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Dettaglio seduta n.282 del 21/06/94 - Legislatura n. V - Sedute dal 6 maggio 1990 al 22 aprile 1995

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MONTICELLI


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Approvazione verbali precedenti sedute", non essendovi osservazioni, i processi verbali delle adunanze consiliari del 17 maggio 1994 si intendono approvati.
Comunico inoltre che, prima della seduta odierna, sono stati distribuiti ai Consiglieri i processi verbali delle adunanze consiliari 7 e 8 giugno 1994 e verranno posti in votazione nel corso della prossima seduta.


Argomento: Contratti ed appalti

Interpellanza n. 1372 dei Consiglieri Chiezzi e Maggiorotti inerente la ristrutturazione del Teatro Alfieri di Asti (rinvio)


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Interrogazioni ed interpellanze" esaminiamo l'interpellanza n. 1372 presentata dai Consiglieri Chiezzi e Maggiorotti.
La parola al Consigliere Chiezzi per l'illustrazione.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Di questa interpellanza, tra i vari punti, desidero mettere in evidenza quello relativo all'affidamento in concessione alla Ditta Ruscalla delle opere da ultimare relative all'appalto per la ristrutturazione del Teatro Alfieri nella città di Asti.
Desidero conoscere in dettaglio i criteri di questa concessione alla Ditta Ruscalla.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta, Brizio.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Poiché non riesco a rintracciare il testo della risposta, prego il Presidente di sospendere momentaneamente l'esame dell'interpellanza e di passare alle successive.



PRESIDENTE

Se il Consigliere interpellante acconsente, sospendiamo la discussione dell'interpellanza n. 1372; l'esame della stessa verrà ripreso non appena il Presidente Brizio avrà a disposizione il proprio testo.



CHIEZZI Giuseppe

D'accordo.


Argomento: Usi civici

Interpellanze n. 1872 e n. 1878 dei Consiglieri Chiezzi e Maggiorotti inerenti i provvedimenti della Regione per bloccare le manovre speculative negli insediamenti di edilizia economica popolare ed interrogazione n. 1990 del Consigliere Rabellino inerente il diffuso fenomeno della vendita alloggi edilizia convenzionata in palese violazione di legge


PRESIDENTE

Passiamo dunque all'esame delle interpellanze n. 1872 e n. 1878 presentate dai Consiglieri Chiezzi e Maggiorotti e dell'interrogazione n.
1990 presentata dal Consigliere Rabellino.
Risponde l'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore regionale

Desidero precisare, per quanto riguarda l'interpellanza n. 1872, che visto il lasso di tempo trascorso, intendo far aggiornare la risposta.
Poiché si chiedevano notizie in ordine ad eventuali strumenti urbanistici presentati, mi sembra doveroso un aggiornamento perlomeno al corrente anno.
Per quanto concerne l'interpellanza n. 1878 del 20/4/1993, si precisa quanto segue.
Con questa interpellanza e con l'interrogazione n. 1990, presentata dal Consigliere Renzo Rabellino, nel denunciare manovre speculative negli insediamenti di edilizia economica e popolare (PEEP), gli interpellanti chiedono alla Giunta regionale e all'Assessore competente: quali provvedimenti intenda adottare la Regione per bloccare queste odiose ed illegali speculazioni nei PEEP quali controlli vengano effettuati per il rispetto delle convenzioni PEEP quali iniziative intendano assumere per consentire agli enti locali di esercitare effettivamente il diritto di prelazione nei PEEP.
Circa il primo quesito, si precisa che l'art. 35 della legge n. 865/71 che regola le convenzioni da stipulare tra il Comune e l'operatore affinché quest'ultimo possa realizzare degli interventi in area PEEP, non prevede alcuna particolare competenza in capo alla Regione.
Una specifica competenza regionale riguardo le convenzioni in questione non si ricava neppure dall'art. 4 della legge n. 457/78, il quale prevede in termini generali i compiti affidati alle Regioni per il perseguimento delle finalità di cui all'art. 1 della legge stessa, tra le quali rientrano gli interventi costruttivi in edilizia convenzionata ed agevolata.
L'Amministrazione regionale ritiene, pertanto, di poter unicamente svolgere azioni di richiamo nei confronti delle Amministrazioni comunali.
Tali Amministrazioni, infatti, hanno un diritto-dovere a che le convenzioni, espressione della comune volontà delle stesse e degli operatori, vengano rispettate.
A questo proposito, si informa che, in data 8/5/1992, è stata inviata da questo Assessorato la nota n. 2111/32/92, con la quale si richiamavano a seguito di segnalazioni pervenute all'Assessorato stesso, tutte le Amministrazioni comunali del Piemonte, sedi di interventi in edilizia agevolata-convenzionata, a far rispettare la normativa contenuta nelle convenzioni stipulate dalle stesse con gli attuatori degli interventi chiedendo di porre particolare attenzione circa la tempistica della vendita e del relativo prezzo.
Circa il secondo quesito, si richiama il sopra citato art. 4, il quale prevede un'attività di vigilanza unicamente sulla gestione amministrativo finanziaria delle cooperative edilizie fruenti di contributi pubblici e si richiama altresì la nota di questa Amministrazione regionale già citata prot. 2111/32/92 dell'8/5/1992.
Il terzo quesito, relativo alle iniziative che questo Assessorato intende assumere per consentire agli enti locali di esercitare effettivamente il diritto di prelazione nei PEEP, presupporrebbe l'istituzione di un fondo "ad hoc" tale da consentire alle Amministrazioni comunali l'acquisto degli alloggi sui quali intendano far valere tale diritto.
Le leggi nazionali di finanziamento per l'edilizia agevolata e convenzionata non prevedono la possibilità per le Regioni di istituire detto fondo; inoltre è importante tenere presente che le somme ordinariamente attribuite dallo Stato alle Regioni per l'edilizia agevolata sono finalizzate alla realizzazione di interventi di nuova costruzione o recupero e non all'acquisto di alloggi.
In ogni caso, questa Amministrazione regionale si farà carico, anche nell'ambito dei futuri programmi, di segnalare ai Comuni la funzione loro propria di vigilanza, e mi riservo di portare all'attenzione del Comitato per l'edilizia residenziale presso il Ministero dei Lavori Pubblici, e in sede di dibattito con le altre Regioni, la problematica segnalata dall'interpellanza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

La risposta dell'Assessore non mi lascia completamente soddisfatto per i seguenti motivi. Le leggi richiamate dall'Assessore determinano, da parte della Regione, una competenza indiretta sul problema, in quanto non spetta alla Regione la verifica amministrativa del rispetto delle concessioni; ma il problema va visto anche sotto altro punto di vista, Assessore: il problema della vendita irregolare di alloggi costruiti con finanziamento pubblico esiste o non esiste? Questo è il problema! A me risulta che esista, non solo perché sono in corso indagini da parte della Magistratura ma per le numerose segnalazioni che in questo settore anche la Regione in modo informale ha ricevuto.
Di fronte ad un tale problema si possono tenere due comportamenti: il primo è quello del paraocchi, per cui si dice: "vediamo cosa mi impone di fare la legge, se non mi impone alcunché non faccio nulla". Altro comportamento è quello, viceversa, di una Regione che, anche nella prospettiva di pesare maggiormente nel quadro dell'organizzazione dei poteri statuali, si fa carico del problema e verifica in termini sia amministrativi sia di iniziativa politica tutto ciò che è possibile fare per un serio controllo.
Da questo punto di vista l'azione della Regione, a mio avviso, è stata insufficiente poiché la nota n. 2111 dell'8/5/1992, sia pure meritoria lascia il tempo che trova. E' uno scaricarsi la coscienza; si dice: "ho scritto alle Amministrazioni comunali di vigilare e di attenersi al rispetto della legge", ma con le Amministrazioni comunali si potrebbe fare ben di più. Si tratta di problema che la Regione Piemonte potrebbe identificare e proporre in una pubblica discussione alle Amministrazioni comunali; si potrebbero invitare le Associazioni delle Amministrazioni comunali ad un incontro sul tema; si potrebbe chiedere all'ANCI di discuterne.
Vi è invece un'inerzia che favorisce la non risoluzione del problema delle vendite irregolari; le varie iniziative possibili potrebbero invece avere successo: sappiamo bene che quando si discute pubblicamente di certi problemi, le aree di irregolarità devono essere inevitabilmente ridotte.
Un'ulteriore iniziativa potrebbe essere verso la Prefettura. Questo tema potrebbe essere sollevato ufficialmente dalla Regione Piemonte nei confronti del Prefetto, con il quale individuare forme e tempi di un'iniziativa regionale o comune, quale una raccolta di dati ed una vigilanza di tutti gli apparati dello Stato. Attraverso la Prefettura infatti, si possono sollecitare la Guardia di Finanza e quant'altri a vigilare per reprimere le irregolarità in discussione.
Un terzo filone di iniziative potrebbe passare attraverso le agenzie immobiliari: perché no? Sappiamo che gli atti di compravendita nel 98% dei casi vengono risolti attraverso l'intermediazione di agenzie e proprio attraverso tale intermediazione possono passare vendite irregolari di questo tipo. Un'iniziativa della Regione verso le organizzazioni di categoria delle agenzie o verso l'universo delle agenzie per porre il problema, per chiedere e quindi sapere quanto a conoscenza delle stesse potrebbe essere un'ipotesi per confinare il problema, per far sì che se ne discuta e lo si affronti.
Vede, Assessore, che la Regione può fare molto per risolvere il problema in termini di sollecitazione politica e di iniziativa amministrativa verso i vari settori pubblici e privati dello Stato? Sono tutte cose che non avete fatto; avete soltanto scritto una letterina: il problema continua ad esistere e a non essere risolto. Questi i motivi per cui non posso dichiararmi soddisfatto della risposta dell'Assessore.
Invito la nuova Giunta regionale, nella sua innovatività politica, a riflettere e verificare se queste proposte di iniziativa per reprimere l'abusivismo e l'irregolarità di vendite di alloggi pagati con i soldi e i contributi dei lavoratori, siano argomento degno di attenzione.



PRESIDENTE

Al Consigliere Rabellino, presentatore dell'interrogazione n. 1990 sullo stesso argomento, verrà inviata risposta scritta.


Argomento: Contratti ed appalti

Interpellanza n. 1372 dei Consiglieri Chiezzi e Maggiorotti inerente la ristrutturazione del Teatro Alfieri di Asti (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame dell'interpellanza n. 1372, già illustrata da uno dei Consiglieri interpellanti, il collega Chiezzi.
Ha quindi la parola per la risposta il Presidente della Giunta, Brizio.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Essendo la risposta assai datata, mi riservo di integrarla e di rispondere più puntualmente in seguito.



CHIEZZI Giuseppe

Che data reca la risposta?



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

La data dell'interpellanza è 28/7/1992; la relativa risposta è stata predisposta a suo tempo, ma ad oggi è sostanzialmente incompleta.



CHIEZZI Giuseppe

Vorrei conoscere la data esatta della risposta.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

La data della risposta è inizio 1993.
Ci troviamo purtroppo a rispondere ad interrogazioni molto datate; la risposta a mie mani va integrata poiché da Asti non sono pervenute successive informazioni: si tratta infatti di un atto di autonomia comunale, su cui noi non abbiamo elementi di controllo.
Per quanto riguarda il punto 1) il Comune ha assicurato che sono state rispettate tutte le procedure formali di legge.
Per quanto riguarda il punto 5), la concessione alla Ditta Ruscalla delle opere da ultimare non è stata ancora affidata. Questa la situazione al momento dell'affidamento della concessione di committenza per la predisposizione del progetto esecutivo delle opere ancora necessarie per portare a compimento l'intervento sul Teatro Alfieri, al fine di poter avere, una volta per tutte in via risolutiva, uno strumento organico che consentisse all'Amministrazione una compiuta disamina valutativa dal punto di vista tecnico ed economico.
"Il progetto - si scriveva allora - non è stato ancora esaminato dal Consiglio comunale come atto programmatico e pertanto è prematura qualsivoglia valutazione finanziaria ed economica".
Questo si ribalta sulle richieste dei punti 2), 3) e 4); richieste che presuppongono una laboriosa estrapolazione di dati da desumersi dagli atti di contabilità. La medesima è in corso di verifica da parte del competente ufficio comunale. L'Amministrazione comunale, infatti, in risposta ad analogo documento esposto in forma di libro bianco dalla Federazione astigiana di Rifondazione Comunista, sta predisponendo - si diceva allora una documentazione esaustiva che verrà quanto prima presentata e discussa anche in Consiglio comunale di Asti. In essa verranno dettagliatamente esposte tutte le informazioni necessarie e sufficienti a chiarire l'operato delle Amministrazioni succedutesi nel tempo in merito ai lavori di ristrutturazione del Teatro Vittorio Alfieri di Asti.
Qui inizia la nostra non-competenza perché l'Amministrazione assicurava che non appena il documento sarebbe stato predisposto ne avrebbe fornito copia alla Presidenza della Giunta per porlo a disposizione dei Consiglieri interpellanti, i quali avrebbero potuto in tal modo acquisire con precisione, oltre ad altre informazioni, tutti i dati richiesti ai punti 2), 3) e 4). Non c'è stato il relativo seguito, quindi mi riservo di insistere ancora presso il Comune di Asti per ottenere la documentazione e fornirla ai Consiglieri interpellanti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

L'interpellanza è di due anni fa, caro Presidente Brizio. Due anni fa sulla base di un'indagine condotta da Rifondazione Comunista nel Comune di Asti, chiedevamo i dati relativi a questo appalto: quanto era costato, le lievitazioni di prezzi, le perizie suppletive. E dopo due anni, lei ci viene a dire che non avete concluso nemmeno l'attività conoscitiva relativa a dati che un'organizzazione politica del Comune di Asti ha reso pubblici a Consiglieri comunali e regionali! Se questo non è qualcosa di più di un'inadempienza, se questo non è addirittura un'insofferenza a voler capire quanto succede nel mondo degli appalti, non so come qualificarlo! I Consiglieri interpellanti sono sempre presenti alle sedute del Consiglio regionale e non hanno ricevuto risposta quindi non è certo colpa loro.
Lei mi dice che la risposta è del gennaio 1993. Non capisco perch avendo trascorso dal gennaio 1993 ad oggi un'ora-un'ora e mezza della mia vita in attesa, qui, in apertura del Consiglio regionale, non sia stato possibile avere una risposta. Si risponde ora e, in pratica, si dice che "nulla è stato fatto". Chiedo se la Regione Piemonte non debba assumere un'iniziativa propria - Presidente - sulla materia.
Ricordiamoci che la legge n. 18 della Regione Piemonte prevede l'istituzione della Banca dati appalti. Sappiamo che questa istituzione non è mai stata realizzata, ma anche che esiste competenza della Regione Piemonte non solo in termini specifici di reperimento dei dati previsti dalla legge n. 18, ma anche in termini generali, di vigilanza sugli appalti se la si vuole esercitare. A me pare che la Giunta non abbia assolutamente tradotto questa volontà in atti e comportamenti concreti.
Nel gennaio 1993 si dice che "il Comune di Asti ha di fronte una laboriosa estrapolazione dei dati". Ma il Comune di Asti deve solo prendere quelle decine (non sono migliaia) di dati a consuntivo, in base ai quali si verifica a quanto è stato stipulato l'appalto. Non c'è bisogno di passare delle settimane, Presidente: basta prendere il verbale di aggiudicazione dei lavori! Basta fare la somma dei verbali di approvazione delle perizie suppletive! Non sono dati incommensurabili: sono dati semplicissimi che evidentemente, non interessano nessuno - fino a quando, magari, non interessano la Magistratura: a quel punto, ci cospargiamo il capo di cenere; a quel punto, non possiamo più sapere nulla, perché tutto è stato sequestrato; a quel punto si fanno i processi e i processi finiscono con le condanne. L'attività politica si disinteressa della conoscenza dei dati materiali, conoscenza che è il preliminare di ogni corretta azione di governo, è quanto le Amministrazioni pubbliche possono fare per prevenire le deformazioni, le malversazioni in sede di appalto. Ma questo non succede mai, e non succede nemmeno nel caso in cui alcuni Consiglieri o alcune forze politiche producono dati quasi certi, da verificare. Le Amministrazioni sono inerti: enti che non vogliono in alcun modo conoscere e di conseguenza non possono in alcun modo predisporre un ambiente ostile a fenomeni di corruzione e di concussione.
Per quanto riguarda l'ultimo punto, Presidente, quello relativo all'affidamento in concessione, lei ci ha detto riguardare solo la committenza, ovvero che si tratta di una concessione per l'elaborazione di un progetto esecutivo. Questo non mi è chiaro in termini amministrativi non mi è chiaro se la legge applicata è la legge n. 1 del 1980 o cos'altro.
In ogni caso, la recente legge Merloni, approvata ed oggi disattivata aveva - se ho ben capito quanto lei ha detto - escluso la possibilità di affidare in concessione opere di questo tipo.
La legge Merloni è decaduta, si ritorna alla vecchia normativa; anche all'interno di quest'ultima non mi è chiaro il criterio secondo il quale si prevede la concessione di un progetto; la legge, infatti, prevedeva concessioni di progetto ed esecuzione dell'opera ed anche di gestione dell'opera stessa. Quindi la pregherei, Presidente, di farsi chiarire bene dal Comune di Asti il meccanismo applicato per la concessione di questi lavori.
Le chiedo con urgenza - per cortesia, finché siamo in tempo di approfondire il problema; relativamente alla Città di Asti avevo presentato tre interpellanze su altrettanti tre grandi appalti, le cui cifre sono tutte da verificare.
Vorrei che su questi temi, prima che altri enti dello Stato facciano chiarezza e pulizia, la Regione Piemonte potesse dire qualcosa di utile sullo svolgimento delle vicende.


Argomento: Rapporti delle Regioni con l'ordinamento comunitario - Industria - Commercio - Artigianato: argomenti non sopra specificati

Interrogazione n. 1627 dei Consiglieri Chiezzi e Maggiorotti inerente il recepimento della direttiva CEE relativa ai rischi connessi con determinate attività industriali


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interrogazione n. 1627 presentata dai Consiglieri Chiezzi e Maggiorotti.
Risponde il Presidente della Giunta, Brizio.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Anche relativamente all'interrogazione in oggetto fornir successivamente degli aggiornamenti, intervenendo a braccio; sulla materia oggi di competenza dell'Assessore Marino, personalmente risponderò per il passato e relativamente a quanto stiamo facendo.
Allo stato attuale è stato istituito il Comitato tecnico-scientifico per la sicurezza delle attività industriali a rischio; inoltre, sono state inviate delle comunicazioni ai Sindaci dei territori nei quali risultano operanti società con attività industriali a rischio di incidente rilevante con conseguente obbligo della notifica e/o dichiarazione. Pertanto, gli adempimenti previsti dalla L.R. n. 32/92 per quanto concerne l'informazione al Sindaco del Comune interessato dal ricevimento della dichiarazione e/o notifica sono stati attuati.
Altresì, per l'esame delle istruttorie sulle dichiarazioni presentate alla Regione da parte delle società interessate con attività industriali a rischio di incidente rilevante, la Giunta regionale, con deliberazione del 21/9/1992, ha affidato l'incarico all'ENEA di Roma, Ente di diritto pubblico per l'assistenza tecnico-specialistica relativa agli adempimenti della L.R. n. 32/92 inerente ai rischi di incidenti rilevanti connessi con l'attività a rischio, per una spesa complessiva di L. 89.250.000.
Attualmente c'è un cambiamento: l'ENEA è stata trasformata in forma societaria, per cui stiamo rivedendo le modalità di un nuovo incarico.
Per quanto concerne l'istituzione da parte della Regione delle Conferenze provinciali sui rischi industriali di cui all'art. 5 della legge sopraddetta, sono già state inviate agli enti, Confederazioni sindacali e industriali e Associazioni ambientaliste, le richieste relative alla designazione dei rappresentanti che dovranno partecipare a tali Conferenze.
Qualche Conferenza si è già tenuta: una a Novara l'altro giorno, una a Torino.
Infine, per quanto riguarda l'organizzazione dell'Unità flessibile preposta all'istruttoria delle dichiarazioni presentate alla Regione dalle imprese, la stessa è stata attivata con deliberazione di Giunta regionale vistata dalla Commissione di controllo nel gennaio 1993. L'Unità flessibile sta lavorando attentamente; abbiamo comunque rilevato delle carenze relativamente alla sua capacità di giungere alla fine del lavoro istruttorio con elementi prescritti. Proprio in questi giorni abbiamo assunto una determinazione di concerto con gli Assessori Marino e Ferraris.
Lunedì abbiamo adottato una deliberazione di Giunta avente come oggetto un concorso per l'assunzione di tre ingegneri chimici; ciò esplicitamente allo scopo di rafforzare l'Unità flessibile e gli uffici relativi.
Ci muoveremo maggiormente nel momento di emergenza, anche mediante una convenzione con l'Università; stiamo dunque accelerando fortemente l'impegno regionale nel settore del controllo delle industrie a rischio effettuando ogni adempimento previsto sia dalla legge nazionale sia da quella regionale.
Credo che l'Assessore Marino stia lavorando ad una modifica della legge regionale per proporla al Consiglio. Come Giunta stiamo comunque prestando grande attenzione al problema, sia per quanto riguarda la legge nazionale e le aziende soggette a dichiarazione sia per quelle soggette unicamente a notifica della Regione, per le quali stiamo operando con l'Unità flessibile.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

L'interpellanza, datata 24/11/1992, era stata presentata a seguito della preoccupazione espressa dall'Associazione "Ambiente e Lavoro del Piemonte" sui ritardi, da parte della Regione Piemonte - siamo al novembre 1992 nell'applicazione della legge n. 32.
Da quella data il Presidente ha detto che qualcosa è stato fatto e che sui tre punti sollecitati come inadempienza da parte della Regione Piemonte si sta lavorando. Si sta lavorando, però non ancora in modo completo; mi riferisco all'istituzione delle Conferenze provinciali: alcune ci sono altre no.
L'attivazione dell'Unità flessibile esiste; il fatto, però, che siano stati banditi concorsi per personale specializzato significa che l'Unità flessibile non è in grado di svolgere pienamente il lavoro affidatole.
Non ho sentito alcuna informazione circa l'istituzione di un Comitato tecnico-scientifico - o se questo sia stato istituito o meno.
Qualcosa è stato fatto, però siamo ancora in affanno e in ritardo rispetto alle scadenze di legge. Invito quindi la Giunta regionale e il neo Assessore competente a predisporre con assoluta urgenza la messa a regime dell'importante comparto dei controlli sui rischi industriali.


Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati

Interrogazione n. 1774 dei Consiglieri Chiezzi e Maggiorotti inerente le indagini sui reati contro la Pubblica amministrazione - Proposta di mettere a disposizione dei Magistrati attrezzature della Regione


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione n. 1774 presentata dai Consiglieri Chiezzi e Maggiorotti.
Risponde il Presidente della Giunta, Brizio.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Volevo rassicurare gli interroganti che la collaborazione richiesta è già in atto, nel quadro delle competenze assegnate alle Regioni comportanti interventi paralleli di comune interesse (ad esempio, contenzioso urbanistico, vigilanza sanitaria, assistenza penitenziaria e post penitenziaria, tutela ambientale).
Si ritiene inoltre di precisare che: 1) in tale ambito la collaborazione si è estrinsecata sia mettendo a disposizione personale (cinque persone più una distaccata per sei mesi che opera nell'interesse regionale presso le strutture della Magistratura) sia dotandolo di apparecchiature d'ufficio idonee alle funzioni espletate 2) nessuna richiesta è mai pervenuta in ordine alle disponibilità di auto di servizio 3) è costante da anni la collaborazione con organi di Polizia per la stampa - attraverso le apparecchiature interne regionali di modulame contravvenzionale 4) è stata assicurata da anni la formazione professionale degli addetti alle apparecchiature elettroniche delle strutture giudiziarie e concorsi all'uopo predisposti e organizzati in loco 5) le Regioni Piemonte e Valle d'Aosta finanziano i corsi di preparazione al concorso per l'accesso alla Magistratura.
Di questo mi è stato dato atto, con particolare significato di approvazione, dal Procuratore di Verbania, che ho incontrato domenica dopo la manifestazione cui era presente anche l'interrogante.
Circa l'affermazione che i Magistrati torinesi che indagano sui reati contro la Pubblica amministrazione abbiano a disposizione limitate risorse umane e tecnologiche, si fa presente che le vigenti leggi non consentono che beni e risorse di un ente pubblico siano legittimamente trasferiti anche provvisoriamente, ad altro ente pubblico, se non nei modi previsti dalla legge (comando oppure forma non gradita) per l'impossibilità dello Stato di rimborsare i costi relativi.
Le eventuali inosservanze, oltre a configurare un possibile danno patrimoniale perseguibile d'ufficio dalla Procura della Corte dei Conti potrebbero, in taluni casi, concretare il reato che il vecchio Codice Penale classificava come peculato per distrazione, e che oggi viene ricondotto sotto la figura dell'abuso d'ufficio.
Da parte mia, sarei grato agli interroganti se indicassero specifici articoli di legge, che ci consentano di estendere, nei modi richiesti dagli stessi, la collaborazione con Magistratura ed inquirenti, poiché a tutt'oggi la nostra collaborazione è effettivamente totale.
Tutte le richieste pervenute sono state assolte anche al limite della legalità, perché il personale deve essere predisposto per attività di comuni interessi. Senza il comune interesse possono nascere altri problemi.
Abbiamo predisposto personale e strutture, abbiamo tenuto corsi professionali e corsi specifici per i Magistrati. Abbiamo fornito la collaborazione necessaria e possibile, e non abbiamo mancato, di fronte all'accertamento di reati, di adire sempre collaborativamente, con la costituzione di parte civile e la partecipazione degli avvocati della Regione in tutti i casi in cui ciò è stato necessario. Credo che la nostra sia stata una puntuale presenza di sostegno alla Magistratura e di dignitosa ed autonoma partecipazione alle vicende che ne sono derivate.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Sono soddisfatto dell'informazione resa sulle numerose attività di collaborazione con la Magistratura.
L'interrogazione prendeva origine da una carenza specifica, segnalata dagli organi di stampa, relativa all'impossibilità del settore della Magistratura che si occupa dei reati contro la Pubblica amministrazione di giungere a provvedimenti di restrizione della libertà personale di persone indagate, attraverso l'utilizzo di auto o di personale a ciò predisposto.
Il Presidente Brizio ha detto che collaboriamo con la Magistratura, e chiede suggerimenti, da parte nostra, per approfondire tale collaborazione.
Intanto, conveniamo su un fatto: sui reati contro la Pubblica amministrazione è interesse specifico e proprio della Regione Piemonte agevolare le indagini, in quanto nel momento in cui queste si traducono in un rinvio a giudizio, la Regione Piemonte legittimamente si costituisce parte civile. Quindi, per quanto riguarda la constatazione "stiamo attenti che possiamo collaborare solo su materie di competenza propria della Regione Piemonte", penso che anche nel settore dei reati contro la Pubblica amministrazione ci sia già un interesse specifico e proprio della Regione Piemonte, in sede di accertamento delle responsabilità, di fornire alla Magistratura collaborazioni di vario tipo. Questa è l'interpretazione che un uomo non di legge, un Consigliere regionale, dà. Non ritengo ci sia la possibilità di cadere in reati del tipo abuso d'ufficio.
Per quanto riguarda l'assenza di vetture di servizio che consentano di condurre una persona per un interrogatorio al Commissariato o dove l'autorità che indaga ritiene opportuno, il problema è questo: di quante auto di servizio disponiamo come Regione Piemonte? Penso che la Regione Piemonte non manchi di auto di servizio; non possiamo dire che è un settore insufficiente o inesistente o per il quale la Regione non impegna risorse.
Anzi, sarebbe interessante sapere quante sono le auto di servizio in forza alla Regione Piemonte e quanto la Regione Piemonte spende ogni anno tra auto, autisti e benzina. Se facessimo un conto penso che ne uscirebbe una cifra non da poco.
Visto che questo nostro servizio è sicuramente ben organizzato diciamo così! - se in un qualunque settore della Magistratura che si occupa dei reati contro la Pubblica amministrazione si rivelassero carenze assurde, tali, per esempio, da dover procedere all'arresto di una persona portandola in tram, trattandosi di materia propria di interesse della Regione Piemonte, penso si potrebbe studiare un provvedimento che consenta di dare in comodato vetture ed autisti in comando ad un ente che sta svolgendo attività parallela, ma convergente nella ricerca dell'interesse pubblico.
Questi i suggerimenti che posso fornire.
Ringrazio ancora per l'informazione di carattere generale, che sembra faccia apparire la Regione Piemonte non disinteressata alla collaborazione con la Magistratura.


Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati

Risposta scritta all'interrogazione n. 1869 dei Consiglieri Chiezzi e Maggiorotti inerente la partecipazione della Regione alla campagna referendaria e per l'abolizione dei Ministeri dell'Agricoltura e del Turismo


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione n. 1869 presentata dai Consiglieri Chiezzi e Maggiorotti.
Risponde il Presidente della Giunta, Brizio.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

La risposta mi è stata fatta pervenire dalla Presidente Spagnuolo poiché riguarda il Consiglio. Dovendo rispettare le norme statutarie riporto quanto mi è stata comunicato.



(Interruzione del Consigliere Chiezzi)



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

La data della risposta risale al mese di agosto 1993.
Consigliere Chiezzi, poiché sono tre pagine di risposta, se vuole posso inviarle risposta scritta.
Probabilmente la risposta a questa interrogazione è pronta da sei mesi.



CHIEZZI Giuseppe

Concordo e accetto la risposta scritta. A verbale risulti solo l'incredulità dei Consiglieri interroganti sul fatto che ad un'interrogazione dell'aprile 1993 (interrogazioni per le quali occorrono pochi minuti di risposta) si giunga un anno dopo con una risposta dell'agosto 1993! Non capisco come, nell'organizzazione dei lavori del Consiglio, essendo sempre presenti i Consiglieri interroganti alle ore 9,30, si giunga a rispondere alle interrogazioni un anno dopo interrogazioni a cui ha senso rispondere solo in quel momento e non un anno dopo. Chiedo che quanto ho detto rimanga a verbale.



PRESIDENTE

La risposta all'interrogazione n. 1869 viene quindi data per iscritto.
Relativamente alla dichiarazione del Consigliere Chiezzi, come Presidenza credo di dover ricordare a mia volta a tutti i colleghi ed in particolare al Consigliere Chiezzi, che la difficoltà di smaltire (termine forse non brillante) la grande mole di interrogazioni è certamente questione aperta. Mole che determina l'origine principale dell'accumulo e quindi del ritardo delle risposte. A questo si aggiunge il fatto di aver avuto alle spalle un periodo piuttosto travagliato di vita del Consiglio dovuto a situazioni di crisi e difficoltà a ricostituire l'esecutivo periodo che ha comportato ritardi ulteriori. Si cercherà tutti assieme anche con la collaborazione dei colleghi Consiglieri, di riportare al livello fisiologico i tempi di risposta ad interrogazioni e interpellanze.


Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati

Interrogazione n. 2097 dei Consiglieri Chiezzi e Maggiorotti inerente il progetto di legge di riforma del sistema elettorale per le Regioni


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interrogazione n. 2097 presentata dai Consiglieri Chiezzi e Maggiorotti.
Risponde il Presidente della Giunta, Brizio.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Siamo al sistema elettorale, ma ci sono ben altre novità...



CHIEZZI Giuseppe

Approfittiamone per dire qualcosa.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Ci sono ben altre novità. I Consiglieri Chiezzi e Maggiorotti chiedono notizie di un progetto di legge di riforma del sistema elettorale elaborato dalla Conferenza dei Presidenti delle Regioni e Province autonome paventando la possibilità che tale testo venga presentato direttamente alla Conferenza dagli organi competenti senza previo esame in sede locale del testo da parte dei Consigli regionali.
Desidero innanzitutto rassicurare i Consiglieri interroganti che nessun testo è stato al momento integralmente predisposto. In sede di Conferenza si è discusso molto sull'argomento ed una seduta è stata dedicata completamente al problema.
Intendimento della Conferenza è sollecitare il nuovo Parlamento affinché in tempi brevi venga predisposta una riforma in sintonia con quanto elaborato per gli altri enti locali, che consenta ai cittadini, con legge ordinaria in sistema maggioritario, di scegliere direttamente i Consiglieri regionali in Collegio uninominale a doppio turno e la maggioranza di governo ed il Presidente della Regione attraverso un premio di maggioranza da collegare al Collegio unico regionale.
Questi gli orientamenti della Conferenza dei Presidenti, ma non si è fatta alcuna proposta.
La situazione è notevolmente cambiata, abbiamo avuto un incontro a Roma, al Cnel con il Ministro Speroni ed il Ministro Urbani. In tale sede il Ministro Speroni ha annunciato quanto avrete avuto modo di leggere sui giornali, e ciò che è suo intendimento proporre al Governo di avviare una riforma della Costituzione che consenta a tutte le Regioni di dotarsi del proprio sistema in una griglia che, peraltro, da quanto si legge appare molto ristretta.
Credo che sull'argomento sarà il Consiglio più che la Giunta ad essere chiamato ad esprimersi, nelle modalità che riterrà utili ed opportune.
Personalmente, era mio compito rispondere all'interrogazione ed ho risposto; non ritengo opportuno addentrarci nel merito delle modalità.
Vi ho illustrato l'orientamento del Governo, al quale d'altra parte è stato chiesto, da parte delle Regioni, di effettuare oltre alle modifiche costituzionali concernenti la fase elettorale, anche quelle riguardanti sostanza e competenza - anche se, a mio avviso, ciò potrebbe allungare i tempi oltre il lecito ed oltre il giusto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. L'interrogazione è molto datata, ma pone un problema di piena attualità. Si osservava infatti che in sede di Conferenza dei Presidenti delle Regioni si stava discutendo un'ipotesi di riforma elettorale delle Regioni, su un testo ignoto al Consiglio regionale.
Il problema posto allora nell'interrogazione lo pongo, pari pari anche oggi, per il lavoro che ci aspetta. L'interrogazione criticava il fatto che nei poteri dei Presidenti delle Giunte regionali - quindi sia di opportunità sia di liceità - ci fosse la possibilità di discutere una proposta di riforma delle Regioni senza che i relativi Consigli regionali ne avessero mai discusso.
Questo tema, Presidente, ci vede uniti? Lei è d'accordo che la Conferenza dei Presidenti, da un punto di vista della correttezza dei rapporti politici, dovrebbe discutere delle proposte di riforma elettorale solo se i Presidenti sono portatori di un dibattito che i loro Consigli regionali hanno tenuto? E se questo non è, non ritiene che questo sia inopportuno che accada? I Presidenti di Giunta hanno un'autonomia di governo sugli atti che lo Statuto e il Regolamento di ogni Regione attribuisce loro - e sono ben ampi ma non hanno avuto la delega di "interpretare", come potere monocratico la volontà di una Regione in materia elettorale. Penso che la subordinazione dell'attività di Presidenti delle Giunte all'attività dei loro Consigli debba essere quanto meno richiesta e possibilmente accettata da tutti.
Chiedo innanzitutto il parere del Presidente della Giunta sull'argomento. Nel caso fossimo dello stesso parere, ritengo che il Consiglio regionale e il Presidente pro tempore del Consiglio debbano attraverso forme organizzative che ci possiamo dare, discutere delle linee di riforma possibile - che possono anche differenziarsi tra maggioranza e minoranza e successivamente presentare tali linee di riforma alla Conferenza dei Presidenti delle Regioni.
Se concordassimo, sulla base dell'interrogazione, su un tale atteggiamento, a mio parere avremmo già mosso un primo passo in avanti di procedura importante, sapendo che il Presidente agirà non su delega, ma sentito il Consiglio.
Se invece si ritiene di continuare nel vecchio modo, quello che ha prodotto l'interrogazione, il contrasto sarà aperto - ma spero che questo non accada, Presidente Brizio.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta, Brizio.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Ribadisco che nella sostanza l'argomento è squisitamente consiliare non a caso anche a livello di Conferenza dei Presidenti i contatti con la Commissione della Camera e del Senato sono stati riservati alla Conferenza dei Presidenti dei Consigli, mentre i contatti con il Governo sono portati avanti dalla Conferenza dei Presidenti delle Giunte. C'è netta divisione dei compiti, accettata e regolamentata, sulla quale non ci sono problemi.
Nella fase cui si riferisce l'interrogazione, la Conferenza dei Presidenti delle Giunte ha sempre dibattuto il problema confrontandosi con i Presidenti dei Consigli, anche se, peraltro, non si è formulata alcuna proposta organica di legge elettorale.
Pertanto, il problema della legge elettorale sarà riaffrontato, in chiave realistica, tenendo conto degli atteggiamenti del Governo, rispetto ai quali vi ho informato per quanto di mia conoscenza, in una fase di evoluzione particolarmente marcata. E' palese che se sarà necessario varare una legge elettorale consiliare, sarà il Consiglio ad occuparsene; possono sorgere dubbi sui margini lasciati all'istituzione regionale: se ci viene concessa la competenza a legiferare, sarebbe utile che tali margini fossero i più ampi possibile - ma è discorso che riguarda decisioni governative e quelle susseguenti del Parlamento nazionale.



PRESIDENTE

Ricordo ai colleghi presenti che ieri pomeriggio, in sede di Conferenza dei Capigruppo, l'argomento è stato sollevato da alcuni Presidenti di Gruppi, in particolare dal Consigliere Marchini. La Conferenza si è conclusa con un appuntamento a breve per esaminare le modalità con cui i Gruppi consiliari e l'intero Consiglio potranno lavorare per elaborare proposte formali o di altro tipo.


Argomento: Opere pubbliche - Edilizia: argomenti non sopra specificati

Interpellanza n. 2249 dei Consiglieri Chiezzi e Maggiorotti, interrogazione n. 2209 del Consigliere Marino ed interpellanza n. 2218 dei Consiglieri Rivalta, Bresso, Grosso e Chiezzi inerenti la concessione edilizia rilasciata in zona inserita nel Parco regionale della Collina di Superga


PRESIDENTE

Passiamo all'esame congiunto dell'interrogazione n. 2209 presentata dal Consigliere Marino, dell'interpellanza n. 2218 presentata dai Consiglieri Rivalta, Bresso, Grosso e Chiezzi e dell'interpellanza n. 2249 presentata dai Consiglieri Chiezzi e Maggiorotti.
Risponde l'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore regionale

Rispondo congiuntamente all'interrogazione e alle due interpellanze in quanto inerenti lo stesso argomento, anche se la risposta viene mantenuta con un passaggio parziale di competenze anche all'altro collega.
Con l'interrogazione e con le interpellanze in argomento i Consiglieri Marino, Rivalta, Bresso, Grosso, Chiezzi e Maggiorotti richiedono, in relazione all'intervento edificatorio di un fabbricato di civile abitazione sito in Strada Superga n. 99 del Comune di Torino, nel Parco regionale della Collina di Superga, di avere informazioni e chiarificazioni in ordine a: 1) la valutazione dell'intervento anche in relazione al rilascio dei provvedimenti regionali ai sensi della legge n. 431/85 (Galasso) e della L.R. n. 55/91 istitutiva del Parco con particolare riferimento alle sue finalità 2) la sussistenza di eventuali violazioni di legge 3) l'intenzione di utilizzare lo strumento inibitorio di cui all'art. 9 della legge n. 56/77 4) quali altre concessioni siano state rilasciate in violazione delle norme vigenti e quali altri interventi siano in itinere 5) l'opportunità di censire lo stato dell'edificazione 6) le intenzioni della Giunta regionale in merito all'attivazione di idonei strumenti di tutela ambientale della Collina di Torino.
In merito al primo e al secondo quesito si precisa che l'autorizzazione ai sensi della legge n. 1497/39 fu rilasciata in data 9/12/1987 a condizione che fosse presentato un progetto di sistemazione globale dell'area libera, e che in data 25/2/1988 fu anche rilasciata l'autorizzazione ai fini idrogeologici (L.R. n. 27/81).
Si fa inoltre presente che la concessione edilizia da parte del Comune di Torino fu rilasciata in data 26/7/1988, recependo in toto le condizioni definite nei provvedimenti sopracitati. Si deve rilevare che tutti i provvedimenti citati sono antecedenti alla legge istitutiva del Parco e sono invece stati adottati in regime di salvaguardia ai sensi della legge regionale quadro sulle aree protette allora in vigore (L.R. n. 43/75) che vietava ogni nuova edificazione: pertanto il provvedimento concessorio comunale risultava illegittimo. Il Settore Parchi naturali della Regione intervenne quindi segnalando l'irregolarità al Comune di Torino che provvide ad emettere ordinanza di sospensione delle attività già intraprese dal privato cittadino proprietario del lotto, il quale ricorse al TAR ottenendo l'ordinanza incidentale di sospensione dell'efficacia dell'atto impugnato in data 24/5/1989.
Dalla descrizione anche cronologica dei fatti, emergono sostanzialmente due dati di rilievo: da un lato l'effettiva incompatibilità dell'intervento con le norme allora vigenti e dall'altro l'illegittimità della concessione del Comune di Torino.
Con l'istituzione del Parco, avvenuta con L.R. 14/11/1991 n. 55 è stata introdotta una specifica norma che demanda la valutazione ambientale e di compatibilità degli interventi edilizi con le finalità dell'area protetta ad apposita autorizzazione del Presidente della Giunta regionale.
In sede di istruttoria della pratica, ripresentata dal privato per il rilascio dell'autorizzazione di cui sopra, a fronte di una valutazione di compatibilità ambientale già espressa con l'autorizzazione ai sensi della legge n. 1497/39 ed alla già avvenuta parziale costruzione del fabbricato peraltro intercluso tra altri due fabbricati esistenti, si è ritenuto di poter concedere l'autorizzazione richiesta condizionandola alle prescrizioni già contenute nella deliberazione regionale relativa alle norme sul paesaggio.
Pertanto fu emesso decreto autorizzativo in data 1/7/1993. Tutti i provvedimenti citati sono comunque subordinati alla prescrizione della presentazione del progetto di risistemazione dell'area sulla quale incide il fabbricato.
In relazione al terzo e al quarto quesito, data l'unicità del caso descritto, in quanto non risultano altre situazioni analoghe ed in quanto i progetti finora presentati all'Assessorato hanno ottenuto il diniego di autorizzazione, non si ritiene necessario il ricorso all'utilizzazione dello strumento inibitorio di cui all'art. 9 della L.R. n. 56/77 a fronte di una legge istitutiva del Parco in quanto, con esclusione del caso descritto, assai particolare ed antecedente all'istituzione del Parco, non si sono verificati casi di edificazione incontrollata all'interno dell'area protetta e, anzi, si sono poste sotto controllo tutte le trasformazioni richieste ivi comprese quelle non afferenti al settore edilizio.
Infine deve essere sottolineato, in risposta agli altri due quesiti che è in corso di definizione il Piano paesistico della collina di Torino che, da un lato, potrà costituire un punto di riferimento per la conoscenza dello stato attuale della collina e, dall'altro, potrà garantire ulteriori strumenti di tutela dell'ambiente naturale di questa zona.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Colleghe e colleghi, ci troviamo di fronte l'Assessore l'ha accertato - ad una violazione delle leggi urbanistiche. Un privato ha ottenuto, illegittimamente, da parte del Comune di Torino, una concessione edilizia in data 1987. Alla fine di una vicenda, che è stata descritta dall'Assessore, questo privato che ha ottenuto illegittimamente una concessione edilizia, l'ha fatta franca.
Questa l'obiettiva realtà.
Chi viola le leggi può farlo, perché gli interessi economici che mette in moto sono alla fine capaci di ottenere il risultato voluto, che in questo caso è quello di costruire un edificio all'interno di una zona in salvaguardia, e quindi inedificabile, e quindi all'interno di una zona consegnata a parco.
Chiedo all'Assessore se tutto questo stia in piedi, perché le leggi devono avere la riprova della sensatezza dei fatti, altrimenti non servono a nulla.
Su questa vicenda, Assessore, la Magistratura è stata interessata? L'Amministrazione regionale, nel momento in cui ha diffidato il Comune di Torino e ha dichiarato illegittima la licenza, ha - spero di sì, come prassi d'ufficio non discrezionale - inviato la documentazione relativa alla Magistratura, in modo che si avvii anche per quel ramo dello Stato un'attività di indagine? Questi fatti minano la certezza del diritto; introducono all'interno della società i germi che la degradano a società in cui le prassi amorali e illegittime vengono premiate, in cui il cittadino che rispetta le norme o il cittadino al quale la Pubblica amministrazione fa rispettare le norme, è il cittadino imbecille, quello che non ci sa fare, quello che non trova le strade giuste.
Invece in Strada Superga n. 99 c'è un cittadino che ha trovato una strada giusta per costruire dove non si poteva e ora per terminare il proprio fabbricato. Ho dei dubbi, Assessore, su questa ultima decisione dell'Amministrazione regionale, perché è poi la decisione che consente che questo reato non venga perseguito. Non ho a disposizione tutte le relazioni e tutti gli elementi. Mi rivolgo pertanto al Presidente Brizio, che è responsabile ultimo di tutti questi atti, per esprimere insoddisfazione e forse anche qualche preoccupazione su questo comportamento della Regione Piemonte.
Chiedo in ogni caso al Presidente Brizio se di questa vicenda sia stata interessata la Magistratura: in caso contrario chiedo che il Presidente Brizio informi la Magistratura di quanto è successo.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO



PRESIDENTE

Al Consigliere Marino, Rivalta, Bresso e Grosso verrà inviata risposta scritta.


Argomento:

Risposta scritta ad interrogazione


PRESIDENTE

Comunico che in merito all'interrogazione n. 2333, inerente la continuità dei corsi presso il Centro di formazione professionale "Ceppi" di Orbassano, verrà inviata risposta scritta alla Consigliera Pozzo.


Argomento: Parchi e riserve

Interpellanze n. 2347 dei Consiglieri Rivalta, Bosio e Calligaro e n. 2358 dei Consiglieri Chiezzi e Maggiorotti inerenti la possibilità di avviare le trattative per l'acquisizione delle parti della Mandria confinanti con le proprietà regionali ed edificazione in area "Quadrati" (rinvio)


PRESIDENTE

Comunico inoltre che le interpellanze n. 2347 e n. 2358, presentate l'una dai Consiglieri Rivalta, Bosio e Calligaro e l'altra dai Consiglieri Chiezzi e Maggiorotti, verranno svolte nel pomeriggio secondo quanto già convenuto e d'intesa con il Presidente della Giunta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 7) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Dameri, Grosso e Rossa.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

c) Apposizione visto Commissario del Governo


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge vistati dal Commissario del Governo sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

d) Adesione da parte di Consiglieri regionali a diverso o nuovo Gruppo consiliare


PRESIDENTE

Comunico che in data 1/6/1994 il Consigliere Femia ha aderito al Gruppo consiliare PSI della Regione Piemonte, lasciando il Gruppo Misto; in data 7/6/1994 anche il neo Consigliere Mandrino ha aderito al Gruppo consiliare PSI della Regione Piemonte.
In data 15/6/1994 i Consiglieri Bosio e Calligaro hanno aderito quali indipendenti al Gruppo Rifondazione Comunista, lasciando il Gruppo PCI-PDS.
Infine, a far data dal 20/6/1994 i Consiglieri Germanetto e Porcellana comunicano che intendono costituire un Gruppo consiliare con la seguente denominazione "CCD - Centro Cristiano Democratico", del quale è stato designato Capogruppo il Consigliere Germanetto.
Chiede di parlare il Consigliere Calligaro; ne ha facoltà.



CALLIGARO Germano

Signora Presidente, i fatti e le motivazioni politiche della mia adesione al Gruppo di Rifondazione Comunista sono noti. L'accordo tra vari Gruppi e l'elezione della nuova Giunta hanno determinato in me un radicale ed insanabile dissenso con il Gruppo di appartenenza. Ho sentito il dovere elementare di essere coerente con le mie idee e con i principi che da sempre hanno guidato il mio impegno politico e contestualmente di essere corretto e leale con il Gruppo di appartenenza.
Sono quindi uscito dal Gruppo PCI-PDS e ho chiesto ed ottenuto di poter aderire, come indipendente, al Gruppo di Rifondazione Comunista - come indipendente poiché non sono iscritto al partito della Rifondazione Comunista - poiché non vi sono altri Gruppi consiliari dichiaratamente di sinistra e perché ho apprezzato la specificità e la peculiarità che contraddistinguono positivamente il Gruppo di Rifondazione Comunista alla Regione Piemonte: il rigore sui principi, accompagnato da una convinta apertura al confronto dialettico con tutti. Sono certo che la mia adesione in qualità di indipendente, sarà rispettata. Nel contempo assicuro un incondizionato e leale impegno. Sono consapevole, sereno e fermo del passo impegnativo che compio; non vi nascondo che è passo difficile e doloroso: esco da un Gruppo di compagni con i quali ho condiviso, per quasi dieci anni, le politiche di opposizione e ho condotto tante battaglie. Un dissenso politico sia pure radicale per me non pregiudica la stima e il rispetto che ho avuto e continuerò ad avere nei loro confronti, anche quando i contrasti fra maggioranza ed opposizione potranno farsi aspri.
Mi consola un dato di fatto politico di fondo: resta immutato il destino comune di impegno e di ricerca per capire cosa e come è cambiato nella società italiana e per una strategia che permetta alla sinistra di occupare saldamente il proprio campo, di ricostruire un profondo radicamento sociale, di sviluppare un'opposizione sociale e politica, di ricostruire un fronte progressista dialettico ed articolato, e contestualmente di interloquire con i partiti moderati, a cominciare da quello popolare, e con l'elettorato centrista, oggi spostato a destra, per conquistarlo - o riconquistarlo - ad una prospettiva di libertà, di democrazia e di progresso sociale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bosio.



BOSIO Marco

Intervengo nella ovvia condizione di dover motivare le ragioni dell'uscita dal Gruppo PCI-PDS e della mia ricollocazione, come indipendente, nel Gruppo di Rifondazione Comunista. Le ragioni squisitamente istituzionali credo di averle già illustrate nel motivare il dissenso rispetto ad un'operazione politica che, per quanto realistica muove altrettanto realisticamente in totale contraddizione con quelli che erano e rimangono i punti di vista politici, culturali, di visione delle cose, miei personali.
Ribadisco una ragione di ordine politico generale che comporta la necessità, spiacevole, non personale e non personalizzata, di dover - "ob torto collo" direbbe Togliatti - chiudere con un'esperienza politica che secondo il mio modesto giudizio, vedendo anche quanto sta accadendo in generale in questi giorni e in questi tempi, sta degenerando in una direzione assolutamente incomprensibile.
In questo senso, dunque, la richiesta di partecipare e praticare il contributo politico istituzionale di cui sono capace, per quello che vale nel Gruppo di Rifondazione Comunista, per poter continuare ad esercitare e partecipare attivamente alle cose della politica e alle cose istituzionali in frangenti sicuramente incerti e complicati quali quelli che sta vivendo il nostro Paese e partecipare attivamente, dunque, se non per quello che può incidere almeno per quanto può assicurare un appiglio immediato. Un appiglio immediato in termini di coerenze, in termini politici e culturali in termini di tentativo di ricostruire, ognuno per sè e poi un po' ognuno per tutti, un'identità e una prospettiva per la sinistra, per lo schieramento di progresso, e così via.
Queste le ragioni; non voglio entrare, ovviamente, in una discussione di ordine squisitamente politico.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Intervengo semplicemente per ringraziare i due Consiglieri per la fiducia che hanno espresso in due lettere, che intendevo leggere al Consiglio (ma non lo faccio) e il cui testo consegno agli uffici affinch venga inserito a verbale: "Caro Presidente, nel corso del dibattito consiliare di martedì ho motivato le ragioni politiche della mia opposizione alla nuova Giunta ed espresso un voto contrario alla sua elezione, in aperto contrasto con quello del Gruppo di appartenenza. Un elementare dovere di coerenza con le mie idee e di correttezza e lealtà nei confronti del Gruppo PCI-PDS, mi impone di lasciare il Gruppo e di trovare una nuova collocazione.
Considero l'accordo raggiunto tra i Gruppi PCI-PDS e DC privo delle condizioni politiche minime per assicurare un buon governo alla Regione nell'ultimo scorcio della legislazione e per favorire, in prospettiva, un proficuo rapporto tra le forze progressiste e quelle moderate. E' prevalsa ancora una volta, la politica dell'ambiguità e dell'ambivalenza, di cui è maestra la vecchia DC. E perciò si è assistito ad improvvisi mutamenti di posizione e a fenomeni di vero e proprio trasformismo.
I principali responsabili del malgoverno (della paralisi istituzionale e degli scandali), durato quasi due legislature, contro i quali il Gruppo del PCI prima e del PCI-PDS dopo, ha combattuto aspre e sacrosante battaglie, hanno potuto conservare il ruolo centrale nella Giunta e pretendere di delimitare la maggioranza a sinistra, escludendo pregiudizialmente i Gruppi di Rifondazione Comunista e dei Verdi. Il Polo progressista, invece, è uscito spaccato e indebolito da un accordo che la stessa DC considera 'utilitaristico e contingente'. E' così che tatticismo e politicismo hanno avuto il sopravvento sulla politica.
Credo proprio che non si contribuisca ad aprire una prospettiva politica nuova ed alternativa, né a Torino né a Roma, improvvisando un rapporto di vertice con vecchi Gruppi della DC, rincorrendo l'elettorato centrista sul terreno degli altri. E che non sia sufficiente un'intesa con il Partito Popolare, quando l'elettorato moderato è andato ben oltre questo Partito ed è stato attratto in massa dalle forze di destra.
E' indispensabile, in via preliminare, capire che cosa (e come) è cambiato nella società italiana. E, in base ad un'approfondita analisi elaborare una strategia e politiche che permettano di occupare saldamente il proprio campo; di ricostruire un profondo radicamento sociale; di unire la sinistra; di sviluppare un'opposizione sociale e politica (propositiva non di rimessa e non solo di negazione, mobilitante); di ricostruire un fronte progressista, dialettico e articolato; e, contestualmente, di interloquire con i Partiti moderati (a cominciare da quello Popolare) e con l'elettorato centrista, oggi spostato a destra, per conquistarlo o riconquistarlo ad una prospettiva di libertà, di democrazia e di progresso sociale.
A me sembra questa la strada maestra da percorrere, consapevole che inevitabilmente richiederà un lavoro di lunga lena.
Sono queste le ragioni del mio dissenso politico con le recenti decisioni del Gruppo PCI-PDS, che mi inducono, con animo fermo e sereno, a lasciarlo.
In questi anni di intenso lavoro comune (in particolare con il compagno Maggiorotti), ho potuto apprezzare l'impegno, il rigore sui principi accompagnato da una convinta apertura al confronto dialettico con tutti con i quali hai diretto il Gruppo. In particolare, questa considerazione insieme alle ragioni politiche esposte, mi convincono a chiedere di aderire come indipendente al Gruppo di Rifondazione Comunista.
Fraternamente.
F.to: Germano Calligaro".
"Caro Presidente, le ultime vicende regionali, politiche ed istituzionali, legate al lungo dibattito e lavorio per la formazione di un governo stabile della Regione, hanno portato al consumarsi definitivo della mia capacità di comprensione e di condivisione dei ruoli, dei metodi e del merito delle scelte politiche del Gruppo di cui finora ho fatto parte.
La scelta ultima, contingente o meno, dello stesso Gruppo di evitare un lavoro di tenuta unitaria della sinistra nelle riservate trattative che hanno dato vita al nuovo governo regionale, mi hanno portato alla determinazione di un conflitto politico che tocca proprio gli spazi di pensiero, di contributo, di lavoro comune, di differenze utili, di autonomie entro cui ho sempre cercato di garantire il mio lavoro e impegno assieme a quello degli altri compagni.
Per queste ragioni, ultime di un più generale e progressivo affievolirsi di un senso comune nella vita politica e nella pratica del comune lavoro di Consigliere, ho lasciato il Gruppo PDS.
E' per le stesse ragioni di unità e di diversità, di rigore e di articolazione, osservate e dimostrate, da parte tua nella conduzione del Gruppo di Rifondazione Comunista, che chiedo di aderire come indipendente al Gruppo da te presieduto.
Con affetto.
F.to: Marco Bosio".
Ringrazio sentitamente per la fiducia ed esprimo soddisfazione per la scelta, seppure dovuta ad una situazione politica che per il mio Gruppo è molto difficile ed amara; comunque, avere la possibilità di rafforzare in quest'aula la forza politica del Gruppo è senz'altro motivo di soddisfazione. E' un Gruppo che ha passato un momento amaro e difficile di discriminazione politica priva di ogni base di contenuto, discriminazione che ho ritenuto molto brutta non solo per il Gruppo, ma pericolosa per la democrazia.
I due Consiglieri entrano nel Gruppo come indipendenti, indipendenza che interpreto non come una diminuzione di qualcosa - tutt'altro - ma come una grande ricchezza. Mi fa molto piacere il fatto che due Consiglieri entrino nel Gruppo di Rifondazione Comunista come indipendenti e quindi riconoscano l'attività che questo Gruppo modestamente ha svolto in questi due anni come il luogo in cui sia possibile, tra intelligenze libere confrontarsi sui problemi e mantenere un'indipendenza di giudizio che pu essere mantenuta e da me senz'altro vista come un elemento di ricchezza e di costruzione concreta di un'unità, di uno schieramento progressista di cui tutti facciamo parte.
Apprezzo in particolare la competenza dei due Consiglieri, che su temi specifici hanno una grande esperienza e che consentiranno senz'altro al Gruppo, per adesso retto dai due Consiglieri Maggiorotti e Chiezzi, di poter svolgere, ad esempio in tutte le Commissioni, un'azione politica che adesso è rimasta ridotta, oltre che per incompetenze, anche per l'indivisibilità dei corpi. Grazie ancora.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Germanetto.



GERMANETTO Michelino

Svolgo una brevissima comunicazione.
Ieri, il sottoscritto e il Consigliere Porcellana, avvalendosi dell'art. 13 della legge avente per oggetto i Gruppi consiliari, hanno costituito un Gruppo con la seguente denominazione: CCD (Centro Cristiano Democratico); Capogruppo Michelino Germanetto.
Faccio presente che le motivazioni sono quelle addotte nell'intervento relativo alla votazione della Giunta.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Chiede di parlare il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Come già sollecitato in sede di Conferenza dei Capigruppo, chiedo al Presidente Brizio e all'Assessore Marengo se intendono nel prosieguo della seduta fare una comunicazione sul problema occupazionale alla DEA di Moncalieri.



PRESIDENTE

Su quanto richiesto dal collega mi si riferisce la disponibilità a dibatterne nel pomeriggio.



CHIEZZI Giuseppe

Rimane comunque aperto, sempre relativamente all'o.d.g., il punto relativo alla deliberazione concernente la consultazione popolare sulla realizzazione di una nuova linea ferroviaria ad Alta Velocità nella Valle di Susa.



PRESIDENTE

Sulla deliberazione da lei richiamata, occorrerebbe un'ulteriore puntualizzazione con il Presidente della Giunta.


Argomento: Stato giuridico ed economico del personale dipendente

Esame progetto di legge n. 449: "Norme sulle Commissioni giudicatrici dei concorsi per l'accesso alle qualifiche funzionali regionali"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del progetto di legge n. 449, di cui al punto 8) all'o.d.g.
Relatore è il Consigliere Nerviani, che ha pertanto la parola.



NERVIANI Enrico, relatore

"Illustre Presidente, signori Consiglieri, il disegno di legge n. 449 detta norme per la costituzione ed il funzionamento delle Commissioni giudicatrici dei concorsi banditi dalla Regione.
In tal modo, con una legge ad hoc, l'Amministrazione regionale, dovendo provvedere con urgenza a costituire alcune Commissioni giudicatrici per concorsi già banditi ed essendo le norme vigenti in materia non più conformi ai principi fissati dall'art. 36 del decreto legislativo 3/2/1993 n. 29, e successive modificazioni ed integrazioni, ha inteso ridisciplinare la materia.
L'urgenza sopra indicata giustifica quindi il ricorso ad una specifica legge regionale che anticipa quella di recepimento del decreto legislativo n. 29/93, in tema di organizzazione delle Amministrazioni pubbliche e di disciplina del pubblico impiego.
Al testo del disegno di legge inizialmente presentato dalla Giunta sono state in seguito apportate alcune modificazioni in accoglimento delle richieste avanzate dalle Organizzazioni sindacali in sede di informativa come previsto dall'art. 10 del decreto legislativo n. 29/93.
In particolare, il disegno di legge, di cui si tratta, prevede all'art.
1 una diversa composizione sia quantitativa sia qualitativa delle attuali Commissioni giudicatrici ed attribuisce alla Giunta la competenza alla nomina stessa.
L'art. 2 è norma di rinvio, in quanto la determinazione della misura forfettaria dei compensi lordi spettanti ai componenti ed ai segretari delle Commissioni viene rimessa ad un provvedimento deliberativo annuale della Giunta.
L'art. 3 estende l'applicazione della disciplina agli enti strumentali e dipendenti della Regione, attribuendo la competenza per la costituzione delle Commissioni giudicatrici stesse agli organi esecutivi degli enti medesimi, ma riservando alla Regione la designazione di almeno uno dei componenti.
L'art. 4 prevede la copertura finanziaria della spesa e l'art. 5 abroga le norme regionali in contrasto con la nuova normativa.
Con l'art. 6 si dichiara infine l'urgenza della legge per consentire il non più rinviabile espletamento dei concorsi già banditi da tempo.
Ricevutane l'assegnazione in data 14/3/1994, la I Commissione ha proceduto in data 19/5/1994 alla consultazione delle Organizzazioni sindacali dell'Ente Regione, che l'avevano espressamente richiesta.
In Commissione l'esame del provvedimento si è poi svolto, subito dopo in modo articolato ed approfondito e si è concluso il 2 giugno scorso con l'accoglimento, d'intesa con la Giunta, di una delle ulteriori proposte formulate dalle Organizzazioni sindacali: a tal fine è stato introdotto l'attuale comma quarto dell'art. 1.
In data 2 giugno il disegno di legge n. 449, con le modificazioni ed integrazioni suggerite, è stato licenziato a maggioranza dalla I Commissione, che al testo presentato e rielaborato dalla Giunta ha poi anche apportato alcune modificazioni di carattere formale, volte ad uniformarlo alle disposizioni ministeriali in materia di formulazione tecnica degli atti legislativi.
Per quanto sopra esposto, se ne raccomanda l'approvazione anche da parte di questa assemblea".
Si tratta di un disegno di legge tecnico che dovrebbe perfezionare le procedure per l'accesso alle qualifiche funzionali, anche in relazione all'applicazione del decreto legislativo n. 29/93.
In Commissione il dibattito su questo disegno di legge ha visto posizioni sostanzialmente unitarie; qualche eccezione c'è stata da parte del collega Monticelli in ordine alla rappresentanza all'interno delle Commissioni stesse: mi pare sia stata richiesta la presenza di membri indicati dal Consiglio regionale, dal suo Ufficio di Presidenza, e mi pare anche sia stata fatta richiesta per la pubblicità delle riunioni. Mi sembra che queste due osservazioni siano state tradotte in due emendamenti che il collega Monticelli, che vedo averli firmati per primo, probabilmente presenterà ed illustrerà.
Ovviamente, raccomando il disegno di legge all'approvazione del Consiglio.



PRESIDENTE

Non essendovi richieste di parola, passiamo all'esame dell'articolato.
ART. 1 Emendamenti presentati dai Consiglieri Monticelli, Majorino e Goglio: 1) al comma terzo aggiungere le seguenti parole: "Uno dei membri è nominato dalla Giunta su designazione dell'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale" 2) al comma quarto aggiungere le seguenti parole: "Uno dei membri è nominato dalla Giunta su designazione dell'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale".
La parola al Consigliere Monticelli, che li illustra entrambi (hanno identiche caratteristiche).



MONTICELLI Antonio

Grazie Presidente, approfitto per esprimere in pochissimi istanti anche il giudizio sul disegno di legge. Evidentemente si tratta di norme per regolamentare una fase passeggera e transitoria, in attesa che in sede regionale si attui in tutti i suoi aspetti il disposto del decreto legislativo n. 29/93 sul pubblico impiego, che modifica profondamente l'intero sistema di reclutamento e quindi dei concorsi per l'accesso alle qualifiche funzionali di un Ente come la nostra Regione. Da questo punto di vista, in sede di Commissione ed anche in aula, preannunciando il voto a nome del Gruppo, ho espresso parere positivo perché, trattandosi di norme per regolamentare una fase breve, è giustificato che abbiano queste caratteristiche; in caso contrario, si sarebbe potuto produrre un disegno di legge molto più ricco di questioni, in grado di affrontare al meglio un insieme di problematiche.
Riprendo velocemente due questioni in particolare, sulle quali mi sono soffermato in Commissione. La prima, che propongo anche a nome di altri colleghi dell'Ufficio di Presidenza che insieme a me hanno siglato due emendamenti che sostanzialmente hanno lo stesso contenuto, riguarda la presenza nelle Commissioni giudicatrici di esperti designati dall'Ufficio di Presidenza all'interno del numero complessivo previsto dalla legge ovvero cinque esperti per i concorsi sopra la IV qualifica funzionale e tre esperti per i concorsi relativi alla IV qualifica funzionale, dove è prevista solo una prova attitudinale rispetto a nomi che provengono dagli Uffici di Collocamento, perché questo è il sistema di reclutamento in vigore in Regione.
Da cosa deriva questa proposta? Non soltanto dal fatto che prima esisteva una norma di questo tipo (prima gli esperti designati erano tre e uno di questi era indicato dall'Ufficio di Presidenza), ma anche da una ragione sostanziale.
In linea teorica, tutto il personale reclutato nell'ambito della Regione Piemonte può nel corso della sua carriera (per alcuni la cosa avviene immediatamente, per altri può avvenire successivamente) essere chiamato ad operare presso la sede del Consiglio regionale. Come è a tutti noto, le attività di lavoro che si svolgono presso il Consiglio regionale hanno per molti aspetti condizioni di specificità, di particolarità dal punto di vista dei profili professionali, delle attitudini, delle competenze richieste, rispetto a quelli che sono i profili professionali le attitudini e le competenze necessarie per operare presso la Giunta regionale. Faccio un esempio evidentissimo a tutti: i dipendenti stenotipisti che verbalizzano le sedute del Consiglio regionale hanno una specificità, una competenza professionale tipica del Consiglio non riscontrabile in alcun modo in attività che si svolgono presso la Giunta.
Questo è un esempio limite, ma se ne possono fare altri. Ci è sembrato quindi necessario che la valutazione di questi problemi di corrispondenza di profili professionali e di competenze fosse comunque garantita all'interno dei nuclei di esperti che fanno parte delle Commissioni giudicatrici: di qui la proposta che uno di questi componenti sia indicato dall'Ufficio di Presidenza.
L'ultima questione cui accenno, già sollevata in sede di Commissione ma che ripropongo come promemoria per la Giunta e non come emendamento formale, è quella della pubblicità delle prove orali dei concorsi. E' proposta che le Organizzazioni sindacali hanno consegnato in Commissione durante le consultazioni, peraltro già operante presso altri enti pubblici: non è quindi novità assoluta. Nel confronto in Commissione e anche in colloqui che ho avuto modo di avere sia con l'Assessore sia con alcuni funzionari dell'Assessorato, mi sono state obiettate alcune questioni di ordine sostanzialmente pratico, che renderebbero difficilmente praticabile immediatamente una norma di principio di questo tipo, relativa alla pubblicità delle prove orali. Di fronte a tali obiezioni mi sono sentito in eccesso di responsabilità; pur non ritenendo di dover proporre un emendamento in aula, ritengo che la questione sia reale e conseguentemente, da valutarsi. La consegno alla Giunta, che credo sia intenzionata a stilare quanto prima un regolamento relativo ai concorsi della Regione; forse, in quella sede la questione troverà una sua soluzione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bodrero.



BODRERO Antonio

Intervengo per dichiarazione di voto. Siccome sono stato anch'io per molto tempo Commissario d'esame nelle scuole e siccome ho sempre lamentato aspramente che non ci fosse abbastanza pubblicità delle prove (delle orali un pochino c'era), soprattutto delle prove scritte e qui direi dell'eventuale scritto o prova attitudinale, se non c'è pubblicità assoluta, sia orale che scritta o attitudinale, voto contro.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, pongo in votazione l'emendamento n. 1) accolto dalla Giunta.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 32 voti favorevoli e 5 astensioni.
Pongo in votazione l'emendamento n. 2), accolto dalla Giunta.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 32 voti favorevoli e 5 astensioni.
Si proceda pertanto alla votazione dell'art. 1 così emendato per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 32 astensioni 6.
L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 32 astensioni 6.
L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 32 astensioni 6.
L'art. 3 è approvato.
ART. 4 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 32 astensioni 6.
L'art. 4 è approvato.
ART. 5 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 32 astensioni 6.
L'art. 5 è approvato.
ART. 6 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 32 astensioni 6.
L'art. 6 è approvato.
Prima di procedere alla votazione dell'intero testo della legge ha chiesto la parola l'Assessore Ferraris; ne ha facoltà.



FERRARIS Paolo, Assessore regionale

Quello sollevato dal Consigliere Monticelli - e di questo lo ringrazio ritengo sia un argomento forte, peraltro rilevato anche dalle Organizzazioni sindacali in sede di consultazione sul disegno di legge. E' argomento che non può essere ignorato, poiché introduce una valutazione positiva rispetto all'esigenza di trasparenza del procedimento dei concorsi.
Nella sua attuazione concreta e pratica, però, emergono delle difficoltà: con l'impostazione proposta verremmo a creare una situazione di conflitto tra i concorrenti di uno stesso concorso poiché gli ultimi ad essere interrogati sarebbero a conoscenza degli argomenti d'esame precedentemente proposti dagli esaminatori.
Ritengo necessaria una pausa di riflessione per consentirci, sia in sede di approvazione del regolamento dei concorsi, per i quali ci si è impegnati a procedere, sia in sede di applicazione del decreto legislativo n. 29, di giungere ad una formulazione che tenga conto degli aspetti positivi sollevati e cerchi di evitare una reale situazione di conflitto che, come ho detto, potrebbe inficiare la validità della proposta.
Mi impegno quindi a ricercare una soluzione in tempi successivi a questa questione.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 34 Consiglieri si sono astenuti 6 Consiglieri.
La legge è approvata.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori (seguito)


PRESIDENTE

Come convenuto, procederemo, nell'ordine, all'esame dei punti 9) all'o.d.g., rispetto al quale occorre rivotare tre articoli rinviati dal Governo, riguardanti la legge regionale relativa alla ricerca e coltivazione di acque minerali e termali, 14), avente lo stesso tipo di problema e riguardante la normativa relativa all'aspettativa per mandato parlamentare o consiliare, e 15), riguardante modifiche al Regolamento interno.


Argomento: Tutela dell'ambiente - Inquinamenti: argomenti non sopra specificati

Esame legge rinviata dal Governo relativa a: "Ricerca e coltivazione di acque minerali e termali"


PRESIDENTE

Passiamo pertanto al punto 9) all'o.d.g. che prevede l'esame della legge rinviata dal Governo relativa a: "Ricerca e coltivazione di acque minerali e termali".
Prima di rivotare l'intero testo della legge, occorre votare i tre articoli (nn. 25, 37 e 41) rinviati dal Governo.
Se non vi sono richieste di parola, passiamo all'esame dei tre articoli in questione.
ART. 25 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 44 voti favorevoli 38 astensioni 6.
L'art. 25 è approvato.
ART. 37 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 44 voti favorevoli 38 astensioni 6.
L'art. 37 è approvato.
ART. 41 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 44 voti favorevoli 38 astensioni 6.
L'art. 41 è approvato.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 44 hanno risposto SI 38 Consiglieri si sono astenuti 6 Consiglieri.
La legge è approvata.


Argomento: Trattamento economico dei Consiglieri

Esame legge rinviata dal Governo relativa a: "Applicazione dell'art. 71 del DL 3/2/1993, n. 29 - Aspettativa per mandato parlamentare o consiliare"


PRESIDENTE

Passiamo al punto 14) all'o.d.g. che prevede l'esame della legge rinviata dal Governo relativa a: "Applicazione dell'art. 71 del DL 3/2/1993, n. 29 Aspettativa per mandato parlamentare o consiliare".
Non essendovi interventi passiamo all'esame del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 44 hanno risposto SI 38 Consiglieri si sono astenuti 6 Consiglieri.
L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 44 hanno risposto SI 38 Consiglieri si sono astenuti 6 Consiglieri.
L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 44 hanno risposto SI 38 Consiglieri si sono astenuti 6 Consiglieri.
L'art. 3 è approvato.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 46 hanno risposto SI 39 Consiglieri si sono astenuti 7 Consiglieri.
La legge è approvata.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE NERVIANI


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Esame proposte di modifica al Regolamento interno del Consiglio regionale per quanto riguarda Commissioni permanenti e Commissioni speciali - Esame proposte di deliberazione n. 934, n. 936, n. 937 e n. 938


PRESIDENTE

Esaminiamo ora il punto 15) all'o.d.g. che reca: "Esame proposte di modifica al Regolamento interno del Consiglio regionale per quanto riguarda Commissioni permanenti e Commissioni speciali".
Pregherei il Presidente della Commissione consiliare per il Regolamento, Consigliere Monticelli, di voler intervenire in proposito per la relazione dei lavori che si sono svolti nella Commissione Regolamento.
Poi su questo apriremo il dibattito, qualora vi sia dibattito, e quindi passeremo alla votazione.
Prego, Consigliere Monticelli.



MONTICELLI Antonio

Grazie, Presidente. L'argomento è stato esaminato a lungo in Commissione Regolamento, quindi ritengo non necessario illustrare nel dettaglio tutte le proposte di modifica che, su mandato della Commissione Regolamento, sono qui a presentare.
E' argomento che la Commissione Regolamento aveva peraltro già esaminato più di un anno fa, in alcune sedute nell'ambito di una sessione che si riprometteva, allora, di introdurre diverse modificazioni al Regolamento consiliare; successivamente, le note vicende politiche ci hanno impedito di sviluppare tale riflessione ed elaborare proposte conseguenti l'argomento è stato ripreso ora su sollecitazione di alcuni Gruppi consiliari per vedere, se perlomeno in quest'ultimo scorcio della legislatura, fosse possibile risolvere alcune questioni che erano rimaste aperte.
La prima questione è relativa alla struttura delle Commissioni permanenti consiliari. Attualmente le Commissioni, come voi sapete, sono quattro. E' stato proposto, e la Commissione Regolamento ha convenuto su questa proposta, di articolare maggiormente la struttura delle Commissioni permanenti, portando il loro numero a sei.
In sostanza - non leggerò la proposta nel dettaglio delle competenze che avete a vostre mani insieme alle proposte di modifica testuali - si è provveduto a suddividere la II e la IV Commissione in due Commissioni tranne alcuni aggiustamenti, sono rimaste integre le competenze afferenti la I Commissione e la III Commissione.
La prima questione che propongo, a nome della Commissione Regolamento è il passaggio a sei Commissioni, secondo la declaratoria di competenze così come contenute nella proposta.
Per informazione ai colleghi sottolineo che le proposte licenziate dalla Commissione Regolamento sono state votate - al momento finale di votazione in modo unanime dai Consiglieri dei Gruppi presenti. In precedenza, però, quando prima di arrivare al voto finale si era discusso sul dettaglio delle singole competenze afferenti le varie Commissioni, in particolare in due/tre casi c'erano stati anche pareri diversi.
Deduco, visto che sono stati presentati degli emendamenti in merito che l'argomento possa essere ripreso qui in Consiglio per vedere se è esatta e condivisa pienamente da tutto il Consiglio la proposta delle singole competenze relative alle varie Commissioni.
La seconda proposta di modifica è del tutto marginale e relativa ad un comma dell'art. 22. In sostanza si limita, da un lato, a rendere più veloce la procedura di composizione delle Commissioni consiliari e, dall'altro, a regolamentare quanto già in uso di fatto, ciò la possibilità per i singoli Consiglieri di partecipare, senza diritto di voto, ai lavori delle Commissioni consiliari; è nei diritti dei Consiglieri poter seguire tutte le fasi del lavoro istruttorio del Consiglio.
La terza proposta è relativa all'art. 23. In questo caso la novità è abbastanza significativa in quanto il precedente articolo prevedeva che ogni Commissione avesse due Vicepresidenti; con la modifica proposta dalla Commissione Regolamento si ritorna alla situazione della precedente legislatura - e credo di tutte le altre legislature ovvero un solo Vicepresidente per ogni Commissione permanente.
La proposta di portare ad uno solo il numero dei Vicepresidenti delle Commissioni permanenti è estesa, per analogia di impianto e quindi per creare una situazione simile sotto tutti gli aspetti, anche alle Commissioni speciali. Commissioni speciali o particolari di cui oggi è dotato il nostro Consiglio, per esempio la Commissione per gli adempimenti della legge n. 142, la cosiddetta Commissione 142; anche in questo caso si propone che i Vicepresidenti siano uno solo e in più che la Presidenza afferisca al sistema normale di tutte le Commissioni, quindi non sia più una Presidenza speciale, com'era fino ad ora, ciò quella del Presidente del Consiglio, ma sia nominata, così come per le altre Commissioni, all'interno dei membri della Commissione medesima.
Questo vale tanto per la Commissione speciale per la riconversione idrologica quanto per la Commissione speciale per gli appalti: le Commissioni speciali attualmente operanti nel nostro Consiglio.
Le modifiche all'art. 26 sono semplicemente di coordinamento, poich nell'art. 26 compariva spesso la dicitura "i due Vicepresidenti".
Infine, l'ultima modifica proposta è relativa all'art. 37, che regola le modalità di deliberazione delle Commissioni. In questo caso la Commissione Regolamento propone di distinguere il lavoro delle Commissioni in due momenti specifici e chiaramente definiti: uno è il momento dell'esame degli argomenti, la discussione, l'approfondimento degli stessi l'altro è il momento delle votazioni, delle deliberazioni formali. In Consiglio, il problema del numero legale per Regolamento è riferito al momento del voto, non al momento del dibattito; analogamente, per le Commissioni consiliari si propone di distinguere il momento del voto dal momento del dibattito e di stabilire che mentre per il momento del dibattito è sufficiente, perché abbia validità la riunione, la presenza di almeno cinque Consiglieri - senza il problema di quanti voti gli stessi rappresentino - per il momento del voto della deliberazione occorre che almeno cinque Consiglieri presenti rappresentino un determinato quorum di voti. Attualmente il quorum indicato nel Regolamento è di 31, la metà più uno dei Consiglieri assegnati al Consiglio; la proposta della Commissione Regolamento è quella di considerare invece la composizione concreta, reale delle singole Commissioni: ogni Commissione ha determinati Consiglieri che ne fanno parte e questi rappresentano, collettivamente o a titolo singolo a secondo della consistenza dei Gruppi, una determinata quota di voti. La quota di voti a cui si fa riferimento è quella dei voti assegnati alla Commissione, per cui il numero legale si considera esistente se è stata raggiunta la metà più uno dei voti assegnati alla Commissione. Questa la proposta formulata dalla Commissione Regolamento.
Infine, la Commissione propone una norma a carattere transitorio relativa all'art. 18 del nostro Regolamento consiliare, articolo che regola le procedure di revisione del Regolamento. L'art. 18, al comma terzo stabilisce attualmente che qualsiasi modifica al Regolamento entra in vigore dopo quindici giorni dalla pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione. Se noi, in base a questa norma, approvassimo oggi queste modifiche al Regolamento, le nuove Commissioni potrebbero insediarsi non prima della metà di luglio; voi capite che questo produrrebbe un ritardo e una certa difficoltà anche a causa dell'interruzione dei lavori estivi. La Commissione Regolamento propone quindi una modifica in via transitoria all'art. 18 del Regolamento, al fine di far sì che le modifiche al Regolamento - così come le modificazioni afferenti le delibere istitutive delle Commissioni speciali e della Commissione 142, deliberazioni particolari, che vengono poste in votazione - entrino tutte in vigore il giorno successivo alla pubblicazione sul Bollettino Ufficiale. Questo renderebbe possibile l'insediamento delle nuove Commissioni già il 3 luglio.
Questo il complesso delle proposte della Commissione Regolamento, sulle quali - ripeto - i Commissari presenti ai lavori hanno dato unanime parere favorevole, anche se su alcuni punti, in particolare sulla parte relativa alle competenze delle singole Commissioni, sono stati espressi pareri anche diversi: si tratta pertanto di verificare l'orientamento del Consiglio.
Ricordo che le modifiche del Regolamento vanno votate singolarmente ogni modifica richiede un voto specifico, e per la validità della votazione occorre raggiungere il quorum dei 31 Consiglieri, cio' la metà più uno dei Consiglieri assegnati al Consiglio.



PRESIDENTE

Dopo l'illustrazione, viene esaminata la proposta di deliberazione n.
936: "Modifica agli artt. 21, 22, 23, 26 e 37 del Regolamento interno predisposta ai sensi dell'art. 17 del Regolamento stesso".
Debbo annunciare la presentazione di una serie di emendamenti all'art.
21, comma primo: 1) emendamento presentato dai Consiglieri Rivalta, Pozzo e Bresso: nella proposta di modifica dell'art. 21 eliminare dall'elenco delle materie della V Commissione le "Infrastrutture e difesa del suolo" ed inserirle in quello della II Commissione (Territorio).
2) Emendamento presentato dai Consiglieri Rivalta, Pozzo e Bresso: nella proposta di modifica dell'art. 21 eliminare dall'elenco delle materie della III Commissione la "Caccia e pesca" ed inserirla in quello della V Commissione (Ambiente).
3) Emendamento presentato dai Consiglieri Rivalta, Pozzo e Bresso: nella proposta di modifica dell'art. 21 eliminare dall'elenco delle materie della III Commissione la "Energia" ed inserirla in quello della V Commissione (Ambiente).
4) Emendamento presentato dai Consiglieri Rivalta, Pozzo, Peano e Mollo: nella proposta di modifica dell'art. 21 eliminare dall'elenco delle materie della VI Commissione i "Parchi ed aree protette" ed inserirle in quello della II Commissione (Territorio).



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente.
L'intervento è di carattere generale e conoscitivo e vale per tutti gli emendamenti; volevo solo conoscere - se possibile - l'atteggiamento della maggioranza sugli stessi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Monticelli.



MONTICELLI Antonio

Faccio presente, Consigliere Chiezzi, che l'argomento non è stato presentato dalla Giunta o dalla maggioranza; ne ha discusso la Commissione Regolamento e, come lei sa benissimo, nello specifico, quando si è trattato di ripartire le competenze fra le singole Commissioni, ci sono stati voti diversi.
Poi, complessivamente, la Commissione Regolamento, all'unanimità dei Gruppi presenti - compreso il suo, da lei rappresentato, Consigliere Chiezzi - ha dato parere positivo.
Personalmente, mi sono limitato a riportare i lavori della Commissione Regolamento: non esprimo alcuna maggioranza in questa sede.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente.
Concordo con quanto detto dal Consigliere Monticelli, ma gli eventi sono superati; siamo ad un passo successivo: oggi, in Consiglio regionale autonomamente sono stati presentati degli emendamenti. Chiedo oggi - non ieri - alla maggioranza presente in Consiglio regionale, quali sono le sue indicazioni.
Non è irrilevante, collega Monticelli: il problema della maggioranza in realtà esiste, e mi pare anche che sia stato risolto.
Per fare in modo che le cose non si sappiano nei corridoi - ovvero che c'è un atteggiamento di maggioranza sugli emendamenti - riterrei giusto e corretto che la maggioranza informasse il Consiglio sulla propria opinione.
Preciso che tutto questo non riguarda la Presidenza del Consiglio, ma l'aula.
Dunque, mi risulta ci sia un accordo di maggioranza: se viene esplicitato, i vari Gruppi possono decidere come collocarsi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rivalta.



RIVALTA Luigi

Chiedo scusa per essere arrivato molto in ritardo e quindi di non aver potuto sentire la presentazione - certamente sarà stata fatta - in merito alla ricomposizione delle Commissioni e all'aumento del loro numero.
Personalmente, avendo notizia della nuova sistemazione delle Commissioni, ho presentato insieme ad altri colleghi degli emendamenti, ma prima di illustrarli e di chiedere al Consiglio regionale di prenderli in considerazione, voglio fare una premessa relativa all'aumento del numero delle Commissioni.
Personalmente considero l'aumento del numero delle Commissioni la ricerca di una soluzione impossibile, quella cioè di una situazione ideale ed ottimale di lavoro del nostro Consiglio attraverso le Commissioni. Nella vita del Consiglio regionale più volte si è oscillato dalle otto Commissioni alle quattro - passando da sei/sette, forse anche cinque Commissioni.
La logica prevalente, relativa alle modificazioni proposte, ha avuto segni opposti e diversi a seconda che si passasse da un numero elevato di Commissioni ad un numero più limitato, o viceversa. In genere, il passare da un numero elevato di Commissioni ad uno più limitato è stato determinato dalla ricerca di maggiore organicità del lavoro delle singole Commissioni più volte si è riconosciuto che quattro Commissioni, corrispondendo ai quattro grandi dipartimenti di materia di competenza del Consiglio regionale, fossero la dimensione più organica di lavoro.
Quando, viceversa, si è passati da un numero più limitato di Commissioni ad uno più elevato, si sono formalmente espresse come ragioni quelle di rendere più agili le stesse e poter lavorare meglio. Ma nel passare da un numero limitato ad uno più elevato di Commissioni personalmente ho sempre intravisto una ragione nascosta: creare più posti di Presidenza (tralascio questa considerazione di bassa politica, sperando non sia il caso di oggi).
Vengo invece ai problemi di merito. A mio avviso, quattro Commissioni riuniscono molto più efficacemente, oserei dire più organicamente, i complessi di materia che hanno stretto intreccio fra loro. Il poter lavorare di più può essere corrisposto da una diversa modalità di lavoro.
Le Commissioni si possono riunire anche due volte la settimana - qualche Commissione lo ha già fatto; d'altra parte, pur santificando la festa, i giorni della settimana sono sei. Viceversa, lo spezzettamento porta a pensare che si possa lavorare di più; ma non è così, e spiego il perché. In questo Consiglio i Consiglieri regionali sono 60: considerando i 13 Assessori che, per impegni di Assessorato, difficilmente sono disponibili a partecipare al lavoro delle Commissioni, e i 7 Consiglieri facenti parte dell'Ufficio di Presidenza, anch'essi spesso impossibilitati a presenziare al lavoro delle Commissioni, emerge immediatamente che il numero dei Consiglieri disponibili per un lavoro sistematico in Commissione è assai limitato; in qualche caso i Gruppi, soprattutto quelli di maggioranza avendo membri della maggioranza partecipi all'attività di Giunta, hanno possibilità di garantire meno presenza.
Quindi, dal punto di vista del dibattito, dell'esame dei problemi dell'elaborazione delle proposte che devono uscire dalle Commissioni, la situazione si rende qualitativamente meno valida di quella di una Commissione che, seppur di dimensioni e di tematiche più consistenti, si può riunire anche due volte alla settimana. Molti Consiglieri saranno chiamati a "correre dietro" a più Commissioni: questo non renderà assolutamente organizzabile il lavoro delle stesse e farà sì che molte presenze diventeranno fittizie, di passaggio e le Commissioni rischino di diventare "stazioni ferroviarie".
Personalmente, per questi vari profili, sono contrario al cambiamento tutta la mia esperienza mi porta alla considerazione che un numero limitato di Commissioni sia più efficace per consentire un esame più compiuto dei provvedimenti, all'interno di una matassa di questioni e di problemi più organica. Inoltre, dal punto di vista organizzativo, venendo meno le possibilità di sovrapposizioni di lavoro, si possono indire più riunioni.
Ciò detto - è una mia testimonianza - vista la diversa decisione dei membri della Commissione Regolamento e dando per scontato che le Commissioni sono ormai diventate sei, ho presentato degli emendamenti.
Infatti, nell'attribuzione delle materie alle sei Commissioni ho rilevato alcune incongruenze, che emergono all'interno di un quadro purtroppo assai parcellizzato di competenze. Richiamo dunque i quattro emendamenti da me presentati, chiedendo al Consiglio di prestarvi attenzione.
Quello segnato come primo emendamento riguarda le opere infrastrutturali e la difesa del suolo. Si è spezzata la II Commissione Territorio Ambiente che, competente per gli elementi fondamentali della situazione territoriale e ambientale - aria, suolo, acqua e sottosuolo falde in particolare rappresentava davvero la "sfera di Platone". Essa poteva demandare ad altra Commissione altre materie, ma non la globalità di quelle all'interno di quello spazio dilatato, che dal sottosuolo va ai primi strati dell'atmosfera. Ciò che mi pare incongruo in questo spezzettamento è che le infrastrutture e la difesa del suolo siano state estrapolate dalla materia più generale del territorio. La difesa del suolo è tipica materia delle politiche territoriali ed è guida per le scelte che in essa si compiono. Mi sembra giusto e necessario che, stante la frammentazione generatasi, i problemi della difesa del suolo vengano riportati alla Commissione che si occupa di territorio.
Così anche per quanto riguarda la materia delle infrastrutture: si tratta in generale, per le competenze regionali, di infrastrutture spesso lineari, di lunga gittata o a rete; anche queste intervengono pesantemente sull'organizzazione del territorio; è la tipica materia che implica difesa del suolo, delle sue qualità, dei suoi valori, delle sue potenzialità o attenzione ai suoi rischi nella misura in cui, proprio perché sono infrastrutture, incidono sul territorio.
Mi sembra importante che queste materie vengano riportate alla II Commissione - credo sia ancora questa la Commissione che si occupa di territorio.
Ragionamento analogo riguarda il secondo emendamento, che richiede la correzione dell'attribuzione dei parchi e delle aree protette, affidate alla VI Commissione, affinché ritornino alla II Commissione. La VI Commissione si occupa di cultura: non è che non veda la connessione tra la politica di tutela di particolari aree del territorio per caratteristiche naturalistiche, ambientali e anche culturali, e l'attività della Commissione cultura, ma è certamente prevalente la connessione con le politiche del territorio, tant'è che in questa Regione la politica dei parchi non è mai stata vista come una politica alternativa a quella più generale che riguarda l'intero territorio ("tuteliamo qualche parte: sul resto del territorio si faccia quel che si vuole"). E' stata vista invece come una specificazione di accentuata attenzione rispetto ai problemi naturalistici ed ambientali all'interno di una politica più generale che deve essere la base del governo di tutto il territorio regionale.
Per questi precisi motivi mi sembra importante che la materia inerente ai parchi e alle aree protette ritorni in II Commissione, non certo per questioni di gestione dei parchi che diventano marginali, ordinarie, pur se piene di problemi, ma, più in generale, per l'emergenza che la tutela ambientale riveste rispetto al resto dei problemi legati al territorio.
Il terzo e il quarto emendamento seguono due logiche più particolari.
Caccia ed energia sono problemi nel passato visti in una logica di legame alle attività produttive: la caccia e la pesca viste come logica di legame all'attività agricola e l'energia vista nella logica di legame strumentale soprattutto con la produzione industriale. Nell'Ottocento l'energia è stata vista come strumento fondamentale - com'è stato e continua ad essere per lo sviluppo industriale.
La caccia, invece, è sempre stata legata all'agricoltura per problemi di equilibrio con la stessa. La cultura del nostro tempo e la realtà con cui i problemi dell'energia e della caccia si sono posti in questi ultimi decenni hanno invece messo in evidenza - personalmente dico "in preminenza" questioni che non attengono più al rapporto con settori produttivi. Per la caccia il problema divenuto preminente - credo che lo vedremo presto in Consiglio, ed anche in Giunta visto che sono entrate a farne parte figure eminenti dell'ambientalismo nonché dell'anticaccia piemontese non è quello del suo equilibrio con la struttura produttivo-agricola, che certo c'è ancora, ma di facile gestione (equilibrio se non addirittura eliminato dall'eccidio di questi anni e che viene perpetrato nei confronti delle specie viventi faunistiche), ma quello della tutela della fauna e dell'equilibrio dell'attività venatoria rispetto alla tutela della fauna stessa. A questi principi si ispira la legge nazionale sulla caccia ed anche quella regionale. La caccia dovrebbe quindi essere riportata all'interno delle materie di natura ambientale e di tutela, proprio perch attualmente è preminente la questione della tutela della fauna (non parlo di divieto della caccia: se dovessimo tornare a votare per un referendum certamente voterei contro la caccia, ma è questione che vedremo prossimamente in Consiglio regionale). Se il settore della caccia è stato accorpato all'Assessorato all'agricoltura, non significa che così debba essere anche in Commissione. Anzi, siccome a livello di esecutivo la caccia è connessa all'attività produttiva, ad una logica che tende, in rapporto con i cacciatori, ad incentivare l'attività venatoria, è giusto che per i provvedimenti che richiedono la competenza del Consiglio, in genere di indirizzo e di programmazione, ci sia una voce non legata alla logica dell'attività venatoria né a quella del suo rapporto con l'attività produttiva.
Ritengo opportuno, in questi casi, un rapporto dialettico tra Giunta e Consiglio, a maggiore tutela delle varie posizioni nonché dei diritti della fauna - tutte le specie viventi hanno dei diritti. Torno a ricordare, come ho già fatto in altre situazioni con grande mia ammirazione, il richiamo del Papa alla questione della tutela e della vita di tutte le specie viventi. Ritengo sia una scelta di civiltà e di cultura di non poco conto certo, rispetto ai problemi dell'uomo e dell'umanità questi sono marginali ma non disgiunti da un margine contiguo ai problemi dell'uomo. Riterrei quindi di grande significato e valore culturale e di civiltà che nella nostra Regione la caccia fosse posta al vaglio di una concezione più propriamente di tutela ambientale, essendo la stessa legittimamente inserita, a livello di Assessorato, in un settore produttivo ad esprimere liberamente gli interessi venatori e corporativi dei cacciatori, e a livello di Consiglio relativamente alle politiche di indirizzo e programmazione. Mi sembra concetto importante e corrispondente alle concezioni di principio contenute nelle leggi venatorie approvate nel nostro Paese negli ultimi decenni nonché nella legge regionale sulla caccia.
Per l'energia, vale la stessa questione. Come bene strumentale l'energia ha e mantiene un grande significato, in particolare per la produzione industriale. Ma, anche in questo caso, il problema non è più quello della produzione di energia, ma della sua qualità intrinseca e rispetto al mondo in cui viviamo.
A tale proposito, sollecito la presa in considerazione dell'opportunità di una scelta culturale moderna, che tenga conto dell'opinione della popolazione italiana, che è per la difesa dell'ambiente. Ciò in modo che, anche se nell'esecutivo di questo Consiglio regionale l'energia è posta con legittimità all'interno dell'Assessorato che si occupa dei problemi di produzione, per quanto riguarda i problemi di indirizzo, di programmazione (cioè le scelte di carattere generale che competono al Consiglio), questa materia sia invece collocata dentro il complesso delle questioni ambientali.
Se il Consiglio facesse queste scelte, nel caso dei primi due emendamenti compirebbe un atto di razionalità nell'organizzazione dei propri lavori; nel caso degli altri due (caccia e pesca), oltre ad un atto di razionalità, compirebbe un atto culturale e civile encomiabile, di grande significato.
Un anno fa eravamo in pochi a sperare e ad essere convinti che bisognasse andare sulla strada che è stata scelta, ma come membro e sostenitore nonché costruttore di questa maggioranza, faccio mia la richiesta del collega Chiezzi. Chiedo a tutto il Consiglio e alla maggioranza di cui faccio parte, del cui significato e valore ho piena coscienza, di cogliere l'importanza culturale e civile che ha l'inserimento della caccia e dell'energia nel rispettivo, più congruente ambito della Commissione ambiente.
Spero che le mie richieste vengano accolte.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Marchini; ne ha facoltà.



MARCHINI Sergio

Comincio da dove dovrei concludere: il collega Rivalta ha posto una questione politica e il nostro Gruppo non parteciperà al voto se non gli verrà data soddisfazione. Se con questi emendamenti si immagina che una maggioranza si debba qualificare, questa si deve pronunciare; dopodiché, la richiesta del collega Rivalta mi sembra ovvia.
Devo anche dire che le argomentazioni del collega Rivalta sono, come al solito, razionali e quindi convincenti allo stato degli atti; si tratta di capire se, da parte della Giunta, questo tipo di organizzazione non comporti questioni funzionali, a sei mesi dalla fine della legislatura, non meno importanti di quelle concettuali.
Come Gruppo ci riserviamo una pronuncia sugli emendamenti, in attesa di sapere se gli Assessori ritengano, al di là della questione politica generale, che questa organizzazione comporti o meno dei problemi gestionali di Giunta.
Il Consigliere Rivalta, peraltro, ha posto alcune questioni di carattere generale che, come al solito, il Consiglio snobba. Che le snobbino alcuni Consiglieri di mezza legislatura, posso anche capirlo capisco meno che il complesso del Consiglio continui ad ignorare totalmente il problema dell'esigenza di razionalizzare non le Commissioni, ma il Consiglio, in funzione dei dipartimenti.
Questo è il problema: prima ancora dell'organizzazione dei Consiglieri per dipartimenti c'è il problema dell'organizzazione del Consiglio, del personale del Consiglio per dipartimenti. E se decidiamo una volta per tutte che la macchina che fa le leggi e che fa politica, non quella che fa anche relazioni e tante altre cose interessanti, deve organizzarsi per dipartimenti, dobbiamo ripensare l'organizzazione del personale del Consiglio, il quale è definitivamente, per legge, organizzato per dipartimenti. Che poi la gestione politica dei singoli dipartimenti renda opportuno o meno che uno stesso dipartimento abbia come referente politico una o più Commissioni oppure una Commissione articolata in sottocommissioni, questo è lasciato al contingente della politica. Per dal punto di vista istituzionale, la ricomposizione del lavoro e del Consiglio, per quanto riguarda il supporto legislativo ai Consiglieri in termini di dipartimento, è questione - signor Presidente e colleghi Consiglieri - che è criminale non avere affrontato e continuare a rifiutarsi di affrontare. Questo significa impoverire i funzionari della Regione, ma soprattutto dimenticare che un'istituzione non vive sulla sollecitazione di un disegno di legge, ma deve saper vivere in relazione alle problematiche, a prescindere dal lavoro legislativo.
Faccio un esempio: personalmente, non mi scandalizzerei se esistesse un dipartimento all'interno del quale qualche funzionario per quattro o cinque anni non si occupasse di leggi (perché, guarda caso, ci occupiamo di leggi). Ciò non significa che la Regione possa rimanere fuori da queste materie per cinque anni per poi scoprire che ha bisogno di un funzionario se questo funzionario non ha leggi sulle quali lavorare, avrà sicuramente convegni ai quali recarsi, esperienze internazionali da seguire e magari chissà perché - qualche stage universitario al quale partecipare.
Questa la personale concezione del dipartimento legislativo, rispetto al quale dovremo pur immaginare qualche lapide da lasciare ai posteri soprattutto essendo in fine legislatura. Diversamente, rischiamo che il nuovo mondo, ancora meno consolidato del nostro, tenda sempre più a realizzare la propria struttura legislativa sul contingente. Questo anche perché, per larga parte, il futuro Consiglio regionale sarà rappresentato da esigenze per certi versi nuove - non nel senso di diverse, ma di meno radicate e con minore esperienza.
Il collega Rivalta ha svolto anche un ragionamento di ordine politico che non ripeto. Il nostro Gruppo ha deciso di tenere nei confronti di questa maggioranza un atteggiamento di grande rispetto e di grande disponibilità. Certamente, i segnali non sono belli. Due Commissioni in più, a sei mesi dalla fine dell'attività legislativa, non sono un bel segnale; la decisione di far presiedere al Presidente del Consiglio la Commissione per gli adempimenti della legge n. 142, a quattro mesi dalla fine dei suoi lavori, non è bel segnale. Tutto ciò - guarda caso - fa seguito all'altro brutto segnale, cioè al fatto che la maggioranza si è tenuta la seconda Vicepresidenza del Consiglio.
Sottolineo questo particolare, anche perché ho richiesto a determinate forze politiche il riconoscimento dell'intervenuta smagliatura politica consentita dall'opposizione in termini di opportunità: questo riconoscimento non è venuto.
Di fronte ad un atteggiamento del genere altre minoranze avrebbero utilizzato gli strumenti che i numeri avrebbero consentire loro. Le ragioni delle minoranze non valgono solo se regolarmente efficaci in termini regolamentari: valgono se valgono.
La minoranza che non può utilizzare il marchingegno del numero legale ha diritto che gli venga riconosciuto quanto meno che le due Vicepresidenze della maggioranza sono un'anomalia consentita, ma un'anomalia. Una minoranza che può giocare sul numero legale, può impedire questo? Riassumo per me stesso questi elementi negativi della maggioranza attuale. Continuiamo a tenere nei confronti della stessa un atteggiamento di disponibilità anche perché, giorno dopo giorno, Presidente Brizio scopro che le ragioni della solidarietà, venute a mancare rispetto a soluzioni politiche non di necessità - come qui sono state sottolineate guarda caso, incominciano a venire fuori.
Per esempio, fatto curioso è che si sia riunita una Commissione integrata da Consiglieri interessati a discutere sull'Elisoccorso, e che nessuno ci abbia detto che la deliberazione era già stata assunta.
Posso capire perché è venuta meno qualche solidarietà su un candidato laico ad una Presidenza centrista! Continuo a ribadire che l'attuale è una Giunta necessaria, visto lo sconquasso generale; ma anche una Giunta necessaria deve sapere che ci sono dei limiti di decenza che vanno rispettati.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta, Brizio.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Per quanto riguarda la Giunta, non abbiamo alcuna difficoltà ad accettare l'emendamento n. 1). Rivendico che questa è un'iniziativa del Consiglio e quindi se c'è qualcuno che, a nome del Consiglio, vuole rispondere può farlo. Ripeto che la Giunta non ha difficoltà, siccome è stata chiamata in causa.



PRESIDENTE

Se la Giunta vuole esprimersi può farlo, ma il Presidente della Giunta non può accogliere o meno emendamenti che riguardano il Regolamento del Consiglio.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Il Presidente della Giunta sostiene che non ha difficoltà ad accogliere l'emendamento n. 1) e quello relativo alle infrastrutture e difesa del suolo.
Per quanto riguarda gli altri emendamenti, non mi pronuncio.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Bresso, che interviene in qualità di Consigliere.



BRESSO Mercedes

Personalmente volevo intervenire come ex Presidente della II Commissione, quindi come persona informata sulla materia.
Ritengo anch'io, come il collega Rivalta - e non ho firmato l'emendamento solo in quanto Assessore competente che la materia "parchi e aree protette" debba restare nell'ambito della ex II Commissione.
Vorrei proporre al collega Rivalta un emendamento al suo emendamento in riferimento all'esperienza positiva delle Commissioni II e VII nella precedente legislatura. La proposta è quella di portare "i parchi e le aree protette" nella V Commissione, cio' nella Commissione ambiente, essendo inteso, come è sempre stato inteso, che i Piani d'area sono invece strumenti di pianificazione, e come tali facenti parte della II Commissione. Questo per ragioni di merito; infatti, alla II Commissione sono assegnati due Servizi, ognuno con proprie competenze, un proprio archivio, un proprio stato dei lavori: spostarli creerebbe grosse difficoltà.
Inoltre, in II Commissione ci saranno grandi carichi di lavoro, e aggiungere la materia dei parchi manterrebbe quegli ingorghi che con questa riforma si vogliono, in qualche modo, ridurre.
Proporrei di trasformare, se il collega Rivalta accetta, il suo emendamento, inserendo i Piani d'area in V Commissione, sapendo che, per la parte di pianificazione, continua ad essere competente la II Commissione altrimenti per i Piani d'area, in particolare il Piano d'area del Po che verrà in contemporanea al PTO, si creerebbe una situazione di difficoltà gestionale. Il problema è relativo a tutti i Piani d'area, così come si è sempre fatto nella scorsa legislatura, quando le Commissioni erano divise.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rivalta.



RIVALTA Luigi

Considero la cosa irrazionale. A questo punto decidete di mettere tutto nella V Commissione, che è quella dell'ambiente. Non ha senso che qualche volta... Ritiro la mia firma dall'emendamento.



BRESSO Mercedes

Tutti coloro che fanno parte e hanno fatto parte della II Commissione...



PRESIDENTE

Chiedo scusa se, come Presidente del Consiglio, mi permetto di riprendere il discorso.



BRESSO Mercedes

Non è possibile che non si possa neanche discutere su una materia...



PRESIDENTE

Collega, intanto si tranquillizzi: nessuno le ha tolto la parola.
Vorremmo organizzare la discussione affinché coinvolga possibilmente tutto il Consiglio e non solo due autorevolissime persone.
Potremmo procedere alla votazione degli emendamenti riguardanti le infrastrutture e la difesa del suolo, la caccia e la pesca e l'energia.
Su questi punti si è svolta una discussione: il Consiglio risponderà secondo la sua autonomia, per alzata di mano.



RIVALTA Luigi

Sul problema della caccia e pesca non è stata data alcuna risposta.



PRESIDENTE

Consigliere, si tratta di emendamenti al Regolamento del Consiglio...
Sulla questione "parchi e aree protette" vi è stata la presa di posizione da parte della Consigliera Bresso, che, pur espressasi dai banchi della Giunta, è comunque intervenuta come Consigliera.
Dopo aver sentito le varie posizioni nonché l'approfondimento ultimo della collega Bresso, i Consiglieri Rivalta, Pozzo, Peano e Mollo mi informano che intendono mantenere la loro firma all'emendamento.
Stante la dichiarazione della Consigliera Bresso, la mia proposta è che si proceda alla votazione degli emendamenti, tranne quello relativo alla materia "Parchi e aree protette". La Consigliera Bresso, se lo riterrà potrà svolgere una sua dichiarazione di voto.
Pongo in votazione l'emendamento n. 1).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 35 voti favorevoli, 2 contrari e 3 astensioni.
Pongo in votazione l'emendamento n. 2).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 18 voti favorevoli, 21 contrari e 5 astensioni.
Pongo in votazione l'emendamento n. 3).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 37 voti favorevoli, 3 contrari e 2 astensioni.
In merito all'emendamento n. 4) la parola alla Consigliera Bresso.



BRESSO Mercedes

Non ho ovviamente nulla in contrario al fatto che la materia "Parchi e aree protette" sia di competenza della II Commissione.
Vorrei che i colleghi che hanno deciso di mantenere l'emendamento - e quindi di non affidare alla competenza della V Commissione la materia "Parchi e aree protette" riflettessero su un punto: attualmente la II Commissione riguarda due Servizi: uno si occupa di pianificazione, l'altro di parchi ed ambiente. Spostare la materia "Parchi ed aree protette" comporterebbe un sovraccarico di lavoro della II Commissione (da sempre la Commissione più sovraccaricata: anche in questo senso si è deciso di pensarne la suddivisione in due Commissioni) nonché il trasferimento - che non può essere fisico: sono così poche le persone! - di una competenza da un Servizio all'altro.
Ritengo che questo sia sbagliato in generale: in tutti i casi in cui spostiamo da un Servizio all'altro determinate competenze dovremmo garantire almeno l'unità dei Servizi, questo al fine di non creare mancanze di memoria storica nelle Commissioni. Questo quanto cerchiamo di fare in Giunta, dove non spezziamo i Servizi, ma, caso mai, spostiamo da un Assessorato all'altro l'intero Servizio.
Queste le ragioni della mia proposta. Chiedo ai colleghi di riflettere sulla questione.
Ipotesi: lasciamo i Parchi in V Commissione, cioè come sono oggi, al Servizio ambiente, per evitare che nei prossimi mesi si crei nel Servizio pianificazione, composto attualmente da un'unica persona - la signora Autigna - un sovraccarico di lavoro su una materia mai gestita dall'unica persona componente il Servizio. Questa la ragione della mia proposta.
Volete mantenere l'emendamento? Io lo voto. Rilevo però che in Commissione, vista la situazione, creeremo reali problemi di gestione, ai quali dobbiamo pur pensare.



PRESIDENTE

Se non vi sono altri interventi, possiamo procedere alla votazione dell'emendamento n. 4).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 29 voti favorevoli, 5 contrari e 14 astensioni.
Non essendovi interventi, passiamo alla votazione del nuovo testo del primo comma dell'art. 21: "1. Sono costituite sei Commissioni permanenti del Consiglio, le quali hanno rispettivamente competenza nelle seguenti materie: I - Programmazione; bilancio; finanze; patrimonio; organizzazione e personale; affari istituzionali; politiche europee; enti strumentali e partecipazioni regionali; enti locali; controlli; polizia locale.
II - Pianificazione territoriale e beni ambientali; infrastrutture e difesa del suolo; parchi e aree protette; urbanistica; edilizia residenziale; espropri; trasporti e comunicazioni; viabilità e navigazione interna.
III - Agricoltura e foreste; caccia e pesca; turismo; industria; lavoro ed occupazione; cooperazione; artigianato; commercio; fiere e mercati acque minerali e termali.
IV - Programmazione e assistenza sanitaria; diritti sociali; assistenza e servizi sociali; politiche degli anziani.
V - Tutela dell'ambiente e impatto ambientale; risorse idriche inquinamenti; scarichi industriali e smaltimento rifiuti; cave e torbiere energia; protezione civile.
VI - Beni culturali; musei e biblioteche; cultura e spettacolo università; istruzione ed edilizia scolastica; formazione professionale informazione; politiche dei giovani; sport e tempo libero".
Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 40 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri.
E' approvato.
ART. 22 I commi primo e terzo (Composizione delle Commissioni permanenti) sono sostituiti dai seguenti: "1. Ciascun Consigliere, ad eccezione del Presidente della Giunta regionale, degli Assessori e del Presidente del Consiglio, viene assegnato ad almeno una ed a non più di due Commissioni permanenti e può comunque partecipare senza diritto di voto, salvo quanto disposto ai successivi commi quinto e sesto, ai lavori delle restanti Commissioni".
"3. Il Presidente del Consiglio, sentita la Conferenza dei Presidenti, determina il numero dei componenti di ciascuna Commissione permanente e la ripartizione dei seggi tra i Gruppi consiliari, in relazione alla loro consistenza numerica. Procede, poi, all'assegnazione dei Consiglieri alle singole Commissioni secondo le indicazioni presentate da ogni singolo Gruppo, o di propria iniziativa nel caso che il Gruppo non abbia provveduto all'indicazione".
Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 40 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri.
E' approvato.
ART. 23 I commi primo e secondo (Insediamento) sono sostituiti dai seguenti: "1. Il Presidente del Consiglio convoca ciascuna Commissione permanente per la propria costituzione, la quale ha luogo mediante l'elezione di un Presidente e di un Vicepresidente con votazioni separate.
In caso di parità di voti prevale il più anziano di età".
"2. A tal fine il Presidente del Consiglio convoca preventivamente i Capigruppo per verificare la possibilità di un'intesa affinché il Presidente e il Vicepresidente siano espressione della pluralità delle forze del Consiglio".
Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 40 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri.
E' approvato.
ART. 26 Nei commi primo, terzo, quarto, quinto ed ottavo (Convocazione e funzionamento) le parole "i Vicepresidenti" sono sostituite dalle parole "il Vicepresidente".
Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 40 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri.
E' approvato.
ART. 37 Il comma primo (Deliberazioni) è sostituito dal seguente: "1. Le Commissioni iniziano i lavori ed esaminano gli argomenti con l'intervento di almeno cinque componenti effettivi integrati o sostituti ai sensi del quinto e sesto comma dell'art. 22. Per deliberare occorre che i componenti presenti esprimano complessivamente almeno la metà più uno dei voti assegnati alla Commissione. Nel computo dei voti assegnati si tiene conto delle eventuali integrazioni temporanee operate ai sensi del quinto comma dell'art. 22. Nel caso la Commissione sia riunita in sede redigente per deliberare occorre che i componenti presenti esprimano complessivamente almeno la metà più uno dei voti assegnati al Consiglio".
Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 40 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri.
E' approvato.
Il Consigliere Monticelli presenta ancora il seguente emendamento: al termine del deliberato deve essere aggiunta la seguente frase: "In deroga a quanto disposto dall'art. 18, comma terzo, del Regolamento, le modificazioni dei precedenti articoli del Regolamento entreranno in vigore il giorno successivo alla pubblicazione sul Bollettino Ufficiale".
Pongo in votazione l'emendamento presentato dal Consigliere Monticelli valido per tutte le deliberazioni inerenti le modifiche al Regolamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 40 voti favorevoli e 3 astensioni.
Passiamo alla proposta di deliberazione n. 934: "Modificazione alla DCR n. 131-3770 del 12/3/1991 'Modifica al Regolamento interno del Consiglio regionale per l'esame degli adempimenti istituzionali connessi all'attuazione della legge 8/6/1990, n. 142".
Il Consigliere Monticelli presenta il seguente emendamento: al termine del deliberato deve essere aggiunta la seguente frase: "La presente deliberazione avrà efficacia dal giorno successivo alla pubblicazione sul Bollettino Ufficiale".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 39 voti favorevoli e 3 astensioni.
Pongo ora in votazione la deliberazione così emendata, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 39 voti favorevoli e 3 astensioni.
Passiamo alla proposta di deliberazione n. 938: "Modificazione alla DCR n. 551-2747 del 25/2/1993 'Istituzione della Commissione speciale di inchiesta ex art. 19, lettera b), dello Statuto su procedure e gestione dei contratti di appalto di opere pubbliche".
Il Consigliere Monticelli presenta il seguente emendamento: al termine del deliberato deve essere aggiunta la seguente frase: "La presente deliberazione avrà efficacia dal giorno successivo alla pubblicazione sul Bollettino Ufficiale".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 39 voti favorevoli e 3 astensioni.
Pongo ora in votazione la deliberazione così emendata, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 39 voti favorevoli e 3 astensioni.
Passiamo infine alla proposta di deliberazione n. 937: "Modificazione alla DCR n. 216-9733 del 25/6/1991 'Istituzione di una Commissione speciale di indagine conoscitiva sulla riconversione e la compatibilità ecologica dell'industria piemontese".
Il Consigliere Monticelli presenta il seguente emendamento: al termine del deliberato deve essere aggiunta la seguente frase: "La presente deliberazione avrà efficacia dal giorno successivo alla pubblicazione sul Bollettino Ufficiale".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 39 voti favorevoli e 3 astensioni.
Pongo in votazione la deliberazione così emendata, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 39 voti favorevoli e 3 astensioni.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13,55)



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