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Dettaglio seduta n.322 del 13/12/94 - Legislatura n. V - Sedute dal 6 maggio 1990 al 22 aprile 1995

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 4) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Maggiorotti e Marengo.


Argomento: Fondi sanitari

Esame progetto di legge n. 532: "Finanziamento, gestione patrimoniale ed economico-finanziaria delle Unità Sanitarie Locali e delle Aziende Ospedaliere" (seguito)


PRESIDENTE

Proseguendo l'esame del progetto di legge n. 532, di cui al punto 5) all'o.d.g., passiamo all'esame del relativo articolato.
ART. 1 1) Emendamento presentato dai Consiglieri Germanetto, Gallarini Vaglio, Masaracchio, Porcellana, Marchini e Goglio: l'art. 1 è sostituito dal seguente: "Art. 1 Il Fondo sanitario, al netto delle quote riservate alle Aziende Ospedaliere e alle UU.SS.SS.LL. per la gestione delle convenzioni in atto con le istituzioni sanitarie private, ai sensi dell'art. 4 bis, nonch delle quote individuate ai sensi degli artt. 4 e 5 della presente legge, è ripartito annualmente dalla Giunta regionale sulla base di quote capitarie di finanziamento riferite ai livelli di assistenza di cui all'art. 1 del DL 30/12/1992, n. 502 e successive modificazioni ed integrazioni".
La parola al Consigliere Germanetto per l'illustrazione.



GERMANETTO Michelino

Con questo emendamento si propone di sostituire l'art. 1.
Questa mattina ho fatto una più lunga relazione per spiegare il motivo per cui avevo proposto questo emendamento. Sono stato sollecitato notevolmente da gestori di Case di riposo, che in questo articolo non vedono tutelato il finanziamento a loro destinato da parte delle UU.SS.SS.LL. per le varie convenzioni.
A questo proposito, l'Assessore Cucco ha presentato un emendamento che senz'altro toglie qualche maggiore pericolo, ma io insisterei ancora sull'emendamento da me presentato, sottoscritto da diversi Consiglieri augurandomi che anche altri qui presenti vogliano recepirlo, in quanto mi sembra giusto che queste convenzioni siano tutelate.
Ho fatto anche presente che avrei preferito che l'impostazione del disegno di legge n. 532 fosse posticipata all'altro che verrà discusso fra qualche giorno, perché il disegno di legge n. 532 prevede il finanziamento prima di avere definito il quadro legislativo nel quale le varie strutture sanitarie si trovano ad operare.



PRESIDENTE

Sempre su tale emendamento, ha chiesto di intervenire il Consigliere Bodrero; ne ha facoltà.



BODRERO Antonio

Intervengo per dichiarazione di voto. Se saranno votati questo e gli altri emendamenti firmati dalla nostra parte, potremo anche votare il progetto di legge, altrimenti ci asterremo.
Ci asterremo - come giustamente ha detto qualcuno dei nostri amici non tanto perché non dovremmo essere contrari, quanto perché, purtroppo, la stampa a livello locale, ma anche a livello statale (non "nazionale"), non illustra assolutamente le posizioni del Consiglio. Praticamente, di ciò che avviene in Consiglio regionale si sa ben poco; al massimo c'è qualche intervista volante con il Presidente della Giunta, e non mi pare che questa sia informazione. La colpa non è del Presidente; semmai bisognerebbe richiamare la stampa ai suoi doveri professionali, tanto per cominciare, di informazione, e non il contrario.
Ad ogni modo, pensiamo che i controlli sul finanziamento della sanità siano necessari, ma debbano essere fatti dalla Magistratura, altrimenti parlo per me, ma probabilmente anche altri concordano su questo - sono per lo più inefficaci. A questo proposito, ho dimenticato di ricordare quel famoso ospedale di Capri con 150 dipendenti per 20 posti letto, di cui solo 10 occupati.
A tale controllo deve essere sottoposta anche la stampa, per evitare che continui la disinformazione, spesso sistematica. Il Presidente della Giunta non può credere di giustificarsi dicendo che non smentisce i falsi della stampa che lo riguardano: ciò lo può fare come privato cittadino, non come Presidente della Giunta, altrimenti, magari involontariamente, diventa complice della disinformazione. Quindi - ripeto - sarà bene richiamare la stampa ai suoi doveri più elementari che purtroppo, per il partitismo dilagante, vengono spesso disattesi.



PRESIDENTE

Se non vi sono altri interventi sull'emendamento, la parola alla Giunta.



CUCCO Vincenzo, Assessore regionale

Spero di cogliere il vero significato di questo emendamento, che peraltro non possiamo accettare per i motivi che dirò.
Se il significato di questo emendamento è: "Siamo preoccupati dei livelli di assistenza che si erogano attraverso il convenzionamento con le Case di cura private", allora questa preoccupazione è fondata, nel senso che mi sembra una preoccupazione che possono avere tutti. Preoccupazione fondata da parte di chi ce l'ha, ma infondata sulla base della legge nazionale, perché la legge nazionale, così come sta per essere approvata dal Parlamento, ultragarantisce la continuazione delle prestazioni attuate attraverso il convenzionamento addirittura per il prossimo biennio.
Inoltre, questa è una legge sul finanziamento delle nostre UU.SS.SS.LL., il cui principio fondamentale è che non esistono più parti vincolate. Per cui, come possiamo reintrodurre nel finanziamento alle UU.SS.SS.LL. una parte vincolata solo per le Case di cura, quando non vincoliamo tutto il fondo destinato alle UU.SS.SS.LL. per nessuna delle spese che, pur obbligatoriamente, dovranno fare? C'è una contraddizione nei termini della posizione.
Così com'è formulato, l'emendamento non dà garanzie per quella preoccupazione, che peraltro è supergarantita dalla legge nazionale (che non è il caso richiamare tutti i momenti). Ripeto, la legge nazionale, così come sta per essere discussa in Parlamento, garantisce che le Case di cura convenzionate avranno questo biennio di garanzia per la loro sopravvivenza e per il mantenimento del rapporto.
Di fatto, l'emendamento presentato è la reintroduzione di un vincolo della quota data alle UU.SS.SS.LL.; vincolo che abbiamo completamente tolto per qualsiasi altro tipo di finanziamento, per cui mi sembra inaccettabile proprio sul piano della struttura stessa della legge. Comunque, nei provvedimenti assunti come Giunta regionale, ma - ripeto - soprattutto nella legge nazionale, questa garanzia della non interruzione dei servizi prestati attraverso le Case di cura private è più che individuata.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire per dichiarazione di voto il Consigliere Germanetto; ne ha facoltà.



GERMANETTO Michelino

Ho proposto l'emendamento e sono ancora favorevole. L'Assessore non mi ha fatto cambiare idea, anche perché ho paura fondata che le UU.SS.SS.LL.
non si atterranno a questi criteri. Mi auguro che non sia così, però, non essendo scritto, c'è questa paura concreta che non si attengano a questi principi.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola per dichiarazione di voto il Consigliere Calligaro; ne ha facoltà.



CALLIGARO Germano

Il Consigliere Germanetto, molto candidamente, ci ha spiegato che si tratta di un emendamento in ordine alle cliniche private: in questo non c'è nulla di male; tuttavia, mi sembra che nutra preoccupazioni davvero fuori luogo, come diceva l'Assessore. Il privato è importante, ma non obbligatorio; qualora il pubblico riesca ad erogare regolarmente delle prestazioni, non si riesce a capire perché dovremmo pagare per il pubblico ed anche per il privato.
In secondo luogo, la Corte Costituzionale è assai precisa: assegna al privato l'importante compito di servizio surrogatorio di quello pubblico.
Nel caso in cui la surrogazione non sia necessaria, non si capiscono i motivi per cui dovremmo garantire il privato. Siamo amministratori pubblici in sede pubblica e come tali dovremmo comportarci, badando soprattutto a che il pubblico funzioni, con pieno rispetto delle attività private. Tra l'altro, il privato è largamente garantito anche dalla legge nazionale e finora - badate - le UU.SS.SS.LL. convenzionate con i privati non hanno ritardato i pagamenti, ma hanno pagato regolarmente fino all'ultimo centesimo: i privati sono dunque ampiamente garantiti.
Mi pare eccessivo lo zelo del collega Germanetto; vediamo di far funzionare quello che c'è, di rispettare il privato e non di renderlo obbligatorio quando il pubblico riesce a far bene la sua parte, nonché di rispettarlo quando si ricorre, attraverso le convenzioni, alle prestazioni del privato. Cerchiamo dunque di non essere troppo zelanti, anche perch ripeto - siamo amministratori pubblici e non di aziende private.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Germanetto.



GERMANETTO Michelino

Personalmente, ho già condotto diverse battaglie sul privato, per le scuole e per le Case di riposo private. Credo veramente nella libera concorrenza tra privato e pubblico, perché può essere di aiuto e di stimolo reciproco a lavorare meglio. In questo senso mi batterò per il finanziamento della scuola privata, che in questo momento non è messa sullo stesso livello di quella pubblica.
Per me il privato deve essere valorizzato; sappiamo quanto è successo nei Paesi dove è stato troppo privilegiato il pubblico: si è ridotto in miseria.



PRESIDENTE

Pongo dunque in votazione l'emendamento, non accolto dalla Giunta.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
respinto con 6 voti favorevoli, 20 contrari e 2 astensioni (non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri).
2) Emendamento presentato dai Consiglieri Maggiorotti, Calligaro Chiezzi e Bosio: al comma primo, dopo le parole "dalla Giunta regionale", aggiungere le parole "entro il 31 ottobre, previa approvazione del Consiglio regionale" dopo la parola "decreto", aggiungere le parole "e sulla base di prestazioni da garantire comunque e dovunque a tutti i cittadini in rapporto al volume delle risorse a disposizione stabilite dalla Regione sulla base di dati epidemiologici e clinici" al comma secondo, dopo la parola "tipologia", aggiungere le parole "descritta secondo parametri demografici, occupazionali, sulla base dei dati relativi alla popolazione effettivamente presente - domiciliati e non regolarizzati" dopo la parola "consistenza", aggiungere le parole "e diffusione sul territorio, con particolare riguardo alle zone montane e di alta collina" aggiungere il seguente punto d): "d) esigenze di sanità umana e di sanità animale, misurate rispettivamente secondo parametri epidemiologici ed occupazionali e sulla base della consistenza e stato di salute del patrimonio zootecnico, per la determinazione della quota di finanziamento delle attività di prevenzione".
La parola al Consigliere Calligaro per l'illustrazione.



CALLIGARO Germano

"Le risorse disponibili devono essere ripartite...", dice l'art. 1 poiché rappresenta un punto qualificante della politica sanitaria, noi chiediamo che vi sia la previa approvazione del Consiglio regionale.
Inoltre, riteniamo opportuno inserire il concetto dell'uniformità dei servizi sul territorio e della qualità delle prestazioni che tendenzialmente, devono essere garantite comunque e dovunque a tutti i cittadini, sia pure in rapporto al volume delle risorse a disposizione stabilite dalla Regione sulla base dei dati epidemiologici e clinici.
Tra l'altro, il legislatore nazionale ha voluto rimarcare la necessità che, in presenza di uno stringente vincolo di bilancio, le Regioni stabiliscano i criteri anche sulla base di dati epidemiologici e clinici di individuazione dei livelli uniformi di assistenza da garantire comunque riducendo le code di attesa, e dovunque, secondo una logica razionale di distribuzione delle prestazioni sul territorio regionale. Se tendiamo all'uniformità dei servizi e alla loro distribuzione sul territorio regionale e all'uniformità della qualità delle prestazioni, dovremmo rimarcarlo con forza e in modo più esplicito del testo presentato dalla Giunta. Si parla di tendere all'uniformità: sappiamo trattarsi di un processo che deve essere perseguito in modo tale che i cittadini, in qualsiasi luogo si rechino presso i Servizi sanitari, trovino un'uniformità accettabile di qualità dei servizi e di qualità delle prestazioni.
Già che ci sono, intervengo anche sull'aggiunta fatta al comma secondo punto a), sulla tipologia: preferiremmo fosse descritta secondo parametri demografici, occupazionali, sulla base di dati relativi alla popolazione effettivamente presente (anche domiciliati non regolarizzati).
Al punto b) pensiamo di dover sottolineare una specificità che riguarda la diffusione sul territorio, con particolare riguardo alle zone montane di alta collina.
Al punto c) introduciamo un elemento nuovo che riguarda la sanità umana e la sanità animale, misurata rispettivamente secondo parametri epidemiologici occupazionali e sulla base della consistenza e dello stato di salute del patrimonio zootecnico per la determinazione della quota di finanziamento delle attività di prevenzione.
In sostanza, temiamo che le attività di prevenzione restino schiacciate dalla sottostima della spesa sanitaria; gli ospedali impiegano il 60% della spesa sanitaria complessiva e lasciano meno del 40% a tutto il resto dell'ordinamento sanitario. Temiamo che tutto il resto dell'ordinamento sanitario sia sacrificato e, in particolare, sia sacrificata l'attività di prevenzione. Riteniamo quindi opportuno introdurre questo elemento.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cucco.



CUCCO Vincenzo, Assessore regionale

La Giunta, così come aveva annunciato in Commissione, non può che essere contraria a questo emendamento. Innanzitutto perché già in Commissione abbiamo accolto il richiamo all'uniformità dei livelli assistenziali, così come è stato emendato ed inserito nel disegno di legge in votazione.
In secondo luogo, la formulazione adottata, cioè "garantire prestazioni comunque e dovunque a tutti i cittadini, anche in rapporto al volume delle risorse", metterebbe in serissima difficoltà qualsiasi sistema sanitario che voglia poi essere concreto nelle realizzazioni dei servizi che offre.
Per quanto riguarda le aggiunte al comma secondo, avevo già annunciato in Commissione che - sottolineo che è una legge quadro sostanzialmente di principi entrare nel merito di quella famosa tipologia della popolazione ci sembra improprio, in quanto bisogna soppesare l'esatto significato di questi caratteri aggiuntivi. Ci sembra dunque giusto rinviare la dizione "differenziazione per tipologia e composizione della popolazione e diffusione sul territorio" ad un momento successivo, per un'analisi più specifica di questa tipologia.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Calligaro per dichiarazione di voto.



CALLIGARO Germano

Vorrei ricordare che il legislatore nazionale ha voluto rimarcare la necessità che, in presenza di uno stringente vincolo di bilancio, le Regioni stabiliscano i criteri anche sulla base dei dati epidemiologici e clinici di individuazione dei livelli uniformi di assistenza, da garantire comunque e dovunque, riducendo le code di attesa secondo una logica razionale di distribuzione delle prestazioni sul territorio regionale.
Questo lo dice il legislatore nazionale, non è un'invenzione del nostro Gruppo.
Prendo atto che non si vuole entrare nel merito, con il rischio di negare il principio dell'uniformità a cui tendere. Non sono un sognatore so che l'uniformità si raggiunge con processi che puntano all'obiettivo dell'uniformità stessa sia dei servizi sia della qualità delle prestazioni per cui lo manteniamo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bodrero per dichiarazione di voto.



BODRERO Antonio

Che il legislatore centralista parli di "dovunque ed ovunque" è quasi sicuro, perché è il suo stile, il suo rito. Tuttavia, poiché i nostri quattrini vengono drenati nel modo che dovremmo conoscere da un pezzo, è chiaro che ciò diventa impossibile.
Quindi, darò voto contrario.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento testè discusso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
respinto con 7 voti favorevoli, 26 contrari e 4 astensioni.
Si proceda alla votazione per alzata di mano dell'art. 1, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 24 voti contrari 5 astensioni 9.
L'art. 1 è approvato.
ART. 2 3) Emendamento presentato dall'Assessore Cucco: al comma quarto, aggiungere: "Le disposizioni contenute nel presente articolo, nonché all'art. 7, si applicano anche agli Ospedali Valdesi ed agli Ospedali dell'Ordine Mauriziano di cui all'art. 4, comma dodicesimo, del DL 30/12/1992, n. 502 e successive modificazioni ed integrazioni, nell'ambito del rapporto disciplinato da apposita convenzione da stipularsi tra la Regione e gli Enti Tavola Valdese ed Ordine Mauriziano, ai sensi dell'art. 41 della legge n. 23/12/1978, n. 833".
La parola all'Assessore Cucco per l'illustrazione.



CUCCO Vincenzo, Assessore regionale

L'emendamento serve per specificare maggiormente la posizione nei confronti dell'Ordine Mauriziano e degli Ospedali Valdesi, nel senso che si chiarisce ulteriormente il nostro rapporto nei confronti di queste due entità, con le quali esiste una convenzione che deriva da leggi dello Stato. Ripeto, è maggiormente chiarificatore di un rapporto che già esiste.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Vetrino.



VETRINO Bianca

Vorrei sapere qual è la logica, perché mi sembra un po' strano che in un disegno di legge si specifichi...



CUCCO Vincenzo, Assessore regionale

La logica deriva dal fatto che il nostro rapporto con l'Ordine Mauriziano e con gli Ospedali Valdesi è di natura diversa rispetto al normale convenzionamento con una Casa di cura. Come lei sa, il convenzionamento con questi ordini e l'inserimento di queste strutture all'interno degli ospedali deriva dalla legge n. 833.
di maggiore specificazione proprio per estrapolare la diversità del rapporto istituzionale esistente, ma non si modifica nulla rispetto al regime che verrà attuato anche nei confronti di queste strutture, che sarà quello previsto dalla riforma, cioè il pagamento a prestazione e via di questo passo, nei tempi che la riforma prevede. Gli Ospedali Valdesi hanno richiesto questa specificazione.



PRESIDENTE

Pongo dunque in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 29 voti favorevoli e 8 astensioni.
Si proceda alla votazione dell'art. 2, come emendato, per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 voti favorevoli 27 astensioni 10.
L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 voti favorevoli 27 astensioni 10.
L'art. 3 è approvato.
ART. 4 4) Emendamento presentato dai Consiglieri Maggiorotti, Calligaro Chiezzi e Bosio: al comma primo modificare "fino" in "non inferiore" dopo la parola "territoriali", inserire le parole "e il riparto tra le Aziende Sanitarie sulla base di criteri di efficienza dei servizi e di efficacia delle prestazioni".
Ha chiesto la parola l'Assessore Cucco; ne ha facoltà.



PRESIDENTE

CUCCO, Assessore regionale



PRESIDENTE

Non era un emendamento simile a quello presentato dal collega Gallarini in Commissione?



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Calligaro.



CALLIGARO Germano

Spesso in Consiglio regionale si è discusso dei meccanismi perversi di riparto delle risorse tra le UU.SS.SS.LL., meccanismi rigidi, spesa storica e popolazione. Per cui, chi spendeva di più aveva più risorse l'anno successivo; chi sapeva risparmiare e far funzionare meglio i servizi, aveva meno risorse l'anno dopo.
Noi non vorremmo - rischio esistente - che ad un meccanismo perverso se ne sostituisse un altro, cioè la quota capitaria, che è un elemento rigido per cui l'accantonamento non può servire soltanto per rendere uniformi i servizi, ma anche per premiare ed incentivare.
Poiché le risorse che vengono accantonate sono dell'ordine di circa 300 350 miliardi di lire, si può trovare il motivo per incentivare i criteri di efficienza dei servizi e di efficacia delle prestazioni. E' un correttivo modesto, ma significativo; altrimenti c'è il rischio di continuare ad avere il riparto fatto con un meccanismo che rende imbalsamata la spesa corrente.
Nel corso del dibattito generale, si è parlato ripetutamente delle gravissime responsabilità dei Governi centrali, non solo dell'ultimo perché anche i precedenti non sono stati leggeri con il SSN. In questo caso, però, il Governo centrale non c'entra per nulla, c'entra la Regione Piemonte: qui si può introdurre un correttivo modesto, ma significativo; si decide se la spesa debba restare imbalsamata e debba essere distribuita attraverso meccanismi perversi, oppure se siamo tutti d'accordo ad introdurre un piccolo incentivo a chi bada all'efficienza e all'efficacia delle prestazioni. Quindi, il Governo centrale non c'entra proprio, perch può decidere il Consiglio regionale.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cucco.



CUCCO Vincenzo, Assessore regionale

La Giunta ritiene di accogliere entrambe le parti di questo emendamento. Abbiamo riflettuto anche in Commissione; per la seconda parte vale il criterio di "repetita iuvant", nel senso che richiamare nuovamente i criteri di efficienza dei servizi e di efficacia delle prestazioni mi sembra opportuno.
La seconda parte richiama una considerazione svolta in Commissione dal Consigliere Gallarini, cioè quella di fissare un limite al di sotto del quale non scendere, richiamando il potere del governo regionale di esercitare le proprie scelte anche in sede di riparto. Mi sembra accoglibile, stante il fatto che ho piena fiducia nella Giunta e su come utilizzerà questi fondi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Calligaro.



CALLIGARO Germano

Sempre allo stesso articolo, comma primo, il problema non è la percentuale, se fino al 5% o più del 5%. La sostanza del nostro ragionamento riguardava la modifica del meccanismo di riparto, affinché non resti un meccanismo perverso.



CUCCO Vincenzo, Assessore regionale

Quindi, non volete più modificare "fino" in "non inferiore"?



CALLIGARO Germano

Questo ci interessa relativamente. Ci interessa di più che venga modificato il meccanismo.



PRESIDENTE

Quindi, la prima parte è ritirata.
La parola al Consigliere Gallarini per dichiarazione di voto.



GALLARINI Pier Luigi

Al di là del fatto che non l'abbiamo firmato, in Commissione abbiamo condiviso e perorato la causa del concetto introdotto dall'emendamento.
Siamo quindi favorevoli e lo voteremo. Che poi l'Assessore dica che ha fiducia nella Giunta e che ha fiducia in se stesso è il meno che possa dire. Guai se non l'avesse, nonostante il momento particolare che si sta vivendo, anche alla luce dell'ordine del giorno di questa mattina e di quant'altro sappiamo sulle questioni di attualità.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bodrero.



BODRERO Antonio

Lo spirito dell'emendamento sarebbe accettabile, ma qui si tratta di voler correggere l'incorreggibile. Non è questione di Stato: anche la Regione è pubblicista, per cui questa fiducia smisurata nel servizio pubblico è inemendabile.
Finora abbiamo sempre assistito al finanziamento degli sprechi. Quindi nonostante l'inserimento di questo apprezzabile emendamento, la cosa non potrà che continuare. Se c'è qualcuno che spreca, o lo si manda sotto processo (perché non ha amministrato bene) o lo si finanzia. Purtroppo il pericolo maggiore è il secondo. Il primo sarebbe una fortuna, sarebbe qualcosa di altamente positivo, ma che non avviene mai. Quindi, darò voto contrario o perlomeno, mi asterrò, proprio per magnanimità.



PRESIDENTE

La prima parte dell'emendamento è stata ritirata.
Pongo dunque in votazione la seconda parte, accolta dalla Giunta.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
approvato con 40 voti favorevoli e 3 astensioni.
Si proceda alla votazione dell'art. 4, come emendato, per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 46 voti favorevoli 40 astensioni 6.
L'art. 4 è approvato.
5) Emendamento presentato dai Consiglieri Germanetto, Gallarini Vaglio, Marchini, Masaracchio, Porcellana e Goglio: dopo l'art. 4 inserire il seguente nuovo articolo: "Art. 4 bis - Finanziamento delle istituzioni sanitarie private.
Fino alla data di entrata in funzione del sistema di pagamento a prestazione sulla base di tariffe predeterminate, la Giunta regionale destina annualmente alle Aziende Sanitarie Regionali che subentrano nei rapporti convenzionali in atto con le istituzioni sanitarie private la quota di finanziamento a copertura della spesa per la gestione delle convenzioni".
La parola al Consigliere Germanetto.



GERMANETTO Michelino

A tale proposito, avevo già relazionato in precedenza. L'emendamento stabilisce che, fino alla data di entrata in funzione del sistema di pagamento a prestazione sulla base di tariffe predeterminate, la Giunta regionale destini annualmente alle Aziende Sanitarie Regionali che subentrano nei rapporti convenzionali in atto con le istituzioni sanitarie private la quota di finanziamento a copertura della spesa per la gestione delle convenzioni.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cucco.



CUCCO Vincenzo, Assessore regionale

La Giunta è contraria per le stesse motivazioni esposte per il precedente emendamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Calligaro.



CALLIGARO Germano

Non riesco a capire perché dovremmo predeterminare una quota del finanziamento a copertura della spesa convenzionata. Quando le UU.SS.SS.LL.
sono convenzionate, pagano regolarmente. Perché dovremmo predeterminare la cosa? Per rendere il convenzionamento obbligatorio? Trovo paradossale una proposta di questo genere.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Dò la mia interpretazione, soprattutto a seguito della richiesta del collega Calligaro. Io ho firmato l'emendamento, considerando questa una norma che andrebbe scritta tra le transitorie e finali. In questo senso deve essere considerato dal sottoscritto: bisogna che ci sia garanzia tra il processo A e il processo B; poi, il processo B potrà essere diverso, ma fin quando non c'è il processo B, si cerca di capire se il processo A è garantito. E' una norma transitoria e finale, per la mia lettura.



PRESIDENTE

Non essendovi altre dichiarazioni di voto, pongo in votazione l'emendamento testè discusso che comunque, così com'è stato presentato, non viene accolto dalla Giunta.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 12 voti favorevoli, 22 contrari e 4 astensioni.
ART. 5 6) Emendamento presentato dai Consiglieri Maggiorotti, Calligaro Chiezzi e Bosio: al comma secondo, aggiungere il seguente punto d): "d) contenga clausole che consentano all'Ente delegante di trasferire le quote di finanziamento dovute ad avvenuta erogazione da parte dell'Amministrazione regionale delle quote assegnate per l'attivazione e la gestione dei servizi socio-assistenziali".
La parola alla Giunta.



CUCCO Vincenzo, Assessore regionale

La Giunta è contraria a questo emendamento per due ordini di motivi.
Il primo, perché è in contrasto con quanto prevede la norma nazionale in merito al finanziamento di queste attività.
Il secondo, perché mi sembra che il luogo dove meglio affrontare questo tipo di argomenti sia la legge regionale di riforma dei servizi assistenziali, che è peraltro in itinere in Commissione e che spero arriverà presto in Consiglio. Effettivamente, questa normativa ha una sua complessità ed è difficile un suo inserimento all'interno di questo ambito del tutto particolare.
Per il resto, richiamo la norma nazionale che prevede l'esatto contrario di questo concetto, cioè del trasferimento delle risorse alle UU.SS.SS.LL. prima che le stesse possano erogare gli stessi servizi: andremmo proprio in netto contrasto con la normativa.



PRESIDENTE

La Giunta non accoglie l'emendamento, che viene comunque mantenuto dai presentatori. Lo pongo dunque in votazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 11 voti favorevoli, 17 contrari e 6 astensioni.
Si proceda alla votazione dell'art. 5 per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 23 voti contrari 4 astensioni 11.
L'art. 5 è approvato.
7) Emendamento presentato dai Consiglieri Maggiorotti, Calligaro Chiezzi e Bosio: dopo l'art. 5 inserire il seguente nuovo articolo "Art. 5 bis - Finanziamento dei servizi socio-assistenziali a rilievo sanitario.
1. Le attività socio-assistenziali a rilievo sanitario, così come individuate dalle norme statali e regionali vigenti e gestite dalle Aziende UU.SS.SS.LL., vengono attuate utilizzando finanziamenti del Fondo sanitario regionale a ciò riservati e specificatamente ripartiti tra le UU.SS.SS.LL. stesse.
2. Gli oneri socio-assistenziali di competenza degli enti locali destinati al fine di assicurare il funzionamento dei servizi socio assistenziali a rilievo sanitario sono trasferiti alle Aziende UU.SS.SS.LL.
secondo procedure e nei tempi definiti da specifica convenzione tra le UU.SS.SS.LL. stesse e gli enti locali deleganti.
3. La convenzione tipo per la gestione dei servizi socio assistenziali a rilievo sanitario è adottata dalla Giunta regionale entro 90 giorni dall'entrata in vigore della legge".
La parola al Consigliere Calligaro per l'illustrazione.



CALLIGARO Germano

E' evidente che una situazione di sottostima della spesa sanitaria grava anzitutto sui servizi cosiddetti deboli destinati a cittadini particolarmente deboli e svantaggiati. Di qui la nostra preoccupazione e la nostra proposta che i finanziamenti del Fondo sanitario regionale siano a ciò riservati e specificamente ripartiti tra le UU.SS.SS.LL. stesse.



PRESIDENTE

La parola alla Giunta.



CUCCO Vincenzo, Assessore regionale

La Giunta è contraria per gli stessi motivi addotti per l'emendamento precedente. Inoltre, vorrei ricordare che noi abbiamo comunque garantito la gestione per tutto il 1995 secondo i meccanismi esistenti, proprio per assicurare quello che esiste oggi. Quando verrà approvata dal Consiglio avremo modo di applicare la nuova legge sulla parte socio-assistenziale per cui mi sembra che questa sia materia da discutere in quella sede.



PRESIDENTE

L'emendamento non è accolto dalla Giunta; i Consiglieri proponenti lo mantengono. Lo pongo pertanto in votazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 6 voti favorevoli, 22 contrari e 9 astensioni.
ART. 6 8) Emendamento presentato dall'Assessore Cucco: dopo le parole "Aziende sanitarie" aggiungere le parole "e dalle istituzioni sanitarie pubbliche e private".
La parola all'Assessore Cucco.



CUCCO Vincenzo, Assessore regionale

E' talmente chiaro che non credo sia necessario illustrarlo.



CALLIGARO Germano

Siamo d'accordo, perché è evidente che le tariffe devono servire per tutti, altrimenti sarebbe un non-senso.



PRESIDENTE

Lo pongo dunque in votazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 28 voti favorevoli e 6 astensioni.
Si proceda alla votazione dell'art. 6, come emendato, per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 28 voti contrari 1 astensioni 9.
L'art. 6 è approvato.
ART. 7 9) Emendamento presentato dall'Assessore Cucco: al comma primo, cancellare la parola "Evangelico".
La parola all'Assessore Cucco.



CUCCO Vincenzo, Assessore regionale

Si tratta di una correzione espressamente richiestaci dalla Tavola Valdese, perché pare che si chiamino proprio Ospedali Valdesi.



PRESIDENTE

Si può quindi apportare direttamente una correzione al testo, senza procedere con l'emendamento, che pertanto si ritiene ritirato.
10) Emendamenti presentati dai Consiglieri Vetrino e Gallarini: al comma primo, sopprimere le parole da "sulla base di" a "Giunta regionale".
11) Dopo il comma primo, aggiungere il seguente comma: "Quando la Regione disponga del Piano sanitario regionale approvato dal Consiglio, la ripartizione è effettuata sulla base di programmi di investimenti proposti dalla Giunta regionale, sentita la Commissione consiliare competente. In presenza di Piano sanitario regionale scaduto o carente, il Piano di investimenti viene approvato dal Consiglio regionale su proposta della Giunta regionale".
La parola alla Consigliera Vetrino.



VETRINO Bianca

I due emendamenti vanno esaminati congiuntamente, in quanto la soppressione di alcune parole giustifica l'intromissione di un comma successivo; questo è reso necessario dal fatto che, purtroppo, siamo carenti di Piano sanitario regionale. Questo articolo deve quindi salvaguardare la competenza del Consiglio in tema di approvazione del Piano degli investimenti. Questo è il solo motivo per cui si è resa necessaria l'introduzione di tali emendamenti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Dichiaro di astenermi sugli emendamenti, ma colgo l'occasione per chiedere al Presidente del Consiglio e alla Giunta l'opportunità di modificare in termini lessicali in tutto il testo la parola "sentita la Commissione", con "riferita in Commissione". Si tratta dell'antica questione: se non c'è il parere favorevole della Commissione... "Sentito" significa che la Commissione deve fare una pronuncia con una delibera di Commissione che dà una valutazione, non è che cosa pensa ogni singolo Commissario. Quindi, in sede di redazione finale, valutino la Giunta e il Consiglio la formulazione più opportuna.



PRESIDENTE

In effetti, non è una correzione solo tecnica.
La parola alla Giunta.



CUCCO Vincenzo, Assessore regionale

La Giunta concorda con gli emendamenti, perché sono legati fra loro.
Chiederei però ai proponenti di modificare la prima riga del nuovo testo.
Invece di "quando la Regione disponga del...", "in presenza di Piano socio sanitario regionale vigente, approvato dal Consiglio...". Si tratta unicamente di una diversa formulazione lessicale.



VETRINO Bianca

Sì, va bene, non piaceva nemmeno a me.



CUCCO Vincenzo, Assessore regionale

L'emendamento quindi si modificherebbe in: "in presenza di Piano socio sanitario regionale vigente"; si cancella "quando la Regione disponga del...", perché il nostro Piano è "socio-sanitario".



PRESIDENTE

I due emendamenti della collega Vetrino sono stati entrambi illustrati.
Riepilogando, il primo emendamento recita: al comma primo, sopprimere le parole da "sulla base di..." fino a "competente". Questo emendamento è accolto dalla Giunta.
Ha chiesto la parola per dichiarazione di voto il Consigliere Calligaro; ne ha facoltà.



CALLIGARO Germano

Si tratta del conto capitale e l'emendamento ci pare del tutto insufficiente. Il conto capitale o è approvato dal Consiglio o è un non senso.
Voglio ricordarle, signora Presidente, che qualora passino questi provvedimenti, il Consiglio avrà competenza di discutere il Piano socio sanitario regionale e basta; persino durante il periodo Maccari in quest'aula si discuteva il riparto della spesa corrente e il riparto della spesa in conto capitale, con relativo programma di investimenti. Se non lasciate al Consiglio questa prerogativa, stabilita dallo Statuto della Regione Piemonte, vuol dire che avremo un esecutivo che fa tutto lui e potete sciogliere, quando vi pare, il Consiglio regionale.
Ci asteniamo. Comprendiamo che è meglio l'emendamento a firma della Consigliera Vetrino che non il testo della Giunta, però ci pare del tutto insufficiente. Chiediamo che il Consiglio regionale discuta la spesa corrente, il riparto, il conto capitale. Null'altro! Non vogliamo sottrarre competenze alla Giunta! Il programma degli investimenti si è sempre discusso in quest'aula; dopodiché le singole deliberazioni sono competenza della Giunta: noi non abbiamo mai messo in discussione questo! Che cosa tenete a fare il Consiglio regionale, visto che il Piano socio sanitario regionale è scaduto dal 1992? Non è credibile che si definisca e si approvi un nuovo Piano socio-sanitario regionale in questa legislatura! E' inaccettabile quello che state facendo!



PRESIDENTE

Mi pare che si debba un po' riflettere.
La parola all'Assessore Cucco.



CUCCO Vincenzo, Assessore regionale

Mi spiace che la questione venga posta in termini così battaglieri quando in realtà, Consigliere Calligaro, i richiami proposti al passato non sono dei più brillanti, perché non è che la discussione in aula abbia garantito di più o di meno su questa vicenda. Ciò detto, non credo che questa sia violazione dei diritti del Consiglio regionale, che ha comunque tutta la facoltà di intervenire in questa materia.
Mi sembra che l'accoglimento dell'emendamento Vetrino vada ampiamente nella direzione di un coinvolgimento del Consiglio, laddove vi siano competenze specifiche.
Da Consigliere di opposizione, ho sempre ritenuto che il passaggio in aula fosse pleonastico; continuo a ripeterlo adesso, non per sottrarre alcunché al Consiglio regionale, ma per evidenziare le differenze di competenze del Consiglio rispetto alla Giunta.
Sono molto sereno su questa vicenda e non ritengo che vi sia alcuna manomissione rispetto alle competenze o ad altre questioni di carattere statutario.



CALLIGARO Germano

Lo dice lo Statuto! Indipendentemente dal Piano, lo dice lo Statuto!



PRESIDENTE

Propongo al Consiglio una breve sospensione per valutare attentamente la questione: vanno riletti non solo la dizione dell'articolo, ma anche gli emendamenti.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 16, riprende alle ore 16,15)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
La parola alla Consigliera Vetrino.



VETRINO Bianca

Penso che il tono vivace con il quale il Consigliere Calligaro ha inteso animare questa discussione non sia stato invano. Francamente, io stessa, che avevo presentato degli emendamenti di cui peraltro mi ritenevo soddisfatta per l'accoglimento da parte della Giunta, a questo punto ritengo corretto rivedere l'intero articolo e riaccorparlo in un modo diverso, assicurando una competenza che è specifica del Consiglio regionale, cioè quella di esaminare ed approvare tutti i documenti che hanno la caratteristica di Piano e quindi di indirizzo (questa è una funzione prioritaria della nostra assemblea).
Ringrazio quindi il Consigliere Calligaro per questa ulteriore riflessione, che avevamo già fatto in Commissione. Con il collega Gallarini pensavamo di aver superato il problema attraverso questi due emendamenti alla luce della nuova situazione e anche sentita la disponibilità della Giunta, ritengo possa essere recuperato in questo modo.
Ritiro il secondo emendamento (mantengo il primo, perché ha ancora tutta la sua validità) che verrebbe sostituito dal seguente: 12) il nuovo comma secondo recita: "2) Il Piano di investimenti, ove non sia compreso nel Piano socio sanitario regionale vigente, è approvato dal Consiglio regionale su proposta della Giunta regionale" di conseguenza il secondo comma diventa terzo e il richiamo anzich al comma primo è al comma secondo.
In questo modo, mi sembra che si salvaguardi la competenza, tenendo conto che questo è uno degli articoli più importanti del disegno di legge in questione.



PRESIDENTE

E' stato inoltre presentato dai Consiglieri Maggiorotti, Calligaro Chiezzi e Bosio il seguente emendamento: 13) al comma primo, modificare "Giunta regionale" in "Consiglio regionale" ed eliminare da "con riferimento" a "competente".
Consigliere Calligaro, mantiene il suo emendamento?



CALLIGARO Germano

Lo dirò intervenendo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

La soluzione suggerita fa fare al problema un passo in avanti, ma non in termini di chiarezza: un programma non può essere compreso nel Piano altrimenti non è un programma. Se il programma presuppone un Piano, è evidente che bisogna immaginare che prima del programma venga individuata una fase di Piano, per cui è pleonastico dire che viene approvato dalla Giunta quando è previsto nel Piano sanitario, perché evidentemente è un programma e non un Piano. Se non c'è lo strumento di pianificazione, che è di competenza regionale, ci deve essere un livello di Piano che precede il programma; a mio modo di vedere, non ci può essere questa contraddizione in termini.
Per cui, pur apprezzando lo sforzo che è stato fatto e la disponibilità della Giunta, mi pare che la soluzione dovrebbe essere quella di immaginare di rompere questo articolo, farne un atto dispositivo riguardante le specifiche situazioni oggetto del comma primo e poi fare una norma separata che identifichi bene il livello di programmazione e il livello di semplice programmazione in senso lato dal programma invece inteso come elemento di governo e quindi di deliberazione. In questo modo, ritornerebbero al Consiglio tutti quegli atti che siano da considerarsi di programmazione e non di oggettivizzazione della programmazione nel programma.
Sostanzialmente questo è, nel contenuto, quello che suggerisce la collega Vetrino; tuttavia l'articolo va separato, in quanto il programma è approvato dalla Giunta (su questo non ci piove), essendo un atto attuativo non deliberativo di carattere generale. Se però manca l'atto deliberativo di programmazione generale a monte dell'atto dispositivo e quindi attuativo, è evidente che bisogna introdurre un livello di programmazione che nell'articolo non c'è.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Calligaro.



CALLIGARO Germano

In ogni caso, lo approva il Consiglio, perché, se è nel Piano, questo viene approvato dal Consiglio; se non è compreso nel Piano, lo approva comunque il Consiglio. Questa è la sostanza.
La maggioranza cerca le vie più complicate. Bastava far mente locale allo Statuto e stabilire che tutti i Piani finanziari vengono approvati dal Consiglio. E' uno stratagemma, però direi che la sostanza è salva.
Non ricordo di aver mai visto un Piano socio-sanitario regionale con annesso Programma di investimenti; devo anche dirvi che, generalmente, la relazione tra le due cose (il Piano e gli investimenti) era sempre un rapporto labilissimo, perché dipendeva da mille fattori: se arrivavano le risorse; i tempi in cui arrivavano; le emergenze che scoppiavano e andavano affrontate; la scarsa relazione, allora si tentava di fare gli investimenti in relazione agli obiettivi del Piano. Invece, spesso gli investimenti si facevano sulla base di criteri molto diversi.
Dal punto di vista della sostanza, ci dichiariamo soddisfatti; per signora Presidente, rilevo che l'Assessore ha qui ripetuto una frase già detta in Commissione. Nonostante che il Consiglio, in passato, discutesse il riparto della spesa corrente e del conto capitale, sono accaduti fatti gravissimi - che tutti conosciamo - di malasanità; e poiché questi fatti sono accaduti perché noi non facevamo i giudici o i carabinieri - qualcuno evidentemente rubava e non lo scriveva nel Piano - questo sarebbe un motivo per non discutere in Consiglio.
Mi pare un po' il ragionamento del Presidente Berlusconi, che dice: "Poiché devo muovermi speditamente, sarà bene che il Parlamento non mi faccia perdere tempo". Questo discorso è del tutto inaccettabile! Comunque siamo soddisfatti del risultato, perché la sostanza è salva: il Programma degli investimenti passerà di qui sia perché contenuto nel Piano - cosa che ritengo improbabilissima, perché vorrò vedervi fare un Piano con il Programma di investimenti al suo interno! Sarà una cosa estremamente astratta sia in assenza di Piano, perché anche in quel caso dovrà essere approvato dal Consiglio e non dalla Giunta.
Voteremo a favore dell'emendamento, di conseguenza ritiriamo il nostro.



PRESIDENTE

La parola alla Giunta.



CUCCO Vincenzo, Assessore regionale

La Giunta si dichiara a favore di questo emendamento, che nello spirito va incontro all'esigenza, che anche lei sentiva come utile (al di là della formulazione diversa, anti o pro statutaria, che si possa immaginare), di individuare un percorso che salvaguardasse un intervento da parte del Consiglio in assenza di una programmazione effettiva. Che adesso ci sia qualcuno che voglia acquisire questa vittoria dalla propria parte, va bene lo stesso.



CALLIGARO Germano

Basta guardare il testo originario portato in Commissione.



CUCCO Vincenzo, Assessore regionale

Basta guardare esattamente il testo, collega Calligaro. Difatti secondo me, il problema è acquisire l'obiettivo, e l'obiettivo è acquisito.



PRESIDENTE

Abbiamo fatto una riflessione abbastanza approfondita su questi punti per cui dal dibattito possono anche scaturire degli elementi di modificazione rispetto ai testi approvati dalla Commissione, proposti dalla Giunta. Direi che si viene in aula anche per delle valutazioni finali.
La parola alla Consigliera Vetrino per un ulteriore chiarimento.



VETRINO Bianca

Abbiamo cercato di raccogliere il suggerimento, non peregrino, del Consigliere Marchini, con un'aggiunta che è molto sintetica, ma che pu essere interessante e sicuramente riassuntiva dello spirito del suo intervento.
Rileggo il tutto, affinché rimanga più comprensibile: "Il Piano di investimenti, ove non sia compreso nel Piano socio sanitario regionale vigente, è approvato dal Consiglio regionale su proposta della Giunta regionale, integrato dalle linee di programmazione" ciò perché non appaia come Piano peregrino, di per se stesso, slegato da quella che necessariamente sarà la programmazione compresa nel Piano.



PRESIDENTE

Gli emendamenti n. 11) e n. 13) sono pertanto ritirati.
Pongo in votazione l'emendamento n. 10).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
approvato con 35 voti favorevoli e 3 astensioni.
In merito all'emendamento n. 12) presentato dai Consiglieri Vetrino e Gallarini, al quale è stata aggiunta l'espressione "integrato dalle linee di programmazione", ha chiesto di intervenire il Consigliere Marchini; ne ha facoltà.



MARCHINI Sergio

una dichiarazione di voto che vuole anche essere illustrativa della nostra posizione e del significato che ha.
Riteniamo che con questo articolo si debba chiarire che, quando il Programma di investimenti è un momento terminale, questo deve essere di competenza della Giunta. Quindi è la Giunta, in qualche misura, che è chiamata politicamente a scegliere se sta all'interno delle linee del Piano sanitario, ovviamente assumendosene le responsabilità politiche e magari la censura del Consiglio, qualora il Consiglio non convenga su questo.
Il Consiglio viene chiamato a pronunciarsi non sul Programma di investimenti, ma sul Programma di investimenti qualora debba essere secondario e conseguente rispetto all'individuazione di linee di programmazione rispetto alle quali, evidentemente, è arbitro il Consiglio.
Per accorciare i tempi, si dice che, per rendere comprensibile la linea di programmazione, tanto vale che contestualmente venga approvato, con deliberazione di Consiglio su proposta della Giunta, anche il Piano di finanziamento. Su questo spero di essere stato chiaro.
Il Consiglio si pronuncia sul Piano della programmazione e quindi il Piano di investimenti viene chiamato in Consiglio nella misura in cui sullo stesso si individuano e si discutono le linee di programmazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Calligaro.



CALLIGARO Germano

La modifica apportata è stata illustrata in modo del tutto diverso poiché non ho potuto avere il testo, chiederei di poterlo vedere.



PRESIDENTE

Provvediamo subito.
Pongo in votazione l'emendamento n. 12), il cui testo è stato testè distribuito.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
approvato con 22 voti favorevoli e 8 astensioni.
Si proceda alla votazione dell'art. 7, come emendato, per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 voti favorevoli 28 astensioni 8.
L'art. 7 è approvato.
ART. 8 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 voti favorevoli 28 astensioni 8.
L'art. 8 è approvato.
ART. 9 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 voti favorevoli 28 astensioni 8.
L'art. 9 è approvato.
ART. 10 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 voti favorevoli 28 astensioni 8.
L'art. 10 è approvato.
ART. 11 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 voti favorevoli 28 astensioni 8.
L'art. 11 è approvato.
ART. 12 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 voti favorevoli 28 astensioni 8.
L'art. 12 è approvato.
ART. 13 14) Emendamento presentato dai Consiglieri Calligaro, Maggiorotti Chiezzi e Bosio: al comma secondo, punto b), modificare "a titolo gratuito" in "a canone sociale" e "di comodato" in "di locazione".
La parola all'Assessore Cucco.



CUCCO Vincenzo, Assessore regionale

Non capisco la necessità di togliere l'ipotesi che le UU.SS.SS.LL.
possano dare a titolo gratuito, per finalità assistenziali vere e proprie delle loro strutture; inoltre, faccio presente che in altri casi è prevista anche la corresponsione di un canone. In pratica, vi sono due possibilità: uso gratuito in caso di finalità di tipo assistenziale; diversamente, il comma a) prevede un canone a pagamento. Questa formula mi pareva più "garantista" relativamente alla collaborazione con le associazioni e con il volontariato, ma forse c'è qualche altro motivo...



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Calligaro.



CALLIGARO Germano

Il motivo è semplicissimo: evitare di dare, gratuitamente, qualsiasi bene, anche ad associazioni di volontariato che svolgono funzioni sociali.
Naturalmente, non si ha la pretesa di chiedere loro l'equo canone: non a caso parliamo di canone sociale. Anche le associazioni del volontariato devono essere richiamate a fare la loro parte; generalmente, si giustifica l'esistenza di un'associazione di volontariato quando riesce a trovare le risorse per andare avanti. Questo non significa "sbattere" sul mercato tali associazioni e chiedere loro il cosiddetto "equo canone"; un canone sociale mi pare possa essere il modo migliore per stabilire il principio che non c'è gratuità nel momento in cui ci si avvale di un bene, pur svolgendo una funzione molto importante.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cucco.



CUCCO Vincenzo, Assessore regionale

Ritengo l'emendamento non accettabile; mi pare non ci sia alcun obbligo, ma l'indicazione, abbastanza chiara, della finalità di carattere assistenziale. Tutti possono sbagliare: ci saranno le sanzioni previste dalla normativa.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento, non accolto dalla Giunta.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
respinto con 5 voti favorevoli, 19 contrari e 8 astensioni.
Si proceda alla votazione dell'art. 13 per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 voti favorevoli 23 voti contrari 3 astensioni 9.
L'art. 13 è approvato.
ART. 14 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 voti favorevoli 23 voti contrari 3 astensioni 9.
L'art. 14 è approvato.
ART. 15 15) Emendamento presentato dall'Assessore Cucco: al comma primo è aggiunta la seguente frase: "...se di importo inferiore ai 200 milioni e previa autorizzazione della Giunta regionale se di importo superiore".
La parola all'Assessore Cucco.



CUCCO Vincenzo, Assessore regionale

in parte accoglibile, per una serie di considerazioni già avanzate in Commissione, in quanto raccoglie sia una preoccupazione che l'altra. Mi riferisco sia al limite di spesa che all'autorizzazione: non si modifica più il termine dei 250.000 ECU, ma si inserisce comunque l'autorizzazione al di sopra di una certa cifra.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pier Luigi

Eravamo fra quelli che in Commissione avevano sollevato una qualche osservazione a proposito; l'emendamento ci soddisfa, quindi lo votiamo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Calligaro.



CALLIGARO Germano

Noi manteniamo il nostro emendamento.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento presentato dalla Giunta.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
approvato con 25 voti favorevoli e 7 astensioni.
16) Emendamento presentato dai Consiglieri Maggiorotti, Calligaro Chiezzi e Bosio: al comma primo, modificare "comunicazione alla Regione" in "autorizzazione della Giunta regionale" al comma quarto, modificare "250.000 ECU" in "100.000 ECU".
La parola al Consigliere Calligaro.



CALLIGARO Germano

Manteniamo il nostro emendamento nel testo nuovo, perché pensiamo che per l'alienazione di beni immobili, indipendentemente dal limite dei 200 milioni, il Direttore debba chiedere l'autorizzazione alla Giunta regionale. In nessuna azienda del mondo, il Direttore può vendere beni immobili fino a 200 milioni di lire dandone solo comunicazione: crediamo che occorra assolutamente l'autorizzazione della Giunta. Poiché si tratta di un organismo snello e non consiliare, sarebbe opportuno che vi fosse l'autorizzazione della Giunta, che può concederla nel giro di poco tempo.
Ripeto: in nessuna azienda privata al mondo un Direttore può vendere beni immobili fino a 200 milioni di lire, nemmeno gli amministratori delegati che rispondono al Consiglio di amministrazione. Per cui manteniamo il nostro emendamento.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cucco.



CUCCO Vincenzo, Assessore regionale

La Giunta ha già detto che è contraria, avendo presentato l'altro emendamento che, in questa fase, ci sembra sufficientemente garantista.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento presentato dal Consigliere Calligaro ed altri.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
respinto con 5 voti favorevoli, 19 contrari e 7 astensioni.
Si proceda alla votazione dell'art. 15, come emendato, per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 voti favorevoli 23 voti contrari 6 astensioni 2.
L'art. 15 è approvato.



PRESIDENTE

ART. 16 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 voti favorevoli 24 astensioni 7.
L'art. 16 è approvato.



PRESIDENTE

ART.17



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Calligaro; ne ha facoltà.



CALLIGARO Germano

Votiamo contro l'art. 17, in quanto fa riferimento ad una legge nazionale della quale alcuni articoli sono stati congelati. Votiamo contro in quanto non vi è nessuna garanzia che gli appalti siano trasparenti.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, si proceda alla votazione per alzata di mano dell'art. 17, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 voti favorevoli 24 voti contrari 6 astensioni 1.
L'art. 17 è approvato.
ART. 18 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 voti favorevoli 24 astensioni 7.
L'art. 18 è approvato.
ART. 19 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 voti favorevoli 24 astensioni 7.
L'art. 19 è approvato.
ART. 20 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 voti favorevoli 24 astensioni 7.
L'art. 20 è approvato.
ART. 21 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 voti favorevoli 24 astensioni 7.
L'art. 21 è approvato.
ART. 22 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 voti favorevoli 24 astensioni 7.
L'art. 22 è approvato.
ART. 23 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 voti favorevoli 24 astensioni 7.
L'art. 23 è approvato.
ART. 24 17) Emendamento presentato dai Consiglieri Maggiorotti, Calligaro Chiezzi e Bosio: al comma sesto, dopo "ciascun Distretto", inserire "e del Dipartimento di Prevenzione".
La parola all'Assessore Cucco.



CUCCO Vincenzo, Assessore regionale

La Giunta accoglie tale emendamento; c'è solo da apportare una correzione formale: bisogna togliere una "e".



PRESIDENTE

Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
approvato con 28 voti favorevoli e 3 astensioni.
Si proceda alla votazione dell'art. 24, come emendato, per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 voti favorevoli 28 astensioni 3.
L'art. 24 è approvato.
ART. 25 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 voti favorevoli 28 astensioni 3.
L'art. 25 è approvato.
ART. 26 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 voti favorevoli 28 astensioni 3.
L'art. 26 è approvato.
ART. 27 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 voti favorevoli 28 astensioni 3.
L'art. 27 è approvato.
ART. 28 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 voti favorevoli 25 astensioni 6.
L'art. 28 è approvato.
ART. 29 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 voti favorevoli 28 astensioni 3.
L'art. 29 è approvato.
ART. 30 18) Emendamento presentato dai Consiglieri Maggiorotti, Calligaro Chiezzi e Bosio: al comma primo, punto b), sostituire "indicatori di produttività" con le parole "indicatori di efficienza, efficacia e qualità" al comma secondo, punto a), dopo "centri di costo" aggiungere le parole "coincidenti con i centri di responsabilità" al comma terzo, dopo "Piano dei centri di costo" aggiungere le parole "identificati nelle singole unità organizzative coincidenti con i centri di responsabilità".
La parola all'Assessore Cucco.



CUCCO Vincenzo, Assessore regionale

La Giunta non ritiene di accoglierlo, perché, per quanto riguarda il primo comma, gli indicatori di produttività sono indicatori di efficienza efficacia e qualità, per cui sono ricompresi nel termine.
Per gli altri due commi, i centri di costo ricomprendono i centri di responsabilità nella dizione normativa esistente; si tratta quindi di una ripetizione che non aiuta più di tanto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Calligaro.



CALLIGARO Germano

In Commissione mi era stato invece detto che questi dovevano essere definiti dal Direttore generale.



CALLIGARO Germano

Si riferisce ad un'altra cosa, a quando i Direttori generali devono individuare i centri. Con una direttiva della Giunta si attua il Piano dei costi, che sarà la base per l'individuazione dei centri di costo. I Direttori generali non individuano quali sono i centri di responsabilità e di costo, ma si tratta di centri di costo con al loro interno i centri di responsabilità.



CALLIGARO Germano

Quindi, sono coincidenti? E perché non lo scriviamo?



CUCCO Vincenzo, Assessore regionale

Perché in questo caso "repetita non iuvant".



CALLIGARO Germano

Ritengo che invece gioverebbe scriverlo, altrimenti non si capisce quali sono i centri di costo: stabiliamo che hanno una coincidenza con i centri di responsabilità.



CUCCO Vincenzo, Assessore regionale

In questo modo non si capisce di più: è uguale.



CALLIGARO Germnao

Dove sta scritto che sono coincidenti? Questo lo dite voi, ma dove è scritto nella normativa?



CUCCO Vincenzo, Assessore regionale

Nella normativa sui centri di costo: i centri di costo comprendono i centri di responsabilità, coincidono con i centri di responsabilità.
Comprendono e coincidono, dipende dalle situazioni.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento non accolto dalla Giunta.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
respinto con 5 voti favorevoli, 23 contrari e 6 astensioni.
Si proceda alla votazione per alzata di mano dell'art. 30, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 voti favorevoli 24 voti contrari 3 astensioni 7.
L'art. 30 è approvato.
ART. 31 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 voti favorevoli 27 astensioni 7.
L'art. 31 è approvato.
ART. 32 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 voti favorevoli 27 astensioni 7.
L'art. 32 è approvato.
ART. 33 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 voti favorevoli 27 astensioni 7.
L'art. 33 è approvato.
ART. 34 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 voti favorevoli 27 astensioni 7.
L'art. 34 è approvato.
19) Emendamento presentato dai Consiglieri Maggiorotti, Calligaro Chiezzi e Bosio: dopo l'art. 34 inserire il seguente nuovo articolo: "Art. 34 bis - Gestione economico-finanziaria del Dipartimento di prevenzione.
1. Agli effetti della presente legge, al Dipartimento di prevenzione, che opera con contabilità separata, si applicano le norme di cui ai Titoli III, IV, V e VI.
2. La quota di finanziamento di ciascun Servizio del Dipartimento di prevenzione è determinata dal Direttore generale sulla base delle risorse di cui all'art. 1, comma terzo, e delle indicazioni della Giunta regionale".
La parola all'Assessore Cucco.



CUCCO Vincenzo, Assessore regionale

accolto in accordo con quanto avevamo scelto di fare accogliendo l'emendamento sui Dipartimenti di prevenzione.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
approvato con 27 voti favorevoli e 4 astensioni.
Si proceda alla votazione per alzata di mano dell'art. 34 bis, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 voti favorevoli 27 astensioni 4.
L'art. 34 bis è approvato.
ART. 35 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 voti favorevoli 27 astensioni 4.
L'art. 35 è approvato.
ART. 36 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 voti favorevoli 27 astensioni 4.
L'art. 36 è approvato.
ART. 37 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 voti favorevoli 24 astensioni 7.
L'art. 37 è approvato.
ART. 38 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 voti favorevoli 24 astensioni 7.
L'art. 38 è approvato.
ART. 39 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 voti favorevoli 27 astensioni 4.
L'art. 39 è approvato.
ART. 40 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 voti favorevoli 27 astensioni 4.
L'art. 40 è approvato.
ART. 41 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 voti favorevoli 27 astensioni 4.
L'art. 41 è approvato.
ART. 42 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 voti favorevoli 27 astensioni 4.
L'art. 42 è approvato.
ART. 43 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 voti favorevoli 27 astensioni 4.
L'art. 43 è approvato.
ART. 44 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 voti favorevoli 27 astensioni 4.
L'art. 44 è approvato.
ART. 45 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 voti favorevoli 27 astensioni 4.
L'art. 45 è approvato.
ART. 46 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 voti favorevoli 27 astensioni 4.
L'art. 46 è approvato.
ART. 47 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 voti favorevoli 27 astensioni 4.
L'art. 47 è approvato.
Passiamo alle dichiarazioni di voto sull'intero testo della legge.
La parola alla Consigliera Vetrino.



VETRINO Bianca

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, svolgerò una breve dichiarazione di voto, non avendo potuto prendere la parola questa mattina nel dibattito di carattere generale.
Al di là delle giuste rivendicazioni del Consiglio per difendere le sue prerogative e le sue competenze - se mi è consentito, vincendo una battaglia, perché questa è partita come una legge decisionista ed arriva invece in aula come una legge democratica, perché il Consiglio si è riappropriato delle sue competenze questa rimane una legge eminentemente tecnica, e anche adesso, nello scorrere dei commi dei vari articoli abbiamo visto quanto di tecnico ci sia in questa legge che è quasi una legge-regolamento.
Il giudizio potrebbe quindi essere positivo proprio per questa sua caratteristica di legge eminentemente tecnica; nonostante questo, il Gruppo repubblicano non potrà esprimere un voto positivo e si asterrà per due motivi fondamentali che cerco di riassumere molto velocemente.
Il primo è perché questa legge, così come anche la legge che voteremo la prossima settimana relativa all'organizzazione delle UU.SS.SS.LL.
avviene praticamente in assenza di programmazione. Siamo in carenza di Piano socio-sanitario, vorrei dire che da sei mesi la programmazione è praticamente ferma: non abbiamo notizie di elementi di programmazione, il Settore della programmazione è stato praticamente smembrato: il direttore della programmazione è stato "licenziato" senza motivo e, a questo proposito, sono ancora in attesa di conoscere i motivi del suo trasferimento; tra l'altro, il direttore della programmazione era stato sostituito per i noti motivi all'inizio dell'anno scorso. Si è risolto anticipatamente il rapporto di consulenza con la Finpiemonte, che aveva l'incarico di curare la redazione del Piano socio-sanitario regionale che ripeto - è scaduto. Non abbiamo una revisione della rete ospedaliera: nomineremo i Direttori generali, che sono dei Direttori d'azienda così come li abbiamo voluti chiamare, ai quali non daremo nessun Piano d'azienda.
Questi Direttori non sanno che cosa vanno a fare nelle UU.SS.SS.LL.: diamo dei binari, ma non il contenuto; in pratica non diamo loro la locomotiva perché non la possediamo.
Tutto ciò rende effettivamente molto problematica questa legge. E' quasi una legge-alibi, perché si dice: "Dobbiamo farla, perché dobbiamo dare le norme di contabilità entro il 31/12/1994", ma di fatto il contenuto, la gestione di questa legge sarà poi problematica, proprio per il fatto che siamo in carenza di una programmazione.
Invito quindi il Presidente della Giunta e l'Assessore ad accelerare i momenti fondamentali, che sono quelli che devono risalire alla revisione della rete ospedaliera. A mio avviso, si era cominciato a farlo: c'era il gruppo di lavoro che predisponeva questa revisione, questa nuova programmazione, ma adesso non so a che punto sia.
Ricordo la delibera dell'aprile 1994, che rimane per fortuna un documento fondamentale, nella quale erano stati individuati alcuni filoni di programmazione con delle priorità, e da quelle si doveva partire.
Vorrei anche sapere a che punto è l'attuazione di questa deliberazione perché mi risulta che, dopo le delibere attuative predisposte dalla Giunta nel mese di agosto, le UU.SS.SS.LL., gli ospedali abbiano mandato entro la scadenza stabilita del 5 ottobre i provvedimenti per poter attuare gli interventi; tuttavia, finora, questi interventi non sono stati n autorizzati né mandati avanti, quindi nemmeno quel poco di programmazione che si era tentato di mettere in piedi riesce ad avere esito. A questo proposito, vorrei dire alla collega Bortolin che, se prima c'era dell'improvvisazione, adesso non c'è più nemmeno quella: siamo nel vuoto assoluto! Questo è il motivo per cui è difficile votare con convinzione una legge che - ripeto - per la sua caratteristica tecnica e per il fatto che comunque è uno strumento di utilità per le UU.SS.SS.LL. dovrebbe raccogliere l'ampio consenso di tutta l'assemblea.
Il secondo motivo per cui non voterò a favore di questo provvedimento pur riconoscendone - lo dico ancora una volta - l'importante valore tecnico (gli articoli della seconda parte sono stati fatti con una certa professionalità, i funzionari hanno lavorato sicuramente molto bene su questo testo sotto l'aspetto tecnico), riguarda la gestione transitoria sulla quale, come avrete notato, mi sono astenuta. Il motivo è molto chiaro. Nella Commissione consiliare competente avevo proposto che si estrapolasse questa gestione transitoria e se ne facesse oggetto di una legge apposita, per evitare che questa, che è una legge buona sotto il profilo tecnico, finisse per essere un papocchio, perché alla fine all'improvviso, dopo aver dato tutta una serie di norme contabili, si danno delle norme di ordine transitorio sull'organizzazione delle UU.SS.SS.LL.
sull'organizzazione dell'assistenza sanitaria, sull'organizzazione del socio-assistenziale, che nulla hanno a che vedere con le norme contabili amministrative e finanziarie di questa legge.
Ricordo che nell'ambito del Consiglio regionale è costituita una Commissione per la revisione dei Testi Unici: uno dei compiti che si è data questa Commissione è proprio quello di lavorare per recuperare quello che nel passato è stato fatto di malvagio, ma soprattutto per impegnarci a lavorare nelle nuove leggi con quella tecnicità e possibilmente con quella professionalità che purtroppo in questa legge non è riconosciuta. Noi ci lamentiamo dei papocchi che a volte, dal livello nazionale, ci arrivano con decreti legge o legislativi che parlano di tutto, dagli invalidi civili agli handicappati, alle scadenze degli amministratori delle UU.SS.SS.LL., e poi siamo i primi ad individuare delle caratteristiche di confusione in un nostro disegno di legge. Per carità, queste leggi sono necessarie e forse è più urgente questa parte della gestione transitoria che l'intero disegno di legge che abbiamo votato; però, a mio avviso, c'erano tutte le condizioni per estrapolare queste norme e farle diventare oggetto di un'apposita legge, con delle prime indicazioni alle quali sarebbero poi seguite quelle più generali che daremo la prossima settimana con la legge di ordinamento e di organizzazione delle UU.SS.SS.LL.
Questi, signor Presidente, sono i motivi per cui mi astengo su questa materia.
A margine della questione, pur non intendendo assolutamente affrontare l'argomento, desidero intervenire brevemente sulla questione cosiddetta "Cucco", cioè della commistione tra attività di Assessore e attività politica, della quale si è cercato di parlare, infilandola un po' impropriamente, nel corso del dibattito su questa legge. Ritengo giusto il rilievo che faceva a tale proposito il Presidente questa mattina e credo sia stato giusto non averne dibattuto, anche se la questione non è da accantonare. Ciò non tanto per andare a cogliere aspetti negativi sull'attività dell'Assessore Cucco in particolare, ma perché credo che su questa materia dobbiamo tutti riflettere ed interrogarci. A volte una svista, come quella capitata all'Assessore Cucco, può essere sintomo di un malessere più generale che probabilmente c'è.
Mi è spiaciuto che il Presidente Brizio abbia detto che si è accontentato della lettera consegnatagli dall'Assessore Cucco: questo significa che tutti gli Assessori sono autorizzati ad usare delle loro segreterie, delle macchine da scrivere, dei fax e via dicendo, per appunto - delle questioni che nulla hanno a che vedere con l'attività di Assessore. Ma - ripeto - non voglio soffermarmi su questo tema: c'è un ordine del giorno apposito.
Credo, signor Presidente del Consiglio, che questa sia una questione etica, una questione morale, quindi dobbiamo con serenità, senza nessuna voglia particolare di infierire contro qualcosa o qualcuno, raccogliere l'invito fatto questa mattina dal Consigliere Chiezzi. Quindi, giustamente si discuta della questione a tempo debito, nei modi che il Consiglio riterrà opportuni, attraverso le norme che detterà la Conferenza dei Presidenti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Germanetto.



GERMANETTO Michelino

Mi asterrò, in quanto la maggioranza non ha voluto accettare alcune proposte di una certa importanza della minoranza. Inoltre, "in cauda venenum", ho poca fiducia in questa Giunta, che non riesce a portare a termine neanche una pratica dell'art. 20, legge finanziaria 1988, cosa invece molto importante.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Calligaro.



CALLIGARO Germano

Permangono punti molto negativi. Le risorse disponibili per finanziamenti alle UU.SS.SS.LL. vengono ripartite dalla Giunta regionale.
Voglio solo ricordare che tutti gli anni il riparto tra le UU.SS.SS.LL. è stato approvato dal Consiglio regionale.
Si sottovaluta il principio dell'uniformità cui tendere. Livelli uniformi di assistenza sanitaria, di prestazioni sanitarie significano che le Regioni stabiliscono i criteri anche sulla base di dati epidemiologicie e clinici di individuazione dei livelli uniformi di assistenza; ciò per dare comunque garanzie (altrimenti non sono uniformi), riducendo per lo meno le code di attesa e dovunque (altrimenti non sono uniformi), secondo una logica razionale di distribuzione delle prestazioni sul territorio regionale.
Il riparto della spesa corrente è competenza quindi della Giunta: riparto, accantonamento, e così via. Questo è un precedente molto, ma molto negativo, perché se vi sono competenze del Consiglio, queste sono: il Piano socio-sanitario regionale, il riparto della spesa corrente, il conto capitale e i rapporti con l'Università. Quattro sono le questioni decisive che non possono essere sottratte al Consiglio regionale. Quindi - ripeto questo è un precedente molto, ma molto negativo.
Il finanziamento dei servizi socio-assistenziali a rilievo sanitario art. 5 bis che abbiamo proposto e che è stato respinto, determina in noi una forte preoccupazione. Questa situazione di sottostima della spesa grava e graverà anzitutto e soprattutto sui servizi cosiddetti deboli, destinati a cittadini deboli e svantaggiati.
Così sul potere di alienazione dei beni, gli immobili in particolare: si crea un precedente che non esiste in nessun'altra azienda privata.
Spesso dobbiamo confrontarci con le aziende private: ebbene confrontiamoci.
Nel corso del dibattito generale, si è detto che la Regione è costretta ad applicare due decreti legislativi, il n. 502 e il n. 517: non vi sono dubbi! Non siamo così ingenui da non capire che devono essere applicati. Il problema è se si aggravano o se si attenuano i caratteri negativi e controriformatori dei due decreti. La nostra impressione è che sul Direttore generale si siano attenuati poco.
Sull'esecutivo tuttofare abbiamo strappato un qualche risultato; resta il precedente, però, che la Giunta ha il compito di ripartire il fondo della spesa corrente. Allora il problema non è applicare o non applicare bensì quello di seguire una logica di controriforma o attenuarla e, laddove è possibile, evitarla. Questo è il quesito vero! Altri punti sono stati accolti, taluni importanti, e lo apprezziamo.
Il Direttore generale comunque resta onnipotente e ne vedremo di belle.
La Giunta tuttofare è un po' meno tuttofare, ma non vi sono dubbi che la logica che presiedeva il testo iniziale era quella di togliere fondamentali prerogative al Consiglio, ridurre gli spazi di democrazia. E questo in una fase di transizione difficilissima, in cui bisogna sviluppare al massimo la democrazia e i rapporti con gli Enti locali e le Comunità montane.
Obiettivamente, alcune cose sono difficili da fare e se non si realizza consenso queste cose non si fanno, tanto meno si riuscirà a realizzare cose delicate e complesse.
Consideriamo il contesto regionale estremamente negativo. Il Piano è fermo alla fine del 1992; spero che si predispongano per lo meno gli strumenti di costruzione, gli strumenti preliminari al nuovo Piano, che sono un bilancio di quello vecchio ed una relazione sullo stato di salute della popolazione. Ciò per evitare di realizzare un'organizzazione sanitaria che non tenga conto dei mutamenti, dei bisogni, delle domande delle patologie stesse intervenute nella popolazione piemontese.
Negativo è il fatto che si riconosca tutti la necessità di razionalizzare la rete ospedaliera, ma che poi, al dunque, nessuno abbia il coraggio di affrontare questi problemi, a cominciare dall'esecutivo, che è così manageriale nel togliere competenze ai Comuni, quanto è pochissimo manageriale nell'affrontare problemi complessi. Quindi continueremo a finanziare ospedali che non sono tali e continueremo ad attendere una razionalizzazione della spesa in questo caso riguardante la rete ospedaliera.
Il contesto nazionale - lo abbiamo sottolineato ripetutamente è decisamente negativo: il massimo sforzo che possiamo fare nei confronti di questo disegno di legge che sta per diventare legge è quello di astenerci.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE NERVIANI



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bodrero.



BODRERO Antonio

Il mio voto sarà di astensione. Il motivo fondamentale è quello già detto parecchie volte: la rapina fiscale compiuta da parte dello Stato centralista che, praticamente, rende impossibile avere una sanità degna della tradizione piemontese. Inoltre, per il non controllo da parte della Magistratura, che inficia e peggiora i servizi (proprio perché non controllati) e per la non informazione. Purtroppo giornali, stampa radiotelevisione non informano sulle questioni fondamentali della vita piemontese che si dibattono in Consiglio, mentre dedicano molte righe addirittura pagine, a pettegolezzi e cronachette da quattro soldi.
Quindi i tre difetti, le tre malattie, le tre piaghe della Regione piemontese sono proprio queste: rapina fiscale; disinformazione a tutti i livelli e non controllo giudiziario.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 44 hanno risposto SI 27 Consiglieri hanno risposto NO 2 Consiglieri si sono astenuti 15 Consiglieri.
La legge è approvata.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Da parte della Giunta mi è stata richiesta con urgenza la trattazione della proposta di deliberazione n. 1027: "DPR 24/5/1988, n. 203, artt. 6 15, 7 e 8 DPR 25/7/1991 'Autorizzazione di carattere generale per le emissioni in atmosfera provenienti da impianti nuovi, da modificare o da trasferire'", di cui al punto 17) all'o.d.g., perché in proposito vi è una scadenza.
Sull'ordine dei lavori, ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Vengo ora a conoscenza di questa richiesta della Giunta. Io stesso come Presidente della Commissione, avevo accelerato al massimo un provvedimento che aveva qualche complessità, ma che è poi stato semplificato nei lavori di Commissione, vista l'urgenza alla quale aggiungo senz'altro il mio parere positivo.
Inoltre Presidente, sul merito della comunicazione da lei resa inerente la lettura della lettera dell'Assessore Cucco, chiedo se sia possibile esaurire anche il punto connesso a quella comunicazione attraverso la discussione e la votazione dell'annesso ordine del giorno.



PRESIDENTE

Potremo farlo dopo la comunicazione sull'alluvione, impegno che ricordo - ci eravamo assunti per oggi pomeriggio.
Oltre a tale questione, vorrei una risposta della Giunta, Presidente Brizio, sul punto 6) all'o.d.g., che si era detto di voler trattare oggi.
Possiamo far precedere il punto 17)?



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

La comunicazione sull'alluvione deve essere fatta. Comunque, esaminiamo pure la deliberazione, come richiesto dall'Assessore Marino.



PRESIDENTE

Esaminiamo urgentemente questa deliberazione.
Assessore Bresso, la legge sul personale dei parchi richiede una lunga discussione?



(Commenti dell'Assessore Bresso)



PRESIDENTE

Possiamo procedere così: esaminare la deliberazione di cui al punto 17), svolgere la comunicazione sull'alluvione e poi passare alla legge sul personale dei parchi. Va bene, Assessore Bresso?



(Commenti dell'Assessore Bresso)



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Bisogna essere molto chiari: se facciamo la comunicazione sull'alluvione e poi c'è discussione, non si riesce a fare nient'altro; se la comunicazione è una semplice comunicazione, possiamo fare tutto il resto. Non vorrei che si rinviasse la legge sul personale dei parchi perch si è voluta fare la comunicazione sull'alluvione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vaglio.



VAGLIO Roberto

Intervengo sempre sull'ordine ai lavori. Se la comunicazione sull'alluvione non viene seguita dalla votazione su quell'ordine del giorno che avete presentato, sicuramente la discussione non ci sarà; in caso contrario, la discussione andrà avanti fino a quando lo riterremo opportuno.



PRESIDENTE

Per carità: sto solo ponendo il problema.
Bisogna rinunciare a una delle tre cose: questo mi pare chiaro.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Ritengo che non si possa non fare la comunicazione sull'alluvione.



PRESIDENTE

Cominciamo allora con l'esame della deliberazione di cui al punto 17) all'o.d.g., che ha come scadenza la fine di dicembre.
Per quello che riguarda l'ordine del giorno inerente la questione già sollevata e in parte anche affrontata in aula, la scelta può essere questa: o si procede alla votazione dell'ordine del giorno senza altra discussione oppure, se si vuole ulteriormente affrontare il problema, bisogna andare ad una prossima seduta. Si era detto che oggi si sarebbe inserito nelle comunicazioni, e questo è avvenuto; quindi, valutiamolo anche in ordine all'andamento del resto della discussione. Se i proponenti sono disponibili, propongo di procedere alla votazione dell'ordine del giorno se invece c'è qualche ulteriore intervento aggiuntivo, bisognerà andare ad una prossima seduta, perché, vista l'ora, non è possibile esaminare tutto.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Per quanto mi riguarda, se l'ordine del giorno viene messo in votazione oggi, a nome del Gruppo non intervengo più, perché avevo già svolto per sintesi l'intervento sul documento in questione. Ci sono comunque altri firmatari e non conosco le loro intenzioni. Ripeto, per quanto mi riguarda se viene discusso oggi, non intervengo; se invece lo rinviamo alla prossima riunione, allora ognuno potrà fare un breve intervento.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti atmosferici ed acustici

Esame proposta di deliberazione n. 1027: "DPR 24/5/1988, n. 203 artt. 6 15, 7 e 8 e DPR 25/7/1991 'Autorizzazione di carattere generale per le emissioni in atmosfera provenienti da impianti nuovi, da modificare o da trasferire"


PRESIDENTE

Procediamo pertanto con il punto 17) all'o.d.g. che prevede l'esame della proposta di deliberazione n. 1027.
Su tale deliberazione, l'Assessore Marino ha presentato i seguenti emendamenti: 1) dopo il quarto capoverso del dispositivo aggiungere il seguente capoverso: "Copia della domanda di autorizzazione trasmessa alla Regione deve essere contestualmente inviata al Sindaco, al Servizio di Igiene Pubblica della USSL e alla Provincia competenti per territorio".
2) Il quinto capoverso del dispositivo: "Tale autorizzazione può essere revocata con deliberazione della Giunta regionale sulla base di eventuali rilievi motivati del Sindaco pervenuti ai sensi dell'art. 7, comma secondo, del DPR n. 203/88" viene sostituito con il seguente: "L'autorizzazione ottenuta in via generale da un ente o impresa pu essere revocata con deliberazione della Giunta regionale sulla base di eventuali rilievi motivati del Sindaco in merito alla domanda, pervenuti ai sensi dell'art. 7, comma secondo, del DPR n. 203/88".
La parola all'Assessore Marino.



MARINO Massimo, Assessore regionale

L'obiettivo della proposta di deliberazione n. 1027 è quello di risolvere il problema delle autorizzazioni o dei rinnovi di autorizzazione per le emissioni atmosferiche di impianti a bassa emissione in atmosfera.
Come è noto, il DPR n. 203/88 attribuisce alle Regioni la competenza del rilascio delle autorizzazioni e peraltro le Regioni fissano, in base all'art. 4 del DPR n. 203, anche i limiti dell'emissione in atmosfera sulla base di linee guida e di valori indicati dallo Stato.
Il DPR del luglio 1991 elenca le attività a ridotto inquinamento atmosferico e dà la possibilità alle Regioni di identificare procedure specifiche e più semplici per gli impianti a basso inquinamento atmosferico. Fra questi impianti ci sono - per capirsi - le centinaia forse migliaia, di tintorie della regione.
In questo periodo cominciano ad arrivare le richieste autorizzative per quelle aziende che utilizzano, per esempio, i clorofluorocarburi e che, in base alla legge nota che abolisce la possibilità di utilizzo dei clorofluorocarburi, devono modificare le sostanze e quindi richiedere un'autorizzazione. Paradossalmente, se non attuassimo questa procedura semplificata, creeremmo una situazione di difficoltà per impianti che si riconvertono a più bassa emissione atmosferica.
La deliberazione autorizza la Giunta regionale a definire gruppi di tipologie di impianti; identificando la tipologia degli impianti, si permette alle aziende di presentare direttamente un'autorizzazione che permette l'emissione in atmosfera, tranne eventuali prescrizioni della Giunta regionale. Quindi, automaticamente, permette l'autorizzazione per questi impianti.
Ovviamente, l'iter autorizzativo accelerato riguarda soltanto l'emissione in atmosfera e non tocca per nulla tutte le altre eventuali autorizzazioni urbanistiche, che sono tutt'altra questione.
Alla deliberazione, anche in base ad osservazioni fatte da vari Consiglieri (mi pare di ricordare i Consiglieri Miglio e Chiezzi in particolare), sono stati proposti due emendamenti al quarto ed al quinto capoverso, che rispondono a quell'osservazione secondo la quale si riteneva che, con questa nuova deliberazione, venisse a cadere la possibilità dei Sindaci di fare osservazioni sulle autorizzazioni.
I due emendamenti tendono comunque a permettere ai Sindaci di esprimere, sulla specifica questione dell'emissione in atmosfera, un loro parere del quale la Giunta regionale può tenere conto per eventualmente revocare l'autorizzazione.



PRESIDENTE

Pongo in votazione gli emendamenti n. 1) e n. 2) presentati dall'Assessore Marino.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Sono approvati con 23 voti favorevoli e 8 astensioni.
La parola al Consigliere Miglio per dichiarazione di voto.



MIGLIO Mario

Intervengo almeno cinque minuti per una considerazione generale sul contenuto della deliberazione.
La nostra valutazione è questa: purtroppo a seguito di provvedimenti del Governo, ci troviamo ancora una volta nell'impossibilità, stante anche l'organico che tratta questa materia (quella appunto dell'inquinamento atmosferico), di adempiere alle leggi nazionali, alle norme vigenti e alle direttive che la stessa Regione ha emanato in questi ultimi anni.
La scelta, nella sostanza, non è quella di provvedere ad ampliare l'organico o a dotarsi di ulteriori strumenti per rispondere alle normative vigenti, riuscendo quindi a verificare la congruità degli impianti esistenti o delle nuove proposte rispetto alla necessaria salvaguardia della salute e dell'ambiente, bensì diventa quella di introdurre ulteriori norme in deroga all'impianto originariamente esistente.
In questa situazione, ovviamente, la Regione Piemonte non può fare altro che adempiere, e si spera nel miglior modo possibile, alle direttive promulgate a livello nazionale.
Rispetto alla deliberazione, che è stata modificata con l'approvazione degli emendamenti dell'Assessore, anche a seguito di valutazioni espresse dal nostro Gruppo e da altri Consiglieri nella Commissione competente riteniamo che essa introduca un percorso che certo risponde a quanto veniva imposto dal decreto presidenziale recentemente emanato, ma che nella sostanza non fa altro che rispondere, in modo forse non adeguato, alle esigenze esistenti.
Pur ravvedendo la necessità di dare sistematicità ad una materia così complessa, avremmo preferito, ed era una richiesta fatta allo stesso Assessore, che magari in contemporanea il Consiglio regionale esprimesse il suo disappunto per questa politica che gioca alla continua variazione del quadro normativo vigente nella logica della destrutturazione di quelle norme che garantiscono per l'appunto la salvaguardia della salute umana e la tutela ambientale.
In questo senso, forse per controbilanciare, per far capire che la Regione Piemonte non si adagia passivamente e non accetta una logica di siffatta natura, sarebbe stato meglio presentare contemporaneamente un ordine del giorno, una mozione o comunque un'indicazione, una presa di posizione politica con la quale di denunciava il nostro disappunto rispetto alle linee strategiche che vengono portate avanti dal Governo nazionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

A tale deliberazione ho collaborato anch'io, per consentire all'Assessorato di svolgere questi compiti; però, nel merito della stessa come dichiarazione di voto, tendo ad affermare un comportamento di resistenza ad una situazione inaccettabile.
L'Assessore può avere i suoi problemi di gestione quotidiana e farvi fronte nei limiti che sono a lui concessi nella gestione della materia però sono limiti assolutamente inaccettabili. Bisogna quindi che una forza di opposizione segnali questo fatto come un elemento di resistenza.
Noi intendiamo resistere contro il fatto che, a fronte di problemi ambientali che interessano la vita di tutti, ci sia un'organizzazione e dei contenuti dell'attività dello Stato del tutto inadeguati a farvi fronte.
Non capisco perché lo Stato debba organizzarsi in tanti settori e non possa essere organizzato in modo da rispondere in tempo degno alle domande degli operatori economici.
Viceversa, si prende atto che questo non è possibile, cioè che lo Stato non è strutturato (per personale, quindi il problema dell'occupazione; per le risorse, quindi il problema dello sviluppo, ecc.), ma noi non accettiamo più questa situazione. Votiamo quindi contro questa deliberazione.
Segnaliamo questa denuncia, questa resistenza ad uno stato di cose che non è solo una resistenza in negativo, ma è anche l'indirizzo politico che apre, nel settore ambientale, delle possibilità di sviluppo dell'occupazione e della qualità della vita che, viceversa, non esistono e che deliberazioni come queste non fanno che rimandare a tempi ancora successivi.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Pozzo.



POZZO Carolina

Intervengo per dichiarare il mio voto contrario a questa deliberazione per i fatti sopra esposti. Continuano a pervenirmi segnalazioni e io continuo a presentare interrogazioni all'Assessore Marino in merito alla non applicazione del DPR n. 203, soprattutto rispetto ai controlli che la Regione deve effettuare in seguito alla richiesta di un'autorizzazione.
Sono quindi contraria a questa deliberazione, perché in realtà non fa altro che giustificare l'impossibilità di controllare.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Marino.



MARINO Massimo, Assessore regionale

Alle osservazioni del Consigliere Miglio rispondo che non ho nessuna intenzione di subire passivamente questa attività di "demolizione legislativa", in quanto le conseguenze di una politica governativa di decreti reiterati e modificati causa l'impossibilità, in particolare delle Regioni, di operare. Peraltro, questa mia non passività è già stata espressa pubblicamente in più occasioni e troverò ulteriori occasioni per esprimerla e per chiedere alla Giunta di esprimerla complessivamente.
Non so invece quale osservazione avanzare ai colleghi che votano contro a questa ipotesi.
Per quanto riguarda quanto diceva la Consigliera Pozzo rispetto al DPR n. 203, probabilmente la Regione Piemonte in questo momento è fra le prime e tra le più attive nel far osservare le norme riguardanti l'emissione nell'atmosfera, che non riguardano direttamente la delibera di oggi. Ci avviene, peraltro, con una serie di iniziative sempre più numerose di ripetute diffide che oggi hanno riguardato, seppure in situazioni molto difficile da gestire, la Regione, proprio perché ci sono problemi di deregulation nazionale. In ogni caso, mi sembra che si debba dire proprio il contrario, cioè che l'Assessorato in questo momento è particolarmente attivo e particolarmente esposto ai controricorsi, così come stanno facendo numerose aziende alle quali abbiamo inviato delle diffide. Cito un caso noto, quello dell'Unibios, ma ne stiamo inviando altre.
Dunque respingo decisamente l'eventuale valutazione di inoperatività od insufficienza dell'Assessorato: caso mai è il contrario. L'Assessorato si sta forse esponendo da solo, purtroppo, perché con il panorama nazionale esistente diventa sempre più difficile questa attività contro le aziende che violano il DPR n. 203. Spero che anche le altre Regioni pongano come noi la gravità di tali questioni.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, pongo in votazione tale deliberazione il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 22 voti favorevoli, 3 contrari e 8 astensioni.


Argomento: Sanita': argomenti non sopra specificati

Esame ordine del giorno n. 759 inerente l'appoggio dichiarato dall'Assessore Cucco alla campagna referendaria sulla sanità (rinvio)


PRESIDENTE

Vi sono altri interventi rispetto all'ordine del giorno presentato dal Consigliere Chiezzi ed altri, iscritto al n. 37) dell'o.d.g.? La parola al Presidente della Giunta, Brizio.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

La Giunta riteneva che, con la lettera, il problema fosse superato.
Chiedo comunque che la discussione venga rinviata alla prossima volta.


Argomento: Interventi per calamita' naturali

Comunicazioni della Giunta regionale in merito all'alluvione del novembre 1994 - Presentazione ordine del giorno n. 754


PRESIDENTE

In merito alle comunicazioni della Giunta regionale relativamente all'alluvione del novembre 1994, ha chiesto la parola il Consigliere Porcellana; ne ha facoltà.



PORCELLANA Francesco

Intervengo per dire due cose all'onorevole Presidente del Consiglio e all'onorevole Presidente della Giunta.
Credo che una comunicazione alle ore 18 su un tema così importante qual è il problema l'alluvione, richieda ben più di dieci minuti. Tale tema deve trovare una sua serena discussione in un apposito Consiglio, non iniziando alle ore 18, per terminare alle 18,20, specie dopo aver sentito con tutto il rispetto per l'Assessore Bresso, che c'è una legge importante quella del personale dei parchi, che deve essere chiusa entro questa sera.
Non so come potremo discutere di tutto; quindi: o l'una o l'altra cosa.
Ovviamente ci dobbiamo preparare a rimanere qui a tempo indeterminato visto che la storia che abbiamo alle spalle ci dice che alle ore 19 circa la gente abbandona l'aula.
Credo che il tema dell'alluvione sia così importante da meritare grande rispetto e da avere un suo spazio, così come la proposta di legge iscritta al punto 6) dell'o.d.g. Scelgano la Presidente del Consiglio e il Presidente della Giunta quale percorso iniziare, perché non possiamo fare tutto.



PRESIDENTE

E' vero che non possiamo fare tutto, ma il Presidente della Giunta mi ha comunicato che intende intervenire, come era previsto, sulla questione delle alluvioni.
Pertanto, ha la parola il Presidente della Giunta, Brizio.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Credo che questa comunicazione sia necessaria, perché è previsto un Consiglio dei Ministri per mercoledì, e quindi credo sia importante aggiornare il Consiglio sulla situazione con molta serenità, perché non vogliamo fare alcuna polemica particolare. Mi pare giusto che il Consiglio sia informato sullo svolgimento della vicenda e sulle prospettive che ci possono essere. Scusate se rimango seduto, ma sono particolarmente affaticato e credo che possiate concedermi di parlare da seduto.
Per quello che riguarda la questione alluvione, un chiarimento di fondo va fatto. Siamo partiti sulla vicenda in modo dialettico e polemico, ma via via si sono chiarite le posizioni ed è apparso chiaro che il discorso da noi impostato inizialmente aveva una sua validità per la difesa del ruolo delle Regioni e per la richiesta di risorse.
Sul ruolo delle Regioni c'è stato, via via, un riconoscimento nuovo che non possiamo non considerare importante. In particolare, la Regione Piemonte ha avuto il riconoscimento di occuparsi, come coordinatrice, della richiesta dei danni pubblici.
In proposito, abbiamo predisposto un volume per fare conoscere a tutti i Consiglieri il documento presentato al Commissario Maroni, a nome della Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle Province autonome. E' un documento dal quale emerge chiara la posizione da noi assunta e il lavoro costruttivo e collaborativo che abbiamo svolto.
Per quello che riguarda le risorse, abbiamo sostenuto, fin dall'inizio l'insufficienza degli stanziamenti e abbiamo mirato ad evitare che, nel caso specifico, si andassero a riciclare delle risorse, che sono già della Regione.
Inoltre, abbiamo sostenuto un concetto: il Piemonte ha dato molto nella storia del Paese; il Piemonte darà ancora molto al Paese; il Piemonte, in una situazione difficile come questa, chiede al Paese di essere trattato come le altre Regioni che hanno avuto vicende analoghe, con un intervento aggiuntivo, adeguato e tale da rispondere ai danni prodotti dall'alluvione.
Quindi, dopo la Conferenza Stato-Regioni, nella quale è stato riconosciuto questo ruolo della Regione Piemonte, abbiamo presentato la richiesta di programmi, che è qui a voi presente. Vengono indicati danni complessivi ad opere pubbliche delle Regioni per 1.800 miliardi. Abbiamo indicato tre priorità: interventi per far fronte a situazioni estremamente urgenti, interventi meno urgenti e la terza priorità è stata fissata per stare negli importi che ci sono stati attribuiti.
Dei 1.000 miliardi iniziali per le opere pubbliche, 700 miliardi sono stati messi a disposizione delle Regioni con un primo decreto. Questo primo intervento comporta 545 miliardi per la Regione Piemonte. Il decreto è stato firmato dal Ministro il 7 dicembre; è stato integrato nelle parti mancanti ed oggi è stato vistato dalla Corte dei Conti e dal Ministro del Tesoro. Ciò mi è stato comunicato dallo stesso Ministro Maroni, quindi il decreto, per questa parte, deve considerarsi operante.
Nel dettaglio: 419 miliardi riguardano le opere dei Comuni: 54 miliardi per Alessandria e provincia; 54 miliardi per Asti e provincia; 213 miliardi per Cuneo e provincia; 72 miliardi per Torino; 33 miliardi per Vercelli 90 miliardi riguardano le opere delle Province di cui 35 miliardi per la provincia di Cuneo; 30 miliardi per Alessandria; 10 miliardi per Asti; 10 miliardi per Torino e 5 miliardi per Vercelli 25 miliardi sono stati stanziati per l'ospedale di Alessandria.
La Regione si è quindi limitata, per i propri mezzi, ad avere soltanto 25 miliardi, mentre 419 miliardi vanno ai Comuni e 90 miliardi alle opere provinciali.
Per queste opere, come vedete dal testo del decreto, fino a 100 milioni vengono assegnati fondi ai Comuni. Oltre i 100 milioni, vengono assegnati fondi alla Tesoreria regionale, la quale provvederà a dare degli acconti del 20%, a progettazione presentata, e a liquidare i fondi ad avanzamento lavori. Questa è stata una decisione del Ministro, che si è convinto soprattutto negli incontri avuti, della necessità di utilizzare la Regione non soltanto sotto il profilo istituzionale, ma anche operativo. Questo è un dato di fatto chiaramente inoppugnabile.
Sulle opere pubbliche dei Comuni, delle Province e delle Regioni partiamo da 700 miliardi di disponibilità, mentre la richiesta ammonta a 1.800 miliardi e ci sono stati riconosciuti dal Magistrato del Po, ANAS e Beni demaniali circa 2.000 miliardi aggiuntivi.
Occorre quindi trovare 3.000 miliardi. Il Ministro Maroni si è trovato di fronte alla difficoltà di reperire nuovi fondi - e questo rimane un fatto politico che possiamo sottolineare in un ordine del giorno - anche se questi avrebbero potuto anche essere avviati immediatamente o successivamente attraverso una via fiscale addizionale, com'era apparso nell'incontro con i Sindacati che poi non ha avuto seguito.
Al momento, il Ministro Maroni ha previsto di ottenere questi 3.000 miliardi attraverso un mutuo con le banche, che liquidizza l'importo e lo rende disponibile come contributo ai Comuni, alle Province, alle Regioni e agli Enti dello Stato. La questione è aperta, perché a livello di Consiglio dei Ministri non ha avuto ancora conclusione.
Mi risulta che oggi sia in corso una riunione tecnica, indetta dal Commissario Maroni, per valutare - in vista del Consiglio dei Ministri di giovedì prossimo - insieme al Tesoro e alle Finanze le vie di possibili finanziamenti. Questo per quanto riguarda le opere pubbliche, sulle quali c'è un primo passo avanti di notevole rilievo con questa disponibilità, che da oggi si può dire concreta, di 545 miliardi.
C'è poi la gestione di queste progettazioni. In proposito, è in preparazione una circolare del Ministero alla quale noi abbiamo attivamente collaborato in questi giorni; circolare che norma le modalità di progettazione e di approvazione dei progetti. Si andrà verso delle Conferenze miste, presiedute dal Presidente della Regione o suo delegato che approveranno i progetti con rapidità, anche ai sensi della legge n. 431 (ci saranno dei termini ridotti); si tratta comunque di Conferenze di servizi che approveranno i progetti operativamente per rendere efficace e tempestiva l'opera di ricostruzione, secondo una procedura di accelerazione che stiamo valutando anche con le altre Regioni e di concerto con il Ministro, affinché questa circolare sia in qualche modo concordata.
Devo dire che c'è stata un'ampia disponibilità, perché il Ministro ci ha mandato il testo della circolare, rimandato a nostra volta, e stiamo valutando come si può operare nel concreto.
Mancano però i 3.000 miliardi: è inutile che ci nascondiamo dietro un dito; per questo è molto importante che il Consiglio dei Ministri di giovedì prossimo trovi queste risorse. Mancano anche nel concreto, al di là dell'impegno del Ministro Maroni, i 7.000 miliardi necessari da mettere a disposizione del sistema economico; ovvero, i 7.000 miliardi non mancano perché le banche li hanno messi a disposizione, ma c'è il problema della riduzione del tasso al 3%, come propone il Ministro, che comporterebbe 500/600 miliardi all'anno di onere per dieci anni. Su tale problema, che deve essere in qualche modo risolto, è necessario un intervento del Tesoro e delle Finanze.
Dai dati in nostro possesso, a ieri i danni delle aziende più i danni delle aziende agricole ammonterebbero a circa 7.000 miliardi; tuttavia, il termine per la presentazione delle domande è il 15 dicembre, per cui non abbiamo ancora l'inventario complessivo.
A questo proposito, deve dare una risposta chiara rispetto alla nostra impostazione. Il mutuo a tasso ridotto, a tasso zero - l'ho ricordato anche domenica nelle Langhe - fu proposto proprio da me, come iniziativa immediata, addirittura il 12 novembre al Consiglio nazionale della Protezione Civile, primo incontro dopo l'alluvione, al quale era presente anche il Presidente Berlusconi. Non si tratta di fare i primi della classe ma di prendere atto che molte delle nostre iniziative sono state collaborative e costruttive, e hanno avuto un loro peso importante.
Per quello che riguarda gli altri danni, il problema è più complesso e rappresenta il vero problema: deve essere ancora affrontato l'argomento del rimborso ai privati che hanno perso l'abitazione e che si trovano in una situazione di grossa difficoltà. Dai dati raccolti, e che vorrei brevemente portare a conoscenza del Consiglio, risulta che sono state 1.036 le famiglie sfollate e 758 gli stabili o aggiuntivi gravemente danneggiati vi sono quindi state 2.000/2.500 persone interessate da questa vicenda in modo grave. E' una situazione che richiede un intervento rapido ed importante.
Anche a tale proposito, abbiamo fatto delle proposte: abbiamo invitato a tenere presente la nostra legge n. 38/88, che era stata predisposta a suo tempo per le alluvioni precedenti; abbiamo fatto riferimento soprattutto al caso della Valtellina, per il quale erano stati dati dei contributi iniziali in ragione di 5 milioni al vano ed erano stati fatti degli interventi precisi e puntuali. Queste iniziative sono studiate tecnicamente da parte del Governo e vedremo quali risposte concrete potranno essere portate avanti.
Al momento, il dramma grosso è nell'Alta Langa e ad Alessandria, dove abbiamo ancora tutto il quartiere degli Orti e di San Michele in condizioni tali da non consentire il rientro delle famiglie nelle loro abitazioni (sono certamente rientrate in abitazioni, da parenti ed amici ma non nelle proprie). Nell'Alta Langa e nella Provincia di Cuneo ci sono ancora 377 famiglie al di fuori dei loro abitati, che sono in posizione difficile, perché c'è un moto franoso di grande consistenza. Ho visto personalmente questa situazione domenica scorsa e devo dire che la situazione dell'Alta Langa, sotto il profilo geologico, è veramente impressionante e di grossa gravità.
Naturalmente questo fenomeno, sul quale si può discutere ampiamente richiede grossi interventi, soprattutto di carattere geologico che, secondo quanto diceva anche lo stesso Govi della Commissione Grandi rischi, non daranno mai la certezza e la sicurezza complessiva della tenuta di una terra che è in movimento, ma potranno, se ben centrati su determinate zone dare la sicurezza di poter ampiamente salvare alcuni abitati.
Tra gli interventi immediati ce ne sono molti che toccano la situazione geologica sia di abitati dell'Alta Langa sia di alcuni abitati della provincia di Torino; l'intervento immediato darà certamente dei risultati ma è necessario un discorso più ampio e complessivo sul quale occorrerà lavorare con molta attenzione. A mio avviso, in questo momento l'importante è non perdere ulteriormente tempo, soprattutto non lasciar passare l'ipotesi di un intervento che si decanti e non abbia altri successivi interventi, perché questo sarebbe estremamente grave. Dobbiamo quindi avere il coraggio di chiedere che la copertura finanziaria sia data sia per le opere pubbliche che per il problema delle aziende e delle abitazioni.
Per quanto riguarda la copertura finanziaria, non credo stia a noi indicare la soluzione, ma se non ci sono altre vie, dobbiamo avere il coraggio di chiedere che si provveda anche attraverso il ricorso ad una forma di imposizione, che non sta a noi indicare, ma che deve essere portata avanti a livello nazionale. Una nostra posizione forte non solo va nell'interesse del Piemonte, ma suona anche come sostegno ai Commissari che stanno operando.
Ho avuto chiara la sensazione che i Commissari, proprio perché operano sul territorio, perché hanno visto la situazione, perché ci hanno contattati continuamente, perché hanno sentito la voce delle Amministrazioni locali, perché hanno sentito la voce della Regione, perch hanno visto le cose nel concreto, si rendano conto della necessità di un intervento, mentre non riescono a portare questa loro convinzione con sufficiente forza e peso nell'ambito del Governo.
La nostra quindi non è una posizione che ha un significato negativo o non costruttivo; è una posizione che ha un significato costruttivo, molto serio e puntuale, e in questo modo deve essere vista e letta. Non è quindi questione di posizioni di protagonismo o di altro genere, ma di una posizione a sostegno della nostra Regione che credo sia assolutamente necessaria ed utile.
Per questo ho insistito nel voler fare una breve comunicazione questa sera; per questo insisto sulla necessità che ci sia un ordine del giorno.
Un ordine del giorno che richiami alla necessità e all'urgenza dei provvedimenti da parte del Governo nel suo complesso, perché la situazione delicata nella quale ci si trova potrebbe portarci a by-passare queste date senza interventi aggiuntivi. Sarebbe molto grave se ci fermassimo alla metà.
Per le opere pubbliche in particolare, come Regione abbiamo presentato nel libro verde non solo i fabbisogni della prima fase, ma l'intero quadro delle necessità; la seconda e la terza colonna potranno essere modificate strada facendo, con un maggior approfondimento delle situazioni, e questo mi pare fondamentale. Tuttavia è anche fondamentale aver portato, fin dall'inizio, tutto il quadro della situazione e delle esigenze; deve quindi essere chiaro che questo primo stanziamento è importante, ma non conclusivo.
Tra l'altro, mi è giunta notizia che è passato al Senato il primo decreto; è passato senza grandi modifiche, perché si è ritenuto opportuno portarlo avanti (si tratta del decreto n. 2, che assorbe il n. 646) affinché ci fosse un elemento di base che supportasse anche il decreto del Ministro relativo ai 700 miliardi. Il Ministro Maroni in Senato ha dato delle assicurazioni ulteriori circa il finanziamento. A questo punto possiamo credere che ci siano la volontà e l'impegno, ma dobbiamo operare perché a questo impegno seguano consistenti, complete, adeguate risposte.
Io non ho altro da aggiungere, se non consegnarvi il documento, molto chiaro, che avete nelle mani, assicurandovi che continueremo a seguire la vicenda con molta puntualità.
Attendiamo il testo della circolare per le opere pubbliche costituiremo la Conferenza dei servizi molto puntualmente - anche sul territorio, se sarà necessario - e continueremo i contatti con le Amministrazioni. Devo dire che dalle Amministrazioni comunali e dalle Amministrazioni locali ho riscontrato una larga ed ampia comprensione (non uso un altro termine) e valutazione positiva dell'azione che la Regione ha compiuto in questo momento difficile.
Non si può dire che non abbiamo - lo ribadisco ancora assunto iniziative a nostro carico. Abbiamo stanziato 10 miliardi per la parte sanitaria; abbiamo portato avanti la legge del Fondo dell'artigianato, che adesso è all'esame del Consiglio dei Ministri e probabilmente passerà anticipatamente giovedì prossimo; abbiamo stanziato per il Pronto Intervento 12 o 13 miliardi; abbiamo posto a disposizione tutte le risorse che potevano reperirsi nel bilancio per sostenere questa vicenda. Tuttavia e qui anticipo un giudizio evidente che dobbiamo esprimere con molta chiarezza non possiamo pensare di risolvere con i fondi della Regione Piemonte una situazione di questo genere, n' possiamo pensare di intervenire in modo succedaneo agli interventi che lo Stato deve assumere per parte sua.
Questa è una questione di fondo della quale sono perfettamente convinto: di fronte ad una situazione difficile e ad una sventura come quella verificatasi, il Piemonte merita di essere trattato come le altre Regioni; si aspetta di essere trattato in quel modo e quindi si aspetta integrazioni di stanziamenti che siano adeguati, nelle forme che il Governo riterrà opportune.
Noi faremo tutta la nostra parte e la stiamo facendo, ma questo mi pare sia un dato assodato sul quale credo e mi auguro ci sia la convergenza di questo Consiglio. Sarebbe strano e singolare che, trovando così ampio consenso, non soltanto fra le Regioni, ma anche tra i Comuni e le popolazioni, in Consiglio non ci fosse consenso su un ordine del giorno che è corretto, puntuale, realistico e soprattutto, in questo momento, utile alla soluzione dei problemi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vaglio.



VAGLIO Roberto

Grazie, Presidente, e anche grazie al Presidente Brizio, che ci ha informati sullo stato dell'arte dell'evento calamitoso di novembre.
Penso che su un punto si possa concordare tutti, ed è la necessità di intervenire rapidamente e di avere risorse sufficienti per questi interventi. Ebbene, come ha avuto modo di dire il Presidente Brizio (non vorrei commettere un errore, ma me lo sono segnato), se vogliamo intervenire in modo collaborativo - questo è il termine da lui utilizzato per ben quattro volte - con le altre istituzioni, credo che il metodo debba essere un po' diverso da quello adottato oggi.
Segnalo - per carità, lo dico "en passant", sono incidenti di percorso che questo documento, così importante, così fondamentale e così unificatore (a sentire il Presidente Brizio), cioè l'ordine del giorno che qualcuno ha preparato (non so chi), mi è stato presentato casualmente dal Capogruppo della Democrazia Cristiana solo oggi alle ore 17,10, quindi circa un'ora e dieci minuti fa, quando le firme erano già state raccolte e il consenso, l'approvazione o comunque una sottoscrizione da parte nostra non era stata n' richiesta n' concordata. Dieci minuti più tardi, vengo a sapere che neanche il collega Capogruppo del Movimento Sociale Italiano Majorino era al corrente dell'ordine del giorno e che anche lui aveva qualche perplessità nel riconoscersi in questo documento.
Io sono convinto di una cosa: gli ordini del giorno non devono assolutamente diventare ragli d'asino, non devono assolutamente essere inflazionati, non devono - soprattutto in casi così drammatici rappresentare le istanze di una parte piuttosto che quelle di tutti.
Non voglio difendere nessuno e neanche voglio interpretare, come ha fatto il Presidente Brizio, quello che in effetti è; quello che è non sta ad interpretazioni: è scritto sul decreto citato poc'anzi proprio dal Presidente Brizio. Se la retromarcia del Commissario Maroni consiste nel fatto di aver concordato di affidare ai Presidenti delle Giunte delle Regioni interessate dalle alluvioni il coordinamento della rilevazione e della verifica del fabbisogno finanziario, se questa è la vittoria che con la dialettica polemica la Presidenza della Giunta della Regione Piemonte ha ottenuto, è ben poca cosa.
Soprattutto, il documento che avete presentato non è unificante; potrei sottolineare alcuni passi di questo documento che non unificano; potrei sottolineare che mi disturba proprio perché non rientra nella mia cultura il far leva sulle emozioni e sugli affetti, il ricordare ad ogni pie' sospinto che "il Piemonte diede e pertanto adesso ha il diritto di richiedere". Questa non è solidarietà: è ricatto morale. Il Piemonte diede è lieto di dare ed oggi non chiede in quanto ieri diede, ma chiede perch all'interno della solidarietà nazionale ci sta tutto; quindi, se non altro non mi sembra elegante rimarcarlo: noi non abbiamo l'abitudine - "suma nen costumà" - di fare queste pressioni sugli altri.
Ribadisco anche la mia perplessità, Presidente Brizio, nel sottolineare che grazie o, se preferisce, a seguito delle iniziative e delle sollecitazioni della Regione Piemonte, ci sia stata diversa attenzione da parte dei Commissari; io ho delle perplessità che questo sia avvenuto, ma se anche fosse avvenuto, è analogamente inelegante sottolinearlo.
Lei dice che non vogliamo fare i primi della classe: ciò significa lucidarsi delle medaglie. Questo non è un documento concordato e non trova il nostro accordo; me ne dispiace, ed è questo il motivo per cui ripetutamente le ho chiesto di ritirarlo e di concordare in sede di Capigruppo un documento veramente unitario, caso mai perdendoci un pomeriggio e riproponendolo la prossima settimana. Evidentemente non avete ritenuto che questo fosse necessario, perché non c'è l'onestà intellettuale di ammetterlo n' la volontà di avere unitarietà su questo documento, in quanto le forze che rappresentano "obtorto collo", Presidente Brizio, il Governo in quest'aula regionale non possono materialmente dare il proposto consenso.
Capisco che c'è un mezzo terremoto, che il Governo durerà lo spazio di una mattina o lo spazio di un mese; capisco tutto, ma è immorale utilizzare una situazione così drammatica per creare ulteriori sommovimenti. Se questa non era la volontà - ed io l'ho fraintesa la mia richiesta diventa ancora più urgente e pressante: non passate alla richiesta di voto su questo ordine del giorno, perché ciò mi costringerebbe ad abbandonare l'aula in quanto non mi ci riconosco; non potrei assumere un atteggiamento diverso perché non rientra nelle mie abitudini né potrei sbugiardare il lavoro svolto dalla Regione.
Se voi insisterete, noi abbandoneremo l'aula e dichiareremo pubblicamente che l'abbiamo abbandonata per evitare di votare contro un documento che forse potrebbe anche essere unitario per le altre forze rappresentate in questo Consiglio, ma che non è sicuramente rappresentativo della nostra volontà, delle nostre intenzioni e soprattutto dei nostri interessi politici.
Inoltre, qui attribuiamo le responsabilità a nessuno; ma, come istituto, di responsabilità ne abbiamo avute tante, di responsabilità la Regione Piemonte ne ha un cumulo. Vogliamo cominciare a discuterne in questa sede, vogliamo discuterne oggi? Cominciamo a farlo.
Mi sembra che ci fosse stato un accordo tra gentiluomini di attendere tempi migliori per aprire il fuoco su questo fronte.
Presidente, è lei che vuole forzare la mano ad approvare un documento inapprovabile; io, per carità, insisto sulla mia posizione: se volete portare questo documento all'approvazione, noi (io e il collega Bodrero) non potremo fare altro che alzarci ed abbandonare l'aula.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE NERVIANI



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Rossa, che interviene in qualità di Consigliere.



ROSSA Angelo

Mi rammarico per l'intervento che il collega Vaglio ha svolto e nel quale ha espresso una posizione di contrapposizione che, a dir la verità non riesco a comprendere. Se non ci sono delle ragioni politiche che portano il Consigliere Vaglio ad assumere atteggiamenti diversi da quello che è l'indirizzo complessivo, e quindi di altro genere, che si esprimono in questo documento, non riesco a comprenderlo.
D'altro canto, mi sembra che in questo ordine del giorno e nelle cose espresse dal Presidente Brizio si riassuma un impegno ed una volontà che mi pare sia stata sempre comune di tutto questo Consiglio e che è ancora più necessario rafforzare oggi.
Se è solo un problema di metodo, lo si può valutare un momento d'altronde, qualche volta può succedere che vi siano questioni che debbono essere superate rispetto al verificarsi di situazioni drammatiche disastri, catastrofi come quella cui ci troviamo di fronte.
Sono pienamente d'accordo con quanto diceva il Presidente Brizio sull'opportunità di questa comunicazione, di questa apertura di relazione intorno ad un problema rispetto al quale non dobbiamo lasciar passare altro tempo, anche perché il tempo urge più che mai, sempre di più, è tiranno.
Quindi, ringrazio il Presidente Brizio.
Mi rifaccio all'assemblea tenutasi in questa sala - non c'è la Presidente Spagnuolo - il 12 novembre scorso; una grande assemblea di Sindaci, di personalità, di onorevoli e di senatori, in cui si è cercato di precisare la strategia della Regione intorno a tale questione. C'è stato anche un recupero di attenzione e di entusiasmo da parte degli enti locali nei confronti della Regione.



(Interruzione del Consigliere Marchini)



ROSSA Angelo

Parlo dell'assemblea che si è svolta in quest'aula sabato 12 novembre.
In quella riunione c'era un recupero di fiducia.



(Interruzioni in aula)



PRESIDENTE

Ciascuno ha diritto di interpretare la realtà come crede.



ROSSA Angelo

Ciascuno valuti come meglio ritiene; a me è parso che, sia da parte dei Sindaci che dei Presidenti di Provincia, degli Onorevoli e dei Senatori indistintamente! - delle varie posizioni politiche, vi sia stato un apprezzamento nei confronti dell'operato e delle cose fatte dalla Regione se non è così, vuol dire che interverrete e mi dimostrerete il contrario.
Noi, lungo questa strada, alcune cose le abbiamo fatte, anche in tema di recupero di autonomia, di confronto civile ma fermo, che noi abbiamo sostenuto e che il Presidente Brizio ha sviluppato fin da quell'incontro nella conferenza stampa tenuta dal Presidente Berlusconi; su questa linea di comportamento abbiamo avuto, strada facendo, anche delle riconsiderazioni da parte degli stessi Ministri commissari. Mi sembra che da questo punto di vista...



(Interruzione del Consigliere Marchini)



ROSSA Angelo

Noi abbiamo preso atto...



(Interruzioni in aula)



PRESIDENTE

Per cortesia! Credo che il collega Rossa abbia il diritto di parlare in tranquillità. Consigliere Marchini, non provochi!



ROSSA Angelo

Noi abbiamo preso atto delle decisioni del Governo e siamo qui per collaborare. Mi sembra che di risultati, dal punto di vista della collaborazione, se ne siano anche ottenuti: questo è nei fatti.
Vorrei però far rilevare - potrei quasi dire in punta di piedi - che fino ad ora non sono stati fatti molti passi in avanti. In sostanza l'unico stanziamento fatto è quello relativo ai 540 miliardi messi a disposizione del Piemonte per le opere pubbliche, a fronte di una necessità dell'ordine di circa 2.000 miliardi. Siamo quindi ancora molto lontani dalla meta e bisogna fare qualcosa di più. L'ordine del giorno che approveremo mi va benissimo, ma comincio a far presente che si pone la necessità di percorrere qualche passo ulteriore rispetto a quanto fatto finora.
Cari colleghi, siamo ancora in emergenza. Oltre a me, sono qui presenti altri colleghi alessandrini. La Presidente del Consiglio è venuta ad Alessandria lo scorso 8 dicembre: oggi siamo ancora in stato di emergenza.
Occorre tarare le dichiarazioni quali quella del "Natale, tutti a casa" perché forse non ci si rende conto che, dove sono arrivati 3/4 metri d'acqua, la situazione continua ad essere grave sotto tutti gli aspetti.
La gente fino ad ora è stata impegnata a spalare fango, ma adesso comincia ad avere il tempo per riflettere e si pone delle domande. La gente constata che non c'è più niente: non ci sono più i negozi, i commerci, le attività produttive, le aziende agricole; ci sono persone che non hanno più la casa, non hanno più gli arredi, non hanno più niente! Allora attenzione: la gente comincia a riflettere su queste cose e comincia a serpeggiare uno stato di forte preoccupazione. La gente, fino a ieri, era impegnata a spalare, però adesso comincia a chiedersi: "Ma qui, al di là di tutte le dichiarazioni, cos'è che si fa?".
questo il passaggio delicato, anche per noi, rispetto al quale dovremo vedere come muoverci. Ho l'impressione che, al di là degli sforzi da parte del Governo e che il Presidente Brizio ha messo in evidenza, non si arrivi ad alcuna conclusione. Ho questa impressione e denuncio qui questa mia preoccupazione! Di fronte alla catastrofe che ha distrutto il Piemonte e qualche altro punto di altre Regioni, sarebbero necessari 24/25 mila miliardi per finanziare la ricostruzione; noi siamo ancora all'inizio e stiamo constatando che si va avanti a tentoni, manca qualcosa di chiaro e di preciso! Qualcosa di chiaro e di preciso è una legge speciale, una legge straordinaria che preveda un'addizionale, una "una tantum" per tre o quattro anni! E' così che si esprime la solidarietà dell'Italia nei confronti del Piemonte e delle altre Regioni colpite; Regioni che hanno dato molto e che oggi hanno bisogno della solidarietà altrui! In questo ordine del giorno si fa riferimento all'idea di vincolare il gettito fiscale versato in Piemonte; anche se il fatto di stabilire che possiamo trattenerci le imposte richiederà una legge, credo che debba essere fatto un passo più in là nel nome della solidarietà, e la solidarietà la può dare lo Stato.
Sappiamo che all'interno del Governo ci sono dei contrasti. Collega Vaglio, so che il Ministro Maroni ha detto che ci vuole una legge; altri invece sembra che non siano favorevoli. Io suggerisco al Presidente Brizio, che domani e dopodomani andrà al Consiglio dei Ministri, di seguire da vicino questi problemi. Vorrei che si recuperasse l'incontro del 12 novembre, per far sapere al Consiglio dei Ministri che c'è questa inquietudine e questa preoccupazione e che la Regione, in modo civile, si metterà alla testa di un movimento democratico che partirà dal Piemonte se sarà possibile si raccoglierà anche l'adesione di altre Regioni per recarsi a Roma a chiedere un incontro al Presidente del Consiglio dei Ministri per far capire che c'è bisogno di questa legge speciale. Se è vero che nel Governo ci sono posizioni diverse, noi dobbiamo sostenere le posizioni di coloro che sono disponibili ad approvare una legge straordinaria e speciale, affinché si trovi finalmente il modo per dare delle certezze, dare più serenità alla gente, far sentire questa solidarietà.
Colleghi e Presidenti, a mio parere, nella riunione del 12 novembre, la gente ha espresso un grande atto di fiducia nei confronti della Regione tuttavia oggi è giunto il momento - proprio per coordinare un lavoro civile, che è anche di lotta e di pressione - di organizzare una nostra presenza a Roma, Regione Piemonte ed enti locali, per dare direttamente l'immagine e l'idea di quello che è successo in Piemonte a coloro che lo hanno visto solo per televisione o hanno fatto una comparsa troppo breve per rendersi conto della gravità della situazione.
Soltanto lottando per conquistare una legge speciale potremo dare fiducia alla nostra gente. Non ci sono altri modi per finanziare la ricostruzione; sono convinto che non ci sia altro modo se non quello di chiedere a tutti gli italiani, ciascuno per ciò che può dare, quel contributo necessario che a suo tempo i piemontesi hanno dato e che oggi i piemontesi chiedono. In questo modo, noi avremo lavorato davvero per dare serenità, fiducia e nuova riconoscenza da parte della gente nelle istituzioni, in modo particolare nella Regione, verso la quale hanno dimostrato grande attenzione e grande fiducia.
Stiamo però attenti: se non facciamo un passo in più, corriamo il rischio di perdere.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bodrero.



BODRERO Antonino

Mi associo a ciò che ha detto il mio Capogruppo. Voglio solo far notare che questo documento è incompleto, anzi direi gravemente incompleto, perch non parla assolutamente di responsabilità. Questa calamità è per metà naturale e per metà no. Si può parlare di calamità naturale assoluta quando c'è un terremoto; anzi, quando c'è un terremoto si può ricostruire sul posto, purché si seguano le tecniche antisismiche. In questo caso, invece vi è anche una responsabilità umana, in quanto, a parere degli idrogeologi i Piani regolatori sarebbero stati fatti male, approvati quando magari non si dovevano approvare, e le conseguenze sono chiare ed evidenti.
Il problema più grosso è quello della ricostruzione. Si fa presto a dire di ricostruire, ma dove? Dove queste case, queste strutture sono state distrutte? Evidentemente questo è un posto a rischio; purtroppo in Italia c'è il malcostume di costruire forse più sulle zone a rischio che non sulle altre, perché magari sono meno convenienti per altri motivi.
Se ci sono state concessioni edilizie abusive, Piani regolatori non abbastanza regolari, a chi diamo il compito di ricostruire? Dobbiamo darlo a qualcun altro. Lo affiderei, da una parte, alla competenza degli idrogeologi - che in Italia, notoriamente, lo dicono gli interessati ma non solo loro, sono ampiamente trascurati - e dall'altra alla competenza dei Commissari a livello locale con una grande esperienza in questo campo.
Inoltre, se si vuole costruire in altri luoghi, bisognerà espropriare: ci siamo posti questo problema fondamentale dell'esproprio di aree in zone non a rischio? La questione diventa ancora più complicata. E' facile redigere un documento, un po' retorico, emotivo, "sentimentaloide"; per carità, in questo caso si potrebbe essere tutti d'accordo, ma ciò che preoccupa maggiormente è questa assenza dell'essenziale, perché c'è il rischio di ricostruire dove già non si doveva costruire, cosa che quindi si deve evitare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, colleghe e colleghi, è passato più di un mese dall'evento disastroso che ha piegato l'economia e buona parte del territorio del Piemonte e, a questo punto, per quanto riguarda il mio Gruppo, è terminato il periodo durante il quale abbiamo sospeso, volutamente, come atto autonomo, ogni esame critico della situazione così come si è svolta.
L'abbiamo fatto, dichiarandolo fin dalla riunione nella sala della Giunta in Piazza Castello, soprattutto come atto di responsabilità verso le vittime e come atto di rispetto della Giunta regionale chiamata, al di là delle responsabilità, a far fronte ad una situazione di eccezionale gravità che richiedeva, in ogni caso, a nostro giudizio, la non immissione nel dibattito di aspetti che potevano interferire con il buon sviluppo o comunque con lo sviluppo al meglio delle capacità della Giunta di affrontare questo tema.
Questa stagione è finita. L'emergenza è passata e quindi, per rispetto di tutti, di noi, della Giunta e soprattutto delle vittime, inizia, almeno da parte del Gruppo di Rifondazione Comunista, la richiesta pressante di un'analisi di quello che è accaduto e che prima, volutamente, non avevamo sollevato.
Ora chiediamo - mi dispiace che non ci sia il Presidente Brizio riferiranno gli Assessori presenti - che sia reso chiaro ed esplicito il comportamento della Giunta regionale nelle ore precedenti all'evento calamitoso, così come chiediamo di conoscere il comportamento del Sottosegretario alla Protezione Civile nelle ore immediatamente antecedenti all'evento.
Le responsabilità della Protezione Civile nazionale vanno accertate in termini di attivazione per la prevenzione dei danni alle persone e alle cose. Ci sono - il Consigliere Foco ne è testimone - persone morte, perch non sono state in grado di aprire una porta tenuta ferma dalla pressione dell'acqua; la porta era chiusa, perché nessuno ha detto loro di aprirla.
Siamo di fronte a 64 vittime, di cui alcune neppure ritrovate: vogliamo sapere che cosa doveva fare la Protezione Civile nazionale e che cosa ha fatto.
Vogliamo anche conoscere, in particolare, l'esito dei bollettini meteorologici di allarme (quelli di giovedì pomeriggio e di venerdì mattina), nonché quali atti sono stati compiuti dalla Giunta, dagli Assessori competenti e dal Presidente Brizio.
Non vogliamo che si ripeta nulla di quanto è accaduto in questa contingenza: molte morti dovevano essere evitate. Vogliamo sapere tutto.
Queste domande non ve le abbiamo mai poste, ma è ormai trascorso un mese e penso che qualche Assessore, magari su delega del Presidente, possa anche occupare parte del proprio tempo per riferire in Consiglio cosa si è fatto del primo bollettino di giovedì, cosa si è fatto del secondo bollettino delle 12,30 di venerdì, cosa si è fatto del terzo bollettino delle 16,30 di quello delle 18,30 del venerdì, e così via.
Quali atti avete compiuto, Presidente Brizio, Assessori competenti ricevendo questi comunicati? Li avete spediti? In che forma, in che modo? Vi siete attivati, vi siete preoccupati? Secondo punto. Non voglio parlare per gli alessandrini, perch potrebbero essere loro a raccontare queste cose, ma l'emergenza non è finita, in particolare nella zona urbana di Alessandria. In quelle zone, la situazione di emergenza è ancora tutta intera e il pericolo è che ci si stia dimenticando di questa situazione: la RAI non ne parla più, le notizie sui giornali hanno perso le prime, le seconde ed anche le terze pagine, ma soprattutto, come ci dice oggi il Presidente Brizio, i soldi non sono arrivati. Arriveranno 500 miliardi, ma come sappiamo i danni, malcontati ammontano a 15 mila miliardi, compresi i danni alle opere pubbliche all'agricoltura e quelli dei poveri cittadini che hanno perso solo la casa quindi possono aspettare! Di fronte a questa gigantesca catastrofe - spero che ce ne rendiamo conto tutti - che piegherà zone del Piemonte per anni, ritengo che trovarsi ancora oggi di fronte all'irrisoluzione di un problema relativamente semplice, come quello di riportare a vita civile interi quartieri di Alessandria, sia una cosa inammissibile. Si continuano a vedere persone isolate che camminano nel fango, cercando di liberarsene; situazioni di aziende che hanno ancora i muri di recinzione per terra; situazioni di campi che erano coltivati e che oggi sono ancora in parte allagati da liquami maleodoranti ed invasi da detriti di vario genere, come carcasse di automobili.
E' necessario assumere un atteggiamento propositivo e di risoluzione del problema. Si tratta di agire in termini molto semplici con uomini forze e mezzi meccanici che portino le cantine, le fognature, i tombini e i campi a liberarsi dai detriti dell'alluvione. Per fare questo occorrono braccia, mezzi, persone ed organizzazione.
L'Esercito italiano potrebbe svolgere al meglio questo compito con una missione ad Alessandria, e forse anche in Alta Langa, con lo stesso spirito con cui l'ha compiuta in Mozambico e in Somalia. L'Esercito pu compiere tali missioni con lo spirito di un'esercitazione militare, di presa di possesso di un territorio, al fine di liberarlo dai detriti: pu dichiarare guerra ai detriti e liberare queste zone.
Chiedo che questo, che non è contenuto nell'ordine del giorno, diventi uno dei punti fondamentali per sostenere i cittadini (come lo Stato dovrebbe fare), perché le persone che hanno perso la vita e i beni, li hanno persi anche a causa della disorganizzazione dello Stato. L'intervento non sarebbe oneroso, perché l'Esercito mangia ugualmente tutti i giorni e spende per far muovere i mezzi in esercitazioni. Si tratterebbe di decidere uno storno dai propri bilanci e, anziché fare un'esercitazione sui Monti Apuani della durata di 15 giorni, la si potrebbe fare in quel di Alessandria ed in quel delle Alte Langhe - la seconda ben più difficile di 10-15 o 20 giorni con qualche migliaio di persone e qualche centinaio di mezzi. Tutto questo per portare via i detriti, per pulire le case ed anche per effettuare interventi riparatori: recinzioni, impianti elettrici verifica delle caldaie, piccole opere di sostegno e rimozione di parti pericolanti. Sono attività che, con una minima spesa, l'Esercito potrebbe fare. Perché non lo si richiede? Dò atto degli aiuti arrivati, ma l'intervento che richiedo non è su quella scala; richiedo una missione dell'Esercito. Propongo, da oggi alle feste di Natale, di fare quel poco che è possibile - che non è per nulla risolutivo, perché c'è il problema delle case pericolanti e delle attività economiche - con un intervento che rimetta a posto almeno le situazioni più semplici.
L'Esercito potrebbe anche, in qualche situazione, allocare delle attrezzature fisse di ricovero per le attività economiche. Potrebbe organizzare dei piccoli insediamenti provvisori, magari nello stesso luogo in cui le aziende sono state distrutte, perché mi risulta ci siano artigiani pronti a ricominciare la propria attività che però non hanno un tetto: si dia loro un tetto provvisorio. Perché il Genio Militare non pu farlo? Si verifichi tutto questo.
Per quanto riguarda i soldi per la ricostruzione, abbiamo saputo che i soldi non ci sono, ed è ridicolo quello che il Governo ha stanziato. Ad un mese di distanza, abbiamo a disposizione solo 570 miliardi: è una situazione ridicola. Dove trovare i soldi? I soldi si devono trovare in vari modi. Innanzitutto dalla fiscalità di carattere generale. Continuo ad esprimere contrarietà al principio "di fronte a questa situazione teniamoci le tasse che dovremmo pagare".
Sono favorevole a che lo Stato ritrovi risorse nell'ambito di una solidale ripartizione delle fiscalità, anche con misure fiscali aggiuntive a quelle esistenti. Chiedo inoltre che i soldi si trovino anche con una migliore politica di programmazione degli investimenti; sono quindi favorevole a che si rivedano gli accordi di programma Stato-Regione e gli investimenti conseguenti. Su questo non c'è accordo, ma anche da questo potrebbero derivare degli investimenti congrui.
L'ordine del giorno, se verrà posto in votazione, non sarà votato dal Gruppo di Rifondazione Comunista, perché mancano gli elementi che ho esposto; tra le risorse da reperire, mancano i tagli al bilancio della difesa per quelle parti che costituiscono spese di investimento militare assolutamente discutibili (quindi, le nostre risorse derivino anche da tagli al bilancio della difesa).
Per quanto riguarda le attività economiche, nell'ordine del giorno non dite esplicitamente che i finanziamenti devono essere a tasso zero.
Dobbiamo chiedere che il tasso, per certe attività, sia ridotto a zero perché queste persone non sono in grado di pagare neppure il 3%. Ripeto: per alcune attività economiche bisogna scrivere esplicitamente che il finanziamento deve essere a tasso zero.
I 3.000 mila miliardi messi a disposizione dalle banche al tasso del 7 non hanno alcuna incidenza; invece, con una serie di provvedimenti finanziari complessivi della fiscalità generale, con il risparmio su certe opere pubbliche, con lo storno da opere pubbliche ad altro, con il taglio al bilancio della difesa per investimenti, i conti potrebbero tornare.
Viceversa, mi sembra che la Giunta segua un piccolo cabotaggio al seguito dei Ministri che qui sono presenti ed odono, ma poi, quando tornano a Roma diventano muti e sordi; infatti, il Presidente Brizio ci ha detto che il Consiglio dei Ministri non delibera.
Chiedo quindi un cambio di marcia, che non vedo nell'atteggiamento della Giunta e nemmeno nell'ordine del giorno, al quale ho tentato di proporre aggiunte e modifiche; ciò nonostante, a seguito di contatti informali, non mi pare che le cose ripetute e che ho provato a scrivere abbiano trovato un riscontro positivo e l'attenzione dovuta.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Masaracchio.



MASARACCHIO Antonino

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, credo che ci sia una morale nella politica, ma che la politica debba essere considerata in ogni caso "morale" non è vero, anche perché attraverso atteggiamenti di moralismo alla fine, si fanno passare delle intransigenze. Andrebbe quindi fatta una verifica sul costume delle intransigenze anche fra noi, specialmente individuando nei settori della politica di questo Consiglio quei personaggi che, in ogni caso, non disdegnano di puntare il dito addosso agli altri per dimostrare che, in fondo in fondo, ci sono delle ragioni assolute.
Abbiamo ascoltato l'intervento del collega Rossa; se si fosse veramente immorali in politica, io dovrei dire a me stesso: "Ritiro la firma dall'ordine del giorno", perché se gli intendimenti dell'ordine del giorno sono quelli di "dare la stura" al ripetere le cose che ci siamo dette per individuare presunte o vere e comunque indiscutibili responsabilità, allora avremmo fatto ancora un cattivo esercizio.
I convincimenti di ciascuno di noi sono discutibili, non per niente si sono assunti determinati atteggiamenti, si sono prese delle posizioni e non per niente - lo ricordo a me stesso non tanto per giustificare la firma a questo ordine del giorno - in un'altra seduta ho svolto un intervento per dimostrare che era il momento di essere operativi.
Ricordo a coloro i quali pensano di poter dimostrare che la democrazia è ancora un valore che va difeso comunque, anche attraverso la sciagura delle alluvioni, che la democrazia è anche pragmatismo. E il pragmatismo deve indurre alla tolleranza e quindi anche ad un momento di disponibilità a capire per collaborare.
Che cosa c'è in questo ordine del giorno che potrebbe essere discutibile? Lasciamo, a chi ha ancora uno spazio per dimostrare di avere agito bene nel primo momento in cui ha agito male, quanto meno la possibilità di dire: "Qualche cosa l'abbiamo ottenuta, una certa ragione abbiamo potuto dimostrarla". Non si è detto: "Abbiamo gridato con i pugni negli occhi", ma in effetti si è detto che il Ministro Maroni e il Sottosegretario, on. Fumagalli Carulli, alla fine hanno convenuto - e forse queste erano le intenzioni iniziali del Governo - di dover attribuire alle Regioni il ruolo che compete loro.
Per quale motivo si accetta in questo capoverso ciò che comunque è, non dico celato, ma in un certo senso fatto passare? E' lo stesso decreto del Ministro, quindi al collega Vaglio ricordo che il Ministro ha sottoscritto di suo pugno "Considerato che nel corso delle riunioni è stato concordato di affidare ai Presidenti delle Giunte delle Regioni interessate il coordinamento...", e così via di seguito; dopodiché, riconoscere il dato di fatto, la verità non è né immorale né significa ascoltare ragli d'asino: è la vera ragione per la quale, facendo politica democraticamente pragmaticamente, con il senso della coscienza civile, di fronte a tutto ci che incombe nella nostra importantissima Regione, si decide di dimostrare che non è soltanto privilegio della Giunta e del governo di questo Consiglio regionale il momento della proposta concreta ed operativa per risolvere problemi che - questa è un'altra verità - rimangono ancora non risolti.
Ha ragione il collega Chiezzi quando dice che ci sono ancora tanti problemi da risolvere; ha ragione lo stesso collega Rossa - anche se i termini con cui si è espresso a me non piacciono - quando dice che bisogna risolvere problemi, e il problema di una legge speciale è stato proposto da me personalmente nella riunione dei Capigruppo quando nessuno voleva crederci, ed è giusto che questa posizione venga ribadita.
Sarebbe opportuno che in questo ordine del giorno venisse fatto cenno della necessità - come accetta anche il Consigliere Chiezzi, pur dicendo che non vota questo documento - di una legge speciale che risolva i problemi di una Regione importante, non perché è la nostra Regione o quella che ha dato tanto alle altre Regioni, ma perché è una Regione - lo si è detto altre volte - che rappresenta un punto di collegamento molto importante con tutta l'Europa, verso cui non possiamo proiettarci se i gravissimi problemi della produzione non verranno risolti, così come devono, nella giusta adeguatezza.
Giustamente, è anche il momento per chiedere quali sono state le responsabilità: infinite, anche quelle che nessuno ha voluto confessare. Io mi sono documentato sul Primo Centro di mobilitazione della Croce Rossa Italiana, Corpo militare di stanza qui a Torino in Via Bologna, il cui responsabile è il tenente colonnello Giovanni Piazzi. Ascoltate cosa è successo nel 1992: sono stati spesi miliardi per una tempestiva mobilitazione di addestramento che veniva chiamata - guardate un po' il caso - "Tanaro 1992", quindi esiste anche nelle carte la realtà che il Tanaro è un fiume tale da poter costituire una minaccia per il nostro territorio.
Mi chiedo: se c'è questa organizzazione, che ha fatto addirittura una mobilitazione di addestramento per prevenire il pericolo, di chi è la responsabilità della non mobilitazione del Primo Centro di mobilitazione della Croce Rossa militarizzata? Tale Corpo dispone di mezzi da non credere, dall'aviazione fino alla capacità di attrezzare in pochi minuti degli ospedali da campo su container che avrebbero potuto quanto meno ovviare al problema di Alessandria, ragion per cui ho fatto quell'interrogazione sull'inagibilità dell'Ospedale dei Santi Antonio e Biagio di Alessandria.
Nell'ordine del giorno, fra l'altro, sono esplicitate tutte le esigenze che bisogna soddisfare; si riconosce, attraverso i due Commissari, la disponibilità a trattare la questione anche a livello governativo per risolvere il problema, così come è delineato nel capoverso in cui si dice che "il Governo chiede l'assunzione di adeguati provvedimenti legislativi per..." e si indicano tutti i punti, chiedendo altresì non che la ragione del fisco regionalizzato, del federalismo fiscale supplisca alle esigenze ma - come mi è stato chiarito un momento prima che io firmassi l'ordine del giorno - che si possa attingere prontamente alla cassa del fisco ricavato nella Regione Piemonte. In seguito, il Governo saprà come impinguare questa cassa; visto che momentaneamente non c'è la possibilità di attingere ad altro denaro, quanto meno si ricorra a questo espediente, che comunque pu essere soltanto un espediente.
Personalmente non accetto lezioni da parte di nessuno. Ho firmato questo ordine del giorno con pieno convincimento a nome del Gruppo (lo vota anche il Capogruppo Majorino che nel momento delle firme non era in aula) e a titolo personale. Dichiariamo quindi il pieno convincimento nel votare questo documento come azione politica del Gruppo che rappresentiamo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Signor Presidente e colleghi, i liberali sono stati inchiodati su questi banchi per un quarto di secolo da due passioni: quella politica e quella delle istituzioni. La passione politica ci ha portato a contrastare fortemente l'operato della Giunta e del suo Presidente.
Manteniamo l'opinione che un'azione rivendicativa, per certi versi, non abbia giovato più di tanto al risultato. Riteniamo che non avere in nessun momento avviato una proposta collaborativa, diciamo pure di ottimismo e di fiducia rispetto al Governo centrale, sia stato un errore.
Diciamo anche al Presidente Brizio che non deve farsi illudere e farsi portare fuori strada più di tanto dall'attenzione che la stampa ha dato alla posizione delle Regioni. Siamo tutti abbastanza giovani per avere il tempo di misurare e di capire che cosa sta avvenendo in questi mesi e che cosa ci sia di oggettivo e di strumentale rispetto alle valutazioni che vengono fatte di questo pur criticabile Governo.
La mia impressione è che ci sia una fortissima resistenza da parte dei titolari dei poteri diffusi a tutti i livelli; mi riferisco al potere di governo, non a quelli di opinione, politico, culturale o di orientamento.
Parlo di potere politico decisionale reale, e diffuso a tutti i livelli, di contrastare un processo che, al di la di chi lo interpreta, è un processo ineluttabile: quello della ricomposizione dei luoghi di decisione nelle sedi proprie.
Ancora oggi abbiamo sentito in quest'aula enfatizzare il recupero di un ruolo del Consiglio in materia sanitaria, materia che, esaurita la fase di programmazione, è tutta esclusivamente di governo e di gestione amministrativa di competenza della Giunta.
Temo che questa pluralità, questa galassia di soggetti di potere, che resiste alle iniziative - criticabili, discutibili - di questo Governo criticherebbe comunque qualunque tipo di azione politica tendente a modificare i sistemi istituzionali del nostro Stato. Stiamo quindi molto attenti a considerarci troppo confortati da prese di posizione, soprattutto quando vengono da qualcuno che il potere decisionale l'ha sempre avuto, ma non ha mai pagato nessun prezzo politico.
Noi abbiamo constrastato fortemente l'attività della Giunta e l'iniziativa del suo Presidente, perché l'abbiamo considerata "a rischio" di scontro, di contrasto; però, oltre la passione politica che ci porta a produrre idee e a difenderle, c'è la passione delle istituzioni, il che vuol dire che quando un'istituzione ha visto prevalere al proprio interno una linea, questa deve essere difesa da tutti in tutte le sedi. Si discute si dibatte: quando per certi versi una questione è approdata ad una decisione, questa ci deve coinvolgere tutti.
E quindi, posto che questo ordine del giorno è attuativo di una scelta politica che questo Consiglio regionale ha ritenuto a suo tempo di fare propria, pur con delle posizioni diverse da parte nostra, ci sembra doveroso dare un contributo modesto; intendo riferirmi al mio e a quello del collega Fulcheri, che non rappresentiamo Ministri, non rappresentiamo forze politiche, ma rappresentiamo noi stessi.
Questa è la passione delle istituzioni: considerare che, ad un certo punto, le esigenze delle istituzioni debbano prevalere su quelle delle partigianerie di cui siamo rappresentanti. Questa passione così ci è stata illustrata dal Capogruppo Bianchi e così la ricordo; allo stesso modo, la passione politica ci è stata insegnata dal Presidente Viglione.
Proprio per questa ragione, me la sento veramente, Presidente Brizio di chiederle una disponibilità finale a ragionare con le forze di Governo nazionale presenti nel Consiglio che non hanno firmato e che non votano il documento; le chiedo se non sia possibile arrivare, con una piccola limatura di qualche aggettivo, ad un documento unitario.
giusto dire che gli stanziamenti sono insufficienti, ma occorre prendere atto che siamo di fronte ad un fenomeno di una complessità inaudita, tanto più se immaginiamo che il Governo ha chiuso la sua stagione per 5.000 miliardi (il costo delle pensioni); ha chiuso la sua stagione sullo stralcio delle pensioni, e lo abbiamo capito tutti, perché quando hanno stralciato le pensioni, gli articoli sulla stampa hanno improvvisamente cambiato tono! Leggete l'articolo di Romano: che cosa dice del Governo Berlusconi? "Hai commesso tre errori: trattare con i Sindacati; ridare un ruolo al PPI riportare l'informazione, cioè la televisione, nella competenza del Parlamento". Lì è venuta fuori la ragione di molte battaglie, di molti giudizi su questo Governo, su questa o quella classe politica. Andate a leggere quell'articolo: è illuminante, del tutto scollegato rispetto alle ipocrite affermazioni che "bisogna tutelare la patria sociale, il patto di luglio, ecc.". Non è così! Qualcuno dovrà portare a casa un qualche risultato; se non porterà a casa quel risultato, per carità: ci si è liberati di tanta gente, ci si libererà anche di questi. La chiesa e il capitale vanno al di là delle nostre storie personali.
Quindi, Presidente Brizio, la pregherei di fare uno sforzo per ottenere l'adesione a questo documento, con qualche limatura che dia atto di un impegno significativo del Governo (anche a rischio di "perdere la faccia") che gli stanziamenti insufficienti sono comunque numericamente e nominalmente non indifferenti e che un processo si è avviato. Sarebbe un contributo che noi daremmo non sicuramente alla parte politica che il Consigliere Vaglio rappresenta, ma al lavoro complessivo.
In ogni caso, qualunque sia il risultato di questo mio suggerimento rimane il nostro voto, che non muta per niente la valutazione da noi fatta a suo tempo dell'attività della Giunta e del Presidente; ci sembra per doveroso tutelare quella che ormai non è più un'opinione della Giunta e del suo Presidente, ma è un'opinione, una linea di questa Regione, che quindi difendiamo, sia pure in una piccolissima trincea che è la storia personale mia e del collega Fulcheri.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Porcellana.



PORCELLANA Francesco

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, ho firmato con grande convinzione il documento che alcuni colleghi hanno stilato, limato ed esaminato nel pomeriggio. Sono convinto che sia un documento in senso positivo, specie se troveremo, limando ancora, una possibile adesione dei colleghi della Lega che hanno abbandonato i lavori di questo Consiglio regionale, unitamente a tanti altri: in questo momento non siamo in molti.
Non voglio ripercorrere nessuna lunga storia, voglio solo ricordare quanto è stato a me ricordato dagli alluvionati del 1948, e cioè che si sta ripercorrendo la strada del '48, di ben quarantasei anni fa. Gli alluvionati del '48 della mia città (migliaia di persone) ebbero una candela ed una scatola di cerini; siamo nel 1994: non c'è n' la candela n' la scatola di cerini. Ripeto: siamo nel 1994! Se vogliamo essere forti nei confronti del Governo nazionale, se vogliamo essere ascoltati dagli onorevoli Ministri, c'è una via sola, che è stata già chiarita da chi mi ha preceduto: bisogna che ci sia un impegno di solidarietà da parte del Paese Italia con una legge speciale pro alluvionati.
Sta calando il silenzio. Come diceva bene il Presidente Brizio, "si sta decantando" e, come diceva il collega Chiezzi, sta scendendo il silenzio attraverso la stampa, la televisione, i giornali, l'informazione: non si parla più del "terremoto alluvione" in Piemonte e nelle altre Regioni. Sta scendendo il silenzio anche da parte delle Amministrazioni comunali.
Parlo della mia città. Sto costruendo un muro di 60 metri che mi costerà 60 milioni e sto pagando l'IVA al 4%; devo però sistemare anche i marciapiedi della mia via, in quanto il Comune non ha il personale per sistemare un marciapiede in cubetti di porfido lungo 60 metri, saltato in aria: il Comune non è in grado di sistemarlo! Ieri mi è stato detto dai responsabili: "Attenda 15/20 giorni, un mese"; io devo costruire il muro ma, se prima non sistemo il marciapiede e la strada, non posso farlo.
Parlo di me stesso, ma posso parlare di cento altri muri che stanno nella mia zona; specifico che io non sono a 10 metri, ma a tre chilometri e mezzo di distanza dal Tanaro e dal Borbore (i due fiumi che attraversano Asti). Se non c'è unità di intenti, non risolveremo nulla e rimarremo con un pugno di mosche.
Domenica scorsa, nel Palazzo della Provincia di Asti, sono stato molto attento a quello che hanno detto i rappresentanti degli alluvionati ai pochi parlamentari presenti; a fronte di mille e più alluvionati furenti pochissimi amministratori della città, pochissimi amministratori della Provincia, pochissimi parlamentari. La gente dice: "Poche parole, ma fatti", e credo che in parte il nostro documento di oggi dica le stesse cose.
Personalmente sono preoccupato anche per i problemi di ordine pubblico perché - non vorrei essere uccello di cattivo augurio - nella gente vedo salire una pressione non comune: la gente non ragiona più. Il cittadino di Via Cavour ha perso il negozio, il magazzino e la casa; sabato scorso la Prefettura gli ha fatto recapitare quattro sedie e un tavolo: questo è fuori dalla grazia di Dio, perché non gli si è neanche chiesto quali potevano essere gli interessi maggiori per la sua famiglia. E così posso fare tantissimi esempi, in quanto tra le ore 6 e le 8 del mattino la gente viene a piangere da me; solo questa mattina ho ricevuto tre famiglie: un commerciante di ortofrutta, un artigiano che sistema radiotelevisioni e un altro cittadino ambulante del settore alimentare, che chiudono l'attività: "Non apriamo più, non siamo in grado di riaprire le nostre attività".
Le banche convocate dai Presidenti delle Camere di Commercio del Piemonte hanno fatto delle parole; ad oggi, però, se non garantisci con 100 200-300 milioni, con titoli o proprietà immobiliari, le banche ti danno zero. Io sono stato tanti anni amministratore di una banca, per cui mi rendo perfettamente conto di quanto sia triste dover dipendere dal sistema bancario in questo momento.
Se le promesse dei Ministri e dei Sottosegretari passati a sfilare ad Alessandria, ad Alba, a Cuneo, ad Asti, che si sono impegnati sui 7.000 miliardi per tre anni a tasso zero e per sette anni a tasso del 3%, non diventeranno realtà, il nostro Piemonte andrà verso il declino (parole del Consigliere Chiezzi).
Tanto di cappello a chi è riuscito a portare a casa i 500 miliardi, dal Presidente Brizio attraverso il suo impegno, alla sua Giunta e ai suoi collaboratori Assessori; tuttavia, anche se i 500 miliardi per le opere pubbliche (fognature, ponti, illuminazioni) rappresentano un grande risultato, l'economia produttiva (agricoltura, commercio, artigianato piccola e media industria) resta nel fango.
Ieri in Via Beato Enrico Comentina - tre chilometri e mezzo dal Tanaro c'erano ancora le idrovore, con delle gomme dal diametro di 10-15 centimetri, che aspiravano acqua: il secondo e il terzo piano sottoterra dove ci sono i garage, non smettono di buttare fuori acqua, poiché questa era salita enormemente. Parliamo della mia situazione, che è uguale alla situazione (forse peggiore) in Alessandria; ho visitato in parte Alessandria e ne ho visto il dramma, ho visto il dramma di Alba e di tanti altri piccoli Comuni viciniori al Tanaro.
Il problema dell'IVA, Presidente Brizio e colleghi. Oltre al danno, la beffa: oltre al fatto che devi ricostruire pavimenti, muri, fognature ecc., a tue spese, devi ancora pagare il 4% di IVA. Mi pare che un'esenzione sia il minimo che si possa chiedere al Governo nazionale e al Ministro delle Finanze; se non si è sensibili verso questi fratelli martoriati, non so come si possa essere sensibili rispetto alle futuribili istanze della gente del nostro Paese Italia. Se non si è attenti a queste cose, ci avviamo verso un Paese di non so quale tenore.
Mi avvio alla conclusione, anche perché il nostro Presidente del Consiglio ci ha chiesto di stare nei dieci minuti e non voglio assolutamente andare oltre. Questo silenzio è dannoso, questo mancato impegno che da lunedì va a martedì, da martedì va a mercoledì, da mercoledì va a giovedì e poi passa la settimana successiva, è dannoso. Ricordo che sono passati "solo" 40 giorni, e sono 40 giorni che la gente chiede che cosa deve fare.
Adesso è nata la notizia che il 15 scadono i termini per la presentazione delle domande ai Comuni, alle Province, alle Camere di Commercio (i nostri giornali ne hanno parlato con comunicati stampa, ecc.) la gente ha fatto le perizie asseverate, è andata dai notai, dai tecnici ha speso centinaia di biglietti da mille nei servizi fotografici.
Personalmente, ho pagato il geom. Curletto e ho speso 4 milioni di documenti, di perizie, ecc. (2.800.000 lire di anticipo e 1.500.000 a saldo); ho speso centinaia di biglietti da mille nel servizio fotografico per sentirmi dire che non c'è una lira. Questa è la realtà che ci dobbiamo dire nel Consiglio regionale del Piemonte.
Allora l'appello accorato dell'onorevole Assessore - lo dico in senso metaforico - Rossa è un appello giusto: una "pro alluvionati" del Piemonte e del Paese Italia. Dobbiamo portare a casa questo tipo di risultato: un'azione unitaria Consiglio - Giunta - Comitati di agitazione delle tre Province, non per spaccare le piazze, ma per rivendicare le giuste istanze di questi cittadini martoriati e terremotati, che sono gli alluvionati di questo Piemonte.
Ecco perché firmo con convinzione questo documento che oggi, con altrettanta convinzione, è stato letto da molti di noi; mi fa piacere che la grande maggioranza di questo Consiglio lo abbia seguito e firmato con il massimo dell'impegno e dell'attenzione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Picchioni.



PICCHIONI Rolando

Non posso ritirare l'ordine del giorno presentato con altri colleghi: mi dispiace per l'amico Vaglio, anche perché questo non è un "raglio d'asino"; mi dispiace che la sua interpretazione, così riduttiva ed anche così speculativa rispetto ad alcune affermazioni o ad alcune omissioni, ci riporti ad una guerra di retrobottega, di retrovie che in questo momento mi pare non esista tra i poteri dello Stato, non esista tra le Regioni e lo Stato, rappresentato dal Ministro Maroni e dal Sottosegretario Fumagalli, e mi pare non esista tra quegli organi che certamente, almeno nei primi giorni dell'alluvione, non rappresentavano unità di intenti e di comportamenti.
Ha ragione il Consigliere Marchini quando dice che questo ordine del giorno è quasi una deliberazione attuativa; lo ringrazio, come ringrazio tutti gli amici della minoranza che hanno voluto firmarlo, forse per superare quell'atto di incomprensione o di esasperata dialettica che aveva caratterizzato le discussioni in questo Consiglio. Ringrazio anche la Presidente.
Un unico appunto che possiamo farci tutti quanti è che, forse, questo dibattito meritava un'ora molto più ragguardevole di quanto possa essere quest'ora tarda della sera.
Da parte di questo Consiglio, c'è comunque sempre stato un monitoraggio continuo, il che ci porta a sottoscrivere il documento.
Vedi, collega Chiezzi, il problema oggi non è di passare dal momento delle tavole rotonde al momento delle indagini in corso, perché questi sono certamente degli escamotage da politica di quarta classe. Oggi, se dobbiamo prendere coscienza di quello...



(Interruzione del Consigliere Chiezzi)



PICCHIONI Rolando

Politica di quarta classe!



(Interruzione del Consigliere Chiezzi)



PICCHIONI Rolando

Non in questo momento! Perché noi giochiamo sempre con certi nervi scoperti! Abbi pazienza! Se un intervento meritava l'attenzione di questo Consiglio è quello del collega Porcellana, non altre cose, l'intervento del Consigliere Porcellana che, sulla frontiera, ha potuto documentare fatti emozioni, incidenti, esigenze, inchieste da parte di questa popolazione.
Non è il caso, adesso, di andare a vedere e recuperare le responsabilità.



(Interruzione del Consigliere Chiezzi)



PICCHIONI Rolando

Non rubare il discorso a Zacchera. Cerchiamo di trovare, ad ogni costo non per censurare, non per autocensurarsi - il momento giusto per ogni cosa.



PRESIDENTE

Consigliere Chiezzi, non interrompa, anche se non le piace l'intervento.



PICCHIONI Rolando

E' quello che dico: cerchiamo di trovare per ogni cosa il momento giusto, perché questo credo che sia innanzitutto il dovere a cui ci richiama la popolazione civile; il resto verrà dopo.
Voglio dire chiaramente la mia impressione. Come ha detto il collega Marchini, bisogna prendere atto non solamente di un'attenzione, ma anche di un impegno - questa è una mia proposta - da parte del Commissario Ministro on. Maroni e del Sottosegretario on. Fumagalli, perché li ho visti presenti sul territorio e sensibili ai problemi. Io posso avere mille pregiudizi nei confronti di certi Ministri della Lega, però quando li vedo vicini ai nostri amministratori regionali, non posso che prendere atto di un impegno che sarà personale, che non sarà condiviso da tutti, che sarà contestato anche da parte di altri Ministri, che però c'è. E questo è il documento che fa prova di un loro impegno e di una loro presenza.
Voglio anche dire che c'è l'impressione che il Ministro Maroni e il Sottosegretario Fumagalli siano isolati, siano mandati in missione come certi missionari che poi si perdono nelle pampas o nell'Amazzonia e che non hanno più nessun riferimento con la madre patria.
Su questo, caro Presidente, bisogna intervenire. Non è una questione di stile, di "bon ton". Mi dispiace, caro Vaglio. Lo stile, il "bon ton" l'"understatement" inglese, o piemontese, in questo momento non c'è e non ce n'è assolutamente bisogno. Occorre chiamare le cose con il loro nome e cognome, lasciando da parte l'eccesso di drammatizzazione che queste comportano. Perché? Perché i discorsi che oggi si stanno facendo sono quelli di Francesco Porcellana e dovrebbero innescare una seria attuazione dei punti a cui noi facciamo capo nel Consiglio regionale, che riguardano soprattutto il finanziamento alle imprese, il riparo delle case, i crediti agevolati, gli indennizzi ai terreni agricoli, ecc.
Signori: è un problema di ordine pubblico! Ci sono i prodromi affinch questa nostra "jacquerie" - voglio dirlo al mondo della campagna piemontese si ribelli nei confronti delle istituzioni tout court, ma non solamente nei confronti del Governo, perché quando si ricercano le responsabilità non si deve cavillare, come certi legulei di casa nostra, su chi si è mosso prima o su chi si è mosso dopo! Quindi, non si vadano a cercare le loro uscite o le loro entrate di scena, secondo certi copioni scritti dei partiti politici! Si vedano tutte le istituzioni nella loro globalità e nella loro coralità! Per cui, signor Presidente, questo è un problema che attiene al Consiglio, che attiene a lei, in modo che le azioni che devono essere intraprese non abbiano assolutamente alcuna moratoria.
Certo: 5.000 miliardi - lo ha ricordato il collega Marchini - è il prezzo che abbiamo pagato per la pace sociale. Non voglio dilungarmi su questo problema, anche se rilevo che il famoso bipolarismo, che non dovrebbe comportare nessuna concertazione sociale, il bianco e il nero, il positivo e il negativo, ha trovato proprio nelle forze centrali di questo Paese il momento della concertazione per arrivare ad una pace sociale, che sarà discussa quanto si vuole, ma che comunque è un fatto positivo perch le piazze trovino degli ammortizzatori rispetto alla loro violenza e alla loro rivendicazione. Ma non voglio entrare in questo argomento. Voglio solamente dire che ai 5.000 miliardi se ne aggiungeranno altri 20.000 indicati come manovra aggiuntiva dal Governatore della Banca d'Italia. Di conseguenza, non so se abbia ragione il collega Rossa nel domandare una legge speciale o coloro che oggi propongono che vengano attuati provvedimenti fiscali straordinari.
Credo che il Piemonte, signor Presidente del Consiglio, sia sufficientemente forte nell'unità che sappiamo anche ritrovare in questa assemblea, ma che sia splendidamente debole nella latitanza di quelle forze parlamentari che in quel momento, sentendo qui più fumo di arena che altre cose, hanno creduto di abbandonare il campo pensando di avere assolto al loro dovere.
A mio parere, invece, i parlamentari, come i Ministri, devono essere richiamati ad un preciso dovere, che non è quello di una testimonianza subitanea o improvvisata, ma quello di un continuo monitoraggio affinch l'azione di Governo sia conseguente alle esigenze che questa popolazione deve esprimere. Ritengo dunque che questo ordine del giorno debba essere votato e che si debba fare ogni cosa possibile.
Collega Rossa, ho apprezzato anche il tuo intervento. Non so che cosa bisogna fare, però ricordo che le popolazioni dell'Irpinia erano scese in piazza, ma non nelle piazze dell'Irpinia, perché non contavano nulla: erano scese in piazza davanti a Montecitorio, con i loro sindaci e i loro parlamentari. Le manifestazioni di piazza, forse, sono anche un fatto ostativo per chi ama i salotti, però devo dire, con molto rincrescimento che se non ci sono altre misure, se non ci sono altri mezzi, proprio perch la questione del Piemonte non sia relegata ai libri o alle cronache di un mese fa, deve essere affrontata con tutti i mezzi che abbiamo a disposizione.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Dameri.



DAMERI Silvana

L'altro giorno il Presidente della Giunta, nella riunione dei Capigruppo, chiedeva se c'era l'impressione di una condizione che andasse ricomponendosi, in particolare, nella realtà delle zone alluvionate. A quella domanda, io ho risposto negativamente e dalle cose che sono emerse oggi, dalla quotidianità della verifica della situazione nelle aree colpite dall'alluvione, dobbiamo invece rimarcare, come qui è già stato fatto da altri colleghi, che c'è un dato di tensione crescente, a fronte delle mancate risposte sui diversi aspetti.
Per quanto riguarda le popolazioni, vorrei dire che, rispetto alla questione relativa ai danni alle abitazioni, come diceva il Presidente ricordando i dati, abbiamo un'entità molto significativa: oltre 2.000 persone coinvolte nel bisogno primario dell'abitazione. La tensione fra le categorie sociali è crescente, perché dopo aver trascorso questo primo mese svolgendo un'opera di pulizia, di ripristino delle varie strutture produttive, se ci sono stati dei danni così grandi da mettere in ginocchio l'attività produttiva, l'incertezza rispetto al futuro è molto grande.
Quindi, il dato della tensione è crescente ed è giustificato. Presidente credo che si debba dire questo in modo forte nei confronti del Governo: è un dato crescente e giustificato.
Il secondo elemento che si aggiunge proprio in queste ore, e che ci preoccupa, è la crescente incertezza politica rispetto al quadro governativo nelle prossime settimane, nei prossimi mesi. Questo naturalmente ci inquieta molto, perché rispetto all'intervento di ricostruzione in queste zone, la crisi di Governo e la sua possibile caduta (quindi un quadro politico molto incerto) aggiungono ulteriore preoccupazione a questa situazione di tensione e di incertezza. Per questo sono d'accordo con la proposta del Presidente di svolgere oggi questa discussione, perché è necessaria un'azione molto rapida.
Alle osservazioni avanzate da altri colleghi, vorrei aggiungere una sottolineatura sulla questione di una lotta contro il tempo che dobbiamo intraprendere. L'entità delle risorse messe a disposizione per le opere pubbliche - è già stato detto - è del tutto insufficiente; è una prima misura, ma è ovvio che è inadeguata rispetto all'entità delle valutazioni compiute.
La lotta contro il tempo va fatta in particolare per quanto riguarda gli interventi per le attività produttive; mi sembra che in merito il Presidente abbia confermato una valutazione del danno, se ho bene inteso intorno a 8.000 miliardi: stiamo parlando di entità molto significative. Si tratta di riuscire ad ottenere, da parte del Governo, atti chiari; ciò non perché io non valuti la presenza che c'è stata, in modo particolare da parte del Ministro Maroni, nella nostra Regione, ma in quanto considero importante che, rispetto alle responsabilità e alle funzioni, si compiano poi degli atti. Bisogna che l'impegno si concretizzi davvero.
Quindi noi abbiamo bisogno, attraverso un voto del Consiglio regionale (che mi auguravo unanime o comunque il più largo possibile su questo ordine del giorno), di dare forza ad un'azione rapida da parte della Giunta verso il Governo; ad esempio, la stima - cito dati che già si conoscono dell'Unione Industriale di una perdita di 500 miliardi rispetto al PIL. per quanto riguarda attività che non si svolgono, ci dice tutto.
La lotta contro il tempo va fatta anche per un altro tema, che vorrei non dimenticassimo: quello relativo agli interventi necessari sugli oltre trecento chilometri di sponde che sono state devastate dall'alluvione.
Altrimenti si corre il rischio, molto concreto, che nella prossima stagione primaverile si riproduca una situazione di nuova emergenza anche da questo punto di vista. Questo tipo di intervento non richiede certamente un puro ripristino; c'è un dato di colleganza molto forte tra l'intervento di emergenza e quello di ricostruzione che evidentemente deve avere caratteristiche innovative anche rispetto alla situazione precedente.
C'è poi l'emergenza abitativa. Qui voglio far presente - anche rivolgendomi al collega Foco che rischiamo di trovarci, oltre ai dati che venivano citati dal Presidente, con il passaggio di stagione e la presenza di abitazioni in qualche caso vecchissime, in una situazione nella quale la stabilità di altri edifici, sia pubblici che privati, può essere messa in discussione. Con questo voglio dire che possiamo trovarci in una situazione di emergenza abitativa che, anziché diminuire, cresce, provocando instabilità e condizioni difficili.
Chiedo se non sia possibile un'iniziativa, anche più specifica da parte della Giunta regionale, per quanto riguarda il capitolo delle abitazioni.
So che abbiamo già fatto molto per cercare di mettere a disposizione gli alloggi dell'Istituto Autonomo Case Popolari nelle zone interessate tuttavia la domanda è ancora molto significativa.



(Voci in aula)



DAMERI Silvana

Inoltre, si tratta di vedere se dal punto di vista politico la Regione non debba assumere una qualche iniziativa, perché con le sordità dei Prefetti da una parte e le incapacità in qualche caso delle Amministrazioni comunali dall'altra (mi riferisco al Comune di Alessandria), alla fine i cittadini si trovano in condizioni di disagio veramente inaccettabili.
Mi pare che nell'ordine del giorno venga ripresa in modo efficace la proposta di provvedimenti fiscali straordinari; se ho bene inteso, in questo famigerato accordo con i Sindacati, tra le altre cose si prevedeva anche una tassazione straordinaria a favore dell'alluvione.
Mi chiedo perché il Presidente del Consiglio abbia lasciato cadere tale questione. Non si può, sulla base di una promessa elettorale - "Non aumenteremo le tasse" - mettersi le fette di salame sugli occhi rispetto ad eventi straordinari che si determinano nel Paese. Questa è una situazione assolutamente straordinaria: è necessario un intervento straordinario che probabilmente, sacrifica anche qualche promessa elettorale, che forse era solo una promessa e che avrebbe dovuto essere comunque sacrificata. Credo che sia quindi necessario rimarcare questa richiesta, avanzata anche da altri colleghi.
Termino dicendo che occorre seguire con molta attenzione l'evoluzione di questa vicenda, perché i dati di tensione che qui venivano citati sono reali. Concordo con la proposta politica del Capogruppo del Partito Popolare: se una protesta deve avere modo di esprimersi, le istituzioni democratiche, in questo caso la Regione, devono fare la propria parte sapendo rappresentare le varie necessità ed espressioni.
Il dato certo è che non è sopportabile che, a fronte di una solidarietà civile, che c'è stata e si è espressa, vi sia sordità da parte dello Stato.
Se questa sordità continuasse, se non dovessimo trovare rapidamente le risposte necessarie, dovremo valutare l'ipotesi di un'iniziativa politica ed istituzionale che si raccordi positivamente con le popolazioni.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Pozzo.



POZZO Carolina

Sull'ordine del giorno, non voglio fare solo delle disquisizioni relative al metodo adottato, anche se il metodo non è tra i migliori.
Sarebbe stato meglio proporlo in Conferenza dei Capigruppo per valutare il testo da proporre al Consiglio. Rispetto alla sostanza, quello che mi fa essere estremamente dubbiosa, Presidente Brizio, sono i provvedimenti legislativi. Esiste un elenco di punti, che poi sono sempre gli stessi riproposti da troppo tempo, tra i quali la ricostruzione delle case distrutte nello stesso luogo dove sorgevano. Non c'è però accenno agli ordini del giorno qui approvati il 15 novembre (due ordini del giorno da me proposti) e vorrei capire come la Giunta intende dare seguito ai documenti approvati, in particolare per quanto riguarda l'impegno della Giunta a presentare al più presto piani di manutenzione e risanamento idrogeologico compresa la riforestazione; la manutenzione del patrimonio forestale; la rinaturalizzazione degli alvei e delle aree golenali, oltre ad una verifica delle cause che hanno provocato il disastro e l'eventuale rapporto con opere di consolidamento idrogeologico, individuabili come concause.
Un altro ordine del giorno approvato il 15 novembre, Presidente Brizio chiedeva al Presidente del Consiglio dei Ministri di ricorrere ad altri capitoli di bilancio o ad altri strumenti legislativi; addirittura diceva: "...a partire dai fondi assegnati al Ministero della Difesa". Come intende la Giunta dare seguito a questi impegni? Perché non ha indicato questi aspetti sull'ordine del giorno in discussione? Mi aspettavo di più dalla Giunta, così come gli amministratori e i sindaci di molti Comuni alluvionati che ho sentito e contattato. Se leggiamo attentamente il decreto n. 646 bis, vi troviamo delle parti non solo discutibili, ma anche spregiudicate; ad esempio, l'art. 4, comma terzo, in sostanza dà pieni poteri al Magistrato del Po a cavare, con la scusa di attuare un intervento di sistemazione idraulica.
C'è poi un altro articolo, il n. 14, rispetto al quale gli amministratori locali sono furibondi. Al comma secondo dell'art. 14, si dice che "i versamenti di somme in denaro effettuati in favore di Amministrazioni pubbliche a fini di liberalità" - e questo è l'inghippo "per la realizzazione di interventi necessari a far fronte ai danni derivanti dagli eventi alluvionali di cui al presente decreto affluiscono nelle entrate del bilancio dello Stato per essere poi assegnati".
Mi aspettavo, come si aspettavano anche gli amministratori pubblici una presa di posizione della Giunta ed eventualmente una verifica - e prego adesso il Presidente di valutare questa possibilità dell'impugnabilità di tale decreto.
Ciò che mi preoccupa enormemente è che la Giunta, dopo l'alluvione abbia preso delle posizioni contro il PTO; ciò non per migliorarlo, visto che era criticato e messo sotto accusa dalle Associazioni ambientaliste come Piano cave, ma addirittura per privarlo di alcuni aspetti di vincolo di aree golenali.
Ho di fronte una nota dell'ANSA del 12 dicembre, sulla quale si legge che il Presidente della Giunta chiede di rivedere il Piano Territoriale del Po, in quanto vi sono troppe preoccupazioni da parte degli enti locali in relazione all'estensione dei vincoli del PTO stesso. Dobbiamo cercare di capirci ed intenderci. Voglio capire se la Giunta intende procedere con i soliti atteggiamenti di non tutela del territorio oppure se intende veramente dare una svolta decisiva a tali questioni, ponendole in primo piano.
Un altro aspetto che mi lascia estremamente dubbiosa, Presidente Brizio, è la sua posizione in merito all'Alta Velocità. Su questo tema pare che l'Assessore Bresso e il Presidente Brizio siano stati folgorati sulla via di Damasco, perché per l'Alta Velocità i soldi si trovano, mentre per altre cose, per esempio il ripristino idrogeologico e la rinaturalizzazione dei corsi d'acqua, il denaro sembra non esistere: non viene nemmeno citato tra i possibili interventi che si chiede al Governo di finanziare.
In tal senso, non ho firmato il documento: lo trovo estremamente carente, parziale ed anche preoccupante.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta, Brizio.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Presentando oggi la mia relazione, ho cercato di fare un discorso il più unitario possibile. Mi spiace che non ci sia più il Consigliere Vaglio il quale prima del mio intervento mi aveva detto esplicitamente: "Io non firmo questo ordine del giorno, però potrei votarlo, se ci fosse un intervento di apertura".
Ho svolto un intervento con un'apertura che più di così non credo sia possibile. Ho citato quattro volte il discorso della collaborazione diversamente, avrei potuto solo fare un ordine di plauso al Governo. Non mi è stata neanche suggerita una modifica del testo; mi è stato semplicemente detto: "Dipende dall'intervento che farai".
Ho cercato di misurare l'intervento, perché mi sarebbe piaciuto avere l'unanimità su questa posizione. Voglio dire questo, perché sia chiaro che ci sono dei momenti in cui è difficile capire gli atteggiamenti e si rimane un po' sorpresi. Ho svolto un intervento di taglio veramente unitario e credo che oggi sia necessaria una posizione forte ed unitaria della Regione Piemonte.
Il problema vero è reperire le risorse: questo ormai è il discorso di fondo. Dobbiamo andare al nocciolo della questione. Quando, in assenza di altre soluzioni, richiediamo una tassazione speciale - ho anche esposto le vie che il Ministro Maroni sta pensando di percorrere, senza esprimere giudizi particolari, ma dicendo soltanto che sono difficili da perseguire anche se possono rivelarsi utili ed importanti e riscuotere successo dobbiamo sapere che si tratta di un'occasione che, se lasciamo passare troppo tempo, perde sempre più di attualità e validità. Questa è la verità e per questo motivo c'è questa nostra accelerazione.
Istituire una tassa pro alluvione o una sovrattassa dopo 10-15 giorni è una cosa possibile; con il trascorrere dei mesi, viene sempre meno compresa dalla gente, che non vede più i fatti in televisione e che non è a contatto con la nostra realtà. Questa è la preoccupazione che si evidenzia, e fa specie che non sia stata compresa.
Nel merito degli interventi, devo dire al Consigliere Chiezzi che abbiamo fornito documentazione in merito agli atteggiamenti e agli interventi della nostra Protezione Civile e ai fax.
La sera di venerdì 4, prima di uscire dall'ufficio, ho sentito personalmente la Protezione Civile, parlando con Nepote per avere conferma che tutti fossero stati avvisati del nostro fax. Quindi, sui fax è inutile fare tante polemiche, perché ci siamo mossi con grande tempestività e puntualità. Ora qualcuno dice: "Bisognava credere o non credere?".
La Procura della Repubblica farà un'indagine su tutti i nostri studi precedenti e comunicati di geologia per valutare se le notizie fossero credibili o meno. Questo non lo so; di certo la gravità della situazione è stata indovinata e ha creato apprensioni anche in noi stessi, che le abbiamo manifestate.
Non voglio entrare nel merito della questione, perché non credo che la ricerca delle responsabilità competa a noi; soprattutto credo che bisogna sempre stare attenti nel ricercare la causa e l'effetto di ogni cosa.
Questo discorso illuministico degli atteggiamenti umani...



(Commenti del Consigliere Chiezzi)



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Vi ho detto che ho incontrato Rubbia a Fiumicino, il quale mi ha confermato che si è trattato di un fenomeno di eccezionale gravità; l'altro giorno Govi, che è il responsabile geologico della Commissione Grandi Rischi, ha evidenziato come una pioggia così forte (ma soprattutto così estesa, perché questo è il fenomeno eccezionale, tutti i punti di rilevazione sono andati verso i massimi storici) non si sia mai verificata con un'estensione così ampia.



(Commenti del Consigliere Chiezzi)



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Comunque il problema si può discutere all'infinito; anche se le politiche dei fiumi possono essere differenziate (i Verdi hanno delle opinioni, altri la pensano diversamente), non abbiamo nessuna intenzione di abbassare la guardia per quello che riguarda la tutela ambientale.
Alla collega Pozzo dico che il tema dell'art. 14 è stato da noi aperto.
Se volessimo fare una ricostruzione di tutte le parole che ho detto, credo che se ne potrebbero contare centomila e dovrei parlare per quattro ore.
Sull'art. 14 il problema è stato posto con chiarezza e il Ministro Maroni ha risposto che sarà modificato in aula. Probabilmente hanno sbagliato, hanno fatto una gaffe che ora stanno correggendo. Il Ministro intendeva parlare delle modalità relative ai fondi destinati a sottoscrizioni per lo Stato; poiché non ci sono mai state sottoscrizioni a vantaggio dello Stato, se sono fondi che non vanno alla Regione, non vanno agli enti locali e non vanno a "Specchio dei tempi", allora vanno a Roma e vengono quindi utilizzati su questo conto speciale dello Stato.



PRESIDENTE

Gli abbiamo anche fornito un emendamento.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Sì, abbiamo fornito anche un testo di emendamento, che è stato recepito. Infatti, l'altro giorno, parlando ai Sindaci della Valle Bormida il Ministro ha detto: "Modificheremo questo articolo". Non so quale sia il testo definitivo approvato oggi dal Senato, che poi passerà alla Camera, ma questo problema è stato sollevato.
E' stato sollevato anche il problema della consistenza degli interventi nel settore idrogeologico. Con i primi stanziamenti, è prevista una serie di nostri interventi sulle frane, ma questo problema generale è stato sollevato; inoltre, una parte dei 2.000 miliardi che andrebbero investiti da parte dello Stato riguarderebbero l'asta fluviale. Certo, c'è l'ipotesi dell'intervento del Magistrato per il Po; c'è l'ipotesi dell'intervento dell'Autorità di bacino; c'è l'ipotesi di un intervento più attento e di uno studio più complessivo che tenga conto dell'ambiente. Indubbiamente sono ipotesi diverse.
Ieri, l'Assessore Bresso ha partecipato alla riunione dell'Autorità di bacino e credo abbia portato una linea del Piemonte molto chiara sulla necessità che questa risistemazione non si riduca ad un semplice disalveo del Po, ma abbia una valenza più ampia. E soprattutto, che si parta anche dall'alto, perché il vero problema è questo: certi fenomeni nascono in montagna, quindi bisogna che gli interventi partano da quel punto, perch bisogna anche dire che il Po non ha esondato nella grande pianura, ma prima di arrivarvi.
Lo stesso discorso vale per la questione del PTO. La nostra posizione sul PTO non è cambiata; già il 3 agosto avevamo chiesto che si trovasse una soluzione per la salvaguardia che non fosse penalizzante per i Comuni e adesso abbiamo chiesto che si risponda - la posizione della Giunta è molto chiara alle osservazioni e si giunga ad un provvedimento definitivo.
Non si è parlato affatto di revoca, però bisogna trovare delle soluzioni che tutelino l'ambiente e che allo stesso tempo non siano prevaricatrici nei confronti delle Amministrazioni comunali quando queste sono attente al problema e sono disponibili a presentare osservazioni.
Quando un Sindaco come Triglia, che è stato Presidente dell'ANCI e che conosce bene il territorio, solleva delle osservazioni, credo che tenerne conto nel momento in cui si prenderanno delle decisioni sia soltanto un gesto di saggezza.
Quindi non è stata cambiata alcuna delle impostazioni di fondo, non vi è alcuna volontà di non fare una programmazione e una pianificazione territoriale che tengano conto dell'ambiente, ma si vuole soltanto tenere conto delle esigenze. Non si possono assumere delle posizioni contro le Amministrazioni comunali e poi volerne essere i rappresentanti: bisogna trovare un punto di equilibrio.
Credo che su questo punto di equilibrio la Regione Piemonte si sia mossa; credo che in questa vicenda abbia veramente recuperato un rapporto con i Comuni che era in difficoltà; ciò è stato determinato - bisogna riconoscerlo, Consigliere Marchini - dalla vicenda, dal complesso delle occasioni, ma anche dagli atteggiamenti fermi da noi tenuti. Lo ribadisco con tutta tranquillità: gli atteggiamenti fermi che la Regione Piemonte ha avuto sono sembrati interpretativi di questa esigenza dei Comuni; per cui abbiamo recuperato un rapporto ed è molto importante che si prosegua su questa strada.
Per quanto riguarda l'ordine del giorno, devo dire che si tratta di un documento largamente condivisibile. Certo, ripetiamo le cose che abbiamo sempre chiesto, ma mi pare la conferma di una linea: richiediamo un intervento al Governo. Ritengo ci sia stata larga convergenza sui contenuti; probabilmente non ci saranno più i numeri per votarlo questa sera, ma ritengo che, date le firme che reca, dato il dibattito che si è svolto e lo schieramento complessivo, possiamo ben dire che per la Giunta è un elemento di conforto circa la propria linea di comportamento: lo faremo nostro nei rapporti che avremo con il Governo, convinti di ottenere qualche risultato positivo.
Da più parti si evidenzia il rischio che i 545 miliardi siano l'unico stanziamento. Questo rischio c'è, e proprio per questo dobbiamo attivarci muoverci ed essere tutti schierati. Bisogna comunque comprendere che, in questo momento delicato, 5.000 miliardi sulla Finanziaria sono tanti ed è difficile che si possano trovare risorse in quantità sufficiente. Bisogna quindi essere sempre attenti e fare in modo che la guardia non sia mai abbassata.
Questo è il significato della posizione che la Giunta ha preso e che continuerà a portare avanti con il conforto, che mi è parso evidente, del Consiglio questa sera.



PRESIDENTE

Grazie, Presidente. Credo che possiamo fermarci qui.
L'ordine del giorno n. 754 del Consigliere Marchini sull'argomento viene trasformato dal presentatore in raccomandazione alla Giunta regionale.


Argomento:

Interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno (annunzio)


PRESIDENTE

Le interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenute all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale verranno allegate al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 20,05)



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