliere i tempi e di conseguenza agisce nel rispetto delle proprie prerogative. Mi sembra comunque che la comunicazione dell'Assessore Panella sia una comunicazione complessa e necessiti di un approfondimento anche con degli interlocutori di tipo tecnico, quindi riteniamo utile, proprio perché non siamo all'anno zero in questa materia, ritornare in Commissione dove senz'altro in precedenza l'argomento sarà pur stato discusso. Ma in questa legislatura si deve registrare, a mio avviso, la possibilità di un riesame complessivo di tutta la materia dei trasporti ferroviari. Sono state fatte delle osservazioni che sarebbero valide se non se ne fosse parlato all'atto dell'insediamento della Giunta, quando, nel documento programmatico sono stati fatti precisi accenni ai problemi dell'alta velocità e ai rapporti con le F.S. da impostare in modo diverso; oppure se non avessimo registrato, già in quest'aula, precedenti comunicazioni sempre da parte della Giunta e dell'Assessore.. Quindi, da un lato c'è l'apprezzamento per l'operato della Giunta, del Presidente e dell'Assessore, dall'altro c'è la disponibilità ad esaminare in TI Commissione le problematiche poste da questo documento che è stato ufficialmente consegnato oggi, ma che in sostanza era già disponibile per i Gruppi consiliari da tempo



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini



MARCHINI Sergio

Signor Presidente, esprimo contrarietà, anche se non mi oppongo, a un'ipotesi di ritorno in Commissione. Il Consiglio regionale deve acquisire una capacità di sintesi, di recupero del senso politico di un documento presentato dalla Giunta, al di là delle esigenze, delle puntualizzazioni delle informazioni più puntuali che sono opera della dialettica del Consiglio, ma attraverso i Gruppi e attraverso i Consiglieri, non attraverso le Commissioni. La Commissione ha una funzione istruttoria predispone del materiale "in funzione di". Qui siamo di fronte a un documento che a mio modo di vedere deve comunque avere la sua conclusione di ordine politico da parte del Consiglio. La Giunta deve avere il giudizio del Consiglio su questo documento. Un parlamento moderno deve avere la capacità di giudicare le grandi linee comportamentali della Giunta discuter le, affrontarle, premiarle o sanzionarle in Consiglio. Il rapporto amicale che invece si tende ad instaurare all'interno delle Commissioni non è un rapporto politico. E' un rapporto amicale che fa parte della cultura amministrativa, non della cultura di un parlamento e di un governo quale noi siamo e quale vogliamo essere sempre di più.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rivalta.



RIVALTA Luigi

Per precisare, se ci fossero stati equivoci, che la richiesta di rinviare in Commissione questo materiale non è mia. Io ho fatto rilevare un rapporto che considero inaccettabile fra Giunta e Consiglio. Vorrei che si discutesse oggi questa questione. Nel fare rilevare il rapporto inaccettabile ho richiamato anche il fatto che proprio quel protocollo d'intesa, che è stato firmato il 16 gennaio, era stato oggetto di una delibera della Giunta regionale (risulta da questa documentazione) il 3 dicembre 1990. Mi sarebbe sembrato corretto - lo dico anche in riferimento a Marchini - che questa discussione noi l'avessimo fatta dopo il 3dicembre 1990, ma prima del 16 gennaio 1991, giorno della firma del protocollo d'intesa.



PRESIDENTE

Do atto delle diverse posizioni all'interno del Consiglio. Io stessa avevo pregato l'Assessore Panella di provvedere ad un invio sollecito della documentazione.
Ha chiesto la parola l'Assessore Panella.
Ne ha facoltà.



PANELLA Luciano, Assessore al trasporti

Signor Presidente, colleghi Consiglieri. rileggo la parte finale laddove si dice che Regione, Comune e Ferrovie dello Stato hanno sottoscritto un protocollo. Il protocollo è per la definizione di un programma per il progetto di alta velocità. In buona sostanza non credo che si sia prevaricato il Consiglio se la Giunta ha deciso di andare ad affrontare il problema insieme alle Ferrovie dello Stato. Vorrei spiega re bene che si tratta di un accordo quadro, di una dichiarazione. Discutiamo assieme il problema, quindi non si tratta di decisioni prese. A latere volevo scusarmi con il Consigliere Cucco, perché se non ha ricevuto la documentazione è dovuto unicamente a un problema di fattorini, non ad altro.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta regionale, Brizio.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Vorrei che scomparissero certe ombre, perché non c'è nessuna intenzione della Giunta di voler mettere il Consiglio di fronte a fatti compiuti, ma c'è la disponibilità massima a discutere nel merito le soluzioni. Su questo argomento dovremmo tornare. Nella sostanza che cosa abbiamo fatto per quello che attiene l'alta velocità? Un protocollo di intesa per cercare delle soluzioni comuni su questo problema, non abbiamo indicato una soluzione tecnica precisa. Il problema è totalmente aperto. Nell'incontro che abbiamo avuto con il Comitato Alta Velocità si è parlato dei problemi che sono connessi a tutta la linea Trieste-Torino, con la possibilità tecnica di verificare se la linea potrà andare parallelamente ai tratti autostradali per superare questioni ambientali. il problema è aperto.
Quello che è importante, ed è un compito del governo regionale, è di avere chiesto l'inserimento del Piemonte nel sistema di alta velocità per non essere completamente tagliato fuori dallo sviluppo e dall'inserimento in Europa della nostra Regione, perché questo è il nodo centrale del problema mentre la linea nord-sud, la linea che va da Milano a Napoli, è stata inserita inizialmente ed è stata finanziata. Il problema è stato per lungo tempo dialettico sull'impostazione della linea Trieste-Torino- Lione. Una forte iniziativa politica del Piemonte si è avuta, prima, con l'istituzione del Comitato Alta Velocità misto pubblico-privato, poi con il coinvolgimento delle Regioni, che in un primo tempo non avevano aderito. Le abbiamo invita te ad aderire e hanno dimostrato grande interesse (Veneto e Lombardia). Per quello che attiene l'interesse delle stesse Ferrovie dello Stato, con la dichiarazione di Necci c'è stata la disponibilità delle stesse Ferrovie dello Stato a partecipare al Comitato Alta Velocità per la ricerca di soluzioni, perché ad esse è connessa la reale possibilità di realizzare l'Alta Velocità. In questi giorni il Governo sta assumendo dei provvedimenti per quello che riguarda l'autorizzazione alle società miste che andranno a costituirsi: il problema sarà di trovare i mezzi finanziari che non si potranno trovare se non nell'accordo con i privati. Non bisogna illuder si, sono investimenti di tale mole che non possono essere caricati esclusivamente sul pubblico e neanche sulle Ferrovie dello Stato. Quindi su questo nuovo interesse, che è primariamente un compito del governo regionale, sono sereno e tranquillo, perché sul protocollo d'intesa ci sono precedenti in quanto si tratta di protocolli del Governo.
In merito ai tempi della discussione, si può convenire che avrebbe potuto svolgersi una settimana prima o una settimana dopo; poteva evidentemente essere un momento di verso, ma non cambia nulla perché, al di là della volontà di fondo e al di là delle impostazioni e della realizzazione, è tutto aperto. Magari fosse risolto il problema dell'Alta Velocità in modo definitivo con i collegamenti già delinea ti! Le linee vanno secondo la relazione fornita dall'Assessore Panella, ma il problema è aperto. Quindi la comunicazione al Consiglio di oggi, perché di comunicazione si tratta, avviene in un momento che consente a tutti di esprimersi correttamente su un tema che è completamente aperto.
Riteniamo che il rapporto tra la Regione e il Comune di Torino debba essere intensificato rispetto al passato e che la Regione debba giocare un suo ruolo anche sullo sviluppo di Torino. Non è possibile, nella piena autonomia del Comune di Torino, che non ci siano legami per quello che riguarda fondamentali scelte urbanistiche che poi richiedono alla Regione il compito di esprimersi. Quindi, credo sia molto importante la nostra partecipazione in un rapporto corretto sia con il Comune, sia con le Ferrovie dello Stato, sia con i privati sia con le altre Regioni per cercare delle soluzioni positive e soprattutto il nostro contributo a portare avanti delle soluzioni che consentano al Pie monte di inserirsi in pieno nel sistema europeo. Questo ci consentirà di vincere la nostra perifericità geografica che è stata alla base di tante incomprensioni nella storia del Paese negli anni dopo l'Unità d'Italia. In questi giorni sto leggendo un libro che riguarda il periodo '60- '65 della storia italiana "Ingovernabili da Torino" di Costa Gardiol, ed. Mursia, che riscrive in modo meno geografico di quello che appare nella storia italiana il periodo immediatamente successivo all'Unità d'Italia, quando si voleva "spiemontizzare" l'Italia che ancora non era stata "piemontizzata" La storia è finita così, anche perché giocavano posizioni politiche e posizioni geografiche, la nostra posizione geografica. Ora, recuperare nella centralità europea la nostra posizione geografica è un fatto politico importante, è un fatto economico importante, è un fatto sul quale dobbiamo impegnarci a fondo. Certo, ci sono i problemi della salvaguardia ambientale, ma devo dire che di questo tema se ne è fatto, già dai primi incontri, elemento di grande rilievo e siamo tutti perfettamente d'accordo che grande attenzione debba essere portata Vediamo le cose per quello che sono, c'è un problema di fronte a noi che vogliamo portare a soluzione discutiamolo pacatamente in quest'aula. La comunicazione è per consentire al Consiglio di esprimersi. di dare le proprie valutazioni che potranno essere senz'altro utili. Ulteriori informazioni potranno essere date l'unica cosa certa è che il nostro ruolo dobbiamo svolgerlo. Riteniamo che il Consiglio ci abbia nominati nell'esecutivo per fare l'esecutivo e questo è il compito che abbia mo intenzione di svolgere.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente, sono favorevole a svolgere il dibattito sulle comunicazioni dell'Assessore Panella anche se mi sembra, i fatti lo proveranno con chiarezza, che svolgiamo un dibattito svuotato dalle reali possibilità di discutere decisioni importanti che la Giunta ha preso, al di là delle proprie competenze, sulle quali non si può tornare. Il Presidente Brizio ha cercato di asserire che la Giunta null'altro ha fatto che il proprio dovere, governare, prendere decisioni di sua competenza. Ritengo invece che sia andata molto al di là di questo e abbia assunto delle decisioni che non solo hanno svuotato questo Consiglio della possibilità di discutere con operatività di questioni inerenti il problema dell'Alta Velocità, ma abbia preso delle decisioni che svuotano la stessa Regione di competenze proprie che avrebbero dovuto caratterizzare la sua azione.
Interverrò nel merito per spiegare le mie opinioni, ma chiedo che il Consiglio discuta. In Commissione sarebbe stato utile andare prima di prendere le decisioni perché le Commissioni sono uno strumento utile di rapporto politico. A questo punto il dibattito deve svolgersi in aula.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossa.



ROSSA Angelo

Signor Presidente, apprezzando la relazione dell'Assessore Panella e riconoscendo alla Giunta il dovere di governare (non è mai stato messo in discussione che la Giunta ha il dovere di prendere le decisioni), non sono d'accordo con quanto detto dal collega Chiezzi. La Giunta ha preso delle decisioni perché è il governo che deve governare, dopodiché ci sono del canali lungo i quali far scorrere le decisioni. Ritenendo importante la relazione dell'Assessore Panella mi sono permesso di proporre un approfondimento in Commissione, cosa che non avvenne mal. Ritengo che le Commissioni non debbano interferire sulle decisioni del governo. Il governo deve avere la sua autonomia ed è giusto che la utilizzi secondo le proprie responsabilità, però è chiaro che ci sono dei momenti in cui le questioni si approfondisco no, in cui si fanno i confronti, si studiano le carte geografiche, come in altri momenti in cui si è discusso e si sono chieste informazioni al tecnici: questi sono i motivi per i quali mi sono permesso di suggerire un rinvio. E' una proposta che ho fatto perché non vorrei che si parlasse, per esempio, dei poli ferroviari senza che se ne sia mai discusso, né in quest'aula né nella II Commissione. Non vorrei che se ne parlasse sulla stampa e ne parlassero i funzionari, che naturalmente conoscono bene tutta la tematica per avere promosso incontri con altri livelli e per avere tenuto i rapporti con la stampa, al di fuori di quelle che sono le responsabilità dei Consiglieri e magari anche dell'Assessore.
Governare vuol dire conoscere; governare vuol dire sapere cosa succede e non essere sempre presi in contropiede. Bisogna che cerchiamo di darci una metodologia perché questo problema riguarda tutti quanti. E' un problema che tocca tutti da vicino: sapere da che parte ci muoviamo, conoscere il ruolo del Piemonte nel conte sto europeo; conoscere il ruolo del Piemonte nel collegamento con il mare; sapere se Genova deve essere uno dei più grandi porti europei oppure se deve essere un porto secondario. Questo non significa che non dobbiamo entra re subito nel vivo della discussione vorrà dire che riprenderemo la parola per dire più o meno le medesime cose.
Però c'è un percorso che vorrei seguire, in modo da garantire il rispetto della autonomia di governo, ma altrettanto l'autonomia e i diritti del Parlamento e delle sue Commissioni.



PRESIDENTE

C'è il suggerimento dei Consiglieri Rossa e Cavallera di andare in Commissione. Chiedo al Consiglio che si pronunci su questa posizione: se andare in Commissione oppure continuare il dibattito ed eventualmente tornare poi anche in Commissione.
La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Signor Presidente, se ho capito bene la comunicazione, questa non è neanche tale da giustificare un approfondimento tecnico. Ho l'impressione che la Giunta ritenga di chiedere con questa comunicazione un giudizio e una valutazione sul suo operato, con l'assunzione evidentemente di informativa e non comunicazione puntuale in Commissione sulla gestione e sugli sviluppi della linea che qui ha indicato, perché m sembra di capire che materie di decisione operativa specifica non esistano, esista invece un'indicazione di scenario di strate gia, di ipotesi di rapporti. A me sembra che comunque il Consiglio potrebbe pronunciarsi con un giudizio politico: di sostegno. di approvazione, di stima alla Giunta, con la richiesta implicita - qui ci terrei a sottolineare una differenza che ho fatto anche in altra sede - di informative in Commissione sugli aspetti più puntuali, di dettaglio, di tipo operativo, che sono questioni di natura diversa. La richiesta di contributi alla Commissione di tipo operati vo è una cosa, il confronto con il Consiglio rispetto a una strategia, a un insieme di rapporti che si sono raccolti, è una questione politica. A me sembra che si possano conciliare le due esigenze di essere presenti nello specifico, così come evidenziate dal collega Rossa, con l'esigenza che la Giunta ha rispetto agli interlocutori esterni, istituzionali e non. Sul percorso fin qui seguito, sulle linee, sulle prospettive, sugli approcci la Giunta regionale ha il sostegno del Consiglio. Questa ml pare sia la ragione di questa comunicazione: poter andare all'esterno fiduciosi di avere il sostegno del Consiglio, in ordine sostanzialmente a una linea strategica comportamentale, con l'impegno di venire puntualmente per le informative. Non richiedono un giudizio politico le informative, non richiedono conclusioni: le informative si esauriscono nel mettere a disposizione degli interessati gli elementi di valutazione rispetto ai quali poi i diversi soggetti assumono delle iniziative politiche nelle sedi competenti, magari con interrogazioni, mozioni e proposte in questa sede.



PRESIDENTE

Propongo quindi di procedere dando la parola al Consigliere Riba, che da tempo l'ha chiesta. Poi si possono esaurire questa informativa e questa comunicazione al Consiglio e pensare delle fasi di sviluppo in Commissione.
Questa mi pare sia la linea che potrebbe andare avanti e trovare un consenso del Consiglio regionale. Si discute quindi nel merito.



RIBA Lido

Io avevo chiesto che si affrontasse il problema. La richiesta è superata nel senso che lo stiamo affrontando. Nel merito aveva chiesto la parola prima di me il Consigliere Cucco, per tanto gliela cedo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cucco.



CUCCO Vincenzo

Signor Presidente e colleghi, tenendo da parte l'irritazione anche forte che deriva dal modo con cui si è arrivati a questa discussione voglio iniziare questo mio breve intervento rilevando due cose positive che sono contenute nella relazione dell'Assessore. Una è il richiamo iniziale che si fa all'Europa. Dirò poi perché, secondo me, questo richiamo iniziale all'interno della comunicazione di fatto è svilito; l'altra contenuta tra le righe, e questo mi dispiace, è la possibilità, che sembra ancora aperta di discutere la realizzazione del sistema di alta velocità non su linee preordinate, cioè attraverso la realizzazione della direttrice Est-Ovest passante per la città di Torino, ma magari studiando altre soluzioni. Molto labile, molto sfumata come posizione, ma in effetti qualche apertura c'è.
Voglio dire subito che il richiamo all'Europa è un richiamo importante giusto, che colloca esattamente il problema dei tra sporti e della relazione con la città di Torino e con la Regione Piemonte all'interno del quadro non solo territoriale, ma anche socio-economico nel quale bisogna porlo.
L'altro richiamo, che però non c'è stato nella sua relazione, è quello alla benedetta legge di riforma delle autonomie locali e al problema anche sotto questo punto di vista, cioè quello dei trasporti, molto spinoso del ruolo dell'area metropolitana su tutta questa vicenda.
In questo senso vorrei dire, per esempio, che nella relazione mancano indicazioni molto più terra a terra, molto banali, ma che ritengo di dover fare per facilitare la comprensione della discussione; cioè cos'è l'Alta velocità e a che cosa serve esattamente l'alta velocità. in tanto nella relazione non è specificamente detto di quale alta velocità si parli perché l'alta velocità francese, quella di TGV, è una velocità che raggiunge i 300 chilometri orari. La nostra alta velocità, stante le mie informazioni, non raggiungerà mai i 300 chilometri orari: non solo, ma l'ipotesi immediata, intermedia della ristrutturazione delle linee esistenti per farvi passare il pendolino, è la prova del fatto che comunque una vera alta velocità prevede strutture di tipo completamente diverso: strutture che non sono neanche state realizzate peraltro sulla direttrice Nord-Sud quale quella indicata nella relazione, perché sul Nord-Sud che parte da Milano e arriva a Roma (ma esiste anche un altro Nord-Sud che poi dirò) con quella struttura non si raggiungeranno i 300 chilometri orari del TGV. Comunque quella non è alta velocità. Un sistema di alta velocità ha soprattutto bisogno di sapere da dove parte il treno e dove arriva, tenendo presente che le tratte dall'una all'altra devono essere sufficientemente lunghe e non interrotte dalle fermate intermedie per non rallentare il corso di una linea che deve essere di alta velocità e non di semi-alta velocità.
Mi scuserete queste banalità, ma in realtà se voi fate i calcoli e se il progetto prevede l'entrata dell'alta velocità nella città torinese Torino perde ogni valore rispetto ai due poli non soltanto urbani, ma socio economici rappresentati da Lione e da Milano, in questo senso l'alta velocità così pensata (sto parlando della direttrice Est-Ovest) è una fregatura per Tori no, perché non la vede al centro di niente. Dal punto di vista economico, dal punto di vista urbanistico e dal punto di vista sociale i due poli sono a Milano e sono a Lione, Torino non lo è o lo è in piccola parte. Allora, è qui il famoso ruolo delle istituzioni, della Regione e della Città di Torino. Era questa la scommessa che il Comitato dell'Alta Velocità doveva porsi: ragionare su come inserire Torino e il Piemonte in modo concreto in questo sistema, senza però parlare di alta velocità quando di fatto una linea di alta velocità non sarebbe possibile con la fermata a Torino. E non entro nel merito dei problemi che vengono per esempio, dal passaggio dell'alta velocità nella Valle di Susa. Ne abbiamo già parlato e sicuramente altri Consiglieri ne sanno parlare meglio di me. Il progetto del passaggio della linea ferroviaria di alta velocità dalla Regione Piemonte, attraverso Torino, rischia di non tenere nel giusto conto la fermata a Torino, perché fra Torino e Milano c'è poca distanza.
Questa è la realtà. L'ipotesi del passante esterno, Assessore, è una ipotesi mai realizzata che è di responsabilità delle amministrazioni passate. Adesso invece si stanno riaffacciando alcune cose che sono contenute anche nella relazione. In realtà è una proposta importante perché solo attraverso il passante esterno questa linea non perderà le sue caratteristiche a linea veloce. Bisogna ragionare su cosa significa farla passare fuori dalla città senza penalizzare nuovamente la città e cosa significa dal punto di vista non soltanto dei trasporti, ma dal punto di vista dello sviluppo urbano della città. Ed ecco perché il problema importante di questa vicenda è anche il rapporto fra questo sistema e il nuovo Piano regolato re, burla della Città di Torino, che si sta facendo senza tener presente né l'area metropolitana né i trasporti che esistono.
L'altra questione che volevo sollevare è di questo tipo. Nella relazione sono citate due linee ad alta velocità: la Est-Ovest e la Nord Sud, che sarebbe quella che parte da Milano e arriva al Sud e poi da Milano dovrebbe andare al Nord Europa ed è finanziate dalle FS.
Ho l'impressione che l'Assessorato, la Regione, debba porre attenzione a un'altra possibile linea di sviluppo di alta velocità - e non è fantascienza, so che la Regione Valle d'Aosta sta lavorando in questa direzione - che una direttrice Nord-Sud, anzi passare per Milano, passi per Torino utilizzando la linea Aosta-Martigny che ad oggi non esiste. Questa linea di alta velocità, che congiungerebbe il nord al sud dell'Europa senza passare attraverso le forche caudine francesi (perché, se avete notato, tutto è concentrato sulla Francia, tutte le linee di alta velocità devono per forza passare dalla casa di Mitterand) darebbe sviluppo al nodo torinese, perché fra Torino e il primo punto interessante economicamente socialmente ed urbanisticamente a nord e a sud c'è sufficiente distanza per garantire a Torino un ruolo vero. Questa nuova direttrice passerebbe per attraverso la Provincia di Cuneo senza passare per Lione: è una ipotesi da non scartare, sulla quale spero che la Regione vorrà in qualche modo riflettere.
Ho presentato un ordine del giorno il 17 settembre 1990, sottoscritto da me e dal Consigliere Picchioni, che parla in particolare del nodo ferroviario e della necessità di salvaguardare le zone, le aree entro le quali dovrebbe passare il passante esterno, sempre nell'ipotesi che di passante esterno di debba parlare, E' un ordine del giorno vecchio, ma in un punto secondo me è ancora attualissimo. Tanto attuale che ho di nuovo chiesto, in un'interpellanza di una settimana fa, di sapere quanto è costato fino ad oggi il nodo ferroviario torinese, e quanto costerà il quadruplicamento in asse, verso che direzione si sta lavorando e quando sarà realizzato questo quadruplicamento, tenendo presente tutto il nuovo che esiste, cioè l'alta velocità e l'area metropolitana.
Mi riservo di valutare, anche con il Consigliere Picchioni, che ha sottoscritto l'ordine dei giorno, se porlo in votazione oppure so spenderlo, perché in realtà è molto datato.



FOCO ANDREA



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, vorrei dire al Presidente Brizio, anche in relazione a ciò che affermava il collega Marchini, che penso sia in discussione il diritto-dovere dell'esecutivo di promuovere solidi atti che possano essere oggetto di definizione di comportamenti di Governo. Ma il problema è di altra natura. Se vogliamo io testimonia anche il fatto che il Comune di Torino, che è interessato quanto noi, ha fatto una deliberazione e ne ha discusso a dicembre, ed in relazione a questa materia ha un atto di costante intervento, interessamento e dibattito nel Consiglio Comunale. Ciò direi che è necessario, perché su una materia di questo genere, che riguarda una parte grande dei destini organizzativi del territorio, dell'economia, quindi della qualità e dell'esito della vita in questa Regione, il Consiglio deve produrre una cultura che sia di riferimento. Su questa base la maggioranza ha il diritto di fare delle scelte che possono anche essere non di tutto il Consiglio, ma questo è un altro tipo di discorso. Invece, il venir meno di questo apporto rende difficile rispondere al problema che poneva il Presidente della Giunta Brizio, in relazione alla volontà di togliere il Piemonte dall'isolamento.
Credo che nessuno potrebbe affermare che noi siamo qui per consolidare l'isolamento del Piemonte; tutto sta a vedere quali scelte, quali ipotesi sono state accuratamente studiate. Ne dico una a caso, non era nella scaletta del mio intervento, ma con riferimento all'intervento dei collega Cucco: se veramente si vuole togliere il Piemonte dall'isolamento per farlo diventare un termina le importante di un sistema di comunicazioni tra il nord, il sud e che si sposti anche all'ovest come all'est, secondo un sistema che consideri questi degli elementi esterni, bisogna rafforza re le direttrici di collegamento est-ovest. Ma est-ovest non vuoi dire tra Milano e Trieste, vuoi dire fra Trieste, Milano, Torino e poi la prosecuzione in Provenza e nella parte meridionale della Francia. Questo collegamento è parzialmente abbozzato, in relazione al sistema stradale e autostradale.
Per quanto riguarda la partita ferroviaria, dico solo che ha bisogno di un approfondimento. E' una questione di interesse generale, perché soltanto una Regione allacciata nelle due direzioni diventa un elemento centrale; se si guarda la rete degli addensamenti di sviluppo e del poli di comunicazione, questi insistono tutti sulla direzionale Nord-Sud rispetto alla quale, partendo dal Paesi Bassi e arrivando fino al sistema Padano Torino rimane un elemento esterno. Persino Lione è quasi esterno, nel senso che il sistema si aggrega tutto lì, e poi include in modo più solido la Germania.
Veniamo alle ipotesi che sono state presentate: considero che la necessità di dotarsi di una Alta Velocità sia un elemento ormai maturo nel dibattito. Ciò che è da sottolineare invero è il fatto che, come diceva l'Assessore, questi 50 miliardi individuati soltanto per gli studi, sono il segno che si intende seguire la linea della razionalizzazione. La linea della razionalizzazione, se ho scorso bene l'informativa, ci porta a pochi minuti di risparmio nella percorrenza e ad un'ora e più una volta che si siano fatti i primi investimenti ma con l'utilizzazione del pendolini e quindi con un sistema di interventi che ml pare non sia ancora previsto.
Il punto importante è lo snodo di Torino, ed è evidente che questo riguarda tutto il Piemonte. D'altra parte, proprio perché questo punto è diventato un dato centrale, e lo deve essere per la Regione, trovo nelle scadenze che sono indicate nella comunicazione e negli altri atti che ho reperito, che il 31 gennaio 1991 si dovrebbe pervenire, sulla base degli accordi e del testo della stessa convenzione, al documento di accordo che armonizzi le esigenze delle Ferrovie con quelle del Piano Regolatore Generale del Comune di Torino. Entro il 31 marzo 1991 si dovrebbe pervenire all'accordo di programma per tutto il sistema dell'Alta Velocità che ci interessa come Regione; entro il 30 giugno 1991 ci dovrebbe essere l'accordo di programma su interventi, azioni e finanziamenti per il piano della intermodalità, che è un'altra questione totalmente irrisolta, in questo momento, tra le questioni insistenti sul territorio torinese immagino che il primo riferimento vada a Orbassano, ma poi ci sono le altre intermodalità sparse per il Piemonte. In fine, sempre entro la stessa data c'è la proposta per la realizzazione di un sistema integrato a gestione mista del sistema delle ferrovie regionali. Se è così ciò che è in discussione oggi è qualcosa di più che il discorso dell'Alta Velocità relativamente alla quale è stato adottato questo tipo di accordo con la trasformazione in Associazione del Comitato.
Mi fermo un attimo su questo punto.
La trasformazione in Associazione del Comitato configura un atto ben preciso di scelta, di prefigurazione dei contraenti, di una ipotesi societaria, alla quale non esprimo nessuna opposizione, nel senso che è acquisito che l'organizzazione dell'Alta Velocità richiede il coinvolgimento di economie dissimili da quelle del sistema pubblico e quindi l'investimento di risorse private, di ammortamenti ed eventualmente di ritorni.
Noi ne stiamo discutendo proprio perché la questione non deve riguardare soltanto questo nodo; sotto il titolo Alta Velocità, l'Assessore ha in questo senso, e giustamente, allegato una serie di quesiti che riguardano lo sviluppo della convenzione del 1984 nella quale si affrontano i problemi dell'intermodalità delle ferrovie a scarso traffico e della regolazione del sistema ferroviario piemontese. In questa situazione mi pare di cogliere che non abbiamo ipotesi per quanto riguarda le ferrovie a scarso traffico, o perlomeno quelle che sono state avanzate in passato non sono ipotesi che potrei accettare. Il sistema attualmente gestisce un servizio che si può definire di tipo sociale, dal momento che il costo persona-chilometro, secondo dati presi dal "Sole 24 Ore" è di 355 lire, con una perdita di 11.000 miliardi all'anno, naturalmente considerando l'integrazione che è data dall'intervento in bilancio della finanza statale. E' chiaro che non possiamo scorporare da questo sistema complessivo l'Alta Velocità (che diventa un sistema redditizio nella prospettiva di tutte le sinergie che mette in movimento) e che non possiamo mantenere le linee di forte densità di afflusso, cioè quello che rimane delle linee intercity e delle grandi comunicazioni e poi affrontare il problema di un sistema regionale nel quale gravano tutte le passività perché, dopo averlo costituito, ci troveremmo nella condizione di abbandonano in quanto l'attuale sistema delle autonomie locali con l'attuale sistema delle finanze non consentirebbero più di gestire il servizio. D'altra parte la cultura che era stata ufficializzata nell'ambito di vari dibattiti, prima all'interno del Consiglio di amministrazione e poi di ciò che è rimasto del gruppo che dirigeva le FS, era quella della considerazione del bacini e della considerazione dei sistemi, in quanto tutte le ferrovie sono dei sistemi di affluenza verso il grosso nodo del trasporto. A questo punto noi abbiamo 14 ferrovie cosiddette a scarso traffico di cui una è stata chiusa, la Saluzzo-Airasca; dovrebbe essere considerata come una priorità da riutilizzare, quindi una ferrovia da riaprire nel quadro di quel piano di risanamento citato come impegno delle ferrovie, che dovrebbe con sentire (non ricordo se entro il 31 dicembre 91 o il 30giugno 92) il ripristino di tutte queste reti sulle 14 ferrovie secondarie. Ma soprattutto perché quella è la strada di un collegamento est ovest, sia pure su una tratta piccola, con l'interporto di Orbassano.
L'interporto di Orbassano diventa uno dei nodi fondamentali dell'intermodalità che si ricollega al sistema di passanti dentro o fuori Torino. Qui si cita l'ipotesi del passaggio dell'alta velocità dentro Torino, abbozzando anche degli elementi di ordine problematico: il collega Cucco abbozza invece l'idea di un passaggio fuori Torino, per cui siamo di fronte a ipotesi non più di ordine tecnico, ma di ordine strategico. Sono impostazioni fondamentali, di come si ricolloca effettivamente Torino e di come si ricolloca il Piemonte: al di là del Piemonte settentrionale esiste un Piemonte meridionale che o affluisce in un determinato modo a questo tipo di sistema o ne è escluso (naturalmente l'induzione economica non risiede tutta nelle ferrovie ad alta velocità, ma, per quanto concerne quella partita, se la direzionale è quella, c'è un sistema di esclusioni).
Quindi la discussione in Commissione, senza un orientamento, senza un dibattito politico più ampio, può essere anche del tutto insufficiente; una censura però per la procedura che è stata fin qui seguita è inevitabile. Ho l'impressione che la Giunta regionale si sia trovata a rimorchio invece della discussione più significativa che è stata fatta ad altri livelli (il Comune di Torino) circa i materiali ereditati e proposte delle stesse organizzazioni FS per quanto riguarda la dismissione delle linee che sarebbero a scarso traffico e quindi appoggerebbero un'ipotesi per convergere verso il tra guardo del miglioramento del loro bilancio.
All'interno di questo mi sembra che la Regione finisca per fornire un suo parere relativamente a questa ipotesi senza introdurre l'insieme della problematica che noi dobbiamo risolvere.
Concludo dicendo che in sede di Commissione questo materiale deve essere assolutamente riportato. Sono d'accordo sugli accordi-programma, non c'è altro sistema, in questo momento, per gestire dei progetti che costituiscono tutti separatamente un obiettivo da realizzare e che sono: l'alta velocità in via di definizione; la questione dei passanti di Torino la questione delle ferrovie a scarso traffico; la questione della intermodalità. Almeno su questi quattro capitoli individuati separatamente è necessaria una adeguata discussione in sede di Commissione. Affinch questa non sia una chiacchierata - non credo che esista la questione dell'amicalità di cui parlava Marchini - per ognuno di questi argomenti ci deve essere la discussione in Commissione. Propongo però che si faccia un sottogruppo della il Commissione. il termine sottogruppo suona sempre male ma chiedo che all'interno della Commissione competente si costituisca un gruppo che lavori espressamente su questo tipo di materia. Ciò, lo ripeto sentirà anche per portare al Consiglio quegli elementi di maggiore conoscenza che servono a produrre una cultura generale su una materia di ordine così strategico come quella della viabilità per questa legislatura.



PRESIDENTE

Prima di dare la parola al Consigliere Goglio annuncio che è stato presentato alla Presidenza un ordine del giorno a firma Cavallera, Rossa Fiumara, Marchini, Goglio, sull'argomento in discussione.
Ha la parola il Consigliere Goglio.



GOGLIO Giuseppe

Signor Presidente, ho sentito la relazione ed ho ascoltato attentamente quanto ha detto prima il Presidente circa l'alta velocità. Che la Giunta regionale abbia affrontato con attenzione il problema dell'alta velocità non può che essere per il mio Gruppo motivo di compiaci mento, anche se devo rilevare che c'è ancora da fare parecchio per conseguire questo obiettivo, sicuramente prioritario fra quelli che definisco no le linee di sviluppo della nostra regione.
La disponibilità enunciata e sottoscritta con atti ufficiali di impegno da parte dell'amministratore straordinario dell'Ente FS, Lorenzo Necci, è un ulteriore motivo di conforto, tanto più che l'impegno dell'alta velocità sulle direttrici di raccordo con la Francia e lungo l'asse ovest-est risulta accolto come Indispensabile nel programma triennale dell'Ente FS e sembra che anche il Governo sia disponibile - e potrebbe già farlo nella seduta odierna - a mettere a punto la normativa che apre l'attesa porta alla formazione delle società miste di amministrazione pubblica e privata delle quali si attende l'apporto dei capitali necessari per attivare il processo innovativo della rete nazionale dei trasporti. L'Alta Velocità non è un capriccio, ma una necessità. L'hanno capito da anni la Francia e la Germania, l'Inghilterra e anche la Spagna che sta adeguando la sua rete ferrovia ria agli standard europei in tempi così rapidi che presto sarà pronta a collegarsi con la Francia. Non è tutto. Non è frutto di capriccio l'aver dato priorità alla direttrice italiana ovest-est, poiché su questo asse, che dalla Spagna appunto attraversa la Francia, si potrà, passando attraverso il Piemonte, trasferire il traffico delle persone e delle merci verso la Lombardia, il Veneto, la frontiera del Brennero e dei paesi dell'Est in una prospettiva non certo di fantasia, ma che si poggia su reali esigenze di sviluppo. Di sviluppo nazionale e di sviluppo europeo. Su questo scenario il nostro Paese, ed il Piemonte in particolare, corre un grosso rischio: quello di restare isolati o quanto meno marginati fuori dalla rete ferroviaria europea. Ciò accade su indugi e perplessità. Devono prevalere le necessità di avviare in tempi brevi il programma di collegamento con le ferrovie francesi, specialmente sull'asse Torino-Lione.
Basta un breve sguardo a quanto succede al li là delle Alpi, la Francia con i suoi TGV è all'avanguardia e sta completando la connessione delle linee nord e sud, poiché da tempo i francesi hanno individuato l'importanza del corridoio Spagna-Paesi dell'Est. Il pericolo è che le correnti di questo traffico vengano incanalate al di là delle Alpi, attraverso la Germania che già si è dichiarata disponibile ad attuare il proprio programma ad alta velocità.
Non solo, l'apertura del tunnel della Manica rappresenta un'ulteriore minaccia di isolamento dell'Italia, specialmente per quanto riguarda il traffico turistico. La connessione infatti del tunnel con la rete francese sulla direttrice nord-sud privilegerebbe il collega mento con il mare francese e spagnolo, le cui località marine sono a tutto campo concorrenziali con le nostre attrezzature. Basti pensare che da Londra a Barcellona una volta avvenuto il collegamento sulla rete ad alta velocità il tempo di percorrenza si ridurrebbe a otto ore, molto meno di quanto dura adesso il viaggio da Torino a Parigi. Di qui l'urgenza di passare in tempi rapidi ai progetti e alle realizzazioni. Si è parlato di velocizzare le tratte Torino-Lione, Torino-Milano. Può essere un primo passo per rendere appetibile il ricorso al trasporto ferro viario e, specialmente nella linea fra il capoluogo piemontese e quello lombardo, potrebbe movimentare gran parte di circa 4 milioni di pendolari annui; la velocizzazione realizzabile senza gravosi investimenti riduce i tempi di percorrenza, ma non risolve i problemi veri. E c'è il pericolo che realizzando questo program ma si dilazioni di più la convenzione delle tratte ad alta velocità, che richiedono investimenti ben più consistenti.
Il suggerimento alla Giunta e al Comitato per l'Alta velocità è attivare subito le trattative con il partner francese che ha già pronti i progetti per avvicinare la Francia al Piemonte attraverso il traforo del Moncenisio, che appare un'opera ciclopica, ma che gli esperti afferma no realizzabile in un decennio; né deve spaventare la mole degli investimenti (5/6 mila miliardi per il solo traforo) poiché, come afferma l'ing. Necci "se i programmi sono buoni, i capitali e gli operatori disposti ad investire si trovano senza difficoltà".
Ciò che alla Regione viene chiesto è di dimostrare se vi è la volontà politica di procedere su questa scelta, e di farsi parte diligente con le comunità locali nella difficile, quanto delicata, opera di sorveglianza affinché i pro getti abbiano un impatto compatibile con l'ambiente e le esigenze di territorio attraversati.
Penso infine che la disponibilità del Governo a concedere la realizzazione dei progetti per tranches sul tracciato Torino Milano potrebbe da subito, cioè appena conosciute le modalità per la costruzione di società miste e la verifica della convenzione delle medesime, por tare in cantiere l'Alta Velocità tra i due capoluoghi, compresa l'indispensabile connessione con Novara e l'aeroporto della Malpensa.
Rinnovo quindi l'invito ad accogliere questa occasione che rappresenta davvero per il Piemonte il più importante punto di incontro per il futuro.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Maggiorotti.



MAGGIOROTTI Piergiorgio

Signor Presidente, volevo porre alcuni interrogativi, sintetici. Non sono un tecnico, non sono un "tuttologo", non mi intendo di trasporti ferroviari, di politica dei trasporti, tuttavia alcuni interrogativi inevitabilmente nella testa me li pongo, proprio perché sul piano delle finalità e sul piano del metodo alcuni dubbi mi sono venuti.
Mi sembra infatti evidente, dalla lettura dello statuto di questa associazione Alta velocità, dalla individuazione dei componenti, dalle articolazioni istituzionali di questa associazione, che possa trattarsi di un "comitato di affari" istituito per suddividersi i consistenti finanzia menti previsti dallo Stato, a "sgocciolamento" sul privato.
Inoltre mi domando se è stato compiuto uno studio approfondito sugli utenti potenziali di questo futuro servizio. Quali possono essere i prevedibili costi non solo di investimento, ma digestione? E' prevista una economicità possibile nella gestione di questo servizio? Oppure, come è il caso della Torino-Milano-Roma, si affronteranno nuovamente perdite pazzesche e di gestione? Tutto questo non è chiaro dalla relazione.
Tuttavia sembra quasi che ci si metta a giocare con dei modellini ferroviari. Quali sono i settori della società veramente interessati alla gestione di questo sistema di trasporto? La scelta per l'Alta velocità è veramente una priorità nello sviluppo del nostro sistema ferroviario regionale, nell'interconnessione di questo sistema con quello nazionale e internazionale? Questo dubbio è sollecitato dal fatto che i problemi di vera fruibilità, di praticità nell'uso del mezzo ferroviario, in realtà, sembra quasi che siano non ponibili, non posti da chi ci amministra, da chi gestisce le ferrovie. Non sarebbe uno specifico compito istituzionale, legge n. 151, della Regione quello di occuparsi prioritariamente del piano dei trasporti a livello regionale? Quali sono in questo senso gli intendimenti della Giunta? Quali, infine, le ipotesi per eliminare le barriere architettoniche sui treni? Il Pendolino che qui viene citato più volte, è (per esperienza personale) assoluta mente inaccessibile a persone in carrozzina, e di difficile uso a persone che si muovono con bastone.
Quindi se quello fosse il mezzo, in ogni caso, per il futuro e non so per quanti anni il 20% degli utenti - cito uno studio compiuto recentemente si troverebbe ad avere gravi difficoltà o impossibilità assoluta ad utilizzare questo mezzo di trasporto. Tanto per dire che questo non è un discorso sulle nuvole, cito il fatto che in realtà il TGV è francese, e molti mezzi ferroviari gestiti in Francia sono resi accessibili con sistemi automatici, tecnicamente, non è fantascienza; anche alle persone disabili occorrono mezzi di trasporto e infrastrutture a terra. Questo problema se lo è posto la Giunta? Se lo sono posti il Presidente Brizio e l'Assessore Panella che sono i rappresentanti della Regione all'interno di questa associazione?



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, ml pare opportuno nell'esprimere un giudizio di compiacimento alla Giunta per l'attenzione posta al problema e per il lavoro svolto, ricondurre le argomentazioni di questo giudizio alle questioni di ordine politico, riassumendole e recuperandole per quanto possibile, e facendo chiarezza su quello che i liberali intendono per TGV o Alta velocità, che per noi sono la stessa cosa, non possono essere una cosa diversa.
Ricordiamo che di questa questione si è incominciato a parlare seriamente in Regione l'anno scorso quando è avvenuto un fatto, che è nella storia di questa Regione. La società piemontese, nelle sue articolazioni più sensibili, ha fatto una scelta significativa, di tipo politico, che è stata quella del recupero della centralità della ferrovia nel sistema dei trasporti. TGV significa in primo luogo questo: il riconoscimento che soprattutto per il settore merci il sistema stradale è in via di esaurimento, e le generazioni che ci stanno davanti dovranno ritrovare la centralità del sistema ferro viario nel sistema delle comunicazioni internazionali.
Che questa indicazione sia stata fatta propria dal sistema economico piemontese e francese è evidentemente un elemento che trascende la scelta di una tecnologia, ma evidentemente è anche una scelta di riconversione del sistema produttivo tecnologico piemontese rispetto a questi scenari. Per questo ritengo che l'attenzione della Giunta debba essere giudicata nella sua capacità di cogliere il pro cesso, salvo, per carità, andare nel dettaglio e verificare come questo si articola; ma la nostra preoccupazione è capire se la Giunta ha colto questa novità in quello che ognuno di noi e le nostre forze politiche la immaginano.
Allora, la prima novità perno! è prendere atto che il sistema privato ancora prima del sistema pubblico, ha riconosciuto sostanzialmente l'obsolescenza del sistema di trasporto, in particolare merci su strada, e si è orientato su ferro. Questa è la prima constatazione.
Seconda constatazione: questa ipotesi è nata in ordine a un contenzioso sorto sul sistema del TGV internazionale, non dell'alta velocità; perch l'alta velocità italiana è semplicemente un completamento del sistema di TGV a livello europeo, immaginato in senso nord- sud sulla linea dei meridiani con una prosecuzione verso Roma. Ma diciamocela tutta: dove va avere i suoi terminali uno su Milano e uno su Marsiglia, tutto il resto "souivrà" come dice vano i francesi e come continuano a dire. Quello che interessava al sistema europeo era no le due aste: Germania-Milano, Francia Marsiglia. Anche i fatti europei dal 1989 hanno portato a ripensare questa strategia immaginando, così come hanno disegnato i cartografi molti anni fa, che la terra non si potesse disegnare a spicchi, ma a quadretti e si è andati ad immaginare anche il sistema del TGV sul piano dei paralleli.
Questo ha immediatamente evidenziato, al di là delle Alpi, un problema di concorrenza puntuale, rispetto alla quale è nata l'ipotesi sulla quale stiamo lavorando, almeno noi liberali, che è quella del TGV, non di una cosa diversa. E cioè come l'asse dei paralleli, per semplificare Trieste Madrid-Barcellona, si comporta sul sistema alpino. Questo il problema che ci interessa molto da vicino. Questo asse nell'attraversare il sistema alpino, guarda caso, va ad intersecare il sistema Torino-Marsiglia e lo pu intersecare in due località: Grenoble e Lione. Questo è il problema. Tutta la carta che voi avete sui vostri tavoli nasce di qui. Come voi sapete Lione è la seconda centrale economica della Francia e rischia di essere messa in difficoltà da un sistema TGV che provenendo da Milano, via Ginevra, per la logica delle distanze, bypassi Lione e privilegi Grenoble.
Questo è il problema, abbastanza elementare. Rispetto a questo, quindi, gli interessi economici piemontesi e del vicino lionese si sono mossi per attivare l'attenzione della pubblica opinione, in particolare dei decisori politici, rispetto a un progetto che tendeva a penalizzare Lione, ma evidentemente tendeva a marginalizzare definitivamente il Piemonte perch come ha detto bene il Presidente della Giunta, noi siamo vicini all'Europa ma si dà il caso che per andare in Europa dal Piemonte bisogna essere alpinisti e se non si fanno buchi e non si fanno strade noi siamo lontanissimi dall'Europa; siamo in quello che si chiama un "culo di sacco" chiedo scusa del termine, ma forse può farci capire. Quindi, cari amici l'alta velocità è un sistema di modernizzazione del sistema del trasporto su gomma, non è detto che significhi TGV. Allora, mentre noi tutti siamo interessati a una modernizzazione di tutto il sistema dei trasporti strategicamente siamo interessati a capire come e quando si realizzerà il TGV e cioè il collegamento del sistema italiano nord-occidentale con il sistema francese e spagnolo, e quindi dell'oriente, attraverso il tunnel di base della Valle di Susa. Questo è il nodo del problema. Questa grande operazione sarà un problema di velocizzazione del sistema senza nessuna ricaduta in termini socio-economici; quindi introduco il problema posto dal collega Cucco, se il tunnel di base della Valle di Susa arriva troppo tardi rispetto a quello programmato del Sempione, se il Sem pione realizza l'asse sui paralleli in un tempo così anteriore rispetto a quello che noi immaginiamo si debba realizzare invece su Torino-Lione, è evidente che il sistema dei traffici e dei trasporti, che fa il padrone in questa vicenda si attesta intorno al sistema Milano-Ginevra-Grenoble. E' chiaro che ne deriva quello che ha detto qualcuno e cioè che sostanzialmente il passaggio su Torino è soltanto uno spreco di territorio e una velocizzazione di un sistema che, comunque, sarebbe velocizzato per sua natura.
Per cui io mi ritrovo totalmente nella relazione della Giunta, anche se devo dire che gradirei che in futuro,per semplicità dell'ascoltatore soprattutto dei partiti che ascoltano solo con due orecchie e non con venticinque, fossero ben chiare queste vicende: come stiamo e come ci comportiamo rispetto al tunnel di base e quindi al TGV e come siamo e come ci comportiamo rispetto alla velocizzazione del sistema, quindi al sistema di alta velocità, che è una cosa dal punto di vista socio-economica un po' diversa dal TGV. Devo dire che ha ancora ragione il collega di parte radicale. E' evidente che questo sistema elitario di trasporto, che sarà il TGV, comunque si sovrapporrà nel tempo al sistema di velocizzazione; perch non possiamo immaginare che se la velocità media in Europa sarà di 400 km/h noi potremo essere contenti di essere arrivati a 160: 160 sarà quella "made" in Italia, ma in Italia ci dovranno essere le tratte nevralgiche che dovranno fare i 600 km/h. Quindi bisogna pensare le due cose politicamente e concettualmente insieme, avendo poi la capacità politica di spaziale e temporalizzarle in ordine alle regole e alle esigenze della politica. Ma è chiaro che questa questione va tenuta presente. Ha ragione Cucco perché è difficile pensare che un TGV immaginato così, cioè il sistema elitario del trasporti europeo per lunga tratta, debba comunque sopportare le strettoie di qualche nostra esigenza, rappresentata per esempio dal problema torinese. Ma se noi non teniamo ben ferma questa differenza, tra un'esigenza di inserirsi in un sistema velocizzato (che sarà probabilmente l'attuale Frejus) e il sistema del TGV, che sono cose diverse e attengono a generazioni diverse, rischiamo sostanzialmente di rimanere indietro rispetto al processo che gli altri hanno già perfezionato. I francesi hanno già il TGV, non hanno solo la velocizzazione. L'anno prossimo alle Olimpiadi di Albertville i parigini raggiungeranno i luoghi dove si gareggia in due ore e mezza, tre ore, da Parigi. Esattamente il tempo che ci mette un torinese per andare a Sestriere! Quindi là il TGV esiste già.
Noi non possiamo, Assessore, farci prendere dalla logica che questo Paese deve fare le autostrade contemporaneamente sull'Appenino calabro lucano e sulle Alpi. Per carità, sono tutte montagne, però quelle là dividono e uniscono dei paesucoli, queste qui dividono e uniscono l'Europa e l'Italia.
Bisogna avere la capacità di riportare la questione del tempo di realizzazione del tunnel di base che è la chiave di volta del sistema TGV e della velocizzazione in Piemonte. Questo, colleghi Consiglieri e Assessore va fatto in tempi rapidi anche per consentire la realizzazione in Italia di esperienze di cui tutti parlano, ma che nessuno ha mai fatto. Non sarebbe fuori luogo che l'Assessorato, per esempio, su questo facesse fare un'analisi; sicuramente l'Assessore si sarà sentito dire, nei suoi incontri, che bisogna rivolgersi al sistema pubblico privato per esempio come hanno fatto a Barcellona. Sicuramente l'Assessore avrà sentito ripetere questa frase dieci volte. Però a Barcellona pochi ci sono stati, i pochi che ci sono stati non sono mai riusciti a immaginare di dover anche capire come si era concretizzato il sistema pubblico-privato. E' chiaro che il sistema TGV Piemonte-Francia (tanto per intenderci, Piemonte-Europa) non può sfuggire alla logica che deve uscire dai calcoli ai quali ci richiamava il collega che mi ha preceduto, perché sono una cosa diversa. Sono un supporto al sistema economico, rispetto al quale il sistema economico ha due tipi di interesse: creare dei servizi più moderni in tempi stretti e partecipare ad un investimento.
Assessore, invidio l'esperienza che lei si trova a fare, perché da un lato è caricato di responsabilità nell'organizzazione territoriale della nostra Regione rispetto al resto dell'Europa, e dall'altro deve essere capace di inventare, per quello che riguarda la questione rigorosa mente torinese e piemontese che è il traforo di base del Frejus, i meccanismi nuovi nel rapporto pubblico-privato, perché senza il rapporto pubblico privato il traforo di base del Frejus non si fa o meglio si fa in tempi politici ed economici che non interessano più a nessuno. A quel punto mi chiedo se sarebbe ancora il caso di farlo, perché se non riusciamo a realizzare il traforo (evidentemente con l'apporto di capitali privati, con sistemi da inventare ed innovare, su questo saremmo probabilmente la prima Regione d'Italia) ci mettiamo in coda alla programmazione nazionale e purtroppo tra l'ultimo segmento della coda e il segmento torinese c'è uno spazio di tempo tale che in termini socio-economici significa una generazione. Il che vuol dire che la generazione che ha prodotto questa esigenza e che ha dichiarato questa disponibilità, non avendo la possibilità di rispondere a questa esigenza e di offrire la sua disponibilità in tempo reale, che su queste cose si misura in anni, non in decenni, evidente mente sarebbe portata a dirottare le proprie opzioni su altre aree. Quindi c'è il rischio non soltanto che noi rimaniamo chiusi, ma che alcune iniziative economiche ed alcune opzioni escano da un'area che si immagina che non sia attrezzata adeguatamente nell'arco della nostra generazione socio-economica. I colleghi di Lione hanno pubblicato un depliant, che sicuramente l'Assessore ha visto (ne posseggo qual che numero, magari lo distribuisco ai colleghi Capigruppo: è una pubblicazione molto semplice, a colori), in cui secondo i conti francesi il TGV Torino Lione è realizzabile entro l'anno 2000.
In conclusione, apprezzo l'impegno della Giunta, m riconosco nella relazione, richiamo all'attenzione dell'Assessore e della Giunta nel suo complesso l'esigenza di guardare a questa problematica in termini soprattutto di programmazione generale oltreché di intervento specifico tenendo distinti almeno concettualmente, salvo confonderli sul piano del progetto, il problema del collegamento all'Alta Velocità, che è un sistema dal problema del collega mento con il TGV, che è un altro sistema.
Il nodo cruciale per il Piemonte è - a mio modo di vedere - il tunnel di base della Valle di Susa, perché altrimenti avremmo sì la velocizzazione del sistema piemontese, ma chiuso in un sistema che non avrebbe più sbocco sul l'Europa, quindi saremmo definitivamente tributari di Milano. Se invece riusciamo a garantirci in tempi adeguati questa certezza, la con- testuale velocizzazione del sistema è insieme funzionale alle esigenze del Piemonte Italia così come deve essere insieme funzionale al sistema Piemonte-Europa.
Ma il sistema Piemonte-Europa non si risolve con la velocizzazione, perch una ferrovia come quella del Frejus, che ha lo 0,4% di pendenza, comunque ha sei volte la media considerata ottimale a livello mondiale, non è un'asta che possa garantire il collegamento Piemonte-Europa.
Ringrazio l'Assessore e i colleghi dell'attenzione.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossa.



ROSSA Angelo

Signor Presidente, anch'io ho apprezzato la comunicazione dell'Assessore Panella in or dine ad un'arteria di grande rilevanza come quella della Trieste - Venezia - Milano - Torino - Lione. Sicuramente è un obiettivo di grande momento. Si collega direttamente all'apertura del Piemonte verso l'Europa e devono essere accelerati il più possibile gli sforzi, proprio perché stiamo attraversando un momento in cui emergono rilevanti riflessioni ed impegni anche a livello europeo in una dimensione in cui il problema dei trasporti è sicuramente tra i più importanti.
Ritengo anch'io che il problema non sia soltanto quello dell'Alta Velocità; certo c'è bisogno di economizzare il tempo, c'è bisogno di dare una velocità commerciale maggiore sia al trasporto viaggiatori sia a quello delle merci. Il problema dell'Alta Velocità va inquadrato nei rapporti e nei suoi collegamenti con l'Europa e con il resto del mondo.
Ho rilevato con interesse che nella relazione l'Assessore si rifà al Piano regionale dei trasporti in cui si ribadisce il valore dell'Alta Velocità e in cui si uniscono al completamento del nodo ferroviario torinese alcuni punti da considerarsi fermi dello sviluppo del corridoio pedemontano ed un approccio concreto agli "obiettivi tesi ad affermare il naturale ruolo del Piemonte come cerniera tra L'Europa transalpina e il sistema portuale dell'Alto Tirreno". Credo sia estremamente necessario, nel momento in cui ci poniamo il rapporto Piemonte-Europa e quindi il collegamento del Piemonte con i trafori per superare lo sbarramento delle Alpi, considerare anche il collegamento che il Pie monte può realizzare attraverso il mare.
Il discorso che si è fatto finora porta a dire in definitiva che l'Europa può avere dei grandi punti fermi, passando attraverso la Manica giungendo al porto di Marsiglia e quindi rivolgendosi verso altri continenti. Da parte nostra dobbiamo considerare il rapporto del Piemonte non soltanto collegato all'Europa attraverso le Alpi, ma dobbiamo considerano in direzione del mare. A me sembra che se non rafforziamo la linea di traffico che passa attraverso la creazione di un grande movimento portuale della Liguria, c'è il rischio che il Piemonte in qualche misura resti toccato solo marginalmente dal servizio che deve essere fornito da parte dei trasporti alle attività economiche e produttive.
In poche parole io vedo come estrema mente importante, nell'interesse del Piemonte nell'Europa, un rapporto che privilegi la portualità ligure allo stesso modo della linea di traffico Trieste Milano Torino Lione.
Se non avessimo un'attenzione particolare correremmo il rischio di non sollecitare l'attenzione dei livelli nazionali intorno alla costruzione di un sistema portuale che deve avere nel porto di Genova e nei porti della Liguria la sua struttura portante. Di lì noi potremmo realizzare un collegamento di tipo intercontinentale. Ritengo che per la parte che riguarda il collegamento con l'Alto Tirreno non ci sia altra scelta che quella appunto della portualità ligure: di lì passa una delle percorrenze più importanti che ci può consentire, con l'apertura di nuovi accessi attraverso le Alpi, un collegamento nella Europa che si sta ride- finendo proprio in questi mesi. Penso che non ci sia molto tempo da perdere: penso che sia stato importante fare questa comunicazione. Ritengo altresì che non sia sufficiente il sostegno che è essenziale, importante. al lavoro della Giunta, ma ci sia la necessità di un ulteriore approfondimento: ci sia la necessità di andare a vedere quali sono gli obiettivi concreti che si possono realizzare, perché attorno alla modernizzazione del sistema ferroviario e dell'alta velocità ci sia davvero anche tutta una diramazione ferroviaria che, legata anche ai centri secondari, legata a un piano di rilancio di tutta l'attività ferroviaria in Piemonte e con il collega mento con la Liguria e la Lombardia, consenta al Piemonte, insieme al completamento delle attività e dei punti nevralgici sulle strade e delle attività di aeroporto, di rilanciare il suo ruolo non soltanto nell'interesse di questo Paese per la parte nord-occidentale, ma consenta al Pie monte di rilanciare il suo ruolo in Europa.
Ritengo che sia altresì importante rafforzare questa posizione proprio per influenzare in modo positivo anche l'attenzione di tutta la Lombardia avente come polo il grande centro di Milano, preso com'è storicamente da questo dato di incertezza. io credo che sia nell'interesse del Piemonte e dello sviluppo delle sue attività. Quindi un governo complessivo dei trasporti che alzi il tono dell'impegno, alzi gli obiettivi di lavoro. In questo modo noi possiamo inserire il Piemonte in un sistema moderno che non è soltanto il sistema moderno dei trasporti, ma è anche un ammodernamento del suo sviluppo, dello sviluppo della comunità piemontese per metterla al centro di quel polo forte che andrà sicuramente a caratterizzare l'Europa che si sta ridefinendo. Questa è la valutazione positiva che volevo dare.
Manifesto disponibilità e sostegno a sviluppare ulteriormente questa discussione anche nei termini concreti per poter capire quale tipo di confronto aprire non soltanto all'interno della nostra Regione, ma anche a livello di Governo e a livello di Comunità europea.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente, colleghe e colleghi Consiglieri, proporrò a questo Consiglio, con qual che osservazione, il punto di vista di chi ritiene che di fronte a problemi così rilevanti, come quello del potenziamento del sistema ferrovia rio anche attraverso l'introduzione del sistema di alta velocità, ci si debba porre esaminando la questione centrale per una società, quella relativa a come si utilizzano le risorse pubbliche, a come si genera la ricchezza, a favore di chi questa ricchezza viene generata come viene ripartita e utilizzata. Il sistema ferroviario è uno dei gangli vitali di una società: nel proporre delle politiche in questo settore non si può prescindere dal chiedersi sempre a chi giova, con quali risorse e a vantaggio di chi. Su questo tema, che è arduo per chi continua a proporsi questo tipo di interpretazione e di giudizio sulle cose che si fanno, per ora propongo due osservazioni, che stanno alla base del giudizio che si pu dare sull'alta velocità.
La prima osservazione è la seguente: parlare di un potenziamento del sistema dei trasporti e in special modo della introduzione dell'alta velocità richiede a mio parere l'affermazione che i soggetti che decidono le priorità e le forme (quindi le priorità anche dal punto di vista territoriale) che deve assumere l'introduzione di questo sistema devono essere le istituzioni pubbliche. Questo è il primo pilastro del ragionamento.
Nulla di nuovo che possa comportare una distribuzione più oculata della ricchezza e delle risorse nelle nostre società in conseguenza di questi grandi investimenti nell'alta velocità, può essere fatto senza affermare che la Regione, questo Consiglio e questa Giunta, sono i soggetti che detengono il potere di decidere. Questo primo pilastro a me pare che sia mancato, questo primo pilastro non c'è più. Perché dico questo? Perché la Giunta regionale non solo ha spogliato il Consiglio del grosso delle competenze che aveva, ma si è spogliata essa stessa di molti poteri che doveva esercita re. Dico questo perché la Giunta regionale, senza informare il Consiglio, che rientra nei rapporti che non ritengono non dico ottimali ma nemmeno sufficienti che la Giunta ha con il Consiglio, ha approvato prima l'adesione al Comitato promotore per l'Alta Velocità poi ha approvato la trasformazione di questo Comitato in una Associazione.
La Giunta ha fornito nella documentazione allegata alla comunicazione lo Statuto di questa Associazione. Cosa è successo, colleghi? Questo è il punto più importante che ritengo di porre all'attenzione di tutti i colleghi. La Regione Piemonte (precisamente due rappresentanti della Regione non a titolo persona le, il Presidente Brizio e l'Assessore Panella), insieme al Sindaco di Torino, al Presidente dell'Associazione Tecnocity e al Presidente del l'Associazione dell'industria piemontesi hanno fondato una Associazione. Un'Associazione è una persona giuridica privata. Questa Associazione, persona giuridica privata, siamo nel diritto privato, alla quale la Regione partecipa, è una associazione - è scritto nei documenti che ci avete dato - che ha delegato Umberto Agnelli a richiedere alla Regione stessa il riconoscimento legale, il riconoscimento della personalità giuridica di questa associazione che fa capo al diritto privato. Questo è l'inquadramento dell'Associazione a norma del Codice Civile (articoli 12 e seguenti).
Benissimo, i problemi non nascono qui, non nascono dal fatto che la Regione ha fondato una associazione di diritto privato, di cui essa stessa fa parte e che essa stessa riconosce. I problemi per quanto m riguarda nascono dopo: cosa deve fare questa Associazione? Cos'ha deciso la Giunta regionale che questa Associazione debba fare in ordine ai problemi dell'alta velocità? Ed è qui che leggendo lo Statuto, sempre che abbiate sottoscritto questo Statuto, risulta chiaro che gli scopi che la Regione Piemonte assegnerà a questa associazione, che riconoscerà come una associazione legalmente costituita, sono poteri tipici non solo della Giunta regionale, ma ritengo, per alcuni di questi, anche del Consiglio. La mia preoccupazione deriva dal fatto che mi trovo di fronte uno Statuto di una associazione che prevede per molti versi compiti propri della Regione nel settore della promozione, sviluppo e scelte prioritarie dell'Alta Velocità.
Vi leggo in estrema sintesi alcune delle cose che la Regione ha deciso di non fare più in quanto Regione, visto che le autorizza, facendone parte ad una associazione privata. Questa associazione privata proporrà interventi per ammodernare la rete ferroviaria in Piemonte e per integrarla con altri sistemi di trasporto; compirà studi di fattibilità su questi problemi; solleciterà soggetti a contribuire con attività o finanziamenti allo studio e alla realizzazione del progetto; divulgherà in ambienti scientifici, economici e politici le informazioni; costituirà gruppi di progettazione (è una associazione che darà incarichi professionali, a suo giudizio, per realizzare del progetti); organizzerà manifestazioni e attività di divulgazione: farà elaborare preventivi di spesa inerenti al progetto: elaborerà materiali tecnici e scientifici; l'associazione aderirà, in quanto associazione, a consorzi, società simili e complementari; l'associazione compirà tutte le operazioni immobiliari connesse allo scopo sociale; l'associazione man terrà un contatto diretto con le Ferrovie, con il Ministero e con gli Enti europei.
Colleghi, abbiamo appaltato questo problema a una associazione privata.
Sono contro questa impostazione e la ritengo sbagliata. E' inutile che diciamo. che la Regione deve rimane re un soggetto forte su certe questioni quando su una questione così rilevante la Regione si spoglia, entrando a far parte di una associazione, di competenze che sono vitali. Questo è grave sia dal punto di vista delle scelte tecniche che verranno compiute sia soprattutto dal punto di vista delle priorità.
Ho sentito oggi tre interventi, Presidente Brizio. Non ho sentito il quarto da parte del collega Buzio, ma posso farlo io l'intervento del collega Buzio, se mi consente. In tre interventi in questo Consiglio regionale sono state proposte tre politiche diverse in ordine alle priorità, tutte e tre legittime, ma diverse e incompatibili nel momento in cui si afferma la priorità di tutte le politiche. Si è proposto che il potenziamento del sistema ferroviario attraverso l'alta velocità debba in via prioritaria interessare il rapporto Torino-Lione e il passaggio con la costruzione di un nuovo tunnel in Valle di Susa; si è proposto viceversa un nuovo tunnel di analoga importanza nella regione sud del Piemonte per collegano al traffici che dal Mediterraneo andranno, attraverso la nostra Penisola, verso l'Est: si è proposto inoltre il rafforzamento anche ferroviario, tenendo conto delle nuove tecnologie, dei rapporti tra il Piemonte e Genova, e l'attraversamento rapido dell'Appennino ligure attraverso nuovi tunnel linee ferrovia rie. Non si è sentito lo dico io perché in questo Consiglio se n'è parlato molto e potrebbe ripeterlo il collega Buzio - della necessità di affrontare il problema del potenziamento del Traforo del Sempione. E poi c'è ancora la questione del collegamento della Valle d'Aosta con Martigny. Sono cinque decisioni che non possono avere tutte e cinque la stessa importanza: devono essere individuate le priorità.
Allora, perché ritengo veramente sbagliata questa decisione? Perché di fronte a problemi così importanti, Presidente Brizio, bisogna che sia la Regione che propone le priorità con le Ferrovie dello Stato, sia con la Regione Lombardia, sia con i Ministeri, con la Regione Liguria. La Regione deve tenere in mano questa situazione. E' sbagliato delegare una associazione a tenere i rapporti con le Ferrovie, con i Ministeri, con gli altri Paesi, come è scritto, perché in questo modo le priorità non verranno scelte secondo una, difficile, individuazione dell'interesse pubblico da parte della Regione Piemonte, perché i cinque interessi che ho evidenziato sono tutti legittimi e sarà difficile individuare delle priorità. E' giusto, è necessario che queste decisioni vengano prese dalla Regione Piemonte. Questo è un grave errore sul quale non c'è stato nemmeno permesso di discutere per tempo; per questo all'inizio avevo detto che, a mio parere, discutevamo inutilmente dal punto di vista della operatività. Ci nonostante ho voluto affermare con chiarezza che, a mio avviso, è stato un errore, non solo di metodo (non informare prima il Consiglio) ma di merito partecipare a una associazione alla quale la Regione conferisce questi poteri.
Secondo pilastro, per dare un giudizio sull'Alta Velocità. Cerco di essere netto nel giudizio e prego i colleghi di tener conto che la ristrettezza del tempo comporta sempre una semplificazione che non vorrei.
Il secondo giudizio è questo: davanti all'Alta Velocità penso ci si debba porre in termini molto autonomi, senza nessuna soggezione. L'Alta Velocità di per sé è un sistema che permette, con poco consumo di energia di spostare velocemente persone e merci. Di per sé non c'è nulla che osti da un punto di vista di principio, nel predisporre risorse, finanziamenti e progetti, per l'introduzione dell'Alta Velocità, però ad una condizione e se non c'è questa condizione penso, almeno per gli interessi che rappresento, che l'Alta Velocità diventi un sistema per far viaggiare meglio pochi e sia un sistema a vantaggio di pochi. Il punto è questo: l'Alta Velocità va bene, e ha personalmente il mio assenso, se diventa il compartimento forte di un sistema ferroviario forte, se non è così il sistema ferroviario continua ad essere trascurato dalle politiche dei governi in questi ultimi 10-15 anni, durante i quali ha perso passeggeri ha perso merci, alcune tratte sono state abbandonate, mentre il mezzo su gomma è cresciuto. Bene, se voi proponete, di fronte alla magia dell'Alta Velocità, di continuare ad abbandonare il sistema ferroviario che serve la massa degli utenti, nello stato in cui è, l'Alta Velocità non m interessa perché essa diventa una burla a questo punto, diventa il settore nel quale a vantaggio di pochi e di economie forti e a svantaggio di un'ampia utenza si concentrano delle risorse. A quel punto l'Alta Velocità accentua gli squilibri esistenti, sia di qualità della vita sia di qualità e sviluppo economico di tutte le aree. Se invece non è così, se si intende affrontare un programma nel quale il sistema ferroviario esce dal limbo in cui è stato tenuto, allora sono d'accordo che ci si debba impegnare anche nei sistemi di alta tecnologia e di alta avanguardia, che saranno in grado, solo in quel sistema potenziato totalmente, di condurre ad uno stato di cose, per quanto riguarda la capacità di trasporto di merci e persone, più equilibrato di quanto sia oggi nel confronti del tra sporto su gomme.
Anche questo però non lo vedo non vedo questo abbinamento, non vedo una politica di potenziamento dell'intero sistema ferroviario, vedo solo che a questo punto c'è una parte dell'economia, dei privati, che lavora per un potenziamento, ma solo su un settore del sistema ferroviario.
Chiedo che la Regione Piemonte si impegni invece per fare in modo che questo potenziamento di alta tecnologia si inserisca in un potenziamento di tutti i comparii ferroviari.
Rimangono alcuni problemi di quadro, e concludo rapidamente perché vedo che sono andato oltre il tempo consentito, che richiedo no l'assunzione da parte della Regione di un'al tra responsabilità che in questi anni non ha più assunto. Alcuni colleghi hanno ricordato l'intersezione di problemi rilevanti: la realizzazione del quadruplicamento in asse è delle ferrovie dello Stato, le diverse ipotesi, di nuove linee ferroviarie tangenti a Torino per reggere l'Alta Velocità con il problema, di come si deve sviluppare Torino in relazione al nuovo Piano regolatore. Penso, Presidente Buzio, che il problema che la Giunta dovrebbe affrontare, è quello di fornire un quadro di organizzazione territoriale dell'area torinese. Non possiamo tutte le volte che nasce un problema trattarlo facendo finta che questo problema, a seconda di come viene risolto, non ne crei degli altri deve "governare il territorio", non si può parlare come fa il documento anche proposto dall'Assessore Panella e come ha ripreso il collega Cucco della bontà o meno di prevedere una nuova linea in cintura con una stazione a Stura nei termini generici in cui è scritta...



CUCCO Vincenzo

Non sostengo la stazione Stura.



CHIEZZI Giuseppe

Non dico che la condividi quella idea, ma hai rilevato questo fatto e anch'io lo rilevo. Non si possono affrontare i temi in questi modi, tutto può essere possibile: ma quali sono le finalità per lo sviluppo di Torino e della sua area? Le finalità derivano dalla comparazione di diverse idee e di diversi progetti e, all'interno di questa comparazione, da una scelta che è politica e che è di disegno territoriale, non di disegno minuto ma di disegno delle grandi coordinate.
La stazione a Stura vuoi dire che Torino avrà uno sviluppo a nord e che le aree già oggetto di speculazione edilizia anni fa torneranno ad essere aree appetite? Il passaggio per il centro di Torino cosa significa? Il quadruplicamento lo usiamo per l'Alta Velocità o per linee di metropolitana regionale? Di fronte a tutto questo è veramente sbagliato e sminuisce il ruolo di governo di un'istituzione prendere un problema alla volta e andare dietro a spinte che esistono, a interessi privati che esistono per spingere l'ente pubblico a prendere una decisione oppure l'altra. Chiedo invece che sia l'ente pubblico a decidere in modo democratico e aperto discutendo con tutti, e che tenga in mano questa situazione. Questi sono i due pilastri che vedo mancare in questa discussione, che sollecito vengano reintrodotti perché non si parli di un problema per volta senza dimenticare gli altri e soprattutto non si parli di problemi e di investimenti senza fare un'analisi fra chi li guadagna e chi perde da questi investimenti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Zacchera.



ZACCHERA Marco

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, sarò breve anche perché l'ora indulge ad una minore attenzione; inoltre sono state dette molte cose e non è bello ripetersi.
Penso che sia utile aver portato in aula oggi questo discorso, perché è importante approfondire il problema dei trasporti su ferrovia. Mi riallaccio e riparto dal punto in cui il collega Chiezzi ha sospeso l'intervento per arrivare ad un'analisi abbastanza simile alla sua, ma a delle conclusioni leggermente diverse.
Sono anch'io d'accordo che il problema della velocità su linea ferroviaria sia estrema mente importante come lo sia, più in generale tutto il problema delle ferrovie e quindi dell'integrazione delle ferrovie piemontesi nell'ambito italiano ed europeo. Però non sono d'accordo che l'ente pubblico debba, oltre che fare una logica supervisione e coordinamento a livello territoriale, pretendere di gestire in proprio questo problema perché la realtà del sistema dei trasporti in Italia è la chiara e lampante dimostrazione che soltanto purtroppo - sottolineo purtroppo - l'impresa privata è stata in grado di risolvere in parte dei problemi davanti a una latitanza, se si escludono autostrade che per andavano dietro un chiaro e preciso disegno, para-privato o para-pubblico stabilitelo voi, e cioè di una scelta di sviluppo, dove in tutti gli altri settori il pubblico non è stato in grado di coordinare e di gestire queste cose. Quindi non mi spavento, anzi, penso che sia un punto di forza di questo progetto la collaborazione tra pubblico e privato, perché dal punto di vista economico soltanto il privato può portare a livelli di economicità di servizio e di economicità di realizzazione. Ogni volta che c'entra il pubblico sovente viene a costare il doppio e in tempi doppi e più lunghi.
Piuttosto se si può muovere non una critica, ma una constatazione; dico che è un discorso di priorità. E' maggiormente prioritario l'andare in futuro svelti, discorso Alta Velocità, che è l'oggetto di oggi, o trasportare meglio le merci? Attenzione: il problema, secondo me, non è trasportare persone in mezz'ora di meno tra due città, quanto trasportare non più su strada la gran parte delle merci che vengono oggi trasportate via strada.
Allora ecco che il discorso dell'Alta Velocità, secondo me, va a doversi necessaria mente intersecare con il sistema intermodale, tra moduli diversi. E allora ecco che il Piemonte non solo ritorna ad essere importante a livello di cerniera tra l'Italia settentrionale e l'Europa. io vengo da una realtà che non è quella torinese ed assisto al massiccio trafficamento che comunque è sulla linea, ad esempio, del Sempione. Linea sulla quale la Regione deve tornare, secondo me, ad essere all'offensiva.
Qui sono già state realizzate delle opere molto grosse, per esempio lo scalo di Domodossola 2, Domo 2, sul quale tra l'altro avremo prima o poi uno scambio di opinioni con l'Assessore, lette alcune sue dichiarazioni in cui asseriva che attualmente è una centrale nel deserto. Perché? Perché non esiste un collegamento all'interno del Piemonte. Ma scusate, il Piemonte non va considerato soltanto, come diceva il collega liberale in termini di meridiane o parallele, è anche linea di collegamento, sia pur marginale con Genova. Quindi dal nord Europa, per arrivare a Genova la strada più dritta è passare attraverso il Piemonte venendo giù da Domodossola, Arona Novara, Tortona. Siccome la linea più dritta è già intasata bisogna stare leggermente sulla destra o leggermente sulla sinistra, vedendo una carta geografica e quindi applicando, ove possibile, una linea ferrovia ria.
Anche questo è importante, anzi secondo me oggi come oggi la partita si gioca più che sul trasporto delle persone sul trasporto delle merci e questo è un grossissimo problema, ma ci porta al di fuori di quello che è il tema di oggi. Allora penso che, sostanzialmente, bisogna essere assolutamente d'accordo su questo tentativo di intersecare il pubblico con il privato per tentare di realizzare queste cose, e m fa piacere vedere che la Fiat, tanto per non far nomi, sia interessata a questo fatto. Ovviamente ci saranno dietro degli interessi privati, sarà la realizzazione anche di locomotive, perché anche la Breda è Fiat, o di vagoni ferroviari, oppure semplicemente ci si rende conto che una certa saturazione anche nel campo del l'auto impone necessariamente delle diversificazioni nei trasporti.
Senza dimenticare un grosso, importante problema che io vedo al l'orizzonte e che ancora non è stato né affrontato né tanto meno risolto: l'impatto ambientale. Creare una linea ferroviaria di queste dimensioni comporta necessariamente un taglio a livello di territorio e come è grosso il problema quando si fa un'autostrada, per permettere il collegamento tra una parte e l'altra dell'auto strada, alla stessa maniera c'è il problema veramente enorme secondo me, della realizzazione di una ferrovia. Perché? Perché una strada bene o male può fare delle curve, una ferrovia deve fare pochissime curve e temo allora che il nostro territorio sia già molto compromesso e non sarà facile trovare delle soluzioni da questo punto di vista. Ecco qui dove invece è importante, collega che mi prece devi l'intervento del pubblico, perché qui nella gestione del territorio, più ancora che nella realizzazione intrinseca di un'opera pubblica è importante una visione globale, regionale in questo caso, della situazione. Perché non possiamo altrimenti trovare un modo di coordinare i piani regolatori comunali ed intercomunali se non teniamo conto di una visione più globale della questione. Quindi apprezzamento per questo tentativo, però necessità di calarsi nella realtà il più presto possibile e di non illudersi perch ecco qui dov'è la realtà - non vorrei che la compartecipazione privata si fermasse a un luogo comune, a un manifestato interessa mento, mentre in pratica sia soltanto il pubblico a dover tirar fuori i miliardi (che poi non so bene dove si andranno a pescare). Quindi si dovrebbe imporre anche una partecipazione in termini economici ai privati che non sia soltanto a linee d'intenti, perché non è giusto che il pubblico debba pagare e che invece delle situazioni privatistiche abbiano gli eventuali vantaggi che vengono da questo. Concluderei soltanto dicendo: attenzione non è soltanto un problema legato ad avere un nuovo tunnel in Vai di Susa che passa da bassa quota, ma è anche - e in questo recepisco il discorso che faceva il collega precedentemente - il trasporto su strada ferrata, che interessa sì l'alta velocità ma soprattutto le merci e poi, se facciamo delle scelte, il problema di trasferimenti a breve distanza. Noi prendiamo il treno di solito qua do dobbiamo andare tra una città lontana e l'altra, ma la grossa partita che secondo me deve usare la linea ferrata è il collegamento tra le città e le loro immediate periferie. E' lì dove veramente si può abbattere in modo notevole il numero di automezzi privati in circolazione, gli inquinamenti conseguenti. I problemi dei parcheggi, la velocità dei trasporti, perché su breve tratta - se collegata in modo retto sicuramente la ferrovia è vincente. Mentre sulla lunga di stanza non penso che saranno in molti a prendere il treno da Trieste a Barcellona, perché si farà molto prima a prendere un aereo, per cui penso che su questo non vincerà il treno, ma se si devono trasferire container costerà sicura mente sempre meno mandarli per via ferrovia ria che non invece spedirli per via aerea. Comunque in generale esprimiamo apprezzamento per questa iniziativa perché riteniamo che debba servire.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Panella.



PANELLA Luciano, Assessore ai trasporti

Signor Presidente, sarò molto breve data l'ora.
Non a caso oggi il dibattito ha seguito le linee del Protocollo firmato con l'Ente FS e il Comune. Credo che siano anche le linee da seguire in un confronto, nella specificità dei problemi, in II Commissione. Voglio ricordare che il Protocollo è, in buona sostanza, un accordo quadro e non ha definito nessuna scelta: è semplicemente l'impegno fra questi tre Enti a discutere del raccordo fra il piano regolatore di Torino e il piano regolatore del nodo ferroviario da un punto che riguarda per certi aspetti il discorso urbanistico della regione: i servizi integrati trasporto viaggiatori, ovvero anche il problema delle ferrovie secondarie qui ricordate, cosiddette di scarso traffico; il piano intermodale e l'alta velocità. Ecco, questi sono i quattro temi che sono emersi oggi.
Sull'alta velocità una scelta è stata fatta ed è stata presentata dalla Giunta anche in termini di tracciato ed ora bisogna verificare la possibile attuazione di questo tipo di scelta, che è il collegamento Lione-Torino.
Bisogna prendere atto di queste cose. Non è che siamo qui a ricominciare a discutere su determinati tipi di scelte, siamo qui a proporre una scelta.
d'altronde non credo che sia nuova, è una scelta della Giunta e del Consiglio precedente. Dovevamo prenderne atto e siamo qui a dire come stanno le cose. Siamo qui a dire che la Regione si avvale di tutti gli aiuti possibili, anche perché ha un pur bravissimo funziona rio (qui presente), ma questa è la Regione in termini di trasporti: così pure in termini di viabilità, strade ed autostrade vi è un altro pur bravissimo funzionario: ma abbiamo finito qui! Perché questa Regione che deve fare mille cose, quando la si va a vedere nella sua struttura è composta - a parte l'Assessore - da un funzionario per la viabilità e un funzionario per quanto riguarda le ferrovie. Quindi, insomma, stiamo un pochino cauti facciamo il nostro dovere, tracciamo le strategie, ma dobbiamo pur ricorrere evidentemente all'esperienza e all'aiuto di tutti per portare avanti determinati tipi di scelte. Quindi io mi mostro assoluta mente disponibile a riportare gli argomenti in II Commissione per approfondirli.
Debbo dare alcune risposte velocissime al Consigliere Cucco e ad altri.
Cosa si intende per alta velocità? Si intende alta velocità, cioè una linea dedicata a 300 o più km all'ora. Il discorso della velocizzazione considerati i tempi, è un discorso di adattamento della rete attuale, è un problema intermedio. Ha ragione chi afferma di non confonderli; certo che non li confondiamo in quanto sono due problemi di tipo diverso. Comunque la definizione di Alta velocità, come noi la intendiamo, è quel tipo di linea dedicata.
Sono d'accordo con il Consigliere Zacchera ed altri quando sostengono di non dimenticare la problematica del trasporto merci. In effetti essa è legata, in questo momento particolarmente, al discorso dei centri intermodali, e la linea del Sempione - che qui è stata ricordata e che va ricordata perché è l'altra grande linea di collegamento piemontese con il nord Europa - è all'attenzione quotidiana della Regione, soprattutto dal punto di vista del trasporto merci, cioè dell'adeguamento della galleria alle sagome di 4 mt di altezza. Una scelta del Sempione in tempi brevi è strategica per quanto riguarda il piano intermodale del Piemonte: in alternativa noi perderemmo il treno" - come si suoi dire - rispetto al discorso del Gottardo che è un discorso di alternativa, per non andare a parlare di altri tipi di discorsi.
Quindi la Regione è impegnatissima in questo momento su questo tipo di discorso che è essenziale. E' un discorso lungo, che credo si possa affrontare in Commissione.
Infine, anche la questione del collega mento e del potenziamento delle linee con il Piemonte sud è all'attenzione dell'Assessorato.
A questo punto credo che il. Presidente Brizio possa intervenire su altre questioni di tipo diverso da quelle che sono le scelte strategiche della Regione per quanto riguarda il sistema ferroviario, in particolare l'Alta Velocità.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Aggiungo solo qualcosa alla conclusione dell'Assessore Panella, in quanto se verrà approvato l'ordine del giorno ci ritroveremo in Commissione per affrontare aspetti più specifici e di dettaglio.
Per dialogare con il collega Chiezzi sul suo discorso di delega e di rinuncia da parte della Regione, devo dire che noi non la vediamo in questo modo, comunque non c'è assolutamente l'intenzione della Regione di rinunciare ad alcuna delle sue prerogative. Al di là delle modalità di una associazione, che comunque rimane tale, non è una S.p.A., e ha delle funzioni di promozione, ma importanti, c'è semmai l'intenzione, proprio in vista del problema di fare noi da guida a questo processo, di coinvolgere altre forze. Dobbiamo essere tutti convinti che l'Alta velocità si farà con capitali privati e si farà con economicità del costo. O non si farà. Perch questa è la verità che dobbiamo avere davanti. Quindi le società miste che porteranno avanti il Ministro Bernini e il Governo vanno in quest'ottica.
In quest'ottica noi abbiamo cercato un coinvolgimento del capitale privato e dell'iniziativa privata, perché insieme si vada no a ricercare quelle soluzioni delle società miste, quelle soluzioni concrete che saranno necessarie per portare avanti un certo tipo di discorso. Tenete presente che, l'avv. Necci ha ipotizzato concretamente la possibilità che le ferrovie stesse entrino nella nostra associazione, e le Regioni Lombardia e Veneto stanno procedendo, per concertare una grossa azione. Guardate che qualche risultato si è avuto, perché fino a qualche mese fa la CEE non si era espressa sulla linea Trieste-Lione, era passata solo la prima linea di velocizzazione. Per noi questa linea è vitale. Certo che poi siamo d'accordo che non deve interessare Torino soltanto come passaggio, ma deve interessare la nostra economia. Questo è un discorso di fondo, però non possiamo non considerare che il passaggio in Francia è comunque forzato.
L'Assessore Panella ed io abbiamo a lungo dialogato con l'avv. Necci, prima ancora della riunione, quindi il problema del Sempione l'abbiamo posto con attenzione, come quello del Piemonte sud. Tenete conto che non c'è solo il nord, ma c'è anche la Spagna che si sviluppa, c'è la Francia meridionale e centrale che è importante. Quindi la connessione, mirata al di là delle Alpi, ci pone fatalmente attraverso la Francia, però in una connessione complessiva molto importante, tenuto conto che, come sapete, c'è un orientamento della Svizzera, che considera l'Alta velocità solo come un passaggio che non la interessa, sostanzialmente negativo e che quindi ha il suo peso.
In quest'ottica vorrei solo far comprende re che da parte nostra non c'è nessuna volontà rinunciataria, ritorneremo su tutte le scelte strategiche che ci saranno, tenendo in Consiglio le modalità che saranno necessarie e previste, ma che c'è certo la volontà di far concorrere tutte le forze economiche che possono concorrere ad una soluzione che, senza questo concorso, rimane sulla carta, perché bisogna decidere per "fare" perché decidere soltanto tracciando delle linee sul territorio, senza poi scendere nella realtà della fattibilità e dell'azione, mi pare che sia un discorso velleitario. Se vogliamo decidere per fare dobbiamo persegui re queste vie nuove di collaborazione, che sono finalizzate a raggiungere il risultato.
Nel merito delle scelte noi saremo sempre disponibili a riparlarne attentamente con l'intero Consiglio, nella sede che l'ordine del giorno stesso prevede.



CUCCO Vincenzo

Per quanto riguarda l'ordine del giorno da me presentato unitamente al Consigliere Picchioni, chiedo che venga sospesa la votazione.



PRESIDENTE

Pongo quindi in votazione l'ordine del giorno n. 105 presentato dai Consiglieri Cavallera, Fiumara, Rossa, Goglio e Ferrara, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte udite le comunicazioni della Giunta regionale in ordine alla linea politico-programmatica relativa all'Alta velocità le approva ed invita la Giunta stessa a: tenere informato il Consiglio sugli sviluppi della situazione ad un contestuale approfondimento nella Commissione consiliare competente".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano. E' approvato con 25 voti favorevoli. 12 contrari e 4 astensioni.


Argomento:

Interpellanze, interrogazioni, mozioni, ordini del giorno (annunzio)


PRESIDENTE

Comunico che le interpellanze, interrogazioni, mozioni e ordini del giorno pervenute all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale verranno allegate al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13,45)



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