Sei qui: Home > Leggi e banche dati > Resoconti consiliari > Archivio



Dettaglio seduta n.323 del 20/12/94 - Legislatura n. V - Sedute dal 6 maggio 1990 al 22 aprile 1995

Scarica PDF completo

Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO


Argomento: Tossicodipendenza

Interpellanza n. 2389 dei Consiglieri Maggiorotti, Calligaro, Chiezzi e Bosio inerente l'organico personale SERT della USSL n. 10 di Torino. Necessità di garantire la copertura piena degli attuali quindici posti previsti


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Interrogazioni e interpellanze" esaminiamo l'interpellanza n. 2389 presentata dai Consiglieri Maggiorotti Calligaro, Chiezzi e Bosio.
La parola al Consigliere Maggiorotti per l'illustrazione.



MAGGIOROTTI Piergiorgio

E' un'interpellanza che raccoglie la sollecitazione di forze sociali della decima circoscrizione di Torino, in relazione a vicende di ridottissime prestazioni professionali garantite dal SERT della USSL n. 10 laddove erano previste quindici unità di personale. Nel luglio di quest'anno risultavano presenti in servizio non più di cinque operatori, a fronte del fatto che il SERT di Mirafiori Sud è un servizio che opera in un quartiere dove i problemi sociali e i rischi di emarginazione sociale sono come noto, estremamente rilevanti.
In particolare il SERT della USSL n. 10, ad oggi, risulta essere dotato di una sola figura professionale medica, di una sola figura professionale di educatore e di assistente sociale e di due operatori infermieristici.
Il problema mi pare quindi, anche a seguito di una consultazione in sede di circoscrizione, quello di capire quale fossero i motivi per cui la USSL n. 10 non avesse attivato i concorsi pur essendo legittimata a fare questo trattandosi di finanziamenti vincolati e quindi essendo dotata della necessaria autorizzazione regionale per le assunzioni. In realtà anche questo non era ben chiaro, perché si operava in una situazione in cui non era assolutamente certo che ciò potesse avvenire a fronte del fatto che la deliberazione regionale, che doveva autorizzare l'assunzione di circa duemila operatori in tutta la Regione, era stata sospesa e comunque modificata dal Commissario di Governo, per cui sembrava fossero assumibili solo duecento figure professionali in tutta la Regione. Anche questo si riversava sulla situazione del SERT della USSL Torino 10, ma non era chiaro. Così come continua a non essere chiaro ad oggi quale sia la situazione della possibilità di copertura di piante organiche. Ad oggi ovviamente il problema non si pone più, visto che queste UU.SS.SS.LL. sono in chiusura: nell'elenco del personale dei SERT, che è stato inviato alle UU.SS.SS.LL. dalla Regione Piemonte, risulta che sono in organico, ad oggi sei figure professionali nel SERT della USSL n. 10. Pertanto non risulta assolutamente risolto il problema come invece ci era stato assicurato da funzionari regionali in sede di discussione presso il Consiglio circoscrizionale. Quindi mi aspetto di conoscere meglio la situazione nota all'Assessorato.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Bonino.



BONINO Guido, Assessore regionale

L'organico del Servizio Tossicodipendenze della USSL n. 10 di Torino così come ridefinito con deliberazione del Consiglio regionale n. 338-2900 del 3/3/1992, risulta composto da sedici posti; di detti posti ne risultano attualmente coperti sei.
Le difficoltà della struttura organizzativa a fare fronte alle esigenze dell'utenza, ed in prospettiva alla domanda potenziale, trovano fondamento nell'esiguo numero di operatori in servizio in rapporto alla pianta organica assegnata.
Peraltro occorre sottolineare che le norme circa le limitazioni alle assunzioni di personale succedutesi negli ultimi anni, non hanno mai trovato applicazione nei confronti dei posti di organico assegnati alle unità operative per la lotta contro le tossicodipendenze che, proprio in quanto non assoggettati al regime vincolistico statale ed alle relative preventive autorizzazioni regionali, potevano essere coperti dalle singole USSL con l'osservanza delle norme previste per le singole fattispecie assuntive.
Quanto sopra è stato più volte segnalato alla USSL n. 10, con l'invito ad espletare i concorsi per tutti i posti autorizzati.
L'indirizzo estensivo circa la copertura dei posti in questione è stato confermato anche per l'anno in corso dall'Amministrazione regionale con deliberazione n. 224-35167 del 23/5/1994 e successiva nota circolare prot n. 6155/53/791 del 13/7/1994.
Si informa peraltro che la USSL ha recentemente indetto avvisi di mobilità interregionale ed endoregionale, riguardanti posti di Medico Psicologo, Assistente sociale e personale infermieristico ed amministrativo, per complessivi sette posti la cui eventuale copertura, a conclusione di dette procedure, consentirebbe al Servizio di funzionare con un numero di dipendenti quasi corrispondente alla dotazione organica assegnata.
Con raccomandata del 16/8/1994 prot, n. 2879/49 è stato comunque comunicato alla USSL n. 10 che i fondi vincolati agli stipendi degli operatori e non utilizzati dovranno essere restituiti.
Da ultimo si evidenzia che, in attuazione di quanto disposto dalla legge n. 537/93, l'Amministrazione regionale ha in corso di predisposizione le metodologie applicative per la verifica dei carichi di lavoro dei singoli servizi finalizzati al corretto dimensionamento degli organici in relazione all'analisi quali-quantitativa dell'attività svolta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Calligaro.



CALLIGARO Germano

Signora Presidente, noi siamo profondamente insoddisfatti della risposta burocratica dell'Assessore Bonino.
Signora Presidente, vorrei che prestasse un minimo di attenzione perché si tratta di un fatto di inaudita gravità.
Vi fu nel marzo 1992 una deliberazione di Consiglio che aumentò gli organici dei Servizi per le tossicodipendenze di 491 unità, due anni e mezzo fa! Alla USSL n. 10 l'organico è di sedici posti, ma gli operatori che lavorano sono solo sei! Questo succede a Mirafiori Sud, con tutti i problemi sociali che tale quartiere ha! Siamo in presenza di una deliberazione che aumenta gli organici di tutti i SERT del Piemonte di 491 unità: regolare deliberazione, relative risorse, finanziamenti giunti all'USSL n. 10, accreditati all'USSL n. 10 tra l'altro i SERT non sono mai stati sfiorati dal blocco delle assunzioni neppure dal blocco parziale.
A due anni e mezzo di distanza, vi operano solo sei operatori, i dieci posti che mancano per coprire l'organico non sono stati coperti e si parla di mobilità! Inoltre si dice che a giorni sette operatori pioverebbero dal cielo, improvvisamente. E' un fatto questo di inaudita gravità; si tratta di risorse disponibili trasferite all'USSL e non utilizzate, ma non è solo il caso della USSL n. 1O, ma di tante altre UU.SS.SS.LL.; a questo punto è il caso di domandarci che cosa ci stanno a fare gli Assessori se non controllano questa situazione. Siamo di fronte ad una deliberazione resa operante due anni e mezzo fa e che a tutt'oggi non ha assolutamente operato in alcune UU.SS.SS.LL.; una di queste è Mirafiori Sud, con tutti i problemi sociali che esistono in quel quartiere. Spesso accade di dover affrontare defatiganti iter per deliberare, per trovare le risorse, per trasferire le risorse, in questo caso, invece, si tratta di soldi già trasferiti trasferiti a vuoto. L'organico di Mirafiori Sud ha sei operatori su sedici e questo a due anni e mezzo dalla deliberazione. Questo è un fatto di inaudita gravità.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Interpellanza n. 2376 dei Consiglieri Maggiorotti e Chiezzi inerente la Comunità alloggio disabili USSL n. 70. Sollecito informazioni circa ipotesi peggiorative della modalità di gestione


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interpellanza n. 2376 presentata dai Consiglieri Maggiorotti e Chiezzi.
La parola al Consigliere Maggiorotti per l'illustrazione.



MAGGIOROTTI Piergiorgio

Si tratta di un'interpellanza che risale al 6 luglio in cui si chiedevano i motivi per cui agli operatori della Comunità alloggio di Via Galimberti fosse stata imposta una scelta di trasferimento da locali già di proprietà dell'Amministrazione provinciale presso altri locali gestiti dall'AIAS di Alessandria. Trasferimento, quindi, delle attività presso questi locali, negando il rapporto di tipo terapeutico che si era determinato tra i lavoratori dipendenti e gli ospiti della Comunità.
Si tratta di una Comunità alloggio per disabili gravi fisici e psicofisici sita al centro di Alessandria; ad oggi tuttavia non sono in grado di dire se anche questa sia una situazione disastrata post alluvionale.
Quella situazione in allora garantiva un proficuo rapporto tra questi disabili e la Comunità; il trasferimento fuori Alessandria, in questa cascina ristrutturata e gestita dall'AIAS, sarebbe stato vissuto dai disabili con la caratteristica e la sensazione della deportazione fuori dal loro ambito sociale.
Era questa la motivazione per cui si chiedevano risposte e chiarimenti.
Inoltre chiedevamo anche se fosse vero che il Presidente dell'AIAS di Alessandria fosse in realtà un dipendente di ente pubblico e, se questo corrispondeva a verità, se non sussistesse motivo di illegittimità nella scelta assunta dall'amministratore della USSL n. 70.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Rossa.



ROSSA Angelo, Assessore regionale

Tra i centri maggiormente colpiti dall'alluvione del 6 novembre scorso rientra, purtroppo, il Centro di Via Galimberti. Forse è il caso di ripensare ad un'adeguata sistemazione di questo Centro.
Ringrazio gli interpellanti e la Presidenza per avere inserito all'o.d.g. questo problema. Quello che è accaduto dopo il 6 novembre non ci esime dal rispondere ai quesiti che sono stati posti ed illustrati dal collega Maggiorotti circa le modifiche che egli dice peggiorative della Comunità alloggio: l'aumento della retta individuale, l'obbligatorietà per gli ospiti di trascorrere il week-end a casa, il trasferimento della gestione USSL all'AIAS di Alessandria, possibilità del trasferimento in altra sede della Comunità alloggio.
Ho cercato di reperire alcuni dati; questa ricerca l'avevo già fatta prima del 6 novembre, quindi ero già pronto a rispondere prima, poi da una settimana all'altra siamo arrivati ad oggi.
Rispondo al primo quesito sul motivo della scelta dell'amministrazione della USSL di modificare le modalità di gestione, da diretta a indiretta dell'AIAS: aumento della retta, modifica degli orari, ipotesi di trasferimento fuori città. Si precisa che non sono state effettuate modifiche gestionali della micro-comunità e che non è stata stipulata alcuna convenzione con soggetti privati, AIAS o altri. Questo è quanto risulta allo stato attuale.
Circa l'aumento della retta, informo che la stessa è stata elevata da L. 600.000 a L. 800.000 mensili quale contributo individuale per le spese alberghiere, da riparametrare su ogni ospite (deliberazione n. 1300 del 7/6/1994), mentre nessuna innovazione o modifica è intervenuta in materia di orari.
Sull'ipotesi del trasferimento della Comunità fuori città, preme sottolineare che trattasi soltanto di ipotesi che, in quanto tali, prima di un'eventuale realizzazione, deve essere valutata sotto vari aspetti e considerata per vari motivi: aumento del numero degli ospiti (da 7 a 12/14), razionalizzazione dei costi (il costo annuo di massima attuale è per n. 7 ospiti residenziali e n. 4 diurni ammonta a circa 400.000.000) grave carenza di personale.
Si consideri, inoltre, che al momento nessuna struttura privata si è dichiarata disponibile ad un rapporto di collaborazione e che si stanno pertanto cercando, in un quadro che tuteli anche altre esigenze del Servizio socio-assistenziale, le modalità per potenziare il Servizio stesso, Centro Diurno compreso.
Per quanto attiene al secondo quesito, concernente i motivi della scelta dell'AIAS di Alessandria, quale associazione destinataria della gestione in forma indiretta, come in precedenza precisato, si ribadisce che non è in corso alcun rapporto di convenzione per la gestione della micro comunità in argomento, né con l'AIAS né con altri privati.
Si precisa, inoltre, per rispondere al terzo quesito, che il Presidente dell'AIAS è il dottor Giuseppe Galliani che non risulta essere pubblico dipendente, bensì libero professionista.
In merito a quanto richiesto al punto 4) dell'interpellanza ("di chi sia la proprietà della cascina ristrutturata in cui si ipotizza di trasferire la Comunità e se la USSL n. 70 ha dovuto sostenere spese per la ristrutturazione"), richiamando le considerazioni già espresse sull'ipotesi di trasferimento della Comunità fuori città, si precisa che non esistono cascine oggetto di attenzione da parte di questa USSL per le finalità di cui trattasi.
Si ritiene, altresì, che stante l'esposta situazione, in risposta al punto 5) dell'interpellanza in oggetto valgano le considerazioni formulate in relazione al primo quesito.
Colgo l'occasione per ringraziare tutti gli operatori e quindi anche quelli dell'AIAS, che con grande impegno e con grande abnegazione hanno concorso, e stanno concorrendo, a rendere meno pesante la situazione di tanti ragazzi, di molti giovani e delle loro famiglie che purtroppo abbiamo dovuto trasferire in altri centri.
Non escludo che, di fronte al disastro che c'è stato, si debba ripensare all'ubicazione, alla sistemazione per dare una risposta che sia la più adeguata possibile.
Ai colleghi e al collega Maggiorotti in particolare, rispondo che saremo vicini al travaglio che stanno attraversando anche i nostri centri e in modo particolare la Comunità alloggio, dove sono ospiti questi ragazzi.
Vorrei appunto che assumessimo la questione come una questione che ci sta particolarmente a cuore per dare risposte le più adeguate, le più soddisfacenti possibile.
Proprio qualche giorno dopo il disastro alluvionale ho fatto visita sul posto - è stata davvero una tragedia - ed ho notato che le associazioni e le varie componenti di questo settore hanno apportato il loro contributo con grande slancio.
Tenuto conto anche delle cose che sono state oggetto dell'interpellanza, credo che si debba seguire passo a passo una sistemazione che faccia rientrare il tutto nella normalità e secondo un percorso di comune impegno per tutti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Maggiorotti.



MAGGIOROTTI Piergiorgio

Sulla risposta dell'Assessore Rossa, che ringrazio, avrei alcune osservazioni da fare. Innanzitutto non vorrei che la situazione di disastro determinasse scelte non condivisibili a fronte del fatto che il bisogno comunque è aumentato. Una serie di persone con gravi disabilità si è trovata in gravissimo disagio e ha chiesto, e chiede tuttora, all'ente pubblico risposte di tipo abitativo. Ovvero che a fronte di un aumento della domanda di residenzialità si rispondesse in maniera tradizionale che poi è quella del ricovero in situazioni di tipo istituzionale, leggasi istituti o situazioni rapportabili a queste.
Ci vuole un grosso sforzo, da parte di questa amministrazione, per reperire i necessari finanziamenti per consentire di riportare nel loro tessuto sociale le persone, anche con gravi disabilità, che erano ospiti di questa comunità. Occorre un notevole sforzo dell'amministrazione per far sì che i disabili, che vivevano a casa loro, possano rientrare nelle loro abitazioni. E' noto che quattro persone con lesioni midollari, quattro tetraplegici e due paraplegici della zona della provincia di Alessandria hanno subìto gravi danni alla loro abitazione e la distruzione del montascale elevatore. Tali persone ad oggi hanno semplicemente avuto una risposta burocratica, ma non sostanziale. Per sostanziale intendo dire finanziamenti che consentono da subito la riparazione e, come in questo caso, l'acquisto di un nuovo elevatore o di un mezzo di trasporto che consenta loro di recarsi sul posto di lavoro. Il problema non si pu rinviare perché per alcuni di questi il lavoro era presso ditte private che non hanno concesso il congedo straordinario, ma una sospensione. Si tratta di un problema non solo di soppravvivenza, ma di ricostituire il diritto alla qualità della vita.
In questo senso sottolineo all'Assessore la necessità di avere risposte più dettagliate, relazioni riguardanti i singoli interventi, anche capillari, che l'amministrazione ha inteso assumere su questa vicenda.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Rossa.



ROSSA Angelo, Assessore regionale

Volevo solo dare al collega Maggiorotti assicurazione del massimo impegno sulla questione da lui sollevata.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Comunico al Consiglio che programmerei i nostri lavori nel modo seguente.
Potremmo continuare il Consiglio fino alle ore 13,45; alle ore 14, così come vi ho comunicato da tempo, vi sarà un incontro con la Commissione CEE in favore delle famiglie alluvionate, cui parteciperanno parecchi Sindaci.
Tutti i Capigruppo sono invitati ad essere presenti. Tale iniziativa durerà un'ora circa: potremo dunque riprendere i lavori del Consiglio verso le ore 15.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 4) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Cavallera, Dameri e Nerviani.


Argomento:

b) Apposizione visto Commissario del Governo


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge vistati dal Commissario del Governo sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

c) Dimissioni del Consigliere Bodrero dal Gruppo Lega Nord Piemont e adesione al Gruppo Misto


PRESIDENTE

Comunico inoltre al Consiglio regionale di aver ricevuto, dal Consigliere Antonio Bodrero detto "Barba Toni", la seguente lettera: "Il sottoscritto Antonio Bodrero, Consigliere regionale appartenente al Gruppo Lega Nord Piemont, per il seguente motivo, per non deludere i suoi elettori che lo conoscono dagli anni '50 come autonomista antimarxista ritiene suo dovere assoluto lasciare il Gruppo consiliare Lega Nord e pertanto aderirà al Gruppo Misto, assumendo provvisoriamente la denominazione 'Nord Federalista anti-marxista'".


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Esame proposta di deliberazione n. 1064: "Decadenza della signora Margherita Gissara dalla carica di Consigliere regionale della Regione Piemonte per ineleggibilità sopravvenuta e provvedimenti conseguenti ai sensi dell'art. 16, legge n. 108/68 e art. 16 del Regolamento interno del Consiglio regionale e relativa surrogazione"


PRESIDENTE

Passiamo al punto 5) all'o.d.g. che prevede l'esame della proposta di deliberazione n. 1064.
I colleghi ricorderanno che alla Consigliera Margherita Gissara è stata presentata una contestazione per causa di ineleggibilità sopravvenuta, a seguito dell'instaurarsi di condizioni di "litis-pendenza" conseguente alla costituzione di parte civile della Regione Piemonte in un procedimento penale riguardante detta Consigliera.
Con deliberazione del 4/10/1994, ai sensi del terzo comma dell'art. 7 della legge n. 154/81 e del quarto comma dell'art. 16 del Regolamento interno, il Consiglio ha contestato alla Consigliera Gissara l'incompatibilità sopravvenuta.
La deliberazione è stata trasmessa alla Consigliera, dando informazione che il quarto comma dell'art. 7 della legge n. 154 e il quinto comma dell'art. 16 del Regolamento interno assegnavano un termine di 10 giorni per formulare osservazioni o eliminare le cause di ineleggibilità.
Dato atto che allo scadere del termine non sono state formulate, da parte della Consigliera Gissara, osservazioni né eliminata la causa di ineleggibilità sopravvenuta, con deliberazione n. 920 del 29/11/1994 il Consiglio regionale ha preso atto di quanto sopra e ha ritenuto sussistente la causa di ineleggibilità sopravvenuta ed ha invitato la Consigliera Gissara a rimuoverla ai sensi del quinto comma dell'art. 7 della legge n.
154/81 e del sesto comma dell'art. 16 del Regolamento interno.
La deliberazione summenzionata è stata trasmessa alla Consigliera Gissara, che ha avuto a disposizione 10 giorni per rimuovere la causa di ineleggibilità.
Poiché non vi ha provveduto entro il termine predetto, si è riunita la Giunta delle Elezioni, il cui Presidente - se lo ritiene potrà relazionare ha proposto, a norma di Regolamento, di procedere alla dichiarazione di decadenza della Consigliere Margherita Gissara.
Il Consigliere Majorino ha facoltà di intervenire come Presidente della Giunta delle Elezioni.



MAJORINO Gaetano

Intervengo anche se non sarebbe necessario, viste le precisazioni della Presidente del Consiglio.
Con deliberazione del 29 novembre scorso il Consiglio si è già pronunciato per l'ineleggibilità, ma è stato fissato un termine unicamente per consentire alla Consigliera Gissara, ove lo credesse, di rimuovere il motivo di ineleggibilità - cui non ha provveduto.
Oggi, così come si è definito questa mattina in sede di Giunta delle Elezioni, il Consiglio non ha che da prendere atto della già dichiarata ineleggibilità e di provvedere quindi, come atto dovuto, alla conseguente declaratoria di decadenza.
Contestualmente, come prevede il Regolamento, vista la decadenza declaranda attraverso il voto segreto, il Consiglio non potrà che procedere alla surrogazione, ed al riguardo la Giunta delle Elezioni ha proposto che in base alle risultanze avute dalla lista dei Pensionati nel maggio/giugno 1990, le succeda la signora Lannes, in riferimento alla quale si chiede la surrogazione, non senza far presente al Consiglio, unicamente per chiarezza, che la signora Lannes ad oggi surroga temporaneamente la signora Gissara. In questa maniera, se il Consiglio dichiarerà la decadenza, sarà una surrogazione definitiva, cui si provvederà successivamente.



PRESIDENTE

Si distribuiscano le schede per la votazione a scrutinio segreto.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 47 voti favorevoli 43 voto contrario 1 schede bianche 3.
Pertanto possiamo dichiarare la decadenza della Consigliera Margherita Gissara.
Sentita la relazione del Presidente della Giunta delle Elezioni, pongo in votazione per alzata di mano la proposta che il Consiglio regionale prenda atto che alla Consigliera Margherita Gissara subentra, ai sensi dell'art. 16 della legge n. 108/68, la signora Elisa Mattia Lannes, prima esclusa nella lista dei Pensionati nella Circoscrizione di Torino.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Il Consiglio approva con 34 voti favorevoli ed 1 astensione.
La signora Elisa Mattia Lannes subentra, in maniera definitiva, nel Consiglio regionale.
Rilevo che la signora Lannes in questo momento è già componente del Consiglio regionale poiché, in applicazione dell'art. 16 bis della legge n.
108/68, così come inserito dall'art. 3 della legge 12/1/1994 n. 30, è stata proclamata Consigliera regionale in data 2/2/1994 in temporanea sostituzione della Consigliera Margherita Gissara, sospesa con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri il 4/3/1993, ai sensi dell'art. 15 comma 4 bis, della legge 19/3/1990, n. 55 e successive modifiche.
Ringrazio l'avvocato Majorino e la Giunta delle Elezioni e, a nome del Consiglio, porgo gli auguri di buon lavoro alla Consigliera Lannes.


Argomento: Esercizi provvisori

Esame progetto di legge n. 559: "Autorizzazione all'esercizio provvisorio per l'anno finanziario 1995"


PRESIDENTE

Passiamo al punto 6) all'o.d.g. che prevede l'esame del progetto di legge n. 559.
La parola al relatore, Consigliere Monticelli.



MONTICELLI Antonio, relatore

Data la natura del provvedimento, si tratta evidentemente di una relazione molto sintetica e a carattere tecnico. Tra l'altro, mi scuso con lei, Presidente, e con i colleghi Consiglieri perché c'è stato un ritardo nella predisposizione del testo scritto; so che adesso è disponibile, ma probabilmente pochi Consiglieri hanno avuto modo di disporne in precedenza e di leggerlo, per cui, anche se molto brevemente, presenterò una relazione orale, in qualche modo a braccio.
E' evidente che sarebbe stato interesse del Consiglio poter votare in questa occasione un vero e proprio bilancio di previsione per l'esercizio finanziario 1995, come era certamente negli auspici di tutti i Consiglieri e credo anche della Giunta. Ciò non è stato possibile per alcune ragioni che credo sia corretto richiamare brevemente.
Innanzitutto per le incertezze legate alla definizione della legge finanziaria che, come tutti sapete, è in fase finale di votazione al Parlamento, perché dalla legge finanziaria discendeva la quantificazione esatta dei trasferimenti del fondo per le Regioni.
Sempre in questo quadro di ritardi e di incertezze nella definizione dei fondi a disposizione della Regione, rientra in particolare il discorso che si riferisce al fondo per la spesa sanitaria, che è tuttora indeterminato nella sua esatta dimensione non soltanto per quel che riguarda i fondi per il 1995, ma anche (persino) per quel che riguarda la definizione di chiusura dei fondi dell'anno in corso. Quindi questo è un altro punto di incertezza.
Il terzo elemento, che credo tutti noi possiamo facilmente valutare sono le nuove situazioni di incertezza legate all'evento alluvionale che ha colpito il Piemonte ai primi di novembre; questo, evidentemente, ha costretto la Giunta, la Regione, a riconsiderare possibili interventi possibili investimenti con fondi anche propri, non soltanto legati all'uso dei fondi derivanti dagli interventi nazionali del Governo, e quindi ha costretto a soprassedere alla definizione del disegno di legge per il bilancio 1995.
Da questi motivi che ho richiamato in sintesi discende la scelta, e io direi la necessità, l'obbligo, di procedere con l'autorizzazione all'esercizio provvisorio. Il disegno di legge che ha presentato la Giunta limita questa autorizzazione a tre mesi, indicando come scadenza massima per l'esercizio provvisorio il 31/3/1995, quindi entro quella data dovrà essere votato, approvato ed entrare in vigore il disegno di legge per il bilancio 1995.
Come già avvenuto in altre occasioni, l'autorizzazione all'esercizio provvisorio include alcune limitazioni nella spesa della Regione: è la classica e consueta limitazione della spesa in dodicesimi per quasi tutti i capitoli del bilancio.
Nel disegno di legge di autorizzazione all'esercizio provvisorio si fa esplicitamente eccezione per quelle spese che riguardano il ripristino di danni legati all'alluvione, quindi per questo tipo di spese non è previsto il limite di spesa dei dodicesimi.
Infine, volevo informare il Consiglio che la Giunta regionale intervenuta in I Commissione attraverso l'Assessore Ferraris in occasione della discussione di questo disegno di legge, ha annunciato che è sua intenzione e determinazione approvare quanto prima il disegno di legge per il bilancio 1995 e trasmetterlo al Consiglio in modo da consentire che, fin dai primi giorni di gennaio (dopo le feste), il Consiglio e la Commissione possano incominciare ad esaminare il vero e proprio bilancio per il 1995.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Il Gruppo Rifondazione Comunista ritiene di non consentire alcuna autorizzazione all'esercizio provvisorio per i seguenti motivi.
La relazione del Consigliere Monticelli, anche se breve, ha messo in luce i punti fondamentali che hanno indotto la Giunta regionale a proporre questo provvedimento. Cerco di spiegare per quale motivo non concordiamo.
Innanzitutto non concordiamo sull'inquadramento del provvedimento entro la cornice di provvedimento puramente tecnico; riteniamo, viceversa, che alla base di questo provvedimento vi siano importanti determinazioni e responsabilità politiche sia di carattere centrale (Governo nazionale) sia di carattere locale (Governo regionale).
Pensiamo che le responsabilità centrali nella mancata definizione della legge finanziaria esistano e quindi costituiscano un limite, che per poteva essere, da parte dell'Amministrazione regionale, gestito in modo diverso da come si propone di fare adesso, con un'autorizzazione all'esercizio provvisorio passata nell'ordinaria bassa amministrazione del dibattito in quest'aula.
Dico questo perché non si tratta del primo esercizio provvisorio e perché, nell'ambito di questa nostra legislatura, uno dei fallimenti più macroscopici nel modo d'essere della Regione Piemonte, un fallimento nell'esercizio del suo ruolo principale, che è quello di programmare gli investimenti e di fare un bilancio preventivo con dibattito e contenuti politici che stanno alla base della sua ragion d'essere, è stato il modo di operare in questi quattro anni da parte delle Giunte di tutte le composizioni politiche.
Questo fallimento è ancora più evidente se rapportiamo le presunte necessità derivanti dalle alluvioni ai comportamenti concreti dell'Amministrazione. Ad un mese e mezzo dall'alluvione, prendete a pretesto l'evento calamitoso come un elemento che impedisce di programmare per tempo il bilancio regionale. In pratica, vi lamentate con il Governo nazionale - e noi vi abbiamo sostenuto in questo - del fatto che, di fronte all'alluvione, ha tardato nell'impiego di mezzi, nella determinazione di finanziamenti, forme, modi, criteri per la quantificazione dei danni e via dicendo, e avete giustamente sollecitato il Governo ad essere rapido nell'individuazione di una politica per riparare i danni dell'alluvione ed uscire dall'emergenza. Contemporaneamente, però, non avete fatto proprio quello che chiedevate facesse il Governo.
In questo mese e mezzo, voi, così legati al territorio e con tutte le richieste giuste che avete fatto al Governo, vi presentate però in Consiglio nello stesso modo (non voglio dire ancora peggio), con le stesse carenze di analisi della realtà, di programmazione dei vostri interventi e quindi di gestione dell'ambito di potere che avete, presentandovi in modo del tutto impreparato.
Ritengo che questo atteggiamento non sia condivisibile così come non è condivisibile - come dicevo all'inizio - questo modo di porgere l'autorizzazione all'esercizio provvisorio con un profilo piatto.
La Regione Piemonte era in grado di proporre un provvedimento che contenesse delle linee già progettate, che il Consiglio poteva valutare ed iniziare a prendere in considerazione, specialmente per quanto riguarda l'alluvione.
Stupisco che con un'alluvione del genere e con questi danni, invece di venire in aula con un progetto ed un prospetto di bilancio riguardante i danni alluvionali, voi lo rimandiate al prossimo anno. E il prossimo anno cosa succederà? Bisognerebbe che qualche collega volenteroso - non sarò tra questi facesse un pro-memoria dei dibattiti avuti in questa legislatura sui bilanci (preventivi, di assestamento e consuntivi): ci sarebbe da piangere non da ridere.
Se analizzassimo e sintetizzassimo gli interventi svolti da tutti noi anche solo in occasione di questi tre momenti fondamentali del Consiglio ne uscirebbe la radiografia della nostra incapacità, in questi cinque anni di far fronte al compito fondamentale. Se non ricordo male - comunque questa mia affermazione può essere soggetta ad una certa forzatura polemica, ma non è più che una leggera forzatura - questo Consiglio non ha mai discusso seriamente un bilancio preventivo, perché è mancata una Giunta che, in occasione del bilancio preventivo, si presentasse forte di una politica, forte delle scelte conseguenti in termini di bilancio, lo discutesse in Consiglio e che il Consiglio si dividesse, maggioranza ed opposizione, in un bel dibattito sul futuro del Piemonte. Questo non è successo nei bilanci preventivi, non è successo negli assestamenti.
Negli assestamenti il più delle volte si è detto che erano semplici assestamenti, contraddicendo quanto venne detto dalle Giunte pro tempore in sede di bilancio preventivo, e cioè: "Questo è un bilancio preventivo tecnico, faremo nell'assestamento le scelte politiche"; poi discutevamo il bilancio di assestamento e si diceva: "Questo è solo un assestamento arriverà il bilancio preventivo del prossimo anno, lì ci saranno le scelte politiche", e così via, di anno in anno; ciò senza contare le nostre omissioni - comprese le mie - in sede di valutazione dei conti consuntivi di fronte ai quali il Consiglio è rimasto assolutamente disarmato.
Purtroppo, la mia previsione è che, quando si arriverà a pochissime settimane dalle elezioni di rinnovo del Consiglio regionale, si presenterà un bilancio - perché succederà così - che sarà di tipo elettorale, perch sarà un bilancio non più per un anno, ma per una quota parte di un anno.
Quindi, in qualunque modo verrà proposto, il bilancio preventivo del 1995 sarà fatto da una Giunta in scadenza, per un Consiglio che non ci sarà più per cui sarà viziato, che lo si voglia o meno, anche nelle prese di posizione da parte di tutti i Gruppi, dal fatto che è un bilancio "elettorale". Con questa autorizzazione provvisoria, purtroppo, mettete il suggello omogeneo ad un comportamento di disfattismo e di non assunzione delle responsabilità proprie della Giunta regionale.
Speravamo che questo non succedesse, e poteva non succedere se, pur mettendo in rilievo i dati tecnici che condizionano l'attività di bilancio di previsione della Giunta regionale, foste venuti in quest'aula con un altro spirito e con altre proposte, programmi e progetti di bilancio almeno per quanto riguarda uno dei punti fondamentali su cui avete richiesto tempestività, efficacia, efficienza e rapidità allo Stato.
Viceversa, ciò non vi ha consentito di proporre un dibattito in quest'aula anche su un'autorizzazione provvisoria, ma forti di una conoscenza della realtà e di un vostro progetto politico, che poteva già essere in parte delineato, rinunciando quindi a svolgere, anche in forma ridotta, quel ruolo di forte programmazione che, a parole, avete dichiarato, ma che nei fatti non si è verificato.
Pertanto, se le cose rimangono in questo modo - e questo, Presidente valga anche come dichiarazione di voto del Gruppo - voteremo contro questa autorizzazione provvisoria.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pier Luigi

Signor Presidente e signori Consiglieri, ho ascoltato con attenzione l'intervento del Consigliere Chiezzi. In passato, sostanzialmente per quattro anni, quando sedevo sui banchi della Giunta, io e il collega Chiezzi dialogavamo da posizioni contrapposte. Non che stamane condivida tutto quanto ha detto il Consigliere Chiezzi (anzi, ne condivido solo una piccola parte), ma anche noi, come Gruppo, riteniamo di dover svolgere alcune considerazioni relativamente a questa proposta che, assolutamente non condividiamo.
Giovedì scorso, in Commissione, abbiamo avuto modo di leggere le motivazioni che adesso il collega Monticelli, come relatore, ha sostanzialmente riassunto, dicendo che questa proposta viene fatta in quanto, a livello nazionale, non è ancora stata definita la Finanziaria non si sono ancora definiti gli stanziamenti. Ci permettiamo di dire che questo non è assolutamente vero; certo, mancherà qualche virgola, ma così come era sempre avvenuto negli anni scorsi, è pur vero che in qualche occasione anche la Giunta precedente ha presentato l'esercizio provvisorio perché le condizioni politiche non consentivano di andare oltre.
Ma questa maggioranza e questa Giunta, che oggi propone l'esercizio provvisorio, non può addurre le motivazioni pretestuose della mancanza di indicazioni a livello nazionale: non è questa la motivazione. La motivazione, probabilmente, sta nel fatto che si è scelto di non scegliere fino ad oggi.
Come Gruppo, con altri Consiglieri, abbiamo presentato, quasi un mese fa, un ordine del giorno con il quale chiedevamo innanzitutto di convocare un Consiglio per discutere l'evento alluvionale e decidere (certo, noi abbiamo il nostro parere, ma il Consiglio sarebbe stato sovrano) su quale tipo di bilancio ragionare in funzione del 1995: se un bilancio normale uno dei venti e più bilanci approvati da quando esiste la Regione; se un bilancio eccezionale che tenesse conto al 100% dell'evento alluvionale che ha stravolto la nostra Regione; se un bilancio che in parte desse risposte normali al routinario della Regione e in parte invece calibrato sulle risposte da dare alla eccezionalità del momento che la nostra Regione sta vivendo.
Noi riteniamo che la scelta che la maggioranza e la Giunta avrebbero dovuto fare era all'interno di queste soluzioni, riteniamo che non ne esistano altre. La proposta di oggi dice che si è scelto di non scegliere ma il non scegliere in un momento come questo è gravissimo, da un punto di vista politico ci permettiamo di dire che è fallimentare, perché noi ci troviamo a dicembre con un esercizio, il 1994, che è l'ultimo che consente di predisporre un bilancio preventivo di questa legislatura.
Abbiamo quindi due parametri di natura eccezionale.
Il primo: il Piemonte è stato stravolto dall'alluvione. Certo, la Giunta ha preso posizione, ha protestato molto nei confronti del Governo ma io ripeto quanto ha detto il Consigliere Chiezzi prima, che d'altra parte abbiamo già detto anche noi sia in quest'aula che in altre occasioni: a fronte di questo monte di proteste non c'è una virgola di proposta, ad un mese e mezzo di distanza! Questo è fallimentare come bilancio di Amministrazione regionale; non c'è una virgola di proposta! Certo, si può criticare il Governo e dire che i quattrini ci sono o non ci sono, ma sta di fatto che sono stati adottati dei decreti che prevedono migliaia di miliardi, tra l'altro in concorso con la Regione, il cui Presidente ha partecipato a questi tavoli per costruire, immagino, queste risposte o quanto meno fornire elementi al Governo affinché venissero fornite queste risposte. E' passato già un mese e mezzo e andare all'esercizio provvisorio per tre mesi significa, se le cose vanno né bene né male, ma solo normalmente, che si arriverà in Consiglio ad approvare il bilancio entro febbraio e quindi il bilancio, com'è detto in relazione (dal punto di vista tecnico non fa una grinza), sarà vigente entro il 31 marzo il che vuol dire fra quasi quattro mesi. Al 31 marzo molto probabilmente sarà scaduto, o sarà in via di scadenza, il Consiglio regionale, ma anche se il Consiglio regionale fosse ancora in vita perché nel frattempo non fosse ancora nata, com'è probabile non nasca, la nuova legge elettorale per le Regioni, e quindi si dovesse anche slittare in autunno, non saranno più in vita i Consigli comunali e provinciali del 95% dei Comuni della Regione Piemonte perché la legge sui Comuni c'è, la legge sulle Province c'è e quindi ad oggi è ragionevole prevedere che si vada al turno elettorale normale a fine maggio, primi di giugno. Se così stanno le cose la Regione si troverà a gestire fino al 31 marzo un bilancio in dodicesimi e quindi sarà sostanzialmente paralizzata. Dal punto di vista tecnico al limite c'è chi potrebbe anche gioire di una condizione del genere che impedisce di debordare o splafonare rispetto invece ad una ingabbiatura che ovviamente dà delle garanzie di immobilità; ma in un momento come questo ritengo che anche dal nostro punto di vista di opposizione non si tenda, come in passato invece l'opposizione in questo Consiglio ha fatto, a rendere immobile ed ingessata la Giunta: non è questo lo scopo. Questo sarebbe uno scopo meramente negativo e critico, noi vorremmo che la Giunta in questi mesi avesse la possibilità di muoversi nel modo più ampio, completo ed autonomo possibile, per dare quelle risposte di cui in questo momento particolare la nostra Regione ha bisogno.
Ribadisco il nostro netto dissenso se le cose rimarranno così, ma non vediamo come possano cambiare nel corso di una seduta che spenderà qualche spicciolo di minuti per dibattere intorno a questa questione, salvo poi magari dedicare ore ad altri problemi o questioncelle. Riteniamo invece che questo sia un fatto politico importantissimo e fondamentale.
Ripeto, siamo alla scadenza di legislatura, è l'ultimo bilancio che la maggioranza e la Giunta predispongono e quindi riteniamo che sia gravissimo andare in apnea per tre mesi, sostanzialmente per quattro mesi, ma comunque fino a quando non saranno più in vita il 95% dei Consigli comunali e provinciali della nostra Regione! Il secondo parametro di natura eccezionale riguarda le risposte relative al dopo-alluvione. Certo, si è criticato, si è protestato nei confronti del Governo centrale, ma che cosa ha fatto la Regione fino ad oggi per ritagliarsi uno spazio politico all'interno del quale recitare un ruolo in questa materia, alla luce di questi fatti eccezionali? Alla luce di quel che appare oggi non ha fatto assolutamente nulla! Si propone di gestire in dodicesimi i capitoli di spesa obbligatoria del bilancio a base zero di previsione del 1994, certo si prevede (ci mancherebbe altro, questo ci sembra il minimo dovuto) che nel caso in cui da Roma arrivassero fondi ci sia la possibilità di inserirli in bilancio e poi di gestirli, guai se non fosse stata prevista una cosa del genere, ma questo è un atto meramente amministrativo, non è una progettazione politica con la quale invece la Giunta avrebbe dovuto venire in aula questa mattina nel proporre il bilancio per quanto riguarda l'anno prossimo! D'altronde, avevamo già detto, in occasione dell'assestamento di bilancio, qual era la situazione della nostra Regione, quindi non era difficile venire in aula questa mattina e proporre un bilancio che quanto meno tenesse conto di questa eccezionalità, perché noi ci troviamo a gestire un bilancio nel quale la disponibilità facoltativa politica della Regione è di circa 180/200 miliardi all'anno.
Noi questa mattina presenteremo una proposta che non so in che misura potrà essere traducibile in emendamento, ovviamente è una proposta politica e non amministrativa. Abbiamo la presunzione di essere in grado di presentare, ma abbiamo anche l'umiltà di riconoscere che non siamo noi a dover fare una proposta amministrativa. Alla luce delle cifre che conosciamo, che sono tali che avrebbero dovuto consentire una proposta concreta di bilancio, riteniamo che in un anno eccezionale come sarà il 1995, a fronte di questo fatto alluvionale, una proposta seria potrebbe essere quella di tagliare al 50% tutti i capitoli previsti per la spesa corrente in spesa facoltativa e quindi tagliare grosso modo 100 miliardi da destinare alle risposte da dare in spesa corrente ai Comuni e alle zone alluvionate con interventi da concordare (ma avrebbe già dovuto essere fatto prima di oggi) con il Governo, qualunque Governo ci sarà da qui ai prossimi giorni, in modo tale che non ci si vada a sovrapporre o ad interferire addirittura con le iniziative del Governo. Questo sì avrebbe permesso alla Regione di ritagliarsi uno spazio politico all'interno del quale recitare un ruolo.
C'è un'altra questione che sembra di minima portata, ma non lo è: andando in dodicesimi sul bilancio regionale - ma questo ormai il Consiglio lo sa, perché ne abbiamo discusso negli anni precedenti si va in dodicesimi anche sugli enti strumentali, fra i quali Texilia a cui la Regione Piemonte ha anticipato 600 milioni di cassa con l'assestamento di bilancio.
Ciò dimostra che questa società avrebbe avuto, e avrà dall'1 gennaio in poi, la necessità di muoversi in un certo modo dal punto di vista economico e finanziario; non lo potrà fare perché sarà vincolata ai dodicesimi.
Anche Finpiemonte, che sappiamo quale ruolo svolge nel finanziamento di attività e di progetti, si trova vincolata, così come l'IRES e tutte le altre. Questo è un altro dato che consente di trarre la conclusione che questa proposta è veramente una proposta di minima, è una fiammella che tiene accesa l'attività della Regione, ma che da un punto di vista politico è fallimentare rispetto alle risposte politiche delle quali la Regione avrebbe bisogno oggi.
La prima proposta è quella di andare a dimezzare la spesa corrente per poter intervenire in risposta all'alluvione.
Per quanto riguarda gli investimenti, anche qui mi sembra che, grosso modo, non si sveli nulla, né si corra il rischio di fare i saputelli se diciamo che per il 1995, stanti le entrate e i proventi delle addizionali noi avremo circa 220/230 miliardi per quanto riguarda le spese di investimento. Se così stanno le cose, anche se la cifra fosse leggermente scostata rispetto a queste previsioni, cosa ne facciamo di questa cifra? Noi proponiamo il dirottamento di 100 miliardi per investimenti con mutui da contrarre per quanto riguarda le risposte da dare ai disastri alluvionali che ci sono stati. La Regione ha già rinnovato la convenzione con la Tesoreria, o comunque dovrà farlo entro il 31 dicembre (comunque ha un rapporto di Tesoreria da anni con capofila CRT o San Paolo), per cui può, come interlocutore politico, proporre alle banche, a fronte del 6,75 7%, di cui il Presidente Brizio ha parlato (tassi per i mutui da contrarre), assumersi l'onere del 50% di quei tassi; quindi il 3,50% dei mutui da contrarre. Tutto questo per dare risposte in quella direzione.
Cento miliardi comportano, e il mutuo è decennale, al tasso del 7 dimezzato, circa 21 miliardi, e ne comportano circa 27 se il mutuo è quindicennale. Nulla di tutto questo viene proposto e si gestisce in dodicesimi perché dal centro non sono pervenute le cifre che ci consentono di impostare un bilancio.
Per quanto riguarda la sanità, il Consiglio regionale ha approvato martedì scorso il disegno di legge, ora legge, sul finanziamento delle UU.SS.SS.LL. che consente di accantonare il 5%. Martedì scorso dicevamo che quel 5% rappresenta 300/320 miliardi ipotizzabili; all'interno di questa cifra non era possibile ipotizzare in bilancio anche solo una percentuale del 10% per dare risposte di tipo sanitario laddove l'alluvione ha provocato danni alle UU.SS.SS.LL., agli ospedali, alle attrezzature e così via? Secondo noi era già possibile fare questo, invece non viene assolutamente fatto.
Mi sono limitato, innanzitutto, a cercare di esporre alcune considerazioni. Determinate affermazioni, da un punto di vista politico rappresentano un dito dietro il quale non si riescono a nascondere le vere motivazioni per le quali non si è venuti oggi in aula con una proposta di bilancio che fosse compiuta. Ripeto, secondo noi, le motivazioni sono di natura squisitamente politica, significa cioè che fino ad oggi non si è "voluto", per cause che ognuno può leggere all'interno di questa non scelta, motivazioni che possono essere capite o meno, ma che rappresentano la causa vera di tutto questo discorso.
Noi ci rimettiamo a questo intervento per quanto riguarda un'analisi preventiva della proposta di Giunta: ci siamo già detti nettamente contrari a questa proposta, ci riserviamo poi, ovviamente alla fine degli interventi, in sede di dichiarazione di voto, di intervenire anche alla luce di quanto dovesse emergere in sede di discussione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Masaracchio.



MASARACCHIO Antonino

Dopo le considerazioni del collega Gallarini che hanno completato, per quanto abbia dichiarato di non essere del tutto d'accordo con quanto detto dal collega Chiezzi, il quadro esposto sul piano politico in opposizione ad una manovra che non può essere definita squallida (questa volta no), una qualche ulteriore considerazione politica va fatta. Oltretutto qui non abbiamo di fronte un bilancio, per cui sarebbe fuori luogo ribadire concetti di opportunità amministrativa, come del resto anche da parte nostra si è fatto quando abbiamo indicato l'opportunità, da parte della Giunta e coinvolgendo il Consiglio, di pettinare tutto ciò che rimane del bilancio 1994 e nello stesso tempo di creare uno strumento finanziario adeguato alle nuove necessità, anche in conformità a tutte le leggi che la Giunta si sta affrettando a rivedere e ad approntare, leggi che vanno finanziate o che andrebbero finanziate o che si presume che siano finanziate per lo sviluppo delle attività economiche della Regione.
Abbiamo l'impressione, noi di Alleanza Nazionale, che in effetti tutto quello che la Giunta ha vantato nei momenti in cui proponeva il laboratorio politico nuovo, in piena conformità con quanto il PPI sta programmando anche a livello nazionale, altro non era che una mera amministrazione in attesa delle prossime elezioni per vedere che cosa accadrà in Italia, non soltanto per la gestione delle Regioni, ma anche per la gestione delle Province e dei Comuni. Se questo fosse stato veramente un laboratorio comparato con tutte le iniziative della Giunta di rivedere leggi fondamentali della Regione, avremmo avuto certamente un bilancio anche in termini presuntivi (così come si suol fare quando non si hanno elementi concreti di valutazione e di comparazione) tale da dimostrare che il laboratorio un progetto politico per la Regione Piemonte ce l'ha o comunque ha pensato di poterlo esprimere non soltanto per questa Regione, ma per il contesto generale della politica nazionale. Quindi, dire che siamo di fronte ad una incongruenza politica è dire poco. E' il solito gioco dello scaricabarile delle responsabilità e della loro non assunzione.
Il Consigliere Gallarini ha ricordato quanto questa Giunta opportunamente ha rimostrato nei confronti del Governo centrale nel primo momento d'impasse dopo l'alluvione e ha detto anche che questa Giunta, se avesse avuto i poteri, avrebbe certamente gestito direttamente tutto quello che in ogni caso pare che possa essere quanto meno rappresentato, se non proprio gestito.
Una Giunta regionale i poteri li ha attraverso l'esercizio finanziario attraverso le risorse economiche, e quindi attraverso quegli stanziamenti che sarebbero stati utili a rivedere, attraverso una riconversione della politica, una partecipazione non di assistenza o di mera assistenza dell'accaduto, ma di ripotenziamento delle possibilità che la nostra economia regionale ha.
L'esercizio provvisorio che in altri tempi, così come è avvenuto anche qui in Regione, ha avuto delle giustificazioni anche di natura finanziaria nel momento politico in cui siamo non può avere una giustificazione politica. Non può nemmeno per lo stato di necessità che è stato delineato dal rappresentante del PDS, perché, nell'ambito delle opportunità politiche, uno stato di necessità è per se stesso e non in rapporto alle responsabilità governative.
Tutti i Comuni d'Italia in questo momento si trovano di fronte al bilancio di previsione per l'anno venturo e tutti i Comuni d'Italia sanno che le risorse economiche dello Stato non possono essere ripetute "sic et simpliciter" così come è stato per il 1994.
Persino dalla Regione Piemonte i Comuni sanno che avranno stanziamenti inferiori: di poco o di tanto non importa, ma comunque inferiori, non soltanto per le strutture della produttività locale, ma anche per le strutture assistenziali. A volte basta un esempio per dare una ragione: gli asili nido e le scuole materne hanno avuto un taglio, c'è stata la presa di posizione contraria a questa risoluzione da parte dell'Assessore Rossa, ma questo taglio determinerà la non gestibilità delle strutture locali. E allora i Comuni cosa dovrebbero fare, se potessero? Fare anche loro un esercizio provvisorio? Quindi, tutta l'Italia dovrebbe essere data in pasto all'esercizio provvisorio? Sarebbe come dire che l'Italia è proprio una Repubblica provvisoria. Allora, visto che può essere immaginata una cosa di questo genere, perché la politica è fatta anche di queste cose c'è da pensare che dietro l'angolo può esserci - consentitemi il termine lo dico fra virgolette, comunque ne vale la pena - la "infingarda" politica di non compromettersi più di tanto con un bilancio in quanto non si sa se quello che si è instaurato in Italia avrà una continuità e, nello stesso tempo, come altra faccia della medaglia, la "infingarda" politica di coloro i quali dicono: "Attendiamo le prossime elezioni; nel frattempo chissà che non si vada ad elezioni politiche anticipate, dopodiché sapremo con esattezza come gestire l'economia della Regione attraverso anche l'economia dello Stato" che si presume possa essere nostra da parte della Giunta o di coloro i quali rappresentano un movimento politico anche in Giunta nel momento in cui l'attuale maggioranza governativa dovesse definitivamente perdere.
Allora si tratta di un calcolo politico strumentale che dà ragione a quelli che pensano - il Consigliere Chiezzi lo ha detto con molta franchezza - che questo esercizio provvisorio in dodicesimi rappresenta un momento di attesa, perché nel momento in cui al 31 marzo si sarà vicini alle possibili elezioni (tranne che non slittino queste elezioni regionali), allora in quel momento si potrà fare un bilancio tale da poter propagandare un po' dappertutto tutto ciò che si è attrezzato attraverso le nuove leggi o le revisioni delle leggi che si sono operate in Giunta.
Quindi è una sottile interpretazione che può essere data a questa maggioranza, ma ce n'è un'altra, perché siamo nel campo delle ipotesi cifre non ce ne sono, c'è un atteggiamento che contraddice il laboratorio di cui si era vantata la Giunta: è che all'interno della maggioranza non c'è accordo, perché non può essere questo un accordo risolutivo per fare migliore politica nel futuro, può essere un accordo per mettere a posto tutto quello che non può andare in discordanza sia nel momento in cui in campo nazionale c'è il terremoto politico, ma anche in previsione delle prossime elezioni perché si dovrà vedere come gestire le alleanze e come poter tornare in Giunta, con quale tipo di maggioranza? Quindi, un accordo per non creare il disaccordo o un disaccordo che cementa l'accordo dell'attuale Giunta.
E' dialettica questa? Ma ditecelo voi! Vedremo con l'esercizio provvisorio in dodicesimi a quale taglio la Giunta si adatterà: se al taglio del 1994 (quindi è mera, ordinaria amministrazione) o ad un ipotetico taglio nel 1995. Dalla lettura delle cifre capiremo qual è il contesto generale della politica che si vuole instaurare con questo colpo di mano di natura economico-finanziaria, perché l'esercizio provvisorio, se non è dimostrato da vere, effettive necessità che riguardano proprio l'intrinseca natura della gestione dell'economia del bilancio, è sempre un colpo di mano. Un atto - possiamo definirlo - anche se legittimo e legale arbitrario politicamente, che sconfessa quello che era stato affermato come qualità di questa Giunta: il laboratorio non c'è, c'era un laboratorio per andare all'esercizio provvisorio e farci trovare di fronte a possibili inganni anche di natura economica e finanziaria per gli investimenti che la Regione si attende.



PORCELLANA FRANCESCO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bodrero.



BODRERO Antonio

Mi associo a parecchie delle ragioni riferite negli interventi precedenti, ma ripeto che la ragione principale, fondamentale sulla quale si fonda il mio voto contrario è che i finanziamenti, previsti per la difesa della lingua e dei dialetti della nazione piemontese, sono talmente irrisori che solo un nemico acerrimo della nostra nazione potrebbe proporli. Del resto, se pensiamo che persino in Regioni riconosciute a Statuto speciale, ovviamente per motivi linguistici, pur non avendo tanto titolo quanto il nostro Piemonte francofono, per il suo francese arcaico storico, come il Friuli e la Sardegna, in queste Regioni il dettato costituzionale è stato vilipeso ed è stato impedito l'insegnamento della lingua, a differenza di ciò che avviene negli Stati civili e democratici dell'occidente, anche nella vicina Francia, dove da parecchi anni vengono insegnate le lingue locali e regionali a scuola.
Allora capiamo che la burocrazia centralista, di tipo sovietico, vuole occupare tutto il potere e lo può fare solo se queste lingue regionali vengono distrutte, uccise, solo quando ci sarà il "melting pot" dei nemici della vera cultura, creata dai popoli, delle lingue create liberamente dai popoli; è chiaro che la burocrazia, che sappiamo già da dove viene, avrà finalmente tutto il potere. Se invece si insegnassero le lingue regionali è chiaro che ciascuna nazione avrebbe molta più voce in capitolo, anche sul piano fiscale e quindi economico, quindi contro la rovina economica.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ferrara.



FERRARA Franco

Signor Presidente, il mio intervento sarà più che altro una dichiarazione di voto molto breve, per spiegare le ragioni del mio voto favorevole a questa autorizzazione all'esercizio provvisorio. Mi si faceva notare che sono l'unico qui che interviene a favore del documento della Giunta, io che non ho votato questa Giunta, comunque non mi pongo questi problemi e cerco di guardare le cose con assoluta serenità e senza pregiudizio. Non voglio ripassare il passato come ha fatto prima il Consigliere Chiezzi, il quale ha detto che non si è mai discusso seriamente di bilancio, ma che si è sempre rinviato tutto quanto. In parte questo è vero - e sostenevo questo anche allora - le scelte erano quasi sempre rinviate da una previsione all'assestamento e dall'assestamento alla previsione, senza mai fare una scelta precisa; eravamo giunti ai bilanci tecnici, che di fatto congelavano il tutto, in attesa di un assestamento futuro che avrebbe dovuto comunque sistemare le cose.
Rispetto a questa situazione devo dire che c'è qualche elemento di novità nella proposta che ci presenta oggi la Giunta, non c'è un rinvio ad un assestamento futuro, c'è un termine molto preciso, si parla di due mesi mi auguro che sia più breve - comunque c'è un termine, non è rinviato ad una data indefinita.
A proposito dei bilanci passati ho ascoltato il Consigliere Gallarini che ha detto delle cose che mi hanno fatto straordinariamente piacere. Il Consigliere Gallarini ci ha spiegato che in un momento di grande difficoltà come quello che stiamo vivendo - sarebbe possibile risparmiare il 50 delle spese correnti con un risparmio di 100 miliardi. Devo dire che per tanti anni ho cercato di dire che le spese correnti potevano essere in qualche modo risparmiate e tutti mi dicevano che era velleitario, che non aveva senso, che in realtà non si poteva fare. Credo fosse sbagliata la risposta di allora, credo che probabilmente sia un pochino ottimistica la proposta di oggi del Consigliere Gallarini che va a ridurre del 50% le spese correnti, però mi auguro che il bilancio di previsione, quando verrà presentato, tenga conto, in un momento di emergenza, che la possibilità di avere un risparmio è un dovere dell'Amministrazione.
Voterò per questo esercizio provvisorio, non solo perché fissa un rinvio a scadenza breve, ma anche per altri motivi: oggettivamente c'è un'incertezza di risorse messe a disposizione della Regione. C'è stato un fatto clamoroso e questo ha determinato ancora un'incertezza su quelle che sono le risorse complessive, quindi il fatto di volerlo rinviare non mi pare completamente censurabile.
Ho già espresso apprezzamento per l'attività che la Giunta ha svolto nei confronti del Governo e credo che quell'attività rigorosa, forte, di grande pressione abbia sortito anche dei risultati. Forse quello che abbiamo ottenuto - 11.000 miliardi - è il risultato delle pressioni rispetto allo "scherzo" dei 3.000 miliardi in prima battuta, che in realtà poi non c'erano. Il fatto che una Giunta sia per due mesi o per tre mesi costretta a giocare sui dodicesimi, in definitiva non è negativo. Ma c'è una cosa che è un salto di qualità - e spero sia un salto di qualità e non sia la solita promessa: mi pare di aver capito che questo rinvio a due mesi, oltre ad essere motivato da incertezze di risorse o altro, è comunque collegato ad un Piano di sviluppo regionale che verrà presentato contestualmente al bilancio. Se questo è vero significa che all'ultimo anno si presenta un bilancio che è collegato ad un progetto, ad un Piano di sviluppo. Mi auguro non sia il Piano di sviluppo "pagine gialle", dove si trova di tutto, ma sia un Piano di sviluppo che, anche in un momento preelettorale, sappia fare le scelte. Un Piano di sviluppo in questo momento non può essere un qualcosa che abbraccia tutto, ma deve essere un documento approvato da una Giunta, dopo i suoi confronti, che sappia individuare quelle poche iniziative forti capaci di dare nuovo slancio a questa Regione. Se questo succederà - e lo verificheremo tra un mese, un mese e mezzo quando verrà presentato il bilancio - credo che questo rinvio questa approvazione dell'esercizio provvisorio potrebbe essere un fatto positivo.
Per questo unico motivo - pur essendo espressione della non maggioranza, perché io non ho mai votato questo governo, questa Giunta voterò questa legge.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferraris.



FERRARIS Paolo, Assessore regionale

Debbo innanzitutto ribadire quanto egregiamente espresso dal relatore Monticelli nella relazione di presentazione del disegno di legge. Non è stato possibile procedere diversamente per le ragioni che il relatore Monticelli ha illustrato; nella sostanza, ci siamo trovati di fronte a due grandi difficoltà: una, quasi tradizionale nel corso degli anni e che il Consigliere Gallarini dovrebbe ben ricordare, è dovuta all'ipoteca della spesa sanitaria. Ad oggi non si è ancora provveduto al riparto su piano nazionale delle risorse che dovrebbero toccare alle Regioni per il ripiano del disavanzo - addirittura - dell'anno 1993.
La sanità non è una partita per la quale sono possibili sbilanciamenti anche se modesti; lo scarto anche di pochi punti percentuali porta immediatamente ad evidenziare disavanzi di qualche decina, se non centinaia, di miliardi, come spesso è successo in passato.
Il secondo problema emerso è quello relativo alle alluvioni - sul quale ritornerò ulteriormente.
Il decreto governativo è stato annunciato due settimane fa - peraltro ufficiosamente; non essendo noti gli impegni del Governo in materia diventa difficile quantificare l'impegno della Regione.
Credo si debba inoltre ricordare come ogni anno, in questa stagione se non più in là, sia stato presentato un bilancio tecnico - e non l'esercizio provvisorio come peraltro in altre occasioni è stato fatto - che scontava le difficoltà che scontiamo oggi con l'aggiunta di quelle delle alluvioni.
In sintesi, paghiamo oggi la non completa conoscenza delle risorse disponibili, essendo l'intera finanza regionale una finanza "derivata" dalle disponibilità che il Parlamento ci mette a disposizione.
Faccio rilevare che soltanto oggi o domani verrà approvata la legge finanziaria e che quindi solo domani avremo la conoscenza definitiva delle risorse trasferite.
L'impegno di quest'anno non sarà quindi per un bilancio tecnico che a giugno/luglio diventi immancabilmente oggetto di modificazioni necessarie ad individuare caratteristiche di indirizzo più politico. Presenteremo un bilancio definitivo, se non ricordo male per la prima volta in questa legislatura, e lo faremo, anche in questo caso per la prima volta sostenendolo con la presentazione dello schema del Programma regionale di sviluppo. Il PRS poi seguirà strada propria, quella della consultazione delle forze sociali e delle autonomie locali, ma per la prima volta consentirà di inserire in bilancio una serie di valutazioni più generali.
Il bilancio non sarà quindi un documento che galleggia nell'aria, ma un documento contenente indicazioni di indirizzo supportate da valutazioni e da analisi sufficientemente vaste dei problemi della nostra Regione.
In questi anni i nostri dibattiti sul bilancio sono sempre stati pregiudiziali e il collega Gallarini lo ricorderà: raramente si è entrati nel merito delle scelte compiute; si diceva: "Non è possibile entrare nel merito: manca un quadro di riferimento...". Mi auguro si possa finalmente pervenire ad un dibattito puntuale e, come ha ricordato il Consigliere Chiezzi, pensando al futuro della nostra Regione.
Non sarà bilancio elettorale: non ho, oggi, elementi che possano suffragare questa mia affermazione: lo si potrà valutare. Sarà, però, per le ragioni dette prima e per quelle che verranno esaminate quando verrà presentato un bilancio contenente delle prospettive più o meno condivisibili per la nostra Regione. Il contributo che verrà dal Consiglio mi auguro possa finalmente entrare nel merito delle scelte proposte.
Il bilancio, quindi, così come il Piano di sviluppo, riguarderà tutte le questioni del Piemonte, seppur operando, naturalmente, delle scelte. Tra le varie questioni c'è, ovviamente, anche quella di come rimediare alla vicenda dell'alluvione; ma quest'ultima è solo una delle vicende che interessano il Piemonte: non dobbiamo dare spazio alla "cultura del lamento", per cui, di fronte alla disgrazia, sparisce tutto il resto.
Affronteremo l'alluvione con gli strumenti che finalmente, se il Governo manterrà gli impegni assunti, avremo a disposizione; ma vi sono nodi strutturali che bisogna avere la forza di iniziare ad affrontare con le pur ridotte risorse di cui disporremo, operando delle scelte, individuando e decidendo la strategia più opportuna.
Relativamente all'alluvione ritengo che la Regione abbia protestato giustamente, quando era il momento, quando il Governo non si rendeva conto della gravità della situazione. E la protesta è continuata sino a quando il Governo ha capito: da quel momento è incominciato un dialogo aperto e positivo. Finalmente sono state comprese le dimensioni del disastro e finalmente si è provveduto, con un decreto di cui aspettiamo il testo definitivo, allo stanziamento di risorse adeguate sia per le opere pubbliche, sia per l'economia, e sia per i danni alle abitazioni civili.
Ma non abbiamo soltanto protestato - Consigliere Gallarini abbiamo anche proposto una metodologia di lavoro e, per esempio, abbiamo individuato con precisione la quantità dei danni - unica Regione a farlo non solo tempestivamente, ma con grande precisione. Di questo va dato atto agli Assessori competenti ed ai servizi della Regione, che hanno funzionato egregiamente. E' su questa base che abbiamo potuto ottenere dal Governo i riconoscimenti pervenuti successivamente: il Governo, dopo la fase iniziale di tensione, ha delegato alla Regione la gestione dell'intera fase di ricostruzione, avendo riconosciuto il Piemonte quale Regione istituzionalmente solida e in grado di rispondere in modo adeguato alle questioni emergenti. Il Governo, riconosciuto tale ruolo, ha affidato alla Conferenza Stato-Regioni l'individuazione di criteri di riparto delle risorse sia sul fronte dell'economia sia sul fronte della riparazione dei danni alle abitazioni. Dunque, un riconoscimento forse tardivo, ma comunque assai forte del ruolo giocato dalla Regione Piemonte. Non suonano bene i cenni polemici, peraltro contenuti, che sono stati usati; credo che la Regione sia uscita dalla vicenda dell'alluvione con la stima dei livelli nazionali e la fiducia dell'opinione pubblica.
Certo, non è tutto risolto, abbiamo percorso solo una parte del cammino che dovevamo compiere; adesso si tratta di procedere con altrettanta rapidità e sollecitudine a predisporre progetti di ricostruzione. Su questo c'è già un lavoro intenso, ci sono le idee e i contenuti per poter operare rapidamente.
Ho ascoltato le proposte del Consigliere Gallarini sull'utilizzo delle risorse di bilancio; le esamineremo con attenzione, le considereremo accanto ad altre proposte nel completamento del documento di bilancio.
Oggi leggevo un articolo in cui il Ministro Maroni dice addirittura: "Abbiamo dato più di quello che era necessario dare". Non credo che questo sia vero, perché abbiamo appena, sulla base delle valutazioni finora svolte, le risorse sufficienti per fare seriamente il lavoro di ricostruzione che ci è stato chiesto. Credo che si debbano peraltro abbandonare argomenti demagogici, cioè ritenere che la Regione con le proprie risorse possa affrontare tutte le questioni della ricostruzione: se i danni ammontano ad 11 mila miliardi come è possibile intervenire con le risorse di parte corrente, cosiddette libere, della Regione che non sono superiori ai 300 miliardi? Se calcoliamo inoltre che da queste bisogna defalcare le somme relative alla formazione professionale, alla gestione dei parchi e dell'assistenza, al diritto allo studio, le risorse realmente libere e disponibili si riducono a pochissime decine di miliardi.
Per quanto riguarda il conto capitale, è vero che potremmo disporre - e lo quantificheremo con precisione nel Programma regionale di sviluppo - di alcune centinaia di miliardi per investimenti nei prossimi anni, ma bisogna ricordare che queste risorse saranno soprattutto destinate a mantenere vive le prospettive di sviluppo del Piemonte, serviranno a cofinanziare le politiche comunitarie, il regolamento n. 2081, gli obiettivi 2 e 5B che è tra l'altro operativo sulle zone più fortemente devastate dall'alluvione.
Quindi, accanto agli altri interventi rafforzeranno le politiche di ricostruzione di quelle zone. Con il conto capitale cofinanzieremo inoltre le politiche sanitarie con il piano di investimento legato all'art. 20 della legge n. 67.
Quindi, anche in questo caso, ci troviamo di fronte a risorse solo parzialmente libere, in quanto sono già indirizzate a definire pochi grandi obiettivi indispensabili, perché servono ad attivare risorse considerevoli che vengono sia da parte del Governo nazionale che da parte della Comunità Europea.
Il Consigliere Masaracchio ha fatto dei ragionamenti di tipo politico e dei processi alle intenzioni, che peraltro non sono ancora state espresse ed ha usato aggettivi un po' pesanti, ad esempio "squallido, infingardo".
Sono aggettivi che rimando a chi li ha pronunciati, li respingo al mittente. Queste affermazioni tradiscono modalità di pensiero tipiche di chi le ha pronunciate e non della Giunta. Credo che ognuno debba misurare i termini quando li esprime.
La Giunta chiederà di esaminare i fatti; a questo si atterrà presentando all'inizio dell'anno i documenti di riferimento e di dibattito.
In quella sede, mi auguro ci sia la possibilità di entrare finalmente nel merito delle questioni e, soprattutto quando c'è un vuoto di idee e di proposte, di non fermarsi alla definizione di scenari politici che vanno bene per tutte le stagioni, in tutte le aule, che possono essere detti, a seconda dei turni, dall'uno o dall'altro, ma che non mi pare costituiscano elemento di forza della Regione.
Ringrazio il Consigliere Ferrara per l'atto di fiducia che ha compiuto e per i giudizi positivi che ha espresso. Credo abbia colto un aspetto tecnico, ma dietro a questo c'è anche un aspetto politico.
In questa legislatura, con la presentazione del bilancio, abbiamo sempre rinviato le decisioni a fasi successive. Se avessimo voluto fare così anche questa volta, avremmo presentato l'ennesimo bilancio tecnico invece abbiamo presentato l'esercizio provvisorio proprio perché pensiamo di presentare un bilancio definitivo ed una proposta politica completa in tempi ravvicinati ed utili a consentire un ampio dibattito.
Credo si sia colto - ed è un'anticipazione che penso di poter fare che stiamo lavorando ad una politica di risparmio e di maggiore rigore. Questo diventerà davvero visibile nel bilancio, al punto che avremo, laddove possiamo incidere in termini strutturali sulle spese di gestione e di funzionamento della Regione, un risparmio in termini monetari pari ad almeno il 2%. Nella sostanza, significa che rispetto ad una previsione dello scorso anno di 305 miliardi per le spese di funzionamento e di gestione della Regione e che se avessimo continuato il trend normale sarebbero salite in base al tasso di inflazione a 320 miliardi, avremo una spesa di 290 miliardi. Ciò significa un taglio in termini monetari del 3 ed in termini reali del 10%.
Su questo dovremo caricare la spesa straordinaria per le elezioni, per è una cosa non attinente all'ordinario funzionamento annuale della Regione.
Questa è una delle cose che valuteremo quando ci sarà il bilancio, ma è un annuncio che posso già fare dicendo che è uno degli obiettivi positivi che abbiamo conseguito.
Per quanto riguarda il Programma regionale di sviluppo, ho già detto che sarà presentato contestualmente al bilancio e non sarà un elenco di pagine gialle con progetti e cose tutte messe una dietro l'altra; sarà un ragionamento che consentirà di definire meglio gli scenari nei quali ci dobbiamo muovere; definirà i ragionevoli obiettivi che pensiamo di poter perseguire, dicendo qual è la parte della Regione accanto a tanti altri soggetti che con essa operano. Saranno indicate le priorità, che il Consiglio regionale giudicherà, al fine di definire fino in fondo le responsabilità per quanto riguarda lo sviluppo della nostra Regione.
Per queste ragioni credo che abbiamo compiuto il nostro dovere; quindi chiediamo il voto favorevole alla proposta di esercizio provvisorio.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola per fatto personale il Consigliere Masaracchio; ne ha facoltà.



MASARACCHIO Antonino

Io mi sarò bagnato prima che piovesse, ma c'è chi ha la coda di paglia.
Sulle espressioni dell'Assessore al bilancio, sottolineo che mi riferivo allo squallore dell'operazione politica a suo tempo operata, e non alle persone. Lei ha rimandato alla persona, e quindi lei è una persona scorretta, perché quando ho parlato di infingardia mi sono riferito all'operazione politica. E' vero che la politica marcia sulle gambe degli uomini, e quindi chi si sente in difetto può sentirsi pizzicato, ma non si può confondere un'espressione che riguarda un'operazione politica con un'espressione indirizzata alla persona o alle persone che compongono la Giunta; anche perché il sottoscritto ha dimostrato in mille occasioni che sa apprezzare i singoli Assessori quando operano correttamente com'è nel loro dovere.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferraris.



FERRARIS Paolo, Assessore regionale

Anche per me non era una questione personale. Ho rinviato quel giudizio alla forza politica che lo ha espresso.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, passiamo all'esame del relativo articolato.
ART. 1 Emendamento presentato dalla Giunta regionale: al comma secondo, dopo le parole "tesi ad affrontare", aggiungere le parole "le situazioni di emergenza e".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
approvato con 22 voti favorevoli, 8 contrari e 1 astensione.
Prima di passare alla votazione sull'art. 1, dò la parola al Consigliere Gallarini per dichiarazione di voto.



GALLARINI Pier Luigi

Intervengo in modo sintetico sull'art. 1 e sul disegno di legge facendo due precisazioni in base a quello che è stato detto.
Noi siamo favorevoli all'emendamento e lo abbiamo votato, in quanto ci sembra che recepisca in parte una lacuna che avevamo evidenziato nell'intervento, laddove si prevedeva che sarebbero arrivati i fondi statali, ma non si prevedeva un'iniziativa prossima in quel senso; quindi l'emendamento è quanto mai opportuno.
Consigliere Ferrara, faccio una considerazione. Tutti siamo convinti che in situazioni eccezionali bisogna trovare quella forza che non si è trovata in situazioni di normalità, chiunque ci sia; non vi sono quindi n' rivincite n' incoerenze perché, a fronte di una situazione del genere, è possibile tagliare laddove, per questioni che tutti conosciamo, non è stato possibile tagliare in passato. Dopodiché, si potrà tornare alla norma negli anni prossimi, ma questo non lo so: chi ci sarà, lo deciderà.
Altra questione è relativa a quanto detto dall'Assessore Ferraris. Ho apprezzato la sua esposizione e vedremo di entrare nel merito quando la proposta verrà in Consiglio. Ovviamente, Assessore, non mi riferivo alla competizione con il Governo perché, a fronte di 11.000, 2.000, 3.000 miliardi, non si può entrare in competizione con 100 miliardi; mi riferivo e l'avevo anche detto - al fatto che la Regione dovrebbe ritagliarsi un ruolo politico autonomo che non interferisse e che non si sovrapponesse a quello governativo centrale e statale.
Cito un esempio: gli operatori turistici di quelle zone in questo mese e mezzo hanno visto crollare le prenotazioni; la Regione avrebbe potuto o potrebbe ritagliarsi un ruolo di promozione in questo senso, spiegando le cose come stanno, facendo sì che ci si renda conto del fatto che si sta ricostruendo e che si prospetta un periodo relativamente breve entro il quale si può ritornare alla norma. Quindi ritagliarsi un ruolo politico che non è tanto proporzionale alle lire investite, quanto all'autorevolezza e all'incisività politica delle proposte che si fanno.
Ovviamente siamo contrari al disegno di legge nel suo complesso per le ragioni prima esposte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

Presidente, svolgo la dichiarazione di voto sull'esercizio provvisorio.
Come ha già diffusamente motivato nel corso del suo intervento il collega Masaracchio, il voto non potrà che essere negativo.
Per quanto riguarda l'intervento del collega Ferrara, rilevo che egli si è schierato a favore dell'esercizio provvisorio, pur ricordando che sostanzialmente nei confronti di questa Giunta era all'opposizione; la motivazione principale per la quale voterà favorevolmente - se ho bene inteso, e penso di aver bene inteso consiste nell'avere rilevato che questo esercizio provvisorio si collegherà con il futuro Piano di sviluppo.
Io sono stupefatto di questa motivazione, anche perché il collega Ferrara è un uomo politico molto navigato. Allora, sarà per la mia solita deformazione professionale e per il mio retroterra, dopo le parole del collega Ferrara, che motivava il voto favorevole richiamandosi al Piano di sviluppo, ho voluto rileggermi ancora una volta lo Statuto della Regione Piemonte. Gli artt. 74 e 75, che si riferiscono al Piano di sviluppo indicano che lo stesso, per la sua attuazione, adotta un Programma pluriennale di attività e di spesa e che la Giunta ogni anno, unitamente al bilancio preventivo, presenta una relazione sullo stato di attuazione di questo Programma; trascuro di dire - lo accenno solo - che la formazione del Piano di sviluppo è estremamente complessa, perché insieme al governo regionale devono concorrere (non essere consultati, ma concorrere) alla redazione i Comuni, i Sindacati e tanti altri soggetti (Enti strumentali e via dicendo).
semplicemente illusorio e non credibile che entro la fine di marzo dovrà essere predisposto o l'assestamento o la variazione di bilancio, che dovranno contenere le linee politiche di questo bilancio, mentre - com'è stato ricordato mi pare proprio dal Consigliere Gallarini - a fine marzo la legislatura presumibilmente volgerà al fine (anche se, per la verità, a fine 1985 era già accaduto che il Piano di sviluppo fosse stato predisposto verso lo scoccare della fine della legislatura).
Ma c'è di più. Se è vero, come è vero, che il Piano di sviluppo secondo le definizioni dei politologi e di chi ha commentato lo Statuto della Regione Piemonte, costituisce lo scheletrato all'interno del quale si collocano i bilanci annuali, io penso che il promettere e l'asserire che ci sarà un Piano di sviluppo entro marzo determina due casi diversi: o non ci sarà, in quanto ritengo che, data la complessa procedura, sia oggettivamente impossibile riuscire a predisporlo, anche volendolo, oppure se ci sarà effettivamente, verrà lasciato in eredità alla futura legislatura, al futuro Consiglio regionale qualunque esso sia.
Sulla composizione del futuro Consiglio regionale c'è estrema incertezza: potrà essere un Consiglio regionale che rifletterà l'attuale formula oppure un pentapartito o un esapartito, dato che il Presidente Brizio (apro solo una parentesi, ma merita di essere ricordata) nel giugno 1990 ebbe a dire: "Questa Giunta è la continuazione della Giunta Beltrami pentapartitica, però badate bene che è più forte e più robusta ed esapartitica perché ha l'appoggio del Gruppo dei Pensionati".
Se la motivazione dell'esercizio provvisorio è anche quella di poter attuare il Piano di sviluppo, credo non sia il caso di aggiungere altre parole per rilevare che si tratta di un evento futuro incerto e sicurissimamente impossibile che venga attuato; questo se si parla di un vero e proprio Piano di sviluppo, a meno che si voglia fare un Piano di sviluppo a guisa di esercizio provvisorio e allora con questa impostazione può anche darsi che venga fatto, anche se sarebbe politicamente scorretto lasciare in eredità al futuro Consiglio regionale l'attuazione di questo Piano di sviluppo.
Tornando all'esercizio provvisorio, si dice che sia un bilancio tecnico; ormai è un rituale che si ripete da parecchi anni anche nel corso di questa legislatura: si assicura che il futuro assestamento o le future variazioni conterranno le linee politiche. Poiché si dice "entro marzo" (l'esercizio provvisorio dura fino al 31 marzo), non si vede quali linee politiche possano essere poste a base di assestamenti o variazioni che presumibilmente, se i termini sono quelli indicati nell'esercizio provvisorio, avverrano entro fine marzo o ai primi di aprile, quando la legislatura, molto probabilmente, starà per scadere.
Il nostro voto a questo bilancio tecnico è quindi totalmente negativo anche se alle consuete motivazioni (incertezza dei trasferimenti statali ed altre incertezze citate nella breve relazione) adesso si allude, anzi espressamente si cita l'alluvione. E' il caso di dire che, forse, questo richiamo all'alluvione è stato un po' come la Divina Provvidenza, la quale con la formula "da un male nasce un bene", ha dato un supporto a far sì che, anziché un bilancio con dei lineamenti quali quelli accennati dal Consigliere Gallarini (che condivido in pieno), venisse presentato un mero puro e semplice esercizio provvisorio.



PRESIDENTE

Ricordo che gli articoli di questo progetto di legge sono solo due, ma poiché il secondo è relativo all'urgenza, le dichiarazioni sul primo articolo, di fatto, sono sull'intero testo.
La parola al Consigliere Buzio.



BUZIO Alberto

La posizione del nostro Gruppo sugli esercizi provvisori o i bilanci tecnici è sempre stata molto negativa. Anche se non c'è mai stata grande enfasi sui bilanci, abbiamo comunque in questi anni, sia negli interventi che nelle relazioni di minoranza, assunto delle posizioni molto nette sui limiti della programmazione o sulla mancanza di controllo della spesa corrente. Tuttavia, anche nelle critiche, abbiamo espresso delle valutazioni positive, per esempio per quanto riguarda il rientro dal deficit e soprattutto per la trasparenza dimostrata nella reimpostazione dei fondi statali. Quindi - ripeto - abbiamo espresso forti critiche, ma sottolineato anche aspetti positivi.
Bisogna però rilevare che in questi anni il bilancio è stato più un processo di leggi che un fatto contingente legato ad un momento. Infatti come diceva precedentemente il Consigliere Ferrara, il bilancio, ed è uno dei limiti della programmazione, è sempre stato un processo di leggi di variazione continue nel tempo, che si sono susseguite dall'inizio alla fine di ogni anno. Oggi, sia dalla relazione del Consigliere Monticelli che dalla replica dell'Assessore Ferraris, si rileva che le incertezze legate alla Finanziaria sono indubbiamente di gran lunga superiori rispetto al passato. Tra l'altro, la Finanziaria è oggetto di continue modifiche; il dibattito parlamentare dimostra addirittura che molti articoli sono stati rivisti più di una volta, in senso positivo e in senso negativo e andati avanti e indietro da Camera a Senato. Il riferimento alla Finanziaria è certamente un fatto di grandissima incertezza ancora in questi giorni.
Esiste senz'altro maggiore indeterminatezza, sia per quanto riguarda i trasferimenti globali alla Regione (che sono inferiori al passato, ed anche questo non è fatto di poco conto), sia per quanto riguarda i trasferimenti per il Fondo sanitario nazionale (che, ad oggi, sono ancora indeterminati sia per quest'anno che per gli anni precedenti). Da questo punto di vista esistono tutte le ragioni per poter sostenere che questo è un bilancio difficile da elaborare. Relativamente alle fonti di finanziamento dello Stato a livello centrale, noi sappiamo come i bilanci regionali riflettano ancora adesso grandemente dei limiti nei trasferimenti nazionali, per cui sono bilanci per molti aspetti di grande rigidità, che noi abbiamo contestato, anche per quanto riguarda l'autonomia delle Regioni. Tuttavia questi sono fatti reali.
Certamente anche l'evento alluvionale è un elemento non classificabile tra gli elementi contingenti, ma è un fatto di eccezionale straordinarietà.
Non c'è dubbio che i primi interventi governativi non dessero nessun segnale positivo; si trattava di fondi assolutamente inadeguati per i Pronti interventi, tra l'altro legati a fonti di finanziamento del tutto improprie, addirittura fondi già vincolati in anni precedenti per altre alluvioni. Solo adesso, a distanza di tempo, vi è stato un primo intervento (che non conosciamo ancora in tutto il suo articolato) di 11.000 miliardi che comunque coprono solo una parte dei danni veri subìti dalla Regione Piemonte, stimabili - secondo alcuni addirittura intorno ai 30.000 miliardi. Quindi solo adesso si può avere un'idea, una minima certezza per quanto riguarda il riferimento nazionale, che pure è estremamente importante.
Bisogna ammettere che se il decreto di giovedì scorso è stato quanto meno più adeguato alla gravità della situazione ciò è anche frutto dell'iniziativa della Giunta, che è stata approvata - io credo - sia nel merito che nel metodo dalle popolazioni interessate.
Credo dunque che vi siano tutti gli elementi per giustificare il ricorso all'esercizio provvisorio. Tuttavia va anche sottolineato l'impegno assunto dall'Assessore a nome della Giunta, cioè che a gennaio inizierà il dibattito sul bilancio vero e proprio. L'autorizzazione all'esercizio provvisorio vale per i prossimi tre mesi, quindi fino a marzo, per cui da gennaio bisognerà lavorare intorno al bilancio, documento che sarà inserito nello schema di Piano di sviluppo, il che vuol dire che sarà nelle linee generali; mi riferisco non al Piano di sviluppo inteso come iter che dovrà prevedere l'approvazione, ma al fatto che verrà certamente compreso all'interno delle linee generali.
Non si potrà certo prevedere l'approvazione del Piano di sviluppo prima del bilancio, però è chiaro che alcune linee generali vanno prefissate prefigurate: all'interno di queste, bisogna individuare anche un piano di interventi ed una scala di priorità degli interventi. Infatti, non dimentichiamo che siamo a fine legislatura, per cui tutto quanto si potrà fare materialmente o si potrà delineare sarà frutto di una serie di interventi mirati, di una scala di priorità che individui alcuni obiettivi specifici.
Questa mi sembra la cosa importante da sottolineare e da valutare anche in riferimento alla legge sulla programmazione che abbiamo approvato nel settembre scorso. Comunque sia, è indubbio che, proprio alla luce di questi fatti, è certamente meglio - ed è più serio - un esercizio provvisorio che non un bilancio tecnico. Abbiamo visto che i bilanci tecnici sono frutto di un processo continuo di aggiustamento che, in realtà, mette in evidenza non un bilancio di previsione, non una volontà politica di prevedere alcune cose, ma semplicemente una presa d'atto della situazione esistente durante l'anno. L'esercizio provvisorio, semmai, è l'impegno a fare nei prossimi mesi il bilancio definitivo, alla luce, io credo, di quella scala di priorità all'interno del Piano di interventi che l'Assessore prima ci diceva e che, a nostro parere, sono la condizione perché il bilancio abbia quelle caratteristiche di programmazione generale che deve avere.
Proprio per questi motivi, il nostro Gruppo esprime parere favorevole all'autorizzazione all'esercizio provvisorio.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, si proceda alla votazione dell'art. 1 come emendato per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 voti favorevoli 25 voti contrari 16 astensioni 2.
L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 voti favorevoli 25 voti contrari 16 astensioni 2.
L'art. 2 è approvato.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 47 hanno risposto SI 28 Consiglieri hanno risposto NO 19 Consiglieri.
La legge è approvata.


Argomento: Stato giuridico ed economico del personale dipendente - Parchi e riserve

Esame progetto di legge n. 509: "Determinazione delle piante organiche del personale degli Enti di gestione dei Parchi e delle Riserve naturali di nuova istituzione"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del progetto di legge n. 509, di cui al punto 7) dell'o.d.g.
Dò per letta la relazione del Consigliere Nerviani, oggi in congedo, il cui testo, a mani dei Consiglieri, recita: "Nell'ambito della politica di salvaguardia e qualificazione ambientale, da tempo avviata dalla Regione, con le LL.RR. 17/4/1990 n. 28 22/4/1991 n. 14, 11/8/1991 n. 38 e 14/1/1992 n. 1, sono state istituite sei nuove aree protette.
Affinché i rispettivi Enti di gestione possano iniziare a svolgere autonome attività, dotandosi di un'adeguata struttura, è necessario provvedere all'individuazione delle nuove piante organiche per l'assunzione di personale dipendente che garantisca un corretto funzionamento degli enti medesimi.
Il presente disegno di legge prevede le dotazioni organiche per il personale degli Enti di gestione delle aree protette istituite con le leggi sopra indicate, vale a dire il Sistema delle aree protette della fascia fluviale del Po del tratto cuneese e della pianura torinese, la Riserva naturale speciale del Sacro Monte di Belmonte, il Parco naturale del Bosco delle Sorti della Partecipanza di Trino e il Parco naturale di Stupinigi.
Inoltre, nella medesima logica di conferire la possibilità di svolgere la propria attività, dotandosi di adeguate strutture, ad enti che, a seguito di consistenti modificazioni del territorio protetto attraverso l'affidamento in gestione di numerose nuove aree, possono configurarsi come nuovi (si veda ad esempio l'Ente di gestione della Riserva naturale della Garzaia di Valenza che, a seguito della L.R. n. 28/90, è divenuto Ente di gestione delle aree protette della fascia fluviale del Po Alessandria cui è affidata la gestione del tratto Crescentino - confine Piemonte/Lombardia del Sistema delle aree protette della fascia fluviale del Po), sono state integrate le piante organiche degli enti di cui ai commi terzo, quarto e quinto dell'art. 2.
Come chiaramente espresso sia dall'art. 1 che dall'art. 3, tali piante organiche sono state individuate mediante la riduzione di un numero corrispondente di posti delle piante organiche di Enti di gestione di aree protette già esistenti. Tale metodo, congiuntamente alla previsione di cui al comma primo dell'art. 6 in base al quale la prima copertura dei posti può avvenire unicamente tramite mobilità dalla Regione o da enti da questa dipendenti, comporta che, ai fini finanziari, il presente disegno di legge non comporta oneri aggiuntivi rispetto alle previsioni di spesa relative al personale in servizio già contenute nel bilancio di previsione della Regione per l'anno 1994.
A completamento della disciplina del processo di mobilità, all'art. 6 commi secondo e terzo, vengono definite le procedure da seguirsi nei confronti del personale dipendente dagli Enti di gestione che, a seguito della riduzione delle piante organiche operate dalla presente legge vengano a trovarsi nelle condizioni di soprannumero. In tale situazione viene prevista sostanzialmente una prima fase nella quale si dà attuazione alla mobilità volontaria, esaurita la quale si procede mediante mobilità d'ufficio da esperirsi a livello provinciale.
Il presente disegno di legge prevede, altresì, norme che individuano specifiche attribuzioni per il personale di vigilanza e norme che ridefiniscono il rapporto tra la Regione e gli Enti di gestione, sia in termini di collaborazione che di controllo.
L'art. 5 riconosce i dipendenti rivestenti la V e VI qualifica, che svolgono compiti di vigilanza, quali agenti ed ufficiali di polizia giudiziaria, secondo l'individuazione data dal nuovo Codice di Procedura Penale. Le stesse attribuzioni sono estese anche al personale di VII qualifica a cui siano stati assegnati gli stessi compiti.
L'art. 7, che prevede la possibilità per la Regione di avvalersi di personale in servizio presso le aree protette, per attività che rientrino nella politica di tutela, assume carattere di collaborazione delle stesse nei confronti della Regione in vista del raggiungimento di un obiettivo comune.
Il controllo di gestione e di funzionalità, esercitabile anche attraverso una verifica diretta, condotta mediante accertamenti sulla documentazione degli enti, si inserisce, invece, in un discorso generale di vigilanza che la Regione intende attuare al fine di promuovere un corretto utilizzo delle risorse finanziarie da parte degli Enti di gestione ed un coordinamento delle attività svolte dagli stessi, anche in relazione a quanto disposto dall'art. 27 della legge 6/12/1991, n. 394.
La norma di cui al comma terzo dello stesso art. 7, che prevede la mobilità del personale tra Enti di gestione, risolve il problema, più volte sollevato dagli enti stessi, derivante dalla necessità di avvalersi di personale per esigenze straordinarie anche conseguenti a vacanza di organico, ed è finalizzata a consentire un più razionale utilizzo delle risorse umane disponibili. La mobilità è, comunque, attuabile solo nell'ambito del territorio provinciale o per aree limitrofe".
Ha chiesto la parola il Consigliere Germanetto; ne ha facoltà.



GERMANETTO Michelino

Su questo provvedimento sono perplesso. In questi ultimi tempi ho visto un aumento enorme di parchi naturali: non sono contrario ai parchi naturali, ma penso che troppi causino anche dei rischi.
La Regione non può permettere una corretta manutenzione con pericoli poi per i fiumi e i torrenti, come tutti abbiamo visto in questi ultimi tempi. Si rischia di portare troppi vincoli ai nostri Comuni, con danni all'espansione e all'economia; basti pensare agli allarmi dei Comuni della fascia del Po. Proprio quindici giorni fa il PPI ha tenuto in quest'aula un convegno sui parchi con gli amministratori comunali della fascia del Po. La cosa mi fa veramente piacere (anche se mi ha stupito alquanto perché penso che l'aumento sia dovuto proprio a questa Giunta), ho infatti qui sul tavolo l'invito ad un altro convegno "Po, Stura, Dora: un Parco naturale urbano a Torino". Se andiamo di questo passo la Giunta regionale del Piemonte e il Comune di Torino dovranno acquistare enormi quantità di stambecchi e camosci anche per Torino! Avrei preferito invece qualche parcheggio in più, magari con pagamenti un po' più sociali, e meno balzelli, come invece assistiamo di questi tempi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, l'oggetto che abbiamo all'o.d.g. non sono i parchi, ma il personale dei parchi.
certamente sintomatico il fatto che si debba ricorrere ad una legislazione di promozione e di vincolo, come è quella sui parchi, per garantire la continuità di qualcosa che qualcuno ha saputo promuovere o tutelare senza bisogno di leggi. Questo significa evidentemente una fase di poca attenzione esistenziale e culturale rispetto a questi beni; a mio modo di vedere la politica dei parchi deve essere considerata sostanzialmente uno straordinario rispetto all'ordinario, non un'eccezione. La valorizzazione da un lato e la tutela dall'altro dovrebbero essere ricondotte più alla legislazione ordinaria, alla cultura e alla sensibilità ordinaria, che non alla legislazione straordinaria.
Lo segnalo per dire che dobbiamo augurarci che si sappia recuperare il nuovo modo d'essere dell'uomo sul territorio, la sua capacità di coesistere con il territorio e per quello che ha in termini di consolidato culturale ed ambientale, senza l'esigenza di una straordinarietà di intervento; per questo è nei nostri uffici e non nella nostra realtà.
Devo dire invece, pur anticipando il voto favorevole del nostro Gruppo rispetto a questa legge che è funzionale e non politica, che a me pare necessaria una forte solidarietà da parte di tutte le forze consiliari, non adesso che siamo alla fine della legislatura, ma all'inizio della prossima legislatura. Auspico, a chi ci succederà, di avere la capacità sul piano dell'organizzazione dei parchi di fare un'operazione radicale rivoluzionaria, cioè costituire un'unica azienda parchi. Il personale, i servizi, il patrimonio, la cultura che deve sottendere ai parchi e quindi ai loro amministratori, quindi alle espressioni locali, deve essere la più alta che è in grado di mettere in funzione il sistema regionale nel suo complesso, non parcellizzato sui singoli parchi. Ho l'impressione che la caduta di cultura del parco ci sia già.
Leggiamo in tutte le proposte di legge, soprattutto in quelle di iniziativa locale, che il parco viene visto come un'occasione di valorizzazione turistica. Non è vero, non deve essere questo. Manca all'interno una cultura che porta alle caricature alle quali faceva riferimento il collega. E' vero che non ci saranno i cervi e i cinghiali sul Po, ma siccome in tutti i parchi mettono i cervi e i cinghiali, la gente dopo un po' identifica i parchi con i cervi e i cinghiali.
A me sembra, quindi, che l'operazione a suo tempo avviata dalla collega Vetrino di riaccorpamento dei parchi sia stata l'inizio di un percorso della Regione attraverso un proprio ente, se non in proprio attraverso l'Assessorato - per fornire direttamente i parchi del sistema dei servizi di cui hanno bisogno, dando quindi una forte risposta qualitativa sul piano del personale.
Queste cose vanno segnate nella memoria e poi utilizzate al momento giusto e non nel momento sbagliato. Ricordo come questa tematica sia stata a suo tempo affrontata e ci si fosse resi conto che c'era bisogno di una presenza di professionalità molto significative sulle tematiche particolari e delicate dei parchi che sono aree delicate. C'era il suggerimento che l'azienda parchi avesse, con un rapporto con l'Università o con professionisti propri, una capacità di risposta forte in termini tecnici.
Siccome non si è avuto il coraggio di affrontare questo problema, ma ci si è ricordati, purtroppo, della fondatezza del mio rilievo, si è detto che nei Consigli di amministrazione dei parchi noi avremmo dovuto, attraverso gli amministratori, realizzare quelle professionalità che non possiamo realizzare in termini funzionariali. Adesso siamo di fronte a problemi incredibili, dovendo attribuire ad illustri signori delle capacità professionali e scientifiche in materia agro-silvo-pastorale di tutela faunistica, di sistemazione ideologica, cosa che non è nella realtà delle cose. Questo è un esempio di come una battaglia combattuta per supportare i parchi con una maggiore professionalità e una maggiore capacità scientifica di affrontare i problemi, si sia poi tradotta in un appesantimento del sistema facendo sì che ad amministrare i nostri parchi ci siano delle persone attente ai parchi, ma guarda caso devono passare attraverso una griglia, un filtro, assolutamente insuperabile: trovare un esperto in agronomia che si occupi del Parco Orsiera-Rocciavrè è sostanzialmente impossibile.
Bisogna che ci sia un esperto agronomo pagato, convenzionato con la Regione, con l'Azienda Parco, che sia a disposizione di tutti i parchi.
Si dovrebbe disegnare uno scenario in cui tutte queste aree a parco attraverso un sistema di liaison anche territoriale, potesse diventare un bene unico, un bene comune, anche se non continuo nel territorio riconoscibile come un'entità complessiva, non come una somma di specificità difficilmente leggibile.
Che cosa sia l'Orrido di Chianocco non importa: la gente deve sapere che va in un parco, si trova in un pezzo di natura fortemente attrezzato fortemente riconoscibile, fortemente affascinante.
Lascio all'attenzione dei colleghi e dell'Assessore la forte preoccupazione che, se non sviluppa questo frutto nel senso più ambizioso di farne un pezzo importante del nostro Piemonte, e lo lascia intristire nel localismo e nella voglia del governo e di qualche arredo di parco che fa un po' ridere i polli - perché poi le cose scendendo di livello finiscono per essere così - rischiamo che il frutto, che insieme siamo riusciti a far maturare, anziché produrre semi si intristisca sulla pianta.
Sono convinto che l'Assessore, in particolare, abbia colto e mi auguro anche apprezzato il senso di forte partecipazione a questo suo lavoro.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Questo disegno di legge che determina le piante organiche del personale degli Enti di gestione dei Parchi e delle Riserve naturali di nuova istituzione, prevede all'art. 3 la riduzione delle piante organiche per il Parco naturale delle Lame del Sesia e delle Riserve naturali speciali dell'Isolone di Oldenico, della Garzaia di Villarboit della Palude di Castelbeltrame, della Garzaia di Carisio, del Parco ed area attrezzata del Sacro Monte di Crea, delle Riserve naturali speciali del Sacro Monte di Orta, il Monte Mesma, del Colle della Torre di Buccione della Riserva naturale speciale della Bessa, del Parco naturale Orsiera Rocciavrè, Riserva naturale speciale dell'Orrido, Stazione di Leccio di Chianocco, dell'Ente di gestione dei Parchi e delle Riserve naturali astigiane, del Parco naturale della Rocca di Cavour, del Parco naturale della Valle del Ticino, del Parco naturale delle Capanne di Marcarolo, del Parco regionale La Mandria, dei Parchi e delle Riserve naturali delle Valli di Lanzo e dell'Ente di gestione della Riserva naturale del Bosco e dei Laghi di Palanfrè.
Questa cosa lascia perplessi, perché l'articolo dice che il personale è "ridotto di complessivamente 70 unità".
La perplessità nasce da una considerazione di carattere generale. Al di là dei motivi che hanno indotto l'Assessore ad assumere questo provvedimento di legge, stupisce che una politica attenta e che tenda a valorizzare il parco in tutte le sue componenti - da quella più vincolata la riserva naturale, sino a quella più aperta a quanto si rende possibile in termini di gestione di fruizione di un bene ambientale - si caratterizzi in merito al rafforzamento del ruolo dei parchi con un provvedimento di questo genere.
Non vedo una congruenza di carattere generale; l'Assessore forse spiegherà congruenze specifiche legate a stati di fatto, ma certo stupisce una legge che riduce di 70 unità le piante organiche degli Enti di gestione delle aree protette. Questo provvedimento non può avere certo l'adesione del Gruppo di Rifondazione Comunista. Per questo motivo noi ci asterremo nella votazione.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Sartoris.



SARTORIS Anna

Credo che non sia nuova la mia posizione di astensione o di contrarietà sul tema dei parchi.
Prima si sorrideva quando qualcuno ha introdotto il principio o il problema dei parchi: è chiaro che se non ci fossero i parchi non si proporrebbe il discorso di riordinarne il personale. Quindi, questi due aspetti sono molto collegati.
E' altrettanto spiacevole dover andare sul territorio e vedere che coloro che fra una mezzoretta alzeranno la mano per sostenere questi progetti di parco, poi si recheranno sul territorio a dire che sono contrari, che sono perplessi, che faranno di tutto affinché questi parchi non si istituiscano.
Non è sicuramente una responsabilità dell'Assessore Bresso la quale, da quando sono presente in quest'aula, ha sempre assunto posizioni a favore dei parchi, quindi giustamente, essendo Assessore, promuove il fatto che si aumenti il territorio che viene sottoposto a parco, ad aree attrezzate o cose di questo tipo.
Il problema, secondo me, è proprio il fatto che lo Stato abbia posto dei limiti all'aumento del personale, che potrebbe essere un modo implicito per dire alla Regione Piemonte che sarebbe il caso di pensarci sopra.
Credo che siano molti i Consiglieri, benché favorevoli ai parchi, a porsi questa domanda, cioè che il personale è sempre lo stesso, mentre aumentano le zone da controllare; in questo modo il personale fa le multe controlla che non venga commessa l'ultima delle infrazioni, e tutto finisce lì.
Ci sono stati alcuni direttori di parco che hanno espresso la loro perplessità sul fatto che la zona che devono controllare aumenta a dismisura, mentre il personale addetto al controllo è sempre lo stesso.
Non è che questa realtà sia stata poi così accettata dalle persone che lavorano all'interno del parco, quindi non è una perplessità solo di quelli, comunque e sempre, contrari ai parchi.
Ecco perché sostengo che se da un lato non si può aumentare il personale, dall'altro bisognerebbe preoccuparsi seriamente, e non solo come propaganda sul territorio, che alcuni progetti di aumento di parco o di sommatorie di diversi parchi (messi insieme nei modi più strani e più incomprensibili) cominciassero ad essere visti con un altro occhio prestando maggiore attenzione alle posizioni della gente, che poi quel parco lo deve subire anche se non lo vorrebbe. Dal momento che si sta pensando di aumentare e delimitare come zone di parco (sono gli ultimi progetti in ordine di tempo) i territori che riguardano la Dora, sarebbe bene cominciare a pensare che in quelle zone le perplessità della gente sono molto forti.
Quindi, io credo che a questo punto...



(Interruzioni)



SARTORIS Anna

Bisognerebbe però che le persone che qui dicono certe cose, poi magari quando vanno dalla loro gente dicessero le stesse. E non mi riferisco alla tua forza politica, Assessore Bresso!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vaglio.



VAGLIO Roberto

Intervengo brevemente per motivare il voto contrario che esprimerò al progetto di legge n. 509.
Non entro nel merito della rideterminazione delle piante organiche, che ritengo necessaria e doverosa.
Questo voto vuole essere un voto su una politica regionale che era conclusa, una politica dei parchi che era definita e finita per questa legislatura e che è stata, a mio modo di vedere, impropriamente ed ingiustamente riaperta.
Perché dico questo? Non perché io ritenga che la protezione del territorio sia ingiusta: la protezione del territorio è una necessità in una Regione con una densità di popolazione come la nostra; in una Regione antropizzata come la nostra, difendere quelle aree che dal punto di vista naturalistico sono ancora interessanti è sicuramente una necessità. Per quello che, secondo me, non è una necessità, è l'entrare sistematicamente in conflitto tra gli Enti gestori dei parchi e le popolazioni residenti.
Credo che in questa sede sia necessario sottolineare che non solo il personale dovrebbe essere riorganizzato in base alle piante organiche, ma dovrebbe essere riorganizzato in base ai rapporti, spesso pessimi, che mantiene con le popolazioni residenti nei parchi.
Il personale regionale che si occupa della gestione dei parchi e che si occupa di assicurare il mantenimento della natura all'interno dei parchi non è lì per entrare in conflitto permanente con le popolazioni residenti non è lì per "staccare" verbali ad ogni pie' sospinto, per ogni stupidaggine, contro contadini che fanno semplicemente il loro mestiere contro residenti che hanno, per abitudine atavica, continuato a proporre delle attività tradizionali di gestione del territorio.
Pertanto sostengo che o le norme che il personale dei parchi deve applicare non sono adeguate al territorio piemontese, oppure che il personale dei parchi applica in modo becero delle norme che invece sono adeguate. O in un caso o nell'altro caso, la Regione dovrà porre soluzione.
Non è pensabile che si possa continuare con una politica dei parchi dove i residenti sono terrorizzati al solo sentire proporre nuove aree di protezione! Tutto ciò non succederebbe se i rapporti con i residenti fossero diversi. Io l'ho già detto, l'ho ripetuto, non mi stancherò mai di dirlo: o si cambia la proposizione dell'Ente Regione, attraverso la protezione del territorio con i parchi, o si cambia l'atteggiamento del personale dei parchi nei confronti dei residenti; oppure di parchi non solo non se ne devono più costituire, ma si devono addirittura abolire quelli che già ci sono.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Bresso.



BRESSO Mercedes, Assessore regionale

Rilevo che in Consiglio c'è la brutta abitudine di non leggere le relazioni sulle leggi, poi molti Consiglieri, che non fanno parte delle Commissioni competenti, non sanno di cosa si stia parlando.
In questo periodo tale legge ha certamente dei limiti che derivano dalla gestione del personale degli enti pubblici e dai vincoli imposti dalle successive leggi finanziarie. Vincoli che saranno presumibilmente posti anche da questa legge che proprio in queste ore si sta votando in Parlamento. Dopo la bocciatura di un testo sull'incremento delle piante organiche del personale dei parchi - che era molto contenuto, dentro limiti assolutamente accettabili, ma che teneva conto delle necessità minime di espansione delle piante organiche siamo stati indotti a predisporre una nuova legge in cui il saldo delle piante organiche fosse zero; per cui si lavora sulla vecchia pianta organica dei parchi.
Siccome c'era una serie di nuove aree totalmente senza personale, i colleghi devono sapere che si è operato, con l'eccezione molto parziale del Parco della Mandria, su tutti gli enti parco utilizzando i posti vuoti in organico, per cui non c'è una riduzione del personale effettivo, ma una riduzione dei posti in organico. Si sono trasferiti questi posti in organico nei nuovi parchi dove c'è un'assoluta esigenza di funzionamento a breve.
Sulla base di questa prima legge i parchi, che avranno tutti a quel punto una pianta organica, faranno i carichi di lavoro, cioè analizzeranno il proprio fabbisogno e su quella base ridefiniranno anche al loro interno la stessa pianta organica. Ancora in questa legislatura vareremo la nuova legge sulle piante organiche che, prendendo atto dei fabbisogni effettivi sulla base dei carichi di lavoro, consentirà di incrementare le piante organiche ove è necessario. Questo verrà attuato attraverso un iter che è obbligatorio, perché è obbligatorio passare da questa legge.
Perché si è deciso di non fare prima i carichi di lavoro e poi la legge sulle piante organiche? Perché altrimenti i parchi che non hanno una pianta organica non potrebbero fare i carichi di lavoro, quindi ci troveremmo a non poter giustificare anche l'attribuzione a loro di personale.
Sulla questione sollevata dal Consigliere Chiezzi c'è una totale incomprensione; questo è un saldo zero, cioè meno 62 tra gli enti esistenti più 62 con gli emendamenti che apportiamo per tenere conto dei problemi della Mandria che era l'unico parco dove si spostava del personale effettivo (almeno sulla carta il saldo è zero).
Seconda questione di merito sollevata dal collega Marchini.
Sono d'accordo che il problema esiste, che c'è comunque bisogno di personale di raccordo tra gli Enti parco. Si potrebbe affrontare anche l'ipotesi di mantenere gli enti, sia pure accorpati come stiamo facendo per consentire il controllo territoriale da parte delle popolazioni, ma è necessario anche un radicamento nel territorio che progressivamente migliori i rapporti fra popolazioni ed Enti parco - dove non ci sono conflitti specifici del tipo di quelli che alcuni hanno citato. Tra l'altro annoto che molto spesso i colleghi cadono nell'errore di pensare che chi urla più forte rappresenti tutta la popolazione. Certo, se specificamente ci sono degli interessi reali colpiti - la rendita è un interesse reale è chiaro che un parco in qualche modo riduce la rendita, per esempio le possibilità edificatorie di un terreno magari oggi agricolo, ma che in futuro potrebbe essere oggetto di edificazione.
E' chiaro che riducendo la rendita si creano dei problemi; lo stesso discorso vale per il Piano regolatore: non tutti si è d'accordo su un Piano regolatore. Ho anche fatto delle inchieste di tipo scientifico nei parchi attraverso dei sondaggi sulla popolazione a campione ed è emerso che la maggior parte di coloro che abitano nei comuni o città che hanno dei parchi non sono contrari ai parchi; ci sono alcuni interessi forti, questo è vero.
Suggerisco ai colleghi di ragionare su questa cosa e di stare più attenti a quella che è la realtà dei territori che sono interessati ai parchi. Per esempio, tutti i giovani sono a favore dei parchi, c'è un'adesione dei ragazzi nelle scuole che è enorme, vi è un enorme utilizzo da parte delle scuole delle aree protette che sta cambiando la cultura delle giovani generazioni nei confronti della natura, non solo televisiva, e cambierà anche il rapporto fra l'uomo e la natura, mediato dalla realtà e dai problemi reali che il rapporto con la natura pone agli uomini.
Credo che il ruolo della politica dei parchi sia importantissimo e chi non riesce a capirlo è solo perché non ha prestato attenzione a questa politica, parla per partiti presi e ragionamenti presi a prestito.
Il collega Marchini ha ragione, dobbiamo affrontare questo problema.
Penso che l'ipotesi di un'azienda dei parchi che gestisca il personale in qualche modo è favorita anche da questo primo avvicinamento che con la legge facciamo, che crea delle possibilità di mobilità fra il personale degli enti, in qualche modo incominciando a costruire un insieme del personale dei parchi regionali e non solo tante entità distinte.
Credo sia un ragionamento che si può fare, c'è una serie di problemi tecnici da risolvere; potremmo, per esempio, organizzare un convegno, come avevamo detto, sui vent'anni della politica dei parchi, per lasciare un'eredità di pensiero alla legislatura successiva. Dico alla legislatura successiva in quanto è materia troppo complessa per riuscire a gestirla in questa coda di legislatura.
Sugli interventi di merito, sulla politica dei parchi, non è questa la sede; voglio solo dire ai colleghi che tutti dovrebbero ragionare e costruirsi una capacità autonoma di pensiero su questo argomento e non solo farsi raccontare ogni tanto alcune cose dagli interessi forti e magari loro stessi sono poco informati di ciò di cui si sta parlando. Per esempio, il convegno sul Parco del Po, Stura e Dora trattava innanzitutto di un parco esistente e cioè il Parco del Po, per il tratto torinese in cui c'è una riserva naturale che è la riserva del Meisino che è stata inserita.
L'altro parco urbano esistente a Torino - non deve preoccuparsi il collega Germanetto in quanto non verrà introdotto in questo parco nessun camoscio - di cui viene chiesto, con molti dubbi da parte nostra l'inserimento nel Parco del Po come area attrezzata, è di tipo urbano. Noi abbiamo alcuni dubbi sull'inserimento in quanto non vorremmo caricarci poi degli elementi di gestione dei parchi urbani di Torino. Se invece si tratta di creare una continuità di pianificazione, come peraltro è già assicurato dal PTO del Po, che comprende anche il tratto torinese come strumento di Piano territoriale, si può ragionare.
Relativamente alla discarica AMIAT ed alla spaventosa discarica di rifiuti industriali alle Basse di Stura, esistono progetti di riqualificazione ambientale e di trasformazione in area attrezzata di tipo periurbano. Si trattava dunque di cosa del tutto diversa.
Per quanto riguarda il Parco del Po ed il PTO del Po, sono state davvero poche le osservazioni negative sul Piano d'area del parco perlomeno osservazioni sugli strumenti di pianificazione.
Sono invece intervenute reazioni tipiche sulla lettura degli strumenti anche se bisogna riconoscere che sono di difficile lettura se non si è affiancati da professionisti.
Tutti hanno confuso lo strumento del Piano Territoriale Operativo del Po con il tratto che, all'interno dei confini del parco, è Piano d'area del parco, trasferendo automaticamente alla parte esterna il sistema di regolamentazione previsto per il parco, non comprendendo che si tratta invece di Piano territoriale, che, come tale, non è immediatamente prescrittivo per i Comuni: è un orientamento per l'adeguamento dei Piani regolatori, man mano che si faranno. Situazione che nessuno ha capito e che ha creato una serie di complesse diatribe.
Al collega Germanetto faccio presente che sono stata invitata da un suo conterraneo, il collega Villa, a citare per diffamazione coloro che vanno in giro a dire cose inaudite: ad esempio, che il Parco del Po introduce la nutria. In realtà abbiamo un unico progetto riguardante le nutrie, nel Parco del Ticino, ma addirittura di eradicamento, poiché occupano gli spazi ecologici delle lontre, che invece sono tradizionali nei nostri fiumi. Si tratta dunque di ignoranza e malafede.



GERMANETTO Michelino

Lo hanno detto alla televisione...



BRESSO Mercedes, Assessore regionale

Lo so benissimo che lo hanno detto alla televisione: la realtà non sempre è quella che si sente alla televisione! Per carità, un giornalista un cittadino, chiunque può dire quanto crede... Potremmo anche citarli per diffamazione. I colleghi Consiglieri sono pregati di informarsi prima di aderire a qualsiasivoglia polemica. Dopodiché, liberissimi di attaccarci se abbiamo reintrodotto le nutrie nel Parco del Po, ma con il dovere morale di non alimentare questo tipo di polemiche, che si basano su dati falsi. Un Consigliere ha accesso a tutti gli strumenti di informazione, pertanto prima di alimentare queste cose è bene che si informi.
Il 99% delle cose dette sul Parco del Po sono, molto semplicemente false e riportate da persone che non si sono preoccupate di verificare la realtà degli strumenti di pianificazione e di azione del parco, che invece da chi è conosciuta, soprattutto nei tratti dove il parco è esistente - per gli altri due tratti non abbiamo potuto reperire personale e quindi, di fatto, non esiste; il suo limite, caso mai, è di aver fatto troppo poco è molto apprezzata: si tratta di un Ente Parco fra i migliori per funzionamento, capacità e competenza.
Sono comunque disponibile - principalmente in Commissione, che mi sembra la sede più opportuna, nonché, naturalmente, in Consiglio - ad una discussione vera sulla politica dei parchi. Nessuno - valga per il collega Vaglio che, comunque, non ha titolo per poterci o meno consentire di fare le cose: c'è una maggioranza che decide cosa fare sta facendo alcunché che non sia stato definito. Attualmente, sono in corso politiche di sistemazione del sistema dei parchi e quanto alle proposte di eventuali ampliamenti le demando al quinto Piano dei parchi, di cui ragioneremo com'è tradizione, a fine legislatura.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, passiamo all'esame del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 voti favorevoli 23 voti contrari 8.
L'art. 1 è approvato.
ART. 2 Emendamento presentato dalla Giunta regionale: al comma primo, lettera a), Parco del Po della pianura torinese viene così modificato: totale dei dipendenti: "11" "V qual. 5" al comma primo, lettera b), Parco del Po tratto cuneese viene così modificato: totale dei dipendenti: "11" "V qual. 4" al comma primo, lettera c), Parchi canavesani viene così modificato: totale dei dipendenti: "9" "V qual. 4" al comma primo, lettera d), Parco di Stupinigi viene così modificato: totale dei dipendenti: "7" "V qual. 3" al comma terzo, Parco del Po alessandrino viene così modificato: totale integrazione pianta organica: "10" "V qual. 4" al comma quarto, Parchi cuneesi viene così modificato: totale integrazione pianta organica: "3" "V qual. 1".
La parola all'Assessore Bresso.



BRESSO Mercedes, Assessore regionale

Si tratta di modifiche tutte indotte dalla necessità di adeguamento alla legge finanziaria che blocca, come sapete, i pensionamenti. Dato che una parte dell'operazione andava a toccare persone fisiche - e non solo dei numeri - l'abbiamo adattata a seguito di una trattativa con il Parco della Mandria e con le Organizzazioni sindacali.
Gli emendamenti successivi hanno lo stesso tenore: se si spostano "X" persone al Parco della Mandria, si deve di conseguenza procedere negli altri parchi.



PRESIDENTE

Non essendovi interventi pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
approvato con 24 voti favorevoli e 8 astensioni.
Si proceda alla votazione dell'art. 2 come emendato per alzata di mano ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 voti favorevoli 26 voti contrari 1 astensioni 8.
L'art. 2 è approvato.
ART. 3 Emendamento presentato dalla Giunta regionale: al comma primo, primo capoverso, il totale delle riduzioni operate riportate alla quarta riga è modificato in "62" al comma primo, lettera l), Parco La Mandria viene così modificato: "V qual. 17" - "VII qual. 2" al comma primo, viene aggiunta la seguente lettera n): "n) Ente di gestione della Riserva naturale speciale del Sacro Monte della S.S. Trinità di Ghiffa: 'VII qual. 1'".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
' approvato con 26 voti favorevoli e 8 astensioni.
Si proceda alla votazione dell'art. 3 come emendato per alzata di mano ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 voti favorevoli 26 astensioni 8.
L'art. 3 è approvato.
ART. 4 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 voti favorevoli 26 astensioni 8.
L'art. 4 è approvato.
ART. 5 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 voti favorevoli 26 astensioni 8.
L'art. 5 è approvato.
ART. 6 Emendamento presentato dalla Giunta regionale: al comma terzo, seconda riga, il numero "60" è modificato con il numero "120" al comma quarto, la parola "attribuzione" della prima riga è sostituita dalla parola "attuazione".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
approvato con 26 voti favorevoli e 8 astensioni.
Si proceda alla votazione dell'art. 6 come emendato per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 voti favorevoli 26 astensioni 8.
L'art. 6 è approvato.
ART. 7 Emendamento presentato dai Consiglieri Gallarini, Vaglio, Porcellana Germanetto e Goglio: al comma primo, quarta riga, la frase "..., può disporre la mobilità anche a tempo parziale, del personale tra due Enti di gestione" viene sostituita con la frase "..., può disporre la mobilità anche a tempo parziale, del personale tra gli Enti di cui al comma 1 dell'art. 6. Nel caso di mobilità tra Enti di gestione dei Parchi e Riserve naturali, questa può avvenire nell'ambito provinciale o per aree limitrofe"; - alla settima riga, le parole "...tra i due Enti di gestione interessati" vengono sostituite con le parole "...tra i due Enti interessati".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
approvato con 34 voti favorevoli e 3 astensioni.
Si proceda alla votazione dell'art. 7 come emendato per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 voti favorevoli 34 astensioni 3.
L'art. 7 è approvato.
ART. 8 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 voti favorevoli 34 astensioni 3.
L'art. 8 è approvato.
ART. 9 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 voti favorevoli 34 astensioni 3.
L'art. 9 è approvato.
Passiamo alle dichiarazioni di voto sull'intero testo della legge.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Confermo il voto di astensione, anche dopo aver sentito le spiegazioni fornite dall'Assessore in merito alle mie osservazioni sulla diminuzione della pianta organica di una serie numerosa di aree protette.
Non penso che il ragionamento dell'Assessore possa soddisfare, perché è un po' come il ragionamento dei polli noto da tempo: due persone mangiano due polli, ma una delle due non ne mangia alcuno. Il ragionamento fatto dall'Assessore è di questo genere. Sessantadue persone crescono sessantadue persone diminuiscono e la somma algebrica è uguale a zero, per c'è uno che mangia due polli mentre l'altro è rimasto all'asciutto.
La pianta organica diminuisce e non capisco perché debba diminuire, e in ogni caso non condivido che diminuisca. Per questo motivo confermiamo l'astensione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rivalta.



RIVALTA Luigi

Votiamo questo provvedimento per lo stretto significato che esso ha richiamato solo per punti dentro ad una discussione che ha assunto valori ed indirizzi di merito molto più ampi.
Attualmente è un provvedimento di riassetto della disponibilità di dipendenti che lavorano nei parchi con una distribuzione sui nuovi parchi realizzati e che, stante le circostanze e i problemi finanziari di cui è gravato il nostro Paese e la nostra Regione, vengono distribuiti in maniera più razionale. Lo votiamo per questo significato, come passo transitorio verso una politica dei parchi che va riaggiornata e rinnovata.
Non entro nel merito del riaggiornamento e del rinnovamento della politica dei parchi, anche se non richiederebbe molto tempo; sarà comunque necessario un seminario sull'esperienza ventennale di gestione dei parchi per trarne le valutazioni sul significato che ha assunto non formale, ma sostanziale.
Non entro quindi nel merito della discussione, mi preme dire soltanto che questa mattina sono state dette molte cose contraddittorie, molte delle quali da me non condivisibili.
In particolare, non condivido il distacco e la separazione potenziale tra aree tutelate e comunità che vivono intorno a quelle aree. Credo fermamente - lo dico e lo pongo come uno dei punti sostanziali - che una politica dei parchi possa reggere a distanza di tempo, al di là delle posizioni più o meno favorevoli, se questa trova un radicamento nelle comunità che vivono in quelle zone e nelle zone circostanti.
La questione dei Consigli di direzione, del ruolo del personale, delle dimensioni delle singole istituzioni e della loro possibile identificazione con queste comunità diventa essenziale.
Gli indirizzi che vanno verso le grandi aziende regionali di gestione dei parchi mi preoccupano moltissimo, perché rischiano di rendere burocratico il rapporto essenziale con le comunità. Ha ragione l'Assessore Bresso quando dice che rispetto al punto di partenza, in generale, la politica dei parchi ha trovato minore resistenza e persino qualche reazione positiva con le comunità da varie parti. Questo è legato al fatto che i principi richiamati hanno costruito la struttura dei parchi, la loro articolazione, ma attraverso quella struttura ed articolazione, che presenta comunque molte pecche - di qui l'esigenza di un aggiornamento e di una revisione è però stato costruito un rapporto che si presenta come l'unico rapporto possibile, anche se da migliorare.
Riprendiamo in un altro momento le questioni di valutazione approfondiamole ed analizziamole anche direttamente. Ciascuno vada a vedere quei parchi, perché ci sono aspetti positivi. Ho incontrato alcuni colleghi e molti amici che vedendo i parchi si sono convinti o si sono addirittura ravveduti da giudizi dati in termini massimalistici e generali.
Auspico che in Consiglio regionale in questo scorcio di legislatura ci sia lo spazio per fare il punto sulla politica dei parchi e fornire elementi utili, per chi verrà dopo questa legislatura, per operare e cercare di mantenere in vita i parchi.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Sartoris.



SARTORIS Anna

Per la verità, vi avrei risparmiato questo intervento, però mi ha veramente indisposto l'atteggiamento totalitario di qualcuno per cui comunque sia, chi è contrario non è contrario perché ha un'idea diversa, ma perché o tutela degli interessi o è stupido. E' proprio una scuola di pensiero secondo la quale chi la pensa in un altro modo non è intelligente e solo chi è d'accordo ha capito, è illuminato, ha la verità in tasca.
Sono contraria ai parchi, ma non perché tutelo qualche interesse: non me ne importa assolutamente niente. Sono andata a sentire le persone, le quali mi hanno espresso alcune preoccupazioni e, poiché ho una faccia sola dico no qui e dico no alle persone che me lo chiedono, anche se magari sono interessate.
Tengo a ricordare un'altra cosa: anche le persone che proteggono tutelano e fanno prolificare i parchi possono essere portatori di certi interessi. Gli interessi si possono tutelare da un lato e dall'altro chiunque li può tutelare, quindi non è giusto pensare che una persona con idee diverse sia stupida o tuteli degli interessi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bodrero.



BODRERO Antonio

Naturalmente ho molta simpatia per i parchi e quando ho un po' di tempo libero ci vado. Il difetto che però vedo in questa protezione sta nel fatto che non si coinvolge abbastanza la popolazione locale o ex locale, quella che è stata cacciata da situazioni economiche create in gran parte artificiosamente.
Non è detto che tutti debbano abitare nei quartieri cittadini in mezzo alle mura che sembrano prigioni: è possibilissimo vivere addirittura in un parco, è forse meglio; c'è stato quel famoso romanziere americano, Thorean che ha parlato proprio di questa vita in una foresta. Solo che queste cose bisogna incoraggiarle. Per incoraggiarle occorre una rieducazione al contatto con la natura; invece sembra che nei parchi si privilegino solo gli animali. Questi ultimi sono rispettabilissimi, perché sovente sono migliori di noi e comunque sono esseri viventi con tutti i loro bravi diritti. Tuttavia, il grande difetto è quella ostilità più o meno conscia o quasi inconscia verso le popolazioni primitive, quindi montane o montanare che si voglia dire, le quali sono le ultime ad aver conservato le culture autentiche, le parlate primigenie, quelle create liberamente dai popoli.
Si vuole massificare tutto; l'uomo massa, quello della fabbrica, della burocrazia sembra che sia diventato il superuomo di questa falsa concezione dei parchi, quindi, con mio grande dispiacere, mi asterrò.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 hanno risposto SI 30 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere si sono astenuti 4 Consiglieri.
La legge è approvata.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 14,20)



< torna indietro