Sei qui: Home > Leggi e banche dati > Resoconti consiliari > Archivio



Dettaglio seduta n.330 del 24/01/95 - Legislatura n. V - Sedute dal 6 maggio 1990 al 22 aprile 1995

Scarica PDF completo

Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MONTICELLI


Argomento: Beni culturali (tutela, valorizzazione, catalogazione monumenti e complessi monumentali, aree archeologiche)

Interrogazione n. 2393 del Consigliere Mollo inerente l'obbligo destinazione fondi per dotare gli edifici di opere d'arte. Richiesta alla Giunta regionale circa iniziative volte all'applicazione della legge n. 717/49 (modificata con legge n. 237/60)


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Interrogazioni ed interpellanze" esaminiamo l'interrogazione n. 2393 presentata dal Consigliere Mollo.
Risponde l'Assessore Ferraris.



FERRARIS Paolo, Assessore regionale

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, con riferimento all'interrogazione in oggetto, presentata dal Consigliere Francesco Mollo ed inerente l'obbligo destinazione fondi per dotare gli edifici di opere d'arte - Richiesta alla Giunta regionale circa iniziative volte all'applicazione della legge n. 717/49 (modificata con legge n. 237/60), si fa presente quanto segue.
In ordine alla richiesta tendente a conoscere quali iniziative la Giunta e l'Assessore competente intendano assumere affinché nell'ambito delle opere realizzate dalla Regione Piemonte trovi applicazione il dettato legislativo, si fa presente che, per quanto attiene alle opere di competenza del Settore Patrimonio, gli interventi sinora attuati sono consistiti essenzialmente in lavori di restauro e di ristrutturazione del patrimonio esistente, con esclusione di nuove costruzioni o di ricostruzione di edifici pubblici distrutti per cause di guerra.
E' ora in corso d'appalto la costruzione di un Centro di formazione professionale in Valenza Po, per il quale si sta provvedendo ad adeguare il progetto presentato con la destinazione di una quota pari al 2% della spesa totale prevista nel progetto medesimo all'abbellimento mediante opere d'arte.
Si dà parimenti assicurazione dell'esatto adempimento degli obblighi sanciti dalla legge n. 717/49 in caso di interventi futuri che comportino la realizzazione di nuovi edifici.
Per quanto attiene invece alla richiesta di conoscere le iniziative che la Regione intende assumere nei confronti degli enti locali e degli enti pubblici regionali ai fini dell'osservanza delle disposizioni di cui trattasi, e in merito all'opportunità di istituire a tal fine un Osservatorio delle opere pubbliche realizzate o da realizzare, si ritiene che gli elementi richiesti debbano essere forniti dall'Assessorato competente.
Questo riguarda le risposte che sono state date in altre sedi dagli Assessori Leo e Montabone.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mollo.



MOLLO Francesco

Ringrazio l'Assessore Ferraris. Ritengo che, in linea di massima, la risposta dell'Assessore non poteva essere diversa da quella che ha dato aggiungendo peraltro l'impegno da parte della Regione di applicare questa legge laddove la Regione è direttamente interessata e coinvolta, laddove è stazione appaltante per lavori pubblici.
Evidentemente il problema è più complesso e qui richiamo anche l'attenzione dell'Assessore Leo.
E' più complesso perché questa legge, che risale al 1949, modificata poi con legge nel 1960, di fatto viene disattesa da quasi tutti gli enti pubblici.
Per la verità viene disattesa per due ragioni.
Una ragione è di tipo formale: questa legge è complessa e complicata per cui è di difficile applicazione: la semplice costituzione di Commissioni nazionali ne rende abbastanza difficile la praticabilità.
La seconda ragione, che è anche quella più concreta, è che defalcare il 2% su un'opera può comportare la riduzione della disponibilità finanziaria per l'opera stessa.
Resta il fatto però che questa legge, essendo una legge dello Stato deve essere obbligatoriamente applicata. Non solo: il collaudatore, che è chiamato a collaudare l'opera, non può definitivamente dichiarare collaudata e collaudabile l'opera se, appunto, non c'è il rispetto delle leggi.
Così come c'è il rispetto delle leggi in materia di versamento dei contributi per quanto riguarda i lavoratori dipendenti, pure dovrebbe esserci il rispetto per una legge di questo tipo.
Se noi non lo facessimo ci priveremmo, come ci stiamo privando da anni di notevoli opere d'arte che abbelliscono ed arricchiscono i nostri edifici pubblici.
D'altra parte, non credo che siamo così provinciali per non sapere che in tutta Europa, in qualsiasi piazza di città europea, chiunque di noi si sofferma può vedere una serie di opere d'arte che abbelliscono queste piazze e gli edifici proprio in funzione di queste normative perché in quelle città evidentemente c'è una cultura di fondo per cui queste cose non solo si fanno, ma si pretende che siano fatte.
Detto questo, e rendendomi conto di queste difficoltà, si possono fare delle proposte che possono trovare sia l'Assessore Ferraris sia l'Assessore Leo abbastanza d'accordo e disponibili. Io ho predisposto un ordine del giorno che impegna il Consiglio regionale in due direzioni. Fermo restando che la Regione - come ha detto l'Assessore Ferraris per quanto riguarda le opere pubbliche, è già attiva in questo senso e così si comporterà anche in futuro.
Inoltre, trattandosi di una legge nazionale e non essendoci quindi alcuna competenza regionale, credo che si possa impegnare il Presidente della Giunta affinché in sede di Conferenza Stato-Regioni presenti un disegno di legge che possa modificare e quindi semplificare l'applicazione di di questa legge. Non solo: ipotizzando anche la possibilità che le Regioni possano legiferare in questa materia, si creerebbe una grande opportunità per le Regioni, le quali diventerebbero osservatorio e controllore di tutti gli altri enti pubblici che operano nella Regione (Comuni, Province, enti collaterali). Oggi la Regione non ha nessuna possibilità di dire ad esempio al Comune di Mombello di provvedere ad applicare la legge, ma con una legge regionale che consenta queste possibilità evidentemente la Regione potrebbe anche chiedere queste cose.
Infine, proprio perché vi è questa disponibilità culturale da parte degli Assessori, dell'intera Giunta e da parte del Consiglio, la seconda cosa che si chiede è di trovare un modo per avviare, attraverso un fondo anche simbolico, alcune possibilità per ovviare, in via provvisoria, alle difficoltà esistenti.
In tal senso ho preparato un ordine del giorno che presenterò alla Presidenza, cercherò di farlo firmare e, se verrà accolto dagli Assessori e sottoscritto dai Capigruppo, spero che lo si possa approvare nella giornata di oggi in modo che gli Assessori abbiano uno strumento operativo che è un'indicazione da parte del Consiglio.
Leggo tale ordine del giorno perché possa ricevere l'attenzione di tutti i colleghi e lo si possa votare nell'ambito della giornata stessa.
L'ordine del giorno recita: "Vista la legge 29/7/1949 n. 717, modificata dalla legge 3/3/1960 n.
237, che dispone l'obbligo di destinare una quota non inferiore al 2% del costo degli interventi per dotare gli edifici di opere d'arte considerato che la legge stessa è generalmente disattesa, anche per le difficoltà dello Stato e dell'Amministrazione pubblica in generale, ad applicare normative complesse e complicate, spesso anche per non diminuire le disponibilità finanziarie per gli interventi di edilizia pubblica e privata rilevato comunque che la legge non solo consente, ma obbliga la Pubblica Amministrazione a destinare una quota dell'importo per dotare i luoghi pubblici di opere d'arte e che la sua inapplicabilità fa perdere una grande opportunità alla nostra società, non consentendo che i luoghi pubblici si arricchiscano di opere d'arte realizzate da artisti contemporanei, così come normalmente avviene in tutte le città europee precisato che comunque non può essere collaudabile la costruzione senza avere rispettato tutti gli obblighi di legge impegna il Presidente della Giunta a farsi promotore, in sede di Conferenza delle Regioni, di un disegno di legge che semplifichi la legislazione vigente e consenta alle singole Regioni di legiferare in merito impegna l'Amministrazione regionale ad istituire un fondo per la promozione e l'incentivazione dell'arte contemporanea così da incrementare la realizzazione di opere d'arte anzitutto nel contesto degli interventi sul patrimonio regionale o di enti finanziati dalla Regione e dalle altre Amministrazioni provinciali e comunali dà mandato all'Assessorato alla cultura, d'intesa con la Presidenza della Giunta e gli Assessorati all'urbanistica e al patrimonio, di individuare gli strumenti per attuare tale impegno e predisporre la relativa idonea strumentazione giuridica".



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Leo.



LEO Giampiero, Assessore regionale

A nome della Giunta voglio ringraziare il Consigliere Mollo per aver sollevato una questione estremamente importante e per averlo fatto con competenza e precisione. Ne ho già parlato con l'Assessore Ferraris, noi siamo disponibilissimi a studiare queste vicende. Ovviamente, per quanto riguarda l'ordine del giorno ci rimettiamo alla volontà dei Gruppi. Ci pare un'indicazione preziosa, intelligente ed operativa sulla quale i nostri Assessorati potrebbero concretamente lavorare per operare nella direzione indicata dal Consigliere Mollo.


Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati

Interpellanza n. 2487 del Consigliere Nerviani inerente l'unificazione delle uniformi e dei modelli di riconoscimento delle autovetture e delle motociclette dei Corpi di Polizia Municipale


PRESIDENTE

Passiamo all'interpellanza n. 2487 presentata dal Consigliere Nerviani il quale ha facoltà di illustrarla.



NERVIANI Enrico

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, si tratta di una questione apparentemente poco rilevante, per alcuni persino risibile; io, invece annetto a questa una rilevanza simbolica considerevole.
Alcuni anni fa (tre o quattro), la Regione Piemonte attivò una legge in conseguenza della quale le Polizie municipali dei nostri Comuni dovevano e debbono avere uniformi, mezzi e ogni altro simbolo, unificati.
Si tratta, in sostanza, di dare nel nostro territorio un'immagine regionale comune per i rappresentanti delle forze che operano al servizio dei Municipi. A mio avviso si è trattato di assolvere con questa legge regionale un obbligo nazionale, ma si è anche voluto accentuare l'importanza che ha la simbologia dell'immagine per la riconoscibilità della nostra identità.
Frequentemente si parla di regionalismo, altrettanto frequentemente forse di più in questo momento, si fa cenno al federalismo, ma nessuno si preoccupa di dare un'immagine evidente della nostra appartenenza ad una realtà regionale che dovrebbe entrare con forte peculiarità nel discorso federalista del nostro Paese.
Orbene, la maggior parte dei Comuni del Piemonte si è adeguata alla legge che abbiamo varato. E' facile vedere circolare sul nostro territorio autovetture, motociclette, vigili urbani facilmente distinguibili come vigili urbani della Regione Piemonte, ma vi è un'eccezione, abbastanza singolare, che è quella del Comune di Torino. Il Comune di Torino non ha fatto nulla per adegarsi alla legge regionale: i vigili vestono ancora le divise antiche (più o meno nobili non lo so) e le motociclette e le autovetture sono delle più diverse forme ed hanno i più diversi segni di riconoscibilità.
Non credo che questo sia un atteggiamento rispettoso della legge e rispettoso della nostra regionalità, pertanto ho chiesto all'Assessore competente di farsi carico, presso il Comune di Torino, affinché questo "andazzo" cessi una volta per tutte. Non è vero che non si sarebbe potuto fare diversamente negli anni scorsi, perché indubbiamente qualche motocicletta e qualche autovettura è stata comperata dal 1991 ad oggi. Si trattava soltanto di dare i segni che ha imposto la Regione Piemonte alle ultime autovetture e alle ultime motociclette che sono sicuramente circolanti nel territorio torinese, ma che, per necessità, spesse volte si spingono anche in territori limitrofi, nei Comuni della nostra Regione e anche non della nostra Regione.
Ho sollecitato un intervento dell'Assessore Coppo che mi pare abbia preso a cuore la faccenda; mi sono anche, informalmente e casualmente incontrato con qualche rappresentante del Comune di Torino ed ho notato che c'è buona volontà ad applicare tale legge.
Mi pare, comunque, che occorra, da parte delle istituzioni, un po' di più della buona volontà, e che ci sia la necessità di capire le ragioni di fondo di queste richieste che, ripeto, non sono soltanto questioni marginali, superficiali, segnali indifferenti, ma sono il segno della nostra unità regionale, della nostra possibile, più facile, più forte riconoscibilità.
Quindi, così come ci siamo dati un momumento simbolo, così come ci diamo dei logo che ci fanno riconoscere facilmente, è bene darci delle immagini che siano riconoscibili, che ci facciano sentire "più" piemontesi.
Il discorso regionalista parte anche da qui; pertanto bisogna affrontare questi discorsi con la serietà che essi impongono.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Coppo.



COPPO Ettore, Assessore regionale

La sollecitazione del collega è stata utile perché effettivamente il problema del Comune di Torino era particolarmente serio. Su 1.209 Comuni 1.180 si sono già interamente adeguati o sono in fase di ultimazione di adeguamento alla normativa regionale. Normativa che quindi si dimostra essere stata accolta con largo consenso, ed anche con il relativo impegno finanziario, da parte della generalità dei nostri Comuni, in particolare dai piccoli Comuni che hanno difficoltà proporzionalmente maggiori.
Spiccava il problema del Comune di Torino e del suo ritardo nell'adeguamento alla normativa. Il collega sa, poiché ha seguito la vicenda direttamente, che l'Assessorato e gli uffici non hanno cessato di lavorare anche nei confronti del Comune di Torino, per sollecitare l'adeguamento necessario. Una delle difficoltà è stata dovuta all'instabilità amministrativa registratasi: lo scioglimento del Consiglio comunale, il periodo di commissariamento, l'insediamento della nuova Giunta. Il ritardo è stato, tuttavia, rilevante; con la nuova Amministrazione comunale si è cercato di "stringere" i tempi. Il problema sono pienamente d'accordo con il collega Nerviani non può essere considerato marginale: è uno degli aspetti del contributo di Torino ad un'immagine regionale della nostra Polizia municipale. Abbiamo avuto anche il conforto - mancante nelle fasi iniziali - dell'organizzazione sindacale di settore, che all'inizio aveva giudicato con diffidenza la nuova normativa, ma che recentemente ha manifestato il proprio impegno e sollecitato l'Amministrazione al pieno adeguamento. Ciò anche grazie alla sollecitazione pervenuta dal Consiglio. Devo anche dire che l'Amministrazione comunale di Torino ha ormai in via di realizzazione una serie di interventi che dovrebbero rapidamente metterla al passo con la media dell'impegno delle altre Amministrazioni comunali piemontesi.
Alcuni adeguamenti sono già stati appaltati; illustrerò i dati raccolti dal nostro Assessorato che danno conferma dell'impegno politico amministrativo che la Giunta comunale ci aveva manifestato alcuni mesi fa: la placca di riconoscimento e i distintivi di grado sono già stati deliberati ed aggiudicati, e l'ordine per la fornitura è già stato fatto nell'ottobre scorso. Gli accessori di servizio sono già stati deliberati ma è intervenuta una modifica alla deliberazione, nello stesso mese di ottobre, perché non pienamente corrispondente ai requisiti richiesti dalla normativa regionale. Attuato l'adeguamento della deliberazione l'aggiudicazione si è svolta nelle scorse settimane.
Relativamente alle uniformi, le aggiudicazioni in parte sono già state fatte, suddivise sia per lotti sia nel tempo. In particolare, il giaccone l'elemento di maggiore visibilità, è già stato deliberato ed aggiudicato la consegna è prevista entro l'inverno, se non è già avvenuta dal momento della verifica dell'Assessorato; la divisa estiva è deliberata ed aggiudicata e quindi dovrebbe essere consegnata entro l'estate; le camicie e le cravatte sono state deliberate ed aggiudicate già in dicembre: anche in questo caso o si è già consegnata la fornitura o si è in fase di consegna. Impermeabili, mantelle, ecc.: sono stati deliberati ed è in corso di espletamento l'aggiudicazione dell'incarico di fornitura. Mezzi di trasporto (ritardo ricordato dal collega Nerviani): l'Amministrazione comunale ci ha fatto sapere che entro giugno 1995 saranno sostituite quarantotto autovetture e due furgoni, adeguati dal punto di vista del colore alla normativa regionale. Questo dovrebbe essere un avvio; nella rotazione dei mezzi a disposizione della Polizia municipale di Torino l'adeguamento verrà completato in futuro.
Si è dunque fatto un passo avanti positivo e concreto, anche in termini di impegno di risorse finanziarie e di atti aministrativi. Naturalmente sarà cura dell'Assessorato continuare a seguire l'evoluzione dell'attività di adeguamento, evitando i rallentamenti scontati nel passato.
Da questo punto di vista possiamo assicurare che per l'estate prossima perlomeno per quanto riguarda l'immagine personale dell'addetto alla Polizia municipale di Torino e per una parte non indifferente dei mezzi di trasporto, dovrebbe essere visibile l'omogeneità regionale dell'immagine a cui puntava la normativa approvata nel 1991.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Nerviani.



NERVIANI Enrico

Rivolgo semplicemente un invito: che si continui a prestare attenzione alla questione. Sappiamo come vanno queste cose: scema l'attenzione, scema l'impegno. Per il resto, sono assolutamente - ormai va di moda tale avverbio - soddisfatto.


Argomento: Nomine - Sanita': argomenti non sopra specificati

Richiesta del Consigliere Chiezzi di delucidazioni sull'acquisizione di materiale presso gli uffici regionali sulle nomine dei Direttori generali delle UU.SS.LL. da parte della Magistratura


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Nell'iniziare l'esame dell'o.d.g., volevo ricordare ai colleghi, e soprattutto alla Giunta ed a suoi massimi rappresentanti, Presidente e Vicepresidente, che nella scorsa riunione, a fronte di notizie televisive e giornalistiche che ipotizzavano la nascita di un'inchiesta da parte del giudice Laudi sulle modalità con cui la Giunta regionale aveva assegnato gli incarichi di Direttore generale, il Presidente Brizio disse che si trattava di notizie scritte sui giornali, di cui non aveva alcuna conferma.
Il Presidente si dimostrò piuttosto stupito del fatto e tese a sottovalutarlo. Successivamente, però, nel telegiornale delle ore 14 dello stesso giorno - quindi a pochi minuti di distanza dalla dichiarazione del Presidente Brizio - risultò che, viceversa, il giudice Laudi aveva aperto un'inchiesta. Da allora, il Consiglio non si è più riunito; abbiamo invece avuto informazione, sempre che le notizie siano esatte, che alcuni militari della Guardia di Finanza, inviati - così dicono le notizie - dal giudice Laudi, abbiano visitato degli uffici regionali o l'Assessorato regionale alla sanità (non sappiamo), portatori di una richiesta del giudice Laudi di prelevamento di materiale connesso all'attività svolta dalla Giunta per nominare i Direttori generali.



PRESIDENTE

Scusi, se ci potessimo attenere all'ordine dei lavori...



CHIEZZI Giuseppe

Dato che i giornali in questi giorni hanno parlato di questa vicenda dato che la volta scorsa il Presidente Brizio ha detto: "Io non so nulla se sapessi qualcosa, lo direi"; dato che alcuni fatti certi, almeno per quanto riguarda il Gruppo regionale di Rifondazione Comunista, sono avvenuti, perché il giudice Laudi ha convocato uno dei componenti, il compagno Calligaro, in Procura della Repubblica per testimoniare sulla vicenda (questo è l'unico atto di cui sono a conoscenza), chiedo che in apertura dei lavori, così come il Presidente Brizio promise nella scorsa seduta, il Presidente della Giunta, il Vicepresidente o comunque un rappresentante della Giunta renda noti al Consiglio regionale i fatti per come effettivamente si sono svolti.
Tale comunicazione dovrebbe chiarire alcuni quesiti. E' vero o non è vero che la Guardia di Finanza è arrivata in Regione e ha prelevato dei documenti? In quali uffici si è recata la Guardia di Finanza? Solo nell'Assessorato o nell'Assessorato e in alcuni uffici? E quale tipo di materiale ha richiesto? Ciò in modo che anche in questo Consiglio, anzi soprattutto in questo Consiglio, tutti i Consiglieri possano avere a mente le vicende per come effettivamente si sono svolte, perché la corrispondenza tra le notizie che hanno i Consiglieri leggendo i giornali e quelle che invece contano e che rimangono agli atti del nostro Consiglio mi sembra particolarmente importante.
Purtroppo non vedo n' il Presidente n' il Vicepresidente; sono parecchio imbarazzato da questa situazione, in quanto vi era stata una promessa del Presidente, ove fosse avvenuto qualcosa, di informare il Consiglio. E' in congedo il Presidente Brizio?



PRESIDENTE

No, non mi risulta.



BONINO Guido, Assessore regionale

Può informare in corso di Consiglio.



PRESIDENTE

Abbiamo di fronte un'intera giornata, per cui ne possiamo parlare più tardi; magari faremo una breve riunione dei Capigruppo.



CHIEZZI Giuseppe

Si fa portatrice lei, Presidente, di questa richiesta?



PRESIDENTE

Senz'altro. Riferirò il suo intervento.


Argomento: Interventi per calamita' naturali

Richiesta comunicazioni da parte della Giunta regionale sulla situazione ad Alessandria a seguito dell'alluvione del novembre 1994


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Mollo; ne ha facoltà.



MOLLO Francesco

Prima dell'inizio effettivo della seduta, desidero svolgere una breve osservazione.
Credo che tutti noi abbiamo visto quanto è successo ad Alessandria: la rabbia degli alluvionati sta diventando sommossa; quindi sarebbe opportuno che il Presidente della Giunta ci informasse sugli sviluppi di questa vicenda.



PRESIDENTE

Darà un'informativa anche su questo.
Mi farò interprete delle due questioni ed eventualmente potremo convocare, all'inizio del pomeriggio, una Conferenza dei Capigruppo per affrontarle.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 4) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Cattaneo, Cucco, Foco, Maggiorotti e Porcellana.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

c) Apposizione visto Commissario del Governo


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge vistati dal Commissario del Governo sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

d) Mancata apposizione visto Commissario del Governo


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge non vistati dal Commissario del Governo sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni - Gruppi consiliari

e) Adesione del Consigliere Mandrino al Gruppo Misto e nuova denominazione Gruppo consiliare


PRESIDENTE

Comunico che in data 4/1/1995 il Consigliere Pier Giuseppe Mandrino ha lasciato il Gruppo dei Socialisti italiani e ha aderito al Gruppo Misto all'interno del Gruppo Misto, la componente "Indipendente Progressista" cui aderisce il Consigliere Francesco Mollo, cambia la denominazione in "Federazione Laburista".


Argomento: Commercio

Esame legge rinviata dal Governo relativa a: "Disciplina delle funzioni attribuite alle Regioni dalla legge 28/3/1991, n. 112 in materia di commercio su aree pubbliche. Modifica della L.R. 7/9/1987, n. 47"


PRESIDENTE

Passiamo al punto 7) dell'o.d.g. che prevede l'esame della legge rinviata dal Governo relativa a: "Disciplina delle funzioni attribuite alle Regioni dalla legge 28/3/1991, n. 112 in materia di commercio su aree pubbliche. Modifica della L.R. 7/9/1987, n. 47".
Relatori sono i Consiglieri Foco e Mollo.
La parola al Consigliere Mollo.



MOLLO Francesco, relatore

Presidente, svolgo questa breve relazione per sottolineare quali erano i problemi e come sono stati risolti.
Il Commissario del Governo ha mosso una serie di osservazioni alla legge regionale approvata il 6/12/1994, volta a disciplinare le funzioni attribuite alle Regioni dalla legge 28/3/1991, n. 112 in materia di commercio su aree pubbliche e la modifica alla L.R. 47/87 in materia di fiere.
I rilievi del Commissario del Governo riguardano l'azzeramento della validità di presentazione delle domande, la disciplina delle tasse e concessioni regionali, la definizione di fiere-mercato e sagre ed il divieto dell'apertura di esercizi commerciali in occasione dello svolgimento di fiere e mercati.
La III Commissione ha preso in esame i rilievi sinteticamente descritti e, in accordo con la Giunta regionale, ha ritenuto di condividere le osservazioni espresse approvando, di conseguenza, le necessarie modificazioni al testo.
Il testo in esame risulta quindi modificato agli artt. 6, 11, 12 e 13.
All'art. 6 viene eliminato il termine di validità per le domande presentate prima dell'entrata in vigore della legge.
L'art. 11 è integrato con un puntuale riferimento al decreto legislativo in materia di tasse e concessioni.
L'art. 12 è corretto con una definizione di fiere-mercato e sagre identica a quella contenuta nel regolamento di esecuzione della legge n.
112/91.
L'art. 13 prevede che in concomitanza con lo svolgimento delle manifestazioni oggetto della normativa si applichino, per l'apertura degli esercizi commerciali, le disposizioni del DM n. 248/93.
Pertanto, stante i contenuti già in precedenza condivisi da quest'aula sostanzialmente inalterati, si raccomanda una sollecita riapprovazione della legge affinché possa al più presto trovare applicazione.



PRESIDENTE

Non essendovi richieste di parola, passiamo all'esame degli articoli su cui si erano appuntate le osservazioni del Governo.
ART. 6 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 voti favorevoli 31 astensioni 8.
L'art. 6 è approvato.
ART. 11 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 voti favorevoli 31 astensioni 8.
L'art. 11 è approvato.
ART. 12 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 voti favorevoli 31 astensioni 8.
L'art. 12 è approvato.
ART. 13 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 voti favorevoli 31 astensioni 8.
L'art. 13 è approvato.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 hanno risposto SI 36 Consiglieri si sono astenuti 6 Consiglieri.
La legge è approvata.


Argomento:

Iscrizione argomenti all'o.d.g.


PRESIDENTE

Propongo di iscrivere all'o.d.g. i seguenti argomenti: progetto di legge n. 465: "Disciplina delle tasse e dei canoni di concessione per l'occupazione di aree nelle zone portuali piemontesi.
Rimozione di unità da diporto, aeromobili e materiali vari" ordine del giorno n. 777 inerente al provvedimento che dispone l'obbligo di destinare una quota non inferiore al 2% del costo degli interventi per dotare gli edifici di opere d'arte.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'iscrizione è approvata all'unanimità dei 40 Consiglieri presenti.


Argomento: Stato giuridico ed economico del personale dipendente

Esame legge rinviata dal Governo relativa a: "Disciplina del trattamento di missione"


PRESIDENTE

Passiamo quindi al punto 8) dell'o.d.g. che prevede l'esame della legge rinviata dal Governo relativa a: "Disciplina del trattamento di missione" che è stata licenziata dalla Commissione competente con il voto favorevole di tutti i Gruppi, ad eccezione del Gruppo di Rifondazione Comunista, che si è astenuto.
La parola al relatore, Consigliere Nerviani.



NERVIANI Enrico, relatore

Il Consiglio regionale nella seduta del 24/7/1994 aveva approvato la nuova normativa in merito al trattamento di missione dei dipendenti regionali.
Il Governo, nel rinviare la legge al riesame del Consiglio, ha eccepito che trattandosi di materia demandata alla contrattazione collettiva le norme attualmente vigenti conservano la validità fino alla sottoscrizione del contratto collettivo di lavoro.
Ora, la recente sottoscrizione del contratto di lavoro per il personale degli enti locali nulla ha detto circa il trattamento di missione per cui si è, da una parte, aggiunto un articolo finale che fissa la vigenza della legge fino alla sottoscrizione del contratto disciplinante la materia dall'altra, si è provveduto ad alcune modifiche tecniche che non snaturano il provvedimento a suo tempo approvato.
All'art. 5, comma quarto, si stabilisce la misura della diaria in due fasce: la prima riguardante il personale delle qualifiche dirigenziali nonché delle ottave, settime e seste qualifiche funzionali; la seconda relativa a tutto il rimanente personale.
All'art. 10, comma quinto, si fissa la data di rilevazione del prezzo di un litro di benzina super per il conteggio dell'indennità chilometrica relativa all'uso dell'automezzo proprio.
Infine, si aggiunge un secondo comma all'art. 21 che stabilisce la durata di vigenza della legge.
La Commissione ha esaminato ed approvato a larga maggioranza tale provvedimento e ne sollecita una rapida riapprovazione da parte del Consiglio regionale.



PRESIDENTE

Non essendovi richieste di parola, passiamo all'esame degli articoli oggetto di modifica.
ART. 5 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 29 Consiglieri si sono astenuti 10 Consiglieri.
L'art. 5 è approvato.
ART. 10 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 34 Consiglieri si sono astenuti 9 Consiglieri.
L'art. 10 è approvato.
ART. 21 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 34 Consiglieri si sono astenuti 9 Consiglieri.
L'art. 21 è approvato.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 34 Consiglieri si sono astenuti 9 Consiglieri.
La legge è approvata.


Argomento: Sistema informativo regionale - Enti strumentali

Esame progetto di legge n. 555: "Modifica della L.R. 4/9/1975, n. 48 'Costituzione del Consorzio per il trattamento automatico dell'informazione e del Comitato provvisorio per la progettazione di un sistema regionale integrato dell'informazione'"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del progetto di legge n. 555, di cui al punto 9) all'o.d.g.
La parola al relatore, Consigliere Ferrara.



FERRARA Franco, relatore

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, la disposizione della legge n.
142/90 in materia di rappresentanza in seno agli organi istituzionali dei Consorzi della Regione ha determinato la necessità di modifica dello Statuto del CSI, approvato dal Consiglio di amministrazione.
La modifica dello Statuto comporta un impianto istituzionale differente con variazione della composizione dell'assemblea e del suo funzionamento.
In particolare il voto di ciascun membro vale proporzionalmente ai "contributi" erogati al Consorzio dall'Ente che rappresenta, sulla base degli importi determinati annualmente dall'assemblea.
La Commissione ha dunque accolto all'unanimità la proposta di abrogare l'art. 4 della L.R. n. 48/75 che disciplinava in modo diverso la materia in tal senso propone all'aula il presente disegno di legge.



PRESIDENTE

Non essendovi richieste di parola, passiamo all'esame del relativo articolato, composto di un unico articolo.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 44 voti favorevoli 36 astensioni 8.
L'art. 1 è approvato.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 44 hanno risposto SI 36 Consiglieri si sono astenuti 8 Consiglieri.
La legge è approvata.


Argomento: Occupazione giovanile - Apprendistato - Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Esame legge rinviata dal Governo relativa a: "Coordinamento e sostegno delle attività a favore dei giovani"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame della legge rinviata dal Governo relativa a: "Coordinamento e sostegno delle attività a favore dei giovani", di cui al punto 6) dell'o.d.g.
La parola alla relatrice, Consigliera Bortolin.



BORTOLIN Silvana, relatrice

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, credo che per questa legge valga, per molta parte, la relazione alla legge che è già stata approvata dal Consiglio regionale nel giugno 1994 e che però ha subìto osservazioni da parte del Commissario di Governo che sono state, per la verità osservazioni di ordine generale.
Questo ha costretto la Commissione competente ad una rielaborazione del testo originario, modificandolo non nel merito, ma nella forma. Restano quindi affermati i principi ispiratori e le finalità contenute nella legge approvata nel giugno 1994 e riannunciati all'art. 1 della proposta di legge che abbiamo in approvazione.
Li richiamo sinteticamente per sottolineare l'importanza e l'urgenza di questa legge che deve essere approvata dal Consiglio affinché davvero e in modo specifico venga affermata la volontà da parte della Regione Piemonte di attuare un'azione per i giovani della nostra Regione in unità e coordinando le iniziative promosse dai Comuni, dagli enti locali e dalle Associazioni giovanili. I campi di intervento che abbiamo scelto sono quelli economico, sociale e culturale.
Con questa legge si vuole raggiungere lo scopo di meglio conoscere ed analizzare le tematiche relative alla condizione giovanile e lo scopo di agire nei campi prescelti con politiche complessive da parte della Regione.
Politiche capaci, interagendo con i soggetti richiamati (enti locali ed associazionismo giovanile), di affrontare al meglio le problematiche che i giovani esprimono nella nostra Regione. Per far ciò si chiede alla Giunta entro 90 giorni dall'approvazione della legge, di definire un piano annuale per gli interventi regionali per i giovani, piano che detta indirizzi e regola anche le modalità di erogazione di eventuali contributi. Tale piano deve essere sottoposto al confronto della Consulta giovanile, istituita dal nostro Consiglio con apposita deliberazione ed operante nella nostra Regione, e dovrà successivamente essere approvato in Consiglio regionale.
La legge istituisce un Osservatorio permanente sulla condizione dei giovani in collaborazione con gli Osservatori già operanti nella nostra Regione; istituisce e conferma la Consulta regionale dei giovani; detta norme per la partecipazione a progetti di Associazioni ed enti locali istituisce infine un capitolo con un importo da destinare a progetti compresi nel piano, definiti dalla Giunta e realizzati, in collegamento con la Giunta stessa, con le Associazioni e gli enti locali.
Questa è in sintesi la legge che abbiamo in riapprovazione da parte del Consiglio regionale.
E' stato presentato un emendamento da parte del Presidente della Consulta dei giovani, collega Enrico Nerviani, (che magari poi illustrerà) che tende ad introdurre nella legge l'ambito di intervento per quanto riguarda l'età dei giovani a cui ci vogliamo rivolgere da definire di volta in volta dai progetti proposti e nel rispetto dell'indicazione che verrà dall'Unione Europea.
Questo è quanto abbiamo in discussione.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MONTICELLI



PRESIDENTE

Sulla relazione della Consigliera Bortolin, che ringrazio, è aperta la discussione.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bodrero; ne ha facoltà.



BODRERO Antonio

Io sono contrario allo spirito di questa legge. Intanto mi pare alquanto ambigua, le espressioni mi sanno del più puro politichese: "aggregazione", ecc., le solite parole che non si sa bene che cosa vogliono dire. Io penso invece che il problema dei giovani sia gravissimo nel senso che la legge esistente è fatta dalla solita demagogia di sinistra, tipo la legge sull'apprendistato che praticamente ha massacrato l'artigianato e quindi troppi diplomati, troppi laureati, perché purtroppo la nostra scuola è ben poco selettiva. E cosa succede? Tutta questa brava gente, questi giovani in fondo sono vittime di pregiudizi sia dei genitori, sia della società, non si adattano più ai lavori per i quali, purtroppo, dobbiamo poi impiegare manodopera forestiera, che non è sempre la più raccomandabile perché è chiaro che fare entrare degli islamici - a parte che l'Islam non è particolarmente la religione del lavoro - vuol dire ospitare tra quelli anche dei fondamentalisti "fondamentalmente" pericolosi.
Quindi bisogna rieducare i giovani al lavoro manuale, questo dovrebbe essere il primo scopo di una legge riguardante i giovani, anzi il lavoro manuale dedicato all'ecologia, perché vediamo che il nostro ambiente si degrada ogni giorno di più. Ecco un lavoro che dovrebbe animarli.
Innanzitutto la pulizia della nostra città, Torino è sporca all'inverosimile, multe non se ne fanno e quindi la sporcizia cresce: colpa dell'Amministrazione! Quindi giovani a contatto con la natura, ripulire i boschi, pulire i ruscelli intasati che poi provocano le alluvioni! Io vedrei una legge per i giovani solo in questo senso; il resto sono chiacchiere, si finisce solo per creare i vari Leoncavallo, i vari El Paso gabellati per centri sociali che in realtà sono centri antisociali, come dimostrano le proteste di quei disgraziati che hanno la sfortuna di abitare vicino a questi centri.
Quindi voto contrario.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Masaracchio.



MASARACCHIO Antonino

Intervengo per confermare il voto favorevole del nostro Gruppo, come già espresso in occasione della prima presentazione - se così si può dire della stessa legge che poi è stata rinviata dal Commissario di Governo per correggere taluni punti che comunque non incidono nell'ambito di ciò che la legge stabilisce.
Intervengo anche per ribadire il concetto sulla necessità che gli enti locali siano impegnati sulle problematiche giovanili, perch l'associazionismo giovanile esiste già, e nessuno può impedirlo nell'ambito della democrazia sarebbe addirittura un delitto impedire alla società di organizzarsi e sarebbe un delitto regimentare tutte quelle attività che si promuovono nell'ambito dell'associazionismo e in quello giovanile in particolare, che vanno dal mondo dello sport al mondo della cultura, della partecipazione, del volontariato. Attività che la società richiede e che attraverso l'intervento dei giovani possono avere delle risoluzioni diverse. Bene, gli enti locali devono guardare dentro a questi problemi, organizzandosi ed offrendo le strutture che mancano nell'ambito della società.
Il dire che gli enti locali hanno delle scarse risorse economiche è poca cosa; per quanto riguarda l'Ovest Ticino, per esempio, da taluni conteggi risulta che basterebbe lo 0,01% del bilancio di ciascun Comune per costituire una risorsa da gestire in termini consortili, da parte di tutti gli Assessori comunali alla cultura, ed intervenire concretamente, offrendo anche le strutture necessarie. Ma, al di là di queste considerazioni - che sono opportune in quanto le cose che ci sono, ci sono e fanno parte della vita quotidiana democratica - esistono alcuni centri, alcune zone in cui l'Informagiovani funziona dando risultati positivi.
Con questa legge verrebbero istituiti ed incoraggiati i "forum" giovanili: valvole di sfogo anche in funzione lavorativa attraverso esperienze all'estero. Quanti giovani vorrebbero recarsi all'estero nei mesi estivi per lavorare e nello stesso tempo stringere rapporti con altre comunità, anche agli effetti dell'acquisizione di una migliore pronuncia delle lingue estere! Quindi sono tanti, tantissimi i problemi che possono essere risolti attraverso questa legge che rappresenta l'intenzione della Regione di rendere concreta ed effettiva quell'assunzione di responsabilità che viene nella politica italiana a parole e non nei fatti, quando si parla della Carta europea dei giovani.
Ci si prefigura - per adesso sono fantasie, tutto sta a vedere come si risolvereanno le cose - che i giovani, in un "forum" di territorio, possano eleggere tanti Consiglieri paracomunali quanti ve ne sono nei Comuni di loro residenza e che fra loro possano eleggere anche un rappresentante, che rappresenterebbe il Sindaco dei giovani, avente titolo a partecipare a tutte le attività del Comune, eliminando quindi tutte quelle contestazioni che si inscenano quando non si conoscono i veri problemi.
Si instaurerebbe quindi un rapporto diretto con l'amministrazione locale, attraverso l'associazionismo giovanile che - ripeto va da quello sportivo fino al volontariato, per rappresentare nel territorio una coscienza politica di partecipazione democratica e quindi produttiva a tutti gli effetti.
Per questi motivi il nostro Gruppo è profondamente convinto di votare favorevolmente questa proposta di legge.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bosio.



BOSIO Marco

Signor Presidente, il Gruppo di Rifondazione Comunista si esprimerà contro questa proposta di legge.
Sono personalmente poco convinto su un'impostazione di questa natura anzi temo che siamo di fronte involontariamente, per l'ennesima volta, a quella forma di mellifluizzazione delle istituzioni che, come miele riscaldato, si spalma un po' dovunque ed obiettivamente insidia.
La legge e le volontà espresse dalla legge sono generiche, indefinite tendenzialmente onnicomprensive e comprensibili, vorrei dire perfino indefinite negli accenti e nei riferimenti più forti, più carichi di richiamo, come dovrebbe e sarebbe giusto avere rivolgendoci a dei soggetti sociali che in primo luogo di questo hanno bisogno. Genericismo indeterminatezza e indeterminazione, sollevate anche dal collega Chiezzi nella discussione in Commissione di questa legge.
Genericismo ritrovato anche nella indefinizione dei contorni precisi dei soggetti, in quel caso era la definizione dell'età, per fissare i confini; visto che ci si mette dentro queste leggi e con questi spiriti, si definiscano anche i contorni. Diversamente, a mio avviso si casca in una non corretta separatizzazione culturale, prima che istituzionale, dei bisogni e delle condizioni sociali. E' la sempre riaffiorante mistica del disagio dei giovani, degli anziani, della quale sono personalmente "arcistufo": una suddivisione per schemi impropri, che non distinguono lo specifico di una realtà che divide i giovani come gli anziani, prima di tutto in termini di classe, di condizioni e di punti di partenza. Tutto questo non compare mai, perché sommerso dal dolcissimo miele della "voglia di far del bene" da parte dei Consiglieri e delle leggi: insopportabile! Bene non fa; realizza semplicemente interessi limitati. Alla fin fine bisognerà pur dire "basta" alle leggi del "buon cuore". Non sono mai stato una dama di San Vincenzo: non vorrei proprio diventarlo adesso. Abbiamo dunque bisogno dei poveri, dei disagiati, per poter esprimere la nostra bontà. Ai nodi reali non arriviamo mai.
Occorre invece fare nostre le indicazioni provenienti dalla Comunità Europea, nelle quali si fa riferimento, in termini di richiami ideali e culturali, a ben altro: riconoscimento dello sforzo e della creatività della costruzione dell'autonomia, partendo prima di tutto dal tentativo della riaffermazione dell'eguaglianza dei giovani, e poi della loro differenziazione individuale, e dunque del manifestarsi delle singole creatività. Non c'è niente di tutto ciò in questa legge, niente di niente! Nemmeno in ordine a scelte, minime, di carattere strutturale reale: non c'è niente! Siamo tutti troppo con il cuore in mano e nessuna mano al portafoglio. Il cuore c'è sempre, il resto è molto più complicato da raggiungere: è meglio lasciarlo accantonato.
Non voglio farla lunga; c'è tutta una serie di ragioni che sicuramente richiederebbero un ragionamento molto complesso, che va al di là - lo ammetto - dello specifico significato ed intento della legge proposta. Ma dato che la stessa affronta o è in procinto di toccare questioni che restano comunque decisive, come quelle dei giovani in qualsiasi paese realtà, organizzazione sociale che riguardi l'avvenire - se si potesse dire, in termini fisici - i discorsi o diventano "grossi", ben riflettuti capaci di dire "voglio mettere in moto qualcosa", oppure se restano quelli così come ci si propone, non possono vedere in alcun modo n' la mia approvazione personale - ho già detto delle particolarissime ragioni - n' quella, di ordine politico-istituzionale, del Gruppo di Rifondazione Comunista.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Leo.



LEO Giampiero, Assessore regionale

Sarò molto rapido, perché il dibattito generale è già stato svolto in passato; si tratta, infatti, di una legge che ritorna in aula. Darò quindi soltanto un'informativa, a mio parere importante. Inoltre, considerando l'attenzione, la sensibilità nonché l'intelligenza dei Consiglieri che intendono votare contro, potrebbe essere un ulteriore elemento di riflessione. Si è tenuto un importantissimo convegno internazionale a Barcellona di tutte le realtà europee interessate alle politiche giovanili.
Io ho portato il testo della nostra legge, spiegando che era stata approvata dal Consiglio regionale nonostante varie vicissitudini; dopo un intenso lavoro seminariale, esperti tecnici e politici - che hanno vagliato e valutato - hanno considerato la legge degnissima ed assolutamente in linea con le indicazioni europee.
Porterò in VI Commissione tutte le relazioni di Barcellona - per ora ancora in catalano, ma che farò tradurre contenenti indicazioni che coincidono perfettamente con i fini della nostra legge.
Rispondendo alle osservazioni del Consigliere Bosio, sarà il piano redatto dalla Giunta regionale entro 90 giorni che dettaglierà specificherà e darà ulteriore sostanza.
Annuncio inoltre che questi amici di vari Paesi europei saranno a Torino a febbraio: hanno infatti scelto il Piemonte, quale unica Regione d'Italia avente una legge quadro in sintonia con le indicazioni europee.
Ricordo che il periodo dall'1 gennaio 1995 al 31 dicembre 1999 sarà il quinquennio per la gioventù, durante il quale saranno finanziate dall'Unione Europea, primariamente, le Regioni legislativamente sensibili alle tematiche giovanili. La nostra Regione è unica in Italia, in questo senso. E' una grande occasione! Farò avere a tutti i Consiglieri - ripeto - le relazioni dei colleghi stranieri, di varie appartenenze politico-culturali, e il loro giudizio sulla legge della Regione Piemonte, che mi pare altamente confortante.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, passiamo all'esame del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 voti favorevoli 31 voti contrari 2 astensioni 3.
L'art. 1 è approvato.
ART. 2 Emendamento presentato dal Consigliere Nerviani: aggiungere un quarto comma così formulato: "Le persone interessate dagli atti e dai provvedimenti di cui alla presente legge sono quelle nella fascia d'età individuata come 'giovane' dalle deliberazioni applicative, anche con riferimento alle più attuali norme dell'Unione Europea".
La parola al Consigliere Nerviani per l'illustrazione.



NERVIANI Enrico

Chiedo scusa se mi permetto di togliere qualche secondo ai lavori del Consiglio, illustrando l'emendamento che ho proposto all'art. 2, come comma aggiuntivo. In merito vi è stata una discussione piuttosto animata, che ha diviso in due parti il Consiglio e che, in fondo, non ha soddisfatto n' l'una n' l'altra parte.
Con l'emendamento intenderei recuperare in grande misura le preoccupazioni di alcuni colleghi, significativamente rappresentati dal collega Chiezzi e dal collega Picchioni (che a suo tempo intervenne nello stesso orientamento del collega Chiezzi), in sede di dibattito generale. La questione era l'età giovanile: in sostanza, chi erano e chi sono i giovani.
Alla richiesta di definizione dell'età giovane, la risposta è stata data ripetutamente in termini negativi da parte dei presentatori della proposta di legge. Io credo che le ragioni ci siano. E' difficile individuare i giovani. Ricordandosi che la natura non fa salti, "natura non facit saltus", come molti di noi ricorderanno, è difficile stabilire chi è giovane.
Proprio ieri, leggevo un passo di Raoul Follerau che ricordava a tutti anche a coloro che hanno qualche anno in più della giovane relatrice del disegno di legge, che giovane è chi usa giovanilmente della sua vita "conta l'anima", dice Follerau. "Vi diranno - aggiunge - che ho compiuto settant'anni; non credeteci: la verità è che da cinquanta ho sempre vent'anni".
E' davvero difficile stabilire chi è giovane; personalmente mi ritengo molto più giovane di tanti giovani che si professano oltretutto nuovi perché davvero credo, con Raoul Follerau, che conti l'anima e che conti la voglia di affrontare i problemi per sè e per gli altri.
Tuttavia - lo dico all'Assessore Leo e ai Consiglieri Peano e Bortolin in questa legge ci sono dei soggetti destinatari di risorse, di mezzi, di attenzioni specifiche. Credo che legislativamente ed amministrativamente ci sia il dovere di individuarli; non è possibile, peraltro, farlo in via definitiva, perché il giovane è da individuarsi di volta in volta nel contesto storico in cui si vive. Gli inglesi, per esempio, fino a pochi anni fa, quando il concetto di giovane era più facilmente definibile perché a vent'annni si passava nell'età della vita professionale e del lavoro in via definitiva, individuavano i giovani con i "teens", che erano quelli la cui età veniva indicata da numeri con terminazione in "teen".
Ora i tempi e il concetto di giovani sono mutati e tale concetto lo si può fissare soltanto di volta in volta, seriamente. Chi lo deve fare? A mio avviso, il soggetto attuatore della legge, nella fattispecie il Consiglio regionale e la Giunta regionale, con qualche riferimento forte, un riferimento che in questo momento può essere l'Unione Europea, che al riguardo ha emanato ripetutamente direttive fortemente significative.
Detto tutto questo, dò lettura dell'emendamento: "Le persone interessate dagli atti e dai provvedimenti di cui alla presente legge sono quelle nella fascia d'età individuata come 'giovane' dalle deliberazioni applicative, anche con riferimento alle più attuali norme dell'Unione Europa". Ho aggiunto "anche con riferimento" perché ho qualche dubbio che dal punto di vista legislativo, per una legge della Repubblica italiana ci possa essere un riferimento obbligante in questo senso; però non credo che possano essere fatte eccezioni rilevanti, e quindi manterrei questo riferimento, che perlatro mi è stato raccomandato da alcuni colleghi particolarmente impegnati nella materia.
Penso di aver offerto un modestissimo contributo a risolvere una "vexata questio" che stava diventando ulteriormente fastidiosa.



PRESIDENTE

Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 33 voti favorevoli e 2 astensioni.
Si proceda alla votazione dell'art. 2, come emendato, per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 voti favorevoli 36 astensioni 6.
L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 voti favorevoli 36 astensioni 6.
L'art. 3 è approvato.
ART. 4 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 voti favorevoli 36 astensioni 6.
L'art. 4 è approvato.
ART. 5 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 voti favorevoli 36 astensioni 6.
L'art. 5 è approvato.
ART. 6 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 voti favorevoli 36 astensioni 6.
L'art. 6 è approvato.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 33 Consiglieri hanno risposto NO 4 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri.
La legge è approvata.


Argomento: Parchi e riserve

Esame progetto di legge n. 518: "Istituzione del Parco naturale di interesse provinciale del Lago di Candia"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del progetto di legge n. 518, di cui al punto 10) dell'o.d.g.
La parola al relatore, Consigliere Penasso.



PENASSO Alfredo, relatore

Gentile Presidente, egregi Consiglieri, con il presente disegno di legge si propone l'istituzione del Parco naturale provinciale del Lago di Candia. Si tratta di un provvedimento totalmente innovativo rispetto all'attuale situazione del Sistema delle aree protette della Regione Piemonte, in quanto la costituzione di questo nuovo parco naturale consentirebbe di inserire nel Sistema stesso la prima area protetta di livello provinciale, che andrebbe ad aggiungersi alle cinquantacinque di interesse regionale ed alle due di interesse nazionale.
La possibilità di procedere all'istituzione di aree protette di interesse provinciale è espressamente prevista dalla L.R. 21/7/1992, n. 36 che ha provveduto all'adeguamento della legislazione regionale in materia di parchi e riserve naturali alla legge 8/6/1990, n. 142, dando risposta al dettato dell'art. 3 della legge stessa e consentendo di regolamentare, di conseguenza, una delle materie di competenza provinciale elencate all'art.
15 della legge n. 142/90.
L'istituzione di questa nuova area protetta, peraltro già prevista nell'elenco delle aree di interesse ambientale e naturalistico allegato al Piano regionale delle aree protette attualmente in vigore, nasce da un fattivo rapporto di collaborazione tra Provincia di Torino e Regione Piemonte e costituisce la concreta dimostrazione che, a fronte di una seria volontà di interagire, i due livelli istituzionali possono dare vita, nel rispetto delle loro competenze, ad iniziative di grande importanza e di alto livello qualitativo.
Nel caso del Lago di Candia la proposta di pervenire all'istituzione di un'area protetta, avviando le procedure previste dalla soprarichiamata L.R.
n. 36/92, è stata avanzata alla Regione dall'Amministrazione provinciale di Torino che ha avviato un procedimento di coinvolgimento degli enti locali interessati attraverso un'apposita Conferenza dei servizi che ha visto la partecipazione attiva delle Amministrazioni comunali, oltre che degli Uffici regionali, che hanno unanimemente approvato un documento di intesa sulla costituzione dell'area protetta accompagnato da un primo progetto di intervento contenente gli indirizzi gestionali generali.
Sulla base di tale documento, la Provincia di Torino ha quindi provveduto a deliberare, con atto del 4/3/1994, di richiedere alla Regione l'istituzione dell'area protetta del Lago di Candia che, ai sensi del disposto di cui all'art. 2, comma primo, della L.R. 21/7/1992, n. 36, deve essere istituita con apposita legge regionale.
L'interesse naturalistico ed ambientale del Lago di Candia è noto e fuori discussione. Infatti l'area, caratterizzata dalla presenza di un bacino lacustre di grande interesse paesaggistico, è ora a rischio sotto il profilo della qualità delle acque per il processo di eutrofizzazione in atto, situazione che si manifesta per un processo naturale, ma che si è accentuata negli ultimi anni a causa dell'incremento di apporto organico e di fosforo nelle acque del lago. Questa situazione ha motivato l'intervento regionale per il risanamento ed il contenimento del fenomeno, intervento che viene assicurato ormai da alcuni anni grazie ai finanziamenti ed alla collaborazione tecnica dell'Assessorato all'ambiente.
Deve inoltre essere sottolineata l'importanza della zona sia sotto l'aspetto faunistico, con particolare riferimento alla situazione ornitologica ed ittica, sia per quanto concerne le caratteristiche botaniche dei luoghi.
L'istituzione del parco, finalizzata alla conservazione degli aspetti naturali, è peraltro anche orientata ad una più generale riqualificazione ambientale che può consentire, attraverso opportuni interventi, un migliore utilizzo turistico della zona che tenga conto dell'ambiente e pertanto divenga anchéesso elemento più qualificato di quanto non sia oggi.
Deve essere ancora sottolineato, anche in questo caso, come l'intervento di tutela si ponga e voglia porsi come elemento non di contrapposizione rispetto alle attività umane che tradizionalmente si svolgono nell'area, ma come momento di valorizzazione dell'ambiente naturale e della presenza dell'uomo e delle sue attività compatibili con il processo di tutela.
L'insieme di quanto sopra illustrato è puntualmente richiamato nell'art. 3 del presente disegno di legge ove sono elencate le finalità istitutive dell'area protetta.
Elemento di grande importanza contenuto nel disegno di legge è anche quello relativo alla gestione dell'area protetta che, istituendo un apposito Ente di gestione, ne definisce la struttura attraverso la formazione di un Consiglio direttivo molto snello a prevalente partecipazione provinciale.
Anche lo strumento di pianificazione territoriale individuato come strumento per orientare la gestione del parco è quello più snello e proceduralmente più facile da portare a compimento il Piano naturalistico che è ritenuto più che sufficiente a fornire gli indirizzi gestionali in un'area come quella del Lago di Candia.
Le risorse finanziarie per assicurare la gestione e gli interventi necessari al conseguimento delle finalità di tutela e di fruizione dell'area dovranno essere assicurati sia dalla Provincia di Torino sia dalla Regione Piemonte.
Il disegno di legge è stato assegnato all'esame referente della II Commissione che lo ha licenziato a maggioranza nella seduta del 15 dicembre u.s., accogliendo una limitata modifica ai confini del parco proposta dalla stessa Provincia di Torino e dal Comune di Candia durante le consultazioni.
La I Commissione ha espresso parere favorevole all'unanimità sull'articolo finanziario, quindi ne raccomando l'approvazione da parte dell'aula.
Informo che l'Assessore competente proporrà, attraverso degli emendamenti, alcune leggere modifiche che sono state oggetto di un'ulteriore, seppure informale, consultazione con gli enti interessati, e che si rendono necessarie per un adeguamento alla norma di legge.



PRESIDENTE

Sulla relazione del Consigliere Penasso è aperta la discussione. Ha chiesto la parola il Consigliere Rivalta; ne ha facoltà.



RIVALTA Luigi

Intervengo solo per chiedere all'Assessore Bresso di darci informazione rispetto agli emendamenti presentati, considerato che in Commissione si era approvato il testo di legge, lasciando aperta la possibilità di modifiche previa presentazione di emendamento, come è regolare, ma sollecitando l'assunzione delle proposte che erano venute dal Comune di Candia. Vorrei sapere se gli emendamenti stanno in questo spirito oppure sono aggiuntivi rispetto alle cose che avevamo detto in Commissione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pier Luigi

Esprimo la posizione contraria del nostro Gruppo; contraria non sul caso specifico, assolutamente, ma riteniamo che stia venendo avanti ormai da tempo una serie di proposte sulla costituzione di parchi, che non sono legate da un filo conduttore di fondo di un certo tipo e che politicamente costituirebbero una cornice all'interno della quale poi insediare le singole realtà. Quindi, vuoi per la questione del personale, vuoi per la questione della gestione, riteniamo davvero che un modo di procedere del genere sia irrazionale e non consenta di avere un quadro politico e programmatico in materia di un certo tipo. Pertanto, in attesa di conoscere gli emendamenti di cui anche noi non siamo in possesso (non li conosce il Presidente della Commissione, non li conosciamo neanche noi), preannunciamo il voto contrario del nostro Gruppo. Ripeto: non si tratta di una questione di merito, bensì di una questione di fondo, prioritaria, rispetto anche al merito della questione specifica.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vaglio.



VAGLIO Roberto

Relativamente a questo disegno di legge il mio atteggiamento sarà diverso dal solito. Ho conosciuto l'iter provinciale di questa proposta, so dell'accordo sostanziale dei Comuni interessati e ritengo che l'istituzione di un parco provinciale possa essere un'iniziativa molto interessante e forse un'iniziativa che può andare molto più verso le intenzioni e le aspettative delle popolazioni locali.
Richiederei però una modifica (che non so se sia in itinere, se sia già proposta dall'Assessore, perché anch'io non ho avuto modo di prendere visione degli emendamenti proposti) all'art. 9, dove per questo parco di interesse provinciale viene previsto un piano naturalistico. Ritengo che sull'art. 9 sarebbe interessante prevedere uno strumento decisamente meno vincolante che il piano naturalistico, quindi uno strumento che consenta una maggiore autonomia alle istituzioni locali e che non crei immediatamente un rapporto di freddezza tra le popolazioni e l'ente che si sta istituendo.
Chiedo scusa, ma mi vengono consegnati ora gli emendamenti proposti e vedo che quanto da me richiesto, nelle intenzioni anche degli enti locali è stato recepito dall'Assessore Bresso. Quindi ringrazio e annuncio il mio voto favorevole.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bodrero.



BODRERO Antonio

In linea di massima io sono favorevole ai parchi, però ritorno su un argomento che ho già riferito in occasioni analoghe: bisognerebbe assolutamente, per non fare una cosa che io definerei materiale, quasi meccanica, che questi parchi fossero illustrati dal punto di vista strettamente culturale piemontese. Quindi che la gente, i visitatori chiunque interessato, venisse a sapere (pagando ovviamente, perché non devono essere regalìe della Regione) da pubblicazioni relative quali sono i vegetali, gli animali e anche la toponomastica locale, specialmente montana, che si sta perdendo proprio a causa dello spopolamento. Mancando le persone che erano vissute in questi luoghi si perdono documenti preziosi sui nomi di luogo che poi sono notoriamente di grande fantasia popolare fantasia creativa, a differenza di nomi insulsi che noi vediamo nelle città (Romolo e Remo, Giulio Cesare, cose di questo genere, follie pure); invece i nostri antenati davano dei nomi strettamente pertinenti a ciò che viveva in quell'ambiente. Quindi, bisogna salvare toponomastica ed onomastica generale, cioè i nomi dei vegetali e degli animali che si trovano nel parco.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Nerviani.



NERVIANI Enrico

Non interverrò successivamente in sede di dichiarazione di voto, quindi ciò che dirò adesso rappresenta anche la dichiarazione di voto del Gruppo DC-PPI.
Prendo la parola perché ho l'impressione che si stia progressivamente e sempre più radicatamente costruendo una cultura di opposizione nuova alla tutela del territorio e in particolare ai parchi che non può non destare per un verso preoccupazione e per l'altro un impegno a tentare di evitare con un atteggiamento di chi è dalla parte del territorio, che le ragioni che stanno dietro a questa cultura si facciano più forti, più motivate e più comprensibili. Questo orientamento rischierebbe di distruggere un lavoro che non ha soluzione di continuità in questo Consiglio regionale e che è esemplare per tutto il territorio nazionale.
Le battute, alcune volte, distruggono di più di un ragionamento, perch le battute si colgono e si diffondono; il ragionamento ha bisogno di tempo e ha bisogno anche di capacità di dimostrazione di fondatezza.
Allora, io esprimo la soddisfazione, come peraltro ha fatto il collega Penasso, per due ragioni: perché un'area delicata è stata adeguatamente individuata e tutelata e perché se ne assume carico, per la prima volta, la Provincia, questo ente che invoca frequentemente il dovere e il diritto della programmazione e della pianificazione, ma che finora nulla ha fatto per sostituirsi alla Regione, anche quando gli interventi potevano essere significativi in questo senso. Lo iscriviamo negli annali della Regione Piemonte, ma per la prima volta una Provincia decide di tutelare in modo singolare, peculiare, particolare e proprio, un pezzo di territorio sul quale non era stato possibile fare calare la tutela da parte della Regione, non solo perché non c'erano i mezzi, ma anche perché ogni atto in più in questo senso da parte della Regione è, forse giustamente, obiettato in presenza di scarsezza di risorse e di non decollo pieno delle nostre realtà protette.
Alla collega Bresso, visto che tempo per fare discussioni di questo tipo non ce ne sarà molto, probabilmente non ce ne sarà proprio, dico che ci sono due piccole angosce nel mio pensiero. La prima è quella dovuta all'incapacità nostra (parlo della legge nazionale, del contesto nazionale e delle nostre modeste risorse) di tradurre in evidente, immediata ricchezza per coloro che gestiscono il territorio, parlo degli agricoltori in particolare, il vincolo che poniamo su porzioni significative del territorio.
Il mio dispiacere deriva anche dal fatto che siamo in presenza della legge n. 394, il cui art. 7 prevedeva interventi in ogni senso privilegianti i territori vincolati per i valori naturalistici e paesaggistici che essi posseggono. In questo senso non si è fatto nulla, il discorso si era interrotto con il Ministro Valdo Spini e, a mia conoscenza non risultano atti nuovi.
Ancor più mi preoccupa il fatto che una promessa distribuzione consistente di risorse, che avrebbe potuto accentuare la dimostrabilità dell'efficacia della nostra azione, è sparita nel nulla, sempre a quanto mi risulta. Dei 15 miliardi conquistati dalla Regione Piemonte per questo settore a livello nazionale, che dovevano far parte di riparti di risorse degli anni scorsi a cui si dovevano aggiungere nuove risorse per quest'anno e il prossimo, non si sa più nulla.
So che l'Assessore Bresso sta lavorando bene e che potrà darci informazioni in questo senso, ma mi pare che, al momento, non possano essere delle annotazioni e delle comunicazioni particolarmente soddisfacenti.
Sono grato all'Assessore Bresso ed ai colleghi Consiglieri della I Commissione che hanno portato a compimento questo obiettivo esemplare. Sono soddisfatto di questo. Vorrei che le Province imitassero l'esempio dato dalla Provincia di Torino in questo specifico campo.
Esprimo pertanto il voto favorevole del Gruppo DC-PPI e rinnovo il ringraziamento a coloro che hanno consentito di acquisire tale risultato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rivalta.



RIVALTA Luigi

Intervengo in questo momento, in quanto si è aperta la fase di dibattito, mentre non interverrò in fase di dichiarazioni di voto come invece avevo preannunciato.
Desidero sottolineare che considero le formazioni lacuali e fluviali una delle presenze naturalistiche ambientali paesaggistiche di maggiore rilievo per la capacità di delineare elementi e contrapposizioni di paesaggio e per la capacità di creare delle emozioni nello spirito e nella cultura umana. Credo che alla pari ci siano soltanto i monti e le catene montuose.
Nella nostra Regione abbiamo una lunga distesa di catene montuose mentre vi è una presenza assai limitata di formazioni lacuali. Infatti sono pochi i laghi di una certa dimensione e significato.
Abbiamo avviato politiche di tutela delle acque fluviali e delle loro sponde (il Sesia, il Ticino, il Po); c'è la proposta di ampliamento a rami come quello della Dora e del Sangone ancora in atto, che sono in esame mentre si discute il Parco del Po.
Sotto il profilo delle iniziative, siamo in ritardo nell'istituire a zone parco le aree dei nostri laghi. A memoria, l'unica area lacustre che abbiamo istituito a parco è quella di Avigliana. Quella del Lago di Candia è la seconda area di lago istituita a parco.
Proprio per il significato naturalistico ed ambientale che richiamavo prima, penso che dovremmo istituire a parco tutti i nostri laghi (Viverone Mergozzo, Orta e anche il Lago Maggiore), perché ambientalmente ed anche naturalisticamente sono ambiti che spaziano tra due forme di vita diverse: quella terrestre e quella lacustre. Questo fatto è evidente soprattutto nelle zone di palude che dividono la terra dal lago; sono presenze così significative che dovrebbero essere sottoposte a tutela.
Sotto questo profilo, sono non solo d'accordo, ma addirittura entusiasta che si proceda con un altro passo avanti verso una politica di tutela delle aree dei laghi.
Invece è mortificante che l'iniziativa presa sul piano legislativo per tutelare il Lago di Viverone non sia andata a buon fine, e si sia tradotta soltanto nei termini di regolamentazione della navigabilità su quel lago peraltro dimostratasi insufficiente come non lontani eventi hanno mostrato.
Diversamente da qualche collega, auspicherei, se avessimo ancora il tempo, ma forse in questa legislatura non è più possibile, che si procedesse all'istituzione a parco di tutta l'area protetta di altri laghi in particolare quello di Mergozzo, che mi sembra, per la sua delicatezza uno di quelli su cui dovremmo intervenire con priorità.
Per quanto riguarda il Lago di Viverone, tale intervento sarebbe necessario per recuperare un discorso interrotto che invece, secondo me andrebbe portato avanti nel tentativo di restaurare il degrado ambientale che su questo lago si è ingenerato.
Sono particolarmente soddisfatto del fatto che l'istituzione del parco avvenga nella forma del parco provinciale, caratterizzato quindi da un'iniziativa presa dalla Provincia. Ciò significa davvero avere un esempio di imitazione della politica regionale avviata nel 1975. Allora in capo alle Regioni non c'era una competenza specifica per l'istituzione dei parchi, era stata tentata in Lombardia ed in Piemonte, e successivamente è stata codificata con la legge quadro nazionale del 1990. Quindi, sotto questo profilo, dopo tanti anni di politica regionale, che emerga un'iniziativa di una Provincia a me sembra molto significativo.
Certo, ci possono essere tante questioni da individuare e riqualificare in questa politica, ma in qualche modo è una conferma della bontà della politica regionale nel suo complesso sin qui condotta, al di là dei vari contrasti istituzionali che, per altri aspetti, il nostro sistema degli enti locali vive.
Richiamo un'iniziativa della Provincia che ha, nell'aspetto sostanziale, un precedente: il Parco del Ticino è nato non solo perché la Regione Piemonte l'aveva inserito nel proprio Piano dei parchi; certo questo è stato un input, ma si è poi concretizzato per il lavoro fatto dalla Provincia di Novara attraverso l'allora Assessore Bricco, amante del Ticino, amante della tutela ambientale, che ha costruito il consenso di tutti i Comuni della comunità, facilitando così l'istituzione del Parco del Ticino. L'ha costruito allora attraverso una lettura non solo delle qualità e dei valori ambientalistici e naturalistici, ma traducendo questa lettura in proposte di tutela, in qualche modo definendo gli elementi di un possibile programma e piano di tutela. Quindi, credo che ci sia questo precedente da ricordare (proprio nella Provincia da cui proviene il collega Nerviani) che qui viene ripetuto, formalmente poggiato su una legislazione che oggi non solo consente, ma promuove le iniziative delle Province e dei Comuni.
Devo dire che anche nell'iniziativa della Provincia di Torino l'abbiamo visto in Commissione - c'è stata una preparazione della legge, di lettura dell'ambiente, di rapporto con le istituzioni e con la comunità puntuale, di grande valore e di grande significato.
Anche come procedura credo che questo sia un esempio che ci dice come le Province (io spero anche i Comuni, in quanto la legge nazionale sulle aree protette prevede l'iniziativa dei Comuni per parchi comunali nel quadro della politica di tutela complessiva regionale) e gli enti locali più a stretto contatto delle realtà di quanto possa essere la Regione possono anche promuovere iniziative con predisposizione ancor più puntuale di quanto non abbia potuto fare la Regione circa la ragione della tutela e la prefigurazione delle linee di intervento per questa tutela.
Per cui mi sembra una strada che la Regione dovrebbe oggi sostenere per spostare l'iniziativa regionale che ha come riferimento un elenco di aree da tutelare che è di circa 180, che non era il Piano dei parchi, che è stato estratto come fase attuativa. Quel lungo elenco di aree credo sia stato scelto con motivazioni fondate, per cui bisognerebbe procedere alla politica di tutela. Credo sia giusto che la Regione continui a portare avanti un suo programma, magari rivedendo quello del passato. Ritengo per che l'azione più rilevante che la Regione da oggi in avanti - dico "da oggi" perché ne parliamo oggi, ma poteva essere anche ieri - deve fare sia quella di promuovere le iniziative provinciali e comunali proprio per il significato di più stretto rapporto con la realtà e con la comunità che queste possono realizzare.
Ho richiamato prima il nome dell'Assessore di Novara che allora aveva favorito, con propria iniziativa e con iniziative della Provincia di Novara, l'istituzione del Parco del Ticino; richiamo ora l'azione svolta dall'Assessore Scapino alla Provincia di Torino.
La Provincia di Torino non solo ha letto questa realtà riconoscendone tutti i valori naturalistici ed ambientalistici, ma attraverso le competenze proprie che riguardano l'ambiente ha già operato in concreto per la tutela e il recupero di quell'area, ha già messo in atto una linea sperimentale per recuperare questo lago che essendo di alto fondale è un lago che ha subìto notevoli degradamenti soprattutto in questi ultimi tempi.
Anche questo mi sembra un esempio che potrebbe essere sollecitato dalla Regione con una vera e propria iniziativa programmata verso i Comuni e le Province affinché assumendo, evidentemente non in maniera definitiva, quel lungo elenco di aree da tutelare del Piemonte prendano proprie iniziative.
Aggiungo che il collega Nerviani ha citato la necessità anche di rivedere quello che è stato fatto nel passato; si sta operando in sede di Commissione e di Assessorato per dare vita ad un seminario di cui abbiamo parlato nell'autunno scorso, quando ancora Nerviani era Assessore, per fare non un seminario sui parchi di carattere teorico od accademico, bensì per fare il punto dell'esperienza dei parchi, cioè rileggere la funzione e forse anche consentirci una più puntuale definizione della funzione dei parchi attraverso l'esperienza positiva e quella che può emergere come non positiva della vita dei parchi.
Se riuscissimo ancora, come speriamo, entro questi prossimi due mesi ad avere un seminario di lavoro in questo Consiglio che esamini la realtà operativa dei parchi e che ci permetta sotto questo profilo di considerare il significato, il valore e le carenze di un'esperienza, noi non solo daremmo risposta a noi stessi, che da un lungo cammino ventennale siamo impegnati in questa politica, di che cosa è successo, elementi di giusta ragionevole verifica di questo operato e forse anche di gratificazione, io spero, ma consegneremmo anche alla prossima legislatura un ragionamento dal quale partire, se la prossima legislatura riterrà di farne tesoro.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Miglio.



MIGLIO Mario

Noi, come Gruppo dei Verdi, da una parte riteniamo che la fondatezza la giustificazione per addivenire all'istituzione di una nuova area protetta sia da ricondurre a motivazioni che attengono ai valori paesaggistici, alla natura scientifica, alle particolarità ambientali, alle questioni che sottendono alla cultura, intesa non solo come capacità di far comprendere i valori plurimi di queste aree, ma anche di indicare un diverso rapporto tra l'uomo e il contesto entro il quale lo stesso vive.
Dall'altra parte, riteniamo che occorra ricercare un rapporto di compartecipazione, per politiche di questa natura, con le popolazioni locali e gli enti Locali interessati.
Per questo motivo ci sorprende l'atteggiamento tenuto in questa sede da alcuni Gruppi consiliari che, richiamando le questioni che attengono alla ristrettezza economica e più in particolare al bilancio, all'attività programmatoria di questa Regione, sostengono che questa legge regionale non avrebbe alcun fondamento.
Forse questi Consiglieri non hanno avuto modo di leggere con la dovuta calma, con il necessario approfondimento, tale testo, altrimenti avrebbero scoperto che non c'è alcuna ricaduta diretta sul piano economico, come richiamato dall'art. 4, dall'art. 5 e dall'art. 10, sia sul piano gestionale, sia sul piano più direttamente relazionabile all'individuazione delle risorse economiche con le quali concretamente dare avvio alle politiche che attengono alla valorizzazione, al recupero ambientale, a tutti quegli interventi che saranno meglio indicati con la redazione dei piani previsti.
Per quanto attiene al Lago di Candia tutto questo è di competenza sostanzialmente della Provincia di Torino e non della Regione Piemonte. La Regione Piemonte si riserva la facoltà di contribuire, qualora lo ritenga necessario, alle attività che saranno svolte in primis da questo nuovo soggetto.
Quindi i richiami alle ristrettezze di bilancio sono del tutto ingiustificati, così come riteniamo che siano ingiustificati i riferimenti al fatto che l'area protetta per il parco naturale di interesse provinciale del Lago di Candia non rientri fra l'elenco delle aree di cui al Piano regionale dei parchi. E' vero che non rientra, però siamo in una situazione diversa rispetto al passato proprio perché - i Gruppi che prima hanno avanzato delle critiche sono stati fra i sostenitori del piano e l'hanno votato - la legge quadro del 1990 e la legge regionale del 1992, che ridefiniscono la politica in materia di istituzione di aree protette e soprattutto le competenze fra il livello regionale e il livello provinciale, introducono un nuovo soggetto, appunto la Provincia.
Non si può quindi usare un riferimento individuando una correlazione stretta fra il Parco del Lago di Candia come area protetta propria della Regione: questo è un parco naturale di interesse provinciale, quindi il soggetto maggiormente coinvolto è la Provincia ed è per iniziativa della Provincia che si è addivenuti a questa soluzione.
In ogni caso voglio richiamare il fatto che quest'area protetta era fra quelle di cui all'elenco allegato al Piano regionale per le aree protette quindi non c'era una sottovalutazione, una non considerazione dei valori propri di questa zona.
Inoltre, i richiami fatti in questa sede da alcuni Gruppi, tali da non giustificare l'istituzione di quest'area protetta, devono essere rigettati nella loro complessità. Occorre invece sottolineare il fatto positivo che per la prima volta una Provincia, in questo caso quella di Torino, ha colto l'occasione delle nuove competenze, attribuite a questa amministrazione e insieme alla Regione Piemonte, ha avviato un percorso significativo che ha avuto come risultato l'istituzione di quest'area protetta.
Infine, passando ad un'altra questione che attiene agli emendamenti anticipo una riflessione che ritenevamo opportuno fare. L'emendamento proposto dall'Assessore Bresso all'art. 6, riferito alla navigazione a motore, lo riteniamo corretto nello spirito, però al contempo sottolineiamo che bisogna trovare un giusto punto di sintesi fra le finalità di cui ai punti a), b) e d) dell'art. 3, laddove da un lato (punto d) si dice che si deve promuovere ed organizzare il territorio per una fruizione di diverso tipo per quest'area protetta e dall'altro che bisogna tutelare e conservare le caratteristiche naturali, ambientali e via dicendo (punto a) e ripristinare le condizioni idrobiologiche del lago (punto b), perch sappiamo che esiste un problema di eutrofizzazione delle acque. Secondo noi è giusto fare salve le attività di pesca, ma forse sarebbe meglio chiarire che l'attività di pesca dovrebbe essere comunque relazionata ad una forma di regolazione dell'equilibrio biologico. Forse questa visione sarebbe più confacente agli obiettivi istitutivi di questo parco, così come riteniamo che sia giusto fare salve quelle attività legate a fini turistici organizzate con l'Ente di gestione. Ci chiediamo se non sia il caso di specificare che la navigazione debba essere riferita a motori elettrici e non a motori a scoppio.
Credo che questo sia possibile in tempi brevi per avere una riconversione, una dotazione di natanti con una propulsione di questo tipo che non inciderebbe quindi, per quanto attiene all'equilibrio ambientale su un bacino lacustre che peraltro ha una superficie estremamente ridotta.
L'emendamento potrebbe essere modificato in questi termini: mantenere il punto sulla navigazione a motore e poi introdurre "e per le attività di pesca, in ottemperanza alle previsioni dettate per l'esercizio dei diritti di uso civico e per quelle a fini turistici organizzati dall'Ente di gestione, è consentita la navigazione con motore elettrico".
Forse questo principio potrebbe fare salve entrambe le finalità richiamate ai punti a), b) e d) dell'art. 3.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Bresso per la replica.



BRESSO Mercedes, Assessore regionale

A molte delle osservazioni avanzate, in particolare quelle del Consigliere Gallarini, a mio avviso totalmente errata in quanto fondata sulla non conoscenza della situazione, hanno già risposto in larga parte alcuni dei colleghi intervenuti.
L'approvazione del progetto di legge, per certi versi, è un atto dovuto; nel recepire il dettato della legge quadro nazionale sui parchi ad interesse locale, abbiamo ritenuto di ricondurre anche i parchi ad interesse provinciale e locale alla normativa nazionale e regionale. Parchi che vengono istituiti con legge regionale, ma su proposta dell'Ente che propone la tutela, al quale va lasciata ampia autonomia di organizzazione l'essere inseriti nella legge quadro nazionale e regionale non significa da parte della Regione, poter interferire nelle scelte compiute dall'Ente se non definendone la non congruità.
E' in tal senso che la nostra approvazione è un atto dovuto, anche perché, come hanno già richiamato i colleghi Rivalta e Miglio, il Lago di Candia era comunque inserito tra le aree di reperimento della politica dei parchi, ovvero considerate rilevanti dal punto di vista naturalistico e in relazione alle nostre finalità di tutela.
Il fatto che il lago non fosse stato inserito nel Piano dei parchi, a tutt'oggi significa solo che la Regione ha nel tempo assunto delle scelte di priorità, a volte per valori, a volte per i rischi che le aree correvano. Pur non essendo inserita nel Piano dei parchi, l'area del lago è considerata area di tutela e conseguentemente di interesse naturalistico nel Piano territoriale regionale, che proporremo all'approvazione del Consiglio a tempi brevi. Il già menzionato elenco di reperimento delle aree di valore è stato infatti considerato positivamente, soprattutto in riferimento alla futura politica dei parchi.
Il collega Gallarini ha rilevato che il tutto non è compreso in un quadro programmatico. Ribadisco che il tutto è compreso nel Piano programmatico di impianto generale, ma non nel Piano dei parchi regionali riteniamo sia giusto che la Provincia, nelle aree considerate interessanti e non tutelate dalla Regione, faccia scelte proprie, indicando proprie priorità.
Ricordo al Consiglio che la costruzione del V Piano regionale dei parchi dovrà essere discusso, ai sensi della nuova legge n. 36, attraverso una Conferenza dei servizi cui parteciperanno le Province; questo per rispondere allo spirito delle leggi n. 394 e n. 142 che prevedono il coinvolgimento degli enti locali e delle Province nella costruzione delle politiche territoriali. Avvieremo dunque questo confronto, che servirà sia alla Regione per individuare il V Piano dei parchi sia, eventualmente, alle Province stesse, per segnalare le aree di loro interesse che desiderano tutelare.
Non solo non manca un filo conduttore, ma quest'ultimo è ben preciso: chi ritiene che non vi sia, evidentemente non ha mai provato a chinarsi sulla politica che la Regione ha svolto in questi anni con notevole coerenza, anche se con maggioranze e persone diverse. Sono assai soddisfatta del fatto che probabilmente riusciremo ad organizzare un seminario di confronto e discussione, che ritengo utile ed importante per tutti.
Per quanto riguarda gli emendamenti, faccio rilevare al Consiglio che gli stessi sono stati proposti anche dalla Provincia; pur essendo nostra competenza l'approvazione del provvedimento, ritengo giusto e corretto un confronto con altri enti locali, trattandosi di un documento di loro interesse.
Illustro brevemente gli emendamenti.
Il primo, quello all'art. 4, sostanzialmente rappresenta la disponibilità della Provincia a rinunciare ad un proprio rappresentante nell'Ente di gestione, per favorire la possibilità di nominare un membro in più del Comune di Candia. Come avrete potuto verificare, sono previsti due membri nominati d'intesa fra i Sindaci territorialmente interessati, e tre in rappresentanza della Provincia, di cui uno in rappresentanza del Comune di Candia. La legge n. 36, infatti, prevede che per i parchi di interesse provinciale, all'interno dell'Ente di gestione, debbano essere in maggioranza i rappresentanti della Provincia; per concedere un rappresentante in più al Comune di Candia, avevamo proposto di aumentare i membri a disposizione della Provincia. La Provincia ha dato la propria disponibilità, per evitare un Ente di gestione troppo corposo, a riconoscere, nell'ambito dei propri tre membri, quello in più che il Comune di Candia - quello maggiormente interessato - richiedeva.
Normando che uno dei tre professionisti qualificati in materia ambientale debba essere designato dal Comune di Candia, di fatto accoglieremmo una proposta di emendamento proveniente congiuntamente dalla Provincia e dal Comune di Candia.
Rispondendo in particolare al collega Miglio, relativamente alla questione della navigazione a motore sul lago, faccio rilevare che in realtà il divieto di navigazione è stato mantenuto. Le eccezioni specificamente indicate - a parte quella a fini turistici organizzata dall'Ente di gestione: una barchetta con piccolo motore per portare studenti e turisti a visitare la zona a canneto - sono previste solo per usi civici, attualmente ridotti ad un pescatore anziano, il quale, a remi avrebbe qualche difficoltà. Ci è parso inutile imporre a questo pescatore l'unico, di cambiare il piccolo motore della sua barca con uno elettrico: sarebbe costoso e difficile. Si tratta dunque, sostanzialmente, di due imbarcazioni, una per i fini del parco, che viene sempre consentita, la seconda di quell'unico pescatore. Nulla osta, se troviamo un accordo con la Provincia, a provvedere ad erogare un contributo affinché venga di fatto acquistata l'imbarcazione a motore elettrico, intanto dall'Ente, e poi eventualmente, anche da questo unico pescatore. Non è dunque consentita la pesca a motore a chiunque, ma solo ai detentori di usi civici (ormai ridotti ad uno).
L'emendamento all'art. 7 corregge un semplice errore di elencazione dei commi che richiamano la nostra legge n. 12. L'ultimo emendamento soppressivo e sostitutivo, non risponde soltanto agli intenti sollevati dal collega Vaglio, ma al fatto che abbiamo verificato, anche su sollecitazione del Presidente Rivalta, che ai sensi della legge quadro nazionale dovremmo avere un Piano d'area da aggiungersi eventualmente al Piano naturalistico. Ma il Piano d'area, in questo specifico contesto, affronta già gli aspetti naturalistici; sarebbe dunque inutile prevedere due strumenti, visto che lo stesso è comunque previsto in presenza di parco (trattandosi di riserva potrebbe essere sufficiente il Piano naturalistico). Abbiamo quindi integralmente sostituito il Piano naturalistico con il Piano d'area, che diventa un unico Piano, comprendente anche gli aspetti naturalistici. Questi gli emendamenti.
Informo inoltre il collega Bodrero, che ha risollevato la questione relativa alla toponomastica, che a seguito della discussione svoltasi a suo tempo, ho personalmente dato disposizioni affinché venga studiato, insieme ai Direttori, una cartellonistica che tenga conto delle sue indicazioni (almeno per quanto riguarda tutta la cartellonistica futura), ovvero utilizzare anche la terminologia piemontese, per favorirne la conoscenza delle località e delle specie. Molti parchi appongono già delle targhette indicanti il nome degli alberi o delle località, utilizzando la terminologia piemontese. Ci vorrà del tempo prima che la burocrazia si muova, però è un'indicazione che abbiamo dato.
Come il Consigliere ricorderà, gli avevo detto che concordavo, che lo trovavo molto giusto e quindi ci stiamo muovendo in questa direzione.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, passiamo all'esame del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 30 voti favorevoli 29 astensioni 1.
L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 30 voti favorevoli 29 astensioni 1.
L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 30 voti favorevoli 29 astensioni 1.
L'art. 3 è approvato.
ART. 4 Emendamento presentato dall'Assessore Bresso: al comma primo, le lettere a) e b) sono sostituite come segue: "a) tre membri nominati dalla Provincia di Torino, di cui uno qualificato in materia ambientale, su designazione del Comune di Candia b) due membri nominati d'intesa tra i Sindaci dei Comuni territorialmente interessati, di cui uno del Comune di Candia".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 30 voti favorevoli e 1 astensione.
Si proceda alla votazione dell'art. 4 come emendato, per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 voti favorevoli 30 astensioni 1.
L'art. 4 è approvato.
ART. 5 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 voti favorevoli 30 astensioni 1.
L'art. 5 è approvato.
ART. 6 Emendamento presentato dall'Assessore Bresso: al comma primo, la lettera h) è sostituita come segue: "h) navigare a motore. E' fatta salva la navigazione finalizzata all'esercizio dell'attività di pesca in ottemperanza alle previsioni dettate per l'esercizio dei diritti di uso civico e quella a fini turistici organizzata dall'Ente di gestione" al comma terzo è soppressa la parola "naturalistico" al comma quarto è soppressa la parola "naturalistico".
Ha chiesto la parola per l'illustrazione l'Assessore Bresso; ne ha facoltà.



BRESSO Mercedes, Assessore regionale

Mi sono resa conto di non avere dato risposta al collega Miglio sull'emendamento.
Mi rivolgo anche al relatore della Commissione: dato che si tratta di cifre minime, potremmo accettare l'emendamento del collega Miglio relativamente alla navigazione elettrica, impegnandoci a dare il contributo per la sostituzione del motore. In questo modo, poiché il problema esiste davvero, si è più tranquilli per il futuro.
Per cui, dopo "fatta salva la navigazione", aggiungeremmo "con motori elettrici".



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Nerviani; ne ha facoltà.



NERVIANI Enrico

Soltanto perché da atti di buona volontà non discendano impossibilità e quindi insoddisfazioni: dire che possiamo dare un contributo significa non tanto avere i mezzi, quanto piuttosto costruire il quadro legislativo che lo consenta. Ho l'impressione che questo quadro non ci sia.



BRESSO Mercedes, Assessore regionale

Noi possiamo dare dei contributi ai parchi di interesse provinciale locale.



NERVIANI Enrico

Ma ad un privato?



BRESSO Mercedes, Assessore regionale

Come indennizzo, perché questo è un vincolo che noi gli poniamo; con la normativa sull'indennizzo, possiamo.



NERVIANI Enrico

Se c'è questa certezza...



BRESSO Mercedes, Assessore regionale

Sì, ho verificato: artt. 32 e 33 della L.R. n. 12/90. Ci si comporta come per gli indennizzi agli agricoltori.



PRESIDENTE

Pongo dunque in votazione l'emendamento come modificato dall'Assessore Bresso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 30 voti favorevoli e 2 astensioni.
Si proceda alla votazione dell'art. 6 come emendato, per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 32 voti favorevoli 30 astensioni 2.
L'art. 6 è approvato.
ART. 7 Emendamento presentato dall'Assessore Bresso: al comma terzo, dopo le parole "art. 6, comma primo, lettere c), d) f)", sono aggiunte le parole "e h)".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 31 voti favorevoli e 1 astensione.
Si proceda alla votazione dell'art. 7 come emendato, per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 32 voti favorevoli 31 astensioni 1.
L'art. 7 è approvato.
ART. 8 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 32 voti favorevoli 31 astensioni 1.
L'art. 8 è approvato.
ART. 9 Emendamento presentato dall'Assessore Bresso: l'art. 9 è soppresso e sostituito dal seguente: "1. Il Consiglio regionale approva un Piano dell'area oggetto della presente legge costituente a tutti gli effetti stralcio di Piano territoriale, redatto ai sensi dell'art. 23 della L.R. 22/3/1990, n. 12 così come modificato dall'art. 7 della L.R. 21/7/1992, n. 36.
2. L'Ente di gestione del parco naturale provvede all'adozione del Piano entro il termine di sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge.
3. Il Piano di area è trasmesso agli enti territoriali interessati e pubblicato a cura del soggetto adottante sul Bollettino Ufficiale della Regione con l'indicazione della sede in cui chiunque può prendere visione degli elaborati.
4. Entro 90 giorni dalla pubblicazione chiunque può far pervenire le proprie osservazioni all'ente adottante il quale, esaminate le stesse entro i successivi 90 giorni provvede alla predisposizione degli atti conseguenti da trasmettere alla Giunta regionale per l'elaborazione del Piano di area definitivo. Sentite la Commissione tecnico-urbanistica e la Commissione regionale per la tutela e valorizzazione dei beni culturali ed ambientali, riunite in seduta congiunta, la Giunta regionale sottopone il Piano di area definitivo al Consiglio regionale per l'approvazione.
5. Le indicazioni contenute nel Piano di area e le relative norme di attuazione sono efficaci e vincolanti dalla data di entrata in vigore della deliberazione del Consiglio regionale che le approva, sono soggette a revisione periodica e sostituiscono la strumentazione territoriale urbanistica e paesaggistica di qualsiasi livello, così come disposto dall'art. 25, comma secondo, della legge 6/12/1991, n. 394. 6. Il Piano di area prevede comunque la formazione di un sistema di piste ciclabili e sentieri con aree espressamente adibite all'osservazione naturalistica".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 31 voti favorevoli e 2 astensioni.
Si proceda alla votazione dell'art. 9 come emendato, per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 32 voti favorevoli 31 astensioni 1.
L'art. 9 è approvato.
ART. 10 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 voti favorevoli 32 astensioni 1.
L'art. 10 è approvato.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 38 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
La legge è approvata.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13,55)



< torna indietro