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Dettaglio seduta n.286 del 05/07/94 - Legislatura n. V - Sedute dal 6 maggio 1990 al 22 aprile 1995

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 6) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Cerchio, Fiumara e Pozzo.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Esame proposta di deliberazione n. 954: "Dimissioni del signor Carlo Federico Grosso dalla carica di Consigliere regionale e relativa surrogazione (ai sensi dell'art. 16 della legge 17/2/1968, n. 108)"


PRESIDENTE

Passiamo al punto 7) all'o.d.g., che prevede l'esame della proposta di deliberazione n. 954.
In data 30 giugno 1994 ho ricevuto dal Consigliere Grosso la seguente lettera: "Il sottoscritto Carlo Federico Grosso, Consigliere regionale, essendo stato eletto dal Parlamento a camere riunite quale componente laico del Consiglio Superiore della Magistratura, presenta le dimissioni da Consigliere regionale".
Dobbiamo d'ufficio procedere alla surroga. Pertanto ha la parola il Consigliere Majorino, nella qualità di Presidente della Giunta delle Elezioni.



MAJORINO Gaetano

Presidente, colleghi Consiglieri, in seguito alla lettera di dimissioni del Consigliere Carlo Federico Grosso, in conseguenza della sua elezione al Consiglio Superiore della Magistratura - per la cui nomina, a titolo personale e del Gruppo, formulo le più vive felicitazioni ed auguri per la meritata ascesa, sua e quella di un altro torinese, l'avv. Gianvittorio Gabri, a questa alta carica istituzionale nella quale certissimamente senza retorica, sapranno portare la loro esperienza e professionalità - si è riunita la Giunta delle Elezioni, la quale ha preso atto delle dimissioni del Consigliere Carlo Federico Grosso e, in base alla legge, ha rilevato che il primo degli esclusi, dopo il Consigliere Grosso, nelle elezioni del 1990 è stato il signor Donato Adduci, per il quale viene proposta al Consiglio la proclamazione a Consigliere.
Come da regolamento, entro 90 giorni da oggi, la Giunta delle Elezioni verificherà se dovessero sussistere, per avventura o in base alla legislazione vigente, motivi di incompatibilità od ineleggibilità. Allo stato attuale in base allo Statuto, alle leggi e al regolamento, la Giunta delle Elezioni unanime propone la surroga del Consigliere Grosso con il signor Donato Adduci.



PRESIDENTE

Aggiungo le congratulazioni del Consiglio a quelle già formulate dal Presidente della Giunta delle Elezioni al Consigliere Grosso, il quale ha chiesto la parola. Ne ha facoltà.



GROSSO Carlo Federico

La ringrazio, signor Presidente. E' l'ultima volta che prendo la parola in quest'aula, che mi ha visto Consigliere regionale per quasi quattro anni.
Per certi versi, è stata un'esperienza significativa, per altri versi un'esperienza che mi ha sollevato molti problemi sulla realtà delle istituzioni in questo periodo.
Il caso ha voluto che lasci il Consiglio regionale per occuparmi di problemi diversi, problemi di giustizia, a Roma.
In quest'aula ho cercato di dire sempre apertamente quello che pensavo con estrema chiarezza e trasparenza. E' una caratteristica che ho sempre cercato di avere. Per questo qualcuno mi apprezza, mentre qualcuno mi ha attaccato anche giustamente.
A Roma penso che mi comporterò nello stesso modo, cercando sempre di esprimere con estrema chiarezza il mio pensiero, anche quando questo non collimasse del tutto con quello dei miei compagni di partito e di gruppo.
Lascio quest'aula in un momento difficile per il nostro Paese e per la vita della Regione. Auguro veramente di cuore a questa Giunta, che io ho sottoscritto, ma che non ho votato, di riuscire a portare avanti fino in fondo il mandato conferitole dal Consiglio.
Ringrazio l'ottimo Presidente, verso il quale ho sempre avuto grossa stima, l'ottimo Vicepresidente e la compagna di Giunta estremamente seria.
Il mio augurio veramente più sincero.
Vorrei anche ringraziare la Presidente del Consiglio, con la quale ho diviso la responsabilità di quest'aula per due anni e mezzo, fino al momento in cui alcune vicende hanno voluto che lasciassi la Vicepresidenza del Consiglio. La ringrazio per la collaborazione sempre leale e cordiale è stato per me il periodo indubbiamente più interessante in quest'aula.
Grazie a tutti i Consiglieri.



(Applauso da parte dei presenti)



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere. Le ricambio di cuore le considerazioni sulla collaborazione che abbiamo avuto, con l'augurio che la sua esperienza romana possa essere di soddisfazione per lei ed importante per il compito altissimo a cui è chiamato insieme agli altri componenti del Piemonte.
Pongo in votazione la proposta di prendere atto delle dimissioni del Consigliere Carlo Federico Grosso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Il Consiglio approva all'unanimità dei 36 Consiglieri presenti.
Pongo in votazione la proposta di prendere atto che al Consigliere Carlo Federico Grosso subentra, nella Circoscrizione di Torino, nella lista avente il contrassegno PCI, ai sensi dell'art. 16 della citata legge n.
108/68, il signor Donato Adduci.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Il Consiglio approva all'unanimità dei 37 Consiglieri presenti.
Dichiaro pertanto la predetta deliberazione (non soggetta a controllo ai sensi del DL n. 40/93) immediatamente eseguibile ed invito il signor Donato Adduci, che con dichiarazione in data odierna ha accettato la nomina a Consigliere, a prendere posto in aula qualora si trovi nelle vicinanze.
Per quanto attiene alla convalida della carica di Consigliere del signor Donato Adduci, l'art. 17 della legge n. 108/68 prevede che "al Consiglio regionale è riservata la convalida dell'elezione dei propri componenti, secondo le norme del suo Regolamento interno".
A tal fine, l'art. 16 del Regolamento stabilisce che l'esame delle condizioni di ciascuno dei Consiglieri eletti sia effettuato dalla Giunta delle Elezioni, la quale proporrà successivamente al Consiglio regionale l'adozione dei provvedimenti conseguenti.
Prima di riprendere l'esame del progetto di legge n. 421, riguardante l'individuazione delle Aziende Sanitarie Regionali, sospendo la seduta per alcuni minuti.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 15,42, riprende alle ore 15,45)


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione) - Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Esame progetto di legge n. 421: "Individuazione delle Aziende Sanitarie Regionali" - Presentazione relativo ordine del giorno (seguito)


PRESIDENTE

La seduta riprende.
Proseguiamo l'esame del progetto di legge n. 421, di cui al punto 8) all'o.d.g., con la votazione del relativo articolato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 voti favorevoli 22 voti contrari 5 astensioni 4.
L'art. 3 è approvato.
ART. 4 Emendamento presentato dai Consiglieri Calligaro, Giuliano, Miglio Maggiorotti, Chiezzi e Bosio: 1) l'art. 4 del disegno di legge n. 421 viene così sostituito: "Art. 4 - Distretti socio-sanitari di base.
1. L'ambito territoriale di ciascuna USSL della Regione Piemonte, come definito dalla presente legge regionale, si articola in distretti socio sanitari di base (ssb).
Il distretto ssb costituisce l'ambito del decentramento organizzativo funzionale dei servizi extra-ospedalieri sia sanitari sia socio assistenziali di base nel territorio della USSL.
Gli ambiti territoriali dei distretti ssb sono definiti con deliberazione della Giunta regionale, sentita la Commissione consiliare competente, sulla base delle proposte obbligatoriamente formulate al direttore generale della USSL dalla Conferenza dei Sindaci, di cui all'art. 3, comma quattordicesimo, del DL 30/12/1992 n. 502, e da questa espressa entro 30 giorni dal suo insediamento.
Le proposte verranno trasmesse alla Giunta regionale dal direttore generale entro 7 giorni dalla loro ricezione.
2. La dimensione territoriale dei distretti ssb è determinata sulla base dei seguenti criteri: a) il bacino territoriale deve rispondere ai caratteri di omogeneità storico-culturale e di coerenza economico-sociale b) ciascun distretto ssb deve coincidere con uno o più Comuni, ovvero con una Comunità montana, ovvero con una o più circoscrizioni in cui il Comune è diviso, od anche frazioni di queste in relazione alla densità della popolazione residente se superiore ai limiti indicati al comma seguente c) ciascun distretto ssb deve comprendere, di norma, una popolazione non inferiore ai 40.000 abitanti e non superiore ai 60.000 abitanti, fatti salvi gli ambiti territoriali delle Comunità montane che devono coincidere con quelli del distretto ssb d) in ragione delle dimensioni così definite, ciascun distretto ssb si distingue tipologicamente in distretto pluricomunale, comunale subcomunale e) i parametri di delimitazione e le tipologie di cui ai commi precedenti del presente articolo devono in ogni caso consentire l'organizzazione delle strutture tecnico-funzionali per l'erogazione coordinata ed integrata dei servizi territoriali minimi essenziali, sia sanitari sia socio-assistenziali f) in quanto organizzazione socio-sanitaria del territorio, le strutture di cui al precedente comma devono essere garantite anche nell'ipotesi che nel distretto ssb abbia ubicazione un presidio ospedaliero od una qualsiasi struttura di ricovero, fatte salve le opportune integrazioni funzionali specie per ciò che concerne l'impiego nelle attività proprie al distretto di personale medico specialistico e di risorse strumentali.
3. I distretti ssb sono strutture organizzative della USSL. che assicurano prestazioni di prevenzione, cura e riabilitazione nell'ambito dell'assistenza sanitaria di base e specialistica territoriale sia mediante erogazione diretta sia organizzando l'accesso dei cittadini ad altri presidi o strutture.
In particolare, ciascun distretto ssb deve essere dotato di un idoneo apparato strutturale-funzionale costituente la rete territoriale pubblica dei seguenti servizi extra-ospedalieri: a) servizio assistenza sanitaria di base: assistenza medica di medicina generale di pediatria di base guardia medica domiciliare notturna, festiva e prefestiva, in collegamento con l'assistenza sanitaria in emergenza (118) assistenza infermieristica ambulatoriale e domiciliare attività di medicina scolastica e di pediatria di comunità (consultorio pediatrico e vaccinazioni infantili obbligatorie) assistenza domiciliare integrata, costituita dal complesso di prestazioni mediche, infermieristiche, riabilitative, socio-assistenziali rese al domicilio del cittadino in forma integrata e secondo piani individuali programmati di assistenza b) servizio specialistico territoriale: centro unificato di prenotazioni per prestazioni specialistiche e di diagnosi strumentale e di laboratorio attività ambulatoriali specialistiche territoriali attività consultoriali familiari ex legge n. 405/75 attività di neuropsichiatria infantile attività territoriali di riabilitazione, sia dirette ai minori sia dirette agli adulti attività di ospedalizzazione domiciliare, costituita dal complesso dei servizi volti all'effettuazione nel luogo di vita dell'ammalato dei principali interventi diagnostici e terapeutici eventualmente integrati per prestazioni, da brevi presenze in ospedale attività residenziali (RSA), per il trattamento post-ospedaliero degli anziani e dei disabili non autosufficienti con gravi patologie croniche, oppure malati in fase terminale e malati con patologie evolutive attività educative e riabilitative psico-sociali semiresidenziali dirette a persone con patologia cronica o progressiva (anziani e disabili gravi non autosufficienti) non inseribili in normale attività educativa successiva all'età scolarizzabile o lavorativa.
Le attività dirette a persone anziane non autosufficienti sono coordinate ed integrate dall'Unità valutativa geriatrica da intendersi quale gruppo multidisciplinare che individua il percorso idoneo per ciascun malato; tali servizi operano in stretta correlazione con la Divisione ospedaliera di geriatria comprendente anche il Day Hospital geriatrico c) SERT - Servizio contro le tossicodipendenze e le alcoldipendenze d) servizio territoriale di salute mentale, per l'assistenza psichiatrica di base, articolato in: unità territoriale di salute mentale attività di assistenza domiciliare comunità alloggio e residenze protette attività di prevenzione e) attività territoriali di igiene e sanità pubblica e veterinaria articolate in: unità territoriale epidemiologica e per la profilassi delle malattie trasmissibili e non trasmissibili unità territoriale per la tutela della salute dei lavoratori unità territoriale per l'igiene degli alimenti e per la tutela della salute animale (allevamenti e luoghi di produzione).
Tali attività si attueranno in stretto coordinamento funzionale ed operativo con le strutture decentrate di secondo livello dell'Agenzia regionale per l'igiene ambientale.
4) Il distretto ssb organizza i servizi amministrativi strumentali di supporto alle prestazioni di cui ai precedenti commi, assicurando anche i collegamenti fuori del distretto stesso e provvedendo altresì alla costituzione di un apposito ufficio per informazioni e reclami, anche in relazione alla legge n. 241/90.
5) Il distretto ssb promuove le iniziative di educazione alla salute riferite alla promozione del benessere globale dei cittadini ed alla rimozione dei fattori di rischio individuali e collettivi presenti nel territorio, coordinando le iniziative proprie ai diversi servizi afferenti al distretto e concordando tali attività con gli Enti locali di riferimento e con le associazioni di volontariato presenti ed attive.
6) Il distretto ssb promuove ed attiva iniziative di formazione permanente, aggiornamento e di verifica e revisione di qualità dirette agli operatori dipendenti e convenzionati attivi nel contesto territoriale di competenza.
7) I distretti ssb svolgono altresì le attività socio-assistenziali gestite dalla USSL per conto degli Enti locali ai sensi dell'art. 3, comma terzo, del DL 30/12/1992, n. 502, assicurandone la piena integrazione con le attività di assistenza sanitaria.
8) Ai distretti ssb è attribuita autonomia economico-finanziaria con contabilità separata all'interno del bilancio della USSL. disciplinata dalla normativa regionale concernente la gestione economica, finanziaria e patrimoniale delle UU.SS.SS.LL.
9) Ad ogni distretto ssb è preposto, su nomina e delega del direttore generale della USSL. un responsabile in possesso dei requisiti e con le funzioni da stabilirsi nella legge regionale sull'organizzazione ed il funzionamento delle UU.SS.SS.LL.
Il responsabile del distretto ssb esercita la sua funzione avvalendosi dell'apporto e delle competenze professionali dell"quipe multidisciplinare distrettuale.
Modalità per l'individuazione dei componenti, funzioni e compiti di tale 'quipe verranno definiti dalla legge regionale sull'organizzazione e funzionamento delle UU.SS.SS.LL.
10) In relazione all'ambito territoriale di riferimento del distretto ssb il Sindaco o l'Assemblea dei Sindaci dei Comuni afferenti all'ambito distrettuale, ovvero il Consiglio della Comunità montana ovvero il Presidente o la Conferenza dei Presidenti di Circoscrizione, quale emanazione della Conferenza dei Sindaci di cui all'art. 3 del DL n. 502/92 esercitano funzioni di indirizzo e di verifica delle attività del distretto ssb tenuto conto dei vincoli programmatici e di bilancio della USSL.
A tale fine trasmettono note di proposta e valutazione, con cadenza almeno semestrale, al direttore generale per il tramite del responsabile di distretto ssb. Tali note faranno peculiare riferimento alla periodica (semestrale) relazione del distretto, che il responsabile è tenuto a trasmettere ai succitati organismi rappresentativi.
Per la stesura delle periodiche note di proposta e di valutazione, la Conferenza dei Sindaci, ovvero gli altri organi di rappresentanza precedentemente citati si avvarranno dell'apporto e delle indicazioni espresse dai cittadini nel corso di assemblee pubbliche specificamente convocate, nonché dell'audizione dei rappresentanti di specifiche categorie di cittadini.
I poteri degli organismi rappresentativi citati si esprimono nei settori seguenti: vigilanza sulle attività del distretto ssb (nel campo sanitario socio assistenziale ed amministrativo); sulla qualità e modalità delle prestazioni, sulla correttezza ed imparzialità nei rapporti con i cittadini; sui costi delle attività segnalazione di eventuali irregolarità, illegittimità, irregolarità riscontrata conoscenza ed accertamento, in riferimento al potere di conoscere provvedimenti, anche preliminari e preparatori, di prenderne visione ed estrarne copia audizione di cittadini singoli od associati informazione: gli organi rappresentativi possono dare comunicazione ai cittadini del distretto dell'opera di vigilanza svolta, salvo condizioni di legge che impongano il rispetto di segreto.
11) Il responsabile di distretto ssb ha piena facoltà di chiedere audizione al direttore generale e deve essere comunque sentito almeno mensilmente i responsabili dei distretti ssb della stessa USSL sono convocati almeno trimestralmente dal direttore generale al fine di verificare l'andamento complessivo delle attività distrettuali, ovviare a carenze integrare le risorse professionali e strumentali individuando le possibili sinergie, definire ed aggiornare i piani di attività e spesa".
La parola al Consigliere Maggiorotti.



MAGGIOROTTI Piergiorgio

Ritiro l'emendamento, ma prego l'Assessore Cucco di recepirlo come documento di lavoro.
Personalmente ho tentato di dare ordine ai contenuti di un articolo quello sui distretti, che mi paiono formulati disorganicamente, con dimenticanze cui si potrà ovviare nel corso della discussione con emendamenti alternativi che abbiamo presentato.



PRESIDENTE

L'emendamento n. 1) è pertanto ritirato.
Emendamento presentato dai Consiglieri Goglio, Gallarini Masaracchio, Vetrino e Cantore: 2) al comma primo sono abolite le parole "dotato di autonomia organizzativa".
La parola all'Assessore Cucco.



CUCCO Vincenzo, Assessore regionale

La Giunta è completamente contraria, perché non si può abolire l'autonomia organizzativa a livello distrettuale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pier Luigi

E' una dichiarazione-illustrazione, anche se siamo già stati anticipati dalla risposta della Giunta.
Ovviamente il nostro emendamento va in direzione opposta a quello ritirato dai Consiglieri Calligaro e Maggiorotti. Mentre loro, in modo molto articolato, chiedevano che l'autonomia non fosse solo organizzativa ma anche fiscale, cioè l'autonomia di un budget intorno al quale il distretto potesse programmare le proprie attività, noi riteniamo che in questo momento il distretto debba dipendere in modo gerarchico dall'USSL.
Non siamo contrari all'articolazione del distretto, anche se in questa sede ci viene da immaginare che ci saranno distretti di serie A e di serie B perché esistono i distretti all'interno delle UU.SS.SS.LL., così come sono state configurate fino ad oggi, ed esistono i distretti delle UU.SS.SS.LL.
così come saranno accorpate quando il disegno di legge sarà approvato.
Ci interroghiamo però sul trattamento riservato ai vari distretti: quelli esistenti, che in molte realtà sono insignificanti ed esistono solo sulla carta, e quelli che, in funzione degli accorpamenti fra diverse UU.SS.SS.LL. - ognuna delle quali ha avuto fino ad oggi una sede propria sicuramente hanno una corposità maggiore.
Se non c'è una dipendenza gerarchica fiscale, organizzativa e di controllo da parte della USSL. si va verso una disomogeneità e un'eterogeneità organizzativa e funzionale tale per cui all'interno della Regione Piemonte ci saranno livelli molto differenziati che andranno a scapito del servizio.
Riteniamo che l'applicazione delle mansioni contenute nell'art. 4 relativamente alle competenze dei distretti, sia uno scadimento della qualità dei servizi. Si potrebbe pervenire gradualmente ad un'altra soluzione, ma riteniamo che attualmente non ci siano le condizioni affinch questo accada.
Il livello delle prestazioni affidate a specialisti all'interno dei distretti - specialisti sulle cui prestazioni non possiamo giurare ciecamente - ci fanno credere che l'autonomia organizzativa ora non debba essere concessa.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rabellino.



RABELLINO Renzo

Il non accoglimento di questo emendamento, a mio parere, va esattamente contro a quello che si è detto finora. In base alla formulazione della legge, i distretti hanno dei compiti un po' vaghi e delle strutturazioni demandate troppo alle UU.SS.SS.LL. che andiamo a costituire.



CUCCO Vincenzo, Assessore regionale

Stiamo parlando dello stesso emendamento?



CUCCO Vincenzo, Assessore regionale

RABELLINO



CUCCO Vincenzo, Assessore regionale

Stiamo parlando dell'emendamento presentato dal Consigliere Gallarini.
L'emendamento dà indicazioni molto precise in tale senso, che seguono esattamente la logica sostenuta finora, stando a quello che la Giunta ha detto finora.



CUCCO Vincenzo, Assessore regionale

Va nel senso di cancellare i distretti.



RABELLINO Renzo

Ma non è assolutamente vero! E' esattamente il contrario, va a dare un maggiore peso ai distretti.



GALLARINI Pier Luigi

Sta intervenendo sull'emendamento sbagliato.



RABELLINO Renzo

Allora mi sono perso io. Sarebbe meglio leggere i testi degli emendamenti.



PRESIDENTE

Infatti l'avevo letto. Comunque lo ripeto: al comma primo sono abolite le parole "dotato di autonomia organizzativa".



RABELLINO Renzo

Stavo intervenendo sull'emendamento successivo.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, pongo in votazione l'emendamento n. 2) non accolto dalla Giunta.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 7 voti favorevoli, 23 contrari e 4 astensioni.
Emendamento presentato dai Consiglieri Goglio, Gallarini Masaracchio, Vetrino e Cantore: 3) al comma primo, terza riga, aggiungere le parole "e socio assistenziali di base".
La parola all'Assessore Cucco.



CUCCO Vincenzo, Assessore regionale

La Giunta lo accoglie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pier Luigi

Mi fa piacere che la Giunta abbia accolto l'emendamento, anche perch immagino avrà fatto le stesse nostre considerazioni.
Il servizio socio-assistenziale necessiterebbe di una profonda revisione della legge n. 20 parecchio datata - dicevamo la volta scorsa che gran parte di questa legge è molte volte inapplicata perché inapplicabile.
Ci sembra di vedere nel distretto l'unico momento di coordinamento per quanto riguarda il servizio socio-assistenziale. Molte volte nelle realtà periferiche vi è l'impossibilità pratica di coordinare, all'interno dei Comuni, azioni di sostegno del servizio socio-assistenziale.
Nelle realtà del Novarese tre o quattro anni fa era stata fatta l'ipotesi di inserire nel bilancio di ogni Comune, per gli ex Piani CEE ed attività socio-assistenziali, mille lire per ogni abitante. Ci sembra una cifra abbastanza irrisoria rispetto al monte globale dei bilanci comunali.
Ad oggi, 1994, non è stato ancora possibile arrivare ad un coordinamento in modo da sensibilizzare i Comuni nei confronti di questi problemi e tale da far predisporre gli stanziamenti.
Esprimiamo quindi soddisfazione per l'accoglimento da parte della Giunta di questa indicazione, che vuole istituire un coordinamento non solo in campo sanitario, perché talvolta il servizio sanitario e quello socio assistenziale in periferia sono difficilmente scorporabili.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, pongo in votazione l'emendamento n. 3) accolto dalla Giunta.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 40 voti favorevoli e 1 astensione.
Emendamento presentato dai Consiglieri Maggiorotti, Chiezzi e Calligaro: 4) dopo il comma primo è inserito il seguente comma 1 bis: "Ai distretti ssb è attribuita autonomia economico-finanziaria con contabilità separata all'interno del bilancio della USSL. disciplinata dalla normativa regionale concernente la gestione economica, finanziaria e patrimoniale delle UU.SS.SS.LL.".
La parola all'Assessore Cucco.



CUCCO Vincenzo, Assessore regionale

La Giunta accoglie l'emendamento. L'accoglimento dell'emendamento assolutamente condivisibile dal punto di vista del principio, renderà forse più pesante la definizione del bilancio delle nuove UU.SS.SS.LL. Ma poich il maggiore peso avrà come corrispettivo una maggiore autonomia dei distretti, senza peraltro cancellare la responsabilità dei direttori generali, che rimane completa, riteniamo di accoglierlo.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 4).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 24 voti favorevoli, 5 contrari e 1 astensione.
Emendamento presentato dai Consiglieri Rabellino, Majorino e Masaracchio: 5) al comma terzo, dopo le parole "delle seguenti attività", si aggiungono le parole "a) l'attività di pronto intervento".
La parola all'Assessore Cucco.



CUCCO Vincenzo, Assessore regionale

La Giunta non accoglie l'emendamento. Come ho già detto precedentemente le attività di Pronto Intervento, così come indicate nell'emendamento, non possono essere organizzate a livello distrettuale, perché non ci sono le condizioni per creare un Pronto Intervento efficace per ciascun distretto regionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rabellino.



RABELLINO Renzo

Le cose dette dall'Assessore sono abbastanza scontate, però tale emendamento tendeva a tutelare comunque il servizio. Oggi andiamo ad accorpare alcune UU.SS.SS.LL., creando 22 punti, senza però prevedere una diversa dislocazione, dal punto di vista legislativo, del Pronto Intervento.
Per quanto riguarda il Pronto Soccorso, che è l'esigenza basilare quella che la gente ritiene più importante, ci troviamo di fronte ad una Giunta che emana una legge che prevede un certo snellimento della struttura sanitaria, dando a latere la garanzia che certi servizi non verranno soppressi. Di scritto, però, non c'è nulla.
Crediamo alla buona fede di questa Giunta, ma fra un anno cambierà il governo regionale, ce ne sarà un altro, il quale, appellandosi a questa legge, potrà sopprimere i servizi che questa maggioranza e questa Giunta ci hanno garantito a parole.
L'emendamento presentato aveva come finalità quella di offrire garanzie al cittadino, mettendo per iscritto alcune cose, in modo da impegnare anche le future Amministrazioni regionali a rispettare le promesse fatte da questa maggioranza, la quale dice: "I servizi non verranno toccati".
Capisco perfettamente la volontà di creare, come logicamente deve essere decine e decine di distretti sul territorio; dobbiamo però garantire che questi abbiano compiti principali e fondamentali; il discorso del Pronto Intervento, cioè del Pronto Soccorso in linea generale, è uno degli elementi primari.
Per cui, se non è così, si ricerchi un'altra soluzione per garantire al cittadino che dall'accorpamento non si determinerà un disservizio, perch fra un anno ci troveremo di fronte altri interlocutori.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, pongo in votazione l'emendamento n. 5) non accolto dalla Giunta.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 7 voti favorevoli, 25 contrari e 4 astensioni.
Emendamento presentato dai Consiglieri Bortolin, Peano e Mandrino: 6) al punto 3, dopo la lettera m), aggiungere la seguente lettera: "n) attività territoriali psichiatriche e per le tossicodipendenze".
La parola all'Assessore Cucco.



CUCCO Vincenzo, Assessore regionale

Questo emendamento è accolto.



PRESIDENTE

Non essendovi dichiarazioni di voto, pongo in votazione l'emendamento n. 6).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Per difficoltà di voto, si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 37 Consiglieri si sono astenuti 6 Consiglieri.
L'emendamento è approvato.
Emendamento presentato dai Consiglieri Maggiorotti e Calligaro: 7) al comma terzo, punto 3), dopo la lettera m), aggiungere la seguente lettera: "n) attività di medicina legale".
La parola all'Assessore Cucco.



CUCCO Vincenzo, Assessore regionale

Chiedo ai sottoscrittori di non costringermi a prendere una posizione.
Come su tantissime altre materie, anche su questa dovremmo specificare ogni specialità.
Per quanto riguarda la medicina legale non è detto che possa essere gestita a livello di un distretto: bisogna considerarne la dimensione nonché la capacità di svolgere effettivamente tale servizio. Non possiamo decidere oggi che sicuramente in tutti i distretti ci sarà un Servizio di medicina legale.
Dichiaro di essere contrario.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Maggiorotti.



MAGGIOROTTI Piergiorgio

Manteniamo l'emendamento per evitare il rischio che a qualcuno venga in mente - a meno che sia specificato in dettaglio - di eliminare, ad esempio le Commissioni di invalidità civile ora sufficientemente decentrate a livello territoriale.
Non vorrei che qualche direttore generale decidesse che è più economico accentrare tutto nel centro della USSL. scelta questa che, pensando ai territori di alcune UU.SS.SS.LL. previste, sarebbe veramente deleteria.
D'altra parte, le attività di medicina legale non riguardano soltanto le Commissioni per gli invalidi civili, ma anche le certificazioni; c'è tutta una serie di attività che vanno, a mio parere, decentrate al massimo perché necessitano di distribuzione capillare sul territorio.



PRESIDENTE

L'Assessore Cucco mantiene la sua posizione.
Ha chiesto la parola il Consigliere Calligaro; ne ha facoltà.



CALLIGARO Germano

Già oggi a livello di moltissimi distretti queste attività si svolgono.



CALLIGARO Germano

CUCCO, Assessore regionale



CALLIGARO Germano

Infatti, sono moltissime le attività che a livello distrettuale possono essere distribuite o non distribuite. Comprendo e condivido la preoccupazione del Consigliere Maggiorotti...



CALLIGARO Germano

Non si può andare a ritirare un qualsiasi certificato al centro dell'USSL. altrimenti...



CUCCO Vincenzo, Assessore regionale

Per raccogliere lo spirito dell'emendamento, posso accogliere la proposta come raccomandazione affinché l'attività del governo regionale sia oculata ed eviti che accada quello che il Consigliere Maggiorotti ha detto.
Oltre a questo però non credo si possa andare, altrimenti forziamo troppo la legge.



PRESIDENTE

Poiché i presentatori lo mantengono, pongo in votazione l'emendamento n.
7).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 11 voti favorevoli, 20 contrari e 4 astensioni.
Emendamento presentato dai Consiglieri Mollo, Bortolin e Peano: 8) il comma quarto è così riformulato: "A livello distrettuale sono altresì svolte attività di competenza del dipartimento di prevenzione, in raccordo con l'agenzia di protezione ambientale regionale di cui alla L.R. n. 61/94".
La parola all'Assessore Cucco.



CUCCO Vincenzo, Assessore regionale

La Giunta accoglie l'emendamento.



PRESIDENTE

Pongo quindi in votazione l'emendamento n. 8).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 32 voti favorevoli e 2 astensioni.
Emendamento presentato dai Consiglieri Rabellino, Majorino e Masaracchio: 9) al comma quinto, lettera a), dopo le parole "con uno o più Comuni ovvero", si aggiungono le parole "per il Comune di Torino,".
La parola all'Assessore Cucco.



CUCCO Vincenzo, Assessore regionale

Non è accolto.



PRESIDENTE

Non essendovi dichiarazioni di voto, pongo in votazione l'emendamento n.
9).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 6 voti favorevoli, 30 contrari e 4 astensioni.
Emendamento presentato dai Consiglieri Peano, Bortolin e Beltrami: 10) al comma quinto, lettera c), alle parole "ciascun distretto che insiste su aree montane e particolarmente.., a 20.000 abitanti" sostituire la "e" con ";".
Consigliere Peano, può spiegare la ratio di questo emendamento?



PEANO Piergiorgio

La lettera c) è formata da due frasi. L'emendamento è per sospendere le due frasi e precisarle meglio.
E' scritto "ciascun distretto che insiste su aree montane o particolarmente disagiate può comprendere una popolazione anche inferiore a 20.000 abitanti"; potremmo mettere un punto se volessimo, "comunque non inferiore alla popolazione delle Comunità montane il cui territorio, in precedenza all'entrata in vigore della presente legge, coincideva con una USSL e deve essere dotato degli stessi servizi".



PRESIDENTE

Non scorre, colleghi. Era meglio prima.



CUCCO Vincenzo, Assessore regionale

Il punto e virgola doveva sostituire un allungamento del periodo, in realtà non c'è...



PRESIDENTE

C'è un verbo in più.



CUCCO Vincenzo, Assessore regionale

E' soltanto una questione grammaticale.



PEANO Piergiorgio

Ritiriamo l'emendamento.



PRESIDENTE

L'emendamento n. 10) è pertanto ritirato.
Emendamento presentato dai Consiglieri Vaglio, Bodrero, Masaracchio Majorino, Goglio, Cantore, Sartoris, Porcellana, Marchini e Garino: 11) al comma quinto, la lettera c) è sostituita dalla seguente: "Indipendentemente dal numero di abitanti, ogni Comunità montana costituisce almeno un distretto".
La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Signora Presidente e colleghi, non voglio sottrarre l'illustrazione dell'emendamento al collega che l'ha predisposto.
Suggerirei all'Assessore, prima di respingerlo, di riflettere sull'opportunità di una dizione che dica: "Salvo diversa determinazione della Giunta da assumersi entro 90 giorni, le Comunità coincidono con il distretto".
Mi rendo conto che non è sostenibile l'emendamento che ho sottoscritto.
Ritengo però che un confronto tra le Comunità montane e la materia della sanità probabilmente dovrebbe essere costruito, ipotizzando una fase interlocutoria.
Se fossi l'Assessore proverei a valutare se fosse accoglibile questo emendamento emendato: "Salvo diverse determinazioni della Giunta"; oppure al contrario: "Con riserva della Giunta di definire entro 30/60 giorni".
Siccome ci troveremo di fronte all'ipotesi che alcune Comunità montane saranno distretti dal punto di vista funzionale (perché, combinazione, i servizi e gli abitanti coincidono con la Comunità!), lo stesso comma farà sì che per altre Regioni le Comunità coincidano con distretti; ma ci saranno altre situazioni in cui particolari aree montane non capiranno perché sul loro territorio non c'è il distretto.
Speravo con questo emendamento di ricostruire l'occasione per la Giunta di verificare l'opportunità di modulare una situazione diversa, e qualora ciò non fosse possibile, spiegarne il motivo alle relative Comunità per evitare il crescere del contenzioso sul territorio.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cucco.



CUCCO Vincenzo, Assessore regionale

Comprendo la preoccupazione del Consigliere Marchini, ma non condivido il meccanismo.
Non è accettabile l'ipotesi che tutte le attuali Comunità montane possano essere distretti, perché fra le attuali Comunità montane alcune hanno un numero di popolazione che renderebbe assolutamente velleitaria qualsiasi ipotesi di creazione di un distretto.
Precostituire una situazione, come quella che ipotizza il Consigliere Marchini, significa garantire che comunque tutte le Comunità possano essere distretto: poi vai a spiegare loro perché lo togli! Il meccanismo dovrebbe essere inverso: stabiliamo i criteri con i quali si costituiscono dei distretti e specificatamente per gli ambienti montani ma senza precostituire il diritto da parte di tutte le Comunità montane di essere distretto. Così com'è formulato si garantisce a tutti di avere un distretto, e successivamente si riducono. In questo modo è molto più complesso.
Se la preoccupazione assolutamente condivisibile è che per le aree montane ci sia una particolare attenzione, trasformiamo l'emendamento in una raccomandazione, in un documento d'intenti che la Giunta può accogliere per porre particolare attenzione a questo argomento. Così com'è non lo possiamo accogliere, perché precostituirebbe una situazione che neanche adesso esiste, perché neanche adesso tutte le Comunità montane hanno le UU.SS.SS.LL.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rabellino.



RABELLINO Renzo

Da quello che si è detto, emerge che non c'è alcuna garanzia di tutela delle Comunità montane; quindi, sarebbe opportuno inserire nella legge qualche meccanismo affinché anche le Comunità montane siano tutelate.
E' illegittimo accampare il fatto che nelle Comunità montane ci sono pochi abitanti, perché sappiamo perfettamente che le zone montane hanno subìto un processo di spopolamento notevole. Tuttavia non si possono smantellare completamente i servizi, e anche se sarà costoso mantenerli devono essere minimamente tutelati. E' vero che, elettoralmente, non sono interessanti, però almeno garantiamo un minimo di servizi, altrimenti ci troviamo ad avere inserito delle Comunità montane in mega USSL addirittura con zone ad alta concentrazione urbana, mentre a queste aree, forzatamente inserite in un contesto completamente estraneo al loro, non diamo un minimo di garanzia.
E' abbastanza grave il fatto che non si vada a specificare una regolamentazione di questo tipo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vaglio.



VAGLIO Roberto

Assessore Cucco, io protesto, e protesto ancora più fortemente a seguito delle rassicurazioni avute nella seduta scorsa. Noi avevamo detto chiaramente che non ci fidavamo di voi, per cui vi chiedevamo di riconoscere la specificità delle Comunità montane, riconoscendo delle UU.SS.SS.LL. montane. Ci era stato garantito che, in questa fase, ci sarebbe stato il rispetto delle specificità, rispetto che - devo a malincuore notare - non viene attuato.
Le pressioni dei Sindaci della Comunità montana Val Sesia, che minacciano le dimissioni, sono indebite. Ritengo non sia giusto ricorrere a questi mezzi estremi per vedere garantito e riconosciuto un proprio diritto.
Da adesso in avanti mi farò parte agente presso i Sindaci delle singole Comunità montane per ricordare che la loro specificità non solo non è riconosciuta, ma è beffeggiata dall'applicazione di questa legge.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Bortolin.



BORTOLIN Silvana

Parole molto dure quelle pronunciate dal Consigliere Vaglio, che peraltro ieri ha mancato l'appuntamento con i Sindaci della Val Sesia. Se fosse stato presente si sarebbe reso conto che i Sindaci sono molto responsabili, e che dalle dimissioni passeranno all'impegno per fare di quella zona uno dei distretti più funzionali e più funzionanti della Regione.
Sono d'accordo con l'Assessore Cucco a non accogliere l'emendamento perché all'art. 5, punto c) - e tenteremo con la collaborazione della Presidenza del Consiglio di riscrivere meglio questo articolo, in sede di stesura definitiva della legge vi è la garanzia per le Comunità montane dove vi è la possibilità, di istituire dei distretti.
Il Consigliere Vaglio, che è profondo conoscitore della montagna, sa che vi sono Comunità montane che comprendono meno di mille abitanti. Se in quella Comunità montana, con 1.000 abitanti o meno, vi sono le condizioni e la necessità di istituire un distretto, questo verrà fatto. Ma non si pu scrivere in legge una cosa del genere, perché obbligherebbe tutte le Comunità montane ad istituire un distretto con le funzioni che abbiamo voluto assegnare, anche con emendamenti aggiuntivi.
Se ci poniamo il problema di rendere efficiente la gestione della sanità e di contenere la spesa, come sta facendo l'attuale Governo di cui il Consigliere Vaglio è, a livello regionale, un rappresentante, è incoerente istituire un distretto in ogni Comunità.
Fate il conto della spesa che comporterebbe una tale decisione, e poi ragioniamo sull'emendamento che, come Gruppo, respingiamo.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Sartoris.



SARTORIS Anna

Anch'io ieri non ero presente a Borgosesia. Vorrei dire, però, che c'è una sottile differenza tra i Consiglieri che hanno votato contro e quelli che hanno votato a favore. I Consiglieri che "devono andare", vanno a giustificare alcune scelte impopolari ai loro amministratori. Ben diversa è la situazione di chi ha votato contro, e quindi non ha nulla di cui giustificarsi. Quindi, mentre per qualcuno certe assenze sono scontate, per altri sono necessarie.
Il vero problema è quello sollevato dalla collega Bortolin, cioè che la Giunta si può permettere di dire: "Sì, a questi lo concediamo, a questi altri non lo concediamo". E' questo il nodo. Quando per legge a tutti spetta qualcosa, si può far valere un diritto. Se invece quel diritto viene tutelato dal fatto che si ha una certa tessera o si è favorevoli a certe mutazioni genetiche di qualcuno, è chiaro che si ottiene. E' questo che a noi dispiace.
Con questo articolo si concede alla Giunta che in quel momento governa la Regione la discrezionalità di scegliere se quel distretto può esistere e se quella Comunità montana ne ha diritto o meno, perché quel "può" pu essere interpretato a favore o contro, perché "può" non vuol dire "deve".
Quindi, è sul "può" che non siamo d'accordo, perché magari per qualcuno si potrà e per qualcun altro non si potrà, ma non per motivi tecnici e reali ma per motivi di appartenenze politiche. Questo ci dà molto fastidio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Signor Presidente, l'indicazione rigorosa da noi sottoscritta viene giudicata dall'Assessore poco praticabile, ma la dizione del testo presentato è scorretta. Posto il tetto dei 20.000 abitanti, si viene a creare una situazione particolare: una Comunità montana coincidente con un'USSL. anche se conta un numero di abitanti inferiore a 20.000, pu rimanere distretto, ma così non è se la stessa, precedentemente, è stata solo sede di distretto e non di USSL. Quella che ho descritto mi sembra un'incongruenza non voluta, ma oggettiva.
Si dà per scontata l'ipotesi che sotto i 20.000 abitanti possa comunque esistere un'USSL: in tal caso, la Comunità montana, pur con un numero di abitanti inferiore a 20.000, può divenire sede di distretto; la stessa Comunità, all'interno di altra USSL. che distretto era, ora non lo sarebbe più.
E' questo il problema politico che può verificarsi: qualche Comunità potrebbe essere privata di qualcosa che prima aveva - e avrebbe avuto maggiormente se avesse fatto pressioni per avere l'USSL. poiché i numeri sarebbero stati gli stessi. A mio parere, quindi, se al posto di "e 'comunque' non inferiore a quello della popolazione..." scrivessimo "e 'di regola' non inferiore a quello della popolazione...", la nuova dizione consentirebbe qualche eccezione: un distretto può coincidere con una Comunità montana di un numero di abitanti inferiore a 20.000 senza che debba concorrere il requisito di essere stata in precedenza sede di USSL ferme restando le esigenze di carattere funzionale.
Se una Comunità montana con meno di 20.000 abitanti funzionalmente merita un distretto, la Giunta dovrebbe avere la discrezionalità di decidere.
L'Alta Valle di Susa sede di distretto ha meno di 20.000 abitanti, e si sente penalizzata perché inserita in un'USSL che termina territorialmente ad Orbassano. Ma la Comunità montana Alta Valle di Susa, che per alcune migliaia di abitanti non raggiunge il tetto minimo, può non essere più sede di distretto, anche se nei giorni di sabato e domenica conta 90/100 mila residenti-pendolari! A me sembra che la dizione "di regola" consenta alla Giunta quel tanto di manovrabilità per poter verificare l'applicabilità della norma a qualche singolo e marginale caso.
Suggerirei quindi di accogliere tale dizione, che consentirebbe qualche discrezionalità, lasciando poi al collega e all'Ufficio di Presidenza la redazione complessiva.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cucco.



CUCCO Vincenzo, Assessore regionale

Se si intende modificare la dizione "e comunque" in "e di regola" fatto salvo il principio secondo il quale la Giunta può selezionare e scegliere, non ho alcun problema ad accogliere l'emendamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Nerviani.



NERVIANI Enrico

Intervengo semplicemente per far rilevare che la dizione "di regola" produce al legislatore, e a chi applica la norma, problemi difficilmente superabili. Abbiamo incontrato mille volte la maledetta formulazione "di norma", "di regola": ci ha sempre creato più problemi di quanti fosse possibile sostenere. La raccomandazione è di una formulazione in termini precisi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Maggiorotti.



MAGGIOROTTI Piergiorgio

A mio parere occorre non confondere il livello di decentramento dei servizi: il consultorio "Pinco Pallo" esistente in una certa zona non verrà sicuramente chiuso se l'afflusso di persone al servizio è considerevole.
Credo occorra tenere conto del fatto che il tipo di distretto che stiamo disegnando è altra cosa rispetto ai distretti quali ce li immaginiamo attualmente: una distribuzione capillare - laddove è stata fatta, magari anche malamente - di servizi sul territorio. Altra cosa è il distretto quale quello che abbiamo disegnato, con grossa rilevanza programmatoria di gestione, di finanziamenti, di coinvolgimento di Sindaci, di verifica e validazione degli interventi effettuati.
Con ciò non intendo dire che il distretto non possa, a sua volta territorializzarsi ulteriormente: esiste un territorio nel cui ambito si possono definire delle aree di intervento.
Invito l'Assessore a chiarire se nella legge di organizzazione delle UU.SS.SS.LL. sarà prevista la capillarizzazione dei servizi sul territorio da definirsi secondo determinati standard e priorità. Altra cosa è il distretto quale lo stiamo disegnando. Un distretto che prevede un responsabile e degli uffici amministrativi in un territorio dove la popolazione non raggiunge i mille abitanti, a livello di economia di scala non mi sembra proponibile.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, si proceda alla votazione dell'emendamento n. 11) per appello nominale, come richiesto dai Consiglieri Rabellino, Sartoris e Vaglio.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 47 hanno risposto SI 9 Consiglieri hanno risposto NO 36 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'emendamento è respinto.
Emendamento presentato dal Consigliere Marchini: 12) al comma quinto, lettera c), sostituire le parole "e comunque" con le parole "e di regola".
La parola all'Assessore Cucco.



CUCCO Vincenzo, Assessore regionale

La Giunta accoglie l'emendamento, risottolineando le difficoltà che esistono nella definizione di questa materia, e dicendo al Consigliere Nerviani che ogni normativa, con tutti i termini che si possono inventare può essere oggetto di interpretazione differenziata. Non è una parola che modifica la legge.



VETRINO Bianca

La modifica sostanzialmente! Qui non si mantiene nessun principio Assessore Cucco. Nel momento in cui lei toglie "comunque" ...



CUCCO Vincenzo, Assessore regionale

Secondo lei, Consigliera.



VETRINO Bianca

Ma non secondo me, secondo l'italiano, a questo punto! Secondo l'interpretazione letteraria!



CUCCO Vincenzo, Assessore regionale

Secondo lei, Consigliera.



VETRINO Bianca

Lei ha dei modi, le assicuro, poco democratici.



CUCCO Vincenzo, Assessore regionale

Sarà lei poco democratica.



VETRINO Bianca

No, io no, le sto semplicemente dicendo che tra "comunque" e "di regola" c'è una grande differenza e lei non può dire che si mantiene il principio, perché qui non si mantiene nessun principio. Si annulla completamente il senso e quindi intervengono tutte altre motivazioni.
Diciamolo chiaramente: lei non può parlare da liberaldemocratico e proporci delle leggi veterocomuniste! Questa è la verità.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Calligaro.



CALLIGARO Germano

E' meglio darsi regole precise, senza lasciare spazi alla discrezionalità della Giunta. Con tutto il rispetto per la Giunta le regole devono essere chiare. Non vorrei che rispuntassero gli emendamenti "alla Costa", per intenderci.
Se le regole sono chiare non lasciano spazi di discrezionalità a nessuno, per cui voteremo contro l'emendamento presentato dal Consigliere Marchini.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cucco.



CUCCO Vincenzo, Assessore regionale

Il problema posto dal Consigliere Marchini è fondato, perché esistono situazioni di un certo tipo e quindi bisogna lasciare la discrezionalità di intervenire al governo e ai direttori generali. Questo è il senso.
E' inutile voler stravolgere il senso, perché questa normativa consente al governo regionale di intervenire laddove è necessario. Se lasciassimo la parola "comunque" non potremmo intervenire; se invece la sostituiamo con "di regola" potremo intervenire, ma anche non intervenire.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, pongo in votazione l'emendamento n.
12).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 25 voti favorevoli, 12 contrari e 5 astensioni (non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere).
Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Calligaro e Maggiorotti: 13) al comma quinto, dopo la lettera c), è aggiunta la seguente lettera: "d) gli ambiti territoriali dei distretti ssb sono definiti con deliberazione della Giunta regionale, sentita la Commissione consiliare competente, sulla base delle proposte obbligatoriamente formulate al direttore generale della USSL dalla Conferenza dei Sindaci di cui all'art.
3, comma quattordicesimo, del DL 30/12/1992 n. 502 e da questa espressa entro 30 giorni dal suo insediamento. Le proposte verranno trasmesse alla Giunta regionale dal direttore generale entro 7 giorni dalla loro ricezione".
Il comma ottavo è soppresso.
La parola all'Assessore Cucco.



CUCCO Vincenzo, Assessore regionale

La Giunta non ritiene di accogliere l'emendamento, perché stravolge il meccanismo di individuazione dei distretti, svuotando completamente dei poteri i direttori generali.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Calligaro.



CALLIGARO Germano

Il carattere controriformatore dei decreti legislativi consiste nella finta regionalizzazione, ma anche nel fatto che gli Enti locali, in materia sanitaria, vengono espropriati di qualsiasi prerogativa, che non sia quella di essere informati e di dire il loro parere: nulla di pregnante. La gestione sarà concentrata nelle mani del direttore generale o del manager e tutti sappiamo chi sono i manager e con quali criteri verrano scelti: sappiamo che hanno la tessera in tasca e che di manageriale hanno ben poco.
Qui non si tratta di introdurre un emendamento rivoluzionario, ma di dire che, nell'ambito dei criteri definiti dalla Regione (cioè la quantità di popolazione minima e massima), i Sindaci stabiliscono qual è il distretto. Vi pare rivoluzionario? Vi pare che lo spettro del comunismo si aggiri all'interno dei distretti sanitari di base? I Sindaci sono letteralmente tagliati fuori da tutto! Penso che meglio di altri, e anche meglio del manager, che può arrivare da un'altra Regione e non sa nemmeno qual è l'azienda che deve dirigere, i Sindaci possano stabilire quali devono essere i distretti sanitari di base nell'ambito dei criteri definiti dalla Regione, perché se uno dicesse "voglio il distretto sotto casa mia per 55 persone", evidentemente sbaglierebbe. Consentiamo che i Sindaci abbiano almeno questo piccolo spazio! Tra l'altro, non si stravolge proprio nulla, perché ad esempio la Regione Emilia Romagna, all'art. 5 della sua legge, stabilisce che "gli ambiti territoriali dei distretti vengano deliberati dalla Giunta regionale, sentita la Commissione consiliare competente, sulla base delle proposte formulate dalla Conferenza dei Sindaci". Come vedete, l'Emilia Romagna con la sua legge non ha di certo voluto far saltare il carattere dell'azienda e il fatto che l'azienda debba essere diretta da un direttore generale.
Propongo di lasciare questo misero e piccolo spazio ai Sindaci, perch non c'è nulla di rivoluzionario in tutto questo: si assegna una piccola competenza a quelli che l'hanno definitivamente persa, anche se i Sindaci continuano ad essere responsabili della salute dei cittadini.
Altre Regioni lo hanno fatto nell'ambito dei criteri stabiliti dalla Regione, e non sulla base di criteri inventati localmente.
Vi prego di accogliere questo emendamento, perché è un tentativo, sia pure marginale, purtroppo, di ristabilire un rapporto con i Sindaci e con le comunità locali interessate.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cucco.



CUCCO Vincenzo, Assessore regionale

Ho già spiegato le motivazioni per le quali non accolgo l'emendamento.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Maggiorotti; ne ha facoltà.



MAGGIOROTTI Piergiorgio

Essendo uno dei presentatori dell'emendamento, volevo portare un ulteriore elemento di riflessione.
I direttori generali vengono individuati sulla base di una graduatoria che ha valore a livello nazionale; da questa graduatoria può derivare la presenza in un'USSL della nostra Regione di un direttore proveniente da altra Regione.
La domanda è: quali elementi decisionali può avere un direttore che non è a conoscenza delle realtà territoriali per le quali dovrebbe assumere delle decisioni? Quali reali competenze e possibilità di decidere correttamente ha, se non quella di adeguarsi in maniera plateale alle sole indicazioni della Giunta (per cui vengono suggerite decisioni di fatto avallate da direttori che non sono in grado di decidere)? Questo è il timore, il sospetto, anche, che dietro tale decisione ci sia una non accettazione da parte della Giunta. Insistiamo invece che sia data alla Conferenza dei Sindaci la possibilità rilevante di definire i confini dei distretti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pier Luigi

Voteremo a favore di questo emendamento, anche perché ne abbiamo presentato uno analogo, che potrebbe essere unificato a questo. Come abbiamo già avuto modo di dire in Commissione, riteniamo che questa competenza debba essere dei Sindaci, ma non perché riteniamo che sia una competenza politica in astratto e non tecnica. L'Assessore in Commissione diceva: "Questo è un atteggiamento che va contro una certa liberaldemocrazia, che affida ai funzionari...". Non è questa, Assessore la motivazione; la motivazione è che il manager è una figura tecnica all'interno dell'USSL. Poiché i distretti sono legati anche al trasporto pubblico e al coordinamento con altri servizi, riteniamo che i Sindaci siano le figure che meglio conoscono la realtà del territorio e meglio sanno dosare e calibrare la configurazione geografica dei distretti. Non deve essere un qualcosa di calato e di paracadutato sul territorio in funzione di decisioni che non hanno un supporto realistico, ma deve essere una decisione presa da chi conosce la realtà, da chi coordina questo servizio con altri.
Quindi, proponendo di unificare il nostro emendamento a questo, ci esprimiamo a favore.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rabellino.



RABELLINO Renzo

Intervengo per esprimere il voto favorevole all'emendamento per le motivazioni già espresse dal collega Gallarini. La Giunta non può assumersi la responsabilità di dividere e spostare Comuni su un distretto piuttosto che un altro, perché la sua conoscenza è sicuramente diversa rispetto a quella di coloro che vivono sul territorio e ne conoscono la realtà.
Per cui, demandare alla Conferenza dei Sindaci e a chi vive la realtà territoriale la definizione degli ambiti territoriali dei distretti sarebbe una decisione ovvia, che eviterebbe anche una protesta da parte degli interessati.
Continuiamo a non prendere in considerazione la volontà e il parere degli amministratori comunali che, soprattutto nei piccoli Comuni rappresentano effettivamente le esigenze della cittadinanza.
Secondo me, sarebbe corretto demandare agli amministratori locali la scelta di dipendere da un distretto piuttosto che da un altro.
Invito a valutare questo aspetto almeno per quanto riguarda la suddivisione dei distretti, perché non penso comporti un grosso problema se un Comune fa parte di un distretto o di un altro. Quindi, teniamo conto del parere delle Amministrazioni comunali.
L'accoglimento dell'emendamento va in tal senso, anche perché n' finanziariamente n' sotto altri profili va ad incidere e a pesare sulle scelte della Giunta. Qui si chiede semplicemente di dare la facoltà della scelta territoriale agli amministratori comunali.
Questa mattina il Ministro Speroni ha detto che la Regione si lamenta di non avere competenze; cerchi però la Regione di dare per prima l'esempio, dando competenze verso il basso, quindi demandandole alle Province e ai Comuni.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Vetrino; ne ha facoltà.



VETRINO Bianca

A me non sembra che l'emendamento, come diceva l'Assessore, stravolga la filosofia che sta dietro l'impostazione dei distretti. Sono d'accordo che non bisogna aggiungere molte zeppe sulla strada in salita dei direttori generali. In ogni caso, secondo quanto previsto dal comma ottavo, il direttore generale dovrà dialogare e confrontarsi con i Sindaci e con la Conferenza dei Sindaci, tant'è vero che è previsto che ogni sua iniziativa di definizione distrettuale debba comunque avere il parere del Sindaco e della rappresentanza della Conferenza dei Sindaci.
A questo punto, sarebbe più giusto che tale iniziativa sia lasciata al Sindaco o alla Conferenza, proprio per le considerazioni che faceva il collega Gallarini (cioè per il fatto che i Sindaci hanno la competenza territoriale generale).



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Calligaro per dichiarazione di voto.



CALLIGARO Germano

Non riesco a capire questa ostinazione. Non è lo spettro del comunismo che si aggira all'interno del distretto sanitario di base, che sconvolgerebbe tutto.
Come non vedere che ci sono due livelli? Uno è istituzionale. Chi definisce gli ambiti delle UU.SS.SS.LL.? Il Consiglio regionale. Chi definisce gli ambiti dei distretti? La Giunta regionale.
L'altro è il livello manageriale: al manager si consegna una USSL congegnata, che ha un ambito territoriale deciso a livello istituzionale.
Perché non può accadere la stessa cosa anche per i distretti? Secondo me è doveroso che sia così nell'ambito della legge che stabilisce che la Regione ha definito la quantità di popolazione minima e massima persino per le aree montane. Abbiamo discusso poco fa questo articolo.
All'interno di quell'ambito, chi meglio dei Sindaci conosce il fabbisogno sanitario delle popolazioni? E in città chi meglio dei Presidenti delle Circoscrizioni? Allora ci sono due ambiti: quello istituzionale e quello manageriale.
Il manager si trova una USSL definita nei suoi contorni territoriali perché non dovrebbe trovarsi anche i distretti? Che cosa toglie al manager il fatto che la Giunta approvi gli ambiti dei distretti sanitari di base? Gli Enti locali sono stati del tutto espropriati, nonostante il Sindaco continui ad essere responsabile della sanità pubblica.
Penso che sia assai produttivo e proficuo consentire un misero spazio agli amministratori locali, i quali presentano le loro proposte alla Giunta regionale che ovviamente passeranno anche al vaglio del direttore generale non dico mica di saltarlo. Che cosa si stravolge? La legge dell'Emilia Romagna assegna questo compito alla Conferenza dei Sindaci. Sono loro a fare la proposta e la fanno alla Giunta e alla Commissione consiliare! Dove sta l'aspetto rivoluzionario che sconcerta l'aziendalizzazione della sanità italiana? Dal passo che stiamo compiendo dipenderanno i rapporti con le comunità locali, con i Sindaci, che continuano ad essere pienamente titolari della tutela della salute dei cittadini. Non commettiamo un passo falso e mi appello anche ai Gruppi di maggioranza, perché sarebbe un madornale errore.
Capisco che sarebbe assai pericoloso dire ai Sindaci: "Definite i distretti come meglio credete"; uno vuole il distretto sotto casa e se lo fa. Badate che il distretto è la cellula fondamentale del Servizio Sanitario Regionale, e bisogna avere un numero minimo di abitanti. Questo fatto non c'entra con i servizi: sto parlando di un livello organizzativo della cellula fondamentale del servizio.
Vi invito a non commettere questo passo falso: sarebbe sbagliato nei confronti delle comunità locali, comprese quelle montane, e dei Sindaci che continuano ad avere pienamente la responsabilità della sanità pubblica.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cucco.



CUCCO Vincenzo, Assessore regionale

Ripeto quanto detto prima. L'emendamento così come è formulato di fatto sottrae qualsiasi possibilità di intervento al direttore generale, e stravolge un rapporto istituzionale normato in questa legge, che prevede responsabilità di livello diverso.
Accoglieremo - perché non è ancora arrivato all'esame del Consiglio un emendamento proprio per individuare maggiormente qual è il processo per cui i direttori generali, prima di formulare le loro proposte sui distretti dovranno sentire preventivamente l'Assemblea dei Sindaci o le assemblee competenti.



(Commenti in aula)



CUCCO Vincenzo, Assessore regionale

No, non è bontà del direttore, è previsione della legge. Oltre a questo non si può andare, perché si sottrarrebbe una delle responsabilità fondamentali del direttore generale.



CALLIGARO Germano

Presidente, noi non ne facciamo una questione di emendamento nostro.
Siamo pronti a ridiscutere l'emendamento se quella versione è troppo spinta. A noi interessa la sostanza.



CUCCO Vincenzo, Assessore regionale

La sostanza è che l'Assemblea dei Sindaci è sentita dal direttore generale che formula la proposta alla Giunta regionale.



CALLIGARO Germano

L'esatto contrario di quello che diciamo noi e che hanno fatto altre Regioni.



CUCCO Vincenzo, Assessore regionale

Esattamente l'Emilia Romagna.



CALLIGARO Germano

E' un'ostinazione incomprensibile.



PRESIDENTE

Si proceda alla votazione per appello nominale dell'emendamento n. 13).
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 8 Consiglieri hanno risposto NO 29 Consiglieri si sono astenuti 6 Consiglieri.
L'emendamento è respinto.
Emendamento presentato dal Consigliere Marchini: 14) il comma sesto è sostituito dal seguente: "La Conferenza dei Sindaci si articola a livello di distretto al fine di elaborare elementi preparatori per i suoi lavori, sulle linee di indirizzo e di programmazione dei servizi socio-sanitari, ivi compresi quelli di carattere ospedaliero e sulla finalizzazione e la distribuzione territoriale delle risorse finanziarie".
La parola all'Assessore Cucco.



CUCCO Vincenzo, Assessore regionale

La Giunta accoglie l'emendamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Mi è sembrato giusto suggerire alla Giunta l'opportunità di fare nascere un soggetto alternativo rispetto all'assemblea ed espressione della stessa, con evidenti questioni di accorpamento territoriale e di conflittualità interna. Ringrazio l'Assessore per l'attenzione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Calligaro per dichiarazione di voto.



CALLIGARO Germano

E' un eccellente emendamento che approviamo, malgrado i Sindaci non possano nemmeno fare una proposta riguardante gli ambiti territoriali dei distretti. Comunque prendiamo per buono l'emendamento, e lo votiamo di buon grado.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, pongo in votazione l'emendamento n.
14).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 34 Consiglieri presenti.
Emendamento presentato dai Consiglieri Goglio, Gallarini, Masaracchio e Cantore: 15) al punto 8), alle parole "il direttore di ciascuna USSL" sostituire "l'Assemblea dei Sindaci".
La parola all'Assessore Cucco.



CUCCO Vincenzo, Assessore regionale

La sostanza è la stessa del precedente emendamento, quindi la Giunta non lo accoglie.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, pongo in votazione l'emendamento n. 15).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto 13 voti favorevoli, 18 contrari e 2 astensioni.
Emendamento presentato dai Consiglieri Bortolin e Peano: 16) al comma ottavo, dopo le parole "Unità Sanitaria Locale", sono aggiunte le parole "sentiti preventivamente il Sindaco o la rappresentanza della Conferenza di cui al DL n. 502/92", nonché dopo le parole "per il parere" è aggiunta la parola "definitivo".
La parola all'Assessore Cucco.



CUCCO Vincenzo, Assessore regionale

La Giunta accoglie l'emendamento, perché modifica il procedimento di ascolto della Conferenza dei Sindaci, anteponendo i Sindaci rispetto alla decisione del direttore generale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rabellino.



RABELLINO Renzo

Mi asterrò su questo emendamento, perché mi pare che releghi il parere dei Sindaci in una considerazione molto misera. Il fatto che il direttore di una USSL debba convocare i Sindaci per sentirne il parere, mi pare una procedura abbastanza riduttiva del ruolo che il Sindaco deve avere. Non dimentichiamo che i Sindaci, con la nuova procedura elettorale, sono eletti direttamente dalla cittadinanza, per cui il fatto che i Sindaci debbano essere sentiti dal direttore dell'USSL mi pare veramente riduttivo.
Sarebbe stato più forte il loro ruolo se si fossero considerati gli altri emendamenti presentati. Si sarebbe dato il ruolo importante di essere sentiti e di esprimere pareri in modo autonomo.
Con questa operazione il direttore, che nella maggior parte dei casi è prevedibile non conosca la realtà territoriale, anche perché non ci sono vincoli di nomina dello stesso - quindi potrebbero arrivare da fuori Regione - farà delle proposte che porterà al parere dei Sindaci. E poi? Non mi pare che in questo modo ci sia grossa considerazione dei Sindaci.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Calligaro.



CALLIGARO Germano

E' un emendamento sostanzialmente ipocrita: votiamo contro.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, pongo in votazione l'emendamento n.
16).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 26 voti favorevoli, 9 contrari e 7 astensioni.
La parola al Consigliere Rabellino per dichiarazione di voto sull'intero art. 4.



RABELLINO Renzo

Intervengo per una breve dichiarazione di voto. Anche per quanto riguarda l'art. 4 la Giunta ha mantenuto le sue posizioni, non accettando alcun emendamento migliorativo - a parte qualche minimo spostamento.
Quindi, i distretti che si vanno a creare sicuramente non garantiscono il mantenimento dei servizi sul territorio.
Non solo: il punto più penalizzante dell'articolo è dato dal non aver voluto riconoscere alle Comunità montane la facoltà di avere un proprio distretto. Questo, a mio parere, è l'atto più grave compiuto nei confronti dei servizi sul territorio. Si rischia, sicuramente non nell'immediato, di arrivare al completo smantellamento dei servizi sul territorio; è un rischio estremamente grave.
Se a questo aggiungiamo il ruolo che dovranno avere le Conferenze dei Sindaci e gli amministratori locali in tutta l'operazione - ruolo sicuramente riduttivo in base agli emendamenti - ne deriva che non posso dare il voto favorevole all'articolo.



PRESIDENTE

Su richiesta dei Consiglieri Rabellino, Sartoris e Vaglio, si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 4 come emendato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 44 hanno risposto SI 28 Consiglieri hanno risposto NO 14 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'art. 4 è approvato.
ART. 5 Emendamento presentato dai Consiglieri Goglio, Gallarini Masaracchio, Vetrino e Cantore: 17) all'allegato 2) aggiungere alle Aziende ospedaliere: Nuova provincia VCO di Verbania USSL 55 Verbania USSL 56 Domodossola USSL 57 Omegna con sede ospedaliera tripolare.
La parola all'Assessore Cucco.



CUCCO Vincenzo, Assessore regionale

La Giunta non ritiene di poter accogliere l'emendamento per i motivi già esposti.
La considerazione della creazione di altre aziende ospedaliere avverrà soltanto a revisione ultimata della rete ospedaliera, quindi soltanto dopo un'indagine necessaria alla Regione per poter considerare complessivamente la questione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pier Luigi

La motivazione per cui abbiamo proposto l'emendamento è di natura squisitamente politica.
Se facessimo una ricognizione all'interno delle aziende ospedaliere vedremmo come in ogni provincia del Piemonte, ad eccezione di Asti e Vercelli, è stata proposta l'istituzione di un'azienda ospedaliera. In via sperimentale, il disegno di legge proposto dall'ex Assessore Vetrino ne prevedeva sedici, ed in Giunta lo approvammo, in quanto ci sembrava un atto coraggioso.
Si può essere d'accordo o meno, ma consentire di mettersi al passo con costi e con rendimenti proprio nella settimana in cui il Ministro Costa ha preannunciato che sta per proporre uno stravolgimento nell'ambito della sanità - stravolgimento che va ad aumentare le ore di permanenza dei medici all'interno dell'ospedale e ad inserire forti contenuti di natura privatistica all'interno della sanità - dal punto di vista politico ci sembra una forzatura che nemmeno il disegno di legge dell'ex Assessore Vetrino si era sentito di fare; fermo restando il fatto che Asti e Vercelli hanno potenzialità, sotto questa natura, relativamente limitate.
Il fatto che nella provincia di Verbania la presenza di tre ospedali con numero di posti letto superiore a mille su 160.000 abitanti, non abbia comunque permesso di riconoscere la peculiarità di detti ospedali attraverso la qualità dei servizi, riuscendo a catturare anche un indotto di natura economica, ci sembra una grossa penalizzazione. Bisogna comunque tenere conto che la provincia di Verbania, per la forte presenza turistica nei mesi estivi, arriva a raddoppiare le presenze, se non a triplicarle arrivando oltre i 300.000 abitanti. Questa è la motivazione per cui abbiamo proposto - anche se questi ospedali non toccano l'importanza di quello di Novara che ai tre ospedali, mantenendo un'articolazione tripolare, vengano riconosciute queste potenzialità.
Un tale gesto da parte della Regione Piemonte, che si è espressa favorevolmente all'istituzione della provincia del VCO, rappresenterebbe un atto di fiducia nei confronti della società e della classe dirigente che si accinge a governare tale nuova Provincia.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Buzio.



BUZIO Alberto

Ho espresso precedentemente di essere favorevole alla proposta della Giunta di prevedere i sette ospedali di rilevanza, più uno: Orbassano, che è sede universitaria. Pertanto non sono favorevole all'emendamento.
Nella precedente proposta della Giunta, per l'USSL del Verbano Cusio Ossola non era prevista alcuna azienda ospedaliera.
Registro con molta soddisfazione che l'emendamento è firmato dai Consiglieri Gallarini e Vetrino; mi fa piacere che si siano ricreduti.
Mi asterrò sull'emendamento, ma auspico che in sede di revisione delle aziende ospedaliere regionali anche questa USSL venga riconosciuta come sede di azienda ospedaliera per il Verbano Cusio Ossola.
A tale proposito abbiamo proposto un ordine del giorno, che sarà illustrato dal collega Beltrami.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Beltrami.



BELTRAMI Vittorio

Intervengo brevemente per ribadire le cose dette dal collega Buzio, che ha preannunciato la presentazione da parte nostra di un ordine del giorno.
La dichiarazione dell'Assessore non mi ha appagato totalmente; è innegabilmente una spiegazione che rimanda ad altra epoca l'ulteriore individuazione delle sedi ospedaliere. Questo mi pare sia anche previsto nel Titolo III, all'art. 7 nelle norme transitorie.
Se dovessi guardare la convenienza, dovrei votare a favore dell'emendamento, perché abito in quelle terre. Infatti è difficile sentirsi accusare dai propri concittadini di avere votato contro a proposte di accrescimento delle potenzialità e delle strutture di quelle terre.
Esiste però un ruolo all'interno del Consiglio regionale, per cui ci si ritrova, talvolta, a dover sostenere posizioni che potrebbero risultare antipatiche.
Ringrazio i proponenti dell'emendamento, in particolare il collega Gallarini. E' costante nei suoi atteggiamenti, anche quando aveva responsabilità di governo, l'attenzione verso il Verbano Cusio Ossola.
Il suo intervento è stato sostanziale ed esprimeva anche simpatia umana nei confronti di queste zone.
Sono lieto anche dei recuperi che ci sono stati: nella precedente edizione del disegno di legge n. 421 non si erano individuate alcune priorità.
Per coloro che svolgevano ruoli diversi si può parlare di una conversione tardiva. Per me, che vivo all'ombra della Chiesa, le conversioni tardive sono quelle che esprimono robustezza e che durano nel tempo.
Abbiamo presentato un ordine del giorno, nel quale prendiamo atto della decisione della Regione di non costituire, per il momento, altre aziende ospedaliere.
Inoltre invitiamo la Giunta, allorquando riesaminerà queste posizioni a considerare costruttivamente la posizione di Omegna, Verbania e Domodossola, che presentano livelli di alta preparazione e professionalità ed ospedali dotati di posti letto in numero uguale o superiore a quelli di ospedali già resi autonomi ed insistenti su aree territoriali di enorme dimensione.
Per le motivazioni espresse il collega Buzio ed io ci asterremo su questa votazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Nerviani.



NERVIANI Enrico

Sono un peccatore tenace ed incallito, quindi voterò a favore della proposta formulata dalla Giunta. E' semplicemente un credito di fiducia doveroso di fronte ad una fatica che credo abbia delle forti e buone intenzioni.
Rinvio la valutazione a quando sarà completata l'esplorazione delle effettive necessità e a quando, su elementi concreti e non solo su determinazioni politiche, si potrà fare una valutazione, anche da parte nostra, approfondita e precisa.
Se il Presidente del Consiglio me lo consente, debbo manifestare preoccupazione per quando vi saranno i collegi uninominali. Non me ne vogliano i colleghi che stimo profondamente e che capisco fino in fondo.
Ognuno vive sul territorio in cui è stato dato di nascere. Però ho l'impressione che se ciascuno di noi si caricherà fortemente in termini distintivi delle preoccupazioni locali, e qualche volta localistiche, non riusciremo più ad approvare una legge di dimensioni regionali.
Peraltro, credo di avere titolo per poter essere ammesso al collegio unico regionale, allorquando sarà formulato dopo la nuova legge elettorale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Masaracchio.



MASARACCHIO Antonino

E' proprio necessario che mi ripeta per ricordare la consultazione con i rappresentanti delle varie zone del VCO. Questa proposta avrebbe, in ogni caso, ovviato all'accorpamento delle tre UU.SS.SS.LL. Prendo atto, dalle dichiarazioni del collega Beltrami, che in fondo c'è un riferimento storico che lo riguarda.
Non sono mai stato favorevole alla creazione della Provincia di Verbania, e ricordo la forte opposizione del Consigliere Beltrami a quell'istituzione.
Ricordo anche, per quanto riguarda altre posizioni, che in Provincia di Novara tale problema, se così vogliamo chiamarlo, rappresenta differenziazioni politiche. Cosicché non vorremmo che il negare la tripolarizzazione delle realtà ospedaliere del VCO rifletta un disagio di natura politica che va oltre le considerazioni riguardanti questa richiesta, che sarebbe stata accoglibile dalla Giunta, quanto meno per ovviare al discorso dell'accorpamento delle tre UU.SS.SS.LL.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bodrero.



BODRERO Antonio

A titolo personale e in coscienza, devo dire che sono sempre stato molto dubbioso sulla funzione delle Province. Pensavo che i due poli dell'autonomia potessero essere la Regione-Nazione, come il Piemonte, ed il Comune. La Provincia mi ha sempre dato l'impressione di essere un ente un po' artificioso; soprattutto nelle distinzioni territoriali non si teneva alcun conto delle ragioni culturali, linguistiche, ecc. Questo in linea di principio.
Naturalmente, non sono favorevole alla creazione di nuove Province, per il fatto che uno Stato molto indebitato per colpa dei partiti tradizionali soprattutto quelli di Governo ma anche di pseudo-opposizione - non deve sperperare denari in istituzioni che generalmente non rispondono alle esigenze autonomistiche delle popolazioni. Infatti, spesso i funzionari provinciali arrivano da chissà dove; quindi, sono lontani dai sentimenti dalla volontà, dalle giuste aspirazioni delle popolazioni. Per queste ragioni, mi asterrò.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rabellino.



RABELLINO Renzo

Se non viene approvato ora, difficilmente in una revisione futura potrà essere accettato il passaggio ad Azienda ospedaliera del polo di Verbania Domodossola - Omegna. Infatti, il terzo comma dell'art. 7 recita: "La Giunta regionale verifica altresì, con periodicità almeno annuale, la permanenza dei requisiti...". Quindi, molto probabilmente dell'individuazione di nuove aziende ospedaliere si riparlerà fra un anno.
L'accoglimento di questo emendamento era quasi un atto dovuto conseguente al fatto che era stata respinta la proposta di scorporo dell'USSL in oggetto. Quindi, viste le caratteristiche evidenti del tripolo ospedaliero rispetto all'individuazione di un'azienda ospedaliera, visto il bacino di utenza e tutte le considerazioni dovute alla struttura territoriale dell'area del Verbano Cusio Ossola, indipendentemente dal discorso provinciale, si tratta di erogare dei servizi, non di appiattirli sulla nuova Provincia. Si tratta semplicemente di individuare la possibilità di dare massima autonomia ai tre poli. Per cui l'accettazione del polo era quasi un atto dovuto a questa area.
Ne approfitto per esprimere anche un parere sulla tabella proposta. In tempi brevissimi, occorrerà individuare altre aziende ospedaliere a livello nazionale, perché esistono zone che nel progetto precedente erano già state individuate, ed altre strutture che hanno le caratteristiche per essere considerate aziende ospedaliere autonome. Ho dei dubbi sul fatto che la Giunta, in questa legislatura, riesca ancora ad individuare nuove aziende ospedaliere autonome; quindi ritengo che i suoi sforzi debbano essere mirati a questo.
Inoltre, il fatto di aver individuato su Torino tre poli ospedalieri evidenzia nuovamente un privilegio dell'area urbana torinese rispetto alle Province.
Gli investimenti in campo sanitario dovranno essere finalizzati al potenziamento dei servizi anche in altre aree, soprattutto quelle di Vercelli e Asti.
La Giunta deve assumersi questi impegni non solo nei confronti del Consiglio, ma soprattutto nei confronti dei servizi che devono essere attivati sul territorio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pier Luigi

Dopo aver ascoltato gli altri interventi, prendiamo atto che le cose finiscono in questo modo. Vorrei però fare una considerazione, collega Nerviani, e, alla luce di quello che lei ha detto, mi sento di farla.
Personalmente non aspiro ad essere inserito nell'eventuale collegio regionale, nel caso in cui ci fosse, n' so se avrò titolo per essere inserito in qualche minuscolo collegio uninominale locale. In ogni caso le mie considerazioni sono scaturite a seguito degli atteggiamenti assunti dall'Assessore Cucco.
Se l'Assessore Cucco, e la maggioranza che ha votato quell'emendamento fosse stato rigoroso, al di sopra delle parti e dei minuscoli collegi (e nel caso dell'USSL di Mondovì e Ceva, a prescindere dalle residenze dei Ministri che risiedono in quella realtà e non nel VCO) e non l'avesse accettato, ovviamente avrebbe sposato la tesi del rigore. Ma quando all'interno di un certo discorso si estrapolano dei tasselli che vanno in direzione diametralmente opposta rispetto ai rigorismi annunciati, non si può, secondo me, sostenere che il peso specifico dell'USSL Mondovì-Ceva richiede particolare attenzione tale da stravolgere con emendamento una certa regola. Mi rivolgo, in particolare, ai colleghi Nerviani, Beltrami Buzio e Miglio, perché conoscono il VCO sicuramente meglio di chi non vive all'interno di quella realtà. Io sono fuori dal collegio del VCO, non è il mio collegio nel caso in cui fossi inserito in un collegio minuscolo.
Il Vicepresidente Marengo si è astenuto su quella proposta; non penso che si sia astenuto - sto parlando del Vicepresidente della Giunta, quindi è un fatto politico - per antipatia nei confronti di Mondovì-Ceva. Si è astenuto perché ha ritenuto quel tassello una grossa stonatura rispetto all'impostazione annunciata.
Quindi, il peso specifico dell'USSL di Verbania, del VCO e di tutto il nord della provincia di Verbania, con le tensioni già esistenti diventa enorme.
Ritengo ci debba essere un momento coordinatore della presenza istituzionale della Regione, di sintesi rispetto a tutti i quadranti dei quali ci occupiamo relativamente al territorio. Non si può considerare ogni tassello in modo singolo ed avulso dalla realtà complessiva. Ci sono tensioni enormi riguardanti, ad esempio, il centro della provincia a Verbania o a Domodossola, la tripolarità su Omegna, le motivazioni per le quali il Consigliere Beltrami ha presentato una proposta di legge ora rinviata in Commissione.
Si parla di istituire una sede ad Omegna per compensare la penalizzazione che la stessa avrebbe per la provincia su Verbania e su Domodossola. Questo discorso è complesso! Mi sembra che, a fronte della complessità e della corposità del problema, la risposta sia stata molto superficiale.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, si proceda alla votazione per appello nominale dell'emendamento n. 17).
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 45 hanno risposto SI 10 Consiglieri hanno risposto NO 29 Consiglieri si sono astenuti 6 Consiglieri.
L'emendamento è respinto.
Si proceda ora alla votazione per alzata di mano dell'art. 5, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 voti favorevoli 24 astensioni 11.
L'art. 5 è approvato.
ART. 6 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 voti favorevoli 24 astensioni 11.
L'art. 6 è approvato.
ART. 7 Emendamento presentato dai Consiglieri Vaglio, Bodrero, Masaracchio Majorino e Porcellana: 18) al comma terzo vengono aggiunti i seguenti periodi: "In via transitoria in sede di prima applicazione della presente legge entro 180 giorni dalla costituzione delle aziende di cui all'art. 3, il Consiglio regionale, su proposta della Giunta, secondo le modalità del precedente comma secondo, procede alla verifica dei requisiti richiesti per la costituzione di aziende ospedaliere di rilievo regionale, a norma dell'art. 4, DL n. 502/92 e successive modificazioni".
La parola al Consigliere Vaglio per l'illustrazione.



VAGLIO Roberto

Ritengo che l'emendamento sia sufficientemente chiaro, ed è stato presentato per avere una certezza su questa legge.
Se l'Assessore lo ritenesse recepibile, saremmo disposti alla modifica dei tempi di applicazione. Quindi, se si ritiene che 180 giorni siano eccessivamente brevi, potremmo anche trattare su un tempo più lungo.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cucco.



CUCCO Vincenzo, Assessore regionale

Il problema è che la scadenza cade in un momento molto particolare, non soltanto per le elezioni, ma per la vita delle stesse UU.SS.SS.LL.
Il termine dei 180 giorni è inaccettabile, anche perché all'interno della legge, così com'è formulato l'art. 7, è già inserito un meccanismo che consente entro l'anno di avere tutti gli elementi utili per procedere all'individuazione di altre aziende.
Non credo che i presentatori dell'emendamento potrebbero fare di meglio, perché non mi sento di assumere il termine dei 180 giorni.
Se proprio si vuole, si può trasformare l'emendamento in una raccomandazione, dicendo che, entro 180 giorni, si preferirebbe andare alla revisione e all'individuazione.
Oltre a questo non lo posso accettare, perché oggi non siamo in grado di procedere alla revisione dell'intera rete ospedaliera, che è l'unico strumento che ci consente di individuare ulteriori aziende regionali.



VAGLIO Roberto

Non ci sono gli spazi per ritirarlo.



PRESIDENTE

Quindi, l'emendamento è mantenuto.
La parola al Consigliere Rabellino.



RABELLINO Renzo

Si verifica quello che ho detto precedentemente, nel momento in cui si discuteva del passaggio dell'azienda ospedaliera dell'area VCO.
La Giunta dice che, nei sei mesi, non è sicura di riuscire ad individuare o meno ulteriori aziende ospedaliere. A questo punto sarebbe interessante capire quali sono i tempi.
La Giunta presenta in questa legislatura una legge che sarà operativa nella prossima legislatura; la realtà è questa! Se in un anno non si riuscirà a portare avanti alcuna azione di verifica, ci ritroveremo nella prossima legislatura, con tutte le difficoltà che ciò comporta. Per cui fra un anno e tre mesi circa si potranno individuare nuove aziende ospedaliere.
Per questo non possiamo che esprimere una grossa perplessità sulle tabelle e sulle modifiche di Comuni che passano da un'USSL all'altra.
La realtà è che stiamo approvando una legge che blocca la struttura sanitaria piemontese per un anno e tre mesi.
Rischiamo di arrivare alla legislatura successiva con una legge che non dà al cittadino e agli amministratori locali alcuna garanzia di mantenimento di certi servizi.
Nel momento in cui la Giunta si rifiuta di accettare il periodo di 180 giorni, cioè sei mesi, nel quale non siamo né in periodo elettorale né in periodo di difficoltà...



CUCCO Vincenzo, Assessore regionale

Siamo in un periodo difficile per l'applicazione della legge di riforma. Non mi riferivo alle elezioni.



RABELLINO Renzo

Ma non è un periodo difficile, perché si tratta di sei mesi. Se non bastano sei mesi, consideriamone nove, ma la Giunta si prenda l'impegno di rivedere le aziende ospedaliere prima della fine della legislatura. Se non si può accettare il termine di 180 giorni, si considerino nove mesi, ma si inserisca una data antecedente alla chiusura della legislatura, per non lasciare slittare l'individuazione di ulteriori aziende ospedaliere a data da destinarsi.
La Giunta deve prendersi l'impegno di rivedere la struttura sanitaria in quanto c'è una legge che, a quanto dice la Giunta stessa, sarebbe un toccasana per riuscire ad applicare la riforma in modo brillante.
Trasformare l'emendamento in una raccomandazione mi pare un po' limitativo. Se vogliamo discutere di altre questioni possiamo preparare un ordine del giorno, però la Giunta ci dica qual è il suo impegno su questa materia.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MONTICELLI



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vaglio.



VAGLIO Roberto

Sostengo che non è stata data risposta allo spirito dell'emendamento.
Nell'art. 7 sono inseriti i criteri per individuare ulteriori aziende ospedaliere, e le verifiche periodiche annuali sono finalizzate a questa ulteriore identificazione.
Nel disegno di legge, così come modificato dalla nuova Giunta, non ho trovato traccia di aziende ospedaliere di rilievo regionale. Per cui dato che nei precedenti disegni di legge queste erano state identificate abbiamo ritenuto che sei mesi, o eventualmente un anno, fosse un tempo più che sufficiente per avere la garanzia che le aziende ospedaliere di rilievo regionale fossero identificate con puntualità.
Successivamente cadrebbe la via transitoria indicata dal nostro emendamento e partirebbero tutti i criteri previsti dall'art. 7 per la verifica periodica della Giunta delle caratteristiche per continuare ad essere azienda o meno, se quindi l'azienda debba decadere, o se eventualmente plessi ospedalieri non ricompresi possano rientrare.
La via transitoria per l'identificazione è un punto irrinunciabile, una garanzia e soprattutto un impegno che una Giunta responsabile dovrebbe assumersi.
I tempi probabilmente non dovrebbero essere sei mesi, potrebbero essere nove mesi o anche dodici, ma un termine per l'identificazione delle aziende di interesse regionale deve essere stabilito. Per cui invito i colleghi a pensare allo spirito dell'emendamento, che non voleva essere di pura e semplice opposizione, ma di collaborazione.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

In seguito alle considerazioni di alcuni colleghi, devo richiamare insieme al collega Majorino, l'attenzione della Giunta su una formulazione che preveda che le ulteriori aziende ospedaliere vengano inserite con deliberazione, mentre quelle attuali sono all'interno di una legge.
L'individuazione di un termine fa ritornare all'atto legislativo la formazione delle aziende ospedaliere fatte slittare a data da destinarsi.
Non è questa la questione che pongo insieme al collega Majorino.
Suggerisco però, soprattutto alla Presidenza, di verificare se non si debba operare con procedimento legislativo e non con procedimento deliberativo questo agli effetti di una verifica del Commissario di Governo.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cucco.



CUCCO Vincenzo, Assessore regionale

A mio avviso la questione si può risolvere come prescritto dalla legge ovvero che per le aziende ospedaliere "si procede con deliberazione del Consiglio regionale".



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

Intervengo in sede di dichiarazione di voto sull'articolo, anche se il collega Marchini mi ha preceduto con considerazioni ampiamente condivisibili. Ci troviamo di fronte ad una serie di aziende ospedaliere individuate attraverso l'art. 5 già approvato. Per le future aziende, come si evince dalla proposta di cui all'art. 7, si segue invece un'altra procedura, la quale confluisce, come atto finale, in una deliberazione del Consiglio regionale.
Non si comprende il motivo per cui, sul piano legislativo ed istituzionale, debbano esserci aziende ospedaliere immediatamente riconosciute con legge regionale - il disegno di legge in discussione ed altre, future - strutture ospedaliere da verificare entro l'anno od oltre attraverso una pura e semplice deliberazione del Consiglio regionale. Si tratta di due fonti normative di diritto regionale poste su piani diversi.
In base alla regola propria delle opposizioni del "tanto peggio, tanto meglio", forse faccio male ad insistere più di tanto. Ritengo comunque che il secondo comma dell'art. 7 possa incorrere in un infortunio legislativo sotto qualunque aspetto si voglia vedere il problema, le aziende ospedaliere si devono istituire tutte o con legge regionale o con deliberazione consiliare: non possono esserci due pesi e due misure.
Sotto questo profilo condivido ampiamente le considerazioni del Consigliere Marchini, che faccio mie attraverso quelle appena svolte.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, pongo in votazione l'emendamento n. 18) non accolto dalla Giunta.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 10 voti favorevoli e 25 contrari.
La parola al Consigliere Rabellino per dichiarazione di voto sull'intero art. 7.



RABELLINO Renzo

Intervengo brevemente annunciando la votazione contraria all'articolo.
Ribadisco quanto detto in occasione della dichiarazione di voto sull'emendamento: ci troviamo di fronte ad una Giunta che non dà alcuna garanzia sui tempi di applicazione del disegno di legge, che siamo in procinto di votare senza avere idee chiare sui tempi di applicazione dello stesso.
Il fatto che la Giunta non ritenga di assumersi impegni temporali sulla revisione delle aziende ospedaliere significa che non c'è volontà di stringere i tempi con procedure che portino all'applicazione della legge logica conseguenza della bocciatura dell'emendamento da noi presentato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

Il nostro Gruppo, pur condividendo le considerazioni del collega Rabellino, manifesterà dissenso all'art. 7 per le ragioni enunciate prima.
Le future aziende ospedaliere non verrano istituite, secondo il dettato legislativo, con legge regionale, ma con una pura e semplice deliberazione del Consiglio regionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Rilevo nuovamente che cattolici e sinistra pidiessina votano comunemente... Devo però dire, sempre in termini collaborativi, che l'art.
7 non è n' norma finale n' norma transitoria, ma norma ordinaria. Ad evitare che la stessa faccia sorgere aspettative che non potranno mai essere soddisfatte, suggerisco che, in sede di riformulazione, il Titolo III (Norme finali e transitorie) sia inserito dopo l'art. 7, e che quest'ultimo sia inserito al Titolo II (Aziende ospedaliere). Le norme transitorie, per loro natura, fanno sorgere aspettative e pongono la Giunta nell'esigenza di dover assumere dei provvedimenti.
Lascio alla Presidenza del Consiglio e alla Giunta la valutazione sull'opportunità di iscrivere l'art. 7 successivamente alla materia che attiene alle aziende ospedaliere, senza far immaginare che lo stesso sia norma del tipo "o subito o mai più". Non è così, si farà quando matureranno le condizioni: questo mi sembra il senso della legge.



PRESIDENTE

La Giunta accoglie l'osservazione del Consigliere Marchini formalizzandola nel seguente emendamento: - le parole "Titolo III - Norme finali e transitorie" vengono scritte prima dell'art. 8, alla conclusione dell'art. 7.
Si proceda alla votazione per alzata di mano dell'art. 7, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 voti favorevoli 27 voti contrari 8 astensioni 4.
L'art. 7 è approvato.
L'esame del progetto di legge n. 421 è rinviato ad altra seduta.


Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati

Esame ordine del giorno n. 694 inerente l'attentato al Commissario straordinario degli ATC, arch. Paolo Corradini


PRESIDENTE

E' stato presentato alla Presidenza del Consiglio l'ordine del giorno n.
694, firmato dai Consiglieri Cavallera, Giuliano, Miglio, Majorino Masaracchio, Femia, Brizio, Ferrara, Porcellana, Calligaro, Monticelli ed altri, in merito al gravissimo attentato nei confronti dell'arch. Paolo Corradini.
Pongo in votazione l'iscrizione all'o.d.g. dell'ordine del giorno.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è iscritto all'unanimità dei 40 Consiglieri presenti.
La parola al Consigliere Bodrero per dichiarazione di voto.



BODRERO Antonio

Voterò a favore, però deploro profondamente che queste cose capitino proprio a causa delle leggi permissive che la maggioranza tradizionale e la pseudo-opposizione hanno voluto ed imposto al popolo contrarissimo a queste cose. Se sottoposte a referendum tutte queste leggi sarebbero bocciate.
Purtroppo raccogliere le firme per i referendum è un'impresa che il cittadino comune non può fare; quindi, si fanno altri referendum molto meno sentiti dai cittadini, e vengono tollerate delle leggi simili a quella del soggiorno obbligato di infame memoria, di cui ho già parlato l'altra volta.
La responsabilità è dei legislatori e di chi li vota. La nostra solidarietà non serve assolutamente a diminuire questi reati, serve solo ad incrementarli. La mia solidarietà è profondamente critica verso chi è, in fondo, responsabile di certe leggi.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore regionale

Intervengo per rassicurare i colleghi. Oggi vi è stato un incontro con i subcommissari dello IACP, la cui gestione deve proseguire. Ci auguriamo che l'arch. Corradini possa rientrare al più presto; in ogni caso l'opera intrapresa deve proseguire, devono essere adottate modalità più trasparenti di gestione e deve essere ricreato un clima di fiducia con l'inquilinato.
La mia è un'appendice verbale ad un documento che esprime solidarietà all'arch. Corradini, e che ribadisce l'impegno della Giunta e del Consiglio regionale.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, pongo in votazione l'ordine del giorno testè iscritto, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte esprime piena solidarietà al dirigente regionale arch. Paolo Corradini nominato dalla Giunta regionale Commissario straordinario dell'ATC di Torino, il quale in data 4/7/1994 è rimasto vittima di un attentato che costituisce un gravissimo episodio ai danni di un funzionario esemplare il Commissario Corradini, insieme agli altri tre subcommissari, è impegnato nell'opera di risanamento dell'Istituto per le case popolari di Torino, sia per stroncare una prassi amministrativa e gestionale che ha provocato deficit e disordine amministrativo, sia per risanare le finanze dell'Ente salvaguardandone l'operatività e la funzione sociale che gli è assegnata dalla legge.
Il Consiglio regionale esprime il proprio sostegno al Commissario Corradini ed agli altri subcommissari nell'opera di moralizzazione e di rilancio della gestione degli alloggi pubblici torinesi richiama l'attenzione delle Autorità di Governo sulla situazione dell'ex IACP di Torino il cui risanamento costituisce obiettivo primario della Regione Piemonte e dovrà essere sostenuto anche da interventi straordinari amministrativi e legislativi esprime profonda preoccupazione per il gravissimo episodio invia all'arch. Corradini i suoi auguri di pronto ristabilimento invitandolo a non abbandonare la sua preziosa e coerente opera a favore del bene collettivo".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato all'unanimità dei 42 Consiglieri presenti.


Argomento:

Interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno (annunzio)


PRESIDENTE

Le interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenute all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale verranno allegate al processo verbale dell'adunanza in corso.



PRESIDENTE

La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18,35)



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