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Dettaglio seduta n.30 del 18/12/90 - Legislatura n. V - Sedute dal 6 maggio 1990 al 22 aprile 1995

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute (rinvio)


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Approvazione verbali precedenti sedute", comunico che i processi verbali delle precedenti adunanze verranno posti In votazione nella prossima seduta.


Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati

Interpellanza n. 137 dei Consiglieri Monticelli, Grosso, Coppo, Buzio Chiezzi e Marengo inerente la legge n. 241/90. Nuove norme in materia di procedimento amministrativo e di diritto di accesso ai documenti amministrativi


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g. : "Interrogazioni e interpellanze" esaminiamo l'interpellanza n. 137 presentata dai Consiglieri Monticelli Grosso, Coppo, Buzio, Chiezzi e Marengo.
La parola al Consigliere Monticelli per l'illustrazione.



MONTICELLI Antonio

Si tratta di una Interpellanza abbastanza stagionata, se così si pu dire, perché è datata 1 ottobre. Ma nonostante siano già trascorsi due mesi, ho l'impressione che sia ancora direi purtroppo - perfettamente in tempo per essere trattata.
Come è noto al colleghi, la legge n. 241: "Nuove norme in materia di procedimento amministrativo e di diritto di accesso al documenti amministrativi" è stata promulgata nell'agosto scorso e, forse per questa ragione, è passata abbastanza inosservata alla grande opinione pubblica. Ma si tratta di una legge di grandissimo valore e di grandissimo impatto sulla pubblica amministrazione.
L'oggetto specifico dell'interpellanza, che si potrebbe considerare il tentativo di una prima discussione sull'argomento, è in sostanza questo. La legge n. 241, se il nostro Gruppo (e per esso chi ha firmato con me l'interpellanza) non ha preso lucciole per lanterne, è una legge che è entrata immediatamente in vigore all'atto della promulgazione, nel senso che è da considerare immediatamente da applicarsi ad enti quale la Regione.
Questo è certamente vero per tutta una parte delle norme contenute in quella legge, ad eccezione del punto che riguarda il diritto di accesso ai documenti amministrativi in quanto per il diritto di accesso la legge fa esplicito richiamo ad ulteriori atti che il Governo sarebbe stato chiamato ad emanare per attivare quel punto.
Per tutto il resto - quando parlo di tutto il resto mi riferisco a cose estremamente importanti - tutto il resto vuoi dire che la Regione deve designare il responsabile di procedimento, che si devono attivare le nuove procedure semplificate previste dalla legge, che devono essere avvisati i soggetti che vengono in qualche modo coinvolti nei procedimenti amministrativi e che, conseguentemente a tutto questo, la struttura dell'amministrazione regionale deve avviare un complesso processo di ristrutturazione. Come dicevo, per tutto il resto la 241 è già oggi in vigore, già oggi la Regione deve - sarebbe meglio dire: dovrebbe introdurre queste modificazioni, questi elementi stabiliti, sanzionati dalla legge n. 241.
In secondo luogo, la legge stabilisce che le Regioni, entro un anno dalla promulgazione della 241, quindi entro l'agosto dell'anno prossimo debbono provvedere con propria legge a normare aspetti specifici ulteriori rispetto a quelli già sanzionati, immediatamente da attuarsi ai sensi della legge n. 241 stessa.
Per queste ragioni, con questa interpellanza volevamo sapere dalla Giunta queste due questioni: come la Giunta ha già avviato l'applicazione della 241 e se non l'ha fatto come e con quali tempi intende avviare l'applicazione della 241; in secondo luogo, con quali indirizzi, con quali contenuti e con quali tempi la Giunta pensa di adempiere al secondo momento, cioè quello di una legge regionale per applicare la 241 in tutti i comparti dell'amministrazione regionale.
Concludo questo intervento con una osservazione. A nostro giudizio - è una prima impressione, una prima valutazione - applicare la 241 all'intera macchina amministrativa regionale significa, probabilmente, andare a rivisitare puntualmente tutte le procedure amministrative che la Regione oggi svolge e quindi rivisitare puntualmente non solo la macchina amministrativa, ma anche la legislazione regionale perché l'adeguamento pu essere fatto solo se c'è questa rivisitazione puntuale e completa. Quindi si tratta di un compito di riforma concreta, impegnativa, estremamente importante e per questo ci eravamo permessi di sollecitare la Giunta ad una risposta in merito in Consiglio regionale.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Bergoglio.



BERGOGLIO Emilia, Assessore all'organizzazione

Rispondo a questa interpellanza nella veste di Assessore responsabile dell'organizzazione anche se - come ha già sottolineato nell'illustrazione dell'interpellanza il Consigliere Monticelli - si tratta di una legge la cui applicazione coinvolge funzioni e responsabilità più vaste, in quanto si tratta di andare ad identificare una serie di verifiche sulle procedure in atto nell'ambito dell'amministrazione regionale che devono necessariamente coinvolgere parecchi settori nell'ambito dell'amministrazione stessa.
E' già stato sottolineato che l'art. 29 della legge prevede che le Regioni a Statuto ordinario disciplinino con propria legge le materie della legge n. 241/90, oggetto di nuova regolamentazione, anche se queste norme operano già direttamente e quindi di fatto, in mancanza di normativa propria, valgono le regole generali stabilite nella legge.
D'altra parte, per una efficace disciplina della materia adattata alla specifica esigenza dell'Ente e considerata la notevole complessità di quanto previsto dalla legge n. 241, si è riscontrata a livello operativo la necessità di una fase di verifica (per i risvolti giuridici ed organizzativi) degli adempimenti richiesti.
A tale scopo è prevista in tempi brevi la costituzione di unità di lavoro flessibili interdisciplinari e intersettoriali per un esame approfondite della legge nei suoi aspetti giuridici ed organizzativi.
Abbiamo provveduto, nelle scorse settimane, a distribuire un primo documento ai colleghi della Giunta per una verifica nell'ambito degli Assessorati delle implicazioni per materia della legge n. 241, cioè delle normative comprese nella legge n. 241. Sulla base di questo lavoro abbiamo già predisposto una bozza di circolare applicativa che verrà discussa vorrei sottolineare la novità del metodo che l'Assessorato all'organizzazione intende adottare - con i dirigenti di settore e con gli altri dirigenti preposti per una verifica specifica delle esigenze dei singoli settori nella materia di competenza.
Le norme, soprattutto quelle riferite alla determinazione del responsabile del procedimento, alla partecipazione al procedimento e alla semplificazione dell'azione amministrativa, riflettono una necessità di efficienza e trasparenza che può essere soddisfatta soltanto da una "macchina amministrativa" in buono stato.
Con tale premessa, è evidente come tutte le iniziative di miglioramento del clima organizzativo prese dall'amministrazione costituiscano il presupposto per la reale attuazione di quanto previsto dalla legge n. 241: assume particolare importanza il processo di nuova definizione delle strutture dell'Ente (servizi, uffici ed unità flessibili) e della corrispondente attribuzione di livelli differenziati di responsabilità a funzionari e dirigenti dell'amministrazione. E' un processo avviato da tempo che si sta completando e certamente costituisce una premessa indispensabile per quell'azione di maggiore incisività ed efficienza che tutti insieme riteniamo si debba dare alla macchina amministrativa ed organizzativa della Regione.
In particolare, la lettura di quanto previsto dall'art. 12 della L.R.
n. 42/86 porta ad individuare il responsabile del procedimento per le materie di rispettiva competenza e nel caso in cui la Regione Piemonte sia l'amministrazione procedente, nel responsabile di settore.
Si stanno inoltre valutando le interrelazioni tra quanto previsto dalla legge n. 241 (in particolare per gli aspetti di trasparenza responsabilità, tempi, partecipazione ed accesso) con altra normativa vigente: nello specifico con quanto prevede il contratto di lavoro (L.R. n.
36/90) circa i rapporti amministrazione cittadino.
Una prima ipotesi di lavoro è quella della centralizzazione di alcune funzioni di rapporto con il cittadino presso degli appositi uffici di pubbliche relazioni o sportelli di accesso alle informazioni abilitati non solo "a ricevere eventuali reclami e suggerimenti dagli utenti", ma anche a fornire informazioni (procedurali, sullo stato della richiesta, ecc.) e a rendere concretamente possibile l'accesso ai documenti amministrativi.
Per una iniziale attuazione di quanto prima riferito, si prevede: la rilevazione di tutti i procedimenti che interessano l'Ente, in particolare quelli nei quali la nostra amministrazione sia "Amministrazione procedente" l'analisi delle procedure che concorrono al risultato (atto finale del provvedimento ovvero atti intermedi): infatti solo attraverso la verifica ed eventuale ottimizzazione delle procedure sarà possibile determinare i tempi reali richiesti da un procedimento (ed applicare i necessari correttivi in casi di inadempienza).
Su questi due punti si è praticamente sviluppata quell'azione cognitiva e conoscitiva di cui accennavo all'inizio attraverso i due documenti che sono in fase di esame da parte della struttura.
E' comunque necessario ricordare come l'amministrazione si sia attivata da tempo nel processo di reale semplificazione dell'azione amministrativa anche attraverso l'istituzione di sportelli unici autorizzativi (ad esempio, l'istituzione dello sportello autorizzativo per gli impianti a fune), che rappresentano uno dei più validi strumenti di semplificazione dell'azione amministrativa. Da questo esempio si possono trarre utili spunti per ampliare questo tipo di iniziativa.
Si fa presente inoltre che sono in corso di realizzazione quindici progetti relativi all'applicazione di nuove tecniche gestionali. Definite con il Dipartimento della funzione pubblica, finalizzate alla semplificazione ed ottimizzazione di alcune procedure rilevanti nel settori regionali. In particolare, per citare i più significativi. si tratta dei progetti seguenti: analisi della procedura "Gestione del vincolo idrogeologico" al fine di una sua razionalizzazione e alla creazione di uno sportello unificato derivante dall'applicazione della legge n. 45/89.
Analisi della procedura "Rimborso missioni del personale regionale" al fine di una sua automatizzazione. Preciso al Consigliere Monticelli che si tratta di esempi, quindi colti da settori diversi in cui si è potuto avviare, anche per la disponibilità specifica dei dirigenti, una prima fase sperimentativa già nei mesi passati. Da questo si potranno trarre spunti per ulteriori procedure legate all'applicazione della legge n. 241.
Verifica dei costi relativi alla gestione patrimoniale e al funzionamento dell'Ente.
Verifica delle politiche di gestione delle aree protette, con particolare riferimento alla necessità di conciliare la protezione dell'ambiente naturale con le legittime esigenze delle popolazioni residenti.
Verifica dell'efficacia degli interventi di formazione professionale e così via.
Si evidenzia che i progetti citati sono finalizzati ad una maggiore trasparenza dell'azione amministrativa e ad una particolare attenzione all'utente, obiettivi previsti esplicitamente, oltreché nell'ultimo contratto di lavoro per gli Enti locali, anche dalla legge n. 241.
Ed in tale ottica è stata realizzata una prima pubblicazione con l'elencazione di tutte le strutture stabili dell'Ente, con i nominativi dei rispettivi responsabili. Iniziativa tesa ad assicurare l'informazione, non solo all'interno dell'Ente, ma anche nei confronti dell'utenza esterna, per agevolare i rapporti con le varie strutture regionali.
Per concludere desidero ancora sottolineare come siamo in presenza attraverso l'applicazione di questa legge, di un tendenziale e profondo mutamento nei rapporti amministrazione-cittadino e nei rapporti all'interno dell'Ente stesso tra i vari settori ed uffici. La trasparenza non va intesa soltanto in senso formale, ma va intesa anche all'interno dello stesso Ente. Una maggiore capacità di lavorare in modo congiunto e collegato è sicuramente la premessa per la realizzazione concreta dei principi che questa legge comporta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Monticelli.



MONTICELLI Antonio

Ho preso atto della risposta molto dettagliata e precisa dell'Assessore Bergoglio, ma ciò nonostante mi devo dichiarare insoddisfatto per una ragione che in qualche modo - mi scusi, Assessore - trascende la risposta dell'Assessore. Per dirla in poche parole, credo che sarebbe stato più opportuno se la risposta questa mattina ci fosse stata resa dal Presidente della Giunta, perché l'applicazione della legge n. 241 chiama In causa qualcosa che va al di là, almeno a nostro giudizio, della responsabilità che in Giunta copre l'Assessore Bergoglio. Si tratta di un ridisegno complessivo, che andrà certamente visto nel tempo, che non si farà nell'arco di una settimana e nemmeno di un anno, un ridisegno complessivo della macchina regionale in rapporto alle funzioni della Regione. La legge n. 241 è leggibile, dal punto di vista di un'amministrazione regionale soltanto se la si legge insieme alla legge n. 142, se la si legge in un'ipotesi complessiva di trasformazione del ruolo e delle funzioni della Regione e all'interno di questo discorso c'è una trasformazione della macchina regionale, altrimenti si corre il rischio di una lettura che si ferma a quali sono i compiti attuali della Regione e quindi a qual è adesso la struttura regionale. E, in questa chiave, io credo che sarebbe anche difficilmente applicabile la legge n. 241, per quella che è oggi la Regione.
Per questo motivo mi sarei atteso una risposta da parte del Presidente della Giunta questa mattina e in questo senso esprimo la insoddisfazione.
Ma ripeto: solo per questa ragione.
Chiudo con una richiesta: lo credo che le questioni che l'Assessore Bergoglio ci ha oggi detto nella sua risposta all'interpellanza sarebbe forse opportuno riprenderle in I Commissione con più calma, eventualmente cercando in quella sede di verificare l'intreccio tra le leggi nn. 241 e 142 che oggi in qualche modo non si è potuto incominciare a verificare perché credo che sia opportuno che il Consiglio sia messo in condizioni di seguire passo per passo questo lavoro, che sarà lungo e complesso, di riforma organica, ma concreta e reale della macchina regionale. Sollecito quindi la Giunta, in specifico l'Assessore Bergoglio per la sua competenza a un appuntamento in Commissione di questo tipo. Mi permetto di risollecitare invece la Giunta, nel suo complesso, quindi per la Giunta il Presidente Brizio, a definire appuntamenti che consentano questa valutazione di ordine generale negli intrecci fra le leggi nn. 241 e 142.


Argomento: Protezione della natura (fauna, flora, minerali, vigilanza, ecc.)

Interpellanza n. 53 del Consigliere Zacchera inerente i lavori della costruenda centralina elettrica per la captazione delle acque del torrente Cairasca in Val Divedrò ed interrogazione n. 76 del Consigliere Zacchera inerente la captazione di acqua dal torrente Cairasca fino al Lago D'Agaro per l'utilizzo idroelettrico da parte dell'ENEL


PRESIDENTE

Passiamo ora ad esaminare congiuntamente, trattandosi di argomenti tra loro collegati, l'interpellanza n. 53 e l'interrogazione n. 76 presentate dal Consigliere Zacchera.
La parola all'Assessore Nerviani.



NERVIANI Enrico, Assessore ai beni ambientali

In merito all'interpellanza n. 53 relativa alla captazione di acque dal torrente Cairasca in Val Divedrò, devo rispondere con l'enunciazione dei punti seguenti: 1) con deliberazione della Giunta regionale n. 18-7347 del 26/8/1986 è stata autorizzata, al sensi dell'ari 82 del DPR n. 616, la realizzazione di un impianto idroelettrico sul torrente Cairasca in Comune di Trasquera (NO), richiesto da tal De Censi Aldo, imponendo alcune condizioni sulle modalità esecutive e sul ripristino delle pendici a verde.
La verifica della rispondenza delle opere al progetto autorizzato rientra nelle competenze del Comune ai sensi della L.R. n. 20/89 a cui peraltro saranno segnalati tempestivamente i rilievi fatti dal Consigliere Zacchera.
2) Il piano di recupero ambientale è stato trasmesso per conoscenza dal Comune di Trasquera con nota n. 2568 del 15/12/1989 ed in merito non si sono a tutt'oggi avanzate osservazioni.
3) Dal progetto autorizzato risulta la permanenza di una sola via di accesso al cantiere che collega la pista di servizio lungo le condotte alla sponda opposta in prossimità di un ponticello esistente sul Cairasca.
4) Il progetto autorizzato prevede il mantenimento di una pista di servizio sterrata in adiacenza alle condotte; la stessa peraltro ricalca in buona parte il percorso, per quanto è a nostra conoscenza, della preesistente pista comunale per l'Alpe Nembro.
5) In merito alla necessità evidenziata di valutare in modo coordinato tra i diversi Settori della Regione l'impatto ambientale complessivo determinato dal proliferare di centraline private in tutte le vallate dell'arco alpino, si ricorda che Iniziative di questo genere sono già state assunte e che personalmente intendo decisamente riprenderle operando nel senso raccomandato dal collega interrogante.
Se debbo integrare ancora con qualche elemento la risposta alla complessa domanda che è stata avanzata dal collega Zacchera, debbo dire per quanto attiene all'interrogazione n. 76 riguardante le aree dei parchi regionali dell'Alpe Veglia e dell'Alpe Devero, che con deliberazione della Giunta regionale n. 8-36231 del 24/7/1984 e successivo decreto del Presidente della Giunta regionale n. 8803 del 30/10/1984 è stata autorizzata al sensi dell'alt. 82 del DPR n. 616 l'esecuzione dell'opera di presa dal torrente Cairasca richiesta dall'ENEL il 22/7/1983 in quanto la stessa, posta ai limiti dell'area tutelata e consistente in un manufatto largo 8 metri nell'alveo del torrente in posizione non particolarmente evidente dal punto di vista paesaggistico, non è apparsa suscettibile di alterare i lineamenti ambientali dell'Alpe soggetta a tutela che si trova peraltro a quota notevolmente superiore.
In ordine alla competenza del Settore Parchi naturali e in risposta sempre all'interrogazione del Consigliere Zacchera, si deve precisare quanto segue.
Le captazioni d'acqua del torrente Cairasca non coinvolgono direttamente il Parco naturale dell'Alpe Veglia in quanto, essendo previste nella zona marginale del parco, non influiscono sull'ambiente soggetto a tutela attraverso le previsioni normative in materia di aree protette.
Infatti la parte alta del corso del torrente non viene - a quanto risulta interessata da prelievi d'acqua e pertanto continuerà a presentarsi secondo il regime naturale.
Non si può peraltro negare che le captazioni lungo i corsi d'acqua così come segnalato, provocano conseguenze ambientali precarie e cioè spesso un regime idrico estremamente ridotto tale da produrre in alcuni casi alterazioni dell'ambiente naturale. E' quindi intenzione dell'Assessorato operare perché le stesse siano ridotte al minimo indispensabile, al fine di ridurre i danni all'ambiente e al fine di garantire rilasci d'acqua sufficienti.
Credo che su questa materia sia già intervenuto anche il collega Garino o che comunque lo farà - come mi ha detto ora - immediatamente.
A margine di tutto quanto detto e fuori dalla stretta forma della risposta che evidentemente ha le sue radici nella competenza tecnica dell'Assessorato, posso assicurare il collega Zacchera che le sue preoccupazioni, a mio avviso, hanno un sostanziale, rilevante fondamento e che ho già allertato gli uffici perché ulteriori controlli vengano esercitati e soprattutto perché in sostanza lo spirito che sta dietro all'interrogazione del Consigliere Zacchera sia pienamente accolto. E' in questo senso che si sono orientale anche le ultime iniziative tese a creare condizioni e presupposti positivi per la tutela, la salvaguardia e la valorizzazione dell'Alpe Veglia.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Garino.



GARINO Marcello, Assessore all'ambiente

Mi riferirò dapprima all'interpellanza n. 53.
1. Principali opere in progetto.
Le principali opere costituenti l'impianto oggetto dell'interpellanza sono: traversa di derivazione sul torrente Cairasca, in muratura di pietrame e malta di cemento, sopraelevata dal fondo alveo di m 400 e con il ciglio tracimante lungo m 15,00 a quota di m 1.273 opera di presa ubicata in sponda destra del torrente Cairasca e dotata di vasca dissabbiatrice di dimensione mt 10.00 x 4,00. Da questa si diparte il canale derivatore, completo di sfioratore, che convoglia le acque alla vasca di carico, da cui ha origine la condotta forzata opere di presa secondarle sui rii Callaioni e Paris: canale derivatore principale costituito da tubazioni del diametro esterno di 610 mm e spessore mm 7,1 edificio della centrale in cui trova alloggiamento il gruppo generatore costituito da una turbina Pelton ad asse orizzontale accoppiata dall'alternatore. L'acqua turbinata viene restituita al torrente Cairasca alla quota di 1.012,00 m sul livello del mare.
E' inoltre prevista la realizzazione di opere accessorie che consistono nella costruzione di un guado sul rio Paris, un guado e n. 9 cunettoni nel torrente Cairasca. rio Valle, rio Bianco, rio Prà di Bosco ed altri rii privi di denominazione in territorio dei Comuni di Varzo e Trasquera nonché la realizzazione di due tratti di scogliera in massi ciclopici, in sponda destra del torrente Cairasca in Comune di Trasquera.
Le principali caratteristiche dell'impianto possono essere così riassunte: bacino imbrifero sotteso: torrente Cairasca: 15,7 kmq rio Paris: 1,8 kmq rio Callaioni: 1,0 kmq portata massima derivabile: 800 1/s: portata media derivabile: 555 1/s rilasci ecologici in quantità non inferiore a 5 1/s per kmq aumentati del 10% della portata istantanea in arrivo a monte delle opere di presa salto legale: 260 m potenza nominale; 1.415 kw producibilità media annua: 8,50 Gwh.
2. Avanzamento dei lavori.
A seguito del sopralluogo effettuato in data 24/10/1990 dal funzionari dell'ex Genio Civile di Novara si è potuto constatare che lo stato attuale dei lavori risulta essere il seguente: Opera di presa. E' stata eseguita, come in progetto, la sola preparazione dell'area e della zona alveo interessata Canale derivatore. E' stato eseguito, come in progetto, il solo sbancamento necessario alla posa dei manufatti.
Condotta forzata. E' stata eseguita, come in progetto, la posa e la relativa copertura di circa 1.500 m di tubazione doppia diametro 660 mm nella tratta della centrale della sezione 18, per circa 1.800 m. Nella tratta restante è in corso la posa della tubazione, di cui ad oggi risultano posati circa 200 m.
Edificio centrale. Sono stati effettuati, come in progetto, lo sbancamento del piazzale ed i muri di sostegno della scarpata. E' in corso la realizzazione delle fondazioni dell'edificio.
Pista di servizio. E' stata eseguita interamente come da progetto per tutto il tracciato. Nel tratto fra l'edificio centrale e la sezione 18, per circa 1.500 m, sono state eseguite anche le opere di modellamento della scarpata e della sede stradale secondo progetto. Nella tratta di monte dalla sezione 18 sino all'opera di presa è stato eseguito lo sbancamento fino al piano di posa delle tubazioni della condotta. La sezione stradale sarà modellata, secondo il progetto, non appena completata la posa delle tubazioni. La pista collegante l'opera di presa con la località Ponte Campo è già stata realizzata come da progetto.
Aree di deposito. In progetto sono state previste n. 4 aree attualmente realizzate ed utilizzate parzialmente. Il loro completamento avverrà dopo l'ultimazione della pista.
Scogliera di progettazione scarpata. Sono state previste in progetto n. 2 scogliere di protezione di cui è in corso di completamento quella a difesa del tratto terminale di condotta forzata, in corrispondenza dell'edificio centrale.
Guadi. Sono stati realizzati, come da progetto, il guado sul torrente Cairasca ed il guado sul rio Paris.
3. Piano di Recupero Ambientale.
Come previsto in progetto, le piste di servizio per accedere all'impianto e sopra il tracciato piste della condotta forzata fra l'edificio centrale e l'opera di presa, resteranno al servizio del Comune di Trasquera, secondo la convenzione a suo tempo stipulata tra lo stesso Comune e la ditta concessionaria.
Tutte le aree sulle quali sono stati eseguiti movimenti di terra saranno oggetto di interventi di recupero come da progetto presentato.
Il recupero è già stato parzialmente realizzato per alcuni tratti fra l'edificio centrale e la sezione n. 18 (circa 1.500 m), con inerbimento delle aree interessate e piantumazioni varie (circa 1.500 piante di larice).
4. Autorizzazioni.
Allo stato attuale le opere realizzate risultano conformi alle autorizzazioni a suo tempo rilasciate dagli enti competenti, come di seguito elencate: DGR n. 18-7347 in data 26 agosto 1986, concernente l'autorizzazione al sensi della legge n. 431/86 nei riguardi delle aree soggette a vincolo paesaggistico e ambientale: DPGR n. 5775 in data 24/6/1987 concernente l'autorizzazione, al sensi della L.R. n. 27/81, all'esecuzione dei lavori nelle aree soggetto a vincolo idrogeologico deliberazione del Consiglio comunale di Trasquera n. 20 in data 7/4/1988 relativa all'autorizzazione all'apertura della via di accesso al cantieri concessione edilizia del Comune di Trasquera rilasciata in data 21/9/1988 autorizzazione provvisoria all'Inizio del lavori di derivazione delle acque, al sensi dell'art. 13 del Testo Unico n. 1775/1933, rilasciata dall'ex Genio Civile di Novara in data 23/3/1988, prot. n. 1782.
Tutte le autorizzazioni sono subordinate a specifiche condizioni a tutela dell'ambiente, dell'assetto idrogeologico e del buon regime idraulico dei corsi d'acqua interessati.
In particolare, per quanto riguarda la derivazione delle acque l'autorizzazione è, fra l'altro, vincolata alla condizione che a valle dell'opera di presa sul torrente Cairasca venga rilasciata la portata minima di 80 litri/secondo, incrementata di una quantità pari al 10% della portata istantanea in arrivo da monte, con l'obbligo di sospendere l'esercizio della derivazione qualora la portata naturale risulti uguale o inferiore al valore minimo di 80 litri/secondo.
Per quanto attiene l'interrogazione n. 76. Nei riguardi dell'impianto in argomento la Giunta regionale con deliberazione n. 116-16890 in data 26 giugno 82 aveva espresso, a norma dell'art. 91 del DPR n. 616, parere favorevole alla derivazione delle acque. Il parere favorevole della Regione è stato a suo tempo subordinato a precise condizioni a tutela dell'ambiente riguardanti l'esecuzione dei lavori e l'esercizio delle derivazioni d'acqua, che l'ENEL si è impegnata a rispettare con l'accettazione del disciplinare di concessione e del foglio di condizioni per l'esecuzione dei lavori.
In particolare sono state chieste ed ottenute garanzie in ordine a: conservazione degli ecosistemi fluviali mediante un adeguato regime di rilasci idrici a valle delle opere di presa esecuzione dei lavori nel massimo rispetto dell'ambiente naturale limitando al minimo indispensabile i movimenti di terra e la localizzazione di opere permanenti in superficie localizzazione delle discariche delle vie di accesso ai cantieri da concordarsi con gli enti locali interessati per territorio sistemazione finale dei luoghi e ripristino della vegetazione preesistente.
Allo stato attuale i lavori sono in corso avendo l'ENEL ottenuto tutte le prescritte autorizzazioni da parte delle competenti autorità statali e locali e precisamente: autorizzazione di inizio lavori, con dichiarazione di pubblica utilità indifferibilità ed urgenza rilasciata dal Ministero del LL.PP. al sensi del RD n. 1775/33 e del DPR n. 616/77 (art. 91), oltre che del DM n.
1591/86 autorizzazione per interventi in zona di vincolo idrogeologico rilasciata dalla Regione Piemonte ai sensi della L.R. n. 27, D.P.G.R n.
5197 autorizzazione per l'esecuzione di opere nel Parco dell'Alpe Veglia rilasciata dalla Regione ai sensi della legge n. 14/78 autorizzazione per l'esecuzione di opere in zona di vincolo ambientale, rilasciata dalla Regione ai sensi della legge n. 431: nulla osta della Sovraintendenza ai sensi della legge n. 1497/39 e della circolare n. 3763/82 concessioni comunali di Baceno, Crodo, Premia e Trasquera e sentenza del TAR per opere in Comune di Varzo.
Per completezza e maggiore comprensione di quanto fin qui descritto, è opportuno precisare che la derivazione Cairasca-Bandolero costituisce un progetto di completamento di impianti attualmente in esercizio. Non è infatti prevista la costruzione di nuovi impianti di generazione di energia elettrica, ma solo l'adduzione di nuove acque ad impianti esistenti realizzando così, con un investimento di circa 40 miliardi di lire (costi stimati ali' 1/12/1985). un incremento dell'attuale producibilità stimabile in 80 milioni di kwh mediamente ogni anno.
Dagli atti dell'istruttoria pubblica a suo tempo effettuata dal Ministero del LL.PP. (anni '79/'83) emerge che la posizione degli enti locali è in linea di massima favorevolmente orientata alla realizzazione della derivazione, pur evidenziando cautela e richieste di ordine ambientale.
Tenuto conto del carattere speciale e prevalente di pubblica utilità della derivazione e sulla base delle risultanze delle istruttorie effettuate dalle competenti autorità, nonché in base alle autorizzazioni con le relative prescrizioni e agli impegni assunti dall'ENEL. si pu affermare in definitiva che la progettata derivazione Cairasca-Bandolero risulta compatibile con le particolari esigenze di tutela ambientale delle zone interessate dai lavori.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Zacchera.



ZACCHERA Marco

Signor Presidente, ringrazio innanzitutto i due Assessori che dettagliatamente mi hanno dato queste delucidazioni, che apprezzo. Se parlassimo in termini chirurgici diremmo che l'intervento è stato perfetto ma il paziente è morto, nel senso che nulla è da eccepire sulla perfetta disamina che ci ha dato l'Assessore, arrivando perfino a dirci dei 7,1 millimetri di spessore dell'acciaio della condotta. Gli chiedo per allora, perché è stato necessario fare uno sbancamento che a occhio sarà di diversi metri lineari di larghezza della pista per una condotta di 60 cm di diametro. Il punto fondamentale, rispondo a tutti e due gli Assessori, è un altro: la mancanza assoluta di coordinamento tra il prelievo dell'ENEL che è fatto quasi a regola d'arte (ciò va detto ad onore dell'ENEL, perché è giusto dirlo) e quell'altra iniziativa a valle. In altre parole l'ENEL (mi sono permesso di andare sul posto, chiedere il permesso di visitare i cantieri, entrare in galleria) sta costruendo un'opera ciclopica che secondo me esprime rispetto ambientale perché fatta completamente in caverna, non si vede nulla, è stata fatta obiettivamente con tutte le logiche necessità di carattere ambientale. Sostanzialmente c'è solo un piccolo sbarramento in un luogo invisibile dove l'acqua viene portata via.
Diciamo comprensibile anche rispetto a tutti i miliardi che stanno spendendo. E fin lì andremmo bene. Il problema è che quando c'è il rilascio minimo dell'acqua dell'ENEL, ai limiti del parco con tutte le determinazioni che ci ha detto lei, arriviamo all'altra derivazione di cui è stata organizzata e presentata la domanda senza tener conto che a monte nel frattempo c'era in corso un'autorizzazione all'ENEL. Per cui una volta che viene effettuato il rilascio minimo dell'ENEL, poche centinaia di metri a valle, a pochi chilometri dove finisce la forra che esce dall'Alpe Veglia, ecco questa seconda derivazione, che secondo me non doveva più avere luogo perché già quello era un rilascio minimo dell'ENEL che aveva già prelevato tutto il possibile dal fiume. A quel punto scatta Invece la seconda autorizzazione della centralina, che mi spaventa (e che mi ha spaventato quando ho visto sul posto i lavori). Perché? Perché i controlli ambientali di fatto sono, e l'ha detto l'Assessore Nerviani, affidati al Comune di Trasquera. il quale Comune di Trasquera aspetta soltanto quei lavori per poter fare quella malefica, io chiamo, letterale e testuale pista che In realtà è diventata una strada, per accedere a tutta una parte della valle, dove secondo me si doveva tutelare l'ambiente non permettendo invece di arrivare con quella che doveva essere una mulattiera, che poi è diventata pista di servizio e adesso è diventata una strada e che, oggi l'abbiamo saputo da Nerviani, verrà data in servizio al Comune di Trasquera. Il quale Comune chiaramente si guarderà bene dal dire che qualcosa dell'opera del De Censi non sia men che regolare, perché ha tutto l'interesse a dire che tutte le cose vanno bene, con il risultato - ecco dove ci vuole il coordinamento tra le due iniziative - che prima si è prelevato tutto il possibile da parte dell'ENEL, poi si riprende ulteriormente l'acqua da parte della centralina, che non solo preleva tutto dal Cairasca, ma, come ha detto Nerviani. va ulteriormente a prelevare l'acqua negli affluenti. Per cui anche nell'alveo del Cairasca, più a valle, non ci sono invece le adduzioni di affluenti in riva destra del torrente che erano previste. Alla fine se c'è una comprensione anche economica per il discorso dell'ENEL, il lavoro che viene fatto per una centralina che teoricamente non dovrebbe quasi mai funzionare, perché i rilasci minimi dell'acqua da parte dell'ENEL sono già il minimo biologico per far funzionare il fiume. E' questo che mi preoccupa, dopo di che prendo atto di tutte le assicurazioni che mi ha dato Nerviani. Quello che mi conforta sono le sue ultime frasi, cioè che al di là del punto di vista burocratico si impegna (però voglio una conferma da questo punto nel futuro) a seguire queste cose, perché se qualcuno di voi ha visto la zona si renderà conto che gli sbancamenti, le piste, le opere di nuovi insediamenti arborei che sono state fatte sono minime oggi come oggi rispetto a quello che è un decoroso, logico, normale, opportuno, di ripristino del suolo. Io ho visto lo studio di risistemazione ambientale non mi permetto di dire che è risibile perché non voglio mancare di rispetto a chi l'ha firmato, ma in buona realtà è poco più di un fascicoletto, mentre invece abbiamo rovinato una valle intera dell'Ossola e questo mi sembra che sia veramente un problema. E' inutile fare della demagogia spicciola su queste cose. ma sono veramente preoccupato. A questo punto temo che la seconda centralina che in teoria non dovrebbe mai funzionare invece funzionerà. Ora, è stata data questa concessione nell'86 senza tenere conto che nel frattempo ne era stata data un'altra all'ENEL.
Le due cose sono andate avanti su due gradini diversi: i risultati sono che il fiume resterà asciutto completamente. questo è il disastro. Dopo di che non posso che ringraziare gli Assessori, perché dal punto di vista tecnico hanno dato delle risposte esaustive. Però mi preoccupo, perch effettivamente la situazione di fatto è ridicola. Vi faccio un esempio: c'è la pista di adduzione al guado. La pista è stata fatta sopraelevando tutti i prati che c'erano (ma di molti metri!) per farci arrivare i camion pesanti, i bilici, per portare avanti e indietro i massi. Per poter fare una conduttura che è larga 60 cm di diametro diciamo che poteva bastare un'opera (tale pista) di un paio di metri di larghezza. In realtà, è stata dissestata una montagna, è stato abbattuto tutto il ciglio della montagna e sono andati a valle centinaia e centinaia di alberi sfasciati, proprio spaccati da massi enormi. Questo per che cosa? Per fare una pista che in teoria doveva servire per una condotta di 60 cm? No. Perché si voleva fare una strada. E il Comune di Trasquera in questo progetto è ben d'accordo perché spera con questo di poter utilizzare meglio - ed è comprensibile dal loro punto di vista - tutti gli alpeggi in riva destra del torrente Cairasca. Questa è un'amara realtà. Ringrazio Gli Assessori delle risposte date perché tecnicamente sono più che soddisfacenti, avendo risposto a tutto quello che dovevano. Di fatto però la realtà è disastrata. Chiedo per favore, che perlomeno sia seguito il plano di recupero, perché ho visto che hanno piantato gli alberi (non so, può darsi anche che siano 1.500), ma sono pinetti rinsecchiti di 30 cm. Ma piantare degli alberi nella polvere che esce dallo sbancamento della montagna vuoi dire farli morire la settimana dopo perché se non c'è il terreno dove possono mettere le radici è chiaro che non possono sopravvivere. Tecnicamente avranno messo - così dicono - 1.500 alberi, però voglio vedere tra un anno quanti di quegli alberi saranno ancora vivi, ammesso che non siano già morti adesso. Invito gli Assessori ad andare sul posto; se andranno sul posto si renderanno conto delle cose che ho detto, se hanno o non hanno veridicità.



PORCELLANA FRANCESCO


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Interrogazione n. 208 dei Consiglieri Miglio e Staglianò ed interrogazione n. 250 del Consigliere Marino inerenti la discarica in regione Valle Dora nei Comuni di Alice Castello e Cavaglià


PRESIDENTE

Esaminiamo ora congiuntamente le Interrogazioni nn. 208 e 250 alle quali risponde l'Assessore Garino.



GARINO Marcello, Assessore all'ambiente

La costruenda discarica di prima categoria per lo smaltimento di rifiuti solidi urbani sita in regione Valle Dora nei Comuni di Alice Castello e Cavaglià è stata autorizzata con DGR n. 41-38718 del 25/6/1990 esecutiva.
La deliberazione di Giunta è stata impugnata al TAR Piemonte dal Sindaco di Alice Castello con richiesta incidentale di sospensiva, che è stata denegata con ordinanza dello stesso TAR 1861/90 del 24/10/1990.
Il fatto che la regione Valle Dora non appaia dalla cartografia allegata al "Piano regionale per lo smaltimento dei rifiuti" compresa nelle "aree potenzialmente idonee" alla collocazione di impianti di smaltimento rifiuti, non costituisce pregiudiziale alla realizzazione di eventuali discariche e/o altri impianti per il trattamento di rifiuti. Infatti, come riportato nello stesso Piano, occorre specificare che le aree indicate come "potenzialmente idonee" sono quelle aree su cui la cartografia tematica su scala regionale (1:250.000) da delle prime indicazioni di maggiore validità rispetto ad altre; comunque tali aree non sono in nessun caso vincolanti al fini della localizzazione degli impianti. Come riportato sul citato Piano "nelle carte comprensoriali delle zone sono state riportate solamente quelle di maggiore estensione territoriale, proprio per le loro caratteristiche di non esclusività ai fini della localizzazione degli impianti".
La ''Carta di vulnerabilità delle falde", che si afferma elaborata dal Politecnico di Torino e dalla Provincia di Vercelli, non è stata prodotta in occasione della Conferenza del 28/2/1990 che ha esaminato il progetto della discarica in questione. Comunque la classificazione di un'area "a rischio medio-elevato", oltre a riferirsi a parametri essenzialmente soggettivi, non potrebbe escludere che, con le dovute cautele e prescrizioni per la salvaguardia delle falde (che d'altra parte si trovano in tutto il sottosuolo nazionale. a profondità più o meno variabile), possa esservi allestita una discarica.
L'approvazione del progetto dell'impianto in parola, avvenuta al sensi dell'art. 3/bis della legge n. 441/1987, costituisce variante degli strumenti urbanistici locali e sostituisce la relativa concessione edilizia. L'autorizzazione regionale, pertanto, supera eventuali altre norme comunali ne può costituire, ovviamente, violazione di legge essendo stata adottata in forza di legge, ossia al sensi dell'art. 3/bis predetto.
Conseguentemente, per l'inizio dei lavori non è necessaria alcuna ulteriore autorizzazione comunale, in quanto l'approvazione ai sensi dell'art. 3/bis della legge n. 441/87 "sostituisce. ad ogni effetto, visti pareri, autorizzazioni e concessioni di competenza di organi regionali provinciali e comunali".
Premesso quanto sopra, non si ritiene, in mancanza di contrarie segnalazioni degli organi di controllo o degli stessi Nuclei Operativi Ecologici, di procedere ad alcuna sospensione o revoca dell'autorizzazione concessa al Consorzio richiedente che, non si dimentichi, è un ente pubblico (di cui peraltro fa parte lo stesso Comune di Alice Castello) e non un privato qualsiasi. Tanto più alla luce del disposto dell'ordinanza del TAR Piemonte sopra richiamata.
Poiché, sulla base dell'art. 7 del DPR n. 915/82, le Province sono gli enti preposti al controllo dello smaltimento rifiuti, avvalendosi per tale attività dei Servizi di igiene ambientale delle competenti Unità Sanitarie Locali, ho comunque provveduto a chiedere alla Provincia di Vercelli se la costruzione della discarica, in particolare per quanto riguarda la stesura dei teli impermeabili, stia procedendo secondo le norme descritte nella deliberazione autorizzativa.
In particolare per quanto altro richiestomi dal Consigliere Marino devo precisare quanto segue: eventuali valutazioni o dichiarazioni in merito al sito interessato che l'USSL n. 46 di Santhià intenda fare, non possono che essere pubbliche non si vede d'altra parte come qualcuno potrebbe impedire all'USSL n. 46 di esprimere pubblicamente le proprie osservazioni i motivi della convocazione della riunione del Consorzio dei Comuni avvenuta il 23/11/1990 ad Alice, nonché il fatto che il direttivo di tale Consorzio fosse scaduto non rientrano assolutamente nelle competenze della Regione. Pertanto sull'eventuale invalidamento delle decisioni prese dal direttivo dovrebbe piuttosto essere interessato il Co.Re.Co.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Stagliano.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Se le cose finissero come sono cominciate, potremmo davvero dire che Alice non sarebbe più il paese delle meraviglie. Quello che si sta costruendo da quelle parti, di fatto si configura come la discarica più grande del Piemonte per quanto riguarda i rifiuti solidi urbani. Senza considerare che nella stessa zona nel Comune di Cavaglià, a due passi appunto da Alice, sarebbe in progetto, anzi in fase realizzativa la costruzione di una discarica anche per rifiuti tossici categoria B). In altri termini, ci troviamo di fronte ad un progetto che è altamente rischioso per la tutela ambientale e per la salute dei cittadini che ci fa suggerire, signor Assessore, con grande forza e determinazione, una riconsiderazione dell'intera vicenda.
Voglio stare, brevissimamente nel tempo che mi è dato in questa replica alla sua risposta, ad alcuni rilievi specifici. Nella interrogazione presentata il 31 ottobre dal sottoscritto con il collega Miglio, facevamo notare come l'area in cui si sta costruendo la discarica in questione era stata esclusa dal Piano regionale per lo smaltimento dei rifiuti come area potenzialmente idonea ad ospitare impianti di smaltimento. Un piano - lo sappiamo bene per averlo discusso altre volte in questo avvio di legislatura - che non è stato fatto in maniera eccellente, tant'è che lo stesso TAR lo ha bocciato ed è in pendenza davanti al Consiglio di Stato un ricorso da parte della Giunta regionale per ottenere il ripristino di quell'atto amministrativo compiuto in tutta fretta nella primavera del 1988 per poter accedere al finanziamenti previsti dalla legge n. 411. Ebbene quel Piano, che noi abbiamo criticato e ci siamo adoperati affinché i Comuni in prima persona lo rigettassero. non prevedeva di localizzare impianti di smaltimento in quella zona.
Assessore, non vorrei essere ripetitivo, però la invito ancora una volta, cogliendo l'occasione per ringraziarla pubblicamente per la sensibilità che in quella circostanza dimostrò, come nel caso della cava di Gassino, ad andare a fare un sopralluogo nel sito dove si sta costruendo quel monumento alla leggerezza. Non mi dilungo, ma insisto nel sollecitare una riconsiderazione da parte della Giunta regionale degli atti che sin qui sono stati compiuti e a riprendere lo schema idrogeologico della qualità e vulnerabilità degli acquiferi della pianura vercellese fatto dalla Provincia di Vercelli. La discarica è collocata esattamente sopra quello che viene definito l'asse drenante che dal Lago di Viverone raccoglie tutta una serie di falde che sono ad una superficie bassissima. La vicenda è molto lunga; lei sa, pur non avendo partecipato al processo decisionale essendo stato compiuto nella precedente legislatura dall'Assessore Cernetti, che per autorizzare questa discarica si è riunita per ben due volte la conferenza del servizi: la prima volta vi fu una prevalenza di pareri negativi; la seconda volta con una certa disinvoltura (anche rappresentanti delle autonomie locali hanno cambiato opinione) fu motivato questo mutamento di giudizio sull'opportunità di costruire la discarica con una variazione di progetto che ha alzato di 70 cm lo spessore argilloso che dovrebbe proteggere da eventuali percolati che finissero nello strato sottostante la discarica stessa, portando lo spessore complessivo della base della discarica alla falda acquifera da 80 a 150 cm. Questa è stata la variazione di progetto sostanziale (accanto ad altre cose che peraltro sono in fase di violazione da parte di chi sta realizzando la discarica stessa come nella provincia di Vercelli è stato denunciato proprio in questi giorni) e si è proceduto - noi l'abbiamo detto pubblicamente in altre circostanze e qui lo ripetiamo - quanto meno con leggerezza. C'è un nodo di fondo in quanto si procede, secondo i progetti presentati da privati, senza alcuna guida preliminare ed una verifica accurata da parte delle istituzioni pubbliche.
Assessore, nei documenti che lei cortesemente e tempestivamente - lo voglio dire in relazione ad alcune polemiche giornalistiche ci ha voluto fornire (che noi a nostra volta abbiamo sentito il dovere di consegnare agli amministratori pubblici che ne avevano fatto richiesta, in specifico il Sindaco di Santhià oltreché il Comitato antidiscarica di Alice Castello) è possibile leggere che non sarebbe competenza della Regione individuare i siti. E' un'affermazione che noi abbiamo giudicato e giudichiamo molto grave, che segnaliamo alla sua attenzione affinché ci sia una verifica di tali comportamenti ed affermazioni fatte da chi ha la responsabilità amministrativa in sua vece a presiedere, ad esempio, la conferenza in cui i progetti vengono esaminati.
Ci troviamo di fronte ad un'emergenza che cresce, in cui il problema rifiuti non può che essere affrontato con la costante ricerca scientifica con il consenso delle popolazioni locali e con una filosofia nettamente alternativa a quella che si sta perseguendo sin qui, che è quella delle mega discariche in siti non idonei, infatti stiamo parlando dell'alveo di un fiume con una profondità di falda bassissima e così via. La ricerca del consenso presuppone il massimo di trasparenza in tutti gli atti e non soltanto perché ce ne da obbligo la legge n. 241/90, che peraltro dovremmo recepire nella parte regolamentare come prescrive la legge stessa. Noi come istituzione o lei come governo regionale dobbiamo essere in grado di coinvolgere i cittadini in tutti i passaggi chiave proponendo un approccio nettamente alternativo al governo dell'emergenza rifiuti, altrimenti la Regione Piemonte continuerà ad accumulare ritardi e quindi ad accrescere la propria irresponsabilità.
Pertanto non posso dichiararmi soddisfatto della sua risposta.
Assessore, pur ringraziandola per la relativa tempestività con cui la stessa è pervenuta: relativa perché mentre noi discutiamo ad Alice, che non è più il paese delle meraviglie, se mal lo è stato, si continua a costruire la discarica, quindi a determinare fatti compiuti. Per cui non possiamo che rinnovare la richiesta di fermare le bocce, di riconsiderare le carte perché anche le carte hanno la loro importanza, ma soprattutto rendersi conto dello stato dei luoghi dove si è pensato di fare quello che si sta compiendo. In questo senso esprimo la nostra insoddisfazione. Vorrei che lei ci aiutasse a trasformarla in una qualche forma di iniziativa congiunta per revocare un atto che noi giudichiamo molto grave, leggero ed irresponsabile, che è stato compiuto da parte della Giunta regionale con la corresponsabilità di qualche ente locale che evidentemente ha male interpretato la volontà dei propri cittadini.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marino.



MARINO Massimo

Mi sembra che l'esperienza di Alice Castello dica che il carattere ormai anomalo ed extra-istituzionale con cui si sta gestendo la questione dei rifiuti in Piemonte non ha più limiti. Questa storia inizia da lontano esattamente tre anni fa quando alcuni privati cominciarono a comprare - non si sa bene perché - i terreni della zona in cui oggi si sta scavando, e l'Assessore, quindi separatamente dal Comitato e dai Capigruppo.



GARINO Marcello, Assessore all'ambiente

Mi scusi. Consigliere Marino, non ho capito: perché non è stato gradito l'incontro?



MARINO Massimo

Perché è evidente che dopo tutto quello che è avvenuto, dopo che da 35 giorni si era chiesto un incontro delle popolazioni locali o perlomeno di un Comitato ampiamente rappresentativo della popolazione locale con i Capigruppo, perché questa era la cosa più facile da chiedere, anche se sarebbe stato forse più utile un incontro con la Giunta, dopo 35 giorni anche per la disponibilità del Presidente del Consiglio, viene convocato questo incontro e il giorno prima o cinque minuti prima, non lo so, i Sindaci che sono venuti a Torino con la delegazione di 300-400 persone vengono tolti da questo incontro informativo...



GARINO Marcello, Assessore all'ambiente

Ma è stata una loro richiesta; me l'hanno chiesto i Sindaci, io non li ho convocati.



MARINO Massimo

Io non so se siano stati i Sindaci. in ogni caso credo ci fossero molte occasioni per fare un incontro fra i Sindaci e l'Assessore.



GARINO Marcello. Assessore all'ambiente

Ma allora si rivolga ai Sindaci. Io ho semplicemente acconsentito ad un incontro che mi è stato chiesto, dopodiché se non è gradito la prossima volta non lo farò più.



MARINO Massimo

Può darsi che siano stati i Sindaci. comunque chiederemo al Comitato e alla popolazione locale di chiarire questo aspetto.
Riprendo la questione. La storia di questa vicenda è molto lunga: passa attraverso una proposta del consorzio con una prima critica bocciatura da parte di una delibera regionale; passa da una delibera in conferenza bocciata dal Commissario di Governo che dice sostanzialmente che le indagini di tipo idrogeologico in base alle quali la conferenza ha assunto la deliberazione sono risibili nel senso che queste indagini di tipo idrogeologico consistono in data 10/10/1989 in sei prelievi denominati da S1 a S6, fatti una sola volta in un solo giorno in un periodo dell'anno in cui presumibilmente la falda acquifera è nella situazione di suo più basso livello di portata o come la si voglia chiamare.
Questa storia passa attraverso interrogazioni a cui non viene data risposta, interrogazioni in Parlamento a cui non viene data risposta. un incontro del Comitato antidiscarica con il segretario del Ministro Ruffolo.
e un'indagine (credo ancora in corso per quello che mi risulta) da parte dei NOE; passa per la convocazione urgente di una riunione di un consorzio scaduto, fatta nel momento in cui una voce da Roma dice che potrebbe arrivare un fonogramma da parte del Ministero che potrebbe proporre la sospensione dei lavori. Viene convocato urgentemente questo consorzio scaduto il quale delibera di attivare anche la seconda discarica, per capirci; con il Sindaco di uno del Comuni che telefona al proprio delegato scaduto invitandolo a non partecipare in quanto è scaduto. Non mi dilungo perché la storia ormai è chiara a tutti, però credo che questioni di questo genere non possano essere risolte con la risposta ad una interrogazione.
Prendo atto del suggerimento che mi è stato dato rispetto al Co.Re.Co.
però credo che su questa strada non si andrà avanti ancora per molto, nel senso che il caso di Alice Castello non è cosa di poco conto. Peraltro, al momento, mi risulta sia in prospettiva la più grande discarica di questo tipo che si farebbe in Piemonte: si parla di un milione di metri cubi, ma chi ha visto il sito sa che le potenzialità di sviluppo della discarica arriva a 5/6 milioni di metri cubi. Si sa che chi ha comprato quei terreni ha quell'intenzione e si sa che prima o poi si arriverà progressivamente a una dimensione della discarica di questo tipo. In una situazione in cui il nome stesso del luogo è Dora Morta, nel senso che è il vecchio percorso della Dora e credo non sia necessaria una grandissima esperienza di tipo idrogeologico per capire che il luogo non è il più adatto per una iniziativa di questo genere. Non so che cosa si potrà fare. Non so cosa potranno fare gli abitanti di Alice Castello; so cosa dovrebbe fare un Consiglio regionale o meglio una Giunta che voglia correttamente, sia pure in una situazione di emergenza, affrontare la questione dei rifiuti.
Credo che in una situazione di questo tipo l'Assessore GARINO Marcello dovrebbe riflettere seriamente se non sia il caso di proporre una sospensione dei lavori. Voglio farvi notare che mentre si iniziava la conferenza, una prima delibera della Giunta che bocciava la proposta del consorzio e tutte le altre cose avvenute grosso modo dalla seconda metà del 1989 in poi, la Servizi Piemonte (che è una delle tante società private inventate ad hoc per gestire il business di Alice Castello) aveva ovviamente iniziato i lavori. E mentre tutto quello di cui parliamo avveniva dalla secondamela del 1989 a oggi, la Servizi Piemonte ha continuato credo ormai che i lavori siano a buon punto con grande solerzia i lavori di scavi, o perlomeno di aggiustamento di quello che è necessario scavare.
Non posso andare fuori tema, quindi non posso parlare delle questioni che riguardano la delibera sui rifiuti industriali su cui esiste una lettera del Presidente del Consiglio su cui non ci sono risposte al momento della Giunta. Però sottolineo il fatto che la questione dei rifiuti sta ormai andando rapidamente su un piano che è quello extra-istituzionale che induce, anche per chi è costretto ad essere opposizione, a ricorrere a estremi mezzi. Su tutta questa questione siamo costretti o a lasciare il campo a coloro che pesantemente stanno cercando di condizionare il modo in cui si risolve questa questione per i prossimi vent'anni oppure saremo costretti a ricorrere a tutti i mezzi estremi, da quelli legali alle manifestazioni che blocchino i lavori, perché ormai sul plano istituzionale non c'è più nulla da dire.



SARTORIS Anna

Signor Presidente, si sta rendendo conto di quello che sta dicendo il Consigliere Marino? Nei pressi del sito della discarica sono stati registrati degli atti di sabotaggio!



MARINO Massimo

Io non so di cosa si parli, mi auguro che nessuno...



PRESIDENTE

Consigliere Marino, le ricordo tra l'altro che sta superando il tempo a sua disposizione.



MARINO Massimo

Concludo il mio intervento perché su questo plano non c'è più molto da dire.
Invito l'Assessore regionale, che ha cominciato bene e sta continuando male, sta bruciando a mio parere un'immagine di serietà che inizialmente si era dato, a riflettere e a sospendere, almeno momentaneamente, in attesa di quello che farà il Ministro Ruffolo, in attesa di quello che faranno i NOE in attesa di una riflessione più generale sull'argomento. Lo invito quindi a prendere un'iniziativa in Giunta affinchè i lavori di Alice Castello vengano sospesi.


Argomento: Trasporti su gomma

Interrogazione n. 32 del Consigliere Sartoris inerente il trasporto pubblico nella città di Biella ed interrogazione n. 39 dei Consiglieri Bortolin, Chiezzi e Riba inerente il servizio di bus urbani nella città di Biella


PRESIDENTE

Esaminiamo ora congiuntamente l'interrogazione n. 32 presentata dal Consigliere Sartoris e l'interrogazione n. 39 presentata dai Consiglieri Bortolin, Chiezzi e Riba.
Risponde l'Assessore Panella.



PANELLA Luciano, Assessore ai trasporti

Il Comune di Biella ha avanzato la proposta di istituire un servizio urbano in una percorrenza annua di km 610, con un utilizzo di 15 agenti e 10 bus, di fatto modificando ed estendendo l'attuale rete. Il deficit minimo complessivo d'esercizio a cui darebbe luogo un siffatto servizio è prevedibile aggirarsi attorno alla cifra di L. 1 miliardo e 646 milioni annue nell'ipotesi comunque del ricavo effettivo previsto pari al 37% del costo effettivo, così come è previsto dalla legislazione nazionale e regionale.
La copertura finanziaria attraverso i ricavi tariffari, pari ad almeno il 37% dei costi, è parametro particolarmente valido e significativo per i servizi di nuova istituzione. In merito a ciò si manifesta preoccupazione per l'istituzione di un servizio di trasporto pubblico non in grado di garantire la suddetta copertura al di là dell'eventuale disponibilità del Comune di Biella di finanziare i minori introiti.
Tale mancato ricavo del traffico non è contribuibile dalla Regione con il Fondo nazionale trasporti (art. 6 della legge 10/4/1981 n. 151 e successivi decreti ministeriali di attuazione).
A tale proposito occorre evidenziare la situazione delle risorse finanziarie disponibili per il settore trasporti pubblici che è, come è noto, sia a livello nazionale che regionale in condizione di emergenza tale da non poter prevedere espansione del servizi, bensì la necessità di interventi di razionalizzazione.
La Regione ha operato negli ultimi anni in tale ottica assentendo solamente all'istituzione di quei servizi che trovano il recupero in operazioni di ristrutturazione, oppure totale copertura a carico degli enti locali.
Recependo in parte le motivazioni addotte dal Comune di Biella e dalla società ATAP la Regione, considerando tutte le premesse sopraindicate, ha recentemente manifestato la disponibilità a riconoscere come urbani i 369 km attualmente contribuiti come extraurbani ed interessanti la città di Biella. Ciò comporta un maggior costo di L. 1.532 al chilometro e di conseguenza un maggior contributo da parte della Regione, pari a L.
356.500.000 circa. In questo modo il ripiano di esercizio a carico del Comune di Biella si ridurrebbe a 741 milioni.
La Regione ha infine suggerito di rivedere, alla luce dell'utilizzo delle risorse sopra evidenziate e delle disponibilità del Comune di Biella il piano di intervento, prevedendone una sua graduale attuazione anche in funzione dei risultati di utenza e di introiti tariffali che si otterranno.
L'azienda ha recepito tale osservazione e si sta attualmente preparando per iniziare il servizio con un programma ridotto. Un'ulteriore possibilità futura consiste nel poter attingere a maggiori stanziamenti a livello statale, ma tale possibilità appare assai remota alla luce dei continui segnali negativi provenienti nella determinazione dell'entità del Fondo nazionale dei trasporti.
Si manifesta comunque la disponibilità dell'Assessorato a partecipare eventualmente ai lavori della II Commissione regionale qualora questa sia disposta a trattare l'argomento, seppur ribadendo sin da ora che le problematiche finanziare relative siano tali da non consentire particolari spazi di manovra.
Aggiungo che il problema diverrà di maggiore importanza ed attualità nel momento che la città di Biella diverrà capoluogo di Provincia e in quel momento bisognerà trovare comunque delle soluzioni diverse da quelle proposte oggi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Sartoris.



SARTORIS Anna

Sono sconcertata dalle affermazioni che sono state fatte precedentemente. Forse non siete al corrente, ma sul quotidiano "Sesta" di questa settimana, che esce a Vercelli, in prima pagina viene detto che - e questa è una cosa gravissima - il Sindaco di Vercelli viaggia scortato.
Questo è da rifiutare energicamente.



PRESIDENTE

Consigliere, lei deve attenersi all'oggetto dell'interrogazione! Rispetti il regolamento!



SARTORIS Anna

Stanno capitando delle cose gravissime. Non accetto questo tipo di discorso - chiedo scusa, però mi ha completamente sbalestrata dal problema dell'interrogazione sul bus di Biella. Ieri sera abbiamo discusso per tre ore in Consiglio comunale e poco fa con l'ex Sindaco e collega Squillarlo proprio sulla questione del bus urbano perii quale erano state fatte diverse critiche alla Giunta regionale. Il Comune di Biella e l'Assessore competente Bielli lo consideravano una punizione rispetto al bilancio di Biella.
Quando ieri gli ingegneri ci hanno esposto il progetto del bus urbano le mie perplessità personali sono aumentate, e penso che le cautele che l'Assessore e la Regione hanno avuto nei confronti del bus urbano siano se non altro da tenere sotto controllo, perché il piano che ci hanno presentato lascia molti dubbi; molte ipotesi ci hanno convinto poco soprattutto per il tratto urbano che secondo molti non serviva alcune aree importanti, soprattutto l'ospedale.
Spiego ora il motivo che aveva sollecitato la mia interrogazione.
Ricordo, tra l'altro, che dicevano che il piano non era stato sufficientemente finanziato perché non c'erano parcheggi. Molti cavilli ieri sera sono stati sollevati sul fatto che l'Assessore non ha assegnato abbastanza denaro per questo piano. Il problema bus in provincia di Vercelli è grave: appunto il Comune di Biella chiede il finanziamento all'ATAP che è un ente di trasporti che ha una percentuale provinciale; c'è poi una cooperativa di vari Comuni. Il Comune di Biella nel riparto mi pare metta a disposizione 500 milioni.
Scusate ma sono andata completamente fuori, ma non sopporto certe provocazioni. Non riesco più a parlare. E' un fatto che mi ha mandato fuori dal discorso. Scusate, ma io il terrorismo non lo sopporto.



PRESIDENTE

Mi riservo di incontrarmi con il Consigliere Sartoris su questo argomento.



SARTORIS Anna

Porterò la documentazione su quello che sta succedendo in provincia di Vercelli.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, l'interrogazione parte da una situazione che merita una grande attenzione. C'è un Comune, il Comune di Biella, che ha adottato un plano del traffico ed ha intenzione di istituire un servizio pubblico di trasporto per la propria città. Mi sembra che questo sia il punto di partenza dell'interrogazione ed il cuore del problema. E' un Comune che probabilmente diventerà provincia, che è cresciuto economicamente e, dal punto di vista sociale, ha una capacità di attrazione delle aree circostanti notevole rispetto alle dimensioni del Comune stesso. Il Comune ha fatto il proprio dovere apprestando un piano per il traffico e sulla base dei problemi Indotti dalla presenza di fatto preponderante del solo traffico privato, proponendo un servizio di trasporto pubblico. Da questo punto di vista direi che la situazione del Comune di Biella merita la massima attenzione da parte della Regione Piemonte. Il primo segnale politico è: la Regione Piemonte intende affrontare questo tipo di problema? Quando in una città decentrata della Regione Piemonte emerge un problema di questo tipo, istituire un servizio di trasporto pubblico, ritengo che la Regione debba avere la massima disponibilità.
Per questo motivo già nella premessa dell'interrogazione si teneva conto del fatto che esiste un problema che travalica la Regione, che è quello delle disponibilità del Fondo nazionale trasporti. Infatti si chiedeva un impegno preciso della Regione Piemonte per discutere insieme alle altre Regioni in sede nazionale, nel confronto Stato-Regioni, questo problema. Questo è un po' mancato nel senso che la risposta dell'Assessore tende a chiudere la risposta all'interno dei recinti dati dalle politiche di Governo nazionale. Ma sono proprio quei recinti che a mio parere le Regioni devono rompere, non in modo indifferenziato, ma devono rompere se ci sono politiche valide da sostenere. Ritengo che questa politica di Biella, ma non faccio il discorso di Biella, faccio il discorso del servizio di trasporto pubblico nella Regione, nelle città della Regione che ritengono di avere problemi, sia un problema sul quale varrebbe la pena impegnare il Consiglio e la Giunta nei confronti del Governo nazionale. Se ho capito bene la Giunta qualcosa ha fatto, perché questo riconoscimento di un maggior contributo in relazione al fatto delle linee gestite in termini intercomunali vengono invece adesso trattate per l'area urbana di Biella in termini economicamente diversi che consentono un versamento di 356 milioni in più, è qualcosa, non è il segno di una indisponibilità assoluta. Però mi risulta che sia ancora poco, cioè che il Comune di Biella debba far fronte ancora ad un disavanzo che non è in grado di sostenere. Questo è il termine del problema.
Sono solo parzialmente soddisfatto della risposta dell'Assessore chiederei due cose a questo punto: una già accennata dall'Assessore, cioè che al Presidente della II Commissione venga sottoposta una richiesta esplicita da parte della Giunta regionale di mettere all'o.d.g. questo problema, e forse, dato che ci troviamo in II Commissione regionale eventualmente di raccogliere problemi analoghi di altre città ove si trovassero nella stessa situazione della città di Biella, cioè affrontare in II Commissione il problema dei trasporti urbani nelle varie città della Regione cominciando da Biella e aggiungendo, se sono già pronte, altre situazioni. In Commissione sarei favorevole a discutere con i colleghi (qui come al solito non si può fare perché le interrogazioni si discutono sempre in pochissimi) l'opportunità di votare in Consiglio regionale un ordine del giorno rivolto al Governo, per quanto riguarda i fondi del Fondo nazionale trasporti e la loro possibilità di essere utilizzati più di una volta a sostegno dell'attrezzatura di servizi di trasporto pubblico nelle città della Regione.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MONTABONE


Argomento: Partecipazioni azionarie regionali

Interpellanza n. 249 dei Consiglieri Foco, Monticelli, Bosio e Calligaro ed interpellanza n. 288 del Consigliere Ferrara inerenti la situazione del bilancio Promark


PRESIDENTE

Passiamo all'esame congiunto dell'interpellanza n. 249 presentata dai Consiglieri Foco, Monticelli, Bosio e Calligaro e dell'interpellanza n. 288 presentata dal Consigliere Ferrara.
La parola al Consigliere Foco.



FOCO Andrea

Signor Presidente, intanto mi sento In dovere di ringraziare l'Assessore che ha permesso di discutere oggi questa interpellanza. Lo scopo della stessa era abbastanza preciso: cercare di ragionare e discutere sulla Promark in Consiglio regionale prima della riunione dell'Assemblea dei Soci che mi pare sia stata convocata per dopodomani. Volevamo far emergere nella sede opportuna, quella del Consiglio regionale, alcune riflessioni e conoscere gli intendimenti con i quali il socio di maggioranza, l'azionista di maggioranza, la Regione, va a questa riunione.
Il Gruppo comunista nell'esaminare le ultime vicende della Promark coglieva una continua disattenzione ed un'assenza costante da parte della Regione alle varie Iniziative, eppure la Regione - come dicevo già prima è azionista di maggioranza ed esprime ben nove Consiglieri all'interno del Consiglio d'amministrazione della Promark. Una disattenzione che non è giustificata in quanto non è molto che la Regione si è trovata a dover ricapitalizzare la Promark, precisamente il 13 febbraio 1989. Abbiamo Invece potuto constatare un'estrema attenzione da parte della Provincia di Torino, altro azionista di questa società per azioni. Ulteriore elemento di riflessione è quindi quello di cercare di vedere insieme quali sono le intenzioni della Regione nei confronti di Promark nel momento in cui in Commissione, fra non molto, il Consiglio regionale discuterà di Expo 2000 e quindi deciderà quale ruolo e quale funzione può svolgere o deve svolgere ancora Promark. A noi era parso di cogliere una volontà di far morire lentamente per consumazione questa S.p.A.
Per inciso: non dimentichiamo che in questa S.p.A. lavorano ben 21 persone e non è possibile trascurare questo elemento.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Vetrino.



VETRINO Bianca, Assessore al commercio

Signor Presidente, non ho una documentazione scritta, per cui mi sforzerò di non essere confusa. Credo che mai come in questo momento l'Assessore debba dimostrare una grande lucidità di fronte al problema di cui trattiamo a seguito delle interrogazioni di numerosi Consiglieri, per non so se riuscirò ad essere concisa, mi sforzerò di essere sintetica e di dare per quanto possibile un quadro molto chiaro, molto limpido e molto responsabile della situazione critica nella quale ci stiamo trovando.
Il 20 dicembre è convocata l'assemblea degli azionisti della Promark che pone all'o.d.g. l'esame della situazione patrimoniale ed economica della società al 31/10/1990 ed eventuali provvedimenti ai sensi dell'art.
2447 del Codice Civile.
Prima di procedere, ricordo due cose per informazione all'assemblea perché non tutti hanno a disposizione il quadro completo della composizione del capitale della società e di quello che ha rappresentato questa società dal 1977 (data della sua costituzione) ad oggi.
Intanto voglio ricordare che l'art. 2447 del Codice Civile è quello che attiene alla riduzione del capitale sociale al di sotto del limite legale.
Cioè, se per la perdita di oltre un terzo del capitale questo si riduce al di sotto del minimo stabilito dall'art. 2327 (che è quello che individua in 200 milioni il capitale minimo per la costituzione di società per azioni) gli amministratori devono, senza indugio, convocare l'assemblea per deliberare la riduzione del capitale ed il contemporaneo aumento del medesimo ad una cifra non inferiore al minimo legale.
Detto questo di questa società che in questo momento ha questo problema, noi abbiamo una partecipazione che riguarda ben il 56,83 l'altro azionista (non di maggioranza, ma molto importante per la consistenza della sua quota capitaria ed anche per l'ente che esprime, cioè la Provincia di Torino) ha il 34,20%; poi c'è l'ESAP che ha 1'1,89% e poi c'è una società, la Cofìpa che è una società finanziaria milanese che ha il 7,08% ed è la società che è subentrata nel momento del disimpegno delle banche piemontesi, questo circa un anno e mezzo fa.
Ora, perché il Consiglio di amministrazione ha deciso di porre all'o.d.g. dell'assemblea degli azionisti questo argomento così delicato? Perché il Consiglio di amministrazione esaminando la situazione patrimoniale della società ha rilevato che la perdita realizzata nel corrente esercizio, sommata a quelle residuali dei precedenti esercizi, ha superato la misura del capitale sociale, quindi vi è stato costretto.
La situazione patrimoniale della società rileva che il capitale sociale attualmente sottoscritto è versato in L. 720 milioni. Tale ammontare è il risultato delle deliberazioni assunte nel corso dell'assemblea straordinaria del 13/12/ 1989, la quale, in una situazione analoga a quella della quale ci stiamo occupando, aveva disposto l'azzeramento del preesistente capitale di L. 1 miliardo 271 milioni e la sua ricostituzione nella misura attuale dopo un ulteriore abbattimento a copertura delle residue perdite. Le perdite accumulate dalla società e presenti nella situazione patrimoniale redatta con riferimento alla data del 31/10/1990 hanno raggiunto l'importo di L. 1 miliardo e 515 milioni e si sono formate: per L. 88 milioni quale valore residuo dopo le operazioni del capitale sopra ricordate, per L. 103 milioni per perdite accumulate nel 1989 e per L. 1 miliardo e 323 milioni nel periodo dall'1/1 al 31/10/1990.
Andiamo ad esaminare la composizione di queste perdite rilevandole dalla situazione patrimoniale.
La Promark aveva iscritto nel suo bilancio, evidentemente nelle attività, innanzitutto il contributo regionale di L. 600 milioni a valere sulla legge n. 32 del 1987. Questa iscrizione è una iscrizione possibile ma ha finito per rivelarsi impropria in quanto noi non abbiamo una legge di finanziamento della Promark. Noi abbiamo una legge che si intitola: "Disciplina di interventi di promozione delle attività produttive nelle materie di competenza regionale' (appunto la legge n. 32/87), nella quale evidentemente si affollano tutte le richieste che attengono all'attività promozionale e fieristica della Regione. La Promark è evidentemente una di queste attività di questi enti, anche se ha finito per fare in questi anni la parte del leone. Ora, per la gestione di questi interventi, la Regione attraverso questa legge ha dovuto darsi dei criteri. Uno del criteri fondamentali è per esempio quello dell'ari.. 10 della legge stessa, la quale prevede che i contributi per le iniziative di cui all'ari.. 8 della presente legge possono essere concessi nella misura massima del 50% della spesa ammessa per non più di tre annualità. Parliamo evidentemente di iniziative, non di enti. Su questo criterio, che è praticamente insuperabile nel senso che è previsto dalla legge, la Regione ha potuto attribuire nel 1990 (e l'ha fatto con un atto deliberativo avvenuto ieri da parte della Giunta) un contributo di 383 milioni. Per quest'anno noi siamo stati costretti ad abbassare il limite di 50% massimo al 40% per le note difficoltà di bilancio e che ci hanno evidentemente costretti ad abbassare tutte le iniziative che sono state ritenute idonee al 40% del loro ammontare, quindi questi 600 milioni previsti in bilancio dalla Promark sono dei milioni impropriamente previsti, in quanto la misura massima che la Regione ha potuto dare è stata di 383 milioni.
Un altro inserimento nel bilancio di Promark, che giudico altrettanto improprio, è quello che ha previsto un introito attivo per circa 250300 milioni, computabili nell'esercizio del 1990, per finanziamenti che sarebbero potuti arrivare alla Promark per effetto di finanziamenti regionali per progetti che loro hanno proposto a valere sul Regolamento CEE n. 2052/88. Hanno presentato tre progetti che possono essere giudicati interessanti: il primo riguardava la promozione della piccola impresa trasferimento di tecnologia adeguata, know how e prodotti in Africa e America Latina (al riguardo sono state promosse missioni all'estero con partecipazioni di aziende ad appuntamento fieristico e per questa iniziativa la Promark chiedeva per il costo del progetto la somma di 339 milioni); il secondo progetto prevedeva la promozione della piccola impresa, l'agroindustria e il mercato europeo con un contributo di 330 milioni; il terzo progetto, che non era quantificabile essendo ancora in fase embrionale, riguardava il tessile, l'abbigliamento e gli accessori della moda nel mercati orientali, per il quale la Promark non chiedeva un finanziamento specifico, ma lo individuava come uno dei settori nel quali avrebbe potuto intervenire. La Promark ha inserito nel proprio bilancio questi 300 milioni a fronte di provvedimenti che erano ancora in una fase di larga elaborazione. Il Regolamento CEE n. 2052 è estremamente complesso rispetto al quale c'è un processo di esame e di ponderazione da parte di un apposito Comitato che vede la presenza della Regione, ma che è ancora in una fase se non embrionale tuttavia di gestazione rispetto al quale diventa difficile capire se questi provvedimenti e queste iniziative promosse dalla Promark potranno avere il placet e il supporto finanziario. Inoltre la Promark ha inserito 80 milioni per contributi promessi dall'Assessorato regionale all'agricoltura e per i quali l'Assessorato stesso non si è ancora espresso. Quello che voglio dire è che sono stati inseriti in questo bilancio dei crediti che non avevano ancora al momento dell'iscrizione alcuna consistenza legislativa reale, quindi considero estremamente improvvido da parte della Promark questo inserimento.
Vorrei fare una piccola considerazione al riguardo. In rapporto all'analisi che abbiamo compiuto insieme - sto parlando a ruota libera perché la Giunta ha discusso di questo argomento nella riunione di ieri sera, quindi non ho potuto stilare una relazione, lo potrò fare a seguito del rapporto dell'Ufficio Resocontazione - si può affermare una situazione economico-finanziaria decisamente critica: era una situazione finanziaria decisamente critica già un anno fa, abbiamo fatto un atto di fede, ma devo dire che la situazione se non è peggiorata certamente si è riconfermata nella sua gravita.
Le molteplici iniziative attuate dalla Promark in questi anni in settori estremamente diversificati, nei quali la stessa ha teso ad estrinsecare la sua attività, se da un lato hanno certamente assicurato una certa continuità operativa di questo ente che ormai esiste da tredici anni dall'altro non sono stati in grado di generare un livello di ricavi tali da poter coprire i diversi costi di gestione diretti ed indiretti. Pertanto c'è da chiedersi - ce lo siamo chiesti anche ieri come Giunta - se la costante fiducia da parte degli azionisti, concretizzatasi nella ricapitalizzazione della società, possa oggi ancora rappresentare una soluzione al molteplici problemi emersi.
Al riguardo devo dare un'altra informazione al Consiglio perché ci sono dei Consiglieri nuovi che non conoscono la situazione. Dal 1977 all'anno scorso (quando c'è stata l'ultima ricapitalizzazione) la Regione ha speso per le successive ricapitalizzazioni 1 miliardo e 696 milioni. La Regione ha il 56%, il che significa che il capitale ricapitalizzato di volta in volta è stato praticamente di 3 miliardi, che la Promark è stata costretta a mangiarsi in questo anno per poter far fronte alle perdite. A fronte di questi contributi che attengono agli aspetti di finanziamento formale, la Regione ha poi invece erogato supporti all'attività fieristica che dal 1982 al 1990 hanno visto l'esborso da parte della Regione di ben 8 miliardi, dei quali 5 miliardi sono stati a carico dell'Assessorato artigianato e commercio, che evidentemente è l'Assessorato di riferimento reale di questa società, e altri 3 miliardi sono stati il risultato di una collazione di interventi vari che venivano dai diversi Assessorati. Credo che fino a quando non si troverà una chiara sistemazione della Promark all'interno dell'istituzione piemontese, definendo in modo preciso i mercati di intervento, soprattutto per la parte estera (perché se andiamo ad esaminare l'attività della Promark di quest'anno vediamo che è essenzialmente volta verso i mercati esteri), difficilmente si potrà sanare una situazione che da tempo è decisamente critica e che potrebbe diventare non nel futuro, ma già nell'assemblea del 20 dicembre del tutto insostenibile.
In particolare credo che sia mancata in questi anni - non sto dicendo cose nuove perché dibattiti sulla Promark ne abbiamo fatti molti - una pianificazione dell'attività concernente l'organizzazione di mostre e di iniziative promozionali che se da un lato hanno permesso di promuovere e di migliorare l'immagine e la diffusione del prodotto piemontese, dall'altro non sempre sono risultate in linea con gli impegni finanziari che la società è in grado di assumersi e quindi di qui l'accumularsi della situazione deficitaria che ho appena elencato.
Cosa succede adesso? Credo che adesso possa succedere quello che l'Assessore Marchini individuava il 26 gennaio 1990: partiamo da premesse che possono costituire delle ipotesi di lavoro su questa questione e conseguentemente individuare delle azioni che possono far raggiungere alla Regione il risultato di non avere una società che continua a perdere, ma nello stesso tempo di garantirsi un'azione promozionale fieristica che evidentemente è indispensabile e che non fa altro, tra l'altro, che rispondere a dei dettami istituzionali che ci derivano appunto per avere nell'ambito delle nostre competenze anche quelle delle quali stiamo parlando.
Occorre pertanto risolvere questo problema della Promark, nella quale ripeto - la Regione è l'azionista di maggioranza. Nel frattempo abbiamo individuato la possibilità di costituire questo ente fieristico che nel disegno di legge che abbiamo presentato nell'altra legislatura e ripresentato nell'attuale si chiama Expo 2000, nel quale la Regione entra come azionista (la composizione successiva si vedrà quale dovrà essere) e il cui campo d'azione, se vogliamo essere molto corretti, si sovrappone se non in tutto sicuramente parzialmente a quanto fin qui svolto dalla Promark per la Regione. Di questo dobbiamo essere consapevoli, così come dobbiamo essere consapevoli del fatto che noi abbiamo in questa S.pA. 21 dipendenti rispetto al quali il nostro primo dovere è quello di garantire il permanere di questi livelli occupazionali per questi attuali dipendenti. La situazione si può forse risolvere creando un organismo di supporto alla Giunta regionale. Non dimentichiamo che abbiamo in costituzione anche un osservatorio (può essere questa una riconversione della struttura della Promark) per garantire appunto al ruolo pubblico la capacità di interloquire con questo costituendo ente fieristico particolarmente sui programmi promozionali delle materie di competenza regionale perché voi sapete che l'ente fieristico ha un campo molto vasto di intervento che va anche oltre quelle che sono le manifestazioni finora individuate dalla Promark.
In altri termini, quello che si propone è una trasformazione della Promark e probabilmente in questi anni ha avuto una connotazione impropria di società per azioni perché noi sappiamo che gli enti della Regione che hanno disposto delle promozioni o degli studi non avevano la connotazione di società per azioni, erano gli enti strumentali come sono il CSI e come è stato l'IRES che sono davvero dei bracci reali della Regione. Quando una società ha la connotazione della società per azioni evidentemente resta coinvolta nella fisionomia giuridica e deve rispondere anche al sensi di questa fisionomia giuridica. Quindi la possibilità è probabilmente quella che intravedeva Marchini nel gennaio 1990, cioè della trasformazione della Promark o in un ente strumentale vero e proprio o nell'assorbimento della stessa struttura della Promark nell'ambito della struttura all'interno della Regione, creandone un settore, con specifici compiti di analisi studio ed elaborazione sul settore fieristico finalizzati a verificare la corrispondenza delle attività fieristiche con un organismo di confronto che è in costituzione, ma che auspichiamo venga costituito molto presto, che è appunto Expo 2000, per vedere anche come questa struttura nella quale la Regione entrerà a far parte potrà corrispondere agli obiettivi di politica economica regionale e ai settori produttivi da promuovere sui mercati per quanto, ripeto, di competenza regionale. Naturalmente questa trasformazione porta a dei problemi che sono innanzitutto l'acquisizione del patrimonio dell'ente. in tutto o in parte, ed eventualmente delle funzioni o del ramo aziendale Inerente l'attività promozionale e poi il passaggio della dipendenza del personale Promark consentendo con la stessa norma il superamento in materia di pubblico impiego, ma questi sono problemi che si potranno risolvere in un secondo tempo. La Promark potrebbe cedere subito sempre che la costituenda società lo consenta, al nuovo ente istituito il ramo aziendale che sviluppa il filone delle attività promozionali e il relativo personale, mentre il ramo aziendale che sviluppa le attività fieristiche potrebbe essere successivamente assorbito dall'ente fieristico con la sua entrata a regime dopo il voto di questo Consiglio sul relativo disegno di legge.
Con questi passaggi, non sussistendo più motivazioni alla presenza dell'azionista Regione in Promark, la società potrebbe quindi essere trasformata e dunque sciolta.
Queste, colleghi Consiglieri, sono delle indicazioni che la Regione ha già verificato con l'altro azionista importante, cioè la Provincia di Torino, e sulle quali c'è stata da parte della stessa una assoluta disponibilità al confronto e anche perseguire, senza traumi, con grande prudenza, la percorribilità di questa strada. Queste indicazioni sono ancora largamente generiche e hanno formato oggetto ieri di un confronto nell'ambito della Giunta nel quale si è deciso di intravedere questa strada, di aspettare anche questo momento del Consiglio per questo confronto e successivamente di andare in assemblea a rappresentare questo stato di difficoltà e di disagio e vedere insieme quale possa essere la soluzione più opportuna. Rimane ora da vedere come queste indicazioni, che ripeto sono ancora largamente generiche, 'possono conciliarsi con le esigenze giuridico-formali che sono anche impellenti dell'argomento espresso all'o.d.g. che prevede appunto la riduzione del capitale al minimo consentito, il che - ci rendiamo perfettamente conto - obbligherebbe la Regione ad assumere ulteriori impegni finanziari per la ricapitalizzazione della società.
D'altra parte, devo anche ricordare - e con questo pensiero chiudo lasciando al Consiglio il conforto di qualche riflessione e suggerimento che la messa in liquidazione nell'ipotesi di cessazione e chiusura della società al 31/12/ 1990 comporterebbe un costo finanziario di liquidazione che è stato previsto in circa 4 miliardi.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ferrara.



FERRARA Franco

L'importanza e l'ampiezza di questo argomento vanno al di là del contenuto di un'interrogazione. Non è argomento nuovo per il Consiglio regionale e io mi trovo imbarazzato a parlarne perché è stato oggetto di diverse polemiche del PRI nei passati cinque anni e perché si sono determinate situazioni nuove e gravi nella comunicazione che oggi il Vicepresidente Vetrino ha fatto.
Non voglio rifare la storia di questa vicenda. Alcuni dati li ha comunicati il Vicepresidente; è certo che nel vari dibattiti che sono stati svolti in Consiglio su questo argomento si sono dette cose sempre molto precise e puntuali. Ricordo che l'Assessore Turbigilo in una comunicazione aveva detto cose condivisibili, aveva detto che non tutto andava bene. che le relazioni che la Promark presentava annualmente al Consiglio regionale dal 1984 al 1988 erano sempre fatte più o meno in ciclostile; ma malgrado tutte queste inefficienze - diceva l'Assessore Turbiglio - "nessuno è stato richiamato, sospeso, censurato, sostituito". E' passato Turbiglio, la Regione è andata avanti; l'anno scorso ci siamo trovati in una situazione analoga a quella di oggi: è venuto il Presidente del Consiglio di amministrazione della Promark e alcuni rappresentanti, i quali ci hanno spiegato che occorre ripianare il bilancio e ricostituire il capitale sociale dell'anno 1988, perché il 1989 avrebbe raggiunto il punto di indifferenza e che nel 1990 la Promark sarebbe stata un'azienda addirittura produttiva di reddito.
Oggi abbiamo scoperto invece delle cose nuove. Rispetto all'ipotesi di azienda produttiva di reddito nel 1990, ci troviamo - lo ha detto adesso l'Assessore - in una situazione tale per cui se nel 1989 abbiamo dovuto ripianare 1 miliardo e 200 milioni, nel 1990 dobbiamo ripianare perdite per 1 miliardo e 500 milioni in una società che ha ricavi di 1 miliardo e 900 milioni.
Ma c'è di più. Abbiamo la sensazione che non ci sia responsabilità da parte di chi amministra.
L'Assessore ha letto l'art. 2447 del Codice Civile che parla di "senza indugio": "senza indugio" vuol dire subito. Se la Promark perde 1 miliardo e 500 milioni su un fatturato di 1 miliardo e 900 milioni vuoi dire che i 700 milioni di capitale sociale sono persi da sei mesi.
Ma c'è di più ancora, ed è questo che mi Imbarazza molto. Mi pare che l'Assessore abbia individuato nell'attivo del bilancio poste impropriamente previste, mi pare che il Vicepresidente sia stato di una cortesia e di una eleganza ammirevoli. E lo non voglio dire nient'altro perché mi troverei in grave Imbarazzo.
Di fronte a questa situazione qual è la posizione? Abbiamo una relazione del Consiglio di amministrazione arrogante che, anziché dare delle spiegazioni e delle giustificazioni, pone delle domande alla Regione in tono di rimprovero; chiede. In sostanza, che si crei quella condizione di dignitosa ma misera sopravvivenza. Ma non è dignitosa. Sono solo loro che pensano sia dignitosa questa sopravvivenza.
Si pone veramente il problema del ruolo che ha questa società e forse non è l'unica. Dobbiamo porcelo questo problema, non possiamo sempre rinviarlo alla volta successiva. Dobbiamo una volta ogni tanto porci il problema del ruolo che vogliamo dare a questi enti.
Il Consiglio di amministrazione dice: "Si preferisce affidare a terzi da parte della Regione, anziché alla Promark una serie di iniziative". Lo credo. In occasione di uno dei passati dibattiti avevo fatto uno studio e avevo scoperto che il costo della partecipazione a manifestazione da parte di Promark e di altre istituzioni è diverso. Nel settore degli orafi la Promark spendeva 4 milioni per portare un artigiano a queste manifestazioni, mentre il Centro estero spendeva 2 milioni e 300 mila lire.
Nel settore dell'abbigliamento la Promark spendeva, variamente a seconda della manifestazione, da 9 a 14 milioni per artigiano (posto che fossero sempre artigiani), mentre il Centro estero spendeva 2,3 milioni. Questi sono dati consuntivi non preventivi.
Rispetto ad una situazione che è fallimentare in tutti i sensi, mi pare ci sia da parte degli amministratori un atteggiamento quasi di arroganza.
Essi dicono: "Ricapitalizziamo perché ricapitalizzando questa società si tutela l'occupazione, si risparmiano i costi, della liquidazione". Ci dicono cioè quelle cose che ci hanno detto due anni fa. quando ci spiegavano che stavano andando in attivo.
Non credo più che si possa dire che va bene, non credo più perch domani parleremo di bilancio. Presidente Brizio. e quando parleremo di bilancio mi spiegherete che al settore della piccola impresa si può dare poco o niente perché non ci sono risorse. Allora, se risorse non ci sono non devono essere sciupate.
Per questo motivo le prospettive che ci ha offerto il Vicepresidente Vetrino, credo espri- mendo un'opinione collegiale della Giunta, ci lasciano perplessi. La liquidazione costava un anno fa 2 miliardi e 500 milioni e non si poteva mettere in liquidazione la società perch l'operazione sarebbe costata 2 miliardi e 500 milioni. Intanto 1 miliardo e 500 milioni l'abbiamo perso. Adesso ci dicono che il costo è di 4 miliardi.
Abbiamo delle riserve rispetto all'ipotesi e la prospettiva che prevede il coinvolgimento di Expo 2000.
Perché dico questo? Perché Expo 2000 non è un ente della Regione che permetta di giocare e dire: Trasferiamo da una parte all'altra". Qui ci sono degli azionisti privati, i quali non hanno nessuna intenzione di costituire un ente sul quale scaricare le inefficienze e - devo dire - la non eccezionale immagine di certe manifestazioni della Promark. Quindi, una ipotesi di questo genere a mio giudizio è una Ipotesi non percorribile.
Allora, l'unico bene o, se volete, l'unica preoccupazione seria che occorre tutelare, e non è demagogia da quattro soldi, ma verità, credo sia l'occupazione di quelle 20-22 persone che vi lavorano (anche se vorrei poi andare a vedere se non c'è proprio nessuno di assunzione recente). A parte questo, un discorso per valutare che cosa si può fare rispetto al personale è un'ipotesi percorribile. Le altre soluzioni, che prevedono ulteriori esborsi della Regione, nuove capitalizzazioni, nuovi mandati fiduciari credo proprio che non siano più proponibili. Credo che la Giunta, signor Presidente Brizio, rispetto a questo problema debba assumere una posizione responsabile. Si è sempre detto che il discorso degli enti strumentali e delle partecipazioni doveva essere affrontato. Ne abbiamo un caso sul tavolo, occorre affrontarlo, non come sempre si è fatto in passato rinviando all'anno successivo, ma affrontandolo oggi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Foco.



FOCO Andrea

Gli interventi che mi hanno preceduto hanno chiarito tutti gli aspetti se ancora ce n'erano da chiarire. Ritengo che mi competano alcune riflessioni politiche al riguardo. Intanto mi chiedo se sia giusto che il Consiglio regionale affronti questi problemi attraverso una interpellanza o una interrogazione o se non sia Invece l'esecutivo a dover sentire l'esigenza. alla vigilia dell'Assemblea del Soci (che è stata tra l'altro ritardata nel tempo, e sappiamo dell'azione svolta da alcuni componenti del Consiglio d'amministrazione per obbligare la maggioranza ad arrivare a questo momento di riflessione e di discussione), di portare in discussione questo problema. Le cose che abbiamo sentito, sicuramente esaurienti e dette con voce serena e tranquilla, fanno trasecolare.
Come è possibile che l'azionista di maggioranza venga a conoscenza solo a cose fatte e con tanto ritardo come è stato qui detto e non sia invece l'azionista di maggioranza, che governa i processi della S.p.A., pur nel rispetto di tutti i disposti che regolano una S.pA. e portarli tempestivamente a conoscenza del Consiglio regionale.
Non mi sento di farla più lunga: chiedo solo che il Consiglio regionale sia messo in grado di discutere ampiamente della Promark e delle altre società per azioni nelle quali siamo presenti. Se avevamo bisogno di una cartina di tornasole e di una verifica del discorso che abbiamo fatto come Gruppo nel momento della nomina dei rappresentanti della Regione in Finpiemonte, chiedendo la possibilità di conoscere, di verificare idee progetti, piani della Giunta, nel momento in cui nominiamo i nostri rappresentanti nelle varie società nelle quali siamo azionisti, mi pare che questa conferma oggi ci sia stata.
Come è possibile che dei membri del Consiglio di amministrazione, in particolare i nove membri che abbiamo nominato (e mi pare che esprimiamo anche la Presidenza), iscrivano a bilancio 600 milioni e poi qualche altro centinaio di milioni (si dice che dall'Assessorato all'agricoltura con ogni probabilità dovrebbero arrivare 80 milioni) senza un riscontro.
Il Consiglio ha seguito con estrema attenzione la relazione del Vicepresidente e l'intervento del Consigliere Ferrara, a differenza di altre interrogazioni ed interpellanze dove effettivamente c'è poca attenzione, e ha colto la drammaticità di questa situazione, per cui non sono sufficienti le conclusioni alle quali arriva il Vicepresidente. Ieri sera la Giunta ne ha discusso, ha fatto le prime valutazioni, ma noi abbiamo bisogno di ulteriori elementi e di conoscere la posizione precisa sulla quale poter discutere. MI pare sia necessaria una comunicazione della Giunta per dare la possibilità al Consiglio regionale di poter discutere sempre con serenità, ma con più cognizione di causa.
Nell'interpellanza, firmata da alcuni componenti del nostro Gruppo chiedevamo che i Consiglieri di amministrazione, di nomina regionale venissero invitati con urgenza ad un incontro nell'apposita Commissione.
Però questo se pur utile e va fatto, non è sufficiente dal momento che sono state fatte molte e gravi affermazioni in Consiglio regionale. Le abbiamo ascoltate tutti, sono verbalizzate. Sono macigni che non esimono.
Consigliere Ferrara, l'esecutivo dalle sue responsabilità precise. La Giunta non può tirarsi fuori lasciando la responsabilità o ai nove rappresentanti o al Consiglio di amministrazione, perché - ripeto - la Regione è il socio di maggioranza con una quota azionaria del 57% e con tutti gli oneri finanziari che nel corso di questi anni ha avuto. E' una situazione così grave che ha bisogno di essere valutata in una apposita seduta del Consiglio regionale. Il nostro Gruppo fa questa richiesta formale al Presidente del Consiglio e al Presidente della Giunta regionale.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta, Brizio.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

La Giunta dice una cosa molto semplice: occorre approvare il bilancio e alcune deliberazioni che sono vitali quanto la Promark. L'illustrazione è stata fatta in modo chiaro, l'impegno a riparlarne entro gennaio in Commissione e in aula noi lo assumiamo. Il Vicepresidente Vetrino verrà in Commissione a riparlarne perché comunque delle decisioni devono essere assunte.
La Regione ha la maggioranza delle azioni nella società e deve muoversi anche responsabilmente. Valuteremo lo stato della società e ci muoveremo con il senso di responsabilità che sarà necessario di fronte ad una situazione che non possiamo Ipotizzare e preconizzare prima di giovedì 20 dicembre. Quindi riferiremo al Consiglio.
Questa nuova Giunta, come ha scritto nel programma, farà le sue valutazioni complessive, anzi. le sta facendo sulle società di partecipazione, sugli enti strumentali, e farà le sue proposte al più presto. In queste entrerà anche il problema della Promark.
In questo momento un dibattito su un fatto che non è una proposta concreta, non mi pare che aggiunga molto a quello che è stato detto con molta chiarezza in risposta all'interpellanza. Questa risposta si è voluto darla prima del 20 dicembre proprio per informare il Consiglio su un problema esistente che stiamo affrontando in una situazione che è molto difficile per tante ragioni per le quali dobbiamo muoverci con assoluta prudenza.
Abbiamo la necessità ora di procedere ad alcune deliberazioni per l'utilizzo di fondi; se non le approviamo perdiamo 16 miliardi (non soltanto 600 milioni). Abbiamo percepito in Consiglio la gravita della questione Promark, ne faremo tesoro e in merito riferiremo al più presto possibile.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Monticelli.



MONTICELLI Antonio

Signor Presidente, chiedo scusa, ma non funziona, perché l'assemblea della Promark è Imminente, giovedì 20 dicembre. Se la Regione non diserta l'assemblea, che cosa farà? Ricapitalizzerà? Non si può dire che se ne riparlerà con calma a gennaio. Chiedo che se ne riparli domani mattina, che la Giunta venga in Consiglio con una comunicazione e proponga una mozione da votare sul comportamento da tenere. C'è una responsabilità che la Giunta si è assunta negli anni passati che deve forse portarla a trasmettere qualche atto relativo alla Promark a chi di dovere. E chi di dovere forse è la Procura o la Corte dei Conti. Queste cose è bene chiarirle, non si possono lasciare per aria fino a gennaio. Quindi, chiedo che domani mattina ci sia una comunicazione della Giunta e che la Giunta si assuma la responsabilità di proporre al Consiglio una mozione sull'argomento. Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Vetrino.



VETRINO Bianca, Assessore al commercio

La comunicazione è stata fatta questa mattina. Era una risposta all'interpellanza che però. per la sua consistenza, ha assunto i classici connotati della comunicazione. Oltre a quello che ho detto questa mattina non posso assolutamente dire altro. Questo è quello che è nelle nostre conoscenze e credo di non essere stata parca nell'individuare un momento di estrema drammaticità e di estrema criticità. L'ho detto con molta chiarezza e ho detto che attendevamo da parte del Consiglio anche qualche contributo che è venuto. Il collega Ferrara ha detto chiaramente che chi andrà all'assemblea di giovedì 20 dicembre non dovrà impegnarsi sulla ricapitalizzazione. Questo chiarimento è stato chiarissimo. Non così è venuto da parte del Consigliere Foco, che però ha posto il problema e ha chiesto alla Giunta di esprimersi rispetto a questo argomento e mi sembra anche giusto, perché ci sono dei ruoli che vanno rispettati. Siamo qui e facciamo anche politica, ci rendiamo benissimo conto di quelle che sono le nostre posizioni, di quelli che possono essere i nostri interventi; uno spirito collaborativo può esprimersi e può essere un'indicazione di larga massima.
Quello che succederà martedì il Presidente l'ha detto, e cioè dovremo considerare il contesto nel quale ci troveremo nel confronto con il Consiglio di amministrazione a cui noi chiederemo innanzitutto spiegazioni circa l'iscrizione...



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Ci sono anche altri soci. Non possiamo decidere noi senza tenere conto che c'è la Provincia e ci sono altri membri.



PRESIDENTE

Il problema è chiarissimo. La risposta all'interrogazione e all'interpellanza è stata amplissima. Credo che il Consiglio e la Giunta abbiano recepito gli elementi di preoccupazione espressi. Siamo tuttavia in discussione di interrogazioni e di interpellanze. Credo che se la Giunta ha qualche elemento da recepire nel corso della giornata riterrà eventualmente di recepirlo. Comunque la discussione sull'interrogazione e sull'interpellanza è conclusa.



MAJORINO Gaetano

Signor Presidente, chiedo la parola.



PRESIDENTE

Non è mia natura strozzare il dibattito. Se nel corso della giornata terremo una riunione dei Capigruppo, riunione che mi riservo di convocare eventualmente potremo tornare su questo punto. Altrimenti se le do la parola in questa sede, apro il dibattito.



MAJORINO Gaetano

Non voglio fare un dibattito, ma riferirmi al Capogruppo Monticelli che ha speso due parole su quanto è emerso...



PRESIDENTE

Ho fatto la proposta. Consigliere Majorino, di andare in riunione di Capigruppo su questo argomento. Se c'è un'intesa possiamo procedere.



MAJORINO Gaetano

Da tenersi oggi.



PRESIDENTE

Certo. Oggi nella riunione dei Capigruppo si dovrà regolamentare l'insieme delle questioni e questo sarà un punto su cui la Giunta potrà spendere qualche elemento in più.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Sono d'accordo.


Argomento: Organizzazione regionale: argomenti non sopra specificati

Esame interrogazioni nn. 8, 68, 70, 71, 72, 76, 79 e 135: richiesta del Gruppo MSI-DN ai sensi dell'alt. 89, comma nono, del Regolamento interno


PRESIDENTE

Il punto 3) all'o.d.g. recita: "Esame interrogazioni nn. 8, 68. 70. 71.
72. 76. 79 e 135: richiesta del Gruppo MSI-DN ai sensi dell'art. 89, comma nono, del Regolamento interno".
A norma di Regolamento questo punto è stato iscritto all'o.d.g. Credo di recepire che la Giunta si riserva di rispondere nelle prossime sedute come già avevo anticipato.
La parola al Presidente della Giunta regionale, Brizio.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Per alcune interrogazioni abbiamo già dato la disponibilità. Le difficoltà sono, come sapete, quelle normali. Non c'è nessuna discriminazione, c'è invece la volontà di rispondere a tutte le interrogazioni e gli Assessori le stanno predisponendo. Le ragioni che a norma di Regolamento mi impediscono oggi di rispondere è che gli Assessori malgrado l'impegno assunto, non hanno ancora pronte le risposte se non quelle che vi abbiamo comunicato.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Zacchera. Ne ha facoltà.



ZACCHERA Marco

Abbia la bontà, signor Presidente, di ascoltarmi. Più volte ho sottolineato che esistono interrogazioni e interrogazioni. Alcuni Assessorati, con buona volontà e con puntualità, qualche risposta la danno altri invece non danno alcuna risposta. Vorrei sapere dall'Assessore Maccari, per esempio, che vedo presente, perché non vengano date risposte da parte sua. Non ne è ancora arrivata una dall'inizio della legislatura.
Un'interrogazione è in lista d'attesa, nell'elenco delle Interrogazioni ed interpellanze. dalla fine di settembre o dall'inizio di ottobre e, di settimana in settimana, viene sempre rinviata. Vuoi dire che la Giunta era pronta per rispondere, però non risponde mai. Vorrei sapere perché queste cose succedano. Ci sono questioni che hanno una certa rilevanza. Mi rendo conto che da parte nostra ci deve essere un contingentamento nel numero delle interrogazioni, però ci deve essere anche un numero congruo di risposte. Abbiamo anche adottato il metodo della risposta scritta, però ne attendiamo anche qualcuna orale.



MACCARI Eugenio, Assessore alla sanità

Personalmente sono pronto da alcune settimane, infatti sono all'o.d.g.
da più settimane. Nell'ultima seduta di Consiglio sono riuscito a rispondere fino ad un certo numero, ma non ho potuto rispondere a quella del Consigliere Zacchera perché era assente.



ZACCHERA Marco

Era la prima assenza.



MACCARI Eugenio, Assessore alla sanità

Per carità, succede a tutti. Per cui sono felice di poter rispondere adesso all'interrogazione n. 69.



PRESIDENTE

In questo momento stiamo esaminando il punto 3) all'o.d.g., nel quale l'interrogazione n. 69 non è compresa. Pregherei l'Assessore Maccari di rispondere nella prossima seduta a tutte le sue interrogazioni.



ZACCHERA Marco

Chiederei espressamente all'Assessore, anche per accelerare i tempi, di dare una risposta complessiva alle interrogazioni e interpellanze giacenti sull'USSL 53 e sull'USSL Torino IV.



MACCARI Eugenio, Assessore alla sanità

Va bene.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 4) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Beltrami. Cantore, Coppo, Cucco Gissara e Grosso.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale della seduta in corso.


Argomento:

c) Apposizione visto Commissario del Governo


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge vistati dal Commissario del Governo sarà riportato nel processo verbale della seduta in corso.


Argomento: Istituti Pubblici di Assistenza e beneficenza - II. PP. A. B.

Esame progetto di legge n. 65: "Norme in materia di riconoscimento in via amministrativa della personalità giuridica di diritto privato delle II.PP.A.B." (riesame testo approvato dal Consiglio regionale in data 15/3/1990 - adeguamento osservazioni Commissario del Governo del 13/4/1990)


PRESIDENTE

In merito al punto 5) all'o.d.g., che prevede l'esame del progetto di legge n. 65, ha chiesto di parlare il Presidente della Giunta, Brizio. Ne ha facoltà.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Si tratta di un provvedimento di adeguamento alle osservazioni formulate dal Governo. E' stato portato in aula con carattere d'urgenza. La maggioranza e la Giunta hanno ritenuto, visto che non era passato l'art. 1 che aveva avuto 30 voti e non 131 previsti, di presentare l'art. 2 recependo l'art. 1 e di andare avanti nell'esame di questo disegno di legge.
Poiché nella Conferenza dei Capigruppo abbiamo percepito una disponibilità generale a ripresentare un disegno di legge nuovo e delle osservazioni in merito ad una linea, peraltro corretta, sotto il profilo istituzionale, al fine di non creare problemi ulteriori, comunque di non creare scontri interpretativi che sarebbero del tutto inutili e ai fini di un rapido iter, la Giunta regionale ha ritenuto di ritirare quel provvedimento, di presentare un nuovo disegno di legge, che approverà nella seduta di venerdì e che presenterà immediatamente alla Presidenza del Consiglio, auspicando che l'impegno emerso nella Conferenza dei Capigruppo di arrivare all'approvazione in aula nella prima seduta di gennaio del nuovo disegno di legge sia da tutti onorato perché ci sono delle esigenze reali in proposito e il vuoto legislativo non è positivo nel modo più assoluto.



PRESIDENTE

Se il Consiglio concorda possiamo passare all'esame del punto successivo all'o.d.g.


Argomento: Trattamento economico dei Consiglieri

Esame progetto di legge n. 50: "Integrazioni e modificazioni alla L.R. 13 ottobre 1972, n. 10 e successive modificazioni"


PRESIDENTE

Esaminiamo pertanto il progetto di legge n. 50, di cui al punto 6) all'o.d.g.
Viene data per letta la relazione del Consigliere Porcellana.
Non essendovi Interventi possiamo passare alla votazione del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 39 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere.
L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 39 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere.
L'art. 2 è approvato.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 hanno risposto SI 37 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere.
L'intero testo della legge è approvato.


Argomento:

Esame progetto di legge n. 50: "Integrazioni e modificazioni alla L.R. 13 ottobre 1972, n. 10 e successive modificazioni"

Argomento:

Interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno (annunzio)


PRESIDENTE

Le interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenute all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale verranno allegate al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13,20)



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