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Dettaglio seduta n.336 del 15/02/95 - Legislatura n. V - Sedute dal 6 maggio 1990 al 22 aprile 1995

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 6)) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Cucco, Fiumara e Peano.


Argomento:

b) Presentazione del testo della legge elettorale approvata dal Senato


PRESIDENTE

Comunico inoltre che verrà distribuito ai singoli Consiglieri, per informazione, il testo della legge elettorale approvata, in una prima fase a Roma.


Argomento: Commercio - Cultura: argomenti non sopra specificati

Esame progetto di legge n. 3: "Tutela e valorizzazione dei locali storici"


PRESIDENTE

Esaminiamo il progetto di legge n. 3, di cui al punto 9) all'o.d.g.
Relatore è il Consigliere Picchioni, che ha facoltà di intervenire.



PICCHIONI Rolando, relatore

Dò per letta la relazione, il cui testo, a mani dei Consiglieri recita: "Tenere in vita un locale storico non è cosa semplice. Il più delle volte si è in presenza di strutture edilizie, di arredamenti, di decori ed arredi tanto importanti per valore artistico o documentario quanto onerosi da mantenere e valorizzare; spesse volte l'adeguamento a nuove normative di sicurezza comporta spese rilevantissime se si vogliono salvaguardare le caratteristiche storiche del locale.
I locali storici hanno bisogno, per restare sul mercato, di un intervento legislativo che metta in moto due diversi tipi di azioni. In primo luogo, un'azione volta a promuovere la conoscenza dei locali storici attraverso la loro individuazione, censimento, descrizione delle caratteristiche intrinseche e del patrimonio di 'storia vissuta' svoltasi al loro interno. Si tratta, in poche parole, di offrire un 'primo piano' di questi locali storici nella compagine urbana affermando con maggior forza il valore culturale che essi rappresentano. In questo modo i locali storici troveranno anche una collocazione più forte nel mercato. A questo scopo pare utile la tutela consentita da un vincolo di destinazione.
La seconda azione consiste in un sostegno finanziario da parte di Comuni e Regione ai proprietari o aventi titolo che si impegnano a tutelare e valorizzare i locali secondo le indicazioni contenute nel censimento e nella relazione tecnica approvati dal Comune.
Le due leve, promozione culturale ed aiuti economici, concorrono a fornire un quadro di riferimento legislativo ad un settore commerciale di grande rilevanza e di interesse pubblico.
La presente legge definisce le finalità di tutela e valorizzazione nell'art. 1.
Nell'art. 2 si prevede l'attività di censimento dei locali storici da parte dei Comuni.
Nell'art. 3 si prevede la costituzione di un vincolo di destinazione d'uso a tutela dell'esercizio commerciale.
Nell'art. 4 si prevede un contributo della Regione alle spese sostenute dai Comuni per il censimento.
Nell'art. 5 sono normate le procedure per il rilascio delle autorizzazioni.
Nell'art. 6 si prevedono i contributi dei Comuni e della Regione ai privati che effettuano interventi di tutela, restauro e valorizzazione.
Nell'art. 7 è previsto l'impegno finanziario di 500 milioni della Regione".



PRESIDENTE

Desidero ricordare che il documento è stato approvato da tutti i Gruppi, fatta eccezione per il Gruppo Federalisti e Liberal Democratici che si è astenuto.
Non essendovi interventi, possiamo passare alla votazione del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 voti favorevoli 34.
L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 voti favorevoli 34.
L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 voti favorevoli 34.
L'art. 3 è approvato.
ART. 4 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 voti favorevoli 34.
L'art. 4 è approvato.
ART. 5 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 voti favorevoli 34.
L'art. 5 è approvato.
ART. 6 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 voti favorevoli 34.
L'art. 6 è approvato.
ART. 7 Chiede di parlare il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Su questo articolo è prevista la norma finanziaria che in Commissione è stata stesa con una certa fretta, in quanto non era ancora stato presentato il bilancio. Personalmente, ritengo che la cifra prevista, 50 milioni, sia puramente indicativa, chiederei dunque fosse prevista una cifra più congrua, 500 milioni, da dividere in 250 milioni alla lettera a) del comma secondo ed altri 250 milioni per un minimo di respiro della legge.
Penso che quanto richiesto corrisponda agli intendimenti di tutti coloro che l'hanno approvata.



PRESIDENTE

Faccio presente al Consiglio che non sono stati presentati emendamenti.
Inoltre, è assente l'Assessore competente.



PICCHIONI Rolando

Mi associo alla richiesta del Consigliere Chiezzi; per quanto in riferimento alla congruità della cifra avevamo preso informalmente contatto con l'Assessore.



PRESIDENTE

Questo significherebbe però interrompere l'esame della legge per interpellare la Giunta e la I Commissione.
Soprassediamo fino all'arrivo dell'Assessore al bilancio.
La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Intervengo probabilmente in modo improprio, ma nel caso qualche collega si ponesse il problema della norma finanziaria, vorrei fargli presente - mi riferisco in particolare al collega Picchioni che le risorse non sono destinate soltanto all'attività burocratica di rilevazione ed accatastamento di questi beni.
Collega Picchioni, ero intenzionato ad intervenire successivamente per dichiarazione di voto, ma essendosi riaperta la materia finanziaria, vorrei suggerire a chi ha seguito meglio di me l'argomento che un eventuale aggiustamento della norma finanziaria potrebbe, per esempio, essere integrato con la possibilità di utilizzo e quindi di destinazione delle risorse ai momenti di ricerca culturale a monte dell'individuazione di questi beni. Spesso legiferiamo dando per scontate professionalità e centri di cultura e ricerca tali da poter produrre il risultato che auspichiamo.
Ritengo si debba investire sull'intelligenza; suggerisco ai colleghi di valutare questa mia preoccupazione e consentire, per esempio, di utilizzare denaro per borse di studio a giovani architetti, che si pongano tali problemi in modo avanzato, non banale, non burocratico.
I colleghi interessati avranno senz'altro colto il senso del mio intervento.



PRESIDENTE

Interrompiamo l'esame della legge. Vedremo se già nel pomeriggio potremo giungere ad una soluzione.


Argomento: Beni culturali (tutela, valorizzazione, catalogazione monumenti e complessi monumentali, aree archeologiche) - Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici

Esame progetto di legge n. 4: "Individuazione, tutela e valorizzazione dei beni culturali architettonici nell'ambito comunale"


PRESIDENTE

Esaminiamo pertanto il progetto di legge n. 4, di cui al punto 10) all'o.d.g.
Relatore è il Consigliere Monticelli, che ha facoltà di intervenire.



MONTICELLI Antonio, relatore

Dò per letta la relazione, il cui testo, a mani dei Consiglieri recita: "Il paesaggio storico urbano è uno dei valori eccezionali della cultura italiana e piemontese. Le '100 città', gli 8.000 Comuni d'Italia sono la testimonianza di un peculiare sviluppo urbano policentrico, che è venuto strutturandosi per molti secoli in sintonia con l'ambiente naturale con un assetto territoriale, urbanistico ed architettonico giunto sino alle soglie di questo tempo.
L'irruente sviluppo economico degli ultimi decenni ha letteralmente travolto molti valori dei paesaggi naturali e costruiti. Le prorompenti migrazioni di popolazioni da campagne, colline e montagne verso le città che offrivano in grande abbondanza nuove possibilità di lavoro e speranze di migliori condizioni di vita, sono state governate senza progetti di qualità ambientale per le nuove zone urbane e rispetto delle preesistenze storiche.
Contrappunto alla crescita disordinata fu l'abbandono in parte od in tutto dei Comuni di origine, il decadimento della loro economia, delle strutture fisiche, dei valori storici. Contemporaneamente la crescita della ricchezza prodotta venne utilizzata per urbanizzare in modo intensivo e senza scrupoli estese zone costiere ed alcune parti dei territori montani realizzando pessimi paesaggi costruiti in splendidi paesaggi naturali.
In questi decenni occorre rilevare che, anche là dove lo sviluppo economico e la redistribuzione della popolazione hanno avuto tassi di crescita più controllabili o del tutto controllabili, le nuove edificazioni sono state spesso realizzate senza curarsi di un corretto inserimento ambientale e con poco riguardo verso le parti urbane più antiche.
Le stesse attività di recupero del patrimonio edilizio esistente, là dove sono avvenute, sovente non rispettano adeguatamente l'insieme dei valori culturali, architettonici ed ambientali preesistenti.
Tutto questo ha prodotto un inaccettabile immiserimento delle molteplici qualità dell'ambiente e del paesaggio costruito e naturale italiano e piemontese.
Questo deve preoccupare sia dal punto di vista della perdita di valori culturali sia perché questi, bellezza del paesaggio, armonia degli ambienti costruiti dall'uomo con quelli naturali, decoro ed integrità degli ambienti urbani storici, costituiscono sempre di più la condizione per una soddisfacente qualità della vita ed il necessario punto di forza per un duraturo ed equilibrato sviluppo del turismo, settore economico di crescente rilevanza.
Appare sempre più urgente interrompere questo circolo vizioso che lega lo sviluppo al degrado urbano, architettonico, ambientale. Il superamento dello stato di cose esistente richiede che lo Stato e le Regioni affrontino questo tema in termini legislativi nuovi: meno predicatori e più fattivi.
E' utile riflettere che si è arrivati a questo punto nonostante una pletora di leggi e strumenti urbanistici finalizzati alla programmazione degli interventi ed alla tutela di ogni bene ambientale ed architettonico esistente. Vincoli sulle carte, degrado nella realtà.
La volontà politica ha trovato talora la forza di legiferare, la capacità politica rare volte ha trovato la possibilità di attuare le finalità delle leggi.
Tra le cause possono essere individuate la mancanza di risorse adeguate, di finanziamenti e di congrue strutture tecniche ed amministrative. E' una carenza da superare con espliciti impegni legislativi per la destinazione di risorse, per la realizzazione di strutture e per la formazione e l'impiego di competenze scientifiche e professionali. Questi obiettivi possono essere raggiunti attraverso un impegno di lungo periodo, dei governi nazionali e regionali, che assuma questi temi come fondamentali per l'assetto civile e lo sviluppo economico e culturale della società.
Occorrono risorse ed investimenti adeguati, personale delle pubbliche amministrazioni qualificato e decentrato sul territorio, cooperazione con il mondo delle professioni, dell'Università, del Politecnico non trascurando il ruolo che può avere la stessa scuola media superiore in ordine alla formazione di una diffusa cultura sui temi dell'ambiente urbano.
La stessa legislazione specificamente dedicata alla gestione delle trasformazioni territoriali ed urbanistiche ha bisogno di un razionale aggiornamento, fondato su una legge per l'uso del suolo senza la quale diventa difficile governare nell'interesse pubblico questi processi. La presente legge è un primo modesto contributo alla formazione di nuove volontà legislative; il pieno raggiungimento degli obiettivi da essa indicati sarà possibile se altri provvedimenti legislativi nazionali e regionali amplieranno il campo di azione con nuovi strumenti di intervento in sede tecnica, amministrativa, disciplinare e con adeguate risorse reperibili con scelte politiche prioritarie e con una riforma della finanza regionale.
In ogni caso questa legge consente sin d'ora di promuovere interventi di valorizzazione e tutela di elementi architettonici dei centri urbani che abbiano un valore storico. In ogni Comune piccolo o grande che sia, sono infatti presenti negli edifici caratteri architettonici espressione di tecnologie, materiali, culture legate allo sviluppo della società nel corso dei secoli. Molti di questi caratteri non sono soggetti ad alcuna tutela legislativa né nazionale né regionale, anche se nel loro complesso, ed ancora di più se inseriti in qualificati programmi di riqualificazione urbana, sono pregevoli testimonianze storiche meritevoli di essere salvaguardate, restaurate, ripristinate.
E' esperienza di tutti vedere, a seguito dei comuni diffusi interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria o di restauro e risanamento su edifici non soggetti ad alcun vincolo d'intervento, scomparire caratteristiche tecnologie costruttive e compositive, elementi di finitura apparati decorativi.
E' esperienza comune aver visto la sostituzione di questi elementi con altri scelti unicamente in base alla convenienza economica, anche per l'assenza di informazioni e consigli sul modo migliore di rispettare e valorizzare gli edifici da restaurare. Questo modo di agire, come si pu vedere percorrendo gli abitati di tanti piccoli e grandi Comuni in pianura collina e montagna, ha prodotto ambienti costruiti disarmonici, casuali privi di interesse quando non palesemente deturpati.
La strada per superare questo stato di cose non può essere quella di apposizione di vincoli tanto dettagliati quanto di fatto inoperanti. La strada è quella di far nascere e crescere una sensibilità diffusa nei confronti del valore costituito dal paesaggio costruito storico, compresi i caratteri tipologici costruttivi e decorativi. La legge propone norme di valorizzazione e tutela fondate non su astratti vincoli, ma su scelte concrete di promozione culturale e di incentivi economici che premiano gli interventi aventi finalità di tutela e valorizzazione sulla base della conoscenza dei luoghi costruiti e della loro storia. La proposta è di passare dal vincolo all'incentivo, dall'obbligo alla possibilità dall'ordine al consiglio ed al suggerimento.
Le finalità (art. 1) consistono nella valorizzazione e tutela dei caratteri tipologici, costruttivi e decorativi che abbiano un significato legato alla cultura ed alla storia dei luoghi, in ragione delle tipologie costruttive e compositive, degli elementi di finitura, degli apparati decorativi, delle modalità di inserimento degli edifici nello specifico ambiente naturale. Questi particolari vengono qualificati e riconosciuti come 'Beni Culturali Architettonici' nell'ambito del Comune. I benefici della legge si applicano ai Comuni che siano in regola con la legge n.
56/77 'Tutela ed uso del suolo', che dispongano quindi di un Piano regolatore approvato nel quale siano stati individuati i beni culturali ambientali da salvaguardare, ai sensi dell'art. 24 della L.R. n. 56/77.
L'attività di promozione culturale (art. 2) si sviluppa attraverso la realizzazione di un censimento dei 'Beni Culturali Architettonici'. Il censimento è deliberato entro 3 mesi dal Comune che può servirsi delle competenze dell'Ufficio tecnico, di altri uffici tecnici pubblici dell'Università e del Politecnico, di professionisti esperti in materia.
Con il censimento saranno preparate le schede tecniche degli elementi costruttivi e decorativi. Le schede tecniche saranno costituite da una relazione illustrativa e da elaborati grafici e fotografici in base ad uno schema tipo deliberato dalla Giunta regionale entro 90 giorni dall'approvazione della legge. Le schede di censimento sono raccolte in un 'Catalogo dei Beni Culturali Architettonici' che sarà approvato, entro un anno dall'inizio del censimento, dal Consiglio comunale come 'Allegato al Regolamento Igienico Edilizio'.
Questo catalogo può divenire, se opportunamente diffuso, oltre che la guida tecnica agli interventi di valorizzazione e restauro, come si vedrà negli articoli successivi, uno strumento di promozione culturale rivolto alla comunità locale, alle scuole, alle associazioni interessate. Gli elementi architettonici contenuti nel catalogo non saranno in genere, a causa di ciò, soggetti ad alcun tipo di vincolo: il catalogo li segnala all'attenzione della cittadinanza, dei proprietari, dei tecnici progettisti ed impresari, come meritevoli di tutela e restauro o ripristino, e fornisce indicazioni di comportamento, consigli suggerimenti, istruzioni al fine della loro tutela e valorizzazione.
I Comuni possono aggiornare il catalogo ogni anno. L'attività di censimento (art. 3) può essere agevolata dalla partecipazione di enti ed associazioni pubbliche e private che hanno compiti e finalità di tutela in materia. Tali enti ed associazioni possono sia suggerire al Comune gli elementi tipologici meritevoli di valorizzazione, sia partecipare direttamente all'esecuzione in tutto od in parte del censimento. I Comuni sono comunque tenuti a dare informazioni agli enti ed associazioni sulle modalità di formazione del censimento.
I caratteri tipologici costruttivi e decorativi sono richiamati (art.
4) sotto le denominazioni 'tipologie costruttive e compositive', 'elementi di finitura', 'apparati decorativi' e sono riferiti agli edifici prescindendo dalla loro destinazione, residenziale, terziaria, industriale rurale. Sarà compito degli esperti incaricati del censimento indicare quali siano gli elementi tipologici da rilevare che possono comprendere, come è noto, le forme, i materiali, le tecniche e la composizione di strutture portanti, le trabeazioni, i timpani, i frontoni, le fasce marcapiano, i cornicioni, le zoccolature, le lesene, i bugnati, le logge, i portici, gli androni, gli atrii, le scale, i balconi e ballatoi, le inferriate, le ringhiere, le cancellate, i sistemi di canalizzazione delle acque meteoriche, i manti di copertura, gli affreschi, le nicchie votive, le targhe e via enumerando.
Saranno gli esperti con la loro competenza e sensibilità a proporre al Comune, che delibererà in Consiglio comunale, i particolari che costituiscono caratteristiche storiche dell'edificio da inserire nel catalogo, che sarà approvato dal Consiglio comunale.
Questa attività di censimento è prioritaria e fondamentale: è la condizione necessaria per la crescita di una nuova sensibilità sociale in ordine ai valori dell'architettura, relativamente ai caratteri tipologici costruttivi e decorativi.
E' opportuno che questa attività sia tempestivamente intrapresa dai Comuni, che disporranno così di un importante strumento tecnico utile tanto per gli operatori quanto per i lavori delle Commissioni Igienico Edilizie che non dispongono ad oggi di sufficienti strumenti di giudizio.
L'attività di censimento è incentivata (art. 5) dalla Regione che pu concedere contributi sino al 50% della spesa effettivamente sostenuta dal Comune per il censimento e la redazione del catalogo. I proprietari o aventi titolo degli edifici che eseguono gli interventi di valorizzazione e tutela (art. 6) secondo le indicazioni contenute nel catalogo allegato al Regolamento Igienico Edilizio possono richiedere un contributo alle spese sostenute commisurato all'importanza e complessità degli interventi realizzati.
Le spese sostenute saranno determinate in base ad una precisa documentazione contabile. I contributi saranno erogati previo accertamento da parte degli esperti incaricati dal Comune, della conformità degli interventi alle previsioni contenute nelle schede tecniche del catalogo. I contributi deliberati dal Comune sono volti ad incentivare (art. 7) opere di restauro, rifacimento o conservazione che comportano spese rilevanti rispetto ad analoghe opere di pari funzionalità ma poco o nulla attente alla valorizzazione dei caratteri tipologici, costruttivi e decorativi preesistenti. A puro titolo di esempio si cita la nota questione della copertura dei tetti con tegole curve (coppi) o lastre di pietra (lose) tipologie caratteristiche in Piemonte che sono di frequente sostituite con più economici manti di copertura che distruggono una caratteristica storica dell'ambiente costruito. I contributi possono essere deliberati sino al 50 della spesa effettivamente sostenuta dai privati. La Giunta regionale sulla base di programmi annuali, concorre alle spese deliberate dai Comuni con contributi sino al 50% delle somme erogate. La Giunta regionale eroga i contributi sulla base di una relazione inviata dai Comuni entro il 31 luglio di ogni anno.
Per quanto riguarda le norme finanziarie (art. 8) era stata ipotizzata una spesa di 1 miliardo all'anno, spesa che la Giunta regionale, nel fare proprio il progetto di legge ha quantificato in 100 milioni per l'anno 1995. Tale stanziamento, che può essere considerato sufficiente per mettere in moto quanto previsto dalla legge, dovrà essere necessariamente aumentato in modo cospicuo negli anni successivi per garantire la funzionalità e la validità della legge medesima".



PRESIDENTE

Non essendovi richieste di parola, passiamo all'esame del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 voti favorevoli 33 astensioni 1.
L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 voti favorevoli 33 astensioni 1.
L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 voti favorevoli 33 astensioni 1.
L'art. 3 è approvato.
ART. 4 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 voti favorevoli 33 astensioni 1.
L'art. 4 è approvato.
ART. 5 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 voti favorevoli 33 astensioni 1.
L'art. 5 è approvato.
ART. 6 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 voti favorevoli 33 astensioni 1.
L'art. 6 è approvato.
ART. 7 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 voti favorevoli 33 astensioni 1.
L'art. 7 è approvato.
Signori Consiglieri, anche su questo punto volete ripetere quanto prima? Soprassediamo, per favore.
La parola al Consigliere Picchioni.



PICCHIONI Rolando

Presidente, abbiamo parlato con l'Assessore: non pensiamo di prevaricare alcuno fornendo informazioni rispondenti a contatti istituzionali.



PRESIDENTE

Naturalmente non è messo in discussione quanto detto dal Consigliere Picchioni n' prima n' adesso, è però necessario che la I Commissione si riunisca formalmente.
Se i Consiglieri Carletto e Chiezzi intendono preparare l'emendamento potremmo procedere.



CARLETTO Mario

Aspetterei l'arrivo dell'Assessore.



PRESIDENTE

La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 15,55, riprende alle ore 16)


Argomento: Commercio - Cultura: argomenti non sopra specificati

Esame progetto di legge n. 3: "Tutela e valorizzazione dei locali storici" (seguito)


PRESIDENTE

La seduta riprende con il punto 9) all'o.d.g., relativo all'esame del progetto di legge n. 3.
Prego, Consigliere Carletto.



CARLETTO Mario

Presidente, volevo comunicare a lei e all'aula che la I Commissione si è riunita ed ha approvato gli emendamenti presentati, tra l'altro, secondo quanto previsto dal bilancio della Regione approvato ieri dal Consiglio.
Quindi, si può procedere con l'approvazione degli emendamenti.



PRESIDENTE

Riprendiamo pertanto la votazione dell'articolato.
ART. 7 Emendamento presentato dal Consigliere Chiezzi: al comma primo, sostituire le parole "100 milioni" con le parole "500 milioni"; al comma secondo, lettera a), sostituire le parole "50 milioni" con le parole "250 milioni" alla lettera b), sostituire le parole "50 milioni" con le parole "250 milioni".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 29 voti favorevoli e 1 astensione.
Si proceda alla votazione dell'art. 7, come emendato, per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 voti favorevoli 40 astensioni 2.
L'art. 7 è approvato.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 hanno risposto SI 40 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri.
La legge è approvata.


Argomento: Beni culturali (tutela, valorizzazione, catalogazione monumenti e complessi monumentali, aree archeologiche) - Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici

Esame progetto di legge n. 4: "Individuazione, tutela e valorizzazione dei beni culturali architettonici nell'ambito comunale" (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame dell'articolato del progetto di legge n. 4, di cui al punto 10) all'o.d.g.
ART. 8 Relativamente a tale articolo si ripresenta la questione precedente.
Il Presidente della I Commissione, Consigliere Carletto, mi fa la stessa dichiarazione del testo precedente su questo.



CARLETTO Mario

Esatto. La I Commissione, dopo averlo esaminato, l'ha giudicato coerente con il bilancio: si può dare il via.



PRESIDENTE

La ringrazio, Consigliere.
Emendamento presentato dal Consigliere Chiezzi: al comma primo, sostituire le parole "100 milioni" con le parole "500 milioni" al comma secondo, lettera a), sostituire le parole "80 milioni" con le parole "400 milioni" alla lettera b), sostituire le parole "20 milioni" con le parole "100 milioni".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 30 voti favorevoli e 4 astensioni.
Si proceda alla votazione dell'art. 8 come emendato, per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 voti favoreovli 30 astensioni 4.
L'art. 8 è approvato.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 44 hanno risposto SI 37 Consiglieri si sono astenuti 7 Consiglieri.
La legge è approvata.


Argomento: Produzione e trasformazione dei prodotti

Esame progetto di legge n. 563: "Interventi regionali per lo sviluppo del sistema agro-industriale piemontese"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare il progetto di legge n. 563, di cui al punto 12) all'o.d.g.
La parola al relatore, Consigliere Lombardi.



LOMBARDI Emilio, relatore

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, il presente disegno di legge intende avviare una riconversione della politica agricola regionale orientando la strumentazione di intervento allo sviluppo del sistema agro industriale.
Il provvedimento trova la sua ragion d'essere in un quadro interpretativo della realtà e dei processi in atto anche nella nostra Regione, per cui: è necessario un approccio alla pianificazione del territorio non solo come pianificazione degli interventi di urbanizzazione e di edificazione dovendosi privilegiare metodi di programmazione e gestione equilibrata dell'intero territorio, con una evidente e necessaria rivalutazione delle funzioni dell'agricoltura; d'altronde è lungo questa linea che si muove la politica regionale dell'unione europea occorre prendere atto che l'internazionalizzazione dell'economia agro alimentare, cui si è accennato, prima ancora che una minaccia, costituisce una grande opportunità da utilizzare al fine di avviare il superamento della crisi dell'agricoltura dei Paesi avanzati (Italia e Piemonte compresi) che ha carattere strutturale ed è legata anche a fenomeni socio culturali) occorre riferirsi all'agricoltura come settore omogeneo, essendo presente, anche nella nostra Regione, una struttura agricola bipolare, dove accanto ad imprese mercantili, già o potenzialmente competitive, esiste ed ha ragione di persistere un'agricoltura che trae la sua giustificazione non tanto dalla funzione di produzione di alimenti (quantitativamente trascurabile ancorché spesso qualitativamente pregevole e da valorizzare in rapporto alle risorse territoriali) quanto allo svolgimento di funzioni ambientali e di attività turistiche, agroturistiche, artigianali, ecc. (dal che si traduce la necessità di attuare politiche specifiche per le due realtà di impresa) occorre tenere conto a fini programmatici e di intervento dell'esistenza non già di una sola agricoltura, bensì di tante "agricolture" (quante sono cioè le filiere), tutte aventi peculiarità proprie e quindi esigenze diverse in termini produttivi, strutturali, di qualificazione dell'offerta, di promozione, ecc.
Nello specifico il disegno di legge: riordina tutti gli interventi regionali in materia di trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli e zootecnici, a favore delle imprese cooperative e non, in modo che il provvedimento legislativo assume la caratteristica di testo unico raccorda gli interventi regionali in materia con quelli previsti dalla normativa nazionale e comunitaria innova la strumentazione di intervento regionale in materia agro industriale, disciplinando l'elaborazione di Piani di settore, ampliando la gamma dei possibili beneficiari e delle azioni ammissibili al finanziamento, istituendo la Commissione consultiva regionale per l'agro industria, nonché istituendo l'Osservatorio sul sistema agro-industriale piemontese armonizza la politica regionale in materia in modo che tutto il territorio piemontese, ancorché non facente parte delle zone rurali dell'obiettivo 5b), possa usufruire del sostegno pubblico razionalizza i regimi di aiuto suddividendoli per categoria di possibili beneficiari e tipologie di intervento (ordinari e di impianto consolidamento e sviluppo) massimizza gli effetti finanziari della legge nella misura in cui prospetta, ai fini degli interventi, l'utilizzazione di fonti finanziarie diverse (regolamenti comunitari, leggi di spesa nazionali, Fondo Investimenti Piemonte).
Un'importante innovazione rispetto alla legge n. 40, ma più in generale rispetto al corpus legislativo regionale in materia agricola, è costituita dall'introduzione dei Piani di settore. Quello della ripresa del metodo programmatorio in riferimento ai settori produttivi agricoli più importanti della nostra Regione appare una sfida, tanto per la Regione quanto per il mondo economico organizzato, chiamato a fornire, nelle dovute forme, un contributo di osservazioni e di idee nella misura in cui trattasi di realizzare documenti utilizzabili ai fini della gestione degli interventi previsti dalla legge.
Si dispone che per accedere alle provvidenze previste dalla legge, i programmi e le iniziative dei soggetti interessati (interventi di impianto consolidamento e sviluppo), nonché gli interventi ordinari, cioè finalizzati al sostegno della gestione, devono essere coerenti con gli obiettivi, le politiche ed i contenuti individuati dai Piani.
Merita sottolineare ancora che i Piani di settore fissano le priorità per la formazione delle graduatorie dei progetti da avviare al finanziamento sul Regolamento CEE n. 866/90 per il periodo 1994/1999 e costituiscono la base per la redazione delle schede guida di cui al Fondo Investimenti Piemonte (FIP). Tutto ciò va ben al di là dei contenuti degli strumenti di piano elaborati nel passato, che si limitavano alla descrizione dei fenomeni in atto, all'individuazione dei possibili scenari ed a poco più.
I Piani di settore sono riferiti al periodo 1996/1999; nella fase di prima applicazione della legge, cioè per il 1995, la Giunta adotta Programmi operativi di intervento. Questi, peraltro, dovranno essere ispirati ad una serie di criteri esplicitamente richiamati in legge.
L'articolato disciplina, come detto, gli interventi di consolidamento e sviluppo. Viene pertanto a cadere la dizione, propria della legge n. 40 di interventi cosiddetti straordinari. Tale caratteristica viene confermata dal fatto che non vengono presi in considerazione programmi riguardanti solamente la capitalizzazione delle società cooperative.



(Brusìo in aula)



LOMBARDI Emilio, relatore

Vorrei evidenziare, colleghi del Consiglio, che stiamo discutendo una legge che stanzierà parecchie decine di miliardi di spesa di fondi regionali; ritengo dunque che meriti, perlomeno sul piano economico, una certa attenzione.



PRESIDENTE

La ringrazio per il richiamo, Consigliere Lombardi. Prego.



LOMBARDI Emilio, relatore

Va sottolineato che i programmi di consolidamento e sviluppo presentanti dai soggetti interessati possono ricomprendere una molteciplicità di interventi, di cui il dispositivo fornisce un elenco non esaustivo e caratterizzato da non pochi elementi di innovazione. Da segnalare, in particolare, gli interventi finalizzati alla realizzazione di sistemi di qualità aziendale, possibilità concessa anche in via ordinaria in forza di un richiamo alle provvidenze previste dalla L.R. n. 56/86: "Interventi regionali per la promozione e la diffusione delle innovazioni tecnologiche".
Merita ancora richiamare, tra gli elementi più significativi del disegno di legge, l'istituzione della Commissione regionale consultiva per l'agro-industria e dell'Osservatorio sul sistema agro-industriale piemontese.
La valenza intersettoriale che caratterizza il disegno di legge trova conferma nella composizione della Commissione regionale consultiva per l'agro-industria che, rispetto alla Commissione consultiva di cui alla L.R.
n. 44/86, viene integrata da rappresentanti degli imprenditori agro industriali, dei lavoratori dell'agro-industria, delle associazioni del commercio, della distribuzione e dei consumatori nonché, per le materie di rispettivo interesse, dai rappresentanti delle associazioni dei produttori.
Sono diverse le materie "nuove" per le quali viene sentito il parere della Commissione (Piani di settore, criteri per i contratti di cessione ecc.). La Commissione può anche fornire indicazioni sull'andamento dei mercati e per una programmazione contrattata delle produzioni a livello regionale. Sarà importante verificare gli stimoli ed i contributi che proverranno dalla nuova Commissione, atteso che tutto ciò che va verso l'interprofessionalità può forse rivelarsi un utile strumento per l'integrazione verticale nelle sue diverse forme.
L'Osservatorio si prospetta come uno strumento informativo importante per supportare sia le politiche pubbliche che regionali, sia le scelte di mercato degli operatori economici in un'ottica di marketing, avendo cioè privilegiato la conoscenza del posizionamento di mercato dei prodotti e le aspettative dei diversi mercati di riferimento. L'Osservatorio dovrà operare in stretto rapporto con l'IRES e con diverse strutture analoghe a livello nazionale e regionale, nonché con Centri di ricerca universitari e con le forme associative dei produttori agricoli, della trasformazione e della distribuzione.
Una grande attenzione nella stesura del disegno di legge è stata dedicata al raccordo con altri strumenti normativi e finanziari a livello comunitario e regionale, che incidono o potranno incidere in materia di trasformazione agro-industriale nel prossimo futuro, al fine di mantenere un'unitarietà di intenti programmatici e di massimizzare l'efficacia e la quantità delle risorse finanziarie destinate. E' da tenere presente che più che di una scelta, si tratta di un vincolo, in quanto ogni politica regionale e nazionale deve tenere conto della regolamentazione comunitaria.
A tal fine, si prevede che i Piani di settore siano elaborati fra l'altro in coerenza con il Piano nazionale ed il quadro comunitario di sostegno del Regolamento CEE n. 866/90; ed inoltre che i Piani di settore regionali fissino le priorità per la formazione dei progetti da avviare al finanziamento sul Regolamento CEE n. 866/90 per il periodo di programmazione 1994/1999.
A titolo informativo, si ricorda inoltre che la Commissione aveva adottato il 26/3/1994 una decisione che fissava i criteri di scelta relativamente agli investimenti destinati a migliorare le condizioni di trasformazione e di commercializzazione dei prodotti agricoli ed accordava la priorità agli investimenti seguenti: investimenti connessi con la tutela dell'ambiente, con la prevenzione degli inquinamenti e con l'eliminazione dei rifiuti investimenti comportanti una quota considerevole di innovazione tecnologica o miranti ad ottenere prodotti nuovi investimenti volti a rendere meno stagionale ed aleatoria la fabbricazione di prodotti trasformati investimenti intesi a contenere i costi dei prodotti preparati allo stato fresco o trasformati, tramite una riduzione dei costi intermedi di raccolta o di preparazione commerciale, di trasformazione, di condizionamento, di magazzinaggio o di commercializzazione investimenti comportanti un miglioramento delle caratteristiche qualitative o delle condizioni sanitarie investimenti riguardanti i prodotti ottenuti con il metodo di produzione biologica.
Viene infine precisato, nel disegno di legge in esame, che i Piani di settore costituiscono la base in materia di investimenti agro-industriali per la redazione delle apposite schede guida, ai sensi dell'art. 11 della legge regionale in materia di programmazione per gli investimenti regionali. E' previsto che si possa accedere al Fondo Investimenti Piemonte (FIP), di cui agli artt. 9 e successivi della citata legge regionale, per gli interventi di consolidamento e sviluppo, nonché per gli interventi ordinari con determinate caratteristiche; al FIP potranno anche accedere quei progetti di trasformazione agro-industriale presentati sul Regolamento CEE n. 866/90 ammissibili, ma non selezionati dalla Regione per carenza di fondi.
Invito pertanto a voler senz'altro procedere all'approvazione del disegno di legge, tenendo anche conto che la Commissione ha coinvolto i soggetti interessati con una consultazione nel corso della quale, assieme ad alcune critiche che hanno condotto a parziali modificazioni, si è potuto registrare un sostanziale assenso al provvedimento proposto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bodrero.



BODRERO Antonio

L'industrializzazione selvaggia dell'agricoltura ha purtroppo prodotto l'eccessivo uso di aggressivi chimici notoriamente nocivi da una parte e dall'altra, il malcostume dell'allevamento animale. Ciò senza alcuna considerazione delle sofferenze degli animali stessi e alcun riguardo, o ben poco, verso la salute umana, contro la quale congiurano gli allevamenti intensivi di animali costretti per lungo tempo all'immobilità, perci forzatamente malati e quindi non giovevoli alla salute umana.
Purtroppo i finanziamenti regionali non tengono conto da molto tempo di tali problemi; per certi altri aspetti, la legge potrebbe anche essere ben fatta, ma, visto che - non certo per colpa dei proponenti - è diventata quasi una tradizione non tenere presente questi fatti (che ho già citato altre volte in altri interventi negli anni passati), mi asterrò.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vaglio.



VAGLIO Roberto

Intervengo molto brevemente perché ritengo che questa legge abbia percorso un iter preferenziale proprio per l'importanza che riveste e per i volani che è in grado di mettere in moto. Esistono ancora, però, alcuni problemi non insiti nella legge, ma nella strutturazione dell'intero settore, dei quali abbiamo preso debita nota, in seguito a quanto indicato dalle associazioni professionali.
Ritengo che chi ci subentrerà nella prossima legislatura sarà sicuramente in grado di produrre un ulteriore sforzo per la creazione di distretti agricoli nel Piemonte. Ciò nonostante penso che la legge così com'è congeniata sia più che sufficiente a lanciare l'agro-industria piemontese.
Per tali motivi il Gruppo Federalisti Liberal Democratici voterà a favore e ringrazia i colleghi che hanno collaborato a rendere più rapida l'approvazione della legge.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bosio.



BOSIO Marco

Vorrei richiamare le ragioni dell'astensione che già avevamo preannunciato in sede di discussione in Commissione del disegno di legge.
E' chiaro che condividiamo i propositi e il tentativo di iniziare ad affrontare in termini nuovi un problema che nuovo non è, se non nella produzione continua di una serie di effetti derivanti dal profondo mutamento, negli anni, del rapporto tra produzione agricola, industria di lavorazione e di trasformazione e grande distribuzione alimentare.
Concordiamo sul fatto che una serie di novità, dalle questioni emerse dal negoziato sul GAAT alla riforma intervenuta negli ultimi tempi, abbia imposto ed imponga alla CEE e all'agricoltura del nostro Paese comportamenti del tutto nuovi, dalla caduta di qualsiasi strumento di protezionismo all'adeguamento in tempi rapidi delle quantità di produzione e trasformazione. Ma ciò che rende ancora molto legati alla vecchia struttura agricola piemontese non è tanto lo spirito dell'intervento proposto quanto la natura degli interventi stessi e l'aggiramento di problemi e questioni reali che si pongono in termini di contraddizioni molto rilevanti.
I massicci cambiamenti intervenuti nella struttura dei consumi hanno comportato altrettanto massicci cambiamenti nella natura e nella struttura delle produzioni agricole e alimentari, così come nella natura dei processi di trasformazione (nella distribuzione ciò è già avvenuto: è questa una delle contraddizioni).
Si pongono prepotentemente due questioni, che richiedono una ben più profonda trasformazione dei modi di produzione e di tutte le reti di interconnessione nel territorio fra la produzione agricola ed il consumatore. L'una, l'innovazione del prodotto, che in agricoltura ha peso rilevante e definibile; vanno dunque ridefinite seriamente non solo le quantità, ma anche le qualità e la natura delle produzioni. L'innovazione del prodotto impone strategie fondamentali per l'industria di trasformazione e per l'intero comparto dell'agro-industria.
E' evidente che si affermeranno sempre più le grandi industrie qualsiasi disegno di politica agro-industriale deve farvi i conti se non vuole fermarsi a difendere - giustamente - piccole e medie industrie o piccole e medie produzioni e trasformazioni: riferimenti pur importanti creatisi negli individui per quanto riguarda il consumo, ma dalle articolazioni quantitativamente minime. Dal punto di vista quantitativo c'è infatti un'uniformizzazione del consumo alimentare assolutamente impressionante. Ci sono poi le varie categorie: vegetariani, salutisti naturisti... Si pone dunque un problema che non vedo affrontato con forza nel disegno di legge.
Inoltre, fatto altrettanto importante, a seguito delle pressioni e delle grandi capacità acquisite dalla grande distribuzione - elemento decisivo in termini di pressione "a rovescio" sul mondo della produzione è derivata la richiesta di abbattere e diminuire i costi finali di produzione - se la diminuzione si scaricasse sui produttori di partenza succederebbe il finimondo...! Rilevo che nel disegno di legge si intende "difendere ed aumentare il reddito e la ricchezza dei produttori agricoli": è un giusto obiettivo, ma non capisco come possa essere perseguito, come sia conciliabile con i problemi molto più complessi di quelli affrontabili dal disegno di legge n. 563.
Badate, colleghi, che ormai la pressione e la capacità di intervento della grande distribuzione nell'abbattere i costi della grande impresa figuriamoci della piccola! per conquistarsi vie e canali di commercializzazione è formidabile - e non solo con le politiche degli sconti dell'Euromercato e de Le Gru.
Pur apprezzando gli intenti per lo sviluppo del sistema agro industriale piemontese, restano dunque numerose perplessità sui modi con i quali si intende raggiungere tale obiettivo, nonché rispetto ad alcuni "vuoti" sulla natura dei problemi che ho cercato di rendere noti, in un momento non certo propizio all'agricoltura.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Adduci.



ADDUCI Donato

Intervengo per sottolineare gli ottimi fini della legge, che tali possono essere definiti, però, soltanto da particolari punti di vista.
Nell'attuale situazione di mercato e consumo delle carni, per esempio la legge non può che essere accolta favorevolmente. Abbiamo comunque presentato un emendamento - che illustreremo successivamente teso a fare in modo che agli animali per natura destinati al macello vengano evitate sofferenze e costrizioni alle quali sottostanno da parecchio tempo. Non mi pare che la legge affronti questo problema.
Nonostante parecchie altre perplessità di peso ben più incidente, ci auguriamo che l'emendamento venga accolto. Si tratta di un emendamento di tendenza, difficile da far rispettare, ma con un minimo controllo si pu far sì che gli animali vivano con sofferenze minori. Questo se accadesse sarebbe utile e di giovamento anche per gli uomini che propongono questa legge. Grazie.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, passiamo all'esame del relativo articolato.
ART. 1 Emendamento presentato dai Consiglieri Pozzo, Adduci e Miglio: 1) aggiungere all'art. 1, comma primo, le lettera h): "favorire il rispetto delle caratteristiche etologiche degli animali evitando agli stessi tutte le forme costrittive che possono essere causa di sofferenza".
La parola alla Consigliera Pozzo per l'illustrazione.



POZZO Carolina

La presentazione dell'emendamento nasce dalla particolare ottica aspecistica, quindi dallo spostamento da un rapporto con le cose e con il mondo antropocentrico, ad un rapporto sempre più aspecistico. Una difesa delle cose non in base alla propria appartenenza di specie o di genere, ma in base alla necessità di conservare e rispettare quanto presente sul nostro pianeta.
Relativamente all'alimentazione umana, per esempio, non si è mai tenuto conto della sofferenza recata alle altre specie animali; la questione non è chiedersi se un'altra specie animale sia in grado di pensare, ragionare o parlare, ma se questa possa soffrire. E su questo, ormai, non ci sono dubbi. Da anni vengono segnalate al governo regionale e al settore veterinario le innumerevoli sofferenze alle quali sono sottoposti gli animali da macello.
Non si chiede di eliminare la macellazione o l'allevamento - anche se per quanto mi riguarda si potrebbe giungere anche a questo, essendo la sottoscritta vegetariana ma che vi sia rispetto delle caratteristiche etologiche dell'animale, evitando quelle sofferenze e costrizioni attualmente regolarmente esercitate in quei luoghi violenti che sono i macelli. Sarebbe opportuno perlomeno il riconoscimento, da parte delle istituzioni - visto che da parte degli enti scientifici è già pervenuto di specie sofferenti, e, in quanto tali, proibirne una sofferenza prolungata.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Riba.



RIBA Lido, Assessore regionale

Non è che la questione non sia condivisa, in s' rappresenta un ampio campo di avvio di nuovi ragionamenti: è indubbiamente questione di grossa consistenza.
Personalmente nutro delle perplessità ad introdurre in una legge riguardante l'agro-industria un comma attinente i sistemi di allevamento e il rapporto con gli animali, ancorché destinati all'alimentazione. Sarei d'accordo - lo dico con sincerità se si trattasse di legge con caratteristiche che si prestino ad ospitare indicazioni di tal genere.
Mi scuso con i colleghi proponenti l'emendamento, ma lo stesso non è inseribile in questo tipo di legge, destinata alle attività di trasformazione dei prodotti agro-industriali.



POZZO Carolina

Ma la legge è destinata anche alla macellazione, allo sviluppo del sistema di imprese zootecniche! Manteniamo l'emendamento e chiediamo alla Giunta di ripensare alla propria posizione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bodrero per dichiarazione di voto.



BODRERO Antonio

Sono perfettamente d'accordo con la tesi animalistica, che mi sembra talmente ovvia che trovo stranissimo che non si sia pensato e che non si voglia ancora pensare ad inserirla stabilmente in questa legge. Un'altra legge non si fa, questa sarebbe l'unica occasione possibile, quindi "terzium non datur" la logica non è un'opinione.
Io penso che fosse proprio questo il momento giusto per inserirla. Che poi ci si dimentichi delle sofferenze altrui è una cosa talmente umana che si può anche capire, perché noi ci ricordiamo più delle nostre che di quelle degli altri, senza ritenermi per ciò migliore di altri, sia ben chiaro, amnesie possono capitare. Però sarebbe proprio il momento di fare un emendamento.
E' una questione di principio, tanto purtroppo sappiamo che queste leggi non vengono rispettate o se vengono rispettate al 50% andrebbe già bene; però, almeno, che un Consiglio regionale investito di un'altissima carica - parliamoci chiaro - senta le questioni di principio così importanti, dato che se ne parla, e se ne parla anche sui giornali di sinistra, non soltanto quelli con sensibilità ecologica. Questo è il punto.
Però al momento pratico nelle leggi non lo si mette.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Lombardi.



LOMBARDI Emilio

Condivido la posizione della Giunta. La legge non è adatta per concetti di tale natura; tra l'altro, poi, come la relazione e la stessa legge evidenziano, non possiamo inserire particolari regole regionali nei confronti di precise norme CEE.
Invito i colleghi a riflettere. E' nostro compito adeguare la legislazione piemontese alle regolamentazioni comunitarie; se chiedessimo di svolgere il nostro allevamento con tecniche diverse da quelle francesi otterremmo risultati opposti: i nostri produttori dovrebbero smettere la loro attività e finiremmo per mangiare carne di vitello allevato in Francia, magari in condizioni di maggiore sofferenza.
Le soluzioni proposte devono tenere conto di situazioni di varia natura, ivi compresa quella di mercato, e contenere in s' elementi di razionaltà, diversamente non saremmo credibili di fronte a coloro che svolgono effettivamente tali attività. Come si può pretendere che un produttore piemontese spenda centinaia di milioni in più di un allevatore francese che per costruire lo stesso impianto spenderebbe decisamente meno? Siccome ritengo che i vitelli francesi abbiano lo stesso diritto di tutela di quelli italiani, inviterei i colleghi a fare delle riflessioni.
Obiettivi di tale portata, sicuramente condivisibili, non possono essere propri di un'unica Regione, Provincia o Nazione, ma indicati e finanziati a livello CEE.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

L'emendamento proposto potrebbe essere, se non approvato, perlomeno condiviso dal nostro Gruppo, qualora fosse un pochino attenuato ed inserito unicamente per una petizione di principio, che può comunque avere un suo peso all'interno della legge. Se invece di usare termini impegnativi come "favorire" ed "evitare", ci si limitasse a scrivere "nel rispetto delle caratteristiche etologiche degli animali", si introdurrebbe un'affermazione di principio che varrebbe come raccomandazione futura al legislatore regionale, che potrebbe svilupparla nell'opportuna sede, nell'opportuno provvedimento legislativo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Adduci.



ADDUCI Donato

Intervengo brevemente sull'emendamento per dissentire con quanto ha testè detto il collega Lombardi. Egli parte da un presupposto che, se fosse valido, impedirebbe sempre qualsiasi cambiamento nell'organizzazione sociale. "Se la CEE si comporta in un certo modo, dobbiamo seguirla senza tentare in alcun modo di migliorare il nostro": è un ragionamento illogico collega Lombardi.
Vorrei raccontare ai colleghi che avranno la bontà di ascoltare un apologo semplicissimo. C'era una famiglia di contadini, signora Presidente povera, misera, come dalle mie parti sono le famiglie di contadini. Con enormi sacrifici, indebitandosi fino al collo con banche e strozzini questa famiglia decise di acquistare un piccolo podere. Il giorno dopo, il padre insieme ai due figli - erano in quattro, compresa la moglie - si recarono sul podere. Uno dei figli si mise le mani nei capelli: "Padre cosa abbiamo fatto? Abbiamo acquistato un podere che è pieno zeppo di pietre tanto enormi che non sappiamo neanche da dove incominciare a toglierle!". Il padre rispose in modo molto semplice, com'è nella saggezza della cultura contadina: "Caro ragazzo, incomincia a togliere le pietre che hai sotto i piedi".
Da lì, si incomincia! Nel discutere di una legge introduciamo pure qualche elemento innovativo, perlomeno di tendenza, che in realtà non stravolgerebbe nulla.
In mancanza d'altro, concordiamo con la proposta di modifica al nostro emendamento proposta dal collega Majorino. Chiediamo dunque sia inserita al punto a), la seguente dizione: "valorizzare le produzioni agricole e zootecniche nel rispetto delle caratteristiche etologiche degli animali".



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Riba.



RIBA Lido, Assessore regionale

Nello sforzo di raccogliere lo spirito di quanto proposto dai colleghi proporrei, al punto f), la seguente dizione: "promuovere la trasformazione la commercializzazione e il consumo dei prodotti agricoli e agro industriali piemontesi ed in particolare di quelli ottenuti con metodi che salvaguardino l'ambiente, il benessere degli animali e la salute degli agricoltori".



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Scusate, Consiglieri: l'emendamento è stato discusso a fondo l'Assessore è intervenuto due volte, vi ho consentito di parlare nuovamente per cercare di convincerlo, oltre non possiamo andare.
Assessore Riba, in conclusione, come si pronuncia?



RIBA Lido, Assessore regionale

Se l'emendamento mantiene la formulazione originaria, la posizione della Giunta è contraria.



PRESIDENTE

Mi preannunciano che la Consigliera Pozzo ritira l'emendamento proponendone un altro.



RIBA Lido, Assessore regionale

Desidero chiarire che il termine "etologico" non può essere inserito in una legge come questa, in quanto introduce un concetto estraneo alla materia trattata; la confusione che ne deriverebbe farebbe sì che 50.000 contadini verrebbero a chiedermene il significato.



PRESIDENTE

Assessore Riba, la sua posizione rispetto al nuovo emendamento?



RIBA Lido, Assessore regionale

Non è accettabile il termine "etologiche".



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Anziché "etologiche" si potrebbe scrivere "specifiche".



PRESIDENTE

La Consigliera Pozzo ritira l'emendamento n. 1) e presenta il seguente emendamento: 2) al comma primo, lettera a), dopo le parole "zootecniche" aggiungere le parole "nel rispetto delle caratteristiche specifiche degli animali".
Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 29 voti favorevoli e 1 astensione.
Si proceda alla votazione dell'art. 1 come emendato, per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 30 voti favorevoli 24 voto contrario 1 astensioni 5.
L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 30 voti favorevoli 24 voti contrari 1 astensioni 5.
L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 30 voti favorevoli 24 voti contrari 1 astensioni 5.
L'art. 3 è approvato.
ART. 4 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 30 voti favorevoli 24 voti contrari 1 astensioni 5.
L'art. 4 è approvato.
ART. 5 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 30 voti favorevoli 24 voti contrari 1 astensioni 5.
L'art. 5 è approvato.
ART. 6 Emendamento presentato dall'Assessore Riba: 1) all'art. 6 sono aggiunte le seguenti parole: "11. L'entità degli aiuti di cui al presente articolo sarà contenuta nei limiti previsti dalle disposizioni dell'Unione Europea".
La parola all'Assessore Riba per l'illustrazione.



RIBA Lido, Assessore regionale

Si tratta di un emendamento tecnico. Ad una preventiva valutazione cui abbiamo sottoposto la legge è risultato necessario inserire dei vincoli.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 22 voti favorevoli e 8 astensioni.
Si proceda alla votazione dell'art. 6 come emendato, per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 30 voti favorevoli 22 astensioni 8.
L'art. 6 è approvato.
ART. 7 Emendamento presentato dall'Assessore Riba: al paragrafo 3), secondo rigo, dopo le parole "lettere a), b) e c)" sono aggiunte le parole "un contributo" al paragrafo 3, terzo rigo, dopo le parole "concessi da istituti bancari", sono aggiunte le parole "oppure contributi" al paragrafo 5, primo rigo, sostituire la parola "concorso" con la parola "contributo" sono aggiunte le seguenti parole: "10. L'entità degli aiuti di cui al presente articolo sarà contenuta nei limiti previsti dalle disposizioni dell'Unione Europea".
La parola all'Assessore Riba.



RIBA Lido, Assessore regionale

Si tratta nuovamente di emendamento tecnico.



PRESIDENTE

Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 23 voti favorevoli e 8 astensioni.
Si proceda alla votazione dell'art. 7 come emendato, per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 voti favorevoli 23 astensioni 8.
L'art. 7 è approvato.
ART. 8 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 voti favorevoli 23 astensioni 8.
L'art. 8 è approvato.
ART. 9 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 voti favorevoli 23 astensioni 8.
L'art. 9 è approvato.
ART. 10 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 voti favorevoli 23 astensioni 8.
L'art. 10 è approvato.
ART. 11 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 voti favorevoli 23 astensioni 8.
L'art. 11 è approvato.
ART. 12 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 voti favorevoli 23 astensioni 8.
L'art. 12 è approvato.
ART. 13 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 voti favorevoli 23 astensioni 8.
L'art. 13 è approvato.
ART. 14 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 voti favorevoli 23 astensioni 8.
L'art. 14 è approvato.
ART. 15 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 voti favorevoli 23 astensioni 8.
L'art. 15 è approvato.
ART. 16 Emendamento presentato dal Consigliere Lombardi: 1) al comma terzo, le parole "Fondo di cui alla legge regionale n.
..." sono sostituite dalle parole "Fondo per lo sviluppo del sistema agro industriale piemontese".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 26 voti favorevoli e 5 astensioni.
Emendamento presentato dall'Assessore Riba: 2) al paragrafo 3, quarto rigo, dopo le parole "Detto Fondo" aggiungere la parola "non".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 26 voti favorevoli e 5 astensioni.
Si proceda alla votazione dell'art. 16 come emendato, per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 voti favorevoli 24 astensioni 7.
L'art. 16 è approvato.
ART. 17 Emendamento presentato dall'Assessore Riba: sono aggiunte le seguenti parole: "6. La concessione degli aiuti previsti dalla presente legge sarà disposta dopo il parere dell'Unione Europea sulla legge".
La parola all'Assessore Riba.



RIBA Lido, Assessore regionale

Fa parte del precedente gruppo di emendamenti tecnici; occorre inserire la dizione: "la condizione della Comunità Europea".



PRESIDENTE

Pongo in votazione tale l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare di mano.
E' approvato con 24 voti favorevoli e 7 astensioni.
Si proceda alla votazione dell'art. 17 come emendato, per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 voti favorevoli 24 astensioni 7.
L'art. 17 è approvato.
Prima di passare alla votazione dell'intero testo della legge, ha chiesto la parola l'Assessore Riba per una breve dichiarazione; ne ha facoltà.



RIBA Lido, Assessore regionale

Intervengo brevemente per ringraziare il relatore, Consigliere Lombardi, che ha espresso, anche al di là degli elementi della legge, il senso, le caratteristiche e gli obiettivi che la legge si prefissava. Le caratteristiche sono sostanzialmente tre: fornire alla produzione agricola piemontese un'opportunità di ampliamento nella filiera agro-alimentare riequilibrare il deficit del Piemonte sul piano delle industrie agro alimentari; creare nuovi spazi per l'occupazione nel settore adiacente alla produzione agricola.
Un'unica annotazione: con questa legge si destinano circa 90 miliardi di investimenti triennali, che potranno mettere in movimento investimenti globali e complessivi per un importo calcolato di 200 miliardi. Sia dal punto di vista dell'occupazione sia da quello del potenziamento del settore agricolo - in questo caso soprattutto del settore agro-industriale - si tratta di un'operazione che può produrre risultati significativi.
Per il resto, ringrazio il Presidente della Commissione, Vaglio; i colleghi che hanno lavorato alla definizione del testo; le organizzazioni professionali del settore agricolo, che hanno contribuito con le loro indicazioni e valutazioni; i collaboratori, i dirigenti e i funzionari dell'Assessorato, che su questa legge hanno lavorato da molto tempo e con molto impegno personale, al di là dell'obbligo.
Grazie a tutti.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MONTICELLI



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola per dichiarazione di voto il Consigliere Adduci ne ha facoltà.



ADDUCI Donato

Ringrazio l'Assessore Riba per aver accolto in qualche modo lo spirito anche se purtroppo in modo insufficiente del nostro emendamento.
Per questa ragione, mi astengo.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 31 Consiglieri si sono astenuti 8 Consiglieri.
La legge è approvata.


Argomento: Protezione della natura (fauna, flora, minerali, vigilanza, ecc.)

Esame testo congiunto dei progetti di legge n. 239, n. 268 e n. 390: "Normativa per la ricerca e la raccolta di minerali a scopo collezionistico, didattico e scientifico"


PRESIDENTE

Passiamo al punto 14) all'o.d.g. che prevede l'esame del testo congiunto dei progetti di legge n. 239, n. 268 e n. 390.
Relatore è il Consigliere Buzio, che ha facoltà di intervenire.



BUZIO Alberto, relatore

Dò per letta la relazione, il cui testo, a mani dei Consiglieri recita: "Con il testo che viene presentato all'esame del Consiglio regionale si propone di disciplinare la ricerca e la raccolta dei minerali esclusivamente a scopo collezionistico, didattico e scientifico. Tale normativa nasce dall'integrazione del disegno di legge presentato dalla Giunta regionale con due analoghi progetti di iniziativa consiliare.
La necessità di normare questa materia scaturisce dall'esigenza di mettere a punto una disciplina che razionalizzi una pratica, che è andata via via diffondendosi negli ultimi tempi e che rappresenta un segno di maggiore sensibilità per la natura e per l'ambiente e che a volte pu rilevarsi un danno, se essa non viene normata con regole precise o limiti ben definiti.
La necessità di varare un provvedimento di tale portata era da molto tempo sentito, infatti, già nella passata terza legislatura (1982), la nostra Regione aveva approvato una legge in tal senso che, purtroppo veniva respinta dal Governo che dichiarava la materia trattata non essere di competenza regionale, ritenendola inclusa nella materia 'miniere' (competenza statale) e non nella materia 'tutela dell'ambiente' (competenza regionale).
Il problema è oggi superato in quanto già altre Regioni hanno imboccato la strada della disciplina e razionalizzazione della ricerca e della raccolta di minerali a scopo collezionistico, in particolare la Regione Lombardia con la legge n. 2 del gennaio 1989 che è stata dichiarata legittima con specifica sentenza della Corte Costituzionale n. 1108.
Tale articolato pertanto scaturisce da queste esperienze maturate e con gli approfondimenti e la specificità del caso applicato alla nostra Regione poiché anche in Piemonte questa normativa è stata sollecitata da più parti e non soltanto dai ricercatori e dagli addetti ai lavori.
Il dilettantismo in questo campo, se non è indirizzato, infatti pu provocare od arrecare alterazione all'ambiente; il progetto di legge unificato, visto in questa ottica, si prefigge un nuovo approccio alla natura favorendo un contatto più aderente con il mondo e i 'misteri' della terra e nel contempo circoscrive le zone in cui la ricerca deve necessariamente avere limitazioni per conservare integri particolari valori paesaggistici e territoriali.
Il contatto con la natura deve quindi essere indirizzato all'educazione dei ricercatori, al rispetto dell'ambiente e opportunamente il progetto di legge stabilisce i mezzi consentiti e il quantitativo ammesso, anche per mantenere la ricerca e la raccolta dei minerali nell'ambito del collezionismo e a livello di hobby e tempo libero.
Il presente progetto di legge, messo a punto dalla V Commissione, si muove su queste direttrici e gli articoli sono volti a normare le esigenze di salvaguardia e di sicurezza ambientale e a spingere i ricercatori ad un corretto uso dei mezzi di ricerca.
L'art. 1 definisce gli scopi consentiti della ricerca e della raccolta dei minerali mantenendo fermo il principio della conservazione del patrimonio naturale. La raccolta dei fossili viene esclusa in quanto di competenza statale ed è normata dalla legge 1/6/1939, n. 1089. Sono inoltre dichiarati di interesse mineralogico tutti i campioni di minerali che non sono suscettibili di utilizzazione industriale e che rivestono un esclusivo interesse collezionistico e scientifico.
L'art. 2 prevede una forma di controllo dell'attività di ricerca e raccolta al fine di meglio realizzare gli obiettivi di cui all'art. 1.
Viene istituito un registro regionale l'iscrizione al quale non comporta oneri all'interessato ma costituisce forma autorizzativa revocabile in caso di ripetuta violazione delle norme.
L'art. 3 consente la ricerca e la raccolta con opportune limitazioni previste agli artt. 6 e 7 e pone come assunto fondamentale la conservazione delle caratteristiche fisiche dei luoghi, della fauna e della flora.
L'art. 4 elenca i mezzi consentiti per la ricerca, escludendo i mezzi meccanici, chimici e l'impiego di esplosivo.
L'art. 5 impone l'obbligo dell'immediato ripristino dei luoghi di ricerca attraverso la ricostituzione delle caratteristiche ambientali.
L'art. 6 non consente rapporti di concessione e fa salvo il consenso del proprietario o del titolare di altro diritto reale dei luoghi di ricerca. Viene altresì normata la ricerca e la raccolta nell'ambito delle aree soggette a concessione mineraria ai sensi del Regio Decreto n.
1443/1927. La ricerca in grotte e cavità naturali, vista la delicatezza e vulnerabilità di questi ambiti naturali particolari rimane comunque vietata.
L'art. 7 stabilisce le quantità di raccolta giornaliere per persona compatibili con le necessità e le finalità del collezionismo salvaguardando inoltre le competenze del relativo distretto minerario.
L'art. 8 dà facoltà alla Giunta regionale di dettare specifiche norme o divieti in aree di particolare pregio minerario e scientifico, segnalate da Dipartimenti ed Istituti universitari, da Musei naturalistici e da Associazioni ed Enti mineralogici e geologici. Sono fatte salve le disposizioni già previste dalle leggi regionali istitutive sulle aree protette.
Inoltre il Consiglio regionale con specifica deliberazione pu prescrivere norme o divieti in ordine alla ricerca ed alla raccolta.
L'art. 9 prevede la promozione della conoscenza del patrimonio mineralogico nell'ambito del programma regionale di educazione ambientale.
All'art. 10 sono previste deroghe che consentono agli Istituti e Dipartimenti universitari e ai Musei naturalistici di svolgere la ricerca e la raccolta con modalità stabilite di volta in volta ancorché difformi da quanto stabilito nei precedenti articoli e nelle aree protette.
Con l'art. 11 è demandata la vigilanza al personale che istituzionalmente svolge compiti di controllo ambientale sul territorio.
Nell'art. 12 sono previste le sanzioni amministrative a carico dei ricercatori che operano in difformità da quanto previsto dai precedenti articoli. Oltre alle sanzioni è prevista la confisca del materiale raccolto. L'impiego di esplosivo è passibile delle pene previste dalle vigenti norme in merito all'impiego improprio di materiale esplosivo.
L'art. 13 stabilisce infine le procedure per l'applicazione delle sanzioni ed istituisce un apposito capitolo di entrata nel bilancio regionale su cui far confluire le sanzioni previste, definendo inoltre gli introiti a favore dei soggetti operanti nell'ambito regionale aventi natura pubblica.
La Commissione ha esperito le consultazioni con i soggetti interessati che hanno convenuto sulle proposte avanzate ed ha effettuato l'istruttoria dei provvedimenti ritenendo opportuno unificare i testi presentati.
Il testo, ulteriormente perfezionato dalla Giunta e approvato dalla Commissione, viene pertanto proposto nella versione definitiva.
Alla fine di questo lungo ma utile iter si richiede quindi una sollecita ed unanime approvazione da parte del Consiglio".



PRESIDENTE

Non essendovi richieste di parola, passiamo all'esame del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 hanno risposto SI 25 Consiglieri si sono astenuti 12 Consiglieri.
L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 hanno risposto SI 25 Consiglieri si sono astenuti 12 Consiglieri.
L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 hanno risposto SI 25 Consiglieri si sono astenuti 12 Consiglieri.
L'art. 3 è approvato.
ART. 4 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 hanno risposto SI 25 Consiglieri si sono astenuti 12 Consiglieri.
L'art. 4 è approvato.
ART. 5 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 hanno risposto SI 25 Consiglieri si sono astenuti 12 Consiglieri.
L'art. 5 è approvato.
ART. 6 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 hanno risposto SI 25 Consiglieri si sono astenuti 12 Consiglieri.
L'art. 6 è approvato.
ART. 7 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 hanno risposto SI 25 Consiglieri si sono astenuti 12 Consiglieri.
L'art. 7 è approvato.
ART. 8 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 hanno risposto SI 25 Consiglieri si sono astenuti 12 Consiglieri.
L'art. 8 è approvato.
ART. 9 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 hanno risposto SI 25 Consiglieri si sono astenuti 12 Consiglieri.
L'art. 9 è approvato.
ART. 10 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 hanno risposto SI 25 Consiglieri si sono astenuti 12 Consiglieri.
L'art. 10 è approvato.
ART. 11 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 hanno risposto SI 25 Consiglieri si sono astenuti 12 Consiglieri.
L'art. 11 è approvato.
ART. 12 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 hanno risposto SI 25 Consiglieri si sono astenuti 12 Consiglieri.
L'art. 12 è approvato.
ART. 13 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 hanno risposto SI 25 Consiglieri si sono astenuti 12 Consiglieri.
L'art. 13 è approvato.
Ha chiesto la parola per dichiarazione di voto sull'intero testo della legge il Consigliere Buzio; ne ha facoltà.



BUZIO Alberto

Intervengo brevemente per dare atto del fatto che, in conseguenza del lungo iter durato quattro anni, i progetti di legge unificati sono stati migliorati.
Diamo atto all'Assessore di aver introdotto la forma di controllo da noi auspicata, che va in direzione di una sempre maggiore tutela ambientale, attraverso un registro regionale la cui iscrizione è a titolo gratuito, quindi non oneroso (preoccupazione che aveva qualche Consigliere). Forma di controllo auspicata anche da molti direttivi dei parchi, i quali tra l'altro nei loro Piani d'area danno per scontato che questa legge venga approvata e vorrebbero comunque fare riferimento ad essa.
Questa legge, al di là della scarsa attenzione che riceve, è richiesta anche da altre Regioni, e so che persino la Svizzera attende di riceverne il testo.
Al di là - ripeto - delle difficoltà che ha avuto e del travaglio che c'è stato, oltre all'art. 2 vi è anche un'innovazione all'art. 9 riguardante la promozione e la conoscenza del patrimonio mineralogico nell'ambito del programma regionale dell'educazione ambientale.
Ringrazio quindi tutti coloro che hanno dato un contributo l'Assessore Marino e anche la V Commissione, grazie alla quale siamo potuti pervenire, prima della fine di questo ciclo legislativo, all'approvazione di questa legge.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 hanno risposto SI 24 Consiglieri si sono astenuti 11 Consiglieri.
La legge è approvata.


Argomento: Assestamento di bilancio - Parchi e riserve

Esame progetto di legge n. 583: "Assestamenti ai bilanci di previsione per l'esercizio finanziario 1994 di Enti di gestione e di aree protette"


PRESIDENTE

Esaminiamo il progetto di legge n. 583, di cui al punto 15) all'o.d.g.
Relatore è il Consigliere Gallarini, che ha facoltà di intervenire.



GALLARINI Pier Luigi, relatore

Dò per letta la relazione, il cui testo, a mani dei Consiglieri recita: "In ottemperanza alla norma di cui alla L.R. n. 55/81, la presente legge approva gli assestamenti ai bilanci di previsione degli Enti di Gestione di Parchi e Riserve Naturali".



PRESIDENTE

Non essendovi richieste di parola, passiamo all'esame del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 32 voti favorevoli 27 astensioni 5.
L'art. 1 è approvato.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 32 hanno risposto SI 27 Consiglieri si sono astenuti 5 Consiglieri.
La legge è approvata.


Argomento: Assestamento di bilancio - Parchi e riserve

Esame progetto di legge n. 587: "Assestamenti ai bilanci di previsione per l'esercizio finanziario 1993 per la Riserva naturale speciale del Sacro Monte Calvario di Domodossola e dell'Ente di gestione dei Parchi e Riserve naturali astigiani"


PRESIDENTE

Esaminiamo il progetto di legge n. 587, di cui al punto 16) all'o.d.g.
Relatore è il Consigliere Gallarini, che ha facoltà di intervenire.



GALLARINI Pier Luigi, relatore

Dò per letta la relazione, il cui testo, a mani dei Consiglieri recita: "In ottemperanza alla norma di cui alla L.R. n. 55/81, la presente legge approva gli assestamenti ai bilanci di previsione per l'esercizio finanziario 1993 della Riserva naturale speciale del Sacro Monte Calvario di Domodossola e dell'Ente di Gestione dei Parchi e Riserve naturali astigiani".



PRESIDENTE

Non essendovi richieste di parola, passiamo all'esame del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 32 votanti 31 voti favorevoli 23 astensioni 8 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere.
L'art. 1 è approvato.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 32 votanti 31 hanno risposto SI 23 Consiglieri si sono astenuti 8 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consiglieri.
La legge è approvata.


Argomento: Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici

Esame proposta di deliberazione n. 1087: "Legge 21/1/1995, art. 3, comma sesto. Indirizzi, criteri e limiti per la ricostruzione o il ripristino delle opere di difesa, delle infrastrutture e degli immobili danneggiati"


PRESIDENTE

Propongo di iscrivere all'o.d.g. la proposta di deliberazione n. 1087.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'iscrizione è approvata con 27 voti favorevoli e 3 astensioni.
Per la Regione si tratta di una scadenza perentoria, di un adempimento obbligatorio ed istituzionale della legge n. 22/95, per cui occorre deliberare entro il 20/2/1995.
La deliberazione è stata esaminata e licenziata in V Commissione questa mattina.
Non essendovi interventi pongo dunque in votazione tale deliberazione il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 23 voti favorevoli e 8 astensioni.


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Esame proposta di deliberazione n. 1086: "Legge 5/8/1978, n. 457 (V Biennio) 'Intervento Integrato' di cui alla L.R. 18/12/1979, n. 76"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame della proposta di deliberazione n. 1086.
Tale deliberazione necessita di un preavviso scritto ai sensi dell'art.
51, comma quarto, del Regolamento consiliare.
La parola al Consigliere Rivalta.



RIVALTA Luigi

Intevengo brevemente per chiarire quanto verificatosi la settimana scorsa.
La deliberazione proposta, sostitutiva di quella della Giunta, era stata presentata da tre Consiglieri, Bara, Carletto ed il sottoscritto.
Avendo sollevato alcuni problemi procedurali, la deliberazione venne riesaminata in Commissione - come il Consiglio aveva richiesto - e sulla base di tale esame si era deciso che la Giunta riconsiderasse la situazione dal punto di vista procedurale, tenesse conto della volontà espressa con l'avvio di quella procedura, poi fermata qui in Consiglio, ritirasse la sua precedente e ne riproponesse una che recepisse i contenuti qui proposti.
Ciò quanto è avvenuto; in Commissione abbiamo riesaminato la nuova deliberazione della Giunta regionale, ora all'esame del Consiglio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, se l'intervento di ieri del Consigliere Nerviani, del PPI, non fosse stato così smodato da qualificare "forte" l'attuale Giunta, l'intervento di oggi sarebbe del tutto fuori luogo.
Ieri ho tentato di far rilevare che l'attuale non è una Giunta forte ma una Giunta di forti: cosa ben diversa, come dimostra la deliberazione in discussione. L'attuale è una Giunta di forti, in cui questi ultimi riescono a fare indipendentemente dal fatto che siano esponenti del Consiglio o della Giunta; e Giunta e maggioranza ne subiscono le volontà. Quindi, non vi è n' una maggioranza forte n' una Giunta forte.
La deliberazione in discussione è una sconfitta per la Giunta, che non è riuscita a difendere il proprio obiettivo politico, realizzare 600 alloggi e non 400, di fronte ad un esponente intellettualmente forte come il Consigliere Rivalta, che ha rilevato una certa incongruità rispetto alla precedente procedura.
L'attuale non è una Giunta, ma una somma di persone - tutte molto più che stimabili ognuna delle quali fa il fuoco che riesce a fare, ma di assunzione collegiale di responsabilità non ve n'è che l'1,1.
Vorrei sapere, per esempio, quanti colleghi del PPI condividono, al di là del voto, la politica sui parchi, se hanno letto il Piano del Po o se si rendono conto che per rispettare la questione formale posta dal collega Rivalta - che personalmente considero assolutamente legittima - si rinuncia a 200 alloggi. Vorrei sapere se gli altri colleghi di Giunta hanno colto questo elemento; in tal caso, chiederei loro il motivo per cui sono d'accordo.
Dico questo perché personalmente apprezzo l'entusiasmo e la capacità che tutti gli Assessori dimostrano: purtroppo, tale dimostrazione è relativa al "compito delle vacanze" di ognuno di loro: non esiste n' maggioranza forte n' Giunta forte.
In ogni caso, questa deliberazione, che ha ritenuto di privilegiare un aspetto di correttezza formale consequenziale, rispetto all'obiettivo politico della realizzazione di 200 alloggi in più o in meno, trova anche il nostro voto.
Mi è sembrato opportuno pronunciarmi, al fine di evitare una lettura trionfalistica della Giunta, che fa molte cose bene perché gli Assessori lavorano bene, perché il Presidente coordina bene, perché l'opposizione si comporta in modo corretto.
Se sulla questione dei "200 alloggi" facessimo quanto faceva la minoranza precedente, convocheremmo i rappresentanti dei Comitati inquilini e spiegheremmo loro che per una questione di principio non si approntano 200 alloggi (il che significa 200 alloggi in meno per della povera gente qualche posto di lavoro in meno e la perdita di un po' di IVA): anche noi avremmo i saloni pieni! Cerchiamo allora, nelle prossime ultime settimane, di lavorare in un clima di serenità; evitiamo aggettivi, sia da una parte sia dall'altra troppo sopra le righe. E' già un miracolo riuscire a gestire bene la maggioranza e il governo, e decentemente il Consiglio e il suo ruolo.
Evitiamo aggettivi un po' fuori dalle righe!



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore regionale

Ringrazio i colleghi più assidui ai lavori di Commissione e che partecipano, pur con diversità di opinioni, alle decisioni sui provvedimenti che riguardano il mio Assessorato; tra questi, senz'altro sono da citare il Presidente Rivalta e il collega Marchini.
Devo però precisare che sebbene venga rivista l'area del finanziamento secondo la proposta originaria della Giunta - e di questo devo dare atto all'osservazione del collega la quantità fisica di alloggi previsti rispetto alla stessa non muta: 1.511 alloggi erano, 1.511 restano. Viene solo spostato l'equilibrio tra quanto finanziato e l'autofinanziato.



(Interruzione del Consigliere Marchini)



CAVALLERA Ugo, Assessore regionale

Rimando ogni valutazione a consuntivo: non ho arti divinatorie.
Comunque ricordo i limiti minimi che fanno scattare il provvedimento: 1.000 alloggi almeno, e 100 per ogni Comune; sotto questo profilo, il bando iniziale viene confermato.
Non mi soffermo su altre valutazioni, già avanzate dal collega Marchini.
Per quanto mi riguarda, ringrazio l'apporto del Consigliere Rivalta che pur partendo da contrapposizione iniziale di opinioni, ci ha fornito la possibilità di trovare una soluzione, a mio avviso accettabile. Tocca alla Giunta, partendo dai provvedimenti già proposti al Consiglio, tenere conto delle opinioni che dallo stesso emergono e concorrere a quella sintesi nelle attività di governo che più le competono. Si tratta, quindi, di giudizio e verifica da fare in epoca successiva. Il Consigliere Marchini nella prossima legislatura, avrà la possibilità di verificare se le previsioni verranno o meno registrate. E' un augurio sincero e di cuore al collega e anche alla Regione.



PRESIDENTE

Pongo dunque in votazione tale deliberazione, il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 26 voti favorevoli, 4 contrari e 1 astensione.


Argomento: Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici

Esame ordine del giorno n. 788 relativo al recupero urbanistico in zona Venchi Unica


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'ordine del giorno n. 788 presentato dai Consiglieri Marchini, Rivalta e Peano.
Tale ordine del giorno è collegato alla proposta di deliberazione n.
1086 precedentemente discussa.
Pongo in votazione tale ordine del giorno, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte vista la proposta di deliberazione n. 1086 con la quale il Consiglio regionale delega la Giunta ad assestare il programma denominato 'Intervento integrato' già approvato in via provvisoria con DGR n. 112-37708 del 15/5/1990 considerato che la stessa proposta di deliberazione fa riferimento all'intervento di recupero urbanistico in zona Venchi Unica auspica che l'intervento venga realizzato: tenendo conto della centralità del sito della Venchi Unica (compreso tra Corso Marche, Corso Francia, Piazza Massaua e Via De Sanctis) all'interno dell'area conurbata torinese e della funzione strutturale urbana e territoriale attribuita al Corso Marche dagli studi e dagli elaborati del Piano territoriale del Comprensorio di Torino, prodotti dal Comprensorio stesso e dalla Regione al fine di alta qualificazione, anche terziaria, della zona ovest dell'area torinese mantenendo anche testimonianze formali ed architettoniche dell'insediamento preesistente".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato con 27 voti favorevoli e 3 astensioni.


Argomento: Bilancio - Finanze - Credito - Patrimonio: argomenti non sopra specificati

Esame ordine del giorno n. 787 collegato al bilancio


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'ordine del giorno n. 787 collegato al progetto di legge n. 583, precedentemente discusso nello svolgimento del punto 15) all'o.d.g. Tale documento è stato presentato dai Consiglieri Mollo, Dameri Monticelli, Bara, Spagnuolo, Picchioni, Marchini, Chiezzi, Vaglio Gallarini, Rabellino, Vetrino, Pozzo e Leo.
Colleghi Consiglieri, prima di porlo in votazione vi informo che mi era stata preannunciata una piccola modifica proposta dall'Assessore Cucco.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

La modifica proposta dall'Assessore parlava di progressività verso il 6%.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Rivalta; ne ha facoltà.



RIVALTA Luigi

L'Assessore Cucco mi ha parlato dell'esigenza rilevata dal Presidente peraltro sottoscritta non solo da me, ma anche da altri colleghi.
L'Assessore aveva convenuto - sono imbarazzato dall'assenza dell'Assessore di introdurre la seguente dizione: "il 6%.., da realizzare nei due anni successivi all'approvazione della legge sull'Agenzia".



PRESIDENTE

L'osservanza dell'aliquota del 6% da destinare alla prevenzione ambientale e sanitaria nell'arco del biennio?



RIVALTA Luigi

L'Assessore ha usato letteralmente la dizione: "nei due anni successivi all'approvazione della legge che è in discussione in Commissione".



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'ordine del giorno nel testo seguente: "Il Consiglio regionale del Piemonte atteso che: la legge n. 61/94 prevede che vengano istituite le Agenzie regionali per l'ambiente le Regioni avrebbero dovuto istituire le Agenzie entro 180 giorni dall'entrata in vigore della legge n. 61/94 e quindi entro il 20 luglio scorso l'Agenzia regionale per l'ambiente dovrà essere prossimamente istituita anche nella nostra Regione poiché l'istituzione dell'Agenzia deve avvenire senza oneri aggiuntivi per le Regioni e la fonte principale di finanziamento è costituita dai fondi destinati dal bilancio delle UU.SS.LL. alla prevenzione ambientale e sanitaria considerato che nella Regione Piemonte i finanziamenti destinati alla prevenzione ambientale e sanitaria sono rimasti complessivamente molto al di sotto del 6% indicato in sede governativa al fine di consentire che l'istituzione dell'Agenzia per l'ambiente possa avvenire senza ulteriori ritardi e con dotazioni sufficienti ad operare secondo i fini e i modi previsti dalla legge n. 61/94, senza penalizzare l'azione complessiva di prevenzione ambientale e sanitaria impegna la Giunta a richiedere alle UU.SS.LL., nella prossima delibera di riparto della spesa sanitaria, l'osservanza dell'aliquota del 6% da destinare alla prevenzione ambientale e sanitaria".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato con 28 voti favorevoli e 2 astensioni.


Argomento: Beni culturali (tutela, valorizzazione, catalogazione monumenti e complessi monumentali, aree archeologiche)

Esame ordine del giorno n. 777 relativo all'opportunità di dotare gli edifici pubblici di opere d'arte


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame dell'ordine del giorno n. 777 presentato dai Consiglieri Mollo, Dameri, Monticelli, Bara, Spagnuolo, Picchioni Marchini, Chiezzi, Vaglio, Gallarini, Rabellino e Mandrino, di cui al punto 34) all'o.d.g., il cui esame è stato sollecitato anche in sede dei Capigruppo.
Non essendovi richieste di parola, pongo in votazione tale ordine del giorno, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte vista la legge 29/7/1949 n. 717, modificata dalla legge 3/3/1960 n. 237 che dispone l'obbligo di destinare una quota non inferiore al 2% del costo degli interventi per dotare gli edifici di opere d'arte considerato che la legge stessa è generalmente disattesa, anche per le difficoltà dello Stato e dell'Amministrazione Pubblica in generale ad applicare normative complesse e complicate, spesso anche per non diminuire le disponibilità finanziarie per gli interventi di edilizia pubblica e privata rilevato che la legge non solo consente, ma obbliga la Pubblica Amministrazione a destinare una quota dell'importo per dotare i luoghi pubblici di opere d'arte e che la sua inapplicabilità fa perdere una grande opportunità alla nostra società, non consentendo che i luoghi pubblici si arricchiscano di opere d'arte realizzate da artisti contemporanei, così come normalmente avviene in tutte le città europee precisato che comunque non può essere collaudabile la costruzione senza avere rispettato tutti gli obblighi di legge impegna il Presidente della Giunta a farsi promotore, in sede di Conferenza delle Regioni, di un disegno di legge al Parlamento che semplifichi la legislazione vigente e consenta alle singole Regioni di legiferare in merito impegna l'Amministrazione regionale ad istituire un fondo per la promozione e l'incentivazione dell'arte contemporanea così da incrementare la realizzazione di opere d'arte anzitutto nel contesto degli interventi sul patrimonio regionale o di Enti finanziati dalla Regione e dalle altre Amministrazioni provinciali e comunali dà mandato all'Assessorato alla cultura, d'intesa con la Presidenza della Giunta e gli Assessorati all'urbanistica e al patrimonio, di individuare gli strumenti per attuare tale impegno e predisporre la relativa idonea strumentazione giuridica".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato all'unanimità dei 30 Consiglieri presenti.


Argomento: Questioni internazionali

Esame ordini del giorno n. 764 e n. 774 relativi alla guerra in Repubblica di Cecenia


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'ordine del giorno 764 presentato dai Consiglieri Pozzo, Adduci, Sartoris, Vetrino, Rivalta, Chiezzi e Calligaro e l'ordine del giorno n. 774 presentato dal Consigliere Cucco sulla guerra in Repubblica di Cecenia, di cui al punto 31) all'o.d.g.
La Consigliera Pozzo (che era la prima firmataria dell'ordine del giorno n. 764) ha concordato con il Consigliere Cucco (che era presentatore di un altro documento) un testo unificato.
Pertanto il testo risulta essere quello presentato dalla Consigliera Pozzo ed altri più l'ultima parte del documento Cucco, vale a dire che al documento n. 764 viene aggiunta la seguente frase: "impegna la Presidente del Consiglio regionale e il Presidente della Giunta ad inviare il presente ordine del giorno al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro degli Esteri e all'Ambasciata russa in Italia".
Pongo in votazione tale ordine del giorno, il cui testo risulta così formulato: "Il Consiglio regionale del Piemonte visto - il tradimento delle speranze di pace nate con la caduta del Muro di Berlino del 1989 lo svolgersi di 41 guerre nel 1994 con la morte di 6 milioni e mezzo di persone considerato - che le grandi potenze hanno l'obbligo morale di farsi garanti della pace nel mondo che tra queste troviamo la Russia nata dallo sfaldamento dell'Unione Sovietica informato della tragedia immane che vede protagonista il popolo ceceno barbaramente attaccato dalle forze militari russe memore delle passate sofferenze subìte dal popolo ceceno nella storia recente convinto dell'importanza dell'autoderminazione dei popoli, qualunque ne sia la consistenza o la posizione all'interno delle strategie economiche delle grandi potenze deplora con forza gli atti posti in essere dal Governo russo domanda al Governo italiano di agire presso le sedi diplomatiche opportune affinché sia permessa l'autodeterminazione del popolo ceceno invita le Nazioni Unite a prendere urgentemente una posizione meno opportunista e più decisa nei confronti del Governo russo impegna la Presidente del Consiglio regionale ed il Presidente della Giunta ad inviare il presente ordine del giorno al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro degli Esteri ed all'Ambasciata russa in Italia".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato con 28 voti favorevoli e 2 astensioni.
Tale documento verrà mandato agli Enti in indirizzo.


Argomento: Formazione professionale

Esame proposta di deliberazione n. 1071: "Personale dipendente degli Enti convenzionati in mobilità per l'anno formativo 1994/1995"


PRESIDENTE

Il punto 18) all'o.d.g. prevede l'esame della proposta di deliberazione n.
1071.
Se non vi sono interventi, pongo in votazione tale deliberazione il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 28 voti favorevoli e 2 astensioni.
La votazione è valida ai sensi del comma terzo dell'art. 52 del Regolamento consiliare, in quanto i Consiglieri in congedo (n. 3) non vengono computati per fissare il numero legale.


Argomento:

Interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno (annunzio)


PRESIDENTE

Le interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenute all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale verranno allegate al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18)



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