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Dettaglio seduta n.327 del 22/12/94 - Legislatura n. V - Sedute dal 6 maggio 1990 al 22 aprile 1995

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito alle "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale" comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Brizio e Cavallera.


Argomento: Nomine - Sanita': argomenti non sopra specificati

Informazioni circa le nomine dei Direttori generali delle Aziende Sanitarie Regionali


PRESIDENTE

Il Consiglio di questa mattina è stato convocato ai sensi dell'art. 43 del Regolamento interno con il seguente o.d.g.: "Informazioni circa le nomine dei Direttori generali delle Aziende Sanitarie Regionali".
A questo momento non sono pervenuti, così come per la verità era convenuto, documenti su cui doversi poi pronunciare con votazione; si tratta quindi di una informativa da parte della Giunta e del relativo dibattito.
Prevediamo di concludere il dibattito possibilmente non dopo le ore 13 pertanto invito i Consiglieri a rispettare rigorosamente i dieci minuti previsti dal Regolamento. Ritengo che ci sia il tempo sufficiente per gli approfondimenti necessari.
Ha ora la parola l'Assessore Cucco.



CUCCO Vincenzo, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Accolgo l'invito, che mi è giunto dalle forze di opposizione, ma anche dalla maggioranza, di informare l'aula sulle procedure e sui criteri per la definizione dei Direttori generali delle UU.SS.SS.LL.
L'intervento sarà molto breve, vorrei contenerlo entro i dieci minuti anche perché le procedure non sono molto complesse e i criteri sono stati richiamati più volte non soltanto in quest'aula, ma anche in numerose discussioni che si sono svolte in Commissione, per cui richiamerò i passi essenziali dei passaggi che ci sono stati.
Innanzitutto partirei dalla legge.
Ricordo a tutti che la legge dà quattro indicazioni per la scelta dei Direttori generali: i candidati alla direzione generale devono possedere un diploma di laurea; devono avere svolto un'attività professionale di direzione tecnico-amministrativa in enti o strutture pubbliche e private devono avere un'esperienza dirigenziale acquisita per almeno cinque anni devono avere qualificata formazione nel settore.
La scelta del Parlamento è stata quella, di fatto, di individuare un profilo molto ampio, dando delle indicazioni molto ampie alle Regioni per la scelta dei Direttori generali, lasciando alle Regioni la massima discrezionalità di percorso per la selezione degli stessi, qualora si volesse individuare una selezione, e comunque di scelta fra i candidati che hanno presentato la domanda.
Da questo punto di vista, oltre al controllo formale sugli atti che sono stati presentati dai Direttori generali all'atto di presentazione della domanda e quindi di corrispondenza degli elementi che ci sono stati rispetto a quelli richiesti dalla legge, altro la Giunta non può fare: non può stabilire graduatorie, non può stabilire persone idonee o non idonee alla funzione, può esercitare il diritto di scelta sulla base dei criteri che derivano dalle indicazioni della legge.
Questa Giunta regionale e questa maggioranza hanno scelto in modo uniforme rispetto a tutte le Giunte regionali che stanno procedendo in questa direzione. Tranne il Consiglio regionale del Lazio, che ha nominato i Direttori generali attraverso un meccanismo diverso perché li ha nominati in Consiglio regionale (ma lì le UU.SS.SS.LL. sono state votate e determinate in aula con decreto del Consiglio regionale, quindi il percorso è stato completamente diverso), tutte le altre Regioni hanno dato la competenza della scelta dei Direttori generali alle Giunte e quasi tutte le Regioni hanno utilizzato un meccanismo simile o uguale a quello da noi scelto.
Con deliberazione della Giunta regionale del 15/11/1994, la Giunta ha individuato cinque società che sono riconosciute ampiamente come leader nel settore della ricerca di manager o comunque di personale delle aziende private e anche pubbliche, perché le società stesse (nella delibera di affidamento questo elemento è scritto con molta chiarezza) contribuissero alla individuazione di elementi per la scelta che la Giunta deve effettuare.
Il mandato alle società - penso che lo abbiate letto perché ho distribuito varie volte in Commissione la copia della deliberazione in oggetto - non è stato quello di fare delle graduatorie o delle classifiche, e di fatto le società non hanno fatto classifiche o graduatorie, hanno analizzato e offerto alla Giunta regionale, attraverso un colloquio che è durato circa un'ora, su una griglia di indicazioni che la Giunta stessa ha fornito con la deliberazione e sulla base del curriculum presentato dai candidati, degli elementi di valutazione che consentono alla Giunta di scegliere.
La griglia prevedeva quattro caratteristiche che noi richiediamo a coloro che dovranno diventare Direttori generali delle UU.SS.SS.LL., cioè: avere capacità manageriali, avere capacità tecnico-organizzative specifiche, avere capacità comunicative, avere attenzione al sociale e conoscenze relative alla riforma.
Su questi quattro elementi di valutazione le società hanno sviluppato i loro colloqui che hanno prodotto dei profili individuali: per ciascuno dei candidati esiste una scheda che le società hanno redatto perché per ciascuno c'è un profilo individuale.
L'utilizzo che è stato fatto da qualcuno, dentro e fuori quest'aula del materiale interno - ripeto: interno - delle società è assolutamente improprio, perché non si tratta di graduatorie e non si tratta di valutazioni. Non lo potrebbero essere sul piano formale perché non c'è stato nessun tipo di concorso (non c'era una Commissione unica, c'erano gruppi di lavoro che hanno svolto i colloqui) e non lo poteva essere sulla base delle decisioni che la Giunta ha scelto e sulla base delle indicazioni che la legge ha dato, che non per concorso si arrivava alla nomina dei Direttori generali, ma per selezione adottata dalla Giunta regionale sulla base degli elementi che la Giunta stessa ha a disposizione.
Quali sono questi elementi che la Giunta ha a disposizione? Uno è sicuramente il risultato dei colloqui che le società hanno operato, ed è un elemento anche importante per la definizione delle candidature e quindi delle nomine da effettuare.
Un altro elemento è ovviamente quello della pregnanza dei requisiti che hanno i candidati rispetto a quelli generali richiesti dalla legge: per esempio, la complessità della struttura nella quale hanno operato i candidati e quindi l'attività che loro hanno svolto all'interno di questa struttura; per esempio, la formazione professionale di livello manageriale che i candidati hanno prodotto con il curriculum e con i dati che hanno fornito alla Regione; per esempio, la significatività del livello dirigenziale in relazione all'organigramma aziendale, cioè verificare la posizione degli stessi all'interno degli organigrammi delle aziende laddove hanno operato e soprattutto una valutazione sull'attività svolta per quanto riguarda coloro che hanno ricoperto il ruolo di commissari delle UU.SS.SS.LL. perché su questi, ovviamente, elementi di valutazione ce ne sono.
Per i primi due elementi abbiamo detto: 1) i risultati dei colloqui delle società 2) le valutazioni specifiche di merito sui requisiti che hanno prodotto i candidati e sull'attività svolta dagli stessi, in particolare per quanto riguarda i commissari straordinari vi è poi il terzo elemento: 3) la correlazione delle caratteristiche di ciascuno dei candidati rispetto all'azienda dove poi bisognerà andare a gestire, perché non tutte le aziende sono uguali, la complessità di un'azienda ospedaliera come le Molinette è ovviamente diversa rispetto non alla semplicità ma alla complessità di una USSL. come tante altre, che non ha un ospedale così grande come le Molinette, quindi anche questo è un criterio di valutazione per la designazione degli stessi Direttori generali.
Questo è il percorso e questi sono i tre criteri che la Giunta regionale intende adottare per definire le nomine e definire i Direttori generali: non c'è altro, qualsiasi altra interpretazione è destituita di fondamento perché non è l'interpretazione che la Giunta sta dando e che intende dare.
Vorrei aggiungere un altro paio di argomenti alla mia brevissima relazione. Immagino che il dibattito servirà anche per arricchire molto con gli interventi le cose che ho detto; poi magari mi riservo anche di intervenire ulteriormente nel corso della mattinata o magari alla fine.
Vorrei aggiungere che la Giunta si sta orientando - dico: si sta orientando, perché sta attentamente valutando - se utilizzare i funzionari regionali, che hanno presentato la domanda per diventare Direttori generali, come Direttori generali veri e propri, perché esiste un problema concreto, effettivo di privazione di capacità e di managerialità alla struttura regionale nel caso in cui la Giunta scegliesse di nominare come Direttori generali alcuni dei funzionari o i funzionari che hanno presentato la domanda come Direttori generali, pur avendone caratteristiche e capacità per diventarlo.
Così come anche la Giunta ha già avviato da tempo un rapporto con l'Università. Voi sapete che c'è l'obbligo di legge dell'intesa con l'Università per la nomina dei Direttori generali delle aziende dove insiste il triennio clinico, e solo per quelle tre aziende, cioè per le Molinette, per Novara e per Orbassano. L'Università ha ricevuto in modo continuo le informazioni sulle procedure che noi abbiamo seguito ed è già stabilito un incontro, che si svolgerà o nella giornata di oggi pomeriggio o nella giornata di domani, per entrare nel merito delle scelte che si devono compiere senza portare all'Università dei nomi precostituiti, ma portando all'Università le considerazioni che io vi ho esposto, i tre criteri e gli elementi che noi abbiamo.
I passaggi ulteriori che ci sono voi li conoscete già. La Giunta farà una proposta nella seduta del 27 p.v.; la proposta delle nomine verrà portata al vaglio della Commissione Nomine, ai sensi della nostra legge sulle nomine, il giorno 28 p.v. (la convocazione è stata già fatta) e la Giunta del giorno successivo procederà alla nomina degli stessi Direttori generali con propria deliberazione.
A questa relazione molto asettica, assolutamente tecnica, vorrei aggiungere una considerazione di carattere più generale e personale (personale nel senso politico, ovviamente).
Per scelta del legislatore e per scelta della Giunta regionale, sempre confermata non soltanto da me, ma anche dalle forze politiche che siedono in questo Consiglio e anche dalle forze di opposizione, si è ritenuto che la Giunta debba avere discrezionalità e debba esercitare questa discrezionalità al meglio delle sue possibilità di scelta e di valutazione dei candidati perché la scelta dei manager non può essere affidata ad un criterio rigido, asettico, quale può essere quello di valutazione prodotta da una società che si occupa di individuazione dei manager. Cosa che peraltro noi non abbiamo chiesto di fare alle società e le società non hanno fatto, perché se avessero fatto una cosa di questo tipo sarebbe stato un concorso, avrebbero lavorato con modalità completamente diverse e con tempi completamente diversi.
Quando esiste un margine di discrezionalità, esistendo comunque dei criteri che sono quelli che vi ho esposto, credo che la prova principale alla quale la Giunta, e in particolare l'Assessore, si sottopone sia quella del confronto sui nomi, perché ogni discostamento dalla valutazione che le società hanno dato o da altre valutazioni che i Consiglieri possono dare e la Giunta può dare sull'attività e sull'operato dei candidati deve essere giustificato. Sicuramente voi conoscete tutti i meccanismi consiliari per costringere questa Giunta a giustificare le sue scelte, che peraltro la Giunta giustificherà e giustifica e che non ha nessuna difficoltà a giustificare.
Allora, quale migliore prova dell'esercizio di questa discrezionalità in senso alto e non come bassa lottizzazione (questo termine che viene richiamato in continuazione!)...



(Interruzione del Consigliere Chiezzi)



CUCCO Vincenzo, Assessore regionale

Difatti. No, io non mi pento affatto. Dico soltanto che chi urla tanto prima è perché, forse, questa cosa comunque la utilizzerebbe qualunque possa essere il percorso scelto, Chiezzi.



(Interruzione del Consigliere Chiezzi)



CUCCO Vincenzo, Assessore regionale

Difatti, io l'ho urlato e l'ho confermato.
Fai attenzione, Chiezzi, però, che la conclusione delle mie considerazioni sulla lottizzazione era sempre quella dell'assunzione massima di responsabilità da parte dell'Assessore e della Giunta: massima perché le responsabilità sono individuali e l'ho sempre detto. Ho sempre detto: "Non affidatevi mai a delle valutazioni di esterni perché valgono per quello che possono valere come elemento in possesso della Giunta, che ha anche altri elementi per valutare".



(Interruzione del Consigliere Chiezzi)



CUCCO Vincenzo, Assessore regionale

Chiezzi, poi interverrai, avrai tutto lo spazio.



PRESIDENTE

Per cortesia, Consigliere Chiezzi!



CUCCO Vincenzo, Assessore regionale

Io ripeto questo tipo di argomento, perché ci credo: sui ventinove nomi valuteremo e valuterete se questo percorso, che noi abbiamo individuato, è un percorso per camuffare la lottizzazione che voi avete anticipato, oppure è stato il percorso che ha consentito la migliore scelta possibile all'interno dei candidati che noi abbiamo.
Da questo punto di vista, sono assolutamente sereno perché ritengo che la Giunta in questo momento stia lavorando bene proprio per la scelta di questi nomi.
Grazie.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE NERVIANI



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Cucco.
Come ho comunicato poc'anzi, il Presidente Brizio questa mattina è in congedo.
Raccolgo ora le richieste di coloro che intendono intervenire: si sono iscritti a parlare i Consiglieri Calligaro, Vetrino, Gallarini, Fiumara Majorino e Goglio.
Per intanto ci fermiamo qui.
La parola al Consigliere Calligaro.



CALLIGARO Germano

Signor Presidente, in numerose sedi, ripetutamente abbiamo sostenuto con molta coerenza, che le novità in materia di nomine sarebbero dipese dai criteri di rigorosa valutazione dei candidati in base alle attitudini professionali e al metodo limpido seguito; il più limpido mi pare sia quello di una proposta della Giunta al Consiglio e di un'approvazione del Consiglio regionale data l'importanza di queste nomine.
E' inutile ricordare il passato, tutte le battaglie contro la più bieca delle lottizzazioni. In quest'aula ci siamo sentiti dire che i nomi erano stati decisi dalle Segreterie dei Gruppi che componevano la maggioranza e che ogni alleato aveva dovuto accettare i nominativi dell'altro a scatola chiusa, senza nemmeno poter discutere i nominativi assolutamente indiscutibili. Abbiamo condotto con coerenza una tenace battaglia contro tali metodi e indicato e intravista una strada di fuoriuscita: basarsi sulla professionalità dei candidati e su un metodo di scelta limpido che, considerata l'importanza della questione, non può che portare ad investire lo stesso Consiglio regionale. Ciò al fine di ridurre la discrezionalità partitica, non politica; penso infatti che in questo caso, la Politica - con la "p" maiuscola - debba basare i criteri di scelta dei candidati sulla professionalità. Chiunque sappia fare politica, sceglie i migliori candidati indipendentemente dalle loro credenze ed appartenenze in questo modo, infatti, ha la certezza che coloro sui quali è caduta la scelta dirigeranno al meglio le Aziende sanitarie. Discrezionalità politica, quindi, e non partitica e metodo trasparente, che preveda l'approvazione da parte del Consiglio.
In sede di Commissione negli ultimi tempi si è discusso poco di tutto questo; vi era prima il bando, poi i colloqui: bisognava attendere. Noi abbiamo cercato di mettere le mani avanti, suggerendo, nel suddividere i candidati in gruppi o in fasce cosiddette attitudinali, una semplificazione al fine di arrivare ad una rosa di cinquanta/sessanta nominativi, senza alcuna graduatoria. Siamo stati i primi a sostenere la non opportunità di graduatorie da cui "pescare" ventinove nominativi, sostenendo invece la congruità di una rosa di candidati, sui quali verrà esercitata la discrezionalità della Giunta. Non abbiamo mai detto che la Giunta non debba esercitare della discrezionalità, non abbiamo mai detto: "Fate una graduatoria dal primo al ventinovesimo posto e prendete quelli". Esercitata la discrezionalità della Giunta se ne discute nelle Commissioni competenti dopodiché - costituite peraltro una maggioranza "blindata" - tali proposte vengono portate in Consiglio. Ecco l'innovazione, il tentativo di puntare sull'effettiva professionalità e non sulla lottizzazione. La valutazione ha quindi un peso relativo, anche se non poco prevalente. Diverso è sostenere che sessanta candidati si stagliano, mediamente, al di sopra degli altri; diverso è l'avere una graduatoria.
Personalmente, penso che l'aver fatto una graduatoria sia stato un gravissimo, madornale errore.
Nel disciplinare il conferimento di un incarico professionale alle società è stato scritto che in nessun caso i Gruppi devono corrispondere ad una graduatoria di candidati. Il che diviene un po' ridicolo: abbiamo dei nominativi con a fianco ben quattro valutazioni. Basta sommare: la valutazione è stata espressa in ventesimi; come si fa a dire che non esiste graduatoria, che non c'è "un primo" ed "un ultimo": basta fare i conti: è semplicissimo: fino a venti non è difficile contare. Diciamo la verità: si è commesso un gravissimo errore; i nominativi, comunque siano disposti avendo a fianco la relativa valutazione, costituiscono una graduatoria.
Secondo errore. La graduatoria era nota sin dalla settimana scorsa; chi aveva il dovere di custodire tali riservatissimi documenti? Chi ne ha fatto uso improprio? Perché sabato scorso abbiamo potuto leggere, su "Repubblica" i primi nominativi? Di chi è la responsabilità? Inutile dire che questi due errori compromettono gravemente e rendono impasticciata una vicenda che poteva costituire l'occasione per rinnovare per cambiare.
Relativamente al metodo con il quale si è proceduto alla valutazione più Commissioni con griglia comune - permettetemi una piccola riserva.
Innegabilmente esiste, in ciascuno di noi, qualche elemento soggettivo; c'è chi può restare colpito da un certo aspetto e chi, magari, da quello opposto. Una graduatoria inflessibile, espressa in ventesimi sino alla frazione di punto - c'è anche il mezzo punto rappresenta una gravissima scorrettezza nei confronti dei candidati. Ma non si può non tenerne conto non si può dire, adesso, dopo aver speso 400 milioni per la preselezione che si è scherzato: inevitabilmente occorrerà tenerne conto.
Chi deve approvare le nomine? E' vero: ci avete detto, ieri, che esiste la legge n. 10; sappiamo anche noi che tale legge è stata approvata nel 1985 e che nel 1986 è stata modificata. Perché attardarsi? Il decreto-legge governativo convertito in legge su indicazione chiarissima del Presidente della Repubblica parla di "Regioni", ma il nostro Statuto sostiene che in questo caso per "Regione" si intende "Consiglio regionale" - motivo per cui la legge n. 10 diviene minore di diritto rispetto allo Statuto stesso. Ma non sta qui il punto, sta nell'opportunità politica di innovare fino in fondo; non togliamo discrezionalità alla Giunta, chiediamole di portare le sue proposte, di motivarle e di approvarle in Consiglio regionale.
Moltissime nomine di minore e marginale importanza si discutono in aula: perché non discutervi quelle decisive? Perché non cogliere l'occasione per innovare profondamente? Perché fare un faticoso e maldestro ripescaggio? Partiamo dagli 11 ventesimi, dai 12 ventesimi e lo facciamo in Giunta e poi nelle Commissioni competenti. Perché saltare il Consiglio? Più ampio è il ripescaggio e più deve avvenire alla luce del sole. Non abbiamo mai detto che la valutazione è oro colato, anzi continuiamo a ripetere stancamente che non è così.
Più che mai in una situazione dove si sono commessi due clamorosi errori, per uscirne bisognerebbe aprirsi al confronto, all'innovazione, in modo tale che non diventi un pasticcio ancora più grande, che non diventi un'occasione mancata.
In questi giorni abbiamo discusso diversi disegni di legge che ridisegnano la sanità; si parte dall'assetto istituzionale per arrivare alla zonizzazione delle UU.SS.SS.LL., all'istituzione delle aziende, alle norme riguardanti il finanziamento, l'organizzazione fino alla nomina dei Direttori. Abbiamo ridisegnato tutta l'organizzazione sanitaria. Anche se inevitabilmente un provvedimento viene prima di un altro, c'era bisogno di avere una visione globale, perché è comunque un insieme di provvedimenti.
Ci siamo accorti che i poteri e le prerogative del Consiglio sono state spogliate quasi del tutto, che un provvedimento pregiudicava quello successivo; tant'è vero che ieri avete respinto un nostro emendamento sulla nomina, da parte del Consiglio regionale, dei Direttori generali. Ora non si può più tornare indietro rispetto a quello che si è detto, perché la legge approvata ieri vale per il futuro.
Quindi, perché non cogliere oggi l'occasione di innovare, di mettere alle nostre spalle il metodo bieco della lottizzazione grande o piccola che sia? E' una grande occasione che il nostro Gruppo chiede di non perdere.
Non riusciamo davvero a capire le preoccupazioni della maggioranza, e anche sforzandoci enormemente non riusciamo a capire questa chiusura di fronte alla possibilità rilevante di innovazione.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Vetrino.



VETRINO Bianca

Signor Presidente e colleghi, c'è stato un titolo nei giornali di questi ultimi giorni a commento di uno degli episodi inquietanti di questo inquietante Paese. Il titolo era: "Mai così in basso".
Se dovessi sintetizzare e commentare lo stato dei rapporti Giunta Consiglio su questa triste vicenda della nomina dei Direttori generali, la definirei proprio così: mai così in basso, al punto che un gruppo di Consiglieri ha dovuto ricorrere all'autoconvocazione per saperne di più. E per capire quanto questo "mai così in basso" sia vero, basta rifarsi a quanto ieri ci ha detto il Capogruppo Picchioni nel corso di un suo estemporaneo intervento quando si discuteva la legge di riordino dell'organizzazione sanitaria. Egli ha minacciato che ove il dibattito in corso avesse preso la piega di un predibattito, e quindi si fosse approfondito troppo sul fatto delle nomine, il Consiglio sarebbe stato convocato, ai termini dell'art. 43, nei 15 giorni successivi; quindi, a cose fatte e con una solenne presa in giro del Consiglio stesso. I Consiglieri regionali per saperne di più hanno dovuto ricorrere all'art.
43, per poter esercitare il loro diritto d'indirizzo sugli atti di grande amministrazione e di controllo sull'operato della Giunta.
Credo che nessuno disconosca l'importanza degli atti che la Giunta si appresta a fare attraverso la nomina dei Direttori generali, cioè le persone alle quali affidiamo il futuro dello stato di salute dei nostri cittadini, coloro che contribuiranno nella nostra Regione, nei prossimi anni, a migliorare la qualità della vita della nostra comunità, persone che avranno in media da gestire circa 200 miliardi all'anno. Tutti conosciamo i compiti onerosi che abbiamo loro affidati attraverso la legge che in questi giorni abbiamo approvato.
Da tutto questo i Consiglieri regionali sarebbero stati esclusi, mentre le informazioni di prima mano, le più riservate e le più delicate, venivano passate alla stampa che, su queste notizie, anticipava e ricamava tutto quello che abbiamo cominciato a conoscere per capirne di più e per poter esprimere qualche valutazione.
Ritengo gravissima questa fuga di notizie, e l'attribuisco all'assenza di governo dell'Assessorato alla sanità, nonostante che in questo Assessorato ci siano due Assessori.
Non si è riusciti a tenere nel giusto binario della riservatezza istituzionale un argomento così delicato ed importante, e così questo ha potuto essere dato in pasto alla stampa, tra l'altro con valutazioni che ormai sono sulla bocca di tutti.
Io chiedo scusa a tutti i candidati per il modo con il quale li stiamo trattando, mettendo alla berlina le loro valutazioni che servivano ad individuare una valutazione definitiva, ma non possono essere le valutazioni sulla base delle quali si nominano i Direttori generali.
Che fare ora? La situazione è intricata, è confusa, è piena di incognite, è irta di difficoltà. Tra l'altro, la valutazione fatta da quattro commissari mi è sembrata un modo poco opportuno di arrivare ad una valutazione globale, perché si sa che i valutatori sono delle persone che hanno le proprie sensibilità e i loro metri di misura. Ognuno di noi ha fatto magari parte di Commissioni per concorsi di esami, e quindi sa che è molto importante la personalità del valutatore. E' probabile che ci siano stati dei metri diversi pur nell'ambito di criteri omogenei come quelli indicati.
Non invidio la Giunta in questo frangente; la invito semmai ad esercitare tutto il rigore e la trasparenza possibili per non provocare altri guai, perché qualche guaio sicuramente verrà provocato.
Mi permetto anche di fornire alcuni suggerimenti, modestamente, e di avanzare alcune proposte, proprio sulla base delle indicazioni molto scarne che ci ha dato l'Assessore Cucco.
Per quanto riguarda la questione dei dipendenti regionali, mi sono già espressa nel momento in cui si parlava dei criteri di ordine generale per arrivare all'individuazione dei Direttori generali.
I dipendenti regionali, per quanto mi riguarda e per quanto possibile dovrebbero essere accantonati, perché ritengo che la Giunta debba valutare qual è in questo momento l'interesse superiore della Regione rispetto all'attività dei dipendenti regionali.
Siamo in un momento di ristrutturazione, nel quale all'Assessorato alla sanità soprattutto c'è bisogno di grande professionalità e di grande competenza, perché attraverso le leggi cambiano anche le funzioni. Abbiamo bisogno di un corpo ispettivo di un certo tipo; quindi, se abbiamo dei dipendenti regionali capaci e bravi, questi debbono essere lasciati, in questo delicato momento, nell'ambito dell'Assessorato. Mi rendo conto che questo forse è ingiusto, perché effettivamente si mette un "palo" all'ipotesi di carriera di una persona, però a mio avviso in questo momento bisogna valutare l'interesse superiore della Regione e su questa base scegliere come atteggiarsi, come approcciarsi nei confronti dei dipendenti regionali.
Intendo aggiungere un'altra cosa a proposito dell'elenco dei Direttori sanitari candidati a Direttori generali: attenti a non sguarnire troppo le direzioni sanitarie. Gli Assessori Cucco e Bonino lo sanno certamente: se esiste una debolezza nella nostra struttura organica delle UU.SS.SS.LL.
questa sta proprio nelle direzioni sanitarie. Sguarnire ulteriormente le direzioni sanitarie di elementi capaci e importanti - perché i Direttori che hanno fatto domanda sono persone importanti e capaci - può essere un rischio, e non è detto che l'esperienza maturata nel fare il Direttore sanitario (una bella esperienza) non sia poi la più idonea e la più completa per arrivare a fare il Direttore generale. La Giunta tenga anche conto di questo.
Io vedo questa discrezionalità della Giunta e l'appoggio; sono convinta che la Giunta debba fare il suo mestiere, che è quello di individuare discrezionalmente, certamente sulla base di questi criteri, quelli che dovranno essere i nostri Direttori generali.
Sui soggetti che sono già stati nostri collaboratori (che hanno amministrato UU.SS.SS.LL. come commissari o come amministratori regionali) la Giunta può fare una valutazione dei risultati ottenuti nell'ambito della sanità in questi ultimi anni, e ci sono ampi modi per farlo. In questo senso, anche se una persona avesse riportato 15-20 punti, ma a noi risulta che ha gestito gli ospedali in modo pessimo, perché i risultati di quegli ospedali non sono quelli auspicati, si deve avere il coraggio di dire: "Tu hai preso 15 punti, dimostrando di avere capacità manageriali, di valutazione, di comunicazione, ecc., però ciò non trova riscontro all'atto pratico, perché ti contestiamo questo, questo e quest'altro". Mentre è probabile che un altro candidato, magari con un punteggio inferiore, ma che abbia dato prova conclamata di aver raggiunto dei risultati, possa ottenere un punteggio superiore: in questo io vedo la discrezionalità della Giunta.
Quindi - e concludo - invito la Giunta a scegliere, quando ritenesse di farlo, tra i candidati che hanno ricoperto incarico di amministratore o di commissario coloro che, sulla base dei risultati, hanno dimostrato di saper essere dei buoni amministratori. Il giudizio, però, deve essere obiettivo e non si deve approfittare di questa discrezionalità, che lascio interamente alla Giunta, magari per comporre quel mosaico degli equilibri politici (tanto a me, tanto a te, tanto ad un altro), realizzando quella lottizzazione che invece nel programma della Giunta - cosa che avevo rilevato nel documento programmatico di questa Giunta nel mese di giugno a proposito della nomina dei nuovi Direttori generali, si era detto che sarebbe stata bandita, proprio perché negli anni scorsi aveva procurato tanti guai alla sanità.
Ci sarà ancora un momento di confronto, che forse potrà essere più riservato e più sciolto, all'interno della Commissione Nomine. In quella sede, probabilmente avremo già la possibilità di verificare quanto la discrezionalità della Giunta sia stata effettivamente corretta e nell'interesse superiore della sanità.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pier Luigi

Anche noi, insieme alla collega Vetrino ed altri, siamo tra i firmatari della richiesta di convocazione del Consiglio di oggi. Nel momento in cui abbiamo sottoscritto questa richiesta, non immaginavamo certo di arrivare alle considerazioni emerse in questi ultimi giorni e pensavamo che la discussione potesse essere prettamente politica.
Noi non abbiamo mai lanciato anatemi contro la lottizzazione, e penso che ne siamo convinti tutti: la si chiami come si vuole, ma un esecutivo ha il diritto di scegliere gente di fiducia, e su questo non vogliamo fare alcun appunto.
Io faccio parte della Commissione sanità e posso dire che in quella sede non è mai sfuggito uno spiffero rispetto a quanto si stava facendo nonostante avessimo posto molte domande, come possono testimoniare anche alcuni colleghi di Commissione. Se la Giunta fosse venuta questa mattina o nei giorni scorsi a dire: "Abbiamo scelto, a fronte di queste 430 domande (neanche avessimo affidato un incarico per 430 milioni, che sono tantissimi, c'è gente che si è inguaiata per soli 10 milioni su altri versanti) questi ventinove nomi; li abbiamo scelti con criteri di discrezionalità relativa perché riteniamo che questi debbano essere i ventinove manager che devono amministrare i 6.500 miliardi della sanità" non avremmo obiettato nulla, salvo poi verificare i risultati e valutare se la scelta della Giunta è stata felice ed oculata oppure no. Ma queste comunque, sarebbero critiche nel merito a posteriori.
Oggi arriviamo con una deliberazione che - torno a ripetere è costata 430 milioni: sono tanti. Immagino che il risultato che la Giunta si proponeva di ottenere attraverso quell'incarico fosse di alto contenuto proporzionato ai 430 milioni; non si possono adesso sminuire i punti che appaiono in quella tabella: certo c'è da rimanere sbigottiti.
Se noi avessimo potuto o dovuto dare un contributo alla vicenda l'avremmo fatta partire in modo diametralmente opposto. Come ha già detto la collega Vetrino - e condivido il termine si è mandato alla berlina qualcuno, ma secondo me se ne sono mandati moltissimi. Prima di tutto perché noi abbiamo 63 commissari o amministratori che hanno gestito per tre anni i 6.500 miliardi all'anno nella nostra Regione: si possono mettere sullo stesso piano queste figure rispetto ad altre, il cui destino è affidato ad un colloquio di 45, 50 o 60 minuti? Secondo noi, una prima scelta sbagliata è stata quella di mettere tutti sullo stesso piano.
Riteniamo che la Giunta, a fronte dei risultati di questi tre anni avrebbe dovuto dire: "Di questi 63 candidati, X non possono competere perché hanno superato i 70 anni", e così via per altri impedimenti di legge. Rimasta una certa rosa di persone, la Giunta avrebbe dovuto dire: "Questi hanno fatto bene e questi hanno fatto male". I termini "aziendalizzazione" e "privatistico" devono significare questo.
La Giunta avrebbe dovuto assumersi la responsabilità di valutare sì i curricula, ma soprattutto i risultati di tre anni di gestione e quindi dire: "Noi, di questi 63, ne scartiamo X perché non hanno o non hanno più i requisiti di legge; all'interno dell'Y rimanente, ne scartiamo altri Z perché hanno amministrato male"; può anche darsi che alla fine lo Z fosse uguale a zero e che tutti avessero amministrato bene, ma questa è una valutazione di merito a cui la Giunta non poteva sottrarsi inizialmente.
Seconda valutazione: la questione dei dipendenti regionali. Si sono scusate - veramente mandati alla berlina! Certe considerazioni l'Assessore le ha fatte questa mattina e sotto certi aspetti alcune quanto meno sono anche da condividere, e io le condivido. Le avrei condivise molto meglio se le avesse fatte 15 giorni fa e se la tabella, anziché essere distribuita ufficialmente ieri, fosse stata distribuita una settimana fa! Ormai le fotocopie venivano distribuite durante le fiaccolate! Noi Consiglieri regionali siamo venuti in possesso ufficialmente ieri di una tabella della quale, certo non autenticata dal notaio, erano tutti in possesso (le distribuivano quasi sui tram nei giorni scorsi).
Voglio dire che questo è stato sicuramente un pasticcio alla nascita ma è stato un pasticciaccio durante la gestione, dopodiché io spero che vengano individuate le responsabilità di chi ha sottratto questi documenti ne ha fatto le fotocopie e le ha distribuite, perché si è mandata gente alla berlina! Non solo funzionari regionali, ma anche professionisti! Se doveva essere una valutazione riservata, perché stando a quel che dice l'Assessore il peso specifico che la Giunta assegna a questi numeri è molto basso, doveva restare una valutazione riservata e non uscire all'esterno! Tra l'altro non so che tipo di calibratura si possa dare oggi a quei numeri, perché giustamente - l'ha detto Calligaro prima - è chiarissima la lettura della tabella: poiché è espressa in ventesimi, viene fuori una graduatoria che non fa una grinza, c'è un primo e c'è un quattrocentotrentesimo! Quindi, non si può giocare sui numeri.
Inoltre, lì dentro ci sono funzionari regionali alcuni dei quali sono stati valutati anche con punteggi relativamente bassi, quando noi sappiamo che si tratta di persone bravissime (cito due nomi per tutti: Clemente e Lesca). Non sottovaluto assolutamente gli altri nomi e li stimo altrettanto, ma ho avuto modo in quattro anni di Giunta di conoscere benissimo sia Clemente che Lesca.



CUCCO Vincenzo, Assessore regionale

Sarebbe bene che i nomi non si facessero.



GALLARINI Pier Luigi

Ho fatto questi due nomi solo come figure poiché si tratta del Segretario della Giunta e del Capo Settore del Bilancio e della Sanità, e poi l'ho fatto per dire che io apprezzo moltissimo questi due funzionari non l'ho fatto per esprimere delle critiche. Voglio dire però che questi funzionari come altri si trovano in corsa rispetto al DM n. 29 e alla ristrutturazione che la Giunta sta facendo. Tutti i funzionari della Regione che sono pubblicati su questa tabella con quei punteggi messi alla berlina e dati in pasto all'opinione pubblica stanno concorrendo, chi per occupare un ruolo, chi per occuparne un altro, di grossissima responsabilità; allora, è credibile questa tabella? Se sì, che cosa dobbiamo fare di quei funzionari che hanno avuto un punteggio basso? Noi conosciamo benissimo l'operato di questi funzionari e possiamo dare un giudizio di anni, pur di varie amministrazioni; allora questa tabella vale zero? Che giudizio farsi dei 430 milioni spesi? Sono stati buttati? Oppure sono state scelte delle società che non erano all'altezza del compito? Sono interrogativi, non traggo conclusioni. Dico solo che a fronte di tutti questi interrogativi emerge una grossissima preoccupazione di fondo.
Se la Giunta fosse venuta in aula questa mattina dicendo: "questi sono i ventinove", noi non avremmo chiesto quel che chiedeva Calligaro all'inizio cioè: "venga la Giunta con una proposta da passare al vaglio del Consiglio".
Oggi mi guarderei bene in ogni caso dal fare ancora una richiesta del genere, perché la vicenda è estremamente pasticciata, ma non è con questo che si voglia dire che ce ne laviamo le mani come Consiglio - no! - per sicuramente è opportuno che questa vicenda venga gestita fino alla fine da parte di chi l'ha gestita fino ad oggi in modo così pasticciato e non trasparente.
Ma, indipendentemente da questo, le preoccupazioni sono di natura politica, perché secondo noi sarà la Regione ad essere coinvolta in questo sfascio: non è difficile prevedere infatti che a fronte di 430 concorrenti a fronte di questi pasticci, di queste tabelle, di queste "berline" dell'intera gestione, ci siano 400 ricorsi! Non è forse irragionevole prevederlo: ricorsi amministrativi e forse, chissà, anche ricorsi o trasmissioni alla Procura, certo non fatti da noi, non ne abbiamo mai fatti e immagino che queste cose non nascano all'interno del Consiglio regionale ma il fatto che la delibera prevedesse nel corpo di tracciare un profilo senza graduatorIa e il fatto invece poi che per usi interni diventati esterni, la graduatoria sia stata fatta, questo può essere argomento che può finire anche su altri tavoli rispetto a quello meramente amministrativo. E allora noi ci preoccupiamo di questa situazione. Certo ci sarà la Commissione Nomine il 28 dicembre (la Giunta indicherà e la Commissione Nomine ratificherà, immagino che sia questo il percorso), ma ai primi di gennaio, a fronte di questi ricorsi, ci potrebbe essere l'inciampo finale, potrebbe cadere tutto e la sanità del Piemonte potrebbe trovarsi sfasciata.



(Commenti del Consigliere Picchioni)



GALLARINI Pier Luigi

Collega Picchioni, è un'ipotesi che, stando così le carte, non ci sentiamo di scartare, non ci auguriamo che finisca così, ma può finire così, razionalmente e ragionevolmente, così come sono state gestite le cose fino ad oggi.
E se finisse così? Certo, se uno facesse della meschina speculazione politica potrebbe anche dire: "sia il Ministro a nominare", anche se non sappiamo se fra alcuni giorni il Ministro sarà lo stesso di espressione governativa di oggi o sarà un altro. Vedo il Vicepresidente Marengo sorridere, ma la preoccupazione è grossa, perché qui si manda allo sfascio l'istituto regionale, anche se soffrirà maggiormente la Giunta...



MARENGO Luciano, VIcepresidente della Giunta regionale

Sorrido, collega Gallarini, unicamente rispetto a chi sarà il Ministro e non sul resto.



GALLARINI Pier Luigi

Certo, certo. Voglio comunque dire che c'è una grossa preoccupazione.
In conclusione, questa questione è nata male; noi l'avremmo impostata in modo diverso valutando da un lato gli amministratori e i commissari che hanno gestito la sanità in questi tre anni e su cui la Giunta dovrebbe avere argomenti a iosa per esprimere una graduatoria e individuare parametri di managerialità, e dall'altro invece gli anonimi che per la prima volta si sono presentati, fra l'altro a cinque Commissioni! Io sono insegnante: non ho mai visto, né durante il percorso normale degli studi n agli esami di Stato, due Commissioni che in modo autonomo concorressero a stilare un'unica graduatoria! Non è possibile - l'hanno già detto i colleghi Calligaro e Vetrino - non sono omologhe, ci sono dei criteri soggettivi che non possono essere raffrontati con altri criteri soggettivi.
Ripeto, questa vicenda è stata impostata male fin dall'inizio, è stata gestita anche peggio per quel che abbiamo visto sotto vari aspetti e quindi la preoccupazione nostra non è quella dell'interrogativo "lottizzazione sì lottizzazione no", la Giunta che governa ha il diritto secondo noi di scegliere ventinove figure di propria fiducia e su questo non intendiamo discutere, però a questo punto ci chiediamo: quali sono quelle ventinove figure di fiducia dopo avere - userei un termine non da vocabolario, ma rende bene l'idea - "messo alla berlina" molti altri professionisti e funzionari regionali che si trovano ad occupare posti di grossa responsabilità e che aspirano nei prossimi mesi ad occuparne altri di ancor maggiore responsabilità complessiva? Questa è una vicenda che lascia molta amarezza in bocca.
La preoccupazione grossa però - lo ripeto - è quella sul finale: il finale potrebbe essere un fuoco d'artificio devastante che distruggerà l'immagine della Giunta e del Consiglio, quindi della Regione nel suo complesso. Penso non sia una visione apocalittica: se prendiamo atto dello stato delle carte e dello stato dell'arte complessivo su questa vicenda penso non sia irragionevole o estremamente pessimistico prevedere che lo sbocco potrà essere questo. Sarebbe uno sbocco veramente triste in questo periodo.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Fiumara.



FIUMARA Francesco

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, affrontiamo questa mattina un altro argomento importante per la nostra Regione e ci accorgiamo che ci troviamo di fronte all'ennesimo pasticciaccio della Giunta.
Le conclusioni delle agenzie circolate in questi giorni hanno creato secondo noi, giuste e legittime aspettative.
Assessore, io sarei meno convinto che quelle graduatorie, diffuse a piene mani ai giornalisti, sia carta straccia.
Credo che quelle graduatorie, stilate in quel modo, rappresentino qualcosa di più che un foglio per uso interno.
Per noi sono vere e proprie graduatorie.
Io non sono in possesso della delibera della Giunta regionale che incaricava le quattro agenzie di fare il lavoro che hanno fatto, quindi non sono in grado di sapere con precisione cosa l'Assessore e la Giunta chiedevano a queste società, ma avrò il tempo per verificare anche questo.
Avverto dalle parole dell'Assessore Cucco, questa mattina, una certa presa di distanza dalla graduatoria in parte pubblicata dai giornali ed ignorata dai Consiglieri regionali.
Io ero contrario prima alla spesa di mezzo miliardo della Regione e, a maggior ragione, lo sono ancora di più oggi.
Ero convinto che almeno quell'incarico a quelle agenzie servisse per stilare in modo oggettivo (e sottolineo "oggettivo") una graduatoria.
Mi accorgo che neanche quello è stato.
Quindi, quel mezzo miliardo, di fatto - se interpreto bene le parole dell'Assessore - non è servito assolutamente a niente.
Questa mattina invece sento riecheggiare nell'aula una parola che era caduta molto molto in disuso in questi ultimi anni nelle Pubbliche amministrazioni, che è la famosa "discrezionalità amministrativa".
Ho imparato a mie spese che non esiste più la discrezionalità amministrativa. Noi vecchi amministratori. A me hanno detto che quella non c'è, ci sono solamente le leggi e i regolamenti. Oggi riemerge la famosa discrezionalità. Bene. Io considero una cosa saggia la discrezionalità. A volte, migliore delle leggi e dei regolamenti stessi. Personalmente Assessore Cucco, preferisco una sana discrezionalità della Giunta regionale che cento machiavellismi per salvarsi l'anima.
Credo che il manuale Cencelli non possa entrare dalla finestra dopo che è uscito dalla porta.
Certamente il Consiglio regionale avrebbe avuto meno motivi di lagnanza, Assessore Cucco, se la scelta dei Direttori generali fosse avvenuta in modo trasparente sulla base di una scelta coraggiosa della Giunta regionale.
L'Assessore, nella sua breve illustrazione, ha introdotto altre due categorie a latere della graduatoria prima di giungere alla scelta finale dei ventinove Direttori generali.
Per quanto ci riguarda noi condividiamo la proposta di andare a vedere il lavoro svolto nelle aziende di provenienza per i candidati sconosciuti all'Amministrazione regionale e siamo pure d'accordo che è giusto valutare il lavoro degli attuali commissari e dei dipendenti regionali. E' un lavoro che noi possiamo fare. Anzi, se fossimo stati al posto dell'Assessore questo lavoro l'avremmo fatto prima, queste note informative le avremmo chieste prima che i candidati affrontassero il colloquio con le agenzie. Io credo che l'Assessore Cucco dovrebbe avere in cassaforte il giudizio sereno, spassionato dei propri funzionari, sull'operato dei nostri amministratori.
Io non voglio farla lunga, colleghi. Mi rendo conto che questo argomento è diventato una patata che scotta nelle mani dell'Assessore e della Giunta.
Concludo, Assessore, augurandole di sbagliare il meno possibile. Stando così le cose, con tutto quello che si sussurra nell'aula e nei corridoi credo che l'Assessore, nonostante tutta la buona volontà - io non lo vorrei e non lo auguro all'Assessore - sbaglierà comunque. Assessore, sbagli almeno - il meno possibile!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, inizio il mio intervento riprendendo il ragionamento finale delle motivazioni fatte dal collega Gallarini, il quale ha ipotizzato con molto realismo che l'immagine della Regione ne uscirà deteriorata dopo queste nomine, in quanto sono molto ragionevolmente prevedibili ricorsi giurisdizionali avverso il provvedimento finale della Giunta.
Infatti gli esclusi potranno facilissimamente mettere in evidenza quello che io, in particolare il collega Calligaro e la collega Vetrino avevamo detto ripetutamente e motivatamente ieri circa la necessità che le nomine fossero del Consiglio.
A queste argomentazioni, che non ripeto perché sono note e anche notoriamente evidenti, si è risposto quasi che fossero delle mere esercitazioni accademiche, richiamandoci la legge n. 10/85, la quale allorquando venne varata aveva dinnanzi a sè gli enti strumentali dell'epoca e gli enti, le aziende e le società a partecipazione regionale dell'epoca minori e non poteva evidentemente prevedere un evento senz'altro straordinario, quale quello dell'aziendalizzazione della sanità e dell'inserimento e della necessità di scegliere manager privati.
C'è di più a proposito di quelli che saranno fatalmente i vizi che mineranno le nomine di cui la Giunta rivendica l'esclusiva competenza: il fatto che, come ci ha detto l'Assessore, per esercitare questa discrezionalità, sulla quale torneremo poi in Commissione Nomine più a fondo, si riferirà alle valutazioni delle quattro società, oltre che - se questo verrà esplicitato nelle proposte è un argomento che può essere oggettivo e serio - alla pregressa vita amministrativa di questi manager.
La realtà sarà però un'altra. Il primo elemento sarà la valutazione fatta da queste società private; persino l'Assessore ha fatto una gerarchia degli elementi su cui fonderà la discrezionalità ponendo al primo posto questa valutazione. La realtà - e questo è un altro vizio che fatalmente si anniderà nel provvedimento finale - è che prendendo in considerazione la valutazione delle società praticamente si delega, o quasi, la scelta degli amministratori a queste valutazioni e a questa graduatoria. Fatalmente infatti sulla scelta finale, discrezionale come ci dice l'Assessore, non potranno non influire le valutazioni, le pagelle e la graduatoria di queste quattro società, le quali - merita di ricordarlo - avrebbero provveduto attraverso un colloquio o un'indagine, che dir si voglia, dei 400 candidati, ad enucleare (sarà forse enucleato nella scheda tutto questo, ma le schede non le abbiamo ancora, abbiamo solo la graduatoria e i voti) come è scritto nella delibera di Giunta che ha affidato l'incarico, la capacità decisionale, di ogni candidato evidentemente, in situazioni critiche (non so se sia stata fatta una simulazione delle situazioni critiche allorquando erano nella sala degli esaminatori). Inoltre avrebbero dovuto individuare: la creatività, l'efficienza, la capacità strategica e realizzativa, la capacità di scelte e di coinvolgimento di quelli che saranno i futuri collaboratori, la leadership personale l'orientamento strategico al cambiamento e via dicendo su questo piano cioè a dire valutazioni che sono innanzitutto molto discrezionali - queste sì lo sono, discrezionali nel senso deteriore della parola e comunque molto soggettive, perché non vedo come si possa individuare la carica di leadership di un soggetto oppure la sua capacità decisionale di fronte a situazioni critiche attraverso un mero colloquio di circa mezz'ora. Quindi se nei provvedimenti di nomina si farà riferimento a queste valutazioni, la strada ai ricorsi giurisdizionali, che ricordava Gallarini, è ampiamente aperta.
Ci troviamo pertanto in una situazione in cui questa pagella, questa graduatoria, queste valutazioni su questi fatti delle singole società fatalmente incideranno, e sarà poi il motivo pressoché determinante della scelta finale.
Ci rendiamo conto che, nonostante le nostre censure e le nostre osservazioni fatte ieri contro questa procedura di nomina da parte della Giunta e non del Consiglio, di scelta finale della Giunta e non del Consiglio di queste nomine, si andrà avanti su questa strada. Noi chiediamo quanto meno che il giorno 28 prossimo sul tavolo della Commissione Nomine vi sia, rispetto ai soggetti che la Giunta propone, una congrua e diffusa motivazione del perché vengono scelti, in modo che la Commissione Nomine che purtroppo avrà, per così dire, il pane tagliato su quei nominativi possa a sua volta vedere come e perché si motiva la scelta di quel determinato soggetto nell'arco dei ventinove che devono essere scelti e quindi possa in quella sede lasciare agli atti il proprio pensiero, critico o per avventura adesivo e che comunque ogni commissario possa fare le sue valutazioni al riguardo.
Questo però, ovviamente, non potrà eliminare il vizio d'origine che si annida nell'intera procedura, di avere cioè scippato al Consiglio nonostante i tempi stretti che dall'entrata in vigore della legge al 31 dicembre erano preveduti, questa competenza. Quanto meno vi siano delle motivazioni ampie e diffuse su ogni candidato che viene proposto alla Commissione Nomine. Sulla valutazione discrezionale della Giunta, che conosceremo solo in sede di Commissione Nomine, ci sarà da dire di più e meglio in quella sede, quando si scenderà in questi necessari dettagli.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Goglio.



GOGLIO Giuseppe

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, questa mattina l'Assessore Cucco ci ha annunciato quali sono i criteri che la Giunta intende adottare per la nomina dei Direttori generali. Come prima cosa obietterò che normalmente i criteri si stabiliscono prima di iniziare una selezione e non dopo: è come se giocassimo alle carte e alla fine della partita dicessimo quali sono le regole! Non mi sembra una cosa normale.
Così pure non mi sembra una cosa normale quello che questa mattina ci ha annunciato: l'esclusione della possibilità ai funzionari della Regione di poter partecipare alla nomina. Si creano delle aspettative fuori di posto. Se questo era l'intendimento della Giunta andava benissimo, per bisognava dirlo prima, qui si dice tutto dopo! Bisogna essere chiari bisogna vivere nella trasparenza! Dite che volete fare le cose con trasparenza, ma qui di trasparenza non ne esiste proprio! Era chiaro che nel momento in cui la Giunta e l'Assessore Cucco avevano scelto di far valutare i profili all'esterno rinunciavano quasi totalmente ad esprimere dei giudizi sui candidati. Io capisco anche la scelta dell'Assessore Cucco, che si è trovato ad esprimere dei giudizi su candidati che dovevano avere certi requisiti, requisiti che lui stesso non aveva perché i cinque anni di gestione manageriale in un'azienda non mi risulta che l'Assessore Cucco li avesse, data anche la sua giovane età, e così avanti per gli altri requisiti.



CUCCO Vincenzo, Assessore regionale

Non ho neanche la laurea!



GOGLIO Giuseppe

Io non l'ho detto. Non occorre la laurea; c'è gente che è senza laurea e vive molto meglio di quelli con laurea.
Io ho solamente detto che non mi risulta, poi posso anche sbagliare che tu abbia esperienza di gestione manageriale in un'azienda. Puoi anche dirmi che a 28 anni hai diretto per dieci anni la FIAT di Cassino, e a me va benissimo.
Sono state fatte delle valutazioni con punteggi, perché ci sono state date le tabelle, e a me sembra che dai punteggi ne scaturisca una graduatoria. Se così è, la graduatoria deve essere resa pubblica e bisogna procedere alle nomine secondo la graduatoria.
Sulla questione dei documenti riservati ho già avuto modo di fare le mie lamentele l'altro giorno all'Ufficio di Presidenza perché io ritengo che i Consiglieri debbano avere accesso a tutta la documentazione. Qui i documenti riservati possono andare in mano solo o a quelli della Procura della Repubblica o ai giornalisti, ma non ai Consiglieri. Purtroppo, io non ho amici fra i giornalisti e non so a chi rivolgermi. Mi dispiace andare alla Procura della Repubblica per avere dei documenti! Queste sono riflessioni mie personali che mi sono permesso di fare anche in altra sede. Quando è stato fatto l'elenco dei candidati noi l'abbiamo chiesto ufficialmente all'Assessorato: ci è stato detto che non c'era; c'era l'elenco dei candidati selezionati: noi l'abbiamo richiesto all'Assessorato e ufficialmente ci è stato detto che non c'era. Quando invece i giornalisti ne erano in possesso e lo pubblicavano! Sappiamo pure leggere! Gli articoli su "la Repubblica" - li ho letti tutti davano gradatamente (fino all'ultimo articolo dell'altro ieri che pubblicava una graduatoria vera e propria saltando qualche nome e mettendo in evidenza i nomi più conosciuti) un tipo di graduatoria.
Devo poi deprecare l'iniziativa che era stata fatta a favore del dottor Silvano che non è certo stata lodevole, né per Silvano, né per l'operato della Giunta e dell'Assessore.
Io non sono contrario alla scelta che è stata fatta, anzi sono propenso a che vengano fatte queste scelte e vengano selezionate le persone; devo dire che personalmente l'avrei fatta anche per gli Assessori, ci sono degli Assessori che molto probabilmente non sono in grado di ricoprire l'incarico! L'Assessorato è un'azienda che produce servizi. Noi andiamo a selezionare gli amministratori delle UU.SS.SS.LL. Come è possibile che per la holding centrale, che è quella che coordina tutte le UU.SS.SS.LL., chi va a ricoprire l'incarico non ha bisogno di selezione? Selezioniamo pure questi! Mi sembra che sia il minimo che si possa fare.



(Interruzione del Consigliere Rivalta)



GOGLIO Giuseppe

Bravo, l'hai detto tu: avrebbero dovuto farlo i Partiti prima e selezionare i candidati alle elezioni. Mi hai levato le parole dalla bocca.
Bravo, Rivalta! Vedo che il tempo passa e la Presidente mi richiama. Io chiedo solo che al punto in cui la Giunta è arrivata in questa intricata vicenda, se vuole dare un'immagine di trasparenza deve pedestremente applicare la graduatoria che è scaturita dalla documentazione che ci è stata data questa mattina che d'altra parte è quella che è anche pubblicata su "Repubblica".
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, il nostro Gruppo non intende prestarsi, su questa materia, ad alcuna tentazione di strumentalità e di polemica. Innanzitutto per ragioni attinenti alla storia della politica e poi per ragioni di serietà politica. La ragione che attiene alla storia della politica su che cosa pensa il nostro Gruppo di questa Giunta, del perché è nata, del perché le forze politiche o le singole persone questa Giunta hanno voluto, lo ha detto nella sede propria e quindi non utilizza questa occasione per ricercare giustificazioni a giudizi che ha espresso e ad atti che sono consacrati nella storia. Così come il nostro Gruppo ritiene che il liberalismo italiano e piemontese non è affidato nella sua continuità a come speculeremo o strumentalizzeremo una certa situazione.
Dubito anche che sia affidato ai neologismi liberismo-federalismo liberismo-democrazia. Dubito anche che il futuro del liberismo sia affidato a qualcuno che usa con troppa facilità un termine che un liberale non usa mai: "illiberale". Un liberale non dice mai "illiberale" perché non sa se un altro è "illiberale". Si aspetta che sia più liberale, ma un giudizio di liberalità è difficilmente esprimibile da parte di un liberale. Quindi, non c'è nessun interesse, né attuale, né in prospettiva che ci condiziona nell'affrontare questa questione.
Colleghi Consiglieri, devo anche dire che il bene che abbiamo di fronte non è l'immagine della Regione: è la sanità in questi cinque anni. Da come riusciamo a fare uscire il pacchetto di nomine dipende quel recupero che in termini istituzionali, abbiamo la responsabilità di realizzare.
L'istituzione regionale ha un'esigenza che le nomine avvengano al più alto livello possibile, ma anche all'interno del più alto livello di credibilità possibile perché se i nostri Direttori generali nel loro complesso o tutti i singoli e quindi nel loro complesso arrivano a questa funzione con un peccato d'origine come questo, viene viziata la loro credibilità e quindi la riforma viene stroncata sul nascere.
Collega Cucco, se avessimo il dubbio che stiamo correndo questo rischio, a me pare che politicamente e istituzionalmente, forse, sarebbe giusto azzerare tutto e lasciar fare al Governo. Piuttosto di far nascere ventinove Direttori generali viziati da un vizio di immagine e di credibilità, quindi di mettere in discussione cinque anni di sanità piemontese, forse sarebbe atto di responsabilità politica non fare niente proprio per ripartire da zero. Questo l'ho detto non in termini di proposta, ma in termini di provocazione.
Questo significa che noi dobbiamo immaginare che la Regione deve spendere ed utilizzare uno strumento che è quello della responsabilità, non della discrezionalità.
La discrezionalità è la possibilità di non fare una cosa che si dovrebbe fare; la responsabilità è una cosa diversa: la responsabilità è l'assunzione in proprio, in quanto assunta, di una decisione senza motivazione, perché se una decisione è motivata non c'è più la responsabilità. La responsabilità c'è nella misura in cui si riconduce alla responsabilità che uno assume di avere assunto una decisione.
Allora, la responsabilità che deve assumere la Giunta è una sola: che le decisioni le assuma in base a criteri e non in base a pregiudizi o a prenotazioni; la responsabilità politica che deve assumere chi ha deciso in termini di criteri e di giudizi. Criteri e giudizi tutti opinabili, tutti discutibili, tutti riproponibili presso qualche livello, ma la responsabilità, a mio modo di vedere, significa assumere la responsabilità di una decisione a prescindere dai motivi della decisione, perché quando si dice: "Mi assumo le mie responsabilità" vuol proprio dire: "Non ti dico neanche perché faccio una cosa, me ne assumo la responsabilità, perché se ti spiego il motivo evidentemente non assumo più una responsabilità, ma ti dò una motivazione"; è un altro piano di indagine, dopodiché ritengo che ci sia una responsabilità istituzionale. E' la responsabilità istituzionale che ci riguarda tutti, proprio perché il bene che abbiamo da gestire è la sanità e non la nostra storia personale e delle nostre forze politiche.
Dobbiamo fare uno sforzo affinché, a fronte dell'assunzione di responsabilità politica della Giunta di esprimere un giudizio assumendosene la responsabilità, ci sia anche la responsabilità istituzionale di riconoscere, se così è, che l'assunzione di responsabilità della Giunta c'è stata. Se riterremo che non ci sia lo dovremo dire. Se riterremo che queste nomine sono viziate dall'unico elemento che può viziare un atto amministrativo in termini politici e cioè la prenotazione di natura politica (gli altri sono errori dei quali risponde anche giurisdizionalmente la Giunta), i vizi politici che noi non possiamo accettare in termini di rapporto Consiglio-Giunta sono le prenotazioni che non abbiano una giustificazione oggettiva, ma siano pregiudiziali evidentemente di favor politico, la cosiddetta lottizzazione. Il bene da cui noi dobbiamo difendere la Regione, sul quale dobbiamo difendere la Regione è l'oggettività del giudizio. Che poi questa oggettività sia più o meno corretta e puntuale, tutti possono sbagliare ed essere oggettivi. Si può essere oggettivi e sbagliare. Non è detto che essere oggettivi vuol dire "non sbagliare", vuol dire semplicemente non essere condizionato dal favor di tipo partitico. Io ritengo quindi che la Giunta deve assumere la sua responsabilità, poi spiego che cosa significa, e per parte mia ritengo che la Commissione Nomine e il Consiglio nella misura in cui verrà dovrà avere questa capacità di ricostruire per quanto possibile questa maceria rispetto alla quale almeno esiste un'immagine che dobbiamo ricostruire.
Commissione Nomine e Consiglio regionale dovranno rendere atto che le nomine non sono state condizionate dall'unico condizionamento dal quale dobbiamo difenderci: il condizionamento politico. Il rapporto Giunta Consiglio non può che tradursi nella garanzia ai cittadini, che le nomine seppur opinabili, discutibili, non condivisibili, non sono state conseguenti a patteggiamenti politici. Questa, secondo me, la responsabilità del Consiglio regionale; responsabilità della Giunta è l'assumersi le proprie.
Le questioni che abbiamo di fronte sono sostanzialmente tre: esistenza o meno di una graduatoria e suo utilizzo; "prenotazioni" di coloro che hanno svolto funzioni di commissari straordinari e il problema riguardante i dipendenti regionali.
Inizio dall'ultimo punto: è assolutamente improponibile la non nomina di qualcuno in quanto dipendente regionale. Il dipendente regionale ha diritto a concorrere e quindi ad essere nominato; motivazioni funzionali della Regione non possono prevalere su tale diritto. Non solo: dal punto di vista della politica del personale, pur ottenendo di mantenere in servizio presso la Regione funzionari efficienti, frustreremmo ulteriormente il complesso del personale stesso. Personale demotivato e poco pagato al quale, nel momento in cui si apre per qualcuno la prospettiva di un'esperienza diversa - non so se in termini finanziari più o meno remunerativa - la Regione dice: "No: come dipendente regionale puoi concorrere, poiché non te lo posso vietare, ma sappi che non verrai nominato, anche se provvisto di tutti i requisiti ed anche se risultassi il migliore, proprio perché sei dipendente regionale. Mi disturba che tu vada via". Posizione assolutamente folle. Attenzione: curiosamente, chi sostiene tali argomentazioni non rileva che tra coloro che si trovano in "pool position" sul tabulato - che personalmente non ho letto perché sono irrimediabilmente pigro, ma che mi è stato riassunto - risultano esservi i Direttori amministrativi. Per la sanità, "perdere" un buon numero di Direttori amministrativi non è altrettanto pregiudizievole come per la Regione perdere un certo numero di funzionari capaci? Se si sono dimostrati funzionari regionali capaci, lo saranno anche come Direttori generali da altra parte. Temo, in verità, che vi sia un retropensiero: per non voler dire "no" a qualcuno, si dice "no" a tutti. E questa, consentitemi, è irresponsabilità e latitanza dalle proprie responsabilità. I "sì" dovranno essere detti a chi ne ha i titoli e i "no" a chi ne è sprovvisto e non tradurre il tutto in ragionamenti da "bandiere e stendardi": come i Consiglieri regionali devono perdere la pensione, così i dipendenti regionali non devono poter fare carriera. Tale cultura del populismo e del vittimismo va superata. I dipendenti regionali, dunque, devono essere su un piano di parità con tutti gli altri candidati.
Particolare attenzione relativamente ai commissari straordinari? Sbagliato! Si tratta di elemento distorcente sia in positivo sia in negativo. Se fossimo nelle condizioni di conoscere ed esaminare le esperienze anche degli altri candidati potremmo fare un tale ragionamento ma non vedo perché un commissario straordinario debba essere penalizzato nei confronti di candidati esterni, dei quali non siamo in grado di conoscere le note negative, oppure essere privilegiato nei confronti degli stessi, dei quali non possiamo conoscere le note positive. Spero che tale concetto sia stato compreso; la penalizzazione viene mantenuta, ma non nei confronti dell'esterno; così come il privilegio, che può esserci, ma non verso l'esterno. Supponiamo che si fosse candidato il dottor Annibaldi: di lui non sappiamo nulla al di là della sua immagine esterna; non potremmo tradurre in atto deliberativo la professionalità di Annibaldi, che non conosciamo. Pur leggendo di lui sui giornali, e pur avendo tutti l'impressione che sia un validissimo manager, non ne abbiamo conoscenza propria e dunque non possiamo utilizzarla come elemento. E il commissario straordinario della più sperduta USSL. del quale, invece, abbiamo giudizio positivo? Pensiamo di poterlo utilizzare? No! Non lo possiamo utilizzare perché sarebbe discriminante rispetto ad altro candidato, nei confronti del quale non possiamo fare la stessa indagine. Sgombriamo dunque il più possibile il campo da pregiudiziali sia di tipo positivo sia di tipo negativo.
Ultime considerazioni, che probabilmente verranno considerate un po' provocatorie: la graduatoria deve essere negata! La Giunta deve dichiarare in un qualche documento o atto che disconosce e non considera - in assoluto! - le valutazioni nonché la loro somma. Se si dice che le società di consulenza incaricate hanno dovuto ricercare elementi qualificanti, in positivo e in negativo dei candidati, tali elementi - e nient'altro dovranno essere utilizzati dalla Giunta; diversamente, se i numeri vengono utilizzati in un qualche modo, devono esserlo in ogni caso. Spiegatemi come si motiva; altrimenti, un provvedimento amministrativo che "tagli" il decimo candidato rispetto al nono o, magari, il diciassettesimo a favore del quattordicesimo, non è possibile! Se riconosciamo, per atti conseguenti, che i numeri sono stati considerati - non dico la graduatoria attenzione, ma i numeri, e non i "numerini", i ragionamenti a mio modo di vedere ci mettiamo su una strada completamente sbagliata.
Personalmente sono favorevole a che la Giunta avvii un documento con cui ponga tale questione; sul piano della logica ritengo che il mio ragionamento sia assolutamente rigoroso. Ragionamento che - per carità! si presta a tutta una serie di considerazioni sulla capacità della Giunta regionale di controllare un determinato rapporto con l'esterno.
Non vado oltre: mi verrebbe ancora una volta la voglia di chiedermi il motivo per cui colui che risponde per tutti non lo fa mai quando richiesto... Questioni di tale delicatazza, ovvero il rapporto con una società di consulenza esterna e sul come si stipula e governa una convenzione di tale natura, non è responsabilità che si può lasciare ad un Assessore espressione - come dire? della fantasia nella politica, qual è il collega Cucco. Naturalmente, però, come sempre nei momenti caldi, certe sedie sono vuote... Ultima riflessione. Abbiamo detto di avere tre elementi per valutare i nostri candidati; guarda caso, i numeri ci sono per un solo elemento, non per gli altri. Se pensiamo di utilizzare un limite come soglia, per quanto riguarda il curriculum e le correlazioni dobbiamo prevedere una soglia minima, per cui si dirà che in ragione dell'affidamento della ricerca a terzi consideriamo dieci ventesimi; in relazione al curriculum stabiliamo una certa soglia; in relazione alle correlazioni - e quindi alla loro disponibilità definiamo un'altra soglia.
Coloro che si trovano al di sotto delle "tre" soglie vengono esclusi; su coloro che si trovano in tutti i tre casi a livello di sufficienza si aprirà il confronto sul quale la Giunta farà proprie definizioni: mi sembra un percorso assolutamente barocco. A me pare occorra azzerare la questione dei numeri e della graduatoria. Va recuperato un elemento di chiarezza: quanto intorbidisce il nostro discorso è rappresentato dai numeri e dalla graduatoria.
In tutto ciò mi richiamo alla responsabilità istituzionale, che significa essere solidali con la Giunta nel considerare non scritta la graduatoria e non scritti i numeri, che dobbiamo considerare quale elaborazione non richiesta alla società consulente, e, per certi versi soffocanti dell'autonomia di decisione che compete alla Giunta e di valutazione per quel che riguarda il Consiglio.
Spero di aver apportato un contributo di chiarezza, che mi sentirei di sviluppare anche da altri punti di vista: non proponibilità di veti nei confronti degli amici dipendenti regionali; determinazione che un'oggettiva attenzione per coloro che abbiano esperienza di commissario straordinario non sia considerato elemento troppo penalizzante per altri candidati peraltro, tutti sanno chi sia "quello bravo".
E' inutile che questo lo scriviamo, lo ripetiamo e lo enfatizziamo.
Sulla questione mi sono ripetuto, perché desidero anche assumere la responsabilità. Sono favorevole a chiedere che la Giunta, quando viene in Commissione, formalizzi questa sua decisione, addirittura da formalizzare affinché sia credibile, con corrispondenza con la società esterna, con cui si contesta alla società esterna che l'elaborazione in numeri e in graduatorie conseguenti è stata un'ipotesi, una fantasia, un ragionamento che ha fatto la società al di fuori di qualunque mandato della Giunta.
Se recuperiamo una base di partenza per quanto possibile pulita probabilmente riusciamo a ricostruire quello a cui tutti abbiamo interesse cioè l'immagine dei ventinove nominandi e, conseguentemente, l'immagine della funzionalità della Regione.
Se però la Giunta non si sente di assumersi la responsabilità politica delle decisioni, e l'istituzione di assumersi la responsabilità istituzionale di recuperare, nei limiti del possibile, chiarezza in questa materia, c'è una terza soluzione: non facciamo nulla. Ma tenere la polemica su questa questione o fare delle nomine non assumendo la responsabilità significa distruggere la sanità per cinque anni. La sanità è importante per i liberali come per i pidiessini; disgraziatamente siamo tutti lì che aspettiamo di essere ospiti della sanità.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MONTICELLI



PRESIDENTE

Consigliere Marchini, se lei prima in un passo del suo intervento si è riferito all'assenza del Presidente Brizio, parlando di una sedia vuota, la informo che il Presidente Brizio oggi è a Roma alla Conferenza Stato Regioni convocata d'urgenza dal Governo sulla questione della distribuzione dei fondi per l'alluvione. Questa convocazione è stata successiva alla decisione di convocare la seduta di stamane del Consiglio, per cui non c'era altra possibilità che mantenere il Consiglio e consentire al Presidente Brizio di rappresentare la Regione in quella sede estremamente importante. La Giunta oggi è rappresentata, come momento di coordinamento dal Vicepresidente Marengo.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Germanetto. Ne ha facoltà.



GERMANETTO Michelino

Sarò più breve del Consigliere Marchini, anche se i concetti sono comunque importanti. Ho firmato anch'io la richiesta del Consiglio per far sì che la Giunta, prima di accingersi alla nomina, valuti la graduatoria, i dati di questa graduatoria e anche altri elementi, ma specialmente il servizio prestato e le persone non in base all'iscrizione ai partiti della maggioranza.
Purtroppo la lottizzazione c'è sempre stata, ma in questo momento per i nostri cittadini, noi Consiglieri dobbiamo veramente essere contrari alla lottizzazione.
L'incarico di Direttore è molto importante e richiede la scelta di persone capaci, oneste, di fiducia, come ha detto bene il collega Gallarini.
Ho un rimprovero alla Giunta: di fare tutto in fretta in un momento di vacanza mentre tanti membri della Commissione sono assenti. Ma forse tante decisioni importanti si prendono prima delle ferie, così passano più in fretta e forse meno chiacchierate.
Sono d'accordo con la relazione della collega Vetrino, tranne su un punto: quello della preclusione ai Direttori sanitari. Grazie.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE NERVIANI



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bodrero.



BODRERO Antonio

Per spiegare la mia non partecipazione al voto mi domando: è opportuno che siano dei politici, Consiglio e Giunta, cioè dei non tecnici a scegliere dei tecnici? E' lecito qualche dubbio. Non sarebbe meglio che fosse un consiglio di tecnici a scegliere altri tecnici? Qualcosa di simile forse c'è nel Consiglio Superiore della Magistratura. Finché sarà il potere politico, cioè i partiti, a scegliere, la partitizzazione degli incarichi sarà inevitabile, la privatizzazione sarà più apparente che reale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vaglio.



VAGLIO Roberto

Presidente e Assessori, volevo fare su questa questione una riflessione che forse non è ancora stata fatta, o perlomeno non in termini compiuti.
Credo che sulla via delle indicazioni dei nuovi Direttori delle UU.SS.SS.LL. la Giunta avrebbe potuto seguire due strade: la prima rientra in un nuovo metodo di gestione politica, cioè avrebbe potuto scegliere uomini di propria fiducia, senza giustificarsi e senza motivare, dicendo: "io devo governare e voglio che alla direzione delle UU.SS.SS.LL. ci siano uomini le cui capacità, la cui professionalità è una mia personale scelta di cui rispondo all'elettorato". Sarebbe stata una strada discutibile opinabile, ma che avrebbe avuto una sua dignità.
La seconda strada era una strada del tutto asettica: l'identificazione dei candidati obiettivamente più idonei. Chi aveva più titoli, più capacità, chi aveva dimostrato di essere in grado di gestire amministrativamente e managerialmente un'azienda, avrebbe avuto la priorità nella scelta. In questo caso, avreste avuto la possibilità di passare l'esame trasparenza; le vostre scelte sarebbero state del tutto obiettive e condivisibili sulla questione del metodo.
Invece avete fatto un gran guazzabuglio; state per scegliere persone di fiducia con l'alibi dell'identificazione attraverso delle aziende. E' gravissimo.
In primis si sbattono via 420 milioni, ovvero un milione per candidato esaminato, che è il giusto prezzo del lavoro erogato dalle agenzie che hanno fatto le valutazioni, senza tenere minimamente conto di queste valutazioni, perché non era nelle volontà; aprendo, con questo modo vostro di comportarvi, la strada a tutte le ipotesi di lottizzazione riemergente ma ipotesi che, tutto sommato, non sono molto peregrine.
E' questione di questi giorni, in più di un caso, il riproporsi di candidature sponsorizzate da questo o da quello, che se andranno in porto solleveranno grande scandalo.
Noi abbiamo avuto da parte di Sindaci, da parte di amministratori locali l'indicazione che ci sono delle pressioni illecite per fare uscire determinati personaggi. Se questo capiterà, "le veline" a "Repubblica" le portiamo noi, mica le portate solamente più voi per salvare una credibilità che diventa difficile salvare. Se questi numeri dovevano dire qualche cosa, la dovevano dire in assoluto; se la relativizzazione dei numeri così caramente pagati (perché sono 250 mila lire a numerino) rientra in una strategia, Assessore, forse non l'ho capita, ma lei non l'ha spiegata con grande chiarezza.
Se la strada che volete seguire è quella della trasparenza, questi numeri avranno un peso relativo e un peso altrettanto relativo l'avranno i titoli, le esperienze maturate ed i livelli di competenza, ma la sommatoria dei pesi relativi dovrà dare 1 e la sommatoria delle percentuali dovrà essere 100. Se la strada che intendete seguire è questa, questo prospetto la indicherebbe: è una strada di obiettività e di oggettività e noi siamo disposti a comprendere ed anche ad avallare un sistema del genere.
Ma se la strada scelta era quella dell'identificazione di uomini di fiducia da parte della Giunta, riteniamo questa spesa troppo elevata, per gettare fumo negli occhi di chi aveva già visto in Commissione, all'atto della presentazione dei progetti di legge di riforma del sistema sanitario regionale, un tentativo di riappropriazione di un sistema che stava sfuggendo di mano dalla politica tradizionale.
Mi auguro che questo richiamo possa essere utile il 28 dicembre a spianare la strada a delle valutazioni oggettive; se così non fosse sarebbe estremamente grave e penso che per questa Giunta si aprirebbe una crisi sia d'identità che etica.
So che queste parole non lasceranno indifferente l'Assessore che ha relazionato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Picchioni.



PICCHIONI Rolando

Signor Presidente, innanzitutto devo un preambolo alla Consigliera Vetrino sulla convocazione fatta dai 18 o dai 22 (non so quanti fossero o quanti siano). L'autoconvocazione, secondo l'art. 43 del Regolamento, è stata accolta immediatamente dalla Giunta e dai Gruppi di maggioranza, per cui non c'è stato alcun tentativo di dilazionare o di by-passare un problema che doveva essere portato all'attenzione non tanto della Commissione sanità quanto di questo Consiglio. Pertanto rifiuto e respingo le argomentazioni addotte dalla Consigliera Vetrino, anche se ieri, in occasione del dibattito relativo all'art. 10 della legge, ho ritenuto opportuno che non si facesse o, meglio, non si continuasse in anticipare un dibattito che doveva trovare la sede naturale nella seduta di stamane.
A mio avviso, ci sono quattro problemi politici. Il primo è il percorso processuale. Visto da destra o da sinistra, è un percorso che ovviamente può offrire dei rilievi critici da parte di tutti noi; è però un percorso che ha facilitato un problema di per s' complesso, che ha avuto delle significative attuazioni in altre Regioni d'Italia e che, sebbene qui abbia incontrato qualche incidente di percorso di troppo, soprattutto di tipo giornalistico, è perlomeno servito a districare o a dipanare una matassa estremamente aggrovigliata.
E' stata data una griglia (ha detto l'Assessore); sono stati fatti dei colloqui; i colloqui sono stati ridotti ad un termine sufficientemente estensivo di un'ora; ne sono pervenuti dei profili personali ed individuali; è stato offerto all'Amministrazione un materiale sufficientemente utilizzabile, direi anche interessante. C'è però stata una graduatoria di troppo, che qualcuno ha voluto valutare in termini assolutistici, mentre altri ne hanno sottolineato, anche in questa sede, la relativizzazione ad altri argomenti e soprattutto ad altre valutazioni che la Giunta dovrà fare.
Io mi domando: se, al di là della votazione, si fosse dato un giudizio non aritmetico ma descrittivo, quale sarebbe stato l'equivoco interpretativo (direi semantico, professor Nerviani) di una valutazione di questo genere? Ci saremmo tutti trasformati in professori di lettere (oggi siamo tutti avvocati) per verificare la virgola o il comma in più o in meno e per verificare la quota esponenziale e potenziale di quella parola o di quell'aggettivo.
E' stato detto: "Giudizi non analoghi", cioè giudizi non omologhi, ma in quale Commissione di Stato, per procuratori o per giornalisti, c'è un'unica Commissione alla quale viene rimesso un univoco giudizio? Questa è una valutazione che dobbiamo fare, per cui non scandalizziamoci se ci sono state delle valutazioni diverse da parte di un commissario o da un organo di commissari ad un altro.
E' stato anche detto che i funzionari sono stati messi alla berlina che non avevano la sicurezza del risultato e che correvano l'alea del rischio; questo è certamente un fatto indubitabile, anche se rincresce che specchiati ed altissimi funzionari non abbiano conseguito sul campo quella valutazione di merito che la loro personale professione, il loro stato di servizio e la loro capacità operativa certamente meritavano. Però, siccome questo è il primo punto politico, diciamoci pure con chiarezza: se avessimo intrapreso percorsi diversi, se i risultati fossero stati diversi, quali sarebbero state le critiche sollevate da questo Consiglio? Percorsi diversi e risultati diversi avrebbero avuto critiche identiche: diciamocelo pure con estrema chiarezza, perché questa è la solfa di ogni consesso politico.
Secondo problema: la discrezionalità amministrativa. Il problema della discrezionalità amministrativa - sono d'accordo con il Consigliere Marchini non si può ridurre n' a pregiudizi n' a prenotazioni. La discrezionalità esercita il suo più alto livello di autorità e di autorevolezza nella valutazione dei requisiti dei candidati, delle attività svolte - come ha detto l'Assessore Cucco - della formazione professionale, nonché della significatività operativa di questi candidati nell'ambito delle aziende sia pubbliche che private dove hanno esercitato il proprio lavoro e la propria funzione.
Io credo - l'ho detto ieri alla stampa, l'ho detto questa mattina, sia pure riportato in maniera rarefatta - che ci debba essere una giusta correlazione fra quanto è stato detto e quanto è stato sancito dai profili professionali e quello che è la valutazione (non soggettiva, ma oggettiva) da parte della Giunta in merito allo stato di servizio e ai requisiti di professionalità che questa gente ha acquisito sul campo. Credo che la Giunta debba assumere la sua massima responsabilità (sono d'accordo con l'Assessore Cucco), e la massima responsabilità non possono che essere dei criteri di assoluta discrezionalità, basati sull'oggettività degli assenti a mio avviso, rispetto alle graduatorie, non ci possono assolutamente essere dei criteri rigidi, meccanici, asettici e soprattutto deterministici.
Terzo problema politico, quello sollevato più volte dal collega Calligaro con molta passionalità. E' un vero problema (e ieri, su un articolo, ho anche fatto un'opera di mediazione a proposito dei criteri di determinazione dei fondi correnti per le UU.SS.SS.LL.).
E' il problema della legislazione in atto; però oggi ci domandiamo dopo alcuni anni, in cui la legislazione complessiva del Paese, sia a livello centrale come a livello locale, va verso un rafforzamento dell'esecutivo - basta ricordare la legge n. 142 - come, sia pure per la delicatezza di questo assunto e di questa decisione, noi possiamo capovolgere una linea di tendenza che è ormai accettata, non solamente dal legislatore, ma da tutti i consessi democratici.
Noi non vogliamo che qui dentro prevalgano dei concetti, dei governi assolutistici, perché una stessa prudenza politica ce lo impedirebbe.
Vogliamo che nelle decisioni della Giunta ci siano larghi tratti di politica liberale, perché oggi non vogliamo giocare su cosiddetti privilegi che potremmo avere, ma vogliamo avere quella prospettiva a lungo-medio corso che fa sì che questo Consiglio, questi tratti di liberalità e pertanto di consenso che si possono e si devono raccogliere nell'ambito dell'assemblea, rimangano un fatto permanente dell'assemblea stessa.
Però, diciamocelo chiaramente: se oggi la graduatoria venisse fatta da centoventi mani di questo Consiglio, a che cosa andremmo incontro? Ad un "fai da te" mostruoso, dove non troveremmo nemmeno il minimo comun denominatore per trovare un minimo consenso di massima; quindi - volenti o nolenti - dobbiamo accettare quella che è la prerogativa della Giunta quella che è la responsabilità della Giunta, la quale, su questa responsabilità, gioca moltissimo della sua credibilità, gioca moltissimo delle sue responsabilità personali, morali, etiche, e non solamente politiche. Questo è il discorso che dobbiamo accettare, e dobbiamo accettarlo con molta sincerità, ma anche con molta disponibilità.
Certamente i discorsi svolti in quest'aula hanno portato al fatto che alcune verità più chiare possano diventare ancora più chiare, caro amico Marchini. Il problema dei Direttori sanitari, il problema dei dipendenti regionali, il problema delle penalizzazioni che giustamente ha rilevato il collega Marchini sono incidenti per le conoscenze che abbiamo, ma sono assolutamente impossibili per le conoscenze che non abbiamo; sono delle valutazioni che dobbiamo portare a livello della Giunta, perché questi sono degli elementi positivi per costruire un giudizio che possa essere fondato e che non presenti delle falle da nessuna parte.
Voglio ancora sollevare un problema. Non è stato sollevato, se non in termini molto urbani, però poiché l'ho portato in una conversazione avuta ieri con alcuni giornalisti di "Repubblica", non vorrei che questo neologismo entrasse nel lessico politico di oggi. Avrei detto: "lottizzazione costruttiva". Ebbene, voglio sottolineare questo concetto.



(Commenti in aula: "E' come quello dei due forni")



PICCHIONI Rolando

No, i due forni hanno avuto solamente il difetto, sia pure da parte di un politico intelligente e avveduto come l'on. Andreotti, di essere stato espresso un momento prima della necessità in cui doveva essere formulato.
Oggi i due o anche i tre forni valgono benissimo, perché è finita l'era delle ideologie, ed è aperta una circolarità politica totale, per cui ognuno può fare gli accordi con chi vuole.
Voglio dire questo: la lottizzazione è quel paradosso che si chiama per alcuni "servizio", per altri "pluralismo" e per altri ancora si chiama "potere" o "spoils system", secondo il sistema americano. Ma poiché le lottizzazioni sono anche - amici del Consiglio le pressioni corporative, le pressioni politiche, le pressioni dei poteri forti, le pressioni dei poteri occulti, allora noi dobbiamo affrontare questo problema senza alcuna remora e con assoluta limpidezza e con assoluta trasparenza, credendo effettivamente che la scelta, nel momento in cui si attua, è comunque una definizione e che la definizione non è figlia di nessuno, ma è sempre un riferimento coerente, culturalmente, intellettualmente, moralmente, a qualche cosa che ognuno ha in testa.
Per cui su questo problema della lottizzazione, come sul problema del consociativismo, perdiamo questa cattiva coscienza con cui ognuno di noi cerca di intralciare gli altri. Io non mi intralcio su queste cose, perch le trovo assolutamente dei vaniloqui portati avanti da una politica italiana sprovveduta e soprattutto in cattiva coscienza.
E a proposito di lottizzazione, l'amico Beltrami, questa mattina, mi ha prestato un libro stupendo, che non riesco più a trovare nelle librerie. Si chiama: "Seneca per i manager", e vorrei darlo - ma non è mio all'Assessore. Seneca dei tempi dei latini dice: "Ti ricordi di quel tale che affermavi di avere in tuo potere? Io ti dissi che era un uomo volubile e leggero, e che tu non lo tenevi stretto per un piede, ma per un'ala. Ho mentito: lo tenevi per una piuma, te l'ha lasciata ed è fuggito".



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Miglio.



MIGLIO Mario

Non ho comprato il libro di Seneca, e non potrò fare citazioni illustri. Desidero comunque dire poche cose per esprimere la posizione del Gruppo dei Verdi.
Le premesse, le considerazioni che sono a fondamento del percorso adottato dall'Assessore Cucco e dalla Giunta regionale sicuramente avevano quale fine ultimo quello di segnare una rottura con il passato, affinché le nomine dei Direttori generali non ricadessero in quel tanto contestato accordo fra i partiti delle forze di governo. Però, oggi, di fronte ai risultati, così evidenti e sui quali si sta discutendo, non si può evitare di sottolineare come questo percorso ha prodotto delle situazioni che seppure diverse dal passato, sono ancora fonte di contestazioni tali da non permettere di riottenere la fiducia della collettività piemontese.
In primis, vorrei richiamare le considerazioni già svolte dal Consigliere Calligaro a proposito del rapporto fra il Consiglio e la Giunta. A chi spetta, in definitiva, il potere di nominare i Direttori generali scegliendoli fra tutti i candidati che si sono presentati? Noi riteniamo che le posizioni possono essere diverse; la nostra interpretazione sul ruolo che deve svolgere il Consiglio o la Giunta, e quindi sull'atteggiamento che dobbiamo tenere rispetto a tale questione certo può identificare dei percorsi tra loro conflittuali. In questi casi si deve prescindere dalla soggettiva interpretazione, che può scaturire da vantaggi politici immediati, per fare riferimento a quelle che sono le leggi, le norme vigenti ed al nostro dovere di applicarle correttamente.
Come non sottolineare quanto viene definito all'interno dello Statuto della nostra Regione e quanto invece è previsto dalle leggi nazionali e dalle leggi che questo Consiglio ha recentemente approvato? Questione di non poca importanza perché, al di là delle posizioni soggettive che ciascuno di noi può assumere, se si ritiene di dover porre al di sopra delle stesse il rispetto dello Statuto della Regione Piemonte allora la versione proposta dalla Giunta in merito all'iter per le nomine cade e la centralità diviene propria del Consiglio.
La seconda questione: l'obiettività o meno di selezione dei criteri e del percorso scelto dalla Giunta regionale.
Noi riteniamo che in questo, così come in altri casi, in verità un'obiettività assoluta e una linearità di percorso difficilmente possano sussistere. Per esempio, la stessa scienza sappiamo che ha interpretazioni diverse su analoghi fenomeni, e molto dipende dai parametri che vengono considerati e da chi formula le tesi o svolge la sperimentazione.
La tabella che ci è stata fornita ieri dall'Assessore alla sanità, ci permette di comprendere come la valutazione si fonda sul ricorso a quattro parametri, da cui discende una graduatoria che può variare a seconda della soppressione e dell'inserimento di altri parametri che definirebbero un diverso punteggio relativo a tabelle.
Allo stesso modo riteniamo che il personale modo di porsi di fronte ai candidati dei membri delle Commissioni esaminatrici determina la definizione di punteggi diversi. Una risoluzione è difficile da trovare: l'obiettività ricercata nei criteri e nella capacità di valutazione dei commissari viene facilmente meno.
Sottolineiamo ancora il fatto che le diversificazioni sono state accentuate dall'articolazione in quattro Commissioni e dal fatto che non si è scelto di sottoporre i candidati, secondo l'omogeneità rispetto all'USSL o all'Azienda ospedaliera indicata, al giudizio della stessa Commissione.
Un'altra questione si è venuta a determinare per il fatto che le società a cui era stato affidato il compito di tracciare dei profili professionali sono andate oltre ed hanno per l'appunto assegnato dei voti da cui scaturisce ovviamente una graduatoria. Una graduatoria che implicitamente delinea meriti e demeriti dei candidati. Si apre un problema che riteniamo potrà essere difficilmente risolto: ci troviamo a constatare che ci sono persone delle quali sicuramente non si può discutere la capacità, la professionalità e la serietà con la quale hanno svolto certi incarichi ed hanno gestito, sul piano amministrativo, le vecchie UU.SS.SS.LL., in qualità di amministratori straordinari o anche di commissari che hanno ottenuto punteggi bassi. Ma se noi riteniamo che la professionalità di queste persone non può essere messa in discussione, di fronte a tali punteggi, che rasentano talvolta la sufficienza, dobbiamo chiederci quale validità ha il lavoro svolto o se i parametri adottati e le valutazioni conseguenti, svolte dai commissari, sono quanto di meglio poteva essere proposto per tentare di trovare una soluzione al difficile problema di nominare i nuovi Direttori generali.
Il passaggio dalla stesura di profili o giudizi alla definizione di voti, di graduatorie, oltre a far scaturire problemi di relazione interpersonale e di rapporto tra la Giunta ed i candidati, quando questi sono funzionari della Pubblica amministrazione, rende difficile trovare una giustificazione a tale impegno di spesa. Come si potrà ridare credibilità al percorso adottato ed alle scelte che seguiranno, in base al quale si determina lo scarto fra il modo di operare del passato e quello del presente.
Per concludere, non resta che sottolineare come sarà difficile oggi poter trovare una soluzione soddisfacente ed anche il ricorso alla Commissione Nomine riteniamo che sia un passo poco significativo a fronte di un quadro ormai così compromesso.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Gentile Presidente, colleghe e colleghi Consiglieri, l'Assessore Cucco delegato dal Presidente Brizio ad occuparsi di sanità, nell'affrontare il problema della nomina dei Direttori generali sapeva che con questo atto stava per compiere una delle funzioni più delicate che possano toccare ad un Assessore; quella di individuare un percorso che giunga a rendere capace un'amministrazione di scegliere delle persone è una delle cose più difficili e delicate. Delicate anche, non solo per la responsabilità dell'Assessore, ma per le vite delle persone che vengono coinvolte da questo atto.
Per questo occorreva fare due cose: vigilare e custodire.
Vigilare su cosa? Vigilare sull'incarico che l'Assessore ha dato vigilare che l'incarico venisse espletato secondo le indicazioni contenute in delibera e che l'Assessore deve continuamente, in rapporto con - in questo caso le ditte incaricate, accertare che venga rispettato.
Nella delibera c'era scritto: "In nessun caso i gruppi omogenei, per caratteristiche professionali in cui i candidati saranno inseriti, sulla base delle valutazioni devono corrispondere ad una graduatoria di candidati".
Primo punto: questo è accaduto? Questo è un atto amministrativo. Io sto parlando di aspetti amministrativi che sono i più pesanti.
Questo è accaduto? No! Perché uno degli elaborati (ce ne saranno stati anche altri) consegnato dalla ditta prevede una valutazione in punteggio numerico, che è cosa ben diversa da quello che diceva Picchioni di fare una valutazione in termini descrittivi.
Ora, chi ha deciso questo? Chi l'ha deciso? Perché il compito dell'Assessore era vigiliare che la delibera venisse rispettata, quindi nessun punteggio numerico, ma valutazione. Escono dei tabulati con le valutazioni in punteggio. Chi l'ha deciso? L'ha deciso la ditta. Beh, se l'ha deciso la ditta, si apre un contenzioso amministrativo con costoro. Se l'hanno deciso loro di fare una cosa di questo genere, siccome contrasta con la delibera, si apre una ridiscussione del contratto. Non c'è dubbio su questo! E' un atto amministrativo. Hanno fatto ciò che non dovevano, hanno prodotto ciò che non era richiesto.
L'ha chiesto l'Assessore? Penso di no. Se per caso l'ha fatto, lo spieghi, ma penso proprio che non sia venuto in mente all'Assessore di chiedere quello che in delibera non era scritto. Comunque la vigilanza, nel senso di verificare l'attuazione, è mancata.
Poi l'Assessore doveva custodire. In un fatto così delicato, il ruolo di custodia dell'Assessore si esplica al proprio interno, al proprio apparato, che dirige direttamente, ma si esplica anche nei confronti dei soggetti incaricati che, nel momento in cui contrattualmente sono incaricati dalla Pubblica amministrazione, fanno parte della Pubblica amministrazione, e quindi ricevono richieste e suggerimenti dalla Pubblica amministrazione.
La custodia non c'è stata, perché prima che ognuno di noi avesse conto di alcunché abbiamo letto sui giornali che c'era qualcuno che sapeva, che esistevano elenchi graduati, con i numeri, ecc., che uno era prima di un altro e via dicendo.
Quindi, è mancato anche questo elemento di custodia. Vi è stata quindi una fuga di notizie; fuga di notizie che se fosse avvenuta - non è il caso nostro, ma anche i paragoni servono - in un concorso, il concorso sarebbe stato invalidato. Non è il nostro caso, ma il paragone può aiutare a capire in che situazione siamo.
Cosa è successo in conseguenza di questi due fatti (mancata vigilanza e mancata custodia)? Che la funzione che senz'altro - come diceva anche Marchini - è la più delicata, quella che è un'altissima pratica di governo: gestire bene una vicenda di questo genere - sono convinto che è una delle cose più alte di responsabilità politica, più difficili, più delicate che ci siano invece di diventare una funzione alta e delicata di pratica di governo si è commutata, in conseguenza di questo fatto, non in un districamento di gomitolo, ma in un intricamento di gomitolo che a questo punto diventa impossibile gestire. Nell'ambito di questa procedura come è possibile utilizzare un elenco valutativo graduato per punteggio, noto a tutti, in modo saggio e usando della discrezionalità secondo i criteri astratti qui richiamati anche da Picchioni, ma che non possono essere riferiti ad una fuga di documenti riservati e anche contraddittori con la stessa delibera? I ricorsi giurisdizionali ci saranno? Può darsi. Ma, a questo punto entriamo nel merito delle nostre responsabilità.
Sulla base delle proposte fatte dalla Giunta: riunioni di semplici Commissioni non aperte al pubblico; e, cosa confermata ieri, decisione della Giunta e non del Consiglio; e, sulla base dei criteri esposti che tengono ancora in considerazione - come se la fuga di notizie non ci fosse stata questo elaborato; e in conseguenza del fatto che questo elaborato non corrisponde neppure alla richiesta della delibera e quindi si apre un intrico amministrativo-politico di grande rilevanza esterna perché questo elenco farà soffrire persone che hanno avuto fiducia nella Pubblica amministrazione, che si sono esposte con il loro nome ad accedere ad una valutazione senza sapere che questa valutazione sarebbe andata ai giornali per cui siamo di fronte a persone colpite nei propri interessi al di là di quanto queste persone hanno messo in gioco, cioè la possibilità di accedere ad un ruolo dirigente nell'ambito del Servizio Sanitario Regionale. Queste persone, in conseguenza dell'attività improvvida dell'Assessorato, hanno subìto già sin d'ora un nocumento, se poi a questo aggiungiamo quelle che Vaglio ha chiamato le pressioni illecite - affermazione gravissima, per l'ha fatta - se aggiungiamo tutto questo noi riteniamo che non ci siano le condizioni che permettono al nostro Gruppo, stante così le cose e con questo livello della proposta, di partecipare ad alcuna Commissione che tratti questo argomento né di Commissione IV né di Commissione Nomine.
E per distinguermi un po' dal collega Picchioni anch'io farò una citazione, ma di segno opposto, non mi affiderò a filosofi per questa mia citazione e anche riferendomi alla mia natura molto popolare mi limito a riprendere l'amara ironia di un eroe popolare, Gino Bartali: "E' tutto da rifare".



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Dameri.



DAMERI Silvana

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, interverrò molto brevemente anche perché siamo arrivati all'ora fatidica da lei proposta per la conclusione dei lavori.
L'Assessore citava che noi siamo partiti dai riferimenti stabiliti nel decreto legge nazionale. Voglio dire al Consigliere Goglio - che diceva che "siamo partiti dal nulla" - che noi avevamo quelli come criteri di riferimento e non potevamo non tenerne conto.
Tuttavia, erano così ampi da non poter consentire alla Giunta regionale, che poi doveva attuare il dettato del decreto - pena appunto il rischio di legittimità - criteri diversi da quelli stabiliti nella legislazione nazionale. Se i requisiti erano quelli, la Regione non poteva prima dire che ci volevano altri requisiti. Questo mi pare indubitabile e vale anche per la questione che è stata giustamente sollevata da una serie di Consiglieri per quanto riguarda i funzionari dipendenti dalla Regione.
Probabilmente non sarebbe stato legittimo definire prima un non diritto a partecipare a questa ipotesi di impegno proprio perché i criteri definiti nazionalmente erano così ampi. A me sembra che il percorso deciso dalla Giunta fosse teso a fare acquisire ulteriori elementi di valutazione rispetto a quelli che la Giunta poteva già avere a disposizione per quanto riguardava i commissari straordinari delle precedenti UU.SS.SS.LL.
elementi di valutazione che confortassero la scelta che la Giunta deve compiere.
Da questo punto di vista è stato sollevato, con la consapevolezza del fatto che questa questione è fondata legislativamente ed istituzionalmente il problema di chi ha la discrezionalità e la responsabilità di decidere.
Mi pare che sia indubbio che questa responsabilità sia dell'esecutivo, ma ho sentito che su questa questione, per quanto sollevata, la consapevolezza di questo Consiglio è comune.
Considero che il percorso che la Giunta ha attivato sia stato quello di dotarsi di ulteriori strumenti di lavoro per addivenire alle scelte che competono all'esecutivo regionale.
Da questo punto di vista devo dire che la Commissione di cui faccio parte ha ricevuto le informazioni in tempo reale rispetto all'iter che veniva seguito, a partire dall'elenco dei candidati, quando si è chiusa la data di possibilità di partecipare e di ogni passaggio successivo. Forse il Consigliere Goglio era distratto, perché non si può dire che siano stati sottratti gli elementi di informazione da questo punto di vista, così come è stata portata in Commissione la deliberazione con la declaratoria su come ci si sarebbe dovuti muovere per quanto riguarda il mandato affidato alle agenzie e mi pare, se non ricordo male, che c'erano anche alcuni aspetti che riguardavano le modalità e la tipologia del colloquio che le agenzie avrebbero fatto per questo incarico che è stato loro affidato dalla Giunta regionale.
Oggi, con lo svolgimento logico di un percorso, mi pare convincente la proposta di procedura che, anche per una ragione di buon senso, tiene conto di un mix di riferimenti.
Uno è l'esito di questo lavoro. Da questo punto di vista avrei auspicato certamente una maggiore riservatezza; contemporaneamente per sono assolutamente convinta che ci sarebbe stato chi avrebbe comunque reclamato la piena conoscenza in nome della trasparenza e sarebbe stato anche questo scarsamente contestabile che tutti avessero tutto; dal mio punto di vista, sarebbe stata utile la riservatezza e contemporaneamente non saremmo sfuggiti alla richiesta di piena trasparenza e quindi di conoscenza di tutti gli atti.
Il secondo riferimento, su cui è già tornato il Consigliere Picchioni è la forma numerica dell'attribuzione che è stata data alle agenzie sulle quattro modalità poste in osservazione. Questo naturalmente ha dato più di quanto appunto non sia stato nell'intenzione della Giunta, intenzione che va mantenuta, che non si trattava di un concorso, che non si trattava di formulare una graduatoria, che si trattava di acquisire elementi di valutazione. Credo che da questo punto di vista la Giunta non debba farci sviare rispetto ad elementi di fuga di notizia - come è stata definita o di interpretazioni un po' maliziose che ci sono state in questi giorni sui giornali e la Giunta debba proseguire e portare alla Commissione Nomine un percorso certo complesso rispetto al quale quello che è stato fatto finora mette in condizione di avere degli elementi in più; ho proposto una modalità. Tra l'altro mi risulta che anche altre Regioni abbiano seguito lo stesso iter perché proprio nel momento in cui gli elementi, i criteri di carattere nazionale, erano così estesi, così vaghi, così ampi, è evidente che poi ci si doveva dotare di un qualche strumento che consentisse di avere primi elementi di valutazione.
Per quanto mi sembra altrettanto giusta la proposta dell'Assessore che a fianco di questi, la Giunta utilizzi gli elementi di valutazione che già ha per quanto riguarda i commissari uscenti perché lì c'è la possibilità di operare una valutazione non solamente sulla base di questo esito dei colloqui, ma sulla base di quelli che sono stati i comportamenti concreti.
Non dobbiamo dimenticare fra l'altro che il panorama dei commissari uscenti che hanno partecipato a questa selezione è diverso rispetto a quello che era il panorama iniziale, i 63 iniziali che furono a suo tempo nominati.
Ricordo anche quest'ultima cosa. Altrettanto mi sembra ovvio che la Giunta dovrà fare una valutazione rispetto a quelle che sono le diverse UU.SS.SS.LL. o Aziende ospedaliere che dovranno essere governate da questi nuovi responsabili della sanità.
Dobbiamo anche sapere che si tratta, per quanto riguarda queste figure di una situazione del tutto inedita e che quindi è necessario - io lo auspicherei, ma mi sembra di avere sentito qualche accento in questo senso anche in questa discussione del Consiglio - che tutti quanti facessimo uno sforzo concorde nel valutare quello che sarà l'esito finale del lavoro.
Auspico che utilizzando il lavoro di valutazione che è stato fatto dalle agenzie, utilizzando la valutazione che la Regione può fare per l'esperienza già concreta di una serie di commissari, facendo un lavoro molto attento per quanto riguarda il peso, il valore e le responsabilità delle diverse realtà UU.SS.SS.LL. e Aziende ospedaliere, si possa addivenire ad un risultato che se non tutti considereranno soddisfacente sia appunto tale da vedere uno sforzo e una valutazione nella quale ci sentiamo tutti coinvolti.
Per quanto riguarda la questione lottizzazioni o meno - non sono assolutamente interessata in questo momento ad aprire polemiche, poi non saprei nemmeno penso che la risposta migliore a questo tipo di osservazioni possa essere data dall'esito finale, cioè dai nomi. Penso che su questi criteri la Giunta debba avere mandato a portare in Commissione Nomine i nomi e su quelli credo che saremo tutti abbastanza maturi, adulti e vaccinati per potere capire quali sono le scelte operate.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mandrino.



MANDRINO Piergiuseppe

Sarò brevissimo. Volevo esprimere un giudizio personale sul dibattito che c'è stato questa mattina.
Ritengo la selezione effettuata dalla società esterna professionalmente corretta e questo lo dichiaro sulla base di mie precedenti esperienze professionali.
Forse le valutazioni di diversi Consiglieri in quest'aula sono state influenzate dalla loro esperienza esclusivamente di concorsi pubblici dove le selezioni sono fatte sui titoli di servizio, sui titoli accademici sulle conoscenze scolastiche e burocratiche delle leggi esistenti e sulla capacità di svolgere o meno una bella relazione sul tema che viene dato.
Nelle aziende private queste cose non sono essenziali per l'individuazione di un dirigente. Nelle aziende private non contano né la conoscenza del latino, né la citazione delle belle frasi, né la conoscenza mnemonica agli orali delle leggi: conta invece un know-how professionale, conta la disponibilità al nuovo, conta la capacità organizzativa, conta la capacità al lavoro di 'quipe - essenziale. Cosa di cui manca notevolmente nelle nostre strutture pubbliche. Il lavoro di 'quipe nelle nostre strutture pubbliche è inesistente a qualunque livello. Ognuno pensa esclusivamente a coprirsi le proprie spalle. Lo dimostra l'esempio dell'ultima alluvione dove ogni dirigente in ogni settore è rimasto coperto, però i cittadini sono andati sotto l'acqua anche a sei ore dopo che l'alluvione era annunciata. I funzionari sono intoccabili, sono ad alti livelli di professionalità, però limitatamente nel compito che sanno svolgere nel settore pubblico, non nel settore privato, mentre sia le Aziende ospedaliere, sia le UU.SS.SS.LL. avranno un contratto privatistico.
Questi dirigenti dovranno dirigere e coordinare il lavoro dei collaboratori, dovranno avere fantasia e razionalità in ogni situazione.
I manager della sanità dovranno avere caratteristiche essenzialmente privatistiche e potranno essere licenziati dopo un anno o pochi mesi se non saranno all'altezza delle aspettative della Giunta e se non saranno in grado di fare le cose che abbiamo votato ieri sulla riorganizzazione delle UU.SS.SS.LL.
All'organizzazione delle UU.SS.SS.LL. la Regione darà delle indicazioni; poi l'organizzazione concreta potrà essere diversa da USSL a USSL. perché sarà il manager che dovrà decidere.
Per quanto riguarda invece i dipendenti regionali ritengo che possano essere nominati se la Regione, datore di lavoro, ne accetta le dimissioni.
E' un potere irrinunciabile di un datore di lavoro concedere le dimissioni di un dirigente; lo potrà fare se l'organizzazione interna degli uffici non subirà nocumento e se il dipendente accetterà di poter essere licenziato anche dopo pochi mesi se non sarà in grado di svolgere il lavoro nel nuovo Ente.
Esprimo piena fiducia all'Assessore e alla Giunta per la nomina dei Direttori generali che verrà fatta nei prossimi giorni sulla base di propri criteri e della selezione predisposta dagli esperti esterni a garanzia che non saranno accolte pressioni interne ed esterne di sorta.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente della Giunta regionale, Marengo.



MARENGO Luciano, VIcepresidente della Giunta regionale

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, ritengo che i criteri che questa mattina l'Assessore Cucco ha illustrato, e che saranno la guida per la scelta dei futuri Direttori generali delle UU.SS.SS.LL., siano assolutamente adeguati. Ora cercherò di spiegare perché.
I criteri partono dal lavoro delle società, dal curriculum l'esperienza di lavoro che è stata svolta, soprattutto all'interno del settore della sanità, sia come commissari, sia come lavoratori (che sono quelli da cui noi possiamo avere un metro reale di giudizio), e dalle caratteristiche che debbono avere i futuri Direttori in ordine alle caratteristiche delle UU.SS.SS.LL. nelle quali dovranno essere collocati in quanto non sono tutte uguali le UU.SS.SS.LL. della nostra Regione.
Questi tre elementi di valutazione sono indispensabili perché sono tra di loro integrativi e perché sono la condizione per poter esprimere un giudizio completo. Non c'è un elemento più importante dell'altro: sono tutti e tre egualmente importanti perché sono la condizione per poter esprimere un giudizio completo sulle capacità tecniche e professionali capacità di dirigenti e non di appartenenza. Un giudizio completo che risponda a quelle scelte di responsabilità alle quali dobbiamo destinare i futuri Direttori generali.
Se prescindessimo anche da uno solo di questi criteri di valutazione credo che rischieremmo di andare all'appartenenza come criterio; mentre invece nel momento in cui questo mix di valutazione rende possibile un giudizio completo sulle capacità tecniche e professionali, il giudizio è davvero coerente e corrispondente.
Il finanziamento che è stato dato alle società credo sia adeguato peraltro queste società sono tra le migliori, non solo in Piemonte ma in Italia, rispetto alle società che fanno "selezione di talenti" (così mi pare si chiamino).
La delibera, che è stata fatta dalla Giunta, esprimeva, in termini molto precisi, alcune condizioni che qui sono state ricordate in parecchi interventi dei Consiglieri e cioè "no" ad una graduatoria, ma la definizione - questo era il compito affidato alle società - di attitudini e profili professionali. Io credo che a questo si siano attenute le società.
Adesso spiego perché non c'è una graduatoria, Consigliere Calligaro.
Prima questione.
Non c'è una graduatoria perché una graduatoria presuppone che ci sia una Commissione sola, omogenea, che fa un concorso e fa la graduatoria; qui le Commissioni erano quattro, per cui già il fatto che non ci fosse un giudizio omogeneo, in quanto erano quattro Commissioni, esclude il fatto che si tratti di un tradizionale concorso e quindi di una rigidità di graduatoria.
Seconda questione.
Anche all'interno degli elementi di giudizio che vengono dati ci sono valori necessariamente da valutare in modo diverso, non perché non siano validi rispetto al singolo punto, ma è evidente, per fare un esempio, che se la capacità di comunicazione ha un valore, la capacità manageriale in questo caso credo che abbia un valore più grande di quello della capacità di comunicazione; la conoscenza e la sensibilità sociale hanno un valore diverso da quello della capacità di comunicazione. E' una tecnica utilizzata da queste società e non può che essere una tecnica utilizzata da queste società per tradurre in punteggio quelle che sono delle valutazioni.
A questo noi ci atteniamo: alle valutazioni, non al punteggio, perché è un fatto unicamente tecnico che ha riguardato il modo di procedere e di realizzare quegli obiettivi e quei risultati da parte delle società.
In questo senso credo che sia stato un lavoro utile, che un risultato l'abbia dato, perché ci permette di valutare le attitudini e il profilo professionale dei candidati, così come il compito era stato consegnato da parte della delibera della Giunta.
Un secondo punto che è stato sottolineato da diversi interventi è quello della discrezionalità della Giunta.
Credo che sia improprio definire discrezionalità da parte della Giunta nella scelta, nel senso che la Giunta sceglierà sulla base di quei criteri oggettivi che qui sono stati illustrati e rispetto a quei criteri oggettivi non c'è discrezionalità: sono criteri oggettivi, trasparenti, concreti che permetteranno alla Giunta di dare un giudizio completo, non discrezionale.
Giudizio completo. Ed è l'oggettività dei criteri e della trasparenza che garantisce che la discrezionalità non diventa un recupero di appartenenza o di altro tipo che non corrisponda unicamente invece a quel criterio guida che ho sottolineato prima, in quanto i criteri sono fatti di fatti e di scelte concrete come il lavoro svolto. Il lavoro svolto è sicuramente un fatto concreto che si può giudicare, che la Giunta, attraverso i suoi servizi, ha la possibilità di giudicare rispetto a ciò che è stato fatto in questi anni da chi ha quelle caratteristiche che dicevo all'inizio.
Credo che sia possibile giudicare tutto questo in modo completo e con grande trasparenza. In questo senso sono d'accordo con le valutazioni di merito che qui hanno svolto la Consigliera Vetrino e il Consigliere Marchini perché mi pare che il merito nella valutazione debba essere esattamente quello che qui è stato sottolineato. Ripeto: rispetto alla parte di merito, poi su altre parti degli interventi non concordo, ma su questa parte di merito rispetto alla scelta, io concordo ed è su questa base che la Giunta dovrà scegliere.
Da alcuni Consiglieri è stata posta la questione che non si possono cambiare le carte durante il gioco, facendo riferimento al fatto che alcuni funzionari della Regione hanno presentato domanda. Di certo non si poteva impedire ad alcuno di presentare propria domanda; anche i funzionari della Regione sono cittadini italiani, e tutti, purché provvisti dei requisiti richiesti, potevano candidarsi - e nessuno poteva impedir loro di farlo.
La questione che credo valga un'attenta valutazione - anche se personalmente non ritengo si tratti di problema riguardante unicamente la Giunta, ma il Consiglio regionale, l'istituto Regione nel suo complesso - è che in primo luogo i funzionari regionali non sono stati valutati sulla base del lavoro svolto; i criteri di valutazione delle società consulenti sono stati altri: i curricula non c'entrano, n' per i funzionari n' per i commissari straordinari che già hanno operato nelle UU.SS.SS.LL. Tant'è che si tratta di criteri aggiuntivi, integrativi al fine di esprimere un giudizio completo. I curricula sono stati presi in considerazione semplicemente come base per i colloqui, non sono stati oggetto di valutazione - n', tanto meno, il lavoro svolto.
Risottolineando fortemente il fatto che i funzionari regionali non sono stati valutati sulla base del loro lavoro, ma alla pari di tutti gli altri sulla base dei criteri oggetto del colloquio, ricordo ai colleghi che stiamo portando avanti un importante progetto di ristrutturazione dell'Ente, nel quale la dirigenza verrà dislocata con nuove funzioni: l'opera e la collaborazione di funzionari e dirigenti sarà assai preziosa all'interno delle nuove strutture che andremo a definire per far sì che la macchina regionale funzioni al meglio. Questo l'obiettivo che ci siamo dati. Si tratta, dunque, di una valutazione di ordine amministrativo e politico della quale ci assumeremo ogni responsabilità, unicamente nell'interesse del funzionamento della Regione, non per altri motivi.
Trasparenza delle scelte. Faccio rilevare ai colleghi che da quando sono in Consiglio è la prima volta che si fa una discussione del tipo di quella svoltasi oggi sui criteri di nomina - di responsabilità della Giunta di importanti dirigenti. E in questo ritengo di essere assai coerente con il mio passato di "oppositore" in Consiglio regionale. Non mi riferisco burocraticamente alla legge n. 10, che pure stabilisce termini molto precisi relativamente alle responsabilità; mi riferisco, ad esempio, ad una mozione che il mio Gruppo presentò quando eravamo all'opposizione per far sì che questo tipo di nomine - ed altri - fossero affidate unicamente alla responsabilità della Giunta e non a passaggi in Consiglio, con una scelta politica non solo riferita...



(Interruzione del Consigliere Calligaro)



MARENGO Luciano, VIcepresidente della Giunta regionale

Collega, Germano Calligaro, hai firmato anche tu quella mozione presentata affinché questo tipo di nomine fosse di responsabilità della Giunta, così come l'ho firmata io! L'ho presentata quando ero all'opposizione ed oggi, coerentemente, la difendo da Assessore.
Credo che il percorso individuato sia di tutta trasparenza, tant'è che ci ha permesso di affrontare in Consiglio la definizione dei criteri di valutazione - perlomeno di quelli che la Giunta ha individuato.
La mia reale preoccupazione - mia e dell'intera Giunta non è relativa alla trasparenza, ma alla capacità di scegliere, sulla base dei criteri individuati, ventInove dirigenti in grado di portare avanti la riforma sanitaria, di realizzare la politica sanitaria che abbiamo definito: questa la preoccupazione vera! Questo il peso che abbiamo sulle spalle; questa la responsabilità che dobbiamo assumerci e della quale dovremo rispondere non solo al Consiglio, ma all'intera società piemontese.
La fiducia, in questo senso - termine utilizzato da parte di alcuni colleghi - non si traduce in ubbidienza politica o partitica agli Assessori o alla Giunta; tale fiducia deve essere improntata sulla coerenza e sulla rigorosità nel portare avanti la riforma e la politica sanitaria che abbiamo definito.
Su questo, credo, dovrà giudicare il Consiglio, attraverso il proprio strumento, ovvero la Commissione Nomine, che giudicherà se la Giunta ha scelto bene o male. In questo senso, giudico un errore la non partecipazione da parte di Gruppi importanti alla suddetta Commissione strumento del Consiglio che permette un giudizio in tutta trasparenza sulla coerenza fra i criteri che qui ci siamo dati e le scelte che andremo a realizzare nel nominare i Direttori generali: in questo senso non temo sussurri di corridoio, e neanche quelli di Consiglio, di questa mattina.
Non ho timori in tal senso; temo errori di valutazione: dovremo prestare la massima attenzione al fine di non compierne. Dunque, non temo sussurri n' di corridoio n' di quelli rivelatisi in alcuni interventi di stamane: abbiamo infatti la volontà di procedere in termini di trasparenza, di oggettività e di responsabilità rispetto ai criteri stabiliti. Una responsabilità politica guidata da un unico criterio-guida: capacità nel gestire la sanità.
Ritengo che il percorso definito - riunione di Giunta martedì prossimo riunione della Commissione Nomine mercoledì pomeriggio - che potrà in tutta trasparenza valutare nominativi e relativa documentazione, a suffragio delle scelte nominative compiute - e, successivamente, la deliberazione definitiva di Giunta del giorno 29 p.v. - sia l'antidoto migliore per evitare le pressioni dei sussurri interni al Consiglio, ma anche quelle assolutamente esterne alla Giunta, che rischiano di far intraprendere strade che poi portano in una direzione che, anche da parte di chi non vuole, rischia di essere in rotta di collisione con le scelte che invece vogliamo compiere e con i risultati che vogliamo acquisire.



PRESIDENTE

Grazie, Vicepresidente Marengo.


Argomento:

Interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno (annunzio)


PRESIDENTE

Le interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenute all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale verranno allegate al processo verbale dell'adunanza in corso.



PRESIDENTE

La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13,30)



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