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Dettaglio seduta n.325 del 21/12/94 - Legislatura n. V - Sedute dal 6 maggio 1990 al 22 aprile 1995

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 4) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Ha chiesto congedo il Consigliere Rabellino.


Argomento:

b) Apposizione visto Commissario del Governo


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge vistati dal Commissario del Governo sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera - Personale del servizio sanitario

Esame progetto di legge n. 531: "Ordinamento, organizzazione e funzionamento delle Aziende Sanitarie Regionali" (seguito)


PRESIDENTE

Prosegue l'esame del progetto di legge n. 531, di cui al punto 9) all'o.d.g., con l'esame del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 31 Consiglieri si sono astenuti 8 Consiglieri.
L'art. 1 è approvato.
ART. 2 1) Emendamento presentato dai Consiglieri Maggiorotti, Calligaro e Bosio: modificare dal comma secondo al comma quarto come segue: "2. I Comuni, singoli o associati, partecipano alla definizione e alla realizzazione degli obiettivi del Servizio Sanitario Regionale concorrendo, in particolare, alla programmazione socio-sanitaria ed alla messa a disposizione di risorse per la gestione integrata delle attività in campo socio-sanitario.
3. Le Province concorrono alla predisposizione del Piano socio sanitario regionale (PSSR) secondo modalità previste dalle norme regionali di programmazione socio-sanitaria.
4. Le Università concorrono alla predisposizione del PSSR ed alla gestione in convenzione di attività di formazione e di assistenza sanitaria secondo quanto previsto dai protocolli di intesa di cui al successivo art.
5".
La parola al Consigliere Maggiorotti per l'illustrazione.



MAGGIOROTTI Piergiorgio

L'emendamento è finalizzato a valorizzare il ruolo dei Comuni e a sottolineare come, in realtà, siano i Comuni i soggetti istituzionali di riferimento nell'ambito delle Autonomie locali per il concorso nella programmazione e valutazioni di interventi in ambito sanitario e socio assistenziale integrato con gli ambiti sanitari. Le Province, che al comma secondo sono messe alla stessa stregua dei Comuni, non sembra possano assumersi una funzione di tal tipo. Dalla definizione del ruolo delle Province contenuta nell'articolo sembrerebbe che le stesse concorrano alla definizione degli obiettivi stabiliti, ma non viene chiarito se esercitano anche funzioni gestionali; in sostanza, non si capisce bene cosa facciano.
Ciò viene chiarito in articoli successivi, laddove viene loro conferito un ruolo, a nostro parere comunque eccessivo.
A noi sembrava invece, al pari di altre leggi regionali, che non si potesse non assegnare alle Province che un ruolo marginale. Infatti, nelle leggi della Regione Veneto le Province non sono citate e in quelle della Regione Emilia Romagna spesso hanno lo stesso ambito di bacino delle UU.SS.SS.LL. e concorrono essenzialmente al raccordo delle istanze, ma nulla di più. Ci pareva dunque che alle Province dovesse essere assegnata e riconosciuta esplicitamente soltanto la concorrenza alla predisposizione del Piano socio-sanitario regionale, secondo le modalità previste.
Le Università, che non sono certamente autonomie locali elettive, non possono essere accomunate ad organi caratterizzati dall'essere autonomie locali (legge n. 142). Le Università assumono il ruolo loro proprio nella concorrenza alla predisposizione del Piano socio-sanitario e, come prevede il comma successivo, alla gestione in convenzione di attività di formazione.
Con l'emendamento proponiamo dunque la riformulazione dell'articolo così come abbiamo indicato. In particolare, riteniamo necessario correggere, ovunque se ne parli, la dizione di Piano sanitario regionale in Piano socio-sanitario regionale, che di fatto descrive più compiutamente la realtà delle attività proprie del Servizio Sanitario Regionale, che ci risulta essere comunque socio-sanitario, gestendo con i Comuni, per quanto concerne le loro competenze, anche attività di tipo socio-sanitario di forte rilevanza.
Questo il nostro tipo di proposta.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MONTICELLI



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cucco.



CUCCO Vincenzo, Assessore regionale

L'emendamento formulato in precedenza non era accettabile perché non riconosceva alle Università l'erogazione di servizi anche di assistenza.
Riteniamo invece di poter accogliere la nuova formulazione, che si traduce in una migliore definizione delle competenze che avevamo concentrato nell'articolo; la nuova dizione sembra maggiormente chiarificatrice dell'intento della legge stessa, che era esattamente quello individuato.
Sono inoltre necessari due chiarimenti. Il primo riguarda la dizione Piano sanitario regionale. Già in sede di Commissione si era detto che avrebbe dovuto essere riscritta; si è trattato di un semplice refuso: ovviamente, la dizione esatta è Piano socio-sanitario regionale.
Inoltre, il comma quinto del nuovo testo è identico al comma terzo del testo licenziato dalla Commissione. La correzione della dizione in "Piano socio-sanitario regionale" va da s'; avevamo rilevato l'errore già in Commissione, ma in sede di stesura è sfuggito.



PRESIDENTE

Consideriamo dunque valida per tutti gli articoli la seguente correzione formale: "In tutti gli articoli ove compare la dizione Piano sanitario regionale (PSR) si sostituisca la stessa con la dizione Piano socio-sanitario regionale (PSSR)".
Ha chiesto la parola il Consigliere Marchini; ne ha facoltà.



MARCHINI Sergio

Il nostro Gruppo si astiene sull'emendamento. Riteniamo la stesura dell'articolo fortemente pasticciata, in quanto definisce quali soggetti attivi - non consultivi o strumentali della programmazione e della realizzazione degli obiettivi in campo socio-sanitario le Province, i Comuni e le Università. Mi sembra molto pericoloso e mi auguro che agli atti del Consiglio resti quanto meno questa interpretazione problematica.
Le Province e le Università sicuramente non partecipano alla definizione della realizzazione degli obiettivi definiti, perché non sono soggetti attivi: verranno utilizzati da altri soggetti, cosa molto diversa.
Desideravo intervenire per far rilevare che l'interpretazione è di soggetti che coadiuvano, supportano e concorrono tramite loro contributi ma non hanno alcuna soggettività gestionale (sappiamo tutti che le leggi soprattutto nei primi articoli, vengono lette sempre in termini molto "egoistici"...). Senza perderci nella ricerca di emendamenti diversi che sarebbero di difficile formulazione in aula, che almeno resti agli atti la seguente interpretazione, non contraddetta: l'individuazione di determinati soggetti istituzionali nel testo legislativo non significa dare agli stessi attivazione soggettiva propria.



PRESIDENTE

L'Assessore vuole precisare. Prego.



CUCCO Vincenzo, Assessore regionale

L'emendamento mi pare chiaro; si usa il termine - corretto, secondo me "concorrono", che è cosa diversa dall'essere soggetti attivi. Tale indicazione è accolta.



PRESIDENTE

Pongo dunque in votazione l'emendamento testè discusso, accolto dalla Giunta.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 28 voti favorevoli e 4 astensioni.
Si proceda alla votazione dell'art. 2 come emendato per alzata di mano ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 voti favorevoli 30 astensioni 4.
L'art. 2 è approvato.
ART. 3 2) Emendamento presentato dai Consiglieri Maggiorotti, Calligaro Bosio e Chiezzi: al comma terzo, dopo le parole "Consiglio regionale," aggiungere le parole "in particolare per ciò che concerne le funzioni proprie alla Commissione consiliare competente e le funzioni deliberative e legislative proprie allo stesso Consiglio regionale in materia di programmazione, di approvazione dei bilanci di previsione, di variazione di assestamento e consuntivo, di definizione delle piante organiche e delle loro variazioni, di determinazione dei criteri di ripartizione dei fondi di investimento e della spesa corrente".
La parola al Consigliere Calligaro per l'illustrazione.



CALLIGARO Germano

Com'è risultato chiaro anche nella discussione del precedente disegno di legge, siamo fermamente contrari a che la Giunta determini i criteri di finanziamento delle UU.SS.SS.LL. e delle Aziende ospedaliere e che ne provveda al riparto.
Ragioni politiche e ragioni statutarie ci inducono a mantenere salda questa posizione. Devono essere perlomeno prerogativa del Consiglio il riparto del conto capitale (un nostro emendamento in tal senso al precedente disegno di legge è già stato accolto) e i criteri di riparto del Fondo Sanitario Regionale di spesa corrente, che comporta correttivi riguardanti l'uniformità dei servizi e delle prestazioni sanitarie (un altro nostro emendamento, accolto dalla Giunta, riguardava invece il correttivo dell'efficienza e dell'efficacia).
La maggioranza deve spiegarci perché ha accettato un emendamento in base al quale è il Consiglio a definire il conto capitale - 24 miliardi di lire quest'anno, mentre l'anno prossimo (1995) sarà inferiore - e ha respinto un nostro emendamento relativo al Fondo Sanitario Regionale di parte corrente il cui ammontare è di 6.500 miliardi di lire. Dunque, 24 miliardi di conto capitale sono prerogativa del Consiglio regionale; 6.500 sono prerogativa della Giunta! Chiediamo che al Consiglio venga mantenuta la possibilità di esprimere pareri, di intervenire sul conto capitale, sulla spesa corrente, sui rapporti con l'Università e sui Direttori generali: quattro questioni, non una in più: quattro! Nel corso del dibattito generale si è detto che l'esecutivo deve poter governare: non vi sono dubbi, nessuno mette in discussione che l'esecutivo debba governare, è suo specifico dovere. La funzione di governo non pu essere esercitata in modo assembleare; l'opposizione ha il compito non solo di controllare, ma di concorrere alla formazione delle decisioni.
L'essenza della democrazia sono l'assemblea, le regole, il confronto, lo scontro, la sintesi, senza nulla togliere alle prerogative dell'esecutivo.
Non è perdita di tempo il confronto democratico in assemblea (curiosa concezione della democrazia...). L'Assessore Cucco, naturalmente, è liberissimo di far propria tale concezione della democrazia e di pensarla come Berlusconi; mi chiedo però se anche il Gruppo PCI-PDS ed il Gruppo del Partito Popolare pensano allo stesso modo, vista la reticenza generale della Giunta al confronto in materia sanitaria.
L'esecutivo governa; chiedo però il motivo per cui si debbano ancora spendere i fondi FIO del 1986! Dobbiamo ancora spendere risorse di spesa vincolata del 1986! Ieri si è discusso in quest'aula dell'adeguamento degli organici SERT a Mirafiori, a due anni e mezzo di distanza, nonostante siano state trasferite risorse all'USSL per un adeguamento dell'organico - aumento di dieci operatori! - quest'ultimo non è stato attuato.
Non abbiamo più sentito parlare, negli ultimi tempi, dei lettori ottici immagazzinati per due anni e mezzo, costo complessivo 10 milioni di lire al mese, e ultimamente trasferiti finalmente in un magazzino della Regione Piemonte! Non ne abbiamo avuto alcuna informazione, né in Commissione né in aula! Non c'è confronto tra maggioranza ed opposizione! Ne risente inevitabilmente la democrazia. Non solo la Giunta pensava di arrogarsi il diritto di ripartire il conto capitale a suo piacimento (per fortuna non è stato così: è stato infatti accolto un nostro emendamento riguardante il finanziamento delle UU.SS.SS.LL.), ma continua ad insistere sul fatto che i criteri di riparto dei 6.500 miliardi e i correttivi da apportarvi sono esclusivamente funzione sua! Al massimo il Consiglio si informerà, si arrangerà! Atteggiamento del tutto autoritario che lede un principio fondamentale di democrazia dell'assemblea regionale e prefigura mutamenti di carattere istituzionale: forse, una Regione presidenziale in cui il Presidente eletto sceglie i componenti della propria squadra. Occorre però stabilire, a quel punto, che il Consiglio regionale non venga più eletto! E' questa la posizione istituzionale del Gruppo PCI-PDS? E' questa la posizione del Gruppo del Partito Popolare? Dico questo tanto per intenderci: diversamente, non riusciamo più a comunicare nemmeno tra noi.
Poniamo dunque sul tappeto ragioni innanzitutto politiche: la democrazia non può essere ristretta; con una democrazia ristretta e compressa di fatto non si governa.
Vi sono inoltre ragioni statutarie: lo Statuto è chiarissimo! All'art.
16 "Attribuzioni del Consiglio regionale", il punto m) recita: "Il Consiglio regionale approva i Piani settoriali concernenti interventi economici e finanziari nelle materie di competenza della Regione - la sanità non è materia di competenza della Regione? - i Piani generali concernenti l'esecuzione di opere pubbliche, determinandone i contenuti l'organizzazione dei servizi pubblici di interesse regionale, deliberando i finanziamenti relativi". Non ci si può ostinare a sostenere che è la Giunta a determinare i criteri di finanziamento delle UU.SS.SS.LL. e delle Aziende ospedaliere. Ricordo all'attuale Vicepresidente della Giunta, collega Marengo, ed anche alla Consigliera Dameri che quando eravamo all'opposizione relativamente alle prerogative del Consiglio eravamo rigorosissimi! Rigorosissimi! Non si può accogliere un emendamento che stabilisce che è competenza del Consiglio regionale discutere il conto capitale - pari a 24 miliardi - e negare lo stesso diritto quando si tratta di stabilire i criteri di riparto di 6.500 miliardi di lire! L'atto più importante che la Regione compie in un anno! L'atto più importante! E' un atteggiamento autoritario e sbagliato, contrario allo Statuto e ad ogni buon senso politico!



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Gallarini; ne ha facoltà.



GALLARINI Pier Luigi

Intervengo sull'emendamento Maggiorotti-Calligaro, ma anche sul nostro immediatamente successivo, che verte sulla stessa questione. Il nostro, più sintetico, recita: sostituire "Giunta regionale" con "Consiglio regionale": il concetto è lo stesso espresso dal collega Calligaro, del quale condividiamo le valutazioni testè svolte.
Già nella scorsa seduta, e del resto anche in sede di Commissione, si era discussa l'opportunità che alcuni passaggi fondamentali fossero di competenza del Consiglio.
Ovviamente non parliamo della gestione; siamo infatti sempre stati favorevolissimi ad un rafforzamento dell'esecutivo, e in questo senso presenteremo un emendamento dal "senso aziendale", con il quale si richiede che gli atti deliberativi del Direttore generale abbiano efficacia immediata e non quindici giorni dopo, successivamente ad un paracontrollo che ci pare anche illegittimo - da parte dei Revisori dei Conti.
L'obiettivo è consentire all'esecutivo snellezza e tempestività di gestione.
Condivido però quanto detto dal collega Calligaro a proposito dei 6.500 miliardi di spesa corrente: i criteri di riparto devono essere delineati dal Consiglio regionale - naturalmente fin quando esiste... In aggiunta alle motivazioni, che non sto a ripetere, citate da Calligaro, ve n'è un'altra: quando la settimana scorsa abbiamo discusso il disegno di legge n. 532 sul finanziamento delle Aziende sanitarie e ospedaliere - sul quale ci siamo espressi a favore - anche se avremmo preferito un accantonamento maggiore, ci dichiarammo favorevoli, concettualmente, ad un accantonamento del 5% (quei "famosi" 300 miliardi): ci auguriamo che l'esecutivo ne utilizzi buona parte al fine di privilegiare e premiare rendimenti e produttività interni alle aziende. A maggior ragione, riteniamo che i criteri di riparto debbano fondamentalmente essere caratterizzati da natura di indirizzo politico e non meramente gestionale.
Condividendo al 100% l'emendamento dei colleghi Calligaro, Maggiorotti ed altri, per questione di praticità chiediamo che il nostro, più sintetico, vi sia inglobato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Signor Presidente, quelle in discussione sono questioni sulle quali ci si deve misurare con onestà intellettuale; vengono infatti posti non problemi nominalistici, ma oggettivi.
In primo luogo ho difficoltà ad immaginare che il Consiglio regionale possa avere voce in attività che comunque sono di controllo, verifica e rilettura di situazioni esterne alla Regione: mi sembra poco proponibile anche perché l'esperienza in materia ci porta a vere e proprie sceneggiate (mi riferisco, ad esempio, ai bilanci delle APT). Se "rilancio" "centralità" del Consiglio significa avere i bilanci delle APT ed approvarli senza averci capito niente, non è quello l'obiettivo a cui punto.
Allo stesso modo, mi sembra difficile immaginare che il Consiglio possa pronunciarsi ed intervenire su oggetti esterni all'attività della Regione rispetto ai quali non abbia responsabilità politica e ruolo l'interlocutore del Consiglio, ovvero la Giunta. Questa la prima questione.
Seconda questione: bisogna capire quali di questi provvedimenti - è la Giunta che a mio modo di vedere deve aiutarci a capire sono originari e quali derivati. Quelli derivanti da una verifica politica del Consiglio nei confronti di una proposta di Giunta - provvedimenti derivati attuativi - a mio modo di vedere sono di competenza della Giunta e non devono tornare in Consiglio; quelli originari, quando una certa materia non è stata preventivamente valutata e verificata dal Consiglio, sia pure all'interno di documenti di carattere generale, devono sicuramente essere materia di discussione del Consiglio.
Ritengo che la Giunta debba prestare molta attenzione alle sollecitazioni provenienti dal Consiglio, a prescindere dai colleghi che pongono la questione, siano essi all'opposizione o alleati di maggioranza.
Il mio suggerimento è di essere molto attenti, anzi, contrari nel modo più assoluto, ad essere destinatari, come Consiglio, di materiale che non è interno alla responsabilità politica della Giunta. Le cose esterne non ci riguardano. Altro sarà, invece, l'ispezione politica del Consiglio su come la Giunta realizza il suo modo d'essere nei confronti dell'attività esterna, ma questo attiene all'ispezione politica, non al ruolo deliberativo e legislativo della Giunta.
Si ripropone il problema in ordine alla funzione deliberativa; possiamo immaginare che il Consiglio predisponga deliberazioni su attività riguardanti l'USSL: di questo si tratta. Dobbiamo predisporre deliberazioni o chiedere alla Giunta di fornirci delle occasioni di ispezione politica? Mi pare quindi che la Giunta dovrebbe fare uno sforzo per fornire al Consiglio risposte chiarificatrici, qualunque esse siano: all'interno di questo articolo, si tratta di una materia che, essendo estranea all'attività della Regione, non sembrerebbe riferibile al Consiglio; la stessa, se attuativa di un confronto avvenuto attraverso atto deliberativo del Consiglio nei confronti della Giunta, deve essere considerato fatto attuativo, e quindi esecutivo, e di stretta competenza della Giunta.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente, l'emendamento viene presentato sul primo degli articoli che individuano la struttura di programmazione e di gestione degli atti in materia sanitaria e dei relativi pesi e contrappesi tra i vari soggetti ai quali competono gli adempimenti.
Penso che su una legge di questo genere, di struttura visto che ne individua una nuova...



PRESIDENTE

Mi scusi, Consigliere Chiezzi: siccome la questione è assai delicata interrompiamo i lavori per cinque minuti.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 11,40, riprende alle ore 11,45)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

C'è stata po' di maretta in seno alla maggioranza. Sono ancora disturbato, alle mie spalle, dal breve turbamento, evidentemente provocato dagli argomenti con i quali il compagno Calligaro ha svolto la propria illustrazione.
In realtà, al di là di nervosismi che non comprendo, l'emendamento, con i ragionamenti sottesi richiamati anche dal collega Gallarini, pone una questione che merita litigi - certamente - e approfondimenti, partendo da un'esplicita volontà: il tentativo, da parte di tutti noi, di superare rigidità di schieramento, su questioni della portata della legge in discussione.
Sappiamo tutti che la rigidità di schieramento è una culla, soprattutto per la maggioranza; comodamente distesa in questa culla, si difende dagli attacchi dell'opposizione e tira avanti. Personalmente, ritengo sarebbe meglio uscire sia dalla culla della maggioranza sia, anche, da quella dell'opposizione - se questa esiste - per misurarci democraticamente, quasi spogliandoci dei nostri ruoli contingenti ed analizzando freddamente quanto stiamo costruendo e, in particolare, quali sistemi di equilibrio tra poteri stiamo definendo, valutando il tutto al di là dei nostri ruoli.
L'equilibrio previsto dal dettato della legge sposta in modo notevole i poteri sull'asse della Giunta regionale: attraverso le nomine dei Direttori generali, che a loro volta nominano il Direttore sanitario e il Direttore amministrativo, e agendo sulla regina delle competenze del Consiglio regionale: programmazione e criteri di finanziamento.
Consigliere Marchini, il Consiglio regionale nasce per programmare e deliberare anche in campo sanitario, assumendo una deliberazione-quadro nella quale vengono fissati i criteri di finanziamento; criteri successivamente consegnati alla Giunta regionale che, in modo tempestivo ed efficiente, gestisce tale decisione del Consiglio.
Il problema, sollevato in modo non strumentale, ma per riuscire veramente a determinare un corretto equilibrio dei poteri, mi sembra meriti una breve sospensione del Consiglio e, nel mio ottimismo, una proposizione dialettica delle varie posizioni, che non si irrigidisca nel solito quadratino di maggioranza. Non serve salvare qualche minuto del nostro lavoro, se poi si produce una legge che contiene un obiettivo squilibrio tra poteri! Affermiamo e pratichiamo la centralità del Consiglio cancellando il potere, delegato alla Giunta, di fissare i criteri di finanziamento, inserendo nel testo di legge l'emendamento da noi proposto circa la competenza del Consiglio, e in particolare della Commissione, su temi di questa portata! Ci preoccupa molto che la discussione della legge segua binari di precedenti logiche di schieramento: su tale strada, il nostro Gruppo, che ha presentato numerosissimi emendamenti - non strumentali - si troverebbe costretto in un angolo a condurre un'ardua battaglia di semplice posizione, contrastando passo per passo, riga per riga, tutto quanto in questa legge c'è scritto. Non vorremmo di certo arrivare a questo, ma dobbiamo trovarci di fronte una maggioranza che stia a sentire.
E' iniziata bene, Assessore Cucco; sul primo emendamento, infatti abbiamo trovato un riscontro. Ma è sui punti strutturali - e quello in discussione è, a mio avviso, un punto strutturale: l'equilibrio fra poteri della Giunta e poteri del Consiglio - che occorre un confronto che non si fermi alla rigida contrapposizione del tipo "l'Assessore respinge" dopodiché si fa la riunioncina di maggioranza...



CUCCO Vincenzo, Assessore regionale

Non ho detto ancora niente.



CHIEZZI Giuseppe

Certo, anche se troppe volte, in questo Consiglio, finisce così.
L'auspicio è di non assistere a confronti interni alla maggioranza, ma di avere confronti senza rete sul tema in discussione: è del tutto ininfluente chi gestirà la legge nei sei mesi che ci dividono dalle elezioni. E' ininfluente: dobbiamo rendercene conto. Stiamo costruendo una legge che durerà anni: dobbiamo quindi avere la certezza, al di là dei nostri ruoli di lavorare per un corretto equilibrio dei poteri, che rispetti lo Statuto e i rapporti consiliari tra maggioranza ed opposizione.
Sollecito dunque la maggioranza ad entrare nel merito delle nostre proposte; da parte del Gruppo non vi è alcuna volontà di perdere del tempo ma terremmo ad un confronto - magari per cambiare idea - su quanto andiamo dicendo. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

Signor Presidente, merita innanzitutto rilevare il tenore della dizione iniziale del terzo comma, nel quale si trova il punto di cui all'emendamento: "Fatte salve le competenze del Consiglio regionale, la Giunta regionale: a) esercita..., stabilisce..., ecc.". Dunque, "fatte salve le competenze del Consiglio regionale". Competenze che vengono immediatamente - se mi si consente - "scippate", in particolare al punto c), che viene in questo momento contestato.
Ora, al di là delle considerazioni politiche svolte dai colleghi Calligaro e Chiezzi, tenendo presente la formulazione dell'art. 16 dello Statuto, lettera m), non si può sostenere come scelta politica od orientamento attribuire o alla Giunta o al Consiglio tali competenze.
L'art. 16 dello Statuto, lettera m), è preclusivo di qualsiasi possibilità di attribuire alla Giunta la competenza di determinare i criteri di finanziamento delle UU.SS.SS.LL.
Vi è un certo qual fondamento nelle osservazioni del collega Marchini laddove dice: "Come può il Consiglio regionale essere dotato delle conoscenze (mi pare abbia usato queste parole) per potersi immergere nei criteri di finanziamento?". L'osservazione del collega Marchini può anche essere esatta, ma la realtà è che lo Statuto è fortemente preclusivo laddove, fra le attribuzioni del Consiglio regionale, si dice "approva i Piani settoriali concernenti interventi economici e finanziari nelle materie di competenza della Regione...". Di fronte a tale preclusione e al di là delle numerose osservazioni a contenuto politico, è da ritenersi, se la maggioranza non provvederà a modificare l'articolato, che la stessa incorrerà nell'infortunio legislativo. Naturalmente, protesterà accusando: "Il Governo è accentratore!". Ma non è questione di essere accentratori! Si tratta di osservare la Costituzione e la legge! L'emendamento, ammesso che maggioranza e Giunta vogliano meditare ed entrare in questo ordine di idee, potrebbe essere il seguente: "determina i criteri di finanziamento delle UU.SS.SS.LL. e provvede al riparto di finanziamento mediante propria deliberazione - il soggetto è la Giunta da sottoporsi all'approvazione del Consiglio regionale".
Se così non sarà, senza voler essere una Cassandra, penso proprio che la reiezione da parte del Governo per violazione dello Statuto sarà inevitabile.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Vetrino.



VETRINO Bianca

Signor Presidente, ho riletto attentamente l'art. 3, e in particolare il comma terzo, alla luce anche delle osservazioni del Consigliere Marchini, che si richiamava alla sensibilità del Consiglio in materia, per evitare pasticci. Rilettura dovuta non soltanto al fatto che il Consigliere Marchini ha specifica competenza professionale, ma anche per la lunga militanza in questa Regione sui banchi del Consiglio: di leggi come questa ne ha viste sicuramente più di una. Nonostante questo, con molta serenità e tranquillità, stiamo varando una legge che non gestirà l'attuale assemblea; si tratta infatti di una legge-quadro che rimanda ad una lunga serie di provvedimenti: se tutto va bene la legge diverrà operativa nei mesi di aprile/maggio 1995. Possiamo dunque tranquillamente ipotizzare che tale disposto legislativo verrà controllato dal futuro Consiglio regionale e gestito dalla futura Giunta.
E' dunque decisamente opportuno il suggerimento del Consigliere Chiezzi: occorre porsi nei confronti della legge non con atteggiamento preclusivo, rigidamente stigmatizzato nelle nostre posizioni di maggioranza o di opposizione, ma con la responsabilità che ci deriva dal fatto di essere Consiglieri regionali e legislatori.
In tale dimensione ho riletto punto per punto gli articoli del nostro Statuto in cui sono scolpite le competenze del Consiglio regionale. Prego la Giunta di porsi essa stessa in tale dimensione e di rispettare la centralità del Consiglio.
La dizione "fatte salve le competenze del Consiglio regionale" è un alibi che serve a poco; anzi, si finisce per esaltare quelle che sono le competenze della Giunta e al Consiglio non viene lasciato nulla.
In questo senso, ho presentato un emendamento insieme al Consigliere Gallarini; ritengo che i suggerimenti pervenuti dall'assemblea siano da considerarsi attentamente. Sono certa che la Giunta regionale non sarà insensibile a queste nostre provocazioni, che si traducono in giuste rivendicazioni di un articolo di legge che sia rispettoso delle competenze dell'assemblea consiliare.



MAJORINO GAETANO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mandrino.



MANDRINO Piergiuseppe

Personalmente non concordo sull'emendamento presentato. I motivi sono svariati, ne citerò solo due. Innanzitutto, pensavo che il dibattito generale si svolgesse ieri pomeriggio; rilevo invece che, articolo per articolo, si riporta il discorso sull'impostazione generale del disegno di legge. Disegno di legge che approvo in toto: ritengo infatti si tratti dell'unico modo per rinnovare il nostro sistema sanitario. Rilevo invece che il Consiglio, pur favorevole al rinnovamento della sanità e ad inserirne elementi privatistici - sinonimo di efficienza e di efficacia riporta inevitabilmente il discorso sulla partecipazione dei Comuni, delle Province, dei Comprensori: organi collegiali che, con una gestione privatistica del delicato settore della sanità, che necessita un rinnovamento profondo, ha nulla a che vedere.
Altra osservazione - mi rivolgo ai Consiglieri in particolare del PPI e del PDS. Ritengo che mettersi in allerta ogni volta che il Consigliere Calligaro fa riferimento ai vecchi compagni di Gruppo sia offensivo per gli altri membri del Consiglio. La discussione sulla legge è già stata svolta in Commissione, sede nella quale i rappresentanti del PDS e del PPI si sono espressi: non vedo perché si debba essere così sensibili alle osservazioni del Consigliere Calligaro - osservazioni peraltro già mosse in sede di Commissione dallo stesso collega.



PRESIDENTE

Vi è la richiesta, da parte del Capogruppo Picchioni, di una sospensione dei lavori di qualche minuto.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 12, riprende alle ore 12,10)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Come annunciato i Consiglieri Gallarini e Vetrino hanno presentato e ritirano il seguente emendamento: 3) al comma terzo, lettera c), sostituire le parole "Giunta regionale" con le parole "Consiglio regionale".
4) Emendamento presentato dall'Assessore Cucco: si cancelli la lettera c) e si inserisca un nuovo comma quarto con il presente testo: "4. La Giunta regionale provvede al riparto del finanziamento di parte corrente con le modalità stabilite dall'art. 1 della legge regionale approvata dal Consiglio regionale il 13/12/1994, Finanziamento..." l'attuale comma quarto diviene comma quinto.
Vorrei sapere, alla luce del nuovo emendamento, se il Consigliere Gallarini e gli altri firmatari mantengono il loro.



GALLARINI Pier Luigi

Non ho consultato la collega Vetrino; ritengo comunque che l'emendamento proposto dalla Giunta accolga quanto da noi suggerito.
Pertanto, ritiriamo l'emendamento.



PRESIDENTE

La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 12,15, riprende alle ore 12,30)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Il Consigliere Majorino presenta un nuovo emendamento: 5) si propone quale emendamento aggiuntivo all'art. 3, comma terzo lettera c), quanto segue: "La determinazione dei criteri va fatta con deliberazione di Giunta da sottoporsi ad approvazione del Consiglio regionale".
Il Consigliere Chiezzi mi informa che intende mantenere l'emendamento presentato con altri colleghi.
A questo punto gli emendamenti presentati sono tre: l'emendamento presentato dai Consiglieri Maggiorotti, Chiezzi ed altri; l'emendamento presentato dalla Giunta e quello presentato dal Consigliere Majorino.
La parola all'Assessore Cucco.



CUCCO Vincenzo, Assessore regionale

La Giunta, avendo presentato un proprio emendamento, ha efficacemente illustrato la propria posizione.
Vorrei richiamare brevemente un unico elemento: ritengo che la Giunta abbia ampiamente dimostrato, non soltanto in questa discussione ma anche in altre, di essere aperta alle sollecitazioni e alle indicazioni provenienti dalle opposizioni. Ma accogliere delle modificazioni al testo legislativo non significa necessariamente mettere in discussione l'intero spirito del provvedimento: evidentemente, ci sono delle divisioni.
Personalmente non sono affatto per dibattiti di contrapposizione ideologica tra schieramenti; l'accettazione o meno di certi emendamenti va in direzione di principi nei quali crediamo. Nella fattispecie, vorrei ricordare a tutti che durante lo scorso Consiglio regionale è stata approvata una legge dopo profonda ed ampia discussione e che quella avviata oggi ne è una "repetita" che non so quanto ci aiuti nel percorso di una legge che norma altra materia e non quella contabile-finanziaria.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Calligaro.



CALLIGARO Germano

Come Gruppo abbiamo prestato molta attenzione all'emendamento presentato dall'Assessore Cucco: la sostanza non cambia assolutamente: la Giunta provvede al riparto, senza nemmeno discuterne i criteri, e ne fa comunicazione alla Commissione consiliare. L'emendamento fa riferimento alla legge approvata precedentemente - quella sul finanziamento - che recita: "Le risorse disponibili per il finanziamento delle UU.SS.SS.LL.
sono ripartite annualmente dalla Giunta regionale" - ecco il vizio originario.
Nel corso del precedente richiamato dibattito, la maggioranza accett un nostro emendamento sul conto capitale, di 24 miliardi, e ne respinse un altro, sempre presentato dal nostro Gruppo, su 6.500 miliardi. Quale relazione e quale coerenza in tutto ciò? Il Consiglio può discutere di 24 miliardi e non di 6.500; adesso, ci date il "contentino" della Commissione: se permettete, manteniamo saldissimo il nostro emendamento ed annunciamo fin d'ora un esposto al Commissario di Governo sui due punti delle leggi quella precedente e quella attuale. Il Consiglio viene infatti privato di una prerogativa fondamentale, quella di discutere i criteri del riparto e degli eventuali corretivi da apportarvi; si tratta dell'anima della sanità dell'istituto regionale: l'atto più importante che il Consiglio regionale è chiamato, annualmente, a fare. Se togliete tale prerogativa, così come avete fatto e confermato con l'emendamento presentato, date un fortissimo colpo alla democrazia: noi non ci stiamo! Quando eravate all'opposizione criticavate, giustamente e molto rigorosamente: sembra che far parte della maggioranza comporti il venir meno ai principi fondamentali della democrazia. Il "contentino" tenetevelo pure: noi manteniamo, solidissimo il nostro emendamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

Interverrò brevissimamente sull'emendamento elaborato dopo aver letto quello dell'Assessore Cucco, il quale, per la verità, ha recepito a metà strada le nostre osservazioni e quelle mosse con gli emendamenti presentati sia dal Consigliere Gallarini sia dai Consiglieri Chiezzi e Calligaro.
Per coerenza con l'impostazione che ho inteso rendere al Consiglio sono convinto vi sia violazione dello Statuto e rischio forte di incorrere in infortunio legislativo - ritengo che, in maniera più snella e meno complessa di quella contenuta nell'emendamento del Consigliere Calligaro ed altri, si tratti soltanto di aggiungere la dizione - fermo restando Assessore Cucco, il punto c) del comma terzo - "la determinazione - di cui si accenna a chiare lettere nel testo - va fatta con deliberazione di Giunta da sottoporsi ad approvazione del Consiglio regionale". Nel caso in discussione ovviamente si tratterebbe, visto il tipo di criteri previsti dalla normativa, di una deliberazione assai corposa e dettagliata. Com'è noto a tutti, sono numerose le deliberazioni di Giunta di questo tipo che calano in aula, talvolta di peso minore: non ci sarebbe, in buona sostanza alcuno stravolgimento dell'impianto della legge. Il nostro Gruppo mantiene fermo l'emendamento, che si inserisce nel gran quadro della materia finora trattata.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Dameri.



DAMERI Silvana

A noi pare che l'emendamento proposto dall'Assessore soddisfi l'esigenza che le modalità di riparto della spesa corrente abbiano il riscontro di un momento di attenzione e di impegno da parte del Consiglio attraverso la Commissione competente. Vorrei ricordare che nella stessa legge approvata una settimana fa - di cui spero i Consiglieri si ricordino gli elementi caratteristici di tali criteri sono stati largamente definiti con interventi normati dalla stessa legge. E' del tutto sensato che la Commissione consiliare, come peraltro in Regioni quali l'Emilia e la Toscana che credo non siano da meno di noi in tema di difesa della democrazia - visto che si utilizzano riferimenti roboanti - sia la sede propria in cui il Consiglio viene messo in condizione di entrare nel merito (sempre che lo voglia fare) di queste modalità e quindi, annualmente, poter ottemperare alla spesa corrente.
Consigliere Calligaro, non faccia torto alla sua intelligenza: sa benissimo che la spesa corrente nella sanità è molto più rilevante di quella di investimento, è ovvio. Abbiamo inoltre problemi di funzionalità degli interventi e di tempestività nelle scelte; da questo punto di vista mi sembra valida la formulazione proposta dalla Giunta, così come è stato giusto la scorsa volta, per quanto riguarda la spesa di investimento, il coinvolgimento del Consiglio regionale.
Ripeto: mi pare si sia sufficientemente in consonanza con quanto hanno già fatto altre Regioni, certamente non meno democratiche della nostra.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Masaracchio.



MASARACCHIO Antonino

Intervengo per dire che l'emendamento dell'Assessore Cucco non pu essere accettato, in quanto la Commissione è consultiva. Poiché tutti questi provvedimenti debbono andare in Commissione in ogni caso, averlo aggiunto nel testo di legge non significa proprio niente.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, pongo in votazione l'emendamento n. 2) presentato dai Consiglieri Maggiorotti, Calligaro, Bosio e Chiezzi.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
respinto con 13 voti favorevoli, 25 contrari e 4 astensioni.
Prima di passare alla votazione dell'emendamento integrativo presentato dalla Giunta, chiede di intervenire il Consigliere Majorino; ne ha facoltà.



MAJORINO Gaetano

Se l'emendamento della Giunta viene accolto, diventa preclusivo l'altro, tutto sommato sulla stessa linea sia pure con parole diverse di quello testè respinto. Emendamento che in via teorica, guardando le cose con realismo, potrebbe essere accolto perché ha una formulazione più secca e più snella di quella dell'emendamento a firma del Consigliere Calligaro ed altri; se viene approvato quello presentato dalla Giunta, fatalmente il mio è precluso. Lo dico "fuori dai denti".
Potremmo sentire la Commissione Regolamento.



PRESIDENTE

Mi dispiace, ma non possiamo fare diversamente. È inequivoco che dobbiamo prima passare all'emendamento della Giunta. Cambiate il Regolamento...



CALLIGARO Germano

Cambiate anche lo Statuto! Visto che lo si calpesta, tanto vale cambiarlo!



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 4) presentato dalla Giunta.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
approvato con 26 voti favorevoli, 12 contrari e 3 astensioni.
Pongo in votazione l'emendamento n. 5) presentato dal Consigliere Majorino.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
respinto con 16 voti favorevoli, 22 contrari e 2 astensioni.
Prima di passare alla votazione dell'art. 3, chiede la parola il Consigliere Marchini per dichiarazione di voto; ne ha facoltà.



MARCHINI Sergio

Il nostro Gruppo si è astenuto sugli emendamenti e si asterrà sull'articolo; è forte, infatti, la convinzione che l'articolo non meriti approvazione in termini formali né possa essere respinto in termini sostanziali, ma che debba essere un'occasione di forte riflessione da parte del Consiglio.
Non è possibile che arrivino in aula testi licenziati dalle Commissioni in senso politico e non in senso tecnico, e che dunque comportano assoluta incomprensione da parte del Consiglio della materia sulla quale si discute soprattutto in ordine ai rapporti con il sistema legislativo regionale.
Questo comporta grossolanità di approccio e perdita di tempo, al punto che la Giunta ha presentato l'emendamento - poi approvato - sul quale ci siamo astenuti, nel quale si indica il termine "modalità", mentre la legge a cui si fa riferimento non prevede modalità, ma individua dei soggetti.
Lo stesso collega Majorino, al quale tutti dobbiamo molto in termini di puntualità negli interventi, inventa la ratifica di deliberazione della Giunta da parte del Consiglio, mentre le deliberazioni sono del Consiglio regionale su proposta della Giunta. Quando il materiale arriva così grossolanamente elaborato ne consegue che non si capisce su cosa ci si debba confrontare.
L'emendamento del collega Calligaro investiva l'intero articolo - o meglio, un punto dello stesso. L'emendamento, che è diventato la vera ragione del confronto, riguarda soltanto una lettera di questo punto.
L'intervento del nostro Gruppo intende raccomandare alla Presidenza e al Consiglio nella sua memoria di considerare l'attività legislativa del Consiglio regionale un qualcosa che, dal punto di vista tecnico, deve prescindere dalla capacità di approccio politico dei Consiglieri. Non si possono produrre leggi assolutamente incomprensibili per i destinatari e che non consentono all'aula e alla politica, cioè a noi, il confronto sulle questioni politiche per quello che politicamente sono, e non per quello che politicamente le parole ci fanno pensare.



PRESIDENTE

Ringrazio il Consigliere Marchini per quanto ha detto. E' oggettiva l'esigenza di un approfondimento tecnico della normativa che viene portata in aula. E' una sottolineatura rivolta agli stessi Presidenti di Commissione.
Mi domando come vivrebbe il Consigliere Marchini se vivesse in Parlamento. Ho la sensazione che se lei vivesse in Parlamento soffrirebbe moltissimo, anche da questo punto di vista, non solo dal punto di vista della spersonalizzazione.
Si proceda alla votazione dell'art. 3 come emendato per alzata di mano ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 voti favorevoli 24 voti contrari 14 astensioni 3.
L'art. 3 è approvato.
ART. 4 6) Emendamento presentato dalla Giunta regionale: il comma primo dell'art. 4 è soppresso in conseguenza della soppressione del comma primo dell'art. 4 la numerazione dei commi secondo, terzo e quarto viene modificata in primo secondo e terzo.
La parola all'Assessore Cucco.



CUCCO Vincenzo, Assessore regionale

La norma è già prevista nella legge sulla contabilità. Si tratta di non ripetere quanto abbiamo già approvato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mollo.



MOLLO Francesco

Signor Presidente, intervengo perché nell'art. 4 non vengono richiamate considerazioni e proposte avanzate in sede di consultazione, in particolare per quanto riguarda i soggetti da coinvolgere nel sistema sanitario previsto dal DPR n. 316 del 1990.
Nel preambolo, così come all'art. 1, si chiede di tenere conto di alcuni soggetti che operano sul territorio.
Avevo preparato il seguente emendamento all'art. 4, punto 3, lettera a): dopo la parola "legislativa" aggiungere le parole "e degli ambulatori di medicina specialistica convenzionata e delle strutture e day-hospital sul territorio". Avendo riflettuto sulle richieste e sulle proposte pervenute in sede di consultazione, mi sono reso conto che il problema non riguardava solamente questa particolare specialistica, ma altre tipologie.
Sarebbe complicato elencare quanto dovrebbe essere convenzionato o tenere presenti queste esigenze nel momento in cui si passerà alle deliberazioni attuative. E' un problema di coinvolgimento, di prestazione, di diffusione e di efficienza ed efficacia del servizio.
Fatta questa riflessione, l'emendamento potrebbe anche non essere presentato in base alla risposta che darà l'Assessore relativamente alla formulazione di deliberazioni attuative che riguardano l'art. 4, comma quarto, e l'art. 25, comma secondo, punto b); ovvero, ripeto, i punti che richiamano l'attività della Giunta per quanto riguarda la formazione, la presentazione e l'approvazione di deliberazioni attuative. Se a tale proposito c'è una risposta positiva da parte dell'Assessore, mi astengo dal presentare questi emendamenti che - mi sono reso conto - non riguardano solamente una branca di intervento, ma più settori.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 6).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
approvato all'unanimità dei 35 Consiglieri presenti.
7) Emendamento presentato dai Consiglieri Maggiorotti, Calligaro Bosio e Chiezzi: il comma secondo viene riformulato come segue: "2. Le Aziende Sanitarie Regionali assicurano e concorrono ad assicurare, in piena integrazione con gli enti locali, la promozione e la tutela della salute fisica, mentale e sociale della popolazione attraverso l'erogazione delle prestazioni riconosciute come efficaci e necessarie in relazione al bisogno espresso ed inespresso dalle comunità locali e dai singoli, attivando obbligatoriamente i livelli uniformi di assistenza stabiliti dal Piano Sanitario Nazionale e dal Piano socio-sanitario regionale. Nell'ambito della programmazione regionale, il Sindaco, la Conferenza dei Sindaci o dei Presidenti delle Circoscrizioni, costituiti ed operanti secondo quanto stabilito nel successivo art. 14, contribuiscono alla definizione dei Piani programmatici, individuando gli obiettivi da perseguire al fine di corrispondere alle esigenze sanitarie della popolazione" al comma terzo modificare il punto 2) come segue: "delle attività socio-assistenziali a rilievo sanitario e le attività inerenti la tutela materno-infantile, con particolare riferimento alle iniziative destinate a persone con grave disabilità fisica e/o mentale e/o sensoriale non autosufficienti;" il comma quarto viene riformulato come segue: "4. Le Aziende Sanitarie Regionali, per assicurare i livelli assistenziali individuati dalla programmazione nazionale e regionale, in relazione alle prestazioni di assistenza sanitaria specialistica e di diagnosi strumentale e di laboratorio, a complemento dell'attività gestita direttamente, o tramite la convenzione medico specialistica ambulatoriale interna presso presidi ospedalieri a gestione diretta e presso i poliambulatori specialistici territoriali, possono stipulare convenzioni con Aziende ospedaliere in relazione alle prestazioni di assistenza sanitaria specialistica e di diagnosi di laboratorio e strumentale, secondo le indicazioni fornite dalla Giunta regionale, sentita la competente Commissione consiliare, ai sensi dell'art. 3, comma terzo".
La parola al Consigliere Maggiorotti per l'illustrazione.



MAGGIOROTTI Piergiorgio

Svolgo un intervento sui tre emendamenti interni a questo articolo anche perché in parte sono tra loro connessi. Innanzitutto, mi scuso, ma mi sono accorto adesso di alcuni errori di formulazione, nel senso che dove c'è scritto "USSL", in realtà, si intende "Aziende Sanitarie Regionali" inoltre è cancellata la parte dove stava scritto "concorrono ad assicurare", sostituita da "assicurano". Infine, al comma terzo, si intende modificare il punto 2), e non il punto b).
La riformulazione del comma secondo, in particolare, è finalizzata a rendere più evidenti determinati aspetti della salute in senso globale; ho cercato di evidenziare con maggiore dettaglio aspetti più globali di tutela della salute e ho inserito la dizione "salute fisica, mentale e sociale" che mi sembrava particolarmente opportuna. Ho infine inserito alcune espressioni maggiormente descrittive dei percorsi idonei alla definizione del bisogno di salute delle comunità locali e dei singoli. Ciò perché mi sembrava troppo sintetico quanto definito nel comma secondo dall'Assessore.
Ho inoltre sottolineato il ruolo del Sindaco e della Conferenza dei Sindaci; ribadisco che questi soggetti contribuiscono alla definizione dei Piani programmatici, individuando gli obiettivi da perseguire al fine di corrispondere alle esigenze sanitarie della popolazione.
Al comma terzo, punto 2), si parla di "attività socio-assistenziali a rilievo sanitario": ho inteso modificare tale punto della legge perché mi sembrava necessario specificare nel dettaglio. Entrare maggiormente nel merito delle questioni è caratteristica anche di emendamenti successivi laddove ci sembrava non fossero sottintesi in maniera chiara - per chi dovrà poi fare programmazione - i contenuti, almeno a nostro parere, di determinate attività. Ho quindi aggiunto le attività inerenti la tutela materno-infantile, e mi sono particolarmente soffermato sulle iniziative socio-assistenziali a rilievo sanitario riferite alle persone con gravi disabilità fisiche e/o mentali e/o sensoriali, non autosufficienti.
Chiarezza che non è mai esplicitata; e l'ambiguità di certe dizioni porta, ad esempio nel testo di modifica della legge n. 20 sull'assistenza ad assegnare ai Comuni e non alle UU.SS.SS.LL. competenze di rilievo sanitario. Ciò in contraddizione con quanto prevede la legge che abbiamo approvato nel mese di settembre.
Al comma quarto ho proposto una riformulazione che tiene conto degli elementi evidenziati in precedenza dal Consigliere Mollo, ma con qualche ulteriore specificazione. Laddove si dice "le UU.SS.SS.LL., per assicurare i livelli assistenziali individuati dalla programmazione nazionale e regionale stipulano convenzioni con le Aziende ospedaliere", propongo la dizione "possono stipulare convenzioni con le Aziende ospedaliere". Questo per sottolineare il fatto che non si può pensare che l'attività specialistica e quella diagnostica di laboratorio a livello territoriale possano essere sostenute dagli attuali presidi o Aziende ospedaliere tant'è che fino ad oggi ciò non è avvenuto ed esiste una convenzione ambulatoriale specialistica interna che non è detto venga superata.
Credo si possano anche accogliere i suggerimenti di chi sottolinea l'esigenza di potenziare e riqualificare questo tipo di attività. In questo senso, ho proposto la riformulazione del comma quarto.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cucco.



CUCCO Vincenzo, Assessore regionale

Intervengo sull'emendamento e sulla questione sollevata dal Consigliere Mollo.
I rapporti con i medici di specialità che operano sul territorio sono stati radicalmente trasformati con il DL n. 502, a prescindere dal fatto che sia giusta o meno tale modifica; rimane il fatto, però, che il DL n.
502 prevede in modo esplicito che il pagamento delle loro prestazioni avvenga - appunto - a prestazione sanitaria e non più in regime di convenzione.
Personalmente ritengo che questo tipo di attività sia non soltanto da salvaguardare, ma da potenziare soprattutto nella dimensione della nuova sanità, che prevede una funzione del distretto sicuramente più importante almeno, questo è nelle nostre intenzioni rispetto al passato. Tuttavia intervenire nella legge con questo richiamo stride con questa previsione inoltre, vi sono tantissime altre situazioni analoghe a quella dei medici specialisti.
Abbiamo quindi preferito attenerci ad una legge di principi che individui binari sui quali muoversi e poi scendere nello specifico delle questioni sollevate sulla base delle situazioni specifiche esistenti: non tutte le questioni sono paragonabili e ciascuna situazione è da normare o da regolamentare con normativa diversa. Questo proprio per evitare norme di legge rigide ed avere il massimo dell'elasticità per utilizzare al meglio le risorse esistenti e per non costringerci in una normativa che di fatto rischierebbe di essere in contrasto con quella nazionale. In tal senso intendo far rilevare che nei vari incontri con i responsabili del SUMAI si è sostanzialmente concordato sulle linee di fondo delle riforme da attuare mi sento dunque abbastanza sereno, soprattutto se i Consiglieri riterranno di accogliere tale indirizzo.
Non ritengo accoglibili le questioni presentate in altri emendamenti in parte per gli stessi motivi. La specificazione, per esempio, al punto b) del comma terzo, è anch'essa parziale, in quanto possono rientrare fra le patologie a rilievo sanitario non soltanto quelle indicate, ma anche altre.
Inoltre, relativamente alla parte residenziale, intervengono componenti assai importanti che hanno a che fare con l'assistenza, che è materia diversa. Anche in questo caso si è preferita la scelta della norma generale, che ci consente di intervenire nello specifico, laddove è necessario, con provvedimenti di settore.
Ritengo di non dover entrare nel merito di ciascuna delle indicazioni evidenziate, perché si appesantirebbe la legge. Tra l'altro non c'è neanche lo spazio necessario per approfondire le diversità di situazioni che in aula francamente è molto difficile affrontare.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Rossa che interviene in qualità di Consigliere.



ROSSA Angelo

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, ho fatto mia la riflessione del collega Maggiorotti, che mi ha portato a consultarmi con il collega Cucco; ritengo che la formulazione dell'Assessore sia, tutto sommato accettabile, anche se le proposte avanzate dal Consiglio sono molto interessanti. Una normativa di respiro generale, infatti, consentirà successivamente, magari all'atto della stipulazione delle le convenzioni di precisare meglio tutte quelle particolarità che rischieremmo ora di dimenticare. E' bene evitare di entrare nel dettaglio per non perdere di vista il carattere generale della legge, dalla quale potranno così discendere atti specifici per risolvere, ad esempio, i problemi sollevati dal collega Maggiorotti, ai quali concordo anch'io si debba dare risposta.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cucco.



CUCCO Vincenzo, Assessore regionale

Si accoglie come raccomandazione la sostanza delle considerazioni svolte soprattutto dai colleghi Mollo e Maggiorotti, che saranno tenute presenti nell'affrontare il discorso sulle specialità.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 7).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
respinto con 5 voti favorevoli, 22 contrari e 11 astensioni.
Si proceda alla votazione dell'art. 4 come emendato per alzata di mano ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 voti favorevoli 26 voti contrari 6 astensioni 8.
L'art. 4 è approvato.
ART. 5 8) Emendamento presentato dai Consiglieri Maggiorotti, Calligaro Bosio e Chiezzi: al comma primo, dopo la parola "vigente", aggiungere le parole "previa approvazione del Consiglio regionale" ed aggiungere il seguente comma: "d) per disciplinare le incompatibilità tra le attività assistenziali svolte dal personale sanitario, nell'ambito della Convenzione tra Regione ed Università, e le attività libero-professionali esterne secondo criteri che escludano qualsiasi concorrenza conflittuale con le finalità proprie al Servizio sanitario pubblico, in analogia con le incompatibilità prescritte per il personale dipendente del SSN".
La parola all'Assessore Cucco.



CUCCO Vincenzo, Assessore regionale

Vorrei sollevare un paio di problemi...



PRESIDENTE

Magari uno solo...



PRESIDENTE

CUCCO, Assessore regionale



PRESIDENTE

No, due.



PRESIDENTE

Assessore Cucco, cerchiamo di concentrare le questioni, diversamente non riusciamo a terminare oggi l'esame del testo legislativo; lo dico nell'interesse dei lavori, Assessore Cucco.



CUCCO Vincenzo, Assessore regionale

Credo di non avere mai ecceduto nei tempi.



PRESIDENTE

Lo sta facendo adesso: la mia era soltanto un'esortazione.



CUCCO Vincenzo, Assessore regionale

Mi scusi, Presidente, vorrei semplicemente porre due problemi ai presentatori degli emendamenti...



PRESIDENTE

Sì, siete tutti maestri! Io sto solo ponendo il problema che continuando con questi tempi non finiremo questa legge neanche questa sera naturalmente, faccia pure tutte le osservazioni che ritiene e che ha diritto di fare.



CUCCO Vincenzo, Assessore regionale

Chiedo scusa al Presidente e all'aula. Forse è meglio che il Consigliere Maggiorotti illustri l'emendamento e che io risponda successivamente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Maggiorotti.



MAGGIOROTTI Piergiorgio

Sull'art. 5, sostanzialmente, vi sono due tipi di emendamenti. Il primo ribadisce la competenza del Consiglio regionale nell'approvazione del protocollo d'intesa, per il quale dovremmo ripetere le stesse argomentazioni espresse dal collega Calligaro a proposito dell'art. 3.
A noi sembra che la definizione di strumenti per il coinvolgimento dell'Università nella programmazione regionale non possa non essere vista come strumento fondamentale di programmazione. Ci sembra quindi non eludibile l'esigenza che il Consiglio regionale approvi i protocolli d'intesa: dal testo invece non si capisce se tali protocolli saranno assunti in maniera articolata o se vi sarà un unico protocollo.
Evidentemente il problema è anche di tipo tecnico: si tratta di capire come la Giunta intenderà operare in questo senso; ma quanto meno per quanto concerne l'approvazione di un protocollo cui fare riferimento per definire gli obblighi reciproci tra Università e Regione rispetto all'attuazione degli obiettivi del Piano sanitario, e, in particolare, alla definizione dei criteri e del volume reciproci di prestazioni assistenziali l'individuazione di attività sanitarie finalizzate alla maggiore qualificazione dei servizi; i criteri per l'individuazione e l'organizzazione delle scuole e dei corsi di formazione e i criteri per la ripartizione degli oneri, ci sembra ineludibile e doveroso - e qui è possibile rifarsi allo Statuto citato - che il Consiglio regionale esprima non solo una sua opinione, ma entri nel merito dell'elaborazione di questo strumento.
In tal senso abbiamo proposto l'aggiunta, dopo il termine "vigente" della dizione "previa approvazione del Consiglio regionale". Riteniamo fondamentale che le forze politiche presenti in Consiglio si pronuncino su tale questione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cucco.



CUCCO Vincenzo, Assessore regionale

Signora Presidente, relativamente alla seconda parte del comma vi sono due problemi: noi non possiamo intervenire sulla normativa di incompatibilità dei docenti universitari, perché sono totalmente autonomi.
In secondo luogo, la normativa sull'incompatibilità è stata già specificata con la legge n. 412 e noi dobbiamo, semplicemente, attuarla: non ci sono criteri che tengano.
Sulla prima parte dello stesso comma, richiamo le argomentazioni mosse in precedenza, aggiungendo che il DL n. 502, nel caso specifico della convenzione con l'Università, richiama in modo puntuale che la stessa deve essere adottata all'interno della programmazione regionale: esiste quindi un vincolo di legge molto forte, che ritengo più che sufficiente per garantire il Consiglio regionale sugli indirizzi da approvare. Del resto le procedure per la sottoscrizione della convenzione sono molto specificatamente individuate nei DD.LL. n. 502 e n. 517.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Torniamo sullo stesso tema: competenze del Consiglio e competenze della Giunta. L'Assessore Cucco continua a respingere queste proposte: l'ha fatto poco fa, in forza di una legge precedente che avrebbe impedito di accoglierle. Adesso, di fronte alla semplicissima proposta di riportare al Consiglio regionale la competenza di approvare i protocolli d'intesa tra Regione ed Università, ci dice che il DL n. 502 pone dei problemi. Non penso che questo sia così cogente, non penso che il decreto dica che i Consigli regionali non possono approvare protocolli che saranno poi gestiti dalla Giunta. Non giochiamo a nascondino: le leggi nazionali parlano di solito di "Regioni", ma per "Regione", per prassi, storicamente è sempre inteso il Consiglio regionale.
Non nascondiamoci sempre dietro a qualche paravento. Si tratta di problema politico che può essere risolto da quest'aula, se lo ritiene; non è un inciampo, un impedimento di una legge nazionale. Assumetevi almeno la responsabilità di dire "su questa materia spostiamo il centro del potere fuori dal Consiglio regionale, perché riteniamo che al protocollo d'intesa con l'Università debba provvedere la Giunta". Il confronto sarebbe più chiaro e non occorrerebbero pezze d'appoggio. Oltretutto, Assessore Cucco sempre relativamente all'art. 5, la conseguenza di questo vostro intendimento per quanto riguarda il comma terzo, qual è? Il comma terzo è infatti assai generico: "Commissione formata da rappresentanti della Regione e dell'Università designati dai rispettivi organi decisionali". Ma gli organi decisionali della Regione sono Giunta e Consiglio, ne abbiamo due: nella legge non definite l'organo decisionale che nominerà i rappresentanti della Regione. Si tratta dunque di un'imperfezione.
La vostra interpretazione - perché ci vorrà un'interpretazione se non provvederete ad una definizione - quale sarà? I rappresentanti verranno nominati dal Consiglio, così come tutti i rappresentanti di una pletora di organismi, o è nascosta la dizione "nominati dalla Giunta regionale"? Mi sembrerebbe più chiaro ed esplicito consegnare al Consiglio regionale la competenza principe sui criteri stipulati nei protocolli d'intesa con l'Università e di nominare come Consiglio regionale, così come facciamo nell'Associazione dei sinologhi, i propri rappresentanti in tale organismo: successivamente la Giunta deciderà.
Chiederei però chiarezza politica sul primo aspetto, senza il paravento del DL n. 502, e chiarezza legislativa sul comma terzo, laddove si lascia interpretazione discrezionale da parte della Giunta.



PRESIDENTE

Collega Calligaro, cosa deve ancora dire?



CALLIGARO Germano

Ritiriamo la seconda parte dell'emendamento poiché le norme sull'incompatibilità sono definite a livello nazionale.
Sul comma primo è invece il caso di dire che il DL n. 502 assegna i compiti sopraddetti alle Regioni e che i protocolli d'intesa devono stare nel quadro della programmazione sanitaria. Peccato che la nostra si sia fermata al 1992: gli anni 1993 e 1994 mancano di programmazione.
Si torna ad una questione squisitamente politica: quali siano le competenze e le prerogative del Consiglio regionale in materia di sanità.
Noi continuiamo a sostenere che sono il Piano, la spesa corrente, quella in conto capitale ed anche i rapporti con l'Università, proprio per la loro delicatezza. Non basta un Piano generale entro il quale si stabiliscono i protocolli d'intesa con l'Università, soprattutto se tale programmazione non è operante. Quanto sia stato pregnante il Piano 1990/1992 lo sanno tutti in quest'aula... Si torna ad una questione delicatissima: al Consiglio regionale non rimane alcuna competenza.
Vedo che il Vicepresidente del Consiglio non è d'accordo; in un bilancio finale valuteremo le prerogative rimaste al Consiglio regionale: vi accorgerete di poterlo tranquillamente sciogliere poiché in una materia così importante come la sanità non avrà più alcuna competenza e funzione.



PRESIDENTE

Consigliere Calligaro, del suo emendamento rimane mantenuta la parte seguente: al comma primo, dopo la parola "vigente", aggiungere le parole "previa approvazione del Consiglio regionale".
Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
respinto con 15 voti favorevoli e 25 contrari.
Prima di porre in votazione l'art. 5, interviene la Consigliera Vetrino per dichiarazione di voto.



VETRINO Bianca

Vorrei fare un'osservazione relativamente al comma terzo, nel quale si prevede la costituzione di una Commissione formata da rappresentanti della Regione e dell'Università designati dai rispettivi organi decisionali: a parte l'equivoco che prima si dice "Regione" e poi si dice "designati dai rispettivi organi decisionali", faccio mie le osservazioni del collega Chiezzi. Inoltre, sembra arbitrario e disinvolto essere noi a stabilire come l'Università designa i propri rappresentanti.
La mia proposta per eliminare l'equivoco e per riconoscere all'Università propria autonomia sarebbe togliere la dizione "designati dai rispettivi organi decisionali".
Mi spiace: essendomi sfuggita questa cosa non ho presentato alcun emendamento.



PRESIDENTE

Sottoponiamo alla Giunta l'osservazione della collega Vetrino.



CUCCO Vincenzo, Assessore regionale

Se volete, si può ulteriormente specificare che la cosa si riferisce soltanto alla Giunta regionale. Personalmente, ritengo che l'indicazione fosse sufficientemente garantista per l'Università, ma se volete si cancella completamente il rinvio all'Università e si individua la Giunta regionale come organo che designa i rappresentanti.



PRESIDENTE

L'emendamento viene presentato dalla Giunta?



CUCCO Vincenzo, Assessore regionale

Possiamo formularlo così: "La Commissione è formata da rappresentanti dell'Università e della Regione che designa i propri secondo la normativa regionale vigente in materia di nomine".



VETRINO Bianca

Perfetto.



PRESIDENTE

Pertanto il testo dell'emendamento formulato dall'Assessore Cucco è il seguente: 9) il comma terzo è così sostituito: "3. La Commissione è formata da rappresentanti dell'Università e della Regione che designa i propri secondo la normativa regionale vigente in materia di nomine".
Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
approvato con 29 voti favorevoli e 5 astensioni.
Si proceda alla votazione dell'art. 5 come emendato per alzata di mano ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 voti favorevoli 28 voti contrari 6 astensioni 5.
L'art. 5 è approvato.
Chiede la parola l'Assessore Cucco per un'informazione al Consiglio regionale.



CUCCO Vincenzo, Assessore regionale

Stiamo distribuendo ai Presidenti dei Gruppi copia delle valutazioni che le società di consulenza hanno definito relativamente ai profili individuali per i Direttori generali; il documento è contenuto in buste chiuse: lascio alla valutazione dei Presidenti come utilizzarlo.



PRESIDENTE

La riunione della I Commissione, già convocata per domani alle ore 14,30, è rinviata a giovedì 12/1/1995.
I lavori riprenderanno oggi pomeriggio.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13,30)



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