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Dettaglio seduta n.310 del 25/10/94 - Legislatura n. V - Sedute dal 6 maggio 1990 al 22 aprile 1995

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute (rinvio)


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Approvazione verbali precedenti sedute", comunico che sono stati distribuiti ai Consiglieri, prima dell'inizio della seduta odierna, i processi verbali delle adunanze consiliari del 21 e 30 giugno 1994. Verranno posti in votazione nel corso della prossima seduta.


Argomento: Trasporti pubblici

Interpellanza n. 1747 dei Consiglieri Chiezzi e Maggiorotti inerente la soppressione e limitazione linee trasporto pubblico


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Interrogazioni ed interpellanze" esaminiamo l'interpellanza n. 1747 presentata dai Consiglieri Chiezzi e Maggiorotti.
Il Consigliere Chiezzi ha facoltà di illustrare l'interpellanza.
CHIEZZI Gentile Presidente, colleghe e colleghi Consiglieri, questa interpellanza, che è datata 15/2/1993, partiva dall'osservazione che il servizio di trasporto pubblico era peggiorato in quel periodo. Mi permetto di illustrare quest'interpellanza come se l'avessi presentata l'altro ieri rendendomi conto dell'assoluta indecenza con la quale ne discutiamo un anno e mezzo dopo (ma non dipende dal sottoscritto).
La Trasporti Torinesi soppresse e limitò delle linee; questo produsse all'utenza dei gravi disagi, poi riverberatisi attraverso iniziative di carattere istituzionale fatte proprie dai Sindaci dei Comuni vicini a Torino, che dichiaravano di non essere stati né consultati né informati nel merito.
Bisogna tenere presente che questo fatto avviene in quell'area intorno a Torino nella quale si registrano i maggiori spostamenti casa-lavoro dai Comuni viciniori: centinaia di migliaia di spostamenti un paio di volte al giorno, serviti dal consorzio Trasporti Torinesi.
Nell'interpellanza di un anno e mezzo fa si sollevava un problema, che rimane interamente valido anche oggi. Il problema è che, mentre il servizio dei trasporti pubblici non migliora, anzi con quei provvedimenti peggiora oggi come allora da parte degli organismi competenti per il governo di questi problemi si continua da un lato a lasciar peggiorare il servizio o addirittura a tagliarlo o a non migliorarlo, dall'altro ad agitare la chimera della metropolitana a Torino. Metropolitana che, si racconta nella favola fatta propria dagli amministratori comunali di Torino, risolverebbe tutti i problemi. Sappiamo che questa è una bambinesca bugia, perché la linea di metropolitana, ammesso che venga realizzata, risolverà i problemi di trasporto lungo una linea e non di un intero sistema, mentre qui si parla di sistema di trasporti; tuttavia, questa chimera viene tenuta viva quasi per giustificare un funzionamento inidoneo alle necessità dei trasporti pubblici oggi vigente.
Accanto a questo - l'interpellanza lo proponeva - vi è anche da parte delle pubbliche amministrazioni l'invito paradossale ad usare con più frequenza i mezzi di trasporto (mezzi di trasporto che nelle ore di punta sono stracarichi). Questo invito ad usarli di più dovrebbe corrispondere ad una decisione, da parte delle Pubbliche Amministrazioni, di intensificare i passaggi, il che vuol dire comperare nuovi autobusi e nuovi tram, assumere personale per guidare questi mezzi, ecc.: tutti fatti che non vengono intrapresi.
Rimane chiaro come il sole che si tratta di appelli demagogici, privi di alcun rilievo amministrativo e di programma amministrativo, che tendono semplicemente a scaricare sull'utenza, che userebbe male il mezzo pubblico problemi di trasporto che invece dovrebbero essere a carico della Pubblica Amministrazione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera.
CAVALLERA, Assessore regionale Signor Presidente, colleghi Consiglieri, com'è noto ho acquisito questa responsabilità non da molto tempo ed ho ereditato, tra le varie cose, uno stock consistente di interrogazioni ed interpellanze. Stiamo rispondendo gradualmente, anche se mi rendo perfettamente conto, avendo fatto anch'io per parecchio tempo il Consigliere e in altra epoca anche il Consigliere di minoranza, che è giusto rispondere tempestivamente alle interrogazioni; per il futuro cercheremo di fare ciò che non si è fatto nel passato (anche se non ne siamo direttamente responsabili).
Distinguerei la risposta in due parti: inizialmente dando lettura della memoria predisposta dagli uffici e successivamente riservandomi qualche ulteriore considerazione.
Come abbiamo avuto modo di ascoltare dall'illustrazione, i Consiglieri Chiezzi e Maggiorotti intendevano conoscere: 1) quali procedure ed atti hanno portato alla decisione della Trasporti Torinesi di ridurre il servizio di trasporto pubblico (in quei limiti e con quelle caratteristiche cui si faceva riferimento) 2) se le deliberazioni della Commissione amministratrice abbiano avuto consensi unanimi 3) quali le iniziative della Regione per il miglioramento del servizio e per il controllo sull'utilizzo delle risorse.
Per quanto riguarda le procedure e gli atti che hanno portato alla decisione dell'ATM di eliminazione e riduzione del servizio di trasporto pubblico, occorre fare riferimento alla deliberazione della Commissione amministratrice dell'11/1/1993.
La predetta deliberazione, che risulta approvata all'unanimità, prevedeva significativi interventi di riduzione dei servizi, principalmente motivati dal "turn-over" del personale condizionato dai limiti imposti dalla legge finanziaria (passano gli anni, ma le leggi finanziarie restano come limite per gli enti e le aziende pubbliche).
Le riduzioni dei servizi previste erano ottenute rispetto ai seguenti programmi: percorso abbreviato (a parziale vantaggio della frequenza) in caso di sovrapposizione o di analogia con quello di altre linee, con possibilità di interscambio su queste ultime per raggiungere l'attestamento originario servizio festivo (applicato anche nei mesi di agosto) razionalizzato con soppressione di alcune linee e prolungamenti di altre su tratti significativi scoperti sospensione dei servizi marginali con scarso riscontro di utenza.
In riferimento alla deliberazione summenzionata, i competenti uffici regionali nel corso del mese di settembre 1994 hanno proceduto ad un controllo diretto presso la Direzione di Esercizio dell'ATM sullo stato di attuazione del provvedimento del gennaio 1993 sopra citato.
I provvedimenti di attuazione erano così enunciati (naturalmente nei limiti a cui faceva riferimento la deliberazione della Commissione amministratrice): 1) limitazione del servizio sulle linee 40, 41, 47 e 60 dall'1 febbraio 1993 2) eliminazione del servizio festivo dall'1 luglio 1993 3) limitazione della linea 2 dall'1 novembre 1993 4) abolizione della navetta 44 e 46 dall'1 settembre 1993.
Dalla verifica effettuata con la Direzione di Esercizio, risultano attuati i precedenti punti 1) e 2); non risultano invece adottati i punti 3) e 4).
Per quanto riguarda il punto 1), trattasi di limitazioni contenute delle linee sopra dette, al fine di evitare delle sovrapposizioni di servizi.
Per quanto riguarda il punto 2), trattasi di una riduzione del servizio festivo, anticipata all'1 luglio anziché dall'1 agosto, che comunque assicura un'adeguata copertura della domanda.
Questi sono i primi riscontri e le dichiarazioni dell'ATM.
Per quanto riguarda inoltre le altre iniziative regionali a breve scadenza volte a favorire il trasporto pubblico locale, in particolare rispetto all'Area metropolitana torinese, è di prossima approvazione da parte di Regione, Provincia di Torino e Comune di Torino un sistema tariffario integrato. Tale sistema tariffario, che in prima fase coinvolge SATTI e ATM con previsione di estensione successiva alle FS e agli altri vettori di autolinee suburbane, introducendo un documento di viaggio unico che consente l'uso di linee intercomunali e della rete urbana, si prefigge lo scopo di favorire la mobilità sul territorio.
Per quanto riguarda infine i controlli sul "buon utilizzo delle risorse da parte della TT", si fa presente che questi avvengono in modo continuativo, attraverso le verifiche dei costi di gestione rispetto ai costi economici standardizzati regionali.
Questa è la memoria dalla quale si evince che i provvedimenti prefigurati nel gennaio 1993 furono attivati solo in parte e nei limiti ben precisi di cui prima ho riferito; ovviamente provvederò a consegnare copia della risposta al collega, in modo che ne abbia una documentazione più precisa.
Devo però rilevare che gli argomenti trattati in questa interpellanza mantengono tutta la loro attualità. Credo che a tali questioni si debba rispondere su vari piani; anche dal punto di vista strutturale della pianificazione e delle risposte di medio e lungo periodo, dobbiamo ammettere che si può senz'altro intervenire.
Tuttavia non condivido il giudizio negativo, sotto questo profilo, che veniva formulato dall'interpellante. Possiamo certamente migliorare - e lo faremo - con la presentazione di nuovi criteri per la contribuzione dei bus e dei sistemi di trasporto urbano per il 1995, anche per dare delle risposte di miglior trasparenza a tutto questo settore. Questi nuovi criteri potranno in qualche modo favorire certe zone, quelle situazioni che vanno garantite su un arco di orario accettabile per i sistemi di vita e le esigenze della nostra utenza.
Si può senz'altro migliorare l'efficienza, l'economicità della gestione; si possono fare delle scelte di trasporto pubblico rispetto al mezzo privato (e mi sembra che qualche provvedimento significativo in questo senso sia proprio stato adottato in questi giorni dall'Amministrazione comunale torinese), però credo che basti andare all'estero e confrontare la situazione di Torino per rendersi conto del ritardo che ha caratterizzato e caratterizza questa nostra Area metropolitana.
Senza mitizzare le metropolitane, ritengo che un sistema integrato di trasporti sia l'obiettivo a cui bisogna tendere. Noi abbiamo già l'importante realizzazione del passante ferroviario, al quale bisognerà aggiungere il raccordo delle ferrovie in concessione e un'adeguata previsione di linea metropolitana; tutto ciò, naturalmente, in rapporto ai costi che queste operazioni hanno: costi complessivi, non solo di ordine finanziario, ma anche dal punto di vista del disagio che arrecano nella fase di costruzione e dal punto di vista ambientale.
Penso - e in questo condivido la richiesta dell'interpellante che non si possa rispondere a situazioni di questo genere con dei pannicelli caldi però, mentre condivido la necessità di migliorare i provvedimenti di gestione - che alla fine sono sostanza, perché non dimentichiamo che il fondo dei trasporti per la nostra Regione ammonta ad oltre 400 miliardi, e quindi già la cifra in sè richiama tutta la nostra attenzione - devo dissentire ed invece ribadire l'impegno della Giunta regionale proprio in ordine al miglioramento strutturale del nostro sistema di trasporti nell'Area metropolitana.
Quindi non concordo, anzi formulo un giudizio diverso circa l'utilità e la necessità che vengano al più presto completati i lavori del passante ferroviario e siano altresì realizzate al più presto adeguate linee metropolitane, iniziando dalla previsione prioritaria che è stata fatta per mettere anche la nostra città al passo con i tempi, ai livelli delle altre città italiane ed europee.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.
CHIEZZI Mi dichiaro insoddisfatto della risposta dell'Assessore sia per quanto riguarda il merito delle questioni strettamente inserite nell'interpellanza sia per le osservazioni di carattere generale che l'Assessore gentilmente ha proposto in risposta a quanto da me precedentemente detto.
Nel merito dell'interpellanza, l'Assessore dice che la Regione, tra le iniziative che ha assunto per migliorare il sistema dei trasporti pubblici nell'area torinese, ha avviato quella relativa al sistema tariffario integrato. Questa è un'iniziativa giusta, che attende da moltissimi anni (ne sento parlare almeno da dieci anni); rimane incomprensibile come mai non sia stato fatto, quali siano gli ostacoli, di che natura (non mi pare che possano essere ostacoli politici, forse sono ostacoli amministrativi).
Certo è che le Amministrazioni, passate e presenti, non si sono occupate in modo degno di tale questione. Quindi su questo elemento non rimane che dire: "Sbrigatevi a farlo", ma non è questo il nocciolo del problema.
Il nocciolo del problema è quale politica di investimenti l'Amministrazione regionale voglia mettere in atto per migliorare il sistema del trasporto in generale nell'area torinese. Su questo tema, non possiamo far finta che il nocciolo dello stesso stia nella quantità e direzione degli investimenti regionali, perché la Regione, anche attraverso i fondi dello Stato, non ha una disponibilità illimitata di risorse.
La politica qui sinteticamente proposta dall'Assessore Cavallera è quella di rimandare a questo mitico metrò la soluzione strutturale dei problemi e di limitare l'intervento della Regione a nuovi criteri relativamente ai contributi per bus e altri veicoli, magari a trazione elettrica, nell'Area metropolitana. Ritengo che questo sia il vecchio modo di agire che ha contraddistinto gli ultimi dieci anni di amministrazione comunale e regionale, un modo di agire che non risolve un bel niente e crea dei danni.
In quest'aula non ho ancora sentito dire, n' dall'Assessore Cavallera n' dal Presidente Brizio, una sola parola non dico per richiedere preventivamente un parere, ma almeno per giustificare un parere (penso sia a quel livello) espresso dalla Giunta sulla decisione della Regione di intervenire con 100 miliardi per la realizzazione di questa fantomatica prima linea di metrò. Di questo argomento, caro Assessore Cavallera, non avete mai detto niente n' in aula n' in Commissione: siete proprio una monocrazia assoluta. E quando ci si lamenta di altre monocrazie bisognerebbe vedere cosa riuscite a fare voi.
Questa è una scelta di investimento che esclude altri eventuali investimenti in bus e tram, di cui invece quest'area avrebbe bisogno.
Sull'investimento strutturale, la direzione che dovreste prendere è quella di utilizzare le ferrovie esistenti - quindi il passante ferroviario rafforzando ed utilizzando le linee metropolitane che già ci sono: quelle su ferro delle Ferrovie dello Stato, che viceversa lasciate abbandonate.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interpellanza n. 2332 dei Consiglieri Chiezzi e Maggiorotti inerente la richiesta di informazioni sui costi di esercizio concessione servizio trasporto sostitutivo FS alla Società Autolinee


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interpellanza n. 2332, presentata dai Consiglieri Chiezzi e Maggiorotti.
La parola al Consigliere Chiezzi per l'illustrazione.
CHIEZZI Anche con questa interpellanza, rimaniamo in argomento perché il sistema del servizio di trasporto è complesso. La politica regionale dovrebbe unire tutti questi rivoli in un unico progetto di programmazione degli interventi, che non è ancora venuto, ed un Consigliere di opposizione non può far altro che proporre la discussione attraverso limitati punti di vista, settore per settore.
Il settore preso in considerazione da questa interpellanza riguarda le risorse che la Regione Piemonte impiega per dare contributi alle autolinee di trasporto privato in esercizio pubblico: una forma di sostegno all'iniziativa privata, che dovrebbe coadiuvare il sistema di trasporto pubblico.
Siamo all'interno del tema annoso della cooperazione tra pubblico e privato: tutto pubblico o tutto privato? Qui la Regione dice: "Diamo dei soldi a chi gestisce delle autolinee".
Nella discussione sull'interpellanza precedente ho osservato che uno dei settori d'investimento regionale dovrebbe essere quello del rafforzamento delle linee ferroviarie regionali con valenza anche locale adesso diventa di particolare interesse conoscere quali investimenti la Regione Piemonte destina ai privati per gestire i servizi di trasporto lungo le linee ferroviarie che vengono denominate "linee a traffico limitato" o, in termini immaginifici, "rami secchi da tagliare".
Se risulta che gli investimenti lungo queste linee sono ingenti, ne consegue immedatamente la proposta che, anziché sostenere investimenti privati costosi, forse sarebbe interesse della Pubblica Amministrazione trasformare quegli stessi investimenti in ratei di mutui per interventi importanti sulle linee ferroviarie (per ammodernarle, comperare i mezzi pagare il personale), dando così un trasporto più efficiente, di tipo ferroviario e non automobilistico, meno inquinante e così via.
L'interpellanza chiedeva: "Come sono suddivisi i costi lungo ciascuna direttrice"? Vi è inoltre un aggiornamento. Qualche giorno fa, dalla stampa è stata data notizia che è in corso un'inchiesta della Magistratura, in quanto vi è l'ipotesi che i contributi dati (non ho sottomano il giornale) ad una o ad alcune ditte di servizio di trasporto pubblico fossero viziati da illegalità, illegittimità e supervalutazione degli stessi.
Colgo l'occasione per chiedere all'Assessore se vuole cortesemente informare il Consiglio degli eventuali atti assunti dalla Magistratura nei confronti dell'Assessorato ai trasporti, cioè se ci siano state delle perquisizioni, delle richieste di documentazione, delle convocazioni e via dicendo. Questo mi eviterebbe - cosa che intendevo fare - di svolgere un'interpellanza specifica su questo tema; poiché vi è già questa interpellanza, chiedo all'Assessore la cortesia di chiarire anche questi ultimi fatti.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MONTICELLI



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera.
CAVALLERA, Assessore regionale Si tratta di un'interpellanza integrata in aula, rispetto alla quale non ho alcuna difficoltà a rispondere, anche per la seconda parte.
Una premessa. E' chiaro che, anziché rispondere episodicamente, ed a volte anche casualmente, ad interpellanze iscritte all'o.d.g. del Consiglio seguendo l'economia generale dei lavori di questo consesso, sarebbe opportuno poter discutere organicamente dell'intera materia. I previsti tempi di risposta alle interpellanze non consentono agli interpellanti di svolgere compiutamente delle considerazioni e non è neanche giusto che l'Assessore monopolizzi più di tanto il tempo del Consiglio, andando al di là del quesito posto.
Assicuro al collega Chiezzi che è intenzione dell'Assessorato presentare, al più presto, in Consiglio la bozza del secondo Piano regionale dei trasporti; ritengo che ciò possa avvenire entro il corrente anno, vale a dire in tempo utile affinché possa essere significativamente discusso dal Consiglio regionale prima del suo scioglimento.
Tale Piano regionale dei trasporti sarà impostato su tre filoni prioritari: 1) trasporto pubblico locale 2) trasporto delle merci 3) infrastrutture in senso lato, dalla viabilità alle infrastrutture ferroviarie, alle infrastrutture relative al trasporto sui fiumi ed alla navigazione sui laghi. Naturalmente, mi riservo ogni possibilità d'intervento in sede di discussione del bilancio di previsione in ordine agli investimenti previsti dalla Giunta regionale già nel corrente anno bilancio di previsione 1994 - ma soprattutto nell'annuale 1995, compresa la relazione previsionale programmatica che la nuova legge regionale sulla programmazione prevede e per la quale stiamo lavorando ed abbiamo fornito agli Assessorati al bilancio i relativi dati.
Comunico in termini di conoscenza immediata che, sulla base dei provvedimenti nazionali - decreti convertiti in legge e decreti ministeriali - per quanto riguarda le risorse 1994 e precedenti rese disponibili, è già stato deliberato un finanziamento di 40 miliardi per Piano-bus urbano; inoltre informo che è in corso di stipulazione il mutuo per il previsto ulteriore finanziamento in annualità per un controvalore di circa ulteriori 80 miliardi, i quali dovrebbero essere indirizzati al trasporto suburbano e al trasporto locale su gomma.
Riallanciandomi all'interpellanza precedente, vi è l'impegno - che qualcuno potrebbe definire di minima - a garantire che il nostro sistema dei trasporti, anche dal lato della qualità dei mezzi impiegati, mantenga un'adeguata efficienza, anche al fine di garantire la sicurezza dei cittadini trasportati.
Per quanto riguarda il quesito specifico, devo precisare che il finanziamento attuale viene gestito a livello di azienda. Come recita la memoria preparatami dagli uffici, "Il sistema contributivo imperniato sulla legge n. 151 del 1981, che ha istituito il Fondo nazionale dei trasporti prevede la regolazione dei contributi in conto esercizio rispetto alle gestioni aziendali secondo appositi parametri di rigorosa ed efficiente gestione. Questi trovano riscontro nei costi economici standardizzati stabiliti dalle Regioni e, in ottemperanza a questa legge, la Regione Piemonte ha provveduto, per l'esercizio corrente, con deliberazione del Consiglio regionale n. 658 del 16/2/1984, a fissare la metodologia per la definizione dei costi economici standardizzati.
Pertanto, la valutazione dei costi a livello di linea non è praticabile rispetto al metodo di contribuzione previsto dalla normativa vigente, in quanto, in una stessa azienda concessionaria di servizi di trasporto pubblico locale, il costo di riferimento ai fini contributivi deriva da una struttura aziendale che si può diversamente adattare rispetto alle particolarità dei servizi in concessione.
Sulle gestioni aziendali incidono inoltre i ricavi del traffico che possono variare rispetto alle singole linee. Da quanto sopra, emerge che non è economicamente razionale calcolare il costo di una linea proporzionalmente alla percorrenza della stessa, rispetto all'ammontare dei contributi liquidati a fronte della percorrenza totale dell'azienda stessa.
Questo potrebbe essere, in mancanza di un'identificazione dei costi linea per linea, un metodo proporzionale per verificare l'incidenza del contributo per le linee di presunto parallelismo con le FS".
A questo stato dell'arte non posso che segnalare l'ammontare complessivo dei contributi erogati alle aziende di trasporto locale rispetto alle annualità cui faceva riferimento l'interpellante; mi riservo anche su questo, ulteriori precisazioni.
E' pertanto utile far sapere che nel secondo Piano regionale dei trasporti, in fase di stesura, vi è un capitolo specifico riguardante il trasporto pubblico locale. Nello stesso, si stanno elaborando soluzioni atte a portare alla razionalizzazione degli autoservizi ammessi a contribuzione ex lege n. 151, soprattutto ove esistono possibilità alternative di uso dei servizi ferroviari in modo ottimale rispetto ai costi di esercizio dell'Azienda Ferrovie dello Stato.
In sostanza, mentre è reale la difficoltà, che segnalo all'interpellante per le ragioni che ho detto, di identificare i costi, che comunque potrebbero essere proporzionalmente determinati nel momento in cui ci soccorreranno gli studi del secondo Piano regionale dei trasporti - in questo senso mi riservo di fornire successivamente una risposta più completa in termini proporzionali credo che occorra cogliere l'occasione in questa sede, per esplicitare un orientamento dell'Assessorato che respinge le impostazioni della Società Ferrovie dello Stato, in ordine ai cosiddetti rami secchi. Tale termine va cancellato dal vocabolario, perch la scelta che verrà proposta al Consiglio nel secondo Piano regionale dei trasporti farà perno sull'esistente rete ferroviaria piemontese che, grazie alle situazioni storiche nonché alla lungimiranza di coloro che ci hanno preceduto nei decenni, se non addirittura nel secolo scorso, è presente sul territorio, è già stata rafforzata ed ammodernata, e lo potrà essere ancor più. Sistema ferroviario, quindi, come perno e struttura centrale del servizio di trasporto pubblico locale in Piemonte e parallelamente servizi automobilistici intesi in senso integrativo, con tutta la loro dignità, ma evitando il più possibile le sovrapposizioni.
Vi è una convergenza in termini di obiettivi e la difficoltà ad identificare, a fronte dei 350 miliardi di contribuzione al sistema del trasporto locale, la quota parte a cui si riferiva l'interrogante, in modo non sibillino ma giusto, per fare delle valutazioni. Valutazioni che noi faremo nella proposta che sarà contenuta nel secondo Piano regionale dei trasporti, perché dovremo dare la chiave di lettura e le ragioni per cui certe proposte vengono avanzate. Quindi, sotto questo profilo chiedo solamente di pazientare, perché in quell'occasione avremo modo di discutere e di valutare organicamente i dati.
Le soluzioni che vengono prefigurate sono di vario tipo. Una è la cosiddetta soluzione a pettine: nel momento in cui si ha la linea ferroviaria, che è l'ossatura centrale, si riservano al trasporto su gomma tutte le funzioni di collegamento delle vallate o delle località laterali e marginali per accedervi secondo gli orari di coincidenza.
Un'altra soluzione potrebbe essere quella di un sistema non di parallelismo, ma di integrazione di orario e di linea, riservando al mezzo ferroviario, in termini quantitativi, il trasporto maggiore, prevedendo servizi automobilistici intermedi, nel caso non convenga economicamente far viaggiare un treno completo, in certe particolari situazioni dell'anno o in particolari momenti.
Per quanto riguarda l'ultima domanda rivolta dal Consigliere Chiezzi in ordine alle notizie giornalistiche, devo dire che queste situazioni sono venute a conoscenza della Giunta regionale e dell'Assessorato già qualche tempo fa (parlo ovviamente di settimane). A tale proposito, la Giunta regionale ha adottato vari provvedimenti. Preciso che finora si è trattato solamente di richieste di esibizione di documenti che sono stati prontamente esibiti.
La Giunta regionale ha adottato, come misura cautelativa, un provvedimento di rotazione dei dirigenti; abbiamo dunque sostituito il dirigente responsabile del servizio e il nuovo dirigente è stato incaricato di prestare la massima attenzione e di svolgere ogni controllo possibile in ordine ad alcuni provvedimenti di prossima adozione. Mi riferisco al saldo dei contributi 1992; al saldo dei contributi 1993 e, parallelamente alla predisposizione del secondo Piano regionale dei trasporti all'approntamento di nuovi criteri di contribuzione per l'anno 1995.
Comunico che, cautelativamente, la Giunta regionale ha deciso di costituirsi parte civile, dando mandato all'Ufficio Legale; se non vado errato, la costituzione di parte civile e la difesa degli interessi della Giunta regionale sono state affidate agli avvocati Ferrari e Gastini e a tale proposito vi è la copertura del segreto istruttorio.
Ancora questa mattina ho sollecitato i nostri avvocati a tenerci costantemente informati in merito ad ogni emergenza ed ogni notizia riferita alla cifra riportata dal giornale. Proprio perché l'operatore è un operatore interregionale, sarebbe opportuno sapere, per poter fare delle valutazioni, a quale Regione si riferiscono queste presunte violazioni.
E' chiaro che ogni possibile intensificazione dei controlli a tappeto o a campione, a seconda delle necessità, è già stata disposta e verrà certamente approfondita anche nelle prossime settimane.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.
CHIEZZI Nel merito della risposta all'interpellanza, non posso essere soddisfatto per due motivi.
Il primo motivo è che la risposta al quesito che avevo posto (quello di conoscere la spesa per i servizi di trasporto in concessione di autolinee lungo le direttrici ferroviarie) non può essere fornita dall'Assessore perché i contributi vengono erogati in forma unitaria ad ogni singola azienda. Un sistema di autolinee può comprendere direttrici lungo le linee ferroviarie, ma anche altre, per cui diventa difficile, almeno per la Regione, capire quanto denaro è stato impiegato per sostenere linee lungo le direttrici ferroviarie. L'insoddisfazione deriva dal fatto che l'Assessore ha risposto che: "La domanda è irricevibile, non possiamo dare una risposta".
Il secondo motivo per cui sono insoddisfatto è che, anche se l'Assessore sostiene che questo tipo di domanda non poteva avere una risposta, potevano però essere forniti dei dati volti ad inquadrare il problema. Ad esempio, l'Assessore poteva venire a dire in Consiglio quante sono le linee che si sovrappongono alle linee ferroviarie.
Questo l'Assessore poteva venircelo a dire, perché se il dato fosse stato di assoluta modestia (ci sono solo uno o due casi in cui c'è una sovrapposizione), il Consigliere interrogante, il Consiglio avrebbe comunque potuto farsi un'idea sul livello del problema; se invece l'Assessore avesse detto: "Ci sono moltissime sovrapposizioni su linee ferroviarie", allora la convinzione di poter determinare un criterio di osservazione di questa spesa legato alla sovrapposizione delle linee avrebbe potuto essere sostenuta. Viceversa, non posso essere soddisfatto perché né l'una né l'altra cosa sono state dette.
Inoltre, è anche interessante sapere - l'Assessore magari me lo pu dire con un'interruzione lampo del mio intervento - quanto spende la Regione Piemonte ogni anno per sostenere queste linee. Mi sembra che non siano cifre di poco conto. Quanto si spende in Regione? CAVALLERA, Assessore regionale In generale, nel 1991, sono stati spesi circa 350 miliardi.
CHIEZZI Sono centinaia di miliardi; è una cifra enorme nel 1991, quindi oggi lo sarà anche di più. Rimane dunque l'interesse - che spero sia anche dell'Assessorato di capire come finiscono questi 400 miliardi sulle varie linee, se sono in sovrapposizione.
Un altro elemento, Assessore, deriva da quanto lei ha gentilmente detto in risposta alla seconda parte dei quesiti non contenuti nell'interpellanza, ma strettamente collegati a questi. Come vengono spesi questi 400 miliardi? Che controlli vengono fatti? Il problema sta in questa deliberazione del 16/2/1984, perché è la delibera-madre di tutti i contributi, quindi di tutte le possibili deviazioni.
Tale deliberazione, evidentemente, è stata - se le le indagini della Magistratura hanno un senso - accuratamente studiata; le sue maglie sono state topograficamente calate sul territorio e, all'interno di queste maglie, può essere successo di tutto. Una cifra di questo genere è impressionante e, se all'interno di questi contributi si riesce a ridere un po' più del necessario, si fanno dei soldi e girano tangenti che mettono veramente molta allegria in chi le percepisce.
Chiedo all'Assessore se ha riflettuto sulla deliberazione e se pu riferire su tale fatto in Commissione.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO



PRESIDENTE

Assessore Cavallera, credo che in Commissione dovrete ponderare attentamente la questione, perché le dichiarazioni del Consigliere Chiezzi sono molto delicate.
CAVALLERA, Assessore regionale A tutte le sue richieste ho risposto. In ordine al riferire in Commissione, ci sono delle procedure che riguardano la Presidenza del Consiglio, la Presidenza di Commissione e la Conferenza dei Capigruppo.
Sono sempre disponibile a rispondere in qualsiasi momento a qualsiasi interrogazione e a fare qualsiasi comunicazione, purché venga concordata e mi venga richiesta formalmente.


Argomento: Città metropolitane

Interpellanza n. 1980 richiamata in aula dal Consigliere Rivalta ed altri ai sensi dell'art. 89, comma nono, del Regolamento consiliare, inerente l'attuazione della legge n. 142/90 con particolare riferimento all'istituzione dell'Area metropolitana


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'interpellanza n. 1980, di cui al punto 4) all'o.d.g., richiamata in aula dal Consigliere Rivalta ed altri, ai sensi dell'art. 89, comma nono, del Regolamento consiliare.
La parola al Consigliere Rivalta.
RIVALTA E' un'interpellanza che avevo presentato con altri colleghi del Gruppo a fine giugno 1993, ormai sedici mesi fa. Molte cose sono cambiate dal momento in cui l'ho presentata, ma mi sembra comunque necessario che la Giunta regionale la prenda in considerazione e dia una risposta.
Le interpellanze che in genere presento non sono brevi e sono pezzi di un programma di attività dell'Amministrazione regionale. Sotto questo profilo, una risposta tempestiva ed un impegno tempestivo ad operare secondo le indicazioni richieste e sollecitate avrebbe forse consentito di trovarci oggi in una situazione meno carente rispetto alle questioni poste.
L'interpellanza prendeva spunto dal fatto che nel giugno 1993 era stato eletto con il nuovo sistema elettorale il Sindaco di Torino, un nuovo Consiglio ed una nuova Giunta comunali. Il richiamo non era politico, ma riguardava e riguarda esigenze di operatività di più Assessorati. Senza presunzione, ho detto che è un pezzo di programma, come altre interpellanze che ho presentato, e su tali questioni varrebbe la pena avere un colloquio con la Giunta regionale. Scusate l'interruzione.
Il richiamo riguardava rilevanti problemi di operatività di questa Giunta regionale, perché non dimentichiamo che il Comune di Torino, nel bene e nel male, è un'entità che ha grande incidenza sulle politiche regionali. Il rapporto con il Comune di Torino non deve essere privilegiato rispetto ad altri Comuni, ma deve tener conto dell'importanza delle decisioni che a Torino si prendono, proprio per rispetto verso il resto della Regione.
Nell'interpellanza ponevo la questione nei confronti di una nuova Amministrazione comunale di Torino, nella speranza che potesse o volesse d'altra parte i programmi elettorali presentati nei mesi precedenti al giugno 1993 lo facevano intendere - affrontare alcune problematiche di grande rilievo per il Comune, interrelate con le decisioni regionali. Tali questioni riguardavano la politica di programmazione e di pianificazione la politica riguardante la cosiddetta Area metropolitana di Torino; il Piano regolatore del Comune di Torino ed il modo con cui la Giunta regionale si sarebbe dovuta predisporre per il suo esame.
Salto un paio di pagine di questa interpellanza; spero che i colleghi Assessori l'abbiano letta e che considerino le interpellanze presentate dai Consiglieri almeno alla pari dei documenti che consegnano loro i funzionari e collaboratori.
Sono trascorsi sedici mesi e le azioni non intraprese in questo periodo rispetto al fatto che il Comune di Torino ha portato avanti la sua politica di programmazione e di pianificazione e ha adottato un Piano regolatore che è già stato inviato alla Regione e da essa esaminato - non rendono possibile recuperare i contenuti della politica regionale dell'Area metropolitana attraverso i quali la Giunta regionale avrebbe dovuto esaminare il Piano regolatore di Torino. Ciò non toglie che un problema oggi si pone alla Giunta, più pesante di prima: rincorrere le decisioni del Piano regolatore di Torino, non attraverso valutazioni di controllo sul Piano regolatore, ma attraverso la propria politica di programmazione e di pianificazione che a tutt'oggi non esiste.
Quindi, su tale questione l'interpellanza continua a valere, anche se non più come azione preventiva per poter avere le condizioni di merito fondate per la valutazione del Piano regolatore di Torino; tali conoscenze di merito devono fondarsi sulle politiche riguardanti l'Area metropolitana ed oggi devono appunto essere rincorse. E' una rincorsa da compiere con celerità, perché il Piano regolatore di Torino è stato rinviato con numerose osservazioni, quasi esclusivamente interne ai caratteri urbanistici di quel Piano regolatore e scarsamente fondate sulla corrispondenza di quel Piano regolatore alle politiche metropolitane.
La risposta che chiedo alla Giunta, evidentemente, non è più un'azione preventiva, ma un'informazione per sapere cosa fa rispetto a questa rincorsa e quanto tempo pensa debba essere necessario per poter partecipare ad una decisione finale di approvazione del Piano regolatore (che ormai tarderà non più di qualche mese), interloquendo o assorbendo nella pianificazione metropolitana le indicazioni di Torino o interloquendo per un'immediata e successiva variazione del Piano regolatore, magari già approvato.
L'altra questione che veniva posta riguardava l'Area metropolitana. In questa interpellanza si chiedeva, nel giugno 1993, dopo molte discussioni avvenute in sede di Commissione, di dare il via in concreto ad una politica dell'Area metropolitana, in parte nei termini di programmazione e di pianificazione di cui paravo prima. La fissazione perlomeno di indirizzi a livello dell'Area metropolitana non sarebbe servita soltanto per l'esame del Piano regolatore, ma anche per mettere concretamente in cammino una politica di Area metropolitana, indipendentemente dalla sua istituzione.
Chiedevo anche che si procedesse con immediatezza (e già allora eravamo in ritardo di tre anni, perché la richiesta dell'Assemblea dei Sindaci non solo per l'Area metropolitana, ma per tutte le Aree programma, è venuta fin dall'inizio di questa legislatura) alla costituzione dell'Assemblea dei Sindaci; ciò in modo da favorire la formazione di una coscienza metropolitana e di un'espressione organizzata dei Comuni interessati che fosse di apporto alla fase di definizione ancora da compiere, per giungere alla proposta che dovrebbe approvare il Consiglio regionale.
Anche questo secondo aspetto non è avvenuto. Oggi ci troviamo in una situazione molto diversa, con scarso tempo davanti perché la scadenza rispetto alla quale la Regione dovrebbe decidere sull'Area metropolitana è fra un mese; l'unica cosa che siamo riusciti a recuperare è stata la consultazione con una parte dei Sindaci (significativa questa volta la presenza del Sindaco del Comune di Torino).
A tale proposito, chiedo che la Giunta puntualizzi un suo percorso per i prossimi mesi, anche perché ormai non si tratta di indicazioni di lunga portata. In particolare, nel mese che intercorre rispetto a quella scadenza che, ancorché ordinativa, va rispettata - dovremo giungere ad esprimere in aula una nostra posizione, sia che si decida di delimitare l'Area metropolitana - come io auspico - sia che si decida che questa delimitazione abbia valore ai sensi della legge n. 142 o che si tratti di una delimitazione ad uso delle politiche regionali, interna alle politiche regionali. Continueremo il lavoro in Commissione, ma è anche bene che su una questione di questo genere la Giunta si esprima in un'aula consiliare.
Aggiungo che una notizia ANSA di questi giorni, giunta la settimana scorsa proprio mentre eravamo in Commissione, indica che la questione dell'Area metropolitana non è così abbandonata come abbiamo pensato. La notizia ANSA riguarda la presentazione da parte dell'on. Elio Vito esponente del Gruppo Riformatore, membro della maggioranza e del Polo della Libertà, di una proposta di legge sottoscritta da una cinquantina di deputati appartenenti a varie forze politiche, con la quale si chiede che le prossime elezioni amministrative avvengano con l'istituzione delle otto Aree metropolitane.
Per tale motivo, ove le Regioni non abbiano delimitato l'Area metropolitana, questa dovrebbe essere assunta "ope legis" con riferimento alla dimensione della Provincia in cui è ubicato il capoluogo metropolitano. Si tratta di una proposta di legge; possiamo pensare che abbia difficoltà di giungere a termine di esame e di approvazione prima delle elezioni, ma certo è un segnale di una presenza di volontà politica da parte di Gruppi della maggioranza di dar vita alle Aree metropolitane.
Dovremmo esaminarla anche sul piano politico nel suo significato, ma quello che dobbiamo senz'altro fare è atteggiarci sul piano procedurale nei confronti di una possibile eventualità che, alle prossime elezioni amministrative, il Parlamento nazionale abbia deciso di individuare, ove non lo abbiano fatto le Regioni, i confini dell'Area metropolitana nei confini delle Province, e di procedere alle elezioni, in quel caso, della nuova Città metropolitana.
Mi fermo qui. Chiedevo anche come stabilire un rapporto stretto con il Comune di Torino; so che su tali questioni ci sono stati molti incontri di Giunta, di Assessorati e credo che sotto questo profilo si sia fatto un passo avanti. Dico però a questa Giunta, che è nuova - è stata eletta nel giugno scorso ed evidentemente non può essere caricata di responsabilità di ritardi operativi rispetto al giugno dell'anno scorso, data in cui ho presentato le interpellanze - che le altre interpellanze di cui aspetto la risposta ricadranno sulla sua responsabilità, se con il passare dei mesi la stessa Giunta dovesse assumersi responsabilità di ritardo, non solo nel dare risposta alle interpellanze, ma anche nell'attuare delle politiche.
Ripeto, non carico questa Giunta della responsabilità dei ritardi pregressi, visto che si è costituita solo nel giugno scorso, chiedo per che in questi ultimi mesi di vita della Regione si agisca con maggiore tempestività ed incisività rispetto al passato sui problemi da me sollevati, in particolare quello delle politiche di programmazione e di pianificazione nonché della predisposizione di elementi di indirizzo. Ci per governare ed interloquire con gli altri enti, a partire dal Comune di Torino, nella fase ultima di approvazione del Piano; immediatamente dopo se non si arriva in tempo per tutto, si giunga almeno, non solo attraverso un "pour parler", a documenti di pianificazione e di programmazione in relazione alla questione dell'Area metropolitana, che è un pezzo grosso strumentale per le politiche di programmazione e di pianificazione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Bresso.
BRESSO, Assessore regionale Rispondo anche a nome degli altri due colleghi Assessori, Coppo e Cavallera, che sono coinvolti nella complessa interpellanza testè illustrata dal Consigliere Rivalta; naturalmente i colleghi potranno, se lo desiderano, integrare la risposta. Esiste anche un testo scritto concordato da tutti e tre gli Assessori, che possiamo eventualmente fornire al Consigliere Rivalta.
Rispondo io, perché il filone più rilevante è certamente quello relativo alla pianificazione dell'Area metropolitana, dentro il quale stanno anche le scelte relative all'istituzione formale della Città metropolitana e quelle relative alla pianificazione urbanistica del Comune di Torino, ma anche di molti altri Comuni dell'Area metropolitana stessa.
La questione posta è ampia e molto complessa; la storia di ciò che questo Consiglio e la Giunta hanno fatto sulla questione, in particolare dell'istituzione della Città metropolitana, è lunga ed anche nota al Consiglio e al Consigliere Rivalta, che della Commissione istituita appositamente faceva parte e della quale era anche Vicepresidente. Nella risposta scritta ripercorriamo tutta la vicenda, dagli studi preliminari fatti dall'IRES alla formulazione del disegno di legge n. 151 nel 1991, in cui veniva delimitata una Città metropolitana di trendadue Comuni della prima e seconda cintura. Vi si ripercorre anche la storia, perché in realtà è così lunga che vale la pena, per tutti noi, ripercorrerla e capire da che punto in poi ci dobbiamo muovere. Ma poiché la storia è conosciuta dal Consigliere Rivalta e dagli altri Consiglieri interpellanti, non la ripeto.
Verrei alla situazione attuale. Nelle ultime riunioni, anche a seguito dell'ultimo dibattito e delle ultime riunioni prima dell'estate della Commissione per gli adempimenti della legge n. 142, si è deciso - come il Consigliere sa - di effettuare una nuova serie di consultazioni; queste si sono tenute nel corso del mese di settembre e ne possiamo sintetizzare i risultati - cosa che ritengo importante per ragionare su cosa dobbiamo fare da qui in avanti - in questa serie di proposizioni.
Tutti gli interessati intervenuti a queste riunioni concordano sull'esistenza in Piemonte di questa problemativa metropolitana; tra l'altro, queste ultime riunioni sono state un po' più frequentate del solito ed hanno anche conosciuto, per la prima volta, la presenza del Comune di Torino. In sostanza, possiamo dire che l'esistenza di un problema di governo dell'Area metropolitana torinese è stata riconosciuta da tutti: è quindi un qualcosa che fa parte di un patrimonio comune.
La seconda questione è che la maggior parte degli enti locali presenti a queste due riunioni - tra cui esplicitamente vale la pena di ricordare il Comune di Torino, i Comuni di Settimo, di Leinì, di Rivalta, di Moncalieri di Nichelino, di Rivoli, cioè tutti i Comuni più importanti della cintura hanno riconosciuto e concordato sulla necessità di affrontare in modo coordinato e congiunto i problemi metropolitani.
Terza questione: la maggior parte dei Comuni ha espresso l'opinione che per il momento sia meglio evitare la creazione di nuovi livelli di governo locale, propendendo per una soluzione più articolata, che consenta di affrontare e risolvere i problemi senza moltiplicare le istituzioni; in qualche modo, ci hanno dato mandato di formulare una proposta in merito che, come sapete, da alcuni colleghi è stata proposta come la formalizzazione di una Conferenza dei Sindaci dell'Area metropolitana.
L'ultimo punto - secondo me importante - emerso dalle riunioni è che la maggior parte dei presenti ha espresso un gradimento a favore dell'Area metropolitana ristretta, cioè la maggior parte di coloro che si sono pronunciati hanno detto: "Se deve essere delimitata, sia un'Area metropolitana ristretta; per quanto riguarda il coordinamento, qualunque forma ritenuta necessaria deve partire dall'Area metropolitana ristretta pur avendo probabilmente delle necessità di allargamento su alcune questioni specifiche"; ad ogni modo, ci sono state alcune richieste specifiche di modifica di quelle delimitazioni.
A partire dai risultati di questa consultazione, la Commissione - a seguito delle consultazioni in una prima riunione effettuata subito dopo ha deciso di procedere ad individuare, insieme alla Giunta, delle proposte operative specifiche che consentano di gestire la problematica metropolitana senza ricorrere alla soluzione istituzionale prevista dalla legge n. 142.
Questo mi pare il punto a cui siamo arrivati, certamente in quel momento condiviso dalla Commissione e dalla Giunta come necessità.
Sicuramente dobbiamo partire, ma qualunque cosa decidiamo rispetto all'aspetto formale dell'istituzione della Città metropolitana dobbiamo partire con un coordinamento dei Sindaci dell'Area metropolitana. Su questo mi pare ci fosse un accordo generale della necessità, anche perché, se decidessimo di andare a delimitare formalmente i confini della Città metropolitana, questo comporterebbe ancora dei tempi lunghi per la sua attuazione.
Il fatto che si fosse deciso di soprassedere può, credo debba essere oggetto di discussione. Personalmente non ero al corrente, e credo neanche gli altri colleghi della Giunta, di questa proposta di legge, che in qualche modo tenderebbe ad invertire un trend, che a tutti noi sembrava in atto, di allontanamento, quanto meno nel tempo, delle decisioni relative all'istituzione della Città metropolitana. Se fosse così, credo che la Commissione e la Giunta dovranno riflettere ed eventualmente tornare indietro rispetto ad una posizione che era stata quella di prendere del tempo, avviando intanto il coordinamento attraverso una formalizzazione dell'assemblea dei Sindaci e solo successivamente valutare se arrivare alla delimitazione. E' chiaro che, se invece andassero avanti proposte di legge nazionali di utilizzazione dei poteri sostitutivi, dovremmo tornare indietro rispetto a quella decisione o, quanto meno, ragionarci e valutare se non tornare indietro.
Per quanto riguarda l'aspetto di pianificazione territoriale, questo è stato da me avviato non appena diventata Assessore, in parallelo al lavoro in Commissione sulla questione della Città metropolitana: un lavoro di formazione a lato del Piano territoriale.
Siamo alla chiusura del Piano territoriale regionale, che definirà le linee di indirizzo per tutto il territorio; per l'Area metropolitana di Torino, che ovviamente è il fulcro economico nonché politico-amministrativo della Regione, ho deciso di disporre uno specifico documento di approfondimento. Tale documento farà parte integrante del Piano territoriale regionale, ma sarà evidentemente di maggiore dettaglio. Sarà un po' come una lente collocata non solo sull'Area metropolitana torinese ma anche su altre aree, per consentire di inquadrare obiettivi e strategie e di uniformare ed orientare l'azione regionale nei vari settori di interesse (come la pianificazione di interesse settoriale), nonché quella delle Amministrazioni locali nell'elaborazione degli strumenti di pianificazione territoriale o urbanistica o nelle loro modifiche.
Così facendo, si potranno definire le linee strategiche della pianificazione dell'Area metropolitana e dell'intervento nell'Area metropolitana, considerando alcune questioni come quelle relative alla tulela del verde nell'Area metropolitana; al completamento della corona della cintura verde dell'Area metropolitana torinese; alle infrastrutture di trasporto, in particolare di quelle previste ad Alta Velocità; a quelle rilevanti delle infrastrutture produttive e delle infrastrutture commerciali; al coordinamento dei Piani regolatori in parte approvati, in parte adottati e in corso di approvazione.
Questo documento, che vuol proprio essere un documento di pianificazione strategica per l'Area metropolitana, è stato concepito non come un ulteriore studio, ma come un'analisi degli studi esistenti, dai Piani regolatori agli studi fatti in passato dalla Regione stessa per il Piano comprensoriale del Comprensorio di Torino, ai documenti predisposti da diversi soggetti per le pianificazioni di settore o per gli interventi di tipo settoriale. Dalla lettura di tutte le progettazioni in atto nell'Area metropolitana, emergerà un quadro che metterà in evidenza le linee comuni e le aree di conflitto su cui occorrono delle decisioni e su cui la Regione proporrà delle scelte coordinate; naturalmente le proporrà al Consiglio, perché è il Consiglio che dovrà approvare lo strumento. Tali scelte costituiranno il quadro della pianificazione strategica per l'area.
Questo incarico è stato affidato al COREP ed è in corso di svolgimento la prima bozza dovrebbe essere già pronta e quindi potremmo anche essere in grado di presentarlo alla competente Commissione consiliare, come peraltro già concordato. Ricordo che il COREP (Consorzio per la Ricerca e l'Educazione Permanente) è stato promosso dal Politecnico con la partecipazione di una serie di soggetti tra cui la stessa Regione. Vi è anche l'interessante novità di far operare il COREP, che finora è stato essenzialmente un Consorzio per la formazione, pur chiamandosi per la ricerca e l'educazione, facendogli avviare un'attività; il COREP, tra l'altro, ha un master in pianificazione territoriale, oltre che in pianificazione urbanistica.



PRESIDENTE

Assessore Bresso, le ricordo i tempi.
BRESSO, Assessore regionale Purtroppo la materia tocca più Assessori, per cui sto parlando per tre.
Non sto per finire, ma per passare al terzo punto: finora ho trattato solo le prime due parti.
Questo documento peraltro si raccorda anche con un'attività di coordinamento della Regione rispetto alla predisposizione degli strumenti cartografici di conoscenza della situazione nell'Area metropolitana, quindi con tutta una cartografia numerica predisposta per conoscere lo stato di fatto dell'edificato, dei servizi a rete, dell'ubicazione dei servizi puntuali di rilievo intercomunale, della mosaicatura dei Piani regolatori.
Questo lavoro di coordinamento degli strumenti di conoscenza rappresenta anche uno strumento molto utile per gli amministratori locali per il coordinamento delle politiche.
Sempre nel quadro delle attività di coordinamento, richiamo l'accordo di programma promosso dalla Regione, insieme alla Provincia e ai cinque Comuni metropolitani, per il corretto inserimento del Centro Agro Alimentare di Torino, che è invece localizzato fuori Torino, nei Comuni di Grugliasco e Rivoli.
Su questa partita, credo che il tempo perso - ma adesso ci torno perché dobbiamo parlare ancora della parte urbanistica a cui faceva riferimento il Consigliere Rivalta, lo stiamo rapidamente recuperando penso che saremo in grado di adottare e far pervenire questo documento strategico di pianificazione in Consiglio entro la fine dell'anno, ma di illustrarlo già prima, in modo da cercare di intervenire nella fase di formulazione definitiva di alcuni degli strumenti urbanistici più importanti dei Comuni dell'area, tra cui quello di Torino.
Rilevo, peraltro, che già l'adozione del Progetto Territoriale Operativo del Po lo scorso agosto ha consentito di effettuare una verifica incrociata del Piano regolatore di Torino, mettendo in evidenza una serie di incongruenze e facendo partire una serie di raccomandazioni per il coordinamento del Piano regolatore al PTO.
Da questo punto di vista, credo che l'accelerazione delle procedure di pianificazione ci stia consentendo di "acchiappare", sia pure in extremis una serie di strumenti urbanistici al fine di tentare un coordinamento maggiore delle politiche per l'Area metropolitana. Tutto ciò ben sapendo che il tempo è passato e che gli strumenti sono stati adottati, ma proprio perché nelle Aree metropolitane e anche in quella di Torino avvengono continuamente fatti nuovi, che necessitano adeguamenti degli strumenti urbanistici, il disporre di uno strumento di pianificazione strategica è di grande utilità per controllare in corso d'opera le numerose modificazioni che vengono proposte e coordinarle in modo coerente. Peraltro, lo strumento che prevediamo di adottare non sarà di tipo statico, quindi non sarà un ulteriore disegno che si aggiungerà ai molti altri esistenti, ma sarà uno strumento in grado di consentire continuamente la verifica di coerenza, di accettabilità, di coordinamento delle diverse iniziative e domande che emergono sul territorio e che emergeranno nei prossimi anni, quindi uno strumento capace di coordinare in progresso le politiche, e non solo di verificarle, una volta per tutte.
Com'è noto ai Consiglieri, la Commissione tecnica urbanistica il 17 ottobre ha concluso l'esame del Piano regolatore del Comune di Torino; il terzo aspetto sollevato dall'interpellanza - Piano regolatore del Comune di Torino e di altri Comuni dell'area - è dunque a questo stadio. Si tratta di un'operazione di importante rilievo nel quadro della politica territoriale piemontese, in quanto completa la discussione e l'analisi, in sede di CTU, degli strumenti urbanistici per l'Area metropolitana.
Negli ultimi tempi, infatti, sono state discusse - ed anche approvate le osservazioni sui Piani regolatori di una serie di Comuni molto rilevanti: da Collegno a Nichelino, da Orbassano a Beinasco e Rivalta, ed oggi, Torino.
Nella valutazione avvenuta in sede di CTU di tali documenti si è sentita la mancanza di un quadro di riferimento complessivo di pianificazione a scala vasta, e questo ha in sostanza fatto sì che le previsioni dei Comuni si siano limitate ad esigenze locali; anche il Comune di Torino ha tenuto conto, in maniera estremamente sommaria, di alcune linee strategiche derivanti dai vecchi schemi della pianificazione comprensoriale. In ogni caso, alcuni elementi di presa in conto di quei documenti sono facilmente individuabili nel Piano regolatore di Torino.
La mancanza di un quadro di riferimento territoriale fa sì che si sia di fronte alla costruzione di griglie di regole urbanistiche eterogenee assunte in epoche diverse, senza riferimento ad uno schema comune; in parte già attuate, hanno comunque determinato uno sviluppo non sempre coordinato ed omogeneo, anche se oggi costituiscono il dato di fatto dal quale dobbiamo partire. E' pur vero che nella discussione del PRG della Città di Torino tali valutazioni sono state tenute in considerazione (l'esistenza di strumenti urbanistici assai eterogenei); si è rilevato, infatti, che anche il PRG di Torino tende a definire un progetto, seppure estremamente dettagliato, interno al proprio confine, e che lo stesso individua e colloca una serie di attività proprie al di fuori dei confini comunali poiché alcune delle ipotesi di sviluppo e di progetto assunte dal Piano regolatore non troverebbero spazio all'interno del territorio comunale.
In sostanza, si anticipa l'approccio che gli uffici regionali solitamente propongono, quando suggeriscono la necessità di ridimensionare le previsioni troppo ottimistiche dei Piani regolatori, prevedendo qualche spostamento al di fuori dei propri confini E' evidente che le previsioni del Piano regolatore del Comune di Torino che tendono a debordare dai confini comunali necessitano di un coordinamento che dovrà avvenire in sede di pianificazione di area vasta (lo strumento di cui parlavo in precedenza).
Nelle varie osservazioni mosse, infatti, è stato specificamente richiesto che, in assenza di linee-guida definite con strumenti propri della pianificazione territoriale, si proceda con previsioni moderate, al fine di consentire le necessarie verifiche territoriali a scala vasta possibili solo dopo l'approvazione del Piano territoriale. In linea di massima, non sono state formulate critiche all'impostazione generale, ma si è prestata attenzione soprattutto alle proposte più significative caratterizzanti il progetto ed alla validità e compatibilità delle numerose innovazioni normative, nonché alla compatibilità di alcune scelte inerenti luoghi preziosi dal punto di vista ambientale, in particolare relativamente a strumenti già esistenti a valenza sovraccomunale, quali il Piano di Superga ed il PTO del Po. Si è anche rilevato che alcuni comparti quali Eurotorino, Piazza Galimberti, ecc., necessitano di particolari cautele, in attesa che le Regione adotti il Piano territoriale.
In sostanza, quindi, proprio perché è in corso di definizione uno strumento di pianificazione territoriale per l'area di Torino, accogliendo le osservazioni, si sono rinviate al successivo documento di pianificazione territoriale alcune delle questioni trattate nel Piano regolatore suggerendo la limitazione forte delle previsioni in connessione con tale questione.
La situazione è estremamente complessa; con il documento in corso di predisposizione stiamo tentando di "correre dietro" a necessità di coordinamento che avrebbero dovuto essere affrontate ex ante rispetto ai Piani regolatori dei Comuni. Ma, come dicevo prima, l'evoluzione del territorio non si ferma mai: la disponibilità di uno strumento come quello in corso d'opera sarà di grande rilevanza ed opportunità.
Non c'è dubbio che tutta l'analisi e il materiale utilizzato per il Piano regolatore di Torino costituiscono prezioso contributo d'informazione per la progettazione del nostro Piano territoriale dell'Area metropolitana.
Mi scuso con la Presidente per il tempo utilizzato; i colleghi sanno bene che le interpellanze del Consigliere Rivalta sono veri e propri documenti di pianificazione e quindi anche una risposta, che pur pu apparire lunga, è necessariamente breve e forse non soddisfacente su tutte le questioni. Rilevo che ci siamo impegnati, come Giunta regionale, a riferire sull'intera partita ed in particolare sullo stato dei lavori della pianificazione dell'Area metropolitana nella Commissione consiliare competente, dove sarà possibile, per tutti i Consiglieri interessati alla questione, interloquire, avere maggiori chiarimenti e poter esprimere proprie opinioni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rivalta.
RIVALTA Replico considerando molto puntuale la risposta alle questioni da me poste sul versante del problema dell'Area metropolitana. Ero e sono al corrente di quello che si è fatto attorno a questo problema, ma mi pareva giusto che la Giunta esprimesse una sua volontà di considerare questo problema un problema non eliminato, non tolto dal tavolo, quindi una piena collaborazione della Giunta al lavoro che dovremo fare come Commissione consiliare e come Consiglio insieme alla Giunta - così abbiamo chiesto nell'ultima riunione - per arrivare ad una soddisfacente, ed opportuna in questa situazione, conclusione di questo lavoro.
Sono anche soddisfatto della risposta per quello che riguarda la rimessa in moto di una politica di pianificazione territoriale. Conoscevo direttamente l'attività dell'Assessore Cavallera, in quanto ho partecipato alle riunioni della Commissione tecnico-urbanistica dove ciò era possibile.
Sono anche intervenuto, in particolare sulla questione del rapporto fra Piano regolatore di Torino e il contesto della pianificazione in atto nell'Area metropolitana. A tale proposito, sono d'accordo con il metodo da lui oggi adottato; mi dispiaccio soltanto che la questione venga affrontata oggi nella sua fase operativa di pubblicizzazione e di decisione, dovendo rincorrere la pianificazione del Comune di Torino.
Se nel passato non si fosse abbandonato questo tipo di lavoro, ne avrebbe senz'altro giovato la capacità di interloquire della Regione con il Piano regolatore di Torino. Tutte le questioni richiamate (quella residenziale, del verde, delle attività produttive, dell'attività terziaria, dei trasporti) sono state affrontate dal Comune di Torino senza indicazioni e indirizzi da parte della Regione, in una logica tutta comunale che, in sostanza, mette fuori dal Comune le residenze, mette fuori dal Comune il verde, mette fuori dal Comune le attività produttive ed accentua lo sviluppo di Torino su una caratterizzazione terziaria.
La qualità dell'organizzazione dell'Area metropolitana e la quantità di riparto delle funzioni qualificate sull'Area metropolitana non sono accettabili e oggi - come dicevo - siamo costretti a rincorrere la pianificazione del Comune di Torino. Credo e spero che lo si possa fare in collaborazione con il Comune di Torino, senza ingerire a posteriori su atti già compiuti, operando per modificarli in progress.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.
CHIEZZI Solo un paio di minuti per osservare che questa interpellanza ha toccato temi che dispiace veramente vedere trattenuti nell'angustia di un'interpellanza. Cosa che poi, in effetti, per forza di cose, non è avvenuta e non può avvenire.
Viceversa, questi temi - che tra l'altro vengono discussi nelle sedi appropriate delle Commissioni e sui quali fino a questo momento non si è giunti ad una conclusione - vengono discussi in quest'aula tra i due estensori dell'interpellanza.
Se la Giunta, quindi l'Assessore Bresso, avesse trasformato la risposta all'interpellanza in una comunicazione della Giunta (cosa che la Giunta pu sempre fare), avrebbe dato modo anche in quest'aula di far sentire le voci diverse dei vari Gruppi consiliari sui temi proposti. Invece, è stato un dibattito interessantissimo, ma tra i due interlocutori, tra l'altro entrambi firmatari dell'interpellanza. Quindi, che l'Assessore Bresso abbia risposto bene alla propria interpellanza è quanto meno auspicabile, visto che l'aveva scritta anchéessa; tuttavia, nella sua risposta non ha compreso tutte le sfaccettature e i punti di vista diversi che su questi temi c'erano.
Il mio invito per la prossima volta, in occasione di cose così importanti, è che la Giunta abbia la sensibilità di rispondere, dicendo: "Sto svolgendo una comunicazione in aula"; viceversa, questo non è stato.
Chiedo alla cortesia dei due colleghi e degli uffici di poter disporre dei testi corretti dai colleghi di questi due interventi e di avere la possibilità di ritornare su questi prima nella Commissione competente e poi successivamente in aula.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rabellino.
RABELLINO Desidero semplicemente far notare che diversi Gruppi avevano già chiesto, addirittura un anno fa, una comunicazione della Giunta sulla questione del Piano regolatore di Torino. Ci è sempre stato detto che c'erano delle difficoltà ad arrivare in aula con una comunicazione di questo tipo.
Oggi, invece, arriviamo in aula con un'interpellanza presentata da due Consiglieri a parlare del Piano regolatore, senza alcuna possibilità, da parte dei Gruppi, di intervenire.
Mi pare un atteggiamento leggermente scorretto da parte di questa Giunta.



PRESIDENTE

Mi farò carico, in sede di Conferenza dei Capigruppo, delle questioni poste.
L'Assessore Cavallera informa di essere sempre disponibile ad intervenire in aula e in sede di II Commissione, concordando tempi e procedure. Ringrazio l'Assessore Cavallera e il Presidente della Commissione che concorderanno questo percorso.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 5) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Ha chiesto congedo il Consigliere Maggiorotti.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento: Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici

Esame progetto di legge n. 349: "Programmi integrati di riqualificazione urbanistica, edilizia ed ambientale in attuazione dell'art. 16 della legge 17/2/1992, n. 179" (rinvio in Commissione)


PRESIDENTE

Il punto 8) all'o.d.g. prevede l'esame del progetto di legge n. 349.
La parola al relatore, Consigliere Buzio.
BUZIO, relatore Propongo che il progetto di legge n. 349, oggi all'esame del Consiglio sia rinviato in Commissione.
Abbiamo infatti rilevato che il testo di legge necessita di una serie di modifiche di natura prevalentemente tecnica, per cui abbiamo già predisposto alcuni emendamenti, che in alcuni casi portano alla totale riscrittura di alcuni articoli.
Pertanto, per evitare di discutere un testo che sarebbe gravato di eccessivi emendamenti ed anche per avere il tempo materiale, dal mio punto di vista, di correggere la relazione che non è ancora alle mani dei Consiglieri, chiedo al Consiglio di soprassedere sull'argomento; di rinviare il punto all'o.d.g. in Commissione ai sensi dell'art. 81 del Regolamento consiliare e di prevederne l'approvazione in una prossima seduta.
Al Presidente della II Commissione chiedo di integrare l'o.d.g. della Commissione già convocata per giovedì, ponendo al primo punto il riesame del progetto di legge in questione.



PRESIDENTE

La Presidenza non ha difficoltà ad accedere a tale richiesta. La Giunta?



PRESIDENTE

CAVALLERA, Assessore regionale



PRESIDENTE

Se la richiesta, come viene proposta, è intesa a fin di bene e allo scopo di non svolgere in aula un'opera di perfezionamento anche dal punto di vista tecnico, la Giunta non può che essere d'accordo, anche perché il collega indica un percorso estremamente breve. Credo che anche il Presidente della II Commissione sia d'accordo, per cui non solleviamo alcuna eccezione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.
CHIEZZI Chiedo di parlare per segnalare un fatto politico. Condivido questa richiesta. Il fatto politico è di novità, da apprezzare su questo tema, nel senso che in Commissione l'Assessore ha avuto una posizione molto rigida di fronte alle proposte da me avanzate di ridiscussione alla radice di questo provvedimento, nel tentativo di non duplicare una nuova legge esistente, la n. 56, ma di inserirla nella stessa. In quella sede, l'Assessore aveva avuto un atteggiamento a lui non insolito, di chiusura, tant'è che non ho più partecipato alla discussione di un provvedimento che mi sembrava sghembo alla radice.
Viceversa, segnalo come novità positiva un ripensamento all'interno della maggioranza su questo tema; mi riservo, nella sede della II Commissione, di meditare se, con semplici atti di semplificazione normativa, non sia possibile ritornare sui passi ed inserire questa materia non in una nuova legge, ma nella legge n. 56.



PRESIDENTE

Su questo percorso non vi sono obiezioni, per cui rimandiamo il tutto in Commissione per giovedì, a norma dell'art. 81 del Regolamento. Di conseguenza, non è necessario votare su questo rinvio.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Il punto 9) all'o.d.g. che prevede l'esame del progetto di legge n.
526: "Norme relative al funzionamento e al personale del Gruppo Misto", il punto 10) che prevede l'esame del progetto di legge n. 470: "Modifica dell'art. 6 della L.R. 14/1/1992, n. 3 'Istituzione della Riserva naturale orientata delle Baragge'" e il punto 11) che prevede l'esame del progetto di legge n. 380: "Integrazione della L.R. 28/12/1982, n. 60 'Sottoscrizione del primo aumento di capitale della Società Consortile Centro Agro Alimentare di Torino CAAT S.C.p.A.'" vengono momentaneamente accantonati.


Argomento: Edilizia scolastica

Esame proposta di deliberazione n. 1008: "Legge 23/12/1991, n. 430 - Piano regionale di finanziamento di edilizia scolastica approvato con DGR n. 80 13664 del 23/3/1992 e ratificato dal Consiglio regionale con atto deliberativo n. 351-5424 del 28/4/1992. Variazione n. 22 - Provincia di Torino - Variazione di destinazione del finanziamento assegnato"


PRESIDENTE

Procediamo con il punto 12) all'o.d.g. che prevede l'esame della proposta di deliberazione n. 1008.
La parola all'Assessore Leo.
LEO, Assessore regionale Questa deliberazione è stata approvata in Commissione a larghissima maggioranza, senza obiezioni od osservazioni di alcun tipo.
E' presente anche il Presidente della Commissione, Consigliere Foco che ha seguito i lavori, che può confermare come non sussista alcun problema al riguardo.



PRESIDENTE

Non essendovi interventi, pongo in votazione tale deliberazione, il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 26 voti favorevoli e 11 astensioni.


Argomento: Organizzazione regionale: argomenti non sopra specificati

Esame proposta di deliberazione n. 1009: "L.R. 8/9/1986, n. 42, art. 3 Soppressione del Servizio 'Ragionerie decentrate' del Settore 'Ragioneria'"


PRESIDENTE

Passiamo al punto 13) all'o.d.g. che prevede l'esame della proposta di deliberazione n. 1009.
Non essendovi interventi, pongo in votazione tale deliberazione, il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 22 voti favorevoli e 12 astensioni.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori (seguito)


PRESIDENTE

Il punto 14) all'o.d.g. che prevede l'esame della proposta di deliberazione n. 771: "Modifica al Regolamento per la disciplina della navigazione sulle acque del Lago di Mergozzo", il punto 15) che prevede l'esame del progetto di legge n. 318: "Proposta di legge al Parlamento del Consiglio regionale del Piemonte relativa a: 'Sospensione dei termini di attuazione delle aree metropolitane delle nuove Province prevista dalla legge n. 142 dell'8/6/1990, causa la grave crisi economico-finanziaria del Paese'" e il punto 16) che prevede l'esame del progetto di legge n. 336: "Proposta di legge al Parlamento del Consiglio regionale del Piemonte relativa a: 'Disciplina per lo scioglimento e la confisca dei beni dei partiti politici conseguenti a condanne penali dei loro Segretari nazionali'" vengono per il momento accantonati.


Argomento: Enti strumentali - Enti di sviluppo e organismi fondiari - Produzione e trasformazione dei prodotti

Esame progetto di legge n. 109: "Istituzione dell'Ente regionale di Sviluppo Agro-Alimentare del Piemonte" (rinvio in Commissione)


PRESIDENTE

Il Presidente della Giunta chiede di rimandare in Commissione il punto 17) all'o.d.g. che prevede l'esame del progetto di legge n. 109.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La richiesta di rinvio è approvata all'unanimità dei 34 Consiglieri presenti.


Argomento: Patrimonio culturale regionale (linguistico, etnologico, folcloristico, storia locale) - Attivita' di promozione

Esame progetto di legge n. 443: "Tutela e valorizzazione della cultura e uso delle lingue del Piemonte" (rinvio in Commissione)


PRESIDENTE

In merito al punto 18) all'o.d.g. che prevede l'esame del progetto di legge n. 443, ha chiesto la parola il Consigliere Rabellino; ne ha facoltà.
RABELLINO Chiedo che l'esame di tale progetto di legge venga rinviato in Commissione, a norma di Regolamento.



PRESIDENTE

Pongo in votazione il rinvio in Commissione del punto 18) all'o.d.g.
come richiesto dal Consigliere Rabellino.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La richiesta di rinvio è approvata all'unanimità dei 34 Consiglieri presenti.


Argomento:

Convocazione urgente della Giunta delle Elezioni


PRESIDENTE

Comunico che la Giunta delle Elezioni è convocata immediatamente presso la sala A adiacente all'aula del Consiglio.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alla ore 12.20 riprende alle ore 13.10)


Argomento: Gruppi consiliari - Stato giuridico ed economico del personale dipendente

Esame progetto di legge n. 526: "Norme relative al funzionamento e al personale del Gruppo Misto" (rinvio in Commissione)


PRESIDENTE

La seduta riprende.
Esaminiamo il progetto di legge n. 526 di cui al punto 9) all'o.d.g.
La parola al relatore, Consigliere Monticelli.
MONTICELLI, relatore Non svolgo la relazione, che tra l'altro è molto breve ed è allegata al testo della legge, per cui penso che i colleghi avranno già avuto modo di vederla, ma intervengo solo per chiedere al Consiglio il rinvio in Commissione di questo progetto di legge per un supplemento di istruzione.
Il motivo è molto semplice: alcuni Consiglieri hanno presentato un emendamento a questa proposta di legge che comporta una reimpostazione complessiva del testo, quindi non è affrontabile a sè rispetto al corpo complessivo della legge, anche se si tratta di una legge molto breve.
Per questo motivo chiedo alla Presidenza del Consiglio di sospendere l'esame del progetto di legge n. 526 per la seduta di oggi e di rinviare il testo per un riesame alla Commissione consiliare.



PRESIDENTE

Pertanto, ai sensi dell'art. 81 del Regolamento, il progetto di legge n. 526 è rinviato alla Commissione competente, con l'intesa di esaminare la questione eventualmente anche a margine di una riunione dei Capigruppo, in modo da definire un percorso che consenta di tornare in aula rapidamente.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Esame proposta di deliberazione n. 1016: "Convalida del Consigliere regionale Giuseppe Bara (art. 17 legge 17/2/1968, n. 108 e art. 16 del Regolamento consiliare)"


PRESIDENTE

Passiamo ora alla proposta di deliberazione n. 1016 inerente la convalida del Consigliere regionale Giuseppe Bara, di cui al punto 7) all'o.d.g.
La parola al Presidente della Giunta delle Elezioni, Consigliere Majorino.
MAJORINO La Giunta delle Elezioni si è riunita poco fa; ha rilevato che non sussistono motivi né di ineleggibilità né di incompatibilità del Consigliere Bara, così come da lui dichiarato, né aliunde risultano siffatti motivi, quindi unanime propone al Consiglio la convalida del suddetto Consigliere.



PRESIDENTE

Si proceda pertanto alla votazione a scrutinio segreto.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 44 hanno risposto SI 40 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere schede bianche 3 Il Consiglio approva.
Comunico che copia della deliberazione di convalida sarà depositata nella Segreteria del Consiglio per l'immediata pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione, ai sensi dell'art. 16 del Regolamento interno del Consiglio regionale, e sarà trascritta nel processo verbale della seduta in corso.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Adempimenti ex art. 16, comma sesto, del Regolamento interno del Consiglio regionale nei confronti della signora Margherita Gissara (rinvio)


PRESIDENTE

Esaminiamo ora il punto 6) all'o.d.g.
Vista la deliberazione del Consiglio regionale in data 4/10/1994, con la quale è stata contestata alla signora Margherita Gissara l'ineleggibilità sopravvenuta conseguente a lite pendente con la Regione delibera comunicatale ai sensi dell'art. 7 della legge n. 154/81; rilevato che la stessa, nei termini previsti dall'art. 7, comma terzo, della legge n. 154/81, non ha n' formulato osservazioni n' eliminato la causa di ineleggibilità; visto l'art. 7, comma quinto, della citata legge; sentita la relazione della Giunta delle Elezioni - e adesso darò la parola all'avvocato, Consigliere Majorino, Presidente della Commissione - il Consiglio dovrà procedere ad una delibera nella quale, ritenendo sussistente la causa di ineleggibilità sopravvenuta in conseguenza di litispendenza con la Regione Piemonte, inviterà la Consigliera Margherita Gissara a rimuoverla entro 10 giorni dalla comunicazione delle predetta deliberazione, che andremo ad approvare.
La parola al Presidente della Giunta delle Elezioni, Majorino.



PRESIDENTE

MAJORINO



PRESIDENTE

Intervengo molto brevemente, perché la lettura fatta dalla Presidente della proposta di deliberazione è già di per sè esaustiva.
Con deliberazione 4/10/1994, il Consiglio regionale aveva contestato alla signora Margherita Gissara, Consigliere regionale sospeso in seguito a condanna penale, l'ineleggibilità sopravvenuta conseguente a lite pendente dipendente dalla costituzione di parte civile con la Regione e l'aveva invitata a formulare le proprie eventuali osservazioni al riguardo o a rimuovere la causa di ineleggibilità. La deliberazione è stata ritualmente comunicata e sono ormai decorsi i termini di legge e di regolamento, cioè i 10 giorni.
Non essendo state presentate dalla stessa delle osservazioni, stamane riunitasi sempre secondo le previsione del nostro Regolamento consiliare e della legge n. 154/81, la Giunta delle Elezioni unanime ha deliberato di proporre al Consiglio di contestare alla signora Margherita Gissara il motivo di ineleggibilità soprravenuta dipendente dalla lite pendente e di invitarla a rimuoverla, ove lo creda, entro 10 giorni.
Per cui oggi si deve procedere a questo rito, a questa deliberazione, a questa procedura diretta ad invitare la signora Margherita Gissara a rimuovere la causa di ineleggibilità sopravvenuta e dipendente da litispendenza con la Regione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Marchini; ne ha facoltà.
MARCHINI Signora Presidente, desidero informare lei e i colleghi che ritengo di non dover partecipare al voto, perché considero quello che stiamo compiendo un atto di alta inciviltà giuridica.
La decadenza in conseguenza di una lite pendente che nasce da costituzione di parte civile - nella presunzione che ci sia poi un reale conflitto di interessi, che è la conseguenza dell'accertamento di una responsabilità penale e del conseguente aggravarsi sulla persona interessata di un onere di risarcimento danni - è una fattispecie mostruosa che, a mio modo di vedere, fa rabbrividire chi abbia un minimo di senso della tutela dei diritti individuali. Quello che noi pronunceremo a conseguenza di questa procedura è una decadenza, un atto irreversibile che non potrà essere rimediato, a fronte di un'ipotesi eventuale di condanna e di eventuale somministrazione di un risarcimento del danno.
Mi rendo conto che, nel clima che stiamo vivendo, questa argomentazione, che dieci anni fa era stata fatta proprio dal Consiglio regionale, non ha più molto diritto di cittadinanza. Quindi la mia partecipazione al voto sta ad essere non soltanto un'espressione di giudizio, ma anche di documentazione di come sia cambiato il modo con cui un'assemblea si atteggia nei confronti di una fattispecie di identica delicatezza. Allora il problema ce lo siamo posto, oggi non ce lo poniamo più: questa è una delle conseguenze, a mio modo di vedere devastante, del clima nel quale stiamo vivendo.
Non parteciperò al voto; è evidente che tale atteggiamento è soprattutto un'oggettivazione dell'esigenza di esternare e di memorizzare in particolare per gli atti, questo pezzo della nostra storia, nel quale constatiamo il forte indebolirsi della tutela dei diritti dei cittadini nei confronti dei diritti della collettività.
Mi rendo conto che le fattispecie sulle quali ci siamo misurati dieci anni fa erano diverse da quelle attuali e che quindi in questo momento l'esigenza che ha la collettività di tutelarsi rispetto a comportamenti è sicuramente più sentita di quanto non lo fosse dieci anni fa. Se la giustizia è una bilancia, credo che questa dovrebbe cercare di rimanere il più possibile orizzontale. Forse dieci anni fa eravamo stati troppo disponibili nei confronti di un collega; oggi forse siamo un po' troppo poco disponibili per la voglia di crocifiggere che nasce dall'opinione pubblica.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino.
MAJORINO Devo rispondere al collega Marchini in questi termini. Indubbiamente la questione da lui posta ha un suo peso; tuttavia può essere presa in considerazione solo se e quando vi sia un'iniziativa eventuale del Consigliere Marchini con una proposta di legge al Parlamento del Consiglio regionale del Piemonte, che è l'unico strumento a disposizione di un Consigliere regionale per operare in maniera tale che la lite pendente prevista come motivo di ineleggibilità, sia originaria che sopravvenuta venga eliminata dall'ordinamento.
Le argomentazioni esposte dal collega Marchini diversi mesi fa in sede di Giunta delle Elezioni con riferimento ad un caso identico a questo come dicevo - sono apprezzabili e può anche essere valido il ragionamento che la lite pendente, qualunque essa sia, non ha da essere (questa è poi la conclusione); tuttavia, ricordo l'ordinamento attuale e le numerose decisioni della Corte di Cassazione (perché questa tesi è stata portata avanti da persone colpite da ineleggibilità originaria o sopravvenuta per lite pendente) che ha sempre ritenuto di estendere la lite pendente non solo alle questioni strettamente civili o amministrative, ma anche alla costituzione di parte civile; questo era un primo argomento.
Ma c'è di più. La Corte Costituzionale ha avuto motivo di pronunciarsi al riguardo, perché qualche Consigliere regionale o comunale o provinciale (adesso non ricordo in concreto chi fosse e quale qualifica rivestisse) ha posto la questione di costituzionalità di siffatta normativa che prevede la lite pendente; è stata rimessa alla Corte Costituzionale sostanzialmente con le medesime motivazioni di fondo che oggi enuncia il collega Marchini.
La conclusione qual è? Che oggi nell'ordinamento esiste il motivo espresso di ineleggibilità sopravvenuta o originaria per lite pendente; per di più, la Corte Costituzionale ha ritenuto la legittimità di questo motivo di ineleggibilità. Ritengo dunque che si possa, in base all'ordinamento vigente, serenamente procedere in questo senso; ove si andasse di diverso avviso, credo si violerebbe l'ordinamento stesso.
Ciò premesso, è chiaro che, poiché il voto è espresso a scrutinio segreto, ognuno è libero di votare e di comportarsi come ritiene. La Giunta delle Elezioni ha ritenuto, in maniera unanime, di proporre alla signora Gissara l'invito di eliminare la causa di ineleggibilità; ove non la rimuova, decorsi i 10 giorni, quindi in una delle prossime sedute, si pronunzierà - collega Marchini, non dovrà pronunziarsi, ma si pronunzierà sulla di lei decadenza.



PRESIDENTE

In questa materia, sentita la relazione del Presidente della Giunta delle Elezioni, sentite le osservazioni di rilievo presentate dal Consigliere Marchini e considerato che il termine dei 10 giorni non è perentorio, mi permetto di suggerire di fare un ulteriore approfondimento ed eventualmente di riportare questo provvedimento nella prossima seduta di Consiglio, dopo aver valutato maggiormente la questione. Mi dicono anche che oggi è sopraggiunta un'altra comunicazione, che non ho ancora potuto vedere, dell'avvocato difensore della Consigliera Gissara, per cui avanzo questa proposta.
Un approfondimento ulteriore in questa materia mi sembra sia sempre positivo. Cosa ne dice il Presidente della Giunta delle Elezioni? MAJORINO Di fronte alla proposta della Presidente, mi rimetto al voto del Consiglio; vorrei solo ribadire che, qualunque fatto nuovo potesse in ipotesi verificarsi fra oggi ed una prossima seduta, in base all'ordinamento vigente sarebbe quello della rimozione, da parte dell'interessata, del motivo di ineleggibilità. Non vedo a cosa possa portare - mi scusi, Presidente - un rinvio; l'ordinamento prevede espressamente questa causa di ineleggibilità: in futuro potrà benissimo essere rimossa, per tutte le osservazioni serie e valide mosse dal collega Marchini.
Per quanto riguarda la perentorietà del termine, mi limito a leggere quanto prevede il nostro Regolamento: "Entro i 10 giorni successivi alla scadenza del termine di cui al comma precedente - termine già scaduto per la signora Gissara per eventuali osservazioni - il Consiglio delibera definitivamente". Penso che, non essendo precisata espressamente, la perentorietà - o la non perentorietà - sia opinabile.
Per quanto mi riguarda, ritengo che il Consiglio possa decidere se rinviare - mi pare sia questa la proposta - o passare subito al voto della deliberazione così com'era stata proposta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.
MARCHINI Signora Presidente e colleghi, questioni così delicate dovrebbero non essere improvvisate come abbiamo fatto sia io che il Presidente della Giunta delle Elezioni, che ringrazio per il tempo e la dedizione prestate al problema.
Vorrei chiarire che non intendo contrastare una decisione come quella che è, in qualche misura, nella forza delle cose; non ritengo ci siano argomenti per contrastare il ragionamento della Giunta delle Elezioni: volutamente non vi ho partecipato, perché mi sembrava giusto che detta Giunta si esprimesse all'unanimità e non con una voce di dissonanza.
Infatti, come Gruppo non parteciperemo alla votazione - rinunciando ad un certo voto - per segnalare un fatto rispetto al quale si dovrà trovare un rimedio, non rispetto alla vicenda che ha coinvolto la nostra collega ovvero quant'è oggetto d'esame. Semplicemente, per ricordare, in primo luogo a noi stessi, che esiste un problema curioso: a fronte di un fatto il cui esito finale è assolutamente incerto, un Consigliere regionale subisce un danno irreversibile. Tale questione va tenuta presente all'attenzione nostra e del legislatore nazionale.
Dunque, la nostra non partecipazione al voto non vuole in alcun modo mettere in discussione n' i tempi n' il contenuto della soluzione suggeritaci dalla Giunta delle Elezioni, che è oggettivamente giuridicamente e tecnicamente condivisibile ed apprezzabile; semplicemente vuole essere la segnalazione di un'anomalia del nostro sistema e non una messa in discussione del lavoro della Commissione a ciò preposta, n' soprattutto, l'intendimento di voler orientare il giudizio del Consiglio verso una certa soluzione.
E' una testimonianza rispetto ad una situazione di carattere generale che assolutamente non infinge la questione che stiamo affrontando.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Lannes.
LANNES Egregio Presidente e cari colleghi, questo mio appello non è un rimprovero, ma un invito a porre fine, con un po' di sensibilità, alla ricucitura di una spiacevole storia che la vita ha riservato alla nostra ex collega Margherita Gissara.
Fin dal mese di marzo di quest'anno informai l'Ufficio di Presidenza sui seri motivi della collega; quali erano i debiti lasciati in sospeso? La risposta: silenzio generale e qualche parola vaga. Mi sentivo preoccupata e ne parlai con un collega.
Dopo qualche tempo mi accorsi di essere avvolta nelle ali di un'aquila: ho cercato invano di spiegare che volevo sistemare la questione silenziosamente, per non creare ulteriore danno al Gruppo; l'aquila trovandosi nel deserto, annusa il corpo morente, adottando le leggi degli avvoltoi: e la posizione divenne di carattere generale.
Cari colleghi, se potete o se volete, la sottoscritta accetta la vostra collaborazione per essere aiutata a risolvere questa situazione, ormai divenuta intollerabile. Come Consigliera del Gruppo Pensionati, anch'io vorrei aprire un varco a favore dei pensionati, in loro difesa, laddove si trovano emarginati e sperduti.
Credo che il mio aiuto sia una tra le poche cose doverose che potrebbe alleviare l'immensa sofferenza che si cela dietro occhi stanchi.
Devo dire "grazie" ai pensionati per la carica che rivesto ed alla scelta del voto che hanno creduto di fare nel 1990 per la sottoscritta eleggendola dalla Lombardia in Piemonte, Consigliera regionale.
Chiudo con emozione. Mi fermo davanti ad un sasso e gli domando: "Come fai a parlarmi, se non mi conosci?". Grazie.



PRESIDENTE

Chiedo nuovamente al Presidente della Giunta delle Elezioni: considerato che il termine non è vincolante, perentorio, possiamo su questo argomento convocare ancora una volta la Giunta delle Elezioni chiedendo che tutti i suoi componenti siano presenti, in modo da definire questa deliberazione, lasciandola all'o.d.g. dei lavori per la prossima seduta? Il Presidente della Giunta delle Elezioni acconsente; se anche il Consiglio acconsente, possiamo procedere così.
Il Presidente della Giunta delle Elezioni, Majorino, provvederà quindi a convocare la Giunta delle Elezioni prossimamente.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori (seguito)


PRESIDENTE

Poiché rimangono da esaminare solo alcuni ordini del giorno, a questo punto potremmo chiudere i lavori del mattino.
Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.
CHIEZZI Dato che non abbiamo ancora esaurito i punti all'o.d.g. e tra questi vi sono alcune importanti prese di posizione con degli ordini del giorno su vari problemi (dal problema della crisi economica di Cuba dovuto all'embargo, al problema delle targhe automobilistiche, al problema del Rwanda), proporrei di sospendere adesso i lavori del Consiglio, come di consueto.
Questo pomeriggio potremo affrontare meglio questi temi importanti, da tempo iscritti all'o.d.g., rispetto ai quali penso sia urgente da parte nostra assumere una posizione precisa.
Questo, approfittando del fatto che abbiamo già svolto una grossa parte dell'o.d.g.



PRESIDENTE

Credo, con realismo, che essendo adesso le ore 14 e non avendo definito nella Conferenza dei Capigruppo che saremmo arrivati all'esame di quei documenti, sarà difficile nel pomeriggio riprendere i lavori in maniera adeguata. Pertanto, chiuderei qui i lavori del Consiglio. Tale scelta è determinata dal fatto che una legge, che era l'argomento rilevante di questa seduta e che avrebbe richiesto parecchio tempo, è stata rimandata in Commissione.
E' comunque urgente provvedere ad una nomina.


Argomento:

Nomine


PRESIDENTE

Passiamo pertanto al punto 30) all'o.d.g.: "Nomine".
Si proceda alla distribuzione delle schede per le seguenti nomine.


Argomento: Nomine

Istituto Sperimentale per la Cerealicoltura di Roma (art. 36 DPR n. 1318/67) - Consiglio di amministrazione. Designazione di rappresentanti previsti dall'art. 36 DPR n. 1318/67.


PRESIDENTE

E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Poiché nessuno dei candidati ha riportato la maggioranza richiesta dall'art. 3, comma quarto, della L.R. n.
30/91, dichiaro non valida la votazione.
Riprenderemo i lavori consiliari alle ore 15.
L'incontro richiesto dai Sindacati dei Pensionati con l'Ufficio di Presidenza, i Capigruppo ed un rappresentante della Giunta, previsto alle ore 16, verrà spostato, in modo da poter chiudere la seduta intorno alle ore 16,30. Ovviamente, l'intesa è che sugli ordini del giorno si intervenga brevemente.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 14.00)



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