Sei qui: Home > Leggi e banche dati > Resoconti consiliari > Archivio



Dettaglio seduta n.281 del 08/06/94 - Legislatura n. V - Sedute dal 6 maggio 1990 al 22 aprile 1995

Scarica PDF completo

Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 7) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Cattaneo, Dameri, Grosso Maggiorotti, Miglio, Rabellino e Sartoris.


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni

Comunicazione del Presidente della Giunta regionale sull'elezione della nuova Giunta regionale


PRESIDENTE

Ha ora la parola il Presidente della Giunta, Brizio, in merito all'elezione della nuova Giunta regionale.
Successivamente passeremo all'approvazione delle deliberazioni e dei provvedimenti approvati all'unanimità.
Alle ore 12 procederemo alla commemorazione dell'on. Goria.



CHIEZZI Giuseppe

Su cosa interviene il Presidente?



PRESIDENTE

Sulla sua elezione come Presidente della Giunta regionale.
La parola al Presidente della Giunta, Brizio.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Signora Presidente e colleghi Consiglieri, ultimamente abbiamo un po' cambiato la prassi: il Presidente designato interviene all'inizio del dibattito sulla formazione della Giunta, anticipando gran parte delle sue posizioni; quindi l'intervento, cosiddetto di insediamento, perde un po' di significato, tanto che il Consigliere Chiezzi ha detto: "Dallo per letto".
L'ho già dato per letto, l'ho già anche letto un po' nella parte iniziale ma tuttavia, Consigliere Chiezzi, credo comunque opportuno intervenire anche perché il dibattito ha offerto più di uno spunto polemico e molte frecciate sono state dirette al Presidente della Giunta.
Desidero ringraziare tutti: ringraziare - l'ho già fatto una volta, ma "repetita juvant" chi ha collaborato con me in passato; ringraziare le forze di maggioranza che hanno avuto e hanno fiducia in me, ripresentandomi a ricoprire questa carica. Desidero ringraziare il Consiglio anche per i contributi apportati ieri al dibattito, partito con un tono singolarmente basso per andare via via crescendo.
Ringrazio in particolare il collega Marchini, che in questo momento non vedo in aula, che mi ha dedicato tanta parte del suo intervento. A lui voglio dire che non sono il Presidente di tutte le stagioni n' che tutte le stagioni sono per me! Sono stato molto chiaro: ho detto che avrei accettato questa Presidenza a certe condizioni, e così è stato.
Nell'analisi precisa dei fatti è emerso che, ad un certo punto, è stato designato un polo che, se fosse stato vincente, non avrebbe potuto avere il mio consenso, o almeno la mia disponibilità; si è andati verso una soluzione diversa, alla quale ho dato la mia disponibilità totale, ma voglio assicurare che stiamo procedendo con tutta tranquillità verso la fine del mio impegno.
Svolgerò questo mandato fino in fondo con grande passione, ma, con tutta tranquillità, non prevedo per me altre stagioni in quest'aula.
Certamente mi hanno colpito i veleni sottili del mattino, portati avanti con una singolare caduta di stile, che mi auguro non abbia a ripetersi in quest'aula.
Non è presente l'Assessore Garino, il quale ha citato due volte Brofferio. Brofferio, però, aveva il senso dell'umorismo e del limite e anche se era un poeta popolare, oltreché un deputato dell'opposizione, si rendeva perfettamente conto delle cose grottesche. Vi è una sua poesia molto simpatica, cui rinvio l'Assessore Garino, la quale ironizza sui funerali del cuoco di Cavour, così grandiosi, così tenuti in pompa magna tale poesia recita: "A faria s-ciapè le pere; / S'a fuss mòrt 'l cont Cavour, / Là, passiensa, miserere! / Ma nò sgnor: sò cusiné, / A l'è chiel chéa pia congè: / Pì gnun tord, pì gnun fringuei!", è quasi la parodia del tono veramente basso che è stato portato avanti in alcune enunciazioni.
Mi stupisce anche il riferimento a "Fort Apache", perché "Fort Apache" se c'è stato, è ricaduto sulle spalle di chi vi sta parlando e di chi ha condotto quella Giunta per dodici mesi, in situazioni estremamente difficili, nell'interesse generale e senza mai far mancare, neanche per un momento, la solidarietà agli Assessori che erano al mio fianco. Vorrei che questo fosse ricordato.
Ho vissuto tante situazioni singolari; per esempio, da tutte le parti mi si diceva: "Tu sei un punto di riferimento, devi rimanere, devi restare", ma improvvisamente, quando la soluzione non era più quella ipotizzata, si è parlato di una "caduta di immagine".
Io alla mia immagine, almeno come persona seria e corretta, ci tengo molto e intendo difenderla con forza contro tutte le elucubrazioni convinto di essere qui per svolgere un servizio importante in questa fase necessaria di transizione per la Regione Piemonte.
Infine, una frecciata - sarà l'ultima, poi arriverò alla sostanza del discorso - al mondo esterno. Ancora questa mattina sul giornale leggiamo che l'on. Vietti parla di contorsionismi e di vecchie decisioni. Certo, è strano: fino a sei mesi fa, fino a Natale, eravamo insieme nello stesso partito; si vede che lui è molto rapido nei capovolgimenti, nelle corse verso il nuovo. Lo rinvierei ad una lettura di una poesia di quel Nino Costa, piemontese, che il Consigliere Bodrero conosce molto bene: il "Galucio piturà"; credo che questa non valga per me, che rimango nel mio partito, ma valga per chi ha fatto dei grandi cambiamenti e pensa di poter dare lezioni ad altri.
In realtà qui c'è la necessità di un nuovo governo, di una maggioranza che operi, e questo lo si è avvertito in tutti questi mesi di crisi. Lo abbiamo sentito come un peso grande ed abbiamo ricercato la soluzione possibile. La soluzione possibile è quella che si presenta oggi: una larga maggioranza che potrà affrontare i problemi e, mi auguro, risolverli.
Non possiamo dimenticare che ultimamente tutti i disegni di legge che venivano approvati dalla Giunta, soprattutto quelli più significativi ed importanti, incontravano difficoltà nell'ambito del Consiglio regionale per la carenza di una maggioranza organica che li sostenesse e per la maturazione del necessario consenso.
Abbiamo di fronte a noi grossi impegni che vanno onorati. Ci sono alcune questioni - enuncerò solo le più importanti - che devono essere prese in seria considerazione; innanzitutto l'accordo di programma che dobbiamo gestire. E' vero che non bastano soltanto le opere pubbliche, che non sono la base dello sviluppo, ma senza un intervento forte non si esce da questa situazione. L'accordo di programma è una realtà, va gestito e portato avanti. Va completato il disegno di riforma sanitaria; credo che si dovranno superare tutte le difficoltà, rapidamente e in modo chiaro.
Il piano triennale per l'ambiente è stato predisposto; le notizie fornite parlano di un rinvio possibile fino a fine luglio, ma ritengo che già in giugno sia necessario approvare il piano. Le possibilità ci sono e credo che con tutti gli aggiustamenti che anche il nuovo Assessore e la nuova Giunta vorranno apportare, sarà necessario giungere all'approvazione per non venire meno a quella forte capacità del Piemonte di essere sempre il primo nelle richieste e negli atti di programmazione.
Lo stesso varrà per il Piano dei trasporti e per il bilancio che dovremo completare, rilanciando anche la legge sulla programmazione.
Fra le cose che sono sul tappeto c'è il problema dall'Alta Velocità, è inutile che ci nascondiamo dietro il dito. Il Consigliere Marino ha introdotto tale tema ieri e io l'affronto di petto perché una cosa è certa collega Marchini: di quello che è stato deciso nulla può essere rinviato potremo affinare, potremo migliorare, ma non sarò io ad affossare un lungo lavoro che è importante per il Piemonte. Affineremo, vedremo, valuteremo ma stiamo attenti perché si sta giocando una grossa partita sul Piemonte perché il pericolo del centralismo lombardo non è nominalistico o banale, è una realtà. Il nuovo Ministro ha rilanciato il discorso della Milano Genova, mentre noi su questa linea abbiamo espresso tutte le nostre riserve. Sarà bene portare avanti le decisioni votate da questo Consiglio o dovremo ridefinire il discorso che riguarda la connessione con il Piemonte e in particolare con Torino, per non essere tagliati fuori. Infatti, se pensate alla Milano-Genova e al rilancio del Brennero, che è connesso noterete che sta andando avanti un disegno alternativo che tende a tagliare fuori il Piemonte.



CHIEZZI Giuseppe

C'è anche il Sempione.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Quello del Sempione è un altro discorso.



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, nomini anche il Sempione, che è in Piemonte.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Collega Chiezzi, io non l'ho interrotta ieri, quindi la prego di comportarsi nello stesso modo.
Stavo dicendo che va avanti un disegno alternativo e noi abbiamo bisogno di non perdere il treno.



MARCHINI Sergio

Siccome siamo nei tempi supplementari, perché ieri abbiamo stroncato la discussione per eleggere il Vicepresidente, prego il Presidente di considerare il fatto che sta intervenendo nei tempi supplementari!



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Avrei parlato anche ieri sera.



MARCHINI Sergio

L'argomento all'ordine del giorno è esaurito!



PICCHIONI Rolando

Consigliere Marchini, è un dato di correttezza nei confronti del Consiglio.



PRESIDENTE

Consigliere Marchini, ieri si è convenuto di procedere in questo modo.
I tempi supplementari sono quelli dell'ultima speranza, quindi direi che è fuori tema.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Stia tranquillo, collega Marchini, fra cinque minuti concluderò il mio intervento.
Volevo solo ribadire che è forte l'esigenza di non essere tagliati fuori dal resto dell'Europa e stiamo portando avanti questa volontà con grande energia: l'altra settimana abbiamo partecipato alla Commissione Cristopher e abbiamo notato un grande interesse sul discorso Lione-Torino che può essere ancora colto. Questa settimana saremo a Chambery con il Ministro dei Trasporti francese, con il quale affronteremo questo discorso per cercare di superare le ombre che ci possono ancora essere. Questo non significa che non presteremo grande attenzione ai problemi dell'ambiente ma alcuni punti, già assodati, non possono essere tralasciati.
Inoltre c'è il problema del rilancio industriale. Mi soffermo un attimo sul rapporto che si preannuncia con il Governo. Ho detto che noi non siamo contro il Governo, ma non possiamo neanche assumere una posizione pedissequa o di debolezza. La legge finanziaria dell'anno scorso non fu votata dal Presidente del Piemonte né dagli altri Presidenti. Noi ci esprimemmo negativamente nella Conferenza Stato-Regioni, eppure la posizione del Governo era omologa a quella della Giunta regionale; quindi c'è indipendenza assoluta nelle valutazioni e nel giudizio che noi andremo a dare sui vari provvedimenti e sull'incontro con il Governo, che sarà su un duplice piano: ci sarà l'incontro nella Conferenza Stato-Regioni sugli aspetti istituzionali, sugli aspetti operativi, sui pareri previsti dalla legge, ma ci sarà anche un incontro, che porteremo avanti in modo bilaterale, sulla questione Piemonte. La questione Piemonte, questione già aperta, non verrà abbandonata n' per i risultati già conseguiti n' per quelli che potremo ancora conseguire.
Dovremo affrontare alcuni temi importanti sulla crisi industriale del Piemonte, che non è soltanto la crisi della FIAT e dell'Olivetti e del loro indotto, ma è anche la crisi di una presenza pubblica: abbiamo il problema dell'industria spaziale, dell'Alenia; abbiamo il problema importante delle telecomunicazioni che devono essere concentrate adeguatamente su Torino dove, in proposito, c'è una tradizione forte. Abbiamo la necessità di valutare con le Partecipazioni Statali tutta una serie di questioni, non esclusa quella della RAI, che è sul tappeto ed è estremamente importante.
Anche qui - lo ribadisco - i fondi strutturali della CEE, per diventare operativi, necessitano di un adeguato stanziamento da parte dello Stato per cui c'è la necessità di avere una risposta positiva alle nostre richieste. Sarà quindi un confronto corretto con il Governo e nel quale non intendiamo rinunciare a nessuna delle nostre posizioni, ma intendiamo portarle avanti, in modo che il Piemonte, risorsa nazionale, sia considerato per quello che è, e abbia il sostegno necessario in questa fase difficile, fase nella quale dobbiamo creare le condizioni per una nuova ripresa, per un nuovo sviluppo, per un sostegno all'occupazione, che è alla base del nostro programma.
Intendo soffermarmi, inoltre, sul rapporto con Torino, perché nel dibattito c'è stata una discussione varia e complessa. Torino è la capitale del Piemonte; Torino non può essere ignorata da noi. Il Piemonte, però, è composto di 1.209 Comuni e quindi il nostro interesse è a tutto spettro (ed ovviamente non può non essere così). Non possiamo negare che l'interesse per Torino c'è stato anche quando abbiamo modificato la legge urbanistica per consentire al Comune di Torino (non a questa maggioranza o a quella di ieri) di approvare il Piano regolatore.
Se, tra le grandi città, Torino è l'unica che ha un Piano regolatore in itinere è perché c'è una legge regionale che è stata modificata per consentire che ciò avvenisse; è quindi stata dimostrata un'attenzione di questo Consiglio verso i problemi della sua capitale; attenzione che perdurerà, perché è doveroso e giusto, e che non può assolutamente significare rinuncia alle nostre competenze o delega di competenze che ci riguardano. Collaborazione piena, totale, ma non cedimenti (che poi non saprei neanche quale significato possano avere).
Sulla questione del CAAT noi siamo stati estremamente lineari; è stata la Regione Piemonte che ha insistito per mantenere la destinazione, anche in vista della firma dell'Accordo di programma, e su questo episodio, come su tanti altri, ha dimostrato piena autonomia.
Con tutte le altre Amministrazioni ci sarà il massimo impegno e collaborazione; con il Consiglio ci ripromettiamo di instaurare un clima positivo come quello che c'è stato nel passato, ma possibilmente anche migliore; con le Commissioni e con i Gruppi lavoreremo a pieno ritmo, dando tutta la disponibilità della Giunta a fornire informazioni affinché i provvedimenti passino. Non sono molte le leggi necessarie, ma alcune lo sono. Queste leggi, a cominciare da quella della riforma dei Co.Re.Co, a quella dell'applicazione della legge n. 241, vanno approvate; non approvarle significherebbe creare una situazione di vacanza operativa, per la Regione, estremamente grave e difficile.
Non voglio fare dei tempi supplementari molto lunghi: noi ci misureremo in pieno anche con la società civile, e questo misurarsi con la società civile (sindacati, organizzazioni dei lavoratori, organizzazioni degli operatori economici) non significa che ci allineeremo, anche qui, a posizioni o interessi, ma che terremo conto di tutte le valutazioni possibili. Nostra ambizione è quella di raccogliere le forze economiche e sociali intorno ai possibili obiettivi del rilancio del Piemonte, senza con ciò vantare benemerenze o benedizioni che il Presidente della Giunta regionale non ha mai chiesto, non intende chiedere e che non riguardano assolutamente una sua vocazione codina. Lavoreremo, certamente confrontandoci con la società civile, cercando di portare avanti un'immagine forte del Piemonte.
Il problema dell'immagine non è marginale. Il Consigliere Marchini, che è "immaginifico", sa bene queste cose: non è problema marginale. Noi crediamo che l'immagine del Piemonte debba essere rafforzata e debba crescere; crediamo che l'immagine di un Piemonte diverso, non triste e non rinunciatario, sia molto importante. Però questo è un male sottile vecchio. L'altro giorno rileggevo l'illustrazione della grande mostra del 1884: già allora Torino si giustificava. Eppure c'era Porta Nuova; c'era il viale lungo il quale si andava verso il Valentino; era tutto bello, pieno di piante: ciò nonostante, ci si difendeva da un giudizio di tristezza e di mancanza di brio. Io credo che dobbiamo invece spingere fortemente per un rilancio dell'immagine del Piemonte, perché - come ho detto ieri - tutte le persone che vengono in Piemonte manifestano sorpresa per le risorse di questa città, urbanistiche ed umane. Sono convinto che la nuova Giunta della cui guida, della cui collegialità, del cui coordinamento sono responsabile, sarà animata nella sua articolata composizione da un impegno appassionato e che saprà compiere pienamente il proprio dovere.
Personalmente farò di tutto perché questo spirito si crei e sono convinto che questo rapporto tra due grandi forze popolari, al quale si affiancano esperienze nuove, possa essere effettivamente un incontro utile a questa fase finale della legislatura. Ciò al di là delle prospettive future che come ho già detto all'inizio, non riguardano me e non riguardano neanche un disegno politico che è al di fuori da ogni mio pensiero. Sappiamo che le difficoltà permangono forti. La tempesta a cui accennavo ieri, che parte dal 1990 e che ha accompagnato tutta questa difficile legislatura, è ancora in corso e il sereno è distante; anche quanto sentiamo da Roma non ci spinge al sereno. Alzare la vela può essere rischioso (mi riferisco anche in questo caso ad una battuta del Consigliere Marchini), ma la nostra ambizione è quella di concorrere a sconfiggere la rassegnazione e a promuovere per il domani un Piemonte migliore. Per questo lavoreremo con ogni energia in questo stralcio di legislatura, con tanto impegno e tanta forza.


Argomento: Stato giuridico ed economico del personale dipendente

Esame progetti di legge n. 467 e n. 463: "Indennità di funzione dirigenziale di cui alla legge regionale 23/4/1990, n. 36"


PRESIDENTE

Nei colloqui tenuti fra Capigruppo, si è convenuto di procedere all'esame e alla relativa approvazione dei provvedimenti iscritti all'o.d.g. con caratteristiche di unanimità sostanziale.
Procediamo dunque con il punto 13) all'o.d.g. che prevede l'esame congiunto dei progetti di legge n. 467 e n. 463.
Relatore è il Consigliere Nerviani, che ha facoltà di intervenire.



NERVIANI Enrico, relatore

Dò per letta la relazione, il cui testo, a mani dei Consiglieri recita: "Illustre Presidente, signori Consiglieri il testo unificato dei progetti di legge n. 463 e n. 467 ha lo scopo di riconoscere all'indennità di funzione dirigenziale, disciplinata dalla legge regionale n. 36/90, natura retributiva, in quanto elemento fisso e continuativo della stessa remunerazione dei dirigenti.
La natura retributiva dell'indennità di funzione, che viene ora riconosciuta, è stata più volte affermata dalla giurisprudenza: TAR del Lazio, Corte Costituzionale e, recentemente, Consiglio di Stato (anche se tale sentenza è ancora in corso di pubblicazione).
Nelle loro sentenze, il TAR del Lazio e la Corte Costituzionale hanno affermato, in particolare, che l'elemento di fissità dell'indennità di funzione dirigenziale non è legato al concetto di invariabilità a cui pu essere sottoposta l'indennità stessa, ma alla predeterminazione e al criterio di computo.
Conseguentemente, il testo unificato in esame, recependo i pronunciamenti giurisprudenziali anzidetti, riconosce che il dirigente percepisce l'indennità con i caratteri di genericità, fissità, continuità e ricorrenza per tutto il tempo in cui svolge la funzione dirigenziale, nella misura determinata ed attribuita.
Al riguardo occorre peraltro tenere presente che il testo unificato non fa che percorrere la strada già intrapresa e conclusa da numerose altre Regioni, allineandosi in questo modo ad un orientamento ormai consolidato.
Questa legge della Regione Piemonte è però necessaria, oltre che per quanto sopra illustrato, anche al fine specifico di evidenziare la volontà dell'Amministrazione di riconoscere ai propri dirigenti diritti ormai incontrovertibili, affermati, come si è detto, anche dalla giurisprudenza e di concorrere insieme alle altre Regioni a segnalare l'esigenza che tali diritti in materia di indennità di funzione dirigenziale non vengano più messi in dubbio, disconosciuti o solo parzialmente riconosciuti, come purtroppo è fin qui avvenuto.
Ed è altresì necessaria per contribuire a stabilire una volta per tutte e per tutte le Amministrazioni pubbliche il principio secondo cui l'indennità di funzione dirigenziale, avendo natura di emolumento fisso e continuativo della retribuzione spettante ai dirigenti, è, in quanto tale interamente assoggettabile a contribuzione e quindi pensionabile. Ciò non mancherà di porre finalmente termine ad un continuo contenzioso, inutile ed ingiustificato.
Le ragioni sin qui esposte suggeriscono già tutta l'approvazione di questa legge, ma appare opportuno evidenziarne anche un'altra, di carattere organizzativo, funzionale.
Essa si ricollega direttamente alle recenti disposizioni nazionali in materia di pubblico impiego. In particolar modo il decreto legislativo n.
29/93 e la riforma del sistema previdenziale.
Il DL n. 29/93 impone alle Amministrazioni pubbliche la riorganizzazione degli uffici, al fine anche di conseguire una riduzione per accorpamento degli uffici dirigenziali, e, quindi, delle dotazioni organiche del personale dirigenziale, in una misura non inferiore al 100%.
La Regione Piemonte attuerà al più presto la riorganizzazione delle proprie strutture, prevedendo, fra l'altro, così come prescritto dalla disposizione nazionale, la riduzione degli uffici dirigenziali.
Questa legge potrà pertanto incentivare parecchi pensionamenti del personale dirigenziale, ora non certo invogliato a farlo dalla recente riforma del sistema previdenziale, e contribuire a ridurre il numero di dirigenti in esubero, che potrebbe crearsi a seguito della riorganizzazione suddetta.
La copertura degli oneri di spesa - obbligatori - che il provvedimento comporta, avverrà, per la parte a carico dell'Amministrazione regionale mediante prelievo dal fondo di riserva per le spese obbligatorie; per la parte a carico dei dirigenti, mediante un aumento delle trattenute mensili sullo stipendio.
Ricevuta l'assegnazione dei due provvedimenti, la I Commissione ha sollecitamente indetto la consultazione delle Organizzazioni sindacali dell'Ente Regione, ricavandone utili indicazioni per la stesura del testo finale, specie per quanto attiene alla decorrenza ex tunc dei benefici del provvedimento per motivi di coerenza, equità e solidarietà nei confronti dei dirigenti collocati a riposo o deceduti dal 1990 ad oggi.
Dopo l'esame congiunto e un'approfondita valutazione della proposta e del disegno di legge presentati, nonché delle osservazioni in proposito formulate dalle Organizzazioni sindacali, la Commissione, condividendo e facendo propria l'esigenza - contenuta ed espressa univocamente in entrambi i progetti - di riconoscere, come si è detto, ai propri dirigenti diritti ormai incontrovertibili e già ripetutamente affermati dalla giurisprudenza ha licenziato all'unanimità nella seduta del 19/5/1994 un testo unificato dei progetti stessi, quello di cui si tratta.
Per quanto sopra esposto, se ne raccomanda l'approvazione unanime anche da parte di questa assemblea".



PRESIDENTE

Non essendovi interventi, passiamo alla votazione dell'articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 voti favorevoli 34 astensioni 2.
L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 voti favorevoli 34 astensioni 2.
L'art. 2 è approvato.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 hanno risposto SI 39 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri.
La legge è approvata.


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Esame proposta di deliberazione n. 727: "Regolamento per l'esecuzione dei programmi costruttivi di nuove costruzioni e recupero in regime di edilizia agevolata-convenzionata"


PRESIDENTE

Passiamo al punto 12) all'o.d.g. che prevede l'esame della proposta di deliberazione n. 727.
La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore regionale

La mia brevissima dichiarazione è volta a dare alcune delucidazioni ai nuovi colleghi e a coloro che non hanno partecipato ai lavori della Commissione, perché membri di altre Commissioni.
Il disciplinare in essere è stato approvato nel periodo che va dal 1984 al 1985. Ora, anche perché siamo alla vigilia dell'emanazione di nuovi bandi, e quindi di nuove procedure, si è ritenuto di procedere alla stesura di un vero e proprio regolamento, che riguardi l'intero iter procedurale delle pratiche di edilizia agevolata. Il nuovo regolamento prende a piene mani il vecchio disciplinare, apportando alcune correzioni.
Per quanto riguarda la discussione svoltasi in Commissione, circa le modalità di assegnazione degli alloggi ai singoli soci delle cooperative devo precisare che ho riesaminato la materia con gli uffici dell'Assessorato e ho tratto la seguente conclusione: la normativa attuale così com'è proposta, è difficilmente modificabile in questo momento soprattutto perché le assegnazioni delle aree avvengono dopo anni dal momento in cui partono i programmi; per cui vincolare le assegnazioni al registro soci iniziale diventa un'illusione.
Le raccomandazioni dei colleghi, che proponevano di modificare la materia, possono essere accolte come obiettivo sul quale tornare successivamente, quando la materia degli espropri, dell'urbanistica e dell'assegnazione delle aree potrà, in futuro, trovare migliori formulazioni e quindi strumenti più cogenti ed incisivi.
A quel momento, avendo drasticamente ridotto lo scarto di tempo tra l'avvio della procedura di finanziamento e l'assegnazione effettiva degli alloggi ai singoli soci, potremo pensare di ridurre drasticamente le possibilità operative oggi concesse alle cooperative stesse.
Quindi, con questa dichiarazione di buona volontà e a futura memoria raccomando l'approvazione del regolamento così come viene proposto.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Bresso, che interviene in qualità di Consigliere.



BRESSO Mercedes

E' una questione che avevamo seguito io ed il collega Rivalta, che in questo momento non è presente.
La questione è abbastanza rilevante, a causa dei tempi lunghi determinati dalla lentezza delle procedure di esproprio e dalla lentezza di tutto l'iter dei finanziamenti, con la conseguenza che molte cooperative arrivano alla fine senza più soci iniziali o con pochissimi dei soci iniziali.
Questa situazione determina una prassi molto sgradevole: di fatto molte cooperative si trasformano in semplici venditori di alloggi, addirittura con annunci sui giornali.
Questa questione deve essere affrontata perché non è accettabile, alla fine si traduce in una sorta di concorrenza sleale al sistema privato.
Noi ci rendiamo anche conto che questa situazione deriva da lentezze spesso della Pubblica Amministrazione, accettiamo comunque il fatto che con quelle poche modifiche, il provvedimento prosegua il suo iter.
Pertanto cambiamo il nostro voto (che era stato negativo in Commissione), però ricordiamo all'Assessore il suo impegno a fare un'accurata istruttoria dei fenomeni a volte (non sempre, solo in alcuni casi) degenerativi e a volte determinati da necessità che si stanno verificando, e a proporre poi una modifica che comprenda anche l'accelerazione dei tempi per le procedure di tipo pubblico e che quindi metta questi soggetti in grado di dimostrare la propria buona volontà e correttezza.
Il nostro voto è quindi favorevole a questa deliberazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bodrero.



BODRERO Antonio

Visto che un esponente della maggioranza ha detto che sarebbe stato contrario perché questa sarebbe una forma di statalismo in quanto agevola la concorrenza sleale, non vedo perché dovrei votare a favore.



PRESIDENTE

Se non vi sono altri interventi pongo in votazione tale deliberazione il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 28 voti favorevoli e 7 astensioni.


Argomento: Giovani

Esame progetti di legge n. 186, n. 287 e n. 291: "Coordinamento e sostegno delle attività a favore dei giovani"


PRESIDENTE

Passiamo al punto 14) all'o.d.g. che prevede l'esame dei progetti di legge n. 186, n. 287 e n. 291.
Relatrice è la Consigliera Bortolin che ha facoltà di intervenire.



BORTOLIN Silvana, relatrice

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, il disegno di legge che stiamo discutendo, e che mi auguro approveremo, è il frutto di un lavoro svolto dalla IV Commissione che ha preso in esame progetti di legge presentati da più Gruppi e che, dopo una consultazione ed un confronto con le associazioni territoriali e con gli enti locali, ha anche definito e portato all'attenzione del Consiglio la presente proposta.
Nel discutere, nell'esaminare e nel confrontarci su queste proposte di legge siamo partiti dall'esigenza e dall'esistenza oggettiva di problematiche specifiche giovanili in ordine alle condizioni di vita sociale, di lavoro e di partecipazione in particolare alla gestione delle nostre comunità locali, ma anche regionale, che sollecitano un attento e puntuale intervento da parte della nostra Regione.
Rimuovere le cause, l'emarginazione, gli ostacoli, che hanno impedito ed impediscono tuttora la piena partecipazione dei giovani alla vita delle comunità locali e regionale, deve essere un obiettivo da perseguire partendo dall'affermazione di principi che noi riteniamo importanti e fondamentali quali quello della giustizia, della libertà, ma anche della tolleranza e della solidarietà, affinché i giovani diventino sempre più parte attiva nella costruzione di una società in cui ciascuno sia responsabile e partecipe.
In via generale abbiamo ritenuto che occorrano interventi capaci di modificare l'organizzazione rigida delle istituzioni che non favorisce la partecipazione dei giovani. Istituzioni che peraltro dimostrano di essere molte volte, impreparate ad affrontare specifiche tematiche e ad elaborare progetti operativi in particolare nei confronti dei problemi che evidenziano i giovani.
In Piemonte sono ormai numerose e varie le iniziative promosse e sperimentate con successo da anni da Comuni ed Associazioni giovanili nei confronti dei problemi che sono emersi e che sono specifici dei nostri giovani.
Iniziative che hanno offerto e che offrono un quadro abbastanza significativo, seppure ancora parziale, della realtà giovanile piemontese non solo rispetto al disagio sociale e ai fenomeni di devianza, ma anche e soprattutto in relazione alla qualità e alla quantità di domanda di istruzione, di cultura, di formazione professionale, di avviamento al lavoro, di fruizione del tempo libero.
Pur in assenza di una specifica politica nazionale di riferimento, la nostra Regione - nell'ottica delle iniziative che abbiamo sottolineato e richiamato e del confronto che abbiamo avuto con i soggetti che operano in questo settore nella nostra Regione - non può e non poteva non porsi nell'ottica di svolgere un ruolo promozionale e propositivo tale da consentire la valorizzazione e la diffusione su tutto il territorio regionale di interventi qualificati verso le nuove generazioni.
Il Parlamento europeo (peraltro siamo in fase di rinnovo dello stesso) ha, nel corso degli ultimi anni, emanato importanti direttive: la Carta per la partecipazione dei giovani alla vita comunale e regionale (che data 1990) e la recente Carta dei diritti.
Anche alla luce di questi fatti e delle considerazioni su esposte appare quindi indispensabile dotarsi con urgenza di una specifica legge per far fronte adeguatamente alle problematiche giovanili.
Perciò l'approvazione del disegno di legge, che abbiamo sottoposto al Consiglio regionale e che stiamo discutendo, si è avvalso anche del positivo contributo della stessa Consulta a cui noi abbiamo dato vita con una deliberazione che il Consiglio regionale ha approvato l'anno scorso.
Partendo da tutte queste considerazioni credo sia necessario, dopo la discussione che i Consiglieri vorranno affrontare, approvare ed avviare subito il lavoro per rendere davvero in condizioni la nostra Regione e la Giunta regionale di attuare ciò che la legge propone.
Mi auguro che si possa in tempi brevissimi, dopo una lunga attesa della discussione e dell'approvazione di questo disegno di legge, cominciare fattivamente ad operare in questa direzione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Leo, che interviene in qualità di Consigliere.



LEO Giampiero

Farò un intervento breve, in quanto la relazione della Consigliera Bortolin è stata sicuramente esaustiva.
Mi rendo conto che per combinazione, per un fatto contingente e storico, tale legge giunge in un momento in cui il Consiglio è concentrato su altri argomenti.
Tuttavia voglio sottolineare che si tratta di una legge importante infatti la Regione Piemonte è la prima in Italia che così compiutamente approva questa legge. Come ex Presidente della IV Commissione dico che su tale legge ho notato che ci hanno lavorato tantissimo, bene e con passione tanti Consiglieri: la relatrice, Consigliera Bortolin, il Consigliere Foco l'allora Vicepresidente Montabone e la Presidente Spagnuolo, il Consigliere Cucco, oggi Assessore, i Consiglieri dei Gruppi Verdi e ultimamente anche i Consiglieri del Movimento Sociale.
E' stato un lavoro che pone la nostra Regione all'avanguardia, una sfida anche per la nuova Giunta, in quanto indica un metodo di lavoro diverso, trasversale, orizzontale che metterà subito alla prova la capacità di lavoro di équipe, di collegialità, di progettualità.
Sono intervenuto perché desideravo segnalare che si tratta di una legge molto attesa. Colgo l'occasione anche per ringraziare quei Consiglieri come il Consigliere Marchini, che ci hanno consigliato sul collegamento nazionale, che giudico ancora particolarmente importante, in quanto le leggi nazionali non sono ancora state approvate.
Aggiungo ancora che per completare il nostro lavoro - e mi rivolgo per ora al Vicepresidente della Commissione, Peano, che ha sempre così egregiamente condotto i lavori di Commissione - dovremmo anche completare la legge sull'associazionismo, così questo comparto e questo quadro potrebbero avere una grande importanza; in Commissione ha avuto una larghissima approvazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente.
Nelle riunioni di Commissione, IV e I Commissione congiunte, avevo sollevato un problema che il Presidente Leo aveva promesso di risolvere noto, invece, che ciò non è avvenuto.
Il problema che pongo è radicale, nel senso che ogni legge deve avere ben chiaro l'oggetto di applicazione della legge stessa. Questa è una legge sui giovani, analizza i problemi giovanili, inventa nuove strutture che si occuperanno dei giovani sia in ambito regionale - all'interno della struttura della Giunta - sia sotto forma di nuovi organismi, come la Consulta giovanile, sia sotto forma dell'Osservatorio permanente sui giovani.
Tutte cose che vanno bene, ma i giovani chi sono? Ritengo non sia possibile emanare una legge dove non si capisce bene quali siano i destinatari, questo vale per qualsiasi legge e in particolare per la legge sui giovani. Chi sono i giovani per i quali può essere applicata questa legge? La legge non lo definisce. A mio parere, formulata in questo modo, la legge rischia di non essere approvata e, qualora venisse approvata organismi di tutela della correttezza legislativa dovrebbero intervenire per modificare la stessa e renderla comprensibile a tutti.
In merito ho fatto una ricerca (ringrazio gli uffici che mi hanno aiutato nella documentazione) su chi sono i giovani e ho riscontrato che in Europa ci sono diverse raccomandazioni che indicano i giovani come le persone comprese tra i 15 e 25 anni; penso sia una fascia razionale alla quale debba riferirsi anche questa legge.
Quindi formalmente propongo che si chiarisca esplicitamente in un articolo 0, collega Bortolin che è relatrice, il campo di applicazione di questa legge. Un articolo in cui si scriva che la legge riguarda le persone comprese tra 15 e 25 anni; senza questa specificazione la legge non pu essere validamente approvata.
Proseguo con qualche osservazione sul merito della legge.
All'art. 1, comma primo, lettera d), vi è scritto: "attuare interventi per il reale inserimento dei giovani nella società e per prevenire fenomeni di emarginazione e devianza giovanile".
Penso che la lettera d) potrebbe essere limitata alla dizione: "attuare interventi per prevenire fenomeni di emarginazione e devianza giovanile" in quanto inserire il punto relativo ad interventi per il "reale inserimento dei giovani nella società", non è chiaro. I giovani nella società sono inseriti sempre, sia che siano devianti, sia che non lo siano sia che abbiano lavoro, sia che non abbiano lavoro, i giovani ci sono come ci sono tutte le persone; anche quelli non iscritti all'anagrafe sono realmente inseriti nella società, perché ci vivono.
Quindi proporrei alla maggioranza di togliere, con un emendamento dall'art. 1, lettera d), le parole "il reale inserimento dei giovani nella società" e di mantenere il resto.
Inoltre all'art. 2 si prevede il "Piano per le politiche per i giovani del Piemonte"; non penso sia un Piano, ma un Programma. Quindi proporrei un emendamento che sostituisca la parola "Piano" con la parola "Programma".
All'art. 6 farei la seguente osservazione di carattere generale: la Regione finanzia progetti, al comma secondo definisce che "finanzia progetti predisposti dagli enti locali in via preferenziale".
Nel comma successivo vi è scritto che la Regione finanzia altresì progetti "di rilevanza regionale rispondenti agli obiettivi e alle finalità della legge predisposti da Associazioni e Cooperative". Vorrei vedere meglio chiarite le priorità con le quali la Regione Piemonte finanzia i progetti. Se la priorità sono i progetti degli enti locali questo deve valere sia nel comma terzo sia nel comma quarto ed essere esplicitato nel seguente modo: "La Regione, in via prioritaria, finanzia gli enti locali poi finanzia Associazioni e Cooperative". Invece vi è questa suddivisione in due commi che, in pratica, dicono le stesse cose.
In un comma si dice che si dà priorità agli enti locali e poi si finanziano anche Cooperative ed Associazioni; nell'altro si dice: "la Regione finanzia altresì progetti ed iniziative".
Per chiarezza vorrei che, di norma, nelle leggi si eliminassero gli "altresì".
Quindi chiederei una riproposizione dei due commi, oppure l'eliminazione del comma terzo, perché il comma secondo specifica già che la Regione finanzia i progetti predisposti dagli enti locali, dalle Cooperative e dalle Associazioni, con priorità agli enti locali. Non creiamo dubbi nell'applicazione delle leggi; infatti potrebbe sembrare che il comma terzo invece di dare il privilegio a questo, preveda un'altra strada per cui la Regione "altresì" finanzia tutto il resto. Quindi propongo in alternativa la soppressione del comma terzo.
Nel comma quarto si dice: "Sono considerati criteri preferenziali e prioritari (non specifica, ma immagino per il finanziamento) l'adozione da parte dei Comuni della 'Carta della partecipazione dei giovani alla vita comunale e regionale'".
Questo lo ritengo molto importante perché la "Carta" è un fatto innovativo che responsabilizza i giovani e crea un rapporto diretto fra l'istituzione locale e i giovani.



(Voci in aula)



PRESIDENTE

Stiamo seguendo il suo intervento, stiamo cercando una formulazione degli emendamenti. Di questo stavamo parlando.



CHIEZZI Giuseppe

Ritengo importante inserire nel comma quarto che, tra i criteri preferenziali e prioritari, vi è l'adozione da parte dei Comuni della "Carta della partecipazione dei giovani alla vita comunale e regionale". La "Carta" è importante e i Comuni che l'adottano hanno un privilegio nel sostegno delle iniziative. Però non è chiaro se questo criterio preferenziale riguarda tutti i finanziamenti, quindi sia quelli agli enti locali, sia quelli alle Associazioni e alle Cooperative che esplicano la loro attività in quel Comune.
La mia opinione è che il privilegio e la preferenza ai Comuni che adottano la "Carta" debbano valere per tutti. Dobbiamo fare in modo che tutti i Comuni adottino la "Carta"; per avere un consenso sociale su questo, e una pressione verso i Comuni affinché l'adottino, occorre che il criterio di privilegio non valga solo per il Comune, ma anche per le Associazioni e le Cooperative, le quali coinvolte nell'attuazione della legge si rivolgeranno ai Sindaci di tutti i Comuni per sollecitare l'adozione della Carta, perché quest'ultima darà modo ad entrambi di avere un titolo di privilegio. Quindi, mi sembra un'azione convergente, sociale ed istituzionale per fare adottare la "Carta". Questo non è scritto esplicitamente nel comma quarto, ma se politicamente siamo d'accordo potremmo con un piccolo emendamento chiarire che il criterio vale per tutti.
Attendo la risposta sulla legittimità ed operatività di questa legge che deve indicare chi sono i giovani.



PRESIDENTE

Consigliere Chiezzi, ho seguito con attenzione il suo intervento pertanto le chiedo se intende formalizzare gli emendamenti.



CHIEZZI Giuseppe

Se non lo fa la maggioranza, e mi dà il tempo di farlo, li formalizzo.
In Commissione la legge non è stata votata all'unanimità, perché avevo sollevato il problema dell'età, ma a tutt'oggi al problema non è stata data risposta.



PRESIDENTE

Questa legge è stata trattata in Commissione e nel sottogruppo di lavoro per anni; per cui presumevo che fosse stata approfondita, anche dal punto di vista formale, a sufficienza.
Sentiamo la Consigliera Bortolin, poi decideremo come procedere.



BORTOLIN Silvana

Presidente e colleghi Consiglieri, se non conoscessi la serietà con la quale lavora il collega Chiezzi sarei portata a pensare che le richieste da lui avanzate siano pretestuose per non consentirci di approvare, con il consenso del Consiglio regionale (mi auguro all'unanimità), questa legge.
Conoscendo il Consigliere Chiezzi credo che parta dalla convinzione che sia necessario apportare le modifiche che ci ha sottoposto.
Abbiamo discusso a lungo se inserire in questa legge l'inizio e il termine dell'età giovanile e abbiamo concluso che - dato che di sbarramenti i cittadini ne trovano già molti nell'esercitare i loro diritti in questo nostro Paese ed anche in questa Regione non volevamo introdurne uno ulteriore.
Inoltre, come sa bene il collega Chiezzi, il termine dell'età giovanile in questi anni è stato molto discusso e si protrae rispetto alle indicazioni di qualche anno fa.
Fra l'altro, abbiamo un giovane Presidente delegato, una Presidente della Consulta, quindi lo sbarramento avrebbe creato qualche problema! Ma questa è una battuta scherzosa! Abbiamo discusso seriamente - con le Associazioni giovanili, con i giovani rappresentanti delle forze politiche e con gli amministratori degli enti locali - sulla necessità di non mettere un ulteriore limite sull'età giovanile. Uno studente universitario che è ancora giovane e non lavora non lo si può certo escludere, se supera i 25 anni, da un progetto che lo inserisca in un'attività e in un'iniziativa di carattere culturale.
Per tale ragione - e non per altre - abbiamo scelto questa strada frutto di un'approfondita discussione, che può non trovare il consenso del collega Chiezzi, ma della quale sono fermamente convinta. Mi spiace che il collega Chiezzi non abbia potuto apportare il proprio contributo nelle innumerevoli discussioni in Commissione; non per questo non può esimersi dal fare osservazioni in questa sede.
La mia proposta è di non accogliere la sua richiesta.
La seconda richiesta riguarda l'art. 2 e propone di sostituire la parola "Piano" con la parola "Programma".
Ne discuteremo, ma proporrei di non accogliere la proposta perché mi pare un pochino pretestuosa. Ai giovani andava bene "Piano" e la Commissione e il gruppo di lavoro, dopo aver approfondito questo aspetto l'hanno confermato.
A lungo abbiamo discusso il comma secondo dell'art. 6: "La Regione finanzia progetti predisposti dagli enti locali in via preferenziale e progetti predisposti da Associazioni o Cooperative giovanili, in ambito provinciale e comunale".
Poi abbiamo inserito il comma terzo che prevede il finanziamento "anche" - abbiamo usato la parola "altresì", ma ora ho usato la parola "anche", così magari ci comprendiamo - di progetti ed iniziative di rilevanza regionale.
Perché l'abbiamo specificato e non compreso con i primi due momenti istituzionali? Certamente perché vogliamo privilegiare il livello comunale e provinciale, ma anche perché vogliamo che questi si definiscano in iniziative, in programmi, in progetti e si colleghino con associazioni di rilevanza regionale e che insieme propongano progetti ed obiettivi che abbiano questa valenza.
Il tentativo era quello di dare un ulteriore spunto per far sì che la parcellizzazione esistente sul territorio di associazioni e di momenti di iniziativa nei confronti dei giovani trovasse invece un momento di unità.
Questione che non abbiamo voluto definire al punto 2), ma lo abbiamo voluto specificare affinché - nella discussione l'abbiamo anche evidenziato anche a livello di gruppo operativo e di Giunta possa essere sollecitato questo momento di carattere regionale.
Spero di essere riuscita a spiegare la motivazione al collega Chiezzi.
Personalmente sono profondamente in disaccordo sul fatto che al punto 4) nel considerare i criteri preferenziali e prioritari, si aggiungano ai Comuni anche le Associazioni e le Cooperative. Questo perché se un Comune ostinatamente non vuole adottare la Carta europea, evidentemente non pu essere penalizzata l'Associazione o la Cooperativa che su quel territorio opera. Mi pare che questo fatto rappresentasse una discriminazione pertanto a nostro avviso non poteva essere inserito in questa legge.
Sta poi al momento politico, alla capacità delle Associazioni e delle Cooperative, delle forze politiche e della società che opera in una determinata comunità, giudicare quel Comune che non vuole adottare documenti e carte che il Parlamento europeo ci sottopone.
Sarei quindi per non accogliere le richieste del collega Chiezzi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente.
Ovviamente la maggioranza fa quello che crede ed approva nei tempi che crede. Questa legge a mio parere è viziata. E' assolutamente viziata perch non chiarisce a chi è rivolta.



PRESIDENTE

Consigliere Chiezzi, sta facendo una dichiarazione di voto?



CHIEZZI Giuseppe

No, la mia è una pregiudiziale. Chiedo agli organismi tecnico legislativi, di Giunta e di Consiglio, un parere, ovvero se a loro giudizio una legge come questa, che non qualifica e determina chi sono i giovani ed è una legge sui giovani - possa essere consentita o meno.
Chiedo al Consiglio di avere il tempo - se la Giunta o la maggioranza non sono interessati - per una breve consultazione su questo argomento. Se quello che sostengo è una fesseria la ritiro subito, a me comunque non sembra.



PRESIDENTE

Non mi sembra una sciocchezza, mi sembra un tema posto in maniera un po' astrusa che non capisco, per cui non posso accogliere la sua pregiudiziale.
Posso però sospendere questo punto per permettervi di confrontarvi.


Argomento: Commercio

Esame progetto di legge n. 344: "Modifiche ed integrazioni della legge regionale 25/3/1985, n. 21 in materia di provvedimenti per la tutela e difesa del consumatore"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del progetto di legge n. 344, di cui al punto 17) all'o.d.g.
La parola al relatore, Consigliere Femia.



FEMIA Vincenzo, relatore

Il disegno di legge in esame modifica la legge regionale in materia di provvedimenti per la difesa del consumatore n. 21/85. Si tratta di una legge che, entrata in vigore nel 1985, ha consentito di incentivare una nuova cultura consumistica e di far crescere l'associazionismo in tale campo. A partire dal 1985 le Associazioni sono passate da tre ad undici e molte hanno allargato a temi diversi il loro campo di interesse. Ciò è avvenuto tramite un'attiva politica di informazione e di ricerca nel campo della tutela dei consumatori; mentre un ruolo attivo di supporto alla Giunta regionale è stato svolto dalla Consulta regionale per la difesa e tutela del consumatore.
Sempre in forza della legge n. 21 e su suggerimento della Consulta per la difesa del consumatore, la Giunta ha promosso la collana "I quaderni del consumatore" - quaderni diffusi attraverso le Associazioni dei consumatori le biblioteche regionali, i Comuni, le Circoscrizioni, le scuole - e la collana "Strumenti", dedicata agli atti dei convegni, alle ricerche delle Associazioni e a materiali specifici in numero di dieci titoli. E' stato inoltre attivato un bando per tesi di laurea su argomenti attinenti alla tutela del consumatore con ventisette tesi premiate.
Il bilancio delle attività compiute in base alla legge n. 21/85 rapidamente ed in modo incompleto sintetizzate, ha suggerito di operare alcune variazioni al testo di legge vigente. Modificazioni, proposte dalla Giunta, che perfezionate in Commissione anche a seguito delle consultazioni ed al dibattito che ne è seguito, hanno poi trovato nella stessa Commissione un unanime parere favorevole.
In sintesi, viene istituito l'Albo regionale delle Associazioni dei consumatori che hanno titolo ad esprimere rappresentanze nei diversi organi consultivi. La soglia di accesso all'Albo viene fissata nella presenza di duecento soci ed è titolo indispensabile l'operare validamente nella vita sociale e politica del Piemonte da almeno due anni.
Si modifica la composizione della Consulta: limitando a dieci i rappresentanti delle Associazioni, portando a sei il numero dei rappresentanti delle Università, vengono infatti aggiunti un rappresentante della facoltà di Giurisprudenza ed uno della facoltà di Veterinaria ed introducendo un rappresentante dell'ANCI ed uno dell'URPP.
Per agevolare operatività e corretto funzionamento della Consulta si prevede la soglia minima di presenza utile a garantirne la funzionalità: la metà più uno dei componenti. Viene poi introdotto un correttivo alle reiterate assenze, prevedendo la rimozione dei membri della Consulta con più di tre assenze consecutive non adeguatamente giustificate. I membri potranno essere sostituiti applicando le stesse procedure previste per la designazione e la nomina.
La legge prevede inoltre il Piano di attività che, con il compito di dare attuazione agli obiettivi posti, dovrà contenere i criteri per la scelta dei progetti e dei programmi di attività da incentivare e le priorità di intervento. Il Piano, proposto dalla Giunta, dovrà essere approvato dal Consiglio regionale entro il mese di ottobre dell'anno precedente al periodo cui si riferisce; ha una validità triennale ma potrà se necessario, essere aggiornato annualmente.
Il Piano di attività costituisce altresì fondamento per la concessione di contributi alle Associazioni dei consumatori. Contributi che possono venire erogati sulla base di una normativa che, a seguito delle modificazioni introdotte, risulta più chiara e dettagliata sia in termini di istruttoria che di scadenze temporalmente definite.
Infine viene previsto in legge l'obbligo di integrare Consulte Commissioni, Consigli già istituiti con leggi regionali ed operanti, con un componente in rappresentanza dei consumatori su designazione delle Associazioni dei consumatori iscritte all'apposito Albo.
Le leggi interessate da tali modificazioni sono quelle riferite ai settori: dell'artigianato (norme per la tutela dell'Albo); dei mercati all'ingrosso (disciplina dei mercati all'ingrosso); di sanità ed assistenza (istituzione del Consiglio regionale di sanità ed assistenza; vigilanza nel settore igienico-sanitario e veterinario; requisiti minimi dei laboratori di analisi); del commercio (interventi per lo sviluppo strutturale della rete distributiva; norme per l'esercizio e la razionalizzazione della rete degli impianti di distribuzione carburanti); del turismo (programmazione degli interventi per l'offerta turistica). Un evidente tentativo, quindi di "far contare di più" i consumatori nell'articolato e complesso scenario della legislazione regionale.


Argomento: Commemorazioni

Commemorazione dell'on. Giovanni Goria


PRESIDENTE

Prego i colleghi Consiglieri di volersi accomodare al loro posto.
Interrompiamo per un momento i nostri lavori per procedere ad un dovuto atto e ad un dovuto omaggio.
Colleghi Consiglieri, signore e signori, alle prime luci di sabato 21 maggio ad Asti, nella sua abitazione, è morto l'On. Giovanni Goria: aveva appena 51 anni.
A nome del Consiglio regionale e mio personale, esprimo le più partecipi condoglianze ai familiari dello scomparso, agli amici e al Partito Popolare.
Dell'uomo Giovanni Goria, che tanti di noi in quest'aula ebbero il piacere e l'onore di conoscere, ci piace ricordare la sua discrezione pacatezza e scrupolosità. Del politico Giovanni Goria è invece giusto ricordare che trasfuse queste sue doti umane in tutta la sua carriera iniziata tra le file della DC nella sua Asti ad appena 17 anni. A 32 anni si candida alla Camera; viene eletto nella Circoscrizione Cuneo-Alessandria Asti; verrà poi riconfermato nel 1979, nel 1983 e nel 1987.
Nel suo impegno politico trasfonde da subito la sua preparazione nelle materie economiche, diventando per la DC uno dei massimi esperti. La prima carica di Governo è del giugno 1981 come Sottosegretario al bilancio; poco più di un anno dopo (siamo nel dicembre 1982), questo giovane laureato in economia e commercio viene nominato Ministro del Tesoro: è il Ministro più giovane che mai abbia ricoperto la carica che fu di Luigi Einaudi. Goria occupa, riconfermato in più Governi, questo dicastero così delicato ed importante con competenza per cinque anni; nel 1987 riceve l'incarico di formare un Governo e diventa Presidente del Consiglio. Goria ha 44 anni: ancora una volta è il più giovane politico che abbia mai guidato un Governo. La sua esperienza di premier dura nove mesi; è un periodo intenso per la vita italiana: Goria assolve al suo impegno con innato stile pacato e mai sopra le righe. Tra gli eventi di quei giorni, il disastro della Valtellina e l'invio delle navi italiane nel Golfo per le operazioni di sminamento e controllo. Chiusa questa esperienza, Goria ritorna Ministro prima dell'Agricoltura e poi delle Finanze. Infine, improvvisa, drammatica la malattia che lo ha strappato all'affetto dei tanti che gli volevano bene e ha privato la scena politica italiana di uno dei suoi protagonisti più preparati.
Vorrei concludere questo mio ricordo facendo mie le parole pronunciate dal Vescovo di Asti, Monsignor Severino Poletto, che nel corso della cerimonia funebre ha così definito Giovanni Goria: "Un uomo semplice umile, delicato, laborioso". Vi è poi una mia impressione personale, il mio ricordo di una basilica piena di uomini e di donne; uomini e donne che gli hanno dato l'ultimo saluto, un saluto affettuoso e commosso, ma che soprattutto hanno voluto tributargli un atto di riconoscenza e, a mio avviso, di giustizia popolare.
La parola al Consigliere Porcellana.



PORCELLANA Francesco

Signora Presidente, colleghi Consiglieri, signore e signori, il mio compito è quello di ricordare la cara figura di un amico troppo presto scomparso.
Giovanni Goria ha lasciato questa vita nelle prime ore di sabato 21 maggio nella sua casa di Asti, confortato sino all'ultimo dai suoi familiari e dalla sua fede cristiana. La sua Asti, i suoi concittadini hanno vissuto questo dramma umano di una vita spenta nel fiore degli anni colmando con sentita partecipazione le navate della Cattedrale cittadina. A nome dei Gruppi della DC di ieri, oggi Partito Popolare Italiano, e a nome del Gruppo dei Cristiani Democratici, esprimo alla famiglia di Giovanni Goria le più partecipi condoglianze.
La vita, seppur breve, di Giovanni Goria è stata intensa; sarebbe fin troppo ovvio ripercorrere, per avvalorare quanto poc'anzi ho detto, le tappe di una carriera politica unica sia nella sua linearità sia nella sua mi si passi il termine - troppa velocità. Le cronache di questi giorni hanno sottolineato, ricordando il percorso umano e politico di Goria questi due aspetti: la sua fulminea carriera politica e il suo profilo umano a tutto tondo, ovvero la sua semplicità, unita alla volontà di fare con molta umiltà.
Se questa analisi è senz'altro giusta, forse varrebbe la pena di riflettere sull'altra considerazione: se è pur vero, insomma, che Giovanni Goria è stato prima sia il più giovane Ministro del Tesoro e poi il più giovane primo Ministro, non è stata evidenziata quanto merita la sua qualità di uomo politico. A suo modo, Goria ha rappresentato un modo nuovo fuori dagli schemi del suo tempo, di politico.
Giovanni Goria iniziò la sua carriera politica giovanissimo, aderendo al movimento giovanile della DC e partecipando a tutti i principali avvenimenti che animavano quegli ormai lontani anni '60. Diplomatosi in ragioneria al Gioberti, aveva cominciato a lavorare alla Banca d'America e d'Italia qui in Torino, ma se ne andò via quasi subito, insofferente alle regole di un ambiente che non era il suo; si iscrisse allora all'Università e trovò lavoro nell'Ufficio Programmazione dell'Amministrazione provinciale, guidata in quel momento dal Presidente Andriano. Anche qui non rimase molto: Giovanni Borello, da poco Presidente della Camera di Commercio, voleva istituire un ufficio studi e cercava un giovane brillante con buone ambizioni; lo trovò proprio in Gianni Goria, che da quel momento diventò suo allievo pupillo, poi amico ed affine in scelte politiche e strategiche.
Era l'inizio vero della carriera politica di Goria, che riuscì ben presto a laurearsi in economia e commercio, con una tesi sulla gestione delle cantine sociali che rappresentò per molti anni un testo fondamentale in materia.
Intanto diventava sempre più importante la sua figura nella DC astigiana, nella DC regionale e nazionale, tant'è vero che nel 1975 fu eletto Segretario provinciale e l'anno dopo fu candidato alla Camera per le elezioni politiche. Eletto al primo tentativo, uscì dal Parlamento con le dimissioni, rassegnate durante la sua non facile esperienza al Ministero delle Finanze nel Governo Amato.
La carriera di Giovanni Goria non conosce momenti di sosta, anche se non ha in questo momento picchi improvvisi. Nel 1978 entra a far parte dello staff del Presidente del Consiglio, Andreotti, come Consigliere economico e nel 1979 viene rieletto alla Camera; qui, finalmente, nel 1981 il primo incarico di governo: il Sottosegretariato al bilancio nel Governo Spadolini.
L'anno successivo lascia l'incarico per entrare nel Dipartimento economico della Democrazia Cristiana, ma alla fine del 1982 diventa Ministro del Tesoro, il primo astigiano nella storia a ricoprire un incarico di questo livello. Resta nell'incarico sia con Fanfani che con Craxi e nuovamente con Fanfani.
Nel 1987 una serie di litigiose circostanze nella formazione del nuovo Governo ne favoriscono in qualche modo la candidatura a Presidente con capacità non comuni.
Giovanni Goria diventerà così il Presidente del Consiglio più giovane della storia della nostra Repubblica, non avendo ancora compiuto i 44 anni.
Nell'aprile del 1988 si dimette e si dedica a questioni europee: sarà proprio alle elezioni per il Consiglio d'Europa, avvenute nel 1989 (cinque anni fa), che Goria raggiungerà il più alto punto della sua popolarità.
Verrà infatti eletto con oltre 640.000 preferenze: un record difficilmente superabile.
Alla CEE avrà la Presidenza della Commissione politica, ma l'Europa non è proprio il suo palcoscenico preferito. Nel 1991 torna al Governo come Ministro dell'Agricoltura, Presidente Andreotti, per essere successivamente nominato Ministro delle Finanze nel Governo Amato. Dimissionario nel 1993 Giovanni Goria, già sotto gli effetti dei primi sintomi del terribile male che ne causerà la morte, torna ad occuparsi di problemi economici non attenuando mai le proprie attenzioni sulle vicende politiche nazionali e locali, ma evitando accuratamente di rientrare nel vivo della lotta che ha trasformato il panorama politico dell'Italia.
Il suo modo di governare, sia da Ministro sia da leader di Governo riscosse consensi tra la gente: Goria infatti ispirava fiducia e simpatia soprattutto per quella sua assenza di protagonismo, di enfasi, per quel suo tranquillo e sereno aplomb così distante ed inusitato nel panorama politico nazionale. Eppure, Goria governò in un'epoca non facile della nostra Repubblica come Ministro di un delicatissimo Dicastero come quello del Tesoro; pose le basi di una pianificazione delle spese e della riduzione degli sprechi; affrontò il venerdì nero della lira e introdusse la tassazione dei BOT. Come Premier si impegnò in diversi settori, tra questi la preparazione del disegno di legge sulla trasparenza dell'azione amministrativa, quella che poi è diventata la legge n. 241 che ben conosciamo. Il provvedimento rifletteva la mentalità di Goria, il suo modo di concepire il rapporto tra istituzioni e cittadino, un cittadino per il quale la Pubblica Amministrazione non può e non deve avere misteri, quindi poter accedere a tutte le forme di documentazione interna all'Amministrazione stessa e che ha diritto a vedere affrontati e risolti in tempi ragionevoli e determinati, i problemi che lo riguardano.
Voglio chiudere questo mio intervento come Consigliere eletto in Provincia di Asti, come amico dell'onorevole Giovanni Goria, riportando il capoverso finale di quanto scritto nei giorni scorsi da Rosa Jervolino Russo su "Il Popolo" del 24 maggio: "Sembra impossibile che l'amico che solo sette anni fa era una giovane speranza per il Paese e per il Partito ora non ci sia più, ma la fede e anche l'esperienza reale ci danno la sicurezza che nessuna energia che si è spesa per gli altri passi invano.
Giovanni Goria non è passato invano, anche per questo lo ricorderò e lo ricorderemo con affetto e gratitudine".



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cerchio.



CERCHIO Giuseppe

La collega Carla Spagnuolo, Presidente del Consiglio regionale ricordando Giovanni Goria, ha terminato il suo intervento richiamando le parole intense che Monsignor Poletto ha pronunciato lunedì scorso, parlando di un uomo semplice, di un uomo umile, di un uomo delicato e laborioso. Il Consigliere Porcellana, chiudendo il ricordo, ha testè richiamato le parole che il Presidente del Partito Popolare ha scritto, cioè che Giovanni Goria non è vissuto invano.
In una società quale quella attuale, in un mondo della politica e delle istituzioni fatto sovente, soprattutto (purtroppo), di tante immagini, di tante scenografie, di tante cinematografie, Giovanni Goria (confidenzialmente Gianni per gli amici, anche per quella semplicità con cui esprimeva concetti difficili con parole semplici, poi diventato Gianni Goria anche in termini di rappresentanza istituzionale) è stato positivamente anticorrente, è stato certamente genuino e in questo senso astigiano e piemontese. E' stato moderno nel senso antico, e non è un bisticcio di parole, espressione di freschezza e soprattutto di creatività sia nell'impegno istituzionale sia in quello politico.
Credo che a Gianni Goria non bastasse governare il presente, e lo abbiamo visto - è stato anche ricordato - nelle azioni che proponeva, nelle intuizioni che lanciava; lui intendeva, credo con vena creativa, cercare di percorrere strade diverse, nuove rispetto al consolidato e al tradizionale.
Il Consigliere Porcellana ha ricordato come egli abbia iniziato il suo ruolo istituzionale in un periodo di grandi difficoltà, anche parlamentari e politiche, aprendo strade nuove. Infatti tra le sue intuizioni vi è il discorso sulla normativa relativa alla trasparenza dell'azione amministrativa, diventato poi norma operante con la legge n. 241.
Inoltre portò avanti altri progetti, alcuni andati in porto, altri solo ipotizzati; tra questi ultimi vi è quello importante dell'informazione istituzionale, con il quale sosteneva che le istituzioni dovessero rivolgersi alla gente, al popolo, all'utenza, al fruitore del servizio con un linguaggio sempre più comprensibile, sempre più semplice, nel rispetto soprattutto dei diritti dei cittadini e della trasparenza delle azioni.
Questo progetto, in realtà, non si è concluso, ma potrebbe essere recepito dalla Regione Piemonte come una provocazione e un'occasione per dare corpo ad alcune di queste intuizioni.
Credo dunque di doverlo semplicemente ricordare come un giovane Ministro, il quale il giorno in cui, senza saperlo, fu chiamato ad un Ministero importante, dovette farsi "prestare" una giacca scura. Tale atteggiamento non era un fatto di forma, ma di sostanza, di piemontesità di correttezza, specialmente in una società che oggi dissacra anche queste cose.
Successivamente ricoprì la carica di primo Ministro nella sua richiamata giovinezza, allievo intelligente di un Marcora che, non a caso ci lasciò anch'egli in maniera prematura per un male che è stato in realtà il solito male.
Lo ricordo come un uomo prestigioso della politica e delle istituzioni italiane, un galantuomo.
Porgo, quindi, a nome della DC e del Partito Popolare Italiano, un ringraziamento alla Presidenza di questa assemblea per aver ricordato la sua scomparsa, che rappresenta per tanti, e quindi anche per il sottoscritto, qualcosa di profondo, che va oltre alla perdita di un amico caro e stimato.
Credo sia stata anche in questo caso la fine di una politica rivolta al futuro che, come avrebbe voluto lui, poteva essere attuata attraverso un grande impegno; così non è stato e oggi quel grande impegno è da riprogettare completamente.
Non sarà facile ritrovare uomini dalla straordinaria popolarità di Giovanni Goria, uomo dalle capacità singolari che sapeva in modo semplice e chiaro spiegare, soprattutto alla gente comune, cose difficili e complicate, come le grandi questioni economiche, il loro collegamento con quelle sociali e con quelle della democrazia del Paese.
Umano, a volte anche ingenuo; ingenuità che gli procurò conseguenze sia positive sia negative nei vari incarichi che ricoprì.
Rimane, per la moglie Eugenia, per i figli, per la DC, per questo nostro Piemonte e per questa nostra Italia e per tutti noi che lo abbiamo amato e gli abbiamo voluto veramente bene, l'amarezza per la sua prematura scomparsa.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Cerchio.
Saluto ancora la famiglia.



(La Presidente Spagnuolo, a nome del Consiglio regionale, porge le condoglianze alla famiglia Goria offrendo un mazzo di fiori)


Argomento: Commercio

Esame progetto di legge n. 344: "Modifiche ed integrazioni della legge regionale 25/3/1985, n. 21 in materia di provvedimenti per la tutela e difesa del consumatore" (seguito)


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame del progetto di legge n. 344, di cui al punto 17) all'o.d.g.
Il Consigliere Femia ha concluso la sua relazione, poiché non vi sono interventi di carattere generale, passiamo all'esame del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 voti favorevoli 28 astensioni 3.
L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 voti favorevoli 28 astensioni 3.
L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 voti favorevoli 28 astensioni 3.
L'art. 3 è approvato.
ART. 4 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 voti favorevoli 28 astensioni 3.
L'art. 4 è approvato.
ART. 5 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 voti favorevoli 28 astensioni 3.
L'art. 5 è approvato.
ART. 6 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 voti favorevoli 28 astensioni 3.
L'art. 6 è approvato.
ART. 7 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 voti favorevoli 28 astensioni 3.
L'art. 7 è approvato.
ART. 8 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 voti favorevoli 28 astensioni 3.
L'art. 8 è approvato.
I Consiglieri Vaglio e Marchini presentano i seguenti emendamenti che istituiscono nuovi articoli: l'art. 9 è soppresso e sostituito da nuovi articoli (da art. 9 ad art. 14).
La parola al Consigliere Vaglio per l'illustrazione.



VAGLIO Roberto

Noi proponiamo una serie di nuovi articoli che si sostituiscono all'art. 9. All'interno dell'art. 9, approvato all'unanimità dalla III Commissione, erano contenute proposte di modifica di varie leggi sulle quali ha effetto la legge che andiamo approvando.
In accordo con il collega Marchini, e su indicazione della segreteria della III Commissione, abbiamo ritenuto fosse buona norma, ed applicazione puntuale delle regole di tecnica legislativa, trasformare l'art. 9 negli artt. 9, 10, 11, 12, 13 e 14.
L'art. 11, presente nel documento, non si è ritenuto applicabile e di conseguenza la numerazione degli articoli slitta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Mi rivolgo al Presidente della Giunta, in assenza dell'Assessore competente, perché l'emendamento proposto all'art. 9, comma primo, è un documento che ritengo assolutamente da accettarsi perché si tende a trasformare, con la modifica introdotta con questa legge, la Commissione di cui alla legge 9/4/1987, che è, di fatto, - e mi rivolgo al Presidente della Giunta un'unità flessibile di cui la Giunta si è dotata in materia di vigilanza, come in un organismo improprio all'interno del quale fanno parte i consumatori, cioè i soggetti del fenomeno della partecipazione. Non si può mettere insieme il fenomeno della partecipazione con il fenomeno della gestione tecnica di materia così delicata.



PRESIDENTE

Praticamente si fanno slittare?



MARCHINI Sergio

Suggerisco che l'art. 11 del documento venga cassato. Inoltre - lo dico perché i consumatori capiscano che non c'è alcun pregiudizio nei confronti di una loro partecipazione qualora si intenda trasformare la Commissione di cui all'art. 3 in un qualcosa di diverso da un'unità flessibile, che quindi veda la presenza dei consumatori e degli altri soggetti sociali interessati alla materia, non vi è alcuna riserva da parte nostra. Certo non si possono far intervenire rappresentanze esterne in quella che, di fatto, è un'unità flessibile della Giunta, per i rischi che potrebbero incidere sul carattere molto delicato dell'unità.



PRESIDENTE

Avevo già formulato il testo dell'emendamento secondo la sua indicazione.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

La Giunta accoglie.



PRESIDENTE

Procediamo all'esame dei nuovi articoli.
"Art. 9 1. La legge regionale 4/6/1975 n. 47 e successive modifiche ed integrazioni è così modificata: 'All'art. 13, comma primo, viene aggiunto un punto che recita: i) da un rappresentante dei consumatori designato dalle Associazioni dei consumatori iscritte all'Albo istituito con legge n. 21/85 e successive modificazioni'".
Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44 comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 28 voti favorevoli 28.
Il nuovo art. 9 è approvato.
"Art. 10 1. La legge regionale 4/7/1984 n. 30 e successive modifiche ed integrazioni è così modificata: 'All'art. 4 dopo il comma terzo viene aggiunto un nuovo comma che recita: Tra i membri del Consiglio regionale di sanità ed assistenza deve essere previsto un rappresentante dei consumatori designato dalle Associazioni dei consumatori iscritte all'Albo istituito con legge n. 21/85 e successive modificazioni'".
Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44 comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 28 voti favorevoli 28.
Il nuovo art. 10 è approvato.
"Art. 11 1. La legge regionale 15/5/1987 n. 27 è così modificata: 'All'art. 6, comma primo, viene aggiunta una alinea che recita: un rappresentante dei consumatori designato dalle Associazioni dei consumatori iscritte all'Albo istituito con legge n. 21/85 e successive modificazioni'".
Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44 comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 28 voti favorevoli 28.
Il nuovo art. 11 è approvato.
"Art. 12 La legge regionale 6/7/1987 n. 38 è così modificata: 'All'art. 10, comma primo, viene aggiunto un punto che recita: da un rappresentante dei consumatori designato dalle Associazioni dei consumatori iscritte all'Albo istituito con legge n. 21/85 e successive modificazioni'".
Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44 comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 28 voti favorevoli 28.
Il nuovo art. 12 è approvato.
"Art. 13 1. La legge 5/11/1987 n. 55 è così modificata: 'All'art. 18, comma secondo, al termine vengono aggiunte le parole: da un rappresentante dei consumatori designato dalle Associazioni dei consumatori iscritte all'Albo istituito con legge n. 21/85 e successive modificazioni'".
Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44 comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 28 voti favorevoli 28.
Il nuovo art. 13 è approvato.
"Art. 14 1. La legge regionale 23/10/1991 n. 52 è così modificata: 'All'art. 5, comma quarto, viene aggiunto un punto che recita: p) Associazioni dei consumatori iscritte all'Albo istituito con legge 21/85 e successive modificazioni'".
Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44 comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 28 voti favorevoli 28.
Il nuovo art. 14 è approvato.
Il Consigliere Vaglio presenta il seguente emendamento al titolo: dopo la parola "consumatore" vengono aggiunte le parole: "legge regionale n. 47/75; legge regionale n. 30/84; legge regionale n.
27/87; legge regionale n. 38/87; legge regionale n. 55/87; legge regionale n. 52/91".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 28 Consiglieri presenti.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 hanno risposto SI 35 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'intero testo di legge è approvato.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Dopo aver concluso l'esame della legge sui giovani, che richiederà breve tempo, sarà convocata la Conferenza dei Capigruppo.
Successivamente potremo fare il Comitato di solidarietà.


Argomento: Giovani

Esame progetti di legge n. 186, n. 287 e n. 291: "Coordinamento e sostegno delle attività a favore dei giovani" (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame dei progetti di legge n. 186, n. 287 e n. 291, di cui al punto 14) all'o.d.g.
Il Consigliere Chiezzi ha presentato alcuni emendamenti.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente.
Gli emendamenti che ho consegnato alla Presidenza li ho preparati in vista della riunione (che il Presidente Leo mi ha annunciato pochi minuti fa) degli interessati con qualche funzionario per facilitare questa discussione. Quindi, aspettavo che Leo.



PRESIDENTE

Lasciamo perdere Leo.



CHIEZZI Giuseppe

Il Consigliere Leo, un momento fa, ha detto che organizzava la riunione per la quale si è sospeso l'esame del disegno di legge; quindi non vorrei fargli una scortesia.



PRESIDENTE

Per piacere, colleghi! Altrimenti chiudiamo questa seduta! Oltre non si può andare su questa questione che da due anni è all'esame di un gruppo di lavoro e di una Commissione.
Ho ricevuto un pacchetto di emendamenti di tipo formale. Se non erano emendamenti di tipo formale non mi dovevano essere presentati, oppure possono essere ritirati.



CHIEZZI Giuseppe

Se vuole li ritiro, se Leo fa la riunione. Il problema è la riunione convocata da Leo.



PRESIDENTE

Non ridicolizziamo i nostri lavori, per piacere!



CHIEZZI Giuseppe

Non ridicolizziamoli, certo, sono d'accordo!



PRESIDENTE

Chiezzi, per piacere, mi consenta di finire.



CHIEZZI Giuseppe

Io consento, ma



PRESIDENTE

Non c'entra la Giunta. Se sono di iniziativa del Consiglio, la Consigliera Bortolin - che, insieme a Leo, è uno dei relatori di questa legge - può rispondere.
Consigliera Bortolin, lei è in grado di rispondere rispetto a questi emendamenti? Se la Consigliera Bortolin è in grado di rispondere, mi sembra che non sia indispensabile l'incontro con il Consigliere Leo, che è relatore insieme alla Consigliera Bortolin.
Questa mi sembra la questione.



(Interruzione del Consigliere Chiezzi)



PRESIDENTE

Non vedo perché debba essere indispensabile.



CHIEZZI Giuseppe

Perché la seduta è stata sospesa per facilitare.



PRESIDENTE

Non è così! La seduta non è stata sospesa per facilitare un incontro del Consigliere Leo. Questo è quello che voi vi siete detti. Formalmente è sempre intervenuta la Consigliera Bortolin.
Consigliera Bortolin, lei ritiene che debba essere il Consigliere Leo a rispondere o può rispondere lei? Anche perché non sono questioni di Stato sono state esaminate per anni, per cui ritengo che si possano definire! Prego, Consigliera Bortolin.



BORTOLIN Silvana

Mi sento di rispondere tranquillamente, anche perché è la conclusione di una discussione a cui il Consigliere Chiezzi non ha voluto, per sua scelta o per sua impossibilità, partecipare e dà a noi (alla sottoscritta ma anche ad altri colleghi) il mandato di sostenere questo disegno di legge. Quindi, con tutta tranquillità, senza usurpare ad altri il ruolo, io mi sento di rispondere.



PRESIDENTE

Va bene. Possiamo procedere all'esame del relativo articolato, anche perché è materia che avete trattato in quattro persone per molto tempo quindi o vi siete capiti o non credo abbiate bisogno di altro tempo.
Il Consigliere Chiezzi presenta il seguente emendamento: è introdotto il seguente nuovo art. 1: "Art. 1 La presente legge si applica alle persone di età compresa tra i 15 ed i 25 anni".
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente.
Vedo che è tornato il collega Leo. Chiedo scusa al Consigliere Leo, ma la Presidenza del Consiglio ha dato l'avvio all'esame delle proposte che avevo anche formalizzato.
Leo, ho fatto presente la tua intenzione di convocare una breve riunione tra gli interessati insieme ai funzionari. Ma la fretta di concludere in questi pochi minuti un lavoro durato due anni ha prevalso e quindi non abbiamo potuto parlarci.
Illustro di nuovo questo emendamento e tengo presente anche le cose dette dalla compagna Bortolin che sono di chiusura sul merito della mia proposta. Chiusura dovuta ad un lungo lavoro e ad atti di impegno che così ho capito - alcuni Consiglieri hanno preso nei confronti delle Associazioni. Se ho capito male, mi si correggerà.
Ma, a parte gli impegni di carattere politico che ciascuno di noi prende, esistono poi degli impegni di rispetto della legalità che, a mio parere, hanno la precedenza. Il rispetto della legalità si esercita nel momento in cui si approva una legge, qualunque cosa abbiano fatto altre Regioni ed altri soggetti.
Sostengo che una legge deve indicare i soggetti. L'indicazione che i soggetti sono i giovani non dice nulla perché lascia, alla discrezionalità piena di chi applicherà questa legge, decidere se uno è giovane o non è giovane.
Il problema non è quello di specificare se i giovani sono compresi fra 15 e 25 o fra 15 e 45 o fra 15 e 55 anni; non è questo l'oggetto del problema. In ogni fase storica può darsi che il confine superiore dell'età giovanile cambi negli anni; ma, nel momento in cui una legge viene approvata, in quel momento il confine deve essere determinato in qualche modo. Lo si può determinare tenendosi più stretti o tenendosi più larghi ma lo si deve determinare. Il limite d'età deve essere contenuto in questa legge, altrimenti si lascia non solo discrezionalità nel finanziamento, ma anche indeterminatezza nelle risorse capaci di alimentare questa legge. Se l'età non è indicata, non sono indicate neanche le fasce di età numericamente presenti nella popolazione e quindi l'impegno di spesa rivolto ad una popolazione indeterminata non può nemmeno essere determinato a bilancio, mentre invece se è confinato, sia pure nel modo più largo che credete all'interno di una fascia d'età, amministrativamente la legge pu avere un budget e può avere un riferimento.
Nell'emendamento ho scritto: "di età compresa fra i 15 e i 25 anni", ma non è su questo che discuto. 15 e 25 è l'età compresa nei documenti che mi sono stati forniti gentilmente dagli uffici legislativi della Regione Piemonte, è l'età di riferimento per l'Europa. Adesso il Presidente Leo mi diceva: "In Italia abbiamo avuto un'indicazione tra 15 e 29". Ma non è su questo che discuto. Potrei essere d'accordo a scrivere "15 e 35". Non è questo il problema! Per correttezza amministrativa e legislativa la legge deve avere un confine perché se non ha un confine non può essere approvata.
Ora mi dicono i colleghi: "Ma sei solo tu a sostenere questa tesi! Altre Regioni l'hanno già fatto e hanno avuto la legge approvata". Sono leggi sbagliate istituzionalmente! La Regione Piemonte quando le esamina deve fare i conti con questo argomento e non by-passarlo dicendo: "Già altri hanno fatto così ed è andata bene". E' andata male perché l'applicazione delle leggi viene lasciata all'assoluta discrezionalità.
Questo è il motivo dell'insistenza non sulla fascia di età individuata nell'emendamento (che è la fascia europea), ma sul fatto che deve essere individuata una fascia; in proposito ho avuto qualche assenso da parte di tecnici che ho interpellato in quest'aula su questi argomenti. Quindi, temo che così facendo la legge non possa essere approvata in Piemonte, dove magari, i Commissari di Governo analizzano con attenzione tale legge.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Bortolin.



BORTOLIN Silvana

Grazie, Presidente. Io sarei per proporre al Consiglio di non accogliere questo emendamento e per rassicurare ancora il collega Chiezzi che su questa questione abbiamo discusso a lungo concludendo, come ho già detto prima, di non porre sbarramenti, contando sulla discrezionalità molto responsabile dell'applicazione.
Come Regione abbiamo una lunga esperienza di attività degli Informagiovani, delle Consulte locali, comunali e provinciali e di tutta una serie di altre iniziative che hanno bene operato nei confronti di questi soggetti e, pur non avendo fissato sbarramenti, Comuni e Province si sono trovati sempre di fronte a delibere correttamente approvate anche dagli organi di tutela.
Aggiungo solo, Presidente, che per analogia noi ci siamo anche riferiti ad altre leggi: per gli anziani noi non fissiamo data di età e ci nonostante abbiamo leggi che operano molto validamente sul territorio regionale.
Concludo il mio intervento augurandomi che il Commissario di Governo non blocchi questa nostra legge, nel caso contrario riproporremo ai nostri interlocutori e al Consiglio questa necessità.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Picchioni.



PICCHIONI Rolando

Signor Presidente, più che per dichiarazione di voto intervengo per richiamare l'attenzione del Consiglio - anche se la collega Bortolin mi pu accusare, come ha fatto con il Consigliere Chiezzi, di non essere stato presente in Commissione nel momento in cui si trattava questo problema su quanto ha detto il Consigliere Chiezzi, che mi trova totalmente d'accordo.
Un parametro oggettivo potrebbe essere quello della formazione professionale; quindi può essere un momento di ancoraggio della cosiddetta età giovanile che oggi, forse, non avendo più il carattere di un tempo potrebbe risolvere il problema di una fascia ampia e, nello stesso tempo di una limitazione di questa fascia.
Consigliere Leo, sono un po' preoccupato di tutta questa postgoliardia che cerca di avere, di prendere e di ramazzare da tutte le parti, forse dovuta al fatto che c'è un 30% di disoccupazione giovanile nel nostro Paese. Per questo la considerazione del Consigliere Chiezzi ha indubbiamente un suo valore, ha una sua efficacia. Ci sono dei bellissimi libri di Salinger sul "Giovane Holden", sul postgoliardismo americano sulla gioventù protratta. Per questo, quanto ha detto il Consigliere Chiezzi merita una valutazione supplementare, in quanto credo abbia una ragion d'essere.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Signor Presidente, questa questione sui limiti di età mi vede molto interessato.
Non poniamo limiti alla divina provvidenza, perché questa mattina abbiamo sentito commemorare una cara persona deceduta in giovane età. Il mio amico Santoni De Sio rimase rabbrividito quando andò a vedere la sua Cappella gentilizia e lesse che nell'800 era deceduto alla tarda età di 46 anni un suo avo.
Presidente, quando si pongono delle questioni apparentemente nominalistiche, come questa, emerge, caro Consigliere Leo, la realtà dei problemi: queste leggi sono delle fesserie! La politica non si gestisce né per sesso né per età, la politica per sua natura è la capacità di affrontare i problemi in termini organici. Ogni volta che si segmenta, si settorializza, evidentemente si fugge dalla capacità di fare politica. Definite le fasce di età come ben vi aggraderà però immaginare che la politica si faccia per segmenti e per fasce d'età significa non avere ancora capito - mi consenta, Consigliere Leo - cosa è la politica legislativa. Questo non è un Comune, che fa la festa degli alberi, questa è una Regione che legifera per la società civile. Quindi Consigliere Leo, se ti fosse ancora possibile, visto che hai fatto tutta la carriera che in questa legislatura potevi fare e quindi non c'è neppure più l'interesse immediato a curare una certa immagine che ti puoi ancora permettere, riflettiamo se questa legge abbia veramente un senso; io ne sono perfettamente convinto in senso contrario.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

Presidente, faccio una breve considerazione di carattere tecnico legislativo. Normalmente le leggi si riferiscono a tutti i consociati questa legge si riferisce chiaramente ai giovani. Fra i requisiti essenziali di una legge ci sono quelli della possibilità, della liceità e della sufficiente determinatezza. Sulla possibilità dell'applicazione di questa legge nel suo divenire non ci sono dubbi, sulla liceità altrettanto sulla sufficiente determinatezza mi pare, Consigliere Leo, che non ci siamo. Dire giovani non è sufficiente, dire che questa legge ha come destinatari i "consociati giovani" è determinato, ma non sufficientemente come richiedono i principi generali del diritto.
Quindi per la "sufficiente determinatezza" bisogna arrivare all'accoglimento di un tipo di emendamento quale suggerito dal Consigliere Chiezzi, cioè indicare la fascia d'età: sulla specificazione dei 25 o meglio dei 29 anni di età è un altro tipo di discorso.
Quindi io, in mancanza di altri emendamenti, mi colloco positivamente su questo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Monticelli.



MONTICELLI Antonio

Presidente, sono sconcertato dalla discussione che si sta svolgendo perché questa legge giace ormai da due anni in Commissione, ma non perché è stata ferma, ma perché è la confluenza di tre proposte di legge di iniziativa consiliare che hanno coinvolto quasi tutti i Gruppi ed è stata lungamente soggetta a consultazioni e ad un lunghissimo lavoro in IV Commissione.
In IV Commissione questa legge è stata approvata all'unanimità; anche in I Commissione, in sede consultiva, si sarebbe raggiunta l'unanimità, se il Consigliere Chiezzi non avesse espresso voto contrario.
Quindi sono sconcertato dalla scoperta che oggi la formulazione di questa legge non trova il generale consenso.
Sul punto specifico dei limiti d'età faccio presente - poi sono disponibile a valutare altre questioni - che questa legge definisce nelle prime righe dell'art. 1 che non ha come destinatari i giovani in quanto individui, non è una legge per dare soldi ai giovani, ma una legge che ha come destinatari altri enti: la Regione in sè, perché è una legge tesa a promuovere un coordinamento delle politiche che la Regione produce su questo tema, della realtà giovanile, ed ha come destinatari esterni enti locali ed associazioni.
Quindi il problema del limite d'età tecnicamente non esiste, poi se proprio lo vogliamo specificare, come indicazione di ordine politico culturale, inseriamolo pure, ma non con il significato che gli attribuiva il Consigliere Chiezzi, perché non ha queste caratteristiche.
(Interruzione del Consigliere Chiezzi)



PRESIDENTE

Chiezzi, lei ha detto la sua da tutti i punti di vista, adesso c'è un'opinione diversa.



MONTICELLI Antonio

Chiedo che si proceda, tenendo conto del lavoro svolto su questa legge e non scoprendo adesso all'improvviso che ci sono chissà quali problemi complicati e aperti da risolvere.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bodrero.



BODRERO Antonio

Io sono pienamente d'accordo sulla faccenda - l'ho già detto a Chiezzi prima - del limite di età. Sono abbastanza d'accordo su quello che aveva detto Marchini sulla opinabilità di queste leggi. Per noi l'incoraggiamento ai giovani più salutare ed importante sarebbe quello di avviarli al lavoro manuale. Purtroppo adesso sono tutti diplomati e laureati, quindi è un motivo di più per avviarli ai lavori manuali, altrimenti siamo obbligati ad importare degli Islamici, la cui religione non valorizza il lavoro in modo particolare, e lo considera piuttosto compito degli infedeli, degli schiavi e delle donne.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Leo, che interviene in qualità di Consigliere.



LEO Giampiero

Intervengo sia per scusarmi con la Commissione sia per esprimere anche un briciolo di amarezza, per carità, sono giornate di amarezza per tanti! E' un provvedimento sul quale con estrema serietà, ascoltando tutti abbiamo lavorato davvero.
Ringrazio il Consigliere Marchini - per il quale nutro grandissima stima - per il suggerimento datomi sulla verifica della rispondenza nazionale od europea di queste leggi. Consigliere Marchini, io l'ascolto sempre, anche quando parla del vin santo. Ho lavorato un mese per fare questa ricerca, e al riguardo ho incontrato la Commissione parlamentare, e abbiamo verificato che a livello europeo e nazionale si dà importanza a queste cose. Una volta tanto, in tutte le consultazioni, su tutti i dettagli, abbiamo trovato attenzione, entusiasmo, concordia! Su questa proposta, firmata dalla Presidente Spagnuolo e dal Vicepresidente Montabone, ho lavorato con convinzione e con impegno, non per farmi una Riserva Indiana, ma perché sono cose nelle quali credo e in futuro lavorer con altrettanta buona fede.
Chiedo scusa se - non avendo considerato furbizie o intelligenze politiche non ho curato alcuni aspetti; si tratta di un'esigenza che risale alla nascita del Consiglio regionale ed emersa dai numerosi incontri avuti con chi si confronta con i giovani; abbiamo lavorato con quel mandato.
Ringrazio anche i colleghi del MSI-DN, il collega Cucco e tutti gli altri che, al di là delle diverse posizioni, hanno lavorato dando dei contributi.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Leo. Il suo intervento appassionato testimonia tanti anni di impegno su questa materia.



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, nell'emendamento da me presentato invece di "25" si legga "29".



PRESIDENTE

D'accordo.
Pongo in votazione l'emendamento così modificato.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 12 voti favorevoli, 21 contrari e 3 astensioni.
Passiamo alla votazione dell'articolato.
ART. 1 Emendamento presentato dal Consigliere Chiezzi: alla lettera d), sono soppresse le parole "il reale inserimento dei giovani nella società".
Il Consigliere Chiezzi ha argomentato prima su tale richiesta sostenendo che i giovani sono sempre inseriti nella società, in quanto ci vivono.
La parola alla Consigliera Bortolin.



BORTOLIN Silvana

Non accolgo questo emendamento, per le motivazioni espresse precedentemente.



PRESIDENTE

Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 2 voti favorevoli, 27 contrari e 4 astensioni.
Si proceda alla votazione per alzata di mano dell'art. 1, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 voti favorevoli 26 astensioni 8.
L'art. 1 è approvato.
ART. 2 Emendamento presentato dal Consigliere Chiezzi: al comma primo, le parole "Piano per le politiche per i giovani del Piemonte" sono sostituite dalle parole "Programma per le politiche per i giovani del Piemonte".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 34 Consiglieri presenti.
Si proceda alla votazione per alzata di mano dell'art. 2 come emendato ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 voti favorevoli 28 astensioni 6.
L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 voti favorevoli 28 astensioni 6.
L'art. 3 è approvato.
ART. 4 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 voti favorevoli 28 astensioni 6.
L'art. 4 è approvato.
ART. 5 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 voti favorevoli 28 astensioni 6.
L'art. 5 è approvato.
ART. 6 Emendamento presentato dal Consigliere Chiezzi: al comma secondo, dopo le parole "in ambito", aggiungere la parola "regionale".
La parola alla Consigliera Bortolin.



BORTOLIN Silvana

Non accogliamo l'emendamento. Abbiamo già specificato l'impegno, da parte della Regione, di sollecitare associazioni e movimenti che si occupano dei giovani ad unirsi per presentare programmi di livello regionale.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 1 voto favorevole, 21 contrari e 6 astensioni.
Emendamento presentato dal Consigliere Chiezzi: all'art. 6 il comma terzo è soppresso.
Tale emendamento viene ritirato dal proponente.
Si proceda alla votazione per alzata di mano dell'art. 6, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 voti favorevoli 28 astensioni 6.
L'art. 6 è approvato.
ART. 7 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 voti favorevoli 28 astensioni 6.
L'art. 7 è approvato.
Passiamo alle dichiarazioni di voto.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. La dichiarazione di voto, per quanto mi riguarda, è resa necessaria dalla reazione esagerata, a mio avviso, della maggioranza sugli emendamenti che ho proposto, soprattutto il primo, quasi come se fosse stata punta sul vivo.
Anche se si è lavorato a lungo su una legge, questa deve comunque passare il vaglio del Consiglio regionale. Ci sono Gruppi che possono seguire tutto, mentre altri possono seguire gli argomenti solo nel momento in cui arrivano in aula.
Ho trovato esagerata la reazione a difesa di un lavoro che personalmente giudico utile e complessivamente ben fatto; il Piemonte ne aveva bisogno: ben venga, quindi, una legge per i giovani.
L'appunto che avevo sollevato, e che sollevo, è di specificare chi sono i giovani - il che, compagno Monticelli, è assolutamente necessario. Fra i compiti della legge in discussione vi è quello di creare una banca dati sulla condizione giovanile; ma che tipo di dati verranno inseriti? Si parla di inserire dati inerenti al disagio giovanile. Ma chi sono questi giovani? Si può parlare di disagio giovanile per un trentenne, un trentacinquenne? Questo è il rilievo tecnico; se l'età è importante per il funzionamento della legge, l'età va inserita; altrimenti nella banca dati inserisco anche il cinquantenne che si buca? Penso di no.
Quindi, non è questione astratta: il collega Monticelli poco fa mi ha detto "non fare il bambino". Non è una considerazione da bambino: se, come dice la legge, occorre fare delle cose, bisogna conoscere i soggetti cui è destinata: se i soggetti sono i giovani, per favore, li si inserisca specificandone l'età.
Da parte del mio Gruppo, collega Bortolin, c'è l'assoluta convinzione dell'opportunità di una legge per i giovani, però c'è la forte preoccupazione che la stessa abbia un aspetto tecnico che la mina dall'interno, e che il mio Gruppo vi segnala, nell'interesse dei giovani non nell'interesse di un Gruppo.
E' una legge di cui c'è bisogno, ma deve essere in grado di camminare e non una legge semplicemente demagogica che aggira l'ostacolo, che evita di specificare il soggetto a cui si riferisce - elemento indispensabile di una corretta legislazione.
Per questo motivo, come Gruppo, voterei a favore di tutti gli articoli se se ne fosse aggiunto uno, ma non posso che segnalare alla vostra attenzione, intanto la vostra cocciutaggine.



PRESIDENTE

Su questo, mi consenta una bella tenzone, con lei in generale.



CHIEZZI Giuseppe

Ribadisco la vostra cocciutaggine - è un'opinione politica di cui da sempre pago il prezzo e continuo a pagarlo e ribadisco la preoccupazione che la legge non vada a buon fine.
Questi sono i motivi per cui, condividendo appieno l'impegno da voi svolto, mi stupisco un poco per la coriacea chiusura nei confronti di un argomento che mi pareva, e mi pare, appena razionale. Come Gruppo mi asterrò.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Foco.



FOCO Andrea

Ritengo doveroso questo intervento, intanto per esprimere il voto favorevole del nostro Gruppo a questa legge e non solo per confermare quello che è già stato ripetuto varie volte questa mattina, cioè l'ampio lavoro che è stato svolto in Commissione e nel gruppo di lavoro, ma anche per il coinvolgimento in questo di tutti i Gruppi che avevano voglia di portare il loro contributo.
Respingo perciò il discorso che questa legge sia il frutto di una maggioranza predeterminata e precostituita. Questa legge è il frutto del lavoro della IV Commissione e del gruppo di lavoro relativo, che ha saputo dalle tre proposte di legge provenienti da varie parti consiliari formulare questo testo unitariamente. Quindi, è una legge, a mio parere sentita e voluta da tutto il Consiglio.
Ringrazio anche, per il lavoro e per l'attenzione prestata, la I Commissione, il cui lavoro era stato anche, da parte nostra, frainteso e per certi aspetti ritenuto un tentativo di insabbiamento del testo di legge. Invece ad una successiva lettura abbiamo potuto constatare che il lavoro di perfezionamento avvenuto in I Commissione sulla parte relativa al personale è risultato molto positivo e tecnicamente rilevante.
Non vorrei, quindi, che tutto il lavoro svolto fosse unicamente ricondotto alla definizione, da parte del Consiglio regionale, del limite di età entro il quale si è considerati giovani.
Questa legge non inventa i giovani o gli interventi nei loro confronti ma cerca, fa lo sforzo, auspica che questi siano ricondotti ad un impegno coerente e programmatico tra i vari settori. E', in particolare, un discorso rivolto alla nuova Giunta, affinché la serie di interventi e di attività rivolte al mondo giovanile - finora attuate in modo disorganico (ogni Assessorato lavorava per conto proprio) - rappresentino uno strumento che, se pur non risolverà i problemi, potrà affrontarli in modo organico con un lavoro interassessorile.
L'art. 2 è stato motivo di ampia discussione per cercare di vedere in che termini e in che modi si poteva far sì che il comparto non venisse assegnato ad alcun Assessore in modo specifico, ma alla Presidenza del Consiglio regionale e ad una struttura creata ad hoc con una propria responsabilità atta a promuovere questo lavoro interassessorile.
Non si tratta quindi di voler fare discorsi demagogici, ma è sicuramente un modo diverso di lavorare per e con i giovani. E' chiaro che le banche dati dovranno fare riferimento alle leggi esistenti e quindi, se la formazione professionale o il Parlamento europeo individuano in questo momento come giovani coloro che hanno un'età compresa tra il quindicesimo e il ventinovesimo anno, i riferimenti non potranno che essere quelli; basta dire che non vengono inventate nuove strutture o nuove cose.
Ripeto, si tratta di un lavoro di coordinamento e di migliore utilizzo delle strutture esistenti; per esempio, non si va ad inventare un altro Osservatorio del lavoro, ma all'interno del lavoro già svolto da questo vengono richiesti studi specifici e mirati a questa fascia di età.
Non vorrei che l'accentuazione che abbiamo fatto in questo Consiglio per un aspetto, secondo me, abbastanza marginale - se poi diverrà sostanziale, per quanto riguarda l'aspetto della forma, lo supereremo sminuisse invece la funzione ed il ruolo politico che ha questa legge, la quale tra l'altro completa un discorso che era parziale, quello iniziato con l'istituzione della Consulta, che mancava di un riferimento legislativo.
Adesso abbiamo anche una legge che, a mio parere, dà corpo e maggiori possibilità di lavoro a questa Consulta, che è uno strumento del Consiglio regionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Anche da parte mia c'è qualche risentimento per l'asprezza con cui siamo stati richiamati. Non intendo assolutamente porre alcun ostacolo al prosieguo di questa legge, alla quale il collega Fulcheri ha dato il suo contributo e il suo giudizio positivo e convinto, come resta il mio nessuno, però, mi vieta di dire che sono sempre più convinto, giorno dopo giorno, che una delle ragioni dell'inefficienza della Regione sia di aver voluto legiferare su tutto sempre e comunque, senza mai cancellare nessuna legge.
Noi abbiamo delle strutture regionali che esistono perché esistono le leggi, le quali prevedono delle funzioni della Giunta. Per fare un esempio molto semplice, io mi chiedo: con il modo in cui è organizzato il bilancio quindi per leggi, quindi per poste sostanzialmente obbligatorie e che hanno una forza di trascinamento (perché questo è il bilancio zero, è la forza di trascinamento delle poste del bilancio), la Giunta ha risorse strategiche da investire nel giro di 15 giorni su un progetto, su una novità? Questo è il governo del tempo nostro, non è più il tempo della programmazione, dei disegni a lunghissimo termine! Se un'ipotesi di intervento di un Assessorato sui problemi giovanili ha dei tempi ritardati da questa legge, dico che non è una buona legge. Se l'Assessore, nella sua responsabilità e in quella collegiale della Giunta ritiene che, nel giro di una settimana, una proposta, un disegno, un ragionamento meriti un intervento immediato, benissimo: lo si faccia, non casca il mondo. Ma a questo proposito temo veramente. Andate a spiegare voi ai nostri elettori, che poi sono i destinatari delle risorse dello Stato e di quel poco di intelligenza che ci mettiamo, che non possiamo prendere in esame nessuna loro questione! Colleghi, attenzione. Ripeto, per chi tra i nuovi queste cose non le avesse ancora capite, che noi non possiamo prendere in considerazione problemi che non abbiano una previsione legislativa. Quindi un problema di un cittadino deve essere previsto dalla legge, deve avere le caratteristiche coerenti alla legge; se per un dettaglio, quel problema non è indicato in una previsione legislativa, io non posso che allargare le braccia; dopodiché, cosa fa questo cittadino? Va in Comune, va in Provincia Assessore Leo - va dall'Assessore Leo, all'epoca anche Assessore comunale, il quale verifica questa situazione nella sua concretezza, nella sua attualità, nella sua immediatezza, ci ragiona sopra, magari in modo innovativo e responsabile, se ne assume la responsabilità e porta nella Giunta comunale di Torino il contributo per il signor Tizio, Caio e Sempronio, al fine di intervenire per quella certa situazione; ciò a fronte di una convinzione politica di cui si assume la responsabilità. Quando noi facciamo leggi di settore, dobbiamo sapere che introduciamo delle griglie le quali da una parte aprono, ma dall'altra chiudono. E' una raccomandazione di carattere generale, non ha niente a che fare con la legge.
Per quanto riguarda il cosiddetto problema della discrezionalità sostengo che la discrezionalità è il senso e la ragion d'essere della politica e dei governi, e non del contrario; soltanto un regime fa tante leggi in modo tale che più nessuno abbia autonomia e responsabilità. Per cui quanto più delegiferiamo, quanto più lasciamo la discrezionalità alla responsabilità della Giunta, tanto più ci sarà voglia di fare politica tanto più ci sarà ragione per fare politica e tanto più avrà una qualche ragion d'essere il nostro confronto. La Giunta in questo momento, quando si deve giustificare rispetto ad un intervento, dice che lo prevede la legge che è a bilancio; non è così. La Giunta, il governo, deve essere chiamata a rispondere nei confronti dei cittadini della sua capacità e della sua fantasia nell'affrontare i problemi.
Amici, il 27 marzo abbiamo subìto una lezione drammatica. Che cosa è avvenuto? E' avvenuto che un soggetto, un gruppo di intelligenze dell'oggi le ha suonate a tutta la cultura politica vecchia. Non si tratta di vecchia politica e di nuova politica, ma di un modo diverso di affrontare i problemi e la domanda della società con strumenti diversi, in grado di interpretare i bisogni in tempo reale e rispondervi in tempo reale. E' questa la vittoria di Berlusconi: la percezione da parte della gente è che lì c'è un mondo che raccoglie con il sondaggio oggi e risponde immediatamente oggi; un mondo che non presenta più i meccanismi gotici con cui si facevano le cattedrali, la cui prima pietra è stata posta nel decimo secolo, come è successo per il Duomo di Firenze, e l'arricciatura è stata fatta alla fine dell'800; questo, però, vale anche per il Duomo di Vienna non è una questione che riguarda solo gli italiani.
Non siamo più in quei tempi. Attenzione a fare delle leggi che rendano il sistema macchinoso, dando l'illusione di renderlo più razionale, più organico; non è più il tempo dell'organicità, della razionalità, è tempo dell'immediatezza, della realizzazione in tempo reale, perché i bisogni della gente nascono il mattino e molte volte muoiono la sera. Questo potrà piacere o meno, però il 27 marzo ha messo in evidenza soprattutto il confronto fra due culture. Una è la cultura del lapis e della fotocopiatrice, perché il meccanismo di intelligenza artificiale in questa Regione è ancora quello con cui si fotocopia quello fatto e pensato con il lapis, non è ancora fatto e pensato con il cervello elettronico. L'altra invece, è la cultura dell'intelligenza elettronica.
Queste leggi, che io rispetto nel loro orientamento e nelle loro finalità, mi fanno pensare che se l'Assessore al turismo, l'Assessore alla cultura o l'Assessore all'istruzione trovano in questa legge un'esigenza di ulteriore allungamento dei tempi di esame e di decisione, forse non ho fatto male a richiamare all'attenzione dei colleghi un'esigenza di procedere con un lavoro politico che tenda, per quello che ci rimane, a snellire, ad accelerare e non ad appesantire - ripeto - con ulteriori guglie una chiesa che, quando ha il tabernacolo - lo dice un laico - è più che sufficiente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Masaracchio.



MASARACCHIO Antonino

A me dispiace di non essere stato presente (purtroppo sono giunto in ritardo per aver partecipato alla Festa dell'Arma dei Carabinieri di Novara), perché avrei ricordato che, in sede di Commissione, il problema del ventinovesimo anno di età era stato posto dal Consigliere Chiezzi; mi pare che fossimo rimasti d'accordo che comunque si sarebbe proceduto ad ovviare a questo problema. Quindi io sarei stato pienamente concorde per fissare che l'età, giuridicamente parlando, dei giovani non potesse andare oltre il ventinovesimo anno d'età. Che poi gli interventi di questa legge debbano favorire elasticamente tutto ciò che riguarda anche una fascia superiore d'età.



(Interruzione del Consigliere Foco)



MASARACCHIO Antonino

No, stavo dicendo che gli interventi della legge possono essere in considerazione anche di quello che si prevede per coloro i quali hanno trentacinque anni e che hanno ottenuto dei riconoscimenti per l'assunzione.
Se tutto questo deve vertere ad ovviare ai problemi giovanili, è anche vero che comunque dal punto di vista giuridico sarebbe stato opportuno fissare il ventinovesimo anno d'età, ma nella elasticità della legge si sarebbe potuto operare ugualmente per una fascia superiore di età. Il termine dei 29 anni non avrebbe costituito alcun impedimento per l'operatività, così come, nell'ambito di queste cose, noi sappiamo che la cultura sindacale oggi impone. Quindi io riconosco l'opposizione del Consigliere Chiezzi come un argomento fondato, però sono stato collaboratore entusiasta di questa legge per cui dichiaro il mio voto favorevole. Mi dispiace che non si sia trovata una soluzione prima in sede di Commissione, così come si era prefigurata nell'ultima seduta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

Ho chiesto la parola perché dissento dalla dichiarazione di voto favorevole fatta a nome del Gruppo da parte del Consigliere Masaracchio per le medesime ragioni che ho già accennato collocandomi a favore dell'emendamento Chiezzi.
La ragione è prevalentemente tecnico-legislativa: siccome è una legge che in definitiva ha come destinatari finali i giovani, ritengo che doveva indicarsi la fascia d'età "da.., a...". In base ai principi generali del diritto una legge deve avere, fra gli altri requisiti, quello della liceità, della possibilità in concreto di applicarla e della sufficiente determinatezza. Non voglio dare a nessuno lezioni di principi generali del diritto in un'aula politica, siccome però siamo legislatori dobbiamo preoccuparci che una determinata legge abbia tutti i requisiti previsti dall'ordinamento. Qui mi pare che manchi la sufficiente determinatezza perché in una legge, sia pure attraverso interventi di altri organismi come ha ricordato il Consigliere Monticelli, che ha come destinatari finali i giovani, si deve necessariamente fare una scelta e indicare la fascia. Pu non andar bene da quindici a venticinque anni, può anche essere non sufficiente parlare di ventinove anni perché si può andare oltre, però il fatto che non si sia trovata una soluzione per determinare questa fascia di giovani mi impone l'astensione, anche se la legge nelle sue linee essenziali e fondamentali non solo era buona, ma ottima.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola per dichiarazione di voto, si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 hanno risposto SI 35 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri.
La legge è approvata.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori (seguito)


PRESIDENTE

Informo i colleghi Consiglieri che dobbiamo modificare il programma dei lavori: è necessario approvare la legge inerente il monumento a Fondotoce che è composta di un unico articolo e che possiamo esaminare subito dopodiché verrà convocata, per una brevissima riunione, la Conferenza dei Capigruppo. Non abbiamo più il tempo per convocare in maniera adeguata il Comitato di solidarietà e quindi propongo ai Consiglieri che ne fanno parte, i quali riceveranno comunque la convocazione scritta, di riunire il Comitato martedì prossimo alle ore 12.


Argomento: Resistenza

Esame progetto di legge n. 474: "Disposizione interpretativa dell'art. 3 della legge regionale 18/6/1992, n. 30 relativa alla realizzazione della Casa della Resistenza di Verbania Fondotoce"


PRESIDENTE

Esaminiamo pertanto il progetto di legge n. 474, di cui al punto 20) all'o.d.g.
Relatore è il Consigliere Beltrami, che ha facoltà di intervenire.



BELTRAMI Vittorio, relatore

Dò per letta la relazione, il cui testo, a mani dei Consiglieri recita: "La legge regionale 18/6/1992, n. 30, al fine di valorizzare uno dei luoghi più emblematici della lotta di liberazione in Piemonte ed a completamento di quanto già realizzato dagli enti territoriali locali e dalle Associazioni partigiane, prevede la realizzazione, nell'area monumentale di Verbania Fondotoce, della Casa della Resistenza, con un complessivo impegno di spesa a carico della Regione di L. 1.500.000.000 ripartito in tre annualità.
L'art. 3 di detta legge demanda, genericamente, la realizzazione dell'opera al Comune di Verbania ed alla Provincia di Novara con una disposizione che si appalesa di difficile attuazione in riferimento alla normativa nazionale vigente in materia di lavori pubblici.
Pertanto, per passare ad una fase operativa, occorre meglio specificare il contenuto di tale articolo che, sgombrando il campo da possibilità di errate interpretazioni, lasci aperta sia la strada della concessione sia quella dell'erogazione una tantum del contributo regionale dell'ente locale (o consorzio di enti locali territoriali) proprietario dell'area su cui dovrà insistere l'opera.
In tal senso e a tale scopo è stato predisposto il progetto di legge n.
474, di cui si tratta.
Ricevutane l'assegnazione in data 26 maggio, la I Commissione ha sollecitamente preso in esame il provvedimento e, dopo attenta valutazione condividendone la finalità, lo ha licenziato all'unanimità il 2 giugno scorso.
In considerazione di quanto sopra esposto, se ne raccomanda l'approvazione unanime anche da parte di questa assemblea".
E' cosa estremamente da poco; direi che si tratta di una puntualizzazione di carattere burocratico, al solo fine di poter procedere alla spesa e all'attuazione delle opere. Anche se si riteneva la legge sufficientemente chiara, gli uffici dei diversi livelli regionali provinciali e comunali hanno ritenuto che questa puntualizzazione fosse necessaria.



PRESIDENTE

Vi sono interventi di ordine generale? Prego, Consigliere Masaracchio.



MASARACCHIO Antonino

E' noto che il nostro Gruppo, quando si è discusso su questa legge, ha votato contro. Indipendentemente da ciò, l'osservazione che pongo è un'altra. Sono venuto a conoscenza del fatto che esiste, da parte di alcuni ambientalisti, una forte opposizione alla scelta del terreno dove dovrà essere costruita questa Casa. C'è quindi una pratica in corso che si oppone non alla realizzazione della Casa a Fondotoce per l'istituto storico della Resistenza, ma alla scelta del terreno e alla costruzione su quel terreno al fine di salvaguardare l'equilibrio ecologico; non conosco bene la questione, però la notizia è certissima.
Chiedo se questa notizia sia giunta a conoscenza del Consiglio; il relatore di questa proposta dovrebbe saperci dire qualcosa. Esiste tale opposizione?



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Beltrami.



BELTRAMI Vittorio

E' esistita, quanto meno, una presa di posizione di una parte degli ambientalisti, i quali suggerivano di utilizzare delle antiche costruzioni attualmente adibite ad opifici, anziché costruire ex novo sull'area circostante. E' stata dimostrata la non opportunità di quel tipo di esecuzione, perché questi locali sarebbero liberi solo nel 1995/1996/1997 per esattezza, la scadenza contrattuale è il 1995, ma ci sono dei confronti legali in corso che non si sa quando potranno portare ad una definizione della questione: certamente negli anni lontani.
Inoltre, pare che, da accertamenti geognostici sul territorio e comunque di approfondimento sull'area, sia stato dimostrato che l'area proposta non era adatta a ricevere una costruzione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Giuliano per questioni di ordine generale.



GIULIANO Valter

Di solito non faccio perdere tempo, svolgo ora sia l'intervento che la dichiarazione di voto.
Anche noi in quest'aula sollevammo il problema della localizzazione di questa realizzazione nella zona di Fondotoce, che ci preoccupa molto dal punto di vista ambientale; a suo tempo, avevamo suggerito il riutilizzo di alcuni edifici già esistenti.
Poiché questo provvedimento non concerne direttamente e non inficia la prospettiva di cercare una soluzione che sia nel contempo anche favorevole alla corretta gestione di quell'ambiente particolarmente delicato, i Verdi voteranno comunque a favore di questa proposta di legge.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino per dichiarazione di voto.



MAJORINO Gaetano

La mia sarà una brevissima dichiarazione di voto per esprimere voto negativo, in coerenza con l'atteggiamento del nostro Gruppo in sede di approvazione della legge del giugno 1992, che oggi si interpreta in maniera autentica.
Richiamo integralmente le motivazioni dell'epoca, le quali si possono riassumere nella considerazione che, anche questa volta, come in occasione dell'approvazione della legge del giugno 1992, si è andati esattamente contro quella regola, quel principio che noi abbiamo sempre patrocinato: la pacificazione nazionale. Ripeto: richiamo integralmente le motivazioni dell'epoca, non senza considerare che non accennai ad un problema - perch mi sembrava persino di svilire la materia - che peraltro venne sollevato non in aula ma qualche giorno dopo, dall'Assessore dell'epoca, signora Bergoglio, la quale manifestò perplessità su questo disegno di legge approvato nel giugno 1992, che stanziava 2 miliardi per questa materia dicendo: "Siamo in un momento in cui si cerca di raschiare il fondo del barile, e si stanziano 2 miliardi per questo tipo di cose".



PICCHIONI Rolando

Un miliardo e mezzo.



MAJORINO Gaetano

Un miliardo mezzo, però c'era un ulteriore mezzo miliardo per altre attività connesse.
L'argomento che costituì per me e per il nostro Gruppo la goccia che fece traboccare il vaso e ci pose in una posizione di netto dissenso, fu la mancata approvazione di un emendamento a quel disegno di legge che stanziava 2 miliardi; per proresistenza, per dirla con una formula di sintesi. Con tale emendamento chiedevo che, all'interno di questo stanziamento, si stanziassero L. 100.000 per una lapide simbolica sulle mura dell'ex Ospedale psichiatrico di Vercelli, laddove a guerra finita (8 9 maggio 1940/1945) l'allora capo partigiano Moranino, detto "gemista" fece una strage di 50 prigionieri della Repubblica Sociale Italiana. Questo episodio è noto ed arcinoto, tant'è vero che negli anni '50 il "gemista" venne condannato a trent'anni di reclusione da una Corte d'Assise straordinaria della Repubblica; ripeto, eravamo negli anni '50 e, onde evitare l'esecuzione del mandato di cattura, il "gemista" si rifugiò a Praga, da dove tornò graziato dal Presidente della Repubblica Saragat.
Non si è voluto inserire questo modestissimo emendamento; certo, la cosa non ci avrebbe presumibilmente fatto atteggiare in maniera molto diversa rispetto alla legge, ma questo modesto stanziamento, per una modesta lapide non retorica e non apologetica, sarebbe stato un segno di buona volontà e, se mi si consente, senza offesa per nessuno, di civiltà.
Sarebbe stato solo un segnale di ricordo di una strage perfettamente inutile, per di più sulla pelle di prigionieri inermi, e il nostro atteggiamento avrebbe potuto essere, per così dire, più "soft".
In questa sede, comunque, non possiamo che dichiarare il nostro dissenso, anche ad un'interpretazione autentica di una legge già in vigore.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, si proceda alla votazione per appello nominale del relativo articolato.
Articolo unico - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 hanno risposto SI 35 Consiglieri hanno risposto NO 2 Consiglieri.
L'art. 1, e pertanto l'intero testo della legge, è approvato.


Argomento:

Interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno (annunzio)


PRESIDENTE

Le interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenute all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale verranno allegate al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13,55)



< torna indietro