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Dettaglio seduta n.295 del 25/07/94 - Legislatura n. V - Sedute dal 6 maggio 1990 al 22 aprile 1995

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 6) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Cattaneo, Maggiorotti, Marino e Mollo.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

c) Convocazione I Commissione consiliare


PRESIDENTE

Comunico che la I Commissione consiliare è convocata per domani mattina alle ore 9,15 per esprimere il parere in ordine al progetto di legge sul volontariato.
Per l'eventuale prenotazione all'o.d.g. di questo progetto di legge valuteremo nel corso della seduta come procedere.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Esame proposte di deliberazione n. 968, n. 969, n. 970 e n. 971 relative alle convalide dei Consiglieri regionali Adduci, Germanetto, Masaracchio e Mandrino (art. 17, legge 17/2/1968, n. 108 e art. 16 del Regolamento consiliare)


PRESIDENTE

Passiamo al punto 7) all'o.d.g. relativo alla convalida dei Consiglieri regionali Adduci, Germanetto, Masaracchio e Mandrino.
La parola al Presidente della Giunta delle Elezioni, Consigliere Majorino, per la relazione complessiva sulle quattro convalide, dopodich procederemo alle votazioni separate.



MAJORINO Gaetano

Signora Presidente, colleghi Consiglieri, per i quattro colleghi Mandrino, Adduci, Masaracchio e Germanetto, la Giunta delle Elezioni si è riunita qualche giorno fa e ha rilevato che, sia per le dichiarazioni rese spontaneamente dagli interessati sia d'ufficio, non risultano motivi né di ineleggibilità né di incompatibilità nei confronti degli stessi. Pertanto la Giunta, unanime, propone al Consiglio la convalida dei quattro Consiglieri citati.



PRESIDENTE

Procediamo pertanto all'esame della proposta di deliberazione n. 968: "Convalida del Consigliere regionale Donato Adduci (art. 17, legge 17/2/1968, n. 108 e art. 16 del Regolamento interno del Consiglio regionale)".
Si proceda alla distribuzione delle schede.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 47 voti favorevoli 41 voti contrari 1 schede bianche 5.
Il Consiglio approva.
Comunico che copia della deliberazione di convalida sarà depositata nella Segreteria del Consiglio per l'immediata pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione, ai sensi dell'art. 16 del Regolamento interno del Consiglio regionale, e sarà trascritta nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Passiamo all'esame della proposta di deliberazione n. 969: "Convalida del Consigliere regionale Michelino Germanetto (art. 17, legge 17/2/1968 n. 108 e art. 16 del Regolamento interno del Consiglio regionale)".
Si proceda alla distribuzione delle schede.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 46 voti favorevoli 40 voti contrari 1 schede bianche 5.
Il Consiglio approva.
Comunico che copia della deliberazione di convalida sarà depositata nella Segreteria del Consiglio per l'immediata pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione, ai sensi dell'art. 16 del Regolamento interno del Consiglio regionale, e sarà trascritta nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Passiamo all'esame della proposta di deliberazione n. 970: "Convalida del Consigliere regionale Antonino Masaracchio (art. 17, legge 17/2/1968 n. 108 e art. 16 del Regolamento interno del Consiglio regionale)".
Si proceda alla distribuzione delle schede.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 46 voti favorevoli 40 voti contrari 1 schede bianche 5.
Il Consiglio approva.
Comunico che copia della deliberazione di convalida sarà depositata nella Segreteria del Consiglio per l'immediata pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione, ai sensi dell'art. 16 del Regolamento interno del Consiglio regionale, e sarà trascritta nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Passiamo infine all'esame della proposta di deliberazione n. 971: "Convalida del Consigliere regionale Pier Giuseppe Mandrino (art. 17, legge 17/2/1968, n. 108 e art. 16 del Regolamento interno del Consiglio regionale)".
Si proceda alla distribuzione delle schede.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 45 voti favorevoli 42 schede bianche 3.
Il Consiglio approva.
Comunico che copia della deliberazione di convalida sarà depositata nella Segreteria del Consiglio per l'immediata pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione, ai sensi dell'art. 16 del Regolamento interno del Consiglio regionale, e sarà trascritta nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento: Assestamento di bilancio

Esame progetto di legge n. 486: "Assestamento al bilancio di previsione per l'anno finanziario 1994"


PRESIDENTE

Passiamo al punto 8) all'o.d.g. che prevede l'esame del progetto di legge n. 486.
Relatore è il Consigliere Gallarini, che ha facoltà di intervenire.



GALLARINI Pier Luigi, relatore

Dò per letta la relazione, il cui testo, a mani dei Consiglieri recita: "Illustre Presidente, signori Consiglieri, come riferisce in linea tecnica la Giunta regionale nella presentazione del disegno di legge n.
486, lo scopo principale di una legge di assestamento al bilancio di previsione è quello di rettificare i dati dei residui, dei fondi statali reimpostati e dei maggiori o minori accertamenti nonché dell'avanzo di amministrazione determinati in modo certo dal conto consuntivo.
L'anno finanziario 1994 ha però delle peculiarità che lo rendono dissimile dagli anni precedenti. Infatti, il bilancio di previsione è stato adottato dal Consiglio regionale ad esercizio finanziario iniziato. Questo fatto ha reso possibile l'inserimento dei valori corretti dei residui attivi e passivi negli stati di previsione dell'entrata e della spesa del bilancio di previsione per il 1994.
In particolare, l'avanzo di amministrazione determinato ammonta a circa 1.581 miliardi di lire ed il fondo di cassa a 1.174 miliardi di lire.
Valori che - come già detto - erano presenti nel bilancio di previsione e che, di conseguenza, non comportano variazione alcuna in assestamento.
Discorso analogo può essere fatto per quanto riguarda le economie provenienti da fondi vincolati dallo Stato e reiscritte nel bilancio di previsione. Il totale delle reimpostazioni effettuate su fondi destinati dallo Stato a scopi specifici ammonta a circa 1.598 miliardi di lire. Dal raffronto tra avanzo finanziario e totale delle reimpostazioni emerge una differenza di circa 17 miliardi di lire, come si evidenzia dalla relazione di accompagnamento al disegno di legge di approvazione del rendiconto per l'anno 1993. Occorre inoltre rettificare tale importo con il saldo tra maggiori e minori accertamenti, saldo che ammonta a circa 8 miliardi di lire.
Va poi anche specificato che i maggiori accertamenti sono importi comunicati alla Regione dopo il 31 dicembre di ogni anno e che sono relativi ad assegnazioni vincolate, che figurano nel consuntivo 1993 solo in entrata, come maggiori accertamenti, e che danno luogo, nell'anno 1994 ad iscrizioni solo nella spesa.
Lo squilibrio da riassorbire in assestamento è infine rappresentato proprio dalla rettifica da apportare alla differenza tra avanzo e fondi statali reimpostati (17 miliardi), dovuta al confronto tra maggiori e minori accertamenti (9 miliardi).
Deve pure essere evidenziato come la situazione di pareggio sostanziale sia stata raggiunta con la chiusura dei debiti che di fatto la Regione aveva nei confronti dello Stato e che può essere sintetizzata dalla seguente tabella: anno 1989: debito nei confronti dello Stato L. 150.000.000.000 anno 1990: debito nei confronti dello Stato L. 135.000.000.000 anno 1991: debito nei confronti dello Stato L. 113.000.000.000 anno 1992: debito nei confronti dello Stato L. 78.000.000.000 anno 1993: debito nei confronti dello Stato L. 45.000.000.000 anno 1994: debito nei confronti dello Stato L. 0.
Le risorse necessarie a riassorbire il disavanzo sono quelle relative ad una maggiore assegnazione dello Stato sul fondo comune e ad aggiustamenti interni all'equilibrio proposto con il bilancio di previsione.
Ricevutane l'assegnazione, la I Commissione consiliare ha attentamente esaminato e discusso il disegno di legge, di cui si tratta, e, dopo aver accolto un emendamento integrativo proposto dall'Assessore al bilancio per aggiungere un certo numero di capitoli all'elenco n. 1 delle spese obbligatorie e d'ordine, lo ha licenziato a maggioranza nella seduta del 21 luglio scorso.
Al testo presentato dalla Giunta sono state apportate alcune modificazioni di carattere formale, volte ad uniformarlo alle disposizioni ministeriali in materia di formulazione tecnica degli atti legislativi.
Per quanto sopra esposto se ne raccomanda l'approvazione anche da parte di questa assemblea".



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente, colleghe e colleghi. Ho chiesto la parola sul progetto di legge, intendendo intervenire sull'insieme delle materie oggi trattate anche con il progetto di legge riguardante la prima legge di variazione al bilancio di previsione.
Ho aspettato a chiedere la parola nella speranza che altri colleghi di Gruppi più consistenti del mio chiedessero di parlare. Ho visto che questo non è accaduto, quindi prendo la parola per dire che continuo a rimanere insoddisfatto del modo con il quale tutti noi, a cominciare dal sottoscritto, abbiamo affrontato non solo in questa occasione, ma in questi quattro anni, le materie relative alla programmazione di bilancio e alla verifica delle attività connesse alla gestione del bilancio.
In questa occasione, poi, nessun Gruppo chiede la parola; l'ho chiesta per dire le seguenti cose.
In quattro anni di lavoro, se ben vi ricordate, non abbiamo discusso in termini di confronto e critica politica un solo documento di bilancio della Regione Piemonte. Il primo bilancio ci è stato presentato come un bilancio tecnico, di inizio legislatura, che non poteva presuppore alcuna misura di carattere politico, per cui la questione è stata rimandata all'assestamento. Nella discussione sull'assestamento, per varie ragioni si è detto che si trattava di un bilancio puramente tecnico di assestamento e che le scelte sarebbero state rimandate alla nota di variazione. Arrivata la nota di variazione, si andava a fine anno con il bilancio seguente. In sostanza, per tre anni consecutivi abbiamo girato intorno al problema della programmazione di bilancio.
E qui la critica comincia dalla mia persona. Innanzitutto per non aver posto, come opposizione, con maggior forza questo problema e di aver tollerato un andazzo di questo genere. Come è possibile che questa nostra legislatura passi alla storia come la legislatura in cui i Gruppi politici sul tema del bilancio, non hanno mai potuto discutere in termini di scelte politiche che presiedevano ad un'attività di Giunta, o per un motivo o per l'altro? La situazione odierna è identica alle altre: sia sull'assestamento che sulla piccola nota di variazione, oggi si dirà ancora che la nuova Giunta appena insediata, cos'altro doveva fare? Ha già ereditato il conto consuntivo, del quale nessuno ha discusso, perché tanto era presentato dalla nuova Giunta, ma fatto dalla vecchia, per cui se l'è cavata come ha potuto; l'assestamento è quello che è, e poi in questo caso è poco rilevante (in quanto, essendo stato fatto il bilancio preventivo con grande ritardo, i conti previsti a fine anno nel consuntivo sono già entrati nel bilancio preventivo, per cui l'assestamento è ancora più tecnico di una volta); la nota di variazione è piccolissima e quelle poche cose non consentono di predisporre un confronto politico. Tutto - la Giunta adesso ci dirà - è rimandato al bilancio preventivo del prossimo anno, che sarà l'ultimo bilancio fatto da questa legislatura; ma anche questo - si dirà è un bilancio un po' zoppo, perché nel 1995 ci saranno le elezioni, ecc.
Ho chiesto la parola solo per fare critica ed autocritica di questi nostri comportamenti. Le materie di bilancio e di programmazione dovrebbero, viceversa, essere il nocciolo importante del confronto politico tra i vari Gruppi, cosa che invece non accade.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

Signora Presidente, colleghi Consiglieri, a me duole di essere stato preceduto dal Consigliere Chiezzi; mi duole, perché potrò apparire ripetitivo, non tanto di quanto ha detto il collega Chiezzi, bensì per il fatto che esprimo non delle opinioni, ma richiamo fatti oggettivi che sono nella realtà delle cose.
Anche in occasione dell'approvazione del bilancio, qualche mese dopo l'esercizio provvisorio, avevamo avuto assicurazione che, in occasione e/o della nota di variazione e/o dell'assestamento, ci sarebbero state le vere e reali scelte politiche. E' sufficiente scorrere i documenti per rendersi conto che queste scelte non ci sono, n' piccole, n' medie, n' tanto meno grandi, ma che si tratta di assestamento e di variazione puramente e semplicemente tecnici. Tra l'altro questo è un fatto che, come ha ricordato il Consigliere Chiezzi, non si ripete e non è stata una costante solo di questa legislatura.
Ricordo perfettamente - così come lo ricorderanno i non pochi colleghi presenti nell'altra legislatura - il collega Santoni, Presidente della I Commissione, che quasi come un rituale che praticamente si è ripetuto anche nella legislatura iniziata nel 1990, ci diceva: "L'assestamento è tecnico la nota di variazione è tecnica; il bilancio, purtroppo, è tecnico; ci sono le incertezze della legge nazionale sui fondi alle Regioni". Egli parlava dei fondi che ci sono e non ci sono, dell'autonomia o della non autonomia delle Regioni in materia finanziaria; su questo argomento, c'erano critiche e prese di posizione a seconda delle angolazioni dei Gruppi e della maggioranza dell'epoca: comunque, la conclusione era sempre la stessa.
Di fronte al rimarcare di questa situazione, il nostro voto non può che essere negativo, peraltro in coerenza con quanto avevamo detto in sede di esercizio provvisorio (approvato nel dicembre 1993) e in sede di approvazione di quel bilancio - ripeto - definito tecnico, ma con l'assicurazione e la promessa solenne che sarebbe stato in questa sede un bilancio politico.
Rimane un'ultima considerazione di fondo, che già il collega Goglio aveva avuto modo di fare in occasione, non di assestamento di bilancio o di variazione, ma di altri disegni di legge approdati in quest'aula in queste ultime settimane. La sua osservazione era: "Ma con quale coerenza siffatti disegni di legge, che avevano già un antecedente e un addentellato o nella Giunta 'Brizio uno' o nella Giunta 'Brizio bis', vengono votati da formazioni politiche, nella specie e in particolare dal Gruppo del PDS che era stato pesantemente critico?".
Io non ho avuto il tempo di leggere - e me ne duole - le prese di posizione del Gruppo PDS in sede di formazione del bilancio, quello che ha seguito l'esercizio provvisorio, ma la memoria mi aiuta per poter affermare con tranquillante certezza che c'erano state delle pesanti critiche a questo bilancio, che oggi viene assestato in maniera tecnica e riceve una variazione tecnica e che, non presumibilmente ma certamente, riceverà il consenso del PDS.
Gradirei comunque sentire le motivazioni, sia pure in sintesi, del come e del perché il Gruppo del PDS approva questi due documenti, per rendermi conto se ci sono dei fatti nuovi o più o meno sconvolgenti rispetto al documento di bilancio principale tali da avere consentito a questa formazione politica entrata nella maggioranza di fare un giro di quadrante di 180 gradi e dire che va bene la nota di variazione, va bene l'assestamento, anche se sono chiare e dirette filiazioni di un bilancio che era stato pesantemente censurato e criticato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pier Luigi

Signor Presidente e signori Consiglieri, avendo acconsentito a non svolgere la relazione, così come era stato deciso in Commissione, davo per scontato che non fosse necessario intervenire. Penso invece che valga la pena di fare una qualche considerazione, al di là del formalismo della relazione.
Le considerazioni sono queste. Oggi in aula abbiamo in discussione sostanzialmente tre provvedimenti che riguardano l'Assessorato al bilancio.
Uno è l'assestamento cosiddetto tecnico; il secondo è la prima legge di variazione al bilancio 1994; il terzo è il disegno di legge sul Fondo Investimenti Piemonte. Lasciando da parte quest'ultima questione, che avremo modo di affrontare penso dopo la riunione dei Capigruppo di questa sera perché fa parte della discussione relativa alle priorità sull'o.d.g.
limitiamoci ai primi due.
L'assestamento in effetti è un assestamento tecnico. Qui abbiamo sentito tante osservazioni, ma la realtà - io da Consigliere porto una testimonianza di questo tipo - è che si tratta di un assestamento meramente tecnico e quindi penso ci sia poco da discutere. Il fatto che il Consigliere Chiezzi dica che sostanzialmente è da quattro anni che non discutiamo degli assestamenti, per l'esperienza che ognuno di noi ha, penso si possa dire che non è assolutamente vero: ci sono state occasioni in cui si sono portati in aula strumenti tecnici, sia bilanci di previsione bilanci a base zero, assestamenti, ma ci sono state occasioni in cui poche o tante, condivisibili o meno, all'interno degli strumenti di contabilità e di bilancio, ci sono state scelte politiche.
Altra cosa è la legge di variazione: certo è piccola cosa, riguarda spostamenti per 25/26 miliardi. Si tratta però di scelte politiche: si possono condividere o meno, si possono giudicare limitate o meno, ma sono scelte politiche, quindi non è un fatto tecnico la prima nota di variazione. L'acquisto della Mandria non è un fatto tecnico; i 3 miliardi per la Sindone non sono un fatto tecnico; i 3 miliardi per la bonifica dei siti inquinati non sono un fatto tecnico. Qualche Consigliere potrebbe dire: "anziché destinarli ai siti inquinati destiniamoli ad un'altra cosa" i Gruppi hanno la possibilità di intervenire e di collocarsi diversamente su queste scelte.
L'Assessore in Commissione ci ha detto che fatti questi storni sostanzialmente restano 25 miliardi, salvo vedere poi la questione della formazione professionale ed altre cose che dovessero sopravvenire. Si vedrà poi in autunno come collocare queste scelte.
Noi come Gruppo siamo favorevoli all'assestamento tecnico, ci sembra uno strumento dovuto, che - certo, Chiezzi - ha recepito il rendiconto del 1993, non poteva essere diversamente, tant'è che è una conseguenza, ci sono dei tempi in base ai quali prima viene il rendiconto che poi viene recepito all'interno dell'assestamento.
Per quanto riguarda la prima legge di variazione, le scelte anche noi come Gruppo socialdemocratico le condividiamo, ci sembrano scelte di continuità rispetto al trend della Presidenza Brizio, per ricondurla ad una costante nel tempo, quindi ci esprimeremo favorevolmente a questa legge di variazione. Altra cosa è invece la questione del Fondo Investimenti Piemonte su cui interverremo all'atto in cui sarà all'o.d.g. questo disegno di legge.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bodrero.



BODRERO Antonio

A parte le note ragioni della nostra opposizione sull'argomento, io ritorno su quello che considero specifico, dovuto al fatto che faccio parte della Commissione Cultura. Un motivo in più e per me importantissimo di contrarietà è proprio il fatto che non sia mai prevista una spesa effettivamente valida a favore della lingua, dei dialetti e della cultura della Nazione Piemontese.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferraris.



FERRARIS Paolo, Assessore regionale

Devo una risposta brevissima ai colleghi per le questioni che hanno posto.
E' difficile rispondere al Consigliere Chiezzi che, con la simpatia che gli è tipica, oltre a porre la domanda ha anche già dato una risposta potrei, quindi, evitare l'intervento, però ha sollevato questioni sulle quali credo si debba fare una riflessione.
Rispetto al passato. Ha detto bene il Consigliere Gallarini che non è vero che in passato non ci sono stati momenti di dibattito politico sulle misure finanziarie che la Giunta di volta in volta ha preparato. Ci sono state difficoltà legate alle situazioni politiche contingenti che si erano create, però momenti di confronto ci sono stati, forse non con l'ampiezza che si avrebbe voluto avere e probabilmente perché mancava un quadro di riferimento più generale, che si cercherà di creare, e che era il momento della programmazione delle scelte complessive dell'Amministrazione.
Io ho condiviso e difeso quelle scelte per il passato, quindi non ho imbarazzo e me ne assumo le responsabilità, però oggi credo che questa Giunta debba essere giudicata per le cose che presenta in questo momento e per quelle che si impegna a realizzare per il futuro. Nel dibattito che affrontiamo oggi sia sul disegno di legge di assestamento sia sulla prima legge di variazione credo ci siano nella sostanza due novità non irrilevanti: la prima riguarda la ricostruzione della distinzione tra assestamento e legge di variazione. In alcuni casi in passato li avevamo messi insieme, assegnando all'assestamento la funzione di dibattito politico più generale, che nella sostanza non aveva.
La seconda novità è che è all'ordine dei lavori di questi giorni la legge sulle procedure della programmazione, che, come ha già detto anche il Consigliere Gallarini, credo sia lo strumento che da tempo mancava per consentire al Piemonte di costruire in un modo moderno, non macchinoso, un quadro di coerenze delle scelte amministrative. Ne discuteremo domani o dopodomani, e mi pare che sia un punto rilevante.
Con l'approvazione di questa legge il Consiglio avrà uno strumento finalmente completo per arrivare ad un dibattito, ad una riflessione sulle scelte finanziarie e programmatiche.
Per quanto riguarda l'assestamento, e ritorno nel merito dei provvedimenti che stiamo esaminando, ci troviamo di fronte ad un documento tecnico, con una sola scelta politica che lo caratterizza fortemente e che è la conclusione di un cammino che è stato seguito con determinazione dalla Giunta negli anni scorsi. Dopo un rimbalzo di molti anni, nel 1990 si è deciso di avviare una politica di riequilibrio del bilancio regionale recuperando i 150 miliardi di debito nei confronti dello Stato. Con le scelte presentate in assestamento, e con un anno di anticipo, noi chiudiamo questa vicenda. Quindi c'è una scelta politica fondamentale, perché per la prima volta, dopo non meno di dieci anni, il bilancio della Regione Piemonte ritrova il suo equilibrio finanziario sia rispetto al buco pregresso sia rispetto a quello che è stato il disavanzo che qualche settimana fa, con l'approvazione del rendiconto, abbiamo misurato e che era alla fine di 8 miliardi.
La fase finale di questa legislatura (e mi auguro che si possa affrontare l'ultimo bilancio già ad ottobre) è una fase nella quale si parte in condizioni di normalità avendo finalmente messo in equilibrio quella che invece era una situazione fortemente sbilanciata del passato.
Visto che l'argomento è stato introdotto dai colleghi nei loro interventi, mi sembra utile dire anche qualcosa sulla legge di variazione facendo una discussione complessiva riguardo i due disegni di legge.
Concordo con il collega Gallarini: la legge di variazione, seppur modesta, è comunque una legge che prefigura alcune scelte politiche. Non sono poche le risorse che vengono comunque messe in moto, perché si tratta di 39 miliardi e mezzo di risorse disponibili che vengono messe in gioco: 13 miliardi e mezzo vanno in parte corrente (senza contare i 16 miliardi che sono partita di giro e riguardano i fondi per il socio-assistenziale che arrivano dalle Province e dobbiamo ridistribuire ai Comuni); 26 miliardi sono in conto capitale.
Queste non sono scelte tecniche, ma sono scelte politiche e, a dir la verità, abbastanza dettate dall'urgenza, ma che rientrano in un quadro di obiettivi programmatici, annunciati con la nascita di questa Giunta e che saranno ancora più chiaramente definiti con la presentazione del bilancio del 1995. Fatte queste scelte rimangono da assegnare in qualche modo perché sono parcheggiati su un fondo di riserva, 18 miliardi e mezzo in parte corrente e 88 miliardi in conto capitale.
Credo non sia poco e credo che costituiranno il cuore, il punto di partenza del programma di sviluppo del Piemonte. Per quel che riguarda lo schema generale credo si potrà presentare in sede di presentazione del bilancio di previsione per l'anno 1995. A queste risorse se ne aggiungeranno altre. E' però ben chiaro fin d'ora che le scelte sono inserite in un contesto molto definito. Altre risorse potranno aggiungersi se riusciremo, nei prossimi mesi, a ridurre ulteriormente le spese improduttive e riqualificare la spesa attraverso un orientamento espresso più volte dal Consiglio ed accolto dalla Giunta con il documento di presentazione del programma della Giunta stessa, che parla appunto di una semplificazione dei tanti rivoli di spesa concentrandoli su alcune scelte di fondo.
Una seconda scelta importante - e l'annuncio adesso, ma credo sarà uno dei punti cardine della manovra di bilancio che avremo di fronte ad ottobre è che non intendiamo premere sulla leva fiscale, perché si ritiene che sia sufficiente la pressione fiscale raggiunta dalla Regione. Dipenderà in parte dalle scelte del governo, da quello che il governo deciderà di assegnarci in sede di trasferimento delle risorse per il bilancio 1995.
Questo è un impegno solenne che è stato assunto in presentazione del programma della Giunta e che credo verrà confermato, cercando di recuperare le risorse con una politica di tagli delle spese. Il quadro di utilizzo che verrà presentato ad ottobre - e questa è un'anticipazione che peraltro sembra quasi scontata, che deriva anche questa dal programma presentato dall'Amministrazione e che orienterà le scelte finali di legislatura riguarda nella sostanza quattro grandi obiettivi.
Uno è il rilancio dell'occupazione e dell'apparato produttivo della nostra Regione, con una scelta che mi pare prioritaria rispetto ad ogni altra manifestazione di impegno. In secondo luogo, abbiamo l'esigenza di riqualificare il rapporto tra la Regione e i cittadini, con una serie di misure organizzative che rendano più snello e più trasparente il funzionamento della nostra macchina burocratica; un terzo orientamento riguarda la questione relativa alla riconsiderazione della qualità della vita, quindi l'ambiente, la vivibilità delle città, la cultura e tutto ci che in termini patrimoniali è legato a queste grandi scelte.
L'ultimo punto riguarda il sostegno alle politiche infrastrutturali per accelerare quella riduzione di gap, che si è creato tra la nostra Regione e le Regioni limitrofe, per quel che riguarda le attrezzature che rendono moderna una Regione. I disegni di legge, che vengono oggi presentati hanno solo in parte una giustificazione tecnica: lo sono come strumento, per entrambi sono collocati in una prospettiva che mi sembra definita politicamente; è su questo che la Giunta ovviamente chiede il voto e il consenso al Consiglio.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, possiamo passare all'esame dell'articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 voti favorevoli 29 voti contrari 8.
L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 voti favorevoli 29 voti contrari 8.
L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 voti favorevoli 29 voti contrari 8.
L'art. 3 è approvato.
Passiamo alle dichiarazioni di voto sull'intero testo della legge.
La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Signora Presidente, colleghi Consiglieri, la mia dichiarazione di voto è un omaggio ad un collega che non è più tra noi.
L'opera di rientro dalla situazione deficitaria della Regione, che l'Assessore illustra, è cominciata a metà della legislatura 1985/1990 ed ha avuto tra i protagonisti più significativi il collega Turbiglio. Quindi non è cominciata nel 1990. Prego quindi il collega, nelle prossime relazioni di spiegare che nel 1985 non abbiamo dormito in attesa che arrivasse lui.
Devo anche dire che il nostro Gruppo voterà a favore di questi provvedimenti proprio perché siamo in questa curiosa fase di transizione in cui sostanzialmente siamo politicamente responsabili di quanto arriva sui nostri tavoli, perciò non dismettiamo le nostre responsabilità. Tuttavia questo non deve dare ad intendere, come ci sembra che l'Assessore intenda fare, che ci siano gli spazi politici di legittimazione sostanziale di questa Giunta per immaginare che negli ultimi sei mesi si ipotechino più di tanto i percorsi futuri della Regione. Questa è una Giunta di necessità tutti l'abbiamo riconosciuta come tale: necessità nei confronti degli errori del passato, responsabilità del passato ed incertezze del futuro.
Ringrazio il Presidente che ascolta.
Quindi dobbiamo avere la capacità di governare la fase che abbiamo di fronte sapendo che in qualche misura siamo i responsabili delle situazioni ma forse non siamo ancora i soggetti che avranno la responsabilità di rimediare queste situazioni. Questo non vuol dire che la Giunta non abbia tutto il titolo per avanzare disegni anche di una qualche ambizione; ma proprio questi limiti, in termini di legittimazione, richiedono l'adozione di un metodo, signor Assessore.
La riduzione di un ruolo di legittimazione, che a me pare essere macroscopica, richiede quindi che le parti dei futuri documenti finanziari che verranno sottoposti al Consiglio, vengano sottoposti in forma nuova più leggibile, più comprensibile, come ha fatto adesso l'Assessore nel suo intervento che, anziché limitarsi ad una replica ad interventi che di fatto non richiedevano replica, ha ritenuto di anticipare il contenuto e il senso di una manovra complessiva. Suggerisco che la Giunta, alla ripresa sui grandi strumenti finanziari, sia in Commissione e, perché no, fuori dalla Commissione, magari inventando dei meccanismi di rapporto con le forze politiche e con la società civile, sostanzialmente riesca nel metodo a costruire le condizioni che invece le ragioni di rappresentanza in questo momento non consentono. I titoli ci convincono, anche se preferiremmo che al termine "occupazione" venisse utilizzato "sviluppo", perché per una Regione come la nostra puntare all'occupazione significa dividere le risorse, mentre puntare allo sviluppo vuol dire costruire le risorse.
L'organizzazione regionale è perfetta, però, Assessore, visto che siamo in termini di anticipazione, la pregherei di non lasciare di nuovo a briglia sciolta quelli che ritengono di innamorarsi di parole inglesi tipo "holding". So che ci sono dei movimenti su questo. Ho molti motivi per non immaginare e per non ritenere possibile né politicamente corretto che gli enti strumentali finiscano in una holding che riduce la capacità e la trasparenza politica degli atti delle partecipate. Faccio un esempio: nessuno dei Consiglieri qui presenti, compreso il sottoscritto, sa che cosa fa Finpiemonte, o meglio che cosa fanno i bracci armati di Finpiemonte. Non sto perdendo tempo, signora Presidente. Siccome mi risulta che su questi si stanno istituendo i servizi, intendo dire la mia opinione subito.
Immaginare che nasca un filtro per cui la Giunta sarà il responsabile perché ci sarà una holding responsabile delle partecipate, mi sembra una cosa da non fare. Mi riferisco alle opinioni. Sull'ambiente, per carità.
Sulle infrastrutture, signor Assessore, va benissimo.
Pur considerando i colossali limiti del programma Delors perch l'approccio keynesiano nei nostri problemi non è poi così accettabile come le convenienze che ne abbiamo ci farebbero ritenere, perché il fatto che da questo arrivino le risorse per recuperare i ritardi infrastrutturali del nostro Paese non può non farci notare come il programma Delors sostanzialmente sia un programma che tende a soddisfare e a rimediare a fasce medio-basse dell'occupazione e poco investa nell'innovazione tecnologica e soprattutto intellettuale della forza lavoro dell'Europa. Su queste cose magari qualche ragionamento bisognerebbe farlo. Però quando si parla di infrastruttura, Assessore, la sua maggioranza potrà impegnarsi seriamente sulle infrastrutture quando, per esempio, parlando del TGV in Valle di Susa, non si parla di modernizzazione del sistema Lione-Torino non sapendo, per esempio, che 300 metri al di là del confine francese, (il che vuol dire ancora in Valle di Susa) i francesi hanno già impiantato le centrali di risonanza magnetica agli effetti della progettazione. Quindi quando metteremo questi titoli, mettiamoci dentro dei contenuti, chiamiamo le cose con il loro nome e mettiamo anche noi le nostre apparecchiature per la rilevazione elettromagnetica.
Grazie, signor Assessore e grazie colleghi Consiglieri.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Buzio.



BUZIO Alberto

Signora Presidente, colleghi Consiglieri, non c'è dubbio che l'assestamento di bilancio ha come nota essenziale questo debito ridotto a zero che non dipende solo da una manovra di Giunta fatta nel corso degli anni, ma anche da una denuncia esplicita da parte dell'opposizione per il disavanzo determinato dalla mancata reimpostazione dei fondi vincolati dello Stato (su cui si era anche pronunciato il Commissario di Governo).
Quindi è stata anche una questione di trasparenza e di correttezza perch la manovra dell'allora Assessore Gallarini, fatta a nome della Giunta negli anni precedenti, non era solo per rientrare dal deficit, ma anche per dare la giusta trasparenza al bilancio. Quindi, questo è un fatto certamente positivo. Per il resto è chiaro che ogni atto di per sè non è solo un fatto puramente tecnico perché anche l'assestamento - che, come diceva prima l'Assessore, ha natura prevalente tecnica - enuncia, nelle spese obbligatorie d'ordine, tutta una serie di capitoli integrativi delle spese obbligatorie d'ordine, su cui la Giunta dovrà poi determinare le priorità.
Quindi basta solo verificare l'elenco di questi capitoli, determinati dall'emergenza delle situazioni che dovranno affrontare i vari Assessori per quanto riguarda i 18 miliardi di spese obbligatorie. Certo, gli aspetti più significativi sul piano politico sono la legge di variazione dove ci sono gli investimenti più cospicui. Basti pensare ai 18 miliardi per l'acquisto della Mandria; ai 3,5 miliardi nel settore ambientale e ai 5 miliardi per i beni culturali. Basta accettare queste cifre che discendono da quel fondo di 105 miliardi che già nel bilancio 1994 era stato preventivato per le spese di investimento. Qui vanno detratti i capitoli previsti in questa legge di variazione, che poi alla fine determina quegli 88 miliardi a cui faceva cenno l'Assessore precedentemente e su cui dovranno essere compiute le determinazioni finali che potranno essere fatte con la legge di variazione o, ancora meglio, all'interno del bilancio 1995 che mi pare giusto che venga fatto nei tempi giusti, non più certamente al 31 dicembre come un bilancio tecnico, perché è un bilancio che riflette da qui alla fine le scelte politiche più significative su cui la Giunta intende muoversi. Quindi, all'interno di un discorso più generale di spesa che indichi chiaramente le priorità, all'interno di quel discorso di programmazione non solo adombrato, ma anche definito e su cui discuteremo più a fondo successivamente, per le norme sugli investimenti produttivi c'è un apposito disegno di legge. Mi sembra che questi siano gli aspetti più significativi di questa manovra finanziaria su cui, a nome del Gruppo esprimo il voto favorevole, ma su cui chiaramente torneremo ancora per i successivi adempimenti.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Vetrino.



VETRINO Bianca

Unicamente per motivare il voto positivo del Partito repubblicano a questo documento. Devo dire che la giustificazione è nelle parole dell'Assessore al bilancio, Ferraris, che ha detto non trattarsi altro che della continuazione del bilancio preventivo, è la conferma del bilancio preventivo 1994 e d'altra parte a metà della legislatura, a metà dell'anno è quasi praticamente impossibile pensare di trovarsi di fronte ad un provvedimento che faccia delle chiare scelte politiche tenendo anche conto del poco tempo avuto dal nuovo Assessore per predisporre questo documento.
Quindi, io ritengo che il nostro voto non possa che essere favorevole.
Il discorso invece introdotto dal Consigliere Chiezzi meriterebbe effettivamente migliore attenzione perché è vero tutto sommato quello che ha detto Chiezzi e ci sono delle giustificazioni. Credo che la prima giustificazione sia quella che praticamente dal 1985 le Regioni non hanno più una legge di finanziamento propria e di conseguenza non è più stato possibile fare una politica discrezionale di attenzione ai problemi della comunità perché noi non facciamo altro che gestire quelle leggi speciali quei fondi speciali che lo Stato ci ha riconosciuto ogni anno attraverso la legge finanziaria. Quindi una vera battaglia, anche questa di tipo istituzionale, è effettivamente di reclamare una legge di finanziamento delle Regioni che non sia solo quella che si ricollega alla legge finanziaria annuale con tutti i limiti e tutte le ristrettezze che conosciamo. Il secondo limite è appunto quello delle risorse scarse, che sono andate via via dissolvendosi in questi anni di gestione; praticamente sono dieci anni che non c'è la possibilità di fare una politica autentica di programmazione finanziaria.
Mi sembra giusto il richiamo di Marchini al risanamento perché in effetti è stato un grande merito delle Giunte che si sono succedute finora.
Credo che un provvedimento di questo genere, che ha risanato un bilancio che nel 1985, ripeto, presentava un disavanzo di 280 miliardi - abbiamo impiegato nove anni d'accordo, però si è risanato - valga a qualificare tutta la programmazione e la politica finanziaria di una Regione. In questo senso il nostro voto è favorevole, anche per una nostra antica convinzione e per antiche battaglie che il Gruppo repubblicano ha fatto a partire dal 1985 stando nella maggioranza, come le aveva fatte anche negli anni 1980/1985, anni in cui, Pino Chiezzi, si discuteva effettivamente sulla politica finanziaria della Regione. Qui abbiamo finito di discutere con l'Assessore Simonelli perché con l'Assessore Simonelli si è praticamente interrotto un momento di politica finanziaria che non ha più potuto essere tale per le ragioni non di volontà politica delle Giunte, ma di condizione nelle quali sarebbe stato possibile prevedere effettivamente delle scelte discrezionali.
Poi c'è ancora un altro fatto e questo lo dico anche al Presidente della Giunta e all'Assessore che si occupa della programmazione economica.
Da quattro anni non abbiamo un documento di programmazione. Abbiamo vissuto praticamente di rendita sul vecchio piano 1988/1990 ormai completamente superato. Sta di fatto che oggi come oggi non abbiamo un documento di programmazione, non possiamo considerare tale il documento di programma di questa maggioranza. Rilevo nel documento di programma un capitolo molto importante sulle risorse finanziarie e sull'utilizzazione delle stesse.
Forse questo documento di assestamento avrebbe già potuto essere compilato alla luce di questi intenti politici che non sono stati assolutamente considerati nel documento che abbiamo di fronte.
Sulla legge di variazione non ci può essere che il nostro assenso proprio per questa conclamata continuità che noi rileviamo in questo documento e rispetto al quale la coerenza politica ci obbliga a dire di sì.
Mi sembra un po' difficile comprendere coloro che prima erano all'opposizione e che stracciavano questo documento in modo incredibile vederli oggi costretti, per la questione del "sedere-parere", a votare a favore e a sostenere prepotentemente questo documento.
Colgo l'occasione per porgere molti auguri all'Assessore Ferraris su questa materia, che è importantissima e rispetto alla quale giustamente il Consigliere Chiezzi rileva poca attenzione da parte del Consiglio. Ma c'è una sorta di atteggiamento del Consiglio per cui si ritiene che questa sia materia da esperti; invece non è assolutamente così, bisognerebbe ricondurla in un ambito più generale e probabilmente recuperare quella coralità che raramente il Consiglio riesce a recuperare su argomenti meno ostici. Probabilmente questo è l'argomento più importante perché attraverso il bilancio si definiscono le scelte e quindi le condizioni della qualità della vita dei nostri cittadini. Grazie.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 31 Consiglieri hanno risposto NO 9 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Variazioni di bilancio

Esame progetto di legge n. 490: "Prima legge di variazione al bilancio di previsione per l'anno finanziario 1994"


PRESIDENTE

Passiamo ora al punto 9) all'o.d.g. che prevede l'esame del progetto di legge n. 490.
Relatore è il Consigliere Gallarini, che ha facoltà di intervenire.



GALLARINI Pier Luigi, relatore

Dò per letta la relazione, il cui testo, a mani dei Consiglieri recita: "Illustre Presidente, signori Consiglieri, come è indicato e riferito nella relazione tecnica di accompagnamento, il disegno di legge n. 490 presentato dalla Giunta, autorizza ulteriori variazioni al bilancio di previsione 1994 in aggiunta a quelle inserite nell'assestamento 'tecnico' di cui al disegno di legge n. 486 oggi stesso esaminato dal Consiglio.
Tali ulteriori variazioni si caratterizzano per la particolare urgenza e per il limitato margine di discrezione lasciato alla fase gestionale.
Nell'operare le variazioni anzidette la Giunta ha, in particolare: tenuto conto delle somme trasferite dalle Province per attività socio assistenziali (cap. 2488/E e 11955/U) dato copertura alla deliberazione del Consiglio, che ha autorizzato l'acquisto di una ulteriore porzione della tenuta 'La Mandria' (cap.
23600/U) ripristinato lo stanziamento, peraltro già accertato in entrata relativo ai lavori di sistemazione della 'Sindone' (cap. 20350/U) incrementato lo stanziamento per la realizzazione di interventi di bonifica delle aree inquinate da rifiuti (cap. 26905/U) inserito i fondi per consentire lavori di messa a norma dei musei e biblioteche che, permanendo l'attuale situazione, dovrebbero essere chiusi (cap. 20400/U) incrementato il fondo di riserva per le spese obbligatorie mediante riduzione del fondo per i residui perenti di parte corrente, onde consentire di affrontare eventuali situazioni di emergenza che potrebbero verificarsi nel prosieguo del corrente anno (cap. 15940/U e15950/U) completato la copertura finanziaria con riduzioni del fondo per gli investimenti, previsto all'interno del fondo globale (cap. 27170/U) e del fondo per i residui perenti di parte investimenti (cap. 27190/U).
Ricevutane l'assegnazione, la I Commissione consiliare ha attentamente esaminato e discusso il disegno di legge, di cui si tratta, e, dopo aver accolto un emendamento integrativo proposto dall'Assessore al bilancio per aggiungere alcune ulteriori variazioni a quelle indicate all'art. 1, lo ha licenziato a maggioranza nella seduta del 21 luglio scorso.
Al testo presentato dalla Giunta sono state apportate alcune modificazioni di carattere formale, volte ad uniformarlo alle disposizioni ministeriali in materia di formulazione tecnica degli atti legislativi".



PRESIDENTE

Non essendovi interventi, possiamo passare all'esame del relativo articolato.
ART. 1 Emendamento presentato dall'Assessore Ferraris: all'elenco delle variazioni contenuto nell'articolo unico del disegno di legge: "Prima legge di variazione al bilancio di previsione regionale per l'anno finanziario 1994" vengono aggiunte le seguenti ulteriori variazioni: capitolo 11540 + 5.500.000.000 capitolo 15950 - 5.500.000.000 capitolo 27170 + 6.000.000.000 capitolo 27190 - 6.000.000.000.
La parola all'Assessore Ferraris.



FERRARIS Paolo, Assessore regionale

L'emendamento riguarda lo spostamento di 5 miliardi e mezzo dal fondo di riserva per spese obbligatorie alle spese per la formazione professionale, per far fronte ad un maggior costo dei corsi per l'esercizio 1994/1995 che per il 1994 è stimato in 5 miliardi e mezzo; per il prossimo anno nel bilancio di previsione del 1995 verrà inserita la quota di competenza del 1995. L'emendamento riguarda inoltre il trasferimento di 6 miliardi di residui perenti in conto capitale al fondo di investimenti che in questo disegno di legge è stato ridotto significativamente per appostare le somme necessarie all'acquisto della Mandria e per altri interventi.
Con questo si ricostruisce in qualche modo la non completa disponibilità originaria del capitolo, però in parte si rimedia. Lo stanziamento disponibile complessivo alla fine per il fondo di investimenti sale da 82 a 88 miliardi, mentre si riducono da 24 miliardi circa a 18 miliardi e mezzo le somme disponibili sul fondo di riserva per spese obbligatorie per far fronte alla maggiore spesa di cui ho parlato prima.



PRESIDENTE

Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 30 voti favorevoli, 6 contrari e 5 astensioni.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 1, come emendato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 46 hanno risposto SI 35 Consiglieri hanno risposto NO 5 Consiglieri si sono astenuti 6 Consiglieri.
L'art. 1, nonché l'intero testo della legge, è approvato.


Argomento: Beni demaniali e patrimoniali

Esame progetto di legge n. 475: "Autorizzazione alla vendita alla Provincia di Alessandria del compendio immobiliare sito in Alessandria, Via Gentilini n. 1"


PRESIDENTE

Il punto 10) all'o.d.g. prevede l'esame del progetto di legge n. 475.
La parola al relatore, Consigliere Monticelli.



MONTICELLI Antonio, relatore

Si tratta di un argomento discusso in due o tre occasioni dalla I Commissione, e riguarda uno stabile sito in Alessandria, Via Gentilini n.
1, che attualmente è utilizzato per gran parte dal Provveditorato agli Studi della Provincia di Alessandria su mandato e competenza della Provincia di Alessandria, in quanto compete alla stessa Provincia trovare la collocazione per i Provveditorati agli Studi nelle rispettive Province.
E' uno stabile di proprietà della Regione, per il quale già da tempo con legge approvata dal Consiglio regionale, si era decisa la vendita. Si è quindi compiuta un'asta pubblica che è andata deserta.
La valutazione che la Giunta regionale ha tratto da questa esperienza cioè il fatto che l'asta pubblica svoltasi per vendere lo stabile sia andata deserta, è che c'è un'origine strutturale per il fatto che si tratta di uno stabile comunque destinato ad uso pubblico. Non si trova un privato o una società interessata all'acquisto di uno stabile per il quale si sa già in partenza che non potrà essere reso disponibile sul mercato per ulteriori cessioni o per operazioni di locazione.
La Provincia di Alessandria, nel frattempo, ha avanzato alla Regione la proposta di utilizzare, in questo caso specifico, una norma derivante da una legge statale che prevede per stabili con questa destinazione, cioè ad uso pubblico, e nel rapporto fra enti pubblici la possibilità di mettere in vendita lo stabile ad un prezzo pari alla metà della valutazione sul valore dell'immobile stesso, quando si tratti di cessione di proprietà fra enti pubblici e sia vincolato l'uso a finalità pubbliche. E' una legge statale che prevede questa possibilità.
La Provincia ha chiesto alla Regione di applicare allo stabile questa legge statale, e si è offerta di comprare dalla Regione lo stabile al prezzo pari alla metà della valutazione. La cifra che ne risulterebbe è di circa 1 miliardo 560 milioni. La I Commissione ha istruito questa vicenda ed ha verificato l'applicabilità di questa legge statale nel caso in questione. In Commissione era stata sollevata (mi pare proprio dal collega Chiezzi) una questione relativa alla presenza di due o tre privati che affittavano dalla Regione piccole porzioni dello stabile, peraltro in posizioni del tutto marginali rispetto al complesso, che attualmente è occupato in gran parte dal Provveditorato agli Studi e tale sarebbe la destinazione finale dell'intero stabile.
La Giunta ha verificato che si tratta di affitti non più vantaggiosi per la Regione, anche perché in molti casi si sono verificate delle morosità, per cui ha già dato il via alla procedura di disdetta delle locazioni, per liberare completamente lo stabile in questione. La Commissione ha valutato che esistono tutte le condizioni per l'applicabilità di quella norma della legge statale che prevede la possibilità per un ente pubblico di cedere ad un altro ente pubblico, per finalità pubbliche, l'intero stabile ed ha licenziato, con parere positivo questa proposta di legge per il voto del Consiglio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, colleghe e colleghi, conservo alcune delle perplessità che avevo espresso in occasione dell'esame del provvedimento in Commissione.
Tra le informazioni che richiesi, vi era anche quella relativa alla destinazione urbanistica del fabbricato, per conoscere se era destinato con l'area di pertinenza, interamente a servizio pubblico o meno. Questa informazione non è stata data in aula, non so se è stata data in Consiglio ma è a me ignota, e non è questione irrilevante.
Le mie perplessità continuano a vertere sul fatto che questa svendita perché di svendita si tratta - di un patrimonio della Regione, applicando la legge che consente di dimezzare il valore dell'edificio, avviene per un edificio che, ad oggi, non è totalmente destinato ad uso pubblico.
Tutto qua. Non mi pare, però, poco, Assessore Cavallera. Non mi pare poco che si venda un edificio alla metà del proprio valore, edificio nel quale continuano a sussistere attività di carattere privato. Non mi sembra il caso. La Giunta sostiene, a ragione, che queste attività sono in affitto, sono attività di privati, addirittura morose, per le quali probabilmente, sono in corso dei provvedimenti di sfratto, che però non hanno portato ad una definizione positiva per la Regione Piemonte di queste inosservanze contrattuali.
Quello che sostengo è: per prima cosa, la Regione Piemonte liberi l'edificio dalle attività private; quando questo edificio sarà libero dalle attività private, potrà essere applicata la legge dello Stato che prevede la svendita dell'edificio stesso ad un altro ente pubblico. Poiché così non è, ho seri dubbi sulla legittimità di questa svendita, in quanto all'interno dell'edificio continuano ad essere esercitate attività di carattere privato.
Per questo motivo, noi non voteremo questa proposta della Giunta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rivalta.



RIVALTA Luigi

Ho chiesto la parola per fare una constatazione molto netta: la Giunta che allora aveva inteso mettere alla pubblica asta la vendita di questo patrimonio pubblico, ha battuto il naso contro il muro. Non è l'unico caso (non viene mai rilevato), ma ha battuto il naso contro il muro, ed era stata avvertita da me, proprio in quest'aula, quando avevo chiesto di sospendere l'asta. Trovavo infatti riprovevole che un patrimonio pubblico fosse messo all'asta, e mi ero fatto dare persino la perizia che consideravo alta, stante la situazione di destinazione d'uso e l'origine di quel patrimonio.
Sono felice che abbia battuto il naso contro il muro, perché mi sembra davvero un atteggiamento non confacente ad uno Stato che si rapporta al sistema delle autonomie locali con l'intento della collaborazione fra le istituzioni.
Ritenevo davvero impossibile pensare che un'area collocata nel luogo ove è collocata questa, lungo la circonvallazione interna di Alessandria quindi a ridosso, integrata con il centro storico, non fosse appetibile ad usi pubblici da parte della Provincia o del Comune di Alessandria. Chiesi allora di stabilire un rapporto per la cessione o in comodato o a rendita a prezzi contenuti, in modo che una preziosa area di Alessandria potesse continuare a qualificarsi maggiormente per l'uso pubblico di quella comunità.
Colgo dunque con molto piacere questo fatto, e non per rivalsa verso la Giunta di allora che non aveva voluto tenere conto del consiglio di un Consigliere regionale. La realtà ha invece dimostrato che si trattava di un consiglio giusto, sia perché l'asta è andata deserta (per vari motivi, non solo quello economico), ma anche perché, giustamente, un ente pubblico, in questo caso la Provincia, si fa avanti per poter utilizzare a fini pubblici questa area.
Spero che situazioni di questo genere non si ripetano; che questa ventata di privatizzazione ovunque e comunque cessi e si riesca a valutare meglio l'uso, il migliore a fini pubblici, di aree che sono nate con destinazione pubblica e che probabilmente contengono, persino nel principio per cui sono nate, ragioni di inalienabilità. Grazie quindi per la nuova deliberazione che questa Giunta ci presenta, che rimedia, e giustamente errori commessi nel passato.
Spero che i giornali locali citino il mio nome, anche se non sono di Alessandria, per la conclusione di questa opera, perché probabilmente ci sarà l'elenco di tutti quanti invece hanno presunto di aver operato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

Presidente e colleghi Consiglieri, desidero rispondere brevemente al collega Rivalta, dato che, per le ragioni che spiegherò, non sono d'accordo su questo progetto di legge.
Mi pare che la destinazione pubblica fosse già stata incrinata tempo addietro, allorquando venne affittata a privati per uso privato (mi pare ci siano due negozi o qualche cosa di simile che sono attualmente conduttori).
Ma a parte questa considerazione, devo rilevare che, ad un certo punto, è stata approvata in quest'aula ed è entrata in vigore la legge 21/1/1993, n.
5, la quale, a prezzo congruo, che era stato determinato dagli organi tecnici competenti, aveva disposto l'asta pubblica al prezzo base di 3 miliardi e 123 milioni. La legge era del 21/1/1993; solo dopo sei mesi viene assunta una deliberazione di Giunta che nel dettaglio fissa le modalità di vendita all'incanto. L'incanto si tiene solo il 13/10/1993, ma va deserto. A questo punto, una volta che ci si era orientati al realizzo per la Regione di una congrua cifra, pari a L. 3.123.000.000 corrispondenti al prezzo di stima (asta pubblica alla quale peraltro avrebbe anche potuto partecipare la Provincia di Alessandria), non era necessario fermarsi ed avviare la procedura, a mio avviso abnorme, che vedremo orientarsi verso l'attuale progetto di legge con il quale dimezzandosi il prezzo, si decide di alienare alla Provincia di Alessandria lo stabile. Sarebbe stato doveroso ed opportuno procedere secondo le regole generali dell'ordinamento alla riduzione di un quinto e quindi fare la seconda asta con il prezzo giusto e corrente sulla piazza di Alessandria ridotto di un quinto, per cui ci sarebbe stata una seconda asta a L.
2.500.000.000. Se non fosse bastata questa prima riduzione di un quinto si sarebbe potuto procedere ad un'ulteriore riduzione di un quinto per vedere se era possibile trovare un acquirente ed ovviamente - ripeto, soprattutto a prezzo ridotto - ben poteva partecipare e concorrere la Provincia di Alessandria senza arrivarsi a fermare la procedura di asta, a ridurre il prezzo alla metà e a provvedere con l'attuale disegno di legge, tanto più che ho fondati dubbi che sia consentito ridurre il prezzo congruo, giusto e determinato dal competente organo tecnico a metà e sulla scorta di questo prezzo alienare lo stabile nella specie alla Provincia di Alessandria.
Si ritiene di poter così operare, dimidiando il prezzo seccamente a 1 miliardo e 561 milioni (quindi indubbiamente alienandolo, sia pure ad un ente pubblico, al prezzo esattamente corrispondente alla metà del valore) sulla scorta di una legge nazionale che consente al Ministro delle Finanze di alienare al prezzo corrispondente alla metà del valore corrente i beni demaniali pubblici. Io ho motivo di ritenere che non si possa puramente e semplicemente richiamare una legge statale per vendere uno stabile alla metà del suo congruo valore, che era stato determinato in base ad una legge regionale del 1984, che disciplina in generale le alienazioni dei beni immobili della Regione Piemonte. Quindi, non si è proceduto ad una seconda asta e occorrendo ad una terza con la riduzione di un quinto, ma si è seguita la via di dividere a metà il prezzo congruo richiamando a sostegno di questa via e di questa possibilità una legge nazionale che a ben leggere, anzi a leggerla anche solo sommariamente, dà a vedere che riguardi solo i beni demaniali dello Stato, perché tale è il titolo ed anche il contenuto della legge n. 579/93, che infatti è intitolata: "Norme per il trasferimento agli enti locali e alle Regioni di beni immobili demaniali e patrimoniali dello Stato". Non so come si possa applicare e richiamare magari anche solo per analogia, una legge statale che consente al Ministro delle Finanze di vendere a metà del prezzo corrente i beni demaniali dello Stato per fare la medesima operazione nei confronti, in questo caso, della Provincia di Alessandria.
Ci sono poi anche le obiezioni fatte dal collega Chiezzi che, se è vero com'è vero (evidentemente ha fatto una particolare indagine su questa materia) che attualmente questo bene immobile non ha una pubblica destinazione urbanistica, non si riesce a comprendere come una volta realizzata questa legge, una volta alienato e liberato dei conduttori l'immobile (dopo l'esecuzione degli sfratti in corso, a parte le notorie lungaggini di queste procedure), si possa, se non attraverso - penso un'ulteriore variazione urbanistica, secondo gli strumenti della vigente legge urbanistica, provvedere alla destinazione pubblica di questo immobile.
Tutte queste argomentazioni concatenate fra di loro, l'una direi più dell'altra, ci convincono a manifestare dissenso. La ragione di fondo è comunque che si vende alla metà del valore corrente sulla piazza di Alessandria questo immobile. Questa è la ragione per così dire più assorbente di ogni altra che orienta il nostro Gruppo ad un voto di dissenso.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pier Luigi

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, anche noi riteniamo di dover esprimere alcune valutazioni sulla questione.
Il nostro parere sarà favorevole. Si tratta di una pratica iniziata dalla vecchia Giunta. Le cose non sono andate come ha detto Rivalta: chi avesse sentito Rivalta e non sapesse come stanno le cose trarrebbe delle conclusioni completamente distorte. Rivalta, le cose non stanno come hai detto tu, stanno in modo completamente diverso. E' vero che oggi si utilizza questa legge per alienare a 1 miliardo e mezzo, ma la Regione non è responsabile delle insensibilità del Comune e della Provincia. Spiego perché.



RIVALTA Luigi

Non avete fatto nulla!



GALLARINI Pier Luigi

Rivalta, io non ho interrotto te, se per educazione lasci che io dica quel che penso, dopodiché...



RIVALTA Luigi

Sei un po' permaloso, ho solo detto una parola.



GALLARINI Pier Luigi

Non sono permaloso, semplicemente ho ascoltato in silenzio e con attenzione quando parlavi tu e vorrei che tu facessi altrettanto.



RIVALTA Luigi

Hai ancora il naso gonfio.



GALLARINI Pier Luigi

No, non ho il naso gonfio, Rivalta! A questo punto fai veramente un uso molto antipatico degli interventi, le cose non stanno come dici tu! Quando la Giunta precedente iniziò quella procedura (ci sono i funzionari che lo possono testimoniare, cito il dottor De Falco e gli altri funzionari nonché lo stesso Assessore Cavallera, che seguirono le trattative) l'Amministrazione provinciale di Alessandria non voleva dare più di 1 miliardo alla Regione e se oggi prendiamo 1.560.000.000: 560.000.000 in più, se non avessimo proceduto all'asta come abbiamo proceduto.



RIVALTA Luigi

Gliene chiedevate tre!



GALLARINI Pier Luigi

Ne chiedevamo tre perché tu sai benissimo che la perizia non la fece la Giunta, ma l'ingegner Turinetti del Settore Patrimonio, tecnico della Regione.



RIVALTA Luigi

Tu sai anche quanto c'è di patrimonio dato in comodato da parte della Regione.



GALLARINI Pier Luigi

Io dico solo che una Giunta non può manipolare le perizie tecniche fatte dai funzionari della Regione, che devono essere vangelo fino a dimostrazione contraria. Tutti sbagliamo e quindi può anche darsi che quella valutazione sia stata eccessiva, e probabilmente lo è stata. Ma da qui al dire che la Giunta o gli Assessori dell'epoca hanno sbattuto il naso, io devo dire che di nasi non ne ho sbattuti, né ritengo la Giunta precedente.
Per quanto riguarda la Provincia di Alessandria, questa più di 1 miliardo non ha mai voluto dare e si è convinta ad accedere al 50% solo ad asta espletata e ad asta deserta.
Per quanto riguarda poi il Comune, Consigliere Rivalta, lascio alla valutazione del Consiglio la sensibilità di un ente che ha costruito abusivamente una scuola materna sull'area di Via Gentilini e non si è neanche degnato di venire in Regione per intavolare una trattativa che arrivasse al trasferimento del bene al Comune. Chiudo qui. Quando le cose si tirano per i capelli, bisogna dirle! Sul Comune abbiamo detto.
Sulla Provincia ci sono testimonianze che affermano che più di 1 miliardo non si sarebbe voluto dare: quindi se siamo arrivati all'asta è stato per quel motivo. Se oggi, con il 50%, si prendono 560 milioni in più del miliardo che avremmo preso se avessimo ceduto alla richiesta...



(Interruzione del Consigliere Rivalta)



GALLARINI Pier Luigi

La trattativa, Rivalta, non è avvenuta in 30 secondi; la trattativa è andata avanti per quasi tre anni con l'Assessore Taverna ed i vari Presidenti che si sono succeduti in Amministrazione provinciale di Alessandria.
Per quanto riguarda la questione pubblico-privato, Chiezzi: i privati erano, e sono, l'Associazione Calcio Alessandria e una piccola ditta di confezioni. Mi sento di dire, per completezza di informazione, che saremo al 95-96% di uso pubblico e ad un 3-4% di uso privato, tanto per fare delle proporzioni.
Adesso un suggerimento, che eventualmente posso trasformare in emendamento: l'Assessore lo sa, ne abbiamo già parlato in Commissione.
Dobbiamo avere la certezza del vincolo pubblico di questo bene, perch esiste l'Assessore al bilancio che dice che l'uso è pubblico. Però gli Assessori al bilancio possono cambiare ed il vincolo deve essere inserito con atto notarile nel contratto di trasferimento. Se non vogliamo che sia un vincolo in perpetuo - come diceva il collega Nerviani in Commissione pu sempre capitare un caso "Faraggiana di Novara", donazione che oggi viene chiamata "la vendetta del Marchese" per l'impossibilità di manovra su quel bene - inseriamo un vincolo di trent'anni o di almeno trent'anni. Forse non vale la pena andare oltre, però il vincolo secondo me ci deve essere; non vorremmo che quello che non ha fatto la Regione oggi, lo possa fare l'Amministrazione provinciale domani.
Si sa che in politica quello che si afferma oggi può non essere più rispettato domani mattina o anche solo fra dieci minuti.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera che interviene in qualità di Consigliere.



PRESIDENTE

CAVALLERAUgo



PRESIDENTE

Grazie, Presidente. Desidero subito fare una premessa. Intervengo come Consigliere regionale soprattutto per mettere in risalto la validità di un'operazione come questa nell'interesse della Regione.
E' chiaro che, come Consigliere regionale alessandrino, sono spinto forse più di altri ad intervenire, anche per precisare alcune cose.
Innanzitutto devo ricordare che personalmente avevo esposto una serie di perplessità intervenendo quando il Consiglio aveva deciso di procedere all'asta pubblica per vendere l'immobile di Via Gentilini. Perplessità che in qualche modo si collegavano ad alcuni interventi che si erano svolti in aula, a cui faceva riferimento prima anche il Consigliere Rivalta.
Perplessità soprattutto legate al fatto che nel momento in cui si andavano a decidere interventi sul patrimonio, alla fine si procedeva solamente alla vendita dell'immobile che la Regione possedeva ad Alessandria. Mi sembrava, in sostanza, che questa manovra patrimoniale e finanziaria fosse debolissima e che alla fine rischiasse di penalizzare unicamente non dico la città di Alessandria, intesa come Comune, ma la cittadinanza.
Devo dire che non riesco a capire più di tanto le perlessità e i dubbi del collega Majorino. Probabilmente sono legate anche all'origine di questo immobile che era la sede della gioventù italiana del Littorio e probabilmente il collega Majorino presta particolare attenzione a questi aspetti. E' una battuta, mi sia consentita anche per distendere l'atmosfera dei nostri lavori.
Come tutti i beni dell'ex Partito nazionale fascista, anche questi sono pervenuti alla Regione Piemonte. Per cui la Regione Piemonte li ha ereditati, se così vogliamo dire. Nel tempo questo immobile, da quando ricordo io, è sempre stato destinato - penso dal dopoguerra per il 90% a sede del Provveditorato agli Studi di Alessandria, come diceva il collega Gallarini, e per una piccolissima parte ad una destinazione diversa. Negli anni, parallelamente all'evoluzione delle situazioni socio-sanitarie, un immobile che la Provincia possedeva a Limone Piemonte, il Preventorio anti tubercolare (e qui abbiamo degli ex Consiglieri o Presidenti di Provincia di Cuneo), fu oggetto di comodato di scambio con questo immobile di Via Gentilini, nel senso che i servizi socio-assistenziali sanitari provvedevano ad utilizzare e a far manutenzione al Preventorio di Limone e per quanto riguarda Alessandria la Provincia stessa provvedeva a far manutenzione a questo immobile che di fatto utilizzava.
La riforma sanitaria spezzò questo stato di fatto, per cui l'immobile di Limone andò a finire al Comune nel quale aveva sede, con vincolo di destinazione al servizio sanitario, devo presumere, se così mi hanno bene informato. La Provincia di Alessandria è rimasta, come si suol dire, a piedi, in un immobile di cui non è proprietaria, con tutte le conseguenze del caso. Aveva fatto per anni la manutenzione, però questo non glielo riconosceva nessuno: si trattava di trovare una soluzione.
Ecco allora i colloqui, che sono durati anni, a cui faceva riferimento il collega Gallarini, per trovare una soluzione. La soluzione è urgente, a mio avviso, nell'interesse dell'Amministrazione regionale, perché ci troviamo di fronte ad un edificio il cui valore commerciale è relativo; se fosse stato appetibile avrebbe certamente richiamato frotte di acquirenti quando era stata bandita l'asta pubblica, ma nessuno si è presentato. Con ogni probabilità il Comune di Alessandria confermerà e renderà ancora più chiara la destinazione che già prevede il Piano regolatore, cioè una destinazione a servizi pubblici.
Ecco quindi la vera ragione per cui questo immobile non ha interesse se non per gli enti territoriali, nel caso particolare l'Amministrazione provinciale.
Sono intervenuto per dare atto che un problema va risolvendosi. In questo caso, anche se ci troviamo di fronte, collega Majorino, ad una riduzione a metà del prezzo, abbiamo comunque un onere pesante per la comunità locale alessandrina, che riteneva comunque di avere diritto a ricevere, se non in "eredità", perlomeno in comodato d'uso tale immobile.
Visto come si sono messe le cose, per risolvere i problemi bisogna passare ad un trasferimento oneroso della proprietà: mi sembra che applicare per analogia la legge nazionale sia veramente il minimo che possiamo fare.
Quindi, cari colleghi, ci troviamo di fronte ad una proposta che è legittima, che è giusta e risolve un contenzioso ed una situazione aperta da parecchi anni. C'è da compiacersi e da essere d'accordo con la Giunta attuale, con il collega Ferraris che sostiene questa proposta, con la Commissione che l'ha approvata ed anche con il collega Gallarini, mi sia concesso, che si è sempre fattivamente fatto carico del problema e certamente se qui siamo in dirittura d'arrivo dobbiamo dare atto a lui del suo impegno personale. Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Rossa, che interviene in qualità di Consigliere.



ROSSA Angelo

Grazie, signora Presidente.
Intervengo brevemente anche perché alcune considerazioni sono già state fatte dagli altri colleghi che mi hanno preceduto. Come Consigliere voglio esprimere la soddisfazione per questo provvedimento e quindi l'adesione e il mio sostegno a questo provvedimento che ha avuto un iter molto lungo e che finalmente arriva alla conclusione. So benissimo che arriva alla conclusione con un risultato al di sotto della metà di quelle che potevano essere le previsioni da cui siamo partiti, però non appena abbiamo posto questo problema, che in fondo portava ad una previsione di circa 3 miliardi, abbiamo immediatamente avvertito la non disponibilità non solo dei privati, che non avevano nessun interesse a concorrere perché la zona ha dei vincoli ben precisi, quindi non può essere utilizzata per la costruzione di altre strutture di tipo privato, ma anche perché a quel punto la stessa Amministrazione provinciale (con cui, come diceva prima Cavallera, abbiamo avuto continui rapporti di collaborazione) ci ha anche fatto sapere che non era disponibile ad assumere un onere di questo tipo.
L'asta andò deserta perché non interessava da questo punto di vista all'Amministrazione provinciale; l'Amministrazione provinciale ha persino corso il rischio che, se ci fosse stato un altro ente di carattere pubblico che fosse stato interessato, avrebbe anche potuto soffiarle la proposta.
Tuttavia al di là dell'Amministrazione non c'era nessuno, quindi tutto sommato mi sembra che l'avere poi trovato questa legge, che consente di fare un passo avanti nella soluzione del problema, sia una soluzione positiva. Mi sembra di capire che l'acquisto avviene sulla struttura di Via Gentilini così com'è, cioè la struttura dove ha sede anche il Provveditorato agli Studi per il quale l'Amministrazione provinciale ha svolto tutta una serie di attività e di interventi di sostegno. Dicevo "così com'è" perché lì ha sede, come dicevano i colleghi, l'associazione calcistica Alessandria che, ahimè, è lì in fase di attesa per un eventuale recupero; sembra che abbiano trovato i mezzi per potersi nuovamente collocare nel possibile recupero nella C1. Ha sede una piccola attività.
L'associazione calcistica dei grigi mi sembra che debba alcune decine di milioni che non trova, che non ha facilità a risolvere, ecc., e l'altra attività economica (che io ho avuto modo di seguire un po' da vicino) si è svolta purtroppo negativamente. A questo punto se la Provincia acquista come si dice - debiti e crediti, credo che tutto sommato per l'Amministrazione regionale la soluzione possa essere considerata positiva.
Sarà semmai poi la Provincia di Alessandria a vedere come risolvere questo problema. Io la considero una soluzione buona perché è un rapporto che si svolge tra due enti pubblici e perché alla fine l'onere viene assunto dalla Provincia di Alessandria, la quale naturalmente avrà anche maggiore possibilità o voglia di poter intervenire con più capacità di portare avanti l'impegno, perché a quel punto non ha soltanto la gestione di un comodato, ma è anche un'attività propria che ha una titolazione direttamente della Provincia. Quindi, presa d'atto con soddisfazione procediamo. Voglio dire che finalmente abbiamo risolto - così mi sembra un problema annoso senza danno, né da una parte, né dall'altra, ma avendo realizzato quello che poteva essere appunto un rapporto equilibrato che fa onore sia alla Regione che alla Provincia.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Foco.



FOCO Andrea

Signora Presidente, intervengo solo per dichiarazione di voto.
Come avete potuto notare, il primo intervento su questo argomento l'ha fatto il Consigliere Rivalta dando il senso dell'interesse complessivo del Gruppo, a livello regionale, di questo problema e anche per ricordare che in occasione della discussione, quando fu decisa la possibilità di indire l'asta pubblica, noi votammo contro quel provvedimento proprio perch ritenevamo, ma ormai la cosa è stata illustrata, che fosse utile ed importante da parte della Regione iniziare una trattativa con le autorità locali affinché o il Comune o la Provincia potessero acquisire, ad un prezzo equo, questo patrimonio immobiliare sicuramente importante per quanto riguarda l'uso pubblico e il patrimonio della città stessa.
Nessun stupore da parte del sottoscritto per quanto riguarda la disattenzione del Comune di Alessandria. Sappiamo come viene malgovernato in questo periodo e quindi che c'è disattenzione non solo per questi aspetti, ma anche per quanto riguarda, per fare un esempio, tutto il problema della sanità, mentre invece più interessante è stato il rapporto che è stato istituito con la Provincia di Alessandria. Quindi, la mia dichiarazione di voto è per esprimere la profonda soddisfazione perché si è addivenuti a questo accordo. Così come sono d'accordo sul fatto che venga sottolineato in modo inequivoco che la vendita da parte della Regione di questo patrimonio viene fatta per lo svolgimento di attività di interesse pubblico come stabilito dall'art. 1. Con altri ho presentato ugualmente un emendamento perché questo vincolo sia più chiaro e preciso. Intendevo precisare questo, signora Presidente, esprimendo il voto favorevole del nostro Gruppo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Signor Presidente, dopo quello che abbiamo ascoltato potremmo fare almeno due discorsi interattivi: quello di ringraziare questa Giunta perché è riuscita a fare una certa cosa e poi ringraziare la Giunta precedente perché ha fatto la stessa cosa.
Mi sembra acquisito che questa trattativa è stata conclusa dal famigerato Brizio uno; quindi questa Giunta ha continuato il lavoro di Brizio uno. Non penso però che tutti insieme abbiamo fatto una bella cosa.
Perché se una cosa vale 3 miliardi o 100 milioni, non c'è nessuna giustificazione funzionale che faccia diventare questo prezzo un miliardo e mezzo! Ci saranno ragioni di opportunità, di risparmio ed altro, ma queste ragioni ci sono anche dalla nostra parte, il miliardo e mezzo che non paga la Provincia di Alessandria è un miliardo e mezzo che manca alla Regione per fare cose che la Regione poteva fare, non meno importanti di quelle a cui doveva rinunciare la Provincia di Alessandria.
Solo che qui siamo di fronte alla solita logica paternalistica in cui i Comuni sono bravi, le Province sono belle, la Regione è cattiva e lo Stato è perfido.
Noi buttiamo via un miliardo e mezzo, perché questo era il valore dell'immobile, affinché la Provincia possa svolgere delle funzioni - e ne siamo lieti; questo però non ci può fare dimenticare che noi rinunciamo ad un miliardo e mezzo di risorse che avremmo potuto destinare in servizi e prestazioni che sicuramente sarebbero stati altrettanto significativi di quelli che darà la Provincia di Alessandria avendo risparmiato un miliardo e mezzo.
Mi pare che questo ragionamento sia ineccepibile.
"Non abbiamo trovato da venderla, grazie ancora che la prende la Provincia ad un miliardo e mezzo", così avrebbero risposto i nostri vecchi ma non lo avrebbero detto in giro.
Qui si intende imbastire anche un processo alle intenzioni, al Brizio uno cattivo, al Brizio due bravo, perché è difficile dare del bravo a Brizio. Quando poi si chiede addirittura di essere ricordati nella lapide perché, se ho ben compreso, il Consigliere Rivalta auspica di essere indicato tra i beneficiari di questo provvedimento, va bene così, la lobby di Alessandria ha ottenuto questo per Alessandria, la lobby valsusina ha ottenuto forse qualcos'altro. E' certo però che noi svendiamo un immobile regionale; poi, per carità, le ragioni sono tutte più che valide. Ricordo solo al signor Presidente del Consiglio e al Presidente della Giunta che il palazzo qui davanti, quando volevamo comprarlo, nessuno ha considerato le nobili ragioni che giustificavano il nostro acquisto; la gente ha detto semplicemente che quel palazzo valeva "X".
Pertanto, o i conti sono giusti o i conti sono sbagliati. Molte volte ho l'impressione che i nostri conti siano sbagliati, signor Assessore, e sarà bene che questi settori dei nostri servizi vengano registrati perch qualche volta si leggono delle strane perizie per cui la Giunta fa una delibera prima per 60 milioni, ma quando si vede l'elenco dei concorrenti viene ridotta a 40 e poi questo stesso lavoro, a base d'asta, viene ridotto a 12 milioni. Questo significa che o siamo di fronte a dei benefattori oppure siamo di fronte a persone che non sanno fare i conti. Quindi se queste ditte prendono degli appalti regionali al 20%, dopo che la gara d'appalto è già stata decurtata del 50%, è evidente che qualche conto non viene fatto bene.
Il nostro voto sarà a favore dopo le precisazioni del collega del PSDI è un merito o un demerito della Giunta Brizio, sul quale prendiamo atto che c'è il giudizio favorevole del collega Rivalta a nome del PDS.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vaglio.



VAGLIO Roberto

Sarò molto rapido, non volevo neppure intervenire nella kermesse tutta alessandrina; appartengo all'altra lobby, quella valsusina, quindi non era argomento mio.
Intervengo per annunciare il nostro voto di astensione, anche se effettivamente qualche problema sul vendere un immobile del valore di 3 miliardi ad un miliardo e mezzo me lo crea.
Devo semplicemente sottolineare che la nuova Giunta comunale di Alessandria, ovviamente per la sua matrice politica, deve, anche se solo insediata da sette mesi, ovviamente farsi carico di tutte le malefatte, di tutte le incapacità delle Giunte precedenti. Ritengo poco gentile da parte dei colleghi, soprattutto da parte del collega Foco, rilevare, visto che questa trattativa è in itinere da più di tre anni, inefficienze dell'Amministrazione comunale di Alessandria attualmente insediata. Quello che conta è chi fa la figuraccia in questa situazione: la Regione Piemonte la quale o ha svolto una perizia eccessivamente sovrastimata, e sulla base di quella perizia ha indetto un'asta a cui si sapeva benissimo che nessuno avrebbe partecipato, oppure oggi svende un bene nuocendo ai nostri amministrati. Perché non è vero che, per il solo fatto che non si vende ad un privato, ma si vende ad un ente pubblico, i soldi possono essere dimezzati, ridotti ad un quarto, ridotti ad un decimo. Non esiste nessuna logica in questo. Ciò nonostante ritengo - visto l'iter di tutta questa pratica e vista la necessità, se non altro, di scaricarsi di beni immobili che oggi rappresentano più un onere che un onore che il portare a casa un miliardo e mezzo sia sufficiente a permetterci di esprimere, seppure a malincuore, sia pure con decine di dubbi, un voto di astensione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bodrero.



BODRERO Antonio

Mi associo a quello che ha detto il mio Capogruppo, ma naturalmente noto anche che un conto era privatizzare - sul quale siamo perfettamente d'accordo, naturalmente con prezzi equi un conto è vendere per poi immettere nell'ambiente un organo burocratico che probabilmente una sede l'aveva già. Quindi quel moltiplicare i locali degli uffici, vuol dire moltiplicare gli uffici e la burocrazia. Per quanto riguarda la scuola sappiamo benissimo che oggi, con il decrescere del numero degli allievi, i locali, in certi casi, abbondano perfino. Quindi non si è privatizzato, si è pubblicizzato male perché si è dato spazio alla troppo infestante burocrazia.
Una ragione di più per dare un voto di astensione.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, passiamo all'esame del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 hanno risposto SI 31 Consiglieri hanno risposto NO 4 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 hanno risposto SI 31 Consiglieri hanno risposto NO 4 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 hanno risposto SI 31 Consiglieri hanno risposto NO 4 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'art. 3 è approvato.
I Consiglieri Gallarini, Majorino e Foco hanno presentato il seguente emendamento: dopo l'art. 3, aggiungere il seguente nuovo articolo: "Art. 4 - La Giunta regionale, con la deliberazione di cui al secondo comma dell'art. 1, prevede espressamente la costituzione, con formale atto notarile di trasferimento, di un vincolo ad uso pubblico".
La parola all'Assessore Ferraris.



FERRARIS Paolo, Assessore regionale

Mi piego alla volontà dei proponenti.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola per dichiarazione di voto il Consigliere Marchini ne ha facoltà.



MARCHINI Sergio

Posso capire un vincolo di inalienabilità, perché vuol dire che questo miliardo e mezzo viene sostanzialmente regalato alla Città di Alessandria e quindi per un bel periodo di tempo siamo certi che su questo non si innescano spirali speculative et similia. Però, questo emendamento fa immaginare che le cose siano diverse da quelle che sono: non è un bel emendamento.
Noi lo votiamo se viene mantenuto, ma non è un bel emendamento, perch sembra sottendere all'esistenza di pressioni tali per cui questo immobile potrebbe interessare ai privati. Se interessa ai privati, teniamolo sul mercato! Una cosa è la non alienabilità, ma visto che ci siamo messi in una situazione curiosa, per cui ci rimproveriamo l'un l'altro di aver fatto una cosa giusta - essendo ormai cambiati i ruoli, non possiamo più giocare come giocavamo prima - è veramente un emendamento che rende ancora più curiosa questa deliberazione.
Ripeto, posso capire la non alienabilità, che quindi dà un senso al fatto che "non si è guardata la lira" (come dicevano i nostri vecchi) quindi si dice: "Caro Comune, te lo prendi per trent'anni, lo usi"; ma se si dice: "Attenzione, deve essere riservato all'uso pubblico", sembra che lì ci sia una pressione. Magari da parte di qualche banca, che non ha pagato 3 miliardi e mezzo a noi e affitta dal Comune per una cifra simbolica, perché gli toglie la grana di metterlo a norma (perché poi il ragionamento che si fa in questi casi è questo) e quindi qualche benefattore ci mette poi la sede della banca. Se è così, questa banca doveva comprare a 3 miliardi e 200 mila lire.
Mi sembra una clausola curiosa che fa leggere tutta questa vicenda in termini ancora meno lineari di quanto non lo si possa fare. Può essere un'impressione solo epidermica, quindi lascio la responsabilità ai colleghi presentatori di riflettere: se mantengono l'emendamento noi lo votiamo, ma ci sembra un emendamento non bello.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi per dichiarazione di voto.



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, colleghe e colleghi, non sono convinto di questo emendamento in riferimento all'insieme del testo legislativo, in questo senso: questo emendamento prevede la costituzione di un vincolo ad uso pubblico. Non so bene cosa stia dietro questa fattispecie terminologica però mi pare di capire che è una cosa diversa da quella prevista all'art.
1, con la quale, in applicazione di una legge dello Stato, si dice che si vende alla metà del valore, purché nell'edificio si svolgano attività di interesse pubblico, che mi sembra siano diverse da quell'uso pubblico che si vuole vincolare con l'art. 4. E qui vi è una contraddizione.
Per questo motivo non voterò questo emendamento, ma sottolineo ancora ai proponenti che vi è anche una questione un po' "di pentole e di coperchi". Per quale motivo? Il senso politico di questa operazione è: "Finalmente la Regione vende alla Provincia questo immobile". Per cui le pentole e i coperchi stanno in questo senso: secondo me, con questa legge voi non potete vendere un bel nulla alla Provincia, proprio niente: scordatevelo! Non potete vendere, e se lo fate contravvenite alla legge che state per approvare: è un grande ingarbuglio. All'art. 1, comma secondo, dite che si vende, ma che il contratto viene automaticamente risolto con la Provincia anche quando avesse comprato, nel caso di utilizzazione del compendio difforme dalle finalità indicate al comma primo. Ma queste difformità sono in essere oggi, al momento della vendita! Se un attimo dopo aver venduto verificate che il compendio non è utilizzato secondo le finalità, il contratto è immediatamente risolto! Il contratto non può quindi nemmeno essere stipulato la prima volta, perché diventa nullo immediatamente, in quanto il compendio non è tutto utilizzato secondo le finalità di quell'art. 1. Questa cosa l'avete scritta e non potete vendere alcunch pena il fatto che, non appena venduto, dovrete risolvere il contratto. Ne deriva che, prima di fare una legge di vendita, questo compendio deve essere liberato dalle attività incompatibili, e poi venduto.
Come al solito, la Giunta ha fretta, come sulla legge sui giovani, dove non si è voluto scrivere nemmeno "da 1 a 100 anni" (e quindi non si sa chi sono i giovani e il Commissario di Governo, non sapendo di cosa si trattasse, ha detto: "E' una legge che non capisco a chi si rivolga").
State attenti, perché anche in questo caso volete fare, volte vendere, ma poi scrivete in legge che i condizionamenti dell'applicazione della legge dello Stato sono tali che vi si impedisce di vendere. Se venderete, farete un atto illegittimo, contrario a questa legge.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 27 voti favorevoli, 4 contrari e 1 astensione (non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri).
Si proceda alla votazione per appello nominale del nuovo art. 4.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 34 votanti 32 hanno risposto SI 27 Consiglieri hanno risposto NO 4 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri.
L'art. 4 è approvato.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 5 Consiglieri si sono astenuti 4 Consiglieri.
L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Partecipazioni azionarie regionali

Esame progetto di legge n. 478: "Sottoscrizione del secondo aumento di capitale della Società consortile per azioni MIAC"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del progetto di legge n. 478, di cui al punto 11) all'o.d.g.
La parola al relatore, Consigliere Fulcheri.



FULCHERI Giuseppe, relatore

Illustre Presidente, signori Consiglieri, come riferisce la Giunta nella presentazione del disegno di legge n. 478 la Regione Piemonte è azionista della Società consortile per azioni 'Mercato Ingrosso Agro alimentare di Cuneo, ai sensi della L.R. n. 64/87, che autorizzò tale partecipazione nell'ambito delle norme, di cui alla legge finanziaria 1986 n. 41/86.
Con L.R. n. 3/91 - per far fronte alle spese di funzionamento della Società ed agli oneri di progettazione del Centro Agro-alimentare di Cuneo fu autorizzata la sottoscrizione di un primo aumento del capitale sociale di quella S.p.A., in proporzione alla quota azionaria detenuta (20%).
Attualmente, la partecipazione della Regione Piemonte alla Società ammonta a L. 240.000.000, suddivisa in n. 240.000 azioni del valore nominale di L. 1.000 cadauna.
L'assemblea straordinaria degli azionisti della Società ha approvato nella seduta del 13 settembre 1993, l'aumento del capitale sociale da L.
1.140.000.000 a L. 11.000.000.000.
In relazione al numero di azioni attualmente detenute, l'esercizio integrale del diritto di opzione - come risulta dall'offerta della Società che ha riservato alla Regione la quota azionaria di pertinenza - comporta l'acquisto di un numero di nuove azioni pari a 1.960.000, per un valore nominale complessivo di L. 1.960.000.000, da sottoscrivere nei termini di legge.
La deliberazione del proquota di aumento del capitale sottoscritto doveva avvenire entro il 30 giugno 1995; i relativi versamenti dovranno essere effettuati come segue: 7/10, pari a L. 1.372.000.000, entro il 30 settembre 1994 3/10, pari a L. 588.000.000, entro il 30 giugno 1995.
Con il disegno di legge, di cui si tratta, la Giunta propone l'istituzione, nello stato di previsione della spesa per l'esercizio 1994 di un apposito capitolo di bilancio allo scopo di far fronte agli oneri relativi alla seconda sottoscrizione di nuove azioni della Società MIAC ammontanti a L. 1.372.000.000.
La sottoscrizione, come si è detto, è ritenuta necessaria, al fine di non compromettere il programma dei lavori di realizzazione del Centro Agro alimentare di Cuneo.
Preso in esame il provvedimento, la I Commissione consiliare ha licenziato a maggioranza tale progetto di legge nella seduta del 21 luglio scorso, dopo un'attenta ed approfondita valutazione, contestualmente segnalando alla Giunta l'esigenza di una verifica degli orientamenti e di una razionalizzazione degli interventi nel campo delle partecipazioni societarie regionali e di aumenti di capitale, anche alla luce di quanto emerso dal dibattito consiliare dell'8 giugno 1993 in tema di enti strumentali e, appunto, di partecipazioni regionali.
Al testo presentato dalla Giunta sono state apportate alcune modificazioni di carattere formale, volte ad informarlo alle disposizioni ministeriali in materia di formulazione tecnica degli atti legislativi.
Per quanto sopra esposto se ne raccomanda l'approvazione anche da parte di questa assemblea.



PRESIDENTE

Sulla relazione del Consigliere Fulcheri è aperta la discussione.
Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Anche in relazione a quanto detto dal Consigliere Fulcheri, mi pare sia del tutto inopportuno approvare la sottoscrizione di questo aumento di capitale in assenza di determinazioni del Consiglio regionale che da più di un anno, forse più di due, sono all'ordine del giorno dal punto di vista politico dei nostri lavori e quindi si riferiscono alla conclusione del dibattito sugli enti strumentali.
Questo è un esborso di denaro notevolissimo sul quale non vi è alcuna coerenza rispetto ad una politica della Regione Piemonte e poi non vi è alcuna notizia concreta portata in quest'aula sull'utilità e necessità di mantenere quella quota nel MIAC. Ma chi l'ha detto che bisogna mantenere proprio quella quota nel MIAC? Spiegate almeno all'aula le motivazioni e comunque sia sarebbe giusto riuscire ad inserire un provvedimento di questo genere, ove ritenuto necessario, nella conclusione del dibattito sugli enti strumentali che aveva portato anche ad alcuni ordini del giorno da approvare.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta, Brizio.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Il dibattito sugli enti strumentali riguardava la riorganizzazione delle partecipazioni e non poteva presupporre ovviamente il blocco di qualunque operazione sulle partecipazioni, tanto più su una partecipazione come quella del MIAC, che riguarda la costruzione di un mercato agro alimentare a Cuneo che avviene senza concorso dello Stato, ma con sforzo da parte degli enti locali ai quali la Regione ha dato un supporto con una partecipazione del 20%.
Noi comunichiamo sempre, prima delle assemblee, con lettera scritta della Giunta alla Commissione, le decisioni che si vanno ad assumere. La Commissione potrà non aver avuto il tempo o la voglia di discutere, ma certamente è stata da noi informata.
Noi abbiamo una quota del 20% che riteniamo di mantenere in questa prima fase; potremo esaminare la possibilità di ridimensionare questa quota nei successivi aumenti di capitale che comportano comunque la realizzazione di un progetto organico che risulta essere di interesse regionale, come è stato ampiamente discusso. Quindi stiamo attuando un aumento di capitale nell'ambito del mantenimento della nostra quota, fino al raggiungimento di 11 miliardi. Successivamente, nel discorso complessivo, si potrà rivedere una lenta riduzione della nostra partecipazione. Qui siamo ancora nella fase iniziale e si è ritenuto di procedere alla sottoscrizione del capitale. Si ritiene di proporre al Consiglio di sottoscrivere il capitale.
Il Comune di Cuneo ha una partecipazione del 25%; la Provincia di Cuneo del 5%; la Camera di Commercio Cuneo del 6%; il San Paolo di Torino del 2 e poi vi sono le Associazioni con percentuali minori.
La Regione ha una quota del 20%, che non è una quota alta e potrà essere ridotta. Ma non possiamo, oggi, far mancare il nostro appoggio ad una proposta che d'altra parte era inserita tra quelle sostenibili e rispetto alla quale era emersa una discussione favorevole.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, passiamo all'esame del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 voti favorevoli 31 voti contrari 3 astensioni 3.
L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 voti favorevoli 31 voti contrari 3 astensioni 3.
L'art. 2 è approvato.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 hanno risposto SI 32 Consiglieri hanno risposto NO 2 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri.
L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Comunita' montane: Piani di Sviluppo - Montagna

Esame progetto di legge n. 453: "Istituzione del fondo regionale per la montagna"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del progetto di legge n. 453, di cui al punto 12) all'o.d.g.
La parola al relatore, Consigliere Beltrami.



BELTRAMI Vittorio, relatore

Siamo ad una svolta che dà costanza di affluenza di risorse finanziarie alla montagna, sostituendole a quel gettito che pur nel passato aveva rappresentato un modo intelligente della Regione Piemonte per essere vicino alla gente della montagna.
Dò per letta la relazione, il cui testo, a mani dei Consiglieri recita: "Negli ultimi anni il problema della montagna si è imposto in tutto il suo rilievo. Una maggiore sensibilità verso i problemi dell'ambiente, la gravità dei dissesti idrogeologici causati il più delle volte dal degrado dei territori montani in conseguenza dell'abbandono da parte dell'uomo, i riflessi negativi che tali situazioni determinano sul restante territorio nazionale hanno posto prepotentemente all'attenzione della collettività il problema.
Il formarsi di una diversa cultura della vita, che attribuisce valore fondamentale alla salvaguardia dell'ambiente, anche come mezzo di tutela della salute, la presa di coscienza che l'uomo è non soltanto fruitore, ma anche strumento di conservazione della natura, la riscoperta del valore delle antiche tradizioni culturali e sociali e delle attività artigianali e, in definitiva, della qualità della vita in ambienti in cui il contatto con la natura è quanto meno vivificante, hanno provocato un progressivo mutamento dell'attegiamento nei confronti delle zone montane.
Considerata un tempo come un problema dei suoi abitanti, da risolvere con la pratica di interventi assistenziali, oggi la montagna viene riguardata come risorsa suscettibile di determinare sviluppo civile sociale ed economico, e come bene collettivo la cui conservazione influisce sull'intero ecosistema nazionale con influssi positivi se l'ambiente montano è integro, e negativi in caso contrario.
Non vi è dubbio che favorire lo sviluppo dell'economia montana in tutte le sue componenti, da quella agricola a quella artigiana a quella industriale a quella del terziario, agevolando la permanenza o nuovi insediamenti in zone montane, è mezzo per la salvaguardia attiva del territorio montano e, quindi, anche delle pianure".



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Buzio.



BUZIO Alberto

L'intervento sarà breve come mio costume. Tuttavia una legge di questo tipo non può passare quasi sotto silenzio, perché mi pare particolarmente significativa, non solo per il richiamo alla legge n. 142 che ha dato alle Comunità montane un particolare ruolo, una funzione e una natura giuridica di tipo diverso, ma anche perché le Comunità montane, come si sa bene, sono ormai enti che partecipano insieme agli altri enti locali alla programmazione socio-economica, utilizzano fondi della Comunità Europea dello Stato e, tra l'altro, non avendo possibilità di risorse autonome, non avendo autonomia impositiva, sono totalmente dipendenti dai trasferimenti dello Stato, della CEE e della Regione.
Mi pare che, da questo punto di vista, il fatto che prevediamo - anche in armonia con la recentissima legislazione della montagna del gennaio 1993 - in analogia con il fondo nazionale per la montagna, un fondo regionale per la montanga, vuol dire riconoscere la specificità di questo settore. D'altra parte, la stessa Regione, nella recente legge di azzonamento delle Comunità montane, agli artt. 25, 26 e 27 parla di un preciso dovere della Regione a finanziare i programmi di sviluppo e in particolare fa riferimento ai progetti speciali integrati. Sono varie le motivazioni a supporto della necessità che anche la Regione Piemonte attivi nel suo bilancio un fondo regionale di sviluppo a favore della montagna quale risorsa aggiuntiva a quelle dei finanziamenti CEE, dello Stato, per il perseguimento degli obiettivi di sviluppo socio-economico. D'altra parte, noi abbiamo sostenuto questa necessità già in passato, tra l'altro sottolineando sempre l'inadeguatezza del finanziamento statale alle Comunità montane derivante sia dalla legge n. 1102 che dalla legge n. 93 del 1981. In questi anni abbiamo assistito ad una riduzione dei trasferimenti soprattutto per quanto riguarda le spese di investimento fino ad attestarci 75 miliardi a livello nazionale che, su scala regionale, sono 5 miliardi e mezzo circa.
D'altra parte, in un recente passato, non tanto poi recente, abbiamo fatto sì che ci fosse già un contributo straordinario di 2 miliardi, nato da un emendamento, che comunque è stato recepito nel bilancio regionale proprio in considerazione di questa grave carenza.
Poi ci sono anche altre motivazioni più generali. Le Comunità montane sono a pieno titolo, insieme a Comune e Provincia, soggetto importante della programmazione. Il fondo regionale per la montagna diventa un elemento che ci affianca alla legislazione di altre Regioni come le Regioni Lombardia e Veneto che hanno specifiche leggi proprio per la montagna magari sotto forma non di un fondo regionale, magari per interventi finalizzati all'agricoltura montana o all'economia montana più in generale e prevedono interventi di oltre 5 miliardi proprio come risorsa fissa costante, sui bilanci regionali.
Mi pare quindi che un provvedimento autonomo che riguarda l'istituzione di un fondo regionale sia anche più significativo e più importante di una legge speciale proprio perché consente alla Regione di intervenire nel merito evitando, sui piani di sviluppo socio-economici delle Comunità montane, un finanziamento a pioggia che sicuramente non sarebbe favorevole ed utilizzando questi 4 miliardi e mezzo per progetti che vadano in direzione dell'economia montana e della tutela ambientale, quindi sappiano coniugare queste due realtà, anche perché non è detto che qualunque intervento per le Comunità montane sia di per sè positivo a priori.
Credo che questa legge sia importante. La Giunta ha dato uno strumento importante per costruire e dare avvio ad un flusso ricorrente. Non dimentichiamo che è un flusso ricorrente di risorse finanziarie per la montagna. La copertura finanziaria, come prevede questo disegno di legge, è stata individuata nel gettito dell'addizionale sul consumo del gas nella misura del 10%. La Commissione ha esaminato questo disegno di legge.
Vogliamo ricordare che questo disegno di legge è stato sostenuto particolarmente dall'UNCEM nei vari convegni che ci sono stati in Piemonte.
Parlo di quelli di Domodossola, del Biellese, del Cuneese e anche di quelli in provincia di Torino, a cui sono seguiti anche disegni di legge. C'è un disegno di legge dell'Assessore Gallarini in proposito, ma anche del Consigliere Fulcheri. Mi fa piacere che sia tornato Fulcheri, che è stato Presidente dell'UNCEM regionale, che ha partecipato a questo dibattito insieme a me ed insieme al relatore Beltrami, in molti convegni del Piemonte, insieme all'Assessore Riba che allora era Consigliere, ma che fa parte dell'UNCEM.
Credo che questa legge vada sottolineata nella sua qualificazione, nel suo significato, nella sua pregnanza e direi che la Giunta regionale debba essere fiera di avere proposto questo fondo regionale ed averlo attivato.
E' qualificante certamente per la Giunta regionale. Credo che questa voce debba essere prevista non solo con questo bilancio, ma anche nei bilanci futuri, chiaramente definendo poi la dimensione esatta del finanziamento in sede di assestamento di bilancio come vuole la legge, perché è legata ad una percentuale per quanto riguarda l'addizionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vaglio.



VAGLIO Roberto

Intervengo rapidamente e svolgo anche la dichiarazione di voto.
Voteremo a favore di questa legge perché facciamo nostre le motivazioni che hanno spinto i relatori a stenderla. In particolare rilevo con estremo piacere (credo che sia una cosa che ci accomuna un po' tutti noi Consiglieri che proveniamo da queste aree di estremo disagio) questo ritorno che si dà alle Comunità montane di un gettito che dalle popolazioni di montagna già proveniva, quello sull'imposta del gas metano e in particolare di ritornare questo gettito alle Comunità montane che finalmente, dopo essere diventate ente locale, hanno motivo per crescere in tutti i sensi, anche dal punto di vista culturale.
Infine, il fatto di avere un fondo stanziato che ogni anno riserva 4 o 5 miliardi è di estrema importanza proprio perché dà modo agli amministratori delle Comunità di far conto su risorse che, anche se minime comunque sono certe, potranno essere utilmente impiegate per la formazione professionale in particolare, e per gli altri fini di cui all'art. 2 che mi trovano del tutto d'accordo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Ovviamente anche da parte nostra c'è voto favorevole a questa legge.
Devo peraltro osservare che è una legge quel tanto notarile da renderla di equivoca interpretazione. Mi sfugge, per esempio, a proposito dell'intervento svolto per conto del PDS, dove ci sia la valutazione dell'efficacia dei programmi da parte della Giunta regionale. Io in questa legge non la vedo o comunque non la leggo. Se così non fosse sarei ancora più d'accordo nel senso che vengono integrati i finanziamenti in termini di investimenti alle Comunità montane. Questa legge, per esempio, mi pare opinabile, prego gli Assessori competenti di fare qualche riflessione laddove c'è scritto che i finanziamenti di cui al comma primo sono integrativi dei finanziamenti disposti dalle leggi statali di quelli provenienti dall'Unione Europea, il che vuol dire che sembrerebbe che non possono essere autonomi e che quindi le Comunità montane non possono utilizzare queste risorse per progetti che utilizzano solo risorse di questo fondo. Non so se questo è il senso dell'operazione politica che vogliamo fare. Ho qualche dubbio. Temo che questa legge, nel voler essere una legge finanziaria ridotta a questa innovazione - sicuramente è apprezzabile, per quel tanto che è stato costretto, anche psicologicamente il tempo di riflessione su di essa, quindi qualche scusa deve essere andata anche al relatore - rischi di fare interpretare dalle Comunità montane questa norma come una norma di natura meramente finanziaria e di trasferimento di risorse. Mentre il senso politico del recupero dell'autonomia delle Comunità montane dovrebbe essere, a nostro modo di vedere, maggiormente evidenziato e per certi versi accompagnato dal permanere di un'attenzione nei confronti delle Comunità montane che va al di là dell'aspetto meramente finanziario, perché anche se so di non avere il plauso di molti ritengo che nelle Comunità montane occorra investire anche al di là delle richieste degli stessi amministratori, perché bisogna avere una capacità di superare sul territorio regionale alcuni vincoli alcune barriere culturali che, al contrario, esistono. Mi rendo conto che l'intervento che svolgo è molto confusionario, probabilmente questa legge meritava maggiore attenzione. Tuttavia, quanto detto dal collega precedente, il quale metteva in discussione, in via del tutto teorica evidentemente, che questi programmi avessero questa caratteristica, mi fa sorgere qualche dubbio sul vero significato di questa legge. Diamo dei soldi, ad integrazione del fondo, che vanno alle Comunità: punto e basta? Oppure c'è una verifica dell'uso che se ne fa? Se non se ne fa una verifica, come ritiene il sottoscritto, non capisco come si possa dire che questo è legato a progetti di una certa caratteristica e poi soprattutto mi sembra non puntuale il fatto che queste risorse possono essere utilizzate solo come quota che interviene all'interno di progetti finanziati già da leggi nazionali. E' probabile che sia così per mancanza di risorse, ma io non mi stupirei che le Comunità montane decidessero di utilizzare queste risorse per specifici progetti che abbiano come sostegno finanziario solo questo aspetto.
Non sarebbe male - e mi rivolgo al Presidente del Consiglio - che prima che si consumi la legislatura qualche incontro non solo con le istituzioni montanare, cioè le Comunità montane e i Comuni, ma con il complesso della realtà montanara vada fatto, soprattutto per fare giustizia di questa specie di "numero speciale di Paperino", che è la legge sulla montagna. Una legge di principi difficilmente praticabili rispetto ai quali si fanno sorgere aspettative puntuali, precise: c'è gente che viene da noi a chiedere se è vero che trasferendo la propria residenza o la propria azienda in un Comune montano gli si dà un contributo.
Ho l'impressione che questo Consiglio regionale debba, prima della fine della legislatura, su questa legge sulla montagna, fare chiarezza e, per quanto possibile, fare informazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bodrero.



BODRERO Antonio

Naturalmente mi associo a ciò che ha detto il mio Capogruppo, voglio solo far notare che in fondo questo è solo un piccolo risarcimento dell'esproprio delle acque. E' chiaro che se le acque, con relative centrali elettriche, fossero, come sarebbe giusto e come in certi Stati è delle Comunità montane, delle valli, la loro gente avrebbe la possibilità di restare in sede, di regolamentare il regime delle acque, perché senza regolamentazione, come si fa in Svizzera con i cosiddetti giardinieri della montagna, la montagna franerà, andrà sempre più in rovina, si disboscherà ci saranno meno acque e ne soffriranno soprattutto la pianura e i centri urbani.
Questo farebbe uno Stato previdente. Qui è chiaro che la colpa è dei partiti di governo, specialmente degli ultimi trent'anni che hanno imposto la statalizzazione dell'energia elettrica.
L'energia elettrica, federalisticamente parlando, doveva andare a queste comunità, con l'impegno solenne della manutenzione veramente naturalistica, ecologica della montagna stessa, perché se va in rovina questa, va in rovina la prima sorgente di ricchezza di un paese, di una Regione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Beltrami.



BELTRAMI Vittorio

Intervengo come oratore per sottolineare che su questo problema sono state dette delle cose di estrema saggezza, rivolte alla ricerca di un perfezionamento degli interventi, non mi pare che nella sostanza avessimo rilevato delle posizioni contrapposte o negative perché l'attenzione alla montagna, per un territorio qual è il Piemonte, dove i due terzi sono prevalentemente montuosi, penso che sia un atto dovuto.
Riassumendo, si tratta di dare costanza di finanziamento a quella serie di flussi che un tempo, in ogni modo per necessità delle Comunità montane la Giunta regionale erogava a favore delle stesse. Quindi si assicura attingendo dalla sovraimposta sul gas metano, quel flusso annuale tale da garantire un'attuazione, anche parziale come avveniva nel passato, dei piani di interventi. Sia l'art. 1 che l'art. 2 lo richiamano fortemente per cui non è che siamo di fronte ad un'improvvisazione, ci sono aspetti certi che sono stati sollecitati da più parti, dal Presidente dell'UNCEM (il collega Buzio lo ha ulteriormente sottolineato); mi parrebbe che come gesto di buona volontà, rifacendoci anche al dettato della legge n. 142/90 e all'art. 29, dovremmo tentare assieme di approvare questo provvedimento rimettendoci, per quegli aspetti che appartengono alla peculiarità delle procedure, non dico al buon senso, ma agli orientamenti che la Giunta già nel passato aveva assunto per le procedure.
Ritengo sia raccomandabile l'approvazione, visto che tale legge è giacente da tempo come proposta avanzata dalla Giunta regionale precedente è stata acquisita dalla Giunta attuale, quindi esistono tutti gli elementi che potrei ulteriormente illustrare per dire che è giusto e saggio il doverla approvare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Il mio intervento sarà molto breve, avrei potuto anche evitarlo visto che mi seguirà il collega Nerviani. Intervengo per un unico ed essenziale motivo: mi dispiaceva lasciare soli nell'atteggiarsi su questa legge i Consiglieri che, o per nascita o per attività lavorativa o per cultura sentono di provenire dalla montagna e quindi di portare certi valori.
Sono un uomo di città, non sono un uomo di montagna, la mia cultura è tutta padana e di pianura, però non voglio che i colleghi che invece si riferiscono, per la loro storia, alla montagna, debbano essere i soli che anche in quest'aula intervengono su questa legge sostenendola in vario modo.
Il Gruppo di Rifondazione Comunista sostiene questa legge per un essenziale motivo: prende dei soldi dalla pianura e li porta in montagna.
Questo è quello che secondo me bisognerebbe fare se della montagna non parliamo solo in termini generali, ma in termini di un'economia e di una cultura che va salvaguardata. La montagna la si salvaguarda in pianura con ricchezze prese in pianura e trasferite in decisioni prese in montagna.
Questa è una legge che darà pochi soldi, ne doveva dare di più, si potrebbero fare molte più cose, però è una linea di indirizzo che il Gruppo di Rifondazione Comunista sostiene.
Ci sarebbe poi il discorso di come vengono spesi questi soldi. Questa è la politica della montagna e il confronto politico che si svolge nelle Comunità montane, forse potrebbe svolgersi anche qui in questa sede perch il Consigliere Marchini, se ho ben capito, giustamente sosteneva questo problema. I piani di sviluppo, come si collegano con un piano di sviluppo della Regione, non basta prendere questi quattro soldi e spedirli lass bisognerebbe fare molto di più, ma non mi dilungo, l'ora è tarda, la legge in questo segna un momento positivo, al quale volevo ufficialmente dare l'adesione del Gruppo di Rifondazione Comunista.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Nerviani.



NERVIANI Enrico

Anch'io sono uomo di pianura autentico, quindi ho le stesse caratteristiche di provenienza del collega Chiezzi.
In sostanza sono felice di ripetere le considerazioni che ha fatto il Consigliere Chiezzi nel suo intervento. Debbo apprezzare l'iniziativa dei Consiglieri che hanno proposto ed avviato questa legge perché hanno trovato un filone costante di rifornimento finanziario delle Comunità montane; mi sembra questa un'operazione di grande accortezza e di grande intelligenza se non finisse per sembrare offensivo dovrei aggiungere di grande scaltrezza, scaltrezza che peraltro è abbastanza ignota alla gente di pianura e che invece la gente di montagna qualche volta sa utilizzare per l'abitudine che ha di far fronte con adattamento volta per volta a situazioni più difficili ed eccezionali che si propongono.
Quali sono i limiti di questa legge? Sono quelli, peraltro già evocati di una distribuzione automatica e di una ricaduta indifferente delle risorse in attività che possono non essere significative in mancanza di programmi e di obiettivi.
Quindi, la raccomandazione implicita è quella contenuta negli artt. 1 e 2 che il collega Beltrami ha esaminato e ricordato nel suo intervento. Mi sembra che non debba essere un'affermazione rituale, ma debba essere seguita da atti concreti.
Debbo ancora aggiungere polemicamente e provocatoriamente - potrebbero risentirsi gli amici Riba, Buzio e quant'altri rappresentano la cosiddetta montagna che spero che queste risorse riattivino il discorso della montagna e smontino una sorta di conformismo montano rappresentato dalle Associazioni dei Comuni montani, che recentemente non hanno dimostrato un fervore di iniziative ed intuizioni apprezzabili. Mi sembra siano ricaduti nel più tradizionale e deprecabile conformismo, e slanci in avanti ne sono stati fatti molto pochi.
Il collega Riba - oggi ho capito che è un pezzo grosso non delle organizzazioni dei Comuni, ma delle organizzazioni di rappresentanza - si faccia carico anche di riprendere in mano la legge n. 142 e la nostra legge sulle Comunità montane e di farle rivisitare dal Consiglio regionale, di riportare qui il dibattito sulla montagna, fuori magari dagli schemi un po' consunti nei quali si esercitano inutilmente spesse volte le rappresentanze dei Comuni montani.
Ricordo le polemiche di bassa quota su alcune suddivisioni ed assegnazioni a questo o quell'altro ente di questo o quell'altro Comune, e sugli esercizi che su queste questioni residuali sono stati fatti a dispetto della ricerca di una politica turistica, di una politica del territorio.
Sono uomo di pianura, ma ho una frequentazione montana intensa, se non altro per il mio passato alpino. Quindi, al tempo stesso, sono sollecitato ad essere critico e fortemente innamorato di una parte fondamentale del nostro territorio. Mi sembra che in montagna ci sia sempre di più un atteggiamento borghese, nel senso più deteriore del termine, cioè una rinuncia alla ricerca di prospettive. Quindi, vorrei che i soldi che arrivano riattivassero la ricerca di grandi strategie e di un impegno rinnovato. Esprimo apprezzamento per i colleghi che hanno avviato tale proposta di legge; non disgiunto l'apprezzamento dalle preoccupazioni e dalle sollecitazioni da parte di uno della bassa pianura come Pino Chiezzi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pier Luigi

Vorrei intervenire solo perché oggi è una giornata un po' storta. Prima ho sentito il Consigliere Rivalta dire alcune cose sovvertendo gli ordini e gli andamenti politici dei procedimenti.
Forse l'amico Nerviani non è informato - perché magari era in campagna elettorale - ma deve sapere che quel disegno di legge non è stato presentato dai Consiglieri intervenuti prima. E' stato presentato dalla Giunta precedente a firma Gallarini, perché la delega era affidata. Questo non mi interessa, perché al 99% non mi ripresenterò alle elezioni regionali, però di stravolgimento in stravolgimento mi sembra si stia esagerando.
Concludo dicendo che sono d'accordo anch'io per riportare in termini di correttezza alcune questioni che, passin passetto, si stanno stravolgendo.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Riba.



RIBA Lido, Assessore regionale

Mi sembra giusto, dando a Cesare quel che è di Cesare, dare alla montagna quello che è della montagna, e a Gallarini quello che è di Gallarini. Sono un uomo di montagna che vive esule nella pianura provvisoriamente.
Si conclude, in questa maniera, l'iter di un processo parziale di costruzione di una politica per la montagna, un iter al quale tutte le forze politiche del Consiglio hanno cooperato e collaborato con modalità e con proposte diverse.
Innanzitutto vi è la proposta di Gallarini di inserire stabilmente questo finanziamento che, in passato, era stato oggetto di una faticosa contrattazione esercizio per esercizio; inoltre vi è stato il lavoro di tutti gli altri Consiglieri che hanno concorso con delle proposte.
Questa legge, ancorché smilza dal punto di vista della quantità degli articoli, è sicuramente consistente dal punto di vista qualitativo. Inoltre non è un fatto isolato; come ricordava il collega Marchini questa legge, in qualche maniera, si collega alla nostra precedente legge n. 28 per la programmazione e lo sviluppo della montagna che non aveva finanziamenti.
Voglio concludere segnalando il fatto che la Giunta sta lavorando per proporre in tempi brevi la legge di attuazione della legge n. 97 sulla montagna, approvata in chiusura della precedente legislatura, che assegna pochi finanziamenti, soltanto 20 miliardi sul piano nazionale, per cui il soccorso integrativo dei nostri 4 miliardi e mezzo è importante. Ma soprattutto questa legge incide fortemente a livello di normative liberando la montagna dall'onere di dover soggiacere a normative giuridiche, amministrative e finanziarie proprie ed applicabili soltanto nelle zone dove vivono i Consiglieri Chiezzi e Nerviani, cioè nelle grandi zone della pianura per essere invece adattabili specificatamente all'area della montagna.
Dice una poesia scritta da un partigiano montanaro: "Quella pianura dove troppo spesso appassiscono le idee e i rododendri". Quindi, la montagna è grata che si sia pensato alla sua funzione economica e alla sua condizione di essere territorio dove si producono invece le idee e i rododendri.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, passiamo all'esame del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 38.
L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 38.
L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 38.
L'art. 3 è approvato.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 hanno risposto SI 36 Consiglieri.
L'intero testo della legge è approvato.


Argomento:

Interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno (annunzio)


PRESIDENTE

Le interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenute all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale verranno allegate al processo verbale dell'adunanza in corso.



PRESIDENTE

La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19,25)



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