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Dettaglio seduta n.334 del 14/02/95 - Legislatura n. V - Sedute dal 6 maggio 1990 al 22 aprile 1995

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Approvazione verbali precedenti sedute", non essendovi osservazioni, i processi verbali delle sedute consiliari del 30 giugno 1994, 5, 6, 13, 19, 20, 25 e 26 luglio 1994, si intendono approvati.


Argomento: Organizzazione degli uffici - Regolamento del personale - Stato giuridico ed economico del personale dipendente

Interpellanza n. 2391 dei Consiglieri Vetrino, Bergoglio, Gallarini e Garino inerente la DGR n. 36233 del 30/6/1994. Assegnazione personale di seconda qualifica dirigenziale - Estemporaneità della decisione


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Interrogazioni ed interpellanze" esaminiamo l'interpellanza n. 2391, presentata dai Consiglieri Vetrino Bergoglio, Gallarini e Garino.
Risponde l'Assessore Ferraris.



FERRARIS Paolo, Assessore regionale

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, le diverse assegnazioni di alcuni dirigenti di seconda qualifica intervennero allo scadere dei precedenti incarichi attribuiti con la deliberazione della Giunta regionale n. 219-33445 del 28/3/1994.
Con la deliberazione oggetto dell'interpellanza la Giunta volle avviare un primo processo di rotazione degli incarichi per perseguire gli obiettivi indicati nella deliberazione stessa. Non parve opportuno, in quella circostanza, procedere ad un piano generalizzato di spostamenti poich estendendo il provvedimento a tutte le strutture apicali dell'Ente, si sarebbe rischiato di comprometterne la funzionalità, proprio nel momento in cui dovevano essere portati a conclusione atti fondamentali di governo della Regione. D'altra parte, poiché l'esigenza di alcune mobilità era da tempo avvertita come necessaria, la Giunta regionale ritenne comunque di attuare una serie di spostamenti finalizzati a sopperire alle necessità più impellenti dell'organizzazione regionale.
Per quanto riguarda in particolare l'area sanitaria, i casi di mobilità interessarono unicamente i Settori Assistenza Sanitaria e Programmazione mentre vennero confermati tutti gli altri cambiamenti decisi dalla Giunta nel corso del 1993.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Vetrino.



VETRINO Bianca

Evidentemente non sono soddisfatta della risposta a questa interpellanza. E' una risposta assolutamente burocratica, priva di quella considerazione e di quella consapevolezza che dovrebbero animare l'Assessore quando risponde ad un'interpellanza dal taglio così profondamente politico. Sono quindi esterrefatta di come si risponde a questa interpellanza.
Sulla rotazione degli incarichi, chi può essere più d'accordo di noi che abbiamo firmato l'interpellanza e che per anni abbiamo tentato di introdurre dei criteri di rotazione degli incarichi, ritenendoli fondamentali in funzioni così importanti come quelle dirigenziali? Nello specifico, devo dire che se c'era un'area nella quale non occorreva fare ruotare assolutamente niente era proprio l'area sanità perché in quell'area già si era intervenuti circa un anno prima con tutti quei provvedimenti che la Giunta nel suo complesso aveva ritenuto indispensabili per sistemare una situazione molto delicata - Assessore Ferraris, molto delicata, come lei ben sa - a seguito dei fatti che in quell'Assessorato si erano verificati nel 1993 con l'arresto dell'Assessore. Quindi, ribadisco che questa risposta mi sembra improvvida ed assolutamente non soddisfacente.
Devo dire che, essendo passato così tanto tempo dal momento in cui presentammo l'interpellanza, diventa persino difficile portare dei rimedi a questa situazione. La situazione si è oramai stabilizzata; i funzionari che sono stati sostituiti hanno assunto il loro compito e, tra l'altro, credo che lo stiano svolgendo anche bene. All'epoca, però, si era ritenuto veramente ingiusto, anche sotto il profilo personale, aver effettuato degli spostamenti così traumatizzanti e soprattutto assolutamente inutili, che non avevano alcun senso e alcuna giustificazione n' per quanto riguardava il lavoro in quanto tale n' per quanto riguardava le persone che erano state ritenute idonee a ricoprire quegli incarichi.
Il settore della programmazione è un settore sottosopra, è sempre stato un settore molto critico e in questi anni aveva già subìto molti rimaneggiamenti. Nel marzo 1993 si era pensato di stabilizzare la situazione della programmazione, perché in questo settore c'era tanto bisogno di avere della professionalità e delle competenze e di restituire finalmente, al settore della sanità l'ambito della programmazione che era stato - ripeto - messo un po' sottosopra.
Naturalmente si è andati, come si suol dire, "con i piedi dell'elefante"; si è anche determinata una situazione di ingiustizia nei confronti di alcune persone. In questo momento stiamo parlando di cose avvenute; il tempo ormai è talmente lontano (sono passati sei-otto mesi quasi un anno) che, francamente, porvi rimedio è molto difficile.
Ribadisco la mia assoluta insoddisfazione per questa burocratica risposta.


Argomento: Sanita': argomenti non sopra specificati

Interrogazione n. 2447 dei Consiglieri Adduci, Dameri, Bortolin e Rivalta ed interpellanza n. 2483 dei Consiglieri Maggiorotti, Calligaro, Chiezzi e Bosio inerenti la schedatura delle donne immigrate all'Ospedale Sant'Anna di Torino, richiedenti IVG


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interrogazione n. 2447 e l'interpellanza n. 2483, alle quali l'Assessore Bonino dà risposta congiunta.
Prego, Assessore.



BONINO Guido, Assessore regionale

In risposta all'interrogazione n. 2447 e all'interpellanza n. 2483 concernenti prassi vigenti all'Ospedale Sant'Anna in relazione alla Interruzione Volontaria di Gravidanza di straniere, trasmetto elementi di risposta formulati sulla base degli opportuni accertamenti e delle dichiarazioni rese dal Commissario straordinario dell'USL competente.
Nel corso dell'anno 1993 sono state effettuate presso il Presidio ospedaliero Sant'Anna di Torino a cittadine extracomunitarie n. 194 interruzioni volontarie di gravidanza, mentre nell'anno 1994 il numero di tali interventi è incrementato a 212.
La tipologia delle prestazioni in oggetto rientra fra quelle effettuate a favore di stranieri presenti sul territorio nazionale: pertanto non ricompresi fra i soggetti di cui all'art. 41 DL n. 601/94 nella parte in cui prevede le forme di assistenza sanitaria ai cittadini extracomunitari residenti in Italia e regolarmente iscritti nelle liste di collocamento. In sostanza, le posizioni sono due: quella dei cittadini stranieri presenti e quella dei cittadini stranieri residenti.
Ai sensi della vigente normativa e, nella specie, dell'art. 5 del DL 30/12/1979 n. 663, come convertito dalla legge n. 29/2/1980 n. 33 e ribadito in DPR 24/12/1992 di definizione dei livelli uniformi di assistenza sanitaria e soggetti assistibili - peraltro annullato dalla Corte Costituzionale con sentenza n. 116/94 in seguito a giudizio per conflitto di attribuzione Stato-Regione - i soggetti in questione hanno diritto alle cure urgenti ospedaliere per malattia, infortunio e maternità nei Presidi pubblici e convenzionati con addebito delle relative rette e tariffe di degenza ospedaliera, stabilite con successivi DM San. 27/6/1992 e 16/3/1994.
Alla luce di quanto detto, appare legittimo che l'USL interessata proceda all'identificazione del paziente, al fine di stabilire le forme di assistenza spettanti ed eventuale addebito della spesa sostenuta dall'utente ovvero, in caso di insolvenza, al Ministero dell'Interno tramite le competenti Prefetture.
Si rende necessaria inoltre, ai sensi delle vigenti norme ed in ossequio al principio di eguaglianza, la contestata identificazione dei pazienti, cittadini italiani e stranieri, proprio a tutela della salute per una corretta esecuzione di adempimenti quali, ad esempio, precisa e consequenziale redazione delle cartelle cliniche, delle prestazioni mediche, accertamento della volontà del paziente in relazione agli interventi sanitari ed eventuale minore età dello stesso.
Non risulta che presso il Presidio ci si avvalga di poliziotti di turno per l'esecuzione delle operazioni di identificazione.
I competenti uffici della Questura hanno precisato che gli eventuali interventi presso il Presidio risultano attivati su chiamata per il caso di disordini ovvero, più spesso, per il mero accertamento della nazionalità di pazienti sprovvisti di documentazione, ai fini di determinare l'insistenza delle spese mediche. Allo stesso modo non risulta siano state impartite al Presidio direttive da parte di uffici di PS.
Si ritiene che la delicatezza della materia oggetto dell'interrogazione e dell'interpellanza non possa essere strumento per interpretazioni soggettive. Per le determinazioni e le interpretazioni della definizione dei livelli uniformi di assistenza sanitaria e dei soggetti assistibili sarà opportuno che necessarie ulteriori considerazioni e valutazioni vengano eventualmente rideterminate nella sede della Conferenza Stato Regioni.
La questione, comunque, è il distinguo tra i residenti e i cittadini stranieri presenti sul territorio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Calligaro.



CALLIGARO Germano

Mi dichiaro insoddisfatto della risposta dell'Assessore Bonino, in primo luogo perché gli episodi che noi abbiamo denunciato si verificano solo all'Ospedale Sant'Anna.



BONINO Guido, Assessore regionale

Forse sapete solo di quelli e non sapete degli altri.



CALLIGARO Germano

In altri ospedali non esistono problemi analoghi: evidentemente al Sant'Anna operano con una rigidità che forse è bene superare; è bene superare perché successivamente alla nostra interpellanza sono accaduti altri episodi molto gravi, sempre e solo al Sant'Anna.
Va benissimo la distinzione fra stranieri presenti e stranieri residenti, ma provate a mettervi nei panni di una donna di colore che si reca al Sant'Anna, che viene identificata da un agente di PS e alla quale vengono anche chieste oltre 500 mila lire per l'interruzione volontaria di gravidanza! Probabilmente al Sant'Anna si sono introdotti elementi eccessivi di rigidità, che non sono accettabili perché in questo modo si ricorre inevitabilmente a pratiche clandestine, con le conseguenze che tutti conosciamo.
La risposta mi pare molto burocratica, dettata dai burocrati del Sant'Anna (dove, tra l'altro, sono numerosi), che svolgono sostanzialmente un'azione contro l'interruzione volontaria di gravidanza non solo nei confronti delle cittadine italiane, ma anche ed in particolare verso le persone di colore, verso le donne extracomunitarie.
Non siamo per nulla soddisfatti della risposta; pensiamo che questi elementi di rigidità esistano; pensiamo che, nell'interesse generale della comunità piemontese e del servizio sanitario regionale, si debbano superare questi elementi di rigidità.
L'Assessore si interroghi: perché questi fatti accadono prevalentemente o quasi esclusivamente al Sant'Anna? Evidentemente c'è un atteggiamento particolare da parte di chi dirige il Sant'Anna, un atteggiamento direi punitivo nei confronti delle donne di colore, delle donne extracomunitarie, delle donne straniere residenti o presenti nel nostro Paese, in questo caso nella nostra Regione.
Ripeto, successivamente all'interpellanza da noi presentata si è verificata una serie di altri episodi, e si è verificata solo al Sant'Anna.
Per questo motivo pregherei l'Assessore di avere un qualche dubbio: un conto è la risposta dettata da chi dirige il Sant'Anna, un altro conto è la verifica sul campo, che mi augurerei venisse fatta perché il caso è perlomeno strano, anomalo.
Perché questi episodi accadono solo al Sant'Anna di Torino? Non vi sarà forse un atteggiamento preconcetto nei confronti delle donne di colore delle cittadine di altri Paesi residenti o presenti nella nostra Regione? Questo è l'interrogativo al quale io spero che l'Assessore Bonino possa rispondere dopo aver fatto una verifica sul campo, e non dopo aver preso per buona la risposta burocratica di chi dirige il Sant'Anna.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Dameri.



DAMERI Silvana

In relazione alla legge n. 194, penso che su una cosa si possa essere tutti d'accordo (lo dico anche in riferimento alle polemiche, non su questa questione, che ci sono state nel corso di queste settimane), e cioè sul fatto che l'applicazione di questa legge è uno strumento necessario, che si è dimostrato anche efficace, per contrastare l'aborto clandestino.
Le strutture pubbliche devono avere l'obiettivo di combattere la clandestinità dell'aborto sia perché il carico sulle donne - lo sappiamo benissimo - è doloroso sia perché la clandestinità dell'intervento di interruzione di gravidanza non consente assolutamente di tutelare la salute e neanche di tentare, come previsto nella legge, la prevenzione dell'interruzione di gravidanza.
Noi diciamo che nel nostro Paese questo dovrebbe essere garantito a tutte le donne, qualunque sia il loro colore; mi riferisco alla possibilità di non dover ricorrere all'aborto clandestino e di poter prevenire il ricorso all'interruzione di gravidanza, regolando la propria fecondità. In questo senso mi sembra necessario assumere qualche iniziativa anche per quanto riguarda le disposizioni nazionali, e il richiamo che faceva l'Assessore mi sembra opportuno.
Su questo vorrei sensibilizzare anche il Presidente: è necessario che la Conferenza Stato-Regioni, che regola una serie di questioni importanti nel rapporto tra le legislazioni nazionali e la loro completa applicazione da parte degli organi regionali e quant'altri, presti attenzione al fatto che l'intervento di interruzione di gravidanza ha una sua urgenza di carattere morale oltre che di carattere relativo alla salute (le due cose naturalmente, sono fra loro collegate); è necessario superare - questo sì un atteggiamento burocratico da parte delle disposizioni nazionali, in modo che tale intervento sia consentito alle donne di colore nella stessa misura in cui è consentito a tutte le altre. Ciò proprio perché sta dentro un obiettivo comune: combattere la clandestinità dell'aborto ed intervenire per la sua prevenzione.
Ritengo necessario portare questo tema all'attenzione della Conferenza delle Regioni a livello nazionale, e quindi delle disposizioni che devono essere emanate dal Ministero, dal Governo o da chi ha competenza in materia. Francamente è odioso che persone che si trovano in una condizione di maggiore debolezza sociale, psicologica, culturale, di inserimento nella nostra società (obiettivamente di maggiore debolezza) debbano, di fronte a quello che noi definiamo un dramma, una sconfitta, com'è appunto il ricorso all'interruzione di gravidanza, avere un trattamento più sfavorevole.
Un'altra questione da esaminare è quella relativa a come, in specifico per quanto riguarda il Sant'Anna, vengono esercitate le applicazioni di legge sull'identificazione. Forse può essere considerato un lusso (noi non pensiamo che lo sia), ma ci sembra assurdo che, in momento così difficile in un passaggio così delicato della propria esperienza personale, non ci sia quell'adeguata attenzione anche nell'applicazione delle disposizioni di legge.
Come viene fatta questa identificazione? Bisogna rendersi conto che, in quel momento, la donna è in un momento obiettivamente di travaglio, di debolezza, di preoccupazione, di forte disturbo psicologico complessivo.
Quindi è necessario che l'applicazione delle leggi - le cui ragioni sono state spiegate dall'Assessore - avvenga con un atteggiamento adeguato. Da questo punto di vista, non ho sentito da parte dell'Assessore delle precisazioni, per cui richiedo una precisa, specifica iniziativa per capire come viene applicata la legge, senza offendere la dignità e la parità di diritti che noi rivendichiamo per queste donne.
Chiedo dunque un'iniziativa a livello nazionale ed un'iniziativa della Giunta, visto che - come ricordava il collega Calligaro - anche dopo aver presentato questa nostra interrogazione si sono verificati altri fatti analoghi. Si faccia un'osservazione specifica per avere un'attenzione relativamente a questo tema, se vogliamo intervenire con un'azione concorde per superare il problema dell'aborto. Colgo l'occasione per ribadire che per le donne, l'aborto è sempre una sconfitta ed un dramma, quindi non deve prestarsi a nessuna strumentalizzazione da qualunque parte questa possa provenire; che venga però attuato con una parità di diritti e con rispetto della dignità delle donne stesse.


Argomento: Sanita': argomenti non sopra specificati

Interpellanza n. 2457 dei Consiglieri Rivalta, Adduci, Mollo, Dameri Garino, Vaglio, Spagnuolo, Bara, Calligaro, Bosio, Chiezzi, Miglio, Pozzo Picchioni, Marchini e Gallarini inerente il decesso di Stefania D'Angelo. Sollecito informazioni su conclusioni indagine amministrativa; necessità di potenziamento del Servizio di Guardia medica all'USSL n. 36


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interpellanza n. 2457.
Risponde l'Assessore Bonino.



BONINO Guido, Assessore regionale

Per quanto di competenza del mio Assessorato ed in seguito alle dichiarazioni rese dal Commissario straordinario dell'ex USSL di Susa opportunamente interrogato in merito ai fatti oggetto di interpellanza ed agli esiti dell'indagine amministrativa condotta dal Responsabile del Servizio Assistenza Sanitaria Specialistica della stessa USSL. ultimata in data 31/10/1994, con esclusione di comportamenti omissori da parte del personale in servizio presso il Presidio, si comunica quanto segue.
Il Pronto Soccorso dell'Ospedale di Avigliana è aperto tutti i giorni con orario dalle 8 alle ore 20. Dopo le ore 20, gli utenti debbono rivolgersi al DEA di riferimento, Ospedale di Rivoli, come risulta da cartello affisso sulla porta d'ingresso del Pronto Soccorso.
Il personale infermieristico è presente in Pronto Soccorso dalle ore 7 alle ore 21,30. Il personale medico è presente con turnazione sulle 24 ore così articolata: dalle ore 8 alle ore 20 in guardia di Pronto Soccorso dalle ore 20 alle ore 8 in guardia interdivisionale per i reparti di degenza di Medicina Generale, Chirurgia Generale, Ortopedia Traumatologica per un totale di 80 posti letto.
La sera del 24/9/1994, tempo dell'evento, il personale infermieristico di Pronto Soccorso ha cessato il servizio alle ore 22,10. Pertanto trascorsa tale ora, il Pronto Soccorso era chiuso.
Il medico di guardia interdivisionale ha riferito di non essere stato chiamato per urgenze di Pronto Soccorso. L'operatore addetto al centralino che è situato nei pressi dell'ingresso principale dell'ospedale ed è presidiato in modo permanente da personale che è incaricato anche di regolare gli accessi nelle ore notturne - ha riferito di non aver avvertito alcun rumore proveniente dal Pronto Soccorso.
Nelle fasi di modificazione organizzativa del Pronto Soccorso di Avigliana, l'Amministrazione dichiara essere stata effettuata capillare informazione all'utenza ed agli enti preposti alla salute pubblica.
La Guardia medica è presente nei punti di chiamata di Avigliana (Villardora), Susa, Ulzio, Cesana e non si evidenziano problematiche di funzionamento. Ma non risulta che la notte del 24/9/1994 siano stati allertati n' la Guardia medica - che presumibilmente avrebbe dato indicazione di rivolgersi al Pronto Soccorso dell'Ospedale di Susa, aperto sulle 24 ore e più vicino al paese di Borgone - n' il Servizio di Soccorso Urgente mediante autoambulanza.
Il cartello recante indicazione dell'orario del Pronto Soccorso di Avigliana e di quello più vicino cui recarsi nell'orario di chiusura risulta sostituito ora da un'insegna luminosa (cosa che non era così all'epoca dei fatti).
Al di là però del mero aspetto tecnico, va detto che di fronte a questi tragici episodi è comprensibile un senso di commozione e di disagio che ci obbliga tutti, per il futuro, nell'ambito delle nostre competenze, ad assolvere ai nostri compiti, dimostrando anche una maggiore disponilità umana.
Peraltro sono sicuro che il collega Cucco, che questa mattina è assente, sarà pronto a dare una risposta con eventuali proposte concrete in particolare ai punti 3), 4), 5) e 6), relativi alla richiesta di ridiscutere il Piano dei servizi di Pronto Soccorso anche nelle aree decentrate, che nel Piano sanitario attuale non sono previsti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Calligaro.



CALLIGARO Germano

L'interpellanza è stata firmata da Consiglieri di diversi Gruppi, anche appartenti alla maggioranza, perché è inaudito che una giovane studentessa abbia perso la vita a causa di una crisi d'asma: si è autosomministrata un farmaco che non è stato sufficiente, e gli amici che l'accompagnavano l'hanno portata di corsa al Pronto Soccorso dell'Ospedale di Avigliana.
Evidentemente questi giovani torinesi non sapevano che il Pronto Soccorso di Avigliana funziona solo di giorno e non di notte.
Ma cosa potevano fare i giovani accompagnatori? Correre al più vicino ospedale, dove il campanello del Pronto Soccorso non è neppure collegato quindi, è un problema tecnico e logistico con la Guardia medica che sta permanentemente all'interno dell'ospedale, visto che ci sono circa 60-70 pazienti ricoverati. Sarebbe stato sufficiente che il campanello fosse collegato con il posto sanitario presidiato, e l'equivoco sarebbe stato chiarito. Questi giovani avrebbero capito che il Pronto Soccorso non funzionava, ma che all'interno c'erano dei medici di guardia. Sarebbe stata sufficiente un'iniezione di cortisone per salvare la vita della giovanissima studentessa.
Nell'interpellanza chiediamo di sapere a quale conclusione è giunta l'indagine amministrativa predisposta dall'USSL di Susa, che certamente è già stata conclusa. Vogliamo conoscere le conclusioni e, più in generale vogliamo sapere che cosa si sta facendo per l'emergenza sanitaria e per il soccorso d'urgenza. Continuiamo a parlare di "118", di elisoccorso e di soccorso praticato con autoambulanze, ma ci accorgiamo che la disorganizzazione è pressoché totale, che l'emergenza sanitaria non è affrontata come si dovrebbe, cioè con un piano organico funzionante, e gli aspetti più eclatanti suscitano l'attenzione di tutti. Poi si ci accorge che si muore non solo perché non arriva l'elisoccorso o l'autoambulanza, ma anche perché il Pronto Soccorso è chiuso.
Questo mi induce a svolgere una critica: per gli "ospedalini" è bene giungere ad una conclusione, perché sono un equivoco. L'Ospedale di Avigliana ha richiesto ingenti risorse; già al momento dell'inaugurazione si parlava di chiuderlo. Ora sta morendo di inedia, di carenze tutte di carattere strutturale ed organico. Sarà bene decidere se è giusto chiamare impropriamente ospedale un ospedalino che non può far funzionare il Pronto Soccorso durante la notte.
La razionalizzazione della rete ospedaliera non può essere ulteriormente rinviata, perché rappresenta un costo ed un elemento di irrazionalità: è un elemento equivoco. Bisogna decidere che cosa fare personalmente ritengo necessario andare verso una razionalizzazione della rete ospedaliera. Quando ciò non è possibile, bisogna che questi ospedalini abbiano perlomeno un collegamento tra Pronto Soccorso, che chiude di notte e Guardia medica che permanentemente, 24 ore su 24, sosta all'interno dell'ospedale. Almeno questo: che qualcuno, suonando all'ospedale, si senta dire che il Pronto Soccorso è chiuso, ma che dentro l'ospedale, da una diversa entrata, si può ricevere l'immediata prestazione sanitaria di un medico. Nel caso in questione sarebbe stato più che sufficiente per salvare la giovane vita umana della studentessa.
Non possiamo, quasi nel 2000, assistere ad avvenimenti di questo genere: per un comune attacco d'asma, più grave del solito, una giovane studentessa muore perché i giovani accompagnatori la portano al Pronto Soccorso e suonano invano il campanello, non collegato alla Guardia medica interna dell'ospedale.
Non possiamo continuare con l'equivoco di ospedali che non sono tali perché generano questi risultati. Si ha nettissima l'impressione di recarsi in un ospedale, dopodiché ci si accorge che non è così. Tra l'altro, quando le patologie sono molto complicate, non è nemmeno il Pronto Soccorso che può salvare vite umane: occorre un reparto di rianimazione, che è costosissimo e non può essere attivato in tutti gli ospedali. Però è necessario che i cittadini abbiano chiari alcuni punti di riferimento perché dalla chiarezza o dalla confusione dipende la vita di molte persone.
Quindi, la razionalizzazione della rete ospedaliera e il piano del "118" devono significare qualcosa di più rispetto a quello che rappresentano oggi: l'avvio di una razionalizzazione del soccorso di urgenza e dell'emergenza sanitaria, la predisposizione di piani precisi funzionanti ed efficaci.
Non considero la risposta dell'Assessore esaustiva delle nostre domande. Ci sono due Assessori alla sanità: uno risponde per un pezzo l'altro risponde per un altro. Siamo in attesa che venga data risposta al secondo pezzo della nostra interpellanza, quello che poneva quesiti di non poco conto sull'emergenza sanitaria, in modo particolare in Valle di Susa perché proprio lì è accaduto il gravissimo episodio di una giovane vita umana persa.
E' accaduto per omissione? Non si può dire nemmeno questo, perché se il campanello del Pronto Soccorso non è collegato al servizio di Guardia medica, è evidente che il medico presente all'interno non ha neppure saputo di questo episodio. Ma non vi sono dubbi sul fatto che un campanello di Pronto Soccorso debba essere collegato alla Guardia medica, altrimenti lasciamo perdere, non apriamo alcun Pronto Soccorso e non mettiamo campanelli di sorta perché generano soltanto equivoci, in questo caso tragici: la tragedia deriva, infatti, da un equivoco. Si colleghino i campanelli alle sedi permanentemente presidiate da personale sanitario; non si inducano in errori clamorosi e tragici dei giovani che, evidentemente non essendo della Valle di Susa e non sapendo a chi rivolgersi, sono corsi come avrebbe fatto ciascuno di noi - all'ospedale più vicino, ma l'hanno trovato chiuso. La corsa all'Ospedale di Rivoli è risultata vana, perché la giovane studentessa vi è arrivata ormai deceduta.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE NERVIANI



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, l'episodio sul quale abbiamo chiesto alla Giunta di riferire, oltre ad essere doloroso e drammatico, ci richiama a responsabilità che vanno ben al di là di quelle che appaiono nei fatti di cronaca.
C'è un dettaglio che il collega Calligaro non conosce: sembrerebbe che non siano stati i giovani torinesi a scegliere di recarsi ad Avigliana, ma che siano stati gli abitanti di Borgone ad aver loro indicato l'Ospedale di Avigliana. Dobbiamo dunque chiederci perché la gente di Borgone ritiene che il proprio ospedale di riferimento sia quello di Avigliana e che lì vi sia un servizio di Pronto Soccorso. Il motivo è l'incapacità della Regione di fare chiarezza sui ruoli e sulle funzioni, non di questo o quel Presidio ma della gerarchia dei sistemi sanitari presenti sul territorio. Dopodich non si potrà dire dei "no" a qualcuno o dei "sì" a qualcun altro.
La situazione di incertezza in cui vivono le popolazioni periferiche (a fortissimo rischio) è emersa in modo drammatico in Valle di Susa, ma esiste dappertutto.
Collega Bonino - esponente, come me, della periferia del Piemonte quale livello di certezza danno i Presidi periferici rispetto alle urgenze? Nessuno, perché non si ha il coraggio di dire, chiarissimamente, cosa si fa e cosa non si fa in una struttura ospedaliera: non piace ai Sindaci, alle associazioni dei commercianti, alle agenzie di pompe funebri. Questa è la verità! Abbiamo una responsabilità drammatica sull'episodio tragico di cui stiamo parlando, poiché abbiamo continuato a far credere cose che non sono sulle quali non abbiamo alcuna intenzione di fare chiarezza.
Chiedo all'Assessore di riflettere se sia accettabile che un cittadino che si rivolge all'ospedale di un paese civile, con frattura multipla della caviglia rispetto alla quale è necessaria un'operazione chirurgica sottolineo, è necessaria un'operazione: tagliare! - venga rimandato a casa perché manca un letto in cui ricoverarlo, dicendogli che, quando se ne renderà libero uno, lo si andrà a prendere a casa. Ripeto: anzich trasportare quel "benedetto" signore all'Ospedale traumatologico, dove due ore dopo sarebbe stato operato, lo si è tenuto 11 giorni a casa, con una frattura multipla da operare! Questo perché in quell'ospedale di periferia deve risultare statisticamente che è intervenuto il primario! Perché non si molla il malato a nessun costo! Quando ho svolto il mio ultimo intervento nello scorso dibattito sulla sanità, il giornalista che siede alle mie spalle ha trascritto una frase non felice, che personalmente non avevo pronunciato ma rispetto alla quale non ho chiesto alcuna rettifica, poiché egli aveva comunque colto perfettamente il senso del mio intervento.
In un paese civile, a 50 chilometri da una città come Torino, si lascia una persona 11 giorni a casa sua con una frattura multipla da operare, in attesa che si liberi un letto: questo fatto indica quale sia la cultura degli ospedali di periferia! L'altro giorno il nuovo Direttore generale dell'USSL si è incontrato con l'Assessore al turismo (?!) per definire l'ospedale di riferimento dei Campionati del mondo di sci. Sono i Campionati del mondo che decidono l'organizzazione delle strutture ospedaliere o queste si organizzano considerando che quell'evento statisticamente non produrrà niente? Durante i Campionati del mondo si avrà - se ci sarà - un unico infortunio, che è sicuramente meno della media della frequenza in quelle aree da parte dei turisti durante lo stesso arco di tempo: come tutti sappiamo, durante i Campionati del mondo, si scia meno di quando non ci sono manifestazioni sportive di quel livello. Che io sappia non sono gli spettatori a fratturarsi le gambe, ma eventualmente gli sciatori.
Naturalmente, si fa finta di non sapere che la Giunta regionale ha già predisposto un Piano con un proprio scenario, nel quale viene ridisegnato il servizio del "118". Le periferie non vogliono questo tipo di modernizzazione! E quando questa viene realizzata, la sabotano e non la utilizzano! Le baronie non vogliono essere messe in discussione ai più intimi livelli.
La ragazza è deceduta perché qualcuno ha fatto credere che l'ospedale di riferimento della zona di Susa fosse quello di Avigliana: bisogna dire come sono andate le cose! Dopodiché, suppongo che, a seconda del costo del pedaggio autostradale, si opererà a Susa o ad Avigliana...
Detto questo, ritengo che i colleghi Consiglieri daranno ora un giudizio maggiormente meditato sul fatto che io non ho rincorso alcuna polemica nei confronti della Giunta relativamente alla lottizzazione: in materia sanitaria sono tanti a decidere ma, guarda caso, solo i politici sono tenuti a rispondere. Coloro che hanno fatto in modo che quella ragazza venisse trasportata ad Avigliana non sono i politici, e coloro che hanno tenuto a casa una persona per 11 giorni in attesa di operazione non sono i politici, ma grossi interessi presenti nella sanità.
Se non riusciamo a recuperare autorevolezza di governo in ambito sanitario, saremo sempre più colpiti dalle esplosioni di certe situazioni.
Soprattutto allargando le UU.SS.SS.LL., quindi venendo meno la capacità degli enti locali di essere presenti - anche se devo dire che la loro presenza non è poi stata così costruttiva come tutti ci aspettavamo rischiamo che egoismi anche comprensibili producano pessimi risultati. Un morto perché qualcuno è convinto che ad Avigliana esista un servizio di Pronto Soccorso, un infortunato tenuto 11 giorni a casa perché non lo si vuole mandare all'ospedale di riferimento sono la dimostrazione dell'assoluta anarchia in ambito sanitario. E' nostro problema, dunque recuperare autorevolezza.
Signor Presidente, da parte mia lamento il fatto che relativamente al ripensamento del servizio "118", guarda caso, si sa tutto laddove crea problemi - per esempio, a Novara, da dove arrivano interrogazioni, ordini del giorno e così via e non si sa nulla in quelle aree rispetto alle quali crea prospettive. Il protagonismo qualche volta dà fastidio, ma rendiamo note questioni di tal genere, disegni di questa ampiezza, affittando, per esempio, degli spazi al TG3.
La terza rete ignora la Regione, ma noi non dobbiamo ignorare il TG3 ed occuparci di televisione solo per pubblicizzare ordini del giorno a garanzia dell'occupazione o dei servizi. Il sottoscritto, in Consiglio regionale da diciannove anni, con funzione non così marginale (lo dico solo perché da sempre Capogruppo), ha avuto il piacere di partecipare ad una trasmissione del TG3 ben una volta sola - in diciannove anni di presenza in Consiglio regionale! - per lanciare un appello agli elettori, perché così era stabilito da una legge nazionale.
Il TG3 sembra il giornaluncolo della parrocchia: una questione di questo genere merita molto di più che una trasmissione televisiva per far capire perché il sacrificio di Novara, se avrà da esserci, non venga conosciuto per quella parte che punisce, ma anche per la parte che modernizza. Dopodiché ci troviamo di fronte a vicende di questo genere...



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE NERVIANI

Non c'è ancora il sacrificio di Novara.



MARCHINI Sergio

Lei, però, mi dà atto che il servizio di elisoccorso è più conosciuto per i problemi che crea che non per gli aspetti di modernizzazione e le prospettive.
Chiedo scusa del tempo sottratto ai colleghi, ma questo episodio è indicativo di una situazione drammatica e penosa. I cittadini, guarda caso vengono filtrati in un certo modo: quelli che possono, vanno a Montecarlo quelli che hanno delle conoscenze, vengono immediatamente ricoverati invece, i poveretti vengono ricoverati nell'anticamera; se poi sono ancora meno che poveretti, li si manda a casa e, quando si libererà un posto, li si richiamerà (intanto si tengono la gamba rotta).



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO


Argomento: Commercio

Risposta scritta ad interrogazione n. 2489 dei Consiglieri Porcellana e Germanetto inerente il ventilato insediamento di struttura commerciale del Gruppo Rinascente in zona industriale di Asti


PRESIDENTE

Comunico che verrà data risposta scritta da parte degli Assessori competenti alla seguente interrogazione: n. 2489 dei Consiglieri Porcellana e Germanetto inerente il ventilato insediamento di struttura commerciale del Gruppo Rinascente in zona industriale di Asti.


Argomento: Navigazione (lacuale e fluviale)

Interpellanza n. 2518 dei Consiglieri Chiezzi, Calligaro e Maggiorotti inerente il Servizio regionale di vigilanza con il motoscafo sul Lago di Viverone


PRESIDENTE

Passiamo ora ad esaminare l'interpellanza n. 2518, presentata dai Consiglieri Chiezzi, Calligaro e Maggiorotti.
Risponde l'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore regionale

Con l'interpellanza in esame, i Consiglieri Pino Chiezzi, Germano Calligaro e Piergiorgio Maggiorotti intendono ottenere alcune precisazioni con riferimento alla documentazione fornita a suo tempo dal Presidente della Giunta regionale e relativa al servizio di vigilanza effettuato dalla Regione Piemonte con il motoscafo in dotazione sul Lago di Viverone.
In particolare, viene fatto rilevare come nel mese di agosto 1994 siano state scelte, per la vigilanza a Viverone, giornate non festive o prefestive e si chiede con quali procedure sia stata determinata tale scelta; inoltre quali siano le indicazioni fornite ai dipendenti per lo svolgimento del servizio e come si intenda procedere nella scelta delle giornate di vigilanza per l'estate 1995.
In proposito è da precisare che, poiché l'attività di vigilanza rientra nell'ambito dei compiti ordinari d'istituto assegnati al Settore regionale trasporti e pianificazione infrastrutture - Servizio navigazione interna e porti, non occorrono di norma ulteriori indicazioni per lo svolgimento del servizio in oggetto. Infatti è la L.R. n. 42/86 a stabilire la gerarchia e le responsabilità circa il funzionamento delle strutture regionali.
Come già evidenziato nell'ambito della documentazione in precedenza consegnata, solo due dei dipendenti assegnati al Servizio navigazione interna e porti sono in possesso di idonea abilitazione per la conduzione delle due unità di navigazione di proprietà regionale in servizio presso i Laghi d'Orta e di Viverone.
Ciò ricordato, nel sottolineare che nel corso del mese di agosto 1994 presso il Lago di Viverone non sono stati effettuati servizi di vigilanza durante le giornate festive e prefestive, si comunica che, nello stesso periodo, presso il Lago d'Orta sono stati, tra l'altro, effettuati appositi servizi di vigilanza nelle seguenti giornate festive: 7, 14 e 15 agosto 1994.
Concorre alla scelta delle "giornate di vigilanza", oltre alla dotazione organica di personale assegnato, anche il monte ore annuo di straordinari assegnati ai dipendenti del Servizio navigazione interna e porti, nonché l'articolazione della vigilanza nel contesto dell'attività complessiva.
Tale attività si esplica, ad oggi, prioritariamente sui Laghi d'Orta di Mergozzo e di Viverone e, secondariamente, sui restanti laghi e fiumi piemontesi, con cadenza saltuaria.
Infine, per quanto concerne la scelta delle giornate di vigilanza sul Lago di Viverone per l'estate 1995, si ritiene che l'organizzazione di tali servizi da parte della struttura regionale dovrà essere maggiormente coordinata con i servizi realizzati dalle Forze dell'Ordine e dai Vigili Urbani del Comune di Viverone. Il raccordo scaturirà a seguito di appositi incontri, da avviarsi con i soggetti interessati a cura del Settore trasporti e pianificazione infrastrutture. A questo proposito abbiamo ancora recentemente sollecitato un incontro con il Prefetto massimo responsabile in sede provinciale dell'Ordine e della Sicurezza Pubblica.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Presidente e colleghi, sono del tutto insoddisfatto della risposta fornita all'interpellanza con la quale si chiedevano i motivi per i quali nell'agosto 1994 era stata effettuata, sul Lago di Viverone, una vigilanza di soli cinque giorni. I giorni erano: mercoledì 3 agosto, dalle ore 13 alle ore 19,30; mercoledì 10 agosto, dalle ore 9 alle ore ore 16,30 martedì 16 agosto, dalle ore 9 alle ore 18; mercoledì 24 agosto, dalle ore 8 alle ore 19,45; giovedì 25 agosto, dalle ore 11,30 alle ore 17,45.
Sul Lago di Viverone sono morte delle persone di domenica, e sul Lago di Viverone per tutto il mese di agosto la Regione Piemonte non ha effettuato un solo week-end di vigilanza. E' chiaro che se vi è vigilanza i comportamenti delle persone sono diversi da quelli in assenza della stessa. Stupisce che la Regione Piemonte non sappia che la vigilanza nel mese di agosto debba essere svolta soprattutto nei week-end.
Serafico, serafico, l'Assessore ci viene a raccontare, con una lettura burocratica di un promemoria evidentemente proposto dagli uffici, che oggi il servizio di vigilanza è composto solo da due persone abilitate. Male caro Assessore! Questo non scusa il responsabile politico ed amministrativo di questo servizio. Si predispongano le condizioni affinché ci siano più persone abilitate alla vigilanza.
Non una parola dell'Assessore sul fatto che la vigilanza non sia stata effettuata quando era necessaria. L'Assessore ha dato per scontato che così va il mondo: la vigilanza sul Lago di Viverone si fa il mercoledì, il martedì e il giovedì, e tutto va bene.
E' scandaloso che un Assessore, a fronte dei rischi che ci sono su questi laghi il sabato e la domenica, ammetta semplicemente, senza un minimo di autocritica, che va bene che la vigilanza si faccia il martedì e il mercoledì.
L'Assessore dice che, oltre al problema della dotazione di organico esiste anche quello del monte ore straordinari. Stupisce e addolora che l'Assessore, in presenza del disastro avvenuto sul Lago di Viverone, si trinceri dietro il problema del monte ore straordinari! Dipende da lui, in quanto Assessore, richiedere che ci siano deroghe specifiche al monte ore dei dipendenti, perché la vigilanza sui Laghi d'Orta e di Viverone deve essere fatta in ore straordinarie, oppure deve essere fatta - e dipende sempre da lui - secondo una modificazione dell'orario dei dipendenti: se il numero delle ore straordinarie è invalicabile, si modifichino gli orari di servizio affinché tale servizio venga prestato non in ore straordinarie, ma in orario di lavoro.
Tutto questo l'Assessore non l'ha detto. Avevo già denunciato l'insensibilità dell'Assessore su questa vicenda subito dopo la tragedia verificatasi sul lago, a fronte di una relazione del tutto insensibile all'assunzione di precise responsabilità. Sono molto preoccupato che l'Assessore abbia risposto in questo modo all'interpellanza, perché a mio avviso ci sono responsabilità, già nel passato, di organizzazione superficiale di questo settore. Mi preoccupo ancora di più per il 1995. Il mancato esame critico di come si sono svolte le cose in passato mi fa pensare che non ci sia alcuna volontà di portare il servizio di vigilanza della Regione Piemonte nei week-end festivi del luglio e dell'agosto di quest'anno sui Laghi d'Orta e di Viverone in modo adeguato a garantire che ogni sabato e domenica, durante la parte diurna della giornata, i servizi di vigilanza della Regione Piemonte siano assicurati su entrambi i laghi.
Questo è un modo di agire che presuppone indifferenza ad un compito importante per i cittadini piemontesi che svolgono attività nautiche su questi due laghi e che l'Assessore consegna allo stesso modo incongruo di organizzazione del servizio vissuto fino adesso. Evidentemente, a certi Assessori, le tragedie non bastano per impegnarsi a migliorare i servizi che da loro dipendono.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore regionale

Chiedo la possibilità di fare una brevissima replica per ribadire quanto avevo già osservato in altre occasioni.
La vigilanza non è compito esclusivo della Regione Piemonte. Vi sono dei soggetti preposti a vari tipi di vigilanza, quindi a mio avviso bisogna che ciascuno si specializzi in ciò che gli è più congeniale, in ciò che gli compete.
Il modello operativo che noi vediamo è quello applicato sul Lago Maggiore e sul Lago d'Orta, dove sono presenti delle lance delle Forze dell'Ordine (non so se Carabinieri o Polizia). Noi auspichiamo che ci avvenga anche sul Lago di Viverone, in quanto i nostri tecnici - perché di tecnici si tratta devono svolgere "ad adiuvandum" l'opera di vigilanza nei momenti cruciali.
In questo senso sono d'accordo e penso che si possa rafforzare l'azione dell'Assessorato; soprattutto occorre attivare la vigilanza su quegli aspetti organizzativi e relativi alla sicurezza che attengono appunto alla struttura dei porti, alla segnaletica relativa alla navigazione, a tutti quei dispositivi e quegli accorgimenti tecnici e anche regolamentari che danno tranquillità e sicurezza a coloro che si avvalgono di queste acque per passare momenti di divertimento, di svago e anche di sport.



(Interruzione del Consigliere Chiezzi)



CAVALLERA Ugo, Assessore regionale

Al sabato e alla domenica tutte le forze in campo devono svolgere la loro attività in modo coordinato: Vigili Urbani, Forze dell'Ordine e Regione; su questo ci siamo sempre impegnati e ci impegneremo ancora di più.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 6) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Ha chiesto congedo il Consigliere Fiumara.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

c) Apposizione visto Commissario del Governo


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge vistati dal Commissario del Governo sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

d) Sostituzione provvisoria del Presidente del Gruppo Laburista


PRESIDENTE

Comunico che, a partire dal 7 febbraio 1995, il Consigliere Cantore ha assunto provvisoriamente la carica di Presidente del Gruppo Laburista in sostituzione del Consigliere Marcello Garino.


Argomento: Rapporti Regione - Parlamento

Richiesta verifica in merito all'esame della legge elettorale da parte della Camera dei Deputati


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Nerviani; ne ha facoltà.



NERVIANI Enrico

Mi spiace che in questo momento i colleghi non siano in aula in grande numero; cionondimeno mi sento, forse per la prima volta in questo lungo tempo che ho trascorso in Consiglio regionale, di chiedere la parola per un fatto che non riguarda direttamente l'o.d.g. proposto al Consiglio per il giorno della convocazione.
So anche che il mio intervento sarà inevitabilmente, assolutamente inincidente: ritengo tuttavia in coscienza di doverlo fare, e dico subito che mi riferisco alla legge elettorale che in questo momento si sta discutendo e che sta per essere approvata alla Camera dei Deputati.
Non importa che essa sia totalmente difforme rispetto a quella per cui questo Consiglio è stato chiamato a misurarsi su elaborate tesi di ingegneria costituzionale. Non importa.
Non importa che non sia quella per la quale si sono ripetuti incontri tra i Presidenti dei Consigli, i Presidenti delle Giunte regionali e i Ministri competenti. Non importa.
Non importa che non sia quella per cui si sono riempite migliaia di pagine scritte da costituzionalisti, politici, politologi. Non importa.
Non importa neppure che possa trovare anche il mio eventuale personalissimo e quindi irrilevante consenso.
Importa il dato politico, che non capisco. Vorrei che tutti quelli che hanno gridato, invocato il federalismo qui dentro fossero presenti e sentissero; vorrei che tutti quelli che hanno invocato un tempo nuovo, una stagione nuova di un regionalismo maturo fossero presenti.
Importa il dato politico - ripeto - che io non capisco. Il rilievo dato negli anni scorsi al regionalismo, al federalismo e la passione per una nuova dignità regionale si stanno sbriciolando frantumati dalle necessità delle parti, dal presunto obbligo di rispetto di scadenze che è vigente solo quando sono evidenti esigenze contingenti delle parti.
Nella legge che segnerà la vita delle Regioni presumibilmente per i prossimi dieci-vent'anni, le Regioni non ci sono; ci sono state a tempo debito la Sicilia, la Sardegna, altre Regioni a Statuto speciale; le Regioni a Statuto ordinario non ci sono. Per loro valgono la fretta, le intese volanti in una stanzetta di Montecitorio in cui si riunisce un gruppo ristretto della Commissione Affari Costituzionali.
Chiedo a tutti i colleghi presenti in aula questa mattina: è questa la via del federalismo? E' questa la via del regionalismo maturo? Invito i Presidenti del Consiglio e della Giunta ad assumere, se lo ritengono, gli atti conseguenti a queste affermazioni.



PRESIDENTE

Ringrazio il Consigliere Nerviani per l'intervento svolto, che comunque non era preannunciato n' era all'o.d.g. dei nostri lavori. Personalmente lo acquisirò e lo esaminerò con attenzione; credo che potremo parlarne ad una prossima Conferenza dei Capigruppo.
Dò subito la parola al Consigliere Gallarini con la preghiera, per quanto possibile, di non aprire in questo momento il dibattito su tale questione.
Prego, Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pier Luigi

L'argomento è stimolante e io non so se si debba o meno aprire il dibattito; tuttavia, avendo il Vicepresidente Nerviani detto alcune cose anche noi come Gruppo abbiamo qualche considerazione da fare sull'argomento e su quanto ha detto il collega Nerviani.



PRESIDENTE

Consigliere Gallarini, non voglio interromperla, ma proprio perché oggi è una giornata con un o.d.g. molto denso, se potessimo non aprire la discussione sarebbe meglio. Mi impegno personalmente a portare la questione alla Conferenza dei Capigruppo, magari convocandola già per domani mattina in modo da calendarizzare - se necessario - dei momenti di riflessione anche in aula. Se lei adesso interviene, non potrò non dare successivamente la parola ad altri; poiché ciò non era previsto, mi impegnerei in questa direzione. Peraltro, poiché molti Capigruppo non erano presenti, chiedo di avere il testo dell'intervento del Vicepresidente Nerviani, in modo da farlo avere ai Capigruppo ed approfondire così la questione.



GALLARINI Pier Luigi

Sì, Presidente, però si tratta di una questione squisitamente politica.
Ognuno di noi qui dentro non rappresenta solo se stesso: ci sono delle maggioranze, delle minoranze, delle espressioni politiche; il collega Nerviani ha parlato sì come Vicepresidente, ma ovviamente anche come espressione di una forza politica.



PRESIDENTE

Come Consigliere, certo.



GALLARINI Pier Luigi

Certo, come Consigliere. Ritengo quindi che, anche dal nostro punto di vista, almeno due considerazioni sinteticissime debbano essere fatte; poi veda lei, Presidente, come condurre i lavori.
Innanzitutto, molte delle cose dette dal Consigliere Nerviani sono vere: anche a noi risulta che ieri sera tale proposta sia stata approvata ma non da tutti. Ad esempio, il Polo, e quindi l'aggregazione all'interno della quale ci collochiamo come forza politica, non ha approvato quella proposta, mentre invece il Partito Popolare sì.
Queste cose bisogna pur dirle! Non è sufficiente alzarsi e fare delle affermazioni; bisogna pur dire, dal punto di vista politico, quali sono le forze politiche che hanno approvato ieri sera in Commissione Affari Istituzionali quanto ha detto il collega Nerviani e quali sono invece quelle che non hanno approvato. Il Polo e Forza Italia, ad esempio, non hanno votato quella proposta; ci sono stati 27 voti su 51, ma sono espressione di PPI, PDS, Patto Segni, e così via.
Infine, le cose dette dal Consigliere Nerviani in parte sono vere; noi siamo fra quelli che all'interno di questo Consiglio, in questi anni hanno sostenuto la necessità di un federalismo fiscale e di una forte autonomia da parte delle Regioni ed ora, in tutto questo bailamme, non ci tiriamo indietro.
Se è vero quanto ha detto il collega Nerviani, è altrettanto vero che all'interno di questo disegno di legge, le forze in cui noi ci collochiamo a Roma non hanno votato, mentre quella in cui si colloca il Consigliere Nerviani ha votato. Questa distinzione e questa affermazione deve essere fatta, in quanto ognuno di noi non è un cane sciolto, ma ovviamente appartiene a forze politiche e a schieramenti.
Come dicevo prima, una forte connotazione di regionalismo esiste perché nel maggioritario (20%) il fatto che il capolista venga indicato come futuro Presidente della Regione ci sembra un'autorevole novità che rafforza il senso del regionalismo.
Volevo dire soltanto queste cose.



PRESIDENTE

La ringrazio, Consigliere Gallarini; come ho già detto, porterò la questione nella Conferenza dei Capigruppo.


Argomento: Bilanci preventivi

Esame progetto di legge n. 586: "Bilancio di previsione per l'anno finanziario 1995"


PRESIDENTE

Il punto 7) all'o.d.g. prevede l'esame del progetto di legge n. 586.
La parola al relatore, Consigliere Buzio.



BUZIO Alberto, relatore

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, l'approvazione del bilancio della Regione per l'anno 1995, per il momento in cui viene presentato rischia di risentire, in modo anche più enfatizzato degli anni precedenti del clima politico di fine legislatura.
Tuttavia, credo che si debba fare uno sforzo per cercare di analizzare questo disegno di legge al di fuori di un tradizionale schema di contrapposizione maggioranza/opposizione; ma cercando anche di porci la domanda: questo documento è utile allo sviluppo delle comunità che noi rappresentiamo o no? E' uno strumento indispensabile per l'azione amministrativa della Regione Piemonte e per l'azione programmatica più generale della Regione? Credo di sì.
La risposta si può concretamente dare e può basarsi su due considerazioni: la valutazione che del documento di bilancio hanno dato enti e rappresentanti delle categorie consultate e la valutazione che delle linee di intervento rappresentate dal testo diamo noi Consiglieri.
Al di là delle valutazioni emerse nelle consultazioni (anche rapide diciamolo pure - che sono avvenute in quest'ultima fase), emerge certamente un dato con una certa costanza: l'aumento delle risorse regionali destinate agli investimenti viene giudicato positivamente da tutti.
Se si tengono presenti i dati prevalentemente negativi del ciclo economico nella nostra Regione (dati forniti dai valori relativi all'occupazione, agli investimenti, ecc.) gli investimenti proposti dalla Giunta rappresentano certamente in ogni caso un momento nel quale la Regione manifesta una precisa volontà di contribuire alla ripresa privilegiando, nella distribuzione delle risorse finanziarie, alcuni settori.
Non va sottaciuto, tuttavia, che nella consultazione l'assenza delle rappresentanze delle autonomie locali si è fatta sentire. Questo punto merita almeno una riflessione: siamo in presenza di una riforma, sia pure parziale, della finanza locale che accentua ancora maggiormente la divergenza negli interessi tra le comunità locali e la Regione. Per la Regione siamo ancora in mancanza di una seria modifica alla finanza regionale. Le Regioni sono ancora agenti di spesa, terminali di spesa dello Stato, la maggior parte delle finanze sono a destinazione vincolata. Il sistema quindi dei trasferimenti Regioni-Comuni, Regioni-Autonomie locali tende a cristallizzarsi su voci predeterminate particolari e tradizionali senza possibilità discrezionali da parte della Regione di muoversi con molta libertà.
Questo è un tema che si lega anche al discorso istituzionale anticipato prima, ma che dimostra la necessità di mettere mano con molta forza al discorso della finanza regionale.
Per quanto riguarda le valutazioni che sul bilancio noi Consiglieri dobbiamo dare, propongo alcune considerazioni seppur sintetiche.
Perché approvare un bilancio, forse, a poche settimane dallo scioglimento di questo Consiglio? Almeno, alcuni ci danno già la scadenza immediata.
Credo che alcune osservazioni che potrebbero essere fatte direbbero: "Sarebbe stato sufficiente presentare un bilancio tecnico, sul tipo degli anni passati, quello che eravamo abituati a definire a base zero accantonando le risorse 'libere' sui tradizionali fondi che vengono utilizzati allo scopo".
Credo invece che la Giunta abbia fatto bene a presentare non un documento tecnico, ma un documento che, seppure risente di una certa accelerazione degli ultimi momenti e quindi della rapidità con cui è stato fatto, è compiuto dal punto di vista politico.
La prima novità è proprio questa: difficilmente la comunità che qui noi tutti rappresentiamo avrebbe accettato un ulteriore rinvio di decisioni che questa Giunta e questo Consiglio devono assumere rapidamente. Un bilancio pienamente operativo consente alla Giunta di affrontare meglio le diverse emergenze che ci sono e quindi le possibilità di spesa.
In secondo luogo bisogna sottolineare una novità importante sicuramente impostata dalla precedente Amministrazione, ma realizzata da questa: 45 miliardi, che per tradizione venivano impegnati nel finanziamento di varie voci di parte corrente, vengono utilizzati per il finanziamento di investimenti.
Questa è un'operazione che credo non abbia precedenti recenti e che è stata possibile solo in presenza di scelte di intervento ben delineate.
Terza novità che vorrei sottolineare è che le scelte di finanziamento prioritarie nell'impiego delle risorse regionali si sono indirizzate verso quel moltiplicatore di intervento della Regione che è il sistema di cofinanziamento delle direttive della Comunità Europea; i 47 miliardi di lire di cofinanziamento dell'industria assicurano alla Regione risorse molto superiori, vicine ai 250 miliardi di lire.
Queste tre scelte sono, evidentemente, tra loro legate e rispondono certo all'esigenza della rapidità dei tempi d'azione nel campo dell'economia in due modi: utilizzando tutte le risorse rintracciabili per un rilancio del sistema produttivo, proponendo ai vari operatori economici e sociali una Regione che sceglie con certezza ed immediatezza i campi di intervento utili a tutti e che ripropone, nei fatti, il metodo della programmazione, legato anche al bilancio triennale che viene proposto.
Per quanto riguarda la spesa corrente, sono stati effettuati dei tagli relativamente alla possibilità di recuperare nelle risorse per l'investimento; questi tagli non sono stati operati nel settore socio assistenziale, che semmai è stato incrementato lievemente (13-15 miliardi per gli asili nido e 58-60 miliardi per il socio-assistenziale).
Anche per la parte della sanità, che è la parte più cospicua di fondi a destinazione vincolata (che risentono evidentemente dei contributi di lavoratori), direi che l'aver privilegiato il sistema degli investimenti è stata una decisione politica che non può non essere apprezzata.
Per qualificare meglio le osservazioni sopra proposte, vediamo sinteticamente alcune cifre.
Il bilancio pareggia intorno ai 19.500 miliardi di lire, cui vanno detratti gli importi delle cosiddette partite di giro: si scende quindi ad una cifra effettiva di poco più di 10.900 miliardi di lire. Queste risorse sono formate da circa 1.000 miliardi di trasferimenti statali vincolati; da più di 6.300 miliardi per la sanità; da 438 miliardi del fondo dei disavanzi delle aziende di trasporto.
Le risorse disponibili per la Regione non superano i 950 miliardi: con questi si deve provvedere al funzionamento ed al finanziamento delle varie leggi di settore. Di conseguenza, anche quest'anno la maggior parte delle risorse destinate ad investimenti viene coperta attraverso mutui (270 miliardi di lire).
Il risultato, sia pure provvisorio, della chiusura del precedente esercizio propone una situazione di squilibrio di circa 150 miliardi di lire formata soprattutto dalla mancata stipulazione di mutui autorizzati nel precedente bilancio, situazione che viene equilibrata slittando a quest'anno la contrazione dei mutui necessari (142 miliardi di lire più 8 miliardi di risorse regionali fresche).
Come si può vedere, dal punto di vista delle risorse, la situazione finanziaria non è molto dissimile da quella degli esercizi precedenti.
Il bilancio, così come presentato dalla Giunta, è stato anche quest'anno accompagnato da una nota di variazione prevalentemente tecnica di aggiustamento tecnico; tale documento ha una sua "corposità" propositiva in due settori dove la spesa è abbastanza cospicua: l'agricoltura, per la quale propone la suddivisione delle risorse, compresi i cofinanziamenti dei nuovi Regolamenti della CEE; il lavoro, dove completa il quadro delle risorse, soprattutto di conto capitale, proposto con il bilancio.
A differenza degli anni precedenti, quest'anno vale la pena di svolgere una breve considerazione anche sul bilancio pluriennale. Questo documento accantona sui fondi globali per gli anni 1996 e 1997 le risorse che risulteranno disponibili in quegli esercizi, azzerando i capitoli delle risorse della Regione che non comportino spese obbligatorie. Si potrà così continuare nel giusto metodo della programmazione delle risorse, per quanto possibile all'interno delle risorse in cui la Regione può discrezionalmente operare.
Per quanto riguarda le singole poste dei vari capitoli, chiedo all'Assessore (con il quale mi sono già confrontato) di verificare la possibilità di assicurare il fondo per la montagna di recente istituzione votato all'unanimità - e in questo senso presenterò anche un emendamento sostanzialmente già concordato - per permettere un flusso costante di risorse, che tutti insieme abbiamo voluto, di 4,5 miliardi, flusso costante che permette alle Comunità di intervenire con i loro piani di investimento senza i quali la loro possibilità di operare sarebbe resa vana.
Per ora mi limito a questo primo intervento; successivamente ve ne saranno altri.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MONTICELLI


Argomento: Interventi per calamita' naturali

Comunicazione del Presidente della Giunta regionale in merito al decreto legge n. 691 sull'alluvione


PRESIDENTE

Il Presidente Brizio ha chiesto la parola per dare al Consiglio un'informazione, credo utile; ne ha facoltà.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Anche a nome della Presidente Spagnuolo, desidero comunicarvi che la Camera dei Deputati ha approvato il decreto n. 691 sull'alluvione, che diventa pertanto operante nel testo distribuito ai Capigruppo nell'ultima seduta.



PRESIDENTE

Ringrazio il Presidente Brizio per questa informazione, che credo sia utile a tutto il Consiglio e che certamente è positiva.


Argomento: Bilanci preventivi

Esame progetto di legge n. 586: "Bilancio di previsione per l'anno finanziario 1995" (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo dunque il dibattito sul progetto di legge n. 586.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Per quanto riguarda il metodo con il quale è stato presentato, non esito a definire questo bilancio come il peggiore che mi sia capitato di vedere dal 1987 ad oggi: mai era successo che un bilancio venisse presentato in modo tanto incompleto quanto farraginoso ed incomprensibile.
In II Commissione, penso all'unanimità, i colleghi sono stati costretti a dichiarare l'impossibilità di esprimere un parere su questo bilancio: non ricordo che questo sia mai successo. Evidentemente, la Giunta regionale presa da frenesia elettorale, ha pensato di mettere i Consiglieri regionali di fronte ad uno stato di fatto che non consentisse una discussione seria su questo documento.
In questo modo si conclude una parabola discendente che il bilancio ha compiuto nella nostra legislatura, in quanto mai è stato dato modo a questo Consiglio di discuterne seriamente nell'arco di cinque anni: si è rimpallata la responsabilità di un vero bilancio da discutere da una gestione finanziaria all'altra, per giungere al punto più basso, quello di questa vicenda in cui le Commissioni, tranne in alcuni casi, non sono state completamente utilizzate per discutere il bilancio stesso.
Non parliamo poi della leggibilità del bilancio! Con una prassi ripetuta anche questa volta, si è rivelato un documento illeggibile, privo di una lettura in termini politici: i soliti documenti affastellati uno sull'altro, la solita ridondanza di documenti, per cui mentre si discuteva il bilancio stampato arrivava già la prima nota di variazione, e così via.
Quindi la procedura, dal punto di vista democratico, è stata del tutto insufficiente, e il Gruppo Rifondazione Comunista protesta per questo motivo.
Siamo sotto elezioni, siamo probabilmente in chiusura di legislatura ma da questa Giunta ci saremmo aspettati qualche passo in avanti, almeno Assessore Ferraris, dal punto di vista della leggibilità politica delle scelte di bilancio, cosa che è stata richiesta da più Consiglieri durante questi anni, ovvero di riuscire ad accompagnare i voluminosi ed illeggibili documenti di bilancio con delle vere sintesi ragionate di inquadramento generale da parte dell'Assessore, il che non è stato.
La seconda osservazione è sulla conclamata qualità di aver scelto una maggior quota di investimenti. Dobbiamo leggere questa maggior quota di investimenti con la lente della natura delle scelte finanziarie fatte per gli investimenti. Se andiamo a vedere, gran parte degli investimenti sono rimandati all'accensione di mutui, per cui sono rimandati alla prossima Amministrazione e alla sua volontà o meno di accendere mutui per gli investimenti.
Quindi, più che cose decise, avete messo in bilancio, in modo propagandistico, cose che altri, se vorranno, decideranno, e questo inficia la serietà di voler investire.
Altra osservazione critica è quella relativa al Fondo Investimenti Piemonte, tanto sbandierato dall'Assessore e dalla Giunta all'epoca della sua istituzione. Era stato sbandierato come quel fondo che avrebbe finalmente consentito alla Regione Piemonte di avere dei fondi di rotazione, nel quale far affluire delle risorse, che avrebbero messo in moto delle attività economiche e, di conseguenza, un incremento dell'occupazione.
Se analizzate cosa prevede il Fondo Investimenti Piemonte nella concreta realtà proposta dalla Giunta regionale, vedrete con molta chiarezza che nulla di tutto questo è previsto; viceversa, si prevedono i soliti investimenti di vecchio tipo a sostegno di opere pubbliche acquedottti, fognature ed altro, investimenti più o meno comprensibili in termini di scelte prioritarie che, a prima vista, sono inserite casualmente da parte di questa Giunta. Stravolgere in questo modo uno strumento che era nato come una grande innovazione da parte della Regione Piemonte lascia stupefatti, nel senso che si viene a mancare proprio nel punto più importante che poteva essere diversamente proposto.
Per non parlare poi della disattivazione che si propone della stessa legge di programmazione che la Giunta regionale tanto pomposamente aveva proposto nell'autunno scorso. Come ricorderete, era una legge che prevedeva di indicare, nell'ambito del Piano regionale di sviluppo, investimenti programmati, investimenti che dovevano essere attivati da progetti esecutivi, secondo delle procedure ben chiare di approvazione da parte della Giunta.
Invece, presa dalla propaganda che bisogna fare in prossimità delle elezioni, questa Giunta cosa fa? Di punto in bianco, similmente alle Giunte che l'hanno preceduta, disattiva punti importanti della procedura di programmazione; ad esempio, consegna alla Giunta la possibilità di proporre investimenti non sulla base di progetti esecutivi, che sono gli unici progetti seri sui quali è possibile impostare un'attività di programmazione ed una decisione di investimento, ma disattiva tutti gli articoli della legge, da essa stessa proposta l'autunno scorso, in cui si prevedeva la necessità di essere seri e quindi di programmare gli investimenti sulla base di progetti esecutivi. Transitoriamente, solo per questa Giunta pensate che novità, che innovazione nella serietà di governo - si dice che "potranno essere inseriti nell'ambito della programmazione e finanziati semplicemente i progetti di massima".
Quando dicevo che non avevo mai visto un bilancio proposto in termini così miseri dal punto di vista della serietà programmatoria di una Regione Piemonte, portavo degli argomenti incontrovertibili! Se fossimo in una situazione normale, di fronte ad un metodo di questo genere e ad un merito come quello della disattivazione dei progetti esecutivi come condizione per programmare, si richiederebbe una posizione durissima da parte dell'opposizione, cioè non si dovrebbe consentire alla Regione Piemonte, con tutti i mezzi a disposizione per fermare la Giunta di governare in questo modo. In condizioni normali, non esiterei a dire che si tratta di un metodo arrogante di governare, ma sappiamo che in condizioni normali non lo siamo; non lo siamo per la compagine di Giunta difficilmente riconoscibile dal punto di vista politico, in quanto al suo interno c'è un po' di tutto: Assessori che fanno convegni con Forza Italia Assessori che non si sa bene da che parte stiano. E' quindi una situazione che, forse, non merita neppure da parte dell'opposizione una battaglia frontale.
Ma c'è poi l'altra situazione, quella del Piemonte. Forse la Giunta regionale avanza con tanta superficialità e arroganza insieme, perch probabilmente, conoscendo le forze che ci sono in questo Consiglio, avrà fatto il conto, meschino dal punto di vista degli interessi della Giunta che difficilmente le forze di opposizione avrebbero contrastato più di tanto il bilancio, in quanto il Piemonte di un bilancio ha bisogno. Se avete fatto questi calcoli, almeno per quanto riguarda il Gruppo di Rifondazione Comunista, li avete fatti giusti, perché a noi non pare che il Piemonte debba pagare così duramente, con una gestione fuori bilancio una forma di approvazione, di gestione e di preparazione del bilancio tanto carente da parte della Giunta regionale.
Quindi non ci opporremo, come avremmo fatto se non ci fossimo trovati di fronte alla necessità che il Piemonte disponesse in ogni caso di un bilancio, nel qual caso avremmo sicuramente fatto un'opposizione durissima comprendendo nella nostra opposizione tutti gli strumenti regolamentari a disposizione. Non lo facciamo negli interessi del Piemonte; però, a fronte di questa situazione e della decisione da parte delle opposizioni - non so se di tutte, ma senz'altro della mia di guardare veramente più agli interessi del Piemonte che non agli interessi specifici di un Gruppo avremmo gradito da parte della Giunta regionale un atteggiamento, almeno sul merito, più dialogante con l'opposizione, atteggiamento che viceversa non abbiamo visto.
Ad esempio, in II Commissione, gli Assessori non si sono nemmeno presentati, non hanno discusso il bilancio. Penso che ci sarebbe dovuta essere almeno questa correttezza formale e sostanziale nei confronti delle forze che avevano già deciso di non effettuare un'opposizione durissima.
Ci rammarichiamo anche per l'altra legge proposta, relativa all'alienazione degli immobili. Non si è mai verificato che si giungesse in aula con un provvedimento di alienazione di decine di immobili nella maniera seguita da questa Giunta regionale, andando con la massima rapidità in Commissione, una Commissione distratta, in cui non sono rappresentate neppure tutte le opposizioni. Si è arrivati in aula con un provvedimento che - ricordate bene cari colleghi che adesso fate parte della Giunta ridotto alla decima parte, un Assessore ora seduto sui banchi dell'opposizione aveva provato a sottoporre all'attenzione dell'aula. In quell'occasione vi era stata una sollevazione giusta, perché non si aliena un patrimonio della Regione Piemonte senza aver svolto un dibattito serio.
Il dibattito non è serio quando si passa una deliberazione in modo burocratico soltanto perché nella Commissione non sono rappresentate tutte le forze dell'opposizione e non c'è nessuno interessato a dibattere. E' responsabilità della Giunta capire cos'è importante discutere.
Viceversa la Giunta, ben felice, presenta la deliberazione in una Commissione nella quale, per vari motivi, non si accende alcun tipo di curiosità, non dico di dibattito, e successivamente la sottopone all'aula.
Il Consigliere Gallarini, per una semplice alienazione, ha dovuto fare i conti con il Consiglio e spiegare in Commissione, in modo ripetuto, le condizioni e i criteri con cui si dovevano o si potevano alienare gli immobili. Invece voi proponete - ecco la grande innovazione di fronte alla quale si rimane stupefatti e bisogna non parlare l'alienazione di decine di immobili con una deliberazione non discussa e con criteri largamente discutibili. Nello stesso tempo, proponete acquisti che in quest'aula sono del tutto ignoti - ad esempio l'acquisto del grattacielo della Lancia per 30 miliardi - e di cui non si è assolutamente discusso.
Se fossimo stati in altre condizioni, con gli strumenti che l'opposizione ha a disposizione - che non vogliamo ora mettere in moto - un atteggiamento di questo genere in aula non sarebbe passato: avremmo senz'altro richiesto che una tale legge di alienazione degli immobili non vedesse la luce in quest'aula, così com'è stato.
Siamo in una situazione in cui non vogliamo tirare la corda, perch guardiamo agli interessi del Piemonte, ma chiediamo che la Giunta regionale ritiri, con una scelta autonoma, la proposta di legge di alienazione, e la rimandi in una Commissione nella quale siano presenti tutti i Gruppi, in modo che su questa politica possa esservi un contraddittorio. Sarebbe un gesto di correttezza della Giunta nei confronti del Consiglio e delle forze di opposizione, che ricambierebbero la correttezza evitando di mettere in cantiere quelle operazioni di opposizione di carattere straordinario di cui dispongono, ma che tuttavia per tutela dell'interesse generale non attiverebbero.
Chiedo che la Giunta regionale faccia un analogo ragionamento di tutela dell'interesse generale e ritenga di non assumere, su un provvedimento di alienazione di questo genere, una decisione unicamente in qualità di parte del Consiglio, una maggioranza che, in questo momento non so nemmeno se ci sia.
Quindi, vista la vicinanza della scadenza elettorale, vista una maggioranza che, messa duramente a confronto con le proprie forze, non so quanto possa reggere e soprattutto vista la gravità del problema, cioè il fatto che con questa procedura si aliena il patrimonio regionale, auspico che la Giunta regionale dia la possibilità a tutti i Consiglieri di tornare in Commissione e non impedisca che la legge torni in aula, venga discussa e, se votata a maggioranza, approvata con una procedura nettamente diversa.
Spero che il mio auspicio venga fatto proprio dalla Giunta regionale.
Nel merito dei provvedimenti ci sono molte altre cose da dire, ma a questo proposito interverranno i compagni Bosio e Calligaro.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Goglio.



GOGLIO Giuseppe

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, in occasione dell'esercizio provvisorio del 1994, quando il nostro Gruppo chiese programmi e proposte per il Piemonte, ci fu detto dalla Giunta che si sarebbe andati all'esercizio provvisorio per alcuni giorni, ma che già all'inizio di gennaio ci sarebbero state scelte autorevoli e proposte maiuscole.
Ora siamo nella seconda metà di febbraio e ci troviamo in queste condizioni: vicinissimi alla scadenza della legislatura, ci viene proposto un FIP squisitamente elettorale, con proposte e scelte impostate su progetti di massima da predisporre in 30 giorni.
Il nostro Gruppo è nettamente contrario. Avremmo voluto scelte coraggiose, meno dispersive, di più ampio respiro, degne dello sviluppo del Piemonte.
Fra poco più di 30 giorni il potere straordinario della legislatura verrà meno ed il rapporto sul FIP e sul resto sarà tra una Giunta regionale in carica per l'ordinaria amministrazione ed enti locali in carica esattamente con gli stessi limiti e con lo stesso respiro di vigilia elettorale, più o meno parziale. Peggio di così, i tempi non potevano essere scelti.
Nelle consultazioni sono emersi due gravissimi problemi. Innanzitutto nell'ultimo anno l'edilizia nella nostra Regione ha perso il 10% degli occupati. Una risposta forte, normativa e di stanziamenti avrebbe potuto e dovuto essere data. Invece nulla è stato fatto.
In secondo luogo, la Finpiemonte ha manifestato l'assoluta necessità di grosse dotazioni finanziarie per fronteggiare in modo adeguato la capacità di risposta alla forte domanda. Si risponde con 5 miliardi in due anni quindi in modo assolutamente insufficiente.
La formazione professionale sconta riduzioni a livello di fondi statali (e questo non dipende dalla Regione) e di fondi a livello regionale (e questo dipende dalle scelte del bilancio che stiamo esaminando). Come si potrà terminare l'anno scolastico in corso? Precarietà quindi, bassi profili di vigilia elettorale e, per converso, impostazioni presuntuose dall'inizio della legislatura, come il disegno di legge sul personale; è infatti tuttora pendente la spada di Damocle del Consiglio di Stato, che può demolire da un giorno all'altro tutto lo scheletro portante della struttura della Regione Piemonte. O già si sa qualcosa, vista la consulenza decisa ultimamente da Scaparone ed altri, peraltro già espressa ma ignota al Consiglio regionale? Per non parlare dell'ipotesi patrimoniale che prevede le svendite sottocosto degli immobili, peraltro gravati da servit di concessioni, da locazioni che ne abbattono ulteriormente il prezzo di mercato, l'acquisto a prezzi maggiorati dai privati, con intenzioni annunciate e sbandierate tali da far lievitare le richieste, senza risolvere l'annoso problema della concentrazione degli uffici.
Che fine ha fatto l'intesa con il Comune per il Pirellone piemontese e la tanto concordata "spina"? E la Mandria? Cosa si è acquistata a fare? Per gestire il crollo della sua socialità? Ci sono quindi ragioni politiche di fondo alla base della scelta del nostro Gruppo; critiche, sì, sull'impostazione generale, ma proposte alternative da valutare, discutere, considerare. L'opposizione è da noi intesa non già come ruolo ostruzionistico, ma come funzione propositiva, in competizione con la maggioranza. Non ci illudiamo sullo spazio di ascolto che ci sarà riservato, ma crediamo di esprimere proposte serie, meditate all'altezza dei tempi e delle necessità della nostra Regione.
Il collega Gallarini svilupperà successivamente considerazioni e proposte che sottoporrà all'attenzione del Consiglio e, in particolare, di quelle forze, singole ed associate, che negli ultimi tempi hanno manifestato aperture e volontà di dialogo con la parte moderata del Consiglio (tipo Forza Italia). Noi siamo convinti che un tale dialogo non debba essere una vuota affermazione di principi, ma possa e debba consistere in un confronto aperto sulle scelte e sui programmi per la nostra Regione.
Quale migliore immediata occasione se non quella del bilancio, della ristrutturazione del personale, del Piano di sviluppo, del disegno di legge sul socio-assistenziale e quello sulla caccia? Attendiamo con fiducia politica e con l'ambizione di concorrere, nella misura in cui saremo capaci, alla definizione di linee progettuali che investono e già da ora prefigurano e condizionano la prossima legislatura, la cui connotazione politica non è oggi ancora scontata.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bodrero.



BODRERO Antonio

Dichiarazione di voto: voto contrario, perché questo bilancio continua ad includere spese assolutamente incompatibili con la disastrosa situazione finanziaria statale e regionale, anche per l'assenza di un federalismo fiscale. Dette spese sono incompatibili, perché volte sovente a fini di scarsa o nessuna importanza, quando difettano i finanziamenti per le cose urgenti, indispensabili, primarie.
In senso generale, mi associo a quanto detto dal collega Goglio, quindi non ripeto cose che condivido. Tra queste, pongo in primo piano, come già altre volte, la lingua e la cultura della Nazione Piemontese e il suo diritto-dovere di essere compresa tra le minoranze linguistiche più nette al secondo posto, dopo il Sud Tirol e prima della Valle d'Aosta, perché la lingua piemontese e i suoi dialetti rappresentano l'unico francese arcaico come dimostrano la coincidenza tra grafia e fonetica, e la struttura grammaticale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pier Luigi

Già il collega Goglio ha introdotto, con un cappello politico, la posizione del nostro Gruppo per quanto riguarda la proposta di bilancio.
Personalmente, non voglio fare considerazioni del tipo "giudizi e pagelle" - il collega Chiezzi lo ha fatto prima di me - le quali, da parte mia, potrebbero non solo risultare antipatiche, ma anche insinuare dubbi che non vogliamo assolutamente adombrare.
Naturalmente, abbiamo pure noi delle riflessioni da portare all'attenzione del Consiglio, anche perché in sede di Commissione non c'è stato sufficiente spazio di discussione, vista l'accelerazione massima dei tempi che l'Assessore ha giustificato adducendo motivazioni a mio parere non sempre valide.
Il Consigliere Chiezzi sostiene che all'interno di qualche Commissione i Commissari non si sono espressi perché non hanno avuto il tempo di entrare nel merito delle questioni: fatto di certo non idilliaco, ma la I Commissione è sempre stata considerata la Commissione ad hoc; in passato si richiedeva la presenza di tutti gli Assessori...



CHIEZZI Giuseppe

Ed era giusto!



GALLARINI Pier Luigi

Certo che era giusto! Questa volta non abbiamo avuto "manco" le fotografie! Ci sembra proprio che non sia questo il metodo attraverso il quale contrabbandare scelte di natura politica e di sviluppo, alcune delle quali a noi paiono invece assolutamente di basso respiro e non all'altezza delle annunciazioni dell'Assessore in occasione della presentazione del bilancio provvisorio a fine 1994.
Eravamo fiduciosi; ci saremmo aspettati scelte diverse, che i numeri di maggioranza all'interno di questo Consiglio avrebbero consentito. In passato, come tutti ricordano, alcune scelte non si sono arenate perché di basso profilo, ma perché è mancato loro il propellente dei numeri.
A maggior ragione, avendo oggi a disposizione il propellente dei numeri qualcuno ha fatto delle insinuazioni in merito: effettivamente, vi sono confini difficilmente identificabili e qualificabili dal punto di vista politico - si è nella condizione di poter alimentare e sostenere scelte importanti. Ma la verità sta nel fatto che queste scelte non ci sono! Iniziamo dalla procedura. Consegna del bilancio; pochi giorni di tempo per poterlo esaminare; consultazioni in Commissione, delle quali, peraltro non si è recepito "manco" una virgola; tra l'altro, le consultazioni prevedevano un testo in cui alle cooperative veniva destinato un finanziamento pari a zero, e nessuno se n'è accorto! Dopodiché, il giorno successivo - ricordo che il collega Monticelli avrebbe voluto votare il giorno stesso, terminate le consultazioni, mentre noi abbiamo timidamente richiesto che ci fosse almeno una notte per poter soppesare quanto emerso in Commissione - ci siamo presentati in Commissione per votare. A trenta secondi dalla dirittura d'arrivo, l'Assessore ha apportato una nota di variazione con la quale si stornavano 10 miliardi dal patrimonio, che venivano inseriti nel capitolo relativo alle cooperative. In allora credemmo si trattasse di denaro aggiuntivo (così disse l'Assessore in Commissione), ma in un secondo tempo abbiamo chiarito che si trattava della compensazione di un intervenuto errore materiale - peraltro comprensibilissimo - da parte dei funzionari, che in occasioni del genere sono messi alla frusta e fanno non solo il possibile ma, a volte, anche l'impossibile, e lo sappiamo.
Disegno di legge sugli immobili. Non voglio ripetere quanto già detto dal collega Chiezzi, ma mi sembra anomalo il fatto che in bilancio vi siano entrate ed uscite per un saldo in negativo di 62 miliardi - che adesso diventano 52 per quello storno di 10 miliardi sulle cooperative a fronte di un disegno di legge che prevede l'alienazione di gran parte del patrimonio regionale.
Quando, come Giunta, si chiede l'autorizzazione ad andare a trattativa privata, di poter trattare nell'ambito del 25% in meno dei prezzi che saranno valutati e forniti dall'ufficio tecnico - senza specificare neppure la valutazione al metro quadro significa svendere il patrimonio regionale anche per altre ragioni che vedremo.
Si chiudono gli occhi e si autorizza ad alienare il patrimonio di vent'anni della Regione; noi diciamo a svendere, sotto costo, perché su alcuni immobili ci sono contratti di locazione che vanno avanti da anni, su altri ci sono concessioni e convenzioni che abbattono enormemente il costo unitario e complessivo attuale di quegli immobili. Dopodiché, fatta questa operazione, si vogliono acquistare da privati - ovviamente quando queste cose vengono sbandierate i prezzi dei privati non scendono, ma probabilmente aumentano immobili per razionalizzare gli uffici. Una proposta del genere l'avremmo accettata all'inizio di una legislatura, non alla fine, anche perché hanno bisogno di alcuni anni per attuarsi: non sono sufficienti quindici giorni o tre settimane.
Inoltre, l'accorpamento degli uffici non viene assolutamente realizzato. Il Consigliere Goglio, giustamente, nel suo intervento chiedeva che fine avesse fatto il progetto del Pirellone di cui si era parlato nella Giunta precedente. E' caduto? E' venuta meno l'ipotesi d'intesa con il Comune di Torino? Siamo qui per ascoltare, disponibili ovviamente a capire e a recepire quanto è avvenuto e sta avvenendo.
La Mandria: cosa la si è acquistata a fare? Durante tutti questi anni abbiamo assistito al crollo della parte di cui la Regione era proprietaria: si sono spesi 18 miliardi. Tale spesa era già preventivata in coda alla Giunta precedente, ma non per questo la condividiamo. Riteniamo che la Mandria nel suo complesso, ristrutturata, gestita, governata nel giusto modo, possa diventare la Versailles del Piemonte o dell'intero nord Italia: ha grosse potenzialità.
Si sono spesi 18 miliardi e non si stanzia una lira in bilancio per ristrutturare la Mandria, che sta crollando! Un'ipotesi potrebbe essere quella di ristrutturarla - con una previsione di spesa di una cinquantina di miliardi, quindi all'interno di quel saldo negativo si potrebbe realizzare un intervento di ampio respiro e collocarvi, per esempio, gli uffici regionali, salvo il palazzo di rappresentanza che continuerebbe ad essere in Piazza Castello. Questa potrebbe essere una soluzione da discutere; non abbiamo nelle nostre tasche il Vangelo, però è una proposta che porterebbe veramente ad accorpare gli uffici, a disinquinare la città e a far sì che tutti coloro che accedono a tali uffici non si scontrino con il problema del parcheggio, e di conseguenza si dimezzerebbero i tempi di trasferimento.
Questa è una proposta che potrebbe essere discussa; noi, per quanto riguarda gli immobili, la presenteremo.
Analizzo ora il Fondo Investimenti Piemonte. Riporto, con molta benevolenza, la battuta di un Consigliere di maggioranza, che certo non si alzerà ad ammettere certe cose: "Queste schede del FIP sembrano essere il supporto da allegare al pieghevole per la lista e al santino per la preferenza".
La sensazione può essere questa. Apprezziamo comunque il fatto che 40 miliardi siano stati reperiti dalla spesa corrente per essere riportati sugli investimenti. Non ci sembra, però, uno sforzo di gran lunga maggiore di quello compiuto in questi anni da noi, come Giunta precedente, dal 1990 al 1994, quando dovevamo trovare 35 miliardi in spesa corrente per rientrare dal disavanzo. Quest'anno il disavanzo è stato appianato, quindi non esiste più la necessità di reperire i 35 miliardi; quei 35, che poi sono 40, vengono recuperati - e questo lo apprezziamo per trasferirli agli investimenti.
Ma che tipo di investimenti? Secondo noi non si possono spacciare gli interventi previsti in FIP come interventi in grado di sostenere lo sviluppo del Piemonte. I Comuni, in tempi normali, per la costruzione di acquedotti e fognature accedevano con tassi agevolati alla Cassa Depositi e Prestiti, senza passare attraverso schede e progetti di massima.
E' vero che siamo in periodo pre-elettorale, ma non si possono erogare contributi su progetti di massima, che sappiamo tutti quale grado di attendibilità abbiano. Si ha quasi la sensazione che queste schede valgano solo per chi ha già il progetto pronto, e chi invece verrà a conoscenza della legge quando sarà vistata dal Commissario di Governo non avrà più i trenta giorni per poter accedere e concorrere a questi finanziamenti.
Continuo nell'elenco delle voci di bilancio. Ad un certo punto si parla dell'agricoltura e del turismo in visioni separate. Perché non si è avuta invece, la forza politica e progettuale di prendere in considerazione l'agriturismo? La Lombardia, ad esempio, in questi ultimi tempi ha fatto un grosso intervento a sostengo di questo nuovo settore; anche in Piemonte tale settore potrebbe crescere e rappresentare un pilastro portante di una nuova economia.
Mi soffermo ora sulla voce relativa al socio-assistenziale, sempre all'interno del FIP: 15 miliardi. Noi riteniamo che 15 miliardi spesi nel socio-assistenziale siano un'iniziativa da condividere, e la condividiamo ma non spesi in quel modo. Siamo nel 1995: l'art. 20 della Finanziaria 1988 finora non ha erogato una sola lira! Abbiamo dei progetti di RSA il cui iter burocratico è durato parecchi anni, che stanno per giungere in porto solo ora. A questo punto, vi siete chiesti se ormai quei progetti non siano più attuali e se quindi non necessitino di grosse integrazioni? Quei progetti prevedono costi di 80 milioni a posto letto (questo calcolato nel 1988).
Quindi siamo dell'avviso - e presenteremo una proposta in merito che quei 15 miliardi vengano spesi in quella direzione, ma non per alimentare altri lavori che rimarranno in corso d'opera per anni (a meno che non intervenga il "Gabibbo") e non potranno neppure essere ultimati.
Si propone di acquistare altre sedi, di integrare altre piccole realtà con elargizioni dai 300 agli 800 milioni, ma quando finalmente potremo far decollare le RSA con la Finanziaria 1988, probabilmente si costruirà solo lo scheletro e non si potrà più andare avanti, perché nel frattempo i costi saranno aumentati e vi sarà l'elargizione di contributi - come diceva il Consigliere Goglio - a Consiglio regionale scaduto, a Giunta in carica per l'ordinaria amministrazione.
In questa situazione non si sa che grado di continuità ci potrà essere sarà molto basso, stando alle rivoluzioni avvenute in periodo elettorale.
Comunque è ben difficile individuare momenti di continuità all'interno di un percorso di fine legislatura di questo tipo.
Anche in questo caso avremmo accettato questa cifra, quanto meno per ultimare alcune delle strutture che si inizieranno con i fondi della Finanziaria 1988, e non per altre iniziative. Questo per quanto riguarda il Fondo Investimenti Piemonte.
Per quanto concerne la questione relativa al bilancio vero e proprio abbiamo già parlato della questione relativa al settore immobiliare. Visto che si vivono momenti in cui il Piemonte difficilmente può essere competitivo, laddove può offrire un prodotto che altri soggetti sono in grado di offrire magari a cifre e costi minori, riteniamo che, nelle scelte delle linee di sviluppo, debba caratterizzarsi attraverso l'individuazione di peculiarità piemontesi che siamo in grado di offrire in regime di monopolio e che non possono temere la competitività di altri soggetti.
Ecco perché proponiamo che la Mandria venga ristrutturata: perch rappresenta, secondo noi, delle potenzialità grossissime. Chiediamo che già in questo bilancio ci siano delle scelte forti in questa direzione chiediamo che, riguardo al Castello di Rivoli, che funziona sotto regime al 30-40%, o si assume la decisione di chiuderlo, visto che costa quasi un miliardo e mezzo all'anno, oppure si completa l'intervento dei 7 miliardi sulla "manica lunga", in modo che Rivoli abbia un respiro di unicità nel campo dell'arte contemporanea tale da costituire un punto d'attrazione che già in parte esiste, non solo per il nostro Paese, ma per tutta l'Europa.
Allora sì, 7 miliardi in quella direzione sarebbero spesi bene.
Il Museo delle Scienze, altra peculiarità. E' il primo museo del genere esistente in Italia: perché non valorizzarlo attraverso investimenti che invece non compaiono all'interno di questo bilancio? Mi rendo conto di essere abbastanza disorganico, ma è talmente vasto il campo su cui si pu intervenire! Passando al settore sanità, l'altro giorno in Commissione ci è stato detto che da Roma arriveranno, per il 1995, 23 miliardi per l'edilizia sanitaria. Sono pochi: il Consigliere Calligaro diceva che l'anno scorso ne erano stati stanziati 24; quest'anno solo 23, e sono pochi. Come potranno trovare prosecuzione alcuni lavori e completamento altri, per le opere avviate? E allora perché, all'interno di questo bilancio, non facciamo una scelta veramente coraggiosa, dirottando delle quote ad integrazione dei 23 miliardi? Faremo questa proposta attraverso un emendamento: i nostri saranno emendamenti meramente politici, non ostruzionistici. L'ha già detto il collega Goglio: l'opposizione la intendiamo come competizione leale politica. Ognuno fa le proprie proposte e ci si confronta; non vogliamo stare qui fino a mezzanotte, come successe l'anno scorso con il Consigliere Zacchera. Noi vogliamo fare delle proposte.
Proponiamo che ci sia un'integrazione forte in questo settore, non solo per le zone alluvionate. Il Presidente Brizio ha detto prima che è stato approvato il decreto: ma qual è stato lo stanziamento regionale fino ad oggi a fronte di questo evento? In questo bilancio non è presente neanche una lira, salvo qualche punticino qua e là dato in quelle schede del FIP che abbiamo valutato e sulla cui natura tecnica non abbiamo assolutamente nulla da dire.
Mi riferisco anche a qualche caso specifico: abbiamo un Parco nazionale nato in provincia di Novara. Enrico Nerviani lo conosce, perché all'atto in cui andò in porto l'operazione era Assessore: il Parco della Val Grande.
Vuole la Regione essere presente con un sostegno e un contributo politico e finanziario forte per sostenere questo parco, che è il secondo del Piemonte? Un parco che ha 3 miliardi di dotazione a livello statale e che deve, secondo noi, avere un intervento politico di sostegno da parte della Giunta regionale. Basterebbe dare corso a quella proposta da noi inserita in bilancio un anno e mezzo fa, cioè far sì che le piantine dei vivai forestali, anziché essere date gratuitamente (perché i tempi della gratuità sono finiti), venissero date a fronte di una modesta cifra di 1.000/1.500 lire ciascuna; ciò consentirebbe di reperire dai 3 ai 5 miliardi con i quali si potrebbe, da verde a verde, destinare un fondo consistentissimo al Parco della Val Grande. Basterebbe questo per consentire una presenza politica forte della Regione Piemonte; per tutto il Verbano Cusio Ossola che sta per nascere come seconda provincia, sarebbe un respiro economico con un ritorno grossissimo.
A pochi chilometri dal Parco della Val Grande, esiste il Laboratorio d'igiene di Omegna: sono in molti a conoscere quella realtà, tra i quali i Consiglieri Beltrami e Buzio. A tale proposito, nei mesi scorsi abbiamo presentato un disegno di legge, ma finora non c'è stata occasione per discuterne. Quella struttura ha pilastri e solette, è lì da anni; il Gabibbo non c'è ancora stato. Ne abbiamo sollecitato la presenza la settimana scorsa, ed è probabile che nel giro di qualche giorno ci sia la sua visita e che magari si risvegli l'attenzione che avrebbe già dovuto esserci.
L'occasione di questo bilancio deve consentire di stanziare una certa cifra. Ci sono 3,2 miliardi previsti all'art. 20 della Finanziaria 1988? Benissimo. Non bastano? Sarà grosso modo il 40% di quanto serve per ultimare quella struttura? Allora si reperisca in bilancio regionale il restante 60% e si vada all'ultimazione della struttura. Oppure si ritiene che quel Laboratorio non sia più di attualità? Si ritiene che non abbia più ragioni di essere? Se così fosse, l'avremmo visto bene come punto prioritario in quell'elenco della Giunta per le alienazioni patrimoniali mentre non vediamo tutti gli altri punti, avremmo visto quello, perché è una struttura-scheletro (pilastri e solette) che consentirebbe alla Regione di ricavare qualche miliardo di lire e di porre fine al pubblico ludibrio di tutti coloro che passano in quella zona, molto frequentata, della periferia di Omegna.
Le considerazioni potrebbero essere molte. Ritengo di dover essere rispettoso dei tempi di intervento nei confronti degli altri Consiglieri: parlo da 21 minuti e 50 secondi, e ringrazio il Presidente per non avermi ancora interrotto.
Al di là della non massima attenzione che il Consiglio sta dedicando a questo argomento, ritengo che questo bilancio rappresenti un'occasione importante: è un bilancio di fine legislatura, un bilancio che sotto certi aspetti ipoteca e condiziona il primo percorso della prossima. Visto che non sappiamo come andranno le cose, non vorremmo che chi ci sostituirà dovesse spendere il primo periodo per azzerare scelte avventate o sconsiderate dell'ultimo periodo di questa legislatura.
Un'ultima considerazione sull'iter. Ci è stato presentato il bilancio 1995 e, otto giorni dopo, il Piano triennale, che secondo noi doveva essere la cornice dentro la quale si calava il tassello bilancio 1995; sempre in corridoio, ci è stato presentato il Piano di sviluppo, di cui peraltro mai si è discusso n' in Consiglio n' in Commissione. Anche questo ci sembra un modo di procedere irrazionale al 100%: sulle scelte si può discutere, si deve discutere, ma esiste una logica consequenziale.
Prima, il Piano di sviluppo. Non ci sono i tempi? E allora non lo si fa, lo si rimanda alla prossima legislatura, non lo si fa solo per dire: "L'abbiamo fatto". Nessuno ne sa nulla, è un collage di tanti tasselli eterogenei. Sappiamo come vanno queste cose: si è detto ai vari funzionari di ogni Assessorato di predispore delle proposte, ma sono asettiche. Altro che il Governo tecnico di Dini! Sono sfasate, non hanno un comune denominatore che le leghi in una visione progettuale unica di indirizzo della Regione. Allora cosa ci sta a fare la Giunta, se non coordina questi progetti e non si colloca come soggetto coordinatore omogeneizzante delle varie proposte che arrivano dagli Assessorati per farne un progetto dal respiro il più alto possibile? Concludo il mio intervento; mi riservo di intervenire nel momento in cui esamineremo gli emendamenti (che, come ho detto, saranno politici) per fare delle considerazioni politiche all'interno dei vari settori. Per il settore socio-assistenziale, presenteremo una proposta alla Giunta affinché, a fronte del costo del metano (che è arrivato quasi a mille lire al metro cubo), stanzi 12 miliardi, come "contributo caro gas" a favore delle pensioni minime; con 300.000 lire pro capite, nel corso del 1995 si potrebbero soddisfare le esigenze drammatiche di questa categoria, che è sicuramente fra le più disastrate: ben 50.000 cittadini pensionati al minimo in Piemonte.



PRESIDENTE

Non ho interrotto il Consigliere Gallarini - anche se è arrivato a ben 25 minuti di intervento! - non soltanto perché il bilancio è un argomento importante, ma anche perché il Consigliere Gallarini, così come già Chiezzi ed altri colleghi prima, è intervenuto sui tre argomenti: bilancio, FIP e patrimonio immobiliare della Regione. Lo dico come presa d'atto del Consiglio sul fatto che, se non ci sono obiezioni, stiamo svolgendo una discussione su tutti e tre i disegni di legge in esame.
Al termine della discussione generale, i provvedimenti saranno esaminati soltanto come articolato. I Consiglieri potranno eventualmente intervenire sugli articoli e sugli emendamenti in fase di dichiarazione di voto, ma - ripeto - stiamo svolgendo la discussione generale congiuntamente su tutte e tre le proposte.
Ha chiesto di parlare il Consigliere Masaracchio; ne ha facoltà.



MASARACCHIO Antonino

Colleghi Consiglieri ed egregi Assessori della Giunta, signor Presidente della Giunta, consentitemi di ricordare che quando mi sono permesso di considerare squallida l'operazione politica che si andava a registrare con l'accordo fra il PDS e l'allora Democrazia Cristiana, oggi PPI, non era un'invettiva di natura offensiva sic et simpliciter, ma una considerazione politica che riguardava proprio il tipo dell'operazione.
Mi spiego ancora una volta, a scanso di equivoci - spero almeno questa volta! Non mi sarei mai aspettato che il PDS, nel tempo, si fosse trovato a dover gestire l'ordinaria amministrazione. La lunga storia di questo movimento politico, di questo partito, fatta di prese di posizione molto qualificanti nell'ambito di risoluzioni politiche, suggeriva quanto meno che un accordo con la Democrazia Cristiana, dopo tutte le note vicende del Consiglio regionale, avrebbe dovuto dimostrare, attraverso il documento più importante della politica che è il bilancio, una presa di potere tale da cambiare le cose.
Invece, come tutti i partiti di questo mondo, come in tutte le vicende politiche di questo nostro mondo italiano, il PDS si trova di fronte all'ordinaria amministrazione. Quindi, quell'infingardia a cui mi sono riferito a proposito dell'esercizio provvisorio era tale, perché in effetti ci troviamo di fronte a delle risoluzioni di poca portata.
Il collega Gallarini è voluto entrare nel dettaglio ed ha fatto bene esimendoci così dal compito di dover reiterare talune argomentazioni. Ci troviamo di fronte ad un'ordinaria amministrazione, che non potrà assolutamente dare l'avvio risolutivo per le attese del Piemonte, che è una Regione molto importante, soprattutto nel momento in cui talune risoluzioni di rapporti con il territorio europeo dovranno essere definite una volta per tutte. Mi riferisco all'Alta Velocità, ai rapporti economico commerciali con altri Paesi, allo sviluppo del territorio attraverso il quale si può veramente dare un impulso nuovo ai Comuni, alle Province per risolvere problemi fondamentali, che non sono soltanto quelli della politica assistenziale, Consigliere Gallarini, ma anche e soprattutto quelli della produttività: progetti di massima potranno essere finanziati sempreché le risorse economiche nazionali lo consentano e semprech quell'appello al federalismo fatto poc'anzi dal Consigliere Nerviani possa dare anche alla Regione Piemonte nuovi strumenti di operatività attraverso la tassazione locale, che comunque è arrivata a livelli piuttosto pesanti.
Con questo strumento finanziario ci troviamo di fronte ad una mancanza di scelta di ampio respiro, di quel respiro politico che giustificherebbe una Giunta quale quella formata dal Partito del PDS e dalla Democrazia Cristiana, oggi Partito Popolare. Tale risoluzione ha dato la possibilità di sviluppare un'attività assessorile, e in non poche occasioni ho apprezzato l'impegno politico degli Assessori, una parte dei quali comunista.



(Interruzione dell'Assessore Bresso)



MASARACCHIO Antonino

Chiedo scusa. Così come qualcuno ancora mi chiama fascista, io dimentico che quelli del PDS non sono più comunisti: ha perfettamente ragione, le chiedo scusa.
Dicevo, la possibilità di gestire una partita elettorale di tutto respiro nell'ambito di tutto ciò che gli Assessorati consentono nel territorio.
Di fronte ad uno strumento finanziario di questo genere, le valutazioni non possono che essere negative, anche se - sono più chiaro - di volta in volta, di fronte agli strumenti degli Assessori, alle loro proposte, ci siamo trovati in posizione di favore, ma sempre perché l'ordinaria amministrazione impone risoluzioni alle quali non ci si può sottrarre.
Bisogna però avere anche l'animo, se non proprio il coraggio, di dichiarare che si tratta di ordinaria amministrazione, senza fare addebiti alla mancanza di risorse economiche e finanziarie, che comunque esiste; è proprio nella difficoltà della gestione delle risorse economico e finanziarie che si vede il maggior valore della gestione della politica che mi pare non compaia in questo bilancio.
Vedremo poi, nell'ambito di tutte queste ristrettezze economiche, di tutte queste necessità, di questi tagli, come andrà a finire il problema del personale che, con l'alibi della mobilità o del decreto legislativo n.
29, rappresenta, attraverso aggiustamenti già dichiarati e non del tutto elusi, la volontà di sistemare talune partite del personale che, in alcuni casi, hanno ben precisi nomi e cognomi; ciò buttando alle ortiche un patrimonio di cultura amministrativa acquisita, senza un progetto di ricollocazione di grosse frange a livello dirigenziale che possono rappresentare nel territorio, fuori dagli stretti confini dell'Amministrazione regionale ma sempre nell'ambito dell'Amministrazione degli enti pubblici, una presenza produttiva e qualificante in termini di autonoma gestione della politica e del territorio.
Per quanto riguarda gli investimenti, è tutto da verificare; sapremo quale produttività potranno offrire alla Regione per sostenere lo sviluppo del Piemonte, che - ripeto - dopo il disastro dell'alluvione, attende risoluzioni ben precise. Nel dibattito di questo Consiglio regionale non si può dimenticare tutto quello che è accaduto e tutto quanto si addebitava al Governo centrale nel momento in cui sembrava che sottraesse alla Regione prerogative politiche di diretto intervento; poi ci sono stati gli aggiustamenti, ma in questo momento nel territorio i problemi stanno diventando paradossali e la Regione, che era stata invitata anche dalla nostra parte politica a rivedere il bilancio soprattutto in funzione di questo evento estremamente negativo, non è in condizione di poter operare.
L'ordinaria amministrazione del vissuto tradizionale impone infatti altre scelte, che non sono certamente quelle che ci si attende per la ristrutturazione del territorio che, essendo stato gravemente colpito, ha coinvolto fior di aziende e tutta una serie di attività economico produttive che non possono non essere considerate se non con una risoluzione politica di un certo livello.
Per quanto riguarda la sanità, indipendentemente da tutto quello che è in corso relativamente alla scelta dei dirigenti, questo è un altro settore nel quale la produttività dovrebbe dare un respiro di autonomia tale da consentire alle scarse risorse della Regione di non essere coinvolte direttamente. Anche in questo caso tutto quello che è accaduto, per quanto non squisitamente attinente alla questione economico-finanziaria del bilancio, rappresenta una situazione politica di un certo peso. Nella condizione generale non si può pensare a quell'operazione che ci ha condotto all'ordinaria amministrazione come se tutto fosse plausibile anche sul piano di una corresponsabilità politica di due schieramenti che si erano contrapposti per un migliore destino del Piemonte. La produttività che la sanità dovrà darci è tutta in fieri e non sappiamo quale potrà essere il destino che ci attende (il Consigliere Gallarini ha fatto cenno anche al sistema socio-assistenziale).
In tutto questo po' po' di Giunta abbiamo un Assessorato alla sanità diviso in tre e un Assessore all'assistenza sociale che dovrebbe avere le capacità operative affinché nell'ambito dei distretti che sono programmati si possa avere un nuovo modo di gestire attraverso i Comuni e quindi attraverso le nuove UU.SS.LL., un nuovo modo di gestire questo grosso impegno politico che non mi pare possa essere gestito con i tagli che sono stati operati ed accettati dall'Assessore Rossa come se nulla fosse.
Si può dire: "Ma che c'entra, per quanto riguarda il bilancio, un indirizzo all'Assessore Rossa in questi termini?". C'entra perché la dignita politica, se non fosse solo quella di dover tenere il posto di un Assessorato, imporrebbe a chi ha una politica risolutiva, a chi ha fatto una lotta per una politica risolutiva di non tenere quel posto, di dimettersi dalla carica: se non si può gestire un settore così delicato in concomitanza e con la colleganza degli altri Assessori, che ci si sta a fare in Giunta? Questo è un problema che riguarda tutta la Giunta, per cui ripeto il concetto: il PDS, se non è in condizione di poter dare una svolta decisiva attraverso questo bilancio, anche per proiettarsi alle elezioni e vincere una partita non dico ideologica, ma di grosso impegno politico, che ci sta a fare nella situazione della gestione di un bilancio di ordinaria amministrazione? Sempre premettendo che, in ogni caso, gli Assessori, anche nell'ordinaria amministrazione, hanno cercato di non perdere del tutto la faccia politica.
Il Gruppo di Alleanza Nazionale preannuncia dunque un voto contrario certo del fatto che tutte le volte che ha votato favorevolmente alle diverse proposte della Giunta non è stato in contraddittorio con il voto di oggi. Tuttavia, nel concetto che il bilancio è uno strumento di qualificazione politica e quindi ribadendo che siamo di fronte ad un bilancio di mera amministrazione, noi diciamo che non valeva la pena di andare in barca in una situazione di questo genere, con una Giunta fra il PPI e il PDS, per avere poi l'ordinaria amministrazione. Tutto questo contraddice la nobile politica del PDS che nel passato ha sempre saputo contrastare la ex DC, attuale PPI, in termini efficaci e risolutivi: vivaddio, siamo anche di fronte a questo squallore!



MAJORINO GAETANO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bosio.



BOSIO Marco

Nella relazione introduttiva, il collega Buzio si è chiesto, dandosi una risposta affermativa, se questo documento fosse utile alla funzione di programmazione della Regione e se con questo documento la Regione si riconfermasse come proponente di un metodo della programmazione ovviamente, anche in questo caso, la risposta è stata positiva.
Io, per la verità, non ne ho ricavato questo dato; anzi, ne ho ricavato l'esatto contrario. Si tratta di intendersi: se per programmazione si intende il mettere in ordine una serie di cifre per voci, per periodi, per anni nello spazio e nel tempo, allora anche questa è programmazione (veramente è contabilità); se per programmazione si intende qualcos'altro cioè la capacità non di essere trainati, ma di cercare di trainare i processi reali, di individuare nuovi sbocchi possibili rispetto ad obiettivi vecchi, credo che siamo molto lontani.
Vorrei anche rilevare il fatto che la contraddittorietà richiamata da altri interventi tra la presentazione del bilancio e del Piano di sviluppo parte esattamente dal fatto che nessuno riesce bene a capire quali siano i collanti generali di tutto questo. Per ora - ma quella che ho potuto fare è una lettura superficialissima - è difficile capirlo anche dallo stesso Piano di sviluppo, che per molti aspetti sembra più una constatazione sociologica; se ne capisce la deriva, ma - ripeto, la mia è una lettura sommaria, per cui rischio di sbagliare - non è abbastanza capace di ricollegare e di comprendere questo bilancio o, viceversa, questo bilancio non è abbastanza capace di ricollegarsi ad un progetto, ad una visione, ad una proposta un po' più in là nel tempo che faccia i conti con la realtà regionale e con le sue spinte, controspinte e con le sue prospettive.
Sicuramente - e non sono io a negarlo - ci sono degli elementi interessanti in questo bilancio. Ne richiamo solo alcuni, anzi richiamerei quello che, per alcuni aspetti, appare ed è una novità. Come tale si segnala, ponendo positivamente una questione rispetto al passato; si nota prima di tutto, come volontà e come scelta, e poi come effettualità vera.
Mi riferisco allo spostamento di una cinquantina di miliardi dalla spesa corrente agli investimenti. Questo si realizza, se non sbaglio attraverso l'abbattimento contenuto in diverse voci di gestione, che vanno dalla cultura all'istruzione, alla formazione professionale, a tutta una serie di altre voci.
In linea astratta, la scelta può anche essere giusta: da una serie di voci di spesa corrente poco produttiva, obiettivamente mirata per forza inerziale a mantenere dei dati non verificabili di intervento sull'istruzione, la cultura, la formazione professionale e tante altre cose, si dirottano delle risorse a sostegno, a corollario o come investimenti di altra natura. In questo caso, non ci sarebbe niente da dire. Vorrei però fare rilevare che, per la verità, questa è una novità solo se la si considera semplicemente come un dirottamento di soldi spesi un po' inutilmente verso migliori reinvestimenti.
Mi chiedo: siamo sicuri che in via di principio soldi indirizzati all'istruzione, alla cultura siano soldi buttati? Lo erano quelli che si sono succeduti nei bilanci passati, e qui sta il primo vizio generale anche ripeto - in prospettiva. Lo erano per come erano spesi, per la filosofia che stava alla base di quella scelta, di quella distribuzione, ma non lo sono in via concettuale.
I soldi per la formazione professionale erano un sovrappiù? Lo erano rispetto alla struttura della formazione professionale in questa nostra Regione. Lo sono in via teorica nella formazione professionale? Badate che uno dei tanti rischi che corre l'Italia, anzi nel quale è già dentro, è la scarsa spesa per la formazione professionale; per questo settore l'Italia spende un quinto di quello che spendono Germania, Francia e così via, ed anche la Regione Piemonte è indietro di un bel po'.
Verrà in discussione, non credo prima della fine di questa legislatura un disegno di riforma complessiva - così viene definito - della formazione professionale; ho cominciato ad esaminarlo e non mi convince molto: salvo le belle parole, non riesco a capire la riforma. Ma, ammesso che sia sul serio una volontà forte di riformare, di adeguare, di innovare questo settore, come si pone la questione della formazione più in generale? E inoltre: lo spostamento delle risorse, positivo in via teorica, negli investimenti a sostegno del Regolamento n. 2081 e di tante altre cose, a sostegno del FIP, degli investimenti e via di seguito (giusto in via teorica), nel merito quale programmazione, quale filosofia, quali obiettivi chiari e verificabili di medio termine propone? Per come si pone, una delle questioni da verificare sono i dati reali relativi al primo triennio a cui si riferisce il Regolamento n. 2081 (dove i miliardi erano tanti, bene o male, e dove in via teorica l'impianto avrebbe dovuto realizzare tutta una serie di cose nel Verbano Cucio Ossola nella Provincia di Torino, ecc.); non parlo dei soldi spesi o investiti, ma della resa, del riscontro reale: è possibile farlo? Ciò non è possibile perché anche lì si è scambiato un semplice, importante piano di interventi e di investimenti, senza un filo conduttore preciso, per programmazione.
Quella non era programmazione, ma era sostenere volta per volta le richieste che man mano venivano dal mercato; a seconda delle situazioni, le si sosteneva con le opportunità che la realtà forniva (una volta con il Regolamento n. 2057, un'altra con il n. 2081 e così via).
La programmazione - le domande che il collega Buzio si poneva e alle quali si rispondeva positivamente - non c'è. Questo filo - rosso o bianco come volete - che guida la funzione della Regione in termini di programmazione non c'è: c'è solo un elenco di numeri dislocati bene o male un po' nello spazio e un po' nel tempo.
Il FIP - parlo un po' di tutto, come ci ha invitato a fare il Presidente Monticelli - è uno strumento di intervento piccolo, ma potenzialmente significativo, importante. Importante, se raccordato ad una serie di altre cose, in rapporto coordinato con delle politiche programmate della Regione, in rapporto coordinato con l'accordo di programma Stato Regioni. Se così fosse, lo capirei: piccolo sì, ma potrebbe essere già in partenza significativo; però non è raccordato: è casuale.
Con questo voglio dire che il FIP, al di là dei 45 miliardi che possono essere tanto o niente (perché non se ne capisce la resa, cosa frutterà o cosa metterà in moto), rileva un po' la propria banalità. L'elemento che rivela tale banalità, non solo programmatica, ma anche come strumento, se non viene raccordato sul serio, prima di tutto all'interno di una concezione di che cosa si vuole in questa Regione, deriva esattamente dall'elenco degli investimenti prioritari (chiamiamoli così); salvo alcuni gli altri francamente sono di una banalità sconcertante: possono avere tutti i significati che vogliono e nessuno, se non quello di spendere dei soldi in alcune iniziative, quali i macelli e cose del genere.
Per questo non c'era bisogno di inventare grandi marchingegni: bastava il bilancio normale, per svendere questi organismi. A volte noi ci accontentiamo di immagini nominalistiche per sfuggire ad un compito arduo difficile e complesso che compete ai governi, ai governanti e alle forze politiche, cioè quello di pensare seriamente, di cercare di capire come e cosa c'è nella realtà di una Regione politica, economica e sociale, nonch quali sbocchi si vogliono dare alle tensioni, ai problemi ed agli arretramenti presenti. In questo senso non ci sono grandi scelte criticabili, perché non esistono scelte, nemmeno per gli investimenti, che non sono guidati dalla Regione, ma da opportunità esterne che ci manipolano.
Per quanto riguarda l'artigianato, la piccola e media industria, le infrastrutture di produzione e di servizio, ci si può muovere solo dopo aver capito se si riesce, dove e come investire. Ma tutto questo non l'ho visto n' lo vedo.
Ho l'impressione che, prima che le risorse, manchino soprattutto le idee.
Chiudo, ricordando che programmazione è un po' l'esatto contrario del lasciar fare. Il lasciar fare è quello che diceva Martino nel "Candide" di Voltaire: "Lavoriamo senza discutere. E' il solo modo di rendere sopportabile questa vita". Non mi sembra n' giusto n' corretto comportarsi in questa maniera, soprattutto da parte di chi dice di voler trainare lo sviluppo della Regione Piemonte.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MONTICELLI



PRESIDENTE

Prima di chiudere i lavori della mattinata, è forse bene fare il punto della situazione.
Sono iscritti a parlare i Consiglieri Ferrara, Calligaro e Mollo. Se altri Consiglieri intendono intervenire nel dibattito generale sui tre disegni di legge collegati, li invito a comunicarlo alla Presidenza.
I lavori del pomeriggio riprenderanno alle ore 14,45 con gli interventi a chiusura della discussione generale sul bilancio. Raccomando la presenza e la puntualità.
Ricordo ai Consiglieri che fanno parte della Commissione Nomine la riunione, di cui hanno ricevuto regolare convocazione questa mattina, che si terrà brevemente in aula presso il banco della Presidenza.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13,30)



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