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Dettaglio seduta n.333 del 07/02/95 - Legislatura n. V - Sedute dal 6 maggio 1990 al 22 aprile 1995

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO


Argomento: Sanita': argomenti non sopra specificati

Interpellanza n. 2373 dei Consiglieri Maggiorotti, Calligaro, Chiezzi e Bosio inerente l'Unità Spinale del CRF (USSL TO VIII). Necessità di razionalizzare tempi di degenza ed interventi socio-assistenziali relativi


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Interrogazioni ed interpellanze" esaminiamo l'interpellanza n. 2373 presentata dai Consiglieri Maggiorotti Calligaro, Chiezzi e Bosio.
Risponde l'Assessore Rossa.



ROSSA Angelo, Assessore regionale

I temi toccati dall'interpellanza che si riferiscono, in particolare alle difficoltà incontrate da persone portatrici di disabilità fisiche nel reperire idonee sistemazioni residenziali e adeguati servizi socio sanitari, coinvolgono, evidentemente, le competenze di diversi settori.
Per quanto di competenza dell'Assessorato all'assistenza, si informa che la Regione, tramite l'Assessorato stesso, già contribuisce, con la L.R.
n. 22/90, alla realizzazione di interventi proposti da Comuni o enti senza fini di lucro, finalizzati alla costruzione o ristrutturazione di presidi socio-assistenziali, comprese le Comunità alloggio, mirati all'accoglimento di ospiti disabili, garantendo il rispetto di precisi standard strutturali e di personale.
La possibilità di avviare un programma straordinario specifico di finanziamento ai Comuni per l'avvio di Comunità alloggio per persone con disabilità fisica è strettamente correlato all'entità dei fondi che potranno essere messi a disposizione dell'Assessorato nel prossimo futuro e alla necessita di fornire, comunque, risposte equilibrate anche alle esigenze di strutture socio-assistenziali residenziali provenienti dalle altre fasce deboli della popolazione.
Si informa altresì, anche valicando i limiti di competenza di questo Assessorato, che la Giunta regionale, con DGR 43-36803 del 27/6/1994, ha definito il Programma di edilizia residenziale pubblica 1992/1995 nell'ambito del quale viene individuata una quota di oltre 120 miliardi di lire per interventi destinati alla soluzione di problemi abitativi di particolari categorie sociali, quali: disabili fisici, psichici e sensoriali malati di mente, dializzati ed altri malati cronici soggetti in fase di reinserimento sociale.
Per un più puntuale approfondimento di tale programma, è opportuno riferirsi all'Assessorato regionale alla pianificazione e gestione urbanistica-edilizia residenziale.
Rispetto al terzo punto dell'interpellanza, per quanto attiene al settore di competenza dei Comuni, si conferma che non esistono preclusioni da parte del servizio di assistenza domiciliare (AD) a prendere in carico casi di soggetti handicappati.
Dalla rilevazione dei dati in possesso del nostro Assessorato (Ufficio SISA), risulta che nel 1992, su un totale di 12.601 casi seguiti dal servizio di assistenza domiciliare, 871 risultano soggetti portatori di handicap.
Questo Assessorato è comunque già impegnato a collaborare con l'Assessorato alla sanità, per favorire lo sviluppo dell'AD, realizzando l'integrazione operativa tra servizi territoriali e sanitari, al fine di estendere la sperimentazione integrata anche al delicato momento di inserimento sociale dei soggetti di cui trattasi.



PRESIDENTE

Abbiamo anche il testo della risposta dell'Assessore Cucco, per la parte di sua competenza.
Pregherei l'Assessore Rossa di renderla al Consiglio, naturalmente con responsabilità dello scrivente relativamente ai contenuti.



ROSSA Angelo, Assessore regionale

Concordando con quanto già espresso dalla risposta all'interpellanza fornita dall'Assessorato all'assistenza, si precisa che rispetto alla permanenza impropria e/o prolungata nell'ospedale di prima accoglienza di pazienti mielolesi che restano in attesa di posti letto presso il CRF, la Giunta regionale, con atto n. 47/37817 del 5 agosto, ha deliberato l'assegnazione di una quota di 2 miliardi per il completamento ed il potenziamento del CRF.
Tale importo è finalizzato a: 1) portare a regime i 30 posti letto dell'Unità Spinale previsti dal PSSR 1990/1992 in prorogatio 2) avviare, previa ristrutturazione edilizia, tutte quelle attività fondamentali per un pieno recupero e reinserimento sociale (ergoterapia segretariato sociale, attività socializzanti e del tempo libero).
Gli uffici dell'Assessorato sono in attesa di ricevere dalle UU.SS.LL.
competenti un progetto integrato che tenga conto dei costi di ristrutturazione e di acquisto di apparecchiature di diagnostica e terapie specializzate, anche valutando la possibilità di aumento di cubatura della struttura.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Calligaro.



CALLIGARO Germano

Non siamo per nulla soddisfatti delle risposte: sono degli eterni problemi che non si risolvono mai. Le grandi riforme consistono nel cambiare le etichette: RSA, RAF, RSU. Si cambiano le etichette, ma residenze o servizi semiresidenziali per disabili non se ne vedono; gli investimenti previsti non producono alcunché.
L'Assessore Rossa sostiene che tutto dipenderà dalle risorse di cui potrà disporre l'Assessorato all'assistenza. Ma di quali risorse si parla? Forse delle miserie tagliate in quest'aula dalla maggioranza poche settimane addietro? Teniamo conto che si parla dei cittadini più svantaggiati, più deboli, di coloro che hanno più bisogno di sostegno da parte dei servizi sanitari e socio-assistenziali.
L'ex art. 20 non finanzia le residenze sanitarie assistenziali dovevamo disporre di circa 500 miliardi nei primi due trienni: non abbiamo ricevuto una lira! Se per le residenze non prevalentemente sanitarie aspettiamo le risorse dell'Assessorato all'assistenza, stiamo freschi! Dunque, i disabili fisici, psichici e sensoriali sono letteralmente abbandonati. Non solo, c'è una nettissima regressione, cari Assessori; come abbiamo denunciato in quest'aula, sostenendo anche una delegazione di operatori e familiari di malati psichici di Novara, le Comunità alloggio inserite nel quartiere sono state abrogate e relegate all'interno dell'ospedale psichiatrico di Novara.
Per quanto riguarda l'ospedale di Vercelli ci accorgiamo che i servizi territoriali psichiatrici vengono indeboliti sul territorio e si potenziano i servizi manicomiali: altro che superamento degli ospedali psichiatrici siamo in nettissima regressione da questo punto di vista. Il colmo è che questa regressione avviene proprio nel momento in cui un Consigliere diventa Assessore alla sanità, mentre quando rivestiva la carica di Consigliere era attentissimo ai problemi della psichiatria; attualmente ignora l'esistenza di questo dramma che colpisce migliaia di pazienti e, di conseguenza, le loro famiglie.
Non è una novità questa netta regressione, tutti ricordiamo che la Regione stanziava soldi per i presidi, gli ausili e le apparecchiature dei disabili e che una cifra consistente era stata letteralmente tagliata, poi demagogicamente inserita una cifra pari a 2 miliardi di lire nell'assestamento di bilancio di due anni fa, ma non ancora neppure spesi.
Per cui i disabili pagano nuovamente di tasca loro le carozzine e gli ausili.
Quindi in questi ultimi tempi nettissima e particolarmente accentuata è stata la regressione della sanità e del socio-assistenziale.
L'unità Spinale è l'eterno problema; si tratta di persone che sono particolarmente svantaggiate, che hanno grossissimi problemi di sopravvivenza, devono comprarsi presidi, ausili ed apparecchiature, ma quello che è peggio è che il CRF - Centro di riabilitazione funzionale continua ad essere clamorosamente sottodimensionato rispetto alle esigenze.
Continuiamo ad aspettare i 30 posti letto dal Piano socio-sanitario 1990/1992. Vi è stato uno stanziamento con una deliberazione dell'Assessorato alla sanità nel 1991 e poi una deliberazione quadro della Consigliera Vetrino, risalente al mese di aprile di quest'anno, che prometteva, sia pure nel quadro degli investimenti generali, un intervento per il CRF. Siamo giunti ad avere 2 miliardi di stanziamento, ma tale denaro, se tutto va bene, si spenderà tra due anni e i posti letto li avremo prima del 2000, forse un anno prima del 2000.
Questi sono i tempi con i quali si muove la Regione Piemonte! Pertanto non ci accontentiamo della deliberazione di 2 miliardi vogliamo che queste risorse siano spese bene ed immediatamente, perché sono centinaia i pazienti in Piemonte che sono letteralmente abbandonati, non possono nemmeno svolgere quelle attività di riabilitazione funzionale che sono la condizione per sopravvivere: si tratta di persone che devono sopravvivere! Siamo scandalizzati di questa situazione; è l'eterno problema che si trascina e che noi neppure, voi della Giunta neppure, sfiorate, non dico affrontate, e di deliberazione in deliberazione, di stanziamento in stanziamento abbiamo un CRF sempre, anzi maggiormente, sottodimensionato e dequalificato in quanto mancano le risorse essenziali per avere un adeguato numero di posti letto, di attrezzature necessarie e di organici indispensabili.
Quindi noi denunciamo una situazione di nettissima regressione. Come vedete non c'entra il colore delle Giunte, se queste non affrontano e non risolvono i problemi, se non hanno la capacità, la concretezza di capire l'importanza dei problemi dei più deboli e dei più svantaggiati.
Abbiamo previsto uno stanziamento, ma lo stanziamento non si spende, i posti letto non si fanno e i disabili fisici, psichici e sensoriali continuano ad essere abbandonati; la situazione si prospetta peggiore rispetto al passato.
Sono profondamente scontento e sconsolato di queste risposte praticamente non sono giunte indicazioni ai problemi che sono drammatici per migliai di pazienti e drammatici per le loro famiglie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Rossa.



ROSSA Angelo, Assessore regionale

Desidero accogliere le critiche rivolte dal Consigliere Calligaro come un ulteriore stimolo a considerare questi problemi prioritari. Ci sono ancora parecchie cose che debbono essere fatte e che sono anche indipendenti dal colore delle Giunte, tuttavia ho l'aspirazione aspirazione personale - a far sì che la mia presenza all'interno della Giunta eserciti quella pressione necessaria per rendere prioritari quei problemi oggetto dell'interpellanza.
Mi consenta, Consigliere Calligaro, questa aspirazione mi appartiene vorrei avere un po' più di tempo a disposizione per poter dare priorità a questi problemi, il tempo che ho avuto finora è stato pochissimo e quello che avremo da ora in poi è ancora meno.
Un Paese come l'Italia, che realizza grandi progetti tecnici e scientifici, dovrà misurare il suo tasso di crescita umana, di giustizia sociale umana, di solidarietà proprio considerando prioritari i problemi delle fasce più deboli.
Consigliere Calligaro, in questo momento il collega Cucco sta incontrando i delegati delle UU.SS.LL. per analizzare la questione degli ospedali psichiatrici, perché la battaglia contro gli ospedali psichiatrici, che intraprendemmo alcuni decenni fa, in quest'aria di restaurazione non si arresti, naturalmente creando i servizi e le necessarie assistenze perché la gente non venga messa sulla strada, come è successo quando abbiamo abbattuto gli ospedali e le strutture degli ospedali psichiatrici.
Per quanto riguarda l'Unità Spinale, c'è bisogno di dare priorità a tutta la parte del sociale, la sua difesa, il welfare, che trovano la loro pietra di paragone nella solidarietà. La solidarietà è in primo luogo quella che deve alleviare le sofferenze della gente che porta le sofferenze dei disabili, degli handicappati, delle famiglie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Calligaro; ne ha facoltà.



CALLIGARO Germano

L'Assessore Rossa ha molta buona volontà; spesso, però, non sa nemmeno qual è la dimensione e la gravità esatta dei problemi! Allora, provo a ricordarglielo.



PRESIDENTE

E' un entusiasta, cosa ben diversa.



CALLIGARO Germano

Però prescinde dai problemi. Evviva l'entusiasmo se si misura con i problemi, ma se si aggira l'ostacolo, il guaio è serio.
L'Assessore ci parla delle residenze per i disabili, ma quelle di competenza della Regione sappiamo che non verranno mai realizzate perch mancano le risorse; se parliamo delle residenze sanitarie assistenziali stiamo ancora aspettando dallo Stato centrale 500 miliardi, finora non abbiamo ricevuto una lira! Comunque non abbiamo impiegato ad oggi nemmeno una lira per realizzare né le residenze né i servizi semiresidenziali! Se è questa la situazione - ed è questa! abbiamo un CRF, una Unità Spinale che continua ad essere quella di sette-otto anni fa. Continuiamo a dire che stanziamo soldi e non li spendiamo, non produciamo più letti, non acquistiamo le apparecchiature necessarie, non consentiamo alla gente di sopravvivere; sottolineo che si tratta di persone che non sopravvivono senza la riabilitazione funzionale! Centinaia di disabili sono costretti a rivolgersi ai privati che non sono attrezzati per svolgere questa attività.
Pertanto la buona volontà dell'Assessore Rossa è apprezzabile, ma è del tutto astratta, è campata in aria, non si misura con i problemi concreti.


Argomento: Protezione della natura (fauna, flora, minerali, vigilanza, ecc.)

Interrogazione n. 2407 dei Consiglieri Adduci e Rivalta inerente l'area del Pian della Mussa


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interrogazione n. 2407, presentata dai Consiglieri Adduci e Rivalta, alla quale risponde l'Assessore Montabone.



MONTABONE Renato, Assessore regionale

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, l'uso della testata delle vallate alpine per il campeggio nel periodo estivo accomuna Pian della Mussa a molte altre località del Piemonte.
La Regione aveva già affrontato l'argomento alla fine degli anni '70 con la L.R. 31/8/1979 n. 54 da un lato disciplinando, sotto il profilo tecnico, amministrativo, igienico-sanitario ed urbanistico, le varie forme di turismo all'aria aperta, dall'altro prevedendo la realizzazione di un progetto specifico per favorire la realizzazione da parte dei Comuni di aree da destinare al campeggio, proprio per favorire lo sviluppo del turismo sociale e giovanile.
L'art. 16 della citata legge regionale prevede che il Comune o altro ente pubblico possa provvedere ad attrezzare stabilmente aree per il campeggio temporaneo con un minimo di dieci e un massimo di trenta piazzole, assicurando i servizi indispensabili per garantire il rispetto delle norme igienico-sanitarie e la sicurezza degli utenti: tali aree vengono denominate mini-aree di sosta.
L'art. 19, che promuoveva l'allestimento di tali aree mediante un piano approvato dal Consiglio regionale che ha anche consentito di concedere contributi per la realizzazione degli interventi (Progetti Campeggi '80) indicava inoltre in dettaglio le caratteristiche che dovevano possedere tali aree.
Molti Comuni, in attuazione delle previsioni di tale legge, hanno disciplinato l'insediamento di tende e roulotte per rendere la pressione nei periodi di punta più compatibile con le esigenze igienico-sanitarie e con quelle di tutela di aree che, proprio per la loro bellezza, erano le più ricercate: in parecchi casi, con il concorso finanziario della Regione i Comuni hanno realizzato mini-aree di sosta per il campeggio temporaneo fornendo anche una risposta in positivo alle esigenze sociali.
La Regione ha quindi predisposto precisi strumenti sia tecnico giuridici che finanziari per affrontare e risolvere i problemi dell'afflusso di campeggiatori nei periodi estivi.
Sta al Comune gestire l'organizzazione e l'uso del proprio territorio in conformità agli indirizzi regionali.
L'Assessorato al turismo si è attivato comunque a sollecitare il Comune di Balme ad adottare i provvedimenti di competenza. L'Amministrazione comunale, con deliberazione n. 90 dell'8/6/1994, ha dato incarico all'ing.
Pierluigi Facta di redigere un progetto globale a migliorare l'utilizzazione e la sistemazione della zona territoriale Pian della Mussa frazione del Comune di Balme. Inoltre con lettera datata 10/9/1994 ha incaricato il responsabile delle guardie ecologiche delle Valli di Lanzo signor Chiariglione Aldo, a collaborare con l'estensore del progetto. Tale progetto dovrà individuare l'ubicazione, l'organizzazione e le modalità di utilizzo delle aree e degli spazi per il turismo all'aria aperta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Adduci.



ADDUCI Donato

Signora Presidente, colleghi Consiglieri, se si parlasse per allegorie la risposta potrebbe essere considerata soddisfacente: "I Comuni fanno...
alcuni Comuni hanno fatto...". No, Assessore. Qui è in causa un preciso luogo, il Pian della Mussa che - come la Sacra di San Michele è il simbolo del Piemonte - è uno dei posti più belli delle Alpi Occidentali.
Il fatto che questo luogo sia sottoposto ogni anno ad una pressione antropica eccezionale fortissima causata da migliaia di persone che specialmente il sabato e la domenica, si recano lì per godere delle bellezze delle natura, è un fatto che pone dei problemi serissimi perch l'accesso delle persone a quei luoghi non è regolamentato e, non essendo regolamentato, causa una serie di disagi, di disfunzioni e di danni ad un ambiente che va protetto.
Vi è inoltre un problema di natura igienico-sanitario.
Assessore, lei lo sa che al Pian della Mussa c'è un solo servizio igienico? Lo sapeva questo? Il Comune di Balme nella deliberazione lo ha specificato? Un solo servizio per migliaia di persone! E' allucinante.
Allora, Assessore, la sua risposta è insoddisfacente perché non tiene conto di questa realtà, perché ignora la realtà del problema, la sostanzialità.
Il fatto che il Comune abbia affidato, con deliberazione, l'incarico ad un ingegnere di redigere un progetto globale, è certamente un fatto positivo, però in attesa che il deliberato diventi atto concreto occorre intervenire con la massima determinazione e la massima urgenza. Bisogna assolutamente bloccare l'afflusso indiscriminato di cittadini al Pian della Mussa fino a quando non ci saranno le condizioni affinché tutti possano godere, così come è giusto ed è bene, delle bellezze naturali, però con gli strumenti adeguati, con i servizi igienici adeguati, con la necessaria regolamentazione per l'accesso. Quindi, noi chiediamo un intervento drastico nei confronti del Comune di Balme. A poco serve il fatto che l'Amministrazione comunale abbia incaricato Chiariglione Aldo, capo delle guardie ecologiche delle Valli di Lanzo, a collaborare con l'estensore del progetto. Perché? Perché Aldo Chiariglione non può e non ha tutti gli strumenti necessari per poter intervenire in una situazione che peraltro non è di sua competenza.
Assessore, lei lo sa che Aldo Chiariglione, insieme alle altre guardie ecologiche, è proprio una delle persone che ha denunciato questo stato di cose ormai intollerabile? Siamo ancora in pieno inverno, però l'estate non è lontana, per cui le avanzo la richiesta di tutela innanzitutto dei cittadini che si recano in quel luogo (perché bisogna che fruiscano dell'ambiente in certe condizioni), di tutela al paesaggio e alla natura, inoltre di tutela dell'igienicità dei luoghi.
Assessore, deve sapere che dal Pian della Mussa nascono delle sorgenti di acqua che non solo approvvigionano alcuni Comuni sottostanti, ma anche per il 5%, l'Acquedotto municipale di Torino, quindi vi è anche un problema igienico-sanitario. E' chiaro che se c'è un solo servizio, la situazione diventa veramente grave e preoccupante.
Quindi, a fronte di tutto questo, le chiediamo di intervenire affinch il Sindaco di Balme faccia costruire l'area attrezzata, che è necessaria nel pieno rispetto delle norme igieniche, per consentire ai cittadini di fruire in modo corretto ed ecologicamente sostenibile di quelle bellezze naturali. In carenza di questo, la prego, Assessore, di valutare la possibilità di inibire completamente, e purtroppo dolorosamente, l'accesso di una massa così consistente di persone al Pian della Mussa, perché tale ambiente non può più sostenere una pressione antropica del genere.
Mi auguro che la sua sensibilità si attivi un po' più concretamente per cortesia, non si limiti solo ad affidare agli uffici l'incarico di intervenire presso il Sindaco di Balme, che si limiterà ad inviarle la deliberazione, ma si renda parte in causa, perché il problema è veramente serio.
Vorremmo che dalla prossima stagione fosse costruita l'area attrezzata ma se così non fosse bisogna che questo tipo di afflusso disordinato disorganico e dannoso sia completamente inibito; tra l'altro ciò potrebbe essere anche una spinta per il Sindaco di Balme a fare meglio.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Montabone per una brevissima replica.



MONTABONE Renato, Assessore regionale

Mi rendo perfettamente conto che questa risposta può essere considerata insufficiente, ma altrettanto insufficiente è la possibilità di intervenire in modo drastico - come lei chiede da parte della Regione Piemonte nei confronti del Comune, che ha la propria autonomia, la propria competenza. Di conseguenza, quando nella risposta citavo il fatto che "la Regione si è attivata comunque nel sollecitare", vuol dire che il sollecito è solo un puro e semplice sollecito, che verrà nuovamente avanzato da me personalmente, ma non può essere altro, non può essere un'imposizione, in quanto il Comune di Balme ha la sua autonomia, le sue competenze e dunque le sue responsabilità.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Adduci.



ADDUCI Donato

Assessore, questo va bene, però c'è un problema di natura igienico sanitaria; forse non riguarda lei direttamente, ma il Presidente della Giunta: sotto l'aspetto sanitario la Giunta deve intervenire, perché pu farlo.


Argomento: Comitato regionale e sue sezioni

Interrogazione n. 2608 dei Consiglieri Gallarini, Goglio e Vaglio inerente il ritardo dell'insediamento del Co.Re.Co, di Novara


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione n. 2608, presentata dai Consiglieri Gallarini, Goglio e Vaglio, alla quale risponde il Presidente Brizio.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

L'interrogazione tocca cinque punti.
1) Il ritardo nella ricostituzione dei Co.Re.Co. Informo gli interroganti che i nuovi Co.Re.Co, di quadrante, Novara compreso, sono stati ricostituiti in data 6/2/1995 (Sez, di Alessandria decreto n. 502 Sez, di Cuneo decreto n. 503, Sez, di Novara decreto n. 504, Sez, di Torino decreto n. 505).
2) L'insediamento dei nuovi organismi dovrebbe effettuarsi ad inizio marzo (in quanto sono previsti 30 giorni), una volta esperiti i controlli sui bilanci di previsione appena iniziati. Noi penseremmo, se il termine verrà considerato ordinatorio, di far decorrere la ricostituzione intorno a metà marzo, quando i bilanci dei Comuni saranno stati approvati.
3) Il ritardo delle nomine è dipeso dalla non completa designazione da parte del Commissario del Governo dei componenti di sua spettanza comunicata soltanto in data 1/2/1995. Appena avuto il completamento dei membri, abbiamo provveduto ad emanare i decreti.
4) C'è un'osservazione che riguarda le deliberazioni del Comune di Borgomanero. In proposito, voglio assicurare che faremo una verifica, per quanto possibile, e poi riferiremo agli interroganti circa l'atteggiamento del Co.Re.Co. Sarebbe tuttavia opportuno che venissero evidenziati i vizi di legittimità riscontrabili nel comportamento del Co.Re.Co novarese anziché limitarsi ad indicazioni generiche: qualche aspetto più specifico potrebbe facilitarci lo svolgimento della verifica stessa.
5) Alla fine dell'interrogazione, i Consiglieri interroganti accennano alla possibile proposta di un disegno di legge che abolisca il Co.Re.Co. Allo stato attuale della legislazione, non mi pare una via percorribile; comunque, ciò è lasciato all'iniziativa degli interroganti in quanto non tocca a me fare delle precisazioni in merito.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pier Luigi

Innanzitutto ringrazio il Presidente Brizio per avere risposto con sollecitudine alla nostra interrogazione; l'abbiamo presentata la settimana scorsa e ci ha risposto questa mattina: lo ringraziamo per questa tempestitività. Ci fa anche piacere sapere che il 6 febbraio sono stati insediati i Co.Re.Co.
Nella nostra interrogazione, che peraltro è antecedente al 6 febbraio lamentavamo come, dopo 52 giorni (ma nel frattempo erano diventati 60), i Co.Re.Co, non fossero ancora insediati. Quindi le cose sono andate a posto il decreto è stato fatto e - ripeto - ci fa piacere che i Co.Re.Co, siano stati insediati; citavamo Novara come caso specifico, ma ci riferivamo ai Co.Re.Co, in generale.
Sulla questione specifica, qualcuno di noi (il sottoscritto, per la verità) era presente al Consiglio comunale di Borgomanero quando si insedi la nuova Amministrazione; in effetti, furono sollevati tre casi di incompatibilità, due dei quali già superati, perché - a detta del Segretario comunale in quella seduta pubblica di Consiglio (quindi il tutto è verbalizzato) - le cause erano state rimosse.
Uno degli eletti aveva in corso un appalto dal Comune; all'atto in cui è diventato Consigliere ha rinunciato per iscritto all'appalto, per cui riteniamo che, nella sostanza, questo non fosse più un caso nei confronti del quale il Co.Re.Co, dovesse ascoltare voci che provenivano dalla minoranza all'interno del Consiglio comunale. Il secondo caso è analogo sul terzo, in effetti, ci possono essere delle ragioni fondate.
Esprimo quindi soddisfazione per la prima parte della risposta e per il fatto che finalmente è andata in porto la nomina dei Co.Re.Co.: esistendo al loro interno una più variegata rappresentanza, molto probabilmente le cose andranno in modo più responsabile per quanto riguarda casi analoghi.
La nostra preoccupazione (eventualmente forniremo dei dati ulteriori alla Presidenza della Giunta) era dovuta alla generalizzazione - così a noi pare - da parte del Co.Re.Co. di Novara nei confronti di tre Consiglieri su due dei quali (secondo noi, ma anche a detta di parte legale, compreso il Segretario comunale del Comune di Borgomanero), non sarebbero dovuti sussistere dubbi. Come tutti sappiamo, il Consiglio comunale di Borgomanero è composto da 20 Consiglieri (12 di maggioranza e 8 di minoranza); avendone sospesi 3, il rapporto è stato ridotto a 9 e 8. Esprimevamo preoccupazioni perché l'eccessiva semplificazione della questione nei confronti dell'atteggiamento sospensivo del Co.Re.Co, potrebbe addirittura mandare in crisi dopo solo un mese il Comune di Borgomanero.
Grazie comunque per la risposta.



PRESIDENTE

Il Presidente della Giunta intende ancora intervenire su questo argomento? Prego.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Volevo solo chiarire che abbiamo fatto il decreto di nomina l'insediamento formale avverrà entro i 30 giorni.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Comunico che mi è stato richiesto, da parte di alcuni Assessori e Consiglieri, di concludere i lavori del Consiglio nella seduta del mattino per consentire loro di partecipare alle esequie del Presidente dell'ANPI già Vicesindaco di Alessandria.
Cercherei, quindi, di accelerare i lavori, in modo da concluderli entro le ore 13.
Data l'urgenza, propongo di procedere con l'esame dell'interrogazione presentata dal Consigliere Adduci sul Teatro Regio, cui risponderà l'Assessore Leo; inoltre, vi è una richiesta di inversione di punti all'o.d.g. da parte della Consigliera Vetrino.
Ha chiesto la parola il Consigliere Marchini; ne ha facoltà.



MARCHINI Sergio

Prima dell'inizio formale dei lavori del Consiglio, richiederò un suo breve intervento su una questione, perché lo ritengo opportuno.



PRESIDENTE

Va bene.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Io sarò più esplicito, invece; mi risulta che debba esserci un incontro dei Capigruppo con alcuni lavoratori della Mandria: è così o no?



PRESIDENTE

Non è ancora programmato; è stato richiesto e ne avrei parlato dopo le comunicazioni. Se i lavori si concluderanno nella seduta antimeridiana potremo dedicare più tempo a tale questione; i Capigruppo potranno dunque incontrare i lavoratori della Mandria alle ore 13 circa.


Argomento: Spettacoli: teatro, musica, cinema, danza

Interrogazione n. 2511 dei Consiglieri Adduci, Dameri e Rivalta inerente il Programma "La Scuola all'Opera" 1994/1995 del Teatro Regio di Torino


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interrogazione n. 2511, presentata dai Consiglieri Adduci, Dameri e Rivalta, alla quale risponde l'Assessore Leo.



LEO Giampiero, Assessore regionale

Ringrazio molto la Presidente ed anche il Consigliere Adduci perch ritengo che questo argomento sia ormai urgente. Devo dire - e lo dico in qualche modo a mo' di scuse - che abbiamo avuto un'impasse, per le ragioni che tutti conoscono, relativamente alle incertezze avute dalla Sovrintendente del Teatro Regio, Elda Tessore, rispetto alla sua candidatura.
L'Assessorato alla cultura della Regione, però, desidera esprimere tramite me, due cose con chiarezza e precisione.
Innanzitutto un ringraziamento al Consigliere Adduci e ai suoi colleghi ed un apprezzamento per aver sottolineato una vicenda che è di grande valore morale ed anche educativo. Condivido totalmente lo spirito dell'interrogazione: con i cittadini non si deve mai essere leggeri, in particolare con i giovani. I giovani, come è detto molto bene nell'interrogazione, hanno uno spiccato senso di giustizia e avvenimenti di questo tipo possono segnare il rapporto con le istituzioni.
Per ragioni di brevità, se il Consigliere Adduci me lo consente, non rileggo la risposta burocratica contenente i dati relativi ai contributi che eroghiamo, già fornita al Consigliere Adduci per dovere di documentazione; l'obiettivo non è certo quello di rileggere i dati dei finanziamenti, ma ottenere che vi sia questo atto di giustizia e di riparazione.
Questa mattina, mandando i complimenti alla Sovrintendente Tessore non l'ho ancora potuto comunicare ma lo dico subito - per la sua riconferma, ho altresì chiesto che alla vostra richiesta, tramite un incontro con me o in qualunque altro modo, venga dato immediato e sollecito riscontro. Già nelle settimane precedenti, le avevo inviato una lettera personale, con la quale chiedevo che questo impegno venisse rispettato (e mi sono permesso di farne avere conoscenza agli interroganti): su questa linea intendo muovermi con garbo, ma con fermezza, anche suffragato dalla vostra importante sollecitazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Adduci.



ADDUCI Donato

Ringrazio l'Assessore Leo per la risposta fornita a questa interrogazione. Colgo anch'io l'occasione per porgere i migliori auguri alla signora Elda Tessore; mi auguro - e le auguro - che la conduzione del Teatro Regio di Torino non abbia mai più quella caduta di stile che non rientra nelle sue tradizioni. E' una caduta di stile - come l'Assessore rilevava - abbastanza preoccupante, perché nell'ambito del Programma "La Scuola all'Opera" il Teatro Regio si è rivolto direttamente a migliaia di ragazzi, alle scuole della Regione, senza però mantenere gli impegni che si era assunto nei loro confronti.
Assessore, come è noto, "pacta sunt servanda semper", e soprattutto in questo caso; quindi mi auguro che il Teatro Regio, riconoscendo (come peraltro ha anche fatto per iscritto) l'errore compiuto, sappia porvi rimedio.
Assessore, lei lo ha già detto, ma io vorrei ribadirlo: c'è un problema di tempi. Le scuole, dopo una certa data (il 15 o il 20 di aprile), non possono più effettuare viaggi di istruzione, per cui i tempi sono stretti.
Le chiedo quindi, per cortesia, se può, oltre a scrivere lettere ed incontrare la Sovrintendente Tessore (fa benissimo), esporre alla stessa il problema dei tempi.
Auspico che entro il 15 marzo la questione possa risolversi replicando, organizzando uno spettacolo - questa volta come si deve per i ragazzi che hanno pagato il biglietto. Sono sicuro che lei saprà far fronte a questa evenienza, che tra l'altro renderebbe giusto merito al Teatro Regio di Torino, che ha una tradizione, una classe, un modo di agire al di fuori delle norme consuete in cui operano simili strutture culturali.
Grazie, Assessore.


Argomento:

Richiesta inversione punti all'o.d.g.


PRESIDENTE

Chiede di parlare la Consigliera Vetrino; ne ha facoltà.



VETRINO Bianca

Vorrei chiedere all'assemblea se è possibile anticipare la votazione dell'ordine del giorno n. 780 sulla violenza sessuale, tenendo conto che tutte le Consigliere ed i Consiglieri che lo hanno firmato sono presenti in aula e quindi possono, se vogliono, esprimersi e votarlo.
Il documento è molto semplice: parte dalla considerazione che c'è un ritardo nel cambiamento della mentalità che un'emananda legge peraltro prevederebbe, cioè trasferire il reato dall'ambito dei delitti contro la moralità a quello dei delitti contro la persona.
L'ordine del giorno chiede di avere maggiore conoscenza di questo fenomento, impegnando la Giunta a predisporre degli strumenti per avviare una raccolta di dati estesa a tutto il territorio regionale, in modo da averne un'esatta dimensione. Una volta conosciuto a fondo il fenomeno avremo la possibilità di determinare anche gli strumenti e le iniziative per poterlo superare.
Penso che l'aula possa esprimersi favorevolmente su questo documento e quindi le chiedo, signora Presidente, se può determinare l'inversione dell'o.d.g. e la conseguente votazione. La ringrazio.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 6) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Cattaneo, Fiumara e Monticelli.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento: Gruppi consiliari

c) Nuova denominazione Gruppo consiliare


PRESIDENTE

Devo dare comunicazione di una lettera che mi è pervenuta, il cui oggetto è "Denominazione di Gruppo consiliare": "Con la presente vi informiamo che il Gruppo consiliare Lega Nord Piemont assume la denominazione 'Federalisti e Liberal Democratici'.
Al Gruppo aderiscono i Consiglieri eletti nelle liste Lega Nord Roberto Vaglio e Antonio Bodrero.
Nella grande confusione che regna nel mondo politico, gli aderenti al Gruppo ritengono che l'unico impegno a cui devono attenersi sono le intenzioni di coloro che nel lontano 1990 li elessero in Consiglio regionale.
Assertori oggi come allora della necessità di una riforma costituzionale in senso federalista, e nel contempo fedeli ai principi di democrazia, giustizia sociale e libertà individuale, perni fondamentali di ogni scelta in campo politico, ritengono inevitabile la scelta di porsi nello schieramento di forze che si riconoscono nel Polo delle Libertà e del Buon Governo.
Per questo motivo, già da tempo e apertamente, contestavano le scelte in campo nazionale e locale della Segreteria federale. Avendo ora verificata l'impossibilità di agire affinché le loro tesi possano trovare spazio o perlomeno rispetto da parte della dirigenza del partito considerano impossibile continuare l'attività politica come rappresentanti della Lega Nord e pertanto con rammarico se ne dissociano.
L'incarico di Presidente del Gruppo è assunto dal Consigliere Vaglio".
Ha chiesto la parola la Consigliera Sartoris; ne ha facoltà.



SARTORIS Anna

Mi fa molto piacere che finalmente l'equivoco politico "Lega Nord Piemont" esca da quest'aula, di conseguenza il Consiglio regionale d'ora in poi avrà una sola forza denominata "Piemont", che è quella alla quale io appartengo e mi onoro di appartenere fino a quando il Consiglio regionale verrà sciolto.
Sono casi che si verificano ripetutamente e anche se passano nel silenzio, come se si trattasse di cose normali e comuni, per il Gruppo al quale io appartengo è una cosa molto importante, perché finalmente ci si è liberati - come ho già detto - di un grosso equivoco politico.


Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati

Esame ordine del giorno n. 780 in merito alle violenze sessuali


PRESIDENTE

A seguito della richiesta della Consigliera Vetrino propongo di anticipare l'esame dell'ordine del giorno n. 780, firmato dai Consiglieri Spagnuolo, Pozzo, Sartoris, Lannes, Dameri, Chiezzi, Adduci, Monticelli Porcellana, Rossa, Vetrino e Bergoglio, di cui al punto 27) all'o.d.g., in merito alle violenze sessuali.
La parola alla Consigliera Vetrino.



VETRINO Bianca

Si tratta di un ordine del giorno che aupica un cambiamento della mentalità, praticamente il passaggio di questo reato dall'ambito dei delitti contro la moralità a quello dei delitti contro la persona. Auspica anche che il disegno di legge, che da tempo giace nelle aule parlamentari possa finalmente essere discusso e quindi approvato in Parlamento.
L'ordine del giorno prende anche coscienza e consapevolezza che è difficile introdurre delle iniziative per il superamento di queste violenze perché non si conosce approfonditamente il fenomeno nella sua dimensione.
Di conseguenza noi, come Consiglio regionale, impegnamo la Giunta a predisporre gli strumenti per avviare una raccolta dei dati. Raccolta dei dati estesa naturalmente a tutto il territorio regionale e non soltanto, e sempre, alla città di Torino. Ad oggi ci sono delle iniziative in merito ma queste si rivolgono essenzialmente alla città di Torino, invece deve trattarsi di un'iniziativa estesa a tutto il territorio regionale sulla materia degli abusi, delle molestie e delle violenze sessuali.
Per fare questo chiediamo che la Giunta si avvalga delle strutture pubbliche più direttamente operanti sul territorio e successivamente preveda un'analisi molto particolare di questi risultati proprio al fine di avere un'ampia base conoscitiva sulla quale poi avviare una campagna molto diffusa di sensibilizzazione e di educazione preventiva.
Pur nel breve tempo di vita di questa assemblea, noi crediamo sia comunque possibile avviare alcune iniziative.
Questo ordine del giorno diventa particolarmente importante anche per il periodo verso il quale stiamo andando, cioè la Festa della Donna dell'8 marzo che stiamo già vivendo in questo anticipo, quindi io spero che la sensibilità dei Consiglieri sia tale da poter votare all'unanimità questo ordine del giorno.



PRESIDENTE

Raccogliendo l'illustrazione della Consigliera Vetrino e anche l'invito finale, pongo in votazione l'ordine del giorno n. 780, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte considerato che l'annosa vicenda della mancata legge sulle molestie e violenze sessuali - nonostante la presenza di numerose iniziative parlamentari - appare tuttora molto lontana dal concludersi nell'auspicata direzione del trasferimento della fattispecie di reato dall'ambito dei delitti contro la moralità a quello dei delitti contro la persona e dell'emanazione di una legge che disciplini compiutamente la maternità atteso che, proprio in questi tempi, si ha notizia del moltiplicarsi di iniziative provenienti da associazioni volontaristiche a sostegno, da un lato, della predetta esigenza legislativa e, dall'altro, della necessità di sensibilizzare l'opinione pubblica sulla reale portata del fenomeno - in gran parte sommerso - le cui entità, configurazione e caratteristiche appaiono non sufficientemente analizzate e conosciute ritenendo indispensabile che ogni efficace opera di prevenzione e di repressione parta da una conoscenza il più possibile estesa ed approfondita del fenomeno impegna la Giunta regionale a predisporre gli strumenti per avviare una raccolta di dati estesa a tutto il territorio regionale nella materia degli abusi, molestie e violenze sessuali, avvalendosi a tale scopo delle strutture pubbliche più direttamente operanti sul territorio, e a prevedere una successiva analisi ponderata dei risultati tale studio dovrà costituire la base conoscitiva sulla quale avviare una diffusa campagna di sensibilizzazione e di educazione preventiva, nonché un utile strumento di sostegno alle proposte di legge giacenti in Parlamento le quali non possono più essere procrastinate, attenendo al campo dei diritti irrinunciabili della persona".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato all'unanimità dei 35 Consiglieri presenti.


Argomento: Opere idrauliche ed acquedotti

Esame ordine del giorno n. 773 in merito all'impianto ad uso idropotabile di Combanera-Vi


PRESIDENTE

La Consigliera Pozzo mi aveva richiesto verbalmente di anticipare l'esame dell'ordine del giorno n. 773, firmato dai Consiglieri Pozzo Mollo, Peano, Bara, Marchini, Rivalta ed altri, di cui al punto 23) all'o.d.g.
Non essendovi obiezioni e nemmeno richieste di parola, si proceda alla votazione di tale ordine del giorno, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte premesso - che il 12 dicembre u.s., con deliberazione n. 20-41613, la Giunta regionale ha espresso un parere favorevole condizionato all'impianto ad uso idropotabile Combanera-Viù, proposto dall'AAM di Torino all'interno della procedura per la Valutazione di Impatto Ambientale che la decisione assunta dall'AAM di Torino di richiedere ai competenti Ministeri una pronuncia di compatibilità ambientale relativamente al progetto, risalente al 1963, dell'invaso artificiale e della diga solleva notevoli preoccupazioni e perplessità sotto i seguenti profili: a) le politiche e le strategie che si intendono perseguire per assicurare all'area metropolitana torinese un idoneo approvvigionamento idropotabile, dal punto di vista quantitativo e qualitativo b) l'impatto ambientale delle opere in oggetto, sia in fase di cantiere sia in fase di esercizio c) le attività socio-economiche presenti nelle valli che il contesto che, si sostiene, abbia determinato e reso necessario il ricorso alla realizzazione dell'impianto risulterebbe caratterizzato dal progressivo estendersi di fenomeni di inquinamento delle falde sotterranee che la soluzione tende a qualificarsi come una progressiva ricerca di acque tendenzialmente non inquinate, a distanze sempre maggiori dalle aree di elevata concentrazione industriale e a privilegiare la scelta di rincorrere gli attuali livelli di consumo constatato - che dal 1963 sono significativamente mutati alcuni orientamenti dell'opinione pubblica e del mondo scientifico, che stavano alla base del progetto stesso che lo stesso quadro normativo è mutato, basti richiamare il recepimento della Direttiva CEE in materia di qualità delle acque destinate al consumo umano e, relativamente alle procedure di impatto ambientale, le leggi n. 183/89 e n. 142/90 che la legge n. 36/94 prospetta l'esigenza di concrete misure di risparmio: risanamento e graduale ripristino delle reti esistenti installazione di reti duali, installazione di contatori per ogni singola unità abitativa nonché di contatori differenziati, diffusione di metodi e apparecchiature per il risparmio idrico che il Governo del nostro Paese, aderendo alla 'Convenzione delle Alpi' ha assunto particolari impegni anche nel campo della 'idroeconomia' e che la Convenzione sottolinea come l'equilibrio del bilancio idrico, la sua conservazione siano elementi determinanti per la protezione dell'ambiente alpino e per il suo futuro che, come previsto dalle leggi n. 183/89 e n. 36/94, solo uno studio complessivo del bacino della Stura di Lanzo, dalle sorgenti alla confluenza del Po, può permettere una valutazione dell'impatto ambientale, delle previste modalità per la sua gestione ed una valutazione della sua compatibilità rispetto all'ecosistema acquatico che le specie animali e l'ambiente del bacino della Stura di Lanzo sono citati fra gli animali e gli habitat di interesse comunitario la cui tutela richiede la designazione di zone speciali di conservazione nell'ambito della Direttiva n. 92/43 CEE considerato - che gli effetti delle opere previste avrebbero notevoli e negative ripercussioni sugli ecosistemi tutelati, in particolare per quanto riguarda gli ecosistemi fluviali della Stura di Lanzo, della Ceronda e del Po che gli studi presentati risultano molto carenti dal punto di vista metodologico e contenutistico, soprattutto per quanto riguarda alcune problematiche di carattere geologico non risolte, legate alla sicurezza dell'impianto, quale quella relativa alla pietraia del torrente Rinchiaglio che la creazione del bacino artificiale comporta la sottrazione e la cancellazione irreversibile di una porzione di territorio di considerevole pregio sotto il profilo paesaggistico, ambientale, storico, documentario economico che la zona è soggetta a rischi sismici e che è vicina al reattore autofertilizzante al plutonio Superph'nix preso atto - che nella deliberazione di Giunta si rileva che l'AAM non ha fornito alcuna prova che l'impianto di Combanera sia l'unica soluzione possibile per raggiungere l'obiettivo che l'Azienda si prefigge, ovverossia il miglioramento della qualità dell'acqua potabile, e che nello studio non vengono prese in considerazione ipotesi alternative che un'attenta valutazione delle alternative è presupposto essenziale per poter fornire un ineccepibile parere ai sensi del DPCM n. 377/88 che l'Autorità di bacino ha espresso diverse perplessità in merito al progetto che per quanto riguarda la destinazione dell'acqua prodotta in Italia, al 27% di perdita occorre aggiungere un altro 5% di perdite dei privati, un 16% di scarichi dei wc ed un 11% di usi industriali, e che solo il 30% è destinato ad uso igienico-potabile che l'acqua, elemento essenziale per la sopravvivenza, non è risorsa inesauribile e non può, né deve, essere sprecata ritenendo indispensabile un'attenta valutazione delle possibili soluzioni alternative all'impianto considerando opportuno sottolineare la necessità di un'altra politica dell'uso delle acque e dell'approvvigionamento idropotabile, oltre che di un'attenta analisi delle possibili diverse politiche in materia di risorse idriche considerando inoltre che la Regione Piemonte non dispone di un'adeguata struttura dedicata al monitoraggio quali-quantitativo delle risorse idriche superficiali e sotterranee impegna - la Giunta a dotarsi di un sistema di monitoraggio quali quantitativo delle risorse idriche sotterranee e superficiali atto a fornire, in tempo reale, conoscenze adeguate ad un uso razionale delle risorse idriche stesse ad effettuare un'attenta valutazione delle alternative, quali, per esempio, l'ipotesi di sfruttamento di bacini esistenti o in costruzione già utilizzati a scopo idroelettrico, con un'oculata prospettazione delle reali necessità future a subordinare la possibile realizzazione dell'impianto alla dimostrazione della non esistenza di alternative e ad un attento e complessivo studio di impatto ambientale del bacino della Stura di Lanzo invita l'AAM a perseguire la massima efficienza nella gestione delle proprie attività, con particolare riguardo alla ricerca del massimo rendimento delle quantità prelevate ed al massimo risparmio e tutela delle risorse idropotabili".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato all'unanimità dei 35 Consiglieri presenti.


Argomento: Presidente della Giunta Regionale

Esame progetto di legge n. 520: "Criteri e disciplina delle nomine ed incarichi pubblici di competenza regionale" Esame ordine del giorno n. 784


PRESIDENTE

Passiamo al punto 7) all'o.d.g. che prevede l'esame del progetto di legge n. 520.
La parola al relatore, Consigliere Nerviani.



NERVIANI Enrico, relatore

Sono passati circa dieci anni da quando il Consiglio regionale ha ritenuto di darsi una legge che regolasse le procedure delle nomine di competenza propria e della Giunta regionale.
Erano anni di difficoltà di rapporti, peraltro ritornati, tra le forze politiche e tra le forze politiche e la società civile; era quello un tempo, non meno drammatico del presente, di ricerca di norme ispirate alla certezza del diritto ed alla trasparenza politica che si risolvevano, in definitiva, nell'intenzione di adeguatezza dei nominati ai compiti che essi dovevano assolvere.
La legge rappresentò uno sforzo degno, conseguenza di un impegno serio di molti colleghi, alcuni dei quali (Vetrino) sono ancora su questi banchi.
La dimostrazione della validità dello sforzo di allora sta nel fatto che la vita della legge, pur evidenziando inevitabili contraddizioni, è stata lunga e ha prodotto nomine incontestate, se si escludono quelle obiettate con particolare forza negli ultimi giorni e relative alla posizione di direttore generale delle UU.SS.LL. Nomine e figure peraltro difficilmente collocabili per la modalità delle indicazioni richieste nelle nomine di competenza regionale.
Tuttavia, malgrado la validità dello sforzo fatto, è ora venuto il tempo di prendere in esame tutte le osservazioni di merito e procedurali raccolte in questi anni per migliorare tutto ciò che è possibile migliorare.
Da anni si sente per esempio la necessità di stabilire più direttamente e più precisamente il rapporto tra gestione-governo della Regione e nominati in enti che dovrebbero attuare indirizzi dell'esecutivo regionale si avverte anche la necessità di accelerare i tempi delle nomine, di alleggerire il carico di documentazione da presentare; di distinguere meglio le competenze fra i vari organi della Regione.
E la proposta di legge che viene oggi presentata, che è frutto di una puntigliosa verifica anche in Commissione, va nel senso di rispondere a questa esigenza.
In tempo di grandi contenziosi, di norme assolute, da applicare soprattutto agli altri, è giusto ridurre i margini delle incertezze anche se, come sempre, l'ottimo non si trova esercitando lo sport della ricerca del cavillo formale, ma nella pretesa di risposte in coscienza oneste - nel senso della più piena rispondenza all'interesse complessivo della gente da parte di chi è preposto a scegliere tra più candidature.
La legge non ha potuto modificare un punto, quello che deriva dall'art.
4 dello Statuto e che impone, laddove è possibile, il diritto delle minoranze.
E' fin troppo evidente come strida questa norma con il principio della massima competenza da pretendere da singoli nominati e come sia stato e ancora sia difficile, in un sistema come il nostro, distinguere in termini minimamente stabili la maggioranza dalla minoranza.
Probabilmente è questa una norma da cancellare - mi riferisco all'art.
4 dello Statuto - ma è noto che le modifiche statutarie richiedono tempi assai più lunghi di quelli necessari per l'approvazione di una legge regionale.
E di tempo il Consiglio non ne ha più. Facciamo l'impossibile, ma ai miracoli non siamo abilitati.
Mi auguro che ci sia su questa proposta una buona disponibilità del Consiglio. Non mi meraviglierei, tuttavia, se ci fossero richieste di ulteriori aggiustamenti, anche se la legge è stata licenziata dalla I Commissione all'unanimità.
In Commissione ho raccomandato una partecipazione attiva di tutti i membri nell'esame di una legge con la quale dovremo misurarci spesso.
Rivolgo lo stesso invito a tutti i colleghi in aula, mentre ringrazio i funzionari che hanno lavorato come sempre con molta serietà (dott.ssa Rovero, dott. Momo e dott. Casella in primis) che hanno coadiuvato l'Ufficio di Presidenza (il collega Monticelli in particolare) e il Presidente Carletto per il lavoro di preparazione del testo che è ora all'esame dell'aula.
Con la speranza di una sollecita approvazione.
Il progetto di legge di riforma della L.R. n. 10/85 riguardante le nomine di competenza regionale, altro non è che il risultato di limitate modificazioni alla vecchia normativa, di cui rispetta l'impianto generale pur tendendo a rendere più agile e funzionale l'intera normativa apportando anche modificazioni ed innovazioni sostanziali.
In primo luogo viene attribuita la competenza delle nomine degli organi collegiali di amministrazione e di controllo delle società a partecipazione regionale alla Giunta regionale in modo da rendere più stretto il rapporto tra la maggioranza che governa e le società con partecipazione regionale che operano in diversi campi dell'economia (art. 2).
Alla Giunta regionale vengono altresì attribuite le competenze in materia di indirizzo, coordinamento e controllo sugli enti strumentali e sui soggetti nominati negli organi delle società a partecipazione regionale, che lo Statuto attribuisce genericamente alla "Regione", fatte salve le competenze in materia di programmazione e controllo sui risultati che lo Statuto attribuisce esplicitamente al Consiglio regionale (art. 3).
Nell'ambito di queste nuove ed innovative attribuzioni alla Giunta regionale, spetta alla Commissione consultiva per le nomine la verifica dell'applicazione di quanto previsto dagli artt. 24 e 72 dello Statuto.
A tal fine, la Giunta regionale, per le nomine di propria competenza deve assumere dei criteri generali sentita la Commissione per le nomine (art. 2). Spetta quindi alla Commissione stessa la verifica della rispondenza di ogni singola nomina ai criteri suddetti nonché al rispetto della rappresentanza delle minoranze (art. 7).
Il progetto di legge in esame attribuisce la competenza di individuare le associazioni aventi poteri di designazione, alla Commissione consiliare competente per materia, sentito l'Assessorato competente. La pratica ha infatti insegnato che tale competenza - attribuita attualmente alla Commissione consiliare per le nomine - risulta di difficile applicazione (art. 5).
Il progetto di legge conferma, in linea di massima, le procedure già previste dalla L.R. n. 10/85, per le nomine di competenza del Consiglio regionale e stabilisce che analoghe procedure debbano essere seguite dalla Giunta regionale, per le nomine di propria competenza (artt. 8 e 10).
E' inoltre previsto, per le nomine di competenza del Consiglio regionale, che l'Ufficio di Presidenza, al termine della legislatura provveda alla pubblicazione delle nomine, designazioni, proposte di nomina e conferme che dovranno essere effettuate dal rinnovato Consiglio regionale (art. 8).
Per quanto riguarda la presentazione delle candidature, viene sancita la irricevibilità delle stesse quando siano prive del curriculum vitae e degli altri documenti richiesti, al fine di impedire la stasi del procedimento verificata più volte nel vigore dell'attuale legge. Il progetto di legge in questione prevede altresì l'obbligo dell'accettazione preventiva all'incarico, al fine di evitare, come si è già verificato, che persone nominate non accettino la nomina. Viene inoltre richiesta la firma autenticata dei candidati in calce ai documenti presentati, al fine di responsabilizzare maggiormente gli stessi (art. 11).
L'art. 13 del progetto di legge, nel normare le incompatibilità riferite alle nomine per incarichi di particolare rilievo, sancisce la necessità di individuare con deliberazione del Consiglio regionale, quali siano gli enti, istituti privati anche non economici, organi ed organismi che rientrano nella categoria suddetta.
L'art. 14 prevede, per gli organi che hanno proceduto alla nomina o designazione, la facoltà di contestare eventuali cause di incompatibilità sopravvenute o di dichiarare la decadenza del nominato dall'incarico ricoperto quando siano intervenute condizioni previste come causa di ineleggibilità o quando vengano meno alcune delle condizioni per le quali si è proceduto alla nomina.
Gli artt. 15 e 16 stabiliscono le modalità e le procedure con cui si esplica l'azione di indirizzo, coordinamento e controllo rispetto ai soggetti nominati, nonché le modalità di accesso alle informazioni da parte dei singoli Consiglieri e della Giunta regionale.
Gli artt. 18 e 19 del progetto di legge, infine, recepiscono sostanzialmente la legge nazionale n. 444/94 sulla prorogatio degli organi amministrativi, con particolare attenzione ai casi di nomine che scadono al termine della legislatura.
Il collega Mandrino aveva raccomandato per alcune nomine una particolare pubblicizzazione, ma non credo che nella legge sia possibile individuare quali nomine la richiedano. Quindi, abbiamo predisposto un ordine del giorno con cui si impegna il Presidente della Giunta e il Presidente del Consiglio ad accogliere segnalazioni di particolare rilevanza da parte della Commissione nomine in futuro operante, e da parte di Consiglieri regionali circa l'eccezionale rilevanza anche contingente di alcune nomine, affinché segua un'opportuna più diffusa pubblicizzazione attraverso quotidiani nazionali e periodici nazionali e locali.
Ultima considerazione: la legge è stata seguita in Commissione con puntualità da molti Consiglieri. Ho insistito molto perché si facesse un esame puntuale. Riconosco che è facile predisporre leggi di questo tipo non approfondendo le questioni, ma le conseguenze sulla vita del Consiglio sono particolarmente pesanti.
L'incertezza della norma, quando questa interessa i rapporti tra Consiglieri, determina situazioni di disagio a chi è preposto a risolvere problemi di questo tipo.
In aula - anche se sono consapevole che la mia è una voce "che grida nel deserto" - ripropongo la stessa raccomandazione, manifestando nuovamente la soddisfazione per l'attenzione posta, in particolare dal Presidente Carletto e da molti Consiglieri, ad una materia apparentemente arida e, per certi versi, anche un po' fastidiosa.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Discutiamo la legge che regolerà, nel futuro, i criteri e le procedure per la nomina di incarichi pubblici. Non è certo una legge a costituire condizione necessaria e sufficiente per ordinare questa materia in modo che chiunque la gestisca lo faccia nel modo migliore.
Questo non è nell'ordine delle cose: lo dimostra bene la maggioranza che non mi sembra abbia particolari meriti di rigorosa ed incontestabile gestione in materia di nomine.
Il cattivo governo delle nomine è esistito non a causa della vetustà di legge che ora variamo, ma a causa dei criteri discrezionali addotti dalla Giunta regionale. Si fa un gran parlare di discrezionalità; personalmente non contesto il fatto che nelle varie azioni di governo vi possano essere elementi discrezionali. Non si tratta di essere a favore o contro la discrezionalità, ma di verificarne i criteri fondamentali di gestione della discrezionalità.
Relativamente alle nomine, il nuovo testo legislativo non cambia assolutamente nulla: vengono riproposti identici termini discrezionali di gestione - che hanno portato i due Assessori responsabili ad essere indagati dalla Magistratura. L'indagine seguirà il suo corso; ma relativamente al merito della gestione discrezionale dei due Assessori, il parere del Gruppo di Rifondazione Comunista è negativo: la Giunta regionale ha speso 430 milioni per individuare i migliori candidati, tra i 430 presentatisi, ma non ne ha tenuto conto che in modo irrisorio. Una spesa che non ha prodotto frutti. Da qui la nostra convinzione che le scelte discrezionali assunte non hanno utilizzato quanto risultava dalla consulenza, costata 430 milioni, ma secondo elementi diversi, e quindi estranei alla deliberazione per la quale si sono impegnati soldi pubblici.
Di fronte alla prova lampante che quando si tratta di nomine estremamente importanti, le possibilità di cattiva gestione sono elevate occorrerebbe cambiare registro.
Noi proponiamo - e già lo chiedemmo per le nomine citate, dei Direttori generali - una chiara attribuzione al Consiglio regionale dei poteri di ogni tipo di nomina. Il Consiglio regionale è una sede pubblica e quindi più trasparente di quella di Giunta.
Dobbiamo scegliere delle priorità, anche come Consiglio regionale: nell'attuale contingenza, visti i pessimi risultati conseguiti, non credo sia prioritario vincolare l'azione di governo con l'azione di nomina. Credo occorra tentare, invece, di avvicinare il più possibile le procedure di nomina alla capacità di raggiungere l'obiettivo di garantire trasparenza e competenza. Questo può avvenire più in Consiglio che in Giunta; non che la funzione consiliare sia magica, ma si tratta di funzione pubblica, mentre i lavori della Giunta non sono pubblici.
Viceversa, la nuova legge propone una centralizzazione delle nomine in capo alla Giunta. Nell'interesse del Piemonte, opterei per un'indicazione legislativa diversa, che obblighi la Giunta regionale a trattare i problemi relativi alle nomine, soprattutto quelle importanti, in sede di Consiglio.
Vi è poi un altro problema, che la legge non ha trattato, ma che il relatore, Consigliere Enrico Nerviani, ha proposto sotto forma di riflessione: si tratta dell'art. 4 dello Statuto, inerente ai diritti delle minoranze. E' sua opinione che tale diritto sia da sopprimere. "Cosa vogliono queste minoranze? Vogliono occuparsi anche di nomine?" La mia opinione è che maggioranza e minoranza, dal punto di vista democratico hanno funzioni identiche, e che quindi debbono avere pari dignità e pari poteri: le maggioranze possono decidere in quanto ci sono minoranze che le contrastano; diversamente, andiamo ad un regime a partito unico. Il potere della maggioranza deriva dal fatto che vi è un contropotere della minoranza, che può soccombere, ma che esiste e viene esercitato.
Il Consigliere Nerviani sostiene che nel campo delle nomine debba fare tutto la Giunta: le maggioranze, e quindi chi esprime i governi, decide quali sono le persone di propria fiducia, nominandole in tutte quelle numerosissime sedi in cui il Consiglio regionale viene rappresentato.
Ma da dove può derivare una concezione di questo genere? Se la rappresentanza è del Consiglio regionale, in tale sede, di solito seggono maggioranze e minoranze, ed entrambe hanno pari dignità per individuare persone di propria fiducia, a meno che il collega Nerviani sostenga che le minoranze non possono esprimere delle proposte che meritano fiducia ed esprimano competenza, cosa che penso non possa sostenere nessuno, nemmeno il Consigliere Nerviani.
Sia le maggioranze sia le minoranze hanno degli elementi di giudizio di fiducia e di competenza. Occorre che queste, visto che rappresentano entrambe il Consiglio regionale, siano abilitate nei percorsi di nomina di rappresentanti del Consiglio, non della Giunta, non della maggioranza del Consiglio, avere cioè degli spazi garantiti.
Confermo che - questa è una mia riflessione che non ha nessuna conseguenza pratica, ma visto che è stata aperta la discussione espongo anch'io la mia idea sarebbe bene mantenere in Consiglio tutte le nomine, e non in Giunta, e che nel Consiglio - sulla base di valutazioni discrezionali che il Consiglio farà e che quindi nel Consiglio farà la maggioranza - ci sia un principio che obbliga le maggioranze di turno a mettersi di fronte al fatto che i rappresentanti rappresentano tutto il Consiglio. Ci sono delle situazioni in cui è bene che le professionalità e le competenze facciano capo alla fiducia dell'intero Consiglio e quindi sia dei Consiglieri che stanno in maggioranza sia dei Consiglieri che stanno in minoranza.
Per questo motivo esprimo una riflessione favorevole al pluralismo delle fiducie e delle competenze.
Per quanto riguarda la legge, l'art. 2, comma secondo, recita molto chiaramente che le nomine e le designazioni degli organi collegiali di amministrazione e di controllo delle società sono attribuite alla Giunta regionale. La nostra preoccupazione su questo è anche di carattere storico bisognava, a nostro avviso, quindi spostare la gran parte delle nomine tranne poche, in capo al Consiglio regionale. Non abbiamo partecipato, non ne facciamo parte, alla riunione in I Commissione, ma sono convinto che gli altri aspetti di carattere tecnico-procedurale siano serviti a togliere qualche inciampo alla vecchia legge, però la sostanza di questa legge è quella che ricentralizza tutto in capo alla Giunta; questa è una scelta secondo noi, sbagliata. Voteremo contro.



GOGLIO GIUSEPPE



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Il nostro Gruppo darà voto favorevole a questa proposta di legge. D atto agli estensori che questa legge riesce a sfuggire ad un limite proprio della produzione legislativa di lungo periodo; il problema si pone ogni giorno di più. Mi chiedo se una legislatura in articulo mortis, e una maggioranza, oggettivamente non assolutamente corrispondente alla realtà qualunque essa sia della società piemontese, possa produrre dei documenti che tendono ad incidere sulle strutture oltre ad un arco di tempo che è il normale governo di questa legislatura, che certo non si esaurisce con il giorno delle elezioni, ma ha uno spazio politico programmatorio che non pu essere esteso più di tanto, anche per il rispetto del senso della legislatura.
Quindi sul piano territoriale qualche ragionamento andrà pur fatto.
Questa legge pone realisticamente il problema di rendere più praticabile il processo delle nomine senza assolutamente incidere più di tanto sul processo anche di tipo culturale al quale il collega Chiezzi ha fatto riferimento. Devo peraltro dire che il collega Chiezzi qualche volta è anche protagonista di contraddizioni: come si fa ad immaginare che in una legge di questo genere le nomine siano di competenza del Consiglio, quando c'è giustamente la decadenza degli amministratori che non siano stati coerenti e funzionali rispetto a documenti di governo? I rappresentanti negli enti di competenza della Giunta rappresentano una volontà di governo non rappresentano una volontà culturale, politica, assembleare. Per cui sostengo che negli enti di competenza della Giunta non debba essere nominato il rappresentante di opposizione. Immaginiamo che nel collegio sindacale partecipino solo rappresentanti indicati dai partiti di opposizione. Ma come fa un Consigliere di amministrazione di una S.p.A, a rappresentare l'opposizione? Rappresenta il socio di riferimento che esprime la sua volontà attraverso la Giunta. Come si può esplicitare un'azione coerente con la posizione di opposizione in un ente esterno? In un ente di natura culturale, rappresentativo, di dibattito, è bene che molte voci siano presenti, ma in una società per azioni, o qualcosa che sia riconducibile ad un meccanismo tipo quello di una società per azioni, come è immaginabile che all'interno di uno stesso socio di riferimento ci siano pareri non coerenti e non vincolati dal disposto della Giunta come in questo documento viene opportunamente richiamato? Qui c'è scritto che se qualcuno non è coerente rispetto alle direttive della Giunta viene fatto decadere. Il rappresentante di minoranza, nominato in una S.p.A., è obbligato ad attenersi alle direttive della Giunta? La contraddizione - mi consenta il collega Chiezzi - emerge in modo molto chiaro: le minoranze devono essere tutelate, salvaguardate valorizzate, laddove si deve svolgere un'azione in cui la minoranza conserva il proprio ruolo di forza di minoranza critica; ma quando la minoranza viene funzionalmente collocata in un ruolo, in una funzione che la fa coincidere e la obbliga ad essere coerente con le decisioni della maggioranza, è lottizzazione, è dare un posto gratuito a qualcuno che non svolgerà la propria funzione.
La Giunta risponderà politicamente di cosa fanno i rappresentanti della Regione nominati dalla Giunta in un certo ente e la responsabilità politica sarà della Giunta che non avrà messo il Consiglio regionale nelle condizioni di pronunciare la sanzione, cioè la decadenza rispetto al non rispetto. Paradossalmente dovremmo dare la medaglia al rappresentante delle opposizioni che in quello stesso ente ha ribadito la sua diversità di collocazione, di orientamento rispetto agli orientamenti della Giunta.
Quindi il tipo di modello di Stato che sta crescendo è ben al di là e al di fuori della nostra volontà: l'opposizione deve essere valorizzata salvaguardata, potenziata, ma dove c'è il confronto dialettico, dove c'è il dibattito, dove si costruiscono le idee, ma dove si governa l'opposizione non ha il ruolo di esistere, è una contraddizione in termini, è una castratura della funzione dell'opposizione. Questa veramente è una cultura compromissoria, perché tende a coinvolgere l'opposizione in un ruolo di governo alla quale con questa legge è vincolata. Il rappresentante dell'opposizione deve difendere il deliberato della Giunta relativo ad una S.p.A., deliberato che magari ha trovato la sua forza politica contraria in Consiglio.
Mi pare, quindi, che questa legge debba essere apprezzata perché è un corretto tentativo riuscito di snellire, per quanto possibile, questa materia, riportarla a maggiore comprensione, evitando alcune legnosità che avevano reso molto difficile questo processo. Sono convinto che l'avvio della cultura maggioritaria farà sì che questa legge, nella legislatura che seguirà, verrà profondamente ripensata.
Colgo l'occasione, anzi questa era la ragione per la quale ho preso la parola, per richiamare l'attenzione su due emendamenti - non me ne voglia il Presidente Nerviani - che ho introdotto in relazione all'art. 16, comma terzo. Sono sicuramente emendamenti di puro stile e colgo l'occasione per illustrarli.
Il comma terzo, peraltro assolutamente condivisibile, non va collocato in questa legge. Non è sulla legge delle nomine che si deve dire che la Giunta deve relazionare prima delle assemblee che non sono quelle di nomina, ma tutte le assemblee di bilancio in ordine alla gestione delle partecipate; ciò deve essere detto in qualche altra legge.
Infatti ho suggerito due emendamenti: uno abrogativo il quale mi rendo conto che è bene venga respinto; l'altro integrativo con il quale faccio precedere al comma terzo le seguenti parole: "Fino all'entrata in vigore di specifica normativa"; questo perché resti un segnale, per chi leggerà queste cose dopo di noi, che siamo stati attenti a questi aspetti soprattutto che noi assegnamo a qualcuno il problema di normare, con un provvedimento di legge, quale deve essere il rapporto Giunta-Consiglio Giunta-partecipate ed informazione, decisione raccordata. Ma ciò deve essere evidentemente oggetto di una norma di merito, non di una norma di procedura come è questa.
Grazie, Presidente, grazie, colleghi.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bodrero.



BODRERO Antonio

Sono contrario, per principio, alla discrezionalità. In qualsiasi campo. Per ovvie ragioni - mi tocca ripetere - di ragionevolezza: un'attività, un compito così delicato, decisivo ed importante quale quello delle nomine deve essere regolato da norme ben chiare, trasparenti e rigorose tali da poter acquisire, per quanto è possibile, una specie di inoppugnabilità. Quindi, visto che la maggioranza consiliare è già maggioranza e non dovrebbe temere numericamente la minoranza od opposizione, non vedo perché non si possa investire della responsabilità tutto il Consiglio. Che poi i nominati devono eseguire gli ordini ovviamente quelli giusti e legali (è chiaro: non quelli criminali eventuali) della Giunta, è pacifico. Se non se la sentono di eseguirli diano le dimissioni. Voto contrario.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pier Luigi

Anche noi come Gruppo esprimeremo voto favorevole a questa legge per una considerazione fondamentale che è prevalente rispetto ad alcune osservazioni, che per la verità condividiamo, espresse da Marchini.
La ragione fondamentale è che prima di tutto abbiamo partecipato a licenziarla in Ufficio di Presidenza con il collega Goglio. In secondo luogo, in I Commissione abbiamo partecipato anche a tutte le varie limature; quindi ci sembra proprio che sia stato compiuto uno sforzo per arrivare ad una sintesi che fosse la più felice fra Giunta e Consiglio.
Certo vi è una qualche perplessità circa il fatto che questa legge venga approvata a fine legislatura, ma ci preoccupano maggiormente il disegno di legge sul personale ed anche alcune scelte di bilancio (di cui parleremo nelle prossime sedute consiliari) che in effetti ipotecano, o possono ipotecare, una parte eccessivamente lunga della prossima legislatura.
Quindi una qualche sottolineatura fatta dal Consigliere Marchini la possiamo condividere, ma - torno a ripetere - esprimeremo voto favorevole.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Nerviani.



NERVIANI Enrico

Mi spiace di non vedere in aula il collega Chiezzi. Ah, c'è. Mi correggo: mi spiace di non vedere al posto abituale il collega Chiezzi adesso l'ho individuato - che ringrazio peraltro dei contributi che apporta sempre seriamente in Consiglio regionale, anche con puntualità ed intelligenza, qualche volta dimostrata con la capacità di intuire al volo materie non perfettamente approfondite, perché non sempre è possibile approfondire tutto; al Consigliere Chiezzi devo tuttavia dire che la drammatizzazione che qualche volta si fa supera il limite dell'opportuno come nel caso di specie.
A mio avviso - dico questo anche all'amico collega Pierluigi Gallarini non si tratta di "drammatica tempestività". Non esiste valenza drammatica sotto nessuna specie nell'iniziativa di presentare questa proposta di legge: è la proposta più quieta, più meditata, recuperata da me nel mese di luglio dell'anno scorso ritenendo che alcune procedure erano pasticciate erano complicate e rendevano ancora più difficile il nostro compito di individuatori - se mi è passato il termine - dei soggetti migliori da destinare ad incarichi in cui la Regione aveva ed ha specifica competenza.
A chi si preoccupa che una legge viene approvata adesso a fine legislatura, dico che non c'è tempo migliore per l'approvazione di queste leggi di quello di fine legislatura in una prospettiva di assoluta incertezza che dà la garanzia di totale indifferenza rispetto alle parti di cui siamo membri. La mia preoccupazione è stata quella di dare al prossimo Consiglio e alle prossime maggioranze e minoranze lo strumento più sicuro più certo per poter procedere nel modo migliore alla formulazione delle nomine da parte del Consiglio.
Alla Giunta è stata attribuita maggiore responsabilità sulla base di valutazioni obiettive e sulla base dell'esperienza. Le attuali procedure qualche volta hanno messo in difficoltà gli enti a cui dovevamo assicurare le nomine, per le lentezze che sono proprie di un grande corpo legislativo e di un grande corpo amministrativo; è espressa altresì anche per la necessità di una coerenza maggiore nei rapporti fra esecutivo ed enti con cui l'esecutivo è in relazione obbligata e più diretta.
Ma quale sarà la maggioranza del prossimo Consiglio? Io accetto scommesse giusto perché mi piace scommettere. Se ci fosse una maggioranza certa si potrebbe dubitare della serietà della proposta; siccome questa maggioranza è la più incerta che si possa immaginare, mi pare che ci sia la totale limpidezza, direi - se mi consentite l'accenno presuntuoso dovrebbe esserci l'approvazione per uno sforzo fatto in un tempo indifferente rispetto alle proprie fortune, alle fortune della propria parte, delle maggioranze attuali e anche delle minoranze.
Voglio ancora dire che davvero la preoccupazione è stata quella di individuare meglio i compiti, di ripulire le procedure, di dare tempi snelli, di dare certezze nella presentazione della documentazione da parte di coloro che sono interessati, di evitare che coloro che presentano la domanda siano caricati all'inizio di documentazione infruttuosa e poi siano di nuovo caricati di richieste che richiedono tempi, fatiche e qualche volta anche esborso di piccole somme di denaro. Questa è stata la preoccupazione, ma capisco che è una valenza di modesta entità.
Poiché il Consigliere Chiezzi - come ho detto prima - ha ripreso questo accenno in modo molto acuto (mentre io credevo che si lasciasse andare senza considerazioni, perché era un po' uno sfogo personale), voglio che continui la riflessione che ha fatto e scenda nell'esemplificazione, nel concreto. Ammesso che il Consiglio si debba caricare delle nomine dei Direttori generali delle UU.SS.LL., è immaginabile che questa ripartizione tra maggioranza e minoranza avvenga o non è preminente in via assoluta la competenza dei Direttori delle future Anziende sanitarie? Ha senso che quattro competenti debbano essere ridotti a tre perch deve esserci un competente (che potrebbe essere meno competente) rappresentante della minoranza?



(Interruzioni del Consigliere Calligaro)



NERVIANI Enrico

Consigliere Calligaro, a volte non posso che lasciar cadere le braccia di fronte a queste considerazioni. Sto facendo un ragionamento onesto, che oltretutto non interferisce neanche con la legge; un ragionamento che potete continuare nella prossima legislatura e che attiene all'opportunità di distinguere le competenze fra maggioranza e minoranza.
E' una riflessione di carattere generale e superiore; se la si minimizza in termini banali e anche un po' offensivi, mi pare che non ci sia neppure l'opportunità di un confronto civile all'interno di questo Consiglio regionale. E' un ragionamento non contingente, ma che guarda al futuro; prescinde dalla mia condizione.
La mia condizione probabilmente è quella di minoranza, quindi la mia posizione è oltretutto autolesionista; se questo serve ancora una volta a lanciare stilettate assolutamente gratuite, mi sembra davvero che l'esercizio della nostra dialettica sia sconsolante ed inutile, oltrech negativo e distruttivo.
Signor Presidente, concludo ritenendo che non io, ma i colleghi della I Commissione abbiano fatto uno sforzo onesto; sono sicuro che ci sono ancora angoli di imperfezione che vanno ripuliti e corretti, ma ciò toccherà alla prossima legislatura. Ripeto: abbiamo fatto il meglio possibile; per i miracoli non siamo abilitati.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, passiamo all'esame del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 32 voti favorevoli 28 astensioni 4.
L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 32 voti favorevoli 28 astensioni 4.
L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 32 voti favorevoli 28 astensioni 4.
L'art. 3 è approvato.
ART. 4 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 32 voti favorevoli 28 astensioni 4.
L'art. 4 è approvato.
ART. 5 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 32 voti favorevoli 28 astensioni 4.
L'art. 5 è approvato.
ART. 6 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 32 voti favorevoli 28 astensioni 4.
L'art. 6 è approvato.
ART. 7 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 32 voti favorevoli 28 astensioni 4.
L'art. 7 è approvato.
ART. 8 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 32 voti favorevoli 28 astensioni 4.
L'art. 8 è approvato.
ART. 9 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 32 voti favorevoli 28 astensioni 4.
L'art. 9 è approvato.
ART. 10 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 32 voti favorevoli 28 astensioni 4.
L'art. 10 è approvato.
ART. 11 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 32 voti favorevoli 28 astensioni 4.
L'art. 11 è approvato.
ART. 12 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 32 voti favorevoli 28 astensioni 4.
L'art. 12 è approvato.
ART. 13 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 32 voti favorevoli 8 astensioni 4.
L'art. 13 è approvato.
ART. 14 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 32 voti favorevoli 28 astensioni 4.
L'art. 14 è approvato.
ART. 15 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 32 voti favorevoli 28 astensioni 4.
L'art. 15 è approvato.
ART. 16 Emendamenti presentati dal Consigliere Marchini: 1) è abrogato il comma terzo.
Tale emendamento, non accolto dal relatore, viene ritirato dal proponente.
2) Al comma terzo, prima della parola "per", sono aggiunte le parole "sino all'entrata in vigore di specifica normativa".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 30 voti favorevoli e 5 astensioni.
Si proceda alla votazione dell'art. 16 come emendato, per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votant 35 voti favorevoli 30 astensioni 5.
L'art. 16 è approvato.
ART. 17 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 voti favorevoli 30 astensioni 5.
L'art. 17 è approvato.
ART. 18 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 voti favorevoli 30 astensioni 5.
L'art. 18 è approvato.
ART. 19 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 voti favorevoli 30 astensioni 5.
L'art. 19 è approvato.
ART. 20 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 voti favorevoli 30 astensioni 5.
L'art. 20 è approvato.
Passiamo alle dichiarazioni di voto sull'intero testo della legge.
La parola al Consigliere Masaracchio.



MASARACCHIO Antonino

Dichiaro il mio voto favorevole, anche perché in questa vicenda tutto quello che ha testè detto il collega Nerviani è vero. Non voglio peccare di presunzione, ma dal momento in cui mi sono trovato nella Commissione nomine ho visto che il tale "Mar dei Sargassi" meritava una certa correzione. Il fatto che il Consigliere Nerviani abbia risolto il problema di presentare un testo di legge per disciplinare tutta quanta la materia è coinciso con taluni miei malumori, e ciò al di fuori di quanto si conviene quando vi sono due parti che si contendono un posto anziché un altro.
Oltre alla dichiarazione di voto favorevole esplicitata in termini politici, questa mia partecipazione al dibattito vuol significare un'adesione totale a quanto pronunciato dal Consigliere Nerviani, nel rispetto di tutto quello che nel tempo dovrebbe quanto meno tranquillizzare i Consiglieri regionali nell'ambito di una questione piuttosto delicata.
Senza entrare nel merito di ciò che è accaduto per le UU.SS.LL. e per le Aziende sanitarie, senza voler entrare nel merito di taluni altri momenti difficili anche per il nostro Gruppo (che dopo inveterato tempo aveva pensato di poter fare proposta di qualche nominativo eccellente sempre in termini di contributo all'attività amministrativa e quindi in termini positivi), senza entrare nel merito di tutto quello che è stato questa proposta di legge rappresenta per il futuro uno spiraglio di nuovi rapporti che consentono a tutti i Gruppi di partecipare, evitando tutto ci che accade quando si vuole dilazionare il problema di una nomina anziché di un'altra.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Sartoris.



SARTORIS Anna

Penso che con questa legge si sia sicuramente fatto un passo avanti tuttavia mi asterrò per una questione di principio.
Nel corso di questi anni non ho mai creduto nelle nomine di tipo regionale, perché ritengo che siano una delle fonti e uno dei motivi per cui alcune discrezionalità - come si è detto in questi giorni burocratiche diventano discrezionalità di altro tipo. Credo che questo sia un grosso nodo da sciogliere.
Non me la sento di votare contro perché sicuramente un passo avanti è stato fatto, ma si poteva fare di più, quindi mi asterrò dal votare questa legge.



PRESIDENTE

Non essendovi altre dichiarazioni di voto, si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 hanno risposto SI 34 Consiglieri hanno risposto NO 5 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri.
La legge è approvata.
Pongo ora in votazione l'ordine del giorno n. 784 a firma dei Consiglieri Nerviani, Mandrino e Carletto, connesso alla legge testè approvata, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte ad avvenuta approvazione della nuova legge regionale sulle nomine dal titolo 'Criteri e disciplina delle nomine ad incarichi pubblici di competenza regionale' richiamati i punti relativi alla necessità di informazione puntuale dei cittadini in ordine alle nomine da effettuare rilevato che non è parsa possibile la diffusione a mezzo stampa della notizia di tutte le nomine da effettuare osservato altresì che alcune nomine meritano particolare evidenziazione presso i cittadini potenzialmente interessati impegna i Presidenti del Consiglio e della Giunta regionale ad attivare iniziative di più diffusa pubblicazione per le nomine di eccezionale rilievo, opportunamente individuate dalla Commissione Nomine o dai Consiglieri regionali, anche utilizzando quotidiani nazionali e periodici regionali e locali".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato con 34 voti favorevoli, 5 contrari e 2 astensioni.


Argomento: Parchi e riserve

Esame progetto di legge n. 525: "Modificazione della L.R. 20/5/1980, n. 51 istitutiva del Parco naturale del Gran Bosco di Salbertrand"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del progetto di legge n. 525, di cui al punto 8) dell'o.d.g.
La parola al relatore, Consigliere Adduci.



ADDUCI Donato, relatore

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, con il presente disegno di legge si propone un ampliamento territoriale del Parco naturale del Gran Bosco di Salbertrand, istituito con la L.R. 20/5/1980, n. 51.
Tale proposta nasce da una duplice esigenza: quella di rendere più omogeneo il territorio del parco e, di conseguenza, più funzionale rispetto alla sua gestione, sia territoriale, sia faunistica e forestale; in secondo luogo quella di concludere un processo avviato attraverso la presentazione di un analogo progetto di legge all'inizio della legislatura, progetto sul quale - come era doveroso e giusto furono avviate ed effettuate le consultazioni. Tuttavia, dalle consultazioni è emersa la necessità di procedere a varianti sostanziali del progetto di legge originario di ampliamento, di conseguenza la Giunta regionale ha ritenuto opportuno, al fine di organizzare correttamente la norma e di definire un confine rispondente alle esigenze territoriali ed ambientali, procedere ad una nuova formulazione del testo di legge che si propone ora all'approvazione del Consiglio regionale.
Nella presente proposta è infatti individuata, oltre alla definizione dei confini più consoni alle esigenze sopra richiamate, una nuova composizione del Consiglio direttivo del parco, ciò in coerenza con i disposti della legge n. 394/91 in materia di aree protette e con il disegno di riordino degli Enti di gestione che si intende concludere entro il termine della legislatura.
La proposta di nuova composizione del Consiglio direttivo consente di rendere più snello il Consiglio stesso, garantendo comunque la partecipazione attiva delle comunità locali, che sono peraltro rappresentate anche nella comunità del parco.
Questo, nella sostanza, è quanto la Giunta propone al Consiglio di approvare. Mi pare un atto importante e positivo, in quanto la politica dei parchi avviata dalla Regione Piemonte, giustamente ritenuta e considerata all'avanguardia in questo settore, trova un altro tassello che si aggiunge ad un mosaico complessivo in materia ambientale che non può che rendere onore a questa Regione.



PORCELLANA FRANCESCO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Esprimerò un voto di astensione al disegno di legge con rammarico perché questo Gruppo - non sicuramente quello che io e il collega Fulcheri rappresentiamo - presente da quando la Regione esiste, è stato tra i promotori e i sostenitori della politica dei parchi.
Ci sono però delle occasioni in cui sembra necessario ed utile segnare delle differenze non tanto sull'oggetto, ma sul percorso al quale assistiamo. Non si può essere soddisfatti della politica dei parchi in Piemonte perché si continua a lasciare degenerare un modello che territorialmente e culturalmente, era alto e che, leggendo la prima legge istitutiva del parco, "tendeva a ricostruire l'habitat", non a difendere delle cose.
Ciò significava investire sul territorio oggetto dei parchi per ripristinare le condizioni di vita e di ambiente che un mutato modello socio-economico metteva in crisi, non in termini di fruizione, ma in termini di abbandono. Il nuovo modello non comprometteva quelle aree perch le usava, ma perché le abbandonava; quindi, veniva meno un pezzo del nostro mondo, della nostra generazione che dovevamo salvaguardare non dalla distruzione quanto dall'abbandono e dall'oblio.
Questa era la filosofia del parco: il parco era fatto per gli uomini che dovevano rimanere sulla montagna e convivere con l'ambiente, la flora e la fauna. Questa era la specificità dei parchi piemontesi, che sono diventati invece la filosofia della tutela, ma su questo non polemizzo più di tanto.
Un'intuizione può scontrarsi con le difficoltà oggettive, deve conciliarsi con bisogni diversi che si manifestano sul territorio e che possono sembrare più immediati, come quello della tutela rispetto alla valorizzazione e al recupero di preesistenze, come continua a rimanere l'approccio che per alcuni parchi dovremmo recuperare.
Posso capire tutto questo, ma alla banalizzazione cui si arriva con la politica dei parchi ci si deve ribellare e chiedere anche ai colleghi più attenzione, più sensibilità e più rispetto sulle cose di cui parliamo.
Il caso del Parco di Salbertrand è esemplare. Il Parco di Salbertrand è nato per tutelare delle scienze boschive di pregio collocate in modo monumentale sul territorio. Attualmente quel parco è gestito in modo che le specie arboree vengano distrutte, e si privilegia tale distruzione. Così è.
Le preesistenze, cioè le attività agricole, sicuramente non hanno avuto alcun privilegio, ma penalizzazioni forti sul piano dei comportamenti.
Con il nostro regolamento vietiamo nel Parco di Salbertrand lo sci alpinismo. Qualcuno alle mie spalle sa di cosa parliamo, mentre la maggior parte dei colleghi non sanno. Significa che, in pieno inverno, non qualche decina di persone, ma sei-sette-otto "matti" in tutto l'inverno decidono di percorrere 1.500-1.700 metri di dislivello con gli sci ai piedi e con le pelli di foca - immaginate quale fastidio possono dare ai cervi! - e fare una discesa sulla neve fresca. Questo lo si vieta; contemporaneamente per si continua a consentire che i cervi distruggano gli abeti bianchi che erano l'oggetto del parco.
Il parco dovrebbe essere un tempio della natura; ora invece è banalizzato per le visite organizzate. Non so se siano i "balilla del Duce" o i "balilla del Papa", e non mi interessa, ma la cultura dei "balilla" è sempre rimasta nella nostra testa. La natura non è fatta per i "balilla", è fatta per i bambini, per i ragazzi e per gli uomini, per i singoli. Non è fatta per nessun tipo di "balilla", e nessuno può insegnare a qualcuno com'è la natura, perché la natura si scopre, nella natura si vive, si rischia e si muore: non si impara la natura, la si sperimenta.
Con la nostra politica dei parchi si costruiscono degli archetipi per l'immaginario collettivo, che è semplicemente la banalizzazione del mondo ambientalistico che arriva dal modello americano.
Quindi, nel caso di specie, il Parco di Salbertrand, nato con lo scopo preciso della tutela delle specie arboree, diventa la tutela di alcune specie selvatiche, mantenendo all'interno dell'Alta Valle di Susa l'incredibile situazione per la quale ci sono delle vere e proprie bombe ambientali. Questo parco è una bomba ambientale, perché da lì escono animali che, per il loro numero e la loro qualità, distruggono il "mio mondo di montanaro". Niente si fa per recuperare il nostro mondo di montanari che è il sottobosco, è il prato arborato dove vivono i "giaunét" dove si passeggiava nei boschi. Ora nei boschi non si può più entrare e i prati non esistono più. Il mondo che abbiamo conosciuto e vissuto lavorandoci da bambini, e non andando in gita con i "balilla", non esiste più. Noi, alle generazioni future, non lasciamo il mondo che abbiamo conosciuto, lasciamo degli animali con le corna, quelli che possiamo vedere benissimo al cinema "Lux" qui a Torino pagando diecimila lire l'ingresso.
La cosa che mi ha disturbato molto in questa vicenda sono le osservazioni che ho avuto modo di leggere. Gli enti locali - dicendo questo perderò ancora qualche voto - invece di riaprire in questa occasione la natura, le funzioni, la specificità del Parco di Salbertrand, e non di abolirlo, ma di rileggerlo e di reinterpretarlo e rifletterci sopra visto che facciamo una legge, si sono preoccupati di garantire più posti nei Consigli di amministrazione. Naturalmente il problema dei cervi non esiste più, il problema dei cinghiali e dei caprioli non esiste più. I problemi sono rappresentati dai posti nel parco, per decidere che cosa? Chi deve gestire la gita dei "balilla del Papa o del Duce".
Questo del Parco di Salbertrand è un fatto esemplare che mi fa ritenere che la materia dei parchi - Assessore Bresso, mi rivolgo a lei per avere un interlocutore e perché sa con quanta passione seguo queste cose dovrà essere ripensata e, per certi versi, rimpiantata.
Questa non è una novità; con un collega non presente, della sinistra nel 1980 ci eravamo detti "I parchi sono fatti: adesso dobbiamo imparare a vivere con i parchi".
Ho l'impressione che dobbiamo tutti fare uno sforzo per ripensare a questa splendida realtà che abbiamo insieme costruito non per comprimerla ma per svilupparla e, se possibile, immaginare quale possa essere lo scenario, quella diffusione ancora maggiore, molto maggiore, tanto per essere chiaro, ma in termini più sciolti. Il parco deve stare sul territorio in termini più leggeri, più diffusi sul piano territoriale, ma con una connotazione culturale e un rispetto della natura veri. Il rispetto della natura non è la sua mummificazione, la sua banalizzazione: è la rivitalizzazione delle sue forze intrinseche, delle quali dobbiamo avere oggigiorno assoluto rispetto.
Ribadisco l'esempio che ho già fatto in altre occasioni: ritengo che la politica dei parchi (almeno di quelli che vivo di più, cioè quelli di montagna) sarà vincente quando i nostri bambini torneranno ad andare a cercare, non queste caricature che sono i cervi (caricature nell'approccio ai problemi dell'ambiente), ma, per esempio, un bel formicaio di formiche rosse. Se i bambini torneranno a cercare il formicaio di formiche rosse vuol dire che avremo recuperato il rapporto autentico, genuino tra l'uomo e la natura. Se invece avremo ancora bisogno di elementi di grandissimo fascino, di immagine (il cervo, il camoscio, l'aquila, che nessuno vede mai e che il più delle volte è un corvo visto da miopi), vuol dire che non avremo recuperato il rapporto tra l'uomo e la natura, che è l'oggetto della politica dei parchi.
Quindi il mio voto di astensione (non voglio coinvolgere il collega) è un tentativo per fare in modo che sulla cultura del parco non si vada per forza di volano, cioè per forza propria, ma si abbia la capacità, dopo vent'anni di una politica della quale dobbiamo essere tutti orgogliosi (non solo come amministratori, ma anche come cittadini), di inventare qualche elemento che rilanci il valore umanistico che devono avere questi parchi.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bodrero.



BODRERO Antonio

Mi associo in parte a ciò che ha detto il Consigliere Marchini per il fatto che l'uomo di montagna da una parte e l'amante della natura dall'altra, disposti a vivere sul posto come custodi, non sono abbastanza presi in considerazione o cercati (perché ci sono anche questi amanti della natura disposti a vivere come Thoreau di "Walden"). C'è invece la tendenza, secondo me negativa, a creare nuovi posti pubblici per un'economia pubblica statalista, ovviamente di sinistra, la sinistra sbagliata, che confonde lo statalismo con la giustizia, per un'economia pubblica statalista già oberata di debiti e di dipendenti non sempre efficienti.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Sartoris.



SARTORIS Anna

Già in Commissione avevo espresso voto contrario perché, a differenza del Consigliere Marchini, se faccio le critiche, poi sono conseguente e quindi voto contro; non voglio però giudicare le posizioni degli altri.
Il problema è semplicemente il seguente: credo, Assessore Bresso, che la situazione attuale, cioè la fotografia di questo momento indipendentemente dall'allargamento dei confini del parco, rappresenti il fallimento di progetti che non si sono realizzati sul territorio. Ci perché, invece di avere un rapporto di un certo tipo nei confronti del territorio, si è pensato di creare dei posti di lavoro, andando in una certa direzione.
Sicuramente - e lo vedremo fra un'oretta - il problema esiste, perch non si possono promettere certe cose e poi tirarsi indietro; non si pu arrivare a dire: "Non riusciamo più a stare dentro le spese, quindi dobbiamo accorpare i vari parchi". Questo è un discorso che viene fatto ricorrentemente in Commissione, per cui alcuni parchi devono essere accorpati e il personale spostato.
Tutto ciò semplicemente per motivi di interesse, perché non si è pensato ad avere un rapporto intelligente e costruttivo con il territorio e con le istituzioni locali.
Non è pensabile che si continui ad andare avanti in questa direzione non è possibile pensare di non poter intervenire nei confronti delle varie Province che devono essere responsabilizzate, perché devono tutelare il loro territorio. Si deve insegnare anche ai Comuni e alle Province a tutelare il loro territorio, senza bisogno di istituire parchi che, a loro volta, creano una sorta di trascinamento. Il trasferimento di nuovo personale può creare un rapporto conflittuale con la popolazione, può non essere capito, può non venire accettato creando più danni di quelli che potrebbe causare il territorio se non fosse tutelato.
Credo che, se il fiore all'occhiello della campagna elettorale dell'Assessore Bresso potrebbe essere quello di aver fatto un certo numero di parchi, sarebbe il caso di fare un minimo...



(Commenti dell'Assessore Bresso)



SARTORIS Anna

Sì, perché so che sul territorio è uno dei leit motiv che gira di più.



BRESSO Mercedes, Assessore regionale

Della Regione, non mio.



SARTORIS Anna

E' il leit motiv più diffuso, cioè il fatto che questa è una Regione nella quale, fra un po', nel giardinetto di casa ci troveremo un parco, con dei posti di lavoro, con delle persone alle quali bisogna garantire "tot" ore di lavoro, salvo poi accorgersi che il bilancio non è più sufficiente e allora gli si dice: "Va beh, abbiamo scherzato, vedremo la prossima volta cosa si può fare".
Credo che questo sia un modo sbagliato, un modo fallimentare di procedere.
Spero e mi auguro che chi verrà dopo di noi prenda in mano la situazione dei parchi, delle riserve naturali e di tutto quanto esiste sul territorio piemontese e cominci ad attuare una certa pianificazione, senza la necessità impellente, l'esigenza di dover fare parchi, ma cominci a pensare alla tutela del territorio in un modo diverso, un po' meno demonizzante nei confronti della popolazione.
In fin dei conti, se alcune zone sono rimaste intatte, se alcune bellezze naturali continuano ad esistere è perché i nostri nonni, i nostri bisnonni non erano così disgraziati da aver rovinato tutto. Per carità capisco che ci possa essere l'esigenza di tutelare e di mantenere alcune bellezze naturali e alcune bellezze animali che stanno scomparendo, però se si va avanti di questo passo, sicuramente non si risolve il problema neanche quello dei posti di lavoro.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Bresso.



BRESSO Mercedes, Assessore regionale

Sapendo che molti Consiglieri devono andare via, sarò brevissima.
Al collega Marchini dico semplicemente che questa è una vecchia discussione; la sua posizione sui parchi è nota, anche se non chiarissima perché varia di volta in volta. Su alcune delle sue opinioni concordo, su altre no; per esempio, gli obiettivi della politica dei parchi sono, a volte, quelli da lui indicati, a volte altri.
Quanto alla gestione distruttiva da parte dell'Ente del Gran Bosco di Salbertrand, è sua personale opinione; non ci sono dubbi su alcuni problemi sorti in passato, ma personalmente sono convinta - e non sono l'unica - che gli stessi siano stati risolti e che verrano ulteriormente minimizzati dall'allargamento proposto, che certamente permetterà una migliore gestione faunistica.
Quanto alla questione della riduzione degli Enti di gestione, rilevo che quanto proposto con la legge in discussione, così come in tutte le leggi approvate in questo periodo, è di ridurre costi e burocrazia.
Relativamente alle considerazioni della collega Sartoris, sarei tentata di non replicare; la sua è una posizione preconcetta: le ho già suggerito varie volte di informarsi meglio. Per parte nostra, siamo disponibilissimi a fornirle ogni informazione.
Ribadisco che gli accorpamenti proposti, pur basandosi su ragioni di maggiore efficienza, sono anche tesi a risparmiare denaro, che non deve necessariamente essere buttato via. Qualsiasi ente, anche se piccolo necessita di un Consiglio direttivo, e quindi della corresponsione dei gettoni di presenza, nonché di personale addetto ad incombenze amministrative, e non di tutela dell'ambiente: tali piccoli enti, dunque si sono rivelati poco efficienti, anche se avevano la loro ragion d'essere nello stretto collegamento alle realtà locali. La loro riduzione è una scelta precisa, della quale mi assumo la responsabilità - come credo i colleghi che mi hanno preceduta. In ogni caso, tali accorpamenti sono sempre discussi preliminarmente con gli enti stessi e con i Comuni cercando di trovare soluzioni non assurde; resta il fatto che da parte della funzione pubblica si ritiene che la gestione di piccoli enti, dal personale necessariamente minimo, crei problemi di efficienza. C'è infatti la generale richiesta da parte non soltanto degli Enti parco, ma di tutti quelli di piccole dimensioni, di provvedere ad effettuare degli accorpamenti.
Vede, Consigliera Sartoris, non credo di avere bisogno di fare l'Assessore ai parchi per acquisire meriti in campo ambientale: già dai banchi dell'opposizione sono stata promotrice di quasi tutte le leggi che ex novo, hanno creato nuove aree protette, da quella del Po a questa stessa, presentata prima di essere Assessore, a molte di quelle recentemente approvate. Credo anche di non avere bisogno di accampare meriti per eventuamente aver diritto a preferenze elettorali, in quanto persona capace, competente ed impegnata in materia ambientale. Ritengo invece che la politica dei parchi sia un fiore all'occhiello della Regione Piemonte. Ricordo che - a parte rarissime eccezioni, tra le quali la collega Sartoris tutte le leggi istitutive dei parchi in Piemonte sono state approvate con larghissime maggioranze, istitutive e modificative assai più ampie di quanto fosse la maggioranza politica di quel momento. Il che dimostra che la Regione Piemonte, nel suo complesso, da oltre vent'anni, ritiene tale politica prioritaria. Quanto alla tutela generale del territorio, la collega non si preoccupi: la Giunta ha adottato, lunedì scorso, il Piano territoriale regionale per l'intero territorio regionale nonché il Piano per l'ovest Ticino, che provvede agli aspetti generali di tutela del territorio.
La politica dei parchi, come correttamente deve essere, è un tassello politico generale di attenzione al territorio, su cui, credo, abbiamo assolutamente le carte in regola.
Grazie.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, passiamo all'esame del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 voti favorevoli 22 voti contrari 3 astensioni 6.
L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 voti favorevoli 22 voti contrari 3 astensioni 6.
L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 voti favorevoli 22 voti contrari 3 astensioni 6.
L'art. 3 è approvato.
ART. 4 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 voti favorevoli 22 voti contrari 3 astensioni 6.
L'art. 4 è approvato.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 48 hanno risposto SI 38 Consiglieri hanno risposto NO 4 Consiglieri si sono astenuti 6 Consiglieri.
La legge è approvata.


Argomento: Veterinaria

Esame progetto di legge n. 582: "Esenzione pagamento per prestazioni in campo di competenze igienistiche, veterinarie e medico-legali, a favore dei privati in caso di eventi calamitori eccezionali riconosciuti tali con leggi - Modifica punto f), comma primo, art. 2 della L.R. 26/10/1982, n. 30"


PRESIDENTE

Passiamo infine al punto 9) all'o.d.g. che prevede l'esame del progetto di legge n. 582.
Relatore è il Consigliere Bara, che ha facoltà di intervenire.



BARA Giuseppe, relatore

Dò per letta la relazione, il cui testo, a mani dei Consiglieri recita: "Il RD 27/7/1934, n. 1265 'Testo unico delle leggi sanitarie' stabiliva agli artt. 42 e 43 che i compensi per il rilascio dei certificati dovevano essere devoluti all'Ufficiale sanitario, ispezioni che per la legislazione di allora rivestivano carattere igienistico e medico-legale.
Con la riforma sanitaria le competenze degli Ufficiali sanitari vennero trasferite ai servizi delle UU.SS.SS.LL. e, con L.R. n. 30/82 con incameramento dei compensi dalle UU.SS.SS.LL. medesime, e la Giunta regionale, con deliberazione n. 60-38424 del 6/11/1984, ne determin provvisoriamente il tariffario per i servizi resi ai privati nell'ambito delle competenze igienistiche e medico-legali da parte delle UU.SS.SS.LL.
rendendolo definitivo ed esaustivo con deliberazione n. 146-15889 dell'8/6/1992.
Il recente evento alluvionale del 4-5-6 novembre u.s, ha provocato notevoli danni alle strutture edilizie, con conseguente necessità di ricostruirle.
Di conseguenza, coloro che hanno subìto danni sarebbero costretti all'esborso di una tariffa a favore delle UU.SS.SS.LL. per ottenere i pareri igienico-sanitari necessari per la dichiarazione di abitabilità.
In considerazione che in caso di gravi calamità naturali o altri eventi calamitori eccezionali è doveroso aiutare le popolazioni colpite, si ritiene opportuno apportare una breve integrazione al punto f), comma primo, dell'art. 2 della L.R. n. 30/82 al fine di consentire alla Giunta regionale di adottare un successivo provvedimento che consenta di esentare dal pagamento delle tariffe di cui trattasi, i soggetti che hanno subìto danni.
La IV Commissione all'unanimità ha deciso di accogliere la proposta della Giunta di integrazione dell'art. 2, comma primo, punto f), della L.R.
26/10/1982, n. 30, che dispone l'esenzione delle tariffe medico-veterinarie per le prestazioni a favore dei privati che abbiano subìto danni alluvionali alle costruzioni e debbono ricostruire gli edifici danneggiati".



PRESIDENTE

Non essendovi richieste di parola, passiamo all'esame dell'articolo unico.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 45 hanno risposto SI 41 Consiglieri si sono astenuti 4 Consiglieri.
L'articolo unico e pertanto l'intero testo della legge è approvato.


Argomento:

Interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno (annunzio)


PRESIDENTE

Le interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenute all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale verranno allegate al processo verbale dell'adunanza in corso.



PRESIDENTE

La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13)



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