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Dettaglio seduta n.303 del 04/10/94 - Legislatura n. V - Sedute dal 6 maggio 1990 al 22 aprile 1995

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO


Argomento: Calamità naturali

Interpellanza n. 2374 dei Consiglieri Rivalta, Adduci e Monticelli inerente l'alluvione nelle Valli di Lanzo e Susa. Informazione in ordine alle aree colpite e alla prevenzione idrogeologica attuata


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Interrogazioni ed interpellanze" esaminiamo l'interpellanza n. 2374 presentata dai Consiglieri Rivalta Adduci e Monticelli, cui risponde l'Assessore Montabone.



MONTABONE Renato, Assessore regionale

Le piogge del 16/17/18 maggio e del 25/26 giugno 1994 hanno causato danni diffusi sul territorio regionale interessando in particolare l'Alta Valle di Susa, il Canavese, il Casalese ed alcune zone della provincia di Vercelli.
Sostanzialmente i fenomeni hanno avuto le seguenti caratteristiche: nelle zone montane si sono riproposte, in forma assai più ridotta manifestazioni analoghe a quelle dell'evento alluvionale verificatosi nell'autunno scorso nelle zone di pianura si sono verificati diffusi allagamenti con danneggiamenti a proprietà pubbliche e private, ed una tromba d'aria di particolare violenza ha colpito la provincia di Vercelli le zone collinari sono state interessate dai consueti danni ad infrastrutture pubbliche derivanti essenzialmente dalle caratteristiche geomorfologiche dei terreni.
Una prima valutazione complessiva dei danni era stata sommariamente quantificata, poco dopo il verificarsi dei suddetti eventi alluvionali, in non meno di L. 10 miliardi.
Le aree colpite dalla pioggia di giugno sono in parte le medesime già interessate all'alluvione dell'autunno 1993, in particolare il Canavese montano e pianeggiante. In queste zone gli effetti sono andati a sovrapporsi a quelli già accertati lo scorso anno e fortunatamente la relativa breve durata delle precipitazioni ha consentito di evitare conseguenze disastrose.
In ogni caso sia le piogge di maggio che quelle di giugno, hanno evidenziato in maniera chiara e netta che l'alluvione dell'autunno 1993 ha comunque inflitto un notevole colpo al più o meno delicato equilibrio idrogeologico preesistente nella zona, innescando uno stato di preoccupante vulnerabilità che può aggravare gli effetti delle precipitazioni in maniera del tutto sproporzionata agli eventi meteorici, anche se di limitata intensità.
I territori dell'Alta Valle di Susa e del Canavese da alcuni anni venivano risparmiati da eventi calamitosi di particolare importanza.
Infatti, per riscontrare danni di entità ragguardevole, bisogna risalire alle alluvioni del 1977 e del marzo 1981, che peraltro avevano infierito con particolare violenza sulle altre zone del Piemonte. In seguito le valli in questione, escluso l'evento del settembre 1981 che aveva colpito la Dora Baltea canavesana e il nubifragio dell'agosto 1990 riguardante i Comuni di Oulx, Cesana e Claviere, non avevano più subìto significativi danneggiamenti diffusi di tipo alluvionale e la Regione aveva potuto far fronte, con fondi propri, alle singole emergenze verificatesi nell'ordinario.
Resta ora però incontrovertibile il fatto che essendo stato compromesso l'equilibrio idrogeologico dalla grave alluvione del 1993 la situazione di precarietà è destinata a perdurare fino al raggiungimento di un nuovo assetto che si potrà ottenere soltanto con il ridisegno e la manutenzione generale dei corsi d'acqua.
Deve essere chiaro che un evento alluvionale di grave entità ha di per sè caratteristiche devastanti che provocano forzatamente dissesti notevoli anche in situazioni precedentemente ottimali, e deve essere altrettanto chiaro che non esiste prevenzione o gestione del territorio, per perfetta che sia, che possa evitare comunque danni in presenza di eventi meteorici eccezionali.
E' peraltro altrettanto vero che i danni e i rischi sono proporzionali allo stato di compromissione del territorio. E' evidente infatti che espansioni urbanistiche improvvide, ingabbiamenti della dinamica naturale dei corsi d'acqua, creazione di infrastrutture in versanti con incisione ed alterazione dell'equilibrio naturale, sono concause e comunque aggravanti degli effetti dell'alluvione.
E' doveroso pertanto riconoscere che ogni scelta progettuale di intervento sul territorio implica delle conseguenze anche negative che talora possono diventare difficilmente controllabili in ordine all'equilibrio idrogeologico.
A tutto ciò si aggiunge la normativa statale spesso contraddittoria e talora controproducente in materia di manutenzione idraulica, che non agevola la pulizia sistematica degli alvei. Ne deriva il fatto che anche dove la qualità del materiale fluviale sarebbe appetibile, l'ente pubblico deve sobbarcarsi oneri notevolissimi, oltre ogni forma di complicazione burocratica, per ripulire il corso dei fiumi.
La Regione, con decreto della Giunta regionale n. 302-35972 del 20/6/1994, ha approvato un primo consistente elenco di interventi per oltre 3 miliardi al fine di poter affrontare le necessità più urgenti.
La Giunta regionale, con la deliberazione n. 219-36452 del 4/7/1994, ha proposto al Consiglio regionale l'adozione del provvedimento per la dichiarazione di "evento grave" con la contestuale delimitazione delle zone colpite. E' all'o.d.g. di oggi questa deliberazione.
Peraltro detto atto amministrativo riveste carattere di urgenza e propedeuticità al fine di consentire l'applicazione dell'art. 9 bis della legge n. 56/77.
In tale ambito è inoltre noto l'impegno assunto dalla Giunta regionale anche in relazione alla legge n. 493/93 (legge di modifica ed integrazione dell'art. 17 della legge n. 183/89), riguardante le procedure attivate a riguardo dei territori comunali dichiarati danneggiati dall'alluvione del settembre 1993.
Inoltre è stata avanzata esplicita richiesta di soccorso finanziario al Dipartimento della Protezione Civile che si è concretizzata, dopo visita sopralluogo del Ministro Ombretta Fumagalli e successivo incontro a Roma con un'ordinanza del Presidente del Consiglio che ha assegnato 4 miliardi per alcune delle situazioni più pericolose e precisamente a Groscavallo Novalesa, Borgofranco d'Ivrea e in Val Soana.
Tali interventi consentiranno di risolvere almeno in parte i problemi connessi alla tutela delle popolazioni soggette ad evidente stato di rischio, dal momento che la scelta dei siti di intervento è stata guidata da rigorose valutazioni sulla potenziale pericolosità degli stessi.
Va detto che proprio su questo tema - ho già riferito in Commissione ed era presente il Consigliere Adduci - avremo la deliberazione che è all'o.d.g. di oggi. Di conseguenza probabilmente si potranno verificare più a fondo e nei particolari quelli che sono stati i Comuni colpiti dall'alluvione stessa.
Mi preme ricordare anche al Consigliere Adduci che io ho già fatto fare un sopralluogo sul Comune di Caselle. E' risultato, purtroppo, che quella parte del fiume non è di competenza nostra, ma è di competenza del Magistrato del Po.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Adduci.



ADDUCI Donato

Buongiorno, signor Presidente. Buongiorno, colleghi.
Ringrazio l'Assessore per la relazione abbastanza diffusa con cui ha voluto rispondere alla nostra interpellanza. A me pare che tale relazione dimostri una consapevolezza dello stato di degrado in cui si trova il territorio della Regione Piemonte. Noi riteniamo che a questa consapevolezza debbano seguire interventi di programmazione e di intervento sul territorio affinché esso sia sottratto ai disastri che puntualmente non dico ad ogni alluvione, ma ad ogni evento calamitoso eccezionale, ad ogni pioggia che abbia una certa intensità o densità superiore al solito si verificano non solo sul territorio piemontese, ma su tutto il territorio nazionale.
Viviamo purtroppo in un Paese in cui l'ambiente è sotto tiro un po' da tutti: non solo dalle calamità atmosferiche, ma anche da parte del Governo nazionale che, con l'ultima reiterazione del condono edilizio, sicuramente arrecherà ulteriori danni ad un ambiente estremamente dissestato. Noi chiedevamo quali siano, Assessore, gli interventi di ripristino e di messa in sicurezza attiva e passiva dei territori abitati colpiti dall'alluvione.
Non ci pare che dalla sua risposta risultino evidenti i modi con cui le questioni da noi poste dovranno o dovrebbero essere affrontate. Ripeto: a questa consapevolezza generale noi ci auguriamo che seguano interventi concreti. Abbiamo esaminato la deliberazione in cui vengono individuate le zone che sono state colpite dalle calamità di maggio e giugno dell'anno scorso e anche di quest'anno; riteniamo che parallelamente occorra intervenire con un ridisegno del territorio piemontese, con una mappatura idrogeologica ed assumere anche dei provvedimenti di natura urbanistica e territoriali atti non solo a ripristinare le aree compromesse, ma anche a fare in modo che in alcune zone particolarmente sensibili e particolarmente delicate del territorio regionale simili eventi non abbiano a verificarsi ad ogni pie' sospinto. Proprio come è accaduto, Assessore, l'altro giorno a Caselle. Lei ha detto bene: noi in Commissione ne avevamo parlato per combinazione due giorni prima, e due giorni prima io avevo fatto presente alla sua attenzione la necessità di intervenire su quel tratto del fiume Stura dicendo: "Guardate che lì sono in pericolo anche le abitazioni". Dopo due giorni, sfortunatamente, un'abitazione è crollata, proprio in quel punto lì. Quando si dice la combinazione! C'è da aggiungere che quella abitazione crollata è di proprietà di un signore che, sotto certi versi, è il responsabile di quello stato di degrado. E' stato lui che, con continue escavazioni, ha rovinato gli argini della Stura in quel punto e poi la sua abitazione è stata colpita. Ora io dico questo, non tanto per invocare una nemesi della Natura che forse c'era anche in questo caso. Ecco, vorrei poi che al danno subìto dall'ambiente non si aggiungessero le beffe! Nel senso che questo signore potrebbe anche chiedere i contributi per ricostruirsi l'abitazione di cui lui stesso ha provocato il crollo con i lavori fatti.
Assessore, lei dice: "Sì, noi siamo intervenuti. Questa è competenza del Magistrato del Po". E' vero, però io credo che bisognerà intervenire anche in questo intrigo o trigo di competenze. Evidentemente il territorio ha bisogno di una direzione generalizzata e super partes, in qualche modo.
Che il Magistrato del Po sia responsabile degli interventi è vero. Che il Magistrato del Po sia responsabile di quella situazione è verissimo. Che il Magistrato del Po non compia gli interventi che è tenuto per legge a compiere mi pare incontrovertibile ed evidente, perché è sotto gli occhi di tutti. A questo punto, credo che sia dovere della Giunta regionale intervenire per porre rimedio a questo stato di cose, per fare in modo che il Magistrato del Po intervenga rispettando l'autonomia di tutti, ma autonomia non deve volere dire "non responsabilità" nell'affrontare i problemi.
Ripeto anche qui in aula: la borgata Francia di Caselle, in particolare, è sottoposta a continui smottamenti. Non voglio essere un facile profeta di sciagura, ma mi pare che a piogge, ancora più abbondanti del solito, sicuramente noi avremo conseguenze disastrose in quella zona.
Allora, interveniamo, rendiamoci parte attiva di questi interventi anche nei confronti del Magistrato del Po, perché lì quella situazione venga in qualche modo arginata.
Accanto a questo problema particolare, Assessore, occorre porre e riproporre quel problema di ordine più generale al quale facevo riferimento che è quello di avere una definizione cartografica in cui gli interventi idrogeologici da compiere sul territorio del Piemonte siano evidenti e si elabori una programmazione anche economica e di utilizzazione delle risorse, che sopperisca alle carenze purtroppo evidenti e che sono sotto gli occhi di tutti.
In questo modo il territorio della Regione potrà essere salvaguardato almeno da quegli eventi atmosferici che non hanno i presupposti ed i requisiti della calamità.
Alla fine, facendo quattro conti, si evince chiaramente che si spende di più intervenendo in modo disorganico e disordinato a rimorchio degli eventi calamitosi, anziché programmando dei seri e costruttivi interventi sul territorio.
Mi auguro che la politica della Giunta regionale vada in quest'ultima direzione.


Argomento: Opere pubbliche

Interpellanza n. 2387 dei Consiglieri Chiezzi, Maggiorotti, Bosio e Calligaro ed interrogazione n. 2408 del Consigliere Marchini inerenti i Campionati mondiali di calcio 1990 e i Campionati mondiali di sci 1997


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare congiuntamente l'interpellanza n. 2387 presentata dai Consiglieri Chiezzi, Maggiorotti, Bosio e Calligaro e l'interrogazione n. 2408 presentata dal Consigliere Marchini.
Risponde ad entrambe l'Assessore Montabone.



MONTABONE Renato, Assessore regionale

La proposta di ristrutturare gli stadi delle dodici città italiane destinate ad ospitare le partite di calcio dei Mondiali del 1990 fu avanzata dalle autorità sportive del nostro Paese e in particolare da CONI, Federazione Calcio e Comitato organizzatore locale (COL), presieduto da Franco Carraro, prima Presidente del CONI, poi Ministro del Turismo e dello Spettacolo, e diretto da Luca di Montezemolo.
In particolare, gli interventi erano diretti a migliorare la sicurezza e la comodità degli stadi, anticipando direttive della FIFA che imponevano dal 1992 una serie di condizioni per la disputa di incontri internazionali (ad esempio, la previsione che tutti i posti fossero numerati e a sedere).
Per consentire la ristrutturazione, il miglioramento e la realizzazione di nuovi stadi, fu emanato dal Governo il decreto legge 3/1/1987, n. 2 convertito con modificazioni nella legge 6/3/1987, n. 65, che prevedeva appositi finanziamenti per le città che ospitavano i Mondiali.
Le indicazioni tecniche per la predisposizione dei progetti di ristrutturazione o di realizzazione di nuovi stadi vennero fornite dal CONI, come risulta dal decreto 22/5/1987 del Ministro del Turismo e dello Spettacolo, che approvava il programma relativo al Piano di interventi finanziari per gli impianti sportivi dei Comuni destinati ad ospitare i Mondiali di calcio. Per il Comune di Torino venne concesso un contributo di L. 33,6 miliardi.
I requisiti tecnico-funzionali degli stadi per i Campionati del mondo di calcio furono pertanto stabiliti dal CONI, cui compete, per legge determinare gli standard degli impianti destinati ad attività agonistica e il cui parere è vincolante per la concessione dei finanziamenti.
La legge n. 65/87 fu ampiamente contestata dalle Regioni, che presentarono anche ricorso alla Corte costituzionale. La Corte accolse molte delle osservazioni mosse alla norma statale, evidenziandone gli aspetti di incostituzionalità. Per recepire le osservazioni della Corte costituzionale, fu emanata una nuova legge, la n. 92/88, che riconobbe un ruolo alle Regioni, limitato tuttavia agli impianti sportivo-ricreativi locali; rimase esclusa ogni competenza delle Regioni sugli stadi per i Mondiali e sugli impianti per l'attività agonistica.
Il Comune di Torino decise di adeguarsi alle richieste del COL e del CONI e, non potendo procedere alla copertura dello Stadio comunale di Via Filadelfia per i vincoli paesistici, decise di costruire il nuovo Stadio delle Alpi.
Pare quindi evidente che vi fu una convergenza di scelte di volontà da parte del COL. Federazione Calcio, CONI, Ministero del Turismo e Spettacolo, Governo e Parlamento ed anche Amministrazioni comunali interessate, per realizzare stadi con posti numerati e coperti.
Passando alla seconda parte dell'interpellanza, che mi sembra essere quella più attuale, riguardante l'organizzazione dei prossimi Mondiali di sci del 1997 in Alta Valle di Susa, si precisa in primo luogo che si tratta di manifestazione molto più ridotta dei Mondiali di calcio 1990, essendo limitata ad una specifica area e non coinvolgendo l'intero territorio nazionale.
Nel 1997 vi saranno infatti in Italia altre due grandi manifestazioni sportive: le Universiadi in Sicilia e i Giochi del Mediterraneo a Bari.
Da contatti preliminari avuti con la Presidenza del Consiglio dei Ministri, non pare che il Governo sia orientato ad attivare provvedimenti ed interventi di natura straordinaria per i Mondiali di sci del 1997, sia per motivi di compatibilità di bilancio statale sia perché i Mondiali di sci rappresentano una delle manifestazioni sportive che si svolgono in quell'anno.
Quello che si prevede è piuttosto di coordinare e finalizzare meglio sia come obiettivi che come tempistica, i vari strumenti di intervento di cui si può già disporre.
Gli interventi principali per la realizzazione del Campionato del Mondo di sci del 1997 riguardano: la ricettività; il miglioramento qualitativo del territorio; la viabilità, gli impianti di risalita; gli impianti sportivi in genere.
Per la ricettività e il miglioramento qualitativo del territorio (segnaletica, arredo urbano, servizi vari), gli enti e gli operatori locali potranno fruire di finanziamenti previsti dal Regolamento n. CEE 2081/83 obiettivo 2), nel quale rientra l'area della Valle di Susa.
Per questi interventi è stato richiesto che lo Stato preveda delle misure finanziarie aggiuntive a quelle della CEE e della Regione, che consentirebbero di migliorare la ricettività delle infrastrutture in tempo utile per i Mondiali del 1997, ma soprattutto di valorizzare il turismo e l'economia di un'area che necessita di un consolidamento del proprio ruolo sul mercato nazionale ed internazionale, anche oltre il 1997.
Per quanto riguarda la viabilità, è necessario soprattutto che l'ANAS effettui in tempo utile gli interventi previsti dal proprio piano riguardanti le cinconvallazioni di Oulx e Cesana e il miglioramento della statale della Val Chisone.
Per quanto riguarda gli impianti di risalita, lo Sporting Club Sestriere, organizzatore della manifestazione, ha ottenuto una linea di credito agevolato dall'Istituto per il Credito Sportivo sui fondi che lo stesso stanzia per la realizzazione di impianti destinati ad accogliere manifestazioni sportive di carattere internazionale. I mutui agevolati concessi dall'Istituto dovrebbero consentire di rinnovare gli impianti di risalita con un investimento di circa 50 miliardi di lire da parte dello Sporting Club di Sestriere.
Gli altri impianti sportivi da realizzare o migliorare nei Comuni interessati potranno fruire degli stessi mutui da parte dell'Istituto per il Credito Sportivo.
A tali interventi strutturali, si aggiungeranno azioni di promozione informazione ed accoglienza dei turisti e dei giornalisti, che dovranno essere effettuate soprattutto nel periodo della manifestazione e che quindi sono ancora da determinare.
Il peso ed il costo di tali interventi sarà comunque del tutto marginale rispetto a quello degli interventi strutturali sopra illustrati.
Si è appreso infine che il Governo ha nominato un Commissario ed un sub Commissario per i Mondiali di sci del 1997; non si conoscono tuttavia n poteri, né strumenti, né finalità di tale sub-Commissario, considerato anche che non esiste una legislazione speciale che preveda un intervento commissariale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Ringrazio l'Assessore, perché nella sua risposta sono contenuti degli spunti interessanti.
In primo luogo, per quanto riguarda il passato, e cioè la stupefacente vicenda che si svolse in occasione della manifestazione per i Mondiali di calcio del 1990, che vide la mobilitazione in tutt'Italia di risorse ingentissime, non solo per permettere a tutte le persone che si recavano allo stadio di avere posti numerati, ma per coprire gli stadi stessi.
Ora, dalla risposta dell'Assessore si è capito che, diversamente da quanto era stato detto allora e cioè che la FIFA aveva richiesto all'Italia che gli stadi italiani in cui svolgere le partite fossero stadi coperti la decisione di spendere migliaia di miliardi per costruire stadi nuovi è stata assunta interamente all'interno di alcune organizzazioni che gestiscono lo sport in Italia. E, se ho capito bene la risposta dell'Assessore, tale decisione è stata assunta in primo luogo dal CONI.
Probabilmente, poi, la richiesta è stata gestita dal Comitato organizzatore e dai dirigenti dello stesso, che mi sembra fosse presieduto da Luca di Montezemolo. Ma il ricordo personale della vicenda, almeno per quel che riguarda Torino, è che la condizione - forse ci sono altri colleghi che possono ricordare - posta alla città per essere sede di una partita della Coppa del mondo era di disporre di uno stadio coperto: questa la condizione posta a livello internazionale.
Scopriamo ora che così non era; la responsabilità era tutta italiana dei vertici italiani che governano il mondo dello sport, sulla base di decisioni del tutto discutibili. Il mio stupore dipende dal fatto che le pubbliche amministrazioni si erano trovate di fronte ad un aut aut: se Torino voleva che una partita del Campionato del mondo fosse giocata nella città doveva coprire interamente lo stadio. Non era vero! Quella era cosa raccontata dai responsabili nazionali della vicenda: CONI, Comitato organizzatore e l'Associazione calcio. Ma il dott. Havelange, come ha ribadito poche settimane fa - dichiarazione ripresa sulla stampa quotidiana per ben due volte - ha negato di aver mai richiesto nulla del genere. Ne deriva una sorta di extra-territorialità nel mondo dello sport, che pare poter viaggiare utilizzando risorse pubbliche senza una procedura democratica che ne inserisca l'utilizzo, in quel caso costruire gli stadi nel quadro di una politica di spesa. Quello che verifico è questo. Quando si parla di investimenti giganteschi nel settore dello sport vi sono altre strade: non esiste più la finanziaria, non c'è alcun Parlamento, ma qualcuno nel CONI che decide che "Cari cittadini italiani, tirate fuori mille/duemila miliardi perché 'noi' decidiamo che gli stadi vanno coperti".
'Noi', non la collettività eletta, non i governi eletti: a mio avviso, è un fatto molto grave. Non so se la responsabilità maggiore sia ascrivibile a Carraro, che non so se all'epoca fosse Presidente del CONI o se era già diventato Ministro - ma, certo, qualcosa ha contato.
Partendo da questa notizia giornalistica, a mio giudizio dagli aspetti scandalosi per lo stravolgimento dei fatti a danno delle pubbliche amministrazioni che si verificò allora, ho pensato di chiedere, intanto notizie - e ringrazio l'Assessore per avermele date con chiarezza: la richiesta è nata all'interno del CONI e non degli organizzatori internazionali del Campionato mondiale. In occasione di altra manifestazione sportiva importante, che vede la nostra Regione attrice chiedo di stare un po' attenti e di fornire, già oggi, prime informazioni affinché non si ripetano, anche in occasione dei Campionati mondiali di sci del 1997, fatti di questo genere.
Chiedo all'Assessore, che su questo punto è stato assai generico, che il Consiglio regionale venga informato su tutti i punti fondamentali dell'esperienza che stiamo per avviare: intanto il volume dei finanziamenti che saranno resi disponibili per le varie voci ed in particolare, Assessore Montabone, riterrei che occorra discutere la natura degli investimenti relativi alla ricettività - termine ancora molto vago. Si pensa a rafforzare una ricettività in grado di vivificare un'economia o si pensa solo a costruire qualche casa da riempire quei pochi giorni per poi lasciarla lì, dopo aver maciullato il territorio? O si pensa a strutture che diano posti di lavoro? E chi decide l'una o l'altra cosa? Il Comitato organizzatore dei Campionati mondiali al Sestriere o il Consiglio regionale e le amministrazioni locali? Stessa domanda per quanto riguarda la viabilità.
L'aspetto interessante aggiunto dall'Assessore Montabone, e preoccupante allo stesso tempo - penso di aver interpretato il pensiero espresso in forma un po' ermetica dall'Assessore - è che anche per questa vicenda il "mondo dello sport" - lo chiamo così con le proprie organizzazioni ha deciso di affidare non si sa bene cosa



PRESIDENTE

Consigliere, le ricordo i tempi



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, è la prima volta che parliamo di investimenti giganteschi nella nostra Regione, ma non sappiamo chi li gestirà; lo stesso Assessore ha detto: "Attenzione, è stato nominato



PRESIDENTE

Ho seguito bene, Consigliere



CHIEZZI Giuseppe

un Commissario ed un sub-Commissario". Inoltre, l'Assessore fa presente che non esiste, ad oggi, una regola che definisca i poteri di questo Commissario. Il Commissario dei Mondiali del 1990, ad esempio, aveva il potere di imporre alle pubbliche amministrazioni di coprire gli stadi? Eppure così è successo, nei fatti: ha avuto questo potere: tutte le amministrazioni sono corse a coprire gli stadi.
Il potere, che è ancora equivoco, di questo Commissario, ritengo debba essere chiarito e chiedo che l'Assessore Montabone, che mi è sembrato sviluppare sensibilità sul problema, di tenere sotto controllo la situazione, in modo che le assemblee elettive - comunali, provinciali e regionali siano al corrente di quanto succede sul territorio e governino anche questo settore, senza extra-territorialità di un mondo dello sport che, viceversa, per vivere ed attuare i propri interventi necessita di scelte pubbliche e di utilizzare denaro dei contribuenti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Signora Presidente e colleghi Consiglieri, ringrazio anch'io l'Assessore Montabone, soprattutto per i tempi brevi della risposta, che ha ritenuto di dover scegliere per aprire di fatto una fase, che il collega Chiezzi ha chiamato in un certo modo e che per parte mia suggerirei di chiamare in un altro. Si tratta di questione di grande delicatezza sulla quale ci siamo avviati, a mio modo di vedere, in termini di grande leggerezza.
Personalmente, non sono tra gli entusiasti del sostegno delle istituzione pubbliche ai Campionati del mondo di sci; ritengo che tali campionati avrebbero dovuto essere letti come un avvenimento sportivo di cui qualcuno si faceva carico, cercando le risorse necessarie. A lato e a fianco di questo fenomeno le istituzioni dovevano verificare che le risorse investite avessero anche una ricaduta non rigorosamente legata al fatto sportivo. Non è un caso che all'incontro internazionale per la designazione della località gli unici politici presenti fossero quelli italiani; ciò significa che culturalmente noi su questi problemi ci atteggiamo in termini probabilmente superati.
Quindi ha ragione il Consigliere Chiezzi, qui non si capisce più chi sia il soggetto, chi sia il destinatario, chi sia il promotore e chi sia il controllore. Ho l'impressione, collega Assessore, che sulla questione si debba fare chiarezza ed indicare le relative competenze.
Rispetto a quella competizione sportiva bisogna individuare il sito, di cui non si parla mai per un timore reverenziale che si ha normalmente nei confronti di questa cosa; il sito è il comprensorio Sestriere/via Lattea questo è il sito in cui si collocano queste manifestazioni.
Pertanto bisogna sapere chi è il responsabile della manifestazione, chi verrà giudicato sul successo o meno della manifestazione - e non sarà la Regione Piemonte - e come si intende interviene sul sito e sul tessuto generale della valle e, perché no, di Torino. Una manifestazione del genere dovrebbe vedere la stessa città di Torino presente, poi sarà l'Assessore a scegliere, con una settimana di film relativi a questi fatti, alla memoria storica di questi avvenimenti.
Quindi, occorre scindere molto le responsabilità e i progetti.
Attenzione, questo lo dico a difesa della manifestazione e del sito; il sito verrà compromesso nel suo risultato finale dalle esigenze che vengono poste sul tappeto, che, pur essendo esigenze assolutamente legittime ed assolutamente difendibili, sono improprie. Non commettiamo l'errore - il Consigliere Chiezzi ha ragione - di utilizzare i Campionati del mondo di sci come un contenitore in cui mettere dentro tutto. No, i Campionati del mondo sono una manifestazione che avviene in un sito ed ha per oggetto una gara di slalom speciale, una gara di slalom gigante, una gara di discesa libera, una combinata maschile e femminile. La viabilità non c'entra niente. Il problema della viabilità va risolto, ma non viene risolto in relazione ai Campionati del mondo, che non soffriranno delle strettoie della viabilità più di quanto non soffra un normale abitante della Valle di Susa oggi. Sottolineo questo, Assessore, perché altrimenti rischiamo di compromettere i giochi nella loro qualità, di non consentire che sul sito arrivino le risorse - e questo bisogna dirlo con tutta trasparenza - di cui il sito ha bisogno perché la manifestazione si realizzi: il sito non la Valle di Susa, il Piemonte, il Canavese. Il sito, quindi Sestriere/via Lattea, per questa manifestazione e le altre località, qualora vengano interessate ai giochi, hanno bisogno di investimenti legati, magari, anche contingentemente ai Campionati del mondo. Può darsi che ci voglia, come hanno fatto ad Albertville, un prefabbricato per l'inaugurazione che poi viene demolito il giorno dopo. Chissà perché noi dobbiamo costruire solo delle cose che restano per secoli, mentre i francesi, ai quali guardiamo sempre, hanno costruito un palazzo provvisorio nel centro di Albertville e finita la manifestazione, lo hanno demolito e portato via; forse è meglio spendere dei soldi in una demolizione che non spendere dei soldi per delle manutenzioni che non servono.
L'operazione strategica, accanto a quella che è la tutela della qualità dei giochi e dei campionati, è un'attività di sostegno che a mio modo di vedere la Regione deve fare perché ne va della sua immagine, quindi i giochi devono essere i migliori possibili, i più qualificati possibili, i più belli possibili, e il sito deve essere messo nelle condizioni di svolgerli nel modo migliore, all'interno di una valle rispetto alla quale debbono essere cancellati degli handicap ai quali facciamo riferimento quelli della viabilità.
Ma questo, in termini di ricaduta, significherà qualcosa? No, non significherà niente, perché l'intervento sul sito, l'intervento sulla manifestazione, l'intervento sulla viabilità non cambieranno di niente il problema turistico della Valle di Susa. La Valle di Susa, a mio modo di vedere, soffre di tre deficit: il primo, la mancanza di alberghi, il secondo una professionalità non adeguata e il terzo di un sistema finanziario e di procedure rispetto alle infrastrutture turistiche penalizzanti rispetto alle procedure e ai sistemi finanziari delle Regioni a Statuto speciale e della vicina Francia.
Gli elementi strategici, Assessore, sui quali lei si dovrebbe muovere sono questi, perché sono queste le operazioni strategiche che poi produrranno risultati a lungo termine. La nostra valle deve uscire radicalmente cambiata, in termini di professionalità, per poter reggere al confronto con la professionaltià, per esempio della Valle d'Aosta, in termini di dotazioni ricettive, entrando in competizione anche con l'Alto Adige, e in termini di costo degli impianti, per rimetterla in competizione con il sistema francese. Ci si deve quindi confrontare con più sistemi ed essere concorrenziali con gli stessi, rispetto ad aspetti diversi.
Quindi l'operazione strategica è a lato dei Campionati del mondo. Ho qualche difficoltà a capire come sia possibile trovare delle risorse che utilizzando questa operazione "immagine", possano essere indirizzate sulle operazioni strategiche. Al riguardo uso un paradosso, Assessore Montabone: a monte del passaggio controllato di Cesana ci sono posti importanti, un pezzo di Sestriere e Claviere. A monte del semaforo di Pont S. Martin, c'è Gressoney, a monte del semaforo di Chatillon, c'è Cervinia. Eppure non mi risulta che questi paesi chiedano di costruire la circonvallazione. Questo perché in quelle località - in cui c'è il vero turismo - non si creano delle code, anche se ci sono i semafori. Pertanto, il semaforo, che sicuramente va abolito ad Ulzio con la circonvallazione e la strettoia di Cesana, che va evidentemente superata con la circonvallazione, sono il segnale di un fenomeno turistico per certi versi distorto, che concentra le presenze in alcune ore, per alcuni giorni dell'anno, dopodiché c'è il deserto e il vuoto.
Quindi, Assessore, consideri quello che le ho detto non solo un problema da risolvere, ma un segnale. Perché se a valle di quel fenomeno noi non avremo più la strettoia di Cesana, non avremo più la strettoia di Ulzio, avremo comunque sempre e solo file di veicoli alla domenica sera e al venerdì sera e al sabato mattina, il sistema turistico della Valle di Susa continuerà ad essere un sistema turistico poco produttivo in termini di qualità, in termini di ricchezza e in termini di professionalità.
Quindi, Assessore Montabone, è un'esperienza molto interessante; la pregherei di considerare la disponibilità dei colleghi, anche dell'opposizione, a confrontarci anche su questo, perché il rischio che corriamo è di farci chiudere all'interno di una questione.
Questa è una vicenda che va vista a tutto campo con molta trasparenza con un po' di spregiudicatezza e anche con il riconoscimento, per esempio di quali sono i soggetti in campo. Per esempio, ritengo che sia distorcente scrivere che i campionati si fanno a Sestriere, Alta Valle di Susa; cosa c'entra l'Alta Valle di Susa, è un termine geografico? E' un soggetto giuridico? E' un operatore economico? Quando leggo Sestriere capisco che cosa si vuol dire, ma quando si dice Alta Valle di Susa è un termine culturale? Allora bisogna capire in che modo istituzionalmente e funzionalmente l'Alta Valle di Susa viene coinvolta. Se invece è solo un'operazione immagine per far passare un messaggio pubblicitario sulle televisioni di tutto il mondo, si deve dire.
Quindi, Assessore, diamoci da fare: la cosa è molto interessante, per cerchiamo di uscire da situazioni di grande ambiguità. Anche un'operazione come quella del Commissario, che per quanto ne capisco io è un'operazione di grande disponibilità del Governo, mi sembra che dica solo che quando si deve fare una Conferenza dei servizi, anziché andare a Roma ad incontrarsi con il funzionario del Ministero, noi abbiamo a Torino il rappresentante del Ministero che è l'ing. Belzani: questo vuole dire il commissariamento.
Non immagino che sia pensabile qualcosa di diverso. Se fosse qualcosa di diverso ci auguriamo che l'Assessore ce lo venga a riferire in Consiglio.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Montabone.



MONTABONE Renato, Assessore regionale

Mi preme chiarire al collega Chiezzi che all'epoca il CONI - e sto facendo un'ipotesi, dal momento che non ero coinvolto direttamente nelle decisioni assunte - tendeva ad anticipare quelle che sarebbero state le normative della FIFA. Tali normative prevedevano, per esempio, che dal 1992, tutti i posti negli stadi dovessero essere posti a sedere. Non è difficile immaginarne il motivo: con i posti a sedere si creano meno occasioni di disordine.
Suppongo che anche il problema della copertura degli stadi fosse nelle direttive della FIFA, ma non ne sono certo.
Se il collega Chiezzi lo desidera, posso fargli avere per iscritto la risposta, perché non vorrei fosse distorto il significato che ho attribuito a queste problematiche.
Sono d'accordo con il collega Marchini: se un errore è stato fatto rispetto ai Campionati del mondo di sci del 1997, è stato il creare forti aspettative in tutto il Piemonte. Si è fatto credere che i Campionati del mondo di sci del Sestriere potessero essere una sorta di "Mondiali di calcio" - e qui è pertinente il collegamento che ha fatto il Consigliere Chiezzi - con una forte ricaduta su tutto il territorio piemontese. Una sorta di evento che avrebbe dovuto risolvere una serie di problematiche turistico-sportive a livello regionale.
Ritengo che questo sia stato l'equivoco principale alimentato negli ultimi anni. Ma le cose non stanno così.
Dalla mia risposta appare evidente la necessità di separare ciò che è la manifestazione sportiva vera e propria - e qui concordo con il Consigliere Marchini da quelli che potrebbero essere i risvolti turistici che possono coinvolgere molte località dell'Alta Valle di Susa.
Occorre sottolineare, però, che su questo fronte noi abbiamo forze limitate, anche se possiamo sfruttare appieno l'opportunità, fornitaci dal Regolamento CEE n. 2081, per quanto riguarda la ricettività alberghiera cui accennava poc'anzi il collega Chiezzi.
Inoltre, una volta verificate le competenze del Commissario straordinario, mi auguro che siano tali da favorire uno snellimento dell'apparato burocratico che gravita attorno a queste attività.
Ho contattato telefonicamente il Commissario che mi ha garantito piena disponibilità una volta chiarite le sue competenze. Spero che Marchini sappia quali sono tali competenze, anche se mi risulta che neppure il Commissario ne sia a conoscenza.



PRESIDENTE

un argomento che sicuramente verrà ripreso in aula. È stato messo a fuoco dalle problematiche presenti nelle due interpellanze e dalla risposta dell'Assessore Montabone.
Ricordo anche che sono stati chiesti degli incontri dagli amministratori.


Argomento: Commercio - Protezione della natura (fauna, flora, minerali, vigilanza, ecc.)

Interrogazione n. 2410 della Consigliera Pozzo inerente la L.R. 28/10/1986 n. 43: "Chiarimenti sull'attività della Commissione tecnico-consultiva in materia di commercio di animali esotici"


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione n. 2410 presentata dalla Consigliera Pozzo.
Risponde l'Assessore Bonino.



BONINO Guido, Assessore regionale

La Commissione tecnica istituita con DGR n. 146-17148 del 17/11/1987 tuttora operante, non ha subìto variazioni nella sua originaria composizione. Per il riconoscimento degli animali esotici non sono state fissate modalità e criteri di intervento. La recente legge n. 150/92 attribuisce tale compito alla Commissione scientifica, di cui all'art. 4 della stessa legge, che è già stata costituita e alla quale presiede il Capo Settore dottor Valpreda.
In caso di sequestro cautelativo degli animali esotici la Commissione ha ritenuto opportuno e conveniente fare riferimento a strutture specializzate presenti in ambito extra-regionale, già utilizzate da altri organi di vigilanza.
Il rilascio del nulla osta della Commissione regionale costituisce atto propedeutico indispensabile per la concessione dell'autorizzazione del Sindaco a detenere o commercializzare specie esotiche. In più occasioni il nulla osta è stato vincolato al rispetto di prescrizioni igienico-sanitarie strutturali e di tutela del benessere animale, o del tutto negato per mancanza dei requisiti minimi. Per quanto attiene al numero degli incontri della Commissione dalla sua istituzione ad oggi, l'elenco degli ordini del giorno e i nulla osta concessi, si fa presente che esiste agli atti dell'Assessorato assistenza sanitaria apposito registro delle riunioni e che è a disposizione per eventuali consultazioni.
Invito la collega Pozzo a prendere direttamente visione presso l'Assessorato.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Pozzo.



POZZO Carolina

Grazie, Presidente. Non sono soddisfatta di questa risposta. Come ultimo punto ho chiesto di avere gli ordini del giorno ed i nulla osta rilasciati. Secondo me è fondamentale, perché non mi risulta che questa Commissione si incontri regolarmente e che regolarmente attui gli aspetti per i quali è stata costituita. Non mi risulta.
Quindi chiederò all'Assessorato una copia degli ordini del giorno e dei nulla osta rilasciati.


Argomento: Spettacoli: teatro, musica, cinema, danza - Attivita' di promozione

Interrogazione n. 2354 del Consigliere Vaglio inerente il circuito musicale regionale "Piemonte in musica"


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione n. 2354 presentata dal Consigliere Vaglio.
Risponde l'Assessore Leo.



LEO Giampiero, Assessore regionale

Ringrazio la Presidente Spagnuolo e il Consigliere Vaglio, perch questa interrogazione ci ha consentito anche - e credo sia utile per tutti e mi riprometto di fornire anche alla Commissione tutti i dati di fare un'analisi, un punto, su questo importante evento che è "Piemonte in musica".
Posso dire che nel corso dell'edizione 1993 di "Piemonte in musica" sono stati realizzati 276 concerti in 88 Comuni piemontesi con la presenza complessiva di 68.000 spettatori.
L'Unione Musicale - non per spaccare il capello in quattro non è che abbia partecipato ai concerti, ma secondo quanto previsto dalla convenzione che regola i rapporti di collaborazione con la Regione Piemonte, in ragione della competenza e della professionalità con cui da anni opera in campo musicale, ha curato la gestione tecnico-organizzativa e finanziaria del circuito musicale regionale "Piemonte in musica".
I concerti effettuati nel corso del 1993 hanno interessato tutta una serie di Comuni, del cui elenco dettagliato ho dato personalmente copia all'interrogante in modo da non annoiare il Consiglio con la lettura di un elenco lungo e dettagliato, che però conto di mettere a disposizione della Commissione consiliare affinché tutti i Commissari lo possano conoscere.
Sia la sede RAI (Sede regionale per il Piemonte) che l'Unione Musicale di Torino hanno regolarmente presentato all'Amministrazione regionale una dettagliata relazione sulle attività espletate e sulle spese sostenute.
I concerti realizzati nell'ambito del circuito musicale regionale "Piemonte in musica" vengono definiti con la seguente procedura: in stretta collaborazione con il Servizio Spettacolo dell'Assessorato alla cultura l'Unione Musicale, gli Uffici Decentramento della RAI e del Teatro Regio esaminano le richieste avanzate dai Comuni e formulano proposte di organici programmi per le stagioni musicali da realizzarsi nelle diverse realtà aderenti all'iniziativa, definendo di volta in volta le musiche e gli esecutori, sulla base delle specifiche esigenze artistiche, delle possibilità finanziarie e delle disponibilità logistiche (cosa non indifferente) dell'Amministrazione interessata.
Rispetto all'annotazione importante che il Consigliere Vaglio ha fatto circa l'attenzione alla cultura piemontese, è stata riservata nella formulazione di proposte artistiche una particolare attenzione al patrimonio musicale piemontese e in particolare agli autori della scuola violinistica settecentesca che ha annoverato nomi come quelli di Besozzi Giardini, Somis e Pugnani.
Ringrazio il Consigliere Vaglio per averci concesso di fare il punto su questa materia. Sono a sua disposizione per ulteriori approfondimenti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vaglio.



VAGLIO Roberto

Ringrazio l'Assessore Leo per la sollecitudine con cui ha risposto alla nostra interrogazione e soprattutto per la cortesia con cui ha inteso farci conoscere i termini della sua risposta prima ancora di venire in aula.
Con questo devo dire che rilevo un cambiamento di stile nella gestione di questo Assessorato, una puntualità diversa, ma permangono alcune perplessità da parte nostra che ci riserviamo di far pervenire eventualmente in forma scritta all'Assessore.
Pur nella logica seguita in questo programma, ritengo che maggiori attenzioni si debbano ancora dedicare e alla diffusione più parcellizzata sul territorio e alla difesa della cultura etnica della nostra Regione.
Detto questo, concludo dichiarando che la risposta dell'Assessore Leo la ritengo più che sufficiente, esaustiva dell'argomento, ferma restando questa nostra esigenza di segnalare eventualmente in futuro delle idee delle proposte che provengono dal nostro Gruppo.



PRESIDENTE

E' così esaurito il punto relativo alle interrogazioni ed interpellanze.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

Passiamo pertanto alle "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", di cui al punto 6) all'o.d.g., in ordine alle quali comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Cattaneo, Coppo, Maggiorotti e Peano.


Argomento:

b) Apposizione visto Commissario del Governo


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge vistati dal Commissario del Governo sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento: Gruppi consiliari

c) Modificazione denominazione all'interno del Gruppo Misto


PRESIDENTE

Comunico inoltre che ho ricevuto la seguente lettera: "Caro Presidente, con la presente comunico a te e al Consiglio regionale la mia decisione di modificare all'interno del Gruppo Misto la mia denominazione da 'Verdi Sole che Ride' in 'Alleanza Verde'. Ciò in consonanza con analoga decisione che altri ambientalisti all'interno di altre istituzioni comunali e provinciali hanno preso o si accingono a prendere in queste settimane.
Tale decisione è nata dalla constatazione dell'esaurimento del ruolo storico del Sole che Ride di cui sono stato dieci anni fa tra i fondatori non diminuisce, ma accentua il mio impegno ambientalista e la mia convinzione della centralità di uno sviluppo della società italiana e piemontese rispettoso dell'ambiente e dei diritti di tutti gli esseri viventi, della salvaguardia delle risorse naturali nello sviluppo sociale ed economico.
La nuova denominazione di 'Alleanza Verde' non modifica la mia collocazione all'interno della nuova maggioranza che tre mesi fa ha segnato un punto di rinnovamento e di preziosa sperimentazione istituzionale tra aree politiche e persone tanto diverse fra loro.
Seppure segnalando dall'inizio limiti e riserve ritengo restino ad oggi determinanti le novità rappresentate dalla nuova coalizione: il ricambio del personale politico nell'esecutivo, il superamento della paralisi istituzionale precedente, la chiusura ad ipotesi istituzionali di centro destra nella fase finale della legislatura. Tali novità sono determinanti per un impegno che svolgo senza riserve all'interno dell'attuale esecutivo.
La mia nuova collocazione come Alleanza Verde è un primo passo che mi auguro venga seguito da altri che nell'attuale Consiglio già si caratterizzano come Verdi, ma anche da coloro che all'interno di un processo di alleanze, largo e senza preclusioni, in un'area democratica e progressista, vogliano rafforzare un punto di vista ecologista e la necessità di rinnovamento che anche in quest'area politico-culturale risulta necessario".
La lettera è firmata dal Consigliere, Assessore Massimo Marino.


Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati

Discussione sul documento congiunto Giunta regionale - OO.SS, sulla legge finanziaria ed in particolar modo sulla questione pensioni


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Marchini; ne ha facoltà.



MARCHINI Sergio

Signor Presidente, non è il primo caso, però è la prima volta che mi vede soggetto non protagonista, chiedo scusa, di un intervento su materia non all'o.d.g., ma in passato dall'opposizione più volte, da parte dell'attuale Vicepresidente della Giunta, si è ritenuto di dover richiamare l'attenzione del Consiglio su fatti ritenuti, a suo avviso, di grande importanza e gravità.
Io ritengo che siamo di fronte ad una situazione estremamente grave e delicata. Il comunicato congiunto della Giunta e delle Organizzazioni sindacali sulla legge finanziaria ritengo sia un fatto istituzionalmente inaudito che io non credo - questa è la ragione del mio intervento - possa essere considerato un precedente. E' un fatto politico significativo ed istituzionalmente inaudito di cui qualcuno, non la Regione, deve assumersi la paternità e la responsabilità.
Sia ben chiaro: nessuno nega, anzi ritiene che sia preciso dovere del Sindacato essere attento ai problemi delle classi meno abbienti; nessuno nega, anzi auspica che la Giunta sia prioritariamente attenta ai problemi delle categorie meno difese; questo però non significa che sia consentita l'identificazione del governo regionale e della Regione con uno dei soggetti del conflitto in corso.
Se i giornalisti come al solito non capiscono male, non sono autorizzati a dire al TG3 che c'è un comunicato congiunto; l'Ufficio Stampa non deve scrivere: "preoccupazioni comuni", perché sono preoccupazioni di tutti e due, che è una cosa diversa, non sono comuni, e soprattutto la dichiarazione non l'hanno sostenuta insieme, cinque persone, di cui i rappresentanti sindacali e i rappresentanti istituzionali.
La questione mi pare che debba essere considerata solo dal punto di vista istituzionale: l'opportunità che una coincidenza di vedute su uno stesso argomento, che non deve suscitare scandalo, non deve mettere in discussione l'assoluta divisione di ruoli, di competenze e di rapporti con gli altri soggetti, il governo e le altre parti sociali, su una materia così delicata.
Devo peraltro dire che, oltre all'aspetto istituzionale, ormai è chiarissimo che cosa stanno diventando questo governo e questa maggioranza: stanno diventando una cinghia di trasmissione di consenso e si vuole vendere questa Giunta come il risultato della cinghia di consenso delle grandi masse popolari. Il PDS è il governo di questa Regione, al punto che non me ne voglia il signor Presidente del Consiglio - questa impressione e questa tendenza viene fuori attraverso atti, peraltro inoppugnabili, in ordine all'incontro che dovremmo avere (questo sì molto corretto) tutti insieme con le Confederazioni sindacali. L'invito noi lo riceviamo per il tramite degli uffici del Consiglio regionale a ciò richiesti dalle Organizzazioni sindacali.
Signor Presidente, richiamo questa disponibilità e questa cortesia come un elemento che dà ad intendere e a far capire come la lettura politica che si dà di questo governo è una qualche lettura che noi dobbiamo segnalare e sottolineare anche per fare cadere molti elementi di ambiguità, di strumentalità e di gioco facile fatto da alcuni rappresentanti di questa maggioranza. Mi riferisco a Gruppi consiliari e a singoli soggetti, perch ognuno è libero di fare le scelte che ritiene, assumendosi le responsabilità conseguenti: ma non di fare la campagna elettorale con le auto blu della Regione e con gli uffici assessorili per poi presentarsi magari in uno schieramento completamente non coerente.
Quindi, signor Presidente, io la pregherei, perché sono certo che sia così, che lei vorrà dare di questo contenuto, di questo aggettivo comune la lettura, che io mi auspico sia quella che è nella testa sua e dei colleghi della Giunta, e cioè che c'è, guarda caso, una coincidenza di valutazione, ma che questo non significa una valutazione comune, perché al suo ufficio, signor Presidente, e soprattutto a quelli del collega Marengo che debbo qui ringraziare e al quale esprimere l'apprezzamento che raccolgo in tutti i settori per la sua opera, devono sapere che la sede regionale è una sede aperta a tutti, senza rapporti preferenziali con nessuno dei soggetti in campo. Poi il governo assuma le sue responsabilità. Il Consiglio lo valuta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.
Il Consigliere Chiezzi mi aveva preannunciato questo intervento a seguito delle "Comunicazioni del Presidente del Consiglio". Il Consigliere Marchini invece non me lo aveva preannunciato, ma avevo colto che c'era questa questione. Quindi possiamo sentire il Consigliere Chiezzi, poi se il Presidente Brizio intende intervenire potrà farlo. Credo che sia la stessa questione vista da due punti di vista.
Prego, Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente.
Il 28 settembre ho scritto al Presidente del Consiglio un telegramma così formulato: "Di fronte attacco del Governo Berlusconi alle condizioni di vita di lavoratori e pensionati, chiedo discussione urgente in prossimo Consiglio regionale su detti provvedimenti".
E' noto a tutti che la Regione è sotto la spinta di una vera e propria emergenza sociale. Chi di noi gira in Piemonte in questi giorni ha visto decine di migliaia di lavoratori in sciopero manifestare per strade e piazze contro l'ipotesi di depauperamento delle condizioni di vita.
Nella giornata di ieri è stata data notizia che la Giunta o i rappresentanti della Giunta, Presidente e Assessore, hanno incontrato i Sindacati. Non posso da questo punto di vista che esprimere, contrariamente a quanto ha fatto Marchini, una soddisfazione per la sensibilità di una Giunta regionale che, di fronte ad un'emergenza sociale di questo genere sente il dovere politico, amministrativo, istituzionale di sentire un attore sociale protagonista di questa emergenza. Le notizie giornalistiche parlano di un comunicato. Non so se il comunicato sia congiunto o non congiunto. Quello che dal punto di vista politico ritengo importante è che il governo regionale abbia sentito i Sindacati.



PRESIDENTE

Mi consenta, Chiezzi, non farei un dibattito perché altrimenti siamo scortesi nei confronti dei colleghi.



CHIEZZI Giuseppe

No. Però i cinque minuti dati a Marchini li concederà anche a me Presidente?



PRESIDENTE

Non amo interrompere i Consiglieri che parlano.



CHIEZZI Giuseppe

E' da un minuto e 45 secondi che sto parlando.



PRESIDENTE

Mi scusi, Chiezzi. Mi lasci soltanto dire: poiché lei mi aveva preannunciato un intervento attinente l'ordine dei lavori vorrei che si attenesse a questo, altrimenti se lei risponde a Marchini è un dibattito.



CHIEZZI Giuseppe

No. Diversamente da Marchini, io dico che mi va bene questo. Se lui esprime un'opinione, io potrò esprimere un'opinione diversa dalla sua.



PRESIDENTE

un invito perché non ho voluto interrompere un Consigliere. Mi consenta, di dirle, visto che lei risponde



CHIEZZI Giuseppe

Non è in polemica con Marchini. E' proprio propedeutico a quello che chiedo.



PRESIDENTE

Ascolti me, Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

propedeutico a quello che chiedo. Mi va bene che la Giunta regionale abbia questo tipo di iniziativa al di là della forma, ma ritengo, se mi lascia parlare, insufficiente tutto questo. Nel senso che la mia richiesta anche a fronte di un'iniziativa della Giunta, è che il Consiglio regionale discuta questo problema di emergenza sociale in Piemonte. La Giunta faccia il proprio mestiere e poi potrà avere consensi o dissensi. Esprimo un consenso, Marchini ha un dissenso parziale di forma. Potremmo discutere, ma non è questo il problema. Quello che vi chiedo e che ho chiesto alla Presidente è che su questi provvedimenti del Governo Berlusconi, dato che siamo i rappresentanti di una Regione che vede in piazza lottare decine di migliaia di lavoratori, si possa discutere in quest'aula. Speravo di poterlo fare oggi. Oggi evidentemente non è possibile, ma chiedo di discutere questa emergenza sociale, di non lasciare alla Giunta semplicemente ad essa, questo protagonismo su questo tema.
Quindi, Presidente, le riconfermo la richiesta di discutere questo fatto.
In aggiunta, volevo anche rappresentare l'esigenza al Presidente della Giunta regionale, visto che non ha ricevuto i rappresentanti del Gruppo Rifondazione Comunista sui temi della sanità, di invitare gli Assessori alla sanità a svolgere una comunicazione in aula sui temi della sanità urgenti: commissariamento che non avete fatto e cardiochirurgia. Visto che non ci riceve, per cortesia, se intende svolgere una comunicazione in aula la prossima volta.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta, Brizio.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

La Giunta ha ricevuto una richiesta dei Sindacati di essere sentiti sul problema grave della finanziaria e sul problema delle pensioni; la Giunta ha ritenuto nella persona del Presidente e del Vicepresidente di ricevere le Organizzazioni sindacali che hanno chiesto un colloquio.
Abbiamo naturalmente parlato della situazione. Abbiamo espresso delle valutazioni di preoccupazione comune. In questo senso va letto il termine "comune" che può essere anche non un termine perfetto, ma che non mi pare che abbia quelle implicazioni di comune gestione della vicenda, ma di una valutazione che è convergente su un fatto di importanza sociale grave in una situazione come quella del Piemonte di palese crisi economica preoccupazioni che possono essere anche superiori a quelle di altre Regioni. Non abbiamo discriminato assolutamente nei riguardi delle altre forze sociali perché abbiamo trattato anche del problema del CREL e abbiamo comunque affermato che c'è necessità in questo momento di costanti rapporti con le forze sociali, quindi anche sempre con le forze imprenditoriali. Di più: abbiamo fatto anche una dichiarazione sulla finanziaria che è di tutta responsabilità del Governo, dicendo che l'unico aspetto positivo che noi abbiamo valutato a prima lettura è il rinnovato finanziamento della TAV per la Torino-Milano, oltre ad una novità: il finanziamento per il progetto della Torino-Lione. Quindi non abbiamo preso una posizione che fosse pregiudiziale e di giudizio parziale o una posizione assolutamente per fare barriera contro il Governo. Abbiamo preso una posizione di valutazione di una situazione difficile in Piemonte, che sarebbe irresponsabile non valutare attentamente e che si ripercuote e che può indebolire ulteriormente la situazione piemontese, anziché cogliere gli aspetti positivi per la ripresa. Tutto qua.
E' stato semplicemente un comunicato sull'incontro avvenuto tra il Governo e i Sindacati e non mi pare tale da far credere che ci sia un'identificazione, che non c'è, tra Governo ed Organizzazioni sindacali.
Aggiungo che ieri, insieme all'Assessore Marino e all'Assessore Marengo ho partecipato ad un dibattito sull'ambiente organizzato dagli industriali portando il contributo importante ed autorevole - credo - della Regione Piemonte. Quindi non c'è assolutamente una posizione di pregiudiziale atteggiamento contro il Governo.
Certo valutiamo le cose per quelle che sono e come Presidenti delle Regioni avremo modo di esprimerci in merito alla finanziaria il 6 e il 13 p.v, a Roma; è facile prevedere che chiederemo variazioni cospicue al testo della finanziaria, anche per gli aspetti di non equità sociale che rileviamo nel provvedimento.



CHIEZZI Giuseppe

E' disponibile a fare una comunicazione in aula su questo?



(Commenti in aula)



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Su questi aspetti, anche in relazione all'andamento della Conferenza Stato-Regioni del 6 p.v., valuteremo l'opportunità di una comunicazione dopo questa riunione.



(Commenti del Consigliere Chiezzi)



PRESIDENTE

I Capigruppo sono convocati - dovevo già annunciarlo - per venerdì 7 ottobre, giorno successivo alla Conferenza Stato-Regioni a cui fa riferimento il Presidente della Giunta; pertanto credo che quella possa essere la sede nella quale, anche a fronte di contenuti più noti, si possano prendere delle decisioni.
Il Consigliere Chiezzi mi aveva già mandato una lettera, che ho trasmesso tempestivamente al Presidente della Giunta e al Vicepresidente per affrontare questi temi. Ho quindi semplicemente fatto da tramite, come faccio in moltissime altre circostanze di rilievo, trasmettendo la richiesta delle Organizzazioni sindacali di avere un incontro con i Consiglieri. Il testo della lettera, come le stesse Organizzazioni sindacali mi avevano precisato, è un po' ambiguo. L'incontro è richiesto per la prossima settimana e l'ho già preannunciato verbalmente ad alcuni Capigruppo che ho visto; ad altri, ho inviato il testo, analogamente a quanto ho fatto per moltissimi altri argomenti (dalla RAI alle problematiche ambientali della Valle Bormida e a quant'altro).
Ha chiesto la parola il Consigliere Ferrara; ne ha facoltà, purch questo non sia l'inizio di un dibattito. Prego.



FERRARA Franco

Dopo le raccomandazioni della Presidente, dirò poco più di una parola.
Ho visto solo adesso questo comunicato congiunto Giunta-Sindacati.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Non è congiunto.



FERRARA Franco

Allora, diciamo questa espressione di valutazione comune sui contenuti.
Ritengo corrette le argomentazioni poste dal collega Marchini; non voglio aprire il dibattito, però dopo questo comunicato (o questa espressione di valutazioni), credo che sarebbe giusto, non facendo io parte dei Capigruppo, aderire alla proposta del collega Chiezzi di discutere questi argomenti. Visto che la Regione deve espriemere un parere, è bene che si consulti anche con i Consiglieri, oltre che con i Sindacati e le forze sociali.



PRESIDENTE

Il Consigliere Gallarini ha chiesto la parola; prima, per permettetemi di riassumere la questione. Non voglio togliere la parola a nessuno, però dovete anche avere rispetto per le questioni attinenti all'o.d.g.
Una questione posta dal Consigliere Chiezzi riguardava l'o.d.g.; il Consigliere Marchini l'ha ampliata con un'argomentazione che non mi era stata preannunciata: non sapevo che volesse intervenire su tale questione pensavo fosse sull'o.d.g. Anche se si tratta di pochi secondi, su questo argomento si sta aprendo un dibattito e ciò non mi sembra corretto. Poi non si chieda l'ordine dell'aula, perché se non siete disposti a rispettarlo io non sono qui per aggredire nessuno.
Prego, Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pier Luigi

In questi quattro anni non ho mai chiesto l'ordine dell'aula, per cui penso che non lo chiederò neanche nei prossimi mesi. Anch'io desidero associarmi alla richiesta del collega Chiezzi, perché la questione ha aspetti sì istituzionali - si può condividere o meno quel che ha detto il Consigliere Marchini - ma ha soprattutto aspetti politici, e qui ogni forza, e anche l'esecutivo, si è assunta le sue responsabilità e ognuno qui dentro deve assumersi le proprie.
Chiedo anch'io che ci sia un dibattito, dato il carattere particolare di questa finanziaria, il momento che stiamo vivendo nel Paese e nella nostra Regione. Non penso ci si debba sottrarre ad un dibattito consiliare in cui ogni Gruppo e ogni Consigliere possano assumere una posizione politica, non istituzionale - anche se il Consigliere è Consigliere della Regione Piemonte dal punto di vista istituzionale - per cui, ripeto anch'io mi associo a questa richiesta.


Argomento: Varie

Richiesta del Consigliere Rivalta in merito alla ricorrenza del patrono d'Italia San Francesco d'Assisi


PRESIDENTE

Chiede di parlare il Consigliere Rivalta; ne ha facoltà.



RIVALTA Luigi

In coda alle comunicazioni, chiedo due minuti - sarò brevissimo - e lo faccio con animo buono, richiamando i colleghi al fatto che, se stamane hanno alzato gli occhi, hanno visto che le città sono imbandierate.
E' San Francesco, patrono d'Italia.
Poiché le comunicazioni sono anche momento di richiami, di ricorrenze di memoria, ritengo opportuno sottolineare in Consiglio questa ricorrenza.
Penso che il riferimento a San Francesco sia di intenso significato per l'identificazione e l'unità nazionale. Per questo mi permetto di richiamare il pensiero; il comportamento; l'esempio di San Francesco; l'amore per i nostri simili, in particolare per i più umili, i derelitti, i poveri l'amore per l'intero mondo degli esseri viventi e del creato.
E' un insegnamento da avere presente che mi permetto di sottoporre a tutti i colleghi, in un momento così difficile per la nostra comunità nazionale, dove si agitano e riemergono i fantasmi del razzismo dell'emarginazione, dell'ingiustizia sociale e delle differenze sociali dove peraltro scarsa è l'attenzione per l'ambiente, per questa casa comune di noi uomini tutti, come di tutti gli esseri viventi.
Ho voluto dire questo, perché non passi ancora in modo del tutto inosservato questa ricorrenza, che impegna tutti gli Enti pubblici a mettere la bandiera tricolore sulle aste dei propri palazzi.
Credo che sia giusta una meditazione, che lascio a tutti i colleghi.



PRESIDENTE

Io rispetto tutti, però permettetemi di dire tranquillamente una cosa qualunque reazione ci sia.
Questa non è un'aula di autocoscienza. Se c'è qualche richiesta di questo tipo, esiste una Presidenza: viene posta all'attenzione della Presidenza e viene valutata, sia essa rivolta a San Francesco o a qualsiasi altra questione. Altrimenti, chi presiede questa assemblea - credetemi pur essendo qui 12 ore al giorno, si trova in grande imbarazzo; mi chiedo se alla prossima assemblea qualcun altro prenderà la parola per celebrare qualcos'altro di sua iniziativa.
C'è un Presidente, c'è un Ufficio di Presidenza, se ci sono delle richieste straordinariamente legittime, vengano però portate nella sede opportuna, altrimenti veramente siamo alla libertà di intervento.



(Commenti del Consigliere Rivalta)



PRESIDENTE

Tutto si può intendere, a seconda delle proprie opinioni, del momento e delle circostanze. Altrimenti ogni riunione del Consiglio regionale è un momento di estemporaneità individuale, e non mi sembra che su questa strada possiamo andare avanti.
Questa è la mia opinione come Presidente del Consiglio.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Esame proposta di deliberazione n. 1011: "Adempimenti ex art. 7 legge n. 154/81 ed art. 16, comma quarto, Regolamento interno del Consiglio regionale nei confronti della signora Margherita Gissara, Consigliera regionale sospesa ai sensi dell'art. 15, comma quarto bis, della legge n. 55/90, come modificata ed integrata dalla legge n. 16/92"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora la proposta di deliberazione n. 1011, di cui al punto 7) all'o.d.g.
Comunico al Consiglio di avere ricevuto in data 20/9/1994 una nota del Presidente della Giunta delle Elezioni che così recita: "La informo che in data odierna la Giunta delle Elezioni ha proceduto all'esame della condizione della Consigliera Margherita Gissara, sospesa ai sensi della legge 12/1/1994, n. 30, a seguito della nota del Presidente della Giunta regionale del 14/7/1994, da lei trasmessa alla Giunta delle Elezioni in data 9/8/1994, da cui risulta una situazione di 'litis pendenza' conseguente alla costituzione di parte civile della Regione Piemonte in un procedimento penale riguardante la stessa.
Unanimemente la Giunta delle Elezioni propone al Consiglio regionale l'attivazione della procedura prevista dall'art. 7, comma terzo, della legge n. 154/81 e dall'art. 16 del Regolamento interno del Consiglio regionale".
Come già annunciato nella Conferenza dei Capigruppo, occorre dunque che il Consiglio attivi la procedura indicata dalla Giunta delle Elezioni.
Pertanto, verranno distribuite le schede nelle quali, a scrutinio segreto, si pone in votazione la seguente deliberazione: "Il Consiglio regionale del Piemonte visto l'art. 7, comma terzo, legge n. 154/81 visto l'art. 16, comma quarto, Regolamento interno del Consiglio regionale vista la nota del 20/9/1994 con cui il Presidente della Giunta delle Elezioni propone al Consiglio regionale di attivare la procedura prevista dalla legge n. 154/81 e dall'art. 16, comma quarto, del Regolamento interno del Consiglio regionale delibera di contestare l'ineleggibilità sopravvenuta alla signora Margherita Gissara, la quale ha dieci giorni di tempo per formulare osservazioni o per eliminare le cause della suddetta ineleggibilità (art.
7, comma terzo, legge n. 154/81 e art. 16, comma quarto, Regolamento interno del Consiglio regionale)".
Si distribuiscano le schede per la votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

E' stato svolto lo scrutinio delle schede.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 46 hanno risposto SI 40 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere si sono astenuti 5 Consiglieri.
La deliberazione è approvata.


Argomento:

Iscrizione argomenti all'o.d.g.


PRESIDENTE

Con il vostro consenso porrei in votazione l'iscrizione all'o.d.g. dei seguenti documenti: proposta di deliberazione n. 918: "Integrazione al Regolamento sull'utilizzo del parco autoveicoli di proprietà regionale" progetto di legge n. 498: "Assestamento ai bilanci di previsione per l'esercizio finanziario 1994 dell'Ente di Sviluppo Agricolo del Piemonte e dell'Ente regionale per il diritto allo studio universitario".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'iscrizione è approvata all'unanimità dei 46 Consiglieri presenti.


Argomento:

Nomine


PRESIDENTE

Il punto 41) all'o.d.g. reca: "Nomine".
Si proceda alla distribuzione delle schede.


Argomento: Nomine

- Finpiemonte S.p.A. (L.R. n. 8/76) - Consiglio di amministrazione. Sostituzione del signor Vaccarino Giovanni Luigi.


PRESIDENTE

E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletto il signor Daniele Ciravegna, ai sensi dell'art. 72, comma quarto, del Regolamento.


Argomento:

Rinvio argomenti all'o.d.g.


PRESIDENTE

I punti 9), 10) e 11) all'o.d.g. non possono essere esaminati in quanto non è presente l'Assessore Cavallera che ha chiesto di svolgere questi argomenti alla sua presenza nella sessione pomeridiana.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Esame proposta di deliberazione n. 996: "Delibera quadro ai sensi dell'art. 4, L.R. n. 55/84 e successive modificazioni 'Impiego temporaneo e straordinario di lavoratori disoccupati in cantieri di lavoro di enti locali'"


PRESIDENTE

Informo il Consiglio che l'Assessore Marengo, per ragioni di urgenza ha richiesto che si proceda all'esame della proposta di deliberazione n.
996, di cui al punto 22) all'o.d.g., alla quale è stato presentato un emendamento da parte dell'Assessore Marengo.
Poiché non vi sono obiezioni ha la parola l'Assessore Marengo per illustrare l'emendamento e i contenuti della deliberazione che è stata licenziata all'unanimità dalla Commissione competente.



MARENGO Luciano, Assessore regionale

Abbiamo presentato in Commissione la settimana scorsa la delibera quadro per l'istituzione dei cantieri di lavoro che è stata approvata all'unanimità anche perché corrispondeva alle impostazioni non nuove da questo punto di vista rispetto al quadro definito per i cantieri di lavoro.
In relazione al testo che è stato licenziato unanimemente dalla Commissione abbiamo presentato il seguente emendamento del quale dò lettura perché ritengo sia il modo migliore per rendere più chiaro il motivo per il quale lo abbiamo presentato: dopo il n. 16 è aggiunto il seguente n. 16 a): "Gli enti locali, che abbiano attivato cantieri di lavoro ai sensi del punto 16) della presente deliberazione, potranno provvedere all'integrazione dell'indennità giornaliera fino alla concorrenza della somma stabilita per l'anno in corso".
Questo per venire incontro sia agli enti locali che alle Province che hanno adottato, in termini di accordo con iniziative a livello locale scelte diverse da quelle che sono contemplate nella deliberazione; quindi per evitare che tutto venga bloccato e che si possa procedere in modo rapido alla soluzione anche a livello di enti locali.



PRESIDENTE

Non essendovi richieste di parola, pongo in votazione l'emendamento di cui ha dato lettura l'Assessore Marengo.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 31 voti favorevoli e 1 astensione.
Pongo ora in votazione la deliberazione così emendata, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 32 Consiglieri presenti.


Argomento: Rapporti delle Regioni con l'ordinamento internazionale extra-comunitario - Rapporti delle Regioni con l'ordinamento comunitario

Esame progetto di legge n. 275: "Iniziative per l'attuazione di accordi di gemellaggio fra la Regione ed entità istituzionali di Paesi esteri. Modalità di esercizio e di finanziamento delle competenze regionali in materia" (rinvio in Commissione)


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame del progetto di legge n. 275, di cui al punto 12) all'o.d.g.
Relatore è il Consigliere Fulcheri che dà per letta la relazione essendo da tempo depositata al Consiglio.
Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Chiedo alla Presidente se è possibile procedere con maggiore lentezza in quanto si è deciso di rinviare ai lavori della sessione pomeridiana l'esame del progetto di legge n. 103 che è un argomento importante che richiede molto tempo per essere discusso. Pertanto, saltando ai punti successivi, la prego di procedere con calma per permettere al nostro Gruppo di prendere visione delle deliberazioni che avevamo accantonato per il pomeriggio.
La invito semplicemente ad avere un ritmo compatibile con il fatto che dobbiamo acquisire la documentazione relativa alle deliberazioni in esame.



PRESIDENTE

D'accordo.
Ripeto che i punti 9), 10) e 11) all'o.d.g. non possono essere esaminati stamane in quanto non è presente l'Assessore Cavallera, il quale ha chiesto di svolgerli alla sua presenza nella sessione pomeridiana.
Siamo quindi giunti nell'ordine al punto 12) all'o.d.g.



CHIEZZI Giuseppe

Chiedo al Presidente di invitare il Consigliere Fulcheri a leggere la sua relazione.



PRESIDENTE

Il Consigliere Fulcheri è senz'altro disponibile. In questo modo avete la possibilità di inquadrare gli interventi su questa materia.
Prego, Consigliere Fulcheri.



FULCHERI Giuseppe, relatore

Leggo la relazione, il cui testo, a mani dei Consiglieri, recita: "La Giunta regionale fin dal 1992 ha presentato all'attenzione del Consiglio il disegno di legge n. 275, relativo al potenziamento delle disponibilità finanziarie destinate ad iniziative regionali in campo estero. La proposta viene soltanto oggi in evidenza al Consiglio, per un lato a causa delle difficoltà di reperire i fondi occorrenti e dall'altro in relazione all'opportunità di attendere la legislazione e le direttive governative in materia di attività a rilievo internazionale delle Regioni (DPR 30/3/1994).
Durante l'esame della proposta di legge in Commissione è emersa tra le forze politiche una generale consapevolezza della necessità che la Regione assuma in materia un ruolo più incisivo e determinante, abbandonando timori reverenziali o pigrizie burocratiche oggi non più giustificate. Per fare ciò lo strumento più acconcio sembra essere il ricorso ad una legge di impostazione generale delle politiche regionali all'estero, che individui le linee direttive delle azioni specifiche nonché i mezzi e le modalità relative e lo strumento di coordinamento dell'attuazione delle stesse.
E' ovvio che il Consiglio regionale deve assumervi un ruolo preminente nello stabilire gli obiettivi prioritari e nel valutare i programmi lasciando alla Giunta il compito delle azioni conseguenti.
Poiché questa impostazione di principio è stata ritenuta valida ed è stato chiesto alla Giunta di attivarsi per la predisposizione di uno schema legislativo in proposito, la Commissione all'unanimità ha deciso di procedere per intanto all'approvazione del disegno di legge n. 275 considerato, per certi aspetti, in funzione di ponte tra il futuro organizzato ed il passato contingente.
Da quanto sopra emerge già la caratteristica precisa della presente proposta: che è quella di tenere conto delle esperienze realizzate - tutte positivamente in atto - per ampliarne le applicazioni e favorirne gli sviluppi.
Con la legge proposta si intende prima di tutto dotare di una sufficiente copertura finanziaria l'attività che l'ente ritiene di svolgere all'estero per la promozione dell'immagine regionale, ma anche per realizzare occasioni di scambio, a livello economico, culturale e sociale.
Inoltre, avvalendosi ove possibile delle comunità piemontesi all'estero, si ritiene opportuno assicurare un primo coordinamento a livello di Giunta per le iniziative a vario titolo promosse dagli Assessorati, quando le stesse possano, mediante sinergie appropriate condurre a risultati migliori o a costi inferiori. In particolare, il discorso è rivolto all'attività di cooperazione per lo sviluppo, che in molti casi può beneficiare di risorse aggiuntive se coordinate nell'ambito di piani di intervento specifici, messi a punto da singoli Assessorati.
Ho voluto qui brevemente delineare la filosofia della legge, senza entrare nei particolari contingenti. Sotto questo profilo vorrei solo ricordare che il finanziamento 1994 è previsto prioritariamente per due iniziative: la prima, in collaborazione con il sistema camerale piemontese, mira alla creazione in via sperimentale e per un triennio, di tre sportelli informatici per il trasferimento di informazioni e dati sulle tecnologie di processo e di prodotto dal mondo produttivo piemontese ai Paesi in via di sviluppo (due in Argentinta, uno in Cile) la seconda, in collaborazione con l'Unione Europea, Comune di Torino Anfia Camere di Commercio e altri, per realizzare a Torino la prima edizione di VETIS (Salone internazionale della componentistica auto) salone biennale che dovrebbe turnare con Ginevra e Parigi.
A fianco di queste iniziative, resta lo sforzo per portare a Torino con stage di formazione professionale, tecnici e laureati dai Paesi in via di sviluppo.
Il finanziamento della legge è demandato al bilancio di ciascun esercizio per la quantificazione delle somme annualmente occorrenti; mentre per il 1994 si fa ricorso alle disponibilità del capitolo per spese obbligatorie, che viene ridotto di 200 milioni prelevati per dotare lo specifico capitolo 1994 creato con la legge.
Concludendo, raccomando ai colleghi l'approvazione del disegno di legge, che, ricordo, ha avuto in Commissione il voto favorevole unanime".
Devo anche leggere una nota che mi è stata data dalla Giunta: "La politica adottata dalla Regione Piemonte, e per essa dalla Giunta regionale, nelle ultime due legislature, volta a creare occasioni per rilanciare l'immagine del Piemonte all'estero, non è né frutto di improvvisazione né smania del nuovo. C'è la convinzione, avallata dai fatti, che sia questo strumento una via in parte obbligata e in parte molto proficua per accelerare la ripresa della nostra economia mediante incremento dell'export di prodotti e processi e lo sviluppo del potenziale di penetrazione del Piemonte, inteso nella sua globalità di valori (cultura, economia, socialità), verso nuovi Paesi emergenti e verso nuovi mercati.
Qui di seguito si intende dimostrare, soltanto con alcuni esempi, il non velleitarismo delle politiche fin qui adottate anche se condotte in un quadro non programmatico.
Gli strumenti che la Regione ha finora utilizzato per la sua attività all'estero, al di fuori delle competenze formalizzate, sono i seguenti: varie forme di partnership con valenza generale; accordi bilaterali specifici; occasioni ed iniziative contingenti.
Per quanto riguarda la collaborazione generale vi si possono ricondurre i casi di accordi cosiddetti di gemellaggio, nonché quelli di collaborazione su filoni particolari. I gemellaggi stipulati hanno avuto come partner: la provincia cinese del Sichuan, popolazione: 108 milioni di abitanti, struttura produttiva prevalentemente agricola, avvio della industrializzazione pesante ed apertura al mercato occidentale; la provincia argentina di Cordoba, capitale industriale-agricola del Paese prevalenza della popolazione di origine italiana, in particolare piemontese, sede di joint venture e frazioni torinesi FIAT e locali. Lo Stato brasiliano di Minas Gerais, dove esiste una concentrazione produttiva italiana nel settore auto e indotto e dove Occello è una scuola italiana Torino con molti legami con il Piemonte.
Lo strumento dei gemellaggi, pur di applicazione generale nell'ambito degli enti locali territoriali del Vecchio Continente, ha un nome tradizionale, ma che non è stato usato in una decisa innovazione in termini operativi. Ha ragione quindi chi vuole spostare l'accento dello strumento dal concetto di solidarietà o di volontarismo a quello del vincolo di economicità dell'iniziativa vantaggiosa o in termini finanziari o in termini politici.
Per quanto riguarda le collaborazioni, esse sono state stipulate con la regione della Galizia in Spagna, con il Cantone del Vallese in Svizzera. E' previsto a breve un atto preliminare con il Cantone Ticino, in triangolo con la Lombardia. Intese specifiche sono state avviate con 'Ouverture' 'Interreg', 'AIM' in ambito CEE; ma anche altre come 'America Latinissima' ecc.".
Tralascio - per mancanza di tempo - l'elenco dei risultati concreti già ottenuti e quelli in preparazione.



PRESIDENTE

E' aperta la discussione di carattere generale.
La parola al Consigliere Bosio.



BOSIO Marco

Farò un intervento di carattere generale, ma anche molto di merito.
Una prima osservazione di carattere generale. Faccio la parentesi che questo disegno di legge è stato approvato in Commissione all'unanimità.
Quindi, è presumibile che io abbia una visione non corretta delle cose però devo dirla fin quando le cose non mi verranno chiarite al meglio.
Ci troviamo di fronte ad iniziative per l'attuazione di accordi di gemellaggio e sottointendiamo poi prevalentemente, o comunque in modo massiccio, questioni che riguardano tutta la partita cooperazione e sviluppo che fanno riferimento ad altre leggi, ad altre possibilità, ad altre questioni.
L'idea di concepire i gemellaggi come questione della cooperazione/sviluppo è un'idea sbagliata, invade altri campi, si tratta di capire se, una volta o l'altra, decideremo di coordinare un pochettino tutte le cose che qui facciamo, il mattino dopo dimenticandoci di quello che abbiamo fatto il giorno prima, oppure se invece proseguiamo imperterriti per la nostra strada. Per cui c'è questa prima questione di ordine generale che io francamente non capisco. Una confusione un'occupazione di altri rilievi, di altri spazi, di altri impegni. Dovremmo deciderci, insomma! Poi, ci sono alcune osservazioni molto più di merito.
Una è la seguente: perché all'art. 2 si dice: "la Giunta regionale"? Se si tratta di questioni che riguardano accordi di collaborazione con entità istituzionali di Paesi esteri con prevalenza (almeno in termini di priorità) di quelli nei quali c'è stata un'emigrazione piemontese negli anni e nei decenni passati, non possiamo che fare riferimento ad entità istituzionali di tipo territoriale ovviamente, ma anche di tipo politico territoriale e dunque - uso un termine per capirci di Consigli e dunque anche qui sia il Consiglio regionale - certo, dietro proposte e così via della Giunta o quello che è a valutare e decidere, e non "informatane preventivamente la competente Commissione consiliare": sia il Consiglio.
Sono atti ovviamente sottoposti alla tutela delle leggi governative per quanto riguarda le relazioni internazionali, però sono atti - se si pu dire - di politica estera della Regione.
Sempre all'art. 2, mi è del tutto incomprensibile il comma terzo: non ci arrivo, e in questo sono disposto a prendermi le bacchettate. Si dice: "...ai programmi e ai progetti di cui ai commi primo e secondo". Il secondo parla di tutto meno che di progetti e programmi; parla del fatto che bisogna rispondere alle leggi nazionali in materia di relazioni internazionali. Non mi pare che si possano vedere lì dei programmi e dei progetti; io non li vedo ancora: aspetto.
Inoltre, cosa c'entrano le organizzazioni non governative? Questa è la materia della cooperazione e sviluppo: cosa riguarda questo? Si tratta di un disegno di legge sui gemellaggi o di qualcos'altro? Bisogna dirlo perché è scritto gemellaggi, ma il contenuto è un altro.
Vorrei almeno avere il conforto di un chiarimento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mollo.



MOLLO Francesco

Confesso che, avendo ascoltato la relazione e letto il testo della legge solo questa mattina, mi è difficile correttamente e correntemente dare un giudizio su una materia rispetto alla quale, invece, ritengo di poter esprimere delle osservazioni.
Non so da chi questa legge sia stata presentata, tuttavia so che è stata discussa in I Commissione; ad ogni modo, apprezzo le buone intenzioni dei colleghi che l'hanno discussa ed approvata, i quali hanno ritenuto che fosse uno strumento utile per le cosiddette politiche internazionali della Regione Piemonte. Forse dire "cosiddette" non è corretto, perché in effetti dovremmo attrezzarci adeguatamente per avere una seria politica internazionale della Regione.
Ciò nonostante, a primo acchito, ho l'impressione che si tratti di una legge nata un po' occasionalmente, anche sulla base di alcune iniziative lodevoli che sono in corso nella Regione Piemonte. Mi riferisco ai rapporti con l'Argentina, con i piemontesi nel mondo, tutte cose egregie su cui non posso che esprimere un giudizio favorevole.
Risentendo di queste attività istituzionali della Regione necessariamente emergono le osservazioni, che ritengo legittime, testè formulate dal collega Bosio.
Bisogna quindi mettersi d'accordo sul fatto che o abbiamo due leggi una sui gemellaggi e l'altra sulla cooperazione, oppure abbiamo un'unica legge. Questa dovrebbe tenere conto delle attività della Regione Piemonte non scindendo ciò che il nostro Ente fa in materia di gemellaggi (con tutte le cose che i gemellaggi presuppongono e che hanno come corollario) dalle attività di cooperazione che la Regione svolge in via occasionale, talvolta senza una visione d'insieme o di scelta di aree geografiche.
Il problema che si pone - lo pongo solamente, non ne faccio una questione particolare - è che, se vogliamo fare una cosa "seria" (tra virgolette), dovremmo coordinare queste attività, avere le idee precise su che cosa esattamente vogliamo fare. Da una parte, c'è un discorso di gemellaggio, a cui può essere legato tutto un problema di accordi con altre Regioni europee ed extraeuropee e, dall'altra, c'è un discorso di cooperazione che dovremmo affrontare per tutte le motivazioni che non sto qui ad elencare, e che sono di rapporti, di interventi e di cooperazione effettiva; ciò in una visione complessiva dell'attività e dell'atteggiamento che la Regione Piemonte vuole avere nei confronti di altre istituzioni europee ed extraeuropee.
Detto questo, la cosa che mi viene immediatamente in mente, senza voler assolutamente minimizzare il lavoro egregio svolto dai colleghi, è quella di ripensare questa legge, individuando anche un canale preferenziale di tempi rispetto ad una tempistica prefissata.
A mio parere, questa legge potrebbe essere ripensata, raccordata ad altre leggi eventualmente già in vigore, cercando di capire esattamente cosa si vuole fare come politica estera della Regione. Secondo me, non dovrebbe essere posta in votazione - anche se non so tecnicamente come si possa fare - ma dovrebbe essere sospesa per rivedere l'intera questione.
Sarebbe opportuno - anche se nella legge viene detto - che la Regione nell'ambito della propria autonomia, raccordasse la sua politica estera e di cooperazione alle politiche nazionali.
Faccio un esempio: nei tempi passati, come Governo italiano, a fronte di questa politica nazionale di cooperazione abbiamo investito ingenti somme - si parla di migliaia di miliardi per la Somalia, l'Argentina o altri Paesi; in effetti non esisteva un raccordo con gli enti locali, che nel frattempo si davano da fare, con tutte le loro difficoltà, per attuare gemellaggi con alcune città di questi Paesi.
Quindi, una politica estera che non si raccordava con le politiche degli enti locali e non si traduceva in quella che veniva definita la diplomazia dei popoli, la capacità di un Paese di comunicare attraverso le proprie popolazioni e non attraverso i propri governi.
Dovremmo capire esattamente cosa significa - non so di questi tempi quali tipi di cooperazione il nostro Governo pensi di attuare politica nazionale di cooperazione per poterla raccordare a quella degli enti locali al fine di creare sinergie di interventi e di rapporti.
Anche qui, andrebbe fatto un lavoro di una certa importanza; questo non significa, ovviamente, che la Regione Piemonte non possa autonomamente avviare proprie iniziative rispetto ad aree che ritiene di suo interesse.
Un'ultima cosa. Mentre sentiamo l'esigenza di raccordare - proprio per le sinergie che si producono le politiche regionali con quelle nazionali in termini, per esempio, di cooperazione, dei 1.200 Comuni piemontesi ve ne sono moltissimi, qualche centinaia o forse più, che si sono attivati in politiche di gemellaggi con Paesi europei ed extraeuropei. Anche questo è un lavoro che dovremmo cercare di coordinare, perché spesso i Comuni non hanno risorse sufficienti per questo tipo di attività. Coordinare significa anche trovare un modo per comunicarci reciprocamente - Comuni, enti locali ed enti vari - cosa si sta facendo, per un raccordo che permetta risultati migliori.
Per fare tutto questo, indipendentemente dalla buona volontà e dall'entusiasmo di alcuni funzionari, bisognerebbe costituire un ufficio una struttura adeguata a questi bisogni; diversamente, tutte queste iniziative diventano occasionali, contingenti, fatte volta per volta seppure qualche costante filone esista.
Altro elemento di discussione sollevato dal Consigliere Bosio è relativo alla politica di governo, istituzionale; è chiaro che bisogna trovare un equilibrio fra ciò che fa il Governo nazionale e ciò che invece è di competenza del Consiglio regionale. Certo, quando parliamo di raccordi, il Consiglio regionale deve essere un elemento fondamentale.
Non ne voglio fare questione di principio; a me sembra, però, che la legge non debba essere portata in sede di votazione, ma che debba essere sospesa, al fine di poterla rivedere per tutta la serie di problemi che appaiono irrisolti nel testo di legge.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Foco.



FOCO Andrea

Anch'io, Presidente, mi associo alla richiesta di rinviare il disegno di legge in discussione in VI Commissione, cogliendo l'occasione che domani pomeriggio abbiamo già iscritto all'o.d.g. l'esame di un progetto di legge che richiama questo argomento. Potremmo dunque immediatamente, in tempo quasi reale, svolgere questo lavoro di revisione minima del testo di legge.
La Commissione, inoltre, in vista della discussione della proposta di legge per l'educazione ad una cultura di pace, ha fatto predisporre, sia dai funzionari dell'Assessorato che segue il problema della cooperazione allo sviluppo, sia dai nostri funzionari, uno schema-quadro di tutta la legislazione vigente a livello regionale per quanto riguarda queste problematiche. Credo quindi che già domani pomeriggio potremo affrontare la discussione su questa legge e quindi non far perdere tempo al Consiglio regionale, ma iniziare un'opera di migliore correlazione e coordinamento tra le varie proposte di legge e le normative vigenti.
Chiederei quindi la sospensione della discussione e il rinvio in VI Commissione, impegnandomi - la convocazione partirà oggi stesso all'inserimento di questo punto all'o.d.g.
Grazie.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MONTICELLI



PRESIDENTE

Anticipo al Consiglio che la Giunta concorda sulla richiesta di sospensione del provvedimento; invito dunque i Consiglieri che intendono intervenire a tenerne conto nell'economia del loro intervento.
La parola al Consigliere Bodrero.



BODRERO Antonio

Dunque. Io non ho nulla in contrario alla proposta e non mi perderei in sottigliezze sulla collaborazione e sviluppo oppure gemellaggio: mi sembrano un po' cavilli, questi, no? Piuttosto noto che c'è una lacuna; intanto si parla di Argentina e Brasile dove ci sono, sì, grandi comunità piemontesi, ma purtroppo vivono in un contesto sociale alquanto reazionario. Noi sappiamo che questi Paesi dell'America Latina periodicamente cadono sotto dittature militari.
Addirittura l'Argentina ha avuto l'impudenza di aggredire la Gran Bretagna per le Falkland sulle quali non ha alcun diritto. Io gliel'ho detto ai piemontesi d'Argentina: "Non sposate queste cause fallite, da generali, da dittatori, i quali si sostengono solo su queste false cause".
Io insisterei, piuttosto, sul fatto che siccome è stato riconosciuto dal Consiglio d'Europa che il piemontese è una lingua di tipo franco romanzo, quindi strettamente collegata al francese, anzi è l'unico francese antico, perché è pronunciata com'è scritta, come si pronunciava alle origini, da Carlo Magno in poi, da quando è cominciata la scrittura, di fare gemellaggi con Regioni affini, di alto livello culturale, civile e democratico, che si chiamano la VallonIa belga, la Suisse Romande della Svizzera e il Quebec, che ha ottenuto un grandissimo successo, per fortuna dato che là l'informazione non è soggiogata, mistificata, soffocata come in Italia; i francofoni hanno votato in maggioranza addirittura: o federalismo totale, quindi linguistico-culturale, o separazione, che è, diciamo l'alternativa più ovvia che ci sia, è riconosciuta dagli studiosi dell'argomento tra i quali ricordo il sommo Buchanan (non sono un grande anglofono) il quale riconosce questo diritto: o federalismo autentico integrale o secessione, questa è l'alternativa. Questi sono Paesi dove la parola secessione non fa paura, come non ha fatto paura ai danesi la secessione dell'Islanda o agli svedesi la secessione della Norvegia o ai belgi la secessione dell'Olanda nel secolo scorso. Questo per dire che i veri gemellaggi che centrano l'argomento fondamentale, appunto perch strettamente culturale e spirituale, quello linguistico, sono quelli da realizzarsi con la Vallonia, Suisse Romande, Quebec, zone di alta civiltà democratica occidentale, quindi antimarxista.



BOSIO Marco

Perché antimarxista?



BODRERO Antonio

Antimarxista perché ...avete rovinato il pianeta..., cosa volete difendere? Vergognatevi! Io non interrompo lui e lui non deve interrompere me e ha ancora il coraggio di interrompermi per sostenere lo stalinismo.
Cosa vuoi sostenere! Hai cambiato bandiera cinquanta volte, sta zitto! Tu e il tuo Marx, ma fatti furbo.



(Brusìo in aula)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Germanetto.



GERMANETTO Michelino

Sono d'accordo per la sospensione dell'argomento, anche per recepire alcune istanze che sono emerse nella discussione. Io ho sempre creduto ai gemellaggi, anche perché è un po' un mio hobby; come Sindaco di Cherasco ne ho portati avanti diversi, come responsabile di Sister City, ne ho realizzati altri.
Mi auguro che la Regione Piemonte possa concretizzarne alcuni per diversi motivi: per la pace, per una maggiore conoscenza tra i popoli, per gli scambi tra studenti, per incentivazione di scambi commerciali ed industriali e soprattutto per la cooperazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cerchio.



CERCHIO Giuseppe

Recepisco innanzitutto le considerazioni che la Giunta ha anticipato attraverso le dichiarazioni del Presidente. In realtà non vorrei esagerare per caricare di significato particolarmente fuori luogo di questa proposta di legge, né per andare a parlare - come diceva il Consigliere Mollo, che peraltro richiamerei ad un aspetto di dizione - di politica estera della Regione, innanzitutto perché non ne ha titolarità. Il problema vero è di riuscire ad attivare tutte quelle forme che certamente vanno a favorire contributi, cultura di base, di solidarietà e quindi di collaborazione superando un'interpretazione dei gemellaggi che pure aveva avuto lodevolmente, negli anni passati una sua affermazione e che negli ultimi anni si sono tradotti in gemellaggi di cooperazione. Esiste la L.R. n. 31 sulla cooperazione internazionale, esiste anche una Commissione regionale sulla cooperazione internazionale, forse varrebbe la pena recepire, come qui mi pare di avere inteso, la possibilità di ritornare in VI Commissione e - visto l'argomento - coinvolgere anche la III Commissione.
Lavorando in questo modo potremo cercare di far fronte ad una situazione che è nata un po' così.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

Anche il nostro Gruppo è d'accordo per il ritorno in Commissione segnatamente alla Commissione VI. Faccio soltanto un'annotazione. Il disegno di legge è degno di essere approvato nelle sue linee essenziali, in quanto il gemellaggio è strumento utile sotto tutti i profili indicati nello stesso disegno di legge. Voglio solo rilevare che nell'art. 1 laddove si precisa che la Regione può definire accordi di collaborazione con entità istituzionali, proprio i cosiddetti gemellaggi, si scrive "previa intesa governativa" e che all'art. 2, laddove si parla dei progetti che vanno approvati si precisa che vanno predisposti questi progetti nei modi previsti dalla legge e dalle direttive del Governo nazionale.
A me pare che rimarcare questa soggezione al Governo nazionale significhi incrinare l'autonomia della Regione e il nostro Gruppo in più di una occasione, anche nel corso di questa legislatura, ha avuto qua e là delle punzecchiature e delle contestazioni o accuse - per usare la parola grossa e forse non merita nemmeno di essere usata - di essere statalisti e proni al Governo nazionale quale che esso sia. Non capisco perché si doveva rimarcare tutta questa soggezione alle direttive del Governo e alle intese governative. Che occorrano, in base alla legge vigente, ai fini di promuovere questa specie di politica internazionale attraverso i gemellaggi, è un discorso, ma esaltarle in questa maniera - e lo diciamo noi che sentiamo l'autonomia delle Regioni - mi sembra superfluo.
In sede di Commissione avevo, nonostante queste perle, approvato, a nome del Gruppo, il disegno di legge ed ero riuscito a far introdurre l'espressione che i programmi di Giunta avrebbero dovuto essere preceduti da un'informativa alla competente Commissione. Avevo cercato di ottenere questo minimo interessamento del Consiglio, ma effettivamente adesso che la legge transiterà per ulteriori approfondimenti in VI Commissione, ritengo che meriti di essere anche approfondito e rivisto questo mero passaggio in Commissione, a titolo informativo, per cercare un coinvolgimento del Consiglio regionale allorquando si formulano questi programmi.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Marengo.



MARENGO Luciano, Assessore regionale

Sono d'accordo con la richiesta di ritorno in Commissione avanzata dal Consigliere Foco e non solo per un momento informativo, ma per una discussione che verifichi le obiezioni e le questioni che qui sono state sollevate, al fine di collegare questa questione con la discussione su una legge più generale che riguardi l'insieme dei problemi, dalla pace alla cooperazione allo sviluppo.
Il ritorno in Commissione risponde propriamente alla richiesta che ha fatto il Consigliere Foco.



PRESIDENTE

Ritorno non alla I Commissione, ma alla VI. Presidente Carletto, per la questione dei gemellaggi la VI Commissione chiederebbe di avere il testo.
La Giunta è d'accordo.
Rimando quindi il provvedimento alla VI Commissione, ritenendo esaurito l'iter della I.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Esame proposta di deliberazione n. 996: "Delibera quadro ai sensi dell'art. 4, L.R. n. 55/84 e successive modificazioni 'Impiego temporaneo e straordinario di lavoratori disoccupati in cantieri di lavoro di enti locali" (seguito)


PRESIDENTE

Per specifiche ragioni di urgenza che ne rendono indilazionabile l'esecuzione, propongo di porre in votazione, ai sensi dell'art. 49 della legge 10/2/1953, n. 62, l'immediata esecutività della deliberazione n. 996 approvata precedentemente.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Il Consiglio approva all'unanimità dei 32 Consiglieri presenti.


Argomento: Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici

Esame progetto di legge n. 103: "Norme in materia di pianificazione del territorio: modifiche alla L.R. 5/12/1977, n. 56 e successive modifiche ed integrazioni, e alle LL.RR. 16/3/1989, n. 16 e 3/4/1989, n. 20" Presentazione ordine del giorno di non passaggio all'esame dell'articolato


PRESIDENTE

Passiamo al punto 9) all'o.d.g. che prevede l'esame del progetto di legge n. 103.
E' stato presentato, a norma di Regolamento, un ordine del giorno di non passaggio all'esame dell'articolato, firmato dai Consiglieri Vaglio e Marchini.



CHIEZZI Giuseppe

Volevo chiedere se è possibile conoscere le motivazioni del non passaggio al voto. Non conoscevo questa ipotesi.



PRESIDENTE

Vuole intervenire lei, Consigliere Marchini?



MARCHINI Sergio

Presidente, mi prende per fame. La posizione del nostro Gruppo su questa legge è molto semplice.
Abbiamo l'impressione che si tratti di un incidente di percorso arriviamo in aula senza la necessaria maturazione in Commissione e soprattutto con una maturazione, se per caso c'è stata, fuori stagione. E' cambiata la stagione, non è più la stagione della legge n. 142. Siamo di fronte ad una fase del tutto nuova, in cui la legge n. 142, che spostava il baricentro della periferia dell'impero dalla Regione, ai Comuni, alle Province è ormai prossima ad una stagione in cui ci sarà un decentramento dell'impero sulle Regioni. Questa legge, che sostanzialmente ci obbliga ad attuare la legge n. 142, è un atto non dovuto, che se lo facciamo seriamente ci pone in conflitto con le Province, con lo Stato, con la Corte Costituzionale.
Quindi abbiamo predisposto un ordine del giorno di non passaggio all'esame degli articoli in cui si cerca di far capire il senso del passaggio politico di fronte al quale ci troviamo: immaginare la fine di una legislatura, in cui si possono dare norme per l'attuazione della pianificazione territoriale e processi di tempi lunghi che dovrebbero produrre i loro risultati, in una fase del tutto nuova dal punto di vista storico e non solo politico del nostro Paese, ci sembra assolutamente improprio. Ci sembra, invece, che debba essere colta l'occasione perché la rinuncia a legiferare in questa materia debba essere occasione per riaffermare che noi riteniamo che le novità che dovranno realizzarsi sul piano istituzionale debbano essere di un rilancio della Regione e del processo federalista e non della strada seguita dalla legge n. 142. Quindi rispetto a questa legge c'è, da parte nostra, una posizione di carattere istituzionalmente e politicamente pregiudizialmente contraria.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Il dibattito concerne questa richiesta?



PRESIDENTE

No, il dibattito è di carattere generale.



CHIEZZI Giuseppe

Su questa richiesta allora si interverrà successivamente?



PRESIDENTE

Io ve l'ho annunciata, per cui intervenite su tutto. Alla fine del dibattito si procede con il passaggio al voto.



CHIEZZI Giuseppe

Farò poi una dichiarazione di voto.



PRESIDENTE

Può poi fare una dichiarazione di voto in cui precisa i punti specifici.



CHIEZZI Giuseppe

La prima osservazione su questa legge che propone di modificare la normativa sulla pianificazione territoriale è la seguente: quando si è formata questa nuova Giunta chiesi a due Assessori di questa nuova Giunta la cortesia di riuscire a convincermi che sarebbe stata una Giunta innovativa su certe questioni, non con delle parole scritte su un programma, ma con i fatti che gli Assessori fossero in grado di produrre.
Uno dei due Assessori era l'Assessore Bresso, alla quale chiesi, per cortesia, se era in grado di portare in quest'aula un elemento di novità consistente nell'illustrazione dettagliata dei motivi in base ai quali un obbligo previsto dalla L.R. n. 56 - di stesura dei piani territoriali da parte della Regione - non era stato ancora assolto nonostante la Regione avesse approvato, come Giunta regionale, alcuni piani territoriali previsti e con atto che mai è stato spiegato avesse revocato la propria delibera di approvazione di piani territoriali che da quel punto in avanti sono rimasti chiusi da qualche parte. Questa mia richiesta l'ho fatta agli Assessori pro tempore. Nata questa nuova Giunta feci la richiesta in Consiglio di conoscere perché il già pianificato era stato interrotto e fermato.
Chiedevo questa condizione preliminare per poter discutere in astratto di pianificazione, perché a discuterne in astratto si fa bella figura.
Sono curioso di riuscire a vedere il TG3 regionale delle ore 14 per vedere se comparirà la faccia dell'Assessore Bresso che dice ai cittadini piemontesi: "Si pianificherà il territorio, adesso c'è una nuova legge".



BRESSO Mercedes, Assessore regionale

No.



CHIEZZI Giuseppe

Se non succederà oggi pomeriggio, forse succederà questa sera o forse succederà sui giornali che potranno titolare che finalmente la Regione potrà pianificare il territorio perché c'è una nuova legge. Questa la considero una grossa bugia che cerco di evidenziare.
E' una grossa bugia perché la pianificazione territoriale la Regione ha sempre potuto farla e questa nuova legge nulla aggiunge o toglie alle difficoltà che un ente di governo come la Regione Piemonte ha nel programmare la pianificazione del territorio, perché le difficoltà che ci sono nel fare questo rimangono tutte quante, prima e dopo questa legge.
Di qua la richiesta di una novità. Perché se si tratta di mettersi una legge all'occhiello e strappare un titolo di giornale dicendo: "finalmente si pianifica" questa legge va benissimo, ma se invece si vuole veramente affrontare il problema occorre per prima cosa che si spieghi perché i piani che avete nel cassetto continuate a tenerli lì! Dovete spiegare perché i piani territoriali esistenti non vedono la luce. Chissà cosa potrete fare di diverso con una legge - lo vedremo poi passo passo - che rimastica con la stessa concezione le cose già scritte nella legge n. 56/77, fatta ammenda dei Comprensori che non esistono più e di altre questioni di quel genere. L'ossatura è tale e quale! Chiesi questa cortesia; in Commissione ho riformulato la richiesta che però non è stata evasa per una serie di motivi (temporali e logistici) e viceversa in gran fretta l'Assessore Bresso ha ritenuto di tirare dritto e di giungere finalmente a questa deludente legge.
Questa legge contiene tutto il nocciolo invariato che blocca l'ingranaggio della pianificazione territoriale. Il nocciolo è che con la pianificazione territoriale si passa sulla testa delle scelte urbanistiche dei Comuni: questo è il problema che ferma tutto! L'ha fermato prima e lo fermerà oggi, anche se è detto in una legge che ha un altro nome e un altro numero. Il nocciolo è qui! Quando la Regione Piemonte afferma di voler fare pianificazione del territorio e afferma che in questo strumento di pianificazione si può entrare di forza nelle scelte di un Piano regolatore generale, questo è il momento della difficoltà della pianificazione territoriale che c'era prima, che probabilmente ha fermato la Giunta Beltrami, poi ha tenuto immobile l'Assessore Nerviani e non so quanti altri Assessori, e poi tiene silenziosa l'Assessore Bresso. Tutta questa serie di Assessori invece si getta con grande entusiasmo nel dire: "adesso riaggiorniamo la pianificazione territoriale", ma l'aggiornamento che fate è semplicemente burocratico: la legge prevedeva i Comprensori e voi li togliete, va bene, ma questo non è da enfatizzare. Invece sono sicuro che la cosa verrà enfatizzata e dato che si enfatizza un'illusione tento, con i pochi mezzi che ho a disposizione, di dire: "Cari cittadini piemontesi sappiate che nulla è cambiato e nulla cambierà, la legge è quella di prima semplicemente ha una nuova targa; la legge non fa ordine (e questo lo metterò in evidenza articolo per articolo)".
C'è un fatto ancora di fondo che mi preme segnalare nell'intervento generale: tra le cose che introduce questa legge vi è la città metropolitana. Ora, l'introduzione della previsione di questo livello di pianificazione territoriale era senz'altro dovuto quando la legge n. 142 prevedeva l'obbligo per le Regioni di istituire la città metropolitana, ma oggi questo obbligo non c'è più. Allora la mia opinione è che se in assenza di un obbligo legislativo nazionale, la Regione Piemonte introduce ora in una propria legge la figura istituzionale della città metropolitana ritengo che questo sia un fatto politico del quale discutere e che non sia un obbligo legislativo da osservare.
Questo fatto politico è sul tavolo di lavoro della Commissione per gli adempimenti della legge n. 142 ed è un fatto in piena discussione con punti di vista molto differenti, la somma algebrica dei quali mi pare tenda a non considerare un progetto politico l'istituzione della città metropolitana.
Questa è la mia impressione sulla base delle consultazioni avute.
Questa è un'osservazione di fondo - che ho già accennato ad alcuni colleghi - perché non vorrei che su questa questione della città metropolitana si facessero dei giochi strumentali e la si inserisse senza badarci in una legge quando non è da inserire. Si sceglie di inserirla? E' un'opzione politica? Volete istituire la città metropolitana perché lo decidete voi senza che alcuno lo imponga: se è così, è giusto in una legge oggi inserire la città metropolitana perché è un segnale politico di volontà di istituire il nuovo livello istituzionale. Ma dato che questo obbligo non c'è, se non c'è questa volontà, correttezza vorrebbe che in questa legge non si citasse quanto non deve essere obbligatoriamente citato. Altrimenti noi scambiamo un'opzione politica, magari minoritaria per una decisione del Consiglio regionale.
Ho voluto segnalare questo fatto nel dibattito perché mi sembra una cosa di non poco conto. Vorrei cioè evitare che si facesse una politica dei fatti compiuti mentre sulla città metropolitana mi sembra non ci sia più una maggioranza che ne sostenga la necessità, oggi, di istituirla, poi per nella legge la mettiamo, così c'è già! Questa è faziosità! Colleghi, le osservazioni che faccio su questa legge non le tradurrò in emendamenti (potrei presentarne decine e decine sulle cose che dirò, ma non lo farò); produco invece dei ragionamenti. Se c'è una sensibilità e un accordo del Consiglio, tutti insieme riusciremo in brevissimo tempo a scrivere le parole giuste e consegnarle alla Presidenza, però mi preme soprattutto ragionare e porre dei problemi. Questo era uno dei problemi.
Ho un altro problema, sempre di carattere generale. Non sarà forse che qui torna lo zampino di Torino? Non comprendendo la fretta dell'Assessore che può fare il piano territoriale tranquillamente (già ieri poteva farlo e oggi consegnarlo, perché la legge n. 56/77 glielo permette). Sapendo che l'Assessore non ha bisogno di questa legge per fare i piani territoriali per quale motivo ha questa insistenza nell'approvare questa legge visto che tutto rimane come prima o quasi? Uno dei motivi quale potrebbe essere? Sarebbe preoccupante, ma potrebbe di nuovo essere Torino. In che senso? Oggi la Commissione tecnico-urbanistica sta esaminando il Piano regolatore di Torino. Bene, se voi leggete la legge n. 56 c'è un problemino perch all'art. 12, la legge n. 56 dice: "Il Piano regolatore generale deve essere coerente con il Piano territoriale". Questo dice la legge oggi vigente.
Ora, se questa indicazione per piccoli Comuni o Comuni medi può essere elusa e sicuramente lo è stata, penso che per la città capoluogo, in un momento in cui la Regione Piemonte deve delineare le proprie prospettive di sviluppo, non osservare quanto previsto dalla legge n. 56 in ordine alla coerenza tra Piano regolatore di Torino ed il Piano territoriale della Regione, possa porre qualche problema che rende difficile l'approvazione del Piano regolatore di Torino. Personalmente sollevo il problema. L'avrei sollevato nella prima discussione di carattere politico che avremmo avuto in Commissione sul Piano regolatore di Torino. Questo, a mio parere, è un inciampo non da poco perché la mia opinione è che senza un Piano territoriale di riferimento, il Piano regolatore di Torino non può essere approvato perché manca una condizione posta dalla legge n. 56. Allora il dubbio che ho è questo: dato che esiste questo inciampo, se noi facciamo oggi una nuova legge sulla pianificazione territoriale non si potrà più richiedere che il Piano regolatore di Torino osservi una normativa appena nata. Avete capito? Abrogando il Titolo II della legge n. 56 che era collegata come legge vigente al Piano regolatore di Torino si toglie la contraddizione, rimane il Piano regolatore di Torino, c'è una nuova legge ma il Piano regolatore di Torino non è sostanzialmente omissivo di alcunché. Questa è una possibile ragione. Mi preoccupa molto perché la Regione Piemonte già una volta ha fatto degli articoli di legge che riguardavano il Piano regolatore di Torino. Queste sono le preoccupazioni che esprimo insieme alla delusione per il fatto che si è giunti a questa discussione senza il chiarimento di fondo su quei piani nascosti in qualche cassetto. Sono sicuro che questa legge non porterà nulla di nuovo, tutto quello che l'Assessore riuscirà a fare o a non fare dipende dalla forza che avrà di applicare o la legge vigente che, a parte le correzioni materiali potrebbe funzionare bene, oppure dalla forza che avrà nel rimuovere quegli ostacoli che sono gli unici veri ostacoli nei rapporti tra comunità locali e la comunità regionale che fanno della pianificazione territoriale un asse di governo molto difficile da percorrere con equilibrio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rivalta.



RIVALTA Luigi

Intervengo con riferimento all'ordine del giorno che richiede il non passaggio ai voti degli articoli del disegno di legge. D'altra parte mi pare che il collega Chiezzi non abbia fatto un intervento sull'ordine del giorno, ma abbia aperto la discussione sulla legge, quindi in qualche misura ha avviato la discussione. Per sostenere che si deve passare ai voti, voglio qui richiamare a tutti i colleghi che questa legge è stata presentata nel 1991: non ricordo più in quale stagione, se in primavera o in autunno, ma è presente in Consiglio regionale da tre anni. Questa legge che è stata in Commissione per una discussione, anche approfondita sui suoi contenuti, che ha prodotto delle modifiche, a causa della situazione di stallo che abbiamo avuto nel 1993 in questo Consiglio regionale è stata poi sospesa nella parte istruttoria finale che avrebbe portato forse già da un anno alla sua approvazione.
Che cosa si propone questa legge, così come è venuta fuori dalla proposta dell'Assessorato alla pianificazione territoriale, allora retto dal collega Nerviani, dalle discussioni condotte in Commissione fino ad oggi? Si propone di modificare la legge n. 56 adeguandola alle normative che sono state introdotte dalla legge n. 142. Non per nulla il disegno di legge della Giunta è stato presentato nel 1992, è conseguente all'entrata in vigore della legge n. 142 del 1990. Sostanzialmente questa legge ha questo obiettivo e in questo senso esprime, con formulazioni anche più chiare, l'articolato della legge n. 56 introducendo gli elementi di novità che sono richiesti dalla nuova normativa. L'elemento di novità qual è? E' che fra i soggetti della pianificazione territoriale la legge n. 142 ha introdotto le Province in quei termini molto generici, senza definizione di ruoli e di relazione con la pianificazione territoriale regionale lasciando implicitamente (e in qualche modo è anche esplicitamente detto) alle Regioni il compito di regolare i rapporti tra la pianificazione territoriale regionale e la politica più complessiva di programmazione regionale, art. 3 della legge n. 142, e le pianificazioni prodotte dalla Provincia. In questo caso per questa materia, la pianificazione territoriale. E' una legge quindi necessaria in quanto attraverso la legge n. 142 potrebbe essere discutibile sul piano costituzionale che sia stata presa questa decisione con una legge nazionale, ma le Regioni non hanno ricorso alla Corte Costituzionale rivendicando la competenza dell'individuazione di nuovi soggetti di pianificazioni subregionali e competenza in questa materia.
La legge richiede che ci sia una modifica della legge n. 56 perché la legge n. 56 può essere necessario rivederla dopo vent'anni, ma in questa fase la cosa importante è dire alle Province (alcune si sono messe in cammino per elaborare piani) quali sono le procedure, quali sono i contenuti e quali sono i rapporti politico-amministrativi tra la Regione e le Province.
Questo disegno di legge fa questo. E' urgente perché alcune Province si sono messe in moto, hanno prodotto elaborazione; in particolare l'ha fatto la Provincia di Torino che, per quello che mi risulta, addirittura nell'ultimo Convegno dell'INU a Venezia ha presentato il proprio Piano territoriale (non l'ha ancora presentato neanche informalmente la Regione) ma l'ha presentato al Convegno dell'INU sotto la titolazione Piano territoriale adottato dalla Provincia di Torino. C'è esigenza di regolare i rapporti fra le istituzioni regionali e provinciali su questa materia e c'è esigenza di farlo con urgenza e va fatto oggi perché sono in cammino procedure di approvazione da parte di questo piano, dobbiamo definire che senso ha l'atto deliberativo delle Province, qual è l'iter di esame che spetta alla Regione e come si conclude l'atto deliberativo di approvazione finale.
C'è urgenza e ciò va fatto al di là di quel che può succedere in questi mesi nella Provincia e nella Regione; va fatto per rispondere alle nuove norme della legge n. 142/90 e perché, dopo le elezioni, le Amministrazioni che saranno elette possano decidere di fare quello che vogliono nel modificare o meno le leggi. Ad ogni modo, se avranno più cura nel produrre documenti di pianificazione, potranno comunque farlo avendo chiare le procedure e i rapporti che si stabiliscono con queste elaborazioni.
Credo quindi sia urgente che il Consiglio adempia a questo compito di definizione di procedure e di rapporti politico-amministrativi tra Regione e Province. Questo disegno di legge adempie sostanzialmente a questo scopo: non ha la presunzione di rinnovare la legge n. 56, ma di completarla tenendo conto della situazione attuale. Mi sembra davvero un'operazione che dobbiamo compiere, per molte ragioni. Siamo in ritardo, ma questo non vuol dire che dobbiamo allungare ulteriormente i tempi.



PRESIDENTE

Sono ancora iscritti a parlare i Consiglieri Nerviani e Miglio; poi ci sarà la replica dell'Assessore e si dovrà votare la pregiudiziale con eventuali dichiarazioni di voto.
Quindi sospendiamo la seduta, che riprenderà alle ore 14,45. Raccomando la puntualità, visto che si dovrà votare.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13,40)



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