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Dettaglio seduta n.31 del 18/12/90 - Legislatura n. V - Sedute dal 6 maggio 1990 al 22 aprile 1995

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Informo il Consiglio che si soprassiede, come convenuto nella Conferenza dei Capigruppo, al punti 7) e 8) all'o.d.g. che verranno esaminati più avanti nel corso di questa seduta.
La deliberazione di cui al punto 9) deve essere esaminata in Commissione e votata entro il 19/1/1991.


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Esame proposta di deliberazione n. 22: "L.R. n. 56/77 e successive modifiche e integrazioni, art. 36, secondo comma. Comuni obbligati alla redazione del Programma Pluriennale di Attuazione: settimo aggiornamento dell'elenco approvato con DCR n. 384-875 del 27/1/1983"


PRESIDENTE

Passiamo pertanto all'esame della proposta di deliberazione n. 22 di cui al punto 10) all'o.d.g.
Il Presidente della II Commissione consiliare ha comunicato che tale deliberazione è stata licenziata a maggioranza della stessa: si sono espressi a favore i rappresentanti dei Gruppi DC e PSI, si sono astenuti quelli del Gruppo comunista.
Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi. Ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Vorrei sapere perché siamo passati subito ad esaminare questa deliberazione.



PRESIDENTE

Perché sono stata pregata dalla Giunta di soprassedere all'esame degli argomenti iscritti ai punti 7) e 8) all'o.d.g. con rassicurazione di esaminarli comunque nel corso di questa seduta, come era stato convenuto nella Conferenza dei Capigruppo. Il punto 9) è stato iscritto soltanto per memoria, per cui abbiamo la possibilità di esaminare alcune deliberazioni dopodiché torneremo alle due comunicazioni di cui ai punti 7) e 8). Siamo pertanto giunti al punto 10).



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente, le faccio rilevare che si tratta in ogni caso di un'inversione all'o.d.g.



PRESIDENTE

Consigliere Chiezzi, era stato convenuto nella Conferenza dei Capigruppo che i dibattiti sulle comunicazioni della Giunta sarebbero stati svolti nella seconda parte di questa seduta e che avremmo cominciato con l'esame di alcune deliberazioni. Peraltro è meglio svolgere 1 dibattiti in presenza di un numero maggiore di Consiglieri.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Sono imbarazzato ad intervenire in un Consiglio che vedrà presenti sì e no un quinto del Consiglieri assegnati.



PRESIDENTE

Però il numero legale sussiste.



CHIEZZI Giuseppe

Io chiedo la verifica del numero legale.



PRESIDENTE

La effettueremo prima di procedere alla votazione della deliberazione.
Poiché l'Assessore non chiede di intervenire e non essendovi altre richieste di parola, si proceda all'appello nominale per la verifica del numero legale.



(Si procede all'appello nominale)



PRESIDENTE

A seguito dell'appello nominale risultano presenti 37 Consiglieri pertanto il numero legale sussiste.
Pongo quindi in votazione la proposta di deliberazione n. 22, il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale della seduta in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 23 voti favorevoli e 9 astensioni.


Argomento: Formazione professionale

Esame proposta di deliberazione n. 64: "Recepimento C.C.N.L. 1989/91 degli Operatori del sistema regionale di formazione professionale integrato dall'accordo fra Regione - Enti convenzionati - OO.SS. di categoria"


PRESIDENTE

Passiamo quindi all'esame della proposta di deliberazione n. 64, di cui al punto 11) all'o.d.g.
Ha chiesto la parola il Consigliere Foco. Ne ha facoltà.



FOCO Andrea

Avrei preferito che intervenisse prima l'Assessore competente, perch un accordo contrattuale, in modo particolare per il comparto della formazione professionale, è sempre un elemento estremamente importante soprattutto quando alcuni punti di questo accordo segnano degli aspetti di svolta e portano elementi nuovi sui quali dovremo lavorare e pertanto dovremo tenerne conto.
Ritengo quindi doveroso sottolineare alcuni aspetti. Intanto il fatto che questo accordo si muove su due elementi estremamente importanti e prioritari. Si rileva infatti che quello della formazione professionale è un settore strategico per quanto riguarda tutti i processi di inserimento e/o di transizione verso il mondo del lavoro. Il secondo elemento estrema mente importante è quello di tenere conto dell'obiettivo del 1992 e quindi di lavorare per trasformare l'intero sistema della formazione professionale per adeguarlo all'appuntamento europeo.
Altro elemento importante è la considerazione del ruolo e della funzione dei centri di formazione professionale, che non sono più visti soltanto come scuole, ma vanno progressivamente trasformati in punti di riferimento, in agenzie formative, anche come raccordo tra pubblico e privato.
Nell'accordo un ruolo particolare ha la formazione integrata, che sottolinea la necessità di un rapporto diretto del centro con il mondo del lavoro e quindi la possibilità di stage in aziende. Questi elementi erano già presenti nella formazione professionale, ma in questo contratto vengono considerati come punti centrali.
Vengo ora al discorso della flessibilità. Si tratta di un tema molto delicato che è sempre stato guardato con sospetto da coloro che operano nella formazione professionale, nel senso che il termine flessibilità veniva inteso sovente come momento di passaggio e di ristrutturazione magari effettuato in modo forzoso e quindi flessibilità poteva o avrebbe potuto significare possibilità di poter operare delle drastiche riduzioni o dei tagli nel confronti di quella che era la spesa consolidata e conseguentemente di personale. Il fatto che anche le organizzazioni sindacali accettino di lavorare sul terreno della flessibilità e quindi di una rivisitazione della spesa consolidata per quanto riguarda la formazione professionale sicura mente permette a noi, in una visione generale del comparto, di lavorare meglio.
Lo stesso dicasi per quanto riguarda l'orario di lavoro: all'interno del contratto è entrato il concetto di un monte ore annuale che per mette di rendere concreto e realizzabile il di scorso che facevo precedentemente.
Si sta cercando di rendere sempre più importante il coordinamento tra le Regioni e il fatto acquista particolare rilievo per questo comparto, nel quale le Regioni sono soggetti primari e quindi con competenze proprie e riconosciute al riguardo; ciò permetterà di stabilire meglio indirizzi strategici comuni per l'occupazione e lo sviluppo.
Per quanto riguarda poi la parte di proto collo aggiuntivo che interessa in modo specifico la nostra Regione, il punto 5), ossia la mobilità, non posso non rilevare e sollevare delle perplessità sul discorso dell'ora e mezza di percorso e sulla distanza chilometrica: temo che con ogni probabilità dovremo ritornare su questi aspetti perché qualche difficoltà sicura mente la porteranno. E' chiaro che quello della mobilità è un elemento importante che si collega con il discorso della flessibilità per cui dobbiamo stare attenti perché effettivamente funzioni e non diventi elemento di disfunzione. Il punto 9) è la concretizzazione del di scorso che facevo prima. La possibilità di realizzare una maggiore flessibilità cito testualmente - di "utilizzo delle professionalità esistenti"; è un elemento positivo e da sottolineare per quanto riguarda questo contratto.
A coronamento di tutto mi pare che le risorse profuse in questo comparto ci spingano sempre di più a cercare di fargli svolgere il ruolo che gli compete. Questo contratto - e lo vediamo dalla deliberazione costa 25 miliardi, e non è cosa di poco conto.
Con queste osservazioni, che ritenevo doverose, ho voluto sottolineare la validità e l'importanza di questo contratto ed è ovvio che il nostro voto non può che essere favorevole.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, come già ricordava il collega che mi ha preceduto, l'atto che stiamo compiendo, l'approvazione della proposta di deliberazione, comporta per 1 bilanci della Regione una forte esposizione. Le cifre sono ben concretizzate nella deliberazione (25 miliardi) e rappresentano una parte importante di quella che è l'operatività della Regione nel campo della formazione professionale.
Spesso su cifre marginali si aprono accanite dispute; credo quindi che il Consiglio debba fare una riflessione, non tanto per tornare indietro o modificare, ma soprattutto per far sì che questo tipo di spesa possa avere una produttività in termine di generazione di formazione professionale la più adeguata possibile rispetto alle esigenze del nostro apparato produttivo.
Il contratto recepisce l'esigenza che il sistema della docenza sia sempre più rivolto ad adeguarsi alle necessità di cambiamento del sistema economico e non invece una struttura che si autoperpetua e si autoconserva.
Le vischiosità al cambiamento nel campo della formazione professionale sono note. Con la mobilità che si è messa già in moto si è scorto con chiarezza quanto siano difficili queste trasformazioni. Tuttavia credo che il Consiglio e il governo regionali debbano avere coraggio, pena la delegittimazione completa della formazione professionale che è gestita dalla Regione, di rendere più adeguato, efficace ed efficiente questo sistema formativo.
Dinnanzi a un passaggio così corposo per quanto riguarda gli aspetti finanziari sarebbe opportuno. Assessore, poter incominciare a capire quali sono le direttrici strategiche che in questa legislatura pensiamo di darci per quanto riguarda il costante, necessario e continuo aggiornamento della formazione professionale, perché altrimenti si rischia di viaggiare a vista. E' un rischio perché cresce la considerazione, nel mondo dell'impresa e nel Governo centrale, che la Regione non sia in grado di interpretare adeguatamente quello che è un elemento fondamentale oggi della competitività di un intero sistema economico, cioè la formazione del proprio capitale umano. Noi dobbiamo quindi evi tare che si arrivi a queste forme di delegittimazione che giustificano poi l'assunzione di decisioni contro l'operatività della Regione nel campo della formazione professionale. Il recepimento del contratto pertanto dovrebbe essere visto all'interno di un disegno più vasto di cui sarebbe utile già cominciare a coglierne i robusti assi portanti che vogliono interpretare questo disegno.
Esprimo a nome del Gruppo socialista il voto favorevole rispetto alla deliberazione in oggetto. Tuttavia sottolineo la necessità che attorno alla formazione professionale si apra un più alto, intenso ed ampio lavoro per far sì che questa leva importante di politica economica, che vede la Regione Piemonte coinvolta da processi di trasformazione (vedasi l'Olivetti, la Fiat, 1 grandi cambiamenti del mercato del lavoro) rappresenti una grande opportunità per la Regione Piemonte, opportunità che può diventare sconfitta oppure grande occasione per qualificarci.
Sono in corso varie ipotesi. Penso solo all'accordo tra imprenditori e sindacato per nuove forme di enti di formazione professionale. Vediamo le carenze che troviamo nei con tratti di formazione lavoro che vengono prevalentemente considerati nella loro connotazione di fiscalizzazione degli oneri sociali oppure di modalità di assunzione diversa da quella ordinaria.
Non dobbiamo perdere questa opportunità; dobbiamo non considerare la formazione professionale un fatto residuale, dobbiamo considerare questo elemento non per specialisti, ma centrale nella qualificazione delle politiche della Regione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, ovviamente ci sarà il voto favorevole del Gruppo liberale. Peraltro l'intervento che svolgo mi pare reso necessario da alcune interpretazioni enfatiche che sono state fatte anche dal collega socialista. Certo, sulla formazione professionale dobbiamo finalizzare meglio le risorse; ma il vero problema che si deve porre la Regione, a mio modo di vedere, è sul ripensamento della quantità delle risorse che comunque vanno dirottate alla formazione professionale.
Dobbiamo ricordare, colleghi, che la situazione disastrosa di bilancio quindi di impossibilità di governo, sta sostanzialmente all'interno di un elemento comune a tutte le Regioni, che è rappresentato dalla forbice che lo Stato ha applicato nei nostri confronti tra la svalutazione reale e la svalutazione programmata. Il secondo elemento è una specificità esclusiva mente piemontese, stavo per dire cuneese, ossia l'accollo dei mutui dei Comuni. Il terzo elemento è la percentuale di intervento sul piano della formazione professionale che è la più alta d'Italia. Quindi, se andiamo ad un ripensamento del ruolo della Regione, non della nostra, è evidente che si dovrà anche immaginare come riequilibrare il nostro intervento nei diversi settori. Dico questo perché sono convinto che la prima strada che dobbiamo seguire è quella della maggiore finalizzazione. Ma se la finalizzazione dell'investimento non è all'interno di una politica di rientro, Assessore, non è credibile e viene considerata un'operazione di immagine. Per cui si dice: "d'accordo, quest'anno finalizziamo di più alcuni corsi, l'anno prossimo altri", però il sistema non cambia. Invece la Regione dovrebbe, insieme con la società civile e gli imprenditori l'Università e il sistema scolastico nel suo complesso, cogliere bene qual è il segmento di interesse di formazione professionale che esiste nella Regione e coprirlo tutto. Occorre individuarlo bene e disporre delle risorse a valle dell'individuazione delle esigenze e non dare come scontata e storicizzata una spesa di questo genere per la Regione Piemonte. Non siamo la più arretrata delle Regioni d'Europa! C'è stata una polemica con il Ministro liberale che purtroppo ha detto una cosa che storicamente è vera: in una Regione come la Germania del l'Est, che ha la più alta produttività d'Europa (anche se non lo si sa, le statistiche lo dicono). il rilancio economico troverà un retroterra di cultura industriale e di lavoro moderno diverso da quello che ha trovato l'Italia quando ha affrontato un problema del genere. Questa è realtà storica. Ma immaginare che sia la Regione Piemonte la Regione in Italia nella quale più si deve Investire in termini di formazione professionale è un elemento sul quale si deve riflettere. Quindi, Assessore, il voto del Gruppo liberale nel contingente cioè nell'attività di governo, è nel senso di finalizzare al meglio le risorse, ma di non dare per scontato che la storia della Regione continui ad essere segnata con una certa percentuale e somma di intervento. Questo al di là della somma, è un atteggiamento che al destinatari dell'opera di recupero in termini di produttività del sistema e di finalizzazione delle risorse rischia di rende re meno credibile anche l'attività sul contingente. Sono convinto che le fortissime trasformazioni del sistema economico della nostra Regione renderanno sempre maggiore un certo tipo di formazione professionale e sempre minore la necessità di ricorrere a strumenti di pseudoassistenzialismo. Per cui non lasciamo passare questa legislatura senza ripensare su quello che è uno degli elementi del certificato di nascita della nostra Regione, anzi. del suo certificato di residenza. Perché qual è sostanzialmente uno dei limiti che, guarda caso viene rimproverato alla maggioranza e alla Giunta quando verrà presentato il bilancio? Si dirà che non si fa abbastanza per questo o per quell'altro dimenticando che noi abbiamo, rispetto ai problemi di bilancio, sicuramente una dannazione nazionale che è quella dell'inflazione, ma ci sono due scelte politiche che la Regione ha fatto in altri tempi e sui quali probabilmente di tanto in tanto è bene interrogarsi: non è detto che si debba cambiare registro, ma bisogna verificare che sia ancora attuale.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cerchio.



CERCHIO Giuseppe, Assessore alla formazione professionale

Con la presente deliberazione si recepisce il contratto nazionale degli operatori della formazione professionale convenzionati e l'accordo sulla mobilità degli operatori stessi (accordo siglato fra Regione, enti ed organizzazioni sindacali).
Devo dare atto del lavoro svolto dal mio predecessore, collega Nerviani, durante la passata legislatura quando la trattativa si è avviata con un percorso difficile, come sempre avviene nel momento nel quale si addiviene alla firma di un contratto. Ancorché non si tratti del con tratto dei metalmeccanici che fa notizia, è comunque un contratto che riguarda oltre 2 mila soggetti che insistono sul territorio regionale.
Sono operatori della formazione professionale che con questa occasione vedono riconosciuta una serie di impegni e che sono stati oggetto. nel corso di questi ultimi mesi, dell'accordo soprattutto attraverso il lavoro costante del coordinamento degli Assessori regionali alla formazione professionale. Chi vi parla è stato uno degli Assessori che ha partecipato a Roma alla realizzazione fìnale con le parti interessate. Ringrazio i colleghi per i suggerimenti pervenuti che segnano una particolare attenzione ad una deliberazione che non deve passa re come un fatto normale, non solo e non tanto per le dimensioni che attiverà in termini di bilancio (oltre 25 miliardi vanno ad incidere su questa deliberazione più 3 miliardi e 600 milioni della spesa presunta derivante dalla mobilità del personale), ma soprattutto perché propone un approfondimento sul significato, sul valore e sulla filosofia che può avere la formazione professionale in una realtà nazionale qual è la nostra e in una realtà regionale industrializzata come quella piemontese che vuole collocarsi in misura diversa rispetto ad altre realtà che pure esistono sul territorio nazionale e che vedono la formazione professionale più con un ruolo di carattere assistenziale. In particolare, in alcune realtà del Mezzo giorno la formazione assume tali aspetti. Di qui anche alcune valutazioni critiche che a livello governativo vengono rivolte ad alcuni comparti territoriali della formazione professionale stessa.
Non posso non recepire il ruolo strategico che può avere la formazione professionale.
Nelle scorse settimane abbiamo realizzato un confronto articolato su un tema specifico e stimolante come la formazione continua, dove il sottoscritto ha portato, a nome degli Assessori alla formazione professionale d'Italia, alcune provocazioni, se così posso dire. Sarà forse il caso di inviare ai colleghi le note sintetiche di quanto abbiamo proposto come coordinamento delle Regioni attraverso l'intervento che ho svolto a nome degli stessi colleghi in quell'occasione perché ci danno l'opportunità e lo stimolo per ragionare sulle proposte in positivo che 1 colleghi Consiglieri oggi hanno portato nel dibattito.
Sapendo che la deliberazione oggi in discussione, come altre occasioni di confronto, non potranno non essere oggetto di approfondimento sia in sede di Commissione che in sede di Consiglio, devo dire che l'accordo stipulato tende a ridurre notevolmente il costo della mobilità fino ad un auspicato totale assorbi mento. mediante l'inserimento del personale in esubero in centri di formazione professionale della gestione diretta e anche negli stessi uffici regionali in sostituzione di esperti e di persona le trimestrale. Anche questa è un'occasione di flessibilità per non pagare soggetti che poi si trovano nella quasi impossibilità di produrre lavoro.
Abbiamo cercato di fare uno sforzo non indifferente e anche nell'accordo siglato con la partecipazione delle organizzazioni sindacali si è trovata una via d'uscita ancorché questo problema rimanga di anno in anno aperto. Dovremo affrontarlo con attenzione proprio adesso che siamo all'inizio di legislatura per poter programmare nell'arco dei cinque anni.



PRESIDENTE

Pongo in votazione la deliberazione il cui testo è a mani degli Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale della seduta in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 29 voti favorevoli e 3 astensioni.
Pongo in votazione l'immediata esecutività della deliberazione, ai sensi dell'ari. 49 della legge 10/2/1953, n. 62.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Il Consiglio approva all'unanimità dei 32 Consiglieri presenti.


Argomento: Formazione professionale

Esame proposta di deliberazione n. 69: "Formazione professionale in agricoltura - Variazione al programma anno formativo 1988/1989"


PRESIDENTE

Il punto 12) all'o.d.g. prevede l'esame della proposta di deliberazione n. 69, licenziata a maggioranza dalla Commissione competente.
Ha chiesto di parlare il Consigliere Foco. Ne ha facoltà.



FOCO Andrea

Signor Presidente, colleghi, confesso che quando la deliberazione è arrivata in Commissione ritenevo si trattasse di un atto di normale amministrazione e il voto favorevole fosse quasi dovuto, nel senso che si trattava semplicemente della sistemazione definitiva dei corsi formativi dell'anno 1988/89, per cui si trattava semplicemente di prendere atto di quello che era avvenuto. Fatta questa considerazione e constatato che c'era una minore spesa di 85 milioni. il problema era risolto. Per scrupolo, ho voluto leggere con attenzione questa deliberazione, anche perché è stata esaminata in Commissione successivamente al dibattito che si era svolto in aula sui corsi di formazione professionale in agricoltura previsti per l'anno 1990/ 91.
Scorrendo con attenzione questa deliberazione ho trovato confermate tutte le critiche che avevo fatto su quella relativa al 1990. Pur non dilungandomi troppo, intendo richiamare alcuni punti. L'impressione è che qualsiasi richiesta che viene rivolta all'Assessorato venga accolta senza troppe verifiche e su questa base viene elaborato il programma dei corsi con relativa spesa.
Noi dicevamo allora che non c'era stata una scelta e quindi una programmazione che partisse dall'Assessorato, ma che c'era improvvisazione.
Emergeva, e mi richiamo a quanto ha affermato poco fa il Consigliere Tapparo, un vivere alla giornata e l'intenzione di andare avanti nella normale routine degli anni prece denti. Infatti, scopriamo che una buona parte di questi corsi non è stata fatta e se andiamo a fare il conto dei corsi che non si sono svolti notiamo che avremmo potuto risparmiare più di 85 milioni. I corsi che sono stati svolti Invece recuperano, con un consistente aumento di ore e di allievi, una parte, guarda caso all'interno dello stesso ente, dei soldi che, non avendo effettuato il corso previsto sarebbero stati per si. Non solo, ma come è pensabile parlare di programmazione e di organizzazione quando di nuovo una grande quantità di corsi non avviene nel luogo e nelle sedi e con lo stesso numero di allievi che era stato previsto? Non si tratta in alcuni casi, e ciò potrebbe essere ammissibile, della frazione, anche se sovente trattandosi di zone di campagna le frazioni sono abbastanza lontane dal Comune centro che viene indicato. ma si tratta a volte di luoghi situati dall'altra parte della provincia stessa e in alcuni casi per il numero degli alunni - non voglio citare quelli dove la variazione è di uno o due - assistiamo ad un raddoppio oppure alla riduzione della metà di quelli previsti.
Questa deliberazione, signor Assessore, è da esaminare con estrema attenzione, perché conferma puntualmente le critiche che noi abbiamo fatto in questa sede la volta scorsa, quando lei - non per sua volontà - era assente. Non si tratta di risorse marginali, di briciole, anche se nel corso degli anni questo comparto ha visto una riduzione considerevole, ma l'investimento che comporta è nell'ordine del miliardo di lire - e collegandomi all'intervento del Consigliere Marchini - sono pur sempre risorse notevoli che a mio parere vanno sì spese, ma bene! Bisogna quindi prestare maggiore attenzione alle proposte che vengono avanzate ed effettuate un maggiore controllo su questi corsi. In questo caso si tratta di aggiornamento, di qualificazione, ci troviamo di fronte a dei lavoratori autonomi, quindi non siamo nella fase di formazione di primo o di secondo livello, bensì ad un intervento di tipo diverso, ma proprio per questo abbiamo la possibilità di unificare i vari servizi che vengono fatti in agricoltura. Occorre quindi che la mano destra sappia quello che fa la mano sinistra. Per esempio, vedere che tipo di risorse vanno agli enti di promozione e alle associazioni anche attraverso altri canali quello per esempio del CATA; per cui in alcuni casi agli stessi enti giungono risorse da due canali diversi e se potessimo avere le rendicontazioni di dove sono avvenuti i sostegni attraverso i centri di servizio dei CATA, vedremmo che magari è lo stesso posto dove c'è stato il corso di formazione professionale. Queste sono osservazioni che abbiamo già fatto in altre occasioni in quest'aula.
Un altro aspetto che desidero sottolinea re è che se nel corso di questi anni le risorse sono diminuite, c'è però un ente, l'INIPA, che nel corso di questi anni è andato via via aumentando la sua presenza in questi corsi arrivando in aree come il Cuneese ad avere una presenza che è superiore a quella complessiva in tutto il resto della Regione Piemonte.
Comunque per arrivare al sodo e ai soldoni, in questa deliberazione dei 965 milioni stanziati, 637 vanno all'INIPA e 118 al 3P che è un ente collegato al primo. Sono constatazioni che implicano un minimo di riflessione perch poi il consuntivo di questi comparti diventa un momento estremamente importante.
Ecco perché una deliberazione come questa a mio parere non può essere considerata di routine, di puro e semplice assestamento, ma è il consuntivo di un anno di formazione professionale. Se potessimo avere una relazione complessiva di come nel corso di questi anni le risorse sono state spese in che modo e in che percentuale attraverso i vari enti e che tipo di modifiche ogni volta si registrano in questi corsi, sicuramente trarremmo elementi importanti per poter ragionare insieme seriamente sul corsi che andremo a preparare in futuro. Per queste ragioni il nostro voto è contrario.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cerchio.



CERCHIO Giuseppe, Assessore alla formazione professionale

Devo dire che questo problema per me, che negli anni passati ero membro della Commissione competente, è abbastanza noto. Certamente alcune osservazioni fatte dal collega vengono riproposte e riprendono alcuni concetti che tradizionalmente sul versante del programma formativo in agricoltura non da oggi si pongono, ma anche per la stessa specificità dell'argomento della materia che è oggetto di valutazione.
Il Consiglio regionale con deliberazione del 22 dicembre 1988 approvava, come è stato detto, il programma in agricoltura da svolgersi nel periodo dicembre 1988 - dicembre 1989. Con la stessa deliberazione il Consiglio regionale autorizzava, non per acquisire titoli particolari, la Giunta regionale ad apportare le variazioni (località di svolgimento numero di ore, numero di allievi, tipologia) che si fossero rese necessario per una efficace realizzazione e nel contempo per rispondere in maniera più produttiva alla necessità degli agricoltori che è certamente una fattispecie "particolare" nel l'universo dei soggetti oggetto di formazione. La deliberazione prevedeva altresì di sottoporre nuovamente all'approvazione del Consiglio le eventuali variazioni apportate.
La proposta di variazione presentata al Consiglio risponde al dettato della deliberazione del Consiglio regionale del dicembre 1988 e si pone come un atto finale, terminale delle procedure in esse indicate.
Ringrazio di alcune osservazioni, anche perché le cose dette, almeno per l'Assessore che è nuovo in questa materia, servono per recuperare tutto ciò che può essere nel futuribile migliorabile in un settore che certamente è peculiare e particolare nel rapporto comparato con altri soggetti; quindi colgo i suggerimenti per un'attenta disamina per il futuro.
Il collega Foco tra l'altro ha rilevato che la molteplicità delle variazioni apportate sottointenderebbero una scarsa, per non dire mancata programmazione o quanto meno una programmazione approssimata o come è stato detto un'improvvisazione, un vivere alla giornata. Sono preoccupazioni che sono anche della Giunta e quindi dell'Assessore. L'eventualità di dover apportare variazioni al programma è stata per la verità da sempre - come si può immaginare - una costante dei corsi in agricoltura sia per la specificità degli interventi, sia per la caratteristica stessa degli utenti, cioè gli agricoltori. Vorrei inquadrare il problema peculiare e particolare di una situazione abbastanza differente, anomala nel consolidato e tradizionale della formazione professionale.
E' ragionevole certo supporre che nel periodo di tempo intercorrente fra il momento della programmazione dei corsi e il momento successivo quello dell'esecuzione, possono variare le condizioni che presuppongono in qual che misura ad un efficace ed efficiente intervento formativo.
Le conoscenze professionali dell'agricoltura sono molteplici, si evolvono continuamente e anche se si tratta di problemi ovvi debbono essere tenuti in conto. Di qui, non per dare una valutazione differente da quella che con preoccupazione il collega indicava e che è anche la preoccupazione dell'Assessore che ne farà tesoro per il futuro, la necessità di un aggiorna mento continuo, ricorrente attraverso programmi adattabili alle mutevoli necessità.
Per la verità posso dire che le variazioni proposte sono sostanzialmente quelle previste in senso lato, fin dal momento della stesura del programma e che oggi vengono formalizzate e circostanziate per atti amministrativi susseguenti e conseguenti.
Non negherò di acquisire tutti quegli elementi e soprattutto quei suggerimenti che il collega Foco ha dato non dico per mettere a regime una programmazione originariamente certa, pur sapendo la specificità della materia, ma per essere il più possibile rispondente a questi suggerimenti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Foco per dichiarazione di voto.



FOCO Andrea

Intervengo per ribadire il voto contrario del Gruppo comunista. Nessuno di noi ha parlato di illegittimità di questo atto, altrimenti l'avremmo sollevata. Con ogni probabilità bisognerà stare più attenti allorquando verrà predi sposta la prossima deliberazione, perché non vorrei vedermi costretto a usare le parole che sono state usate da altri la volta scorsa quando In quest'aula abbiamo discusso di Formazione professionale in agricoltura. Occorre programmare, ma la precedente deliberazione permetteva criteri un po' troppo liberi e liberali, mentre abbiamo bisogno di definire dei vincoli - mi si permetta la parola - di serietà per organizzare questi corsi e per poter dare dei veri e propri attestati, non solo di frequenza ma al limite anche di qualifica.



(Interruzione del Consigliere Penasso)



FOCO Andrea

Questa interruzione mi fa dire che abbiamo toccato nel segno perché con queste deliberazioni si finanziano in modo scorretto degli enti al quali si da una grande fetta dei contributi che potrebbero essere ripartiti in modo più equo e razionale. Io non accetto questo spreco di risorse! Se si intendono erogare i contributi lo si può sicuramente fare, ma non si possono mascherare da "formazione professionale". L'80% va ad un unico ente e non perché sia il più bravo.
Non voglio dire di più.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Penasso per dichiarazione di voto.
Ne ha facoltà.



PENASSO Alfredo

Chiedo scusa, signor Presidente, di questo intervento in quanto credevo fosse scontato il voto favorevole del Gruppo DC a questa deliberazione. E chiedo anche scusa all'amico Foco per la intemperanza che ho avuto, non è nel mio stile. Non ho voluto fare un intervento in merito perché non lo ritenevo opportuno in questa circostanza. Se il collega lo ritiene opportuno ci potremo confrontare su questa materia. Non faccio parte della Commissione che si occupa di questa materia. Se il Capo gruppo mi autorizza potrò intervenire In seguito per sviscerare con l'amico Foco l'oggetto di questa deliberazione.
Come è emerso nella discussione svoltasi a proposito della deliberazione precedente e ancora oggi, è noto che quelli agricoli non sono corsi professionali per allievi di quindici o vent'anni in cerca di lavoro.
Sì, ci sono anche i corsi per i giovani, che sono quelli che lui rivendica che sono una formazione delle giovani leve che devono fare ricerca e di conseguenza acquisire nozioni per intraprendere la professione agricola, ma nella quasi totalità 1 corsi agricoli si rivolgono principalmente ad imprenditori. Purtroppo i corsi agricoli che si stanno svolgendo sono molto pochi rispetto alle esigenze di cambiamento e di innovazione che dobbiamo affrontare in agricoltura in questo momento (la settimana scorsa abbiamo avuto testimonianza della ricerca continua di miglioramento e di innovazione nel processo di sviluppo dell'agricoltura).
E' perché vogliamo che questa agricoltura continui a vivere che noi ci rivolgiamo principalmente ad imprenditori trentenni, quarantenni cinquantenni e addirittura sessantenni. Al sessantenni che svolgono ancora a pieno titolo questa attività non si può chiedere di abbandonare l'azienda: sovente sono gli unici imprenditori agricoli che svolgono il lavoro in azienda, per cui non possono abbandonare il lavoro quotidiano e di conseguenza sacrificano il loro tempo libero o il sonno per frequentare corsi (che normalmente si svolgono in ore sera li) allo scopo di aggiornarsi e di avere quelle nozioni utili a continuare la propria attività professionale agricola.
Il richiamo alla mancanza di programmazione può essere fatto anche agli enti gestori. La programmazione non è facile farla in quanto è nei mesi di agosto e settembre che vengono chieste le località, per cui nella fase attuativa in quella località possono verificarsi delle difficoltà a trovare gli allievi e quindi bisogna effettua re degli spostamenti. Quello che giustamente richiama il collega Foco, che è compito ovvia mente dell'ente gestore in primis e di conseguenza del controllore che è la Regione, è di far sì che il corso richiesto (anche se è stato variato e la variazione è comunicata ed è autorizzata per mezzo della nostra deliberazione) sia svolto secondo le indicazioni date dalla Regione Piemonte.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, pongo in votazione la deliberazione, il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale della seduta in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 25 voti favorevoli, 13 contrari e 2 astensioni.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Chiedo al collega Foco, malgrado tutto, di votare a favore dell'immediata esecutività. L'interesse è della pubblica amministrazione avanti tutto.



PRESIDENTE

E' stato richiesto di procedere alla votazione per appello nominale.
Invito pertanto il Consigliere Segretario a procedere in tal senso.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 favorevoli 33 Consiglieri astenuti 2 Consiglieri.
L'immediata esecutività è approvata.


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Esame proposta di deliberazione n. 44: "DGR n. 29-342 - Autorizzazione allo IACP della Provincia di Torino per il trasferimento in proprietà di n. 11 alloggi di edilizia residenziale pubblica sovvenzionata agli assegnatari richiedenti"


PRESIDENTE

Il punto 13) all'o.d.g. prevede l'esame della proposta di deliberazione n. 44.
Se non vi sono richieste di intervento, pongo in votazione la deliberazione il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale della seduta in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 29 voti favorevoli e 6 astensioni.


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Esame proposta di deliberazione n. 60: "DGR n. 17-939 - Legge 5/8/1978, n. 457 (Economie IV biennio), legge 11/3/1988, n. 67 biennio 1988/89. Interventi di nuove costruzioni e di recupero del patrimonio edilizio esistente. Proroga termini"


PRESIDENTE

Il punto 14) all'o.d.g. prevede l'esame della proposta di deliberazione n. 60.
Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi. Ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente, colleghi, la deliberazione in oggetto è la prima di tre deliberazioni sui problemi della casa, che l'Assessore ha presentato in Commissione e che oggi vengono in discussione al Consiglio regionale.
Durante un'audizione in Commissione l'Assessore ha anche presentato il programma di legislatura. Devo dargli atto che il programma di legislatura seppure discutibile in alcuni aspetti non marginali, è comunque un programma sul quale il confronto è stato reso possibile e che sulla base della esposizione di linee, sia pure generali, il Gruppo comunista è in grado di trattare con cognizione di causa anche queste deliberazioni specifiche.
La prima deliberazione riguarda interventi di nuove costruzioni e di recupero del patrimonio edilizio esistente. Vi sono due questioni sulle quali è bene soffermarsi. La prima questione è quella gravissima dei ritardi. Ci troviamo di fronte ad un fabbisogno di abitazioni che rimane a livelli molto alti, in particolare in certe aree del Piemonte. Le risorse che vengono impiegate in questo settore sono insufficienti per quantità ad affrontare in modo risolutivo il problema della casa, che continua ad essere grave in Italia e in Piemonte. Però la situazione è aggravata dal fatto che le poche risorse che vengono stanziate dal Governo centrale non vengono spese. Diventa pertanto necessaria una critica sull'attuazione dei pro grammi per la casa da parte della Regione. Sul problema della casa c'è un interlocutore esterno alla Regione, il Governo con i piani decennali che sono insufficienti, però oggi, con queste deliberazioni, dobbiamo guardare a come funziona innanzitutto la Regione e a come funzionano gli enti attuatori (imprese, cooperative, istituti e Comuni). Purtroppo dobbiamo segnalare il fallimento di questo piano. L'Assessore, attraverso relazioni preparate dagli uffici sin dal mese di maggio, ha illustrato l'andamento del piano decennale. Dall'esame dell'andamento si vede come il piano decennale è iniziato bene nella Regione Piemonte: il primo biennio è stato attuato nei tempi previsti, infatti la Regione Piemonte è stata tra le prime ad attuarlo in Italia; nel quarto e nel quinto biennio c'è stata una caduta spaventosa nelle realizzazioni. Nel 1984-1985 il 25% degli edifici non è stato terminato: nel quinto biennio il 47% non è ancora stato appaltato. E' stato erogato solo il 14% dei fondi. Nel quinto biennio, a 36 mesi dall'avvio del programma, è stato attuato il 15% del programma stesso.
Il problema della casa a questo punto si aggrava in conseguenza di comportamenti regionali e locali. Il Governo centrale ha responsabilità in questo, la responsabilità è della Regione. Questa deliberazione prende atto del l'inattuazione del programma e propone ulteriori proroghe.
A nome del Gruppo comunista sostengo che, di fronte ad una situazione così allarmante, non sia possibile procedere semplicemente adottando ed approvando deliberazioni con le quali si prorogano i tempi. Non solo dichiaro la contrarietà a questa proroga, ma chiedo che nel giro di poco tempo si metta in cantiere una Commissione che esamini come si sono svolti i fatti, non per recriminare sul passato o per fare polemiche, che comunque si possono già fare anche solo sulla base dei dati esistenti, ma per riuscire ad individuare i provvedimenti da attuare per rendere efficiente l'erogazione di questa spesa.
Una semplice deliberazione di proroga consente di regolarizzare situazioni che sono andate fuori termine, ma non consente di migliorare strutturalmente rimpianto e il funzionamento dell'erogazione della spesa.
Faccio un esempio. La Regione Piemonte impiega, da quando si è individuata la localizzazione, 40 giorni per informare i soggetti attuatori che sono beneficiari di un contributo, ed è un atto semplicissimo scrivere all'interessato che è stato localizzato il finanziamento. In queste deliberazioni, che fanno capo a leggi dello Stato, si dice che i programmi edilizi devono pervenire alla fase di inizio lavori entro dieci mesi dal l'esecutività della deliberazione di localizzazione. Di questi dieci mesi un mese e più viene occupato dall'invio della lettera: per l'appalto rimangono due mesi. e sono pochi per tutte le procedure, la gara, gli inviti; occorrono due mesi per deliberare ed approvare il progetto nel Comune; occorrono poi i pareri dei Vigili del Fuoco e delle eventuali Sovraintendenze. Ve diamo che 1 dieci mesi previsti dalla legge vengono interamente consumati a danno delle qualità progettuali. In effetti sappiamo, specialmente nei casi di recupero, che il sistema di mettere dei tempi teoricamente stretti, di consumarli per gli atti burocratici, che sono di una banalità tale che esigerebbe maggiore efficienza, ha poi come conseguenza ulteriore progetti fatti in fretta; e un progetto fatto in fretta è difficile da gestire, è un progetto nel quale i conti non sono stati fatti in modo preciso, nel quale la direzione lavori sarà più faticosa, in ultima analisi, sono progetti che possono comportare variazioni di spesa rilevanti nell'ambito del programma.
Ci sono leggi che fissano termini di dieci mesi dalla deliberazione di localizzazione al l'inizio dei lavori, ma in realtà le cose non vanno in questo modo, mi sembra un modo di subire una situazione di fronte alla quale la Regione dovrebbe reagire. Per fare questo programma ritengo sia necessario esaminare pacatamente lo stato di fatto: per esempio, verificare perché una lettera impiega quaranta giorni per arriva re a destinazione.
Occorre verificare, sulla base di un campione, dove siano i rallentamenti.
Fatta questa analisi, è anche necessario proporre nelle leggi dei termini rispettabili.
Questo è il primo aspetto che non riprenderò con le altre delibero: il problema del ritardo è uguale per tutte.
Ritengo questo un lavoro di Consiglio, ritengo che la messa a fuoco del modo in cui si è comportata la Regione, Consiglio e Giunta, in materia di programmazione del piano decennale venga svolta da una Commissione costituita ad hoc che esamini ed avanzi proposte. Il secondo aspetto di questa deliberazione è più grave ed è quello relativo al mandato che il Consiglio regionale da alla Giunta di modificare, anche in parti fondamentali, i pro grammi. Questo mandato ha diversi pesi nelle tre delibere. Non è sempre un mandato ampio nello stesso modo ed è un mandato che. a seconda che si riferisca all'edilizia agevolata o all'edilizia sovvenzionata, ha peso politico e pericolosità decrescenti.
Ritengo che il Consiglio regionale sia il soggetto di programmazione della Regione Pie monte, il soggetto che decide come si ripartiscono le risorse e a favore di chi. L'attuazione del programmi spetta alla Giunta.
Non possiamo però, senza esautorare il Consiglio di una competenza propria dare mandato ampio alla Giunta per variare i programmi, perché la variazione di un programma è un'attività tipica di programmazione.
Qualche osservazione su alcuni dati forniti dall'Assessore Carletto. Il comportamento della Regione Piemonte in questo è stato oscillante, così almeno ha riferito l'Assessore facendo riferimento ad alcune delibere; il Consiglio regionale ha deliberato i mandati alla Giunta regionale in forma diversa e a volte non ha dato mandato alcuno. Da quando nella passata legislatura sono entrato a far parte del Consiglio regionale, non ricordo che siano stati deliberati mandati alla Giunta regionale, tranne un caso quando nel mese di marzo 1990 l'Assessore Genovese approntò un programma di edilizia e chiese esplicitamente che il Consiglio desse mandato alla Giunta di variare e gestire a proprio piacimento il programma, in relazione al fatto che il Consiglio regionale chiudeva la sua attività per le consultazioni elettorali amministrative. Di fronte a quella richiesta fissate alcune priorità e chieste alcune garanzie (che poi non sono state rispettate dalla Giunta precedente), anche il Gruppo comunista ha votato quel mandato. In quella occasione avevo parlato a nome del Gruppo e ricordo che si trattava di ritardare di sei mesi un programma, se non si dava un mandato. Era una situazione eccezionale.
Adesso la Giunta chiede un mandato all'avvio della legislatura in una situazione di estrema gravita per quanto riguarda l'andamento dei programmi. Non ci troviamo cioè in una situazione di efficienza della Giunta, ma in una situazione di grave inefficienza. Questo è un ulteriore motivo per evitare, in fase di avvio di legislatura, di dare mandati ampi alla Giunta. e quello relativo a questa deliberazione è il più ampio dei tre.



PRESIDENTE

Consigliere Chiezzi, la prego di volgere al termine.



CHIEZZI Giuseppe

Certo. Sono tre delibere, potrei parlare per dieci minuti su ciascuna di esse. Parlo qualche minuto in più sulla prima e qualche minuto in meno sulle altre, sulle quali svolgerò soltanto alcuni punti specifici e non ripeterò le osservazioni di carattere generale.
L'altro aspetto è ancora più di carattere generale, ed è il seguente.
Sono personalmente favorevole alla rapidità delle decisioni di governo.
Sono perché chi governa, quando governa, possa farlo nel modo più ampio e celere possibile. Questo non avviene però adesso, quindi bisogna lavorare perché avvenga. Secondo me però la garanzia di rapporti politici democratici veri in quest'aula è data, accanto alla rapidità delle azioni di governo, dalla rapidità e dall'efficienza delle azioni di controllo da parte del Consiglio, sia da parte della maggioranza che da parte della minoranza. Consiglio e Giunta hanno due ruoli diversi, poi, all'interno del Consiglio, ci possono essere posizioni opposte.
Ad esempio, a fronte di mandati ampi, non esprimerei un parere negativo pregiudizialmente, se il Consiglio regionale fosse in grado di lavorare essendo informato in tempo reale di cosa sta facendo la Giunta. Questo è un discorso di carattere generale che non vale soltanto per questa deliberazione.
In altre parole, chiedo che le Commissioni siano dotate di attrezzature di informazione che consentano al Consiglieri regionali, di maggioranza o di minoranza, di conoscere come sta governando la Giunta, di avere notizie sull'attuazione dei programmi.
Questa sarebbe una modificazione rilevante del rapporti Giunta Consiglio. Il Regola mento e lo Statuto consentono ai Consiglieri regionali possibilità di controllo, però la forma con la quale possono effettuare il controllo è, a mio avviso. Inadeguata: personalmente non l'ho mai praticata e non la voglio praticare. La forma è quella che i Consiglieri regionali posso no avere accesso agli uffici della Giunta, è una sorta di funzione ispettiva. Possiamo telefonare all'Assessore o al funzionario chiedendo noti zie su una pratica, ma a me non sembra questo il modo giusto di effettuare un controllo. Il diritto di un Consigliere regionale è di andare al tavolo della Commissione e di chiedere ai funzionari della Commissione a che punto è un certo programma.
Dato che la Giunta sta spendendo per l'informatizzazione degli atti 3 miliardi, affidando l'incarico alla Olivetti attraverso una trattativa privata (la polemica è già stata fatta), chiedo al colleghi se non ritengano di impegnarsi per l'istituzione, nell'ambito del Consiglio regionale, di strumenti di informazione in tempo reale. Se si predisporranno questi strumenti, a quel punto il governo avrà avere ampi mandati e 1 Consiglieri regionali saranno in grado di conoscere tempestivamente gli atti di governo della Giunta.
In assenza di tutto questo - e chiudo su questo tema - ritengo inopportuno, in inizio di legislatura, dare mandati ampi alla Giunta. Ai colleghi segnalo che delle tre deliberazioni mi starebbe particolarmente a cuore non dare il mandato relativo alla deliberazione di edilizia agevolata, che è anche la più rischiosa, quella che individua meno i criteri di priorità.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavallera.



CAVALLERA Ugo

Innanzitutto devo dare atto all'Assessore della collaborazione e della fattiva presenza in Commissione, che è stata utile soprattutto ai nuovi Consiglieri che conoscono poco questa materia, articolata e complessa, a differenza del Consigliere Chiezzi.
Nella seduta di Commissione abbiamo avuto la possibilità di conoscere la situazione nel suo insieme e, ovviamente, anche le difficoltà di attuazione dei programmi di edilizia residenziale.
Probabilmente la metodologia seguita fino ad oggi richiede una meditazione e magari qualche proposta di modifica. In questa mate ria la Regione agisce sulla base della legislazione nazionale, per cui esercita un'attività deliberativa a cascata, nel senso che a livello nazionale vengono messe a disposizione delle risorse che a livello regionale vengono suddivise individuando ed attuando i programmi.
Non è la prima volta che nell'attuazione dei programmi si deve ricorrere a delle proroghe.
Le motivazioni che provengono dal Gruppo comunista, molto bene argomentate dal Consigliere Chiezzi, hanno una qualche validità. Però, per ragioni opposte a quelle sollevate dal Consigliere Chiezzi. dobbiamo tener conto che ci troviamo nella fase di avvio di questa tornata legislativa e quindi è giusto dare alla Giunta la possibilità di procedere speditamente nell'evasione dei programmi in precedenza impostati, riservando il maggior tempo possibile per esaminare approfonditamente la materia e soprattutto apportando quelle modificazioni, dal punto di vista metodologico ed operativo, che la situazione richiede.
Vi sono delle esigenze generalizzate di tutto il Piemonte e sappiamo che vi sono particolari esigenze che emergono nelle cosiddette "aree a maggiore tensione abitativa".
E' stato sottolineato in Commissione che la proroga che nella deliberazione viene proposta tende a raggiungere il termine della scadenza di questo biennio. Ci troviamo di fronte a proroghe che in sostanza hanno riscontro anche da altre parti e che comunque hanno dei "precedenti". Il Consigliere Chiezzi dice che l'analisi dello stato di attuazione dei programmi lascia intravedere un peggioramento della situazione; semmai direi che la situazione è in uno "status quo", consegnato come tale all'attenzione della Giunta, con la previsione di un ruolo attivo, per quanto ci riguarda, in Consiglio e in Commissione allo scopo di introdurre eventuali correttivi.
C'è un ruolo fondamentale della Giunta regionale, del Consiglio regionale e della Regio ne nel suo complesso, ma c'è anche un ruolo delle amministrazioni locali. Ci sono difficoltà per le localizzazioni che originano la non tempestività dell'intervento da parte delle amministrazioni comunali e comunque anche da parte dei soggetti attuatori.
Qualcuno in Commissione ha ipotizzato di essere drastici anche con la eventuale revoca dei finanziamenti. L'Assessore su questo punto ha messo in risalto una volontà che può essere anche definita diversa da quella che si è riscontrata in precedenza. Non vorrei trarre delle conclusioni affrettate, voglio solamente mette re in risalto le difficoltà di una normativa che crea condizioni di difficile operatività e anche il Consigliere Chiezzi ha riconosciuto che 1 tempi di progettazione sono abbastanza stretti, anche per tutta una serie di passaggi burocratici che devono essere osservati.
La volontà dell'Assessore Carletto, come ha ampiamente illustrato in Commissione, è di snellire, di sburocratizzare per accelerare l'iter e penso che, se riusciremo in questo, avremo un futuro, anche vicino caratterizzato da un netto miglioramento.
Ciò che personalmente non condivido è la proposta di non concedere la delega alla Giunta regionale. Sentiremo il parere dell'Assessore in ordine alla formulazione di questa delega e non sta a noi in questa fase sottolineare questa o quella parola. Mi sembra però che. proprio perch tutti condividiamo la necessità di essere tempestivi nel rispondere alle necessità emergenti, sia necessario portare in porto i programmi che ci siamo dati. Polche a volte gli obiettivi della programmazione rischiano di rimanere sulla carta, è necessario, in una materia come questa, nelle more di una riforma procedurale che tutti auspichiamo, concedere la delega alla Giunta regionale, ovviamente limitata nel tempo, nelle forme e nei modi per poter conseguire gli obiettivi che tutti vogliamo raggiungere.
Non ci meraviglia il fatto che, di fronte a una delega, le forze dell'opposizione sollevino le loro perplessità. Da parte delle forze di maggioranza e da parte della DC, sotto questo profilo, non vi sono remore di sorta, semmai sentiremo l'Assessore che cosa dirà in ordine alla formulazione della delega.
Il Consigliere Chiezzi ha sollevato un problema che andrà affrontato in sede di Capi gruppo o in altra sede. E' un problema che sentono tutti i Gruppi che siedono in Consiglio, ed è il problema del miglioramento del rapporto di conoscenza degli atti della Giunta da parte del Consiglio.
Riteniamo che il sistema di informazione sia tale da mettere i Consiglieri in condizione di svolgere il loro mandato. Anche noi respingiamo un sistema di controllo da parte del Consigliere di tipo quasi poliziesco che lascia il tempo che trova. Ovviamente il Consiglio deve vigilare sull'insieme delle decisioni della Giunta, ma un'opera di controllo e un'informativa hanno senso se sono tempestive: oggi ci sono dei sistemi di informazione con il ricorso alle moderne tecnologie che potrebbero, per grandi temi, metterci in condizione di conoscere le decisioni della Giunta. Io la intendo nel senso di essere informati sull'attività amministrativa e deliberativa della Giunta; penso che sia poco rilevante sapere se in un determinato Comune un certo intervento dalla via A si sposta alla via B o da un quartiere ad un altro o da un soggetto attuatore di un tipo ad un soggetto attuatore di altro tipo. Quello che conta per la cittadinanza e per coloro che hanno necessità di alloggi è che programmi vengano realizzati tempestivamente in modo che le risorse che vengono reperite faticosamente a livello nazionale possano raggiungere rapidamente lo scopo.
Ci troviamo di fronte ad una deliberazione che fa discutere, ma che secondo noi è da approvare. Anche noi abbiamo colto questa occasione per sottolineare questa necessità. ma occorre discutere in altra sede questo argo mento per definire in modo più moderno il rapporto di informazione tra la Giunta e il Consiglio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossa.



ROSSA Angelo

Signor Presidente, ci dirà l'Assessore i termini della deliberazione sulla quale si è già discusso in II Commissione e avremo modo di comprendere meglio anche i termini dell'emendamento con cui si chiede di sostituire alcune parole laddove si paria di delega alla Giunta.
Al di là della valutazione che il Gruppo socialista esprimerà sulla delega, limitata nel tempo, e su alcune questioni specifiche, credo che il problema dei rapporti tra l'attività del l'esecutivo regionale e l'attività del Consiglio regionale esista. Dobbiamo cercare di stabilire le sfere di competenza in modo che non vi siano delle interdizioni, dei veti incrociati, e per con sentire Invece al governo regionale di lavorare celermente per far fronte alle necessità della comunità piemontese e nello stesso tempo per consentire al Consiglio regionale quel ruolo di partecipazione, che è stato definito di centralità, che non può essere ridotto soltanto a degli Indirizzi generici, ma che deve essere di compartecipazione alle questioni sulle quali si discute. MI sembra giusto che ci sia un coinvolgimento, anche per evitare che queste cose seguano dei percorsi paralleli e finiscono di essere conosciute dalle amministrazioni locali, nel rapporti che hanno con il governo regionale, e magari di non essere conosciute dal Consiglieri regionali che sono i referenti dell'espressione popolare. Questo discorso per noi socia listi vale in questo caso, ma vale anche per altre deliberazioni sulle quali è necessario stabilire rapporti di collaborazione e di riconoscimento delle funzioni che ciascuno deve svolgere.
Non c'è dubbio che bisognerà Individua re la sede, il Consiglio o le Commissioni consiliari, in cui il confronto sulle proposte che il Governo porta avanti viene a ricevere l'imprimatur del Consiglio stesso. Mi rivolgo al collega Chiezzi per dire che noi non siamo insensibili alla sua richiesta; non condividiamo l'emenda mento per la relazione in cui si colloca, ma lo condividiamo perché rappresenta un'esigenza non solo nell'interesse dell'opposizione, ma nell'interesse del Consiglio, il quale deve di spiegare tutte le sue responsabilità e il suo Impegno nel sostenere il governo, ciascuno dalle proprie posizioni; nel nostro caso, come socialisti, dalle posizioni di maggioranza, affinché si governi andando nel senso giusto per dare le risposte alle domande che salgono dalla comunità piemontese.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Maggiorotti.



MAGGIOROTTI Piergiorgio

Chiedo all'Assessore quali criteri sono stati adottati per imporre l'applicazione, alle persone che chiedono i finanziamenti agli enti per l'edilizia agevolata, del decreto del Ministero dei Lavori Pubblici n.
286/89 che introduce i criteri di visitabilità, accessibilità e fruibilità anche all'edilizia residenziale. E' un decreto ministeriale finalizzato appunto all'eliminazione delle barriere architettoniche; ero a conoscenza che da parte degli uffici si sarebbe dovuto approvare un'indicazione di tipo normativo. Vorrei sapere se nella concessione dei contributi concessione avvenuta o di lì a veni re quale è prevista da questa delibera di proroga. quali criteri di verifica si ritiene di applicare su questa norma. Colgo l'occasione per sotto lineare il fatto che questa norma, per certi aspetti, supera la legge n. 54 (che, in questo senso, andrebbe aggiornata); il fatto che le Commissioni igienico-edilizie dei Comuni non abbiano spesso competenza in materia di superamento delle barriere architettoniche, mi fa pensare che, tutto sommato, l'unica possibilità di controllo è quella che può esercitare l'Assessorato regionale. Si pone anche il problema della modifica dei regolamenti igienico-edilizi in maniera tale che le norme previste (legge n. 13 e decreto ministeriale n.
286 del 1989) siano recepite e fatte rigorosamente applicare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Signor Presidente, stiamo esaminando una situazione che richiederebbe una riflessione approfondita e che indico soltanto per titoli, anticipando fin d'ora alla sua cortese attenzione il fatto che il nostro Gruppo interviene una volta sola sulle tre delibere e mette a disposizione delle opposizioni, nella misura in cui lei lo riterrà congrue rispetto al nostri lavori, il tempo che dovrebbe consumare. Dobbiamo onestamente registrare che i tempi di esame di questa materia in Commissione, per forza di cose, è stata tale che non ha consentito all'opposizione di svolgere il lavoro di approfondimento, quindi mi sembra giusto che nella misura in cui un Gruppo consiliare si riconosce nelle proposte della Giunta possa anche rinunciare ad uno spazio ripetitivo.
Il Gruppo liberale esprime la sua preoccupazione sul fatto che si debba procedere per processi di delega alla Giunta. Non perché è contrario ad investire sempre di più la Giunta delle responsabilità di governo, il che è nella cultura liberale, sia pure questo raccordato da una puntuale informazione al Consiglieri senza la necessità di altri tavoli, caro Rossa.
Se inventiamo altri tavoli, altri confronti e altre Commissioni, ripetiamo soltanto in termini caricaturali il metodo di confronto rispetto al quale cerchiamo di uscire. Avverto però una emergenza di processo, sul quale la Giunta ci chiede una maggiore possibilità di incidenza, con una crisi di risultato. Ci è stato fatto notare come la produttività della Regione su questa materia sia caduta nel tempo. A me sembra di dover apprezzare questa sottolineatura per portarmi a chiedere se su tutta questa materia non sia necessaria, a lato del processo di emergenza gestionale, qualche capacità da parte del governo regionale in primo luogo di riflettere su questo complesso fenomeno. Registriamo che indubbiamente a monte della incapacità di condurre risultati tempesti vi ci sia sostanzialmente una non contestualità della messa a disposizione delle risorse, della progettualità e soprattutto della disponibilità di aree. Assessore, la pregherei di seguirmi per qualche minuto, visto che i suoi funzionari sono già disponibili tutta la settimana. A me sembra di cogliere sostanzialmente una non possibilità di ricondurre a contestualità la disponibilità di risorse la progettualità e la disponibilità di aree. Tutto questo mi fa Immaginare signor Assessore, che probabilmente vada ripensata, al punto da intervenire anche sul livelli governativi, tutta la materia. Perché non vorrei che proprio nella misura in cui non siamo capaci di interpretare un problema nella sua complessità, le coincidenze di risorse, pro getti ed aree fosse per esempio, del tutto occasionale e non la conseguenza di una reale esigenza nella società civile e nel territorio.
Questa preoccupazione dovremmo averla per ché non vorremmo che piani fatti solo per riempire delle carte e progettualità fatta solo perché ci sono degli ingegneri bravi arrivino ad ottenere dei finanziamenti che non sono nella gerarchia delle esigenze e delle potenzialità di intervento.
Forse non dovremmo rinunciare a pensa re a leggi per settore. Sono convinto che lo Stato ha scelto questa strada; probabilmente anche la Regione deve scegliere questa strada. C'è stata una generazione felice quella che ha corrisposto al forte intervento regionale in materia in cui tutti i plani regolatori e le varianti dei piani regolatori venivano incentrati nel l'edilizia economico-popolare. Adesso probabilmente sono incentrati nelle palestre o nelle piscine. Non lo so. Ci sono strane situazioni in cui i nostri amministratori locali si innamora no di alcuni temi e quei temi vanno per la maggiore e vengono distribuiti su tutto il territorio, poi non se ne parla più per una generazione. Mi pare che la Regione non possa farsi prendere da questi morbilli, più o meno senili, e che abbia il dovere di assicurare che le risorse che la collettività nazionale mette in pista per questo tipo di esigenze si collocano all'interno di un programma che comunque vede responsabile finale e globale la Regione nel suo complesso.
Chiedo ancora scusa all'Assessore per l'intemperanza; mi rendo conto che le conversazioni con i funzionari, tutt'altro che piacevoli, sono per utili e il più delle volte necessarie e indispensabili. Il suggerimento però è di cercare di uscire da questo meccanismo un po' diabolico per cui i bravi hanno e 1 non bravi non hanno. Qui però non stiamo a premiare i bravi e a punire i cattivi, gli inadempienti, i negligenti: il destinatario finale di questa manovra è il cittadino, è l'aspettativa di una casa e non possiamo immaginare che i nostri cittadini siano discriminati dai ritardi dei pubblici amministratori o dalle incapacità del professionisti. Noi dobbiamo avere la capacità, collega Chiezzi, certo di leggere bene la deliberazione della Regione, ma di leggere anche le realtà che sono a monte della deliberazione della Regione rispetto alla quale forse qui sì ci sta il nostro ruolo di sollecitatori nei confronti degli enti locali. Caro Rossa, io non voglio fare la concorrenza, come tu hai accennato, al democristiani, perché non arriverò mai a mandare espressi e telegrammi con: "... mio intervento... Giunta regionale habet stanziato...", ma voglio magari andare al mio Comune e alla mia Provincia a far notare come 1 ritardi nella individuazione delle aree e nella individuazione dei progetti hanno penalizzato un'area che mi risulta invece esse re fortemente in difficoltà rispetto a questo settore. Caro Rossa, è inutile che ci provi la vera stanza dei bottoni, che sono gli uffici postali, ce l'hanno in mano i democristiani. I telegrammi vengono censurati. Rinuncia pure! Su questo Cerchio ha costruito la sua fortuna. Non c'è niente da fare, io ho avuto delle prove.
Siamo espressione delle realtà provinciali, secondo me purtroppo perché ritengo di essere Consigliere della Regione Piemonte, non della Provincia di Torino, quindi auspico che un giorno il collegio elettorale sia quello regionale, non quello provinciale, così potremo sottraici al provincialismo e al localismo e diventare deputati della Regione e non Consiglieri di una Provincia mandati qua a guadagnarci la pensione, tanto per dirla tutta.
Dobbiamo essere responsabili nei confronti della Giunta non solo del controllo degli atti, ma del controllo di come avviene il processo sul territorio. Probabilmente siamo i terminali di realtà che vengono costruite a monte.
Trovi la Giunta 1 canali di governo più celeri e più produttivi inventi la Giunta, paradossalmente, delle politiche di settore che ci consentano di intervenire dove registriamo che gli enti locali, per ignavia o per calcolo o magari per ragioni di sottocultura, non vanno avanti. Mi dispiace che non sia presente l'interessata alla quale vorrei dire che l'edilizia economica popolare non va avanti se sul muri della nostra Regione vengono affissi i manifesti di Piemont dove si dice che è ora di finirla di farsi derubare i terreni per fare le case ai meridionali. Fin quando nei nostri paesi vengono affissi manifesti di questo genere è evidente che l'edilizia economica popolare qualche ostacolo in più ce l'ha.
Siamo favorevoli all'approvazione delle tre deliberazioni.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Carletto.



CARLETTO Mario, Assessore all'edilizia

Ringrazio i colleghi intervenuti che già hanno partecipato all'incontro svoltosi nel giorni scorsi in sede di II Commissione, durante il quale c'è stato un confronto sul programma della Giunta regionale sul problema casa così come la settimana precedente avevo avuto modo di confrontarmi sulle Iniziative del settore del l'urbanistica.
Vorrei dividere la mia risposta in due fasi. quella sulle argomentazioni che attengono alla deliberazione in oggetto, e quella che attiene alle altre deliberazioni sulle quali vorrei aggiungere alcune osservazioni.
E' vero che abbiamo dei ritardi nella realizzazione dei programmi di edilizia agevolata, così come abbiamo dei ritardi nella realizzazione dei programmi di edilizia sovvenzionata. Questo elemento è stato portato a conoscenza della II Commissione. I finanziamenti del quarto, quinto e sesto biennio non sono ancora completati e se i ritardi sul quinto e sesto biennio sono relativamente recenti, quindi accettabili, sicuramente i ritardi sul quarto biennio sono inaccettabili perché si riferiscono agli anni 1984 e 1985. Ci siamo interrogati per capire le ragioni di questi ritardi.
Le ragioni di questi ritardi sono molteplici. Indubbiamente la più importante è la mancanza di aree sulle quali realizzare i programmi.
Una prima considerazione che credo di dover fare è quella di usare in modo più incisivo le sinergie che l'urbanistica e la casa devono avere fra di loro. Probabilmente in passato non abbiamo sufficientemente utilizzato una politica urbanistica tendente a realizzare le condizioni per dare una risposta abitativa al cittadini del Piemonte, soprattutto nelle aree ad alta tensione abitativa. Così come, quando si devo no realizzare i programmi di edilizia residenziale pubblica (è una incultura che va superata e che dobbiamo aiutare gli enti locali a superare), talvolta si accede a normative urbanistiche da parte del Comuni quando Invece sappiamo che ci sono delle normative che attengono alla legislazione sulla casa che consentono di accelerare i tempi e di dare attuazione puntuale e rapida al nostri interventi.
Ho cercato di lavorare all'interno della mia struttura e nei rapporti con gli enti locali per superare queste difficoltà e per trovare delle politiche che consentano di individuare le aree in modo più puntuale e preciso. Ho detto in Commissione che non possiamo accettare di fare della programmazione prima della definizione delle risorse. Dobbiamo avere una sorta di programmazione continua, aggiornata, attraverso un osservatorio dell'edilizia residenziale pubblica che ci consenta, nel momento in cui si attivano le risorse a livello nazionale, di poterle collocare sul territorio in tempi reali avendo a monte tutto un lavoro di verifica del bisogni, delle esigenze, degli indirizzi, delle coerenze sulle aree, quindi attraverso una programmazione con gli enti locali e con i soggetti attuatori che - ripeto - se fatta a monte in modo sistematico ed organico sicuramente ci farà risparmiare molto tempo.
I tempi richiamati dal Consigliere Chiezzi derivano da una legge nazionale, quindi non possiamo che prendere atto dei dieci mesi previsti.
Non sono d'accordo quando dice che impieghiamo 40 giorni per fare la comunicazione. Probabilmente abbiamo impiegato 40 giorni nell'ultima comunicazione perché è stata fatta a cavallo delle ferie estive. Il Consigliere Chiezzi sa che, dal momento in cui la comunicazione viene notificata al Comune, scattano i 60 giorni per l'individuazione delle aree: probabilmente abbiamo cercato di ritardare questa comunicazione per evitare che i Comuni la ricevessero a fìne luglio e che quindi scattassero i 60 giorni proprio all'inizio delle ferie estive. Sono però fatti marginali nel ragionamento complessivo. Noi dobbiamo assolutamente dare una maggiore incisività alla nostra azione di governo nel settore della casa e dobbiamo assolutamente avere una programmazione sistematica che consenta di utilizzare al meglio le risorse, che consenta di cantierare i progetti e di iniziare i lavori in tempi accettabili. Da questo punto di vista siamo nella condizione di fare quello che ho proposto in Commissione. Credo non valga la pena, anche se l'idea è interessante e ringrazio il Consigliere Chiezzi per averla formulata, nominare una Commissione che formuli delle proposte. Il mio Assessorato ha esperienza di dialogo e di confronto con i soggetti attuatori, ha una sufficiente conoscenza del problemi, però è giusto che la Giunta venga al più presto in Commissione con proposte legislative e di tipo amministrativo ed organizzativo per un confronto tenendo conto delle indicazioni del Consiglio onde arrivare rapidamente alla definizione di un'azione di governo più incisiva di quella avuta finora, nonostante che la nostra Regione, nel settore dell'edilizia agevolata, continui ad essere, mal grado 1 ritardi, ai primi posti nello scenario nazionale. Il Piemonte è al terzo o al quarto posto come capacità di spesa nell'edilizia agevolata: un po' di ritardo l'abbiamo accumulato nella sovvenzionata e, proprio per quest'ultima, dobbiamo recuperare il tempo creando le condizioni affinché siano date risposte in tempi coerenti.
Per quanto riguarda la preoccupazione giustamente sollevata dal Consigliere Maggio rotti, debbo dire che è ormai consolidato nella Regione Piemonte il riferimento alla legge n. 13 e al DPR attuativo n. 268. Ho qui un bando di edilizia agevolata e, all'art. 3, è detto che i progetti dovranno avere una dichiarazione di conformità degli elaborati alle disposizioni del la legge n. 13. La stessa cosa è nell'edilizia sovvenzionata. Condivido il fatto di adeguare la legge n. 54 alla legge n.
13. Questo è in fase di elaborazione e di studio e quindi verrà proposto al Consiglio regionale. Da questo punto di vista credo di poter tranquillizzare il Consigliere Maggiorotti. Passiamo infine alla questione della delega. La delega è una strada che si trova nella deliberazione senza averla neanche scelta. Ho qui delle deliberazioni degli anni precedenti che i funzionari mi hanno fornito, una è del 1979, un'altra è del 1985 un'altra è del 1986, tutte e tre ricalcano il comma inserito nelle nostre tre deliberazioni, quindi è una procedura diventata una prassi ormai consolidata nella Regione Piemonte quella di dare la delega alla Giunta per eventuali cambiamenti territoriali, finanziari, tecnici. Questo si spiega nel fatto che purtroppo già siamo in ritardo. Sappiamo che talvolta, per piccoli cambiamenti, si richiede di tornare in Commissione, quindi in Consiglio con i tempi che questo comporta.
Credo però siano giuste le osservazioni del colleghi. I colleghi del Gruppo comunista propongono di eliminare nelle tre deliberazioni la delega alla Giunta. Io faccio una controproposta che ritengo ragionevole. Poich queste tre deliberazioni riguardano finanziamenti vecchi, chiedo di lasciarle così come sono proposte con la proposta di tre emendamenti con i quali si affida alla Giunta il compito di dare immediata comunicazione al Consiglio, alla Commissione, degli eventuali cambiamenti apportati.
Quindi propongo di aggiungere le parole: "e di darne successiva comunicazione alla Commissione consiliare competente". Mi riservo, come ho già detto in Commissione, di rendermi conto personalmente dello stato di necessità reale di tale delega. Consentitemi di dirlo questo polche sono in questo Assessorato da pochi mesi, non ho al momento sufficiente esperienza per poter dare un giudizio personale su questa importante questione dal punto di vista politico e istituzionale. Mi assumo l'impegno, prima del bando relativo al riparti del 1991, di spiegare in Commissione le ragioni di una eventuale riproposizione della delega, di motivarla con presa di coscienza diretta e personale dei problemi, od eventualmente, se questo non sarà indispensabile, di abolire questa delega per i prossimi riparti.
Questo farei, se il Consiglio me lo con sente, con un'assunzione di responsabilità personale attraverso la conoscenza diretta del la gestione di questa materia che in questi pochi mesi non ho potuto avere.



PRESIDENTE

Passiamo pertanto all'esame degli emendamenti presentati al dispositivo della deliberazione testé discussa.
Il primo emendamento è stato presentato dal Consiglieri Chiezzi, Bosio e Buzio: - le parole "di conferire mandato alla Giunta regionale... sino al punto e virgola" sono cancellate.
Il secondo ed ultimo emendamento è stato presentato e test illustrato dall'Assessore.
Tale emendamento aggiuntivo recita: - al secondo capoverso del deliberato aggiungere, alla fine, dopo le parole "perseguite dalla legge' la seguente frase: "e di darne successiva comunicazione alla Commissione consiliare competente".
A tale emendamento l'Assessore Carletto ha aggiunto il suo impegno politico di rivedere la procedura con il piano 1990/91.
Pongo dapprima in votazione l'emenda mento presentato dai Consiglieri Chiezzi. Bosio e Buzio.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 8 voti favorevoli. 24 contrari e 3 astensioni.
Pongo ora in votazione l'emendamento presentato dall'Assessore Carletto.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 36 Consiglieri presenti.
Pongo infine in votazione la deliberazione il cui testo così modificato verrà trascritto nel processo verbale della seduta in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 30 voti favorevoli e 9 contrari.


Argomento: Spesa socio - assistenziale

Esame proposta di deliberazione n. 80: "Fondo per la gestione dei Servizi socio-assistenziali di cui alla L.R. n. 20/82 e successive modificazioni ed integrazioni - Riparto alle UU.SS.SS.LL. per l'anno 1990"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame della proposta di deliberazione n. 80, di cui al punto 17) all'o.d.g.
Tale provvedimento è stato licenziato al l'unanimità dalla Commissione competente.
Ha chiesto la parola il Consigliere Bortolin. Ne ha facoltà.



BORTOLIN Silvana

Il mio intervento ha anche valore di dichiarazione di voto.
Il Gruppo comunista voterà a favore di questo provvedimento e intende far rilevare, come è avvenuto per il precedente in sede di Commissione, che questo ultimo riparto viene fatto con molto ritardo, ha provocato difficoltà e disagi nella erogazione dei servizi socio-assistenziali e preoccupazioni nell'ambito del Comuni. La raccomandazione è che sin dal prossimi mesi con il nuovo bilancio si recuperi il ritardo che, sia pure per ragioni diverse, si è verificato quest'anno e si esamini la possibilità di dare assoluta certezza della somma complessiva che verrà erogata alle UU.SS.SS.LL. Ricordo ancora una volta che si tratta di un servizio che deve essere pagato mese per mese da parte delle UU.SS.SS.LL. e che non pu aspettare o seguire il ritardo che ha avuto la Regione nel 1990 nell'erogazione.
Sulla somma complessiva dell'erogazione e sulle altre questioni torneremo in seguito, ne abbiamo già discusso in Commissione. Ci premeva sottolineare in particolare questo aspetto.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Bergoglio.



BERGOGLIO Emilia, Assessore all'assistenza

Ritengo corretto rispondere alle osservazioni della collega, peraltro espressi in termini garbati e di assoluta comprensione del problema, perch in effetti non posso che dare ragione alle sue osservazioni, in quanto noi arriviamo ad erogare la parte residua, peraltro molto limitata rispetto a quella già erogata per acconti, molto in ritardo rispetto all'esercizio 1990, ma la collega sa - perché ne abbiamo parlato diffusamente in Commissione - che le ragioni sono eminentemente tecniche e legate all'esigenza di approvare l'assestamento al bilancio e alla sua esecutività e quindi prima di allora non era stato possibile operare la distribuzione definitiva di questi fondi in quanto non si aveva la certezza degli stanziamenti previsti.
Mi auguro - e in questo chiedo la solidarietà e la collaborazione in particolare del Presidente della Giunta - che questi inconvenienti non si verifichino più nel prossimo anno e che sia possibile dare i finanziamenti alle UU.SS.SS.LL. sulla partita del socio-assistenziale in tempi più ragionevoli e più accettabili rispetto all'andamento della gestione.



PRESIDENTE

Pongo in votazione la deliberazione testé discussa, il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale della seduta in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 29 Consiglieri presenti.
Pongo ora in votazione l'immediata esecutività della deliberazione, ai sensi dell'art. 49 della legge 10/2/1953, n. 62.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Il Consiglio approva all'unanimità dei 31 Consiglieri presenti.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Esame proposta di deliberazione n. 76: "Istituzione del fondo straordinario per l'occupazione, art. 3, L.R. n. 53/89. Individuazione dei criteri per l'ammissione ai contributi delle imprese artigiane"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora la proposta di deliberazione n. 76, di cui al punto 18) all'o.d.g. Ha chiesto di parlare il Consigliere Marengo. Ne ha facoltà.



MARENGO Luciano

In sede di Commissione abbiamo discusso in particolare un punto di questa deliberazione, che dovrebbe dare fondi a favore degli svantaggiati sul mercato del lavoro, in primo luogo ai cassaintegrati.
In Commissione su questo punto si era trovato sostanzialmente un accordo dei Gruppi rispetto ad una modifica: si tratta dei contributi per la trasformazione dei contratti di lavoro da tempo determinato a tempo indeterminato. C'è una contraddizione perché in realtà quelli che già sono stati assunti con contratto di lavoro a tempo determinato hanno avuto delle agevolazioni fin dall'inizio delle assunzioni, perlomeno una parte derivanti da accordi raggiunti tra le organizzazioni sindacali dei lavoratori e le associazioni imprenditoriali rispetto agli ultra ventinovenni. Riteniamo pertanto che introducendo una ulteriore agevolazione si rischierebbe di definire una finalità che non è più quella prioritaria di favorire l'inserimento degli svantaggiati, in pruno luogo dei cassaintegrati. Infatti, il rischio che si corre, che è reale rispetto alla disponibilità di fondi, è che i primi cinque punti riguardanti gli svantaggiati non vengano utilizzati da parte delle imprese e vengano Invece utilizzati unicamente per la trasformazione del contratto di lavoro da tempo determinato a tempo indeterminato. Occorre quindi introdurre una modifica che ponga una limitazione alle imprese nell'accesso a questi fondi per la trasformazione del contratti di lavoro da tempo determinato a tempo indeterminato, in modo che possano avere unicamente una percentuale minima di utilizzo del fondo. Se non verrà accolta questa proposta di modifica non voteremo a favore della deliberazione in esame.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cerchio per la replica.



CERCHIO Giuseppe, Assessore alla formazione professionale

Come voi sapete non ho partecipato ai lavori, ancorché sia stato velocemente aggiornato degli stessi, per i noti motivi.
Comprendo il significato del suggerimento che è stato fatto. Assicuro che per quanto riguarda l'utilizzo dei lavoratori in cassa integrazione l'Assessorato sta valutando un'ipotesi di modifica della L.R. n. 53 per consentire l'utilizzo in modo coordinato dei vari strumenti offerti dal fondo sociale per l'occupazione. Sono però dell'avviso di mantenere la deliberazione così come è stata approvata in Commissione, anche perché i fondi sono messi a disposizione. Cerchiamo cioè di ricomprendere queste categorie, non accogliendo però il suggerimento proposto dal Consigliere Marengo.



PRESIDENTE

Pongo in votazione la deliberazione testé discussa, il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale della seduta in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 30 voti favorevoli. 5 contrai! e 1 astensione.
Pongo in votazione l'immediata esecutività della deliberazione, ai sensi dell'art. 49 della legge 10/2/1953. n. 62.
Come richiesto, si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 27 hanno risposto SI 27 Consiglieri.
Non essendosi raggiunta la maggioranza assoluta dei voti favorevoli l'immediata esecutività è respinta.


Argomento: Fondi sanitari

Esame proposta di deliberazione n. 70: "L.R. n. 9/80. Interventi per il riequilibrio regionale del sistema industriale. Aggiornamento annuale del Programma pluriennale ed approvazione del relativo Programma di attuazione"


PRESIDENTE

Passiamo al punto 19) all'o.d.g. che prevede l'esame della proposta di deliberazione n. 70.
Non essendovi interventi pongo in votazione la deliberazione, il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale della seduta in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 28 voti favorevoli e 5 astensioni.
Pongo in votazione l'immediata esecutività della deliberazione, ai sensi dell'ari 49 della legge 10/2/1953, n. 62.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Il Consiglio approva all'unanimità del 33 Consiglieri presenti.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Esame mozione n. 78 relativa al depositi di scorie radioattive nel Canton Ticino e in Piemonte


PRESIDENTE

In merito al problema dei depositi di scorie radioattive nel Canton Ticino e in Piemonte è stata presentata la mozione n. 78 firmata dai Consiglieri Miglio, Buzio, Bosio, Staglianò, Bresso e Segre. Do la parola al Consigliere Buzio, con l'intesa che non appena arriverà l'Assessore Carletto sospenderemo un attimo il dibattito per votare due deliberazioni di sua competenza e su cui la discussione generale è già stata svolta.



BUZIO Alberto

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, insieme al Gruppo Verde avevamo presentato un ordine del giorno ed lo insieme ai Consiglieri Chiezzi e Bosio avevo presentato una mozione su questo punto. Sulla base della relazione dell'Assessore GARINO Marcello avevamo convenuto di integrare questa mozione che sostanzialmente prende atto che la comunicazione dell'Assessore per molti versi rinviava ad un successivo aggiornamento ed integrazione. All'interno del la relazione si faceva infatti riferimento ad alcuni elementi conoscitivi che erano stati sollecitati a vari enti ed organismi, una volta acquisiti i quali la relazione poteva essere più aggiornata e si poteva entrare nel merito. Noi però abbiamo ritenuto di fare una mozione, che tra l'altro volevo concordare con l'Assessore, per mettere la parola "fine" alla questione Piz Pian Grand che gira ormai in Consiglio regionale da tre o quattro mesi e sancire una volta per tutte un Impegno politico a tenere la vigilanza su questa questione su cui non c'è dubbio che anche l'Assessore è ben vigile.
Il Ministro Ruffolo ha assicurato il proprio impegno presso il Governo svizzero, i Comuni del Lago Maggiore avevano fatto quella petizione che era stata raccolta a livello di Consiglio regionale. Si era ottenuto sostanzialmente, non direttamente, quella moratoria su questa questione e l'impegno ad essere vigili perché il Governo svizzero non recedesse da questa posizione.
Per gli altri punti, preso atto della relazione dell'Assessore, si conveniva che sarebbe opportuno discutere il tutto successivamente, non dico la prossima settimana, ma una volta acquisiti tutti quegli elementi a cui faceva riferimento l'Assessore all'interno della relazione, che permettevano una discussione nel merito. Quindi questa questione era ancora metodologica; mi sembra che potrebbe anche essere accolta dall'Assessore con un impegno politico generale per quanto riguarda la questione di Piz Pian Grand, le scorie radioattive.
Per l'altro punto. Trino e Saluggia, una volta acquisiti gli elementi intervenire al riguardo in modo tale che si proponesse una soluzione rispetto a questo problema, quindi si prospettasse una soluzione di questo tipo.
Non la vorrei fare troppo lunga, anche perché un dibattito vero e proprio non mi pare che sia il caso di farlo. Mi sembra che lo spirito della mozione sia quello di recuperare il discorso di Piz Pian Grand, che ormai diventa anche obsoleto, e quindi si metteva la parola "fine" su un'importante questione che aveva sollecitato l'interpellanza. Sul resto sostanzialmente, si attendono gli elementi conoscitivi a cui faceva riferimento prima l'Assessore per affrontare anche (quando successivamente e concorde mente decideremo di sviluppare il dibattito) la questione più specificamente di Trino ,e di Saluggia e il tema delle scorie radioattive.
In sostanza lo spirito della mozione era quello di sancire quanto meno un impegno sul punto più significativo, originariamente, che era quello di Piz Pian Grand e per il resto gli altri punti, anche se importanti, si rinviano successiva mente al dibattito, richiamandoli comunque come impegno a livello di Giunta.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Garino.



GARINO Marcello, Assessore all'ambiente

Desidero semplicemente dire che avevo già dato la mia adesione al documento quando era stato presentato. Avevo chiesto al colleghi alcune integrazioni che mi parevano molto corrette ed opportune. Vedo con soddisfazione che è stato fatto uno splendido lavoro. Apprezzo lo spirito con il quale questa mozione viene presentata e sono d'accordo sulla sostanza.
Rimane ovviamente il problema degli impegni che sono già stati assunti e che qui si ribadisco no per la Giunta. Volevo soltanto chiedere al collega Buzio e al collega Miglio, visto che qui si parla di discussione successiva in II Commissione, se intendono svolgere la seconda parte della discussione sulla informazione del l'Assessore esclusivamente in II Commissione per arrivare soltanto alla fine, come mi pare di aver capito ad un dibattito in aula. E' così?



BUZIO Alberto

Sì.



GARINO Marcello, Assessore all'ambiente

Se è così, sono totalmente d'accordo.



PRESIDENTE

Se non vi sono obiezioni, pongo in votazione la mozione n. 78 che è stata distribuita qualche ora fa ai Capigruppo e che supera i documenti precedenti (mozione n. 65 e ordine del giorno n. 70) perché li riassume.
Il testo della mozione recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte apprende con soddisfazione la decisione assunta dal Governo elvetico di sospendere le ricerche per la costruzione del deposito di scorie radioattive del Piz Pian Grand nel Cantori dei Grigioni riconosce il ruolo svolto dai Sindaci del Lago Maggiore, dalle molteplici forze politiche e sindacali, dai Consiglieri comunali provinciali e regionali, dai Comitati antinucleari ticinesi, dalle Associazioni ambientaliste ed in particolare l'azione condotta dalla Lega per l'Ambiente e dal Ministro per l'Ambiente partecipa al sollievo della popolazione rivierasca del Lago Maggiore che ha recentemente ancora espresso il suo diniego sottoscrivendo una petizione inerente al depositi radioattivi rivolta ai Presidenti della Confederazione elvetica e delle Regioni Piemonte e Lombardia ed inoltre: sentita la comunicazione dell'Assessore GARINO Marcello. in ordine alla questione delle scorie e dei rifiuti radioattivi: sollecitata dall'interpellanza presentata in Regione Piemonte oltre che a vari altri livelli istituzionali (CEE, Parlamento. Regione Lombardia). da rappresentanti dei Gruppi consiliari del PCI e dei Verdi: impegna la Giunta ad esprimere il proprio dissenso in merito alla scelta di localizzare il deposito delle scorie radioattive al Piz Pian Grand, per gli evidenti rischi connessi e a sollecitare il Governo federale elvetico affinché la moratoria di cinque anni si traduca in. una decisione definitiva ed irreversibile a mantenere viva la massima vigilanza perché il deposito di scorie radioattive non venga attivato. pur tenendo conto delle assicurazioni date al Ministro Ruffolo dal Governo elvetico sulla sospensione dei lavori di indagine e sondaggio per almeno due anni ad intervenire presso il Governo italiano ed in particolare presso il Ministero per l'Ambiente affinché sia rispettato l'impegno assunto dai Governi in occasione del Convegno di Locarno inerente alla 'preventiva consultazione delle autorità di governo interessate' e di quello san cito con la Dichiarazione di Stoccolma del 1972 a mantenere attivo il coordinamento delle iniziative con il Ministero per l'Ambiente e la Regione Lombardia, nei confronti del Governo svizzero e riferire periodicamente alla n Commissione e al Consiglio regionale a fornire alla II Commissione tutta la documentazione utile al riguardo, per le Iniziative da assumersi ad ogni livello politico nazionale ed internazionale a far sì che la Regione Lombardia allo stesso modo assuma iniziative atte ad eliminare i depositi radioattivi presenti presso la Centrale di Ispra sulle rive del Lago Maggiore e pertanto nello stesso bacino imbrifero e idrografico di Piz Pian Grand ad aggiornare la relazione dell'Assessore GARINO Marcello perché venga comunicata alla II Commissione. opportunamente integrata a seguito delle notizie richieste ai vari enti ed organismi competenti in materia a specificare nella relazione di aggiornamento quali soluzioni vengono prospettate al fine di smantellare rispettivamente: siti di stoccaggio delle scorie radioattive di Trino e Saluggia e rilocalizzare in luogo idoneo attivandosi presso le competenti sedi per individuare in tempo breve una risoluzione a svolgere, successivamente all'acquisizione di tutti i dati conoscitivi, il dibattito in Consiglio regionale, previo approfondimento della questione in n Commissione con eventuale audizione di esperti e previo accordo tra i Capigruppo sulle modalità del dibattito".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La mozione è approvata all'unanimità dei 30 Consiglieri presenti.


Argomento:

Esame mozione n. 78 relativa al depositi di scorie radioattive nel Canton Ticino e in Piemonte

Argomento:

Sull'ordine dei lavori (seguito)


PRESIDENTE

Se il Consiglio è d'accordo, passerei alla votazione delle due deliberazioni su cui si è già svolta la discussione: il Consigliere Chiezzi ha illustrato le tre deliberazioni; gli emendamenti erano tutti uguali: sia quelli presentati dal Consigliere Chiezzi sia quelli presentati dal l'Assessore Carletto.
Mi informano però che sia il Consigliere Chiezzi sia l'Assessore Carletto sono entrambi ancora impegnati in una riunione con gli sfrattati IACP. Il Capogruppo comunista inoltre mi informa che il Consigliere Chiezzi forse vuole dire qualcosa. Tale votazione è quindi rinviata a domani.
Il Consiglio è dunque convocato domani mattina alle ore 9.30.
Inizieremo i nostri lavori con l'esame delle deliberazioni di cui al punti 15) e 16) all'o.d.g. e poi passeremo all'esercizio provvisorio.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18)



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