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Dettaglio seduta n.305 del 11/10/94 - Legislatura n. V - Sedute dal 6 maggio 1990 al 22 aprile 1995

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO


Argomento: Istruzione e Formazione Professionale: argomenti non sopra specificati

Interpellanza n. 2351 dei Consiglieri Chiezzi e Maggiorotti inerente le classi sperimentali di Liceo linguistico presso l'Istituto Santorre di Santarosa di Torino


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Interrogazioni e interpellanze" esaminiamo l'interpellanza n. 2351 presentata dai Consiglieri Chiezzi e Maggiorotti.
Risponde l'Assessore Leo.



LEO Giampiero, Assessore regionale

Con riferimento alle note prot, n. 5675 del 23/6/1994 e del 3/8/1994 che trasmettono l'interpellanza dei Consiglieri Chiezzi e Maggiorotti inerente "Classi sperimentali di Liceo linguistico presso l'Istituto Santorre di Santarosa" si comunica che questo Settore, con lettera prot, n.
2222 dell'11/7/1994, ha chiesto espressamente al Provveditore agli Studi di Torino di chiarire, sia la mancata approvazione di tutte le classi richieste, sia la mancata audizione del CSP.
Quindi la sollecitazione del Consigliere Chiezzi e Maggiorotti è stata pienamente accolta e trasmessa con chiarezza al Provveditore.
Il Provveditore agli Studi con lettera prot, n. 9927/R del 22/7/1994 ha fornito le seguenti precisazioni: il Provveditorato in organico di diritto ha preso in considerazione tutte le classi previste dal Capo d'Istituto.
Il funzionamento delle classi avrà luogo solo dopo che il Superiore Ministero avrà approvato la prosecuzione ed il rinnovo senza modifiche della sperimentazione per l'Istituto in oggetto.
Relativamente all'O.S, l'Assessorato regionale alla formazione professionale pubblica annualmente una guida che illustra le caratteristiche di ogni tipo di scuola superiore comprese le sperimentazioni con l'elenco delle scuole dove vengono attuate. Inoltre vengono fornite tutte le notizie inerenti i corsi di formazione professionale.
Tale guida viene distribuita agli alunni della scuola media inferiore su tutto il territorio del Piemonte.
Mi permetto di aggiungere che comunque sul discorso complessivo ho accennato, non su questo in specifico, in Commissione. Sono andato ad incontrare personalmente il Provveditore per dimostrare l'attenzione della Regione su tutte queste vicende, ho anche ipotizzato un incontro in Commissione con il Provveditore. Se il Presidente della Commissione lo riterrà io sono a disposizione per ulteriori significazioni.
Rispetto all'interpellanza, come può notare il Consigliere Chiezzi, ci siamo attivati puntualmente rivolgendo al Provveditore queste osservazioni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Assessore, per la risposta. Nell'interpellanza si chiedeva di parlare con il Ministero per denunciare la mancata audizione del Consiglio scolastico provinciale nella definizione del numero delle classi sperimentali di Liceo linguistico.
Io non ho colto, nella risposta dell'Assessore, questo fatto che comunque potrebbe sempre far parte di un'iniziativa dell'Assessorato perché mi sembra che il Consiglio scolastico abbia il dovere di essere sentito in questa vicenda. Per quanto riguarda il resto della risposta chiederei che mi venisse fornito anche il testo scritto. Grazie.


Argomento: Sanita': argomenti non sopra specificati

Interpellanza n. 2261 dei Consiglieri Chiezzi e Maggiorotti inerente ad ispezioni del NAS dei Carabinieri presso i Servizi di Medicina Nucleare dell'Ospedale S. Giovanni di Torino


PRESIDENTE

Passiamo all'interpellanza n. 2261 presentata dai Consiglieri Chiezzi e Maggiorotti.
Risponde l'Assessore Bonino.



BONINO Guido, Assessore regionale

L'utilizzo delle sostanze radiottive è disciplinato dal DPR n. 185/64 attualmente in corso di aggiornamento. Tale decreto è una sorta di legge quadro alla quale si connette una serie di decreti applicativi, emanati successivamente, i quali regolano in dettaglio tutte le attività che comportano la detenzione, l'utilizzo (e quindi lo smaltimento), nonché il commercio di sostanze radiottive.
In particolare, per poter intraprendere una qualunque attività che comporta l'utilizzo di sostanze radioattive, occorre ottenere una specifica autorizzazione alla detenzione e all'impiego: il relativo rilascio potrà avvenire a livello locale o a livello ministeriale. Quest'ultimo caso è tipico, ad esempio, degli utilizzi di tipo ospedaliero.
Lo smaltimento dei rifiuti radioattivi, prodotti da qualsivoglia attività, è regolato, invece, dall'art. 105 del già citato decreto. In tale decreto e nei decreti applicativi ad esso connessi, vengono stabilite le condizioni che consentono lo smaltimento in esenzione, oppure ne prevedono l'espressa autorizzazione dall'autorità competente.
La documentazione che descrive le procedure di smaltimento e tutti i controlli necessari deve essere custodita a cura del datore di lavoro e dall'Esperto Qualificato (quest'ultimo soggetto è la figura professionale a cui la legge conferisce il compito della sorveglianza fisica di radioprotezione).
Le Unità Sanitarie Locali e l'Ispettorato del Lavoro hanno, dal canto loro, compiti di vigilanza nei confronti dei vari utilizzatori delle sostanze radioattive.
I contratti di fornitura possono avvenire solo se la ditta produttrice e l'utilizzatore risultano avere le necessarie autorizzazioni di cui al DPR n. 185/64.
I depositi di stoccaggio dei rifiuti radioattivi situati presso gli utilizzatori (ospedali, industrie, ecc.) sono dei siti idonei al temporaneo confinamento della radioattività, scelti e contrassegnati con l'opportuna segnaletica dall'Esperto Qualificato responsabile della radioprotezione successivamente tali sostanze vengono conferite per lo smaltimento a ditte autorizzate (in Italia, di fatto, opera solo la Nucleo di Roma, società legata all'ENEA), oppure, se il materiale è ormai diventato inerte, vengono smaltite come un normale rifiuto non radioattivo.
Anche per quanto riguarda lo smaltimento dei rifiuti, i compiti di vigilanza sono demandati alle UU.SS.SS.LL. ed alle Province.
A tutt'oggi, in Piemonte, il controllo della radioattività nell'ambiente è di pertinenza delle sezioni Fisico e Fisico-Impiantistiche dei Laboratori di Sanità Pubblica delle UU.SS.SS.LL. di Ivrea, Vercelli ed Alessandria.
Il Servizio di Fisica Sanitaria di Ivrea, in particolare, funge anche da Centro di Riferimento Regionale (CRR) ed è inserito nella Rete Nazionale per il controllo della radioattività ambientale.
Gran parte dell'utilizzo di sostanze radioattive nella nostra Regione avviene nelle strutture sanitarie. Si possono distinguere due grossi ambiti di utilizzo: diagnostica (Reparti di Medicina Nucleare e Radioimmunologia) terapia (Reparti di Radioterapia).
Gli isotopi maggiormente utilizzati in questi settori sono rispettivamente: Tc-99m, I-131, Tl-201, Ga-67, Cr-51, In-111, ecc. (Medicina Nucleare) I-125, Co-57 (Radioimmunologia) Co-60 (Radioterapia).
I radioisotopi utilizzati in Medicina Nucleare e Radioimmunologia sono spesso in forma liquida.
La sorgente di Co-60 è invece costituita da una pastiglia solida avente attività considerevole (dell'ordine di qualche migliaio di Curie); tale sorgente radioattiva richiede pertanto un adeguato contenitore in piombo (fornito direttamente dalla ditta che costruisce l'apparecchio di radioterapia) e una sala ("bunker") appropriata. Lo smaltimento delle sorgenti di Co-60 per radioterapia (parzialmente) esaurite deve obbligatoriamente avvenire tramite vettore autorizzato.
Al di fuori dell'ambito ospedaliero, l'utilizzo, sia da parte di privati che di enti pubblici, di sostanze radioattive in quantitativi apprezzabili non è molto diffuso. L'Università non può considerarsi un importante utilizzatore di sostanze radioattive: piccole sorgenti di taratura (il più delle volte sigillate), traccianti di resa e strumenti che eventualmente incorporano sorgenti radioattive non possono essere considerati fonti di particolari rischi.
Possiamo citare, invece, tra le industrie, la SORIN di Saluggia (VC) (produzione radiofarmaci di uso ospedaliero) e l'RBM di Colleretto Giacosa (TO) (Laboratorio privato di ricerca; impegna soprattutto C-14, H-3 e I 125).
Permangono poi sul territorio piemontese una serie di installazioni nucleari legate al programma nucleare nazionale: l'impianto ENEA-EUREX di Saluggia, la Centrale di Trino Vercellese e le ditte FIAT CIEI e Fabbricazioni Nucleari di Bosco Marengo (AL). In tutti questi impianti ormai da tempo fermi, sono stoccati quantitativi abbastanza consistenti di scorie (prodotti di fissione e di attivazione) e di materiale fissile.
Consegnerei al Consigliere Chiezzi alcune tabelle che rappresentano il risultato di un censimento sull'impiego della radioattività in Piemonte svolto nel 1990. Gli uffici mi dicono che i dati si possono considerare sostanzialmente attendibili anche a tutt'oggi.
Non esiste un coordinamento delle attività connesse all'utilizzo delle sostanze radioattive. Per quanto riguarda in particolare l'Ospedale S.
Giovanni, al momento non abbiamo elementi di giudizio (mi riferisco ai contenitori di piombo) proprio perché siamo in attesa del responso delle indagini svolte dai NAS.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

L'interpellanza, presentata nel marzo di quest'anno, partiva da un fatto grave: i Carabinieri del NAS visitarono i reparti dei servizi di Medicina Nucleare dell'Ospedale S. Giovanni di Torino. Sequestrarono documenti e controllarono del materiale. Si ipotizzava allora un traffico illecito di contenitori di piombo con materiale radioattivo.
Questo era il problema che aveva generato l'interpellanza e tutte le domande che la stessa conteneva. L'Assessore ha risposto in modo esauriente sulle procedure che dovrebbero attenere al traffico di queste sostanze pericolose, citando i decreti legge e parlando delle responsabilità dell'USSL sia nello stoccaggio che nel mantenimento. Quello che però non è stato detto e che preoccupa, Assessore Bonino, è il collegamento tra questo illecito ipotizzato e l'attuale situazione.
La sua risposta, Assessore, è soddisfacente, nel senso che dice: "Le leggi sono così organizzate". Tutto, secondo le leggi, dovrebbe procedere per il meglio, ma sappiamo che poi così non è; allora il compito dell'Assessore in una risposta di questo genere dovrebbe essere quello di tenere un filo più stretto con il senso pratico dell'avvenimento al quale l'interpellanza si riferisce e tranquillizzare il Consiglio regionale e gli estensori dell'interpellanza. Ciò non nel senso che l'Assessore o la Regione debba aver fatto delle indagini giudiziarie, per carità, ma nel senso che potrebbe fare osservazioni del tipo: è stato un fatto anomalo, ma che non è ripetibile perché le leggi e i controlli (abbiamo verificato) sono talmente puntuali (certo, si può sempre malversare) da renderlo un caso rarissimo. Oppure, la risposta dell'Assessore potrebbe essere: "C'è un'ipotesi, la Magistratura se ne occuperà; abbiamo verificato le leggi e le procedure e certo vediamo che si potrebbero effettuare queste e queste altre correzioni": ho visto che questo manca nella risposta.
Assessore Bonino, l'ultima domanda è questa: esiste o no un coordinamento di tutta questa vicenda? La risposta dell'Assessore è stata: "Ad oggi non esiste, c'è solo un referente, Ivrea, che coordina un tipo di attività, però il coordinamento non esiste".
Allora il problema può essere questa mancanza di coordinamento, che è un fatto "grave" nel senso che è un fatto di cui si sente la necessità di superamento, ed è un fatto che potrebbe anche consentire che illeciti, ove esistano, possano essere continuati nel tempo, oppure lo si ritiene un fatto irrilevante, cioè migliorativo, ma tutto sommato un'inezia rispetto alla procedura? Dato che questo non è stato detto - ma non è oggetto di polemica, per carità, siamo solo preoccupati di gestire la cosa pubblica in termini il più possibile ottimali - prego l'Assessore, nella sua attività, di riflettere su questo fatto: se sia necessario promuovere una forma di coordinamento di queste attività, affinché tramite il coordinamento si possano stringere le maglie attraverso le quali possono passare degli interventi illeciti di questo tipo. Lo invito ad un'attività di promozione di vigilanza e di coordinamento di tutte queste attività.


Argomento: Trasporti su gomma

Interrogazione n. 2225 della Consigliera Pozzo ed interrogazione n. 2238 dei Consiglieri Chiezzi e Maggiorotti inerenti ad iniziative per elevare la qualità del servizio di trasporto effettuato dalla SATTI per i lavoratori ex Stabilimento Lancia di Chivasso, attualmente in servizio presso la FIAT Mirafiori


PRESIDENTE

Esaminiamo ora congiuntamente l'interrogazione n. 2225 presentata dalla Consigliera Pozzo e l'interrogazione n. 2238 presentata dai Consiglieri Chiezzi e Maggiorotti.
Risponde ad entrambe l'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore regionale

Con le interrogazioni n. 2225 e n. 2238 i Consiglieri regionali Pino Chiezzi, Piergiorgio Maggiorotti, Massimo Marino e Caterina Pozzo, con riferimento al servizio di trasporto effettuato dalla SATTI per i lavoratori dell'ex Stabilimento Lancia di Chivasso, attualmente in servizio presso lo stabilimento FIAT Mirafiori, chiedevano quali iniziative intendesse assumere la Giunta regionale per migliorare la qualità del servizio e ridurre i tempi di percorrenza.
E' da sottolineare che le interrogazioni sono del febbraio 1994 e quanto si riferisce è esito di azioni svolte dal Settore trasporti di questo Assessorato e di rapporti con l'Amministrazione provinciale avvenuti nei mesi passati.
Infatti il Settore trasporti e pianificazione infrastrutture aveva inoltrato una specifica richiesta all'Amministrazione provinciale di Torino, competente in materia ai sensi della delega di cui alla L.R.
23/1/1986, n. 1.
Con nota dell'11/3/1994, l'Assessore provinciale alla viabilità e trasporti, ing. Franco Campia, su sollecitazione anche dell'Assessore al lavoro della città di Chivasso e direttamente da alcuni lavoratori riferiva che: "1. Il percorso e gli orari della linea sono stati concordati a seguito della riunione tenutasi presso il Settore trasporti della Provincia di Torino il giorno 10/6/1993, cui avevano partecipato i rappresentanti delle Organizzazioni sindacali FIOM-CGIL. FIM-CISL. UILM-UIL. FISMIC-SIDA l'Azienda SATTI e il Dirigente del Settore trasporti.
2. Per quanto riguarda la durata dei viaggi è da precisare che il percorso della linea in ambito urbano si sviluppa sul seguente tracciato: Corso G. Cesare, Lungo Dora Savona, Corso XI Febbraio, Via XX Settembre Via Arsenale, Via Sacchi, Corso Turati, Corso Unione Sovietica e che dall'orario approvato risulta che i tempi di percorrenza variano dai 65 ai 75 minuti sia in andata che in ritorno, tempi peraltro confermati dalla SATTI, in base al livello di traffico presente sul territorio. Normalmente le corse più penalizzate sono quelle in corrispondenza del secondo turno di lavoro e quindi nella fascia centrale della giornata.
3. In tutte le riunioni istruttorie tenutesi al fine di individuare le caratteristiche tecniche della linea non è mai emersa la richiesta di servire la frazione Castelrosso di Chivasso.
4. Occorre precisare che a suo tempo la SATTI ha già sperimentato un diverso percorso della linea in ambito urbano, e precisamente: Corso Romania, Corso Giulio Cesare, Corso Regina Margherita, Corso Principe Eugenio, Corso Beccaria, Corso San Martino, Corso Vinzaglio, Corso Duca degli Abruzzi, Corso IV Novembre, Corso Agnelli, Corso Settembrini, Corso Orbassano, Corso Tazzoli. Tale percorso comportava tempi ancora più lunghi di quelli attuali per cui è stato deciso di utilizzare un percorso urbano caratterizzato da vie o corsie preferenziali per il mezzo pubblico.
5. Un percorso alternativo a quello attuale, secondo la richiesta pervenuta, che risponde in parte alle esigenze di celerità (da quantificare), potrebbe essere rappresentato dal SATT (Sistema Autostradale Tangenziale Torinese - percorso 3) che comunque comporterebbe una maggiore percorrenza quantificabile in circa 45.000 km bus annui; occorre comunque precisare che la proposta di utilizzare la tangenziale partendo da Chivasso penalizzerebbe le esigenze dell'utenza di Brandizzo e Settimo. E' da aggiungere che da una prova effettuata dalla SATTI risulta che tale alternativa comporterebbe un risparmio temporale di circa 15 minuti".
Le valutazioni che l'Amministrazione provinciale si trovava a fare erano: se un risparmio temporale relativamente modesto potesse giustificare una maggiore percorrenza di 45.000 km bus annui (equivalenti a circa L.
100.000.000) se poteva essere ricercato un percorso alternativo non per tutte le corse, ma solo per quelle in corrispondenza del secondo turno di lavoro e quindi nella fascia centrale della giornata, dove sussisteva maggior traffico.
In questo senso l'Assessore provinciale concludeva ritenendo doveroso rendersi disponibile a valutare le ulteriori proposte di percorsi alternativi che non incrementassero a dismisura le percorrenze chilometriche impegnando gli uffici dell'Assessorato nella ricerca delle possibili soluzioni.
A conclusione dell'iter sopra descritto, in data 20/5/1994, la Provincia con propria deliberazione n. 24-65689 autorizzava, con decorrenza 13 aprile c.a., l'intensificazione del programma di esercizio mediante sei corse feriali (escluso sabato) con partenza da Chivasso, Brandizzo e Settimo via Tangenziale verso Torino-FIAT Mirafiori.
In sostanza si è trovata una parziale soluzione, così come l'interrogazione, che dava conto di tutte le iniziative già intraprese da Regione e Provincia, in allora auspicava.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Questa volta la risposta dell'Assessore è stata abbastanza esauriente, nel senso che dimostra che vi è stato un interessamento da parte degli uffici e dell'Assessore su questa vicenda emblematica: se non si protesta, nemmeno il trasporto degli operai sul posto di lavoro segue criteri di civiltà e di decenza: si va da Chivasso a Mirafiori in 75 minuti! Quando si parla a proposito ed a sproposito della Torino Europea, di trasporti rapidi di massa, di treni ad alta velocità e via dicendo si dimentica che per fare 18/20 chilometri ci si mettono 75 minuti. Ciò è veramente indegno.
L'invito che rivolgo all'Assessore è di continuare a seguire questo problema. Per fare questo bisogna che il lavoro operaio torni ad essere uno dei centri motori dell'iniziativa amministrativa e non messo in un cantone perché tanto più si spremono gli operai, più si guadagna. Io chiedo all'Assessore di insistere perché a questo problema venga data una soluzione più soddisfacente di quella a cui sinora si era giunti.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Pozzo.



POZZO Carolina

Ringrazio l'Assessore. Sono anch'io soddisfatta per l'interessamento dell'Assessore al problema e chiedo di seguire ancora la vicenda, visto che si può arrivare ad una soluzione ottimale per i lavoratori che si devono recare con tempi decenti al lavoro.


Argomento: Delega di funzioni regionali agli enti locali

Richiesta risposta all'interpellanza n. 1980


PRESIDENTE

Chiede di parlare il Consigliere Rivalta; ne ha facoltà.



RIVALTA Luigi

Se ci sono molte cose urgenti e c'è molto lavoro non chiedo di discutere oggi l'interpellanza n. 1980 che ho presentato con altri colleghi nel giugno 1993, che riguarda i rapporti con il Comune di Torino.
Ritengo però che questa interpellanza, presentata in un momento in cui io e il mio Gruppo eravamo in posizione di minoranza - nonostante il nostro passaggio dalla minoranza alla maggioranza, quindi al sostegno di questa Giunta - ponga una serie di problemi molto attuali, anche a distanza di più di un anno. Riguardano le scelte che dobbiamo compiere in merito all'applicazione della legge n. 142. Si richiama il problema di dare intanto vita all'Assemblea dei Sindaci e con un'azione concreta creare anche un atteggiamento culturale favorevole ad una politica metropolitana.
Sono argomenti attuali, perché richiamano il problema del Piano regolatore di Torino e l'esigenza di inquadrare lo stesso in una politica regionale nelle sue specificazioni rispetto all'Area metropolitana e ad altre considerazioni di questa natura.



PRESIDENTE

Questa questione la esaminiamo nella Conferenza dei Capigruppo.



RIVALTA Luigi

Mi permetta, Presidente. Non ho chiesto di discuterla, ma penso di avere anche diritto di prospettare un problema che giace da dodici o tredici mesi, che se fosse stato tempestivamente preso in considerazione non ci farebbe trovare, sia per quanto riguarda l'Area Metropolitana che per quanto riguarda l'esame del Piano regolatore, nelle situazioni di difficoltà in cui viviamo oggi. Io smetto subito, però pongo a lei e agli amici di Giunta di prendere in considerazione questa interpellanza.



PRESIDENTE

Per la parte che mi riguarda alla Conferenza dei Capigruppo richiamer la sollecitazione che lei ha fatto.



RIVALTA Luigi

Come Consigliere firmatario, che ha già chiesto la discussione in aula riconfermo l'esigenza di una discussione.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta, Brizio.



BRIZIO Gian Paolo , Presidente della Giunta regionale

Come Giunta vedremo di essere in grado di poterla dibattere. Grazie.



PRESIDENTE

Va bene. Terremo conto di questo.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 6) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Cucco, Peano, Riba e Rossa.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

c) Adesione dei Consiglieri Gallarini e Goglio al Movimento politico "Forza Italia"


PRESIDENTE

Ho ricevuto questa mattina, a firma dei Consiglieri Gallarini e Goglio una lettera indirizzata al Presidente del Consiglio e ai componenti dell'Ufficio di Presidenza e per conoscenza al Presidente della Giunta: "Oggetto: formazione del Gruppo consiliare regionale Forza Italia.
Con la presente i sottoscritti Consiglieri Giuseppe Goglio e Pierluigi Gallarini comunicano di avere aderito al Movimento politico denominato Forza Italia. In conseguenza di ciò hanno ritenuto di dover assumere tale decisione anche nei confronti del Gruppo di appartenenza. Pertanto il suddetto Gruppo assumerà la denominazione di Gruppo consiliare regionale Forza Italia.
Si intende invariata ogni altra questione.
Si rende noto infine che il Consigliere Giuseppe Goglio continuerà a svolgere la funzione di Presidente del Gruppo".
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Goglio; ne ha facoltà.



GOGLIO Giuseppe

Signora Presidente, colleghi Consiglieri, poche parole credo bastino per informare l'assemblea consiliare della formazione di un nuovo Gruppo al quale aderiamo sia io che il collega Gallarini.
Come è noto questo Gruppo si inserisce in un contesto nel quale ci riconosciamo e che ha quale riferimento Forza Italia, i cui obiettivi proposte, programmi, strategie, ci trovano concordi.
Sono obiettivi che raccolgono, arricchendola di nuovi contenuti l'eredità di quei partiti liberali e moderati che, nella rinnovata topografia politica, non hanno più ragione di esistere, ma che per decenni hanno svolto un ruolo rilevante nell'avvio e nel consolidamento della democrazia del nostro Paese.
Non si tratta quindi di opportunità che vengono colte per cinismo o per astuzia o per desiderio di salire su un carro più o meno vincente, ma si tratta di riconoscerci in un alveo dove scorrono progetti e idee affini al nostro impegno di sempre, alla nostra fede in un ideale democratico e liberale nel senso più ampio del termine.
E' il prolungamento di un percorso, non una svolta. E' l'unico modo per noi di continuare su una strada che ci è conosciuta. Non un salto nel buio o della quaglia, ma il logico, coerente proseguimento di un cammino verso approdi dove noi crediamo possa essere utilizzata per il bene comune l'esperienza accumulata nel tempo.
Altro aspetto della costituzione del Gruppo Forza Italia, che mi preme sottolineare, è la connotazione propedeutica che tale operazione assume nei confronti di altre iniziative importanti che stanno per prendere forma.
Già da tempo avevo ravvisato la necessità di aggregare e riunire la polverizzazione di forze politiche attualmente presenti in Consiglio regionale, ovviamente affini nei principi e negli obiettivi da raggiungere tutti in unico Gruppo per dare forza e gambe ai progetti da realizzare.
Ahimè! I tentativi esperiti non sortirono l'effetto sperato. Forse il poco peso politico espresso dal mio partito ne era la causa. Ora spero e credo fermamente che con l'appoggio di una forza politica così rilevante anche in campo nazionale si possa creare in Consiglio regionale un accordo tra le altre forze politiche che consenta la formazione di un intergruppo capace di svolgere un efficace lavoro di opposizione propositiva e costruttiva all'attuale maggioranza.
Rivolgo pertanto l'invito a tutte le rimanenti forze politiche che condividono o potrebbero condividere le suddette posizioni a farsi avanti per discutere e per eventualmente aderire alla formazione che si verrà a creare prossimamente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pier Luigi

Signora Presidente, signori Consiglieri, già il Capogruppo Giuseppe Goglio ha ufficializzato la costituzione in seno al Consiglio regionale del Piemonte del nuovo Gruppo di Forza Italia al quale ho dato la mia adesione e del quale da oggi in poi faccio parte anche io a tutti gli effetti.
Non intendo aggiungere alcuna considerazione di carattere politico a quanto già esposto dal collega Goglio, considerazioni che io condivido.
Mi limiterò quindi ad una sintetica considerazione di carattere personale ed umano.
Un sentito grazie agli elettori piemontesi del PSDI, e del Novarese in particolare, che nel maggio 1990 ci delegarono, e mi delegarono per quanto mi concerne, a rappresentarli in seno al Consiglio regionale del Piemonte.
Furono in allora il 3,1% ed io in questi quattro anni e quattro mesi ho fatto tutto ciò di cui sono stato capace al fine di non tradire la loro fiducia. Poi nel 1992 alle elezioni politiche il PSDI in Piemonte raccolse l'1,9%. Alle politiche del 1994 non si presentò ed alle recenti europee i consensi furono pari allo 0,6%. Ben l'80% quindi di quegli elettori hanno lasciato il PSDI prima di noi. A partire dagli ultimi mesi che hanno stravolto dalle fondamenta l'assetto politico o partitico e di rappresentatività nel nostro Paese, noi siamo arrivati oggi ad una scelta sofferta, convinta, per quanto si può essere convinti oggi. Penso che chi non ha incertezze, dubbi e confusioni possa scagliare la prima pietra nei confronti di chiunque. Non facciamo altro, del resto, che tradurre in collocazione formale le nostre posizioni politiche di fondo sui problemi che hanno investito la Regione in questa legislatura: il risanamento del bilancio degli enti, la volontà di modificare radicalmente il modo di essere e di stare sul mercato di tutto il settore pubblico l'inderogabilità di provvedimenti che aumentino il rendimento e l'efficienza delle prestazioni e dei servizi attraverso il privilegio del merito e della qualità, della tempestività, della funzionalità delle strutture.
Siamo convinti che la solidarietà sociale, che come socialdemocratici poniamo al primo posto nel nostro impegno politico, la si può perseguire solo se a monte della ripartizione della ricchezza, ma che la ricchezza stessa viene prodotta con criteri e regole di funzionalità ed efficienza propri del concetto del produrre.
Con umiltà, quindi, promettendo l'impegno di sempre, ci auguriamo che anche questa nostra scelta possa contribuire a tenere alto e vivo il dibattito politico nella nostra assemblea.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Comunicazioni della Giunta regionale su ACNA e Re-Sol Esame ordine del giorno n. 728


PRESIDENTE

Passiamo ora al punto 7) all'o.d.g. che prevede una comunicazione della Giunta regionale su ACNA e Re-Sol.
Informo il Consiglio che è stato presentato un ordine del giorno sull'argomento, sottoscritto da tutti i Gruppi.
La parola al Presidente della Giunta, Brizio.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Intervengo per una breve premessa: il tema, a livello generale e complessivo, lo tratteremo sabato in un incontro con i parlamentari piemontesi. La situazione si sta evolvendo in modo assai negativo a livello di Presidenza del Consiglio dei Ministri.
L'ordine del giorno in distribuzione è più particolare anche se riguarda l'aspetto importante della zona a rischio; passerei la parola all'Assessore Marino per l'illustrazione del documento.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Marino.



MARINO Massimo, Assessore regionale

Ho personalmente chiesto e sollecitato che questa breve discussione sull'ACNA venisse svolta nella mattinata di oggi, anche perché, esattamente in questo momento, alla Camera si sta discutendo il decreto n. 529. Decreto reiterato per la sesta volta - se non ricordo male - che riguarda una modifica della cosiddetta legge Seveso, ovvero del DPR n. 175 sulle aziende a rischio.
In realtà, parte di tale decreto riguarda le cosiddette dichiarazioni di aree industriali critiche sul piano del rischio ambientale. Nell'elenco delle aree in discussione in questo momento in Parlamento è stata aggiunta infatti non risulterebbe che la Regione Liguria si sia attivata in tal senso l'area industriale di Savona.
Saprete tutti che la Regione Piemonte aveva già, più di un anno fa chiesto la reiterazione della richiesta di area a rischio; tale richiesta è stata ripresentata all'interno del nostro Piano triennale nel giugno/luglio di quest'anno. Il Ministero - come credo tutti sappiate - ha accolto le altre nostre due richieste di aree piemontesi a rischio, quella per Casale Monferrato (questione amianto) e quella riguardante l'area Trecate-Novara ma non ha inserito la reiterata richiesta di area a rischio per la Valle Bormida.
Tutti i segnali confermerebbero, per l'area industriale di Savona ripeto: non richiesta, per quanto ci risulta, dalla Regione Liguria e quindi presumibilmente aggiunta dalle due Commissioni camerali che hanno lavorato su questo decreto, l'VIII e la X una nostra preoccupazione iniziale: attraverso la dichiarazione di area critica del Savonese, da una parte si escluderebbe qualunque ipotesi e confronto con il Piemonte, e dall'altra si potrebbe attivare un percorso estremamente insidioso attraverso il quale il Ministero, sostanzialmente, stanzierebbe dei fondi per la costruzione del Re-Sol, che, da un certo punto di vista, verrebbe considerato come un intervento per affrontare la questione "area a rischio Valle Bormida".
Credo non sfugga, a chi è sensibile alla problematica "Valle Bormida" l'importanza di quanto sta succedendo in queste ore.
Aggiungo, ma sono fatti noti, che la Regione Piemonte ha contestato le procedure con le quali a fine luglio/inizio agosto l'ACNA ha presentato la richiesta di compatibilità ambientale al Ministero dell'Ambiente - inviata allo stesso Ministero, a quello dei Beni Culturali, alla Regione Liguria e per conoscenza alla Regione Piemonte così come il documento finale stilato dalla Commissione avviata presso la Presidenza del Consiglio - più nota come "Commissione Ricciuto" - la quale ha recentemente espresso parere favorevole al Re-Sol come ipotesi di soluzione dello smaltimento delle sostanze presenti nei lagoons. Tale parere è stato espresso con la non partecipazione del rappresentante del Ministero della Protezione Civile e con l'assenza - nota di qualunque membro della Regione Piemonte.
Di entrambe le questioni, Commissione Ricciuto e procedure utilizzate dall'ACNA in liquidazione per la richiesta di compatibilità ambientale, la Regione Piemonte richiederebbe la sospensione, attraverso l'ordine del giorno in distribuzione.
Nell'ordine del giorno si impegnerebbe la Giunta ad incontrare rapidamente la Regione Liguria, per chiarire i termini di quanto sta avvenendo alla Camera e si richiederebbe un incontro con la Presidenza del Consiglio dei Ministri, per esprimere compiutamente e fino in fondo le nostre opinioni rispetto alle inconsuete e discutibili procedure con le quali si vorrebbe risolvere il contenzioso, sicuramente di difficile soluzione, riguardante l'impianto del Re-Sol.



PRESIDENTE

Ricordo che sabato mattina vi sarà un incontro specificamente organizzato sul tema; tutti i colleghi Consiglieri sono stati invitati a partecipare.
La parola al Consigliere Marchini, Presidente della Commissione speciale d'indagine conoscitiva sulla riconversione e la compatibilità ecologica dell'industria piemontese.



MARCHINI Sergio

Chiedo scusa: il mio non è n' un intervento n' una dichiarazione di voto. Nella mia qualità di Presidente della Commissione delegata a seguire per quanto possibile la materia, pregherei la Giunta di voler considerare l'intento di incontrarsi con il Governo e con le altre autorità come un'attività alla quale sarei grato alla stessa Giunta se volesse consentire la presenza della Commissione nella persona del Vicepresidente a ci delegato, collega Giuliano. Così come avvenuto in passato, al tempo della vituperata Giunta Brizio due, con la collega Bresso, l'allora Vicepresidente della stessa Commissione.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, pongo in votazione l'ordine del giorno n. 728, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte preso atto che la società ACNA c.o, in liquidazione ha attivato in data 6/7/1994 le procedure di VIA sull'impianto Re-Sol, con le quali si richiede pronuncia di compatibilità ambientale al Ministero dell'Ambiente, dei Beni Culturali ed Ambientali, alla Regione Liguria e inviando copia per conoscenza alla Regione Piemonte considerato che la Commissione istituita dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri il 24/1/1994 (Commissione Ricciuto) ha emesso di recente e intempestivamente propria relazione favorevole al Re-Sol, senza la partecipazione di tecnici della Regione Piemonte, senza la ratifica del rappresentante del Ministero della Protezione Civile e comunque non esplorando compiutamente le possibili soluzioni alternative ed ignorando le osservazioni poste dagli esperti designati dalla Regione Piemonte avuto conoscenza che è in corso presso la Camera dei Deputati in queste ore la discussione del decreto legge n. 529 (modifica del DPR n. 175/88) nel quale all'art. 22 si elenca fra le 'Aree critiche ad elevata concentrazione di attività industriale' una non meglio definita 'area industriale di Savona' considerato che la dichiarazione di tale area non risulta richiesta dalla Regione Liguria e che, ignorando la proposta della Regione Piemonte (ribadita nel recente Piano triennale dell'ambiente) riferita alla Valle Bormida, tale denominazione potrebbe preludere al finanziamento dell'impianto Re-Sol e comunque al non coinvolgimento della Regione Piemonte dichiara 1) il proprio dissenso rispetto alle procedure attivate per la dichiarazione di VIA e per trarre conclusioni dal lavoro della Commissione istituita presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri richiedendo la sospensione immediata di entrambe le iniziative 2) la necessità di modificare l'art. 23 del decreto n. 529/94 sostituendo all'area industriale di Savona l"area della Valle Bormida' come richiesto in più occasioni dalla Regione Piemonte impegna la Giunta regionale 1) a richiedere un incontro urgente con la Giunta regionale della Regione Liguria al fine di definire un'eventuale posizione comune 2) a sollecitare un incontro urgente della Regione Piemonte eventualmente in forma congiunta con la Regione Liguria, con la Presidenza del Consiglio dei Ministri".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato all'unanimità dei 40 Consiglieri presenti.


Argomento:

Iscrizione argomenti all'o.d.g.


PRESIDENTE

Propongo di iscrivere all'o.d.g. il progetto di legge n. 519: "Seconda legge di variazione al bilancio della Regione per il 1994 e devoluzione di quote di assegnazioni statali in materia di agricoltura e foreste".
Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 48 hanno risposto SI 34 Consiglieri si sono astenuti 14 Consiglieri.
Il progetto di legge n. 519 è iscritto all'o.d.g.


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Esame progetto di legge n. 462: "Ulteriori modifiche alla L.R. 10/12/1984 n. 64 come modificata con L.R. 27/2/1986, n. 12, L.R. 28/11/1986, n. 54 e L.R. 24/4/1990, n. 45 in materia di assegnazione di alloggi di edilizia residenziale pubblica" (seguito)


PRESIDENTE

Proseguiamo con il punto 9) all'o.d.g. che prevede l'esame del progetto di legge n. 462.
La relazione del Consigliere Peano era già stata da me letta nel corso della seduta del 4 ottobre u.s.
Non essendovi interventi, passiamo all'esame del relativo articolato.
1) Emendamento presentato dai Consiglieri Rivalta, Peano e Cavallera: prima dell'art. 1 è inserito il seguente: "ART.1 1. L'art. 1 della L.R. 10/12/1984, n. 64, come modificato dall'art.
1 della L.R. 28/11/1986, n. 54, è sostituito dal seguente: 'ART. 1 - Ambito di applicazione della legge.
1. Le presenti norme, emanate in conformità ai criteri generali approvati dal CIPE con deliberazione pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n.
348 del 19/12/1981, si applicano a tutti gli alloggi acquistati, realizzati o recuperati da enti pubblici a totale carico o con il concorso o contributo dello Stato, della Regione, delle Province o dei Comuni, nonch a quelli acquistati, realizzati o recuperati da enti pubblici non economici per le finalità sociali proprie dell'edilizia residenziale pubblica.
2. I presenti criteri si applicano, altresì, alle assegnazioni delle case parcheggio, non appena sia cessata la causa dell'uso contingente per la quale sono stati realizzati e sempreché abbiano tipologie e standard abitativi adeguati.
3. Sono esclusi da tale applicazione gli alloggi: a) realizzati o recuperati da enti pubblici con programmi di edilizia agevolata qualora siano destinati, mediante l'emissione di appositi bandi, a fasce di redditi superiori a quelli di cui all'art. 2 comma primo, lettera f) b) di servizio per i quali la legge preveda la semplice concessione amministrativa con conseguente disciplinare e senza contratto di locazione c) di proprietà degli enti pubblici previdenziali, purché non acquistati, realizzati o recuperati a totale carico o con il concorso o contributo dello Stato o della Regione.
4. Sono altresì esclusi gli alloggi che hanno formato oggetto di interventi di recupero, qualora riassegnati ai precedenti occupanti, purch gli stessi siano in possesso dei requisiti di cui all'art. 2, comma primo fatta eccezione per il requisito di cui alla lettera f).
5. Possono inoltre essere esclusi, con atto deliberativo della Giunta regionale: a) gli alloggi che per modalità di acquisizione, per destinazione funzionale, per caratteristiche dell'utenza insediata o per particolari caratteri di pregio storico-artistico, non siano utilizzati o utilizzabili per i fini propri dell'edilizia residenziale pubblica b) gli alloggi di proprietà dei Comuni e degli enti pubblici non economici, che non siano stati realizzati o recuperati con fondi dello Stato o della Regione, e che siano destinati a soddisfare fasce di redditi superiori a quelli di cui all'art. 2, comma primo, lettera f)'".
La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore regionale

Volevo solo dare conto degli emendamenti che, proprio perché firmati dall'Assessore, dal Presidente della II Commissione e dal relatore corrispondono all'esigenza, che era stata in qualche modo posta in Commissione, di ripulire il testo.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Majorino; ne ha facoltà.



MAJORINO Gaetano

Pregherei i proponenti di illustrare le varianti che in realtà ha l'emendamento (anzi gli emendamenti, perché sono diversi) rispetto al testo approvato dalla Commissione.
Se ho capito bene - e credo di avere capito bene - si tratta principalmente e prevalentemente di una riscrittura con qualche modifica od aggiunta.
Penso sarebbe bene che ci si dicesse: "Il testo approvato dalla Commissione è quello che voi Consiglieri avete a vostre mani; l'emendamento riscrive e in particolare puntualizza questo o quest'altro punto". In caso contrario, diventa oggettivamente impossibile capire dove finisce il testo approvato dalla Commissione e dove comincia l'emendamento, che principalmente è una riscrittura.
Chiedo questo per avere chiarezza e per poter votare con cognizione di causa, altrimenti diventa oggettivamente difficile votare.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore regionale

E' perfettamente legittima la richiesta del collega Majorino ed era anche doveroso da parte mia, quando sono intervenuto in precedenza, essere più preciso.
Devo subito dire che, per quanto riguarda l'art. 1, non vi sono modifiche sostanziali rispetto alla precedente formulazione della legge, in quanto è stata compiuta solamente una riscrittura dell'articolo. Le modificazioni del testo iniziano dall'art. 2, per cui nell'art. 1 non vi sono sostanziali modificazioni rispetto a quello che era il precedente enunciato.
In questo modo penso di rispondere al collega Majorino e di tranquillizzarlo nel momento in cui si ha fiducia nell'opera di riscrittura svolta dalla Commissione; comunque, si sa anche con quale metodo si è lavorato, nel senso che si è fatta una doppia lettura del provvedimento.
Nonostante questo, proprio perché la legge fondamentale aveva già subìto diverse modifiche, si è colta l'occasione per riscriverla in modo logico ma - ripeto - i contenuti dell'art. 1 non sono assolutamente cambiati.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 24 voti favorevoli e 16 astensioni.
Tale emendamento costituisce il nuovo art. 1.
Si proceda pertanto alla votazione del nuovo art. 1, per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 voti favorevoli 24 astensioni 16.
Il nuovo art. 1 è approvato.
ART. 2 (ex art. 1) 2) Emendamento presentato dai Consiglieri Rivalta, Peano e Cavallera: l'art. 1 è sostituito dal seguente: "1. L'art. 2 della L.R. n. 64/84, come modificato dall'art. 3 della L.R. 27/2/1986, n. 12, e dall'art. 4 della L.R. 23/4/1990, n. 45, è sostituito dal seguente: 'ART. 2 - Requisiti per l'accesso all'edilizia residenziale pubblica.
1. Per essere ammesso all'assegnazione degli alloggi di cui alla presente legge, il richiedente deve essere in possesso dei seguenti requisiti: a) essere cittadino italiano o di uno Stato membro della CEE; sono altresì ammessi i cittadini extracomunitari per i quali ricorrano le condizioni di cui all'art. 13 della L.R. 8/11/1989, n. 64, nonché i cittadini di uno Stato straniero in cui analogo diritto è reciprocamente riconosciuto b) avere residenza anagrafica oppure prestare, o essere destinato a prestare, attività lavorativa nel Comune o in uno dei Comuni compresi nell'ambito territoriale cui si riferisce il bando di concorso; detto requisito non è richiesto ai lavoratori emigrati all'estero, ai quali non è consentita la partecipazione per più di un ambito territoriale c) non essere titolare di diritti di proprietà, usufrutto, uso ed abitazione su un alloggio adeguato alle esigenze del nucleo familiare nella Provincia nel cui ambito è pubblicato il bando di concorso d) non essere titolare di diritti di cui alla lettera c) su uno o più immobili ubicati in qualsiasi località, la cui rendita catastale rivalutata sia superiore a 2,5 volte la tariffa della categoria A/2 classe I del Comune in cui è ubicato l'immobile o la quota prevalente degli immobili; sono esclusi gli immobili utilizzati per lo svolgimento diretto di un'attività economica e) non aver ottenuto l'assegnazione in proprietà immediata o futura di alloggio realizzato con contributi pubblici, o l'attribuzione di precedenti finanziamenti agevolati in qualunque forma concessi dallo Stato o da enti pubblici, o di alloggi acquistati, realizzati o recuperati da enti pubblici non economici per le finalità proprie dell'ERP, su tutto il territorio nazionale, sempreché l'alloggio non sia inutilizzabile o perito senza dar luogo al risarcimento del danno f) fruire, alla data di pubblicazione del bando di concorso, di un reddito annuo complessivo del nucleo familiare non superiore al limite per l'accesso all'edilizia sovvenzionata vigente al momento dell'indizione del bando di concorso; per le famiglie di nuova formazione, come definite all'art. 11, comma primo, lettera g), numero 2, il reddito annuo complessivo è costituito dalla somma dei redditi percepiti da ciascuno dei nubendi g) non aver ceduto in tutto o in parte, fuori dai casi previsti dalla legge, l'alloggio eventualmente assegnato in precedenza in locazione semplice.
2. I requisiti di cui al comma primo devono essere posseduti alla data di pubblicazione del bando da parte del richiedente e, limitatamente alle lettere c), d), e), g), da parte degli altri componenti il nucleo familiare.
3. I requisiti di cui al comma primo devono permanere al momento dell'assegnazione, nonché successivamente, in costanza di rapporto, fatta eccezione per il requisito di cui alla lettera f), per il quale valgono le disposizioni di cui all'art. 21, comma secondo.
4. Particolari requisiti aggiuntivi possono essere stabiliti in relazione all'assegnazione di alloggi realizzati con finanziamenti destinati a specifiche finalità, ovvero in relazione a peculiari esigenze locali. Per tali interventi, i provvedimenti regionali di localizzazione possono prevedere requisiti integrativi rispondenti alle finalità programmatorie, con riferimento anche all'eventuale anzianità di residenza.
5. Ai fini della presente legge valgono le seguenti definizioni: a) reddito annuo complessivo è quello imponibile, relativo all'ultima dichiarazione fiscale, al lordo delle imposte e al netto dei contributi previdenziali e degli assegni familiari di ciascun componente il nucleo che svolga attività lavorativa autonoma o dipendente o percepisca pensione. Oltre all'imponibile fiscale vanno computati tutti gli emolumenti, indennità, pensioni, sussidi, a qualsiasi titolo percepiti, ivi compresi quelli esentasse, ad eccezione dei sussidi e/o assegni percepiti in attuazione delle vigenti norme da componenti il nucleo familiare handicappati o disabili. Detto reddito è calcolato ai sensi dell'art. 21 della legge 5/8/1978, n. 457 e successive modifiche ed integrazioni b) per nucleo familiare si intende la famiglia costituita dai coniugi e dai figli legittimi naturali, riconosciuti ed adottivi e dagli affiliati con loro conviventi. Fanno altresì parte del nucleo il convivente more uxorio, gli ascendenti, i discendenti, i collaterali fino al terzo grado, gli affini entro il secondo grado, purché la stabile convivenza con il concorrente duri da almeno due anni prima della data di pubblicazione del bando di concorso e sia dimostrata nelle forme di legge. Sono considerati componenti del nucleo familiare anche persone non legate da vincoli di parentela o affinità, qualora la convivenza istituita duri da almeno due anni dalla data di pubblicazione del bando e sia dichiarata in forma pubblica con atto di notorietà sia da parte del concorrente, sia da parte delle persone conviventi c) è adeguato al nucleo familiare l'alloggio composto da un numero di vani, esclusi accessori, uguale o superiore a quello dei componenti il nucleo familiare; non può comunque considerarsi adeguato un alloggio: 1) dichiarato igienicamente inidoneo dall'autorità competente 2) composto da un solo vano.
6. Il limite di reddito per l'accesso all'edilizia sovvenzionata di cui al comma primo, lettera f), ai fini dell'aggiornamento delle fasce di reddito di cui all'art. 14, comma terzo, della L.R. 26/7/1984, n. 33, è aggiornato biennalmente dalla Giunta regionale, con riferimento al mese di luglio, in base al 75% della variazione accertata dall'ISTAT dell'indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e di impiegati dell'anno precedente'".
La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore regionale

Questo secondo emendamento è un emendamento sostitutivo, che per assolve a diverse funzioni, poiché introduce nuove modifiche. I contenuti innovativi si riferiscono al comma primo, lettera a), laddove si dice che possono concorrere al bando i cittadini italiani o di uno Stato membro della CEE; sono altresì ammessi i cittadini extracomunitari per i quali ricorrano le condizioni di cui all'art. 13 della L.R. 8/11/1989, n. 64 nonché i cittadini di uno Stato straniero in cui analogo diritto è reciprocamente riconosciuto.
Inoltre, si innova il comma alla lettera c) - mi riferisco al vecchio testo per comodità, in modo da consentire al collega Majorino di seguire precisando meglio il discorso della proprietà (usufrutto, uso di abitazione su alloggio adeguato alle esigenze del nucleo familiare).
Alla lettera d) si specifica: "Non essere titolare di diritti di cui alla lettera c) su uno o più immobili ubicati in qualsiasi località, la cui rendita catastale rivalutata sia superiore a 2,5 volte la tariffa della categoria A/2 classe I del Comune in cui è ubicato l'immobile o la quota prevalente degli immobili; sono esclusi gli immobili utilizzati per lo svolgimento diretto di un'attività economica".
Queste erano le modifiche che conteneva il disegno di legge n. 462 ovviamente l'emendamento sostitutivo che viene proposto da un lato riscrive completamente l'articolo per evitare il taglia e cuci che a volte produce degli effetti diversi dalle volontà dei proponenti o dei redattori, e dall'altro contiene queste ridefinizioni a cui in sostanza si riferiva il collega per essere informato dei contenuti.
Vi è poi ancora, al termine dell'articolo (comma secondo), la precisazione che i requisiti di cui al comma primo devono essere posseduti alla data di pubblicazione del bando da parte del richiedente e limitatamente alle lettere c), d), e), g), da parte degli altri componenti il nucleo familiare.
Nel comma terzo si dice che i requisiti di cui al comma primo devono permanere al momento dell'assegnazione, nonché successivamente, in costanza di rapporto, fatta eccezione per il requisito di cui alla lettera f), che si riferisce al reddito, per il quale vi è il meccanismo dell'assegnazione a decadenza; voi sapete che la decadenza si registra quando si ha il doppio del reddito di assegnazione.
Mi rendo conto che si tratta di una materia difficile; abbiamo lavorato molto in Commissione, ma è anche giusto dare conto di queste cose in aula per il verbale e anche per conoscenza dei colleghi.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bodrero; ne ha facoltà.



BODRERO Antonio

Si è parlato di extracomunitari, e l'impressione generale è che questi extracomunitari abbiano acquisito un po' troppo in fretta dei diritti che spettano strettamente ai cittadini italiani ed eventualmente a quelli facenti parte della Comunità europea.
Pare che all'inizio gli ingressi degli extracomunitari siano avvenuti generalmente in modo clandestino, violando leggi internazionali ben precise, perché certi partiti (sappiamo quali), che possiamo chiamare del disordine, dell'anarchia o dell'anarcoidia, hanno favorito queste iniziative. Penso che in questo caso, visto che non c'è alcun chiarimento su che specie di extracomunitari si sta parlando, voterò contro.



CALLIGARO Germano

Che "specie" di extracomunitari?



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore regionale

Grazie, Presidente, perché mi consente di fare delle precisazioni.
Prima di tutto, un dato quantitativo (sappiamo che la regola dei numeri è incontrovertibile): dobbiamo far presente al Consiglio che le assegnazioni per extracomunitari ammontano al 7,5% di tutte le assegnazioni fatte nel 1993, quindi tutto l'allarmismo, che per ragioni ben precise (è comprensibile) qualcuno ha fatto e sta facendo su questa vicenda, deve essere in qualche modo smentito. Ci troviamo di fronte ad assegnazioni che sono contenute in percenTuali molto limitate, anche perché non parliamo di abusivi, parliamo di assegnatari, di partecipanti ai bandi che sono in regola con le leggi dello stato italiano, quindi devono avere il permesso di soggiorno, devono avere un lavoro, ecc. Esprimiamo certamente tutte le preoccupazioni per i nostri concittadini e noi ce ne siamo fatti carico quando abbiamo previsto la possibilità per ogni Comune, per ogni Sindaco di riservare la metà delle assegnazioni ai residenti nel proprio Comune. E' giusto che nel momento in cui un Comune mette a disposizione un'area realizza un intervento, possa soddisfare anche le esigenze prioritarie dei propri cittadini.
Penso che non le sia sfuggito, collega Bodrero, che i benefici agli extracomunitari valgono ai sensi di una legge regionale ben precisa che ne regolamenta la casistica, oppure per tutti quei casi in cui vi è un regime di reciprocanza tra i cittadini dei rispettivi Stati. Si tratta di fattispecie molto ben precise, molto ben definite, che in termini ponderali per il 1993 hanno pesato per il 7,5%. Quindi smettiamola con tutto l'allarmismo che si fa su questa vicenda.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bodrero per dichiarazione di voto.



BODRERO Antonio

Confermo il voto contrario perché l'allarmismo non è mio, ma è dell'Unione Europea che rimprovera aspramente la condotta dello Stato italiano su questo problema gravissimo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino per dichiarazione di voto.



MAJORINO Gaetano

Mantengo l'astensione su questo emendamento, anche perché ritengo che si possa incorrere nell'infortunio legislativo della reiezione di questa norma laddove si prevede, equiparando la convivenza more uxorio ai familiari legittimi... Non è che io ce l'abbia con le convivenze more uxorio, però inserire in un testo di legge l'equiparazione ai figli legittimi, naturali, riconosciuti e adottivi, i quali sono facilmente documentabili attraverso gli estratti di nascita, diventa estremamente discrezionale e di comodo prendere in considerazione normativa anche il convivente more uxorio per il quale non si sa bene con quale documento che possa fare fede si attesterà la di lui qualifica.
Capisco che la questione delle famiglie di mero fatto timidamente sta per essere presa in considerazione normativa dal legislatore, anche dal legislatore nazionale, però avrei dei dubbi che ai fini di questa partecipazione ai concorsi e della documentazione della famiglia del richiedente si possa inserire anche il mero convivente more uxorio.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Sartoris per dichiarazione di voto.



SARTORIS Anna

Avevo già espresso voto contrario in Commissione su questo, perch avevo fatto una domanda precisa: facendo i bandi normali senza limitazioni ci si trovava a vedere occupati i posti quasi al 100% da famiglie extracomunitarie, che sicuramente avevano i requisiti per avere diritto all'assegnazione. Visto che si stava procedendo a modificare la legge credo che non si dovesse costringere il Comune a fare bandi specifici per non doversi vedere assegnare tutti gli alloggi ad extracomunitari, tenendo presente che secondo le ultime statistiche che sono state fatte sul flusso di extracomunitari che hanno raggiunto il nostro Stato, il 25% sono ricongiungimenti familiari.
Quindi, molto probabilmente, ci sarà una maggiore richiesta e un maggiore afflusso delle domande per queste assegnazioni. Noi eravamo contrari in Commissione. Rimaniamo contrari, perché non crediamo che nel momento in cui si fa una legge si debbano obbligare i Comuni, o chi fa i bandi, a doverli fare specifici perché non si possa accedere a queste case.
Crediamo che in questo momento sia il caso di fare una legge precisa che non obblighi i Comuni a dover ricorrere a questi espedienti per risolvere la situazione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore regionale

Una precisazione, prima di tutto, al collega Majorino. Questa proposta di legge non innova nulla rispetto al testo precedente che già faceva riferimento alla convivenza more uxorio. Questo va detto per conoscenza e tranquillità di voto da parte di tutti i colleghi.
Per quanto riguarda le osservazioni della collega Sartoris, noi non ci siamo solamente limitati ad osservare gli alloggi assegnati, arrivando alla conclusione che abbiamo assegnato il 7,5% agli extracomunitari, ma abbiamo osservato anche tutti coloro che sono presenti nelle graduatorie in posizione utile (nelle graduatorie di tutto il Piemonte per il 1993 ovviamente, che era l'anno di osservazione).
Sono in grado di fornire ai colleghi che me lo richiedono copia di questi dati suddivisi provincia per provincia. Sotto il profilo della presenza nelle graduatorie dei bandi siamo al 7,9%: per cui possiamo dire che alle porte preme il 7,9% dei presenti in graduatoria, mentre il 7,5% ha già avuto l'assegnazione. Questo va precisato.
E' chiaro poi che vi sono anche le raccomandazioni della collega Sartoris, che in qualche modo, secondo me, trovano collocazione nella legge laddove si dice che possono essere autorizzati ed emessi bandi con caratteristiche particolari. Potrebbero esserci delle esigenze sociali di riservare i bandi totalmente ai residenti; pensiamo a Comuni con certe collocazioni, certe posizioni geografiche. Quindi è una legge che già prima considerava ed ancora adesso, con questa riscrittura e con le modifiche che andiamo introducendo, tiene presente situazioni per cui non è facile trovare delle posizioni di equilibrio tra esigenze diametralmente opposte fra di loro.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 26 voti favorevoli, 3 contrari e 10 astensioni.
Si proceda alla votazione dell'art. 2 (ex art. 1), così emendato, per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 voti favorevoli 26 voti contrari 3 astensioni 10.
L'art. 2 (ex art. 1) è approvato.
ART. 3 (ex art. 2) - Si proceda alla votazione, per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 voti favorevoli 26 voti contrari 3 astensioni 10.
L'art. 3 (ex art. 2) è approvato.
ART. 4 (ex art. 3) - Si proceda alla votazione, per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 voti favorevoli 26 voti contrari 3 astensioni 10.
L'art. 4 (ex art. 3) è approvato.
ART. 5 (ex art. 4) - Si proceda alla votazione, per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 voti favorevoli 26 voti contrari 3 astensioni 10.
L'art. 5 (ex art. 4) è approvato.
ART. 6 (ex art. 5) 3) Emendamento presentato dai Consiglieri Rivalta, Peano e Cavallera: al comma secondo, le parole "chiede la documentazione a comprova ad un numero di richiedenti congruente con le assegnazioni da effettuare" sono sostituite dalle parole "chiede la documentazione a comprova ad un numero di richiedenti uguale alle assegnazioni da effettuare più ad un congruo numero di riserve".
La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore regionale

L'emendamento è della stessa natura dei precedenti. Voglio cogliere l'occasione per ringraziare il collega Rivalta. Certamente i firmatari degli emendamenti sono tre, però l'opera di revisione e di riscrittura del testo è stata compiuta soprattutto dal collega Rivalta e qui intendo ringraziarlo.
In questo senso noi intendiamo riformulare quella possibilità, che è prevista, di chiedere la documentazione a comprova, come è detto nell'emendamento, ad un numero di richiedenti uguale alle assegnazioni più ad un congruo numero di riserve.
Nella discussione in Commissione erano emersi parecchi dubbi sulla proposta originaria. Dopo averla rimeditata si è trovata questa formulazione che sembra assolvere meglio alle finalità perseguite dai proponenti.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 19 voti favorevoli, 2 contrari e 14 astensioni.
Si proceda alla votazione dell'art. 6 (ex art. 5), così emendato, per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 voti favorevoli 21 voti contrari 3 astensioni 12.
L'art. 6 (ex art. 5) è approvato.
ART. 7 (ex art. 6) - Si proceda alla votazione, per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44,comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 voti favorevoli 21 voti contrari 3 astensioni 12.
L'art. 7 (ex art. 6) è approvato.
ART. 8 (ex art. 7) 4) Emendamento presentato dai Consiglieri Rivalta, Peano e Cavallera: all'art. 7 (che sostituisce l'art. 11 della L.R. n. 64/84) il terzo comma dell'articolo sostituito è così riformulato: "3. Nel caso di punteggi tra loro non cumulabili si tiene conto del punteggio maggiore".
La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore regionale

Direi che si commenta da solo. E' una riformulazione.



PRESIDENTE

Se non vi sono dichiarazioni, possiamo votare tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 20 voti favorevoli, 3 contrari e 13 astensioni.
Si proceda alla votazione dell'art. 8 (ex art. 7), così emendato, per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 voti favorevoli 20 voti contrari 3 astensioni 13.
L'art. 8 (ex art. 7) è approvato.
ART. 9 (ex art. 8) - Si proceda alla votazione, per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44,comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 voti favorevoli 20 voti contrari 3 astensioni 13.
L'art. 9 (ex art. 8) è approvato.
ART. 10 (ex art. 9) - Si proceda alla votazione, per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 voti favorevoli 20 voti contrari 3 astensioni 13.
L'art. 10 (ex art. 9) è approvato.
ART. 11 (ex art. 10) 5) Emendamento presentato dai Consiglieri Rivalta, Peano e Cavallera: l'art. 10 è sostituito dal seguente: "1. L'art. 15 della L.R. n. 64/84 è sostituito dal seguente: 'Art. 15 - Riserve. 1. I Comuni sono autorizzati ad assegnare, dandone comunicazione alla Regione, un'aliquota non eccedente il 25%, arrotondata all'unità superiore, degli alloggi che si rendono disponibili su base annua, al di fuori delle graduatorie di cui all'art. 12, per far fronte a specifiche e documentabili situazioni di emergenza abitativa, quali: pubbliche calamità, sfratti, sistemazione dei profughi, sgombero di unità abitative da recuperare, trasferimento di appartenenti alle forze dell'ordine.
2. Tutte le quote di riserva previste dalle vigenti disposizioni debbono essere contenute nel predetto 25% di alloggi da assegnare annualmente in ciascun ambito.
3. Al fine di assicurare alle forze dell'ordine la possibilità di richiedere l'accesso agli alloggi di edilizia residenziale pubblica, i Comuni informano la Prefettura in merito ai bandi emessi ed al numero di alloggi che, nell'ambito della riserva di cui al primo comma, possono essere destinati alle forze dell'ordine; tale riserva speciale deve essere prevista in misura comunque non inferiore al 5% degli alloggi di cui si prevede l'assegnazione. Qualora entro 60 giorni dall'invio della comunicazione la Prefettura non abbia segnalato l'interesse ad accedere alla riserva speciale, la stessa non è più operante.
4. A norma dell'art. 13 della L.R. 9/1/1987, n. 1, la Giunta regionale può riservare, anche su proposta dei Comuni interessati, una quota di alloggi di edilizia residenziale pubblica non superiore al 10 dell'aliquota prevista dal primo comma, a favore degli emigrati che ne facciano richiesta entro tre anni dalla data del rientro e che siano in possesso dei requisiti previsti dall'art. 2.
5. Anche per le assegnazioni degli alloggi riservati devono sussistere i requisiti prescritti all'art. 2.
6. Nel caso in cui il beneficiario della riserva sia già assegnatario di alloggio di edilizia residenziale pubblica i requisiti richiesti sono quelli di permanenza.
7. L'accertamento dei requisiti viene effettuato dalla Commissione di cui all'art. 10 previa istruttoria dei Comuni interessati.
8. Qualora, in presenza delle situazioni di emergenza abitativa di cui al comma primo, sussistano condizioni di particolare urgenza il Comune può procedere, anche in deroga ai commi quinto e sesto, ma nell'ambito della quota di riserva di cui al comma primo, a sistemazioni provvisorie che non possono eccedere la durata di due anni.
9. Ogni altra forma di riserva al di fuori di quelle previste dal presente articolo, deve essere determinata da leggi regionali, fatte salve diverse disposizioni stabilite da leggi nazionali'".
La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore regionale

Chiedo solo un attimo di comprensione da parte dei colleghi in quanto vi sono tre numerazioni: il testo base, il disegno di legge e le modifiche dovute agli emendamenti.
Per quanto riguarda le riserve ne viene introdotta una se pur minima che riguarda le forze dell'ordine. La riserva generale è del 25%: all'interno di questa riserva, con una procedura che ovviamente prescinde dalla competenza regionale e interessa la Prefettura, si stabilisce una riserva del 5%. Ovviamente vi è anche una scadenza temporale (mi sembra di 60 giorni) da rispettare, cioè si scrive alla Prefettura che vi è una disponibilità di alloggi, segnalandone il 5%: se entro 60 giorni la Prefettura non risponde, si procede per le vie normali. Diversamente la Prefettura ha titolo a segnalare quali operatori delle forze dell'ordine possono avere questa assegnazione.
E' confermata la competenza dei Comuni all'assegnazione. Mi sembra di avere in qualche modo tratteggiato l'unica novità.



PRESIDENTE

Se non vi sono altri interventi, possiamo votare l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 19 voti favorevoli, 2 voti e 14 astensioni.
Si proceda alla votazione dell'art. 11 (ex art. 10), così emendato, per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 voti favorevoli 19 voti contrari 2 astensioni 14.
L'art. 11 (ex art. 10) è approvato.
ART. 12 (ex art. 11) - Si proceda alla votazione, per alzata di mano ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 voti favorevoli 19 voti contrari 2 astensioni 14.
L'art. 12 (ex art. 11) è approvato.
ART. 13 (ex art. 12) 6) Emendamento presentato dai Consiglieri Rivalta, Peano e Cavallera: l'art. 12 è abrogato.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 19 voti favorevoli e 14 astensioni.
ART. 14 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 voti favorevoli 19 astensioni 14.
L'art. 14 è approvato.
ART. 15 (ex art. 14) 7) Emendamento presentato dai Consiglieri Rivalta, Peano e Cavallera: il comma secondo dell'art. 14 è abrogato.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 20 voti favorevoli e 16 astensioni.
Si proceda alla votazione dell'art. 15 (ex art. 14), così emendato, per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 voti favorevoli 22 voti contrari 2 astensioni 15.
L'art. 15 (ex art. 14) è approvato.
8) Emendamento presentato dal Consigliere Bara: all'art. 14, comma quarto, nel testo originario, al comma terzo dell'art. 18, dopo le parole "trasferimento in altro" sostituire la parola "Comune" con la parola "alloggio".
La parola al Consigliere Rabellino.



RABELLINO Renzo

Vorrei solo capire a che punto siamo dell'articolato.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore regionale

Volevo solo dire che l'emendamento Bara si riferisce ad un articolo non ancora interessato da votazione. Se la Giunta avesse ricevuto prima il suggerimento del Consigliere Bara già sarebbe stato scritto il relativo articolo; l'emendamento, dunque, costituisce un nuovo articolo.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 22 voti favorevoli, 2 contrari e 12 astensioni.
Si proceda alla votazione del nuovo art. 15 bis, per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 voti favorevoli 22 voti contrari 2 astensioni 12.
L'art. 15 bis è approvato.
ART. 16 (ex art. 15) - Si proceda alla votazione per alzata di mano ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 voti favorevoli 22 voti contrari 2 astensioni 12.
L'art. 16 (ex art. 15) è approvato.
ART. 17 (ex art. 16) 9) Emendamento presentato dai Consiglieri Rivalta, Peano e Cavallera: l'art. 16 è sostituito dal seguente: "1. Nella L.R. n. 64/84, come modificata dalle LL.RR. 27/2/1986, n.
12, 28/11/1986, n. 54 e 23/4/1990, n. 45, ovunque ricorrano le espressioni 'IACP' o 'Istituti Autonomi per le Case Popolari' queste sono sostituite da 'ATC' e l'espressione 'Consorzio regionale fra gli IACP' è sostituita da 'Giunta regionale' salvo: a) ai commi sesto, dodicesimo, tredicesimo, sedicesimo e diciottesimo dell'art. 17 ove le parole 'Istituto Autonomo Case Popolari' o 'IACP' sono sostituite dalle parole 'Ente gestore' b) al comma diciassettesimo dell'art. 17 ove le parole 'IACP' sono sostituite dalle parole 'Enti gestori' c) al comma nono dell'art. 19 ove le parole 'dal Consorzio fra gli IACP' sono sostituite dalle parole 'dall'Ente gestore'".
La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore regionale

Si tratta di un emendamento che sostituisce alle dizioni "IACP" (Istituti Autonomi Case Popolari) la nuova dizione "ATC" (Agenzia Territoriale per la Casa) e alla dizione "Consorzio regionale fra IACP", la dizione "Giunta regionale" in considerazione della L.R. n. 11.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 22 voti favorevoli e 14 astensioni.
Si proceda alla votazione dell'art. 17 (ex art. 16), così emendato, per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 voti favorevoli 22 voti contrari 2 astensioni 12.
L'art. 17 (ex art. 16) è approvato.
ART. 18 (ex art. 17) 10) Emendamento presentato dall'Assessore Cavallera: il primo comma dell'art. 17 è così riscritto: "La deroga di cui all'art. 1 della L.R. 22/7/1991 n. 32, come modificato dall'art. 4 della L.R. 21/1/1993 n. 1, ha efficacia fino al 31/12/1995, limitatamente ai Comuni ad alta tensione abitativa individuati con deliberazione del CIPE del 30/5/1985".
Mi è stato comunicato che l'Assessore intende apportare una modifica all'emendamento testè letto, e cioè abrogare la frase: "limitatamente ai Comuni ad alta tensione abitativa individuati con deliberazione del CIPE del 30/5/1985".
La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore regionale

Ho presentato questo emendamento in quanto la Giunta regionale nell'accordare le deroghe si atterrà, come ha fatto finora, ai Comuni ad alta tensione abitativa più i Comuni di Chieri e di Chivasso che sono i Comuni che fanno parte dell'Area metropolitana e che non sono inclusi in quella nota deliberazione CIPE di livello nazionale che risale al 1985.
Pertanto se avessimo mantenuto la formulazione, così come avevamo proposto in un primo tempo, non si sarebbe più potuto continuare su una linea sulla quale noi vogliamo attestarci. In questo senso vogliamo rassicurare il Consiglio che la Giunta regionale sarà molto rigida nell'applicare queste norme di deroga e la circoscriverà tassativamente ai Comuni ad alta tensione abitativa con la precisazione poc'anzi detta.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento così riformulato.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 22 voti favorevoli, 2 contrari e 9 astensioni.
11) Emendamento presentato dai Consiglieri Rivalta, Peano e Cavallera: al comma secondo dell'art. 17, dopo le parole "e successive modifiche ed integrazioni," sono inserite le parole "effettuate antecedentemente all'entrata in vigore della presente legge".
La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore regionale

Per quanto riguarda le assegnazioni provvisorie era necessario essere chiari e cioè dire che ci si intendeva rivolgere a quei casi che precedono ovviamente l'entrata in vigore della presente legge.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 22 voti favorevoli, 2 contrari e 10 astensioni.
Si proceda alla votazione dell'art. 18 (ex art. 17), così emendato, per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 voti favorevoli 22 voti contrari 2 astensioni 10.
L'art. 18 (ex art. 17) è approvato.
Passiamo alle dichiarazioni di voto sull'intero testo della legge.
La parola al Consigliere Rabellino.



RABELLINO Renzo

Non posso che rilevare la caoticità di questa procedura. Penso che la Giunta avrebbe potuto ancora aspettare una settimana prima di presentare questa legge, ma arrivare con un testo almeno comprensibile. Qui, come penso sia chiaro a tutti, c'è una certa difficoltà a capire cosa si stia votando. Indipendentemente da questo non posso che esprimere voto contrario, ho dato voto contrario a quasi tutti gli articoli per varie motivazioni di fondo.
La prima è la scarsa percentuale di riserva ai Comuni (50%) estremamente limitata. Visto che c'è una reale esigenza di richieste di alloggi, penso che innanzitutto si dovrebbe dare la precedenza ai residenti, fino ad esaurimento delle richieste, dopodiché se c'è ancora possibilità lo si dia pure ad altri, ma fino ad esaurimento delle richieste si dovrebbe dare la precedenza ai residenti, dopodiché ai residenti nei Comuni limitrofi, ai residenti nella provincia, ecc.
C'è sicuramente un discorso da fare sull'edilizia pubblica: ha senso oggi continuare a potenziare il discorso dell'edilizia pubblica? Penso che gli sforzi di una Regione come la nostra dovrebbero andare in un'altra direzione, cioè creare delle strutture che permettano ai singoli nuclei familiari di acquisire l'abitazione in proprio, non tanto di darla in assegnazione. Mi ha stupito l'atteggiamento di alcuni Gruppi, che si definiscono "liberisti", che vanno ad avallare, con un voto favorevole o addirittura anche con un'astensione, un'operazione di questo tipo.
Il discorso dell'edilizia pubblica deve essere rivisto, è molto più logico cercare di investire in un'ottica diversa: invogliare la gente ad acquisire la propria casa, per cui mutui a tasso agevolato, anche a tasso zero, per quelle famiglie che hanno delle difficoltà. Non possiamo pensare di continuare ad assistere in modo totalmente gratuito certe classi sociali, che sono sicuramente in difficoltà, per cui individuiamo pure gli strumenti per venire incontro a queste classi sociali, però dobbiamo anche sollecitare l'impegno da parte di certi nuclei familiari ad arrivare ad avere una proprietà singola ed individuale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rivalta.



RIVALTA Luigi

Non ho chiesto la parola né nella discussione generale n' nel corso dell'esame degli emendamenti, perché ritenevo prevalente l'approvazione di questa legge. Ho voluto sottolineare che il problema dell'urgenza esiste e che i rinvii a cui questa legge è stata sottoposta, anche in queste ultime settimane in Consiglio, pesano sulla tensione abitativa esistente nella nostra Regione e sull'aspetto sociale che la alimenta.
Detto questo, intervengo in dichiarazione di voto perché mi parrebbe distorcente se l'approvazione di questo nuovo testo per l'assegnazione degli alloggi di edilizia sovvenzionata si concludesse con le dichiarazioni del Consigliere Rabellino. Io non voglio polemizzare su quanto detto dal Consigliere Rabellino, ma credo che questo Consiglio, nel passare alla votazione dell'intero testo di legge, debba considerare il quadro generale e non solo i problemi indicati dal Consigliere Rabellino.
La revisione della legge n. 64, che è stata approvata nella sua prima formulazione nel 1984 e che ha poi avuto successive modifiche, è dovuta all'esigenza di rendere più agile e in qualche modo più corretta la procedura di assegnazione degli alloggi di edilizia sovvenzionata, con l'obiettivo di rimettere in moto le procedure dei bandi.
Il caso più tipico a cui soccorre questa legge è la situazione di Torino, dove per le esigenze eccezionali (gli sfratti, in particolare) dal 1981 non si fanno bandi. Non si fanno bandi anche perché le procedure previste dalla vecchia legge n. 64 sono complicate, onerose e creano grandi aspettative. E' grande l'impegno nella dimostrazione della condizione sociale per accedere allo IACP e le risposte sono molto limitate. Un tale impegno non può non essere affrontato.
Questa legge rende più agile la gestione dei bandi da parte di tutti i Comuni, ma in particolare del Comune di Torino, che, per la sua dimensione caratteristica, è quello che più avverte questo problema; permetterà, con i bandi, di riprendere anche un censimento della domanda di edilizia sovvenzionata che ci manca da molto tempo.
Con questa modifica, per snellire e rendere più semplici le procedure si sono apportate alcune razionalizzazioni nel testo che si era generato sulla base di altre modifiche, interpretazioni ed anche chiarimenti. Di qui l'esigenza - dopo il licenziamento della Commissione, che aveva deciso di passare ai voti (forse la collega Sartoris lo ricorderà) senza una rilettura - di una serie di emendamenti che ci siamo accollati riportandoli in aula.
Dalla discussione di questa mattina colgo che tale rilettura è stata utile ai Consiglieri in quanto ha riportato una riformulazione completa dell'intero articolato investito degli emendamenti, perché sono articoli su cui alcuni Consiglieri (forse anche Rabellino) hanno potuto intervenire con più cognizione della materia. Certo, dove l'emendamento è così puntuale e specifico e si inserisce in un articolo che non è riletto, non è riesteso come invece abbiamo fatto almeno per tre fondamentali, la comprensione in aula diventa difficile. In questo senso sono d'accordo con il Consigliere Rabellino: c'è stata una difficoltà di lettura, ma vorrei far presente a tutti i Consiglieri che questa questione la si supera se nelle Commissioni c'è la volontà di superarla. Dove abbiamo potuto farlo, per qualche articolo o per altri testi di legge, il lavoro in aula è diventato più facile e anche la comprensione generale è diventata più vasta.
Per finire questa mia dichiarazione di voto voglio dire che giustamente alcuni Consiglieri hanno sollevato la questione della complicazione di questa legge. Il Consigliere Rabellino in questo senso ha colto il significato - come anche alcuni altri colleghi che sono intervenuti sugli emendamenti - anche se io non sono assolutamente d'accordo con le considerazioni sociali e politiche da lui espresse.
Chiedo ai colleghi, almeno per questa parte, di starmi a sentire.
Questa complicazione è derivata dal fatto che le leggi regionali, ma anche quelle nazionali, hanno promosso modifiche nella materia rifacendosi alla necessità di abitazione dei vari casi sociali.
Chiedo ai colleghi di prestare mente a questa questione, ma vedo che sono interessati ad altri problemi; allora lo dico al Presidente della Giunta, che mi guarda con molta attenzione. In questi anni c'è stato un tentativo di seguire la complicazione dei problemi sociali in merito alla questione della casa; questo vuol dire che la situazione sociale nei confronti dei problemi della casa non solo non è diminuita quantitativamente, ma si è resa più complessa dal punto di vista della tensione, della qualità (purtroppo negativa), della giustizia e dei rapporti umani. Tant'è che io mi sono permesso, in Commissione, di semplificare con questa dizione: questa legge si potrebbe intitolare l'ottava opera misericordiosa. Gli amici e i colleghi che hanno fatto lezione di catechismo, almeno nella loro parte giovanile, possono intendere cosa voglio dire.
E' proprio qui il contrasto con alcune questioni che sono state sollevate negli interventi sugli emendamenti e nella conclusione dell'intervento del Consigliere Rabellino. La situazione sociale nella società italiana, nel merito del problema della casa, è diventata più complicata; le stesse questioni degli extracomunitari, delle coppie che vivono assieme, ma tante altre che qui non sono state richiamate, hanno reso più complicato l'aderire a questa problematica, e l'aderire è diventato proprio l'ottava opera misericordiosa che questo Consiglio si è accinto a fare nel tempo e a risostenere dal punto di vista dell'impegno politico-amministrativo.
Prego il Presidente della Giunta di continuare ad ascoltarmi: è l'unico interlocutore che ho. Tutto ciò significa che sulla questione della casa per le prospettive della Regione e per le prospettive della seconda Repubblica (perché non si può essere regionalisti senza entrare all'interno dei problemi di merito), è necessario non continuare in questa complessificazione delle leggi e degli interventi, ma è necessario rivedere l'intera politica della casa, facilitandone l'accesso alla proprietà.
Dobbiamo sapere che ci sono situazioni sempre più complicate, e non meno estese di prima, che non possono accedere al mercato, che non possono accedere ad un'edilizia agevolata, che a malapena possono accedere ad un'edilizia fornita dalle cooperative a proprietà indivisa, che poi possono trasformarsi in proprietà, e che hanno bisogno di un sostegno, che si chiama edilizia sovvenzionata. Andrà riformata, andrà rivista, ma va fatto.
A proposito di questa questione - chiedo al Presidente del Consiglio di prestare attenzione - in Commissione (proprio a seguito dell'esame approfondito, anche prolungato, che abbiamo fatto, al contrario di quanto sostiene il collega Rabellino) siamo arrivati alla convinzione che sia necessario spendere almeno una giornata di lavoro sui problemi dell'edilizia residenziale pubblica, tenendo conto che siamo a poco di più di dieci anni da quel 1982, data in cui è stata promossa la legge sulla casa nazionale e siamo quasi a vent'anni dall'introduzione del piano decennale con la legge n. 497.
Vogliamo preparare, d'accordo la Commissione con la Giunta attraverso l'Assessore competente, una giornata di lavoro per fare un consuntivo di questi circa vent'anni di attività della Regione su questa questione.
Crediamo che questo lavoro dovrebbe essere fatto senza finalità di parte.
Potremmo fare cosa utile, per contribuire ad ipotesi di post riforma legislativa operativa, riformando il contenuto politico e sociale della politica della casa dentro alla più ampia operazione di realizzazione delle abitazioni nel nostro Paese: utile a chi verrà dopo di noi in questo Consiglio e forse anche utile come elemento di programma rivolto al Parlamento e al Governo per il rinnovamento necessario della politica della casa.
E' con questo spirito - se volete critico verso i limiti di questa politica e anche verso i limiti di rigore razionale, di semplicità di espressione di questa legge, semplicità e rigore razionale che dovrebbero avere tutte le leggi, ma che oggi non era possibile risolvere - che è necessario che si rifondi una politica della casa, più semplice, meno cavillosa, rispondendo in particolare a questa categoria "complicata" di persone che vivono il problema abitativo come uno dei problemi essenziali insieme a quello, spesso, dell'occupazione ed altri problemi personali civili in questa società.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Sartoris.



SARTORIS Anna

Sono dispiaciuta se l'ultima dichiarazione di voto è la mia. Non faccio però considerazioni su chi conclude una legge o su che cosa può dire. Io non ho votato contro ai vari articoli, ho votato solo contro ad alcuni articoli, perché credo che lo sforzo, che comunque si è cercato di fare per snellire le procedure, non andasse giudicato in modo negativo. Ciò che io ho detto era semplicemente la constatazione che forse si poteva fare di più, perché è spiacevole che i Comuni debbano fare dei bandi specifici per non incorrere in certe norme e cadere in certe questioni che li porterebbero ad assegnare in un certo modo.
Non sono liberista, non ho mai creduto nel liberismo e desidero che nessuno mi dica che io sono liberista. Io sono autonomista e non credo che ci siano altre parole che possano essere abbinate a questo termine. Chi è liberista lo è, gli piace, lo fa, a me non è simpatico. Non ho mai pensato che si potesse andare, in questo momento, verso una situazione in cui la gente possa stare meglio. Purtroppo la gente starà peggio, purtroppo il divario fra quelli che potranno acquistarsi la casa e quelli che dovranno utilizzare questi bandi sarà sempre più alto, a discapito di quelli che ne devono utilizzare.
Fra qualche giorno dovremo fare uno sciopero per presentare un certo quadro a questo governo, perché forse non si rende conto di quali sono le esigenze reali di questo Paese. Lo Stato italiano non è la Fininvest, non si ragiona in modo manageriale: abbiamo davanti delle persone e i destini della gente. Su questo voglio essere chiara, io non credo nel liberismo.
Non credo neanche nel comunismo, non credo neanche in certe scelte.
Credo che lo sforzo che si è fatto per fare questa legge andasse in questa direzione. Questa è la mia preoccupazione: non scatenare, fra qualche anno una guerra fra poveri. Fra maggiori poveri locali, che hanno dei diritti e fra extracomunitari che sicuramente anche ne hanno, perché sono esseri umani e quindi hanno dei diritti: non credo comunque sia giusto, corretto e nemmeno logico. Secondo me si devono affrontare queste problematiche in un certo modo, cercando di risolverle come possibile, e non dando subito del razzista o rifiutandosi di discutere con chi ha delle preoccupazioni e magari non desidera essere catalogato. Queste persone desidererebbero forse essere ascoltate e capite, la mia preoccupazione era soltanto questa. Non ho dato giudizi politici, ho detto che questa legge poteva essere un'occasione per fare qualche cosa di più per poter fare chiarezza. Mi è sembrato che in alcuni articoli non lo si sia fatto. Difatti io non voter contro questa legge, ho votato contro quegli articoli e mi asterrò sulla legge.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Signora Presidente, una dichiarazione di voto che poteva anche essere superflua considerato che il nostro è stato e resta un atteggiamento di astensione; posto che a questo disegno di legge la nostra maggioranza aveva dato un primo corpo ed il confronto che c'è stato, anche se non soddisfacente al 100%, è stato comunque molto costruttivo e molto sereno in Commissione.
Senonché, siccome qualcuno ha ritenuto di considerare non liberista un'astensione su questa legge, prendo qualche secondo per dire in primo luogo che liberista, come tutti i termini che finiscono in ismo e in isto è una degenerazione rispetto al termine proprio. Liberismo deriva da liberale ed è una specificità per capire meglio rispetto a quali problemi ma non esiste il liberista - esiste il liberale. A questo proposito, anche per chiarire il nostro atteggiamento di liberali, vorrei raccontare una brevissima leggenda, molto bella, che i piemontesi DOC sicuramente conoscono e i piemontesi nuovi gradiranno conoscere.
Al confine della nostra Regione con la Svizzera e la Valle d'Aosta c'è un colle che si chiama Col Felix, sul Rosa. Colle Felice, perché? Narra la leggenda che lì ci fosse una città, la città felice, dove vivevano tutti felici e ricchissimi. Una sera è passato qualcuno che non era felice, si sa questo. Nessuno ci ha detto se era un extracomunitario, se un ebreo, se un gay, se uno con l'AIDS. Comunque nella "città felice", questo diverso non ha trovato accoglienza: ha bussato a più porte e nessuno ha aperto. Il risultato è che il giorno dopo la montagna di ghiaccio è franata sulla "città felice" e l'ha sepolta per sempre.
Qualcuno ogni tanto si affaccia ai crepacci e cerca di ascoltare le voci della campana di questa città misteriosa.
Morale: è difficile realizzare la felicità senza la solidarietà e di questo i liberali ne sono fortemente convinti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bodrero.



BODRERO Antonio

Dunque. Io confermo il voto contrario e aggiungo, dato che qualcuno mi ha fatto notare che intanto questi soldi bisognava spenderli perch arrivano da Roma, e io ritorno sull'argomento autonomista federalista: non ammettiamo elemosine da Roma, sono soldi nostri che ritornano in minima parte! E quindi queste delibere a favore di eventuali (che bisognerebbe controllare a fondo) aventi diritto - proprio i casi estremi - non devono diventare un andazzo clientelare: raccogliere i voti e cose del genere come certe immigrazioni clandestine fatte già a questo scopo. E allora, per questa ragione in più, perché il finanziamento è strettamente statalista centralista, antifederalista e, se volete, anche antiregionalista, sono ancora più contrario.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 42 votanti 41 hanno risposto SI 26 Consiglieri hanno risposto NO 3 Consiglieri si sono astenuti 12 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere.
L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Variazioni di bilancio

Esame progetto di legge n. 519: "Seconda legge di variazione al bilancio della Regione per il 1994 e devoluzione di quote di assegnazioni statali in materia di agricoltura e foreste"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del progetto di legge n. 519, precedentemente iscritto all'o.d.g.
La parola al relatore, Consigliere Buzio.



BUZIO Alberto, relatore

La sostanza della variazione si può comprendere agevolmente se si pone attenzione alle modalità di finanziamento del disegno di legge. Il finanziamento è stato ottenuto con la riduzione dei seguenti capitoli: 15860: quote di ammortamento dei mutui 1993 non contratti per 22 miliardi 27170: fondo globale per i disegni di legge di investimento per 23 miliardi circa 27190: fondo per i residui andati in perenzione per 10 miliardi 30080: quote capitale per mutui 1993 non contratti per 1 miliardo e mezzo.
Il totale delle disponibilità che si sono così ottenute ammonta a circa 54,5 miliardi.
A fronte di queste risorse sono finanziati: 7,3 miliardi di restituzione al Fondo Sanitario Nazionale, quindi allo Stato: fatto tecnico 11 miliardi circa per ristabilire la dotazione al fondo di riserva delle spese obbligatorie, necessaria per l'ordinaria amministrazione 5 miliardi circa per spese obbligatorie varie (annualità, personale ecc.) per un totale di circa 23 miliardi.
In sostanza, il finanziamento di capitoli regionali di risorse cosiddette "libere", ammonta a circa 31 miliardi. Di questi ultimi, le voci più significative, più ragguardevoli in termini quantitativi sono: pronti interventi, per le varie calamità naturali succedutesi: circa 9 miliardi artigianato: 4,5 miliardi; e tutta una serie di interventi meno rilevanti rispetto ai settori del personale, dell'istruzione e cultura, dei servizi socio-assistenziali, dell'agricoltura, della formazione professionale e dell'ambiente.
A questa seconda legge di variazione di bilancio è aggiunta anche la nota di variazione, che ha un contenuto prevalentemente tecnico.



PRESIDENTE

Riprenderemo i nostri lavori nel pomeriggio.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13,15)



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