Sei qui: Home > Leggi e banche dati > Resoconti consiliari > Archivio



Dettaglio seduta n.308 del 18/10/94 - Legislatura n. V - Sedute dal 6 maggio 1990 al 22 aprile 1995

Scarica PDF completo

Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO


Argomento:

Risposta scritta ad interrogazioni


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Interrogazioni ed interpellanze" poiché i Consiglieri interroganti sono assenti, viene data risposta scritta alle seguenti interrogazioni:


Argomento: Parchi e riserve

interrogazione n. 2294 dei Consiglieri Giuliano e Miglio inerente la tabellazione del Parco regionale Capanne di Marcarolo

Argomento: Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici

interrogazione n. 2301 del Consigliere Vaglio inerente il Comune di Mercenasco - Area collinare e PRGC (come da accordi tra l'Assessore Cavallera e il Consigliere Vaglio)

Argomento: Parchi e riserve

n. 2353 del Consigliere Miglio inerente il piano paesistico dell'Alpe Veglia e Devero. Richiesta di chiarimenti e intendimenti della Giunta regionale e misure per garantire il rispetto delle norme di accesso.

Argomento: Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici

Interrogazione n. 2431 della Consigliera Pozzo inerente il PRGC del Comune di Mercenasco


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Pozzo; ne ha facoltà.



POZZO Carolina

Anch'io ho presentato un'interrogazione sul PRGC del Comune di Mercenasco e gradirei ricevere la risposta orale, a differenza del collega Vaglio.



PRESIDENTE

Dato che la sua interrogazione è recentissima non è stata ancora riportata nell'elenco, ma se l'Assessore Cavallera è disponibile può darle subito la risposta orale.
Prego, Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore regionale

Con l'interrogazione n. 2301 del Consigliere Vaglio e la successiva n.
2431 della collega Pozzo, gli interroganti esprimono preoccupazioni in ordine a possibili interventi edilizi all'interno del Parco del Castello Compans di Brichanteau in Comune di Mercenasco.
Il Piano regolatore del Comune di Mercenasco è stato approvato in via definitiva dalla Giunta regionale nella seduta del 26/7/1994 con provvedimento n. 103-37022. In proposito interpellato, il dirigente responsabile dell'area territoriale ing. Rosso riferisce: il progetto definitivo del Piano regolatore adottato con deliberazione consiliare n. 7 del 27/2/1992 contemplava, tra le diverse previsioni insediative, un intervento a carattere residenziale nella porzione più marginale del parco.
Lo strumento urbanistico generale veniva esaminato dai competenti organi regionali e restituito al Comune affinché fossero adeguatamente riviste alcune scelte al fine di contenere le non trascurabili potenzialità edificatorie e di migliorare l'organizzazione complessiva del piano.
Con riferimento all'area di cui all'interrogazione venivano manifestate perplessità sull'insufficiente approfondimento delle soluzioni proposte, evidenziando in particolare le caratteristiche ambientali della zona, la presenza di emergenze architettoniche vincolate nonché l'acclività dei siti. - A seguito di tale giudizio l'Amministrazione interessata ha provveduto a fornire una serie di motivazioni a supporto del proprio operato concernenti tra l'altro l'effettivo stato dei luoghi ed a limitare sensibilmente sia la cubatura edificabile (da metri cubi 1.290 a metri cubi 750) che la dimensione del lotto (da 2.150 metri quadri a 1.250 metri quadri) escludendo la porzione più critica.
Le nuove indicazioni di progetto intendono indirizzare l'edificazione nelle immediate vicinanze del vecchio nucleo di Mercenasco e consentire l'utilizzo di un limitato appezzamento di terreno che non pare presentare problemi di giacitura dei versanti, di sbancamenti di terra, di depauperamento delle alberature di pregio. - In considerazione della prevalente rilevanza dei contenuti vincolistico-ambientali sulle questioni di natura strettamente urbanistica si è ritenuto indispensabile avvalersi della consulenza degli uffici dell'Assessorato beni culturali ed ambientali.
Nella nota di risposta dell'Assessorato ai beni ambientali in data 15/2/1994 vengono sostanzialmente rimarcati i seguenti aspetti: 1) la riduzione dell'area RC20 può essere una "soluzione soddisfacente solo qualora l'ingombro volumetrico delle nuove costruzioni non arrechi pregiudizio alle visuali paesaggistiche fruibili percorrendo la SS n. 26 nel suo incrocio con la Via Roma" 2) la realizzazione dell'intervento non deve determinare "modifiche al quadro di insieme costituito dall'accesso al Castello, il piccolo edificio esistente, il fabbricato religioso in posizione rilevata e le parti coglibili del costruito urbano esistente".
Per quanto concerne poi l'esigenza di salvaguardare l'integrità della Cappella di S. Maria Maddalena (soggetta ai disposti della legge n.
1089/39) evitando che ne sia danneggiata la prospettiva e la luce, ovvero ne siano alterate le condizioni di ambiente e di decoro, si deve evidenziare che la Sovrintendenza per i Beni Ambientali ed Architettonici di Torino ha ritenuto sufficienti le cautele (fasce di rispetto, altezze distanze) imposte dal Piano regolatore.
In considerazione di quanto illustrato dal Comune, dei giudizi espressi dai sopra richiamati enti di controllo e del fatto che il nuovo edificio potrà costituire non un'aggiunta incoerente al centro storico ma la definitiva marginatura dell'edificato esistente, si sono ritenuti superabili i rilievi precedentemente formulati concertando comunque una serie di prescrizioni operative in grado di favorire l'integrazione del fabbricato nel contesto urbano, sia come tipologia ed utilizzo di materiali, sia per il posizionamento e l'orientamento del fabbricato stesso.
In questo senso è stato pertanto introdotto "ex officio" nel testo dell'art. 21 delle Norme Tecniche di Attuazione il comma che recita "nella zona RC20 l'ingombro volumetrico delle costruzioni non dovrà arrecare pregiudizio alle visuali paesaggistiche fruibili percorrendo la SS n. 26 nel suo incrocio con la Via Roma. La progettazione esecutiva dovrà collocare il previsto edificio ai limiti del lotto, a ridosso dell'esistente tessuto urbano, riprendendo in questo tipologie, forme e orientamenti delle cortine. L'accesso avverrà al vicolo in salita che si diparte dalla Via Roma".
Da ultimo occorre sottolineare il fatto che per assicurare una migliore qualità del prodotto edilizio è stato imposto l'obbligo di acquisire sul progetto esecutivo un debito parere da parte della Commissione regionale ex art. 91 bis della L.R. n. 56/77.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Pozzo.



POZZO Carolina

Non sono soddisfatta per quanto riguarda le domande che avevo posto nella mia interrogazione. Probabilmente l'Assessore non pensava di dover rispondere anche a questa, quindi pregherei la Presidente di mantenere all'o.d.g. l'interrogazione per poter avere le risposte del caso, poich non vi sono state rispetto all'interrogazione del Consigliere Vaglio.
Chiedo comunque all'Assessore di farmi avere gentilmente copia della risposta letta.



PRESIDENTE

Chiedo all'Assessore Cavallera se ritiene di avere risposto all'interrogazione presentata dalla Consigliera Pozzo, perché altra cosa è che la Consigliera interrogante non sia soddisfatta.
Assessore Cavallera, le pongo questa domanda perché, se gli interroganti si dichiarassero sempre insoddisfatti, le interrogazioni potrebbero rimanere sempre iscritte all'o.d.g. Lei ritiene di aver risposto o no? Poiché la risposta è stata oggettivamente improvvisata, se lei ritiene che si possa tornare sull'argomento, iscriviamo questa interrogazione alla prossima seduta.



CAVALLERA Ugo, Assessore regionale

Per quanto riguarda l'informazione ai Consiglieri su quanto in realtà si è fatto, ritengo di avere risposto. E' stata chiesta la mia disponibilità ed io ho accettato di rispondere.



PRESIDENTE

Allora la iscriviamo alla prossima seduta?



CAVALLERA Ugo, Assessore regionale

Possiamo anche iscriverla, ma ritengo di poter aggiungere poco. Per una valutazione migliore e specifica sull'interrogazione mi riservo eventualmente di integrare la risposta data oggi. Se la collega è d'accordo, potrei impegnarmi a fornire ulteriori integrazioni per iscritto.



POZZO Carolina

Gradirei ricevere la risposta orale in aula, se possibile.



CAVALLERA Ugo, Assessore regionale

D'accordo.


Argomento: Commercio - Commercio ambulante

Interrogazione n. 2325 del Consigliere Germanetto inerente la normativa relativa al commercio in aree pubbliche. Informazioni sullo stato dell'iter costituzione Commissioni previste ex legge n. 112/91


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interrogazione n. 2325 presentata dal Consigliere Germanetto.
Risponde l'Assessore Coppo.



COPPO Ettore, Assessore regionale

Il Consigliere Germanetto interroga l'Assessore al commercio per sapere quali adempimenti siano stati presi dalla Giunta regionale in attuazione della legge n. 112/91 e del DM n. 248/93 in materia di commercio su aree pubbliche.
Al riguardo è oggi possibile affermare che la Giunta regionale aveva già provveduto ad adottare una deliberazione per l'effettuazione delle operazioni di conversione delle vecchie autorizzazioni. Tale atto deliberativo non è stato che il primo adempimento in attesa di una completa ed organica delega.
E' stato approvato, sempre dalla Giunta regionale, il disegno di legge predisposto dagli uffici dell'Assessorato, che risolve in modo organico i problemi di competenza regionale previsti dalla legge n. 112 e dal DM n.
248 sopracitati. In tale testo di legge, che è all'o.d.g. della III Commissione consiliare per il 13/10/1994, viene in particolare stabilito che le operazioni di conversione sono delegate a tutti gli effetti alle Amministrazioni comunali; al riguardo è stata già inviata da tempo una circolare esplicativa e sono già giunte alcune conversioni, oggetto di "validazione" regionale.
E' stata inoltre prevista, nel disegno di legge citato, una parziale delega della nuova gestione a favore delle Amministrazioni comunali per quanto attiene alle operazioni di rilascio dei titoli autorizzativi, mentre alla Regione residua un'attività programmatoria, anche attraverso l'adozione di criteri per la gestione della materia. La delega riguarda naturalmente tutte le operazioni in materia di commercio su aree pubbliche e tende a privilegiare il concetto della trasparenza nella gestione della materia.
Particolari norme transitorie regoleranno il trapasso dalla "vecchia" gestione verso quella normata dalla legge n. 112/91.
Quanto alla formazione delle Commissioni regionali e provinciali, la loro nomina è stata fortemente rallentata dalla scarsa collaborazione fornita da alcune componenti individuate per fare parte delle Commissioni stesse. Tuttavia, è oggi possibile affermare che sono già state presentate nell'apposita Commissione consiliare per le nomine, proposte operative concrete, e che saranno quanto prima individuati, dopo esplicita pubblicazione prevista dalla norma regionale, i nominativi di coloro che formeranno le stesse. In conclusione, l'iter della costituzione delle Commissioni regionali e provinciali è ormai alla sua fase conclusiva.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Germanetto.



GERMANETTO Michelino

Sono soddisfatto della risposta. Purtroppo c'è stato un ritardo e proprio per questo ero stato sollecitato a presentare l'interrogazione.


Argomento: Uso delle acque (regimazione, usi plurimi)

Interpellanza n. 2352 del Consigliere Vaglio inerente gli adempimenti regionali relativi alla legge n. 36/94. Disposizioni in materia di risorse idriche


PRESIDENTE

Passiamo ora all'interpellanza n. 2352 presentata dal Consigliere Vaglio.
Risponde l'Assessore Bresso.



BRESSO Mercedes, Assessore regionale

L'interpellanza del Consigliere Vaglio chiedeva notizie sull'applicazione da parte della Giunta regionale della legge n. 36/94 meglio nota come legge Galli; in particolare chiedeva se erano state sentite le Province e se erano state salvaguardate le autonomie locali dei Comuni e delle Comunità montane, e a che punto erano i lavori.
Comincio da quest'ultimo punto, perché proprio ieri la Giunta regionale ha approvato il disegno di legge di applicazione della legge n. 36/94 per le competenze regionali, in particolare per la delimitazione degli ambiti territoriali ottimali e per le linee di cooperazione con gli enti locali.
Gli ambiti ottimali definiti sono undici ed è stato tenuto conto di alcune preoccupazioni, che mi sembrano espresse anche nella pur breve interpellanza del Consigliere Vaglio, circa una delimitazione relativamente piccola rispetto alle prime proposte tecniche che prevedevano quattro grandi ambiti su tutto il territorio regionale. Se ne è tenuto conto nel senso che, poiché secondo la legge Galli bisogna tendere a raggiungere l'efficienza gestionale e svolgere una politica dell'acqua, del servizio integrato idrico di tipo industriale, cioè con capacità di gestione efficiente ed efficace dal punto di vista della qualità e dei costi del servizio, gli ambiti non possono essere comunque troppo piccoli altrimenti non si rispetterebbe questo dettato che è imperativo. Ciò anche perché, a seguito dell'applicazione della legge, le tariffe dell'acqua dovranno comprendere non solo i costi di gestione, ma anche quelli di investimento che tradizionalmente erano caricati allo Stato attraverso prestiti a tasso zero, prestiti agevolati o contributi a fondo perduto.
Questo significa che gli ambiti devono essere di dimensione sufficiente a compensare le differenze dei costi sia di gestione che di investimento.
Per intenderci, ambiti troppo piccoli, in particolare ambiti che riguardassero solo Comuni montani, rischierebbero di far "svettare" i costi dell'acqua per l'elevato livello dei costi di investimento e dei costi di gestione.
Ritengo giusto questo vincolo imposto dalla legge, perché è opportuno avviare una ristrutturazione di molte politiche pubbliche, trasformandole in politiche in grado di autofinanziarsi. Se ci sono delle preoccupazioni di carattere sociale da garantire, lo si faccia nell'ambito di una modulazione della tariffa e non di un aggravio sul carico fiscale relativamente a costi che invece devono essere correttamente sostenuti almeno da tutti quei cittadini in grado di farlo.
La preoccupazione che la Giunta aveva nell'applicazione della legge Galli era essenzialmente legata alla garanzia che gli enti locali avessero un momento di governo unitario della risorsa idrica. Com'è noto, tale risorsa viene poi consegnata agli enti gestori in monopolio, perché non è possibile immaginare una pluralità di distribuzione dell'acqua o di servizi di fognatura o di depurazione, quindi è una risorsa che deve essere accuratamente controllata nelle politiche di gestione.
Pertanto, noi abbiamo immaginato un sistema in cui esistono dei "quasi enti", delle Autorità d'ambito, delle quali fanno parte tutti i Comuni dell'ambito delineato e che hanno il compito di definire le politiche di gestione della risorsa e di individuare l'ente o gli enti gestori.
Tendenzialmente ogni ambito dovrebbe, in un tempo che certamente non sarà breve, avviarsi ad una gestione unica o comunque ad una forte razionalizzazione delle gestioni. Questo è un imperio della legge, ma è anche una necessità, date le premesse che facevo prima.
Quindi, proprio per questa ragione, abbiamo immaginato la costituzione di queste Autorità d'ambito, sentita l'Autorità di bacino che è stata da noi interpellata in tutte le fasi della procedura come previsto e che sarà interpellata ufficialmente anche in questa fase. Infatti, approvato il testo in Giunta, è previsto un passaggio in Autorità di bacino prima dell'approvazione da parte del Consiglio regionale, cioè il Consiglio regionale, oltre al testo approvato dalla Giunta, riceverà anche il parere dell'Autorità di bacino, di cui ovviamente dovrà tenere conto.
Questa è la fase in cui è prevista l'audizione formale dell'Autorità di bacino, che naturalmente è stata informata man mano che procedevano i lavori; è stato quindi elaborato un documento comune (Regioni e Autorità di bacino del Po) di indirizzi generali, ai quali ci siamo attenuti nel predisporre il testo del disegno di legge.
Per quanto riguarda le Province, queste erano già state sentite in data 11/4/1994 (io non ero ancora Assessore) e sono state sentite da me a fine settembre prima dell'esame in Giunta del provvedimento, in modo da avere una concertazione ex-ante; è ovvio che Province, Comuni e Consorzi verranno sentiti dal Consiglio nelle fasi di consultazione formali. Non era immaginabile infatti che la Giunta sentisse tutti i 1.200 Comuni della Regione, anche perché questo compito spetta al Consiglio. Noi abbiamo sentito le Province, ma in via del tutto informale, cioè di concertazione della politica e non di consultazione, perché questo non compete alla Giunta.
Non nego che ci potranno essere alcuni problemi nella gestione di questa delimitazione; su alcuni ambiti abbiamo fatto delle scelte, tenendo conto di sollecitazioni varie che sono venute, naturalmente partendo principalmente dai criteri tecnici di identificazione di bacini coerenti dal punto di vista della risorsa e delle attuali infrastrutture, per evitare di creare troppi problemi.
Qualche problema alle attuali infrastrutture si creerà; siamo anche pronti - se emergeranno dalla consultazione più approfondita, che solo il Consiglio per disposizioni statutarie può fare - ad accogliere delle correzioni a margine, perché è possibilissimo che per qualche Comune la nostra scelta non corrisponda esattamente allo stato di fatto. Sovente, lo stato di fatto è un po' più avanzato rispetto allo stato del conosciuto per cui siamo anche disposti a ragionare su alcune scelte di carattere più generale.
In particolare, esistono due problemi: uno riguarda la Provincia di Vercelli, l'altro la Provincia di Novara. In entrambi i casi abbiamo deciso la separazione, seppure non delle due Province. Nel caso di Novara la separazione non è per Province, perché l'ambito di bacino ottimale che abbiamo considerato è più ampio del Verbano Cusio Ossola, quindi è più piccolo della futura Provincia di Novara. Nel caso del Biellese, sulla base di sollecitazioni multiple, è stata presa una decisione su cui noi stessi vogliamo ragionare (abbiamo qualche dubbio) ed è stata quella di tenere distinta la Provincia di Biella rispetto all'ambito della Provincia.
So benissimo che ci sono addirittura degli interventi - che considero profondamente scorretti - da parte della Prefettura: non capisco a che titolo vengano fatti, tenuto conto del fatto che le Province sono state sentite. L'Autorità di Bacino, della quale fa parte il Ministro dei Lavori Pubblici, nostro referente nazionale, ha seguito tutta la partita; ritengo quindi inaccettabile un intervento della Prefettura, che non si capisce a tutela di quali interessi intervenga, perché tutti gli interessi coinvolti sono stati o saranno sentiti.
Detto questo - che considero non accettabile - io stessa ho dei dubbi su questa scelta; mi riservo di dare, alla fine, con tutta la Giunta, una valutazione, sentiti in maniera più approfondita tutti i soggetti interessati.
Resta il fatto che in questa partita c'era una difficoltà oggettiva poiché, non essendo ancora state formalmente istituite le Province, il sentire i Commissari appariva una cosa non significativa; tuttavia, non sentire le Province crea questo problema. Nella fase delle consultazioni formali, potranno venire sentiti i Consorzi che raggruppano i Comuni delle nuove Province o almeno i Comuni più importanti; addirittura, in quella situazione, il Consiglio stesso potrà decidere di sentire tutti i Comuni per chiarire meglio le rispettive posizioni. Infatti, com'era prevedibile da parte delle Province attuali c'è stata la richiesta di tenere insieme gli ambiti, che comunque non sono esattamente quelli provinciali: l'ambito del Vercellese comprende una parte della Provincia di Alessandria, perch ci sono delle ragioni acquedottistiche di risorsa che lo suggerivano; lo stesso vale per la Provincia di Novara, che peraltro è previsto possa essere anche un bacino interregionale, così come quello di una parte dell'Alessandrino.
I confini, in generale, non sono dunque quelli provinciali. Non lo sono per la Provincia di Torino, nella quale sono previsti ben tre ambiti alcuni dei quali sbordano su altre Province; non lo sono per la Provincia di Cuneo, n' per la Provincia di Alessandria, né per quella di Asti. In quell'ambito, però, c'era un problema di audizione delle nuove Province che non si è riusciti a risolvere; per questa ragione, abbiamo preferito tenere distinti gli ambiti, seppure non su base provinciale. Non è quella la base anche tenendo conto delle nuove Province, per poi valutare se riunificare oppure se suddividere in maniera diversa sulla base delle consultazioni che il Consiglio stesso farà.
Fornirò al collega Vaglio anche la risposta scritta, che però devo fare aggiornare, perché il documento è stato approvato solo ieri sera, mentre il testo che avevamo predisposto non era aggiornato allo stato attuale dell'arte. Entro pochi giorni, sistemate queste pendenze dovute all'approvazione di ieri, gli farò avere anche il testo scritto.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MONTICELLI



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vaglio.



VAGLIO Roberto

Ringrazio l'Assessore per la risposta. La mia interpellanza era mirata a conoscere lo stato dei lavori in itinere; vengo a sapere in questo momento che il disegno di legge è passato ieri in Giunta e quindi che l'itinere è terminato.
Mi riservo di prendere visione del nuovo disegno di legge e della risposta che così cortesemente l'Assessore vorrà farmi avere; rilevo con soddisfazione il fatto che gli ambiti non sono più quelli della prima versione e sono più attinenti alle realtà territoriali del Piemonte, fermo restando che vorrò verificare più puntualmente la difesa delle autonomie locali.


Argomento:

Risposta scritta ad interrogazioni (seguito)


PRESIDENTE

Comunico inoltre che è stata data risposta scritta da parte dell'Assessore Coppo all'interrogazione n. 2371 del Consigliere Vaglio inerente a "Guardie rurali - Riordino uniformi ed equipaggiamento".


Argomento: Varie

Interrogazioni ed interpellanze richiamate in aula dal Consigliere Giuliano, ai sensi dell'art. 89, comma nono, del Regolamento consiliare


PRESIDENTE

Analogamente, verrà data risposta scritta alle interrogazioni ed interpellanze richiamate in aula dal Consigliere Giuliano, di cui al punto 4) all'o.d.g.


Argomento: Enti Locali - Forme associative - Deleghe: argomenti non sopra specificati

Interpellanza n. 1980 richiamata in aula dal Consigliere Rivalta ed altri ai sensi dell'art. 89, comma nono, del Regolamento consiliare (Attuazione legge n. 142/90 con particolare riferimento all'istituzione dell'Area metropolitana) - (rinvio)


PRESIDENTE

Per quanto riguarda il punto 5) all'o.d.g., mi è stato comunicato che l'argomento è da rinviare alla prossima settimana.
La parola all'Assessore Bresso.



BRESSO Mercedes, Assessore regionale

Abbiamo chiesto al collega Rivalta e, poiché recentemente sono state fatte le prescrizioni per il Piano regolatore di Torino ed era stato richiesto anche un aggiornamento, la settimana prossima prepareremo la risposta scritta, che poi verrà illustrata oralmente in aula.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 6) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bergoglio, Chiezzi, Cucco, Dameri Leo, Riba e Rossa.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

c) Apposizione visto Commissario del Governo


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge vistati dal Commissario del Governo sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento: Variazioni di bilancio

Esame progetto di legge n. 466: "Prima integrazione alla L.R. n. 9 del 19/4/1994 'Bilancio di previsione per l'anno finanziario 1994'"


PRESIDENTE

Passiamo al punto 7) all'o.d.g. che prevede l'esame del progetto di legge n. 466.
La parola al relatore, Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pier Luigi, relatore

Il presente disegno di legge integra la L.R. n. 9 del 19/4/1994, in quanto i bilanci di previsione per l'esercizio finanziario 1994 degli Enti parco citati nel testo sono pervenuti al Settore bilancio successivamente alla presentazione in Consiglio regionale dei bilanci degli altri enti strumentali. Pertanto occorre procedere alla loro approvazione.
Questo ed altri che vengono dopo sono disegni di legge che riguardano i cosiddetti "bilancini" dei parchi. Sarebbe stato opportuno - ed è una considerazione che si può fare ad anni di distanza rispetto ad un trend purtroppo consuetudinario che i parchi avessero mandato queste loro previsioni di bilancio prima che la Regione approvasse il proprio bilancio in modo da recepire quelle indicazioni.
Così, purtroppo, non è mai stato e queste previsioni arrivano sempre in ritardo. E' per questo motivo che solo a metà ottobre ci si trova ad esaminare la questione relativa al bilancio 1994, il che è abbastanza assurdo; al limite, ci saremmo dovuti trovare a gennaio o, meglio ancora agli ultimi mesi del 1993. Ma la questione è questa.



PRESIDENTE

Non essendovi richieste di intervento, passiamo all'esame del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 hanno risposto SI 29 Consiglieri si sono astenuti 8 Consiglieri.
L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 hanno risposto SI 29 Consiglieri si sono astenuti 8 Consiglieri.
L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 hanno risposto SI 29 Consiglieri si sono astenuti 8 Consiglieri.
L'art. 3 è approvato.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 32 Consiglieri si sono astenuti 7 Consiglieri.
La legge è approvata.


Argomento: Parchi e riserve

Esame progetto di legge n. 468: "Variazione al bilancio di previsione degli Enti: Ente di gestione dei Parchi e delle Riserve naturali Lago Maggiore Parco naturale dell'Argentera; Parco fluviale del Po e dell'Orba; Parco naturale delle Capanne di Marcarolo;Parco Lame del Sesia e Riserve naturali speciali dell'Isolone di Oldenico, della Garzaia di Villarboit, della Palude di Casalbeltrame e della Garzaia di Carisio"


PRESIDENTE

Passiamo ora al punto 8) dell'o.d.g. che prevede l'esame del progetto di legge n. 468.
Relatore è il Consigliere Gallarini, che ha facoltà di intervenire.



GALLARINI Pier Luigi, relatore

Dò per letta la relazione, il cui testo, a mani dei Consiglieri recita: "Gli Enti Parco oggetto della presente legge hanno richiesto delle variazioni al proprio bilancio.
Tali variazioni sono state proposte, nella forma di nota di variazione al bilancio di previsione, in concomitanza all'approvazione del bilancio stesso da parte del Consiglio regionale e pertanto non inserite nel bilancio stesso.
Vengono quindi riadottate come legge di variazione".



PRESIDENTE

Non essendovi richieste di parola, passiamo all'esame dell'articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 voti favorevoli 30 astensioni 9.
L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 voti favorevoli 30 astensioni 9.
L'art. 2 è approvato.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 32 Consiglieri si sono astenuti 8 Consiglieri.
La legge è approvata.


Argomento: Parchi e riserve

Esame progetto di legge n. 484: "Assestamento al bilancio di previsione per l'esercizio finanziario 1993 dell'Ente di gestione dei Parchi e Riserve naturali astigiani, dell'Ente di gestione Parco naturale Valle del Ticino e dell'Ente di gestione delle Aree protette della fascia fluviale del Po tratto torinese"


PRESIDENTE

Il punto 9) all'o.d.g. prevede l'esame del progetto di legge n. 484.
Relatore è il Consigliere Gallarini, che ha facoltà di intervenire.



GALLARINI Pier Luigi, relatore

Dò per letta la relazione, il cui testo, a mani dei Consiglieri recita: "In ottemperanza alla norma di cui alla L.R. n. 55/81, la presente legge approva l'assestamento al bilancio di previsione dell'esercizio finanziario 1993 dell'Ente di Gestione Parco naturale Valle del Ticino e dell'Ente di Gestione della aree protette della fascia fluviale del Po tratto torinese".



PRESIDENTE

Non essendovi interventi, passiamo all'esame del relativo articolato.
Emendamento presentato dalla Giunta regionale: dal disegno di legge n. 484: "Assestamento al bilancio di previsione per l'esercizio finanziario 1993 dell'Ente di gestione dei Parchi e Riserve naturali astigiani, dell'Ente di gestione Parco naturale Valle del Ticino e dell'Ente di gestione delle Aree protette della fascia fluviale del Po tratto torinese" è soppresso l'assestamento al bilancio dell'Ente di gestione dei Parchi e Riserve naturali astigiani (sia nel titolo, sia nell'articolato ed allegati).
La parola all'Assessore Ferraris.



FERRARIS Paolo, Assessore regionale

E' un emendamento che propone di ritirare l'assestamento di bilancio dei Parchi astigiani, perché i revisori dei conti hanno rilevato che non era stato evidenziato un avanzo di amministrazione che quindi non era compreso nell'assestamento. Si tratta in sostanza di non approvare l'assestamento per consentire ai Parchi astigiani di riapprovare l'avanzo di amministrazione.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento presentato dalla Giunta regionale.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 24 voti favorevoli e 9 astensioni.
Non essendovi dichiarazioni di voto, si proceda alla votazione dell'articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 33 Consiglieri si sono astenuti 6 Consiglieri.
L'articolo unico, e quindi l'intero testo della legge, è approvato.


Argomento: Bilanci preventivi

Esame progetto di legge n. 510: "Integrazione alla L.R. 16/4/1992, n. 22 'Bilancio di previsione per l'anno finanziario 1992'"


PRESIDENTE

Passiamo al punto 10) dell'o.d.g. che prevede l'esame del progetto di legge n. 510.
Relatore è il Consigliere Gallarini, che ha facoltà di intervenire.



GALLARINI Pier Luigi, relatore

Dò per letta la relazione, il cui testo, a mani dei Consiglieri recita: "Il presente disegno di legge integra la L.R. 16/4/1992, n. 22, in quanto il bilancio di previsione per l'anno finanziario 1992 dell'Ente gestione del Parco naturale della Rocca di Cavour è pervenuto al Settore bilanci successivamente all'entrata in vigore della L.R. 16/4/1992, n. 22 'Bilancio di previsione per l'anno finanziario 1992'".



PRESIDENTE

Non essendovi richieste di parola, si proceda alla votazione dell'articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 29 Consiglieri si sono astenuti 10 Consiglieri.
L'articolo unico, e quindi l'intero testo della legge, è approvato.


Argomento: Assestamento di bilancio - Parchi e riserve

Esame progetto di legge n. 498: "Assestamento ai bilanci di previsione per l'esercizio finanziario 1994 dell'Ente di Sviluppo Agricolo del Piemonte dell'Ente regionale per il diritto allo studio universitario, degli Enti di gestione dei Parchi naturali Alpe Veglia ed Alpe Devero, del Parco naturale dell'Argentera e del Parco naturale Lame del Sesia"


PRESIDENTE

Il punto 11) all'o.d.g. prevede l'esame del progetto di legge n. 498.
Relatore è il Consigliere Gallarini, che ha facoltà di intervenire.



GALLARINI Pier Luigi, relatore

Dò per letta la relazione, il cui testo, a mani dei Consiglieri recita: "Signor Presidente, signori Consiglieri, la Giunta regionale ha predisposto il presente disegno di legge per approvare gli assestamenti di bilancio dell'ESAP e dell'Ente per il diritto allo studio universitario illustrando in dettaglio, nella relazione di presentazione, alcune caratteristiche di questi documenti contabili.
Nel corso dell'esame in Commissione, la Giunta regionale ha proposto di integrare il testo con la proposta di approvazione degli assestamenti dei seguenti Enti: Parco naturale dell'Argentera, delle Lame del Sesia dell'Alpe Veglia e dell'Alpe Devero. La Commissione ha accolto tale proposta ed unanimemente ha approvato il testo del disegno di legge così integrato e ne auspica analoga approvazione in aula".



PRESIDENTE

Non essendovi interventi, passiamo all'esame del progetto di legge n.
498.
Emendamenti presentati dalla Giunta regionale: 1) all'art. 1 del disegno di legge n. 498: "Assestamento ai bilanci di previsione per l'esercizio finanziario 1994 dell'Ente di Sviluppo Agricolo del Piemonte e dell'Ente regionale per il diritto allo studio universitario" è aggiunto l'assestamento al bilancio di previsione per l'esercizio finanziario 1994 dell'Istituto Ricerche Economico-Sociali del Piemonte 2) l'assestamento al bilancio di previsione per l'esercizio finanziario 1994 dell'Ente per il diritto allo studio universitario è sostituito dall'allegato al presente emendamento.
La parola all'Assessore Ferraris.



FERRARIS Paolo, Assessore regionale

Il primo emendamento prevede unicamente la sostituzione di un allegato nel quale c'era un errore materiale che è stato corretto.
Con il secondo emendamento si aggiunge ai vari assestamenti, che approviamo con questo disegno di legge, anche quello dell'IRES.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 1).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 27 voti favorevoli e 6 astensioni.
Pongo in votazione l'emendamento n. 2).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 27 voti favorevoli e 6 astensioni.
Passiamo alla votazione dell'articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 hanno risposto SI 31 Consiglieri si sono astenuti 6 Consiglieri.
L'articolo unico, e quindi l'intero testo della legge, è approvato.


Argomento: Parchi e riserve

Esame progetto di legge n. 470: "Modifica dell'art. 6 della L.R. 14/1/1992 n. 3 'Istituzione della Riserva naturale orientata delle Baragge'" (rinvio)


PRESIDENTE

La relatrice, Consigliera Vetrino, mi informa che il punto 12) all'o.d.g., inerente il progetto di legge n. 470, rimane ancora sospeso.


Argomento: Province - Delega di funzioni regionali agli enti locali - Trasporti su gomma

Esame progetto di legge n. 416: "Modifiche alla L.R. 16/4/1985, n. 32 'Delega alle Province delle funzioni amministrative relative al rilascio delle autorizzazioni per la circolazione su strade provinciali e comunali di veicoli e trasporti eccezionali'"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del progetto di legge n. 416, di cui al punto 13) all'o.d.g.
Relatore è il Consigliere Marchini, che ha facoltà di intervenire.



MARCHINI Sergio, relatore

Dò per letta la relazione, il cui testo, a mani dei Consiglieri recita: "Gentile Presidente, egregi Consiglieri, l'art. 10 del 'Nuovo Codice della strada' emanato con decreto legislativo 30/4/1992, n. 285 definisce i veicoli eccezionali ed i trasporti in condizioni di eccezionalità prescrivendo che gli stessi siano soggetti a specifica autorizzazione alla circolazione, rilasciata dall'Ente proprietario o concessionario per le autostrade, strade statali e militari e dalle Regioni per la rimanente rete viaria.
In precedenza, le medesime competenze erano state attribuite alle Regioni con legge 10/2/1982, n. 38. Facevano eccezione le autorizzazioni per la circolazione delle macchine agricole che erano regolamentate con legge 16/10/1984, n. 719 la quale individuava quali soggetti autorizzanti i Compartimenti ANAS, i Comuni con popolazione superiore ai 50.000 abitanti e le Province per la rete viaria di rispettiva competenza.
Già nel 1985, con la L.R. n. 32, la Regione aveva delegato le funzioni autorizzative alle Province riservando a sè il solo ruolo di coordinamento nell'obiettivo di uniformare le procedure di richiesta e di rilascio e di facilitare l'utenza di tutto il territorio regionale.
Il Nuovo Codice, nell'attribuire la competenza alle Regioni per il rilascio di tutte le tipologie di autorizzazione, ha abrogato sia la legge n. 30/82 sia la legge n. 719/84 avanti citate.
Si rende quindi necessario rinnovare la delega alle Province al fine di salvaguardare la continuità delle procedure finora seguite, sempre tenendo conto delle esigenze dell'utenza.
La Giunta regionale ha predisposto il disegno di legge n. 416 con il quale si modifica la L.R. 16/4/1985, n. 32 recependo le nuove norme introdotte dal decreto legislativo n. 285/92 e dal Regolamento di esecuzione e di attuazione approvato con Decreto del Presidente della Repubblica 16/12/1992, n. 495.
La II Commissione, alla quale il provvedimento è stato assegnato in sede referente, ha esaminato il progetto di legge dopo le consultazioni di rito e, acquisito il parere consultivo favorevole della I Commissione sull'articolo finanziario, lo ha licenziato a maggioranza, nel testo allegato, nella seduta del 29/9/1994.
Ne raccomando ora una pronta approvazione di quest'aula".



PRESIDENTE

Non essendovi richieste di parola, passiamo all'esame del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 27 voti favorevoli 21 astensioni 6.
L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 27 voti favorevoli 21 astensioni 6.
L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 27 voti favorevoli 21 astensioni 6.
L'art. 3 è approvato.
ART. 4 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 27 voti favorevoli 21 astensioni 6.
L'art. 4 è approvato.
ART. 5 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 27 voti favorevoli 21 astensioni 6.
L'art. 5 è approvato.
ART. 6 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 27 voti favorevoli 21 astensioni 6.
L'art. 6 è approvato.
ART. 7 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 27 voti favorevoli 21 astensioni 6.
L'art. 7 è approvato.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 hanno risposto SI 29 Consiglieri si sono astenuti 8 Consiglieri.
La legge è approvata.


Argomento: Variazioni di bilancio

Esame progetto di legge n. 499: "Convalida della deliberazione regionale n. 112-36570 (Variazione al bilancio 1994 mediante prelievo dal fondo di riserva per spese impreviste)"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del progetto di legge n. 499, di cui al punto 14) all'o.d.g.
La parola al relatore, Consigliere Buzio.



BUZIO Alberto, relatore

Si tratta di reperire delle disponibilità finanziarie per convalidare una deliberazione assunta dalla Giunta, avente come oggetto un contributo a favore della Lega Ambiente quale concorso spese per il viaggio di alcuni bambini provenienti dalla Bielorussia che hanno soggiornato presso famiglie piemontesi.
Occorreva quindi incrementare il fondo di riserva per le spese impreviste: è sostanzialmente una deliberazione tecnica, dell'ammontare di 50 milioni.



PRESIDENTE

Non essendovi richieste di parola, passiamo all'esame del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 27 voti favorevoli 24 astensioni 3.
L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 27 voti favorevoli 24 astensioni 3.
L'art. 2 è approvato.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 hanno risposto SI 28 Consiglieri si sono astenuti 6 Consiglieri.
La legge è approvata.


Argomento: Stato giuridico ed economico del personale dipendente

Esame progetto di legge n. 512: "Modificazione dell'art. 41 della L.R. 7/6/1989, n. 34 'Disciplina dello stato giuridico e del trattamento economico del personale regionale in attuazione dell'accordo sindacale di comparto per il triennio 1985/1987'"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del progetto di legge n. 512, di cui al punto 15) all'o.d.g.
Relatore è il Consigliere Gallarini, che ha facoltà di intervenire.



GALLARINI Pier Luigi, relatore

Dò per letta la relazione, il cui testo, a mani dei Consiglieri recita: "La L.R. 7/6/1989, n. 34 all'art. 41 ha previsto l'utilizzo, per non oltre un quinquennio, nell'attività di docenza del personale inquadrato in qualifiche funzionali superiori alla VII.
Con il disegno di legge in esame viene modificato il comma undicesimo dell'art. 41 della legge regionale sopra richiamata prolungando il periodo temporale di utilizzo, nell'attività di docenza, dei dipendenti dei Centri di formazione professionale inquadrati nella VIII q.f.
L'art. 1 modifica l'art. 41, comma undicesimo della L.R. 7/6/1989, n.
34, nel senso che il personale docente di VII q.f, continua a svolgere le predette funzioni sino all'entrata in vigore della legge regionale di delega alle Province delle funzioni relative alla formazione professionale come previsto dall'art. 14, lettera i), della legge 8/6/1990, n. 142.
Inoltre viene previsto per l'ente locale delegato la possibilità di utilizzo del personale trasferito per l'attività di docenza".



PRESIDENTE

Non essendovi interventi, passiamo all'esame dell'articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 hanno risposto SI 33 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'articolo unico, e quindi l'intero testo della legge, è approvato.


Argomento: Stato giuridico ed economico del personale dipendente

Esame progetto di legge n. 503: "Integrazione alla L.R. 27/5/1980 n. 64 'Omogeneizzazione del trattamento di previdenza del personale regionale'"


PRESIDENTE

Passiamo ora al punto 16) dell'o.d.g. che prevede l'esame del progetto di legge n. 503.
La parola al relatore, Consigliere Beltrami.



BELTRAMI Vittorio, relatore

La L.R. 13/4/1994, n. 5 ha provveduto alla subdelega alle Province delle funzioni amministrative relative alle utilizzazione delle acque pubbliche. L'art. 4 della legge stessa ha previsto il trasferimento dei dipendenti regionali dei Servizi periferici opere pubbliche e difesa del suolo, che svolgono in via preminente tale attività, alle Amministrazioni provinciali.
Onde garantire ai dipendenti medesimi i benefici previsti dalla L.R.
27/5/1980, n. 64, con il presente provvedimento legislativo viene integrata la normativa sopracitata estendendo le provvidenze legislative vigenti per i dipendenti regionali anche a quei dipendenti che, per effetto di atti di delega di competenza da parte della Regione ad altri enti, vengono trasferiti agli enti delegati.
La norma in esame consiste di due articoli. Il primo garantisce il beneficio più sopra citato e subordina la corresponsione del trattamento alla presentazione di apposita domanda da parte degli aventi diritto che deve essere presentata dopo l'avvenuta liquidazione da parte dell'INPDAP dell'indennità premio di servizio.
Il secondo riguarda la norma finanziaria.



PRESIDENTE

Non essendovi interventi, passiamo all'esame dell'articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 29 voti favorevoli 27 astensioni 2.
L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 29 voti favorevoli 27 astensioni 2.
L'art. 2 è approvato.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 hanno risposto SI 30 Consiglieri si sono astenuti 5 Consiglieri.
La legge è approvata.


Argomento: Rapporti delle Regioni con l'ordinamento internazionale extra-comunitario - Rapporti delle Regioni con l'ordinamento comunitario

Esame progetto di legge n. 275: "Iniziative per l'attuazione di accordi di collaborazione per la Regione ed entità istituzionali di Paesi esteri. Modalità di esercizio e di finanziamento delle competenze regionali in materia"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora il progetto di legge n. 275, di cui al punto 17) all'o.d.g.
La parola al relatore, Consigliere Fulcheri.



FULCHERI Giuseppe, relatore

Il Consiglio ricorderà che la proposta di legge è stata presentata alla VI Commissione per una valutazione delle possibili interferenze con la L.R.
n. 31/90 ed altre proposte in esame.
La Commissione, nella sua seduta del 5 ottobre scorso, ha ritenuto di proporre lo stralcio del terzo comma dell'art. 2; una modifica (con carattere di precisazione) al quarto comma (ora terzo) dello stesso art. 2 e la soppressione dell'intero art. 4.
Il testo oggi assegnato all'esame del Consiglio tiene conto di queste modifiche. La Commissione ha rassegnato tali proposte a maggioranza.
Aggiungo che è stato unanimemente concordato di dare al provvedimento carattere di provvisorietà, in attesa di una più generale legge che disciplini l'intera attività a rilievo internazionale della Regione, legge da predisporsi entro fine anno.
Con queste ulteriori precisazioni, rivolgo ai colleghi l'invito a votare la proposta di legge.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bosio; ne ha facoltà.



BOSIO Marco

Si tratta di quel disegno di legge inizialmente sorto come "accordi di gemellaggio", mutato abbastanza radicalmente per alcuni aspetti, ma che conserva quel carattere definito nella relazione di "totale provvisorietà" provvisorietà che spiega anche la distorsione implicita concettuale di questo disegno di legge. Non che non siano giuste le indicazioni di progetto per interventi della Regione in alcuni campi e in alcuni settori ma tale documento pone in discussione delle rilevantissine questioni seppure non direttamente, ma indirettamente - sui modi di operare, di programmare e di determinare i propri interventi da parte dell'istituzione Regione.
Noi avevamo discusso e chiesto la natura esplicita dei progetti e degli interventi. Tali chiarimenti ci sono stati forniti e, a maggior ragione indicano ed individuano non solo la provvisorietà di questo intervento, ma anche come questa provvisorietà non faccia nient'altro che supplire ad un "errore" di intervento della Regione, che deve essere modificato radicalmente nella concezione. "Costruire relazioni con Paesi del sud America di tipo telematico (o quello che è), via etere, ecc., relazioni di presenza, di rapporto e di carattere commerciale...": va tutto bene, ma non è la Regione in prima persona che deve garantire questo; caso mai, lo deve garantire attraverso i suoi strumenti, i suoi enti strumentali e le relazioni - come anche previsto - con altre istituzioni, che hanno il compito primario in questo campo.
Continuo a pensare che la Regione non può correre in nessun modo il rischio di ricondursi o di ridursi ad essere la Promark più o meno qualificata dei beni (neanche tanto qualificati) prodotti nella Regione da parte delle strutture economiche e produttive. Continuo a pensare che la natura delle relazioni della Regione con aree, Paesi, realtà dove sono presenti comunità piemontesi, così come storicamente si sono realizzate debba avvenire con una progettualità, Un livello, una qualità e su un versante - che se non sbaglio è previsto in altre leggi - diverso da questa natura di intervento.
Mi rendo conto che questo intervento è provvisorio, anche perché mira a coprire degli impegni assunti, la cui importanza non nego, ma non ingigantisco neanche. Però, è il perpetuarsi di un modo di fare che cozza contro il principio - se principio è - di un'istituzione che vuole sul serio affermarsi come istituzione che guida, che programma, che indica caso mai, le strade per la realizzazione di un progetto. La Regione non dovrebbe intervenire in modi e in termini del tutto particolari, un po' da piccolo commercio per alcuni casi. Non nego che risvolti rispetto, ad esempio, alle relazioni con la Cina siano importantissimi, ma tocca proprio alla Regione pagare una borsa di studio per un cinese che impari l'italiano? Lo trovo un pochino sconcertante; ne capisco lo spirito, ma non condivido la trasformazione di quello spirito in questo modo.
Tutto questo dovrebbe avvenire su altro piano ed un altro livello mobilitando strumenti, strutture, enti ed istituzioni diverse. La Regione avrebbe come compito esattamente quello di sollecitare in modo abbastanza coerente il complesso degli strumenti, degli enti e delle istituzioni più specificamente mirate e coinvolte da queste questioni.
Per questi motivi - e chiudo da parte mia e del Gruppo di Rifondazione Comunista non può esserci voto favorevole su tale disegno di legge.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Foco.



FOCO Andrea

Ritengo che la volta scorsa in aula abbiamo fatto bene a decidere di riportare questo disegno di legge in VI Commissione. Il lavoro svolto in quella sede è servito anche a chiarire i limiti di questo intervento legislativo; si tratta di un intervento mirato, sulla base di precisi e specifici progetti, che non va ad intaccare aspetti di programmazione o di interventi di politiche regionali in altri settori e comparti, quali quello della cooperazione allo sviluppo.
Una volta stabiliti questi paletti, questi limiti chiari, ritengo che il progetto di legge debba essere votato ed approvato, perché sostiene appunto questi interventi significativi ed importanti da parte della Regione, che in questo momento non potevano essere fatti diversamente.
In sostanza, viene colmato un vuoto, seppure limitato, temporaneo l'impegno è quello di andare poi ad individuare, come già suggeriva il Consigliere Bosio, un intervento, quello sì, complessivo di normativa più integrata.
Il nostro voto favorevole è proprio dettato dal fatto che, seppure limitato nel tempo, si tratta di un intervento preciso e significativo da parte della Regione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Adduci; ne ha facoltà.



ADDUCI Donato

Signora Presidente, a parte una mia riserva mentale sul termine "entità" (che mi richiama un po' alla mente le entità di cui trattano Fruttero e Lucentini nel libro "A che punto è la notte"), nutro qualche perplessità verso questo disegno di legge, pur riconoscendone i principi generali come validi. Le perplessità riguardano proprio quei particolari contingenti - definiti così nella relazione - nei quali il relatore, per iscritto, ha detto di non voler entrare. Tuttavia entra in due di questi particolari.
Il primo è questo: in collaborazione con il sistema camerale piemontese, questa iniziativa mira alla creazione in via sperimentale e per un triennio di tre sportelli informatici, per il trasferimento di informazioni e dati sulle tecnologie di processo e di prodotto dal mondo produttivo piemontese a Paesi in via di sviluppo.
Il secondo riguarda la collaborazione tra il Comune di Torino, l'Unione Europea e le Camere di Commercio per realizzare a Torino una prima edizione di VETIS (Salone internazionale della componentistica auto), salone biennale che dovrebbe turnare con Ginevra e Parigi.
Gli intenti, per carità, sono ottimi; credo, però, che in iniziative di questo tenore e di questa natura occorra avere sempre ben presente il quadro internazionale di riferimento.
Noi ci rivolgiamo in particolare a due Paesi in via di sviluppo: l'Argentina e il Cile. Io mi chiedo e chiedo al Consiglio di interrogarsi sul tipo di tecnologie di processo che si intendono esportare perché, in mancanza di un quadro di riferimento, il richiamo a tecnologie di processo può voler dire tutto.
E' in causa qualche tecnologia bellica? Mi auguro proprio di no tuttavia non c'è una risposta esplicita a questa domanda. Le tecnologie che si intendono esportare sono tecnologie appropriate nei confronti di quei Paesi in via di sviluppo? Spero di sì, ma non è detto. Se così non fosse correremmo un rischio molto grave, quello di riprodurre un modello di sviluppo che ha generato i danni che sono sotto gli occhi di tutti nei Paesi occidentali (o almeno in alcuni), e in particolare nel nostro, perch di quello stiamo parlando.
Si parla molto della componente automobilistica, ma un qualche interrogativo sull'esportazione di queste tecnologie bisognerà pur porselo.
E' chiaro che qui è in discussione, ovviamente nel suo piccolo e per quanto di competenza, un modello di sviluppo che in occidente ha dato i risultati che abbiamo di fronte. E' proprio di oggi la questione della chiusura del traffico nella città di Torino; non insisto su questo, ma siamo arrivati ad un punto per cui chi dispone dell'auto - e tutti dispongono dell'auto, per le note ragioni - non può più utilizzarla. E' questa la tecnologia che vogliamo proporre agli altri Paesi in via di sviluppo? Mi pare che una qualche considerazione su questi punti vada fatta.
Inoltre vi è anche qualche altro punto che, a mio avviso, andrebbe ulteriormente precisato: quali sono gli scopi e le finalità specifiche di questo progetto di legge? La politica economica che è presente nella Regione Piemonte deve essere esportata "sic et simpliciter" con i risultati cui accennavo prima? O forse non è meglio pensare ad altri tipi di intervento, a tecnologie mirate e a tecnologie appropriate? Sono questi, signora Presidente, tutti gli interrogativi che ho nella mente. Se in sede di replica questi interrogativi saranno in qualche modo soddisfatti e i miei dubbi dissipati, voterò a favore; altrimenti mi asterrò.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Sartoris.



SARTORIS Anna

Intervengo per dichiarazione di voto. Mi asterrò su questo provvedimento, non tanto per un giudizio negativo nei confronti del provvedimento, quanto per il tipo di iter scelto: mi pare una procedura anomala e non dignitosa per una Regione. Quando una Regione legifera dovrebbe farlo per qualcosa di veramente importante e seguire un certo iter: qui mi sembra che si voglia fare un legge per risolvere un problema e, una volta risolto, far morire la legge. Ripeto: non mi sembra una procedura dignitosa per una Regione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mollo.



MOLLO Francesco

Signor Presidente, ascoltavo poco fa le considerazioni del collega Adduci su questa proposta di legge e, pur condividendo le sue preoccupazioni, sono abbastanza convinto che queste siano infondate, in quanto non si tratta di approvare una legge sulla cooperazione e quindi sulle possibilità di intervento concreto con fornitura di tecnologie o altro, ma semplicemente di uno sportello informatico, quindi una banca dati che fornirà notizie di disponibilità che ha la struttura economica e produttiva del Piemonte.
Da questo punto di vista non nutro tali preoccupazioni, pur condividendo le osservazioni che venivano avanzate (in effetti ciò è largamente avvenuto nel momento in cui si fornivano direttamente dei progetti, delle tecnologie, e molte volte assolutamente inadatte, ai Paesi destinatari).
Sono intervenuto, perché già nella precedente seduta e nella discussione in corso mi sono sorte delle preoccupazioni.
Ritengo che il testo di legge varato in questo modo si sovrapponga ad altre leggi e comunque non risolva il problema di una politica complessiva che la Regione Piemonte dovrebbe avere in questo settore, nel campo dei gemellaggi, nel campo della cooperazione, nel campo dei rapporti che sarà in grado di stabilire con altre parti, in particolare con i Paesi in via di sviluppo.
Alla fine, è emerso concretamente, senza più problemi, che la legge di fatto era uno strumento per poter aderire ad intese, a richieste pervenute da città e Paesi con cui la Regione Piemonte era venuta in contatto. Questi provvedimenti potevano trovare soluzione solo attraverso la formulazione di una legge che prevedesse interventi di tipo concreto, come lo sportello come il VETIS, come una borsa di studio, iniziative che dovrebbero richiedere alla Regione Piemonte un investimento di qualche centinaio di milioni.
Ho cercato di chiedere fino alla fine se questi interventi, che io condivido, non potessero essere invece risolti attraverso provvedimenti diversi, attraverso deliberazioni di Giunta. Infatti, mi sembrava abbastanza strano che per accedere a questi stanziamenti fosse necessaria un'apposita legge. Pertanto, ritenendo che probabilmente la soluzione pratica a questi interventi possa trovarsi nei provvedimenti di deliberazione di Giunta, non voterò a favore di questa legge, ma mi asterrò, pur essendo d'accordo sulle conseguenze logiche e pratiche che la legge porta in s'.
Mi asterrò in quanto mi è difficile immaginare di poter varare una legge per risolvere tre cose concrete che potrebbero essere invece risolte diversamente.
Mi preoccupa invece - e spero che a questo si provvederà al più presto che sulla questione della cooperazione, dei gemellaggi, dei rapporti con città, regioni, province di altre parti del mondo - in particolare nei riguardi dei Paesi in via di sviluppo, con i quali possiamo avere degli opportuni, concreti rapporti di scambi non ci sia una legge coordinata un'uniformità di disposizioni che possa consentire una chiara e precisa volontà della Regione di lavorare in questo settore.
Pertanto sollecito una ripresa della discussione per giungere ad una legge complessiva che vada a definire l'atteggiamento da assumere.
Per queste ragioni, da una parte mi astengo, pur condividendo i provvedimenti, e dall'altra sollecito che su tali questioni venga formulato un progetto di legge adeguato per affrontare unitariamente tutta la questione della cooperazione e dei gemellaggi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pier Luigi

Anche noi, come Gruppo Forza Italia, riteniamo di dover svolgere qualche considerazione, avendo vissuto - per parte mia, personalmente all'interno della I Commissione la discussione attraverso la quale questo disegno di legge viene oggi in aula.
Partirei da alcune delle ultime considerazioni svolte dal Consigliere Mollo, che condivido. Anche a mio giudizio, infatti, in questa materia più che in altri settori, si sente l'esigenza di arrivare ad un testo unico, che in questo caso è assai semplificato. Le norme, pur non essendo molte, sono frammentate e divaricate; arrivare ad un testo unico potrebbe essere oggetto d'interesse della Commissione "Razionalizzazione testi unici", presieduta dalla Consigliera Bergoglio. Non so che tipo di lavoro abbia svolto tale Commissione dal giorno in cui è stata istituita fino ad oggi, ma immagino che intenda mettere mano a settori tipo quello in discussione - in verità abbastanza limitato - che necessitano di razionalizzazione di interventi.
Accettiamo e accetto il disegno di legge, soprattutto dal punto di vista tecnico, visto che il dottor Clemente, quale funzionario tecnico, in Commissione ha ribadito che si tratta dell'unico modo per formulare un intervento di questo tipo, scartando quindi l'ipotesi della deliberazione in quanto era necessario un provvedimento-quadro del tipo del disegno di legge in discussione.
In un momento come l'attuale, però, credo che certe problematiche debbano compiere un grosso salto di qualità e maturità. La cooperazione fra Paesi cosiddetti sviluppati e quelli in via di sviluppo non deve più fermarsi ad azioni di gemellaggio, che molte volte in passato si risolvevano nel rapporto di delegazioni che di volta in volta si recavano in un determinato Paese e viceversa, ma ritengo debba essere riempita dei contenuti di mercato e di promozione che la società attuale e la competitività a livello internazionale richiedono. Si tratta di poche centinaia di milioni, ma da questo punto di vista il provvedimento è una risottolineatura di atteggiamenti che ripropongono il trend consolidato degli ultimi decenni.
Ci auguriamo che la Giunta colga l'occasione di questo disegno di legge per inserire nel bilancio di previsione 1995 interventi corposi e sostanziosi. Questo perché dalla fase di gemellaggio, che molte volte presenta aspetti folcloristici, o di scambi di vedute, di idee e di viaggi si passi invece alla promozione, da parte dei Paesi sviluppati, di progetti finanziati, senza più passare, anche per quelle poche centinaia di milioni che vengono profusi in questa direzione, ad un'azione di natura esclusivamente assistenziale (si stanziano dei fondi da inviare a Paesi e città attraverso i gemellaggi).
Riteniamo che il Paese sviluppato abbia tecnologie e progettualità tali da poter proporre o recepire progetti provenienti da Paesi sottosviluppati progetti che vanno finanziati con un rapporto contrattuale, economico commerciale, che passi attraverso un "do ut des"; risorse e capacità provenienti da Paesi in via di sviluppo, delle quali il Paese sviluppato necessita per trarne, ovviamente, dei benefici. Dunque, un rapporto commerciale che passi attraverso il "dare" finanziamenti ad alcuni progetti, e il ritorno, per il Paese sviluppato, di una contropartita che di volta in volta può essere oggetto di contratto. Sarebbe sicuramente un grosso salto di qualità.
Gradiremmo si andasse in questa direzione ed è per questo che ci aspettiamo che nel bilancio 1995 venga "iniettata" una cifra che consenta di assumere iniziative maiuscole in questo settore. Ci auguriamo che la Commissione presieduta dalla collega Bergoglio affronti questo settore celermente, in modo tale da avere un mini-quadro attraverso il quale poter operare in modo il più razionale possibile e non frammentato e diversificato (molte volte senza che il peduncolo A conosca quanto fa il peduncolo B e così via).



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Miglio.



MIGLIO Mario

Come Gruppo Verde riteniamo di dover esprimere alcune valutazioni sul disegno di legge. Un disegno di legge che potremmo definire "oscuro" perché non ci pare - così com'è stato formulato l'articolato di poter individuare in modo preciso ed inequivocabile gli obiettivi che ci si propone di raggiungere.
Cosa intendo dire? Se si legge l'art. 1, l'obiettivo parrebbe essere leggendo fra le righe, quello di poter attivare accordi di collaborazione fra la Regione Piemonte ed entità istituzionali di Paesi esteri. Ammesso che questo sia l'obiettivo, non è chiaro, al di là del gioco di parole che ne deriva, quale obiettivo si intenda raggiungere con tali accordi di collaborazione. Anche al punto 2) dell'art. 1 gli obiettivi non vengono precisati, ma ci si limita ad indicare i tre requisiti basilari che devono essere presi in considerazione al fine di poter stipulare gli accordi di cui, per l'appunto, al comma precedente.
Nel momento in cui la Regione Piemonte, con l'approvazione del disegno di legge, intende avviare dei percorsi che - come si ricava dal testo legislativo - sarebbero legati ad interventi per lo sviluppo delle economie locali, relazionati anche allo sviluppo socio-economico della Regione Piemonte, si dovrebbe meglio precisare qual è la filosofia di base che dà sostanza a tale concetto di sviluppo socio-economico.
Al punto b) del comma secondo dell'art. 1, si intende, come requisito "che si rendono opportuni interventi per lo sviluppo delle economie locali"; come più volte ribadito in Commissione, occorre stralciare ogni termine che possa dare luogo a diverse interpretazioni. In questo senso cosa si intende per "opportuni interventi per lo sviluppo delle economie locali"? Probabilmente, ognuno di noi darebbe versioni diverse.
Si renderebbe allora opportuno, in questa sede - non è stato fatto da parte del relatore, lo potrebbe fare forse l'Assessore competente chiarificare l'idea di sviluppo socio-economico della Regione Piemonte che quest'ultima intende attuare con i Paesi che vedono una presenza di cittadini italiani emigrati (Paesi cosiddetti sottosviluppati dell'area latino-americana).
Sulla questione dello sviluppo socio-economico sappiamo esistere concetti diversi ed antitetici; con questa legge, per sviluppo socio economico si intende la perpetuazione di quella logica di esportazione di tecnologie e di modelli che si sono risolti - credo lo si possa affermare oggi - in un sostanziale fallimento per i Paesi cosiddetti all'avanguardia occidentali, di maggiore sviluppo, e che ha portato alla rottura di delicati equilibri nei Paesi dell'area del Terzo Mondo? O, viceversa, si intende uno sviluppo sostenibile, ecocompatibile, che tiene conto della necessità, del diritto di autodeterminazione delle popolazioni locali e che, soprattutto, pone un fermo a quel rapporto iniquo sulla distribuzione e l'uso delle risorse che, purtroppo, è stato fatto da cinque secoli a questa parte? Noi vediamo in questo disegno di legge un approccio non chiaro che apre possibili interpretazioni, alcune delle quali non possono certo trovare il nostro consenso.
Nella relazione, come ha già sottolineato il collega Adduci, forse qualche obiettivo emerge. Allora, noi ci chiediamo: se l'obiettivo era quello di aprire due sportelli in Argentina e uno in Cile per dare delle informazioni sulle tecnologie - anche qui bisognerebbe capire quali era necessario fare un disegno di legge? Non era possibile avviare una procedura di questo tipo con altri atti? Poteva essere una deliberazione di Giunta o qualcos'altro.
Riteniamo che una legge, per le sue caratteristiche, abbia un intervento di tipo strutturale che attiva delle procedure di ben altro peso, anche perché ricorre a risorse finanziarie che devono essere rese disponibili. Un disegno di legge, nel momento in cui assume queste caratteristiche, dovrebbe al meglio precisare, all'interno del suo corpus normativo, quali sono gli obiettivi e i fondamenti sia sul piano culturale che tecnologico sia in termini di rapporti che si vogliono costruire con soggetti e terzi: dovrebbe definire meglio tutti questi requisiti, questi parametri, queste concezioni.
Un'ultima questione, quella delle risorse disponibili. Dalla relazione si comprende come le risorse messe a disposizione per poter attuare questo disegno di legge facciano capo a 200 milioni. Ricordo i finanziamenti stanziati per attivare gli obiettivi che fanno riferimento alla legge regionale sulla cooperazione; ritengo che quest'ultima abbia sicuramente un valore maggiore rispetto a quella in discussione, perché le finalità di quella legge, che sono sicuramente più chiare, vanno a coprire quei principi di rapporto diverso con i Paesi cosiddetti sottosviluppati che noi condividiamo appieno.
Quindi, la frammentazione delle risorse della Regione, a copertura di iniziative varie di questo tipo, ci sembra che porti come unico risultato quello di non riuscire a fare un intervento considerevole. Sappiamo che le risorse messe a disposizione per l'attuazione della legge regionale sulla cooperazione sono insufficienti a poter avviare un progetto che è stato costruito da due o tre anni a questa parte (il collega Cerchio, che è stato Assessore, forse lo ricorderà molto meglio). E' un percorso sicuramente più articolato, più significativo, che però non potrà vedere il suo compimento, proprio perché la scelta di questa Regione Piemonte, della maggioranza di questo Consiglio è stata quella di non indirizzare sul capitolo opportuno del bilancio risorse sufficienti per poter dare completa attuazione a quel progetto, che era legato ad una legge regionale preesistente a questa (per l'appunto quella della cooperazione).
Riteniamo che a fronte di questa nuova proposta alcune considerazioni avrebbero dovuto essere fatte, cercando di orientare meglio le nostre poche risorse indirizzandole ad un progetto che già esiste e che ha un valore sicuramente più elevato rispetto a questo, che noi intravediamo essere troppo legato ad interessi economici di vecchia data, di vecchia esperienza, che dovrebbero essere superati nella cultura ed anche nei fatti.
Questo disegno di legge, quindi, non ci convince. Come Gruppo dei Verdi verificheremo le risposte che verranno date dall'Assessore regionale competente e intendiamo non pronunciarci favorevolmente.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Pozzo.



POZZO Carolina

Non voglio ripetere le cose già dette dal collega Miglio, che condivido pienamente. Il problema di questo disegno di legge è quello già esposto di ambiguità negli obiettivi, anzi di assenza di chiarezza negli obiettivi che questa legge stessa si propone di attuare, oltre a tutte le perplessità nella descrizione e nella presentazione del disegno di legge dove si parla di ampliamento ed applicazione per favorire gli sviluppi della Regione Piemonte e dove si individua la componente automobilistica come un elemento che passerà attraverso questo sportello informativo.
Gli interessi economici legati a questa legge sono quindi i soliti vecchi interessi legati a certe componenti, a certe società per azioni; il modello di sviluppo e il modello culturale sono i soliti, quelli della società occidentale. Si tratta di un modello di sviluppo che non c'è più bisogno di esportare.
Il problema attuale del pianeta è quello di sopravvivere allo sviluppo.
Esportiamo e pensiamo di nuovo di esportare una scienza senza coscienza del limite. E' una tecnologia che rapina le risorse e che riduce il pianeta ad un immondezzaio. Esprimo dunque sin d'ora il mio parere contrario al disegno di legge.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Masaracchio.



MASARACCHIO Antonino

L'Assessore competente ci chiarirà talune cose, ma a me sembra che il disegno di legge sia necessario per evitare che nascano delle confuse interpretazioni nei rapporti con lo Stato. Pensate un po' se una deliberazione di Giunta può determinare una spesa per interventi di natura extraterritoriale non soltanto per quanto riguarda la Regione, ma per ci che è del territorio nazionale.
A parte questa considerazione - tutto ciò che si dice della necessità delle Regioni di avere una loro funzione che vada oltre il mero esercizio dell'amministrazione delle cose correnti, cioè a dire con un respiro alcuni dicono, di natura federale, altri dicono di natura addirittura nazionale - non sono mancati i rapporti ai convegni in cui addirittura si preconizza la Regione come Stato autonomo. A suffragio di questa valutazione politica, alla fine, si è detto sempre che tutto deve giovare all'economia, non soltanto quella squisitamente o meramente capitalistica ma all'economia della cultura della Regione, che nella fattispecie trova riscontri con tutto ciò che all'estero è patrimonio della cultura regionale, a partire dalle persone, e con tutte le altre esigenze di una certa espansione nel mondo del rapporto del lavoro per superare tutte le contingenze che oggi rappresentano la crisi dell'economia e del lavoro nazionale.
C'è altresì da considerare il fatto che nell'articolato, per quanto non ci siano delle dichiarazioni chiaramente esplicitate, si cerca di salvaguardare i possibili conflitti di competenza con lo Stato. Infatti, il comma secondo dell'art. 2 specificamente indica che non si intende creare conflittualità, nel senso che la Regione Piemonte non vuole assumere competenze di rapporto con l'estero. Non nasce qui il primo atto per avere un Assessorato agli esteri della Regione Piemonte - guai se fosse così! anche perché con tutte le carenze economiche che ha la Regione Piemonte come tante altre Regioni, figuriamoci se noi si possa ambire ad una cosa di questo genere! Inoltre, c'è la necessità di fare un'attività di finanziamento che sia ordinario e pertinente con taluni capitoli di spesa.
Queste sono le nostre considerazioni politiche generali; tuttavia avendo partecipato alla riunione di Commissione e quindi al dibattito che c'è stato, sappiamo a che cosa si riferisce in particolare questa esigenza dell'Assessorato e quali sviluppi si potrebbero avere in positivo rispetto a determinate attese.
Nella prefazione all'articolato è fatto cenno a quel particolare territorio cinese e a quell'altro in Argentina cui siamo collegati.
Sappiamo quanti aspetti positivi derivino, non soltanto per il possibile rapporto "di natura commerciale", ma anche di natura culturale, dalla presenza in Piemonte di professionisti di alto livello che garantiscono un utile raccordo, proprio come è nelle intenzioni di chi alla politica guarda veramente, cioè non demagogicamente, in termini planetari. E' dunque assurdo, o sarebbe assurdo, che un rappresentante dell'opposizione, quale io sento di essere in questo Consiglio, sol perché di opposizione strumentalizzi l'occasione per dir di no ad un provvedimento che è largamente riconosciuto positivo anche da parte di chi ha dichiarato l'astensione. Sappiamo che l'astensione è un voto pesantemente negativo, ma così come è stato pronunciato dai colleghi che mi hanno preceduto è come se benevolmente si rimanesse in attesa di chissà quale altro sviluppo.
Voglio essere a bella posta polemico anche con i colleghi dell'opposizione, perché il gioco delle tre carte deve finire una volta per tutte. Un'opposizione è fatta in termini di estremo rigore nel momento giusto e non certo per leggine di questo tipo che in fondo, alla fin fine non stravolgono nulla, anzi, così come è stato detto anche dai colleghi, lo stanziamento è risibile: con 300 milioni si fa ben poca cosa. Vedremo, nel tempo che verrà, quante altre risorse potranno essere destinate, sempre che ci sia un'effettiva volontà di operare realisticamente, ma anche con piglio e concretamente, in materia di gemellaggi.
Finiscano i gemellaggi delle feste, finisca la cultura delle occasioni che - si badi - non debbono essere perdute nelle varie località che si gemellano, ma si discuta quando ci si incontra (vi ho partecipato qualche volta) di problemi contingenti, di rapporti economici veramente produttivi anziché baciarsi ed abbracciarsi e dirsi arrivederci al prossimo viaggio.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MONTICELLI



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Garino.



GARINO Marcello

Signor Presidente, non ripeterò alcune delle considerazioni che il collega Miglio prima faceva a proposito del progetto di legge che peraltro condivido. Vorrei dire però, dal momento che mi occupo da anni di queste questioni, che l'epoca dei gemellaggi, così come definiti dal collega Masaracchio, è finita da tempo (per fortuna, naturalmente), anche se occorre dire che in quegli anni - parlo di vent'anni fa - i gemellaggi ebbero un grande compito: quello di avvicinare persone che altrimenti non si sarebbero mai conosciute. E' il caso dei popoli che vivevano al di qua e al di là della cortina di ferro, quando i governi non si parlavano ed erano le città a potersi finalmente parlare; era quella che l'on. La Pira Sindaco di Firenze, chiamava la "diplomazia dei popoli". Ma da quegli anni alcune cose sono andate avanti ed oggi si parla di gemellaggi-cooperazione e non tanto di gemellaggi "sic et simpliciter".
Per quanto riguarda la nostra Regione, debbo dire che, al di là del provvedimento assolutamente contingente, c'è la necessità, già espressa dai colleghi Gallarini e Mollo, di avere una politica globale. A tale proposito, vorrei informare questo Consiglio che non è sempre e soltanto questione di fondi da mettere a bilancio per i prossimi anni. Ormai la "cooperazione decentrata" - così si chiama - è assunta quale valore non soltanto dalla legge n. 49 (legge dello Stato italiano), ma anche dalla stessa Comunità Europea. Tant'è vero che la Comunità Europea si accinge proprio in questi giorni, a firmare un atto di "partnerariato", come viene chiamato in francese, tra le associazioni di Eurocity, di cui Torino fa parte (il Presidente attuale è il Sindaco Vitali di Bologna), e la Federazione Mondiale delle Città Unite, che ha sede a Parigi. Si tratta di ben sessanta progetti, che dovranno essere sviluppati dagli enti locali.
Un secondo esempio che ci dice come l'Italia svolga una grandissima opera di cooperazione con Paesi in via di sviluppo, sebbene le città, le Regioni e le Province non facciano quello che dovrebbero, è il programma PRODERE dell'ONU, il programma per i rifugiati politici e per i profughi.
Pensate, l'intero programma dell'ONU, PRODERE, è finanziato dal Governo italiano con 110 miliardi. Questi programmi vengono attuati attraverso delle partnership tra città, Regioni e Province, ma - guarda caso - nessuna Provincia, nessuna Regione, nessuna città italiana è presente. Ho avuto modo di visitare in centro America queste realtà ed ho scoperto che con i fondi del Governo italiano stanno lavorando città tedesche, città danesi città e regioni francesi soprattutto, con l'appoggio ovviamente del Governo, ma l'Italia è assolutamente assente dal punto di vista delle entità territoriali, benché - ripeto - il programma PRODERE dell'ONU sia interamente finanziato dal Governo italiano! Che cosa se ne può ricavare da esempi di questo genere? Credo che si possa ricavare quello che i colleghi dicevano prima: occorre una legge organica in modo tale che la Regione si inserisca, e prepotentemente, per ottenere finanziamenti in questa fase in cui - ripeto non è soltanto questione di fondi da stanziare, ma di attività e di iniziative della Regione stessa, che potrebbe avere finanziati i propri progetti, anzi i progetti delle città del Terzo Mondo, fatti soprattutto da loro, insieme alla Regione Piemonte.
Devo anche dire che la cosa si sta sviluppando in modo incredibilmente veloce. Sono infatti di questi giorni le seguenti proposte: 1) che gli enti locali del nord del mondo stanzino almeno lo 0,7 dei propri bilanci a favore della cooperazione internazionale 2) si sta sviluppando un'azione tra le grandi associazioni di enti locali del mondo (Federazione Mondiale delle Città Unite, IULA International Union of Local Autorithies), affinché accanto all'Assemblea dell'ONU ci sia un'assemblea di città e comunque di enti territoriali. Si tratta di progetti che stanno andando avanti, soprattutto in vista della preparazione della Conferenza del 1996 a proposito di Habitat 2, che si terrà ad Istanbul.
A fronte di un movimento così ampio da parte del mondo intero (parlo soprattutto del nord) e delle necessità nel sud del mondo (Paesi in via di sviluppo per dire un eufemismo, perché normalmente sono Paesi in via di sottosviluppo), è assai opportuno che la Regione Piemonte si doti non tanto di questi strumenti, che risolvono due o tre casi specifici, ma di una politica di intervento massiccio.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bodrero.



BODRERO Antonio

Noi voteremo a favore, per i motivi che abbiamo già riconosciuto in Commissione. Intanto, per il motivo di cui si era parlato qualche tempo fa per i gemellaggi (la proposta era stata mia) linguistico-culturali con le Regioni affini di alta civiltà: il Quebec, la Suisse Romande e la Vallonia Belga.
Ci sono poi i gemellaggi economici. Questi io li vedrei con Paesi di alta civiltà produttiva: Stati Uniti, Giappone, Germania, Svizzera.
Per quanto riguarda gli altri Paesi, dato che la nostra è una Regione in via di sottosviluppo (si parla infatti di parecchi disoccupati, di immigrazione selvaggia, troppi uffici pubblici che soffocano l'economia) bisogna vedere, perché se ci mettiamo ad aiutare questi cosiddetti Paesi del Terzo Mondo in via di sottosviluppo e non di sviluppo come generamente si crede, salvo poche eccezioni, ingrandiamo la voragine italo-piemontese la voragine debitoria, la voragine economica causata dall'infame trentennio fallimentare 1962/1992 e rotti, e quindi noi stessi andiamo sempre più verso il sottosviluppo! Tra i Paesi del Terzo Mondo vedrei per esempio un buon rapporto con l'Argentina, e non soltanto perché ci sono dei Piemontesi che ci fanno onore; questi là hanno più voce in capitolo che non nello Stato italiano contano di più, e si sono fatti tanto onore soprattutto perché hanno avuto un Ministro, il Ministro Cavallo, che con una cura da cavallo è riuscito a rimettere in sesto l'economia argentina! Pensate che gli argentini oriundi italiani stavano facendo domanda per venire in Italia, perché laggiù c'era una crisi nera, provocata dalla solita demagogia sinistroide, dalle dittature megalomani e cose del genere!



(Proteste dai banchi di sinistra)



BODRERO Antonio

Urlate, urlate! Ma io urlo più di voi! Siete voi che avete rovinato l'economia! Trent'anni infami, 1962/1992 e rotti! Dovete stare ben zitti, è facile fare la predica!



PRESIDENTE

Consigliere Bodrero, la prego.



BODRERO Antonio

Io non amo le interruzioni, non le faccio e non le accetto!



(Commenti dell'Assessore Bresso)



BODRERO Antonio

Non si può continuare a disturbare ed interrompere! Siete solo capaci a chiacchierare e leggere i giornali, solo questo siete capaci di fare vergognosi!



PRESIDENTE

Consigliere Bodrero, ma cosa sta dicendo? La prego di fare degli interventi riguardosi degli altri colleghi e delle altre posizioni.



BODRERO Antonio

No, il riguardo devono averlo loro per me e quindi non devono interrompermi: questo è il riguardo! Se non amano le mie opinioni, almeno rispettino l'anzianità, ma penso che conti poco per loro.



PRESIDENTE

Lo stavo dicendo io: lo faremo per la sua età. Prosegua.



BODRERO Antonio

Vado avanti.
Cosa è capitato allora? In Argentina non fanno più domanda per venire in Italia, perché ormai il Paese rovinato economicamente è l'Italia, mentre l'Argentina si è rimessa a cavallo con cure da cavallo, che purtroppo in Italia sembra non si possano fare.
In un primo tempo potevo anche pensare di essere contrario a rapporti con la Cina, visto che là c'è una dittatura criminale, però per amatori del sinistrismo marxista potrebbe essere molto educativa una certa forma di turismo, ma non teleguidata, in Cina, Vietnam e Cuba: avremmo un'utilità culturale enorme da questi viaggi turistici (possibilmente li faremmo pagare dagli interessati, perché acquisterebbero una grande cultura politica).
Qualcuno si è lamentato della tecnologia. Ricordiamoci che la tecnologia è la scienza applicata; l'ecologia è una scienza, basta che la tecnologia sia subordinata all'ecologia, e questo avviene in Paesi dove c'è ancora una certa cultura (non diciamo il nostro, dove a livello alto abbiamo anche dei buoni professori di materie scientifiche, non altrettanto di scienze politiche, all'Università). Ma il Terzo Mondo che qualcuno mitizza, che considera come l'oasi distrutta dagli Occidentali, è fatto da spaventose dittature, dopo l'indipendenza, che prediligono il fattore più inquinante che esista: la guerra moderna! Quindi comprano armi, bombe atomiche a tutto spiano per ammazzarsi tra di loro! Noi dobbiamo cercare di fare marcia indietro nel sottosviluppo piemontese, prima di tutto, e imparare dai Paesi di alta civiltà produttiva che ho già nominato.
Sono discorsi che non piacciono, ma è per questo che dovete sentirli perché voi altri siete abituati a sentire solo discorsi che piacciono e che sono tutte bugie!



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, passiamo all'esame dell'articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 voti favorevoli 28 voti contrari 10 astensioni 4.
L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 voti favorevoli 28 voti contrari 10 astensioni 4.
L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 voti favorevoli 28 voti contrari 10 astensioni 4.
L'art. 3 è approvato.
ART. 4 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 voti favorevoli 28 voti contrari 10 astensioni 4.
L'art. 4 è approvato.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 28 Consiglieri hanno risposto NO 8 Consiglieri si sono astenuti 4 Consiglieri.
La legge è approvata.


Argomento: Contratti ed appalti - Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera - Fondi sanitari

Esame progetto di legge n. 473: "Istituzione dell'Osservatorio regionale prezzi e tecnologie - Istituzione elenco regionale fornitori delle UU.SS.SS.LL."


PRESIDENTE

A questo punto, secondo l'ordine che ci siamo dati, procediamo all'esame del progetto di legge n. 473, di cui al punto 18) all'o.d.g.
Relatori sono i Consiglieri Gallarini e Vetrino.
La parola al Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pier Luigi, relatore

Questo provvedimento normalizza, sostanzialmente, procedure per quanto riguarda le UU.SS.SS.LL. circa appalti, gestione, ecc.
Il disegno di legge detta norme per l'istituzione dell'Osservatorio prezzi e tecnologie e la costituzione dell'elenco regionale dei fornitori delle UU.SS.SS.LL.
Le spese per i beni e servizi nelle UU.SS.SS.LL. rappresentano un'entità economica rilevante ed allo stato attuale tra i compratori del Servizio Sanitario Nazionale non sono diffuse le informazioni di mercato.
Si rende pertanto necessario predisporre, con urgenza, strumenti operativi per le UU.SS.SS.LL., che siano in grado di assicurare la diffusione di informazioni sul territorio e la confluenza delle stesse a livello regionale, al fine di permettere la razionalizzazione degli approvvigionamenti delle UU.SS.SS.LL. stesse ed il contenimento della spesa sanitaria.
In particolare, il disegno di legge in oggetto, all'art. 1, espone le finalità che si intendono realizzare nel campo della programmazione sanitaria regionale.
L'art. 2 stabilisce l'istituzione dell'Osservatorio prezzi e tecnologie come strumento di controllo della spesa pubblica e l'art. 3 la struttura dell'Osservatorio stesso.
L'art. 4 istituisce un Comitato tecnico-scientifico, nell'ambito del Settore gestione risorse strumentali e finanziarie dell'Assessorato alla sanità, con compiti esclusivamente consultivi, composto da funzionari regionali e da esperti sulle tecnologie biomedicali e sulle forme di acquisizione di beni, prodotti e servizi da parte delle UU.SS.SS.LL.
L'art. 5 prevede la costituzione di un elenco regionale dei fornitori delle UU.SS.SS.LL., la cui gestione è affidata al settore dinanzi citato.
L'art. 6 stabilisce che i criteri per la gestione dell'elenco regionale fornitori ed il funzionamento dell'OPT siano fissati in un apposito regolamento che dovrà essere approvato dal Consiglio regionale.
Infine, con l'art. 7 si richiede la dichiarazione di urgenza della legge, ai sensi dell'art. 45 dello Statuto, per poter mettere quanto prima a disposizione delle UU.SS.SS.LL. gli strumenti idonei a realizzare un'effettiva diminuzione della spesa sanitaria.
Desidero svolgere ancora due considerazioni. Si tratta di un provvedimento portato avanti dalla Giunta precedente: ecco il motivo per cui c'era la Consigliera Vetrino come correlatore insieme a Gallarini. È un provvedimento sintetico, che però coinvolge un giro di molti miliardi per quanto riguarda la sanità piemontese.
Noi abbiamo una legge che consente di andare a trattativa privata per forniture fino a 200 miliardi e a licitazione pubblica per importi superiori ai 200 miliardi. E' un settore sicuramente molto vasto, che coinvolge potenzialità economiche estese.
La raccomandazione emersa in Commissione è stata quella - ma qui ci affidiamo alla sensibilità della Giunta - di non nominare esperti che abbiano un qualche coinvolgimento in interessi rispetto a beni e forniture oggetto d'appalto. Questo sarebbe negativo ed inqualificabile, con conseguenze che non si riverserebbero tanto sul Consiglio regionale quanto sull'esecutivo.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Calligaro; ne ha facoltà.



CALLIGARO Germano

Già la Commissione speciale di inchiesta sulla sanità aveva messo a fuoco il problema delicatissimo delle attrezzature sanitarie dell'acquisto, dei noleggi e dei comodati, facendo emergere la necessità di avere un Osservatorio sulle tecnologie, sui prezzi di beni, prodotti e servizi.
Mi rifaccio alla relazione di minoranza, per dire che il problema è perlomeno delicatissimo. Su attrezzature sanitarie, acquisto, noleggio e comodato, emersero i seguenti elementi.
Sull'acquisto delle attrezzature si può affermare che nessuna impresa privata può sopravvivere se tra il momento della decisione di un intervento, l'acquisto di un'attrezzatura e la messa in funzione passano mediamente trentanove mesi. In particolare, i tempi medi sono quindici mesi per la decisione di finanziare l'opera e l'erogazione, dodici mesi per le procedure di acquisto e dodici mesi per l'installazione e la messa in funzione. Considerando i tempi ormai rapidissimi dell'evoluzione tecnico scientifica, dopo trentanove mesi un'apparecchiatura sanitaria è quasi obsoleta.
Sul noleggio. Si valuta in parecchi miliardi, non meglio definibili, la somma spesa per il noleggio di attrezzature sanitarie e non sanitarie.
Appare corretto affermare che, se non si prevedono adeguati stanziamenti in conto capitale e si dettano anche in questa materia regole precise prevalgono altri interessi, come già sta avvenendo rispetto al buon governo della spesa.
Sui contratti di comodato. Dalle risposte al questionario si evince anche in questo caso il non governo della Regione. Infatti, pochi contratti di comodato hanno le caratteristiche richieste; la maggioranza dei contratti è stipulata con ditte private (l'esempio più macroscopico è quello dell'USSL n. 68 di Asti con ben 108 contratti di comodato con ditte private). Sorge più che legittimo il sospetto che tutto sia funzionale agli interessi delle imprese private, che raramente fanno beneficenza, e che si utilizzino a questo fine procedure non sempre corrette.
Finalmente arriva il disegno di legge che detta norme per l'istituzione dell'Osservatorio prezzi e tecnologie e la costituzione di un elenco, di un albo regionale dei fornitori delle UU.SS.SS.LL. Questo disegno di legge si rivela quanto mai necessario, perché voglio ricordare ai Consiglieri e alla Presidente lo scandalo recentemente esploso in Sicilia sui comodati d'uso.
Si sa che molte apparecchiature vengono cedute in comodato d'uso alle UU.SS.SS.LL., ma che naturalmente poi le ditte che cedono così generosamente in comodato d'uso tali apparecchiature pretendono che i reagenti, le pellicole, ecc., vengano acquistate permanentemente a sovrapprezzo dalle stesse. Tutto ciò è accaduto recentemente in Sicilia, ma anche la nostra Regione non è rimasta immune dallo scandalo della malasanità.
E veniamo al disegno di legge. Chi osserva e che cosa è abbastanza chiaro; ciò che diventa decisivo, però, è che l'informazione sia data in tempo reale a tutti coloro che sono chiamati a scegliere un'apparecchiatura, a fare l'appalto concorso per acquistarla e così via.
Sono i soggetti pubblici dell'appalto concorso che devono essere informati in tempo reale sulle tecnologie e sui prezzi praticati (prezzi minimi e prezzi massimi) e che, in sostanza, devono essere a conoscenza di tutti i dati che riguardano il mercato delle apparecchiature sanitarie; altrimenti corriamo il rischio di raccogliere tutti questi elementi e di non fornirli ai protagonisti della politica degli acquisti delle UU.SS.SS.LL. Tutto questo per poi muoversi anche in direzione degli accorpamenti delle forniture e per avere più potere contrattuale.
La situazione attuale è denunciata in un modo molto efficace da alcuni Commissari straordinari. Riporto queste denunce rapidamente.
Il Commissario straordinario dell'USSL TO-9 dice che esisteva un'organizzazione di tipo settoriale personalizzato, che lui ha trovato quando è stato nominato Commissario: in sostanza, tutto avveniva attraverso l'individuazione di determinati funzionari di fiducia dell'Amministratore straordinario, per gestire le grosse cose dell'USSL. Non veniva coinvolto il servizio nella sua totalità, ma venivano coninvolte persone specifiche che portavano avanti determinati lavori (gare d'appalto) nel settore tecnico, provveditoriale ed economale.
In quel contesto l'USSL TO-9, ancorché unica, ha avuto come caratteristica quella di avere un'organizzazione per presidio: ogni ospedale ha continuato a conservare la sua autonomia e venivano fatte delle gare per presidi ospedalieri. La cosa più sorprendente è che in ogni ospedale esistevano delle strutture amministrative, quindi il procedere per gare e presidi ha comportato un aumento dei costi; a parte il fatto che non c'era nessun tipo di programmazione per l'acquisto, ciò comportava un enorme numero di procedure a trattativa privata.
Ma si potrebbe rileggere la dichiarazione del Commissario dell'USSL TO 4, che parla espressamente di "spesa gestita in termini di quotidianità" che incrementava costi e frantumava la spesa in una micro-spesa quotidiana facendo perdere alla spesa i connotati del recupero che si ha nelle dimensioni più elevate della spesa stessa. Queste sono le denunce.
Come dicevo, chi osserva e che cosa è abbastanza chiaro. Ciò permetterà anche accorpamenti delle forniture per aumentare il potere contrattuale delle UU.SS.SS.LL.; vi sono, però, elementi che non ci convincono.
Il primo elemento che non ci convince è questo del Comitato tecnico scientifico. Si parla della sua composizione e si dice che deve essere composto da un certo numero di membri. Il rischio è di rivolgersi agli specialisti delle aziende private; non è in s' un male, ma se il servizio pubblico si rivolge agli specialisti delle ditte interessate a vendere i prodotti, è evidente che si corre il rischio di avere una lottizzazione dello stesso Comitato tecnico-scientifico e non si eliminano i pericoli che finora abbiamo corso (senza correre ai ripari, purtroppo). Non è sufficiente dire che sceglieremo tra gli universitari. Gli universitari generalmente, rappresentano ditte: finita l'attività all'Università, si danno da fare sul mercato cosiddetto privato.
Il vecchio disegno di legge, che poi è stato modificato in Commissione parlava anche dei requisiti minimi di legge. Poiché non esiste una legge, i requisiti minimi non sono stabiliti. Di conseguenza, noi valutiamo positivamente che si sia arrivati a definire un disegno di legge e che oggi possa diventare legge della Regione Piemonte; vi sono però alcuni aspetti che non troviamo per nulla convincenti e che avrebbero dovuto essere assai più pregnanti, trattandosi di una materia delicatissima, all'interno della quale si verificano gravi irregolarità. E sappiamo che irregolarità in materia di acquisto di beni, servizi e strumenti comportano aggravi di spesa dell'ordine di centinaia di miliardi di lire all'anno.
Una materia così delicata, per la mole di risorse che mobilita richiedeva una legge ben più pregnante. Questo è il motivo per cui ci asterremo su questo disegno di legge.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, passiamo all'esame del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 voti favorevoli 28 astensioni 6.
L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 voti favorevoli 28 astensioni 6.
L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 voti favorevoli 28 astensioni 6.
L'art. 3 è approvato.
ART. 4 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 voti favorevoli 23 astensioni 11.
L'art. 4 è approvato.
ART. 5 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 voti favorevoli 23 astensioni 11.
L'art. 5 è approvato.
ART. 6 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 voti favorevoli 23 astensioni 11.
L'art. 6 è approvato.
ART. 7 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 voti favorevoli 23 astensioni 11.
L'art. 7 è approvato.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 hanno risposto SI 25 Consiglieri si sono astenuti 11 Consiglieri.
La legge è approvata.


Argomento: Elezioni - Ineleggibilita' - Incompatibilita'

Esame progetto di legge n. 504: "Proposta di legge al Parlamento del Consiglio regionale del Piemonte relativa a 'Norme per l'attuazione del diritto di voto dei cittadini italiani all'estero'"


PRESIDENTE

Passiamo al punto 19) all'o.d.g. che prevede l'esame del progetto di legge n. 504.
La parola al relatore, Consigliere Cerchio.



CERCHIO Giuseppe, relatore

Intervengo in modo telegrafico, in quanto il problema è già stato affrontato nella scorsa legislatura e per un disguido non si è giunti a conclusione.
Con questa iniziativa si tende a dare voce ai cinque milioni di italiani che vivono all'estero nelle varie latitudini, con la possibilità di esercitare il diritto di voto. L'iniziativa, oltre a richiedere libertà ed eguaglianza per i cittadini italiani, riconoscendo loro pieno e difinitivo diritto di voto, mira a superare soprattutto la delusione di milioni di cittadini italiani a seguito della mancata approvazione del disegno di legge costituzionale per il voto all'estero, avvenuta il 10 novembre scorso, quando ormai si era in fase di dirittura d'arrivo.
Credo occorra provvedere - e la Regione Piemonte è diventata punto di riferimento di questa iniziativa al Parlamento italiano - ad alcune correzioni e a dar corpo e riconoscimento al diritto costituzionale di voto e provvedere a rendere operante anche il Ministero degli italiani all'estero che, costituito nei mesi scorsi, oggi sostanzialmente è un Ministero fantasma.
Mi auguro, insieme al Consigliere Monticelli, che la proposta del Piemonte vada finalmente in porto per confermare l'attenzione nei confronti di quei milioni di italiani che vivono e lavorano all'estero, i quali, pur non essendo incorsi in alcuna delle cause invalidanti la capacità di esercitare il diritto di voto, non possono di fatto essere soggetti attivi.
Si tratta di un'aspettativa di partecipazione alla vita politica italiana legittima, in quanto verrebbe ad affiancarsi ad un'attività che di fatto è già di partecipazione allo sviluppo economico dell'Italia e che l'ingente acquisto di prodotti italiani e la stessa ampia entità delle rimesse degli operanti (oltre 4.000 miliardi nel 1993) hanno per decenni favorito.
La proposta di legge, oltre che il diritto di voto per le elezioni politiche europee, prevede per la prima volta che i piemontesi residenti all'estero possano partecipare all'elezione del Consiglio regionale del Piemonte.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Sartoris.



SARTORIS Anna

Esprimo parere favorevole, come già espresso in Commissione. Vorrei soltanto sottolineare il fatto che se tutti siamo d'accordo sul diritto dovere dei piemontesi residenti all'estero di esprimere il voto, credo comunque ci siano delle perplessità sul come esplicitare il voto. Per quanto sia il male minore, espletare il voto attraverso la posta non ci dà garanzie, perché i voti espressi in questo modo potrebbero essere soggetti a dei brogli.
Pur partecipando e votando a favore, perché al Parlamento deve arrivare una voce univoca sul fatto che i cittadini all'estero debbano comunque esprimere il loro diritto a votare, sulle procedure sarebbe meglio pensare di chiudere un pochino le maglie, perché il fatto di esprimere il voto attraverso la posta non ci pare il criterio più garantista.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vaglio.



VAGLIO Roberto

Annuncio il voto favorevole del Gruppo Lega Nord su un progetto di legge che viene a sanare un'iniquità ormai insopportabile nella legislazione italiana.
Indipendentemente dai modi in cui potrà essere espresso il voto ritengo che questa sia una buona legge, una legge doverosa. Tra le popolazioni civili del mondo occidentale forse il nostro è l'ultimo Paese a riconoscere che il diritto di espressione del voto può e deve essere espresso in qualsiasi condizione si trovi il cittadino avente diritto.
Credo che il fatto di recepire questo diritto, che è un diritto fondamentale di ogni cittadino italiano all'estero o sul territorio nazionale o sul territorio della comunità, faccia un grande onore al senso di giustizia che il nostro Consiglio regionale esprime in questa occasione.



PRESIDENTE

Ricordo al Consiglio che il progetto di legge al Parlamento ha avuto i voti favorevoli di tutti i Gruppi, ad eccezione del Movimento Sociale Destra Nazionale.
Non essendovi altre richieste di parola, passiamo all'esame del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 27 voti favorevoli 27.
L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 27 voti favorevoli 27.
L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 27 voti favorevoli 27.
L'art. 3 è approvato.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 29 hanno risposto SI 29 Consiglieri.
La legge è approvata.
Come concordato, il presente testo di legge verrà inviato alla Camera dei Deputati.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13,35)



< torna indietro