Sei qui: Home > Leggi e banche dati > Resoconti consiliari > Archivio



Dettaglio seduta n.315 del 15/11/94 - Legislatura n. V - Sedute dal 6 maggio 1990 al 22 aprile 1995

Scarica PDF completo

Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Approvazione verbali precedenti sedute", non essendovi osservazioni, i processi verbali delle adunanze consiliari del 21 e 30 giugno 1994, si intendono approvati.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 4) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bonino, Coppo, Cucco, Dameri, Foco e Marchini.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

c) Apposizione visto Commissario del Governo


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge vistati dal Commissario del Governo sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

d) Conclusioni della V Commissione in merito alla petizione popolare contro la realizzazione di un impianto di smaltimento e stoccaggio di rifiuti speciali assimilabili


PRESIDENTE

Comunico che, ai sensi dell'art. 110, quarto comma, del Regolamento consiliare, la V Commissione permanente ha trasmesso le conclusioni in merito alla petizione popolare contro la realizzazione, da parte della ditta GES.CO.TER. di Milano, di un impianto di smaltimento e stoccaggio di rifiuti speciali assimilabili, in località Cascina La Sorte nel Comune di Castelletto Cervo.
Ricordo inoltre che è stata data comunicazione al primo firmatario della petizione.


Argomento: Gruppi consiliari

e) Nuova denominazione del Gruppo della Democrazia Cristiana


PRESIDENTE

Informo il Consiglio che, secondo quanto comunicatomi dal Capogruppo Picchioni, il Gruppo della Democrazia Cristiana prende il nome di DC-PPI.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

f) Adesione del Consigliere Bara al Gruppo PSI e nomina dello stesso a Vicepresidente della II Commissione consiliare


PRESIDENTE

Comunico che il Consigliere Bara ha aderito al Gruppo PSI il giorno 25 ottobre 1994.
Comunico altresì che dal 27 ottobre 1994 il Consigliere Bara è stato nominato Vicepresidente della II Commissione consiliare.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti idrici - Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Esame progetto di legge n. 524: "Modifica all'allegato 2 della L.R. 26/3/1990, n. 13: 'Disciplina degli scarichi delle pubbliche fognature e degli scarichi civili'"


PRESIDENTE

Secondo le decisioni della Conferenza dei Capigruppo, si è convenuto di cominciare dal punto 9) all'o.d.g. che prevede l'esame del progetto di legge n. 524.
Relatore è il Consigliere Chiezzi, che ha la parola.



CHIEZZI Giuseppe, relatore

Gentile Presidente, colleghe e colleghi, il disegno di legge regionale n. 524: "Modifica dell'allegato 2 della L.R. 26/3/1990 n. 13: 'Disciplina degli scarichi delle pubbliche fognature e degli scarichi civili'" corregge l'errore materiale contenuto nella L.R. 26/3/1990, n. 13 relativo ai limiti imposti per il cromoesavalente nelle tabelle 2.II e 2.IV contenute nell'allegato 2 della succitata legge regionale.
In tali tabelle è stato erroneamente imposto il limite di 0,02 mg/1 anziché quello di 0,2 mg/1.
La presente legge corregge tale errore materiale e fissa i limiti di accettabilità del Parametro Cromo VI in 0,2 mg/1.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Adduci.



ADDUCI Donato

Come ha testè detto il relatore trattasi di una modifica puramente formale e questo è vero, però io intendo qui dichiarare il mio voto di astensione nei confronti di questa legge, perché non ne condivido la filosofia ispiratrice.
In sostanza i Sindaci dei Comuni vengono chiamati in causa in quanto tutori e custodi degli scarichi e tuttavia non dispongono degli strumenti necessari per poter intervenire. Conseguentemente viene a crearsi una situazione quanto meno inadeguata alla responsabilità che viene affidata ai Sindaci; per cui a fronte di palesi violazioni, da parte quasi sempre di ignoti, dell'immissione nelle fognature di liquami o anche di liquidi pericolosi, corrisponde poi una responsabilità del Sindaco che non ha gli strumenti necessari per poter prevenire simili atti di pirateria. Essendo questa la filosofia della legge non mi sento di votare a favore e mi astengo.



PRESIDENTE

Se non vi sono altri interventi, trattandosi di aggiustamento assolutamente tecnico, possiamo procedere con la votazione? La Giunta vuole intervenire, prego Assessore Bresso.



BRESSO Mercedes, Assessore regionale

Brevissimamente. Si tratta certamente di cosa prettamente tecnica, per cui capisco, anche se non condivido, le perplessità del collega Adduci sulla legge Radice. In questo caso, da un errore tecnico di pubblicazione sul Bollettino Ufficiale emergevano parametri assolutamente ridicoli.
Questo per un errore tecnico di pubblicazione, quindi è chiaramente una cosa da correggere; dopodiché sono disponibile a discutere sul merito complessivo della legislazione regionale che - faccio rilevare - è comunque nella logica della direttiva CEE n. 271 (non ancora recepita a livello nazionale) che tende a rendere flessibile il sistema allo scopo di consentire agli enti che gestiscono la depurazione di poterla gestire correttamente sulla base delle proprie capacità tecniche di depurazione. E' un discorso complesso che sono disponibile a fare; non credo che possa essere semplificato nei termini che diceva il collega Adduci. Ci sono alcune questioni che merita affrontare e che possiamo affrontare in merito alla legge Radice; in questo caso comunque credo che questa correzione sia un atto dovuto perché è un puro errore tecnico.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, possiamo precedere alla votazione del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 voti favorevoli 32 astensioni 2.
L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 voti favorevoli 32 astensioni 2.
L'art. 2 è approvato.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 hanno risposto SI 40 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'intero testo della legge è approvato.


Argomento:

Iscrizione argomenti all'o.d.g.


PRESIDENTE

Propongo di iscrivere all'o.d.g. la proposta di deliberazione n. 1044: "L.R. n. 55/84 e successive modifiche 'Impiego temporaneo e straordinario di lavoratori disoccupati in cantieri di lavoro di enti locali'. Modifica alle procedure previste per il 1994 dalla DCR n. 894-13067 del 4/10/1994".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'iscrizione è accolta all'unanimità dei 42 Consiglieri presenti.


Argomento: Gruppi consiliari

Esame progetto di legge n. 526: "Norme relative al funzionamento e al personale del Gruppo Misto"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del progetto di legge n. 526, di cui al punto 14) all'o.d.g.
Relatore è il Consigliere Monticelli, che ha facoltà di intervenire.



MONTICELLI Antonio, relatore

Dò per letta la relazione, il cui testo, a mani dei Consiglieri recita: "L'esperienza, in particolare quella della presente legislatura, ha dimostrato la difficile applicabilità al Gruppo Misto delle norme sul funzionamento dei Gruppi consiliari (L.R. 10/11/1972, n. 12 e successive modificazioni ed integrazioni) e delle norme sull'assegnazione di personale ai Gruppi consiliare (L.R. 8/6/1981, n. 20 e successive modificazioni ed integrazioni). Le peculiari caratteristiche del Gruppo Misto, formato da Consiglieri il cui numero è soggetto a continue variazioni nel tempo e che esprimono diverse identità politiche, mal si conciliano con le norme prima richiamate che presuppongono sia una sostanziale stabilità nella composizione numerica dei Gruppi, sia l'uso in comune da parte di un gruppo di Consiglieri delle risorse economiche, di personale e mezzi tecnici necessarie per il funzionamento dei Gruppi consiliari.
In particolare, sono emerse difficoltà nella ripartizione del personale o dei finanziamenti sostitutivi di personale, per il fatto che la legge non consente di suddividere tale risorsa in rapporto al numero dei Consiglieri assegnati al Gruppo Misto; così come nella suddivisione dei contributi di funzionamento, la cui entità pro capite è soggetta a continue variazioni conseguenti alle variazioni della composizione numerica del Gruppo.
D'altra parte, la particolare natura del Gruppo Misto è ben definita e valutata nel Regolamento del Consiglio regionale, ove è previsto che ogni Consigliere assegnato a tale Gruppo possa esprimere la sua specifica identità e posizione politica nei diversi organismi consiliari: dalla Conferenza dei Presidenti dei Gruppi alle Commissioni consiliari.
Le considerazioni che precedono portano a ritenere necessaria e non più procrastinabile la modificazione delle norme sul funzionamento dei Gruppi consiliari e sull'assegnazione di personale ai Gruppi consiliari prevedendo in entrambi i casi un regime particolare e specifico per il Gruppo Misto, considerato nella sua vera natura d'insieme di singoli Consiglieri, che ricevono singolarmente le dotazioni di mezzi e personale necessarie alla loro attività istituzionale, e non equiparabile quindi agli altri Gruppi consiliari ai quali tali risorse sono date in quanto Gruppi.
Le modificazioni proposte comportano: per il personale, l'assegnazione di una unità di personale o equivalenti per ogni singolo Consigliere appartenente al Gruppo Misto per i contributi di funzionamento, l'erogazione di un unico tipo di contributo, per ogni Consigliere assegnato al Gruppo, nella misura di un milione e mezzo per ciascun Consigliere.
L'insieme di queste modificazioni determina, sommando fra loro le risorse di personale e quelle finanziarie, un minor esborso per la Regione nel caso di un Gruppo formato da uno o due Consiglieri, una sostanziale parità nel caso di tre Consiglieri ed un leggero incremento per un numero più alto di Consiglieri; ma si può ritenere, ragionevolmente, che l'ultimo caso considerato possa essere frutto soltanto di particolari contingenze politiche.
Inoltre si è tolto il limite di un terzo, limitatamente per i contratti a termine, sia per il Gruppo Misto che per gli altri Gruppi consiliari anche in ragione delle difficoltà che, a fine legislatura, si registrano nel reperire personale regionale per il lavoro presso i Gruppi consiliari.
Poiché la presente proposta di legge si configura come modificazione di due precedenti leggi, entrambe dotate di specifiche norme finanziarie e con risorse coperte dal bilancio regionale, l'articolato non contiene alcuna norma finanziaria.
Per quanto sopra richiamato, si propone che la legge in questione sia dichiarata urgente e possa entrare in vigore nel giorno stesso della pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione".



PRESIDENTE

Se non vi sono interventi di ordine generale, si proceda alla votazione dell'articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 46 voti favorevoli 40 astensioni 6.
L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 46 voti favorevoli 40 astensioni 6.
L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 46 voti favorevoli 40 astensioni 6.
L'art. 3 è approvato.
ART. 4 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 46 voti favorevoli 40 astensioni 6.
L'art. 4 è approvato.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 33 Consiglieri si sono astenuti 6 Consiglieri.
L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Bilanci consuntivi (generale e del Consiglio Regionale) - Parchi e riserve

Esame progetto di legge n. 527: "Rendiconto 1993 dei Parchi e delle Riserve naturali"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame del progetto di legge n. 527, di cui al punto 15) dell'o.d.g.
Relatore è il Consigliere Buzio, che ha facoltà di intervenire.



BUZIO Alberto, relatore

Dò per letta la relazione, il cui testo, a mani dei Consiglieri recita: "L'art. 77 della L.R. 29/12/1981, n. 55 'Norme di contabilità regionale', prevede l'approvazione dei rendiconti delle aziende, enti ed organismi dipendenti dalla Regione, nei termini e con le modalità stabilite dallo Statuto e dagli artt. 71 e 72 della succitata legge.
Con L.R. 18/8/1994, n. 18, è stato approvato il rendiconto generale per l'esercizio finanziario 1993 nonché i rendiconti di cui all'art. 77 della citata L.R. n. 55/81 pervenuti in tempo utile agli uffici finanziari.
I seguenti enti: Parco fluviale del Po e dell'Orba Parco naturale delle Capanne di Marcarolo Ente di gestione delle Aree protette della Collina Torinese Riserva naturale del Bosco e dei Laghi di Palanfrè Parco naturale Alta Valle Pesio e Tanaro, Riserve naturali Oasi Crava di Morozzo e 'Ciciu' del Villar Ente di gestione delle Riserve naturali speciali del Sacro Monte di Orta, del Monte Mesma e del Colle della Torre del Buccione Ente di gestione Parchi e Riserve naturali del Lago Maggiore Parco naturale del Gran Bosco di Salbertrand Riserva naturale speciale del Sacro Monte di Varallo Ente Parco Lame del Sesia Ente di gestione del Parco naturale Orsiera-Rocciavrè e della Riserva naturale speciale dell'Orrido e Stazione Leccio di Chianocco Parco naturale del Monte Fenera hanno inviato i rispettivi rendiconti in data successiva al 31/3/1994 e pertanto solo ora si rende possibile sottoporre gli stessi al Consiglio regionale per l'approvazione così come previsto dal citato art. 77 della legge di contabilità regionale".



PRESIDENTE

Se non vi sono richieste di parola, passiamo all'esame del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 44 hanno risposto SI 27 Consiglieri hanno risposto NO 2 Consiglieri si sono astenuti 15 Consiglieri.
L'art. 1, e pertanto l'intero testo della legge, è approvato.


Argomento: Polizia rurale, urbana e locale

Esame progetto di legge n. 502: "Modifiche alla L.R. 30/11/1987, n. 58 'Norme in materia di polizia locale'"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del progetto di legge n. 502, di cui al punto 16) dell'o.d.g.
Relatore è il Consigliere Nerviani, che ha facoltà di intervenire.



NERVIANI Enrico, relatore

Dò per letta la relazione, il cui testo, a mani dei Consiglieri recita: "La L.R. 30/11/1987, n. 58, costituisce referente normativo di primaria importanza per l'attività della Polizia municipale, disciplinando compiutamente e praticamente aspetti di principio enunciati dal legislatore nazionale nella legge 7/3/1986, n. 65.
L'esigenza dell'addestramento inteso nella sua più ampia accezione di formazione culturale professionale degli operatori, che la legge statale prevede espressamente, viene realizzato con i corsi di formazione e di aggiornamenti organizzati ai sensi degli artt. 13 e seguenti della L.R. n.
58/87. Ed è con riferimento alla composizione delle Commissioni esaminatrici previste dall'art. 13 che si avverte l'utilità di una parziale novellazione.
La presenza, de iure condito, obbligatoria di un docente con qualifica di magistrato è, di fatto, ostacolo alla composizione delle Commissioni.
E' noto che i Magistrati debbono preventivamente ottenere, per incarichi di docenza e di partecipazione in Commissione di esame autorizzazione da parte del CSM. La procedura relativa è particolarmente lunga e laboriosa e le autorizzazioni non consta siano rilasciate con facilità.
La conseguenza che ne deriverebbe sarebbe dunque quella di un vero e proprio impasse per la regolare costituzione e nomina della Commissione e poiché la disposizione legislativa regionale 'de qua' sembra avere valenza di norma imperativa non derogabile, ne conseguirebbe la nomina di Commissioni senza tener conto del dettato di legge: la presenza del Magistrato potrebbe costituire vizio inficiante con effetti estesi non solo alla regolarità della costituzione della Commissione, quanto a tutti gli atti conseguenti. Nello spirito di adeguamento alle recenti normative nazionali che privilegiano nella composizione della Commissione di concorsi e di esami la presenza dei cosiddetti 'tecnici', si ritiene possa essere modificata la formulazione dell'art. 13, comma terzo, della legge regionale sopra citata, prevedendo quali componenti della Commissione: un dirigente/funzionario dell'Amministrazione regionale, Assessorato polizia locale il Diretto tecnico del corso n. 2 docenti, dei quali uno con una qualifica di Comandante non inferiore alla VII q.f.
un rappresentante dell'Amministrazione comunale designato tra i dirigenti/funzionari anche estranei alla stessa, docenti di materie giuridiche, liberi professionisti, esperti nelle materie trattate nel corso.
L'Amministrazione comunale potrà così avvalersi di propri rappresentanti che garantiranno, per le specifiche formazioni culturali e le qualifiche rivestite, la conoscenza approfondita della materia e la consequenziale capacità di valutazione.
I verbali dei lavori delle Commissioni verranno redatti a cura del Direttore del corso.
Si ritiene poi utile la parziale modificazione anche dell'art. 2 della L.R. n. 58/87.
Tale norma, intitolata 'collaborazione tra Enti locali e Consorzi' prevede espressamente forme associative tra i Comuni teleologicamente mirate al consorziamento per l'effettuazione dei servizi di polizia locale forme che la Regione promuove e che dovrà continuare a promuovere. Onde garantire però una ancora più stretta mutua collaborazione tra i Corpi di Polizia municipale della Regione, si ritiene possa essere normativamente previsto l'impiego, anche temporaneo da parte di un Corpo di agenti di Polizia municipale di diverso Comune, con funzioni di ausilio in caso di particolari e straordinarie contingenze: manifestazioni di grande risonanza, visite di Capi di Stato e così via.
L'art. 4 della legge quadro sull'ordinamento della Polizia municipale prevede, al n. 4, lettera c), che i Regolamenti dei singoli Corpi contengano disposizioni relative alle 'missioni esterne per soccorso in caso di calamità e disastri o per rinforzare altri Corpi e Servizi in particolari occasioni stagionali od eccezionali, previa esistenza di appositi piani o di accordi tra le Amministrazioni interessate', fatto salvo l'obbligo di darne comunicazione al Prefetto.
La formulazione dell'articolo di legge nazionale non può però trovare applicazione nel caso di assenza di Regolamenti del Corpo o, se vigenti, in quello in cui non siano dettate espressamente norme regolamentari.
L'art. 4 della legge quadro impone ai Comuni di adottare i regolamenti del Servizio di Polizia municipale, indicando le disposizioni che in esso debbano essere contenute. E' evidente che la norma di legge non può per sostituirsi all'eventuale inazione delle Amministrazioni comunali, donde l'esigenza di una disciplina regionale.
Mossa dall'intendimento di superare formalismi che di fatto potrebbero pregiudicare, frustrandolo, l'obiettivo di collaborazione che si rendesse necessario, la norma regionale della quale si propone la modifica dovrà espressamente prevedere che gli intercorrendi accordi tra i Comandi interessati indichino gli aspetti operativi ed in particolare i soggetti legittimati ad impartire disposizioni ai singoli Agenti.
Le forme di collaborazione previ meri accordi consentiranno così di soddisfare esigenze contingenti senza necessariamente consorziari, dando ulteriore attuazione concreta al principio della mutua collaborazione.
Rimane impregiudicato l'obbligo di comunicazione alle rispettive Prefetture di competenza".



PRESIDENTE

Non essendovi richieste di parola, passiamo all'esame del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 20 voti contrari 1 astensioni 17.
L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 20 voti contrari 1 astensioni 17.
L'art. 2 è approvato.
Passiamo alle dichiarazioni di voto sull'intero testo della legge.
La parola al Consigliere Rabellino.



RABELLINO Renzo

Intervengo brevemente per motivare il voto contrario. La polizia locale è materia delegata alle Regioni; questa modifica, che in pratica obbliga le Amministrazioni comunali interessate a tali accordi a darne comunicazione alle Prefetture, mi pare un atto di delega ulteriore: la Regione è delegata e poi ulteriormente delega alle Prefetture. Oltre tutto ciò avviene in un momento in cui, come abbiamo visto, le Prefetture sono strumenti burocratici che creano esclusivamente degli intoppi, per cui mi pare assurdo delegare le Prefetture in materia o anche solo darne comunicazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vaglio.



VAGLIO Roberto

Desidero motivare l'astensione della Lega Nord a questo provvedimento non già in ordine a quanto il provvedimento stesso si pone di normare, ma a quello che non norma.
Riteniamo che il settore della polizia urbana in Piemonte debba essere fortemente modificato e ridimensionato, e sicuramente non in diminuendo.
A tale scopo, anche per incrementare gli organici della Polizia municipale attraverso il reclutamento di volontari e quindi l'ufficializzazione di corpi di volontari che già all'interno del Testo Unico delle leggi di Pubblica sicurezza vengono compresi, ci accingiamo a presentare un progetto di legge.
Proprio per questo motivo, perché riteniamo estremamente riduttivo l'intervento che il disegno di legge proposto sta facendo sulla materia, il voto della Lega Nord sarà di astensione.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 44 hanno risposto SI 29 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere si sono astenuti 14 Consiglieri.
L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Cooperazione

Esame progetto di legge n. 420: "Interventi per l'inserimento qualificato di giovani disoccupati e di lavoratori in cassa integrazione straordinaria o ex dipendenti da aziende in crisi in cooperative già costituite o di nuova costituzione. Abrogazione della L.R. 21/6/1984, n. 28 e successive modifiche ed integrazioni"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del progetto di legge n. 420, di cui al punto 12) all'o.d.g.
La parola al relatore, Consigliere Cerchio.



CERCHIO Giuseppe, relatore

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, stamane, in occasione della riunione dei Capigruppo, abbiamo convenuto di accelerare l'esame delle deliberazioni e dei disegni di legge che direttamente o indirettamente possono avere una ricaduta in questa stagione di grande emergenza, anche per effetto delle vicende alluvionali.
Mi sia dunque consentito brevemente dire come il Piemonte sia stata una delle prime Regioni nel nostro Paese a dotarsi, fin dal 1984, di una legge volta a sostenere l'occupazione dei soggetti più deboli nel mercato del lavoro, attraverso l'incentivazione delle cooperative composte soprattutto da questi soggetti.
Se oggi la legge verrà approvata dall'aula consiliare - la Commissione competente ha già espresso a grande maggioranza parere favorevole - il Piemonte sarebbe la prima Regione che, tenuto soprattutto conto della grave crisi occupazionale della realtà piemontese (una Regione fortemente caratterizzata dai settori produttivi e quindi dalle ricadute negative che si determinano in termini di livelli occupazionali per questo) e dei danni provocati dall'alluvione di questi giorni, si aggiorna a queste norme prevedendo l'incentivazione alle cooperative costituite da giovani, da donne, da disoccupati adulti, da lavoratori in cassa integrazione o provenienti da aziende in liquidazione, ed ancora: da emigrati piemontesi in rientro nel nostro Paese e da lavoratori posti nelle liste in mobilità.
Si tratta quindi di un'ampia fattispecie di possibilità di utilizzo da parte di queste fasce deboli in un momento di grande debolezza e difficoltà per i livelli occupazionali.
Nei nove anni di applicazione della precedente legge sulle cooperative di produzione-lavoro (prima la legge n. 28 e successivamente la Legge n. 44 che ha introdotto la legge odierna sulle cooperative di produzione-lavoro) una delle leggi che ha "bevuto" di più, se mi si passa il termine, nel senso che ha avuto ricadute concrete sull'impatto occupazionale, in questi nove anni - dicevo - gli effetti economici ed occupazionali sono stati soddisfacenti.
Sono state costituite infatti circa novanta nuove cooperative di produzione-lavoro; ne sono state consolidate altre settantacinque (vedo molti giovani in aula, è un invito ad analizzare questa ipotesi quando usciranno dal percorso scolastico) e sono stati creati circa 1.500 posti di lavoro con un costo medio, per la Regione, di circa 17 milioni di lire (un costo estremamente basso a fronte di altri costi per posti di lavoro attivati da altre leggi regionali o dalle stesse leggi nazionali).
I risultati a cui ho fatto riferimento, già di per sé assai apprezzabili, potranno avere una ricaduta ancora migliore con la nuova legge. Infatti, a fronte di un'erogazione a fondo perduto prevista inizialmente nella misura del 40% degli investimenti, poi portata al 50 comunque fino ad un massimo di 200 milioni (portato successivamente a 250 milioni), la nuova legge che oggi andiamo ad esaminare prevede finanziamenti di una somma fino al 50% degli investimenti con un tetto massimo di 350 milioni, ai quali si può aggiungere un'ulteriore erogazione a fondo perduto di ulteriori 50 milioni per l'avviamento delle cooperative di nuova costituzione.
Come ho detto all'inizio, questi interventi prevedono ed includono anche nuovi soggetti: cassaintegrati, lavoratori in mobilità, emigrati piemontesi in ritorno nel nostro Paese, disoccupati adulti: una fattispecie, quindi, non indifferente. Inoltre questi interventi prevedono anche finanziamenti finalizzati alla formazione professionale e manageriale.
Si tratta quindi di una vasta serie di occasioni e di opportunità date da una Regione che in questi anni ha precorso i tempi dell'emergenza optando per la scelta di una politica di creazione-lavoro che offrirà in una stagione di grande debolezza non solo congiunturale, ma anche strutturale, in cui si assomma anche, purtroppo, la grande emergenza provocata dalle alluvioni, concrete opportunità produttive a soggetti che difficilmente potrebbero acquisire una loro stabile funzione e presenza nel mondo del lavoro, senza un adeguato apporto dell'operatore pubblico in fase di avvio.
Gli otto e più miliardi attivati nell'anno in corso potranno anche essere dieci per una legge che diventerà operativa nel 1995. Mi auguro sia così, come indicativamente si sta discutendo. Credo che questo possa essere un elemento significativo per una legge la cui applicazione ha avuto una ricaduta concreta sul territorio.
Mi auguro che questa legge, così come ha avuto voto favorevole in sede di Commissione competente e in sede di confronto con le associazioni delle cooperative, possa avere anche il voto favorevole dell'aula consiliare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Calligaro.



CALLIGARO Germano

Signora Presidente, colleghi Consiglieri, si tratta della legge n. 28 del 1984 modificata dalla legge n. 44 nel 1988 e oggi adeguata per favorire il lavoro autogestito e il lavoro cooperativo. Si tratta di una legge che si rivolge alle fasce deboli nel mercato del lavoro, non a quelle debolissime per le quali vi sono le cooperative sociali.
Un bilancio può e deve essere fatto. Questi strumenti di legge sul lavoro autogestito e cooperativo hanno funzionato bene, il bilancio è nel complesso positivo. In passato vi furono alcuni progetti di decentramento produttivo che poco avevano a che fare con la cooperazione, però questa stortura fu corretta rapidamente e si può dire che nel complesso la legge ha prodotto risultati molto interessanti.
Si sono creati nuovi posti di lavoro con un costo medio di circa 17/18 milioni di lire per posto di lavoro nuovo; la legge De Vito, che oper soprattutto nel Mezzogiorno d'Italia, ma oggi anche al nord, crea posti di lavoro ad un costo medio di 180/200 milioni di lire. Con 17/18 milioni di lire la Regione Piemonte è riuscita a creare nuovi posti di lavoro stabili e qualificati che continuano a sussistere tuttora. E' una legge importante per la promozione di cooperative sane, capaci di stare sul mercato. La legge diventa uno strumento importante nelle politiche attive del lavoro dove la Regione Piemonte ha strumenti obsoleti e scoordinati, quindi mi auguro che a partire dalla legge sulla cooperazione si dia coordinamento e si superino i vecchi strumenti riguardanti le politiche attive del lavoro.
Questo disegno di legge, che sta per essere trasformato in legge amplia i soggetti che possono beneficiare della legge stessa, supera forme di finanziamento a fondo perduto, istituisce un fondo di rotazione e quindi moltiplica le risorse disponibili, naturalmente prevede sempre che le domande vengano valutate da un Comitato tecnico in modo tale da poter finanziare solo quelle cooperative che presentano progetti congrui, capaci di ricaduta economico-produttiva e di incremento dell'occupazione.
Non so se si è tenuto conto - mi rivolgo al Vicepresidente della Giunta, Marengo - dei limiti alle regole in base alle quali si concedono i finanziamenti alle cooperative - in sostanza si tratta delle critiche sollevate nel corso del seminario da parte del Comitato tecnico.
Mi pare che non vi siano emendamenti al disegno di legge presentato; me ne dispiaccio, poiché mi parevano congrue le critiche effettuate dal Comitato tecnico, il quale, pur stabilendo che la legge aveva funzionato bene, ha denunciato il fatto che spesso è costretto a finanziare domande inconsistenti. Noi vogliamo invece che si finanzino domande di una determinata consistenza e certezza di ricaduta economico-produttiva ed occupazionale.
Comunque, a parte tale critica, nel complesso ci pare che lo strumento abbia funzionato e possa continuare a funzionare bene.
Le ultime considerazioni riguardano il peso specifico della cooperazione - lungi da me l'idea che tutto debba essere autogestito e cooperativo; ma ho nettissima l'impressione che il peso specifico delle cooperative, nell'economia complessiva della Regione Piemonte, sia ancora insufficiente: in sostanza, che possa crescere, possa dare dei frutti più rilevanti di quelli che abbiamo avuto sinora.
Allo stesso modo, bisognerebbe curare in modo particolare la formazione di futuri cooperatori, fare vera e propria formazione manageriale. Avviare un'attività cooperativa non è semplice, non è facile; si diventa imprenditori di aziende magari piccole, ma pur sempre di aziende che devono avere una motivazione e devono essere, fra l'altro, comprovate dalla dura legge del mercato. Se è così la formazione diventa un elemento decisivo non solo promozione, non solo servizi che favoriscono la costituzione di nuove cooperative, ma soprattutto formazione manageriale, formazione dei futuri cooperatori.
Altra strada da percorrere è far sì che le cooperative esistenti, le più salde e qualificate, possano figliare nuove attività di lavoro cooperativo ed autogestito.
Se dobbiamo - come dovremo affrontare una disoccupazione strutturale e di lunga durata, non si può non qualificare ulteriormente lo strumento del lavoro cooperativo, in modo da dare una risposta il cui peso specifico sia più elevato di quello attuale, che mi pare complessivamente modesto.
C'è poi un problema di risorse finalizzate a questo strumento: spesso vi si dedicano risorse del tutto inadeguate. Occorre aumentare le risorse a disposizione di questo strumento di legge e, possibilmente, attingerne dal Regolamento comunitario n. 2081, in modo tale da dare al sistema cooperativo e del lavoro autogestito un peso specifico maggiore rispetto a quello attuale.
Nel complesso il nostro giudizio è positivo. Ci spiace non sia stata accolta la critica del Comitato tecnico, e quindi di rendere più rigide e più certe le regole, al fine di finanziare aziende cooperative vere, e non essere di "manica larga" ma assai rigorosi: dalle risorse trasferite alle cooperative attendiamo infatti ricadute economico-produttive certe, quali quelle di chiunque intraprenda iniziative imprenditoriali, e, soprattutto ricadute occupazionali. Quelle ricadute alle quali si riferisce la legge: senza di esse non si giustificherebbe alcun finanziamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bodrero.



BODRERO Antonio

Io mi associo a ciò che ha detto il Consigliere Calligaro, soprattutto perché ha parlato del rigore, e quindi non ha cercato di presentare un quadro assolutamente idillico. Ha ritenuto, giustamente, che il rigore sia necessario.
Comunque, il mio intervento è soprattutto per una questione formale direi quasi una domanda, più che un suggerimento. Non sarebbe il caso di mettere "inserimento qualificato di disoccupati in genere" quindi sia giovani per primo impiego e gli altri che praticamente sono disoccupati (in cassa, ecc.) Altrimenti sembra che disoccupati siano solo i giovani. E' questione puramente formale, ma forse il testo sarebbe più chiaro. Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Marengo.



MARENGO Luciano, Assessore regionale

Brevissimamente, per rispondere al Consigliere Calligaro: abbiamo recepito quanto richiesto dal Comitato tecnico non nella legge, ma nella deliberazione di recepimento delle domande. Le critiche mosse sono state tutte assunte (ma non nel testo di legge, per i motivi già illustrati nel seminario).



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, passiamo all'esame del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 voti favorevoli 33.
L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 voti favorevoli 33.
L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 voti favorevoli 33.
L'art. 3 è approvato.
ART. 4 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 voti favorevoli 33.
L'art. 4 è approvato.
ART. 5 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 voti favorevoli 33.
L'art. 5 è approvato.
ART. 6 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 voti favorevoli 33.
L'art. 6 è approvato.
ART. 7 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 voti favorevoli 33.
L'art. 7 è approvato.
ART. 8 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 voti favorevoli 33.
L'art. 8 è approvato.
ART. 9 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 voti favorevoli 33.
L'art. 9 è approvato.
ART. 10 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 voti favorevoli 33.
L'art. 10 è approvato.
ART. 11 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 voti favorevoli 33.
L'art. 11 è approvato.
ART. 12 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 voti favorevoli 33.
L'art. 12 è approvato.
ART. 13 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 voti favorevoli 33.
L'art. 13 è approvato.
ART. 14 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 voti favorevoli 33.
L'art. 14 è approvato.
ART. 15 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 voti favorevoli 33.
L'art. 15 è approvato.
ART. 16 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 voti favorevoli 33.
L'art. 16 è approvato.
ART. 17 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 voti favorevoli 33.
L'art. 17 è approvato.
ART. 18 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 voti favorevoli 33.
L'art. 18 è approvato.
ART. 19 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 voti favorevoli 33.
L'art. 19 è approvato.
ART. 20 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 voti favorevoli 33.
L'art. 20 è approvato.
ART. 21 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 voti favorevoli 33.
L'art. 21 è approvato.
ART. 22 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 voti favorevoli 33.
L'art. 22 è approvato.
ART. 23 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 voti favorevoli 33.
L'art. 23 è approvato.
ART. 24 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 voti favorevoli 33.
L'art. 24 è approvato.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 43 Consiglieri.
L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Varie

Saluto della Presidente del Consiglio regionale agli studenti dell'Istituto Professionale per il Commercio "Giulio" di Torino


PRESIDENTE

Saluto a nome del Consiglio regionale gli studenti dell'Istituto Professionale per il Commercio "Giulio" di Torino, che hanno seguito una parte dei lavori.


Argomento: Lavoro - Movimenti migratori: argomenti non sopra specificati

Esame proposta di deliberazione n. 1044: "L.R. n. 55/84 e successive modifiche 'Impiego temporaneo e straordinario di lavoratori disoccupati in cantieri di lavoro di enti locali' Modifica alle procedure previste per il 1994 dalla DCR n. 894-13067 del 4/10/1994"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame della proposta di deliberazione n. 1044 precedentemente iscritta all'o.d.g.
La deliberazione è a conoscenza della Giunta e del Consiglio perché è stata esaminata in Commissione.
La parola al Consigliere Calligaro.



CALLIGARO Germano

In Commissione abbiamo manifestato piena condivisione allo strumento.
Ne avevamo parlato anche perché le attività di cantiere in qualche modo fossero propedeutiche a qualche attività che prefigurasse sbocchi occupazionali.
Intervengo brevemente per far presente una questione: so che le Province hanno posto un problema di tempi. Pubblicazione della deliberazione il 2 novembre; entro il 12 dicembre - 40 giorni bisognerebbe presentare programmi e progetti. Gli enti locali e le Province chiedono di avere un mese in più, in sostanza, anche perché le Province sono alle prese con i bilanci che, come noto, vengono predisposti in tempi non brevi. Se è così io non esiterei ad accettare l'idea che possano essere presentate le domande entro il 12 gennaio, allungare cioè di un mese il tempo a disposizione, in modo che tutti possano fare bene progetti e proposte e in tal modo mettere a proprio agio gli enti locali e la Provincia che deve poi valutare ed autorizzare le attività di cantiere.
Quindi la modifica potrebbe essere fatta con un emendamento proposto dalla Giunta stessa.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cerchio.



CERCHIO Giuseppe

Capisco la ragione tecnica sostanziale indicata dai colleghi in ordine all'ipotesi di dare un tempo ragionevolmente sufficiente, in un momento di emergenza, affinché i Comuni possano prorogare il termine del 12 dicembre.
Credo che tecnicamente e giuridicamente sia difficile andare al di là dell'anno: quindi se tecnicamente è possibile recuperare una decina di giorni per non mettere proprio la scadenza al 25 dicembre, bene, altrimenti mi pare che giuridicamente non possiamo andare al 1995.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Marengo.



MARENGO Luciano, Assessore regionale

Di questa questione abbiamo parlato anche con la Provincia di Torino che la sollevava in termini più generali rispetto ad altre Province ed enti locali. Siamo di fronte ad un vincolo di legge, però, che impone che ci siano i 40 giorni. Abbiamo già raggiunto un accordo sul quale concordano anche gli Assessori ed i funzionari; già domani si terrà un incontro con tutti gli Assessori provinciale ed i funzionari. Verrà consegnato un modulo in modo che ci sia il necessario supporto tecnico da parte nostra per far sì che gli enti locali siano comunque in grado, entro il 12 dicembre, di presentare i progetti.



PRESIDENTE

Pongo in votazione tale deliberazione, il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 38 Consiglieri presenti.
Pongo in votazione l'immediata esecutività della deliberazione, ai sensi dell'art. 49 della legge 10/2/1953, n. 62.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Il Consiglio approva all'unanimità dei 38 Consiglieri presenti.


Argomento: Uso delle acque (regimazione, usi plurimi) - Difesa idrogeologica

Esame proposta di deliberazione n. 986: "Programma annuale di finanziamenti per la realizzazione di opere acquedottistiche, fognarie e di depurazione per un importo di L. 5 miliardi 'L.R. 21/3/1984, n. 18' (Cap. 24360/94)"


PRESIDENTE

Procediamo con il punto 19) all'o.d.g. che prevede l'esame della proposta di deliberazione n. 986.
Se non vi sono interventi, pongo in votazione tale deliberazione, il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 27 voti favorevoli e 4 astensioni.


Argomento: Consulte, commissioni, comitati ed altri organi collegiali - Sanita': argomenti non sopra specificati

Esame progetto di legge n. 514: "Modifica dell'art. 11 della L.R. 27/10/1982, n. 31, come modificata dalla L.R. 3/9/1986, n. 39 'Disciplina degli Organi Collegiali Sanitari' - Commissione invalidi civili, ciechi e sordomuti - Rideterminazione compensi"


PRESIDENTE

Passiamo al punto 8) all'o.d.g. che prevede l'esame del progetto di legge n. 514.
Relatore è il Consigliere Gallarini, che ha facoltà di intervenire.



GALLARINI Pier Luigi, relatore

Dò per letta la relazione, il cui testo, a mani dei Consiglieri recita: "Con L.R. 3/9/1986, n. 39 si era provveduto a rideterminare i compensi spettanti ai componenti delle Commissioni Sanitarie di seconda istanza per gli invalidi civili, i ciechi civili ed i sordomuti.
Nel frattempo la legislazione nazionale in materia è stata oggetto di modificazioni; l'ultima di queste è contenuta nella legge 15/10/1990, n.
295, che ha previsto fra l'altro: 1) l'abrogazione di competenze regionali in materia di ricorsi avverso le decisioni della Commissione di prima istanza 2) l'istituzione presso ogni USSL di una o più Commissioni per l'accertamento degli stati di invalidità.
Le Commissioni Sanitarie per gli invalidi civili, per i ciechi civili e per i sordomuti di cui all'art. 1 della citata legge n. 295/90 sono integrate con un sanitario in rappresentanza rispettivamente dell'Associazione Nazionale dei Mutilati ed Invalidi Civili, dell'Unione Italiana Ciechi e dell'Ente Nazionale Sordomuti.
Agli stessi sanitari a tutt'oggi viene corrisposto per ciascuna giornata di partecipazione alle sedute un gettone di presenza di L. 15.000 con esclusione dal pagamento medesimo sia per i dipendenti regionali che del Servizio Sanitario Nazionale.
L'entità del gettone di presenza stabilita nel 1976 si deve considerare oggi, a distanza di diciotto anni, particolarmente esigua sia in relazione alla durata e all'impegno di ciascuna seduta della Commissione, sia in relazione alla svalutazione del potere di acquisto della lira.
Tutte le altre Regioni da tempo hanno già provveduto a variare il gettone di presenza corrisposto ai componenti di Commissioni e collegi che operano nell'ambito regionale.
Il provvedimento è determinato dalla difficoltà estrema, data appunto l'esiguità del compenso, di reperire medici in rappresentanza delle Associazioni di categoria ad accettare l'incarico di componente delle Commissioni in argomento, pertanto si propone una modifica della presente legge.
Più in particolare, a ciascun componente non dipendente regionale o del Servizio Sanitario Nazionale delle Commissioni Sanitarie per gli invalidi civili, per i ciechi civili e per i sordomuti, di cui all'art. 1 della legge 15/10/1990, n. 295, spetta per ciascuna giornata di partecipazione alle sedute valide un gettone di presenza nella misura di L. 15.000, nonch la somma di L. 5.000 per ogni domanda definita.
Tale ultima somma può essere periodicamente aggiornata dalla Giunta regionale sulla base delle variazioni dei prezzi al consumo per famiglie di operai ed impiegati accertati dall'ISTAT".



PRESIDENTE

Non essendovi richieste di parola, possiamo passare all'esame dell'articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 30 voti favorevoli 28 astensioni 2.
L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 30 voti favorevoli 28 astensioni 2.
L'art. 2 è approvato.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 37 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri.
L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Beni culturali (tutela, valorizzazione, catalogazione monumenti e complessi monumentali, aree archeologiche)

Esame progetto di legge n. 523: "Valorizzazione della Sacra di San Michele 'Monumento simbolo' del Piemonte"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del progetto di legge n. 523, di cui al punto 10) all'o.d.g.
La parola al relatore, Consigliere Nerviani.



NERVIANI Enrico, relatore

Grazie, Presidente. Chiedo scusa ai colleghi se non darò per letta la relazione; non soltanto ne leggerò la premessa, ma riferirò il contenuto tutto intero. A meno che non ci siano urgenze davvero pressanti. In quel caso, ovviamente, mi metterei subito in coda. Non vorrei proprio che questa proposta di legge passasse come una qualunque leggina che qualche volta si fa a tutela di questo o quel bene, di questa o quella cosa, di questo o di quel gruppo, associazione, categoria o quant'altro si voglia.
Le intenzioni che sono sottese a questa proposta di legge sono particolarmente serie e vorrei che questa legge diventasse esemplare - lo dirò anche più avanti di altri comportamenti analoghi che il Consiglio regionale dovrebbe nel tempo assumere.
Vorrei anche dire che tanto si parla in questo tempo di federalismo avendo abbandonato il termine "regionalismo", ma io continuo a sostenere che non ci sarà né federazione, né Regione, se alla base della federazione e delle Regioni non vi sarà una cultura della federazione e una cultura delle Regioni.
Saremmo in presenza, nel caso così fosse, se si trattasse soltanto di demarcazioni, di territori, di una divisione artificiosa del nostro Paese puramente orientata ad un obiettivo organizzativo, che con la storia del nostro Paese e delle nostre Regioni non ha nulla a che vedere.
Signor Presidente, alzo un po' la voce perché mi pare che ci sia un brusìo che non consente, a tono normale, di essere sentito.



PRESIDENTE

Colleghi, per cortesia!



NERVIANI Enrico, relatore

La presentazione di questa proposta di legge ha avuto generosa accoglienza presso tutti i Gruppi politici del Consiglio regionale. E io non posso che essere grato per la disponibilità a capire che ho generalmente riscontrato ed anche per la tolleranza che hanno dimostrato coloro che non hanno avuto tempo di approfondire la proposta. Essi si sono amichevolmente arresi all'intensa richiesta di sottoscrizione che più di una volta mi sono permesso di rivolgere anche in presenza di una parziale conoscenza dell'argomento.
Credo che molti abbiano correttamente visto nella proposta l'intendimento di salvaguardare un grande monumento del Piemonte, un monumento carico di storia e di leggenda; un monumento la cui collocazione aiuta a proporre in modo fascinosamente romantico ed al quale si stanno destinando nuove e forti attenzioni anche da parte del cittadino non propriamente attento ai valori e ai beni culturali del nostro Paese.
In realtà questo è l'obiettivo; esso, tuttavia, non può essere pensato nei termini esclusivi della pura tutela del bene architettonico ed artistico.
Se così fosse, non ci sarebbe probabilmente stato e non ci sarebbe bisogno di una proposta di legge. Sarebbe sufficiente continuare in modo più convinto e sostanzioso la politica di sostegno alle iniziative degli attuali "gestori" della Sacra e a quelle della Soprintendenza.
Si tratta invece di riconoscere alla Sacra di San Michele caratteristiche di grande eccezionalità, non solo per i valori culturali che compendia, ma anche per la capacità di rappresentare simbolicamente ed esemplarmente il Piemonte nella sua storia, nella sua tenacia, nel suo coraggio.
La Sacra, monumento simbolo, monumento dalla forte identità e dalla facile, diffusa riconoscibilità. In Commissione l'approfondimento della proposta ha fatto emergere qualche dubbio sulla esclusività di questo simbolo o, più radicalmente, sulla opportunità di individuare dei simboli.
Mi pare che i dubbi si siano sciolti grazie ad un dibattito costruttivo e schietto; ma vale forse la pena di ritornare sulla questione.
Può darsi che definire la Sacra "il monumento simbolo del Piemonte" porti pregiudizialmente ad escludere altre testimonianze ugualmente grandi e simboliche che potrebbero essere proposte alla nostra attenzione.
Non pare a me che la Sacra possa avere concorrenze convincenti nella sua forza di rappresentazione simbolica; ciò nondimeno il suggerimento di ridurre l'assolutezza dell'individuazione con l'eliminazione di un articolo determinativo nel testo originariamente proposto è stato accolto, e ci attenua obiettivamente tono e preoccupazioni, e ha portato all'approvazione sostanzialmente unanime della nuova formulazione in Commissione, con qualche riserva di cui poi farò cenno.
In ordine alla necessità di riconoscere in alcuni elementi della nostra realtà regionale dei simboli, dei segni di identità più forti e più esemplari, ho personalmente la convinzione che esista, ed anche in modo pressante.
Non riesco sinceramente a pensare che il nuovo impianto istituzionale del nostro Stato ed il suo decentramento amministrativo ed organizzativo l'esaltazione del regionalismo e del federalismo, qualunque sia l'accezione che gli si voglia dare, possano prescindere dal rafforzamento della peculiarità culturale di ciascuna Regione. Storia, lingua, tradizioni costume, ambiente, monumenti, testimonianze dell'articolazione e della originalità della società regionale, vanno conosciuti e resi meglio comprensibili a tutti i cittadini piemontesi perché della loro Regione si sentano partecipi o meglio vi si riconoscano.
Non c'è in questo nessun residuo di esclusività o di autoemarginazione della più vasta comunità nazionale; c'è solo la volontà di dare senso sociale e culturale ad articolazioni dello Stato che hanno radicamenti storici forti ed incontestabili.
Vanno in questo senso tutte le iniziative che intendono segnare come piemontese tutto ciò che piemontese peculiarmente è, ed anche tutte le azioni che permettono l'individuazione della realtà e delle istituzioni piemontesi.
Le Regioni, sempre che in queste tutti - come sembra dalle dichiarazioni verbali - ancora crediamo, hanno bisogno anche di un rafforzamento d'immagine di una loro presentazione ed autopresentazione distintiva.
Il monumento simbolo "Sacra di San Michele" è uno strumento fra i tanti utili e possibili, anche per il raggiungimento di questo scopo.
La relazione di dettaglio che segue illustra puntualmente, o almeno cerca di farlo, il significato complessivo della proposta presentata al Consiglio. In Commissione si è avuto il tempo di approfondirla e di adeguatamente discuterla.
Sono convinto che il Consiglio amplierà la discussione e la arricchirà di elementi nuovi ed importanti. Spero anche che colga ancora e meglio le genuine e positive intenzioni della proposta di legge della quale naturalmente, raccomando la più vasta e convinta approvazione.
Questa è l'introduzione.
Chiedo scusa ai capannelli di colleghi che stanno discutendo di altro se mi impegno anche alla lettura della seconda parte della relazione.
Ripeto, non è una picca, è semplicemente un tentativo di far capire che dietro questa proposta vi è l'azione seria di una ricerca dei simboli che possono rappresentare correttamente la nostra Regione.
Il Piemonte, in realtà, non è solo una Regione grande, ma soprattutto una grande Regione.
La crisi attuale e le inevitabili conseguenti contraddizioni non possono far dimenticare una storia fortemente contrassegnata da un intenso anelito per la libertà, un radicato spirito di tolleranza della sua gente una diffusa attenzione per la conoscenza, l'incessante fermento per la traduzione della scienza in opere ed in attività imprenditoriali, una ricerca coraggiosa di norme per la civile convivenza, un autentico amore per tutto ciò che equilibra natura ed azione dell'uomo.
Da alcuni anni si è intensificato l'impegno perché questi valori veri potessero essere ulteriormente diffusi e vissuti autenticamente, anche per fare della Regione una comunità riconosciuta e riconoscibile nella sua identità e nelle sue peculiarità.
Questo è bene e non riduce certamente il senso dell'appartenenza alla comunità nazionale, il cui consolidamento il Piemonte promuove con determinazione dal secolo scorso e che è altresì fortemente rappresentata dalla eccezionale articolazione della provenienza dei nuovi cittadini piemontesi. Al contrario, la evidenzia contribuendo a mettere in risalto le specificità regionali che potranno essere trascurate solo con il superamento da nessuno - pare auspicato della concezione regionalista e della riorganizzazione regionale dello Stato.
Da qui può nascere e può imporsi, quando se ne manifesta la sensibilità e l'opportunità, la ricerca di elementi simbolici, capaci di sintetizzare caratteristiche, dimostrare storie e favorire il sentimento dell'appartenenza alla comunità rappresentata.
Ai sottoscrittori della presente proposta di legge pare che la Sacra di San Michele, il più alto e il più grande fra gli edifici che spericolatamente svettano al sommo delle montagne piemontesi, sia sintesi di tali e tanti fattori esemplari del Piemonte da meritare una considerazione eccezionale e da proporsi come monumento simbolo per tutta la comunità che, fra l'altro, ne sta per fortuna riscoprendo ora l'assoluta eccezionalità e l'incomparabile messaggio di storia e di cultura.
La Sacra di San Michele è monumento alla natura, dolce e aspra al tempo stesso, delle montagne piemontesi che segnano gran parte del territorio regionale.
Il monte su cui è stata costruita, quasi a prolungarne verso l'alto la vetta, è il Pirchiriano, 962 metri sul livello del mare, e posto a metà strada sulla storica via di collegamento del Piemonte con la terra di Francia.
Il Pirchiriano è ricoperto da una vegetazione fitta ed interessante dal punto di vista naturalistico che accompagna il visitatore, il pellegrino e il turista lungo un cammino verde alla ricerca dell'"alto".
Il Monte della Sacra di San Michele è stato testimone, ancor prima della stessa abbazia, dell'intenso, mutevole evolversi delle vicende umane in Piemonte, da quelle degli abitatori delle caverne preistoriche di Vaie e di Villar Focchiardo a quelle dei pastori, degli agricoltori neolitici, dei palafitticoli dei Laghi di Avigliana e di Trana.
Fortificato forse già dai Liguri, lo fu certamente poi dai Celti. I Romani, che organizzarono in Provincia le Alpi Cozie nel I secolo dopo Cristo, dedicarono il luogo a divinità alpine; di ciò vi è traccia in interessanti frammenti marmorei ed epigrafici.
Ai Romani si sostituirono nelle occupazioni del Pirchiriano, come peraltro in tutta la Valle di Susa, i Burgundi e quindi gli Eruli di Odoacre.
Verso la fine del V secolo, sono i Bizantini a mettere sotto il loro dominio i valichi della Valle di Susa. Dal 569 è la volta dei Longobardi e poi dei Franchi (773).
Alla fine del IX secolo, tocca ai Saraceni occupare le Alpi occidentali per quasi un secolo. Nel 933, la Valle di Susa, fino ad Avigliana, fa parte del Regno di Borgogna.
Pochi anni più tardi, Re Berengario II assegna la Marca della Valle di Susa ad Arduino Glabrione, che aveva acquisito ai suoi occhi grandi meriti per avere coraggiosamente sfidato i Saraceni.
La storia del monte è la storia di gran parte del Piemonte; qui se ne legge facilmente la stratigrafia culturale e, anche più specificamente quella religiosa.
La presenza cristiana, attraverso il culto di San Michele, inizia nel quinto, sesto secolo per opera di monaci persiani che, esuli dalla loro patria, erano venuti ad evangelizzare il settentrione d'Italia.
Il piccolo santuario ai piedi del Monte Musiné, dedicato a San Abaco ne prova la presenza. Bizantini e Longobardi continuarono il culto di San Michele per alcuni secoli. Poi un lungo tempo durante il quale la venerazione per il "Principe degli angeli" sembra affievolirsi. Ma riprenderà impetuosamente a partire dal X secolo.
La vera e propria storia della Sacra inizia prima del 1000, con tre minuscole costruzioni schiacciate contro la roccia, sulla cima più elevata del Pirchiriano. Esse esistono tuttora e formano il "mistero" dell'abbazia l'ipotesi più credibile avanzata è che la prima di esse costituisse un antichissimo oratorio militare, già costruito ai tempi di Costantino e conservato dai Bizantini e dai Longobardi.
Ampliato successivamente, divenne la chiesetta "consacrata dagli angeli", quella che è venerata tutt'oggi, e dedicata prima a San Benedetto e solo più tardi a San Giovanni Vincenzo.
Monumento alla storia della chiesa cristiana del Piemonte, la Sacra ha radici più profonde di qualunque altra testimonianza di presenza religiosa del nostro tempo.
Vi misero mano, per la quarta chiesa ed il primo monastero, costruttori ignoti ed architetti coraggiosi e noti, il primo dei quali è stato, con ogni probabilità, Guglielmo da Volpiano. Grande figura di monaco abate e di costruttore di alcuni fra i più celebri monasteri benedettini, Guglielmo da Volpiano, nipote di Arduino d'Ivrea, Re d'Italia, era nato nel 952 nell'Isola di San Giulio, sul Lago d'Orta.
Ne continuò l'opera, facendo della Sacra anche un monumento all'ardimento delle genti del Piemonte, uno dei più grandi architetti e scultori di ogni tempo, Maestro Nicolao. Per realizzare la quinta chiesa necessaria ad accogliere un numero di monaci sempre crescente per la grande fama che andava acquisendo il monastero, Maestro Nicolao pensò di costruire un imponente basamento; questo, partendo dal piede dell'ultimo picco del monte, avrebbe raggiunto il livello della vetta. Lo spazio così recuperato era diventato grandioso e degno di una grande e potente abbazia.
Non è sufficientemente nota ai piemontesi e a tutti i visitatori della Sacra (e neppure ai Consiglieri regionali) la tecnica perfetta con cui ogni pietra è stata posata sull'altra, a mille metri d'altezza, mille anni fa.
Né è avvertito che l'immenso scalone, detto "dei Morti", che supera il dislivello di oltre venti metri, fino alla base della scala che poi raggiunge il piano-pavimento della chiesa, è ricavato nell'interno dell'enorme basamento.
Il tempo necessario al completamento di questa ciclopica fatica fu molto. Se ne ha la conferma nel passaggio che presenta l'interno della chiesa, tra la prima e la seconda campata: è qui evidente l'evolversi dal romanico al gotico, anche nella decorazione dei capitelli e nelle forme delle porte e delle finestre.
I secoli modificarono in parte l'ardimentosa costruzione, ma non ne modificarono i tratti fondamentali che mantengono intatta la loro stupenda originalità. Sicuramente è una delle più strane costruzioni che si trovino in Italia. Piantata sulle diverse punte con cui termina il Monte Pirchiriano, non solo si erge sulla roccia, ma da questa è in parte ricavata e vi è scolpita dentro, a punta di piccone. E la roccia, non completamente vinta, appare, qua e là, persino nei piani più alti dell'edificio.
La Sacra, la cui arditissima fabbrica non teme confronto se non in qualche esempio di architettura normanna, è anche il più suggestivo osservatorio del Piemonte, capace di offrire incomparabili visioni panoramiche verso la pianura del Po e verso le Alpi.
Per la sua posizione strategica, la Sacra ha indubitabilmente svolto anche il ruolo di baluardo difensivo per le popolazioni situate all'intorno. Tuttavia, essa fu concepita come luogo di preghiera e in risposta alle esigenze e alla cultura del pellegrinaggio.
La presenza di monaci e di abati molto colti, provenienti soprattutto dall'Alvernia e dal Tolosano, ne fece un punto di sosta per pellegrini d'alto livello sociale e un centro di cultura internazionale.
Il suo sorgere ed il suo svilupparsi sono di certo connessi anche con il ruolo del Moncenisio, quale grande via di comunicazione europea, ed esprimono altresì la ripresa della vita civile ed umanistica nel X secolo.
Se si dovesse scegliere un monumento della cultura europea di forte spessore storico, difficilmente ci si potrebbe allontanare dalla Sacra.
Va detto, fra l'altro, che la maggior parte di coloro che chiedevano di entrare nel monastero erano nobili e dotti pellegrini ultramontani; essi portavano all'abbazia ampi lasciti territoriali e contatti aristocratici che favorivano la sua marcata fisionomia europea, documentata pure dall'esistenza di una biblioteca fra le più ricche e note. Ancora oggi numerosissimi sono i visitatori provenienti d'oltralpe.
Negli anni di maggior notorietà, l'Abbazia della Sacra dimostrò un esemplare senso dell'autonomia, per la quale dovette combattere contro la volontà egemonica degli Arduinici, marchesi di Torino, ed anche contro quella dei vescovi di Torino.
La cura affettuosa e puntigliosa dei campi che rese più bello il monte e più ordinata la valle, la gestione di un ospedale, il culto delle scienze a cui erano indirizzati i giovani nobili affidati al monastero l'ospitalità riservata ai viandanti e l'attenzione alla gente del luogo che dall'abbazia si sentiva protetta ed elevata sono altri segni di un altissimo tono civile assicurato dall'Abbazia della Sacra fino all'inizio della decadenza, che culminerà con la soppressione del monastero nel 1622.
La Sacra continuò svettante a ricordare la grandezza della sua storia e di quella di tanti monumenti del Piemonte, fintanto che i Savoia, prima con Carlo Felice poi con Carlo Alberto, tentarono di ridarle vita chiedendo a Papa Gregorio XVI di chiamarvi i Padri Rosminiani. Il Papa accolse la richiesta nel 1836. Da allora i Rosminiani ne sono gli amministratori custodi.
Quasi in anticipato riconoscimento della capacità della Sacra di San Michele di essere sintesi efficace e visibile di valori propri del Piemonte, Carlo Alberto affidò ai Rosminiani ventiquattro salme di principi sabaudi, già tumulate nel Duomo di Torino, riannodando così la storia recente con quella più antica della terra piemontese.
Se la decadenza della Sacra, anche sotto il profilo monumentale, si è arrestata e vi sono ora le condizioni per un suo completo ripristino e un rilancio della vita culturale fra le sue mura, ciò è in grande misura dovuto ai Padri Rosminiani che hanno resistito a condizioni spesso intollerabili create dalla natura del luogo e dalla trascuratezza dell'uomo.
Ma, come accennato, l'interesse a salvare e a rilanciare la Sacra sta di nuovo crescendo.
Questo, tuttavia, può essere un importante fatto culturale, un motivo di consistente attenzione turistica, il segno di un recuperato rispetto per le grandi testimonianze artistiche, tutti elementi di positiva rilevanza.
Ma, a giudizio dei sottoscrittori della proposta di legge che questa relazione accompagna, la Sacra di San Michele merita di più. Storia e fatti che sono stati sinteticamente illustrati inducono a proporre al Consiglio regionale l'individuazione della Sacra di San Michele come monumento simbolo del Piemonte.
Le ragioni storiche, culturali, politiche, artistiche e sociali che stanno alla base della proposta sono solide, fondate, radicate, ed almeno in parte si è cercato di dimostrarlo.
Gli obiettivi, al di là dell'atto formale del riconoscimento di importanza, di grandezza e di rappresentanza, stanno nel desiderio di passare ai cittadini piemontesi un'occasione esemplare per riconoscere il proprio territorio e per conoscerne specificità e simboli.
Perché ciò avvenga sono indispensabili iniziative per la valorizzazione e la più attenta fruizione della Sacra; azioni positive di enti pubblici e privati per il recupero del patrimonio architettonico ed artistico che la Sacra offre e che la Regione deve sostenere; un impegno per fare di questa antica e nobile abbazia un grande centro di spiritualità - religiosa e laica - con prospettive e dimensioni europee, come è stato nella sua storia e come c'è da augurarsi sia nei suoi destini.
L'art. 1 della proposta di legge individua la Sacra di San Michele come "momumento simbolo" del Piemonte.
L'art. 2 indica la necessità della sua valorizzazione e propone obiettivi per la sua utilizzazione.
L'art. 3 fissa la norma finanziaria utile per raggiungere le finalità indicate.
Torno a chiedere scusa per la lunghezza eccezionale della relazione volevo soltanto tentare di passare dei valori che ritengo si debbano applicare anche ad altri aspetti della nostra vita culturale e sociale del Piemonte. Mi auguro che altri segni, simboli possano essere proposti continuo a sostenere l'indispensabilità che la storia del Piemonte sia insegnata ed imparata nelle nostre scuole, ma di questo avremo occasione di parlare ancora.
Chiedo ancora scusa e ringrazio i colleghi - pochi - che hanno avuto la compiacenza e la cortesia di seguire questa lettura.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Nerviani, per la sua relazione.
La parola al Consigliere Bosio.



BOSIO Marco

Il Gruppo di Rifondazione Comunista voterà a favore di questa proposta di legge. In Commissione ho sottolineato alcuni aspetti critici che intendo evidenziare anche in questa sede.
Ho sempre difficoltà ad assumere la questione dei simboli in termini di storia unica e finita; non è così, non siamo di fronte all'unica storia nella storia della Sacra di San Michele, non siamo di fronte nemmeno alla fine della storia.
Tutte le ragioni di merito di intervenire nella Sacra, definite nel disegno di legge, sono condivisibili, in particolare quelle che puntano sperano, auspicano che lì possa nascere o rinascere un centro di relazioni tra le Regioni d'Europa essendo un crocevia essenziale nella storia, che lì si possa realizzare sul serio il confronto, l'interazione di culture diverse regionali - come è detto - e lì possano ricostituirsi affermazioni dei valori dello spirito, della pace e di valori laici come in un modo o nell'altro è possibile desumere e ricavare dalla storia stessa della Sacra di San Michele.
Quello che voglio ribadire qui in Consiglio - come ho già detto in Commissione - è il bisogno di non fissare noi i termini di qualcosa che non possiamo fissare: i termini della storia. Citerò solo un fatto, di cui non mi rendevo conto e che ho appreso studiando tale proposta di legge; in proposito ringrazio il collega Nerviani perché tale proposta di legge mi ha spinto ad imparare e a conoscere delle cose.
Il fatto è il seguente: di fronte al Monte della Sacra di San Michele c'è il Monte Musiné, monte oggi, adeguatamente all'era tecnologica considerato monte di visioni di ufo, di globuli luminosi, nel passato adeguatamente sede, come il Monte Calvo, di orchestrale memoria, sede di streghe, stregonerie e così via. Dato che c'è un passato molto più antico e molto precedente alla Sacra di San Michele, indicatore di altre storie e di altre culture che ci sono state, che magari sono state cancellate - e badate bene: non tanto per il sottile - questo mi spinge ad avere cautela nell'approssimarmi alla definizione in assoluto dei valori simbolici. Ci sono state altre storie, questa è una che ha cercato di far dimenticare quelle che le hanno precedute. Qui e un po' in tutto il mondo. Ma le altre storie ci sono state e il futuro riserva altre storie. Non abbiamo questo potere divino di predeterminare i punti di partenza e i punti di arrivo della storia e in questo senso avevo sollevato - e continuo ad averle alcune perplessità sul bisogno fortemente simbolico di raffigurare qualcosa che riguarda la razionalità, la spiritualità, la capacità della gente di ragionare, di discutere e di confrontarsi. Questione che ha poco a che fare con i simboli, anche se ne capisco il valore di richiamo. In questo senso mi va bene che sia stato tolto l'articolo. L'uomo può esprimersi con il linguaggio e con le immagini, ma il linguaggio è pur sempre l'arte più compiuta. Grammaticalmente, togliere quell'articolo aveva, ed ha, il significato di ridurre il valore simbolico che attribuiamo alle nostre scelte e questo mi sembra giusto.
Per il resto, come ho detto, voteremo sicuramente a favore.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bodrero.



BODRERO Antonio

Ero in Commissione, siccome ho sentito parlare di unanimità la prima volta ho votato anch'io come gli altri, perché questa proposta è stata presentata due volte. Come dico, è rarissimo, sarà il secondo caso in cui voto con gli altri; in genere voto astenuto per più matura riflessione. Poi la seconda volta, almeno da quello che mi risulta dal testo, è stata abolita la frase "cultura piemontese" allora io ho votato contro. Ripeto io voto qualche volta contro, quasi sempre astenuto, rarissimamente a favore, per pensarci sopra, altrimenti diventa poi un vincolo, in sede di Consiglio, e quindi non mi pare saggio, mi pare saggio discutere le cose presentare un punto di vista. Poi cosa capita? Siccome il collega Nerviani è forse l'unico che parla di regionalismo introducendo coraggiosissimamente il federalismo, io, commosso da tanta virtù, voterò a favore. Certamente per me il testo è ampiamente insoddisfacente anche perché si dimentica che questo momumento è fortemente collegato alla storia dei Franchi, i quali rappresentano il momento decisivo della nostra storia, sono i creatori del Piemonte moderno. La nostra lingua è il franco di allora, noi pronunciamo ancora le parole come ha cominciato a farle scrivere, nelle prime scuole popolari, Carlo Magno. Tanto è vero che addirittura è diventato proverbiale in Francia, almeno era, poi purtroppo le tradizioni si perdono per via della televisione, del mostro televisivo, gli scolari, i fanciulli quando andavano nella prima classe di studio, la deplorazione che facevano era: "Ah!, quel Carlo Magno che ha inventato le scuole...!". Per fortuna che le ha inventate, perché così abbiamo la prova che il piemontese è il francese antico. L'errore che fa il Consigliere Nerviani, con molti altri, è di insistere sul nazionale; sarebbe come dire che l'Italia è nazionale anche per il Sud Tirol: sarebbe molto più chiaro e semplice dire statale, il che non comporta nessuna ostilità, od odio o separatismo, ma semplicemente la chiarezza razionale del distinguere.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Masaracchio.



MASARACCHIO Antonino

L'iniziativa del Consigliere Nerviani, sottoscritta da numerosissimi colleghi, è davvero lodevole, in un momento in cui incombono mille altri problemi.
Sembra infatti che la Regione debba soltanto interessarsi di attività strumentali, di bisogni, di esigenze pratiche della collettività, come se non esistesse anche la necessità culturale e spirituale di valorizzare tutte le identità.
E relativamente all'identità di questo eccellente monumento della storia del territorio europeo, ancor quando sia vero che non si tratta del monumento per eccellenza, con tanto di articolo determinativo, occorre rilevare che il monumento della Sacra di San Michele, da me appreso nella circostanza di questa proposta di legge, rappresenta tutti i valori di una Regione, il Piemonte, che è territorio europeo nonché di collegamento con l'Europa.
Ciò significa anche che la cultura nazionale, al di là di quanto oggi va per la maggiore in politica - regionalismi e nazionalismi che si sono consumati - la storia di questa nostra Nazione, la storia dell'Italia è storia europea in termini molto pregnanti: se è vero che tutte le civiltà e tutte le culture vi sono confluite attraverso passaggi obbligati, quale potrebbe essere il sito della Sacra di San Michele, è vero anche che in questo coacervo mediterraneo rappresentato dall'Italia, in questo ombelico del mondo, la cultura dell'Europa può trovare o ritrovare significati molto pregnanti.
L'auspicio, dopo avere dichiarato il mio voto favorevole, così come ho fatto in sede di Commissione anche a nome del collega Majorino che ha sottoscritto la proposta di legge, è che la Regione Piemonte, una volta per tutte, voglia istruire un Piano regionale di recupero dei beni ambientali e culturali ed attingere alle risorse della Comunità europea. Attraverso il coinvolgimento dei Comuni, che dovrebbero prestare maggiore attenzione a questa fonte di ricchezza da gestire sul piano politico, occorrerebbe far sì che quanto già preconizzato, quanto già iscritto nel testo di legge ai due commi dell'art. 2, possa essere davvero non un libro dei sogni o un'attesa da affidare alle magre risorse della Regione, ma un programma di grande sviluppo con l'intervento diretto delle finanze della Comunità europea.
Con questo auspicio riconfermo il mio voto favorevole, così come quello del Consigliere Majorino.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rivalta.



RIVALTA Luigi

Intervengo per esprimere il voto favorevole del nostro Gruppo e per richiamare alcune ragioni della mia adesione personale, facendo immediatamente riferimento alla condivisione mia della ricerca di simboli soprattutto in questo periodo storico nel quale, molto spesso, persino i valori e i contenuti del vivere sono in qualche modo abbandonati o non considerati con la dovuta attenzione. Certo, i valori non possono essere sostituiti da simboli, ma questi possono rappresentarne una sollecitazione.
Molto di quanto espresso dal collega Nerviani va nella direzione del richiamare i simboli come sollecitatore di valori e significati. Nella nostra società dell'immagine, dopo secolari periodi di rapporto attraverso la scrittura, con la quale erano percepibili in termini individuali e di meditazione intellettuale, paradossalmente i simboli tornano ad avere il significato di un tempo, delle fasi anche primitive di vita delle società per l'effetto dell'uso della moltiplicazione dell'immagine in tempi reali.
Credo che quello attuale sia un momento significativo per ricercare dei simboli.
Simboli che considero esprimano bene la situazione in cui viviamo e la nostra storia passata; e la Sacra di San Michele è un simbolo, il soggetto di una storia - quella che ci ha richiamato il collega Nerviani - un luogo promotore di cultura, e di una cultura significativa. Certamente - era giusta la sollecitazione di pensiero del collega Marco Bosio - una cultura che non si ferma, soprattutto in un momento in cui il sistema culturale complessivo e i suoi vari segmenti presentano una profonda esigenza di ripensamento.
In tutti i campi della cultura emergono molte incertezze; in questo senso, considero importante la prospettiva di riuso e di rilancio della Sacra di San Michele al fine di farne un centro di rielaborazione culturale e spirituale nonché di rilancio di un confronto e di un dibattito di pensiero assai ampio. E' un simbolo che richiama una storia lontana di un millennio, per addivenire alla sua concretizzazione come simbolo ancora visibile. Una storia lontana.
Sotto questo profilo mi sembra significativa la scelta fatta, perch non pretende, proprio perché simbolo lontano, di immergersi nel dibattito pieno di incertezze che la cultura del nostro momento sta vivendo. Non pu essere, in nessun modo, criticato, tacciato per una sua simbolica partigianeria con gli eventi più recenti e quelli che viviamo, come, per altri versi, avrebbe finito con assumere significato la scelta di altri monumenti simbolo. Penso, ad esempio, che un altro monumento della nostra storia piemontese, molto significativo per la storia più recente, è qui alle porte di Torino, Superga. E' un nodo della storia della nostra Regione, un nodo importante, ma credo che se noi avessimo scelto Superga avremmo scelto un indirizzo che avrebbe potuto produrre significati paralleli.
La Sacra di San Michele parte, nel suo significato simbolico, da una storia lontana che sta al di fuori da qualsiasi possibile condizionamento rispetto al contingente. E' un simbolo che in quanto monumento in quel luogo ha la sua evidenza e la sua integrazione con il paesaggio. Si colloca in un punto davvero cruciale per il nostro futuro, senza perdere il senso della nostra italianità e della storia nazionale di cui certo siamo non solo portatori per il passato, ma saremo portatori anche per il futuro. A me sembra che questa scelta simbolica all'imbocco della Valle di Susa, che recupera i rapporti e le vie verso la Francia, metta in evidenza una cosa in genere dimenticata nel nostro Paese - dimenticata persino dai piemontesi in questi ultimi tempi - cioè che la nostra è una Regione di confine, non diversamente da quanto lo è la Valle d'Aosta o il Friuli o il Trentino Alto Adige: una Regione di confine che, purtroppo per le storie più recenti di questo secolo, si è chiusa, costretta in confini nazionali.
Quindi la scelta di questo simbolo sulla strada della Francia - assumo la Francia come sineddoche, una parte per il tutto, la Francia per il continente europeo, la Francia per l'apertura anche verso i territori extracomunitari - a me pare una scelta molto rilevante sotto questo profilo. Questo richiamo ad una storia millenaria salta i problemi simbolici di storia più recente; storia millenaria che vedrà, nel nuovo millennio, il Piemonte certo non chiuso in una sua storia regionalista. Uso la parola regionalista nel senso di riduzione della sua storia, che dall'Italia, però, guarda al mondo che si è aperto e che vogliamo che si apra sempre di più.



MAJORINO GAETANO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Giuliano.



GIULIANO Valter

Grazie, Presidente, colleghe e colleghi. Ho ascoltato la relazione del collega Nerviani e mi sembra che non ci sia, in realtà, molto da aggiungere; per cui sarò velocissimo, facendo una specie di dichiarazione di voto, ovviamente pleonastica, visto che ho sottoscritto la proposta del collega.
Non ero in Commissione, e quindi vorrei solo aggiungere qualche riflessione.
Credo anch'io che il Piemonte possa avere più simboli, come sicuramente ha più storie: certamente non ha soltanto la storia delle classi via via egemoni. Bisogna rispettare anche quest'altra storia.
La Sacra di San Michele, come ha ricordato il collega relatore raccoglie in sè veramente molti simboli e non soltanto religiosi. E' soprattutto un simbolo di spiritualità, posto sulla via francigena.
Un monumento millenario che ha raccolto moltissime storie e come tale è più che un simbolo. Ed è opportuno soffermarci soprattutto sul futuro di questo monumento, per il quale, a cominciare da chi oggi lo regge, si sta facendo uno sforzo veramente molto grande per recuperarne la caratteristica fondamentale e per farlo tornare a svolgere un centro di spiritualità.
Quella spiritualità di cui l'uomo moderno credo abbia bisogno, sia esso laico o sia esso credente.
La Sacra sta risalendo con fatica una china che per anni l'ha lasciata in abbandono aumentandone il degrado. Dopo anni di lotta gli ambientalisti sono riusciti, qualche tempo fa, a far tacere le cave che divoravano la base del Monte Pirchiriano su cui sorge la Sacra: il rumore delle mine non fa più vibrare le pareti di quel monumento, ma la Sacra ha ancora urgente bisogno di interventi. Speriamo, anche con questo provvedimento legislativo, che possano essere, al più presto, con immediatezza deliberati, perché la situazione è di degrado per quanto riguarda la parte architettonica, ma non soltanto: anche la parte geologica ha bisogno di consolidamenti. Le ultime precipitazioni dell'anno scorso hanno compromesso alcune mura della parte più antica della Sacra. Occorrono lavori urgenti per recuperare volumi che oggi soffrono di gravi infiltrazioni di umidità: ci sono delle bellissime sale nella parte bassa proprio attaccata alla roccia, che non possono essere utilizzate perché umide e perché presentano un preoccupante deterioramento strutturale.
La Sacra ha bisogno di un rilancio, che però deve avvenire con cautela e soprattutto nel rispetto di quella spiritualità a cui mi riferivo prima e che rimane il punto fondamentale di questo monumento. Una spiritualità che deve rimanere carattere prioritario del luogo: guai a noi se facessimo della Sacra di San Michele un Mont Saint-Michel del Piemonte, aggredita e snaturata da un turismo troppo spesso ancora incolto che ne comprometterebbe definitivamente l'intrinseca particolarità.
Negli anni '70 gli ambientalisti istituirono, proprio nelle vicinanze della Sacra di San Michele, la prima oasi canora della provincia di Torino a tutela delle specie dell'avifauna canora. Credo che quella fu una scelta e rimane una scelta emblematica - che non rompeva il silenzio della natura, ma che dava a quel luogo di spiritualità l'unica colonna sonora possibile. Credo che questo debba essere l'impegno che anche con questa legge ci prendiamo e cioè di non ridurre questo monumento ad un ulteriore luogo di semplice attrattiva turistica. Bisogna costruire la preparazione e la capacità di usufruire fino in fondo di ciò che quell'architettura e quelle volumetrie offrono e mettono a disposizione: un ambiente per ritrovare le radici di se stessi e quella spiritualità che va recuperata in un'epoca di velocizzazione di tutto, anche del modo di pensare. Trovare il modo di fermarsi: credo che questo sia uno dei punti in cui l'uomo moderno può soffermarsi per riflettere e per recuperare quei valori che invece troppo spesso dimentica per strada, travolto da questa società dei consumi e dei profitti.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MONTICELLI



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Sartoris.



SARTORIS Anna

Intervengo per dichiarazione di voto. Ho sottoscritto la proposta di legge di cui il collega Nerviani è il primo firmatario, e voter sicuramente a favore.
Le osservazioni del collega Bosio meritano sicuramente attenzione.
Lo spirito con il quale ho sottoscritto questa proposta di legge non è stato certo quello di rivalutare alcuni aspetti sociali e storici di ci che può rappresentare questo monumento, bensì valutare un'immagine in modo positivo. La storia del Piemonte infatti non è fatta solo di momenti luminosi, purtroppo è fatta anche di momenti bui che la gente e un certo tipo di religiosità non hanno certo vissuto in modo positivo. Concordo pienamente con il collega Bosio quando dice che nei tempi passati si subentrava alle religioni naturali di alcune popolazioni, sovrapponendole in modo anche violento.
Credo che sia bene che la Sacra di San Michele venga ricordata con tutti gli aspetti positivi di cui parlava il collega Giuliano, senza dimenticare però che la storia del Piemonte non è fatta solo di quello.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Leo.



LEO Giampiero, Assessore regionale

Sarò davvero rapidissimo perché l'argomento culturale è stato trattato con ricchezza, intelligenza e profondità di competenza da parte dei colleghi che sono intervenuti.
Mi dispiace che le scolaresche, che erano venute in visita, siano uscite prima, perché sarebbe stato davvero bello fare ascoltare questi interventi di storia e di cultura che danno anche una qualifica a questo Consiglio regionale.
Come Assessore alla cultura voglio soltanto correlarmi con gli interventi dei Consiglieri per dire due cose semplicissime.
Su quanto affermato sulla Sacra ho sottoscritto la proposta di legge presentata come primo firmatario dal Consigliere Nerviani e la condivido totalmente. Mi sembra estremamente significativa.
Vorrei dire ai colleghi Consiglieri che hanno sottolineato con rigore con intelligenza e con passione queste cose, al Consigliere Masaracchio che opportunamente ci richiamava ad un piano su questo, che ho trovato in Assessorato una grande traccia da parte dell'allora Assessore Nerviani, ed una grande attenzione, che vogliamo assolutamente seguire e, se possibile approfondire. Questo sarà possibile grazie ad una Giunta che mi pare molto attenta su questo e ad alcuni autorevolissimi Consiglieri (tutti quelli che sono intervenuti, in particolare vorrei ricordare i solleciti continui e i contributi dei Consiglieri Rivalta e Picchioni, oltre che del Consigliere Nerviani) per far sì che questa materia diventi e sia davvero (non ne abbiamo parlato in questi giorni perché l'emergenza alluvione, ovviamente ha comportato una serie di priorità) una questione strategica della politica di questa Giunta.
Abbiamo cercato di farlo percepire in qualche modo; sui giornali qualche volta, è abbastanza positivamente emerso: fa parte di un lavoro che si traduce in stanziamenti di energie di bilancio, ma soprattutto di intelligenze e di lavoro.
Ed io non posso che ringraziare questi colleghi che hanno dedicato in Commissione e fuori dalla Commissione un'attenzione particolare ad una questione, quella dei beni culturali, quella della storia del Piemonte anche nelle accezioni che altri interventi facevano, che ritengo estremamente importante. La mostra dei Templari non è caduta a caso richiamando la via francigena e quant'altro. Insomma è un tutto coordinato che forse non sempre riusciremo a mostrare, ma che nelle intenzioni di questa maggioranza, di questo Consiglio e di questa Regione esiste. Per questo mi sento di ringraziare chi ha svolto finora volontariato alla Sacra con grande impegno, di ringraziare chi oggi porta a valorizzare nella maniera giusta e di dire che questa iniziativa si sposa perfettamente e diventa il faro di una politica che questa Regione persegue con sempre maggiore convinzione.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Se non vi sono altri interventi, possiamo passare all'esame dell'articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 voti favorevoli 34.
L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 voti favorevoli 34.
L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 voti favorevoli 34.
L'art. 3 è approvato.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 39 Consiglieri.
L'intero testo della legge è approvato.
Ringraziamo tutti coloro che vi hanno partecipato.


Argomento: Unita' locali dei servizi sociali ed assistenziali e dei servizi sanitari - Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Esame progetto di legge n. 493: "Indennità ai componenti dei Revisori dei Conti delle UU.SS.SS.LL."


PRESIDENTE

Il punto 13) all'o.d.g. prevede l'esame del progetto di legge n. 493.
La parola al relatore, Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pier Luigi, relatore

Con la L.R. 22/8/1983, n. 10, è stata prevista l'istituzione del Collegio dei Revisori dei Conti delle Unità Socio-Sanitarie Locali individuandone i compiti, le modalità di funzionamento e le responsabilità.
L'art. 9 della predetta legge regionale ha previsto che ai membri del Collegio dei Revisori si applicano le indennità di funzione previste per i membri del Comitato di gestione delle UU.SS.SS.LL. nella misura del 60% al Presidente e del 50% ai componenti.
Le indennità dei membri del Comitato di gestione erano state fissate dalla L.R. n. 71/89 in misura percentuale delle indennità spettanti ai Sindaci ed Assessori comunali determinate ai sensi della legge n. 816/85 e successivi decreti di adeguamento.
Il suddetto art. 9 è stato successivamente modificato con le LL.RR.
28/11/1989, n. 71 e 13/11/1990, n. 53, che hanno comunque lasciato inalterate le modalità di calcolo dell'indennità; l'ultima L.R. n. 53/90 ha stabilito però che "le suddette indennità non sono soggette ad alcun titolo a maggiorazione".
Con l'entrata in vigore del DL 6/2/1991, n. 35, convertito con modificazioni nella legge 4/4/1991, n. 111, i Comitati di gestione sono stati soppressi ed in attesa del riordino del Servizio Sanitario Nazionale sono state dettate norme per la gestione transitoria delle Unità Sanitari Locali con l'individuazione, fra l'altro, di un organo monocratico (Amministratore straordinario), cui sono stati affidati tutti i poteri di gestione.
L'indennità per l'Amministratore straordinario è stata determinata in misura fino a cinque volte quella già percepita dal Presidente del Comitato di gestione.
Tale compenso è stato ridefinito, in attuazione dei decreti di proroga dei termini di durata in carica degli stessi, in relazione alle caratteristiche delle varie UU.SS.SS.LL. in misura comunque non superiore al doppio dello stipendio dei direttori amministrativi capo servizio delle UU.SS.SS.LL.
Nulla è stato previsto invece per quanto concerne l'indennità da corrispondere ai membri del Collegio dei Revisori dei Conti.
Pertanto, a fronte di un notevole aumento dei compensi previsti per l'organo di gestione della USSL. quello per i Revisori dei Conti è rimasto nel tempo praticamente inalterato.
D'altro canto, il riferimento agli emolumenti che venivano corrisposti ai membri dei Comitati di gestione, previsto dalla norma regionale, rimane tuttora valido, attesa la sua rilevanza puramente funzionale.
Ora, con l'entrata in vigore della legge 25/3/1993, n. 81, è stata adeguata, con possibilità di maggiorazione, l'indennità degli Amministratori locali di cui alla legge n. 816/85 che costituiva, come detto, base di calcolo per i compensi ai membri dei Comitati di gestione delle UU.SS.SS.LL.
Per effetto delle suesposte ragioni ed in relazione al nuovo quadro legislativo, si ritiene necessario provvedere alla ridefinizione dei compensi spettanti ai membri del Collegio dei Revisori dei Conti delle UU.SS.SS.LL. rimasti praticamente inalterati dal 1983 ad oggi.
Ciò anche al fine di fornire una congrua risposta alle pressanti richieste in tal senso pervenute da parte del Ministero del Tesoro, nonch dai componenti il Collegio dei Revisori dei Conti di numerose Unità Socio Sanitarie Locali.
L'articolo unico del presente disegno di legge prevede che l'indennità attualmente percepita dai membri del Collegio dei Revisori dei Conti sia aumentato del 50% e comunque in misura non superiore al 10% del compenso previsto per l'Amministratore straordinario dell'USSL di riferimento stabilendone la decorrenza dall'entrata in vigore della legge 25/3/1993, n.
81.
Tale norma resterà in vigore fino all'emanazione delle leggi regionali attuative del DL n. 502/92 di riordino del Servizio Sanitario Nazionale, il quale prevede che l'indennità per i componenti il Collegio dei Revisori dei Conti delle nuove aziende sanitarie venga fissata in misura pari al 10 degli emolumenti del direttore generale delle nuove Unità Sanitarie Locali.



PRESIDENTE

Non essendovi richieste di parola, passiamo all'esame dell'articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 35 votanti 34 hanno risposto SI 27 Consiglieri si sono astenuti 7 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere.
L'art. 1, e pertanto l'intero testo della legge, è approvato.


Argomento:

Nomine


PRESIDENTE

Passiamo infine al punto 32) all'o.d.g.: "Nomine".
Si proceda alla distribuzione delle schede per le seguenti nomine.


Argomento: Nomine

Istituto Sperimentale per la Cerealicoltura di Roma (art. 36, DPR n. 1318/67) - Consiglio di amministrazione. Designazione di tre rappresentanti.


PRESIDENTE

stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletti i signori Domenico Casa, Piero Odone e Federico Zaina.



PRESIDENTE

Con questo, si concludono i lavori della seduta antimeridiana.
Oggi pomeriggio, in apertura di seduta esamineremo il punto 5) all'o.d.g. A tale scopo, alle ore 14,30 è convocata la Giunta delle Elezioni. Subito dopo, verrà sviluppata la comunicazione della Giunta sugli eventi alluvionali.
I lavori del Consiglio inizieranno, se possibile, alle ore 15 precise.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13,50)



< torna indietro